1
i^S5 - ¿^G6
■■■
>■- •■
f - '. ' I • .* • / \
1
- \
: 1. . ^ \ í , . V ■ ■'■ ^ w'-. ■'■: ■ ■ - ■ ■ • '.*^ '■ -sí: •• ,.^ ' • ■ r' .=• - .
• • 1
T ■^V-' N* ■- ^ ■•:r.’- ■■■
- ■*'
V v;
' »
,^r
Ä
?: . ■•.:■,
'■•'"í->:o
*.í'
\
2
■yWíí
fife-:
-W
' I
. I
j
•'1
-fi
•f'
•:p*
■ 'it
ii
■ 'A. ;>'/-■■ •
ri-■ i- ■
/Í.V . . :,
ri'i ^ *: ■ '-. -•:;y'^
• - 'i«‘'
3
Anno IV.
Torino, Sabbato 6 Gennaio 1855.
Num. 1«
Lfl BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Si dislribuisce ogni Sabbato. — Per fadnu Numero centesimi ÌO. — Per caduna linea d’inserzione centesimi 20.
rondiKÌoni tl’Af«f«oeiazionet
Per Torino — L'n .Uao L. ». — A domicilio L.« ■ — Provikcis L, e SO.
S« mesi ■ — • * 50 _ — . S
Tre mesi • I. — . S tS ' — ■ t S*.
Per Francia e Svizzera franco a destinazione, e per l'Inghilterra (ranco al confine lire » S*
per un anno, e lire 5 per sei mesi.
LcAsMwiaiiomsincevoMo: in Torino, ali’vnii'.lo dri blornale, via Valentino, ras.
Mlora, N" 12,3“ piano; alla Librcrln KtanKcIIra di G. Hiava, e C., via Carlo Allierto dirimpetto al caffè Dilej, e dai »'raielll lil.rai, via li. V. dogli Angeli, Pomi«,
Nelle proyinoe^ prcRTO tuui gli Ì//pni postah per mezro di Vaalia, clic dovranno ewere inviali
franco al Direttore della Bro*iA Novella e non altrìmonii.
Airesiero, ai segucmi indirizzi: Londra, dai «ig«. Ni8»l>ett e C. librai, BemcirB-Rtre<*t ;
Parigi, dalla librenaC. Mcyruci*, rue Tronchct, 2; Niiie.s dal «ig. Peyrol-Tinel libraio; Lioni,
dai 8»gg. Denifl et Petit Pierre librai, me Neuve, ig; Ginbvka, dal »ig. E. Berond libraio;
LosAroA, dal 8ig. Uclafontaine libraio.
.bandiamo i dne primi numeri di quesfaniio a tutti gli antichi Associati indistintamente: i nuin. seguenti non saranno
l>iù spediti senza una formale richiesta.
I NOSTRI PKEVCIPII
Eccoci, 0 lettori, al quarto anno, di nostro
periodiche pubblicazioni, che noi ci lusinghiamo
d’intraprendere con lieti auspicii; tanto piii che
in questo nuovo anno, anziché venir mono,
vediamo crescere vie piii quelle simpatie e quel
favore di cui ci foste larghi no’ tre anni precedenti: n6 a tanta stima sapremmo in altro
modo rispondere, che cercando ognora pih di
meritarla.
I nostri lettori conoscono la causa che noi
propugniamo; ma siccome non di rado alcuni
senza cognizione di causa, altri per opposti interessi, ed altri aiicrmi per solo vezzo di calunniare e deprimere, avventano intempestivi o
perversi giudizii su’ principii e le tendenze degli individui e spesse volte d’un intero partito ; perciò, ad evitare gli equivoci o la noia
d’immeritate polemiche, vogliamo premettere
una breve ma esplicita dichiarazione de’ nostri
^rincipii, specialmente per quanto riguarda la
'igioneela patria, il Vangelo e la Società; prinpii che comprendono tutti i diritti e tutti i doveri
degli uomini, siano essi considerati come indi' vidui 0 come cittadini, come creature di Dio o
i ------- -------------------
L’Invalido di Rothenstein.
Un povero veceliio, rattratto fln dalla nascita,
abitava, sono già molli anni, in una capannuccia
poco distante dal villaggio di Rothenstein. Egli
era per tal modo deformato, che il suo corpo
pareva proprio un gomitolo ; i ginocchi toccavangli il mento : e’ non poteva nè stendere, nè
muovere i piedi, ma solamente strisciarsi sopra
un suolo eguale. Ben presto però indolenzito
dalla lunga infermità e rifinito da’ patimenti
continui, dovè smettere anche questo esercizio
negli ultimi anni della sua vita.
Malgrado la deformità delle sue braccia, avea
imparato a servirsi con molta destrezza delle
dita; sapea cucire, far la calza ed altri facili
lavori; e con tali mezzi guadagnavasi il pane
e la zuppa, suo quotidiano alimento, e faceva
ancora qualche piccolo risparmio. Giunto all’età
di cinquataseiauni, perdèaiTaUo l’uso delle mani
come membri del corpo sociale. Imperciocché
non si può, secondo noi, segregare la religione
dalla patria, perchè l’una non escludo l’altra;
nè si può scordar quella per dedicarsi esclusivamente alla causa di questa, o viceversa.
Il progresso delle scienze e delle arti, il piii
florido stato dello industrie e del commercio
non bastano a caratterizzare un popolo come
civilizzato, ove a siffatti beni non corrisponda
in ugual grado la purità de’ costumi ; chè anzi
lo sviluppo intellettuale ed economico es.ser
potrebbe nuova fonte di mali per un popolo il
cui sentimento per difetto di buona morale traligna. Nò la società sarà mai tranquilla e sicura
finché non mirerà ad estirpare i vizii fin dalle
radici; giovando meglio prevenire i reati piuttosto che punirli, e indiriztare i cittadini al bene,
anziché son’egliarli perclié non corrano al male.
