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Roma, 22 Febbraio 1908
Si pabbliea ogni Sabato
ANNO I - N. 8
LA LUCE
Propugna grinteressi sociali, morali e religiosi in Italia
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ÀBBONÀNIKNTPI
Italia : Anno L. 2,60 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — € « 3,00
Un numero separato Cent. 5
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I manoscritti non si restituiscono
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PIREZI0M€: Via COagenta 15
INSERZIONI
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Per linea o spazio corrispondence L. 0,l5
c « da 2 a 5 Tolte 0,10
« « da 6 a 15 Tolte 0,05
Per colonna intera, mezza colónna, quarto di colonna e
per aTTisl ripetuti prezzi da conTenirsì.
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AMnmiSTRAZIOME : Via Mazitíoak, 107
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SOMMARIO :
Gli avvenimenti del giorno — Campo di Fiori,
di V. Garretto — Cronaca del movimento religioso — Clementina Guthrie, di A. Muston — Hic
Manebimns, di U. Janni — Fattife idee. —
Leggendo l’Evangelo. — Arte, letteratura,
scienza: Ultime strofe dell’inno di Valmiki —
— Attacchi e difese : Democrazia e Protestantesimo, di E. Meynier — Problemi di
educazione e d’istruzione : A proposito d’istruzione religiosa, di E. Rivoire. — Questioni
sociali e morali: Un’ora dolorosa,, di L. Clerico — Pagine di Storia : La crociata contro gli
Albigesi e i Valdesi, di G. Jalla — La dottrina cristiana spiegata al popolo : La creazione, di U. I. — Informazioni. — Bibliografia. — Apiiendice : Eroine Valdesi, di T. Gay.
AVVISO IMPORT^PTE
Per inserzioni, reclami, camhiamenti
d’indirizzo ecc. rivolgersi al sig. Antonio
Rostan, amministratore'd,el giornale : 107
ma Razionale.
Preghiamo tutti i nostri amici, che avessero copie invendute del N. 1 di Luce
(non di Saggio) di volerle spedire all’amministrazione, la quale ne ha bisogno.
L’Amministrazione. ’
GLI Ì199EHIIHEHTI DEL GIOGHO
Comincerò, questa volta, segnalando un pietoso e
gentile atto di ossequio, compiuto dal simpatico Clemenceau, primo ministro di Francia. Egli ha voluto
commemorare Scherer-Kestner, il vecchio e glorioso
patriota alsaziano, che pel primo sollevò nella vicina
Repubblica la questione Dreyfus. Giorgio Clemenceau
è stato nella commemorazione commoventissimo, ed
ampio è stato l’onore da lui reso al nostro illustre
correligionario. Ordinariamente tutta la gloria della
liberazione di Dreyfus si suole attribuire ad Emilio
Zoì« e si dimenticano i precursori, quelli che scoprirono l'errore e furono in grado per i primi di convincersi fortemente della malvagità con cui lo Stato
Maggiore avea imbastito e condotto a termine il 1*
precesso.
Emilio Zola va lodato, ammirato, di certo, e quel
che gli spetta non gli si deve togliere; ma ricordiamoci anche de’ più modesti, ma più necessari, senza
l’opera de’ quali non avrebbe Zola patito l’oltraggio,
nè avrebbe veduto il trionfo.
Al nome di Scherer-Kestner va associato quello del
senatore Trarieux, altro figlio non degenere degli Ügonottì.
Noi abbiamo avuto in Italia una discussione importante riguardo alla politica coloniale, l’eterna spina
confitta nelle nostre carni giovani e delicate. Il Governo ha fatte dichiarazioni esplicite, precise, sincere
e ha esposto il su<i programma, che è un programma
savio : non abbandoni inconsulii, non avventure più
inconsulte ancora e pericolose. Fermezza nello esercitare il dominio, oculatezza nello sfruttacele risorse
delle colonie, le quali potrebbero essere un serbatoio
di tutte quelle forze emigranti fuori della patria e
che spesso vanno disperse e restano inghiottite nella
voragine dell’internazionalismo americano : ecco il
programma del governo, a cui non crediamo possa
mancare il plauso degli italiani tutti. Staremo a vedere se non si tratterà solo di belle parole.
Ma il plauso dobbiamo negare e neghiamo all’on.
Martini, il quale, durante la discussione, pronunciò
un discorso in propria difesa ed a propria esaltazione, rivelando un cinismo poco simpatico, oltreché
malamente fondato.
Egli disse che aver voluto abolire con troppo zelo
la schiavitù é stato un errore grave, ed affermò, in
risposta a’ mormorii dell’asieftiblea, che questa è la
verità. ■.■.k./-w
Può darsi che sia la verità, dal punto di osservazione commerciale ; anche nel Congo si esperimenta
che è molto più comodo e sbrigativo e lucrativo aver bestie umane, che si fanno lavorare a scudisciate, da cui si ricava un’enorme produzione, ed a cui
poi non si ha il fastidio di corrispondere adeguati
salari. Ma chi ha detto al vice re Martini che il punto
di osservazione commerciale sia il migliore ì Se fosse
tale, la pratica Inghilterra non combatterebbe la schiavitù con tanto zelo e non sorgerebbe insistentemente
in favore de’ poveri schiavi del Congo,
E poi.... se le cose si dovessero lasciare come si trovano nel disgraziato continente nero, quale sarebbe
la missione de’ popoli europei ? In nome di che cosa
avrebbero essi il diritto di porre piede in casa altrui ?
L’on. Martini non ha riflettuto certamente alla
missione storica e provvidenziale dell’Europa in Africa, perchè ha avuto troppe altre cose da fare governando l’Eritrea.
Ha avuto, per dirne una, da scoprire le miniere
d’oro, che non si sa ancora dove siano e se ci siano:
e vi par poco ?
DIC h I A R A Z10 H E
Parole amichevoli o meno giuntemi da
varie parti mi spingono a dichiarare che :
la mia persona, la mia opera e il giornale
r Avanguardia da me redatto sono completamente estranei alla recente pubblicazione d’un loglio intitolato : « Appello agli
Evangelici, lo Sfacelo del Protestantesimo »,
nonché all’ Alleanza Sociale Cristiana di Napoli che lo ha diramato. Ciò a scanso di
ogni equivoco.
Napoli, 15 Febbraio 1908.
Campo di Eiori
Il monumento, che Francesco Crispí
volle rizzato in Campo di Fiori, là ove il
rogo arse, in onore di Giordano Bruno, ci
rappresenta il filosofo in atteggiamento
pensoso ed austero. Intorno a lui, che pare,,
anco nel bronzo, ‘ astratto nella contemplazione de’ cieli infiniti, in cui vagano gli
innumerahili mondi da lui divinati, intorno
a lui, dico, romoreggia invano la turba de’
mercatanti e de’ curiosi. 11 sapiente non
cura la turba ; non ha nulla da dire alla
turba, che noi potrebbe intendere ; se non
fosse famoso perchè il martirio lo glorificò, il suo nome sarebbe a quest’ ora sepolto ne’ secoli in4^%. con i volumi ch’ei
Eppure, contraddizione strana e fatale,
la turba da qualche anno ha impreso a
sollevare il nome del grande pensatore
come vessillo di combattimento, sempre
atto ad infiammare-i contendenti, qualunque sia r occasione della battaglia e il movente e il terreno su cui quella si svolge.
Considerate : la folla è presa dal delirio
anticlericale ? si ricorda del ' Bruno, lo
esalta, lo commemora come può e sa, ma
sopratutto lo porta sulle braccia di fronte
al Vaticano, minacciando, digrignando
CSiovanni E. ÌTleille
denti. La folla, cementatasi col diffuso odio
contro il prete, impugna le armi per un
altro ideale, quello della scuola laica, che
essa non capisce perfettamente, ma che
per essa vuol dire almeno almeno : guerra
al prete nella scuola ? Ed ecco nuovamente
Bruno turbato nella quiete solenne del suo
piedistallo, ed ecco in Campo di Fiori accendersi la battaglia è inferocire il tumulto con le conseguenze solite : intolleranze stupide e crudeli, rifioritura di cattivi sentimenti estranei alla questione, apertura di coltelli, ferite, sangue.... Che c’entra
in tutto ciò l’onore reso a Giordano Bruno %
Ah no ! non c’ entra. Ma ci entra un’ altra
cosa ben più grave : ci entra il decreto
misterioso per cui Roma deve scontare i
delitti della sua vecchia ferocia, imperversata contro gli intelletti grandi e contro i
santi di Dio. Oggi la vecchia lupa vuol
2
LA LUCE
mettere in contraddizione Giordano Bruno
e il popolo che non lo conosce, ma ne
onora il martirio. Gioco antico, le cui mollette sono ormai sciupate, allentate, rotte.
La trappola non prende alcuno, suscita
peggior fracasso, che si risolve in danno
di chi lo provoca, solamente. Dire al popolo : — non è vero che Giordano Bruno
abbia fatto parte del blocco — è flato
sprecato ; il popolo risponde che ne fa
parte adesso, perchè solo adesso esiste
e può esistere il blocco. E il popolo sente un’ altra cosa profondamente e forse
inconsciamente : sente che non proprio i
clericali debbono irridere e schernire con
Fusata forma gesuitica nel momento in cui
si pronunzia il nome di chi Roma papale
barbaramente dilaniò al tempo del suo
pellegrinaggio.
Il Nolano fu un filosofo e non un demagogo ; ma il filosofo fu bruciato da Roma papale, contro cui 1’ Italia è in armi
da secoli, da cui vuole affermarsi libera
in cospetto delle genti per rinnoveliarsi e
bere alle fonti della vita.
Perciò, quando V Italia si scote ed erge
la fronte desiosa di luce, incontro al Vaticano ancora accampato sul Tevere, il popolo ritorna alle istorie e col possente
spirito risuscita i martiri, li corona di lauro,
li reca in trionfo e li segue, avviandosi
così sulla via del proprio destino.
E chi oserà sbarrare il passo al popolo ?
Vito Oarfetto
Cronaca del Movimento religioso
ITJlIjIA.
Sempi’e l’insegnamento religioso
Tutto passa in seconda linea ; l’argomento di grande
discussione, nella febbrile attesa del torneo oratorio
alla Camera, è sempre e più l’insegnamento religioso.
L’attività ne’ preparativi di battaglia in tutti i campi
é grandissima : i preti lavorano a tutt’uomo in tutta
Italia ; da ogni parte a’ deputati arrivano voti, minaccie, ordini, consigli, raccomandazioni. E i liberali in
mezzo a tante cose buone han detto anche qualche
stupidaggine grossa, appigliandosi ad argomenti puerili.
■ Cosa naturalissima, dato il momento e l’orgasmo.
Per cui passiamo oltre, senza raccogliere le vecchie
scempiaggini rimesse a nuovo dalla Ragione contro la
Bibbia, reputandole arma inefficace contro l’avversario
che deve riderne di cuore.
