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Anno 124 - n. 38
7 ottobre 1988
L. 800
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a: casella postale - 10066 Torre PeUice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
LA TRAGICA SERIE DI OMICIDI NEL MEZZOGIORNO
afia: uno stato nello stato
Gli ultimi avvenimenti possono essere compresi ripercorrendo la storia e l’evoluzione del fenomeno mafioso: dalla
delinquenza di tipo ottocentesco, al periodo del controllo dell’edilizia, al traffico della droga - Mafia e politica
Che cosa sta succedendo in Sicilia? Sedici morti in tre giorni!
Tra questi il giudice Saetta
(massacrato, non solo ucciso, insieme al figlio disabile) in predicato per presiedere la Corte
d’Assise d’appello per il maxiprocesso celebrato lo scorso anno a Palermo. Certamente un
messaggio. Quale? I contorni
vanno ricercati nel quadro della « normalizzazione » e delle varie campagne di « delegittimazione delia magistratura ». « Con
abile mossa da prestigiatore (il
minisi ru Vassalli, ndr) — ha accusato con rabbia Giuseppe Di
Lello, del pool antimafia, nella
riunione del 28 settembre a Palermo dell’Associazione nazionale della magistratura — ha trasformato il caso del ministro
Cava nel caso del giudice Alemi. Delegittimando ulteriormente la magistratura e facendo veramente capire che certi santuari non vanno toccati y> («La Repubblica », 29/9).
Verso la
normalizzazione?
La lettura e l’interpretazione
dei codici mafiosi non possono
essere disgiunti dal clima sociale e dalla prefigurazione futura
degli assetti sociali. Ma tra i
morti c’è anche Mauro Rostagno. Di lui non ho un nitido ricordo, ma non posso dimenticarne la passione per la giustizia
e la felicità. Destinato al massacro anche lui, sul luogo dove
raccoglieva la gente ferita a morte dall’azienda mafia. Un ribelle,
insieme a tanti, in una società
egemonizzata nei nodi che con
tano dal potere mafioso. Certamente la mafia vuole accelerare
i tempi della completa normalizzazione, certamente ha colto
il momento favorevole e certamente nella « drammatizzazione
delle uccisioni » viene sottolineato il messaggio della determinazione. Ma gli altri morti? Sono
tutti legati alla mafia, anche alla
parte vincente. Allora anche qui
ci si domanda: che sta succedendo nell’organizzazione che —
come hanno ribadito i giudici
del maxiprocesso nella conferenza stampa di sabato 1“ ottobre
— « è una, a livello nazionale
ed internazionale »? Ciò vuol dire che l’articolazione e le schegge impazzite non devono far dimenticare la realtà di fondo.
Dal feudo alla
strage di Ciaculli
Fino al 1958 la mafia rimane
quella dei gabellotti, cioè la mafia del feudo, dei giardini e dell’acqua. Uno schema d'interessi
ottocentesco. Il punto massimo
di difesa e di normalizzazione
di questo periodo economico è
rappresentato dalPavventura di
Salvatore Giuliano e dalla strage di Portella delle Ginestre. Una
mafia di campagna. I massimi
rappresentanti, alla data del 1958,
che compiono il passaggio alla
città, sono i Greco e i Liggio.
Quest’ultimo per il tramite della
mafia di Villabate, sbarca a Palermo e, per il tramite dei Cottone, viene messo a contatto con
i Greco i quali, dagli stessi, erano stati iniziati alla conquista
della città. Palermo si sta espan
dendo oltre i « Quattro Canti »
sull’asse di viale Libertà. L’industria edilizia diventa il campo
di azione della mafia nelle sue
componenti principali (La Barbera, Greco, Liggio). Fino al 1962
è guerra spietata. Lucky Luciano inventa la Commissione, una
sorta di federazione di tutte le
famiglie siciliane, per mettere fine alla strage e per realizzare
migliori rapporti a livello internazionale. L’equilibrio viene rotto ed inizia una nuova guerra,
in cui s’inserisce lo Stato. Questo momento è segnato dalla
strage di Ciaculli, 30 giugno 1963
(regno dei Greco, alla periferia
di Palermo).
La comparsa dei
colletti bianchi
Il periodo seguente (1963-’69)
è segnato da una relativa tranquillità. La regìa politica è accorta e molto attenta. Bisogna
riorganizzarsi e stabilire nuovi
equilibri. Un riordino che prelude a nuove imprese socio-politico-economiche. Nel 1962 i La
Barbera cominciavano già a pensare alla droga; ma essa diventa
il nuovo orizzonte economico della mafia a partire dal 1969 fino
agli anni più vicini a noi. Questo periodo è particolarmente
importante, perché entrano nell’orbita mafiosa i colletti bianchi (Sindona). C’è bisogno di
gente che sappia di economia e
di finanza; che sappia cioè legalizzare gli enormi flussi di denaro sporco guadagnati con la
droga, la cui raffinazione e traffico sono l’interesse economico vi
UNA DIMENSIONE DELLA FEDE
Cantare alla gloria del Signore
« L’Eterno è la mia forza e Foggetto del mio canto ; egli è stato
la mia salvezza. Questo è il mio Dio, io lo glorificherò; è l’Iddio di
mio padre, io lo esalterò » (Esodo 15: 2).
«L’Eterno è l’oggetto del mio
canto! ». E’ l’esclamazione di fede
del popolo di Israele uscito dalla
schiavitù d’Egitto, grazie all’aziodi liberazione del Signore. La
comunità dei credenti, riconoscendo la presenza di Dio nella
storia, la sua azione costante di
misericordia, è invitata a fare
proprie le lodi delle donne di
Israele: « Cantate all’Eterno, persi è sommamente esaltato;
ha precipitato in mare cavallo e
Cavaliere » (v. 21). Nel libro degli
Atti riecheggia l’antica esperienza
“t liberazione nell’episodio di
Paolo e Sila, prigionieri a causa
della predicazione evangelica (Ath 16: 25-34). La fede evangelica è
Quindi riconoscibile nella storia
Quotidiana delle donne e degli
Uomini con la testimonianza
^plicita del canto: tutti siamo
invitati a levare inni al Signore,
intonati e stonati, perché al centro della lode non vi sono le nostre capacità canore, ma il nostro
Dio, signore e salvatore del mondo.
Il canto è una dimensione fondamentale della esperienza di fede di ogni credente. Chi non canta, nei culti e nella propria vita,
dimentica che la lode al Signore
è il dono dello Spirito per ciascuno di noi, segno visibile della grazia del Signore (Efesini 5: 18 e
19).
Il nostro tempo vede le donne
e gli uomini inebriarsi di musiche che il rendono schiavi. Fatte
salve alcune eccezioni, come i
cantautori dell’impegno sociale
(J. Baez) e talvolta religioso (B.
Dylan) ed i concerti per la tutela
della dignità umana (cfr. il recente Human rights now promosso
da Amnesty International), in genere la musica rock contemporanea costituisce una facile occasione per propagare i disvalori correnti: droga, violenza sessuale,
teppismo. Anche in campo musicale vale dunque la regola fondamentale dell'etica evangelica: chi
è il soggetto della mia musica?
« Al solo Dio altissimo per onorarlo, al prossimo per istruirsi »
(autografo di J.S. Bach all'inizio
dell’Orgelbiichlein).
Queste parole di confessione di
fede del nostro fratello Bach, poste all’inizio di un manuale per
organo destinato ai giovani principianti, una bellissima raccolta
di 46 corali ad uso del culto nelle
chiese evangeliche, sono il migliore augurio che, come comunità,
possiamo fare alle sorelle ed ai
fratelli impegnati nelle corali e
agli organisti.
Eugenio Stretti
vsfc.. W
'ff
Michele Buscetta durante il processo (telefoto ripresa con l'impianto televisivo a circuito chiuso).
tale di questa stagione; senza
escludere poi l’appropriazione di
ingenti risorse riversate nel Sud
dalla Cassa per il Mezzogiorno.
Ristrutturazione
territoriale
Nel periodo del maxi-processo
— periodo di silenzio della mafia — la riorganizzazione della
stessa raggiunge livelli di ristrutturazione territoriale (vedi le rivelazioni di Calderone, tuttora
in corso) ed economicopolitica.
Scrive Enzo Nocifora (sociologo
dell’Università di Messina) che
a fine ’800 « L’organizzazione manosa è un’organizzazione politica; non vi sono rapporti con il
potere politico, ma è essa stessa che fa politica ». E Vito Mercadante: « La nuova mafia è stata giudicata una variante impazzita della mafia. Però il fatto che
essa sia responsabile, secondo
le ammissioni di Buscetta, principalmente dei delitti politici, significa una e una sola cosa: che
essa è l’autentica mafia, la quale è associazione a delinquere,
più politica ».
Non credo pertanto che l’organizzazione mafiosa possa essere definita — come solitamente
si fa (anche padre Sorge l’ha
fatto in una recente intervista)
— « solo un’organizzazione mafiosa ». E’ invece uno stato nello
stato, articolato e unitario. Tutto si può capire a partire da
questa verità, e infatti la gente
si domanda: che sta succedendo
a Roma? Da lì vengono risposte non chiare. Da una parte si
nomina per la prima volta un
magistrato nella carica di alto
commissario dell’antimafia, dall’altra si riduce il peso del pool
antimafia e si delegittima la magistratura; da una parte si potenzia la polizia e dall’altra si
smantella la squadra mobile di
Palermo, allontanando i migliori
e la « memoria storica » (vedi caso Accordino e Montalbano), da
una parte si vuole che giustizia
sia fatta e dall’altra si lasciano
gli uffici giudiziari (come si larnenta il giudice Ayala) sguarniti di personale e di strumenti.
Allora la gente non ne può più
e accusa, e investe il Presidente
della Repubblica con monetine
e con grida: « Fuori Gava dal governo! ». La gente crede di assistere al gioco delle parti, e si
chiede se veramente si vuole eliminare la mafia e le altre organizzazioni similari dal territorio
nazionale. Chi si incammina nei
quartieri e nei rioni di Palermo
a forte densità mafiosa avverte
una rinata baldanza dove prima
c’era malumore. Il ritorno verso la città diversa avviene con
un carico di sofferenza, di paura, di rabbia e di pungente impotenza. La sindrome del tunnel: buio e freddo, densi di presagi, ti afferrano. E ti ritrovi a rimpiangere la primavera incipiente.
Una lunga
lotta di trincea
La mia visione è meno rosea
di quella di padre Sorge, quando afferma che « per la prima
volta ci sono le condizioni per
sconfìggere la mafia, perché sta
cambiando la cultura ». Dal mio
punto di vista ci sono tutte le
condizioni per una lotta di trincea, incerta e lunga. E’ una lotta che va ingaggiata su tutti i
fronti: cultura, società, economia, politica e giustizia. C’è spazio iper tutti: per lo Stato, per
la chiesa, per i partiti, per i sindacati, e soprattutto per centri,
comitati e associazioni che spesso sono rimasti soli a fianco della magistratura e della polizia.
Tutti in prima linea.
Alfonso Manoccliio
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commenti e dibattiti
7 ottobre 1988
CHIESA E
COSCIENZA UMANA
Vorrei riferirmi ali’articolo comparso sull'Eco del Chisone a firma dei
direttore: « Meeting: valdesi e illuministi sull'ora di reiigione > deii'8.9.'88.
in esso egli polemizza e risolve ogni
problema posto in casa valdese e laica sulla suddetta ora ma, a mio parere, non ha centrato il ■ bocciolo »
della questione che, secondo me, è
questo.
Può la scuola pubblica insegnare
una « religione », anzi una .« confessione » ben precisa come queila cattolica, quando per religione si intende non uno studio storico o puramente culturaie, ma un insieme di verità
che portano alia « fede », cosa molto
personale e interiore? Non è la Chiesa tramite la liturgia, ia • Parola di
Dio » annunciata nell'Antico e Nuovo
Testamento, la preghiera, e d’aitro
lato la realtà di questo mondo, analizzata aiia luce della » coscienza »,
questa scintilla divina presente in ogni
uomo, che gli dà il metro per capire
ciò che è bene e male ed agire di
conseguenza (in questo senso si può
pariate di « Regno di Dio » su questa
terra, che travalica i limiti deila Chiesa per far giungere la salvezza a
« tutti gli uomini di buona volontà »),
le quali, queste due realtà. Chiesa e
coscienza umana, possono portare l'uomo ad una < religiosità vissuta », ossia
alla < fede »? Altrimenti o la scuola
si iimita a fare un'oprerazione culturale come uno studio delle • scienze
religiose » in senso storico e quindi
non di » credo », o non si fa nulla
perché altre sorto le vie che portano
alla fede.
Gabriele Canal, Pinerolo
SETTARI
O COERENTI?
Dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato sull'ora di religione,
penso che la nostra Tavola valdese
e la Federazione delle Chiese Evangeliche, di fronte a questa ennesima
« vergognosa » e « provocatoria » sentenza, debbano forzatamente rivedere
molte delle loro posizioni e simpatie,
per quanto concerne i rapporti con
lo stato, l'ecumenismo in genere, i
rapporti con alcuni cosiddetti « partiti
laici »... Perché?... Ma perché, cari
fratelli, siamo rimasti abbastanza soli
a combattere, arrche se non si può
negare che partiti laici minoritari ed
alcune • firme » autorevoli sembrano
avallare le nostre sacrosante battaglie
in campo sociale. Mi conforta però
una frase di Giovanni Franzoni quando disse: « E' ora che i protestanti
imparino nuovamente a fare i protestanti! ». Pertanto, se mi è concesso,
gradirei esporre alcune mie considerazioni.
Innanzitutto non è più possibile affermare che il nostro è uno stato laico! Non nascondiamoci dietro ad un
cerino! In Italia sappiamo bene chi
ha le redini del comando. Il fatto
stesso che una trasmissione televisiva quale • Protestantesimo » non riesca a trovare una collocazione appena decente come orario, per essere
opportunamente seguita, è un fatto
che si commenta da sé! Rapporti ecumenici con il cattolicesimo. Non mi
sento affatto « settario • se sostengo
che almeno l'ecumenismo di vertice, oggi come oggi, non ha più alcun significato. Il cattolicesimo che «conta»...
è scivolato indietro di parecchi anni
e non vedo proprio, sotto l'attuale
papa, cosa si possano dire una chiesa riformata e una chiesa sempre più
mariana. Non si scandalizzino certi
evangelici « impegnati », questa purtroppo è realtà, triste, amara, ma realtà! Questo non vuol dire e non vuol
essere « settarismo », è solamente
sincerità e coerenza con noi stessi.
