1
Nulla sla più forte della vostra fede !
(Qlanavello)
SETTIMANALE DELLA
. - ABBONA ME N TI '
Italia e Impero . Anno L. 20 — Senu'stre L. 10
Estero . i . . ». » 30 — » ' » 15
Ogni cambiamento dMiidirizzo costa una lira — La eopia Cent. 40
CHIESA VALDESE
Riguardate alta rocela onde foste tagUatl
^‘iii(laala LI \ íl)sfí/‘
Oirertlera ï l*ref. CUNO COITAML
f. ^
H !
X- /
amministrazione e REDAZIONE : r ; " %
Via Carlo Alberto, 1 bis — TORRE PELLlCE
PER LA DOMENICA DELLE PALME
Luca 19: 28-44.
Con la domenica delle Palme gidn[lamo alla soglia di quella settimana
thè, per 1 sacri ricordi che è destinata a .
isvegliare nel nostro cuore, si suole
Hhiamare: Settimana Santa, o anche,
•er gli avvenimenti particolarmente
lolorosi della vita di Gesù che in essa
p:pbbero luogo: „Settimana della Passione, In essa gli sguardi di tutto il popolo dei credenti, quei medesimi sguardi
¡che poco tempo fa si sono posati con
;t:ompiacimento sul volto divinò del ne'ònato di Betleem, si concentreranno uItoa volta di più sulla persona del Re•^dentore per seguirlo passo passo nella
.sua ascesa apoteosica dall'entrata trionfale in Gerusalemme al Golgota.
.. Ho detto « ascesa apoteosica », per;phè, se è vero che da un punto di vista
^puramente umano, quello ad esempio
dei nemici di Gesù suoi contemporanei,
la via percorsa, da Gesù dalla sua en^i^trata nella città santa alla sua crocifissione potrebbe apparire come un indìjpi^ile abbassamento, come una precipi.•tazione anziché come una ascesa: dal
punto di vista cnstiino tale, via per il
.suo particolare significato e per il subhme atteggiamento del Cristo segna
. urna vera e propria ascesa. Lo dimostra
1 H 'iuo triplice atteggiamento ^di Re, di
Mt:l4iQte'fàT'Bi’"S^vSTme:'—
1 •
Gesù Cristo è dunque Re, ma Re di
verità, Re di' santità, Re di carità, Re
di giustizia, Re della gloria. Re il cui
Scettro è l’infinito suo amore, il cui trono sussiste nei secoli dei secoli ed i cui
sudditi sono le anime Che avendo creduto iin Lui lo amano e lo servono in
novità di vita.
« io sono re, sono nato per questo e
per questo sono venuto nel mondo » !
GESV’ CRISTO PROFETA.
GESÙ’ CRISTO RE.
Nella descrizione evangelica della
¿sua entrata trionfale a Gerusalemme
tutto è atto a farci apparire Gesù come
^rivestito del manto di una' innegabile
regalità: il mezzo con il quale Egli s’avanza, il corteo entusiasta di quelli che
,^lo accompagnano,, la folla di quelli che
ffel] muovono incontro le grida esultanti
( degli uni, gli « osanna » acclamanti degli altri, i m,antelli stesi, i rami di ulivo branditi, le palme agitate, e tutto
'.CIÒ m una coreografia di luci e di colori e... alla porte di una capitale !
E’ vero, quella non fu nè la prima
nè 1 unica volta che Gesù è apparso^'o
§è stato proclamato come re. Prima di
allora i profeti per fede l’avevano salutalo come un principe di pace ed un
-re di giustizia, e più tardi i discepoli
continueranno a guardare a Lui come
al re, della gloria. Ma nel momento della .sua entrata in Gerusalemme la sua
regalità appare in tutta la sua pienez|za tanto più che, contrariamente a
r quanto era accaduto sullg^ rive del lago
™di Oenezaret, ora vi' è accordo tra il
sentimento della folla che lo acclama
re e il desiderio di Gesù di apparire tale agli occhi del popolo. « Benedetto il
che viené nel nome del Signore»
I esclama la folla, ed ai Farisei che la
verrebbero fare tacere Gesù dichiara:
« Se costoro si tacciono le pietre gridef'ranno!».
i
La differenza consiste in questo, che
f mentre la folla riconosce in Gesù una
I regalità d’ordi'ne umano, politico, ter■ reno; Gesù dimostra di possedere una
regalità di un ordine superiore, religioso, spirituale, messianico: « Il mio regno
non è di questo mondo, se il mio regno
fosse di questo mondo i miei servitori
combatterebbero perché io non fossi
dato in man dei Giudei, ma ora il mio
regno non è di qui ».
Nei giorni che seguono il trionfo del■ la sua entrata in Gerusalemme, l’atteggiamento di Gesù va sensibilmente modificandoisi, sublim,andosi‘, e agli occhi
della folla meravigliata Egli appare come un profeta.
Del profeta infatti Egli dimostra di
possedere Tautorita. Dal tempio profanato, con gesto minaccioso e con parola
severa. Egli caccia. i venditori e i cambiatori di monete senzia che alcuno gli
opponga resistenza o osi ribellarsi !
Del profeta Egli dimostra di .possedere la chiaroveggenza, e aUe turbe impressionate come ai discepoli attoniti,
in quei giorni in qui si va delineando
il suo destino predice castighi, rivolge minadce, annunzia benedizioni !
Del prof età. Egli ditnostra di possedere la verità é?’ quantunque preoccupaio dalla previsione delle sue soilerenze e della sua morte, pur « essendo
turbata l’anima sua » e vivendo ore di
angosciosa attesa, predica con forza la
Parola ed annunzia con fermezza il
messaggio divino !
Del profeta, infine. Egli dimostra di
possedere la potenza e, come già a Capernaum,, a Nain, a Cana, a Betania e
nella stessa Gerusalemme, cosi ora ancora con segni e con prodigi, con miracoli e con opere potenti sanziona l’autorità della sua parola e conferma la
verità del suo insegnamento !
Alla corona di Re s’è aggiunto l’alone del Profeta che giustifica' pienamente i commenti della folla al suo ingresso: « Chi è costui ? Questi è Gesù
il Profeta che è da Nazaret » !
GESÙ’ CRISTO IL SALVATORE.
Più tardi le previsioni' diventano una
dolorosa realtà, le parole di Gesù: « Bisogna iche il Figliuol dell’uomo soffra
molte cose e sia messo a morte » si avverano: Egli soffre nel Getsemiane e
mtiore sul Calvario ! La sua crocifissione però non è per Lui soltanto un supplizio simile a quello dei giustiziati,
non èmeppure soltanto una morte'eroi, ca sopportata con ammirevole coraggio,
e non è neppure soltanto un martirio
subito per il trionfo di una idea e di
una causa: il suo è un sacrificio, è una
espiazione, è una morte vicaria !
