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Italia fine al 31 dicembre . L. 7S,— —
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Ogni eanablanieeU d’irndirtao oaata L. tre — La «o|»Ui Lire' TR1Í
Lfl POCE
Di tutte le guerre gli illusi pensano :
«questa è rultima! » E l’illusione è alimenteta dalla propaganda che in compensb dei sacrifici imposti alla nazione
in armi, promette pace e prosperità ppr
le generazioni venture. « Noi facciamo
la guerra per distruggere la guerra...
dobbiamo affrontare questa guerra per
assicurare la pace... » Ammesso che sia
sincero, l’ideale è generoso, ma si fonda sull’iUusione di poter costruire un.i
pace permanente su un rifacimento della carta geografica, su un’equa distribuzione delle ricchezze dellà terra, su
una savia organizzazione della vita sociale.
Dopo il primo conflitto., mondiale si
fecero patti ed alleanze, si convocarono
conferenze su conferenze, si dette vita
a istituzioni diverse con lo scopo di regolare pacificamente ogni! divergenza»
fra i popoli e di eliminare le cause di
nuove guerre.
Ma, malgrado questo intenso e, sepza dubbio, onesto e sincero lavorio, è
scoppiato il secondo conflitto mondiale.
Nè poteva essere diversamente.
I tentativi per assicurare la pace
non potevano non fallire perchè por
tavano in sè il segno della relatività e
vamente umane^ Noi seguiremo .sempre con la massima simpatia gli sforzi
di quanti cercano sinceramente di stabilire la pace, ma saremo sempre scettici su ogni pace che si basi soltanto
sulla giustizia umana-, perchè saj^piamo che la giustizia degli uni è per altri
ingiustizia e che da questa non può nascere alcuna pace duratura.
Noi crediamo che la guerra è lo stato
normale di una umanità come la nostra, decaduta e colpevole, e consideriamo le guerre fra le nazioni come il
risultato inevitabile della-vera guerra,
cioè della grande lotta che impegna
Dio e il Principe di questo piondo.
Noi vediamo la pace fra le nazioni
come una pace falsa fijichè non sia stabilita suUa vittoria di Gesù Cristo contro le potenze del male.
In tanti secoli di vita civile non sono
mancate le buone intenzioni e i generosi tentativi di dare all’uomo una pace
solida, hè mancheralino in avvenire, ma
iàlliranno domani come sono falliti ieri, finché si cercherà una pace fondata
soltanto sull’uomo.
Già un eminente giurista italiano del
XVI secolo aveva scritto un libro ispirato dal nobile desiderio di estirpare la
guerra dalle abitudini della storia e dai
metodi della civiltà e fra le altre cose
aveva prospettato la possibilità della
costituzirnve di una Corte suprema delle nazioni, investita dell’autorità di risolvere, mediante arbitrati, le eventuali vertenze dei {wpoli.
Ma questo stesso apostolo della pace,
come se non fosse convinto dell’efficacia dei mezzi umani ad evitar la guerra, termina il suq libro con questa preghiera «5%, Beili», impone belli» finem, Tu nobis pacem effice... », Tu, o
Dio, poni fine alle guerre, Tu donaci
t la ^ce.
Il solo, sicuro fondamefito d’una
pace che non sia preparazione di nuove
guerre, è in Dio.
Cristo è la nostta pace, dichiara l’apostolo. Lui, e non la nostra buona volontà o la sapienza dei nostri piani sociali, 0 l’abilità della nostm diplomazia. Lui che ci riconcilia con gli uomini
perchè prima ci ha riconciliati con Dio.
' .M' K.
Oggi desideriamo dedioare alcuni'
pensieri alia pace. Questa pace che pareva così lontana mesi tà, è salita alle
rive deir Europa come un’inaspettata
aurora. Pace seria,, triste, severa, bardata di guerra, na ta su rovine irrepa
rubili e uitrisa di tamlo sangue, di tanta angoscia ‘che li pensiero di essa- ci
trova incapaci di letizia. Mai qua cessazione ai guerra tra'gii uomiui e stata
densa di tanta gravita, mai torse, li na
invitati, 0 u do\reboe inv.aaxe, ad una
piu sena latlessioné. ^
Superstiti in Eiitopa di (juesta tiemenua lempefeta scatenala dal titanismo tolte uegii uomiiu, et piue cne solo una. sena e volonterosa ievisione di
t :tu 1 laiori dej.1 esisieiua. può es.-,ere
aileguulci al prezzo ut questa vita che ci
è ajicoia àusciaia. Mai ixaiie ora comprenaiamo cne solo una elevazione deiimnnua ada sorgente supreiiid ui giustizia e di venta, può riiponaere ai1 angosciosa attesa dei cuore umano. E
perciò deóicanuo alcuni pensieri alla
pace, nei nostro messaggio cnstta.no,
cmedtamo alia Parola di ilio, il segreto delia pace, onae as.»ioivei-e il nostro
ìmpei-Kiso compito di costruttori di un
mondo di gtuatizia.
Questa parola di Crisi# distingue la
pace sgorgante dot valori umani, daìiu
feua pace, na pace di Cristo nun“e la
requie statica di un mondo di Denessere e di tranquiUita negata tseurpre ual,
processo storico e, nemmeno è ,ia pace
delranimo che, raccolto ili sè, siegato
dal inonocr cüe passa, t rova serena a ed
equilibrio. Non e cioè la serenità ricercata dairanimo gi-eco, non e iU pace
dei luoson privi dr un raj.iporto delia
coscienza con l’Iddio vivente. La jiace
di Cristo, è la pace .dell ainma, si, ma
di un anima che na latto i’mcontro coi
principio eterno e vivente della pace,
eñe gli Svela, la vita come un atto di
rapportò tra due realtà, l’uomo e Dio,
rapporto morale di due persone, rapporto di ubbidienza e di amore. Questo
rapporto, rotto calla superbia umaiia
è stato ripristinato dalla carità di Dio
padre, nel perdono'manifesto in Cristo.
^ pace di Cristo è la pace dell’anima,
intesa come coscienza -morale, ripristinata nella sua libertà e dignità, dalla
giustizia. *6 dalla grazia dei vivente
bene.
Questa è vera pace, secondo l’msegnomen-to del inaestro, pace che il mondo, nei suoi valori passionali, non dà'
e non può togliere. Questa pace è tetragona ad ogni guerra, ad ogni turbamento esterno,perchè neireterno bene
si fonda, e pone al centro della vita, come realtà determinante, la giustizia e
la provvidenza del creatore.
Ma questa pace così compresa e vis•suta nàl’intimo santuario della coscienza, può apparire, ad un giuuizio superficiale, un puro quietismo dell’anìnxo,
alieno dalia lotHi uei Uiuiiuo e dalie giavi responsabilità che essa richiede, ma
non io è. Nulla è stato cosi violento e
perseverante, nella storia del mondo,
come lo spirito cristiano. ìjo consegna
della pace cristiana non è una consegna da eremita, ma di responsabilità
attiva, anzi, se potessimo applicare le
categorie umane ai valori eterni, e
roica.
La parola di Cristo dice a questo
proposito : « Beati i facitori di pace ».
La pace adunque che lo spirito di Cristo porta nell’animo del credente, si
deve tradurre èd irradiare in un atteggiamento che testimonia alla vita; associata, le realtà imperanti nella coscienza. Ed è qui che la responsabilità dei
cristiani odierni, quali costruttori di un
mondo di pace, sa chiarifica e si impone
con un imiperativo del tutto nuovo. Le
vecchie cose risapute assumono vita e
reaita solo se' rivissute nel dramma della storia coniempoianea.
Do spiritò di* pace che il cristiano deve pollare nei hìoHuo, Ha- caraiten
Uicumunuibui, Cile, sinLetiJKiU ua un
oruiiie speemeo ui 'Uristo, »i sviluppano nell elica dei jsermoaie giu molile,
iiiceu i oruiiie ; u unia te v i gm uiu gii
altri Celile io Uu aintitu \oi». «iDa
quei»tu Si riconoscerà cne siete i miei di«scopoii, uait amu.re cne vi poi-tate gli
uni verso gu aiti-i». Da- quest orame
sgui-ga 1 etica, d uomo e cmamato ad
uratixare attorno a Sé 1 amore m cui è
stato oggetto, neim nve^azioiie di Dio.
l'aure.. r.a pace lUti crisiiaUo si inaiulesia ui pietà incondizionaia verso 1 uomo. (joucsta pietà isi i-isoive, secondo
1 etica del sermone sui monte, in una
giUisuzia uei tuuo nuova che na le segueuLi caratteristiche : l'amore verso il
nemico —" hi non resistenza al malvagio — l imita univei-baie ael genere limano m DIO Padre.,
Questa parola ci è data dall’Evangelo di u-iovanni ed e quella stesca di uristo ; « io VI uo la mm pacè. x.>on ve la,
'ilkvwllltì' Va lÉà Mi'
E’ necessario però riconoscere che
per agire con questo spinto, bisogna avere ir coraggio di èssere iodi amnanzl
ai buon seiioo uei monuo» avere u coraggio di essere utopisU, inori nella
reai La, Ma polene e pi-oprio Ü buon senil; so luei limitato epimo borghese, che n
'jpiu immaiirstiagi,
ciie, per egoiciica paura, è legato ai
eompromeisso, saia necessario ajssumcre coraggiosamente uno spinto utoipista, neixa spei-^za cne le conseguenze
siano di un mondo di ordine e di giustizia. '
Tutti coloro che lavorano e combàttono per una causa di giustizia e di one-,
btà sono utopisti di ironie al buon senso comune. xNon è lorse. utopistico ri-nunciare ad un buon aliare solo perchè
disonesto'/ Da recente stona politica è
stata piena di lotte utopistiche, che hanno pero eaivato una oigmtà ed una libertà al paese, e che cosa vi è di più
utopistico che la stona della Ghiesa
Valdese, perchè resistere, perchè esuiai-e, perene combattere, morire, perebè dire po, quando un sì saiva la tranquillità, iq casa, la- terra, la vita? Per
la coscienza che deve ubbidire a Dio !
