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SpíéLfcjfc» ■
fiU>Uot&CA
DELLE
COHBB leiUCB
Qnindicinale
della Chiesa faldese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIV - Num. 22
Una copia L«
ABBONAMENTI
{
Eco: L.» 700 per l'interno Eco e Lo Luce: U* 1200 per l'interno | Spedia. abb. postale II Grappe
L. 1200 per Testerò
L. per Tester* | Cambio d'indirizzo Lire 40,—
TORRE PELUCE - 22 Ottobre 1954
Ammin. Claadiana Torre Pollice - C.C.P. 2-17557
PRIMA E DOPO LA RIFORMA
Come è noto, prima di Chanforan
e dell’adesione dei Valdesi alla
Riforma, non si può parlare di un regolare culto pubblico in quanto i
Valdesi non dispongono ancora di
propri locali di culto ed il culto stesso si svolge nella clandestinità. Come
pure è noto, solo nel 1555 abbiamo
i primi templi, costruiti a... furor
di popolo, in Val d’Angrogna. Non
staremo qui a ripetere come la folla
accorsa numerosa, il 15 agosto di
([ueiranno, ad ascoltare la predicazione dell’Evangelo fatta da Giovanni di Broc, trascinata dall’entusiasmo, uscì dall’aia, e si accinse a gettare le fondamenta di due templi:
Serre e S. Lorenzo, cui seguì immediatamente il
tempio del Ciabas,
l»cr San Giovanni, e poi quello de
(doppieri per Torre Pellice. Chi vo
lesse saj>erne di più, rilegga la Sto
ria dei Valdesi di Ernesto Comba
Noi in questo numero, che vuole
ricordare la Riforma (l’ultima do
menica d’ottobre, nel nostro calen
darlo ecclesiastico, è appunto con
sacrato alla commemorazione della
Riforma), ci proponiamo solo di spi
go'are alcuni dati nella storia vai
«lese prima della Riforma, lasciando
-«i Tettm-i di- trarrà“-mr^nttíaiin'ente
tpialche conclusione, paragonando!
ad eventuali dati analoghi del no
Siro tempo.
* * *
Culto clandestino, dicevamo; pur
sempre culto però, e tale che disturbava molto le autorità costituite di
quei tempo, tanto che gli inquisitori
si davano molto da fare per appurarne la consistenza. Grazie alla loro
infalicabile ricerca, siamo discretamente informati.
Ecco dunque che arrivano i Vaidesi, i ministri itineranti, gli evangelisti, i perfetti, chiamateli come
volete, in una località dove ci sono
degli « amici ». Prima o dopo i pasti, oppure prima di andare a letto,
o la mattina appena alzati, si riuniscono gli « amici » per pregare; ci
si inginocchia, curvi, con le braccia
appoggiate « super quandam cayssiatn » (sopra una cassapanca) e si
rimane in questa posizione recitando, in silenzio, da 10 a 40 volte il
Padrenostro. Questa forma di pre■ ghiera « massiccia », come l’ha definita qualcuno, è caratteristica del
movimento valdese, prima della Riforma, poiché è l’espressione di uno
stato di vita spirituale per cui ogni
atto della vita, anche il più materiale, è vistò in una luce spirituale:
il pasto per esempio.
Hi * *
Quando sono seduti per il pasto,
i Valdesi (prima della Riforma) ascoltano un invito a manifestare Is
loro riconoscenza a Dio ed a recitare il Padre Nostro; poi, il più anziano pronunzia questa formula di
consacrazione: « Il Signore che ha
benedetto nel deserto 5 pani e 2 pesci per i suoi discepoli, benedica questa tavola e quel che è sopra di essa
e viene offerto », fa il segno della
croce e pronunzia la benedizione,
nella classica formulazione : « Nel
nome del Padre, del Figlio, dello
Spirito Santo ».
Oggi, che al più anziano si è sostituito il più giovane, il bambino, tutta questa parte introduttiva ha dovuto esser ridotta alla statura del
bambino e si è trasformata in un
breve susseguirsi di parole dette affrettatamente; pare che i genitori
attribuiscano un significato pedago
Della predica
gico a questa preghiera di cui essi
si scaricano sui bambini.
Alla fine del pasto, prima della
Riforma, il più anziano dei presenti, ringraziava con le parole dell’Apocalisse 7, V. 12, poi aggiungeva
la formula seguente: « Dio conceda
giusto premio e giusta ricompensa
a tutti quelli che ci fanno del bene
e ci benedicono; e Dio che ci ha dato cibo materiale, ci dia anche cibo
spirituale, Dio sia con noi, e noi
roti Lui, ora e sempre ». ^
Che ci sia un sottile legame tra
cibo materiale e cibo spirituale?
Perchè quando si dimentica di ringraziare Dio per
il dono del pane
quotidiano, molto
facilmente si fini___________________ sce col non considerarlo più dono
di Dio; e il cibo spirituale si immiserisce in un molesto pane culturale. morale, intellettuale.
Si * *
Ma tutto questo forse non ci autorizza a parlare di culto vero e proprio, sia pure clandestino. E veniamo quindi ad esso, che converrebbe
chiamare, più propriamente. Lettura o Predica.
Si riuniscono gli amici, quando
tenninato il loro -lavoro, perlo più quindi a sera innoltrata, di
notte molto spesso. E bisogna prendere certe precauzioni perchè, anche se la Chiesa Cattolica non è più
-4
iiiolto vivente, e fedenti di ribellione la travagliano .dovunque, essa
è pur sempre un’is^uzione potente; trono e altare, te sono discordi
su certi problemi, trovano sempre
una possibilità di compromesso: il
solito capro espiatoiiio: il solito eretico, il Valdese per esempio. Perciò
ci si riunisce in locali appartati e
spesso bisogna anche evitare che
ogni luce trapeli all’éstemo.
La riunione si svolge- in modo molto semplice, direi quasi primitivo
(Chiesa primitiva). • La predica è
molto semplice: esortazione a fare
il bene ed a fuggire il male; poi si
ripete la formula tradizionale: « Ciò
che ìion vuoi che ti <sia fatto, tu non
farlo ad altri » e si conclude con
un’esposizione che ripete i principi
fondamentali del njovimento: condanna del giuranien|o, della menzogna, dello sparginieptó di sangue.
Una predicazione che probabilmente dovrebbe oggi fare allicciare
il naso ai Dottori deUe nostre Facoltà, custodi ed in);erpreti, ognuno
per conto suo, della sola, buona, sana ed incorrotta teologia: una predicazione cioè di quelle che oggi,
con sovrano disprezzo, si chiama:
moraleggiante. Non si.può oggi mettere in dubbio che >j[a buona teologia esista e i budnL_jSejnnoiDti(^ ,tìe
sono l’incontaminato fruttò; però,
allora, il movimento valdese conquistò, non metaforicamente, mezzo
mondo.
CANTO SACRO
CORALI
La Commissione del Canto Sacro propone allo studio delle Corali,
in vista delle Feste di Canto che avranno luogo nella primavera del 1955
(prima domenica di maggio: Valpellice; seconda domenica di maggio:
Val San Martino) gli Inni seguenti:
Innario Cristiano:
N. 23 strofe 1, 2. 3, 4 metronomo: minima = 84
N- 167 strofe 1. 2, 3 metronomo: semiminima = 88
11 terzo inno, scelto tra quelli che saranno inclusi nel nuovo Innario,
verrà inviato, nitidamente ciclostilato e gratuitamente, a cura della
Commissione del Canto Sacro, alle singole Corali entro il mese di novembre, in numero di copie adatto.
Psaumes et Cantiques:
N. 10 strofe 1, 2, 3
N. 36 strofe 1. 2, 3 metronomo: semiminima = 100
SCUOLE DOMENICALI
s^miminima = 56
semiminima = 76
semiminima = 96
Innario Cristiano:
N. 275 strofe 1. 2, 3 metronomo:
N. 156 strofe 1. 3. 4 metronomo:
N. 205 strofe 1, 2, 3 metronomo:
Psaumes et Cantiques:
N. 176 strofe 1. 2. 3
N. 184 strofe 1, 2
Ogni Corale è tenuta a cantare da sola alla Festa di Canto: 1) Un
inno dell’Innario o dello Psaumes et Cantiques, di sua scelta; 2) Un
Coro.
