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Anno 118 - N.14
3 aprile 1981 - L. 300
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dette valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
A PROPOSITO DI UN PROBLEMA CHE DIVENTA SEMPRE PIU’ PREOCCUPANTE
% punti
di vista
« Lo conosco personalmente.
La battaglia che ha fatto e continua a fare non è stata certamente condotta per protagonismo ma per una sincera vocazione antifascista e democratica ». Parla Paolo Sbaffl, pastore metodista a Bologna che fin
dall’inizio ha seguito, con attenzione, la dranunatica vicenda
del prof. Galli. Per più di un
anno Galli ha digiunato, ingerendo solo liquidi, affinché decadesse l’assurda formalità che prevede il giuramento degli insegnanti. Giunge ora notizia che
la Commissione Istruzione del
Senato ha approvato definitivamente (nonostante il tentativo
DC di rinviare le cose) l’apposita legge che non prevede più,
per insegnanti e personale non
docente, l’obbligo del giuramento. La Camera si era già espressa affermativamente il 6 novembre scorso. Il testo di legge approvato dal Parlamento, che diventa esecutivo con la sua prossima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, contiene la propósta
presentata da deputati comunisti e radicali. Galli ha dunque
vinto la sua battaglia? « Certamente Galli è soddisfatto del
risultato raggiunto — prosegue
Sbaffi — ma il suo digiuno, anche se in forma meno radicale,
continua perché il suo obiettivo
finale è l’abolizione di tutte le
leggi fasciste ».
Attualmente ricoverato all’Ospedale Maggiore di Bologna Galli ha il fisico duramente provato
e non sono poche le persone a
ritenere che la protesta pòssa
volgere in tragedia.
Era ora, si capisce, che un
antico residuo feudale, ripreso
e rivalorizzato dalla mistica fascista decadesse nella Repubblica nata dalla Resistenza. Ma era
il caso di giungere a tanto affinché questo obiettivo si realizzasse concretamente?
Non esiste, nell’Italia di oggi,
un prezzo,, minore del sacrificio
personale per cambiare realmente le cose? Una battaglia lunga,
troppo lunga, quella di Galli!
A dare lo spintone decisivo al
buon esito della battaglia concorsero certamente, a suo tempo, le dichiarazioni del Presidente Pertini quando comunicò
al Galli il suo appoggio. Da allora
però è passato quasi un anno
prima della concreta attuazione
del decadimento in sede parlamentare. C’é da chiedersi quanto tempo ci vorrà prima che
l’ordinamento legislativo italiano
venga definitivamente ripulito
dai rimasugli fascisti. Se per
abolire una questione rituale come quella del giuramento degli
insegnanti ci sono voluti anni,
insieme al sacrificio enorme di
un uomo, quanto tempo ci vorrà prima di eliminare tutto il
resto che ancora condiziona la
vita degli italiani?
Non siamo forse di fronte alla cattiva coscienza di una società che tollera scandali, corruzioni e clientele ma non fa
nulla per eliminare il retaggio
che frena l’evolversi democratico del Paese? Da questo punto
di vista la battaglia di Galli e
dei sinceri democratici continua.
Deve continuare. Non vorremmo però che chi ha .suonato con
tanta energia il campanello d’allarme continuasse a pagare così
duramente un prezzo che dev’essere invece condiviso da molti,
se è vero che vogliamo vìvere
nel rispetto della Costituzione.
Giuseppe Platone
Lavoro e vita: ambiti opposti?
Sobrietà e austerità devono servire per la critica dell’attuale sistema, ma anche per la costruzione di un sistema in cui siano possibili rapporti umani di uguaglianza e solidarietà
I giornali hanno recentemente
riportato le statistiche sull’aumento della disoccupazione in
Europa. Nell’Europa « dei dieci »,
nel mercato comune, i disoccupati sono più di 8 milioni con
tendenza all’aumento. In molti
paesi o regioni i disoccupati sono
già più del 10% della popolazione, in età da lavoro. In Italia il
tasso ufficiale di disoccupazione
è del 7,8%, ma nelle regioni meridionali arriva fino al 15%. Una
situazione dunque drammatica.
Questa orisi dell’occupazione si
manifesta soprattutto nella grande industria (basti pensare ai licenziamenti in corso neU’industria automobilistica, nella siderurgia, nell'elettroniGa e nella
chimica), mentre la piccola e media industria è sostanzialmente
stabile.
L’unico aumento — relativo —
deH’occupazione si registra nel
settore terziario, ma c’è da chiedersi chi pagherà i costi di questa espansione, se perdura la crisi del settore industriale.
L’atteggiamento
verso il lavoro
In questa situazione è però mutato l’atteggiamento verso il lavoro: da una parte c’è chi ricerca un lavoro stabile, un lavoro
« garantito », e sono i più, ma si
sta manifestando tra alcuni giovani e donne, una ricerca ad un
lavoro saltuario, a tempo parziale, finalizzato a ottenere soldi per
obiettivi precisi che generalmente si situano nella sfera del tempo libero. C’è chi analizzando
questi atteggiamenti parla di
contrapposizione di tempo di lavoro e tempo di vita nel senso di
individuare nel lavoro una situazione oppressiva cui si contrapporrebbe una situazione di
libera espressione, di « realizzazione » dell’individuo nel tempo
libero, nel tempo di vita appunto.
Se queste tendenze alla ricerca di una realizzazione nel tempo libero possono svilupparsi,
ciò è dovuto al fatto che nelle
nostre società occidentali il lavoro sul piano puramente economico non è niù determinante
per le strette necessità della sopravvivenza.
Infatti con i sussidi del sistema di sicurezza sociale ed anche
attraverso una distribuzione del
reddito tra i diversi membri della famiglia, è possibile oggi risolvere i problemi della sussistenza.
Si manifesta così una tendenza a non considerare il lavoro come significativo per l’identità sociale dell’individuo. Con lo sviluppo dei mass-media, la scolarizzazione di massa, diminuisce l’importanza che il lavoro ha nel for
mare la coscienza degli individui
e della società nel suo insieme.
L’essere operaio, impiegato, insegnante, o disoccupato determina sempre meno il modo di pensare, l’etica sociale degli individui.
Ma la critica al lavoro, spesso
noioso e ripetitivo offerto dalla
società occidentale, diventa un
fatto individuale. E anche individuale, o al massimo di « piccolo gruppo », è la critica al lavoro organizzato della nostra società e si manifesta nella ricerca
di un lavoro diverso fatto magari di produzioni « alternative »
in piccola entità dove, attraverso
la cooperazione nel produrre, si
confeziona un prodotto con un
gusto estetico che permetta di
uscire dalle « regole del mercato ». Nascono così i laboratori artigiani o le piccole cooperative di
produzione che paradossalmente
trovano un mercato proprio nella cultura espressa dalla critica
a questa società consumistica.
Ma nonostante queste tendenze la gente in maggioranza continua a lavorare secondo vecchi
schemi organizzativi e il lavoro
che facciamo o non facciamo, rimane determinante per la qualità della nostra vita; gli indici
statistici delle malattie renali,
cardiache, polmonari dimostrano
chiaramente che sono gli operai
LA RISURREZIONE, CHIAVE DI VOLTA DELLA FEDE CRISTIANA - 1
Per una fede non inutile
Il tema delle meditazioni nel periodo che precede Pasqua
— sul nostro giornale come neUe nostre chiese — è la sofferenza e la morte di Gesù. È giusto; ma in questo modo rischiamo di meditare sulla risurrezione solo a Pasqua; una
volta, e poi se ne riparla l’anno prossimo. Per questo abbiamo pensato di dedicare alla risurrezione un ciclo di meditazioni centrato sul capitolo del Nuovo Testamento che più di
ogni altro ne parla: 1" Corinzi 15.
I Corinzi 15: 12-20
Sarebbe interessante fare un
sondaggio sulla persuasione che
una parte di noi, l’anima, sopravvive dopo la morte. Sono sicuro
che questa convinzione riscuoterebbe tuttora larghi consensi nei
settori più diversi: tra i teisti —
quelli che credono nel Grande
Architetto che ha messo in moto
l'Universo, senza peraltro intervenirvi più; tra gli adepti di quelli che in America sono chiamati
i cuits, le religioni più o meno
orientali, più o meno occultiste,
eredi del dualismo antico tra materia che si distrugge e spirito
che si vuole immortale... E i cristiani? Quanto profondamente è
entrata nella cultura e nella spiritualità popolare la per.suasione
che « è evidente che l’anima, non
potendo perire né per un suo proprio male né per un male esterno ed esistendo dunque sempre,
è immortale »! C’è .solo il particolare, non proprio secondario,
che questa affermazione non è
scritta in qualche lettera di Paolo ma nella Repubblica di Platone.
Forse a Corinto c’erano dei cristiani che, da buoni greci, preferivano questa idea molto familiare alla strana dottrina della
risurrezione. Polemizzando con
loro, con la consueta spigolo
sità, Paolo mostra a cosa porti
sostituire la speranza della risurrezione dei morti con qualche
idea magari più verosimile o accettabile, come per esempio l’immortalità dell’anima: porta alla
totale inutilità della fede cristiana.
Se non c’è risurrezione dai
morti, non c’è neppure risurrezione di Cristo. Le due cose, afferma Paolo, sono assolutamente inseparabili. Ma se Cristo non
è il « primogenito dai morti »
(Col. 1: 18), la «primizia di quelli che dormono» (I Cor. il5; 20),
colui che ci ha aperto una via
«attraverso i cieli» (Ebr. 4: 14),
che senso ha la sua vicenda per
noi? Che causa è mai quella che
non produce alcun effetto? Che
vittoria è quella che abbandona
ciascuno di noi nella sconfitta
della morte?
Ma appunto, se Cristo non è
risorto, prosegue Paolo, è tutto
inutile: la mia predicazione, la
vostra fede, la persuasione di essere liberati dal peccato, la vita
e la fede di coloro che sono vissuti prima di noi; tutto è una
gigantesca bolla di sapone, anzi
una colossale menzogna, il più
fantastico imbroglio mai esistito...
Ma: e se ci piacesse « giocare
alla fede » senza preoccuparci
troppo del suo contenuto, anche
se dovesse risultare vana e inutile? Se avessimo in questo il nostro appagamento, il nostro « realizzarci »?
Tasto delicato. E’ in corso sul
nostro giornale un dibattito sul
« realizzarsi », se sia evangelico
o meno. Forse non è del tutto
giusto contrapporre la « rinuncia » al « realizzarsi », giovani
che vogliono solo realizzarsi a
meno giovani che hanno rinunciato a realizzarsi. Ma forse è altrettanto parziale affermare che
chi ha scelto una via in realtà
più che rinunciare ad altre vie
si è realizzato in quella particolare via, altrimenti non l’avrebbe
scelta. Vero, ma credo sia necessario ricordare che nel rispondere alla vocazione dell’Evangelo
c'è sempre un prezzo da pagare
(a meno che non si conosca solo
la « grazia a buon mercato » di
cui parlava Bonhoeffer) che spesso non è né facile né immediatamente « realizzante » pagare.
Penso a figure bibliche come
Geremia, che aveva l’impressione di essersi lasciato sedurre e
malediceva il giorno in cui era
nato (Ger. 20: 7, 14); a Paolo, alle
sue afflizioni, necessità, angustie,
battiture, prigionie, sommosse,
fatiche, veglie, digiuni (Il Cor.
6: 4-5); ai Filippesi che con Paolo combattevano la battaglia dell’Evangelo, ai quali Paolo diceva che a loro era dato non soltanto di credere in Cristo ma
anche di soffrire per lui (Filippesi 1: 29).
Penso — più vicino al nostro
Franco Giampiccoli
(continua a^pag. 10)
i più colpiti da questi tipi di malattie.
Le alternative
In questo contesto è chiaro che
l’alternativa al lavoro organizzato della nostra società consumistica non può essere visto
nella soluzione individuale ma va
visto nella necessità economica e
morale di conquistare il lavoro
per tutti e di cambiare il modo
di organizzare questo lavoro.
Questo processo non sarà certamente breve, ma coinvolgerà la
nostra e le future generazioni.
Riflessione cristiana
I credenti che riflettono su questi temi non possono accontentarsi del modo tradizionale di affrontare la questione che vede, il
problema del lavoro nel quadro
di una riflessione centrata sull’etica individuale («fai bene il
tuo lavoro ») e sulla solidarietà
(«contribuisci al bene comue »)
perché questo tipo di riflessioni
rischia di essere irrilevante nel
dibattito e nella ricerca in corso.
Occorre proseguire (o iniziare)
la riflessione teologica e politica
sulla natura del lavoro oggi ed
essere capaci di proporre una riflessione e una predicazione dell’agàpe nella lotta per la conquista e il cambiamento del lavoro
oggi. Una riflessione centrata sul
tema concreto del lavoro come
rapporto con gli altri uomini, in
cui la tematica cristiana della
sobrietà e dell’austerità della vita diventi criterio di valutazione
del lavoro e dello sviluppo economico. Sobrietà ed austerità che ci
servono per la critica all’attuale
sistema ma anche per la costruzione di un sistema economico
diverso in cui il lavoro sia sì
necessario per la vita organizzata, ma in cui sia anche possibile
avere rapporti umani basati sull’eguaglianza e la solidarietà. In
questo senso la nostra predicazione e l’annuncio dell’agàpe devono riguardare l’uomo. Non un
uomo qualunque, ma l’uomo in
quanto lavoratore.
Giorgio Gardiol
SOMMARIO
□ Ricordo di Gustavo
Ribet, p. 2
□ Il Sinodo valdese
sessione rioplatense, p. 3
□ Campania: la terra
del terremoto è anche evangelica,
pp. 4-5
Q Cronaca delle Valli,
pp. 6-9
□ Napoli e Portici: la
sete di una democrazia dal basso,
p. 10.
2
3 aprile 1981
UNA VITA INQUADRATA DALLA FEDE
Ricordo di Gustavo Ribet
Martedì 24 c.m. nella Chiesa
di San Germano, gremita di pubblico, hanno avuto luogo le esequie di Gustavo Ribet; il pastore
locale. Conte, ha presieduto il
culto; il Moderatore Bouchard
ha ricordato la figura dello scomparso.
Gustavo Ribet, figlio del maggiore Giovanni Ribet, caduto
nella prima guerra mondiale e
decorato di medaglia d’oro alla
memoria, era nato a San Giovanni nel 1912; aveva compiuto
i suoi studi al Collegio di Torre
Penice e poi, seguendo le orme
paterne, era entrato nella carriera militare. Più tardi, come
ufficiale di artiglieria era stato
incaricato di dirigere corsi alla
Scuola Superiore di quell’Arma.
Aveva partecipato alla guerra
d’Africa, guadagnandosi la medaglia d’argento al valor militare, altre decorazioni doveva
raccogliere durante la seconda
guerra mondiale.
Avendo rifiutato di servire nella Repubblica di Salò era stato
imprigionato e poi deportato in
Germania. Riuscito a rientrare
in Italia aveva partecipato attivamente alla lotta della Resistenza diventando capo delle formazioni « Giustizia e Libertà » e
tecnico militare di Parri.
Lasciato l’esercito col grado di
Tenente Colonnello, entrò nel ramo commerciale ed industriale
assumendo posti di responsabilità in Ditte di importanza intemazionale.
Nel 1952 fu chiamato a far
parte della Tavola Valdese portandovi un notevole contributo
tecnico e di fede. Fu riconfermato a quel posto per alcuni an
Gustavo Ribet con la moglie
il giorno del matrimonio della
figlia.
ni finché le sue responsabilità
industriali glie lo permisero;
continuò ad essere impegnato
nelle sue attività ecclesiastiche
nel limite delle sue possibilità:
appena raggiunta l’età del pensionamento rinunciò, sia pure
con notevole sacrificio economico, ai suoi incarichi industriali
per accettare il posto di consulente amministrativo della Tavo
la, posto che, sotto varie forme,
aveva conservato fino ad oggi.
Dopo aver partecipato alle
prime sedute come membro della Tavola ad un collega che gli
chiedeva le sue impressioni sulla nuova responsabilità ecclesiastica si era limitato a rispondedere: « Come sarebbe contenta
mia madre se sapesse di questo
mio nuovo incarico ». Qualcuno
mi diceva che il padre di Gustavo, ufficiale a Potenza era diventato il centro di quella piccola
comunità metodista e il grande
collaboratore del pastore; Gustavo Ribet ci appare quindi come la tipica espressione di una
solida famiglia Valdese che ha
trovato nella sua fede la sua
ragion d’essere. La sua vita impegnata fino all’ultimo nelle attività ecclesiastiche è chiaro segno della sua fede, è la luce che
lo ha accompagnato fino all’ultimo momento della sua vita terrena.
Una cosa mi ha colpito in lui,
nella lotta partigiana egli ha avuto un posto di importanza nazionale; ha vissuto in intimo contatto colle personalità più eminenti della vita nazionale di
quel tempo sia a Torino che a
Milano. Compiuto allora il suo
dovere è rientrato nell’ombra,
non ha sfruttato la sua posizione e le sue possibilità, pago solo di avere compiuto il suo
compito, conscio solo di avere
testimoniato anche così la sua
fede di credente.
E questa testimonianza di vita
inquadrata dalla fede è il messaggio che ci viene da lui e che
noi raccogliamo sulla sua tomba.
Alberto Ribet
DALLE CHIESE
Savona: impegno
parlamentari per l’Intesa
Nel quadro della « settimana
della libertà » si è svolto a Savona, venerdì 20 febbraio, nei locali della comunità, un incontro introdotto da Franco Becchino sul
tema: « Libertà dello Stato e libertà delle Chiese », annunciato con i consueti manifesti e volantini. Sono stati invitati in
modo particolare i rappresentanti dei partiti politici ed i parlamentari eletti nella circoscrizione savonese.
Dopo la stimolante introduzione, che ha richiamato alla memoria dei presenti la storia recente dei rapporti Stato-Chiese,
Franco Becchino ha illustrato il
progetto di Intesa, che è stato accolto dai numerosi presenti con
favore ed interesse quale alternativa costituzionale ad un concordato che, anche se in via di revisione, rimane, in quanto tale, caratterizzato da imposizioni e restrizioni lesive della libertà non
solo dei singoli cittadini e credenti, ma anche di coloro che lo
sottoscrivono.
Si sono quindi succeduti interventi interessanti da parte di
alcuni presenti e, seguendo
l’esempio del comune di Torino,
è stato chiesto ai rappresentanti
comunali l’impegno alla formulazione di un ordine del giorno di
appoggio del Consiglio Comunale. Erano presenti tutti i partiti
politici dell’arco costituzionale
ad eccezione della DC peraltro
invitata, e i loro rappresentanti
si sono dichiarati disposti ad appoggiare l’iniziativa in Consiglio.
In questo senso ha dichiarato il
suo appoggio anche il senatore
Giovanni Urbani, per il momento
in cui il Parlamento sarà chiamato a tradurre in legge l’Intesa.
Il deputato Aldo Pastore, assente per impegni parlamentari, ha
inviato alla comunità una lunga
lettera con i punti dcH’intervcnto
che avrebbe desiderato esporre,
in cui tra l’altro è detto: « noi
comunisti auguriamo al Paese
che il Concordato tra Stato e
Chiesa Cattolica (che dovrà es.sere siglato presto tra le due parti)
sia ispirato agli stessi principi di
fondo che hanno consentito il
raggiungimento dell’accordo con
le Chiese Valdesi e Metodiste.
Crediamo che tali cardini di intesa, fondati sul reciproco e mutuo rispetto, su una concezione
autonoma del potere spirituale
rispetto al potere temporale, possano essere alla base anche del
Concordato tra Stato e Chiesa
Cattolica ».
Una serata valida, che ha avuto ripercussioni in città e che ha
raggiunto quindi lo scopo per il
quale la comunità ha lavorato
con impegno e per il quale era
stata con cura preparata.
L’Intesa potrà essere il nostro
modo di presentarci al Paese.
