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ANNO LXXVI
Torre -Pelttóe, <23 »Fèbbraio 1S40-XV11I
N. 8
Riguardate alla roccia onde foste tagliati !
(Isaia LI, 1)
S«eMi
ABB
Italia e Imperi
Parrocchie del\
Estero
PEtUCE
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. 15
-'à
Nulla sia più forte della vostra fede !
(Gianavello)
Direltii«# i Prof. QINO^ COSTABEL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torse Pkxice
REDAZIONE: Via Arnaiid, 27 - ToiiiiE Pblmce
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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Il rifiuto di Edom di lasciar transitare
’Israele per i suoi confini ricacciò nel
deserto il popolo stanco. « E il popolo
si fè impaziente nel viaggio, e parlò
contro Dio e contro Mosè dicendo : perchè ci avete fatti salire fuori d’Egitto per
farci morire in questo deserto ? Poiché
qui non c’è nè pane nè acqua, e l’anima
% nostra è nauseata di questo cibo tanto
É leggero ». (Vedi Numeri 21 (4-9). Queste
parole sono la colpa d’Israele.
E noi non siamo diversi dagli Israeliti;
la loro incredulità non è peggiore della
nostra e neanche la loro ingratitudine o
c .la loro dimenticanza delle liberazioni e
delle promesse dell’Eterno. Parliamo contro Dio che non interviene quando vori' remrno a risolvere come vorremmo i
*' nostri problemi. E quando la via che ci
conduce alla terra promessa rientra nei
C deserti della lotta e della sofferenza, ci
facciamo impazienti come Israele. E quan>’■ do abbiamo mangiato un pò di pane di
^ scienza umana, diciamo con disprezzo del
pan di vita ch’è la Parola di Dio « l’a^ nima nostra è nauseata di questo cibo
I tanto leggero ». Come Israele. E quando
volgiamo sguardi avidi verso le delizie
' colpevoli del mondo, siamo ancora, slmili
ad Israele che pensava con nostalgia ai
- beni d’Egitto. Figli tutti di Adamo, batte
V nel nostro petto un cuore maligno che è
f sostanzialmente lo stesso in ogni tempo
‘ e in ogni paese. Cuore così malvagio da
'f- provocare lo sdegno del Signore. « Allora
; l’Eterno mandò fra il popolo dei serpenti
ardenti i quali mordevano la gente, e
, gran numero d’israeliti morirono ».
Queste parole esprimono il castigo
d'Israele.
Alle stolte proteste del popolo, l’Eterno risponde mandando dei serpenti a
dilaniare i colpevoli e a versare nel loro
I^sangue il veleno mortale. L’amorosa
Impazienza deH’Eterno non gli impedisce
l'v-di castigare come e quando gli piace.
La guerra, ad esempio, non la possiamo
. - considerare come castigo di Dio? Molti
. ’ dicono : gli orrori della guerra ci fanno
-perdere la fede in Dio. Al che rispon, idiamo : perderemmo piuttosto la fede se
-i guerre non ci fossero. Come! Il mondo
si beffa di Dio trasgredendo i suoi comandamenti e violando le sue leggi ; il mondo
vive neH’incredulità o meglio nel culto
,i di idoli come la forza, il denaro, il pia*5cere, e Dio lascierebbe fare, Dio non
colpirebbe mai, Dio impedirebbe le conseguenze del peccato dell’uomo ? No, la
fede non è scossa dai castighi inflitti da
Dio; ciò significa che Dio vive e vede
e si occupa di noi, in una parola ciò
, significa che Dio ci ama.
Il Signore non castiga mai per ira o
H per vendetta, ma sempre per amore, sempre per il nostro bene. Infatti il popolo
■morso dai serpenti «venne a Mosè e
disse: abbiamo peccato, perchè abbiam
parlato contro l’Eterno e contro te ; prega
l’Eterno che allontani da noi questi ser! penti».
i Queste parole indicano il pentimento
ii d’Israele.
Il pentimento volge il cuore di Dio
verso la sua creatura, apre la via alla
misericordia del Signore.
Il pentimento riconduce l’uomo, eleva
Í m UR
tosi nel suo orgoglio,*aH’umiltà della
creatura debole e colpevole. 11 pentimento
seguito dall’umile e ardente richiesta di
perdono non è mai lasciato senza risposta. Se non v’è manifestazione delia potenza di Dio senza umiliazione da parte
nostra, per contro non v’è umiliazione
sincera da parte nostra senza perdono
da parte di Dio. Infatti l’Eterno disse a
Mosè : « Fatti un serpente ardente, e
mettilo sopra un’antenna; e avverrà che
chiunque sarà morso e lo guarderà, scamperà. Mosè allora fece un serpente di
rame e lo mise'sopra un’antenna; e avveniva che, quando un serpente avea
morso qualcuno, se questi guardava il
serpente di rame, scampava ».
Queste parole rivelano la salvezza di
Israele.
Bastava uno sguardo al serpente di
rame e dal serpente issato in alto scendeva una silenziosa potenza di guarigione
che ridava salute, forza, vita. Il serpente
di rame non è più nel deserto, ma per
la salvezza di tutti quelli che sono morsi
dal peccato Dio ha provveduto un altro
mezzo di salvezza. • Come Mosè innalzò
il serpente nel deserto, disse Gesù a j
Nlcod'eifio, così bisógna che il Fìgiiuol
dell’uomo sia innalzato affinchè chiunque
crede in lui abbia vita eterna ». Sia innalzato sulla croce e sia privo di apparenza, come il serpente di rame, e sia
scandalo e follia per la ragione umana
affinchè la fede si manifesti nella sua
purezza. Povere vittime del peccato, la
sola cosa che ci rimane da fare è di
volgere uno sguardo di fede al Signore
che è stato innalzato sulla croce per la
nostra salvezza. E non perdiamo tempo
a scrutare la profondità delle nostre ferite 0 il progresso del male ; non perdiamo tempo a cercare vani rimedi nella
nostra giustizia, nella nostra buona volontà, nelle nostre energie umane. Riconosciamo la gravità della nostra situazione e crediamo alla dichiarazione biblica: • questa è la volontà del Padre;
che chiunque contempla il Figliuolo e
crede in lui abbia vita eterna ».
Alb. R.
Il nuoYO Tempio di Messioa
La dedicazione del nuovo Tempio Valdese di Messina (Via Antonio Laudano)
avrà luogo, D. v., Domenica 3 Marzo,
mediante una cerimonia solenne presieduta dal Moderatore prof. Ernesto Comba.
Il culto avrà inizio alle 10.30 e sarà
seguito dalla celebrazione della S. Cena.
Saranno presenti i sigg. Pastori Valdesi
del IV Distretto e rappresentanze delle
Chiese della Sicilia.
Tutti i Valdesi d’Italia parteciperanno
alla letizia spirituale dei fratelli messinesi, unendosi a loro nel lodare e benedire il Signore.