Ogni Scuola Domenicale è tenuta a cantare da sola alla Festa di
Canto due inni scelti nelle due raccolte.
1 direttori delle Corali e delle Scuole Domenicali sono vivamente
pregati di comunicare tempestivamente al Presidente della Commissione del Canto Sacro gli inni scelti onde evitare che due Corali o due
Scuole Domenicali cantino lo stesso inno.
Si invitano le Chiese che non lo hanno ancora fatto, a voler versare
il loro contributo alla Cornmissione del Canto Sacro, secondo la decisione presa alla Conferenza Distrettuale del 1952. Si potranno servire,
per comodità, del contò corrente postale N. 2-16811 intestato al « Concistoro Valdese - Angrogna ».
Un augurio fraterno in vista di im lavoro abbondantemente benedetto alle Corali, alle Scuole Domeicali ed a coloro che le dirigono.
La Commissione del Canto Sacro. '
Proselitismo
■4
Una parola che suona male oggi,
ancorché le sue origini siano tutCaltro che ingloriose. Prosèlito infatti appartiene alla nobile famigha
dei grecismi e altro non significa che
forestiero, sopravvenuto; indicava,
in origine, il nuovo convertito. Poi
questa parola ha preso im significato deteriore; è diventato un peggiorativo ed il vocabolario ci avverte
che « ora, più comunemente è usato
a indicare settario, seguace d’altra
religione che non sia la cattolica,
d’un partito » (anche il demo-cristiano?). Proselitismo poi è una parola da condannarsi ad ogni modo,
perchè è un neologismo ^ripreso diti
puristiy>; per questa ragione, probabilmente, i vaidesi hanno rinunziato allo (c spirito di proselitismo »
e se ne stanno queti queti all’ombra
dei loro templi.
Cosi non accadeva però nel passato; ed anche a questo proposito ci
sia permesso di spigolare, nella storia Valdes.e, prima di Chanforan,
qualche dato che potrà forse suggerire qualche non inattuale considerazione.
PER ESEMPIO
Chi erano i proseliti Valdesi, nei
primi secoli del Movimento ? Da
quali classi sociali provenivano in
prevalenza i Valdesi?
Uno dei più antichi documenti in
merito, che ci riferisce dell’arresto
di 12 maestri di eresia, ci dice che
erano: 2 contadini, 1 mugnaio, 3
calzolai, 1 maniscalco, 2 tessitori,
ecc. Da un a’tro documento apprendiamo che di 11 nuovi convertiti. 4
erano tessitori, 1 lavorante in capp,eili, 1 contadino, 1 calzolaio, 2
sarti, 1 maniscalco, 1 manovale.
Le fonti più antiche parlano genericamente di « tessitori e calzolai... idioti e senza lettere » (idioti
è preso qui in senso etimologico e
significa: ignorante); « una classe di
diseredati che stanno prendendo coscienza di se stessi », che non costituiscono ancora una vera e propria
organizzazione, ma un movimento
sconcertante che i cronisti del tempo non sanno come classificare. Infatti questi (( illetterati » « rustici
ed artieri appena si aggregano alla
setta, acquistano una strana eloquenza che confonde nel dibattito
atU’he i cattolici più colti ».
PER ESEMPIO
Gioachino Volpe, storico insospettabile, annota: « Le quistioni politiche ed economiche (allora) prendevano subito coloritura religiosa e
le quistioni religiose si allargavano
a toccar tutta la vita e tutti i suoi
rapporti ».
Così, nel 1200, « a Pisa i lanaiuoli si rvìxdgono all’arcivescovo perchè i parroci del distretto minaccino
scomunica alle tessitrici non sollecite a riportar tutta la lana filata ».
E così, ancora un secolo dopo, troviamo, sempre nella stessa regione,
un predicatore, fra Giordano da Rivalta, il quale si scaglia dal pulpito
contro i lanaiuoli e le « ’’sconce cote” dei mercanti che lasciano scomunicare le femminelle perchè non
fanno così buon filato che peggiorano fioco » (G. Volpe). ^
E’ tutto un mondo in fermento
quello che si prepara ad offrire i
suoi prosèliti a Pietro Valdo; lo
descrive SigebertQ: « I laici disputano dei sacri misteri; battezzano i
fanciulli, usando per olio benedetto, sordido umore; trascurano nell’estremo della vita <M ricevere dai
preti coniugati il Viatico e la sepoltura ecclesiastica; preferiscono bruciare le decime che dovrebbero dare
ai clero; calpestano sotto i piedi e
spargon via il sangue di Cristo ^consacrato dai sacerdoti ammogliati ».
E’ tutto un mondo travagliato da
una suprema esigenza di giustizia
sociale, da una rivendicazione di obbedienza alla morale evangelica. Ed
a questo mondo il Movimento Valdese porta la Bibbia, e colla Bibbia conquista le
masse. E non è
_________________ questa una vana
frase retorica!
PER ESEMPIO
Dove li troviamo i Valdesi? Prendete una carta e guardate: nell’Italia settentrionale Milano è, in un
certo senso « l’anti-Roma », contro
cui « rifùgio di eretica pravità »,
ft fossa di eretici », già Innocenzo III
scaglia i suoi fulmini; accanto a Milano, Bergamo, Brescia, PiacMiza,
Verona, sono centri cospicui di attività ereticale; a Genova, nel 1221,
il Coanune rasaste alle pretese rennawé.. Ma Tà’hóh M cède alle
altre regioni; a Montier(, con le sue
cave di argento di proprietà del Vescovo di Volterra, e di Siena, la misera popolazione di minatori è tm
centro di azione ereticale.
E Salvemini traccia un quadro significativo di questo ambiente: « Restrizioni di ogni genere, salari di fame, repressione energica di ogni tentativo col bastone, purché sia con
moderazione, cioè non si uccida,
non si rompano ossa o si stacchi un
membro », cosa vietata dagli Statuti Comunali.
^ ^
Li troviamo i Valdesi, eredi e continuatori di questi movimenti ereticali. dovunque c’è una parola da
dir.e, una posizione da prendere^
tanto che talora la lotta politica assume un aspetto religioso. NeUa politica, cioè nella vita della « polis »
(della città), essi portano la loro testimonianza di credenti, l’annunzio
dell’Evangelo: fanno dei prosèliti:
chiamano la gente a penitenza ed
alla conversione;
Dopo, cioè oggi... i Valdesi, quando c’è da prender posizione, stanno
zitti finché possono, con la conseguenza che tutti sanno: la lotta religiosa inevitabilmente assume un
aspetto politico; nella politica, cioè
nella vita nella nazione, portano un
prezioso contributo di speculazione
filosofica, teologica, letteraria o di
attività tecnica nei vari rami ' dell’attività sociale, ma... fino a che
punto questa speculazione e questa
collaborazione sono la manifestazione della testimonianza di un credente? L. A. Vaimal
F. U. V.
Gruppo VuUi
Il Convegno Responsabili
avrà luogo ad Agape nei
giorni domenica 31 ollobre
e lunedi 1° novembre.
I membri delle unioni e
specialmenle i responsabili
sono vivamenle invitali a intervenire. IL COMITATO DI GRUPPO
2
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L’ECO DELLE VALU VALDESI
HípresB
SGBiasiioa
r;»>T T »^?T
Im» V ^
EVANGELIQUE
La vita scolastica ha ripreso, pià ^
o m&u> faticosamente, il suo ritmo
normale. Ci sia concesso di Titomare ancora su questo argomento che
interessa, o dovrebbe interessare,
tutte, le famigUe, con un articolo del
pastore Enrico Géymet, che, se anche solleverà qualche riserva ed
obbiezione, è un segno della complessità dei problemi che attendono
una chiarificazione, e con un resoconto deirattività di alcunilstituti.
Je voudrais être un artiste et un
poète pour chanter au monde entier la louange du don de Dieu
qui s’appelle éducation chrétienne,
car c’est à Lui que le plus grand
nombre d’entre nous doit ce qu’il y
a de hon dans sa vie. Je devrais aujourd’hui me traîner dans la fange de
la rue avec les parias de la société
si l’éducation ne m’avait porté loin
de là. C’est elle qui nous a fait connaître ime manière de vivre si belle
et si boime, qui n’a pas d’égal icibas. C’est elle surtout qui a fait briller à nos yeux la lumière resplendissante du salut.