Non perdiamo quindi questa occasione e soprattutto, memori
del 1848, non crediamo che, giunti alla firma, la nostra battaglia
sia finita, ma usiamo questo strumento per proseguire l’opera iniziata.
Tre dibattiti
ALTA IRPINIA - Attenzione, solidarietà, simpatia, e una discreta partecipazione di popolazione,
hanno incontrato alcuni dibattiti sull’Intesa nei paesi dell’alta
Irpinia in cui operano chiese metodiste.
A Venosa la manifestazione è
stata preceduta da una preparazione capillare nella comunità
con l’intento di sensibilizzare la
comunità, oltre che la cittadinanza, evitando l’intervento dell’esperto dall’esterno che non
consente una vera crescita della
consapevolezza del problema. Il
risultato si è potuto riscontrare
anche nei numerosi e validi interventi che si sono registrati
nella risposta attiva della comunità e nei numerosi interventi
nel corso del dibattito pubblico
da parte delle rappresentanze
del PCI, PSI, PLI.
Lo stesso schema è stato seguito a Rapolla dove, nonostante l’esiguità del gruppo evangelico, molto è stato fatto per la riuscita del dibattito. Oltre a forze politiche locali, è intervenuto
il parroco Don Pappino Pensore
il quale in un suo intervento ha
riconosciuto che l’Intesa valdese-metodista costituisce una predicazione profetica per la Chiesa cattolica e per lo Stato ita
Per l’Intesa
Interpellanza
al Governo
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio^
dei ntinistri, per conoscere — data
l'inerzia governativa in relazione alia
ratifica delle intese tra io Stato e
ie confessioni religiose Valdese,
Metodista e Israelita, e data anche l’assenza di ogni giustificazione
al fatto che il succedersi dei Governi Andreotti, Cossiga e Forlani,
nonostante le rispettive dichiarazioni programmatiche, non ha portato fin qui ad onorare gli impegni
assunti, mentre le interpellanze
parlamentari continuano a giacere
inevase — quale scadenza sia In
grado di fissare II Governo per la
firma delle intese già definite e
per la cancellazione di norme scritte che, anche se non più usate,
formalmente discriminano i « coiti ammessi » secondo una logica
anticostituzionale.
« Codrignani, Ingrao, Spagnoli,
Onorato, Mannuzzu, Cecchi »
(interpellanza comunista presentata il 20.2.’81).
zione del 1929-1930 sui "culti ammessi", limitativa della libertà reiigiosa;
Memore che nella Città di Savona
vive ed opera da 106 anni una
Chiesa Metodista, pienamente inserita neiia vita cittadina con il
suo specifico apporto di pensiero e
di azione;
Auspica che ii Governo della Repubblica porti a sollecito compimento, secondo gli impegoli assunti
al momento della sua presentazione ai Parlamento, l'intesa tra lo
Stato e le Chiese Evangeliche Vaidesi e Metodiste, dando così attuazione al dettato costituzionale».
(Ordine del giorno approvato
all'unanimità).
Collegno
Savona
« Il Consiglio Comunale di Savona,
rilevato che l’art. 8 della Costituzione risulta ancora inattuato per
quel che concerne le intese tra lo
Stato e le confessioni religiose
diverse dalla cattolica, previste dal
3° comma, e cioè a ben 33 anni
di distanza daila sua entrata in vigore;
Rilevato che il protocollo di intesa fra lo Stato e le Chiese Evangeliche, Valdesi e Metodiste, con-,,
eluso il 4 febbraio 1978, attende da
tre anni la sua presentazione in Parlamento da parte del Governo della
Repubblica per la sua trasformazicne in Legge dello stato;
Considerato che le Chiese predette restano, in attesa della trasformazione della intesa in legge dello
stato, tutt'oggi soggette alla legisla
II Consiglio Comunale di Collegno in riferimento al progetto di
intese tra le Chiese Evangeliche
Valdesi 'e Metodiste, progetto già
definito il 7 febbraio 1978 in attuazione dell'art. 8 della Costituzione
ribadisce che il predetto articolo 8 della Costituzione assicura
uguale libertà a tutte le confessioni religiose. Mentre restano ancora in vigore le leggi fasciste del
1929-30 discriminatorie e repressive verso le comunità religiose non
cattoliche.
Valuta che l'affermazione della
democrazia e deiia libertà sia obiettivo fondamentale della società civile soprattutto nell’approvazione di
leggi che non costituiscono peso
economico per la società, né privilegi per qualche categoria, ma sono segni tangibili di giustizia e dignità umana.
Invita la Giunta Comunale a far
pervenire al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Presidente della Camera e
ai Presidente dei Senato la sollecitazione della firma dei progetto
dì intese.
(Di questo ordine del giorno presentato dal gruppo PRI e votato dai
gruppi PRI, PLI, PSDI, PSI, PCI è
stato fatto un manifesto murale per
l’affissione nel Comune).
liano chiamati a rivedere i loro
reciproci rapporti.
Nei due incontri ha parlato, oltre al pastore Franco Carri,
Antonio Ruggiero, indipendente
di sinistra e « laico » convinto.
A Ruvo del Monte, dove opera
una équipe della Federazione, si
è parlato per diversi giorni del
problema con la gente che frequenta il campo base della
FCEI. Vi è stato quindi interesse
e partecipazione per il dibattito
organizzato dalla vicina comunità di Rapolla. Presente il parroco del luogo e folta rappresentanza dell’amministrazione
comunale, si è avvertita tra il
pubblico intervenuto la convinzione che « ricostruire » a Ruvo
del Monte come in altri paesi
colpiti dal sisma comporta anche creare spazi e luoghi di incontro e di dibattito che diano
la possibilità di una crescita comunitaria.
Trino Vercellese
VERCELLI — Venerdì 13 marzo la comunità di Vercelli ha
avuto il suo primo contatto con
una cittadina della provincia organizzando nella sala della biblioteca civica di Trino Vercellese un dibattito sul tema « Libertà religiosa e Costituzione ».
Il moderatore sig. Ugo Fabricino, direttore della biblioteca
civica di Trino, ha tracciato un
quadro storico dei rapporti fra
Stato italiano e Chiesa dalla legge delle Guarentigie, ai Patti lateranensi, all’art, 7 della nostra
Costituzione.
Il pastore della nostra comunità, Renato Di Lorenzo, dopo
aver fatto presente l’inadempienza a tutt’oggi dell’art. 8 della Costituzione, ha illustrato i
punti principali dell’intesa fra
chiesa valdo-metodista e Repubblica italiana.
Padre Mauro Moco, domenicano, ha dichiarato che, dopo
quanto detto dai precedenti oratori, comprende ed approva le
nostre richieste e, non potendo
aiutarci in altro modo, pregherà
Dio affinché possiamo ottenere
le libertà che richiediamo. Ha
aggiunto che sono venuti alla
luce alcuni interrogativi che certamente faranno riflettere loro
cattolici, per una sempre miglior
ricerca della verità.
Sono seguiti numerosi interventi del pubblico.
Il nostro principale intendimento era quello di « seminare » ; auguriamoci che anche un
solo « granello » sia caduto su
un terreno fertile.
Invito a scuola
OMEGNA — In seguito ad alcuni contatti nati da una nostra
conferenza cittadina su « Le Intese», il nostro pastore è stato
invitato in una Scuola Media
Professionale di Gozzano (No),
per parlare della Riforma del
sedicesimo secolo. Circa 60 giovani con 3 o 4 professori ha seguito l’esposizione del pastore
centrata inizialmente sulla figura
di Lutero. Poi, scaldatosi l’ambiente, sono fioccate le domande
sulle differenze tra Chiese evangeliche e Chiesa cattolico-romana, l’impegno ’politico’ dei credenti oggi, Intese, matrimonio e
divorzio, aborto, ecc. Il pastore
ha individuato l’origine della diversità tra chiese nate dalla Riforma e cattolicesimo nel diverso rapporto che questi hanno
con la Parola vivente di Dio: le
« differenze » sono i frutti che
nascono da alberi che si alimentano su terreni diversi.
La conversazione è durata due
ore senza mai registrare segni
di stanchezza. Alla fine studenti
e professori hanno manifestato
al pastore la loro gratitudine ed
il loro consenso, anche perché
egli ha suggerito l’idea della prossima gita scolastica : i luoghi
storici delle Valli Valdesi! Uno
dei docenti ha invitato il pastore a parlare ancora in una sede
ACLI della zona. Dobbiamo anche notare che i legami con gli
insegnanti che hanno voluto questa presenza evangelica nella loro Scuola, si sono felicemente
rinforzati. «Soli Deo gloriai».
grande pazienza è salito alla casa
del Padre.
Il pastore Enrico Trobia che
nell’ora della prova gli è stato
assiduamente vicino assistendolo anche nelle ore notturne, ha
presieduto i funerali alla presenza di un numeroso pubblico prevalentemente cattolico (si calcola fossero presenti non meno di
5 mila persone) che solo in parte ha trovato "posto in chiesa.
Presenti alla manifestazione di
cordoglio erano anche rappresentate tutte le autorità del Comune e della Provincia avendo il
dott. Mingardi svolto anche le
funzioni di medico legale ed in
precedenza di Assessore alla Sanità e di vice sindaco.
La partecipazione popolare ai
funerali si attribuisce all’impegno morale, civile e sociale oltre che professionale del defunto che aveva dato prova in ogni
tempo di intensa e vissuta partecipazione alle sofferenze altrui
( particolarmente nei confronti
degli strati più umili della popolazione) ispirata ai principi della solidarietà umana e cristiana.
Il testo della predicazione è
stato tratto da Giovanni 11: 25:
« Io sono la Risurrezione e la
vita» per venire incontro al desiderio della mamma Signora
Cecilia, vedova del pastore Arturo Mingardi ebe all’età di 84 anni
ha dato prova di non comune
forza morale e di incrollabile
fede nel Signore Risorto.
11 pastore Pietro Valdo Panasela, che era accorso da Palermo
per assistere i familiari in lutto
ha annunziato anch’egli la parola della vita ai numerosi presenti, rievocando i tratti più salienti della vita dell’uomo e del medico.
Prima dello scioglimento del
corteo funebre il V. Sindaco di
Vittoria ha rievocato nella piazza principale della città le battaglie civili, assistenziali e politiche (era militante socialista) di
Benedetto Mingardi.
Benedetto Mingardi Nuovo telefono
VITTORIA — Giovedì 5 marzo il dott. Benedetto Mingardi,
figlio del pastore Arturo, dopo
molte sofferenze sopportate con
II nuovo numero telefonico della Foresteria valdese di Venezia, direttore
Riccardo Bensì, è il seguente: 041/
86.797.
3
3 aprile 1981
SI E’ TENUTO A FRAY BENTOS IL SINODO VALDESE RIOPLATENSE
Un sinodo ospitato da
una chiesa di 64 membri
La 17" assemblea sinodale valdese rioplatense ha avuto alcune caratteristiche speciali. Celebrata tra il 15 e il 19 febbraio
in Uruguay, per la prima volta
si è realizzata in una chiesa situata al nord del fiume Negro.
Questo fiume divide il paese in
due zone ben distinte e la maggioranza del popolo valdese si
trova nella parte sud, collaborando senza volerlo e senza proporselo a questo stato di cose che
mantiene un Uruguay del nord
e un altro, più sviluppato e più
ricco, del sud. Per questo pensiamo che non sia casuale che
le comunità valdesi più forti e
che impongono un determinato
pensiero a tutta la marcia della
chiesa — non sempre la più felice — si trovino nella parte sud,
sull’asse Colonia-Mbntevideo.
Per la chiesa di Fray Bentos,
ospitante in questa occasione, è
stata una grande sfida la realizzazione del Sinodo, compito che
ha saputo affrontare gagliardamente e che le ha dato gran lustro. Fray Bentos è una piccola
comunità, di 64 membri comunicanti, tutti mobilitati per l’oocasione. Senza volerlo, hanno
aperto la strada perché altre
piccole chiese s’incoraggino a
realizzare un simile avvenimento.
I lavori
I lavori sinodali si sono svolti
in un ambiente fraterno e con
spirito di collaborazione. Questa
volta è mancato un tema suscettibile di provocare frizione o
scontro tra i partecipanti (le discussioni per i problemi finanziari non si prendono in considerazione!), cosa che è andata
a beneficio di un migliore lavoro
collettivo.
Dopo la relazione della Commissione d’Esame, il Sinodo si è
diviso in commissioni di lavoro
per permettere così un maggior
dialogo tra tutti i partecipanti.
Le commissioni si spartiscono
le relazioni della Tavola, dei Presbiteri, delle Commissioni Sinodali e delle finanze, elaborando
ognuna un rapporto che deve essere approvato in una nuova riunione plenaria finale. Questo tipo di lavoro ha permesso una
crescente partecipazione dei deputati in tutte le questioni dibattute.
Naturalmente ci sono stati alcuni temi rilevanti che hanno
attirato l’attenzione del Sinodo.
Tra questi riportiamo i seguenti;
Stampa periodica
Sono quasi dieci anni che la
nostra chiesa non ha un mezzo
d’informazione di carattere generale a causa della chiusura del
« Mensajero Vaidense » da parte
delle autorità uruguayane. La
prudenza prima e poi la possibilità che il governo revocasse la
misura, hanno fatto sii che nessun Sinodo prendesse qualche
misura per pubblicare un nuovo periodico. D’altro lato, nel
echi dal mondo cristiano!
a cura di ANTONIO ADAMO
Camerún:
verso l’unità
dei protestanti? '
(SOEPI) — I rappresentanti
delle Chiese protestanti del Camerún hanno ripreso in considerazione il problema della loro
unità, così come era stato sollevato dalla sessione di Bamenda nel febbraio del 1980. Questo
è quanto ha rivelato il pastore
Kotto, presidente della Federazione delle Chiese e delle Missioni evangeliche del Camerún
(FEMEC). Il problema dell’unità
non è stato affrontato senza difficoltà: diversi responsabili ecclesiastici hanno espresso delle
perplessità. Il pastore Kotto però è abbastanza ottimista e pensa che si tratti di obiezioni di ordine personale e non teologico.
RDT: 1® conferenza
di studenti cristiani
(epd) — Per la prima volta
la Federazione mondiale degli
studenti cristiani ha organizzato
nella Repubblica Democratica
Tedesca un convegno teologico.
« Il discorso su Dio » è stato il
tema dell’incontro al quale hanno preso parte una cinquantina
di rappresentanti di quattordici
organizzazioni studentesche dell’Europa dell’Est e dell’Ovest.
Secondo gli studenti il problema
dell’ateismo si pone sia all’Est
che all’Ovest; i buoni rapporti
tra Stato e Chiesa non sono cioè
segno di una fede più viva.
Polonia: protestanti
criticano i cattolici
(BIP/SNOP) — Il Segretario
del Consiglio ecumenico di Polonia, Andrezj Wojtowiez, di
Varsavia, accusa la Chiesa cattolica di portare avanti, da 30
anni a questa parte, una politica volta ad impadronirsi dei
templi protestanti negli ex-territori della Germania Est.
In un articolo pubblicato su
« Lutherishen Monatshefte » egli
afferma inoltre che, dopo la vi^_^sita di Giovanni Paolo II in Po¡T Ionia, la Chiesa cattolica romana
si comporta in modo estremamente « arrogante ». Siccome il
governo vuole avere buoni rapporti con la Chiesa cattolica, i
cattolici si sentono « doppiamente sicuri » dice ancora Andrezj
Wojtowiez.
Il Segretario del Consiglio ecumenico, che è luterano, ha anche accusato la Chiesa cattolica
romana di strumentalizzare il
dialogo ecumenico come alibi ecumenico. Esiste — ha sottolineato — una tendenza innegabile
verso « un nuovo messianismo
cattolico polacco ».
Dopo la Chiesa ortodossa russa
(500.000 fedeli), la Chiesa luterana (90.000 membri) è la seconda Chiesa non cattolica di Polonia.
« Civiltà cattolica »:
no alla pena di morte
(BIP/SNOP - KIPA) — La pe
na di morte non è compatibile
coi principi del cristianesimo.
Tale opinione viene difesa dalla
rivista dei gesuiti: « La Civiltà
Cattolica », in un articolo di recente pubblicazione. La pena di
morte, sottolinea la rivista, è
una soluzione inadeguata che non
può ristabilire l’ordine violato.
Perciò la Chiesa cattolica ha adottato una posizione chiara rispetto ai neo-fascisti italiani che
auspicano il ritorno alla pena di
morte.
La società non dovrebbe accettare di proteggersi con la pratica della pena di morte. Questa
infatti viola « il diritto alla vita
che ogni uomo possiede, anche
colui che è stato condannato. Conia pena di morte lo Stato « supe-’
ra i propri diritti ». Ciò che è
nocivo alla società non è la persona del delinquente ma il suo
atto delittuoso. Anche nella lotta contro il terrorismo, si può
considerare la pena di morte come inefficace in quanto, per i
terroristi, la morte è un elemento che rientra nel calcolo della
loro milizia rivoluzionaria.
decreto di chiusura si trova la
esplicita proibizione di pubblicare un qualsiasi sostituto. Comunque sia, il passare del tempo rende sempre più urgente la
necessità di contare su un mezzo di stampa. Attualmente si
pubblica una « Circolare della
Tavola » i cui obiettivi sono molto limitati, anche se i suoi servizi sono molto apprezzabili. Per
questa ragione si è arrivati alla
convinzione che il cammino più
indicato è quello dei rapporti
ecumenici. A tal fine si è approvato un atto grazie al quale si
avvieranno conversazioni con
chiese sorelle (Chiesa Metodista,
Chiesa Riformata Argentina) in
vista di ottenere la produzione
di un mezzo comune di stampa
pubblicato in Argentina. Non c’è
dubbio che questa misura, da
concretarsi, sarà molto utile per
tutti i corpi ecclesiastici coinvolti.
Tre nuovi operai
La Chiesa Valdese ha 18 pastori, due di questi sono italiani. Questo numero fa si che l’ingresso di tre nuovi operai sia un
dato rilevante. A rigore i tre sono « candidati », secondo l’ordinamento valdese, però la loro
designazione per diversi campi
di lavoro è altamente auspicabile. L’atto sinodale che ha salutato il loro ingresso recita come
segue :
« Il Sinodo esprime la sua
gioia per la fine degli studi
dei giovani Ariel Charbonnier,
Dario Michelin Salomon e
Néstor E. Rostan, e s’impegna, ricevendoli nelle sue comunità, ad accompagnarli e a
dare tutto il suo appoggio perché la vocazione alla quale
sono stati chiamati, arricchita dalla preparazione teologica, possa esprimersi in compiti concreti ».
E’ importante far notare che i
nominati hanno studiato all’ISEDET (l’Istituto teologico interdenominazionale di Buenos Ayres) e a loro si aggiunge Marcelo Dalmas, attualmente in Italia.
Il loro apporto produrrà un considerevole alleggerimento dell’attuale pesante sistema di carichi
pastorali.
Rapporto chiesa-stato
Un tema che di per sé sta facendo parlare molto ha trovato
eco anche nel Sinodo. Le chiese
argentine hanno presentato un
quadro di restrizioni e ostacoli
come non si aveva da molto tem
Rapporti chiesa-stato
Il Sinodo manifesta la sua preoccupazione per i rapporti Chiesa-Stato
nelia Repubblica Argentina.
Riconosce l’impatto del clericalismo in settori tradizionalmente separati dalla Costituzione, specialmente nel campo dell’educazione.
Riafferma che l'atteggiamento della Chiesa Evangelica Valdese è stata per secoli quella espressa nell'Art. 5 della sua Disciplina Generale che
dice: « La Chiesa, fondata sui principi deH'Evangelo, si regge da sé in
modo indipendente nell’osservanza della sua confessione di Fede e del
suo ordinamento, senza pretendere nessuna condizione di privilegio nell'ordine temporale, né acconsentire a ingerenze o restrizioni nel proprio
ordine da parte della società civile »; e che la sua è una posizione di
difesa e di lotta per la libertà religiosa e l’uguaglianza dei diritti delle
persone davanti alla legge.
