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Anno 115 - N.6
8 febbraio 1980 - L. 300
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1® Gruppo bìs/70
ARCarVIO TAVOLA VALDESE
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ddle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
A DUE ANNI DALLA CONCLUSIONE DELLA TRATTATIVA
EVANGELIZZAZIONE
Intesa: le tappe trascorse Dio non ha bisogno
di propaganda
Per valutare se l’Intesa sìa stata e resti un'occasione da cogliere è
necessario ricordare il cammino percorso e quello da percorrere
In questo primo articolo, e in un secondo che sarà pubblicato sul prossimo numero, Giorgio Peyrot — membro della delegazione valdese-metodista che ha trattato con la rappresentanza governativa — fa il punto sul cammino percorso
e su quello da percorrere.
Come tutti ricorderanno il 4
febbraio 1978 veniva siglato dalle rispettive delegazioni il protocollo dell’Intesa tra la Repubblica italiana e le Chiese rappresentate dalla Tavola valdese. Ma
in seguito cosa è avvenuto sino
ad oggi? Come capita sovente,
sono accadute molte cose, ma
non è successo nulla... o quasi.
Qualcuno avrà in conseguenza
avvertito delusione per il subitaneo svanire di un risultato intravvisto come già conseguito.
Altri invece, esprimendo dall’inconscio l’avviso di qualche ambiente politico od ecclesiastico,
avrà pensato che tutto sommato
non ha valso la pena di adoperarsi nella direzione dell’Intesa,
prescelta da valdesi e metodisti,
in quanto ad oggi non ne è emerso che uno spreco di tempo e di
energie, mentre il risultato permane ipotetico, tuttora incerto
nei contenuti, e sempre ancora
rinviato nel tempo.
Ovviamente può anche darsi
che alla resa dei conti l’operazione possa concludersi con un nulla di fatto. Ma appunto per questo a 24 mesi dalla sigla del protocollo che ha chiuso la trattatila, merita considerazione se l’Intesa era e resti un’occasione da
cogliere e non da lasciare. Alcune tappe sono state compiute e
giova esaminare come si sono
svolte e come si profilano quelle future di questo strano giro
d’Italia a cui si nuò assomigliare il processo relativo alTopera/ione Intesa.
Si vedrà così a che punto slamo, cosa resta da fare e cosa comunque è già ad oggi acquisito.
Un’attesa di
ventotto anni
Una prima tappa — la più lunga di tutte quelle già superate —
si iniziò il 1° gennaio 1948 con
l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica e sì è conclusa il 24 novembre 1976. In essa è stato affrontato il problema
dell’attuazione della norma costituzionale (art. 8) che, come è
noto, prevede che i rapporti tra
Stato e Chiese evangeliche vengano regolati per legge sulla base di intese. Una tappa durata
28 anni nel corso della quale furono superati numerosi ostacoli.
Alla accurata preparazione di
un completo progetto approvato
sin dal Sinodo valdese del 1948,
si contrappose subitamente la
carente volontà politica dei governi DC. Ogni richiesta di dare
attuazione alle norme costituzionali in materia religiosa, ed in
particolare all’articolo 8, fu vana. Quindi ci si scontrò negli
ostacoli procedurali infrapposti
dalla malavoglia dell’esecutiyo
sino a che la questione, già pienamente avviata tra le chiese
evangeliche, venne stoppata in
sede ministeriale. Infine, ottenuta con talune sentenze della Corte Costituzione, e di altre magistrature, l’attuazione pratica dei
diritti di libertà costituzionalmente garantiti nel campo religioso ed ecclesiastico, e la caduta di alcune tra le peggiori nor
me sui « culti ammessi »; vinta
così la battaglia per la libertà
delle attività religiose; quel fronte unitario che era stato faticosamente costruito tra varie denominazioni evangeliche si sciolse di fatto: da un lato per la stanchezza di un’operazione ritenuta
troppo lunga ed incerta, dall’attro per una certa qual politica
dei vantaggi acquisiti che sedusse la maggior parte dei gruppi.
Venne cosi accantonato dai più
quel lavoro di preparazione e di
studio che era stato iniziato sin
dal 1946, per cui dal 1968 in poi,
di fatto solo valdesi e metodisti
proseguirono l’azione sino a quell’ultimo sollecito dell’ottobre 1976
che indusse il Governo ad accogliere la richiesta e a dar attuazione al disposto costituzionale.
L’inizio
Una seconda tappa è quindi
iniziata allorché il Presidente del
Consiglio dichiarò alla Camera
il 25 novembre 1976 che il Go
verno avocava a sé quel « delicato affare di stato » concernente l’Intesa e rese nota la delegazione chiamata a trattare. Era
l’inizio dell’operazione. Tappa
breve questa, nella quale non si
incontrarono difficoltà se non da
un lato quella di ottenere l’inizio
effettivo della trattativa, superata a mezzo di un giro di solleciti; e dall’altro quella di preordinare quanto poteva occorrere
per chiarire le incertezze e superare gli ostacoli che l’avvenire
avrebbe potuto comportare.
Sette mesi
per concludere
Così dopo 6 mesi e mezzo l’il
giugno 1977 si aprirono le trattative ed ebbe inizio la terza tappa. Le delegazioni delle due parti in sole 13 sedute raggruppate
nel periodo estivo, nell’autunno,
e nell’inverno successivo in poco più di 7 mesi, riuscirono a
concludere la trattativa siglando il protocollo il 4 febbraio
1978. Difficoltà non se ne presentarono se non di scarso rilievo. Il
lavoro preparatorio infatti era
Giorgio Peyrot
(continua a pag. 4)
Diciamo subito che l'evangelizzazione non è e non può essere
una pura e semplice propaganda
all'Evangelo, una pubblicità concepita ed eseguita in termini propagandistici, come se ci fosse un
rapporto diretto fra l’annunzio
delVEvangelo e la propaganda
fatta in suo favore con dovizia di
mezzi e di testimonianze personali.
Altri rapporti sono possibili:
per esempio, fra « evangelizzazione e testimonianza », fra « evangelizzazione e presenza della
chiesa nella società », fra « evangelizzazione e etica cristiana »
(cioè con un costume di vita cristiano), fra «evangelizzazione e
proselitismo ». Un rapporto fra
« evangelizzazione e propaganda » non si pone, non si giustifica, perché non si fa propaganda all’Evangelo. L'Evangelo lo si legge, lo si ascolta, lo si
diffonde e lo si traduce in pratica, sia pure con molte difficoltà
e molte contraddizioni. Si crede e si ubbidisce all'Evangelo,
senza però che esso diventi merce di propaganda, invece di essere semplicemente ma realmente
« annunzio » dell’amore di Dio in
Gesù Cristo e in Lui soltanto
« sapienza di Dio e potenza di Dio
per la salvezza d’ogni credente ».
La bontà e la verità dell’Evangelo non dipendono dalla propaganda che vien loro fatta sia pure con mezzi di diffusione e di
CONTRO LA CHIESA PRESBITERIANA
Taiwan: giro di vite
Nel novembre scorso, in un articolo intitolato « Repressione a
Taiwan», Danielle Jouvenal illustrava, su questo giornale, la
drammatica situazione che stava vivendo la Chiesa presbiteriana di Formosa, esposta agli attacchi ed alla repressione del governo dell’isola. All’origine di tale repressione vi erano le prese
di posizione della Chiesa presbiteriana a favore dei diritti umani dei 17 milioni di abitanti di
Formosa, e un appello per l’autodeterminazione. Col riavvicinamento tra gli Stati Uniti e la Cina popolare. Formosa è infatti
diventata poco più che un giocattolo nelle mani delle grandi
potenze. La Chiesa presbiteriana, nel 1977, ha denunciato questa situazione, al presidente Carter, al governo di Taiwan e al
mondo intero, chiedendo che il
destino della popolazione di Formosa sia stabilito tramite Tautodeterminazione.
Il governo di Taiwan aveva
reagito violentemente a queste
prese di posizione, ricorrendo
all’intimidazione, alla confisca
di parte dei beni della Chiesa,
e mettendo in atto una campagna denigratoria contro il Segretario Generale della Chiesa presbiteriana di Formosa, C.M. Kao.
Ciò nonostante, all’Assemblea
Generale della Chiesa, C.M. Kao
venne rieletto con 255 voti favorevoli, 49 contrari e 8 schede
bianche.
Da allora, la repressione contro la Chiesa presbiteriana è andata crescendo, fino ad arrivare, nelle ultime settimane, agli
arresti di alcuni pastori e responsabili della Chiesa. Pubbli
chiamo, a questo riguardo, un
comunicato dei Servizio Stampa
deila Alleanza riformata mondiale, del 28 gennaio u. s.
« Una diecina di membri, pastori e responsabili, della Chiesa presbiteriana di ’Taiwan sono
stati arrestati durante le ultime
settimane ; il luogo della loro
detenzione rimane sconosciuto.
Il segretario generale delTAlleanza riformata mondiale, il pastore Edmond Perret, ha lasciato Ginevra il 29 gennaio per Taiwan al fine di tentare di ottenere maggiori informazioni, di
esprimere alla Chiesa la solidarietà delle 145 Chiese membri
delTAlleanza riformata mondiale e di prendere, se possibile, alcuni contatti con gli ambienti
ufficiali.
La Chiesa presbiteriana di Taiwan è da qualche anno soggetta a misure repressive da parte
del governo. Il 6 aprile 1975, il
giorno stesso della morte del
generalissimo Chiang-Kai-Shek,
era stata annunciata la confisca,
da parte del governo, delle traduzioni della Bibbia in lingue
taiwanesi, allo scopo di imporre
la lingua cinese (mandarino).
Nel 1977, la pubblicazione, chiesta dal sinodo, della « Dichiarazione sui diritti dell’uomo » aveva portato alla confisca del settimanale della Chiesa e ad un
blocco temporaneo della corrispondenza e delle chiamate telefoniche negli uffici della Chiesa. Durante il sinodo del 1979,
attacchi violentissimi erano stati lanciati contro la Chiesa e contro il suo segretario generale, il
pastore C.M. Kao, che miravano
ad impedire la rielezione del se
gretario generale. Ancora nel
1979, il governo aveva presentato un progetto di nuovi « Regolamenti sui santuari, templi e
chiese » che era stato rimandato in commissione per complemento di studio ; questi regolamenti riducevano sostanzialmente la libertà religiosa; secondo il
parere dei commentatori, erano
soprattutto diretti contro la
Chiesa presbiteriana. Gli arresti appena compiuti sono in relazione con una dimostrazione
che ha avuto luogo il 10 dicembre scorso, giorno anniversario
dedicato ai diritti delTuomo; tali manifestazioni si moltiplicano
dal ’77 a questa parte. Alcuni
ambienti nazionalistici cercano
di addossare ai dirigenti della
Chiesa la responsabilità di quello che, secondo loro, sarebbe un
atteggiamento anti-nazionale. Si
teme che le misure prese rendano ancora più difficile una democratizzazione a Taiwan.
La Chiesa presbiteriana di Taiwan, la più importante delle
Chiese non cattòliche del paese
(200.000 membri), è composta
essenzialmente di taiwanesi, mentre il governo è soprattutto rappresentativo (per es. 1799 seggi
sui 1943 esistenti nelle varie
istanze nazionali, assemblea,
ecc...) di una minoranza (circa
12%) di cinesi rifugiatisi nell’isola di Taiwan dopo la presa
del potere in Cina continentale
da parte del governo comunista.
La legge marziale proclamata
nel 1949 non è mai stata abolita;
le garanzie costituzionali e le libertà civili sono sospese e ogni
opposizione viene severamente
repressa ».
trasmissione tecnicamente perfezionati. Eppure si deve riconoscere che molte volte la chiesa
cristiana ha voluto adempiere la
sua missione, quella che il Maestro le ha assegnato, in termini
propagandistici, con abbondanza
di parole, come se l’Evangelo e
la sua proclamazione non dovessero rifuggire « dalla verbosità,
dall’ambiguità, dalla retorica religiosa, da uno dei tanti slogans
che, invece di essere espressione
di identità, diventano facitori di
confusione e di menzogne ». Come si legge nel documento della
Tavola Valdese sulla evangelizzazione « dobbiamo far uso di un
linguaggio che sia espressione di
identità e non strumento di prevaricazione sull’altro. Il nostro
modo di comunicare deve ispirarsi alla parola biblica, essere
corretto e sobrio ».
L’Evangelo non è un messaggio qualsiasi, una qualsiasi buona notizia da far conoscere nella
chiesa e nel mondo. E’ invece
l’Evangelo di Dio o da Dio, che
ha il suo sicuro punto di riferimento in Gesù Cristo, la sua urgenza nella predicazione di Gesù
Cristo: « il tempo è compiuto, il
regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all’Evangelo ». Allorché l’evangelizzazione diventa
propaganda, la chiesa non sfugge
alla tentazione del prestigio ecclesiastico, del confronto fra
chiesa e chiesa, fra teologia e
teologia . Qui entra in gioco anche la concorrenza con il suo
peso di anzianità e di tradizioni,
di meriti e di glorie terrene, di
diritti acquisiti più che di doveri da compiere. Tutto ciò è grave per una chiesa che dovrebbe
annunziare l’Evangelo con la potenza dello Spirito Santo, anziché con quella sapienza umana e
quella « giustizia » che Paolo definiva come tanta « spazzatura ».
Come scrive un teologo contemporaneo « evangelizzare significa
presentare Gesù Cristo mediante la potenza dello Spirito Santo,
affinché gli uomini possano porre la loro fiducia in Dio e per
mezzo di Lui possano accettare
Cristo come il loro Salvatore e
servirlo come il loro Signore nella comunione della Chiesa ».
La tentazione di parlare di noi,
evangelici e protestanti, prima
ancora di annunziare l’Evangelo
di Cristo è una tentazione dalla
quale dobbiamo guardarci. _ Il
confronto primo ed essenziale
non è quello che avviene fra noi
e gli altri, bensì quello che deve
sempre verificarsi fra Dio e noi,
fra noi e il Signore. Anche sotto
tale aspetto bisogna parlare di
evangelizzazione, non di propaganda ad uso personale o denominazionale. Inoltre, una buona
evangelizzazione non diventerà
mai una chiusura di fronte al
mondo ed ai problemi del nostro
tempo. E’ cioè necessario che la
fede cristiana penetri a fondo
nella nostra vita personale; ma
non soltanto nella nostra vita e
nella nostra pietà privata, bensì
anche nel mondo in cui viviamo,
il mondo presente, con i suoi
tormenti e le sue angoscie, con
i suoi errori e le sue attese, con
le sue ingiustizie palesi e le sue
inarrestabili forme di potere e di
violenza. In questo campo, più
che mai la propaganda non serve, anzi danneggia e ostacola
l’annunzio delVEvangelo. Se è ve
Ermanno Rostan
(continua a pag. 10)
2
8 febbraio 1980
DIBATTITO SULL’EVANGELIZZAZIONE
Alcune proposte
COSA DICONO DI NOI I GIORNALI
Ritorno aH’ovile?
Dopo che i circuiti hanno inviato le loro osservazioni sul documento
della Tavola (di cui abbiamo pubblicato la parte generale nel dossier
« Il mestiere della chiesa è evangelizzare » sul numero 50 del 15.12.’79)
apriamo con questo intervento il dibattito alla voce dei singoli.
Il Sinodo ’79 ha stabilito che
la Chiesa debba dedicarsi, in particolare, quest’anno alla Evangelizzazione. Decisione solenne, impegnativa ed affascinante. Tutti
abbiamo condiviso questa « necessità » di evangelizzare.
Ci siamo immaginati la Chiesa,
tutta unita, con i propri aderenti, compatti, senza incertezze, iniziare la seconda evangelizzazione
d’Italia! e immaginiamo i giovani e i vecchi, i conservatori e i
progressisti, che non si perdono
in inutili diatribe, ma partono a
due a due, a quattro a quattro...
a cento a cento a coinvolgere gli
italiani, insoddisfatti della Chiesa di Stato e gl¿ incerti, gli atei,
gli sfruttati, i minimi.'
Le nostre Chiese diventano insufiBcienti a contenere una tale
massa di persone!
Ahimè, la visione scompare
presto, i mesi passano, gli entusiasmi si spengono, gli inviti restano inviti e le Chiese non hanno difficoltà a contenere i pochi fedeli!
Si può dire che ogni anno il
Sinodo prenda delle decisioni
importanti e inviti a mettere in
pratica quanto è stato deciso.
L’anno dopo, ci troviamo, regolarmente, con degli ordini del
giorno ingialliti, delle direttive
mai pervenute, degli impegni non
mantenuti e abbiamo mancato
un altro appuntamento, con la
pratica cristiana.
Evidentemente qualchecosa in
noi, in tutti noi, non funziona.
Per cercare che le intenzioni
non rimangano tali, proviamo a
scendere dall’empireo della teoria alla pratica: ognuno porti il
suo contributo personale di idee,
ma anche di azioni. Solo così,
potremo evitare di bearci solo di
« slogans ».
Anzitutto, con umiltà, cerchiamo di ascoltare che cosa il Signore vorrebbe che facessimo,
chiediamoGli ispirazione e approvazione; in secondo luogo,
vediamo di studiare, assieme, un
piano di azione.
Nel mio piccolo, faccio qualche
proposta, proprio per tentare di
passare alla pratica immediata,
con l’aiuto di 10 o 15 persone di
buona volontà per ogni Chiesa:
1) Le Chiese, in particolare
quelle delle città, potrebbero far
stampare una breve lettera per
dire, in poche parole (ricordiamo che la gente legge, soprattutto, se lo scritto è breve) chi sono gli evangelici, in che cosa credono e dove si riuniscono. La lettera potrebbe terminare pressappoco, così: « ...sei interessato e
vuoi saperne di più? telefona
a... » (numero del telefono del
Pastore o di qualche volonteroso). Questa lettera dovrebbe essere distribuita nelle caselle delle lettere, dividendo la città per
zone.
2) Si potrebbe tenere un corso di catechismo alle TV libere
o, meglio, tentare con la 3‘ rete
Rai. Si potrebbero commentare
dei passi delle Scritture, intercalando tavole rotonde sui problemi connessi alla lettura e commento dell’Evangelo.
3) Si dovrebbe ottenere la disponibilità del film su Martin Lutero, coordinarne il doppiaggio e
farlo trasmettere dalle TV di cui
sopra, a puntate o a più riprese
e in ore diverse. Se la cosa destasse interesse, si potrebbero
cercare altri film del genere.
4) Stampare e distribuire un
« numero unico » dell’Eco-Luce,
dedicato all’ Evangelizzazione,
con articoli teologici, ma comprensibili, anche a chi si avvicina per la prima volta a testi del
genere.
5) Parlare tutti, sempre, molto, di alternativa al cattolicesimo: sul posto di lavoro, con conoscenti; ovunque, ci si trovi,
portare il discorso su un argomento inerente alla Bibbia, alla
fede, ascoltando prima gli altri
e dire, in contrapposto la nostra
fede.
