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PROPUGNA IL BENE SOCIALE
MORALE RELIGIOSO DEGLI ITALIANI,
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ABBONAMENTI : Interno ed Eritrea, anno L. 3 ; semestre L. 1,50.
Estero : anno L. 5 ; — semestre L. 3. — Per inserzioni, prezzi da convenirsi.
Oipettofe e HmministFatore : 5eovcnuto Celli^ Via magenta II. H8, EOffifl
Homa, 24 ^^bbraio ^9^10 = 2^nno m = ZI. 9
■/^vwwv^vt/^ ♦ II Seminario — Scienza e re.OlllillCltlO » ligione — Il Senatore Barzelletti e il Peccato — Un testamento originale? —
John Bull, risvegliati I — Da sacerdoti romani
a ministri evangelici — Una bella proposta —
Vita nascosta e vita gloriosa — La potenza dell’Evangelo e della preghiera — Nella Penisola e nelle Isole —
Il concerto di Torino — Il « Cittadino di Genova »
e Adolfo Jalla — Un Comizio pro libero pensiero —
Su le Lagune — Cose da Medioevo — Crònachetta
Romana — Da Napoli luminosa — Corriere Siculo —
Oltre le Alpi e i mari — Su e giù per il mondo — In
sala di lettura — Libri e periodici ricevuti — Moody —
Sotto l’incubo !
A
Il Seminario
Trattandosi alla Camera del Bilancio dell’ Istruzione pubblica, buone cose si sono espresse circa a
varie questioni scolastiche. Parlarono l’on. Calda, l'on.
Murri, l’on. Cornaggia, il ministro Daneo ed altri.
Non terremo dietro ai loro discorsi, che avete letti
nei giornali quotidiani ; esprimeremo piuttosto la
nostra idea, che coincide, certo, in parte almeno con
le migliori espresse in Parlamento.
Le quistioni toccate nella discussione parlamentare sono quattro principalmente ; 1) l’avocazione
della scuola elementare allo Stato ; 2) l’istruzione
religiosa ; 3) lo studio scientifico delle religioni nelle
scuole superiori; 4) i seminari e i... seminaristi.
I. «
Noi siamo per l’avocazione della scuola elementare allo Stato. Lasciar l’applicazione della legge su
r obbligo dell’ istruzione, fino alla terza (che è già
per sè stesso una cosi meschina cosa) in mano di
sindaci contadini e semianalfabeti, come ce ne sono
tanti in Italia, significa ridersi della legge e desiderare che l’analfabetismo conservi nella nostra povera patria le proporzioni enormi che ha tuttavia,
dopo tant’anni di... istruzione... obbligatoria !
IL
Assurdissima, secondo noi, la pretesa dei parrochi i quali vorrebbero insegnare il catechismo nelle
scuole ; mentre, per insegnarlo, hanno in loro balia
una ben più comoda e vasta aula, cioè il tempio. E,
non solo assurdissima, ma ingiustissima ; se nella
scuola del borgo X, ove sono anche scolaretti israeliti e cristiani evangelici, entra il parroco, dovrebbero poter entrare anche il rabbino e il pastore cristiano evangelico. Inoltre, questa pretesa clericale
è una confessione di debolezza. Se i parrochi esercitassero tuttora sul loro gregge una efficacia spirituale preponderante (come potrebbero esercitarla
benissimo, a somiglianza dei pastori evangelici della
Svizzera e dei paesi nordici, se non avessero perso
il credito con le assurde superstizioni tollerate o insegnate, con la poco serietà dei costumi, con la poco
spiritualità del carattere religioso e della dottrina
professata) non sentirebbero certo il bisogno di penetrare a forza nelle scuole che appartengono al
pubblico !
III.
Quanto allo 'studio scientifico delle religioni nelle
scuole superiori, non possiamo che approvarlo, facendo voti tuttavia per che lo studio sia veramente...
scientifico, e non a base di critica razionalistica, cioè
antiscientifica, com’è quella del Minocchi in Italia e
in generale di tanti modernisti italiani o stranieri ;
i quali — per esempio — negheranno i miracoli di
Gesù, non perchè si trovano in grado di dimostrare
che questi miracoli non siano mai avvenuti (il che
sarebbe la prova scientifica contro i miracoli) ma
perchè la loro mente non può accettare se non i fatti
conformi alle poche leggi note della Natura, come
se tutte le tutti i segreti, tutti i misteri della
Natura e di ciò che eccede la Natura fossero stati
rivelati a loro... iniziati della Scienza assoluta !
Da uno studio veramente scientifico delle religioni noi cristiani evangelici non abbiam nulla a
temere per la nostra fede ; ma temiamo assai invece
che esso studio abbia a riescire — a questi lumi di
razionalismo rinascente — qualcosa di poco sopportabilmente scientifico.
IV.
Della quistione concernente le vocazioni dei sacerdoti e i seminari, i più sagaci oratori, che han
parlato alla Camera, non hanno espresso se non
quello che noi cristiani evangelici valdesi — simili
anche in questo ai nostri fratelli d’oltralpe — abbiamo non solo espresso da anni, ma sempre praticato. Leggete il discorso dell’onorevole Murri, leggetelo per intero nella Libertà di Fermo, che è
l'organo suo, e poi, confrontatelo con quello che noi
abbiamo sempre sostenuto a parole ed a fatti, e dovrete riconoscere la sincerità e la veracità della nostra affermazione.
Senza smarrirci in particolari, noi noteremo sol
questo, e sarà la nostra proposta concreta, forse più
concreta delle più sagge (salvo la modestia I) udite
in Parlamento.
1) Non limitate la libertà di chicchessia!
2) Se un babbo, una mamma vogliono far del loro
figliolo un sacerdote, lo Stato non può, non deve
impedirlo.
3) Lo Stato eserciti una sorveglianza accurata sui
seminari, come su tutte le altre scuole, da quelle
elementari a quelle universitarie.
4) Poiché lo Stato ha il diritto e l’obbligo di elevare il livello intellettuale e morale della nazione,
il livello intellettuale in ogni modo e senza contestazione di sorta, lo Stato ha dunque il diritto e
l’obbligo di richiedere che anche i sacerdoti siano
forniti di soda coltura. Ad assicurarsi di tale soda
coltura nel clero. Io Stato vieti l’esercizio degli uffici di sacerdote, o almeno l’esercizio degli uffici di
parroco a chi non sia fornito di licenza liceale ottenuta in un liceo regio o pareggiato.
Questa proposta, che non conferirebbe nessun arbitrio all’azione dello Stato laico, questa proposta
che mirerebbe ad accrescere il grado di coltura in
Italia, questa pi-oposta che non soffoca i desideri di
nessuno, poiché i genitori potrebbero benissimo continuare a mettere i loro ragazzetti di dieci anni in
seminario, questa proposta è la soluzione del problema. Fino a prova pratica del contrario, noi sosterremo che, se i seminaristi — prima di studiar
teologia 0 almeno prima di venir ordinati sacerdoti
— saranno muniti di licenza liceale governativa,
0 non entreranno in teologia o non si faranno ordinare 0, se diverranno sacerdoti, saranno sacerdoti
colti e — quel che più importa — onesti, perchè
avran potuto liberamente, sinceramente risolversi per
la vita sacerdotale o per un’altra vita. Non v’è chi
ignori infatti che con uno stracciò di licenza liceale
si possono continuare gli studi all’Università, e si
può — senz’altri studi — trovare un impiego e
procacciare un pezzo di pane onorato.
Noi pastori evangelici valdesi abbiamo fatto e facciamo cosi da molt’anni in qua. Siamo forniti di licenza liceale e alcuni tra noi sono forniti anche di
una laurea universitaria. — Paiono peregrine le idee
cavate fuori da questo o da quell’onorevole : per noi
Valdesi sono idee ormai accettate e sperimentate da
gran tempo !
SCIENZA E RELIGIONE (1)
La colpa dejli Increduli
Dice il Manzoni : « La ragione e il torto non si dividon mai con un taglio così netto, che ogni parte
abbia soltanto dell’una o dell’altro ».
Quel che dice il Manzoni non è sempre vero ; ma,
nel caso che noi consideriamo, purtroppo è vero ; il
torto è di tutti : non dei credenti soltanto, non dei
teologi soltanto ; ma anche degli increduli, anche degli scienziati.
Il torto degli scienziati è duplice.
La religione (fu già detto) consta di due elementi ;
di un elemento fenomenico e di un elemento non fenomenico ; di un elemento cioè costituito di fenomeni
e di un altro elemento che non è costituito di fenomeni. Ora gli scienziati non sono sine labe nè rispetto
al primo nè rispetto al secondo elemento.
La Scienza è socialista.
Già l'accennai a suo luogo, ma non faremo male a
rinfrescarne la memoria: la Scienza è la più serena
prédicatrice dell’eguaglianza; la Scienza è socialista
più di tanti socialisti a parole, i quali non si degnerebbero di stringer la mano a un operaio : ella non
attribuisce maggior valore a un dato fenomeno che
a un qualsiasi altro ; a’ suoi occhi merita attenzione,
studio, assidua cura, tanto una combinazione chimica,
quanto una sensazione di dolore, quanto un lampo
(1) Continuazione vedi num. prec.
2
LA LUCE
fugace d’entusìaamo, quanto una soave espression d’amore, quanto una lacrima di pentimento: son tutti
fenomeni, e ciò le basta. Non ce lo scordiamo: la Scienza
non è matrigna. ••
Una confessione.
Io parlo e riparlo della Scienza, ma — a dirvela
schietta — non ho mai avuto il bene d’incontrar madonna Scienza...
Sbaglio !... l’ho incontrata... ma ella non era mai
sola ! La vidi, sì, tante volte passeggiare raggiante di
ingenuità intelligente e di beliezza più che umana
tra le fiorite aiole del sapere; ma ella non era mai
sola, ve lo devo confessare : al suo fianco era un uomo 1
Quest’uomo parlava per lei. Quest’uomo era uno € scienziato ».
Pensai :.certo, la Scienza ha troppo sublimi cose da
dire a noi mortali ; se parlasse lei, noi semplici mortali non'comprenderemmo : è bene ch’ella abbia sempre con sè un essere simile a noi, il quale faccia da
interprete.
Ma, ahimè 1 — lo sapete — spesso spesso gl’interpreti
non traducono, ma tradiscono il pensiero e soprattutto il sentimento altrui, introducendovi del proprio,
senza malìzia forse, ma per ignoranza, per debolezza.
Sono uomini, e si capisce! Cacciatevelo ben bene in
testa: tra Scienza e Religione non c’è dissidio ; ma lo
scienziato non è la Scienza. Lo scienziato è un uomo.
Egli ha un belio strombazzare ai quattro venti che
bisogna essere < obiettivi », che bisogna prescindere
dai propri gusti e veder le cose come sono e non attraverso a lenti affumicate ; ha un bel proclamare
tutto questo : anche lui ci casca, e, come Padre Zappata, predica bene e razzola qualche volta maluccio
assai. Poveretto ! Anche lui è uomo : sappiatelo compatire. È certo però ch’egli dà ai nervi discretamente,
quando grida : Bisogna essere obiettivi, bisogna essere obiettivi ; scienza subiettiva non è scienza!— Sicuro! non è scienza ; ma anche tu, Amico mio, fai di
codesta scienza, anche tu riesci qualche volta subiettivo, e dài ascolto alle tue personali inclinazioni, ai
tuoi gusti, alle tue idiosincrasie. Lo strano sta appunto in questo : che certi scienziati — propugnatori
accaniti dell’obiettività in scienza — vedono benissimo
il difetto altrui e non il proprio. S’imbattono in un
credente : Oh — esclamano con un’ alzata di spalle —
costui è uno schiavo del subiettivismo ! — E sarà ! ma
e voi, scienziati increduli, siete voi mondi da questo
peccato? non vi siete in coscienza mai fatta la domanda : non sarei io per caso infarinato di idee subiettive, di idee antiscientifiche, o per lo meno non
scientifiche? son io riescito a deporre tutte le mie
particolari passioni di uomo, per convertir me stesso
in un occhio, in un orecchio, in una coscienza, che
veda, che oda, che senta, che contempli il mondo dei
fenomeni, tutto, tutto il vasto e svariato mondo dei
fenomeni, senza le più piccola ombra d’un preconcetto ?
