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DELLE
Ep-5tt.
VpU;33
{Torino)
Tonns T2ÎLIC::
Settimanale
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali jàvete peccato, e iatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
.-vnno l.XXXVIl - N. 23 ABBONAMENTI ^ Eco: L. l.OOO per l’interno Eco 6
Una copia L. 30
PRIMA DELLE COMFEREfllZE DISTRETTPA^
Bilanci BCciBsiastici
Concerto a Torre Pellìce
Al termine di un anno di attività
ecclesiastica, ogni nostra comunità fa
un bilancio consuntivo e ode la lettura della relazione annua preparata dal Concistoro: si esaminano il
lavoro compiuto, gli aspetti ed i problemi più diversi della vita della chiesa, e si fa il punto della situazione
spirituale ed amministrativa.
Nelle relazioni non mancano le luci e le ombre, accentuate dai riflessi
psicologici o teologici dei relatori. Talvolta si parla della Chiesa con senso
di ansietà e di amaro giudizio, come
se essa fosse sulla via del fallimento;
altre volte, con soddisfazione e facile ottimismo come se, tutto sommato, non ci fosse ragione di lamentarsi, in una pace esterna raggiunta e
salvaguardata.
L’autore del libro degli Atti apostolici, volendo puntualizzare la situazirne della Chiesa primitiva in un
particolare momento della sua sto
ria, si esprime in questi termini : « La
Chiesa, per tutta la Giudea, la Galilea, la Samaria aveva pace, essendo
edificata; e camminando nel timor
del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicava». Vorrimmo, naturalmente, poter trasferire queste parole nel quadro storico
della nostra generazione e della nostra chiesa, per dire con la serena
certezza dello scrittore biblico : «La
Chiesa, per tutte le Valli Valdesi, in
Piemonte, a Roma, in Sicilia e altrove ;*veva pace, essendo edificata; e
D Í S C HI
di Musica Sacra
A ali amatori di musica sacra la Claudiana consiglia i seguenti dischi egregiamente eseguiti da Corali Protestanti
{La Maîtrise de VOratoire), da voci di
uomini (Communauté de Taizé), da
quartetti specializzati nei canti di appello (La voix de Vespérance) e da altri
ancora. I dischi sono in vendita alla
Claudiana - Torre Pellice (Torino).
SOLI DEO GLORIA
Maîtrise de l’Oratoire
Communauté Réformée de Taizé
Microsolco L. 6.000
★
PSAUMES
Psautier de la Bible de Jérusalem
(Ediz. cattolica)
Microsolco L. 6.000
TAIZE
Nuit de Noël
Microsolco L. 6.000
LA MAITRISE DE L’ORATOIRE
DU LOUVRES DE PARIS
Chorals et Psaumes
L. 2.500
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LA VOIX DE L’ESPERANCE
Dix cantiques par le quator vocal
Microsolco L. 2.500
ENSEMBLE
VOCAL FEMININ DU SALEVE
Microsolco L. 2.500
CHANTS POUR LES PETITS
Microsolco L. 1.000
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LA VOIX DE L’ESPERANCE
Cinq cantiques
Microsolco L. 1.000
camminando nel timor del Signore
e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicava».
La Chiesa aveva pace. Non ìa pace del sonno spirituale e dell’ipocrita
soddisfazione di sè; qui, sulla terra,
la Chiesa è chiamata a vegliare come una sentinella e non deve assopirsi in un comodo quietismo, paga
dei risultati raggiunti. Si tratta semplicemente di un tempo di pace fra
guerre o persecuzioni, come il nostro;
ai un tempo in cui la Chiesa respira
liberamente e può proclamare il messaggio che il Cristo le ha dato.
In quel tempo di pace, la Chiesa
era « edificata ». Qui, come si veae,
il giudizio è positivo, _ concreto, pieno di significato ; poiché il primo
compito della Chiesa cristiana è di
essere costantemente edificata in Cristo. Purtroppo non è sempre cosi; in
tempi di pace, la Chiesa può venir
meno al suo impegno per correr dietro alle grandezze terrene o per adattarsi ad una pigra o morta confessione di fede, cercando tutt’al più di
vivacchiare. Calvino diceva: «Nous
sommes accoutumés de nous déborder en dissolutions quand nous sommes en repos; aussi les églises sont
souvent plus heureuses au milieu des
grands troubles de guerre que si elles jouissent à leur souhait d’un repos gracieux. Apprenons donc de
n’abuser point du repos externe pour
être oisifs et suivre les délices, mais
prenons courage iK>ur profiter en la
crainte dé Dieu».
Ma, quando si parla di «edificazione », si corre il rischio di non essere
compresi. Si può adoperar questo termine in modo astratto, fiacco e puramente sentimentale, che non è il
suo. Edificare, nel linguaggio biblico,
sobrio ed energico, significa costruire. innalzare, consolidare un edificio. La Chiesa cristiana, come ogni
parrocchia, non può essere un ^ mucchio informe di pietre o di individui
isolati dalla massa. E’ una costruzione in cui devono trovar posto pietre di tipo diverso e di diversa sagoma, unite fra loro dal cemento aeil’amore, «sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Gesù Cristo stesso la pietra angolare».
Nessuno sottovaluti questo aspetto
essenziale della vita della Chiesa. La
Chiesa cristiana non esiste per il
pubblico decoro o per _ la sicurezza
terrena dei suoi membri; non è una
specie di succursale deiruflftcio di stato civile per registrare nascite, matrimoni e funerali o, peggio ancora,
un’azienda che si preoccupa prima
di tutto del denaro o del potere politico. E’ chiamata da Dio ad edificare se stessa e gli uomini m Cristo,
sulla roccia eterna, liberandoli dalle loro vanità e dalle loro stoltezze,
dalle loro discordie e dai loro spaventi. Le vie della verità e delTamore
procedono da Lui e riconducono a
Lui.
♦
Ma è anche detto, nel libro degli
L’ una parola, questa, che ci accade
Atti, che la Chiesa « momphcava ».
raramente di adoperare nell’esame
delle nostre situazioni ecclesiastiche.
¡Siamo generalmente soddisfatti se
riusciamo a tenere le posizioni raggiunte ed a sopravvivere al generale
aisorieniamento. Ma il linguaggio apostoiico è significativo; a più riprese è detto: «furono aggiunte a loro
circa 3.000 persone » e « il numero degli uomini che credettero salì a circa 5.000» e «la parola di Dio progrediva e si spandeva di più in più» e
«la parola del Signore si spandeva
per tutto il paese».
Tempi di gioiosa espansione e di
attiva testimonianza! Non tempi di
stanchezza in cui ci si limita a battere il passo, ma non si avanza.
Allora la Chiesa moltiplicava «camminando nel timor del Bifore e nella consolazione dello Spirito Santo».
Fattori, questi, che non si sostituiscono facilmente nell’opera della
Chiesa; e, certo, non con le nostre
agitazioni, con la nostra eloquenza,
con i nostri piani tattici, con il nostro denaro.
La Chiesa apostolica viveva nel
« timor di Cristo », il Risorto ed il Signore. Egli non era l’eterno Assente
o il.piccolo fanciufiTo perennemente
piccolo nelle braccia-delia grande madre. Era Colui che dominava la vi*a.
della Chiesa ispirando agli apostoli
franchezza, coraggio!* fermezza.
E camminava anche « nella consolazione dello Spirite Santo». Bisognerebbe ricordare questa verità non
soltanto a Pentecoste, ma tutte le domeniche, tutti i giorni, nella vita della Chiesa: dei suoi ^Pastori, dei Concistori, dei membri-.’della comunità,
delle Unioni giovanti.
La consolazione diello Spirito Santo è essenziale all’espansione della
Chiesa; senza l’assistenza dello Spirito la Chiesa ha fqnna, ma non sostanza, non vita, n<^ movimento. Lo
Spirito Santo non é la saggezza umana sublimata: ^ la potenza di
Dio in noi, nelle nostre debolezze, nei
nostri sbandamenti per trarci sulla
buona via, nella ncràtra predicazione
non per renderla piacevole ma operante, nelle nostre assemblee per
creare in esse l’atmosfera del pentimento e dell’amore, nella Chiesa per
risvegliarla ad una vitq di coraggio
e di impegno nel confessare apertamente il nome dì Gesù.