Oc» BT« un ■«:«#«>
In occasione della dedicazione del nuovo
Tempio di Messina, avrà luogo nel pomeriggio del 3 Marzo p. v., la inaugurazione della Sala delle attività ecclesiasiastiche, con un Convegno Giovanile
regionale delle Unioni Qiovanili Valdesi.
II Capogruppo F. U. V. :
Seiffredo Colucci.
f 1)3
Il Catechismo è quello di Heidelberg,
di cui si è pubblicata recentemente una
traduzione italiana (1). Perchè tradurre
un catechismo dal nome esotico, tedesco,
mentre ne abbiamo di moderni, fatti da
noi, rispondenti alle nostre preoccupazioni di oggi ? Questa domanda qualcuno
se la sarà fatta. La risposta è facile :
perchè si tratta di un catechismo della
Riforma, un testo classico della nostra
fede, insomma ; e perchè da qualche
tempo l’attenzione non soltanto degli studiosi ma dei protestanti in generale si
rivolge con insistenza verso gli scritti
deH’epoca della Riforma cercando in essi
una espressione sicura appunto della nostra fede. Noi siamo evangelici, e quindi
la nostra unica regola di fede è la Bib.r bia ; e su quello che dice la Bibbia, nel
fondo, siamo abbastanza d’accordo. D’altra parte è anche vero, che la Bibbia
può essere interpretata, in molte que_stioni anche assai importanti, in modo
diverso, e che molte discussioni anche
.gravi sono sorte semplicemente da un
diverso modo di intendere la Bibbia ; e
si può dire che ogni epoca la intende
un po’ a modo suo, e questo è naturale,
perchè ognuno deve cercare nella Bibbia
la soluzione dei suoi problemi, e ogni
epoca ha i sud problemi. E accade appunto, che quello che la Chiesa di
un’epoca ha trovato nella Bibbia, la risposta che ha ricevuto per i suoi problemi, la Chiesa di quell’epoca lo esprime nelle sue confessioni di fede, nei suoi
volumi di teologia, e in modo più semplice nei suoi catechismi, e in modo più
caldo e vivente nei suoi inni e nelle sue
liturgie ; tanto che si potrebbe scrivere
la storia della fede, cioè delle risposte
che gli uomini delle varie generazioni
hanno ricevute dalla Bibbia ai problemi
che li preoccupavano, semplicemente percorrendo l’innario della loro Chiesa. Qualche osservazione interessante si potrebbe
fare persino sul nostro giovane innario
evangelico italiano — che non ha ancora
neppure un secolo di vita — ed è poco,
per un innario.
Ma allora, si dirà, appunto per questo
ogni epoca deve avere il proprio catechismo, deve farselo, con la propria sostanza viva, con le sue preoccupazioni,
i suoi dubbi angosciosi, le sue distrette,
e la risposta che avrà ricevuto dalla Bibbia nella fede: e infatti è vero. Ma è
sopratutto vero, che la Bibbia è una sola,
e che anche l’uomo, in fondo, è sempre
lo stesso. E sopratutto è lo stesso, in
tutte le epoche, quando si trova in presenza dei problemi più gravi e delle angosce più profonde : in presenza della
morte e del peccato, l’uomo è sempre lo
stesso. E sono appunto i tempi più tristi, quelli che ci fanno sentire più profondamente la miseria di tutti i nostri
cosiddetti progressi, il vuoto interiore di
tante trovate di cui andavamo fieri, e
che ci fanno più dubitare di noi stessi,
delle nostre soluzioni, della nostra spiritualità e della nostra ragione illuminata, sono quelli che ci inclinano con
maggiore rispetto verso gli uomini del
passato — che sono poi tanto simili a
noi, e che in molte cose possono aver
veduto più giusto. Ma questo non basta.
C’è nella vita di ogni uomo, ed anche
di ogni Chiesa, di ogni movimento spirituale, qualche momento di maggiore
pienezza, in cui si esprimono con maggiore forza, calore, chiarezza, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, la sua fede. Pér
ognuno di noi, è la giovinezza, in cui
germoglia impetuosamente, come in una
primavera esuberante, quello che di meglio vi è in noi ; e poi l’età adulta, in
cui i fiori danno i frutti e questi giungono alla maturità.
Dalla prima Pentecoste, la Chiesa cristiana ha conosciuto a varie riprese una
rinnovata giovinezza e una nuova maturità. Ma la più vicina a noi, non soltanto
nel tempo (appena quattro secoli!) ma
nello spirito, è la Riforma. E anche la
Riforma ha avuto la sua giovinezza, la
sua età matura, è anche, più tardi, la
sua vecchiezza (e noi, in un certo senso,
siamo quella vecchiezza). Gli scritti di
Lutero, sopratutto i primi, sono la giovinezza della Riforma : vi è in essi un
fervore, un impeto di cosa nuova, che
non è mai stato superato. La Istituzione
di Calvino è ja più perfetta espressione
della maturità della Riforma. E a questa
appartiene anche il Catechismo di Heidelberg, di cui stiamo parlando. E’ del
1563. La prima generazione della Riforma era passata, la seconda stava passando. Calvino era mortalmente ammalato a Ginevra, e il Concilio di Trento
stava terminando le sue sedute, quando
due giovani teologi, per ordine dell’Elettore palatino pubblicarono, per l’educazione dei giovani e per la guida delle
anime, questo Catechismo. In esso si incrociano e si fondono in belle armonie
le migliori forze della Riforma : il fervore
di Lutero, la serenità di Melantone, lo
spirito sistematico di Calvino. L’Evangelo ritrovato della Riforma vi si esprime con rara chiarezza, semplicità, calore.
Tutto questo basta a raccomandarlo
alla nostra attenzione. Ed io vorrei dire,
in alcune brevi meditazioni, quello che
esso mi ha detto. GlO. M.
(I) Il Catechismo di Heidelberg - Introduzione
di Karl Barth, traduzione e note di F. Lo; Bue
— Presso il Traduttore, Torre Pellice — L. 5.
PERSONALIA
La brillante attività scientifica del prof,
dott. cav. Giorgio Tron, Libero Docente
presso la R. università di Milano, ha
avuto un giusto riconoscimento, con la
nomina del nostro illustre correligionario a Direttore dell’Istituto Sieroterapico
Nazionale di Napoli.
Vivissime congratulazioni.
Presso le
ARTI GRAFICHE «L'ALPINA»
Torre Pellice (Torino)
è in vendita l’opuscoletto
GlOSUfi’ GIANAVELLO A GINEVRA
Continuazione e conclusione dell’opuscolo
Pagine 28 - L. 0,40 franco di porto.
Sono pure in vendita cartoline della
Grotta: La Gianavella - L. 0,30 franco
di porto.
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Splendete sulle balze dei nostri monti,
fuochi delta gioia !
Brillate nella notte, come stelle accese
dalla nostra fede e dalla nostra speranza,
alimentatevi, più che della legna dei nostri monti, dell’ardore della nostra anima !