Povero Arcangelo Ghisleri ! Perchè ostinarsi a parlare di cose che non si conoscono ? E perchè apparire
cosi ridicoli menando colpi nel vuoto? Quando mal i
clericali han detto di volere l’insegnamento della Bibbia nella scuola? Essi parlano di catechismo, signor
Ghisleri ; avete o no orecchie per udire ciò che si dice
intorno a voi ?
Quando si proporrà l’iusegnamento della Storia biblica nelle scuole, allora sarà il caso di riparlarne comodamente.
Per ora sappiate fare il giornalista, almeno !
FRANCIA..
La risposta de’ modernisti francesi
all’encicliaa Pascendi
La risposta del Loisy è personale ; quest’altra risposta, a cui accenna il titolo, è impersonale e generica. Essa è un documento importantissimo, a giudicare
da ciò che i giornali francesi ne rilevano, recandocene
le primizie ; uno scritto fermo e ardito, forse ancora
più che quello de’ modernisti italiani, i quali non furono certamente timidi.
È intitolata : Lendemains dEncgcliqm ; è firmata :
Catholici ; ha questa significante e bella epigrafe :
Fortior omnibus veritas.
Diamo lo^schema della trattazione, che è di una lucidità straordinaria ;
Gap. I — Il Modernismo di Pio X e i modernisti.
Gli scrittori accusano il papa (o chi per lui) di avere
completamente travisato e deformato il carattere delle
dottrine moderniste sotto l’imperio del preconcetto scolastico, che voleva colpire in un dato segno. Dimodoché il modernismo descritto nell’enciclica sarà quello
di Pio X, ma non quello de’ modernisti.
Gap, II — Le cause del modernismo ; quelle che
il papa dice e quelle che non dice.
Per Pio X il modernismo è nato dall’orgoglio, dalla
curiosità ecc. Ma i modernisti affermano che il loro
movimento è originato dal desiderio di rimanere buoni
cattolici. In altri termini ; il vedere la Ghiesa completamente tagliata fuori dalla civiltà moderna ha indotto
certi spiriti pii e serii a studiare una conciliazione
che permettesse a’ moderni di ritornare senza abdicazioni all’ovile antico. Essi ci sono riusciti, servendosi
de’ metodi e de’ principi sempre ritenuti nella Ghiesa
da S. Tommaso in poi. La nuova apologetica è, dunque, perfettamente ortodossa, nè il papa è giudice competente per sentenziare di fi osofia e di storia.
Gome si vede, non c’è male per chi dovrebbe credere
nell’infallibilità di Pio X, autore dell’enciclica !
Intervento de’ protestanti a favore dei
cattolici-roman i
Mandano da Parigi al Giornale d'Italia :
L’applicazione della legge di separazione aveva già dato
luogo ad alcune sorprese, ma la più inattesa sarà certamente
la petizione in favore dei cattolici firmata da un gran numero
di protestanti.
Questa petizione è stata indirizzata al Senato dai protestanti, i quali per essere costituiti in associazione cultuale sono
lungi dall’essere colpiti dalla nuova legge sulla attribuzione
dei beni ecclesiastici.
1 firmatari protestanti considerano loro dovere di chiedere
al Senato di noti associarsi a quella che essi chiamano c una
vera iniquità •, perchè, essi dicono, che non possono resistere al pensiero che i cattolici possono essere p> ivati del patrimonio legato dai morti.
Evocando i ricordi delle Ordinanze del 15 gennaio 1683 e
del 21 agosto 1684 con le quali Luigi XIV confiscò i beni
dei loro concistori, i protestanti dicono avere conservato invin cibile orrore per tutto ciò che concerne libertà di culto e libertà di ideali ; per conseguenza essi, discendenti da coloro
che furono un tempo spogliati, si credono in nome della giustizia in dovere di dare a tutti i cittadini la salvaguardia del
diritto comune.
VEcho de Paris dice : Una tale iniziativa, sebbene poco
sorprendente, merita d’essere segnalata e d’essere lodata. Il Senato terrà conto di questa petizione dei protestanti? Speriamolo ; ma se la petizione vale ai cattolici che il Senato si
rifiuti di votare la iniquità denunziata non sarà meno curioso
che i potenti del giorno abbiano avuto bisogno per essere illuminati sull’iniquità che sono per emetter dell’intervento dei
rappresentanti della religione riformata 1
Non conoscendo bene i fatti, cosi da lontano, non
possiamo fare apprezzamenti ; ma pure ci sembra, l’intervento in se stesso, un nobile atto ed un dignitoso
gesto, che molte cose dovrebbe dire a’ cattolici-romani
per lo più ingannati sul conto degli evangelici da chi
ha interesse di farli rimanere nostri nemici.
Mona. Amette e l’abate Loisy
La Croix pubblica la ordinanza di mons. Amette, arcivescovo di Parigi, che condanna la traduzione francese del programma modernista e le due recenti opere
dell’abate Loisy.
Le recenti opere dell’abate Loisy sono : Les Sgnoptiques e Simples reflexione. La prima è di carattere
critico - storico, la seconda è una bella e vigorosa protesta contro il decreto Lamentabili e contro l’enciclica
Pascendi. Dopo una lunga e serena prefazione, il Loisy
nelle Simples Reflexiona attacca gli atti deH’antorità
romana, svelandone il maleficio gesuitico, da una parte,
e dall’altra ammettendone la logicità e l’armonia con
lo spirito retrogrado della Chiesa romana quale si delineó dalla fine del sec. XVII in poi.
Tutto il sugo delle parole del Loisy sta in quella
enunciazione che si legge a pag. 196 : Je ne sais pas
si jamais l’Eglise transigerà avec 1’ ésprit et la civilisation modernes ». Adesso che mons. Amette lo colpisce nuovamente forse lo potrà sapere.
INGHILTERRA.
In favore dell’ Italia
I segretari del « Circolo di Preghiera ci comunicano da Londra la notizia che essi hanno deciso di
consacrare la settimana che va dai 5 agli 11 di Aprile
all’Italia. E aggiungono che tutti coloro, i quali vorranno mandare informazioni sullo stato presente del
nostro paese, faranno cosa graditissima a quei nostri
buoni amici, a’ quali esprimiamo qui la riconoscenza
de’ cristiani evangelici d’Italia per l’interesse dimostrato inverso la nostra terra.
Scrivere : Editor « Life of Faith » IO, Paternoster
Eow, London. E. C.
STATI UNITI
Statistica religiosa evangelica
Secondo l’ultima tabella statistica delle Chiese Evangeliche americane, ecco il numero de’ membri comunicanti di ciascuna Chiesa ;
Metodisti................... . . . 6.660.784
Battisti.......................... 5.224.305
Luterani.......................... 2.022.605
Presbiteriani..................... 1.821.504
Episcopali.......................... 830.659
Riformati........................... 430.458
Paragonando con le statistiche dello scorso anno, si
nota che il numero degli evangelici negli Stati Uniti
{comunicanti, cioè adulti) è quasi raddoppiato.
Altro che perdere terreno, come affermano i papisti
che mettono nelle loro statistiche i grandi, i piccoli
e anche quelli che ....guardano solo le loro cappelle
per curiosità !
GIAFFONE
La missione nel Giappone
II Giappone, piccolo paese situato nella parte Orientale del gran Continente dell’Asia, è formato da varie
isole e contiene 40 milioni di abitanti. I Gesuiti diretti
da S. Francesco Xavier vi annunziarono l’Evangelo
verso la metà del sec. 16 con molto successo, ma, volendo essi mischiarsi di faccende politiche, suscitarono
l’odio del governo che esiliò tutti i missionari, distrusse le chiese, costrinse i cristiani indigeni ad abjurare,
e d’allora in poi le porte del Giappone furono chiuse
a tutti i cristiani, con minaccie di morte a chiunque
oserebbe ancora parlare di Cristianesimo. Nel 1854 il
Commodoro Perry, con grandi forze navali Americane,
constrinse il governo ad aprire alcuni porti al commercio generale, ma senza permesso di abitazione a nissuno straniero.
Dei missionari Americani cominciarono l’opera fin
dal 1859, non entrando nel paese, ma fermandosi nei
porti aperti ; cominciando, non già con predicazioni
pubbliche, che sarebbe stato un esporsi ad una morte
certa, ma col dare lezioni private ad alcuni giovani,
dai quali poterono pure imparare la lingua.
Fra i 4 missionari che affrontarono i pericoli e le
privazioni di quell’ opera fin dal principio, il più celebre è Verbeck, Olandese di nascita, educato alla scuola
dei Moravi, andato in America come ingegnere, ove
guarito da una grave malattia, volle consecrarsi intieramente al servizio del Signore. Laureato in teologia
fu mandato al Giappone dalle Chiese Presbiteriane, e
prese alloggio in una casa di una piccola isola nel
porto di Nagasaki.
L’incaricato dal governo di sorvegliare il porto trovò un giorno un N. Testamento galleggiante presso
alla sua barca, lo raccolse, domandò al Verbeck cosa
fosse quel libro in lingua Olandese ; splendida occasione per il missionario per parlare di Gesù e dell’opera
sua per la salute degli uomini ! Quel discorso andò al
cuore di Muratta, il nobile impiegato, ed egli fece subito venire dalla China un N. Testamento in lingua
Chinese. Lo lesse e lo meditò col suo nobile fratello,
ed entrambi non tardarono a domandare il battesimo.
Alcuni degli allievi del missionario fecero tanti progressi nell’istruzione, e nella vita veramente Cristiana
che divennero consiglieri alla corte del Mikado. D’allora in poi i missionari non poterono più accogliere
tutti gli allievi, vecchi e giovani, che accorrevano assetati di sapere, tanti erano coloro che domandavano
di essere istruiti.
Nel 1870 tutti i porti erano aperti. Ogni città aveva
magazzini di roba europea — molti si vestivano all’Enropea — scuole primarie e secondarie si aprivano dovnn-
3
LA LUCE
que. Telegrafi e strade ferrate si moltiplicavano, si facevano venire maestri e professori da ogni paese.
Era stato Verbeck che avea consigliato alle autorità
di mandare dal Giappone in ogni paese uomini capaci di
comprendere e di riferire i progressi ottenuti dalle nazioni Cristiane. Egli fu invitato dal Mikado ad organizzare una Università a Tokio. Per quell opera e tante
altre e^li ottenne la decorazione del Sol Levante, e
quando mori si resero alla sua salma gli onori militari.
D. T.
SVIZZERA.
Sinodo riformato di Zurigo
Si è riunito negli ultimi giorni di Gennaio sotto
la presidenza del dott. C. Escher. Ha continuato la
discussione del rapporto dei Consiglio esecutivo della
Chiesa Nazionale. Ha respinto le modificazioni proposte al regolamento per l’elezione de’ pastori, pur ammettendo la necessità di ritocchi.
