1
ECO
DELLE miXT VALDESI
Spett.
BIBLIOIECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
1 Anno XCÍV - N. 40 I j Una copia Lire 4(1 | \ DD/v:v ' \ Ero: L. 2.000 per rinlerno I Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo ! TORRE PELiLICE, 9 ottobre 1964 1 I A AMEN 1 1 ^ 2.800 per t’esiero | Cambio di indirizzo Li»"' 50 | Ammin. Claudiana Torre PeUice - C.C.P. 2-17557 |
Libertà di coscienza e iihertà cristiana
La libertà dei cristiani
e quella degli altri
Nei
nc II
giorni scorsi il Concilio Vaticaha dibattuto uno dei problemi
che, almeno finora in questa terza sessione, hanno destato maggiore attenzione: quello della libertà religiosa.
Infatti per la prima volta nella storia
del cattolicesimo tale tema è stato non
solo dibattuto apertamente ed in mode ufficiale, ma posto aH’ordine del
giorno di un concilio. L’attuale situazione internazionale, la posizione della Chiesa rom.ana — come di ogni
chiesa — in paesi a maggioranza cattolica (o comunque cristiana) e in pa-esi a maggioranza mussuìrnana, buddista, indù, o ancora a regime comunista, con tutte le tensioni e gli sforzi di concordato che icomporta, il prò
blema di fondo della ’laicità’ dello
Stato: tutto questo ha fatto sì che
l'opinione pubblica e la grande stampa fossero particolarmente attenti a
questo dibattito.
Paolo Ricca, qui accanto, sintetiziia
il succo di tale dibattito, che sarebbe
invero troppo lungo, per quanto interessantissimo. da seguire nei minuti
particolari, con la ormai consueta
ccntrappo-sizione di « progressisti » e
« conservatori » ; si potrà aare un giudizio di fondo soltanto quando questa ’dichiarazione’ sarà stesa neila sua
versione definitiva, e pubblicata (anche il progetto lo SI conoisce per ora
solo indirecitamente, attraverso i comunicati deil’ufflcio-stampa del Concilio); si può soltanto osservare il confrontarsi delle correnti e rilevare qua
e là, negli interventi dei ’padri', le -ote più significative.
La prima cosa che salta agli occhi
di un osservatore riformato, e l’assenza quasi totale di un’argomentazione
biblica, anche là dove si vuole strettamente teologica. Ho letto scrupolosamente le ampie cronache pubblicate quotidianamente sull’« Osservatore
Romano » : fre le diecine di interventi
che si sono susseguiti, in tre soltanto
ho notato un esplicito riferimento
scritturale, e anzi uno solta-nto era
tutto imperniato su un’argomentazione biblica (vedi caso, si trattava di
un vescovo francese). La cosa è caratteristica, e ovviamiente determinante:
desolante, anche.
Salvo alcuni interventi, non ci si
può sottrarre aH’impr-essione di _ un
certo tatticismo: in altri termini, è la
situazione mondiale che ha imposto
alla Chiesa romana lo studio e — si
spera — una presa di posizione di
fronte a questo problema; esso non
è sorto spontaneamente da una tensione di maggiore fedeltà. La gerarchia cattolica è « pastoralmente » preoccupata per la situazione dei suoi fedeli in paesi che hanno una diversa
religione di Stato, non di rado intollerante, o retti da regimi dichiaratamente antireligiosi. Cosi, se uon è
mancata qualche voce che reclamava
la senàrazione della Chiesa., dallo Stato, è risuanata nure la singolare richiesta che « sia garantita la separa
zione fra Stato e ateismo ».
Dovremmo poi esserci abituati; eppure è sempre con sconcertato stupore che constatiamo come il cattolicesimo sia costituzionalmente incapace
di confessare le proprie colpe ecclesiastiche, pratiche e dogmatiche. Un paio
di fugaci accenni a intolleranze passate; anche qui, aggiornamento, non
ravvedimentc'. Non vedremo ’inonumenti espiatori' in Colombia sui luoghi ove furono assassinati degli evangelici o distrutti loro luoghi di culto;
non udremo applicare le dichiarazioni generiche contro ogni discriminazione, alla circostanziata situazione
dei protestanti spagnoli; e cosìi via.
Ci chiediamo a buon diritto in qual
conto sarà tenuto il parere di chi ha
affermato che il testo di questa 'dichiarazione' « dovrà essere tenuto presente durante la revisione del Codice
di Diritto Canonico per quanto concerne i matrimoni misti, in modo che
sia maggiormente considerata la libertà di coscienza della parte non cattolica ».
Nel complesso, pur senza inettere
in dubbio la serietà e la sincerità dei
dibattiti conciliari e della loro preparazione, l’impressione è ohe il problema sia tutt’altro che punto ad una
maturazione teologica in seno al cattolicesimo; anzi, c’è quasi da augurarselo, perchè se ciò ohe si è detto nella
basilica vaticana — giunto a noi attraverso i canali d’inlormazione — è
tutto ciò che una chiesa che si vuol
cristiana può dire al riguardo, si tratta veramente di poca cosa.
Qual’è la radice cristiana di un discorso — e di una pratica! — relativo
alla libertà religiosa? Credo che bisogna, pregiudizialmente, preferire l’espressione ’libertà di coscienza’, implicando cosi anche la liberi à, piena
c senza limiti, deiragnostico e dell’ateo. Ebbene, il principio della libertà
di coscienza, sancito dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, votata dal
le Nazioni Unite, è un principio cristiano, biblico? Molti rispondono « si »
in modo troppo affrettato e, a mio
avviso, superficiale.
A. C. Jemolo, ad esempio, cosi, scriveva recentemente («Una difficile
scelta per il Concilio: la libertà religiosa », su La Stampa, 27-9-’64) : « Aderire alla regola di libertà è per il credente anche questione di fede nella
ragione umana il ’Portae Inferi non
praevalebunt’ si traduce: ’Nel consorzio degli uomini che sono fatti ad immagine di Dio, che hanno avuto il dono divine della ragione, non è possibile la vittoria dell’errore; se credo
davvero nella verità della mia religione, debbo pur credere ch’essa fìnir.à
d’imporsi a tutti gli uomini’ ». Questa
medesima fiducia nella ragione umana è risuonata spesso nell’aula conciliare, e risponde intimamente alla dottrina cattolica che stabilisce « un rapporto ontologico (di essenza) fra l’ordine naturale e il Creatore », un nesso
di continuità fra ciò che è umanamente logico e ciò che è teologicamente vero. Ma è cristiana, ’una simile argon: entazio-ne? La rivelazione dell’amore di Dio per noi, rincarnazione del
Figlio, l’opera dello Spirito Santo sono fenomeni ragionevoli? E allora?
« H*
Credo che dobbiamo sinceramente
riconoscere che, nel suo sviluppo storico, rideale delle, libertà di coscienza
non è stato una creazione cristiana:
rimando per questo alla pagina di
Giovanni Miegge che si riproduce qui
accanto. La lotta per la libertà di coscienza si è spesso combattuta se non
fuori delle chiese, almeno al loro margini; e se da un lato questo pone un
grave interrogativo sulla fedeltà delle
chiese, implica d’altro lato la possibilità che tale principio si sia sviluppato al di fuori di una vera problemalica biblica. Come appare anche nella
citata frase del prof. Jemolo.
Tuttavia, nella Scrittura e possibile
tiovare un riferimento indiretto ma
chiaro al problema che ci occupa; e
questa deve essere la sola motivazione
cristiana che ci spinge a sostenere il
diritto pieno alla libertà di coscienza.
Non che nel Nuovo Testamento, in
particolare, si parli molto della libertà di coscienza, ma ci vengono indicazioni molto chiare dairatteggiamenro
di Ge.sù e. poi. dei suoi discepoli ed
apostoli Per ciò che li riguarda personalmente, essi non pretendono mai un
riconoscimento teorico della libertà
di coscienza : vivono pienamente la libertà, Gesù nella coscienza della perfetta comunione col Padre onnipotente, i discepoli nella certezza di appartenere unicament.e al Signor Gesù
Cristo: si spiega così; l’atteggiamento
regale di Gesù anche in ceppi, e, ai
riflesso, il corag^o di Pietro e Giovanni davanti al Sinedrio la serenità di
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
Il principio sancito daiio Nazioni
Unite con la Dichiarazione dei diritti
dell’uomo è, nella sua evoluzione
storica, un principio cristiano?
DalTopera di Giovanni Miegge —
troppo non ancora edita in italiano
liberté religieuse". riportiamo il passo
segue (pagg. 14-18):
pur
"La
che
TI conflitto di due concezioni ugualmente
totali della vita ha messo in contrasto la
Chiesa e lo Stato romano: e il Cristianesimo vittorioso non ha accordato alcuna libertà
al paganesimo vinto: l'ha semplicemente
soppresso, aiutandolo a morire della sua morte naturale, nella misura in cui non 1 ha
assorbito. E’ comunque da questo conflitto
che sono nate le prime formulazioni del
principio della libertà di religione.
Si considera come la prima espressione di
questo principio la Lettera di Tertulliano al
governatore romano dell Afric-a proconsolare.
Scapola. Ma v’è da notare un fatto un po’
sconcertante :Terlullìano non formula il
principio della libertà come una conseguenza diretta dell'Evangelo ma come una verità
giuridica e filosofica di per sè evidente. « E’
un diritto umano fondamentale, un priviledella natura che ognuno adori la divi
gio
In
nità secondo le proprie convinzioni ».
altri termini, Tertulliano si richiama al diritto naturale e all'idea (stoica) di umanità.
Continuando la sua argomentazione, aggiunge : « Non è conforme alla religione imporre
la religione, che dev’essere accettata volontariamente, non per costrizione... I vostri dèi
non desiderano sacrifici fatti di malavoglia... ». E in queste parole si sente affiorare
una .sensibilità cristiana: non risulta che gli
dèi del culto ufficiale romano si siano molto
preoccupati delle disposizioni soggettive di
: Il MimniminMiiiiilintM'Ki: litan:
Cronaca del Concilio
CoUBtttaliià episco/nalB, sì, ma hbIIb mani
del papa ■- Restaurazìona dal diaconata :
mìnistara subaliarno - **Matar at MagSstra,,
di intollaranza. In passato, ora di libertà
Ancora sulla collegialità. Pare che
i! papa, avendo appreso che il principio della collegialità era stato approvato a larga maggioranza, abbia detto : « Il Concilio è salvo: ». Se questa
indificrezione corrisponde a verità, se
ne deduce che per Paolo VI il succes
so del Concilio dipendeva dall’approvazione della collegialità: questa tesi,
del resto, traspariva chiaramente anche nel suo discorso d’apertura della
3= sessione. Il Vaticano II passerà alla
storia come il Concilio che ha sancito
il principio della collegialità episcopale. « Le votazioni sulla collegialità —
ha detto un vescovo inglese — possono essere considerate come il cuore
del Vaticano II ».