Decide di:
__ promuovere lo studio dei rapporti Chiesa-Stato a livello di comunità
locali e di presbiteri;
__ creare una chiara coscienza nelle nostre comunità circa la competenza dello Stato come ente civile e non come promotore religioso;
— assumere un atteggiamento di vigilanza di fronte ai casi in cui i diritti e le libertà religiose siano vulnerati;
— essere solidale con le famiglie che soffrono in forma diretta le conseguenze di questa situazione, esortandole a dare una testimonianza ferma nella linea della fede evangelica;
— informare enti civili, chiese sorelle e organismi ecumenici che vegliano per il mantenimento della libertà religiosa in tutti I suoi aspetti e
implicazioni, nelle occasioni in cui questa sia conculcata;
— fare in modo di dare, insieme ad altre chiese, una testimonianza comune di difesa della libertà e dell’indipendenza evangeliche che stabilisca la chiara distinzione, competenza e limiti di ogni settore della
società civile, in una linea di totale rispetto per i diritti della coscienza di ogni persona.
po. Da un lato, correnti conservatrici della chiesa cattolica hanno soppresso ogni possibilità di
dialogo e di incontro ecumenico ;
dall’altro, il governo favorisce
pratiche religiose cattoliche in
luoghi in cui tradizionalmente
erano vietate in virtù di disposizioni costituzionali, specialmente
scuole, collegi e licei. A questo
dobbiamo aggiungere la crescente discriminazione contro i non
cattolici. E’ vero che in Argentina non esiste la separazione tra
la chiesa e lo stato, però lunghi
anni di convivenza sociale avevano affermato i diritti delle minoranze, come la libertà religiosa, di culto e di coscienza, che
sono stati compressi a favore di
un’ideologia clericale conservatrice. Contro questo ha reagito
salutarmente il nostro Sinodo
come possiamo vedere nel riquadro a parte.
Panorama ecumenico
Può sembrare strano, ma è
stato uno dei temi difficili del
Sinodo. Diverse ragioni, tra le
altre la difficile situazione economica che stanno attraversando molte istituzioni ecumeniche,
specialmente l’ISEDET, il Consiglio Unito di Educazione Cristiana e la Editrice La Aurora, hanno fatto sì che il Sinodo abbia
dovuto affrontare una seria riflessione sul contributo che la
nostra Chiesa deve dare nel campo ecumenico rioplatense. La
Commissione d’Esame è stata
duramente critica al riguardo,
arrivando a insinuare che ci stiamo nefando alla sfida ecumeni
ca attuale per favorire questioni interne meno importanti. Alla
fine, dopo lungo dibattito, il Sinodo ha deciso che si riveda tutta la nostra partecipazione al lavoro ecumenico generale; personale, finanze, ecc.
Dall’altro lato, sentiamo come
una sfida le possibilità di lavoro
unito con altre comunità riformate, cosa che finora abbiamo
disatteso ma dalla quale non possiamo evadere nel futuro. Questo è un compito indilazionabile.
Le autorità
La Tavola Valdese è stata costituita nella maniera seguente.
Moderatore; pastore Mario Bertinat; membri; Margy Roland,
Ariel Rostan e pastori Ricardo
Ribeiro e Hugo Malan.
Così è passato un altro Sinodo, questa volta tranquillo e sereno. Ora rimane tutto il cumulo di mandati e cose da fare durante l’anno. Confidiamo che il
Signore possa accompagnarci in
tutto il compito, che non è poco.
La Commissione d’Esame ha fatto notare al Sinodo il pericolo
di diventare, a causa del rinchiuderci nelle nostre piccole questioni interne e del dimenticarci della nostra responsabilità
ecumenica, una minoranza insignificante. Tuttavia rimane il ricordo e il richiamo delle parole
del moderatore italiano Giorgio
Bouchard che due anni fa ci
esortava a cercare di essere una
minoranza significativa. Abbiamo questo nuovo anno per scegliere ciò che vogliamo essere.
Carlos E. Núñez
IMPORTANTE INIZIATIVA DELL’ATTORE FRANCO GIACOBINI
Il Vangelo alla ribalta
Sulla scia delle esperienze fatte all’estero. Franco Giacobini
ha avviato anche da noi la lettura pubblica della Bibbia. In
due ore, con un brevissimo intervallo, ha presentato tutto il
Vangelo di Marco. La lettura è
stata fatta, per la prima volta,
nel Teatro Giulio Cesare di Roma e vi hanno partecipato, nell’arco di una settimana, oltre 1200
persone.
Franco Giacobini è un attore.
La sua vita sono stati il teatro e,
in parte, il cinema. Ora, a 54 anni, desidera dedicarsi a questo
lavoro missionario investendo
gratuitamente il suo talento e
il suo tempo.
L’esperienza di Roma è stata
molto significativa. L’attenzione
è stata viva di momento in momento. Nella misura in cui la
lettura è interpretazione è anche predicazione. La Società Biblica ha sostenuto quest’iniziativa e continua ad appoggiarla per
farla conoscere. È un’esperienza
nuova per tutti i partecipanti,
anche per quelli che hanno letto ripetutamente il testo biblico. Non è, infatti, così facile passare accanto alle parole del Vangelo senza essere continuamente
misurati e ristrutturati dalla sua
forza intrinseca.
Mi pare che il fatto ci ponga
di fronte ad una svolta importante. È un passo al di là della
tradizionale diffusione di una copia dei Vangeli. La gente è coinvolta nella lettura e non solo invitata a trovare il tempo, a casa, per dedicare alla Bibbia un
breve spazio della giornata.
Intanto il programma di Giacobini si è allargato a diverse
città.
La settimana prima di Pasqua
sarà in Piemonte. All’inizio di
giugno sarà la volta del Triveneto; Trieste, Udine, Castelfranco, Treviso, Venezia, Mestre, Padova, Vicenza e Verona. Altri inviti sono giunti da Viterbo, Bari e Livorno.
Giacobini aveva notato che all’estero gli attori imparavano a
memoria il testo dando così un
tono diverso alla presentazione.
Fatica a parte, vi sono però degli svantaggi. « Il Vangelo non è
— dice il nostro attore — una cosa nostra, che viene dal nostro
io interiore. È invece un libro che
ci confronta e ci interpella. Bisogna farlo capire ».
Da altri settori è giunto il sug
gerimento di intercalare la lettura con la musica o il canto.
« Non lo possiamo fare — continua — perché significherebbe
rivestire il Vangelo di un abito
estetico che non gli è proprio.
Occorre guardare negli occhi la
figura di Gesù che è l’uomo più
sconcertante di tutta la storia ».
Credo che dobbiamo ringraziare Giacobini per queste sue osservazioni che ci fanno riflettere.
È significativo che ci dica queste verità lui, che si considera
un laico secolarizzato, innamorato del Vangelo.
Renzo Bertalot
PROGRAMMA DELLA
TOURNEE IN PIEMONTE
IVREA: Sabato 11 ore 21, Tempio dell’Immacolata, Via Varmondo.
TORINO: Domenica 12, ore 18, Tempio valdese, C.so Vittorio Emanuele 23.
Lunedì 13, ore 20.30, Teatro Valdocco (entrata via M. Ausiliatrice e
Piazza Sassari).
RIVOLI - CASCINE VICA: Martedì 14,
ore 20.30, Chiesa San Giovanni Bosco, via Carrù.
ASTI; Mercoledì 15, ore 21, Chiesa San
Giovanni Bosco, CorSo Dante.
PINEROLO: Giovedì 16, ore 21, Auditorium Comunale, Corso Piave.
4
CAMPANIA; LA TERRA DEL TERREMOTQ
Sto accompagnando due rappresentanti della PCEI,
venuti da Roma per im giro nei luoghi terremotati
pochi giorni dopo il fatidico 23 novembre. Abbiamo
appuntamento, ad Avellino, con due responsabili
delle Chiese Libere: uno è venuto da Napoli, l’altro è attendato da qualche parte, non sappiamo dove, perché ha dovuto lasciare la casa pericolante. Vogliamo notizie, di lui,
degli altri fratelli, del locale di culto.
Sotto la pioggia una preghiera
Lo troviamo che ha trascorso la notte, con la moglie
e i bambini piccoli, sotto una tenda sistemata fra i noccioli, su un terreno che la pioggia insistente di questi giorni
ha trasformato in un mare di fanghiglia. E continua a piovere. Per cattiva tenuta della tenda, la pioggia ha bagnato,
aH’interno, materassini, coperte, indumenti. La grande pena è evidente, fatta di disagio e paura insieme. Nonostante
questo, il fratello ha la forza e la decisione di accompagnarci in città (siamo in periferia).
Nel centro cittadino sostiamo davanti a quello che era
il locale di culto: macerie dappertutto, auto schiacciate.
Si vorrebbe entrare, mettere in salvo qualche cosa, l’harmonium, le bibbie, qualche sedia. L’acqua scende a rivoli
dall’alto e infracidisce tutto. La porta risulta bloccata e
non si può entrare (vi avevo predicato quindici giorni prima, il 9 novembre).
Lasciamo il locale di culto e ci guardiamo attorno:
altre macerie, case sventrate, tronconi di edifici quasi sche
letri dalle occhiaie spente. Vedo lassù, all’altezza di quello
che doveva essere un quarto pianò, l’armadio di una camera da letto rimasto in bilico su una trave sospesa non si
sa come. Dalle ante aperte dell’armadio si vedono ì vestiti
appesi in buon ordine sulle grucce allineate. Sotto, il vuoto; più in basso, un groviglio di travi, di pietre, di masserizie, tutto spaccato, confuso, rimescolato, insieme. E
non cessa di piovere.
Più oltre, sul lato di una grande piazza, due pale meccaniche, muovendosi nel fango, lavorano a tutta forza, continuano a rovesciare resti di cose raccolte alla rinfusa su
camion in attesa e che si avvicendano fra schizzi di mota,
con gran fracasso di motori. Attorno, una folla di gente,
quasi in silenzio. Non c’è curiosità, forse; neppure disperazione, si direbbe; non è difiìcile sentire il nodo che prende
tutti alla gola.
Fa anche freddo. Fingo di aver desiderio di un caffè e
lo chiedo ostentatamente. Così anche loro butteranno qualcosa nello stomaco, penso. Per trovare un bar dobbiamo
fare del cammino. Entriamo e ci riscaldiamo.
Intanto si è fatto tardi per l’itinerario previsto. Urge
raggiungere Rapolla, Bisaccia, almeno. Fissati in tutta
fretta i prossimi appuntamenti, ci salutiamo e risaliamo
in macchina: io e i due della FCEI sul pulmino, i ^
della Chiesa Libera sull’auto avuta in prestito. Ci pijjj
dono per guidarci fuori città. Nel momento di separait
definitivamente, mentre agitiamo le mani dai finestrini
due fanno cenno di aver qualcosa da dire. Arrestato'
pulmino, il guidatore della macchina nella quale via»
abbassa il vetro per sentire dai due, sopraggiunti, cos
vogliono.
Continua a piovere, con caparbietà, quasi con rabbii
Niente, nessuna dimenticanza. Uno di loro, ricordo ix
ne, dice: « fratelli, vogliamo pregare, prima di separarci!;
E improvvisa una lunga preghiera, lì in piedi, quale pn
ghiera! nessuna concessione all’angoscia, al lamento. Ti;
t’altro: «grazie. Signore, della forza che ci dai; aiutaci!
soccorrere gli altri; benedici l’opera di questi fratelli;
L’essenziale, espresso al positivo, sulla bocca di un fratelli
in quella situazione, nella città colpita. Mai il nosfe
« amen » fu più sincero.
Ripreso il viaggio, uno di noi dice: non mi sento pi
Usta, ma ima preghiera così... è una grazia. Venuti pt
portare coraggio, l’abbiamo invece ricevuto.
Un radicamento difficile ma tenace
In questi ultimi mesi abbiamo potuto
vedere come anche il mondo evangelico in
Campania si sia mosso per aiutare i paesi
colpiti dal terremoto. Ma chi sono e dove
sono questi evangelici? Come ha reagito l’ambiente? A queste domande si è cercato di
rispondere con la presente ricerca.
Gli inizi
Gli evangelici delle ambasciate e dei consolati tedeschi e svizzeri presso i Borboni
sono stati presenti a Napoli prima della venuta di Garibaldi e dell’unità d’Italia.
Napoli, capitale del regno delle Due Sicilie, è stata la base operativa dei predicatori evangelici italiani e dei missionari stranieri di ogni denominazione i quali si sono
spinti in molte parti della Campania.
Punti di richiamo e di riferimento e in
qualche caso anche di stimolo evangelistico
sono state le colonie presenti a Napoli a
causa dei commerci con relativi rappresentanti di imprese e aziende con sedi in Svizzera, Germania, Inghilterra, Scozia. Queste
colonie straniere fondarono chiese, scuole
e cimiteri, non potendo spesso usufruire delle strutture esistenti. Citiamo, per esempio,
le scuole svizzere e quelle scozzesi di Cappella Vecchia tuttora esistenti. Delle chiese
operanti dopo la venuta di Garibaldi e l’unità d’Italia sono ancora oggi presenti: luterana, anglicana, libera, metodista, valdese,
battista; in seguito, a poco a poco dopo le
due guerre mondiali: assemblee di Dio, apostolici, avventisti, chiesa di Cristo, Esercito
della Salvezza, Fratelli, Nazareni.
Disseminazione evangelica
Evangelizzazione:
programma e metodi
Uno stesso programma di evangelizzazione accomunava i predicatori evangelici italiani e missionari stranieri: creare una chie
sa cristiana evangelica che potesse essere
alternativa alla chiesa cattolico-romana considerata non più cristiana e totalmente lontana dalla parola e dallo spirito dell’evangelo di Gesù Cristo.
Eran convinti e molti ancora oggi lo sono
che la chiesa cattolico-romana non era e
non è più suscettibile di riforma anche dopo il Concilio Vaticano II. Bisognava e bisogna liberare gli italiani dal predominio
spirituale, culturale e politico cattolico-romano.
Fin dall’inizio la predicazione degli evangelici fu aspramente polemica, anticlericale
e antipapale. Quasi tutti i predicatori evangelici manifestavano una certa presunzione
nei riguardi del popolo italiano considerato
sottosviluppato, ignorante e superstizioso.
Nelle loro relazioni dei primi decenni si legge ripetutamente l’affermazione: in questa
località, in questo paese « per la prima volta
si è predicato il vangelo »; oggi Dio fa conoscere all’Italia « i benefici del puro cristia
ben 345 alunni, suscitarono un vivo allarme
nel clero napoletano a cominciare dal card.
Riario Sforza, e preoccuparono lo stesso
Pio IX (cfr. V. VINAY, op. cit., p. 113).
Oggi che abbiamo la facilità di avere una
Bibbia presso centri e librerie evangeliche
o di case editrici cattolico-romane non dobbiamo dimenticare quale potente mezzo di
evangelizzazione fosse ia diffusione della
Bibbia a mezzo dei « colportori », veri evangelizzatori ambulanti la cui storia deve essere ancora scritta in modo esauriente. Si
pensi che nel 1861 a Napoli furono vendute
ben 9121 Bibbie!
E non dobbiamo dimenticare i Circoli di
cultura, annessi alle chiese evangeliche napoletane. Furono veri centri di evangelizzazione per molti. Ricordiamo i circoli Galeazzo Caracciolo, Giovanni Diodati, Gerolamo
Savonarola (quest’ultimo nel periodo fascista).
Un fatto singolare tra gli evangelici napoletani è il fatto che si sono trovati quasi
I luoghi dove sono presenti gli evangelici,
oltre Napoli, sono Ischia, S. Maria Capua
Vetere, Caserta, Salerno, Avellino e molti
altri luoghi.
Nei vari luoghi gli evangelici sono stati e
sono ancora presenti con piccole chiese. Talvolta si è trattato e si tratta ancora di qualche nucleo familiare circondato da compaesani nemici o peggio ancora indifferenti all’annunzio di Gesù Cristo e del suo evangelo. In molti casi, evangelici divenuti tali
nei paesi di emigrazione europei ed extraeuropei, ritornati nel loro paese d’origine,
con la loro testimonianza hanno creato piccoli gruppi.
Fin dall’inizio, predicatori evangelici italiani e missionari stranieri han quasi sempre trovato ostilità negli italiani. Anzitutto
perché venendo da lontano sono stati considerati « stranieri » sia che venissero dall’Inghilterra o dal Piemonte, e nemici. Soprattutto perché nella loro predicazione parlavano contro i santi, ie madonne, i preti e il
papa. La gente del popolo, per le sue misere condizioni sociali, culturali ed economiche, ricevendo un messaggio spirituale e,
ove possibile, una istruzione scolastica e
non un posto di lavoro, dopo l’entusiasmo
dei primi momenti, ha abbandonato delusa
ed amareggiata.
Moltissimi convertiti all’evangelo, quando
non erano perseguitati dall’ambiente ostile
furono perseguitati dal bisogno economico
che li costrinse ad emigrare nelle città del
nord Italia e all’estero. A causa del trasferimento delle famiglie degli emigrati all’estero, alcuni piccoli gruppi formati dalle
stesse, sono scomparsi. Altre chiese più consistenti per la stessa causa sono state decimate o indebolite.
Scuota della Cappella Vecchia di Napoli: inaugurazione dell'anno scolastico
nella chiesa di via dei Cimbri negli anni '60.
nesimo (cfr. V. VINAY, Storia dei Valdesi,
voi. 3°, p. 471).
Fattori molto negativi all’evangelizzazione
in Campania come in qualsiasi altra regione
d’Italia, sono stati la polemica fra evangelici di diversa denominazione e talvolta fra
correnti diverse della stessa denominazione
e fra questi e i valdesi e una certa concorrenza; quasi per sottrarsi i proseliti gli uni
agli altri.
Peggiori effetti hanno avuto certi scritti
denigratori in particolare contro i valdesi.
Nel 1864 a Napoli sul giornale evangelico
« La Coscienza » (23 luglio, p. 3) si scriveva
da parte dei liberi: « l’Italia non potrà mai
essere valdese, primo, perché i Valdesi son
protestanti e clericali, e poi perché gli italiani non possono cambiare un papa per
un moderatore, né Roma per la Torre di
Luserna » (cfr. V. VINAY, op. cit., p. 114).
Dei centri assistenziali vogliamo ricordare
Casa Materna (Portici), Casa Mia, Centro
assistenziale Bambine e Foyer per studenti
della Unione Cristiana delle Giovani (chiusi
nel 1975), Casa Home.
Rapporti
ìnterdenominazionali
Mezzi di testimonianza
Oltre la testimonianza della vita personale nella famiglia e nella società e quella della predicazione nelle case private e nelle sale di culto vogliamo ricordare le riunioni
all’aperto. Tra queste è singolare la cappella galleggiante nel porto di Napoli, chiamata « Vittoria» che serviva per i marinai. Negli ultimi anni col diffondersi dei mezzi di
comunicazione di massa, anche in Campania
gli evangelici gestiscono loro spazi presso
radio e televisioni private.
Validissimi strumenti di evangelizzazione sono state le scuole: dall’Asilo infantile
all’Istituto Superiore Femminile. A questo
proposito è bene ricordare che le 8 fiorenti
scuole evangeliche che nel 1864-65 contavano
Giulio Vicentiii
legamento tra le comunità che lo compot
gono. È un mezzo di testimonianza común
nella città, specialmente per certe manit
stazioni, quella della visita del papa ut
l’ottobre 1979, la visita delle corali vald®
delle Valli nel maggio 1980 e il terremoti
del 23 novembre 1980. In un documento di
31 dicembre ’80, la Giunta del Consiglio di i
le comunità evangeliche si è dichiarato j |
sponibile e impegnato, secondo le reali pos
sibilità delle comunità membro, al progetlo
speciale per i terremotati di Napoli, sosti r
nuto dai fratelli evangelici europei tramUf
la FCEI.