Sciogliete, intorno a voi, il freddo della
neve, fugate le tenebre, mettete bagliori
sulle roccie, fate dire a chi vi veda da
lontano, dalla piatta nebbiosa pianura :
« Lassù si arde e si prega, lassù, con
atto di fede, si costringe il nudo sasso
a risplendere come una stella del cielo.
Ecco, i monti Valdesi, sono, stasera e
sempre, come un lembo di cielo disceso
in mezzo agli uomini brancolanti nel
gelo e nelle tenebre ».
Splendete sulle balze, fuochi della
nostra gioia !
Vi abbiamo accessi con la nostra fede,
vi alimentiamo con la nostra preghiera,
...e vi diamo, da consumare o da purificare, tutto quanto è in noi di men nobile e puro !
La nostra freddezza, e il gelo della
nostra anima ; la nostra tristezza e il
nostro tedio, il nostro odio e il nostro
egoismo, la nostra fede in noi stessi e
l’incoercibile nostra sete di piacere : tutto
ciò che è nostro, che è noi!
Distruggete, purificate e affinate come
oro, o fuochi che tutto un popolo accende
con canti di gioia e di lode, come lampade votive nell’immenso tempio delle
Valli !
Ma la vostra fiamma non eguaglierà
mai l’amore che ci arde nel cuore, ma
il vostro splendore sarà sempre un pallido riflesso della luce che illumina la
nostra anima 1
Domani il vento disperderà le vostre
ceneri, e voi non sarete più che un ricordo ; ma nè l’avversità, nè la tempesta,
spegneranno mai la fiamma che arde nel
nostro cuore, che continuerà, nell’eteriiità...
Ma stasera, voi, falò dei nostri monti,
siete un simbolo che più che con la
legna dei nostri monti e con l’opera
delle nostre mani accendiamo con la
nostra Fede memore e grata !
I doi binabi
Marciano, i piccoli soldati di Cristo,
con canti di lode e di gioia.
La neve cerca invano di ostacolare la
loro marcia, il rovaio di vincerne l’ardore : essi vanno, ad ogni casolare la
lieta schiera si aumenta, ad ogni villaggio una schiera in attesa accoglie con
canto quella che arriva e vi si unisce.
Una è la mèta : il tempio.
In capo alla fila gioconda la bandiera
della Patria, che il rovaio non riesce che
a dispiegare con un maggior fremito di
ardore e di bellezza ; nei cuori non c’è
altro che gioia, nelle gole che canti.
Cosi vanno i ragazzi Valdesi...
E la giornata invernale fiorisce di fiori
viventi più candidi delle stelle alpine,
più luminosi dei rododendri in un’alba
estiva.
Sono essi : i fiori del nostro popolo
Valdese.
I discendenti di quei che, bambini,
erano condannati dagli uomini a tremare,
uomini a lottare e a morire per la casa
e per la fede.
Sono i discendenti dei martiri, che
vanno, cantando, nel tempio consacrato
dal martirio dei padri, a ringraziare il
Dio dei martiri perchè dalla sofferenza
fece sbocciare il fiore mirabile della libertà.
Sono i nostri figli, che cantano il loro
amore alla Patria e le lodi a Dio Liberatore.
E noi cantiamo con le loro voci, preghiamo con le loro preghiere; noi che
vorremmo una gioia spontanea come la
loro, una fede ingenua e ardente come
la loro !
Sono i nostri figli, i piccoli soldati di
Cristo, che marciano cantando, e noi ci
riconosciamo in essi. I. L.
I
^ Da una città d'Italia.
Intendo postumi » della Settimana
di Rinunzia : e poiché ho il privilegio di
raccogliere le buste che "còntengono le
offerte, dei membri di una Chiesa Valdese
non credo sarà discaro ai lettori delle
nostre Valli di vedere alcuni esempi dello
spirito che anima i fratelli Valdesi sparsi
per il grande campo d’Italia.
Due coniugi, che potrei quasi chiamare
Taddeo e Veneranda, ascoltano la radio
che trasmette una sequela di musiche
verdiane, lui, legge pacificamente il giornale, lei lavora tranquillamente a maglia :
la radio trasmette l’addio del passato
della Traviata: «a proposito», dice il
marito, dopo domani danno appunto al
nostro massimo teatro la «Traviata»,
vuoi che andiamo a vederla ? Domattina
mando subito a fissare due poltrone...
— A teatro ? questa settimana ?
— Che vuoi dire? non andiamo sempre
ogni tanto al teatro di prosa o all’opera,
che c’entra questa settimana ?
— Ma caro, non sai che questa è la
settimana di rinuncia ?
— Si va bene, ma io ho già fatto il
mio dovere: ho già consegnata la mia
busta...
— Ma quello che abbiamo fatto rientra nelle nostre solite previsioni di bilancio famigliare; e al postutto... non è una
vera rinuncia : invece se rinunciassimo
questa settimana al teatro...
— Si, hai ragione, quella sarebbe una
vera rinuuncia : vuol dire che staremo a
a casa e ci contenteremo della radio.
Morale, ho ricevuto una busta con
dentro 150 lire e sopra scritto « rinuncia
al teatro ».
Un’altra busta senza nome mi è pervenuta con dentro 200 lire : c’era scritto
«rinuncia a un vestito». Evidentemente
la Signóra che così si è sacrificata ha
prolungato la settimana di rinuncia facendola diventare stagione di rinuncia.
Un bambino ha un brutto vizio : dorme
sempre col dito in bocca : i genitori lo
sgridano, lo puniscono, fanno di tutto
per togliergli il vizio : hanno provato anche a prenderlo per il Iato dell’interesse e
gli danno qualche soldarello se il piccino
non succhia il dito per addormentarsi ;
•questo è, il rimedio che finora è risultato
più efficace ed il bambino è tutto fiero
di potere cosi ogni tanto, raggranellare
qualche soldo col quale sogna di potersi
comprare un bel libro di .Topolino : ma
ecco che egli sente parlare della settimana di rinunzia per la sua Chiesa Valdese per la sua Scuola Domenicale : ed
egli si mette d’impegno, sono 20 centesimi per sera che può guadagnare e Domenica mattina 18 Febbraio egli chiede
insistentemente una busta, una busta per
la settimana di rinuncia, e vi mette dentro tutti i ventini guadagnati con singolare sforzo di volontà, e li porta trionfante alla Scuola Domenicale tutto lieto
e felice di aver così potuto contribuire
alla colletta di cui ha sentito tanto parlare in famiglia.
Un’altra busta mi ha vivamente commosso: c’eran dentro 10 lire e sopra
senza alcun nome queste poche parole:
« Iddio ci aiuti ! una preghiera speciale
per noi ». Non vi pare che questa offerta
sia veramente da paragonare all’obolo
della vedova? Sono persone che vivono
stentatamente, che forse vedono avvicinarsi lo spettro della fame e delle privazioni... Non fa niente, esse rinunziano
alle loro poche economie, le versano
alla loro Chiesa in un atto di fede e di
preghiera, non hanno preoccupazioni se
non quella di imitare gli uccelli del cielo
che non seminano e non mietono...