E l’atto più importante è stato la presentazione, da
parte della Kirchenrath, di un rapporto sulla revisione
della versione zurighese della Bibbia, lavoro affidato ad
una Commissione speciale di 11 membri, e per il quale
già sono stati offerti doni straordinari che ammontano
alla somma di L. 17.000.
E questo sia detto anche per rispondere alla repubblicana Ragione, la q..ale a momenti sta per proclamare la morte dell’evangelismo in Isvizzera !
La vedo passare quell’ apparizione luminosa fra
le brume scozzesi, è Miss Clementina Guthrie, dalr ampia fronte serena, dalle labbra sorridenti, dal
bonario portamento. Dove va ? Ad imitare il suo Maestro « che andava attorno facendo beneficii ».
Ed ora è stata chiamata ad un più alto servizio,
che è continuazione e compimento di quello iniziato
quaggiù, Angelo del bene in terra, a prò dei suoi
simili, ha trovato ora il suo posto fra gl’ angeli di
luce che giorno e notte servono il Signore nella celeste Sion.
Jttvtapo illaston
Hic manebimus
Raccomandiamo ai signori collaboratori di scrivere su un lato solo delle
loro cartelle.
CUmentina Gntbric
Sono trascorsi circa trent’ anni dacché l’incontrai la prima volta, una domenica, dopo pranzo nella
saletta ove tenevansi i culti italiani in Edimburgo.
Era seduta vicino alla porta d’ingresso, prodigando
quel suo benevolo e simpatico sorriso ad ogni nuovo
venuto e stringendo amichevolmente la mano ad
ogn’ uno di quei figli d’ Italia, raminghi in paese
straniero, che avrebbe voluto vedere in possesso di
queir amor di Cristo che possedeva il suo nobile cuore.
Essa non parlava la nostra lingua e l’intendeva
imperfettamente, ma il suo sorriso, la sua stretta
di mano dicevano più che molte parole e trovavano
subito le vie del cuore.
Cooperatrice fedele e zelante di quella esimia gentil donna, la Sig.ra M. J. Ford che fu a buon diritto sopranominata « la madre degl’ italiani », essa
accorreva alle classi serali d’istruzione, ove pietose
amiche dei poveri nostri concittadini, cercavano di
iniziarli ai misteri della lettura e della scrittura.
L’ arrivo in classe di Miss Clementina, era un conforto per tutti, insegnanti e scolari. Maestra del
tempo e della sua savia distribuzione portava sempre seco un orologio a sveglia che posava solennemente sul caminetto o su di un tavolo, affinchè
ogn’ uno ricordasse che « convien ricomperare il
tempo » e non sciuparlo.
Alle adunanze delle madri, al cucito, all’ adunanza dei marinai italiani a Leith chi non la ricorda affaccendata a preparare una buona tazza di
tè fumante o di cioccolata, che essa portava in giro,
felice di servire altri per amore di colui che ha
detto « Io vi ho dato 1’ esempio acciocché come ho
fatto io facciate ancora voi ? ».
La sua vita fu tutta spesa a prò del prossimo e
specialmente del deseredato, del misero, del sofferente. Con quanto amore la mattina per tempo veniva alla « ragged-school » ossia alla gran sala ove
si raccoglievano tutti 1 piccoli straccioni e vagabondi della città per dare loro una buona colazione
calda e quindi, quandoÌ1 corpo era ristorato, per rivolgere loro sani e buoni ammaestramenti che li
strappassero dalla vita randagia e li avviassero per
la via del dovere e della virtù.
Non vi era intemperie o tempaccio che potesse
fernmrla, giorno e notte, avvolta nel suo ampio impermeabile esia correva, correva sempre là dove
vi era un dolore da lenire, un caduto da rialzare,
nna miseria da soccorrere, un’ anima da salvare.
Non è gran tempo — tre o quattro anni al più —
che il campo evangelico italiano era messo a rumore
da alcuni spiriti, in fondo fondo generosi tuttoché non
sempre misurati, i quali gridavano alta la parola del
cristianesimo-sociale.
Chi scrive queste righe non celò mai la sua simpatia per un movimento che prende le mosse da un
principio retto e giusto : la necessità di risolvere il
problema dell’ ambiente, Vi sono, infatti, condizioni
economiche cosi negative che neppur consentono di
porre sul tappeto la questione morale e spirituale. In
tali condizioni, proporre a certe anime 1’ Evangelo dello
spirito è mettere il carro davanti ai buoi. Bisogna che
ci travagliamo a trasformare 1’ ambiente, ad assicurare
a tutti, col lavoro e col pane i primi elementi della
dignità d’ uomini. L’ idea nostra, a questo riguardo,
permane inalterata.
Ma qual è, quale deve essere, il compito della Chiesa
per cooperare al raggiungimento' dell’altissimo fine?
Esso è duplice. Innanzi tutto è un compito pratico ;
appoggiare quelle istituzioni sociali che mirano al sollievo delle miserie umane, moltiplicare queste istituzioni, intensificarne e sviluppare 1’ azione e 1’ efficacia.
Non mi fermo a descrivere questo immenso campo di
attività che la Chiesa, che i cristiani hanno aperto dinanzi a sé. E’ un campo sterminato in cui deve risplendere la gloria della carità di Cristo, se la Chiesa,
se i cristiani non vogliono far divorzio dallo spirito
del Maestro. Che i discepoli del Nazareno meglio compresi del loro imprescindibile dover* verso 1’ umanità
sofferente, si affiatino, si agitino, gridino a gran voce
per ridestare i dormienti, disciplinino la loro azione
diretta a far retrocedere il mostro — la miseria —
niente di meglio, nè di più benedetto. Noi siamo del
numero ! In secondo luogo il compito della Chiesa è
morale. Esso consiste nell’ infrenare, con 1’ azione sua
propria, l’individualismo, cioè nel trasfondere nelle coscienze il senso della solidarietà, di quella solidarietà
che r individualismo distrugge nella base, e che è invece caposaldo dell’ etica cristiana. Quest’ azione morale
della Chiesa premerà come aculeo su tutti i partiti,
le scuole, le classi, affinchè tutti si mondino di quanto
hanno di tristo e avvalorino pel grande fine umano
quel nòcciolo di verità che ciascun di essi possiede.
L’ azione sociale della Chiesa finisce qui. L’impulso
alle istituzioni contro il vizio e la miseria, la guerra
all’ individualismo nel campo religioso e morale sono
le colonne d’Èrcole del suo grandioso programma sociale. La Chiesa non può entrare nelle questioni tecniche, non può dire quale ordinamento politico meglio
si presti a favorire la riforma sociale, nè può precisar*
quale scuola economica in sè accolga maggior dose di
verità gravida di efficacia redentrice. Ha ragione il socialismo che nell’ abolizione della proprietà privata
scorge il mezzo della redenzione economica delle plebi,
0 si appongono meglio i neo-liberali che nel collettivismo socialista denunziano il massimo pericolo pel
proletariato, e che scorgono il faro di salvezza nel concetto della moltiplicazione della proprietà privata? La
Chiesa non è competente a rispondere a tale domanda ;
e i componenti la Chiesa possono rispondervi — in
base alle loro individuali convinzioni scientifiche
nei modi più disparati ed opposti. Di qui la neutralità
della Chiesa, in presenza dei partiti politici e delle
scuole economiche, in ciò che è proprio dei partiti e
delle scuole. Cotesta neutralità venne, a tempo debito,
lumeggiata appieno da parecchi valentuomini del campo
evangelico, tra cui ricordo a titolo di onore Alfredo
Taglialatela e 'Vito Garretto, 1’ ultimo dei quali sinte
tizzò in una formula insuperata quella che noi crediamo essere la verità in questa materia.
Ecco perchè noi non potemmo allora, nè possiamo
oggi consentire con chi, sotto la bandiera del cristia
nesimo sociale, volesse spingere la Chiesa in un campo
che non è il suo. Ecco perchè ci parrebbe di tradire
la missione nostra se potessimo tollerare in silenzio
che altri in nome delU Evangelo ' sentenzi! favorevolmente al contenuto economico del socialismo, e ciò in
un’ ora storica in cui il socialismo sarebbe molto imbarazzato a dirci quale sia il suo contenuto economico... Ecco perchè combattiamo le infiltrazioni demagogiche, le soluzioni sempliciste dei più ardui problemi, le frasi declamatorie : tutto ciò, insomma, che
inganna il popolo facendogli credere che — nello stesso
modo come la calamità di una guerra è dovuta al capriccio reo di un potente che la delibera a sangue
freddo e per brutale malvagità — così la miseria perdura unicamente per il reo volere di una classe e niente
altro ; tutto ciò, in altri termini, che è menzogna piattamente demagogica e contrastante al principio di
amore e di solidarietà che la Chiesa deve cercar di
trasfondere nella coscienza di tutti gl’ individui e di
tutte le classi.
Chi trova in contradizione il nostro proposito dì
stender la mano al popolo che vuol redimersi dalla
miseria che 1’ opprime, col nostro rifiuto di lanciar la
Chiesa nelle lizze dei partiti e nei conflitti delle scuole,
è un entusiasta il quale crede ancora che il movimento
di redenzione sociale e il movimento socialista sieno
una sola e medesima cosa... Eh ! no, egregi. Il socialismo potrà essere -un tentativo per risolvere il formidabile problema ; esso potrà anche portare un contributo a questa soluzione ; ma il moto di redenzione sociale è più vasto del socialismo ; e la soluzione del problema richiede anche ben altri contributi, ben altri
sforzi, ben altre verità da far valere....
La Chiesa cristiana lavori praticamente ad alleviare le umane miserie, lavori moralmente ad acuire
il senso della solidarietà e rispetti in modo eguale
tutti i sistemi economici, a cui i suoi membri possono
liberamente aderire, ciascuno a secondo delle proprie
convinzioni.
Questo,è il programma nostro da lunga pezza seguito ; ed oggi meno che mai siamo disposti a dipartircene.
Hic manebimus optime !
Sanremo.
D. Janni
FJVTTI E IPEE
La Conferenza di Leonardo Bianchi
air fljjociazione della Stanipa
L’illustre psichiatra parlò Venerdì scorso della
fatica intellettuale in modo mirabile, come può fare
solamente colui che è versatissimo e competentissimo in freniatria.
Egli cominciò col far notare la importanza che il
cervello ha nello sviluppo e nell’ attività degli individui e de’ popoli, determinandone la forza e la
superiorità, 0 la decadenza e la degenerazione. Fece
quindi una stupenda e meravigliosa analisi del cervello umano, rivelando a’ profani questo sorprendente microcosmo, come egli lo chiamò, nel quale
lavorano e si agitano in distinte regioni miliardi
di cellule, a guisa di operai intenti alle loro fatiche
ne’ diversi reparti di una officina. Terminò con un
efficace e commovente inno alla forza ed all’ operosità feconda, dopo aver dimostrato che il cervello,
come ogni altra parte del corpo, sì afforza nello
esercizio e si atrofizza nell’ accidia.