Altrettanto chiaro e sincero dovrà
essere il rapporto con forze politiche
della cosiddetta « area laica », alcune
delle quali sono sempre pronte a strumentalizzare e a sostenere le minoranze religiose solamente quando hanno bisogno di credibilità per la realizzazione di certi loro progetti. Ma do
Nuovi indirizzi
9 II pastore Gianna Sciclone comunica che il suo nuovo indirizzo, a
partire dal 20 ottobre, è il seguente:
via F. Muoiacela 3 - 70123 Bari - Tel.
080/225124.
# l'anziano evangelista Vincenzo
Sciclone comunica che II suo nuovo
indirizzo è: corso Mazzini 27 - 70033
Corato (Ba) - Tel. 080/8984065.
mandiamoci: quanti sono, in realtà,
quei partiti veramente « laici » qui in
Italia?
Qualcuno c'è, è vero... e spiace
constatare che quei partiti storicamente • laici », per accaparrarsi fette
sempre più ampie di comando, siano
disposti a perdere, giorno dopo giorno, la loro identità. Un esempio per
tutti viene dal PSI, che si sta rivelando
sempre più un vero e proprio doppione della DC, e il suo « feeling » con
GL lo ha dimostrato ampiamente, così
come, pure, non risparmierei il PCI,
sempre più timido nel definirsi « laico », che per arrivare a certe alleanze
e non Incorrere in qualche sgarbo (vedi il rinvio dell'apertura del Festival
de l'Unità a Torino, in ossequio a sua
santità) cerca invano di ritrovare
quella sua identità, peraltro già da
tempo perduta! Ecco allora che se la
nostra chiesa è ancora una chiesa
sincera e coerente con se stessa
deve per forza rivedere certe sue posizioni e certe sue simpatie. Essere
chiari, sinceri, coerenti, non vuol dire essere forzatamente dei « settari ».
Chi più, chi meno, oggi per un minimo di successo si è disposti a perdere la propria identità e rinnegare
certi principi. Non cada in tentazione, su questo, anche la nostra chiesa!
Domandiamoci cosa significhi, oggi,
essere o appartenere ad una chiesa
riformata! La risposta non può che
essere una sola, non quella certamente di affermare che abbiamo la
verità in tasca, ma che siamo una
chiesa che parla con chiarezza, franchezza, sincerità, coerenza; questo con
grande orgoglio lo dobbiamo sempre
affermare, arrche se tutto ciò ci portasse ad un qualunque isolamento (oggi non lo siamo forse?), sapendo, come credenti, che le parole di Gesù
« Il mio Regno non è di questo mondo » non sono state dette invano e
soprattutto quando ci ricorda: • Sia
il vostro parlare sì sì o no no ».
Sergio Margara, Verceili
SEPARAZIONE TRA
CHIESA E STATO?
Sotto il titolo: E' stato un Sinodo
veramente ecumenico, il direttore dell'Eco del Chisone (n. 33 del 1.9.'88)
commenta i lavori del nostro recente
Sinodo. Sarebbero almeno quattro,
secondo Vittorio Morero, le prove di
questa rinnovata ecumenicità dei vaidesi e metodisti (ecumenismo che,
secando l'autore, significa « aggancio
più immediato e sincero ai problemi
della fede cristiana, senso di ecclesialità al di là dei confini confessionali >:
cioè cose un pochettino diverse da
quello che noi intendiamo con la
stessa parola!). Le prime tre sono
per lo meno terreno di discussione:
1) lo spazio dato all'evangelizzazione
e al fenomeno della secolarizzazione:
2) la solidarietà con la chiesa anglicana per il conferimento dei ministeri alle donne; 3) il parere favorevole
all'assemblea congiunta con l'Unione
delle chiese evangeliche battiate e la
decisione di un dialogo stabile con la
Cei sul tema dei matrimoni misti.
Ma la quarta prova di ecumenismo
è davvero esilarante; sarebbe la decisione di rifiuto dei contributi derivanti dall'8 per mille.
« Perché ecumenica questa posizione? », si chiede don Morero (e In
effetti ce lo chiediamo anche noi).
Ed ecco la formidabile risposta: « Perché tutte le chiese stanno marciando verso un futuro di separazione più
netta fra Chiesa e Stato, senza con
questo perdere contatto con la società ». In altre parole, don Morero si
rallegra per il fatto che anche la
secolare chiesa valdese abbia deciso
di marciare in questa direzione, che
naturalmente è stata da tempo imboccata dalla sua santa madre chiesa.
Come tempestivamente dimostrano le
pesanti interferenze del Vaticano nei
lavori del parlamento italiano, l'ossequioso rispetto dei giudici del Consiglio di Stato ai desiderata di Casaroll e di Poletti nel formulare la grave sentenza sulla religione a scuola,
per non parlare proprio di queH'8
per mille che la chiesa cattolica percepirà per le spese di culto e dunque anche per lo stipendio di don
Morero, il quale, grazie a quello, potrà continuare a darci lezioni di ecumenismo e di • iaicità ».
Marco Rostan, Cinìsello
DUE LETTERE
In merito alla polemica originata
dalla lettera di Vera Ruggeri circa la
TEV, abbiamo ricevuto due altre lettere.
La «prima di Mario Goletti, che dopo
aver ripetuto che la politica ha causato molti guai alle chiese, afferma rivolgendosi alla Ruggeri : « Quando appare sul giornale un nostro scritto non
sia triste, ma sia triste quando legge
articoli che in una chiesa storica si sono sposati due omosessuali o quando
si accenna ad una presunta vita sessuale di Gesù, il tutto a sostegno di ohi
è adultero o omosessuale ». Mario Goletti invita -poi la sorella ad informarsi
meglio sulla TEV.
L’altra di Aldo Rostain, che afferma
che « runica opposizione è quella sviluppata dalla TEV ».
Pensiamo di chiudere, con questo numero, la polemica che e durata troppo
a lungo, pubblicando la lettera del
past. Castellina e della sorella Ruggeri.
(gg)
NON LASCIARSI
INTIMORIRE
in concomitanza col Sinodo Valdese,
sono stato invitato a partecipare all'assemblea annuale del movimento
• Testimonianza Evangelica Valdese » a
Luserna S. Giovanni. Vi ho partecipato
con interesse e sono riconoscente
perché ivi ho trovato fratelli e sorelle
in fede con i quali mi sono sentito
in comunione e che sono stati per
me un incoraggiamento al comune impegno « nella difesa e nella conferma
del vangelo» (Fil. 1: 7).
Non vi ho trovato « arcigni reazionari » né « nostalgici in orbace » e
nemmeno « fanatici oscurantisti » come spesso della TEV lasciano intendere certi oppositori male informati
0 pieni di pregiudizi (...).
Ho trovato credenti « semplici e di
umile condizione », nient'affatto arroganti, che si sentono in qualche modo
• espropriati » di una chiesa portata
dall'attuale leadership in una direzione che sentono profondamente estranea e fuorviante rispetto alle radici autenticamente evangeliche, confessionali e storiche nelle quali essi si riconoscono. Ho trovato credenti deboli
quanto a potere mondano che soffrono nell'assistere all'attuale svendita
di gran parte della predicazione delle
« chiese storiche » alla cultura prevalente (processo equivocato come • incarnazione nel presente »).
Intimiditi, vilipesi, emarginati, forse
pochi associati sotto la sigla TEV, ma
certo molti di più fra coloro che, fra
1 membri della chiesa, non hanno la
capacità né gli strumenti adeguati per
farsi sentire, essi cercano di reagire
come possono (forse non sempre nel
modo giusto) all'andazzo del protestantesimo contemporaneo che comunque sta raccogliendo amari e prevedibili frutti in un'ineluttabile decadenza che tenta inutilmente di arginare,
magari con l'aiuto dei tanto detestati
« evangelicais » che, al momento opportuno, tornano sempre comodi...
Ai fratelli e sorelle della TEV e a
quanti (anche fra i pastori) segretamente ne appoggiano le motivazioni
e le spinte ideali (non solo nella
chiesa valdese), mi sembra opportuna
questa esortazione delTapostolo Paolo
a Timoteo: « Dio infatti ci ha dato uno
spirito non di timidezza, ma di forza,
d'amore e di saggezza. Non aver dunque vergogna della testimonianza del
nostro Signore, né di me, suo prigioniero; ima soffri anche tu per II
vangelo, sorretto dalla potenza di Dio »
{T Tim. 1: 7-8).
Non bisogna lasciarsi intimidire da
alcuno: possiamo sostenere le posizioni in teologia cosiddette conservatrici con dignità, serietà, competenza,
fermezza; ma altresì con amore, senza spirito di divisione, e soprattutto
con la visione di un potente risveglio
spirituale che il Signore vuole e può
concedere, non importa quanto sclerotizzata sia la situazione, e per il
quale dobbiamo prepararci e pregare.
(...)
Lasciamo che gli oppositori, « esperti in dibattiti culturali », ridano e facciano sfoggio di tutta la loro « sapienza ». In alcuni casi si dovrà forse
soffrire, ma « sappiamo in chi abbiamo creduto »: di chi dovremmo avere
paura?
Integrità, presenza responsabile e
visione; ecco alcune linee con le quali dovrà ulteriormente manifestarsi il
discorso della TEV nella convinzione
che, indipendentemente dalle sigle che
può assumere, i suoi argomenti stanno suscitando sempre di più appoggio ed interesse nelle «chiese storiche» non solo in Italia (...). Se resistiamo alla corrente, non c'è motivo
di aver vergogna. Coraggio, dunque,
agli scoraggiati!
past. Paolo Castellina, Borgonovo
IL VERO
RISVEGLIO
Caro Direttore,
ammetto, in risposta al sig. Francesco R. Borasio di Vercelli, che la
mia ultima lettera in merito alla TEV
è stata dettata più da una forte
amarezza che da una critica ragionata; e sono più che mai d'accordo
che tutte le voci del protestantesimo italiano debbano trovare posto su
un giornale che questo protestantesimo rappresenta. Non ho mai inteso
dire che le nostre chiese devono essere organi di partito, magari di sinistra; e nemmeno, ovviamente, di destra. Il moderatore Franco Giampìccolì sa che, quando era direttore del
nostro giornale, io gli scrissi una lettera di totale dissenso circa una linea
appunto un po' troppo politica che il
settimanale mi pareva esprimere in
quegli anni (si tratta del '79). E anche in questi ultimi anni ho ricominciato a scrivere proprio esprimendo un dissenso circa un articolo di
Alfredo Berlendis sulla bioetica, dissenso che ho confermato in altre occasioni. Non faccio mistero a nessuno, perché non ho proprio niente da
nascondere, che appunto a proposito
di quello che mi appare un attuale,
preoccupante lassismo dottrinale ed
etico di molti valdesi che conosco,
ho scritto mesi fa una lunga lettera
aperta al moderatore Giampiccoli, che
mi ha risposto dartdomi complessivamente ragione e aggiungendo forse
qualcosa di più alle mie stesse riserve.
Dico di più: non conoscevo la TEV
che per sentito dire, e confesso che
nei suoi riguardi nutrivo qualche speranza, che cioè essa incarnasse il
profondo bisogno di risveglio di cui
sono convinta ci sia urgente necessità nel protestantesimo italiano. La completa disillusione mi è venuta dalla
TEV stessa, quando, in base alle interpretazioni completamente falsate date non solo a miei scritti, ma a
scritti di altri, ma soprattutto in base
alle poche circolari che la TEV stessa
mi ba inviato (solo per un paio di
mesi, poi non ho ricevuto più niente),
mi sono convinta di una cosa: il risveglio che la TEV propone è basato
non sulla Bibbia, bensì su una certa interpretazione tradizionale della
Bibbia, che ha tenuto molta parte del
cristianesimo per secoli su posizioni
di puro conservatorismo che, per non
voler fare politica, finisce poi per farla, eccome, su posizioni nettamente
di destra sia teologica che partitica;
vedi ad esempio la difesa a spada
tratta del regime di Botha. Questo
non è risveglio, tanto meno è Evangelo. Come affermava giustamente un
professore della Facoltà valdese, il risveglio è qualcosa che deve guardare
avanti, non indietro.
Non si attua il risveglio restaurando l'uso del velo per le donne o della toga per i pastori, e mi sembra
di avere ragione quando definisco ciò
come farisaismo, che appunto privilegia la lettera a tutto scapito dello
Spirito; bensì si attua con un profondo e continuo rinnovamento del cuore e della mente sotto l'azione dì Cristo, che porta a un profondo, totale,
continuo rinnovamento anche dei costumi e della società.
Sono rivoluzionaria nella misura in
cui l'Evangelo lo è, e nella misura
in cui con entusiasmo e convinzione
ho aderito all'Evangelo, appena l'ho
conosciuto per lettura diretta. Esiste
anche la rivoluzione nella più disarmata non-violenza, la rivoluzione di
tanti martiri, della Croce stessa, simbolo di apparente fallimento. E io sono una convinta assertrice della nonviolenza; figuriamoci che quando ancora non ero credente, la figura che
più ammiravo dei tempi moderni era
quella di Gandhi. E come erodente
confermo la mia ammirazione. Che la
rivoluzione sia un fatto neces.-;ariamente violento, anticristiano, for:se lo
può dire una TEV, cioè chi scr.mbia
per Evangelo l'avallo dello .statu
quo, il quietismo, il completo disinteresse per la sofferenza di coi nel
mondo non è stato fortunato come
noi. Così come l'occuparsi di queste
sofferenze è chiamato semplicemente
politica.
Vera Ruggeri, Cusano MllaninO
Partecipazioni
personali
'• Tornando dalla Svizzera, dopo il
funerale della nostra nipotina Marcella, da molti anni ammalata eppure
sempre così gioiosa, siamo tornati
col pensiero a tutte le care persone
che, in questi anni, hanno vissuto con
noi i tempi di sgomento e quelli di
speranza. Giunga ora a tutti i! nostro pensiero di riconoscenza.
Questo è il testo della predica del
pastore di Neunkirch: « Chi ci separerà dall'amore di Cristo? » (Romani
8: 35). Ed è in questa certezza della
fede la nostra comune pace.
Florence e Aldo Sbatti
'• Apprendiamo con molto piacere
che Mark Walker ha conseguito presso il Brighton Polytechnic designer,
maker in metal and ceramics, l'ambito titolo. Al neo-artista inviamo le
nostre più cordiali felicitazioni.
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio GardioI
Vicedirettore: Giuseppe Platone
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Roberto Giacone, Adriano
Longo, Plervaldo Rostan
Comitato di redazione: Mirella Argentieri Bein, Valdo BenecchI, Alberto
Bragaglla, Rosanna Clappa Nitti, Gino Conte, Piera Egidi, Paolo Florio, Claudio Martelli, Roberto Peyrot, Sergio Ribet, Massimo Romeo, Mirella Scorsohelll, Liliana Vigllelmo
Segreteria: Angelo Actis
Amministrazione: Mitzl Menusan
Correzione bozze: Stello Armand-Hugon, Mariella Taglierò
Spedizione: Loris Bertot
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Registrazione: Tribunale di Pinerolo n. 175. Respons. Franco Giampiccoli
Il n. 37/'88 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino il 28 settembre e a quelli decentrati delle valli valdesi il 29 settembre 1988.
