1
Anno 117 - N. 44
30 ottobre 1981 - L. 300
^edlilon» in ibbonamwito pottala
1* Gruppo bls/7P
DIPI.::-;-vCA V,-r‘7:'?
lOvcù 'i'j 7:- r IL
ddk valli valdesi
SETTIMANALE DEI I F CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
La recente vittoria socialista
alle elezioni politiche in Grecia
reca in sé delle importanti novità nell’assetto sia nazionale che
internazionale di questo paese.
In modo particolare è prevista
— secondo il programma elettorale a suo tempo annunciato —
l’uscita dalla Nato: a tal proposito si apprende che, mentre a
marzo verranno aperti i relativi
negoziati con gli Stati Uniti, nel
frattempo si chiede « immediatamente la partenza di ogni testata nucleare ». Sarà molto interessante vedere gli sviluppi della cosa, e nello stesso tempo anche constatare che impatto potranno avere queste trattative
nei confronti delle altre Nazioni
europee, già così dibattute sulla
questione degli euromissili. Com’è noto, infatti solo l’Italia e
la Gran Bretagna — con una sollecitudine degna di ben miglior
causa — si sono dichiarate pronte ad accoglierli. L’Olanda ne ha
rinviato definitivamente l’installazione in occasione della tempestosa riunione in Scozia dei
ministri della difesa della Nato,
il Belgio si riserva di decidere al
termine dei negoziati russo/americani sulle armi nucleari. La
stessa Germania federale, anche
pressata dalle continue ed imponenti manifestazioni giovanili per
il disarmo pare avanzi molte
obiezioni alla strategia USA.
Un caso un po’ particolare è
rappresentato dalla Francia il
cui neo presidente socialista Mitterrand sta dando tante delusioni a chi crede che socialismo sia
sinonimo di antimilitarismo e
di internazionalismo. Infatti, a
prescindere dal recente incontro
con Reagan negli Stati Uniti (fra
un volteggiare di quattromila
soldati camuffati con tricomi,
giubbotti di velluto, horracce di
rum, fiaschetti di polvere da sparo, moschettoni e colpi di cannone per celebrare una vittoria di
duecento anni fa) alla fine del
quale è stata ribadita una totale
unanimità di vedute sugli armamenti nucleari in Europa, non
può sfuggire il fatto delta precedente missione svolta a Parigi
dal ministro americano della Difesa Weinberger. In tale occasione la « socialista » Francia è stata completamente « riabilitata »
ed ora viene considerata come un
partner col quale stabilire « relazioni privilegiate », e questo anche se Parigi resta fuori dalla
Nato. Ma vi è di più: in un successivo incontro coi giornalisti
Weinberger ha lodato « lo sforzo
impressionante compiuto dalla
Francia nei mezzi di difesa » sottolineando nello stesso tempo
l’accordo fra i due Governi contro «i pericoli del neutralismo
che si manifesta attualmente in
Europa, dove certi gruppi auspicano in maniera irrealistica un
disarmo unilaterale ».
Come credente e come cittadino del mondo mi pare non possiamo che augurarci ed operare
affinché questi « certi gmppi »
composti di milioni e milioni di
persone possano finalmente trovare il modo di imporre un radicale cambiamento di rotta a
questa politica suicida che nella
sua cecità ci sta preparando un
tragico avvenire. Rompiamo il
nostro silenzio, la nostra indifferenza, il nostro senso di fatalismo e gridiamo che siamo per la
vita e non per la rnorte, per
l’amore e non per la violenza.
Roberto Peyrot
LA PREDICAZIONE PER LA RIPRESA DEL LAVORO DELLA FACOLTA’ VALDESE DI TEOLOGIA
Speranza malgrado tutto
Tra ¡1 calvario g la tomba vuota, viviamo g portiamo al moncio la forza di una sporanza crocifissa perfino nei cuori di pietra delle chiese, ma illuminata dalla vittoria delia resurrezione.
2 CORINZI 3: 1-11
II frammento di lettera che abbiamo sotto gli occhi vuole, per
essere capito, che teniamo presente la situazione della comunità di Corinto. La documentazione non manca. Ricordate? Fazioni a confronto, ambizioni e
calunnie, deviazioni dottrinali e
tragiche. Perfino il memoriale
della morte del Signore era sconciamente avvilito. E Paolo l’apostolo che aveva portato l’Evangelo e organizzato la chiesa era
accusato, calunniato, coinvolto
nella rissa. Vi è dell’amarezza
che si stempera nell’ironia, nell’autodifesa a cui si sente costretto.
