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Anno 122 - n. 33
29 agosto 1986
L. 600
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Gruppo 1 bis/70
In caso dì mancato recapito rispedire
a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
Il teologo americano Charles
E. Curran, per il suo dissenso
dal magistero cattolico nel campo dell’etica sessuale, « non può
essere né idoneo, né eleggibile all’insegnamento della teologia cattolica », secondo una decisione
della Congregazione per la dottrina della fede (C.D.F.), resa
nota il 19 agosto.
Nei giorni scorsi l’associazione « Friends of American Catholic Theology » ha raccolto olire 21.000 firme di solidarietà a
Curran, al quale hanno espresso appoggio anche 750 teologi,
mentre egli rivendicava il proprio diritto di insegnare « secondo la dottrina cattolica e la mia
coscienza ».
Questo teologo è divenuto il
simbolo di una tensione crescente fra le diverse esigenze di una
etica normativa e quelle di una
coscienza in evoluzione. Mentre
il magistero si appella alle norme del proprio insegnamento,
la coscienza dei cattolici — e non
solo di quelli americani — non
può evitare il confronto con i
valori affermati dalle altre chiese cristiane e dal pensiero laico. I teologi si trovano al centro
di questa tensione. Ma il caso
Curran ha sollevato anche una
questione di principio; se il consenso richiesto dal magistero ai
teologi sia di ordine disciplinare
o costituisca anche un dovere
morale.
Il cardinale Josef Ratzinger,
prefetto della C.D.F., ribadisce
che i cattolici devono prestare
«il religioso ossequio dell’intelletto e della volontà » non solo
al magistero « infallìbile » ma anche a quello « ordinario ».
Curran invece sostiene « che
la chiesa cattolica debba ammettere il dissenso nelle sue file ».
Anche i vescovi americani coinvolti nel caso non sfuggono a
questa tensione tra magistero
e libertà di coscienza.
Mentre il vescovo di Washington Monsignor James Hickey dà
esecuzione pratica alla sentenza della C.D.F., il vescovo di Rochester Monsignor Matthew
Clark dichiara che quella sentenza « nulla toglie alla stima
del Reverendo Curran come sacerdote » della sua diocesi, nella
quale egli «sarà sempre il benvenuto per esercitare il ministero
sacerdotale ».
Dunque, il dissenso dal magistero sui temi dell’etioa sessuale, mentre impedisce d’insegnare
teologia morale in una università cattolica, non impedisce l’attività pastorale, nella quale
gli stessi temi sono oggetto non
di un dibattito culturale, ma di
scelte personali di ordine etico.
La sentenza della C.D.F. (la
quale funziona « anche come
tribunale »), se sul piano giuridico è un fatto interno alla chiesa cattolica, per i suoi risvolti
ecumenici non lascia indifferenti
le chiese evangeliche. Esse non
possono evitare il problenm:
quale ecumenismo è possibile
con la chiesa cattolica a livello
di gerarchia quando questa, nell’ambito dei propri poteri, nega
spazio e libertà di ricerca a quei
teologi che esprimono le istanze
più vicine alle proprie?
Cesare Milaneschi
DALLA PREDICAZIONE DEL MODERATORE BOUCHARD AL XV AGOSTO
Appello al pastorato
Accanto ad una crescente efficacia sociale le nostre chiese vedono decrescere il numero di
coloro che dedicano la vita alla predicazione della Parola; un motivo di riflessione per tutti
All’angelo della chiesa di Efeso scrivi : Queste cose dice colui che
tiene le sette stelle nella sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro ; io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza;
so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli
che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi. So che hai costanza, hai sopportato molte cose per amore
del mio nome e non ti sei stancato. Ma ho questo contro di te; che
hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei
caduto, ravvediti e compi le opere di prima ; altrimenti verrò presto
da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi.
Tuttavìa hai questo, che detesti le opere dei Nicolaìti, come anch’io
le odio. Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. A
chi vince io darò da mangiare deU’albero della vita, che è nel paradiso di Dio (Apocalisse 2: 1-7).
Mi sia consentito di leggere
questo brano importante della
Sacra Scrittura alla luce di uno
dei principali problemi della nostra chiesa, la mancanza quasi
completa di vocazioni alla predicazione della Parola di Dio, e di
cogliere l’occasione di questa
giornata di incontro per lanciare
un appello più adatto a questo
contesto aperto e vicino alla vita
che al Sinodo, con la sua atmosfera solenne e appartata.
Se noi esaminiamo l’azione e
la vita delle nostre chiese negli
ultimi anni, restiamo colpiti dalla nostra somiglianza alla chiesa
di Efeso, nel bene e nel male.
Alla nostra realtà si può certo
applicare quanto il Veggente dice
di positivo alla chiesa di Efeso:
Io conosco le tue opere, la tua fa
tica, la tua costanza... So che hai
sopportato molte cose per amore
del mio nome e non ti sei stancato. Pensiamo a queste cose in
riferimento al passato, all Glorioso Rimpatrio ohe ricorderemo
nei prossimi anni, o ai sermoni
che Jacopo Lombardini pronunciava in questa casa 43 anni fa.
Ma le pensiamo anche in riferimento alla realtà effettiva del popolo protestante in Italia e della
nostra chiesa. In questi anni ho
avuto la possibilità di seguire
globalmente la vita , della chiesa
e ho potuto notare quanti risultati importanti sono stati ottenuti dai credenti e dai loro amici
proprio grazie a ciò ohe dice l'Apocalisse: la fatica, la costanza,
le opere.
In questi anni, migliaia di val
II moderatore Bouchard predica
al 15 agosto (foto G. Girardon).
desi e metodisti — per parlare
solo di questi evangelici — hanno saputo dare tempo, fatica,
amore, energia per Peflìcacia sociale delle nostre chiese, per i
vecchi, per i bambini, per gli
handicappati, per la cùltura, per
NAIROBI: XV CONFERENZA MONDIALE METODISTA
Cristo, il sì di Dio per ii mondo
Gesù Cristo, il « sì » di Dio
per il mondo, questo il tema della XV Conferenza Mondiale Metodista (la prima fu tenuta nella
Wesley’s Chapel nel 1881) riunitasi a Nairobi, in Kenya, tra il
23 e il 29 luglio. Oltre 3000 delegati provenienti da 100 paesi
del mondo in rappresentanza del
popolo metodista di ogni nazione, lingua e colore hanno discusso i problemi teologici, sociali
e politici connessi con la fedeltà e l’annuncio dell’Evangelo in
questo tempo, In precedenza, nella medesima sede del Kenyatta
Conference Center, si era riunita anche la Conferenza Mondiale
delle Donne Metodiste. Evangelizzazione, pace, solidarietà, dialogo ecumenico, educazione alla
fede, questi alcuni degli argomenti specifici trattati sia nelle
sedute plenarie che negli incontri
dei 100 gruppi internazionali di
lavoro
La Conferenza è iniziata dunque il 23 luglio con una sfilata di
stendardi delle varie Chiese e
raggruppamenti presenti. Il gusto per le coreografie spettacolari e la rigorosa precisione organizzativa anglosassone nulla
hanno tolto alla bellezza del momento e al cordiale, spontaneo e
prolungato applauso che ha salutato l’ingresso di ogni bandiera dalla quale era bandito ogni
riferimento a colori nazionali. Il
saluto di apertura è stato por
fi vescovo Desmond Tutu parla
alla tribuna della Conferenza.
tato dal vescovo kenyota Lawi
Imathiu. Ad esso è seguito un
culto con Santa Cena intervallato da canti in swahili del coro
della chiesa del Kenya in costumi tradizionali che ha animato
la riunione anche con la danza
di alcuni brani.
Il tema generale della Conferenza « Gesù Cristo, il sì di Dio
per il mondo » è stato proposto
in varie angolature giorno per
giorno: « Solo Cristo per la sal
vezza », « Santità scritturale »,
« Regno di Dio e diritti umani »,
« Cristo per il mondo ». Ogni
giorno, oltre ai dibattiti, oltre
alla preghiera e al canto in apertura delle sessioni, ampi spazi
per gli studi biblici collegati ai
temi discussi e testimonianze in
argomento. Gli studi biblici sono
stati curati dal teologo londinese Donald English, presidente
della Conferenza Metodista della
Gran Bretagna. Le testimonianze
sono state portate dal dottor
Akbar Abd'ul-Hagg, indiano di
origine, professore di lingue òrientali e pastore della Chiesa
Metodista Unita di Anneapolis
particolarmente impegnato nel
lavoro verso il mondo e la cultura musulmana; dalla signora June Lunn, inglese di Bristol, leader dei movimenti femminili e
sperimentatrice nella ricerca di
nuove forme espressive nel culto e nello studio biblico anche
attraverso l’uso dei sisi.emi audiovisivi; dal visconte Georg Thomas Tonypandy sul quale riferiamo a parte; dalla studentessa
diciannovenne indiana Alka Edwards rappresentante della Gioventù Metodista; dalla signora
Sinta Sintorus, indonesiana, insegnante, vicepresidente della
Conferenza Mondiale delle Donne Metodiste.
Momenti forti della ConferenClaudio H. Martelli
{continua a pag. 5)
il pensiero, per mille altre cose.
E resperienza di noi pastori è
che ogni volta ohe abbiamo la fede e il coraggio di rivolgere alla
gente un appello preciso relativo
ad un concreto fare o dare, la
gente risponde, giovani _e vecchi
fanno e danno. In Italia siamo
35.000 persone, abbiamo 131 _ comunità, 60 iniziative sociali o
culturali (ospedali, musei, giornali, cooperative, la Facòltà di
Teologia, la Claudiana, molti centri giovanili, 10 case per anziani
ecc.); ogni 15 giorni memo milione di persone in orari sempre
peggiori guarda la nostra trasmissione televisiva, « Protestantesimo », e un milione di italiani
la domenica mattina ascolta il
nostro culto alla radio. E la cosa
continua. Prova ne è il fatto che
in questi anni le nostre chiese
hanno trovato un bel numero di
giovani disposti a lavorare per la
chiesa. Li chiamiamo « diaconi »,
sono giovani di prima qualità,
che avevano la possibilità di far
carriera e ohe hanno accettato di
venire a lavorare nella chiesa
perché ritengono l’opera della
chiesa spiritualmente fondata,
socialmente efficace e cultunalmente valida.
La tentazione
E’ molto chiaro però che in
questa efficacia sociale è nascm
sta una grande tentazione: diventare una specie di agenzia sociale protestante che fa tante
bellissime cose, rinnova ospedali
e case per anziani, stampa libri,
ma non predica più. O per meglio dire: incarica un numero
sempre più piccolo di persone
di fare dei sermoni specializzati
per situazioni particolari come
matrimoni, funerali, ili XV agosto, l’apertura del Sinodo e qualche altra occasione. Sintomo tragico di questa situazione è che
sta calando non soltanto il numero degli studenti in teologia
ma anche il numero dei predicatori laici. Mi spaventa di più
questo che il calo dei pastori,
perchè pastori ne troveremo
sempre, ma se non c’è il credente che mentre va in fabbrica
pensa a cosa predicherà la domenica, cosa diventa la vita spirituale della nostra chiesa?
Le nostre comunità non resteranno mai senza pastori, perchè
in Germania e in America c’è la
disoccupazione pastorale. Quest’anno la Tavola presenta all’esame di fede una teologa tresca
e un teologo svizzero italiano e
presenta al Sinodo come pastori
un metodista inglese, un riformato americano e un evangelico
africano. Questo fatto esprime il
carattere internazionale della nostra chiesa che tien conto defila
fisionomia ormai internazionale
del nostro paese, con città che
ospitano un crescente numero di
africani e asiatici. Dobbiamo saper accettare questo carattere
internazionale della nostra chiesa come in passato abbiamo imparato ad accettarne il carattere
Giorgio Bouchard
(continua a pag. 4)
2
2 vita delle chiese
29 agosto 1986
TORRE PELLicE, 24-29 AGOSTO |nvestiiTienti ìfì Sucl AfHca
Il Sinodo al via
Il Sinodo delle chiese valdesi
e metodiste ha avuto inizio domenica 24 agosto a Torre PeMice
con ima predicazione del prof.
Bruno Corsani, e si concluderà
venerdì 29 con l’elezione del nuovo moderatore e del nuovo presidente delTOPCEMI. I
pastori Giorgio Bouchard e Sergio Aquilante, infatti, ohe hanno
rivestito queste cariche fin dall’anno deH’integrazione valdesemetodista (1979) non sono più
rieleggibili.
Sono 180 i membri del Sinodo
con voce deliberativa, ai quali
se ne devono aggiimgere altri 74
con voce consultiva (pastori emeriti, delegati delle Chiese Libere, il segretario della FGEI,
ecc.). Fra i membri a pieno titolo, quest’anno i pastori sono
in minoranza: solo 80, contro
100 laici. Minoranza al Sinodo —
ma questa non è una novità —
sono anche le donne, ohe sono
solo 35 (e 145 gli uomini).
Come ormai consuetudine da
qualche anno, al Sinodo non saranno discussi solo i problemi
« interni » delle chiese, ma anche alcuni temi di interesse più
generale, che quest’anno, per la
prima volta, è stato deciso di
affrontare nelle sole sedute mattutine, in modo da facilitare il
lavoro degli inviati degli organi
di stampa e radiotelevisivi.
Il Sinodo, infatti, « fa notizia »: sia per l’interesse dei temi
che tratta — fra i quali, quest’anno: l’intervento di Benny
Nato, rappresentante in Italia
delTANC, il movimento anti-razzista sudafricano, la lotta per
la pace, l’obiezione di coscienza,
l’ora di religione nella scuola
pubblica, T« 8 per mille » e i rapporti con lo Stato — sia per la
crescita di attenzione nei confronti del protestantesimo da
parte dei mass-media e della società.
