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Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Nam. 95
Dna ropia LIraSO
La libertà si difende con la libertà
Un articolo che ha fatto rumore
E’ quello scritto dal teologo Emil Brunner sulla Neiie Ziircher Zeitung
(28 maggio), il quale attaccava il Consiglio ecumenico per il suo atteggiamento
nei confronti del comunismo e delle Chiese orientali: «Nelle conversazioni
fraterne ecumeniche, in particolare in quelle durante le quali si prepara l’assemblea rnondlale che si riunirà quest’autunno a Nuova Delhi, si fa un posto
sempre più grande alle Chiese dell’Est che — non c’è bisogno di dirlo — possono inviare solo dei delegati messi al passo... Vi si soffoca ogni volta la voce
di quanti mettono in guardia contro questa fraternizzazione... Ne consegue che
queste deliberazioni ecumeniche si allineano sempre più sul comunismo con
lo slogan: ’Dobbiamo imparare a comprenderci fraternamente’... Si propagano
idee che, ffnora, non erano state sostenute che da teologi tedeschi, come ad
esempio quelle che Barth esponeva
nella sua Lettera aperta ai cristiani
della Repubblica democratica tedesca, e secondo cui si potrebbe predicare il cristianesimo anche sotto un
regime comunista... Ne segue che la
Chiesa, anche senza essere comunista,
fa inconsciamente il gioco del comunismo ».
E’ interessante notare come una
delle prime risposte a questo attacco
sia venuto proprio dal quotidiano cattolico ginevrino Le Courrier (6 giugno), U cui redattore-capo, René Leyvraz, ha scritto : « Mi pare che la posizione di Karl Barth sia stata troppo schematizzata dal prof. Brunner.
Ho letto molto attentamente la ’Lettera ad un pastore della DDE’. Senza
sottoscrivere tutti i punti sviluppati,
vedo che tratta anzitutto delle condizioni in cui i cristiani possono e devono portare, malgrado e contro tutto, la loro testimonianza in una ’democrazia popolare’. Non è un problema .speciffcamente protestante. Si
pone pure ai cattolici di Polonia, Cecosiovacchia, Ungheria, ecc. E’ stru(jrdi;iariamente diffìcile da risolvere.
jNon si può tuttavia esigere dai cri.-tiani di questi paesi che indossino
in blocco le strutture occidentali, che
rion sono senza falle nè senza tare.
L’affrontarsi universale del cristianesimo e del comunismo ateo non coincide punto per punto con l’affrontarsi Occidente capitalista - Oriente sovietico... L’anticomunismo pienamente efficiente non è quello che assume
njeccanicamente la contropartita della pratica comunista: è anche quello
che risana il terreno in cm il comu
nismo rischia di radicarsi, opera il
drenaggio dei nostri pantani e irriga
i nostri deserti spirituali e sociali ».
Riecheggia questi giudizi quanto ha
scritto Jean-Marc Chappuis, redattore-capo de La Vie protestante (16 giugno), il quale avvicina l’articolo del
Brunner ed un altro episodio zurighese il famoso violinista russo David
Cistrakh ha fatto una tournée concertistica in Svizzera, ma la polizia
cantonale di Zurigo gli ha vietato di
prodursi nella città. In seguito alle
molte reazioni, il capo drila polizia
ha così motivato il suo divieto: il successo di artisti comunisti «potrebbe
infiuenzare la gente setnplioe in favore del comunismo » ; inoltre, a.utorizzare questi artisti « a prodursi in
Occidente, significherebbe riconoscere
indirettamente la rispettabilità dei
regimi che li inviano ».
Jean-Marc Chappuis insorge con
tro questo contratto « disfattismo ».
«Se fossimo realmente ridotti, come
lo pensa il capo della polizia zurighese, a proteggere la libertà ^ppri"
mendo la libertà, allora bisogna
convenirne — l’Occidente sarebbe maturo per la servitù » ( è quanto ^ unni ripetiamo contro ogni spinto di
crociata). Venendo alle affermazioni
del Brunner, lo Chappuis
mo qui in presenza di un’altra
ma di questo disfattismo (...). Poiché
non c’è davvero alcuna ragione di
pensare che la « comprensione fraterna » degli incontri ecumenici si pro
Si celebra il centenario
del tempio di Pineroio
SABATO 24 GIUGNO
Ore 20.30: Conferenza del Past. Luigi
Santini sul tema : « La nostra Chiesa
e il Risorgimento ».
DOMENICA 25 GIUGNO
Ore 10: Culto con celebrazione della
S. Cena presieduto dal Vl^-Moderatore Past. Neri Giampiccoli.
Ore 12: Ricevimento alle Autorità ed
agli ospiti stranieri nella sala attigua
al Tempio.
Ore 15: Trattenimento con programma vario, fra cui la proiezione di un
film sul Convitto, opera celebrativa
del Centenario. Servizio di buffet.
E’ rivolto il più cordiale invito a
tutti i fratelli e le sorelle^e yor^nno associarsi alla comunità
se in quest’ora di allegrezza e di riconoscenza.
duca in un senso solo. I cristiani russi, isolati da tanti decenni, si troveranno, a partire "da Nuova Delhi, in
contatto con i cristiani d’Occidente.
A meno di pensare — ma non è assolutamente il caso del prcf. Brunner
— che il cristianesimo d’Occidente
non ha nulla da comunicare al cristianesimo d’Oriente, come non rallegiarsi di quest’occasione senza precedenti che ci si presenta, di far conoscere ai nostri interlocutori il nostro modo di intendere l’Evangelo, e
di comprendere la missione della
Chiesa nel mondo? ».
L’articolo di Emil Brunner rimane
valido come richiamo a coloro — e
sono molti, anche nelle chiese — che
oggi sono tentati di guardare con un
entusiasmo acritico e spesso un po’
«di moda» al comunismo, idealizzandolo. Ma la paura è sempre una posizione di debolezza. E l’opposizione
preconcetta una posizione ottusa, una
manifestazione totalitaria.
Tre nuovi pastori italiani
a Toronto [Canadá]
Sono reoenlemenle giunti a Toronto tre
{»««ori italiani, i quali rafforzano l’opera
di evangelizzazione fra i nostri connazionali. Il past. Mariano Righi, anglicano, è
stato assegnato alla chiesa di Santa Trinità;
il past. E. Finocchiaro, di origine battista, lavorerà nel dipartimento missionario
della Chiesa Presbiteriana; il past. Mario
Acacia, sotto gli auspici della Associazione
Battista, opererà in diversi centri di popolazione italiana.
Una Ujbertà
particólaremmm
SulVultimo numero <ie//*Eco del Chisone
(17 giugno 1961j il Direttóre ha com‘
mentato la discussione svoltasi al Consiglio
comunale di Pineroio a proposito dei contributi di Stato alla scuola privata, intitolando la sua nota: ’ Liberali illiberali
alleati dei socialcomunisti . Infatti i consiglieri liberali avevano appoggiato una
mozione dei socialcomunisti contro l erogazione di tali contributi; la mozione, dopo lunga discussione, è stata respinta ed è
stato invece approvato (16 sì 13 no) un odg
dei arnsiglieri DC ’ P^v la libertà della
scuola
Ora, questa libertà, secondo il presentatore di questo odg. prof. Viotto, dev'essere anzitutto lilrertà deirinsegnamento, che
implicherebbe il pluralismo si'olaslico (ma
perchè? forse che nella scuola di Stato
(’insegnante non può insegnare liberamente?). ” ISon vogliamo imporre la nostra
concezione di vita a coloro che non la condividono, vogliamo soltanto essere liberi
di educare nella nostra i nostri figli, come
reclamiamo per tutti gli altri gruppi etni
ci, politici e religiosi, gli stessi diritti e
le stesse libertà
Questo è un po' strano, in bocca a eh.
sostiene il partito che afferma che il cat
tolicesimo è la religione ufficiale dello Sta
lo italiano, e l’obbligatorietà dell'istruzio
ne religiosa cattolica nella scuola di Stato
Potremmo comprendere il ragionamento
precedente solo se chi lo fa accettasse, come noi consideriamo consono non solo alla democrazia ma soprattutto all Evangelo la separazione della Chiesa e della Stato, con tutte le coerenti conseguenze. U che
non è evidentemente il caso.
Perciò la chiusa ¡>atetica dell'articolo di
ftmdo delVtxo del Chisone, secondo cui
la libertà di cui parlano i ’laicisti' "per
le scuole cattoliche t'orrà dire: libertà di
morire soffocate!", <onoscendo la reale situazione italiana, ci sembra retorica e falsa.
A FIRENZE
Domenica 18 giugno TAssemblea della
Chiesa Valdese di Firenze ha designalo,
con buona maggioranza, il pastore Luigi
Santini quale proprio futuro conduttore, in
sostituzione del pastore Carlo Gay, eletto
alcuni mesi or sono dalla Chiesa di Roma
(Piazza Cavour). Al pastore Santini ed
alla comunità fiorentina rivolgiamo l’augurio più cordiale.
'’Plastico” io Allo Adi^e
La spinosa questione alto-atesina, che
ha già fatto spendere fiumi di parole,
ha, negli ultimi giorni, costato gravi
danni, e, soprattutto, .sangue. In vista
della ripresa delle
trattative italo - austriache che, dopo 1
colloqui di Milano
e di Klagenfurt, si
avrà a Zurigo sabato prossimo, gli oltranzisti di lingua
tedesca hanno scatenalo un’ondata di
attentati al plastico
— l’esplosivo oggi
corrente, di facile e
non pericolosa fabbricazione, a n c li e
casalinga — particolarmente diretti
contro gli impianti
elettrici e le linee
ferroviarie, che hanno causato oltre tre
miliardi di danni
(oltre alla paralisi
industriale e turistica) e la vita di un
uomo. 11 Ministro ^
dell’Interno, on. Sceiba, appoggiato dal Governo, ha risposto con uno spiegamento
i-onsiderevole di forze dell’ordine, ordinando la consegna di tutte le armi c vietando, dalle 21 alle 5, di avvicinarsi ad
impianti militari o industriali; per imprudenti errori due altoatesini innocenti sono stati uccisi da soldati
Vogliamo, brevemente, notare alcune cose. Anzitutto, la pazza bestialità Ji questa
violenza, che è stata condannata apertamente dalla stessa Siidtiroler Volkspartei
(SVP) e da tutta la stampa Jiustriaca. Sitratta, evidentemente, di un rigurgito nazista, e le indagini della polizia e le inchieste giornalistiche indicano chiaramente le collusioni di questo estremismo pangermanico con gli ambienti neonazi.sti tedeschi, attraverso il Berg isel Bund, fondato ad Innsbruck da Franz Gschnitzer, il
piò accanito nemico dell’Italia. Significativo in proposito il grande convegno pan
j, »- A Í * i ' *
Chiese di fronte al razzismo
NeirUnione sudafricana
Citta del Capo. — In occasione della
proclamazione della Repubblica sudafri<ana, distaccatasi dal Commonwealth britannico. numeroisi dirigenti di chiese sudafricane hanno rivolto un pubblico appello.
Il moderatore della Cliiesa riformata
olandese della provincia del Capo, van der
Merwe, ha cosi messo in guardia; o Se v’è
fra noi chi si estasia davanti alla vittoria
che rappresenta per loro la Repubblica...
v’è pure chi non si rallegra. Se c’è l'hi.
per ostilità verso la Repubblica, considera
il suo avvento come un’amara disfatta e
rifiuta di offrirle la sua collaborazione,
andiamo incontro ad un gran disastro ».