In città si potrebbe fare tutto
questo e alle Valli? qualcimo sostiene che qui non c’è bisogno
di evangelizzare: « fare qualcosa
nella nostra Chiesa, non è evangelizzare! » comunque, « il Sinodo non ha inteso questo ». Su
tali affermazioni ci sarebbe molto da discutere, ma non voglio
in questa sede polemizzare. Mi
limito a sostenere che anche alle Valli si può e si deve fare
qualcosa. 1) Ogni membro di
Chiesa, come prima cosa, potrebbe impegnarsi a convincere un
altro membro « tiepido » a recarsi in Chiesa per ascoltare la Parola e adorare il Signore. La presenza ai culti sarebbe raddoppiata!
2) Quante volte abbiamo sentito dire che è difficile far venire i giovani in Chiesa: Cominciamo, allora, a coinvolgerli da
prima o subito dopo la confermazione a fare in modo che si occupino di qualche opera della
Chiesa. Portiamoli a visitare gli
ammalati, i vecchi, cerchiamo
di rimpolpare con loro le Corali,
di riunirti in corsi di aggiornamento e di vita cristiana, di aiutarli in una parola, ad adempiere alla promessa che hanno fatto o stanno per fare al Signore.
3) Parlare, tutti, sempre, della nostra fede. Non dobbiamo
essere pudichi con i cattolici delle Valli: questi temprati dall’antagonismo, sono, forse, i più diffìcili da avvicinare in termini di
fede, ma ricordiamo che evangelizzare non vuole dire solo
« convertire », vuol dire soprattutto «far conoscere l’Evangelo».
4) La data del 17 febbraio
prossimo: quale migliore occasione per un culto fuori della
Chiesa, sulla piazza grande del
paese. Farà freddo? Ma i Valdesi, avrebbero, forse, paura del
freddo? Il problema è solo quello di essere in molti per rendere
una buona testimonianza, non è
certo quello di una maglia di lana in più!
Non ho la pretesa di sostituirmi a chi è preposto a certi incarichi: se altri troveranno piani
di azioni migliori, ben vengano,
l’importante è « agire ».
Se sviluppassimo dei programmi precisi, con il nostro impegno, ma soprattutto con l’aiuto
del Signore, che non manca mai,
quando qualcuno si affanna per
il Suo Regno, potremmo finalmente non lasciar trascorrere
ancora un anno solcato, inutilmente, soltanto da buone intenzioni!
Aldo Rostain
Tutta la stampa ha dedicato
largo spazio alle cronache del
Sinodo Olandese in corso a Roma. Sempre più chiaro sembra,
purtroppo, apparire il rifiuto di
Roma a quella forma di ecumenismo che si andava realizzando
in Olanda con l’accettazione di
principi e di prassi protestanti.
Che per Roma l’ecumenismo sia
ancora « il ritorno all’unico ovile »?
^ «|S
Molti giornali hanno dedicato
spazio alla immatura scomparsa
di Mario Rollier. La sua personalità di scienziato e di uomo
impegnato nella politica è stata
ampiamente illustrata, ma ci piace citare l’Eco del Chisone che ha
ricordato in Rollier anche l’uomo di Fede.
» *
La rivista Gente Veneta, setti«•»aanale dei cattolici veneziani,
pubblica un articolo del past.
Grarufi che, riferendosi allo svolgimento delle attività ecumeniche a Venezia, riafferma con vigore le posizioni protestanti, che
in una corretta interpretazione
ecumenica non possono sempre
essere sacrificate a quelle di altre confessioni cristiane.
^ 3|(
La stampa cattolica, in particolare quella veneta, ha lungamente parlato della Settimana
______________LIGURIA
Collettivo
teologico
Prosegue la attività del Collettivo teologico ligure che ha affrontato i seguenti temi introdotti dal past. Michele Sinigaglia : « L’enigma del IV Evangelo » e « Il libro di Osea ».
La prossima riunione avrà luogo a Borgio Verezzi il 23 e 24
febbraio.
Con introduzione del pastore
Gino Conte, si affronteranno i
temi : « La prospettiva missionaria nell’Antico e nel Nuovo Testamento », « La missione oggi :
una rivoluzione teologica nella
vita della chiesa ».
per l’Unità di gennaio. Degno di
nota rincontro svoltosi a Venezia nella Basilica di San Marco
al quale, col Patriarca mons. Cè
e l’archimandrita Benediktos, ha
attivamente partecipato l’anziano
valdese prof. Guido Colonna Romano. Dei tre il Gazzettino del
19 gennaio pubblica una fotografia « ecumenica ». Il 20 dello stesso mese una riunione ecumenica
si è svolta anche nel tempio valdese.
* * *
Sempre sul Gazzettino del 20
gennaio mons. Innocenti, rispondendo a un lettore, avanza l’ipotesi che Lutero abbia svolto la
sua attività riformatrice come
mandatario di un potere umano
occulto, che egli crede poter identificare nella organizzazione
dei cavalieri di Rosacroce. Che
bell’esempio di spirito ecumenico!!!
4: « «
Sulla Stampa del 13 gennaio
un domenicano spezza una lancia per il recupero, con processo
di santificazione, per Gerolamo
Savonarola, sulla scia del recupero in corso per Galileo Galilei.
* * *
Può interessare il dialogo svoltosi sulla Stampa del 13 gennaio
fra Sergio Quinzio e Guido Ceronetti. Sostiene Quinzio, profeta apocalittico, che « il sionismo
sta alla storia della sinagoga, come lo sbocco anticristo della
Chiesa alla predicazione evangelica ». Una rievocazione di note
invettive luterane, la cui traduzione in termini attuali sembra
essere che una Fede la quale intenda costituirsi in Potere, perde la sua sostanza, perché l’una
esclude l’altro. Una curiosa aa
notazione: secondo Quinzio «Paolo VI... non credeva assolutamente a niente ».
He 4: ^
Prima del caso Sakharov, sulla Stampa del 19 gennaio, Livio
Zanotti anmmciava un giro di
vite contro i dissidenti russi, collegato alla vicenda afgana, con
arresti di una quarantina di persone tra cui Dmitri Dutko, sacerdote di una non precisata chiesa
cristiana di Griebujevo, il quale si permetteva di predicare che
la Chiesa non deve essere al servizio dello Stato, ma esserne ben
separata.
Niso De Micbelis
DALLE CHIESE
Genova: due professioni di fede
GENOVA — Domenica 16 dicembre, nel corso del culto, Cesare Ratto e Caio Polidori hanno
fatto la loro professione di fede.
Ne pubblichiamo qui di seguito
alcune parti che ci paiono significative.
Cesare Ratto: « Dopo un certo
periodo di frequenza ai culti
della Chiesa evangelica valdese
ho deciso di diventarne membro
in quanto ritengo che sia, nei
metodi e nella forma, la più consona all’insegnamento dell’Evangelo, così come vuole il nostro
Signore Gesù Cristo.
Il sottoscritto, cattolico, non
aveva mai avuto occasione di
approfondire e capire ciò che
udiva da chi gli insegnava quelle
cognizioni di catechismo, a livello di raccontini alquanto melliflui, da ragazzo.
La comunità in cui sono stato
accolto ha il grande merito di
far capire chi è il solo Salvatore, Cristo, che è morto — e risorto — per la salvezza di chiunque creda in Lui, e di onorarlo
in maniera consona a quanto è
scritto ».
Caio Polidori: « Superati i 45
anni di età, ho abbandonato la
chiesa cattolica romana per desiderio di appartenere alla chiesa protestante e di fare professione di fede valdese. Sento il
dovere di precisare che pur appartenendo alla chiesa cattolica
non ho praticamente frequentato
l’ambiente cattolico in quanto i
miei genitori, pur dichiarandosi
cattolici e desiderosi di rimanerlo per soli motivi di tradizioni
avite, non hanno mai sentito la
necessità di praticare la loro religione. Questa situazione spirituale non rispecchiava, in realtà, i miei più intimi desideri;
sentivo dentro di me la necessità
di Dio... Cercavo di avvicinarmi
— in particolari momenti — alla
chiesa cattolica, ma senza trovare alcun conforto; ma anzi più
facevo questo e più sentivo nascere dentro di me un sentimento come di rabbia per insicurezza, per timore di corrompere
qualcosa di sacro.
Questa situazione mi ha portato a considerare l’inutilità dell’uomo, della mia vita e, se non
avessi avuto una famiglia completamente dipendente da me e
dal mio lavoro, più volte, a causa di una difficoltà contingente
dovuta al lavoro o a una malattia, ho sentito l’impulso di desiderare la morte. Ma in me c’è
sempre stato un sentimento inconscio che, nel momento del
massimo sconforto, mi ha sempre — come una mano tesa nel
buio — consentito di sperare, di
credere in qualcosa di superiore,
di importante e al momento più
opportuno, quando io stesso non
me l’aspettavo, questo « qualcosa » è spontaneamente emerso
da me...
Motivi di lavoro mi hanno fatto conoscere un fratello valdese:
mi sono bastate poche parole per
sentire nascere in me una nuova
speranza e il desiderio di conoscere. Mi ha colpito molto la
semplicità della chiesa; la scritta « Dio è amore » a lato del pulpito; ho seguito il culto con interesse perché per me finalmente
aveva un senso sentire predicare, la Parola del Signore diveniva più semplice, comprensibile
anche per me.
Non è facile esternare i propri
pensieri e sentimenti in materia
di fede, perché questa è una coscienza che opera in noi per
grazia divina. In un primo momento questa manifestazione
dell’animo può non essere compresa ed è possibile che occorra
tempo ed esperienze diverse per
capire e dare il giusto senso e
valore a ciò che è nel più profondo del cuore umano: la ’’Parola
di Dio”. Ma quando questo avviene non è più possibile tirarsi
indietro... E questo per me è
avvenuto nel momento tragico
del decesso di mio suocero. Anche lui era di religione cattolica,
ma non praticante; ma era un
uomo buono e senz’altro giusto...
Il suo decesso è avvenuto dopo
una penosa malattia contratta
per motivi di lavoro (era invalido del lavoro per silicosi al 100
per cento), in una camera del
pronto soccorso del maggiore
ospedale cittadino, dopo una indescrivibile notte. Non avevo mai
visto morire un uomo e non credevo assolutamente che quella
notte sarebbe stata l’ultimo atto
della sua vita. Per oltre 12 ore
l’ho visto soffrire, impotente a
prestare il minimo aiuto o conforto sia materiale che spirituale. Non sono in grado di descrivere quella terribile notte. Ho
pregato Dio per lui; ho pregato
con parole mie, come uscivano
spontaneamente dal mio cuore.
Mi è morto tra le braccia e a
me è toccato l’ingrato compito
di chiudergli gli occhi. Per tutta
la notte non mi aveva riconosciuto, era in uno stato di coma
profondo; ma all’ultimissimo istante si è alzato a sedere sul
lettino, mi ha guardato, forse
mi ha riconosciuto, non so e
molto probabilmente non lo saprò mai, ma in fondo non ha
nessuna importanza; una lacrima
ho visto spuntare dai suoi occhi
nel momento del trapasso.
In quel momento, proprio in
quel momento ho sentito quel
’’qualcosa” che ha cambiato la
mia vita, in modo imprevisto e
imprevedibile. Il mistero della
vita e della morte, della Grazia
di Dio, della Giustizia di Dio, assoluta e definitiva mi è piombato addosso come un colpo di frusta, e prepotente mi è apparsa
come una realtà di fede, di speranza e di carità. Ora non posso
davvero aggiungere altro.
Sia lodato sempre il Signore e
la Sua Parola ».
Ester Antenna
Trobia
PACHINO — Nello scorso numero il past. R. Nisbet ha ricordato la figura di credente di
Ester Antenna Trobia, ci giunge
ora un’altra testimonianza del
past. Arrigo Bonnes: Oltre che
come insegnante la comunità e
la città la ricordano come credente impegnata. Per anni è stata membro del consiglio di chiesa. Come donna — in un’epoca
in cui il femminismo era ancora
di là a venire — era attivamente
impegnata nel politico e fu membro del consiglio comunale nel
dopoguerra. Fino a quando la
salute lo consentì fu presidente
della locale sezione delle vedove
di guerra. Ancora qualche anno
fa ricordiamo i suoi discorsi in
piazza nella celebrazione del 4
novembre dove, per la carica che
ricopriva, era chiamata a parlare e dove, puntuale, dava la sua
testimonianza di donna e di
credente.
Venerdì 18 una folla enorme
che non riusciva nemmeno a tro
vare posto nel tempio si riuniva
per renderle l’estremo saluto e
per ascoltare la parola di vita. Il
pastore memore delle visite in
cui la sorella Esterina richiedeva la lettura del salmo 23, ricordava ai presenti che dicendo
« l’Eterno è il mio pastore » l’uomo fa una confessione di fede
e nel contempo una scelta di vita cosa che si è manifestata concretamente nella vita della maestra Esterina.
• Il 22 gennaio si spegneva
improvvisamente a Siracusa il
fratello Sebastiano Malandrino.
Egli era un credente umile e sincero. Ricordo con simpatia le visite che gli facevo nel suo bugigattolo di ciabattino: spesso mi
faceva leggere qualche preghiera
che lui scriveva e mi chiedeva
se poteva poi leggerla alla domenica al culto. Alcuni membri
della sua famiglia si sono scandalizzati per la sua fede e non
volevano che il funerale avvenisse secondo il rito evangelico. Alla fine è prevalso il rispetto della volontà di questo nostro fratello e il pastore ha con forza
sottolineato che il fratello Malandrino aveva scelto la buona
parte che non gli poteva essere
tolta.
TORINO
La sede definitiva per il Seminario di studio sul « Valdismo
Medievale » è: Aula Magna del
Liceo Classico « V. Alfieri » via
Pietro Giuria 39 (angolo Corso
Dante).
Prima serata: Giovedì 14 febbraio ore 18 precise.
Hanno collaborato per questo numero: Domenico Abate - Franco Becchino - Bruno Bellion - Arrigo Bonnes Gino Conte - Franco Davite Adriano Longo - Alfonso Manocchio - Paolo Ribet - Franco Taglierò - Claudio Tron.
3
8 febbraio 1980
3
LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ IN 4 CENTRI MAGGIORI
Tra progressi e contrasti
« La settimana di preghiera
per l’unità è stata celebrata quest’anno piuttosto in sordina » ha
affermato il pastore Piero Sensi
alla radio domenica 27 gennaio,
parlando di « progressiva diserzione da questo tradizionale appuntamento ecumenico ». E’ una
affermazione che trova riscontro
nei fatti? Per controllare ci siamo informati su cosa è avvenuto in quattro diverse situazioni.
Venezia
A Venezia — una zona in cui
l’ecumenismo non è qualcosa di
straordinario, che si pratica una
volta all’anno in gennaio, ma
un’attività che interessa parecchi membri di chiesa durante
tutto l’anno — le attività ecumeniche della settimana hanno avuto il consueto svolgimento in diverse sedi: in San Marco, presenti il patriarca cattolico e l’archimandrita ortodosso, nella
chiesa luterana, nella chiesa greco-ortodossa, nella chiesa cattolica di San Lorenzo a Mestre e
nella chiesa valdese, la domenica, con partecipazione cattolica
al culto. Oltre a questo, due tavole rotonde a Venezia e a Mestre hanno visto, per parte protestante, la partecipazione del
prof. Bruno Corsani nel confronto sul tema del Regno di Dio.
Un particolare tuttavia altera
il quadro di questa normalità, e
cioè il fatto che in San Marco accanto al patriarca e all’archimandrita non fosse presente il
pastore, ma l'anziano Guido Colonna Romano. Il pastore Garufi era bensì presente tra i partecipanti e ha rivolto un messaggio nel corso dell’incontro, ma
ha voluto marcare una certa distanza in conseguenza dell’esperienza dell’anno scorso, quando
nell’incontro ecumenico erano
state introdotte delle preghiere
mariane. Questa distanza critica
è emersa in particolare in un articolo, sofferto e duro, che Agostino Garufi ha pubblicato, suscitando non poche reazioni, su
Gente Veneta. In esso venivano
indicati nella devozione mariana e nella repressione disciplinare nei confronti della libertà di
ricerca teologica due gravi ostacoli sul cammino ecumenico.
Firenze
Come già l’anno scorso, le
chiese evangeliche di Firenze
hanno ritenuto di non poter partecipare alle iniziative prese a livello ufficiale, pur rimanendo
pienamente liberi ovviamente
comunità e singoli di partecipare a iniziative prese con locali
comunità cattoliche con cui fosse già stabilito un contatto. Questa linea di azione, già attuata
l’anno scorso è stata ribadita
quest’anno anche in considerazione delle recenti azioni della
Curia romana pienamente condivise dalla Curia cittadina. Così
ad un incontro organizzato con
la Parrocchia di N. Signora del
S. Cuore vi è stata partecipazione evangelica e un contributo
portato dal pastore Santini e dal
prof. P. Ricca.
A livello cittadino invece scarsa è stata la partecipazione evangelica all’iniziativa di carattere
liturgico promossa dalla Curia
vescovile che ha avuto luogo nella Chiesa anglicana. Erano presenti, oltre a cattolici e ortodossi, i luterani e il prof. Valdo Vinay. Nella stessa giornata il Cei*.
tro Evangelico di Cultura e il
Centro Sociale avevano organizzato una conferenza del prof.
Ricca sul tema « Le "eresie” del
teologo Hans Küng » che si è
svolta con folta partecipazione
di pubblico cattolico ed evangelico.
Roma
A Roma tutte le riunioni sono
state programmate a livello di
base in rapporti bilaterali tra
chiese cattoliche ed evangeliche.
Non potendo dare l’elenco completo delle iniziative — che hanno visto la partecipazione attiva
tra gli altri dei proff. Ricca e Vinay, del pastore Scuderi — ricordiamo un incontro, per la prima volta nella parrocchia di S.
Maria Liberatrice, in uno dei
quartieri più popolari di Roma:
il past. Scuderi ha presentato il
Consiglio ecumenico e ha spiegato due testi della I Corinzi.
Il gruppo che da 8 anni si riunisce mensilmente per lo studio
di un testo biblico ha preparato
una semplice liturgia per un culto in cui ha predicato il prof.
Ricca. L'incontro aveva luogo nella cappella delle Suore Missionarie e Francescane e due giorni
dopo la stessa liturgia è stata ripetuta per un incontro riservato
alle suore di Roma, presenti 250,
con predicazione di Giovanni
Scuderi sul tema del Regno e vivace discussione. In chiusura
della settimana, su invito della
comunità benedettina di S. Paolo fuori le mura Giovanni Scuderi ha predicato sul testo « Il
tuo Regno venga » a più di 600
cattolici di varie parrocchie di
Roma sud ed evangelici.
In generale, nota il pastore
Scuderi, c’è cambiamento in positivo nei rapporti tra evangelici
e cattolici a Roma. Tra l’altro
sembra superata l’antica consuetudine della doppia predicazione,
cattolica e protestante, e in tutti
gli incontri a cui partecipavano
evangelici la predicazione è stata
richiesta a loro.