Acquisito il principio, si tratta era
di interpretarlo, fissandone gli esatti
contenuti teologici, e di tradurlo in
pratica, ristrutturando in qualche rnotìo il vertice della piramide gerarchica
cattolica. Sarà certo un’operazione delicata, sulle cui modalità non si può,
al momento, dir nulla di sicuro e i
cui sviluppi futuri non possono es.se:
re previsti. In che modo i poteri del
collegio episcopale, solennemente sanciti dal Concilic, potranno trovare concreta apnficazione nel quadro dei poteri «véramente unici e .sommi» attribuiti dal Vaticano I al pontefice romano? Con la creazione di un senato
permanente di vescovi («senato episcopale »); residente a Roma? Con la
convocazione saltuaria, a Roma, di
una rappresenta.nza del corpo episcopale? Con la partecipazione dei vescovi alla produzione delle encicliche?
Con una assidua consultazione delTepiscopato da parte del papa? Comunque sia, è ovvio supporre che l’attuazione della collegialità comporterà una
parallela diminuzione dei poteri e dell’influenza della Curia romana nel governo della Chiesa cattolica. Tanto
più è sorprendente e tale da suscitare
qualche perplessità fi fatto che è stato proprio Uri alto personaggio della
Curia, Mons. Pietro Parente (che lo
scorso anno dava ai teologi progressisti fautori, tra raltro, della collegialità, l’epitetc poco lusinghiero di « sanculotti della teologia»), a redigere e
presentare in Concilio la relazione
« di maggioranza » in favore della collegialità. .
Ciò che per ora emerge con sufncierite evidenza dai testi sulla collegialità
approvati dai « padri » è che i poteri
del collegio episcopale, pur essendo dichiarati di origine divina, restano
strettamente — si direbbe, vitalmente
— dipendenti dalla volontà del papa.
Nè poteva essere diversamente, se- si
volevano mantenere i dogmi del Vaticano I, come in effetti sono stati mantenuti. A questo proposito un vescovo favorevole alla collegialità ha detto : « Ogni parola d’oro pronunciata
dal Vaticano I è stato ripetuta dal Vaticano II ». E’ stato d’altra parte osservato da un teologo cattolico, membro del Segretariato per l’Unione dei
cristiani, che con la collegialità è stato introdotta nella concezione cattolica del governo della Chiesa « una struttura di dialogo », per cui il papa è ora
« moralmente, anche se rion canonicamente obbligato a, tener conto del
fatto che il collegio dei vescovi è anch’esso soggetto della suprema e piena potestà sulla Chiesa cattolica ».
Questa interpretazione è certo possibile e, in una certa misura, anche plausibile. Resta comunque il fatto che la
collegialità è nelle mani del papa, non
nelle mani dei vescovi. I poteri del
collegio episcopale vengono direttamente da Dio per via sacranientale
(cioè con la consacrazione episcopale) e non dal papa, per via giuridica
(cioè con il conferimento della giurisdizione su una diocesi): ma l’esercizio effettivo dei poteri del collegio dipende, in ultima istanza, non dal collegio stesso, ma dal papa. I poteri del
collegio, pur non provenendo dal papa, devono passare per il papa per poter essere esercitati sulla Chiesa nel
suo insie.me. Tutto dipende quindi ancora dal papa, per il meglio e per fi
peggio. D’altra parte è evidente che,
per quanto tutto dipenda dal papa, i
vescovi sono era associati a lui, statuente Domino, per disposizione del
Signore. 11 papa non èjiiù solo e con
lui non c’è più solo la Curia romana.
I vescovi sono anch’essi partecipi dei
pieni poteri sulla Chiesa cattolica.
Questo potrebbe implicare, al limite,
un rovesciamento della situazione attuale: anziché essere i vescovi i portavoce del papa, il papa potrebbe
ventare il portavoce del collegio dei
vescovi. Ma solo la storia ci dirà ^ simili speranze, ■vive in certi ambienti
cattolici «progressisti», sono fondate
oppure no.
I lavori del Concilio, intanto, proseguono a ritmo sostenutissimo. Dai
23 al 25 settembre è stata discussa_ la
imiportante dichiarazione (Declaratio)
sulla «Libertà religiosa»; le congregazioni del 28 e del 29 (il sabato e la domenica non vi sono sedute) sono state con,sacrate alTesame della dichiarazione sugli « Ebrei e i non cristiani», elaborata anch’essa, come quella
sulla libertà religiosa, dal Sepetariato per runione dei cristiani ; il 30 settembre è iniziato il dibattito sullo
schema De Divina Revelatione, che
tratta del problema Scrittura e Tradizione. Nel frattemi>o sono continuate
le votazioni sul capitolo 3" del De Ecclesia: il voto più importante è stato
quello del 28 settembre, col quale 1903
«padri» (contro 242) hanno delibera
to la restaurazione del diaconato « come proprio e permanente grado della
Gerarchia ». Da molti secoli ormai,
nella Chiesa cattolica, il diaconato era
scio più un gradino — l’ultimo — che
i candidati al sacerdozio dovevano superare prima di ricevere Tordinazione.
Ccl voto dei 28 settembre, il diaconato non rappresenta più una tappa ver
so il .sacerdozio ma costituisce un or
dine a se stante, «ad un grado inferiore della Gerarchia » precisa il testo
conciliare. Le funzioni dei diaconi sono cosi descritte : « Tocca al diacono,
secondo che gli sarà affidato dall’aurorità competente, amministrare solennemente il battesimo, conservare e
distribuire l’Eucaristia, assistere e benedire in nome della Chiesa il iiiatrimcnio, portare il Viatico al moribondi, leggere la Sacra Scrittura ai fedeli,
istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, pre.siedere ai funerali e alla sepoltura».
La restaurazione del diaconato è un
fatto senza dubbio positivo. Nel Nuovo Testamento il diaconato è uno dei
ministeri dati da Dio alla Chiesa; nel
corso dei secoli la figura del diacono
era stata assorbita in quella del sacerdote ; la Riforma, già 450 anni or sono, ripristinò il diaconato come ministero a se stante e non « ad un grado
inferiore della Gerarchia » ; col Conci lio Vaticano II anche la Chiesa catto
lica ha ristabilito i diaconi e c’è da
augurarsi che questo preluda ad una
riscoperta (che tra l’altro non deve
esser fatta solo dalla Chiesa cattolica,
ma anche dalle nostre Chiree) della
pienezza carismatica conosciuta dalle
comunità cristiane primitive e documentata dal Nuovo Testamento. Quanto al problema delTeventuaie matrimcinio dei diaconi, il Concilio si è cosi
pronunciato : uomini già sposati di età
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
quelli che rendevano loro omaggio. Ma questa concessione non mula affatto la nota che
precede: la rivendicazione della libertà di
religione non è condotta in nome deU’Evangelo bensì di principi di diritto comune e di
religione naturale. Si può pensare che una
argomentazione più cristiana non sarebbe
stata compresa dai giudici romani, e che
occsrreva parlare il loro linguaggio; ma non
SI può evitare l'impressione che quest’atteggiamento abbia -una motivazione più profonda: la Chiesa traspone essa stessa la sua concezione sul piano delle idee stoiche di natura
e di umanità, alle quali del resto non mancherà di dare un nuovo contenuto.
Considerazioni analoghe vanno fatte a
proposito del primo editto che accordò al
mondo la libertà religiosa, il famoso Editto
di Milano delTimpcratore Costantino (313
d. C.). Costantino non era ancora cristiano
quando pubblicò questo editto (che in realtà
non era che una circolare ai prefetti delle
provincjc); era un principe educalo nel sincretismo imperiale, la forma di religione dominante alla corte di Roma dal principio
del III sec. Secondo questa concezione le
religioni storiche non sono che forme diverse di un'unica religione, che adora sotto nomi diversi la medesima divinità. Non doveva quindi essere troppo difficile, in nome di
questi principi, riconoscere a tutti i sudditi
deirimpero romano il diritto di adorare quest’unico e medesimo Iddio secondo la loro
coscienza, domandando loro di pregare per
questo principe pio e umano che accordava
loro tale libertà e che attendeva la benedizione della « divinità, qualunque essa sia ».
II sincretismo costantiniano apre nello Stato
romano una breve fase liberale, alla quale
ben presto seguirà una posizione di privilegio per Za Chiesa e di crescente discriminazione nei confronti dei culli pagani, finché
Teodosio li soppres.se (346).
Nella Chiesa vittoriosa la libertà è soprattutto reclamata dall ortodossia perseguitata
dall’arianesimo imperiale; ma l’espressione
di queste doglianze mostra assai bene il progresso fatto dalla coscienzi cristiana, dagli
enunciati di diritto naturale di Tertulliano:
uomini come Atanasio, bario di Poitiers,
Giovanni Crisostomo rigettano la violenza aÌ
servizio della fede, in nome dei principi stessi deU’Evangelo ; « Non con la spada, la
lancia, i soldati o la forza armata, dev’essere
promossa la verità, ma con il consiglio e con
la dolce persuasione » (Atanasio); « E’ deplorevole follia del nostro tempo, credere che
gli uomini possano aiutare Dio con un aiuto
umano e proteggere la Chiesa .con l’ambizione mondana » (Ilario); cc I cristiani non devono distruggere l’errore con la forza, bensì
salvare il mondo con la perseveranza dell’insegnamento e dell’amore » (Crisostomo).
Purtroppo non vi sono solo queste espressioni. La coscienza di dover trasmettere una
verità divina, preservandola da ogni alterazione, la tendenza a considerare ogni divergenza dogmatica grave come il prodotto di
una colpa morale e un pericolo da cui occorreva preservare le anime, portò nella maggior parte dei casi la Chiesa a chiedere allo
Stato la repressione dell’eresia; e lo Stato,
che considerava l’unità morale dell’impero
come il bene più prezioso che la Chiesa potesse offrirgli, fu fin troppo disposto a prestarle aiuto. Nella lotta contro il Donatismo
Agostino formulò il principio secondo il quale la libertà non è dovuta che alla sola verità, e che la libertà dell’errore è la peggiore morte dell’anima. Formula fatale: essa domina fino ai giorni nostri la concezione cattolica della libertà! E’ anche Agostino il
primo ad aver interpretato la parola di Gesù,
nella parabola del gran convito : « Compelle
intrare » (Luca 14: 23) come un'autorizzazione a ricorrere alla forza contro gli eretici.
Nel XVI e XVII sec. la situazione si ripete. Le grandi chiese storiche sorte dalla
Riforma (luteranesimo, calvinismo, anglica
nesimo) non sono tolleranti. Il principio che
vi domina è quello della responsabilità verso
la verità di cui si considerano depositarie,
ed escludono non solo dal loro seno ma dalla
comunità civile con cui sono strettamente legate, coloro che non accettano la loro verità.
La libertà è reclamata dalle sette
torraisle perseguitate; oppure da
dipendenti, ma allora è reclamata in
di principi che non sono cristiani: quelli delI umanesimo antitrinitario e antidogmatico,
precursore della religione naturale del XVIIl
sec.; oppure dalTireni.smo del pietismo; m
ogni caso sempre da movimenti che mettono
in dubbio l’organismo dottrinale e disciplinare di queste chiese, e che hanno una mentalità relativista e più o meno sincrctista.
Si pone allora un problema grave. La li*
berta di religione è davvero un principio
cristiano? e in questo caso, quai’è la sua
giustificazione sul piano della fede cristiana?
ovvero è un correttivo e un^attenuazione della fede cristiana, derivante da altri principi,
quali l’umanesimo o l’idealismo filosofico?