Egli ha aggiunto che soltanto la nascita di
un nuovo spirito fra le diverse comunità
bianche può permettere di resistere alla
tentazione di utilizzare a fini politici le rivalità razzittli fra comunità di colore, e di
aggravare così le tensioni razziali. Soltanto un vero accordo fra i gruppi bianchi
permetterà « il miglioramento delle relazioni razziali sul piano assai .più vasto dei
rapporti con i gruppi di colore ».
Joseph B. Wehb, ex-presidente della
Chiesa metodista d’Africa del Sud ha invece commentato il rifiuto che il premier
Verwoerd aveva opposto alla domanda di
consultazioni plurirazziali, presentata dall’arciveecovo anglicano Joost de Blank e
da parecchi dirigenti metodisti; il primo
ministro aveva dichiarato di non poter autorizzare « quelli che cercano di rovinare
la politica governativa e di impetlire che
sia riservalo all’uomo bianco un trattamento equo », ad organizzare tali consultazioni. Il Webb si è dichiarato incapace di
coniprendere « come il governo può vedere nella proposta di una consultazione
plurirazziale, fatta in buona fede dalla
Chiesa metodista », un attacco contro di
esso.
La moderatura della Chiesa rifonnata
olandese missionaria della provincia del
Capo, ehe coma 300.000 aderenti fra la popolazione « di colore », si dichiara preoccupata del progressivo peggioramento dei
rapporti fra « europei » e « gente di colore » nell’Africa del sud. La comunità « di
colore » risale ai primi tempi dell’installazione europea in Sud-Africa, e risulta da
una mescolanza etnica di bianchi. Ottentotti e schiavi dell’Eslremo Oriente. Per
la prima volta questa comunità « di colore » ha costituito con gli Africani un fron
le comune per l’organizzazione di uno
sciopero di tre giorni, in occasione della
proclamazione della Repubblica.
La moderatura della Chiesa riformata
olandese della provincia del Capo ricorda
ai suoi membri che « un comportamento
rivoluzionario non solo è anticristiano, ma
può finire per accrescere le divisioni fra
bianchi e gente di colore ». Non per questo la Chiesa è meno « piena di simpatia
per la gente di colore e le sue lagnanze »
legittime. Essa ricorda al governo che i
« coloured » sono cittadini sud-africani co.
me i bianchi, e riconosce die certe misure attuali « feriscono Tuomo di colore
non solo nella sua dignità umana, ma anche, profondamente, nella sua vita personale, familiare, comunitaria e religiosa ».
La moderatura afferma di avere il dovere
di vegliare a ohe ciascuno sia trattato giustamente. « Non bisogna difsprezzare la dignità dell’individuo... La regola d’oro delle Si-ritture, ’’Fate agli altri ciò che volete che essi facciano a voi”, si applica aiTAfrica del Sud come altrove... Il governo non deve accordare favori alla gente
di colore, ma riconoscere i loro diritti democratici ».
... e negli Stati Uniti
S/. Louis, Missouri. — I 12.000 delegali
della Convenzione battista del Sud (S.U.l
hanno condannato alTunanimilà « gli alti
di violenza e di gratuita provo(-azione »
che non possono risolvere la crisi razziale
del Sud degli S. U., ancora aggravatasi do.
po rintervenlo dei ’pellegrini della libertà’ per tentare di ottenere l’integrazione
nei trasporti pubblici.
La risoluzione adottala dalTassemblea
diebiara: «1 battisti del Sud sono la comunità religiosa più numerosa (10 milioni di membri) nella regione in cui la situazione è più tesa fra bianchi e negri;
tanto più vivamente sentiamo la nostra responsabilità cristiana. No.n possiamo permettere all’orgoglio e ai pregiudizi di sabotare la nostra testimonianza cristiana
nel paese, nè di rovinare anni di servizio
missionario nel mondo intero ».
Prima del volo di questa risoluzione,
una donna battista del Sud, missionaria
nella Nigeria, ha dichiarato che « il suo
cuore gela » quando la si invita a parlare
dell’opera missionaria in Africa, in chiese
americane interdette ai negri. « A che serve un Corpo di volontari per la pace, se
La chiusa di Salorno (Salurn) segna il limite meridionale
dell’area di lingua tedesca in Alto Adige. I nazionalisti
vorrebbero portare qui il confine tirolese. Particolare curioso : una leggenda locale vuole che nel castello, le cui
rovine si vedono in alto ad occidente del paese abbia abitato il riformatore Melantone nel 1551, durante il viaggio
per il Concilio a Trento, dove in realtà non si recò. Il
nome : « Castello dei litigi »...
tedesco — tenutosi l’anno scorso a Monaso di Baviera nelle celebre Bürgerbräukeller di hitleriana memoria — degli
Schützen, i tiratori a segno che in tutti i
paesi germanici costituiscono una consorteria sportivo-militare. Il modo con cui gli
attentati sono stati condotti rivela una indubbia organizzazione.
Fra le prese di posizione, citiamo con
piacere quella di Mons. Joseph Gargitter,
vescovo di Bressanone (Brixen) e amministratore apostolico di Trento, eletto receulemente a . quest’idtima carica „ per bilanciare l’influenza che gli elementi di
lingua tedesca avrebbero potuto attribuire
al locale arcivescovo italiano, accusato a
torto o a ragione di tendenze nazionaliste.
Il Gargitter ba fra l’altro dichiarato: «Devi insistere presso i cattolici tutti della
diocesi, e in modo particolare presso i
giovani, non esser lecito a nessun cristiano entrare a fare parte di movimenti di
azione che intendono far uso di illeciti
mezzi di violenza. Per la salvezza delle
vostre anime e per la felicità del nostro
paese vi ammonisco e vi prego di respingere ogni violenza, menzogna, odio ».
Sarebbe però assai troppo facile e comodo affermare che tutti i contrasti sono dovuti solo ad un pugno di esaltati manoviali da oltralpe. Se è vero che la grande
maggioranza della popolazione altoatesina
di lingua tedesca non vede di buon occhio
questo scoppio di violenza (e la situazione
è più calma man mano che da Bolzano si
risale verso gl Brennero), è pure innegabile che l’irredentismo estremista ha intorno a sè una protezione d’omertà, di fronte
a funzionari italiani che la popolazione sente estranei se non stranieri.
E’ inutile cercare di minimizzare il problema. Anche la costituzione della regione,
relativamente autonoma, Trentino - Alto
Adige è stata solo un compromesso, e gli
alto-atesini chiedono una piena autonomia
nella provincia di Bolzano. Ora bisogna
riconoscere che le richieste alto-atesine
non sono state finora prese molto sul serio;
e al solito, è stato necessario che qualcun.j spaccasse i vetri (e mollo di più), perchè ci si muovesse. Ora si progetta la costituzione di un’Università a Bolzano fc
l’impianto di varie industrie. Buona cosa,
purché si tengano presenti le esigenze locali, così espresse dal maestro di lingua
tedesca Luigi Schwarz all’inviato de ¡/Europeo (25 giugno ’61): «Noi subiamo una
discriminazione. Che importa che l’Italia
industrializzi la zona, quando la manodopera viene quasi sempre scelta fra i soli
italiani? I tedeschi, per lavorare, devono
spes.so emigrare in Svizzera o in Germania. E’ giusto? Con questo, non dico di
approvare gli atti di terrorismo ».
E’ nei-essario ihe questi atti terroristici
siano repressi, e che l’autorità dello Stato
sia mantenuta, nè i confini hanno da essere discussi: ma è pure necessario oltre
che civilmente doveroso, che agli altoatesini siano effettivamente e sinceramente ril'onosciule quelle garanzie cui, come gruppo etnico di lingua tedesca, hanno diritto.
E’ responsabilità di chi ha il potere di
governo saper distinguere, per quanto intricale siano, le manifestazioni di un nazionalismo pantedesco esasperato, con colorazioni naziste e razziste, dalle legittime esigenze di una minoranza etnica nella più
grande comunità nazionale italiana. Le
forze dell’ordine dell’on. Seelha riusciranno a mantenere l’ordine; ma a riportare
armonia ci vuole ben altro impegno, sincero e volonteroso. Soltanto dopo essersi
così seriamente impegnali, ai residui facinorosi - - pochissimi, ne siamo convinti
— si potrà dire: « 11 Bremn-ro è aperto,
se qui proprio non vi sentite a casa vostra ».
Taltegigiamento di queste chiese significa
di fatto: ’Odio i negri in America, ma li
amo in .Africa’? ».
Minneapolis, Minnesota — Nel corso di
una visita di un mese negli S. U. l’arcivescovo Joost de Blank della Chiesa anglicana del Capo, ha dichiarato davanti ad
un uditorio di Minneapolis che i « conflitti razziali nel S. Ü. rafforzano innegabilmente la politica di suicidio condotta
dall’Africa del Sud in campo razziale. Gli
estremisti razziali in Sud-Africa e negli
S. U. tentano generalmente di presentare
g’i sforzi di giustizia sociale sotto l’aspetto
di attività comuniste. L’azione legale intrapres.1 nell’Africa del Sud da coloro che
combattono Vnpartheid si fonda in quasi
lutti i casi sulla legge che. vieta il comunismo nel paese ».
Sewanee, Tennessee — L’Università del
Sud, a Sewanee, appartenente a 21 diocesi
del Sud della (chiesa protestante episcopale, ha ammesso per la prima volta uno studi nte negro in una delle sue facoltà diverse da quella di teologia. Si tratta di .1.
Cohen, che insegna matematica in una
scuola del Tennessee.
Syracuse. New York — La Convenzione
dei Disciples of Christ del \ord-Esl degli
S. li. ha votato alla quasi unanimità dei
50(1 delegati presenti una risoluzione che
considera l’azione dei ’pellegrini della libertà come « uno sforzo onesto in vista di
ottenere le libertà garantite dalla Costituzione degli S. Ü. ». isoepiì
Riunione di Concistori
a Colonia Vaidense
Il 19 aprile ha avuto luogo a Colonia Vaidense (Uruguay) la tredicesima riunione annuale dei Concistori.
Dopo il culto di apertura, presieduto
dal past. Juan Tron, il pastore emerito Emilio Ganz ha presentato uno
studio sul tema : « Funzione delTanziano ». Nel pomeriggio è stato svolto
un altro studio « Il cristiano e il suo
danaro» a cura del sig. E. Nestor
Tourn. Il culto di chiusura è stato
presieduto dal past. C. Alberto Griot.
2
P«« 1
L’ECO DELLfii'VALLl VALICI
23 giugno 1961 — N. 25
REÀM'J^.ri\WMPLESSA DEL CATTOLICESIMO D’OGGI
Non
della
aoiJjaq SfinOT
(oniioT)
siamo più ai (empi
lo((a anhmodernisia
In una interessante rassegna pubblicata suirultimo numero di Protestantesimo (2-1961) — in cui dedica
pure un’ampia recensione al bel saggio di Alberto Bellini su « Il Movimento ecumenico », già da noi presentato sull’Eco — il prof. Giovanni
Miegge commenta una polemica che
ha recentemente agitato il mondo degli studi esegetici cattolici.