La verità vera.
Ve la dirò subito : secondo il mio corto vedere, è
questa : che lo scienziato incredulo (come quello credente, del resto) non è perfettamente disinteressato
ne’ suoi lavori, ne’ suoi giudizi : come ogni altro
essere umano, anche lui ha le sue brave simpatie e
le sue brave antipatie; da le quali, non v'è dubbio,
cercherà di liberarsi, senza però mai riescirvi interamente. Madonna S^enza è l’imparzialità personificata;
ma messer lo Scienziato è più... o meno imparziale
Questa è la verità vera e sacrosanta. Madonna Scienza
non « ha riguardo alla qualità »... dei fenomeni ; mes
ser lo Scienziato si invece, taluna volta almeno. Tra
Scienza e scienziato dunque ci corre: e son davvero
poveri di spirito coloro che ne fanno una sola e medesima cosa.
Così, la Scienza sarebbe dispostissima ad occuparsi
di tutti quanti i fenomeni, senza predilezioni e senza
richiedere a nessuno di essi il brevetto di conte nè
il brevetto di commendatore; ma il consigliere della
Scienza, colui che non l’abbandona un momento, colui
che le sta appiccicato a’ panni dal primo di gennaio
al trentun di dicemljre, lo scienziato — in una parola — non partecipa sempre ai nobili sentimenti di
iei ; il poeta non va sempre d’accordo con la sua...
Beatrice: e questa è la storia di tutti gl’innamorati!
La Scienza, dolce e invariabilmente arrendevole, cede
sempre — è lei che cede sempre — e lascia che il suo
adoratore faccia quel che gli pare meglio.
Tradimento.
Protestate pure, ma io sostengo che gli scienziati
hanno tradito e tradiscono fino ad un certo punto la
Scienza. Il professor Enrico Morselli, l’illustre psicologo di Genova che ben conosciamo, ha di recente
pubblicato, nella Biblioteca di scienze moderne edita
dai Fratelli Bocca, due volumoni sui fenomeni me- '
dianici. Quanti volumi ha pubblicati il professor Morselli su Gesù Cristo e sui fenomeni religiosi svolgentisi nell’anima umana?...
Mi ,dÌBete : O che un individuo — perchè é scien
ziato — deve trattare di tutti i fenomeni possibili e
imaginabili? — No, di certo! ma se questo scienziato
si chiama « storico », se questo scienziato si chiama
* psicologo », dovrebbe studiare a fondo tutti i fenomeni storici o tutti i fenomeni psicologici, senza
trascurarne, se gli fosse possibile, uno solo. Ora i fenomeni religiosi sono per appunto o fenomeni storici o fenomeni psicologici. Nel mondo son tanti
Psicologi ormai — per non parlar che di loro — da
empirne piazza S. Pietro. Quanti di essi hanno vólto
con assiduità e con serietà il pensiero alla religione,
che è costituita in buona parte da fenomeni — come
sappiamo — e da fenomeni, che in buona parte sono
fenomeni psicologici, cioè fenomeni interiori, che si
producono su le tragiche scene dell' anima umana ?
Sentite che cosa dica Teodoro Plournoy, il professore
di Psicologia sperimentale dell’Ateneo ginevrino, ne’
suoi Archives de Psychologie di pochi anni or sono :
« Le investigazioni di psicologia religiosa vere e proprie sono rade. Si riducono a una ventina di lavori
recenti che provengono quasi tutti da l’America, e
di questi lavori voi non troverete cenno nei manuali
o trattati più in voga della Psicologia contemporanea. A legger questi manuali, si stenta a indovinare
che nell’anima umana esista una certa cosa che si
chiama religione : alcuni le dedicano tutt’al più due
pagine.(per esempio: lo Höffdlng, il Sergi, il Wundt)
altri sembrano ignorarla affatto o ne dicono poche
parole alla lesta, tanto che invano ne cerchereste le
tracce nell’Indice analitico delle materie (vedansi, tra
altri: Baldwin, Kùlpe, Stout, Titchener, Zienen ; alcuni dei quali tuttavia accennano alla religione, ma
parlando di altre cose) ».
Così il Plournoy, che abbiamo in parte riassunto.
Ci sono naturalmente delle eccezioni nobilissime,
tra le quali spicca il Plournoy medésimo ; e si potrebbero far altri nomi, come quello dei James, dei
Leuba, dei Marillier, dei Murisier, dei Ribot, dei Frommel, dei Ferrière; un risveglio è incominciato : lo so,
e me ne rallegro tanto ; ma ciò non toglie che fino
a questi ultimi tempi, anzi fino ad oggi, i più tra gli
scienziati abbiano tradita la Scienza; la quale tanto
apprezza il cader d’una pietra, quanto il volar d’un
mandolino o d’un violino nei tenebrosi ritrovi spiritici, quanto la conversione drammatica, commovente,
del figliol prodigo. Per lei non esistono che fenomeni,
e per lei tutti i fenomeni sono egualmente pregevoli
e attraenti.— Non vedete ii discordo? Per la Scienza un
fenomeno vale quanto un altro qualsiasi, per lo scienziato, no ! Lo scienziato distingue, sceglie, apprezza :
10 scienziato non la pensa come la Scienza; lo scienziato tradisce dunque il nobile sentimento d’eguaglianza, per cui la Scienza splende di luce immortale.
11 perchè del tradimento.
E perchè tradisce?
Perchè è uomo — come ripeto — perchè non riesce, per quanti sforzi faccia, a spogliarsi interamente
di sè stesso. Lo scienziato porta seco — nello studiolo,
su la cattedra, nel laboratorio — una particella almeno
di sè stesso.
Non ha la potenza d’abbracciar tutti i fenomeni, e
non pretendo che li abbracci tutti. Deve di necessità
scegliere. Quali fenomeni studierò? egli domanda a
sè stesso. E da che si lascia egli guidare, nel rispondere a questo punto interrogativo?— Da’ suoi gusti !
Si lascia guidare da’ suoi gusti ! Nella scelta della
materia di studio lo scienziato chiede consiglio ai propri gusti ; il che significa che lo scienziato piglia le
mosse dal subiettivismo.
Strillate quanto volete, ma è un fatto indubitabile
che dal subiettivismo non è facile liberarsi. Vi cediamo noi, e vi cedono gli scienziati stessi ; e non solo
a tavola, al caffè, a passeggio, a teatro, ma anche nel
tempio sacro alla Scienza, ove si leggono queste solenni parole: » I fenomeni sono tutti eguali! »
Troppo in qua !
Così gli scienziati hanno trascurato (e trascurano)
un’enorme quantità di fenomeni, i fenomeni religiosi;
hanno trascurato e trascurano la religione, che per
un verso appartiene all’ordine dei fenomeni, e che è
quindi oggetto della Scienza con lo stesso identico
diritto dei fenomeni che il Canizzaro studia in Chimica, che il Blaserna studia in Fisica, che il Luciani e
11 Golgi studiano in Fisiologia.
Il mondo dei fenomeni è sterminato. La Scienza in
tende di spaziarvi da l’un capo all’altro.
Una vasta regione di questo mondo sterminato ha
tuttora — più che altro — l’aspetto di non essere mai
stata coltivata da la mano dell’uomo, o ben poco; e s’assomiglia ancor troppo a una di quelle immense foreste
vergini dell’India o dell’Affrica, sotto le cui magnifiche volte lussureggianti di verde opaco non è mai
o quasi mai echeggiato il passo dell’uomo. La si direbbe infatti una bandita !
Eppure anche questa vasta regione appartiene al
dominio della Scienza.
Perchè non vi si inoltrano gli scienziati ?
Essi si arrestano là dove è ancor tutto un mondo
da esplorare!... Livingstone non avrebbe fatto così! Si
I arrestano troppo in qua dai confini ultimi assegnati
; alla Scienza, alla dea meravigliosa, ch’essi dicono di
adorar sola ! Hanno fatto divorzio da una cospicua
parte di ciò che—come scienziati—dovevano studiare!..
La colpa e enorme ! Non si potrebbe fare maggiore
accusa allo scienziato, al diligente osservatore di fatti
anche minimi.
La prima colpa che noi rinfacciamo agli scienziati
è questa : non sono stati e non sono neppure oggi abbastanza scienziati !
Troppo in là !
L’altra colpa che si deve rinfacciare agli scienziati
increduli è tanto evidente per sè stessa, che non abbisogna di speciale introduzione nè di minuta dimostrazione. Mi sbrigherò quindi in quattro parole.
La Scienza s’è imposto dei limiti: ella non va oltre
i fenomeni.
La Religione — in quanto comprende anche un elemento non fenomenico (Dio, per esempio) non appartiene, anzi sfugge alla Scienza.
Imaginate un giardino e un campo contigui, separati da un muricciolo. Il giardino rappresenti i fenomeni, cioè il dominio della Scienza. La Religione
in quanto abbraccia un elemento non fenomenico
— si potrà benissimo rappresentare sotto 1’imagine
del campo. Ha diritto uno scienziato di affermare,
ma badate — di affermare in nome della Scienza,
che non c’è Dio ? — Non ha diritto. Se l’affermasse,
egli potrebbe essere paragonato a ehi dal giardino —
scavalcato disinvoltamente il muricciolo divisorio —
se ne andasse scorrazzando pel campo del vicino. Egli
sarebbe passibile di condanna « per turbata proprietà!»
Hanno gli scienziati increduli scavalcato il muricciolo ?—Certamente ! Non lo credete?... Secondo voi,
nessuno scienziato dunque avrebbe mai detto : « Non
c’è Dio » pretendendo di parlar in nome della Scienza ?
— Sarei lietissimo che così fosse ; ma purtroppo così
non è. Le cosa vanno ben altrimenti: certi scienziati
hanno ardito di negare, come scienziati, l’esistenza
di Dio. Or Dio non è un fenomeno. E la Scienza —
diciamolo per la centunesima volta — non s’impiccia
che di fenomeni. Questi scienziati negatori hanno
dunque spiccato un salto ardito oltre i confini della
Scienza, sono iti troppo in là. Sembra inverosimile,
ma è così.
Non hanno percorsa tutta la regione loro assegnata,
la regione propria alla Scienza; non l’hanno percorsa
tutta, poiché non si son dati abbastanza pensiero dei
fenomeni religiosi, trascurandoli in parte almeno;
eppure — muniti di un così leggero bagaglio di esperienze religiose — si sono avventurati in un viaggio
d’esplorazione attraverso una contrada ignota, nella
quale è senza alcun valore la loro competenza di scienziati! Si stenterebbe a credere a tanta aberrazione,
se essa non fosse una realtà tangibile, visibile proprio
a occhio nudo.
Troppo in qua e troppo in là! — In queste due frasi
si riassume esattissimamente la duplice colpa degli
increduli scienziati.
(continua)
IL SENATORE BARZELLOTTl E IL PECCATO
In una delle sue ultime lezioni di storia della filosofia, il senatore Giacomo Barzelletti deH’Università di
Roma trattava magistralmente di un argomento interessantissimo per chi studia questioni religiose; il
sentimento del peccato e la sua storia.
Ai Greci mancava il sentimento del peccato. S’era
affacciato alla mente dei grandi filosofi greci il grave
problema del peccato, ma nessuno d’essi ne aveva capito la gravità e pochi si soffermarono a trattarne. Il
peccato — dicevano — dipende dal Fato. L’uomo è
del tutto irresponsabile. E fu appunto l’irresponsabilità rispetto al male commesso, quella che governò le
menti greche, infino a che non si fece udire nell’Areopago d’Atene’ la voce potente di Paolo risvegliatrice
delle coscienze addormentate.
Secondo Socrate, l’unico rimedio al male consisteva
nell’educazione e neU’istruzioue; perchè, secondo Socrate,
l’uomo non pecca di volontà propria, ma spinto dalla
ignoranza e dall’oscurità in cui è immerso.