Rapporti
interconfessionali
d
Mentre nei primi tempi dell’opera di evatj,
gelizzazione i rapporti fra evangelici e
telici romani erano quelli di trincea e qtìj
di di distacco, con l’evolversi degli eventi ijj
ternazionali vi fu un lento riavvicinament»^,
grazie soprattutto aH’esperienza ecumeni:^,
nei paesi di confessione mista, come pf^j
esempio la Svizzera, la Germania, l’Olanii
ecc. ecc. Con il Vaticano II si sono comi^,
ciati incontri a vari livelli. Più stretti ni|,,
porti si sono avuti e si hanno con i gruj^'
cattolici del dissenso: comunità di bas.
Con il Gruppo Interconfessionale Aziotj,
Ecumenica in Napoli (GIAEN) si sono atjj
ti incontri con esiti diversi. Dopo le lette^
intercorse tra il Consiglio delle Comuii]|.
Evangeliche e il card. Corrado Ursi, diveij^
comunità evangeliche hanno sospeso o riij,
mensionato i loro rapporti. Buoni i lappor^j
con il Segretariato Attività Ecumenit'd
(SAE). i'.
La posizione delle donne evangeliche‘j|
stata precisata in un incontro a Portici 8|j
febbraio 1980 insieme a donne cattolico-f^
mane. Si è constatato che da qualche
le donne evangeliche campane aderenti alO^
mitato Associazioni Femminili Campa»f|
(CAFC) danno il loro modesto contriti „
dì testimonianza insieme a tutte le alt'
donne nella ricerca della soluzione dei pfjj
blemi sociali comuni. Inoltre esse baffi
promosso un convegno tramite il CAPO
figli delle minoranze. j
Î
tutti d’accordo nel fondare società di mutuo
soccorso per fratelli bisognosi. La prima risale al 1882 e la seconda — con lo stesso
scopo — al 1960.
Con lo stesso principio e sulla stessa linea è sorto anche l’ospedale evangelico Villa Betania a Ponticelli dopo avere cambiato
diverse sedi (ultima Via dei Cimbri presso
la chiesa valdese) con un poliambulatorio
funzionante fino alla inaugurazione della
sede definitiva a Ponticelli.
Donne nell’opera
di evangelizzazione
Dall’inizio ad oggi in momenti e in modi
diversi per le situazioni ambientali e per il
bisogno di una più intima comunione di fede e di fraternità in Cristo, gli evangelici
delle varie denominazioni sono stati loro
malgrado costretti a riavvicinarsi gli uni
agli altri. Prima che si formasse nel 1946 il
Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche
in Italia, a Napoli agiva il Consiglio dei pastori operante subito dopo l’entrata degli
Alleati, costituitosi regolarmente nel 1949 e
trasformatosi in Consiglio delle Comunità
Evangeliche nel 1970. Sono componenti di
questo Consiglio chiese che non fanno parte
della Federazione delle Chiese Evangeliche
in Italia (PCEI): Apostolici e Avventisti.
Questo Consiglio serve da organo rappresentativo presso le autorità costituite e di col
lo tutta l’opera di evangelizzazione 4®
l’inizio ad oggi innumerevoli e per lo P®
anonime sono le donne evangeliche che
no contribuito in vari modi a testimoni*^
a Cristo e alla libertà dell’evangelo.
Pensiamo alle mense popolari, agli ainP
latori, alle infermiere volontarie, ma sopì*
tutto alle scuole domenicali nelle varie cì^
se, alle scuole elementari diurne e serali,;“
le società di cucito, diventate dopo Uni*“
femminili, all’assistenza agli ammalati e:l'
fermi a domicilio. Non vogliamo dimenìi!!
re tutte le donne convertite all’evangelo 4'
hanno affrontato molte difficoltà, molte oif
lità e molti sacrifici nelle proprie fam#
in cui erano le sole evangeliche! Grazie
loro tenace e costante testimonianza tali
uomini sono stati guadagnati a Cristo, il
tiamo per tutte Rosa Viscardi vedova Ga»
oggi 95enne, decana delle Operatrici So«)
li Volontarie della provincia di Napoli, i
Conclusione
Nonostante la pochezza di uomini, mez»
la miseria e la debolezza dei testimoni, 4
nostante l’ostilità dell’ambiente e peggio 4
cora nonostante il vuoto di silenzio e di “
differenza che l’ambiente ha creato attori
ai piccoli gruppi evangelici di ogni denoti
nazione, per renderli inefficaci e nonostah
la forte emigrazione degli evangelici aU’eS‘
ro che ha indebolito assai le già minusoo
comunità rendiamo gloria a Dio che Crisj
e il suo evangelo sono ancora annunzi®*
Riconosciamo in questo fatto, un segno o*
la potenza di Dio. Silvana Cari
5
-I
ANCHE EVANGELICA
A cura della Federazione
Femminile Evangelica
Valdese e Metodista
La Chiesa Valdese
di Via dei Cimbri
a Napoli
mpegno
i\ donne
mma Notarbartolo
eCtestimonianza
evangeliche
Sono stata a trovare la nostra simpatica
mica, Emma Notarbartolo, una decana deli attività femminili, a suo tempo direttrice
ella scuola di Cappella Vecchia. A lei ho
Mesto informazioni sulle attività femminili
egli anni del fascismo. E’ stato un racconD molto vivo e punteggiato da piccoli frizzi,
l’età non ha in nulla modificato il carattere
rguto e indipendente di questa « anziana »
ignora che ha delineato un quadro vivace,
on solo delle attività femminili delle chiese
rangeliche di allora, ma anche della condiione femminile in genere.
Sorvolando sul normale lavoro di routine
elle donne evangeliche (scuola domenicale,
mr, visite assistenziali) vecchie eredità a
ir poco del secolo precedente si è subito
assati al periodo posteriore all’ultima guerì. L’arrivo degli alleati e i soccorsi UNRRA
icentivarono enormemente il lavoro femlinile. Nelle zone della Campania le chiese
¡cali conobbero un rapido afflusso di « inteìssati » più o meno sinceri al messaggio
angelico. Le società di cucito si incremenirono per le necessità di trasformare il mainale americano in indumenti napoletani e
ambito di lavoro della donna si affacciò
Mia realtà sociale del vicolo urbano. Ma il
vello di maturazione socio-politico della
onna evangelica nel Sud era ancora di gran
inga inferiore a quello delle donne di altre
azioni europee. Quando infatti nel 1946 le
a riconosciuto il diritto di voto, si trattò
eramente di una concessione decisa in alto
piovuta addosso alle più come un dono
laspettato e talvolta imbarazzante.
Poche delle evangeliche campane si era0 mai occupate della rivendicazione di queto diritto. La Grazia Rattezzi e la Clara
'ebis (che fu tra le fondatrici dell’UDI a
iapoli) rappresentavano allora una rarità,
fppure la posizione di sottomissione della
onna quale era stata idealizzata dal fascimo non aveva certo titoli per riscuotere
uccesso nelle famiglie evangeliche. « Periò non mi sposai » dice la nostra Emma e
lalla maliziosa mimica facciale è evidente
he a distanza di tanti anni, non ha avuto
he a compiacersi della sua scelta.
Solo nel 1936, dopo più di 70 anni dalla
ua fondazione la direzione della scuola di
'appella Vecchia, che aveva sempre avuto
® personale insegnante interamente femmilile, ebbe anche la direttrice donna. Rno alora il pastore ne era stato automaticamen6 il direttore. Per il gruppo delle insegnanti
àò fu una conquista e la signorina Emma
'lalan Barbero ne fu la prima direttrice.
Il discorso si attarda sulla condizione femminile d’oggi; le donne sono più mature e
liù indipendenti dai lavori familiari e domestici ma sapranno poi veramente sfruttale fino in fondo queste potenziali possibilità
?er un lavoro di gruppo più proficuo e più
inserito nella realtà del loro tempo? La siEmorina Emma Notarbartolo ne sembra convinta. Io, che ho tanto imparato da questo
tiolloquio me ne vado pensando che non dobbiamo deluderla.
fìosa Viscardi Caldo
'i Tenace assertrice degli ideali democratici
’Socialista, prese viva parte, assieme al ma' Gennaro Galdo, nel ventennio fascista,
la Resistenza contro il regime liberticida,
con la sua propaganda casa per casa, i
bi comizi volanti, sia collaborando all’opedi soccorso ai perseguiti antifascisti svol|dal marito. Ospitarono nella loro casa anie negli anni della 2" guerra mondiale, nu
merosi compagni per sottrarli alla persecuzione della polizia fascista. Furono essi stessi esposti a varie, aperte e striscianti persecuzioni, non esclusi i fermi di polizia e i
feroci pestaggi a danno di Gennaro.
Nei primi anni del fascismo, Gennaro e
Rosa trovarono appoggio morale in un circolo di cultura intitolato a Gerolamo Savonarola, presso la chiesa battista napoletana.
Via Feria, circolo che accoglieva antifascisti di varia collocazione politica e svolgeva
un’opera culturale in ogni senso meritoria.
Ad iniziativa del Circolo Savonarola, Gennaro Galdo metteva in scena nel teatro della chiesa battista e successivamente in qu^la della chiesa wesleyana in Via dei Fiorentini i suoi drammi antifascisti. Ricordiamo
tra essi ’Il miracolo’, che denunciava coraggiosamente la duplice tirannide, fascista e
clericale che il Concordato del 1929 aveva
definitivamente sancita nel nostro paese.
Dato alle scene nel 1930 vi recitarono tra gli
altri. Rosa nel ruolo della madre.
Negli anni del dopoguerra ultimo. Rosa
Galdo ha dato la sua collaborazione all’Italian Service Mission - UNRRA-CASA, presso la sede della provincia di Napoli, prestando la sua opera di assistenza sociale e di
insegnante di educazione civica, di lavoro
particolarmente presso il Club di Piazza Nazionale, diretto dal benemerito dott. Teofilo
Santi.
Nonostante i suoi 95 anni. Rosa si interessa ancora alla vita politica del paese col suo
impegno di credente. Recentemente, il 7 febbraio 1981, ha fatto pervenire al Parlamento
un suo telegramma per esprimere la sua approvazione alla lotta libertaria contro il fermo di polizia.
La forte espansione
delle Chiese libere
Le Chiese Cristiane Libere sono state una
delle principali correnti del protestantesimo
italiano del secolo scorso. In modo diverso
la loro tradizione continua nelle Chiese dei
Fratelli e nelle Chiese Metodiste, molte delle
quali derivano da antiche Chiese Libere.
Nel corso di questo secolo e soprattutto
nel secondo dopoguerra molte comunità essenzialmente di matrice pentecostale sono
sorte e si sono moltiplicate soprattutto nell’Italia meridionale, mantenendosi libere,
cioè non accettando strutture centralizzate
nazionali.
Origine delia "Comunione”
Quando nel 1966, alcune delle chiese aderenti all’A.M.E.I. di matrice battista rientrarono neirU.C.E.B.I., altre di recente istituzione a Napoli, Roma ed in Sardegna si proclamavano Chiese Libere e costituivano un polo
di attrazione attorno a cui nel 1969 nasceva
la Comunione di Chiese Cristiane Libere, sorta di aggregazione di comunità indipendenti,
ma collegate da un convegno semestrale e
da un ufficio di segreteria.
Questa Comunione vide aderire chiese di
diversa provenienza e si avvicinarono ad essa perfino gruppi del dissenso cattolico. La
loro stessa matrice ed esperienza le portava
a prendere strade diverse. Alarne accentuavano il carattere spirituale mistico avvicirrandosi alle chiese indipendenti di tipo spirituale. Altre costituivano I’AjM.B.I. (associazione missionaria battista d’Italia o battisti
conservatori), altre ancora hanno aderito
alla U.C.E.B.l.
Alcune hanno continuato il loro cammino
in modo del tutto autonomo. La forma della
« Comunione » ha evitato scissioni o scismi
traumatici ed ha lasciato che ogni comunità
trovasse in piena libertà la strada a lei più
congeniale. E’ però da dirsi che tutte queste
Comunità libere hanno conosciuto una notevole espansione germinando nuove assemblee che poi hanno trovato un loro cammino.
Da Bagnoli è nata Berlingieri, da Berlingieri Borgo S. Antonio Abate; da Torre del
Greco, Volla, da Volla Tamburiello e così
via.
Parità tra uomo e donna
Quattro di queste Comunità; Berlingieri,
Torre del Greco, Volla-Tamburiello ed Avellino hanno aderito alla Federazione ed hanno
stretto un patto di unione con le Chiese Vaidesi e Metodiste pur conservando le loro caratteristiche singole e comuni. La spiritualità
di base è pietistica, ma molto moderata da
una profonda spinta sociale.
Ognuna di loro ha infatti caratteristiche diverse, dovute alla formazione dei membri
ed al loro atteggiamento di fronte ai vari
problemi.
Nota comune è l’assenza di strutture separate per sesso e per età. Nonostante vari
tentativi non hanno mai avuto riunioni giovanili o femminili, perché si preferisce un’at
Un’ assemblea nella Chiesa libera di
Volla - Tamburiello.
tività unitaria delle chiese, ancora così piccole da potersi considerare autentici nuclei
familiari (30-50 membri).
Non vi sono discriminazioni fra uomini e
donne. In tutte le comunità le donne sono
presenti nei Consigli di Chiesa con funzioni
di coordinamento delle attività all’interno ed
all’esterno dell’ambiente evangelico. In altre
comunità le donne hanno esercitato la funzione di aggregazione di giovani, di mantenimento delle riunioni intersettimanali aperte
a tutti, di evangelizzazione delle zone in cui
abitano. Una sorella funziona da coordinatrice tra il pastore assente e le comunità ed
un’altra sorella ha avuto per anni la funzione di riunire a casa sua giovani ed anziani
con credenti appartenenti ad altre realtà ecclesiastiche.
La donne partecipano all’azione sociale delle chiese con compiti sia organizzativi che
pratici, in particolare nell’Asilo di Berlingieri
sono state presenti in maggioranza rispetto
agli uomini, anche con compiti di responsabilità. Il riconoscimento e la valorizzazione
del dono che ogni credente ha ricevuto dal
Signore, nello spirito dell’insegnamento di
Paolo « Non c’è qui né Greco né Giudeo;
non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina poiché voi tutti siete uno
in Cristo Gesù» (Galati 3: 28) sono stati e
restano caratteristiche salienti delle Comunità.
Pagine a cura
delle donne evangeliche
della Campania
Attività dei gruppi femminili
Inserite nella realtà sociale
Napoli - Vomere — La nostra unione si
formò nella comunità wesleyana subito dopo
il 1860. Fu composta e diretta agli inizi dalle
sorelle inglesi e svizzere residenti nella nostra città e da un primo nucleo di italiane
che cominciò subito a frequentare i culti.
Il comitato si impegnò particolarmente a
sollevare la miseria degli abitanti dei miseri
vicoli dei « quartieri spagnoli » portando medici, medicine, insegnando alle donne, le più
elementari misure igieniche, cucendo biancheria ed abiti, combattendo l’usura, offrendo aiuti ai più disperati.
Le ritroviamo impegnate nel terremoto
del 1883 e durante l’epidemia di colera nel
1884. Anche dopo la partenza di molte sorelle straniere le italiane continuarono l’opera anche se con dei mezzi ridotti — si impegnarono specialmente nelle opere sociali della missione wesleyana e nel Pensionato per
fanciulle organizzato nei locali della chiesa.
Si incominciarono i bazar e durante la prima guerra le vediamo intente a lavorare a
maglia per i soldati in trincea.
Con la fusione delle due chiese metodiste
riacquistarono vigore e vivacità.
Mentre agli inizi si chiedeva al pastore di
tenere studi biblici, con la costituzione del
segretariato e quindi ricevendo il bollettino
e gli studi, imparammo a svolgere le nostre
riunioni da sole. Partecipando agli annuali
congressi ad Ecumene ci formammo il con
vincimento che era necessario inserirci nella
realtà sociale. Ad esempio nel ’68 si tenne
un convegno con le sorelle di Salerno dove
si parlò sul « controllo delle nascite », nel ’78
si sono unite a noi le sorelle valdesi del Vernerò formando la prima unione integrata.
Ultimamente abbiamo riscosso molto plauso in una assemblea cittadina con un intervento sull’aborto dove abbiamo precisato
che « l’aborto è una violenza non solo sul
prodotto del concepimento, ma anche sulla
donna ». Ma poiché la piaga dell’aborto esiste
l’abrogazione della legge sarebbe una ulteriore violenza fatta alla donna.
Alle porte di Napoli
Galvano — Nella periferia di Napoli, le
realtà della città e del paese si completano.
L’ambiente più chiuso e il maggior controllo degli uni sugli altri sottolineano il valore
della testimonianza. Le evangeliche caivanesi
sono emarginate e circondate da ostilità silenziosa. A Galvano abbonda 11 lavoro nero,
ma le nostre sorelle sono quasi tutte casalinghe non accettando questo tipo di sfruttamento.
Nonostante Galvano conti 60,000 abitanti
e sia alle porte di Napoli, la mentalità fatica
a tenere il passo con l’evoluzione dei costumi La posizione della donna è ancora di
netta inferiorità. La diminuzione delle nascite avviene per lo più attraverso l’aborto
clandestino, perché la maggioranza degli uo
mini scarica sulle donne la scelta di tenersi
il figlio o no. Una volta sposata quasi sempre la donna rinuncia al lavoro esterno e
ripiega sul lavoro nero, che, purtroppo, se
da una parte le consente un minimo di guadagno, dall’altra consolida il suo isolamento
fra le pareti domestiche.
Natale tra i disastrati
Portici — A Portici non esiste un gruppo
femminile a se stante. Le donne sono occupate tutto l’anno, all’interno del Gollegio
« Gasa Materna » e lavorano sia per la scuola domenicale, sia per preparare le varie recite (Natale, chiusura dell’anno, ricorrenze
varie, visite donatori stranieri) e per preparare lavori di ricamo, cucito ecc. e i cui proventi vanno a favore dei bambini ospitati.
— La direttrice dell’Ospedale Evangelico,
sorella Ingrid Schade, con le colleghe straniere e parte di quelle italiane, ha trascorso
tutto il periodo natalizio presso i disastrati
di Senerchia. Tutte le nostre donne hanno
fatto sentire la loro presenza evangelica, con
letture bibliche, preghiere e canti. Per Natale
sorella Ingrid pensò di distribuire della lana, con ferri e uncinetti, nei pacchi dono,
per tenere un po’ occupata la « mente » delle
ragazzine terremotate.
Il gruppo femminile della Ghiesa Battista
di Via Foria aveva iniziato a lavorare intorno ad un progetto di aiuti per gli handicappati, ma, ora che la chiesa è inagibile e
24 numerose famiglie sono sparpagliate in
varie scuole della città in condizioni indescrivibili (anche in 10 in una piccola aula)
tutto è logicamente sospeso.
6
3 aprile 1981
cronaca delle valli
« ALLE VALLI OGGI »
Scherzi
stupidi
Giovedì sera, ore 22,20: suona
la sirena dei pompieri, pochi minuti dopo arrivano a tutta velocità le autobotti di Torre Pellice,
Luserna, Pinerolo e si fermano al
n. 12 di Via Angrogna, davanti al
Convitto. Con le lance già in mano, i pompieri gridano: «dov’è il
fuoco, dov’è il fuoco? ». Ma il
fuoco al Convitto non c’è, come
non c’è nessun bambino in pericolo di morte. Pochi minuti prima, infatti aveva telefonato l’Ufficiale sanitario per chiedere se
doveva venire subito per quel
bambino che, secondo la telefonata che aveva ricevuto, aveva
inghiottito una scatola di Valium!
A quanto pare, i pompieri locali hanno ricevuto l’ordine di intervenire da parte della Centrale
dei Vigili del Fuoco di Torino!