Si tratta della polemica sorta in seguito al duro attacco che Mons. A.
Romeo S. J., sulla rivista Divinitas
della Pontificia Università Lateranense, rivolge al P. Luigi Alonso Schòkel,
uno dei professori del Pontificio Istituto Biblico, per un suo articolo pubblicato qualche mese fa su Civiltà
Cattolica. All’attacco hanno risposto
collettivamente e seccamente i docenti dell’Istituto Biblico, sulla rivista da
esso edita, Verbum Domini. Rimandiamo alla lettura della rassegna. Qui
CI dobbiamo limitare ad esporne i
punti essenziali.
E’ noto ohe il Pontificio Istituto
Biblico, che da mezzo secolo coltiva
con successo l’esegesi biblica, è uno
dei centri più vivi del «rinnovamento biblico» cattolico, opera che è stata indubbiamente incoraggiata, sia
pur con certe restrizioni, dagli ultimi
pontefici ; da Pio XII con le encicliche Divino afflante Spirìtu (1943) e
Humani generis (1950), da Giovanni
XXIII con il suo discorso in occasione del cinquantenario del Pontificio
Istituto Biblico (febbraio 1960).
L’articolo del P. Romeo, quindi, rappresenta l’attacco di un « guastatore », poco illustre, a questo « rinnovamento biblico », che indubbiamente
suscita ancora in vasti settori del cattolicesimo conservatore, politico-cu
riale, forti resistenze.
Il prof. G. Miegge commenta ; « Chi
legge questo documento ha l’impressione di essere tornato indietro di un
mezzo secolo, e di assistere ad una ripresa di lotta antimodemista ; e pensando ai precedenti storici, potrebbe
concepire qualche inquietudine per la
sorte degli eminenti studiosi che sono
presi personalmente di mira.
«In realtà, la situazione è oggi as
sai diversa. Il rinnovamento biblico
cattolico è ormai largamente affermato, ha j)csto salde radici (...). Coloro
che hanno qualche familiarità con le
opere della nuova esegesi cattolica,
come la serie di commentari della
Lectio divina, o quel capolavoro di
lingua, di gusto, di critica testuale e
di sensibilità religiosa, che è la Bible
de Jérusalem (...) non possono avere
ii minimo dubbio sul valore non soltanto scientifico, ma anche pastorale,
edificativo delle esegesi cattolica moderna (....).
« Vi è inoltre un fatto nuovo, di
cui è difficile esagerare rimportanza:
questa volta il Magistero supremo della Chiesa cattolica è dalla parte della nuova esegesi, che ha promossa al
suo sorgere, ohe segue con attenzione
fiduciosa, e che copre con la sua autorità (...).
« E sia lecito aggiungere ancora una
parola, poiché siamo chiamati diret
tamente in causa. Ih uno dei punti
della loro replica, i docenti dell’Istituto Biblico si mostrano preoccupati
per Timpressione che l’attacco del P.
Romeo potrebbe fare tra gli acattolici; e certo non si può dire che la preoccupazione sia ingiustificata. Ma
dobbiamo piure aggiungere, che la stima e rammirazione che i teologi protestanti hanno per i rappresentanti
del rinnovamento biblico cattolico e
così, grande e solida, che le intemperanze di qualche gruppo reazionario
non possono modificare sostanzialmente il loro atteggiamento verso il
cattolicesimo. A questi studiosi cattoìici — in massima parte non italiani,
ci duole doverlo dire — noi dobbiamo
in gran parte il pensiero per noi nuovo che il cattolicesimo « vero » non
sia forse quello che appare, ed è purtroppo ancora, qui a Roma, il cattolicesimo « reale » ; che le prospettive
per l’avvenire del cattolicesimo possano essere diverse da quelle che il
P. Romeo o l’episcopato italiano vorrebbe imporci; e che attraverso la
Bibbia meglio sutdiata e più amata,
possa crearsi in un futuro non troppo lontano quella unanimità di spiriti nell’essenziale, che è la condizion-3
di una vera unità nella Chiesa ».
Tutto da dare, niente da ricevere?
Roma — L’Osservatore Rorruino, che ha
recentemente pubblicato parecchi articoli
favorevoli ai contatti ecumenici, ha pubblicato un testo firmato da Luigi Ciappi,
che espone un punto di vista assai diverso
sui problemi dell’unità cristiana.
« In virtù dei suoi legami ininterrotti
d’unità con il suo capo, ’nel quale si trovano tutti i tesori della sapienza e della
conoscenza’ (Col. 2; 3), la Chiesa cattolica ha tutto da dare e nulla da ricevere.
11 deposito della verità divina e dei mezzi
di santificazione si trovano in lei in modo
unico ed integrale ». Per il Ciappi « è
dunque impossibile pregare e lavorare per
l’unità cristiana, se non nel senso del ritorno dei fratelli separati ai loro antichi
compagni nella fede, cioè alla Chiesa madre ».
Maria,
“Regina deU’unità,,?
Paris — Una nota delPANSA comunica
clic al Palais de Chaillot si è svolta, presieduta dairarcivescovo Feltin, una grande manifestazione religiosa in onore di
Maria, « regina deirunilà ». Mons. Vladimir Malanczuk, esarca apostolico degli
l kraini in Francia, ha invocato la protezione tlella Vergine per la Chiesa del silenzio e per i suoi mariiri. Mons. Venancio, vescovo di Fatima, ha espresso la sua
gioia nel celebrare Maria, «regina della
pace », nella capitale il cui arcivescovo è
Tanimatore del movimento ’Pax Christi’.
Infine il prof. Medi, vicepresidente dell’Euratom, ha preso la parola, dicendo fra
l’altro die tutte le meraviglie del crealo
sono riassunte nel ‘mistero delFimmacolala concezione (se non pensassimo che si
tratta qui di uno svarione del corrispondente dell’ANSA, ci sarebbe da temere
che la vicepresideiiza dell’Euralom non
fosse nelle mani più adatte!).
Resta per noi un'enigma come possano
vedere in Maria lì « regina deirimità
coloro che sanno perfettamente che proprio la mariologia e la mariolatria sono
uno dei punti di niaggior dissenso fra le
confessioni.
Sempre a proposito di Maria, La Luce
ha tratto da Miriam, Revista Mariana Universai (maggio-giugno 1961Ì il seguente
dicale a Maria e ((a nostro Signore c
capitale argentina: sù 137, ben 48 sono dedicate a Maria e tía no.strono Signore e
ai suoi misteri sono’ dedicate solo 18 parrocchie », Le altre 71 sono distribuite fra
i santi e i beati del^ calendario?
CAMPOBASSO 1 - 2 GIUGNO
Conferenza
IV Distretto
La Comunità di Campobasso ha avuto
l’onore di ospitare la Conferenza Distrettuale nei giorni 1 e 2 Giugno 1961. I diciotto Delegati, tra Pastori e Membri laici, provenienti dalla Campania, Puglia e
Abruzzo-Molise, giunti in treno o in automobile, nella prima mattinata, erano tutti
al loro posto, alle undici, per il Culto di
apertura, diretto dal pastore Vicentini, di
Carunchio (Chieti).
Subito dopo la Conferenza si costituisce
in Assemblea deliberante, sotto la presidenza del Seggio provvisorio, composto dal
past. G. Castiglione e prof. G. Botta, rispettivamente presidente e segretario. Il
Presidente rivolge appropriate parole di
benvenuto alla Delegazione metodista, formata dal past. G. Incelli e dal rag. E. Caputo. Eletto il Seggio definitivo, nelle persone del past. G. Vicentini, presidente,
-sig. F. Jervolino, v. presidente, e sig.na
C. Trobia, segretaria, l’Assemblea stabiliS(-e il seguente orario di lavoro : 1 Giugno :
dalle 15,30 alle 19,30; 2 Giugno: dalle 8,30
alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17. L’ordine
dei lavori è quello fissato dall'art. 55 dei
R. O. Esauriti questi preliminari, si ascoltano con interesse alcune comunicazioni
d'ordine alberghiero e gastronomico, il
che non guasta la euforia dei convenuti.
Alle 15,30, ballilo praticamente inizio i
lavori della Conferenza. La relazione della (iommissione distrettuale, fatta dal suo
presidente, past. Cielo, di Napoli, nonché
la lettura delle singole relazioni delle vane Comunità, non cadranno nel vuoto, anzi, numerosi .saranno gl’interventi ed animate, le discussioni. Problemi vecchi e
nuovi, propri di ogni chiesa e gruppo, vengono ripresentati e riesaminati. V’è chi invoca rimedi per le persecuzioni religiose
subite dai fratelli di S. Giovanni Lipioni,
e (hi domanda nuovi operai od una più
saggia dislocazione dei pochi che si hanno nel distretto e che dovrebbero essere
motorizzati, data la vastità di una o l’altra
diaspora. V’è chi presenza l’urgenza di lavori niur.irii per il restauro di asili, e chi.
ir.vece, prospetta, e con maggior ragione,
la assoluta neces.sità di risolvere il problema dei locali di cullo di Taranto e Campobasso.
Due temi di obbligo, che destano l’attenzione dei Delegati e dei molti osservatori, sono la evangelizzazione e le opere
sociali. Si rieonosee ohe l’una e l’altra attività vivono stentatamente, perchè la vita
delle e nelle comunità non è quella che
dovrebbe essere: « c’è mancanza di integrazione nella predicazione (Vicentini, nella sua allocuzione al Culto di apertura,
aveva già esplicitamente chiarito il suo
pensiero sul cristiano integrale, cioè colui
che insieme alia chiesa deve preoccuparsi
dell’anima e del corpo), con molta paura
di correre rischi» (Vicentini); «nelle
chiese regna l’indifferentismo, la tiepidezza » (Castiglione); «i membri non sono
maturi : vengono in ritardo ai culti ; eon
trihuiscono con pochi centesimi» (Rusi);
« le nostre Comunità sono rimaste incapaci, addormentate, insensibili» (Naso);
« i pastori devono avere tra loro un maggior spirito fraterno e non di classe, se
vogliamo che migliorino la comunione col
gregge e la comunicazione con l’esterno »
(Li bona til. E si potrebbe continuare con
questa cruda disamina di fatti innegabili.
Come ovviare a tante difficoltà? Incrementare le opere sociali — dicono gli uni; intensificare la predicazione dell’Evangelo e
dare continuità e mezzi adeguati alle campagne di evangelizzazione, perchè Gesù,
prima di distribuire il pane del corpo, ha
dato il pane dell’anima, il pane della Parola — ribattono gli altri. Però, sono tutti
d'accordo, nel ritenere che la Chiesa ha
d-t abbandonare gli antichi tradizionali
schemi di lavoro, che più non rispondono
«gli attuali bisogni, ed operare dinamicamente, « nello spirito di chi ha capito la
presente situazione del mondo, e vi si immedesima ».
Le finanze, fortemente anemiche, hanno
bisogno di essere rinsanguate.
Darsi, per dare, ecco il rimedio (Naso).
Sr crei una coscienza del dare (Salvati). La
assistenza dei viveri, daH’esterno, par che
renda tirchie le Comunità, anziché invogliarle a contribuire con maggiori offerte
alPavanzaniento dell’Opera (Castiglione).
La decima, che è misura biblica, risolve
automaticamente i disavanzi. Se questa misura si disdegna, perchè non cercare altri
mezzi, per un miglioramento nelle offerte?