A Pentecoste, ma non solo allora o
in occasione di bilanci consuntivi, le
nostre chiese meditino sulla necessità della edificazione e della espansione, camminando «nel timor del
Signore e nella consolazione dello
Spirito Santo». ‘
Ennanno Rostan
Interno del Tempio di Torre Pellice
La MAITRISE PROTESTANTE,
ben noto complesso corale di Ginevra, sarà a Torre Pellice Domenica
9 Giugjio, invitata dalla Corale Valdese.
La CORALE SVIZZERA partecipe
rà al culto del mattino (ore 10.30)
che sarà in lingua francese. La sera
alle ore 21, nel tempio, sotto ìa direzione del MAESTRO ROGER VUA
TAZ, la MAITRISE PROTESTANTE terrà un Concerto al quale tutti,
anche dalle parrocchie vicine, sono
caldamente invitati ad intervenire.
Il programma comprende quattro
parti:
1) Musique française ancienne;
2) Musique allemande classique;
3) Musique espagnole et italienne;
4) Musique suisse moderne.
CORALI E
Funzione educativa ed edificativa delle Corali nelie Couiu^
nità - Alla chiesa essa può e deve rendere molti servizi
In due precedenti articoli ho esposto, spero chiaramente, il concetto che
l’opera delle corali (e di chi comunque fa musica in chiesa) è basata su
due aspetti: la fede che vivifica, e
Varie, cioè la ricerca della perfezione
tecnica ed espressiva.
Se i « musici » si muovono (o almeno si spera che si muovano) nel
binario costituito da queste due rotaie, delle quali nessuna può essere
sottovalutata senza danneggiare anche l’altra, che posizione prendono
mai gli ascoltatori, ossia, nel caso nostro, le comunità?
Spesso abbiamo l’impressione che
le cniese non sappiano operare la fusione dei due elementi di cui ho già
detto, nè su quella base incontrarsi
con la Corale: perciò accade che la
assemblea dimostri chiaramente di attendersi dalla sua corale l’esecuzione
del pezzo d’effetto, concepito solo come uno dei vari abbellimenti del giorno festivo; o peggio ancora, in forza
di una tradizione puramente negativa, ritenga che il culto solenne, senza
pezzo d’etfetto della corale, non sia
completo. Se questa esecuzione manca, c’è in giro aria di delusione: segno che la comunità non desidera e
non SI aspetta dalla corale un contributo artistico-liturgico, ma solo una
esibizione tradizionale e di dubbio
gusto. Per fortuna questo quadro poco allegro sta sparendo: ce ne avvediamo dalla scelta dei cori da parte
delle corali, da vari anni; e le ultime
feste di canto sono state ancor più indicative a questo riguardo. Giacché è
un fatto che se la comunità col suo
gusto e coi suoi elementi canori, influenza la corale, è anche vero che la
corale ha nei riguardi della sua comunità una funzione edificativa ed
educativa.
Qui dunque entriamo nel campo dei
servizi che concretamente una corale
può rendere in seno alla comunità.
Servizi d’ordine collettivo come la
presenza attiva in certe occasioni; il
canto in istituti vari, allo scopo di far
sentire la solidarietà dei fratelli ai ricoverati; la visita a quartieri isolati,
coll’intento di ricongiungerli idealmente all’insieme della comimità. Servizi d’ordine singolo: gruppi di coralisti che accompagnino pastori o
laici nelle riunioni quartierali per insegnare nuovi inni e far ripassare anche quelli vecchi non sempre ben conosciuti; e in chiesa al culto domenicale, presenza assidua di tutti (!) i coralisti i quali dovrebbero sentirsi impegnati (quasi un po’ come gli organisti) per costituire un gruppo di lancio di cantici ignoti (e ce ne sono ancora diversi nel nostro attuale innario, e ben degni di essere imparati!).
£ non rientra anche in questa funzione di guida ed esempio verso le
assemblee il fatto di essere un gruppetto di persone abituate a cantare
gli inni cominciando dall'inizio e non
aalla seconda riga, senza trascmare,
senza ritardare, senza anticipare? Un
corahsta che non si preoccupi di queste cose dimostta di essere ancora allo stadio di quelli che operano una
frattura fra arte e culto, e che considerano sempre ancora la musica nel
culto come un’aggiunta occasionale
ma non vivente e attenta ogni domenica, in ogni momento.
E’ ovvio che non da tutti si può richiedere questo, ma lo si può da parte dei coralisti: comunque ognuno
deve ammettere che nella maggior
parte dei casi siamo soliti cantare al
culto per abitudine, come per abitudine siamo soliti udire « gli armoniosi cori, magistralmente eseguiti » dalle nostre « valenti corali ».
E non riflettiamo che sarebbe oltremodo utile a un certo momento
fermarci e dire a noi stessi : « Perchè
canto? Perchè la corale canta? Canto
bene, io? E la corale canta davvero
bene? Perchè possiamo dire che la
corale ha cantato bene? ». Cosi debbono ragionare, per le ovvie necessità
del loro lavoro, i direttori di corale.
E vi assicuro che essi sentono il pubblico dei fedeli molto più vicino e
comprensivo dopo ima critica equihbrata e costruttiva, che dopo le solite
congratulazioni formali e inevitabili.
Alla recente festa di canto di San
Giovanni mi è capitato di sentir cantare un belFinno (mus. Ps. C. 22, eseguito bene, ma non con la perfezione
di una corale professionista) comunque con un così vivo senso di sacralità, che penso che nessuna assemblea
potrebbe tare a meno di esserne edincata. Ma come potrei spendere, per
elogiare questa esecuzione, uno dei
consueti entusiastici aggettivi? Non
taccio cne rivolgere a quella corale
l'augurio di contmuare su questa via;
al nostro puDblico, l’invito a circonaare le corali della stessa affettuosa
simpatia dimostrata quest’anno alle
teste ai canto ea a spmgerle sulla via
cne esse hanno quasi generalmente
preso.
Non si può dire ancora se siamo
vicini ad un rmnovamento liturgico
nelle nostre chiese; torse la parola è
troppo grossa per un tatto m realtà
semplice e che riguarda i smgoli credenti: ognuno potrà apprezzare sempre di più le musiche eseguite dalle
corali, se accetterà di lasciarsi guidare dalle corali stesse verso un livello
artistico sempre superiore nella scelta, e possibilmente nell’esecuzione,
dei cori; le corali canteranno sempre
più con spirito veramente liturgico,
se troveranno negli ascoltatori non dei
pubblici ma delle assemblee che aspettano dal canto un messaggio evangelico.
F. CORSANI.
2
2 —
L’ECO DELUL VALLI VALDESI
Méssaggiò ecumenico
per la Pentecoste
I sette presidenti del consiglio ecumenico delle Chiese cristiane hanno
inviato a,lle 165 Chiese che ne fanno
parte un messaggio per la festa di
Pentecoste, che sarà letto dai pulpiti di tutte le chiese il 9 giugno.
Quest’anno — com’è noto — la festa
cade tanto per la Chiesa cattolica e
protestante quanto per quella ortodossa nello stesso giorno essendo ca
duto nello stesso giorno la festa di
Pasqua. Il messaggio dice:
« Noi presidenti del consiglio ecumenico delie Chiese salutiamo nuo
vamente i nostri fratelli delle Chiese che ne sono membri. In questo
giorno di nascita deUa Chiesa di
Cristo dovremmo ricordarci reciprocamente che la Chiesa nacque n^l
momento in cui fu effuso sugli apostoli lo Spirito Santo che li sollecitò
a proclamare le grandi gesta di Dio
a tutti coloro che erano presenti.
Così fu adempiuta la promesa del
Signore risorto : « Riceverete potenza quando lo Spirito Santo scenderà
su voi e sarete miei testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea e Samaria, e fino aH’estremità della terra ».
Essere Chiesa significa vivere del
la potenza dello Spirito Santo. Proprio questa forza occorre a noi se
vogliamo trovare lo spirito del pentimento e il rinnovamento della vita. Solo questa forza fa capace la
Chiesa di dare speranza a chi è senza speranza.