Ecco petrichè qupi i nostri sguardi si
fermano attoniti e meravigliati: Ge§ù
raggiunge qui il culmine della sua ascesa apoteosica e il suo atteggiamento
trascende qui ogni ragionamento umano e ci introduce nel mistero della grazia di Dio !
Per redimere, per riconciliare, per
colmare l’abisiso « era necessario che
il Figliuol dell’uomo stesso portasse i
nostri .peccati nel suo corpo sul legno e
diventasse la propiziazione per i peccati di molti». Gesù Cristo Re, Gesù
Cristo Profèta diventa « l’Agnello di
Dio che toglie il peccato del mondo x'
e che (Sommo Sacerdote e vittima ad
un tempo) immola se stesso con un atto
sublime, di volontarià umiliazione e di
completa sottomissione.
i Alla corona di Re, airalone dì Profeta si aggiunge anche l’aureola di Salvatore ! « Gesù Cristo è stato fatto da
Dio sapienza, e ^ustizia, e santificazione e redenzione per noi ».
Gesù Cristo è Re, chi non vorrà dimque assogettarGli la proipria vita ?.
Gesù Cristo è Profeta, chi non vorj_>
rà dunque ascoltare la sua parola di verità ? ■
Gesù Cristo e Salvatore, chi non vorrà dunque dargli tutto il suo cuore ?
La settimiana che ci sta dinanzi è
quanto* mai opportuna per questo, ci
aiuti essa a rilconoscere ita Gesù i dirit'ti del Re, l’autorità del Profeta, le., esigenze del Salvatore onde impariamo ad
amarLo di più ed a serviLo meglio !
G. MathÀeu.
Notizie dairEvangelizzazione
(Brevi note tratte dalla conferenza del pastore Ayassot di Venezia ad alcune
Unioni delle Valli e che ragioni di spazio ci hanno impedito ^di pubblicare
'f’' nella Pagina della Gioventìi).
! Í
. Quando alle Valli si' parla della nostra opera di evangelizzazione si fanno
facilmente dùe errori che desidero subito_ additarvi o correggere nel caso eh?
qualcuno fosse tentato di ripeterli in
cuor suo acci':^gendosi appunto ad udir
notizie d,! tale importante attività della
nostra Chiesa.
'v' I due errori sono: uño di'geografia ed
imo di storia.
¿ .Quello di’ geografia consiste nella ■
'cata linea di confine che, anche inmsciamente, noi tratteggiiamo tra le
' tÌSTe quelle t!^’Evàri‘
gelizzazione. Il Pastore che viene dal
campo di evangelizzazione è qualche
volta considerato come un missionario
in lontane e remote regioni dal quale
si attendono, per questo appunto, racconti di fatti, se non proprio fantastici,
almeno assai diversi da quelli che capitano alle Valli. Qualcuno vorrebbe
udire notizi'e di vita religiosa di mamfestazioni spirituali e di problemi ecclesiastici assai drisimili da quelli, che
s’hanno nelle vecchie comunità valiigiane, nè manca, chi provi delusione all’udire che in tante, tantissime, cose le
Chiese deH’Evangelizzazione sono molto simili, tenuto il debito conto delle diversità d’ambiente, da quelle delle Valli.
La netta divisione ecclesiastica che
anni fa si faceva tra le due parti della
nostra Chiesa Valdese, che ebbero persiino allora la direzione di comitati diversi e sopratutto la poca conoscenza
che purtroppo si ha della nostra opera
evangelizza trite nelle Valli (e viceversa nella evangelizzazione !) son tutti
fattori che hanno contribuito e contribuiscono a mantener creduta in alcuni
la finzione di due opere diverse, qualche volta quasi estranee l’una all’altra.
Ebbene la prima cosa che ho desiderio
di dirvi, rappresentando fra voi le Comunità della Evangelizzaione, è proprio
questa: quella linea di confine tra le
due parti della nostra Chiesa non esiste, 0 se esiste non è mancata coma
qualcuno se la segna idealmente nella
propria carta geografica: molte delle
cose che vi dirò e le più che potrei dirvi delle nostre Chiese d’evangelizzazione son cose che potrebbero esser dette
anche delle vostre Chiese, molti problemi nostri ison identici ai vostri, le
nostre attività son molto mia molto simili e le nostre Unioni, poiché parlo
a degli unionisti posson essere considerate non solo sorelle... ma quasi gemelle tanto si rassomigliano... E’ capitato
nella storia della nostra Chiesa quello
che è capitato nella storia delle guerre:
mentre una volta si poteva parlare di
un fronte di battaglia ben distinto dal
resto del paese relativamente tranquillo, oggi invece s’ha uin fronte dovunque, così nella battaglia spirituale della nostra Chiesa v’è ormai molto lavoro' « parrocchiale » nelle nostra evangelizzazione e molta evangelizzazione
da fare nelle nostre Valli !
Il secondo errore che facilmente
commettiamo è un errore di storia: e lo ■
facciamo ouando assegnarne ài 1848
Y ■>
la nostra opera di evangelizzazione.
Orbene se è vero, come è verissimo,
che le nostre Chiese di evangelizzazione in Italia sorsero solo dopo quella data e che esse furono possibili solo per
quella tibertà che della redenzione italica fu vessillo dal 48 in poi (sì noti
come nelle nostre Città il sorgere delle
nostre Chiese segua a volte di solo pochi mesi la liberazione e l’annessione ai
Regno d’Italia delle Città stesse), se ciò
è innegabilm.ente vero, non è però meno vero che la nostra opera di evangelizzazione e tanto maggiormente lo spirito evangelistìco della nostra Chiesa
hanno origini ben più remote, origini
I anzi che si confondono e si identificano
con le origini stesse del movimento valdese il quale, nel suo fondatore, nei di
lui discepoli immediati e remoti non ha
mai avuto altra ragion d’essere che l’opera della evangelizzazione. Se è vero
che nelle regioni d’Italia le Chiese Vaidesi s’aprirono al Culto dopo il 48 non
è meno vero che anche in quelle non .si
trattò in fondo che di un ritorno a dei
campi di predicazione più e più volte
percorsi dai vecchi « barba » valdesi, di
un rifiorire a nuovo di gruppi che forse
non meno fiùrenti erano stati in secoli
trascorsi, di una riaffemiazione pacifica e legale dei figli spirituali dì quei
padri nella fede che in quelle stessè
contrade avevano pagato con ti supplizio il loro fervore evangelistìco.
