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Spett. Biblioteca Valdesç
______ TORRE PELLICE
N. 4
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lilulia 8la pili forte della vostra fedel
(GlanaveUo) SETTIMANALE DELLA
ABBOW AMENTO f
L. 30-«asaii^ L.
Italia Ano al 31 dicembre ,
EstOTO . . . I «
Ojpi cmbiamento d’indlrizaso poeta una Uro >- La copta Lire UNA
Í è*A
CHIESA VALDESE
Ritardate alia roccia onde foste taurllatt
(Imla LI: 1)
OlrMlorai Pastora aiOVANNI BONNIT
AMMINISTBAZIONE e REDAZIONE: f
Via Carlo Alberto. 1 bis — TORRE pet.t.toe
j/THa Çhventù Valdese
ha^Ua acU'8 aeítembra XMS. Con l’animo abitato dallo »torteo annuncio/risalivo,
dopo la leduta »iraordinario del Sinodo, la
collina del Forte per raggiungere il mio temporaneo domicìlio. Quand’ecco parecchi giovanotti »conosciuti, che facevano un gran
baccano, mi muovono incontro. Affretto il
passo, mi inseguono. Mi fermo e chiedo: «Che
volete, cosa c’è? ». « Bevete con noi, mi gri, dono, è finita la guerra. Non dobbiamo più
andare o fare il soldato. Bevete, bevete con
noi ». E tutti a ridere, a cantare a squarciagola, a dar di piglio ai fiaschi.
Poveri giovani ! Com’erano ignari di ciò '
•he doveva accadere !
Qìiando gli SS tedeschi spalleggiati ' dai
mercenari italiani e russi salivano per dar la
»accio all’uomo, per scovare dai loro nascondigli lo nostra gioventù, quando vedevo bruciare i villaggi e i casolari, quando visitavo
in prigione gli arrestati nei rastrellamenti e
gli ostaggi, quand’ero ostaggio io stesso,
quando confortavo negli estremi istanti i
condannati a morte e ne vedevo il corpo pencolare immoto o cadere crivellato dai colpi,
ogni qual volta l’artiglio teutonico s’abbatteva su di me, mi si ripeteva la scena della
collina del Forte di Torre Pellìce della notte
dell’S settembre.
Che sarà accaduto di quei giovani che tanto «i rallegravano per la presùnta pace? Che
cosa non hanno visto le nostre Valli in questi ultimi diciotto mesi ! Cose che non avremmo mai e poi mai immaginate. Combattimenti fra gli opposti eserciti, *ì, ma non la
caccia all’uomo, la guerra civile, l’odio fraa^
fratelli le denunce fra compaesani, i scaldo-éu
si lüccidef^^ i pal^esi, ^
« La ■rJEO-re-saltf'-tO®-^Tfa“‘<Brè ’Ben/^^
Valloton a un contadino alsaziano. Anche da
noi questa guerra ha sporcato tutto. Ha trasportato degli animi sulle vette del sacrificio
• gli altri li ha fatti piombare nell’egoismo
più feroce, ha staccato dei cuori dai beni e
dalle ambizioni di quésto mondo e ne ha incatenati altri ancor più fortemente agli interessi perituri di quaggiù, ha unito cattolici e valdesi, piemontesi e siciliani in uno
stesso ideale ed ha scavato abissi fra valdesi e fra conterranei, ha svuotato la borsa di
taluni e dì altri l’ha riempita, ha insegnato
a molti la sobrietà, la temperanza, la padronanza dì sè, ad altri il disordine morale, in
pochi ha ispirato la fiducia e il timor di Dio,
in molti la bestemmia e la beffa delle cose
sante, in tanti focolari ha portato l’angoscia
perenne, il gelo della morte, l’amarezza e la
rovina.
La liberazione delle nostre Valli è opera
incompleta se non è seguita dà un’opera di
purificazione interiore. V’è una -epurazione
che ciascuno deve fare per proprio conto,
onde le nostre mani siano nettate, i nostri
cuori lavati, la nostra bocca santificata, onde
il perdono, l’amore Succedano all’odio e al
rancore, la misericordia alla violenza, la giustìzia all’oppressióne; la temperanza, la probità privata e pubblica ai disordine e alla
•orruzione, la vera libertà alla schiavitù.
A quest’opera immane che non è di un
giorno ma di tutta la vita, la gioventù valdese deve, accingersi subito.
Concorde nello scopo da raggiungere e
nella via da percorrere. Dinanzi alla nostra
gioventù sopravissuta alla, guerra »’apro una
«poca che può essere di grandi realizzazioni
oppure dì grandi delusioni. Tutto dipende
dall’uso che faremo della libertà.
Le nostre Unioni hanno finalmente le mani
lìbere, possono attuare in pieno il loro pror
grammo ed offrire alla gioventù valdese tutto dò di'cui - essa ha bisogno per il suo sviluppo spirituale ed anche fisico.
Senza-, precipitazione ^ma con energia, senza sovvertimenti ma con la visione chiara
della nostra missione, mettiamoci all’opera.
Tomeremò anzitutto al tempio. Frequenteremo regolarmente il culto anche se -non ne
eravamo prima abituati. Parteciperemo anche alle Assemblee quali membri elettori,
perchè vogliamo 'servirci del nostro diritto di
voto.
