1
Sig.a
LONGO SELMA
Casa Valdese
lORRE PBLLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali ovete peccato, e totevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIX - N. 6 1 .ABBONAMENTI ) Eco: L. 1.200 per l’interno 1 Eco e La Luce: L.’^OO per rintemo Spediz. abb. postale - li Gruppo TORRE PELLICE - 6 Febbraio 1959
Una copia L i re 30 / L. 1.600 per Testerò | L. 2.500 pég IVstero Cambio d’indirizzo Lire 5 0 Ammìn. Claudiana Torre Pellice - C.C.l*. 2-17557
Violenza e
comunione
]Vn aiifjiiro molto vivamente che il
dibattito a()j»ena avviato sulla ¡iuer
ra e la obiezione di eoseianza continui e si approfondisca. Soltanto al
termine si potrà cercare di trarne in
luce ^li elementi fondamentali, e anl’Iie se si può fiià j)resupporre che saranno contrastanti, sarebbe coniun<[ui' un fattori* positivo l’averli isolati e messi ili luce. Perchè, sia delti subito, il latto pili jirave, a proposito di questo ”ià ¡iraie problema.
( rindifl'crenza con cui viene trascuralo da lauti credenti, f.a nostra C.biesa non pilo ritrovarsi, al |)rossimo
Sinodo, nello stesso stalo di incerlezza. di ifiiioranza anzi che si è purlrop|)o din Ilio verilicare nella scorsa
- ^'sione.
Mi sia permesso di esjiriinere alI line considerazioni personali. (.011lc>-o elle mi lascia assai jierfilesso la
I olorazione... utilitaristica che bauno talvolta gii interventi in favore
della non violenza e dell’obiezione
d, coscienza. Mj pare, in sede cristia
na. poco convincente che si sostenga
la necessità di un’obiezione di coscienza alla atterra con tm ragionaineiilo elle grossolanamente ma concreianieitle suona press’a poco così;
i. Svegliamoci, o si salta lutti! » Riconosco riireenza della situazione
drammatica in cui viviamo e a cui
siamo tro|»|io sjtesso stoltamente iiidilferenti: comprt*ndo che quando
IMI Albert Sclivveilzer (e tanti altri
1 on lui) rivolge ai |io|ioli del globo
i -iKM apitelli — « 1 jiopoli devono
-apere »! —rii voglia mettere di fronte alle possibilità terribili di un conllillo nucleare, e faccia balenare Iremeiidam'‘iite prossima la possibilità
d' una II fine »; ancor )»eggio. della
lenta .igonia sofferta nelle coiisegiienzc atroci di tale conflitto.
^1a il credente die ba ricevuto !.i
livelazione di Dio non deve valersi
a mio avviso — di queste motivazioni utililaristicbe, anche se uniaI ilarie. Perebè? — Perchè non credo in un ellìcace attuarsi della « buona vidonià » deiruomo, deformata
courè dall'egoismo, dalla propria
giustizia, dairalfermazione di sè: la
aiierra è una forma del peccato, contro cui si deve lottare ma che Uno
solo ha v into. Perchè credo'che il
Signore della storia è Dio in Gesù
Cristo. Non è certo un invito al fatalismo, ma se Lo confesso come Signore, credo clic la sua signoria si
esercita realmente sulla storia: essa
in suo |iiigno. ed è Lui che stabilisce lo scoccare dell ora. — Perche
non credo in una sia pur lenta e sofferti! evoluzione della nostra società
verso un « mondo migliore »: il Regno giungerà al di là di ima crisi
violenta e totale: rajipresenta per
l iniera creazione quel che la risur
lezione è per la singola creatura. La
(me del mondo (la Serillurii nota:
di (¡ucsln mondo), al di là dell angosciii, (■ oggetto di s|)eranza, perchè
segnerà bi miinifeslazione del mondo avvi'iiire. Non |»relendo certo di
siipermi sempre mantenere il ipieslo
livello di fede! ma creilo (die sia ipieslo il piano della fede. Non riesco
ccnmn(|Ue ad immaginare i credenl! e le comunità del Nuovo I estameiilo jieriler la lesta dal terrore per
111 fine d(d mondo.
La Cbiesii, anzi, avrebhc dovuto
- inpre vivere md senliinenlo della
precarietà deiresislenzii e (bdl'Tirgenza di vegliare e di « cogliere l’ora » (non md senso jiagano di goilere della vita, ma in ipiello di iqqiro(illare did « tempo della pazienza di
Dio »1; c’è veduto il terrore atomico
|terrlir (lUt’"!*) sf'iiliiiu'nto toriias-sr \
toccare un po’ il cuore degli uomini, ma purtroppo spesso al di fuori
della salda s]>eranza cristiana.
Cile significano dunque, in questa
situazione, le note parole di Gesù,
cui (daiidio Troll si riferiva la scorsa settimana (Mail. 38-48)? Non
(redo (die tenda no a rinnovare la
soi ietà e a lunga scadenza — ad
instaurare un mondo migliore: come i miracoli di Gesù non aboliscono il disordine del crealo, ma nella
soiTerenza delle creature fanno brillare un segno della redenzione che
viene, in Lui, cosi l’insegnamento,
le (‘sortazioni, gli ordini di Gesù non
teiidoiio alla edificazione di una nuova, p(-rfelta società, ma a far sì che
nella vita d(d discepoli, osteggiati e
inconqiresi dai piìi eome lo è stato
i! lor(ì Signore, ajijiaiano dei segni
della redenzione e della riconciliazione, dei segni che non trovano la
loro ragion d’es.sere nei risultati —
che potranno sporadicamente avere,
o anche non avere (sebbene Dio non
lasci elle la sua Parola risuoni e la
testimonianza Gli sia resa invano) —
ma nell’ev'ento che indicano: la venuta del Regno in Cristo, passata e
ventura. Il comandamento di non
resistere al malvagio e di amare i nemici non è un sano princijiio di convivenza civile, un utopistico i(leale
.1 cui c(;m(iiislare lutti gli uomini: è
una sobria lestiiiioniauza che non
|irelende di avere ])iii fortuna di cpiella del Signor Gesti Cristo, ma che si
affida alla notenza di Dio come le si
(' aft (lato il .Signor Gesi'i Cristo.
L (piale sarà rjuesta testimonianza? <)ui ognuno è |>oslo di fronte alla sua personale decisione. La Chiesa, come portavoce ulTiciale della
pienezza dell'Evangelo non mi pare flessa essere n pacifista » pili di
nel che jiossa essere guerrafondaia.
(continua in 4^' pagina)
La Linea Fiume
Nella Collana di lavori teatrali « La
scena e la fede», diretta da T. Salma, è
uscito « La Linea Hume », tre atti di
Charles Morgan. ìiamo lieti di annunciare la pubblicazione di questo
dramma, che presenteremo piij ampiamente la prossima settimana. Vale
la pena di recitarlo, e vale la pena di
leggerlo, per quanti sono sensibili
all'angoscia e all'assurdità della violenza, della guerra, e alla speranza
di una vita più responsabile che risorge sulle rovine e sul rimorso. C'è
un'assoluzione, una remissione.
CHARLES MORGAN ■ La Linea Fiume
- tre atti - Torino 1959 - Presso la
Claudiana, lire 200.
POSITIVO
Diciassette scolatati di colore sono
stati distribuiti seiSa il minimo incident ■ nelle scuole fU Norfolk ed altri
quattro nella scuota media di Arlington, in Virginia, ^ maggiore degli
Stati americani del Sud, tradizionalmente contrari all^tegrazione.
En commentant aujourd'hui
LA FABLE DU LOUP
ET DE L'AGNEAU
NEGATIVO
Si è anche quest’anno ripetuto, .1
Sanremo, quei grotqtsco nazionale che
non passerà — speliamo — alla storia come « FestivaL|iella canzone italiana»: scipito cocraail di cattivo gu
sto, di iniatuazioi|B irragionevole c
violenta, di sneMaytto,- di funso negli
occhi e di gente che se lo fa gettare;
accorto mescitore: Mammona. Malgrado il frate cappellano e la Messa
finale.
???
Un noto regista tedesco, che sta gì
rando un film su Stalingrado di netti
ispirazione antimilitarista, ha dichia
rato : « Questo lavoro dovrà mostrare
corno un popolo senza proprie colpe
può venire coinvolto in una catastrofe. Vi è sempre qualcuno che semina
vento e tutti gli altri raccolgono teni
pesta ».
Inutile de raconter la fable, qui est
archi-connue. Mais retenons les commentaires qu'on peut entendre si on
est attentif aux voix du monde.
1 ) Un Tolstoïen : La Fontaine a oublié de raconter la suite : Le loup fut
tellement ému par la non-résistance
de l'agneau qu'il se repentit et se
convertit au végétarisme.
2) Un partisan de la Doctrine du
Karma. Dans une autre vie, l'agneau
réincarné comme loup dévorera le
loup revenu comme agneau, et ainsi
tout sera pour le mieux.
3) Un dialecticien: Devant Dieu,
tous les animaux sont pécheurs. Nous
n'avons donc pas le droit de faire la
moindre discrimination entre eux.
4) Un homme de bonne volonté:
C'est la faute à l'agneau. Il aurait dû,
vis-à-vis du loup, pratiquer la politique de la confiance.
5) Le moraliste: Tout ceci est la
faute au cinéma.
6) Le partisan du désarmement: Il
faut supprimer les bergers avec leurs
bâtons et leurs chiens et reunir les
loups et les agneaux autour d'une ta
ble pour qu'ils négocient et signent
un traité.
7 ) Les neutralistes : Entre le bloc
des bergers et le bloc des loups, les
agneaux devraient proclamer leur
neutralité.
8 ) Encore un homme de bonne volonté : Il faut envoyer des dollars au
loup, et il se civilisera.