E noi pensiamo : Come si può, considerando questo macchinario perfetto e delicatissimo, come si
può asserire leggermente da taluni che esso si é
formato per caso e dal caso ? Nasce dunque 1’ ordine dal disordine spontaneamente? Ecco l’assurdo.
E inoltre domandiamo : chi regola tutto il gran lavorìo del cervello? E' desso il sovrano reggitore
0 non è piuttosto l’istrumento di dominio di un
sovrano, lo spirito dalla vita, che muove e regola
tutto in noi?
NUOVA. A.URORA.
Questo volumetto, che ha avuto al suo apparire
una cosi lusinghiera accoglienza, è posto in vendita per L. 1,75 la copia ; 10 copie per L. 12,50,
La spedizione è a carico de’ committenti.
-k-
4
4
LA LUCE
LEGGENDO L’ EVANGELO
Marta tu sei sollecita e ti tramagli intorno a molte
cose. Or d’ una cosa sola
fa bisogno. Ma Maria ha
scelta la buona parte, la
quale non le sarà tolta.
{Luca X, 41-42).
Marta e Maria : si vuole opporre spesso
il carattere dell’ una a quello dell’ altra, e
ci si presenta una Marta troppo occupata
nelle cure terrestri ed una Maria molto
più contemplativa di quello che in realtà
non fosse. Gesù le amava entrambe, ci dicono i nostri evangeli ; quindi non si può
supporre un vero e proprio biasimo per
r attitudine di Marta nelle parole del Signore. Egli la riprende, infatti, solo quando
Marta lo provoca coi suoi lamenti, quando
r attiva massaia protesta per il fatto che
la si lascia lavorare sola. Gesù le risponde
dolcemente con una di quelle sue espressioni speciali, che dalle ristrette circostanze di un momento traggono occasione
per abbracciare tutta la vita degli uomini.
Mf rta, Marta, tu sei sollecita e ti travagli
intorno a molte cose, ma non ti ricordi
che una sola cosa è necessaria.
' *
* *
Molte cose....: è la materia di cui è in
tessuta tutta l’attività umana; qualunque
sia la condizione di ognuno, si è «solleciti
e ci si travaglia sempre. Per gli uni, v’ha
il pensiero tormentoso del pane cotidiano,
le difficoltà materiali dell’ esistenza giorno
dopo giorno ; la nostra generazione più di
ogni altra sembra essere in preda di cotesta
febbre di sollecitudine. Per gli altri, che
la fortuna ha posti fuori degli attacchi del
bisogno, la vita trascorre nella ricerca del
bello e del vero ; 1’ anima loro è piena di
aspirazioni ; essi si agitano, sempre insoddisfatti, ed aneli’ essi sono in travaglio.
Altri ancora, consacrano la propria vita al
servizio del prossimo, riempiono le loro
giornate di opere caritatevoli, spendono le
proprie forze prodigalmente per sollevare
chi soffre e per combattere il male....
Quali che siano le nostre, occupazioni,
Gesù non condanna la nostra attività, come
non condannava quella di Marta ; Egli vuole
solamente ricordarci che accanto e al disopra di tutte le cose nostre è una cosa
necessaria.
»
* *
Una sola cosa, cioè : malgrado tutte le
differenze che regnano tra gli uomini, tutti
debbono sottomettersi alla medesima legge
e sottomettervisi necessariamente se vogliono vivere come cristiani. La sola cosa
necessaria è di avvicinarsi a Gesù e di
ascoltare la sua voce. Le altre cose che
ci occupano e ci agitano incessantamente
sono utili e buone, ma esse non devono
essere tutto. Fare opere buone, avere
grandi e puri pensieri, consacrare la propria fortuna e la propria vita al servizio
degli altri, è bello e nobile, ma tutto ciò
rimane esteriore e vana cosa se non vi si
aggiunge 1’ ora del raccoglimento ai piedi
del Maestro.
Che ai piedi del Maestro s’impara a far
bene tutte le altre cose.
(Riduzione dal francese di R. RitzJ.
Letteratura, Scienza
ime strofe dell’Inno di Valmiki,
contemporanee dell’Autore dei Veda. (I)
Sei tu il lampo che solca lo spazio, il tuono che
rumoreggia nella nuvola, il Gange dalle sacre onde
0 l’oceano misterioso ?
Sei tu la voce potente che parla alle bufere su
le cime del Himavat (Himalaya) ?
*
4: *
Sei tu quel vento sopranaturale che solleva le
sabbie della contrada di Madyadesa, a guisa di flutti
corrucciati ?
Sei tu il zeffiro della notte che geme sulle acque
dei laghi, che mormora tra le frondi delle alte foreste e curva sul suo cammino l’erba divina del
colisa ?
if;
4: ^
Sei tu lo swarga (cielo) ove i deva (angeli) dimorano, e che i savi considerano quale termine dell’esilio ?
Sei tu l’etere immenso nel cui seno si agitano
miriadi di stelle ?
Sei tu la terra, sei tu le acque, sei tu il fuoco
che divora, sei tu il sole che benefica ?
•
Sei tu la vita, sorgente di tutte le vite, anima
di tutte le anime, principio di tutti i principi ?
Sei tu l’amore che unisce tutti gli esseri, la
forza che conserva, distrugge o rinnovella ?
Sei tu la morte, sei tu il nulla ?
♦
^ *
Io non ti conosco, ma so che tutto è da te e nulla
fuori di te. So che tu esisti per la potenza tua e
che l’infinito, l’immensità, lo spazio, non sono nulla
per te.
Io non ti conosco, o Narayana (Essere esistente
per se stesso), ma so che tu sei e sempre fosti, e ciò
mi basta per aspettare la fine, che sarà la mia uascita
in te.
nob. P.
(1)1 Veda sono i più antichi monumenti della lingua
sanscrita. Intorno ai Veda si raggruppa una immensa
letteratura religiosa.
ATTACCHI E DIFESE
La Democrazia e il Protestantesimo.
In occasione delle feste centenarie di San Giovanni Crisostomo i giornali hanno parlato della possibilità di una intesa (anzi di una unione) tra la
Chiesa di Roma e le Chiese Orientali, sogno che
venne già accarezzato da Leone XIII. Ma ri corrispondente vaticano del Gorrieve della Sera non è
molto entusiasta della cosa, perchè, pur rendendo
omaggio alle gloriose tradizioni delle Chiese Orientali, la fusione dell’Oriente con l’Occidente cattolico
romano contribuirebbe maggiormente ad immobilizzare il cattolicesimo nelle sue vecchie forme ed a ritardare una qualsiasi evoluzione. E perciò, il suddetto corrispondente, pur lodando i propositi di
Roma riguardo alle Chiese Orientali, è d'avviso che
essa debba volgere lo sguardo altrove, cioè verso
l’anglicanismo e altre Chiese protestanti degli Stati
Uniti.
Se Roma riuscisse ad attrarre a sé queste Chiese
gioverebbe immensamente alla sua causa, e potrebbe
risollevare i suoi destini nel mondo. Il giornalista
cattolico-moderato non ragiona tanto male. Roma è
decrepita. Perchè possa ringiovanire conviene che
si unisca con altri elementi di vita e di progresso.
Notiamo intanto che c’è in questo un omaggio grande
reso alla vitalità del Protestantesimo.
Ma una qualsivoglia unione tra la Chiesa di Roma
e le Chiese Protestanti è semplicemente una utopia,
anzi un sogno di mente inferma, sopratutto per
questa ragione : Il Protestantesimo è favorevole allo
stabilimento delle istituzioni democratiche, mentre
il Romanesimo è una pura autocrazia, non solo nel
dominio delle cose spirituali, ma ben anche in quelle
civili e temporali. Come volete conciliare istituzioni
cosi opposte ? Vero è che vi sono degli autori che
la pensano diversamente. Ad esempio, ii Tocqueville,
nei suoi studi sulla democrazia americana, scrive :
« lì Cattolicismo non è ostile alla democrazia ». Il
Toqueville aveva visto in Europa, e sopratutto in
Francia, la libertà e la religione sempre in lotta.
Va negli Stati Uniti e le trova unite. Ne cerca
le ragioni, e crede trovarle nel fatto che la Chiesa
è separata dallo Stato. Ma egli s’inganna. Quando
anche la Chiesa sia separata dallo Stato, nei paesi papisti potrà cessare la lotta tra la religione e la libertà?
No. Quel che accade oggi in Francia, dove pure lo
Stato e la Chiesa sono due Enti separati, ne è una
prova evidente. Perchè ? Perchè il Cattolicismo romano, essendo la sola religione che pretenda avere
per organo una autorità infallibile, non si appaga di
essere libera, ma vuole sopratutto dominare e imporsi allo stesso Stato.
Ciò che essa cerca non è la libertà, ma l’unità.
Il Tocqueville ha trovato che tutti i culti negli Stati
Uniti accettano la libertà. Perché ? Perchè quello
è un paese protestante, dove le Chiese non domandano che di essere libere, e dove i cattolici romani,
poiché ciò a loro giova essendo in minoranza, invocano altresì la libertà. Ma dovunque il Papa può
dettare la sua volontà, proscrive la libertà in tutte
le sue più belle manifestazioni, conformemente ai
dommi della sua Chiesa,
Che il Protestantesimo sia favorevole alla democrazia, lo dimostra pure la storia nei suoi grandi
avvenimenti che hanno cambiato la forma del mondo.
A torto si crede che le libertà moderne nell’ordine
politico-sociale siano un prodotto esclusivo della
Rivoluzione francese. Il vero è che questo grande
moto della coscienza umana contro il despotismo
deriva dalla Riforma protestante, che a questo riguardo può ben chiamarsi una vera e propria rivorivoluzione, come la chiama lo storico Ercole Ricotti. Invero le dottrine che formano l’essenza della
Rivoluzione francese vengono tutte dal protestantesimo.
Voltaire e Montesquieu copiano dall’Inghilterra,
e sopratutto dal Locke, le idee di tolleranza, di governo libero, del regime rappresentativo, della separazione dei poteri, tutte insommi le teorie del regime
moderno politico. Il principio della sovranità del
popolo e della democrazia vengono direttamente dal
calvinismo di Ginevra, mediante Rousseau. La proclamazione dei diritti deU’nomo non é che la riproduzione di quella degli Stati Uniti.
Gli stessi protestanti che erapo in minoranza negli
Stati cattolico-romani, come gli Ugonotti, avevano
già difeso 'le teorie democratiche dei diritti del
popolo, e, contro Bossuet che formulava la teoria papistica del despotismo, l'illustre protestante Jurien
aveva esposto quella della sovranità del popolo.
E perciò bene possiamo dire che il soffio emancipatore che produsse la Rivoluzione francese è venuto manifestamente da tre paesi protestanti : Svizzera, Inghilterra, Stati Uniti.
