1
ECO
DELLE min VALDESI
Prof.
ARMANO HUGON ACGUSTO
Case WucTe
TORRE PELLICB
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xrv . Num 34 ARRnNAMF\TI \ L. 2.800 per resterò 1 Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo TORRE PELLRE — 27 Agosto 1965
Ob» <• 0 p i a Lire 40 / Eco: L. 2.000 per l’interno 1 Cambio di indirizzo Liz" 50 Ammin. Claudiana Torre PeUice - C.C.P. 2-17557
1& S6SSÌ011G SinOddlG 1965 ^ neo consacrati
escono dal Tempio di Torre Pelliee dopo il culto sinodale
Da parecchi anni il Sinodo non era presieduto da un laico - Riferisce
la Commissione d’esame - Orientamenti diversi in feconda dialettica
Con un tempo un po’ imbronciato,
ma con la consueta buona partecipazione di membri di chiesa si è aperta
la sessione sinodale 1965, con ein culto
nel tempio di Torre Pelliee presiedute dal Past. Valdo Panasela.
Subito prima, come di consueto, i
membri e gli ospiti del Sinodo riuniti
nell’Aula sinodale hanno ricevuto il
saluto del Moderatore, si sono riuniti
in preghiera, attorno ai tre candidati
a’, ministero e al pastore ohe ha chiesto di lavorare nel campo della nostra Chiesa, Il corteo, sempre meno
ieratico malgradc la tradizionale disposizione « gerarchica », si è quindi
recato nel tempio, gremito. Risuonavanc gli ottoni dei trombiettieri vaidesi
Il Past. Panasela ha guidato la liturgia della comunità, la più numeroso e varia assemblea che la nostra
Chic ;a conosca, e ha predicato Evangelo rifacendosi in particolare alla
prol zia di Ezechiele (cap. 3), che ricorda alla chiesa tutta, anche se in
part folare ai suo. predicatori, il compito di essere « sentinella » fra i fratelli fi fra il popolo. Ha quindi procedute- alla consacrazione al ministero
della Parola dei candidati Renato
Cois'on, Jean-François Rebeaud e
SahdOre Ricciardi e alla presentazion del Past. Eugenio Bivoir. La
Chic-a si è profondamente rallegrata
per fiueste quattro nuove e giovani
forze : he entrano ora, cori pieno riconosctiiento, nel nostro impegno di
annuncio dell’Evangelo ; e rinnoviamo ognuno di loro il nostro augurio affettuosamente fraterno, chiedendo a' Signore di rinnovare quotidianam' nte in loro il dono della sua voeszioae, e rendendogli grazie.
La Corale valdese di Torre Pelliee,
guidata dal M-> prof. Ferruccio Cor
si è approvata, ancora in via sperimentale, la nuova regolamentazione
sui lavori sinodali, la quale fra l’altro stabilisce ohe un dibattito approfondito piossa aversi in Sinodo solo sugli argomenti oh- la C. d’e. ha messo
in evidenza e presentato come di primaria importanza; fermo restando,
naturalmente, il diritto di appello o
d’intervento su questioni particolari
che risultino dalla scorsa data in sede
sinodale al rapporto della Tavola, dei
distretti e delle comunità e opere.
Non piossiamc ancora dare, in questo numero se non brevi notizie sui
dibattiti sinodali e sulle decisioni
prese; come di consueto, vi dedicheremo ampio spazio nei numeri delle
prossime settimane. Si tratta di un
Smodo teso, caldo? Vi sono certo divergenze e tensioni, che ad es. la C. d’e
r;cn ha taciuto, ma che ha considerato elementi di una feconda dialettica, se mantenuti nei limiti di ima
fraterna ricerca comunitaria; indub
biamente orientamenti ecclesiologici e
interconfessionali diversi si affiancano
e magari si affrontano, ma possono e
devono reciprocamente rispettarsi e
ascoltarsi ; indubbiamente una nuova
moderatura, e una Tavola in parte
«nuova» rappresentano una scelta
che accende una parte almeno degli
animi, ma anche queste tensioni, nel
sani,
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la chiesa, possono essere composte in
uno spirito ñauciosamente fraterno,
sinceramente teso a riconoscere quel
che il Signore dice ai suoi, a tutti i
suoi.
Un buon gruppo di delegati di Chiese e Opere sorelle attestano anche
visibilmente l’ampia e cordiale solidarietà che circonda la nostra Chiesa
Valdese, e li vediamo ogni anno co.n
gioia fra noi, tanto più saliendo che,
rell’odierno moltiplicarsi degli incontri ecclesiastici, non è sempre facile
trovare il tempo per partecipare al Sinodo di una niccolaChie sa come la
nostra. Diversi di loro hanno rivolto
un messaggio durante la seduta tx>meridiana di martedì, mentre la sera
ha avuto luogo a Villa Olanda un ricevimento in loro onore.
Veste particolare ha la presenza delia delegazione metodista (Presidente
Past. Mario Sbaffi, Past. P. P. Grassi,
Dott. iSergio De Ambrosi e Fulvio
Rocco), i quali siedono in Sinodo con
voce consultiva, e che salutiamo con
fraterno piacele in mezzo a noi.
I lavori procede no. Nelle pagine interne e nei prossimi numeri il resoconto di queste giornate intense e
feconde.
g. c.
Al centro, il Past. P. V Panasela ; attorno a lui, da sinistra a destra, Salvatore
Ricciardi, .fean-Francois Rebeaud, Eugenio Rivolr e Renato Coìsson.
(Foto Aldo Pellegrin)
Fiijiiol d'uomo, io ti Iw stulìilito come sentinella per la
casa d’Israele; e quando tu udrai una parola dalla mia
bocca, tu li avvertirai da parte mia (Ezechiele 3: 17)
ha egregiamente eseguito un
fid è stata mantenuta l’ottima
ine di questi ultimi anni, di
■fi in questa occasione uno degli
nuovi » non ancora conosciuto,
si, dalle nostre comunità; si è
fi, quest'anno, deU’ìnno 366,
■ inasti, o mio Signor », su mui Michele Haydn. Grazie a quetelli e a queste sorelle.
'di i membri del Sinodo sono
i nell’Aula sinodale, per costiin assemblea .sotto la direzioin seggio provvisorio (Past. SeiiColucci, pres., Carlo Ba-iarffi,
Carlo Papini), eleggendo il seggio
flnitivo, risultato così, costitmto; prot.
Mario A. Rol'ier, pies.; Past. Ernesto
Ayassot, vice-pres.; Past. Renato Cois
son J F. Rebeaud, Salvatore Ricciardi, ’segretari; sig. Mario
dott. Carlo Papini, assessori D^o
parecchi anni, di nuove un «laico»
presiede il nostro Smodo; una ripr ^
sa simpatica e signiflcativa^
quindi fissato l’ordine dei laven, co
qualche lungaggine e incertezza, eh
fa auspicare una migliore i^egolaineii
tazione dei lavori dei
colare della stc'-ura dell ordine d
giorno dei medesimiTuttavia, una nota del
tiva è stata data dalla ’^i^onfeima del
la decisione - ^
d esame ha poi chiesto flj.
finitiva — di xegola,re i
tando non la libertà diuter ,
la lunghezza (e... la recidività) degl
interventi: una regola ?1^®. ?- „ „„j.hanr.o ha dato ottimi risultati ® per
messo di sveltire le sempre cariche
giornate sinodali. rnattii
Lunedì, dopo il breve eulto^« ?
tino presieduto dal Past.
si è avuta l’attesa relazione della Com
missione d’esame ®rill operato
Tavola, presentato dal tele
Edoardo Aime (altri membri di tale
Comm,; il Past. Giovanni Bogo e^
dott.ri Renato Giampiccoli e ^rgi
Bianconi). La C. d’e. ha setePre^^°;
nei nostri sinodi, una .¡„jone ed
tanza, poiché essa ha a „nienti
esamina accuratamente i Tavola
relatici all’intero operato deEa Tavola
(verbali, corrispondenza, di
zione) nonché delle Com
strsttuali e delle ^an^Opere o Co
missioni dipendenti dalla ’
tratta in genere di circa ^ designalavoro per le Quattro persone design
te dal Sinodo precedente, e
trorelazioiie » rappresenta ^
vero e proprio documento nuale
in narte in appoggio, in parto Quato
irtegrazione, talvolta anche m OPPO
sizione al rapporto della « 'ntare
tendo il Sinodo in grado
a ragion veduta e ¡>10 que
mi visti da vari punti di ^giq^osta importanza della '<
ne» si è ancora accresciuta, da cne
La Chiesa, sentinella di Die nel nostro tempo
L’immagine della sentinella, nel linguaggio del Profeta Ezechiele, esprime iVinanzitutto la natura della sua
missione di profeta in terra d’esilio;
rievoca inoltre tempi difficili in cui
alla vocazione profetica si richiedono
doti eccezionali di vigilanza, di fedeltà, di coraggio, senso di responsabilil à.
Anche se i fempi di Ezechiele sono
01 amai lontani e le circostanze storiche tanto diverse, l’immagine della
sentinella può aiutare a comprendere
la missione della nostra Chiesa nel
nostro tempo, per l’impegno che ri
chiede da parte di ogni credente, per
la lotta e la posizione di radicale contrasto in cui si pone dinanzi al mon
In un tempo in cui la società nella
quale viviamo è caratterizzata da una
ricerca sempre più accentuata nel benessere. della vita facile, e dal rifiuto di tutto ciò che implica sforzo, impegno, responsabilità e rischio, quest’aspetto della vocazione cristiana
deve essere ricordato e sottolineato.
Anche il popolo cristiano si adagia in
una posizione di tranquillità, di sicurezza, dimenticando non solo che 1
tempi in cui viviamo potrebbero essere decisivi per i destini del mondo,
ma anche che ogni cristiano è un soldato di Ge.sù Cristo che deve «rivestire la completa armatura di Dio» e
« combattere il buon combattimento »
(1 Tim. 3; 16).
L’avere dimenticato che non abbiamo quaggiù, come dice la Scrittura,
una città stabile, ha fatto si che la
preoccupazione dominante non è la
ricerca del Regno di Dio, ma quella
Dalla predicazione del pasfore F. V. Panasela nel cuUo inaugurale del Sinodo
TERZO CAMPO INTERNAZIONALE AD AGAPE
Incontro Africa - Europa
170 parlecipanli di 34 nazioni in 4 conHnenli hanno discusso
insieme i problemi dell’educazione in Africa ed in Europa
Abbiamo avuto quest’anno ad Agape un’altro campo-incontro AfrlcaEuropa, che ha proseguito la tradizione iniziata già qualche anno fa, e
ohe trova tra gli amici di Agape un
consfinso straordinario. Quest’anno
Agape ha dovuto perfino respingere
richieste di partecipazione perche il
numero dei posti è stato presto esaurito 34 nazioni, 4 continenti erano
rappresentati. Tutto questo dimostra
che i problemi del cosiddetto terzo
mondo sono fortemente sentiti, og^,
e che europei e africani sentono il
bisogno di affrontare i^ problemi co
muni e non comuni e discuterli insieme e lavorare prendendo coscienza
di se stessi, proprio nel contatto con
ali altri e soprattutto nella ricerca
in comune di quello che l’Aga^ di
Cristo ci impone in quanto credent.
Quest’anno la nostra attenzione si
è rivolta ai problemi dell'edueazione
in Africa e in Europa. E’ un tema
che si collega strettamente alla ricerca latta ad Agape negli anni prece
denti in cui ci si era orientati verso
1 pro’blemi dello sviluppo economico
e politico nei due continenti. La linea
di ricerca fatta ad Agape negli anni
precedenti, in cui ci si era orientati
verso i problemi dello sviluppo eco
iiomico e politico nei due continenti.
La linea di ricerca viene, cow, coerentemente continuata, poiché è chiaro che il problema dell’educazione »è
fondamentale in una società industrializzata come quella europea o in
via di industrializzazione come quella
africana, e che la formazione delle
masse è un problema che si pone urgentemente quando, in fase di trasformazione politica ,le masse acquistano sempre maggior peso nella vita
di un paese. Il lavoro si è svolto soprattutto nei gruppi, poche sono state
le conferenza e due le « tavole rotonde», in cui le relazioni sono stato
fatto il più possibile in collaborazione.
In questo modo i campisti, per lo più
studenti o insegnanti, hanno potuto
dare tutti il loro contributo nelle discussioni.
Nella prima parte del campo si sono confrontati i vari tipi di educazione; quella tradizionale (in vista deil’inserimento nella comunità naturale di cui il giovane fa parte); quella
universale, e quella te-cnica (in viste.
deH’inserimento nelle forme di prò
duzionc e dello scambio), cercandoci
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
piuttosto di assicurarci sulla terra un
benessere di cui spesso abbiamo privato i nostri simili.
Il benessere può dare all’uomo un
senso di sicurezza e di autosufficienza, per cui egli non sente più la sua
dipendenza da Dio, Al benessere egli
è tentato di sacrificare la sua vocazione cristiana che, sotto molti aspetti, sconvolge la vita dell’uomo. L’amore del quieto vivere diventa allora la
via del facile compromesso, del conformismo, del rinnegamento della
fede.
Perciò dev’essere ricordato che dobbiamo entrare nel Regno dei cieli attraverso molte tribolazioni, che dobbiamo accettare delle rinunzie, esporre la nostra vita di credenti, anche
nel nostro tempo, a dei rischi e a dei
pericoli. Non dobbiamo aver timore
di annunziare, che anche nel nostro
tempo, la religione dell’amore, la religione di Colui che dichiara di essere mansueto, ci espone paradossalmente alla letta, aU'ostilità, all’odio
degli uomini.
Òggi noi viviamo in un clima di distensione religiosa, cui, a dire il vero,
non eravamo abituati nel nostro paese, e ne dobbiamo prendere atto con
riconoscenza. Tuttavia questa atmosfera di distensione di apertura, di
dialogo, di disgelo, potrebbe ingenerare in alcuni la pericolosa illusione
che la nostra professione di fede
evangelica non debba più essere calatterizzata da alcuna tensione spirituale. Si pensa piuttosto che bisogna trovare la via deH’accordo amichevole, della reciproca comprensione, dell’accomodamento, nella illusione che le divergenze siano più di natura formale che sostanziale. Ma la
distensione non deve in alcun modo
indebolire la nostra fede, non deve
farci dubitare delle nostre convinzioni, non deve far perdere alla nostra
testimonianza il suo valore, il suo
calore, il .suo mordente ; l’ecumenismo
non deve rappresentare per noi un
altro .alibi che tranquillizzi la nostra
coscienza di fronte alla scarsezza dei
risultati della ncstra opera, o una rinunzia o un ripisgamento di fronte
alla nostra vocazione di sentinelle di
Dio nel nostro paese. Non possiamo
tacere solo per non urtare delle suscettibilità, o per non dividere gli
animi. Vi sono delle divisioni che la
piedicazione delTEvangelo porta inevitabilmente, vi sono delle divisioni
di cui possiamo essere sicuri che Gesù
Cristo stesso si as.sume la responsabilità e di 3ui non dobbiamo rammaricarci. Infatti Gesù Cristo stesso ci
dice neH’Evangelo di essere venuto a
gettare un fuoco sulla terra e di non
esser venuto a metter pace,ma spada.
L’immagine della sentinella cl ricorda quindi chiaramente che questo
non è ancora il tempo della Chiesa
trionfante, m.a della Chiesa militante
nel mondo e che finché il Signore non
viene non cL è consentito deporre le
armi e trattare l’armistizio.
■41 «
L’immagine della sentinella ci richiama anche a quella che potremmo
definire la mis.sione profetica della
Chiesa nel mondo. Come la sentinella,
pesta sulle mura della città o a guardia dell’accampamento, la Chiesa deve vegliare sui destini del mondo, deve
stare in ascolto, deve discernere il segno dei tempi, deve dare l’allarme;
,( quando tu udrai una parola dalla
mia bocca tu li avvertirai da parte
mia ».
Nonostante le continue, insistenti
esortazioni alla vigilanza, nell’attesa
prolungata del sue Signore, la Chiesa
si è lasciata vincere dalla stanchezza
e dalla sonnolenza. Infatti noi vediamo che, mentre tutto intorno a noi
si muove e si evolve con una rapidità
vertiginosa, i cristiani dànno l’impressione di star seduti, di attardarsi
in posizioni arretrate.
Quando la Chiesa comincia a muoversi è già sorpassata e rischia di rappresentare un passato che non significa più nulla nel presente.
In una prospettiva più ristretta, anche la nostra Chiesa deve rendersi
conto che l’ambiente nel quale è chiamata a svolgere la sua opera, si è rapidamente trasformato in questi ultimi anni. No.i possiamo ignorare, nè
sottovalutare i segni di rinnovamento
spirituale che si vanno manifestando
e maturando ir seno al Cattolicesimo
Romano. Dobbiamo prendere atto che
la diffusione e lo studio della Bibbia
non sono più come nel passato, orerogative esclusive del Protestantesimo
o del nostro popolo, chiamato «il popolo della Bibbia».
D’altra parte, il clima di maggiore
libertà nel quale viviamo, il mutato
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
2
pag. ¿
N. 34 — 27 agosto 1965
Incontro
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Eseguire le loro trasformazioni in una
società industrializzata e di individuare m essi le varie contraddizioni s
rotture. NeH’anibito dell’educazione
cosiddetta universale (scuole primarie), e tecnico-professionale (scuolesecondarie), che i giovani ricevono nelle scuole in vista deH’inserimento nel
quadro di un’economia industrializza
ta di cui fanno parte, si sono messi
in evidenza; rimmutabilità di questo
quadro; il carattere astratto e libresco della cultura incapace di creare
uno spirito imprenditoriale e di adeguarsi alla realtà Sei lavoro ; la rottura tra educazione tradizionale e
universale, ,ra educazione tecnica e
formazione sociale da educazione tecnica non porta ad una presa di coscienza sociale); il carattere incontestabile della tecnica, il carattere competitivo piuttosto che comunitario dell’educazione ; lo stratificazione culturale (non tutti possono continuare gli
studi dopo il periodo di educazione
universale), che porta ad una ingiusta stratificazione sociale ed a uno
spreco enorme per l’economia. Si so^
no esaminate quindi le contraddizioni che si pongono quando l’individuo,
così, educato, entra nella fabbrica o
nel luogo di lavoro Le contraddizioni
che si notano nell’educazione, vengono trasferite nel lavoro; anche qui
l’operaio svolge la sua attività in un
quadro prestabilito, dove tutto è incontestabile (tecnica, organizzazione
gerarchica della fabbrica, ordini che
vengono imposti dall’alto) e dove lo
spirito competitivo si manifesta nel
desiderio di fare carriera.