Cari fratelli delle Valli son certo che
questi tipici esempi di rinuncia vi avranno
interessati. Ma io non ve li ho citati per
allettare soltanto la vostra mente. No,
con questi esempi io vorrei sopra tutto
attirare l’attenzione del vostro cuore e
domandarvi con quale spirito voi avete
partecipato alla settimana di rinuncia. I
miei lettori possono essere divisi, naturalmente, ih due categorìe, quelli che
hanno già dato e quelli che non hanno
dato, a questi ultimi giùnga il mìo appello
sincero, perchè esisi facciano sia pure in
ritardo, ciò che avrebbero dovuto fare
entro il 18 Febbraio, ai primi domando
f- soltanto una cosa : . avete voi fatto una
vera rinunzia ?» e se la coscienza vi dice
che potevate fare di più, non esitate;^.
. andate dal vostro pastore o dal. vostro
anziano e versate ancora quello che „il.
cuore vi detta di dare.
Ho intitolato questo articolo colla parola «postumi». Non abbiate timore:
in fatto di collette anche i postumi sono
sempre graditi ed apprezzati.
Panaioti.
CRON/lCfl VALDESE
ANGROGNA. Nonostante la neve che
è caduta fitta, la festa della libertà religiosa è stata celebrata Sabato scorso
con grande entusiasmo. 11 corteo è partito alle 9.45 dal Capoluogo per recarsi
incontro ai bambini e parrocchiani che
scendevano dal Serre, quindi la popolazione si è recata al Tempio, che- era
gremito. Dopo il culto e la rievocazione
storica di Giosuè Gianavello, i bambini
hanno svolto un ben nutrito programma
di recite e canti.
Al pranzo, che ha riunito una quarantina di convitati presso la pensione
Berlin al Vernet, avevano mandato pure
la loro adesione il Podestà e il Segretario
Politico.
— Anche la Settimana di Rinunzia ha
dato buoni risultati, avendo superato
quello dello scorso anno, e migliori ancora ne darà se tutti i parrocchiani che
hanno ricevuto la bustina, vorranno
restituircela con cortese sollecitudine.
— Lunedì prossimo, 26 corr., le Unioni
Giovanili si concentreranno al Capoluogo
alle ore 20, per dare il benvenuto al
Segretario della F. U. V., il pastore
Tullio Vinay. L’attesa per questa visita
è vivissima fra la gioventù, e siamo certi
che nessuno si lascierà sfuggire questa
occasione. R. N.
LUSERNA SAN GIOVANNI. Ben
riuscita la celebrazione del 92° anniversario della nostra Emancipazione. Alle 10
del mattino giungevano da ogni parte,
davanti al tempio, i bambini per iniziare
il loro corteo prima di. entrare in chiesa,
dove dopo la parte liturgica ed il sermone di circostanza, essi dovevano svolgere un magnifico programma di recite
e di canti, preparato con tanto amore e
pazienza dagli insegnanti di religione,
che qui ancora ringraziamo sentitamente.
Alle 12.15 la Sala Albarin, tutta addob-,
bata a festa, accoglieva le numerose
persone riunitesi per la tradizionale agape
fraterna, riuscita ottimamente, grazie
all’opera del sig. F. Marauda, del sig. A.
Revel, dei loro collaboratori e delle Signorine in costume valdese che si sono
gentilmente prestate per il servizio. Al
levar delle mense, dopo la lettura dei
telegrammi a S. M. il Re e Imperatore
ed a S. E. il Capo del Governo, ed un
saluto al Podestà che ha simpaticamente
preso parte all’agape, rivolgevano alcuni
messaggi il geom. comm. E. Ayassot, i
pastori sigg. B. Gardiol, D. Revel e R.
Rivoira, ed il prof. sig. G. Costabel.
Nella serata, mentre i fuochi di gioia
brillavano in mezzo alla neve caduta
durante la giornata, la Sala Albarin era
gremita di pubblico accorso ad applaudire i nòstri bravi giovani che hanno
recitato da veri artisti « La Zia Bettina »
di Celeste Monticini ed eseguito negli
intermezzi alcuni bei cori. A tutti la nostra gratitudine per quanto è stato fatto.
MASSELLO. L’8 Febbraio, all’età di
4 anni, quando della vita non aveva
conosciuto che la dolcezza delle carezze
materne, è deceduto, a Salza, Breuza
Umberto, figlio del Segretario Politico
del Comune di Massello. Dio, nei suoi
misteriosi disegni l’ha attirato a Sè.|
Voglia Lui stesso fortificare la fede e^
lenire il dolore di quelli che oggi lo
piangono.
— Festa VaWese. La stagione invernale
rigidissima non ha smentito sè stessa,;
neanche il 17 Febbraio. La neve cadeva
fitta e il freddo era intenso quando il
corteo si muoveva verso il Tempio. Ciò^
nonostante, la gioia era dovunque.
Per un’ora e mezza, l’assemblea, dopo ■
un culto di rendimento di grazie, seguì *|
attenta e plaudente i nostri bambini nei
loro canti e nelle loro recite. Il pomerig-j
gio fu dedicato ancora ai nostri piccinini
e la sera la gioventù si riuni in agape!
fraterna in cui l’allegria più schietta e |
più sana regnò incontrastata. La vigilia
numerosi fuochi artificiali.... di nodosi-’l
ginepri, avevano giocondamente illumi-nato i fianchi nevosi delle nostre mon-tagne.
Ottima giornata, insomma, di cui rendiamo lode a Dio,
PINEROLO. Dobbiamo registrare due ’Cf
funerali a brevissima distanza : Giovedì il
15, in San Secondo quello del nostro
1
fratello Giovanni Odino, Maresciallo
Maggiore a riposo, deceduto all’età di ^
78 anni e Venerdì 16 a Pinerolo, quello ||
della nostra sorella Giovanna Micol ved. ^
Vola, deceduta dopo lunghe sofferenze. ^
Oriunda di Massello, era stata, molti i
anni or sono, insegnante apprezzata nelle j
nostre scuole elementari. -M
Alle famiglie afflitte giunga l’espres- ^
sione della nostra simpatia cristiana.