Hanno collaborato a questo numero: Valter Cesan, Ivana Costabel, Dino
GardioI, Gregorio Plescan, Teofilo Pons, Bruno R'ostagno, Franco Taglierò.
3
7 ottobre 1988
vita delle chiese
UNA INIZIATIVA DELLA SOCIETÀ’ DI STUDI VALDESI
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Incontro con la storia e Avvicendamento
le chiese dei Paesi Bassi Pastorale
Nel mese di settembre, due viaggi in Olanda hanno permesso di conoscere una realtà storicamente sorella - Gli incontri e le tappe principali
« Benedici, anima mia, l'Eterno,
e non dimenticare alcuno dei
suoi benefìci ». Questo versetto
del salmo 103 mi è venuto spontaneamente in mente mentre mi
accingevo a scrivere questo resoconto sul primo viaggio in
Olanda organizzato dalla Società di studi valdesi dal 2 aH’ll
settembre '88.
Infatti i benefici del Signore
sono di due dimensioni: i grandi, quali la vita, la fede, il perdono, e i piccoli, quale può essere una settimana vissuta nell’amore fraterno, nella comunione
di fede con altri fratelli trascorsa in un paese molto bello.
Siamo partiti in 55 dalle valli
valdesi con un confortevole pullman e attraversando la Valle
d’Aosta e la Svizzera, siamo giunti in Germania, dove abbiamo
pernotialo a Kehl-Bodersweier.
Il can io ci ha subito molto
affratellati; ho trovato significativo d fatto che mentre in
viaggio provavamo il « Giuro di
Sibaud » i! nostro preziosissimo
cicerone olandese Albert de Lange ci ha indicato dall’autostrada
prima la cattedrale di Spira e
poi quella di Worms, città famose per le loro « diete », a Spira
nel 1526 .29 e a Worms nel 1521,
che hanno avuto così grande importanza all’alba della Riforma.
Abbiamo avuto il primo contatto con l’Olanda a Lunteren,
piccolo paese della provincia di
Utrecht.
E’ diffìcile raccontare tutto
quello che abbiamo visto e sperimentato in questo straordinario paese in gran parte sotto il
livello del mare: dalle verdi praterie dove pascolavano mucche
e cavalli, alle ridenti casette di
bambola piene di fiori; dalle foreste ai polder (terreni prosciugati artificialmente) medioevali
e moderni; dai canali ai mulini;
dalle potenti dighe alle spiagge
del Mare del Nord e alle belle
città con le case e i palazzi riflessi nell’acqua dei canali; senza dimenticare le brulle lande
bordate di erica in fiore e popolate di pecore, perché proprio
questo era il paesaggio che il
pittore Van Gogh aveva negli occhi quando dipingeva il famoso
quadro « I mangiatori di patate » che abbiamo poi ammirato,
insieme a tanti altri, nel museo
moderno di Amsterdam dedicato al grande pittore. Ed infine ecco Amsterdam città aperta sul
mare che ha saputo accogliere
nella libertà gente diversa, e di
cui non abbiamo visto solo il
lato più affascinante con la sua
stupenda urbanistica, ma anche
gli aspetti conturbanti come la
casa di Anna Frank, la zona delle prostitute e dei drogati.
n lato turistico, sia pure interessante, non era però lo scopo principale di questo viaggio,
che la Società di studi valdesi
aveva definito « un incontro con
la storia e la chiesa dei Paesi
Bassi ».
La storia ci è stata spiegata
nelle frequenti e puntuali segnalazioni del pastore Giorgio Tourn,
tn modo particolare per quello
che riguardava la casa d’Orange; la chiesa l’abbiamo incontrata specialmente nel suo ramo
vallone.
Le comunità valloni di lingua
tráncese si costituirono nei Paesi Bassi fin dalla seconda metà
del XVI secolo; nel 1571 sorge
a Middelburg la prima chiesa
Vallone delle « Province Unite ».
^sse furono sempre un luogo
di rifugio e di aiuto per i pro:?stanti perseguitati e in difficoltà di vari paesi.
Così, la chiesa valdese ricevette aiuti fin dal XVIII secolo per
le sue scuolette di montagna e
la sua prima « scuola latina »
dal « Comitato vallone per i vaidesi del Piemonte », istituito già
nel 1734.
Fin dalla prima domenica ci
siamo incontrati nell’antica chiesa di St. Peter, risalente all’XI
secolo, originariamente cattolica
e poi divenuta protestante con
la Riforma, con la comunità vallone di Utrecht, dove il suo pastore, la signora Hegeman, ha
presieduto il culto in francese,
il pastore Tourn ha dato un messaggio e poi abbiamo cantato
con forza il « Giuro di Sibaud ».
Siamo stati accolti qui, come
poi in seguito dalle altre comunità valloni che abbiamo avuto
il privilegio di incontrare a Delft
e Amsterdam, con generosità e
affetto.
Particolarmente significativo è
stato poi il momento avuto nella
chiesa di Amsterdam, in cui è
stato presentato il volume di
Giorgio Tourn « I Valdesi » nella traduzione olandese, presenti
l’autore, il traduttore e l’editore.
L’autore ci richiamava giustamente alla riconoscenza per il
passato ma anche alla nostra
responsabilità per una continuazione della testimonianza nel
presente.
Anche con la Chiesa riformata olandese abbiamo avuto un
incontro nel culto della nostra
prima domenica pomeriggio, a
Ede: una grande chiesa piena
di fedeli, tra cui molti giovani;
ed è giovane anche il pastore
che, dopo aver sostato in preghiera ai piedi del pulpito, ha
predicato TEvangelo con forza
in olandese e di cui Giorgio
Tourn ci ha dato il riassunto del
messaggio.
Lasciando l’Olanda avevamo
gli occhi, il cuore e la mente
pieni di tutto quello che avevamo visto, sentito e capito di questo paese, il cui popolo ha imparato da secoli a lottare con
tenacia contro le forze avverse
della natura; certamente p>er questo si addice loro, ma può fare
riflettere anche noi, il motto di
Guglielmo I d’Orange detto il
Taciturno, motto stampato sul
volumetto che racconta le vicende delle chiese valloni e che ci
è stato distribuito dalla comunità di Amsterdam: « Point n’est
besoin d’espérer pour entreprendre, ni de réussir pour perseverer ».
Un sentito grazie da parte dei
partecipanti a tutti i fratelli in
fede che abbiamo incontrato, al
Comitato vallone e agli organizzatori della Società di studi
valdesi!
Elsa Rostan
PONTICELLI - CENTRO "EMILIO NITTI’
Conosci palla-buat?
Un’estate trascorsa insieme, tra giochi semplici ed improvvisati e momenti di riflessione
La solitudine di Silvano, la rabbia di Filippo, la pacatezza di Salvatore, l’allegria di Gennaro e
la balbuzie di Tonino... sono gli
umori e le espressioni che si
riescono a leggere sui volti dei
ragazzi del Caracciolo, che nel
mese di luglio hanno partecipato all’attività estiva del programma « Caracciolo Estate ’88 », un
programma di musica, teatro,
animazione, sport, ballo e giochi, che coinvolge grandi e piccoli, organizzato dal centro culturale « E. Nitti » di Ponticelli.
« Strike-coke » e « palla-buat »
sono i due giochi pensati e creati con i materiali recuperati dai
ragazzi nel corso del programma mattutino, che prevedeva lo
studio e la possibilità di imparare a recuperare gli oggetti che
abbiamo in casa, e che di solito
buttiamo.
« Quanto è semplice giocare
con dei barattoli di coca vuoti,
costruendoci una piramide, e
con dei pezzi di stoffa arrotolati
tirare a bersaglio »... « ancora più
facile recuperare le buat (scatole di pomodori), darci il colore
e giocarci, facendo centro con
delle palline di stoffa »: questo
è ciò che si sentiva dire dai ragazzi, che per un po’ di giorni
hanno abbandonato i giochi elettronici per crearsi giochi diversi, anche se molto semplici, ma
ricchi della loro fantasia e capacità di inventare qualcosa che
non sia la pistola.
Durante le giornate di lavoro
o studio all’aperto, spesso i ragazzi si interrogavano su cosa
fosse questo buco nelTozono, e
se i danni provocati da esso
potessero portare alla morte, e
poi continuavano (cito alcune
delle loro espressioni): «Ma che
cos’è quest’ozono? Presto moriremo tutti? Anche quelli di New
York moriranno? Chi può fare
qualcosa? ». Ecco, così trascorrevano alcune mattinate, chiacchierando su argomenti e fatti
di cronaca nazionale, messi a
fuoco dalle testate dei quotidiani; rilevante, per me, è la preoccupazione dimostrata da questi
ragazzi nei confronti del futuro,
un futuro per loro incerto, insicuro, che inoltre faceva scattare
un’angosciante paura della morte, loro che vivono quotidianamente nella conflittualità e nella sfida per la sopravvivenza.
Ma la sera... le serate di luglio erano un momento di partecipazione e di festa collettiva,
dal teatro classico di Pulcinella
a quello sperimentale dei giovani, e poi le canzoni napoletane,
le serate di ballo all’aperto, e
ancora rincontro internazionale,
organizzato in collaborazione con
l’associazione culturale « Arcobaleno », « Per TEuropa e la pace »; ed infine i giochi serali, dove viva era la partecipazione
del gruppo del Centro Diaconale di Palermo, che insieme a dei
giovani educatori è stato ospitato dal centro « E. Nitti »
per svolgere un programma autogestito di studi sulla città di
Napoli; interessanti sono stati
anche i rapporti interpersonali
che si sono sviluppati tra i ragazzi di Palermo e quelli del
Villaggio.
Salvatore Cortini
TORRE PELLICE — Sabato
1” ottobre e giovedì 6 sono ripresi rispettivamente la scuola domenicale ed il catechismo per i
ragazzi delle scuole medie, ma
il culto di apertura ufficiale delle
attività avrà luogo domenica 9
ottobre alle ore 10; in quest’occasione sono invitati in modo
particolare bambini, ragazzi e i
loro .genitori.
• Per la verità tutto il mese
di ottobre è denso di appimtamenti importanti: è infatti in
esame la sostituzione del pastore Tourn che, com’è noto, lascerà dall’ottobre ’89 la chiesa
per andare ad occuparsi del centro culturale sito nell’ex Convitto di via Beckwith.
Di fronte alla proposta della
Tavola di rinunciare, in quest’occasione, alla propria autonomia
nella nomina del pastore, tenendo particolarmente conto del
fatto che intorno al 1990 anche
molte altre chiese si troveranno
a dover cambiare il proprio pastore e quindi delle esigenze più
generali della chiesa, l’assemblea
ha avuto, domenica 2 ottobre, un
primo incontro informativo.
La proposta della Tavola, di
cui i membri di chiesa erano sta- .
ti nel corso dell’estate informati, ha suscitato perplessità irt'
alcuni e condivisione in altri;
la parola spetta comunque all’assemblea che è convocata a
fini decisionali per domenica 16
ottobre, sempre nel tempio,
dopo il culto. In quell’occasione verranno sospesi i culti agli
Appiotti ed ai Coppieri.
Note tristi... e liete
VILLAR PELLICE — Dopo
lunga malattia, ci ha lasciati all’età dì 78 anni la sorella Ida
Janavel ved. Davit. Ai familiari
rinnoviamo l’espressione della
nostra fraterna solidarietà.
• Si sono uniti in matrimonio
Giuliana Janavel e Mauro Daniele, che fisseranno la loro residenza a Torre Pellice ed ai
quali auguriamo una vita in comune benedetta dal Signore.
Assemblea di chiesa
VILLAR PEROSA — Domeni
ca 9 ottobre, nel tempio, alle
ore 10, l’assemblea di chiesa, oltre ad ascoltare la relazione sul
Sinodo, dovrà pronunciarsi sul
problema della designazione del
nuovo pastore. Maggiori dettagli
informativi sono contenuti nella
circolare che è distribuita in
questi .giorni.
• Domenica 16 ottobre, nel
tempio, culto con Santa Cena.
Sostituzioni
PRAMOLLO — Il pastore Noffke sarà assente dal 9 ottobre al
5 novembre. Durante questo periodo i culti saranno presieduti
da U. Zeni, A. Genre, P. Ribet e
K. Langeneck, che ringraziamo
fin d’ora per la loro disponibilità.
Grazie!
LUSERNA S. GIOVANNI —
Il culto di domenica 25 settembre è stato presieduto dal past.
Erika Tomassone, che ringraziamo per la sua disponibilità e
per il suo convincente messaggio di fede.
ri di scuola domenicale e catechismo. La corale avrà il suo primo
incontro, nel presbiterio, alle ore
20 di venerdì 14 ottobre.
• Il primo ciclo di riunioni
quartierali avrà per tema il razzismo e si svolgerà nelle seguenti date: 25 ottobre. Villa; 26, Cugno; 27, Indiritti; 1 novembre,
Ghigo; 2, Orgere, 3, Malzat, 8,
Pomieri-iGiordano.
Decesso
RORA’ — All’età di 76 anni è
mancato, quest’estate. Amato
Tourn. La comunità riimova al
fratello Italino e ai parenti tutti l’espressione della sua simpatia.
I numeri vincenti
Elenco dei numeri vincenti della
lotteria dell’Asilo dei vecchi di San
Germano relativo ai premi non ancora
ritirati:
2647. 2679, 2702, 2226, 2761, 3621,
3964, 4378, 4500, 4525, 5083, 5108,
5567, 6145, 6783, 7196, 8033, 8157,
8304.
Giovedì 6 ottobre
Ripresa
PRALI — Con il culto di domenica 2 ottobre si sono riprese
le varie attività, dopo la pausa
estiva; sono fissate date ed ora
□ COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
TORRE PELLIICE — Presso il centro
di incontro di via Repubblica, alle
20.30, riprende l’attività il collettivo
biblico ecumenico; tutti sono invitati
a partecipare.
Sabato 8 ottobre
n CONVEGNO MONITORI
r CIRCUITO
TORRE PELLICE — Alle ore 16.30,
alla casa unionista, si incontrano i
monitori delle Scuole Domenicali della Val Pellice per programmare le attività comuni.
Domenica 9 ottobre
□ ASSEMBLEA DELLE
CORALI
PINEROLO — Alle ore 15, presso 1
locali della chiesa valdese di via dei
Mille 1, ha luogo l'assemblea di inizio attività delle corali.