A cavallo fra la dimensione
« ecclesiastica » e quella « pubblica » è stata inoltre discussa
la commemorazione del Glorioso
Rimpatrio (1689), il rientro dei
valdesi nelle loro valli da cui
erano stati esiliati, il cui terzo
centenario cadrà fra tre anni,
commemorazione che le nostre
chiese si stanno preparando a
rendere solenne come richiesto
dalTimportanza delTawenimento.
Un’importante innovazione metodologica è stata introdotta
quest’anno con l’istituzione di un
incontro, svoltosi domenica sera, fra i rappresentanti dei vari
Distretti e la Commissione d'Esame, nel corso del quale i primi hanno avuto modo di chiedere alla seconda integrazioni della « controrelazione » in riferimento a problemi locali. Dell’insieme dei lavori sinodali riferiremo in modo ampio nel prossimo numero del nostro giornale,
che sarà dedicato, come gli anni
scorsi, allo « Speciale Sinodo »,
e conterà ben sedici pagine.
Paolo Florio
Il Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia, pastore Aurelio Sbaffi, ha
inviato, in questi giorni, una
lettera alla Banca Commerciale Italiana poiché essa risulterebbe — salvo prova contraria
— implicata in investimenti finanziari in Sud Africa. La PCEI,
ricordando — nella lettera di
Sbaffi — l’impegno contro ogni
forma di razzismo e contro il
segregazionismo praticato in
Sud Africa, chiede maggiori delucidazioni su eventuali forme
di finanziamento della stessa
Banca al governo- di Pretoria.
La lettera si colloca nella linea
Liberato
il past. Gui Subilia
Alla segreteria della CEVAA a Parigi è giunta la notizia della liberazione in Sud Africa del past. Gui Subilia arrestato alla vigilia del . Sower
to day » « per motivi precauzionali ».
Il past. Subilia si trova ora nel Lesotho. Non si sono invece avute notizie degli altri membri della Chiesa
Evangelica del Lesotho arrestati nella stessa circostanza.
CORRISPONDENZE
Cambio pastorale
CARRARA — La comunità ha
salutato affettuosamente in feto,
con bambini e catecumeni, il pastore Eugenio Stretti, nel corso
del culto domenicale del 20 luglio. La predicazione tipicamente riformata e barthiana -di Eugenio accomunata a una passione evangelizzatrice ha contribuito alla rinascita numerica della comunità. Al di là delle cifre
(8 confermazioni in 2 anni di lavoro), la presenza jiastorale è
stata rivolta aU’interno alla formazione biblica e teologica, con
la rinascita del catechismo, diventato momento aggregante per
tutta la comunità, al potenziamento degli studi biblici in Carrara e diaspora (Massa, Forte
dei Marmi, Pietrasanta, Forano
e Gragnana), alle visite èd alla
preparazione di ministeri locali: ricordiamo l’avvio alla predicazione del candidato Paolo Novaria che ha svolto con profitto
le sue esercitazioni omiletiche
nella nostra comunità.
Airestemo, come è stato ricordato nel corso del culto dai rappresentanti delle chiese dei
« Fratelli » e « Avventista » e dal
presidente della sezione carrarese della « Società di Studi
Francescani », il past. Stretti ha
svolto im intenso dialogo ecumenico sia con fratelli evangelici, sia, a livello di studio, con
i fratelli cattolici promotori di
tale Societas francescana.
A Eugenio, a ricordo del suo
ministero, la comunità ha dedicato una pergamena e un piccolo
dono con l’augurio che egli possa mettere ora il suo entusiasmo
e le sue capacità, al servizio della chiesa di Taranto.
La comunità ringrazia altresì
il pastore Salvatore Briante per
la collaborazione nelle predica^
zioni domenicali; i fratelli Eliseo Longo, Davide Melodia, Niko
Garagunis, Gabriella Forma,
Margarethe Ziegler Della Latta,
Filippo Rivoli, Giorgio Barsctti,
che hanno con spirito di servizio sostituito il pastore nelle domeniche in cui questi predicava
a Spezia. Un caldo benvenuto al
nuovo pastore Carmen Trobia,
che da ottobre curerà la comunità.
Benvenuti
VENEZIA-MESTRE — Un periodo tutto all’insegna delle nuove e nuovissime generazioni per
le nostre comunità.
Nell’arco di un mese, fra maggio e giugno, sono nati ben tre
bambini, un fatto eccezionale
per comunità poco numerose.
Ha aperto la serie Anna, di Franca Bcrtolon e Daniele Busetto;
questa nascita ha rallegrato la
comunità di Venezia-Mestre, comunità di origine, e quella di
Vicenza, dove la famiglia risiede per lavoro. Sono venuti poi
Giovanni , di Annamaria e Flavio Avanzi, di Treviso, e ancora una Anna, di Daniela Camilot
e Dario Falbo, di Mestre. Le comunità si sono rallegrate e hanno condiviso la gioia di genitori, fratellini e nonni.
Domenica 22 giugno, in coincidenza con la chiusura delle Scuole domenicali e del catechismo,
il culto a Mestre è stato pensato
soprattutto per i ragazzi, e ha visto riimito un buon numero di
bambini e giovani delle comunità e della diaspora. Il sermone ha fatto riflettere sul razzismo, non solo quello noto e lontano, ma anche quello vicino e
più nascosto. I ragazzi hanno
partecipato con letture e canti
(«Esci dalla tua terra», «Grazie Signore », ecc.) inseriti in
una liturgia un po’ diversa dal
solito. Alla fine del culto sono
rimasti insieme davanti a un
rinfresco.
Ricordando il
passato
FERENTINO — Domenica 29
giugno le comunità di Ferentino
e di Oolleferro hanno celebrato,
insieme, un culto comunitario
seguito da un’agape fraterna. Le
comunità riunite hanno voluto
ricordare il lavoro del prof. Vinay che per primo portò la predicazione delTEvangelo in quei
luoghi. Il culto, presieduto dalla
coppia pastorale Lupi-Rinaldi, è
stato ricco di ricordi del passato e di spunti per il futuro. Molti giovani presenti, molta attenzione e soprattutto molta commozione.
Lutto
VIAREGGIO — La sorella Laura Sabatini Biondi, di anni 61,
è improvvisamente deceduta colpita da un ictus cerebrale, lungo il viottolo del cimitero di
Frossignoni (Pistoia) dove stava recandosi per deporre dei
fiori sulla tomba del padre.
Il suo carattere estroverso, la
sua fede lineare e concreta, le
permettevano di essere amica
di tutti e sempre disponibile,
confermando e rinnovando la
stima e l’apprezzamento che la
famiglia Sabatini ha suscitato
nell’ambiente evangelico toscano
anche nel passato.
Ai numerosissimi intervenuti
al funerale, alla famiglia sgomenta per l’improvvisa prova, il pastore S. Briante ha annunziato
la certezza della resurrezione
con una predicazione sul testo
di Giovanni 11.
Margherita Lingria
NAPOLI — Sabato due agosto la nostra sorella Clara Lingria Ranchetti ha avuto il grande dolore di perdere la mamma.
La signora Margherita Lingria è stata membro del Concistoro della nostra Chiesa apportando, oltre al suo impegno, la
dolcezza del suo carattere e la
testimonianza di una viva fede
trasmessa ai suoi figli ed a quanti la conobbero.
Il Concistoro esprime a Clara,
alle sue sorelle ed al fratello
l’espressione sincera di affetto e
la certezza della consolazione
che da Cristo proviene.
Un membro del Concistoro ed
il predicatore laico della nostra
Chiesa hanno avuto momenti di
raccoglimento, preghiera e lettura biblica presso la casa delTestinta, la salma è stata poi
trasportata e tumulata nel Cimitero di Reggio Calabria.
Nuovo Consiglio
RUMINI — Nello scorcio della
fine anno ecclesiastico, nel corso dell’assemblea che ha approvato all’unanimità la relazione
del Consiglio, si è proceduto alle elezioni per il Consiglio stesso. Al posto dei diaconi Giovanni Van Raay di Rimini e Glauco
Biiosi di Gabicce, non più rieleggibili per compiuto quindicennio, sono stati eletti Manfred Mack di S. Leo e Yvette
Pagliardinl Jeanmaire di Pesaro. Ai fratelli Van Raay e Buosi
la comunità esprime il più vivo
ringraziamento per il lungo e
apprezzato servizio.
Intorno a Pentecoste segnaliar
mo due iniziative : sabato 17
maggio ha avuto luogo una « veglia di Pentecoste » nella chiesa
cattolica di S. Nicolò. Presenti
un gruppo di carismatici di Rinnovamento dello Spirito e il predicatore della locale Chiesa pentecostale, sono stati dati messaggi e letture bibliche dai due
pastori e dal parroco don Fabio,
intercalati da canti e preghiere
dell’ assemblea. Domenica 18
maggio, dopo il culto di Pentecoste con S. Cena tutti sono stati accolti per pranzo a S. Leo
dalla famiglia Mack nel giardino della loro villa. La giornata,
con la divertente e redditizia pesca organizzata dall’Unione femminile, con bagni in piscina e
partite a bocce si è protratta
fino a sera, con riconoscenza al
Signore e ai generosi ospiti.
(Per un disguido questa corrispondenza compare con forte ritardo; ce
ne scusiamo con i fratelli di Rimini).
delle azioni promosse dal C.E.C.
di Ginevra (e da molti altri organismi internazionali) tese ad
isolare economicamente il regime sudafricano.
Se non perverrà documentata smentita sul coinvolgimento della Banca Commerciale in
investimenti in Sud Africa, la
PCEI interromperà le proprie
relazioni con il suddetto Istituto.
Corsi di
alfabetizzazione
Corsi di alfabetizzazione nella nostra lingua, ecco il servizio che alcune chiese ed opere
hanno deciso di rendere agli immigrati. Dopo un anno di esperienze è giunto il momento di
incontrarsi per valutare il lavoro fatto, per apprendere nuove tecniche di insegnamento e...
— perché no? — per decidere di
dare l’avvio a questo tipo di servizio dove non lo si è ancora
fatto. Tutto questo sarà materia
di un convegno organizzato dal
Servizio Migranti della FCEI
per il fine settimana 13 e 14 settembre p.v. a Ecumene (Velietri).
Ci sono ancora alcuni posti disponibili; le informazioni possono essere ottenute telefonando
allo 06/47.55.120.
VENEZIA — Sabato 13 settembre
alle ore 17.30 all'Ateneo Veneto, Campo S. Fantin, Giannino Piana, teologo
cattolico e Lidia Giorgi, pastore battista, presenteranno il libro di Alfredo Berlendis « La gioia sessuale, frutto proibito? ». Moderatrice Federica
Ambrosini.
BIELLA — Sabato 13 settembre alla Biblioteca civica (via P, Micca)
conferenza del past. Domenico Maselli su « Margherita e il ruolo della
donna nei movimenti spirituali e pauperistici del Medio Evo ».
Damenica 14 Festa di Fra Dolcino
alla Bocchetta di Margosio (Trivero
Biellese): ore 10 culto all'aperto con
S. Cena; ore 11 Assemblea al Cippo
sul Monte Mazzaro; ore 13 agape alla Baita del Margosio. Nel pomeriggio musiche e canti della cultura alpina e operaia.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Visita da Dublino
VILLASECCA — Domenica 7
settembre ospiteremo per tutta
la giornata nella nostra comunità un gruppo di una cinquantina
di sorelle e fratelli irlandesi da
Dublino. Offriremo loro un
pranzo gentilmente preparato
da un gruppo di persone guidato da Clodina Balma. Il culto
sarà bilingue con celebrazione
della Cena del Signore. La partecipazione numerosa da parte
dei membri della nostra comunità è fortemente necessaria.
Attività
estive
torre PELLICE — Domenica 22 giugno sono stati presentati alla chiesa Nicolò Malan, Sara e Miriam Toum.
• Si sono avuti nelle ultime
settimane numerosi concerti organizzati dagli Amici dell’Ospedale per i restauri dell’Ospedale ;
la raccolta di offerte prosegue
in modo soddisfacente.
• Ha avuto inizio il 20 luglio
l’attività « Tempio aperto », il
sabato e la domenica pomeriggio con una conversazione in
fine di pomeriggio.
• Sono deceduti nelle ultime
settimane: Irina Bartosh Semliakoff di Villa Olanda, Renato
Tamietti, Susanna Comba ved.
Eynard, Geraldo Mathieu e
Frank Arnoulet. Alle famiglie
colpite rinnoviamo la nostra
simpatia.
• E’ deceduto Riccardo Jouve alla Ravadera. Ai familiari la
nostra simpatia fraterna.
'• Al bazar gestito dalla Società di Cucito, durante la settimana del Sinodo, si effettua la raccolta di occhiali da vista con astuccio, per il Terzo Mondo. Portatene.
Al Bagnóou
ANGROGNA — Il prossimo e
ultimo culto della stagione al
Bagnóou: cà d’ia pais si terrà
domenica 14 settembre alle 15
cui seguirà una seduta del Comitato per una valutazione complessiva dell’opera inaugurata il
15 agosto con il concorso di tutta la comunità; ringraziamo inoltre lo Sport Club Angrogna per
il servizio d’ordine coordinato
da Roland Bertin, l’Amministrazione comunale e il Gruppo Teatro Angrogna.
3
29 agosto 1986
vita delle chiese 3
Ift;
DUE CONSACRAZIONI E TRE PRESENTAZIONI AL SINODO INIZIATO IL 24 AGOSTO A TORRE PELLICE
CINQUE PASTORI DI TRE CONTINENTI
Susanne Labsch
Sono nata da genitori evangelici impegnati nel lavoro musicale nelle chiese che mi hanno
dato un’educazione protestante
di tipo liberale. Ho percorso la
via di una giovane protestante,
dalla scuòla domenicale fino all’insegnamento' come monitrice,
nell’ambito di diverse comxmità
e diverse denominazioni (a causa di alcuni trasferimenti).