Petit-enfant vnrace...
nittble ]enne hnmme.
L’éducation au sein de la famille
chrétienne est effectivement quelque
chose de merveilleux: le bébé que la
maman serrait un jour dans ses bras
n’était, en vérité, ni très beau ni très
bon; sa voracité et ses petits caprices
pouvaient tout au plus faire prévoir
en lui l’homme matérialiste, égoiste
et violent de demain... Mais quelques années ont passé, le bébé a
grandi et a reçu une bonne éducation chrétienne : il est devenu un
beau jeune homme dont le regard
noble et pur parle d’ime conscience
droite et d’une âme généreuse. D’autres jeunes gens de son âge sont bien
différents: corrompus, faux et méchants. Pourquoi? C’est le plus souvent une bonne éducation qui leur a^
manqué; car c’est surtout l’éducation
qui fait devenir les hommes ce qu’ils
seront.
D’une même créature l’éducation
peut faire un mauvais sujet, malfaiteur et criminel, ou bien un gentil
homme, un grand-seigneur, un apôtre de la justice et de la vérité.
Quoique cette règle souffre quelques exceptions, tout le monde eù
connaît l’importance et personne n’oserait contester le prix d’une bonne
éducation évangélique.
En effet elle guide les jeunes plantes dans un développement magnifique et souvent elle réussit même à
redresser celles iqui avaient déjà pris
de mauvais plis et à les transformer
de fond en comble. Si un plus grand
nombre d’éducateurs pouvait donner aux nouvelles générations une
éducation chrétienne, au bout de
qualques années le monde en serait
complètement transformé ; on n’y en.
tendrait plus parler de guerre, mais
seulement d’amour et de paix.
tdocatlon et conversion.
L’importance de l’éducation chrétienne apparaît encore mieux dans
son aspect plus strictement religieux;
voici des reflections lues quelque part
où elle est comparée à la conversion :
« Celle-cr est le retour à Dieu du
pécheur repentant; l’éducation est le
retour à Dieu de la nouvelle génération. La conversion est une dispensation souveraine de la grâce divine et
l’éducation aussi, car c’est la Providence qui donne le privilège d’être
élevés par de bons éducateurs.
La conversion offre à Dieu les « bribes » d’une vie qui avait été jadis
vouée au péché; l’éducation tend à
offrir à Dieu une nouvelle vie tout
entière.
La conversion nous montre les
transformations des pécheurs qui atteignent à un degré plus ou moins
élevé de perfection, mais l’éducation
qui poursuit dès l’enfance Eoeuvre
de convertir et de sanctifier obtient
généralement des résultats plus surprenants encore ».
Cette comparaison est peut être un
peu sans gêne et propre à donner un
choc aux passionnés d’une orthodoxie bornée, mais elle renferme tout
de même quelque chose de vrai: si
l’éducation chrétienne était ce qu’elle doit être, elle conduirait de bonne
heure nos enfants à Jésus-Christ par
ces conversions précoces auquel'es
l’on ne donne quelquefois pas même
le nom de conversion (comme celles
de Jean, André, Timothée ecc.), plutôt que par ces conversions tardives
qui entraînent avec elles tant de souf.
frances (S. Paul, l’enfant prodigue,
la femme adultère ecc.).
Mais y as-t-il encore quelqu’un aujourd’hui qui montre de savoir donner une éducation vraiment chrétien,
ne à ses enfants?
Responsabilité ellrayante
OH heureuse?
S’il en est ainsi, la responsabilité
des éducateurs et particulièrement
des parents est immense, pour ne
pas dire effrayante. Le sort terrestre
et éternel de leurs enfants repose en
partie sur eux; et de même que les
souffrances d’aujourd’hui sont dues,
dans une certaine mesure, à la génération qui nous a précédés, c’est
nous qui prenons sur nous jour après jour, la responsabilité de ce
que seront demain nos enfants.
Loin de nous décourager, cette responsabilité doit nous réjouir et nous
fortifier, car elle ennoblit et enrichit
notre vie; elle nous transforme en
collaborateurs de Dieu pour dispenser le salut aux nouvelles générations.
Celles-ci sont un peu dans nos mains;
nous avons le pouvoir de leur dispenser la vie ou la mort; sans être gouverneurs ou rois, nous avons la responsabilité de la destinée d’une foule de déscendants; nous pouvons être
pour eux les grands bienfaiteurs que
ils béniront, ou l’objet de leurs reproches et de leur mépris.
C’est vrai... mais le fais
le contraire I
Le rôle de l’éducation étant si important, tout le monde, dirait-on,
devrait s’efforcer de donner à ses enfants une bonne éducation évangélique.
Il n’en est rien. Le plus grand
nombre est prêt à soutenir tout le
contraire de ce que nous venons de
dire:
Les nécessités quotidiennes de la
vie doivent avoir la première place,
disent les uns, pour justifier leur négligence dans l’éducation de leurs
enfants. Mieux vaut un cc tiens » que
deux « tu l’auras ».
D’autres, qui ont fait « mariage
mixte », soutiennent que l’éducation
est la lâche particulière de la femme
ou viceversa. Si la religion qu’on enseigne à nos enfants est différente ou
opposée à la nôtre, celà passe en
deuxième ordre. Avant tout la paix!
D’autres encore qui généralement
affichent une prétendue supériorité,
invoquent la liberté: « Nous ne vou
lons pas imposer une foi à nos enfants, il doivent pouvoir choisir euxmêmes ce qui leur semblera bon ».
Et ils oublient, les sots, que leurs
enfants portent dans leur sang et
jusique dans la moelle des os, les faiblesses, les mauvais penchants, les
instincts qu’ils leur ont transmis par
héritage atavique, et ils les privent
de la seule force qui pourrait les en
délivrer. Ils ont la prétention de vouloir les éduquer à la liberté et ils en
font de pauvres esclaves...
Le plus grand nombre des parents
enfin dans la foule donnent tout simplement à la nouvelle génération une
éducation négative, parcequ’ils se
soucient seulement de leurs intérêts
matériels, de leur égoisme et de leurs
passions sans se préoccuper du spectacle qu’ils donnent à la jeunesse et
des conséquences funestes du « mauvais exemple ».
C’est là, nous devons l’avouer, ce
qui se fait dans notre société moderne, mais nous ne, pouvons pas nous
résigner à croire que ce soit raisonnable, juste et bon! Une conscience
évangélique et vaudoise ne peut l’admettre et ne peut agir que d’une façon opposée à celle-là!
Mais nos pères?
J’ose l’affirmer,' surtout lorsque je
pense au beau nom de Vaudois que
nous portons et à l’histoire qu’il renferme.
Je pense à ce peuple de martyrs
qui n’a jamais voulu renoncer à sa
foi; il me semble d’entendre encore
résonner dans nos vallons, leurs
chants, leurs prises, leurs cris de
détresse et je comprends ce que leur
a coûté cette foi werveilleuse qu’ils
m’ont transmise.
Nous voientdls maintenant, ces
aïeux bien-aimés? La nuée de témoins qui nous observent est-elle une
réalité ou devons-nous lui prêter ime
saveur symbolique?
Verront-ils leurs descendants laisser périr cette foi précieuse parcequ’ils ne se donnent plus la peine de
[’inculquer à leurs enfants? N’iront,
ils pas frémir dans leurs tombeaux et
nous renier, ces hommes taillés dans
le roc, qui n’hésitaient pas à renier
leurs enfants, si leurs enfants reniaient l’Eternel?
l Îcriture et le beu^ sens...
« Pas trop de sentimentalisme »,
s’écriera quelqu’un ! /
Aussi je reviendrai à la réalité qui
nous entoure et où, me sembîe-t-il.
l’éducation a tout de même une importance évidente.
La seule pensée qui peut sembler
en atténuer l’importance, c’est celle
que Dieu est souverain, que le salut
des âmes lui appartient et qu’il peut
très bien les appeler lui-même au
salut, comme II l’a fait maintes fois,
par exemple à l’occasion des Réveils
religieux dont nous parle l’histoire.