Coerenza dell’annore
La violenza nel carattere di
Paolo è sempre sconfitta dalla
necessità interiore di restare coerente con la propria vocazione.
Nella prima lettera diretta ai Corinzi per esempio, egli aveva biasimato le loro deviazioni nella
fede, il rifiuto della speranza cristiana, lo strazio della carità. Eppure, come una volta a Filippi,
quando aveva levato un canto
nel buio del carcere, proprio da
quel contesto sgorgava un inno
dal finale sconvolgente; tre cose
durano, fede, speranza, carità, ma
la più grande di esse è la carità.
L’agape di Cristo nella sua mente convertita lo portava a scrivere come leggiamo nel testo; siete
voi la nostra lettera, scritta nei
nostri cuori, conosciuta e letta
da tutti. Una bella lettera davvero, viene da pensare! Ma Paolo,
umiliato e offeso, sapeva appartenere in umiltà al proprio ministerio e così lo difendeva.
Egli era un ministro dell’Evangelo e minister significa « minus
ter » cioè il più piccolo dei tre,
tra l’Evangelo da una parte e la
comunità dall’altra. E teneva a
sottolineare non già che siamo
di per noi stessi capaci di pensare alcunché come venendo da
noi; ma la nostra capacità viene
da Dio che ci ha anche resi capaci di essere ministri di un nuovo patto.
Questa umiltà, questo retto
sentire dell’apostolo, aveva la sua
forza nell’amore per la chipa di
Corinto, un amore che gli conse.ntiva di andare oltre la propria
umanità delusa ed esacerbata nel
vedere là il corpo del Signore.
Una lettera di Cristo scritta non
con l’inchiostro ma con lo Spirito dell’Iddio vivente, la dignità, l’autentica grandezza del rniministerio apostolico, stavano in
quella umiltà che si faceva capa
cità di amare le creature in Cristo. Ma dobbiamo chiederci come, per quali vie, si manifestava l’amore di Paolo per la comunità corinzia. La risposta l’abbiamo già: esercitando fedelmente
il proprio ministerio secondo la
particolare vocazione ricevuta.
I ministeri
Quello del ministeri è un problema mai risolto una volta per
tutte. Essi sono mossi dallo Spirito e alimentati dall’agape, è vero; ma vediamo che in ogni situazione generale o particolare
occorrono alla chiesa nuovi ministeri. Quello esercitato da Paolo non cessa di essere attuale, è
il ministerio pastorale dell’insegnamento, una trasmissione della dottrina della fede che non è
sfoggio di cultura ed esibizione
inteliettuale, ma testimonian^
di un amore per l’opera di Dio
che non è venuto meno. E’ su
questa costanza dell’agape che
le chiese fanno assegnamento e
danno fiducia quando guardano
ai credenti che nelle scuole e
nelle facoltà teologiche hanno gli
strumenti di preparazione per
un ministerio che comunichi l’Evangelo e edifichi.
Paolo, disintossicato da ama
IN VISTA DEL CONVEGNO FCEI SUL TERREMOTO
Per una cultura dello sviluppo
Vi è oggi nel Mezzogiorno sviluppo e benessere; consumi diffusi, appropriazione di beni tecnologici (televisori, elettrodomestici, macchine ecc.), infrastrutture presenti su tutto il territorio, medie e grandi industrie.
Tutto ciò dà del Mezzogiorno
una fotografìa diversa da qualche decennio fa. Il mio paese di
origine sito nel «depresso» Molise è irriconoscibile.
Non c’è dubbio che da questo
benessere sono tagliate fuori intere zone (specialmente l’entroterra) e alcuni strati sociali
(pensionati, contadini, giovani
diplomati o laureati).
In questo contesto il reddito
pro-capite non ci offre da solo
elementi sufficienti per capire.
Saremmo esposti a sorprese, al
primo contatto con la realtà meridionale. Allora è chiaro che bisogna sbarazzarsi della categoria della « povertà » come chiave
di lettura del Sud ed assumere
altri punti di riferimento.
Si potrebbe dire in linea generale che attualmente il Sud va
guardato a partire da questa affermazione : esiste uno sviluppo
senza progresso. Le riflessioni
che seguono cercano di dare ragione di questa affermazione.