Con timore i popoli vedono di
fronte a loro il futuro ignoto: questioni gravi di rapporti fra gli uo
mini, causa dì sofferenze di milioni
di nostri confratelli, sono ancora
insolute. E questo non perchè manchi la necessaria conoscenza e saggezza, e tanto meno una generica
buona volontà, ma piuttosto perchè
gli uomini non hanno la forza di
fare quel bene che sanno di dover
fare.
Alla fine di una inconcludente
conferenza sul disarmo, vént’anni fa,
il suo presidente dichiarò : « Nella
nostra situazione niente ci può aiutare ad avanzare se non la fede...
Le difiìcoltà e gli ostacoli non stanno nel mondo intorno a noi, ma nei
nostri propri pensieri e nei nostri
cuori. Noi vogliamo il fine, però non
lo vogliamo così risolutamente da
osare i mezzi adatti».
Questa è ancor oggi la nostra situazione : desideriamo una vera
comprensione e pace fra i popoli,
ma non possiamo deciderci a pagarne anche il prezzo. Nelle chiese troviamo bensì il desiderio sincero dì
rinnovamento, di unità, di autorevole predicazione dell’Evangelo, ma
non la necessaria prontezza nel dedicarsi tanto completamente al servizio di Cristo da diventare istrumenti volenterosi della sua opera di
redenzione.
£ ora a Pentecoste ci viene detto
che la sola e unica strada per trasformare la nostra debolezza in forza è quella di ricevere lo Spirito
Creatore che trasformava dei discepoli delusi in testimoni coraggiosi.
Perciò preghiamo voi, cari fratelli,
di attendere il Signore in maniera
tale, da poter ricevere in dono la
potenza dall’alto. Noi siamo spesso
così ansiosi e frettolosi di fare qualche cosa per Dio, che dimentichiamo Dio e non attendiamo il Suo Spirito. «Non per potenza nè per for
enTHOusmsme
II est nombre de gens à qui l’enthousiasme fait peur. Un chrétien
se morttre-t-il ardent : « zèle sans
connaissance », s’écrient-ils. Quant
à moi, je préfère de l’enthousiasme,
même sans connaStssance, à un grand
savoir dénué de chaleur. Je connais
des hommes pétris de connaissance,
mais qui n’ont pas la moindre étincelle dans l’âme.
« Demeurer en Dieu » signifie
de l’enthousiasme, et je ne comprends pas un chrétien qui réalise
sa position sans que son coeur brûle d’un bout de l’année à l’autre.
D. L. Moody.
za, ma per lo Spirito mio, dice l’Eterno degli eserciti».
Possa la Comunione in Cristo che
abbiamo nel Consiglio ecumenico de’le Chiese, dimostrare ai popoli che
c’è un popolo di Dìo vivente della
forza dello Spirito Santo. E possa
questo popolo di Dio rendere chiara
testimonianza fino ai confini della
terra che questo Spirito fa capace
l’uomo dì realizzare il piano della
grazia divina».
Il messaggio è firmato dai presidenti del Consiglio ecumenico: John
Baillie, presbiteriano, rettore del
New College di Edimburgo; Sante
Uberto Barbieri vescovo metodista
di Buenos Aires; George K. A. Bell,
vescovo anglicano di Chichester;
Otto Dibelius vescovo luterano di
Berlino e presidente del Consiglio
della Chiesa evangelica riformata;
Juhannon Mar Toma metropolita
della Chiesa malabarese ortodossa;
Michael arcivescovo greco-ortodosso
di Nuova York; Henry Sherrill, vescovo presidente della Chiesa episcopale negli Stati Uniti.
Il Moderatore della Chiesa Presbiteriana d’Inghilterra assisterà al
Sinodo della Chiesa Valdese a Torre Pellice.
LETTERA DALL’INGHILTERRA
Il pastore Aldo Comba, in missione in Inghilterra, ci manda le sue prime impressioni e una fotografia del Moderatore della Chiesa Presbiteriana d’Inghilterra
Caro Direttore,
appena arrivato a Londra ho comperato il « Times », uno dei più cospicui giornali del mondo, e con
non poca sorpresa vi ho letto un accenno alla Chiesa Valdese. Era menzionata, è vero, di sfuggita in uno
scritto che trattava di altre questioni, ma mi ha colpito il fatto che la
nostra Chiesa, pur così piccola numericamente, sia ben conosciuta ed
anche stimata aU’estero. Questa impressione del primo momento è poi
stata confermata da tanti altri fatti.
Effettivamente sono molti quelli
che guardano a noi come alla sentinella avanzata che annuncia con libertà l’Evangelo nel paese in cui è
così pesante la preponderanza ed il
conformismo clericale.
D’altra parte è ancora grande if
numero di quelli che pensano all’Italia come ad un paese interamente
cattolico-romano, dimenticando che
appunto in Italia il movimento Valdese è esistito diversi secoli prima
della Riforma. E agli amici inglesi
che facilmente parlano di « missioni » in Italia, io ripeto spesso
cc Non dimenticate che quando il
vostro paese era ancora devotamente sottomesso a Roma, proprio in
Italia c’era chi aveva rinnegato l’autorità del papa per accettare solo
quella della Bibbia ».
Il numero e la varietà dei contatti
che ho potuto avere in questi giorni
hanno reso il mio soggiorno molto
interessante, particolarmente durante l’Assemblea Generale (quello che
noi chiameremmo il Sinodo) della
Chiesa Presbiteriana d’Inghilterra,
in cni mi è stata offerta la parola.
L’Assemblea si svolgeva quest’anno nella chiesa di Egremont, Wallasey, un grande edificio di arenaria
rossiccia nel quale '— è interessante
notare —^ si conserva una lettera
di Garibaldi rivolta al Pastore e al
Concistoro di quella chiesa con parole di ringraziamento per l’assistenza prestata a uno dei suoi figli
che aveva studiato per qualche tempo in un collegio dei dintorni frequentando le riunioni di quella chiesa.
Durante PAssemblea ho potuto
salutare il Moderatore della Chiesa
Presbiteriana d’Inghilterra, che visiterà le Valli in estate, ed ho conversato col Rettore del Westminster
College di Cambridge ringraziandolo per l’attivo interessamento che i
suoi studenti hanno dimostrato a favore del nostro Collegio.
Ho parlato in diverse chiese ed
organizzazioni giovanili e nei miei
spostamenti mi è capitato di traversare il fiume Mersey sia in battello.
sia in treno e sia in auto nella famosa galleria sotterranea che passa
sotto il'fiume e jier la quale transitano migliaia di yeicoli mentre grossi piroscafi navicano per il fiume al
disopra della lorp testa.
Ho anche potüto visitare la grande cattedrale anglicana di Liverpool
che, quando siacfinita di costruire,
sarà una de'le cinque o sei chiese più
grandi del mondo. Tiòmatado da
questa visita, ntentre passavo per
dei quartieri popolari mi domandavo se è giusto spendere grandi somme per la costruzione di cattedrali
colossali, quando tanti sono nella
miseria. D’altra parte è stato calcolato, prima della guerra, che il costo totale di quella cattedrale era
circa uguale alla somma necessaria
per rimodernare una sola vecchia
corazzata. E se si pensa a quello che
si sta spendendo oggi nel mondo
non solo in centinaia di navi da
guerra, ma in bombe atomiche, missili ed aerei supersonici c’è da chiedersi Se quello ehe l’umanità sperpera in armamenti non sarebbe sufficiente a sanare una gran parte delle miserie materiali del nostro mondo. I
$ * *
Il rev. Tudor Hughes, che mi è
stato di grande aiuto in questi giorni, mi ha invitato alla riunione della Associazione di Pastori di Southport, di cui fanno parte anglicani,
presbiteriani, metodisti e battisti e
in cui si trattanoi questioni di studio
e si preparano Ú programmi delle
attività evangelistiche da tenersi in
comune nei prossimi mesi estivi per
la gran massa di villeggianti che affollano questa cittadina. Ho così anche conosciuto tino dei cappellani
dell’Università di Liverpool, per
mezzo del quale spero si possano
stabilire dei contatti con quegli studenti.