E ciò sia detto neH'intore.sse sociale, facendo
astrazione del maggioro interesse che hanno gli
uomini, come seguaci del Vangelo. Se poi questi
•duéìnteressi, cfliiib 6 J1 i^one, si rarvicinsiiiò,
risulta che una morale scevra di superstizioni
e non pregiudicata da false ed impure dottrine,
tale insomma come il Cristo ce la prescrive nel
Vangelo, oltrecchè avvia l’uomo nel gran sentiero della eterna salute, giova in pari tempo
alla sicurezza ed al benessere degli ^ti' meglio
che le pih savio leggi del mondo.''J'itiÌ!y6ro, qual
migliore cittadino di chi>gp|J'eT]j^neÌ Vangelo
ad amare i suoi similifsqij^rfre la pratica di quel
sublime precetto genera ogni virtìi dom^g&tica e
civile? Se la giustizia e la pietà sono lo basi
■ ----T---r-^T-T.-----4------
durante un inverno oltremodo rigido e lungo ;
e da quel tempo infino alla sua morte, che avvenne sei anni appresso, fu di mestieri imboccarlo siccome un fanciullo.
Nulla costavagli l’alloggio, ché la capanna
apparteneva al comune : chiamavasi il lazzaretto
del villaggio, perché là trasferivansi un tempo
gli ammalati, quando la peste infieriva nel paese;
e per questo appunto essa rimaneva assai lontana dal villaggio, all’estremità d’un bosco remoto, e cìnta intorno da scogli. Nulladimeno le
cure pibnecessarienon mancarono mai al povero
infermo, in ispecial modo durante la vita d’una
vecchia donna, vedova d’un pastore del luogo,
che avea pure ottenuto un asilo nel lazzaretto
a causa dell’elà canuta c delle sue infermità^
Questa donna, la di cui giovinezza non fu
esemplare, divenne nella vecchiaia un modello
di pazienza, di dolcezza e di pietà. Essa avea
fatto da madre all’infermo: ella sola procacciava
ed apprestavagli il cibo ; ella sola recavasi nel
bosco a far legna per l’inverno ; ella custodiva e
della religione, non sono in pari tempo il perno
su cui l’umano consorzio si regge? Un popolo,
nel vero senso evangelico non può es.sere che
un complos.so di ottimi cittadini, fortemente attaccati a’loro doveri sociali, e quindi capaci di
ogni miglioramento economico o civile, ma
onesto e duraturo, perché fondato sulla giusti/.ia
e sulla pietà. E questo il vero, il beriotico jirogresso, che concilia la gioia col sacrifizio, la
politica colla rejigiono, e pone in armonia lo
delizie della terra con lo s|)eranze del cielo.
Non vogliamo dissimularlo , gli Evangelici,
talora mal compresi, talora denigrati, come dicemmo altra volta, sono stati sottoposti a falso
giudizio, e segno ora ad odio ed ora a discredilo,
tanto più ingiusto per quanto immeritato.
Infatti, se interrogate quo’ caldi patrioti che
generosamente aspirano al conquisto delle patrie libertà, vi risponderanno; Essere gli Evangelici buona gente, non avversa ad un miglior
ordino di coso, amante piuttosto del progresso
e d«l benessere sociale ; ma del resto una gente
fredda, pusillanime, priva di passioni politiche,
dedita piìi alla religione che alla .società, piii
alla salute dell’anima che al benessere di questa
terra; in altri termini piii ascetica che civile;
pronta a godersi i frutti do’ sociali miglioramenti, ma aliena wl incapace di concorrere efficacemente ili conquisto di essi.
A. sentire poi la fazione clericale, nemica
irreconciliabile di quanti seguono il Vangelo,
questi ultimi non sono che tanti demagoghi,
tristi, irrequieti, amanti di politici turbamenti.
vegliava l’ammalato, e divideva secolui quel poco
cho venivale dato pel proprio mantenimento.
La vecchia Lisa avea già ottantadue anni allorché Giacomo (tale era il nome dell’ invalido)
ebbe le mani rattraite. E forse questa dolorosa
prova sarebbegli stata risparmiata, se la vecchia
infermiera avesse potuto curarlo come per Io
innanzi ; ma essa puro cadde ammalata, e fu costretta a rimanersene in letto: —perlaqualcosa
non eravi più alcuno che accendesse un po’ di
fuoco nella stufa della capanna, od incollasse un
po’ di carta sul telaio della finestra, i di cui vetri
erano stati rotti dal vento. Quando la vecchia fu in istato di levarsi e di attendere allo
sue faccende, raddoppiò le cure inverso il suo
cotoipagno, e niente risparmiò per sollevarlo.
'Ma non dovea godere più a lungo di questo
imorevoli premure, perchè la sua benefattrice
mori no’ suoi ottantasei anni. Il Signore Iddio
fece a questa pia donna la grazia di richiamarla
improvvisamente a sé nel corso della notte. Era
un frutto maturato da infinite afflizioni, che
4
sitibondi di sangue, seguaci di Robespierre,
amici di Proudhon, alleati di Mazzini, ecc.
Or come conciliare codeste opinioni cos\ lontano fra loro com’è il polo artico dal polo antartico; così opposto com’ò il giorno alla notte,
il vero al falso?
So per ispirilo patriottico debba intendersi il
furor cieco di parte c i traditoreschi attentati,
la sete d’atroci e inutili vendette, l’ambizione
di priraoggiaro e il correre con facilità ad ogni
eccesso por deturpare il nome santo di libertà
con sozzi delitti ; allora, no convenghiamo anche
noi, gli Evangelici non hanno spirito patriottico,
perchè abborrono da siffatte enormezze, contrarie allo spirito della religione e della stessa civiltà.