Et maintenant un autre son de cloche. Martin Luther :
« Tenter de gouverner un pays ou
le monde entier à l'aide de l'Evangile, serait aussi intelligent que d'enfermer dans une même étable des
loups, des lions, des aigles, des moutons et de leur dire: soyez bien sa
ges, vivez en paix, broutez ensemble,
l'étable est ouverte, l'herbe est en
abondace et vous n'avez à craindre
ni les chiens, ni les coups de trie. Les
moutons seraient paisibles et accepteraient d'être gouvernés ainsi pacifiquement, mais ils ne vivraient pas
longtemps ». J. Hering
(Quelle est donc votre conclusion...
chrétienne? )
( Paix et Liberté )
Processo a Niemöller
... I»4artm, N’enapeller è st^.. al centro di una clamorosa poìémica nella
Germania federale. In un discorso
aveva affermato che l’addestramento
dei soldati e degli ufficiali dei « Kommandos» (reparti speciali del nuovo
esercito tedesco) «deve esser definito una scuola supieriore p>er criminali professionali ». Questo ha provoca
to la reazione del ministro della Difesa Strauss che ha sporto denuncia
per oltraggio all’esercito.
Niemoeller avrebbe risposto di essersi riferito alla Wehrmacht hitleriana e non a quella attuale (ma attendiamo conferma di questa strana
precisazione, da parte della stampa
evangelica). Il Presidente della Chie
sa Evangelica tedesca, O. Dibelius, ha
dfefiiarsito (ffié" Niemoeller ha parlato
a titolo personale. Il Presidente dei
Parlamento federale di Bonn, Gerstenmeier (evangelico professo) ha
deplorato sia le parole di Niemoeller
che la pretesa di Strauss che la Chiesa evangelica faccia pubblico atto di
ccntrizione; al riguardo ha ricordato
che « la Chiesa evangelica non ha mai
mancato di manifestare le sue perplessità sull’uso delle armi atomiche ».
Una volta di più Niemoeller ha « suscrtato un vespaio»: la discussione,
se condotta con sincerità e onestà,
sarà certo chiarificatrice e fruttuosa
per il paese e per la chiesa.
Il nolo li’olo^o svizzero Karl lìurtli
ha ini ¡'Ilo ijiii’sla li‘IU ra al Congresso (»///•()/)<(( jier il lìisarnio nucleare,
che si è II nulo a Loniira dal 16 al 18
gennaio, fi a Cinilifjereiiza generale.
Diiriiiite gli iilliiiii anni, e nei campi pili disparati, gli argomenti derisivi che innsirano l’ingiuslizia e il
peric(d(i didrarniaini'nlo alomico sono stali [ircscnlali coii ogni possibile cliiarezza e sono siali fatti cono
srere a tulli. Ghi a\eva on cebi p,°r
udire |toleva udire.
Ci troviamo liillavia dinanzi ad
una Iriidire conslalazione :
a) I governi vedono ceri aniente il
problema, ne rieonoseeno. o (pianto
niello, non ne negano la grav ità. ma
sono coiuniKpie decisi ad andare fino in fondo nella fatale strada.
b) Reneliè in maggioranza i po|(oli
siano - segretamente e in parie an
che a|»ertamcnle — profondaiiienlc
s|>aven'.al i dalla radicale minaccia
legata airarinaiiicnto alomico, mni
sono pronti in ipiesla faccenda a passare all'iqiposizioiK' o anelie a un i
resistenza decisa.
e) Si»eeiaiinenle gli ambienti colli
una grande parie degli ainbienli
ecclesiastici si dedicano volenlieri a jirofonde discussioni filosofiche e. tpologicln* sul tragico destino
dell’uomo che vive nidl’elà atomica
pd altri argoineiiii simili, evitando
però ostinatainenie ogni concreta de
cisione contro rarniaineiito atomico.
La ragione di ipiesta contraddizione va cercala ovnmpie nella paura
di una minaccia clic <'■ considerata
ancora più grave, diretta contro i be
ili più sacri, da |>arle di un avversario che combatte sul piano ìdeolo
Due pareri autorevoli
sell’ armamento atomico
giro come su quello jiolitico. Non si
pensa di poter sventare tale minac
a se non ricorrendo alla controminacciu costituita dal l’arma atomica.
Se non si arriva ad estirpare que
sta opposizione ideologica e politica,
insieme con la reciproca angoscia
che ne deriva, non si potrà vinceri'
1 eoniraddizione che esiste fra l i
conoscenza buona e la pratica catti,’a, come avviene ai governi, alla
maggii'ranza delle popolazioni, al
mondo collo e alle Chiese. E se questa contraddizione non potrà essere
vinta bisognerà fàre i conti con lo
svilupjio empio e funesto dell’armainento atomico.
Il primo dovere degli avversari
(iell’armaniento alomico dovrebbe
(himpie consistere in un nuovo sforzo, liberalo da ogni pregiudizio,
per siqicrare questa oppo.sizione ideologica e politica. Tu altre parole: gli
avversari (leU’armaiuento alomico
(lev olio adottare e mettere essi stessi
in (’videnza una po.sizione immune
!a (piesta reciproca angoscia, orientata csclnsiv'amente su Dio e suH’uonio aiilenlieo.
E’ chiaro che l’opjiosizione contro
I aruiameiito atomico deve continuale su tutta la linea (in ogni paese e
in ogni campo secondo elle le circo.--lanze richiedono) indipendentemen
te da questo più vasto contesto e
quindi senza tener conto di successi
< insuccessi diretti.
Si iionc la questione di sapere se
(dopo aver finora sufficientemente
discusso) questa opposizione non debba concretizzarsi in una resistenza
attiva (forse anche sotto la forma di
un aperto invito al rifiuto di compiere ogni servizio militare).
Karl Barth
(Darmstadt). Davanti ad un centinaio di paslori Edmund Schlink, professore di teologia a Heidelberg, ha
svihijniato delle tesi sulla questione
atomica, nelle quali domanda ai cristiani di fare tutto quanto sta in loro per prevenire una guerra nucleare. Bisogna suscitare nel mondo intero l’orrore di queste armi; ma non
dimenticare elle es.se non sono che
uno dei sintomi della follia di nn’epcea che, con delle armi biologiche,
ha in riserva dei mezzi di degenerazione e di sterminio ancora assai piti
orribili. La Chiesa deve .sostenere i
cristiani che si oppongono all’armainenlo nucleare perchè il loro dovere è di soffrire piuttosto che inllig
gere ad altri la sofferenza; ma essi
devono sapere che sottomettere gli
altri ad un sistema totalitario, significa ancora farli soffrire.
I cristiani devono domandare ai
loro governi di dare delle prove unilaterali della loro volontà di pace,
(ome — ad esempio — rinunciare
agli es|ierimenti nucleari, ad accrescere l’armamento atomico e ad equipaggiare altri paesi con armi di
(ìisiruzione massiccia, e imjiegnarsi
solenneiìieiile a non usare queste armi pei aggredire. Tali atti rappresenterebbero un primo passo verso
la distensione, mentre la riinmcia da
parte dell’lfccidente soltanto all’iiilimidazioiie mediante le armi atomielle significherebbe la fine della libertà p, in tal modo, la morte dei
valori spirituali. Questa morte può
essere eliiesta ai cristiani, poiché devf.no « morire col Cristo », ma non
■ noli-cristiani, che sono l’immensa
inaggiorHnz.a, anche in Occidente:
jioichè (( Dio non vuole la morte del
peccatore, ma die si converta e viva».
Bisogna mettere in guardia i cristiani die collaborano all’armamento atomico contro il fatto che la miiiaeeia di rappresaglie atomidie contiene necessariamente l’idea di servirsi in casi estremi di queste armi.
Poiché sussiste il pericolo die si utilizzi a scopi militari l’energia atomica die si destinava a scojii pacifici,
il divieto di fabbricare bombe atomidie non basta; i cristiani farebbero
meglio a lottare con tutte le loro forze contro la guerra stessa. L’impor
tante è die in seno alla Chiesa quelli che respingono e quelli die aerei
tallo le armi atomiche conservino la
coninnione e si aiutino a vicenda,
]ioirliè nè l’una nè l’altra di queste
soluzioni libera l’uomo dalla sua responsabilità. S.OE.P.I.
2
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
Torniamo all’altare?
Noi non siamo ciecamente attaccati
alle tradizioni del passato; ma prima
di accogliere, in ogni campo, le novità cosidette « moderne » siamo abituati ad esaminarle con cura, pesandone i meriti e grinconvenienti. Solo
quando ci siamo convinti che le novità rechino un reale apporto per il
progresso delle nostre cose, le accettiamo con gioia.
Da qualche tempo abbiamo notato
che, nella costruzione delle nostre
Chiese, si sono introdotte delle « novità » che tendono a mutare lo stile
dei nostri edifici di culto. Alcune di
quelle « novità » rappresentano certamente un progresso: altre ci sembrano più che altro dovute alla smania di cambiare tutto quello che appartiene al passato, al solo scopo di
far qualcosa che sia diverso : altre
ancora ci sembrano alquanto pericolose.
Fra le novità utili menzioniamo
tutto ciò che può giovare a dare ai
nostri edifici di culto, esternamente
ed internamente, un aspetto più raccolto, più propizio a far sentire che
si tratta di edifici consacrati al culto.
Anche ciò che concerne la migliore
sistemazione interna è opportuno :
per esempio una più avveduta distribuzione dei banchi, un riscaldamento
più razionale dell’ambiente ed una
illuminazione più adatta. Aggiungiamo che vedremmo volentieri adottare
un sistema di banchi più comodi, dotati alle estremità di pratici porta ombrelli e resi soffici da semplici trapuntini o cuscini. Tutto quello che
può aiutare i fedeli a dimenticare,
nell'ora del culto, il proprio corpo e
la vita materiale, può cooperare al
loro raccoglimento.
Abbiamo però notato in chiese recentemente costruite, delle « novità »
che ci sembrano stonare colla mentalità evangelica; per esempio quelle
grandi sottili croci che salgono dal
pavimento al soffitto; quei pulpitini
posti di fianco, che fan pensare agli
scalei che si usano per salire sugli
areoplani. Va bene che siamo nell’epoca dell'aviazione ma non ci sembra che ciò debba influire sullo. stile
delle nostre chiese!