Tutto questo va' ricordato, non tanto
per chiedere alla storia un riconoscimento « ab antiquo » del diritto e dovere evangelistiico della nostra Chiesa,
(diritto e dovere che Timperativo del
Vangelo non ha bisogno di chiedere ad
altri che a se stesso), quanto per riaffermare come ìntimamente ed indtópplubilm,ente il motivo evamgelistico siàrlegsto alla essenza stcìssa della nostna
Chiesa, per ben chiarire che Topera
della nostra evangelizzazione non è una
appendice, sia pur bella e doverosa della Chiesa delle Valli ma la assenza stes-
2
V
L’ÈCO DELiPÍ VAJLLI VALDESI
<s>
sana ragion d’esserefdeUa^'nostra Chie
sa che è seinpre stata evangelizasatrice
e tale non piìò cessare di, ej^ftere senza
tradite la sua originej la sua '^tória, la
suà missiome.
Parlandovi quindi della evangelizzazione taccOi.quinai la co^a più intima
(o quella almeno che dovrebbe esser tale) dì ogni Valdese. >
Oi'ò detto, desidero accennai^ a "tre
caratteristiche o problemi di oggi che
mi paion essere le note dominanti del
nostro lavoro evangel^àtore nell’ora
che passa.' A voi di giudicare quanto
due almeno di essi (il primo e rxUtimo)
sian comuni anche alla nostra Chiesa
nelle Valli: • -, - v; •
Il primo ci pone dinnanzi alla crisi
spirituale della gioventù:
" Non vi allarmate a" queste parole: so
benìssimo che la frase.,« crisi spirituale
della gioventù » sembra voler ripetere
un motivo usato ed abusato dei predicatori di ogni generazione. Non c’è infatti generazione di giovani che non
abbia aiffermato .di trovarsi « in crisi »...
^La cosa- d’altronde, non è nè strana
nè esagerata quando si pensi quanto e
come ogni generazione di giovani abbia
da rip>ensàre ed in parte da rifare per '
conto proprio le esperienze dei padri,’
da rivalutare al contatto con le nuove
. esigenze della sua vita la fede tràidizio-nale ricevuta dalla generazione passata. E’ naturale che ogni "’^generazione
ponga raccento sulla sua « crisi'» perchè è quella che sente e vive con immediatezza.
Credo però che non mi darete torto
Se affeirmerò che la nostra gioventù
chìaìnata oggi a combattere nel più immane dei conflitti che la storia ricordi,
chiamata in modo così universale a
guardare in faccia la morte, senta in
mòdo particolarmente forte la serietà
della vita. E’ qui che mi pare appunto
di scorgere la nota dominante deUa sua
crisi: essa si accorge, e son chiarraati ad
accorgersene anche quelli che sino a ieri
erano i più spensiétati, che la -Vita è
ima cosa « seria » e che, come tale,
èssa deve avere un profondo significato
spirituale, di cui è doveroso cercare e
trovare U segreto.
Potrei qui citarvi molti brani di lettere iUcevute dai nostri combattenti,
molte esperienze di' coloro che partono
o di coloro che ritornano, me ne astengo perchè penso che si tratti di una
esperienza corpune anche a tutti voi
ed ai vostri cari. Desidero soltanto notare e far osservare anche a voi come
il problema si presenti con particolare
angoscia per coloro chej non conoscendo il "Vangelo o conoscendolo solo indirettemente e superficialmente, non possono q non sanno trovare in esso il
grande segreto che solo permette di
dare alla vita tutto il suo « serio » contenuto e valore che la rende degna di
essere vissuta e, se richiesto, sacrificata
Un giovane simpatizzante della nostra Chi^ che in un naufragio per
azione di guerra, nel quale per il suo
eroico comportamento, ha meritato una
decorazione, mi raccontava tempo fa la
sua esperienza di otto ore tra la vita
e la morte concludendo la sua narrazione con queste parole « solo allora ho
compreso quanto la ^ita sìa una cosa
ÍÍ- ....V
quelle orq.ooiio state per me un^
1561 Il conte della Trinità, tornato
a Torre, fa chiamare t principcdi del
Taillaré, affermando di avere Sa comunicar loro delle piacevoli notizie da parte di Sua Altezze. 1 rappresentanti dèi
Taillaré - Michele R&ymondet, Giovanni
Roussel e due altri - aderiscono alVinvito e scendono a colloquio a Torre, dove il Trinità, con gran copia di Imirtghe^
li conquisi iWieramqnte/ talché essi'
promettoruo al conte, a nome della loro
borgata, tutto quello che egli vorrà. Ma
gli altri Valdesi, messi stdVavviso, preparano la resistenza; il che non impedisce tuttavia che, cencora nello stesso
gtomo, le truppe del Trinità prendono
possesso di' una parte del Taillaré.
r. b.
^ iféiir
-■’di
seria.
lungo battesi'mo la cui memoria bene
dirò per tutta la mia esistenza perchè
da es^ ho imparato come tra^'i tanti ¡f,
valori solo il Vangelo sia quello che
rende la vita degna di essere vi'ssuta ».
Oggi la' gioventù sente « la serietà
' della vita », evangelizzare significa of- •
frirle medilante il Vangelo il significa+o
vero di quella sua serietà,'^ aggiungerei
della sua «santità». ■
Il secondo problema che l’opera dellaevangelizzazione incontra è presentato
dalla particolare confonnazione del noslro mondo evangelico italiamo nel quale accanto alla nostra Chiesa Valdese
altre, Comunità compiono uguale lavoro. Non è qui il caso di ricordare per
quali e quante'ragioni la più gran parte di queste Chiese passi per momenti
di distretta, ma ■ è qui certiair e.nte da
porre in rilievo come la nostra posizione
di ,più antica e maggiore Chiesa Evangelica Italiana ci presenti a questo rispetto
una gnave^responsabilità.
La nostra Chiesa che nel passato ha
superato tante delle sue. crisi grazie a! il generoso aiuto di altre Chiese Evange
liche ha un debito di riconoscenza eh
essa deve esser pronta a pagare, a costo ;■
di qualunque sacrifìcio, verso il mondo ?
evangelico italiano non valdese ovun- ®
que e comunque il suo aiuto possa essere richiesto. Va da se che noi non intendiamo m,enom'amente intervenive-S
laddove i nostri' fratelli non intendano
avvalersi del nostro spirito di solidarietà o dove comunque essi intendono in
altro modo affrontare la loro crisi, ma
è bene che si sappia e sì dimostri.che
dovunque quei fratelli avranno il bisogno di una mano fraterna essi possono contare su di noi. In alcuni casi siamo lieti di aver potuto rispondere .a
degli appelli rivoltici, ma fórse assai
più potrebbe esserci in avvenire, richiesto ed è, a mio awìsp, doveroso che.
nei limiiti delle nosijne potesibiliftà ed
oltre, noi siamo pronti ad offrire a chi
Comunità piti provate, per
i'nostrii; pastori'.: che svolgono la loro
■miissione ^laddove più si' soffirè io vi
chiedo oggi 'un fervido un caldo pensiero dS cril^iana solidarietà che so
li«
stènga' nella"^ lotta e' la quotidiana preghiera che li assista del continuo. ■
i Bvapgelizzàrg significa anche oggi
consolare, e sopratutto perchè Iddio consoli « pregare, pregare molto » !
