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Anno 125 - n. 29
21 luglio 1989
L. 900
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a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
CEVAA
LOURDES
Appello per il
Mozambico
Miracoli DOC garantiti
La situazione disperata del Mozambico in un
appello urgente di soccorso volto alle Chiese
Una guarigione, omologata dopo anni, ripropone la questione dei
miracoli, della devozione mariana e della centralità del Cristo
Il Consiglio della CEVAA, davanti alla situazione drammatica
che attraversa il Mozambico, lancia un appello urgente alle chiese
membro per azioni di solidarietà concreta.
Nel prossimo numero daremo più ampie informazioni, mentre
la nostra chiesa dovrà decidere come rispondere a questo appello
nel modo più adeguato possibile.
L
Cari fratelli e sorelle,
dal 21 al 28 giugno, il Consiglio della CEVAA ha tenuto la
sua sessione annuale a Maputo
(Mozambico).
Durante questi 8 giorni, abbiamo incontrato dei fratelli e delle sorelle che venivano da diverse regioni del paese, abbiamo
ascoltato molte testimonianze e
siamo rimasti profondamente
colpiti dalla situazione drammatica del popolo mozambicano,
che, da anni, vive in un clima
di violenza e di insicurezza.
(Questa situazione è caratterizzata da:
— una guerriglia, con tutto
quello che ciò significa: attacchi
a sorpresa, atti di brigantaggio,
assassini, distruzioni...
— ima situazione economica
catastrofica: indebitamento, inflazione galoppante, impossibilità di ricostruire il paese...
— numerosi problemi sociali
e morali: campi di rifugiati vicino alle città, famiglie disperse,
alcoolismo, droga, prostituzione...
La Chiesa presbiteriana del
Mozambico, membro della CEVAA, vive in queste sofferenze.
Essa cerca di fronteggiare con
coraggio questi diversi problemi e di lottare per la sopravvivenza del popolo mozambicano.
A causa della dislocazione o della sparizione di numerose parrocchie conosce una situazione
finanziaria disastrosa. E c’è tanta sofferenza da soccorrere!
« Se una parte del corpo soffre, tutte le parti soffrono con
lei ». Ci sentiamo costretti a condividere con voi questa situazione che ci preoccupa.
Vi chiediamo di manifestare
molto concretamente la comunione e la solidarietà con le nostre sorelle ed i nostri fratelli
del Mozambico che ci dicevano:
« Chi lancia l’S.O.S. è ancora
vivo, ma è in pericolo ».
D’intesa con i responsabili della Chiesa presbiteriana del Mozambico è emerso necessario im
aiuto urgente in due direzioni:
1) I salari degli operai della
Chiesa che non sono più assicurati, dal momento che moltissime parrocchie non possono più
■ versare i propri contributi per la
dispersione dei loro membri.
2) Il finanziamento della costruzione di locali polivalenti
nei luoghi in cui si sono ammassati i rifugiati. Queste sale dovranno servire all’ospitalità provvisoria di coloro che fuggono
dalle zone di guerra, e per l’assistenza e le riunioni varie (culti. giovani, donne, corsi ecc.).
D’altra parte la Chiesa vorrebbe aprire un centro per ragazze madri.
Sono necessari al minimo 120
milioni di lire!
E’ evidente che ogni chiesa
esprimerà la propria solidarietà nei modi e nei tempi che riterrà più opportuni. Riceverete
altre informazioni in autunno,
ma abbiamo voluto subito farvi
conoscere questa situazione di
urgenza.
Preghiamo per la Chiesa presbiteriana del Mozambico, per
la sua testimonianza lucida e
coraggiosa. Chiediamo a Dio che
tutti gli sforzi in favore della
pace e della riconciliazione abbiano esito favorevole.
Nella comunione con il Cristo
vivente, vi salutiamo fraternamente.
Il Consiglio della CEVAA
Un miracolo è accaduto a
Lourdes! Una giovane catanese,
affetta da un tumore osseo, portata dai parenti nel santuario mariano, anziché all’ospedale come
avevano consigliato i medici, per
essere sottoposta alle cure del
caso, mentre era assorta in preghiera nella famosa grotta, ha
cominciato a sentirsi meglio e ha
poi scoperto che il suo male era
sparito!
Il fatto risale ad alcuni anni
fa, ma solo ora sono stati resi
noti i risultati delle commissioni mediche, le quali hanno dichiarato di non poter trovare una
spiegazione scientifica a quanto
è successo!
Probabilmente su tutta questa
questione non varrebbe la pena
spenderci né molte, né poche parole. Intanto perché come evangelici ci sentiamo distanti anni
luce da Lourdes e da tutto ciò
che sta intorno a questo santuario, a quel mondo nel quale si
mescolano insieme frammenti di
religiosità popolare, superstizione, credulità, paganesimo, cementati da una mariologia ancora
più problematica del solito. Non
a caso, infatti, la Maria di Lourdes, nella rappresentazione iconografica che se ne fa, non porta
più con sé il bambin Gesù. Come
a dire che è rimasta lei sola. Una
Maria così non interessa non so
La Madonna di Lourdes è sola, senza il bambin Gesù.
lo i protestanti, ma neppure gli
ortodossi!
E poi anche perché non è il
caso di ritirare fuori dall’armadio i vecchi argomenti della polemica anticlericale. Ritengo che
vasti strati del cattolicesimo stesso si sentano a disagio parlando
di Lourdes.
LE TENTAZIONI DI GESÙ’ - 1
La via stretta della fedeltà
« ...lo Spirito lo sospinse nel deserto; e nel
deserto rimase per quaranta giorni, tentato da Satana. Stava tra le bestie selvatiche e, gli angeli
lo servivano» (Marco 1: 12-13).
Ricordiamo lutti le polemiche e le reazioni al
film « L'ultima tentazione di Gesù » di Scorsese.
Ora che tutto questo è stato ridimensionato, cerchiamo di capire che cosa i vangeli dicono di questo importante aspetto della vita di Gesù: la tentazione.
Nei versetti precedenti (Marco I: 9-11), si parla del battesimo di Gesù con parole che contengono ampi riferimenti all’Antico Testamento. Immagini che riprendono la grande rivelazione di
Isaia e dei Salmi circa la futura apparizione del
messia. I cieli tornano ad aprirsi ed il tempo del
silenzio di Dio è terminato. Lo Spirito scende in
forma di colomba ed una voce annuncia: «Tu sei
il mio diletto Figliuolo: in te mi .sono compiaciuto». Nell’Antico Testamcrito queste immagini si
riferiscono ai tempi messianici. Applicate a Gesti
.sono l’annuncio del compimento della promessa
in lui. Il tempo della .salvezza è inaugurato, è
l’intervento definitivo di Dio. Tramile il battesimo
Gesù riceve dal Padre l’investitura di re e messia,
colui che compie il progetto di .salvezza di Dio.
Il primo allo che Dio ha preparato per questo
suo Figlio è di inviarlo nel deserto per essere tentato da Satana. Il deserto è il posto tipico delle
tentazioni, come è accaduto anche al popolo di
Israele appena uscito dall’Egitto. Ogni giorno in
bilico tra la fedeltà al Signore e l’idolatria. E’ il
luogo in cui Dio forma il suo popolo, dove si incontra Dio, dove si è in comunione con lui, ma
anche dove si é nella .solitudine. Non dissimile dalla nostra vita che è spesso così arida, piena di
paure, ma è anche il luogo dell’a.scollo della Parola di Dio e dell’obbedienza.
Il termine Satana evoca una serie di immagini
superstiziose, di riti esoreistici, ed è spesso una
comoda immagine per rimuovere le nostre respon
.sabilità. Nella Bibbia il termine Satana è un modo per accentuare, in quella cultura, la concretezza del concetto di male, per personificarlo. E’ un
modo di dire: il male non è una apparenza sfuggente, non è solo una tendenza interiore, ma l’insieme delle trasgressioni e delle corruzioni che
ciascuno di noi contribuisce a costruire e da cui
poi rischia di essere travolto. Gesù è là, nel deserto, ed inizia il suo ministero con la tentazione.
Sarà la condizione della sua vita. La tentazione
di Gesù non è la debolezza della carne, bensì la
possibilità di scegliere tra due vie: la via del servizio, dell’amore e deU’umiltà o la via del potere
e della gloria. La scelta di due modi di essere Figlio di Dio. Una .scelta non scontata, talvolta drammatica. Confrontiamo Gesù con Adamo.
Adamo ha scelto la strada dell’essere come Dio,
di essere signore, padrone. Gesù ha accettato di
essere servo e di lottare contro le offerte che andavano nella direzione opposta. Spogliatosi della
divinità, è diventato l’ultimo degli uomini. Fino
a quando .sulla croce ha gridato tutta la sofferenza e la sua angosciosa solitudine, tentato anche
Ma c’è una cosa che, forse, non
può essere passata sotto silenzio,
e cioè il fatto che l’autorità ecclesiastica, sia pure dopo attente valutazioni ed analisi, con tutta la prudenza che il caso richiede, alla fine però mette una specie di certificato di garanzia su
di un miracolo. E’ molto prudente la chiesa cattolica, se si pensa
che nei circa 130 anni di attività
di Lourdes, ha riconosciuto solo
64 miracoli (e con quest’ultimo
siamo a quota 65). La Madonna
dunque avrebbe operato, e la
chiesa cattolica riconosciuto, una
media di 1/2 miracolo all’anno!
Un bilancio non molto esaltante,
se confrontato con le migliaia di
pellegrini che ogni anno entrano
nella grotta e si tuffano nell’acqua della sorgente miracolosa.
Ma questa prudenza, che vuole
essere sinonimo di garanzia, è
veramente assurda, perché si basa su una pretesa illegittima. Il
miracolo c’è non perché Tizio o
Caio se ne tornano a casa guariti, ma perché l’ha detto la chie
sa! La chiesa dunque è quella
che, in definitiva, convalida l’azione di Dio. Se così è, si verifica qui
qualcosa di estremarricnte grave:
la chiesa si sostituisce all’azione
dello Spirito, ricoprendo un ruolo che non le appartiene.
alla fine della vita dalla via del prodigio, del miracolo. Dio, come al principio con Adamo, ha cor
so anche in Gesù Cristo un grande rischio. Gesù,
accettando la volontà del Padre, sceglie nel senso
opposto a quello del potere e così è il Figlio di
Dio, aprendo davanti a noi la via della libertà e
della salvezza.
Grazie a questa scelta possiamo ogni giorno
pregare: « Liberaci dal male ».
Valdo Benecchi
Quanto sia scivolosa la strada
dei miracoli lo sapeva il Gesù degli Evangeli, quando si rifiutava
di fare miracoli per non incrementare la fede nel miracolismo,
e lo sapeva la chiesa primitiva,
quella dell’apostolo Paolo, quando diceva: « ...i Giudei chiedono
dei miracoli, e i Greci cercano
sapienza; ma noi predichiamo
Cristo crocifisso...» (I Cor. 1:
22 s.).
Già, perché il vero miracolo,
l'unico grande miracolo compiuto da Dio è Gesù Cristo, nel quale vediamo la nostra riconciliazione con Dio, la guarigione delle nostre malattie, e addirittura
la nostra vita c la nostra resurrezione.
Luciano Dcodato
2
commenti e dibattiti
21 luglio 1989
DIBATTITO
Niente scomuniche!
Caro Direttore,
la presa di posizione assunta
dal giornale del 30.6.’89 nei riguardi dell'articolo di Nicola
Pantaleo mi indigna e mi preoccupa profondamente. Perché chiaramente di una presa di posizione a favore si tratta! Ciò appare evidente sia dall’intenzione
annunciata nella premessa di aprirci sopra un dibattito, sia dal
titolo espresso nei termini perentori di una scelta: o evangelici o socialisti! Pardon, « craxiani », si dice ipocritamente! Cosa vuol dire questo? Che se da
un dibattito dovesse emergere
che, per una maggioranza, chi
milita nel PSI o vota per quel
partito sbaglia, allora quelli che
si dicessero ancora socialisti dovrebbero essere scomunicati, come hanno fatto a suo tempo quelli d’oltre Tevere nei riguardi dei
comunisti? Via, siamo seri!
Personalmente mi sono battuto perché nelle nostre chiese vi
fosse spazio per il dibattito politico, cioè sulle scelte concrete
che come credenti siamo chiamati ad assumere nella società.
E mi sono anche battuto perché
non ci fossero ostracismi verso
chi osava scelte talvolta anche
difficili e sofferte. Non mi scandalizza affatto, dunque, che il
fratello Pantaleo esprima il suo
dissenso su questioni specifiche,
sulle quali fra noi v’è stato e
continua ad esserci un dibattito
aperto e senza remore. Guai a
noi se, quale che sia la collocazione politica che abbiamo scelto, non intendessimo la nostra
militanza con spirito critico, nella libertà che ci è donata dalTEvangelo! Mi risulta, ad esempio, che, per la questione delTIRC, il fratello Valdo Spini abbia avuto il coraggio di esprimere chiaramente il proprio dissenso rispetto alle posizioni assunte dal suo partito, pur essendone un autorevole esponente. Forse che chi milita in altri partiti
pensa di militare nel partito
« giusto », che «non sbaglia mai»,
o di cui può condividere acriticamente tutte le posizioni? Sarebbe davvero preoccupante se
cosi fosse!
Proseguiamo dunque con la
massima libertà il dibattito sulle questioni che ci sono poste
ed assumiamo su queste le nostre chiare posizioni, come abbiamo sempre cercato di fare,
e non per fare da spalla a questo o a quel partito. Ma le scomuniche lasciamole fare ad altri!