1 pastori, per primi, dovrebbero rivedere,
ad esempio, il loro atteggiamento in questo settore così delicato. Diamo noi quel
che vien domandato? Ricorrendo la Settimana di Rinuncia, diamo noi, letteralmente, un quarto delle nostre entrate mensili? (Lihonati).
Si propone la creazione di comitati di
laici, che si assumano il compilo di esortare le Comunità a dare (Cielo - Naso Casliglionei.
Anche se il pastore è impegnato per primo negli appelli, purtuttavia il problema
può essere avvialo a risoluzione dai fratelli laici nncelli).
11 2 Giugno si riprendono le questioni
sopraccennate; si ridiscute sui problemi
che più stanno a cuore alla Conferenza. Le
relazioni delle diverse Comunità danno
nuovo incentivo a osservazioni, considerazioni, proposte. La Conferenza, dopo avere
attentamente liesaminato la precaria situa
zione della diaspora della chiesa di Taran
t ). è di avviso che la vasta giurisdizione
del past. E. Naso vada ridotta a ragione
voli proporzioni e che parte del territo
rio da curare abbia a suo centro Brindisi
dove dovrebbe risiedere un nuovo operaio
Poiché due operai, Enrico e Carmen Tro
bia, lavorano in un raggio di poche diecine
di chilometri (Orsara - Cerignola), la
Conferenza ritiene possibile il trasferimento di uno di essi a sede più adatta, la
sciando che l’allro, che ha una sola comunità ed è motorizzato, curi anche Foggia e
Cerignola. Questa proposta, come quella
precedente, si raccomandano alla Tavola,
in vista della futura sistemazione del campo di lavoro.
Su proposta del past. Vicentini, la Conferenza riconosce ed accetta all’unanimità
la costituzione della chiesa di San Giovanni Lipioni, che conta 14i0 membri comunicanti, di cui circa 40 elettori, ed un
consiglio efficiente.
Altre proposte vengono fatte, tra cui
quella di modifica dell’art. 61 dei R. ().,
che ha escluso finora gli Anziani Evangelisti, i quali sono conduttori di chiese ed
assolvono tutti i doveri del ministerio pastorale, dal sedere in Sinodo, con pienezz I di diritti come i Pastori (Naso).
Avvicinandosi alla fine dei lavori e della
seconda giornata, la Conferenza elegge !
membri della Commissione Distrettuale
per l’anno 1961-62, nelle persone del past.
Davide Cielo, presidente; il Dr. Francesco Rusi, v. presidente; il past. Ernesto
Naso, segretario. Altra elezione, pure a
scrutinio segreto, è quella dei delegati al
Sinodo 1961: risultano eletti i Sigg. Rusi,
di Napoli, e Senese, di Taranto. Sostituti
i .Sigg. .Jervolino e Loreto.
Risoluzioni finali: la Conferenza decide
che la prossima rinnione distrettuale abbia luogo a Carunchio, e della durata di
una giornata e mezza, prevedendo una visita alla chiesa di S. Giovanni Lipioni.
Predicatore di ufficio: past. E. Naso. Il
presidente del Seggio, past. Vicentini, nel
ringraziare tutti coloro che han preso viva
parte ai lavori, ha modo di sottolineare
con compiacimento il tono particolarmente
costruttivo della Conferenza. Particolari
ringraziamenti sono rivolti alla Comunità
di Campobasso che ha ospitato delegati e
non delegati con cordialità e generosità. II
neo presidente della C. D., past. Cielo,
ringrazia a sua volta il Seggio, che Ila condotto egregiamente i lavori. A tulli i coii■•cnuli rivolge parole di fede nel Signore,
promettendo l’ulteriore interessamento c
la fraterna collaborazione delhl Coiiirnissione.
La Conferenza chiude i suoi halleiiti,
partecipando ad un Culto, con S. Cena,
presieduto dal past. Castiglione.
Chi ha avuto incarico di stendere queste
note per « L’Eco », ringrazia l’Eterno, che
hi tenuto a distanza gli accademismi, gli
esibizionismi, le logomachie. 1 Convegnisti han lavorato sodo, dimostrando di avere idee ciliare e forte volontà di giungere
a risultali positivi. Lo spirito che li ha
animati è stato veranicnle cristiano, pervaso da una grande ansietà : quella di non
cedere terreno nel critico momento storico
(he stiamo vivendo. Nell’aria e nei cuori
vi era, sentita e sincera, la ricerca della
propria ed altrui santificazione; il bisogno polente di una rinnovata consacrazione a Dio e all’Opera Sua... Elia ¡.ihonali
Non (uKi sorricJono
(nel caro vecchio Piennonle)
Torino
vicinarsi
Non sorride, malgrado l’avdel Concilio Vaticano II,
il sig. Reginaldo Francisco che nella
edizione piemontese del quotidiano
cattolico L’Italia (25 maggio 1961) ha
scritto un aspro articolo polemico
contro « Gli attacchi della propaganda protestante nella nostra regione»,
in cui ad tma informazione relativamente precisa si allea la più vieta e
ottusa polemica. Il Francisco scrive
fra l’altro : « In coincidenza con le
feste centenarie dell’Unità in tuUo
il Piemonte si è notata ultimamente
una ripresa di propaganda diretta e
indiretta da parte di alcune sette
protestanti che bombardano di opuscoli e di pubblicazioni periodiche le
cassette postali... I Centri Diocesani
per la Preservazione della Fede suggeriscono ai fedeli cattolici di guardarsi da tale intensa propaganda di
errori. Se da una parte c’è da ammirare il coraggio di questi protestanti,
che parlano di Dio e di Gesù Cristo
senz’ombra di rispetto umano e a
prezzo di grandi sacrifici per la coerenza con le loro convinzioni, dalTaltra stringe il cuore constatare la meschinità di certa propaganda che pa
re fatta aoposta per turbare le coscienze ed aumentare i motivi di dissenso tra noi e i fratelli separati. Soprattutto spiace vedere come spesso
si approfitti di particolari- situazioni
parrocchiali, di scandali o di semplici
malcontenti per tentare un’opera di
infiltrazione che si conclude con nuove vittime di aberrazioni insensate.
« Troppe cappeile e luoghi di culto si
aprono anche nei paesi più tradizionalmente legati alla fede cattolica!
E' vero che nei giro di una generazione, da noi tali defezioni si spengono tra Tindifferenza generale: ma il
terribile male che si fa alle coscienze per anni e anni, deve spingerci a
reagire vigorosamente in difesa di ciò
che vi è di più caro nel vecchio Piemonte. In pratica bisogna studiare
maggiormente la nostra religione per
difendersi e aiutare gli altri a difendersi: si deve diffondere maggiorniente la Sacra Scrittura e applicarvisi per lo meno quanto i Protestanti, con la guida materna della Santa
Chiesa ; è necessario opporre agli attacchi e alle polemiche degli eretici
pubblicazioni della stampa cattolica
che ribattano, chiariscano e avvertano tutti circa i pericoli odierni. Ogni
cattolico dovrebbe segnalare al più
presto al Parroco o alla Cùria Vescovile la presenza di assalti o di propaganda protestante. Infine v’è da auspicare che si moltiplichino preghie
re, crociate di cultura. Missioni popo
lari per il rifiorire dei Sacramenti, atti di riparazione e sacre funzioni per
ottenere che lo Spirito Santo illumini gli erranti e ci protegga tutti da
qualsiasi deviazione dalla r;ostra fede ».
lina beUa “pastorale,,
dell’episcopato tedesco
Bonn — Accanto al precedente e
desolante testo, siamo lieti di poter
riportare quest’altro, di ben altro livello, Ietto su L’Osservatore Romano
(17 giugno 1961). Sul quotidiano vaticano Paolo Vicentin commenta la
recente pastorale dell’episcopato cattclico della Germania occidentale,
letta durante la Mes.«a della prima
domenica di giugno, relativamente
alla responsabilità tedesca nei confronti dei crimini nazisti, tornati vividamente in primo piano in occasione del processo Eichmann. Dopo
la lettura della « pastorale », in tutte
le chiese cattoliche si è così pregato:
« Signore, Dio dei nostri padri, Dio
di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
Tu padre di misericordia e Dio di
cgni consolazione. Tu hai assunto il
tuo servo Israele ed hai inviato a lui
ed a tutti gli uomini, quale Redentore Gesù Cristo, il Figlio tuo. Per noi
hai invialo Lui, l’innocente, affinchè,
per mezzo suo, tutti fossero salvi.
« Inginocchiati al tuo cospetto, confessiamo: tra noi sono stati uccisi
innumerevoli uomini, per il solo fatto
che appartenevano ai popolo, dal quale, secondo la carne, nacque il Messia. Ti preghiamo: fa’ che tutti coloro, tra noi, che si sono resi colpevoli,
con le azioni, omissioni o con il Uro
silenzio, riconoscano ciò che hanno
commesso e si convertano, affinchè
espiino le loro colpe. Per amore del
tuo Piglio, perdona, nella tua infinita
misericordia, la smisurata colpa che
nessuna espiazione umana potrà mai
cancellare. Fa’ che tra noi diventi efficace Tesempio di quegli uomini che
si sono sforzati di aiutare i perseguitati e di resistere ai persecutori
Consola gli afflitti, tranquillizza gli
amareggiati, gli abbandonati, gli ammalati. Rimargina Tu le ferite che
sono state fatte alle anime. Fa’ che
noi e tutti gli uomini comprendiamo
sempre più che dobbiamo amarci a
Vicenda, come ci ha amato il tuo Piglio, Concedi agli assassinati la tua
pace, nella terra dei vivi. La loro
morte, ingiustamente sofferta, possa
diventare salutare, attraverso il sangue del tuo figlio Gesù Cristo che
con Te vive e regna, nell’unità dello
Spirito Santo. Cosi sia ».
I doveri
dei magistrati cattolici
Liverpool — Nel corso di una messa celebrata nella cattedrale di Liverpool, in
occasione dell’insediamento del nuovo
Lord-Mayor (sindaco) della città, Farcivcscovo cattolico-romano C. Heenan ha
ricordato al nuovo magistrato che egli deve un trattamento giusto ed imparziale a
tutti i cittadini, qualunque sia la loro convinzione religiosa.
{( Siamo certi. Signor Sindaco, che non
cercherete mai, in quanto cattolico, di favorire gli interessi cattolici a spese dei diritti dei cittadini non cattolici. Per la grazia di Dio, sarete il servitore dei protestanti e degli ebrei quanto di quelli che
condividono la vostra fede. ».
Varie personalità cattoliche nord-americane non sono stale di questo parere quanti) il presidente Kennedy si è opposto al
loro tentativo di far finanziare (almeno in
parte) dallo Stalo le loro scuole confessionali...
Attenzione ai battesimi
clandestini negli ospedali
Da qualche tempo erano pervenute
notizie, che non avevamo potuto controllare, circa l’uso, introdotto dalle
suore o attuato a loro mezzo nei reparti maternità di ospedali di varie località, di battezzare con la massima
celerità i neonati anche senza l’esplicito consenso dei genitori prima ancora che la puerpera venisse dimessa
dall’ospedale. Al battesimo non si
provvedeva solo nel caso che risultasse documentato in quale Chiesa l’infante sarebbe stato di poi battezzato
a cura dei genitori.