..1- - .
. .„ £1^ Ayassot.
tmmmmàm
Mx ’ù
No#
'«'■#«■ foBraanimii
O dot
co coso
ce lo chiedesse in nome dell’
evai^l
smo italiano tutta la nostra fattiyà solidarietà. ' ■
Mantenere accesa la fiaccola evangelica, laddove per dolorosa avventura,
altri più non giungesse con le proprie
forze ecco il secondo problema che l’ora attuale .presenta alla nostra ■ Opera
e\ angelistìca.
La nostra terza missione, o meglio il
terzo aspetto della nostra evangelizzazione, sta oggi neU’accentuare quel lato
della predicazione, evangelica, che ^ià
negli antichi tempi del profeta Isaia
s’esprimeva nell’ordine d’vino « consote.te, consolate il mio popolo ».
Vi invito, cari fratelli delle Valli, voi
che forse siete in questi tempi di distretta alquanto privilegiati a rivolgere il vostro .pensiero ai nostri fratelli
che in tante città d’Italia soffrono assai
più duramente delle conseguenze della
guerra. Nelle città bombardate, tra Je
comunità disperse e le famiglie divise,
per non parlare di quelle che sono nel
lutto o nellia preoccupazione per 1 loro
cari assenti (ed in quest’ultima condizione Ve ne som molte pure fra voi)
v’è unà grande necessità di consolazione.
Evangelizzare significa oggi in simili
luoghi riprendere l’antica .profetica missione « consolate, consolate il mio popolo » e porgere a coloro che soffrono, la
sola consolazione che veramente valga
al conforto: l’Evangelo di Cristo.
E questa missione, che molti dei no
i pastori vanno compiendo fedelmente « restando sulla breccia », come uno
dicessi ihi scriveva ultimamente, raggiungendo a costo di ogni sacrificio i
memibri dispersi delle loro Comimìtà
deve diventare sempre più la missione
di tutta la Chiesa nostra, ed anche la
vostra missione: la missione dei vostri
sacrifici e delle vostre preghiere.
Evangelizzazione significa oggi solidarietà nella prova e, spirito di preghiera.
Per i nostri militari, per le nostre
• Tutta la campagna rifiorisce e si ridesta, il colore dei campi e dei prati
prende una tonalità smagliante, tenere e tremule foglioline si schiudono sui
neri rami degli alberi e qua e là su
tutta quanta la collina é la bella valla■ ta sbocciano, simili a vaghissimi grossi
m.gzzi festosi, i peschi di rosa leggiadro,
i meli, i peri e i susini dal candido fiore,
e risaltano fra il verde cupo degli abeti, sempre eleganti nella loro linea severa.
Tutto risorge e si rinnovella.
Fra poco, per la valle che si fa sì
bella ,risuonerla/nino i lieti rintocchi del^ le campane dellia- Pasqua di Risurrezione; una nuova sete d’amore ci inonderà il cuore, e lungo queste stradine
e questi sentieri fioriti dì primule e
viole, i valligiani del mio .paese s’incammineranno per recarsi al tempio vicino, e la valdesina, iìidossato con grazia nuova l’antico amato costume, procederà svelta alla medesima meta conin mano il cantico delle lodi all’Eterno:
in mano e nel cuore.
Lassù la neve risplende. Che festa è
nella natura, quale promessa nel rinnovarsi eterno di tutte le cose, nei fiori
che sbocciano di nuovo, nella terra che
ancora rinverdisce e àncora alimenta il
seme a lei affidato; quale ricchezza di
benedizione e quanto potenza di vita in
tutto ciò che nuovamente mj è dato
contemplare intorno a me: a piene mani sanq__sparse Je rperayiglie profgsì’òhe gli' incanti. • *
Da quest’angolo dove sono salita, il
mio sguardo spiazia, per un lungo tratto,
la valle, le colline e l’alpe laggiù, e vedo, oh ! come sì vedono bene ora tutte
le case, che, d’inverno, runiformità della neve nascondeva un poco; cQm,e risaltano bene ora che il folto fogliame d’estate non stende ancora su di esse la sua
ombra protettivia; vedo tante case esposte al sole quale più grande e quale più
piccina, quale dì bianco cemento, quale
di pietra grigia, quale più ricca, quale
più misera, fin lassù lassù; e dove il mio
occhio non giunge, corre l’immaginazione, e lancora vedo i casolari più rsmoti e quasi sperduti verso la montagna, -di qua e di là; le ciabote solitarie,
quelle raggruppate tre a tre, quattro a
quattro, quasi ima sull’altra come a tenersi compagnia» a proteggersi a vicenda, dietro una roccia a mezza altura;
quelle ridenti al sole con lunghi balconi
di legno, messe una in faccia aU’altra ■>
allineate con garbo su di un dolce pendio, accanto ad una fontana.
Vedo e penso che vorrei avere il potere di rinnovaire qualche cosa anche in
queste case, mentre tutta la natura si
trasforma e rinaisce.
Il nido' invernale che fu sì tepido e
dolce, durante le lunghe veglie della
fredda stagione, ora deve .prendere anch’esso un aspetto nuovo, aprirsi all’aria novella dì primavera: si sono ammucchiate, qua e là, con la polvere e
un lieve odor di rinchiuso, tante cose
svariate, il soffitto della cucina,è nero
e così poca luce penetra dalla finestrella bassa; e se nella camera accanto ■yi, è
un gradevole profumo di mele, chè là
v’ern, la mod^ta provvista invernale,
vi sono pure altre cose che occorrerebbe
spazzeire, ripulire, cambiare.
Ecco, io spalanco la porta e le finestre a questo sole bé^fico, e intendo
con la
far festa anch’io nella mia casa,
primavera che è ritornata !
Dal lungo balcone di legno si gode
una vista invidiabile, ma, ahim,è !, che ■
quasi non posso affacciarmi, tanto s’è
venuto man mano ingombrando d’ogni
. sorta d’arnesi; vi è anche un vecebio
■ niobile rotto che potrei usufruire; pendono, qua e là, sacchi e vecchie giacche
fuori' uso; voglio sgombrare, che tutto
sia netto; e poi sulle finestre e qui, lungo i gradini disporre la mia ricche.zza
più grande: j vasi di geranio, di vaniglia
e di erbarosa.
Tutta fiorita dev’essere la casa mia,
prender parte così alla gioia che è nella
natura e ridirla al cuore dello straniero
che passa dinnanzi alla mia porta.