Sans entamer une dbcussion scripturaire, pour montrer la place que
la nécéssité du témoignage occupe
dans l’Evangile, soit^ aux jours du
Réveil qu’à ceux du sommeil, je ferai remarquer que ces Réveils dont
nous parlions n’ont en général
qu’une courte durée; ils succèdent
toujours à des époques de décadence
religieuse dans lesquelles « la Parole
de rEternel est rare » comme aux
temps de l’enfant Samuel. Qu’en savons nous, si nos enfants auront la
chance de vivre dans une époque de
Réveil? Et si les temps devaient empirer encore et nos descendants être
entourés par le mal, comme dans les
jours où l’iniquité sera multipliée?
N’avons-nous pas alors le devoir de
faire tout ce qui nous est possible
pour leur fournir les armes spirituelles nécessaires pour surmonter l’épreuve? Pour éduquer leurs oreilles,
pourqu’ils entendent tout de même
la voix de Dieu, comme le faisait Eli
avec Samuel?
— Rêveur! ^ dira peut-être encore quelqu’un, ne vois-tu pas (jue
ta prédication aujourd’hui n’est plus
à la page? Le înoude ne s’intéresse
plus à ces problèmes.. Prends donc
un joiunal: c’est le sport, la chronique, le commerce et la politique qui
le remplissent, il n’y a plus de place
pour toi...
Hélas, je le sais aussi et je puis
te dire par dessus le marché que le
christianisme est en crise: l’iniquité
prospère; au sein des nations chrétiennes se préparent les guerres les
plus cruelles et sur tout celà plane la
philosophie existentialiste...!
Et c’est là le triste héritage que la
génération actuelle prépare pour ses
enfants...
Notre héritage.
Mais nous ne la suivrons pas.
Ce n’est pas là ce que nous voulons léguer à nos bien-aimés.
Quoique le monde aujourd’hui suive une autre route, nous resterons
fidèles à notre ancienne consigne et
nous nous efforcerons de leur transmettre une foi vivante en Jésus
Christ, fils de Dieu et Sauvem du
inonde.
Nous n’avons rien trouvé de pareil
ici-bas.
Moi et ma maison nous servirons
l’Eternel! (Josué 24: 15).
Enrico Geymeî .
Istruzione secondaria
La relazione del Collegio Valdese
(Scuola Media e Ginnasio-Liceo)
non ha nulla di particolare da segnalare; la vita scolastica ha proceduto senza scosse e senza incidenti.
Un proficuo lavoro viene compiuto
nel campo dell’insegnamento religioso : « Le lezioni di catechismo sono state impartite, come per il passato, dal pastore Ernesto Ayassot;
l’insegnamento religioso, con due
ore settimanali è stato regolarmente impartito dai vari insegnanti i è
stato lavorato il terreno e sparso il
seme: speriamo che esso trovi tutti
gli elementi propizi per germogliare e fruttificare ».
La popolazione scolastica accenna
a stabilizzarsi sulle quote raggiunte; 88 sono stati gli allievi della S.
Media, di cui 55 valdesi e 33 cattolici. Il Ginnasio-Liceo ha avuto 48
studenti, di cui 18 nel Ginnasio e
30 nel Liceo; di questi 48 studenti,
31 erano valdesi.
A parziale completamento della
nota di cronaca dell’inaugurazione
dell’anno scolastico del Collegio, segnaliamo i nomi degli studenti dichiarati maturi nella recente sessione autunnale: Geymonat Nello, Ghigo Alfredo, Ghigo Giuseppe, Grasso
Rosario, Lucca Francesco, Pons Franco, Santoro Piero.
Risultato oltremodo lusinghiero,
poiché il 100 per cento dei candidati è stato promosso.
E ci sia pure permesso di ricordare
le parole di commosso saluto che il
preside, prof. T. Pons, ha rivolto alla signorina A. Monastier, ora trasferitasi a Torino; parole di ricono
Istruzione elementare
Essa non è, naturalmente, di nostra competenza, per quanto si riferisce allo svolgimento dei programmi, al personale insegnante, ai locali scolastici, agli orari. Stato e Comuni ne hanno, per la parte che
loro spetta, la responsabilità. E naturale. Però, come avviene per tutte
le cose naturali, abbiamo l’impressione che abbia preso consistenza un
pericoloso equivoco: che si sia formata un’atmosfera di disinteresse
ecclesiastico nei confronti della Istruzione elementare. Esiste l’Aice, per
fortuna, che cerca di fare il possibile e l’impossibile; ma la Chiesa,
L nostri Concistori hanno all’o.d.g.
di qualcuna delle loro sedute: Istruzione elementare? All’infuori dell’Alce, esiste un contatto ufficiale tra
Chiesa e Corpo insegnante elementare?
Il nostro amico L, A. Vaimal ci
fa osservare che si tratta di domande
retoriche ambedue. La prima, perchè sono pochi i Concistori che abbiano,, una volta tanto, all’ordine
del giorno dei lavori un qualsiasi
argomento che si riferisca all’Istruzione in genere. La seconda, perchè
non sembra neppure molto sicuro
che l’Aice costituisca un qualche legame più o meno ufficiale con la
Chiesa! Dice quest’uomo malvagio:
« Nella nostra Chiesa, se non c’è
come presidente un pastore, si è
sempre sospetti di laicismo ».
In conclusione l’Istruzione elementare interessa i nostri Concistori, unicamente sotto il profilo dell’insegnamento della « religione ».
espressione disgraziata quant’altre
mai, ma ormai consacrata dall’uso.
Ogni Concistoro, quando se ne ricorda, si occupa della quistione, per
conto suo; il pastore stabilisce con
gli insegnanti un piano di studi; ma
esiste un accordo generale che sia
il frutto di uno studio approfondito,
la risultante del confronto delle singole esperienze? Quale è l’organo
competente in materia? La Commissione distrettuale? Una Commissione ad hoc, comprendente anche i
genitori? Ma esiste quest’organo? I
Concistori sanno che « religione »
s’insegna agli scolari? Se ne interessano i genitori? Anzi, i genitori si
interessano all’ « istruzione » dei loro figli?
A giudicare da certe cerimonie d!
inaugurazione dell’anno scolastico
« elementare », c’è da rimaner perplessi. Li abbiamo visti arrivare al
« temjjio », gli scolaretti, regolarmente tutti inquadrati per la « cerimonia religiosa »; abbiamo cercato i loro genitori: erano troppe le
dita di una mano per contarli! Eppure è una cosa seria, questa scuola! E questa sarebbe un’ottima occasione per dimostrare ai figli che è
veramente una cosa seria! Molto più
seria che non la pagella che deve
esser buona, « perchè mio figlio è
intelligente, ma bisogna comprenderlo ».
Ma il discorso sarebbe troppo lun.
go e per rquesta volta, questo paragrafo non conterrà, purtroppo, neppure una modesta nota di cronaca,
perchè cronaca non ce n’è. Forse,
chissà, l’anno prossimo! Forse, chissà, (anzi, senza forse e senza chissà) riceveremo un solenne rimprovero e ci si dirà che: tout va bien,
madame la marquise!
Vuol dire che reciteremo il mea
culpa. ' rep.
scenza per l’opera esemplare da lei
svolta nel nostro Istituto e che trovavano concordi insegnanti ed aiiiuni.
* * iS
La relazione della Scuola Latina
segnala un aumento della popolazione scolastica: 47 sono stati gli
alunni, di cui 44 evangelici, 3 cattolici. Le località di provenienza degli scolari sono: Massello (6), Perrero-VIaniglia (6), Pramollo (2), S.
Germano Chisone (13), Susa (1),
Prarostino (2), Pomaretto (14), Pinerolo (1), Chiotti (1), Omegna (1).
Se le cifre hanno un linguaggio, è
evidente che la Scuola Latina risppnde in pieno alle necessità per
cui fu creata, anche se vi è qualche
assenza dolorosa fra le parrocs-bie
di origine.
Il 3 Ottobre ebbe luogo nel teatrino del Convitto, gremito di ex-aiunni, amici e genitori degli alunni,
la solenne e tradizionale inaugurazione dell’anno scolastico alla
Scuola Latina. Il Vice-Moderatore
della Tavola Valdese portò il saluto
dell’Amministrazione a tutti i presenti e rivolse ai cinquanta alunni
parole di esortazione e di augurio.