Risulta ora da adeguata documentazione a nostre mani che le suore
addette al reparto maternità dell’ospedale « Maria Vittoria » di Torino
richiedono alle puerpere ricoverate la
pioduzione di un certificato della
Chiesa nella quale verranno battezzati i neonati, onde questi possano
uscire dall’ospedale senza ricevere
prima il battesimo secondo il rito cattolico-romano. Battesimo che, come è
noto, determina l’appartenenza del
neonato alla Chiesa romana; ed a seguito del quale — secondo le norme
del diritto canonico il clero ha il dovere di intervenire e curare di poi perchè il battezzato venga educato nella
religione cattolica. E’ questo uno dei
mezzi di reclutamento confessionale
con il quale l’indipendenza di quella
istituzione divina che è la famiglia
viene sopraffatta nell’esercizio del suoi
diritti più distintivi. L’educazione anche religiosa dei figli compete infatti
ai genitori senza che nelle loro decisioni debbano interferire terzi estranei.
La prassi in uso neH’ospedale « Maria Vittoria » di Torino, e forse anche
in altri ospedali, è in aperta violazione degli articoli 19 e 30 della Costitu
zione e delle norme vigenti che regolano l’esercizio della patria potestà.
Mentre si invitano i pastori ed ì
membri di chiesa a vigilare su ogni
caso_ del genere intervenendo presso
!a direzione degli ospedali e le amministrazioni provinciali ad evitare ogni
abuso, si informa che il Consiglio Federale delle Chiese evangeliche è già
intervenuto in sede competente denunciando il fatto onde abbia a cessare una prassi lesiva della libertà religiosa e delle famiglie. Peyrot
Persecuzioni religiose
a senso unico
Madrid — Antonio Monterò, direttore della rivista Ecclesia, ha pubblicato una « Storia della persecuzione
religiosa in Ispagna» (l’opera è ampiamente recensita su L’Osservatore
Romano del 14 giugno).
Si tratta della storia, documentata, della persecuzione subita dai cattolici professi nel periodo della « repubblica atea ». Le ragioni della violenta e sanguinosa fiammata anticlericale sono indicate naturalmente
nella massoneria e nel socialismo
marxista, ma anche nel cattolicesimo
che non .segui le direttive del magistero ecclesiastico specialmente in
campo sociale (ripensando al modo
con cui ora è stato accolto l’appello
dei preti baschi, c’è da chiedersi se
queste direttive l’alta gerarchia le ha
rilevate e date, o se è piuttosto una
parte del « basso » clero ad avvertirne la necessità, con più cristiana sensibilità alla Parola di Dio e ai problemi deH’uomo).
(Segue a pag. 3)
3
f
23 giugno 1961 — N. 25
L’ECO DELLE VALU VALDESI
In ìfiagglo negli Stati Uniti
Il lungo viaggio die sto facendo al servizio della Cl>ie«a Valdese sarà giunto al
termine quando questa cronaca verrà letta
in Italia; nel momento in «ri scrivo sono
ancora al lavoro in questo vasto continente ed approfitto di una sosta nel Canada
per riassumere le esperienze fatte in questi ultimi tempi. Prima di procedere oltre, però, debbo fare ammenda di un errore che mi è involontataamenle sfuggito
nella mia penultima corrispondenza: quando ho parlato di Springfield, nell’Illinois
e della guerra civile di cento anni or sono’
ho rievocato alcuni ricordi della storia
americana. Non so per quale ragione ho
«cambiato il nome di Àbramo Lincoln con
quello di Beniamino Fnanklyn; si è trattato, evidentemente, di una disattenzione
(la parte mia e la mia rettifica vuol per
1 appunto situare nella loro esatta cornice
storica uomini e avvenimenti; Abramo
Limcoln e la pace fra gli Stati del Nord
c quelli del Sud.
Ciò d(itto, torniamo a Buffalo dove sono
giunto il 17 maggio per partecipare alla
Assemiblea Generale della Chiesa Presbiteriana unita degli Stati Uniti. Buffalo è
una grande città industriale sulle rive del
lago Eric, non lontana dalle famose cascale del Nda-gara; per alcuni giorni gli
alberghi e il grande palazzo de! concerti
sono stati popolati da più di lOOO delegati, Pastori e laici, venuti dalle zone
più diverse di quieto immenso territorio.
La Chiesa Presbiteriana Unita è la più
grande Chiesa di tipo presbiteriano, certamente una delle maggiori nella grande
lamiglia delle Chiese Riformate e Presbiteriane; conta 3,5 milioni di membri,
l,937.00(i alunni dtdle Scuole Domenicali,
12.216 pastori in attività di servizio o emeriti, 85.260 anziani, 61.534 diaconi, 3160
missionari o operai nei campi di missione. 1 bilanci di quella Chiesa assumono
delle proporzioni che sono per noi favolose: nel I960 i membri di dbiesa hanno
contribuito per scopi diversi la somma globale di dollari 270.269.895; sottolineo il
fatto che si tratta di dollari e non di...
lire! Una parte notevole di questa somma
è stala assorbita dalle spese locali; più di
33 milioni di dollari sono stati dedicali al
programma missionario.
Nel corso della seconda giornata ho rivolto il mio breve messaggio airassemhlea a nome della Chiesa Valdese; i delegati presenti avevano un limite di tempo precedentemente fissato e ci siamo tutti
attenuti a quel limite di 2-3 minuti, dicendo Fessenziale. Siamo quindi stati ricevuti a pranzo da alcune personalità della Chiesa; avevo accanto a me il Dr. R(dph
W . IJoyd, Presidente della World Presbytcrian Alliaqtjq, una signora che rappre«enlava la Chiesa della Liberia in Africa,
il Direttore della Società Biblica Americana; era pure con noi il Pastore Tullio
Vinay, anche lui al termine di un impegnativo viaggio negli Stati Uniti sotto gli
auspici della Chiesa Presbiteriana Unita.
E’ difficile seguire lo sviluppo dei lavori
sinodali in una così grande As.semblea,
dove in linea di massima riferiscono soltanto le commissioni o i comitati <die
hanno la diretta responsabilità delle varie
opere o attività della Chiesa. Uno dei problemi maggiormente attesi era quello che
riguardava la proposta di unione di varie chiese, fatta alcuni mesi or sono dal
Rev. Dr. Eugene Carson Blake, Segretario generale della Chiesa Presìbiteriana
Unita, durante una predica neilla Chiesa
Episcopale di San FTaneisco in California.
In sostanza la proposta del Dr. Blake
consiste in questo: la Chiesa Presìbiteriana
Unita invita la Chiesa Episcopale Americana a studiare un piano di unione che
possa includere al tempo stesso anche la
Chiesa Metodista e la United Cburoh of
Chrisl. L’unione di queste quattro grandi
chiese protestanti dovrèbbe creare una or
A Buffalo, alla Assemblea Generale della
Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti
ganìzzazione CH’cleMaslka di 18 milioni di
membri, indubbiamente la più grande
Chiesa Protestante negli Stati Uniti. La
proposta del Dr. Blake suse^itò, nei mesi
seorai, coinmenli di varia tendenza, dovuti a punti di vi-sta particolari. Vi sono
siali di^ensi. ma anche forti, consensi;
direi che questi ultimi sono stati in maggioranza. Nessuno si iia&i‘onde le difficoltà di una simile unione, in cui dovrebbero convergere regimi ecclesiastici assai
diversi l'uno dairallro, come l’episcopale
ed il presbiteriano: nessuno pensa cite si
tratti di un’operazione da farsi in un’atmosfera di ralcoli alTreltali o dì superficiali entusiasmi. C’è una profonda esigenza ecumenica alla base della proposta
Blake e tutti riconoí^cono cì»e essa merita
uno studio approfondilo oltre che un sincero impegno dì volontà. Forse l'ostacolo
maggiore è rappresentato dalla dottrina
della successione apostolica jjrofcssata dalrepiscopalo : ì Presbiteriani, naturalmente, si rifiuterebbero di essere nuovamente
consacrati al servizio della Chiesa Unita,
ma il Dr. Blake considera la possibilità
che anubedue le forme di ministero siano
presenti alla nuova Chiesa. Bisognerebbe
siTÌvere una serie di articoli su questo
pro<blema di innegabile attualità e dobbiamo invece limitarci ad alcuni cenni superficiali, per poi giungere alla conclusione. Con un volo quasi unanime, la
(( General Asisembly » della United Presbylerian Chureb ha deciso di procedere innanzi secondo le linee della proposta Blake. Ognuna delle quattro grandi iiiiese è
stala invitala a creare un comitato dì nove persone per studiare e negoziare un
piano di unione; ogni anno le singole Assemblee Generali udranno un rapporto sul
lavoro fatto e lo discuteranno. Finalmente, quando il progetto sarà pronto, ogni
Chiesa dovrà decidere se accettarlo o no.
E’ probabile che gli oppositori siano più
numerosi di quanto non sia avvenuto nel
caso della General Aisseuihly; ma hanno
Forse pensalo die (*ì saranno aii-cora altre
occasioni per far udire il loro parere.
Comunque sii considerino le cose, e sia
pure constatando die la via da percorrere
non sarà priva di ostacoli, è certo die la
proposta Bla.ke si ìnseriisce nella attuale
tensione verso l’ecumenismo con un piano
ardito e coraggioso, che li induce a rifle.>-’siione e forse anche ad un maggior impegno nel nostro più modesto campo di
azione in Italia. L’essenziale è clic, in unti questi sforzi, d si lasci vincere da quella die è la volontà di Dio e che riiiiione
non diventi fine a se stessa, peggio ancora
una siiipcr-organizzazione ecclesiastica indirre al dominio o alla ricerra della propria gloria, ma piuttosto la via per veramente servire meglio il Signore e gli uomini tutti, senza discriminazione alcuna,
là dove « non è più nè Giudeo nè Greco » perchè Cristo è diventalo realmente
la noivtra pace. Il nuovo Moderatore della
Chiesa Presbiteriana Unita è ora un laico,
Mr. Me Kelvey, della California.
* * *
A Buffalo bo dedicato una serata ad una
Chiesa Ballista di origine italiana: VEdison Street Baptist CÌiurch. Una piccola
comunità attualmente di lingua inglese,
ma i cui fondatori provenivano quasi tulli
da Poscasseroli (prov. Aquila) dopo esser
stati evangelizzati da una bella figura del
Proteslanleeimo italiano : Pietro Tagìialateln, uno dei pionieri del nostro evangelismo il cui nome non va dimenticato. Se
sì pensasse un po' più spesso alle conseguenze, lontane nel tempo e nello spazio.
Non più Malagnou
ma Grand-Saconnex
Mercoledì 21 giugno ha avuto luogo a
Ginevra, sotto la presidenza di Franklin
Clark Fry. presidente del Comitato centrale del C.E.D., la cerimonia d’inaugurazione dei lavori per la costruzione della
riuoin sede del Consiglio ecumenico. Uno
dei co-presidenti del C.E.C., il vescovo
metodista americano Henry Knox Sherrill
ha pronunciato Vallocuzione principale e
ha dato il primo simbolico colpo di pala.
Fra pure presente il vescovo metodista
Sante Uberto Barbieri, di Buenos Aires,
altro co-presidente del Consiglio.