Lunedì 10 ottobre
a COORDINAMENTO DEI
GRUPPI GIOVANILI
DEL 1” DISTRETTO
PINEROLO — Alle ore 20.45, nei locali della chiesa valdese di Pinerolo,
si incontrano i rappresentanti di tutti i
gruppi e unioni giovanili delle chiese
del r Distretto per uno scambio/di
informazioni sulle attività e per programmare gli incontri dell'anno ecclesiastico in corso.
□ COLLOQUIO PASTORI
DEL 1» DISTRETTO
TORRE PELLICE — Il primo incontro
dei pastori delle Valli si terrà a Torre Pellice, presso la Casa Unionista,
lunedì 10 ottobre, con inizio alle ore
9.15,
Dopo un momento di riflessione biblica, il past. S. Ribet introdurrà l’argomento della giornata: l'Islamismo.
Giovedì 13 ottobre
□ COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
PINEROLO — Alle ore 20.45, presso la comunità di S. Domenico in viale Savorgnan d'Osoppo 1, riprende l’attività del collettivo biblico ecumenico; in esame l'attività passata e tempi e modi della sua prosecuzione.
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IP
fede e coltura
7 ottobre 1988
UNA RACCOLTA DI STUDI DI SALVATORE CAPONETTO
MANIFESTAZIONI DOLCINIANE
Studi sulla Riforma in Italia L’eredità
Gli « spirituali »: una singolare élite a cavallo tra Rinascimento e
Riforma - La diffusione delle idee riformate negli strati popolari
di Margherita
E’ stata recentemente edita
dall'Università degli Studi di Firenze una raccolta di saggi del
prof. Salvatore Caponetto, in occasione del suo collocamento
fuori ruolo, raccolta che testimonia yalidiamente di xma vita di
studi tutta dedicata alla storia
della Riforma in Italia.
Questi saggi, che vanno dal
1956 al 1986, si sviluppano principalmente attorno a due grandi interessi.
1. L’interesse, anzitutto, per lo
sfuggente mondo degli « spirituali », per coloro cioè che, nei primi
decenni del Cinquecento, in Italia, furono sensibili al tema della
giustificazione per fede, alla spiritualizzazione della vita religiosa ma che non vollero, se non individualmente e in casi piuttosto
rari, una rottura con la Chiesa di
Roma.
Di questo movimento, influenzato soprattutto dallo spagnolo
Juan de Valdés a Napoli, Salvatore Caponetto sottoUnea i caratteri di élite colta e spiritualmente raffinata che, oltre ad una intensa sensibilità religiosa, coltivava « la gentilezza », « l’elevatezza » di sentimenti, il senso dell’amicizia e dei rapporti umani.
In questi gruppi egli riconosce,
dunque, ima continuità tra il Rinascimento italiano e le istanze
di riformismo religioso che si
svilupperanno in Italia nel primo
decennio del Cinquecento e che
in seguito saranno sconfitte o
riassorbite dalla Controriforma.
L’evangelismo
italiano
Una riflessione sull’« evangelismo » italiano, che ha avuto in
tempi recenti tanto successo tra
gli storici, con risultati assai
complessi e a volte addirittura
contraddittori era, dunque, già
iniziata da Caponetto negli anni
cinquanta. Prendendo le mosse
dalle sue ricerche sulla Riforma
in Sicilia, e in particolare dalla
figura del nobile siciliano Bartolomeo Spadafora (Bartolomeo
Spadafora e la Riforma protestante nel sec. XVI; Dell’agostiniano Ambrogio Bolognesi e del
suo processo d’eresia a Palermo; Ginevra e la Riforma in Sicilia), con grande sensibilità interpretativa Caponetto coglieva
già allora i caratteri dello scontro che opporrà membri dell’evangelismo italiano — come i cardinali Fole e Morone, la nobildonna Vittoria Colonna, il poeta
Flaminio, lo stesso Spadafora —
al papato di Paolo IV Carafa, che
si riorganizzava intorno all’Inquisizione.
Attraverso il caso dello Spadafora Caponetto, dunque, precocemente tratteggiava la vicenda inquisitoriale e politica degli « spirituali », dalle iniziali speranze di
influire sulle scelte del papato e
sul Concilio, fino al ripiegamento.
E’ questo un capitolo centrale
della storia religiosa italiana che,
pur essendo stato esaurientemente studiato negli ultimi decenni,
ancora oggi molti manuali di storia tendono ad ignorare a favore
di una rigida contrapposizione
tra una Chiesa cattolica, compatta e solidale che si va riformando attraverso il Concilio di Trento, e il mondo delle chiese protestanti.
Questa riflessione sul valdesianesimo e sull’evangelismo culminerà, infine, neH’importante edizione del Beneficio di Cristo, uno
dei testi più famosi della Riforma in Italia. La ricerca, inoltre,
sui rapporti tra Rinascimento e
Riforma lo porterà a privilegiare
tra queste figure dell'evangelismo
italiano soprattutto un umanista,
Aonio Paleario, erasmiano in pri
mo tempo e poi riformato, martire per ragioni di fede, a cui dedicherà una fondamentale biografia, ma anche parecchi degli studi contenuti in questa raccolta.
2. Altro interesse fondamentale
in questi studi — e in particolare
in quelli sulla Toscana medicea
— è la diffusione delle idee riformate e soprattutto calviniste in
Italia, non solo in ambienti culturalmente raffinati ma anche tra
i ceti popolari. Come scrive Giorgio Spini nell’introduzione a questo volume, l’interesse di Caponetto è differente da quello che
ebbe Delio Cantimori, il quede
vedeva negli eretici italieini esuli
il filo rosso che legava l’Italia
deU’Umanesimo alla genesi di
una cultura laica ed europea. Per
Caponetto invece la Riforma in
Italia è im momento storicamente valido in sé, un importante episodio della Riforma protestante
da ricollegarsi al Rinascimento
italiano, im movimento che si diffuse ampiamente anche tra il popolo minuto, con caratteristiche
teologiche che egli giudica, a differenza di Cantimori, più vicine
al calvinismo che alTantitrinitarismo o all’anabattismo.
Nel bel saggio sulle infiltrazioni protestanti in Garfagnana e in
Lunigiana ad esempio, egli sottolinea, citando Chabod, la propria
convinzione che la Riforma in
Italia abbia avuto dimensioni assai più vaste di quanto finora gli
storici abbiano supposto: crisi
politica e crisi religiosa sarebbero dunque aspetti diversi della
medesima crisi della coscienza
italiana all’inizio del ’500.
Anche in zone appenniniche come la Garfagnana e la Lunigiana,
una tra le « plaghe più isolate del
contado », scrive Caponetto, giunse la letteratura riformata, ma
soprattutto quei predicatori « in
gran parte calvinisti » che diffondevano con entusiasmo la dottrina del riformatore ginevrino. Legami tra i calvinisti lucchesi, quasi tutti nobili e ricchi mercanti,
e il movimento popolare della
Garfagnana, anche se ancora impossibili da provare, sembrano a
Caponetto assai più che probabili. Il calvinismo dei ceti più colti, dunque, filtrerebbe anche tra
i ceti più umili, dando alla Ri
forma in Italia connotazioni assai vicine al calvinismo d’oltralpe.
Queste stesse pagine sono tuttavia una prova anche delle difficoltà di fronte alle quali si trovano gli storici quando tentino di
rintracciare più organiche dottrine tra i gruppi eterodossi e filoriformati italiani. L’ambiente, infatti, nel quale queste dottrine
sono recepite le segna sovente in
maniera singolare, non solo facendone una straordinaria testimonianza di osmosi culturale
assai complessa, ma costringendo
anche chi studia questo periodo
della storia religiosa italiana ad
im attento lavoro filologico.
Qpinioni, dimque, come quelle
professate in Garfagnana — che
tutte le cose sono comuni; che
quando il corpo soffre l’anima
non può lodare Dio; che neH’imparentarsi si può dare dispensa
senza l’autorità di Sua Santità —
paiono temi legati sia a tematiche comunitarie e radicali, sia
ad un anticlericalismo generato
da problemi tipici delle comunità rurali, piuttosto che a dottrine riformate.
Si pone, dunque, ancora una
volta il problema irrisolto della
ricezione delle dottrine riformate
nella situazione italiana. Se infatti la diffusione di queste dottrine sembra ormai un fatto indiscutibile, un’interpretazione del
movimento riformato italiano richiede ancora di vagliare attentamente quale particolare lettura
ebbero queste dottrine nella fluida e diversificata situazione italiana; dove, forse assai più che altrove, fu presente uno spontaneismo singolare nell’interpretazione delle problematiche religiose.
Questo tipo di ricerca, svolta
da Caponetto in più di un trentennio di lavoro, non offre dunque un discorso chiuso e definitivo, ma è piuttosto un ricco contributo al dibattito ancora in
corso sulla realtà del movimento
riformato in Italia nel Cinquecento.
Susanna Peyronel Rambaldi
Le donne e la sacralità - Un movimento ereticale "femminista” - Un dibattito molto ricco
Come preannunciato, le manifestazioni dolciniane di settembre, organizzate dal 1974 dalla
Ca de Studi Dossinian (con sede presso la Chiesa valdese di
Biella), sono state quest’anno
centrate sulla figura di Margherita da Trento, la compagna di
Dolcino e protagonista della vicenda epica che l’ha portata a
condividere la rivolta delle alte
valli valsesiane e biellesi dal
1303 al 1307, sino allo spaventoso martirio subito dal capo carismatico degli Apostolici.
Salvatobe Caponetto, StvAi sulla Riforma in Italia, Università degli Studi di Firenze. Dipartimento di storia, Firenze 1987.
Nella gremita sala della biblioteca civica di Prato Sesia (Novara) si è svolto un originale dibattito centrato appunto sulla
donna nei movimenti spirituali
del Medio Evo e sull’eredità di
Margherita oggi. Tavo Burat ha
introdotto leggendo i passi delle
fonti relative a Margherita; quindi ha parlato Erika Tomassone,
pastore valdese, che ha sottolineato come la « sacralità » fosse
preclusa alle donne, in un certo
senso « liberate » dai movimenti
spirituali del Medio Evo in quaiito, appunto, essi hanno restituito Dio ad uomini e donne, contestando la casta sacerdotale e
le gerarchie che pretendevano di
gestirlo: la missione di ogni cristiano era riscoperta nel propagare il messaggio evangelico con
la predicazione, e non nel celebrare riti. La grande Riforma
del XVI secolo, pur procedendo
nella stessa azione liberatoria,
temeva lo « scandalo » della predicazione femminile: in effetti,
tra la prima e la seconda Riforma, ci fu la demonizzazione della donna, vista come « tentatrice » ed alla fine vittima dello
sterminio in quella caccia alle
streghe che insan^inerà per secoli l’Europa. A differenza, quindi, dei movimenti « ereticali »
del Medio Evo, le chiese protestanti moderne sono state chiuse al pastorato femminile sino
ad un ventennio fa; ed in alcune chiese, purtroppo, le opposizioni non sono cessate.
catrice universitaria a Verona,
autrice di studi sulla filosofia del
linguaggio, sulla persecuzione
delle streghe (La signora del gioco, Feltrinelli) e su Guglielma
e Maifreda, protagoniste di un
movimento ereticale « femminista » della seconda metà del XIII
secolo e terminato nell’anno 1300
con il rogo delle due donne (la
prima, già morta, fu arsa dopo
esser stata dissotterrata dall’abbazìa di Chiaravalle, dove era
stata sepolta in odore di santità). Luisa Muraro ha iniziato precisando che il suo femminismo
non è ispirato dalla conquista di
diritti e di condizioni sociali che
sino ad oggi hanno privilegiato
l’uomo, quanto dall’impegno di
contribuire alla liberazione di
tutti, alla costruzione di una società più giusta, esaltando lo
specifico femminile. La vicenda
di Guglielma e Maifreda si distingue da tutte le « eresie » medioevali perché centrata sul valore della sessualità femminile,
« riscattata » da Dio, creatore e
dunque né uomo né donna.
Guglielma voleva testimoniare
che, se Cristo si è incarnato come uomo, ogni donna partecipa
aH’opera di salvezza riconoscendo in se stessa il completamento di quella incarnazione, per
grazia dello Spirito Santo. La
relatrice ha poi rifiutato il concetto onnicomprensivo di « persona umana »: persona, ha affermato, significa etimologicamente « maschera », è un termine
usato per nascondere la specificità; la donna è tale, e non va
« celata », mascherata in una
concezione asessuata. Il dibattito, a cui hanno partecipato molti
presenti da prospettive diverse
(marxiste, cattoliche, laiche,
femministe, ecc.), è stato vivace
e ricco di spunti.
La seconda relazione è stata
tenuta da Luisa Muraro, ricer
CRISTIANESIMO IN RUSSIA
La spiritualità delie icone
Ehirante le celebrazioni per il
« Millennio » del cristianesimo in
Russia e per la maggiore conoscenza dei riti della Chiesa ortodossa (la più importante di tutte
le chiese orientali per estensione
ed influssi teologici dottrinali) sono state mostrate alle grandi folle di fedeli e ai religiosi, anche
di altre confessioni cristiane, delle meravigliose icone, patrimonio
prezioso di una singolare arte
nella quale possiamo ravvisare la
mistica eredità bizantina di
un’arte intesa come liturgia; con
i testi liturgici che insegnano la
dottrina da spiegare al popolo
come comunità dei credenti, la
visione delle icone evidenzia il
messaggio evangelico nell’accentuazione dei valori irreali degli
ori, l’intensità cromatica e l’intimità espressiva dei « sacri » personaggi. Proprio in questa assoluta astrazione (tipica, in genere,
di tutta l’arte orientale), immutabili, ma non pedissequamente ripetitivi, sono rimasti gli schemi
delle icone; occasione di ammirazione e di studio già in una
mostra fiorentina, e in questi
giorni a Milano (Palazzo Reale)
con 40 opere dal XV al XIX sec.
In sostanza, l’icona è ieratica
per eccellenza; un mondo di immagini lontane dal vero umano
perché volto all’altro vero, all’assoluto, ossia alla visione del soprannaturale dove tutto ci riporta ai ritualistici ritmi della civiltà bizantina; in Italia, tali mirabili espressioni le « scopriamo » soprattutto nei mosaici
ravennati.
A chi ha avuto la fortunata occasione di visionare gli esemplari originali nei musei russi
(scuole di Mosca, Kiev, Novgorod), sarà stato certo detto che
le icone, nella teologia ortodossa,
non sono solo una «illustrazione », ma una vera apparizione
(teofania) del divino, da considerare quali intime « preghiere »
dipinte e, pertanto, come testimonianze di fede.