In questi momenti di dolore deH’umanità, quanti estranei alle nostre vallate
ed alle nostre consuetudini, quanti che
forse non hanno mai sentito parlare dei
valdesi, sono venuti ad abitare fra noi,
nelle nostre case stesse e, costretti dalle circostanze, vivono la loro vita iatimàìnente frammista con.la no.stra. L’aspetto esteriore ed il modo con il quale
noi teniamo le nostre case è una delle
prime cose che gli sfollati noteranno,, e
se sapremo dare ad esse un’apparenza
piacevole e curata, ne saranno gradevdlmente impressionati, in ctdrti oasi
perfino edificati ed attratti a conoscerci
più a fondo. Í
Forse nulla quanto la casa rivela le
abhudini _e il livello morale di un .paese.
La casa yaidese non fu mài molto .ador'
na, tonto meno ricca di suppellettili; i
suoi abitanti non accumulavano in essa
tesori esposti alla ruggine ed ai ladri,
perchè sapevano che la loro vera dimora non era in questo moihdo; tutto quivi
era semplice e sobrio: il minimo indispensabile di mobili scuri ingenuamente
scolpiti, rari oggetti senza raffinata arte
un testo appeso alla parete con incisi
alcuni versetti biblici.
Abitazioni disadorne dei valdesi, come disadorne sono le loro chiese, ma
nelle une e nelle altre uno spirito aleggiò che si poteva^ riconoscere dall’atmosfera deH’ambiente e si rifletteva sui
visi pensosi e negli sguardi profondi dì
quei montanari fedeli, di modo efie chi
entrava per la prima volta in una di
queste dimore era turbato e desideroso
di penetrare il segreto di tanta dignità e
nobiltà di vita.
Rendiamo ancora esemplare la nostra
dimora oggi pdù che mai, dato che abbiamio degli ospiti, affinchè la nostra
fedeltà si riveli subito, fin dairimprqri'
ta esteriore. Sii fedele nelle cose
me. ;,,■
La benedizione deH’Eterno riposa
sulle nostre case; noi le abbiamo ancora
intatte, la furia devastatrice della guerra qui non è giunta.
Possediamo ancora queste poche cose nelle quali abbiamo riposto un po’
del nostro cuore, e sé .pure non ci é lecito considerarle con un attaccamento
tanto irragionevole quanto irreligioso,
pure dedichiamo loro una cura adeguata che espritaa la nostra riconoscenza:
esse ci sono state donate da Dio e coriservate dal Suo amore fino a questo
giorno.
Sii fedele nelle cose minime ! Non è
vero, sorelle, che se avessimo neiranimo un santo zelo, non trascureresumo
certamente questa occasione di testiino
niare della serietà della nostra .vita 6
dei nostri ideali, occupandoci con amo-.
re della nostra casa? In ogni dettagli*
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t’ECO DELL? VALLI VALDESI
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qui si dovrebbe chiaramente vedere'che'
abbico ranimo .rivolto alle cose di' sopra-;’*'e che aspiriamo a oualche cosa di
diverso che non nelle altre case nel
mondo.
. * * ♦
pi r
Ecco che cosa vorrei fare in queste
antiche dimore delle mie belle vallate,
mentre fuori la primavera semina lasua ^oia e la sua vita.
E vorrei che scuotessimo l’inerzia che
facilmente ci assale: ora è il momento
di metterci all’opera nella casa e realizzare un rinnovamento; fra poco i lavori delle campagne assorbiranno le nostre forze ed il nostro tempo, e noi,
stanche, non .potremo più badare ad altro, e non avremo neppure il ristoro,
così salubre, di riposare fra accoglienti
pareti dopo la dura fatica quotidiana. '
Belle vallate del mio paese, scenario
prediletto e quanto mai pittoresco; piccole case di Angrogna, di Villar Pellice,
di Bobbio; ridenti case di S; Giovanni e
Torre Pellice; case alpestri di Prali, di
Rodoretto e di Rorà; belle case di Massello e di Pramolla; graziose case di Pomaretto, casette sconosciute di tutte le
verdi e fresche vallate minori; case soleggiate e sparse fra i riclchi vigneti
di Prarostino, vi siete accorte che è tornata la primavera e che la natura si adorria con tanta dovizia? E voi dunque
non prendereste parte a tanto rifiorir^?
Riordinare, rinfrescare, beh dispjprre e
bene intrattenere la propria casa è una
delle più schiette gioie della donna; non
vi par sorelle che valga la pena di non
privarsene, sopratutto qualora lo spirito che ci animasse fosse quello di ritrovare l’antica severa, ma gentile, iinpronta propria delle vecchie dimore
vaidesi e che, ahimè ! in troppe case ora è smarrita? Voce.
Libri ricevufi
Da quando Ernesto Buonai'uti consacr^&.''Ggo;àcchino da Fiore saggi dènsi
di pensiero, con i quali ef?li tentava (ed
il tentativo può in gran parte considerarsi oggi come riuscito) di delinearè
oggettivamente ed in modo aderente
alla realtà la figura spirituale del « profeta » calabrese, si è iniziato un procesr
so di revisione critica, tuttora ih atto,
la cui importanza ed il icui interesse oltrepassano di molto il campo della ricerca erudita, per gettare ibvece nnfl
luce nuova sul fermento di vita e di
passioni in quel Medio Evo che solo un
vecchio ed abusato cliché può rappresentarci come uniformità di pensitero
alFombra di romaniche cattedrali.
In questo processo dì revisione e di
rivalutazione si inserisce con una dotta
ed appassionata pubblicazione E, Foberti. * Per il Foberti, che si è accinto
al suo lavoro con riochezza di infcxrmazione che non è mai di seconda mano,
con sicurezza di metodo ed acutezza di
indagine, non vi è dubbio che questo
preciso di rivalutazione critica s’abbia
ad identifi/care con una rivalutazione
del pensiero teologico del monaco florense,. e, conseguentemente della sua
posizione e^ella sua ortodossia in seno,
alla Chiesa càttoliha.
, La posizione del Fob'erti è quindi recisamente polemica di, fronte airinterpretazione buonaiutana. D’altra patte
è noto come vita e leggenda si intrecciassero indiSiEiolujbilménie già durante
la vita stessa di Gioachino e come, la
sete escatologica del monaco calabrese,
e la sua fedeltà alla Origeniana molteplicità dei sensi scritturali- non siano
fatti per facilitare i tentativi dì ricostruzione critica.
Perciè il saggio o meglio i vari saggi
che sono radunati dal Foberti nella succitata pubblicazione, valgono a meglio
lumeg^are àlcuni punti contrastati;
di capitale importanza la autenticità
del trattato cóntro Pietro Lombardo.