Le mie peregrinazioni mi hanno
portato — a volle come oratore e a
volte come semplice uditore — sia
in solenni chiese anglicane dove la
pompa rituàle tRffeifi&ce poco da
quella della chiesa romana, sia in
piccoli locali popolari dove l’entusiasmo religioso prorompe in esclamazioni estemporanee e in inni che
paiono un che di mezzo tra una
marcia e una canzone; ma conserterò a lungo il ricordo della riunione avuta in una chiesa vicino a Liverpool: gente comune, un locale
nè bello nè brutto, pochi inni, qualebe preghiera, un modesto discorso; l’unica cosa del tutto eccezionale era la fede e la gioia di quella
gente. Si vedeva che erano stati con
Gesù.
Spero di scrivere tra qualche giorno altre impressioni di viaggio e intanto approfitto per trasmettere alle
nostre comunità i saluti di cui mi
hanno incaricato tutte le chiese che
ho visitato qui in Inghilterra.
E da parte mia un pensiero d’affetto alla parrocchia di Frali.
Cordialmente
Aldo Comba
Ringraziamo U nostro collaboratore e attendiamo altre notizie. Possa la sua missione svolgersi con serenità ed utilità. Intanto, buoni saluti da parte del redattore ai vari
amici sparsi per l’Inghilterra.
Il vescovo Barbieri e la
• j I 'ni 1 *
Mentre si trovava a Ginevra per porteci’
pare alla sessione del Comitato esecutivo
del Consiglio ecumenico delle Chiese^ il
vescovo metodista Uberto Barbieri, delVArgentina, ha affermato in una intervista
che ciò che si dice sulla oppressione di cui
soffrono i protestanti in Colombia è quasi
tutto assolutamente vero. Il vescovo Barbieri è uno dei sei presidenti del Consiglio ecumenico delle Chiese.
In Colombia, precisò il vescovo metodista, delle scuole, delle stazioni missionarie
e delle chiese protestanti sono state chiuse
dalle autorità, dei servizi religiosi sono
stati interrotti, dei protestanti arrestati. E*
anche avvenuto che delle chiese siano state
bruciate e che dei pastori e dei missionari
abbiano subito degli oltraggi.
Il vescovo Barbieri ritiene che la gerarchia romana si serva delle circostanze politiche per lanciare una campagna contro i
protestanti non tenendo in alcun conto la
enciclica papale che raccomandava la moderazione. I cattolici hanno la convinzione
che occorra difendere la purezza della fede cristiana in Colombia contro le sette
protestanti nella maggior parte di origine
nord-americana. Ma, come ha sottolineato
il vescovo Barbieri, Vopera protestante non
è compiuta in Colombia da quelle che normalmente vengono chiamate ’'sette**, ma
da Chiese esistenti nel paese da molto tempo. La Chiesa riformata di Colombia ha
dietro di se un secolo di tradizione.
In risposta alle accuse protestanti, i cattolici hanno detto che anche alcune centinaia dei loro erano stati uccisi in Colombia. Ma il paragone non regge, ha spiegato
il vescovo Barbieri, perche i cattolici non
sono perseguitati che per ragioni politiche
mentre i protestanti lo sono per la loro fede religiosa più che per le loro opinioni
politiche.
Nella maggior parte degli altri paesi delVAmerica del Sud le Chiese protestanti
sono più o meno libere, ma in ogni caso
non ci sono vere e proprie persecuzioni.
Nel Messico, nel Perù e nel Venezuela alcune restrizioni rendoìw dfjficile Vopera
delle Chiese protestanti. Talvolta i protestanti non hanno accesso alle stazioni radio
o non hanno avuto il permesso di installare delle proprie stazioni emittenti.
(S.O.E.P.I.)
Paroles de vie
Un caractère du Saint-Esprit
Vous avez été mes imitateurs et ceux du
Seigneur, en recevant la. parole au milieu de
beaucoup de tribulations avec la joie du
Saint-Esprit. I Thess, 5 v. 6.
Le plus authentique témoignage chrétien, c’est celui qui se rend
au milieu de l’épreuve et de la souffrance. La manière dont un homme se comporte, en pleine contradiction et en face de la douleur, est
une révélation de cet homme. Dans l’adversité. Dieu révèle un homme
à lui-même, il le force à se bien voir, à se connaître.
Il y a un héroïsme dans la souffrance avee lequel l’antiquité nous
a familiarisés et qui reste encore la plus noble attitude de ceux^ qui
sont « sans Dieu et sans espérance ». C’est le stoïcisme. Le stoïcisme
est une soumission qui n’a rien de l’humilité chrétienne et qui manifeste à la lois un héroïsme et beaucoup d’orgueil. Il aboutit^ à un morne silence. L’homme se lait résigné devant ce qui lui paraît inéluctable, il se plie aux lois inexorables de la nature, en s’efforçant de^ mettre son âme en dehors des contingences et au-dessus de la tempête.
Avec l’apôtre Paul, la souffrance nous apparaît sous un autre visage: une souffrance au sein de laquelle pour la purifier et la rendre
lumière, il y a la joie. Paul s’adresse à des gens qui ont reçu la parole,
le message évangélique, au milieu des tribulations « avec la joie de
l’Esprit ».
Qu’est-ce donc que cette joie qui peut briller malgré la contradiction,
l’épreuve et la souffrance? non pas qui en surgit, ma qui y descend.
C’est la joie chrétienne, pure, sainte, éelairant et remplissant d’esperance. Elle est une joie sans mélange et que rien ne peut voiler parce
qu’elle est pour celui qui la reçoit l’attestation d’une présence. Il n y a
pas que ce qui torture et désespère l’homme, mais un fait inexplicable
à notre raison, quelqu’un qui ouvre « une porte d’espérance », qui permet de transfigurer ce qui semble enfermer et désespérer à tout jamais;
cette présence éclaire d’un rayon toutes les obscurités, elle est une voix
sacrée qui a dit aux souffrants magnifiques de l’histoire : « Ne crains
pas, je suis avec toi » ; « ma grâce te suffit » ; « votre tristesse sera changeé’ en joie » ; « n’ayez point de peur ».
Puissance mystérieuse, elle a fait surgir dans l’âme des éprouvés des
découvertes, elle les a agrandis, elle leur a donne des ailes; e^ n a
fait mourir que pour faire vivre, elle a révélé en partie, et suffisamment, secours efficace, le vrai sens et le vrai plan de 1 existence.
Cette joie unique, dans la souffrance et malgré elle, et dans une
vie qui n’est plus à elle-même mais toute consacrée aux autres et a
Dieu, c’est quelque chose de rayonnant et de sûr, et qui suffit et qui
permet de vivre. Elle est la présence de Jésus en nous, «la joie de
l’Esprit ».
(Vers l’invisible — par Ch. Jenequand)
18720520
3
í
L’ECO DELLE VAUl VALDESI
— S
Istituto degli Artigianelli Valdesi
Nel 1856 nacque a
rosa del Pastore G.
Torino questo istituto Valdese,
P. Melile - L’edificio attuale fu
grazie alla fede topeinaugurato nel 1865
L’Istituto Artigianelli Valdesi è una
delle tante iniziative religiose e sociali
che sorsero in Torino intorno alla fatidica data del 1848, l’anno della Emancipazione.
E’ davvero notevole quante opere
la Comunità Evangelica Valdese di
Torino iniziasse nel breve scorcio di
tempo intorno alla metà del secolo
scorso.
Nel 1843 era stato aperto un modesto rifugio per ammalati poveri destinato a diventare, pochi anni dopo, l’Ospedale Valdese che è, ancora oggi,
una delle più belle ed attive istituzioni del protestantesimo torinese. Nel
medesimo tempo era già in funzione
una Scuola Evangelica Elementare destinata purtroppo ad interrompere l’opera sua dopo alcuni anni.
Tra il 1851 e il ’53 si costruiva il
maestoso Tempio di Corso Vittorio
(allora Corso del Re) e, nonostante
tutte le preoccupazioni che in quell’epoca di tanti rivolgimenti dovevano
certo assillare la mente ed il cuore dei
Valdesi di Torino già s’andava accarezzando l’idea della creazione di una
opera nuova.