Quando il Cristianesimo « fece sentire » il peccato,
fu necessario che l’uomo ricercasse in un Essere perfetto, creatore, il perdono, la grazia ed il i innovamento del proprio essere interiore malato.
Nella Chiesa Cristiana primitiva il sentimento del
peccato fu grande e profondo, ma a poco a poco, per
opera dei popoli latini eminentemente pagani ed esteti,
questo sentimento fu sedato mediante pratiche religiose esteriori, come (tanto per citarne una) la confessione che assolve e libera 1’ uomo da ogni peccato.
3
LA LUCE
La Eifonna delle genti nordiche, più profonde delle
genti latine, non fu — se ben si considera — che un
ritorno al sentimento del peccato com’era provato dai
cristiani primitivi. Quindi la Riforma abbandonò i sistemi esterni e magici di purificazione propri della
Chiesa Cattolica per tornare alla ricerca dell’Essere
perfetto, creatore, che solo può cancellare le macchie
del cuore umano.
Così, in sunto, il professor Barzellotti ; col quale ci
rallegriamo vivamente.
T. C.
Kn testaiacnto oriiiiaalc?
La « Gazzetta del Popolo » di Torino (seguita da
altri fogli quotidiani, come il « Giornale d’Italia », per
esempio) recava, pochi giorni or sono — sotto il titolo
« Un testamento originale » — la seguente notizia;
« E’ stato aperto il testamento del colonnello comm.
Martina, di cui l’altro ieri vi comunicai la morte, avvenuta a Monforte.
Esso nomina esecutore testamentario un certo signor
Muller di Luserna San Giovanni, legando il suo patrimonio, che s’aggira sul mezzo milione, ai valdesi di
quella città, col patto che fondino a Monforte un tempio valdese e una scuola della stessa fede, che dia impulso all’agricoltura.
Nel testamento è pure un cospicuo legato per un suo
nipote ed altri minori legati a famigliari.
Si racconta che il defunto aveva — con quale fondamento non so — motivi di rancore con l’autorità ecclesiastica di Monforte e si vuol spiegare con questo
fatto, che io vi riferisco a puro titolo di cronaca, la bizzarra idea di accendere a Monforte un focolaio delle dottrine valdesi.
La cosa è assai commentata per la sua originalità,
che anche in morte lumeggia Tuomo strano e strambo
che fa il colonnello Martina ».
A queste parole della « Gazzetta del Popolo » noi
ne aggiungeremo poche altre. Siamo fino ad oggi completamente al buio circa al fatto riferito. Se fosse vero,
ci rallegreremmo : oh, perchè i preti e i gesuiti specialmente dovrebbero ereditare di continuo, e noi — che
predichiamo l’Evangelo nella sua purezza — non dovremmo mai avere un soldo dai nostri concittadini a
sostenere la nostra opera cristiana apostolica ? Ci ìneraviglia che la « Gazzetta del Popolo », che sr pubblica in Piemonte, non sappia che Luserna S. Giovanni
non è una« città », ma un borgo di4o5mila abitanti
in parte cattolici romani (S. Giovanni è valdese ; Luserna, cattolica romana); e ci meraviglia che il giornale del Bottero ignori che una « città » non può intrapprendere un’opera d’evangelizzazione nè « fondar
templi » (ciò spetterebbe alla Chiesa Valdese, rappresentata da due Amministrazioni, l’una generale e l’altra che s’occupa appunto di fondar templi e di evangelizzare fuori delle Valli) e ci meraviglia specialmente
che il liberale foglio fondato dal Bottero parli con un tanto
mal celato disprezzo del « focolaio delle dottrine vai
desi », e che giudichi « strano e strambo » il Colon
nello anche per il fatto ch’egli avrebbe lasciato una
parte del suo patrimonio a favore dell’evangelizzazione
del suo Monforte. Del carattere di detto colonnello noi
della Luce non sappiamo nulla assolutamente. Si ammetta
pure che il Colonnello fosse stravagante e che avesse
avuto « motivi di rancore » contro l’autorità ecclesiastica : nonne risulterebbero per questo necessariamente
giustificate le censure del giornale liberaleggiante. I
Valdesi non accendono in Italia focolai di dottrine.....
valdesi ; i Valdesi predicano le dottrine dell’Evangelo,
misconosciute e deturpate da la Chiesa papale. E chi
sa che detto Colonnello — in lotta con l’autorità ecclesiastica e stravagante quanto si voglia' — non abbia
avuto modo di conoscere i Valdesi e la dottrina prettamente cristiana da essi predicata ? Se fosse cosi, che
male ci sarebbe e che ci-sarebbe distrano, di bizzarro,
di strambo, nell’idea del defunto commendatore Martina? Ah « liberali del momento! » esclamerebbe il
Giusti. In realtà voi che — sbraitate contro la Chiesa
papale — non vi siete ancora divincolati da le sue
pastoie I I veri cristiani (nonostante grandi difetti)
e i più genuini liberali in Italia siamo noi cristiani
Valdesi ; poiché noi siamo per davvero e non per burla
liberi dal giogo dell’uomo e liberamente serviamo al
Dio di Gesù Cristo, senza costringimenti di autorità,
senza servaggio tradizionale ; a differenza di tanti nostri
concittadini che raangian preti a tutti i pasti, si professano « liberi pensatori » e poi si rivelano per fau
tori di quella Chiesa che essi dicono di voler combattere 1
Se la notizia non è una delle solite panzane, ben
venga il mezzo milioncino del Colonnello commendatore Martina che il « Giornale d’Italia » chiama « stimato cittadino » : noi sapremmo farne buon uso ; poiché
fonderemmo, non santuari miracolosi a squattrinare gl’ingenui, ma templi in cui l’Evangelo sarebbe letto in lingua capita da tutti e spiegato al popolo, e scuole anche di « agricoltura » — e perchè no? — per il bene
dei nostri connazionali, che noi amiamo più che non li
amino i liberali tuttora ipnotizzati dal colosso del Vaticano.
John Bull, risvegllafi !
w
La penna feconda e ben temprata dal pastore Scozzese di Venezia ha portato alla luce un altro bel libro, che è venuto ad aggiungersi alla lista, già lunga,
delle opere del Cav. Dr. Robertson.
Sono notissimi, fra gl’inglesi, i suoi libri : « The
Roman Catholic Church in Italy », « The Bible of St.
Mark », « Venitians sermons », « Fra Paolo Sarpi »
ecc. ecc.
Una nota caratteristica guida l'A. in tutti i suoi
scritti : far risplendere ed apprezzare la verità del
Vangelo e mettere in guardia i suoi compatriotti contro
gl’intrighi e le male intenzioni di Roma.
Ed il nuovo libro, di 370 pagine, ora pubblicato a
Londra, pei tipi di Morgan e Scott, è tutto scritto con
quella intenzione.
Ei dimostra come l’Inghilterra sia stata presa di
mira dal papato, onde tentarne la conquista, e compensarlo per le sue perdite altrove, anzi, per la sua « bancarotta in Italia ed in Francia».
Il libro è ricco di dati storici interessantissimi, anche relativi all’Italia, ed al conseguimento della libertà
e dell’unità italiane.
E, cosa caratteristica, il Dr. Robertson ha illustrato
il suo scritto, con otto incisioni, tipiche e suggestive,
tolte dal giornale sociali.sta di Roma, <f L’Asino »
L’illustrazione del frontispizio dipinge fedelmente
tutto il contenuto del libro.
E’ un John Bull colossale, addormentato con la pipa
in bocca. Egli è circondato da un nuvolo di preti e di
monaci pigmei, alti poco più del tacco della sua scarpa,
e lassù, sulla sommità del cappello suo, sta seduto un
prete vestito di bianco, con la tiara ed il pastorale. E
tutti gli altri preti, giù intorno e sul suo corpo, sono
occupati, chi ad incatenare John Bull chi a vuotargli
le tasche.
Sotto la caratteristica incisione si leggono queste due
righe ;
« L’Inghilterra protestante è troppo forte per temere il Cattolicismo ». (Dal « Times »).
« E John Bull continua a dormire... in questa illusione di forzai... ».
Ecco dipinta la sostanza del libro, che però non è
un parto dell’immaginazione dell'A., poiché troppo numerosi sono i dati positivi che mostrano le male intenzioni di Roma sull’Inghilterra. E molto opportuna
è l’esclamazione con cui vien chiuso ogni capitolo;
« John Bull, risvegliati! »
Noi ringraziamo vivamente TA. per il suo libro, al
quale auguriamo molta fortuna, e molto successo per il
nobile scopo per il quale fu scritto.
G. D. Buffa.
(1) “ The papal Conquest „ (La conquista papale) del
Cav. Pastore Alessandro Robertson, dottore di teologia.
Da sacerdoti romani a ministri evanyolici
La nostra lista non è ancor finita. Diamo qui altri
nomi, togliendo anche questi dal « Libero credente »,
Completeremo poi con l’aiuto di amici che ci han promesso informazioni ; con l’aiuto anche della signora
Thoeni di Venezia, che ci ha gentilmente favorito alcuni nomi.
Bambini Crisanzio, prete perugino.
Bassanelli Odoardo, frate minore osservante.
Beninato Corica Gaetano, frate.
Bosio G., prete.
Calabrese Vito, prete.
Collosi Giovanni, frate.
Giardina Pietro, frate domenicano.
Girone Luigi, frate minore osservante.
Grisanti Giovanni, arciprete.
Di Martino Ferdinando, prete.
Nalbone Benedetto, frate dei Fatebenefratelli.
Petroni Pietro, frate.
Rosa N. G., gesuita.
Spaziante Giuseppe, canonico.
Taglialatela Pietro, prete e prof, di Filosofia.
Trapani Sebastiano, frate domenicano.
Vnlicevic prof. Lodovico, prete, missionario apostolico di Macedonia e d’Egitto, segretario del Delegato
apostolico dell’Egitto e dell’Arabia.
Zahami Paolo, prete.
UMfl BELLA PROPOSTA
Il signor Luigi Lunati di Bassignana propone una
bellissima idea: quella di collocare, nei luoghi più
centrali delle città, dei chioschi giornalìstici e librari
evangelici, muniti di un apparecchio, come quello delle
sTazioni delle strade ferrate; dal quale apparecchio, introducendo delle monete, chi desideri possa avere automaticamente il Vangelo od altri libri religiosi ancora. La
proposta è attuabilissima, secondo noi ; sappiamo infatti
che qualche cosa di sìmile si farà probabilmente nelle
Gallerie artistiche d’Italia e di Francia. lu ogni saia si
collocherà un mobile elegante contenente librerii che
tratteranno dei varii autori di cui nella sala stessa
sono esposte le opere d’arte ; e questi libretti conterranno una breve biografia dell’antore e una breve ma
esatta illustrazione delle opere (quadri o statue) di lui
esposte in quella data sala. Introducendo una moneta
da 10 centesimi, il visitatore potrà avere un librettoautomaticamente. Detti apparecchi agiranno per mezzo^
dell’elettricità, e basterà anche una semplice pila.
Se questo si è fatto per i biglietti d’ingresso allestazioni, per la cioccolata, per bazzecole veramente da
nulla, se questo si farà ad illustrare le Gallerie d’arte,
perchè non si farebbe altrettanto per lo spargimentodelia Parola del Signore, la quale è una potenza a
salvezza di chiunque creda?
Noi appoggiamo quindi con tutto il cuore la bella
proposta del signor Luigi Lunati.
VITA MSCOSTA E VITA GLORIOSA
Leggete nell’Epistola di S. Paolo ai Colossesi, capitolo terzo, i versetti 3 e 4.
La religione qui ci è presentata come una « vita ».
Qualcuno ha detto : « Il Cristianesimo non è una religione ». Che errore ! Bisogna correggere cosi ; « Il
Cristianesimo è una religione; ma la religione, cristianamente intesa, è una « vita ». E ci corre, come vedete !
Per l’Apostolo la religione è una vita.