Non saremo passivi. Non lascieremo far
tutto al Pastore. Ciascuno di noi avrà un
•o-mpito.. Ci sarà lavoro per tutti
I tempi 'nuovi permetteranno alla Chiesa e
all’Unione di allargare la sua sfera d’influenza. Faremo in modo che sia od onore del
nome valdese e per l’avanzamento del Régno
di Dio.
Molti d’infra noi, anche giovanissimi, ricoprono ora cariche civili, politiche e militari
di grande importanza.
I Valdesi si sona affermati alle Volli e fuori, nell’opera di liberazione della Patria.
Guardiamo ai nostri giovani che son saliti
in alto con fierezza ma anche con un po’ di
ansia. Temiamo che la passione polìtica possa diventar più forte dell’affermazione dei
principa cristiani,
II monda giudieherà lo Chinea Valdaoe, l’e
ducazione. che ha saputo dare ai suoi Jtpli, il
valore della sua storia secolare e del suo
messaggio attuale,-daU’opera dei Valdesi che
oggi- sono in uiito.
Essi sono nella nazione i rappresentanti
della Chiesa Valdese, anche se sforniti di
ma-ndato ufficiale. Nella loro azione e nelle
loro parole come nei loro scritti »i troverà
un « quid » che non si èedrà altrove, uno te-1
stimonìanza nella fede dei Padri. •
Auspichiamo che nulla li impedisca di partecipare alla vita unionistica e religiosa del- la Chiesa. Sarebbe tin danno per essi e un
danno per la Chiesa stessa.
« * *
In queit’alha'di liberazione guardiamo alla
gioventù valdese ed evangelica d’Italia dalla
quole. siamo stati staccati per tanto tempo.
Giunga ad essa il nostro fraterno saluto e
l’invito a venire quanto prima possibile alle
Valli per partecipare oi raduni, congressi e
campi che faremo, a mano- a mano che la
tit-uazìone lo permetterà.
E guardiamo anche alla gioventù evangelica d’oltr’Alpe, specialmente a quella dei
paesi confinanti e in modo particolare della
Svizzera e della Francia, e poi di tutta l’altra, anche a quella dei paesi dai quali abbiamo ricevuto del male, pronti a stender loro
la mano e riconoscere insieme i reciproci
torti e a confessare a Dio i comuni peccati.
E’ necessario- che -usciamo dal nostro' forzato isolamento. Abbiamo bisogno di fraternizzare coi nostri correligionari d’altri paesi. Chiederemo intanto ai moviménti unioni.fStici svizzeri di ospitare ai loro campi rappregentanti della gioventù valdese. E in av^
venire'invitefemò ai nòstri campi dèi efiovani di altri paesi.
Néi nostri giornali, nella rivista che sorgerà dovremo fare posto a tutti i movimenti
giovanili che abbiano per ideale i principii
del Cristianesimo del Vangelo e in modo pàf^
ticolare a quelli affini al nostro.
^ Con questi sentimenti e con questi propositi riprendiamo l’opera che la malvagità dei
tempi ci aveva costretti a sospendere., con la
certa speranza che Dio farà presto sorgere
molti operai per la sua messe, e che dalla
-nostra gioventù di ogni ceto si faranno Innanzi, per i -compiti umili e per i posti di responsabilità, delle energie nuove, delle collaboratrici e dei collaboratori, veri discepoli
di Cristo. ” I]: 0_g_
Alla memoria di tutti giovani Val/
desi caduti in questa guerra rivolgiamo
un pensiero commosso e riverente ed
un saluto di credenti e di fratelli da
questa sponda terrena alla sponda e/
terna.
Nella tristezza del vuoto da essi la/
sciato^ nella famiglia, nella Chiesa, nel/
l Unione ci sentiamo rincuorati dal loro
monito:
Noi alibiamo dato Io vita per un ideale
che è stato raffiunto.
Consacrate «neh* voi tutta la vostra vita
al trionfo dei principi che innalzaao la nazione e la preparano all’avvento del Degno di Dio !
Befebl Vm oben
(ORDINE SUPERIORE)
®’ 1 ultima parola che ho udito dalla bocca dei treschi. SI era al mercoledì sera. Dal
lunedì feitvevano ' i preparativi per la partenza.
Mentre stavo per andare all’Asilo dei Vecchi a presiedervi il culto, ecco giungere al
presbiterio con passo deciso l’interprete germ^co, seguito da due soldati col mitra
spianato. MI presento prima ancora che abbia il tempo di suonare.
— «Dovete ventre al Comando per una
cosa urgente ». « Subito? ». « Fra cinque minuti al massimo ». ■— E partono.
Esco in istrada. La popolazione è terrorizzata. Hanno preso degli ostaggi. Molte donne
piangono. Gli uomini che soli stati convoca-'
tl in caserma e che non son stati presi, fuggono. Puggono anchè tutti gli altri.
Dico a mia mogHe: « E' l’ora decisiva, Dio
ci aiuti ». Che fare? Fuggire? Presentarsi?