Questi dipinti su tavola, dimque, sono oggetto di richiamo
(anche se non evangelico) perfino nei colori che, secondo gli
autori, hanno un loro fine allegorico-spirituale ; così, il bianco rifletterebbe la divinità, il blu il
colore della trascendenza, il verde l’espressione del mondo vegetale che ci circonda nella bellezza del creato, e il giallo, infine, sarebbe riflesso puro della
luce «paradisiaca»; il tutto in
un dantesco « visibile parlare ».
Elio Rinaldi
Il giorno dopo, alla « bocchetta » di Margosio (Trivero), Erika
Tomassone ha presieduto il culto all’aperto con Santa Cena, ed
ha ispirato il suo sermone alla
lettura di Isaia 51: 1 (Considerate la roccia donde foste tagliati) rivolgendosi anche ad ascoltatori aggiuntisi ai fratelli delle chiese valdesi di Biella e d'
Ivrea e metodista di Vintebbio,
spiegando così il senso del culto evangelico e del rompere il
pane insieme. Al cippo sul Monte Massaro, si è tenuta poi l’assemblea del Centro Studi Dolciniani; si è cantato l’Internazionale in piemontese e la vecchia
canzone operaia Varda là an cola pianura, ij ciminieje a fa pt^
pi fum... Quindi, agape fraterna
all’alpe Margosio, canti con il
coro dei Tessior, e contradanse
e corenton al suono di fisarmonica, viòla dij bòrgno (la ghirom
da), con l’accompagnamento dei
campanacci delle mucche e delle capre al pascolo.
Tavo Burat
Per i vostri acquisti
Librerie Claudiana
TORRE PELLICE - Piazza della Libertà, 7
Tel. (0121) 91422
TORINO - Via Principe Tommaso, 1
Tel. (Oli) 6692458
MILANO - Via Francesco Sforza, 12!A
Tel. (02) 79.15.18
i
5
7 ottobre 1988
ecumenismo
ECUMENE: 19-22 SETTEMBRE
XXVI SESSIONE DEL SAE
Colportaggio, in dialogo
modo per evangelizzare le culture
« Passeggiavo per una piazza di
Civitavecchia, quando vidi un uomo che offriva in vendita la Bibbia ai passanti. Al primo che si
avvicinò egli incominciò a parlare indicando dei versetti e spiegando il messaggio biblico. Parlava a voce alta, quasi volesse
farsi udire da coloro che passavano. E infatti di lì a poco si formò un capannello di gente e quel
fratello, che poi seppi essere un
membro della Chiesa battista, annunziò l’Evangelo. Alla fine riuscì
anche a vendere una Bibbia. Era
l’anno 1954 ». Con queste parole
Robert Jones ricorda ai circa
quaranta presenti al XIX Convegno colportori, sostenuti dal
« Comitato italiano per l’incoraggiamento del colportaggio », l’e
sperienza che 34 anni or sono gli
ispirò il proposito di fare qualcosa per quei credenti che, avendo consacrata la loro vita alla
diffusione della Parola di Dio, andavano per le strade a cercare
coloro che di solito non vanno in
chiesa, per stabilire con loro un
rapporto ed offrire l’occasione di
un incontro con l’evangelo.
Il primo « comitato » per aiutare i colportori fu costituito nel
1956 da Robert Jones (missionario), Renato Tulli (metodista),
Costantino Vitaletti (valdese^
Ezio Saccomani (battista), Domenico Provvedi (pentecostale).
Essi raccolsero un po’ di danaro,
acquistarono delle Bibbie e le inviarono gratuitamente ad alcuni
colportori, quattro all’inizio, per
aiutarli nella missione da cui
traevano anche il necessario per
vivere. Da allora l’opera si è rafforzata e il Comitato italiano si è
affiancato alla Missione evangelica per l’Europa (con sede in
Svizzera) e ne è divenuto il ramo
italiano. Ad alcuni membri fondatori deceduti sono subentrati
altri credenti, quindi si sono aggiunti membri delle Chiese dei
Fratelli (Abele Biginelli è stato
presidente del Comitato per molti anni) e dell’Esercito della Salvezza.
Tutti i membri del Comitato
operano a titolo personale, ma
sono coscienti di compiere qualcosa che non può che riscuotere
il consenso della loro chiesa. Attualmente vengono aiutati otto
colportori a pieno tempo e con
licenza di venditori, e sedici collaboratori, cioè fratelli che svolgono la medesima opera a tempo
parziale e senza licenza, come impegno volontario. Essi operano in
Sicilia, Puglia, Lazio, Liguria, Piemonte, Lombardia, Abruzzi e
Campania.
Da un anno anche la Chiesa
valdese ha un suo colportore,
Benedetto Laganà, che dopo aver
seguito un apposito corso presso
la Società Biblica sotto la guida
del past. Renzo Bertalot, svolge
ora la sua opera nella zona di
Falerna.
Il colportaggio è anche un modo di evangelizzare. Le chiese avvemiste hanno circa settanta
colportori a pieno tempo, sostenuti da una precisa organizzazione, con preparazione adeguata e
una programmazione a monte
che ne tutela la libertà di movirnento, anche legalmente. Basti
ricordare che di essi si parla esplicitaraente nell’Intesa firmata
con lo Stato.
Altri 45 colportori circa lavorano in Italia in altre missioni
evangeliche fondamentaliste, diffondendo soprattutto vari libri ed
opuscoli di carattere evangelistico.
Il Convegno di Ecumene (a
scadenza biennale) si è posto anche alcune questioni concrete,
come rinnovare il colportaggio
tradizionale. Il vero problema è
costituito dalla necessità di reperire sempre nuove forze per un
colportaggio limitato, anche se
non necessariamente, ai testi biblici, ai tradizionali opuscoli di
evangelizzazione e, per noi, anche alle opere della Claudiana (alcune almeno). Ciò è possibile però solo se si riesce a scavare nelle miniere delle nostre chiese per
scoprire le molte vocazioni nascoste, in tanti giovani in particolare, se sapremo prepararli allo scopo. Si può e si deve reimpostare
il colportaggio oggi, perché il colportore non si senta fuori del
tempo, non appaia frustrato, ma
sia cosciente della dignità vocazionale del suo compito che è
sempre un seminare, ma non
sempre un raccogliere.
Oggi l’antica figura del colportore - venditore - diffusore - evangelizzatore che operava per iniziativa personale, da solo e tra
grandi stenti e numerose difficoltà, talvolta senza avere la possibilità di sfamare la propria famiglia, è destinata a scomparire.
La stessa opera può essere fatta
con forme di volontariato anche
a tempo limitato, senza escludere le vocazioni a pieno tempo.
Quanto alla preparazione, per
esempio nella Chiesa valdese, il
pastore Renzo Bertalot, professore straordinario presso la Facoltà
dove tiene corsi di « Teoria e tecnica delle traduzioni bibliche »,
per la sua esperienza ventennale
nelle Società Bibliche italiane ed
europee, è oggi la persona maggiormente qualificata per corsi
di metodologia, contenuto e prassi del colportaggio. Già la Tavola
gli ha chiesto di preparare in tale senso il colportore Laganà.
La preparazione infatti non si
improvvisa, anzi coinvolge vari
aspetti culturali e necessita della
acquisizione della moderna tecnica di pubbliche relazioni. Questa materia sarebbe anzi da inserire tra quelle delle Scuole bibliche e della Facoltà di Teologia.
E’ indispensabile inoltre valutare bene i vari modi di porsi in
corretto rapporto con le chiese
locali per operare con esse e sensibilizzarle al compito primario
che è Tevangelizzazione. Il lavoro del colportore deve essere opera della comunità e non più del
« singolo ». Senza questa correzione di ottica si rischia di favorire il consolidarsi del concetto
di delega al « tecnico », anche per
la testimonianza che è vocazione-dovere di ogni credente.
Nel quadro dell’indispensabile
stretto rapporto colportore-comunità, il colportore a pieno tempo
potrebbe allora divenire il coordinatore dei volontari di ogni
chiesa locale, curare la loro preparazione e collaborare con essi
nella conduzione di un programma organico di evangelizzazione
e di presenza nella città.
Un altro problema strettamente connesso con la preparazione
è quello della diffusione della
Bibbia, perché non risulti dispersiva e sterile ma sia la risposta
ad una precisa domanda e all’interesse del destinatario del dono
o della vendita.
Solo in tal modo si pongono
correttamente le premesse per il
proseguimento dei contatti personali finalizzati all’evangelizzazione, proprio nel senso espresso
dal recente atto del Sinodo valdese. Ma rma diffusione razionale della Parola di Dio costa, oltre
che in riflessione e preparazione,
anche in danaro al colportore come alla chiesa.
Questi i problemi ed i suggerimenti emersi nel corso del XIX
Convegno di colportori ad Ecumene, al termine della valutazione della situazione italiana e dopo alcuni studi su temi specifici.
Il past. Giovanni Scuderi ha presentato due relazioni: la prima
su: « La riscoperta della Parola
di Dio nella Riforma », passando
in rassegna testi del valdismo
medioevale, delle Confessioni di
fede della Riforma, della Chiesa
valdese e fino a Barmen. La seconda relazione è stata su: « La
religiosità di massa » oggi in Italia.
Il past. R. Bertalot ha esaminato la storia e le problematiche
del colportaggio dal valdismo
medioevale alla situazione odierna nei vari paesi del mondo. Studi biblici, ampi dibattiti, serate
varie con diapositive su Israele
e sulle città dove operò Lutero,
sono stati guidati da altri responsabili presenti. Ciò ha arricchito i lavori del Convegno che
si è svolto in un’atmosfera di
grande spiritualità nella ricerca
di una magsiore fedeltà alla vocazione che Dio rivolge ad ogni
credente.
Giovanni Scuderi
Chi è interessato ai coiportaggio
come voiontario, o ai probiema dei coiportaggio, è pregato di scrivere al past.
Scuderi, via Verdi 15, 57126 Livorno
- tei. 0586/897452).
Da sin. Maria
Vingiani,
mons. Sartori
e il past.
Fanlo y Cortés.
Tra il 31 luglio e il 6 agosto
circa 500 persone hanno preso
parte alla sessione svoltasi alla
Mandola. Una sessantina erano i
giovani, in buon numero i protestanti.
Il tema, Ecumenismo e dialogo
deile culture, fa riferimento alla
odierna situazione del «mondo
come villaggio»; assistiamo alla
mobilità delle popolazioni e quindi al pluralismo delle culture, di
cui alcune molto ricche, come le
civiltà delle grandi religioni
orientali dell’Asia, la civiltà islamica, le culture tradizionali dell’Africa e dell’America latina:
tutto questo rappresenta ima
nuova sfida per lo studio ecumenico. Del resto, come ha rilevato
il teologo Andrea Joos, sono proprio i condizionamenti culturali
a dividerci, più dei fattori teologici.
Una critica alle forme di evangelizzazione prodotte nel passato
è venuta da Benito de Marchi,
missionario comboniano : in Africa, ha detto, l’evangelizzazione ha
imposto un progetto egemonico
occidentale insieme ad una cultura consumistica. Si tratterebbe
ora non più di cristianizzare
l’Africa, ma di « africanizzare » il
Vangelo.
Una strada che dovrebbe aprirsi sarebbe quella della teologia
ecumenica come strumento per
UDINE
Ecumenismo verso i carcerati
Alla fine di agosto si è tenuto
un incontro di fraternità con i
detenuti delle carceri di Udine,
organizzato dalla comunità evangelico-metodista di Udine e
dal Centro Ricerche e Attività
Ecumeniche (C.R.A.E.).
L’incontro è stato rallegrato
dal complesso musicale T.N.T.
che con canti, musiche ed efficaci interventi dialogati ha offerto
un messaggio di solidarietà e di
speranza che ha suscitato un convinto e vivo entusiasmo tra gli
oltre 70 detenuti che vi hanno
preso parte.
Alla fine, al momento del rinfresco, sono state offerte le copie
del Nuovo Testamento (TILC),
frutto di una « colletta » ecumenica per la diffusione della Bib
bia, tenutasi durante un precedente incontro di preghiera ecumenica in occasione della Pentecoste, in un centro del Friuli.
Non era questo però il primo
incontro con i carcerati; se ne
tenne un altro infatti nel 1982,
nell’ambito di una iniziativa per
la diffusione del Nuovo Testamento-TILC, allorché l’attore
Franco Giacobini venne in Friuli
per le tre tournée di letture bibliche. Nelle carceri udinesi egli allora lesse il Vangelo di Marco
(TILC) per due ore filate, senza
interruzioni, dinanzi ai detenuti
intensamente partecipi. Era la
prima volta in Italia : fu un evento per tutti.
Il gruppo dei partecipanti
esterni comprendeva: il pastore
John Hobbins, Paola Benecchi,
la presidente del C.R.A.E. Anna
Maria Melli, il vice-presidente
Vincenzo Croattini e la segretaria Luisa Turello, Silvano e Fulvio Fani, Omar Hendry.
Il direttore delle carceri e il
cappellano, nonché numerosi detenuti, nell’esprimere il loro ringraziamento si sono augurati che
questo incontro non rimanga un
fatto episodico.
Il Centro^ Ricerche e Attività
Ecumeniche e la Comunità evangelico-metodista hanno dichiarato che questo era già nei loro
auspici ed hanno dato la loro disponibilità per studiare insieme
modalità e date per incontri futuri.
Luisa Turello
la liberazione dell’oppresso africano e latinoamericano.
Il teologo Giovanni Cereti ha
affrontato i tre nodi postconciliari tuttora irrisolti: l’imposizione al clero del cehbato, la non
ammissione delle donne al ministero ordinato e il problema dei
divorziati risposati. Il sofferto
rapporto tra fede e cultura è stato ripercorso invece dall’arciprete rumeno di Milano, Traian
Valdman: la cultura deve essere
assunta con la consapevolezza
che nessun linguaggio umano
può rendere il messaggio divino
nella sua pienezza.
Poiché da più parti è stato posto il problema del valore salvifico nelle religioni non cristiane,
Teodoro Fanlo y Cortes ha richiamato l’assemblea alla sfida
del sincretismo : già presente nell’Antico Testamento come tentazione, nel corso dei secoli si è
espresso con personalità quali
Rousseau, Goethe, Jung, fino al
mistico indù Ramakrishna (« tutte le religioni — egli dichiarava — sono sentieri che conducono alla verità »).
In realtà sappiamo quanto il
sincretismo sia nemico di un vero e serio ecumenismo: «Sotto il
cielo non è dato agli uomini altro
nome mediante il quale possano
essere salvati se non quello di
Gesù» (Atti 4: 12). D’altra parte, nel dialogo con queste grandi
religioni crediamo di dover procedere in primo luogo nello sforzo di una sincera conoscenza reciproca, in vista di una collaborazione che si impone per risolvere i grandi problemi del
mondo attuale.