1) Una vita « nascosta ». Non c’è vita del resto che
non sia nascosta. Avete voi mai veduto la vita ? —
No, di Certo ! voi ne avete solamente veduti gli effetti.
2) lina vita nascosta « in Dio » ; cioè una vita di
comunione con Dio ; una vita unita a quella di Dio. La
religione ideale consiste in un’ « unione perfetta, in
cui due spiriti si immedesimano, per cosi dire, e non
fanno che un’anima sola ».
3) Una (vita « col Cristo » in Dio. Non ci ritroviam soli nelle nostre soavi relazioni spirituali con Dio. '
Qualcuno è con noi, è in nostra compagnia ; questo
Qualcuno è il Cristo. La religione è un vivere in comunione con Dio in compagnia del Cristo. Solamente
col Cristo a fianco noi possiamo attuare l’ideale apostolico della religione; sicché, in realtà, Gesù Cristo
è la « vita nostra », e noi siamo in grado di esclamare con lo stesso Apostolo : « Vivo, ma non più io :
il Cristo vive in me! ».
4) La vita « nascosta col Cri.sto in Dio » non può
non essere gloriosa. La gloria di Lui sarà la nostra,
un giorno! ________
Vita umile, perchè « nascosta ».
Vita santa, perchè vita « in Dio ».
Vita attuabile, perchè il Cristo è « con » noi, o noi
siamo « col » Cristo.
Vita destinata ad essere circonfusa di « gloria »,
perchè il Cristo « siede alla destra di Dio », perchè
il Cristo « vita nostra » è nella gloria 1
Giuseppe Serafini.
Ppuraci subito per Istituto femminile cuoca da 25
LEI Ullui a 40 anni, seria, buone riferenze.
Pullen. Casa Alberto, Spezia.
4
4
LA LUCE
La potenza deirEvanyolo e della pregbiera
La semenza della Parola di Dio trova sempre un
buon terreno ove fruttifica.
Dieci anni or sono un orfanello frequentava i nostri culti cristiani. L’orfanello ora è un giovanotto ed
è impiegato in città, ove s’è dato alle dottrine mazziniane. Però, certo, egli non ha dimenticato i dolci
precetti dell’Evangelo. E ammirate la potenza della
preghiera! Uno dei miei molti figlioli cade ammalato
di grup. Il medico insiste perch’io lo separi da gli
altri miei bambini. Come fare? Piego il ginocchio, fidando nel Padre ch’è nei cieli.
Oh miracolo! Una carrozza si ferma innanzi a casa
mia, e ne scende il giovanotto, accorso con l’intenzione di portarmi a casa sua i bambini in pericolo.
« Non si dia pensiero » mi dice « essi saranno amati,
come Lei ama Gesù. »
S. P.
Ketla Penisola e nelle Jsole
Como. — Anche'nella Chiesa di Coneo, si tenne
una conferenza speciale in occasione del 17 febbraio.
Il conferenziere, per far comprendere l’importanza
del fatto che si commemora ogni anno nelle nostre
chiese, descrisse le condizioni in cui si trovava il popolo valdese alla vigilia del 1848 quindi ricordò con
quanta gioia venne accolto l’Editto di emancipazione,
non solo nelle Valli Valdesi, ma in tutto il Piemonte
ed anche in altre parti d’Italia.
Disse che a questa commemorazione dovrebbero
unirsi tutti gli Evangelici d’Italia, perchè se l’Editto
contempla i soli Valdesi, si è perchè essi erano allora i soli Evangelici italiani, ma che di esso godettero pure tutti gli Evangelici che vennero in appresso. La conferenza venne seguita con vivo interesse da un uditorio assai numeroso.
B. R.
Sanremo. — Il Pensiero di Sanremo „ pubblica
un lungo articolo intorno al “ XVII Febbraio „ celebratosi presso quella nostra “ Unione Cristiana. „Da
l’articolo stralciamo i seguenti periodi :
Abbiamo assistito l’altra sera, con vero godimento,
alla geniale festa che (nella maggior sala della “ Casa
Valdese „ bellamente adornata per la circostanza)
grazie al buon gusto della signorina Osculati, diede
1’ “Unione Cristiana delle Giovani „ a beneficio
delle opere morali e sociali a cui è interessata. La
data della festa fu scelta con intenzione, ricorrendo
il 17 Febbraio l’anniversario della pubblicazione dell’Editto di emancipazione dei Valdesi. Il pubblico
non poteva essere più numeroso, date le dimensioni
della sala, nè più simpatico. L’introito, per la vendita dei biglietti, oltrepassò le 300 lire. Aprì il trattenimento il rev. Ugo Janni con un breve discorso
di 15 minuti per spiegare il significato della data
storica ricorrente. Disse chi sono i Valdesi: “ i cristiani cattolici d’Italia secondo la Chies a primitiva,,
Spiegò il valore storico della parola “ Valdese, „
da Pietro Valdo, la cui protesta (nel 12.o secolo) precede di centinaia di anni quella di Lutero e si rannoda alla protesta di Arnaldo da Brescia. Accennò
alla gloriosa pagina di storia che i Valdesi hanno
scritta col sangue nelle secolari persecuzioni patite:
dalle prime stragi sotto il regno di Carlo Vili agli eccidii di Provenza; dal martirio di Gioffredo Varaglia
al supplizio di Giovanni Luigi Pascale; dalle carneficine di Calabria alle “ Pasque di sangue „ piemontesi. Terminò inneggiando a Carlo Alberto, già allievo del pastore Vaucher a Ginevra, ed ai grandi liberali che, come il marchese D’Azeglio, furono gli
inspiratori dell'Editto, e chiuse col citare le parole
che “ Terenzio Mamiani, „ esule da Roma, scriveva
nel 1855 nella “ Rivista Contemporanea ,, di Torino:
“ Sieno rese grazie pubblicamente da tutta Italia a
voi, Valdesi, che l’antica madre (l’Italia) Piai non
avete voluto odiare e sconoscere insino al giorno
glorioso che fu da Dio coronata la vostra costanza e
un patto comune di libertà vi riconciliava cogli emendati persecutori „. Nel suo discorso, l’oratore fece
rilevare il grande progresso compiuto dal 48 ad oggi:
“ Allora „ i Valdesi erauo esclusi dai pubblici jufficii ; “ oggi „ un cristiano evangelico — il barone
Sennino — presiede il Governo d’Italia. „
E il “ Pensiero di Sanremo „ prosegue, dando conto
dei bei cori e della bella musica classica, che rallegrarono l’attraentissima cerimonia.
Pisa. —Il 17 febbraio venne commemorato con una
conferenza sul tema originale e attraente: * Pietro
Valdo e Francesco d'Assisi », che destò un vivo interesse in tutti coloro che vi presenziarono.
Per l’occasione, la Chiesa venne ornata di belle
piante, si cantarono egregiamente due cori speciali, e
dopo la conferenza, le signore della Chiesa diedero un
animatissimo tè, si prestarono in tutti i modi per la
buona riuscita della festa e fecero gli onori di casa
con slancio, con amore e con entusiasmo. Vi intervenne un uditorio sceltissimo ; signore colte, studenti
universitari, professori, tra cui uno deputato, ecc. /
B, R.
31 concerto bt Conno
Del concerto testé dato nel nostro tempio di Torino,
la « Stampa » così scrive:
« Un concerto nobilissimo, per dignità di programma; un’esecuzione degna di due veri artisti; un ambiente raccolto, ed austero, donde era bandito ogni
tentativo di applauso.
Dunque, un concerto ideale, per chi si compiaccia non delle solite manifestazioni chiassose, dei bis
irritanti, bensì della gravità, che si addice a tutte le
cose, cui sorregge vero intelletto d’ amore per l’arte.
E di ciò noi vogliamo rallegrarci anzitutto con gli
organizzatori.
Senza pompa vana di reclame, essi seppero accaparrarsi l’opera di un Thomson e di un Enrico Bossi :
cioè, di un violinista, che Torino portò in altri tempi,
e giustamente, alle stelle, e di un organista, che se
qualche elemento trova in sè per competere degnamente con questa sua qualità di eccellente esecutore,
è quello di valere altresì come compositore di serietà
indiscutibile.
Basterebbe a provarlo il tema con variazioni, che
egli ci fece gustare ieri sera.
Quanta ricchezza di procedimento nell’unità! quanta
originalità in alcune trovate ! quanta sicurezza di condotta ! Come si sente in, questo pezzo l’autore dalle
midolle nutrite di tutto ciò, che è serena bellezza! Ed
anche nella « preghiera » sono indubbie tracce di un
musicista serio e colto; ma il lavoro mi sembra concepito, specialmente nella seconda parte, per avere
l’aiuto della voce, nè bene riuscii ad afferrarne completamente la linea di sviluppo.
Enrico Bossi ha scritto molto, ed artisticamente
Forse per ciò, e per vergogna nostra, non è popolare.
Ma che importa, se ovunque si ha in conto la buona
parola dell’arte, questa parola, detta dal Bossi, è ascoltata con compiacimento e con degna attenzione ?
I lavori suoi sono apprezzati in Germania, in Austria e altrove. Quale meraviglia se l’Italia che corre
dietro ai pettegolezzi Mascagnani, non trova il tempo
di curarli e di apprezzarli ?
I casi della Stin valgono bene un Porosi, un Bossi,
e qualcun altro insieme !
Quanto al Thomson ci sembrò, dopo tanti anni,
uguale, — come suole dirsi, —- a se stesso.
Fatto bianco, di capelli e di barba, d’un portamento
distinto, egli parve tradurre qualche cosa dell’aspetto
nell’eseeuzione.
II suono del suo violino si diffuse tra le arcate
bianche ed austere, con austera bellezza.
Sonoro, largo, esso parve (sovratutto nella magnifica
aria del Goldmark) richiamarci a sentimenti elevati
di calma, bene adatti all’ambiente.
Il “ Cittadino di Eonova,, e Adolfo lolla
Il « Cittadino di Genova », giornale clericale, ha riferito intorno alla conferenza del missionario Adolfo
Jalla, senza dire però che Adolfo Jalla è valdese e
missionario cristiano evangelico nell’Affrica centrale.
Ci è grato tuttavia di verificare che anche al Cittadino la conferenza del nostro amico sia riuscita attraente. Ecco le parole del foglio clericale.
« Affollatissima, ieri sera, di eleganti signore, di scienziati, di giovani, di studiosi, e in complesso, di quelle
persone intelligenti e colte che si appassionano alle
ricerche ed alle relazioni geografiche ed etnografiche,
l’ampia sala della Società di Letture e Conversazioni
scientifiche. La piacevole semplicità del conferenziere,
nell’esporre e nel narrare, il suggestivo interesse dell’argomento, le splendide proiezioni che hanno illustrato luoghi, fatti e costumi, non potevano a meno
di procurare, allo scelto uditorio, un’ora di intima ed
intensa soddisfazione intellettuale.
Il sig. Adolfo Jalla, avendo soggiornato per ben
quattro lustri, sulle rive del grande fiume dell’Affrica centrale, ha avuto agio di studiare molto minu
tamente le bellezze naturali di quei luoghi, il carattere, le attitudini e gli usi delle deserte tribù che vivono nelle fitte foreste o sulle vaste pianure del territorio dell’alto Zambese, tribù che erano, vent’anni
fà, ancora completamente selvagge, ma che ora si avviano rapidamente verso la civilizzazione.
E il risultato dei suoi lunghi studi egli ha esposto
ieri sera, molto pianamente ma molto efficacemente,
narrando all’uditorio alcuni dei più salienti episodi
della sua vita tra gli indigeni del continente nero,
esaminando l’indole di quei selvaggi, attraverso le
loro tradizioni, la loro religione e i loro costumi, e
mostrando, per mezzo di belle fotografie, proiettate
sulla tela, le più caratteristiche vedute di quei paesi,
che oggi, dopo la costruzione della grande ferrovia
ohe dalla grande Città del Capo porta nel cuore dell’Affrica, son diventati mèta di piacevoli escursioni
per molte migliaia di viaggiatori. Splendide specialmente le vedute panoramiche delle gigantesche cascate di Vittoria.