Risultato di tutta la faccenda: in
meno di cinque minuti, tutta Via
Angrogna è stata invasa di macchine e gente che accorreva da
tutte le parti, spinta dalla solita
morbosa e controproducente curiosità. Il brigadiere dei Carabinieri, accorso anche lui per controllare il traffico, era « nero »
dalla rabbia per il caos indescrivibile che si era venuto a creare.
« Se davvero ci fosse stato il
fuoco — mi disse poi — sarebbe
stato impossibile intervenire perché la strada era letteralmente
intasata ».
Tutto ciò per uno «scherzo»
stupido dei soliti ignoti! Ma possiamo ancora parlare di « scherzo » in questo caso, oppure si
tratta di deliberata provocazione? Probabilmente non lo si saprà mai, anche se le indagini seguiranno il loro corso. Lasciamo
stare il mistero inspiegato di
pompieri che accorrono fin da Pinerolo , su ordine di quelli di Torino, senza accertarsi prima sulla verità del fatto. Bastava un
minuto per telefonare al Convitto. Dico questo perché il caos
dell’altra sera avrebbe potuto
traumatizzare parecchi dei bambini che vivono in questa casa.
E, corne tutti sanno, si tratta di
bambini che si portano addosso
già abbastanza traumi. Per fortuna i bambini più piccoli dormivano da tempo e nessuno di essi
si è svegliato, per cui solo gli
adolescenti hanno assistito alla
scena, ma alle quattro di notte
erano ancora svegli per l’emozione.
Il vero problema però è quello
degli autori di questo stupido
scherzo. Perché le ipotesi sono
due: o si tratta di quei giovani
sfaccendati che hanno una vita
così vuota, tetra e senza prospettiva, da inventarsi « sensazioni »
di questo tipo. In questo caso è
espressione — una delle tante —
di una società malata, bloccata,
che non riesce ad offrire ideali e
che continua a produrre emarginazione e delinquenza. Oppure si
tratta di una vera e propria provocazione, con l’intento preciso
di colpire il Convitto e chi ci sta
dentro, pensando magari di far
ricadere la colpa dell’accaduto su
alcuni dei nostri ragazzi (gli stessi Vigili del Fuoco di Torino hanno poi telefonato per chiedere se
non fosse stato per caso uno dei
nostri « monellacci » a fare lo
scherzo).
Preferisco pensare alla prima
ipotesi perché, tutto sommato, è
la più innocente anche se decisamente stupida. Ma non posso
nemmeno escludere del tutto la
seconda che allora sarebbe
espressione di in.’sofferenza nei
confronti di una comunità umana particolare e atipica qual è
la nostra vita insieme a questi
ragazzi. Alcuni di essi certo non
sono angeli, come non lo sono
tanti dei loro coetanei, ma a che
gioverebbe infierire contro di loro se non a farli diventare peggiori di quanto sono in realtà?
Ora, la responsabilità verso questi ragazz.i non è soltanto di noi
che ci occupiamo di loro ma dev’essere di tutta la comunità civile, e « scherzi » di questo genere non facilitano certo la comprensione reciproca.
Jean-Jacques Peyronel
SAN GERMANO CHISONE
IN BREVE
I nuovi padroni della Widemann:
minacciate di sfratto 25 persone
Da più di tre anni il cotonificio Widemann, di S. Germano
Chisone, ha smesso di produrre:
era una fabbrica con circa 300
operai, in gran parte donne, che
costituiva l’asse portante della
economia sangermanese, e forniva posti di lavoro anche ai paesi vicini.
Nel frattempo la fabbrica e le
proprietà a questa annesse sono
state acquistate da una società.
Da questo momento, nonostante le forti lotte precedenti e la
volontà degli operai di rivitalizzare questa struttura, le vicende della Widemann sono passate sotto il più completo silenzio :
chi sono i nuovi « padroni »? che
cosa vogliono fare? che cosa hanno fatto finora?
Questa situazione, che ha bloccato ogni possibilità di continuare a combattere per il proseguimento del lavoro e per la riconquista del posto, è stata senza dubbio favorita dal fatto che
i nuovi proprietari hanno iniziato un'attività con meno di 15 dipendenti, il che non permette un
intervento sindacale, e dal tipo
di intervento esterno, rivolto unicamente all’assistenzialismo.
Accanto a questo è impossibile non chiedersi anche che cosa
stia facendo il Comune per la
situazione di S. Germano: non
sembra che finora ci sia stato un
particolare interessamento per
conoscere le intenzioni del nuovo proprietario della fabbrica, o
intervento per aumentare i posti di lavoro, tanto meno una informazione su eventuali futuri
programmi. Eppure le donne della Widemann avrebbero ancora
bisogno di lavorare.
E’ di questi ultimi tempi un
nuovo e preoccupante esempio
di come il Comune non abbia inciso sugli eventi del caso Widemann, che maggiormente coinvolgono la popolazione di S. Germano : 25 persone sono state minacciate di sfratto dalle case operaie della nuova proprietà, parte di queste hanno già vissuto
personalmente l’occupazione ed
il fallimento della Widemann, altre ancora vi hanno lavorato per
molti anni.
Nel mese di febbraio è giunta, infatti, agli inquilini dello stabile una lettera in cui si richiede
a norma dell’ art. 58 p.to 4 della
L. 27/7/1978 n. 392 lo sgombero
degli alloggi entro settembre,
per la totale ristrutturazione dell’edificio definito « oggi in condizioni abitative del tutto precarie, specie per quanto riguarda
le condizioni igienico-sanitarie »
L’articolo della citata legge
sull’Equo Canone prevede la fine del rapporto di locazione nel
caso in cui il proprietario richieda « demolizioni o notevoli trasformazioni » dello stabile; ora,
visto che nel progetto per cui è
stata rilasciata concessione edilizia è previsto unicamente lo spostamento dei servizi igienici, ora
sul ballatoio, all’interno degli alloggi, non è assolutamente giustificabile la richiesta di recessione dal contratto.
La cosa è ancora più assurda
se si pensa che l’edificio comprende più di 20 alloggi, per la
maggior parte vuoti, per cui sarebbe possibile il trasferimento
degli inquiiini in quest’ultimi, o
in altre abitazioni sfitte, della
medesima proprietà, esistenti in
un fabbricato adiacente.
Le conseguenze di natura sociale ed economica, oltre a quelle umane, che si possono verificare sono assai facilmente sintetizzabili :
1) allontanamento di interi
nuclei familiari dal Comune, considerata la difficoltà nel reperire
alloggi liberi all’interno di questo;
2) creazione di nuovi alloggi
sui quali non è però possibile
nessun controllo relativo al canone di affitto, non essendo applicabili a S. Germano le disposizioni sull’equo canone;
3) mancanza di ogni sicurezza che i nuovi alloggi ristrutturati vengano affittati a gente del
paese (in genere i turisti sono
disposti a pagare fitti più alti e
quindi più redditizi per il proprietario).
A questo punto non pare logico che il Comune abbia rilasciato tanto facilmente una concessione edilìzia, senza richiedere
una contropartita in termini economici a vantaggio di tutto il
paese, che poteva essere, ad
esempio, la formazione di una
convenzione con la proprietà in
cui fossero garantiti la permanenza degli attuali inquilini ed il
controllo sui futuri canoni di locazione.
Come non pare neppure logico
che non si siano informate le famiglie circa il diritto di rimanere nelle loro abitazioni poiché,
come già detto, il citato articolo
non giustifica assolutamente una
possibilità di sfratto.
Inquilini e Gruppo Donne
di S. Germano Chisone
PONTEVECCHIO DI LUSERNA
L’attualità dell’antifascismo
La battaglia di Pontevecchio,
che i « garibaldini » della Val Luserna sostennero contro le truppe nazi-fasciste in occasione del
rastrellamento del 21 marzo 1944,
rappresenta probabilmente una
delle pagine più significative della guerra di Liberazione in Val
Pellice.
Anziché disperdersi salendo
verso « brue » più sicure ed evitare così lo scontro con forze soverchianti per uomini e per mezzi, gli 800 partigiani della brigata
« Carlo Pisacane » accettarono il
combattimento. E furono travolti. Una lapide, quasi al confine
tra Luserna e Rorà, ricorda i ca
CONVEGNO FGEI-VALLI
La situazione operaia
nel pinerolese ieri e oggi
il 4-5 aprile 1981 Convegno presso il Convitto Valdese di
ViUar Perosa.
In seguito all’iniziativa che la PGEI-Valli ha preso in seguito alle vicende dell’Indesit e della FIAT (i culti in tutte le
comunità delle valli), si è pensato che fosse importante continuare la riflessione sul mondo della fabbrica; per questo
la « commissione fabbriche » PGEI-Valli, ha organizzato questo convegno con il seguente programma:
VENERDÌ' 3 APRILE
ore 13 ritrovo a Pinerolo davanti al tempio valdese per coloro che vanno
a visitare ia FÌAT Mirafiori;
ore 14.30 visita a Mirafiori.
SABATO 4 APRILE
ore 15.30 introduzione storica sul pinerolese:
— La situazione generale dal '68 in avanti con particolare attenzione
al giornale di Pinerolo e Valli. (E. Salvai).
— Il sindacato dalla fine anni '60 alla metà anni '70 nel pinerolese (M. Bessone).
— Una realtà di opposizione operaia: l'indesit (B, Redoglia),
ore 17 discussione generale e in gruppi.
DOMENICA 5 APRILE
ore 9.30: brevi interventi di operai di alcune fabbriche pinerolesi (FIAT,
Indesit, Miniere Taico & Grafite, una piccola fabbrica)
— Spazio per domande ed interventi;
ore 14.30 discussione in gruppi;
ore 18 conclusione.
Pranzo e cena al sacco;
per tutti.
il gruppo di Villar preparerà una pastasciutta
Angrogna: nuovo
campione
Willer Bonnet, diciannovenne
della Revellera di Angrogna è
arrivato 2° a Livigno nel corso
degli ultimi campionati italiani
«Júniores» di sci di fondo. Un
risultato brillante. « Nessuno in
tutta la Val Pellice, a quest’età,
ha mai conseguito — commenta
Roland Bertin, presidente della
Società Sportiva d’Angrogna —
un risultato così promettente
per il futuro ». A Willer, che sacrifica gran parte del suo tempo
all’attività sportiva, l’augurio di
ulteriori affermazioni positive.
Perrero: ancora
un incidente
Un altro incidente ha avuto
luogo al « giro della roccia », il
punto più ¡pericoloso della strada provinciale Perrero-Perosa.
Una 126, guidata da Emanuele
Peyran, abitante a Maniglia, è
uscita di strada e si è schiantata
sulle rocce sottostanti. Fortunatamente, il guidatore è rimasto
illeso, a parte lo choc provocato
dalla paurosa caduta.
Un fatto analogo era capitato
appena pochi giorni prima, ma
nessuno aveva provveduto a installare subito le barriere di protezione che evidentemente erano
indispensabili. Di chi sarebbe
stata la responsabilità se questo
ultimo incidente si fosse concluso in modo tragico?
Chiotti: raccolta
delia carta
Prosegue presso la scuola di
Chiotti la raccolta della carta da
macero e del vetro. Ultimamente sono stati ritirati circa 60
quintali di cocci di vetro, raccolti in meno di un anno. Il ricavato, 150.000 lire, è stato diviso tra
le scuole elementari della valle
e servirà per finanziare le gite
scolastiche.
oggi e domani
duti di quella battaglia: ed è lì,
a Pontevecchio, che si sono dati
appuntamento, come ogni anno, i
superstiti di quelle lotte lontane.
Ma non è stata soltanto una
rievocazione celebrativa: nel pomeriggio di domenica, durante
l’intervento del Gruppo Teatro
Angrogna, è stata presentata e discussa una mozione di protesta
contro la sentenza di Catanzaro.
II documento, che qui riproduciamo, è stato sottoscritto da oltre 60 persone e trasmesso al Presidente della Repubblica.
j. 1. s.
Sulla sentenza
di Catanzaro
« I partigiani della lOS»- brigata Garibaldi “Carlo Pisacane”, altri partigiani della Val Pellice e
il Gruppo Teatro Angrogna, riuniti a Luserna S. Giovanni il 29-3-’81
nel 17° anniversario della battaglia di Pontevecchio
protestano contro la clamorosa sentenza di Catanzaro la quale, assolvendo gli imputati fascisti della strage di Piazza Fontana ha disatteso le aspiraz.ioni di
giustizia delle famiglie delle vittime e di tutto il popolo italiano
ed ha risposto invece alle attese
di quelle forze politiche reazionarie, annidate anche nei corpi
dello Stato, che in questi 11 anni
hanno fatto di tutto per ritardare e nascondere la verità;
si appellano alla Magistratura
e in particolare al Presidente
della Repubblica Sandro Pertini
affinché la pronta e tempestiva
riapertura delle indagini porti a
smascherare non soltanto gli esecutori materiali del tragico attentato, ma anche e soprattutto
coloro i quali tengono le fila dei
disegni eversivi volti a .opprimere le libertà democratiche
conquistate con la Resistenza! ».
Luserna S. Giovanni, 29-3-1981
IL CIRCOLOTTO
Venerdì 3 aprile alle ore 20.45 nell’aula magna dell’Istituto Michele Buniva a Pinerolo si terrà il terzo incontro dibattito del ciclo « Cos'è vivo, cos'è morto nel marxismo ». Sul tema
« Marxismo ed Etica » parleranno il
prof. Mario Miegge e il past. Giorgio
Tourn.
Moderatore dell'incontro: Furio Rutigliano.
DIBATTITO SULL’ABORTO
Perosa Argentina. La consulta femminile, i gruppi donne delle Valli Chisone e Germanasca organizzano per
giovedì 3 aprile ore 20.45, presso la
Biblioteca Comunale di Perosa un dibattito sul tema « La legge 194/1978
per la tutela della maternità e interruzione volontaria della gravidanza e i
referendum abrogativi ».
Introdurrà Isa Demaria, dell'intercategoriale donne CGIL. CISL. UIL.
TORRE PELLICE — Sabato 4 aprile,
alle ore 16, dibattito in via Arnaud 17
introdotto da Tullio Benedetti (Presidente della Com. Montana Val di Susa)
su la « Carta della Montagna » la nuova
proposta del PCI per la difesa e lo
sviluppo delle zone montane.
a Telepinerolo
Canali;
56: per il comprensorio
27; per Pinerolo
32 - 41 - 43 ■ 54: per Val Chisone
24 - 49; per Val Pellice
Ogni sabato alle ore 20,20
CONFRONTIAMOCI
CON L’EVANCELO
rubrica a cura di
Franco Davite
Attilio Fornerone
Marco Ayassot
7
3 aprile 1981
CRONACA DELLE VALLI
CRESCE L’IMPEGNO DI SOLIDARIETÀ’
Col popolo di El Salvador
• Torre Pellice. Al termine del suo quindicinaie incontro il Collettivo
Biblico di Torre Pellice
(cattolici e valdesi) martedì 10 marzo — una ventina di persone — si è soffermato nel considerare
quanto dilaghi in ogni parte del mondo la violenza,
il terrorismo, l’affossamento delle più elementari libertà.
In modo del tutto particolare il « Collettivo » unanime ha espresso viva, profonda simpatia e solidarietà al martoriato popolo
salvadoregno. Recentemente l’ufficio del « soccorso
giuridico » dell’arcivescovo di San Salvador ha reso note le terrificanti cifre
del massacro che si sta
compiendo nel piccolo paese centroamericano, un autentico genocidio!
In questi giorni E1 Salvador vive ore terribili;
migliaia di cittadini vengono massacrati da bande
di reazionari, villaggi interi ridotti a cumuli di macerie, con una guardia civile di marca fascista resa
purtroppo ora più efficiente con l’arrivo di un contingente di cosiddetti « consiglieri » USA.
Così da quando esattamente un anno fa veniva
barbaramente assassinato
lo Arcivescovo Romero
(grave il silenzio di Giovanni Paolo II che pure si
preoccupa dei pochi cattolici in Cina!), grave è ora l’intervento USA quali
che possano essere le motivazioni: un gigante che
mette il piede sul collo di
un nano. Una realtà amara quella che si opera sotto ai nostri occhi di civilissima gente del civilissimo
occidente cristiano!
Ma una cosa sappiamo
per certo: Cristo è stato
ed è, e lo sarà sempre, dalla parte dei poveri, degli
oppressi, degli assetati di
giustizia, degli sfruttati...;
ebbene nessuna potenza al
mondo, di qualsiasi colore,
potrà mai distruggere il
popolo di Dio, ché — alla
resa dei conti — il verdetto della giustizia appartiene a Dio, a Lui solo.
D. Abate
In questo ultimo fine
settimana si sono svolte
alcune manifestazioni in
favore del popolo salvadoregno. Venerdì 20 marzo
mattina, nell’Auditorium
del Liceo Scientifico si è
tenuta un’assemblea studentesca, in cui è intervenuto Francisco Flores, rappresentante del Fronte Democratico Rivoluzionario
in Italia. A parte alcuni
gruppi di intemperanti, la
maggioranza degli studenti è stata interessata dalla
relazione di Flores, il quale è riuscito a chiarire molti punti oscuri della vicenda.
Per esempio ha ricordato che la tanto decantata
riforma agraria, la quale
avrebbe dovuto consegnare le terre al contadini, in
realtà le aveva date ai
membri di Orden o di altre organizzazioni parami
litari al soldo della vetusta oligarchia latifondista.
Così facendo, i contadini,
non solo non hanno potuto usufruire liberamente
delle loro terre, ma, quando hanno provato a far valere i loro diritti, sono stati massacrati. Per quanto
riguarda la chiesa cattolica, Francisco Flores ha affermato che, come era già
successo in Nicaragua, buona parte del clero di base
sostiene la guerriglia mentre, a livello di alto clero,
è in una posizione di
mediazione e di equidistanza, anche se l’Arcivescovo
Romero fu ucciso proprio
perché sposò la causa dei
poveri.
Un’altra manifestazione
di solidarietà col popolo
di E1 Salvador si è tenuta
sabato 21 marzo a Torino.
Un corteo che ha raccolto
più di 10.000 persone, in
maggioranza studenti, partito da piazza Arbarello, è
giunto in piazza Castello,
dove hanno preso la parola : esponenti politici, sindacalisti, rappresentanti
degli studenti. Questi hanno affermato la necessità
di sostenere il popolo salvadoregno nella sua lotta
AGAPE
sia perché un popolo deve
potersi determinare autonomamente, senza ingerenze di paesi che badano solamente a sfruttarne le risorse, e sia perché come
antifascisti dobbiamo sempre essere pronti a schierarci contro il fascismo
nelle varie forme in cui si
presenta: oggi, in Italia,
nel momento in cui una
corte assolve chi ha tentato di far tornare la storia
indietro di cinquant’anni,
il governo, unico in Europa, mantiene i rapporti con
la giunta di E1 Salvador;
la Democrazia Cristiana
internazionale, alla cui testa v’è Mariano Rumor,
sostiene tale giunta.
Alla fine dei vari comizi
ha preso la parola Francisco Flores il quale ha chiesto, per le ragioni addotte
in precedenza, che
1) l’Italia rompa immediatamente i rapporti con
la giunta di Duarte;
2) si faccia pressione
affinché i partiti politici
prendano posizione contro
la giunta e a favore del
Fronte (questo è soprattutto indirizzato alla D.(3.,
perché gli altri si sono già
schierati anche se dovrebbero intensificare la loro
azione);
3) si creino dei cornitati
di solidarietà cittadini, atti 3 sviluppare la solidarietà col popolo di E1 Salvador che lotta per la sua
liberazione.
W. Monnet
VAL CHISONE-GERMANASCA
Soluzione
per Pra Catinat
Speranze dei lavoratori
e politiche del sindacato
7° incontro per lavoratori italiani e
francesi, Rivoli 30 aprile-3 maggio '81
IL TEMA:
Da 7 anni Agape organizza in collaborazione con le
Equipes Ouvrières Protestantes un incontro annuale
tra lavoratori italiani e francesi, alternativamente in
Italia e Francia.