Giovanni Miegge
non-conspiriti innome
2
N. 40 — 9 ottobre 1904
O cieli stupite di questo: inorridite e restate attoniti, dice l’Eterno.
Poiché il mio popolo ha commesso due mali: ha abbandonato me la
sorgente di acqua viva, e s’è scavato delle cisterne, delle cisterne .screpolate, che non tengono l’acqua. (Geremia 2: 12-13)
Ricordando C. Pagliano
Quando la fede
Non è difficile immaginare la faccia della gente che udiva il profeta
ed immaginarne la reazione; « Ma
che cosa abbiamo fatto di cosi orrendo? ». Infatti nulla di apparentemente grave era successo in Israele : i sacrifici erano offerti regolarmente nel tempio, la Bibbia spiegata nelle sinagoghe, la religione
rispettata e la vita del popolo non
si svolgeva peggio del solito. Nulla
sembrava giustificare questo sfogo
di gelosia da parte di Dio! Naturalmente Israele viveva sulla terra in
mezzo ad altri popoli e non c’è da
stupirsi che certe consuetudini agricolo-religiose fossero penetrate fra
i contadini della Giudea: ad esempio un certo rispetto per il dio Baal,
il protettore dei contadini; senza
peraltro far dimenticare l’Iddio di
Israele, l’Iddio venerato dei padri!
Dobbiamo ricordare che il mito
delle stagioni era accettato in tutto
il mondo : Baal o Astarte o Proserpina, non importa. Rispettare questo mistero della natura che muore
e rinasce non sembrava più grave
che badare oggi alla luna per seminare l’insalata.
Ma il profeta non è di questo parere : Dio è l’unico Signore ed accanto a lui non vi è posto per altri.
Egli si occupa anche delle cose non
religiose del suo popolo e manda il
sole e la pioggia al loro tempo giusto. Non c’è bisogno di altri, anzi
cercarli significa non avere capito
chi è Dio, non saper distinguere le
cose più semplici come l’acqua pura di una sorgente da quella di una
cisterna, la sicurezza di una fonte
perenne daU’inganno di una cisterna screpolata che perde il suo contenuto prezioso.
Per questa ragione Israele ha compiuto, senza accorgersene, l’errore
più grave che un uomo possa campiere: ha scambiato l’unico Signore e Salvatore con quel che non salva.
Non è difficile immaginare la nostra faccia quando ci rendiamo conto che le parole di Geremia sono
pure rivolte a noi : la Chiesa che vi\"e oggi nel mondo. Neppure oggi è
necessario cercare cose « scandalose » nella Chiesa. Non c’è bisogno
di andare a caccia di immagini in
una chiesa riformata, di infiltrazioni marxiste in comunità di oltre cortina o di tracce di paganesimo nei
nostri fratelli delle Chiese africane.
diventa religiosità
Basta che consideriamo in che misura facciamo « come fanno tutti »
e come i miti del nostro tempo sono
tranquillamente penetrati nella nostra vita di cristiani.
Naturalmente in un tempo in cui
la tecnica sembra soppiantare la natura e chi ha denaro e potere <c fa
il bel tempo e la pioggia » (come
il vecchio Baal) non li chiamiamo
più miti, ma « realismo » ed « obbiettività ». E noi accettiamo senza
discussione le leggi che ci siamo
fatte in tema di economia e di soddisfazioni che ci può procurare il
denaro; non discutiamo la doppiezza che chiamiamo « necessaria »
della politica internazionale o familiare; mettiamo coscientemente da
parte le esigenze dell’Evangelo invocando le necessità della vita quotidiana, dicendo che non possiamo
vivere nelle nuvole!
Abbiamo così trasformato l’Iddio
onnipotente e misericordioso di Gesù Cristo in una divinità sfocata.
Per chiarire
la nostra fede
■
i ■' L'umanesimo sociale
s di Calvino
<*■
N >7CCUSrQ>tt CAiV
CALVINO
i< paure del uapitaluimf
Possibilità di lavoro
fra gii emigrali
Non credo che sia necessario di ricordare Turgenza e Timportanza del
problema della emigrazione, anche se
non sembra che le nostre Chiese lo
abbiano finora preso molto sul serio
Si tratta comunque di milioni di uomini in crisi e non cento a causa di
una loro scelta veramente libera; tra
d; essi si trovano migliaia di evangelici 0 aspiranti tali. Ed è un fatto ohe
la presenza o l’assenza della Chiesa
nella loro crisi avrà un effetto determinante sulla loro posizione nei suoi
riguardi: ben è vero che delle comunità, dei gruppi di lavoro e degli isolati agiscono da tempo fra gli emigrati, ma la loro azione è, per forza di
cose, ristretta a settori limitati e noii
tocca che una piccola minoranza degli
emigrati.
Lo scorso anno una Conferenza delle Chiese europee ha trattato il prò
blema su un piano più generale, con
risultati che stanno apparendo- lentarnente; tra l’altro è stato costituito
un Comitato intemazionale che, per
fortuna, non si è limitato a riunirsi e
stilare ordini del giorno, ma -si è subito trasformato in gruppo di lavoro
e sta cercando ora con vari mezzi di
agire sulle istituzioni internazionali,
su; Governi, sull’opinione pubblica ;
esso sta inoltre studiando i problemi
deH’emigrazione dal punto di vista teorico (immigrazione mussulmana, nazionalità e assorbimento dell’emigrante, opera i:^storale presso gli emigranti, legi.slazione e realtà dell’emigrazicne, ecc.) e dal punto di vista pratico.
Appunto in quest’ultimo settore vorrei segnaiar.-; due iniziative che posso
no interessare i giovani italiani.
Si tratta in primo luogo di una serie
di visite da farsi ai nostri emigrati
isolati o in piccoli gruppi, per aiutar
li soprattutto a superare il loro senso
di isolamento e per raccogliere notizie atte a rendere più concreta l’opera
del Comitato.
Pensiamo per questo a tutti quei
giovani che durante i mesi estivi girano l’Europa in autostop o con mezzi
simili: non potrebbero- dare un senso
più concreto ai loro viaggi visitando
i nostri fratelli all’estero, se ricevessero delle indicazioni relative agli emigrati italiani, un appoggio da parte
delle autorità locali ed eventualmente un piccolo contributo finanziario?
La seconda possibilità è costituita
da un seminario da tenersi a Bossey,
alla fine del maggio prossimo e Per
una diecina di giorni. Questo seminario sarà diviso in due parti: quella
teorica cercherà di chiarire i termini
del fenomeno dell’emigrazione nel
quadro teologico, economico e stori
co ; quella pratica studierà la formazione di « leaders » i>er gli emigranti.
Sarà un seminario dedicato a laici (i
Pastori, se vi saranno, costituiranno
una piccola minoranza), già al lavoro
o che desiderano di lavorare tra gli
emigranti.
Cercherò di dare in futuro ulteriori
chiarimenti sul lavoro che viene compiuto tra gli emigranti o comunque
nel loro interesse, ma intanto vorrei
sperare che i due casi concreti che ho
segnalato possano interessare anche e
soprattutto come possibilità di appli
care realisticamente lo spirito di servizio nel mondo di oggi.
Pier Luigi Jalla
Per ogni ulteriore informazione sulle due possibilità citate rivolgersi al
Dott. Giuseppe Vingiano, Presidente
Comitato italiano emdigrazione. Via
Chinotto 1 - Roma.
buona tutt’al più per salvare l’anima, ma incapace di entrare nel vivo delle questioni e delle lotte della
vita. Rientri.amo così fra le persone
accusate da Geremia. Dobbiamo così chiederci se le conseguenze di
questo giudizio non travolgeranno
anche noi, chiesa cristiana di oggi.
C’è un fatto solo che ci può salvare da questo: Gesù Cristo che ha
portato sulla croce il nostro peccato. In lui possiamo trovare la nostra
salvezza anche per questo; ma occorre che prendiamo sul serio quello che Egli ha detto e latto per noi,
e prendere sul serio Gesù Cristo significa anche abbandonare senza
rimpianti le nostre illusioni di uomini moderni per trovare nella sua
parola, pur così impegnativa la salvezza ed il senso di tutta la nostra
vita liberata dalle illusioni e dai
miti del nostro tempo, per servire
a lui e testimoniare del suo mondo
eterno nel nostro mondo che passa.
Franco Davate
Si è spento a Torino, il 28 u. s., il
cav. Giuseppe Pagliano, ex-direttore
della Tipografia Sociale Torinese,
membro della comunità valdese di
Torino.
Da vari anni in pensione, aveva però inteso questo suo periodo di « riposo » cerne un modo per mettere
parte notevole del suo tempo e delle
sue energie, con capacità e generosità, al servizio degli altri, e delia chiesa in particolare.
Cos„ poco dopo il trasferimento a
Torino della sede della Claudiana, in
un momento difficile di riassestamento e di carenza di personale, egli offerse spontaneamente la sua collabo
razicne preziosa e disinteres.sata.
La Claudiana, e indirettamente tutti coloro che in questi anni si sono
valsi di questo strumento, devono molto a quest’uomo che, dopo aver retto
nella sua vita professionale grandi responsabilità direzionali — con una.
competenza, una dirittura e una gentilezza di cui s’è avuto ampio riconoscimenio nella partecipazione al servizio funebre tenutosi nel tempio di Cor
so Vittorie il 30 settembre — ha accettato con grande semplicità di fare un
po’ di tutto nel nostro ufficio, prima
tenendo la contabilità e poi, quand.j
le forze non gli bastarono più a quest’incarico assorbente, aiutando con
pari impegno nelle mansioni più semplici e umili: ner noi che abbiamo
avuto il privilegio di conoscerlo e rii
lavorargli accanto, egli rimarrà un
esempio vivo di quella « disponibilità » a tutto e a tutti, di cui si sente
parlare più di quanto non la si possa
constatare de facto. L’accuratezza tipografica dei volumi usciti negli ultimi anni dipende molto dal suo lavoro minuziosamente amorevole di cor
rezione delle bozze. E fin dal principio egli ci ha aiutato a tener ben vivo
il senso di servizio alla chiesa, che dà
un carattere particolare al nostro lavoro.
A nome di tutti noi della Claudiana, comitato e personale, tengo a di
re che è stato per noi un privilegio
conoscerlo e godere della sua collabcrazione. Lo ricordiamo così, sempre
pronto al servizio, veramente disponi
bile sempre per gli altri; con la sua
mitezza — che pur nascondeva una
grande energia — che era certo parto
del suo carattere, ma che era pure r flesso dell’umiltà di chi sa non in teoria di vivere di grazia; con la sua serenità, aiich'essa certo propria della
sua indole, ma che pure rendeva ben
chiara l’aco della speranza cristiana,
che il susseguirsi di colpi dolorosi nella sua vita familiare era appena riuscita a velare di mestizia.