Si è passati, quindi, ad esaminare
il carattere dell’educazione in Africa
nelle epoche pre coloniale e coloniale
e i suoi effetti sulla società africana.
La situazione ci è stata ampiamente
esposta da alcuni compagni africani
Nell’epoca precoloniale gli africani
erano esclusivamente allevatori e
agricoltori, e vivevano in comunità
dette clan, ohe formavano le tribù a
i villaggi. L’economia era un’economia
di sussistenza ,i rapporti tra clan erano creati dal vincolo deH’esogamia, vigeva in molte zone il sistema matriarcale, non vi era proprietà privatà, ma la produzione era comunitaria, l’organizzazione era democratica.
Nell’arabito di un’organizzazione siffatta, reducazione era volta a formare l’individuo in vista della collettività, della vita comunitaria del clan,
e veniva, impartita oralmente. Mezzi
fondamentali di formazione erano le
danze, la poesia, la mitologia, che costituivano la tradizione del clan. Con
essi l’africano esprimeva i suoi senti
menti e il suo carattere fondamentalmente mistico.
Il sopraggiungere del colonizzatori
ha trasforniato completamente l’antica società tribale africana, portando
nuovi sistemi di organizzazione e di
educazione. Molto polemico nei riguardi di queste' nuovo tipo di educazione, è stato ratteggiamento degli
africani che ci hanno espost(3 la situazione coloniale; ci hanno parlata della spersonalizzazione dell’africano ;
della disintegrazione dei grup.pi comunitari; di un sistema di insegnamento
che deforma storia e letteratura, per
far apparire legittima la colonizzazione; della trasformazione dell’econcmia di sussistenza (scambi e prestiti),
in un’economia, di tipo capitalistico
(salari, esportazione); di soggezione
culturale dei paesi africani alla nazione padrona; di frustrazione del
negro (considerato come essere inferiore) anche sul pi:ano deH’educazione; del ruolo che le missioni hanno
E,vuto nello sconvolgimento del tipo
tradizionale di educazione, e della loro azione molto spesso amigua, che
ha contribuito alla trasformazione
del carattere, delle abitudini, delle
tradizioni deH’africano, sfruttando
molto spesso la sua immaginazione
ed il suo misticismo istintivo, per
creare uno spirito fatalistico, e quindi una soggezione all uomo bianco, al
colonizzatore e alla «patria» straniera. Proprio perchè ascoltate dalla viva voce di africani, che hanno vissuto quella realtà, queste cose ci hanno
più che mai colpiti e lasciati perplessi. Naturalmente nelle discussioni in
gruppo, le esposizioni sono state integrate, e si *0 parlato del problema
dell’apporto positivo delle missioni e
del colonialismo ; delle possibilità che
la società africana, basata sul sistema
tribale, aveva di evolversi indipendente dalla colonizzazione; dei limiti di
questa società preccloniale, e degli
elementi di essa che il colonialismo
non ha eliminato e che sono utilizzabili ai fini della creazione di una
società nuova. Si è discusso con i
compagni africani, su quale potrebbe
eventualmente essere l’aiuto, che sul
piano dell’educazione, i paesi sviluppati dovrebbero offrire ai paesi emergenti, si è affrontato il problema della formazione delle future classi dirigenti africane; se essa debba avvenire nelle scuole e università dei paesi industrializzati d’Europa, utilizzando le loro esperienze, o nei singoli
paesi emergenti, adattando alle situazioni locali specifiche gli strumenti di
educazione.
Il problema dell’educazione, la quale porta inevitabilmente nella società
alla formazione di un’élite di intellettuali, e ad una massa di esecutori
Europa
pressocchè passiva, ci ha cosi automaticamente portato ad occuparci dei
rapporti tra gli intellettuali e le masse in Europa e in Africa. Il problema
è vastissimo ed ha destato vivacissime discussiori, e creato una infinità
di problemi che è difficile sintetizzare.
E’ chiaro, comunque, che non si tratta di un vero rapporto, ma di una
relazione di tipo verticale, gerarchico, che soprattiutc nei paesi emergenti, porta ad un vero e proprio isolamento degli intellettuali, che si cristallizzano in un gruppo di potere. E
questo è il problema fondamentale
che si pone di fronte ai nostri compagni africani, che vengono a studiare in Europa e dopo qualche anno,
tornando nel loro paese, si trovano
di fronte ad una massa inerte e indifferente, da educare. Come inserirsi in questa società? Come aiutare le
mosse a prendere coscienza della propria condizione, e organizzarle?
E questo non è un problema solamente africano- esso si pone urgentemente, anche se con notevoli differenze, nella nostra vecchia Europa.
Come trasformare i rapporti tra intellettuali e massa in un rapporto di
« doublé école »? Che cosa gli intellettuali devono inuparare dalla massa,
e che cosa la massa deve aspettarsi
dagh intellettuali? (Questo rapporto
scambievole di esperienze può avvenire nella scuola, nel partito, nel sindacato. E’ in questa direzione che, in
un’altra « tavola rotonda », si è cercato di trovare la linea di educazione
politica, nella prospettiva della trasformazione della società. Come si
vede nessun problema è stato definitivamente chiuso, ma l’importante è
che molti ne sono stati aperti, e il
. uccesso di questo campo sta proprio
nel fatto ohe essi sono stati discussi
insieme, e che si sono sollevate polemiche, si sono avuti contrasti. Questo è il segno che il campo ha funzionato e che è necessario e utilissimo
continuare ad Agape sulla via di una
ricerca fatta coscientemente e serianiente tra africani ed europei.
Tutte il lavoro è stato compiuto parallelamente ad una serie di studi
bibblici isulla prima epistola di Giovanni, ohe ci .hanno aiutato a vedere
tutti questi problemi da un punto di
vista cristiano, e a comprendere quale
sia la nostra responsabilità in tipi di
società ben dererminati; l’Africa in
via di sviluppo economico e politico,
l’Europa industrializzata, piena di
contraddizioni e di fermenti.
Silvia Ade
ñ AiJGUKiii mmm
ÄL M0DEII.VI'0lte
Novità turistiche a Torre Pollice
Martedì 24 il Sinodo è stato informato che il Moderatore Ermanno Rosta n era stato improvvisamente colpito da una infermità ; una crisi emorragica lo costringeva al ricovero presso l’Ospedale Valdese di Torre Pellice,
in osservazione per alcuni giorni.
Il Sinodo ha appreso con dolore
questa notizia esprimendo al Moderatore Rostan e ai familiari la più affettuosa simpatia e l’augurio di un
pronto ristabilimento. Ci dispiace veramente che egli non possa partecipare alle ultime sedute sinodali, e ricevere di persona l’espressione di gratitudine del Sinodo e della nostra
Chiesa, al termine del suo mandato
di moderatura.
Aggiungiamo qui il nostro augurio
•più cordiale, in preghiera d’intercessione.
PERSONALIA
A Bagnolo la piccola Roberta è
giunta ad accrescere la famigliola di
Gianni e Vanda Peyrot con il piccolo
Luca. Un augurio assai cordiale a
tutti.
lii cabinovia
della Sea
Una bella inizialiva turistica è stata recentemente avviala in Val Pellice: la cabino.
via che collega Torre PelIice con la regione della Sea. Promotori ne sono stati alcuni
valligiani, amanti della valle e desitierosi di
darle un incremento turistico sempre maggiore: è stala costituita una società per azioni (i cui soci sono ormai seicento!), il cui
imporlo è di sole dieci mila lire l’una, onde
dar modo anche al più modesto risparmiatore di partecipare direttamente all’impresa.
La stazione a valle sorge a Rio Grò, poco
a monte di Torre Pellice, sulla strada di
Bobbio, ed essa è stata completata con un
magniiìco ristorante e un bar; allo stesso
modo, alla stazione di arrivo, funzicna un
servizio di ristorante e bar.
La linea è lunga 2.600 rn., con un dislivello di 600 metri, e si svolge in una zona
panoramica da tutti apprezzata: da un lato,
i selvaggi dirupi del Vandalino, e dall allra.
I ampia veduta sulla Valle e sulla pianura.
Alla Sea, a 1.30f) m., .i] silenzio e la serenità della montagna accolgono il viaggiatore
permettendogli gran numero di passeggiate
nelle pine.e e suPe pendici del Vandalino.
La Società sta preparando un primo skilift, che permetterà un inizio di stagione
stiislica, in attesa dì poter proseguire gli
impianti fino ai Vandalino a 2.000 m. dove
le pcssibilità sciistiche sono notevoli.
L iniziativa è stata accolta con uvorc d-riU
la popolazione e dai villeggianti, ed è stata
s .irctla dalla collaborazione fattiva degli
amici di tante parti d’Italia desiderosi di
dare un colpo di mano alle attività che si
sviluppaìio in Val Pellice: grazie al loro
appoggio, ed a quello che essi ancora vorranno dare, .sj è trovato modo di far conoscere a molla genie la nostra piccola patria
e di incrementare in senso pratico una buona iniziativa economica e sociale.
La Chiesa, sentinella di Dio
nel nostro tempo
Circa i \probienii toccati dat campo
dall' 'articolo, V. ¡are a pag, H.
PRO VALLI
Offerle per la Oiriiuivelia: Prof. Roberto
Coisson (Aiii5tcrd.im), L. 1.000. La Pro Valli
ringrazia.
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
atteggiamento del Cattolicesimo verso
i fratelli separati e verso il Protestantesima hanno suscitato verso gli
Evangelici, più vivo interesse e simpatia.
Inoltre il recente Congresso Evangelico, dandoci una più chiara coscienza della fondamentale unità dell’Evangelism.o italiano, ci ha reso più
attenti e sensibili anche a quella che
è la comune vocazione del Protestantesimo in Italia, pur nella varietà dei
noni, dei metodi di testimonianza e
di servizio.
Eppure in questa situazione favorevole sotto molti aspetti, abbiamo tutti
l’impressione ohe il nostro Protestantesirno si muove troppo lentamente,
ha difficoltà di nassare dal pensiero
all’azione, dalle programmazioni teoriche alla pratica, non sa trovare una
linea di azione su cui possano convergere tutte le forze oggi operanti nel
no'Stro paese. La nostra Chiesa Valdese che dovrebbe essere come una
sentinella avanzata, non sempre di
TORRE PELLICE
La XVI mostra
d'arte contemporanea
Rappresenfafe anche le più recenfi correnfi esfeiiche
Ira le 200 opere esposfe nelle scuole di viale Danfe
La Iradizionale rassegna artistica di Torre
Pellice che è giunta alla sua XVI edizione
anche quest’anno ha dovuto ricorrere ai locali delle scuole di viale Dante, che per richiesta del Comune, il provveditore agli studi della provincia di Torino ha cortesemente
accordato. Nata nel 1949 coi preciso scopo di
offrire al pubblico, convenuto per il Sinodo
Valdese, nonché agli amatori d’arte locali ed
occasionali, quanto di vivo si produce nel
mondo delle arti in Italia e, talora, all’estero,
aveva avuto la sua sede nelle aule del Collegio Valdese affiancandosi al secolare istituto
scolastico nel diffondere la conoscenza del
prodotto artistico contemporaneo e. attraverso questo, la cultura dell'arte del tempo
odierno.
In attesa di tornare con l'anno prossimo
alla .suddetta sede, a cui si lavora per sistemazioni e necessari restauri, la manifestazio.
ne, tenendo conto della sua natura informativa ha realizzato anche con questa XVI edizione il suo programma, pur tra le difficoltà
previste e imprevedibili del inoniento.
Le 200 opere di pittura, scultura e bianco
e nero, rispecchiano in eccellente misura la
situazione artistica europea ed extra. Un occhiata al catalogo, che accompagna l’esposizione, ci avverte elle agli artisti italiani sono
uniti altri che provengono da nazioni diverse,
Spagna, Francia, Svizzera. Germania, Danimarca, presenti con dipinti o disegni di illustri pittori ustoriamente protagonisti di primo piano dell’arte d’oggi.
Citiamo per questi i nomi di Lom, Jorn.
Brien, Orthega, Richter. Lucehert. La rassegna. che per la sua intrinseca natura, mantiene il suo carattere antologico, mira tuttavia
alle forme più avanzate, più di punta dell'arte. segnalando con pezzi d impegno, firmati da pittori ampiamente accolti dalla cri.
tica qualificata, anche le correnti estetiche
recenti o recentissime.
Dopo la presentazione della pop-art (arte
popolare) dello scorso anno, elle creò pole
miche e scalpori anche a Torre Pellice, eco
del colossale urlo di disapprovazione al suo
trionfo alla Biennale di V'enezia 1964, la
XVI Mostra ha voluto offrire qualche saggio
dell’arte programmata (gestaltica) o dalla
« op-art » (optical-art). portata alla ribalta da
una mostra presso il Museo d’Artc Moderna
di New York. Due parole in fretta per dire
che la « op-art ii fonda le sue ragioni estetiche eselusivamenie su fatti ottici, escludendo
in modo esplicito ogni contenutismo, veicolo
sovente banale di un messaggio emotivo. Linee rette, spezzale, curve, materiali diversi,
presi a strumento di stimolo visivo, offrono
ingegnose soluzioni gradevoli e inedite.
Nè con questo gli organizzatori si mostrano
sdmprc d’accordo con gli sperirncntalisini
contemporanei o le correnti più spericolate
delle avanguardie del nostro tempo.
Intorno aH’artp d’oggi si possono intreccia,
re consensi e rifiuti, lauto quanto ce ne sono
stati da un secolo a questa parte anche per
rimpressionismo, il cubismo, l’espressionismo,
l'astrattismo, ecc. Una cosa è certa che a dispetto delle polemiche dei critici e degli artisti. alcuni di questi, ci hanno lasciato il segno del loro ingegno, che in definitiva era
volto allarricchimento del |)atrimonio dello
spirito umano che trova sempre i canali di
trasmissione di un messaggio che supera
il tempo.
La mostra che tra i suoi espositori annovera Lucio Fontana. V'irgilio Guidi, Gino
Meloni, Carlo Levi, Francesco Menzio, Nico.
la Galante, Funi, Sus.su, Paulucci, Cantatore,
Maccari, Guttuso, Morlotti c molti altri (ino
ai giovanissimi. Saroni, Bosaglia, Pezzati,
quest’anno ha anche accollo la II Biennale
del di.segno a cui potevano partecipare per
invilo, gli artisti italiani che non avessero
superato il ,15° anno di età.
Vincitori dei tre premi sono stali Giorgio
Ramella. Bruno Polver. .Xngelo Ruga a etti
sono state assegnate le tre medaglie d’oro con
rilievo originale dello scultore Tarantino.
mostra di avere una visione chiara dei
tempi nuovi e sembra ritenuta, nel
suo slancio verso nuove aperture e
nella ricerca di nuove soluzioni a vecchi problemi, da un sen.so di incertezza e di diffidenza. Ci manca l’ardimento della fede, perchè abbiamo paura di perdere quello che abbiamo, dimenticato che anche per la Chiesa è
vero che la vita si possiede solo donandola, che evangelizzare è morire e
che Se il sale non si scioglie e non si
disperde, non dà sapore.
Tuttavia, nonostante le nostre incertezze, le nostre indecisioni e la no
stra lentezza, Dio ci offre in ogni tempo delle occasioni di testimonianza. Vi
sono O'ggi nel Mezzogiorno d’Italia
delle masse popolari che vivono fuori della Chiesa e che pure hanno delle
profonde esigenze religiose; che guar
dano con diffidenza alla Chiesa Romana, nonostante i suo tentativi di
rinnovamento spirituale; dèlie masse
che diverranno preda del materiali
smo e delPateismo, se non saranno
m-esse in grado di conoscere un Cristianesimo autentico, libero da compromessi, da alleanze politiche, scevro
da presupposti di grandezza terrena e
di potenza umana, il Cristianesimo degli umili, dei poveri, degli oppressi,
degli affamati, un Cristianesimo che
può, senza scandalo e senza follia essere predicato nei bassifondi delle
grandi città, nelle zone economicamente depresse, nei paesi sottosviluppati, un Cristianesimo che abbia un
più leggero bagaglio di dottrina e una
più forte carica di simpatia umana e
di amore cristiano, un Cristianesimo
che non solo annunzi il Regno di Dio
che viene, ma che mostri i segni della
presenza di Cristo in mezzo a noi.
Il compito della sentinella è appalentemente molte umile, modesto^ eppure la sentinella porta la responsabilità della salvezza e della perdizione
d.eirintera Comunità, conte d’ogni singola anima affidata alla sua vigilanza.
La sentinella non deve difendere la
città o respingere il nemico-, mia sole
evvertire del pericolo : « quando tu
udrai dalla mia bocca una parola, tu
il avvertirai da parte mia ».La sentinella è il portavoce di Dio. Sta, come
qualcuno ha detto, « sulla frontiera
fra Teternità ? la storia degli uomini ». Deve stare in ascolto dalla parte
di Die e deve fedelmente trasmettere
agli uomini la Parola che ha udito.
« Quando udrai... » II profeta, per giustificarsi non può dire di non avere
udito, perchè la voce delTEterno non
e giunta fino a lui, nè fare un bel discorso sui silenzi di Dio-, perchè Dio
ha parlato molte volte e in molte maniere. Dio narla Neppure Chiesa
può trovare qualche scusa per tacere.