— Le varie manifestazioni della nostra
festa^del 17 Febbraio furono le seguenti: j
Sabato 17, ore 10, nel Tempio: Culto -ì;
di azioni di grazie. Ore 20.30 : Evocazione storica con intervento dei giovani
delle nostre Unioni. Domenica 18: Culto
commemorativo di edificazione
e, alle'j
12.30, agape fraterna nei locali della i
chiesa. Le giovanette dell’Unione presero ^
parte alle varie manifestazioni indossando
per la prima volta, il simpatico costume 1
valdese. J
RORA’. Le celebrazioni del XVII Feb- à
braio si sono svolte normalmente e felicernente mobilitando buona parte della m
comunità per due giornate intere. ^
La mattina del 17, le scolaresche di
Rumer, del Centro e delle Fucine si sono
incontrate a Cadimassa per muovere in- i
sieme, in corteo, ed accompagnale da un ^
certo numero di fratelli, verso il Tempio. “
Ivi, dinanzi ad un uditorio che occupava 1
tutti i posti a sedere, si svolse il pro-,iÉ
gramma preparato con cura premuiosa^
dalle infaticabili insegnanti valdesi di'^
Rorà : F. Prochet, A. Tourn, E. Pons,
L. Geymet ed M. Gonin, di Mourcious.
L’assemblea non si stancò di ammirare
e di applaudire, e tributò pure un applauso caloroso ad un giovane della
chiesa valdese di Santa Lucia di Quistello, che attirato dal fascino delle Valli
■è venuto testé a stabilirsi in mezzo a
noi. All’uscita dal Tempio, una sorpresa
attendeva tutti quanti : la neve, messasi
a cadere improvvisamente e fitta fitta,
aveva ricoperto ogni cosa d’uno strato
di parecchi centimetri. Nessuno si scompose per così poco e la festa proseguì
normalmente. Dopo l’agape tradizionale
nella Sala della Gioventù, insieme con
altri fratelli convenuti al momento del
« caffè », tutto il pomeriggio venne speso 1
nel ripasso di vecchi canti valdesi intramezzati da alcune allocuzioni. La sera,
malgrado la nebbia assai fitta, i falò
arsero per più di un’ora e, dove la visibilità non Io consentiva, il contatto fra
i vari gruppi si mantenne per mezzo dei
corni e di grida festanti acutissime, vicine e lontane...
18. Nel Tempio ebbe luogo, con un
culto solenne, la celebrazione ufficiale
della festa valdese. La Corale cantò un
ottimo coro di circostanza, diretta dalla
sig.na E. Pons, e la celebrazione della
Santa Cena terminò il servizio divino.
La sera, nella Sala della Gioventù, dinanzi ad un uditorio molto numeroso,
ebbe luogo una efficacissima rlevocarione
«a
3
V f0O eiUE MLM VALDESI
storia valdese organizzata dalla no|¿;,«tra Gioventù che diede prova, in quel^-sta circostanza, di uno zelo e di uno
«pirite di sacrificio veramente encomia|bili.
Malgrado l’entusiasmo di queste gior^^nate, siamo stati costretti a constatare,
V^-con tristezza, che il numero dei partecilÌ^^anti alla Sacra Mensa è sempre esiguo,
Ij^ mentre che coloro che intervengono alle
’ -serate ricreative son più numerosi di co>^Ìoro che frequentano i culti. Li chiamia''vijno fratelli, ma, lo sono essi veramente ?
Ci rallegriamo, ad ogni modo, di ve'■-dere che il numero e la compattezza di
j/'<oloro che dimostrano una vera vita religiosa cresce a poco a poco. E’ la loro
./gioia e la loro fede che ha abbellito e
,jiiscaldato, quest’anno, il XVII Febbraio.
— L’8 Febbraio u. s., un lungo corteo
f <li fratelli ha accompagnato all’ultima di’ mora la spoglia mortale di Giovanni
^'Daniele Tourn, di 81 anni (Vernei). Alla
- vedova, Magna Gabriella Tourn Bon^cceur, ed ai figli, esprimiamo ancora la
, simpatia della Chiesa.
SAN GERMANO CHISONE. Il past.
wi'Tullio Vinay di Firenze, segretario genei^vrale della Fed. Unioni Valdesi, verrà a
( visitare la nostra Unione Giovanile, Domenica prossima 25 corr. Non essendogli
possibile giungere a San Germano prima
<16116 ore 20.15, il culto serale da lui presieduto avrà luogo alle ore 20.30.
Il sig. Vinay parlerà specialmente pei
giovani i quali, da tutti i quartieri cer^^^^■cheranno di intervenire numerosi.
^ ■ — Griot Maria ved. Moiso una delle
S^più vecchie e simpatiche vecchiette dell’Asilo è stata chiamata da Dio all’età
di 92 anni. Giovedì della scorsa settiF: mana. Cristiane condoglianze ai figli.
P — Con animo riconoscente a Dio fácil; ciamo la cronaca delle nostre celebrazioni del XVII Febbraio : Sabato mattina
g 230 scolari valdesi hanno sfidato il tempo
pessimo e in corteo si sono recati a cantare aH’Asilo dei vecchi. Nel tempio hanno
svolto un bellissimo programma di recite
e di canti. Il Podestà cav. Giovanni Cocilovo ci ha onorati della sua presenza
interessandosi vivamente allo svolgimento della festa.
— Non avevamo mai visto tanti fedeli
al culto deH’Emancipazione ! Domenica
mattina vi era in tutti i presenti il bisogno di manifestare aH’Eterno la propria
P gratitudine ed anche il desiderio di circondare d’affetto e di allegrezza i tre
pro
nuovi ammessi alla nostra Chiesa,
W venienti da altra confessione cristiana.
La Corale ha eseguito magistralmente
un coro patriottico valdese ed un inno.
I^La Colletta per la Società di Studi Val^idesi è stata ottima.
— Gli intervenuti al pranzo erano in
^7'numero di 150 circa. Gli oratori Barba
^ François Soulier, Gustavo Bert, Maestro
Jahier ed il Pastore hanno detto cose
divertenti ma anche cose serie sulle quali
|s- è bene di riflettere. Terminato il pranzo
le cuffie ed i membri della Corale si
Z sono recati a cantare all’Asilo dei Vecchi.
— Nelle sere di Sabato e Domenica
ha avuto luogo la serata famigliare val-^"’’
^ dese. La gioventù s’è data molto da fare
per rievocare i patimenti dei secoli delle
|. persecuzioni e per dare alla festa del
r XVII una nota gaia. Peccato che la nostra
I' Sala, pur cosi bella, sia troppo piccola
i.-' per circostanze come queste !
p — La sottoscrizione prò Tende CamI peggio Giovanile ha raggiunto la mèta
^..segnata. Un grazie sincero ai sostenitori
■ - di questa bella iniziativa !
lì
t ;■ TORRE PELLICE. Il « XVII Febbraio » è stato commemorato: I® con un
servizio religioso Sabato 17 per la scolaresca valdese delle scuole elementari
che avevano vacanza concessa dalle Autorità Scolastiche : 300 erano gli alunni
i quali sotto la direzione delle loro
insegnanti hanno preparato un buon
..programma di canti e di poesie molto
^ apprezzate dal numeroso pubblico. La
forte personalità di Gianavello è stata
r| brevemente tratteggiata dal Pastore dopo
ì.-’AÌÌS.y •
l't
sa.ì
che egli ebbe letto alcuni passi della
Sacra Scrittura appropriati alla circostanza. Visibile sul volto di ogni bambino la grande gioia che sempre produce
la tradizionale distribuzione del « regalo
del 17 ». - ^
2“ Con molti falò accesi ^ulle colline
circostanti, malgrado il tempo poco favorevole.