Dopo la lettura della relazione, fatta dalla preside, il prof. Ernesto
Tron tracciò un quadro della situazione dell’Istruzione nella Val San
Martino ed il maestro emerito E.
Raima, a nome degli ex-alunni, rievocò ricordi dei primi anni di vita
della Scnola Latina.
S! *
La relazione del Convitto maschile di Torre Pellice, accanto al progressivo aumento della popolazione
scolastica (dai 42 dello scorso anno
si è saliti a 51), pone in evidenza
alcimi dati interessanti.
Anzitutto una innovazione, sul
piano pedagogico e spirituale. « Le
letture bibliche dell’Antico e del
Nuovo Testamento tenute ai ragazzi
divisi in cinque gruppi, secondo le
età, due o tre volte la settimmw,.
per ogni gruppo, seguite da conversazioni e discussioni a piccoli gruppi
tra i vari ’’assessori” (cui sono attribuite precise responsabilità) sui
vari problemi organizzativi del Convitto ».
In secondo luogo, una modificazione della popolazione studentesca;
« l numerosissimi nuovi sono stati
quasi tutti di età tenera », cosa che
ha reso « particolarmente faticoso il
lavoro con questi piccoli che andavano istradati ed educati alla vita in
comune ». Un lavoro faticoso, che
non è stato senza frutto, perchè sembra legittimo di poter parlare di
una crescente, maggiore fiducia dell’ambiente evangelico nei confronti
del Convitto.
Nel campo dell’attrezzatura materiale alcuni doni di amici ed ex-convittori ne hanno permesso il rinnovamento, accompagnato da una sistemazione definitiva degli impianti igenico-sanitari.
(continua in pagina)
3
L’ECO DELLE TALLI TAUffiSI
— 1
Cronache di Vaüagpga
TOTOCALCIO
Si parla molto, questi giorni, in
Vallaspra, di Totocalcio, pardon, di
moralizzazione. Perchè è accaduto,
come tutti sanno, che un povero disgraziato ha vinto più di 100 milioni; e questa vincita ha fatto sorgere
un altro problema di moralizzazione
della vita sociale.
Un autorevole deputato si è sentito urtato nella sua coscienza cristiana per il fatto che una cosi grossa
somma sia venuta a cadere nelle tasche di una sola persona, ed ha domandato al Governo di intervenire
per moralizzare il Totocalcio. Il ragionamento dell’egregio onorevole
Del Bo è ineccepibile e vale la pena
di riferirlo.
.... Mi poW che non si attribuisca più
nessun particolare valore al danaro e, soprattutto, si consideri molto meno importante il reddito che si può ricavare da una
propria attività di lavoro • di quello che si
spera di ricavare dal giuoco d^azzardo. In
un Paese come il nostro, in cui vi è la ben
nota scarsità di capitali, non corrisponde
<id un criterio sociale, e tanto meno a quello di un principio morale il fatto di incoraggiare a formulare progetti ambiziosi, castelli in aria che nel novantanove per cento
dei casi non potranno mai realizzarsi.
Oltre a tutto — ha proseguito Del Bo —
i> fatto che una persona si trovi improvvisamente avvantaggiata, in maniera colossale. dalla fortuna, può essere fonte di peri( olosi squilibri e rivalità. Di più non corrisponde ad un criterio di giustizia il fatto
che in una società il cui tenore di vita è
purtroppo modesto, dove vi sono ancora
iììfÌ7titi dolori e dove la maggior parte del
proletariato ha scarse possibilità di miglioramento. sussista la possibilità che pochissime persone si vedano riversato addosso
il contenuto di una vera e propria cornuc<7pia di oro
Quello che non ci è più sembrato
(■osi ineccepibile, è la conclusione di
(jiiesto ragionamento. Ci saremmo aspettati che l’egregio onorevole denunziasse l’Istituto stesso, il Totocal(■io, che (( incoraggia a formulare prògetti ambiziosi, castelli in aria, che,
nel novantanove per cento dei casi
non potranno mai realizzarsi ». Ci saremmo aspettati che l’egregio onolevole estendesse la sua denunzia al
riconoscimento giuridico, alla tutela
statale di cui gode da noi, il gioco di
azsardo, nella sua manifestazione di
eii israo che si chiama Lotto.
Invece, ecco un chiarimento tempeiiivo.
lo ritengo — ha detto Voti. Del Bo —
che U monte-premi non debba subire limitazioni; ma che quando, secondo i regolamenti attuali, i premi dovessero raggiungere delle quote eccessive (per esempio sopra i cinquanta milioni di lire), il supero
dovrebbe essere suddiviso fra i minori vincitori. Come si vede, io ritengo che non si
debba affatto aumentare l’introito dello Stato e degli organismi sportivi diminuendo
il monte premi, ma soltanto stabilire un
maggiore criterio di equità e riportare il
giuoco del Totocalcio ad una situazione piu
corrispondente alla realtà della vita sociale
Niente crociata contro il gioco di
azzardo, che sarà anzi... potenziato
e potrà fiorire più rigoglioso aU’ombra protettrice dello scudo... crociato. Perchè la grande immoralità consiste nel fatto che un uomo abbia
vinto più di 100 milioni; se ne avesse vinto solo 50, non ci sarebbe nulla
da ridire, secondo l’egregio onorevole democristiano. Quello che è morale a (piota 50, diventa immorale a
quota 51! La morale insomma è un
opinione che si misura con la tavola
pitagorica!
Le alti89nanti parole sul c principio moralè », sul cc criterio di giusti,
zia » si rivelano per quello che esse
sono realmente: flatns vocis: bolle
di sapone!
Un sintomo di più della miseria
morale di Vallaspra, dove tutto è
relativo; dove tutto è falso, perfino
la coscienza cristiana, perchè l’onorevole democristiano è convinto che
(piando si sarà stabilito che il massimo premio non potrà superare i 50
milioni, si sarà stabilito «c un maggior criterio di equità » e si sarà riportato (( il giuoco (d’azzardo) del
totocalcio ad una situazione più corrispondente alla realtà- della vita sociale ». !
Il totocalcio, istituzione morale
corrispondente alla « realtà della vita sociale »... !
Forse l’egregio onorevole ha ragione: la nostra realtà sociale: il regno,
pardon, la repubblica dell’azzardo!
Con qualche correttivo, naturalmente, di natura morale, perchè accade mollo spesso che « l’azzardo »
si permette degli scherzi poco piacevoli: non. solo non si vincono 100
milioni, ma neppure chupianta; an
zi neppure uno; anzi accade che i
12 vincano, tutto sommato, L. 250
(dico duecentocinquanta) (senza mL
la!). Allora la cosciaiza cristiana si
risveglia ed un pio quotidiano torinese, esultante, annunzia una « crociata benefica » e, fra l’altro, candidamente armota;
” Jn verità la seccatura di muoversi di
casa per andare a ritirare l’esigua vincita
non vale le 250 lire: meglio mettere in una
busta il tagliando e spedirlo per concorrere a un’opera di bene. Così hanno fatto in
questi giorni moltissimi nostri lettori, aggiungendo alla scheda le parole di elogio
per l’iniziativa e qualcuno anche una somma in danaro per ” arrotondare ” l’offerta
Sono guai che capitano quando alla Croce si sostituisce lo scudo crociato. Sono guai grossi, perchè tutta
questa gente è in buona fede. Ma gli
animi di Vallaspra possono aspettare con serenità : il Gran Moralizzatore à all’opera; Fon. Del Bo ha presentato un’interpellanza al presidente del Consiglio!
L’abate di Vallaspra.
IN MEMORIA
I
Domenica 17 corr. hanno avuto
luogo i funerali, alle ore 14,30, della Signora Letizia Jahier, Vedova del
pastore Augusto jahier, deceduta alla Casa delle Diaconesse a pochi mesi dalla dipartita di colui elei quale
era stata la fedele compagna (Topera in un benedetto ministero pastorade.
Ai familiari giunga T espressione
della nostra cristiana simpatia.