Il sig. Jalla è stato calorosamente applaudito ».
u camao no ubebo pensiero
Abbiamo sempre mantenuto che i liberi pensatori
errano, sostenendo come sono soliti fare, che libero pensiero debba essere sinonimo di ateismo e che non vi
possano essere dei liberi credenti i quali posseggano,
per libera e spontanea convinzione, una fede viva e
personale. Ora, sembra che i liberi pensatori stessi comincino a rinsavire. Ne prendiamo ncta con soddisfazione e portiamo a conoscenza dei nostri lettori a quanto
scrive il «Corriere della Sera », riassumendo una conferenza tenuta a Venezia, alla Camera del Lavoro, dal
prof. Arcangelo Ghisleri, segretario della locale Federazione del Libero Pensiero, ed alla quale presero parte
ben 600 persone.
« L’avv. Pietriboni ha annunciato lo scopo del Comizio ed ha presentato l’oratore, il quale ha parlato
per circa due ore, illustrando il concetto che libero pensiero e credenza in Dio non sono termini antitetici, potendo essere liberi pensatori tutti coloro che, pur nutrendo fede sincera, stanno al di fuori della volontà
imposta dal sacerdote ».
B. E.
Su Lacune
Domenica sera, 13 Febbraio, un'Assemblea di Chiesa,
straordinariamente numerosa, procedette alla elezione
di due anziani. Furono confermati in tale carica, alla
quasi unanimità, i fratelli C. T. Semini e F. Bertoloni.
Venne in seguito discussa la proposta di concedere
il voto alle sorelle della Chiesa, a tenore dei vigenti
regolamenti. Dopo una discussione, abbastanza lunga,
nella quale vari fratelli presero la parola, la proposta
fu approvata a grandissima maggioranza. Il fratello
Em. Musitelli, di malandata salute, per cui, da vari
anni, è privato del piacere di potere frequentare i culti,
nella impossibilità di assistere all’intera seduta, volle
però venire a portare il suo voto, che depose sul tavolo della Presidenza, davanti alla assemblea commossa
per l’apparizione inaspettata del caro fratello.
\j Emancipasione dei Valdesi fu commemorata, pure
quest’anno, nel modo seguente: Fu tenuta una conferenza pubblica la sera del 16, sul soggetto : « Le colonie Valdesi dell’America ». La conferenza, alla quale
assistevano molti estranei, fu illustrata da proiezioni
luminose. La sera del 17, un centinaio circa di fratelli
e di sorelle si riunirono, nel vasto salone del 1. p. del
Palazzo Cavagnis, per una serata familiare, che, con
molto brio, si protrasse fin dopo le 11.
G. D. Buffa
A Castel del Giudice, in dicembre scorso, uno dei
nostri fratelli veniva rallegrato dalla nascita d’una
bimba. Da allora fu un assalto continuo di beghine
in quella casa : moine, promesse, minacce, tutto, tutto
fu messo in opera, perchè il battesimo si facesse con
rito cattolico romano. Inutilmente 1 Masi ricorse a un
mezzo che ai clericali dovette parere onnipotente : il
prete Tale dei Tali — si disse al nostro correligionario — è disposto a far da... padrino ! — Grazie
tante — fu risposto — accettiamo, a patto che il
prete venga alla Chiesa Evangelica, dove si dovrà
amministrare il battesimo !
Non si quotarono i clericali ; anzi tramarono un
battesimo clandestino nella loro chiesa, senza riescire
tuttavia nel tenebroso intento.
Se questo non è Medioevo, che cos’è ? io domando.
S. Pasqnaloni
Chi desidera Tltalia Evangelica, 25 annate complete^ ben rilegate, in ottimo stato,
al prezzo di L. 55, si rivolga subito al
pastore G. Silva, Verona.
5
LA LUCE
0ronachetta Romana
KWArcadia, società cattolica romana, una conferenza antimaterialistica dal titolo: « Lodge contro
Haeckel ».
— Nell’Istituto universitario di Fisica, l’astronomo
Milossevich trattò delle « Comete ».
— All’Associazione Cristiana della Gioventù, uno
degli scorsi giorni, accademia ginnastica.
— AirUnione delle Giovani, grazioso trattenimento
dato da bimbe.
— Domenica sera, nel nostro tempio di Via Nazionale, « simpatica » conferenza del pastore Comba sul
« Diciassette febbraio degli Anticlericali e dei Valdesi ».
L’epiteto ♦ simpatica » è di un uditore che entrò quella
sera per la prima volta nel nostro tempio.
DA NAPOLI DLJMINOSA
Questi ultimi giorni sono stati pieni di avvenimenti,
e sarebbe peccato non riferirli ai lettori della Luce.
Il missionario dalla proferì a Napoli — nella sala
superiore della Chiesa Scozzese — la sua conferenza,
innanzi a un pubblico discretamente numeroso, il
quale seppe apprezzare l’opera magnifica del missionario, della quale disse anche — applaudito — il capitano Bertrand con calde e nobili parole.
Un’altra conferenza di carattere prettamente scientifico, e ravvivata da bellissime proiezioni fu tenuta
sotto gli auspici della locale Società Africana, davanti ad un attento 9 scelto uditorio che gremiva la
vasta e pur insufficiente sala di via Duomo. Ci ài
dice che fino a tre persone si dividessero contemporaneamente la medesima sedia! Dal sig. dalla furono
presiedute due altre radunanze, attraenti come quelle
or ora accennate.
Il 17 febbraio, un pubblico numerosissimo si pigiava nella spaziosa aula sovrastaute al nostro temp-'o,
per godere della festa commemorativa di questa data
cara ad ogui anima valdese. L’invito era stato fatto
solo ai membri delle nostre due chiese e ad un ristretto
numero di speciali invitati : tuttavia si sarebbe detto
che molte altre persone si fossero dato convegno a
rallegrarsi con noi nella lieta ricorrenza.
Con poche ma appropriate parole del pastore sig.
G. Tron la festa cominciò e si protrasse per oltre due
ore. Due commediole furono eseguite ed i filodrammatici improvvisati fecero del loro meglio per guadagnarsi gli applausi. Ammirati ed applauditi i costumi valdesi e napolitani e i cori diretti da u|j0 dei
nostri giovani. Il bello fu che, quando il pastore* signor Tron annunziò che tutto era finito, parve che
nessuno volesse andarsene.
La splendida serata fu chiusa con un intimo trattenimento. Va data ampia lode alla instancabile sig.ra
Tron perseverante e intelligente preparatrice della
festa.
Ci si annunzia un’altra festa, che, sotto la direzione
di tre signorine della nostra chiesa del Vomere, si
terrà a beneficio delle nostre scuole.
In Napoli, sono due società di attività cristiana,
fra ì giovani e le giovani. L una, a S. Tommaso, comprende una sezione di volontari per le visite ai malati, l’altra al Vomere dà lezioni gratuite di un po’
dì tutto, e specialmente di lìngue straniere.
Partenopeo.
Corriere Siculo
Grotte
La data del 17 Febbraio, che ha nella storia due
pagine diverse, opposte: l’una fulgida e gloriosa, l’altra cupa e tragica, fu solennemente commemorata nella
chiesa di Grotte.
Il nostro pastore sig. G. Moggia ci parlò imprima
della emancipazione dei Valdesi e della libertà da loro
ottenuta dopo lunghe e penosissime persecuzioni. Passò
poscia a lumeggiare la figura del filosofo di Nola,
arso vivo in Campo dei Fiori a Roma. Terminò inneggiando alla libertà di pensiero, di scienza e di coscienza, che sola può condurci al conseguimento di quel
benessere morale, spirituale e sociale che trasformerà
il mondo intero e preparerà l’avvento del Regno di
luce, di giustizia e d’amore che è quello dì Cristo
Gesù.
Nella stessa ricorrenza solenne la benemerita Associazione Cristiana femminile, che m’incarica di ringraziare da queste colonne tutti i generosi oblatori,
ha dispensato ai poveri, agli indigenti del paese senza
badare per nulla alla loro confessione religiosa, ben
lOl capo di vestimenti.
Vittorio Trobia
Catania
Sono state annunziate, per mezzo di manifesti, 14
conferenze speciali che il Pastore Sig. Giuseppe Fa- j
Buio si è proposto di tenere durante la Quaresima.
La prima, sul soggetto • Anime Atrofizzate » attirò
circa 250 uditori. L’oratore seppe trattenere l’attenzione del’uditorio per quasi un’ora e mezzo.
Alla seconda conferenza intervennero, malgrado
l’acqua incessante, più di 300 persone. Anzitutto fu
amministrato il battesimo ad una bimba e la semplice
e solenne cerimonia iifteressò favorevolmente i molti
presenti. Quindi il Sig. Fasulo svolse magistralmente
il soggetto tra l’attenzione e la simpatia generale. La
Chiesa, letteralmente gremita, (dovette rimanere in
piedi una settantina di persone) presentava uno spettacolo magnifico.
Pel 16 corrente vi era in tutta la cittadinanza,
grande aspettativa per la conferenza sul soggetto
« Giordano Bruno e il Libero Pensiero ». Terrò, Dio
volendo, informati i Lettori della Luce anche di questa
conferenza del bravo pastore G. Fasulo, a cui la Chiesa,
per mezzo mio, rivolge una parola di lode. Egli lavora con uno zelo e un’attività tali che gli stessi clericali ne sono meravigliati.
Voglia Iddio ricompensare le sue fatiche facendolo
strumento di risveglio in questa bella e simpatica
Catania, dove il Clericalismo e il Libero pensiero ateo
vanno purtroppo... a braccetto. Epifanio
Ed ecco i temi, veramente importanti, intorno ai
quali si aggirano le conferenze del pastore Fasulo :
* Anime Atrofizzate. — La Fede — Giordano Bruno
e il Libero Pensiero — E’ antiscientifica l’ipotesi
della Esistenza di Dio ? — L’esistenza di Dio, malgrado
l’esistenza del male.— II fondamento psicologico della
Religione. — L’Iddio d’Àbramo e l’Iddio di Cristo. —
Budda e Cristo. — Maometto e Cristo. — Il Cristianesimo nel XX secolo. — Il Culto della Vergine. —
Idolatria nel Cristianesimo. - La vita di Cristo e la
Palestina. — I resultati della Critica Biblica ».
Vittoria
II17 febbraio è stato celebrato anche in questa Chiesa
Valdese. L’unione delle Giovani Cristiane preparò un
pranzo, relativamente succolento, a trentadue poveri.
Tutto procede con ordine: i beneficati furono arcicontenti, e i benefattori furono dolenti di non poterne preparare un altro a breve scadenza. Alla fine
del pranzo, l’Evangelista rivolse alcune parole agl’invitati, i quali ripeterono poi la preghiera e il Padre
Nostro.
La sera vi fu nel tempio una Conferenza sul 17
Febbraio 1600 e 1848. Numeroso uditorio, attento e
rispettoso ; molti andarono quindi a strìnger la mano
all’Evangelista. Dio voglia benedire gli sforzi fatti
per l’avanzamento del suo Evangelo ! E. C.
Svizzera
Ginevra. — Prima da la « Semaine religieuse », poi
dal quotidiano « Journal de Genève, » è stata annunziata la conferenza che il nostro sig. Luigi Rostagno, pastore a Palermo, doveva tenere a Ginevra.
Il « Journal, » sotto il titolo « L’opera della Chiesa
Valdese in Italia » scriveva: « L’ardito pastore di Sicilia signor Luigi Rostagno, di passaggio a Ginevra,
terrà una pubblica gratuita conferenza nella Sala
centrale — piazza della Maddalena. Questo ben noto
conferenziere, da la parola briosa e bella, tratterà
dell’opera della Chiesa Valdese in Italia e renderà
vie più piacevole il suo dire illustrandolo con proiezioni di lanterna magica, le quali rappresenteranno
vedute della nuova Messina e della Calabria. Inutile
eccitare gli amici del signor Rostagno a venire a sentirlo, poiché essi sanno quanto i suoi discorsi siano
attraenti. Noi li invitiamo a diffondere questa notizia ed a condurre amici e conoscenti ».