Vi sono degli ostaggi dentro, forse posso far
qualcosa per loro, ad ogni modo condividerò
la loro sorte. Aspettavo questo mom^to, sa^
pevo che sarebbe giùnto. Avevo sempre pregato Dio di darmi il coraggio per compiere
il mìo dovere fino all’ultimo.
Vado al Comando. Anziché farmi entrare
con gli ostaggi, un maresciallo e l’interprete mi fanno uscire dal recinto della caseirma, mi conducono rapidamente verso il
mino della Casa Valdese, i dixe. soldati col
mitra ci seguono. Il maresciallo con tono
grave mi dice: « Befehl von oben » I
In un baleno rivedo la scena delle esecuzioni alle quali ho assistito. Questa volta
non c’è la' soUta pompa. Hanno fretta. Son
pronto. Sin dal primo giorno dell’occupazione germanica sapevo che vi era per i pastori questa probabilità.
Ma no, era solo per spaventarmi e per intimarmi d’andare ad avvertire il oomandanj te dei partigiani, che se il presidio fosse sta; to attaccato nella notte, se im solo Colpo fosì se stato sparato, gli ostaggi sarebbero stati
i fucilati. Parto, vedo il comandante che mi
■ promette che nella notte i partigiani non si
' sarebbero mossi Ritorno la sera tardi, dopo
[ U coprifuoco, in Villa, col cuore più leggero.
Ma quel « Befehl von oben * mi è rimasto
piantato nel cervello. Ricordo' d’averlo udito altre volte, Il giorno prima, il martedì,
: quando son venuti in casa a prendermi la
f bicicletta. Il 7 marzo quando, chiamato per
■ preparare alla morte un partigiano, chiedo
al comandante germanico; «Perchè questa
esecuzione, dal momento, che fi. giovane era
'Stato graziato?». — «Befehl von oben».
Dopo l’esecuzione domando che il servizio
'funebre possa aver luogo regolarpiènite:
« Niente., sono dei bandiit. Befehl Von oben ».
L’8 agosto supplico che si trasporti a Torre Penice Valdo Jìalla perchè possa essere
assistito dal suo Pastore (U ritardo dì un
giorno può salvare una persona), mi si ri1 sponde: « Abbiamo già aspettato troppo. Be' fehl von oben ».
« Befehl von oben », questa parola maledetta la dqvo aver udita altre volte ancora,
perchè è diventaita per me un’ossessione.
E vedo tutti ì milioni di soldati tedeschi
coi loro generali, casco in testa^ Impettiti,
dire in tm tuono di voci, tutti insieme, tutti
colla stessa convinzione, in atteggiamento di
ubbidienza cieca; « Befehl von oben ». Col
suo « ordine superiore », questo popolo che
avrebbe potuto recare alla prosperità e al
progresso dell’Europa e del mondo un grande contributo, che ha tante buone qualità che
altri popolo non hanno, eccolo massacrare
popolazioni inermi, devastare fertili regioni, far mo™ di fame migliaia e centinaia di
migliaia di creature innocenti, instaware nel
mondo il sistema della più feroce rappresaglia, non più dente per dente, occhio per occhio, ma quattro, dieci occhi e denti per un
occhio e per un dente, perchè? Senza discutere, senza alcuna obiezione, « per ordine
superiore*. E vedo questo popolo inquadrato, disciplinato, in una interminabile colonna precipitare col suo v Befehl von oben »
nell’abisso senza fondo della' più grande rovina che possa colpir« una nazione.
« Ordina superiore ».
Siamo macchine, ruote di un gigantesco
meccanismo, marionette comandate da im
gran burattinaio che tira e rallenta i fili delle nostre mani, dei nostri piedi, della nostra
mente, dèi nostro cuore, oppure degli esseri
pensanti, 'delle individ/ualìtà, delle personalità umane capaci di giudizio, di valutazione
dei fatti e delle persone?
Vi è una coscienza generale cosmica o collettiva o razziale oi nazionale 'Che schiaccia,
annienta, standardizza, uniformizza tutte le
coscienze, oppure io ho una coscienza die seleziona le Idee, gli ordini, che separa il bene
dal male, il giusto dairingiusto, e dà alla
volontà l’impulso per resistere ad un ordine
malvagio, una coscienza che dev’essere sensibile e ricettiva per tm' solo « Befehl von
oben », per un solo comando che viene di
sopra, dall’alto, ma non dalle altezze del potere, della gloria, 'della sapienza degli uomini che predpltano ad ogni soffio di vento
della storia, ma che procede dalla vera, eterna. onnipossente altezza, l’ordine veramente
superiore, in modo assoimo, totalitario, la
voce dell’Iddio giusto, santo e buono che ha
scelto il cupre dell’uomo come suo abitacolo
e 10101 fame im cuore Ubero, un cuore nobile, un cuore grande, un cuore febee, e non
un autòma, un ingranaggio senz’anima, un
numero, un .pezzo 'di ricambio, un essere costruito in serie, uno schiavo?