Sarebbe certo il primo a ricordarci
che non c’è alcun giusto, neppure uno ;
tuttavia a conoscerlo si comprendeva,
al di là della fragilità deH’uomo, che
cosa intendeva Gesù Cristo dicendo :
c< brilli la vostra luce davanti agli uomini, affinchè vedano le vostre buone
opere e glorifichino il Padre vostro celeste » : questo rinvio alla grazia del
Padre era spontaneo, e per questo il
nostro attestato, qui, non è solo di
affetto per lui, ma anche e soprattutto
di riconoscenza a Dio per quanto attraverso a lui ci ha dato e fatto comprendere.
A tutti i suoi familiari esprimiamo
la nostra cordiale, intensa partecipazione al loro dolore nel momento dei
distacco, a così, breve distanza da un
altro lutto amaro.
Gino Conte
lib ri
II
capitalismo moderno
ha orìgine nel calvinismo?
Così il dr. W. A. Visser't Hooft. segretapio generale del Consiglio Ecumenico delle
Chiese, ha presentato, nella prefazione, un
libro sul pensiero economico e sociale di
Calvino di cui la Claudiana diffonde ora la
traduzione italiana.
Si può parlare in modo semplice e chiaro
solo di ciò che si conosce a fondo. Dopo averci dato nel suo libro La Pensée éconornique
et sociale de Calvin un'analisi approfondita
c originale deiretica sociale del Riformatore
di Ginevra, il pastore Biéler ci offre ora un
panorama di notevole chiarezza delie convinzioni che dominano questa etica.
Molti lettovi saranno stupiti di trovarsi di
fronte un Calvino ben diverso dairimmagine che di luì era stata loro presentata. Calvino, apparentemente ossessionato dalla gloria di Dio, un umanista? Calvino, accusato
di -essere il padre del « lascia fare » capitalista, un socialista personalista? Calvino, Tautocrate, un difensore, sotto molti aspetti, dell'uguaglianza? Il Biéler parla a ragion veduta : coloro che desiderano saperne di più
non hanno che da rifarsi alla sua opera
principale, nella quale troveranno le prove
dettagliate di quanto Tautore afferma.
Il fatto è che Calvino troppo spesso è stato inter2)retato alla luce del Calvinismo.
Quest’ultimo ha operato una scelta nella sua
eredità e ha lasciato da parte alcuni aspetti
importami del pensiero del maestro. Solo per
breve tempo le chiese calviniste hanno avuto il coraggio e la vitalità che sarebbero stati
loro necessari per compiere la loro missione
profetica, quella missione che era per Calvino un dovere essenziale della Chiesa.
Se si fosse dato ascolto a Calvino, si sa
Per la comprensione
del Nuovo Testamento
rebbero evitate grandi sciagure. Faccio un
esempio: tutti sanno quale immensa importanza abbia avuto per il comunismo lo slogan
« a ciascuno secondo le sue necessità, da
ciascuno secondo le sue capacità ». Lenin ritiene che la meta finale del comunismo sarà
raggiunta quandi questo slogan sarà stato
realizzato. Egli pensa che questo slogan provenga da Marx, e Marx l'Iia effettivamente
utilizzato. Ma nè Lenin, nè Marx si rendevano conto che nei commentari dì Calvino
(II Corinzi 8: 13-14) quello stesso pensiero
era stato formulato trecento anni prima, infatti Calvino dice : « Dio vuole che ci siano
fra di noi analogie e uguaglianza tali che
ciascuno sovvenga gli indigenti, secondo
quanto può. affinchè gli imi non abbiano il
superfluo e gli altri non siano nel bisogno ».
Se le chiese avessero veramente jireso sul serio tale insegnamento, non troveremmo oggi
questo pensiero, profondamente biblico, avulso dal suo contesto cristiano e trapiantato
in un contesto materialista e totalitario.
Posti come siamo a confronto con una società disorientata, nella quale il senso della
solidarietà umana e quello della responsabilità sociale diventano sempre [liù deboli, è
giunto il tempo dì riscoprire rinsegnamento
di Calvino sull'umanesimo cristiano. E’ un
umanesimo che. fondalo suirumanesimo di
Dio, richiede un-i società in cui Tuomo agisce come creatura responsabile dinanzi a Dio
e res2)onsabìle dei .suoi fratelli.
W. A. Visser’t Hooft
ANDRE’ BIEL.ER: L’unia;ie::imo so
ciale di Calvino. Traduz. di Giovanni Conte. «Piccola Collana Moderna» n. 5. Claudiana, Torino, pa^h
ICfi, L. 600.
Uno strumento orientatore
L'Editrice Claudiana ha pubblicato questa
opera come secondo volume della serie « Manuali di teologia » dopo il Sommario di storia del Cristianesimo di Karl Heussi. Questa pubblicazione possiede la rara qualità
di presentare in forma semplice, jnana, accessibile per il lettore comune e niente affatto banale o disutile per lo specialista un
contenuto ricco e valido, pieno di spunti
mollo densi, che possono essere adeguatamente sviluppati con altre letture. La traduzione, dovuta alle cure di Franco Giampiccoli, è buona e procede quasi sempre
con scioltezza. Peccato che non sia stata
maggiormente curata la correzione delle
bozze ; gli errori di stampa sono troppo frequ''nli c possono talvolta ostacolare la comprensione .‘tessa del testo (per es.: p. 48-49).
Questo può sciupare, ma non infirmare il
valore del libro, che rappresenta uno strumento orientatore per la comprensione del
Nuovo Testamento e merita di essere forte
mente raccomandato.
La qualità e Tefficienza cristiana delle nostre Comunità sarebbero ben diverse da quelle che troppo spesso sono — anche e proprio nei luoghi di maggiore responsabilità
evangelica — se gli anziani, i diaconi,
membri, i giov^ani, i catecumeni delle Co
munita stesse si cibassero di letture di questo genere. Non bisogna lasciare nulla di
intentalo per incrementare la qualità cristiana : nel nostro paese, e del resto ovunque
nel mondo, il problema numero uno del cristianesimo è un problema di qualità. Ora
uno strumento insostituibile per formare
cristianamente la mentalità e quindi la
prassi etica deiruomo moderno è la lettura.
La Claudiana dovrebbe essere incoraggiala
nella stampa di manuali di questo tipo. Il
migliore incoraggiamento viene dallo smercio: ma lo smercio è condizionato dall impegno dei Pastori a far leggere i loro membri di Chiesa mediante una intelligente e metodica propaganda e mediante una ajipropriata organizzazione da affidarsi a dei responsabili. Senza questa base i molti discorsi odierni sul servizio del laicato rischiano di diventare retorica.
V. Subilia
(Da « Protestantesimo »)
A M. HUNTER: Gesù e la predicazione apostolica. Introduzione alla teologia del Nuovo Testamento. Trad.
di Franco Giampiccoli. Manuali di
teologia, n, 2 Claudiana, Torino
1961, paeg. 160, L. 800.
Granaca
del Concilio
SEGUE
DALLA PRIMA PACES A
reìativamente matura (maturioris aelatis) potranno essere ordinati diaconi (su 2229 votanti, 1598 v&ti favorevoli e 629 contrari); coloro invece che,
essendo celibi, sono stati ordinati dia’
con; (cioè, ingomma, i giovani) devono restare celibi (la proiposta centraría è stata respinta con 1364 voti con
-rari e 839 favorevoli). La questione è
stata dunque risolta nel senso de'la
legge tradizionale sul celibato, seoonclo cui chi ha ricevuto il sacramento
deH’ordine non può, in seguito, sposare. (Tutti .sanno — è superfluo riueterlo ~ che ccs', non era nella Chicca
amica, in cui resercizio di un qua!c: asi ministero nella Chiesa non costituiva affatto un impedimento al
matrimonio)
« ❖ *
Il dibattito sulla liberta religiosa è
stato molto animato, com’era nelle
previsioni. Il suo esito, per altro, è ri
ma-sto incerto. E’ la prima volta ne’la
storia del cattoiice.simo che questo tema viene trattato da un Concilio. E
non bisogna dimenticare che per la
Chie.sa cattolica, che fino ai nostri
giorni è stata Mater et Magistra di
intolleran.za piuttosto che di libertà,
il solo fatto di parlare di libertà religiosa costituisce un avvenimento eccezionale. La dichiarazione, illustrata
da una relazione introduttiva del ve
scovo belga De Smedt, contiene delle
i( aftermazicni notevolissime », pur risultando nel complesso « inferiore alle sue ambizioni e alle aspettative suscitate » (L’Espresso del 4 10-64). Valutazioni sostanzialmente analoghe
seno- state date da Osservatori e giornalisti evangelici. Fra le « affeimazioni nrtsvclissime » ccntenute nel'?, dichiarazione si può citare questa ; « Il
colere civile non ha nessuna competenza diretta a regolare i rapporti de;
loro cittadini con Diou) In altre termini : lo Stato è inccmpstein.ie in materia religiosa. Una simile affermazio^
ne notrebbe^ contenere la r'trattazione
implicita di tutta la politica concordataria della Chiesa cattolica. Il che
non sarebbe poco!
Dal dibattito sono emerse le posizioni ,g;à note deH’episcopato americano, francese, belga e olandese, in
generale favorevole alla dichiarazione; mentre i vescovi italiani, spagnoli e latino-americani hanno avanzato
molte riserve, variamente motivate (il
teologo personale del papa, Mons. Colombo. ha invece parlato, sia nure cautamente, a favore della libertà religio.sa). I vescovi tedeschi ncn hanno
ass’.into una. posizione precisa e sembrano oscillare tra il s't e il no. Chissà
come mai?
* ♦ ♦
Il dibattito sugli Ebrei è stato, in
generale, buono. La maggioranza dei
« padri » intervenuti ha chiesto che il
testo affronti con maggior coraggio (e
senza timori di complicazioni politiche) il problema deH’antisemitismo e
condanni esplicitamente l’epiteto di
(I popolo deicida », dato agli ebrei. E’
teinpo che i cristiani (non solo i cattolici) si rendano conto che più che
di una « questione ebraica » bisognerebbe parlare di una « questione cristiana ». Paolo Ricca
3
9 ottobre 1964 — N. 40
pag. î
la libertà del cristiano
e quella degli altri
SEGUE
DALLA PRIMA PAGINA
Paolo 0 Barnaba, torturati, nel carcere di Filippi; anche l’appello al tribunale imperialo, da parte di Paolo, è
presentato come un modo provvidenziale per potenziare la proclamazioneevangelica nella capitale.