Innanzitutto il tipo di sviluppo
meridionale è sorto dalla convinzione che bisognava appaiarlo al Nord. Questa ideologia dell’omologazione o dell’uguaglianza con la struttura produttiva
del Nord ha comportato alcune
scelte ; riduzione degli addetti
nella campagna, creazione di poli di sviluppo, favorire l’esodo
della manodopera verso il Nord
e l’estero. In secondo luogo si è
dato vita alla Cassa del Mezzogiorno (CM) come strumento
per far decollare l’economia del
Sud. Il significato della CM sta
tutto nell’enorme flusso di denaro convogliato al Sud e nella
ideologia « esterna », cioè intervento da fuori, e quindi autoritaria, che ha animato la sua
azione. Ha raggiunto cosi due
scopi: primo ha potuto sviluppare una rete di centri di potere (per es. i vari consorzi montani) e di controllo di voti, e secondariamente ridurre la forza
di penetrazione della sinistra,
addirittura egemonica nell’immediato dopoguerra, fino a dividerla. Infatti nel 1970 il PSI
vota a favore del rinnovo della
C.M. (legge 183). E ultima cosa
da non sottovalutare (almeno
noi non facciamolo) è il modo
della presenza cattolica. Al Sud
più che al Nord c’è stata la diffusione e penetrazione della pietà mariana fin dai tempi di Alfonso de’ Liguori, che ha battuto con le sue « missioni » ogni
angolo delle Due Sicilie. Si sa
che questa forma popolare di religione è il veicolo migliore della teologia cattolica meno aperta. Le conseguenze di queste tre
combinate possono essere così
riassunte; 1) disgregazione della
campagna e inurbanesimo patologico, cioè al di sopra della recettività delle città, specialmente al Nord; inoltre l’emigrazione
selvaggia, prima nel triangolo
industriale e poi nell’Europa forte; 2) sorgere della società dei
mediatori (espressione di P. Barcellona), che si accaparra il governo della città e impone l’egemonia alla campagna attraverso
il controllo del denaro pubblico;
3) si costruisce quella che può essere chiamata « operazione analogica » ; cioè dalla madonna
(pellegrina) alla mamma DC.
Queste due sicurezze costituiscono ancora oggi, per molta gente, il binario giusto per risolvere
problemi privati e sociali, umani e celesti.
In corrispondenza di questa
analisi, molto schematica e quindi non sempre esauriente, si possono tirare alcune indicazioni,
arricchendole con le esperienze
localmente attuate. In primo luogo si dovrebbe cominciare a parlare e agire in termini di cultura
dello s\dluppo. I due termini
stanno a significare una elaborazione che tenga conto della sistemazione del territorio non in
senso antagonista tra città e
campagna, che prenda tuttavia in
considerazione la « diversità »
meridionale, e che abbracci i diversi aspetti della realtà sociale
e ambientale senza pregiudizi
economistici e tenendo in massimo conto l’estensione dei servizi sociali. In secondo luogo, per
eliminare la società dei mediatori, bisognerebbe sviluppare la
democrazia diffusa, che faccia
perno sulle autonomie locali e
che dia respiro a tutte le forze
politiche e sociali. Ciò comporta
almeno due cose ; mettere in
grado gli enti locali di funzionare e impegnarsi per trasferire
nella mediazione politica trasparente la soluzione dei problemi
collettivi. Certamente il punto
più difficile dello sforzo idealeculturale per uno sviluppo con
progresso nel Sud è in relazione
alla presenza della cultura religiosa di derivazione cattolica.
Questa inchioda la coscienza meridionale a principi intoccabili,
quasi eterni, che ispirano comportamenti profondi del vivere
Alfonso Manocchio
(continua a pag. 3j
rezze e rancori, ricordava ai Corinzi che essi erano una lettera
di Cristo scritta con lo Spirito
dell’Iddio vivente non su tavole
di pietra ma su tavole che sono
cuori di carne. La promessa annunziata dai profeti (Ez. 11: 19;
Geremia 31: 33, ecc.), aveva adesso il suo adempimento. Dio ha
scritto il suo messaggio di grazia
e di vita nella nostra umanità, un
messaggio personale che è anche
un appello a convertirsi, a cambiare il modo di ragionare, di intendere il nostro rapporto con
Lui e quindi col prossimo. Stanno in questa certezza, che Dio è
giunto nel profondo della sua vita reale, la forza e la consolazione del credente, la sua capacità
di capire sempre la propria esistenza come un progetto della
grazia liberante, di proiettarsi
secondo una visione. Senza visioni, senza un oggi già vissuto come un progetto di vita affidato
alla potenza dello Spirito, non
resiste la fede del cristiano, non
possono vivere le chiese.
Lettera e Spirito
Bisognerebbe che la conclusione a cui l’apostolo richiama i Corinzi fosse davvero quella della
nostra fede fiduciosa, quella della chiesa nel mondo intero; la
lettera uccide ma lo Spirito vivifica. Qui non abbiamo solo una
eco della polemica con la sinagoga, ma la affermazione di un confronto permanente tra la legge e
10 Spirito. Il « ministerio della
morte » è il ministerio della giustizia che ha da durare in una
umanità prigioniera dei frutti
amari della propria pepersione.