Perciò Dio insegna ai suol Agli la ribellione «al Befehl von oben» ingiusto, l’obiezione di coscienza all’ordine superiore contrario alla Sua volontà. Dio insegna il rispetto della libertà umana quando un subordinato, per scrupolo morale, non si sente di
eseguire un dato ordine. Dio ha stabilito che
una nazione si innalza quando le coscienze
dei cittadini sono libere, possono esprimersi,
svilupparsi, qu^do sono educate al rl^jetto
delle Leggi spirituali e morali eterne, decade invece quando la coscienza dei cittadini è
fatta tacere colla forza, educata all’ubbiidienza cieca, senza discussione. Una nazione prospera qumido là coscienza è liberata dalle
coBtrlalonJ eaterioii e si piefa ad un solo « or
dine siQ>eriore » quello eterno, assoluto, quello di Dio.
Perciò il solo atteggiamento onestov virile
e in Ultima analisi savio e 'benefico per gli
individui e per le colléttività, è quello degli
apostoli:
Bisogna ubbidire a Dìo anziché agli uonyini.
Esso crea dei martiri, ma salva i popoli
e l’umanità intera.
Dio mi conceda idi non udire mai più il
« Befehl von oben », in tedesco e, intendiamoci bene, in nessun’altea lingua forestiera
e tanto meno in italiano.
Tanta gioventù nostra avrebbe invano
sparso il suo sangue se dovessimo ricadere
sotto una qualunque schiavitù della mente,
dello spirito', del cuore.
Ad ogni modo è bene precisare sin d’ora
il nostro atteggiamento di giovani valdesi
credenti. ' <
Siamo tutti sottoposti, per motivi di lavoro, dì appartenenza ad unti 'dei partiti politici o .a qualunque altea organizzazione, a dei
superiori o a dei' regolamenti, e siamo tutti
sottoposti alla legge che regola la vita della
Nazione, legge che sarà Tespressione della
volontà del popolo e che vincolerà naturalmente tutto il popolo. E non saremo noi ad
insegn^e il falso concetto della libertà, secondo il quale ognuno può fare quel che gli
pare e piace, senza rispetto per la libertà altrui, senza deferenza per d superiori, per le
istituzioni religiose, civiche e politiche.
L’ordine, la disciplina, la cordialità dei
modi, il rispetto reciproco, sono qualità essenziali del cittadino libero e democratico.
ma
nessuno - niente
nè capo-ufficio, nè comandante, nè capo-partito, nè legge, ci obblighi a fare ciò che la
nostra coscienza di cristiani ci vieta dì fare.
Non la legge scritta e neppure quella non
scritta, che ha, più della pirma, presa sugli
animi e sui costumi, la comime, volgare valutazione del bene e del male, il corrente concetto della moralità che tollera, giustifica
radulfetìo, la prostituzione, Tuibriachezza, il
vizio, la disonestà, l’imponderabile ma pur
consistente opinione pubblica che per la
maggioranza degli uomini è rordine superiore al quale si ubbidisce, ma che per noi cristiani non viéne dall’alto bensì da molto basso, dalle profondità malvage della nostra natura decaduta dalla sua primitiva altezza.
Basta dunque col «Befehl von oben» di
qualunque provenienza ! La dura leztone del
popolo germanico e la dura sorte della nostra Patria debbono scuoterai dal letargo.
Siamo finalmente liberi ! Noi rivendichiamo
la libertà di praticare il Cristianesimo, cioè
rinsegnamento di Gesù non solo nel luogo
santo e santissimo del recinto chiuso dell’Unione Giovanile e della Chiesa,. ma nel
campo vasto del nostro mestiere, della nostra professione, della nostra attività civile e
polìtica, nazionale e intemazionale.
Pronti a coUaborare ad ogni iniziativa collettiva, colle finestre aperte sul mondo, mi
intransigenti, testardi, tetragoni ogni qual
volta ci si chiede dì fare o anche solo di pen-%,
sare — l’idea è la leva dì ogni azione — in %
modo contrario ai principii che Dio ha scolpito neUa nostra coscienza e che la Parola
scritta della Rivelazione illumina di luce
sfolgorante. Gérmanus.
Comunicazioni
I giovani sono caldamente' invitati a collaborare alla Pagi'Tia della Gioventù, che uscirà d’ora innanzi regolarmente ogni mese. Inviare articoli e proposte al pastore G. Bertin - S Germano Chisone.
'* Un Convegno per la Valle Germanasca
avrà luogo entro il mese di giugno.
SOTTOSCRIZIONE
per la Borsa di Studio in memoria
del Cappellano ten. Alfredo Rostaln.
Totale dei 4 elenchi L. 38.279.
SO ELENCO.