Spinti dal desiderio di venire incontro agli innumerevoli bisogni delle popolazioni delle Valli, che l’emancipazione aveva bensì arricchite del dono
inestimabile della libertà, ma che purtroppo vivevano ancora in grandi ristrettezze, i responsabili della comunità di Torino decisero la creazione di
un Istituto che, offrendo possibilità di
preparazione artigiana a giovinetti poveri o orfani delle Valli Valdesi, potesse ridondare ad un miglioramento
delle condizioni sociali ed economiche
delle Valli. Così infatti scriveva in
queff’epoca il Pastore G. P. Melile con
parole che potrebbero, senza peccar di
retorica, dirsi davvero profetiche :
« Non si può non essere colpiti dalla
grande lacuna, che si aggiunge a molte altre, della mancanza‘ di "vita e di
sviluppo dei diversi rami dell’industria
privata. E’ strano e doloroso osservare che quanto esiste non è esercitato
dai Valdesi, i quali ogni anno vedono
molti giovani partire per le lontane
Americhe, in cerca di pane per loro e
per le loro famiglie... Bisogna che l’industria privata delle nostre montagne
non sia più monopolio di estranei, ma
dia ai nostri correligionari, col pane,
che è loro indispensabile, la possibilità di offrire ai loro concittadini della
pianura il doppio e benefico spettacolo di una industria attiva, messa al
servizio di una vita santa e compietamente sottomessa all’Evangelo.
Diagnosi
di una situazione sociale
Non potevasi fare una diagnosi più
esatta di una situazione sociale che
sotto certi aspetti si ripresenta oggi ancora. La Comunità di Torino, e quella grande mente che allora la dirigeva
nella persona del già citato Pastore
Meille, pensò di poter dare il suo contoibuto alla soluzione del problema
con la creazione dell’Istituto degli Artigianelli Valdesi.
Così infatti, ne scriveva il Meille venendo al concreto:
« Guidato dalla mano di Dio, dopo
sette anni nella capitale del Regno, ed
avere molto pensato, ho concretato il
progetto di aprire in Torino una Casa
nel seno della quale un certo numero
di giovani, di preferenza orfani, sarebbero accolti, forniti di tutto il necessario, tanto spirituale che temporale, e
convenientemente formati alle diverse
industrie che si sente il bisogno di introdurre nelle Valli... ».
L’idea era chiara, pratica. Il Signore che sempre apre una porta ai suoi
servitori che vede desiderosi di operare, fece trovar al Pastore Meille un
insperato aiuto nella generosità d’una
eletta cristiana Miss Bradshaw che mise a sua disposizione la somma necessaria per tradurre in atto il suo progetto.
Fu così che nella seconda metà del
1856, nacque l’Istituto Artigianelli Vaidesi.
Nacque modestamente con la accettazione di tre giovinetti che vennero
affidati alle cure di certo Antonio Gay
in un piccolo alloggio di Via Sant’Anseimo.
Ben presto, però, l’opera si sviluppò, sicché il piccolo alloggio non fu
più sufficiente e quidici letti occuparono diverse camere di un appartamento al primo piano della casa parrocchiale. Ma anche così, l’Istituto era
insufficiente ad accontentare tutte le
domande che continuavano ad affluire
e bisognò pensare ad una nuova più
ampia sede.
Anche in questa necessità, Dio pose
sulla strada del Pastore Meille un aiuto provvidenziale, nella persona dell’Ambasciatore di Russia presso il Go
doofetenza del 2* Distretto
La Conferenza distrettuale del 2«
distretto è convoeata per i giorni
mereoledì 19 e giovedì 20 giugno a
Milano.
La Conferenza si aprirà la sera di
mereoledì 19 giugno, alle ore 21, nella sala della Chiesa Valdese dì Milano, via Francesco Sforza 12, con un
culto presieduto dal pastore Teodoro
Vialma.
I lavori della Conferenza continueranno durante tutta la giornata dei
20 giugno. I pastori ed i delegati sono vivamente pregati di segnalare il
loro arrivo al Sovrintendente ed al
pastore Alberto Ribet, via della Signora 6, Milano, per poter organizzare il pernottamento.
II eorpo pastorale del distretto ■?.
convocato per mercoledì 19 giugno,
alle ore 17, nella sala al 1<> piano in
via Sforza 12, per esaminare il candidato ev. Felice Bertinat.
La Commissione distrettuale.
Dai, BeppinOj...
ti do' un vantaggio!
Chi diceva questo, Valtra mattinata, è un ragazzo ”in gamba”:
che, cioè, sa il fatto suo e conosce il linguaggio sportivo del nostro
tempo.
Veramente, i ragazzi eremo due: quello che così parlava, di sei
o sette anni, e un suo compagno più piexolo, di cinque.
Da un momento li osservavo. Il ragazzo più grande aveva lanciato
una proposta, anzi una vera sfida: ”Facciamo una corsa, da qui fino
a quell’albero là. Chi perde compra le caramelle e le mangiamo insieme! ”Il ragazzo più piccolo esitava, nicchiava. Sapeva benissimo che
non sarebbe riuscito a vincere il compagno. E lo sapeva anche l’altro.
Allora, per invogliare il piccino, ¡ter vincere la sua ritrosìa, per far
balenare ai suoi occhi la possibilità d’essere il più forte, aveva buttato
là, con fare baldanzoso, la sua proposta:
— Dài, Beppino, se corri ti do’ un vantaggio!
Il famoso ’’vantaggio” degli sportivi: in una corsa, in un sollevamento pesi, in una gara qualsiasi, quel di più che viene accordato
a chi è manifestamente più debole perchè possa gareggiare sapendo
che, fra i contendenti, è ristabilito l’equilibrio, rendendosi conto
che sono pareggiate le probabilità, che — invece di rimanere necessariamente sconfitto — può riuscire vittorioso.
Nella vita, noi non sappiamo trarre profitto dal ’’vantaggio”.
Non sappiamo insistere per ottenerlo, non osiamo nemmeno chiederlo o sperarlo. Ed ecco perchè siamo soccombenti oppure —
temendo di esserlo — rinunziamo a gareggiare! Questo succede in
tutte le sfere della nostra attività, nelle circostanze più varie in
cui — alle nostre forze, alle nostre facoltà naturali — occorrerebbe
poter aggiungere un quid superiore a noi stessi. Questo quid lo
cerchiamo talvolta in noi, o nei nostri simili, ma con poco successo.
Dobbiamo cercarlo, invece, al di fuori di noi, al di sopra di noi. •
Questo è tanto più vero se consideriamo come stanno le cose
nel campo spirituale. Per cjuesta cosa, occorrerebbe maggiore intelligenza, per quest’altra, maggiore pazienza, per cjuella, maggiore
coraggio, per quell’altra, maggiore perseveranza, per quell’ altra
ancora, maggiore dedizione, maggiore bontà!...
Ecco, ora ci siamo. Per viver bene, per viver felici, occorrerebbe maggiore amore!
Insomma: il vantaggio.
— Dài, Beppino, ti do’ un vantaggio!
Se lo chiediamo a LEI, al nostro Padre, se Glie lo chiediamo con
fervore e con fede... e con sacrificio, se siamo pronti a fame l’uso
migliore — non per noi, ma per gli altri — Egli, il nostro Padre,
c pronto a darcelo...
Anzi, ne sarà lieto, ancora prima di noi.
Giovanni E. Meille
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V . N ...
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verno di Sua Maestà^ittorio Emanuele, il conte di Stackgfberg. Questi, appreso dal Pastore \^le quali fossero
le possibilità dell’Isétuto e quali difficoltà ostacolasserctj la realizzazione
di un’opera più vas^, si offrì di dare
un generoso aiuto e,lesaminati progetto e preventivo peri una nuova sede
dell’Istituto, versò nelle mani del Pastore un assegno di pire 32.(XX) (provate a tradurre questà somma del 1863
in valuta attuale!). Fu così possibile
acquistare un terrei^ vicino al parco
del Vàlentino e costruirvi lo stabile
che ancora oggi ospita l’Istituto in Via
Berthollet 34. i
L’edificio fu inaugtrato il 14 Agosto
1865. Da allora in {^i, l’Istituto degli
Artigianelli Valdesi | è rimasto nella
medesima sede, sebbene si sia ancora
ingrandito, vent’anni dopo la fondazione, con una costiuzione di un secondo piano e nel 1929 con un ulteriore ampliamento grazie alla donazione di un suo benefattore, il Sig. Vittorio Bosco.