Che vi sia nelle nostre Chiese, una
semplice croce, simbolo del sacrificio
del Redentore, è cosa che può essere
ammessa, specialmente in un paese
dove ogni chiesa cristiana porta quel
simbolo. Ma non vediamo perchè si
dovrebbe fare di quella croce un motivo ornamentale di stile fantasioso.
Cosi pure comprendiamo che nelle
chiese dove sia veramente utile avere
il pulpito a lato, per ragioni pratiche
(per esempio in Tina chiesa con diverse colonne nella quale troppi uditori
non possono scorgere il predicatore)
si adotti un si.stema diverso da quello
tradizionale che risponde perfettamente alle nostre necessità. Ma dove
non c'è nessuna ragione per cambiare
il sistema tradizionale del pulpito centrale. non vediamo perchè si debba,
per smania di novità, mutare quel sistema per adottare quello che è in
uso in altre chiese di tipo diverso.
Da notare che certi spostamenti in
se stessi innocui po.ssono aprire la
porta a pratiche pericolose.
Fin dall’antichità la mentalità materialistica degli uomini ha stabilito
che in una Chiesa vi dovesse essere
un posto nel quale la divinità si manifestava più che nel resto della Chie,sa. E' così nato l’altare al quale vengono rivolti onori speciali.
Anche nelle chiese cristiane si è
presto introdotta questa superstizione che ha culminato nel porre sugli
altari immagini o simboli della divinità o di creature umane considerate
come superiori, ed elementi eucaristici considerati come contenenti materialmente la divinità.
Orbene noi abbiamo tradizionalmente, nelle nostre Chiese, davanti
al pulpito, un semplice tavolo detto
della Santa Cena, che non vuole certo
sostituire l’altare colle sue superstizioni. Col sistema tradizionale non
c’è pericolo che si dia a quel tavolo
un valore diverso da quello pratico
che ha. La parola di Dio proclamata
dal pulpito veglia ad impedire indebite 'deviazioni. Ma quando in una
Chiesa si metta il pulpito da un lato
e rimanga al centro solo quel tavolo,
è facile - per le caratteristiche della
natura umana — che si cominci a dare a quel tavolo iin valore che tion ha.
Altre Chiese, colpite dalla nuditìi
di quel tavolo, han cominciato ad
ornarlo, a coprirlo con lini e trine di
gran valore : poi vi han messo sopra
un crocifisso affiancato da fiori ed altri panneggiamenti ricamati con croci
in oro. A poco a poco ecco che la superstizione ha trasformato un tavolo
(che potrebbe anche esser collocato
a quel posto solo quando si celebra
la Santa Cena) in un qualcosa in cui
la divinità risiede in modo speciale.
Anche in alcune nostre Chiese si è
sentito che quel tavolo nudo posto la
davanti aU'assemblea. appariva come
una stonatura : e si è pensato di far
cosa buona ponendovi sopra una croce in bronzo. In Francia si comincia
anche a scolpire sulla croce scene e
figure sacre. Altre Comunità (più savie e più prudenti.) han posto su quel
tavolo una grande Bibbia aperta quasi ad affermare il carattere della Chiesa fondata sulla Parola di Dio. Altre
ancora vi pongono dei fiori quasi a
simboleggiare la gioia che sta al centro della religione di Cristo. Ma se.
abbandonando il sistema tradizionale
del pulpito davanti al quale v è la tavola della Santa Cena, si entrasse nel
costume di porre da un lato il pulpito
ed al centro solo il tavolo, noi temiamo che a’ poco a poco si entrerebbe
fatalmente per la natura umana
che è quello che è — in una via che
conduce alla superstizione ed all’errore.
Senza esagerare questo pericolo, riteniamo che una certa diffidenza
in questo come in altri aspetti della
vita religiosa - debba esserci suggerito da una sana prudenza.
Perciò esprimiamo il voto che la
nostra Chiesa, quando costruisce nuove chiese, non si lasci guidare ciecamente dalle idee degli architetti i
quali, vivendo e lavorando in un paese come il nostro, sono portati naturalmente a concezioni che non sono
le nostre evangeliche; ma richieda
sempre dei progetti — sia pure sanamente moderni - ma privi di elementi a noi estranei e talvolta a noi
profondamente ostici.
Paolo Bosio.
teinpi che JJn fotoromanzo a puntate?
i,A BIBBIA
Per il Natale dei carcerali
In risposta all’appello laiK'ialo dalle colonne di questo ¡iiornalc ])cr il ¡Natale dei
Carcerati, siamo lieti di comunicare die
rU.C.D.G. di Torre Pellice, grazie al concorso generoso di molte Socie e Amici,
Negozianti di Torre Pellice (è proprio vero che l'iinione fa la forza!) è riuscita a
mandare tre pacchi alla .sig.ra Lydia Ricagni, deiriI.C.D.G. di Alessandria, che.
con le sue Collaboratrici, svolge con mollo amore e senso di viva solidarietà cristiana, un’opera spirituale di assistenza in
favore dei detenuti.
I pacchi, nel numero di LI. contenevano: carta da lettera, saponette, articoli di
cancelli-ria. dolciumi, indumenti di lana
ecc. oltreché messaggi natalizi di speranza, di perdono, di pace.
Crediamo possa interessare i donatori e
i lettori dell'Eio, di conoscere il conleniito di una lettera di ringraziamento, mandataci in visione dalla sig.ra Ricagni stessa :
22 Dicembre 19SÌ!
(I Signora Ricagni,
« sembra che io sia destinato a dover dire
« sempre grazie senza avere mai la possili bilità, e il piacere, di sentire altri rin« graziare me.
« Anche con la presente intendo mali nifeslare la mia gratitudine e quella di
« altri miei compagni alPiiUnione Crislia
Coi
corrono c’era ila
aspettarselo : avremo la Bibbia a fumetti in settanta due dispense. Lti
direzione spirituale d’un tal lavoro è
affidata ad una « campionessa in conoscenze bibliche » laureata al giuoco televisivo « Lascia o raddoppia )>,
t: il cui nome e le cui fattezze si apprendono dalla [triina dispensa. Aggitingianiu che, dopo la sua vittoria
al telequiz, la suddetta campionessa
fu ricevuta da Pio XII, il quale, mostrandole il suo compiacimento, aggiunse; Il Forse lei è chiamata a diffondere la jtarola di Dio... ». Anche
se iniperscrnlabili sono i disegni della F’rov\idenza, ci piace pensare che
i! defunto ponie(ii-.e abbia messo un
fortis.siino accento su quel forse, e
eli,e, .se oggi fosse ancora su questa
terra, .sarebbe rimasto molto per¡desso nel vedere la Bibbia volare,
gentil farfal letta, dalla televi,sione
nei riquadri a sbadiglio dei fumetti
Non Migliamo occuparci qua del
rim|>ossibi!ilà |>er (jualunque canipioitessa di ossi-rvare, nei ventiduemila fotogrammi di cui consterà quesl'opera monumentale, la fedeltà al
lesto ed allo spirilo del LIBRO ispiralo da DIO, come ci rifiutiamo di
pensare esposto, in bella mo.stra davanti ai cbiosiri dei giornalai, (,KI.■s l’( ) condono alla (iroce attornialo
da una folla imbesfiata ed ebbra di
sangue, in mezzo a
rotocalchi oppressi da dive e divi di ogni genere
e grado; ma vogliamo che sia ancora
t; sempre vera questa visione di pace
e di comunione cristiana che il popolo valdese, il « popolo della Bibbia », ha conosciuto.
Vedete... Saliamo su per le montagne delle nostre Valli: è sera, una
sera di stelle; e da una finestrella a
forma di piramide quadrata tronca,
d’un ciahot, filtra la dolce malinconia della luce d’una lucerna. Ci avviciniamo: su una rozza panca, dietro un tavolo altrettanto rozzo, siedono un vecchio burba e due giovani. Il vegliardo, viso segnato dalla
vita dura ma
grossa Bibbia
vani asc(dtallo
Irò Ilei leiiipio e eacciò fuori tulli
lineiti che qniei vendevano e compravano: e rovescio le tavole dei
cambiamonete e le seiiie dei manlilori di colombi. K disse loro: ¡'if^li e
.siritto: la mia ca.sa .sarà chiamala
casa d'orazione, ma voi ne fate una
spelonca di ladroni. Allora vennero
a Ini, nel tempio, de’ ciechi e ileph
zo[>pi. ed egli li sano...
Fila \isione! Sol che 'l’u voglia.
Signore, non [lotrebbe esser ancor
vera neiraniio di grazia 19.»9? /. c.
sereno, legge nella
di famiglia, ed i gioatteiiti: ...E Gesù en
ci Ila (Ielle Giovani» per la loro inslaiica« tiile opera ili assistenza e per il solleci« lo intpressuiiìpnlo. Assislenza p iiileres(( sanipnlo clip — svolto ila altri sotto allrc
(( forme, riesce spesso imliarazzanlC'-’-si ma« iiifpsta in maniera l osì (lelirala e gen« tilp l’iie non può non comniiiovptp. Ci
(( .sembra fin strano alle volle clip ci sia
(( (fiialpiino clip non ci consideri soiameii(( le rifiuti ma esseri liisogno.si di bontà e
n sornlarìetà.
« Due <iualil;i che. inconirale in altre
(t circoslan?:c, forse ci avrebbero imiiedilo
a di cadere.
«( egualità che, se non fosse per lei e gen(itili collaboratrici non esislerebberti altro
n ebe nella retorica lu'^saggine di certa
« gente che solilameiite si definisce « per
(t bene ».
« E il poter pensare alla bontà e alla so(( lidarietà come a cose concrete, e il con*
(i statarne la realtà, è altro motivo di grafi titud'ne per noi.
(( E perciò all’II.li.D.G. c a lei clic ne è
fi il tramite, vada il nostro grazie piò sen(( lito e più caldo.
« Unito alTaugurio piò sincero di Buon
(i Natale e dì Buon Anno.
ii A nome anclie dei miei compagni.
Dev.mo S. M. ».