Quale utopia per il buon senso del facile compromesso comune !
Nel campo dei princìpi spirituali è
questione di sensibilità, di intelligenza e
di ampiezze di vedute, di protondità e
di nobiiità di respiro morale, di sdegno
per tutte le finzioni di un amore puro e
sincei‘0 per la verità di Gnsto'e la intransigenza totalitaria della sua legge.
Kiteniamo dì essere giifnti nella storia della civiltà umana, ai punto nel
quale bisogna decidersi a dare un giudizio definitivo sulla validità dei principi cristiani o sul loro tramonto nel
corso storico. Non si può vivere di finzione, di ipocrisie, di pensieri o di fede di lusso, mentre la vita è tenacemente attaccata a realtà del tutto opposte.
Se il cristianesimo è. definitivamente
morto, abbiamo il coraggio di buttarlo
a mare, per instaurare il nostro* regno
di superuomini, contro tutte le divinità
false e bugiarde. Ma se poi attraverso
angoscie insondabili, e maturo ed onesto esame ci accorgiamo che i morti siamo noi, e che il mondo vive in una
attesa spasmodica dell’Iddio 'vivente
che lo vivifichi e che lo liberi, ajlora
abbiamo il coraggio di una applicazìoné
integrale dei princìpi cristiani e dello
spirito di pace cHe ne promana,, abbiamo il coraggio di essere folli utopisti ♦
per salvare una vita che la saggezza dei
titani ha gettato nella rovina.
Aut,, aut, è neeesrario decidersi se si# ■
vuole l’unità nell’odio contro l’qnità nell’amore, se si vuole l’unità nello
spirito di .parte q in Dio, se si vuole
l’unità del clan e dèlia classe centro la
solidarietà umana, se si vuole l’unità
nella potenza o nella fede, se sì vuole''
essere camerati,' compagni, concittadini, oppure fratelli.
Ma quaie uomo può assumere una simile posizione ^di loilia, di fronte alla
pesante penorntira del buon senso?
Evidentemente è quistione di fede.
Soltanto la vera fede è capace a creare
la saggezza dei pazzi, li\tendo la fede
non politica, ma la fede radicalmente
religiosa : ili creare cioè in un ordine
di pace e di giustizia, non per naturale
volontà 0 capacità, o merito umano, ma
perchè questa pacete questa ^ustizia
sono una verità, una potenza, che un
pera,. che domina, che guida, e che è indipendentemente da ogni possibile p.ttuazione in fin, processo di caiattere
storico.
La verità é verità anche se il mondo
^ crolla.
Questa pace per essere vera, e quindi
in qualche modo attuabile, deve essere
la potenza stessa dell’Iddio vivente, operante nell’uomo. ... .
La pace non è una conquista umana,
ma una realtà' divina, essa è un dolio
di Dio per la coscienza che crede in lui.
Cristo infatti ci dice. : « Io vi dò la mia
pace ». L’uomo non possiede realmente
che ciò che vive in lui, iu un ineffabile
rapporto con l’Eterno.
E’ matematicamente vero, che l’uomo è, ed ha, ciò che crede. La fede è la
realtà unica della vita, fee tu credi nella guerra avrai la guerra, sè tu credi
nella pace avrai la pace. Chi crede,* vede, chi vh^e e respira in sè la jiace che
da Dio promana, savà facitore di P*ace
attorno à sé. ' ^
Il risultato? Non dipende da noi. Noi
siamo i seminatori e non i creatori della vita. (( Getta il tuo pane sulle acque,
più tardi lo troverai ». Getta la semenza, la terra è fedele aUe leggi che il
creatore ha impresse in essa. Cristo,
poco prima di morire, diceva ai suoi discepoli : (dò ho vinto il mondo». Quale
squilibrata follia, secondo il buon senso umano per un uomo che dopo poche
ore veniva reietto dalla società <x)me tui
volgare malfattore. E Giovanni l’apostolo diceva : (( Questa è la vittoria che
ha vinto il mondo, la nostra fede ».
Quale follia una simile frase in un secolo in cui i cristiani, erano la spazzatura del mondo !
Ma, la divina follia, dei maestro e signore e dei suoi «dodici, ha impresso
nella terra una stigmate che non si
cancellerà mai più, la stigmate dello
spirito di Dìo, che è pace e fraternità
fra gli uomini.
Ognuno assuma oggi, con consapevòle chiarezza la sua definitiva resportsabilità nella icostruaione della società avvenire. ■
0. Loto.
Celar UBI M5
Je Viens de faire un séjour de quelques
semaines dans le Val Ëalsille. Des réunions
presque tous les soirs. Quelques ombres au
tableau, bien sûr; mais combien de pïeuves
d’attachement à notre vieille Eglise Vaudoise et quels témoignages de fidélité et quels
bienfaisants souvenirs.
Voici un fort simple épisode qui m’a particulièrement touché.
Je traversais, ce. soir là, le village de A
pour me rendi-e au village de B lorsque je
me sens appelé par un homme que — dans
la nuit tombante — je n’avais pas aperçu.
— Monsieur le pasteur, puis-je vous dire
un mot?
L’homme s’approche: grand, maigre, oin- .
quante ans, longues moustaches tombantes^
expression de tristesse sur son visage énergique de montagnard. Je le reconnais aussitôt. C’est un de ihes auditeurs, à la réunion
de quartier le soir précédent.
— Elle était bien belle la poésie que vous
avez lue hier soir dans la petite école de N.
Vous savez: Il Reduce; celui qui revient.
— Avez-vous un fils parmi les Reduci?
-- J'ai un fils; mai% il n’èst pas encore revenu. Et — lorsque vous lisiez — j’ai tellement souffert
Et il me raconte toute la navrante histoire :
« Je niai plus de ses nouvelles depuis le
mois» de' janvier 1944. Il était en Russie avec
le général Martinet. La dernière fois que
j’ai vu ici notre général il avait sous le bras
un fiaspo de ,vin. Il m’a dit (ju’il voulait
l’apporter à ses soldats, qu’il aurait parlé
* » -t. •
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> à mon fils, ie n’aâ-'ilus rien su depuis, ~ ,j
« LorsquoTes èfest® de fon‘bataillon sfmt ,
arrivés à Aoste, j’ai écrit »A'M. Je pasteur isf
Subilia, ir^’a tput de suite répondu.r II
s’éti,it renseigné en parlant avec-.deiix ca-^'
| . VALDiSi^
., A i /■Xl'i *
ygi-r Sans doute. Monsieur le ^stéur.
'*Paiàs ta solitude de la rao^agiijis endor».^'
i^è i^us nous sentons feoramédloï^^ dans'™
là df'uce clarté ^qui à||cend #esMittx. Jl
. , - . , , - , . L‘î> semble d’être envéioppés. pafck,tendre ^
marades dejçnon flls.-*Ceux-ci l’ont vu quandJi!JS.;; amour de «Notre Père». Non* jc^qps les
il a été fait i>ris<mnler; U n’étdJt.pas blessé.'^ mains, nous prions de tout »Stre^œur.
Alors j^spère encore ».
Je m’efforce de puiser dans ma sympathie
humaine et chrétlenn^e les paroles iu'ü faut
dans des circonstances semblables.
L’homme .est profondément affligé, mais
plein de courage. Son espérance tenace, obstinée est éclairée par une fpî sincère et profonde. i ' ♦
Ce
«Dieu est bon, Il est notre Père, 11 hous
aime.(Maigre bientôt deux ans sans nouvelles, il me semble de sentir que je verrai encore mon fils, mon unique; je suis tellement
sûr que Dieu me le rendra. Il m’a déjà donné dans ma vie tellement de preuves de
Sa miséricorde ! C’est de Lui seulement que
j’attends la grâce de revoir mon erifant... ».
Noua avons fait.— tout en causant -L un
bon bout de route ensemble. La lune s’est
levée. Elle resplendit dans un ciel sans nuages répandant sa douce lumière sur les-pentes abruptes, sur le long ruban de la route,
sur le tpirent qui chante au fond du VaK'
‘Dieu invoqué par cette âme simple et par
ce •cœur de croyant !
— Voulez-vo,us que nous prions ensemble?
.f''
.n’est pas long; mais si bienfaisant..
Nos routes divergent. Nous allons nous
séparer. Le p'auvre père se tourne vers moi,
'■ les yeux remplis de larmes s't'»
— Je continuerai à prier le' Seigneur, à
attendre, à espérer. /
L’émotion qu’il a réussi à retenir jus’ qu’ici IsAgagne. Il fond en larmes. Ce tie
sont pas de bruyants sanglots: ce sont des
larmes qui, coulent lentement, inlassablement de ces pauvres yeux meurtris par les
longues*veilles: des larmes que je vois luire
au clair de lune et qui semblent sortir —
intarissables — comme le sang <J’une profonde blessure au cœur. . t
Dfeu est amour — lui dis-je —'Lui ausSlsa donné Son Fils Unique... - t
, Oui — me répond-il— Dieu est amour...