Ma so al contrario merita nomo di vero patriota colui cho odia la tirannia d’ogni genero,
e brama libero il proprio e l’altrui paese — talché
tutti i cittadini siano uguali innanzi allo leggi,
lo coscienze non turbate, la giustizia bene amministrata; prospero l’agricoltura, l’industria, il
commercio; le lettere, le scienze o lo arti favoreggiato in guisa cho possano incessantemente
progredire ; a dir breve, se è buono patriota colui
che vuole il proprio paese indipondonto o forte
al di fuori, e dentro ordinato in modo che la
prosperità, la morale, i lumi ed ogni libertà
politica, civile, economica o religiosa s’abbiano
largo 0 pieno sviluppo; in questo caso non v’ ha
gente pili patriottica di quella cho segue il Vangelo; perchè tali sono i suoi principii, del tutto
omogenei alla fedo cho professa; e se il propugnar questa santa causa chiamasi spirito rivoluzionario, allora essa accetta questo titolo cho
le attribuisce, con tanta mala fedo, la fazione,
clericale.
SI, gli Evangelici sono in questo senso rivoluzionarli , giacché , bramosi di vedere stabilito nel mondo il regno di G. C., che è quello
della giustizia e della carità, incessantemente
fanno voti ed opera acciocché il regno dell’oppressione o dell’egoismo rovini; sono rivoluzionarii perchè dov’è l’errore intendono portare la
verità; dove sono tenebre, la luce; la forza del
diritto dove regna il diritto della forza, e pace
dov’è guerra, o dove esistono empie gare, fratellanza ed amore!
per cader dall’albero non aveva bisogno nè di
colpi di vento, nò di forti scosse. La morte la
sorprese coll’aspetto d’un placido sonno. La vigilia della sua morte, appoggiala sul suo bastone,
si trascinò fino al villaggio per vedere una buona
e caritatevole contadina che da lungo tempo
l’aiutava. La vecchia Lisa ringraziolla di tutto
cuore de’ beneflcii suoi, la pregò di chieder
nuove di essa e del povero Giacomo ove colei
restasse piìi giorni senza rivederla « perchè,
diceva, sento che non vivrò più molto. » La
contadina colpita da queste parole mandò in
sulla sora dell’indomani una delle sue serve
alla capanna, e seppe che la vecchia avea nella
scorsa notte cessato di vivere. Giacomo, sebbene po’ suoi dolori non potesse quasi mai prender sonno, non s’era accorto cho la sua compagna fosse morta; anzi credeva che dormisse un
sonno più lungo e più tranquillo del solito ; e
soltanto quando il sole battè i suoi raggi sul letto
della compagna senza eh’ essa si risvegliasse,
fece uno sforzo per sollevarsi un poco, e vide
Propugnando la causa della riforma religiosa noi crediamo di far cosa altamente patriottica. Infatti basta darò un’occhiata al mondo,
soggetto prima della riforma alla tirannide papale, per vedere come il Vangelo nell’atto cho
abbatteva gli abusi della curia romana , ridonava alla società quella libertà e quel benessere
che la corruzione clericale avea, colla sua pestifera influenza , sbandito. E se è vero cho ogni
effetto ha sue cause, noi, come altra volta,
domandiamo : perché l’Inghilterra, l’Olanda o
l’Alemagna, nazioni evangeliche, hanno quella
libertà , quel progresso , quell’industria , quel
movimento commerciale , quella tranquillità e
quel benessere, di cui mancano l’Italia e la Spagna, nazioni cattoliche, abbenché più favorite
dalla natura? Perchè la cattolica Irlanda che
fa parte d’un regno floridissimo , illuminato o
pacifico non gode, al pari cho le altro parti dello
stesso regno, di ricchezza, cultura o tranquillità?
Perché in quell’isola stessa lo provincio abitato
dagli evangelici superano di gran lunga in civiltà , in benessere, in moralità le provincio
abitato da’ cattolici romani? Perché ne' cantoni
cattolici della Svizzera il popolo non è colto ,
industrioso , morale , prospero o tranquillo al
pari cho i cantoni evangelici della stessa confoderaziono? La risposta a tutto queste domande
la troviamo nel cap. XII, lib. 1 de’ Discorsi di
Macchiavelli, cioè « la perdita di ogni devozione, il dispregio del culto divino cagionato
dagli esempi rei della corte romana ; il che si
tira dietro infiniti inconvenienti e infiniti disordini. »
Ciò posto , hanno ragione i clericali di affibbiare il titolo di rivoluzionarli agli Evangelici,
sapendo bene che la riforma religiosa, cho questi
ultimi propugnano, apporterebbe in Italia tutti
quei benefizi materiali e morali di cui godono
le nazioni evangeliche , o di cui la nostra penisola manca e mancherà sino a che resterà
schiava della tirannide o corruzione clericale.
Lo stesso Macchiavelli era cosi profondamente
penetrato di questa verità, che riponeva la speranza d’un risorgimento radicale de’ temiji e
degli Stati, nella sola riforma religiosa. ^
il volto della sua amica coperto dal pallor della
morte; isuoi occhi immobili erano rimasti spalancati — chè niuno s’era trovato al suo capevizalo per chiuderli. Dopo la sepoltura della vecchia Lisa, il povero Giacomo trovossi lutto solo
nel lazzaretto, e vi sarebbe morto di fame c
d’abbandono, se il Signore non avesse in suo
favore ispirato alcune caritatevoli persone, le
quali venivano spesso a visitarlo, sollevando
per quanto potevano la sua miseria. II giovine pastore di Rottenstein stabilito da poco
tempo nel comune, aveva raccolto tutti questi
particolari dalla gente del villaggio. Seppe ancora
che la Lisa fu nell’età giovanile d’un carattere
intrattabile e rissoso; cho tutti avevano compianto il povero Giacomo quand’ella venne a
dividere con esso lui la dimora nel lazzaretto;
ma che ben tosto con generale sorpresa un intiero cambiamento s’era in lui operalo. II pastore avendo questi ragguagli intorno al paralitico, mandogli spesso qualche prowisioncella ;
andò molto volte a vederlo durante il verno, e
STATISTICA
DEGLI ORDINI RELIGIOSI E CLERICALI.