Lodovico e Lodovioa Bertolé, L. 100 - Rostaing Cesare, Pomaretto, 25 - Rostahi Aldo,
200 - Long Luigi, Abbadia, 25 - Pons Sergio, Angrogna, 25 - Eynard Bice q Emilio,
Bergamo, 20Ò - Eynard Elena, Id. lOO - Prìzzoni Alma, Id., 100 - Quercioll Pietro, Id., 50
- Zavaritt Gianni, Id., 500 - ’RarznrH Luigina, Id., 100 - Zoppi Enrico, San Giovanni; 50
- Ernesto e Ida Pons Frache, Id., 50' - Elda
e Aldo Malan, Id., 50 - Angelina Purpura,
Pomaretto, 30 - Famiglia Chauvie, pra del,
Tomo, 40 - Benecb Daniele e Fanny, Id., 25
- Alme Edoardo e famiglia. Serre, 100 - Gaydou Maddalena, Angrogna, 25 - RiTneod, famiglia, 25' - E. B., Pratótomo, 25 - Geymonat Pietro, Koerolo, 50 - Geymonat Eme-
2
L1S00 SeE£B VAMJt VALDESI
*A‘ '
sto, Id., 50 - Sellsiri Guglielmo, Torino^ 25 Costa Giusto e Susanna, Id., 50 - Rostan Carlo, M., 50 - Fomeron Alice e Roberto, Id.,
100 - Rollo Klena, Id., 50 ~ Gexmanet Anita,
Id., 50 , Canale Clotilde, Id., 80 _ Chiesa di
Pelonica Po, 150 - V. e L. Coisson, Id., 50
K. K.MÌI.P., Torre PeHice, 50 - Arturo e
Alma Pascal, Id., 100 , Meynier Enrico, pastore emerito, 25 - Guido e Renata Bounous,
100 - Revel Carla, Emilia, Paolo e Diho, Lusema San Giovarmi, 150 - Gay Clemenza, 50
— Chiesa Valdese di Verona: Cavallino
Anna, 50 - Slg.na Darlo, 50 - Slg.ra De
Romo, 50 - N. N., 100 - Severino Zotta, 60 Inferiori alle lire 25, 20 — Chiesa Vaidese
di Frali: Artus Daniele, 25 - Garrou Filiberto, 35 - Gerire Giulio, 50 - GriU FUlppo fu
Giovanni, 100 - Grill Filippo fu Filippo, 25 Garrou Giovanni, 25 - Garrou Siedano, 25 Menusan Pietro, 30 - Pascal Francesco, anziano, 25 - Pascal Beniamino, 25 - Perrou
Bartolomeo, 35 - Richard Pietro Giovarmi.
25 - Richard, fratelli, 50 - Richard Pietro,
Giordano, 25 . Richard Luigi, Indixitti lOO
- Rostan Pietro, Villa, 25 - Inferiori alle lire
25. 265 — Chiesa Valdese di Rodoretto: Pascal Carlo, 60 - Pons Luigi, 30 - Breuza Luigi, .50 - IiÌferiori ale lire 25-, 200 _ Dottor
Giannino Steiner, Bergamo, 500 - Eugenia
Keller Steiner, Id., 500 - Roberto Pellenc,
Torre Pellloe, 100 — Totale del 5p elenco
L. 6.175.
Totale dei cinque elenchi L. 44.454.
. Avvertenze.
La sottoscrizione si chiuderà definitivamente il 31 agosto 1945.
Inviate le offerte direttamente al slg. pastore R. Nlsbet, Vice-Cassiere della Tavola,
oppure alla libreria Claudiana.
Il Regolamento della Borsa sarà fissato dal
Comitato Nazionale della F.U.V. d’intesa col
Consiglio della Facoltà di Teologia. G. B.
Cronaca Valdese
ANGROGNA (Serre)
Domenica 13 maggio convenivano nel
noBtoo Tempio del Serre le nostne tre
Scuiolie domenicali di Pradieltomo, Caoet, Serre, in occasione della aamaunziata
festa di dhiusura delle Scuole domenicali. Un vasto e vario programma di re<àte e di canti intriattaieva per dine ore
circa il numjeroisio pubblico iiitiervienato.
Venivano premiati i migliori, alunni di
ogni gruppo H Pastore spiegava :b[revle^maite orane (erano sorte le prime Scuole
domenicali in In^iilterrai. Un grazie a
chi ba coifiiribuito lodlevolmiente alla
, buona iruscita della festa.
•— Nei nostri, due culti di Pentecoste
veniva oelebraita, al Seme ed a Pradeltoon», la Santa Cena.
Con la domenica 3 giugno avranno inizio i nastri culti all’aperto che da
due anni, per foraa magione, erano stati sospesi. Diomenico 3 i^ugno: ore 10.30:
culto nel tempio dtel Seme; ore 15: culto al Bagnasti, Domenica 10 giugno: ore
IdSO: eulfe) nel tempio di Pradeltomo;
ore 15: culto a La Maria.
In caso di cattivo tempo, i culti
avrai^ luogo alla medesima ora nel
tempio più vicino.
■— Diamo il nostro affettuoso « bientomato » a due* nostri giovani tornati
alle loro case dopo un lungo periodo di
prigionia: Davide Chiavm (OdinB) © Giovanni Ricca (Bertots). Ci rallegriamo
con le loro famigli© ed auguriamo di
cuore a tutte quelle eh© ancora attend^o, di poter presto avere la medesima
gioia.
^0RD1OHERA (Ritardata)
Da vari mesi € più preclsamiente in
seguito alile gravi incursioni dell’estate
scorsa (durante le qiuali è Stata distrutta parte dell’Mituto © danneggiata la
chiesa di Vallecrosia), il cientro delTOpexa nostra è a Biardighera, dove trovasi attualmiente la maggior parte dei
membri deOla nostra Comunità, alcuni
dei quali recentemente venuti, da zone
di frontiera. Altri sono (sfollati ned dintorni, in collina e neU’intemo dell© vallate circostanti.