Se, dunque, il Protestantesimo ha prodotto il risorgere e lo stabilirsi delle istituzioni democratiche,
come potrebbe unirsi, in qualche maniera, col cattolicismo romano, che di quelle è il fiero e irreconciliabile nemico?
collaborafori raccommandiamo fervorosamenfe la brevità se non vogliono
costringerci a mutilare o cestinare i loro
scritti. 7
5
LA LUCE
Problemi di educozione e d'istruzione
A proposito d’istruzione reii^iosa.
Tatte le sacrestie d’Italia sono in gran fermento
per l’imminente battaglia che avrà luogo alla Camera
sulla mozione Bissolati per l’abolizione dell’istruzione
religiosa nelle scuole elementari. Con una campagna
giornalistica assidua, con petizioni e proteste e comizi e intimidazioni ai deputati, i papisti lavorano
ad assicurarsi la vittoria o almeno una mezza vittoria.
E i vincitori, come nella quistione del'divorzio
e della precedenza del matrimonio civile, saranno
essi, non dubitate.
Perchè tanta tenacia e tanto accanimento da parte
dei papisti per voler mantenuta nelle scuole la dotirinella ? È forse l’insegnamentQ religioso dato come
va ? Anzi, peggio di così non potrebbe andare, e lo
riconoscono i suoi stessi fautori.
Dà esso buoni frutti? La risposta negativa è
implicita. Dato male, non può produrre buoni risultati. I papisti dicono che è colpa del sistema. S’im^
partisca l’istruzione religiosa come una volta, la si
affidi ai parroci quando non ci sono maestri adatti, e
tutto andrà bene.
Io dico che i risultati sono sempre stati su per
giù gli stessi.
Che rimane di quella famosa istruzione religiosa ?
Poco 0 nulla, e basta vivere un poco in mezzo al
nostro ceto più colto per rimanerne persuasi e
edificati. Ne colgo un esempio fresco fresco. Il cor
rispondente londinese del Corriere dello, bora scrive
che Oedeone fu colui che espugnò a suon di trom'
ba le mura di Gerico e fece fermare il sole su Gabaon !
prendendo naturalmente la citazione come fatto che
vorrebbe essere storico e facendovi su dei comenti
più 0 meno spiritosi. Questo Gedeone, dice il corrispondente, gli è rimasto come figura emergente fra
tutte le altre « dai suoi vecchi studi di storia sacra ; »
e lo credo anch’io.
Se, in quanto a cultura, i risultati sono su per
giù come quello che ho citato, quali saranno i risultati morali, nella vita e nella società ?
Le statistiche e i confronti, per esempio, tra
paesi cattolici romani e paesi protestanti sono cose
troppo note ed eloquenti perchè ci sia bisogno
d’insistervi.
Quale influenza volete voi che abbia sul carattere e sulla coscienza l’insegnare ai bambini i misteri
della Trinità, della verginità di Maria e della transustanziazione 0 il far loro ripetere pappagallescamente
e asinescamente risposte a domande come questa .
Siete voi cristiano ?
Si, lo sono per grazia di Dio !
Come può dire un bambino di esser cristiano,
quando non capisce nè anche il significato della
parola ? Del resto, non sono i bambini soltanto a
non sapere che cosa voglia dire cristiano.
Dunque, perchè tanta ostinazione a voler la dottrinella nelle scuole publiche ? Non è per un sentimento religioso profondo nè per amore verace alla
religione, chè anzi in quel caso non si vorrebbe ne
venisse fatto scempio ; ma è per puntiglio, è per
poter cantare vittoria, è per spirito di partito, é
per mettere, potendo, la propria Chiesa sempre al
di sopra di tutto e di tutti. Salvo per qualche anima ingenua, questi sono i motivi e non altri.
Se tali non fossero, valga il vero, i papisti dovrebbero acconsentire a che nelle scuole s’insegnasse
un compendio di storia sacra, fatto obbiettivamente,
senza cementi e senza carattere confessionale. Tale
insegnamento sarebbe assai più utile, più dilettevole
c in esso consentirebbero tutte le confessioni religiose,
fors’anehe gl’increduli ; ma essi non vogliono. 0 dottiinella o niente. Eppure dicono che i libri sacri
sono la base della loro fede e della loro dottrina!
Dunque perchè ?
Perchè il Vangelo genuino è la condanna più
esplicita del papismo, mentre la dottrinella ne è
il compendio. Quistione di Chiesa e di campanile e
non già di religione nel senso più vero e profondo
della parola. Questo da noi nessuno lo vede ; oppure
se qualcuno lo intuisce è sempre unità isolata, senza
esercitare influenza notevole sulla grande massa.
Battaglia importantissima per la sacrestia, del
tutto indifferente per la religione.
HtiPieo
QUESTIONI SOCIALI E nORALl
In un’ora dolorosa
La tremenda tragedia che ha gettato nel lutto la famiglia reale di Portogallo, ispirò parole belle e nobili di
compianto e giuste rifle.ssioni a molti nostri scrittori ;
ma fra gli altri articoli mi colpì singolarmente quello
pubblicato da E. Serao nell’ Ora di Palermo e intitolato «Le due sorelle»
4c
« «
Mi colpi, perchè il brillante scrittore, a differenza
di molti altri, non discute sul delitto e sulle sue cause
più 0 meno remote; ma considera soltanto il triste fato
che incombe su due sorelle di stirpe regale, sulla sventurata regina Amelia e sulla duchessa d’Aosta; e se
l’articolista si fosse limitato a questo e non avesse voluto della pietà e del sentimento farsi un arma per
combattere le giuste aspirazioni del popolo, nessuna
anima gentile avrebbe potuto disapprovare.
Mestissimo è, senza dubbio,jil destino che pesa nell’ora presente, non solo nelle due figlie della casa d Orleans, ma su tutte quelle donne che ebbero la sventura, — ardita, ma non vana parola, — di nascere sui
gradini di un trono. Destino prodotto dalle circostanze,
dalle lotte del secolo, dagli errori di molti in alto ed
in basso, destino che dovrebbe commuovere ogni cuore,
e fermare l’oltraggio sulla penna del giornalista non
meno che il pugnale nella mano del regicida Poiché, forse ancora la nostra società non lo comprende o
forse lo ha dimenticato, la donna é sempre sacra, sia
essa regina o popolana, gran dama o misera operaia
Tutte le conquiste della Rivoluzione francese non cancellarono mai l’onta di quei giorni nei quali tante soavi
teste femminili caddero sotto il ferro della ghigliottina
e sotto gl’insulti della plebe. La donna è sacra.... ma
ricordiamoci che è sacra ovunque ; ed è questo appunto
che le classi dirigenti, che i potenti della terra, oblianotroppo spesso !
*
^ *
Ah ! se prima di Amelia di Braganza, altre donne,
altre spose non avessero pianto lagrime di sangue....
Se altri madri non avessero coperto col loro corpo e
stretto tra le loro braccia, i figli trucidati.... Se 1 oppressione, sotto le sue svariate forme, non avesse fatto
maturare frutti d’odio e di vendetta, quest ora di lutto
non sarebbe probabilmente giunta per la regai famiglia portoghese ! — Cosi cantò il nostro Carducci in
una delle sue liriche ispirate : «Ma di decembre, ma di
brumaio — cruento è il fango, la nebbia è perfida :
non crescono arbusti a quell’aure, — o dan frutti di
cenere e tosco ».
Piangiamo si sul doloroso fato della donna regale 1
Essa pure é creatura di polvere come noi, vibrante dei
nostri medesimi sentimenti. Dinnanzi alla morte, come
dinnanzi all’angoscia, svaniscono le umane distinzioni....
Ma pensiamo paranco che si piangerebbe meno in alto
se in basso vi fossero meno ingiustizie e miserie, meno
madri, meno spose che la fame, il freddo, le ferree catene della nostra civiltà, fanno gemere, sospirare e talvolta morire.
«
. *
Nondimeno, per noi cristiani, è cosa melanconica il
vedere che l’umanità non vuole — o non sa — camminare innanzi che per vie bruttate di sangue ; che
non sa attendere dalla lenta e sicura opera del tempo,
— e da Dio sovra tutto, — la riparazione d’ogni ingiustizia, la soluzione d’ogni problema ; ma, quasi folle od
incosciente, semina sempre attorno a sè, sia pure per
giuste cause, rovine e disordini. Ed è malinconica cosa
il veder sempre gl’innocenti espiare colpe non loro, pian
gere delitti che giammai sognarono.
^ •
È questa una delle più atroci conseguenze del peccato, che basterebbe da sola a dimostrare la realtà della
nostra caduta.
Sino a che peccato e morte regneranno nel mondo,
questa ingiusta sofferenza dei buoni vi regnerà pur
essa. Le disuguaglianze che provengono dalle relazioni
sociali potranno sparire od attenuarsi ; ma le conseguenze della rivolta umana non spariranno. Vi sarà la
colpa e vi sarà il dolore ; e spesso soffrirà maggiormente chi meno avrà errato. — Solo quando Cristo
trionferà sovra una «nuova terra ove la giustizia abiterà, » solo allora, non essendovi più alcun traviamento,
non vi sarà neanco « più pianto nè duolo ; » poiché, dice
lo Spirito Divino, « le cose di prima saranno passate ».
liisa Clefieo.
PjKilHE PI STORIj»
Li [Pieliti Diitpo gli niblgisl il I Vildiil
Dopo le condanne pronunziate contro di loro a Lione
ed a Verona, Valdo ed i suoi erano denunziati come
eretici di fronte a tutta la cristianità occidentale. In
tali frangenti, com’era naturale, i vari gruppi di cristiani, benché assai diversi tra loro, accomunati dall’odio di Roma in una sola sentenza, si restrinsero assieme per sostenere la lotta, che poteva prevedersi lunga
ed accanita. Ecco perché troviamo i Valdesi sparsi
preferibilmente nei paesi dove già esistevano dei nuclei di Catari. Uno dei più notevoli era quello che e- '
stendeva le sue forti ramificazioni in tutta la Francia
Meridionale, specialmente in Linguadoca e Provenza.
Assai diffusa nelle campagne, l’eresia catara annoverava pure tra i suoi seguaci la maggioranza della popolazione delle città, quali Tolosa, Béziers, Montpellier,
Carcassona, Narbona, Albi, la quale ultima valse loro
il nome di Albigesi. Vi aderiva lo stesso Raimondo VI
di Tolosa, nobile e potente signore di quelle prospere
contrade.
I Valdesi, mercè la purezza evangelica della dottrina
che predicavano, acquistarono in breve numerosi discepoli, tra i quali la dotta e pia sorella di Raimondo.
I fautori e gli oppositori della tirannide, pontificia
si ritrovavano spesso in pubblici dibattiti, ai quali non
tardarono a partecipare i Valdesi, come avvenne nelle
dispute di Narbona, di Montréal, di Pamiers. Come
sempre accade in simili contingenze, ognuna delle parti
attribuivasi la vittoria, ed il papa, pretendendo che
fossero stati convinti gli avversari suoi, intimava loro,
pena la scomunica, di abiurare i loro errori.