E quale atteggiamento ebbe Gesù
Cristo nei confronti di una libertà di
coscienza degii altri? Poiché egli fu la
Parola di Dio fatta carne, questo atteggiamento è determinante nel definire il modo con il quale, in ogni tempo, questa Parola deve ^sere annunciata agli uomini. Gesù Cristo, non soie proclamò che la perfezione dell’amore creatore e provvidente di Die si
manifestava nel far levare il sole sui
buoni e sui malvagi e piovere sui giusti
B sugli ingiusti ; ma insegnò e visse nei
n'odo più rispettoso — diremmo oggi
— della libertà di coscienza dei suoi
contemporanei e conterranei. Non soltanto r’iflutc sempre come una tenta.zione satanica, anche nella cerchia
degli intimi, ogni messianismo politico, ogni tentativo e volontà di imporre con la forza delle armi o col peso
di un’autorità statale una società che
avrebbe dovuto rappresentare il Re^io
di Dio, fin d’allora; non soltanto rimproverò Giacomo e Giovanni che volevano far .scendere il fuoco dal cielo
su una città samaritana che aveva
chiuso le porte a Gesù; ma cercò sein
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 11 OTTOBRE
Pastore Pietro Valdo Panascia
Chiesa Valdese di Palermo
DOMENICA 18 OTTOBRE
Pastore Michele Felino
Chiesa Battista di Ariccia
pre, per quanto a lui possibile, di evitare ogni propaganda intorno ai suol
miracoli, perchè non voleva esser seguito da folle conquistate da una faliacp « evidenza » dei segni della sua
sovranità redentrice, ben®! da uomini
e da donne toccati neirintimo e impegnati, con gratitudine e gioia traboccanti, nel dialogo della fede. La
sua presenza storica fra noi fu, proprio come aveva preannunciato il vegliardo Simeone, alla presentazione al
Tempio, « un segno a cui si contraddisse » ; e tale rimane anche oggi : milioni di cristiani nel mondo, chiese
possenti (umanamente), società intere che si definiscono « cristiane », e
culture ; eppure il puro nudo Evangelo di Cristo è oggi esposto allo sicher
no, alla violenza, forse soprattutto alTindifferenza, come allora Gesù di Naca re . Deve esserlo. Disconoscerlo, .significa annullare la croce di Cristo;
significa non aver capito perchè, di
fronte aH’orrore fisico, psicologico, spirituale della proposta blasfema (che
forse conteneva anche un barlume di
troppo umana speranza) : « Scendi dalla cr"ce, e crederemo in te ! », Gesti,
che sapeva di avere a sua disposiizione tutte le potenze angeliche, rimisR
la vita al Padre e morì,: giustiziato,
pei gU archivi giudiztori del Sinedrio
e del procuratore romano ; nella trionfante se pur dolorosa ccscienza del
«tutto è compiuto», secondo la testlmcnianza apostolica. Questa doppia
luce, questa non-evidenza, questa discutibilità di Gesù Cristo, della sua
figura storica e quindi della sua predicazione, sono parte integrante deH’E
vangelo: una situazione contradditoria, umanamente discutibile e discussa, in cui soltanto lo Spirito Santo roca luce e certezza assolute, come infatti constatarono i discepoli, al di
là dello sconvolgimento della Passione.
Questa è l’intima, originalissima rad'ce cristiana della libertà di coscienza, che dev’essere riconosciuta ad ogni
uomo. Il Signor Gesù vuole incentrarlo, quest’uomo, attraverso la testimonianza scritturale e quella di chi già
ha ricevuto la vocazione alla fede; ma
è un incontro che non s’inquadra in
alcun presupp>osto religioso ; porta
piuttosto novità e sconvolgimento, perchè l’Evangelo, appunto, non è ciò che
scaturisce dal cuor deU’uomo, dalla
sua mente o dai suoi sentimenti, ma
il libero imporsi di una Persona; anche se il suo viso è offuscato, la sua
parola schernita, la sua vita crocifissa
e respinta, ho imparato e accettato,
con ogni mia facoltà, che «la mia so
la consolazione e speranza, in vita ed
in morte, è di appartenere a Gesù Cristo il Signore ». II suo Regno viene,
e con esse la definitiva liberazione da
ogni contraddizione. Rinnego la realtà stessa dell’Evangelo, la mia fede
neH’opera efficace dello Spirito Santo,
ogni volta che, neH’entusiasmo o nello scoraggiamento, nell’impegnanni
nel servizio e.nell’annuncio o nel giu
dicare chi rifiuta il Cristo, cedo ab a
tentazione di considerare l’Evangelo
come un elemento evidente e naturale deila vita umana. Siamo, invece,
sempre sulla soglia del miracolo della fede; l’irruzione di un Altro nel
nostro mondo usuale.
Dobbiam-o affermare questo di fronte al cattolicesimo' con i suoi costanti
cedimenti verso una religione 'naturale’ e ’razionale’" di fronte al relativismo religioso, tendente ad accomunare, riducendole al minimo común der'ominatore, la fede cristiana e ogni
.ferma di reiigiosità storica e naturale; di fronte alle ideologie intolleranti, chiedendo libertà per gli altri prima che per noi, con la certezza spesso
sofferta ohe .’Evangelo può essere con
tiaddetto ma non soffocato, come la
tomba d^ Gesù non ha resistito alla
divina potenza della risurrezione.
Ma dobbiamo anche affermarlo e
viverlo nella nostra vita protestante.
Penso che le considerazioni che precedono abbiano la loro- importanza
circa il mc'do con cui pure una piccola
chiesa di minoranza affronta il comDitc della testimonianza e deibevangel.izzazioae, da un lato, e daH’altro
quello della catechesi. Annunciando il
Signor Gesù Cristo a chi ci circonda
come a chi cresce e matura fra noi,
laici e pastori, catechisti e genitori,
dobbiamo saper reggere in una situ«zione umanamente difficile: non si,
tratta di trasm.ettere un determinato
bagaglio di conoscenze e di convmzioni che facciano più o meno corpo
con una data visione della vii a, generalmente ammessa da tutta la società in cui viviamo, bens'i di rendere la
testimonianza della fede in colui che
è stato segno di contraddizione e che
pure è la sola luce e la sola speranza, per il mondo intero. Gino Conte
PERSONALIA
Due ex-alunni del Collegio Valdese
hanno conseguito diplomi: Fernando
Girardon, presidente dell’Unione giovanile di S. Giovanni, quello di ragie
niere; Mirka Albarin, pure di S. Giovanni, quello di maestra. Ad entram
bi, con i no.stri rallegramenti, esprimiamo un augurio molto cordiale per
la loro vita professionale.
Abbiamo ricevuto
Per l'evangelizzazione (alla Tavola
t'aldese). in luenioria di Milca e .Antonio Cornelio. N. N. (Lucca) Lire
1Ü.000.
Per la Casa di Riposo di S. Germano (alla CIO\ ). in memoria di
Secondo Bassetto, .àntonio Bassetto
(Vicenza) L. 5.000.
Per la Claudiana, in affettuoso ricordo di Giuseppe Pagliano, Lalla e
Luigi Conte (Torino) L. d.OOO; Gino
Conte (id.) 5.000; Maria Luisa Gönnet (Torino) :).000; N. N. (Torino)
3.000: in memoria ili Alessio Rivoira,
N. (Torino) 2.000.
Pro Gianavella (alla Pro Valli), Li*
liana Ribet (Torino) 2.000: Clcmence
Gav (Torino) 1.000.
ECHI SINODA LI
Orpi centrali e periferici
Le problematiche autonomie
Un “Valli Nostre,,
tutto a colori
Il calendario « Valli nostre » 1965
porterà quest’anno 13 belle vedute tut
te in quadricromia, oltre al consueto
indirizzario evangelico, aggiornato ed
ampliato. Sarà disponibile a metà novembre.
Il prezzo di vendita al pubblico sarà
di L. 600; verrà ceduto con riduzione
e franco di porto a coloro che entro
i! 31 ottobre ci invieranno l’importo
di L. 550 sul c.e.p. 2 21641 intestato a
Libreria Editrice Claudiana, Via Prin
ripe Tommaso 1, Torino, ovvero ver
scranno, sempre entro tale data, l’importo alle nostre libreria, a Torino o
a Torre Pellice.
Come già abbiamo accennato, non
seno mancate, nel corso dell’anno pas
sato alcune occasioni di frizione fra
gli organi distrettuali e la Tavola. Secondo alcuni — la C. d’e. e una parte
del Sinodo — la Tavola, istituendo i
propri « delegati » in seno alle Commissioni distrettuali ha fatto rientrare dalla finestra ciò che il Sinodo aveva fatto uscire dalla porta (riedizione
dei «capidistretto»); secondo altri, invece, tale situazione è inevitabile finché avremo l’attuale regolamentaziore: infatti la nostra riforma distrettuale é stata compiuta solo a metà; i
nostri distretti non hanno alcuna reale autonomia finanziaria (come avviene, ad es., per le regioni della Chiesa
Riformata di Francia) : a parte le poche centinaia di migliaia di lire stanziate annualmente dalla Tavola per le
particolari attività distrettuali, è l'v
Tavola a portare il peso finanziario
della Chiesa nel suo insieme ; in tali
condizioni, é logico che essa desideri
essere sempre al chiaro sulla situazione generale e particolare, in quanto
anche così succede già talvolta che
essa debba, in ultima istanza, accollarsi oneri rion indifferenti di cui non
ha preso l’iniziativa e su cui non ha
espresso preventivamente il proprio
parere.
V’é poi tutta la gamma di sfumature nel reggere i rapporti umani, per
cui in certi distretti raccordo e la collaborazione fra Commissione distret
A! LETTORI
Un grazie di cuore per le prove di
solidarietà e di apprezzamento ; e
or ; campagna d’abbonamenti 1965
Da tempo desideravamo far quattro chiacchiere con voi. Anzitutto
per dirvi che, con il vostro aiuto, il bilancio annuo del nostro settimanale si è chiuso con un lieve attivo, il che non succedeva da vari anni.
E’ vero, si era elevato il canone d’abbonamento — e abbiamo constatato
con gioia che questo non ha distolto alcun abbonato — ma tale attivo
è stato possibile perchè, rispondendo prima con generosità all’appello
lanciato all’inizio delTestate 1963, accompagnando poi il versamento del
canone d’abbonamento con offerte, molti di voi ri hanno versato, cornplessivamente, circa ottocentomila lire di ' offerte, nel corso dell’esercizio
1963-64 (il bilancio si chiude a fine aprile). Scusandoci di non averlo
fatto prima, vogliamo qui attestarvi molto calorosamente la nostra gratitudine per l’aiuto e per l’apprezzamento fraterno che così ci avete offerto.
E ora si rìawicina la stagione dei rinnovi di abbonamento. Sebbene si debba contare su un rialzo sicuro dei costi di stampa, vorremmo
veramente evitare di ripetere, già quest’anno, un aumento degli abbonamenti. Ma le cifre sono dinanzi a noi molto esplicite: andremo incontro a un deficit sicuro, se la vostra generosità non ci darà un aiuto
valido come l’anno scorso, per noi tanto più prezioso quanto più spon
taneo.
Ringraziamo coloro che già cominciano a versare (sul c.e.p. n. 2/1755’;
intestato a libreria Claudiana, Taire Pellice - Torino) la loro quota di
abbonamento per il 1965. Tutti coloro che non essendo finora abbonati,
ci verseranno già ora l’abbonamento per il 1965, riceveranno gratuitamente il giornale per gli ultimi mesi del 1964; potrebbe anche essere un
dono da fare a un amico!
Fra tutti coloro che ri hanno inviato o ci invieranno il loro abbonamento — rinnovo o nuovo — entro il 31 ottobre p. v. saranno sorteggiate
5 copie delle due recenti edizioni Claudiana :
Roland DE PURY- Che cos’è il Protestantesimo?
Valdo VIN.AY : Il Concilio Vaticano II. in una
visuale protestante italiana.