A’ nostri lettori di Piemonte e fuori, i quali
non sanno compicndere come in questo Stato
il partito detto volgarmente nero sia così potente da attraversare spesso le più utili riforme
richiesto da’ voti e da’ bisogni del paese; noi dedichiamo la seguente Statistica — desunta da’
documenti pubblicati dal ministero — acciocché
ognuno possa conoscere quanto sia numerosa
appo noi la schiera de’ frati e delle monache ;
di quali mezzi ponno disporre, e quanta influenza
sono in grado d’esercitare, |)er ragion de’ loro
istituti, sulla popolazione; e dopo ciò nessuno
troverà più strano che il partito retrogrado riesca
spesso ad osteggiare tutto quanto mira al miglioramento morale e materiale di questo paese.
— Nella Terraferraa noi contiamo niente meno che
7< ordini religiosi, ripartiti in 505 famiglie o conventi,
con 7,0U individui, e L.1,866,826 39 di reddito annuale, cioè:
k Ordini mendicanti, cioè ; Cappuccini — Minori
osservanti — Id. Riformati — Minori Cappuccine, con
139 famiglie, 2,2i2 individui, e con L. 38,903 08 di
rendita pe’ conventi, e L. <20 po’ monasteri.
ii Ordini coniecrati alla predicazione ed alla
preghiera, cioè: — Agostiniani calzati — Id. scalzi —
Bcnedittini Cassinosi — Canonici Lateranensi —Carmelitani scalzi — Cistercensi — Certosini — Domenicani — Filippini — Minori Conventuali — Paolotti
—Ministridegli infermi-^Olivetani — OblatidiM. V.
— Obiati di S. Cario — Passionisti — Redentoristi—
Rosminiani — Serviti — Preti della Missione — Agostiniane scalze — Sacramentine — Battistine — Benedittine Cassinesi — Canonichesse lateranensi —
Carmelitano scalze — Chiarisse — Cistercensi—Crocifisse — Domenicane (jianelhne—Agostiniane —
Madri pie —Maestre pie —Orsoline|—Rosminiane—
Terziarie Domenicane — Turchine — e Visitandine.
Codesti 44 ordini contano 165 famiglie, 2,819 individui, con L. 712,861 94 di rendita pe’conventi,
e L. 617,22 f 76 pe’ monasteri.
17 Ordini addetti all’istruzione ed al servizio degli
infermi, cioè : Scolopì — Somaschi — Barnabiti —
Dottrinari — Fratelli delle Scuole cristiane— Id. de
la Croix — Id. della Sacra Famiglia — Suore di Carità ■
fondale da san Vincenzo de’ Paoli — Id. sotto la protezione di san Vincenzo de’ Paoli — Giuseppine — Suore
fedeli compagne di Gesù — Dame del Sacro Cuore —
l’aspetto di quel povero infermo sempre riempivalo di maraviglia. Infatti la testa di Giacomo
non era così deforme come il restante del suo
corpo ; nel suo viso era un’espressione di gioia
e di vita cho il giovin pastore avea riscontrata
ben di rado. L’ammalafo parlava poco ; ogni
sua parola edificava, e lo sguardo suo esprimeva assai più di quello che dir potea colla
bocca. Egli è ben vero però che il pastore ordinariamente non avea che poco tempo da consacrargli.
Nel mese di febbraio il tempo diventò piovosissimo, e malgrado lo cure di alcuni compassionevoli amici, la dimora dell’ infermo era in
pessimo stato. La pioggia penetrava dal tetto,
e gocciolava sul pavimento sconnesso, e fino
sul letto di Giacomo. Questa umidità accrebbe
il suo male ; perchè il corpo deH’invalido era
in uno stato assai più cattivo che il meschino
lazzaretto di Rothenstein. (ContinuaJ
5
Id. del BuonPastorp—Monache della Presenlaiiono—
Id. di N. S. della Neve — Madri ospitóliere — Oblate
di S. Luigi.
Questi <7 ordini contano 175 famiglie, 1,527 individui, L. 140,461 49 di rendita pe’conventi, e
L. 78,285 29 pe’monasteri.
Inoltre abbiamo 5 Conservatori con 26 case, 403
individui e L. 237,371 94 di rendiU.
E finalmente a queste corporazioni si debbono
aggiungere le società religiose estere, vale a diro i
Barnabiti di Roma ed i Monaci del Sempione (canonici lateranensi) che posseggono nel nostro Stato
perL. 41,600 89.
Ciò in quanto alla terraferma. L’isola di Sardegna
poi ò provveduta di frati e di monache più che gli
Stati del continente. Essa conta 15 ordini, ripartiti in
99 famiglie, con 1,552 individui, godenti L. 416,025 87
di reddito, cioè:
3 Ordini mendicanti — Minori Cappuccini — Minori osservanti — Cappuccine con 47 famiglie che
ricaverano 896 frati o monache, ed hanno una rendita di L. 42,591 13 pe’ frati, e L. 17,594 75 per le
monache ;
12 Ordini addetti alla predicazione ed alla preghiera —Scolopii — Agostiniani — Carmelitani calzati
— Domenicani — Minori conventuali — Minimi —
Ospitalieri di S. Giovanni di Dio —Serviti, — Mercedari — Missionari — Francescane o Chiarisse —
Domenicane.