Aurelio Sbaffi
Caro Direttore,
ho lasciato passare alcuni giorni, ed in particolare un numero
del giornale, in attesa di leggere una smentita alle tesi sostenute dalla lettera del fratello
Pantaleo pubblicata sul n. del
30 giugno. Nessuna smentita essendo giunta, debbo ritenere che
le tesi espresse da questa lettera non solo sono condivise dalla redazione del giornale, visto
che le ha pubblicate, ma dalla
nostra chiesa. Se così fosse, sare.mmo davvero entrati in un
momento estremamente grave
della nostra storia moderna.
Sul nostro giornale e nelle nostre assemblee sono sempre stati dibattuti problemi di principio
e posizioni di ordine generale,
ma è, a mia conoscenza, la prima volta che una squalifica vocazionale è pronunziata su dei
fratelli sollevando il dubbio dell’autenticità della fede in relazione ad una precisa scelta politica. « Voti così dunque non
sei più dei nostri! ». Opinioni del
genere non sono state accolte
fra noi neppure negli anni ’30
o durante la guerra fredda e
discorsi del genere non li fa neppure l’Osservatore Romano.
E quello che sento essere in
gioco nella lettera in questione,
nella sua pubblicazione e nelle
reazioni che suscita in molti non
è solo la solidarietà fraterna e
l’amicizia di fratelli che hanno
cercato di vivere la loro testimonianza con coerenza e serietà,
e non c’entra la tolleranza reciproca, è la natura stessa della
chiesa che vedo in gioco: la fede vien giudicata dall’etica, la
salvezza dal voto politico. In
questo contesto cosa diventa la
chiesa? Un aggregato di interessi e di fazioni ideologicamente
definite che trova la sua ragion
d’essere nei suoi piccoli intrighi.
Ed il Sinodo si domanderà poi
perché non si evangelizza più.
Alla mancanza di ideali un
partito può sopravvivere, alla
mancanza di Spirito la chiesa
non sopravvive un anno. Quella
che tu hai forse intesa come
espressione di libertà fraterna e
di democrazia interna ha invece
una valenza assai diversa: è l’inizio di un processo degenerativo
della nostra chiesa, tanto più
grave iperché inavvertito, a cui
ti invito porre l’attenzione che
merita dargli per la natura del
giornale che dirigi.
Fraternamente.
Giorgio Tourn
* * *
Caro Direttore,
desidero esprimere a nome della Tavola un netto dissenso su
due punti qualificanti dello scritto di Nicola Pantaleo comparso
sull’Eco-Luce del 30.6.
L’affermazione della incompatibilità tra il voto al « partito di
Craxi » e la coscienza evangelica
appare di chiaro stampo integrista e si apparenta, non solo a
prima vista, con le incompatibilità pronunciate quarant’anni fa
tra fede cristiana e partito comunista.
La chiamata per nome di fratelli militanti nel PSI dopo tale
affermazione equivale ad una scomunica che ci riesce intollerabile: tra noi è bene che i « gesti
coraggiosi » ognuno li faccia in
proprio (ce n’è bisogno in tutti
i campi) anziché chiederli ad altri come credenziali di evangelicità.
E’ quindi assai sconcertante vedere come il settimanale, nel pubblicare questo scritto, non abbia
preso distanza da esso né nel
corsivo iniziale, né nel titolo, né
nel ricordare al distratto Pantaleo che suH’Eco-Luce Valdo Spi
Dir. propr.: fam. Caroni
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ni ha espresso la propria dissociazione (non è la prima volta
in questo campo) dal voto del
PSI sulla mozione che ha imbalsamato l’IRC.
Un conto è voler aprire un dibattito sulla posizione assunta
nei confronti deH’IRC da un partito (ma non si vede perché solo
da uno); altro è avallare due affermazioni come quelle sopra citate. Attendiamo quindi che al
termine di un dibattito nato in
modo quanto mai infelice tu voglia chiarire la posizione del settimanale.
Franco Giampiccoli
Le ferme ed autorevoli prese
di posizione che pubblichiamo
qui sopra mi inducono ad alcune
spiegazioni:
1 - I rapporti tra stato e chiese, l’atteggiamento verso l’art. 1
della Costituzione, verso le Intese sono — a mio giudizio — una
(non certo l’unica) dflle ragioni
che giustificano la militanza e il
voto maggioritario degli evangelici verso il PSI. L'atteggiamento
dei parlamentari socialisti sull’Irc ha perciò provocato reazioni verso il partito stesso. Ricordo ad esempio gli ordini del giorno del 6» Circuito, della chiesa di
Vercelli. Reazioni che si sono tradotte, per guanto ci riguarda, in
lettere, telefonate. Qualche lettera è stata pubblicata, altre no.
2 - Ho sempre pensato il mio
lavoro al giornale come un servizio alle chiese e mi sono posto
l’obiettivo di fare del giornale
uno specchio non deformante, nel
bene e nel male, delle chiese. Perciò una pagina è stata dedicata
ai dibattiti e alla illustrazione di
posizioni diverse, affinché ognuno
possa « esaminare ogni cosa e ritenere il bene ». Dal mio punto
di osservazione mi sono convinto che l’opinione espressa dal
fratello Nicola Pantaleo non era
isolata nelle chiese e, forse sbagliando, in accordo con la redazione, ho creduto opportuno aprire il dibattito.
3 - La piega che ha preso il
dibattito (la scomunica vista da
alcuni) mi convince che non siamo pronti a discutere o che la
questione è stata mal posta. Credo infatti che ogni dibattito faccia parte della vita stessa delle
chiese, a condizione che le questioni da discutere siano chiare
e che, se possibile, non conducano a ulteriori divisioni nelle comunità.
Sono altrettanto convinto che
l’effetto della fede, cioè la testimonianza a Gesù Cristo, non debba essere confuso con Gesù Cristo stesso e che quindi la scomunica non debba aver luogo, tanto
più dalle pagine di un giornale.
Non pensando quindi alla scomunica ho letto la lettera di Pantaleo come una richiesta a tutti
di « disciplina », cioè di vivere
una coerenza tra fede e vita, e
non solo agli evangelici che si
spendono nel PSI e che erano
chiamati in causa. Certo avrei potuto tagliare e modificare, ma
questo è il senno di poi.
In ogni caso, così, il dibattito
non può proseguire.
G. G.
ASILO EVANGELICO DI
MALNATE (Varese)
A causa del pensionamento
della nostra direttrice, cerchiamo, per data da stabilirsi
Direttrice (ev. coppia)
per casa di riposo con 40 ospiti. Retribuzione adeguata. Appartamento spazioso disponibile.
Rivolgersi a: S. Mumenthaler ■ 20145 Milano - Via L. Mascheroni 17 - Tel. 02/4817377.
STANOTTE HO
FATTO UN SOGNO
Caro direttore,
una piccola precisazione riguardo all'articolo « La pace non è più un sogno » di L. Deodato (n. 21 del 26.5).
La canzone « Stanotte ho fatto un sogno... » (titolo originale « Last night I
had thè strangest dream •) non è di
Bob Dylan né, a quanto io sappia, è
stata mai da lui incisa in dischi ufficiali 0 « pirata >.
Forse può interessare sapere che la
canzone è stata composta dal (peraltro sconosciuto) cantautore canadese
Ed McCurdy nel 1950. Ce n'è una bella incisione del grande folksinger americano Rete Seeger (che — ma questo
non c entra — qualche anno fa ha
tratto una bellissima canzone pacifista dal nostro inno n. 148 « Fratelli
insieme d'un sol cuor...»), nel suo
doppio LP « The worid of Rete Seeger »,
Scusate la pignoleria e buon lavoro.
Giorgio Guelmani, Milano
ALLA PARI
In questi anni si è andata sempre
più diffondendo la possibilità di andare
all estero « alla pari » per conoscere
nuovi paesi e la loro lingua.
Ci giunge ora una proposta dagli
Stati Uniti tramite il pastore Frank
Gibson, dell'American Waidensian Aid
Society.
Si tratta di alcune famiglie che, in
cambio di un lavoro di custodia dei
loro figli, offrono a ragazze valdesi
vitto, alloggio in stanza privata, argent de poche, e la possibilità di studiare in college locali.
Le famiglie sono 3:
— Famiglia presbiteriana che risiede
nei pressi di Valdese. Vi sono 4
bambini piccoli. Dr. Paul Keeley
- Broughton Flospital 1000 S. Sterling Street, Morganton, NC 28655.
Tel. 04-43-29.
— Famiglia di origine valdese (la signora parla francese), zona rurale
presso Atlanta. Vi è una bambina
piccola. Signora Lisa McCutchen 4815 Long Lane, Evans, GA 30809.
Tel. 404-868-0002.
— Famiglia avventista che risiede vi
cino a Valdese. Vi è una bambina
di due anni. Signora Margaret Carter - Minton Rte. 1, Box 520-M,
Lenoir , NC 28645. Tel. 04-53-304.’
Tutte le famiglie preferiscono persone che non fumino.
Tutte le candidate a cui interessa la
proposta potranno avere informazioni
dettagliate dal pastore Frank Gibson
che risiederà alla Foresteria di Torre
Pellice, via Arnaud 34, dal 26 al 31
agosto p.v. - Tel, 0121/91801.
Nuovo telefono
Il past. Piero Bensì comunica il suo
nuovo numero di telefono: 055/29.49.02.
Errata
• Nell’articolo » La cultura dell'emigrazione » (n. 27 del 7.7.’89) è stata attribuita la fondazione della scuola
Pier Martire Vermigli di Zurigo al pastore Bogo; ci è stato fatto notare che
in realtà il fondatore è stato il past.
■ Elio Eynard. Ci scusiamo dell'involontario errore.
• La traduzione del documento finale delTAssemblea ecumenica di Basilea è di Erika Tomassone e il past. K.
Langeneck non vi ha collaborato.
Scrive tra l'altro il past. Klaus Langeneck: » Erika ha ricevuto l’incarico
di tradurre il documento, non io, e
quindi spetta a lei sola la responsabilità e il riconoscimento per questo lavoro.
Ricordo che in una chiesa che ha
aderito al decennio di solidarietà con
le donne, un tale lapsus non dovrebbe
accadere. Nel contesto italiano, nell'ambito delia chiesa valdese, dove le
donne sulla carta hanno la parità, sono cose di questo genere che dimostrano quanta strada abbiamo ancora
da fare per realizzare ciò che sulla
carta già esiste. Dubito che se uno
dei nostri colleghi maschi avesse ricevuto un incarico simile, a qualcuno
sarebbe venuto in mente di mettere
sotto l'articolo anche il nome della
moglie. Nel caso contrario, invece, vi
è venuto in mente di non mettere solo
il nome di Erika, che ha fatto il lavoro, ma anche il mio, che non c’entra
nulla ».
—^
delle valli valdesi
settimanale deUe chiese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio GardioI
Vicedirettore; Giuseppe Platone
Comitato di redazione; Mirella Argentieri Bein, Valdo Benecchi, Claudio
Bo. Alberto Bragaglia, Franco Chiarini, Rosanna Ciappa Nitti, Gino
Conte, Piera Egidi, Claudio Martelli, Emmanuele Paschetto, Roberto
Peyrot, Mirella Scorsonelli
Redattori; Alberto Corsani, Luciano Deodato, Adriano Longo, Plervaldo
Rostan
Segreteria: Angelo Actis
Amministrazione; Mitzi Menusan
Revisione editoriale: Stelio Armand-Hugon, Mariella Taglierò
Spedizione: Loris Bertot
via Arnaud, 23 - 10066 Torre
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Pellice - telefono 0121/91334
Registrazione: Tribunale di Pinerolo n. 175. Respons. Franco Giampiccoli
ABBONAMENTI 1989
Italia Estero
Ordinario annuale L. 38.000 Ordinario annuale L. 70.000
Ordinario semestrale L. 20.000 Ordinario (via aerea) L. 100.000
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EDITORE: A.I.P. - via Pio V, 15 - 10125 Torino - c.c.p. 20936100
Consiglio di amministrazione: Costante Costantino (presidente), Adriano
Longo (vicepresidente). Paolo Gay, Giorgio GardioI, Franco Rivoira (membri)
Registro nazionale della stampa; n. 00961 voi, 10 foglio 481
Il n. 28/'89 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino il 13 luglio
e a quelli delle Valli valdesi il 14 luglio '89.
Hanno collaborato a questo numero: Archimede Bertolino, Renato Coisson,
Vera Long, Ernesto Pozzanghera, Lucia Scroppo, Florestana Sfredda Piccoli.
3
21 luglio 1989
fede e cultura 3
UNA FINTA ALTERNATIVA
La Rivoluzione
e i diritti umani
Francia e America: un recente saggio mette ancora una volta a confronto due rivoluzioni, due modi diversi di arrivare alla democrazia
Chi insegna il francese in Italia ha avuto l'occasione quest’anno di scambiare idee con gli
alunni sulla Rivoluzione francese. Qualcuno ha confrontato la
« Dichiarazione dei diritti deU’uomo e del cittadino » del 1789 con
la « Dichiarazione universale dei
diritti umani » del 1948, firmata
a Parigi da 48 paesi, cercandone
gli sviluppi. C’è chi si è lanciato
nell’elaborazione di nuovi diritti
per il nostro prossimo futuro.
In un dossier di poche dense
pagine sulla Rivoluzione, incluso
in un numero recente di « Le
Cep », mensile della chiesa riformata della regione CévennesLanguedoc, Susanne Citron fa
una critica serrata su come viene insegnata in Francia la Rivoluz.ione attraverso i manuali scolastici, in un modo spesso in
contraddizione con il rispetto dei
diritti umani.
Seguono articoli che presentano un estratto della Storia del
protestantesimo (v. Ili) di G.
Léonard sui protestanti di allora, e uno di Roger Grossi su
Rabaut Saint-Etienne, pastore a
Nîmes, deputato, nominato presidente dell’Assemblea Nazionale nel 1790.
Stralciamo un paragrafo del
saggio di Monique Ranson, America e Francia: due tipi di rivoluzione.