In questi ultimi tem.pi si sono levate
delle voci e sono state formulate delle accuse molto' circostanziate e documentate per denunciare davanti al
l’opinione pubblica ' colpevoli silenzi
della Chiesa di fronte ai crimini più
spaventosi compiuti dai potenti di
questo mondo, durante l’ultima guerra senza che la Chiesa facesse autorevolmente udire la sua riprovazione
e la sua condanna. Ma non c’è tempo
in cui la Chiesa non possa essere
chiamata davanti al tribunale della
storia per tutte le ingiustizie che si
compiono, per le vite umane che vengono sacrificate, per le anime che si
perdono spes.so con la complicità del
suo silenzio.
E’ tuttavia una illusione quella di
pretendere di poter salvare la propria
vita col silenzio L’Eterno dice chiaramente alla sentinella che le chiederà
conto dei sangue di colui che muore.
Se infatti il profeta non avrà avvertito l’empio, se non avrà avuto il coraggio di affrontarlo, e di resister gli
in faccia, il giudizio di Dio li coin-rolgerà nello stesso destino di morte
Solo T« avvertimento » dato fe.ìelmente, potrà scindere la reciproca responsabilità. Solo perchè non si era
« tratto indietro dall’annunziar !■■ -ro
tutto il consiglio di Dio » Paolo poteva dire agli Anziani di Efeso; «h- vi
protesto quest’oggi che sono netto lei
sangue di tutti». (Atti 20; 26-27).
Mentre la nostra generazione /a
perdendo sempre più il senso del peccato e della colpa, si fanno sempre oiù
rari gli uomini che hanno il corag..;io
di denunciare il male e Terrore e 'he
sanno ripetere con eguale fermezza ai
loro oppositori delle parole come Quelle di Giovanni Hus sentinella di Dio
ai suoi tempi ; « Tengo a difendere fino alla morte la verità che Dio ; i è
degnato di farmi conoscere ».
Il messaggio che noi siamo chianvtti
a dare ai nostri contemporanei, da
parte delTEterno, non è l’annunzio di
una severa, infiessibile giustizia divina
cui r on potrebbero sfuggire nè Tempio,
nè il giusto, ma il buon annunzio della
grazia e della salvezza in Gesù Cri'-to.
L’uomo deve essere avvertito, deve sapere che il peccato produce fatalmente la m.orte, ma deve anche sapere e.’ne
ia volontà di Dio, è una volontà di
amore e di salvezza per l’uomo.
E’ questa salvezza che oggi dobbiamo annunziare al mondo e anche
Quando parliamo della «-salvezza totale » dell’uomo, co.n una forte accentuazione sociologica, non dobbiamo dimenticare che la « salvezza » di
cui Tuomo dj tutti i temipi ha bisogno,
è la salvezza senza aggettivazione, la
salvezza nel senso più biblico e tradizionale della parola, perchè il più grave pericolo per Tuomo di oggi, non è
costituito dai mezzi di distruzione che
egli stesso ha messe m azione, ma dal
suo peccato che lo conduce fatalmet,'te alla morte.
Ma la salvezza del mondo della quan spesso parliamo enfaticamente, c^'mincia dalla salvezza del fratello che
Ci sta vicino, che non dobbiamo lasciar perire, su cui dobbiamo vegliare,
per cui dobbiamo pregare, che dobbiamo avvertire, ed incoraggiare al
bene, perché la .sua vita è la nostra
vita mentre la sua morte, è anche la
nostra morte e il suo peccato è il nostro peccato. •
Il compito che ci sta dinanzi non è
certo facile e la responsabilità non è
lieve. Non nossiamo idealizzare, nè attenuare la portata e la gravità di una
vocazione che faceva esclamare ad un
apostolo della levatura di Paolo ; « Chi
è sufficiente a queste cose? » La nostra umanità, carica di debolezze e di
indegnità, le lacune e le deficienze che
SCOI giamo in noi stessi, non devono
esserci di impedimento, perchè è nur
nella sua umana debolezza che Ezechiele è interpellato da Dio ; « Figliuol
d’uomo, io li ho costituito sentinella... ». La nostra vocazione trova in
Dio la sua origine, la sua ragion d’essere, la sua forza. P. V. Panascia
Culto radio
ore 7.40
Domenica 29 Agosto
Pastore AURELIO SBAFFI
3
27 agosto 1965 — N. 34
pag. 3
DISCUSSI I RAPPORTI CON IL CATTOLICESIMO ROMANO
Quei matrimoni
non s'han da fare
Il Sinodo respinge l’assurda pratica della doppia celebrazione dei matrimoni misti, sotto qualsiasi forma:
chiarezza e coerenza degli sposi e delle chiese
LA VOCE DELLE CHIESE SORELLE
AL NOSTRO SINODO
Come riferiamo in altra parte del giornale, un convegno pastorale tenutosi a Pinerolo subito prima della sessione sinodale,
ha affrontato il problema dei matrimoni misti- 11 problema aveva ripreso acuità, dopo
che la stampa, con la consueta faciloneria in
cui si mescolano ignoranza e qualche pizzico
di malafede, aveva annunciato fra la soddisfazione di molti, e in particolare dei tiepidi. che il Concilio Vaticano II avrebbe mutalo Tatteggiamento rigido della Chiesa ro
mana al riguardo; in alcune nostre comunità
c stato richiesto, in alcuni casi, ciò che già
sì fa qua e là in altri paesi: la doppia celebrazione di un matrimonio misto. Per dare
un’indicazione precisa e ferma a tutte le comunità, il Sinodo è stato a sua volta investito del problema, quando si è giunti a discutere quello più ampio dei rapporti con il
cattolicesimo, ed è stato presentato, discusso
e votato un ordine del giorno molto reciso,
che suona come segue :
Il Sinodo, rilevando che nelPattuale situazione dei rapporti ira cattolici e protestanti, in taluni ambienti ecclesiastici, in occasione dei niatrimoni misti, si inclina verso forme di liturgie promiscue consentendo
la partecipazione di sacerdoti cattolici e pastori protestanti al medesimo rito o indulgendo a che dopo la celebrazione di un matrimonio misto secondo un dato rito confessionale segua una qualche cerimonia secondo le liturgie delPaltra confessione;
constatato che dette condiscendenze liturgiche vengono presentate come manifestazione di ecumenismo;
richiama Tattenzione della Chiesa sul fatto che queste forme ibride
non contribuiscono alla chiarezza ecumenica e generano invece confusione e disorientamento dottrinale:
ricorda quindi ài fedeli le responsabilità che anche nei riguardi dei
figli insorgono di fronte ai matrimcni misti; e li
invita in detta eventualità a contrarre il vincolo matrimoniale secondo i riti della nostra Chiesa, a garanzia della libertà dei figliuoli di
Dio;
ribadisce che la celebrazione del matrimonio secondo i riti previsti
e le condizioni richieste dalla Chiesa Romana implica un oggettivo rinnegamento della fede evangelica; e perciò
invita Concistori, Consigli di Chiesa e Pastori1) a non consentire la partecipa iione di elementi del clero alla nostra
celebrazione matrimoniale, nè a prestarsi a partecipare con qualsiasi atto a celebrazioni matrimoniali canoniche,
:l) a non procedere a cerimonie complementari a seguito di matrimoni
celebrati nella Chiesa Romana;
3) a praticare una accurata catechesi sui problemi matrimoniali.
Confermando i precedenti deliberati sincdaii richiama rapplicazione deirart. 15 degli Atti Sinodali 1928 e l’art. 24 degli Atti Sinodali 1938.
\ O T A
Atti del Sinodo 1928, Art. 15 ^ « 11 i>inod« invila i naslori a non celebrare
secondo il riio evangelico i inatrinioni che siano .siati, o stiano per essere celebrali secondo il rito della Chiesa Catlolica-Roinana ».
Atti del Sinodo 1938, Art. 24 — « Il Sinodo considerando die il matrimonio
inislo celebralo secondo i riti della Chiesa Cattolica Romana è un rinnegamento
Jella fede evangelica, invila i Consigli di Cbies-a alla preiisa applicazione delTArt. 181 dei Regolamenti » (ora Art. 177).
La
ad ali
si (ma i!
porla»
camp'
ma. <
alLesple-idìscii!
dav\ r
gli a;
from
ture
presa di posizione non ha dato luogo
alia esitazione da parte del Sinodo, ove
'•ìllolineato che non è il pastore solo
consiglio di chiesa nel suo insieme a
.a la responsabilità anche in questo
; Discusso è stato invece rultimo com•!ie riallaccia questo caso particolare
della disciplina nel suo comiidranibito della nostra Chiesa, una
ntia che non viene sempre esercitata
tu. Comunque, specie considerando che
iicoU di regolamento in questione ofal consiglio di chiesa tutte le sfumafra il rigore e la carità, da applicarsi
scienza di caso in caso, nella loro de
cisione cosciente e collegiale, 1 odg. è stato
approvato a forte maggioranza nella sua lotalilà. I suoi presentatori insistevano però,
giustamente, sul fatto che se giuridicamente il problema è parte di quello più ampio
della disciplina ooclesìastica, teologicamente
esso è parte di una visione bìblica del matrimonio, che forse non è abbastanza in chia.
ro fra noi. e il cui chiarimento s'impone
non solo di fronte alLevolversì del costume (introduzione del divorzio nel diritto
civile?), ma anche al moltiplicarsi dei casi
in cui giovani di nostre comunità preferiscono contrarre matrimonio civile. In questa direzione è stato votato un altro o.d.g.
Il Sinodo invita il Seggio a nominare una Commissione che richiamandosi alla dottrina sulla natura, fini e caratteri del matrimonio, ne
presenti al prossimo Sinodo una sintesi con particolare riferimento anche al problema dei matrimoni misti ed a quello delle seconde nozze dei
divorziati.
Ricordiamo infine che questa discussione
è stata inserita, come un excursus molto
am[)io nel quadro del dibattito sinodale in
merito alla situazione interconfessionale e in
parlicolaie al nostro atteggiamento nei confroriii del Cattolicesimo italiano. Non ci è
ancora possibile, in questo numero, presentare ({uesla discussione, molto ampia, che ha
avuto momenti felici, pur in un certo contrasto di posizioni, e altri meno felici. Ne
parleremo prossimamente, tanto più che, data la delicatezza deU’argomento e per esprimere esattamente le varie posizioni emerse,
teniamo a consultare con precisione i verbali sinodali. Possiamo comunque dire fin
d’ora che — pur ’’controllata’ da una minoranza che vede un asi>etto essenziale della
nostra vacazione proprio nel dialogo e nella
testimonianza resa in esso ai cattolici — la
maggioranza del Sinodo ha manifestato un
atteggiamento che, scevro da nostalgie anticlericali, ha insistito con forza sulla nostra
caratteristica vocazione di protesta contro un
Evangelo radicalmente deformalo quale
quello professato dalla Chiesa romana, con
tutte le ccnseguenze etiche e politiche che
questo comporta ovunque e nel nostro paese
in particolare. E se in certi settori, anche
‘protestanti’ (!), in certi ambienti della diplomazia ‘ecumenica’ noi siamo considerati
i soliti incorreggibili piantagrane anticattolici, abbiamo anche avuto, a più riprese, e
nella stessa testimonianza di qualche delegato di chiese sorelle, Latt^tazione che il
nostro atteggiamento è compreso e apprezzato.
SAN FEDELE INTELVl
Centro Evangelico
Pietro Andreetti
a
Ottimo risultato del campo di servizio- Fin
da sabato 7 c. m. si è formata una comunità di lavoro con 15-20 presenti; si è raccolta
ugni mattina attorno alla Parola ed ha chiuso
la sua giornata ogni sera con l'ascolto del
messaggio evangelico. 11 lavoro fatto è stato
notevole : disponendo di maggiori fondi del
previsto si è potuto costruire, gettare la soletta del 1" piano e mettere il tetto alla nuo.
va costruzione indicata nel prospetto.
Al>l)iamo ora uno spazio di circa 50 m“ in
uui. appena disarmala la soletta in settembre. potremo sistemare ì servizi, la cucina e
sala da pranzo. Oltre a vari lavori di sistemazione e rifinitura, si è portata la nuova
tubazione dell’acqua in casa e sistemata una
fossa biologica nuova, allacciala alla fogna
municipale con uno scavo di circa 60 metri.
L impianto elettrico è stato rifatto compietamente nella casa, che è stata anche internamente tutta riverniciata. Anche nello scanli.
nato si sono fatti alcuni lavori fondamentali.
I giovani hanno dato loro stessi in questo
servizio spesso durissimo (gettare una soletta!), con slancio ed allegrezza. L’appetito non
c mai mancato! La vita comunitaria vissuta
in questi giorni potrà esser difficilmente dimenticata. Anche i tre muratori stipendiali
sono rimasti colpiti dallo spirito fraterno che
ci è stato dato. Erano presenti giovani di
Internazionalismo protestante
»
diverse denominazioni, da Milano. Bergamo.
Como. Brusio-Poschiavo.
Ci restano ora da fare tutte le rifiniture
della nuova costruzione in modo da poter
mettere a disposizione delle Chiese, il Centro,
fin dal prossimo autunno, per 20 persone.
Per questo vogliamo ancora organizzare un
piccolo campo di lavoro di 10 giorni dal 10
(arrivo il pomeriggio) al 21 (partenza) settembre. Un muratore ci ha promesso di veni.
ve c anche l’idraulico.
Per quel che riguarda le finanze amministrate dal Consiglio di Chiesa di Como, ahhiamo potuto stare esattamente nei limiti fis.sati; ogni aiuto per proseguire l'opera sari
un graditissimo segno di .solidarietà T.S.
FEDERAZmWE FEO/HÌIIWILE
VALDESE
Il C. N. avverte che la partenza
per Pradeltorno delle partecipanti al
Congresso nazionale (La Rocciaglia,
28-29 agosto) avverrà sabato 28 alle
ore 15, dalla piazza contigua al ponte
sull’Angrogna, agli Appiotti di Torre
Penice.
La prima parte della seduta sinodale pomeridiana di martedì 24 agosto u. s. è stata
dedicata alLascolto dei mes^gi di numerosi amici provenienti da Chiese sorelle, tutti ospiti graditi. H Presidente del Sinodo. dott. Mario Rollier, si è rivolto in francese agli ospiti dando loro il benvenuto del
Sinodo e della Chiesa tutta. Egli ha sottolineato il debito che la Chiesa Valdese ha
nei confronti dì lutti coloro che seguono da
anni fattivamente il nostro lavoro in Italia.
Questo sostegno sempre fedele e tempestivo
è una testimonianza preziosa di solidarietà.
Il dott. Rollier ha quindi sottolineato come
il Protestantesimo Riformato sia nato col
peccato nazionalista del « cuius regio eius
religio ». La protesta ha cosi perso parte
della sua specìfica forza e portata, confondendosi in parte con le tendenze del suo
tempo. I rapporti fra la nostra Chiesa e
altre Chiese della Riforma vogliono dunque
indicare che vi è un internazionalismo protestante. che ci permette di considerare
l'aiuto ricevuto, come un’espressione di fedeltà alLEvangelo, come un aiuto che non
ci viene dato daU’esterno ma che opera alrinterno del mondo della Riforma. In altri
termini si tratta della mano che gli uni
tendono agli altri alLinterno di una stessa
famìglia. Perciò la nostra riconoscenza è
tanto più viva, scevra da quell'amarezza
che spesso accompagna la gratitudine di
ehi deve spesso ricevere.
Primo a prendere la parola, fra gli ospiti, è stalo un vecchio amico delia nostra
Chiesa, il Rev. Heaìy, Moderatore della
Chiesa Presbiteriana d’Inghilterra. Egli ha
sottolineato i legami preziosi che esistono
tra le nostre due Chiese. Legami che non
si rifanno solo o soprattutto alla nostra glo
riosa storia passala ma, specialmente, a
problemi vitali che ci confrontano entram
hi. nel nostro rispettivo campo di lavoro
Di fronte a questi, ha affermato il Mode
ratore Healy. noi attendiamo molto da voi,
affinchè insieme j)ossiarao risolverli. Egli ha
quindi citalo alcuni esempi concreti. Tra
questi il problema del Cattolicesimo, riguardo al quale ha affermato che la Chic'¿a Presbiteriana inglese ha bisogno dell’aiuto chiarificatore d’una Chiesa come la
nostra. In secondo luogo, egli ha affermato,
vìvendo come viviamo in un’atmosfera teologica posl-harthiaiUK in cui il fondamento
stesso della fede è messo in questione, dobbiamo, insieme, trovare il modo di affermare con forza questo fondamento. Il fatto
che alcuni nostri studenti in teologia abbiano trascorso un periodo di studio al
« Weslminster College » di Cambridge, fallo di cui Foratore si è detto riconoscente,
sottolinea questa volontà di lavoro comune.
Il doli. Siicker - .rappresentante della
Chiesa delFAssia-Nassau — ricorda che è
la terza volta che parteiC’pa al Sinodo della
Chiesa Valdese e afferma che è per lui una
gioia sempre rinnovata di assistere così alla
vita della nostra Chiesa, in quanto egli la
considera esempio valido di diaspora evangelica. La disseminazione è la vocazione
vera della cristianità nel mondo. La Chiesa
sorella aspetta dunque di ricevere da noi
1 esempio di un impegno completo in questa vita di diaspora protestante. L’ospite
afferma che la nota principale di una vita
di « diaspora » dev’essere quella di chi è
sempre pronto ad attaccare, senza inutili e
dannose tristezze o malinconie. Viene poi
fatto un accenno all’utile fatica di certi settori della nostra Chiesa come la Facoltà di
Teologia di Roma e l’opera di Riesi. Per
quel che concerne la prima Foratore sottolinea Futilità di certe prese di posizione chiarificatrici. emananti dalla nostra Facoltà, nei
confronti della Chiesa Romana, e ci fa Fonore di chiamarci maestri in questo campo.