— Malgrado i iptericoli sempre crescenti abbi'amo continuato a radunarci
domenica dòpo domenica nella chiesa
evangelica di Via Vittorio Veneto; più
di una volta però abbiamo dovuto tenere H culto nei sottosuolo per essere più
al sicuro © per godere di un po’ di iranquillità. Malgrado le gravi circostanze
in cui viviamo, xm discreto numero di
fratelli e sorelle ha seguito regolarmient© le nostre adunanze, dimostrando ardimento e fedeltà, in momenti difficili
e spesso tr^ic', Putroppo già nello scorso igennaio* e noi in febbraio anche la
chiesa di Bordighera è state colpita durante un bombardamento navale in maniera così grave da non ipotervi più tener© i culti. Da allora d radiuniamo in
un locale privato, e più precisamente
nel salotto di una Contessa d’altra confessione, la quale ci ha offleate spontaneamenlte rospìtaJità pier far cosa « alla
gloriai di Dio » .
E 4 marzo un bombardamieinifo navale, incominciato pochi minuti prima diell’ora del culto, oi impediva di radunarci; è stato veramente provvidenziale eh©
nessuìso fosse ancora giunto in quel iuogo, dove puriroppo esplosero tre granate ! E' questo unci dei numerosi casi
in cui Dio ci ha meravigliosament© protetti !
I cultì dd Natale. Capo d'Anno, e della Settimana Santa, con oelebrazion©
della Santa Gena, nonché la commemorazione della Emancipazione, hanno potuto aver luogo, andi© se non sempre
siamo stati indisturbati. Servizi di Ranta Cena sono pune stati oeleibrati in al. cune femighe, i cui membri non poterono intervenire ai culti.
— La nostra comunità è stata gravemente provata non soltanto per il bomr
hardamento delle nostre chiese, ma peirchè quasi tulttì. i suoi membri sono ormai stati sinistrati, chi più, chi meno.
Ci sono famiglie che hanno perduto tutti i loro avari; altre hanno avuto Ila casa
distrutta o danneggiate; c’è chi può oontaire a diecine pTiOiettili grossi le .piocoìi
caduti nella sua proprietà; c’è ohi ha
dovuto cambiare dùie o tre volte di dimora, perchè ripetutamiente Binisitrato ;
c’è chi è stata ferito; c’è ohi è stato gravemente scosso nella sua salute.
— La colletta di rinunzia ha prodotto finora la somma di lire 1630; ma non
è terminate;
— L’8 gennaio ha avuto luogo il funeradie della nostra sorella Baronessa
Elisabetta Von Klleudgcn^ deceduta all’età di 80 anm; rinnoviamo alla figlia,
signora prof. F. Deano, respreasiioffie della nostra viva simpatia cristiana.
^— Il 28 febbraio è steta celebrato,
nella chiesa sinistrata e partàoolarmiente
scoperchiata, il ntetrimdtóo religiaso
con effetti civili del signor Bruno Pons
con la signorina Aurora Gozzano. Malgrado i pericoli incombenti, membri di
Chiesa, amici ¡ed estranei, in buon numero, intervennero alla lOeririionia dhe,
niella^ sua semplicità e solennità, ha profond!am,ente impressi anata i presenti e
specialmente persone che non avevano
mai assistito lai nostri riti. Voglia il Signore benedire © proteggere i cari sposi, aooardando loro quella felicità che
soltanto si trova vivendo sotto ai suo
sguardo ! D. P.
COMO
Il 23 marzo è deceduta, in Sanfodlele
d’Intelvi, ail’ietà di 84 anni, la più an^
ziana di quel piccolo 'grtq>po di fedeli.
Il fratello di lei, Pietro Àndreetti, morto circa quarant’-anni or sono, fu uno
diei primi, se non il primo Pastore che
pr^'cò l’Evangelo a Sanfedele, cosicché l’una e l’altro possono essere annoverati tra i fondatori di quell’opera, piccola sì, ma che pur lebber giorni gloriosi.
Ai funeraU, — che furono prasietìuti
dial (pastore di Como, il signor Lupo -raccorse quasi tutto il paese, tanta era la
stima, tenio l’affetto (di cui godeva la nx>stra sorella, la quale in tutta la suia lunga vita fu (un esempio mirabile di fedeltà a Dio e di attaccamento «Ila CJhiesa Vialdese, che non dirnenlticò nelle sue
ultime disposizioni.
La Congregazione di Como prende
viva parte al lutto della Chiesa ^ Sanfedele e (Circonda di criistiana. viva Gimpatia la nipote, signora Giacominai Di
'Trania AndÈeetti, che — (negli ultimi
cinque anni —- tanta amorevole assistenza prestò alla aia. quaiai «empire
malata. s.
PRANOLLO
Abbiamo aiooompagnato al cimilo,
in quieste ultime settimane, le spoglie
morteli di:
Francesco Rostan^ dj anni 75, del vUteggio dei Sappdat, che ha paziientemente sopporteto la sua lunga prova; egli
lascia il ricoiidlo idi uomo serio ed onesto.