In poco più di un ventennio, i tre
artigianelli del 1865, erano diventati
i ben 45 ospiti dell’istituto. Complessivamente nei cento anni della sua esistenza dalla fondazione ad oggi, l’Istituto ha accolto 626 alunni.
Dopo la prima, e più ancora dopo
la seconda guerra mondiale, l’Istituto
degli Artigianelli è venuto a trovarsi
in grandi difficoltà economiche.
Ciò nonostante, l’opera continua.
Nell’anno del centenario gli Artigianelli, ospiti deiristituto sono stati 21.
Auguriamo che anche per questi, come per i seicento che li hanno preceduti, il soggiorno nella famiglia di Via
Berthollet 34 costituisca una buona ed
efficace preparazione ad una vita di
onesto, cristiano lavóro.
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Un gruppo di Artigianelli Valdesi a Torino.
L'umanità di Dio
A buona parte dei lettori deii’Eco
ii nome di K. Barth dice poco o
nulla. Eppure egli ha segnato come
nessun altro il rinnovamento biblico
della teologia e della fede della Chiesa. Diciamo espressamente: teologia
e fede perchè, con buona pace di
quanti dissentono, se vera teologia
non può sussistere senza fede, non
c’è d’altra parte fede che non sia
sostenuta da una teologia, buona o
cattiva ,approfondita o rudimentale.
L’ultima è più semplice membro delle nostre comunità (si tratta beninteso di una gradazione puramente
intellettuale) ha una sua teologia,
cioè intende ed esprime la sua fede
in un determinato modo. Questa intima connessione di fede e di teologia Barth ha voluto sottolineare
chiamando la sua monumentale opera : Dogmatica ecclesiastica.
Anche il pensiero di Barth ha conosciuto uno sviluppo, e quello che
ci parla oggi (1) non è più soltanto
il giovane focosamente partito alla
difesa della riscoperta divinità di
Dio. Non sembri, questo, un gioco
di parole: nella riflessione teologica
e nella pratica eccl^iasücaja .diyinità di Dio, ortodossamente confessata dalle labbra, può diventare —
e diventa — un vuoto suono; Dio
può diventare per noi im Dio addomesticato, troppo simile a noi, un
bonario «buon Dio». Allora, ricorda
Barth, era necessario (ed è necessario per ogni generazione) che Dio
fosse riconosciuto chiaramente come l’Iddio Santo e sovranamente eccelso delle Scritture. Se oggi Barth
riconosce che questa verità, assolutamente vera, non è tutta la verità, ciò
non signiflca tornare indietro o ritrattarsi, bensì fare un passo innanzi, dal punto a cui si è giunti.
Accanto, ed indissolubilmente unita alla divinità di Dio sta la sua
umanità; in altre parole: Dio viene
a noi sempre incarnato in Gesù Cristo. In questo senso Egli è « umano »,
infinitamente al di là del più fervido umanitario, ha assunto su di
se ,per redimerla,tutto il peso della
nostra umanità, ci ha accettati ed
amati così come siamo, ci è venuto
vicino, nella carne : Dio con noi.
Proprio perchè Egli è veramente
DIO, il suo voler essere « con noi »,
l’Emmanuele è grazia senza limiti.
Per l’umile credente che conosce l’Iddic tre volte santo. Signore del cielo
e della terra, l’Evangelo dell’umanita di questo Dio è un dono immenso, che gli illumina e redime la vita.
Si ; perchè se Dio non ha sprezzato
l’uomo, il suo mondo, la sua opera,
la sua cultura (anche teologica), la
Chiesa, allora neppure noi abbianio
il diritto di farlo. La Parola di Dio
giudica l’uomo; ma è al tempo stesso la parola più meravigliosamente
pC'Sitiva che si possa dire a suo ri
guardo. « Che l’uomo (nello sforzo
di realizzare e valorizzare il dono
ricevuto nella sua umanità) fallisca
sempre di nuovo ed ottenga il contrario di ciò che desidera, è una
questione a sè, che non impedisce
che questo tentativo sia inevitabile
Gli scacchi non cambiano nulla al
fatto che quest’uomo, che crea la
sua cultura (nel senso più vasto di
attività umana) o ne profitta partecipando così in un modo o nell’altro
all’impresa, è l’essere a cui Dio s’interessa mag,giormente. Inoltre, qualunque cosa accada, Dio rimane il
Creatore ed il Signore di quest’uomo,
e permette che, malgrado la loro
ambiguità, i suoi atti divengano an
che delle parabole della sua volontà
e della sua opera eterne, parabole
davanti a cui non si dovrebbe adot
tare l’atteggiamento di una sprezzante riserva, ma soltanto quella
del rispetto, della gioia e della riconoscenza» (p. 36).
Quello che vale per l’uomo e la sua
cultura vale tanto più per la Chiesa.
La Chiesa è piena di gente che dice
che le cose non vanno, e le accuse
e le critiche si incrociano assai fìtte.
Questa critica reciproca è inevitabile, e può anche essere salutare, purché sia sèmpre positiva, poiché positiva e costruttiva è la critica della
Bibbia. Là dove ci pare di vedere Ter
rore, negli uomini, negli ordinamenti, nelle decisioni e negli atteggiamenti, la nostra critica deve rimanere sempre nella direzione della Parola di Dio, cioè deve costantemente
tener presente che se Dio riprova
quell’errore, ama però, nella sua
umanità redentrice, l’uomo che ha
errato. E se Dio,il Santo, lo ama, sarà questa l’ultima parola. Quest’uomq, questo mondo, questa Chiesa,
come crediamo conoscerli, l’umanità
di Dio, venuto con potenza d’amore
in questa carne, in questo mondo, in
questa Chiesa, ci costringe e ci dona
di vederli illuminati, fin d’ora, dalla
sua redenzione, riconciliati con Lui
in Cristo.
Diremo che si tratta di un’arida
pagina di teologia? No, perchè è qui
tutta la nostra fede. Chi ne è convinto legga le rapide e succose pagine, così vi ve,, in. xui Barth ci testinjonia efficacemente deH’humanité
de Dieu.
Gino Conte
K. BARTH: L’humanité de Dieu ■—
Labor et Fides - Genève 1956 —
fr. sv. 2,60.
Giovani
espioratori
a Londra
LONDRA — 79 Paesi hanno finora assicurato la loro partecipazione al Jamboree
del Giubileo (grande raduno mondiale di
Giovani Esploratori) a Sutton Park, Warwickshire, nell’agosto 1957, ed hanno prenotato già 33.015 posti dei 35.000 disponibili. In meno di due mesi vi è stato un aumento di 11 Paesi e ciò dimostra il grande
interesse di tutto il mondo per questo avvenimento. La Germania è ancora priina
nella lista dei contingenti stranieri più numerosi, con un totale di 2.600 partecipanti,
seguita dall’Italia con 2.400 e dalla Francia
con 2.150, avendo domandato di poter aumentare il suo contingente di 650 unità, i
seguenti dati danno un’idea dell’enorme
quantitativo- di cibo di cui si è fatta ordinazione: 270.000 litri di latte; 274.000 pani;
432.000 panini; 16 tonn. di burro; 7.000
podi (.in scatolai; 31 tonn. di salsiccie; 40
tonn. di carne; 4 tonn. di thè; 14 tonn. di
caffè; 40 tonn. di zucchero; 409.600 uova;
40 tonn. di frutta fresca; 228 tonn. di verdura fresca; 40.500 bottiglie di salsa; 544
mila focacce; 750 Kg. di prugne.