Prende poi la parola jl dott. Kiihlewein.
successore del vescovo Render — molto conosciuto tra dì noi e del quale porta i saluti
— alla direzione della Chiesa Evangelica del
Baden; egli afferma che i contatti delle nostre Chiese sono salutari e necessari e che
tali contatti, lungi dall’essere stati semplicemente cercati da noi. sono stati voluti e preparati da Dio. II past. Kiihlewein traccia
inoltre un rapido quadro delle preoccupazioni attuali della sua Chiesa. Afferma che in
essa si è infiltrato uno spirito secolarizzato
e secolarizzante che provoca un conformismo
sul piano teologico e su quello etico per cui
ci si fa « lutto a tutti » ma... non come
l’Apostolo Paolo lo intendeva. Alcuni risultati visibili di questo stato di cose sono una
certa mondanizzazìone della predicazione e
la perdila di quella necessaria « riserva » che
deve caratterizzare ogni azione della Chiesa,
anche delle manifestazioni certo eccezionali
come il Kirc.hcntag. Spesso, egli afferma, si
ritiene che il tempo di predicare sia finito
c che bisogna soltanto « fare ». con grave
danno per quel che concerne la chiarezza c
la fedeltà del « fare ». La rivalutazione del
laicato, spesso mal intesa, sfocia in uno sterile anticlericalismo che tende ad Jinpacciare
la Chiesa anziché aiutarla nella sua lotta
Il dott. Jangbluth. attuale Presidente del
la Società Gustavo-Adolfo, si riferisce al fat
ti che. e il past. Su<^ker è un vecchio ami
co nostro, egli è dal canto suo un amico d
recente acquisizione e che conasce personal
mente soltanto il prof. Valdo Vinay e il Mo
deratore Roslan. Tuttavìa, egli dice, non ain
miro per questo meno la vostra storia. Per
quel che concerne la nostra opera attuale,
indica nella Facoltà di Teologia e nelle opere di Riesi e di Agape tre centri viventi e
vitali della nostra testimonianza in Italia.
Anch‘egli tocca il problema dei rapporti col
Cattolicesimo ed afferma che il tempo del
(( no » puro e semplice è passato, che si è
aperto quello del dialogo e che quel che dob.
biamo ricercare e chiedere in preghiera è che
le nostre comunità siano veramente capaci
di iniziare questo dialogo, nella fedeltà alFEvangelo. .senza false paure ma fidando nel.
la guida dello Spirito Santo.
E‘ stata quindi la volta del past. Lavanchy.
vice-presidente della Federazione delle Chiese Protestanti Svizzere, Presidente dell’EPER
e pastore della Chiesa Evangelica del Cantone di Vaud. Egli fa notare che, rappresen
tando. come rappresenta i tre organismi ecclesiastici ai quali è in qualche modo legato
è come se vi fossero in lui tre uomini che
hanno qualcosa da dirci, il che rischia di non
favorire la concisione! Afferma poi di aver
invano tentato di seguire la lettura — da lui
ritenuta velocissima — della Relazione della
Commissione d'Esame dell'operato della Tavola. e di aver dovuto interpretare il tenore
di delta relazione a partire dalla vivace ed
espressiva mimica del Relatore. Ricorda il
difficile compito dei responsabili della Federazione Protestante Svizzera, che devono ispirare il lavoro di ben diciotto chiese diverse
per lingua. liturgia, libri di culto e catechesi. Dice la gioia con cui il Moderatore
Roslan è stato accolto, a ^ interthur, alla
riunione della Federazione Protestante recentemente svoltasi. Infine accenna al privilegio che le Chiese Svizzere hanno avuto, sia
attraverso FEPER sia altrimenti, e che esse
hanno ancora, di aiutare nella loro lotta
Chiese meno priv'ilegiate di loro e tra queste
anche la nostra. Ricorda il prezioso lavoro
compiuto anche per noi dal past. Freundler.
del quale lia preso il posto alla direzione dell'EPER. Infine a nome di tutti gli amici
svizzeri ci dà Fassicurazione del loro costante. fraterno pensiero.
Si fa quindi avanti quella poderosa ed
inconfondibile figura del protestantesimo
svizzero di lingua tedesca che è il pastore
Emil Blaser. Egli ricorda con la sua ben
nota mmlestia quanto è stato fatto dal « Comitato Valdese » da lui animato negli anni
passati e nel presente, specie per il Collegio
di Torre PelUce. E noi sappiamo quante altre realizzazioni di vario respiro della nostra
Chiesa devono la loro esistenza allFenergia
di questo nostro fedele amico. D altra parte
egli ha giustamente sottolineato come i fratelli svizzeri abbiano fatto e facciano un
grande sforzo per aiutarci e che questo sforzo è stalo possibile anche grazie ad una
continua ed accurata informazione su lutti
i molteplici aspetti della nostra opera. Se si
sapesse sempre dare e ricevere questa informazione anche nelle nostre stesse Chiese in
Italia, potremmo e dovremmo a nostra volta
trovare con maggiore facilità l'energia e i
mezzi per curare le malattie di debolezza di
talune nostre opere od attività. Va detto che
(juesto discorso ci è stato fatto in italiano più
che comprensibile, un segno di più della
viva partecipazione che il pastore Blaser mette in tutta la sua attività a favore della nostra Chiesa.
Parlano ancora i pastori Tirel e Mordant.
a nome della Chi^a Riformata di Francia,
tutt'e due sottolineando i vincoli di particolare fraternità che ci legano gli uni agli altri. fondati sulla fede comune in Gesù Cristo. la roccia su cui la Chiesa si edifica.
La Signora Po'èt porta poi. col suo garbo
consueto, i saluti dell’Unione Valdese di
Marsiglia e ci mette ancora una volta di
fronte ai problemi di quel gruppo dì fratelli
che. pur facendo parte della Chiesa Riformala di Francia, non rinunciano per questo
alla loro particolare qualità di Valdesi e
desiderano rimanere legati in tutti i modi
possibili alla loro Chiesa d'origine.
11 past. Swain chiude la serie dì oratori,
che hanno saputo per la verità portare tutti
una nota originale e costruttiva ai lavori del
Sinodo, recando i saluti della Chiesa Presbiteriana Unita di New York e delFAmerìcan
^"aldensian Aid Society, Afferma che le recenti visite del nostro Moderatore sono state
molto apprezzate e che esse hanno arricchito
le Chiese Americane. Ricorda infine che, in
Italia come in America, siamo chiamati ad
esercitare, nei modi più vari, la nostra funzione di testimoni.
Il Vice Moderatore, past. Alberto Ribet.
ringrazia tutti gli oratori e si dice riconoscente per quello che è stato l'aiuto che la
nostra Chiesa ha ricevuto in occasioni precise e, nello stesso tempo, riconoscente per
le parole di apprezzamento per l’opera che
la nostra Chiesa svolge. E’ hello di essere
aiutati e di aiutare nello stesso tempo : forse
è veramente possibile soltanto nel quadro vivo della vita di credenti che hanno trovato
e sempre ritrovano in Cristo la loro unità
di fede e di intenti.
Giovanni Conte
NOTA. — La sera di martedì altri delegati hanno rivolto il loro messaggio nel corso
del tradizionale ricevimento offerto loro a
Villa Olanda: il past. Mario Shaffi, presidente* della Chiesa Melodista d'Italia; il
past. Ludek Broz, dell’Unione dei Fratelli
Cèchi, che ha parlato di quella che potremmo chiamare la « internazionale valdese »
nella storia; il magg. Sibille, dell’Esercito
della Salvezza; il past. Healy ha letto un
messaggio del past. Marcel Pradervand, segretario generale dell’Alleanza Riformala
Mondiale. Altri rappresentanti : il past. Guido Mlegge, presidente della Società Biblica;
il cap. R. M. Stephens, della Waldensìan
Aid Society britannica.
La nuova
realtà africana
Giovani cristiani neri vogliono serbare la loro anima
ajricana e partecipare con impegno critico alla edificazione
della nuova Africa.
Bingervillef Côte d^'Ivoire
Dal 10 al 13 luglio una cinquantina di
dirigenti di organizzazioni studentesche e
giovanili dell’Africa francofona si sono riuniti neU’istituto tecnico agrario di Bingerville per studiarvi le loro responsabilità
nell’Africa contemporanea. La riunione era
organizzata dalla Lonimissione della Gioventù delle Chiese panafricane e dalla Feder.
Univ. delle Associazioni cristiane studenti.
li rapporto su questi lavciri insiste sulla
a necessità di aiutare i giovani africani troiv
po influenzati dalla cultura occidentale a ritrovare la loro personalità autenticamente
africana ». Anche se la minoranza occidentalizzata è assai debole, è « inevitabilmente
chiamata a svolgere una parte preponderante, e non tolleriamo che coloro che conducono l’Africa abbiano persa la loro anima
africana ».
« Di fronte alle lotte ideolcgiclie che dividono l’Africa e pongono uno contro l’al;ro paesi fratelli » è necessario « condurre i
giovani a considerare l’Africa come un’unica entità. Ogni apporto di un’ideologia che
non sia veramente africana costituisce una
fase secondaria deilo sfruttamente dell’iuiino nero ». Perciò la gioventù cristiana deve
sapersi « sbarazzare dell’ipocrita abitudine
dell’.ipoliticità. La gioventù cristiana e HUt'
i Jìioviimenli gicfvanili devono politizzarsi,
Kcn per .sostenere un dato uomo, una data
organizzazione politica o un olato governo ».
ma in modo da prender coscienza « dei problemi che si pongono all’Africa ».
00 La partecipazione elIeUiva della gioventù alla edificazione della nazione deve manifestarsi concretamente in campo economico e sociale, in campo economico, si
tratterà di una chiara presa di coscienzi
del fenomeno ncocoloniale ohe si traduce
nel mantenimento di una struttura economioa di sfrullamenlo, in un’intensa attività
di monopoli stranieri ». Bisognerà pure lottare contro 11 la mostruosa sproporzione dei
salari e Pimmobilismo burocratico dovuti a
un imborghesimento dell’élite che è il risultato di una cultura male integrata nella
realtà africana ». In particolare i giovani
africani dovranno « sbarazzarsi del mito »
che il lavoro manuale sia « spregievole ».
Per assicurarne Pefficacia, i movimenti
giovanili cristiani devono collaborare con
tutti gli altri movimenti paralleli. « La col
laborazione con movimenti giovanili cattolico-romani è un fatto. E’ tempo di comprendere ohe le relazioni fra protestanti e
rattoilici non devono più essere quelle della
rcncorrenza, ma quelle mutua comprensione ». Così pure si deve ricercare la colliihorazione con movimenti non cristiani e
« uscire dalla nostra torre d’avorio per andare verso quelli die non hanno ricevuto
o accollo l’Evangelo, per ingaggiare con loro un franco dialogo e per collaborare sul
piano dell’azione sociale e civica ».
E’ infine opportuno partecipate a l'edificazione deU'.\frica collaborando con il «Ser
vizio nazionale della gioventù u, mdubbianiente « questa collaborazione potrebbe por.
re un problema delicato qualora il governo
voles.se imporre un partilo unico e tin’idco
logia alla nazione, specie alla gioventù,
imporre un partito unico c un’ideolwgìa
alla nazione e in particolare alla gioventù.
Pensiamo che un movimento giovanile cristiano non deve, a rischio di perdere la sua
appartenenza .al Cristo Signore, infeudarsL
a tale pclere. Ma stimiamo au.vpicabile e
anzi necessario che ,i giovani cristiani corrano il liscili9 di partecipare ¡iidividualinentc
all’atlività della gioventù dì Stato. Viviamo
in un mondo in cui il cristiano non deve
aver paura di sporcarsi le mani. 11 rischio
di conlaminazione è senz’altro grande e chi
cosi s’impegna nel movimento di Stato avrà
bisogno di essere costantemenie sostenuto
dai consigli e dall’intercessione della Chiesa.
Ma vai la pena di correrlo, questo risebie :
è per noi il solo mezzo di irraggiare la lucidità e la giustizia in un mondo che si lascia
facilmente accecare da false grandezze ».
Circa l’unità della Clnesa, il rapporto ammette cbfc pare attualmente « impossibile
considerare una vera unione organica delie
nostre cìiiese ». Ma i giovani devono « provocare una campagna di dialogo ». Occorre
« frenare la proliferazione di missioni che
in ultima analisi non sono die il trampolino di lolle d 'nfluenze e di stiracchiamenti d’ogni sorta »; occorre « vedere che la
dispersione della Chiesa in sette concorrenti
non è che un prolungamento del colonialismo. Perciò i giovani devono ricorrere alla
storia per cercar.: di comprendere il processo di formazione di queste varie chiese
e il celato fine mercantile di questa o quell'impresa ».
Subito dopo questa consultazione si è leiiiilo un .seminano di fcrmazione di quadri
giovanili e sludentesdii, che ha raccolto una
Jttinlina di delegali: €ongo-I./éopoldvilie,
Congo-Brazzaville, Galion, Lamerun, Daliomey. Togo, Costa d’Avorio, Senegai, Ciad,
Liberia, Sierra Leone, li programma era
centrato sulla forniazioiie hililica, dirette' da
Han.s-Riidi Weber, condirettore dell’Istituto
ecnmeiiini di Bossey. Si tratta del secondo
seminario del genere organizzalo in Africa;
il primo, per l'Alriia occidenlaV: anglof&na.
era stalo tenuto nel 1963 in Liberia, e nel
ilicembrc 1965 se ne terra un terzo al centro
ocinncnico di Mindolo (Zambia) per dirigenti giovanili c «Uidenli di Zambia, Ma(c.wi. Riiodesiii e Bciiiianaland.
Le nolizie che precedono sono tratte dal
.'.oc.p.i. E’ interessante e appassionante seguire questi giovani delle giovani nazioni e
giovani 'chiese, alle prese con problemi
die, in forme diverse forse, anclie noi ben
concsciamo. Colpisce la passione e la sel ielà di quest’impegno, nonché di molle criliche alle nos'.re vecchie nazioni e vecclik’
cinese, aneli: se spiacciono certi giudizi
massimalistici, non tanto forse in campo
politico-socio-etoiiomico (qui in larg,his.sima
misura giustifiralii ciuanto in campo interecclesiaslico. Ma ognuno deve seguire la propria maturazione, e alobiamo fiducia nei nostri fratelli africani, perché abbiamo fiducia
nel comune .Signore che 1! ha chiamati ccn
noi a credere in Lui e a rervirLo nel no.slro
mondo sempre più legalo da una solidarietà,
imposta dai fatti stessi. red.
4
p«g
N. 34 — 27 agosto 1965
VITA METODISTA IN ITALIA
Ci dispiace di non aver dato finora notizia
del lavori della quarta Conferenza Metodista italiana, tenutasi a Roma a fine giugno.
Benché in ritardo, desumiamo le notizie
seguenti dall' ultimo numero di « Voce
Metodista »
I lavori sono stati intensi e fecondi, cosa tanto più notevole in quanto questa
assemblea seguiva di nemmeno un mese
il Congresso Evangelico, nella preparazione del quale i metodisti 'taliani, e specie
romani, si sono impegnali a fondo. Tre
sono state le linee su cui si è mossa la
Cenferenza c che « Pre^senza Evangelica»
(luglio 1965) definisce cosi : « rafforzamento
delle comunità, e quindi impegno evangelistico; sviluppo del processo di integrazione già in atto ccn la Chiesa Valdese; vigorosa spinta in avanti nel cammino della
unità di tutto il protestantesimo evangelico
italiano, die proprio il recente Congresso
evangelico ha mostrato più vivo e più unite di quanto si potesse immaginare ».
Ei/angelizzaziun«
Ecco l’ordine del giorno ohe ha condensato e concluso i lavori su questo punto :
La Conferenza della Chiesa Evangelica
Metodista d’Italia, radunata in Roma dal
23 (d 27 giugno 1965,
PRESO ATTO del rapporto del Cornilalo Permanente,
RIAFFERMA che l’evangelizzazione è
vita e lagion d’essere della Chiesa.
ESPRIMENDO il suo accordo con l’ordine del giorno votato nella riunione del
Comitato Permanente tenutosi in Firenze in
Itala 8 giugno 1964,
PROPONE le seguenti linee di lavoro:
1) Il lavoro evangelislico deve essere particolarmente potenziato nelle zone rurali
e nelle zone periferiche delle grandi città in collaborazione con altre Chiese
eventualmente presenti in tutte le zone
dove vi sin altra presenza evangelica.
2l L’integrazione con la Chiesa Valdese sia
sollecitala e sviluppala con il massimo
impegno.
3) L’attuale strutturazione dei circuiti sia
riveduta per essere resa più funzionale
ai fini della evangelizzazione.
DA’ MANDATO al Comitato Permanente di formulare un piano organico di lavoro sulla base dei principi sopra esposti
da presentarsi allo studio della prossima
Conferenza previo esame da jyarte dei Circuiti
/Izione saciaia
Corollario di quest’opera di evangelizzazione è l’azione sociale, vigorosamente sentita dalla Chiesa Metodista, che ha, proporzionalmente alla sua entità numerica,
un numero di opere particolarmente alto.
Significativo è l’ordine del giorno votato
al riguardo:
La Conferenza della Chiesa Evangelica
Metodista d’Italia, riunita in Roma dal 23
(.): 27 giugno 1965.