Durante il catechismo ho avuto delle controversie con un pastore conservatore ma molto
autentico su molte questioni di
fede e di vita. Forse è stata
quella la spinta decisiva allo
studio teologico, anche se il mio
ambiente mi suggeriva piuttosto
una professione neH’ambito culturale o sociale.
Ho studiato per sette anni
presso diverse università lavorando contemporaneamente in
diversi campi pratici come per
esempio per due anni nella psichiatria per fare un corso di
specializzazione nella cura d’anime. Ma lo studio esegetico e sistematico mi ha sempre entusiasmato.
Ho trascorso due anni all’este
ro — uno presso la Facoltà Valdese di Teologia ed uno a Kämpen in Olanda. Finiti gli studi
ho assolto presso la Chiesa del
Baden il mio periodo di prova
in una comunità alla frontiera
con la Francia. Dopo questo
percorso, incoraggiata dai docenti, membri di comunità e colle
Bony Kwami Edzavé
Sono il maggiore di una grande famiglia cristiana. Edzavé è
il mio nome; Kwami il prenome
che porto a causa del giorno in
cui sono nato, un sabato, secondo l'uso del sud del Togo, del
Ghana e della Costa d’Avorio;
Bony, il diminutivo di Boniface,
il mio nome di battesimo. Sono
nato il 7 agosto 1941 a Agou Kebo Agblodome nel Togo. A 7 anni sono stato tiifidato ad un catechista e ho lasciato il mio villaggio per andare a scuola, per
14 anni membro di famiglie adottive. E’ a partire dagli ultimi
due anni della scuola elementare, in istituti confessionali, ohe
ho sentito parlare delTEvangelo.
La mia passione delTEvangelo
è nata dalla lettura di un giornale, « Le lecteur de la Bible », che
ho cominciato a leggere nel 1956.
Ho così imparato a vivere nella
lettura quotidiana della Bibbia
ed a nutrire una profonda passione per questo libro. Dopo il
liceo ho frequentato la facoltà
di teologia di Ndoungué nel Camerún per due anni, poi la scuola pastorale di Porto-Novo nel
Benin, dove mi sono diplomato
nel 1964. Dopo 8 anni di ministero ho ripreso gli studi per
specializzarmi nell’evangelizzazione in ambiente urbano e industriale. Dopo un semestre all’Istituto di Bossey, in Svizzera,
ho studiato alla facoltà (libera di
teologia protestante di Parigi
dove ho conseguito la licenza, in
teologia nel novembre del 1976.
La ventina d’anni di ministero
che ho alle spalle è trascorsa
parte in campagna, parte in città. Fuori del mio paese natale,
ho lavorato in Francia a Nantes
nella Mission populaire, a Adlnay-Drancy e in due parrocchie
di Parigi con diverse responsabilità pastorali.
Nominato animatore teologico
della mia chiesa nel 1980, sono
entrato in contatto con la
CEVAA familiarizzandomi con le
sue finalità. La CEVAA, comunità di condivisione, nella quale
ho imparato a vivere la mia fede con gli altri. La CEVAA, comunità di azione che mobilita
tutti nella stessa direzione e con
la stessa motivazione: la missione da ovunque verso chiunque.
ghi con cui ho sempre discusso
sul lavoro e ruolo pastorale, ho
deciso di chiedere la consacrazione. Perché la chiedo ora in
Italia?
L’anno trascorso presso la Facoltà Valdese mi ha dato molti
spunti per il mio studio. Ho
cercato di elaborare le mie impressioni nella mia tesi: « Alla
ricerca di una testimonianza autentica, credibile e coerente - la
rivista GE negli anni 1968-1978 ».
Dopo questa ricerca è cresciuto il desiderio di inserirmi per
un certo periodo nelTambito delle chiese protestanti in Italia. A
contatto con la Tavola è cresciuto il progetto di lavorare per
quattro anni come pastore in
Italia e mi auguro che il mio
servizio sia sostenuto e riconosciuto dai membri delle comunità e del corpo pastorale.
Dopo Tanno di prova trascorso a Luserna San Giovanni, Angrogna e Torre Pellice penso che
i centri del mio lavoro saranno
la cura d’anime e gli studi biblici e tematici per i diversi incontri comunitari. Sono venuta
però per imparare e non per
"colonizzare”. Vorrei dare un
mio contributo per una conoscenza reciproca e senza pregiudizi fra le diverse chiese.
Così, col consenso della mia
chiesa, che è membro della
CEVAA, ho posto la mia candidatura al posto istituito dalla
Chiesa Evangelica Valdese, di
pastore per Tazione tra gli immigrati di Roma. La mia ambizione è dunque di poter condividere a fondo la mia fede cristiana
con altri che hanno una cultura
diversa dalla mia e che vivono
in un contesto di vita che può
essere ben diverso dal mio. E’
cioè per me un modo di vivere
la missione quale la concepisce
e la pratica la CEVAA: promuovere un rapporto esistenziale tra
le chiese storiche d’Europa e le
giovani chiese del Terzo Mondo.
Sono sposato con Kudoadzi
Ali Edo, che ha ugualmente una
formazione teologica; abbiamo
tre figli, due femmine e un maschio, tra i 16 e 12 anni.
Approfittiamo di questa occa
sione per dire la nostra riconoscenza a tutta la Chiesa Evangelica Valdese per l’accoglienza
che abbiamo ricevuto in Italia
e per quanto i suoi responsabili
hanno fatto e continuano a fare
per darci delle condizioni fraterne di lavoro. Grazie.
Donald Fox
Sono stato consacrato il 6 giugno 1986 nella Chiesa unita di
Cristo, una denominazione americana creata nel 1957 dall’unione di 4 chiese protestanti. Mio
padre è stato anch’egli pastore
di questa chiesa e ha svolto il
suo ministero in parrocchie delTArizona, delTOhio e del Massachusetts. Sono nato nell 1952 in
una cittadina delTOhio ma sono
cresciuto nella città tmiversitaria di Princeton, New Jersey. Là
mio padre era impiegato nelTamministrazione universitaria
come pastore fuori ruolo. Per
più di 20 anni la nostra famiglia
ha fatto parte della comunità
ecumenica connessa alTuniversità di Princeton.
Durante il mio ultimo anno
alTUniversità Rutgers del New
Jersey ho cominciato a leggere
le opere del pastore Walter Lowrie, rettore della Chiesa episcopale americana di Roma dal 1907
al 1930. Studiando la sua vita e
quindi seguendo le sue orme in
Europa, sono venuto a conoscen
za del Protestantesimo italiano.
Il pastore Lowrie aveva fra i
suoi amici eminenti personalità
del mondo valdese come Giovanni Luzzi, Mario Fàlchi, Cesare Gay. Negli anni ’20 il past.
Lowrie e sua moglie costruirono
una casa e un rifugio alle Valli
che illustrano ancor oggi il nome di questa coppia americana:
il « Castagneto » di Villar Pellice e il « Rifugio Barbara » alle
grange del Pis, in cima al vallone dei Carbonieri.
Ho trascorso gli anni 1976-82
studiando la vita e l’opera del
past. Lowrie e ne ho pubblicato
la bibliografia. La mia convinzione era che questa ricerca mi
avrebbe aiutato ad essere un
buon pastore. Non pensavo certo
che mi avrebbe condotto al mio
primo incarico pastorale!
Dal 1982 al 1985 ho frequentato la Facoltà teologica di Princeton presentando come tesi la
biografia del past. Lowrie. In
occasione della mia prima visita
in Italia nel settembre del 1976
Alberto Pool
Prima di aprire i doni natalizi,
in famiglia c’era la tradizione di
mettersi davanti all’albero ed esprimere alcuni pensieri. Avevo
non più di sette anni, quando,
appena terminato il mio « sermòncino », sentii il padre dire alla mamma che sarei diventato
un pastore. Anche la lattaia del
paese ripeteva sovente che un
giorno avrei scelto la via del pastoràto.
Non so fino a che punto queste predizioni influenzarono le
mie scelte future, ma certamente l’attenzione con cui fui seguito dal pastore Scopacasa, mi
indusse ad avere un buon rapporto con quella che nei Grigioni
viene chiamata l’ora di religione. Quando a quattordici anni
persi il padre severo, ma premuroso verso l’ultimo dei suoi
nove Agli, trovai nel pastore un
secondo padre che mi seguiva
con affetto.
« Ma perché Dio, che mi vuole bene, mi ha tolto il babbo facendomi soffrire tanto? ». Questa
fu la prima di tante domande
che mi indussero alla ricerca
di una fede più matura. Ed è
così che pian piano iniziai il mio
cammino di fede. Come monitore della scuola domenicale, mi
resi conto delle difficoltà da superare per poter affrontare lo
studio teologico. Dopo un anno
di insegnamento in una scuola
elementare decisi di iscrivermi
alla Facoltà Valdese di Teologia, così avrei potuto incontrare
alcuni autori di libri Ietti con
tanta attenzione, ma soprattutto
avrei potuto, una volta terminati gli studi, prestare il mio aiuto con maggior competenza ed
annunciare la Parola che offre
una fede liberatrice.
E fu così che mi imbarcai in
questa « avventura ».
Nei cinque anni di studi teologici, oltre che acquisire una discreta conoscenza teologica e
maturato notevolmente la mia
fede, ho vissuto due momenti
che hanno determinato una svòlta nella mia vita: rincontro di
Olimpia che sarebbe diventata
mia moglie e la perdita di una
sorella, seguita con tanto amore durante la sua lunga e fatale
malattia.
E ora mi trovo al punto di essere consacrato al ministero pastorale nella Chiesa valdese. Co
ero diventato amico di Marcella
Gay di cui il past. Lowrie era
stato il padrino. Tramite suo ho
incontrato il moderatore Bouchard quando venne negli Stati
Uniti nel 1984. Questo contatto
ha portato in seguito alla chiamata ad essere pastore della
me bregagliottò, dovrei essere
forse consacrato dal Sinodo grigionese, ma durante i 4 anni trascorsi a Roma, mi sono sentito
a mio agio tra i valdesi e dopo
aver tanto attinto, mi è sembrato opportuno prestare la mia
collaborazione a una Chiesa che
mi ha dato tanto. Inoltre spero
che la consacrazione di un grigionese a Torre Pellice rafforzi quegli antichi rapporti fraterni tra la Chiesa grigionese e la
Chiesa valdese. Quest’ultima ha
spesso fornito degli ottimi pastori alle valli di Poschiavo e
di Bregaglia, mi sembra più che
ragionevole che questo rapporto, per quanto riguarda il corpo
pastorale, non sia solo a senso
unico! Un ecumenismo in questo senso che può veramente
portare degli ottimi frutti è, a
mio parere, più che auspicabile!
Ed è proprio in questo spirito
ecumenico che, ringraziando il
Signore e tutte le persone care
che mi hanno seguito in questi
studi, verrò gioiosamente consacrato pastore valdese al pròssimo Sinodo.
Non ci è stato possibile preparare in tempo la presentazione di un
altro pastore presentato al Sinodo di
quest'anno, il pastore metodista ROBERT ARTHUR MARSH che prenda
il posto di Ted Bishop alla guida della chiesa di Ponte S. Angelo, Roma.
Lo faremo in uno dei prossimi numeri. fred.)
Chiesa di lingua inglese di Torino.
Mia moglie Elizabeth ed io
siamo arrivati a Torino lo scorso settembre ed io vi ho svolto
il mio anno di prova. Al mio
rientro negli Stati Uniti per la
consacrazione ho anche iniziato
a fare i passi necessari per essere riconosciuto come pastore in
missione della Chiesa unita di
Cristo per il tempo in cui svolgo
il ministero pastorale in Italia.
Il mio pellegrinaggio da Princeton a Torino è stato più unico
che raro.
Sono convinto che il mio ministero in Italia sia un elemento
importante della mia crescita come pastore cristiano. Noi americani abbiamo bisogno di avere
una visuale della chiesa che vada
oltre gli Stati Uniti. In effetti,
quando un pastore è consacrato
nella Chiesa unita di Cristo, l’impegno è assunto in comunione
« con la chiesa in tutto il mondo ».
■E’ con questo spirito di solidarietà ecclesiale e di agàpe cristiana che esercito il mio ministero nella Chiesa valdese come
pastore della Chiesa di lingua
inglese di Torino.
4
4 fede e cultura
29 agosto 1986
SCIENZA E FEDE - 3
Artificialmente tuo...
Nuova genetica: tra giudizi preclusivi e accettazioni scriteriate c’è
spazio per la rifondazione critica del giudizio che dobbiamo esprimere
« La donna, quando partorisce, prova dolore, perché è
venuta la sua ora; ma quando
ha dato alla luce il bambino,
non si ricorda più dell'angoscia per la gioia che sia venuta al mondo una creatura umana » (Giovanni 16: 21).
«Nelle storie dei patriarchi
uno dei più antichi motivi narrativi è il racconto della promessa
del figlio e del suo adempimento. Alla donna che si lamenta di
psere senza figli, Dio (o il suo
inviato) promette un figlio, per
es. Gen. 18: 10-14 « fra im anno
Sara tua moglie avrà un figlio »;
cfr. Gen. 16: 11; 17: 16-19; 21:
2 ecc. (...). Questo motivo si riscontra in tutto l'AT (...) e passa
poi al NT (Le. 1-2)» (J. Kühlewein. Dizionario Teologico delVAT, voce ben = figlio, 1® voi.
col. 283-284).