Fedele alla divisa : Divide et impera, il clero romano
riusci, nel 1208, dopo una di quelle giostre teologiche,
a distaccare un certo numero di Poveri di Lione, i
quali, capitanati da Durando d’Huesca, fondarono l’or:
dine dei Poveri Cattolici, che il papa riconobbe. Una
identica separazione avveniva, quasi contemporaneamente fra i Valdesi di Lombardia. Ma quei Valdesi
romanizzati ebbero un’esistenza effimera. ^
La scomunica non spaventando nè Raimondo nè i
suoi sudditi, il papa Innocenzo III ricorse, per ridurli,
ad un mezzo sanguinario, aprendo una via nella quale
doveva essere imitato da tanti suoi successori, quella
delle guerre di religione. Bandi contro ai Catari e
Valdesi della Linguadoca una crociata, come eransi fin
qui rovesciate sui musulmani dell’oriente, ma non contro seguaci del Cristo.
Alla promessa del Santo Padre di concedere perdoni,
indulgenze e grazie celesti a chi vi partecipasse, e sopratutto attratti dalla speranza d’nn lauto bottino, vi
accorsero principi e soldati di ventura, frati e banditi
d’ogni risma, ai quali eransi, a tal uopo, aperte le porte
delle prigioni e concesse amnistie. Il Nord della Francia piombò sul Mezzogiorno dilagando, vera orda dì
barbari, su quella che era allora, sotto ogni aspetto,
la più colta e civile regione del mondo. Si disertarono
le campagne tagliando alberi e vigneti, otturando le
sorgenti, si presero d’assalto le città che vennero orrendamente saccheggiate col macello di tutta la popolazione fra atroci e vergognosi supplizi.
Rimane tristamente celebre nella storia l’ecatombe
di Béziers. Essendosi fatto osservare al legato papale
che accompagnava l’esercito di assassini, che vi era
in quella città Jun certo ^numero di cattolici romani,
« Uccideteli tutti, rispose, Dio saprà riconoscere quelli
che son suoi.
In pochi mesi perirono, dal ferro e dal fuoco, più
di 60.000 uomini, donne, fanciulli, in Linguadoca e
Provenza, mentre decine di migliaia d’altri, spogliati
di tutto, fuggivano la desolata patria, riversandosi in
paesi ove non li potesse raggiungere l’Odio feroce del
preteso Vicario di Cristo.
6
6
LA LUCE
Rimasero disabitate estese regioni poco prima popolatissime ; ma non perciò vi rimase spenta la face
della verità. Fu allora che il papa creò llnquisizione
e ne affidò il santo uffisio all’ordine dei Domenicani,
di fresco istituito, affinchè scoprissero le persone che
professavano segretamente dottrine non gradite a Roma
e le dessero al fuoco.
Seguirono tre secoli di persecuzioni, imprigionamenti
esilii, roghi ; pure la Riforma trovò ancora in quelle
plaghe un terreno pronto ad accoglierla e vi si radicò
cosi potentemente che, oggi ancora, malgrado l’opera
nefasta di Luigi XIV, il protestantesimo vi conta parecchie migliaia di aderenti, organizzati in numerose
chiese.
Tal’è la potenza del seme dell’Evangelo caduto in un
suolo ben preparato,
Giov/. Jalla
La dottrina cristiana spiegata al popolo
La Creazione.
D. — Quale è l’origine del mondo ?
R. — Il mondo è stato creato da Dio. Questa è l’affermazione contenuta nel primo racconto dèlia Genesi ;
ed è facile vedere come quest’affermazione superi in
ragionevolezza tutte le altre ipotesi (generazione spontanea, eternità della materia, ecc.)
La generazione spontanea è un assurdo che confina
con la pazzia. Dal nulla, per ogni mente sana ed equilibrata, nulla può nascere.
L’eternità della materia implicherebbe l’eternità di
certe forze ad essa inerenti. E siccome queste forze
non sarebbero state poste in uh dato momento da una
volontà libera, sono forze fatali, necessarie. Ora, forze
fatali, necessarie di una materia eterna, debbono aver
agito in un determinato modo fin dall’eternità. E che
ne risulterebbe allora? Questo: che il mondo sarebbe
eterno nel sm stato attuale. Ma le scoperte più sicure
della scienza dimostrano che il mondo non è sempre
stato cosi come lo vediamo ; che anzi esso è pervenuto
al suo stato attuale gradatamente : dunque la materia
non è eterna. Il ihondo ha avuto un principio ; è stato
creato.
D. — Qual è il valore del i acconto biblico della
creazione ?
R. — Il racconto della Genesi sarebbe strano se si
dovesse intendere secondo la lettera. Qui occorre ricordare che spesso la lettera uccide. Per esempio : Dio
ha egli create le cose in sei giorni di 24 ore? Lo
studio della geologia dimostra con certezza che non
accadde così. Perciò — senza andare a cercare che
cosa ne pensasse lo scrittore del racconto, e checché
egli ne pensasse — noi dobbiamo considerare i giorni
della creazione epoche d’indeterminata lunghezza
le quali corrispondono ad atti successivi nell’opera
creatrice.
Inoltre, noi dobbiamo considerare il racconto tutto
intero non già come se fosse un trattato scientifico
suH’origine del mondo, ma come un racconto d’indole
religiosa, come l’affermazione, cioè, di quest’altissima
verità religiosa : che il mondo è stato creato da Dio.
D. — Nondimeno, questo racconto non è esso in
molti particolari confermato dalla scienza moderna ?
R. — Pare di si. Dìfatti : la scienza ora ammette
che, nei primi tempi della sua costituzione, il nostro
globo doveva presentare l’aspetto di un piano liquido
(Oen. I. 2). La scienza, inoltre, ammette che la luce è
per sua natura indipendente dal sole e che ha potuto
precederlo {Oen I. 3); che la luce antisolare ha avuti
i snoi momenti di levata e di cessazione {Oen. I. 5.8. ec.).
Essa ammette che i continenti sieuo emersi dai mari
e si sieno coperti di una vegetazione colossale di cui
le miniere carbonifere sono i monumenti {Oen, I. 11.12).
Essa constata che, dopo l’epoca carbonifera, s’è opera:
ta nella vegetazione una trasformazione la quale attesta l’intervento dei raggi solari; che nelle acque e
nell’aria ebbe luogo uno straordinario sviluppo di
vita (Gen, 1. 20.23) prima dell’apparizioue degli animali
terrestri {Oen I. 24). Finalmente la scienza constata che
l’nomo è l’ultimo venuto nella creazione. .
(Consigliasi di leggere sopra tale argomento la « Cosmogonia della Bibbia spiegata con Kant, Laplace e
Darwin di, Vincenzo Tammolo ».)
D. — Che importanza ha questo accordo che avete
rilevato tra alcuni dati del racconto biblico e alcuni
tatti accertati dalla scienza moderna ?
R. — É un fatto curioso ed interessante, ma che
®on ha una vera portata religiosa, Vogliam dire che
esso non accresce l’importanza religiosa della Bibbia;
la quale, per converso, rimarrebbe inalterata quand’anche l’accennato accordo non esistesse ovvero fosse
meno completo.
- D. — Come ciò ?
R. — Nessuna verità d’indole religiosa, nessun interesse religioso esigeva che l’autore di quel racconto
dovesse avere conoscenze scientifiche complete ed infallibili circa il modo come si svolsero esteriormente i
fatti della creazione. Le cognizioni ch’egli aveva a
questo riguardo erano relative alla sua attitudine mentale ed alla sua cultura. La Bibbia — lo ripetiamo —
è regola della nostra fede non per un qualsiasi contenuto scientifico, ma unicamente pel suo contenuto religioso. Ora, il contenuto religioso di questo racconto è
soltanto quello che abbiamo rilevato di sopra, e cioè
che il mondo è stato creato da Dio. Niente di meno
ma anche niente di più.
Qui giova osservare che la religione e la scienza
esteriore si muovono secondo linee parallele ; vai quanto
dire che esse insegnano verità di diversa natura e le
insegnano con metodi diversi. Esse sono quindi perfettamente autonome l’uua rispetto all’altra. Non è lecito
attentare a quest’autonomia attribuendo ad una di esse
gli scopi e i metodi che sono propri dell’altra.
D. — Chiarite la cosa praticamente con un esempio
R. —Restiamo nel caso della creazione. Che può
dire la scienza esteriore circa l’essere o no il mondo
stato creato da Dio ? Assolutamente nulla. Affermarlo ?
Poveretta, non ne ha la competenza, poiché i suoi mezzi
di accertamento non arrivano uè possono arrivare sin
là. Negarlo ? E con quale diritto ! Gli è come se il
cieco-nato pretendesse di negare la luce restringendo
tutte le realtà a quelle con cui egli viene a contatto
mediante i suoi poveri quattro sensi. Essa non ne sa
niente, ecco tutto.
Consideriamo l’altra faccia dell’autonomia nel medesimo esempio :
Ecco una scoperta scientifica la quale, se vera, impone d’intendere in un dato modo il procedimento esteriore dell’opera creatrice (evoluzione o che so io.)
Bisogna accettarlo questo modo d’intendere ; accettarlo,
sia pure con beneficio d’inventario, cioè con la riserva
di rettificarlo quando altre e diverse scoperte della
scienza esteriore spingessero ad altre e diverse conclusioni. Ma la Bibbia, in tutto questo, non c’entra. In
tale campo, dove si tratta del modo secondo il quale
esteriormente le cose andarono, la parola spetta soltanto
e sempre alla scienza esteriore. La Bibbia non ci è
data come regola per l’accertamento di siffatte modalità. Se talvolta uno scrittore, uiblico vi accenna, egli
lo fa secondo la mente e la cultura sua ; ma qui non
cade l’ispirazione che invece si riferisce soltanto alla
rivelazione religiosa e morale progressiva che fu resa
completa e perfetta in Gesù Cristo.
Perciò dicevamo che l’accordo tra alcuni dati
del racconto biblico della creazione con alcune scoperte
della scienza moderna non accresce il valore religioso
della Bibbia, come il possibile disaccordo tra le conoscenze scientifiche di questo o quello scrittore biblico
e i dati della scienza posteriore, non appannerebbe
minimamente la ispirazione religiosa che appartiene
a tutt’altro, come abbiamo dimostrato.
a. 1.