Marta Turin
11 battesimo di Gesù Cristo
( Matteo 3 : 13-17 )
Sulle rive del Giordano, Giovanni il Battezzatole, con parole gra
vide di minaccia, predica là necessità urgente del ravvedimento ed
annunzia che è vicino il Messia il quale, col suo ventilabro in mano
opererà la separazione definitiva tra gli increduli ed i credenti.
Gesù corriincia allora il suo ministero in pubblico. Ma il primo atto
del suo ministero sembra contraddire I attesa dello stesso Precursore.
Gesù infatti non viene per battezzare, bensì per essere battezzato : ciò
è assolutamente incomprensibile a Giovanni il quale, sconcertato, esprime al Signore la sua meraviglia : « Sono io che ho bisogno di essere
battezzato da te, e tu vieni a me? ». Giovanni non mette in dubbio
(come invece farà più tardi) che Gesù sia il Messia promesso; è soltanto sconcertato dal suo atteggiamento : infatti come potrebbe il battesimo amministrato da Giovanni per trarre a ravvedimento dei peccatori che si ricoiToscono colpevoli e degni dell'ira di Dio, avere un senso
se fosse amministrato a Gesù che è il Signore, il Re di giustizia, santo
e senza peccato? Ma Gesù esorta Giovanni a battezzarlo perchè egli
dice — « conviene che noi adempiamo in tal modo ogni giustizia ».
Questa parola di Gesù contiene già, in germe, tutto I Evangelo.
Sottoponendosi al battesimo di ravvedimento di Giovanni, Gesù vuol
significare che proprio lui, che non ha conosciuto peccato, vuole identificarsi con l'umanità peccatrice e condividerne il destino; a tale titolo
egli vuol ricevere il segno del giudizio e della condanna di Dio. Egli,
col suo battesimo, domanda che la scure già posta alla radice dell albero dell'umanità, ricada su lui, Gesù; il battesimo che riceve da Giovanni, è per Gesù il segno di quel « battesimo del quale egli deve
essere battezzato », cioè del sacrificio della croce, mediante il quale,
allora, veramente « tutto è compiuto ». Gesù viene dunque ad adempiere ogni giustizia » nel senso che lui, il giusto Giudice, vuole subire
e subirà in effetti la condanna e la morte dell'uomo peccatore al quale
egli si identifica e che egli sostituisce. E con questo egli assume pure
su di sè quel ravvedimento di cui nessuna creatura umana è veramente
capace senza morire. Infatti soltanto attraverso la morte e la resurrezione di Gesù Cristo la umanità sarà resa capace di veramente ravvedersi, cioè di morire al peccato e rinascere ad una vita nuova.
Perciò il battesimo di Gesù conferisce al battesimo amministrato
da Giovanni Battista il suo vero senso ; esso diventa infatti il battesimo
nella morte di Cristo; segno non soltanto di giudizio, ma anche di grazia. Ed infatti, l'apostolo Paolo scrive : « Noi siamo stati seppelliti con
lui, mediante il battesimo, nella sua morte, affinchè, come Cristo è
risorto oai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita » (Rom. 6: 4) ed ancora : « Colui che non ha
conosciuto peccato, Dio lo ha fatto essere peccato per noi affinchè noi
diventassimo giustizia di Dio in lui » (2 Cor. 5: 21 ).
E' significativo che il racconto del battesimo di Gesù si chiuda con
la menzione della colomba che già sin dall episodio dei diluvio, anche
esso immagine profetica del battesimo, annunzia la liberazione e la
riconciliazione tra il cielo e la terra. La giustizia di Dio è veramente compiuta da Cristo, in Cristo. E aperta ora la via del perdono di Dio; e
aperta ora la porta della casa del Padre, per noi, mediante la croce di
Cristo di cui il suo battesimo è il preannunzio. e. aime
CONTRASTI
Le donne a casa
L’elettorato maschile della Confederazione elvetiea ha respinto con oltre il 65“,« dei voti il progetto di leg'
ge tendente ad assicurare alle donne
svizzere i diritti politici. Soltanto i
tre Cantoni di lingua francese (Cinevra, Neuchâtel e Vaud) si sono in
maggioranza dichiarati favorevoli ; gli
altri diciannove hanno votato contro,
e mentre la cosa era scontata nei Can
toni di montagna, ha sorpreso^ l’atteggiamento di quelli industrializzati
di Basilea e di Zurigo. NeH’interno
del Cantone di Vaud, tuttavia, è stata riconosciuta alle donne l’uguaglian
za dei diritti politici : nelle prossime
votazioni cantonali potranno votare
accanto agli uomini. Per le votazioni
federali... partita rimandata.
Un’aiferniazioiie
di Karl Barili
La dottrina cristiana insegna che
la libertà civica non può essere limitata da alcuna distinzione confessi«)
naie, da alcuna differenza di razza <)
di classe: i cristiani saranno così portali a riprovare nettamente Linegua
glianza politica imposta alle donne.
non si vede, infatti, che essa riposa
su di una convenzione del tutto arbitraria c indegna di essere mantenuta? Su questo punto molto concreto
non ci sarà che un atteggiamento
possibile per dei cristiani conseguenti
Ici, notre bon
vieux français!
32 ~ Réserves
sur le OonoiÊeŸ
11 n’y a pas de journal, jusqu’à^ la
moindre feuille paroissiale, qui n’ait
mis en relief l’annonce de la convocation d’un Concile oecuménique catholique-romain. Certains ont cependant
tenu a déclarer que le Concile sera
plus important pour une quantité
d’autres raisons, que pour le fait de
s’annoncer corne une tentative de ressouder l’unité chrétienne (sur le cep
catholique?).
Ce qui démontre au moins deux
choses :
1") Que le problème de l’unité chrétienne — c’est à dire le problème de
l’unité entre catholiques et protestants
ne se pose véritablement pas pour
les catholiques italiens, et c’est là naturellement une « angoisse spirituelle » qui leur manque, dont la faute
est sans contredit à faire remonter à
la profonde apathie des italiens pour
tout ce qui a trait à la religion (<> Itali
omnes athei », disait Erasme).
2») Que vraisemblablement personne. au delà des portes de bronze, ne
se fait de grandes illusions sur le
succès de l’initiative catholique auprès des protestants. 11 s’agirait d’une
version moderne de la fable du renaid
qui ne voulait pas savoir du fruit savoureux de la vigne; « nondum malura est ». le raisin n’est pas encore
mûr...
Sur ce plan, nos frères catholiques
devraient cependant honnêtement reconnaître que les échos protestants,
tout en exprimant des sentiments très
naturels d’attente et de réserve, n etaienl nullement négatifs.
33 - Le Droit Canottm
Toute réserve - de part et d autre — faite, il me .semble qu'en réalité. dans l'annonce faite par Jean
XXlll. le point le plus important
et vraiment susceptible de développements — ■ ne .soit pas celui concernant
te Cdncile, mais le Droit Canon. Il '
aura en effet, .sous peu, une révision
et une mise au point du Code de
Droit Canon qui. on le sait, est la loi
ecclésiastique de i'égii.se romaine. On
se .souviendra que .sa dernière élaboration est due à Pieiro Ga.sparri, cjiii
était .Secrétaire d’Etat du Vatican à
iépoque de la signature du Traité du
Latían (1929). Celte mbice nouvelle,
entre l'annonce quelque peu alarmante de la convocation d'un Concile de
l'église et des pourparlers avec l’église d'orient (où le Vatican pense évidemment de regagner la manche qu’il
vient de perdre à Utrechl), concerne
cependant une matière ultra-étendue
cl des questions que le progrès, la
.science, les rapports inlernationaii.v.
etc., ont remis en (¡uestton depuis
trente ans.
Que sortira-t-il de celle nouvelle
révision du Code CiLum'é II sufjil de
penser au.v brûlantes questions concernant: les baptêmes avec parrainage non-calholiques. les mariages civils (voir Pratol). les mariages mi.Ktes
entre .souverains, le divorce, la "moral restraint" du contrétle des naissances (l'ombre de Malihu.s sur la
méthode Knausl), les .statuts civils des
ob'jecteurs de conscience (en Belgique!), la définition de la guerre fuste
(le cardinal Ottaviani. qui faillit devenir pape après Pie XU. est reñiré
dans les rangs...), l'accouchement indolore, l'eiithana.sie, la transplantation anatomique (le père Gnocchi!),
le problème des mondes habités et la
légitimité des aventures spatiales (le
père Geimlli convaincu d'erreur...), et
ainsi de suite...
Le nouveau Code ne sera pas un
nouveau .Syllabus. on peut en être
sûrs (Jean XXlll n'a pas l'élroite.s.se
d’esprit qu'avait Pie IX. et non plus
celle de son prédéce.sseur Pie XII): il
'ne pourrait du reste pas l’être. Mais
il dépend certainement de quelques
formules bien ajustées, comme un
couvercle à sa boite, pour que le nouveau C(ule de Droit Canon .soit une
franche ouverture vers l’avenir (et
vers le monde catholique chrétien non
romain): ou reste, en défaut de
ces formules, le témoi'n obstiné d'une
rigidité qui n’est essentiellement rien,
sauf que rigide, dans un groupement
ecclé.siastique qui subsiste et résiste
uniquement à cause de son immobilisme.
PiiTir "Va 1,1)0
1
3
'í
L'ECO PELLE VALLI VALPB9I
ECHI DELL'ANHDNZIO
DEL CONCILIO ECUMENICO CATTOLICO
Per quanto rifiuarda la celebrazione ilei
Concìlio Ecumenico, esso, nel pensiero
(lei Santo Padre, mira non solo alla edificazione del popolo cristiano, ma vuol
essere altresì un invilo alle Comunità separate per la ricerca delPunità, a cui tarile anime oa^ì anelano da tulli i punti
della terra.
{Osservaiore Romano, 26 gennaio).
Uislubilire Parnionica unione delle Chiese dissìdenli nella Chiesa cattolica appare
problema di indubbia difficoltà, dopo una
sejiarazione i»rolrallasi tanto a lungo. Co
ha aperlamenle dichiarato Giovanni XXIII
ieri mattina nel convento dei santi Giovanni e i'aolo al Celio dinanzi ai parroci
di Roma adunati per un ritiro spirituale.