APPROVA con plauso l'operaio della
Commisione Permanente per l’Azione Sociale ed esorta le Comunità a prendere coscienza dell’azione sociale nella vita cristiana;
RACCOMANDA in particolare ai Gruppi
Giovanili ed alle Attività Femminili di
svolgere una attiva opera per illustrare
i loro membri intorno ai problemi sociali
del paese ed alle iniziative evangeliche esistenti in questo campo, per suscitare fra
loro lo spirito del servizio cristiano ed
orientare in modo specifico le vocazioni indispensabili per rispondere alle esigenze determinatesi In questo ambito ;
SI RALLEGRA delle possibilità apertesi
in seno alla Facoltà Valdese di Teologia
di un incremento della preparazione degli
studenti per quanto riguarda il lavoro nel
campo sociale;
RACCOMANDA alla Commissione Pernutnente per l’Azione Sociale di prendere
in considerazione le seguenti forme di attività:
a) Approfondimento dell studio da essa
già iniziato dei problemi della scuola
italiana, in collaborazione con le altre
denominazioni evangeliche ed in appoggio alTopera dell’Associazione Insegnati
li Cristiani Evangelici (A.I.C.E.), al
fine di esteiulere in tutte le nostre Comunità la coscienza dell’importanza di
tali problemi e rafforzare negli insegnanti evangelici il senso della propria vocazione cristiana, utilizzando a tale fine,
ove possibile, anche contatti internazio
nuli ed esperienze pedagogiche dei ¡mesi
protestanti;
h) Avviamento allo studio dei problemi
della società industriale e della condizione operaia, stabilendo contatti con le
Comunità delle zone maggiormente interessate, anche su piano interdenominaziotiale e promuovendo, ove possibile,
incontri di operai e tecnici evangelici;
<■) Sviluppo e coordinamento delle opere
già iniziate e progettate nel campo della
agricoltura, con opportune azioni di informazione in merito nelle nostre comunità ed in contatto con le analoghe iniziative esistenti nelle comunità valdesi.
d) Organizzazione di un Convegno interdenominazionale di agricoltori evangelici,
averne coinè precipuo ambito l Italia
meridionale, ma in collegamento altresì
con gli ambienti agricoli evangelici delta
Italia seltcnlrionuLe;
c) Progettazione di iniziative concernenti
Timmigrazione interna dalle zone agricole ai centri industriali, con ¡tarticolare
riguardo ai problemi dell’inserimento degli immigrali in un ambiente diverso da
quello di origine.
Rapporti con
la Chiesa Valdese
Ecco come ne riferisce « Voce Metodista »; de; resto, si può dire che nel complesso dei suoi lavori i fratelli metodisti
abbiano tenuto costantemente presente questo Lato, che affiora pure esplicitamente in
altri o. d. g.
« Anche quest’anno abbiamo salutato fra
noi, con gioia, la Delegazione della Chiesa
Valdese composta dal Moderator^ Ermanno
Rostan, dal Prof. Valdo Vinay, dal Prof.
Alberto Soggin — entrambi della Facoltà
Valdese di Teologia -- e dalla Signora Gabriella Titta. Sedevano in Conferenza anche i pastori Umibcrto Bert e Bruno Rostagno i quali hanno la cura, rispettivamente
delle Comunità Metodiste di Trieste e di
Genova -Sestri.
« La discussione sul Rapporto della Commissione Mista Valdese-Metodista ha messo
ancora una volta in luce il desiderio della
nostra Chiesa di procedere sempre più innanzi nel processo di integrazione fra le
due Chiese ed ha insistito sulla necessità
elle questa integrazione venga attuata sul
piano locale. L’ordine del giorno appresso
è stato approvato all unanimità :
La Conferenza della Chiesa Evangelica
Metodista d’Italia riunita in Roma dal 23
ai 27 giugno 1965,
PRESO .ATTO del contenuto degli ordini
del giorno pervenuti dai Circuiti, tutti
esprimenti parere favorevole sul Rapporto
della Commissione Mista Valdese-Metodista,
RIAFFERMA quanto è stato espresso
dalla Conferenza 1964 mediante l o.d.g.
relativo al Rapporto stesso che accetta, approvandone le proposte in seconda lettura,
RIBADISCE che tale Rapporto non mette in discussione i nomi delle due Chiese,
RACCOMANDA alle Comunità di sviluppare al massimo L’integrazione sul piano
locale secondo le linee del rapporto stesso
e, nel medesimo tempo, di fare oggetto di
approfondita esame il concetto di autonomia ecclesiastica riferito alla Comunità locale come è illustrato nel 2» capitolo del
Rapporto Valdese-Metodista.
Con altro o. d. g. la Conferenza ha anelle auspicato che i pastori delle due Chiese i quali abbiano cura di Comunità delTallra denominazione, non solo, come ora
avviene, abbiano il diritto di sedere nei rispettivi Sinodi e Conferenze ma possano
farlo con pieno diritto anche di voto deliberativo :
La Conferenza della Chiesa Evangelica
Metodista d’Italia, riunita in Roma dal 23
al 27 giugno 1965,
RALLEGRANDOSI vivamente per l'integrazione in atto fra le Clf-iese Valdese e
Metodista, e nello spirito della medesima,
AUSPICA vivamente che i pastori delle
due Chiese i Quali hanno cura di Comunità delValtra denominazione possano sedere
con pieno diritto nei rispettivi Sinodo e
Conferenze,
AUSPICA inoltre, per quanto la concerne, che ciò possa avvenire sino dalla Conferenza del 1966.
Protestantesimo italiano
I rapporti del Secondo Congresso evangelico sono stati salutati e fatti propri, con
entusiasmo dalla Conferenza metodista, la
quale a buon diritto ha tributato un omaggio particolarmente caloroso al suo Presidente, past. Mario Sbaffi, e al prof. Giorgio Spini, per l’apporto fondamentale che
essi hanno dato alla preparazione e al felice svolgimento deU’assemblea. E’ stato
votato un o. d. g. di adesione piena:
La Conferenza della Chiesa Evangelica
Melodista d’Italia riunita in Roma dal 23
al 27 giugno 1965,
RENDÈ GRAZIE a Dio per le particolari benedizioni che ha voluto elargire sul
Seconda Congresso delle Chiese Evangelihec Italiane, permettendone le felice attuazione e conclusione ;
.4DERISCE senza riserve ai documenti
conclusivi ed agli ordini del giorno del
Congresso, che considera una preziosa guida per la vita e l’opera della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia ed ai quali dovranno costantemente conformarsi le Comunità,
i Circuiti, la Conferenza ed il Comitato
Permanente nel loro lavoro.
In un altro o.d.g., confermando un voto
del 1963, la Conferenza :
DA’ MANDATO ai membri metodisti
nel Comitati di continuaz'ione del 2« Con
grosso delle Chiese Evangeliche. luiliane di
conformarsi allo spirito dell’o.d.g. anzidetto. pure consideramlo prioritaria l’esigenza
di ottenere alla Federazione la più larga
adesione possibile.
AUSPICA che le strutture della Federazione Evangelica abbiano articolazione sul
piano locale, oltreché nazionale, sì da attuare concretamente forme unitarie di vita e
di azione fra le singole comunità.
Problema particolare, ma importante, relativo alla ccdlahorazione delle Chiese evangeliche italiane, è quello di un organo di
stampa periodico comune. Al riguardo, riprendendo un o.d.g. votato dal Congresso,
è stato votato quest’ordine del giorno:
La Conferenza della Chiesa Evangelica
Metodista d’Italia, radunala in Roma dal
23 al 27 Giugno .'965,
FA PROPRIO T o.d.g. approvato dal
li Congresso delie Chiese Evangeliche Italiane su di un organo di stampa comune al
maggior numero possibile di Chiese ed
Opere evangeliche italiane,
RITIENE necessario che si giunga al più
presto u questo organo unitario,
RITIENE che, in conseguenza della ¡mhhlicazione di tale periodico comune, « Voce Metodista » deAìba trasformarsi in un bollettino di informuzioni sulla vita della nostra Chiesa.
RITIENE altresì che Vattuazione del periodico unitario dvA protestantesimo italiano assolverà anche, i compiti attualmente
svolti da « Presenza Evangelica x>.
IN ATTES.4 clu tale prospettiva si realizzi ritiene che a ¡Presenza Evangelica », di
cui riconosce la L,aUdità come esperienza di
collaborazione inferdenominazionale, debba
esprimere in maniera precisa la concreta
realtà dell'evangelismo italiano.
DA' MANDATO al Comitato Permanente
di adeguare la sua azione in materia a quanto affermato nel presente o.d.g, in accordo
con la Tavola Vahle.se, raccomandando di
alleviare nei limiti del possibile, gli oneri
finanziari sostenuti.
Il c( quadro » della Conferenza è stato arricchito dalla partecipazione del delegato
ufficiale della Conferenza metodista britannica, e da delegati dì chiese sorelle. Momento particolarmente lieto è stato quello
della consacrazione al ministero della Parola del candidato Vezio Lncelli (che ha la cura, con la diaspoLa metedista di Vintehbio,
dì quella valdese di Biella). La «ora d’inlormazione religiosa » è stala co^itituita quest’anno da una conferenza del dott. ijgo
Guarnera, presidente di sezione della Corte di Cassazione, sul tema « La riforma dei
Codici e le implicazioni nei campo della
responsabilità e dell’etica cristiana ».
La Conferenza ha cosi eletto il Comitato
Permanente, cioè P« esecutivo » per l’anno
1965-66: presidente, past. Mario Shaffi; vice
presidente, dott. Sergio De Ambrosi; segretario, past. Samuele Carrari; membri, pasl.
Pier Paolo Grassi, Sergio Aquilante, Aurelio Sbalb. proi. Giorgio bpini, dott. Teolilo Santi, dott. Franco bacchino. Auguriamo noi pure di cuore a questi fratelli,
come alle comunità e opere metodiste un
buon anno di attività e di servizio; ne vediamo con piacere i delegati ai nostro Sinodo.
E riferiremo nel prossimo numero ;u quanto
sarà deciso sui mutui rapporti.
Amici del Collegio Valdese
Riuscite manifestazioni
cinematografiche e teatrali
Anche quest’anno l’Associazione Amici del
Collegio ha lavorato fruttuosamente col duplice scopo di rendere più viva e movimentata la breve estate di Torre Pellice, e di
rendere interessati al Collegio Valdese gli
abitanti, occasionali o no, della vallata. La
prima manifestazione dell’estate 1965 ebbe
luogo il 23 luglio, con la presentazione di
vari films a colori e sonorizzati, da parte del
Cineclub di Pinerolo. Valorosi cineamatori
cosi gentilmente prestatisi diedero un saggio
veramente notevole di abilità tecnica, di gusto e intelligenza nel taglio, nella sensibilità
cromatica, nel gusto raffinato riguardo ai
commenti (parlato e musica). Fu insomma
una serata veramente bella e che richiamò a
giusto titolo un folto pubblico; questo, gradì
particolarmente il documentario su Sperlonga, il ricordo della vecchia Pinerolo, la raffinata « impressione musicale » del film « Il
canto gregoriano ». Grazie ancora agli amici
Pìnerolesi.
La sera del 31 luglio e del agosto il
gruppo filodrammatico presentò (novità assoluta per Torre Pellice) un dramma giallo
di Agatha Christie {« Tre topi grigi »). Con.
trariamente alle aspettative, da parte di tutti
si rilevò con molto favore la scelta di un tipo
di dramma lontano dagli schemi abituali.
D’altra parte, in tale dramma, materiato
ovviamente di « suspense » ed angoscia, non
mancano motivi francamente morab ed umani che fanno riflettere, al di là del puro e
semplice racconto poliziesco, e della curiosità per « come andrà a finire »... Un buon
gruppo di giovani alunni ed ex-alunni del
nostro Liceo prese direttamente parte alla
recitazione, ma un nutrito gruppo di amici
collaborò con entusiasmo, costanza c preci^
sione (qualità che è raro trovare associate!)
per le scene e l’arredaraento : a riprova che
quando si fa qualcosa con impegno e serietà,
oltre che con buona volontà, la coUahorazione
viene olFerla lietamente anziché dovei essere
implorata... La frequenza molto sostenuta ad
ambedue le serate premiò la fatica (intrapresa
dai mese di marzo) dagli attori e dalla loro
regista. Signora Eicna Corsani Ravazzini, felicissima sia nella scelta degli attori sia nelrambicntazione curata nei minimi particolari .
Cir
Ottiene vivissimo successo
il concerto corale e organo
Se tutte le istituzioni periclitanti avessero
le cure assidue, intelligenti e piacevoli (per
il pubblico) che mantengono in vita il caro
Collegio di Torre Pellice, la nostra esistenza
sarebbe oltremodo facile ed ,amena. Dopo le
ottime recite. le proiezioni, le mostre, ecco
il concerto serale del 21 corr. « Musiche organistiche e vocali » dice modestamente il
programma. Un programma composto con
attenzione ed amore: opere brevi e varie, di
intima bellezza e intensa spiritualità. Due
grandi composizioni per organo: la Passacaglia e tema fugalo di G. S. Bach, il cui tema
ila la potenza d’ima voce biblica, ed il Preludio e fuga di C. Franck, raccolto e melodioso. Due debutti: il Coro del Collegio, che
ha saputo così ben cantare da mascherare con
arte la mancanza di voci basse; il soli la.
C, Arnoulel, dalla voce pura e piena, he
ha suscitato molli bisbigli e moti di vi^
consenso ed emozione nel pubblico.
ile
Ma al (loltor GardioI, al M° Corsimi ,
gnora vanno i segreti applausi ed jl n'aiTelto di tutti coloro che hanmi avutu.
un piccolo centro come Torre, il privili“e vario godimento di queste inanitcstaz»
A loro ed a quanti li hanno assistili i;
non breve fatica dell’attività artistica icialc, non diremo soltanto grazie, ma a’che siamo tulli pronti, e sempre, a pn“
parte a tutto ciò che stimeranno elheaei'
la riuscita de! comune e grande desidoiK
Biii
uto
in
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111.
ila
so
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SOCIETÀ’ DI STUDI VALDESI
A zonzo fra
storia e
JMbII attivitH presinodale che è caratteristica di Torre Pellice, nella settimana che
precede il Sinodo, possiamo anche inserire
la seduta annuale della Società di Studi Val.
desi, la quale ha avuto luogo il ‘13 agosto,
nell’aula sinodale, davanti ad un pubblicò
eccezionalmente numeroso ed attento
Alle ore 21, il presidente prof. Augusto
Armand Hugon presenta la relazione delrattività svolta: l) due bollettini inviati ai
soci: 2) l’opuscolo del XVII febbraio; 3) il
primo dei quaderni di Storia Valdese, dovuto
alla penna del prof. E. Pascal, che tratta dei
Ministri Valdesi in esilio; 4) organizzazione
del 7° congresso di studi sull’eresia; 5) sistemazione del Museo di Torre Pellice (va pure
ricordata la lodevole iniziativa del dott. Varese che ha risistemato il museo di Rorà).
Il signor Arturo Vola dà quindi lettura del
rendiconto finanziario che non presenta novità; il numero dei soci si aggira, sulla carta,
sui 300, ma i morosi sono sempre troppo numerosi.
Il dott. Osvaldo Coìsson presenta quindi
una interessante relazione, che unisce il me
ap
sul
L'ANNUO CONGRESSO A.I.C.E.
L'istruzione
e secondaria
primaria
alle Valli
L’annuale congre.-isu A.I.C.E. si è svolto
a Terre Pellice giovedì, 19 corr.
Velia mattinata, dopo tin breve culto presieduto da Franco Calvetti, si sono tenute
le due relazioni, entrambi sul l’argomento
deH’istruzìone primaria e secondaria alle
Valli. I relatori proli. Peyronel e Casini
pre.sentano e eoiUimenlano dati statistici
sulla situazione scolastica alle Valli. Dalla
relazione del prof. Peyronel si è appreso
( he mentre il rapporto tra maestri elementari evangelici nelle Valli e il corpo insegnanti elementari complessivi è pari al rapporto fra popolazione scolastica valdese e
popolazione iscolastica iotale, si nota una
(iircnza di professori valdesi per le scuole
medie. Per quanlo riguarda la situazione
scolastica elementare si rileva che sono circa quindici quelle ohe corrono il pericolo
di essere chiuse; lon la soppressione di
una scuola e l’allontanamento del maestro
è una luce di cultura che si si>egne, e dobbiamo lottare perché questo non ai'venga.
Durante la discussione il prof. Jouvenal
allcrma che non si può impedire lo spopolamento delle Valli, ma piuttosto dobbiamo seguire i Valdesi dove si stabiliscouo ;
per esempio i nostri studenti Valdesi a
lorino.
In line di mattinala il prof. Bein comunica' che rAmmini:-,trazione Corauuale di
forre Pellice ha ottenuto Fautorizzazione
per Tistituziouc di una scuola statale per
segretarie d’azienda, succursale della Bosso
di Torino. ¡Non si Iralta di un corso acceleralo, ma di una iniziativa che in tre anni
potrà preparare adeguatamente un numeroso gruppo di ragazze data anche l’ottima
attrezzatura già esistente a Torre Pellice.
Applaudì tissimo lasscssore prof. Bein ha
raccomandato a tulli di impegnarsi per
raggiungere rindispcnsabile quorum di
venti alunni.
Dopo l’abbondante ed ottimo pranzo,
consumalo nei locali delia « fore.sleria » la
riunione è ripresa alle 14,30.
Sotto la presidenza del prof. E. Tron si
.sono avuti numerosi interventi sugli o.d.g.
proposti, che sono stati tutti approvati alla
unanimità.
il primo ringrazia le autorità comunali
e dei consigli di Valle per l’opera svolta
contro la ventilala chiusura di piccole scuole di montagna ed auspica un proseguimento dei loro sforzi a questo scopo.
J1 secondo o.d.g. concludendo la discussione del mattino, nella quale non ci si è
iiollanto soffermati sullo specifico problema
dei centri di lettura ma ci si è riferiti al
più vasto problema dello spopolamento
montano, inviia gli insegnanti, i pastori e
i membri dei Concistori delle VaRi ad appoggiare la costituzione o l’incremento di
tutte le iniziative quali bibliotechine o
sale di lettura, volte ad incrementare la
cultura delle popolazioni locali e special’.uenle dei giovani.
Il terzo o.d.g. ,c.lie si riferisce ad un pro
blema vivamente sentito dalle nostre popolazioni, cioè la preparazione delle insegnanti di scuole materne è. stalo cosi approvato :
il 11 Congresso deH’.\.I.C.E. preso atto
dell’impegno assunto dal Sindaco di Torino per l’istituzione d’una scuola Magistrale comunale per insegnanti di scuola
materna esprime p proprio plauso per
questa iniziativa elle offrirà a tutte le popolazioni della Provincia di Torino uno
slrumenlo atto a soddisfare le loro aspirazioni su un piane- di libertà e di indipendenza da posizioni confessionali o ideologiche ».