Informazioni
Sottoscrizione ol fondo " Matteo Procliet „
Per scuola maestri evangelisti
(Ventiduesima lista)
Somma precedente L. 15.069,65
Sig.na M., per Cav, C. de Bornemann » 4,10
< A Friend », per Rev. Wood Brown » 100,—
G, Romano, pastore emerito. Torre Pellice » 20,—
Un Valdese d’America, per Giosuè Tron » 25,—
Ing. Eugenio Trincherà, Ostuni > 15,—
Giuseppe Sgherzi Aliprandi, Napoli » 5,—
Gennaro Cantone, Carunchio » 1,—
Alberto Re, Carunchio » 5,—
Chiesa di Genova, !• versamento
(Francesco Rostan 50, Prof. G. G. Malan 50, A. Lampe 50, Giuseppe Alimonda
50, R. Falchi 50, Roberto Bauer 50, Marie
Dapples 50, Carlo Vitale 20, Famiglia Bolognini 15, L. Giorcelli 10, Adriano Muston 10, N. N. 10, Queirolo Virginia 10,
572,—
C. A. C. 10, Ad. Decker 5, Alimonda Maria 5, Famiglia Briasco 5, Arturo Bolognini 5, Santacroce Nicola 5, Rossi Elena
5, Ing. Rutelli e Signora 5, O. Paladino 5,
Giulia Cerruti 5, Caterina Queirolo 5, A.
Medica 4, Adele Vola 3, Ferrea Domenico 3, M. Senn 2, G. Travers 2, Paolo
Leupold 2, Mangini Benedetto 2, Fermento Enrichetta 2, Emma Milanesio 2,
J. Nisbet2, Bonetti Antonietta I, Boraso
Angelo I, A. Piras I, Signora Ottavia Goss
10, Valeriane Perazzi 50)
Barbaroux P., Colonia Vaidense, per F.
Rostan » 50,—
Chiesa di Livorno . 318,80
(Gaetano Socci I, Pietro Landi I, Felice
Weber 20, Maria Pugi 0,30, N. N. 10, B.
Celli 40, Giuseppina Mannini I, X 0,50,
Tanzi Argia 2, Weber Elsa 2, Nuti 0,40,
Avversari 10, Priscilla tìignoni 2, Maria
Bini 2, B. G. E. Cammarano 10, Giuseppe
Carletti 5, Sig.na Ferrari I, Ester Celli I,
Claudia Giuliani 0,60, I. S. M. 0,50, Cox
Geòrgie I, Famiglia Peranzoni 2, Cioni
I, Pietro Paperi 0,50, 0. Bardini 2, P. L.
1,50, Antonio Vendrame 0,50, Egisto Cignoni 100, Luigi Cignoni 100)
Chiesa di Milano 1, !• versamento » 540,—
(Signor e Signora B. Revel 100, Sigg.
Giov. e Mina Cramer 150, Famiglia Fontana-Roux 100. Signora Maria Cossy-Vogel
100, Signora Maria Camperio-Siegfried 50,
Signora L. Biffi 30, Signora Adele Cariot 10).
Chiesa di Milano II. > 93,80
(Oggioni Giuseppe 5, Galbiati Giuseppe 2, Alberti Angelo 2, Pepalo Vicenzina 5,
Papaleo Giuseppina 2, Papaleo Saverio 3,
Armedi Tulio I, Bianchi Angelo 2, Borgia Damiano 10, Borgia Paimira 5, Clerici
Pietro 3, Pozzi Romeo 3, Gatti Enrico 5,
Cavalletti Luigi 10, Saronni Giuseppe 2,
Visconti Carlo 5, Bulgheroni Angelo 1,50,
Aliprandi Carlo 1,30, Bordoni Abramo 2,
Tebaldi Gaetano I, Berettera Romeo I, N.
N. 3, P. H. Johnston 2, Gatti Ernesta e
Virginia 5, Barinetti Margherita I, Boldrini Amalia I, Bronzini Maria 5, Mapelli Maria 5).
Chiesa di Belgrano (Repubblica Argentina) » 225,—
Totale L. 17.044,45
IRoma. — Riceviamo intorno all’opera di Evangelizzazione fra gli Israeliti questa informazione :
La sera del 10 corr. nei locali dell’Opera di Evangelizzazione tra gli Israeliti, ebbe luogo una simpatica riunione a cui intervennero parecchi invitati.
I giovinetti della Scuola Serale svolsero un breve
programma, che interessò non poco i presenti. Fu
eseguito un dramma storico in due quadri, intitolato Un episodio della prima Crociata. I giovinetti si distinsero nel rappresentare i diversi personaggi, per la serietà con cui si presentavano al
pubblico, lasciando travedere che l’istrnzione religiosa ricevuta aveva saputo interessare quei piccoli
cuori alla conoscenza di Cristo e delle sue dottrine.
Alla Direttrice di quest’ Opera Miss. Caterina
Burtchaell, che da più di trentanni si dedica con
vero intelletto d’amore allo sviluppo di questa missione, giunga il plauso della nostra ammirazione; mentre facciamo voti che tanto zelo, profuso a benefi*
do di un popolo, più disprezzato che benviso, sia
coronato da frutti degni di cosi nobile missione.
— Domenica sera, 16 Febbraio, nella grande palestra deir A. C. D. G un bel trattenimento famigliare. La sezione ginnastica dette un saggio della
propria bravura ed Alessandro Marcucci, leggitore
esperto e piacevolissimo, lesse il Prologo della Nave
di G. D’Annunzio, con grande diletto degl’intervennti,
che saranno lieti di acclamarlo molte altre volte nel
medesimo locale.
Sanremo — {Matasio). La prima Domenica
di Febbraio nella Chiesa nostra ebbe luogo, come
di regola fra noi, la Comunione mensile. In tale
circostanza abbiamo avuto il privilegio di ricevere
in piena comunione con la Chiesa una gentile signorina proveniente dalla Chiesa papale. Diamo cor' dialmente il benvenuto alla nuova sorella anguran
I®
7
LA LUCE
dolé che le più elette benedizioni divine 1’ accompagnino nelle lontane regioni dove tra non molto,
per motivi di famiglia, dovrà trasferirsi.
T'iizza. — E’ giunto a Nizza per trascorrervi
alcune settimane di villeggiatura, assieme alla sua
elettissima Signora, il Padre Giaci uto Loyson. I
nostri fratelli di si augurano che il grande
predicatore possa spingersi fino alla loro città e vi
faccia sentire, ancora una volta, la sua potente parola.
San Martino alla Palma — (Firenze) 11 nostro illustre correligionario Maestro
Adolfo Baci è stato gravemente infermo e quasi
in pericolo di vita. Siamo lieti però di apprendere
e di comunicare ai lettori che adesso il chiaro musicista è in piena convalescenza. Ne ringraziamo
Iddio ; ed al Maestro Baci mandiamo i nostri migliori augurii e saluti. Ci rincresce che tutto ciò
impedisca 1’ andata del Maestro Bacia Sanremo per
dirigervi l’esecuzione di musica sua : Bosilde,
Bianca, le Driadi, i Fauni, ed altre sonate in
forma classica che già furono eseguite con notevole
successo davanti al pubblico musicale di Dresda ed
a quello di Parigi.
Napoli. — E’ uscito il terzo rapporto della
Casa Materna, la benefica istituzione, modesta ed
umile, che il fratello R. Santi persegue con amore
insistente e con devozione. Siamo lieti di sapere
che la Casa Materna ha potuto arrecare tanto sollievo a molte miserie e ci compiacciamo vivamente
nell’ apprendere che 1’ opera della diaconessa Lidia
Pasquet, della Casa delle diaconesse di Torino,
sia stata così lodevole sotto tutti gli aspetti. Una
bella testimonianza della serietà con cui le nostre
diaconesse sono preparate al loro sacro ministerio.
"Woert (Württemberg) - {Pfaefflin). —Una
delle comunità valdesi che noi abbiamo nel Württemberg si chiama Neaìiengstett. Fondata nell’ anno
1699, si chiamava fino al 17il « Le Bourset ».
Oggi conta 379 abitanti, di cui tre sono cattoliciromani. Domenica scorsa, 9 febbraio, questa comunità fu in grande festa per l’inaugurazione della
sua chiesa, restaurata secondo il piano d’ un architetto celebre Wurttemberghese, La spesa (17000
marchi) la piccola congregazione non la poteva sostenere con la propria borsa; perciò 1’Autorità Ecclesiastica Superiore è venuta in suo aiuto con
mezzi vigorosi e ne ha ricevuto ipiù profondi ringraziamenti di quei Valdesi. Il decano di Calw (i
Valdesi italiani lo chiamano capo distretto) tenne il
discorso d’inaugurazione e il vice-pastore locale la
predica solenne. Dopo un piccolo banchetto, un secondo culto ebbe luogo verso la sera, nel quale un
pastore emerito spiego taluni quadri biblici proiettati sopra una tela.
Milano — {d. b.). Sotto il titolo : / funerali di una vecchia patriota, giorni or sono, i principali giornali di Milano — il Corriere, il Secolo,
la Lombardia, la Sera, ecc. — annunziavano che
« nel pomeriggio d’ oggi (mercoledì, 5 corrente)
ebbe luogo il trasporto funebre di una donna valorosa, a nome Sala Rachele, d’anni 76, dimorante in
Piazza Fontana, 1. Costei prese parte attiva nell’insurrezione delle Cinque Giornate del 1848, facendosi ammirare per il suo coraggio. Volle essere
accompagnata all’ ultima dimora, al suono degli inni
patriottici. La Sala venne seppellita nel riparto
degli evangelici ».
A questo proposito aggiungeremo qualche notizia
migliore. Poco più di due anni fa, il nostro vecchio
fratello Antonio Ornaghi — uno di quegli antichi
colportori che si distinsero nelle grandi lotte nei
primordi della evangelizzazione in Italia, tosto che
furono liberati dal giogo straniero la Lombardia e
il Veneto — divenuto coinquilino dei signori Sala,
li avvicinò in amichevoli conversazioni. Ben presto
il Sala abbracciò il Vangelo con tutto 1’ entusiasmo
del suo cuore, e Rachele segni 1’ esempio del consorte e tutti e due furono inscritti nella nostra
chiesa, al Foro Bonaparte, 7. Tutte le sere il fratello Ornaghi teneva un piccolo culto in casa dei
Sala, e la Rachele, col suo carattere allegro, vivace
— sebbene inferma da dodici anni — ruppe le
barricate del pregiudizio e della superstizione e da
quella breccia passò oltre per contemplare T amore
di Dio in tutte le sue meraviglie e partecipare ai
benefizi! del sacrificio di Cristo.
Il servizio funebre nel cortile della casa si svolse
fra il rispetto di numerosi uditori: balconate e finestre erano piene d’inquilini che ascoltavano con
vivo interesse. Al corteo funebre presero parte
quasi tutti ì presenti fino al Cimitero Monumentale.
Ivi ebbe luogo un altro servizio ; parenti ed amici
ne furono commossi : « Questa la verità ! qui si
sente qualche cosa che tocca il cuore ! dicevano »,
Una nostra sorella distribuì opuscoletti ; ma non
ne ebbe tanti da soddisfare le signore che li desideravano. Dio benedica quella testimonianza e conforti il fratello afflitto !
Milano (G. G.) — In Gennaio ha cominciato
a funzionare la « Pensione » dell’ A. C. D. G. di
Milano — via S. Giovanni in Conca 9 — p. p.