■t -Puis41 ajoute d’une voix suffoquée par la
détresse :
— Et je croirai encore — à l’amour de
Dieu — même si mon fils — ne reviendra
jamais.
Je continue ma route...
Encore un miracle de la Grâce.
J. Henrï Mhüe.
LES EQLISES
ET LA bombì ATOMIQUE
Lors de sa séance du 18. septembre 1945 le
comité exécutif du Conseil fédéral desi Eglises du Christ en Amérique a adopté la déclaration suivante au sujet de la bombe atomique ;
« Le problème, vieux comme le monde, de
l’utilisation de la connaissance et du pouvoir, se pose aujourd’hui chargé de tout le
poids d’rme question de vie ou de mort pour
le genre humain. L’énergie atomique, employée de manière constructive sous l’inspiration de principes moraux, peut soulager
les misères physiques des hommes et apporter à des-millions d’êtres humains, la base
matérielle d’une vie plus facile et plus riche. Cependant, utilisée de manière destructive, l’énergie atomique peut entraîner la fin
de notre civilisation ou même la fin de tou
te vie humaine sur la terre. Le -bombardement de (leux villes, oui a ému la conscience des hoiume», symbolise le péril de
. l’avenir. -4'
H Protéger l’homme des conséquences de
son orgueil et de sa cbnvoitise, telle est la
glande tâche qui incombe aux Eglises. Le
•danger d’une guerre atomique est trop
grand et imminent pour qu’on puisse se permettre de négliger aucun moyen de le diminuer ou de le repouSser, C’est pourquoi nous
devons examiner et appuyer tout effort de
contrôle de la puissance atomique ,sous' sa
ioi’me destructrice. Par lui-même ce conti^4e ne sauvera pas l’humanité. Mais sans un
contrôle approprié, la menace de la guerrô
atomique deviendra écrasante.
« La détention de jDombes atomlqiies et de
bombes fusees par-des EtatI en compétition
tendrait à précipiter une guerre totale a
. cause de la crainte réciiiroque d,’une aggression capable- de tout anéantir'. En conséquence, l’établissement d’un seul contrôle
mondial de la puissance atomique est d’une
urgente nécessité. Si on n’arrive pas à créer
ce contrôle dans le court espacé de temps
pendant lequel les Etats-Unis sont les seuls
à posséder des bombes atomiques, il sera
'très difficile, sinon impossible, de l’établir
plus tard. Nous prions tn.stàmment notre
gouvernement de déclarer dès maintenant
son intention de placer la nouvelle décou- .
verte , sous un contrôle mondial et d’agir
sans délai en vue de créer ce contrôle auquel tous les Etats se soumettront.
«La Charte des Nations Unies confère
aussi- bien à l’Assemblée Générale qu’au
Conseil de Sécurité le mandat de parer à
toutes les menaces de la guerre. La bombe
atomique, laissée sans contrôlé, ést la menace directe la plus nette. Nous prions donc
instamment ngtre gouvernement de proposer à l’Assemblée et au Conseil de considérer la production et l’emploi de l’énergie
atomique comme la première des questions
à résoudre. Les âccords pour le désarmement stipulés dans la Charte offrent la possibilité d’établir rapidement des contrôles
internationaux.
«Les travaux préventifs et constructifs
envisagés dans les dispositions (.lu Conseil
social et économique prennent de ce fait luie
importance accrue. Si cet effort coopératif
peut diminuer les causes de conflit et aug*
ïhéuter la fraternité entre les peuples, il of«
frifa un rempqxt essentiel contre le danger
de la guerre atomique. Noqs prions Jnstammeni notre gouveiTieinent de (îiriger et d’appuyer loyalement les mesures préconisées
par les Nations Unies dans le domaine social et écoiiomique. Nous demandons égaleinent instaimnent aux groupes et aux individus de susciter'de toutes le? manières possibles plus de compréhension et de bonne
volonté parmi tous les membres de la famille des nations. ■
« Il ne nous appartient pas ,de juger des
exigences techniques qu’impliquent les contrôles internationaux. Nous admettons que
des obstacles techniques et politiques entravent la route. Mais nous sommes également
convaincus que tous ces obstacles peuvent
être surmontés si les -gouvernements et les
peuples sont déterminés à établir pour leur
protection mutuelle la souveraineté de l’humanité sous la torme destructive de la puissance atomique. Notre gouvernement et notre peuple se trouvent devant ce choix: un
contrôle mondial ou une catastrophe mondiale. La responsabilité de la décision repose sur chaque citoyen de notre démocratie.
.«En notre'qualité de chrétiens et d’habitants de la terre nous confessons que nous
sommés tragiquement peu préparés à endosser cette immense responsabilité. La vraie
cause de danger qui nous menace réside
dans notre aveuglement et notre égo'isme
en tant que nations et en tant qu’individus
et non pas dans la découverte de l’énergie
atomique; Ce n’est que par la repentance et
la régénération que nous pouvons espérer
surmonter le péril que nous avons créé.
n’est que par le pouvoir rédempteur de l’E-^
vougile de notre Seigneur que les promesses constructives d-e la puissance atomique
pourront se réaliser. Dans chaque peàséé
et' Chaque action,. nous devons mettre en
pratique noue toi chrétienne qui , veut que
partout tous les 'noirimes soient nos* frères.
Dans noire ignorance et notre faiblesse,
implorons l’aide du Tout-Puissant. Nous
demandons à nos Eglises de prier et d’interÇiéder dans ce but à chaque occasion.
Nods prions dnstamment tous les chrétiens
de. chercher xbaque jour la direction de
Dieu». {S.Œ.P.I.).
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g. GEaUIANO ChisDnb
9 Dicembre - ore 14 30
luminili itmiiwiiinii
IIIMIIIIAlUIIUUIUllllllUllllllH
I
e noi
In un articolo della «Pagina della
Gioventù)) (Eco delle Valli del 31 agosto) tra le vai’ie affermazioni fatte, vi è
anche quella che insiste sulla necessità
che 1 giovani valdesi si raccolgano è formino un fronte unico ¡per resistere alle
forze che minacciano le -nostre valli : la
mondanità, le passioni politiche, il cattolicésimo.
Gonfesso che l’idea di « fronte unico
contro il cattolicesimo.)) non mi entusiasma affatto. Infatti,. se l’autore dell’articolo intendeva'¡parlare dl^un cer>to cattolicesimo che, nella ^perso-na dei
suoi rappresentanti o dei suoi adepti,
è degenerato in 'corrente anti-protcstante alla cui base stanno, le ormai
V 'tantq sfruttate calunnie e- meschinità
dovute a crassa ignoranza, allora, a
mio parere non*vai proprio la. pena di
occuparsene poiché in generale la malafede ha già in sè stessa là sua condegna
mercede. Dio vede, sa, giudica. Noi non
possiamo scendere' su questo terreno
sul quale ogni serena ed obiettiva po' lemi(à è da principio pregiudicata. Ab
biamo qualche cosa di infinitamente pif
serio e più importante daffare.
Se invece si trattava, nell’articolo.
' del Cattolicesimo come dpttriña,/allo
^ ra, (benché io non sappia precisamente qual sia il punto, di vista cattolicc
ufficiale od ufficioso al riguardo e quin
di se ve ne sìa 0 meno la po.ssibilità, da
te le note premesse teologiche di auto
Ihfficienza^e di infallibilità), più ohe
di « fronte unico) contro, mi pare che
si dovrebbe insistere sulla necessità che
le Unioni studino‘seriamente ed a fondo la dottrina ufficiale della Chiesa. Cattolica Romana onde stabilire i ¡punti
di contatto è di accordo che in essa v‘
.sono con la professile della nostra fede, ed insieme quelli sui quali il disac
cordo non può rimaneré che irriduci
bile. Ciò sarebbe necessario ed utili s
simo per noi. Infatti, studiare la con
fessione di fede altrui è sempre una ot
, tima occasione dì pensare ed approfon
dire la propria fede. Ed in questo noi
abbiamo molto cammino ancora da percorrere. . .
ge pòi, nell’articolo,'^'più che di Cattolicésimo si trattava di «persone cattoliche )), allora davvero non vedo asso•dutamente l’esigenza del « fronte unico ». Ne vedo invece chiaramente un’altra ; quella di una grétte carità. Intendia.moci : ciò non significa .sacrificare
la verità per amor di carità. No. Ma
.significa per me vedere nei Cattolici
che vivono con,noi nelle stesse città,
nelle stesse campagne, nelle stesse case
non già delle persone da sfuggire 0 da
■ ignorare o da considerare con aria di
superiorità, ma comé dei fratelli separati-da noi come'dottrina, ma aniti a
noi dal vincolo dell’amore in Ori.sto.