Sarebbe peccato perdere quest’occasione...
tuale e delegato della Tavola sono stati eccellenti, in altri un po’ meno. Inoltre, non tutte le Commissioni distrettuali hanno regolarmente ottemperato all’obbligo di inviare copia dei verbali delle sedute di commi^ione alla
Tavola, sicché anche l’esame della C.
d’e. sinodale risultava forzatamente carente da questo punto di vista. Per un
momento, è sembrato che si rinnovasse l’atmosfera arroventata e passionale degli anni scorsi, quando si discuteva della riforma distrettuale. Con
lieve maggioranza è stato votato il seguente odg. ;
« Il Sinodo invita le Commissioni distrettuali ad attenersi scrupolosamente all’osservanza del disposto dell’art. 58 dei R. O. per quanto
riguarda i rapporti con la Tavola
e a prendere tutte — e soltanto —
le iniziative e le responsabilità che
loro competono ».
Altro punto messo in evidenza dalla C. d’e. e brevemente discxtsso in Sinodo sulla base delTodg. presentato da
quest'ultima è stato il problema della
autonomia. Se ne paria da molti anni,
ma senza mai andare a fondo; precisa pTescrizicni dei nostri Regolamenti sono da anni cadute in desuetudine,
in particolare il dovere della Tavola
di comunicare al Sinodo la eventuale
inadempienza, per 5 anni consecutivi,
da parte di una chiesa, ai requisiti per
poter esercitare i diritti deU’autonornia. Con il seguente odg. la Tavola e
stata richiamata aH’adempimento di
questo dovere che non può più essere
procrastinato, anche se pioco piacevole:
« Il Sinodo invita la Tavola a dare al prossimo Sinodo le informazioni di cui ail’art. 7, ultimo com
ma, dei R. O., circa le chiese autonome che più non soddisfano ai requisiti per l’autonomia ivi indicati ».
Per varie chiese, specie delle Valli,
si tratterà di una sveglia un po’ brusca; ma necessaria, perchè in questo
• campo non valgono i « diritti ad immemorabili ». E’ stato però sottolineato
da più parti ohe tale richiamo non
vuole in alcun modo esprimere un
qualriie antagonismo aniti-Valli, nè —
per i più — alcuna sfiducia nei confronti delTistituto deirautonomia, ma
piuttosto ridargli un valore e un contenuto. E cosi speriamo sinceramente
che sarà.
UNA RETTIFICA
Contrariamente a quanto pubblicato^ la
Chiesa Valdese è così rappresentata alla
Conferenza delle Chiese europee (Danimarca): past. Carlo Gay, Giorgio Girardet e Signora, Franco Giampiccoli. Ogni voce che
dichiari il past. P. L. Jalla in crociera nel
Mar Baltico è senza fondamento...
ARRIVI
IN LIBRERIA
PIERRE BÇNNARD: L’Evangile selon Matthieu. Commentaire du Nouveau Testament I, Delachaux & Niestè Neuchâtel-Paris 1964, pagg. 422,
L 5.000. La pubblicazione del pregevole « commentano del Nuovo Testamento » continua con questo monumentale commento all’Evangelo
di Matteo.
I LE¥TORI CI SCRIVONO
Cercansì lumi...
Ginevra. 18 ottobre 1964
Signor Direttore,
Sono pastore della Eglise nationale protestante de Genève e membro
dell* Associazione internazionale per
il eristianesimo liberale e la libertà
religiosa.
Nel n. 38 de « La Luce » (23 settembre 1964) trovo un breve articolo intitolato « Una religione per il
mondo di domani? », che riproduce
parzialmente un testo del « Service
de presse proteslanl romand », facendolo seguire da un commento —
pare — di cui non comprendo molto e per il cui chiarimento ricorro ai
vo.'itri lumi (Lux lucet in tenebrìs).
Come delegato delTUnione svizzera del cristianesimo liberale ho partecipato al congresso delLAja, di cui
si parla in quest’articolo. Voglio sperare di aver capito quanto vi è stato
detto. Non vedo alcun rapporto fra
ciò che so e ciò che esprìme il rapporto del vostro giornale.
Pare che troviate qualcosa di sospetto neU’interesse che fa Chiesa romana ha mostrato per questo congresso; vi vedete una tendenza sin
cretista. Ho preso parte all'assemblca generale dellAlleanza riformata mondiale a Francoforte, prima di
andare all’Aja; vi ho trovato osservatori cattolico-romani. Non ho avuto Limpressione che questo fatto implicasse nè per LAlleanza nè per la
Chiesa romana un sincretismo di
qualunque sorta.
Anche il seguito mi rimane ìncomprensibile : credo nell’ Evangelo
incarnato nella \ ersona di Gesù
Cristo e rivelato da lui; considero Gesù come il mio Signore e Salvatore. La religione, per definizione
stessa del termine, va nei due sensi :
da Dio aU’uomo e dall’uomo a Dio,
Dìo si rivela a noi, parla al nostro
cuore ed esìge la nostra obbedienza
e la nositra adorazione. Vuole che
L’amiamo come Egli ci ama. Si parli
dell’amore di Dio per gli uomini come lo fanno il vescovo Newbigin e
il pastore Visser ’t Hooft, oppure come lo fanno il vescovo Robinson o
il dottor Schweitzer, non vedo perchè uno dei modi contrasti con l’altro, purché sia annunciato. Insomma , non vedo in che cosa consista
la distinzione (« distacco radicale »)
che volete mantenere fra cose che
vi paiono contradditorie e alcune delle quali sarebbero buone, giuste, lodevoli. mentre altre cattive, erronee,
condannabili.
Ringraziandovi vivamente fin dora
per ciò che avrete la gentilezza di
rispondermi per illuminarmi, signor
Direttore, formulo i migliori saluti.
Robert Siahler
I\on mi pare che si possa negare
che il Cattolicesimo sia oggi particolarmente " aperto ‘ al mondo delle religioni: istituzione del Segretariato per i non cristiani, dichiarazioni pontificie e interventi iieiraula
conciliare confermano episodi più
spiccioli come quelli che abbiamo documentato la scorsa settimana (n. 39)
sotto il titolo “Frontismo religioso”
Questa tendenza è del resto abbastanza conforme alla dottrina cattolica che
punta sull' ''anima cristiana per natura” e che è per un verso portata a disconoscere una radicale frattura fra fede cristiana e ^religione"
Credo poi — e confesso Vinesattezza della mia formulazione nella
nota in discussione — che la rivelazione biblica non affermi che "VEvangelo” ( una dottrina? una morale
ideale?) si è incarnato nella persona
di Gesù Cristo, ma che l'Evangelo
sia il buon annuncio che il Figlio di
Dio si è incarnato in Gesù di Nazaret. e che così e per questo egli è il
Salvatore e Signore mio e del mondo. Non voglio giocare con le parole: se Lpà intende per "religione" la
risposta della fede cristiana, biblicamente formata e precisa, a questa misericordiosa rivelazione di Dio. sono
con Lei. Ma il termine "'religione''
indica per lo più una assai più generica e informe religiosità, anche se
forse calda e intensa.
Infine, pur rispettando in tutta
sincerità lo sforzo di 'presentazione"'
delVEvangelo compiuto dal vescovo
Robinson con ''Honest to God". e il
servizio d'amore in cui è da decenni impegnato il doti. Schtveitzer. non
penso che la loro testimonianza porli limpidamente agli uomini il Cristo del Nuovo Testamento, nella sua
discutibilità di "uomo fra gli uomini" e nella sua regalità di Signore.
C'è un distacco profondo, a mio avviso, fra il Maestro che molti onorano. e il Cristo dei testimoni apostolici. Il primo attira e forse conquista gli uomini religiosi, il secondo
porta scandalo nella religiosità umana, in quella corrente come in quella più elevata, c impone la scelta della fede: "Chi dite voi che io sia?":
Gino Conte
Un esempio da segnalare
Ufi lettore da Plnerolo,
Nel riportare .suirEco-Luce la
relazione della CIOV e sugli Istituti
Ospitalieri VAldesi è stato accennato
alle prestazioni apprezzate presso
I ospedale valdese di Pomaretto di due
\'olontarie della Chiesa di Pinerolo
senza soffermarvisi quasi affatto. Quale figlio di un'assistita tengo a dare
alle Signorine Uva Tron e Andreina
Grill, studentesse liceali di Pinerolo,
il più ampio riconoscimento dell’opera
amorevole e pratica da loro svolta con
dolcezza nei riguardi di tutte le perso
ne d’età ivi ricoverate per malattia o
per vecchiaia. Tengo a sottolineare il
bel gesto di queste due ragazze, che
hanno fatto a meno delle loro meritate
vacanze per dare un apporlo utile alla
CIOV. grazie allo spirito di servizio
e di sacrificio che le ha animate in
quanto hanno" fatto modestamente, ma
seriamente nelfinteresse dell'intera Comunità Valdese. Che un così bell esempio di dedizione voglia incitare altre
giovanette a fare altrettanto negli anni che verranno.
// fistio di un’assistita
Mi permetta un consiglio
Una lettrice, da Torino:
Non cr3de Lei, signor Scìclone, che
l'articoletto « Attenzione » apparso sul
n. 38 deirEeo-Lucc del 25-9-1964
avrebbe raggiunto il medesimo scopo
e in più avrebbe potuto suscitare un
più fugace — in questa nostra vita
convulsa — sentimento di carità se
e.sso fosse stato redatto, brevemente,
all’incirca, cosi?
« Penso mio dovere avvertire i Pa
stori e i Consigli di Chiesa, qualora
pervenisse loro una lettera circolare,
con richiesta dì aiuto in denaro, a
firma Pullara Pasquale, di non tenerla in alcun conto. Essa proviene da
un ricoveralo del Reparto Minorati
delle Carceri Giudiziarie di Ragusa,
da me conosciuto personalmente, non
evangelico, c dì cui è ovvia la non
responsabilità ».
I^segue la firma)
4
pag. 4
N. 40 — 9 ottobre 1964
I fratelli sud - americani
visìlane la vai d’Angrodna
~ Giornata magnifica sotto tutti gli aspetti è stata quella dell’8 settembre. La valle di
Anpogna aspettava gli Uruguaiani. E sono
arrivati puntuali al Capoluogo di Angrogna,
all ora stabilita, accolti da un gruppo di gente
che non era, a dir vero molto numerosa lieto di dare il benvenuto al folto gruppo dei
« pellegrini » guidati dal Pastore Silvio Long
e dal Pastore Emilio Ganz e Signora. Seam
biati i primi saluti nel Tempio del Capo
luogo il gruppo si avvia per visitare i luo
ghi storici della parte bassa della Valle, la
« Ghieisa d’ia Tana » ed il monumento di
Chanforan, per giungere poi al Serre. Lun
go il percorso si chiarisce il perchè del nu
mero non molto grande degli Angrognini,
all arrivo. Nei villaggi ci si era radunati
qua e là per aspettarli! Ecco che una sor
presa aspetta la comitiva al Prassuit-Ver
nèt, un rinfresco per nulla improvvisato
anche se oggetto di stupore per gli stess
organizzatori, in quanto organizzato spontaneamente dagli abitanti proprio per fare
una sorpresa. E del pari oggetto di ammirazione e di gioia, in quanto espressione di
un delicato pensiero il « Benvenuto al Prassuit-Vernèt » scritto con dei fiori su un prato ad opera del Signor Silvio Bertin. Inutile dire che tale scritta fu ripetutamente
fotografata e così siamo certi che la rivedremo in diapositive anche ora che l’originale è distrutto da tempo! Alla tc Ghieisa
d’ia Tana » due persone giunte da Pradeltorno testimoniano che anche nella parte
alta della Valle si pensa agli Uruguaiani.