Peraltro pensiamo che non sia
giusto dire in modo ambiguo che
tutte le religioni, portano la salvezza: nessuna religione dà la
salvezza, ma c’è un Dio dei giudei ma anche dei pagani, « il quale giustificherà il circonciso per
fede e l’incirconciso ugualmente
per mezzo della fede» (Romani
3 : 29-30).
In se^o di partecipazione al
« decennio di solidarietà » indetto dal CEC, le riflessioni bibliche
del mattino sono state tenute da
donne, ed è stata approvata una
mozione nella quale si invitano
le chiese cristiane a studiare il
problema dell’accesso delle donne al ministero ordinato, e un’altra sulla teologia della liberazione.
Teodoro Fanlo y Cortès
6
IP
valli valdesi
7 ottobre 1988
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
ANGROGNA
Nella noia
Si amplia il macelio
si nascondono i problemi ''' *^*’’°*
Con l’attuale gestione unitaria dell’ente di valle, si approva tutto senza dibattito - Se problemi ci sono, essi emergono in altra sede
Una valida iniziativa economica che necessita
di più spazio - Lavori anche in municipio
Risulta iveramente difficile sfuggire alla noia ed al sonno di
fronte a certe assemblee di enti
pubblici; in questo senso l'ultimo consiglio di Comunità Montana Val Pellice ne è stato un
esempio.
Manca opposizione e si sa, ma
manca anche la pura e semplice voglia di conoscere, capire
ciò che si sta approvando o tutto è perfettamente noto a tutti?
Così, a parte una completa relazione che accompagna il progetto di rendiconto finanziario
per il 1987 ed illustra l’attività
dei servizi dell’USSL, il cui esame dobbiamo, p>er motivi di spazio, rinviare alla prossima settimana, non resta molto da segnalare.
Per prima cosa notiamo con
piacere la decisione di chiedere
al Ministero della difesa un aumento da 5 ad 8 nel numero
degli obiettori di coscienza al
servizio militare: i servizi in
cui dovrebbero essere impiegati
riguardano i settori dei servizi
sociali e del tempo libero.
Sono stati deliberati anche alcuni importanti lavori di sistemazione di alcuni corsi d’acqua
(Rio secco a Bibiana, Crucilo a
Bobbio Pellice, Angrogna a Torre Pellice) per un importo che
nel totale supera i 250 milioni,
mediante l’approvazione dei progetti esecutivi.
Su ima delibera ci si poteva
aspettare un po’ di discussione:
la sostituzione di una dipendente che fino al mese di agosto
aveva svolto il compito di visitatrice domiciliare sul territorio
dei comuni di Bobbio e Villar,
aveva infatti, in, occasione dell’ultimo consiglio, nel mese di
luglio, prodotto un lungo dibattito in aula, in cui sembrava si
dovesse por mano ad una revisione generale di questo tipo di
servizio. Questa volta, invece,
nulla, non una parola sul tema:
semplicemente è accaduto che
Villar continuerà ad avere questo servizio, d’ora in poi in condominio con Toire Pellice ed a
PISTE FORESTALI
O VERE STRADE?
La Commissione Tutela Ambiente
Montano del C.A.I. Uget Val Pellice,
intervenendo nell’ormai ampio dibattito in merito alla progettata pista per
il Pra e rispondendo a chi accusa gli
ambientalisti di essere mitici cultori
dell’innocenza primordiale, intende offrire ai lettori della Val Pellice e a
tutti gli utenti deila montagna alcuni
spunti di riflessione.
Premettiamo che, quando si difende l'ambiente, non si persegue l'ideale
di una montagna < selvaggia ». L’attento osservatore sa che l’attuale
paesaggio delle nostre montagne e,
in particolare, della conca del Pra, è
frutto dell'Intervento umano e testimonia il preciso equilibrio stabilitosi in passato tra le risorse dell’ambiente e la presenza dell’uomo. Non
anteponiamo pertanto l’egoistico piacere dell’escursionista che ama i luoghi incontaminati alla valorizzazione
economica della valle, ma diffidiamo di
quelle valorizzazioni dal mal celato significato demagogico ed elettorale che
potrebbero rivelarsi letali per l’integrità
deH'ambiente. Non crediamo infatti che
esista un conflitto tra le esigenze della conservazione e quelle dello sviluppo produttivo. Uno sviluppo produttivo che ignora e sottovaluta il valore
culturale ed estetico deH’ambiente
naturale è ormai anacronistico, antieconomico e destinato al fallimento. La
lezione è ormai stata ben recepita dai
paesi più civili del nostro che hanno
compreso come il rilancio economico
non possa più passare attraverso la distruzione della natura. In una Europa che sembra farsi sempre più sensibile ai problemi ambientali sperava
TORRE PELLICE
VENDO
Piazza Guardia Piemontese,
negozio mq. 65, nuovo, riscaldamento autonomo, L. 600.000
mq.
Disponibilità garage varie
metrature, 8-9 milioni.
Telefonare ore pasti 011/
93.99.339.
Bobbio gli amministratori, secondo quanto dichiaratoci dall’assessore Negrin, troveranno
una soluzione autonoma, fuori
dai servizi della Comunità Montana-USSL.
Manca ancora
personale
Infine, anche in questo caso
senza il minimo intervento, è
stato approvato il conto consuntivo per il 1987, a fianco del quale la relazione del presidente
Longo, oltre ad evidenziare una
carenza di personale di 6 posti
rispetto allá pianta organica, rileva come « sia ormai indilazionabile la revisione globale di
questa pianta, per rispondere alle esigenze che si sono manifestate nelle attività » e conclude
ribadendo concetti non nuovi
per chi da anni segue con serietà l’amministrazione degli enti
locali.
ma — ahimè — che l’ottusa mentalità degli anni '60 potesse essere considerata in via di estinzione e che
coloro che traggono profitto dalle lottizzazioni, dal turismo di rapina e, in
definitiva, dalla manomissione dell'ambiente, fossero ormai una prerogativa del terzo mondo. Non ignoriamo
che alcune delle strade agro-siIvo-pastorali, attualmente presenti nel territorio della Val Pellice, si sono rivelate di grande utilità per molti pastori,
ma a quanti normali eventi meteorologici queste strade — e niente ci fa
pensare che quella del Pra avrà caratteristiche diverse — sapranno resistere? Non vogliamo pagare le conseguenze della permissività dei funzionari e dei tecnici regionali, che permettono l'apertura di strade anche là
dove la morfologia del territorio si
presenta ostile e dove, per ragioni
economiche, manca qualsiasi opera di
regolazione idraulica e di sistemazione degli sbancamenti operati.
Si può inoltre prestare fiducia ad
una amministrazione che non sembra
troppo ligia nel seguire alla lettera
progetti approvati con clausole ben
precise? (Ad esempio, nella realizzazione del progetto della centralina della Valle Carbonieri non è stato tenuto
conto delle indicazioni proposte dai
tecnici del servizio geologico, determinando così condizioni di grave rischio idrogeologico nel vallone).
Vorremmo fare un'ultima considerazione. E' ormai noto a tutti che lo
sfruttamento turistico della montagna
non porta alcun incremento economico
ai montanari stessi e si traduce semplicemente in una coalizione di interessi fra proprietari alpini e operatori cittadini.
Abbiamo pertanto appreso con sollievo da pubbliche dichiarazioni che,
comunque, non è previsto per il Pra
uno sfruttamento di questo tipo. Tuttavia l'utilizzo che è stato fatto di alcune piste agro-silvo-pastorali (valga
ad esempio la pista che dal Tagliaretto
conduce alla borgata Armand) cl fa
sorgere il dubbio che queste strade
le quali, per legge, dovrebbero essere finalizzate esclusivamente alla
utilizzazione e/o salvaguardia di complessi silvo-pastorali (v. art. 5 della
legge regionale 12 agosto 1981, n.
27), forniscono in realtà vie d'accesso
più comode ed agevoli a chi intende
valorizzare, come seconda casa, qualche pregevole edificio rustico.
Commissione T.A.M. Val Pellice
Dice infatti Longo in conclusione: « E’ evidente, tuttavia,
che per "tenere" sulla strada
delle attività, dei servizi per lo
sviluppo della valle non è sufficiente la buona volontà e l’iniziativa degli amministratori e
degli operatori, specialmente di
fronte ai nuovi compiti che norme legislative, nazionali e regionali, caricano sulle Comunità
Montane.
L’integrazione delle molteplici
attività, ed in particolare con i
compiti dell’VSSL che, per coincidenza degli ambiti territoriali
la Comunità Montana gestisce,
impegna grandissima parte delle
energie e dell’attenzione degli
amministratori e dei funzionari,
ma richiede per realizzarsi effettivamente che la riforma delle
autonomie finalmente definisca
il quadro delle competenze e precisi i riferimenti programmatici ».
Piervaldo Rostan
Con un avanzo di esercizio di
poco più di 13 milioni il comune di Angrogna ha chiuso il consuntivo dell’anno 1987, anno che
si è presentato intenso sia per
l’attività rivolta al mantenimento del livello dei servizi, sia per
i programmi portati a termine,
in particolare nel settore dei
lavori pubblici.
I primi 3 milioni di questo
avanzo verranno subito destinati ad attrezzare con nuove gomme chiodate e catene il parco
autobus del comune, mentre i
restanti 10 milioni, abbinati ad
altri 40 offerti in conto capitale dalla Regione Piemonte, serviranno a realizzare un ulteriore ampliamento e sistemazione
della sede comunale, in particolare per ospitare l’archivio comunale.
.Altro argomento di particolare interesse: l’approvazione del
progetto di ristrutturazione del
macello cooperativo di Chiot
dl’Aiga, di proprietà comunale.
In seguito a sopralluoghi effettuati, si è rilevato che la strutturazione interna non risulta sufficientemente versatile in proporzione all’aumentato carico di
lavoro che il macello compie per
i propri soci ed anche per utenze esterne. Si è cosi pensato ad
un diverso orientamento delle
celle, in modo che sia facilitata
la movimentazione della carne
dall’una all’altra.
Dalla ristrutturazione si dovrebbe anche ricavare un piccolo ufficio ritenuto ormai indispensabile.
L’amministrazione tutta, rilevando l’importanza comunitaria
dell'attività e come stimolo ad
ulteriori iniziative che possano
coinvolgere altri giovani della
zona, ha approvato il progetto.
II Consiglio ha ancora approvato una richiesta di contributo appoggiandosi alla Legge Regionale n. 58 del 28-8-’75 per l’attuazione del programma dell’Autunno in Val d’Angrogna, ritenuto momento importante di analisi delle prospettive per la va
OBIEZIONE FISCALE A PINEROLO
Scatta il pignoramento
Per la prima volta colpito un obiettore pinerolese - A quando il riconoscimento per legge?
L’obiezione fiscale trova in Italia sempre maggiori consensi;
infatti circa 4.500 persone hanno
quest’anno deciso di destinare
la parte dell’imposta netta IRPEF
che percentualmente corrisponde alle spese militari a scopi di
pace, di solidarietà nazionale o
internazionale. I fondi raccolti
vengono generalmente inviati al
Presidente della Repubblica affinché ne faccia, appunto, « uso
di pace », ma siccome vengono rifiutati, essi vengono poi ripartiti mediante un centro di
coordinamento nazionale.
Anche nel pinerolese sono presenti obiettori fiscali alle spese
per armamenti.
In questi giorni uno di questi.
Marco Boselli, abitante a Giaveno ed opieratore sociale presso
il Comune di Pinerolo, sta subendo una azione di pignoramento di parte del suo stipendio. Egli nel 1984 aveva obiettato per la somma di lire Sl.lKii)
lorizzazione culturale, turistica
ed economica della montagna.
Altri contributi per la stessa iniziativa verranno dalla Comunità
Montana e dalla Provincia.
A. L.
Oggi .
e domani
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 6 ottobre, ore 17, al Centro d’incontro avrà
luogo una riunione con il seguente
o.d.g,: a) Azione urgente in favore Ji
Satwant Singh e Kehar Singh, condannati a morte in India; b) Impostazione del lavoro per la "Settimana Amnesty" che si svolgerà in tutto il
mondo dal 17 al 23 ottobre, per gli
attivisti per i diritti umani: c) Presenza del Gruppo Italia 90 Val Pellice alle manifestazioni "Autunno in
Val d’Angrogna”:
nica 23.
sabato 22 e dome
Associazione per la pace
POMARETTO — L’associazione per la
pace valli Chisone e Germanasca avrà la sua prossima riunione alle
ore 20.30 del 18 ottobre, presso la
nuova sede nell’ex municipio in piazza
Montegrappa.
Manifestazioni
dei
TORRE PELLICE — NeH’ambito
rapporti instaurati alcuni anni or sono con il gemellaggio fra Torre Pellice e Guillestre, sabato 8 ottobre e
domenica 9 avrà luogo un incontro
tra le due cittadinanze: sabato pomeriggio si svolgeranno alcuni incontri
sportivi, in serata un concerto del
Coro Alpino Val Pellice. Domenica
mattina verranno visitati i luoghi storici ed il museo valdese; successivamente avranno luogo un concerto della banda di Torre e della fanfara di
Guiilestre ed il pranzo comunitario
presso la foresteria valdese.
BIBIANA — Nell'ambito delle manifestazioni dell'« Ottobre biblanese »,
sabato 15, alle ore 15.30, verrà inaugurata la sagra del kiwi, frutto che
sta assumendo rilevanza economica
nella zona; domenica 16, alle ore 10,
verrà aperto il mercatino delle pulci.
Cinema
(5,5% dell’imposta netta), inviando i soldi al « Fondo per la pace ». Nelle settimane scorse a
Marco è stato richiesto di pagare aH’esattoria comunale la cifra obiettata, più gli interessi,
più la mora, per circa 120.000 lire.
Mantenendo fede alle motivazioni addotte a suo tempo. Marco Boselli non ha versato tale
somma, pertanto lo Stato ha
proceduto richiedendo al Comune di Pinerolo (in quanto datore di lavoro di Marco) il pignoramento di essa sullo stipendio,
ed è la prima volta che ciò accade nel pinerolese.
Il gruppo dell’Associazione per
la pace di Pinerolo, esprimendo
la sua solidarietà al Boselli, ribadisce la legittimità di queste
iniziative, legate ad un imoeiino
di difesa pojxrlare non violenta,
auspicando nel contempo che si
arrivi ad un riconoscimento legislativo.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento
ha in programma per II prossimo fine
settimana « Cenerentola », sab. 8, ore
20 e 22 e dom. 9, ore 16 e 18; « Barfly », dom. 9, alle ore 20 e 22.