« 1776, 1789. L'America e la
Francia. Due repubbliche, due rivoluzioni... L'una si stabilisce con
la pace, l’altra finisce nel sangue
e nel Terrore. La differenza tra
queste due rivoluzioni è stata
spesso analizzata.
In un libro apparso di recente, Le rivoluzioni di Francia e
di America. La violenza e la saggezza, Georges Gusdorf sviluppa
l’idea che la pace americana è
stata protetta dalla ’’saggezza”
dei Padri fondatori, dalle basi
religiose della sua rivoluzione,
radicata nella fede della Riforma. E Gusdorf oppone, in Europa stessa, la Germania e l’Inghilterra, il cui protestantesimo ha
permesso una transizione pacifica tra la religione e le idee nuove, e la Francia dove l’autoritarismo cattolico ha condotto al
conflitto drammatico tra i ’’Lumi” e il cristianesimo... (è sicuramente vero in parte, ma un
po’ troppo schematico, pare).
Per Burke, uomo politico liberale inglese, che ha scritto fin
dal 1790, dunque molto prima
del Terrore, le Riflessioni sulla
Rivoluzione francese, pericolosa
sarebbe la rottura con la continuità storica della monarchia,
rottura fondata su un concetto
astratto e teorico della libertà.
La Rivoluzione francese obbligava a scegliere, a tagliare netto,
mentre i concetti anglosassoni
permettevano compromessi che
evitavano le rotture con spargimento di sangue.
Sembra che quest’arte del compromesso e della saggezza abbia
ugualmente prevalso negli stati del Nord, diventati monarchie costituzionali, senza eccessi e senza violenza; che lo sono
rimaste, d’altronde, e di cui non
si può mettere in dubbio la pratica democratica... Sarebbe interessante tornare sull’argomento
in altre occasioni.
Nel corso di questi 200 anni
che ci separano dal 1789, storici
e politici hanno continuato a dibattere della Rivoluzione, a glo
rificarla o a denunciarne gli errori, secondo le tesi e la politica che intendevano sostenere e
avrebbero desiderato imporre.
Così, i fautori delle rivoluzioni si sono affrontati vicendevolmente. Sembra possibile, però,
sganciarsi attualmente da queste
reazioni passionali, e si fa strada l’idea che la nostra Rivoluzione, con i suoi principi universali ed i suoi eccessi, sarebbe
aU’origine di 2 tipi di regimi politici; i regimi democratici, nella loro affermazione dei diritti
dell’uomo e del cittadino e nella
libertà lasciata a questi cittadini,
e i regimi totalitari, con l’applicazione ’’deviante” che il Terrore
ha fatto di questi principi di libertà, uguaglianza, fraternità.
Questo rapido giro d’orizzonte
ci permette di constatare che
la violenza non è fatalmente il
passaggio obbligato per arrivare
alla democrazia, che la Francia
è stata seguita nei suoi slanci libertari, ma non nei suoi eccessi,
o, almeno, non dappertutto. Ci
sono dunque dei mezzi pacifici
da trovare, anche ai giorni nostri, perché i popoli oppressi arrivino alla libertà, e i loro
cittadini possano esercitare tutti
i loro diritti pienamente, senza
trascurare i loro doveri civici e
politici... ’’Marchons, marchons!”
verso questo mondo dei ’’Lumi”.
A proposito, questo bicentenario non potrebbe essere l’occasione per mettere nuove parole
sul nostro inno nazionale, caro
ai nostri cuori, parole che canterebbero la gioia e la fratellanza anziché il valore guerriero? ».
Traduzione a cura di
Marie-France Maurin Coïsson
RIFLESSIONE SUL TERRORISMO
Gli anni spietati
Ci sono alcune cose che fanno male al cuore. Che stanno li,
come una ferita non rimarginata. Questo è forse il senso del
profondo silenzio, del fastidio e
della rimozione che ha avvolto
nell’opinione pubblica il ricordo
degli anni di piombo. Per un’intera generazione è stata la divisione e la sconfitta: per quelli di noi che avevamo lottato per
trasformare il mondo, non solo le sue strutture, ma anche la
cultura, i rapporti, le sensibilità, e che hanno visto la fame
e sete di giustizia ritorcersi nella più orribile oppressione e ingiustizia, guerra e violenza.
T movimenti più nuovi c fragili. quelli dei giovani e delle
donne, sono stati travolti in quegli anni, imprigionati in una impotenza silenziosa, e la ripresa
è stata difficile. Per tutte le forze della trasformazione la riapertura del dibattito e dell’azione politica è stata estremamente complessa, e i segni li portiamo ancora oggi. La questione del
terrorismo rosso è diventata una
questione giudiziaria; si è andati avanti, ma come da una frattura insanabile e da una coscienza dolorosa, uno scarto.
I giovani che hanno ora diciotto, vent’anni non ne sanno niente. O meglio, non è stata trasmessa loro la memoria storica.
O forse, anzi, gli è stato trasmesso il non-detto, l’imbarazzo, il
dolore c il silenzio di chi ha vissuto quegli anni. Come quei segreti che non si vedono, ma che
pesano e condizionano anche ciò
che si vede e si fa. Perché molte volte mi sono chiesta, infatti,
se il male di vivere, le insicurezze, la fragilità e le ansie delle nuove genereizioni, quel loro
partire sconfitti, spesso aggrappati ad un ostinato particolare,
con il senso di una diffusa impotenza che diventa pragmatismo
spicciolo e individualismo, quando non approda a un consumismo senza speranza e senza gioia
o a un desiderio di annullamento e di morte, non sia dovuto
proprio a quella tragica rottura
storica, politica, psicologica ed
esistenziale rappresentata dagli
anni di piombo.
« Gli anni spietati », così recita il titolo del libro scritto da
Dino Sanlorenzo con la collaborazione di Ezio Rondolini c una
prefazione di Luciano Violante,
uscito in questi mesi per le Edizioni Associate. In esso viene ripercorso il decennio 1972-1982 a
Torino, ancora una volta cittàlaboratorio della storia italiana,
analizzato da una angolatura specifica, quella, come è indicato
nel sottotitolo, de « i comunisti
nella lotta contro il terrorismo ».
In quegli anni c’erano le giunte
rosse nella città, provincia e regione, e Dino Sanlorenzo, comunista, era presidente del Consiglio regionale del Piemonte. Il
PCI si trovò subito coinvolto
nel dibattito e nella lotta politica riguardo al terrorismo, sia
per la sua presenza nelle istituzioni, sia per la concentrazione
della classe operaia negli stabilimenti della Fiat in città e nel
UN LIBRO
I francescani tra
povertà
e obbedienza
Alla fìtta bibliografia su Francesco d’Assisi e suirOrdine francescano si è recentemente aggiunto un nuovo contributo L Gli
autori, laureati in filosofìa e specialisti in storia medioevale, non
nascondono i limiti e le difficoltà della loro ricerca, basata sull’interpretazione da dare alla
« povertà », a quella povertà
« che paradossalmente è stata insieme il tratto distintivo ed il
segno di contraddizione dell’Ordine stesso ».
Il lavoro dei due studiosi, che
passa in rassegna un secolo e
mezzo di storia (dal 1200 al 1350
circa), si articola in quattro sezioni. La prima presenta la vita
dei primi frati attorno a Francesco ed i primi problemi «istituzionali». La seconda ripercorre i momenti più significativi dello scontro fra « secolari » e
« mendicanti ». La terza concerne il dibattito interno all’Ordine
stesso sul modo più giusto di osservare il ’’testamento” francescano mentre la quarta, infine,
tratta delle vicende che portarono allo scontro fra il papato ed i
francescani ed al prevalere del1’« obbedienza » sulla «povertà».
Ricordiamo per inciso che l’Ordine francescano, ad un secolo
dalla fondazione, era cresciuto fino a diventare la più importante comunità religiosa cristiana,
con più di 30.000 frati distribuiti
in circa 1.300 conventi.
Sarà poi successivamente Giovanni XXII (1322) a trasformare « il conflitto in dramma », che
vedrà anche l’accensione di roghi. La bolla del predecessore
non venne riconosciuta valida in
tutte le sue parti in quanto era
stata stilata « senza il consiglio
dei cardinali ». Con questo documento, viene smantellato « uno
dei pilastri dell’autocoscienza
francescana » : l’Ordine diventa
« titolare delle sue proprietà »,
prima amministrate dalla Curia.
Di lì nasce l’opposizione dei ribelli, chiamati « fraticelli », i quali « resistettero a lungo, soprattutto in piccoli e medi centri dell’Italia centrale ». Sarà appunto
in questi ambienti dei « fraticelli » che nascono i noti « Fioretti » in cui appare un Francesco
« fin troppo consapevole dei problemi che in futuro affliggeranno il suo Ordine ».
Nella sua conclusione, questo
studio sul movimento francescano afferma di aver voluto semplicemente ricostruire « alcuni avvenimenti cruciali » e di non voler coincidere « con un punto fermo della storia dell’Ordine». Come tale appunto lo si deve leggere e — per noi — come ulteriore motivo di riflessione e di
autoanalisi, specie in questo periodo in cui ci apprestiamo a ricordare il « Glorioso Rimpatrio ».
Roberto Peyrot
l’indotto.
Furono anni di polemiche durissime nella sinistra, prima nel
tentativo di comprendere le matrici e il colore del fenomeno,
poiché la strategia della tensione culminata con la strage di
piazza Fontana nel ’69 aveva insegnato a individuare la provocazione « nera », poi nel definire l’atteggiamento politico per
opporsi.
Valgano per tutte a tale proposito le pagine, nella terza parte di questo libro, dedicate al
famoso questionario sul terrorismo, che fu proposto dallo stesso Sanlorenzo, e in particolare
sulla quinta domanda: « Avete da
segnalare fatti concreti che possono aiutare gli organi della magistratura e le forze delFordine
ad individuare coloro che commettono attentati, delitti, aggressioni?», che fece discutere tutta l’Italia. E ancora oggi, ripercorrere quelle discussioni pone
diversi interrogativi, apre spazio
a nuove domande, rendendo preziosa questa lettura.
Il libro di Dino Sanlorenzo infatti c una cronaca documentata
e partecipe di chi quella storia
l’ha fatta, scritto con l’agilità c
la chiarezza di un dirigente politico che è abituato a parlare ah
la gente, con la puntigliosità di
chi vuole lasciare una testimonianza, e con la passione di chi
si è schierato.
Piera Egidi
Il libro è di facile ed interessante lettura ed è corredato
oltre che da una ricca bibliografìa alla fine di ogni capitolo —
da un’accurata scelta di bram
che propone numerose testiinonianze ed interventi di uomini
illustri e meno del XIII e del
XIV secolo. Non manca anche
un accenno al movimento valdese : « Francesco non era stato il
primo a scoprire nei consigli evangelici di Cristo una regola di
vita. Circa 30 anni prima, a Lione, un ricco mercante di nome
Valdo aveva anch’egli distribuito ai poveri le sue proprietà, ed
inaugurato una scelta religiosa
altrettanto radicale». Segue poi
un breve brano del « proposito
di vita» sottoscritto da Valdo e
dai suoi seguaci «per ottenerne
l’approvazione dal pontefice ».
Ma, come notano gli autori, « il
movimento di Valdo non era votato solo all’adesione completa al
modello evangelico: del suo programma faceva parte integrante
anche l’ufficio della predicazione,
intesa nel senso specifico di mediazione e di diffusione del messaggio cristiano. E su questo si
giunse allo scontro con la Chiesa di Roma: la predicazione dei
laici, perché tali erano i seguaci di Valdo, era qualcosa che
sconvolgeva completamente le
categorie teologiche e giuridiche
del tempo, un principio rivoluzionario che minava alla base la
rigida suddivisione della società
cristiana in un ordine dei chierici ed in un ordine dei laici,
una pericolosa novità, insomma,
che non poteva essere tollerata
e che fu pertanto condannata dal
papa Lucio III nel 1184, con una
bolla che dichiarava eretici i vaidesi ».
‘ R. LAMBERTINI - A. TABARRONl,
Dopo Francesco, l’eredità difflcile, Ed.
Gruppo Abele. 1989, pagg. 167, L. 22.000.
Ili CENTENARIO DEL
GLORIOSO RIMPATRIO
Appuntamenti
Dino Sani.orenz,o. Gli anni spieUiti,
Edizioni Associate, pp. 303. L. 20.000.
Folta la schiera dei pontefici
che dovettero occuparsi delle caratteristiche e della struttura dell’Ordine francescano : ci limiteremo a ricordare Niccolò III, che
con la sua bolla « Exiit qui seminai » (1279) fece un vero e
proprio manifesto di esaltazione
e di difesa dell’Ordine, « con la
solenne proibizione di metterne
in discussione le disposizioni ».
Domenica 23 luglio a Salbertrand (Val di Susa), nei pressi del
luogo ove si svolse lo scontro tra
i valdesi e le truppe franco-savoiarde, sarà posto un cippo commemorativo. Questo il programma previsto per la giornata: ore
10 culto, con predicazione del
past. G. Baldi; 11.30 commemorazione a cura dell’ing. Ferruccio Lalla; 12.30 pranzo al sacco; 15 visita al paese; 16 saluto
delle autorità, scoprimento della
lapide, discorso del past. Giorgio
Bouchard.
Domenica 30 luglio a Sapatlé
(Frali), nel quadro delle celebrazioni del Rimpatrio, si .svolgerà
un incontro sul tema: « Val Germanasca, ieri, oggi, domani », con
questo programma: ore 11 culto,
con predicazione di Gregorio Plescan; subito dopo, a cura del
maestro Enzo Tron, una rievocazione della Val Germanasca negli anni del Rimpatrio. Pranzo
al sacco. Qre 15: il patois della Val Germana.sca, a cura di
Arturo Genre; Ettore Serafino:
gli anni della Resistenza; Piero
Barai; l’occupazione in valle e le
miniere di talco; Mauro Meytre;
prospettive di sviluppo economico della valle.