Alle parole del « Journal » siamo in grado di aggiungere questa notizia: La conferenza è stata data.
Fra gli uditori era il console d’Italia Comm. Basso;
il quale « da oltre trent’anni rappresenta degnamente
a Ginevra la sua nazione ed è assai stimato dagli Italiani e dai Ginevrini per l’opera costante, patriottica,
illuminata e benefica, ch’egli ha compiuto e compie
a prò dei suoi connazionali. Terminata la conferenza,
il console si accostò al conferenziere, gli strinse la
mano e gli espresse il suo compiacimento e la sua simpatia per l’opera nostra in Italia che egli, buon conoscitore dello spirito e dei fini deH’evangelìsmo, sa
apprezzare ».
— La « Semaine religieuse, » riconoscendo che i
Cinematografi, se costituiscono un ricreativo ed istruttivo svago, costituiscono spesso un mezzo di corruzione, propone che si istituiscano attraenti cinematografi artistici, patriottici, cristiani.
— La stessa * Semaine religieuse » ha incominciata
la pubblicazione di un’ampia biografia di quell’ecceliente cristiano che fu il prof. Ernesto Martin ;
della morte e dei funerali del quale noi pure intrattenemmo i Lettori nei numeri scorsi.
— Nella gran Sala della Riforma, l’Associazione gi
nevrina contro la letteratura immorale tenne, il 10
corrente, una importante seduta; nella quale parlarono, tra gli altri, uno statista svizzero, un pastore
evangelico e un abate cattolico romano di Francia. —
Fraternità ottima !
— Nel tempio della Fusterie, si sono tenute o si
stanno per tenere tre conferenze apologetiche. Ecco
i temi e il nome degli oratori tra parentesi : Un filosofo antimaterialista: Eucken (prof. Filippo Bridel
di Losanna). — 2) La religione di Gesù (prof. G.
Breitenstein). — 3) Spìrito scientifico e spirito religioso (prof. G. Fulliquet)
— Il 16 corrente, nell’Aula universitaria, Pietro
Bovet professore di filosofia a Neuchâtel diede una
seconda conferenza sul “ Pragmatismo. „ Il Bovet è
credente.
— Il professor G. Fulliquet — che insegna’teologia
dommatica all’Università — propone che si tengano
corsi serali di teologia, dalle 20 alle 22, per uso di
semplici operai, che — pur continuando il loro mestiere — intendessero concorrere all’opera d’evangelizzazione. — Eccellente idea !
— Qualche cosa di simile si prefigge di fare anche la Tacoltà libera di teologia.
— Gli eredi del celebre filosofo ginevrino Naville
— ben noto anche ai nostri Lettori — hanno donato
i manoscritti dell’illustre loro congiunto alla Biblioteca universitaria.
Lugano (P. Calvino). — Domenica sera 27 febbraio
alle ore 8, in una gran sala del palazzo scolastico,
dalla Municipalità gratuitamente concessa, verrà tenuta dietro iniziativa della Federazione abolizionista
internazionale una conferenza “ sui generis „. Hanno
accettato l’invito di parlare: P. Calvino sull’ “Origine „ del movimento umanitario che s’è poi concretato nella Federazione ; il Dr. Panetta Prete e Professore sul “ lato giuridico „ della quistione; il Dr.
Bruno Manzoni, Direttore del manicomio di Casvegno, sul “ lato igienico „.
Accade ben di rado che un prete catt. rom. e un
pastore evangelico si presentino insieme al colto pubblico e all'inclita guarnigione, ma questo fenomeno
a Lugano s’è già avverato altre due volte.
Francia
Parigi. — I giornali evangelici francesi pubblicano
il bel programma delle radunanze di risveglio, convocate a Parigi dal 20 corrente in là.
— Il 27 di questo mese, radunanza antialcoolistica
per fanciulli al tempio deH'Oratorio. Vi parleranno
parecchi pastori e professori.
— Gipsy Smith, il famoso evangelista popolare americano, Visiterà Parigi, in marzo prossimo, e vi proferirà discorsi di risvéglio.
Nizza. — Si partecipa all’ “ Echo des Vallées „ che
la nostra chiesa valdese di Nizza va rifiorendo.
Chalons-sur-Saòne. — Anche qui l’inondazione invase il tempio evangelico. C’era acqua fin all’altezza
di 74 centimetri. Lo stesso tempio fu devastato da
l’inondazione del 1840.
Germania
(Paolo Calvino). — A Berlino il, Prof. Drews ripetè
la conferenza già tenuta a Francoforte, a Jena e altrove sulla non esistenza di Cristo. Ma come a Francoforte il Bornemann, il Forster ed altri gli dimostrarono la sua ignoranza, così a Berlino trovò con
chi parlare e fece un fiasco solenne, e con lui il rumoreggiante Monistenbund. C’è però una differenza
tra il Drews e Milesbo: mentre Milesbo è triviale, il
Drews da persona educata espone le sue fantasmagorie
con tanta sincerità che si concilia il rispetto degli
avversari, fra i quali il più distinto e stringente è
stato il Delbrück.
Russia
Lo Zar possiede — secondo 1’ « Esfuerzo Cristiano »—
una mappa della Francia fatta con pietre preziose.
Parigi è rappresenta da un diamante di grandi dimensioni; Marsiglia da uno smeraldo; Bordeaux da
un opale: e così tutte le città e tutti i borghi. Ogni
provincia è rappresentata da una speciale sorta di
pietre, e la mappa vale — come ci si può figurare —
una bella sommetta ! Con tanta miseria che c’è per
lo mondo!...
Svezia
Il grande giornale socialista di Stoccolma non pubblicherà più annunzi concernenti bevande alcooliche.
— Benissimo !
Grecia
Da otto anni, è vietata la vendita del Nuovo Testamento in greco moderno. Povera libertà di coscienza!
.A bissinia
Nella tribù dei Galla, ogni otto anni, si compie un
sacrifizio umano ! Così, la « Vie Nouvelle ».
Marocco
Narra la “ Vie Nouvelle „ che a Tangeri è stata di
recente inaugurata una cappella per uso degli Evangelici di lingua spagnola ivi residenti.
6
LA LUCE
L’opera evangelica a Tanger! fu incominciata un
20 anni fa.
Brasile
Leggiamo nel “ Semeur Yandois „ di Losanna che
gli Evangelici brasiliani si recarono il 12 gennaio
alla fortezza di Villegagnon, a commemorare i due
loro primi martiri, Pietro Bourdon e Matteo Vermeil, uccisi in quel luogo nel 1559 per ordine dell’ammiraglio francese Nicola de Villegagnon, dal
quale la detta fortezza prese il nome. I convenuti
udirono un discorso e cantarono due inni, tra i quali
il primo inno evangelico che sia stato cantato in
terra americana, poiché si cantò infatti per la prima
volta nel Brasile il 10 marzo 1557, due anni prima
dell’uccisione di que’ due martiri.
— Gli Evangelici di Rio de Janeiro hanne iniziata
la pubblicazione d’un nuovo periodico : “ O Independente.
JRepubhllca A.rg-exitina
Nei due ultimi mesi — secondo dice “ El Cristiano „
— sarebbero stati ammessi nelle Chiese evangeliche
31 nuovi membri provenienti dal Cattolicismo romano.
Su e giù per il mondo
Corrado dalla nella Gazsetta di Messina e delle Calabrie risponde a Pietro Carollo professore di matematica nel R. Ginnasio di Barcellona (Sicilia), il quale
viéìV Indipendente ha pubblicato un articolo, soste:
nendo che Giordano Bruno « non può essere preso come
antesignano dell’anticlericalismo ». Secondo il prof.
Carollo, tra il Bruno e il papismo romano « correvano
dolci relazioni di amorosi sensi! »
*
• •
« Come i lettori sanno si trova in Roma il signor
Fairbanks, ex-vice-presidente degli Stati Uniti. Egli,
che già aveva domandato di esser ricevuto dal papa,
tenne una conferenza (interpretato dall’avv. Lala) alla
Chiesa Metodista Episcopale di via XX Settembre, appartenendo a quella religione. Domenica, essendo invitato a pranzo al collegio (cattolico) Nord Americano,
gli fu detto che al Vaticano si era saputo di questa
conferenza e che avrebbe dovuto scegliere fra la visita al papa e la conferenza al tempio protestante.
« Lo statista americano rispose, che avendo promesso
di parlare avrebbe parlato. Ma il giorno dopo ricevette un biglietto dal Vaticano in cui si diceva che
il ricevimento non avrebbe potuto aver luogo. Essendosi risaputa la cosa e telegrafata all’estero, giungono al Fairbanks da ogni parte telegrammi di congratulazione per la sua fermezza.
« A questo proposito si ricorda che anche cinque
anni fa successe un fatto consimile. Venne a Roma
un altro statista americano, Mr. Low, ex sindaco di
New York e rettore dell’Università di Columbia. Presentato dall’arcivescovo Corrigan fu ricevuto dal papa,
ma il giorno dopo parlò davanti agli allievi del collegio Metodista, credendo da buon americano di far
cosa naturalissima.
« Il papa ne fu irritato in sommo grado e si vendicò sul Corrigan facendo andare in fumo la promessa
sua nomina a cardinale. E prossima adesso la venuta
a Roma di Teodoro Roosevelt, che è stato già da alcuni mesi invitato a visitare il Collegio Metodista.
Staremo a vedere se sceglierà di visitare il detto Collegio o il papa ». (Da VEvangelista).
*
• •
Sotto il titolo « La clericalizzazione dell’esercito »
il Nuovo Giornale di Firenze pubblicava, in uno degli scorsi numeri, l’articoletto che qui riproduciamo.
. Un telegramma da Perugia reca come nel pomeriggio si fosse sparsa la notizia che nella chiesa di
S. Domenico ove ebbe sede il Mnto Ufficio e che ha
di rimpetto la lapide dedicata a Giordano Bruno, un
frate aveva parlato sull’opera dei missionari in Cina
e ohe per ordine del colonnello erano intervenuti in
alta tenuta ed ordinati in drappello i soldati.
La notizia era vera con l’aggravante che l’oratore
era stato presentato dal colonnello stesso.
Ciò ha prodotto vivo fermento in città. Numerosi
popolani si sono recati nelle vicinanze della chiesa
inneggiando al libero pensiero ed a Giordano Bruno.
Giungeva frattanto un’allegra brigata di persone mascherate con una banda musicale in testa.
La banda ha sostato dinanzi alla chiesa ed ha suonato l’inno di Garibaldi.
Nel contempo dirimpetto alla chiesa veniva inchiodata una tela la quale era servita per la dimostrazione anticlericale del XX Settembre e che recava a
grandi caratteri l’apostrofe di Giosuè Carducci contro la vecchia lupa vaticana. Sulla porta del tempio
venivano anche affisse le seguenti scritte:
« L’esposizione dei concetti di carità e di abnegazione non deve aver carattere di vita clericale ; e poi:
Non si umilia il soldato della terza Italia nel coro
famoso per le nefandezze delia santa inquisizione ».
Sono accorsi sul posto delegati e carabinieri i quali
hanno invitato i dimostranti a circolare ed hanno
tolta, per ordine di un funzionario di P. S. l’epigrafe
carducciana.
Qualche prete ritardatario che ha voluto entrare
in chiesa è stato accolto con fmchi, come è stato pure
accolto da fischi e da urli l’apparire della carrozza
che recava il vescovo alla chiesa.
La clerizzazione dell'esercito procede lenta e costante. Infatti anche tempo indietro un maggiore dei
bersaglieri di stanza in Roma si faceva presentare al
papa cui alla sua volta presentava un gruppo di ufficiali delle varie armi.