Qualunque sia la motivazione
personale per desiderare tm figlio la Bibbia pone questa attesa sotto il segno della benediàone di Dio, ed esalta la gioia della
maternità-paternità. Sappiamo
che le modalità attuative della
realizzazione del desiderio di figliolanza comportavano la liceità del ricorso a concubine o
schiave; non c’era lancora la possibilità di parcellizzare la collaborazione (prestazione dell’utero, dono deH’o.vulo, dono del
seme), vi era già però il criterio
d’una più estesa collaborazione
al fce di suscitare un figlio. Il
figlio era, molto più che oggi,
sentito quale parte integrante di
un popolo, in tale senso si può
parlare di « figli del popolo », il
passaggio alla famiglia nucleare
e alla sua psicologia non si era
ancora attuato, e la figliolanza
stava nella più vasta trama comprensiva della « società ». La storia cristiana inizia con una fecondazione « miracolosa » (se si
vuole dame tale lettura), ma senza addentrarci in definizioni
« spirituali », aH’inizio di tale storia c’è una natività « oltre natura »; che sia o no corretto, la
tradizione cristiana ha interpretato la « genesi di Gesù » come
evento in cui rapporto sessuale
e procreazione sono scissi, indipendenti; secondo alctmi, in
questo caso, addirittura impensabili, data la « dignitas » del nascituro. Oggi il « miracolo » e la
scissione è compiuta dalla scienza, ne nascono semplici uomini,
sebbene vi sia chi pensa a far
nascere super-uomini (i figli dei
’’Nobel”!).
Dichiarazione
perentoria
Abbiamo descritto, in un precedente articolo, le varie possibilità, senza illustrare tutte le varianti. Il sinodo della Chiesa Evpgelica Tedesca (EKD) ha avviato l’analisi del problema con
un documento di studio presentato nel 1985 di cui diamo una
informazione generale. Principibase: a) la vita umana è costituita dall’amore e per l’amore;
b) concepimento e nascita sono
legati all’amore e al matrimonio; c) i figli devono poter sperimentare chi sono i loro genitori
naturali, la figura del ’’donatore” o donatrice impedisce tale
riconoscimento; d) la libertà di
ricerca ha i suoi limiti nella dignità della vita umana, a tale
dignità si oppone la ricerca sugli embrioni umani; e) nella fecondazione extracorporea si viene a perdere il legame che deve
esistere tra la vita umana in formazione e la totalità corporalespirituale dell'atto generativo.
Da questi criteri seguono alcune indicazioni. Anzitutto si esorta a prendere in considerazione « Ia_ fKjssibilità di un’adozione
o_ di rinunciare ad avere figli ».
Si segnala il problema etico della distruzione di embrioni, evento necessario perché si deve operare su più embrioni, si avverte
circa l’evento della nascita di due
gemelli da due otmli e circa il rischio di malformazioni. Nel caso di inseminazione eterologa
(donatore) il rapporto psicologico tra i coniugi può vénire « turbato ». La fecondazione eterolo^
ga costituisce una offesa al matrimonio. «Poiché l’amore dei genitori nell’atto del concepimento è essenziale per un adeguato
sviluppo della vita umana, le riserve avanzate nei confronti della fecondazione extracorporea
valgono anche per Tinseminazione eterologa ».
Date tali premesse, sunteggiate cercando di evidenziare i criteri generali più decisivi, è consequenziale trovare la perentoria dichiarazione: « Una fecondazione eterologa è moralmente
inaccettabile ». Totale è la riprovazione della pratica delle «madri in affìtto». Tale pratica scinde maternità e gravidanza, spezzando il rapporto tra il feto e
la ’’madre”. « Inoltre esiste il
pericolo che si sfruttino donne
socialmente svantaggiate ». Il figlio ha diritto ad avere una madre e un padre unici, sia geneticamente che educativamente.
Circa la diagnosi prenatale per
determinare il sesso il giudizio
è di «immoralità». Questo giudizio è aH’intemo di osservazioni
sulla consulenza genica e diagnosi prenatale.
Interrogativi
Lo schema di partenza appare
molto rigido, ferreamente radicato nella criteriologia tradizionale dell’etica cristiana precedente le novità di cui discutiamo. I principi A e B, che póngono in campo amore e matrimonio, sono, in parte, condivisibili.
Quanto all’amore, non è obbligatorio che, con nuove tecniche
fecondative, manchi tale requisito base, anzi esso non è garantito per via biologico-naturale! La
offesa al matrimonio si ha solo
se si inquadra in esso la generazione. Ma di quale matrimonio
vogliamo discutere? O di quale
concetto di famiglia? E’ vero che
vi deve essere legame tra formazione della vita umana e «totalità corporale-spirituale delTatto
generativo »? Non c’è figliolanza
« come Dio comanda », cioè con
AMORE, senza connessione con
Tatto generativo? Proprio l’adozione insegna che non è vero che
i figli « devono poter sperimentare chi sono i loro genitori naturali »; del resto tale « sapere»
cosa darebbe, oltre una chiara
genealogia biologica? L’impressione è che da un lato si esalti
l’amore quale valore primo e decisivo, ma che poi lo si limiti, in
tale « ruolo», affiancandogli il
valore del dato « genetico ».
Insomma: la naturalità ha nello schema di pensiero del documento una, a nostro avviso, ipervalutazione, del tutto in linea
con la, non omogenea né costante, tradizione « cristiana ». Le
paternità e maternità (va aggiunta anche questa sebbene il documento non la ricordi) sostitutive
dell’Antico Testamento, non si
devono fare entrare nel dibattito, perché « da allora le strutture del matrimonio e della famiglia si sono evolute ».
Questa affermazione perentoria è discutibile, la evoluzione è
solo positiva? E tali «sostituzioni » non sono ima costante della
storia mondiale delle famiglie
(cfr. l’antropologia)? Ciò che va
considerato è che oggi ciò accade anche grazie a nuove tecniche mediche, anche senza poligamia o adulterio « sessuale ».
La scelta preferenziale è per
l’adozione o la rinuncia ad avere
figli. E’ vero: « riprodursi » non
è tutto nella vita (cfr. l’articolo,
criteriologicamente migliore di
quello tedesco ma nelle deduzioni vicino ad esso, di Giorgio
Toum, ’La Luce’ 28.6.85, pp. 6-7),
ma chi stabilisce per la tale coppia (che può avere mille altri
interessi) che è o non è importante avere, educare, allevare, amare, donare affetto a un figlio?
Si negherà loro il diritto alla
gioia di un figlio, o diremo, come anticamente, che «Dio non li
ha benedetti »? Nel documento
tedesco possiamo scorgere la
consueta coppia antitetica valutativa della sessualità: da im lato essa non esiste che nel matrimonio (storia della dissuasione
dal piacere), dall’altro è ipervalutata, sembra ora che sia essa a
dare pieno valore alla procreazione. Ma nel fatto procreativo,
non è la sessualità una tecnica?
Il « di più » che essa comporta,
l’amore e il piacere, non sono ih
alcun modo automaticamente
collegabili all’atto del « procreare »! Anzi, proprio di tale esito
« sicuro », la coppia è all’oscuro.
Il teologo cattolico Giannino Piana chiarisce la necessità del cambiamento dei modelli etici. Se si
parte da un modello rigidamente _« naturalistico», etica deontologica, si giunge a deduzioni esemplificate dal documento della EKD. Se si accede ad un modello etico centrato sulla « finalità », etica teleologica, si valuta
più positivamente anche la « manipolazione », giacché si valuta
la modificazione dei nessi schematici alla luce del fine. Senza
tuttavia accettare tutto, ma pure
senza rigettare tutto, perché saltano alcune connessioni.
A fronte di un giudizio, fondato su criteri che vanno discussi, preclusivo quale quello del
documento delTEKD, sta una accettazione scriteriata (cioè senza
più seri criteri) di tutte le nuove
tecniche.
Questo atteggiamento tradisce
l’incapacità di andare oltre una
concezione della paternità-maternità quale fatto esclusivamente « procreativo». E’ ancora una
restrizione al puro fatto biologico. Ma, tra l’uno e l’altro atteggiamento, v’è molto spazio per
una rifondazione critica del giudizio. Una analisi dettagliata non
si può fare in questa sede, abbiamo voluto offrire soltanto spunti riflessivi sui criteri generali.
Saperne di più
Dal settimanale protestante
francese Réforme (2076, gen. 85)
raccogliamo alcune indicazioni di
Jean Cohen, direttore del Centro
di fecondazione in vitro dell’ospedale di Sèvres. Dono dell’embrione-. « Si tratta in qualche
modo di una adozione che anziché riguardare un barnljino riguarda un embrione. Se la coppia donatrice conosce il fatto e
Io vuole, non si vede in quale
modo ciò possa turbare la morale ». « Prestito dell'utero »:
non deve essere al centro del dibattito la questione del « pagamento », è questa evenienza ad
essere all’origine della più vìva
condanna. Il vero problema morale è quello di una donna che
porterebbe un bambino, per una
coppia, senza ricevere alcun
compenso. Jean Cohen così argomenta ancora: « A mio avviso, la morale deve preoccuparsi
della lacerazione eventuale della
donna ’’portatrice” dopo il parto, del futuro del bambino, dei
rischi di rottura del ’’contratto”
durante i nove mesi della concezione. Tutte considerazioni alle quali non sappiamo ancora
dare risposta ». «Perciò io mi rifiuto ancora di accettare o condannare, prima di saperne di
più ».
Sempre dall’area protestante
francese, segnaliamo il contributo di Henry-Louis Bieville, in
Evangile et Liberté (juin 1985).
L’orientamento è vicino al documento tedesco della EKD. Vogliamo indicare tre pimti che ci
sono parsi fondamentali per un
approccio metodologico ’’protestante”. « Il protestantesimo, come in ogni altro campo, si riferisce, nell’etica, alTEvangelo, ma
considerandolo come una sorgente ispirativa e come una prospettiva per l’oggi, e non come un
codice fissato al passato, o come un libro di ricette, ove tutti
i problemi morali sarebbero già
previsti e risolti... L’Evangelo.
scritto in un’altra epoca, non può
evidentemente dare indicazioni
su problemi etici e tecnici... Seguendo TEvangelo, lo ’’spirito” e
non la ’’lettera”, si possono fare
certe raccomandazioni etiche...
Infine, se TEvangelo propone
degli orientamenti etici, essi non
sono determinanti che per i cristiani. Bisogna dunque sgombrare i ragionamenti dal riferimento alle categorie permessoproibito, lecito-illecito. Per un
credente evangelico il problema
non è là. Tuttavia le chiese protestanti non hanno alcun complesso a dire il loro punto di vista ad una società secolarizzata ». « Non facciamo riferimento
al concetto di ’’natura” cosi classico nella morale, perché è complesso e ambiguo. La legge della
giungla è una legge naturale di
questo mondo e tuttavia...! L’Evangelo utilizza cuesta nozione
di natura e di naturale in tutt’altro senso ». L’autore invita a
considerare aperto il dibattito,
perché « troppe domande sono
ancora aperte ».
Alfredo Berlendis
Appello al pastorato
(segue da pag. 1)
interregionale. Ma non sarebbe
giusto che noi ricominciassimo
a mandare i nostri figli alla
scuola di teologia?
L’appello
In un’Italia che cambia rapidiamente, in cui tutti i modelli
morali e culturali cambiano totalmente, non vi sembra ohe abbiamo bisogno in futuro di un
buon corpo di pastori strettamente legati alla realtà evangelica, di gente che fin dalTinfanzia sa cosa è la cultura e la morale protestante? Non vi pare
che abbiamo bisogno di persone
ben radicate in questa tradizione, che vengano da Angrogna o
da Cerignola, da Scicli o da Tarariras? Solo persone profondamente radicate nella tradizione
protestante saranno in grado di
guidare con mano ferma e cuore aperto le grandi trasformazioni che la nostra chiesa dovrà
vivere e che non potranno essere
improvvisate.
Vorrei perciò rivolgere un appello al popolo valdese qui presente: rimettetevi a pregare tutte le mattine perchè uno dei vostri figli, uno dei vostri nipotini
diventi pastore e dedichi la vita
alla predicazione delTEvangelo.
Per questo non occorrono qualità eroiche, non occorre essere
diversi dagli altri. Abbiamo semplicemente bisogno di giovani
ohe abbiano amore per la Bibbia e amore per l’uomo. Quando
in una famiglia c’è la celebrazione di un matrimonio o un funerale, il pastore è deputato dalla comunità a dire una parola
ohe sia nello stesso tempo fedele alla Bibbia e vicina alTuomo.
Di questo abbiamo bisogno, di
giovani che crescano con quest'idea, col gusto della Parola di
Dio e l’amore per l’uomo.
Certo, devono essere dei cristiani, perchè nel pericolo di cui
dicevo prima è insito il rìschio
di ricordare tutto e dimenticare
Gesù Cristo. Un teologo cattolico ha scritto recentemente su
Repubblica un articolo in cui
spiega perchè per i giovani cattolici oggi il modello è il papa.
più che Gesù Cristo: perchè il
papa dà un senso di identità —
siamo un popolo •— mentre Gesù Cristo pone il problema della
sofferenza, dèi peccato, della per
sona e della libertà. E’ chiare
che dentro e fuori della chiesa
noi dobbiamo riproporre Gesù
Cristo e vivere Gesù Cristo. Ohi
la mattina va in fabbrica, in municipio, a scuola, al negozio, ha
il problema di avvicinarsi a Gesù Cristo e la tentazione di allontanarsene. Questo deve sapere continuamente il pastore che
invece la mattina è nel suo studio. A lui chiediamo di ricordarsene, di tenerne conto. Non gli
chiediamo di essere più cristiano degli àltri. Noi chiediamo al
nostro medico di tenersi scientificamente aggiornato perchè se
c'è una scoperta che può sconfiggere il cancro vogliamo che il
nostro medico lo sappia: non gli
chiediamo di essere più sano di
noi, ma di essere più attento alla
salute. Così non chiedete ai futuri pastori di essere più santi
degli altri, ma di essere più attenti al programma di santità
ohe come chiesa abbiamo tutti,
più attenti al seguire Cristo, alTapprofondire il nostro legame
con lui.