Qualcuno obbietterà che questo è impossibile? Ed adora io gli domanderò :
E’ 0 non è stato possibUe che nei campi di concentramento tedeschi pastori
protestanti e sacerdoti cattolici fossero
uniti dal -vincolo della carità in Cristo
pur divergendo irriducibilmente quanto
a dottrina? E’ o non è stato possibile
che il nostro Lombardini nel campo di
iMauthausen testimoniasse della sua fede protestante in modo tale da raffermare la fiducia dei suoi compagni destinati al supplizio e ciò senza violare
la lóro coscienza? E’ o non è stato possìbile l’aiuto fraterno e sincèro che nel
passato periodo di lotta clandestina ò
stato scambiarto in mille occasioni tra
sacerdoti c pastori, tra cartolici e protestanti in Italia ed all’estero? E questo che cosa può essere se non il frutto
della,carità cristiana? Si: poiché non
si può menomare questi fatti affermando che è àtato soltanto la paura, ad unirci. Forse anche noi non sappiamo che
all’estero flnghilterra ed Olanda) capi
della chiesa protestante e rappresentanti della chiesa romana agiscono e parlano <ii comune accordo ed affermano
che è tempo di abbattere le terriere che
ci dividono non a parole, ma a fatti e
cori iniziative concrete. Forse non sappiamo che in'Inghilterra ed in Germania già in passato si sono gettate ’e
basi per la creazione di una collaborazione permanente tra la Chiesa Protestante e la Chiesa Cattolica? La Chiesa
Cattolica ha pregato per i « fratelli separati ». É noi sapremo, pregare anche'
noi per i nostri « fratelli separati?». '
E proipriq noi, Valdesi, potremo mai
,d.imqntjcax*e che ad,assistere spiritualmente e materialmente "dei ri'ostri gìovà”ni feriti, mo*nti, o in vista della fucilazione, quando non era loro consentita
la presenza del loro Pàstore, furono dei
sacerdoti cattolici ì quaM in quelle òecasioni non agiipno affatto animati da
me^hino ispirito di proselitismo, ma
veramente animati dado gpirito e dalla
carità di Cristo?
Guardiamoci a.ttorno, dopo aver
guardato al passato. Troppo abbiamo
sofferto. Troppo abbiamo udito e veduto quanto all’odio, alla brutalità, alla violenza, al sangue. Oggi non dobbiamo ricamare le vecchie orme insanguina,
te. Oggi U mondo ha bisogno di una sola,
cosa : la carità, la quale sola edifica veramente e che non verrà mai meiu) se veramente è ispirata dallo ¡Spirito di Cristo. Questa carità non pregiudica., affatto
un fraterno, sereno, libero scambio di
idee,' di discussioni tendenti a precisare sempre megli) le reciproclie posizioni dottrinali cattoliche e prt>tqstanti
Ed io sono intimamente persuaso che
tali discussioni le quali in un certo
senso manifesteranno la divergenza delle nostre posizioni' dottrinali, pure, ci
uniranno in un altro senso più intimamente ancora. In tutto ciò sarà certo
necessaria una certa prudenza alla quale Cristo, àtesso ci esorta anche oggi come sempre. Ma nel campq della carità,
qualunque cosa pensi il mondo, io credo fermamente che noi siamo chiamati
a « credere, ogni cosa, soffrire ogni co
lUlEjPi::NO.«,iiJAm
sa, sperare ogni cosa, sopportare ogni
cosai) per amor di Cristo e dei fratelli.
Si,, perchè una carità ragionata, una '
carità condizionava non è carità : sarà <
forse quello sgorbio che gli upmini spesso e volentieri spacciano per carità, ma
non .è la carità di Gesù*Cristo.
Lasciamo dm que che lo Spìrito di
Dio soffi su noi,✓sulle nostre Chiese,
sulle (nostre 'Unioni anche in questo
campo. Fermi nella fede, abbondanti
sempre nella carità dì Cristo. Dio opera oggi come sempre nélle Chiese e nel
mondo intero che, lo voglia o no, è sottoposto alla Sua signoria. Per tutto ed
in tutto, Confidiamoci in Lui. E ricordiamo sempre che « ciò che àgli uomini
è impossibile, è invece possibile a Dio».
' E. Aimb
Giovani e giovanetto VaUem, collaborate afla Pagina della Gioventù! Inviateci per iscritto il frutto dei vostri pensieri e delle vostre esperienze, su argop menti nuovi o già trattati.
In regime di Ubertà e se volete conservare la libertà, abituatevi a pensare, a
parlare e a comunicare ad altri il risultato dei vostri ragionamenti.
Fate che la Pagna della Gioventù sia vostra: scritta da voi e per voi. Il redottore attende la vostra ooHaboranione, <
Dunque, .amici, lunedì non si ballai In
realta, a me pare elle ia gioventù delie città
e (leue campagne Dalli e trovi ii modo di
Oailare tutti i giorni e a tutte le ore, come
se nella storia del nostro bei paese non ci
tosse mai stato un'epoca più allegra,‘più gioconùa ai questa.
i*erò, ai luiieui non si balla! Si può danzare tutti gli altri giorni, compresa la aoinenica, ma non il iunecii die, per i ballerini,
per i proprietari delie saie da oailo, per gli
orcbestraii, per i vari clienti di_ quei locali,
come anciie per i barbieri, è giórno festivo.
Creaete ebe sia una mia iuea peregrina?
Nemmeno per sogno. Si tratta ai un decreto dei Cornanao aUeato, trasmesso dai1 automa preiettizia, giustamente, preoccupata ai sgiancbire le gamoe nei giovanotti
e aelie signorine e di conceuere agri impiegati ^uei locali aa bailo un meritato, riposo,
cosi dice iCcornunicato: «...ù decretu attiuente ^ in Uìfiituzion6 dei bditi neUd VTOVincia di 1 orino va appiicuio nel senso ode i
Il pastore Girardet, « auiiiònier de
la Jeunesse des •Unions .Paroissiales»
del Cantone di Vàud, aderendo al nostro mvito visiterà neiP inverno le
Unioni del Gruppo Vaili. ' JJiamo fin
d’ora al valente organizzatore e simpatico animatore della gioventù il più
caldo saluto di benvenuto !
il
balli sono autorizzati, colle norme stabilite
• nelle gionumi ai vmr.tsjli, meivaiedi, giovedì, venerai, sanalo e aouien.ica'».
E, dùaiti, la' gente baita con passione e
con allegra spensieratezza. L’aitro giorno la
Questura al r orino coraunica*ia ciie era stata concessa la treceutoveiitesima licenza per
sala da bailo in città, vaie a aire presso a
poco una ogni duemila abitanti.
Non vi pare, ebe siamo meravigliosamente
avviati ai balio universale, a meno ciie non
finiaino i .nostri giorni in ua tragico, funesto ballo di S. Vito? '
Noi non coiitestiamo all’autorità competente il diritto di legiferare in materia di
danze, come in tutto ciò ebe concerne la vita
pubblica. Ci permettiamo di fare soltanto
due osservazioni.
La prima è questa ; i tempi che corrono
sono tempi da balio?'E’ proprio necessario
allocare I dolori dèi tempo presente, le at■ tese vane, la stanchezza della mente e del
cuore, le inquietudini, nel vortice di una
danza? Dopo alcuni anni di clausura in fatto
di bailo,.¡.è proprio necessario procedere ora
alia fabbricazione dei balli in serie, come se
la gioventù non avesse qualco.sa di molto
più importante da fare nel campo' della riilessione, della' partecipazione ai doveri del1 la vita pùbblica e privala, delia torrnazione
, di una personalità veramente umana e cristiana, senza per questo privarla di una
sana, legittima gioia? La passione del bàlio
universalizzato non è forse un sifitomo di
vita troppo superficiale, perciò pericolosa
sotto tutti gli aspetti, civile, politico, morale,
religioso, oltre che un’offesa fatta ai milioni di. creature umane che sono state uccise
nei modi più satanicamente crudeli e la qui
3
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■ r^-fr^i'- ¿..
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L’ECO DELLE
VALLI VALDESI
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tnorte non si può dimenticare col regime del
balio? /i- '.V>. - l: . ' ; ’ . , ,:,. ^
uEit ¡ffiodm in rebus V, . dicevano i romani antichi: a&è una misuTa''helle case»,
. perciò anche 'nel ballo ! f,
E la seconda osservazione è questa ; è proprio necessario chiudere ( battenti delle sale
da -ballo il lunedi invece che la domenica?
Deve veramente la domenica continuare ad
, essere il giorno in cui si ofire in tutta fretta
l’omaggio a Dio, per potere in segtiito liberamente tuffarsi ne) turno e nel tepore delle
sale da ballo?. ' , ,:s
Mi accorgo che dovrei trattare ora un argomento sul quale sarà forse bene che ci intratteniamo qualche ‘altra volta : Za santiflcazione-deìla domenica^
Mi basta dimostrare che, sìa per il carattere delle nostre leggi, sia per la mentalità
del nostro popolo, sia per là deviazione avvenuta fra noi del giorno^ del Signore e del
riposo in giorno «festivo» e poi «sportivo»'
è « ricreativo », la doiheWa è diventata anche il giorno del ballo, anzi del ballo per
eccellenza. /
Non ho la pretesa di definire il ballo come
il peggiore o 11 più classico dei peccati.
Qualcuno potrebbe anche dirmi che esso non
è un peccato.
Ciò non toglie che, nel ricordo del giorno
dii Signore e nella consapevolezza della gravità dei nostri tempi, il ballo potrebbe anche subire un notevole razionamento.
Ne trarrebbero vantaggio la purezza del
costumi e la dignità della nostra persona.
E. Rostan.
Per le nostre gtevanl sorelle
Nel timore
dell’Eterno
«La grazia è fallace e la bellezza è cosa
vana; ma la donna che teim VEterno è quella che sard lodata n
. . (Prov. 31-30)
Questo solo versetto formava la dedica di un Nuovo Testamento offerto da
una signora anziana ad una giovmetta.
Non ho potuto fare a meno di pensare
che, quando ognuna di queste parole è
ponderata bene, il testo serve ad essere
d’oro della vita che noi, sorelle care, dobbiamo vivere.