Dopo una sosta con spiegazione storica del
Past. Ganz al monumento Chanforan, eccoci nel Tempio del Serre dove gentili mani avevano recato fiori e ornato l’antistante
sagrato, e dove aspettava un coro, opera della sapiente e perseverante organizzazione
della Signora Armand Bosc vedova Bertalot,
formato da persone che avevano strappato
alcune preziose ore al lavoro dei campi per
prepararsi e per intervenire alla « cerimonia ». Alcuni bambini della Scuola domenicale sempre sotto la guida della Signora
Bertalot hanno recitato delle poesie in italiano e eantato in italiano, francese e « patois ». Brevi parole di augurio reciproco
per i Valdesi di qua e di là dell’oceano furono pronunziati dal Pastore del Serre e
dal Pastore Silvio Long. Ci si recò quindi
alla Pensione Bertin dove un ottimo pranzo fu offerto dalla Signora M. Bortolotti di
Palazzolo sull’Oglio, in onore degli Uruguaiani che con tanto affetto avevano accolto
a loro tempo i « pellegrini » italiani che
anni or sono si erano recati in Uruguay, e
di cui lei faceva parte. Ecco anche giungere
in tavola un magnifico dolce con tanto di
bandiera italiana ed uruguayana e di « Siate i benvenuti », scritto in spagnolo, artisticamente composto: generoso pensiero (e offerta) delle signore Borsalino di Como e
della Signora Gay in Ghigo di Torre Pellice,
villeggianti, come la sunnominata Signora
Bortolotti, al Serre, per il periodo estivo.
Terminata la... siesta o la partita a bocce
a seconda dei gusti, si riprese il cammino
ma questa volta non più per la via stretta
e boscosa « delle tane » bensì per quella
ampia, spaziosa (!), e soleggiata che conduce direttamente al Capoluogo. Qui, nella
sala delle attività, era schierata la corale e
le tavole erano imbandite per il te offerto
dalle Unioni femminili del Serre e del Capoluogo. Il giovane Renato Malan legge un
messaggio da parte delle Unioni giovanili,
la Signora Costabel da il benvenuto a nome delle Unioni femminili, il Pastore Silvio Long si congratula per l’accoglienza
fatta in valle (Ma, niente paura : i discorsi
non superano i tre minuti l’uno) e cosi
c’è tempo per udire la corale diretta dalla
Signora Geymonat e poi per cantare insieme tutti quanti in italiano, spagnolo (si
ode anche, cantato dagli uruguayani il canto nazionale uruguayano) e francese. Una
bellissima poesia di circostanza in patois, è
letta dall’autore. Signor Alfredo Sappè, e
così il tempo vola. Si canta allora insieme
ancora l’inno che si impone da sè « Poiché
è giunto ormai l’istante » e ci si avvia tutti
quanti al pulmann : chi per partire e chi
per salutare i partenti! Nell’intimo di ognuno, ne siamo certi vi era un senso vivo di
riconoscenza al Signore per la bella giornata trascorsa colma di sole, di fraternità e
di letizia! B. G.
Giornata degli uomini
delle Valli Valdesi
Il 18 ottobre nomini delle Valli Valdesi sono invitati ad Agape per
il (Convegno autunnale che quest’anno avrà per argomento :
L’ industria
nelle Valli Valdesi,,
Parlerà Gianni Alasia, segretario della Camera del Lavoro di Tori
no. La situazione di crisi di talune industrie arretrate, i mutamenti in
corso alla RIV’, i problemi delle miniere di talco devono essere visti nel
quadro della situazione generale della nostra industria. Oltre al Signor
Alasia interverranno altri esperti, fra cui R. Savio, G. Mottura, V. Rieser,
che presenteranno la .situazione reale delle industr:“ della zona, le p-»'
spottive, ; possibUl rimedi.
La giornata prevede la partecipazione al culto a Frali (ore 10,30), il
pranzo ad .Agape (ore 12,30) e alle 11 la riunione. Il costo della giornata
è di L. 600 a persona per gli iscritti.
Iscrizioni e informazioni presso Agape — Frali (TO).
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
POMARETTO
Siamo riconoscenti all’insegnante Claudio
Tron per aver presieduto il culto al Centro,
domenica 27 settembre, consentendo di poter tenere il culto alla cappella del Cloi
Inverso, Lo ringraziamo per il pensiero che
ha lasciato nel cuore della Comunità.
Ricordiamo le attività prossime : Domenica 11 ottobre culto alle ore 10 con tutti i
bambini della Scuola Domenicale, catecumeni e soprattutto ì genitori. Dopo il culto
si fisserà coi catecumeni l’orario delle lezioni.
Domenica 18 avremo un culto con Santa
Cena con inizio alle ore 10,30. Tutte le
Scuole domenicali inizieranno i corsi la domenica 18.
VILLAR PERORA
La corriera del Tempio. Con rinizio della Scuola domenicale, a partire da domenica prossima 12 ottobre, la nostra corriera riprende il suo servizio completo con
il seguente orario:
Prima corsa: Pramollo Rue, ore 8,10; S.
Germano Chisone 8,20; Tupini 8,30; Viliar Perosa, Via Alfieri 8,32, Via Municipio
8,35, .Stazione 8,38; Dubbione 8,43; Eleeeia 8,45; Vivian 8,50; Grange 8,54; Piano
Maurino 8,55; Cai>pella 9.
Seconda corsa: Topini ore 9,30; Via Alfieri 9,32; Municipio 9,35; Stazione 9,38Dubbione 9,43 ; Fleccia 9,45 ; Vivian 9,50 ;
Grange 9,54; Piano Maurino 9,55; Cappella 10.
ANGROGNA (Serre)
— L’ultima domenica di settembre ba segnato la ripresa dei culti secondo l’orario
invernale, vale dire a Ptadeltorno alle ore
10 ed al Serre, jl pomeriggio, alle ore 14,30.
Lasciamo quindi dietro di noi il periodo
estivo, con i culti all’aperto al Bagnau, ma
prima di affrontare rinvemo e di prepararci alla ripresa delle attività vogliamo almeno ricordare le giornate più salienti e gli
avvenimenti più importanti dell’estate trascorsa
— Innanzitutto uno sguardo di insieme
ella frequenza aj culti. Se non vi fosser->
dei villeggianti la situazione sarebbe assai
penosa, perchè gli uditori diminuiscono sempre più: a causa dello tpopolamento certo, ma anche a causa di una notevole mancenza di impegno da parte di quelli che
potrebbero frequentarli; sarebbe assurdo
pretendere che ad es. al Bagnau si arrivi
alla cinquantina di persone o addirittura al
centinaio come succedeva molti anni or sono, ma è anclie un po’ assurdo che il numero si aggiri ora soltanto sulla diecina,
od la massimo sulla ventina, mentre altrettanti e più sono quei membri di Chiesa che
passano l’intero pomeriggio all’albergo della Vacccra, senza neppure fare una capatina
alla località del culto.
— Nel corso dell’e.state, sia per sostituire
11 Pastore, sia per avere dei culti contemporaneamente in duo località diverse, data
la vastità della parrocchia, abbiamo dovuto ricorrere all’aiuto di Pastori e di laici che ringraziamo vivamente per i loro
messaggi; essi sono: i Pastori Giulio Victnlini, Giovanni Bogo, Roberto Coissoin,
10 studente Battaglia della Società missionaria Pradeltorno, il Prof. Gastaldi della
( hiesa dei fratelli, proveniente da Legnano ed ospite dèlia Foresteria di Pradeltorno, rinsegnante ISdgardo Paschetto di Torre
Pellice, e naturalmente, per più volte, il
Dr. G. Ribet di Torino, che non fa mai
mancare la sua costante e perseverante collaborazione.
-- 11 19 Agosto, a Pradeltorno, una gran
folla si è radunata per una semplice, ma
suggestiva cerimonia nel corso della quale
11 Moderatore deilla Tavola Valdese, Dr. Ermanno Rostan, ha dedicato una lapide posta neM’atrio del Tempio, alla memoria di
Miss Valerle (Goodchild, l’amica inglese
della Chiesa Valdese che il 15 agosto dell’anno scorso, scendendo da Pradeltorno
con una comitiva di visitatori, perdeva la
sua vita in seguito ad un tragico incidente.
Per iroccasione si trovarono a Pradeltorno
oltre al padre della defunta molti Pastori
inglesi, a capo di una numerosa comitiva
guidata dal ben noto amico dei Valdesi Cap.
Stephens che al termine della semplice, ma
commovente cerimonia rivolse un discorso
in italiano ai presenti rievocando la figura
della Sig.na (Joodchild, e specialmente il
suo amore per le Valli, per i bambini (era
infermiera in un reparto per bambini) ed
in genere per la gente semplice. Il Capodistretto delle Valli Past. F. Davite porse al
gruppo inglese il saluto delle Chiese deli-;
Valli, che la Sig.na Goodchild non era soltanto legata da vincoli di amicizia con la
valle di Angrogna, ma con tutte le Chiese
Valdesi, anche fuori dal Piemonte. E' da sottolineare la partecipazione a questa cerimonia di molte persone intervenute nell’anonimato e nelle semplicità caratteristica della
gente di montagna non conosciuta che da
pochi intimi, perchè vive generalmente isolata nei suoi casolari sui monti. Era gente
che la <c Valerle » aveva conosciuta nei suoi
(C pellegrinaggi » a piedi alle Valli, gente che
ogni anno essa tornava a salutare e che era
felice di rivedere come essi di rivedere lei,
gente a cui inviava gentili pensieri per le feste, e che con la sua presenza ha testimoniato
al padre ed agli amici di «Valerle» la sua
solidarietà cristiana nel dolore e nella speranza ,
— Atti liturgici: sono stati celebrali i
battesimi di : Rivoira Marina di Ernesto e
di Rivoira Pierina (il 2 agosto); di Cdisson
Ughetta Graziella di Daniele e di Rivoira
Elvina (il 27 settembre), e di Buffa Massimo di Fernando e di Monnet Edmira (il 4
ottobre).
Sono stati celebrati i matrimoni di : Fornerone f'erruccio Giovanni e Monnet Liti
(il 29 agosto); Malan Osvaldo e Buffa Fedina (il 12 settembre).
Il 30 settembre abbiamo accompagnato
al Cimitero del Capoluogo la salma di Buffa Adelina n. Malan. degli Odin, morta dopo un lungo periodo di sofferenze e un lungo ricovero presso gli ospedali Valdese di
Torre Pellice ed alle Molinette di Torino.
Il Signore della vita conceda ai piccoli,
che muovono i primi passi nell’esistenza, ai
giovani che formano i loro focolari, ed a
chi è colpito dal lutto di vivere sotto il suo
sguardo di amore, e di comprendere e di
fare la sua volontà vivendo nella fede in
Lui!