Il mio discorso non è e non
vuoile essere un discorso pessimista. Vuole soltanto ricordare
che tutto ciò ohe c’è di bello
nelle nostre chiese, nel nostro
popolo, è nato dalla predicazione. Se andiamo a rivedere la
storia e l’opera di Jacopo Lombardini, scopriremo che quel che
rimane di questo predicatore laico metodista e scrittore antifascista sono i suoi sermoni. Il
giorno in cui nella nostra chiesa
il sermone non fosse più la cosa più importante, la nostra
chiesa sarebbe finita. Ma io confido fermamente che in forme
nuove anche in futuro l’essenziale continuerà ad essere la predicazione. E sono certo che la
nostra generazione e le successive accetteranno questo ammonimento dell’Apocalisse: hai abbandonato il tuo primo amore...
ravvediti e compi le opere di
prima... Chi ha orecchi ascolti
ciò che lo Spirito dice alle chiese. Giorgio Bouchard
5
29 agosto 1986
obiettivo aperto 5
NAIROBI: XV CONFERENZA MONDIALE METODISTA
Nel cuore dell'Africa il popolo metodista
invoca il Signore della pace e della giustizia
(segue da pag. 1)
za anche quelli esterni, realizzati sia all’Università di Nairobi sia con una sfilata per il centro della città che si è conclusa all’Hhuru Park dove una
serie di testimonianze e un culto all’aperto, seguito da una
grande folla, hanno concluso la
giornata di domenica in piena
linea con lo spirito che animò
i fondatori del Metodismo Wesley e Whitefleld.
In questo frettoloso e incom
pieto diario di viaggio è indispensabile annotare inoltre co
Delegazione italiana: past. S. Aquilante, membro Comit. esec. della Conferenza e presid. OPCEMI; O. Sbaffi,
direttore di Ecumene; past. C.H. Marteìli: pred. locale F. Rossi-Cavazzutti;
P. Aquilante, interprete.
me la Conferenza abbia saputo
coinvolgere, in realtà, tutta la
città di Nairobi. In ogni albergo, ristorante, negozio, parco,
strada, mercato, i delegati dei
vari paesi, spesso in caratteristici costumi tradizionali, si notavano per il distintivo portato in
bella vista: una semplice professione di identità che ha consentito spesso l’intrecciarsi di dialoghi e di incontri con la popolazione, del resto molto interessata all’avvenimento poiché il Kenya è un paese con grande presenza protestante e metodista in
particolare.
Tra i momenti più alti deU’intera Conferenza gli interventi del
Premio Nobel per la Pace Desmond Tutu e del Segretario Generale del CEC, il pastore metodista uruguayano Emilio Castro.
Tutu, cresciuto e battezzato nella
Chiesa Metodista, vescovo anglicano in Sud Africa, ha parlato sul tema della giustizia di
Dio e delle sue implicazioni politiche e sociali. Citando i profeti Amos e Isaia e il libro di
Genesi, ha ribadito il concetto
biblico che la differenza non è
mai incompatibilità nella creazione avvertendo l’assemblea dal
guardarsi dalla falsa religiosità. La fede cristiana, ha aggiunto, deve avere tm rapporto molto stretto con la vita quotidiana,
essa non separa ma unisce intimamente la vita spirituale con
quella materiale. Gesù Cristo è
l’esempio vivente di questa meravigliosa volontà di Dio e di
conseguenza non è consentito
al cristiano di dire: «Io amo Dio
ma non amo il mio fratello».
La morte e l’ingiustizia — nemiche di Dio e della sua creazione
SUD AFRICA: APPELLO ALLE CHIESE E Al GOVERNI
Invito alla preghiera e aH’azione
I delegati di 51 milioni di metodisti nel mondo, riuniti in Conferenza nel cuore delTAfrica,
hanno individuato nella tragedia
che si consuma nel Sud Africa
il problema che più urgentemen
te necessita del coinvolgimento,
di interventi efficaci e della preghiera della chiesa tutta. La sessione plenaria di sabato 26 luglio
ha espresso cfuesta preoccupazione con una mozione elaborata
Consapevoli della intensa sofferenza nel Sud Africa, esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per la
situazione critica di quel paese.
Chiediamo che il Consiglio Mondiale Metodista adotti misure capaci di produrre la massima circolazione possibile, in tutte le nostre
comunità sparse nel mondo, della
informazione sulla situazione sudafricana e dei modi possibili per
un cambiamento. Ci appelliamo perché quanto qui indichiamo sia messo in atto, perché si produca quel
cambiamento positivo su cui si fondi una società giusta e libera nel
Sud Africa.
1. Con forza chiediamo a tutti
i metodisti di portare in preghiera la
preoccupazione per coloro che soffrono e lavorano per il cambiamento del Sud Africa, perché abbia fine l’ingiusto governo, perché gli
oppressori si convertano e siano
cambiati nel cuore, nella mente e
nel comportamento.
2. Ci appelliamo a tutte le
Chiese Metodiste sparse sulla terra perché ritirino immediatamente i loro fondi presso banche, società o organismi che abbiano collegamenti diretti o indiretti con il
Sud Africa.
3. Chiediamo a tutte le nostre
chiese nazionali di farsi portatrici
presso i governi di una politica di
piene sanzioni economiche, visibili e controllabili, perché sia resa
più probabile una soluzione iineno
violenta della tragedia sudafricana,
e di una politica di aiuti econoimicl
ai paesi confinanti con il Sud Africa.
4. Richiediamo che tutte le
Chiese Metodiste diano assoluta
priorità alla diffusione della conoscenza dell'apartheid ed allo studio
della Dichiarazione di Harare e del
documento teologico Kairos,
5. Ci appellianto a tutte le Chiese Metodiste perché raccolgano
aiuti in danaro, cibo, medicine, alloggio, istruzione, borse di studio,
e assistenza a tutti i profughi entro la propria terra del Sud Africa. Chiediamo anche a tutta la
famiglia metodista di aprire un
fondo speciale per dare assisten
za alle Chiese Metodiste del Sud
Africa nel ministerio che esse
svolgono verso le masse trasferite forzosamente, i senza casa,
coloro che nel prossimo futuro
saranno esposti in ogni modo, perderanno lavoro e mezzi di sussistenza minima, in continuo pericolo di vita.
Come delegati della XV Conferenza Mondiale Metodista riunita
a Nairobi, chiediamo al Governo
del Sud Africa:.
A. li rilascio immediato ed incondizionato di Nelson Mandela e
di tutti gli altri detenuti politici,
e che tutti i sudafricani esiliati
per ragioni politiche possano fare
ritofno nelle proprie case senza
condizioni.
B. Che abbia immediatamente
fine lo stato di emergenza, che
le truppe sudafricane siano ritirate e cessi la violenza e la continua perdita di vite umane nelle
Townships; che cessino inoltre le
incursioni nei paesi confinanti.
C. Che sia disposto un piano
che offra istruzione scolastica integrata a tutti, fanciulli, giovani
ed adulti del Sud Africa, senza
riguardo alla razza o al colore.
D. Che il sistema dell'apartheid
venga abolito con le sue leggi
discriminatorie ed ingiuste e che
sia cancellata la legge sulla registrazione secondo la razza (Population Registration Act).
E. Che sia dato inizio a trattative da parte dei rappresentanti
di tutte le popolazioni del Sud Africa in vista di un futuro cui tutti partecipino con uguali diritti.
Inoltre:
Chiediamo che il Consiglio Mondiale Metodista mandi una delegazione scelta opportunamente perché si rechi in Sud Africa per
esprimere la solidarietà e la partecipazione di questa Conferenza
a coloro che soffrono a causa
dell'emergenza e dei disordini, comunichi direttamente il contenuto di questo Documento e la preoccupazione dei metodisti alle autorità interessate, ed infine riferisca
ai membri del Consiglio Mondiale
Metodista.
sulla base di una bozza che l’assemblea ha ampliato e migliorato in modo significativo. Trascinanti e determinanti sono stati
gli interventi di coloro che, avendo avuto modo di vedere di
persona gli effetti delTapartheid,
hanno testimoniato in modo toccante ed appassionato. Non a
caso, quindi, Tappello alle Chiese ed ai singoli credenti fortemente insiste sulla necessità che
la realtà dell’apartheid sia fatta
conoscere diffusamente in tutti i
suoi risvolti.
Notiamo che per la prima volta un indirizzo al governo sudafricano contiene la precisa richiesta di un piano di istruzione
scolastica integrata e di uguale
qualità per tutti: perché è nella
scuola che il regime perpetra il
malvagio disegno del degrado
programmato di ima intiera popolazione.
Ricordiamo anche che Nelson
Mandela è membro comunicante
metodista e che, prima di lui,
l’African National Congress è
stato guidato dal predicatore laico Luthula, uomo della non violenza e premio Nobel per la pace.
Nel corso dei lavori qualche
delegato, sconvolto dalla descrizione dei campi di concentramento, ha chiesto che l’ONU sia
investita del compito di istruire
un tribunale internazionale che
condanni i responsabili dell’apartheid per crimini contro l’umanità. Ma questa richiesta non ha
trovato consensi.
Al voto finale la delegazione
sudafricana è stata invitata a
sentirsi libera di astenersi. Tre
delegati bianchi si sono astenuti; i delegati neri, uno dopo l’altro, si sono alzati per approvare:
ognuno di loro ha già conosciuto il carcere. Di uno, ex Segretario della Conferenza sudafricana
e fondatore del Seminarlo Teologico, sono già state narrate le
vicissitudini sulle colonne di
questo giornale: tocca ora alla
sua figlia sedicenne essere in carcere.
Al momento della partenza,
nell’ultimo abbraccio, tre nomi
di pastori neri incarcerati, per
i quali si teme che siano sottoposti a tortura, sono stati dati
a chi scrive. Eccoli: Rev. Julius
Dlepu di Middleburg Cape, Rev.
Samuel Tsoeu di Graaff Reinel,
Rev. Thom Leepile di Bethlehem.
F.R.C.
Un momento della sfilata di testimonianza della Conferenza
nelle vie di Nairobi.
— sono in Sud Africa una deliberata politica di quel governo,
ha concluso Desmond Tutu, ma
questa logica di morte e di oppressione non potrà risultare
vincente di fronte alla volontà
di Dio che ci chiama ad essere
collaboratori della sua prospettiva di riconciliazione e di pace. « L’uomo bianco non può dire: io sono l’umanità, ed egualmente non lo può fare l’uomo
nero o giallo. Solo uniti noi siamo l’umanità, l’uomo, che Dio
ha creato a sua immagine e somiglianza ».
La Conferenza ha dibattuto a
lungo il tema della pace — recentemente i vescovi metodisti
degli Stati Uniti hanno diffuso
e proposto allo studio delle 45
mila comunità metodiste di quel
paese un documento che condanna non solo la guerra nucleare ma considera non legittimo
per il cristiano nemmeno il ricorso alla cosiddetta « deterrenza »
— ed ha stilato un documento
sulla situazione specifica del Sud
Africa del quale riferiamo a
parte.
Il Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese,
Emilio Castro, ha sviluppato il
tema della Conferenza: « Se Gesù Cristo è il ài di ©iò per il
mondo, ha detto, la chiesa deve
guardarsi dal considerarlo come
una sua esclusiva proprietà. Se
essa cerca di imporre il proprio
modello di Cristo rischia di trasformarlo in un feticcio, in un
idolo senza vita e non di annunciarlo come il Signore del mondo ». La vocazione missionaria
della chiesa perciò è condivisione del Cristo con tutta l’umanità
in una prospettiva di servizio,
nel rispetto di molti valori, nella chiara coscienza che Egli rappresenta la piena parola dì speranza nella storia umana.
Particolare interesse la Conferenza ha dedicato anche ai rapporti tra il Metodismo e le altre
confessioni cristiane: cattolici romani, riformati, luterani. Ne
hanno riferito varie commissioni miste.
E’ praticamente impossibile
riassumere la ricchezza del dibattito ma alcuni concetti forse
possono essere proposti all’attenzione dei lettori. Oggi la chiesa
si trova a raccogliere una grande
sfida che si presenta nuova nelle forme ma non certo nella sostanza ed essa corre il rischio,
come nei primi tempi, di scomparire 0 di venir meno al suo
specifico in mezzo ad una società nuovamente « pagana ». Ma la
linea non può essere quella di
rinchiudersi in se stessa perché
Cristo è l’opposto di una simile
chiusura: Egli incarna lo spirito
della solidarietà e deH’amicizia.
Per questo è possibile sostenere
con forza che Egli è la risposta
ai terribili problemi che il mondo pone e soffre: ingiustizia,
guerra, fame, oppressione, ignoranza, 'malattia. Egli continua ad
essere contemporaneo, compagno di strada, agli uomini e alle
donne di oggi perché rimane la
parola di verità. Come possiamo accoglierlo e testimoniarlo?
Proclamando che la creatura umana ha diritto ad una vita piena, libera, possibilmente felice,
che abbia un senso e un fine.