* * *
Domenica 17 corr., alle ore 16,30
hanno avuto luogo i funerali elei pastore enierito Enrico Tron. Un nostro collaboratore rievocherà nel
prossimo numero del nostro giornale la bella figura di questo servitore
dell’Eterno che, camminando in fedeltà ed umiltà, è giunto serenamente al termine del suo servizio terreno.
Ai familiari giunga V espressione
della nostra cristiana simpatia.
Red.
La voce delle nostre Comunità
Torino (Corso Vittorio)
— Battesimi. 28 marzo: Giaime
Noemi di Guglielmo e di Pendino
Paolina; 20 giugno: Jahier Paola di
Ettore e di Andreini Graziella; 5
settembre: Codino Roberto Bruno di
Giovanni e di Piglione Celina; 5 settembre: Kott Isabella di Enriche e
di Taccia Lorenzina; 26 settembre:
Pocaterra Maria Bruna di Luigi e
di Girardi Graziella.
— Matrimoni. 2 giugno: Battisti
Walter e Geymet Lidia; 13 giugno:
Scroppo Ulrico e Bianco Piera; 31
luglio; Gönnet Giovanni e Azzola
Teresa; 18 settembre: Silva Ettore e
Lanzetti Santina; 26 settembre: Mansuino Domenico e Barozzi Cordara
Anna.
— fi Pastore Roberto Nisbet ha
retto la chiesa con la collaborazione
del cand. Bertalot nel mese di Agosto. Hanno presieduto culti in agosto e settembre: i pastori Franco Davite, Guido Colucci, Bruno Saccomani, Alberto Taccia, Paolo Bosio.
— Il Pastore Renzo Bertalot impegnato nei laboriosi preparativi della partenza per il Canadá, dove è
stato chiamato ad assumere la cura
della Chiesa italiana di Montreal, ha
(essalo l’opera sua regolare a Torino sin dal principio di settembre.
Auguriamo ai coniugi Bertalot (e ai
loro gemelli) un felice viaggio, e
un’opera benedetta nel loro nuovo
campo di lavoro.
— Le nostre Colonie, marina e
montana, con il rientro dell’ultimo
turno (il più fortunato per (pianto
riguarda il tempo) hanno chiuso per
(piest’anno la loro attività. Le spese
ognor crescenti e i progetti di ampliamento richiedono l’interessamento di tutti e specialmente di (pianti
ne usufruiscono, o chi per essi.
— Il Pastore Bertin, in data 8 giugno, ha presentato alla Tavola, le
(limissioni da Pastore della Chiesa
di Torino. Sistemazione del campo
di lavoro totalmente diversa da (piella in base alla quale egli aveva accet.
tato il mandato affidatogli, e condi
zioni di salute che non gli consenti
vano pili di far fronte a tutti i com
piti di un ministero complesso e dif
ficile, lo hanno indòtto a chiedere il
trasferimento per una sede meno pesante. La Tavola ha accolto la richiesta del Pastore Bertin affidandogli
l’opera di Pisa, Lucca, Viareggio,
Barga, con sede in Pisa, molto meno faticosa di quella di Torino e in
clima più favorevole.
— Il Piccolo Messaggero di settembre reca il saluto (lei Pastore e
della Signora Bertin ai membri della
Chiesa di Torino e agli amici dai
(¡uali hanno ricevuto in quattro anni tante prove di simpatia e di affetto e collaborazione aperta e gioiosa.
I culti d’addio sono stati tenuti, il 3
ottobre nel tempio di Corso Oddone
e il 10 ottobre nel tempio di Corso
Vittorio.
Scrivono al giornale...
IL NOME DI FRATELLO
Due o tre anni or sono Vittorio
Laurora, con meridionale vivacità,
insorse in Sinodo contro l’uso di qualificare gli oratori con i titoli di dottore, professore, pastore, eccellenza
ecc. e lanciò un appello a favore dell’uso del titolo di fratello. Durante
quel Sinodo questo o quell’oratore,
sporadicamente, si servì con bonomia scherzosa dell’appellativo proposto, ma nessuno pensò di generalizzarlo e tanto meno di regolamentarlo. Nei Sinodi successivi la proposta venne praticamente dimenticata. Quest’anno improvvisamente d
trovammo di fronte all’uso sistematico dell’appellativo da parte del
Seggio e dell’Assemblea. Tanto che
chi scrive, facendosi eco di vari brontolìi uditi fra i banchi, a un certo
momento si alzò e disse: ” A nume
di vari membri del Sinodo, chiedo
al Presidente di non voler più oltre
sanzionare con la sua autorità un uso
che non ci pare conforme al nostro
stile valdese e alla nostra sobrietà riformata; l’uso di chiamare tutti gh
interlocutori col nome di fratello. La
fraternità può essere sentita in modo
vivo e proforulo senza che ci perdiamo in una inflazione di fraternità
retorica ”.
La richiesta provocò reazioni piuttosto vivaci. Tra l’altro ho sentito
tra i banchi qualcuno che se ne uscì
con questa esclamazione: ” Non mi
aspettavo che il Prof. Subilia fosse
contrario alla fraternità. Che peccato! ”
Il Past. Geymet, sull’Eco dell’8
ottobre, sembra condividere questa
interpretazione, attribuendo la richiesta allo spirito di ” esistenzialistica freddezza ” che soffia oggi pel
mondo: e inoltre qualificandomi con
Vappellativo neutro: ” un signore ”
— mi attribuisce l’intenzione che
non ho mai avuta nè mai espressa di
sostituire al nome ” fratello ” il nome ” signore
Invece il simpatico, ma ignoto Mp.,
sull’Eco del 24 settembre, interpreta-rettamente le inespresse intenzione della richiesta, proponendo,^ di
chiamarci reciprocamente col nostro
semplice e nudo nome, e, non firmandosi, si associa a quei molti che
approvarono la richiesta in privato,
ma senza rivelarsi...
Questo per la'cronaca e per l’esat.
tozza.
Ora, dolo che l’Eco ha già pubblicato due artìcoli sull’argomento,
ci pare necessaria una brevissima
chiarificazione.
La piccola levata di scudi contro
l’uso introdottosi quest’anno in Sinodo, ben lungi dall’escludere la fraternità, vuole soltanto e semplice
mente preservare la santità del nome di fratello. Perchè a nominarlo
troppo spesso, a ogni pie’ sospinto,
a scrivere, come è uso in certe denominazioni, la sigla ”fr. ” davanti a
ogni nome dei membri della Comunità, .si corre il rischio di svalutarlo,
di svuotarlo di significato e di contenuto, di profanarlo, nominandolo
” invano ”. Vuole cogliere la realtà
profonda e incomparabile del nome
di ” fratello ”, nel timore che diventi preda di una inflazione retorica di
fraternità. Perchè il nome di fratello
non è un uso che vive e cade con determinati periodi storici, curo Mp.,
e non è neppure un ideale a cui tendere, caro Geymet: ma è un dono di
Dio. un miracolo dello Spirito, che
si può soltanto, ogni volta, di nuovo.
scoprire e ricevere con stupore e con
gioia.
Vittorio Subilia.
N. d. Red. — Con questa nota
chiarificatrice di Vittorio Subilia che
fa il punto della discussione, riteniamo di poterla considerare chiusa, con
la chiusa stessa di Vittorio Subilia,
che, precisando i termini della discussione, le dà il suo vero senso, che
elimina ogni rischio di retorica pseudo pietistica ed evita ogni contaminazione con valori contingenti.
Red.
Lo stesso Piccolo Messaggero dà il
più cordiale benvenuto al nuovo titolare Pastore Dr. Ernesto Ayassot.'
eletto con lusinghiera votazione nell’Assemblea di Chiesa del 12 luglio.
L’Unione Giovanile ha festeggiato in
una speciale serata i Pastori che partono e in particolare il cappellano
dell’Unione stessa sig. Renzo Bertalot che lascia per sette anni l’opera
in Italia. La comunità tutta in una
riunione straordinaria ha voluto ancora una volta stringersi attorno ai
Pastori sigg. Bosio, Bertin, Bertalot
e alle loro signore per dimostrar loro la simpatia, l’affetto fraterno e rivolgere loro l’augurio che viene dal
cuore,
—: Il Consiglio Provinciede ha concesso alla Chiesa Valdese di Torino,
per le sue opere assistenziali — in
occasione del Centenario — un contributo straordinario di L. 100.000.