Questi 12 ordini contano 52 famiglie, 656 frati o
monache, e un reddito di L. 246,406 pe’ primi, e
L. 109,434 18 per le seconde.
Riassumendo la statistica fratesca, risulta che in
tutto con una popolazione di 4,915,084 abitanti, abbiamo 604 corporazioni religiose, con 8,563 individui,
vale a dire :
373 conventi con 4,988 frati ;
232 monasteri con 3,575 monache.
Il valore capitale de’ chiostri in terrafcrma, meno
200 di essi, pe’ quali non si hanno notizie, è di
L. 12,928,931.
Il valore de’ beni rurali di terraferma è di lire
29,797,432.
La superficie di detti beni è di ettari 12,765.
Le rendite di c^i natura dscendonoaL.2,282,852 26,
di cui 1,866,83639 per gli ordini della Terraferma, e
L. 416,025 87 per l’isola di Sardegna.
Circa agli ordini clericali abbiamo; nella terraferma
30 Arcivescovadi e Vescovadi — 30 Capitoli di cattedrali — 73 Collegiate canonicali — 1,100 benefizi
canonicali — 41 Seminar! — 14 piccoli Seminari —
2,551 benefizi curati con congrua — 1480 Id. senza
congrua — 9 Convitti — 87 Abbazie — 91 Santuari
^ basiliche — 7 Casse o borse clericali —18 opere
‘j di soccorso pe’ parrochi invalidi — 39 Stabilimenti
/ per esercizi e missioni, ecc., ecc.
. ^ Ed in Sardegna 11 Arcivescovadi e Vescovadi —
3 Abbazie e priorati — 233 Canonicati — 268 Beneficiature presso i capitoli e comunità parrocchiali —
3«9 Benefizi parrocchiali — 11 Seminari—12 Chiese
metropolitane e cattedrali — 7 Chiese collegiate —
375 chiese parrocchiali, ecc.
E tutto ciò, giusta il computo fatto dalla Commissione della Camera, fa ascendere la rendila degli
ordini religiosi e clericali dello Stato a L. 13,189,406
all’anno.
Il relatore della Commissione però avverto che nel
computo non entrano tutte le rendite de’ chiostri di
Terraferma e della Sardegna; nè i benefizi semplici;
né le decime de’ benefizi semplici e canonicali, dei
capitoli cattedrali e delle collegiate, de’ vescovadi,
arcivescovadi ed abbazie in terraferma ; nè le cappellanie laicali ed ecclesiastiche ; nè lo confraternite e
compagnie; nè le cappelle campestri, gli oratori ed
altari; né i legati pii; nè i cimiteri: nò i diritti di
stola.
Questi enti ommessi, che al dire del relatore, per
un calcolo approssimativo ascendono al numero di
16,000, hanno una rendita valutata L. 4,000,000
circa da aggiungersi a quella già sopra indicata ; sicché la rendita tolale dell’ asse destinato al servizio
ecclesiastico, facendo un calcolo mollo al disotto del
vero, come protesta la Commissione, ammonta a
L. DICIASSETTE MILIONI cent’ottantanovemila quattrocentosei!
Che ne dicono i nostri lettori? e con tutto ciò il governo Sardo ha sinora somministrato al clero un
sussidio annuo di circa un milione I Non sappiamo
come caratterizzare una larghezza di questa fatta.
m SFIDI C.\TTOLICO-EYAXGELICA
Perchè tutti siano in grado di conoscere d
che parte sia la buona fede nelle polemiche esistenti tra la Fazione Clericale ed i Cristiani Evangelici, pubblichiamo la seguente corrispondenza,
in cui si narra un fatto il quale, senza la prudenza degli Evangelici di S. Mauro, avrebbe potuto portare dolorose conseguenze.
S. Mauro, 1® gennaio 1853.
In occasione della festa del S. Natale, venne a
predicare in San Mauro un Padre Cappuccino del
.Montedi Torino. Questo reverendo ha creduto adempiere al suo officio, vomitando ogni sorta d’iugiurio
e calunnie contro i Cristiani Evangelici di questo
luogo, chiamandoli malviventi, birbe, adoratori de i
diavolo, eretici, ignoranti ostinati, ecc. Tutte cose
già dette e ripetute le mille volto dal parroco di
questo luago, teologo Campra.
il giorno del S. Natale quel Padre invitava, sfidava, scongiurava dal pulpito gli Evangelici di venire seco lui a pubblica discutiibne; proraetiendo
di convincerli di eresia, di ridurU al silenzio, di far
toccar con mano i loro errori, ecc.
A tale invito rispose il biglietto seguente consegnato nelle stesso mani di quel reverendo :
Pregiai. Signore I
« Il sottoscritto, avendo inteso che V. S. Preg. ha
quest’oggi invitato dal pulpito i Cristiani Evangelici di questo luogo a pubblica discussione, promettendo di convincerli d’eresia, — perciò, desideroso il medesimo di conoscere la verità e di seguirla a qualunque costo, prega la S. V. Preg. a
voler fissare l’ora e il luogo di detta discussione.
« Di V. S. Preg.
San Mauro, il 25 dicembre 1854. »
Musso S.
Il Cappuccino pregava il portatore del biglietto di
ritornare il giorno seguente per la risposta, — ed il
giorno dopo dichiarava al medesimo, essere sempre
pronto a detta discussione, la quale si farebbe in
casa del parroco, ed alla presenza di quanti vorrebbero intervenirvi.
Fu fissata l'ora dalle sei e mezzo alle sette della
medesima sera ; talché molta gente, parte invitata
e parte accorsa spontaneamente, alle sei e mezzo
attendeva alla porta della casa parrocchiale.