L’accusa infatti che venne lanciata contro Gioachino da Flore, la sua fama di
acetico che è accusa di triteismo, di e
. ..... f' -• •
scatologifca proclamazione^ ‘della fine
della Chiesa, di misticismi^ monista, è
sostanzialmente ed esclusivamente da
ricercarsi secondo il Fobe^i nel libello
De Unitate seu Essentik Trinitatis. Perciò l’autore ricerca e confronta con appassionata diligenza ed amore i vari e
molteplici passi delle varie opere di
Gioachino .per dimostrar?^ come, sempre dovunque,^ l’abate calabrese professi là pi'ù genuina ortodossia, nei 'confronti del dogma Trinitario e sempre filialmente riecheggi la formula nicenica;
mentre, d’altra parte, dimostra come
insostenibile sila la tesi accreditata che
Gioachino abbia voluto aocusiare di eresia proprio quel Magister Sententiarum che così esplicitamente sì era ricollegato a S. AgOiStino nell’affermazione: Eadem Trinitas quaedam summa
res est.
Per il Foberti la storia di questa accusa di eresia è da ricercarsi nelle manovre di ordini rivali^ chè già nel 1215
Benedetto di Petefborough ed altri monaci dell’Ordine di Cistercio artatamente deformavano il pensiero e la figura
di Gioachino.
Una sola conclusione apf^re quindi
possibile all'autore: « quella cioè fatta
palese dalla dizione letterale dei testi
autentici del grande Calabrese». Éd è
forse questa l’affermazione meno persuiasiva, chè è forse difficile di rendersi
conto in modo esatto di' quale possa essere il reale-valore e significato di questa dizione letterale per un uomo per il
quale quello che formava la sola ragione di vita era il miraggio escatologico
e che viveva già come reialtà la sua proclamazione: « E’ necessario infatti che
scomparisca il significato di Pietro e rimanga il significato dì Giovanni... » e
che dalla arazionalità della sua fede poteva esser tratto a dare un valore speciale anche alla sua dizione letterale.
Un ihteressante contributo alla storie del Gioachini'smo offrono i capitoli
oònsa/crati alle Questioni Dantesche e
Storia Francescana, al Gioachino Sconosciuto. lector.
In memoria della Signora Anita Turin:
Per il Rifugio Re Carlo Alberto:
Adelina e Rita Ribet L. 200__
Enrico e Nora Peyrot Ribet 200,______
Guido e Edina Ribet 200,
Gustavo e Paola Ribet 200,—
. NOTIZIE DA LUGANO
Alla bella età di 84 anni si è spenta
a Villa Coldrerio la signora Caterina
Coisson vedova Helbing. Originaria di
Angrogna si era stabilita da anni nella
sua proprietà non lontana da Chiasso
dove si era acquistata la stima della popolazione che è accorsa compatta ai funerali udendo con profonda attenzione
e rispètto le parole di vita dell’Evangelo. Ai figli, in Isvizzera ^ alla figlia in
Torre Pellice, le nostre condoglianza
fraterne.
La partenza della signora Helbing mi
dà occasione di dare all’Eco delle Valli
alcune notizie della nostra Comunità.
Composta da una grandissima maggioranza di Svizzeri, hla però nel suo seno
alcune famiglie Italiane (i Valdesi si
contano sulle'dita) parte della Colonia
Olamiese (diminuita assai dalla guerra)
alcune persone di altre nazionalità: Tedesche, Inglesi, Austriache, Russe. Uniti
dalla Comune fede ricordiamo che l’Evangelo non fa disti'nzione di razza o di
popoli ed a tutti annunziano Gesù Cristo, unico Signore. •
La diversità di origine dei membri
della Comunità e le frequenti partenze
ed arrivi rendono difficile la costituzione di quel nucleo centrale la « iparrocch% » attorno alla quale dovrebbero
gravitare tutte le attività ecclesiastiche.
Gli stessi Svizzeri difatti che compongono la grandissima maggioranza della
Chiesa sono di diversa origine: Grigio
nesi delle Valli di lingua italiana, Svizzeri Fibneesi, Svizzeri '^'Tedeschi che,
-stabiliti da anni nel Ticino preferiscono
la Chiesa di lingua italiana, specialmenjfte per l’educazione religiosa dei figli
!che frequentano le scuole Comunali,
i;' matrimoni misti di Ticinesi, cattolici,
con Svizzeri Francesi o Tedeschi....
-D’altra parte la città con i suoi nuI J àserosi forestieri ci dà l’opportunità di
I predicare a persone di passaggio e TatI ^%ìvità della Chiesa si estende quindi
1 molto oltre agli stretti confini della Co: ^munita.
^^.•Di’ altri problemi nostri vi parlerò, se
¿piace a Dio, in altra opportunità.
.¿¿'Grazie ! (n. d. R.)
Guido Rivoir.
iT’'
XUSERNA SAN GIOVANNI
Mercoledì 7 aprile hanno avuto luogo
*^^funerali della si'g.ra Anita Jaìta ved.
Turm, addormentatasi serenamente nel
■^"'Signore all’età di anni 76 nella sua abi
!;¿tazione di Piazza 17 Febbraio.
La nostra venerata sorella lascia in
tutti un vivo ricordo della sua luhga
' ¿'attività per l’opera del Signore, poiché
'^.^lemipre si era grandemente interessata
-ai varii problemi della Chiesa ed aveva
é
I partecipato al lavoro delle varie associazioni della nostra Comunità. Rinnoviamo ai parenti in lutto l’espressione
'-della nostra profonda simpatia
— Domenica’ scorsa i venerandi co»i'mugi Daniele Mdlan e Oatmilla Toum, dì
iMourcious, hanno celebrato le loro nozcze d’oro. Con loro innalziamo al Signore
la ' preghiera della riconoscenza invocando la Sua grazia.
5«;— Domenica 11 aprile l’assemiblea di
.Chiesa ha proceduto all’elezione degli
Anziani sigg. Cesaire Malanot per il
.quartiere degli Airali, Pietro Malan per
;41 quartiere della Cartera, Davide Pons
pei il quartiere dei Danna, Augusto
Bonnet per il quartiere dei Peyrot. Ha
pure nconinato i diaconi G. Costabel pel
quartiere dei Danna e Ad.olfo Coisson
per quello dei Peyrot,
Ai nostià fratelli riconfermati nella
loro carica con grandissima maggioranza le nostre sentite felicitazioni con
Taugurio che il loro lavoro, per il bene
della nostra Comunità, continui benedetto dal Signore. -,
PARÍOI (ritardata)
La numerosa colonia valdese che trovasi tuttora a Parigi ha degnamente e
con molto entusiasmo; commemorato la
tradizionale festa del 17 febbraio, riunendosi la domenica 21 (una quarantina
senza contare i bimbi), nella casa sempre ospitale della sig.ra Luigi Appia,
che tanti legami e ricordi affettuosi uniscono alla Chiesa valdese.