Infine c’è sialo uno scambio di idee anche sul problema scottante del mantenimenlo degli istituti valdesi di istruzione secondaria. Riconosciuta da lutti la necessità che
1.1 scuola latina di Pomaretto continui la sua
opera e Fopportunità di non prendere gravi
decisioni per il liceo in vista della prossima ritorma della scuola media superiore,
in maggioranza i presenti si sono trovati
concorui di ritenere che nel caso di una
inevitabile chiusura di un istituto questo
(ieliba essere la media di Torre Pellice
dato che quella statale ha parecchi professori valdesi e vi si tiene pure Finsegiiamento religioso.
Buona la giornata setto lutti gli aspetti,
compreso Follimo tè offerto dalla coiminilà ospitante che qui senlitamcule ringraziamo.
preistorio
presente
rito della tecnica scientifica alla chiiiF'-:
della es-posizione, sui reperti di fori
pelle in alcune Valli del pinerolese
loro significato, secondo l’oratore, indù' biamente connesso con un’interpretazione r;-naie. E’ un campo ancora quasi luesp] ato
nella nostra zona e che ha avuto nel , rof.
Silvio Pons un appassionato precursore. Ad
ambedue il pubblico tributa un caldo applauso. Ricordiamo alcuni interventi dei
prof. Jouvenal, Doro e ing. Ferruccio inlla
che danno ulteriori chiarimenti sulle ir.lcrpretazioni dei fori e di altri segni (cioci,
linee spezzate ecc.).
La discussione della relazione se non leca
molti elementi nuovi, serve a mettere in evi.
denza alcuni elementi.
1) La Società deve estendere il suo lag
gio d azione, migliorando il suo servizio {rin.
formazione. L iniziativa dei quaderni è ottima, ma bisogna farla conoscere meulio.
Così, per quanto concerne il Congresso di
studi sull’eresia, si è osservato come sia ottima 1 iniziativa; come ottimi siano i risultati; ma la sua presentazione dovrebbe essere
migliorata; bisogna segnalarlo tempestivamente a più larga cerchia di persone suscettibili a essere interessata da questi studi.
2) In merito al reclutamento di nuovi
soci ed al reperimento dei morosi, si danno
vari suggerimenti (costituzione di gruppi
di soci nei vari centri, nomina di agenti ecc.).
Il pastore Ermanno Rostan propone che si
esca dal vago e si assumano impegni precisi;
si impegna a trovare cinque nuovi soci.
3) Museo di Torre Pellice: nulla di nuovo da segnalare. Tutto è come prima e peggio
di prima. I mobili del museo etnografico .««olio
piamente conservati nei sotterraneo del Collegio in attesa... della nuova Amministrazione. Si continua a studiare nuove soluzioni.
11 seggio viene rioonfermato per acclamazione (un modo come un altro per lasciare
le cose come sono!?) nelle persone di A. Arinand-Hugon, G. Costabel, E. Pascal, T. Pons,
A. Vola. A. V.
in LiBRenifl
BERTRAND RUSSEL - La vitlorm disarnuiiii. ■ Longanesi, Milano 1965, L. 1.200.
.4. C. JEMOLO : Chiesa e Stato in Italia,
dalla unificazione a Giovanni XXIII. ed.
Einaudi, Torino 1965, L. 1.50i).
HAAKON CHEVAIJER Cominciò a Hiroshima. - Comunità, Milano 1965, L. 2.000,
.4NDRE DUMAS : Le contrôle des naissances - Opinions protestantes. Les Bergers el
les Mages, Paris 1965. L. 2.200.
GIOVANNI MIEGGE: Lutero giovane. Fel
trinelli, Milano, L. 4.000.
J. A. 1 .ROBINSON: Dio non è cosi (Honest to Cod), Vallecchi, Firenze 1965,
L. 1.800.
LACQUES ELLUL: Le vouloir et le faire.
Recherches éthiques pour les chrétiens,
1. Labor et Fides, Genève 1965, L. 4.000.
5
27 agosto 1965
N. 34
pag. o
II IS agosto sollo peodìcl di Sao Secoodo
Ieri, la picegia scrosciante e le neb-"
bie autunnali che si stendevano sulla
valle facevano dire a molti ; « che cosa sarà della nostra festa del 15?»;
oggi, invece, la radiosa giornata che
ci accoglie al risveglio fa sì che una
iiumerosa asremblea si trovi radu-.
nata nel grande prato del «Roc del
Gay » a S. Secondo, per trascorrere in
letizia e serenità la tradizionale festa
valdese. L’incontro della comimità
ouest’anno è più completo, perchè vi
è un’unica festa per le due vallate, e
l'assemblea risulta cosii più folta, si ritrovano gli amici e le persone care,
non più rivedute forse da tempo.
Ognuno si sistema nell’accogliente
pratc tra i vigneti, e sotto i boschetti
cmtarosi.-o sulle-ripe-che "formano un
ampio anfiteatro aperto verso la piaiiura, ed ascoltando i vari oratori, può
intanto godere d’una vista assai bella.
A destra del palco si è seduto il gruppo dei trombettieri valdesi: sono ormai una trentina i giovani che hanno
imparato a suonare i cantici con la
trcmba. e sono di diverse parrocchie,
■Villar Pellice, Pomaretto, Villar Perosa, Angrogna, Lusema S. Liovanni,
Prarostino; un gruppo simpatico ed
affiatato unito dal comune amore per
la musica e dall’ideale del servizio per
la chiesa. Noi li ringraziamo per il valido contributo ohe danno al culto,
soprattutto in questo feste all’aperto.
L’organizzazione dei servizi logistici
— indicazione della strada, posteggio,
buffet, lotteria — dimostra tutta l’efficenza e l’impagno della chiesa di S.
Secondo. In effetti, da un po’ di anni,
le varie parrocchie ospitanti la festa
del 15 d’agosto rivelano notevoli capacita organizzatrici: l’anno scorso
S. Giovanni, l’anno prima Villar Pellice, ; ora S. Secondo, tutte bravissime li J preparare questa festa, con
inizia ove d’ogni genere; ed è uno spettacolo ^‘onfcrtante vedere l’intera parroccliì snovani e meno giovani, stretta ili un io al proprio Pastore, impegnata lavorare eoa allegreììza e con
zelo nf i Ip, buona riuscita di questa
aiorn- ■ dell’incontro e della comunioni' i.itei’na della chiesa.
* *
Il ;■ . ore Genre presiede il culto
del ni ; rine, predicando sul testo:
«Co'ò ; "'.'la l’Eterno: come quando si
trova (! ‘i succo nel grappolo si dice:
non lo distruggere perchè li v’è una
benecln-ioìip, così farò io per amor dei
miei sf-i ' e non distruggerò tutto».
(Isaia V. 8). La storia d’Istraele può
essere ; raaonata con la storia valdese: ' orambe, molte volte, si sono
trovate m situazioni disperate, che
sembr 'v.i 'o senza via d’uscita. Ma
sempif ; memento più critici, Dio
intervii u per amore del suo Nome,
ed allora ciò che era distrutto riprende vita (’IO che era perduto è ritrovato, t'o ohe ora maledetto viene ber.edst i (, lai .storia paldese, travagliata
tcrmenUiva. intessuta di persecuzioni
e di s¡r, ad ogni tappa sembra portare il : imo della fine. Per esempio,
nel 16i.o .’opo la guerra i massacri e la
prigioni il generale francese Catinat pu ore del popolo valdese: « questo pa: : è de -olato, non c’è più nulla
e nesH'u n ». Ma eoco' l’intervento di
Dio : ; o più di un centinaio di valorosi montanari, gli Invincibili, resistono la'.scosti nelle Valli, e riescono'
infine ¡a indurre il Duca Amedeo a
trattar." per l’espatrio' dei valdesi.
Senza Dio i popoli soccombono e
scompaiono, ma con Lui vi è sempre
speran/:.; di salvezza. Noi siamo inclini
a distruagere, lasciamo da parte tante
ose e persone preziose, perchè non ci
sembrano più utili; contro questo nostro atteggiamento, ecco il messaggio
profetico: nel grappolo vi è ancora
un po’ di succo, un tesoro nascosto;
Dio ha ancora una benedizione, là dove nei non vediamo più nulla. In mezzo, dunque, alla disperazione di tanta
gente e contro i ralsi profeti, cerchiamo di essere dei messaggeri della speranza, che Dio ha posto nei nostri
cuori. Al disopra di noi, fragili meschini cattivi, r-'e Dio con la sua bontà
e misericordia: ia chiesa perciò non è
morta, le Valli non sono morte spiritualmente, perchè Dio regna con il
suo amore infinito, e può sempre « nel
luogo del pruno elevare l’abete, e nel
luogo del rovo il mirto».
4: «
Il pastore Davite, che presiede la
festa, ricorda che la Conferenza distrettuale d’Angrogna aveva raccomandato di rinsaldare i vincoli con le
Missioni, per seguire i grandi cambiamenti che avvengono in quest’epoca
nei paesi africani. Perciò è stato invitato a parlare oggi al raduno della
chiesa valdese un maestro africano
della chiesa evangelica del Camerún,
il signor Simon N’goo. Egli c’intrattiene drffusam'mte nella storia antica e
recente del Cameroun. Dal lO'ntano
1845, anno nel quale il primo missionario inglese sbarcò sul suolo del Cameroun, fino al in cui le chiese
Iccali diventano autonome, è un lungo
cammino perjorso, che ha portato
alla situazione attuale, soddisfacente
per la giovane chiesa africana, ma ancora diffìcile ed irta di problenù. Cosi
per esempio, mancano a questa chiesa
i quadri formativi ; vi è urgente necessità di medici, irrferiniere, consulenti
tecnici, ecc. Il sia. N’goo ci parla anche dei rapporti tra cattolici, protestanti, mussulmani arabi, mussulmani
neri e animisti nel suo paese. In questo periodo i protestanti godono della
fiducia del governo e della popolazione del Cameroun, e la loro opinione
è spesso presa in considerazione. Per
l’avvenire le chiese autonome mani
Una buona e luminosa giornata di comunione fraterna
testano il grande desiderio di unirsi, e
tutte lavorano in questo senso, per
una grande chiesa protestante africana. Accanto a notevoli realizzazioni,
rimane ancora molto da fare; ma le
giovani chiese autonome sono piene
di slancio e di fiducia.
Nella riunione pomeridiana il Moderatore E. Rostan ci fa parte delle
sue esperienze di viaggio a contatto
con credenti e comunità cristiane in
altri paesi. La responsabilità della
chiesa valdese verso le migliaia di vaidesi che sono nella dispersione nel
mondo, è grande; ia nostra chiesa
può dare una testimonianza efficace
nella misura, in cui rimane fedele alla sua fisionomia, al suo volto particolare, sulla sua dottrina, al suo nome.
Una grave carenza nella nostra vita
di chiesa è il poco conto in cui teniamo la preghiera: dovremmo sapere
che i nostri progetti, le nostre attività, i nostri culti hanno bisogno della fiammata dello Spirito Santo, e
vanno del continuo sottoposti alla
preghiera. Spesso anche manchiamo
di speranza e di coraggio, e non sappiamo confessare il nome di Cristo
con franchezza, con chiarezza ed entusiasmo, come hanno fatto tanti
umili credenti prima di noi.
In questo tempo è facile il formarsi
di una mentalità non cristiana, materialista, avulsa dalla Parola del Signore: abbiamo bisogno di un rinnovamento nella chiesa per confessare
e vivere la nostra fede più pienamente.
Allo spopolamento montano cerchiamo di rimediare con la ricerca di coloro che scendono a valle, e con una
villeggiatura alle 'Valli; airinfluenza,
perniciosa, dell’ambiente nuovo in cui
il valdese viene a trovarsi per motivi
di lavoro, cerchiamo di opporre una
fedeltà più profonda e sentita. Dobbiamo rimanere una minoranza qualificata, che confessa le sua fede in
Cristo, e non si lascia assoggettare
dagli idoli del mondo, ma serve Dio.
Siamo sensibili alla Parola di Dio, che
è giudizio e grazia, ricordandoci ohe la
sopravvivenza della chiesa valdese è
garantita, non dalle sue tradizioni, ma
ci è data nella misura in cui ci sforziamo di conoscere e di cercare l’Eterno, con semplicità e con fede.
Un fratello inglese del Comitato di
aiuto alla Chiesa Valdese, presente alla festa con 50 giovani inglesi, ci porta i saluti del suo gruppo ed un apprezzato messaggio. Indi il Pastore
Long reca la voce delle amate comunità valdesi deH’America del sud, e
ricorda che nel 1956, proprio a Praro
stino una forte delegazione di queste
chiese partecipava alla festa.
* * »
Gli oratori si susseguono a ritmo
serrate ; ma la assemblea non dà se
gni di stanchezza : solo alcuni bimbi
mcvimentano un po’ la periferia,
cerne del resto è giusto e naturale,
dato che ncn si può pretendere che
essi stiano a lungo seduti immobili;
e d’altra parte è veramente rallegrante vedere tanti bimbi e giovanetti partecipare con gioia alla festa del 15,
perchè effettivamente questo è l’incontro, non soltanto dei membri di
chiese, ma di tutte le famiglie dello
Destre comunità.
Ora ascoltiamo il prof. Valdo Vinay,
che ci tratteggia rapidamente la storia della Facoltà Valdese di Teologia,
che ha 110 anni. Essa è stata prospera e piena di studenti, ogni qualvolta le comunità valdesi hanno sentito
profondamente di avere un messaggio
da portare al popolo italiano. Per questo motivo è stata fondata dalle 15
parrocchie valdesi di quel tempo; per
questo motivo si moltiplicò rapidamente. e già nel 1861, nelle molte chiese
sparse in Italia, il messaggio così profendamente sentito era predicato fedelmente Gli anni 1902-1909 sono an
nate ricche per la Facoltà di Teologia: vi è un forte numero di pastori;
ha luogo il primo Congresso evangelico italiano. Neirirnmediato primo dopo-guerra vi sono pure molti studenti ; è la generazione di Giovanni Miegge. Segue il periodo opprimente del fascismo, durante il quale la Facoltà si
ridusse al minimo; ma nel secondo
depo-guerra nuovamente le comunità
sentono fortemente di dovere annunziare il messaggio della riconciliazione
in Cristo, ed esprimono dal loro seno
dei servitori che sappiano portarlo.
Sono gli anni in cui sorge Agape, il
Servizio cristiano, le scuole di Palermo. Ogni generazione deve comprendere ciò che il Signore gli dice attraverso l’Evangelo. In questo momento
vi è una possibiluà immensa di predicazione in vari .settori: nel settore
operaio; bisogna portare TEvangelo
in quell’ambiente, in mezzo a quelle
difficoltà lotte e rivendioazàoni ; nel
settore laicis'ta, ove si dibattono importanti problemi come la libertà di
coscienza, la libertà di stampa, il divorzio; è necessario meditare ciò che
l’Evangelo ha da dire alla cultura italiana. Nel settore cattolico si presentano oggi molte occasioni di predicare l’Evangelo : vi sono ambienti aperti, nei quali i cattolici chiedono a noi
l’aiuto' per la comprensione della Parola di Dio. Infine nel settore missìo
nario, ove il missionario lavora in
prima linea per un mondo che si sta
formando era. Il lavoro di rimeditare e studiare l’Evangelo, di come e
deve portarlo, va fatto prima di tuttfnelle comunità, perchè sono esse che
devon sentire e sapere che hanno un
messagpo da dare; e allora il Signore susciterà certamente ancora giovani studenti pei riempire la Facoltà,
la quale, in questo momento, attraversa un periodo di bassa marea.
Ascoltiamo anextra il doti. Guido Ribet della chiesa di Torino, che ci annunzia la 'orosslma apertura di una
scuola-convitto per minorati psichici
all’« Uliveto » di Luserna San Giovanni. Siccome il nostro giornale ha dato
ampia notizia di questa scuola, non ci
dilunghiamo, se non per esprimere un
sentimento di riconoscenza alla Commissione dell’Ospedale, che ha saputo
aggiimgere questo istituto tanto necessario, alla corona dei nostri istituti ospitalieri delle Valli.
Per ultimo, il pastore Giovanni Rogo, ci dà notizie degli italiani emigrati per lavoro, sopratutto in Svizzera:
la chiesa valdese ha un impegno vo
cazionale anche in questo campo; dobbiamo far trovare un focolare materiale e spirituale ai nostri emigrati,
ed aiutarli ad inserirsi nelle comimità
ospitanti. Inoltre un impegno ancora
più vasto è quello di portare l’Evangelo agli italiani emigrati: è im’ocjcasione unica che abbiamo di trovare i
nostri connazionali più liberi, all’este
ro, di ascoltare la predicazione dell'Evangelo, e non dobbiamo perderla.
La colletta frutta ima discreta somma per l’erigenda sala delle attività
di San Secondo.
Ancora una volta la festa del 15 di
agosto è stata una buona e luminosa
giornata: giornata di sole, in mezzo
a grigi e piovosi giorni; di comunione fraterna, in mezzo a tanta ostilità
ed indifferenza che regna fra gli uc
mini; di possibilità d’udire la Parola
di Dio, in un mondo che ancora e ancora. volutamente o no, l’ignora o la
travisa. Per tutte queste cose, dunque,
una giornata interamente donataci
dal Signore, e ;li cui gli siamo profondamente riconoscenti; di cui certamente sapremo fare tesoro per la nostra vita spirituale, e di testimonianza cristiana. Edina Ribet
I LETTORI
CI
SCRIVONO
I mi leliricp, dii Milano:
Egreaio DiroUore.
a propo.->ilo deirinleressante recensione sul libro « 1 figli del sole » di
Morris Wi-sl, apparsa nel numero 32
|6 ago.ìtoi. mi permetto di aggiungere una notizia relativa all^ opere
che per amere di Cristo si compiono
nel nostro Sud.