Dibattiti
TORRE PELLICE — Organizzato da
Radio Beckwith, venerdì 7 ottobre,
alle ore 21 nell'aula consiliare del
municipio, avrà luogo un incontro-testimonianza con alcune partecipanti al
campo in Palestina che alcune donne hanno avuto nelle scorse settimane; con la proiezione di diapositive
verrà dunque presentata la condizione
palestinese oggi.
ANGROGNA — Nell’ambito della
rassegna « Autunno in vai d'Angrogna », mercoledì 12 ottobre, alle ore
20.45, presso la scuola di Cbiot di'
Alga, avrà luogo un incontro-dibattito su « problemi relativi alla salute
degli allevamenti in montagna »; interverranno, oltre al sindaco Coisson,
i veterinari M. Valpreda e G. Giraudo.
Sabato 15 alle ore 20.45, nella sala
valdese di S. Lorenzo, il Gruppo Teatro Angrogna replicherà « La macivèrica ».
7
r
7 ottobre 1988
valli valdesi
PRETURA DI PEROSA ARGENTINA
Il Presidente del Tribunale di Knero
lo ha, con decreto 1.9.88, autorizzato la
notifica ex art. 150 C.P.C. (per pubblici
proclami) del ricorso presentato alla Pretura di Perosa Argentina a sensi art. 1159
bis C.C. dalle sottoindicate persone.
Con detto ricorso, del quale è stata disposta la pubblicazione per estratto sulla
Gazzetta Ufficiale, sul F.A.L. Provincia di
Torino e su L’Eco delle Valli Valdesi,
viene richiesto il riconoscimento di acquisto di proprietà per usucapione, secondo i
rispettivi diritti, a favore dei ricorrenti:
Artero Enrico (o Pietro Enrico), Barus
Adolfo, Barus Emidio, Barus Enrico, Bernard Giacomo, Bertocchio Alberto, Bertocchio Alma, Bertocchio Cesare, Borno
Olivio, Bounous Ada, Bounous Alberto,
Bounous Alberto Giovanni, Bounous Bruno, Bounous Daniela, Bounous Elena,
Bounous Elisa, Bounous Enrichetta,
Bounous Franco, Bounous Lina, Bounous
Livio, Bounous Luigi, Boimous Luigia,
Bounous Margherita, Bounous Maura Enrica, Bounous Olga, Bounous Paola, Bounous Renato, Bounous Roberto, Bounous
Severino, Bounous Silvio, Bounous Vera,
Cappellaro Ornella, Charrier Irene, Clot
Alberto, Clot Aldo, Clot Alice, Clot
.Alina, Clot Bruno, Clot Cesarina Err'estina, Clot Elena nata il 17-10-1922,
Olot Elena nata il 13-2-1918, Clot Elia nata il 15-2-1940, Clot Elsa nata
;.l 214-1934, Clot Emilio, Clot Enrichetta
Margherita, Clot Enrichetta, Clot Esther,
Clot Ermanno, Clot Ermida, Clot Evelina,
Clot Ferdinando Cesare, Clot Gino, Clot
Giovanna Maria, Clot Guido Antonio, Clot
Irma, Clot Irma Zeba, Clot Lidia, Clot OJga, Clot Paolo Luigi, Clot Remo, Clot Renato, Clot Renzo, Clot Rita, Clot Varizia
Elena Enrichetta, Clot Varizia Herbert,
Colangione Eleuterio, Costantino Arturo,
Costantino Emilia, Costantino Ezio,
Costantino Valdo, Costantino Vanda,
Coucourde Enrica Adelina Alma, Coucourde Jenny Maria, Falco Flavio,
Ferrier Luigia, Ferrier Romildo, Gay
Giovanni, Genre Emma, Giacomino Livio, Giacomino Cesare, Giacomino Elda, Giacomino Emilio, Giacomino Erminio Ferdinando, Giacomino Giulio Bartolomeo, Giacomino Rina, Giraud Giancarlo, Griglio Carlo, Griglio Enrico, Griglio
Gino, Guglielmet Irma, Guglielmet Bruno, Leger Aldo, Leger Marisa, Leger Mirella Clelia, Malanot Rina, Marcoz Marii etia, Massel Amedeo, Massel Arturo,
Massel Ettore. Massel Valdo, Menusan
Ida, Menusan Laura, Menusan Linda, Menusan Piero, Menusan Renzo, Menusan
Rina, Menusan Roberto, Menusan Salvatore, Michelino Elena, Michelino Iris Enrichetta Alessandrina, Micol Cesare, Mora! Giovanni, Pernel Michèle, Pernel Silvette, Peyran Osvaldo Francesco Alessandro, Peyronel Aldo, Peyronel Alma, Peyronel Amato, Peyronel Annie, Peyronel
Arturo, Peyronel Beniamino, Peyronel
Bruno, Peyronel Camillo Enrico, Peyronel
Carlo, Peyronel Cesare, Peyronel Cesare
Augusto, Peyronel Cesare Enrico, Peyronel Clara, Peyronel Elena Irene, Peyronel Elda, Peyronel Elettra Adele, Peyronel
Eli, Peyronel Elsa, Peyronel Emilia Anita,
Peyronel Emilio, Peyronel Enrichetta,
Peyronel Enrico, Peyronel Ernesto, Peyronel Estella Enrichetta, Peyronel Evelina,
Peyronel Ferdinando, Peyronel Fernanda
(o Giulietta Fernanda), Peyronel Ferruccio, Peyronel Giacomo, Peyronel Giosuè
Enrico, Peyronel Giovanni Enrico, Peyronel Ida Cristina, Peyronel Uva, Peyronel
Irma Lisa, Peyronel Lami, Peyronel Laura Enrica, Peyronel Letizia Lidia, Peyronel Letizia Maria, Peyronel Levy Alfredo,
Peyronel Levy Cesare, Peyronel Lilia,
Peyronel Lilliana Luigia, Peyronel Lisa
Elena, Peyronel Marius Giacomo Adolfo,
Peyronel Marta Alessandrina, Peyronel
Nino, Peyronel Oreste Emilio, Peyronel
Otto, Peyronel Renzo Cesare, Peyronel
Rina nata il 3-1-1920, Peyronel Rina nata il
29,1.1941, Peyronel Roberto, Peyronel Romana, Peyronel Silvano Umberto, Peyronel Silvio Levi, Peyronel Stella, Peyronel
Susanna, Peyronel Valdo, Pittavino Giovanni, Pons Anita Angioletta, Pons Giovanale Amato, Reynaud Marcellino Giu
AVVISO
seppe, Ribet Elda, Ribet Pierino, Rostaing
Alma, Rostaing Guido, Rostaing Rachele, Tessere Alessio, Tron Daniele, Tron
Edwy Ferdinando, Tron Rino Attilio,
Tron Gianet Rosa Maria, Viglielmo Aldo,
Viglielmo Giorgio, Viglielmo Renato, Viglielmo Rina, Villielm Giovanna, Vola Cristina e Vola Ermanno.
Contro :
Giacomino Caterina Anna, Ghigo Abele, Ghigo Silvia, Griglio Stefano, Gardiol
Emilio, Menusan Enrico, Menusan Giovanni, Clot Maria, Giacomino Giacomino,
Giacomino Lidia, Giacomino Caterina Anna, Bertocchio Giuditta, Clot Augusto,
Peyronel Antonio, Ferrier Giovanni, Rostan Caterina, Ferrier Lorenzo, Peyronel
Giovanni, Peyronel Maddalena mar. Malanot, Peyronel Adele, Peyronel Cesare,
Peyronel Enrichetta mar. Pons, Peyronel
Ferdinando, Giacomino Giovanni, Peyronel Edoardo, Bounous Garin Giovanni,
Bounous Alberto, Bounous Enrico, Malanot Giacomo, Malanot Giovanni, Malanot Giovanna, Malanot Maria, Clot Pietro, Clot Giovanni Giacomo, Peyronel
Giacomo, Clot Giacomo, Clot Giovanni,
Clot Clotilde, Clot Maria, Clot Enrichetta,
Clot Lidia, Clot Caterina, Boimous Garin
Pietro, Pons Maria, Pons Caterina, Villielm Francesco, Villielm Maria, Villielm
Maddalena, Villielm Cesarina, Peyronel
Irene, Clot Maria, Peyronel Federico, Peyronel Giovanni Pietro, Ferrier Giovarmi,
Reynaud Enrico, Clot Mancioun Pietro,
Clot Giovanni Pietro, Clot Maria Margherita, Clot Pietro, Coustantin Bartolomeo, Peyronel Francesco, Morat Giovanni, Viglielm Caterina, Clot Gatin Giovanni Pietro, Peyronel Federico Carlo, Viglielm Giorgio, Viglielm Pietro, Peyronel
Giovanni Giacomo, Peyronel Giovanni,
Clot Giacomo, Clot Pietro, Michelino Maria, Clot Enrico, Clot Giovarma, Peyronel Giacomo, Giacomino Pietro, Giacomino Giacomo, Peyronel Giacomo, Peyronel Luigi, Peyronel Edoardo, Freyria Giacomo, Peyronel Giovanni Pietro, Barus
Francesco, Genre Maddalena, Barus Giovarma, Barus Maria, Clot Federico, Clot
Alessandro, Clot Adele, Clot Cesarina,
Clot Giovanni, Clot Davide, Purone Claudio Massimo, Peyronel Maddalena fu Antonio mar. Clot, Peyronel Enrico, Peyret
Alessandrina, Peyronel Enrichetta, Menusan Margherita, Menusan Mariaima, Ribet Maddalena mar, Morat, Peyronel
Margherita mar. Clot, Peyronel Maria
ved. Clot, Rostaing Cesare, Rostaing Giovarmi, Clot Gatin Antonio, dot Gatin
Giovanni, dot Gatin Davide, dot Augusto, Peyret Giovarmi Pietro, Peyronel Davide, Reynaud Felice, Bounous Pietro,
Reynaud Giovanni, Bounous Bartolomeo,
Peyret Susanna, Bertocchio Giovanni,
Clot Pietro, Guglielmet Pietro, Reynaud
Giuseppe, Peyronel Federico, Peyronel
Cesare, Guglielmet Emilio, Guglielmet
Ferdinando, Malanot Susatma, Bounous
Aldo, Bounous Alice, Bounous Elena,
Peyronel Beniamino, Bounous Alessandro, Peyronel Enrichetta mar. Treille, Peyronel Giacomo, Peyronel Alberto, Bounous Giovarmi Giacomo, Peyronel Giacomo, Giacomino Giacomo, Giacomino Catterina Virginia, Bounous Catterina, Bounous Enrico, Bounous Ferdinando, Bounous Emilio, Bounous Enrichetta, Clot Federico, Clot Alessandro, Peyronel Maddalena, Giacomino Emilio, Giacomino Eugenio Alessandro, Clot Giacomo, Bounous
Giovanni Pietro, Bounous Irene, Bounous
Ferdinando, Peyronel Armando, Murat
Giuseppe, Murat Luigia mar. Purone,
Clot Ferdinando, Clot Alessandro, dot
Maria ved. Peyronel, Clot Guido, Clot
Irene, Peyronel Adriano Teofilo, Peyronel
Alina mar. Bounous, Peyronel Silvia Armandina, Peyronel Irene ved. Clot, Clot
Eli, Peyronel Umberto, Clot Alessandrina,
Massel Pietro, Clot Cesare Augusto, Peyronel Giulio, Guglielmet Anseimo, Guglielmet Attilio, Guglielmet Michele, Guglielmet Riccardo, Peyronel Giovanni Enrico, Peyronel Emilio, Peyronel Fanny,
Peyronel Maria, Peyronel Elisa, Clot Alessandro, Clot Cesare, Viglielmo Pietro, Peyronel Amedeo, Peyronel Giovanni, Peyro
nel Silvia, Peyronel Armandina, Viglielmo
Luigi, Viglielmo Adolfo, Viglielmo Ernesto, Viglielmo Guido, Peyronel Giovarmi
Francesco, Peyronel Giuseppe Elmilio,
Bounous Edoardo, Bounous Giovanni Pietro, Bounous Adelina, Bounous Maria,
Bounous Emilia, Giacomino Anita, Costantino Cesare Augusto, Clot Luigi, Clot
Alberto, Clot Ivoime, Clot Margherita,
Clot Edoardo, Clot Eli, Clot Enrico, Clot
Luigi, Clot Lorenzo, Peyronel Armando,
Peyronel Almida, Giacomino Alberto,
Peyronel Alberto, Michelino Alma, Michelino Irma, Barus Alberto, Barus Alina,
Barus Enrichetta, Peyret Cesare, Clot
Margherita, Clot Emilio, Clot Marta, Barus Aldo, Bams Amedeo, Barus Emilio,
Barus Melina, Barus Amato, Ribet Maddalena, Ribet Carlo, Ribet Leopoldo, Ribet Elena, Peyronel Valdo, Clot Alberto,
Clot Enrico, dot Ilda, Bounous Elena Clementina, Peyronel Luigia, Peyronel Alessandrina, Peyronel Adriano, Peyronel Lidia, Clot lidia Margherita, Clot Luigia,
Clot Levy, Clot Maria Luisa, Peyronel
Margherita, Peyronel Elisa Anna, Clot
Adriano Giovanni, Clot Leontina Madda-,
lena, Clot Ida, Clot Albertina Caterina,
Bounous Giacomo, Clot Erminia, Massel
Francesco Cesare, Pons Carlo Augusto,
Pons Paolina Cesarina, Pons Liliana, Pons
Ivetta, Clot Ferdinando Giovanni, Clot
Levi, Griglio Ernesto, Giacomino Maddalena, Giacomino Lidia Enrichetta, Giacomino Caterina Emma, Peyronel Adele,
Peyronel Lidia, Peyronel Guido, Peyronel
Elena, Peyronel Adele nata il 30-6-1923,
Bounous Enrico, Bounous Cesare, Bounous otaria, Giacomino Emilio, Costantino Elda, Costantino Enrico, Peyronel Elisa, Peyronel Alessandrina Giovanna, Peyronel lidia Maddalena, Clot Lisa, Clot
Irma, Viglielmo Liliana, Clot Varizia
Lamy, Peyronel Jeanne Maddalena, Peyronel Jean Emile, Peyronel Marie Jacqueline, Peyronel Hélène Arlette, Costantino Elda ved. Giacomino, Clot Desiderata, Peyronel Aldo, Peyronel Emilio,
Peyronel Renato, Peyronel Angiolina, Peyronel Luigia, Peyronel Giovanni, Peyronel
Alessandro, Peyronel Federico, Peyronel
Enrichetta, Peyronel Caterina, Bounous
Luigi, Bounous Edoardo, Bounous Susanna, Clot Alessandro, Clot Margherita,
comproprietari,
Peyronel Giovanna Elisabetta ved. Clot,
Giraud Margherita ved. Clot, Peyronel
Federico, Rolfo Maria Irene ved. Clot,
Peyronel Maddalena, Guglielmet Lorenzo Antonio, Giraud Margherita ved.