L’incontro favorito da un tempo splendido e quasi primaverile, fu simpaticissimo ed animato. Dopo il culto presieduto dal figlio maggiore Giorgio Appiè e la parte storica dal secondogenito
Enrico, si .passò alla parte ricreativa intercalando molti cantici, fra ì quali, naturalmente, il Rimpatrio; poi dei canti
patriottici italiani e persino piemontesi!
Presente, benché invisibile, era Colei
che, per lunghi anni fu ranimatrice di
altre simili feste, la sempre rimpianta
sig.ra Carolina Appia che i valdesi di
Parigi ricordano con riverente, commosso affetto.
I nostri fratelli valdesi, che ragioni
economiche, trattengono ancora a Parigi, sanno di trovare semipre, materna e
calda accoglienza e vivo interessamento
nella famiglia Appia.
riNEROLO
Il nostro fratello Guglielmo Koch ha
avuto il dolore di ricevere, in questi
giorni, la triste notizia del decesso della sua diletta genitrice, .avvenuta a Oslo
(Norvegia). A lui e famigliari giunga
l’espressione del nostro cordoglio e delle nostre cristiane condoglianze.
PRAROSTINO
Battesimi; Robert Rimo di ^Ernesto e
di Àvondet Ida (Collaretto) Godino
, Sergio di Luigi e Paschetto Virginia
(Colombini..
. ’ Matrimoniò: Il 30 marzo sono stati uniti in matrimonio Costarùtino Damele
e Pons Osvalda. Agli sposi auguri di ogni bene. " - '‘'A'-'.,
Funerale: Il 21 marzo si è addormentato neli Signore, a Rosbel, Avondet Federico, di anni 76. a
Il 10 corrente, sì è spenta improwisamiente, ai'Clardonatti, Fornerqn Giuseppina, nata Rivoiro, di anni 72.
Ai parenti esprimiamo la nostra simpatia cristiana.
RODORETTO
Domenica, 28 marzo, abbiamo accom,pagnato al campo del riposo la spoglia
mortale del piccolo Silvano Peyronel, di
Umberto e di .Genre Susanna, . della
Gardiola, alla tenera età di mesi 3.
,« Lasciate i piccoli fanciulli venire a
Me e non glielo vietate, penchè di tali è
il regno di Dio ».
— Sabato 3 corrente, in una giornata
che era tutto un tripudio di sole,
si sono uniti in matrimonio Brenna
Carlo, degli Amaud, con Tron Nella, dì
Campo del Clot.
Il Signore sia l’ospite gradito del
nuovo focolare e benedica la giovane
coppia felice.
SAN GERMANO CHISONE
, Domenica 4 corrente ha ricevuto il
Santo Battesimo Baret Ezio di Giovanni
e dì Costabel Emilia, delle Briere. Che
Dio benedica questo bambino, benvenuto dopo quattro sorelle.
— Alla riunione speciale per gli
Uomini del Centro tenutosi nel pomeriggio del 4 corrente hanno preso parte
un centinaio di membri di Chiesa. Il
Sovrintendente signor Nisbet e il pastore Robé7]to Jahier hanno iritrattenuto
per due ore l’attento assemblea su problemi che interessano vivamente i capi-famiglia valdesi. •
Il culto dì domenica 11 corrente è
stato presieduto dal pastore Elio Eynard.
Il suo messaggio cl ha preparati a commemorare la Passione del Signore. Nel
pomeriggio il Pastore di Torino ha raccolto intorno a sè nella Sala delle Atti^
vità i suoi .parrocchiani sfollati a San
Germano. .
Ringraziamo dal cuore i fratelli che
Cl harmo visitati e spiritualmente arricchiti in queste ultime domenidie.
— Nella Lettera Pastorale di Pasqua
tutti i fedeli troveranno il programma
dei culti delle solennità e le altre convocazioni speciali.
Per tre domeniche il culto ha luogo
alle ore 10.
Vi saranno ancora due culti domenicali serali, aUe ore 20.45.
TORRE PELLICE
Culti dunmte la Settirnicma Santa;
Domenica 18 aprile, alle ore 10.30:
confermazione dei catecumeni.
Giovedì santo, 22 aprile, alle ore
20.30; culto liturgico con celebrazione
della Santo Cena - calici individuali.
Venerdì santo, 23 aprile, alle 10.30:
culto di Santo Cena - calici individuali.
Domenica 25 apriUe, Pasqua, alle ore
10.30: celebrazione della risurrezione
del Salvatore. Prima comuinione dèi catecumeni confermati la domenica delle
Palme.
— Sabato scorso si sono uniti in matrimonio il sig. Alberto Charbonnier,
dei Coppieri, e la sigma Ida MoscairéUa.
Rinnoviamo l’augurio di abbondanti
benedizioni del Signore sugli sposi che
si stabiliscono nella nostra parrocchia.
— E’ giùnta alla famiglia la dolorosa
notizia della dipartenza da questo mondo della sig.ra Adele Pons in Peyronel,
stabilita da molti anni a Dieulefit in
Francia. Avieva conservato un grande
amore per la nostra cittadina dove nacque e dove passò parte della sua vita;
4
aveva deciso di venire' ' a rivedere
lunghi a lei sì oarì^nAn apipena“ ìo
,vrebbero iperrae®^. le circosta^e; roa’^
Iddio.decise altrimenti.
Esprimiamo al marito ed alJfigli in
Fran)cila,|'eome pure alla^sig^ -Elena
Pci^ di'Santa Mrgherita,,sul sorella, e
a.tutti i congiuntinostra profonda
simpatia cristianai
■Ü»
PER ECO Al MILITARI
' Giulia Palanca, in memoria del comJ“' V pianto GeneralQ Giulio Martinat, L. 20
'' Gkinnet Alessandro, ' 30 - Aut. Baret
Aldo, 50 - U. G.’ V., "Villasecca, 500 Clot Augusto, 5 - Ester Rével, 10 - Cattaneo Felice 5.- Canab. Bonjour Pietro,
20 - Gi'ardiaio Meynier Maria, 60 - Giordan, Bartolomeo, 2 - Vigne Giacomo, 5 Benech ^ Gioimnni,’ 5 '-i-Magg. Stefano
Coìsson, 30 - Dr. Ermanno^Decker, 20 Girardi Bruno, 5 - Grill Clotilde, 1 Rostan Coppolo, 5 - Breuza Luigi, 5 Pascal ‘Carlo, 5 - Florio Fernanda, 10 Grill Filippo past. en£, 6 - Giampiccoli
' Neri, 10 - Bertin Emilio, 5 - Tron Giosuè, 5 - Gay Paschetto Giacomina, 5 -_
Peyrot Adele, 2 - Pascal Oreste, 2 Genre Giulio, 5 - Grill Stefano’" 2 Monney Francesco, 10 - Revel Samuele, 10 - Bonnet Clementina^ 10 - Peyrot
Luigi, 20 - Tron Augusto, 10 - Buffa
'Enrico, 5 - Carab. Bertin Attilio, 15 Oaffarel Carlo, 30 - C. C-, 100 - Ten
Medico Prochet Vittorio, 100 - Perrou
Marcel, 5. ,
Per mezzà del Cappellano E. Rostan: Lina Tamietti, L. 50 - Alp. Griglio
Gustavo, 10 - Vola Lina, 25 - Alp. Long
Attilio, 10 - Alp. Michelin Giovanni,
15 - Alp. Boulard Guriàvo, 5 - Alp.