L’Unione Cristiana .Ielle Giovani
svolge dal 1952 un lavoro di assistenza matti tale, morale e spirituale
a l'avaro di un certo numero (purtroppo limitato) di « scugnizze » napoletane. La casa dell’U.C.D.G. è situata a ¡Napoli in via Cirillo lO/A
ed è diretta con vero intelletto di
amore dalla signorina Flora Caldo
( della Chiesa Valdese di quella città'. Proprio per l’interessamento sn•scitato dalla pubblicazione del libro
« I figli del sole » nella patria dello
scrittore l’YWCA australiana inviò
ripetutainentc all’ U.C.D.G. d’Italia
(federata tome l’associazione australiana all’YWCA mondiale) una cospicua somma di denaro a favore
dell’opera di via Cirillo.
Lo stesso Morris West fu ringraziato da noi per il suo indiretto aiuto e interessato al lavoro compiuto a
Napoli dairU.C.D.G., come risulta
dalla nota conclusiva della relazione
sul libro c 1 figli del sole » pubblicata sulla rivista « Ali ,, nel n. 5-6
del 1963.
Cordiali saluti
Margherita Gay
ABBIAMO
RICEVUTO
Pro evangelizzazione^ con coniino«so riverentvi ricordo del’opera del
prof. Mario Falchi, N. N., L. 20.000.
Pro Asilo per vecchi di S. Gioi;rrn/ii. fioii in niemoi'ìa di Annetta
Pcyroi Turin: le amiche del mercoledì, L. 27.000; 01g:a e Elda, 10.000;
Cecilia Besozzi, 500; Giorgio e Rol>er;o Turin, 10.000; Renata Jalla Turin, 5.000; Marta Turin, 3.000; Ferruccio e Mirella Jalla, 5.000.
Trasmettiamo e ringraziamo.
EMÊGRAZÊONE IN AUSTRALIA
Comunico ai lettori che un Pastore
Metodista attualmente in Italia, il
Rev. W. Trewin, ritornerà in Austraiia nel prossimo gennaio. Ho avuto il
piacere di incontrare il Past. Trewin
;t Roma; egli si è messo totalmente
a nostra disposizione per mantenere
rapporti con famiglie evangeliche italiane emigrate in Australia.
Il Rev. Trewin si trova, per ora, a
Milano, in via Cesare Clorrenti 11. Le
persone di fede evangelica interessate ad ulteriori rapporti con parenti ed
amici evangelici in Australia possono
rivolgersi a lui. Egli sarà lieto di costituire un legame fra noi e loro nel
tiome della fraternità evangelica.
Ringraziamo di cuore il Rev. Trewin per la sua offerta di cooperazione
e speriamo che essa possa dare buoni risultati.
Ermanno Rostan
DISCUSSO IN UN CONVEGNO PASTORALE A PINEROLO
11 problema dei matrimoni misti
Ogni anno, subito prima del Sinodo, si
tiene nelle Valli Valdesi una riunione pastorale: purtroppo, la partecipazione è limitata, in quanto molti jiastori sono trattenuti
nelle loro comunità (e qualcuno dal suo periodo di riposo), e raggiungeranno Torre
Pellice soltanto per ia domenica sinodale.
Non si tratta quindi di una riunione ufficiale
del Corpo pastorale, bensì di un convegno
fraterno, in cui discutere qualcuno dei problemi teologici o pratici implicati dal nostro
ministero.
Quest'anno il convegno ha avuto luogo,
giovedì 19 c. in., nei locali della Chiesa valdese di Pìnerolo. e ha goduto deirotlima
ospitalità offerta in questi locali e nella sala
da pranzo del Convitto dal past. Deodato.
dalla Signora c da alcuni collaboratori, a cui
va di cuore la riconoscenza degli intervenuti.
Alla presenza di una trentina d'intervenuti (qualche altro è ancora arrivato, poi.
alla spicciolata), il Moderatore past. E. Rostan ha aperto il convegno dando il benvenuto a lutti e in particolare al past. Giovali,
ni Conte, temporaneamente fra noi. Quindi
il past. Gino Conte ha pre.sieduto il culto:
la predicazione sì riferiva al testo di 1 Giovanni 4: 1-6. e poneva i colleghi di fronte
ai rischi a cui è esposta la fede dì ogni credente e testimone, ma ovviamente in modo
particolare dei ministri della Parola : da un
lato, il rischio dì una fede e di una predicazione fuori del tempo, ovvero ancorata a
un tempo ormai revoluto: daU'altro il rischio di un impegno cosi pieno nella problematica del tempo, da non aver più coscienza
sufficientemente netta che TEvangelo. anche
nella portata sociale, nella sua dimensione
comunitaria, nella sua tensione unitaria
(sono questi, oggi, i suoi aspetti forse più
attuali) resta annuncio del Regno, fondato
sul cf Cristo venuto in carne distinto da
ogni ideologia del secolo e ad essa irriducibile. Questo secondo rischio, forse, si fa sempre più incombente e ampio, in proporzione
diretta dello sforzo di una predicazione e di
una testimonianza che possano toccare Tuomo della strada. Ma se c'è una pseudopredicazione cristiana che è davvero quel sale divenuto insipido che gli uomini buttan vìa
e calpestano sprezzanti o indifferenti, vi è
anche una pseudopredicazicne cristiana che
magari tocca Tuomo della strada e rende re.
latìvamente agevole ai cristiani trovare dei
#1 Vaticano II muterà la prassi ro-’
mana? Ma divergenze dottrinali, profonde e parduranti. Implicano sempre divergenze giuridiche, malgrado
ia ricerca di compromessi pratici
compagni di strada*, ma che in realtà non
fa udire la nota caratteristica dell'Evangelo.
e aggiunge solo una voce 'cristiana' al coro
umano, una mano 'cristiana' alFimpegno degli uomini secondo la mentalità e le ideologie correnti e dominanti del secolo. Anche
quando il cristiano dice o fa cose simili o
uguali al non cristiano, le motivazioni del
suo agire devono restare ben caratterizzate,
ed essere espresse chiaramente. E* uno sforzo che può giungere ad essere sfibrante, ma
è la nostra vocazione ben precisa, che implica una continua tensione per discernere gli
spiriti, attorno a noi e in noi stessi, per
vedere se sono «la Dio, per discernere lo Spirito della verità dallo spirilo dell'eirore.
Prendeva quindi la parola l'oralore delrincontro, il prof. Giorgio Peyrot. chp nella
sua qualità di titolare deirUffìcio Legale della Tavola e de] Consiglio Federale ha presentato il modo con cui oggi si presenta in
Italia il problema dei matrimoni misti —
o meglio, di mista religione* — in riferimento al 'votum' del Valicano li al proposito del sacramento dei matrimonio. Il prof.
Peyrot ha fatto una serie di premesse, notando che tale documento, che si conosce
per ora solo indirettamente, essendo ancora
sub secreto, dev'essere visto chiaramente per
quello che è: si tratta dì un testo che non
è ancora stato discusso in concìlio: suo scopo
è suscitare una richiesta conciliare al papa,
affinchè questi riveda alcuni elementi del
Codes iuris canonici a proposito dei matrimoni dì mista religione : quindi, quand anche fosse votalo, sì tratterebbe soltanto dì
una. pur autorevole, richiesta al pontefice.
Allo stato attuale delle cose, quindi, è del
tutto fuori della realtà parlare •— come sì
è fatto da varie parti — di una nuova regolamentazione dei matrimoni misti. Fino ad
oggi, nulla è mutato; eventuali anormalità
verificatesi qua e là. sono nettamente fuori
della norma, e rientrano luti al più nella
vastissima gamma delle dispense particolari,
che non altera la situazione di fondo.
Dopo queste premesse, il prof. Peyrot è
passato a valutare il testo — finora, abbiamo
detto, noto solo indirettamente — pe»* vedere
se esso, sìa pure in forma di auspicio e di
richiesta al pontefice, permetta l'attesa di
novità sostanziali. Dalla sua analisi vivace e
approfondita è risultato che le 'novità' progettate sono, in realtà, nettamente formali :
lasciando cadere durezze non necessarie (sen.
za ^per questo scalfire il dogma), ammorbidendo diverse espressioni, si intende venire
incontro alla situazione in cui domina il
'nuovo clima': su molle norme canoniche si
tace, e si può quindi pensare che una parte
almeno dell episcopato ne voglia l'abrogazione o la trasformazione, ma fino a nuovo ordine è più saggio pensare che « quel che è
scritto, è scritto ». Non è qui possibile addentrarsi nella problematica suscitala dal
Peyrot. Ma occorre ricordare la sua tesi di
fondo : due posizioni dogmatiche divergenti,
e magari opposte, implicano necessariamente
norme giuridiche divergenti. Per la teologia
cattolica il matrimonio è un sacramento, è
inserito quindi in tutta la costruzione dogmatica romana, legato indissolubilmente alla
sua ecclesiologia, alla sua dottrina del sacerdozio c del sacramento: per la teologia riformata — ma su questo punto occorrerà ra.
gionare più a fondo — esso è un contralto,
o meglio un patto, dinanzi a Dio: pur vìssuto dal credente come un dono e una vocazione del Signore, non è un mezzo di grazia,
ma fatto eminentemente civile c semplice
parabola, immagine e segno misterioso dell'altro Patto, nella linea deira/m/ogia fidei
riformata e non deirana/ogia entis propria
della teologìa naturale cattolica. Ovviamente
da due impostazioni così diverse sgorgano
norme ecclesiastiche inconciliabili, indipendentemente da qualsiasi cortese e sorridente
compromesso formale, consigliato dal ’nuovo
clima'.
11 prof. Peyrot terminava sottolineando
con forza la nostra responsabilità protestante, pastorale in particolare : si moltiplicano
i casi in cui si approfitta di questo comodo
« nuovo clima » per cercare di fare benedire, a destra e a sinistra, un compromesso, o per minimizzare l'importanza che riveste un matrimonio misto. Anche per noi vai.
gono sempre le norme sinodali correnti; è
formalmente vietata la celebrazione di un
doppio matrimonio, in qualunque forma (il
prof. Peyrot diceva recisamente che è per
noi assurdo benedire, in prima o '»n seconda
istanza, un atto che per il coniuge protestante costituisce rinnegamento delia propria
fede, aggiungendosi — ora che la celebrazione del matrimonio viene legata in linea
di principio alla celebrazione della messa —
la partecipazione a un sacrilegio); e non
sono cosi lontani gli esempi dati da questo
o quel concistoro che 'scomunicava' il coniuge protestante che aveva accettato jl matrimonio in chiesa cattolica.
La vivace discussione che seguiva, mostrava come il problema sia realmente sentito in tutte le comunità. Si è giunti cosi alla
decisione di presentare al Sinodo una duplice
richiesta : quella di volare, in questa stessa
sessione sinoflale, una concisa e ferma dichiarazione a proposito dei matrimoni misti
c in particolare della doppia celebrazione che
qua e là si comincia a richiedere; c di fornire allo studio delle comunità, tramite il
lavoro preparatorio di una commissione sino,
dale. una relazione che imposti una dottrina riformala del matrimonio (accanto alle
doppie celebrazioni, non dobbiamo dimcn
ticare i non pochi matrimoni puramente ci
vili che hanno cominciato a essere celebrati
da parte di giovani dì varie nostre comuni
tà, specie cittadine), e dì conseguenza chia
risca e approfondisca la nostra -egolamen
tazione ecclesiastica.
Un utile incontro, dunque, stimolante per
la cura d'anime e la catechesi: ne è poi
scaturita un'ampia discussione sinodale, su
cui riferiamo in altra parte del giornale:
riproducendo il testo del relativo documento sinodale. Al prof. Peyrot. chierico
di giornata, grazie di cuore!
pastor
6
-pag. 6
N. 34 — 27 agosto 1965
üm LUTTO MELLa COMÜMITa’ DI TORiaiO
Ricordando__________
il Prof. Mario Ferrerò
SAN SECONDO
R 0 R Á
La Comunità Valdese di Torino è
ili lutto per l’improvvisa dipartenza
di imo dei suoi più attivi e fedeli collaboratori: il Prof. Mario Ferrerò, per
molti anni Segretario del Concistoro,
Membro della Commissione Direttiva
dell’Ospedale Evangelico e valente
Organista del nostro Tempio.
Mario Ferrerò era nato a Torino il
6 ottobre 1904 in una famiglia di credenti nella quale imparò, fin dai pri
missimi anni, ad amare e servire la
sua Chiesa. Suo padre. Luigi, industriale e' commerciante cotoniero, si
era convertito, nella sua giovinezza,
alla fede evangelica, e nell’ambiente
della Chiesa aveva conosciuto, e poi
sposato, Lisetta Bonnet figlia del Pastore Stefano Bonnet (tanto ricordato dal De Amicis a proposito della
visita in Valle d’Angrogna) e sorellaòel Pastore Giovanni Bonnet il cui
ricordo è ancora vivo in molte nostre
Comunità. La Chiesa di Torino ccnobbe a più riprese la provvidenziale
generosità di Luigi Ferrerò che si
era unito alla Comunità Evangelica
non solo per trovarvi una fede più
consona ai suoi sentimenti, ma anche
per rispoiìdere ad una vocazione di
servizio cristiano
Laureatosi in Fisica e Matematica
presso l'Università di Torino. Mario
Ferrerò perfezionò i suoi studi scientifici in Inghilterra ed in Germania,
e, appena tornato in Patria 4u chiamato dal famoso astronomo Prof. Volta, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Pino Torinese, a collaborare nel lavoro scientifico dell’Osservatorio, In quell’ambiente di ricerca
e di meaitazione sull’immensità dell’universo il Prof. Ferrerò trascorse
sette anni, illustrando il suo nome
con varie pubblicazioni.
Al termine di quel periodo, allo scopo di rimanere accanto alla madre,
rimasta vedova, il giovane Ferrerò lasciò l’osservatorio e accettò un posto
di assistente al Politecnico di Torino
su richiesta del Prof. Perucca che io
volle associare ai suoi lavori. Anche
questo periodo di attività scientifica
durò circa un settenio al termine del
quale Mario Ferrerò si ritenne finalmente libero di rispondere, con ricco
bagaglio di studio, alla sua vocazione
di insegnare, a diretto contatto con
la gioventù, prima nelle Scuole Superiori di Asti e poi presso l’Istituto
Scmmeiller di Torino dov’era tutt’oro
insegnante e Vice Preside. La Scuola
non gli fece però perdere contatto con
il lavoro di ricerca e di laboratorio
poiché le sue benemerenze scientifiche lo chiamarono alla collaborazione
attiva nell’Istituto Nazionale delle Ricerche « Galileo Ferraris », nel ramo
dell’acustica in cui si era specializzato.
Al servizio della Chiesa Mario Ferrerò diede buona parte del suo tempo
e dei suoi numerosi talenti, con una
modestia ed umiltà pari soltanto alle sue capacità. Fu per molti anni
Membro e Segretario del Concistoro
e attivo Consigliere della Commissione Amministrativa dell’Ospedale Valdese dove le sue qualità di scrupolosa
e precisa esattezza gli fecero affidare
la tesoreria deH’Istituto e la supervisione della gestione economica. La
sua attività fu particolarmente preziosa negli ultimi anni quando si
trattò di amministrare, con ocrdata
intelligenza, i mezzi che l’Ospedale
aveva ricevuto in lascito per i lavori
di ampliamento e rimodernamento
della propria sede.
Accanto alla scienza, la profonda
passione di Mario Ferrerò era la mu
l’EVilNELO m BADIO-rV
DElll mmu ITALIMA
Domenica 5 settembre
ore 9,15: Conversazione evangelica alla radiO', past. Guido Rivoir
Domenica 12 settembre
ore 9,15: Conversazione evangelica alla radio, past. Otto Ranch
Televisione, alla fine delle trasmissioni, circa alle 22 : « La Parola del Signore », past. Guido
Rivoir.
di rinunciare a qualsiasi altro impegno... offuscandosi soltando se lo si
ringraziava o s-e. con qualche meritato riconoscimento, gli pareva si ferisse la sua modestia. Avrebbe avuto occasioni e mezzi, nonché forse tante
buone ragioni umane, per adoperare
altrimenti la sue domeniche... o almeno qualcima di tanto in tanto, ma
preferì: essere sempre al suo posto e
servire fino allo scrupolo il Signore
con quei talenti che da Lui aveva ricevuti. In questa senso è stato veramente un esempio eccezionale. Ed è
per questo, in modo particolare, che
la Comunità di Torino è in lutto: ha
perso un uomo al quale si poteva
guardare senza timore di sorprenderlo in fallo per mancata fedeltà, un
uomo estremamente parco di parole,
ma generoso nel servizio, un credente
che intendeva il suo ministerio di laico impegnato nella Chiesa non come
una tesi da discutere, ma come un
servizio da compiere, con umiltà e
precisione. E. Ayassot
Dipartenza. — Il 2 agosto, dopo poche
ore di malattia, è deceduta nella sua casa
a Miradolo la signorina Adele Pons, di anni 81. La nostra sorella era molto affezionata alla sua chiesa, che ha sempre servito
con fedeltà e con gioia e la sua dipartenza
ha lasciato in tutti noi un grande rimpianto.
Rinnoviamo ai familiari la nostra sincera
simpatia cristiana.
— La festa del XV agosto ha avuto una
buona riuscita, grazie a Dio ehe ci ha riservato una splendida giornata e grazie ad un
gruppo di collaboratori che hanno lavorato
con impegno ed amore.
La nostra comunità rivolge pure il suo
ringraziamento a quanti hanno fatto un’offerta in favore della costruzione della Sala,
la cui esigenza è sempre maggiormente sentita; e, fin d’ora, esprime la sua riconoscenza a quanti la vorranno aiutare in questa
realizzazione, inviando il loro contributo al
Concistoro Valdese di S. Secondo.