Questa cerimonia s’iscrive nel quadro
della sessione semestrale del Comitato esecutivo del C.E.C., riunito dal 19 al 24 giugno airistituto ecumenico di Bossey. I suoi
dodici membri, col presidente e il vicepipsidente, hanno partecipato alla cerimonia, insieme a numerose personalità, fra
cui rappresentanti delle autorità religiose
p civili, sia elvetiche che ginevrine, a delegati delle N. U. e di organizzazioni affiliate, nonché di numerosi altri organismi
ìf don. IV. A. Visser ’t Hooft, segretario
generale, ha dato un rapido disegno storico del Consiglio ecumenico; alcuni rappresentanti dèlie autorità ginevrine hanno
poi preso la parola; infine il dott. Fry ha
i onciuso con ia preghiera, invocando la
benedizione di Dio sul nuovo edificio e
su quanti collaboreranno olla sua costruzione.
La nuova sede del C-E.C.. che conterrà
250 uffici, sarà costruita .sulla collina del
Gtand-Saconnex, non lontano dal Palazzo
deU'ONV e dal BIT. Gli architetti — i
fratelli Honegger e H. Leseman di Ginevra — hanno previsto una costruzione in
cemento, piacevole ma non lussuosa, il
cui centro, su due piani, comporterà una
hall d'ingresso, la cappella, gli uffici della
.segreteria generale, sale per conferenze,
una hall d'esposizione e un ristorante. Attorno s'irraggernnno Ire ali di Ire. quattro
e cinque piani, che ospiteranno gli uffici.
I piani prevedono l'ulteriore aggiunta di
uffici supplementari, se sarà necessario.
Separata dall'edificio centrale, la bihliote( continuo in 4.a png.^
::i n
S'IL xnituiimm*!
Bozzetto deUa nuova sede del Consiglio ecumenico.
della nostra predicazione in Italia, riscopriremmo altre e perenni ragioni d’essere
ancora oggi degli « evangelizzatori o, in
un tempo in cui in mezzo a noi circola
un senso di siandiezza o dì sfiducia. L’Italia ha bisogno dell’Evan^elo di Cristo oggi come cinquanta o cento anni or sono;
se vi sono dei motivi per rinnovare il nostro linguaggio oggi, non vi sono però dei
molivi per venir meno a quella che è la
nostra vera missione: predicare Cristo e
chiamare gli uomini alla conoscenza della
verità.
Ho lasciato BuiTalo un sabato pomeriggio. Dopo una breve sosta alle castrate del
Niagara, maestose e imponenti (quanto
avrei desiderato avere i miei figli A‘on
mel), eccomi in Canada, nella città di
Hamilton. Siamo al 21 maggio, le campagne sono in fiore, i peri ed i meli promettono un abbondante raccolto. 11 Canada annovera oggi migliaia e migliaia di
italiani e ve ne sono molti ad Hamilton;
perciò qui non manca la buona pasta italiana, cucinala con cura dalla Signora MoncaJa, sorella del pittore ScToppo e cognata del Fasi. Naso di Venezia, Ad Hamilton. come già altrove, ho dovuto presiedere tre culli nella stessa domenica: al
mattino in una grande Chiesa unita (frutto delFunione tra Presbiteriani, Melodisti e Congregazìonalisti», alle tre del pomeriggio nella cliiesa ilaio-canadese del
Rev. Pietro Moncada, la sera nella chiesa Presbiteriana del Rev. Di Gangi, figlio
di un palermitano ed oggi un giovane Pastore fra i più attivi e stimati nella Chiesa Presbiteriana del Canada. Quanti italiani del meridione al cullo del pomeriggio!
Non lutti hanno trovato un lavoro e, spesso, alle difficoltà della lingua e di un paese sconosiciulo s’aggmngono ancora l’attesa di uii’owuipazione stabile. Conservo un
buon rbonlo di quei contatti e spero che
si possa giungere ad un maggiore interesse delle Cliiese del Canada per la nostra
Opera. Per questo ho desiderato parteiipaie nei giorni sinceiseivi ad una serie di
conferenze orgiinizzate dalla Chiesa Presluleriana del Canada sulla missione della
(diicsa nel mondo contemporaneo.
Ho dovuto ricnirare negli Stati Uniti
ptM- vari altri impegni, prima di concludere definitivaiiienie il mio viaggio in Canada. Venerdì, 26 maggio, sotto gli auspici del « ì\(tfioiwl Council of Churche.s »
dì New York sono stato impegnalo per
una trasmissione televisiva di ben 25 minuti; per tutto quel periodo di tempo
sono stalo sottoposto ad una intervistaeonversazione sulla Chiesa Valdese e la
irasmissioue avverrà domenica 11 giugno,
alle 9,30. Sarò, pùrlroppo, impegnalo altrove e non avrò il piacere dì sentire tutto ciò die ho detto!
Infine, la sera del 29 maggio, sono giunto a Beìhlehem. nella Pennsylvania, dove
ero atteso per presiedere il culto di cliiiiBura della Facoltà Teologica Morava, il
Morai'ian Theologiéal College.
Sono stato accollo dal Presidente del
Moravian College e dal Decano della Facoltà teologica; il‘College (in America i
« Colleges )> sono su base universitaria)
ospita circa 900 studenti delle Facoltà letterarie e scienlifiiclie, la Facoltà una cinquantina di studenti che si preparano al
ministero pastorale.
La cittadina di Betìilehem è famosa per
due ragioni: possiede le più grandi acciaierìe degli Stati Uniti, la famosa « Bethlehem Steel Corpòrafion » ed ospita un
centro di vita religiosa e intellettuale Morava. I Moravi, collie si sa, rappresentano
un movimento religioso che precedette la
Riforma Protestante iieirEuropa Centrale.
La loro storia si ricollega alla figura del
Rifonna'.ore e martire Giovanni Huiss e la
loro organizzazione, la cosidelia « t/ni/o.s
Fratrum », risale aÌ 1457. I Fratelli Moravi sono noli per il loro amore per la Bibbia, per l’istruzione e per il canto: sono
sempre stati all’avanguardia nel campo
deU’istruzione e dell’educazione sotto la
guida di uomini come Giovanni Comenius
11592-1670) e la loro vita religiosa è stata
cd è (’ontraddìstinta da una profonda pietà; il nome del Conte Zinzerdof va ricordalo a questo riguardo.
Nei secoli passali moliti Moravi emigrarono in America, non tanto per ragioni
economiche quanto per esigenza missionaria e per amor di libertà. Dalla Boemia e
dalla Moravia si trasferirono nella Carolina del Nord (dove pure andarono i Valdesi) e nella Pennsylvania; Beìhlehem fu
fondala tra il 1740-41 e Zinzerdof la visitò nel Natale del 1741. Da una primitiva scuola per ragazze, che si vede ancora oggi, si sviluppò il moderno « Moravian College» da eui lio avuto l’onore di
ricevere il titolo dì « doctor of divinity »
nel corso di una semplice ed impressiva
cerimonia.
Ho vissuto una intera domenica con i
Moravi: alle 8 del mattino, celebrazione
della Santa Cena nella cappella della Facoltà Teologica con gli studenti ed i professori; alle lo, ^‘uola Domenicale per
adulti, presenti fra gli uditori il Presidente del Collegio e il Decano della Facoltà:
alle 11 culto nella vecchia chiesa Morava;
alle 3 del pomeriggio, chiusura dell’anno
accademico. Ho partecipato al corteo dei
professori e degli studenti in toga e, dopo
la predicazione, ho ricevuto dal Presidente e dal Decano le insegne del « dottorato ». In seguito, ci siamo riuniti nel parco
e lutti sono venuti a strìngermi la mano.
Ero il solo a ricevere un grado onorifico:
v’erano però dieci studenti giunti al termine dei loro studi teologici e tre di loro
si preparavano a partire per il campo missionario.
La cerimonia in sè e la mia presenza
in quanto Pastore Valdese in queU'occa
eione mi hanno costretto a ristudiare un
po’ la storia del passato ed a ritrovare i
vari conlatti tra Valdesi e Moravi prima,
durante e dopo la Riforma. I Valdesi, prima della Riforma, avevano anche dei vescovi, sia pure non dì tipo gerarchico,
bensì spirituale; ed il primo vescovo Moravo fu consacralo da un ves*‘ovo Valdese. Molti Valdesi perseguitati in Germania furono in quei tempo aiH*olti ed
aiutati dai Moravi; più lardi, due barbi
valde«ì, Daniel de Valence e Jean de Molines, non avendo approvato le decisioni
del Sinodo di Chanforan, sì recarono in
Boemia presso quei Fratelli, lamentando(SÌ
di quanto era avvenuto, dando però una
visione dei fatti oltremodo imprecisa. 1
fratelli di Boemia e di Moravia s’affrettarono a .scrivere una lettera alle Chiese
Valdesi nel Giugno del 1533 raccomandando loro di perseverare nella fedeltà alla
Parola di Dio; e il Sinodo di quell’anno,
tenutosi a Frali, prese atto della lettera
dei Moravi, constatando tuttavia che i Vaidesi non si erano allontanati dalla Sacra
Scrittura, fondamento della loro fede e
della loro vita.
Così, amdie in America, ho dovuto orcuparmi di storia valdese e consultare a
questo riguardo il Prof. Valdo Vinay, della nostra Facoltà di Teologia! Ma la mìa
visita alla città dei Moravi è stala apprezzala anche a causa degli antichi legami
storici e spirituali che hanno unito i due
movimenti religiosi nei tempi della prova.
Possano i nuovi legami ora stretti unirci
nel campo della testimonianza cristiana ed
evangelica. I Moravi hanno saputo conservare la loro unità spirituale in modo
ben chiaro e positivo in opere di fede,
di cultura e di missione; non ci mancheranno gli strumenti per esprimere una simile testimonianza, se ci ricorderemo che
« la pietà è utile ad ogni cosa, avendo la
promessa della vita presente e di quella
a venire» (I Tim. 4: 8).
Ermanno Rostan
Persecuzioni religiose
a senso unico
(continua dalla pag. 2)
Comunque, un martirologio — pur
con certe amplificazioni — ha ben diritto di essere scritto. Quello che ci
sbalordisce, come protestanti, è che
opere del genere possano essere scritte senza accennare al solco sajiguinoso che l’Inquisizione spagnola ha
tracciato lungo tutta la storia del
paese, e senza che se ne tragga alcuna conseguenza circa la necessità di
affermare e difendere la libertà di coscienza e di culto per tutti nella Spagna tormentata: sappiamo quali condizioni di vita siano fatte alle minoranze religiose e — in una collusione
col regime franchista che solo ora e
cautamente, dato il vento che soffia,
si cerca di rendere meno stretta —
agli spiriti non conformisti.
Quest’atteggiamento è quello che la
Bibbia chiama, senza mezzi termini,
« collo duro ».
Possessioni diaboliche...
Del demonio e di possessioni diabolitlie
s’è parlato recentemente sulla staiiupa italiana a proposito di fenomeni sc^oncerlanti riiscontrali su una donna del Salernitano. S’è fatto parola di un prete spe<‘ialista
in esorcismi, si è rievocata tutta una letteratura a sfondo... demoniaco.
Segnaliamo ora, per coloro che volessero approfondire l’argomento valendosi di
un serio studio:
Erwin Reisner, Le Démon et son image,
una Iraduz. dal tedesco edita da Desclée
de Brouwer per la collana « Textes et
études antliropologiques », pp. 240, Lire 1750. Richiedetelo alla Libreria Ed.