I membri delle corali delle
chiese della Val Germanasca parteciperanno al culto del mattino.
L
4
vita delle chiese
il luglio 1989
LA TAVOLA INFORMA
OPCEMl
La storia infinita deile finanze consultazione
La preparazione dell’Assemblea UCEBI-Sinodo del '90 - Il piano di sistemazione del campo
di lavoro - La situazione degli ospedali di Torino e Napoli e del Rifugio Carlo Alberto
Nel clima respirabile di Ecumene, convivendo con un campo cadetti, la Tavola ha tenuto
le sue penultime sedute prima
del Sinodo nei giorni 1-4 luglio.
Incontri
Alcuni importanti incontri hanno aperto i lavori. La Tavola ha
ricevuto prima di tutto una delegazione del Consiglio della Federazione delle chiese ev. in
Italia, che aveva chiesto di poter
illustrare agli esecutivi delle
chiese che fanno parte della
FCEI la situazione finanziaria
della Federazione. Il tesoriere
della FCEI, Marco Jourdan, ha
esposto una panoramica dell’attività dei vari servizi. La discussione si è svolta soprattutto sul
Servizio istruzione educazione,
che è uno dei più vicini alle
preoccupazioni e al lavoro di
tutte le chiese che svolgono programmi di scuola domenicale e
catechismo ma che appare anche il più esposto alla carenza
di mezzi. La Tavola ha in seguito deciso alcune misure di
sostegno particolare per questo settore. Con il Comitato
Permanente dell’OPCEMI e con
una rappresentanza del Comitato Esecutivo deiruCEBI la Tavola ha fatto il punto sulla preparazione deH’Assemblea-Sinodo del ’90. Gli esecutivi BMV
hanno rivolto un appello ai gruppi di lavoro incaricati della preparazione dei documenti preparatori affinché la tabella di marcia possa essere rispettata e il
fascicolo preparatorio possa
giungere alle chiese in autunno.
Gli esecutivi BMV hanno deciso
anche una serie di iniziative per
promuovere, stimolare e facilitare la preparazione all’A-S ’90 nelle chiese locali.
Tavola e CP/OPCEMI hanno
quindi messo a punto una serie
di questioni concernenti il Patto di integrazione che saranno
presentate al Sinodo e hanno
esaminato la situazione dei rapporti finanziari tra Tavola e
OPCEMl. La Tavola si è rallegrata nel prendere atto del piano di risanamento che l’OPCEMI
presenterà al Sinodo.
Campo di lavoro
La Tavola ha completato il
piano di sistemazione del campo di lavoro per l’autunno ’89,
confermando tra l’altro alcimi
orientamenti che erano stati sottoposti ai circuiti interessati.
Oltre agli spostamenti decisi in
precedenza e di cui si è già data notizia, la Tavola ha deciso
l’assegnazione alla chiesa di Luserna S. Giovanni della candi
data Marika Kober, al 5° circuito
per Alessandria e Bassignana
del candidato Fulvio Ferrario, alla chiesa di Torino del past. Renzo 'Turinetto, al 12“ circuito per
Villa S. Sebastiano dello studente Ulrich Eckert (Baviera), al
13" circuito per le chiese di Napoli della candidata Maria Adelaide Rinaldi. Non comportano
spostamenti l’assegnazione del
pastore Dorothea Müller al 10"
circuito per la cura della chiesa
metodista di Firenze, in via prioritaria, e per una prosecuzione
della collaborazione con la chiesa valdese della stessa città; l’assegnazione della candidata Ursel Königsmann alla sola chiesa valdese per il secondo anno
del suo servizio in Milano; l’inizio di una collaborazione anche
con la chiesa valdese di Torino
del past. Ken Hougland che da
gennaio cura la chiesa di lingua inglese di quella città; l’inizio di una collaborazione a tempo parziale del pastore Eugenio
Rivoir con il Servizio stampa
radio televisione della FCEI (culto radio). A due chiese, Catania
e Felcnica Po (per il secondo anno), non si è potuto assegnare un
pastore per l’anno ’89-90. Di conseguenza sono state affidate ai
rispettivi circuiti. La Tavola ha
ricevuto la richiesta di congedo
per maternità dal pastore Erika
Tomassone e ha provveduto a sostituirla a Pinerolo, a partire dal
2 ottobre, con il pastore Bruno
Tron. La Tavola ha infine dovuto formulare l’atto che colloca
in emeritazione, per limiti di
età, a partire dal 1« ottobre, il
pastore Giorgio Girardet che,
come è noto, sarà sostituito nella cattedra di teologia pratica
della Facoltà dal pastore Ermanno Genre.
Relazione annua
La Tavola ha ultimato la propria relazione al Sinodo e ha
curato la raccolta di tutte le relazioni e documenti che sono
destinati all’esame del Sinodo.
Oltre alla prima parte della
propria relazione pubblicata nel
I fascicolo — distribuito in occasione delle Conferenze distrettuali — la Tavola inserirà nel
II fascicolo, in corso di stampa,
alcuni capitoli tra cui due di
particolare importanza o urgenza. L’uno, sul diaconato, aggiunge ai problemi ecclesiologici sollevati dalla Commissione sui ministeri, che riferirà al Sinodo,
i problemi organizzativi e giuridici che riguardano un servizio, quello dei diaconi, che si è
sviluppato notevolmente in questi anni senza avere ancora trovato un proprio inquadramento
ben definito. L’altro, sul riordi
Sinodo delle chiese
valdesi e metodiste
Il Sinodo, secondo quanto disposto dall’atto n. 36 della sessione sinodale europea 1988, è convocato per
Domenica 27 agosto 1989
I membri del Sinodo sono invitati a trovarsi neH’Aula
sinodale della Casa valdese di Torre Pellice, alle ore 15.
II culto di apertura avrà inizio alle ore 15.30 nel tempio di Torre Pellice e sarà presieduto dal past. Aldo Comba.
Il moderatore
della Tavola valdese
Franco Ciampiccoli
no fiscale, presenta, accanto ad
aspetti tecnici piuttosto complessi, il problema di fondo del
necessario raccordo tra il nostro ordinamento e quello statale nell’ambito fiscale e sul
terreno delle opere.
Altri temi
Nel campo delle opere la Tavola si è soffermata soprattutto
sull’ospedale di Torino, che ha
chiesto di essere riconosciuto
come istituto autonomo dal Sinodo; sull’ospedale di Napoli,
con cui la Tavola si propone di
riesaminare la convenzione che
la collega a quell’opera.
Particolare preoccupazione desta la situazione del Rifugio
Carlo Alberto che la Tavola ha
esaminato sulla base di un rapporto del moderatore e del vicemoderatore. La Tavola sta studiando un piano per il ripianamento del debito consolidato,
ma contemporaneamente rivolge un appello alle chiese (particolarmente, ma non solo, a
quelle che hanno propri membri tra gli assistiti) perché pongano il Rifugio tra le proprie
priorità nel campo della diaconia: solo con un forte aumento
dei doni si potrà arrivare ad un
pareggio della gestione, senza il
quale il ripianamento del debito
consolidato diventerebbe una fatica di Sisifo, uno sforzo interminabile.
Non poco lavoro ha richiesto
la revisione, operata con la consulenza della Commissione finanziaria, della Commissione per le
discipline e dell’OPCEMI, delle
« Istruzioni » che la Tavola ha
distribuito in passato su regole
e procedure amministrative. Una nuova edizione di queste
« Istruzioni » sarà presto distribuita a pastori e consigli di
chiesa.
La Tavola ha esaminato le conclusioni della riunione che la
Commissione chiesa-stato ha tenuto il 10.6. Ha deciso di conseguenza di nominare una sottocommissione incaricata di studiare un progetto organico per
la defiscalizzazione delle contribuzioni (37/SI/88). A tre gruppi
di lavoro è stato inoltre chiesto
di riesaminare l’intera intesa in
vista della prevista revisione decennale in modo che la Commissione, nella seconda metà
del decennio che scade nel ’94,
possa progettare e sottoporre al
Sinodo una proposta di revisione.
Centenario
La Tavola ha infine tirato le fila di varie iniziative connesse al
Centenario. A parte il Centro
culturale, che continua nel proprio programma costitutivo a
tappe forzate, la Tavola ha preso in considerazione i preventivi relativi a spese per le manifestazioni (stand per la mostra
dei circuiti, viaggi degli oratori,
materiali), per l’accoglienza (ospiti, gruppo dal Rio de la Piata, visita del Presidente della
Repubblica) e per il « vestito »
del Centenario a Torre Pellice
(alcuni lavori alle recinzioni e
agli edifici). La Tavola prevede
una spesa complessiva di 75 milioni e ha potuto stanziare a
questo scopo 50 milioni di sopravvenienze attive. Per i restanti 25 milioni la Tavola conta sulle offerte da parte di tutti
coloro che parteciperanno quest’estate alle varie manifestazioni e sulle chiese che lavoreranno a sollecitarle e canalizzarle.
Una lettera con un invito in questo senso è stata inviata alle
chiese del I distretto con suggerimenti e proposte, mentre an
che alle chiese degli altri tre
distretti è stato rivolto un invito
per la partecipazione solidale a
questo sforzo. La Tavola ha stabilito che, pagate le spese del
Centenario, il margine attivo sia
devoluto al Centro culturale valdese.
Il tempo a disposizione, meno tiranno del solito, ha consentito alla Tavola alcuni scambi di
idee e discussioni su temi di
fondo: il ministero pastorale, il
rapporto tra la chiesa e le disfunzioni della società civile, il
funzionamento degli organi esecutivi.
Quest’ultimo tema ha ricevuto
una nota molto personale a causa di una lettera di Oriana
Bert che ha manifestato, dopo 5
anni di servizio nella Tavola, la
intenzione di non ricandidarsi
(uguale intenzione ha espresso
Giorgio Rochat nell’ultima riunione del Consiglio della Facoltà di teologia). Aumentano così in modo preoccupante i casi
di « ritiro anticipato ». Anche di
questo dovrà occuparsi il Sinodo.
Corpo
pastorale
Il Corpo pastorale è convocato per i giorni 25 e 26
agosto nell’Aula sinodale della Casa valdese di Torre Pellice con il seguente ordine
del giorno:
ì venerdì 25 (ore 9-13, 15-17)
— Commissione liturgia (pa• store Gino Conte)
— La sottoscrizione della
Confessione di fede (prof.
Sergio Rostagno)
— Il battesimo: battesimo
ecumenico, ’’ribattesimo”,
documento di Leuenberg
sul battesimo (past. Alfredo Sonelli)
— Varie
sabato 26 (ore 913)
Esame di fede dei candidati
Massimo Aquilante, Fulvio
Ferrario, Ruggero Marchetti,
Gregorio Plescan.
Se l’esame di fede dei candidati avrà avuto esito positivo, i sermoni di prova verranno tenuti nei templi di S.
Germano (ore 15) e del Ciabas (ore 17.30).
Tutti i membri delle Chiese valdesi, metodiste, libere,
nonché gli invitati al Sinodo
sono cordialmente invitati ad
assistere agli esami di fede e
a partecipare alla discussione dei sermoni di prova.
Il moderatore
della Tavola valdese
Franco Giampiccoli
metodista
Presso il centro metodista « Ecumene » (Velletri, Roma), dal
2 al 4 giugno, si è svolta l’annuale Consultazione metodista, ima
occasione importante di incontro e di dialogo sui diversi aspetti della presenza metodista in
Italia.
Dopo il culto di apertura e lo
studio biblico è stata data lettura, dal pastore Claudio H. Martelli, presidente dell’Opera per le
chiese evangeliche metodiste in
Italia (OPCEMl), delle « Note
informative ». Si è trattato di una
relazione precisa e dettagliata
che ha toccato i diversi temi
della realtà metodista italiana,
da cui è possibile individuare
— fra le altre — alcune linee direttrici prioritarie: innanzitutto
è stata ribadita la validità di un
tale incontro, visto come momento di confronto e di studio
fra i metodisti italiani nell’ambito del Patto di integrazione tra
valdesi e metodisti, come pure
è stata sottolineata l’esigenza di
una piena valutazione dell’identità metodista, intesa da un lato
come approfondimento del pensiero teologico di John Wesley,
il fondatore del metodismo, ,e
come conoscenza approfondita
della storia del metodismo italiano, e dall’altro promuovendo
un contatto ampio e diffuso con
la realtà metodista mondiale (i
metodisti nel mondo contano oltre 21 milioni di membri, con una popolazione di circa 50 milioni
di aderenti).
La relazione ha analizzato attentamente la vita delle chiese:
le chiese locali riscoprono l’evangelizzazione, anche alla luce
del motto metodista « La mia
parrocchia è il mondo »; vi è il
desiderio di un nuovo impegno,
la consapevolezza — magari
critica — che ai metodisti italiani spetta un ruolo preciso: « Alla
domanda falsata di sacro come
fuga dai problemi e risposta religiosa alle esigenze più profonde della persona, oggi siamo
chiamati — dice la relazione —
come comunità e come persone,
a proporre non la religione ma
la fede, non la separazione dal
mondo ma quella visione della
’’santificazione” wesleyana che
è consacrazione di tutta la vita a Dio, che è separazione dall’egoismo, accoglienza della grazia, cambiamento concreto di vita al servizio del mondo presente in attesa del Regno ». Nel
dibattito si sono individuate come linee di lavoro il campo dell’evangelizzazione e dell’educazione, sostenute da un coinvolgimento sempre maggiore dei laici.
I pastori Franco Carri e Giovanni Carrari hanno riferito sulle loro esperienze ed impressioni come partecipanti all’Assemblea ecumenica europea « Pace nella giustizia » che si è svolta a Basilea dal 15 al 21 maggio.