11 programma quotidiano della manifestazione è ormai completamente messo a
punto. Sono ora in preparazione i calendari per le manifestazioni e gli spettacoli
che si terranno nell’arena, nel teatro e nel
cinema all’aperto. L’arena, che misurerà
circa 30.000 inq. di superficie ospiterà le
manifestazioni del pomeriggio, dalle 15 alle 16,30. Sono già annunciate due grandi
esibizioni, una dagli Scouls nautici dell’lnghilterra, l’altra dagli Scouts dcH’aria di
quel Paese. Il teatro e U cinema all’aperto
ospiteranno a serate alterne spettacoli a
cura dei vari contingenti nazionali. Alcune
organizzazioni inglesi (non scouts), hanno
annunciato spettacoli musicali e teatrali di
vario genere. (ANSA)
4
4 —
L’EGO DELLE VALLI VALDESI
Notizie dalle Chiese
Angrogna (Capoluogo)
Venerdì 31 mag^o abbiamo deposto nel cimitero di Torre Pellice la
^x>glia mortale del piccolo bambine Gaydou Roberto, (Ù Pietro e Pierina Gaydou (Bessons), deceduto
dopo poco più di un giorno di vita
all’Ospedale Valdese. Ai genitori ed
ai parenti afflitti ridiciamo ancora
la nostra viva, cristiana simpatia.
Il maltempo ci ha impediti di tenere all’aperto il nostro tradirionale culto dell’Ascensione. Lo abbiamo ugualmente tenuto nella scuolet
ta del Martel dove un gruppetto di
coraggiosi, sfidando la pioggia, era
convenuto. Peccato che la scuola non
fesse piena, come avrebbe potuto essere, con im pò più di impegno da
parte di molti, soprattutto da parte
della gioventù.
Domenica 2 giugno la nostra Corale ha terminato il suo anno di attività con ima gita a Courmayeur.
50 i presenti, tra i quali ha regnato
veramente uno spirito ottimo. Non
dimenticheremo facilmente Courmayeur, il piccolo villaggio di Entrèves, la visione stupenda del ghiacciaio della Brenva, del Dente del Gigante, delle Grandes Jorasses e d’altre; cime del massiccio del Monte
Bianco. Incredibile, ma vero: ad un
certo punto abbiamo persino visto
un contadino che innaffiava il suo
orticello! Da noi, qui, non ce ne sarebbe davvero bisogno! Al ritorno,
fermata ad Aosta dove ci è stato dato di incontrare un buon gruppo di
fratelli e sorelle di quella Comunità,
col suo Pastore sig. Lamy Coisson.
Li ringraziamo di cuore per la loro
accoglienza veramente fraterna. Dopo alcuni canti, il ritorno. Abbiamo
ammirato tutte le bellezze della Valle d’Aosta e della pianura piemontese, ma questo ci ha fatto apprezzare
ancora maggiormente la nostra bellissima Valle d’Angrogna! Verso Torino, naturalmente, ci aspettava la
pioggia, mentre, durante tutta la
giornata, il tempo si era mantenuto
bello permettendoci di vedere, se non
tutta, almeno in buona parte la catena montuosa del Bianco.
Ringraziamo il nostro fratello Renato Bonnet dei Giovo il quale ha
presieduto il nostro culto al Capoluogo.
Riunioni all’aperto : domenica 9
agosto: mattina ore 10,30: Culto di
Pentecoste nel nostro Tempio. Santa
Cena. Pomeriggio, ore 15: riimione
ai Pons. In caso di cattivo tempo,
riunione alla medesima ora nella
scuoletta del quartiere. e. a.
Ferrerò - Maniglia
In una delle ultime assemblee di
chiesa s’è proceduto alla nomina dei
membri del Concistoro, scaduti per
compiuto quinquennio o dimissionari Sono stati rieletti gli anziani L.
Bounous (Crosetto), E. Pascal (Porengo), A. Pons (Bessè);, L. Pons
(Baissa), E. Ribet (Lorenzo) ed U
diacono A. Pascal (Chiabrano). Risultarono nuovi eletti gli anziani A.
Ferrerò (Perrero), A. Poet (Grangette) ed il diacono R. Massel (Perrero). Sono stati nominati anziani
onorari A. Genre (S. Martino), A.
Ghigo (Perrero), G. Poet (Grangette) che per oltre trent’annl furono i
rappresentanti del loro quartiere in
seno al Concistoro. Ad essi in modo
particolare ed all’anziano A. Artero
dimissionario perchè trasferitosi in
im altro quartiere, fu rivolta l’espressione della riconoscenza della comunità, ed ai nuovi eletti, come a quelli riconfermati nella loro carica,
l’augimo di un lavoro benedetto per
la chiesa.
La comunità ha accolto nel suo
seno con gioia quali nuovi membri:
Fiorenza Quattrini (Perrero) Amato Micci (Quins), Mario Peyran
(Bessè), Marco Poët (Cassas) e Ore
ste Ribet (Saretto di Maniglia). Il
Signore li aiuti a camminare sulla
via della fede e del servizio.
Sabato 18 maggio, con larga partecinazione di parenti, amici e co.noscenti ha avuto luogo il funerale del nostro venerato fratello .Ales
Sandro Ghigo, anziano onorario, de
ceo'uto a Perrero all’età di er>ni 81
Sulla tomba l’aw. S. Peyrot ha por
tato un commosso saluto Ai figli
ed a tutti i parenti rinnoviamo l’espressione della nostra profonda
simpatia.
Pinerolo
Domenica, 2 giugno, l’Assemblea di
Chiesa ha udito la lettura della relazione sull’attività ecclesiastica fatta
dal Concistoro ed ha sottolineato la
importanza di alcuni problemi che
riguardano da vicino la vita e la te
stimonianza della Chiesa; in modo
speciale ha messo in rilievo l’attua^
lità di un lavoro per inserire sempre
maggiormente nella vita della comunità le numerose famiglie che scen
dono dalle Valli per stabilirsi in città.
L’Assemblea ha proceduto alla riconferma dell’anziano Avondetto Cesare per il quartiere di Miradolo; ha
nominato delegato al Siriodo il rag.
Emilio Godine e delegati alla Conferenza Distrettuale i seguenti membri della comunità: Gay Guido, Signorina Elda Turck e Breuza Renato.
La serata che è stata annunziata
per domenica sera 9 corrente nella
chiesa di Pinerolo avrà luogo invece
sabato sera 15 corrente alle ore 21.
Il 30 maggio, al culto dell’Ascensione, è stato battezzato Renato Belìi.
Il 1 giugno è deceduta a San Secondo, all’età di 88 anni Godine Caterina vedova Martinat, dopo lung-a
malattia. Il funerale è stato presieduto dal Past. em. Luigi Marauda.
Alla famiglia colpita dal lutto inviamo le nostre condoglianze.
Domenica prossima, al culto di
Pentecoste, verrà celebrata la Santa
Cena. La sera stessa, verrà effettuata una breve gita in pullman a Torre Pellice in occasione del concerto
vocale della « Maîtrise Protestante »
di Ginevra, nella Chiesa Valdese locale, sempre che il numero dei partecipanti lo permetta. Il pullman partirebbe alle 19,45 da Pinerolo per
San Secondo e Torre Pellice; il ritcrno avverrebbe subito dopo il concerto. Iscriversi subito presso il Par
store e non oltre domenica a mezzogiorno.
Angrogna (Serre)
L’Assemblea di Chiesa, tenutasi il
5 maggio al Serre ed il 19 maggio a
Pradeltorno, ha udita ed approvata
la relazione annua del Concistoro,
Ha quindi proceduto ad una nuova
nomina dei membri del Concistoro,
tutti scaduti a norma dei regolamenti. Sono stati rieletti all’unanimità come Anziani : Ricca Stefano
( Coïssons-Ricca), Buffa Levi (OdinsBertots), Buffa Emilio e Buffa Bivino (Pradeltorno). Rimangono purtroppo senza rappresentanza in Concistoro i quartieri di Buonanotte e
di Cacet-Rivoires. Sono stati inoltre
eletti come delegati: alla Conferenza distrettuale. Amato Roman ; al
Sinodo, Emma Bertalot e Elvino
Buffa.
Il 4 maggio è morto, all'Ospedale
di Torre Pellice, il nostro fratello
Stefano Malan, della Pujà.