3® Con una funzione religiosa commemorativa nel Tempio, la Domenica 18
alle 10.30. Sermone ' di circostanza. La
Corale con bella esecuzione di « Epica
marcia » ha contribuito efficacemente
alla solennità del culto.
4® Con ri tradizionale pranzo nel Convitto Valdese al quale parteciparono
duecento persone : brevi discorsi, vari
canti, molta allegria, generale soddisfazione. Tutti sono stati lieti della presenza
del signor Podestà e del Colonnello
Faldella.
Molto apprezzato il caldo messaggio
del nostro Moderatore letto durante il
culto; ricordato al pranzo fu salutato
con vivi applausi, come pure la lettera
del Senatore Giordano la cui presenza è
sempre vivamente desiderata.
— Domenica prossima il culto delle
10.30 nel Tempio Nuovo sarà presieduto
dal pastore Tullio Vinay di Firenze.
— Alle 14.30 di Domenica prossima
avrà luogo un Convegno delle Unioni
Valdesi del Val Pellice. Parlerà il Segretario della Federazione delle Unioni Vaidesi sig. Tullio Vinay, il quale tratterà
di un problema che interessa la gioventù.
— Iddio ha richiamato da questo
mondo il signor Chiavia Michele dei
Chabriols, aveva 57 anni. Da qualche
tempo la sua salute era stata fortemente
scossa, ed il male andò aggravandosi in
questi ultimi giorni contro il quale nulla
potè la scienza. Vogliamo dire ancora
alla vedova, ai figli ed a tutti i parenti
la nostra viva simpatia cristiana.
Sostenitori
Prarostino: Margherita Forneron, L. 3
- Margherita Cardon, 3 — Villar Perosa :
Bonin Alberto, 2 - Bergen Giovanna, 2
Bergero ved. Campra, 2 —• Luserna San
Giovanni : Bonnet Clementina, 3 - Revel
Luigi, 3 — Perrero: Poèt Clementina, 3
- Maniglia : Famiglia Genre, 3 - Pons
Maria, 1 — Perrero : Pons Pietro, 2 Peyrot Enrico, 3 - Barai Edoardo, 1 Pascal Giovanni, 3 - Peyràn Emanuele,
2 - Tron Giovanni, 1 - Peyran Giovanni,
0,50 - Poèt avv. Alessandro, 2 - Pascal
Francesco, 1 - Famiglia Clot, 1 - Ghigo
Alessandro, 3 - Pascal Giov. Abramo, 2
- Micol Giovanni, 2 - Ribet Susanna, 1
- Ribet Giosuè, 1 - Peyrot Maddalena,
1 - Pons Alberto, 1 - Pascal Augusto, 3
- Quattrini dott. Emanuele, 8 — Inverso
Pinasca: Pons Dario, 3 - Rochon Margherita, 3 — Pomaretto : Postai ng Frida,
2 - Baret Giov. Daniele, 1 - Pastre Filiberto, 1 - Lantaret Elisa, 8 — Perosa
Argentina: Tron Giovanni, 3 - Peter Corrado, 3 — San Remo : Novizio Clementina^- 2 — Cairo : Richard Edoardo, 5 —
Torino: iFenouil Maddalena, 3 - Tron
Clotilde ved. Gay, 8 — Pramollo : Sappè
•Eli, 2 - Beux Eli, 1 — Pinerolo; Revel
Luigia ved. Alliaud, 2 - Bessone Tron
Ida, 3 - lima Gunetti Paschetto, 3 —
Roma: Magg. Cav. Abele Ghigo, Roma,
5 — Torre Pellice: Comm. Federico
Margaria, 3 - Emilio Rivoir, pastore emerito, 5 — Milano: Costabel Aldo, 5 —
San Giacomo degli Schiavoni : Scarinci
Giuseppe, 5 — Villar Pellice: Albarea
Davide, 1 — Torre Pellice: Bounous
Alberto, 3 - Dott. A. Quattrini, 8 - R.
Rollier, 10 - A. Selli, 3 — Luserna San
Giovanni : Cav. Morglia, 5 - Celina Teruzzi, 3 - Rosati Buffa, 8 - Rostagnol
Giovanni, 2 - Carlo Vola, 4 - Costabel
Maria, 3 — Marsiglia: Charrier, 5 —
San Secondo: Rivoir Maddalena, 3 Godin Clementina, 2 - Brosia Maddalena, 1 - Peyronel Eli, 2 - Griglio Paschetto, 2 — Torino: Dott. Arnaldo
Malan, 13 - Prof. Bari don, 3 - Davite, 3
Per il culto di
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Brüdergemeinde)
«
Lunedi
2i FeUo
Lettura : Salmo 74.
« bntrate nelle sue porte con
ringraziamento, e nei suoi cortili
con lode; celebratelo, benedite il
suo nome. Polche l’Eterno è buono; la sua benignità dura in perpetuo, e la sua fedeltà per ogni età ».
T Salmo lOO, 4-5.,
Diversi sono i motivi che dirigono i
nostri passi verso il tempio. Talora è
ratmosfera di silenzio, di tranquillità e
di adorazione da cui in esso ci sentiamo
pervasi. Talora il desiderio della comunione fraterna, quella che faceva esclamare al salmista : « Ecco, quant’è buono
e quant’è piacevole che dei fratelli dimorino insieme». Altre volte ancora il bisogno di istruzione e di meditazione.
Ma al di sopra di tutto, il sentimento
che ci fa amare il tempio è quello della
riconoscenza : « L’Eterno è buono ». Mentre i filosofi indagano sulla natura dell’essere primo, ne ricercano l’essenza e
gli attributi, e nella immane fatica stancano la mente, senza giungere a conclusioni sicure e soddisfacènti, un semplice
credente, spinto dalla sua vivente esperienza, esclama: «L’Eterno è buono!*.
E’ questo sentimento, fratello, quello che
ti fa amare le vie del tempio ?
y Martedì
27 FiUiniio
Lettura: San Matteo 22, 15-33.
« £ a questo popolo dirai; Così
parla l’Eterno : Ecco, io pongo
dinnanzi a voi la via della vita
là via della morte ». Geremia 21,8.
E’ un istante solenne nella vita di un
popolo, come in quella di un individuo,
quando gli eventi lo conducono ad un
bivio. Dalla scelta ch’egli farà seguiranno
conseguenze di vita o di morte, che si
faranno talora sentire sui figli, e sui figli
dei figli.
La solennità dell’istante diventa immensa, quando il bivio ci mette dinnanzi
alla via dell’uomo e alla via di Dio.
Davanti a questa scelta, gli uni, come
gli Israeliti, del tempo di Geremia, si ribellano e mettono a morte i profeti che
indicano loro la via della vita ; altri se
ne vanno tristi, come il giovane ricco di
cui parla il Vangelo, altri ancora s’illudono di poter seguire le due vie contemporaneamente.