La Cdiiesa cattolica — ha subito dopo aggiunto il PajKi - - si è, dal canto suo, pienamente riavuta dalie mulilazioni verificatesi nel suo seno secoli addietro ed oggi apjiaia* quanto mai coinpalla e iorte.
{La Sfani[)u. 30 gennaio).
{!\(tn si è riusciti o Icjitfcrc in alcun /<ìo/nalc il lesto preciso delle dichiarazioni
papali n. d. r.\.
W. A. Visser't Hooft
¡.'annuncio che il Rapa ha deciso di
convocare un concilio ecumenico ha un
interesse fmrticolare per il Consiglio ecumenico del.li- Chiese, poiché è completata
dall' ajjermazione che uno ileiiU obiettivi
di (¡uesto concilio sarti ” d'invitare le. comunità separale a cercare ¡'unità a cui tante anime, in tutta la terra, aspirano ardentemente
// Consiglio ecumenico <ielle Chiese esiste per {¡are alle Chiese la possibilità di
manifestare l'unità fondamenlalt* della
Chiesa ili Cristo, e sedine perciò con intenso interesse ofini iniziativa che tenda
fili unità, rc/ign essa da una delle Chiest‘
che ne sono membri, o ila un'altra Chiesa.
Luttavia. molto diftende dal modo con
cui il concilio sarà convocalo e dallo sjdrito con cui il prtddema delLunilá cristiana sarà affrontalo. Secondo le prime notìzie. si tratterebbe di "cercare insieme
le basi di un ritorno all'unità". Comunicazioni ulteriori non menzionano più che
un imito indirizzato alle comunità separate affinchè ricerchino l'unità. Lo differenza ira (¡ueste due dichiarazioni è con-iiderevole. Perciò, finché non saranno date
ulteriori sf/ietíazioni su questo ¡mulo, non
• i é possibile ¡ìronunciarci con certezza.
Il Ctuìsiiilio ecumenico delle Chiese ha
'-•■mpre .se^milit - e continuerà a seguire
il metodo che permette (die Chiese di
incontrarsi e conferire, ¡ter decidere di
romune accordo <¡uali misure devono essere prese in vista della riunione delle
Chie.se.
Rias.sumendo. il ftroblema é (tuesto: in
quale misura il comilio san't ecumenico
per la sua composizione, e nel suo spiritoY
\on ¡tossiamo che esprimere la speranza
■ he fa Chiesa cattolica rfìtnnna saffrà trarre le necessarie con.se^uenze dallo svilup¡IO del movimento ecumenico da (¡uaranta
anni a (¡uesta parte, liuti i cristiani, a
qualun(¡iie confessione appartengano, sperano e ¡trefiano che (¡uesto evento storico.
• he sarà il prossimo concilio ecumenico,
possa servire all'avanzamento della causa
dell'unità per la (¡Itale pregò il nostro Si::nore. ( S.OK.IM.)
Valdo Vinay
« La |)romessa convocazione del \\1
( imciliu ei iinienico da parte del Pajia (yio\.miii WIII poliahhe essere un segno di
reviviscenza di quelle aspirazioni conciliari così forti nel XV e ancora nel XVI
'Ci(do: e quindi essere utile alla l’ausa
di'lLiinità delia (ihiesa. Infatti ciò che
negli anìbi«Mìtì ecclesiastici e teologici vaidesi jìarlicolannente interessa. nell aniiiinciala convocazione, non è tanto il latto (he vi sarà jirossimanieiite un miovo
Concilio ecumenico romano. (juanlo il
problema (he sì propone di studiare e di
cercare di risolvere: runità ihdla (ihiesa.
^i è piuttosto riservali nelle previsioni
«■ nei giudizi (' sì attende di conoscere le
intenzioni (’ le nuove V;(‘ che verranno
proposti* pi*r rlcomt>orre (piesi'unilà. E*
un fatto ( li(‘ da vari dei enni. con raffermarsi del movimento ecumenico, si è venuta costihK'iido una caltolìcita extra-romana. con la quale I annunciato (.oncili^)
dovndìhe preiuh're conlallo p(*r allronlare
il prohh'iua che si projtone ».
Alla domanda se le Chiese evangeliche,
({iialora fossero invitate ad inviare al (concilio ecumenico romano dei delegali, accel lert'hhero rinvili), il prol. Vinay ha
così risposto: e Negli amliienti valdesi
non simihra possìbile una risposta senza
conoscere l'acceMahilità o meno delle condizioni die verrebbero jmste. Più facile,
perchè meno iinju’gnalivo, sarebbe I invio
di ossi'i'vatori ufììcìali o non ufficiali, come la ( diiesa romana ha fallo nei riguai di
di alcune (’.onierenze indette dal (-onsiglio ecumenico delle Chiese di (rinevra ».
{La Stampa. HO gennaio)
Deux questions suisses et un espoir
Dalla Comunità di Napoli
e Diaspora
Dans son éditorial du 30 janvier le Rédacteur de La Vie Protestante, Jean-Marc
Chaitjmis, expose les premières impressions au sujet des déclarations du pape:
joie et réserves semblables à celles qui
ont déjà étés exprimées ici, mais il y a
aussi des remarques orininales qu'il vaut
la peine de rapporter:
(( Il est bien permis de se demander si
les entretiens de l’an dernier, entre les
représentants du Conseil oecuménique et
ceux du patriarcal de Moscou ne sont pas
|)our (luelipic chose dans la retentissante
initiative du pape. On sait les affinités
qu'il y a entre le catholicisme romain et
l'urlhoiloxic orientale. Y aurait-il quelque
inqiiiéliide, à Rome, à propos d’un rapprocheiiienl qui, s’il devait se confirmer,
amenuiserait les chances d’un éventuel
Il retour n de rorlhodoxie orientale dans
le Siiron de Rome?
(I Poser une telle question n’est pas aller à renconlrc de l’esprit de prière. Car
la prière n'csl pas une évasion hors du
réel. Kl le réalisme ici commande <lc ne
point uuhlier que les Eglises •— surtout
l’Eglise rouiaiiie ont une « politique »,
une II diplomatie » et une « stratégie » dans
h's(|iielles il importe de voir clair.
Una posizione di forza ?
AI nioiiiento di andare in macchina
la HAI comunica un’allocuzione del
papa in cui ha detto quanto segue, in
relazione al Concilio: esso raccogliei.'i tutti 1 vescovi, richiederà due annt
U preparazione, e si occuperà della
purezza della dottrina e deUordine
iiolla Chiesa. Il Pontefice ha diehia
1 ato che comunque la Chiesa Romaa è sempre la piu grande e la P»'
forte.
(•••) - - ■ a
« On doit poser une question a vrai dire
des plus graves: que signifie exactement
(I rechercher ensemble les bases du retour
à Tunilé »V Cela signifie-t-il: à l’unité romaine, telle que l’Eglise catholique la con(;oil et la propose aeluellemenl aux autres
Eglises'/ Ou l)ien cela signifie-t-il: à l’utiilé telle que Dieu lui-même la voudra, et
par les moyens ipi’il voudra, pour parler
comme on le fait pendant la semaine de
prière pour l’iinité'/ On imagine difficilement qn'iiii concile romain puisse tenir
actuellement le langage de l’admirable
Père Couturier, qui fut l’initiateur de
celle semaine maintenant devenue tradilionnelle.-.
Il Enfin, puisque ce concile aura aussi
pour but de conlrihiier à « l’édification
du peuple chrétien », il faut espérer très
vivement ([ii’il ne sera pas 1 occasion pour
le ])ape de lU'oilamer ui. nouveau dogme
marial. La i< co-rédemplion » de Marie,
ajirès l’inimaculée conception et l’assomption. serait en effet un obstacle de
plus sur le chemin de l’aiilhenliqiie unité ».
Jean-Marc Chappuis
il.a l ie Protestante. 30 janvier).
Orgogliosa umiltà
C.omiiienlandu, a ima setlìmana di disianza, le dichiarazioni papali, il Direttore de ¡.'Osservatore Romano ha anzitutto
re-|)iiili) h- interpretazioni « i>oliticlie »
clu- sono siale date dell’indetto concilio:
i-ssu non dovrebbe Irallare dei rapporti
fra polere religioso e potere statale, nè
alfronlerebbe il luohlenia deU’unilà della
C.hiesa « sotto l'assillo e la paura del comunisnit: »; esso è inteso come « debito
lutto reliitioso. lutto cristiano verso Cristo,
i 'ie s'i primario tesoro testò ai suqj eredi
i...) cosicelìè o saranno uniti o Etdi noti
.sarà con loro ». Dopo aver accennato agli
scismi successivi e aver dichiaralo: « La
Chiesa Cattolica, ninno lo può negare:
onestamente, obiellivamente lo deve riconoscere. custodisce il Credo che fu comune a tutta la cristianità del primo millennio », sì all erma:
« inche noi cattolici recitiamo il nostro
"Confiteor". Sono stale attribuite al Santo Patire parole, nella Sua visita a San
Giovanni e Paolo, che non lian senso: se
non lineilo de! non eapir niente, da parte
(li dii. chissà come, le ha raccolte o i/irenlale: s'è dello ili "colpe della Chiesa
Cattolica" fli coi non è Iraccin nel l)i.s;orso. Le colpe, di cui anche i cattolici
non sono privi purtroppo, consistono nel
non aver pregalo abbastanza Iddio perchè
spiani i cammini convergenti nella sua
Chiesa: nel non aver sentila aiipieno que
sta carità, il non averla sempre usata verso I fratelli separali preferendo il rigore
delia disputa dotta, dimostrativa, .stringente. aU'amore longanime che ha una sua
suggestione ben più decisiva; nell'aver
prescelto ¡'austerità filosofica e cattedralica. alla serenità amabile delle Controversie di isan France.sco di Sales. L'intimo
"Confiteor" possiam recitarlo per l'egoismo di es.ser paghi delle nostre dogmatiche
certezze nel magistero cattolico, senza sentir lo .stimolo e /'unsi« di farne partecipe
"hi ce lo invidia e non sa ancora fruirne:
l'egoismo di quanti, assisi sulla porta del
cheto abituro, vedono il nembo che .scende lontano su chi o non l'avvisa o ne soffre; ne è comiuKiue colpito. Consiste, la
nostra colpa, nel non aver accolto in sentimento ed entusiasmo di apostolato i reiterali appelli dei Pontefici, come fossero
lina rituale ripetizione accademica, invece
(li una istanza urgente quanto quelle per
la I erilà e per la jiace ».