La grazia è fallace. Quante volte ci
siamo lasciate abbagliare da essa, tanto
più poi quando era unita a queim cosa
vana che è la bellezza ; e, possiamo confessarlo tra ai noi, così, alia buona, con
queste solé prerogative ci*edevamo di
¡poter attirare alia tJroce quell’anima
che più di ogni altra ci §ra cara. Ad un
tratto ci è stùggita lasciandoci nell’amarezza della delusione che forse non è
stata solo nostra.
In compenso è nata per noi che ci
' siamo avvicinate al Signore nella prova^ l’alba di un felice majitinq : quello
delia completa conversione.
Lasciandoci dietro le cose vecchie,
siamo divenute nuove creature noiU più
dedite alle cose vane e fallaci, ma timorose dei signore che vogliamo servire appieno.
Kd è nel timore dell’Eterno che dobbiamo vivere ora la nostra quotidiana
vita sapendo dare, quali epistole viventi, una testimonianza cristiana che non
morirà con noi.
E’ grande ed ardua, sorelle care, la
nostra missione nella casa, nella comune adunanza, nel mondo. Chiediamo umilmente al Signore dì poterla compiere intieramente e nel Suo timore non ci
sarà dato di sbagliare più. Sapremo
essere oggi la carezza della vita e do
mani, quando un focolare ci accoglierà
col compàgno che il Signore ci vorrà
dare, sapremo pure essere l’angelo della casa.
Nel timore dell’Eterno potremo gettare, le basi della nostra futura vita di
mogli e'di madri, sicure che cosi soltanto ogni ostacolo sarà supeiaito e
guarderemo il domani con serenità, fidenti nell’aiuto deU’altìssimo.
Non compiremo, sorelle, il nostro*do- ■
vere per es^re lodate; avendo il timore dell’Eterno saremo già ripagate dall’allegMzza di vivere una vita pura,
santificata dalla Sua continua presenza in noi.
-Al t-v . A--
Olga Sabotto.
f ^
Vi ^
Ad un soldato:
i
tedesco ^
ì
Sulle vive montagne \
sugli alberi silenti
sulle zolle terrose :
mute
sanguinanti '
piangeva quieto il cielo;
ed i semi del male , ^
àridi > ,
brucianti \’
gettati da mille mani
fraterne ì
sparsi alle pazze -vie di tutti i venti
sbocciavano
in petali di fiamma. ,
E tu venisti,
glf occhi ricolmi d'odio,
le labbra — trepide d’angoscia -rbianche''
perchè t'aveva sfioralo con un sussurro
essa — '
la morte.
Ma nell'iridi azzurre
un bambino spaurito
dolente ■
r
r
guardava morire U fiamme
sul mondo. < '
Nella tua mano ostile
contro di me
contro i miei fratelli s.
strìngevi l'arma -■
ed io pensavo una mamma
lontana — chissà dove ,
che pregava per te.
^ Ma quella sera un altro venne ,
— dai monti' —
ed un filo di sangue ,
lento . ■<' i'- '
gli scendeva sul ciglio dalla fronte. ~ ‘
Mi guardava felice i
nho vinto ! n.
— e tu eri il vinto. — , ' '
Ma io pensavo, un’altra mamma
che l'avrebbe baciato
su quel piccolo segno di lotta
con rispetto ed amore:
E nel mio cuore ' 'A ■' ;
come figliuoli_— insieme —
io vi ricordo ■'
io, che non so la gioia d'esser mamma.
Laurentu Comba.
Coppieri - luglio 1945.
«haec olim meminisse lUvabit».
viiiiiiÍrnÍiííinmmwNlílÍiííiVuii[ÍIÍilifiÍiriiiiliíÍHÍmtiÍimiiuliuWuii(iiiinijiiiuMmiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiMio
CON V E G N O
dplla Gioventù Valdese àelle Puglie"
Il 1.0 novembre sì è tenuto in Bari,
nei locali della Chiesa valdese, il tradizionale convegno della Puglia. Bopo
una parentesi di due anni i giovani delle varie comunità valdesi hanno ripreso
felicemente contatto per trattare i probfemi essenziali dello Spirito.
Il convegno si apre alle ore 10 con un
culto presieduto dal Pastore G. Castiglione ispirato dal testo di Matteo 1128. (Seguono gli studi basati sul tema
geiieraie : « senza ^i me non potete far
nulla» (Giov. 15-5).
Il Pastore Gustavo Bouchard tratta
l’aspetto, negativo del tema : « l’opera
isenz*a Cristo ». L’oratore rivela l’impotenza umana in qualunque attività,,
allorché l’uomo vuole agire e pensare
prescindendo dal fattore religioso. La
esperienza nostra rivela id totale regresso delle azioni umane. Le cose che
altia volta apparivano salde e sacre, si
son messe a vacillare ; la verità, umanità, ragione e diritto. La scienza, che
altra volta sembrava procacciare la felicità all’nomo, si è rivelata impotente
di fronte "ai gravi problemi -che asgo- sciano gli uomini del nòstro tempo.
Anche la cultura intesa, non come raccolta di nozioni storiche o letterarie,
ma come orientamento verso un ideale,
verso Iddio, si è rivelata in regresso,
perchè ha voluto prescindere dall’elemento metafisico. Così dicasi dello spirito critico, rivelatosi privo di forza
perchè mancante dell’elemento spirìtùale. Gli uomini pretendono giudicare e valutare i problemi sociali ma li
affrontano con una mentalità pagana
anziché possedere la mente Cristo.
Nel campo morale si è fatto strada
la concezione dell’autonomia morale,
L’uomo ntiene che il suo io possa accettare o rifiutare la legge Dio ri te-,
nendolo atto a tale giudizio. Orbene,
se è vero che non possiamo accettare
servilmente certi regimi, di fronte alla
legge di Dio non v’è discussione, dobbiamo accettare ogni cosa perchè ci viene da Dio e non All’uomo. Tale concezione ha portato il giovane ad assumere una certa aria di superiorità di fronte alla morale predicata dai Pastori ed
a crearsi una sua morale le cui conseguenze tutti conosciamo. Tutti si eredono sufficientemente atti a valutare il
male e ad affrontarlo ; intanto la letteratura, il cinema e la Tadio mettono in
luce simpatica un adulterio come le a*
¿ioni di un delinquente. Il Pastore’
Bouchard rileva altri aspetti dell’opera umana compiuta senza Cristo e
termina sottolineando una parola di
Burzio, secondo il quale la crisi che
travaglia il nostro tempo potrà essere
risolta, soltfmto ed unicamente in s«-'
de religiosa. ' t
L’aspetto positivo del tema ; « ope-''
rare óou Cristo » viene trattato dal Pastore G. Castiglione. L’oratore chiarisce il significato profondo dell’opcrare
con Cristo. L’evangelo condanna Pope-,
ra di Marta, e sconvolge l’infantile mo--'
do di pensare e agire di persone che si
affannano come'Marta a procacciarsi ^
cielo con le cosidefte buone opere, -iIl carceriere dì Eilippì raffigura bene queste persone che del continuo domandano : che debbo fare per essefe.
salvato? ((ancora e sempre fare... ope-^
rare, ricuperare il tempo perduto nellà'
vanità, nell’incoscienza, ma fare... ec- '
co il metro ». *
' San Paolo dice al carceriere le semplici parole : ((Credi... ». Credere è in-j
^ fatti l’ateo più energico, più impegna
:,-tlvo, più rivoluzionario e segna la fine^'
, dell’inazione, dell’incredulità e il pria-;’’
cipio della vita con Cristo, intesa come
unione con Dio, solidarietà <ìol prossimo, reintegrazione nel bene... ». Credere è l'abbandono«iìtì.ucioso, attaccamen' to reale al (Jnsto. Come si jpuò lare la
esperienza delia fede? la ¡risposta la
SI può trovare nella parabola dei due
figliuoli, il i.o promette di andare al
. lavoro e poi sé n’astiene; il secondo
invece afierma di non andare e poi ci va.
• fcìu questi due binari marcjaiio gii uo- *
mini di tutti i tempi. Gli upi che promettono d’essere credenti, che hanno il
Imgu-dggio, il modo di agire dei ,OriAtiani ma cne in realtà non lo sono.
Credere significa servire Iddio quale muco Signore, quale unico padrone
delia nostra vita; mentre oggi gii uomuii prestano il. loro seiTÌzio a tanti
signori (li colore politico, sociale, si
avverte la necessità di after mare in modo ■solenne il significato del credere in
Cristo e dèlToperare con Cristo. Credere e 1 unica vera ed etficace rivoluzione delle anime che riconoscono in Gesù
tl migliore e nel iirossimo mv fratello.
„ , Operare con (Jrìst(x, è la tensiqne verso un futuro mighore dt cut i ùomó si
sente investito ; è l’atto di fedeltà della
creatura verso il creatore.
Questa fefieltà si esprime in due modi ; testimoinanza e oobedienza. La te- '
stimonianza và intesa nel senso evangelico di ledeita silenziosa, pèrseveraiite,
piena di umiltà. Ma la testimonianza
non è che l'aspetto esterioi-e di una
realtà interiore che si chiama (( ubbidienza a Dio». L’oratore termina mettendo in piena luce l’mtervento dfello
Spinto che ci da di poter testimoniare,
ubbidire, cioè di operare con Cristo.
Con molta gioia abbiamo ascoltato in
seguito 1 messaggi proloiicli del tmpodistretto Achille Deodato, del cassiere
delia Tavola, Pastore G. Comba, del
cappellano americano Chandier, del
rev. iS. W,. Bobertson della Chiesa di
Scozia, del rev. E. P. Uutvam della
Chiesa anglicana, del cappellano polacco Arlet della Uhiesa Luterana e infine il messaggio del Pastore C. Mollica.