Ma in quell’ora il sagristano della parrocchia recavasi a casa del signor M., che aveva mandato il
biglietto, per dirgli che il parroco teologo Emanuele Campra non voleva si tenesse pubblica discussione nella sua dimora ; essere lui il padrone
in casa sua e non il Padre cappuccino; e volendo
disputare andasse pure, ma solo o tutt’al piii accompagnato da due de’suoi, e non in quell’ora,
ma dopo le otto.
Il sig. M. rispondeva al sacrista che, se tutta la
difficoltà consisteva solo nella mancanza del locale,
egli ofleriva la sua grande sala o, se gli piaceva di
pili, uno stanzone in casa del suo cognato, o se in■flne credeva meglio, indicasse egli stesso altro locale ; non essendo piii nè il tempo, nè il caso di
dare indietro, stantechè ¿aolta era la gente che impaziente attendeva.
Il sacrista promise di portar fra breve la risposta. La risposta fu portata e fu udita da molti, iit
questi termini : Il Padre non potere e non volere
uscir dalla casa parrocchiale, impedendo il parroco
che si facesse pubblica discussione ; essere disposto
ad aspettarlo allo otto, solo o con due al piit.
A questa seconda risposta il sig. M. con lutti i
fratelli Evangelici, si ritirarono immediatamente in
casa di un loro correligionario, e di là non si mossero più che per andar ciascuno alle loro case circa
alle otto e mezzo della sera.
Frattanto la folla accorsa e neutrale s’ingrossava
— v’erano circa 300 persone — o udendo l’esito
della sfida non potè frenarsi dal disapprovare la condotta del parroco e del Padre cappuccino ; si udirono molte voci a gridare ; Viva i protestanti, abhatso i codini; hanno fattoci gamberi,{hanno perduta '
la parlila. A quelle voci il parroco usci di casa con
alcuni conosciuti per fanatismo, e io faccia a quella
moltitudine disse : « Noi non vogliamo disputare
con grama gente quali sono costoro, gente senza
legge e senza fede, birbanti, gente da prendere a
bastonate, a roecassate; andate, andate a cercarli,
prendelelia bastonato, date lorodelle roceoMat«, oc.»
Kisposero a quest'incitamento, in prima, alcuni
fischi, indi alcune voci: Abbatto i codini! La moltitudine si disciolse, ed alcuni minuti dopo lutto pareva tranquillo. Quando ad un fratto una tempesta
di pietre tirale da alcuni fanciulli, guidati da persone ligie al parroco, fu scaricata contro la porta
della casa in cui gli Evangelici si erano raccolti,
e s’udirono voci minacciose di adulti : Utcite, uscite/
Poco dopo costoro «’indirizzavano alle case di
altri fratelli Evangelici, e là fecero il simigliante,
guastando usci e rompendo tegole di tetti. In quel
mentre uscivano dalla casa parrocchiale due uomini
armati l'uno di lunga falcetta, l’altro di qualche
cosa digrosso volume cho teneva nascosto sotto alle
vestimenta, edawicinatisi ad alcuni, dissero : «Dov’è,
dov’èquel missionario de’protestanti?dov’è? questa
sera lo vogliamo far ballare al swmo de' nostri ttromentil »
Pochi minuti appresso un uomo entrava nella casa
d’un fratello Evangelico a domandare del signor M....
autore dei biglietto : poi usciva e ritornava, usando
parole tronche, incerte, misteriose, degne di chi
macchina od è a parte di sanguinosi disegni.
Furono anche veduti uomini armati girare per
via od appiattati agli angoli delle piazze, attendendo,
come essi stessi dicevano, i protestanti per servirii
a dovere, volendo quella sera finirla una volta per
sempre.
Per compiere la mia narrazione, debbo aggiungere un altro fatto, che deve aver probabilmento
qualche relazione co’ fatti della sera antecedente.
Alla domane di quella sera fu appiccato, da mano
ignota, il fuoco ad una baracca di paglia nella vigna
del signor M.....Dopo quello che ho narralo paro
naturalissimo che queste fiamme sono state effetto
di privata vendetta.
NOTIZIE RELIGIOSE.
ITALIA.
Torino. — La discussione della legge su’ conventi,
fissata pel 4 gennaio, è »tata rimandata al prossimo
lunedi, 8 corrente, e si sono già fatti iscrivere per
parlare a prò della legge i signori deputali : Buoncompagni, Brofferio, Pescatore, Cadorna Carlo, Deforesta
e G. Pallavicini ; e jw combatterla i deputali : Gustavo Cavour, De Viry, Despine, Solare della Margraita, Genina, Della Molta ed anche il generala
Sonnaz.
Il partito clericale non risparmia intrighi e macchinazioni acciocché il progetto in parola sia respinto
dalla Camera, ovver o dal Senato. A tale oggeUo i
vescovi hanno indirizzato a’ parroci due memoriali,
6
«no diretto a’ Deputati, l’altro a’ Sonatori; e facendo
abuso della loro autorità, a scapito della individuale
libertà guarentita dalle leggi, essi costringono iparrcc
a firmare dotti memoriali, unitamente al clero della
parrocchia ed a quanti cittadini possono sedurre. Le
quali soscrizioni, carpite per forza o per sorpresa
sono poi presentate alla Camera come un voto coscienzioso c spontaneo di liberi cittadini;—e ciò a dispetto
della verità e della morale, di cui la fazione clericale
si vanta banditrice e maestra !
VEcho du Mont-Blauc assicura che il re Vittorio
Emanuele abbia ricevuto una lettera autografa del
papa intorno al progetto Rattazzi. — Ma le cose sono
à tal punto, che nè il principe, senza compromettere il
decoro della sua corona, nè il ministero senza provocare
una inevitabile crisi di gabinetto, nò finalmente le
Camero senza venir meno al loro mandato, resistere
al voto della popolazione, tenero in non cale i bisogni del paese, e suscitare malumori; potranno
far correre a questa legge il destino di quella, già
caduta, del matrimonio civile.