Beux Giacomo, 10 - Alp. Bouvier Bartolomeo, 5 - Alp.' Coucourde Savio', 5 Capor. Ribet Pietro, 5 - Capor mag. Morel Giovanni, 2 - Serg. Bertjriat Abele,
10 - Ari. Rostan Giovaiini, 5 - Carab.
Bonjour Giovanni’, 25 - Sold. Long Valdo, lo - Sold. Loj^ Emanuele, 10 - Sold.
Geymonat Davide, 10.
/ parenti tutti della compianta ^ Signora
ANITA TURIN nata JALLA
ringraziano di 'cuore quanti si unirono
ad essi nel rimpianto e nel cordoglio per
la Silo, dipartita.
Particolare gratitudine viene espressa ai signori pastore Lorenzo Rivoira e
missionario Augusto Coìsson, al dottor
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Cappellani Valdesi
Capii. Ermanno Rostan - Cappellano Militare Valdese - Comando Presidio Militare - Torino.
II DISTRETTO;
Ten. Alfredo Rostain - Cappellano Militare Valdese - Quartier Generale - Divisione Alpina Taurinense - P, M. 200.
Indiriszi dì Chiese Valdesi
I DISTRETTO:
Angrogna ■— Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Pastore Edoardo
Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Ricca.
Luserna $an Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Abbazia: « Chiesa di Cristo ». Culto alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiume.
Aosta; Chiesa: 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo
n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,
-Viale Vittorio Emanuele, 52.
‘Biella: Chiesa; Piazza Funicolare Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Fomerpn (ivi).
Carema: Da Ivrea: seconda domenica.
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi,- 17. '
Coazze; Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia,
Felonica Po: Chiesa Valdese - Pastore*
Lami Coìsson. ^ ,
i Fiume: Chiesa Valdese - 8 e 8 Via^Pa^ scoli (culto ore 10) - Paistore C, Gay,.
Salita F. Colombo, 8. ' .
Ivrea: Chiesa Valdese: Corso Botta, 5i:
- . Pastore A. Vinay, Casa Raverai
Via Cascinette. '
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Pastore Enrico Tron - Via Euripide, 9 -Mantova: Chiesa: *Via. Bacchio^* 5 (da:
Felonica).
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Albér< to - Culto prima domenica del mese: « (da Ivrea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese(da Felonica Po).
Susa: Chiesa: Via Umberto I (da Ton-^
'.iC>
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da
Venezia),
Trieste; Chiesa: Via S. Maria Maggiore
- Pastore Guglielmo Del Pesco, Piazza Libertà, 6.
Torrazzo Piemonte: Chiesa Valdese (da.
Ivrea) terza domenica.
Verona: Chiesa: Via Duomo (da Brescia).
Viering: Chiesa Valdese (da Aosta).
Venezia: Chiesa: ' Palazzo Cavagnis S. Maria Formosa - Pastore E. Ayassot (ivi).
Massello — Pastore : Enric’ó Tron.
Perrero — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Prali — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Pi arostino — Pastore ; Umberto Bert.
Riclaretto— Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto ^ Pastore : Arnaldo Genre.
Rotò — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Tofre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino — Chiese: Corso Vittorio Emanuele 23 e Corso Principe Oddone, t.
- Pastori Elio Eynard e Roberto Comba: Via Berthollet, 36.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jahier.
Ili DISTRETTO:
Barga: Chiesa Valdese (da Pisa).
Borrello: Chiesa Valdese (da Carunchio).
Bordighera: Chiesa Evangelica - Via.
Vittorio Veneto, 25 - Culti: 2 e 4 domenica - Pastore Davide Pons - Piani di Vallecrosia.
Campobasso: Chiesa Valdeise: Pastore
P. V. Panaacia.
Carunchio: Chiesa Valdese - Evangelista S. Scuderi.
Firenze: Chiesa: Via dei Serragli, 51 Pastore Emilio Corsani (ivi) - Chiesa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. Vi
,nay 4iviL,
o Sabir “
Forano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese
- Pastore Enrico Pascal.
Genova: Chiesa: Via Assarotti - Pastore: Francesco Pesrronel - Via Curtatone, 2. ,
La Maddalena: Chiesa Valdese (da
Roma).
Livorrio: Chiesa Valdese - Via G. Verdi
3 r Pastore A. Ribet (ivi).
Lucca: Chiesa: Via G. Tassì, 18 (da Pisa).
Pescolanciano. Chiesa Valdese (da Ca
runchio).
Piani di Vallecrosia: Chiesa Valdese Via Col. Aprosìo, 96 - Past. Davide
Pons - Istituto Femminile Valdese.
Piombino: Chiesa Valdese (da Livorno)
Pisa: Chiesa: Via Derna, 15 - Pastore
Attilio Arias - Via A. Vespucci, 11.
Rio Marina: Chiesa Valdese (da Livorno).
Roma: Chiesa: Via IV Novembre, 107 Pastore A. Sbaffi - Chiesa: Piazza
Cavour; Pastore P. Bosio, Via Marianna Dionigi, 57,
Sulle: Chiesa Valdese (da San Giacomo).
Sampierdarena: Chiesa: Via A. Cantore, 16 - Pastore: Alfonso Alessio,
Via 'Milano, 8 F. - Genova.
San Giacomo degli Schiavoni: Chiesa
Valdese; Pastore P. V. Panascia (ivi).
Sanremo: Chiesa Valdese - Via Roma,
8 - Pastore G. Bonnet, (ivi).
Schiavi d’Abruzzo: Chiesa Valdese (da
Carunchio).
Siena: Chiesa Valdese (da Firenze).
In tempó di guerra tutti devono
imparare a tacere. Notiziet opparenteménte innocue, su movimenti di truppe, di lavorazione negli stabilimenti militari,
possono giungere alVorecchio
del nemico ed arrecare danni
incalcolabili. Nessuna ingenuità e nessuna indiscrezióne. Il
silenzio assoluto su oualsiasi
notizia di carattere militare è '
un dovere dì tutti gli italiani.