Torino P. N.
Airasca
Pinerolo
Bricherasio
Torre Pellice
p. 4.28 6.15 8.12 12.23 13.44 15.22 17 26 18.29 18.34 19.26 23.48
5.05 7.04 8.45 — 14.29 16.04 18.10 18.56 19.18 20.07
/5.25 7.32 9.09 12.56 14.53 16.25 18.35 19.08 19.43 20.28
\5.32 7.39 9.14 13.00 14.57 16.28 18.40 19.13 19.46 20.32
5.47 7.55 9.28 13.13 15.11 16 44 18.56 19.26 20.02 20.46
6.06 8.10 9.43 13..34 15.25 17.04 19.12 19.42 20.20 21.00
0.28
0.48
0.51
1.06
1.20
Torre Pellice
Bricherasio
Pinerolo
Airasca
Torino P. N.
3.44 4.44 5.36
3.58 4.58 5.50
/4.11 5.23 6.09
\4.17 5.27 6.15
4.32 5.45 6.37
6.36
6.49
7.03
7.(.*9
7.24
8.38 12.24 13.25 16.32 18.03 19.50 21.08 ,.-3 ,0
8.52 12.37 13.38 16.46 18.17 20.04 21.20 ~ 9^
9.06 12 54 13.53 17.03 18.32 20.20 21.35 ¿‘¿S,
9.11 12.58 13.56 17.06 18.38 20.30
9.27 13.17 — 17.25 18.53 20.49
«. 5.20 6.27 7.34 7.56 10.03 14.01 14.47 18.25 19.44 21.42
— 21.40
— 22.00
— 22.52
Bricherasio - Barge e viceversa
Bricherasio
Barge
Barge
Bricherasio
P
a.
5.03
5.21
4.36
4.54
5.55
6.13
5.27
5.45
8.00
8.18
6.27
6.46
9.33
9.51
8.30
8.48
13.18
13.37
12.16
12 34
16.52
17.10
14.50
15.07
19.07
19.27
17.54
18.12
20.14
20.33
19.37
19.55
21.25
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Dal 30 Giugno a fine Settembre
vacanze o soggiorni in vista
degli esami di riparazione per
ragazzi (anche non evangelici)
dagli 8 ai 16 anni. Durata minima
del soggiorno: due settimane. Ripetizioni organizzate, campi da
gioco, gite, ampi locali, televisione. Iscrizione: L. 3.000. Retta giornaliera: L. 750-850 secondo le età.
Riduzioni per soggiorni prolungati di meno abbienti.
Sono aperte le iscrizioni anche
per il prossimo anno scolastico.
Rette invernali ridotte.
ORARIO IN VIGORE DAL 2 GIUGNO 1957
Torino - Torre Pellice e viceversa
I LAVORI
nel Vallone
I lavori per la sistemazione dell’acquedotto che porterà ottima acqua
potabile a Torre Pellice sono ormai
ultimati nella nostra zona; ci risulta
pure che è già stato approntato il
progetto che contempla la costruzione di una fontana pubblica con
abbeveratoio da costruirsi sulla piazza principale del Capoluogo. Vi sarà
pure una bocca da incendio. Ci auguriamo che i lavori abbiano inizio
ai più presto.
Continuano alacremente i lavori
di sistemazione del fondo' stradale
della strada Torre Pellice — Pra del
Torno. Anche i lavori della strada
Capoluogo-Serre di Angrogna continuano, seppure non con quella celerità che sarebbe da tutti auspicabile. Ci risulta pure che vi sarà probabilmente un nuovo cantiere scuola per la sistemazione della strada
Capoluogo-Prassuit Vemet e ce ne
rallegriamo molto. Intanto la strada
Bruere-Porte di Angrogna è stata
collaudata dalle autorità competenti le quali hanno assicurato, se detta
strada sarà oggetto di buona manutenzione e di opportuno inghiaiamento, il loro interessamento per la
sua continuazione sino alla Vaccera.
Quanto alla strada Giovo-Capoluogo che dovrebbe essere allargata sino
a metri 6, abbiamo visto qualche
tempo fa dei tecnici fare dei rilievi e
delle misurazioni con piantamento
di varie paline. Poi, tutto fermo! Ci
auguriamo vivamente che anche qui
si possa superare le solite difficoltà
di ordine burocratico e dare inizio
sollecitamente ai lavori. Infatti il
numero dei « motorizzati » di Angrogna sta aumentando sensibilmente
in questi ultimi tempi; ad essi tutti
raccomandiamo vivamente la prudenza anche eccessiva (!) ; ma è indubbio che la strada così come si
presenta attualmente, con le sue curve cieche od a spiillo con la visibilità
molto limitata a causa di siepi ed
alberi piantati lungo la strada e col
suo fondo stradale così stretto sì da
permettere solo in pochi punti l’incrocio dei veicoli, è assolutamente
inadatta ed insufficiente a permettere il traffico che non solo la domenica, ma ogni giorno, in determinate
ore, vi si svolge.
Era giunta notizia dal Provveditore agli studi di Torino che uno dei
tre posti di ruolo delle Scuole elementari del Capoluogo era da considerarsi soppresso. La notizia ha vivamente sorpreso, tanto più che nulla
lasciava supporre, in seguito alla visita della direttrice didattica, una
decisione così draconiana. In seguito
ad un chiaro ed esauriente esposto
AVVISI
giorni festivi
fino al
2Ü settem. ö 7
PUBBLICI
di Angrogna
del nostro Sindaco ed al benevolo e
fattivo interessamento di persone amiche le quali dimostrano di sentire
veramente il problema delle scuole
di montagna ed il disagio profondo
che seguirebbe alla loro inesplicabile chiusura, il Provveditore agli Studi
ha comunicato al Comune che il posot di ruolo è da considerarsi senz’altro ripristinato. Sarà pure istituito
co.i Io ottobre il corso post-elementare (classi 6.a e 7.a) per quei numerosi alunni i quali non possono frequentare le scuole di avviamento pro
fessionale. Ci auguriamo di avere anche in questo caso la fattiva collaborazione dei genitori nel mandare a
questa scuola postelementare regolar
mente i loro figliuoli; infatti è assurdo tenere i proprii figli a casa quando si può, anzi si deve mandarli a
scuola fino a 14 anni, e poi lamentarsi quando le scuole vengono soppresse ! rep.
L’elenco dei quotidiani
e dei periodici italiani
L’Elenco comprende i dati relativi a oltre 5500 quotidiani e periodici. Per la maggior parte delle pubblicazioni elencate, in
aggiunta ai consueti dati (testata, materia
trattata, periodicità, indirizzo) sono indicati i prezzi d’abbonamento, il numero telefonico ed il numero di conto corrente
postale.
Nella prima parte della pubblicazione i
periodici sono classificati per materia in 74
categorie. La categoria 72 comprende gli
ultimi accertamenti.
Come per le precedenti edizioni, sono
stati di prezioso ausilio gli ampi ed aggiornati schedari de « L’Eco della stampa ».
Le 23 mai dans sa 80.me année.
Dieu a rappelé à Lui
Jeanne Berger Bertalot
veuve Meytre
Elle repose maintenant dans le cimetière de Valdese, North Carolina
(U.S.A.). La belle-soeur Marguerite
Bertalot et les neveux Pons et Simondet de Prarustin en annoncent
le décès.
« Et le soir étant venu,
Jésus dit: Passons à l’autre rivage »
Marc IV: 35.
La famiglia della compianta
Giuseppina Bertin
sentitamente ringrazia tutte le gentili persone che con scritti o di presenza hanno, espresso la loro simpatia cristiana. In modo particolare
ringrazia i sigg. Pastori che hanno
visitato la cara inferma e recato nel
servizio funebre la Parola della Vita.
Un vivo lingraziamento alle famiglie del Cav. Princivalle e del signor
Amato dalla che si sono prodigate
nella triste circostanza nonché alla
brava Maria Luisa.
Luserna S. Giovanni, 3 Giugno 1957
Redailore: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - ’-c.p. 2/17557
Tiiiografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955.
Per l'arredamento del vostro alloggio rivolgetevi al
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