Che l’umanità —^ e i giovani in
modo particolare — abbiano non
solo l’occasione di vivere ma di
vivere in modo creativo. In questo contesto la guerra che oggi
minaccia tutta la creazione è nemica di Dio e la pace diviene
una questione fondamentale,
prioritaria, una pace che rispetti la natura e la persona. Ai giovani in crisi perché la società
non offre modelli credibili la
chiesa deve poter offrire il modello del Regno di Dio, della sua
giustizia e della sua pace come
cammino di impegno e di speranza. Gesù Cristo ci mostra il
volto di Dio e contemporaneamente ci mostra il volto delTuom'o, unisce cielo e terra quando
annuncia : « Il Regno è tra voi,
dentro di voi ». Ecco perché la
chiesa deve guardarsi dalTaccogliere Gesù Cristo come qualcosa che non appartiene alla realtà piena della vita deH’uomo, come un documento pieno di belle
parole ma lontane dalla vita di
ogni giorno in tutti i suoi aspetti.
Claudio H. Martelli
Per mancanza di spazio rinviamo Un articolo concernente il
conferimento del recente «Premio Metodista per la Pace » al
pastore australiano Alan IValker da parte del Consiglio Mondiale Metodista. L’importante
riconoscimento corona una attività molto vasta e coraggiosa
svolta dal pastore 'Walker in
Australia accompagnato, nella
sua missione, dalla moglie Winnifred.
Il premio che è stato aggiudicato nel corso della X'V Conferenza Mondiale Metodista è un
chiaro incoraggiamento a proseguire nella direzione di una società trasformata dalla Parola
di Dio che sappia vivere senz’armi. Nella corrispondenza di Febe Rossi Cavazzutti, che prossimamente pubblicheremo, viene
ricostruito anche il contesto
familiare e storico in cui è maturata l’esperienza teologica del
pastore metodista 'Walker.
6
6 vita deile chiese
29 agosto 1986
LUSERNA SAN GIOVANNI, ANGROGNA, FRALI
INTENSE INAUGURAZIONI
Bagnóou: ca d’Ia pais
Erano diverse decine quelli
che, guidati dalla Corale e dal
Gruppo Teatro di Angrogna,
hanno cantato W e shall over come,
tenendosi per mano e raggiungendo i gruppi che dal prato
avevano seguito il precedente recital, ma la giornata del 15 agosto, al Bagnóou, non si è chiusa
in questo modo, come forse sarebbe piarso naturale a molti.
Alcuni giovani di un gruppo di
fesslingen'Sulzgries hanno presentato ima drammatizzazione,
mimata e muta fino ad una liberatoria canzone, che nel presentare i compiti cui sono tenuti i
bravi soldati di un esercito, ha
rammentato a tutti che è sempre
importante essere vigili nel seguire le scelte di chi ci governa,
phe le preoccupazioni in questo
senso sono lontane dalTessersi
spente. Anche se si sta festeggiando per l'inaugurazione di
una casa della pace.
Ma andiamo con ordine, par, tendo innanzitutto dalle cifre, di
per sé significative: 870 auto parcheggiate (forzatamente a due
chilometri dal luogo dell’incontro), pari a circa 2.000 persone
convenute, e ancora 4 milioni
raccolti a favore della ristrutturazione-ampliamento del’ospedale di Torre Pellice.
E poi il programma, fitto di
interventi e momenti intensi.
Dopo il culto, la cui predicazione, tenuta dal moderatore
Bouchard, era incentrata sul continuo bisogno di vocazioni, il momento delTinaugurazione vera e
propria: al centro di luoghi carichi di richiami storici (Pia del
Torno, il Ohiot, la Vacoera, la
Saumetta, dove nel 1630 si riunirono i pastori per cercare i
metodi per resistere alla peste),
la « Ca d’ia pais » rimanda però
immediatamente ad altri eventi
più vicini nel tempo: i giorni
della Resistenza e della Banda
del Bagnóou, e i giorni di Jacopo Lombardini, insegnante metodista, predicatore laico, partigiano senza armi.
Dopo qmttro mni da quando
l’assemblea di chiesa di Angrogna decise di acquistare quello
ohe restava della casa, distrutta
dalle bombe naziste, dopo la ricerca dei contatti per arrivare
a finanziare l'operazione, grazie
al progetto di Marco De Bettini,
e a lavori accuratissimi, viene
dunque completata la struttura
esterna. Dalla prossima estate,
dunque, una volta realizzato l’arredamento interno, la casa accoglierà gruppi fino a 24 persone, ohe potranno soggiornarvi
avendo come riferimento, come
ha sottolineato il pastore Platone, la riflessione ecologica, un
antifascismo intèso ora ampiamente come costante ricerca della verità storica, e una continua
tensione nella direzione della pace indicata dal messaggio cristiano.
Sono seguiti i messaggi degli
invitati, rappresentanti di chiese
e associazioni che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, tra cui va citata almeno
la Gustav Adolf Werk.
Altri interventi, nel pomeriggio, da parte di Bony Edzavé,
pastore della chiesa 'evangelica
del Togo ora a Roma, di Hugo
Malan, vicemoderatore della Mesa Vaidense, di Frank Gibson,
della American Waldensian Aid
Society. Ed è stato significativo
aver potuto riscontrare nelle loro parole la richiesta di solidarietà, non solo formale, per i nopdli oppressi e minacciati (l’America Latina, il continente a
II "recital" della Corale e del Gruppo Teatro Angrogna.
(foto G. Girardon)
fricano ed in particolare il Sud
Africa), ma anche, parallelamente, la richiesta che in ogni ambito si mantenga viva, ricca e
attuale la ricerca teologica, come peraltro aveva sottolineato
il moderatore: « Abbiamo bisogno di solidarietà, ma anche di
dibattito teologico », ha detto
espressamente Malan. Se queste
richieste sono parse oltremodo
evidenti e necessarie anche nel
contesto delTincontro del Ba
gnóou, vuol dire che la giornata
è riuscita, che fin dall’inaugurazione la « Cà d’ia pais » ha potuto Dortare il suo contributo d;
stimolo alla comune riflessione.
Alberto Corsani
Agape: nuova cucina
Alcune centinaia di persone,
im tempo splendido, un’atmosfera cordialissima. La giornata
del 16 agosto era stata scelta
per un appuntamento comunitario ad Agape: il direttore di Agape, Ermanno Genre — insieme
a Caterina ed ai bambini — avrebbe salutato gli amici prima
di lasciare il suo posto a Sergio
Ri'bet, che insieme a sua moglie
aveva già iniziato il suo nuovo
lavoro da un po’ di tempo, dalTinizio dell’estate. 'Per salutare
ohi se ne va e chi arriva è venuta gente — come è solito per
Agape — da varie parti del mondo, persone di tutte le età (dai
più anziani che hanno partecipato alla costruzione. del centro
fino all’ultimissima generazione
di cadetti piena di allegria e di
movimento): così potevi incontrare per esempio il pastore africano ohe è venuto a lavorare
in Italia, alcuni sudamericani arrivati fra noi ad epoche diverse,
il buon rappresentante delTA
merica del nord pieno di entusiasmo e di voglia di parlare,
professori della 'Facoltà di teologia, chi era stato nella segreteria europea del Movimento Cristiano Studenti, alcuni francesi,
molti tedeschi — e fra di loro
e con loro molti, moltissimi pralini, come segno di un rapporto
che continua ad essere fecondo,
che si ricrea ogni volta in forma
diversa e con contenuti nuovi.
Molta gente dunque in questa
giornata di incontro: l’occasione per riprendere contatti, i partecipanti al campo dell’anno nonso-più-quando che riscoprono
discussioni iniziate e mai finite.
E Agape, secondo consuetudine
anche qui, ha lasciato durante
il giorno molto spaào per riprendere le filla di discorsi interrotti e per ridiscutere il cammino che si sta facendo.
La novità di questa giornata
era anche rinaugurazione della
nuova cucina, bella, luminosa,
ampia, situata accanto al salone
Nella nuova cucina durante il pranzo d’inaugurazione.
(foto G. Girardon)
oltre il vecchio camino che
(ahimè) non c’è più, e senza più
la ripidissima scala che generazioni di campisti han conosciuto e temuto. Sopra la cucina una
sala per riunioni che tutti hanno
molto ammirato; altra novità:
l’ascensore che ora permette agli
handicappati di superare molti
ostacoli e di partecipare regolarmente ai campi. Un gran lavoro fatto bene: per questo la
prima parte ■ della giornata è
stata dedicata soprattutto al ringraziamento ai muratori, al progettista, e a coloro che hanno
permesso, con uri dono cospicuo
che il lavoro fosse portato a ter
mine. Tutto molto sobrio, mi
sembra che ci fosse l’essenziale
e niente di più.
Nel pomeriggio, dopo il lunghissimo pasto (con tutta quella gente!) c’è stato il passaggio
delle consegne, molto sobrio; ui'
saluto del moderatore ed un rir.
graziamento a chi ha lavorato in
questi anni e a chi sta per cominciare e poi un culto con Santa Cena: Ermanno Genre ha predicato su un testo che parla di
chi pianta e di chi innaffia, di
un lavoro iniziato e che continua
(e che deve sempre di nuovo essere curato e ripensato). Subito dopo, due nuovi campi iniziavano, uno suirislam e uno di ricerca biblica: uomini e donne
del nostro tempo, coi loro problemi e con la Loro passione.
Il gruppo residente di Agape si
rimetteva al lavoro.
Eugenio Rivoir
Rifugio: ala nuova
H Rifugio Re Carlo Alberto di
Luserna San Giovanni compie
90 anni. Fu infatti nel 1896 che il
Past. William Meille, a seguito
dell’incontro fortuito con una
situazione di bisogno particolarmente drammatica pose al Sinodo di quell’anno l’urgenza di
un intervento della Chiesa per
dare a fratelli malati e abbandonati una casa per accoglierli e
una assistenza adeguata. Il Sinodo approva l’iniziativa, ma non
assume responsabilità.
Ma il Past. Meille non esita e
procede con un irrisorio capitale
di partenza all’acquisto dell’attuale sede del Rifugio, la cascina dei Musset.
La grande avventura è cominciata. Le condizioni per l’accoglimento presso la nuova opera
sono: a) essere stati respinti da
qualsiasi altra struttura sanitaria e assistenziale; b) non avere
alcun mezzo di sussistenza e nessun appoggio. E’ dimque un’opera rivolta essenzialmente a favore degli ultimi. Si tratta ve
ramente di casi limite in una
società ancora socialmente integrata, che tende a non emarginare gli anziani o gli inabili. Comincia per W. Meille la ricerca
tenace e perseverante dei mezzi
necessari per le cure e il mantenimento dei suoi ospiti. Ma
l’impresa è ardua: la dotazione
fissata a 10.000 lire per letto è
una meta difiìcile da raggiungere.
Meille attende la ricorrenza del
cinquantenario dell’emancipazione (1898) per inaugurare l’opera.
Il Rifugio si chiamerà Carlo Alberto, in memoria di colui che
fu « strumento provvidenziale
per l’emancipazione dei Valdesi».
Ma il peso dell’impegno mina
la salute del Past. Meille. Egli
provvederà alla sistemazione
giuridica e patrimoniale dell’istituto e nel 1903, il 4 ottobre, muore, rimpianto da tutti, all’età di
51 anni. Sulla porta del Rifugio
sono stati riportati due versetti
particolarmente significativi:
Ornvanni 9: 4 e II Corinzi 5: 14.
L'ala nuova
del "Rifugio
Carlo Alberto”.
(foto
Marianne
Ribet)
Ma l’opera prosegue con gli stessi intendimenti e gli stessi fini:
le domande aumentano e l’inflazione provvede alla progressiva
falcidia delle rendite delle ’’dotazioni”. Prima di morire Meille
aveva previsto la costruzione di
un padiglione per infettivi che
avrebbe dovuto essere intitolato
a Enrico Arnaud. La CIÓV pose
mano all’Impresa e il Padiglione
Arnaud fu inaugurato nel 1911.
I letti salgono a 52 (di cui solo
28 dotati). Gli ospiti sono in pre
valenza giovani: numerosi i bambini abbandonati, storpi, focomelici, spastici, paralitici, sordomuti, mongoloidi. Tra gli adulti i
cancerosi, i paralitici, i dementi,
i tubercolotici, gli epilettici e gli
artritici. La mortalità è alta, il
«turn over» degli ammalati è rapido. Ma altrettanto elevato è
l’impegno sanitario, con i mezzi,
le tecniche e le conoscenze di
allora. Grande è l’amore e la solidarietà delle Chiese valdesi per
il Rifugio. Gli aiuti e la solidarietà concreta delle Chiese sorelle all’estero è fondamentale.
Fin daU’inizio Ginevra è in testa
ed è ancora operante oggi in
questa città l’unico Comitato di
solidarietà per il Rifugio tra i
molti che si costituiscono.
La crisi delle due guerre colpisce duramente l’opera. Nel 1941
si raggiungono 70 letti. La crisi
finanziaria è gravissirria. Il personale è scarso, le Diaconesse,
con le loro collaboratrici, sono
impegnate al di là delle loro
forze. Le domande aumentano,
progressivamente la patologia
cambia: sono ora in maggioran
Alberto Taccia
(continua a pag. 7)
7
29 agosto 1986
cronaca delle Valli 7
UNA IMPORTANTE RICERCA
L'architettura valdese
Mirella Loik si è laureata in architettura al
Politecnico di Milano, ottenendo la massima votazione con lode
portando un argomento di detertninante interesse per la comunità
aelle Valli. 1 architettura valdese. Cogliamo l'occasione per darne
un breve resoconto attraverso le sue parole in una intervista che
le ha effettuato il suo stesso relatore, il prof. Corrado Gavinelli
professore di Storia dell’architettura presso il medesimo Politecnico milanese, e con il quale la candidata ha svolto la sua ricerca.
Sull’architettura valdese, o
dei Valdesi e delle loro comunità, non esistono in pratica molti
studi specifici ed approfonditi;
era dunque necessaria una più
consistente ed analitica indagine
per determinarne fenomeni e sviluppi particolari. Per farlo, il
problema è stato affrontato secondo vari approcci.