Napoli
Anche a Napoli vi sono state
iniziative in gran parte a carattere parallelo. L’ufficio diocesano ha organizzato un programma in collaborazione con il gruppo interconfessionale che non
rappresenta rinsieme degli evangelici. Pochi evangelici (e pochi
cattolici, una trentina di persone
in tutto) alla conferenza del prof.
G. Nagy della Chiesa luterana
d’Ungheria che parlava sul tema
« La "Confessio Augustana”, una
fede ecumenica? ». Scarsa partecipazione anche a due incontri di
preghiera e folta affluenza invece
per il recital per la prima volta
a cura di evangelici (gruppo Alfa
e Omega della Comunità Battista Libera di Caserta).
Per parte loro Valdesi e Metodisti hanno organizzato, nella
chiesa valdese del Vomero, insieme al locale gruppo del « segretariato attività ecumeniche » e
alla Comunità di Base del Vomero Arenella, un incontro di preghiera e di ascolto della Parola
a cui ha partecipato un buon numero di persone (ma anche qui
scarsa è stata la partecipazione
evangelica). Tra l’altro è stata
letta e commentata una lettera
aperta della Comunità di base
del Vomero al Papa che esprime
delusione e sgomento di fronte
al provvedimento nei confronti
di Hans Kùng e speranza che la
Chiesa sia condotta a purificarsi.
La tendenza odierna
Situazioni diverse, come si vede, ma che tuttavia — tenendo
anche conto di altre in cui non
vi è stata alcuna particolare attività ecumenica in connessione
con la Settimana di preghiera,
come per esempio a Torino, Milano, Genova — inducono a confermare in generale la diagnosi
del past. Bensi soprattutto per
ciò che riguarda gli aspetti più
ufficiali e calati dall’alto dell’incontro ecumenico. Sembra cioè
affermarsi la tendenza — almeno
da parte nostra — a preferire
quegli incontri che da un lato
proseguano un contatto già esistente e dall’altro consentano di
evitare il rapporto diretto con la
gerarchia che maggiormente impersona quegli ostacoli che sono
oggi più evidenti di quanto non
fossero qualche anno fa. E’ forse
un danno per lo smalto ecclesiastico, non necessariamente per
l’ecumenismo.
Franco Giampiccoli
echi dal mondo cristiano,
a cura di BRUNO BELLION
Situazione a
El Salvador
La piccola repubblica di El Salvador pare essere al momento
attuale lo stato centramericano
che presenta la situazione più
esplosiva. Da circa 50 anni alla
testa di quel paese si sono installati governi militari che hanno
contribuito a mantenere, col terrore, lo sfruttamento più spinto
della maggioranza della popolazione a vantaggio di una piccola
minoranza, vera e propria casta
di proprietari.
Tale situazione ha prodotto
uno scontento generale nella popolazione, che va assumendo for
me sempre più evidenti. Come
risposta, il potere ha saputo rispondere solo con una recrudescenza della repressione e del
terrore. Si segnalano nei soli primi mesi del 1979 almeno 400 assassini politici ed i massacri del
17 e del 29 ottobre scorso hanno
causato più di cento morti. Le
persone di cui si segnala la sparizione sono più di 200 nel corso
degli ultimi due anni.
In modo particolare sono Colpiti quei sacerdoti e laici della
chiesa cattolica che maggiormente solidarizzano con le sofferenze della popolazione e che denunciano apertamente tali ingiustizie.
È sintomatico che il segreta
riato episcopale dell’ America
Centrale avesse progettato un
incontro internazionale a El Salvador « per sensibilizzare e attivare le forze liberatrici delI’Evangelo », ma un’analisi attenta della situazione centramericana
avesse invece consigliato di rinunciare al progetto.
50.000 Bibbie
in Gecosiovaccbia
L’Alleajiza biblica universale
(ABU) ha' iriviato 50.000 Bibbie
alla chiesa luterana in Cecoslovacchia. All’arrivo di questo eccezionale carico di 29 tonnellate
il segretario generale, prof. Oudrej Bartho ha fatto sapere che
la sua chiesa si rallegrava moltissimo del fatto di poter disporre di questo ingente quantitativo
di Bibbie in moderna traduzione
slovacca.
IL SINODO OLANDESE DI ROMA
Una gelata teologica e pastorale
Sul Sinodo olandese che si è concluso a Roma giovedì 31
gennaio — importante per la comprensione della linea dell’attuale pontificato e per i riflessi ecumenici — pubblichiamo un primo intervento di Franco Barbero della Comunità
di base di Pinerolo. Altri interventi seguiranno sui prossimo
numero.
Sarebbe ingenuo, e non veridico, tessere elogi sperticati sulla chiesa olandese, sulle ricerche
in atto, sui tentativi intrapresi
in questi ultimi venti anni per
un annuncio più fedele dell’evangelo. Ogni ricerca, lo sappiamo
fin troppo bene, comporta sempre limiti ed errori e deve continuamente lasciarsi sfidare dalla Parola di Dio e dai problemi
della vita. Quando ci si avventura decisamente sulle strade degli uomini, con il desiderio di
servire la causa degli ultimi, è
possibile (ed augurabile) che le
nostre fiorite aiuole dogmatiche
vengano un po’ scompigliate. Del
resto revangelo di Gesù si sente
soffocare nelle nostre chiese e
cerca incessantemente di uscire
all’aria libera, per le vie del
mondo. È un evangelo mondano! Alle serre ecclesiastiche preferisce il roveto ardente della
storia.
La firma sull’altare
Qualcosa di simile è successo
nella chiesa cattolica olandese.
Essa non pretende di diventare
il modello ultimo tipo, non si
presenta a noi come la nuova
maniera di essere cristiani o cattolici. Semplicemente ha difeso
per anni la sua libertà evangelica di ricerca e di impegno testimoniando a tutti noi l’esigenza
di non accontentarci di cantare
la solita canzone e di ripetere le
solite risposte. Per grazia del Signore, su questa strada non si
sono incamminati solo parecchi
cristiani di Olanda, ma molti altri in tutto il mondo. Sta di fatto però che l’Olanda era, da un
po’ di anni, uno dei luoghi di
confronto più significativi per
tanti credenti in Gesù Cristo.
Siccome però Tevangelo vìssuto
in talune comunità cristiane non
collimava più perfettamente con
gli articoli del diritto canonico e
con le tesi dei trattati dogmatici, il Vaticano ha cominciato a
strillare e i « molossi dell’ortodossia » (P. Cordero) si preparavano alla caccia.
Siccome alcuni richiami, «vaticanamente fraterni », non sono
bastati a riportare pace e comunione (si legga allineamento totale a Roma), il papa ha indetto
il sinodo particolare della Chiesa cattolica olandese. Abbiamo
salutato con speranza l’iniziativa sinodale, ma non si poteva
tacere il pericolo che essa fosse
impostata e condotta in modo
manipolatOTio. Di fatto è avvenuto che i vescovi olandesi hanno firmato, sull’altare, di fronte
al papa, un atto di resa e di obbedienza totale. Molti hanno sottolineato che il documento finale, nei suoi 46 punti, registra un
pieno e incondizionato allineamento alle posizioni della curia
romana e del papa.
Firmare sottomissione, firmare un documento così, restrittivo
sulla mensa al cui centro mettiamo la Bibbia, messaggio di liberazione, mi sembra una scenografìa che offende la fede di troppi cristiani, una liturgia con cui
il potere ecclesiastico rende ’sacro’ il dovere dell’obbedienza. I
nostri mercati di potere facciamoli almeno lontano dalla mensa della Parola di Dio...
Ma, anche in questi casi, dobbiamo forse cogliere l’occasione
per guardare avanti, per porre
domande e andare in profondità.
Mi sembrano utili alcune semplici considerazioni.
Alcune domande
1. Ci può essere un sinodo senza popolo di Dio? Che senso può
avere una assemblea, così impor
tante per i problemi che stavano sul tappeto, senza alcun significativo e diretto apporto delle comunità? Perché non ammettere una necessaria e rappresentativa delegazione delle varie
realtà ecclesiali? Il momento sinodale sarebbe stato certamente più rispondente alle esigenze,
ai problemi, alle tensioni della
Chiesa cattolica d’Olanda. Anche
i sinodi hanno i loro guai e i
loro limiti, ma tra un’assemblea
di vescovi e un sinodo di comunità, non c’è nemmeno confronto. Questo passo sembra importante per non defraudare le comunità e per superare alcune
mediazioni da Vecchio Testamento.
2. Perché celebrare a Roma un
sinodo olandese? Si può almeno
discuterne, tanto più che Roma
— per notoria tradizione — è
luogo di intrighi curiali, di ingerenze vaticane. Celebrare un sinodo là ove vive e testimonia
Tevangelo la chiesa dei cui problemi si tratta, sembra più rispettoso di alcune esigenze: si
favorisce il contatto diretto dei
fratelli e sorelle sinodali con le
comunità locali, ci si può .consigliare con i fratelli delle coihunità. Ci sarebbe il pericolo, qualcuno obietta, di indebite pressioni di gruppi ecclesiali o di singoli sui delegati sinodali. Può
darsi. Ma tra l’ingerenza sicura
e massiccia dei cardinali di curia e quella eventuale di altri
cristiani, qual è meno dannosa?
E non si dimentichi che parlare
di sinodo olandese è diventato
molto eufemistico. Infatti, con
la designazione di numerosi cardinali di curia e di altri arcivescovi, gli olandesi sono diventati
minoranza alTinterno dello stesso sinodo. Non sarebbe più conveniente parlare, in questo caso,
di incontro della curia romana
con i vescovi olandesi o di esame di fede della curia romana
ai vescovi olandesi?
3. Mi damando che significato
abbia per l’ecumenismo, così,
promettente in molte comunità
olandesi, la gelata teologica e
pastorale contenuta nel documento finale del sinodo. Penso
però che, conservando intatta la
speranza evangelica e la volontà ecumenica, anche questa frenata papale servirà a chiarire
ulteriormente i limiti delTecumenismo di vertice.
Solo tu, o Signore
Ora la parola passa alla Chiesa d’Olanda. Come reagiranno
i cristiani di questo paese? Allineamento, contestazione, indifferenza? Facilmente queste tre
risposte avranno ognuna il loro
spazio. Non è certo un sinodo
a bloccare il cammino di una
chiesa, ma bisognerà tenerne
conto (e seriamente) perché
d’ora in poi il papa e la curia
romana avranno un testo autorevole sul quale lavorare per ricostruire la comunione allineante e livellatrice. Temo profondamente che molti cristiani, sconfortati da questa vicenda, abbandonino la chiesa e soprattutto Tevangelo.
Intanto a tutti noi è lasciato
un impegno non lieve, quello di
vivere e proclamare la libertà
alla quale siamo stati chiamati
da Gesù Cristo. Mentre i quattro punti cardinali della mappa
del potere (la Casa Bianca, il
Cremlino, Pechino e il Vaticano)
non sembrano fornirci molte indicazioni di speranza, noi saremmo tentati di credere che il mondo sia «ridotto in xm deserto»
(Is. 14, 17). Sola e nuda si erge
la Parola di Dio, «come una
lampada che brilla in un luogo
oscuro, fino a quando non comincerà il giorno » (2 Pt., I, 19),
per ricordarci una promessa fedele: «farò cessare l’arroganza
dei superbi e getterò a terra l’orgoglio dei tiranni» (Is. 13, 11).
Come è possibile far vivere
ima speranza immensa in cuori
piccoli, duri e increduli come ì
nostri? Lo puoi fare solo Tu, o
Signore, perché noi siamo gente
di poca fede.
Franco Barbero
4
8 febbraio 1980
FEDE E CULTURA
Osip Manderstam
poeta russo metodista?
La vicenda di un intellettuale ebreo convertitosi alla fede evangelica
conferma che la ’’componente riformata” fa parte della cultura russa
Osip Emil'evic Mandai’stam:
un poeta sovietico morto di mala
morte in un lager staliniano, il
cui nome forse era non molto familiare tre lustri or sono (quando
mi venne occasione di parlarne ai
lettori di « Gioventù evangelica »,
n. 5, 1964), ma che da allora s'è
imposto al pubblico, anche italiano, come uno dei maggiori
intellettuali di questo secolo. E
si pensi non solo ai suoi libri,
pubblicati da Einaudi, De Donato, Guanda, Garzanti, ma anche
alle Memorie che ne scrisse la
moglie, Nadezda, eccezionale documento d’una generazione « che
ha dissipato i suoi poeti ».
Accanto, e insieme a molte altre cose, quel che m’aveva attratto in Mandel’stam (allora, ripeto, pressoché sconosciuto, e da
me scoperto alla scuola di quell’irripetibile maestro che è stato
Angelo Maria Ripellino), erano
state alcune inflessioni « protestanti » della sua elaborazione
poetica (pensavo e penso a poesie come Bach, Ich kann nicht
anders [non posso altrimenti]. Il
luterano), che trovavano singolare riscontro in alcuni passi della
sua riflessione critico-letteraria e
critico-storica, in particolare il
vagheggiamento di quello che
chiama « lo spirito protestante
dell'intelligencija russa» (ne II
rumore del tempo, Einaudi 1970,
p. 78). Certo: in Mandel’stam,
d’origine ebraica ma sradicato
(benché avesse studiato da rabbino), in Mandel’stam intellettuale "laico” attratto suo malgrado
dal magma simbolico « giudaicocristiano », questo poteva essere
un dato marginale, ancorché significativo; accessorio, ancorché
sentito.
Ebbene: i motivi protestanti nell’opera poetica jdi Mandel’stam, il clima "riformato” del
suo modo — lucido e laico ■— di
affrontare la sua « epoca di lupi », non erano una semplice metafora: Mandel’stam era (o quantomeno per un certo momento
fu) protestante. Solo, che allora
non lo sapevo.
Anzi, nessuno l’ha saputo, fino
a pochi mesi fa: quando un fuoruscito sovietico, Evgenij Vagin,
ha pubblicato l’incartamento relativo all’iscrizione di Osip Emil’
evie aU’Università di Pietroburgo
(conservato all’Archivio Storico
di Stato di Leningrado, in sigla
LGIA), nel quale compare assieme ad altri, usuali, il seguente
sorprendente attestato:
« Chiesa metodista - episcopale in Finlandia. Certifico con la presente che
losif Emil’evic Mandel’stam, nato a Varsavia l’8.1.
1891 (...), dopo che gli sono state rivolte (...) domande circa la fede e i doveri
della vita cristiana, secondo l’Evangelo, è stato battezzato in data odierna dal
sottoscritto pastore N. Rozen, della Chiesa metodistaepiscopale che si trova a
Vyborg (Finlandia) addì
14.V.1911. Firmato: N. S.
Rozen, pastore ».
(Era allora Vyborg, oggi Viipuri, come tutta l’attuale Finlandia,
e la Polonia con Varsavia, città
natale di Mandel’stam, provincia
dell’Impero russo).
Vuol dire questo che il mancato rabbino Mandel’stam, fu intellettualmente "protestante”? Al
tempo, compagni e fratelli. Il fatto che un letterato d’origine
ebraica,. nella caligine del declino dell’autocrazia zarista (antisemita, e quanto; del resto, non
solo quella), abbia scelto a venti
anni di ricevere il battesimo in
una comunità metodista, di per
sé non vuol dire molto. Qualcosa
di più significherà che un ebreo
russo decisosi per ragioni sue a
"farsi cristiano”, non si sia adagiato nella via ampia e comoda
dell’imperante ortodossia (come
altri fecero), ma sia approdato
ad una chiesa riformata, che ancora nel 1911, nell’Impero russo,
doveva vivere vita non facile.
Uno che viene da una minoranza angariata, che va ad inserirsi in un’altra minoranza (un
po’ meno) angariata: è tutto qui?
In verità no, e proprio in relazione a quel che dicevo sopra,
della tematica "protestante” in
Mandel’stam.
E mi spiego. In linea generale,
la componente riformata è stata,
e viene ignorata, quando si ha a
che fare con la cultura russa. La
quale sarebbe tutta: o ortodossa,
o ebraica, o "settaria”, o (e in
epoca sovietica, prevalentemente)
atea. Anni fa (1975), quando nel
Tredicesimo apostolo rilevai una
forte componente riformata nel
modo in cui Blok guardava a Cristo, ne ottenni solo infastidite
confutazioni; anche Diego Fabbri,
che pure ne scrisse con intelligente simpatia, ritenne di dover
Mandel’stam tra la moglie Nadezda e la poetessa Anna
Achmatova.
contestare una simile “decodificazione” del Cristo blokiano. Forse
non sapeva (e con lui, quanti non
sanno) che Blok veniva da una
famiglia luterana tedesca, e che
dunque la memoria storica in
questi casi la vince sulla consapevolezza ideologica. E con
Blok, quanti altri: Mejerchol’d,
Propp, e via dicendo.
Nel caso di Mandel’Stam, non
è però la memoria storica a farla da padrone: è la scelta consapevole d’un intellettuale ventenne di tutt’altra provenienza, e
formazione.
Insomma: il "protestantesimo”
di Mandel’stam, e con esso lo
« spirito protestante áeWintelligeneija russa » da lui vagheggiato, è solo un abbaglio d’un ebreo
sradicato dell’inizio del XX secolo (o magari, la proiezione mimetica d’un cèco come Masaryk),
oppure una componente significativa, ancorché minoritaria e poco conosciuta, della cultura russa e sovietica?
Cesare G. De Michelis
UNA CONFERENZA DI ANNIE KRIEGEL
Chi sono gli ebrei oggi ?
« Chi sono gli ebrei oggi? »: a
questa domanda mirava rispondere la conferenza della prof. Annie Kriegel di Parigi, tenutasi nel
pomeriggio di venerdì 25 gennaio al teatro Carignano di Torino.
La prof. Kriegel ha illustrato i
vari movimenti, le diverse ideologie che hanno mosso gli Ebrei
negli ultimi 3 secoli, movimenti
che talora partivano da concezioni politiche differenti, ma che
avevano in comune il rispetto
per la tradizione e la volontà di
non perdere la propria identità
giudea. Attraverso la sua analisi.
Taccuino
pastorale
Sono andato a trovarla senza molto entusiasmo: da tempo
non la vedevo più venire in chiesa al culto domenicale, ma anche prima non era molto assidua. Né ero mai riuscito ad avere
con lei un colloquio che andasse al di là delle solite cose che
si dicono comunemente.
Ma come sono entrato nella sua casa, sono rimasto stupito:
il marito non c’era, perché al lavoro nei campi, la tavola era
ancora apparecchiata, nonostante l’ora tarda, e lei era intenta
a leggere il Nuovo Testamento. Con uno sguardo limpido, nella sua parlata siciliana che a stento comprendevo, mi ha spiegato che quelle parole erano per lei profonde di significato e
le scendevano fin nel profondo dell’anima. Aveva deciso di leggersi sistematicamente tutta la Bibbia e, cominciando dalla
Genesi, era arrivata già a II Re. Le genealogie certo erano un
po’ noiose, ma il resto le piaceva molto; più di tutto, però, le
piaceva il Nuovo Testamento, i vangeli soprattutto, e così non^
voleva rinunciare, per due piatti da lavare, alla gioia di riascoltare le parole di Gesù.