( nevi
TORRE PELLICE, 25 AGOSTO 1989
APERTURA DEL MUSEO VALDESE
E DELLA RASSEGNA
« CHI SIAMO, COSA FACCIAMO «
PROGRAMMA:
ore 17 : Presentazione del Museo alle autorità civili e aper
tura della rassegna delle attività delle Chiese vaidesi e metodiste in Italia;
ore 17,30: Cerimonia di apertura, con brevi messaggi di:
— Autorità civili;
— Presidente della Società di studi valdesi;
— Moderatore della Tavola valdese;
ore 18 : Visita al Museo e agli stand dei Circuiti ecclesiastici,
a cui seguirà un rinfresco nel giardino della Oasa
valdese.
Sono cordialmente invitati tutti i membri delle chiese
evangeliche e tutta la popolazione.
5
21 luglio 1989
vita delle chiese
5
DALLE PUGLIE A BASILEA
Alla scoperta
dell’Europa riformata
Diario di un viaggio e di un’esperienza indimenticabili: « Basilea ’89 »
è stata fatta anche da pellegrini giunti da ogni parte d’Europa
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Un culto memorabile
Un gruppo costituito da 17 sorelle e fratelli valdesi e battisti
delle chiese di Altamura, Corato,
Matera e Taranto ha partecipato
aH’assemblea ecumenica sul tema; « Pace con giustizia » tenutasi a Basilea dal 14 al 21 maggio 1989.
Appena giunto alla stazione
di Basilea è stato calorosamente
e fraternamente accolto dal pastore Hanni Wartenweiler, dalla signora Liselotte Berger Meier
e dalle famiglie della Chiesa evangelica riformata di Basilea,
città che l’ha ospitato.
E’ difficile tradurre in parole
le emozioni provate nei giorni
vissuti a Basilea.
Tra le centinaia di delegati di
tutte le chiese di Europa, di
credenti, di osservatori, pacifisti e di giornalisti, il piccolo
gruppo si è fatto largo in una
Basilea parata a festa con bandiere, striscioni gialli con il simbolo della colomba e del fuoco
dello Spirito Santo, cercando, almeno per pochi giorni, di respirare a pieni polmoni quell’aria
di pace, di distensione, di tranquillità.
Abbiamo assistito e partecipato a tanti avvenimenti che tenterò di riassumere.
Lunedì 15 maggio - In mattinata culto ecumenico in lingua
portoghese, tedesca ed italiana
nella Brüder Klaus Kirche (chiesa cattolica di Basilea), seguito
da un’agape fraterna nei locali
della Titus Kirche. Nel pomeriggio lunga coda dinanzi alla cattedrale gotica di Basilea, prima
di poter entrare ed ascoltare il
culto di apertura dell’assemblea
alla presenza del cardinale Carlo Maria Martini e del metropolita ortodosso Alexy di Leningrado, che hanno presieduto i
lavori assembleari.
In questa immensa cattedrale,
con rispettoso silenzio e con
grande attenzione, è stata ascoltata l’efficace (predicazione su
Luca 4: 16-21 tenuta dal past.
della Germania Orientale Heino
Falche.
Ho visto con i miei occhi le
lacrime rigare il volto di tanta
gente presente lì nella cattedrale ed ho ascoltato con grande
commozione lo scrosciante applauso che è seguito al sermone
del pastore Falche, mentre il coro ortodosso di Leningrado intonava in modo melodioso.
Si, certo, il gruppetto si è
sentito subito coinvolto dalle
grandi tematiche di Basilea e
pronto ad ascoltare il messaggio del ravvedimento.
Nella serata, sul vecchio ponte di Basilea sul Reno, abbiamo
visto sfilare una lunga fiaccolata, mentre due acrobati attraversavano il fiume su una corda
Calendario
Domenica 23 luglio
□ INCONTRO
ITALO-FRANCESE
BOBBIO PELLICE — Il tradizionale
incontro tra fratelli e amici italiani e
francesi si tiene domenica 23 luglio
presso il Colle della Croce.
La giornata prevede il culto mattutino, e. nel pomeriggio, la prosecuzione dell’incontro fraterno con vari
messaggi.
tirata tra le due sponde, e ci siamo sentiti pervasi da uno spirito di grande eccitazione spirituale che ha toccato il culmine giovedì 18 maggio allorché in corteo abbiamo partecipato alla
grande marcia deila pace che ha
attraversato tre frontiere: Svizzera, Francia e Germania. Durante il percorso siamo stati
salutati festosamente dai doganieri e dalla gente con lunghi
applausi.
Nella cittadina di Huningen, in
Francia, abbiamo avuto la possibilità di conoscere la vita della
Chiesa riformata evangelica e
di Confessione augustana delTAlsazia Lorena.
Mentre la marcia della pace
aveva luogo, abbiamo realizzato
uno spirito ecumenico di fatto,
parlato ed ancor più ascoltato
altri fratelli e sorelle senza sapere se l’interlocutore fosse cattolico, ortodosso o protestante,
perché ognuno di noi voleva
porsi di fronte ai grandi problemi dell’umanità, secondo la propria cultura, la propria esperienza e la propria capacità, dirnenticando le divisioni dogmatiche e creando un fronte compatto dinanzi alla guerra, alla
fame, alla povertà ed alla distruzione della natura.
Il piccolo gruppo ha effettuato, durante il soggiorno a Basilea, alcune visite.
Domenica 14 maggio: Visita alla comunità della Chiesa riformata di lingua italiana di Zurigo. Partecipazione al culto su
Giovanni 14; 25-27 tenuto dal
pastore E. Stretti.
Dopo il saluto dato al gruppo
dal pastore di Zurigo Emidio
Campi, abbiamo avuto un’agape
con i fratelli e le sorelle della
comunità di Zurigo e poi visitato i luoghi storici della rifor
II gruppo di Taranto in posa sulla Marktplatz di Basilea.
ma di Zwingli. Non ci sono parole per ringraziare la comunità
tutta e mio fratello Emidio per
la calda accoglienza ricevuta.
Martedì 16 maggio: Visita alla comunità di Berna. Il pastore
sig.ra Zanetti, di cui ricordiamo
il volto sempre sorridente insieme ad una gentilissima sorella
di chiesa, ci ha guidati in una piacevole ed istruttiva visita nella
città di Berna, illustrandoci la
sua storia ed i luoghi più caratteristici.
Al rientro ci attendeva un’agape fraterna con le affettuose
sorelle delle attività femminili.
Accoglienza calda, festosa, indimenticabile, seguita da ima conversazione sulle impressioni che
ciascuno di noi aveva ricevuto
idalla partecipazione all’assemblea di Basilea.
Mercoledì 17 maggio: Visita al
battello delle dorme che stazionava sul Reno, in occasione del
decennio ecumenico di solidarietà delle chiese con le donne. Partecipazione alla preghiera ed alla
meditazione biblica.
Evangelina Campì
TORRE PELLICE — Ci sono
delle domeniche che dai partecipanti alle adunanze cultuali
possono essere considerate memorabili per la forza e le esemplari ricchezze dei messaggi evangelici ricevuti. Una di queste domeniche è stata quella del
9 luglio durante il culto nel tempio.
Leggo nel mio taccuino; 1) Presenza di alcuni membri della
Deutsche Valdenservereinigung,
in visita alle valli, ai quali Cristina Ricca, sollecitata dal pastore Tourn, traduce in sintesi il
sermone. 2) Chiara risposta del
fratello Sergio Franzese, interessato ai problemi ecumenici, circa la sua professione di fede,
quale conseguenza della sua personale ricerca del divino. 3) Viva
testimonianza di un gruppo di
studenti di teologia africani, invitati dal nostro pastore.
I tre avvenimenti meriterebbero di essere adeguatamente sottolineati, perché ne possano trarre profitto anche gli assenti.
Si vedeva in qualche modo
realizzato il desiderio, per molti sempre vivo, di un incontro
tra fratelli fuori dalle barriere
delle nazioni o delle razze, secondo i fervidi proponimenti apostolici, per cui non avrebbero più potuto esistere ebrei o
gentili, schiavi o liberi. Ci si
trovava come immersi in una
pura atmosfera, fuori del tempo
reale.
La compostezza delle nostre
funzioni rituali ci appariva come immersa in un formalismo
ripetitivo, in evidente contrasto
con il gioioso annuncio della
salvezza.
Ce lo fece sentire il levarsi dei
canti degli studenti africani con
il loro pastore, che sciolsero gli
iceberg delle nostre consuetudini al punto che anche i non
più giovani, come me, battemmo
le mani, quasi lievitati da quel
ritmo religioso spontaneo, senza
forzature liturgiche. Uno di loro
cantava con tale irrefrenabile
vivacità ii suo « Seigneur, sauvemoi » che si intuiva avrebbe voluto danzarlo, tanto appariva tutt’uno con ia musica che gli serpeggiava nelle vene.
Ripensai alie antiche tradizioni veterotestamentarie in cui
alla musica del salterio e della
cetra si associava la danza, con
naturalezza, fuori da ogni inammissibile scandalismo.
Nuovo anziano
PINEROLO — Abbiamo accolto con gioia nella comunità la
piccola Rebecca Mìravalle, figlia
di Sandro e di Gabriella Lazzaro, che è stata battezzata durante il culto del 9 luglio.
o Altro motivo di gioia l’insediamento del nuovo anziano Roberto Mathieu, su cui abbiamo
chiesto l’aiuto del Signore per
ii nuovo incarico.
• Ancora lutti; questa volta si
tratta di due persone non appartenenti alla nostra comunità ma
decedute a Pinerolo : Adriano
Barus di Ferrerò e Lea Montabone Beux di Torino.
Viva
gli sposi!
SAN SECONDO — Ricordiamo
che la prima domenica d’agosto
il culto sarà con Santa Cena.
Sempre alle ore 10.30.
• Sabato 8 luglio nel nostro
tempio si sono uniti in matrimonio Frida Benech (membro della nostra comunità) e Pier Luigi
Milone. Agli sposi, che andranno a stabilirsi a Luserna Alta
rinnoviamo l’augurio di una vita serena nel nome del Signore.
• Il 21 giugno il Signore ha
richiamato a sè Elisa Griglio
ved. Paschetto. Il Signore consoli chi è neH’affiizione.
Giornata del
Rifugio
LUSERNA SAN GIOVANNI — L’annuale incontro di fratelli ed amici inizierà domenica 23, ore 10, con il
culto; a seguire l’assemblea degli « amici », un buffet e, nel pomeriggio, il
tradizionale bazar.
CORRISPONDENZE
La gioia della scelta
REGGIO CALABRIA — Dome
nica 18 giugno — mentre i reggini si muovevano tra il convulso traffico per andare a votare
per le europee — la comunità
valdese di questa città si ritrovava nel tempio di via Possidonea per il culto domenicale,
nonché per accogliere nel suo
seno il gruppo dei cinque giovani che, dopo aver compiuto
quest’anno il corso di catechesi, hanfio chiesto di essere ammessi in chiesa come membri
comunicanti. Tale richiesta, ovviamente, non poteva che essere accolta dal Consiglio di chiesa e dall’intera comunità che
con viva soddisfazione e gioia,
considerato che oggi è un po’
difficile trovare nelle giovani generazioni ragazze e ragazzi disposti a prendere seriamente
delle decisioni e degli impegni
come quelli presi da Magda, Luciana ed Alessio Santagati, Ezio
Sagripanti e Giulia Miduri.
Si tratta di giovani tutti studenti di scuole superiori e provenienti da famiglie evangelicovaldesi. Però — è bene sottolinearlo — la loro decisione
non ha avuto spinte esterne, ma
è scaturita da una libera scelta,
da una vocazione ed esperienza
che si son venute maturando e
arricchendo attraverso impegni,
quali soprattutto quelli di preparazione e conduzione di culti
collettivi, studio della Scrittura,
attività varie nell’ambito giovanile.
Il past. Giovanni Lento, nel
presentarli alla comunità, ha espresso loro il suo vivo compiacimento e quello della Chiesa
per questa loro decisione. Impostando quindi il suo messaggio
sul testo di Prov. 4: 20, ha messo in risalto l’ammonimento dello scrittore biblico al giovane
del suo tempo, affinché conservi
saldo il suo cuore a ciò che Dio
chiede da lui, senza tentennamenti, senza « voltarsi né a destra né a sinistra », ma andando
sempre direttamente avanti, conservando puri i precetti del Signore, ciò che l’Evangelo di Gesù
Cristo ci esorta a compiere in
ogni nostro servizio.
E’ seguita quindi la liturgia della « ammissione » (preceduta da
quella del battesimo di Sagripanti e Miduri) e subito dopo
quella della S. Cena: tutte svolte in una atmosfera di commossa partecipazione e di gioia.
Al termine del culto la comunità e i presenti (tra i quali vi
erano rappresentanti della Chiesa battista, parenti e amici dei
giovani ammessi) sono stati invitati a passare nella sala accanto al tempio per il rinfresco,
consumato tra allegri scambi
di saluti, auguri e simpatiche
parole d’occasione.
All’Insegna di Basilea
ROVERETO — La piccola comunità valdese di Rovereto alterna i culti, presieduti dal pastore
Giulio Vicentini a cui va tutto il
nostro affetto e la nostra riconoscenza, con attività locali in gran
parte ecumeniche.
Nell’ottobre dello scorso armo
è stata presente ad una manifestazione per la pace ed inoltre,
in occasione della « settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani », Florestana Sfredda Piccoli
ha tenuto l’omelia in luogo del
parroco durante una celebrazione eucaristica cattolica. Va sottolineato che il pulpito veniva ceduto ad una donna, per di più
di confessione evangelica: ci sembra un evento rilevante.