— La ricerca è stata distribuita su tre filoni: il territorio e le
sue trasformazioni tecniche e
sociali, l’urtaanistica e lo sviluppo degli insediamenti, ed infine
l’architettura nei suoi più rilevanti aspetti edilizi. Naturalmente però, per elaborare questi temi schematici, è stato indispensabile inquadrarli in un preciso
processo cronologico, dagli esordi lionesi del Valdismc alle successive evoluzioni storiche.
— L’intenzione, secondo il programma di compimento della ricerca, era di giimgere fino ai nostri giorni: però l’indagine si è
fermata, per ora, all’Unità d’Italia, in quanto tu proseguirai
questa analisi l’anno prossimo,
all’intemo dell’Università e non
più come studente.
— L’argomento dell’architettura valdese presenta in effetti
un’articolazione complessa, poiché storicamente ampia e cronologicamente abbondante, nonché geograficamente espansa:
così ho preferito arrestarmi, per
la tesi di laurea, alla fase di, definizione nazionale italiana, del
Rifugio
(segue da pag. 6)
za anziani invalidi non autosufficienti.
Rimane oggi ancora aperta la
crisi finanziaria per la gestione
annuale: è ancora operante l’irrinunciabile principio iniziale per
cui si accoglie al Rifugio solo chi
non ha più alternative di sopravvivenza, indipendentemente dalle
sue condizioni finanziarie, pur facendo appello a tutte le risorse
economiche sue e dei familiari.
Ma l’adeguamento edilizio, il risanamento del bilancio, l’aggiornamentc professionale del personale non sono che il quadro
nell’ambito del quale si deve
sempre più sviluppare una azione di paziente assistenza, di assidua cura, mirata per quanto
possibile al recupero psico-fisico,
in un rapporto di rispetto, di
amore e di solidarietà umana,
che non può essere semplicemente delegata al personale, ai volontari e ai parenti, quando esistono e si occupano dei loro cari, ma che ancora deve vedere, in
un impegno di presenza e di collaborazione, le nostre comunità
della Val Pellice, attive e sensibili.
Alberto Taccia
le conquiste emancipative, riservandomi appunto di continuare
il lavoro nell’ambito didattico
ed universitario.
— Definiamo, allora, e sinteticamente, le tappe storiche fondamentali che connotano l’architettura dei territori valdesi,
almeno in Italia.
— Innanzitutto viene il Medioevo, in cui si formano le prime stabili tipologie valdiste
(’’schole” ed ospizi); quindi il
Cinquecento, che vede l’affermazione architettonica dei templi
riformati; quindi l’epoca barocca, fino a tutto il Settecento, in
cui si assiste ad rm particolare
assestamento tecnico delle attrezzature comunitarie e dei loro aspetti edilizi (soprattutto
luoghi di culto ricostruiti o nuovi e tipiche case d’abitazione
montane e contadine); e poi
l’Ottocento, che segna il vero e
proprio consolidamento dell’architettura valdese, dalle opere
pubbliche a quelle ecclesiali
(templi, scuole, ospedali, infrastrutture) nelle due fasi del Risveglio e dell’Emancipazione. Ed
infine il Novecento, con i suoi
rapporti ed i suoi contrasti nei
confronti deH’architettura moderna.
— Quali possono essere, però,
le caratteristiche più significative ed interessanti dell’ediUzià
valdese, a parte le scontate costruzioni templari note a tutti,
dal Ciahas ai Bellonatti fino ai
templi di Torre e di Torino?
— Per l’edilizia abitativa sono
gli archi tondi delle case cinquecentesche (come alla Cartera),
i pilastri in pietra sul fronte dei
cascinali seicenteschi (come' alla Gianavella), ed i loro architravi ricurvi in legno, e poi le
costruzioni compatte, a ballatoio,
già però ormai di estensione padana, del Sette-Ottocento. Quindi le architetture rappresentative ottocentesche (il neoclassicismo sobrio degli edifici pubblici
ed il primo eclettismo secondoottocentesco). Ma in particolare
sono importanti le opere idrauliche sul territorio, la Bealera
Pertusa a Pomaretto, la più famosa Bealera Peyrotta nel Lusernese, e quindi la Diga Cromwell a Bobbio; nonché le prime
fabbriche industriali.
— E’ notevole anche la condizione urbanìstica, che a Torre
mostra il suo modello unico e
particolare, diverso dagli altri
casi tipici italiani, ed in pratica
ripreso da una locale interpretazione degli esempi anglosassoni.
— E’ Tinfluenza del Beckwith
che ha determinato questo particolare aspetto compositivo nel
complesso urbanistico torrese,
con la sua regolare e distesa
organizzazione integrata di attrezzature pubbliche, civili e
religiose, che conferisce queirinsolito ed unico, e direi anche
L’INSEGNANTE
EVANGELICA
Gent.ma Redazione,
vi scrivo in merito all'articolo apparso nel vs. settimanale del 4 aprile
u.s. Personalmente non ricevo « La
Luce » che mi è stata infatti recapitata dal Pastore Elio Milazzo per farmi
notare la rubrica . Lettere ail’Eco delie Vaiii ».
Nel suddetto numero, questa era
intitolata « La Maestra Evangelica »,
ma non era citato mai il nome dell’insegnante.
Gentiimente dal Sig. Milazzo mi è
stato fatto notare che si trattava della
Sig.na Bianca Peruggia ed ho trovato
conferma anche dalla sorella di questa.
Emmelina Peruggia in Angeleri e dal
mio babbo. Giorgio Peruggia.
Ho pensato di farlo presente per
rendere più completa la storia pubblicata dal lettore che, pur essendo io stesso bis-nipote, non conoscevo in questi
particolari.
Luca Peruggia, Arezzo
In un mare di verde, in un’oasi di pace
Hôtel du Parc
RESTAURANT
Casa tranquilla aperta tutto l’anno
Facilitazioni per lunghi periodi di permanenza
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Viale Dante, 58 - Tel. (0121) 91367
. TORRE PELLICE
Sabato 30 agosto
compiuto, aspetto decoroso e
civico alle sue costruzioni, benché diverse di forma o stile e
realizzate in epoche differenti.
— Interessanti sono anche, indubbiamente, le strutture urbanìstiche ed edilizie dei Valdesi all’estero, soprattutto quelle di
nuova coionizzazione, per la loro architettura ibrida ( di riferimento locale, ma in vari casi
di ripresa europea) e per il loro stesso impianto urbano. Particolarmente nella Germania (nel
Settecento) e nelle Americhe
(dalla seconda metà dell’Ottocento), dove le architetture vaidesi si sono adattate alle convenzioni edilizie esistenti: una
caratteristica che forse definisce
proprio l’archìtetturalità, se così
posso definirla, del Valdismo.
— E’ forse proprio questa eterogeneità adeguativa ai sistemi edilizi locali ed ai criteri costruttivi dei posti che può definire l’aspetto tmiformatoret dell’architettura valdese, nelle zone
montane franco-piemontesi delrOccitania alpina come^ nelle
’’pampas” sudamericane. Ma anche in Italia, nelle sue più riuscite elaborazioni moderne (Agape, Riesi, o San Secondo), dove il riferimento costruttivo e
formale al sito diventa sostanziale, l’esperienza del luogo come presenza e memoria finisce
per determinare concretamente
l’aspetto globale dell’edilizia tipica, riconoscibile ed incancellabile, alla cui finale definizione non
va dimenticato di aggiungere il
contingente riferimento ai materiali (pietra e legno, e poi eventualmente mattoni e cemento armato o vetro) utilizzabili ”in
loco”.
Corcadò GavìnelU
□ GIORNATA
DELL’ASILO
LUSERNA SAN GIOVANNI — Il tradizionale incontro con gli ospiti dell'Asilo Valdese si tiene presso l'Asilo con inizio alle ore 14.30: una simpatica occasione per trascorrere alcuni momenti di comunione fraterna
con la famiglia deH’Asilo.
Sarà allestito un BAZAR con vendita di articoli vari e prodotti artigianali locali.
Domenica 31 agosto
□ VANGELO ED
ESORCISMO
TORRE PELLICE — Nell’ambito dell'iniziativa « Tempio Aperto » si tiene presso il Tempio valdese alle ore
20.45 un dibattito pubblico sul tema
« Vangelo ed esorcismo ».
Introducono:
Prof. Bruno CorsanI, docente alla Facoltà Valdese di Teologia;
Prof. Igino Tufaaldo, missionario della
Consolata e docente di teologia
cattolica;
Prof. Luigi Firpo, docente all'Università di Torino.
Lunedì 1 settembre
□ XXVI CONVEGNO
DI STUDI
SULLA RIFORMA
TORRE PELLICE — Ha inizio alle
ore 9 presso la Casa Valdese il XXVI
Convegno di studi sulla Riforma e I movimenti religiosi in Italia, organizzato dalla Società di studi valdesi. Il
convegno prosegue anche il 2 settembre.
Per informazioni tei. 0121/932179.
Sabato 6 settembre
□ TEATRO ALL’ULIVETO
LUSERNA SAN GIOVANNi — L'Uliveto apre le porte al teatro. Alle ore
21 la compagnia Punto Teatro di Pinerolo presenterà ■■ L'amore medico ».
L'iniziativa della USSL 43 vuol non
solo essere l'occasione per la presentazione di un pezzo teatrale, ma
anche per far conoscere al pubblico
le problematiche di questo Istituto
della Chiesa Valdese che ospita 18
handicappati gravi e gravissimi.
AVVISI ECONOMICI
PERIFERIA TORRE PELLICE affittasi alloggio ammobiRato in villetta, mq. 70 circa: cucina, soggiorno, camera, bagno e terrazze; uso
terreno, cantina e posto auto — adatto pensionati o seconda casa. Telefonare, ore serali, al n. 0121/932186.
IN TORRE PELLICE, Piazza Guardia
Piemontese, vendesi un negozio e alloggi nuovi grandi, medi, piccali. Riscaldamento autonomo. Mutuo. Dilazioni. Tel. 011/9399339, ore pasti.
VENDO cuccioli bovaro bernese. Tel.
0121/93124.
RINGRAZIAMENTO
« Nel giorno che ho gridato a
te, tu mi hai risposto, m’hai
riempito di coraggio, dando forza all’anima mia »
(Salmo 138: 3)
I figli di
Susanna Melli ved. Gönnet
neU’impossiijilitk farlo singolarmenr
te, ringraziano tutti coloro che con la
presenza, gli scritti e le parole di conforto hanno preso parte al loro dolore.
Bohhio Pellice, 27 luglio 1986
RINGRAZIAMENTO
« La tua Parola è una lampada
al mio piede ed una luce sul
mio sentiero »
(Salmo 119: 105)
II lo agosto 1986 è mancato all’affetto dei suoi cari
Riccardo Jouve
Nel dare la triste notizia, la famiglia
ringrazia tutti coloro che le sono stati
vicini ed hanno preso parte al suo
grande dolore.
Un ringraziamento particolare ai
dottori De Bettini ed Avanzi, al pastore Ayassot, al comm. Saochino ed
agli amici alpini che sono intervenuti
per l’estremo saluto.
Torre Pellice, 25 agosto 1986
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Enrichetta Costabel
commossi e riconoscenti per le amorevoh cure prestatele durante la sua
dolorosa malattia, ringraziano in modo
particolare l’équipe medica e tutto il
personale dell’Ospedale Valdese di Torre PeHice. Ringraziano i pastori Zotta e Taccia e tutte le persone che
hanno partecipato al loro dolore.
Lusema S. Giovanni, 25 agosto 1986
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Davide Chauvie
ringraziano tutti quanti hanno preso
parte al loro dolore con scritti, parole
di conforto -e presenza.
Un ringraziiamento particolare ai
medici ed alle infermiere dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice, al dottor
Mourglia e al pastore Bellion. Un ringraziamento ulteriore a coloro che faranno un dono in memoria airOspedale Valdese.
Lusema S. Giovanni. 5 asrosto 1986,
RINGRAZIAMENTO
I figli e tutti i familiari del caro
Paolo Monnet (Paul)
profondamente commessi per la grande dimostrazione di stima e di affetto
tributata al loro caro, nell’imp<»sibilità dì farlo s'ngolarmente, ringraziano tutti coloro che in qualsiasi modo
hanno dimostrato la loro simpatia e il
loro affetto.
Un ringraziamento particolare alla
dott. Silvana Pons, al pastore Giuseppe Platone, alla Sezione ANA di Angrogna.
Angrogna, 11 agosto 1986
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8
8 ecumenismo
29 agosto 1986
APPUNTI PER UNA STRATEGIA DI TESTIMONIANZA
Il blocco culturale nel Sud
ASSEMBLEA
EUROPEA
I fattori di immobilità della società meridionale favoriscono la supplenza anomala costituita per la pace
dalla mafia - Necessità del concorso di tutte le forze di progresso per una bonifica culturale
Negli ultimi tempi, anche attraverso la ricerca di studiosi, è
riaffiorata di tanto in tanto, la
tesi che la questione meridionale non esiste più. Tuttavia
varie « oggettività » (indicatori
economici e sociali), messe in
luce anche neU’ultima relazione
SVIMEZ, riportano alla considerazione il dualismo italiano,
cioè il diverso sviluppo e reddito tra il Nord e il Sud. D'altra
parte, a livello governativo e di
forze politiche, si è discusso e si
discute sulla metodologia delTintervento pubblico nel Sud (centralizzato o attraverso le istituzioni locali), ma non si nutre alcun dubbio intorno alla sua necessità. Ciò sta ad indicare che
la questione meridionale si pone
ancóra, anche se con modalità
diverse.
Le recenti elezioni regionali
della Sicilia offrono una serie di
riflessioni, attraverso le quali è
possibile mettere allo scoperto
qualche radice delia differenziazione del Sud e far risaltare talune condizioni culturali, sociali
ed economiche, che permangono
e p>ossono spiegare la differenziazione.