Claudiana, Torino.
La Kirchenmusikschule alla Miramonti
La Scuola di Musica Sacra
di Schlùchter (Hessen) alle Valli
Composta da una trentina di membri,
ha effettualo una « tournée » alle Valli
quavsi conlemporaneamente a quella dei
trombettieri del Baden verso la Sicilia.
Era partita con l’intenzione di conoscere i Valdesi e di colletlare qua e là, come
d’uso, per aiutarsi nelle .spese di viaggio,
ma, informata delle precarie condizioni
economiclie della Chiesa Valdese, decise
di dedicare le collette effetluande al nostro Lempio di Frali.
Il suo Direttore, il pastore e M« W.
Blankenhurg, collcttò a destra ed a nian<‘a quanto occorreva per il lungo viaggio
e per il soggiorno di oltre due setliinaiie
alle Valli e vi riuscì.
Con giovanile entusiasmo intrapresero
le fatiche della «tournée» e svolsero tutto il programma fissalo anche se ostacolali da molli imprevisti. Non avevano immaginato per es. di dover sempre rincasare tra le ore 24 e l’una di notte. Nel
loro paese consìmili attività sono sempre
concluse al più lardi alle ore 20,30! E non
avevano previsto neppure la fatica di qualche marcia notturna come quella di Praroisiino ed altre. Neppure avevano preveduto — bisogna pur dirlo ad onor del vero
— l’accoglienza affettuosa e fraterna che
dapperlullo venne loro falla.
11 loro apporlo alle Valli ha oltrepassalo
ogni più olliimislica previsione. L’eksiio
delle collette rawolle e inviale a Prali da
ogni singola comunità è stato il seguente:
Bobbio 5.000; Villar Pellice 15.000; Torre Pellìce 25.000; Luserna S. Giovanni
10,000; Angrogna 5.000; S. Secondo 7.500;
Pinerolo 15,000; Prarosiino 7.50JÌ: S. Germano Ch. 20.000; Pomarello 10.000: Ferrerò 9.500; Torino (con le offerte seguile»
95.400. Totale L. 225.000 circa, non certo
enorme da un punto di vista contabile,
ma l’uomo non vive di pan solo e più
grande assai è stato l’apporto morale e
s.pirìtuale dei visitatori.
e cantavano veramente bene. La Conferenza Diislrelliiale, a diinoRlrazione del suo
apprezzamento, ìia firmato con tulli ì suol
membri un messaggio alla Kirchenmusikscliule...
Ed avevano la forza di un esempio ispiratore questi cari giovani allineali nelle
nostre chiese quasi lutti ventenni e forniti della maturità classica, impegnati in
uno studio che li mobilila ad una vita di
collegio per alcuni anni, in vista di un
avvenire quanto mai incerto: diventeranno tutti organisti e maestri di canto nelle
chiese della loro regione. Alcuni saranno
impiegali coirne organisti nelle grandi
ch lese di città con un salario sufficente.
Altri in piccole chiese di campagna con
un salario esiguo che dovranno completare con altre attività nel campo unionista
o della assistenza etvlesiastica... Tutti
quanti serviranno il Signore, in una carriera rischiosa ma tanto bella, che nella
nostra piccola Chiesa Valdese d’Italia non
si può ancora concepire...
Erano tanto cari e belli però, tutti allineati e lesi com’erano dinanzi al gesto
pacato del loro Maestro. Sono sempre belli e cari i giovani che con la fiamma di
un ideale nello sguardo si preparano a
servire il Signore!
Alla Conferenza Distrettuale, il Presidente della Commissione del Canto sacro
ha fortemente elogiato i giovani di questa
scuola che con un portamento pieno di
modestia e di umiltà, senza il benché minimo spirito di gara o di esibizionismo.|
cantavano soltanto per lodare il Signore*
E un secondo olile esempio ci hanno
dato ancora: ogni loro esibizione è stala
un Cullo-Concerlo. I canti sono sempre
stati come un commento della Parola di
Dio che era stata letta e tra una cosa o
Pallra hanno sempre trovato posto dei
messaggi spirituali. Lo stesso esempio in
fondo che ci danno ogni anno i trombettieri del Baden che non concepiscono alcuna musica <( sacra » se non è aiTompagnata dalla lettura della Parola di Dio.
dalla sua meditazione e dalla preghiera...
Forse anche le nostre Corali e tutti i nostri complessi musicali potranno fare qualche progresso in questo senso.
Pare difficile, ora. concludere questa
cronaca troppo tardiva, ma pur doverosa,
senza espritnere un volo probabilmente
condiviso da tutti: — Ritornate! Caro M'>
Blankenhurg, portaci ancora la tua valente Scuola di Musica Sacra. I Valdesi d’Italia desiderano rindirla. Enrico Geymel
4
P«I- 4
L’ECO DELLE VALU VALDESI
23 giugno 1961 — N. 25
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELUCE
Mereoledì 7 giugno abbiamo aen-ompagnato al eimitero di Bobbio Pellice la
spoglia mortale della nostra sorella Bertinat Maddalena ved. Bertinat, deceduta il
5 giugno presso l’Ospedale Valdese di Torre Pellice, alla età di anni 57. Vi era sta-'
ta ricoverata da qualche tempo e le sue
condizioni di salute avevano subito un
netto miglioramento, quando un embolo
la rapiva all’affetto dei suoi cari.
Martedì 13 giugno ha avuto luogo il servizio funebre del nostro fratello Pontet
Davide. Egli viveva solo alla frazione Pausette; e là la morte lo ha colpito domenica 11 giugno nel tardo pomeriggio mentre stava accudendo alle faccende domestiche, alla età di anni 81.
Alle famiglie ed ai parenti provati da
questi lutti ridiciamo la no'stra viva e fraterna simpatia cristiana invocando su loro
tutti le consolazioni del Signore.
Riunione all’aperto: domenica 25 giugno, ore 15: Pralappia. In caso di tempo
incerto o di cattivo tempo le riunioni sono
sospese.
— Domenica 18 Giugno in occasione del
culto del mattino abbiamo battezzato Marina Ughetto di Luigi e Paolasso llda. Che
il Signore sia guida e luce per la creatura
che Egli s’è compiaciuto di aggiungere
alla sua greggia, e di ispirazione ai genitori che l’hanno presentata.
— Pure durante il culto abbiamo udito
una breve e chiara relazione della conferenza distrettuale presentata dal diacono
Jahier Vitale che ha interessato la comunità.
— Nel pomeriggio a Vivian abbiamo
avuto la riunione con i nostri amici salutisti di Torre Pellice; il maggiore e la si
' gnora Levato, accompagnati dall’insegnante Vittoria Ugolini, hanno rivolto due messaggi molto interessanti e profondi che
hanno vivamente colpito l’uditorio composto da fratelli e sorelle di vari quartieri. Abbiamo sperimentato quanto è bello
che fratelli e sorelle dimorino assieme ed
abbiamo apprezzato l’accoglienza sempre
così fraterna e generosa del nostro diacono
Attilio Long.
PHAMOLIO
La festa della Mamma e della Scuola,
già annunziata per domenica 18 giugno
alle ore 15, è rimandata a domenica 25
giugno, alla stessa ora.
Sono stati nominati Deputati al Sinodo
i Sigg.ri Emilio Travers e Antonia Manetto, il primo a rappresentare la Chiesa, il
secondo a rappresentare la Conferenza Distrettuale.
PBAROSTINO
— Il culto di domenica 25, sarà presieduto, D. V., dal Pastore Giorgio Girardet.
Il Pastore Girardet è, daU’autunno scorso,
il nuovo Direttore di Agape, il Villaggio
della Gioventù sorto in questo dopo guerra a Frali; egli è pure il nostro neo Capodistretto, essendo stato nominato a ricoprire questo incarico neH’ultima Conferenza Distrettuale di Villar Pellice del 1
e 2 giugno scorso. Gli rivolgiamo fin d’ora
il più fraterno saluto di benvenuto a Prarostino.
— lì culto che dovrebbe aver luogo a
Roccapiatta, nel pomeriggio di domenica
25, per la venuta del Capodistretto Pastore Girardet, è rinviato a domenica 2 luglio; in tal modo pensiamo di offrire la
poissibilità ai nostri fratelli di Ro^ecapiatta
e di Pralarossa di prendere parte al culto
a S. Bartolomeo domenica 25 giugno.
— Numerose famiglie di villeggianti annunziano il loro prossimo arrivo alla Casa
Valdese, e qua e là nei vari villaggi della
nostra Parrocchia. Tra le prime airappuiitamento, la famiglia Laurora da Bari, che
giungerà la settimana prossima. A loro c
lutti coloro che quest’anno ancora verranno a passare quaUthe settimana tra di noi,
rivolgiamo fin d’ora il nostro fraterno saluto di ben tornati a Prarostino.
S. BERMAi^Q CKISQNE
— Il lavoro delle signore deH’i/nione
Femminile è stato ammirato ed apprezzato in occasione della nostra annua vendita di beneficenza. Dal provento abbiamo
potuto versare ima somma all’Asilo dei
Vecchi (L. 108.0801, all’Asilo Infantile
iL. 50.000) e al fondo Nuova Sala (Lire
100.000).
Siamo grati a coloro che c! hanno fatto
pervenire le loro offerte in danaro ed in
natura (fin dai più lontani quartieri della
parrocchia) come pure a chi ha visitato
ì’efposizione dei lavori facendo numerosi
acquisti.
— Il Saggio dei bimbi deU’dsiio Infantile ha avuto luogo domenica 18 Giugno
dinanzi ad un pubblico numeroso. 1 bimbi riemipivano il piccolo palco della nostra vecchia' sala. I loro canti e le loro
recite ci hanno permesso di constatare il
buon lavoro svolto. Ringraziamo coloro
che si sono adoperati per la buona riuscita deUa nostra festicciola che chiude l’anno scolastico.
— Ricordiamo ai bimbi della S. D. che
quest’anno la gita avrà luogo a piedi ( ! >
e si svolgerà secondo^ il programma prestabilito per giovedì 29 Giugno partendo
dal piazzale del tempio alle ore 6. s
Battesimi. Bounous Nadia di Severino e
di Giacomino Elda '(Vi’Uar). Ribet Mario
di Valdo e di Bisset Irma (Dormigliosi).
Cogno Carla di Vittorio e di Ribet Lilia
(VUla).
In memoria d'un amico
Un grave lutto ha colpito la parrocchia
di Ornara. Alcuni giorni fa, infatti, essa
ha perduto uno dei suoi operai più attivi
e sensibili ai problemi religiosi non solo
della comunità di Orsara, ma della Chiesa
Valdese in generale. Antonio Curdo è deceduto. dopo lunga e penosa malattia. F/
morto solo, così com’era vissuto, in una
anonima e fredda stanza dell’ospedale di
S. Giovanni Rotondo, affrontando solo il
momento supremo del trapasso, lontano da
amici e familiari, privo, nell’ora estrema,
del loro conforto e aiuto. Ma non, forse,
di quello del Signore.