11 culto di feanta cena è presieduto dai
Pastore Bouchard che predica sui testo : (( lo sono con voi tutti i giorni »
di Matt. 28: 20. 11 Capodistretto presiede il servizio di Santa Cena.
Tutti i partecipanti sì avvicinano alla mensa uel Signore per ricevere gli
elementi sacri, simboli della forza che
ci da di operare per la causa del Signore. Il volto di ognuno rivela la commozione interiore di fratelli e sorelle
che si pheparano a realizzare nella vita
CIÒ che la sacra mensa simboleggia.
Le ore pomeridiane ¡sono riservante
alle testimonianze individuali dei gidvani. Avevo sentito ' molte testimonianze nel passato ed avevo avuto per lo
più un’impressione penosa di certi componimentinì molto ben fatti, frutto della mente e bod <1^1 cuore. Quest’anno
abbiamo ascoltato i giovani con immenso piacere perchè i. loro brevi discorsi
tradivano un intimo travaglio spirituale, un’èsperienza profonda della vita,
un risveglio delle loro anime per la causa del Signore. Non dimenticheremo
perciò i messaggi del giovane Vigliano
iloll/li iìol Sirrnrvi*
dell’unione di Bari, del Signor Mellone
di Taranto, del Signor Cericela di Orsara, del. Signor Boaglìo di Najmli,' del
rappresentante dell’Abruzzo il cui nome mi sfug^, del sempre giovane Signor Laurorff (li Bari e di altri ancora.
'Durante un breve intervallo l’iuiione
di Bari offre ai convenuti là tradizionale tazza di thè. Anche quei momenti
sono preziosi per avvicinare i giovani,
antiche conoscenze del passati conye"gm, e panare con molta passione, del
problemi trattati durante-la giornata.
Il convegno volge al ¡termine. Il capodistretto ed il Bimtore G. Comba presiedono l’aùunanzà di preghiera paplanuo rispettivaménte su* Matteo 16-23
e su Giovanni h-S.’^'Le preghiere dei Castori e dei laici esprimono la gioia dei
buon,- la ri(mnoseeiiza a Dio, e ti dt«i
deriodi operate con Cristo.’
La gioventù valdese delle Puglie, riunita
a Convegno in Bari, rivolge un frad&rao
pensiero ai giovani che, niella stessa famiglia cristiana aetia Chie'sa Vuldgse, lavorano per lo stesso'ideoLe dt amore e gì santità al servizio dei comune ¿ignore e Salvatore. A.'Miscia.
Alle Unioni Giovanni (laiGiesI oel
Gruppo iraní
Il Comitato <u Gruppo riufiiiosi a S.
Germano il l.o novemore ha stabilito
il suo programma di lavoro per il nuovo anno tu attività ed ha esaminato i
vari aspetti della vita umoiusaca alle
Valli.
Le atti'rità collettive hanno cubito
una sosta” dopo le maiùtestazioui esti'Ve, onde non interferire neLlaborioso
e delicato esercizio dell'autonomia delie parrocchie. ^ ''
Alle Lnioni che non hanno ancora
fissato il loro programma in modo defi•nìtivo, (Kinsigùamo in questo dopoguerra, i seguenti : »
(STUDI Biblici - Israel^' dopo Vesilio..
Come guida sarà utilissimo il Piccalo
Manuale biblico di Giovanni Mieggc,
voi. il.
Studi Storici - La Chiesa Valdese
dal (Glorioso Jiimpatrio al 1848. Ultre
alle Storie dei Valdesi si potrà ricorrere alle muiierose laonogratìe di questo
periodo (o^mscoii e studi sui BolleitiHo delia (Società di ¡Stona Valdese).
liBiiiiiHiDNDUM. In relereiiuum sarà
lanciato sulla Pagina delia Gioventù
sul tema : La gioventù valdese nel dopoguerra, dal punto di vista religioso,
morale, sociàle, orgauizzutivo.
. Convegni Generali. Sono stati ridotti al minimo in considerazione della
difficoìtà dei trasporti e per lasciare
alle «singole Unioni la liberta di organizzare frequenti incontri con singole uiiiolii coAtinanti o lontane, cosi simjiaticì
e più atti dei Convegni Generali ad affratellare la gioventù.
I Convegni Generali non dovranno
essere pe.santi e sì cercherà di approfittare delle esperienze del passato e <jèi
suggerimenti che ci sono pervenuti.
Novembre : Torre Pellice • - Dicembre : S- Gerifiano Chisone - Febbraio :
Pinerolo (per sole Unioniste) - Marzo :
Villar Pellice - Lunedì di Pasqua (22
aprile) : S. Baidolomeo - Ascensione (30
maggio) : Massello e Barriole d’Angrogna ■ Giugno : Lazzarà.
Visite. ¡Membri del Comitato di
„Gruppo visiteranno le Unioni nel limite del possibile. ~ ,
Cadetti. Si invitano i Comitati Direttivi a oostituire. le Unioni Cadette,
maschili e femminili, o miste. L’estate
prossima avranno il loro Campo,
Dirigenti, La formazione (lei Ré*
Bpommbili dev’essere Ùa nostra grande
(
' Quanti-erano i partecipanti? Non li
ho contati ma credo quasi Lou. La Cifra
ha un signiucato. Molti giovani son venuti da iNapoii, dall’Abruzzo, da Or^ra, CeiTguoia, I^rindisi, Taranto per
nominare alcune idealità; haimo perciò
dovuto suDire i disagi enormi dei viaggi al punto di dòver'rimanere talvoiia '
aggrappati »àii estèrao del treno quàn-r
do non SI riesce a mettere un piede ¡hello scompartimento. La presenza ^di quei
giovani e dei Pastori e mdubbiàmente
degnai di rilievo, C’impressione del convegno di Bari è inauDDiamente molto
buona “sia per le testimonianze, sia per
i discorsi sm per io spinto cosi fraterno che animava la gioventù e inùiieqier
la meravigliosa organizzazione dei convegno.
¡¡siamo perciò molto grati al ¡Signor
Miscia ed alla Signora, nonché ai giovam di Bari ed a tutta la fratellanza
che tanto s'è adoprata per acccigiiere,
rifocillare, alloggiare i vari partecipanti e dare al convegno quel carattere famigliare e signorue ad nn tempo. Credo quindi 'dì mterpretare il sriiiimento
di tutti i convenuti hel ringraziare il
Pastore e la comuntà di Bari per io zelo e 1 affetto con cui hanno organizzato
il convegno.
Gustavo Bouchard.
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preoceupazwne. Kon essendo per 'Orn
L'possibile'intllre un Campo per^Dirif^en'
. ti, organizzeremo dei Cor^i per ccrr'epondeiizà (o meglio dei contatti epist<^.
iarip i^ieghiamo pertanto tutti i Precidenti ¿'inviarci, insieme con una c,p’.
pia dello sijecchietto statistico chiesto
dal Segretario Generale, il nome e l’indirizTO dei responsabili di ogni Unione, cioè i membri del Oomitato direttivo o Oruppo d’Azione, specificando'
l’incarico : se presidente, yic.e-presidente, .segretario, cassiere,'presidente o segretario di quartiereV responsabile per
la Filodrammatica, il Canto, gli Stii
di, la Biblioteca, i Ricevimenti, la
Stampa, la Corrispondenza, il Servizio
d'ordine, ecc.).
, Copia di questa corrispondenza sarà
sempre inviata ai Pastori juiche se non
President^ deirUnione. ^
. UZiqnòri oomtmicasioni sui lavori del
Comitato, di Gruppo e sulla sua definitiva composizione saranno date prossimamente.'
Pomeriggio Unionista del 15 Agosto.
Gli autori delle due poesie premiate e
i direttori delle Corali o chi per essi
sono invitati a ritirare entro dicèmbre
presso la Libreria Claudiana, una copia del Calendario Biblico, quale premio per il loro efficace concorso alla
riuscita della festa.
, La guerra è finita. Dobbiamo riprendere in pieno, con la partecipazione di
tutta la gioventù dispersa dalla crudeltà dei tempi ed ora rientrata nelle proprie parrocchie, tutte le nostre attività potenziandole al massimo, e costituire, non per una « élite » soltanto ma
per la ma^, un ambiente di elevazione spmtuale e morale e di fraterno
congìoìre. E’ necessario altrèsi cbe le
nostre Unioni.si mettano ^’avanguardia di tutte le riforme ispirate dall'Evangelo e si preparino materialmente
'CoiKCorsi di francese per la eioventùi e
spiritualmente (con l’indirizzo generar
le della vita unionista) a partecipare a
quelle manifestazioni unionistiche ecumeniche in casa nostra e all’estero cbe
stiamo organizzando. ' »
Giungano a tutti gli Unionisti i nostri più vivi auguri di lavoro benedetto
nel Signore.
Per il Comitato di Gruppo :
Gustavo Bertin.