(Osservaiore Romano, 1 febbraio
Se (pieslo è liillo. non c'è niente di nuovo sotto la cupola di S. Pietro. Ma noi
speriamo «'he le dichiarazioni ufficiali non
ricscant>. blandendo, * a svirilizzare Pini
zialiva, e a soffocare la sensibilità di nna
conversione airuniillà ben jtiù profonda
di quella - rispettabile — ibe appare qui
sopra.
Battesimo — Il 23 novembre u. s.,
alla fine del culto, è stata batteazrv
ta Stefania Tomasetta, di Michele.
Il Signore benedica la piccola e tutta la sua famiglia.
Bazar — Il 29 novembre, dalle ore
Ifi alle 20, ha avuto luogo l’annuo Bar
zar di Beneficenza. Il ricavato è sta
to discreto, tenuto conto delle speciali difficoltà incontrate quest’anno
dalla nostra Unione Femminile.
Albero di Natale — La tradizionale
festa dell’Albero di Natale ha riunito piccoli e grandi il 21 dicembre,
nel pomeriggio. Pubblico numeroso u
indulgente verso i nostri fanciulli,
che hanno fatto del loro meglio per
svolgere il programma di con, poesie e dialoghi.
I piccoli attori, alcuni alle loro pn
me armi, sono stati vivamente acclamati e possiamo dire che la festa
^ riuscita di piena soddisfazione dei
bimbi e del pubblico, anche se qualche .spettatore... sentimentale ha rimpianto la suggestiva cerimonia dell’accensione delle candele dell’Alb^
ro, .sostituite quest’anno da lampadine elettriche multi colori, novità suggerita da motivi di prudenza, tanto
più che non disponiamo di un locale molto felice. ÌDopo le recite dei
bambini, i giovani dell’U. G. hanno
completato la festa con una commedia di argomento natalizio.
Vogliamo qui ricordare con gratitudine ohe i Cappellani americani
della N. A. T. O. hanno voluto donare ai nostri fanciulli un paio di scar
pette ognuno, o una maglietta, in
occasione del Natale.
Inoltre, il 22 dicembre, una quindicina dei nostri bambini (oltre a
quelli delle C'niese del Vomere e di
Galvano) sono stati ricevuti a borio di una delle navi da guerra statunitensi, pei un trattenimento preparato dall’equipaggio, sempre per
rinteressamenio dei Cappellani americani. Dopo una visita alla nave,
che ha molto interessato i fanciulli,
essi hanno assistito ad uno spettacolo cinematografico di cartoni animati ; è stata poi offerta ad ogni bimbo una merenda e un giocattolo. Ringraziamo ancora coloro che hanno
voluto procurare una gioia ai nostri
ragazzi.
Culti — La frequenza ai culti domenicali è sempre buona; più scarsa quella agli studi biblici del mercoledì sera.
Ci rallegriamo di aver visto partecipare ai culti alcuni fratelli che non
s' vedevano da molto tempo. Speriamo che perseverino e che il loro esempio sia seguito da altri.
I culti di Natale e Capodanno hanno visto accrescersi il numero dei
presenti ; molti i partecipanti albi
S Cena.
La settimana di preghiera si è svolta come gli anni passati nelle varie
chiese evangeliche della città. Discreto il numero dei partecipanti,
nonostante il tempo freddo e piovoso. F- F
Caivano — In questo Comune, poco lontano da Napoli, il 14 dicembre
p. s. la neo-comunità Valdese ha avuto la gioia d’inaugurare un suo nuovo locale di culto. E’ una semplice
saletta a pianterreno, tutta rimessa
a nuovo per opera degli stessi fratelli
della Comunità ohe, generosamente,
vi hanno consacrato buona parte del
loro tempo e denaro. Sull’alto della
porta d’ingresso, nella strada, spicca
la scritta «Chiesa Evangelica Valdese ».
Alla cerimonia dell’inaugurazione
ha presenziato il Pastore di Napoli,
Davide Cielo, il quale, dopo l’invocazione, ha proceduto alla deposizione
della Sacra Bibbia sull’apposito leggio. Poi l’Evangelista Giuseppe Balconduttore della Comunità di Caivano, ha tenuto il culto pronunziando un sermone in cui ha fatto rilevare che la Chiesa si fonda sopratutto sui fedeli, pietre viventi della chiesa universale. Il Pastore Cielo ha poi
pronunziato brevi parole di incoraggiamento alla Chiesa di Caivano e
di incitamento a perseverare nella
fede e nella testimonianza cristiana.
La Corale Valdese napoletana, intervenuta al completo, ha cantato il
!( Forte Rocca ». Vari membri delle
comunità di Napoli e Avellino erano
pre.senti alla simpatica cerimonia.
Avellino — Ad Avellino, da vari
anni, è vivente ed attiva una comunità evangelica che, da qualche mese, è entrata à far parte della Chiesa Valdese, sotto la guida dell’Evangelista Giuseppe Baldi.
Il 4 gennaio u. s. la comunità di
Avellino ha voluto, con un culto speciale, avere la sua festa dell’Albero
di Natale. L’abete rilucente di ninnoli e lampadine variopinte, faceva
bella mostra di sè nella saletta d’ingresso che precede la sala di Culto.
Un buon gruppo di ragazzi e bambine erano adunati presso il pulpito
e alla fine del culto alcuni di essi
hanno recitato brevi poesie.
La Corale Valdese di Napoli ha
cantato due inni a 4 voci. Alla fine
i bimbi hanno ricevuto un pacchetto
li dolci. Si spera che presto ad Avellino, come a Caivano possa essere
istituita una regolare Scuola Domenicale. I nostri fervidi cristiani auguri a queste giovani comunità, compreso il gruppetto di Scafati, entrate a far parte della nostra Chiesa.
F. F.
Il commercio a Torre Pellice
Diciamo la t(aità ai
E diciamola anche ai
ri età implica sacrificio
Chi scrive si rende pienamente conto della delicatezza e della vastità del
tema, che vorrebbe trattare su un piano di perfetta equità per tutte le ca
tegorie interessate; chè il tema del
commercio alle Valli, ed in modo par
ticolare a Torre Pellice, concerne due
distinte categorie sociali (o economiche) di per.sone: i commercianti ed i
clienti: due categorie che, seppure in
stretti rapporti sin dall’epoca del....
baratto, sono tuttora spesso, per ragioni di circostanze, sulle opposte
sponde di una barricata!
E diciamolo subite; è facilissimo, .t
questo punto, se qualcuno volesse
scendere sul pericoloso piano inclinato deH’interesse religioso, che si oda
una risposta press’a poco cerne questa; il commercio non ha che vedere
con la fede religiosa, è un grave er
rore il non voler valutare il commercio con crii,crii esclusivamente commerciali.
La situazione, tuttavia, merita di
essere trattata proprio liic et nuiu’,
perchè si è già avuto .sentore, qui in
Terre Pellice, di una campagna con
lo scopo di persuadere il settore catto
Ileo della popolazione del capoluogo a
boicottare ; ie et simplicHer i commer
danti valdesi. « Non comperate dai
Valdesi » è infatti la parola d’ordine
che da qualche tempo circola tra le
famiglie cattoliche della nostra cittadina. I negozianti valde.si, i quali traggono i loro mezzi di vita dal commercio indiscriminato con gli appartenenti ad ambedue le confessioni religio
se, .‘^nno giustamente preoccupati: e
non tanto perchè essi ritengano che
un eventuale boicottaggio delle loro
merci da parte cattolica possa danneggiarli seriamente; ma perchè, in
sostanza, essi affermano — e possono
dimostrare quanto affermano — che
la popolazione valdese non frequenta
i loro negozi come sarebbe desiderabile, ma anzi assai spesso diserta i
negozi dei correligicnari per rifornirK’ presso quelli dei cattolici. I quali
negozi cattolici, ovviamente, ne gon
commercianti valdesi
loro clienti! - Solida- Una proposta pratica
golano. Figuriamoci poi se, dopo lo
slogan « non comperate dai Valdesi »,
venisse fuori l’altro slogan « non vendete ai Valdesi»! Questo tipo ben
noto di... scomunica sarebbe, oggi, line schiaffo morale (ma niente di più,
evidentemente) sulle guance degli eretici discepoli di Pietro Valdo. N.on
ò probabile che il secondo slogan venga alla luce; ma sta il latto che, con
qualche modificazione, si potrebbe,
qui a Torre, a molte insegne di negozi, apporre la leggenda supplementare « questo negozio cattolico è fornitore dei Valdesi»! E si capisce, che
n fondo a tutto ciò, ci sia il velai >
rimprovero di una impalpabile vox
populi ; « i commercianti valdesi non
sanno fornire come si deve i loro correligionari ».
* ♦ *
E’ mai vero questo rilievo?
E’ vero che i commercianti valdesi
Torre Pellice siano dei cattivi lor
nitori?