Negli stessi giorni il past. Vicentini presiedeva un culto solenne in una grande sala dei padri rosminiani, gremita in gran
parte da cattolici, che collaboravano nel canto e nella preghiera; tale culto per la settimana
dell’unità da molti anni ha luogo
a Rovereto, sempre pubblicizzàto in tutte le parrocchie e con
una forte partecipazione della
cittadinanza. Ancora la Sfredda
ha successivamente tenuto uno
studio su Romani 12 a un gruppo di catechiste cattoliche e in
seguito la relazione sulla propria esperienza a Basilea, momento storico vissuto con profonda emozione in rappresentanza del SAE (Segretariato attività ecumeniche).
A Emidio Sfredda è stato richiesto a sua volta di predicare
l’Evangelo nel corso di un incontro di preghiera svoltosi in
una parrocchia cattolica ed ha
inoltre organizzato, in collaborazione con le associazioni per
la pace della città, una serie
di studi biblici finalizzati alle tematiche di Basilea.
Il piccolo gruppo roveretano
ha partecipato altresì alla preparazione di un convegno primaverile del SAE a Verona sul
tema; « Le chiese cristiane in
Europa tra stor,ìa e profezia »,
che ha coinciso con la grandiosa
manifestazione per « Pace, giustizia e. salvaguardia del creato »
di ARENA 3, consentendo un gioioso momento di contatto con
alcuni dei prestigiosi protagonisti dell’incontro all’Arena di Verona.
In collaborazione con FARCI
del Trentino, a Rovereto la comunità valdese, insieme all’Associazione italo-scandinava e al
Teatro Laboratorio Musica DISSUONO, ha inoltre organizzato in
una delle chiese della città il
concerto di un coro luterano
(« Stockolms Barockkor») di
cui è stata da noi sottolineata
la matrice protestante, anche se
spiritualità cattolica e spiritualità riformata si fondevano nella
felice scelta degli autori dei brani musicali presentati. Speriamo
per un prossimo anno di far venire a Rovereto un coro delle
valli valdesi, a testimonianza ancora più esplicita della nostra
identità.
6
valli valdesi
luglio 1989
VILLAR PELLICE
Oltre
il vincolo
E' riesplosa in questo inizio di
luglio una polemica sul futuro
della montagna. Tutto è cominciato da un ennesimo vincolo che
la Sovrintendenza ai monumenti
ha messo sulle rovine del Forte di
Mirabuc, e la cosa rischia di bloccare — non si sa fino a quando
— la costruzione di una pista
agro-silvo-pastorale da Villanova
al Fra.
Ci si è nuovamente divisi tra
coloro che ritengono giusti i vincoli e quanti invece non vorrebbero porre alcun vincolo alla vita del montanaro, già troppo penalizzato.
Abbandoniamo questa polemica e cerchiamo di ragionare sul
futuro, ed in particolare sul futuro di queste valli, con la loro
storia, la loro economia, la loro
composizione sociologica, la loro
geografia. Tempo fa un gruppo
di « esperti » della Commissione
distrettuale aveva prodotto un
documento su questa questione
che poteva essere una buona base di partenza per una discussione collettiva. Il nostro giornale
lo aveva pubblicato, l’altro
« Eco » (quello del Chisone) lo
aveva commentato, rilevando alcune lacune. Ma poi non se n’è
fatto nulla e la discussione non
è decollata.
Eppure una cosa è certa: l’ambiente — lo dicono tutti — è lo
sviluppo e la salvaguardia della
montagna. Ciò vuol dire che gli
uomini debbono usare l’ambiente
per trarne, oggi, il massimo benefìcio possibile, ma anche nell’ottica di garantire alle generazioni future lo stesso benefìcio.
Per questo, a mio parere, va superata in tutti la cultura del vincolo, che produce la sterilizzazione di ogni intervento. Il vincolo
va visto inserito in una programmazione attiva che coordina gli
interventi. La montagna è infatti
un sistema complesso di risorse
e di soggetti che necessita di una
cultura attiva, capace di valorizzare e ottimizzare tutto: storia,
economia, territorio.
Per questo non si può gestire
la trasformazione delle valli da
una economia agricolo-industriale ad una agricola-industriale-turistica solo con iniziative monosettoriali in cui ciascuno opera
per conto suo. Oggi questo non
c'è. Non lo fanno (o lo fanno
molto poco) le comunità montane. E i risultati sono davanti a
tutti.
Possiamo sperare in una inversione di tendenza?
O almeno ad un tavolo, ad una
conferenza a cui tutti coloro che
sono interessati a costruire il futuro delle valli si siedano per
discutere gli obiettivi a medio e
a lungo termine, le procedure e
le forme di controllo dello sviluppo che vogliamo. Così almeno
le diversità che ci sono non si
trasformeranno in pregiudizi.
Giorgio Gardiol
Si farà l'alpeggio?
La vicenda dell’alpeggio della Gianna, protrattasi per anni, si avvia
a positiva conclusione - Nasce intanto una cooperativa agrituristica
Incontriamo il sindaco di Villar Penice, Paolo Frache, per verificare quali sono le linee di intervento che vedono particolarmente impegnata l’amministrazione comunale, i problemi e le
eventuali novità che contraddistinguono questo comune.
Viabilità, acquedotto, piste agro-silvo-pastorali sono punti salienti del programma '89; per
quanto riguarda la forestazione,
sono previsti notevoli interventi
nel vallone della Liussa: « Mentre gli altri cornimi ’’discutevano” sui finanziamenti CEE per
opere varie, noi abbiamo dovuto
"accontentarci” di quelli sulla forestazione; si tratta di effettuare
diradamenti sul novellarne e di
tagli fitosanitari su molti alberi
malati. Altri interventi si faranno per la riconversione di un bosco da ceduo in alto fusto ed ancora, in accordo con il comune
di Torre Pellice, nella zona di
confine fra i due comuni sul Castelluzzo ».
L’amministrazione comunale si
avvia anche ad acquistare lo stabile che ospitò la cooperativa agricola, una struttura ed un’organizzazione che hanno a lungo
fatto nascere speranze ed aspettative negli agricoltori e che si
sono chiuse in modo negativo;
cosa ci può dire, sig. Frache, al
proposito?
« Indubbiamente la cooperativa
ha deluso moltissimo gli agricoltori locali che erano partiti pieni
di buona volontà, dando molte
ore di lavoro per questo progetto. E’ sicuramente difficile analizzare in modo completo le cause di questo fallimento; probabilmente c’è stato anche un difetto gestionale, ma va anche rimarcato che proprio il commercio del bestiame non si è rivelato valido: sembrava che allevando le manze si potessero ottenere buoni utili ed invece così non
è stato. A questo si aggiungano vari problemi sanitari che
hanno inferto duri colpi sul piano finanziario e, dato non trascurabile, la grossa difficoltà ad
avere un ricambio nelle forze impegnate nella cooperativa ».
Perciò, di fronte al fallimento,
avete deciso l’acquisto delle strutture...
« Devo dire che abbiamo avuto
più di una richiesta da parte di
aziende esterne alla valle interessate alla stalla per impiantarvi
nuovi allevamenti di animali da
ingrasso; abbiamo però preferito
che la struttura rimanesse di proprietà di valligiani, anche per non
dover affrontare tutti i problemi di ordine sanitario legati ad
una eventuale nuova attività di
allevamento, e quindi il consiglio
comunale ha deciso di pervenire
all'acquisto.
Una parte dello stabile verrà
utilizzata direttamente dal comune quale ricovero per i suoi mezzi, un’altra verrà utilizzata dalla
neonata cooperativa equestre "La
sella” che si occupa di organizzare gite a cavallo e che ci augu
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riamo abbia un futuro interessante. Non dimentichiamo poi
che legato alla stalla c’è il peso
pubblico, un servizio assai utile
e che riteniamo di proseguire anche in futuro ».
Villar Pellice è assurta alla ribalta della cronaca per una vicenda che da anni (oltre cinque)
evidenzia la complessità e talvolta l’assurdità della burocrazia italiana: l’alpeggio della Gianna.
Il progetto prevede, onde migliorare le condizioni in cui operano gli allevatori che si recano
all’alpeggio ed anche offrire la
possibilità di praticare la cosiddetta fertirrigazione, la costruzione di una nuova struttura a
monte dei pascoli in cui ospitare
il bestiame, gli operatori agricoli
ed i locali per la lavorazione del
latte; inoltre dovrebbe essere installata anche una piccola centra
le idroelettrica per soddisfare le
esigenze locali. La pratica, dicevamo, va avanti da anni, i pareri
si sono succeduti a nuove richieste di chiarimento.
« Secondo la legge n. 56 — precisa il sindaco — non si possono
effettuare opere di urbanizzazione e nuove costruzioni nei boschi
di alto fusto, quindi in pratica fare una stalla o fare un albergo sembra divenire la stessa
cosa. Gli incontri si sono succeduti e forse stiamo arrivando in
dirittura d’arrivo, con la pratica
in attesa di parere all’ufficio geologico; se di lì arrivasse una risposta positiva, potrebbe finalmente essere la volta buona per
realizzare un’opera che il nostro
consiglio comunale ha anche definito di pubblica utilità ».
Piervaldo Rostan
SKF
L’accordo non piace
L’ipotesi di accordo sindacale
siglato il 30 giugno scorso dalle organizzazioni sindacali PIMPIOM-UILM, che prevedeva un
aumento lordo annuale per il
1989 di 550 mila lire, lo « scorrimento del lavoro a 6 giorni »
per tutti i lavoratori ed anche
« alla domenica » per alcuni
giovani assunti part time, è stata
respinta dalla maggioranza dei
lavoratori intervenuti alle assemblee.
Questi i risultati della consultazione: a Villar Perosa contrari
313 su 448, all’Avio 130 su 159,
53 su 128 a Pinerolo, 310 su 555
ad Airasca. Complessivamente
i contrari sono stati l’86®/o e i
favorevoli il 14“/o, ma il numero delle astensioni, cioè di coloro che non sono intervenuti alla discussione, è abbastanza alto.
In questa settimana si svolgeranno le assemblee negli stabilimenti SKP del Sud Italia, il
cui esito sarà determinante per
l’approvazione o meno dell’ipotesi di accordo.
Due le principali motivazioni
dell’atteggiamento degli operai
sulla questione: l’insufficienza
dell’aumento (la proposta di accordo rappresenta il 40% di
quanto ottenuto alla Piat e il
25% di quanto ottenuto alla Beloit), e soprattutto la questione
del lavoro il sabato e domenica.
Il fatto che vi siano giovani
che per contratto di assunzione
debbano lavorare la domenica è
sentito da molti operai come una
divisione tra i lavoratori. Divisione che avviene anche sul piano salariale, in quanto i nuovi
assunti non hanno diritto neanche alla maggiorazione salariale
dell’accordo.
Sui risultati della consultazione dei lavoratori hanno dato un
giudizio positivo i delegati della
Pim-Cisl di Villar e Democrazia
Proletaria.
Il problema del pieno utilizzo
degli impianti non può essere
realizzato con la divisione dei
lavoratori, sottoposti al « ricatto » del « volontariato » per il
sabato e dell’« assunzione per
la domeniea », e deH’aumento
contrattato individualmente con
la direzione. Osservano i delegati che solo una riduzione generalizzata dell’orario di lavoro
può garantire l’occupazione e il
pieno utilizzo degli impianti. Ma
su questo sembra che nessuno
voglia discutere seriamente.
G. G.
PINEROLO
USSL sotto
accusa
L’USSL è posta sotto accusa
per la disorganizzazione in cui
versa non solo da un gran numero di utenti, che ogni giorno
scoprono che i servizi ai quali devono rivolgersi hanno cambiato
indirizzo, che gli orari di apertura scritti in una pubblicazione recentemente inviata a tutti
i cittadini sono sbagliati, ma anche dal consiglio comunale.
Assente il presidente dell’USSL
Camusso, e con la astensione
della corrente andreottiana della DC, e del PSI, il consiglio nella sua ultima seduta ha approvato un ordine del giorno di dura critica all’attuale comitato di
gestione (DC e PSI), quasi una
richiesta di dimissioni. Anziani,
tossicodipendenze, servizi di psichiatria, rapporti col personale
sono i punti di tensione tra comune e USSL.
ARREDAMENTI
Mobilificio
GIUSEPPE GRIVA
Incidente mortale
TORRE PELLICE — In un
drammatico incidente è deceduto, sabato 15 luglio scorso, il sig.
Carlo Coisson, di 40 anni. Mentre
si recava a lavorare a Pinerolo
a bordo della sua « vespa » veniva, intorno alle 6 del mattino,
investito da un’autovettura che
aveva invaso la corsia opposta.
Tutti promossi
TORRE PELLICE — Risultati
per molti studenti inferiori alle
aspettative al Collegio valdese
nell’esame di maturità di cui sono stati resi noti i voti in questi
giorni. Se pure si segnalano i
60/sessantesimi di Barbara Camusso e Cristina Ricca, va infatti rilevato che in più di un
caso è stata appena superata
la sufficienza. Non è andata meglio in compenso agli studenti
dell’Immacolata di Pinerolo, abbinati a quelli di Torre con la
stessa commissione: inferiore
al Collegio infatti la media di
classe, con una bocciatura finale.
Riparare le baite
BOBBIO PELLICE — Un’ordi
nanza emessa dal sindaco Charbonnier preoccupa alcuni abitanti: essa riguarda i fabbricati di alcuni alpeggi siti in terreni di proprietà comunale.
In particolare l’ordinanza precisa che gli aventi titolo sui fabbricati siti agli alpeggi del Pis
della Rossa, del Pra, di Crosenna, di Bancet, della Rossa, di
Partia d’Amount, del Pis Ubert e
del Giulian, dovranno, in base al
nuovo regolamento per le baite
negli alpeggi comunali, provvedere, entro il 31 dicembre ’91,
al loro ripristino, presentando
regolare domanda e, se necessario, anche il progetto. « In
difetto — si legge nell’ordinanza
— il proprietario perderà ogni
diritto ed il fabbricato diventerà
proprietà comunale ».