CORRISPONDENZE
Signor Direttore,
Una breve lettera questa mia per esprimere a Voi ed a tptti ì collaboratori dell’iJfo
la gratitudine di alcuni Valdesi ancora prigionieri in Inghilterra. Qualche numero di
tale settimanale'^ qui giunto pel tramite dei '
miei genitori ed è con commozione’ che ne
abbiamo lette le pagine. Dopo lunghi anni,
vissuti con l’animo opprèsso daU'incertezza,
il nostro cuore ha palpitato di gioia nell’avere le prime notizie sulle nostre Val)i, ed
abbiamo ringraziato il Signore per aver iniseiicordiosamente vegliato sui nostri fratelli
attraverso le innumerevoli asperità della
guerra. Con vivo dolore abbiamo però anche appreso delle prove a-cui avete dovuto
sottostare, ed è con pfofonda simpatia che
vorremmo porgere a tutti la nostra parola
d'incoraggiamento e d’affetto. Fra tanti,
pure/noi abbiamo vissuto ore infinitamente*
tristi, ma abbiamo sempre confidato nel Signore e nella Sua bontà Uluminata; smarriti; stanchi e sfiduciati alcune volte, saremmo certamente caduti se la mano di Dio
non ci avesse sorretti e guidati. Lontani,
privi nostro malgrado di aiutarvi per ora
nell’ardua opera di ricostruzione, attendiamo con serenità il ritorno che chiediamo al
Signore giunga presto. E in tale attesa inviamo a Voi e a tutti i nostri Fratelli Vaidesi un saluto d’affetto e di speranza cristiana d’un presto arrivederci.
Prospero ofcss.
Ringraziamo, commossi, il nostro corrispondente ed auguriamo a lui e ai suoi compagni un rapido, felice ritorno in seno alle
loro famiglie. Rkd.
P. U. V.
Offerte in memoria di FRANCO BOSIO
Per i Campi Giovanili: Selma Longo,
L. 200 - Sèba Mazzetti, 200 - Giovanni ed
Esther Giorgiolè, 100 - Dott. comm. V. A.
Costabel, 500 - E. H., 1000. — U 2000. — Offerte precedenti L. 10000 - Totale L. 12000.
Le offerte sono ricevute con gratitudine
dal cassiere della F.U.V., Alfredo Giocoli Via IV Novembre, 107, - Roma, e possono
anche essere versate nel conto corrente postale N. 1/1216 a lui intestato.
Nel suddetto conto corrente passone anche essere versate, da parte delle Unioni
Giovanili, degli amici e del simpatizzanti,
tutte le offerte, le quote di associazioni alla
F.U.V. ed ogni altr9.,dono.
Il Cassiere: Auebedo Giocoli,
FOf.DiZiOW' F3.U;C0 B011Í)
Abele, 1000 - Gìrardet Al- Curardet .cand. theol. Giorgio,
- Holzbausen Lil-Marcella, 30 -.La RollatMl
Florpce, 300 - Mancini Giorgina, lOO - Meier
Edwin, Lidia Enrico, 500 - Mandola dottor
i Francesco e Sig.ra, 500 ..Messina cav uff
rag Giovanni^e Giuseppina, 1000 - Mostarda Emiliano, 100 - Orlando comm. Roberto
'Pascucci Giuseppina, 1000 Peri Emilia 400 - Perticone dott. Giacomo
e Signora, 1000 - Ponzano Luigi, 1000 - Ro
ebi Giuseppe e fami
glia, 200 - Sabbadini dott. Sigismondo e
Luce, 500 - Scwci Luisa e Eugenia, 500 - Spa400 - Susinno Antonio e famiglia, 100 - Taliento Evelina, 500 - Tedesco
- Taarn ifmi’
Iia, 500 - Vanmcelli Emma, 500 - Vinay prò- ™ 500,
SOTTOSCRlflOKl DI BENEFICENZA
In Memikiia del Dow. PAOLO ROLAND
Famiglia Ermanno Tùrck. L. 100 - Lina
Turck-Bounous. lOO^ - Sigurd e M, Pia Just,
100 - Cav. Antonio Gallina e Sig ra 100 Dott. Walter Tùrck e Sig.ra, 100 - Enrico
Pisani, 100 ^ Arturo Prever e Sig.ra, 100 Villa Prever Ada, 100 - Villa Gianfranco,
100 - Sartorio Damiano, 100 - Sartorio Fausto suo compagno di scuolà, 100 - Cavallo
Colarolo, 100 - Ing. Ambrogio Turati, ICO Vincenzo Gervasone, 100 - Clotilde Gay 100
- Emmma Gay-Rochat, 100 - Ignazio Bessone, 100 - Adele e Mario Alfano, 100 - Pamigha Serafino, 100 - Ing. Arturo. Long 100
- Fanny Long Rivoire, 100 - Ida e Gina Bortalo{, 50. — L. 2130.
Questa somma è stata versata all’Orfdnotroflo Femminile di Torre Dellice.
OtPANOTIIOFIO MIUCHILt DI
DOMARÌTTO
La Commissione degli Istituti Ospitalieri rende noto che con la fine di novembre, si è sciolta la.Commissione
ddl’Istituto « Artigianelli Valdesi »
con 1’« Orfanotrofio Maschile di Pomaretto». Il primo è ritornato nella
s^. sede di Torino, di dove era stato
sfollato a causa dei bombardamenti.
lì secondo riprende la sua vita normale sotto una nuova direzione. Per accordi intervenuti tra Ip. C.I.O.Y. e la
Direzione della Casa delle Diaconesse
Valdesi, Suor Adele Gay è stata chiamata a reggere le sorti di quel nostro
istìtuto. Essa ha accettato con animo
volonteroso il nuovo compito. E mentre
invochiamo da Dio ispirazione, guida e
sostegno per la nuova direttrice, la rac{ caldamente, insieme coi
' bimbi che le sono affidati, alle preghiere ed alla fattiva simpatia delle nostre
Chiese.
A. CoMba, presidente C'.Z.O.F.
ECHI
; Onnipotente ed eterno Iddio, che investi! ghi le reni e leggi nei* cuori, accetta U nostro umile servizio. In mezzo ad un mondo
, rovina e sconvolto da passioni, noi vo’ gliamo fender testimonianza della nostra
; lede, proclamando il valore eterno della ve' Tità, della giustizia, della fratellanza, dell’amore, per cui soltanto la società potrà
. risollevarsi e l’umanità salvarsi; noi vogliamo essere strumenti e collaboratori tuoi per
l’avvento del tuo regno glorioso. 'Non riguardare alla nostra debolezza e indegnità,
perdona i nostri peccati, dacci la tua luce
è la tua forza, le tue consolazioni e le tue
speranze, e benedici quanto,#sotto il tuo
sguardo, ci propqniamo di fare per la tua
Chiesa, in profonda e vivente comunione
di spirito e d’intenti, con tutti 1 tuoi figli,
cbe fedelmente ti confessano sulla terra e
incessantemente ti glorificano nel cielo. Per ,
Gesù Cristo Signor nostro. Amen.
IK"
.... ■■ ■:
■i
■ A- favoìe- üçtV Op\ia di Diaconia della
Chiesa ài Piazza Cavalli'. ■ .
^ Prima e!.en*co delle offeite ricevute; Ade
.clou. Gallo e'Aba, L. 5ù0 Ade Lina e Tecla. 500 - Agostoni .prof. Isa, 100 - A.M.G.,
: eoo - Arnold Feridy dott.. E., 1000 : Avitàbile, famiglia, 5000 - Baldonì, famiglia, 1000- Belli,. sig.ra, 100 - Camilli Emma, 100 .
- Cantone cav. rag. Gennaro e Ang., lOOO Carioru comm. Ferdinando, 1000 >< Colantonio Ovidio e famigliaj 100 - 'Gamba pastore
Guido e famigiiav 1000 - Fabiani,Ugo e Angela, 100 - Garroni Mirai, 200 - Giacométti
Rodolfo, 500 - Girardet Elena, 500 - Girardet
Giorgio e Letizia, ’ 500 - Gonnelli cav. Leopoldo, 300 - Isidor Sestini Alfonsina, 100 Long Aldo e Romola, 150 - Lucani e Sig.ra,
300 Marcpneini Igino Ucsare, 500 - Meloni
Pierina, 400 - Mendola, sig.ne, 100 - Michelangali Fernando, 1000 - Montanino Maggi,
famiglia, 500 - Notegen, famìglia, 300 - Paglietto dott. Mirella, 500 - Pazzaglia Bruna,
50 - Pexù Giulia, 500 - Piacentini cav. Mayio e Signora, 500 - Regoli Paolo e famiglia,
100 - Rudolph J., 100 - Quaglierò Arturo, 100
- Schjoldager Bianca, 200 - Sommani pastore Virgilio e Ann., 1000 - Stefanucci Caterina, 500 - Talarico Vanda, 300 - Tancredi Vincenza e Letizia, 500 - Teodori Ada, 100
- Tomoli Duse, famiglia, 300- - Un frequentatore dei Culti, 300 - Ventura cav. Antonio
e Febe, 500 - Vìngiano, famiglia, 1000 - Vi-,
taletti-Costantino, 1000 - Ade E. e Sehumacher E., 1000 - Ade dott. Renato e Lia, 200
- Alparin, Sig.ra, 500 - Amphoux, Sig.ra, 100
- Avico Mario e Gioconda, 200 - Bubboni
comm. Ranieri e Emilia, 1000 - Caduff famiglia, 3M - Canobbio dott. ing. Antonio e
■ Carpinteri Emanuele e Sand.,
¿00 - Comba dott. Claii#io e Fiamm., 2000 Dei Bianca 1000 - Galante Bianca 500 Ghigo magg. cav. Abele 1000 . f4iraraD+ ai
Grill aca
Ànj^rogna
. Alcuni giorni fa è deceduto in Angrogna
(S. Lorenzo) Giulio Emilio Rivoiia, il ben
nolo negoziante di piazza, in età di 74 anni.
La. morte gli .si è avvicinata piano piano,
inesorabilmente ed egli la vedeva venire
con insormontabile ripugnanza. Ma il Signore rpisericordloso lo ha aiutato ed egli
ha attraversato la valle deirombra della
morte assai più presto che non avesse pensato. .