Nei mesi passati erano venuti da lei molto spesso dei Testimoni di Geova. In un primo tempo era stata contenta di parlare con loro. Ma poi si era accorta che qualcosa non andava,
perché negavano la divinità del Cristo, avevano idee confuse
sullo Spirito Santo, la loro dottrina sul Regno non aveva solidi
fondamenti biblici, e poi c’era l’assurdità dei 144 mila. Così li
aveva pregati di lasciarla in pace.
Era stata anche in contatto con i pentecostali, apprezzando
la predicazione, biblicamente fondata, ma non capiva perché
avrebbe dovuto abbandonare la sua vecchia Chiesa d’origine.
I pentecostali non le dicevano nulla che già non sapesse.
Inutile dire che di fronte alla serietà ed alla solidità di questa fede me ne sono andato via con la netta impressione di aver
ricevuto una grande lezione.
la relatrice è giunta ad evidenziare le tre maggiori tendenze sociopolitiche del mondo ebraico nel
XIX secolo e nella prima metà
del XX, mondo mosso da una volontà di emancipazione per integrarsi maggiormente nella società: coloro che accettavano la società così com’è, e così come sono vogliono essere accettati; coloro che in collaborazione con le
forze socialiste, si battono per
una società migliore, pur nel rispetto della tradizione e della
Pfopria identità giudea, ma forse
più disposti dei primi a cedere in
qualche punto; da ultimo, il movimento sionista, promotore dell’unità ebraica in uno stato ebreo
in cui fondare una nuova società
in cui essere finalmente liberi.
Annie Kriegel ha concluso
esprimendo la propria soddisfazione per la raggiunta intesa tra
lo stato ebraico d’Israele e l’Egitto, premessa di una nuova vita
per i Giudei.
La conferenza è stata indubbiamente interessante, come tutte
quelle che si tengono nell’ambito
dei Venerdì letterari a Torino;
tuttavia la prof. Kriegel a mio parere non ha affrontato i nodi più
problematici per il mondo ebraico oggi: il rapporto con il cristianesimo, la questione palestinese,
il futuro del giudaismo.
A proposito del primo problerna, la prof. Kriegel, ad una precisa domanda in merito rivoltale
da un signore del pubblico, ha risposto di non averlo trattato volutamente ritenendo la cosa una
questione marginale.
Per il problema palestinese, mi
chiedo come il popolo ebraico,
che ha vissuto secoli di oppressione, possa opprimere oggi un
altro popolo, ben sapendo qual è
la condizione di un popolo in esilio e senza una patria.
Paolo Gay
Intesa: le tappe trascorse
(segue da pag. 1)
stato condotto in tempo utile; le
chiese interessate avevano avuto
modo di esprimersi ampiamente,
sia in via diretta che in sede sinodale; tutte le questioni da esaminare erano state sviscerate in
modo esauriente. Né in sede di
trattativa si verificarono sorprese inerenti al merito delle questioni o circa il modo in cui ciascuna di esse poteva essere impostata. Il momento sembrava
politicamente favorevole. Condurre in porto questa trattativa
minore poteva in definitiva giovare all’azione del Governo anche in relazione alla maggiore
trattativa per la revisione del
Concordato che la stessa delegazione governativa conduceva con
quella vaticana. La conclusione
a cui si pervenne fu idonea ed
unanimemente raggiunta. Molti
si illusero però che il gioco fosse fatto e l’operazione compiuta.
Siamo fermi
o camminiamo?
Col 5 febbraio 1978 si è iniziata una quarta tappa il cui percorso dura tuttora e che si profila lunga e variamente articolata. Di fatto dopo un lungo periodo di stallo la questione sembra ora riprendere cammino. È
questa la tappa nel corso della
quale il Governo deve raccogliere l’avviso tecnico sul testo dell’Intesa raggiunta, da parte dei
vari Ministeri interessati e coinvolti nella pratica attuazione del
protocollo quando esso sarà reso esecutivo nel suo contenuto
da una legge dello Stato.
Si tratta di una tappa importante anche se non decisiva. Una
tappa da superare con pazienza
e disponibilità. Non sarà però
l’ultima. Le tappe in tutto sono
dieci, comprese quelle già trascorse. Di quelle da percorrere
dirò un’altra volta.
Giorgio Peyrot
SOLO UOMINI
Caro Direttore,
leggendo II recente volume di storia valdese a fumetti su Pradeltorno,
ho dovuto rettificare una mia convinzione evidentemente basata su presuntuosa ignoranza o cattiva informazione.
Ritenevo infatti, da vera vanerella,
che la storia valdese l’avessero fatta
uomini e donne, e che queste ultime
vi avessero assunto un ruolo pari a
quello degli uomini; che avessero partecipato alle lotte pagando di persona,
venendo scannate, violentate e torturate; soffrendo anche per i loro cari;
contribuendo attivamente alla resistenza; e svolgendo in più anche quel famoso ruolo subalterno che permettesse agli uomini di combattere e progettare strategie.
Gran presuntuosa, ripeto. Il volume
di Stagnare mi ha insegnato chiaramente che la storia valdese l'hanno
fatta solo loro, gli uomini, in modo del
tutto autonomo e autarchico, provvedendo da soli a tutte le proprie necessità materiali e morali, e soprattutto
essendo i soli veri credenti in lotta
per la sopravvivenza della fede.
Grazie, maschi valdesi! Voi soli siete il popolo di Dio. E grazie anche per
aver lasciato in copertina, fra le immagini maschili, una figura di donna
di cui forse vi è sfuggita l'evidente
incongruenza.
Ma nella prossima edizione, vi prego, toglietela: sarete così totalmente
onesti, come si addice agli eletti.
Rita Gay, Bergamo
PiU’ ALLA MANO
Gentile Pastore,
(..) Ho fatto qualche piccola
indagine tra amici e conoscenti e ho
constatato che tutti si lamentano delle
stesse cose, che 1’« Eoo » non dà sufficiente spazio alle notizie locali, ai
problemi di tutti i giorni, che è staccato dalla realtà, sempre immerso in
difficili questioni teologiche che, pur essendo importantissime, non sempre interessano a tutti. Personalmente sono
molto affezionata al settimanale ma
anch’io lo vorrei più alla mano, meno
intellettuale, aperto, giovane. Ci sono
tanti problemi che toccano la gente
da vicino pur non essendo teologici!
Quando qualche lettore prova a dire la
sua (e non mi riferisco soltanto a me
stessa) si sente rispondere che ha
torto perché il comitato x o y ha
decretato che le cose stanno in modo
diverso; francamente i vari comitati
sono un po' lontani, astratti, non si
capisce perché debbano avere sempre ragione. Perché I'« Eco » non dà
maggiore spazio alla rubrica ■■ Colloqui
con i lettori » in modo da capire ciò
che si aspetta la gente? Molti rinnovano l'abbonamento per solidarietà, ma
trovano determinati articoli un poco pesanti, Il mondo non è fatto soltanto di
professori e teologi, ma anche di noi
gente comune. Senza contare che alcune vallate vengono spesso trascurate,
si parla spesso e con ricchezza di
particolari della Val Pellioe e ben poco
di altre vallate, a cui vengono riservati (per un mucchio di strani motivi)
spazi sempre più esigui, microscopici, tipo il quadratino per Pomaretto
0 quello per Villasecca. Lo capirei se
I'« Eco » uscisse raramente ma è settimanale e dovrebbe dare spazio un po'
a tutti. Possibile che il giornale non
possa parlare di cose non strettamente ecclesiastiche come libri, cinema,
televisione, caro-vita, disoccupazione,
folklore, inquinamento, in modo ampio
riportando testimonianze, suggerendo
soluzioni concrete, organizzando iniziative, cercando il dialogo con Chi
legge? Se no rischia di apparire come un settimanale strettamente religioso. Non voglio con questo criticare
la- Sua opera e quella degli altri collaboratori, ho solo voluto lanciare qualche idea e fare presenti alcùne còse;'
sarebbe bello un « Eoo » rinnovato e
meno ripetitivo e credo che anche i
giovani lo leggerebbero di più.
Cordialmente
Edi Morini, Pomaretto
Molte di queste esigenze sono vàlide
e da tener presenti: meno comprensibili sono invece i sospetti di favoritismi per questa o quella zona. Per ciò
che riguarda gli interventi dei lettori,
abbiamo aperto due nuove rubriche,
oltre a questa: « Scriveteci, vi risponderemo » e « L’angolo di Magna Linòta ». Ma. almeno per ora, la cornice
è ben più grande del ^juadro da contenere... (F.G.).
5
8 febbraio 1980
INTERVISTA A ROBERTO JOUVENAL
Alibi per ii compromesso
Dunque, ricapitoliamo. Da
quando nel 1976 si ricominciò a
riparlare di Concordato ad oggi,
le due commissioni incaricate,
italiana e vaticana, hanno prodotto 4 successive bozze di revisione. La prima nel ’76 non faceva che scrollare le foglie dei
Concordato che erano state seccate dall’avvento del sistema democratico e dalle sentenze della
Corte Costituzionale. La seconda,
del ’77, affermava per la prima
voita la rinuncia al principio delia religione di stato rappresentata dai Cattolicesimo, ma non
ne faceva discendere le necessarie conseguenze in termini di eliminazione dei relativi privilegi.
Quella del ’78, la terza, migliorava di poco le prime due e riceveva dal. Senato la patente di
« fase conclusiva » della trattativa, pur con l’indicazione della
necessità di rivedere alcune materie come matrimonio, insegnamento della religione nelle scuole e enti ecciesiastici.
Una quarta bozza è stata messa a punto nel ’79 dalle due delegazioni e non è ancora stata
presentata al Parlamento. In essa si fa un sensibile passo indietro rispetto alla terza bozza a
partire daila dichiarazione di apertura (non si dice più che il
principio della religione cattolica come reiigione di stato non
è più in vigore, bensì che non è
più in vigore il riconoscimento
di quel principio - che pertanto
in sé resta in piedi!), fin nei diversi dettagii dell’articolato.
— Come mai? Ne parliamo
con Roberto Jouvenal, che da
lungo tempo segue i problemi
dei rapporti tra Chiese e Stato
come evangelico e anche come
giurista.
— Mi pare che si possano indicare due motivi di questo arretramento, uno ecciesiastico e
uno politico. Quello ecclesiastico
è che cominciano a farsi sentire
le conseguenze deli’infiuenza del
papato di Wojtyla; dopo i primi mesi di papato « eclatant » orchestrato in manifestazioni coreografiche, emerge anche qualcosa di molto più sostanziale e
cioè le sue ferme prese di posizione, per cui ia parte più conservatrice della chiesa e dei cattolici italiani si sente appoggiata
e fortificata in quel senso.
E il motivo politico?
— Consiste nell’accresciuta situazione di disfacimento della vita politica italiana che rende ancor più inevitabile e ancor più a
breve scadenza ia soluzione —
se soluzione sarà — della convergenza tra DC e PCI. In questo
contesto, le forze più organizzate della politica italiana hanno
capito che da parte cattolica possono essere tenuti fermi i principi confessionali: non saranno
certo questi ad ostacolare tale
convergenza; anzi, potranno essere un’utile merce di scambio
per la soluzione del problema
politico.
— Quindi secondo te la questione del Concordato sarà per la
DC una battaglia vinta per mascherare la guerra persa?
— Diciamo piuttosto che si
tratterà di un alibi. Andreotti
sperava di condurre una coalizione nazionale, ma di condurla alla De Gasperi. Ora che è scomparso dalla scena e la situazione
si è ulteriormente deteriorata,
diventa necessario un alibi in
campo religioso da sbandierare
per giustificare di fronte all’eiettorato democristiano i cedimenti in campo politico.
— E da parte comunista?
— Mi pare che non vi saranno
difficoltà a concedere questo alibi ed è naturale perché sono altri i problemi che interessano
il PCI. E come già una volta il
Partito comunista è stato disponibile ad un permanere dei Patti
Lateranensi nella nostra Costituzione, guardando ad altri vantag
prevedendo una linea simile per
là situazione odierna. Ma non c’è
caso che come allora sbagliò i
suoi calcoli politici, così il PCI
li sbagli anche ora contribuendo
a perpetuare una situazione malsana di confusione e di ambig^uità per la componente cattolica
della vita politica e sociale del
nostro paese?
— Questo è certo ciò che può
dettare una visione in tempi lunghi. Ma a tempi corti, col fiato
corto di oggi, la situazione è
quella della vigilia di un possibile compromesso storico e . n
questa situazione maturano mag
giormente (oggi come nel ’47) le
condizioni, a livello psicologico
oltre che politico, per il mantenimento di un concordato. Perché che cosa è poi un compromesso se non un concordato laico, o se vuoi il concordato se non
un compromesso religioso? Ma
ciò che dobbiamo affermare con
forza e con chiarezza è una distinzione essenziale. La parola
compromesso storico mi può anche star bene — e con questo
non intendo prendere posizione
né prò né contro il compromesso storico — perché giochiamo
sul terreno politico, un terreno
in cui detta le regole l’arte del
possibile; ma in campo religioso
non mi sta bene perché la religione è una materia di principi
e non può essere questione di
^1
I I I 4 M
L’imponente colonnato di S. Pietro dà
il senso del perenne... Un simbolo anche
per il Concordato?
— In definitiva, non pensi che
ci possiamo attendere gran che
dalle forze politiche in vista di
un chiarimento della presenza
gi (illusori o reali), così nella
presente situazione sarà disposto a concedere alla DC in cambio di altre concessioni il vantaggio di una revisione tutto sommato insignificante del Concordato, accantonando definitivamente il problema della sua abrogazione.
— E le altre forze laiche?
— Mi sembra che in questo
momento le forze laiche non abbiano la forza sufficiente per imporre non dico l’abrogazione del
Concordato ma per lo meno una
sua sostanziale modificazione.
— Alludevi prima al voto dell’art. 7 del 1947 con cui i Patti
Lateranensi furono richiamati
nella Costituzione, voto che ebbe anche l’apporto comunista.
baratti a base di compromessi.
Perché con la propria coscienza
non si scende a compromessi;
mentre in politica-vsk -se sei un
uomo politico devi sviluppare la
capacità di trovare il compromesso del possibile.
della Chiesa cattolica nella società italiana.
f Direi -di- no, per’ le ragioni che ho detto. Ma vorrei aggiungere che anche qualora le forze
politiche avessero la forza e la
volontà di sciogliere positivamente il nodo del Concordato, la
soluzione per la Chiesa cattolica non potrà mai dipendere da
testi legislativi o da scelte politiche estranee, le quali dovrebbero se mai essere la Cóhàéguenza naturale di un mutato clima
spirituale: non è pensabile che
il mutato clima spirituale dipenda dal mutato testo legislativo.
Nessuno si è mai convertito o
rinnovato per decreto legge.
È quindi sulla Chiesa cattolica
che pesa la maggiore responsabilità. Purtroppo sembra oggi
molto lontano il clima del Concilio Vaticano II in cui essa si
dava come linea di condotta
quella di non porre la propria
speranza nei privilegi che le potevano essere offerti dall’autorità civile.
a cura di Franco Giampiccoli
La beffa della revisione
« Se è vero che il problema
del Concordato è un problema
essenzialmente giuridico, è anche vero che il fulcro del sistema democratico italiano, col
quale debbono cimentarsi le tecniche giuridiche, non è lo Stato,
Come opporsi
Per far valere concretamente
le più elementari esigenze di
autonomia dell’individuo e per
contrastare il consolidamento
del potere ecclesiastico in Italia:
* Se scegli il matrimonio, sposati in municipio col rito civile.
Non fare il matrimonio concordatario; il rito religioso, se vorrai, potrai celebrarlo dopo il matrimonio civile.
* Lascia a ciascuno dei tuoi
figli (se vorrai averne) la libera
scelta in materia di religione:
non battezzarli quando nascono
o quando vuole la parrocchia.
* Chiedi l’esonero- dalle lezioni di religione per il tuo bambino. Avrai così notificato (art. 23,
RD 28 febbraio 1930 n. 289) alla
direzione didattica — che deve
rispettarli — il tuo orientamento e la tua posizione di principio: è un diritto del genitore.
Potrai farlo valere in ogni momento della vita scolastica.
* Come genitore esprimi il tuo
parere, che può essere stimolante, nei consigli di classe e nelle
assemblee dei genitori della scuola di tuo figlio. L’indipendenza
di giudizio è un dato prezioso che
può essere determinante contro
le false unanimità o le macchinazioni di gruppi.
* In quanto genitore, insegnante o alunno, opponiti all’organizzazione di cerimonie di culto
durante l’orario scolastico; la
chiesa è sempre aperta a chi la
voglia frequentare.
* Se sei studente, proponi ricerche e dibattiti che riguardino
i rapporti tra lo Stato e le Chiese in Italia. Se sei maggiorenne,
chiedi direttamente l’esonero
dalle lezioni di religione: l’indottrinamento confessionale è dogmatico e contrasta nella scuola
col carattere sperimentale della
scienza e con la genuinità dei
sentimenti.
* Un emendamento al progetto di riforma (in discussione al
Senato) propone di istituire in
tutte le scuole secondarie superiori un corso obbligatorio (a
spese dello Stato) di educazione
religiosa o di « morale naturale »
(«naturale» in senso cattolico
significa divino), da affiancare o
aggiungere alle lezioni di religione cattolica. Discutine pubblica,
mente.
* Se sei chiamato alla visita
di leva, accòrtati che nel primo
questionario alla domanda « religione » non venga automaticamente scritto « cattolica », ma
ciò che avrai effettivamente dichiarato.
* Se sei ricoverato in ospedale e non sei credente, difendi il
tuo diritto di non ricevere il
prete e di non partecipare ai riti
e alle preghiere; uguale rispetto — e pari trattamento ospedaliero — dev'essere riservato in
fatti ai credenti e ai non credenti.
* Le proposte di revisione del
Concordato fanno prevedere,
qualora fossero approvate, una
estensione ancora maggiore e
più massiccia dell’ingerenza ecclesiastica nella società italiana.
Informati e diffondi la documentazione ( « Le revisione del Concordato; una beffa », con il testo
della quarta bozza di revisione,
in « Belfagor », 1979 n. 5. Estratto, a cura dell’ALRI, L. 1.500).
* Metti a confronto con le
bozze di revisione del Concordato il progetto di Intesa che le
Chiese valdesi e metodiste hanno messo a pùnto col governo
italiano, senza pretendere privilegi né fiscali né economici, né
stipendi per cappellani negli
ospedali, nelle caserme, nelle
carceri o insegnanti di religione
nelle scuole pubbliche. Informati
e diffondi la documentazione
(« Testo dell’Intesa tra la Repubblica italiana e le Chiese valdesi
e metodiste », Ed. Claudiana, Torino, L. 1.500).
* Se sei d’accordo, contribuisci a creare un orientamento che
imponga alle forze politiche di
denunciare e abrogare il Concordato.
(da un volantino diffuso dalVALRI —
Associazione per la Libertà Religiosa
in Italia).
non è la Chiesa cattolica, non
sono le Chiese: è l’individuo ».