L’incontro di quest’anno sarà dedicato al confronto delle politiche sindacali nei due paesi. È noto infatti
che esiste una « crisi del sindacato » che si manifesta
in molti modi: scollamento tra le politiche rivendicative generali e comportamento operaio, crisi dei meccanismi di rappresentanza e di democrazia sindacale, difficoltà nella politica rivendicativa di fronte ai problemi
della crisi economica.
In questo contesto le aspirazioni del singolo lavoratore a una vita migliore, ad una maggior democrazia
sui luoghi di lavoro e nella società, possono venire in
contrasto o recepite solo in parte dalla organizzazione
sindacale.
Poiché all’incontro parteciperanno lavoratori credenti non potrà mancare il confronto con la speranza
cristiana e quindi con la Bibbia.
IL PROGRAMMA
giovedì 30 aprile:
— arrivo dei partecipanti dopo la cena;
venerdì 1" maggio:
— riunione a gruppi nazionali su « Quali sono le
speranze dei lavoratori »;
— Relazione di Georges Couffignal su «Le politiche
sindacali in Italia e Francia »;
— discussione in gruppi tematici;
— serata in comune,
sabato 2 maggio:
— studio biblico a cura di Ermanno Genre;
— discussione in gruppi tematici;
— incontri a Rivalta, Torino, Piossasco;
— serata libera,
domenica 3 maggio:
— studio biblico a cura di Ermanno Genre;
— discussione in gruppi nazionali;
— conclusioni e proposte per i prossimi incontri;
— partenza dei partecipanti dopo il pranzo.
IL LUOGO DELL’INCONTRO
L’incontro si svolgerà all’Istituto Filadelfia, via Luigi Colla 22, 10098 Rivoli - tei. 0121/9587600.
L’Istituto è dotato di un impianto di traduzione simultanea che permette di assicurare la traduzione nelle
lingue francese e italiana.
IL COSTO
Il costo dell’incontro è di L. 40.000 per tutto il periodo.
LE ISCRIZIONI
Vanno indirizzate a Segreteria di Agape, 10060 Frali
- tei. 0121/8514.
Si avvia ad una conclusione la tormentata vicenda dell’ospedale di Pra Catinat: il 24 marzo scorso
la Giunta regionale ha approvato un disegno di legge per lo svincolo della
struttura dalla destinazione ad attività sanitaria e
la sua ristrutturazione come casa per vacanze a favore delle categorie protette: minori, handicappati, anziani, lavoratori.
Il Consiglio della Comunità Montana Chisone e
Germanasca, che, come è
noto, coincide con l’USL
42, è stato informato sugli
ultimi sviluppi della situazione da un’esauriente relazione dell’assessore Nevache, nella seduta di venerdì 27 marzo.
Si è trattato comunque
soltanto di una riunione
informativa, perché ogni
PINEROLO
Esposizione di
libri religiosi
Il prossimo 11 aprile, alle ore 11, nei locali della
Biblioteca di Pinerolo (via
C. Battisti), si aprirà una
esposizione di libri di preghiere di culto cattolico e
riformato. Accanto ai messali di notevole valore, ed
oltre alle Bibbie in lingua
francese, greca e latina, inglese, italiana e tedesca,
un nuovo testamento in
piemontese, raccolte di meditazioni per ogni giorno
dell’anno, libri di salmi,
innari, il « famoso » pellegrinaggio del cristiano ed
altri volumi fuori catalogo.
L’interesse suscitato da
analoga esposizione (cui si
era aggiunto il culto ebraico) avvenuta nel 1980 presso la Biblioteca Civica di
Torino ha spinto le organizzatrici, con la collaborazione della Biblioteca di
Pinerolo, a preparare questa nuova esposizione, che
rimarrà aperta per almeno 15 giorni.
Liliana Ribet
decisione è stata rimandata ad un’altra seduta che
avrà luogo tra breve.
La Regione ha stanziato
alcuni miliardi per la ristrutturazione dell’ospedale e con l’inizio dei lavori
potrà essere occupata una
parte dei dipendenti. Altri
sono destinati, a loro scelta, all’Ospedale di Pomaretto, ai Parchi montani
della vai Chisone, all’USL
42 o ad altre Unità sanitarie della Regione.
Rimane così, soddisfatta
la richiesta dei sindacati
di non far perdere ai lavoratori il posto di lavoro e
di garantire la Conservazione della posizione giuridica e di livello funzionale
corrispondente a quella ricoperta a Pra Catinat.
Nella sala del Consiglio
erano presenti anche numerosi dipendenti, che sono anche stati invitati a
prendere la parola, ma nessuno si è pronunciato,
quindi la discussione si è
svolta soltanto fra i rappresentanti dei gruppi politici, i quali hanno ripetuto i ben noti punti di vista. L’ospedale di Pra Catinai è sempre stato adoperato come mezzo di pressione sull’opinione pubblica contro la Regione, perciò si capisce come l’attuale decisione di trasformarlo non vada a genio a tutti.
Anche il servizio di guardia medica è stato oggetto
di una breve discussione.
Attualmente, la sede di
questo servizio è presso la
Croce Verde di Perosa Argentina, che ha finora provveduto anche all’acquisto
delle autovetture. E’ necessario che vi sia un rapporto più stabile tra l’Unità
sanitaria e la Croce Verde, con una vera e propria
convenzione. E’ anche probabile che verrà istituito
un servizio di guardia medica nelle località delle alte valli, quando vi è un forte aumento di presenze a
causa del turismo. In questo modo si otterrà miglioramento del servizio, non
solo nei centri di villeggiatura, ma anche sul resto
del territorio.
L. V.
PENTECOSTE ’80
NON E’ UN PUNTO
D’ARRIVO
Proseguono le riflessioni sulla
esperienza di Pentecoste ’80
La comunità
A Pentecoste le comunità del 3° Circuito si
sono presentate l’una
accanto all’altra con dei
tabelloni in cui, con fotografie, grafici e scritte, erano evidenziate le
loro origini, la loro storia ed i loro problemi sino ai giorni nostri. Attraverso questo panorama si sono capite le
grosse trasformazioni
avvenute soprattutto nel
dopoguerra. Molti gli interrogativi posti: che
senso ha essere valdesi
a Ferrerò? Quale presenza offrire in mezzo
ai turisti? Come risolvere i problemi di cura
pastorale e giovanile all’Inverso di Pinasca?
Come curare la diaspora deH'Alta Val Chisone? Come affrontare il
problema dei matrimoni misti?
Nuove
situazioni
Ecco quindi situazioni
nuove, quando ancora
ci muoviamo seguendo
schemi collaudati, ma
legati a momenti della
nostra storia che ora
non ci sono più. Sono
rimaste sulla carta le
comunità di RodorettoFontane e Massello che
si animano durante
l’estate per il ritorno di
coloro che sono scesi,
ma che quasi scompaiono d’inverno.
A valle sorge il problema delle immissioni
— massellini, pralini, rodorini, salzini — sebbene tutti accomunati dal
problema del mettere
radici nella nuova situazione, pure trovano difficoltà a costituirsi come comunità allargata
insieme ai pomarini. E’
ben vero che chi ha fortemente desiderato di
inserirsi lo ha fatto e
partecipa alla vita della
comunità che lo ha accolto. Ma gli altri? Sono
comunque nostri fratelli.
L’anziano
di una volta
Modificandosi le comunità, si trasformano
anche i ruoli delle strutture responsabili che le
comunità si erano date:
i concistori. L’istituzione degli anziani di quartiere ha sfidato i tempi.
L’anziano era l’espressione del quartiere stesso, era l’uomo a cui veniva riconosciuta coerenza e correttezza morale; per cui era chiamato a derimere le liti,
accompagnava il pastore nelle visite quartierali, spesso leggeva la
Bibbia nelle riunioni di
famiglia, pregava e all’occasione celebrava i
funerali (c’è chi ancora
li ricorda).
Ora, con il passare degli anni, ritroviamo l’anziano a .svolgere delle
funzioni che hanno qualche legame con quelle
di un tempo solo nelle
realtà, e sono poche, in
cui è rimasto ancora il
quartiere formato da
un certo numero di borgate dove la presenza di
diverse generazioni ha
ancora una sua continuità.
A fondo valle la realtà
è diversa; si formano
nuovi quartieri lungo le
strade principali, ma
sono fatti di condominii,
il quartiere non c’è più;
esiste una suddivisione
per motivi amministrativi — da una tal via ad
un’altra — ma è tutto
qui.
I valdesi che si vengono ad insediare spesso non si conoscono fra
di loro. L’anziano è
quindi oer questi una
figura nuova, non liberamente scelta, che impone la sua presenza andando a chiedere la contribuzione. Molti li vedono come gli esattori
delle tasse — brutto mestiere, soprattutto per
loro che lo fanno gratuitamente come uno dei
servizi per la loro comunità e che devono passare, una, due tre... cinque volte per ritirare
una scarna bustina!
Gli anziani soffrono
di questa situazione.
Non tutti se la sentono
di continuare ad incassare per anni con il
sorriso sulle labbra il
mugugno dei propri
confratelli. Eppure il loro compito è prezioso
perché costituisce un
collegamento stabile con
molti fratelli ai margini.
Ecco quindi che sotto
pressioni diverse c’è il
rischio che il ruolo di
annuncio e di servizio
diventi un ruolo sempre
niù amministrativo e
tecnico (gestione degli
stabili, dei conti ecc.).
Nuovi ministeri
Con temporaneamente
vediamo però che la
nuova organizzazione sociale presente sul territorio necessita ugualmente di una pluralità
di vocazioni per far
fronte alle esigenze che
la comunità ha nella sua
opera di annunzio dell’Evangelo.
Ecco allora sorgere altri doni ed altri ministeri (predicatori locali,
catechisti, monitori, conduttori del canto, trombettieri, visitatori di
ammalati, ecc.) questa
volta non niù sorti come espressione del quartiere, ma disponibili a
coprire ruoli più ampi
per diversi quartieri o
per l’intera comunità.
Come integrare quindi con gli antichi, i ministeri che ora si affacciano? Non è questo
un segno della varietà
dei doni in funzione di
differenti necessità? La
pari dignità dei doni che
vengono espressi al servizio della comunità ci
pone la necessità di andare verso una loro più
profonda integrazione
ed intercambio e questo
non solo a livello di una
sola comunità ma anche
di più comunità. Come
fare?
Gli anni che andremo
a vivere saranno importanti per questa riflessione.
La Commissione
Coordinamento
8
8
CRONACA DELLE VALLI
3 aprile 1981
DIBATTITO A PIOSSASCO
Aborto e coscienza cristiana
Come annunciato in precedenza giovedì; 5 marzo
u. s. si è tenuto nella Sala
Valdese di Piossasco un
dibattito sul tema: Aborto
e coscienza cristiana. L’incontro è stato organizzato
dalla locale comunità valdese e dalla comunità di
base ; hanno introdotto
l’argomento la ginecologa
dott.ssa Cecilia Tibaldi di
Torino e la prof .ssa Francesca Spano.
La prima relatrice ha
analizzato l’aspetto giuridico-medico-sociale della legge 194 (interruzione volontaria della gravidanza) che,
nell’ambito della legalizzazione dell’aborto, prevede
l’istituzione dei consultori
familiari e dei servizi sanitari, tutelando la donna
durante il periodo della
gravidanza. La dott.ssa Tibaldi ha difeso la legge in
vigore perché serve alla
donna che ha lottato per
ottenerla, ma ha osservato che la sua applicazione
non è ancora estesa a tutto il territorio nazionale.
Infatti i consultori familiari istituiti dall’entrata in
vigore della legge risultano
cos’i ripartiti secondo una
rilevazione regionale dell’ottobre 1980:
Val d’Aosta 9; Piemonte
152; Liguria 31; Lombardia 104; Veneto 27; Trenti
no 7; Friuli 9; Emilia R.
170; Toscana 167; Marche
9; Umbria 57; Lazio 104
Abruzzo 29 ; Molise 0
Campania 28; Puglia 23
Basilicata 26; Calabria 15
Sicilia 1 (a Vittoria perso
naie volontario); Sardegna 3. Totale 971.
Dalla tabella si rileva che
in alcune regioni più che in
altre le condizioni culturali e politiche e ’l’obiezione di coscienza’ dei sanitari possono rendere difficile o insufficiente l’applicazione della legge.
Quando la legge è correttamente applicata, invece, il medico, l’ostetrico, lo
psicologo e il personale
del consultorio possono essere di sostegno nella giusta valutazione del problema e nella conseguente decisione, pur lasciando alla
donna la piena autonomia
della decisione.
Considerando il problema nei confronti della coppia la relatrice ha criticato l’atteggiamento generale del ’partner’ uomo che,
per tradizione o cultura
maschilista, abbandona la
donna nella decisione ed
ha osservato che è necessario che si crei, innanzi
tutto, una nuova mentalità di corresponsabilità.
La dott.ssa Tibaldi ha
poi elencato le motivazio
ni addotte dal Partito Radicale alla proposta di
abrogazione : lungaggini
burocratiche, obiezione di
coscienza del personale
medico, problema delle minorenni, impossibilità di
scegliere il medico liberamente ecc. Inoltre ha illustrato le richieste di abrogazione da parte del ’Movimento per la vita’ di parecchi articoli significativi
senza i quali la legge viene
ad essere svilita, dando
spazio alla clandestinità e
riportandoci alla situazione antecedente alla legge.
La seconda relatrice,
Francesca Spano, ha messo in evidenza i motivi per
cui i credenti debbono votare a favore del mantenimento della legge e nel
medesimo tempo agire affinché l’aborto venga praticato sempre meno. I credenti devono sensibilizzare
le autorità locali perché
istituiscano le strutture
previste dalla legge e le
rendano funzionanti per
una migliore e più completa educazione sessuale.
Questa non è solo necessaria alla donna, ma anche all’uomo affinché si assuma la responsabilità indispensabile ad una vita di
coppia serena.
Francesca Spano ha ribadito che lo Stato con la
Doni CIOV
Doni pervenuti nel mese di gennaio 1981
ISTITUTI OSPITALIERI VALDESI
L. 200.000: Lega Femminile
della Chiesa di Como.
L. 70.000: Ditta Fratelli Pasquet, Segheria, Torre Pellice.
L. 59.500: Chiesa Valdese dì
Bobbio Pellice.
L. 48.000: Sig.ra Caterina De
Beaux, Torre Pellice.
L. 10.000: Elisa Veneziani,
Trieste; Rosetta Baccella, Roma.
RIFUGIO RE CARLO ALBERTO
L. 150.000: Unione Femminile
della Chiesa Valdese di Genova: Offerte dagli ex-soci della
SADRA. Torre Pellice.
L. 50.000: Unione Femminile
della Chiesa Valdese di San Secondo di Pinerolo, in memoria
di Rosina Gardiol-Pavarin; Fa
miglia Peraldo-Candelo, Biella.
L. 40.000: Chiesa Evangelica
Valdese di Bari.
L. 21.000: Gay Giuseppina, in
memoria della cugina Tacchini
Angiolina, Genova.
L. 20.000: Chiesa Evangelica
Valdese di Como; Biglione Eunice, Genova; Roncagliene Bruno,
Pont Canavese; Chiesa Evangelica Valdese, Biella.
L. 15.000: Leuzinger Evelina,
Ivrea.
L. 10.000: Sergio e Mirella
Fornerone, in memoria di Guido Fornerone, S. Secondo; Schenone Federico ed Emma. Genova: Bertarione-Benedetto Bice,
Pavone Canavese: Franca e Marco Eynard, in mem. dei genitori.
Torre Pellice; Ernesto e Mirella
Bein, Torre Pellice.
L. 5.000: Malacrida Lilia, Co
Notizie utili
Pensionati INPS
Rocentemente 1 INPS ha reso noto che le rivalutazioni conseguenti alla scala mobile delle pensioni in pagamento a decorrere da febbraio (circa 6,5 milioni di pensioni) sono già in corso di esecuzione. Nella maggior
parte dei casi dette pensioni verranno messe in pagamento nell’importo già rivalutato per il 19“1, ed in particolare :
circa 4,5 milioni di pensioni al minimo verranno
pagate nell’importo comprensivo degli aumenti di scala
mobile nonché del relativo conguaglio a decorrere dal
gennaio c. a. come richiesto dalle Confederazioni Sindacali;
— le pensioni superiori al minimo, circa 1 milione,
verranno pagate con l’aumento di lire 30 mila a titolo di
acconto sugli aumenti spettanti;
le pensioni (circa 900 mila) inferiori al minimo verranno per ora pagate nella stessa misura del 1980.
Calendario scolastico
per i prossimi tre anni
La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il 19 marzo il decreto ministeriale che fìssa il calendario scolastico per
i prossimi tre anni:
— nell’anno scolastico '81-’82 le lezioni in tutte le scuole inizieranno il 16 settembre 1981 e termineranno il 15
.giugno 1982;
— nell’anno scolastico ’82-’83 le scuole inizieranno il
15 settembre 1982 e termineranno il 14 giugno 1983;
— nell’anno scolastico '83-’84 le scuole inizieranno il
15 settembre 1983 e termineranno il 16 giugno 1984.
Per quanto riguarda i giorni di vacanza, oltre alle domeniche sono previsti : 1° novembre, 25 aprile, 1° maggio,
mentre le vacanze natalizie sono fissate dal 23 dicembre
al 4 gennaio compreso.
Gli esami di licenza e di idoneità avranno inizio il primo giorno non festivo successivo al termine delle lezioni, mentre gli esami di maturità avranno inizio il l" luglio 1982, il 4 luglio 1983, il 3 luglio 1984.
mo; Alimonda Rita, Genova;
Famiglia Cattaneo, Genova;
Gianassi Revel Emilia, Castellamonte; Marangoni Ferdinando,
Ivrea; Perette Carolina ved. Roncaglione, Pont Canavese; Giordan Maddalena, Asilo per Anziani di Lus. S. Giovanni.
L. 4.000: Falchi Velia, Genova.
L. 2.000: Cavo Ernesto, Ge
ASILO PER VECCHI
DI SAN GERMANO CHISONE
L. 500.000: Direzione e Maestranze RIV-SKF, Villar Perosa.
L. 150.000: Unione Femminile Valdese della Chiesa di Genova.
L. 135.000: Chiesa Valdese di
Pomaretto.
L. 95.000: Sig.ra Biderman ved.
Acunzo, Biella.
L. 50.000: Balma Arturo, Ester, Roberto, Marisa, in memoria di Adele Germanet, Torino;
Margherita Charbonnier Davite,
S. Secondo di Pinerolo; Mariotti Enrico e Laura, Torino; Paschetto Caterina, in memoria
dei suoi cari, Torino.
L. 47.500: I compagni di lavoro di Rochon Rolando, in
memoria della mamma Giulietta
Coucourde, S. Secondo.
L. 35.000: Decker Elvira e
Guido, Torino.
L. 30.000: Perrona Emilio, Genova; Amalia Balmas Peyla, ricordando il caro fratello, S. Germano Chisone.
L. 20.000: Forneron Silvano e
Rina. S. Secondo; Perrona Emilio, in memoria di Eugenia Rochon e Lorenzo Perrona, Genova: Biglione Eunice, Genova;
Roncaglione Bruno, Pont Canavese: N. N., S. Secondo.
L. 15.000: Schellenbaum Werner ed Irma, Genova.
L. 12.000: Don Margherita, Torino.
L. 10.000: Bleynat Ester ved.
Avondet, in memoria dei cari
marito e suocera, S. Germano
Chisone; Beux Guido e Signora,
S, Germano Chisone: Perrona Emilio, in memoria di Emilio Rochon, Genova: Schenone Federico ed Emma, Genova; Bertarione-Benedetto Bice, Pavone Canavese; Rivoira Emma, in memoria di Costanza Salvagiot,
Torino.
L. 5.000: Malacrida Lilia, Como; N. N., Como; Monique
Keller, Como; Carcò Antonio,
Catania; Chiesa Valdese di
Biella; Avondet Irene, ricordando i suoi cari, S. Germano Chisone: Canale Aldo, Ivrea: Cristoforo Emilio, Loranzè (To); Menusan Ernestina. Pramollo; Beux
Eli e Lina, Pramollo.