Molti anni or sono — chi scrive era
appena ragazzo — quest’era, purtroppo, in moiri casi, verissimo. Sia per
chè i commercianti valdesi non aves
sero dietro di sè le potenti... riserve
dell’Istituto San Paolo di ’Torino, sia
perchè il piccolo commercio dei vaidesi fosse veramente troppo « picco
lo» (oltre agli scarsi fondi, c’era scar
sità di iniziative, scarsità di educazio
ne commerciale, scarsità di buon;;
presentazione della merce in vendita'
la professione di vetrinista era lungi
dall’essere, come accade invece oggi,
universalmente accettata e fortemente lucrativa), sia perchè i prezzi dei
commercianti valdesi erano sempre
più elevati di quelli praticati dai loro
colleghi cattolici, sia perchè — e qui
entriamo nella psicologia della donna, ossia della donna di casa, della
massaia, la quale fa i suoi acquisti secondo criterii che .spesso sfuggono ad
un esame razionale delle sue motivazioni - la massaia valdese non desi
dera « far sapere » quel che compera
al suo correligionario negoziante, o
preferisce sfruttare fino alla... corda
le sue qualità di compratrice che le
sina sul soldo e gioca al ribasso (tut
te cose che evidentemente sarebbero
ai cattivo gusto in un negozio valdese, perchè bisogna tutti aiutarsi, vero?!); sia soprattutto perchè la mer
_e era realmente migliore presso i negozianti cattolici e la loro cortesia
più immediata, più spontanea, più disinteressata (ingenue donne del nostro popolo!) — per tutte queste ragioni, diciamo, anni or sono, il commercio valdese non potè certo affermare che il suo progresso fosse dovuto essenzialmente al contributo pecu
niario della clientela valdese.
Ma oggi... Oggi le cose sono cambiate. Per quattro ottimi negozi cattolici, ve ne sono almeno due valdesi che
posEcno, non diremo star alla pari,
ma sostenere con vantaggio il confronto. Tutti i tipi di licenza commerciale concernono dei commercianti appartenenti ad ambedue le con
fessioni. La distinzione e la cortesia
non han più alcun contrassegno rispetto alla burbera freddezza valdese o alla calda socievolezza cattolica.
Diversi negozi, poi, fanno chiaramente mestra di non appartenere nè all’una né all’altra confessione: qua,
una commessa cattolica parla in francese come non potrebbe far meglio
una valdesina di nascita (con quelle
caratteristiche fonetiche che trance
si proprio non sono ! ) ; là, un esercente valdese vede entrare ugualmente nel suo locale (in una promiscuità
che sarebbe lodevole, qualora non
fosse l’indizio di un livellamento in
senso soprattutto negativo, cui è
giunto l’interesse, ossia il disinteresse generale per le cose della religione) il cattolico e il valdese ugualmene attirati dalla TV e dalTaromatico
caffè; là ancora, al botteghino dei
tiotto e del Totocalcio, con passione
imparziale, i figli di Loyola e quelli
di Calvino traggono carichi di bei
sogni e di schedine a sistema...
■Tutto è dunque bene, quel che fini
hce bene? Sembrerebbe di si. Qualcuno ha già pensato che il nostro grido d’allarme (oh molto colorato in
rosa) è inopportuno, anacronistico.
Non viviamo forse qui la beata « pace
confessionale» magnificamente prer
dicata in Svizzera?!
In realtà, tra i commercianti vaidesi c’è oggi dell’inquietudine. Essi
vorrebbero che i loro correligionari
dessero loro una mano di collaborazione (non soltanto una mano carica... di denaro!), e si abituassero a
onsiderarli, non come una categoria di per.sone che è bene evitare, per
paura di esserne ingannati, o di esserne mal serviti, o presi per... il collo; ma come una categoria di servitori della collettività — che poi è
anche, lo si voglia o no, la collettività del popolo Valdese residente in
Torre Pellice! — soprattutto vorrebbero che, di fronte alla campagna
anti-valdese cui si è sopra accennato,
non si desse la sensazione che la
clientela valdese è, in fin dei conti,
una quinta colonna al servizio del
concorrente, un falso cliente che nasconde il pugnale in attesa di vibrarlo alla schiena delToppositore.
j che cosa vorrebbe la clientela
valdese?
Certo, essa deve pur rendersi conto che non si può pretendere tutto da
un negozio (un negozio di provincia, intendiamoci!). E pur riconoscendo onestamente che i negozi cattolici, molte volte, ci sanno fare meglio dei valdesi (l’unico mestiere che
1 Valde.si hanno saputo e sanno fare
e quello del colportore, ma questo è
un aspetto del « carisma » Valdese e
non c’entra con il commercio puro
e semplice), la clientela valdese deve comprendere che, dopo tutto, c’è
un fronte da mantenere, una linea
da rispettare. Ogni forma di solidarietà implica un sacrificio, sia pure
esiguo, a certe comodità e a certi
vantaggi acqui,siti. Potrà darsi che il
negozio valdese stia a cento metri di
strada più lontano; o che il commerciante che lo gestisce non regali la caramella al piccino che accompagna la mamma, e non lo accarezzi
dicendo : « ma quant’è bravo ’sto piccino, quant’è cresciuto ! », e la madre
resti cosi impercettibilmente delusa
nel suo legittimo orgoglio... Può darsi
che le bilance del negozio valdese
siano meno generose, e la carta da
avvolgere più pesante; ma, ripetiamo, vale tutto ciò la rinuncia ad una
solidarietà che ci viene chiesta, e
che soltanto nell’affermarsi al disopra delle minuterie della vita, trova
la sua vera iraiide’za? Va e, 'tr-'"mma, un « 'trattamento di favore » che
in sostanza è il favore che abbiamo
(continua in 4» pagina)
4
Col cuore si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca
si fa confessione per essere salvati. ( Rom. 1d : 10)
L'Eco delle Valli Valdesi
Non conformatevi a questo
secolo,'ma siate trasformati medante il rinnovamento della vostra raentte, (Rom. 12: 2)
Dalle nostre Comunità
LDSERAIA S. GIOVANIVI dlVIGROGIVa (CapoiaogoJ
Dopo i culti e le celebrazioni di fine e principio d’anno, con le loro pie
narie assemblee di grandi e di piccoli, i buoni culti di S. Cena nei due
templi e a Mourcious, la vita della
comunità ha ripreso con buon ritm j
tutte le sue attività, favorite da un
tempo e da strade eccezionalmente
propizi.
L’assemblea di chiesa ha riconfermato con bella votazione, nel loro ministero, i tre Anziani Aldo Richard
(Airali), Adolfo Coisson (Peyrot),
Giovanni Bonnet (Nazzarotti) uscenti per terminato quinquennio.
Le Unioni Giovanili del Centro e
dei Peyrot (presidenti: Massimo Parise e Piero Chauvie) svolgono con serio impegno degli interessanti programmi. La prima ha ricevuto la graditissima visita dell’Unione dei Coppieri accompagnata dal suo presidente e dal pastore G. Conte, e l’Unione
dei Peyrot è gioiosamente salita guidata dal suo presidente e dal pastore
C. Tourn a visitare l’Unione dei S:mc-und di Torre Pellice.
Anche l’Unione Femminile è in pieno fen'ore di attività e neppude la
neve ha impedito, la Domenica 1° febbraio, a una sessantina di sorelle di
partecipare con bella animazicne al
la seduta.
Verso le rive eterne. In un mese,
altri dieci focolari sono stati visitati
dall’angelo della morte, con la dipartenza di: Margherita Revel della Lunardera in età di 76 anni; Camillo
Goss della Maddalena in età di 45 anni; Vittorina Goss ved. Peyrot Giacomo dei Bellonatti in età di 80 anni ;
Ernesto Amato JaUa dei dalla in età
di 62 anni; Luigia Enrichetta Menusan in Eellion Arturo, ai Bellion sup
in età di 69 anni; Maria Elisabetta
Odin in Malan Stefano ai dalla, madre del nostro portaletterei. In età
di 72 anni; Geom. Amato Albarin alla Casa delle Diaconesse, in età di 72
anni; Giovanni Davide Giordan, ai
Ricca, in età di 81 anni; Caterina
Èva Gardiol in Bertin Enrico, a Castlus, in età di 70 anni; Giuseppina
Alessandrina Fries ved. Malan Giovanni di Mourcious, in età di 85 anni, salita a ritrovare nelle superne
dimore i tre figliuoli tragicamente
strappatile dall’uftima guerra.
Il Signore sia la forza e la fermf%
speranza delle famiglie visitate dal
duolo. j
Violenza e
- comunione
(segue dalla 1» pagina)
Come (liseonosce totalmente la sua
funzione quando benedice le armi
della guerra .sia pur la più « giusta » (?), così — credo — travisa la
sua missione quando fa del pacifismo
un « ¡»rincipio divino » ed è pronta
ad accettare o ad incoraggiare una
|)ace a tutti i costi (e può costare
molto, una pace...). Per cpianto io
pensi che debba ad ogni costo essere iiiuridicamente riconosciuto il diritto alTobiezione di coscienza, ini
cliiedo se la difficoltà a dichiararsi
in questo senso che incontrano tanti cristiani e tante chiese — pur con-i llorando rindilTerenza sopra deplorata — non sia anche dovuta in
forte misura al fatto che credenti r
cliiese sentono, forse molto confusamente, che la condizione uniam
tanto complessa che non può es.sere tranchée così facilmente. Per
•ne è inconcepibile — purtroppo —
che tutto il mondo si converta sin
ceramente e in blocco all’obiezio!,p di coscienza e in questa situazione la non violenza, presentando
si come un elemento passivo, non
mi pare sempre un bene, e neppure il male minore. Riconosco certo
che «■ un’opinione discutibilissima!
Comnijne ogni obiettore di coscien
za rimane per me un segno
d’alls
me sulla a anormalità » della nostra situazione.
Resta il fatto che il credente che
ha ricevuto la riconciliazione in
Cristo deve adoperarsi alla pace, e
in modo mollo più attivo, più multiforme che incrociando solo le braccia davanti al mitra di cui gli vogliono insegnare il funzionamento.
K la Chiesa tutta, a comunione dei
santi n chiamati dai quattro canti
della terra a formare un popolo solo, lieve vivere questa comunione,
questa fraternità; ecco il più fecondo debito di pace che essa ha verso
il mondo. GiNO Conte
Nel corso del mese di gennaio, i
membri della Società Missionaria Studentesca « Fra del Tomo » hanno pre
sieduto nella nostra parrocchia un
turno di riunioni, il culto e la Scuola
Domenicale al Capoluogo perorando
la causa delle Missioni. Li ringraziamo per la loro visita e per i loro messaggi.