Alla vedova ed ai figli rinnoviamo- l’espressione della nostra condoglianza.
Genova
In seguito a bombardamento è deceduto,
il 4 settembre 1944, Cesare De Matteis. Ai figli lontani e a tutti i congiunti respressione della nostra simpatia.
Luserna San Giovarini
■ Il 18 novembre si sono svolti, presieduti
dal pastore sig. G. Moiggia, i funerali della
sìg.na Adelina Rivpìra, deceduta dopo lunghe e penose softerenze al Valentino, all’età
di 40 anni. .Alla mamma, al fratello ed alle'
sorelle le nostre vive condoglianze.
, — Sabato 24 novembre, decedeva tragicamente sul lavoro alle Seccafezze, il.cavatore
Pierino Tourn, di anni 24. Ai funerali parteciparono commossi numerosi parenti ed
amici. Al padre che fu testimone della fulminea irreparabile sciagura, alla madre,
alle sorelle ed ai fratelli l’espressione della
nostra profonda simpatia.
— Abbiamo appreso con vivo dolore la notizia della morte di un ex-alunno della nostra scuola domenicale, Alberto Lunghi, caduto appena ventenne^ il 10 dicembre 1944,
nella battaglia di Leyte nel Pacìfico, nonché quella della dipartita dello zio suo Ulrico Odin, deceduto in una clinica a Montevideo, all’étà di anni 41. Pensiamo con
( simpatia alle loro famiglie i'jntane iinplo^’rando su di esse le consolazipni divine e diciamo ai parenti tutti la no.stra sentita simpatia. '
Prarosfino
Battesimi. Avondetto Wanda di Enrico e
di Avondet Amalia (Allamanda); Malan Ide
di Aldo e Forneron Ester (Gódins); Santiano Bruno e Ermanno di Andrea e di Long
Livia (Cavoretto).
Matrimoni. Grill Alfredo (Penero) e Costantino Editta Matilde (S. Bartolomeo);
Costabel Pierino Giovanni (Torre Pellice) e
Caisson Ada (Topi); Paschetto Silvio (Rnà)
e Biancioito Delia (Roccapiatta); Bostaing
Willy Cesare (Giacutin) e Bostagno Ida (Ciabot bas).
La benedizione del Signore riposi in queste nuove famiglie—
Funerale. Il ^novembre si è spenta, dopo
poche ore di vita, Gay Adriana di Rinaldo
e Pagello Clementina. Ai genitori vada l’espressione della nostra simpatia.
— Tutte le nostre attività ecclesiastiche
sono bene avviate. E’ terminato il primo
turno di riunioni quartierali.' Abbiamo fatto uno studio introduttivo su: «La Parola
di Dio» che sarà l’argomento che tratteremo nel corso dei mesi invernali.
Le attività giovanili ■ sono fiorenti.
— L’Assemblea dì Chiesa ha deliberato di
tenere un cullo in lingua francese l’ultima
domenica di ogni mese, limitatamente ai
mesi invernali.
— Domenica 11 novembre abbiamo avuto
la gradita visita del sig. Emile Pasquet, di
Ginevra. Il nostro fratello, nato a’Prarostino, ove conta numerosi parenti e amici, ha
rivolto un commovente messaggio alla nostra assemblea domenicale ed ha portato il
saluto fraterno di tutti i valdesi della Svizzera.'Particolarmente gradito è stato il suo
canto.
Il Pastore ha ringraziato il sig, Pasquet
per la sua visita e per l’opera che egli ha
compiuto in favore della nostra Chiesa, L’espressione della nostra riconoscenza vada
pure a tutti gli amici della Svizzera che
hanno dimostrato di essere così solidali con
noi durante i mesi della prova.
Taranto
Domenica 4 novembre è stato un giorno
benedetto per le Comunità di Brindisi, Latiano e -Taranto; esse ricevevano la visita
del Capodistretto pastore Achille Dcodato,
di ritorno, dalla conferenza distrettuale dì
Bari. Nella serata di sabato la piccola, ma
compatta congregazione di. Latiano, si raccoglieva per rivedere, dopo sedici anni, ramato pastore Deodato ed essere rincuorata
dalla perseveranza e fedeltà al 'Vangelo della Grazia. Latiano è una Comunità in miniatura, con una Scuola domenicale di una
trentina di bimbi, con una piccola-Unione
Giovanile, mentrqi non mancano anime dalia vita spirituale profonda. Durante la guerra la Comunità ha goduto Tassistenza spirituale deiramatO' Gappelianb americano* pastore G. Mayfleld, figura simpatica e indimenticabile- per l’amore e lo zelo cristiano.
Il suo lavoro ha fortificato la vita spirituale della Comunità. A Brindisi il gradito
ospite rivolse il messaggio della fedeltà individuale, segreto di ogni risveglio, non ad
una grande assemblea ma al gruppo che
ne forma già il nucleo vivente, perchè l’assemblea verrà con l’aiuto di Dio. Il nucleo
,è Vivente, prova né sia che fa dirsoio ed in
settimana si riunisce per adorare e meditare la Parola del. Signore.
Si giùnse a Taranto per il Culto della sera
e per vivere mia di quelle ore che certaipente contano in quanto ci arrecano, e ci
è dato di assimiiare verità eterne che non
passano. L’Oratorio è letteralmente gremito :
è l'assemblea solenne in-cui la presenza del
Signore aleggia e si realizza quanto è buono e piacevole che fratelli dimorino Insiame. ,
Dopo il messaggio ricco e profondo ed' il
ringraziamento dei Pastore aU’amato Qapodistyetto, il prof. Eugenio Baglio, memoro
della Chiesa di Napoli, rivolge all’assemblea un caloroso saluto. Benedica fi Signore tanta buona seminagione della Sua Parola. Ci ripromettiamo di dare notiziei sulla
Chiesa di 'i'araiito e Diaspora. Diciamo fin
d’óra che la ripresa è davvero promettente,
ogni ramo d’attività ha di che rallegrarsi
■pel fervore operoso che Tanima. Dopo la
tempesta torna a rispieiidere ii sole per la
¿ostra Comunità che proprio dieci anni or
sono conobbe ii suo primo grande risveglio.
G. E. C.
Torre Pellice
Iddio ha richiamato a Sè la signora Adele Wyss dopo breve malattia^ Essa lascia
■ dietro di sè il santilicante ricordo (di una
pietà profonda .alimentata da una intima
comunione con suo Salvatore. Era di quei
creutìiiU che per la loco non comune spiritualità assicuravano la presistenza deila
vita nella società, .
A tuta i, congiunti». speeial3¡ne»ta6AaJla,-rin
gnora Geymonat, nnnoviamo l’espressione
nella nostra viva simpatia cristiana.
I — 11 Convegno Giovanile che ha avuto
, luogo do:paenica scorsa, se non era numeI ' roso, è stato caratterizzato da una nota di
j intunità da tutti notata con compiacimento,
j Domenica prossùna 2 dicemore, alle
I ore 20.ÜU, nella Suta dell’Asilo Valdese, che
sarà riscaldata, avrà luogo la seconua conferenza ueila serie promoèsa dai Protessori
dei Collegio Vaiaese sulle chiese Cristiane
durante ra guerr^. li prof. Attilio Jaita pariei a sulla Viaesà Cris nana in Finlandia, attraverso l'eroica prova delle due gue.rre. li
pubblico vi è coruialmeutei invitato.
Les Imnüles Geymonat-VVyss et parents remercient vivement, toutes les personnes qui,
soit par leur presence, soit par l&ui:s paioLes de réconjoH, ont bien voulu preñare part
à la grande douleur qui vient de les ¡mpper en la personne de leur bieu-uimée'
ADELE WÏSS-RIISCARD
enlevée d leur tenure affection le 21 novembre 1945, ■
, Torre Pellice, ce 24 novembre 1945.
DI SUOR ENGENIA
Per la Casa deUe diaconesse:
Pellegrini Margherita, Torino L. ’lOO,—
Zunino famiglia 100,~
Subila famiglia 50,—
Troll Beve! Margherita, Luserna S. G. 500,—
SelliAdelina 50,—
Ospedale Evangelico, Genova 500,—
tHiiimirirKitiiiiiiiiiiKiiiiiiiiiiAimiiiiiiitimiiiMdiiiKui
iiinHiiiiiinMiinntmiHii
— Vous connai^ez ce mot d’enfant à ïâ
question d’un examinateur: «A qui appartenons-nous, au règne végétai, minéral,
animal? — ^Non, monsieur. Mais alors,
ml, à qua appartiens-tu? — Am régne de
Dieu.
Nous appartenons à Dieu. C’est là la seule sécurité qui nous apporte la joie.
Tu appartiens à’ Dieu et tu t’es dérobé,
tu te dérobes à lui. Alors est-il étonnant
que tu connaisses cette vie sans joie?
Tu appartiens à -Dieu, toiais alors, tu h’es
pas seul, tu n’est plus seul responsable de
ta vie. Dieu t’aime et te guide. Au travers
des contradictions, des contrariétés, des
non-iens de ce monde et. de ton existence.
Dieu conduit ta destinée et prépare ton
saïui,
lit appartiens à Dieu. Mais alors tu es
sur cette terre, non pour toi, mais pour lui
d abord, pour faire sa Volonté et non la
tienne.
TÎ-----
ALBERTO RICCA, Direttore
Lino Tipo Arti Grafiche - Torre Pellice
V/
•' V
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