La Chiesa ringrazia il Consiglio Pro.
vinciale, e in modo speciale il Presidente della Provincia, prof. Grosso.
— Dipartenze. 17 marzo : Sallaz
Elena ved. Lichtenberger, di anni
87; 6 aprile: Revel Daniele, di anni
84; 8 maggio: Schreiber Edoardo,
di anni 88; 27 maggio: Bonin Enrichetta in Rocchetti, di anni 72; 3
luglio: Damm Felix, di anni 65; 24
luglio: Mailer Eugenia, di anni 68;
20 agosto-: Leger Maria Luigia ved.
Barus, di anni 86; 26 agosto: Cappello Ignazio Gassino, di anni 76; 3
settembre: Casco Giovanni, di anni
41. g. b.
San Germano Chisone
— Inviamo un pensiero riconoscente al pastore di Milano, doti. A.
Ribet, che ha sostituito il pastore
durante le sue vacanze.
— Il nostro culto della domenica
3 Ottobre è stato presieduto dal dilettore della Casa delle Diaconesse,
past. R. Nisbet. Egli ci ha inoltre vivamente interessati nel corso di ima
riunione pomeridiana illustrando,
con la proiezione di un film, l’opera che le diaconesse compiono nei
nostri istituti.
— L’inaugurazione dell’anno scolastico ha avuto luogo, nel tempio,
sabato 9 ottobre alla presenza degli
insegnanti, dei bimbi e di un gruppo di genitori.
— Abbiamo già iniziato buona
parte delle attività ecclesiastiche invernali.
Ricordiamo ai catecumeni dei corsi settimanali che la prima lezione
avrà luogo giovedì 28 ottobre. Potranno essere iscritti al primo corso
i ragazzi nati nel 1941 e le ragazze
naie nel 1942.
I catecumeni dei corsi domenicali (riservati agli studenti ed agli operai) sono convocati per la domenica 31 ottobre dopo il culto.
— Desideriamo segnalare all’attenzione di tutti la riunione dell’assemblea di chiesa che avrà luogo
domenica 31 ottobre alle ore 14,30.
— La Settimana della Beneficenza avrà luogo nella settimana che
va dal 31 ottobre al 6 novembre.
Raccomandiamo i doni in danaro
per i poveri della parrocchia ed i
doni in natura per le nostre opere
dì assistenza.
— La Corale riprenderà la sua attività mercoledì 3 Novembre e la
Società di Cucito avrà la sua prima
riunione giovedì 4 Novembre.
Il primo Convegno Interijuartierale giovanile avrà luogo a Villa domenica 7 novembre alle ore 14.
— La raccolta dei fondi per la
costruenda Nuova Sala procede mollo lentamente. In questi ultimi tempi abbiamo ricevuto un incoraggiamento particolare dalTattività- dei
giovani del quartiere delle Chenevières che ci hanno fatto pervenire
L. 23.000. Essi desiderano ringraziare, in un modo particolare, la
sig.na A. Long ohe è stata la loro
animatrice.
— Battesimi : Martinat Ezio di
Francesco e di Avondet Laura; Rochon Marco di Amedeo e di Jahier
Elma; Rochon Vanda ed Elide Vera di Aldo e di Beux Elsa; Peyronel Enrico di Amedeo e di Balmas
Ethel; Malano Ornella di Renzo e
di Reynaud Savina; Costantino
Mauro di Valdo e di Franza Neve.
Allevateli in disciplina ed in ammonizione del Signore (Ef. 6: 4).
— Matrimoni: Avondet Gino e
Bouchard Albertina; Pons Luigi e
Bouvier Margherita; Jahier Roggiero e Bouvier Rachele; Bertalmio
Alberto e Musso Anna Maria; Maero Enrico e Long Mafalda; Plavan
Roberto e Charrier Graziella; Coucourde Nino e Richiardone Graziella; Comba Adolfo e Ciarlerò Elsa;
Bosio Matteo e Forneron Elda; Lucchetta Battista e Jahier Adele; Long
Attilio e Tron Alma; Balmas Giovanni e Ribet Ines ; Tron Carlo e
Lantelme Olimpia; Gallian Edvi e
Balmas Angela.
Quattordici nuove famiglie si sono costituite nel volgere di poco
tempo. Un fatto certamente insolito
ma rallegrante per il piccolo ambiente in cui viviamo. Auguriamo
a tutti questi sposi lunghi anni di
[elicità accompagnati dalla benedizione del Signore.
— Funerali: Mastallone Maria
ved. Venezia, di anni 84 (Asilo);
Pons Emilio, di anni 38 (Ciauvina);
Combe Teresa Elisabetta ved. Bertalot, di anni 81 (Bianchi); Ribet
Enrico, di anni 59 (Villa); Soulier
Margherita, di anni 59 (Asilo);
Meynier Eugenia Maria, di anni 85
(Asilo); Corlatti Elisa, di anni 73
(Asilo); Martinat Agostino, di anni 83 (Sarei dei Martinat).
Anche il lutto ha colpito alcune
famiglie. Chiediamo al Signore di
essere il sostegno di coloro che soffrono e di colmarli con le Sue più
preziose benedizioni.
Torre Pellice
Domenica 10 corr; il pastore E.
Ayassot ha presieduto il cc culto d’addio » davanti ad una buona assemblea; domenica 17 corrente il pastore L. Maranda, incaricato dalla Tavola, di reggere provvisoriamente la
parrocchia, ha rivolto il suo messaggio ad una buona assemblea. A chi
4
t’ECH DELEE-VAm VALDESSI
^ parte ed a ckr viene, il rietmoscente
saluto della c<Hn.unità.
Domenica 10 corr., l’Àssemblea di
Chiesa si è riunita, per esaminare la
Situazione creatasi in seguito alla non
accettazione da parte del pastore E.
Eynard, della^ sua dèsignazione fatta
precedentemente. L’Assemblea presieduta dal V;'presidente del Concistoro, si é svolta serenamente, senza
una grande partecipazione di membri di chiesa (assente ancora la «campagna»)- Lasciando da parte il passato, si è guardato all’avvenire, con
fiducia, anche se non con una eccessiva chiarezza di idee. Si è comunque nominato una nuova Commissione in conformità a quanto prescrivono i regolamenti della nostra Chiesa, per la ripresa delle consultazioni.
rep.
Viliar Pellice
Dipartenze
II Signore ha richiamato a sè due
membri del gruppo dei nostri cari
veterani.
Il 10 settembre. Gönnet Luisa di
anni 84 di San Cristoforo.
Non era più nota a molti in paese
a motivo dell’età avanzata ma occupava ancora un gran posto tra i suoi
familiari, che durante la lunga malattìa le prestarono le cure più assidue ed affettuose. Molti amici e fratelli in fede vollero, nella mesta circostanza, dimostrare alla famiglia di
S. Cristoforo quanto essa sia amata
e stimata nella nostra comunità.
Il 7 ottobre. Gönnet Giuditta di anni 58, dei Garin.
Era paralizzata da vent’annì e da
vent’anni altresì i suoi familiari e in
modo particolare la sua sorella Nettina Rambaud dei Garin le prestavano le cure più perseveranti e fraterne. Le estreme onoranze, mettendo in risalto quanto sian da preferire l’umUi esequie di un povero
Lazzaro di fronte a quelle di un ricco epulone, furono pute una bella
dimostrazione di apprezzamento della comunità per l’opera di fraterna
assistenza dei familiari.
Entrambe queste sorelle erano credenti e sul loro letto di morte seppero dare una bella testimonianza
della loro fede.
Nózze
Due nuovi focolari si sono costituiti fra noi : Lincesso Giovanni e Michelin Salomon Delia il 4 settembre;
Giovenale Agostino e Davit Rosa, il
25 settembre.
Abbiamo raccolto le loro promesse ed abbiamo veduto con gioia, nei
/due casi, il desiderio ansioso di ricercare la presenza e la benedizione
del Signore.
L’augurio sincero della comimità
villarese li accompagna entrambi!
Visite
Il nostro pulpito è stato tenuto successivamente, nell’epoca del Sinodo,
dai pastori Enrico Tron e Guido
Comba. La chiesa ha tratto edificazione dei loro messaggi e li ricorda
con gratitudine.