MarcellAna Bounous, di appena 13
anni, <tì|Pomeano, bambina inteUigente
e studiosa; amici, oonosoenti e compagni di catechismo n© piangono la morte
piwooe, e si stringono intorno ai famigliari, già poco tempo fa duramente provati (da altro lutto, per testimoniaxiQ loro
la più viva e fratèrna simpatìa.
Ernesto Long, di anni 65, capitano di
marina in (congedo, appartenentbe alla
Chiesa di Pinerolo. Oriundo di Pramollo, i^a tomaito fra noi da qualche mese;
il Signor© lo ha richiamato dòpo penos©
sofferenze. La sua bontà e la sua feda
sincera erano oonosckite ied apprezzate
da tutti
Silvio Jahier, di anni 20, del BoccMandioni, caduta in Val Gienmanasca 11 23
marzo 1944, mentre si accingeva a compiere ima risohiiosa missione. La sua saline), deppRla prDVviacniaRMnt» xkA o5ml
' fljero di Rdcflariettoi, rilpoisai or« a Pramollo. Lai oeiimionia funetoaTe, a cui hapno
partecipato centinaia di persone con nu- ;
merosie rappresentanzse dell’Unione Giovanile, dei Partìigiaini e del Comune di
San Germano, sono state un solenne e
‘ commosso omaggio alla memoria di
vio, (©d una prova di simpatia; offerta
alla famiglia afflitta.
Spanda il Signore il Suo Spirito d,i
consolazione e di spieranizia nel cuor© di
tutti colora eh© sono staiti oolpitii da
questi lutti.
—* E’ stato presentato al S, Battesima
il piccolo Enzo Long di Eli © di Erniastìna Long, dei Ciotti. Iddio protegga
questo bambino ed aiuti genitori, padriito e madrina ad assol veri© il loro compito.
— Il culto deU’Asoensicme ha avuto
luogo aU’aperto, 'in comune coi fraiteUi
di S. Germano. I Pastori delle due parroodii© hanno recato 'ai convenuti messaggi di idrcostenza. Dopo il culto tutti
hanno visitato i luoghi che sono stati
teatro di azioni belHch© e di atrocità, ed
(hanno rivolto il loro pensiero commosso alla, memoria di parecchi dei nostri
giovani eh© su quelle alture hanno sofferto ed immolato la loro vita per la liberazione della Patria. '
— Domenica 13 maggio abbiamo celebrato la festa della madire criistiana.
La sala unionistica era gremita' di mamme is di bambini. Dopo im culto d’introdtóone; gli alunni dellia Scuola domenicale hanno svolto un bel programma
di recito e canti. Questa festa si è poi
ooncliusa colla tradiizionale le simbolica
offerta del ma'zzo di fiori. Un sincero
ringraziam'ento a tutte le persone ohe
si sono gentilment adoperato «11© sua
riuscita.
PRAROSTINO
B a 11 e s i m o. Anna Mafalda Dardanelli di Romoik). , '
— Ringraziamo sentitamente il pastore R. Nisbiet, che ha presieduto il nostro
culto dèi il 5 aprile.
— Particolarmente solenne ìl nostro
culto di Penteicoste con la ammissione,
quale membro di Chiesa, di ima signordna proveniente da altra confessione
religiosa.
— Ih’ quieste ultime settimane abbiamo salutato con piaciere alcuni nostli
giovani reduci dlalla Germlania, daU’Italia centrale e meridionale. Molte famiglie hanno già ricevuto notizie recenti
dei loro cari e ne aspettano ü ritorno
con ansia.
— Accanto a queste liete notizie ne
stono giiunte tanche delle tristi. Molti
mesi fa è deceduto, in Germania, per
disigrazia sul lavoro, Mario Emanuele
Paget. NeUTtalia Meridionale, dopo lunga malattia, decedeva pure Almerino
Gönnet, ■di .Roccapiatta.
All© famiglie nel lutto esprimiamo la
nostra cristiana simpatia. *
— Desideriamo rivolgere il nostro «aluto (augurale ai nostri amici © correligionari sig. Giovanni Vicino. B'indiaco del
Comiune di S. Secondo di PÌneirolio, Giacomo Griglio, vioe-sindaco. Aldo; Fomeron, Paolo Godino le Artumo Rivodro,
consiglieri.
SANTA LUCIA DI QUI STELLO
Una prova tangibile che questa Congregazione prospera con l’aiuto di Dio,
è state data anche in ocioasi'one del 17
febbraio, sempre sotto la direzione del
,prof. Vajvelli dlott. Beniamino, coiadiuvato dai «signori F. Crespi e colportore
E. Varvelli: una cartolina oommemorativa, ©dita dalla Gioventù Valdese locale, è stata distribuita, una lettera-circolate è stata inviata a quasi tutte le famiglie 'del luogo — alle poche (evangeliche, alle simpatizzanti, aUe ami'Che —
e sessantasei di esse hanno dato la loro
offierta pier la « Settimana di Rinunzia ».
Un mito di commiemorazioinie con celebrazione della Santa Cena ha avuto luogo la domienioa mattina 18 febbraio e la
sera, con pieno successo, i giovani davano un drammi» dello «tono iprodl. Vwevalll.