E in effetti se gli italiani fossero
chiamati con un referendum a
sciogliere il dilemma tra revisione o abrogazione del Concordato dimostrerebbero la stessa
indipendenza di giudizio già
espressa per divorzio e aborto.
L’osservazione iniziale che abbiamo ripreso e le altre che intendiamo di seguito sinteticamente ripercorrere sono espresse in un
efficace commento di Luigi Rodelli alla quarta bozza di revisione del Concordato («peggiore
della terza sia nel contenuto, sia
nella portata politica») (1).
Secondo Rodelli, in questo saggio che merita veramente d’esser letto, in mancanza di precise
direttive parlamentari le trattative per la revisione anziché operare un’armonizzazione del Concordato con la Costituzione
avrebbero operato un "addomesticamento concordatario” della
Costituzione.
Nel raffronto tra "documenti
ecclesiali" e dettato costituzionale emerge il fatto che alcune
parole-chiave, come libertà, eguaglianza etc., non assumono lo
stesso significato per entrambe
le parti. E i cattolici, dal punto
di vista del diritto canonico
( « persone dotate di ragione e di
libera volontà »), finiscono per
essere cittadini di serie A rispetto a quei cittadini che fondano
la propria morale non sul magistero romano ma su un fondamento autonomo. Non solo, ma
non si capisce perché (anzi lo si
capisce fin troppo bene) garantendo la Costituzione libertà di
professione di fede, si finisca poi,
in forza del Concordato, per finanziare, con la cassa pubblica,
un’unica professione di fede:
quella cattolica. Sull’argomento
della libertà religiosa l’ultima
bozza riconosce solo la libertà
della Chiesa cattolica. « Quella
libertà — dice Rodelli — che la
istituzione ecclesiastica cattolica
rivendica a se stessa come istituzione operante nella società
civile ». E questa Ibertà finisce
per diventare "libertà del sopruso, immunità della gerarchia ecclesiastica e disprezzo delle leggi
civili”; una libertà s’intende pagata con i nostri soldi (compresi quelli dei non-cattolici)! Sicché « col suo carattere totalizzante, con la sua struttura gerarchica e col suo parassitismo, la
istituzione ecclesiastica cattolica
costituisce in Italia un’organizzazione di potere assoluto che vive a spese e a danno dell’organizzazione dello Stato democratico e ne ostacola l’instaurarsi
del tessuto connettivo ».
Sul quarto articolo della bozza circa la "condizione degli ecclesiastici” permane il privilegio
dell’esonero dal servizio militare
(«un’alternativa offerta a nessun’altra categoria di cittadini
italiani ») e il sovvenzionamento
dello Stato, attraverso la congrua, ai preti, ai cappellani militari degli ospedali e delle carceri, e ai vescovi. Inoltre « si aggiungano i sussidi, i supplémènti, i contributi per restauri, costruzioni, arredi sacri, le sovvenzioni nelle spese per l’ufficiatura
che vengono erogate dallo Stato,
dalle amministrazioni locali e dagli enti pubblici » e si arriva a
cifre da capogiro.
Le attività degli Enti ecclesiastici siano esse di religione, di
culto, di beneficenza, d’istruzione o di assistenza e di educazione o di altra natura sono esenti
da tributi fiscali. Una misura
quest’ultima intesa ad impedire,
in forza della legge 382, il passaggio nella sfera pubblica degli
G. Platone
(continua a pag. 10)
(1) Luigi Rodelli, Una beffa
storica: la revisione del Concordato. In: Belfagor, V, 1979.
6
8 febbraio 1980
cronaca delle valli
PRIMI RISULTATI DI UN’INTERESSANTE INDAGINE
POMARETTO
Le donne partecipano, gli uomini decidono Consiglio comunale
La Chiesa valdese risponde all’indagine del Consiglio Ecumenico deiie Chiese su « la comunità delle donne e degli uomini nella chiesa » - Diagnosi, valutazioni e proposte concrete
La Tavola Valdese ha chiesto
alla comunità di Pomaretto di
studiare l'opuscolo del Consiglio
Ecumenico sulla « Comunità delle donne e degli uomini nella
chiesa », preparato per « scopri
re nuove vie per Tawenire della
chiesa », e il concistoro ha incaricato rUnione femminile di presentare questo studio nelle 8 riunioni quartierali. Ad ogni riunione si sono raccolte le considerazioni dei presenti di cui citiamo l'essenziale. '
Si è partiti da alcune constatazioni: - V
a) Oggi ci sono molte discriminazioni in tutti i paesi verso
le donne; hanno più pesi da portare, non hanno la « pienezza »,
molte sono litnitate nei loro doni
da fattori esterni.
b) Perché all'inizio del secolo
le donne non votavano nelle nostre chiese?
c) Perché solo da pochi anni
ci sono delle donne pastori, quando invece nel XII secolo una caratteristica del movimento valdese era che la donna predicava?
Gesù e le donne
1. - Domanda dell'opuscolo del
CEC sulTinsegnamento della
Chiesa: Gesù e le donne: In che
modo l’atteggiamento di Gesù
verso le donne è diverso dalle
posizioni religiose e culturali del
suo tempo?
« Nel suo tempo Gesù aveva
un atteggiamento rivoluzionario
verso le donne, come verso tutti.
Capovolge la situazione (es. sono
le prime testimoni della risurrezione, quando le donne allora
non potevano essere testimoni
giuridicamente). Tende la mano
III CIRCUITO
Gruppo di lavoro sull'Eco
delle Valli.
LUNEDI’ 11 FEBBRAIO
ORE 16,45
presso il
Convitto di Pomaretto
INCONTRO
aperto a tutti coloro che
desiderano partecipare.
a chi la chiesa di allora emarginava: parla con la Samaritana,
straniera e donna; difende la
donna adultera; appoggia Maria
che vuole approfondire la propria fede di fronte a Marta, casalinga ospitale ».
Perché dopo, la chiesa si è
adattata alla società? (es. perché abbiamo avuto delle diaconesse e non la stessa figura maschile?). Qualcuno dice che a Pomaretto un progresso si è notato nella vita della chiesa, quando nel concistoro sono entrate
delle donne.
Donne e uomini
nella comunità
2. - Domanda del CEC sulle
strutture ecclesiastiche: Che cosa fanno le donne nella vostra
comunità? Che cosa fanno gli
uomini?
Tra le 6 attività regolari (culto, concistoro, monitori...) e le
16 altre attività presenti a Pomaretto raggruppate nei settori:
giovani, donne, diaconia, ricerca, varie, si è valutato il numero
di uomini e di donne. Le conclusioni sono state: partecipano
molte donne, che lavorano molto. Partecipano pochi uomini,
che decidono.
Proposta 1 di riflessione: a) La
chiesa è proprio così poco interessante che gli uomini preferiscono
altri campi (caccia, politica...)?
Come potrebbe essere diversa?
b) Dobbiamo togliere delle attività? (se facciamo delle cose che
non sono « lievito », e ci stanchiamo per quello che non è essenziale?). c) Che cosa ci manca,
dentro e fuori della comunità?
Un elenco di 12 settori di evangelizzazione è stato proposto, tra
cui ad es. riunioni di famiglie in
zone scoperte, giornate comunitarie con immigrati, ricerca di
« quadri » responsabili per i giovani, coppie miste, contatti con
i cattolici... Ma chi se ne dovrebbe occupare?
La comunità oggi
3. - Domanda CEC: Nella nostra comunità siamo soddisfatti
della situazione attuale o abbia
VAL CHISONE E GERMANASCA
Progetto anziani
Attuale come in vai Pellice è il
problema degli anziani nelle valli Chisone e Germanasca: se ne
è occupato nella sua ultima seduta il Comitato di partecipazione, esaminando i progetti di alloggi per anziani che si stanno
attuando a Fenestrelle e a Ferrerò. Già da diversi anni in vari
Comuni delle due valli si sono
istituiti servizi di assistenza domiciliare e sono sorti centri d’incontro per anziani, inseriti nel
programma zonale dei servizi sociali. Attualmente la situazione
è questa:
Assistenza domiciliare:
— a Perosa Argentina, aiuto domestico e assistenza infermieristica;
— a Villar Perosa, assistenza infermieristica, pedicure, massaggi;
— a Pomaretto, assistenza domiciliare polivalente, assistenza
infermieristica;
— a Pragelato, assistenza infermieristica, sociale e foyer per
una decina di persone.
Centri d’incontro:
— a Porte, adiacente alTambulatorio;
— a S. Germano Chisone, presso
il Municipio;
— a Pomaretto, nei locali del vecchio municipio;
— a Fenestrelle, presso le scuole;
— a Pragelato, nella frazione
Ruà.
A questi ultimi va aggiunto il
centro per anziani della parrocchia cattolica di Perosa Argentina, che ha il servizio di mensa
e di alloggio.
Sul territorio della Comunità
Montana vi sono due istituti per
anziani non più autosufficienti, il
Cottolengo di Pinasca e l'Asilo di
S. Germano, oltre all’Ospedale di
Pomaretto dove la maggior parte dei ricoverati è di età avanzata. In questa situazione, il progetto di creare « foyers » o alloggi riservati agli anziani in valle
è realistico? La vai Chisone e la
vai Germanasca hanno esigenze
analoghe, per cui si può adottare
a Ferrerò e a Fenestrelle la stessa struttura di accoglienza?
E’ risaputo che una persona
anziana desidera più di tutto rimanere in casa propria e si lascia portar via solo quando non
ce la fa più a tirare avanti; in
varie occasioni si è potuto constatare che lo sgombero deh a
neve o l’allacciamento telefonico
di una borgata sono più richiesti
delTassistenza domiciliare.
L'applicazione dei modelli
standardizzati indicati dai progetti regionali deve essere preceduta da un’accurata indagine
presso chi ne deve beneficiare
con quelle correzioni che la realtà locale e il buon senso richiedono.
L. V.
mo una visione diversa della comunità?
« La maggioranza si astiene
dalle attività (a parte le grandi
feste e i funerali). La minoranza
è presente in tutto ». « C’è il desiderio di avere un’altra comunità ». È necessario lo studio
della Bibbia, più preghiera, più
attesa perché ci sia dato lo Spirito Santo.
Bisogna mettere in pratica.
« Avere il coraggio del proprio
atteggiamento cristiano » in un
mondo che insegna a mentire, e
dove regna la truffa. Ci vuole
fantasia (i giovani hanno bisogno di novità); più speranza.
« Non si spera se non si crede
che le cose possano cambiare ».
« È necessaria una migliore conoscenza del prossimo, è quello che
servirebbe ad affiatare la gente »;
perciò fare di più dei pranzi comunitari, gite, « vacanze insieme »... Manca la semplicità, spesso complichiamo (es. la gente che
non si saluta più).
Proposta 2: Al culto « prima e
dopo si chiacchierava quando si
andava a piedi. Ora si parte in
fretta ». Sviluppare di più le nostre informazióni alla fine del
culto, e dei culti fatti dai diversi
gruppi: monitori, corale, Fgei...
Fare un culto dialogato ogni tanto, come succede altrove? (es.
proporre ai diversi gruppi di catecumeni di andare al culto al
posto di una lezione, poi di discutere con la comunità o con
una parte: il concistoro, i monitori...).
Altri temi da approfondire: la
figura del pastore, il concistoro,
l’assemblea di chiesa. Stralcio di
due conversazioni: « Il pastore
attualmente è la guida della comunità ». « Lo vedono come un
amico ». « Ha incombenze che
non dovrebbero essere sue. Una
volta, il funerale lo faceva l’anziano di chiesa ». « La gente non
vuole il concistoro per le visite,
ma il pastore ». Questo è sbagliato; è un centralizzare; bisogna dirlo fraternamente (come
è possibile con 600 famiglie?).
« Si prende impegni che dovrebbe rifiutare soprattutto in una
comunità grande come la nostra ». « Adesso avrebbe bisogno
di 14 serate alla settimana ».
« Per formare una comunità non
si può chiedere tutto a uno. Dov’è il soffio dello Spirito Santo? ».
« Non crediamo che la nostra
comunità rimanga così per sempre ».
Proposta 3.- Il ruolo della “coppia pastorale” tradizionale. Una
“équipe” al posto? Come comunità di fondo Valle avere più
aiuti da parte del circuito.
Proposta 4: Ci vorrebbe una
preparazione per gli anziani del
concistoro.
Proposta 5: Come strutturare
l’assemblea di chiesa perché ci
sia l'apporto di tutti?
La gente di fuori
4. - Domanda CEC sulla Scrittura e il prossimo: La Bibbia si
preoccupa in modo particolare di
tutti quelli che si trovano “fuori” della comunità dei fedeli
(straniero, schiavo, oppresso);
BOBBIO PELLICE
Incendio. — Un ritorno di fiamma di un piccolo fornello a gas,
è stata la causa di un incendio
che ha completamente distrutto
mercoledì 30 gennaio un laboratorio per la confezione di pasta
lavamani. Alle prime fiamme è
accorsa la popolazione che si è
prodigata nel tentativo di spegnere l’incendio, che è poi stato
completamente spento dopo alcune ore grazie all’intervento dei
Vigili del fuoco di Pinerolo e di
Torre Pellice.
Gravi anche i danni all’edificio
che è lesionato in più parti.
come la comunità si occupa di
queste persone?
« Come comunità facciamo poco per noi; come potremo fare
per gli altri? Siamo lontani dal
vendere i nostri beni, come negli Atti ». « Quelli che scendono
dall’Alta Valle sono socialmente
sradicati, hanno dei problemi
che vengono prima dell’inserimento religioso ».
Schiavi: es. noi stessi « non
siamo più schiavi, siamo alienati »: consumismo, televisione...
Il lavoro a catena per gli operai.
Oppressi: es. nelle famiglie:
gli anziani messi in ospizio; le
donne, quando ripetono sempre
gli stessi gesti tutti i giorni della loro vita; o quando mancano
di autonomia. Chi viene licenziato dal lavoro. Il lavoro nero (minorile, degli stranieri, delle donne). Mancanza di libertà religiosa (es. In certe denominazioni)
o di libertà politica (seguire
Amnesty International).
Erfiargirtati:~es. ammalati, persone sole, vecchi: visitarli. C’è
gente disposta, oltre il pastore;
segnalarlo. Obiettori di coscienza al servizio militare: occuparcene.
Indifferenti: « La vera evangelizzazione non è in chiesa che si
può fare. Andare dove sono ». Dire loro: « Ti aspettiamo, non hai
fatto niente di male », cioè non
giudicare, ma incoraggiare. (Distribuire dei lavori: « Vieni e
fai »).
Proposta 6: Documentarsi su
tutti questi campi. Fare dei gruppi?
Suggerimenti pratici da attuare al più presto:
Proposta 1: l) Al concistoro:
un gruppo misto dovrebbe preparare sulla base di questa relazione una ricerca precisa per
continuare quest’analisi in due
direzioni:
I. a) quello che c’è da fare qui,
e della gente da impegnare per
farlo; b) discuterne in assemblea
di chiesa.
IL Posto e peso delle donne
(es. al Circuito, per la preparazione di Pentecoste 80 si è protestato perché 16 uomini e solo
4 donne sono nei gruppi organizzativi).
Proposta 8. 2) Alla Tavola Valdese: Proporre al prossimo sinodo quest’argomento del CEC da
studiare nelle comunità.
Proposta 9. 3) Al Consiglio Ecumenico: Incoraggiare le famiglie delle chiese evangeliche (in
Italia e all’estero a liberare le
donne un giorno alla settimana
dalle occupazioni e responsabilità quotidiane (là dove non ci sono turni in famiglia) per a) permettere loro di uscire dal chiuso della propria famiglia (casalinghe) per: informarsi, studiare...; partecipare a gruppi sociali; occuparsi dì diaconia...; b) o
per riposo per quelle che hanno
doppio lavoro fuori e dentro.
Un altro gruppo, anche con
persone di Pomaretto, lavora a
questo studio del CEC a Pinerolo sul piano di tutte le Valli, e
farà conoscere prossimamente
altri risultati.
Marie France Coì'sson
PINEROLO
Dibattito
Il Centro sociale protestante e la Comunità di base organizzano per mercoledì 13 febbraio, alle ore 20.45, a Palazzo Vittone - Piazza Vittorio
Veneto - Pinerolo - un dibattito pubblico sul tema:
Assistenza,
Enti ecclesiastici,
Fede cristiana.
Al Consiglio Comunale di Pomaretto seduta straordinaria per
affrontare diversi temi urgenti.
Anzitutto l’adozione del progetto
preliminare del piano regolatore
generale intercomunale. Si sentiva l’urgenza di possedere questo
strumento, poiché il Comune non
avendo il suo piano aveva finito
con il bloccare le richieste in attesa di norme. Così è stato immediatamente possibile definire
l’area su cui una cooperativa con
contributi agevolati della Regione costruirà 18 alloggi. Unico
neo: data la configurazione del
territorio, questo nuovo insediamento sfrutterà uno degli ultimi
appezzamenti agricoli redditizi
rimasti. E’ poi stato recepito per
il personale del Comune il D.P.R.
N. 191 del 1.6.'79: « Inquadra
mento del personale dipendente »
ed è stato approvato il piano di
riorganizzazione degli uffici e dei
servizi.
Per quanto riguarda il servizio
di assistenza infermieristica, in
attesa di creare un consorzio con
Perosa, è stato ripreso il servizio
sino al 31.3.’80 affidando Tincarico ad una nuova operatrice. Sono poi state aumentate le tariffe
imposte cani a partire dal gennaio ’80 nel seguente modo: cat.
1” L. 20.000; cat. 2“ 10.000; cat. 3"
L. 5.000 e sempre dalla stessa
data le tariffe raccolta rifiuti che
passano-da L. 120 a L. 155 al mq
per le abitazioni e da L. 180 a 230
per gli altri casi.
Festa dei
Centri d’incontro
Giovedì 31 gennaio, si è svolta
a Ponrjaretto una simpatica festicciola che ha visto protagonisti gli anziani che frequentano i
centri di incontro coordinati dai
servizi sociali della Comunità
Montana. Ben 116 i presenti al
pranzo ed ancor più numerosi
nel pomeriggio al Teatro del Convitto dove gli alunni di alcune
classi del Tempo Pieno avevano
preparato per loro brevi scenette e canti. Non sono mancati i
saluti da parte di alcuni amministratori, improntati all’auspicio
che i centri d’incontro possano
man mano divenire la sede dove
tutta la popolazione trovi uno
spazio per discutere i propri
problemi a partire naturalmente
da quelli della 3“ età ». « Vivere
nella speranza e nel servizio gli
uni per gli altri » ha concluso il
pastore Coì'sson, traendo spunto
da una allegra storiellina cinese.
Infine distribuzione a tutti di
un piccolo dono ed estrazione
dei biglietti di una lotteria. Con
canti e un simpatico rinfresco
si è concluso rincontro.
PERRERO
Vita nuova all’Albarea
Sabato 2 febbraio alla presenza del geom. Bonnet si sono riuniti i proprietari dei pascoli per
andare alla costituzione di un
consorzio per la ripartizione degli utili dell’alpeggio. Dopo diversi anni in cui la borgata è rimasta quasi completamente spopolata, ecco ora comparire alcune iniziative. Tempo addietro si
è costituito un consorzio per il
mantenimento della strada che
collega la borgata a Riclaretto.