Battesimi. — Domenica 22 agosto sono
stati battezzati ; Robert Paola di Pierino e
di Romano Lilia (Brusiti), Gallian Marco e
Rosangela fu Tommaso e di Pons Elsa (Tomalina).
Il Signore benedica questi bimbi ed aiuti
i genitori ad educarli cristianamente.
Visite. — Nelle domeniche 8 e 22 agosto il culto è stato rispettivamente presieduto dai pastori Teodoro Magri e Roberto Comba, che ringraziamo ancora per i loro edificanti messaggi.
Un piccolo museo
Una bella iniziativa da raccomandare e ripetere altrove
Domenica 15 Agosto è stata inaugurata la
nuova sede del Museo di Rorà. In una vecchia casa rorenga generosamente messa a
disposizione da Roberto Morel sono state rac.
colte ed esposte in due stanze antiche testimonianze della storia di Rorà.
Al primo piano è stata arredata una vecchia cucina di montagna con la caratteristica « pasloira », il vecchio tavolo ed il focolare. Tutti gli oggetti provengono da Rorà
e sono essenzialmente quelli che si possono
ancora oggi osservare nelle vecchie « meìre »
dei pascoli estivi : per quanto privi di valore commerciale ed artistico, gli oggetti
sono caratteristici della località e quindi in
armonia con gli usi del luogo. Attraverso
una originale botola si sale al piano superiore ove è esposta la rassegna storica di
alcuni principali episodi della stona di Rorà ed alcuni attrezzi di lavoro artigianale dei
secoli scorsi.
Una parete è stata dedicata a Giosuè Gianavello mediante cenni della sua vita e brani
delle sue istruzioni per il Rimpatrio : il celebre sonetto di Milton ed i nomi dei Ro
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
POMARETTO
sico classica di cui iu sempre assiduo
cultore. Anche questa sua inclinazione volle mettere al servizio della Chiesa assumendo, poco dopo la guerra,
il posto di organista del Tempio di
Corso Vittorio, rimasto vacante.
Per circa venUanni Tergano del nostro Tempio è stato praticamente Tergano di Mario Ferrerò. Almeno due
volte ogni domenica ed una volta in
settimana senza contare tutte le circostanze speciali, gli atti liturgici, i
matrimoni \ funerali ecc... Mario Ferrerò ha dato la collaborazione dei
suoi talenti musicali. Mai assente, se
non proprio per malattia o per due o
tre settimane di ferie in estate. Sempre puntuale, sempre preciso, sempre
accuratamente preparato. Quando,
negli ultimi anni, si aggiunse al culto
italiano il culto in inglese il nostro
Organista accettò di collaborare anche a quello passando alTorgano almeno tre ore ogni domenica a costo
Recentemente sono stati celebrati i seguenti battesimi : Baret Elio di Italo e di
Olga Peyran; Costantino Ugo di Germano
e Beatrice; Ribet Sabrina di Gino e di Rostagno Paola; Pavan Paola di Alfredo e di
Liliana Zanin; Clot Luisella di Aldo e Giaie.
ro Ida; Volat Daniele di Walter e Prandini
Celina; Bruno Danilo di Fiorenzo c di Rostan Adriana.
Il Signore benedica le creature che Egli
ha donate e ispiri i genitori ad essere per
loro una luce, un esempio nella preghiera,
nella presenza nella vita della chiesa, nel
servìzio per gli altri.
Sono stati celebrati i servizi funebri di
Long Carlo Vittorio, deceduto improvvisamente al Valentino del quartiere del Clot e
Bertocchio Cesare della chiesa dei Chiotti.
Ringraziamo il Pastore Tourn per aver celebrato il servizio funebre del suo parrocchiano a Pomaretto. Il Signore consoli le famiglie dei solo conforto vero che si trova nella
Parola di Dio, nella comunione col Signore,
nel servizio della chiesa.
Siamo riconoscenti al Pastore Gustavo
Bertin per aver presieduto il culto del 1®
agosto. Lo ringraziamo per il suo vibrante
messaggio unitamente alla signora per aver
accompagnato il canto all’organo. Siamo altresì molto riconoscenti allo studente in teologia Sergio Ribet figlio del dr. Aldo Ribet
per aver presieduto il culto Tultima domenica di luglio con un ottimo messaggio; formuliamo i nostri auguri per la missione pastorale per la quale si è consacrato al servizio dilla nostra chiesa. Ringraziamo la signora Alina Peyronel per la sua collaborazione all’organo in occasione d’un culto e
d’un servizio funebre. Alla famiglia l’augurio d’un felice soggiorno a Perosa.
Visite. — Recentemente abbiamo visitato
la comunità di San Marzano Uliveto accolti
con entusiasmo dai nostri cari amici melo
disti guidati dal Pastore Anziani. Nel rin
graziarli molto diciamo un arrivederci a Po
marcito. Recentemente abbiamo potuto fra
ternìzzare con due gruppi di amici della
Francia e dell’Inghilterra ospiti del Convitto
valdese.
Il gruppo francese s’è fermato alcuni
giorni guidato dal Pastore Gruber : una serata fraterna è stata organizzata dalla parrocchia in collaborazione con la corale. Grazie ai nostri amici di Francia per la loro visita.
Per una decina di giorni sono stati ospiti
una sessantina di studenti inglesi con la famiglia del Pastore Paul Berg di Londra: da
tre anni visitano le nostre valli e per due
volte sono ospiti del Convitto : questi studenti
provenienti dall’Inghilterra, India, Nepal,
Nigeria si sono fusi rapidamente come una
sola famiglia : al mattino breve culto e poi
durante il giorno un programma di visite e
incontri, ogni sera studio e canti per un’ora;
quando rientrarono dal col Giuliano via Bob.
bio pur essendo stanchissimi hanno ancora
avuto il loro studio dalle 9 alle 10 di sera.
Questi amici hanno lasciato un impressione
profonda della loro pietà, deUa loro moralità, frutto della loro vita spirituale. Con la
parrocchia hanno avuto vari incontri : invito
presso le famiglie per un thè molto apprezzato e soprattutto la comunione con i parrocchiani. Due culti all’ospedale con canti
nel giardino con molto interessamento dei
malati prevalentemente cattolici. Una simpatica serata fraterna con un programma interessante, canti, sketch, messaggio religioso
e partecipazione della nostra corale, testimonianze ecc. Due culti in comune, uno dei
quali presieduto dal Pastore Paul Bcrg con
un messaggio particolarmente incisivo; visita
alla riunione del XV agosto e breve messaggio del nostro cmico Berg. Culto di santa
Cena secondo il rito anglicano con la partecipazione della neutra comiinilà, la sera stessa del XV agosto. C’è stala anche una partila di pallone a Perosa che ha aiiratellato
i giocatori delle due squadre. Ringraziamo
i nostri amici inglesi per Tesempìo che ci
hanno dato, per il modo di stare insieme in
un clima di fraternità, di gioia sana, serena,
di studio della Parola di Dio sotto la guida
del Pastore per il quale c’era il rispetto, la
ubbidienza e la collaborazione. Speriamo che
questo spirito possa rivivere nelle nostre
unioni, troppo libere, moralmente deboli do
ve tutto è lecito in virtù della grazia ma dove Cristo è assente.
Ringraziamo le famiglie di Pomaretto
che hanno invitato i nostri amici e che sono
state loro vicine in modo speciale ¡1 sig.
Raimondo Amalo per la sua preziosa collaborazione per Tac-coglienza e la guida sui
monti del Giuliano.
Nello stesso perìodo abbiamo avuto la visita della famiglia Otto Klaus ospite dell’Asilo per una settimana; -anche con loro
sè stabilito un rajiporto di viva fraternità
cristiana.
Di ogni inconiro rimane il ricordo e soprattutto la gioia di dimenticare noi stessi,
il nostro meschino interesse, per ricordarci
degli altri, per essere una sola famiglia formata da fratelli d’ogni nazione uniti dalTamore di Gesù Crisio. riscaldati dalla potenza
dello Spirito Santo.
— Ricordiamo p rossimamente il culto alla cappella del Clot il 29 agosto; la riunione
agli Eiciassie nel pomeriggio.
— Recentemente sono state tenute alcune
riunioni: alTInver> > di Pomaretto, ai Rivoìra, al Clot Bouiard. Grazie ai trombettieri che hanno suonato alTInverso di Pottiaretto.
Domenica 29 ag )sto, ore 15, avrà
luogo la tradizionale riunione agli
Eiciassie in coUabo razione tra la chiesa di Pomaretto e Chiotti. Vari oratori prenderanno la parola. Tutti sono
benvenuti.
S. GERMANO CHISQNE
Trattenimento familiare
alla “Casa di Riposo,,
Abbiamo il piacere di informare i
nostri amici ohe, domenica 5 settembre p. V., si terrà alla Casa di Riposo
di San Germano Chisone un trattenimente familiare con la vendita di
beneficenza delle confezioni eseguite
dalle Ospiti.
Sarà offerto il thè e funzionerà un
servizio di buffet.
Gli intervenuti potranno intrattenersi con gli Ospiti e visitare la Casa
ed i rinnovamenti.
I proventi andranno a beneficio
dell’Istituto.
Tutti sono cordialmente invitati.
La Direzione
FRALI
In questo perioda Prali ha conosciuto il
pieno della stagione estiva con la presenza
ili numerosi villeggianti di cui un certo numero di veechi amici di Frali provenienti
dalle Chiese Evangeliche di fuori delle
Vallili servizio visilaiori al teinpio è stato curato durante le domeniche di agosto da
gruppi di Pinecolo e Massello che hanno
dato un prezioso contributo al lavoro di
tei liinopianza evangelica e si sono pure occupali della vendila di libri della Claudiana
con risultali ¡ncoraggianti. Nelle stesse domeniche, durante il cullo, un anziano di
Frali si è preofcupaio di ricevere gli estranei ed aiutarli a seguire il culto offrendo gli
appositi fogli eon Tordine liturgico ed il
sunto della predicazione. La presenza dei
campi di Agape ha dato ai culti stessi un
forte carattere ecumenico ed internazionale
elle hanno offerto una impressione più completa del Protestantesimo a chi ha preso per
la prima volta contatto con le nostre Comunità.
— 11 culto del 15 Agosto è stato presieduto dal Past. Sergio Rostagno di Agape.
11 Past. Giorgio Girardet ha predicato la domenica 2. Lì ringraziamo sentitamente.
— In una saletta dei nuovo complesso è
stato operto un centro di lettura che offre ai villeggianti ed ai pralini una serie di libri di vario Interesse: esso è costituito dalla parte più recente delle opere
opere con-enule della biblioteca parrocchiale, da doni d| amici e da nuovi acquisti.
Speriamo di poter potenziare questa attivila ehe ha riscosso un nctevole interesse.
Sotto agli auspici del centro di lettura sono stale organizzate anche due serate dì
foto a colori dedicate all’arte veneziana pre
sentale con competenza dalTarch, Cavallera e Signora che ringraziamo vivamente pev
questa importante collaborazione che ci
effrona da ormai due anni.
Domenica 12 Settembre avrà
luogo a Frali la
FESTA REGIONALE
DELLA MONTAGNA
a cui prevediamo anche la partecipazione di alcune nostre
Corali. In questa occasione il
culto avrà luogo alle ore 9,15
La Missione lìeWEalroterra Cinese (China
InJand Mission) celebra quest'anno il suo
centenario. Costretta a interrompere la sua
opera nella Cina, essa la prosegue fra i
Cinesi emigrati nei paesi dell'Asia Orientale.
Però^ al principio di una nuova tappa,
questa società si propone di continuare la
sua opera in una nuova prospettiva, come
lo ha spiegato il suo Direttore, nella dichiarazione seguente : « Noi non abbiamo mai
incontrato un numero così grande di giovani
cristiani asiatici desiderosi di lasciare il loro
paese per servire il Signore alTeslcro, come
adesso. Noi dobbiamo cessare di essere una
missione occidentale in oriente, pei diventare una comunità di uomini c donne, uniti
nella stessa fede, venuti dalTOrietile e dall'Occidente, per lavorare nei vari paesi dell'Asia Orientale. Noi diciamo ai nostri fratelli delTEstremo Oriente : intreprendiamo
insieme questo compilo comune, con 1 aiuto
del Signore ».
ijs
A Ibadan (Nigeria) c stato creato un centro per lo studio dell'islamismo nell’Africa
Occidentale, al quale collaborano parecchie
Chiese e Società Missionarie evangeliche,
con l'aiuto del Consiglio Ecumenico. Questo centro studierà in particolare problemi
inerenti ri progresso delFislamismo nel
TAfriea nera : cercherà pure di consigliare le
chiese nella loro testimonianza in mezzo ai
Neri mu.sulmani.
* * *
Il 14 giugno 1965 la Società delle Missioni di Parigi aveva ricevuto 860.221 franchi, e cioè i! 73 % delle spese che ammontavano allora a 1.171.430 franchi. In vista
del periodo estivo, il cassiere domandava con
insistenza che ognuno desse un contributo per
le Missioni prima di partire per le ferie.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
o. 175, 8-7-1960
Cip. Subalpina a.p.a. • Torre Pellice (To»
avvisi economici
renghi uccisi nelle Pasque Piemontesi completano la parete.
Largo spazio è stato dedicato alla guerra
del 1686 e all'Esilio. Attraverso una ricerca
negli archivi di Torino ed usufruendo dei
dati già pubblicati in vari Bollettini della
Società di Studi Valdesi si sono potute ricostruire le famiglie di Rorà dal 1686 al 1696
e per molti nomi è stato possibile seguire il
lungo calvario nelle carceri piemontesi e nel1 Esilio. Su 226 abitanti di Rorà risultano
a causa della guerra: morti in esìlio 2;
morti in viaggio per e dalTesilio 2; morti in
prigione 45; morti per eventi bellici 12;
esiliati 31: cattolizzatì lo.
Si può vedere quindi con i propri occhi
che la « Chanson des Vaudois » aff erma il
vero quando dice : (( ils n’ont pas voulu promeltre de changer de religion, ce cruci Due
de Savoie les fit mettre en prison ». Larghi
brani delle « memorie » di Bartolomeo Salvagìotto completano il ricordo di quei tristi
anni.
Si sono pure esposti alcuni vecchi documenti del luogo, quali Tatto di abolizione
dei diritti feudali .su Rorà (1799), una ricevuta del pastore J. P. Appìa per il suo stipendio annuale di 110 lire e. tra gli altri,
anche una curiosa lettera del comandante
la polizia di Pinerolo del 1846 che si lamenta che tra i valdesi alcuni la .’orano anche nei giorni festivi dando « scandalo » e si
invila il Sindaco a portare a conoscenza del
Pastore le sue lamentele! A questo proposito ricordiamo che, per quanto riguarda le
Valli in genere, in non poche relazioni dei
Sinodi del WIII secolo, si trovano
lamentele a cagione di molti valdesi <dn invece di andare in Chiesa alla domenica .referivano (( allcr à la chasse et a la pecli” ■
non sappiamo se gli organi di polizia ru.^cirono ad ottenere quello che i Smodi
cavano!
Nel piccolo museo, abbiamo anche .-posto alcuni ricordi della presenza della lemoranza cattolica, quali Taequasantieni > ¡dìa
cappella di San Nicolao (XIII .secolo) rr' alcuni documenti della Congregazione C Itolica di Carità fondata dallo Stato Piem, illese nel 1717 ytr venire incontro a! p , eri
cattolici ed ai poveri valdesi che si fo ^ero
callolìcìzzati.
Vivo interesse ha suscitalo tra i v ''eg.
gianti ed i rorenghi il piccolo Museo ino
dai primi giorni dopo Tinauguraziorie ■ più
di 60 persone hanno già firmato il rea;7tro
dei visitatori : tra \ presenti al giorno idia
inaugurazione segnaliamo il Sindaco di flora e la Giunta comunale, il Sindaco di Luserna e signora. Don G. Accastelli Piuaieo
di Rorà ed il nostro Pastore Rev. Win in
sostituzione del Pastore Rutigliano aHualmenle in Irlanda.
Rorà è così dotata di un notevole fv itro
di attrazione e considerato il succes.so -ella
iniziativa invitiamo i nostri responschiT delle comunità a venire a visitarlo, angui ■ ;doci che vogliano fare altrettanto nelle loro
comunità perchè non si dimentichi e - faccia conoscere tutto quello che oggi noo ha
nulla perso del suo valore spirituale
Ci auguriamo che a molti valde.si vai: già.
ni e no il piccolo Museo serva a rico ¡are
il perchè delle sofferenze nei secoli pas- li e
che 1 eredità dei padri non è folclori ma
realta di Fede, i cui motivi sono ' ilidi
oggi come nei secoli passati.
Invitiamo i rorenghi che possiedono oggetti di un certo interesse storico a v iierli
mettere a disposizione del Museo, ovi saranno catalogati.
E stata aperta una piccola sottoscri. Ione
per poter stampare una piccola guida del
Museo ed invitiamo gli affezionati alla « Petite Patrio » a volerei venire inconlrol
« A chi ce ne andremmo noi?
Tu hai le parole di vita eterna »
(Giov. 6: 68)
Con grande dolore e profondo rimpianto Enrico, Adelina e Myriam
Bonnet, Guido e Alfredo Bonnet, Renata Rochat e rispettive famiglie, i
cugini Gabella e Madeleine Bonnet
annunciano, a funerali avvenuti, la
immatura scomparsa del carissimo
cugino
Prof.
MARIO FERRERÒ
e ringraziano di cuore tutti gli amici
e conoscenti per l’affetto tributato alla Sua memoria
VITALIZI
in Villa Condominiale 8 alloggi con
parco 1.200 mq, in Torre Pellice,
Via Ex Internati. Prenotasi per 1966.
Rivolgersi Tipografia Subalpina.
CAUSA età, cedesi adeguatamente AlbergoPensione Bobiiio .Pollice. Rivolgersi Claudiana.
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famiglia. Monticene, Via Saluzzo 30 • To
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Valdese
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Direttore: F. Chauvie
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