La sorpresa delle elezioni siciiiane sta nella novità di « nessuna novità ». Il significato di
questa affermazione è possibile
coglierlo notando la convergenza, con riferimento alla DC siciliana, di opposte esigenze (rinnovamento e tradizione o reazione), che hanno contribuito, nel
risultato, alla conservazione delregemonia dei vari « feudatari ».
L’ordine, la giustizia e la verità
di costoro sono la garanzia della
con^uità e della tradizione. Una
simile situazione si ricrea oramai da nove secoli circa, da
quando cioè i Normanni ebbero
la felice idea di dividere il loro
regno del Sud Italia tra alcuni
capi zonali, chiamati appunto
feudatari, di cui più nessuno è
riuscito a liberarsi.
La metastasi di questo male è
penetrata in profondità nell’organismo sociale. Quali siano le
condizioni ambientali, che permettono la sua riproduzione, è
oggetto di studio e di ricerca. Il
fronte di lotte sviluppatosi e allargatosi in tutto il Meridione
negli ultimi anni contro questo
stato di cose (comitati per la
pace, contro la mafia e la camorra, maxiprocesso ecc.) sembra
che non abbia smosso di un palmo questi poteri consolidati.
Mette conto allora cercare di
« vedere » e di « capire » le pieghe della società meridionale.
Potrebbe venirne qualche lume,
anche per le nostre chiese, impegnate da qualche decennio con
investimenti di capitali e di persone nell'intento di contribuire
alla soluzione di qualche piccolo
problema, ma maggiormente di
offrire un terreno teologico capace di responsabilità e di libertà.
Diciamolo subito. Siamo stati
molto al di sotto delle esigenze
della realtà e del progetto.
Tre itinerari
Sicilia oggi ha fuori dal suo territorio circa un milione di residenti.
Il secondo tracciato segue Tesodo verso le città e la costa.
C’è stato e c’è un distacco violento e tm impoverimento complessivo della zona di parten2a.
Come conseguenza cresce un secondo fenomeno: inurbamento
patologico. Sorgono agglomerati
continui lungo le coste (per es.
da Messina a Siracusa, da Napoli a Salerno) e si dilatano in maniera sproporzionata e disordinata piccole e grandi città. Vi è
affluita povera gente, che ha lasciato l’intemo e le montagne.
Quasi sempre si è ricreato sul
territorio metropolitano uno stato di emarginazione, che può intrecciarsi con la criminalità organizzata e non.
Infine le « forme storiche in
cui la democrazia si è affermata nella società meridionale » dimostrano l’esigenza di « togliere, nel Sud, la democrazia dalle
condizioni di minorità » e la necessità di rispondere al suo
« inappagato bisogno di Stato »,
non disgiimto però da « un’ansia
di autonomo protagonismo »
(AA.W., Mafia, ’ndrangheta e camorra, Edizioni Lavoro 1982).
L’insieme di questi tracciati,
mobilità della geografia umana,
inurbamento e minorità della democrazìa, fa affacciare lo studioso, il ricercatore, il politico e l’osservatore in genere sullo scenario di una società sostanzialmente debole con marcate linee
di precarietà economica e sociale. In questa situazione la religione popolare (per il « Festino »
di S. Rosalia, 15 luglio, si è speso a Palermo un miliardo di lire), che secondo lo storico G. De
Rosa (cattolico) « ...non è una
categoria a sé, im’altra religione... ma è la stessa religione
"ufficiale”, vissuta secondo gli
umori, le convenienze, gli interessi, le abitudini, le resistenze
mentali dell’ambiente storico locale...», offre una mediazione mitico-religiosa per cui si dimentica la « feroce storia » e si entra
in possesso di un « risarcimento »
o compensazione per quello che
viene negato dalle classi superiori. E illuminante al riguardo quello che ha scritto su «Il Giornale
di Sicilia» il sindaco di Palermo
Leoluca Orlando, all’indomani
della chiusura dei festeggiamenti.
Secondo lui gli errori di organizzazione del « Festino » non vanno esagerati, perché rimane «...il
grande complessivo significato
che questi giorni hanno atmto
per la vita della gente, ripeto
della gente, di quella che ha forti problemi del vivere quotidiano, della casa, del lavoro, ma ha
anche il diritto di sentirsi parte
di una città, dove è possibile trascorrere alcune ore di serenità...
Anche il Festino può essere un
modo per superare vecchi mali
e nuove emarginazioni... ».
Una strada
non facile né corta
Sul filo di questa visione delle
cose si è autorizzati ad affermare che la presenza religiosa popolare e l’assenza dello Stato o
minorità della democrazia producono insieme un blocco culturale efficace per tenere in piedi
ed efficienti altari e « santuari »,
che assolvono al compito sociale, in una società «malata », di
mediazione.
Ciò vuol dire che questo bloc
Ht Echi dal mondo
cristiano
a cura di Claudio Pasquet e Susanne Labsch
Sud Africa: l’ANC
va iegittimato
(soepi) — Ventuno portavoce
dell’Università bianca "Stellenbosch” nel Sud Africa hanno
scritto una lettera al presidente
Botha nella quale rivendicano il
fatto che i prigionieri politici
siano rilasciati e che l’ANC non
sia più considerato fuori legge.
Gli studenti vogliono che si tengano delle consultazioni sul futuro del Sud Africa fra i rappresentanti di tutti i gruppi della popolazione del Sud Africa. All’Università di "Stellenbosch”
vengono educati ed istruiti molti
futuri dirigenti economici e politici del Sud Africa.
Medici: tra diaconia
e profitto personale
Qui di seguito annoterò in sintesi estrema 3 tracciati o itinerari,
per cercare un metro di lettura
della realtà meridionale. Indubbiamente si tratta di una scelta,
perché altre vie sono possibili
per avvicinarsi a questo grosso
problema umano e territoriale.
Un primo itinerario ci porta a
visitare il fenomeno secolare
della mobilità della geografia
umana del Sud. Nel periodo
1961-71 hanno lasciato questa
terra 2,3 milioni di persone. La
Sud Africa: esodo di
bianchi antiapartheid
(soepi) — Molti bianchi di alta qualificazione professionale
lasciano il Sud Africa per dissenso con la politica razziale del
governo e per paura che saranno coinvolti in una guerra civile
nella quale dovrebbero lottare
contro i connazionali neri. Anche molti figli di Immigrati scelgono di tornare nei loro paesi
d’origine poiché dopo cinque anni trascorsi nel Sud Africa sono
obbligati ad accettare la citta
Tolleranza
per gli omosessuali
(ep>d) — Ad Hannover si è
concluso un incontro internazionale teologico sul concetto evan
co culturale si offre e giace come humus di alimentazione della mafia (o ’ndrangheta o camorra) e del clientelismo deteriore
che riempiono perfettamente gli
spazi vuoti della democrazia e
dello Stato. In questo contesto
l’esaltazione del card. Pappalardo trova riscontro nel grande
potere dei Lima e dei Drago, uomini politici DC da sempre in
sella.
Nessuno si illuda allora che la
strada per debellare questo «cancro » sia facile e corta. I contributi di bonifica culturale possono e debbono venire da tutte le
correnti di pensiero e dalle forze sociali e politiche di progresso. La stagione è iniziata, ma
la somma degli interventi articolati ha bisogno di continuità
e di una forte accentuazione strategica, die scavino in profondità.
Il 16“ Circuito delle Chiese valdesi e metodiste (Sicilia), nel suo
piccolo, sta ricercando di fornirsi di una linea di predicazione e
di azione. Infatti neH’ultima assemblea di Circuito (maggio ’86)
è stato votato un ordine del
giorno, allargato al Mezzogiorno, nel quale « si impegna il
Consiglio di Circuito a studiare
la creazione di un collettivo per
approfondire la riflessione sulTargomento, al fine di convocare... un apposito convegno... non
oltre la fine dell’anno ecclesiastico». E’ difficile prevedere quello
che le chiese decideranno, ma è
un buon inizio.
Comunque sarà opportuno,
nell’intento di evitare percorsi
velleitari e incerti, servirsi di
una ricerca interdisciplinare,
che dia le migliori possibilità di
una scelta teologica adeguata al
terreno di intervento.
Alfonso Manocchio
dinanza sudafricana ed in seguito ad assolvere il servizio militare. Nel 1985 sono espatriate
11.400 ^rsone. Per la prima volta la cifra degli espatri ha superato quella delle immigrazioni
nel Sud Africa.
(epd) — Durante un convegno
deirAssociazione Internazionale
per la Missione e la Diaconia
svoltosi a Grado l’ex-presidente
dell’Opera diaconale dell’EKD
(Chiesa Evangelica in Germania), Theodor Schober, ha criticato l’etica professionale dei medici che sembra essere dominata
sempre di più dalla caccia al
profitto personale che dalla
vocazione all’azione guaritrice e
per il rispetto della vita.
La cultura etica in generale diventa sempre di più corrotta
dal solo pensiero' al profitto personale nella società, ha lamentato Schober.
Direttore responsabile
FRANCO GIAMPICCOLI
« L’Eco delle Valli Valdesi »: Reo.
Tribunale di Pìnerolo n. 175.
Stampa: Cooperativa Tipografica Subalpina - Torre Pelllce (Torino).
Dal 18 al 22 giugno scorso ha
avuto luogo a Braunfels, vicino a
Wetzlar, Germania, l’assemblea
europea di chiese e comunità di
pace. Hanno partecipato circa
300 persone dell’Europa occidentale e orientale (molti della Repubblica Democratica Tedesca).
I lavori hanno avuto luogo nel
centro parrocchiale evangelico,
nella scuola statale attigua e nella parrocchia cattolica.
L’assemblea era organizzata da
« Church and Peace », un coordinamento di chiese e comunità,
in maggioranza evangeliche con
presenze cattoliche ed ecumeniche, impegnate nel lavoro per la
pace con la nonviolenza (v. "La
Luce” del 17.5.1985 pag. 8).
Sr. Minke, superiora delle suore evangeliche di Grandchamp,
Pierre Parodi, capo delle comunità dell’Arca, e Alan Kreid, della
comunità mennonita di Londra,
hanno parlato di « Come viviamo l’esperienza di chiesa per la
pace ». La conferenza principale
era di Hildegard Goss-Mayr su
« In marcia verso la chiesa per
la pace r sfide e promesse ».
gelico dell’amore, del matrimonio e dell’amicizia. Cinque noti
teologi dell’Europa, fra i quali
Kurt Lùthi della Svizzera, si sono espressi per la tolleranza
verso coppie omosessuali nell’ambito delle chiese. Hanno rivendicato anche l’accettazione di
pastori omosessuali nelle chiese. «Come nelle chiese protestanti si è superato il concetto della
sessualità che serve solo per la
procreazione di figli si dovrebbe adesso superare il concetto
esclusivo dell’ eterosessualità »,
hanno sostenuto gli interlocutori.
Hildegard Goss-Mayr ha detto
tra l’altro: « Un cristianesimo
conforme al sistema non può
dare un’opzione veramente autentica nella nostra Europa "neopagana”, non è capace di indicare le vie nuove..., e dare la speranza di una vita nuova che colmi il vuoto interiore. I segni di
rinnovamento sono però visibili... le armi nucleari e la miseria
del Terzo Mondo costringono i
cristiani a mettere in discussione in modo urgente l’uso della
violenza. Le comunità giovani
che emergono alla base si orientano sempre di più al sermone
sul monte. Anche in molti documenti ufficiali di chiese cattoliche e protestanti si fa riferimento al sermone sul monte, ma esiste ancora un fosso profondo
fra parole e comportamenti concreti.. Né teologi né responsabili
di chiese lo supereranno... ma
il popolo di Dio guidato dallo
Spirito santo vivendo sempre più
autenticamente la nonviolenza
liberatrice di Gesù ».
RFT: difficile cura
d’anime nelle prigioni
(epd) — I 260 pastori che lavorano alla cura d’anime nelle
prigioni della RFT hanno criticato severamente, durante una
loro riunione, la giurisprudenza ed il sistema penale tedesco.
Si nota un aumento delle pene
e la restrizione nelle misure per
la risocializzazione dei prigionieri. La cura d’anime è influenzata
sempre di più in senso negativo
dalle misure di sicurezza nelle
prigioni, cosicché i diritti e le libertà dei detenuti sono sempre
più ristretti e il dialogo fra pastore e detenuto diventa sempre
più difficile.
Sabato sera, dopo il sendzio
religioso ortodosso, tutti sono
usciti dalla chiesa evangelica con
le candele accese, e hanno fatto
un lungo- cammino attraverso la
cittadina di Braunfels fino al
cimitero di S. Giorgio dove sono
sepolti molti morti di guerra, anche alcuni sovietici. Alcuni dei
manifestanti hanno dato testimonianze di pace.
Gran parte del tempo è stato
dedicato al lavoro nelle commissioni e nei gruppi i quali hanno
fatto proposte operative all’assemblea (aiuto al « Gruppo di
appoggio mutuo » del Guatemala, protesta per il Sud Africa,
per il Perù, ecc. e per gli obiettori di coscienza in Italia dove
il servizio civile viene danneggiato gravemente dalle precettazioni di autorità del Ministero
della difesa).
I lavori dell’assemblea sono
stati intercalati da molti incontri di preghiera e di meditazione
biblica, e soprattutto da molti
canti: è stato fatto un libretto
con numerosi canti delle comunità presenti.
Due serate sono state dedicate alla festa; nel grande girotondo vedevo volare delle suore evangeliche (quelle cattoliche indossavano abiti civili), ma anche pastori di una certa età. Di
tutto questo godevano anche i
numerosi bambini presenti, inseriti anch’essi in gruppi di interesse.
Hedí Vaccaro