Ora parecchia gente, cogliendo
l’occasione delle agevolazioni previste del piano regolatore intercomunale pensa di ripristinare levecchie e caratteristiche abitazioni. Si è già provveduto a realizzare un parcheggio; si sta pensando di costruire un nuovo acquedotto, poiché l’attuale con
l’andare del tempo non è più in
grado di far fronte alle nuove esigenze. C’è anche chi ha ripreso
a dissodare i terreni e a piantare
piante officinali (medicinali) usufruendo dei contributi previsti
dalla Legge Regionale ’68 circa
la conservazione del patrimonio naturale. Infine, durante il
me.se di agosto, sono di nuovo
previsti raduni e feste, riprendendo le tradizioni della zona,
sollecitando la partecipazione
della popolazione che a queste
iniziative risponde con slancio.
A. L..
7
8 febbraio 1980
CRONACA DELLE VALLI
PERRERO
CAMPO DI AGAPE
Una battuta d’arresto
nei rapporti ecumenici
L’inverno passato, una
delle attività che avevano
riscosso maggiore successo presso i cattolici e i
valdesi di Perrero, erano
certo stati gli incontri di
studio biblico. Una settantina di persone erano infatti puntuali ogni mese
per ascoltare Don Mercol
o il past. Rostagno. Conformemente al desiderio
espresso dall'Assemblea di
Chiesa, da parte valdese si
è proposto di riprendere
anche quest’anno gli incontri. Tema indicato « la
Chiesa », da analizzare nei
suoi vari aspetti: i ministeri, il concetto stesso di
Chiesa, Maria madre della
Chiesa ecc. La prima risposta fu positiva, sebbene subordinata alla possibilità da parte di Don Mèrcol di prendere l’impegno
di condurre gli studi da
parte cattolica, poi, dopo
un incontro con gli altri
parroci della Val Chisone
e col Vescovo, Don Bessone, parroco di Perrero, diceva che per quest’anno
era meglio lasciar perdere.
L’Assemblea di Chiesa, che
aveva luogo alcuni giorni
appresso, dopo aver discusso la questione, deci
deva di inviare alla comunità cattolica la seguente
lettera, firmata dal Presidente dell’Assemblea, Aldo
Massel:
Cari Fratelli,
abbiamo appreso con
rammarico che sono sorte
alcune difficoltà alla prosecuzione degli incontri di
studio biblico iniziati lo
scorso anno. La nostra comunità aveva espresso il
suo apprezzamento per
questa possibilità di incontro sul comune terreno della Parola di Dio. Ci sembrava opportuno quest’anno affrontare, sempre su
questo terreno comune,
una serie di temi che permettessero di presentarci
reciprocamente le nostre
posizioni sui punti sui quali non siamo d’accordo.
Questa scelta ci sembrava
utile per chiarirci le nostre
posizioni reali e non quelle che a volte sembrano
delinearsi a livello polemico in una specie di forzatura con cui gli uni descrivono le opinioni degli altri.
Non sappiamo se questa
proposta è accettabile dal
vostro punto di vista. Per
parte nostra — proseguiva
la lettera dell’Assemblea —
Borse di studio
1979 - 80
Sono bandite le seguenti borse di studio valide per Tanno scolastico 1979-80 per studenti della
Media e del Ginnasio Liceo di Torre Pellice e della Scuola Latina di Pomaretto:
N. 2 borse di studio Fontana Roux di L. 120.000;
N. 2 borse di studio Arturo Long di L. 100.000
(con preferenza a studenti originari di Prainollo, Pinerolo, Rorà);
N. 2 borse anonime di L. 100.000 (solo per studenti del Ginnasio Liceo).
Le borse saranno assegnate in base ai titoli di
merito scolastico ed alle condizioni economiche
della famiglia.
Le domande in carta libera vanno indirizzate
al Preside del Liceo di Torre Pellice entro il 10 febbraio 1980 corredate dallo stato di famiglia e da
una dichiarazione del Pastore da cui risulti l’appartenenza alla Chiesa Valdese.
La commissione, composta dai Presidi dei tre
Istituti, assegnerà le borse a suo insindacabile
giudizio.
Torre Pellice, 25 gennaio 1980.
Il Moderatore
Stenta a nascere la sezione staccata di Istituto
Tecnico a Perosa Argentina, di cui ha già parlato il
nostro giornale (cfr. EcoLuce del 18 gennaio 1980).
Giovedì sera, convocata
dalla presidenza del Distretto Scolastico, si è tenuta in Municipio a Perosa una riunione di amministratori e operatori scolastici, in cui il preside delTlstituto Tecnico « Buniva » ha presentato i problemi derivanti dalla prospettiva di istituzione di
una sezione staccata a Pelosa: occorrono attrezzature, locali idonei, insegnanti disponibili. Nelle
piccole scuole gli spezzoni
di orario di cattedra stentano ad essere coperti. Solo per l’acquisto delle macchine da scrivere per ragioneria occorrerebbero 15
milioni.
Le difficoltà sono parse
grandi anche agli intervenuti. Il preside delTITIS
che ha già una sezione
staccata a Perosa Argentina ha proposto una mo
desideriamo esprimere con
questa lettera la nostra
piena disponibilità a riprendere in qualsiasi momento gli incontri di studio biblico, sui temi da
noi proposti o su altri, sperando che possiate darci
presto una risposta positiva anche da parte vostra.
In attesa di leggere una
vostra risposta — concludeva la lettera —, vi salutiamo con affetto in Cristo, nostro comune Signore e Salvatore e vi auguriamo anche, nell’imminenza del Natale, di poter
vivere questo tempo sotto
la benedizione e la grazia
del Padre Celeste.
I^ risposta da parte cattolica veniva dopo un paio
di settimane, a firma del
parroco, sul bollettino parrocchiale. In essa si dice:
L’Assemblea della Chiesa Valdese di Perrero-Maniglia ha manifestato il desiderio di proseguire gli incontri di studio biblico iniziati lo scorso anno. Anche da parte cattolica si
era espressa allora questa
intenzione. Ma sono sopravvenute alcune difficoltà per cui al momento si è
dovuta sospendere l’iniziativa. Anzitutto la difficoltà
di trovare chi sostituisse
il Can. Mercol — attualmente impossibilitato —
per guidare da parte cattolica gli incontri. Inoltre —
prosegue Don Bessone —
si è notato come i rapporti tra le due chiese soffrano ancora di una certa fatica. Le calunnie contro il
Pontefice Romano pubblicate tempo fa sull’Eco delle Valli Valdesi, l’impennata degli insegnanti valdesi
al Consiglio dei Docenti
contro l’insegnamento re
ligioso nelle scuole, la posizione assunta dall’ultimo
Sinodo valdese-metodista
tenuto a Torre Pellice dal
29-1 al 3-8-’79 ci hanno
edotti che il vero dialogo
fra cattolici ed evangelici
non è ancora avvenuto. Si
ha l’impressione che il cattolicesimo di cui i fratelli
valdesi parlano derivi da
una visione superficiale o
perlomeno parziale ed antiquata. Tuttavia prendiamo atto della proposta di
nuovi incontri da parte
valdese con i temi da affrontare su chiesa, ministeri, successione apostolica, ecc...; facendo però
osservare come questi temi rischierebbero di essere terreno di polemiche
più che spunto per approfondire le motivazioni di
fondo delle due chiese e le
testimonianze cristiane comuni. Per questo è importante — conclude l’articolo — che lo stesso ultimo
Sinodo Valdese abbia spinto ad un rapporto tra evangelici e cattolici « sulla base della meditazione comune della scrittura ». Pertanto in questo momento
una risposta positiva alla
richiesta di nuovi incontri
è forse prematura, ma ci
riserviamo di farlo al più
presto possibile. Intanto
si spera di continuare a
convivere con spirito di
vera fraternità ed amicizia; spirito che cercheremo da parte nostra di coltivare ed intensificare.
Per quest’anno, dunque,
tutto rimane fermo e dalla risposta di Don Bessone pare che questo avvenga per colpa dei valdesi.
Ci permettiamo di dissentire.
P. R.
PINEROLO
Alloggi In cooperativa
La Cooperativa 1° Maggio ricorda a quanti non sono
proprietari di alloggio e non siano assegnatari di alloggi
di case popolari, che possono iscriversi presso le sedi
dei sindacati a Pinerolo, alla cooperativa stessa.
Gli alloggi che la cooperativa intende costruire se riceverà i necessari finanziamenti regionali sono « a proprietà indivisa », cioè sono alloggi di proprietà della cooperativa che li cederà in uso ai soci dietro pagamento
di un canone inferiore a quello dell’equo canone.
Istituto tecnico
0 Perosa Argentina?
desta sperimentazione di
biennio valido sia per
TITIS stesso, sia per i ragionieri e geometri.
È stata sottolineata anche la destinazione massiccia delle scuole esistenti
(scuola RIV, ITIS e ora,
forse, Istituto tecnico) alla popolazione maschile,
mentre manca nel Distretto una politica scolastica
destinata alle ragazze.
Parecchi interventi hanno auspicato, come più urgente, la soluzione del problema della formazione
professionale, sia con un
potenziamento della Scuola-RIV, sia con l’istituzione
di corsi per artigiani, operatori agricoli, turistici, forestali.
In conclusione, anche se
non respinta, la prospettiva dell’Istituto Tecnico a
Perosa, desta perplessità
numerose e lascia insoluto il problema di una scuola che permetta di formare operatori che possano
trovare sbocco nel territorio.
c. t.
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Il lavoro e la vita
(campo per lavoratori italiani, francesi e spagnoli) in collaborazione
con le Equipes Ouvrières Protestantes.
Data; 1-4 maggio 1980 — Lingue: italiano, francese, spagnolo
Luogo: Zona industriale di Fos sur mer, nei pressi di Marsiglia.
Il numero dei partecipanti italiani è limitato a 25.
IL TEMA: 1 lavoratori non si esprimono più oggi, soprattutto i più
giovani, nello stesso modo di dieci anni fa sul lavoro e sulla vita:
per citare alcuni esempi sono ridiscussi il contenuto del lavoro, la
qualificazione richiesta, l'organizzazione del lavoro, le forme di lotta
e le possibilità di distacco dal lavoro, il rapporto con le organizzazioni sindacali e con i partiti, ecc.
È sembrato importante confrontare il dibattito che avviene su questi temi in Italia, in Francia e, possibilmente, in Spagna.
Un altro elemento di discussione riguarda l’influenza che può (o
non può) ancora avere sui lavoratori l’etica cattolica e l'etica protestante del lavoro, nelle sue formulazioni tradizionali. C'è oggi la
scoperta di una nuova etica del lavoro nella quale l’Evangelo aiuterebbe a nuove scoperte, per un comportamento diverso?
Per favorire la discussione saranno presentati due documenti di
lavoro per parte; gli italiani e i francesi avranno a disposizione pagine di documentazione sulla situazione generale nel proprio paese; inoltre sul tema dell’incontro sarà presentata una breve documentazione su; a) alcune opinioni di lavoratori su come vedono II
lavoro e come lo vivono; b) la politica del sindacato; c) ciò che
i lavoratori e il sindacato considerano l'etica cristiana tradizionale
del lavoro.
IL PROGRAMMA nelle grandi linee, è previsto in questo modo;
Giovedì 1° maggio; ore 14, inizio ad Istres - presentazione generáis e personale;
Venerdì 2 maggio; scoperte della zona di Fos a gruppi: 1) la siderurgia; 2) la petrolchimica; 3) il porto; 4) e 5) lo sviluppo urbano. - sera, riunione pubblica sulle lotte dei lavoratori in Italia (a Istres o a Entressen).
Saboto 3 maggio: giornata di scambi e di riflessione sul tema dell’incontro.
Domenica 4 maggio: valutazioni e progetti per un’eventuale continuazione.
Sistemazione dei partecipanti: Saremo alloggiati al centro della
Mission Populaire di Entressen ed in alcune abitazioni di Istres;
i pasti saranno presi in comune.
Costo dell'incontro: 45.000 lire. Caparra 10.000 lire.
Iscrizioni a AGAPE CENTRO ECUMENICO — 10060 Pralì (Torino)
Tel. (0121) 8514.
Notizie utili
Concorso per 3 posti di
operaio e un posto di conduttore
di motocarro leggero
Pinerolo. - L’Azienda Municipalizzata Gas, Acqua e
Servizi ha bandito un concorso a tre posti di operaio
per il servizio gas-acqua ed un posto di lambrettista per
il servizio raccolta rifiuti. Titolo di studio richiesto : diploma della scuola d’obbligo.
Gli interessati possono chiedere informazioni presso
la sede delTAMGA, via Vigone 44, Pinerolo.
Training per gestanti
La Comunità Montana Val Pellice organizza un corso di preparazione al parto che si svolgerà ogni settimana il lunedì dalle 17 alle 19,30 presso il Centro Giovani,
via Repubblica 3 a Torre Pellice.
Per informazioni o iscrizioni rivolgersi alla Comunità
Montana o alle diverse sedi del consultorio.
Il costo complessivo del corso è di lire 5.000.
Operai per la Beloit
La Beloit ha richiesto alTufflcio di Collocamento di
Pinerolo operai di 4” e 5® livello. Per informazioni rivolgersi alTUffìcio di Collocamento di Pinerolo e all’ufficio personale della Beloit.
Il domani è: furto, vita, infortunio
La risposta è:
COMPAGNIE RIUNITE
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Telefono 91840
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8
8
CRONACA DELLE VALLI
8 febbraio 1980
valli chisone e germanasca
Guardie ecologiche
Un nuovo molo che tra poco sarà una realtà nella lotta per la protezione
dell ambiente naturale contro l’inquinamento e le calamità naturali
Mentre si sta concludendo una delle ultime lezioni
del corso di formazione
per guardie ecologiche promosso dalla Comunità
Montana Valli Chisone e
Germanasca, poniamo alcune domande agli organizzatori ed ai partecipanti.
— Anzitutto qual è il
ruolo della guardia ecologica?
— Il ruolo è molto ampio e tutto da costruire
nella pratica, esso però sta
neH’ambito delle competenze della Legge Regionale
n. 68 del 6 novembre ’78
« Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale»; concretamente alla
guardia ecologica spetta il
compito di vigilare sull’ambiente e sul corretto
intervento dell’uomo sulla
natiua nei diversi settori,
dall’accensione dei fuochi
campestri alla limitazione
dei percorsi effettuati con
mezzi motorizzati fuori
strada, dalla disciplina della raccolta dei prodotti
del sottobosco (fimghi, fragole, lamponi, ecc.), alle
piante ofHcinali (medicinali), dalla fauna (lumache,
rane, gamberi, ecc.), alla
vigilanza circa gli inquinamenti causati da depositi
di rifiuti di qualsiasi genere o da idrocarburi immessi in fiumi, laghi, ecc.
Il ruolo della guardia
ecologica si inquadra poi
in un piano di educazione
ad un più corretto rapporto con la natura che di
giorno in giorno si rende
sempre più necessario.
D’altra parte si deve tener presente come alle nostre vallate verrà sempre
di più assegnato il ruolo
di polmone verde del polo
torinese che a meno di 40
km. raccoglie più di 2 milioni di abitanti. Mentre
è comprensibile l’esigenza
del torinese di uscire, d’altra parte, la montagna va
ora più che mai difesa affinché possa ancora essere
abitata, nel tempo, dando
alla sua gente dei redditi
remunerativi tramite conversioni di attività o promuovendone di nuove. Si
pone quindi il grosso problema . di una azione corretta, educativa e formativa; è chiaro a tutti che è
un compito arduo dopo 20
anni vissuti senza una chiara programmazione e alla
insegna dell’egoismo più
sfrenato (speculazioni, eccetera).
— La Legge pone solo
delle limitazioni e dei divieti o_ detta anche delle
indicazioni in positivo?
— La Legge prevede che
dopo il danno si provveda al disinquinamento ed
al ripristino (sia nei corsi
d’acqua che nei boschi)
tramite piani d’intervento
tra Regione, Enti Locali e
privati e ad operazioni di
controllo degli equilibri
che si devono rigenerare
negli habitat sconvolti.
Prevede ancora contributi per l’incentivazione della
coltivazione delle piante
protette ed ancora finanziamenti sino al 90% della
POMARETTO
Vìsita agli anziani
Domenica 20 gennaio, noi
del quarto anno di Catechismo, abbiamo avuto la nostra « giornata » alla Casa
di Riposo di S. Germano.
In mattinata ci siamo
riuniti per una breve meditazione, poi ci siamo divisi in gruppi ed abbiamo portato il saluto delia
nostra Comunità agli ospiti
visitandoli nelle camere.
Abbiamo pranzato con il
personale e discusso dei
vari problemi riguardanti
la vita dell’istituto con la
direttrice. Per lasciare un
ricordo della nostra visita
nel pomeriggio abbiamo
condotto gli anziani per un
viaggio attraverso le nostre
valli mediante la proiezione di alcune diapositive. Ci
siamo poi riuniti insieme
per portare avanti il nostro
studio sui comandamenti
soffermandoci in modo
particolare sul comanda
mento « Onora tuo padre e
tua madre... » che collegato
con la realtà in cui ci trovavamo assumeva un significato particolare.
Ciò che ci ha colpito di
più è stata la grande riconoscenza delle persone che
abbiamo incontrato per
quei pochi momenti passati assieme; questo ci ha
fatto capire la realtà di solitudine in cui trascorrono
le giornate nonostante non
manchi loro niente da un
punto di vista materiale e
come un piccolo sforzo da
parte di ognuno di noi basterebbe a renderli felici
ed a rompere questa monotonia. Siamo molto riconoscenti alla direttrice ed
a tutto il personale che ci
ha permesso di trascorrere
questa giornata cosi costruttiva anche per noi.
Anita, Emilio, Massimo
e Mauro a nome di tutti
L’angolo di Magna Linota
Cara magna Linota,
perché sull'Eco delle
Valli non trovo tante notizie interessanti che leggo
invece sugli altri giornali
del Pinerolese? Sui vecchi
numeri dell’Eco che conservo ancora si parlava anche di tutto quel che succedeva qui da noi, dall’allevamento dei bachi da seta ai prezzi sul mercato e
all’incendio della cascina.
Adesso invece discutete
sempre sulle teorie.
Caro lettore,
alcune delle notizie che
ti dispiace di non trovare,
oggi le sappiamo da tante
altre fonti a cominciare
dalle radio locali e sareb
be forse inutile ripeterle
una volta di più. Per altre
invece, mi sembra che non
vi siate ancora resi conto
che non dovete essere solo
i lettori del giornale, ma
anche i collaboratori. Perché, tutte le volte che venite a sapere una notizia
interessante non ce la comunicate? Probabilmente
non potremo pubblicare
sempre tutto, ma ci fornirete un materiale prezioso
e permetterete di stampare un giornale che corrisponda sempre meglio a
quel che desiderate. Basta
avvertire il vostro pastore,
(o l'incaricato locale dell'Eco) che provvederà a
trasmettere la notizia.
spesa ritenuta ammissibile per la costituzione di
aree idonee a raccogliere
il turismo sociale ed il
campeggio libero. Sono
già sorte o saranno allestite prima dell’estate varie aree attrezzate nei comuni di Porte, Pramollo,
Villar Porosa, Pinasca, Pomaretto, Perrero, Prali,
Massello, Salza, Fenestrelle, Usseaux, Pragelato ed
altre saranno finanziate
per gli anni futuri. L’obiettivo è chiaro; se vogliamo
che il cittadino rispetti la
natura dobbiamo fornirgli
gli strumenti essenziali affinché trovandosi a suo agio verifichi nel concreto
che vai la pena di mantenere integro l’ambiente
per poterne ancora usufruire.