VERONA
In acuito oU’iinicimBiow« aie«« Oel 6
aprile, è decèduta la lii^iioira Anno Coh
vdllina, membro dèli« Chiesa di Verona,
▼1LLA8ECCA
Duramlte quiesti ultSmi maai abbiamo
dovuto negistrare i seguenti deoesal: Ceeare Augusto Pons. anni 50 (Combagarino); Susanna Peyrem, di «ami 35
(Chiotti); Alda Rostagno, di anni 29 (Sago©); Shtganki Omii Bar», Oi «mi 02
(Bovile); Meiddaienà Cloi, di «tipiì 76
(Albarea); FiUppc Balma, di anni 76
(Linsardo); Giovanni Pietro Genre (Bovile); Mario Mffgherìta Ghigo, di anni
80 (Faetto); Giovanni Bartólomea Costantino, di' anni 81 (Olrrijeri).
A tutta 1© famìgli© in lu'tto rinnoviamo l’espressnone della nostra fiimpatia.^
Sona stati presentati ai Battesimo:
Rosa Massel di Eh © di Maria Gelato
(Maisetta); Olga Refourn di Enrico e di
Oalina Gelato (Linsórdo),
■— Hanno undfo la loro vit« ooì aaicro
vìncolo dei matrimonio: Giulio Oenre ©
Lidia P^rót, di Bovile,
Aiuti il Signore gjl uni gli altri « mantenere 1© promesse fatte.
—• La' vite lecclesaistiica della parroc- ,
chia, che fin’ora è stata (deli© più rìsparmìa'te, si è svolte con noimalità. Durante l’invemoi sono state tenute dell© riunioni diurne nei quartieri periferici. La
frequenza ai culti è stata quella degli
anni scorsi. Saltuariamlento abbiamo
avuto delle buon© assemblee. Lascia
però sempre a desiderare la parteitipazione alla S. Gena.
Ci ài rallegra nel constatare calme
non siano mancati atti- idi generosa solidarietà cristiana, sopratutto a favore
di sinistrati; citiamo' il quartiere dlell’Alharea. che ha versato un quantitativo
di fieno richiesto slenza accettare alcun
compenso. Ci si augura però in alcuni
ima maggior comprensione dell« serietà
dei tempi.
La lista 'dèi mem;bri (elettori, rivediuts
nello scorso ididembre, è «stata'ridotto a
82 membri.
— La parrocchia ringrazia 11 paistara
Roberto Nisbet per la sua. visita dellTl
febbraio e par il suo edifleanto miaBsaggìo.
Riceviamo e pubblichiamo:
Alla Spettabile Amniinistrazlain» Itodazione dell’« Eco dalle Valli »,
A nome di questa .amministrazìion«, a
nome dei benefijoati ©d a inoime tnìo
proprio mi seifto In obbliga di rivolgere a icoteéta Spettabile Rietìiazione le
espoiassioni della noisltra migliore gratitudine ©d i ringraziamenti più 'sentiti
per l’opera 'di 'assistenza e 'di tutela data
1^ nos'tri oorreligionari durante tutto il
periodo ..di oppressione nazifascisjia.
Detto azioni ^ grazie vanno rivolte »
tutti i concittadini deUa Val Pellice. che,
con spirito di fratellatìza, con anoomiabUe generosità, con nobile sacrificio
personale hanno contribuito a salvare
tanti nc®tri icorreligi'onari.
Con particolare ossequio. .
Torino, 21 maggio 1945.
Il Oommissario F*refettitio
della Comunità Israelitica di Terréno:
Ing. Eugenio Noni.
SOCIETÀ’ DI STUDI TALDiSI
COCMUNICATO
La Società di Studi Valdead, contìnuand'O l’attivitià culturale, patriottica
spiritual© ch’easa ha volùto oostantemenlte proseguire durante il periodo bellico, aveva preparato per i primii giomi
d’aprile la ^bblicazion® dèi Bollettino
N. 83. L© ciroostainzi© burrascoB© delle
ultime settimane ne hanno ritardato la
pubblicazione, eh© awèrrà nella coiprunto settimana.
Il Seggio della Socieltà ai proponi* di
pubblicar© le notìzie © imemori© più importanti, che ai riferiaoono alla cronistoria dei due ultimi anni, apecttalmanto nelle Valli Valdesi, e eh© servano come necessari« documentaadon* per 1«
■torìa, eh© si «scriverà più 'tardi, dì questo tormentoso periodo. Si pregano .perciò tutti i Soci © 1© altr© persone In'tereosate ad inviare al più presto al Seggio tutta 1© notizie © docum'enti io proposito, diari, ricordi, comunicati, irilSormazionì, lettere, stampe, fotograifle; bigetti vari. Coloro che hanno parteciptto
direttamente od indirettamente a qualche fatto degno di nota, ne preparino
una .relazione, anohie in termini semplici e sommari, © la mandino senz’altro
al Seggio. Tutto il materiale inviato sarà
aoouratamento esaminato per serv^
alla ricostruzione storica del perio^;
sarà poi eollazionatoi le conservato a ilp“
ip*i»ioinei dei futuri studLail, oppum ««tìtuito a irkhieists. '
11 Brèsidienito: AttlUO Idlki.
Past. Giovanni Bonnet, Dirltior»
.,............. ................
Alti OttUu < k'Alfio* >
AÄfc’iV
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