E tu, 0 popolo Valdese, hai già scelto
la tua via? Hai tu profondo il sentimento
della tua missione, e sei tu in cammino
per raggiungere la meta che Iddio ti ha
assegnata ?
Mercoledì
Lettura: San Matteo 22, 34-46.
« O Eterno, io grido a te da
luoghi profondi ! Signore, ascolta
il mio grido ; siano le tue orecchie attente alla voce delle mie supplicazioni ! ».
Salmo 130, 1-2.
28 FeMl
Giovedì Lettura: San Matteo 23, 1-12.
* Quand’avrete fatto tutto ciò
rcDOlOlO <^he v’è comandato, dite ; Noi slamo servi inutili; abbiamo fatto
quel eh’eravamo in obbligo di fare ».
San Luca 17, 10.
Gesù mi j;hiama ad una vita di sacrifizi quali nessuno ha mai osato pretendere ; debbo essere pronto ad abbandonare ogni cosa per seguirlo ; pronto a
porgere l’altra guancia a chi mi ha percosso ; non esitare perfino davanti al sacrifizio della vita, e con tutto ciò non
sarei che un servo inutile !
HÌo meditato a lungo su questo scandalo, e mi sono accorto ch’esso ha origine dal desiderio di poter fare a meno
della virtù redentrice della croce. A tutto
infatti sarei disposto, anche a perder la
vita, purché questo solo mi rimanga, di
potermi presentare davanti a Dio a testa
alta, e dirgli : « Ecco quanto ho fatto per
Te! Ora Tu mi sei debitore; dammi la
parte dei beni che. mi tocca».
Ma già il profeta Isaia aveva compreso
che solo un orgoglio smisurato può suggerire all’uomo il folle pensiero di essere
creditore di Dio. Con lui ogni credente
salvato per grazia può ripetere : « O
Eterno, tu ci darai la pace; poiché ogni
opera nostra sei tu che la compi per
noi » (Isaia 26, 12).
Venerdì
r MaÉ
Quanto siamo lontani, in questo salmo,
dalla coscienza onesta e borghese in cui
tanti cristiani illudono sè stessi !
Un giorno Félix Neff esortava una persona a convertirsi, e questa rispose ;
« Senza dubbio vi sarà qualche piccolo
peccato a cui non ho fatto attenzione ! ».
Con quanto impeto allora l’apostolo delle
Alpi proruppe: «Voi parlate di piccoli
peccati. Tutti sono abominevoli agli occhi
di Dio. I suoi occhi sono troppo puri
per vedere il male. Cercate nella Bibbia
se potete trovare un più piccolo peccato
di quello di Adamo ed Èva: non hanno
fatto che mangiare un frutto. Eppure
questo piccolo peccato ha perduto il genere umano. Ci volle una grande vittima
per espiarlo ».
E’ solo quando l’uomo, riconoscendosi
per quello che vale, grida a Dio dai
luoghi profondi, che può udire la risposta dell’amore infinito: « Vattene in pace,
i tuoi peccati ti sono rimessi ! ».
DOMENICA 3 Marzo
Xettura : Giovanni 6, 47-57
Lettura : San Matteo 23, 13-26.
« Camminerò tra voi, sarò vostro Dio, e voi sarete mio popolo*. Levitico 26, 12.
Noi possiamo distinguere tre fasi
nell’adempimento di questa promessa :
• camminerò tra voi ».
Iddio ha camminato tra il suo popolo,
dirigendolo, nei lunghi secoli che hanno
preceduto la venuta di Gesù. Quantunque piccolo, senza importanza militare,,
senza aver prodotto filosofi e scienziati
insigni come altre nazioni, questo popolo
ha avuto una storia meravigliosa, in virtù
della promessa: « Camminerò tra voi».
Questa promessa è stata poi letteralmente adempiuta quando Gesù apparve,
ed « è andato attorno facendo del bene »
(Atti 10, 38).
Da allora ha continuato a camminare
fra i suoi discepoli, e nella visione dell’Apocalisse Egli si rivela come « colui
che cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro », cioè in mezzo alla Chiesa.
Ed oggi ancora io lo vedo, mentre,
solitario viandante, percorre i nostri villaggi,_si ferma pensoso all’ingresso dei
nostri templi, entra nelle nostre umili
dimore, e si siede, ospite invisibile, ad
ascoltare le nostre conversazioni.
Possano i nostri occhi, come quelli
dei pellegrini di Emmaus, aprirsi e
riconoscerlo !
Sabato Lettura : San Matteo 23, 27-39.
. U « Se uno vuol venire dietro a
L InSrZO ’’i'tttnzi a se stesso, e prenda
la sua croce e mi segua ».
San Matteo 16, 24.
Ahimè, a cosa è ridotto oggigiorno il
cristianesimo ! Per gli uni una morale un
pò più elevata, per gli altri una tradizione artistica o storica, per gli altri ancora
un sistema dottrinale ben collegato, per
altri infine una organizzazione perfetta.
Quanti sono quelli che hanno il senso
dell’eroico e del tragico della vocazione
cristiana ?
Vero è che si comincia anche a parlare di una Chiesa sotto la croce, e si
comincia a comprendere che essere cristiano oggi diventa sempre di più un’impresa eroica.
Da una parte essa deve affrontare
l’apostolato satanico dei « senza Dio » ;
dall’altra i rigori dei campi di concentramento; dall’altra ancora l’ostilità di
ideologie pagane.
. Nel tormento della Chiesa, Iddio non
ci lascia benedizioni. E’ infatti una grande
benedizione quando finalmente, comprendiamo che se si vuole andar dietro a
Gesù, bisogna rinunziare a noi stessi,
prendere la nostra croce e seguirlo.
R. N.
- Pascal Enrico, 3 - Pascal prof. Arturo,
3 - Barus Giovanna, 3 - Berenzoni Celina, 5 - Malan Stefano, 3 - Maltese
Melile Elena, 3 - Meynier Elisa, 3 - Messina Clementina, 1,50 ■—Amiens: Pastre
Cesare, 1,60—Genova: Mela Gallian
Bauer, 5 Germagnano : Davit Fulvio,
5 — Pancalieri : Medina Balmas, 5 —
Milano : Gardiol Berta, 5 - Messa Angelo, 5 - Rostan Angela, 5 - Rostagno
Luigi, 5 — Pinerolo: A. Grill Bonjour,
3 —• Malnate : Angela Dreher, 25 —
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Firenze :>Frache Desiderato, 5 - Corsani
Emilio, 5 — S. Germano Chisone; Ber^talot Giovanni, 3 — Angrogna : Bertalot
'Celestina, 2 — Roma : Pons Enrico, 5 —
Viilar Pellicie : Stefano Bouissa, 2 ~
^Pinasca; Roch'on Giovanni, 3 - Martinàt
Giulio, 3 ^Bricherasio : Pontet Daniele, 3 - Benech Susanna, 3 — Riclaretto : Bounous Caterina, 3 - Peyronel
TÈEsa, 2 - Peyronel Alberto, 1 - Peyronel Alessandro, 2 - Peyronel Alessandrina, 1 — Perrero: Perro Cesare, 1 Genre Giovanni,-2.