Martedì 27 gennaio nel corso della
nostra riunione quartierale a Prassuit-Vernet è stata presentata al S
Battesimo la bimba Bertin Lidia di
Davide e Rosina (Vemet). La grazia
del Signore accompagni sempre la
b’mba ed i suoi cari.
Domenica 1 febbraio nel tempio del
Capoluogo ha avuto luogo il servizio
funebre reso alla nostra sorella Rivoira Margherita nata Bertin deceduta dcpo breve malattia .all’età di
anni 73 alla borgata di Prassuit.
Ai familiari ed ai parenti tutti esprimiamo ancora la nostra viva, profonda simpatia cristiana. e. a.
TORRE PELLICE
Il Comitato costituito per la celebrazione del XVII febbraio ha preso
visione del programma stabilito per la
commemorazione: nel Tempio nuovo,
riunione per i bambini alle 9,30, culto alle 11; alle 12,30 pranzo tradizionale al Convitto Valdese; alle 21 serata ricreativa nell’Aula Magna con
la rappresentazione del dramma di
Edina Ribet: «Il sapere del sale», eseguita da un gruppo di giovani.
I biglietti per il pranzo (L. 600) so
no in vendita presso la Libreria Hu
gon. Si avvertono gli interessati che
per evitare gli inconvenienti verificatisi gli anni scorsi, il numero massimo dei posti è stato stabilito in 150,
raggiunto il quale nessuno potrà p’ù
essere ammesso.
Nella serata del 16 febbraio saran
no accesi in tutta la valle i consueti
fuochi di gioia. Per conferire oppor
luna unità a questa manifestazione,
si rivolge viva preghiera affinchè l’accensicne dei falò avvenga contemporaneamente alle 20!
SAIV HECflniflO
II !■> Febbraio è deceduta a Barbò,
Giaiero Elisa coniugata Cardon. Era
nata a Inverso Pinasca 63 anni fa.
Una niunerosa folia, malgrado le strade ricoperte di neve, ha espresso alla
famiglia la simpatia della popolazione.
Domenica scorsa ha avuto luogo la
installazione del nuovo Concistoro,
nella persona degli anziani Remy
Pons per il quartiere di Rivoira Prese, Luigi Pasquet per Lombarda Crolla; Pierino Paschetto per Brusititi;
Daniele Bertaiot per Cavoretto; Re
mo Basire per Barbò Prima e Arnaldo Gardiol per il Centro. Nel corso
del cullo l'anziano Remy Pons. vice
Presidente del Concistoro, ha rivolo un me.ssaggio alla comunità.
h'diiraziiiiie Fniiniiiiile Vaiiicsr
E’ uscita da poche settimane la prima circolare di informazione e colle
gamento (17 pagine); entro marzo
uscirà la .seconda.
Le sorelle, specialmente quelle iso
late, che ne desiderassero una copia,
possono richiederla alla segretaria
signora Maria Girardet, Piazza Libertà 7 - Trieste, inviando L. 100 in fran
cobolli per ogni copia.
I lettori scrivono
Alla Commissione
del Canto Sacro
Siamo .stati alquanto stupiti di leggere
i-he per la festa delle Corali sia stata designata la parrori'liia di Pomaretto.
\on sarebbe .stato più opportuno e Iogiro, designare la neo parrocchia di San
Secondo? For.se molti sarebbero stati lieti
di aver rocrasionc di far la conoscenza
di questa nuova Comunità e della sua Coralina. .Nulla vieta che questa decisione
possa venire t: venga camibiata!
Con vivo raiiìimirico ci è stalo riferito
che le corali di Piuerolo e Prarostino si
sono .sciolte, s|>eriamo che quanto prima
verranno ricosteuite più vigorose di prima, con novello ardore.
Un (lin-uore del secolo scorso.
Domenica 1 febbraio ha avuto luogo a Pinerolo il Convegno FUV con
buona partecipaz’one di giovani malgrado il maltempo. Ci dispiace di dover rinviare la cronaca, per mancanza di spazio.
commercio
a Torre Pellice
(segue dalla 3» pagina)
conce,sso ad un trattamente di per
sè non diverso nè migliore, e che è,
come ogni cosa umana, alla mercè
degli umori, degli scambievoli convenevoli d’occasione, delle cortesie
superficiali ed obbligate, e soprattutto alla mercè delle variazioni del
listino elei prezzi, vale quel « tratt&mente » la pena di esser posto come
elemento decisivo di una realtà spirituale, di una fraternità di opere e
di intenti che non sono di oggi come
non e.cano di ieri nè saranno di domani soltanto, ma che è valida perchè si incentra su una fede chiaramente espressa, coerentemente vissuta: la fede della nostra cara Chiesa Valdese in G.esù Cristo, Salvatoe nostro e dei nostri fratelli in fede?
Non lo possiamo credere.
La parola è ora ai lettori (se essi
credono di interloquire). Per parte
nostra, suggeriamo, come rimed'o alla situazione ora descritta, l’istituzione di una Commissione, che sia
composta di negozianti valdesi e di
clienti (soprattutto di gentili signore), la quale abbia il compito di fiancheggiare i commercianti e i clienti
che appartengono alla Chiesa Valdese neH’esprimere reciprocamente
agli interessati i desiderata e le pos
sibilità di vantaggiose operazioni economiche, indirizzi il flusso dei clienti e quello dei commercianti verso
comuni obbiettivi. Sarebbe questo lui
compito da affidare alla « Pro Val'i ». Ma riteniamo che, per esser risolto, il problema non debba essere
nè teoricizzato, nè pianificato, nè bu
rocratizzato : sibbene s'a risolto d’emblée, con le più vaste possibilità che
potrebbero offrire un contatto imme
dialo e continuo, delle spiegazioni
precise ed esaurienti, delle esortazioni ad personam, dei consigli autore
voli e competenti. Quel che le cooperative fanno sul piano del calmieramento dei prezzi dei generi alimentari, perchè non potrebbe es.ser svol
to da un ccmitsto, come quello cin
s’è fatto cenno, che fungesse da trait
d'union tra clienti e dettaglianti, sui
piano di una intesa immediata e ope
rante?
Auspichiamo cosi, nè più nè meno,
la fondazione di una « Associazione
per la difesa degli interessi dei commercianti e dei consumatori Valdesi
in Torr.^ Pellice». r. b.
Per la buona stampa
Offerte per l’Eco
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Vinay Guido, 100 — Micol Federico, 100 —
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Grazie! (segue)
Direttore: Prof. Gino Costabel
ii9[e@[ii§ii®iiì
PAUL CONORD — Brève Histoire de
l’Oecuménisme — Collection « Les
Bergers et les Mages » — S. C. E. —
Paris 1958 — presso la Claudiana.
L’autore della brave storia dell’E
cumenismo ci presenta in brevi ma
interessanti capitoli le vicende de)
movimento ecumenico: le varie tappe sono felicemente illustrate con
un pppello finale all’Unità nel corpo di Cristo, espressa innanzitutto
nella parrocchia e in modo più lato
nelle altre chiese, preoccupate di conseguire « l’unità dello Spirito me
diante il vincolo della Pace ». Questo
sforzo di conseguire l’unità comporta verso i fratelli di altre comunità,
del mondo intero un impegno anche
sotto il profilo sociale concernente i
vasti problemi del lavoro, della lotta di classe, della pace tra le nazioni. 1 capitoletti finali, a mo’ di appendice, sono particolarmente interessanti per quanto concerne la statistica, la bibliografia, il vocabolario, nonché le dichiarazioni sul disarmo e la bomba atomica Siamo
grati all’autore per il panorama storico ch’egli ci ha presentato in forma
semplice, e con profondità di indagine.
Prof. Dr. Franco Operti
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino; Lunedì e Venerdì ore 16,30
MARCO MARCHBSAN — Mentalità
e carattere di Gesù — Istituto di
Indagini Psicologiche — Milano
1957.
L’autore della pubblicazione è noto per le varie opere pubblicate in
quest’ anni intorno ad argomenti di
natura psicologica. Leggendo le pagine del libro sottolineo l’affermazione deH’autore quando dice: «Aboliamo i cancelli creati dalla nostra
debolezza... : sentiremo Gesù accanto
a noi, vivo, palpitante, sorridente, lo
sentiremo veramente nostro fratello
; godremo la certezza del nostro passaggio al di là del valico... )> St colgono infatti, mano mano si scorro:o le pagine dello scritto, elementi
vivi del carattere del Cristo nella
gamma varia della sua estrin.secazione, consentendoci di accostarci
ancor più e con maggiore entusiasmo al Libro che proclama la Salvezza delle anime. Pur non accettando certe dichiarazioni, segnatamenquelle concernenti la Santa Sin
dorè di Torino, il libro del Marchetri è rirxjo di interesse per gli appassionati della Bibbia.
g. b.
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955
La famiglia della compianta
Margherita Rivoira
nata Bertin
deceduta improvvisamente a Prassuit
all’età di 74 anni, sentitamente ringrazia il pastore sig. Aime, i vicini di
casa e quanti, con fiori, scritti o di
presenza hanno preso parte al suo
(olore.
Angrcgna (Prassuit), 2 febbraio 1959
Consulenze presso Ospedale Valdese
dì Torre Pellice : previo appuntamento
Doti. Enrico Pascal
SPECIALISTA
IN MALATTIE NERVOSE
Corso Montegrappa 37 - Torino
Tel. 756.615
Riceve presso l'Ospedale Valdese di
Forre Pellice il primo Venerdì di ogni
mese, dalle ore 10 alle 12, oppure
dietro appuntamento.
Prof. Di'. A. Roniscoiitrn
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica all'Università
MALATTIE
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Pinerolo - Via Palestro, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
e lunedì
AVVISI ECONOMICI
DISTINTA famiglia italiana cerca
ragazza esperta nei lavori di casa
con particolare conoscenza di cu
Cina e di stiratura. Mensile 250. Fr
circa, secondo capacità. Urgente
Scrivere con dettagliate informa
zicni a: Dott. Alma Curetti ^ Fio
botstr. I Zurigo (Svizzera).
Redattore ; Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tel. 94.76
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Tipografia Subalpina - s. p. a
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