— Mi pare di capire che
vi è un grosso problema
di crescita culturale della
gente in cui le guardie ecologiche rappresentano
un punto di riferimento...
— ...Sì, infatti si prevede
che si costituiscano dei
gruppi nelle varie vallate
con dei coordinatori. In
via provvisoria sono stati
designati coordinatori Nevio Giampiero di Villar e
Binelli Nicoletta di Pomaretto ed è stato fissato il
programma degli incontri
mensili.
In queste riunioni oltre
ad organizzare le pattuglie,
si punterà sul confronto
delle esperienze, sui problemi che emergono di volta
in volta. La guardia ecologica è quella persona a
cui viene richiesto di svolgere un doppio ruolo; di
divulgatore e di animatore da una parte e dall’altra di colui che reprime
e punisce le violazioni al
patrimonio di tutti. Non
tutte le guardie avranno
contemporaneamente queste capacità, ma è l’associazione che nell’insieme
curerà questi vari aspetti.
In questa prospettiva è
previsto che le guardie ecologiche vadano sempre
almeno in coppia a compiere il servizio di vigilanza
e poi durante le varie feste o durante l’estate e
nelle scuole siano un traniite, organizzino delle riunioni di informazione per
villeggianti, con gli alunni
eccetera.
— In una delle serate si
è parlato in particolare di
organizzazione delle guardie, del loro equipaggiamento, ecc., volete dire come prevedete di fare?
— Oltre ai normali strumenti per controllare le dimensioni delle chiocciole
o il peso dei funghi raccolti, prevediamo di fornire
alle guardie macchine fotografiche e binocoli ed
eventualmente radio ricetrasmittenti portatili; questi sono strumenti importanti per chi è chiamato
ad individuare e colpire
coloro che speculano coscientemente o fanno del
bracconaggio. La Comunità Montana fornirà una sede, si provvederà a corsi
di aggiornamento, le squadre avranno di volta in
volta un ordine di servizio, avranno un distintivo
di riconoscimento.
Alle stesse guardie verrà
poi chiesto, nel procedere
del lavoro, di esprimere
opinioni circa l’adeguamento delle norme relative
alle concessioni che la Comunità Montana rilascia a
coloro che per lavoro o
per studio raccolgono piante medicinali. Ed ancora,
esprimerà pareri circa la
protezione parziale o totale
della flora (normalmente
si protegge con vincoli
stretti la flora e la fauna
che rischia di scomparire
da una determinata zona e
li si toglie quando tale
pericolo cessa).
Il corso è stato sempre
ben frequentato nonostante le forti nevicate e la dispersione di coloro che vi
hanno partecipato anche
da fuori valle (18 da Perosa - 14 da Pinerolo - 13 da
Fenestrelle - 12 da Pomaretto - 10 da Villar, ecc.).
Questa è stata anche l’indicazione che l’esigenza è
fortemente sentita. Vi è
sempre stato dibattito nonostante le ore serali, in
particolare sui temi centrali (protezione della fauna e della flora, ruolo delle guardie ecologiche, protezione dagli incendi, alimentazione e soccorso in
montagna). In effetti il cor
so con la sua ampia articolazione su tutti i problemi della montagna, è stata
un’occasione importante di
crescita per capire le cose
che sono da farsi. La conoscenza diretta e viva
delle situazioni di ieri e di
oggi, il desiderio palese di
vedere risorgere la montagna superando certo fatalismo spesso presente in
questi anni, sono stati i
dati incoraggianti che sono
emersi da chi ha aderito a
questa iniziativa.
— Il corso è terminato, i
partecipanti sono immediatamente delle guardie ecologiche giurate?
— Ora sono terminate le
lezioni teoriche, si prevedono ancora per il 22 febbraio una visita al museo
di zoologia, in aprile all’orto botanico, poi sempre
nella primavera escursioni
guidate da esperti in alcuni dei luoghi tipici della
nostra flora (vallone di
Bourset, Gran Dubbione o
Massello ed una fine settimana nel Trentino per confrontare le esperienze con
chi è già più avanti in queste iniziative.
Nelle prossime settimane
102 candidati verranno sottoposti ad un esame sulle
varie materie presentate
con particolare riferimento all’applicazione della
Legge Regionale n. 68.
Dopo questo adempimento la C. Montana invierà
l’elenco alla Regione per il
riconoscimento che il Prefetto, dopo i regolari accertamenti, darà; ad approvazione ottenuta il candidato presterà giuramento
davanti al Pretore.
Intervista a cura di
A. Longo
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8 febbraio 1980
CRONACA DELLE VALLI
EGEI - VALLI
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Leggere la Bibbia Assemblea delle corali
Nel quadro dei convegni di informazione e formazione biblica
organizzati dalla FGEI-Valli domenica 27 gennaio ha avuto luogo a Pomaretto il secondo incontro sul tema « Come leggere
la Bibbia ». Questo faceva seguito all'incontro di Torre Pellice svoltosi a dicembre che doveva rispondere alla domanda;
« Perché la Bibbia? ». A Torre
Pellice si erano confermate le
tesi della relazione di Sergio Ribet, il quale affermava che la
Bibbia è umana e non divina,
dialettica e non dogmatica, realistica e non idealistica e che va
letta come un libro difficile, ma
pure come un libro facile. Questo convegno ha invece fornito
gli strumenti per una lettura
biblica più approfondita e corretta.
Il relatore Eugenio Bernardini, partendo dal testo di Genesi
4/1-16 (Caino e Abele) ha invitato i gruppi di lavoro a rispondere ad una serie di domande
incentrate sull’analisi del testo.
Un punto di partenza e di confronto era dato dal sermone del
pastore R. Coisson e dalle indicazioni fornite dalla relazione
ciclostilata. Bernardini ha illustrato in questa i principi del
metodo storico-critico di lettura
biblica, e le tappe del lavoro di
esegesi. Dal lavoro dei gruppi
sono risultati molti dei pregiudizi ed errori che comunemente
influenzano la lettura di un testo biblico. Si è poi vista inoltre
la necessità, per una migliore
comprensione, di impiegare strumenti quali commentari, dizionario biblico, libri specifici; si è
pure riaffermato il bisogno di
studiare la Bibbia in gruppo, meglio, almeno al principio, se coadiuvati da chi è già un po’ pratico di questo lavoro (non necessariamente un pastore).
A conclusione dei lavori in
gruppi. Bernardini, basandosi
sullo studio da lui fatto e da
quanto è risultato dai gruppi ha
spiegato i metodi e chiarito i
dubbi sorti durante il convegno.
A sera i partecipanti numerosi
(una cinquantina) hanno manifestato soddisfazione sia dell’andamento del convegno, sia della
accoglienza ed ospitalità della
comunità di Pomaretto, che ancora ringraziamo.
Paolo Gay - Nora Ricca
Le Corali Valdesi delle Valli,
con quella di Torino, hanno avuto domenica 3 febbraio a Pinerolo una assemblea, nella quale sono stati discussi alcuni aspetti della loro attività, di particolare interesse e degni dell’attenzione delle comunità.
Innanzi tutto si è discusso della eventualità che le Corali entrino a far parte di una costituenda « Federazione dei Cori
piemontesi ». Questo tipo di associazione, che esiste già in altre
regioni, come il Trentino e la
Lombardia, avrà lo scopo di diffondere il canto corale nella regione, di conservarne il patrimonio corale ed etno-musicale, di
coordinare l’attività dei gruppi
fprneqdo loro gli aiuti tecnici ed
organizzativi necessari. La Federazione, che potrà godere del .sostegno morale e finanziario dell’Assessorato alla Cultura della
Regione, è in via di progettazione per opera di un comitato che
vedrebbe di buon grado l’adesione a tutti gli effetti delle Corali
Valdesi. Questo comitato ha
approntato una bozza di statuto
che andrà rivisto e discusso in
ANGROGNA
Quando gli sci erano pezzi di legno
Sessant’anni fa, dopo l’armistizio della prima guerra mondiale, ricordo benissimo — anche
se allora ero solo un ragazzino — che alcuni Alpini, tornati
dalle trincee del Carso, raccontaràno che d’inverno per trasferirsi da una località all’altra usavano «due pezzi di legno » che
si legavano ai piedi: erano gli
sci!
Por noi ragazzini questi racconti avevano qualcosa di straordinario e insistevamo con i nostri
genitori affinché ci procurassero
questi famosi « sci ». E dopo un
po’ il nostro insistente desiderio
veniva appagato: si tagliava un
frassino, lo si portava alla segheria, lo si faceva in seguito
bollire per riuscire meglio a curvare le punte e come attacchi si
applicavano solo strisele di
cuoio. Per bastoncini due rami
di nocciolo bastavano. Ecco questo era il primo tipo di sci —
se così si può chiamare — visto
e praticato ad Angrogna.
Gli spartineve non esistevano
e le poche persone in possesso
di « un paio di assi ai piedi » —
come dicevano gli anziani di allora — facevano la spola tra le
borgate e il Capoluogo per comprar da mangiare.
Pian piano alcuni del fondo
Valle cominciarono a salire al
« Passel » la domenica mattina:
tutti molto meglio equipaggiati
di noi. Come ben si sa i monta
nari sono timidi e di conseguenza noi si andava al « Passel » in
perlustrazione per vedere come
sciavano « quelli di fuori ». E naturalmente si andava senza i
nostri rudimentali sci, per paura
di essere derisi.
Poi, nel 1926 incominciarono
le competizioni e fin da allora
gli angrognini — che nel frattempo in materia di sci si erano
aggiornati — vi parteciparono
con passione. E in mezzo secolo
di pratica sciistica un solo atleta — per dirla in gergo sportivo — è riuscito a sfondare. Parlo ovviamente delTex-olimpionico Willy Bertin che con le sue
vittorie ha fatto anche conoscere
il minuscolo comune di Angrogna.
Oggi, 1980, c’è un gruppetto di
giovani sportivi che lasciano
realmente sperare. Basti dire, a
dimostrazione del fatto di quanto
sia sentito questo sport in Val
d’Angrogna, che attualmente abbiamo otto maestri di sci su una
popolazione non più numerosa.
Purtroppo quando si parla di
sci s’intende subito la discesa.
Vengono in mente spettacoli che
abbiamo visto tante volte: code
di macchine, calca di gente, affollamento, poco spazio...
Ma chi prova a salire, con gli
sci ai piedi, fin verso i 2.000 proverà altre soddisfazioni. Certo
lo sci di fondo è più faticoso
della « discesa ». Ma come tutte
le cose che richiedono impegno
e sacrificio anche questa sa procurare maggiori soddisfazioni.
Non solo, ma il fondismo irrobustisce sul serio.
Alfredo Monnet
ANGROGNA
Prenotatevi in tempo al pranzo del XVII ritirando il biglietto
(L. 5.000) presso gli anziani o il
pastore. Le iscrizioni al pranzo
(organizzato dalTUn. Femminile)
si chiudono la sera di mercoledì 13 corr.
• Assemblea di Chiesa il 10
febbraio alle 10 in Cappella: Finanze... e dovremo anche decidere il luogo dove organizzare, il
XV agosto. Quest’anno fortunatamente tocca a noi!
• Il Concistoro s’incontra domenica 10 c.m. alle 20 al Presbiterio. Ogni anziano porti la lista
dei membri comunicanti.
POMARETTO
Diamo il benvenuto a: Paolo
Baret di Italo e Carbone Minuccia ; Debora Cneah Eng di Suan
e Peyran Marinella; Patrizia
Tron di Gilberto e Daniela Costantini;Alex Ferrerò di Franco
e Pastre Vera.
Ai nuovi arrivati ed ai loro genitori gli auguri fervidi di tutta
la comunità.
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Avviso pubblico
La Comunità Montana Val Pellice assume un’Assistente
Sociale e un Operatore di Segreteria in sostituzione di due
dipendenti in aspettativa per maternità.
Per l’Assistente Sociale
Settore d’intervento:
— servizio sociale professionale;
— primo contatto con l’utenza;
— assistenza domiciliare;
— servizi e attività consultoriale (momento adulti);
— centro d’incontro/recapiti dei servizi;
— assistenza economica.
Requisiti richiesti:
— diploma di scuola media superiore;
— diploma di assistente sociale (corso triennale);
— età compresa tra i 21 e i 35 anni;
— patente automobilistica « B »;
— sarà titolo preferenziale l’esperienza in servizi di territorio.
Per l’Operatore di Segreteria
Settore d’intervento:
— dattilografia;
— ciclostilatura di lettere;
— documentazione;
— cura del magazzino e acquisto di materiali.
Requisiti richiesti:
— licenza di scuola media inferiore;
— età compresa tra i 18 e i 35 anni;
— patente automobilistica « B ».
Per tutti e due gli operatori, ma soprattutto per l’assistente sociale: disponibilità a collaborare con gli altri operatori di territorio, a cogliere gli aspetti sociali e globali delle problematiche affrontate, facilità e disponibilità al rapporto con
gli altri e a divenire promotori di salute sul territorio.
La selezione dei candidati avverrà attraverso un colloquio
ed eventualmente una prova pratica con apposita commissione.
Le domande, corredate di tutto quanto possa dimostrare
il curriculum personale e l’esperienza, dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12 del giorno 18 febbraio 1980 alla segreteria di questa Comunità Montana — Sezione Servizi Sociali — Piazza Muston 3 — Torre Pellice — Tel: 91514 - 91836.
IL PRESIDENTE
Arch. PIERCARLO LONGO
base alle osservazioni e le richieste dei futuri aderenti.
È chiaramente una iniziativa
che deve godere della massima
attenzione, non solo da parte delle singole corali, ma anche delle
chiese, tenuto conto dei risvolti
culturali impliciti, ma soprattutto delle possibilità di testimonianza evangelica che si aprirebbero.
L’Assemblea delle Corali ha deciso di invitare i singoli gruppi a
valutare con serietà la questione e di raccogliere, entro il 15
marzo, i pareri emersi, possibilmente accompagnati dai nullaosta, se così si può dire, dei concistori. Dopo questa consultazione della base potrà poi prendere
il via il lavoro succéssivo alTin- terno del comitato promotore
della Federazione.
Il secondo argomento trattato
dalla Assemblea è stato quello
della cosiddetta «Festa di Canto».
Seguendo la linea, accettata da
tutti, di tenere l’incontro delle
Corali alternativamente un anno alle Valli e un anno in una
comunità fuori delle Valli, grazie all’interessamento della Corale di S. Giovanni, quest’anno
si è affacciata la possibilità di
avere l’incontro a Cuneo.
Facendo capo alla Chiesa Battista di Cuneo, con l’appoggio
dell’Assessorato alla Cultura della città e con la collaborazione
della « Corale Città di Cuneo »,
TU maggio le Corali Valdesi avranno l’opportunità di portare
il loro canto in segno di testimonianza nel capoluogo cuneese. Il
programma della manifestazione
prevede un culto al mattino ed
un concerto di canti religiosi,
storici e popolari al pomeriggio.
È sui>erfiuo aggiungere che tutte
le Corali hanno aderito con gioia
all’iniziativa, nel ricordo della
perfetta riuscita dell’incontro di
due anni fa a Milano.
L’ultima parte della seduta è
stata dedicata all’informazione
reciproca sull’attività delle singole corali. Molte di esse saranno impegnate, nel corso dei prossimi mesi, in vari concerti e in
TORRE PELLICE
Il pranzo comunitario del 17
febbraio avrà luogo, anche quett’anno, presso la Foresteria, gentilmente concessa. I biglietti sono in vendita presso il negozio
di elettrodomestici Pellegrin a
L. 5.000.
• Il 16 sera verranno accesi
i falò alle ore 20. Segnaliamo in
proposito l’iniziativa dei Cadetti
e del Coretto che prepareranno
un falò, con l’aiuto di alcimi volontari, nel prato adiacente il
tempio dei Coppieri. Dopo il falò, verso le 21 la comunità è invitata nel tempio, dove il Coretto presenterà una breve riflessione sul significato del 17 febbraio con canti e letture appropriate.
• L’inizio dello studio biblico
del giovedì e del sabato, già annunciato, è per il momento rinviato, in attesa che concluda i lavori il gruppo biblico del lunedì
sera (ore 20.30 alla Casa Unionista).
• Sabato 9 alle 20.30 alla Casa Unionista avrà luogo una
proiezione di diapositive sul Madagascar, presentate da Naivo
Rakoto Ratsimba; la proiezione
sarà accompagnata dall’audizione di musiche malgasce. I Cadetti invitano tutta la comunità ad
intervenire.
• Il culto agli Appiotti è stato
rallegrato dal canto della Corale di S. Giovanni a cui va tutta
la nostra riconoscenza.
• Ricordiamo il culto con riflessione comunitaria di domenica 10, sul tema della violenza.
(Testo; Luca 4: 1-13).
Il XVII febbraio
a Pertuis
Apprendiamo dal notiziario
della « Association d’Etudes Vaudoises et historlques du Luberon » che quegli amici hanno organizzato per il 17 febbraio a
Pertuis un pranzo, nello scopo
di riunire i discendenti dei vaidesi ed i soci, « come lo fanno
ogni anno a quella data i valdesi del Piemonte ».
alcuni viaggi, anche all’estero.
Tra tutte le iniziative, di cui avremo notizia di volta in volta,
segnaliamo con simpatia quella
della Corale di Torino, che porterà il proprio contributo canoro in occasione del falò del 16
febbraio al Monte dei Cappuccini di Torino, che inaugurerà la
Mostra « Valdesi in Piemonte »
organizzata dalla Società di Studi Valdesi e della Società del
Museo della Montagna.
Franco Taglierò
SAN SECONDO
Il quartiere dei Brusiti, nel giro di 24 ore ha vissuto due momenti molto diversi. Una nuova
famiglia si è costituita ai Bernardi con il matrimonio di Sandro Odino e di Carla Bomo. Ci
rallegriamo con questi nostri
fratelli e diamo un caldo benvenuto alla sposa che giunge dalla
comunità di Prarostino.
Poche ore dopo, nel primo
mattino di domenica 27 si è spenta Enrichetta Poet in Pons dopo
lunghi anni di malattia.
Esprimiamo la nostra solidarietà fraterna al inarito, ai figli
ed ai fratelli residenti a Marsiglia e ringraziamo il past. Cipriano Tourn che ha presieduto il
funerale.