Di lui ci resta, oggi, l’esempio luminoso
di una vita spesa tutta per la Chiesa, che
era per lui,, privo di famiglia, una casa,
una famiglia adottiva, se così posso dire,
il centro, comunque, dei suoi interessi. E
per essa ha sostenuto lotte a tutti note,
che iper certi aspetti negativi, condotte come erano a volte, con eccessivo e virulento spirito ¡polemico, gli avevano causato
¡tarecchie inimicizie e lo avevano reso inviso a parecchia gente.
Ma se sfrondiamo questa lotta degli aspetti eccessivamente ¡folemici. se guardiamo
al di là di essa, al sottofondo che la animava, non potremo non .scorgere un sincero interesse e amore per la Chiesa e i
problemi ad essa connessi.
Alla ba.se di questa lotta, condotta in occasione di vari Sinodi Valdesi, c’era la
visione e la concezione di una Chiesa
eroicamente intesa, di una Chiesa conscia
della .sua alta missione evangelizzatrice e
tutta protesa a realizzare questo suo fine,
cioè a portare e testimoniare il Cristo fra
le genti.
Era convinto, però, che la Chiesa Valdese non assolvesse ormai più a questa .sua
funzione fotulamentale, o vi assolvesse in
misura ridotta. Considerava la Chiesa Valdese troppo timida in questa opera di evangelizzazione, lui che aveva vissuto e partecipato ai tempi eroici della evangelizzazione valdese nel Mezzogiorno, provincialmente chiusa, vivente ormai solo sulle
tradizioni del passato, cristallizzata ormai
e priva di vita nelle sue strutture istituzionali.
A questa concezione, dirò così, statica,
ch’egli aveva della nostra Chiesa, ne contrapponeva una dinamica, modernamente
intestt, spiritualmente forte, culturalmente
aperta e preparata, onde svolgere, accanto
al ministero .spirituale, anche una funzione culturale, intesa la cultura in ampio
senso, nonché una di carattere sociale, là
dove fosse necessario.
A questo proposito ultimamente si era
battuto perchè ad Orsara fosse costruito
Matrimoni. Traversò Osvaldo e Pontet
Margherita Carlotta. Bosso Attilio e Avondet Aurora.
Funerali. Peyran Enrichetta ved. Lager,
di anni 83 (Asilo). Scomparsa dalla nostra
casa alcune settimane fa, vane erano state
le ricerche. Soggetta ad amnesie e molto
avanti negli anni è perita cadendo accidentalmente nell’acqua,
Tron Lidia ved. Barai, di anni 86 (Asilo). Proveniente dalla parrocchia di Rodoretto ha trascorso parecchi mesi fra noi
e si è spenta improvvisamente.
Pellegrin Paolina, di anni 82 (Asilo).
Ha trascorso lunghi anni nel nostro Istituto e si è spenta come una lampada a cui
manca l’olio.
Forneron Filippo, di anni 71 (Gaydou).
Gravemente infermo da quasi due anni si
è spento dopo molte sofferenze. Membro
fedele della nostra chiesa e molto conosciuto, i suoi funerali hanno raggruppato
una folla numerosa che ha manifestato la
sua solidarietà alla famiglia afflitta.
un asilo, che assoh>esse ai compiti e alle
funzioni sopra dette.
Ed invero l’influenza benefica e positiva
che la nostra Chiesa potrebbe esercitare in
molte zone depresse del Meridione, ma
non solo di esso, è davvero notevole, non
solo da un punto di vista spirituale, ma
anche, come dicevamo, culturale e di assistenza sociale, il” un campo vergine, come
diceva Curdo, per l’evangelizzazione, e i
frutti che se ne potrebbero cogliere sarebbero davvero abbondanti e tali da ricompensare gli sforzi e i sacrifici sostenuti.
Accanto a questi problemi, altri Curdo
aveva fatto O'ggetto dei suoi interessi e della sua lotta, quale quello per l’autonomia
concessa a tutte le comunità valdesi, indipendentemente dalle loro disponibilità finanziarie e dal numero dei loro membri,
la ricostituzione di un comitato autonomo
per revangelizzazione ecc.
hlon ritengo, però, .sia questo il caso e
il momento più opportuno perchè mi diffonda ulteriormente nella esposizione di
questi argomenti. Non è compito di questa breve, quanto modesta nota, il trattarli. Con es.sa mi sono .semplicemente proposto di porgere l’estremo omaggio e l’estremo saluto ad uomo e fratello cui mi legavano vincoli di sincera amicizia e stima,
nonché di dare una interpretazione e una
visione delhi lotta e dell’opera di Curdo
quanto più possibile obiettiva, sfrondata
dei suoi aspetti negativi, che potevano indurre, come infatti hanno indotto, chi non
lo conosceva da vicino, ad emettere un
giudizio su di essa negativo e .sbagliato.
Chi. al contrario, come me e altri, ha
avuto la ¡sossibilità di conoscerlo e frequentarlo più da vicino, di intrattenere
con lui lunghe conversazioni, pur non
condivideitdo a volte i suoi punti di vista
e i suoi melodi di lotta, ha potuto però
anche rilevare quanto di positivo c’era nel
suo pensiero, quanto interesse sincero e
sincero amore vi fosse per la Chiesa e i
suoi problemi, di quale spirito critico fosse dotato.
Proprio perchè credo di averlo meglio
conosciuto, nè questa sembri presunzione,
mi sono permesso di sottolineare i suddetti aspetti positivi della sua attività: Nè,
ciò facendo, credo di aver tradito o alteralo il suo ¡tensiero.
Pur non essendo più tra noi, ma col Signore, di lui ci resta l’esempio e il ricordo 'del suo agire come conforto e .stimolo
a continuare la lotta, .sia pure in altri modi
e con altri mezzi, perchè la parola del Signore diventi una realtà operante nel mondo. Addio. Curdo!
Arturo Cericela
Milano, 13 Giugno 1961.
« PROTESTANTESIMO » \ AV¥tsi egomom/ci
Sommario del RI. 2 • 1961
O. CuLLMANN — « Tutti quelli che invocano il nome del Signore Gesù Cristo ».
Studi critid
E. Bai-mas — Ginevra e l’Italia.
G. Miegce — Ecumenismo cattolico.
V. ViNAY — 11 Nuovo Testamento della
Repubblica Romana 1849. La copia
della Biblioteca del Museo Britannico.
Rassegne
G. Miecce — A proposito di una polemica
recente.
V. SuBiLiA — La storia delle religioni e
la rivolta dei popoli di colore.
— La Ghiesa Ortodossa Russa nel Consiglio Ecumenico.
Recensioni
Notiziario — Libri ricevuti.
"A- Culti a Nazareth hanno segnato il
cinquantenario dell’attività dei battisti in
Israele. Ospiti stranieri, dirigenti di altre
comunità religiose e rappresentanti del governo assistevano a questi servizi.
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a Basilea. Stipendio fr. sv. 270 (circa
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Sfogliando « Amour et fiançailles », un
volumetto di circa centocinquanta pagine
dedicato ai problemi pre e post-matrimoniali (1), ci si rende conto che l’équipe
di pastori, dottori, giuristi <he l’ha compilato ha saputo affrontare il problema
deH’amore e del matrimonio in modo concreto e moderno.
L’operetta, che nella sua serietà non disdegna una veste attraente e vivace, offre
ad una lettura più (attenta elementi di
notevole interesse eq utilità e si rivela
come una sorta di manuale di pronto-soccorso, facile da consultare per chiunque
desideri — su amore e matrimonio — delle rispoiste non igià Iptte pronte e date in
astratto, ma basate sii una profonda meditazione di tutto il problema.
E’ inutile dire cliç lo scopo ultimo e
apertamente dichiarato è quello di indicare
nell’amore e nel matrimonio vissuti da
credenti l’unica vera possibilità di una vita
a due degna di tal nome.
« Si è colpiti, affermano gli autori, nell’ascoltare le canzoni moderne, interamente consacrate a cantare l’amore, ripetere
in modo ossessionante l’attesa, il desiderio,
il dono dell’amore, ^er descrivere subito
dopo rindomani di tristezza e di morte.
Non ci stupisce il fgtto che l’amore vissuto al di fuori dei i^adri previsti da Dio,
lasci un gusto di cenere; del resto tra
Famore che ogni uomo desidera conoscere-e l’incontro di due esseri che parlano di
amore e ne compiono i gesti, esiste una
differenza qualitativa immensa » (pag 28).
Non sempre i giovani realizzano questa
differenza qualitativa (anche nel nostro ambiente). Ma il volumetto si rivolge anche
ai « grandi », che non hanno sempre risolto dei l'onflitli nati nei primissimi anni
della loro vita coniugale. Perché non bisogna credere che il libretto sia una sorta
di pia conversazione sui matrimonio. Nelle settanta domande e risposte che ne costituiscono il contenuto si toccano problemi come le esperienze sessuali pre-matrimoniali, l’indissolubilità del matrimonio,
le questioni economiche, ambientali ecc.
che incidono sulla vita dei coniugi, la
tanto discussa questione dello zitellaggio,
i lunghi fidanzamenti, il rapporto tra fede
e matrimonio, la pianificazione familiare.
Ad ognuno gli autori cercano di mostrare quanto un amore fondato in Cristo possa guidare sulla via di una felicità solida
e rettamente intesa. Molti, si fa notare.
« sono al corrente degli aspetti fisiologii i
dei rapporti sessuali, mentre sono spesso
troppo ignoranti per quel che concerne le
condizioni psicologiche necessarie per la
creazione di un’unione e misconoscono il
fine ed il fondamento del matrimonio. Ci
stupiamo che in un secolo in cui è sempre più necessaria una preparazione accurata per esercitare una professione o per
prendere delle responsabilità in campo sociale, la vita coniugale sia lasciata unicamente in balìa degli impulsi dell’istinto ».
Si tratta dunque di rimediare a tale stato di cose. E vedendo la leggerezza con
iui certi nostri giovani si preparano o non
si preparano al matrimonio vien fatto di
dire che la cosa è piuttosto urgente. Proprio per questo ci si può rammaricare che
il volumetto di cui ci siamo ocenpati sia
in francese. Varrebbe senz’altro la pena
di tradurlo (possibilmente non immelanconendo la veste tipogr.ifica)
Giovantii Conte
(1) Amour et fiançailles: 70 questions et réponses sur l’amour et le
mariage, Genève, Labor et Fides, 1960.
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ad un centinaio di persone al servizio della Federazione luterana mondiale, dell’Alleanza riformata e presbiteriana mondiale
e di altri organismi in relazione con il
C.E.C. La nuova costruzione si è resa indispensabile per la grave mancanza di spazio nelle .sedi attuali.
Un comitato intemazionale è stato costituito, sotto la presidenza del vescovo
Sherrill, per raccogliere i fondi necessari:
10 milioni di fr. sv. Le 176 Chiese membri
del C.E.C. ne danno una parte. Collette e
’campagne’ sono state organizzate in vari
paesi. Attualmente già 9 milioni di franchi
sono già ’’assicurati” e si spera entro la fine dell’anno di disporre dell’ammontare
totale. I doni di Chiese e di privati provengono da que.sti paesi: Argentina, Australia. Austria, Belgio, Brasile, Canada,
Ceylon. Danimarca, Filippine, Finlandia.
Francia. Germania, Ghana, Giappone,
Gran Bretagna, India. Indonesia, Italia
Norvegia. Nuova Zelanda. Paesi Ba.s.si. Pakistan, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera. Turchia, Ungheria, Unione sudafricana.
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