Naturalmente il Ministro della Guerra, che colpì in
omaggio ai clericali, il maggiore Giovannetti perchè
massone, lasciò indisturbati questi ufficiali clericali
che non si sa se siano soldati del papa o dell’esercito
italiano !» (1)
* *
Sotto il titolo « Agitazione di classe nel clero ambrosiano » il Gorriere della Sera pubblicava, pochi
giorni or sono, un importante articolo ; dal quale risulta il malumore del clero milanese contro le autorità ecclesiastiche che — nell’assegnamento di posti
messi a concorso — favoriscono sempre i cosidetti
. oblati », cioè i preti che hanno fatto voto di cieca obbedienza verso l’autorità ecclesiastica stessa. - Un
posto è vacante P Tra i concorrenti c’è un • oblato? >.
Si è certi che il posto toccherà a questo servo umilissimo !
Nella Chiesa, dunque, c’è lo stesso marcio che nel
mondo. — Bisogna tornar sul serio all’Evangelo!
* •
L’arcivescovo di Parigi ha invitato i padri di famiglia cattolici romani a votare — nelle venture elezioni — per gli uomini « decisi a far rispettare la libertà dell’insegnamento (religioso) »,
*
« «
Da gli uffici della nostra Camera italiana si sta studiando il disegno di legge proposto dall’onor. Muratori ; il quale propugna la precedenza del matrimonio
civile al rito religioso. Noi Evangelici, che celebriamo
fin d’ora il matrimonio civile prima di quello religioso, non possiamo che approvare. Molte idee, che si
tiran fuori come cose nuove, noi le abbiamo possedute e le pratichiamo da tempo ! Se si volesse dar
retta a noi, l’Italia sarebbe assai più avanzata che
non sia. Ci si perdoni questo sfogo!
• *
Per fatti, che sarebbe un po’ lungo ad esporre. Guido
Aureli ha dato querela al modernista Quadrotta. Nella
quistione sarebbe implicato anche Paul Sabatier. Il
processo si terrà in Roma.
« «
Secondo il Gorriere della Sera, Enrico Ferri commemorerebbe in Roma - forse nel Teatro Argentina —
il centenario della fondazione della Repubblica Argentina, presenti il Re ed i Principi. — Quantum mutatus ab ilio.— E in fatto d’ateismo, a quando una
benefica evoluzione ?
*
• «
Notevole la dichiarazione dell’on. Don Murri circa
alla domanda a procedere contro l on. Podrecca « per
offese al Pontefice e alla religione cattolica ». L’onorevole Murri ha con molta ragionevolezza affermato
che egli sarebbe favorevole alla domanda a procedere,
qualora il Papa vivesse fuori dei partiti. Purtroppo
ciò non avviene ; sì che, specie nelle elezioni politiche, il Pontefice si è messo a paro di qualunque
altro cittadino. Non occorre quindi trattarlo diversamente !
(1) Le precedenti Noterelle, già composte la settimana scorsa, non poterono essere pubblicate per mancanza di spazio.
IN SÀLÀ DI LETTURA
La calvezza è io ooi.
(Edizione della c Voce », Prezzo centesimi 30. Firenze 1909).
Questo opuscoletto scritto da un gruppo di seminaristi ci sembra ispirato ad una grande sincerità, ed
al desiderio profondamente sentito di vedere trasformati i Seminari, sia per quel che riguarda gli studi!,
sia per quel che riguarda la vita propriamente religiosa e spirituale.
Il male è descritto in tutta la sua gravità, senza
esagerazione, e, neppure senza reticenze. E l’appello
ai compagni non potrebbe essere più vibrante di sentimento ed anche di volontà decisa a tradurre in atto
i santi propositi. Ma questo grido di allarme e di speranze in un migliore avvenire troverà nei compagni
unanime assenso ? Non possiamo per ora rispondere
a questo punto di interrogazione. E. M.
*
Si *
Beati voi, poveri... — Conferenza dell'avvocato
Salvatore Mastrogiovanni. — Roma, Casa Editrice
Metodista 1909 — Prezzo cent. 15.
Questa conferenza, densa di pensieri e di considerazioni nulla nota parola di Gesù costituisce un eloquente elogio della povertà intesa nel senso evangelico. L’A. volentieri ha seguito il testo di Luca, anziché quello di Matteo, ciò naturalmente richiedendo
la natura della sua tesi. Questo elogio della povertà
non potrà certo piacere ai riformatori sociali odierni,
per lo più visionarli, i quali propendono a credere
,che un giorno verrà in cui la povertà non sarà più
che un triste ricordo delle età barbare passate, quando
regnava l'odioso e odiato capitalismo.
Temiamo che ciò sia una visione molto... visionaria.
Preferiamo attenerci alle parole del Vangelo, che corrisponderanno sempre ai bisogni del cuore umano ;
bisogni che, a traverso il mutar dei tempi e delle età
non cambiano, perchè il cuore umano è sempre lo
stesso.
Ora la povertà, che in sè nulla ha di degradante,
ci sarà ancora nell’avvenire ; e risuonerà quindi ancora la parola di Gesù : Beati voi, poveri, come incoraggiamento a quelli che la sopportano con perfetta
consapevolezza, e come monito a quelli che poveri
non sono. E. M.
LIBRI e PERIODICI RICCVOTI
Coltura Moderna, re-ssegna ' mensile di stndi scientifico
religiosi. Anno III. N. 2. Mendrisio ^Svizzera). — Il Seminatore, utile giornaletto di propaganda. — G. D’Arba:
« Giordano Bruno, riflessioni serene di un cristiano evangelico ». Casa Editrice Metodista, Via Firenze 38, Roma. — Carlo
Malagnti : « Prontuario delle comunicazioni postali dall’Italia
per tutti gli stati del mondo -, Anno I,N. 2. — Fede e Vita,
Anno II, N. 3 (febbraio 1910). Redazione: Via Venti Settembre 43, Roma. Contiene scritti di G. Luzzi, C. Rapicavoli, U.
Janni, A. Falconi, ecc. — Il Nuovo Testamento annotato,
Roma, Società « Fides et amor ». — Scienza e religione :
perchè la fede scompare ? di A. Mohn, Versione di L. Bossi.
MOODY
Tre fatti importanti.
Quel che avviene d’intorno a noi ha grande efficacia su l’anima nostra e concorre, senza che noi ce
n’avvediamo, a plasmarla.
A plasmar l’anima di Dwight Lyman Moody fanciullo concorsero tre fatti fra gli altri. Egli stesso ce
li ricorda.
Anzitutto una grave malattia della madre, che lo
tenne in ansie dolorose per lunghi giorni.
Poi la fuga del fratello maggiore, del povero Giorgio— il figliol prodigo di quella famiglia — fuga che
produsse nell’animo di Dwight una impressione più
profonda e più straziante che non la malattia stessa
della madre. Mentre infatti alla malattia accenna di
passata, a quell’ altro avvenimento il Moody dedica
invece molte parole. « Mi par ancora di veder mia
madre » egli racconta « piangere il suo figliol prodigo
j e mandare noi ragazzi alla posta, per settimane e per
mesi, e guardarci con occhio desolato quando si tornava, come sempre avveniva, a mani vuote. Se a qualcuno di noi per sbadataggine veniva fatto di proferire il nome di mio fratello, quella cara donna si
sentiva stringere il cuore e versava lacrime in silenzio. « Che sollievo sarebbe per me » arrischiava a dire
qualche volta « se sapessi che è morto 1 Forse sta ora
lottando con la miseria su terra straniera ! * — Quando
il vento soffiava forte, la sua mestizia si faceva più
grave : « Chi sa che non sia in alto mare, in pericolo! »
Spesse volte la notte la udivo pregare per questo figliolo: « O Dio, salvalo, riconducilo a me! »
Passavan gli anni, ma il dolore di mia madre non
scemava. Ogni anno, nel giorno anniversario della
nostra festa patriottica americana, ella metteva immancabilmente un piatto di più su la mensa. « Forse
tornerà oggi... » diceva. — Passaron gli anni, e i capelli neri divennero bianchi e l’andatura franca e
giovanile divenne lenta e malsicura. Ella s’avvicinava
a poco a poco alla tomba, col cuore affranto, ma sempre riboccante d'amore e di compassione verso il figliolo traviato. Talvolta dicevo a me stesso : * Lo ama
più che non ami noi che non l’abbiamo abbandonata
un istante! »
Un giorno, un forestiero, passando dinanzi aH’uscio
di casa nostra, si soffermò a guardare. Non entrò, e
mia madre non sapeva chi egli si fosse. Ma quand’ella
scorse delle lacrime rigargli il viso abbronzato, il suo
cuore materno le disse che colui doveva essere il suo
figliolo perduto. « Figlio mio ! figlio mio ! come mal ? I
7
LA LUCE
sei proprio lu ? vieni, vieni presto, vieni a me! • —
Egli non si mosse. • No, madre mia, non varcherò
la soglia della tua essa, se prima non m’avrai perdonato ■ . — Oh era quant’ essa da tanti anni bramava di
fare; anzi essa aveva già perdonato da molto tempo;
nel suo cuore non rimaneva nemmeno un briciolo
di rancore. Accorse su l’uscio, gittò le braccia al collo
del figliolo, se lo strinse sul cuore, e pianse confondendo le sue lacrime con le lacrime di lui. Non volle
udire da quelle labbra amate neppur una parola di
rammarico ; il suo unico desideri® era appagato. Il
figliol prodigo era tornato ! Mia madre giubilava ! »
Un altro fatto di natura del tutto differente esercitò un’efficacia incancellabile nell'animo di Dwight,
che ce lo narra press’a poco nei termini seguenti :
* Quand’ero fanciullo, frequentavo una scuola della
Nuova Inghilterra, diretta da un maestro nervoso e
violento. Al suo fianco c’era la verga sempre ; e la
verga non istava in ozio : pel minimo fallo che si
commettesse, piombava su la nostra mano destra, e
talvolta vi piombava anche prima che il fallo fosse
commesso. I signori del Comitato, che soprintendeva
alla scuola, non la pensavan tutti ad un modo : gli
uni caldeggiavano il metodo corrente, a base di severità e di vergate ; laddove gli altri avrebbero preferito la bontà e l’indulgenza. Con l’andar del tempo
la vinsero i partigiani delta dolcezza; il maestro severo fu licenziato, e in cambio ci si diede una signora,
vedova attempata; la quale doveva guidarci con l’amore.
Di ohe felicità stavamo per godere ! — Il primo giorno,
la maestra fece una preghiera e chiese a Dio di concederle la gioia di poter evitar sempre i castighi. —
« Come dev’essere buona ! » pensai. Non eravamo infatti avvezzi a sentir chiedere a Dio tali cose ! — Pochi giorni dopo, nacque un po’ di subbuglio in classe.
Io ero tra i rivoluzionari. Ma quando la calma tornò,
e la signora venne a sedersi accanto a me e m’ebbe
detto che mi voleva bene, ohe desiderava vivamente
d’arrivare alle vacanze senza aver inflitto un solo
castigo, aggiungendo che, se noi, a nostra volta, le
avessimo voluto bene per davvero, l’avremmo ubbidita senza sforzo, io mi sentii intenerire e le promisi
di volerle bene. Con lei imparai, per amore, assai più
che noh avessi fin allora imparato per forza ».
Di fiPtfnri ' preghiamo, molti indirizzi di
HI UullUlli persone a cni mandare numeri di saggio della
Luce. E grazie fin d’ora.
La Luce in America
Il ’rappresentante della Chiesa Valdese
negli Stati Uniti, 5¡g- Prof. Fast. Alberto
Clot {86, Romeyn St., Rochester N. Y)
è anche incaricato di ricevere abbonamenti
alla Luce. — Inviargli fin d’ ora L. 5 per
abbonamento 1910.
Una delle^solife^ssoluzìoni
Il signor Calvino di Lugano ci ha recentemente riferito in queste medesime colon) le di un’assoluzione
data dal Tribunale di Lugano. Un’assoluzione consimile
è stata data in questi giorni a Brescia da quella Corte
d’Assise. Il signor Valgolio, che ce ne informa, fornisce i seguenti particolari :
Un sottufficiale, per « punire » la moglie, che — a
quanto pare — era veramente colpevole, le sparò contro,
or sono alcuni mesi, parecchie rivoltellate e l’uccise.