Qualcuno, fra gli anziani agricoltori, di fronte a questo
ordine teme di perdere la propria baita; un’altra domanda però è legittima: ci sono già progetti di possibile utilizzo (agriturismo?) da parte del Comune
o di eventuali nuovi acquirenti
privati delle baite che dovessero
risultare abbandonate?
FABBRICA • ESPOSIZIONE
Vìa S. Secondo, 38 - PINEROLO - Tel. (0121) 201712
(di fronte Caserma Alpini < Berardi »)
Treno sospeso
TORINO — Dal 6 al 28 agosto
non circoleranno i treni sul
tratto Pinerolo-Torre Pellice. Lo
ha deciso l’Ente Ferrovia per
permettere le ferie del personale e l’utilizzo di parte di esso
sulle linee a maggior traffico.
Da Pinerolo a Torre funzionerà un servizio sostitutivo di autobus. Ciò provocherà disagi a
quanti, anche dall’estero, vengono in vai Pellice per partecipare
alle manifestazioni del « Glorioso Rimpatrio ».
Chiusa al traffico
BOBBIO PELLICE — Come
già accaduto la scorsa estate,
con una apposita ordinanza, il
sindaco ha stabilito la chiusura
della strada che dal piazzale del
Barbara conduce al colle Barant e di lì al Pra; tutto ciò facendo riferimento ad una legge
nazionale del '59 ed alla legge
regionale n. 32 dell’82 che stabilendo delle norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale, vieta l’uso di mezzi fuoristrada su
piste, sentieri e strade forestali,
con la sola eccezione di veicoli
collegati ad attività produttive
o di soccorso.
La strada del Barant, che molti vorrebbero risistemata per
consentire un migliore accesso
al Pra, risulta invece priva di
barriere di protezione e con il
fondo sconnesso.
7
21 luglio 1989
valli valdesi
AGRITURISMO IN VAL RELUCE
TORRE RELUCE
Fra le tigri dei “Bacomela" In piazza
, pratica l’integrazione fra agricoltura e tu- per Beckwith
□ li studenti - Una orooosta a livello di va
L’esperienza di chi, da anni, pratica l integrazione tra agricoltura
rismo - Le « giornate » con gli studenti - Una proposta a livello di valle
Di agriturismo si parla molto
nelle nostre valli, e non da oggi;
le esperienze in questo senso sono ormai più d’una e c'è chi vede in questa attività anche una
piccola, ma significativa soluzione ai problemi di occupazione in
montagna: molte volte, anche
per difficoltà oggettive ad organizzare di più, ci si limita però
alla preparazione di, ottime per
carità, cene.
Incontriamo il sig. Piergiorgio
Grindatto che ormai da parecchi
anni ha lanciato il centro « Bacomela » nell’Inverso, quasi al confine fra i comuni di Torre Penice e Luserna, nel tentativo di fare un piccolo bilancio di questi
anni, soprattutto alla luce delle
molte attività che l’azienda ha
saputo organizzare per gli ospiti.
« Anche per mancanza di terreni e di esperienza, non ho potuto fare il contadino a tempo
pieno; certo mi sono state di stimolo molte esperienze viste in
Francia, dove c’è una vera e propria integrazione tra attività agrìcola e turistica. Di fatto la produzione di frutta e verdura della
nostra azienda viene assorbita
totalmente nella gestione della
casa, mediante trasformazione in
VALLI CHISONE
E GERMANASCA
Sport in
montagna
Il Gruppo guide alpine valli
Chisone e Germanasca, già attivamente operante da alcuni anni
in queste valli, ha dato vita ad
un progetto denominato « Obiettivo montagna ». Esso si occupa
di divulgare e valorizzare gli
sport « della montagna » ( arrampicata sportiva, alpinismo,
trekking, grandi discese in sci)
soprattutto nelle nostre valli,
portandoli a conoscenza di un
pubblico sempre più vasto e
ideando una serie di strutture
che ne favoriscano la pratica.
Recentemente incluse nei «Paesi del Monviso », le valli Chisone e Germanasca « lottano » per
un decollo economico basato anche su un turismo alternativo,
che mira a rivalutare attività legate all’ambiente montano. In
quest’ottica « Obiettivo montagna » si propone sia di rilanciare
la pratica dell’escursionismo e
dello sci alpinismo per offrire al
turista l’occasione di un contatto
vitale con ambienti incontaminati, sia di promuovere il già avviato sviluppo dell’arrampicata
sportiva, di per sé valida attrattiva turistica grazie alle sue caratteristiche di praticabilità e
spettacolarità.
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succhi di frutta, confettura e nei
pasti degli ospiti ».
Quante persone, a livello lavorativo, gravitano intorno al Bacomela?
« Al nucleo originario della mia
famiglia, se ne è aggiunta a tempo pieno un'altra; inoltre abbiamo collaborazioni saltuarie, specie nel periodo estivo e durante
le visite delle scuole ».
Ecco, capita sovente di vedere
qualcuno del Bacomela in giro
per la valle seguito da scolaresche; puoi parlarci di questa attività?
« Abbiamo contattato in particolare le scuole di quei paesi
"torcati” dalla nostra linea ferroviaria, in modo da rendere al
massimo semplice l’arrivo a Torre; l’abbiamo fatto mandando alle scuole (in particolare elementari) una lettera circolare in cui
si citava agli insegnanti la possibilità di scegliere una giornata
sull’ambiente. Devo dire che il
successo è stato veramente elevato e le adesioni moltissime. Le
nostre giornate prevedono la visita al bosco, la presentazione
della flora e della fauna della
zona, notizie sulle modalità di
coltivazione della frutta o sull’apicoltura, grazie ad apposite
arnie di osservazione di cui ci siamo dotati. Altri settori di ricerca riguardano il legno, in collaborazione con le locali segherie.
Oltre a questi aspetti presentiamo altri argomenti, quali ad esempio la storia: in questo caso
visitiamo la parte etnografica del
museo valdese e successivamente
ci soffermiamo sul "come ci divertivamo”, e cioè sui tipi di giochi di cui usufruivano le passate
generazioni ».
I ragazzi provengono spesso da
un mondo cittadino: c’è un effettivo interesse per un mondo
per loro nuovo? Qual è il grado
di conoscenza che essi hanno di
queste zone e delle loro caratteristiche?
« Interesse sicuramente ce n’è
moltissimo; potrei dire di scoprire nel contempo un’ignoranza
pazzesca su tutto quanto concerne l’habitat montano: non soltanto sulla flora ma anche sulla fauna. Ad esempio c’è stato chi ha
collocato a Torre Pellice il pinguino; la stragrande maggioranza qui si immagina comunque tigri, leoni e orsi, mentre nessuno
ha mai visto né sentito parlare
della salamandra ».
Dunque un’attività che veramente porta a quell’incontro così auspicato fra modi diversi di
vivere, tra ambienti diversi, tra
culture diverse, tutti elementi
che concorrono alla formazione
di una persona; di fronte a questi elementi ed all’esperienza di
questi anni, quale futuro vedi per
l’agriturismo in valle?
« Sicuramente un grosso futuro; le possibilità offerte sono molte ed anche sul piano economico
possono avere un certo rilievo.
Bisognerebbe portare avanti il discorso a livello di valle, evidenziando aree particolari in cui ripetere queste esperienze, in cui
si possano, ad esempio, creare
dei piccoli "parchi etnografici”
con baite ristrutturate, ognuna
con le sue particolarità (costumi,
utensili, ecc.): in mezzo a questo
museo all’aperto si potrebbero pilotare dei gruppi di turisti che,
sono sicuro, sarebbero numerosi ».
P.V.R.
VERSO UN SEMINARIO
Attività produttive
e
Prosegue il confronto fra associazioni ambientaliste ed USSL
43 sul tema : « Attività produttive ed ambiente », in vista di un
prossimo seminario da svolgersi
in autunno.
L’ultima riunione, tenuta alla
fine di giugno, malgrado la non
elevata partecipazione di interessati, ha permesso di evidenziare
alcuni aspetti significativi.
Attenzione particolare — è stato detto — dovrà essere attribuita al ruolo della scuola nell’educazione ambientale, con la presentazione di un progetto di lavoro da attuarsi nelle scuole della vai Pellice a partire già dal
prossimo anno scolastico ’89-’90.
L’incontro ha per altro posto
in risalto l’opportunità di collo
care diversamente dal previsto il
seminario in questione; in particolare, al posto di un unico momento di dibattito, dovrebbero
svolgersi più incontri a cadenza
settimanale o quindicinale. Detti
incontri dovrebbero essere introdotti da due relazioni, una istituzionale ed una di rappresentanti sindacali e sociali, in modo
da garantire una visione più esaustiva della problematica ed
una « vivacità » dialettica dell’esposizione.
Per approntare le modalità di
partecipazione a questi incontri
mediante interventi che possono
essere costituiti da relazioni, documentazioni o altro, gruppi ed
associazioni dovranno ora esprimersi, a partire dalla semplice
adesione al seminario.
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Week-end in piazza in compagnia di Radio Beckwith che,
cogliendo l’occasione del bicentenario della nascita di Charles
Beckwith, ha organizzato per
sabato 22 e domenica 23 luglio
una serie di manifestazioni in
piazza Muston a Torre Pellice.
Sabato, a partire dalle ore 16,
presso il cinema Trento, si svolgerà il convegno storico su
Beckwith con relazioni dei prof.
Oggi
e domani
Mostre
VILLAR PELLICE — Sarà ancora aperta al pubblico, il 22 ed il 23 luglio
dalle ore 15 alle 23, la mostra di rettili vivi presentata presso la sala teatro della chiesa valdese.
TORRE PELLICE — Resterà aperta
fino al 6 agosto la mostra fotografica che Lina Gavina ha dedicato al tema
dei « mestieri »: è visitabile nell’atrio del municipio in orario di ufficio.
TORRE PELLICE — Dal 22 luglio al
13 agosto sarà aperta al pubblico,
presso la sede della Pro Loco, una
mostra di ceramiche.
Concerti
TORRE PELLICE — Venerdì 21 luglio
alle ore 21, nel tempio valdese, si
svolgerà un concerto di musica barocca col gruppo •< Eupalinos »; il quartetto, che si esprime attraverso flauto,
oboe, fagotto, cembalo, presenterà
musiche di Bach, Telemann, Pepusch,
Heinichen, Galliard, Quantz, Frescobaldi.
PEROSA ARGENTINA — Partirà venerdì 21 luglio e terminerà il 18 agosto la serie di spettacoli denominata
«Perosa Musica »; gli appuntamenti
sono previsti per ogni venerdì alle ore
21, in piazza Europa, piazza 1” Maggio e parco Gay.
Cinema
TORRE PELLICE — Nel periodo estivo il cinema Trento prevede proiezioni quotidiane con unica visione alle
ore 21.30; giovedì 20 viene posto in
visione « Mignon è partita »; venerdì
21 •< Una pallottola spuntata »; sabato
22 « New York stories >>; domenica
23 " Rain man »; martedì 25 « I gemelli ■>; mercoledì 26 « Due figli ».
Manifestazioni
RORA' — Domenica 23 luglio avrà
luogo la XVII edizione della marcia
alpina Rorà-Valanza.
Corsi
TORINO — Sono aperte le iscrizioni
ai corsi di formazione professionale
'89-’90 finalizzati all'occupazione di giovani diplomati nel settore dell’elettronica e dell’automazione. Per poter accedere a tali corsi (la cui frequenza è
obbligatoria) occorre essere iscritti al
collocamento, essere in possesso di
diploma di scuola media superiore e
superare un test di ammissione.
I corsi sono della durata di 36 'ore
settimanali e. al termine dello studio
teorico e dell’applicazione pratica, in
base all’esito dell’esame finale, viene
rilasciato un attestato di specializzazione valido a tutti gli effetti di legge.
Corsi e Iscrizioni presso il palazzo
del lavoro In via Ventimiglia 201, a
Torino (tei. 011/6966572).
Segnalazioni
LUSERNA SAN GIOVANNI — Sono
organizzate visite guidate al centro
storico di Luserna con ritrovo alle
ore 16.30 presso la piazzetta Santa
Croce; è inoltre possibile visitare alcune mostre presso il cinema teatro
di Luserna Alta, aperto tutti i giorni
della settimana.
Domenico Maselli, Giovanni Gönnet, della dott.ssa A. Maria 'Valdambrini, del pastore Gustavo
Bouchard, del dott. Osvaldo
Coisson e del sig. Prescot Stephens. In serata un concerto del
gruppo pinerolese di musica popolare « La Cantarana ». Domenica 23, alle ore 9, si svolgerà
fra Torre Pellice e Luserna San
Giovanni una biciclettata non
competitiva e, nel pomeriggio,
alle ore 17, dopo un concorso di
cani, una tavola rotonda sul significato dell’essere missionari
oggi, con la partecipazione del
past. Renato Coisson, del dott.
Andrea Ribet e del prof. Claudio
Tron. In serata un concerto jazz
con T« Emanuele Cisi quartet ».
NeH’intervallo avverrà l’estrazione dei premi della sottoscrizione
a favore di Radio Beckwith.
A proposito della radio, va segnalato che per problemi tecnici al ponte di trasmissione appena installato a Rocca Berrà
le trasmissioni sono state sospese per circa una settimana e
sono riprese con regolarità a
partire da domenica 16 luglio
scorso.
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Croce Verde Porte: Tel. 201454.
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(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva; Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza ;
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
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Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
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8 fatti e problemi
M luglio 1989
AGAPE
FIRENZE
Immigrate
e diritto alla salute
In una bellissima atmosfera
intorno a belle montagne e prati
verdissimi, accolte a braccia aperte, siamo arrivate noi donne
africane, latino-americane, arabe
immigrate in diversi paesi dell’Europa, insieme a donne italiane, francesi e portoghesi.