Clot, Massel Giovanna Luigia, Leger Margherita ved. Viglielmo, Peyronel Enrichetta, Peyronel Lidia Maddalena ved. Giacomino, Malanot Margherita ved. Peyronel, Peyronel Alberto, Artus Maria ved.
Barus, Clot Enrichetta ved. Peyronel, Griglio Stefano Francesco, Bounous Maria,
Clot Cesare Augusto, Bosquet Melania,
Clot Edoardo, Ferrerò Jenni, Pascal Giovanna Susanna, Peyronel Maddalena, Martina! Caterina, Sappé Maria Alice, Grill
Giulia Margherita, Peyronel Silvia Clementina, Peyronel Alessandrina Giovanna, Bounous Giovanni Pietro, Viglielm
Caterina, Clot Caterina ved. Bounous.
Ghigo Francesco, Tron Clotilde ved. Gay,
Peyret Caterina ved. Bounous, usufr. parziali dei seguenti beni siti in comune di
Riclaretto (ora facente parte del comune
di Perrero - To):
F. 7 n. 471, n. 472, n. 473, n. 474, n. 475;
F. 8 n. 234, n. 235, n. 236; F. 12 n. 125,
n. 130, n. 134, n. 138, n. 139, n. 140, n. 141,
n. 316, n. 317, n. 322, n. 323, n. 324, n. 325,
n. 326, n. 327, n. 328, n. 329, n. 330, n. 331,
n. 333, n. 334, n. 336, n. 337, n. 338, n. 339,
n. 349, n. 368; F. 15 n. 280; F. 16 n. 72,
n. 73; F. 16 n. 74; F. 17 n. 1, n. 2, n. 3,
n. 4, n. 5, n. 8, n. 9, n. 10, n. 11, n. 12,
n. 13, n. 14, n. 15, n. 16, n. 17, n. 18, n. 19,
n. 23, n. 24, n. 25, n. 26, n. 27, n. 28, n. 29,
n. 30, n. 31, n. 32, n. 33; F. 22 n. 1, n. 2;
F. 25 n. 67, n. 68, n. 69, n. 70, n. 71, n. 72,
n. 73, n. 194, n. 195, n. 196, n. 197, n. 230,
n. 304, n. 305, n. 306; F. 26 n. 1, n. 2, n. 3,
n. 96, n. 97, n. 98, n. 99
tutti facenti parte del «Gran Consortile
di Riclaretto ».
RINGRAZIAMENTO
« Quand’anche camminassi ndla
valle dell’ombra della morte, io
non temerei male alcuno, perché tu sei meco »
(Salmo 23: 4)
Dopo triste malattia il Signore ha
richiamato a sé
Giovanna Coisson in Cocco
di anni 45
Addolorati lo annunciano il marito
Walter, i suoceri, le sorelle Paola, Gemma e Luisa con le loro famiglie ed i
parenti tutti.
Un ringraziamento particolare al pastore Teodoro Fanlo y Cortes.
Redipuglia (TS)^ 21 settembre 1988.
RINGRAZIAMENTO
« Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho
conservato la fede »
{2^ Timoteo 4 : 7)
La figlia ed i familiari della compianta
Elena Pons ved. Bouchard
ringraziano quanti hanno partecipato
al loro dolore e rivolgono un pensiero
riconoscente al signor GobeUo, alla signora Harbiani, a tutto il personale
deir Asilo Valdese per le amorevoli cure che hanno avuto per la loro cara,
ed al pastore Bruno Belldon.
Luserna S. Giovanni, 28 settembre ’88.
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8
8 fatti e problemi
7 ottobre 1988
PROSSIMO CONVEGNO SCIENTIFICO SUL DEMONIO
Diavolo di un Belzebù!
Storici, teologi e scienziati per una materia da affrontare sotto
molteplici punti di vista - Un libro ancora da rileggere e studiare
TORINO — Dopo la visita del
Papa, dopo gli onori tributati a
don Bosco, dopo il crollo del
mito della Sindone, ora un altro
tema di vaste implicazioni religiose tornerà a far discutere i
torinesi: il Diavolo. Ma sì, proprio lui è riuscito ad aggiudicarsi centoventi milioni dall’Assessorato p>er la cultura, cinque dalrUniversità e quindici dall’Assessorato al turismo. Totale: centoquaranta. Il tutto per discutere, durante cinque giorni, del
Demonio; dal mondo antico (da
cui proviene) sino alle esperienze moderne.
L.a serie di convegni che si
terranno dal 17 al 21 ottobre a
Torino è stata promossa dall’associazione « Diálogos » (ovvero il
sociologo Barbano, il matematico Conte, il filologo Corsini e
padre Costa del Centro Teologico di Torino) per rispondere a
una « domanda viva e presente
nel profondo dell’umanità ». E’
il probleriia del male, che nelle
sue diverse personificazioni e
nei suoi millenari itinerari continua a far discutere. Ma su altri
versanti il Demonio continua anche ad alimentare commerci di
maghi, fattucchiere, medium e
guaritori che vedono in Torino
la capitale dei gonzi oltre che del
« Principe nero » e temono che
il convegno attirerà su Fiat-City
nuovi flussi di energie negative.
I gruppi teosofici che hanno
un filo diretto con l’oltretomha
si sono dati da fare, mesi fa,
per promuovere un referendum
contro la presenza di Satana nella capitale subalpina. Adesso, non
essendoci riusciti (persino l’assessore alla cultura, il socialista
Marzano, è stato sedotto), si sono ripromessi una controffensiva nei giorni del convegno p>er
convincere la cittadinanza, a colpi di volantini e manifesti, che
parlare di Satana è pericoloso.
Comunque sia, ma^i e fattucchiere resteranno fuori dalla porta del convegno che darà la pa
rola soprattutto a storici, sociologi, teologi, scienziati, psichiatri. I nomi del convegno — tra
i quali figurano Giovanni Tabacco, Vittorio Strada, Alfonso Di
Nola, Franco Bolgiani, Claudio
Magris, Grado Merlo, Paolo Ricca, Adriana Zarri — portano a
credere che il Diavolo questa
volta è stato preso veramente
sul serio. Perimetrare l’indefinito è im’operazione complessa e
cinque giorni di relEizioni e discussioni basteranno appena per
seguire le orme millenarie del
Demonio che dall’antico Egitto
risale la storia dell’umanità sino
ad oggi.
Ancor prima di partire, questo convegno sul Diavolo ha già
scatenato polemiche a non finire. Ci ha pensato anche il Papa
con il suo recente imp>erativo rivolto ai torinesi: « Convertitevi
contro il Demonio! », mentre non
si è ancora spenta l’eco che ebbe la nomina, due anni fa, da
parte del cardinale Ballestrero
di sei esorcisti a Torino. Un vero e proprio « commando » cattolico contro Belzebù! Basterà
questo prossimo convegno scientifico a sfatare la panzana di
Torino vertice del triangolo magico (con Praga e Lione), di Torino assatanata, di Torino diabolica e iniziare così — tra le
altre cose — una seria riflessione sulle nuove sette, sul giro
d'affari dei maghi e affini e sul
fatto che Satana rappresenta i
problemi irrisolti di tutti? Ma
qui si entra già nel merito del
convegno stesso, che tenterà
l’identikit del « Grande Ribelle ».
Egli a Torino, raccontano le storie di ordinaria magia, avrebbe
stabilito, ormai da secoli, la sua
residenza principale.
Ma precisamente dove? Alla
chiesa della Gran Madre di Dio,
sorta sui resti di un tempio pagano dedicato ad Osiride, oppure presso il Museo Egizio (uno
dei più grandi del mondo) o in
qualche villa della collina dove
Diabolos,
diálogos,
daimon
1 convegni torinesi su « Diaboios, Diaiogos, Daimon » iniziano
lunedì 17.10 aile 9.45 presso il
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Posti disponibili: 300. Nei primo
convegno, da lunedì a mercoledì,
si spazierà da « Mondo antico e giudaico cristiano » a « Tradizione cristiana antica e medievaie » (con
(a comunicazione, martedì 18, aiie
16.30, di Paolo Ricca su « ii diavoio neli'esperienza di Lutero »)
sino aii'« Epoca moderna ». Giovedì 20 si parlerà di « Diabolos'Daimon: rappresentazioni sociali fra
tradizione e attuaiità ». Gli incontri di studio e dibattito si concluderanno venerdì 21 con una serie di comunicazioni su « Sensi e
segni dei maie; esperienze e figure
del negativo tra ermeneutica e psicopatologia » e « Demonologia, psicopatologia, transcuituraiismo ».
Parieranno oltre un'ottantina di
relatori, quasi tutti docenti universitari.
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Prigionieri
del mese
una certa Torino notturna, intontita e annoiata dal benessere,
pratica riti misterici? O forse
Satana non ha fissa dimora ed
è soltanto e semplicemente una
mancanza d'amore? A questo
pimto l’importante è non demonizzare il prossimo convegno
scientifico su Satana, a cui andremo non senza aver prima letto « Il problema del male » di
Vittorio Subilia (ripubblicato
dalla Claudiana l’anno scorso),
scritto nella « pensosa prospettiva della fede in Cristo ». E al
diavolo Belzebù!
Nel Notiziario di A.I. del mese
di luglio sono menzionati i seguenti prigionieri affinché i lettori intervengano con petizioni
in loro favore presso le autorità
dei rispettivi paesi:
Sheikh Nur Barud Gurhan
SOMALIA
Giuseppe Platone
33 anni, predicatore e insegnante di Corano. Egli è stato arrestato con altri insegnanti e membri di congregazioni islamiche
nel maggio ’86 a Mogadiscio. Essi
avevano criticato neU’85 la repressione delle attività religiose
da parte del governo, comprese
le restrizioni imposte all’insegnamento' religioso e all’attività delle moschee. Barud Gurhan venne
processato con altri 15 il 7 aprile
’87 dal Tribunale per la sicurezza
nazionale.
umani e alcuni partiti presentarono al Parlamento una richiesta
di amnistia per i detenuti politici, tra i quali c’era anche Agripino Quispe. Ma la legge presentata non fu approvata. Amnesty
è informata che i membri della
chiesa evangelica del Perù sono
spesso vittime delle violazioni
dei diritti umani. La piccola comunità evangelica di Huancavélica, zona di emergenza, è stata
più volte bersaglio della repressione. Il caso di Agripino Quispe
ha certamente a che fare con
questa situazione.
Si prega di intercedere per il
suo immediato rilascio scrivendo, in italiano o spagnolo, a:
Armando Villanueva del Campo
Primer Ministro de la Presiden
cia
Essi furono accusati di « aver
costituito un’organizzazione sovversiva e di avere sfruttato la religione per creare una frattura
nazionale e sovvertire o indebolire l’autorità dello stato ». Nur
Barud Gurhan con altri 8 fu condannato a morte. Il processo durò un giorno e fu proibito agli
imputati di scegliersi gli avvocati difensori. Essi non ebbero
diritto di appello, ma solo la possibilità di chiedere la grazia.
Amnesty International intervenne chiedendo la immediata commutazione della pena.
Il 4 agosto ’87 il presidente
Siad Barre concesse, in luogo
della pena capitale, una pena detentiva, senza però specificarne
la durata.
Si invitano i lettori a mandare
cortesi appelli, in italiano o inglese, per la sua scarcerazione a :
His Excellency President
Mohamed Siad Barre
President of the Somali Democratic Republic
People’s Palace - Mogadishu Somalia
Palacio de Gobierno
Plaza de Armas - Perù
Enn Tarto - URSS
Agripino Quispe Hilario - PERU’
56 anni, predicatore laico protestante della comunità contadina di San Paolo a Huancavélica.
E’ detenuto dal 1985 dalla polizia investigativa. Sotto tortura
dichiarò di essere un terrorista.
Nella regione di Huancavélica in
quel periodo erano avvenuti fatti di terrorismo. Egli è noto per
essere stato uno dei fondatori
della chiesa evangelica di Huancavélica e anche giudice di pace.
Nel 1987 gli attivisti per i diritti
49 anni, filologo della Repubblica Socialista Sovietica deU’Estonia. E’ stato arrestato nel 1983,
dopo che si era opposto alla costruzione di un nuovo porto commerciale a Tallinn, la capitale.
Secondo lui rafHuenza dei lavoratori russi sarebbe stata tale da
superare il numero dei cittadini
estoni. E’ stato quindi condannato nel 1984 per ’’agitazione e propaganda antisovietiche” a 10 anni
di carcere e 5 di esilio interno
dal Tribunale Supremo dell’Estonia. Il suo avvocato aveva chiesto una piena assoluzione per
non avere egli agito contro la
Costituzione sovietica. Si trova
ora in una colonia di lavoro correttivo nella regione di Perm ed
è sottoposto al regime più duro
che esista perché ’’recidivo”, per
il fatto di avere già scontato 10
anni di carcere dal ’50 al ’60, come prigioniero d’opinione.
Gli sono stati condonati due
anni per l’amnistia concessa in
occasione del 70° anniversario
della Rivoluzione bolscevica.
Si prega di inviare cortesi appelli per la sua liberazione senza condizioni, in italiano o inglese, a:
Yry Khristoradnov
Chairperson of the Council of
the Union of the USSR Supreme
Soviet: Kremlin
Moscow - RSPER - URSS
A cura del Gruppo Italia 90
Val Pellice di A.I
COMUNÏTA’ MONTANA VAL PELLICE - USSL 43
Concorso pubblico
E’ indetto pubblico concorso, per titoli ed esami,
presso rUnità Socio-Sanitaria Locale n. 43, a:
— 1 POSTO DI OPERATORE PROFESSIONALE DI
r CATEGORIA - COLLABORATORE - LOGOPEDISTA.
La domanda, in carta legale, dovrà pervenire aH’Ufficio
Personale dell’U.S.S.L. n. 43 - Corso J. Lombardini, n. 2
- Torre Pellice - entro e non oltre le ore 12,00 del 17 ottobre 1988.
Per ogni altra informazione rivolgersi aU’Uiiicio
Personale della U.S.S.L. n. 43 - Corso J. Lombardini,
n. 2 - Torre Pellice - Tel. 0121/91514 - 91836.
Orario apertura al pubblico: tutti i giorni dalle ore
9 alle ore 12 escluso il sabato.
Il presidente
(Arch. Piercarlo Longo)
il