L’iniziativa antica, ma prima d’ora non potuta
attuare, vuol essere una pietruzza neU’edificio sociale
— religioso verso cui molti buoni convergono i loro
sforzi ; essa mira a sottrarre, per quanto è possibile,
dei giovani alTambienre di certe trattorie e portarli
in contatto d’influenze spirituali nel modo più semplice e naturale :colla domestichezza con « unionisti,»
e fratelli in fede.
Cosi si vede a mezzodì e alla sera buon numero
di italiani e molti stranieri riuniti intorno alla tavola
come in famiglia ; la conversazione è sempre animata e piacevole, finito il pasto, non si scappa, ma
si può passare nella sala di lettura.
DIBLIOQRflñA
Ugo Janni. —Catechismo filosofico delle fondamentali dottrine del Cristianesimo (Pubblicazione della Federazione italiana degli studenti.)
Firenze, Tipogr. Claudiana, 1908,
« Il Catechismo non è destinato ai piccoli, ma agli
adulti ; non alle persone troppo semplici, ma a quelle
che sono dotate di qualche grado di cultura ; e spera
di essere utile specialmente a quegli spiriti che vanno
cercando, come a tastoni, l’Iddio sconosciuto. »
Cosi l’autore avverte nella piccola prefazione posta
in principio del volume. Noi crediamo che egli sia
riuscito a darci un poderoso strumento di offesa-difesa nella grande lotta che tutti conbattiamo per l'Evangelo, il grande segno di contraddizione ne’ secoli ;
e non solo un raggio di luce guidatrice, che debba
modestamente essere utile a chi cerca a tastoni l’Iddio sconosciuto.
Ugo Janni non ha bisogno di presentazione, che il
suo nome è notissimo ed anche il suo valore ; egli si
compiace di toccare le più alte vette del pensiero,
ed ha ali che lo sorreggono con robustezza pari alla
volontà ferrea e tenace. Possa questo buono e leale
servitore di Dio veder nascere molto frutto dalle sue
fatiche : io lo dico con profondo sentimento di ammirazione e con vera commozione nascente dall’affetto
fraterno che a lui mi lega. Io credo di potere con
onesta coscienza esaltare questo laborioso tanto più,
in quanto oggidì per accingersi a scrivere opere di
tale natura è necessario un grandissino coraggio, sia
perchè immensa è la confusione delle idee in mezzo
alle quali brancola la nostra etate, sia perchè il campo de’ credenti (come quello di agramante) é assai diviso e suddiviso e le convinzioni visone incerte talfiata, tal’altra barcollanti. Non mi stupirei, per esempio, se
dovessi sentir scrosciare intorno a me, a proposito del
volume di Ugo Janni, il riso ironico dei nebulanti,
per cui la fede ha contorni rosatamente sfumati che
vaniscono deliziosamente nel nulla : tali sono le condizioni nostre oggigiorno!
Ugo Janni è un raziocinatore perchè crede (e crede benissimo) che la fede va poggiata sulla conoscienza
e che, quando più è la conoscenza perfetta, tanto
più è la fede salda e sicura. Si dirà: non si
può convenire con l'autore in certi ragiona- menti,
in certe asserzioni e dimostrazioni, ecc. Rispondo : non si tratta di ciò, si tratta di approvare il
metodo ; i singoli argomenti, poi, si discutano e si dibattono. Chi ha turata la bocca allo studioso ? Chi
gliela vuol turare ? Niuno ; meno che mai il nostro
autore, il quale anzi induce alla riflessione e provoca
una infinita germinazione d’idee. Il che prova già luminosamente che così va fatto con chi vuole meglio
conoscere le proprie dottrine religiose e con chi non
ne possiede affatto.
Non entro in merito perchè l’indole popolare di
questo periodico non me lo permette, ma invio dal
profondo del cuore il plauso mio al virtuoso fratello.
Vigensio
*
^ I»
Vade-Mecum Evangelico —Anno 1908
Editrice Metodista, via Firenze, 88.
Roma, Casa
È il ben noto libriccino, fatto con tanta precisione
e chiarezza, che dall’ anno scorso ha incominciato a
pubblicarsi dalla Casa Metodista, manifestandosi subito necessario, per non dire addirittura indispensabile. •
*
* *
La rivista Cristiana — Sommario del numero di
Febbraio 1908 :
E. Bosio — La storia patriarcale e la critica.
G E. Meille — Reminiscenze bìbliche nella « Nave »
di G- d'Annunzio.
E. Senarega — Il valore cristologico della confessione di Pietro.
, * , — Lettere a tre giovani amici (II).
O. Luzii — Segni de’ tempi. Pagine Omiletiche.
G. R. —_ Predicatore e uditori.
G. LuzzL — Miss Clementina Guthrie — Necrologio.
U. Janni — Cronaca del movimento religioso. —
Dalle Riviste e dai giornali. —In Biblioteca.
Lumen de Lumine — Bollettino mensile.
Sommario del numero di Febbraio 1908 :
Attorno al modernismo : P. Tagliatatela — Non è
cosa nostra il Cristianesimo ? : Mario Gorelli —- Bozzetti Omiletici : Che vuoi tu ch’io ti faccia ? Ghristi
de grege ; La storia di un travestimento : De Witt
Talmage ; Tesori in cielo: Albert Goodrich',11 Aoveie
e il piacere: I. Martin-, Come si deve ascoltare : C./T.
Spurgeon — Per il pulpito x Felice Dardi — La Moda:
De Witt Talmage.
Note bibliograflche : Il fatto di Cristo (di P. Carneggi Stimpson) V. C Nitti ; Sermoni e Conferenze
di S. Beruatto : F. Pausa-, La prima pagina della
Bbbia (’di F. Bette : Leopardo Pubblicazioni minori
— Giordano Bruno : Pietro Tagliatatela — A Zig-Zag.
Gioventù ! — Rivista de’ giovani protestanti d’Italia'
Sommario del numero 2:
I protestanti e la lotta tra Modernisti e cattolici
conservatori (Referendum) — Lo studente e la Chiesa
—Individuo e ambiente — A Dio — Nella Vita-,
Brani e brandelli — Notizie Varie : Federazione Studenti. Italia Unionista. Attività Cristiana.
APPKNDICE
EROINE YHLDESI
MONOLOGHI DI TEOPILO GAY
II.
Ciovanna PraHna Mafurino.
(Coni, e fine ; vedi N. preced.
Non per questo ci lasciò Lentolo ; e seguitava imperterrito nel servizio del Signore pel bene delle nostre anime, ma noi non potevamo lasciare una vita
così preziosa esposta a sì gran periglio ; e per tanto
1’ abbiam fatto accompagnare la settimana scorsa e
restituire incolume alla chiesa di San Giovanni che
ce r avea prestato. Iddio lo conservi lunghi anni pel
bene dei Valdesi!
Ed ora è scoppiato il fulmine sopra di noi. Era appena partito Lentolo, che arriva da noi il Bargello
nella speranza d’agguantarlo ; e vedendosi deluso, si
fa indicare il principale della congregazione Valdese,
e ieri l’altro trae in carcere mio marito, in mia assenza. Oh 1 come son rimasta, quando nel rincasare
seppi che 1’ avean serrato in prigione ! Son caduta
in ginocchio e dal mio cuore è prorotta un’ ardente
supplicazione al signore onnipotente.
E m’ ha esaudita, giacché mi son rialzata sentendo
in me una risoluzione che da Lui solo potea venirmi.
Voglio raggiungere mio marito, il mio posto è
presso di lui per soffrir con lui e sorregger la sua
fede. Non 1’ ho io promesso quando lo sposai ? Andrò
dunque... e se così vuole Iddio, morrò con lui per colui che morì per noi.
Ieri mi presento al giudice, e chiedo di poter veder lo sposo. Ahi ! me lo negarono dapprima, parendo
loro questo tal conforto da doversi negare ad un eretico, ma il Bargello ebbe un’ ispirazione. Se essa potesse indurlo a ritrattarsi per aver la vita salva, sarebbe un trionfo ! ed a me rivolto, chiese :
Promettete, di parlargli pel suo vero bene in modo
da indurlo a curare i suoi interessi P — Lo prometto 1
risposi subito con franchezza — Ed allora m’ accompagnarono nella sua cella. Oh ! quando lo vidi curvo
e mesto in quest’ antro, sentii che l’amavo più forte
che mai, e che più che mai egli avea bisogno dime;
e gittatami nelle sue braccia, gli ricordai le parole
di Gesù ai parseguitati per cagion del suo nome, e
10 vidi istantaneamente rinfrancarsi. Al che, il Bargello minaccioso mi si avventò contro con queste parole : Sciagurata, così mi avete mentito 1 — Non ho mentito, gli parlo pel suo vero bene il quale secondo me
è ben diverso da quello che é per voi. — Ma allora,
vi arrestiamo anche voi e morrete voi pure! — E
così sia! ho detto in uno slancio del cuore; e stringendomi a mio marito, aggiunsi : Insieme andremo a
goder la vita eterna !
Chiamato il giudice, c’ intimò di abiurare ; rifiutammo energicamente ; e senz’ altro sentenziò che saremo arsi sulla piazza pubblica domani.
Poche ore ci avanzano su questa terra, quando
spunterà l’alba del giorno novello, ci trarran dal carcere e faranno quel che vorranno dei nostri miseri
corpi ; ma le anime nostre redente da Cristo voleranno
nel seno del Padre e « Saremo per sempre col Signore ».
Addio terra di miseria e dì peccata! Partiam per
11 cielo, uniti sempre, nella vita e nella morte 1
Possan le nostre ceneri esser seme che frutti al nostro Piemonte tempi migliori di libertà nella verità,
a gloria del Redentore benedetto in eterno l i
Vito Garretto Direttore responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould Via Marghera 2, Roma
Hanno pagato l’abbonamento ;
B. E. London — R. E. Torino — C. G. p. Montréal S. C.
Genova — C. G. Pordenone — S. S. Reggio Calabria — A. P.
Barentn — M. M. Asmara — C. B. Condove — U. E. del
Serre, Agrogna — C. G. Chicago — D. A. Tonno —- T. D.
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Torrestt rttornar giovane ancora t
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Se la ealvtzte l’animo t’accorar
Se la vorrei f mi chiedi, certo, sicuro;
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Dolce fata, deh fallo, tt scongiuro
Che lo sioechia l’età mi dice ognora.
Soggiunse allor la fata: Qioventh
Darti sol lo aaprd, senea flneione.
Che tu set calao noi dirai mal plh.
Bello diventerai come un Adone/
Sorridi f Forse a me non eredi tu t
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Rivolgersi all’ Autore
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Toiirn giovane evangelico, intelligente, serio, _ di
Lul'uU sana costituzione, desideroso impratichirsi
ramo carta con breve tirocinio presso Cartiere, Scrivere con referenze: E. Schreiber, via Valeggio 21,
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