— Sappiamo da fonte certa essere stati da S. M. il
re, in data 31 dicembre p" p”, firmati i decreti autorizzanti l’erezione di due nuovi templi Valdesi, uno
dei quali a Genova, e l’altro a Nizza di mare.
Tortona — I clericali fecero grandissime brighe e
sforzi erculei perchè la popolazione, nella sera del
26 dicembre, onorasse con una illuminazione spontanea la famosa proclamazione del così detto Immacolato Concepimento. E col fatto quella sera si vide
qua e là qualche lumicino — eccettuando le case dei
reverendi che splendevano a giorno. — Ma nel tempo
stesso si osservavano molti cartelloni illuminati collo
scritto: Viva la legge sull'abolizione dei conventi —
Questo fatto ò caratterizzato dai clericali sicome un
offetto del disprezzo che alcuni sentono per la religione
-cattolica ! — È una sventura questa, ma bisognava
non meritarla.
Genova. — Narra la Gazzetta del Popolo che un pizzicagnolo di Genova in una delle scorse sere espose vari
inaiali, sopra i quali stava un cartello in lettere illuminate, cosi concepito: Congresso di porci in una
città d'Italia. — Senza dubbio si faceva allusione alla
riunione de’ prelati ch’ebbe luogo a Roma per riguardo
.alla solenne proclamazione. Noi deploriamo altamente
■questo fatto, non degno della civiltà de’ tempi ; ma
bisogna pure convenire ch’esso è una conseguenza
legittima della corruzione clericale ; imperciocché dal
bigottismo e dalla superstizione si fa spesso passaggio
al più sfrenato cinismo.
Roma. — I giornali clericali pubblicano 1’ ultima
allocuzione del cosi detto Santo Padre, nella quale
fra le altre si leggono queste parole : « Pertanto ciò
che disse già Cristo nostro Signore al principe degli
Apostoli— TV», convertito un giorno, conferma i tuoi
fratelli — sembra doversi in questa circostanza, che
:.ài presenta, farsi da noi. > Ma pare a noi che, per esser
logico, converrebbe che prima il cosi detto Santo
Padre si convertisse come fece san Pietro. — Altrimenti saremo sempre da capo !
Del resto il papa nella sua allocuzione dà una piccola fiancata al nostro governo per l’atfare dei conventi ; ripete la solita canzone, che fuori della Chiesa
romana non c’ è salute; encomia la saggezza e la sa.pienza de’ prelati e la carità del clero, riprova la
condotta di que’ ministri che ricusano di farsi ciechi
strumenti delle passioni clericali, e finisce con mandare tutti in pace.
ESTERO
Spagna. —Gli innumerevoli sforzi fatti dalla travagliata Spagna onde rivendicar le nazionali franchigie,
fanno chiara testimonianza, non allignare nel funesto
campo della chiesa papale libertà vera, duratura. —
Ora siara lieti di poter far noto, come alcuni amici
del Vangelo (fra essi il sig. G. Alton), valendosi della
opportunità della rivoluzione per cui furono tempora
riamente rotti intorno a Gibilterra i cordoni militari,
riuscirono ad introdurre in quella penisola al di là di
ii.OOO voi., che vennero per la maggior parte distribuiti, cioè.
Bibbie e Nuovi Testamenti I74i
Libri di preghiera .... 498
Trattati diversi..... 3000
5243
Esiuati diMaiikra.—Un migliaio circa di cittadini
respinti, per solo attaccamento al Vangelo, dal natio
paese, s’imbarcarono, or son due anni, per l’ospilalo
America. Vi giunsero poveri, privi di tutto; ma pieni
di fede e di operosità, fissati in numero di 400 a
Spingfield, e di 500 a Jacksonville (nell’ouest), si diedero ai lavori manuali, alla coltura de’ giardini, e ben
presto coi propri risparmi furono in grado di comprar
un terreno, diviso in tanti poderetti, e d’innalzarvi
una trentina di caso con una cappella. — Provvedono
inoltre al campamento d’un pastore portoghese di
nascita ; raccolgono denaro pel trasporto di altri corapatriotti: forniscono del bisognevole inuovi arrivali,
si mostrano costumati, semplici, avversi allo risso,
all’ubbriachozza ; — e vivono felici e prosperi nella
loro professione evangelica. — Ecco i sudditi che i
governi ligi all’infallibil Roma, rigettano dal loro seno,
come pubblica peste!
SITUAZIOXE POLITICA.
Il trattato del 2 dicembre, oggetto di varie ed op
Ìioste interpretazioni, ha già rimesso in attività la
amosa conferenza di Vienna, tendente a riconciliare
le parti belligeranti. Quanto alle basi dell’aggiuslamento diplomali«o, si la Russia che le potenze occidentali a prima vista sembrano essere d’accordo,
ammettendo quella e queste le quattro guarentigie
formolate, or son parecchi mesi, da’ gabinetti di
Parigi e di Londra. Ma la diflicoltà consiste nel modo
d’interpretare codeste guarentigie; e.ssendo difficile
che la Russia voglia far concessioni capaci di menomare la sua dignità e la sua (potenza, e difficilissimo
che gli alleati depongano le armi senza ottenere un
pegno allo ad assicurarle d’ogni ulteriore attentato
da parte della Russia. L’/ndc’pendance Belge assicura
che il principe di Gor^iakoff, ambasciatore dello Czar
a Vienna, abbia di già trasmesso a Pietroburgo l’interpretazione minimum de’quattro punii convenuti
fra le potenze che segnarono i trattato del 2 dicembre.