Dal dibattimento risultò che l’uccisore non era sine labe
neppur lui evidentemente.
Il .sottufficiale fu assolto. E fin qui nulla di straordinario, poiché epiloghi come questi sono ormai comunissimi in Italia e fuori. Ma la cosa assunse, a Brescia, un carattere speciale di morbosità, in quanto che,
alla lettura della sentenza assolutoria, il pubblico —
signore e signorine comprese — proruppe in uno scroscio
tale d’applausi, che il Presidente durò non poca fatica
a ricondurre per brevi momenti una calma relativa.
Da le Assise al Carcere corrono trecento metri all’incirca : ebbene, per questi trecento metri la gente
accompagnò l’uccisore assolto, gridando evviva e plaudendo di nuovo freneticamente ! Rimesso in libertà, egli
fu, la sera, condotto in uno dei principali alberghi,
ove gli fu offerto un banchetto come ad un trionfatore !
Noi non faremo commenti. Diremo sol questo : il
nostro popolo manca purtroppo di senso morale. E col
nostro corrispondente aggiungeremo : « Più che stimmatizzare questo popolo, dobbiamo compiangerlo ».
Il signor Valgolio, conclude; « Come si delinea
sempre più nitido il grande compito affidato ai discepoli
redenti del Cristo ! A noi, che abbiam trovato la perla
di gran presso, incombe l’obbligo di farla conoscere
altrui e di lavorare alacremente per il rilevamento morale dei nostri concittadini. Il fatto accennato ci sia
di sprone ! Scendiamo tra il popolo, per ridestarne la
coscienza atrofizzata e per addurre « nuov’alme al Signor! ».
A.bbonameati pagati:
1909
Jouvenal J. D.
1910
Di Palma Antonio — Maston Adriano — Malan G. G. —
Castagni Aspasia — Bianchetti Bonaventura — Pricco Martino S. — Archer Umberto — Gardiol Bartolomeo — Gardiol Daniele —» Costabello Alberto — Celano Evangelina —
Venanzi Attilio — Scuola Teol. Batt. — Tron Enrico (Villar) — Bert Gustavo — Gay Alberto — Decker William —
Costa Felice — Lantaret Davide — Busso Gennaro — Peyronel Giovanni — Eevel Eugenio — Bertalot Antonio —
Eeynaud Bart. — Grill Filippo — Vannieola Gaetano — Lo
Castro Giuseppe — Eigo Fiorenzo — Fontana Francesco —
Citati Temistocle — Simondecti Giuseppe — De Fernex Arturo — Collaudo Timoteo — Lunati Paolo B. — Maìola Francesco — Viarengo Pietro — Pisani Pietro — Monffinotti
Gaudenzio — Maiotti Luigi — Tosti Ernesto — Long Augusto — Cereghino Umberto — Avversari Giuseppe — Stoecker S. Jenny — Pons Karrer E. — Gay Blanc E. — Pult
Nicola — Marchetti Francesco — Decker Gustavo — Varese
Corinna — Biondi Stella — Bacigalupo Luigi — Ceccotti Eieci
(Si rassicurino coloro che non han trovato qui il
loro nome ; non possiamo ingombrare il giornale di
nomi in una sola volta : ai prossimi numeri dunque).
Bollettino omiletico
Sta per uscire, insieme col secondo numero della
« Rivista ». Non ci si abbona separatamente. Affrettatevi dunque a inviare L. 6 al sig. 0. Jalla (Via Serragli 51, Firenze) e riceverete « Rivista » e « Bollettino » per tutto l’anno. Gli abbonati dell’estero pagano
L. 7,50.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografìa deU’Istituto Gould, Via Marghera 2, Roma
^oiio VimuBo!
Proprietà risei-vata — Eiprodazione proibita
Don Angelo sentì di nuovo mancarsi il terreno
sotto i piedi. Era questo che si voleva da lui ? Un
tradimento! Che egli tradisse Ig fiducia che l’amico
morto aveva avuta nella sua lealtà, nella sua integrità ; che egli insidiasse la candida fede della fanciulla... tormentasse, torturasse quella giovane, sincera anima cristiana !...
L’assalse improvvisamente un così forte impeto
d’ira che fu lì lì per slanciarsi contro il frate, il quale
osava fare a lui tale proposta, e abbatterlo col suo
pugno gagliardo. Ma con uno sforzo supremo si contenne... Ora ci vedeva chiaro. Quel frate era irresponsabile, ubbidiva ad un potente, era un debole che
doveva obbedire e tacere... un debole che aveva già ceduto le armi... Ma lui, lui Don Angelo, non si sarebbe
lasciato piegare, no! La sua coscienza rimasta intemerata fino allora, sarebbe rimasta tale per sempre.
Prese una risoluzione. Quel colloquio doveva terminare. Sarebbe andato a Roma, avrebbe visto il Cardinale, gli avrebbe esposto le sue ragioni. Dio l’avrebbe
ispirato... Dio avrebbe appianato tutte le difficoltà.
Volto verso il cappuccino, gli disse, sforzandosi di
sembrar calmo :
— Sta bene. Padre ; ho capito perfettamente e risponderò io stesso all’Eminentissimo Cardinale.
Il frate si strinsi di nuovo nelle spalle come per
dire : — Faccia Lei — e, comprendendo che non v’era
altro da aggiungere, si avviò verso l’uscio. Don Angelo lo accompagnò fin sul pianerottolo.
— Che dirò a Sua Eminenza ? — domandò il frate
prima di congedarsi.
— L'assicuri del mio rispetto.
Il cappuccino aveva già sceso due gradini e Don
Angelo, dopo avergli augurato buon viaggio, stava
per ritirarsi, quando improvvisamente Padre Francesco da Cortona si volse indietro e, afferrando la
mano del prete e parlando sottovoce e in fretta, gli
di.sse :
— Rifletta, Reverendo, avanti di fare un passo falso
irrimediabile. Ho veduto, prima d’entrar nel suo studiolo, lì fuori nel giardino, tre o quattro testoline
bionde, tre o quattro creature innocenti, di cui Lei,
mi è stato detto, è il solo sostegno... pensi a quelle.
Reverendo... Non si ostini, non vada a Roma... non
cerchi la sua rovina... Lo schiacceranno...
Don Angelo scosse ripetutamente la testa e liberò
la sua mano dalla stretta del frate. Era sincero
colui ?
— Grazie dei suoi consigli. Padre ; grazie per ora,
e buon viaggio.
— Amen ! — disse il cappuccino, e col capo basso,
colle braccia incrociate sul petto se ne andò pensieroso.
IV.
Rientrato macchinalmente nella stanza. Don Angelo
si lasciò cadere sul seggiolone e restò là immobile,
pallido, cogli occhi chiusi, colla testa rovesciata all’ìndietro. La reazione fisica sottentrava allo sforzo
morale. Provava l’impressione d’esser caduto di colpo
da una grande altezza, di aver tutte le ossa peste e
di non poter muovere un dito. Era preso da un ribrezzo simile in tutto a quello sperimentato da lui
una volta, quando cogliendo fragole nel bosco e scostando colla mano i muschi e le foglie fra i sassi, aveva
toccato, senza avvedersene, il dorso viscido e freddo
d’una vipera. Dietro le palpebre abbassate vedeva bagliori rosai e verdi, e figure geometriche perfettissime come di caleidoscopio, che si mutavano repentinamente e ricomparivano sopra uno sfondo nerissimo. Negli orecchi sentiva un ronzìo come di uno
sciame di zanzare che gli si aggirasse intorno al capo.
Altri rumori non percepiva se non il battere violento
del proprio cuore.
Forse sarebbe restato per ore ed ore immerso in
quella torpidezza fisica e morale, se, all’improvviso, le
imposte spalancate del terrazzino, mosse da un colpo
di vento, non si fossero chiuse d’un tratto sbatacchiando.
Don Angelo scattò in piedi e ritornò in sè. Riaperse
i vetri e si .trattenne a respirare quella buona aria
che si era levata su dalla valle e faceva stormire le
fronde delle grandi querce nel piazzale della chiesa
e trascinava via pel cielo chiarissimo delle nuvole
bianche, leggere come piume.
Il sole infocava tutta la valle ; il vento a quando a
quando portava a turbine il polverone. Là, oltre il
villaggio, nel breve tratto di strada maestra che si
poteva vedere dalle finestre del presbiterio, serpeggiante fra il verde secco delle siepi. Don Angelo scorse
una piccola figura nera, che si andava allontanando
verso il piano. Egli la fissò con curiosità quasi infantile ; la seguì nelle svolte della strada, imaginándola
al suo passaggio, quando la perdeva di vista dietro
un rialzo del terreno, o dietro un folto d’alberi. La
figurina si faceva sempre più piccola, sempre più piccola ; poi sparve del tutto.
Il prete allora trasse un respiro lungo e si sentì
sollevato, come se dal petto gli si fosse tolto un peso
enorme,
— Se ne va ! — mormorò. — Sia lodato Iddio !
Si volse indietro e tirò le tende della finestra quasi
che sperasse con quell’atto di riuscire a frapporre
una maggiore distanza fra lui e il cappuccino che
camminava laggiù sotto il sollione.
Fece per rimettersi a sedere, col proposito di riprendere i suoi conti interrotti dalla venuta del frate ;
ma gli occhi gli caddero sopra il vassoio dei rinfreschi, che era rimasto lì sulla scrivania. Quella vista
gli richiamò con vivezza tutta la scena col frate. Disgusto, ribrezzo, collera lo assalsero di nuovo, mentre
un turbamento importuno, insistente, che egli non
voleva chiamar paura, ma che pur era, s’impadroniva
a poco a poco di lui, suo malgrado.
Un raggio di sole che penetrava attraverso un piccolo strappo di una delle tende, veniva a battere diritto sul bicchiere di cristallo, vuotato dal frate, risvegliando) nelle innumerevoli sfaccettature, riflessi diamantini. Quel bicchiere faceva parte d’un servizio da
tavola, vecchio di casa Bernabei e non privo d’un certo
valore artistico. Il buon parroco ne andava orgoglioso
e sorrideva e arrossiva di piacere, come un bambino,
quando poteva mostrare agli amici i suoi bei dodici
bicchieri lucenti dall’orlo dorato e le due grandi caraffe dal manico raffigurante una serpe con faccia
umana. Quegli oggetti, cosi preziosi per lui, passavano
mesi e mesi in placido riposo, allineati lassù, dietro
la vetrina, all’ultimo palco della grande credenza nella
stanza da pranzo, sfolgoranti, se il sole lì accarezzava,
sullo sfondo variopinto di quattro piatti rotondi di
maiolica antica, che, ritti contro la parete interna del
mobile, ostentavano le loro piccole teste eleganti di
donne e di cavalieri medioevali fra un intrecciarsi
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ed indeboliti, colore, bellezza e vitalità della prima giovinezza senza macchiare nè
' ’ " “Tiahìle ccmposizione pei capelli non è una
non macchia nè la biancheria nè la
, e speditezza Basa agisce sul bulbo dei
capelli e della barba fornendone il nutrimento necessario, e cioè ridonando loro il colore primitivo,
favorendone lo sviluppo e rendendoli flessibili, morndone la ( ' ‘
a
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bidi .^Ttesi&nàone Í
, , . caduta. Inoltre pulisce pron
tamente la, cotenna e fa sparirò la forfora — Una
soia lioHiglia basta per conseguirne un effetto sorpreuuente
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lie potuto trovare una preparazione che mi
ridonaa^w È»peUi e alla barba il colore primitivo, la freschezsa é béllézza della gioventù senza avere il minimo
disturba ìBS^applicazione.
Upà bottiglia della vostra Anticanizie mi bastò ed
ora non w-Un'solo pelo bianco. Sono pienamente convinto che
questa vpi|lT% specialità non è una tintura, ma un'acqua che
non mac^a &b la biancheria nè la pelle, ed agisce sulla cute
p sui bulbi poli facendo scomparire totalmente le pellicole 9 riC^isfianao le radici dei capelli, tanto che ora essi non
Mdooo mentre corsi il pericolo di diventare calvo
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