L’obiettivo comune era una carta dei diritti delle donne immigrate. Sul problema delle donne e
dei bambini ci sono paure, domande e disagi pensando al 1992.
Con l’unificazione dell'Europa,
cosa ne sarà di noi?
Il convegno è stato organizzato dal GEME, dal SM della EGEI
e dal Consiglio regionale del
Piemonte. Hanno partecipato Vera Squarcialupi, parlamentare
europea, Medina Djiallo del Mali,
rappresentante del CEREA (Centre d’échange et de rencontre des femmes), Luci Rojas cilena, per la Lega dei diritti dei
popoli, Saida Alt dottoressa somala, Filar Saravia antropoioga
peruviana, Saida Marie Sidhoum
sociologa, Nadja Amiri dottoressa algerina, Mara Tognetti socioioga, Ana Nunes del gruppo « La
pace è possibile nel Timor orientale »; anche i nostri piccoli interventi hanno contribuito alla stesura del documento.
Abbiamo ascoltato testimonianze di donne che lavorano nei
servizi sociali, nelle associazioni,
negli ospedali, in centri pubblici
o privati. Dopo questo bellissimo week-end insieme, ecco i punti più rilevanti.
Si è potuto vedere che il problema della salute deriva dall’isolamento sociale, dalle conseguenze fisiche e psichiche derivanti
dall’abbandono del proprio paese, della propria casa, della propria famiglia per venire ad abitare in case malsane, con lavori
precari, scarsa conoscenza delle
norme sanitarie, mancanza di conoscenza degli ospedali, diversa
alimentazione, mestieri nocivi e
pericolosi. Questo causa stati di
tensione ed insicurezza, difficoltà
di comunicazione con i medici
ed il personale paramedico (ad
esempio portando ad un’alta percentuale di parti cesarei dovuti
proprio alla incapacità reciproca
di comunicazione; alcune donne
africane, in particolare, rifiutane
questo intervento perché comporta loro minore possibilità di
fare figli, fatto importante nella loro cultura).
In Italia gli immigrati sono in
maggioranza clandestini e soltanto quelli che lavorano regolarmente (legge 943) godono dei servizi sanitari. Perciò l’immigrato
clandestino è totalmente emarginato, abbandonato dall’amministrazione pubblica. Quelli che pur
essendo stati regolarizzati non
hanno un lavoro, ritomano nella situazione degli irregolari, cioè
senza assistenz.a sanitaria. La situazione dell’immigrato ci porta alla riflessione che l’Italia non
si riconosce ancor oggi come
paese d’immigrazione.
Dalle considerazioni che sono
state fatte possiamo sottolineare
che l’immigrato esita ad usufruire delle strutture sanitarie e vi
ricorre solo in casi di urgenza,
correndo rischi per la propria
salute: patologie psicosomatiche,
ulcere gastrointestinali, malattie
dermatologiche, depressioni, ecc.
C’è una dimensione culturale
della malattia e non si può analizzare il manifestarsi di essa se
non si parte dalla cultura di
origine (ognuno ha un proprio
concetto della malattia). Un altro aspetto problematico riguarda il rapporto straniero-servizi;
la mancanza di inserimento nella .società non gli fa conoscere
le possibilità di assistenza. Quando poi si rivolge ai servizi, non
Il rischio
della clandestinità
obbligata
Momento di relax nel corso del convegno tenutosi ad Agape per
gettare le basi di una Carta dei diritti delle donne migranti.
lo fa direttamente'ma ricorrendo ad un mediatore, accompagnato da un amico o un familiare, perché non conosce la lingua o per avere un impatto meno forte e drammatico. Se ha
avuto un contatto positivo torna indipendentemente dal tipo di
bisogno e tende ad instaurare
un legame anche affettivo. Vediamo un esempio: da una ricerca fatta in 20 consultori a Milano nell’88 su 257 donne immigrate, 102 hanno fatto l'interruzione volontaria della gravidanza; la maggior parte di loro ha
la laurea o il diploma, ma queste donne non tornano per il
controllo e solo il 27,5% è tornato
per adottare mezzi contraccettivi. Dopo aver descritto la situazione in Italia, vorrei riferirvi
l’esperienza francese dove si vede una maggiore e migliore integrazione dell’immigrato extracomunitario. Molti di loro hanno avuto il diritto alla cittadinanza, conseguenza logica in un
contesto democratico di ex colonia, ma anche quelli non provenienti da ex colonie francesi
hanno avuto la possibilità di un
soggiorno con una durata di 10
anni, nel 1978, e questa situazione ha permesso l’inserimento
nel mondo del lavoro e la creazione di servizi.
Gli immigrati in Erancia si
trovano in una situazione di vantaggio rispetto agli immigrati in
Italia, anche se si sono verificate le stesse difficoltà. Si è parlato dell’importanza di essere associate per rompere l’isolamento
delle donne immigrate, potendo
così informare ed assistere, dare una formazione specifica, una
assistenza particolare, poter mantenere la cultura d’origine per
loro stesse ed i loro figli ed avere un posto di ritrovo. Per quanto sopra detto, abbiamo chiesto
al Parlamento europeo:
1 ) Accesso ai servizi a prescindere dalla regolarizzazione o
dal permesso di soggiorno.
2) Eormazione del personale
nei servizi (conoscenza delle lingue, del fenomeno della immigrazione).
3) Riconoscimento dei titoli
di studio dell’immigrato.
4) Integrazione di personale
specializzato straniero.
5) Inserimento nei programmi di studio italiani delle problematiche deH’immigrazione.
6) Prendere misure oonlro lo
sfruttamento sessuale.
7) Diritto di voto nelle elezioni amministrative.
11 gruppo d’ donne timoresi
e portoghesi « La pace è possibile nel Timor orientale », dopo
aver illustrato la condizione socio-politica del Timor, ci ha riferito la terribile situazione sanitaria nella quale si trova l’isola. Non ci sono strutture sanitarie che con.sentano la cura dei
feriti, mancano le medicine e le
malattie che hanno i bambini sono la tubercolosi, la febbre tifoidea, la tosse canina ecc.
Ma il problema niù rilevante
è la pianificazione familiare forzata del presidente indonesiano
Suharto, il quale è stato proposto per il premio per il controllo della popolazione {ONU).
Al programma forzato di controllo delle nascite partecipa il
57% delle donne, che devono
inghiottire o farsi iniettare contraccettivi; alcune sono direttamente sterilizzate, e quelle che
sono incinte hanno paura di essere costrette ad abortire. Noi
donne immigrate abbiamo presentato una petizione al Parlamento europeo, sostenendo le
lotte per mantenere viva la mobilitazione.
A cura di Gabriela Lio
Nei giorni dal 9 all’ll giugno,
presso l’Istituto Gould di Firenze, si è tenuto un seminario rivolto a tutti coloro in qualche
modo interessati ai problemi dell’immigrazione. Presenti circa una trentina di persone; rappresentanti di varie denominazioni
evangeliche, cattolici, operatori
di diverse comunità e nuclei sociali, insegnanti, volontari del
Servizio migranti della FCEI.
Il seminario, nell’arco del fine
settimana, è stato variamente articolato.
Ad una breve presentazione
delle situazioni e realtà locali, ha
fatto seguito l’intervento centrale di Mahmoud Mansoubi, redattore di « Collegamento », bollettino di informazione suH’immigrazione (tei. 055- 287607).
Secondo il relatore, gli anni ’80
hanno conosciuto un nuovo tipo
di immigrato: l’immigrato clandestino e disoccupato. Nella psicologia comune, il collegamento
tra immigrazione clandestina, illegittimità e crimine è rapido per
quanto scorretto: solo la giustizia e l’ingiustizia sono un fatto
sociale, mentre il reato è un fatto individuale. Le istituzioni, a livello europeo, hanno recepito e
legittimato in qualche modo questa mentalità latente attraverso raccordo di Schengen dell’85,
che crea restrizioni in materia
di visti ed ingressi, e di Trevi
dell’87 (che trattando il tema immigrazione solo dal punto di vista della criminalità, abbina in
modo univoco e fuorviante queste due realtà). Una lettura possibile di questi accordi dice che
INIZIATIVA POPOLARE
Sanzioni contro
il Sud Africa
Il « Coordinamento nazionale
per la lotta contro l’apartheid in
Sud Africa» ha promosso una
raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare che stabilisca sanzioni economiche da parte del nostro paese
nei confronti del regime di Pretoria.
Ricordando che l’Italia è ormai diventata il primo partner
commerciale del paese segregazionista e razzista, un documento del comitato promotore fa
presente che tuttavia il nostro
paese si espresse nel febbraio
1987, presso il Consiglio di sicurezza deirONU, «per l’applicazione di sanzioni globali al Sud Africa così, come vengono richieste
dalla stragrande maggioranza
delle associazioni, delle chiese,
dei sindacati sudafricani e da
diversi premi Nobel, come il vescovo Desmond Tutu ».
Pertanto, con la collaborazione
di esperti giuristi, è stato redatto il testo di questa proposta di
legge, atta a sospendere « le relazioni economiche Italia/Sud
Africa fintanto che in quel paese non sarà smantellato il regime dell’apartheid ».
Un ampio cartello di organizzazioni, fra cui anche la Federazione CGILrCISL-UIL, dà vita alla raccolta di firme, per la quale si chiede anche la costituzione di gruppi locali.
Il testo della proposta si com
pone di nove articoli nei quali
si individua innanzitutto il territorio di applicazione delle sanzioni (Repubblica sudafricana
più la Namibia, fino aU’effettivo
raggiungimento dell’indipendenza di quest’ultima).
Gli articoli successivi stabiliscono il divieto di importare in
Italia merci sudafricane, con l’eccezione di opere che permettano
la circolazione del pensiero
(stampa, registrazioni, ecc...); di
esportare in Sud Africa merci,
prodotti e manufatti e di intrattenere collaborazione in campo
militare, tecnico-scientifico e
sportivo. Si bloccano poi, sempre
secondo la proposta di legge, gli
investimenti da parte degli istituti di credito italiani, la diffusione di messaggi pubblicitari
concernenti il turismo in Sud
Africa, la partecipazione a mostre o fiere in Sud Africa, salvo
la possibilità di deroga da parte del ministro del Commercio
con l’estero per eventuali finalità umanitarie delle iniziative,
sentito il parere del Comitato
speciale dell’ONU contro l’apartheid.
La prima campagna di raccolta delle firme, iniziata il 10 aprile scorso, si concluderà il prossimo 30 agosto. E’ possibile firmare presso i comuni dove siano stati vidimati i relativi moduli.
A. C.
se lo Stato sta perdendo terreno
in campo economico, dove solo
il profitto comanda, cerca però
di riacquistare potere in campo
sociale attraverso alcuni suoi organi. Un esempio lampante sarebbe proprio quello dell’accordo
di Schengen, elaborato in segreto dai ministri degli Interni di
Francia, RFT e Benelux escludendo dagli incontri l’Alto Commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite (ACNUR) e i Parlamenti nazionali interessati. Se
per caso qualcuno pensa che un
eccessivo potere di polizia sarà
capace di autolimitarsi e che, all’occorrenza, distinguerà tra straniero e cittadino, o fra settore
e settore, sbaglia. Un altro lato
negativo, rispetto agli accordi sopra citati ed alla restrizione dei
visti e degli ingressi, è che così
non si ferma né si modifica il
fenomeno che si vuole affrontare. Lo dimostra l’America, dove
la politica dello « stop legale »
ha dato come risultato 14 milioni di clandestini. In Europa gli
immigrati sono 20 milioni. Se
non riusciremo a modificare certe prese di posizione, correremo
il rischio di dare vita alla « clandestinità istituzionalizzata », conferendo al tempo stesso alle polizie europee ed ai relativi governi un enorme potere su questa
massa.
Prezioso il contributo di Graziella Pratulon, direttrice del
Servizio sociale internazionale,
la quale si occupa dei problemi
connessi agli immigrati ed ai relativi paesi di origine e di arrivo.
Attraverso i suoi interventi venivano illustrati metodi e tecniche di assistenza sociale. Punti
chiave ; cercare di collaborare
con gli enti competenti per il
raggiungimento dello scopo volu
to ; indagare per sapere chi è
l’individuo che si ha di fronte,
cosa vuole, come e perché, e dare di conseguenza non quello che
si è deciso a priori, ma quello
che vuole l’immigrato e di cui
realmente ha bisogno. Tutto ciò
presuppone una grande flessibilità da parte dell’operatore, il quale dovrebbe avere la capacità di
mettersi sempre in discussione
in prima persona circa le proprie motivazioni e aspettative.
Essenziale è anche che l’operatore non si faccia mai coinvolgere oltre le proprie forze e non
si faccia trasportare emotivamente. Permettere all’assistito di
appoggiarsi all’operatore in un
rapporto individuale vorrebbe
dire deluderlo necessariamente;
al tempo stesso si snaturerebbe
il ruolo dell’operatore, compito
del quale non è caricarsi sulle
spalle la vita di un’altra persona
o di alcune persone, bensì assisterle, nel corso del suo mandato e fin dove consentito.
Sono seguiti dei lavori che hanno visto i presenti, divisi in gruppi, elaborare tecniche per l’insegnamento delle lingue italiana ed
inglese, e soluzioni per problemi
pratici che già si sono presentati e si ripresenteranno con sempre maggiore frequenza. Per esempio come operare efficacemente, ma con urgenza, per aiutare degli immigrati a non essere rimpatriati, oppure come accogliere ed inserire dei rifugiati
nella propria comunità.
Il seminario è stato senz’altro
utile come incontro, scambio di
idee e presa di contatti produttivi per un aiuto di qualità sempre migliore agli immigrati, e si
auspica perciò a conclusione che
quest’esperienza non rimanga unica.
Laura Carlodalatri