■Uq l,.
RIFUGIO RE CARLO ALBERTO
Elisa Vinçon, S. Germano Chisone,
L. 10 - Olimpia Meynier, Id., 10 - Cesarina Durand, Id., 10 - Elisa Peyrot, Id.,
10 - Adele Alfano, Id., 10 - Livietta Mandrino, Id., 10 - Giulietta Rivoir, Id., 5 Elena Bounous, Id., 10 - Lidia Ribet,
Id., 5 - Peyrot Ernesto, Orgere, Prali,
20 - L. Bass, Torino, 30 - Ing. Ed.
Hahn, Id., 100 - Prof. Arnaldo Malan e
Signora, Id., 100 - Matilde Meille, Id.,
20 - Rodolfo De Pianta, Id., 50 - Cav.
Fernando Pellegrini, Id., 50 - Margherita
Giampiccoli Ribet, Id., 100 - Emilia Ribet, Id., 100 - Enrico Tron, Id., 50 - L.
Ferrerò Bonnet, Id., 100 - Ing. Paolo
Kind, Id., 10 - Anna Rostan, S. Germano
Chisone, 5 - Clotilde Revel, Id., 10 llda Revel, Id., 15 - Angela Griset, Id.,
5 - Pauline Duchêne, Id., 5 - Pauline
Balmas Turin, Id., 40 - Margherita Baimas, 55 - In memoriam, 20 - E. B., riconoscente, Ginevra, 100 - Anita e cav.
uff. dott. Carlo Eynard, 100 - Dott. A.
Bosio, Torino, 20 - E. Leumann Bass,
Id., 25 - N. N., Id., 10 - Semele De
Fernex, Id., 200 - Dott. A. Pascal, Id.,
20 - Cleante Rivoiro Pellegrini, Id., 50Ugo Rivoiro, Id., 10 - Lisa Rosenberg,
Id., 10 - A. Talmone, Id., 20 - Sebes
Noerbel, Id., 20.
OSPEDALI
Anita e cav. uff. dott. Carlo Eynard,
L. 100 - Emma Karrer e M. L. Pons,
Torre Pellice, 10 - Lina Coì'sson, Id., 10
- Gardiol Giordano Rosa, Id., 10 - Teofilo Malan, pastore emerito, Filadelfia,
1000 - M. Rivoire, La Haye, 25 - M.
Larco, La Maddalena (per reparto Maternità), 25 - Pastore em. Pietro Chauvie, Bobbio Pellice, 25 - Comba Adolfo
e Lidia, Torre Pellice, 50 - Gaydou Teofilo, Massello, 23 - Carabiniere Pepe Giuseppe, Portiaretto, 10 - Pascal Enrico,
Id., 10 - Rostaing Cesare e figlie, in
mem., Id., 30 - Barai Alberto, Inverso Rinasca, 10 - Pastore O. Peyronel, Perrero,
10 - Peyrot Lidia, in ricordo della nipote
Peyrot Lidia in Poet, Riclaretto, 50 Giaiero Luigi, Inverso Rinasca, 50 - Berte! Adriano, Carla e Teresina Pallavicini,
in mem. della signora Masera Celeste
Pallavicini, 200 - Frutterò Vincenzo, in
mem. della signora Masera Celeste Pallavicini, 500 - Pailavicini Teresa, in mem.
della signora Masera Frutterò Celeste,
500 - N. N., 24 Settembre, riconoscente
al Signore, Roma, 100 - N. N., id., per
Ospedale Pomaretto, 100 - Dott. Ernesto
Cagna, Torre Pellice, 50 - Unione Cristiana Femminile, Villasecca, 40 - Tron
Daniele, Pomaretto, 10 - Griot Clemente,
in mem. della moglie, Pomaretto, 50 Bernard Giacomo, Id., 10 - Bazzetta
Francesco, Perosa Argentina, 40 - Pons
Adele, Bessé, Perrero, 10 - Pascal Silvia e Armando, in ricordo dello zio Pascal Giovanni, Perrero, 20 - Genre Davide, Pomaretto, 10.
ORFANOTROFIO FEMMINILE
Bianchi, falegname. Torre Pellice, L. 3
- Mary Paulsen, Roma, 5 - M. Tron,
Vallombrosa, San Giovanni, 200 - M.
Tron, Id., in mem. della sig.ra VolaPeyrot, 100 - P. Bonnet, Viilar Pellice,
50 - Flora* Klett, in mem. della sorella
Messemaekers Klett, Olanda, 50 - Maria
Ribet, Torre Pellice, 60 - Caveglia Bruno,
Id., 50 - Bruno e Luciano Màthieu, Viilar Pellice, 50 - Fernando Roberto e Maria Luisa Mathieu, Pinerolo, in mem.
dei nonni, 100 - Lina Coifsson, Torre
Pellice, 10 - Janavel Carolina, Id., in
mem. della sorella Maddalena, 50 - N. N.,
Id., in mem. Id., 20 - Long Rivoire
Fanny, Pinerolo, in mem. del figlio ten.
Long Enrico (titolo 5 %), 1000 - Giov.
Barus, riconoscente a Dio, 50 - « Chiedete e vi sarà dato», 100 - Maddalena
Larco, La Maddalena, 25 - Paolo Geymonat, ^Bobbio Pellice, 5 - Susanna
Grand, Id., 15 - Giovanni Caffarel, Id.,
10 - Pastore Pietro Chauvie, Id., 25 Dora Fontana Roux, Milano, 100 - Peyrot Ernesto, Orgère, Prali, 20 - Anita e
cav. uff. dott. Carlo Eynard, Torre Pellice, 100 - Una mamma, Luserna San
Giovanni, 50 - Col. Grill Luigi e Signora,
Torre Pellice, 50 - Emma Karrer e
M. L. Pons, Id., 10 - Vincenzo Grimaldi,
Baltimore, in ricordo del suo caro babbo
Luigi, 20,50 - Maria Pasque! Gönnet,
Id., 31 - Società delle Signore della
Chiesa di Bergamo, 400 - Gardiol Giordano Rosa, Torre Pellice, 10 - Dott. Teofilo Malan, pastore emerito, Filadelfia,
1000 - Dott. Alfredo Quattrini, Torre
Pellice, 100 - Laura Jervis, Milano, 100
- M. Rivoire, La Haye, 25 - N. N.,
24 Settembre, riconoscente al Signore,
100 - Anonimo, Torre Pellice, .50 - Stefano Gras, Bobbio Pellice, 5.
Il Presidente :
Avv. Stefano Peyrot.
Prof. Giko Costabel, direttore responsabile
ARTI GRAFICHE « L’ALPINA » - Torre Pellice
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