L. 4.000: Falchi Velia, Genova.
L. 3.000: Buglione Rossi Luisa,
Genova.
L. 2.000: Fenouil Enrico ed Elisabetta. Torino.
legge sull’aborto non deve
difendere la morale del
cristiano, ma è l’azione di
quest’ultimo che deve rendere la legge inutile.
Uno dei motivi per cui
’Il Movimento per la Vita’
è contrario alla legge è che
la decisione spetta solo alla donna, non al sacerdote,
al medico o al giudice. Si
rimane però perplessi
quando si constata che
questo movimento ha preso l’iniziativa solo dopo la
promulgazione della legge
194, ignorando altri gravi
problemi quali le torture,
le guerre, le morti bianche
e la fame. I credenti, secondo la Spano, non devono dare regole o giudizi alle persone che cercano con
angoscia di risolvere il loro problema, ma devono
avere un atteggiamento di
solidarietà.
Dopo le due relazioni, ci
sono stati vivaci ed interessanti interventi da parte di molte persone, seguiti
con attenzione dalle settanta e più persone che gremivano la saletta. Molte
donne hanno criticato l’atteggiamento di assenteismo
dell’uomo (si pensi che in
un anno due sole donne si
sono presentate al consultorio di Piossasco accornpagnate dai loro mariti)
nei confronti del problema
e hanno affermato che l’aborto, sempre traumatico
ed angoscioso, non è affrontato con lucidità e serenità e, a causa dei vari
condizionamenti esterni
che gravano sulla coscienza, è vissuto come peccato.
Al termine del dibattito
è scaturita la proposta di
formare a Piossasco un comitato che dia alla cittadinanza informazioni chiare
ed obiettive e l’aiuti a dare un voto consapevole e
responsabile.
F. R.
A toutes les mères
Sanglots désolés de ma mère
que le temps n’a pas effacés,
souvenir des heures amères
surgies des ombres du passé.
Ainsi je revois comme un rêve
ses yeux tournés vers l’infini,
devant une vie qui s’achève
et que hélas la mort a ravie.
Son regard perdu dans l’espace
semblait implorer au Seigneur
le divin baume de sa grâce
qui peut soulager sa douleur.
J’ai compris alors le mystère
impitoyable de la mort,
le sens des larmes d’une mère
sur un être aimé qui s’endort.
Et cette angoisse qui me hante,
cet héritage d’autrefois,
dans notre humanité souffrante
chaque jour mon Dieu, je revois.
Ce sont les mère en détresse
qui partout pleurent leurs enfants,
enlevés loin de leur tendresse
proie d’un sort tragique et méchant.
Surtout les fléaux qui font rage,
la faim, la guerre qui sévit,
le sol qui tremble, voix, message
de mort aux villages détruits.
Et je crois entendre leur plainte
et voir leurs regards éperdus,
et sur leurs visages l’empreinte
triste, pour leurs enfants perdus.
C’est l’ingratitude du monde
asservi aux forces du mal,
c’est la folle terre qui gronde
dans les sombres gouffres fatals.
Dieu qui maîtrise toutes choses,
et ce qui vit et ce qui meurt,
ta pitié ne s’est pas éclose
pourquoi Seigneur, pourquoi Seigneur.
B. GrUl
L’angolo di Magna
Cara magna Linota,
mi rivolgo a te, per quanto riguarda i due referendum per l’aborto, di prossima effettuazione. Indubbiamente si tratta di un
problema molto complesso
e nel contempo mette in
difficoltà la scelta individuale, infatti è materia di
aperto dibattito, la quale
mette a confronto generazioni di donne. Purtuttavia il silenzio non è identificabile con la fede, anzi
evidenzia una netta paura
delle proprie responsabilità, sino a divenire segno
di falsa moralità. Tuttavia
il discorso va allargato,
perché bisogna cercare di
affrontare la questione della sessualità e della maternità, constatando anche
la necessità di informarsi
ed informare affinché possa divenire un’occasione di
verifica personale nei confronti di questo specifico
problema, difatti affrontando con molta chiarezza
i due referendum, si tende
a rispondere positivamente alle istanze dei giovani.
In conclusione desidero
avere il tuo punto di vista
su questo alquanto difficile
problema, il quale se portato a fondo coinvolgerà
senz’altro l’intera Comunità. Fraternamente,
Mario Desana
Caro fratello,
se ho ben capito, Hi mi
chiedi che cosa penso dell’aborto e come voterò al
momento dei referendum.
Odio l’aborto, che per
me è male; mi fanno rabbia quei teologi che si affannano a fare delle graduatorie per stabilire in
che momento preciso si diventa come Caino, o per di
mostrare che non è peccato se ci liberiamo del figlio
che portiamo in grembo,
purché questo succeda prima di una certa data. Mi
sembra un modo ipocrita
di metterci tutti quanti la
coscienza a posto.
Però mi pare altrettanto
ipocrita e ingiusto risolvere la questione mettendo
in galera le donne che hanno abortito: ne conosco alcune che hanno fatto questa triste esperienza e non
riesco a vedere che bene
porterebbe processarle e
mandarle in prigione. In alcuni casi poi vorrebbe solo dire togliere una buona
mamma a cinque o sei
bambini che hanno bisogno di lei. Non punirei
nemmeno il dottore che le
ha aiutate, spesso per evitare che ci provassero da
sole.
Se dovessi fare il giurato
in un processo per assassinio, credo che proverei
s) molta ansia, paura, vergogna, permettendomi di
giudicare un mio fratello,
ma se fossi sicura della
colpevolezza voterei per la
condanna (non a morte però); non mi sentirei di fare lo stes.so in un processo
per aborto, anche se non
so spiegarne con chiarezza
il motivo.
Perciò, .se ci sarà il referendum, voterò per mantenere la legge che c’è adesso, con tutti i suoi difetti
che si possono correggere
un po’ alla volta, cioè dirò
no alle due proposte, anche
perché, oggi come oggi, accettare le proposte del ’movimento per la vita’, che
teoricamente possono sembrare giuste, in pratica
permetterebbe sempre ai
ricchi di andarsene all’estero, e a medici, levatrici e
praticone senza scrupoli di
arricchirsi alle spalle di
tante disgraziate, qualche
volta mandandole anche
all’altro mondo per una
emorragia o un’infezione.
Ma, come dici, il problema è molto più grosso.
Non mi piace per niente
l’idea di avviarmi verso un
domani in cui un certo numero di egoisti continueranno a fare figli in abbondanza, magari per dimostrare agli amici che razza
di maschi sono, senza poi
preoccuparsi minimamente
di come tirarli su bene
( tanto alla peggio ci saranno i sussidi, ci penseranno
le assistenti sociali, e poi ci
sono sempre gli istituti,
finché sono piccoli; ci si
ricorderà di loro alla prima busta paga); dall’altra
un altro gruppo di egoisti
che non vorranno assolutamente bambini per non
essere disturbati la notte,
per non rovinarsi la linea,
per potersi divertire la domenica. Bisogna bene godersi la vita finché si è giovani!
No, nemmeno i migliori
anticoncezionali mi sembrano la soluzione di tutti
i problemi, anche se sono
certo meno crudeli e dolorosi dell’aborto. Come
capite per molte altre cose di questo mondo, possono essere un aiuto prez.ioso, se li usiamo per diventare genitori responsabili e per non aumentare
la fame nel mondo; ma
possono anche diventare
solo un mezzo per abbandonarci al nostro piacere
evitando noie, fatiche e responsabilità. E il Vangelo
ci avverte che chi cerca la
felicità in questo modo rimarrà deluso.
Magna Linota
9
3 aprile 1981
CRONACA DELLE VALLI
ALLA CASA VALDESE DI VALLECROSIA
1° CIRCUITO
TORRE PELLICE
POMARETTO
I giovani discutono
sulla confermazione
Quest’anno come di consueto
si è svolto, il 21 e 22 marzo nella
casa valdese di Vallecrosia, rincontro dei catecumeni del 3° e 4°
anno delle chiese del II Circuito.
Il tema da affrontare era la
« Confermazione » che significato
ha e come ognuno di noi la affronta.
E’ emerso, nelle discussioni a
gruppi, che non tutti sono consapevoli fino in fondo dell’atto a
cui parteciperanno. Per molti la
confermazione è una formalità;
una cosa naturale alla fine del catechismo. Alcuni sono influenzati
dai genitori che da tempo aspettano questo momento per vedere
il proprio figlio entrare a far parte della comunità e non riescono
ad esempio ad accettare che il
catecumeno faccia una scelta diversa (come ritardare questo momento per insicurezza, ecc.).
Comunque i giovani che si soffermano a riflettere sul fatto che
« qualcosa » devono confermare,
ci sono e hanno comunicato le loro opinioni: generalizzando, essi si confermano per continuare
la loro ricerca di fede e per impegnarsi in qualche modo nella
comunità.
Si è arrivati al fatto che bisogna essere consapevoli di ciò che
si dice e si fa. Quindi se un individuo si dichiara credente, deve affrontare i problemi che questa società ci pone ogni giorno e
che ci toccano da vicino come la
richiesta di ripristinare la pena
di morte, l’aborto, la droga, ecc.
Noi come credenti non possiamo
estraniarci dalla vita e da ciò
che essa comporta ma dobbiamo
seguire l’insegnamento di Gesù e
a proposito della pena di morte
ricordiamoci che Egli è venuto a
portare un messaggio di perdono
e di salvezza e non di condanna: « ...chi è senza peccato scagli la prima pietra... ».
Su questi temi non tutti si sono espressi ma tutto sommato la
discussione è stata seguita e dibattuta. C’è da sperare che i giovani, e non solo loro, riescano a
vivere pienamente la loro ricerca
di fede comunitariamente, non
andandosene dalla comunità dopo aver compiuto la formalità a
loro richiesta o tornando per
compierne altre.
S. B.
POMARETTO
Incontro seminario
Il gruppo di lavoro costituitosi nell’incontro di S. Secondo il
.22 febbraio sul tema « Musica e
canzoni popolari » ha avuto sabato scorso a Pomaretto il suo
primo incontro. Vi hanno part^
cipato gli interessati sotto la guida del prof. Arturo Genre. L'incontro ha servito ad una prima
presa di contatto ma vuole essere una tappa sul cammino della ricerca più organica e coordinata del patrimonio musicale del
COMUNITA' MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8
dalle ore 14 della vigilia del giorno festivo infrasettimanale alle
8 del giorno successivo preeeo
I OSPEDALE MAURIZIANO - Luserna San Giovanni - Tel. 90884.
Nella notte del giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia dei festivi) presso rOSPEDALE VALDESE - Torre Pellice • Tel. 932433.
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Luserna San Giovanni: FARMACIA SAVELLONI - Via F. Blando - Luserna Alta - Tel. 90223.
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la farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacia Internazionale.
A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacìa Preti,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto.
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dal sabato ore 14 al lunedì ore 8.
dalle ore 14 della vigilia del
giorni festivi alle ore 8 dei giorni
successivi ai festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
II recapito del servizio è presso
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Croce Verde PInerolo - Tel. 22664
Croce Verde Porte - Tel. 74197
Croce Verde Perosa - Tel. 81000
Domenica 5 aprile a Bobbio
Pellice si terrà il convegno dei
confermandi del Circuito. La
giornata inizierà alle ore 10,30
con il culto tenuto dai catecumeni stessi. Dopo il pranzo al sacco, il pomeriggio sarà impegnato in una discussione, a gruppi
e poi insieme, sulla confermazione, Animatori della giornata
saranno i past. Adamo e Benotmane con F. Taglierò.
Le Scuole Domenicali del Circuito si incontreranno in 2 gruppi il 26 aprile. A S. Giovanni saranno ospitati i bambini di Rorà e di Angrogna, mentre a Bobbio andranno le tre Scuole domenicali di Torre Pellice.
L’Assemblea di Circuito si terrà venerdì 8 maggio alle ore
20,30 a Bobbio Pellice. L’assemblea sarà dedicata all’esame della relazione del Consiglio e alla
elezione dei nuovi suoi membri.
PRAMOLLO
le nostre valli. E’ emerso nel dibattito il bisogno di avere una
maggior informazione e qualificazione anche a livello tecnico
nell’affrontare i problemi della
registrazione, trascrizione, utilizzo del materiale. Si è così convenuto di fissare un prossimo incontro a carattere più tecnico
con persone qualificate e specializzate in questo tema per la
giornata di sabato 12 aprile.
L’incontro avrà luogo come il
precedente a Pomaretto, presso
il Convitto valdese, alle ore 15.
Tutti coloro che sono interessati
al problema e soprattutto a lavorare in questo settore sono invitati a partecipare.
G. T.
SAN SECONDO
Dopo quasi sei mesi di siccità che ha procurato seri danni
alle culture, ha prosciugato numerosi pozzi e creato grossi
problemi per il rifornimento idrico dei prossimi mesi, ha ricominciato a piovere sabato e
domenica. Nessuno si è quindi
lamentato se la pioggia continua
ha creato difficoltà alle persone
convenute da San Secondo e
dall’Asilo per i Vecchi di San
Germano per la Giornata degli
Anziani. Una cinquantina di Fratelli e Sorelle si sono riuniti per
il culto, per un pranzo in comune ed un pomeriggio trascorso
insieme. Le sorelle dell’Unione
Femminile hanno curato il pranzo e i ragazzi della scuola domenicale hanno curato il programma del pomeriggio con canti,
danze, interventi spontanei. Altre persone anziane di S. Secondo
si sono unite al gruppo nel pomeriggio.
• Ricordiamo la giornata comunitaria a Prarostino, domenica 5 aprile: culto, pranzo al sacco in comune, pomeriggio con
membri delle varie chiese del II
Circuito.
• L’Unione Femminile si ritroverà il 12 aprile alle ore 15.
Nell’arco di una settimana ci
siamo raccolti ben due volte per
ascoltare il messaggio della speranza e della resurrezione e per
esprimere la nostra solidarietà
ai familiari del fratello Elvio
Long, scomparso improvvisamente all’età di 54 anni, ai Ciotti, e alla famiglia della sorella
Ida Jahier ved. Beux (Ruata) che
il Signore ha richiamato a sé all’età di 86 anni.
Dio, nel suo infinito amore,
saprà dare pace e consolazione
a tutti coloro che ora sono nel
dolore e nel lutto.
• Domenica 29 marzo si è tenuto il pranzo con i bambini della scuola domenicale e i genitori, nella nostra sala. Nel pomeriggio abbiamo potuto stare tutti insieme, intrattenuti dalle diapositive su Israele, proiettate da
suor Ermellina, che vogliamo ringraziare di cuore.
« Un grazie anche al pastore
Alberto Ribet che ha presieduto
il culto di domenica 22, sostituendo il pastore Noffke che av&va accompagnato un gruppo di
catecumeni a Vallecrosia.
• Ricordiamo l’Assemblea di
Chiesa del 5 aprile per eleggere
i delegati alla Conferenza Distrettuale e al Sinodo. Nel medesimo pomeriggio si terrà l’esame dei catecumeni.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Il CIRCUITO
Domenica 5 aprile : Giornata
comunitaria a Prarostino.
Aperta a tutti.
Programma ;
Ore 10.30 culto.
Ore 12.30 pranzo al sacco. L’Unione femminile offre una
minestra calda ; portarsi il
resto.
Ore 14.30 conversazione e dibattito sul tema «I ministeri e
11 ruolo diaconale ».
Un incontro del concistoro con
i catecumeni del IV anno ed i loro genitori è programmato per
sabato 4 c. m. alle ore 20.30 al
presbiterio. I neo confermandi
presenteranno la domanda di
ammissione e si parlerà sul significato della confermazione e sulla responsabilità e l’impegno che
ogni credente deve assumere
quando chiede di entrare a far
parte della chiesa come membro
comunicante.
• Abbiamo notizia che il piccolo Marco Gay di nove anni,
residente ai Bellonatti e alunno
del Centro Didattico Musicale
italiano di Torre Pellice, diretto
dal M.o Dosio, si è classificato
al 2° posto al Festival Nazionale
per organo elettronico che si è
svolto a Torino il 23 marzo.
Ci congratuliamo con il piccolo Marco e gli facciamo tutti i
nostri migliori auguri per la sua
carriera in campo musicale.
• Ricordiamo che lo studio
biblico ecumenico di Famolasco
(Bibiana) avrà luogo, per il mese di aprile, domenica 5 c. m.
alle ore 16,30. Tutti sono cordialmente invitati.
Pena di morte. - Una interessante Tavola Rotonda sulla « Pena di morte » ha avuto luogo lunedì 23 marzo alla quale hanno
partecipato come rappresentanti
delle varie forze politiche il prof.
Barbero (PCI), l’avv. Giardina
(DO, l’arch. Longo (PSD, l’avv.
Cotta Morandini (PSDI) e come
moderatrice la prof.ssa Frida
Malan.
Tutti gli intervenuti hanno sostenuto la tesi che l’introduzione
della pena di morte non risolve
per nulla il problema della criminalità e del terrorismo politico ed hanno ribadito la ferma
opposizione alla raccolta delle
firme promossa dal MSI.
Il dibattito che ne è seguito è
stato molto vivace, specialmente
per la partecipazione dei numerosi giovani presenti.
La nostra comunità era scarsamente rappresentata: un vero
peccato perché ha perso una
buona occasione di testimonianza.
Domenica 29 marzo nel pomeriggio ha avuto luogo un incontro della Comunità per rifiettere
sui diritti dei malati e dei morenti.
Lucia Scroppo ha introdotto
l’argomento e guidato la riunione e il dott. Roberto Charbonnier e Signora hanno presentato
alcuni aspetti di questo problema: sono stati seguiti con profondo interesse. Ne è scaturita
una viva partecipazione al dibattito.
Un sentito ringraziamento a
questi fratelli per il loro contributo all’approfondimento di un
tema che mette in luce quanto
cammino l’uomo deve fare per
maturare condizioni spirituali
per una migliore società che non
sia in contraddizione con la speranza cristiana.
Per mettere in risalto l’azione
attiva che il credente in Dio può
svolgere a favore della qualità
della vita e dei rapporti umani
Lucia Scroppo ha presentato l’argomento capovolgendone i termini: si è riferita al dovere dell’umanità per la conquista della
buona salute, dovere che dovrebbe coinvolgere la responsabilità
di ognuno nei diversi campi, anche in quello verso i malati e i
morenti.
• Proseguono il venerdì sera,
alle ore 20,45 alla Casa Unionista gli incontri di studio biblico
organizzati dal Gruppo Giovanile. Venerdì; 3 aprile il pastore
S. Ribet parlerà su <( Gesù socialista », seguirà il consueto dibattito.
• Le Scuole Domenicali del
centro, Appiotti e Coppieri avranno la loro annuale festa di
canto a Bobbio Pellice il 26
aprile.
• La commissione ricevimenti
organizza, in occasione della visita a Torre Pellice delle sorelle
delle Unioni femminili di Firenze, una cena comunitaria a cui
tutta la comunità è invitata.
L’incontro si terrà alla Foresteria venerdì, 24 aprile alle ore
19; le prenotazioni sono ricevute
da Marco Gnone (tei. 932.240) o
dai responsabili delle varie attività, fino al 22 aprile. Il pasto è
dato a L. 5.000 (bevande da casa), quota da versare all’atto dell’iscrizione.
• I catecumeni confermandi
avranno il loro ultimo incontro
sabato 4 aprile alle ore 17, parteciperanno poi il giorno seguente alla riunione dei catecumeni
del circuito che si terrà a Bobbio con inizio alle ore 10,30 con
il culto.
• E’ deceduta nella sua abitazione la signora Alice Eynard
ved. Hugon. Alla famiglia la comunità esprime la sua cristiana
simpatia.