• Il 30 gennaio è deceduta improvvisamente nella sua _ abitazione di Via Leopardi, Luisa Paschetto ved. Paschetto, all’età di
anni 79. Alle figlie Ilda e Elda ed
al fratello rinnoviamo il nostro
pensiero fraterno.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Enrico Augusto Beux
ringraziano sentitamente tutte le gentili persone che hanno partecipato al
loro dolore, in modo particolare i Dottori E. Gardiol, Silvio Boer, il Pastore
S. Zotta e i vicini di casa per la loro
assistenza.
Torre PeUice, 20 gennaio 1980
Improvvisamente è mancata
Luisa Paschetto v. Paschetto
di anni 78
Le figlie Ilda e Elda ed il fratello ne
danno l’annunzio a funerali avvenuti.
« io posso ogni cosa in colui
che mi fortifica »
(Filippesi 4: 13)
S. Secondo di Pinerolo, 31 genn. 1980
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Eli Travers
riconoscenti ringraziano tutti coloro
che in qualsiasi modo hanno partecipato al loro dolore.
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa,
ho serbato la fede »
(II Tim. 4: 7)
S. Germano Chisone, 22 gennaio 1980
SERVIZIO MEDICO
Comuni di ANGROGNA - TORRE
PELLICE - LUSERNA S. GIOVANNI
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Dal 9 al 15 febbraio
Dr. R. CHARBONNIER
Tel. 90814 - Luserna S. Giovanni
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Domenica IO febbraio
Torre Pellice
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Martedì 12 febbraio
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Domenica 10 febbraio
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Luserna S. G. Tel. 90.884 • 90.205
V_____________________________✓
10
10.
8 febbraio 1980
L’ULTIMO LIBRO DI R. GARAUDY
Per una nuova umanità
L’Autore lancia un appello appassionato per una nuova società, di tipo
comunitario, ispirata all’evangelo e al socialismo utopico
Roger Garaudy: un uomo singolare. Fino al ’68 uomo d’apparato del Partito Comunista Francese, marxista rigidamente ortodosso, l’invasione sovietica in
Cecoslovacchia — contro la quale prese violentemente posizione,
il che gli valse l’espulsione dal P.
C.F. — segnò per lui l’inizio di un
ripensamento profondo delle sue
posizioni e del suo pensiero. Da
allora, ha pubblicato diversi libri (« Tutta la verità », « Riconquista della speranza », « L’alternativa», « Parola d’uomo », « Come l’uomo diventò umano »), in
una ricerca appassionata per un
socialismo umano, in cui l’uomo
sia pienamente libero e soggetto
della propria storia. Nel corso
di questa ricerca, questo marxista ateo è approdato alla fede e
alla scoperta della carica liberatrice deH’evangelò; Ormai, si
professa cristiano convinto.
Recentemente, Garaudy ha
pubblicato un nuovo libro: « Appel aux vivants » (Editions du
Seuil - Paris 1979 - p. 408), un libro Che rappresenta la somma
d,el suo pensiero fllosoflco-politico' e che, nel contempo, è anche
ùn programma politico-elettorale: Garaudy infatti ha deciso, di
presentarsi candidato alle elezioni per la Presidenza della Repubblica, nel 1981. Perché — dice
nel libro — «un solo potere rimane ancora che possa influire
sul futuro: quello della Presidenza della Repubblica ». E aggiimge: « Non ho sollecitato l’investitura di alcun partito né di
alcun movimento... Presento
questo progetto ad ogni Francese... Per diventare tutti insieme
gli uomini dell’ottavo giorno della creazione ». I due settimanali cristiani francesi « Réforme »
e « Témoignage Chrétien » hanno
recentemente dedicato ampi servizi al libro.
L’Occidente
ha fallito
Questo è composto di tre parti: nella prima parte, l’autore fa
un’analisi della situazione mondiale; la seconda parte presenta
un quadro delle grandi religioni e civiltà della storia, dall’antico Egitto fino al Giudaismo, al
Cristianesimo e all’Islam. (Garaudy è da qualche anno direttore dell’Istituto internazionale per il dialogo delle civiltà).
Nella terza parte, egli espone
la sua tesi di fondo ed il suo
progetto politico concreto in vista dell’elezione presidenziale.
La tesi, per chi conosce Garaudy,
non è nuova: è un tentativo di
riconciliazione del marxismo e
della fede. Egli scrive: « La nostra unica preoccupazione è stata quella di scoprire quel punto
Comitato di Redazione : Franco Becchino, Dino Ciesch, Roberta Colonna Romano, Niso De Michelis, Giorgio GardioI, Marcella Gay, Marco
Pasquet, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Giuseppe Platone, Ornella Sbaffi, Liliana Viglielmo.
Editore; AlP, Associazione Informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabile :
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Telefono 011/655.278 - e.c.p. 327106
intestato a « L'Eco delle Valli La Luce ».
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intestato a « la Luce ; fondo di solidacieti », Via Pio V 15 - Torino.
«La Luce»; Autor. Tribunale di
Pinerolo N. 176, 25 marzo 1960.
« L'Eco delle Valli Valdesi »; Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio 1960.
Cooperatiya Tipografica Subalpina
Torre Pellice (Torino)
centrale della nostra vita dove
l’atto della creazione artistica,
l’atto di fede e l’atto politico,
nel senso più nobile della parola, s’incontrano ».
La sua diagnosi sul mondo attuale è realistica, quindi pessimista. Per lui, l’Occidente ha fallito: la razionalità cartesiana,
madre delVIlluminismo, del Positivismo, della organizzazione capitalistica del lavoro e della società, madre anche dello stesso
marxismo scientiflco, è la grande
responsabile dello sfacelo a cui
va incontro l’Occidente capitalistico industrializzato. Il trionfo
della Ragione ha rotto i legami
tra l’uomo e la natura e ha costruito un mondo senza Dio, contro Dio. Per evitare la catastrofe (nucleare), occorre dunque
riallacciare i rapporti con le
grandi tradizioni religiose. Al fallimento del socialismo scientiflco, occorre reagire con la riproposizione di un socialismo utopico di cui la fede e la religione
sono l’espressione. Qui sta la vera rivoluzione, secondo Garaudy:
« Ogni movimento autenticamente rivoluzionario in Europa oggi, può nascere soltanto da un
incontro inedito della politica e
della'fede». Alla fede il compito
di discernere le finalità, alla politica quello di organizzare i mezzi per raggiungere queste finalità.
Pilastri fondamentali di un nuovo sistema sociale devono essere
le comunità di base, cioè ambiti
comunitari in cui ogni uomo possa essere se stesso e prendere
realmente parte alle decisioni.
smo, non basta socializzare la
proprietà, occorre socializzare le
decisioni ». Inoltre « occorre definire il socialismo dai suoi fini,
che Marx ha definito con molta
chiarezza ». Per essere tale, il socialismo « deve partire dalla base, e mettere in primo piano la
autonomia e la responsabilità di
ognuno »... « Credo che non si
può cambiare il mondo senza
cambiare se stessi. Non che si
debba far passare l’uno prima
dell’altro. Bisogna fare le due
cose nello stesso tempo »... « NelTevangelo è detto: il Regno è
qui, oppure il Regno sta per venire. I due termini sono veri. Il
Regno è qui ogni volta che c’è
un rapporto d’amore tra due
uomini. Il Regno sta per venire vuol dire che l’incarnazione
di Cristo sarà pienamente realizzata quando la totalità dei rapporti umani saranno organizzati in questo modo. Lo stesso vale per il socialismo: laddove un
piccolo gruppo di uomini cerca
di prendere in mano il suo destino, anche su un piccolo problema, là comincia il socialismo »...
« La fede è di continuare a vivere
a partire da questa affermazione
centrale che questa vita vale di
essere vissuta ».
Interrogativi
Noi amiamo,
quindi siamo
In un’intervista rilasciata a
Jacques Bonnadier, giornalista
al «Provençal» e pubblicata da
« Réforme » (n. 1803 - 10 novembre 1979), Garaudy spiega il senso del suo ultimo libro. A proposito della libertà, dice che, fin
dall’inizio, il problema è stato
posto male, cioè in modo individualistico. Questo risale, secondo lui, al famoso « Je pense donc
je suis » di Descartes. « Mai —
dice Garaudy — sono state dette tante sciocchezze in cosi poche parole. Corne se l’uomo cominciasse con ”io”!... In realtà,
al principio, c’era il ’’noi”. Sarebbe molto più esatto dire, con
un mistico bizantino del XIV
secolo: ’’Noi amiamo, quindi
siamo”! ». Secondo Garaudy, il
maggiore guaio del socialismo è
di avere in gran parte ereditato
da questo individualismo borghese: «Credo che un socialismo
autentico debba partire da una
concezione comunitaria dell’uomo »... « Per arrivare al sociali
PARTECIPAZIONE ALLA RICOSTRUZIONE
Gli evangelici
in Nicaragua
Ginevra. - La Commissione di
aiuto reciproco, di servizio e di
assistenza ai rifugiati (CESEAR)
del Consiglio Ecumenico ha lanciato all'inizio dell’anno un appello per la raccolta di 5 milioni
di dollari per permettere alle
chiese del Nicaragua di partecipare nel 1980 alla ricostruzione
del loro paese. Questa decisione
fa seguito ad una consultazione
che si è tenuta a Ginevra aH’inizio dello. scorso dicembre organizzata dal CESEAR. In essa le
17 agenzie assistenziali partecipanti, nonché il Comitato protestante nicaraguese di aiuto allo
sviluppo (CEPAD), avevano ritenuto che « i programmi e le opzioni del governo e delle chiese
del Nicaragua meritavano l’intero sostegno morale e finanziario
della comunità ecumenica mondiale ». Di questi 5 milioni di dollari, quasi due andranno al
CÉPAD e 300.000 contribuiranno
a co - finanziare il programma
« Pane per il lavoro » che il
CEPAD promuove insieme al ministero degli affari sociali del governo del Nicaragua.
A proposito. delFatteggiamento
e dell’impegno delle chiese protestanti nel Nicaragua, riteniamo utile riportare una dichiarazione che l’ottobre scorso è stata
stilata ad un incontro' al campo
battista « Monte de los Olivos »
(documento BIP).
« Appel aux vivants », un libro
stimolante, appassionato, convinto, ma che, tuttavia, non convince pienamente. François Bipt
su « Témoignage Chrétien » e
André Dumas su «Réforme» concordano col Garaudy «profeta»,
ma sono molto più perplessi sul
Garaudy politico. Il ricorso al
« religioso », così di moda oggi,
va nel senso di una vera liberazione oppure di una nuova alienazione, indotta dalla crisi del
« politico »? L’utopia può fare
a meno o addirittura sostituire
la scienza? Le comunità di base
possono davvero diventare un
nuovo modello sociale ed essere
luoghi di trasformazione politica? La fede di Garaudy è quella
in Gesù Cristo oppure una edizione moderna di sincretismo religioso in cui non è molto chiaro il posto di Dio e quello dell’uomo? Sono tutti interrogativi
fondati che, lungi dal togliere
valore al libro di Garaudy, permettono di riprendere ed approfondire il discorso tra fede e
politica, tra marxismo e cristianesimo. Discorso sorpassato?
Non ci sembra, in un tempo in
cui l’uno e l’altro sono sotto giudizio. Il libro di Garaudy, in
questo senso, porta un contributo notevole alla riflessione, diventata urgente, sulla costruzione di una nuova umanità.
Jean-Jacques Peyronel
La beffa della revisione
(segue da pag. 5)
enti ecclesiastici. Anche « gli edifici del culto cattolico vengono
equiparati nel trattamento tributario agli immobili dello Stato
e degli enti pubblici territoriali,
destinati ad usi o servizi di pubblico interesse ». Se ne deduce
che il culto cattolico acquista il
rango di « servizio di pubblico
interesse ».
In materia di matrimonio la
quarta bozza prosegue la linea
dei '29 che riconosce la validità
civile del matrimonio canonico
creando conflittualità tra due legislazioni diverse: quella civile e
quella canonica. Sul capitolo dedicato alla scuola (Art. 9), non
si riesce a capire come lo Stato
possa assicurare agli alunni di
scuole non sue che abbiano ottenuto la ’parità’ e godano della
'piena libertà' un trattamento
equipollente a quello degli alunni delle scuole statali. Ma tutto
si spiega traducendo il termine
’trattamento’ con: sovvenzionamento pubblico.
Sull’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche i
progressi della quarta bozza ri
spetto al testo, di gentiliana memoria, che concepisce l’insegnamento della tradizione cattolica
come « fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica »
sono stati nulli. E fermo resta
anche il concetto che chi ’assicura’ l’insegnamento della religione cattolica, vale a dire lo
Stato, lo paga. Pur ammettendo
la possibilità di esonero dall’insegnamento cattolico non si può
dimenticare — dice Rodelli —
che « come dimostra l’esperienza, l’esonero è emarginante e
difficilmente praticabile, soprattutto nelle scuole elementari ».
Ibrida rimane anche la figura
dell’insegnante di religione la
cui idoneità dipende dall’autorità ecclesiastica. L’Università cattolica de) Sacro Cuore, espressione culturale della gerarchia
ecclesiastica, dovrebbe continuare ad essere sovvenzionata dallo
Stato. In conclusione, con qualche riverniciata qua e là, la linea concordataria del 1929 siglata da Gasparri e Mussolini esce,
dalla quarta bozza, sostanzialmente immutata. Anzi rafforzata da nuove garanzie costituzionali. G. Platone
Chiesa e società
Siamo 500 pastori e responsabili evangelici del Nicaragua, riuniti nel nome del nostro Signore Gesù Cristo per il secondo ritiro interconfessionale di
pastori evangelici del Nicaragua
(RIPEN). Rendiamo grazie a
Dio nostro Padre per la vittoria
del popolo nicaraguese e per lo
strumento della sua liberazione,
l'avanguardia che è il Fronte
sandinista di liberazione nazionale. Noi prendiamo parte all’allegrezza di tutto il nostro
popolo e celebriamo la libertà
che rafforza la nostra speranza e
consolida la nostra fede nella
presenza di Dio nella storia.
Ricordandoci dei nostri eroi e
dei nostri martiri, constatiamo
che la Chiesa evangelica ha portato anch'essa il suo contributo
politico, militare, morale e spirituale nel combattimento per la
liberazione del Nicaragua.
Riconosciamo come autorità
Dio non ha
bisogno
dì propaganda
(segue da pag. 1)
ro, come certamente lo è, che
« Dio ha riconciliato il mondo
con sé in Cristo », allora il rapporto fra « evangelizzazione e
propaganda » non soltanto non
ha fondamento alcuno, ma si
presenta in tutta la sua negatività. Non è con la propaganda che
si suscita un risveglio delle coscienze bensì mediante la testimonianza di autentici credenti,
disposti ad annunziare il « mistero della riconciliazione » di Dio
con gli uomini mediante la morte e la risurrezione di Cristo.
Evangelizzazione o propaganda? Non vi sono dubbi al riguardo. Dio non ha bisogno di una
propaganda più o meno clamorosa, più o meno convincente. Così scrive l'apostolo Pietro: « Abbiate nei cuori un santo timore
di Cristo, il Signore, pronti sempre a rispondere a vostra difesa
a chiunque vi domanda ragione
della speranza che è in voi, ma
con dolcezza^ e rispetto,, avendo
una buona coscienza ». Urta « buona coscienza » non ha nulla a che
fare con la propaganda. Essa
è invece necessaria ad una vera
e propria evangelizzazione.
Ermanno Rostan
legittima della nazione il nuovo
governo di ricostruzione nazionale e l’avanguardia del popolo
nicaraguese che è il Fronte sandinista di liberazione nazionale.
Ci impegniamo a portare la nostra piena collaborazione a tutti
i compiti, progetti, azioni e programmi elaborati dal governo
che siano di reale profitto per il
popolo, essendo inteso che la nostra partecipazone ad ogni progetto umano è subordinata alla
nostra lealtà e fedeltà verso il
Signore Gesù Cristo.
Ricordiamo che le autorità
sono state stabilite da Dio creatore e signore delle nazioni perché esse giungano a realizzare
con l’insieme del popolo nicaraguese di cui siamo parte integrante, il grande compito di ricostruzione nazionale sulla base
della giustizia sociale, del rispetto della dignità umana, della promozione e diffusione della verità,
e dell'esercizio di una libertà autentica.
Ci congratuliamo con la giunta
del governo di ricostruzione nazionale per il suo programma di
governo. Salutiamo la libertà di
culto di cui beneficia il nostro
popolo e che è una garanzia per
la legge fondamentale del paese.
Libertà che comprende la libera
circolazione della Bibbia e della
letteratura cristiana.
Pensiamo che l’obiettivo superiore della rivoluzione sia la formazione di un uomo nuovo, di
una società giusta e fraterna, e
che questa aspirazione trovi il
suo compimento totale in Gesù
Cristo Signore e salvatore.
Riteniamo che la Chiesa evangelica nicaraguese debba avere
un rappresentante al Consiglio
di Stato.
Desideriamo l'integrazione dell’insieme della nazione in modo_
da mettere fine ai conflitti di
classe, al sottosviluppo, alla dipendenza economica e politica,
così come alla marginalizzazione
di gruppi etnici e culturali.
Invitiamo la Chiesa evangelica, in quest’ora altamente significativa, a vivere l’impegno cristiano secondo l’Evangelo che è
il sale e la luce del mondo; a intercedere per quelli che ci governano; a sviluppare la fiducia in
quelli che ci governano nel corso
di tutte le nostre riunioni (1 Tim.
2: 1-4); a esercitare il ministero
della riconciliazione neU’insieme
del popolo nicaraguese.
Incitiamo alla partecipazione
alle azioni politiche che ci uniscono e questo per il bene comune;
all’esame attento del programma
del governo; allo studio dei metodi scientifici di analisi in cui
viviamo.
Invitiamo a promuovere l’integrazione dei cristiani nel comitato di difesa sandinista (SDS)
come luogo di testimonianza cristiana e di servizi concreti come
l'alfabetizzazione, la salute, l’educazione liberatrice perché progredisca la nostra formazione
politica e si sviluppi una coscienza sociale e rivoluzionaria.
Condanniamo con fermezza
cristiana tutti i tentativi di contro-rivoluzione.
Ci dichiariamo solidali con la
sofferenza dei popoli del mondo
che sono vittime di dittature
ignominiose. Vediamo nella loro
lotta la speranza della vittoria e
speriamo che molto presto « l'alba cessi di essere una tentazione ».
Condanniamo anche, come illegale e disumano, il blocco di venti lunghi anni nei confronti del
popolo-fratello di Cuba. Chiediamo la fine immediata di questa
criminosa misura politica e economica dell’imperialismo nordamericano. Sollecitiamo dalle nostre Chiese sorelle degli Stati
Uniti, dalle nostre missioni madri e dai consigli nazionali delle
Chiese evangeliche, che essi esprimano la loro solidarietà, protestino e prendano misure efficaci
per far cessare questo blocco
scandaloso, che è un vero peccato. Infine, come pastori e responsabili del popolo di Dio che è in
Nicaragua, ricordiamo la nostra
fedeltà assoluta alla Signoria di
Gesù Cristo per la gloria di Dio
Padre.
A Managua, il 5 ottobre 1979