SAN SECONDO
Lutto. Tragica morte ha stroncato la ginvane eisisiteriza di Garnier Davide, delle Prese, di anni 36. Originario di Bobbio Pellice, egli isi era stabilito a San Secondo con
a famiglia pochi anni fa. Ai funerali che
hanno avuto luogo lunedi 14 settembre hanno partecipato molti Bobbiesi, i quali han
voluto portare restremo iSaluto all’amico
M'oniparso.
.411a famiglia, già colpita nei suoi affetti
[liù cari dalla tragica dipartita di un altro
figlio trucidato dai tedeschi, rinnoviamo la
espressione .Iella nostra viva e fraterna simpatia cristiana, additando in Cristo il vin
litore della morte.
Matrimoni. Il 5 settembre, sj sono uniti
in matrinionic : Santiano Ermanno iCevoretto) é Rostagno Franca (Cascina); il 12
settembre. Fogliame Sergio (Villar Perosa)
eRostan Miranda (Capoluogo) ; il 19 settembre, Fraschia Rinaldo (Angrogna) e Pons
Liliana ÌLuganera); il 3 ottobre Geymonat
Piercarlo (Villar Pellice) e Costantino Ildr.
(Fontanavè) Auguriamo a tutte queste giovani copipie di sposi una lunga vita in comune sotto lo sguardo del Signore; estendiamo pure i nostri auguri a Rostan Sergio
(*■ i-et Couiba) e Davit Maddalena (Villar
Pellii e) che si sono spoisati il 19 settembre
a Villar Pellice.
Battesimi. Sono stali presentati al S. Battesimo ;Gardiol Carla di Sergio e di Long
Enelida f lavoretto i e Combe Floriana di
Eugenio e di Bernard Ines (Brio Round).
Chiprliaino al Signore di benedire questi
bambini e le loroi famiglie.
Visite. In questi ultimi mesi abbiamo
avuto il privilegio di ascoltare il messaggio
della Parola del Signore portatoci dai Pastori Ernesto Naso, Alberto Ricca, Umberto Beri; dallo studente in teologia, Luciano
Deodàto, dal prof. Emanuele Tron e dal
sig. Dino Gardiol.
Ringraziamo vivamente questi fratelli Per
la loro gradita visita.
visita Sudamericani. Mercoledì sera 2
settembre abbiamo avuto il piacere di incontrarci con un gruppo di fratelli valdesi
deU’Uruguay, guidati dal pastore Silvio
Long. Dopo aver dato loro il benvenuto nel
tempio ed ascoltato il messaggio da parte
di tre fratelli sudamericani, ci siamo recati alla scuola Umberto I per una cena in
comune.
Verso la mezzanotte i nostri graditi ospiti ripartivano lasciando nel nostro cuore
un caro ricordo delle poche ore trascorse
insieme.
— Ricoirdiamo che da domenica, 11 ottobre, il culto avrà inizio alle ore 10,30 e
che domenica 18 ottobre avremo il cullo
della ripresa.
— Ringraziamo i Pastori sigg. G. Bertinalti, E. Ganz ed il sig. A. Varese i quali
ci hanno rivolto il messaggio delia Parola
di Dio nel mese di settembre.
— Domenica 20 settembre nel corso del
nostro culto nel tempio è stalo presentato
al Battesimo il bimbo Pontet Adriano di
Stefano e di Geymonat Susanna (Pidone).
Invocliiarao sul bimbo e su tutti i suoi
cari le benedizioni del Signore.
Il nostro affettuoso « benvenuto » alla
piccola Renata Negrin venuta, domenica 13
settembre, ad allietare la famiglia di Stefano ed Anna Negrin in Via Beckwilh.
— Nei giorni W, 11, 12, 13, 14 ottobre
sarà proiettato nel nostro cinema ¡1 noto
film: «/ dieci comandamenti r>, technicolor
in 5 tempi di Cecil B. de Mille. Ci augu
riamo che tutti i parrocchiani vorranno ap
profittare dell’occasione loro offerta di ri
vedere .sullo scliermo le note vicende bibli
che; facciamo pure assegnamento sulla par
tecipazione di numeroso pubblico prove
nien'.e da altri comuni, onde possiamo almeno coprire la forte spesa incontrata per
il noleggio di questo film. e. a.
La nostra stampa
vi Interessa 7
CISEMA PARROCCHIALE VALDESE
R06RI0 PELLICE
Sabato 10 ottobre — Domenica
Il ottobre — Lunedì 12 ottobre
— Martedì 13 ottobre — Mereoledì 14 ottobre
ore 20,30 precise
proiezione speciale
de
I DIECI COMAlAMEIiTI
Film in technicolor in 5 tempi.
Regìa: Cecil B. de Mille.
Interpreti: Charlton Heston —
Yul Brinner — A. Baxter.
Prezzo unico : L. 200.
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Cip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Toi
HVVITO A n/IAlVIIVHRIM
1 parlecijjaiili al recente pei egrinaggio d
Mannheim e i candidati a quelli futuri sono
ccidialiueiiie invitati a Villar Perosa domenica 25 oliobre ir. vista del seguent.*
o.d.g.: Ore 11), cullo nella Cappella; on*
12, pranzo presso un alibergo ioeale a prez
zo modico per coloro che isi saranno prenotati: ore 14, lettura dell-e relazioni (Ji
viaggio; proiezione dì un film sulle atlivilà di una chiesa in Heidelberg; ® udio cir<‘a
rospitalità da offrire ai fratelli di Mannheim per la prossima Pentecoste; sIuìIìg
del programmi: per un pellegrinaggio in
prrgelto p-^r TuTino 1965.
avvisi economici
LEZIONI di inglese (lettcralura, grammat'i'a. i'inversazi'. ;.e|. Rivolgersi Claudiana - Torre Pellice
VILLAR PELLICE
— Nel corso di questi ultimi giorni diverse famiglie della nostra Comunità sono
state visitate dal lutto. Sono infatti mancali all’affetto dei loro Cari, il 16 .settembre:
Cairus Giovanni Daniele, di anni 90 (Cucurue); il 18 settembre: Garnier Giovanni Pietro, di anni 70 (Ruà); il 26 settembre: Baridgn Maddalena ved. Rambaud, di anni 85
(Caviionvilla); il 29 settembre: Pons Àbramo Giacomo, di anni 82 (Inverso). Per alcuni dji loro la chiamata è giunta in modo
calmo, al termine di una lunga giornata terrena ; per altri invece dopo diversi mesi
di sofferenza. Porgiamo a questi Scomparsi
il nostro reverente saluto ed alle famiglie
afflitte diciamo ancora tutta la nostra simpatia ed il nostro fraterno affetto.
— Sono stati uniti in matrimonio : Rostnn Sergio (S. Secondo) e Davit Maddalena (Rouet). Formuliamo per questi sposi e
per il loro focolare i nostri migliori voti di benedizione. Allo sposo, che giunge
dalla Chiesa di S. Secondo, porgiamo anclie
il fraterno saluto della Comunità.
— Il S. Battesimo è stato amministrato a:
Renato, Predino, Elimui e Lorella Cordin,
di Luigi e Maria Vigne, di Uocioire.
11 Signore accompagni con la sua grazia
questi bimbi che gli sono stati consacrati,
insieme ai loro genitori, padrini e madrine.
— Alcuni piccoli, graditi ospiti sono
.giunti ad aumentare la famiglia dqlla Chiesa e a rallegrare il focolare domestico di
alcune delle nostre famiglie. Essi sono: Romina, di Samnele e Anna Pascal (Cucuruc):
Claudio, di Aldo e Susanna Rambaud (Centro- Sarei); LUia di Stefano e Fiorella Davit (Centro-Sabbione); Franca, di Renato e
Ginetia Vernò (Teynaud).
Diamo loro il nostro più cordiale saluto
di benvenuto e presentiamo i nostri vivi
ra legramenti alle loro rispettive famiglie.
— Ringraziamo mollo vivamente i Pastori Sigg.ri Gustavo Bertin e Roberto Comba,
il Sig. A. Lazier e Io Studente in Teologìa
Luciano Deodato che, durante l’assenza del
Pastore, lo hanno sostituito nella predicazione
e nella celebrazione di alcuni atti liturgici.
Direttore resp.: Gino Conte
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Prelato e Bisio ringraziano quanti hanno partecipato al lo
re dolere in occasione della scemparsa di
Enrico Prelato
Torino, 30 settembre 1964
Il Comitato e tutto il Personale delia Claudiana, che molto hanno rice
vuto dalla ccllaborazione capace, generosa e modesta di
Giuseppe Pagliano
partecipando d. cuore al dolore dei fa
miliari per la sua perdita, lo ricordano con viva gratitudine e affetto profonda
Torino, 30 settembre 1964
Il marito, il figlio, la nuora ed i parenti della Compianta
Giulia Armand-Pilon
in Giordano
i.
esprimono la loro gratitudine ed il loro ringraziamento a tutti coloro ch-3
presero parta in qualsiasi modo nella
lultuosa circostanza.
Un ringraziamento particolare ai
Dott. De Bettini e Pelizzaro, alla Direzione e al Personale dell’Ospedals
Valdese di Torre Pellice, ed al Pasto
re sig. Sommani.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del compianto
Alessio Rivoira
ringrazia tutti coloro che presero parte in qualsiasi modo al loro grande
dolore per la dipartita del loro caro.
In particolar modo ringrazia il Pastore sig. Taccia, il Dottor De Bettini,
s vicini di casa Linette e Aldo Rivoira
ed il figlioccio Edvy Sappè.
« Ritorna anima mia al tuo i iposo perchè l’Eterno t’ha colmata di beni» (Salmo 116: 7)
Stringai - Angrogna 24-9-1964
OROLOGERIA . OREFICERIA
Novarese - Jourdan
TORINO - via Tripoli, 214
Concessionario
— orologi e sveglieitte CYMA
— orologi LONGINES - PHI
LIP ’WATCH . DOXA eCC.
— pendoilette a transistor
SECTICON
Laboratorio attrezzato per riparare qualsiasi tipo di orologio,
sveglia, pendolo, cucù
Acquistando i VINI MARSALA
dal fratello Garzia Salvatore, via
Caippuccini, 6, Marsala, contribuirete alla creazione di un fondo per
la costruzione di tin’Opera Evangelica in Marsala, in quanto tutto
il guadagno, escluso ¡1 minimo indÌ8p«nisabile ai suo fabbisogno familiare, va devoluto per l’Opera
stessa.
Cartone propaganda :
6 bottiglie da 750 gr. L. 2.100
12 bottiglie da 750 gr. L. 3.900
C.C.P. 7/528 Chiedere listino prezzi.
Per l’opera di Marsala è già stala
tersala alla Tavola ia somma di
(ir-2 113.690.
SOSTENETELA
DIFFONDETELA
orologerìa - OREFICERIA BORNO EMANUELE Via Trieste, 6 - PINEROLO - Telef. 3117
Concessionario GIRARD-PERREGAUX ENICAR — RERNA
★ Attrezzato laboratorio oreficeria per riparazioni e lavori su ordinazioni
★ Si accetta anche Poro dai clienti
ir Massima garanzia
SI FABBRICANO CROCI UGONOTTE E STEMMA VALDESI