PERRERO-MANJGLIA
• L’Assemblea di Chiesa del
22/3 ha riconfermato come anziano Giorgio Montesanto e come diacono Alba Pascal. La comunità, nel ringraziarli per il lavoro svolto fin qui, chiede loro
di continuare a mettere tutto il
loro entusiasmo nel compito che
son chiamati a svolgere. Secondo argomento all’ordine del giorno è stato il progetto di regolamento sul « Ruolo diaconale ». Il
dibattito è stato vivace, ma non
è stato sintetizzato in un docrumento. In sostanza, se si è affermato che la Chiesa deve a questi fratelli una forma di riconoscimento, non si è stati d’accordo che questa dovesse essere la
consacrazione.
• Sabato 21,/3 si sono uniti in
matrimonio, con rito civile e poi
benedizione in chiesa. Cinzia Pascal e Livio Barus. Ai due sposi,
che si stabiliranno a Villar Porosa, va l’augurio di tutta la comunità di una vita vissuta nel segno della benedizione di Dio.
• E’ stato battezzato, il 29/3,
Andrea Ghigo di Olga e Arturo.
Il nostro augurio è che la mano
di Dio accompagni questo bambino ogni momento della sua
vita.
• Venerdì; 3/4, alle ore 20,30,
avrà luogo a Perrero l’ultimo incontro di studio biblico interconfessionale. Tema: La passione,
la morte e la resurrezione di Gesù. Relatore : don Alluvione. ’Tutti sono invitati a partecipare.
Queste le riunioni quartierali:
martedì 7 aprile ài Masselli, alle
ore 20; mercoledì 8 alla Paiola,
alle ore 20; giovecfi. 9 a Perosa
Argentina, alle ore 20.30.
• Ricordiamo l’assemblea di
Chiesa convocata per domenica
5 aprile alle ore 10 nella sala del
teatro per la nomina dei deputati alla Conferenza Distrettuale
e al Sinodo. All’o.d.g.; Diritti dei
malati e dei morenti.
• Sempre domenica 5 aprile
avremo un’agape « fraterna »...
pranzo semplice. Nel pomeriggio
il seguente programma ; « Come
organizzare dei momenti di vita
in comune, regolarmente, e con
quali scopi di testimonianza » —
Come collegare meglio la vita del
Convitto e quella della comunità, in questo periodo di cambio
della direzione.
Prenotarsi entro venerdì 3
aprile al Presbiterio, o presso
Anna Di Gennaro.
« Io son la Risurrezione e
la Vita »
Il 5 marzo 1981 è salito al cielo il
Dott. Benedetto Mìngardi
I familiari lo ricordano a tutti coloro
che ne apprezzarono le doti umane e
professionali.
Vittoria, 5 marzo 1981
RINGRAZIAMENTO
a Dolce e il sonno del lavoratore » (Ecclesiaste 5: 12)
La moglie, il fratello, le cognate, i
cognati, i nipoti, i cugini del compianto
Enrico A riuso
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di affetto tributata al loro caro, nell’impossibilità di farlo singolarmente ringraziano di vivo cuore tutte
le persone che con scritti, parole di
conforto e partecipazione ai funerali
hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare a
tutto il personale dell’Ospedale Valdese
di Pomaretto per la sua nota solerzia
nella assistenza prodigata all’ammalato,
ai Pastori Teofilo Pons e Renato Coisson, ai Condomini dei « Pioppi ».
Inverso Pinasca, 18 marzo 1981
RINGRAZIAMENTO
« E fattosi sera Gesù disse,
passiamo alValtra riva »
(Marco 4: 35)
Moglie, figli e parenti tutti del caro
Roberto Pons
commossi per la vasta partecipazione
al loro dolore, ringraziano tutti coloro
che hanno voluto esprimere, con la toro presenza, solidarietà ed affetto nella triste circostanza.
Pinerolo, 3 aprile 1981
RINGRAZIAMENTO
Il Signore ha richiamato a Sé
Gustavo Ribet
ne danno l’annuncio la moglie, i figli,
i parenti tutti.
La famiglia ringrazia fraternamente
tutti coloro che in modi e forme diverse partecipano al suo lutto.
Un ringraziamento particolare per
le cure degli ultimi istanti è rivolto ai
medici e a tutto il personale dell’ospedale di Pomaretto. al Moderatore, alla
Comunità valdese e al Comune dì San
Germano.
Lo afferma la Bibbia: « il
giusto per fede vivrà »
(Romani 1: 17)
San Germano, 22 marzo 1981
Luigi Barhianì, Renato Bertot, Jolanda Monnet profondamente addolorati prendono parte al lutto della famìglia per la perdila del Dott.
Gustavo Ribet
RINGRAZIAMENTO
« Io mi son rallegrato quando m’han detto; andiamo
alla casa dell’Eterno »
(Salmo 122)
1 familiari di
Alice Eynard vedova Hugon
ringraziano di cuore tutti coloro che
con la presenza, .scritti e fiori, hanno
preso parte al loro dolore. Un particolare ringraziamento al Pastore Zotta,
al dott. De Pettini ed alla signora
Chiesa.
Torre Pellice, 27 marzo 1981
■ Hanno collaborato a questo
numero: Silvio Benech, Eugenio Bernardini, Ivana Coslahel, Giorgio Castelli, Franco Davile, Luigi Marchetti,
Enos Mannelli, Ettore Panascia, Paolo Ribet, Franco Rivoira, Jean Louis Sappé,
Franco Taglierò, Ugo Tomassone, Giorgio Tourn, Esmeralda Tron.
10
10.
IL NOSTRO CONTRIBUTO ALLA RICOSTRUZIONE - 3
Napoli e Portici: la sete di
una democrazia dal basso
3 aprile 1981
Nell’area terremotata (che racchiude airincirca una popolazione di 4 milioni e mezzo di abitanti) le zone più problematiche
dal punto di vista della ricostruzione sono quelle dove abita più
gente. Parlo delle fasce urbane
sovraffollate con il loro inestricabile intreccio di problemi politici e sociali. Cominciamo da
Napoli.
Qui — l’abbiamo già scritto —
i senzatetto superano le 120.000
unità. L’equilibro della città, dopo il terremoto, è completamente saltato. Nei quartieri poveri è
andata definitivamente in crisi
la già precaria « economia del vicolo » con i suoi negozietti e i
contrabbandieri di ’americane’.
Le scuole, parecchie delle quali
sono state occupate di forza dai
senzatetto, sono attualmente ridotte ai tripli turni mentre l’evasione dall’obbligo supera il 20%.
Versano pure in profonda crisi
le tradizionali attività legate al
turismo, all’artigianato. La piccola industria non riesce più a tenere il passo. Il terremoto ha
sorpreso la città in una fase di
crescita, di profonda trasformazione in positivo in cui — effettivamente — molte cose cominciavano già a funzionare (non
ultima la scuola). Oggi però si
rischia di essere ricacciati indietro di anni ed è chiaro che il ritardo dello sviluppo di Napoli
influirà su tutto il Mezzogiorno
poiché le due realtà sono strettamente collegate.
Tuttavia il dopoterremoto sta
anche rivelando una nuova serie
di rapporti democratici, di comitati di base, di iniziative a gestione popolare che emergono,
forse sull’onda della disperazione ma che stentano ad allargarsi. La ragione di questa faticosa
crescita democratica dal basso e
di questa cronica mancanza di
organizzazione delle forze lavoratrici risiede nel fatto che l’unica organizzazione efficiente è
quella clientelare: i lavoratori (a
parte le eccezioni delle zone altamente industrializzate) non sono organizzati ma dispersi in
mille bottegucce e mestieri precari. Il sindacato inoltre è debole
e la Giunta che guida Napoli è
continuamente minacciata dalla
passività democristiana.
Potere clientelare
Per le forze progressiste che
credono e lavorano per la ’rinascita’ di Napoli la via da battere
è quella della ’organizzazione dei
lavoratori’ anche attraverso nuove forme di associazionismo (dai
consorzi alle cooperative industriali o agricole) che possano
spezzare l’intricata rete del potere clientelare. Non è un caso
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Dino Ciesch, Niso De
Michells, Giorgio GardioI, Marcella Gay, Aurelio Penna, Jean-JacQues Peyronel, Roberto 3eyrot,
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parola.
Fondo di solidarietà ccp 11234101
iirtestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
• La Luce »: Autor. Tribunale di
PInerolo N. 176, 25 marzo 1960.
• L'Eco delle Valli Valdesi «; Reg.
Tribunale di PInerolo N. 175, 8 luglio 1960.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pelllce (Torino)
insomma che le « idee giunte dal
Nord » nelle zone più colpite dal
sisma, attraverso il canale dei
gemellaggi di alcuni Comuni
dell’Italia Centro-Settentrionale che registrano una forte presenza di forze operaie coscienti e
organizzate, non riescano ancora a decollare proprio perché
il potere clientelare locale non
ha mai permesso, anzi ha ostacolato, con tutti i mezzi l’autoorganizzazione delle forze locali
dei lavoratori. Ritengo che una
ricostruzione vera possa passare
solo attraverso un capovolgimento di mentalità.
In due parole: non più la sottomissione alla gerarchia locale
ma una presa di coscienza diretta dei problemi e delle soluzioni.
In questo senso la clausola che
la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia ha posto al momento della cessione della donazione dei 60 prefabbricati nella
zona di Ponticelli (mentre scrivo il Comune di Napoli sta urbanizzando la zona) e che riguarda la costituzione di due centri
sociali è una scelta che guarda
lontano. Questa clausola prevede che oltre ai prefabbricati per
abitazione, assegnati con criteri
obiettivi, senza sciocchi privilegi
confessionali (perché così sarebbe una scelta di tipo clientelare)
un prefabbricato sia adibito a
luogo d’incontro dove trovarsi
liberamente per discutere e organizzarsi. Certamente l’attuale
Giunta Valenzi condivide questa
scelta. Questo non toglie però il
fatto che il lavoro sia tutto da
fare.
« Voce evangelica »
L’importanza di questi «luoghi » ove dibattere, analizzare e
prospettare soluzioni è evidente
in questo esempio di Portici, un
comune contiguo a Napoli. Nei
pressi di « Casa Materna » un
gruppo evangelico metodista
conduce una trasmissione televisiva chiamata « Voce Evangelica » nel quadro di una Tv priva
ta : Tele-Portici. Ultimamente
questa trasmissione sembra destare sempre più interesse tra le
centinaia di roulottes assiepate
intorno alle case lesionate. S’è
formato un comitato e al venerdìi sera si espongono, frammisti
al commento evangelico, i problemi di lotta e organizzazione:
le case non vengono riattate, i
prefabbricati non arrivano, e
continuare a vivere in roulottes
(su aree sprovviste di fognature
e servizi) esaspera ogni giorno
di più gli animi. Le denuncie piovono sempre più fitte sul tavolo
dei redattori di « Voce Evangelica ». L’esperienza di Anna Maria
Caruso parla per tutti : « Se per
4 mesi siamo stati nelle roulottes è perché il nostro scopo era
quello di rientrare in una casa
in perfetta efficienza. Oggi il panico è ancora vivo e pienamente
giustificato perché le case sono
tuttora pericolanti. L’ing. Ferrante (tecnico del Comune, n. d.
r.) ha dichiarato che anche se il
fabbricato dovesse cadere, cadrebbe verticalmente e non orizzontalmente ; siccome noi ci troviamo proprio sotto questa verticale mi chiedo con quale coraggio — visto che ci hanno consegnato la revoca di sgombero e
quindi il permesso di rientrare
— possiamo vivere tra quelle
mura. A chi ci dobbiamo rivolgere se non a voi di 'Voce Evangelica’? ».
C’è una ricerca esasperata, in
questa fase che a 4 mesi dal
sisma non è improprio definire
ancora d’emergenza, di punti aggreganti, di luoghi in cui lanciare e organizzare la protesta. All’interno di questo processo di
emancipazione c’è spazio per una
franca predicazione dell’Evangelo che faccia emergere la differenza e quindi la scelta tra la
vecchia religiosità formale, protesa a creare sottomissione e dipendenza delle masse al potere
clientelare e la fede in Gesù Cristo che responsabilizza l’individuo rendendolo protagonista delle sue scelte, della sua vita.
G. Platone
3® MONDO: PERCHE’ SONO COSI’ POVERI
Sviluppo e
sottosviluppo :
indichiamo alcuni
punti conclusivi
Per una fede non inutile
(segue da pag. 1)
tempo e alla nostra statura ■— a
mio zìo Ernesto Giampiccoli
sperduto in un paesino della Sicilia dell’inizio del secolo, inviato
per evangelizzare dal nulla nella
solitudine e nell'ostilità, che con
animo pieno di amarezza scriveva: « Qual tenero arboscello che
in sterile terreno in pochi dì vien
meno -finché intristito muor, tal
la mia fede o Dio pel mal che la
divora io sento d'ora in ora languire nel mio cuor ». E con lui
penso a tanti che come lui — e
come Paolo! — hanno avuto da
« combattere le fiere », nella lotta
appassionata ma dura per l’evangelizzazione del nostro paese.
E penso anche all’oggi — ancor
più vicino alla nostra piccola statura — a cosa può voler dire portare i pesi degli altri quando
questi sembrano essere troppi
per le poche braccia disposte a
portarli, o essere problemi insolubili, drammi che sembrano immense fortezze inespugnabili, di
fronte a cui ci si sente disarmati,
sconfitti, inutili...
Certo in tutto questo c’è anche
il « realizzarsi » dell’ Evangelo.
Paolo sapeva rallegrarsi nel Signore, i nostri padri hanno anche trasfuso nei loro inni la loro
gioia e la loro riconoscenza al
Signore, e noi con le nostre ben
piccole difficoltà, andiamo pur
avanti senza far drammi, ma anzi riconoscendo qua e là i segni
della grazia di Dio che non ci abbandona. Ma, un momento! Il
prezzo da pagare per rispondere
alla vocazione evangelica i credenti sono disposti a pagarlo in
quanto vivono nella prospettiva
e nella speranza che quegli sprazzi di vita, di luce, di vittoria che
qua e là ricevono e già fin d’ora
formano il senso della loro vita,
sono destinati ad un compimento totale e definitivo. Ma se questo compimento non esistesse,
che follia sarebbe questo prezzo
da pagare stupidamente e senza
alcun costrutto? « Se abbiamo
sperato per questa vita soltanto
— dice Paolo — noi siamo i più
miserabili di tutti gli uomini ».
Sì, perché se abbiamo barattato
la speranza della risurrezione
con qualche vaga e illusoria ideologia, noi siamo davvero da compatire, perché puntando malamente le nostre carte, perdiamo
e sul tavolo dell'oggi e sul tavolo
del domani.
« Ma ora Cristo è risuscitato,
primizia di quelli che dormono ».
Di fronte ai dubbi, alle incertezze, alla confusione, risuona
questo annuncio che è la ragion
d'essere della nostra fede, del nostro esistere come credenti, del
nostro essere inviati come testimoni. E’ la chiave di volta del
messaggio che ci è affidato, la
pietra di paragone che decide se
tutto è in piedi o tutto crolla ed
è inutile. Perciò, accogliamo questa speranza inimmaginabile e
indescrivibile che guarda al compimento di quel poco del senso dell’essere che abbiamo conosciuto. Come tutti gli altri uomini, abbiamo in mano i tre o
quattro pezzetti del « puzzle »
della vita che siamo riusciti a
mettere insieme. La risurrezione
è il « puzzle » completo, il quadro
totale che non possiamo vedere,
neppure immaginare, ma sulla
cui esistenza siamo chiamati a
fondare e rischiare la nostra vita
ricevendo fin d’ora in questo il
senso della nostra esistenza.
Per questo è importante ripensare la nostra fede, perché in essa è essenziale non solo il credere, ma anche e soprattutto il
contenuto della fede che noi rischiamo sempre di svaporare,
perder di vista, deformare in mille modi, e che solo un continuo
ritorno alla Parola può rendere
operante in tutta la sua potenza
in una vita salvata dal rischio di
una misera inutilità.
Franco Giampiccoli
Partendo dalle schede che abbiamo pubblicato nelle scorse
settimane vorrei mettere in evidenza alcune osservazioni che mi
sembrano fondamentali per la
comprensione del problema e
per una azione pratica che ne
potrebbe scaturire.
1. - Il sistema di sviluppo del
mondo industrializzato non
può essere preso a modello
per lo sviluppo del terzo
mondo.
E’ infatti inconcepibile pensare che un giorno tutta la popolazione del mondo potrà consumare altrettanta energia e materie prime quante ne consumano oggi gli americani (U.S.A.):
non ce ne sarà mai a sufficienza!
E’ pure impossibile tendere
ad una industrializzazione di tutti i paesi del mondo uguale a
quella degli U.S.A. Dove potrebbe infatti essere smerciata tutta
questa produzione?
2. - Lo sviluppo del mondo in
dustrializzato è possibile finché c’è un terzo mondo povero.
Il terzo mondo è infatti concupito dalle grandi nazioni come
terra da colonizzare (in senso
moderno, s’intendeI). Anche la
esperienza degli aiuti al terzo
mondo ha dimostrato che i benefici ricavati sono spesso superiori a quanto «inviato in dono ». Le tecnologie moderne creano infatti una dipendenza dai
paesi sviluppati molto dissanguante.
Pure i prestiti si risolvono alla lunga come un cappio al collo
dell’economia di questi paesi.
3. - Il sistema di sviluppo del
mondo industrializzato ha in
sé dei limiti tali che ne rendono impossibile lo sviluppo
a tempo indeterminato.
Ci sono infatti già oggi i segni
premonitori di una crisi che rischia di scalzare tutto questo sistema (crisi energetica, esaurimento delle materie prime, disoccupazione ecc.). Dobbiamo
dunque prepararci a questa crisi.
4. - I problemi del terzo mondo
si affacciano anche sulla scena dei paesi industrializzati
a partire dai più deboli.
L’inflazione ne è un segno premonitore: il fossato fra le classi
sociali si allarga: i ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. Esempio
significativo gli ultimi aumenti
di salario accordati in questi ultimi tempi a medici (30 milioni
circa all’anno) e deputati (quasi
5 milioni annui) paragonato all’aumento delle pensioni (21.600
lire annue)!
5. - Qualsiasi tipo di sviluppo,
per avere una qualche prospettiva di successo, deve
avere di mira l’uomo e la
sua liberazione e non la produzione ed il guadagno.
Le leggi che regolano lo sviluppo del mondo industrializzato
non hanno l’uomo come fine ma
sempre come mezzo (forza lavoro - possibile cliente). Chi detiene il potere economico ha buon
gioco a manipolare la vita degli
altri.
6. - E’ urgente modificare il no
stro stile di vita anteponendo i valori dell’essere (ciò
che uno è) a quelli dell’avere
(ciò che uno possiede).
Bisogna riscoprire il senso delle cose semplici e genuine e a
misura dell’uomo.
7. - E’ necessario sostenere quei
progetti di sviluppo per il
terzo mondo che puntino sulla maturazione della realtà
locale e non calino dall’esterno tecniche e materiali
che rendono dipendenti.
A questo proposito è bene ricordare che sia il Consiglio Ecumenico (ed il Fondo di solidarietà dell’Eco-Luce lo sostiene)
sia la CEvAA (ved. progetto Kaputa: Eco n. 10/1981) ci offrono
delle occasioni di impegno e di
aiuto concreto,
8. - E’ estremamente valido un
lavoro di un certo numero
di anni nei paesi del terzo
mondo, come servizio.
Questo dà un aiuto concreto
a molti progetti fornendo tecnici già formati (purché siano disposti a cercare con la gente del
posto e rinuncino a imporre la
propria scienza). D’altra parte la
esperienza vissuta in questi paesi in via di sviluppo può essere
per la vita dei nostri paesi un
soffio di aria nuova e stimolante.
9. - E’ molto importante, infine,
una corretta informazione su
tutti questi problemi.
Ben fa l’Eco-Luce a dare ampio spazio nell’ultima pagina a
queste tematiche.
Renato Coisson
(fine)
(ptaóTiv.