— Bisogna dunque attendere la risposta dello Czar
per sapere quale fortuna avranno gli sforzi della di)lomazia. È l’ultima pruova di riconciliazione; caduta
a quale non resteN-bbe che l’estrema decisione delle
armi; a meno che l’astuta politica dei gabinetti di
Vienna e di Berlino non ricorresse a qualche altro
espediente per tenere sempre a bada le potenze occidentali, prolungare, per quanto sarà possibile, la loro
neutralità, in fallo di guerra, e dar tempo alla Russia
di compiere i suoi formidabili apparecchi.
.i dir vero la situazione dell’Austria è mollo critica,
non potendo prender parte alla guerra, sia a favlre,
sia contro la Russia, senza grave suo pericolo.
La Prussia é in continue trattative colle potenze
occidentali, nel solo oggetto di accomodare la loro
vertenza colla Russia ; ma, a quanto ne dicono i fogli
e le corrispondenze, con poca probabilità di successo.
I piccoli Siali dell’Allemagna, dopo il trattato del
2 dicembre, irritati contro l'Austria per non averii
avvertiti ed invitati a prendervi parte, si sono accostati alla politica della Prussia, la quale, non ostante
la protestala neutralità, ha maggiori simpatie per la
Russia.
Gli sforzi dei gabinetti di Parigi e di Londra tendenti a tirare nella loro alleanza la Svezia e la Danimarca, sinora non sono riesciti a nulla, — ma le trattative continuano sempre.
Assicurasi che un trattato di alleanza sia vicino a
conchiudersi fra le potenze occidentali ed il Piemonte;
ma non si sa comprendere in qual modo potrà codesto
trattato armonizzare colle speranze che la Francia e
l’Inghilterra niitrono di ridurre l’Austria a brandire
Tarmi contro lo Czar; tanto più che si dà già per certa
l'esistenza d’ un trattato secreto fra l'Austria e la
Francia, in forza del quale qnesl’ultima si sarebbe
impegnata a garimtire l’integrità dell’impero tedesco,
ed in caso di una rivoluzione in Italia, a varcare lo
alpi per venire in soccorso a Radetzkj-.
Lo spirito pubblico in Inghilterra, perriguardoalia
guerra, è soddisfacentissimo ; non cosi in Francia ;
il popolo inglese la considera come una guerra d’alta
importanza e di vitali interessi per la sua patria; o
perciò mostrasi disposto a tutti i sacrifizi; ma il popolo francese vedo con indifferenza codesta guerra,
impicciolita nel suo concetto e nelle sue tendenze ;
spende mal valonlieri il suo sangue ed i suoi tesori
per una causa d’interessi non suol, ed incapace, nel •
modo che è condotta, di far bene alle oppresse j^polazioni d’Europa.
In Crimea l’esercjto alleato era negli ultimi di dicembre disposto a riprendere l’offensiva; non s’attendeva che l’arrivo d’Omer pascià alla testa de’ suoi
30,000 scelti soldati. Assicurano alcuni che tutto
sia disposto per dare 1’ assalto a Sebastopoli ; altri i
invece credono cho gli alleati tenteranno prima di
chiudere l'istmo di Perekop per impedire l’arrivo di
nuovi rinforzi russi, e nel tempo stesso attaccare
l’esercito di Mengikoff.
In Danimarca il volo persistente degli elettori fece
rinsavire il re il quale congedò il gabinetto retrogrado
che aveva sciolto la seconda Camera, ed a quanto
pare ha smesso il pensiero di sopprimere la costituzione del 5 giugno 1849. Gran festa fecero i Deputati
ed il paese per la mutata politica del governo; —adesso
trattasi di sottoporre ad accusa il gabinetto dimesso.
La Spagna procedo con calma al suo riordinamento
politico, civile ed economico, onde assicurare i frutti
dcU'ultima rivoluzione. Pare che tutti i buoni siano
d’accordo nel volere circondare la conquistata libertà
di tali guarentigie da rendéria inaccessibile ad ulteriori usurpazioni del potere esecutivo.
Il ministro delle finanze, dimissionario, è stato rimpiazzato dal sig. Sevillano, il quale prese possesso
del banco ministeriale nel momento che le Cortes
votavano con entusiasmo il primo articolo del progetto
di legge che abolisce le imposto di consumazione, e
i diritti d’entrata.
GroMNO Domenico gerente.
Pulililieità Tjossa
Il 31 gennaio 1S55 avrà luogo
in TOlUNO e sollo la sorveglianza del GOVERNO
La !*•
ESTRAZIONE
A SORTE
d^lle
OBBLIGAZIONI
AL PORTATORE
IMPRESTITO DELLO STATO
creato colla legge 26 mano 1M9
H.\G(ìIOKI PREfllI, e rimborsi relativi alla detta
ESTR.\ZIO\E : ____
1 premio di circa lire 36,000
1 id. » » 18,000
1 id. » » 7,000
1 id. » » 1,100
153 rimborsi, ognuno di 1,000
/minori premii sono diversi, da L. 735 e 365.
Per concorrere ai suddetti premii
•i vendono le obbligaxioni «i seguenti prezzi »
1 obbligazione costa L. 10
^ obbligazioni costano » 27
12 id. » 100
I numeri estratti si pubblicano sul giornale ufficiale del Regno e si spediscono agli interessati.
Per l’acquisto di obbligazioni rivolgersi esclusivamente airimpreiH» :\azionRle
T.\SSO e ROST AN
In Torino, ria della Prowidenxa, JV. 9-11.
NR. le C(immi«iioiii dalle Protmcie derono efsere »ccompagnaU dal
relabvo Vaglia postale.
PER CHI ARRIVA IX TORRO
Trovasi in vendita presso i principali librai una
Giiid» pratira pei Viaggiatori, con indicazioni
ed avvertenze interessanti. — Prezzo: cent. 40.
Torino, 185i.- USIO.NE nPOGRAFICO-EDITRICE TORINESE