A, I. C. E.
Convegno d’aatunno
Tutti gli inseganti evangelici sono invitati al Convegno che avrà
luogo, Dio permettendo, a San Germano Chitone, domenica 24 ottobre p. V. col seguente programma:
Mattino: Culto - pranzo in comune.
Pomeriggio, ore 14,30: Relaziono
del prof. R. Jouvenal sul Congresso'
di Messina dell’Istituto di Storia del
Risorgimento - Relazione su uno
stage Cemea (scuola attiva) - Relazione sui corsi di francese alle Valli
- Mostra di materiale didattico.
Le tre borse annuali di L. 20.000
ciascuna sono state assegnate, per
l’anno 1954-55, ai seguenti allievi
dell’Istituto Magistrale di Pinerelo:
Franco Calvetti di Pomaretto, Laurenzia Forneron di Prarostino, Fiorella'Paschetto di Torre Pellice.
Il seggio AICE
Pecsonalìa
Il Presidente della Repubblica e
capo dell’ordine « al Merito » della
Repubblica Italiana, ha firmato il
Decreto in data Napoli 30 Dicembre 1953.
In considerazione di particolari
benemerenze, e in occasione del collocamento a riposo
Ha conferito
l’onorificenza di Commendatore dell’ordine « al Merito » della Rep. Italiana alla prof. Amilda Bounous
Pons.
Le nostre vivissime felicitazioni alla nostra correligionaria per il meritato riconoscimento della sua attività. Red.
Istruzione secondaria
(continua da pag. 2)
Anche la relazione del Convitto
di Pomaretto esprime alcuni dati
che permettono una visione ottimistica della situazione. Il numero dei
convittori è salito a 29 (15 ragazzi
c 14 ragazze); « i locali che fino ad
ora erano parsi sufficienti per accogliere gli studenti della valle, stanno diventando al contrario troppo
piccoli, dato il continuo aumento
degli studenti della. Scuola Latina.
La cosa è incoraggiante... anche se
si prospettano nuovi problemi da risolvere e nuove difficoltà a cui far
fronte ». La relazione può giustamente rallegrarsi del fatto che « malgrado le spese straordinarie sostenute, la gestione si chiude senza deficit ».
La discussione Sinodale (ci sia
permesso di ricordarlo qui) si è polarizzata, in riferimento al Collegio,
sul problema finanziario; il deficit
che grava su questo istituto è preoc
Salutiamo con gioia questo volumetto (*), o antologia di brevi testi
e letture di storia del Cristianesimo,
che colma una lacuna nelle nostre
pubblicazioni evangeliche, da tempo segnalata, e finalmente in procinto di esser colmata. Si parla spesso e volentieri, nei nostri ambienti,
di Chiesa primitiva, ma la conoscenza che di questa Chiesa si ha, è sempre molto approssimativa e romanticamente idealizzata, perchè non
sono di facile consultazione i documenti che ne illustrano l’attività ed
il pensiero. Siamo grati quindi al
prof. G. Miegge che in una settantina di pagine ci ha dato alcuni dei
testi più antichi, in una limpida
traduzione, corredata da note adeguate. Il « pezzo forte » è costituito
dalla Didachè (o Dottrina dei dodici apostoli) che risale alla fine del
primo secolo e costituisce un necessario complemento alla lettura del
N. Testamento, gettando un fascio
di luce suggestiva sulla vita della
Chiesa, in quel periodo particolarmente delicato di transizione che è
costituito dal trapasso della predicazione degli apostoli a quella degli
evangelizzatori itineranti, -con tutti
i complessi problemi catechetici e
disciplinari connessi.
La scelta dei testi e letture è ispirata ad un criterio di sana obiettività, in modo da permettere al let
tore di rendersi conto del sorgere
delie diverse tendenze e dell’evoluzione degli Istituti, senza preconcetti dottrinali: così vengono integralmente riferite le classiche affermazioni di Clemente Romano in merito alla « sua formulazione del
principio dell’autorità dei vescovi ».
Una pubblicazione insomma a cui
auguriamo il più vivo successo e che
raccomandiamo caldamente, perchè
facilmente intelligibile ed accessibile a tutti. lector
con gioia
cupanfte -e si suggerisce la creazione
di im' Comitato in coi siano direttamente impegnati anche gli insegnanti, onde trovare i mezzi più adatti
per potenziare l’attività d» questo
istituto. L’aw. Cericola ha sottolineato la necessità di creare borse di
studio e il prof. F. Lo Bue ha prospettato Fopportunità dì esaminare
l’eventualità di trasformare il LiceoGinnasio in istituto polivalente e di
inserirlo nel quadro dell’evangelismo italiano. *
11 « Bazar » delle Diaconesse
Il bazar che la Casa delle diaconesse
aveva annunziato un anno fa, e che avrebbe
dovuto aver luogo lo scorso Sinodo, non
ha potuto essere organizzato per cause indipendenti dalla nostra volontà.
Ringraziamo vivamente tutti' coloro che
avevano così generosamente collaborato, e
annunziamo che il bazar avrà luogo, a Dio
piacendo, l’anno prossimo nella domenica
di inaugurazione del Sinodo.
Saremo grati a coloro che volessero inviare delle offerte per questo scopo, rivolgendosi alla direzione della Casa Madre.
Convegno pastorale
In occasione del Convegno Pastorale Valdese-Metodista, che avrà luogo a Torre Pellice dal 26 corr., saremmo grati alle famiglie di Torre
Pellice che offrissero fraternamente
rospitalità a un Pastore per le notti di martedì 26 e mercoledì 27, oltre alle due colazi®ni mattutine e,
possibilmente la cena di mercoledì 27.
Le persone che potessero favorirci
per quanto richiesto!» sono pregati di
farlo sapere alla Libreria Claudiana
al più presto. i
Il Sovrintendente
Direzione e Redazione^ Past. Ermanno Rostan - Via dei Mille 1 - Pinerolo - Tel. 2009
Pubblicazione, autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo, con decreto del 27-XI-1950.
La Chiesa dei martiri
(*) G. Miegge: La Chiesa dei martiri.
(La Didachè, Clemente Romano, Ignazio
di Antiochia, Martirio di Policarpo, Papia,
Erma, Epistola a Diogneto). Ed. Claudiana
- Torre Pellice - L. 300.
Tip. Subalpina s.p.a. Tórre Pellice (Tornio)
La famiglia Malan (sommossa per la dimostrazione d’affettuosa stima attestata alla
memoria del così tr^icamente Scomparso
OSCAR MALAN
riconoscente per la manifestazione dì sincera solidarietà che tante persone hanno
voluto darle nella luttuosa circostanza, impossibilitata di farlo singolarmente ringrazia tutti coloro che .vollero prender parte
al suo dolore. In modo particolare esprime
la sua gratitudine a quelle buone persone
che per prime soccorsero il ferito, a chi si
prodigò con la scienza per salvarne il fisico
troppo profondamente colpito, a chi ha presieduto il servizio funebre ed è stato così
vicino al suo cuore addolorato con parole
di fede, a chi ha voluto testimoniare il rammarico della popolazione e dell’Amministrazione Comunale di Angrogna e del Governo per la perdita del suo Sindaco, a chi
ha così luminosamente tratteggiato la figura del caro Estinto, itile Autorità civili dei
Comuni della Valle del Pellice e dell’Amministrazione Provinciale ed ai dirigenti
delle Associazioni alpinistiche, militari e
combattentistiche, agli amici più cari ed
infine a tutti quelli cfie diedero il conforto
della loro parola e del loro scritto, inviarono fiori od unirono a quelle della Famiglia angosciata preghiere e lacrime. A tutti
ed a ognuno va un grato sentimento di vivissima riconoscenzat
Per espressa volontà dell’Estinto la famìglia non prendo il lutto.
Giovo di Angiogna, 30-9-1954
Le famille du pasteur
HENRI TRON
remercie ceux qui Ont pris une si grande
part à son chagrin ¡ainsi que les pasteurs
Bertinat, Marauda, Nisbet et Genre pour
leurs messages de consolation et d’espérance et le Doct. De Bettini pour ses soins
affectueux.
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