Per parte nostra, sappiamo che
11 nostro compito è di diffondere
l’appello della libertà in Cristo,
di bandire liberazione ai prigionieri. Ma poi non risolviamo la
domanda antica: fratelli, che
dobbiam fare? (Atti 2; 37). Col
proporre altre tavole di pietra
sulle quali stanno scritti i comandamenti mosaici più le nostre interpretazioni e le nostre
liturgie, le nostre attività? Quando la fede viva si aggiusta nel
comodo giaciglio di una religiosità, la più raffinata che possiamo immaginare, allora è tempo
di chiederci se non abbiamo proposto all’uomo solo un cambiamento di prigione, se il credente
è guidato e si affida allo Spirito
oppure alla lettera che uccide.
Ma questa libertà così spesso
chiamata in causa col suffragio
di citazioni dal Nuovo Testamento, se vogliamo rettamente intenderla e proporla, dobbiarno
pur metterla sempre in relazione allo Spirito, non allo spirito
dell’uomo ma allo Spirito Santo
che è infatti libertà di Dio. La
gloria del ministerio dello Spirito sta in questo: nella proclamazione della sovrana libertà di Dio
che in Cristo ha sfidato e vinto
il potere di questo mondo che
passa e ha scritto nei nostri cuori di carne la buona notizia della sua vittoria. Noi non vogliamo, non possiamo prepararci al
ministerio della Parola o esercitarlo a occhi chiusi e orecchie
tappale. Nessun credente nella
pratica del sacerdozio universale può fare questo. Alle ingiustizie e alle violenze che cadono sotto i nostri occhi, al grido degli
oppressi e degli emarginati, non
possiamo che rispondere sceLuigi Santini
(continua a pag. 9)
2
30 ottobre 1981
RIPRENDE IL LAVORO ALLA FACOLTA’ VALDESE DI TEOLOGIA
L'incontro con l'Altro
La giornata segnata dalla concomitanza con la marcia della pace
UNA PROPOSTA ALLE CHIESE
Manifesto Eco-Luce
ROMA — L’Aula magna era
piena, ma non gremita, sabato
24 ottobre in occasione della
prolusione del 12T anno accademico della Facoltà valdese di
teologia che ha ospitato quest’anno Lukas Vischer con la sua
conferenza « Il compito della teologia riformata nel quadro del
movimento ecumenico ».
La pace
Ma la concomitanza di questa
cerimonia con la manifestazione
nazionale per la pace che si svolgeva nel centro di Roma, non
è di certo passata sotto silenzio
ed anzi, la pace è stato il tema
dell’introduzione del decano della Facoltà, prof. Paolo Ricca, il
quale ha proposto all’assemblea
dei credenti il testo biblico di
Genesi 32-33 : il racconto dell’incontro di Giacobbe e Esaù dopo
la fuga di Giacobbe. « Oggi chiameremmo missili i 400 uomini
di Esaù che marciavano contro
Giacobbe e se voi al posto di
Esaù e Giacobbe mettete est e
ovest e anche nord e sud avrete
il messaggio che desideravo in
questo giorno condividere da
parte della Parola di Dio. Ai 400
missili di Esaù si contrappone
una schiera di bambini, servi e
mogli e la marcia di avvicinamento di Giacobbe verso Esaù è
la marcia della riconciliazione.
Succede anche un incidente, rincontro di Giacobbe con Dio a
Penici: rincontro con Dio avviene nel centro e nel cuore della
marcia, non in un’altra direzione. Si intrecciano le nostre marce e il cammino di Dio in mezzo
a noi, la marcia della pace e il
nostro marciare verso l’altro,
nel corso del quale incontri l’Altro inatteso che è Dio e che di
venta il vero ponte tra te e l’altro». Paolo Ricca ha quindi affermato che « è impossibile come Facoltà di teologia, come
Facoltà che ruota intorno al pensiero di un Dio che si è fatto carne e quindi storia, iniziare il nostro anno accademico come se
questa manifestazione non ci fosse ».
La concomitanza della prolusione con la manifestazione per
la pace ha influenzato anche le
presenze nell’aula. Accanto a numerosi evangelici di varie chiese
ed a personalità del mondo ecumenico e cattolico si notava l’assenza di numerosi fratelli che
hanno deciso di aderire alla marcia anche con la loro presenza
fisica sotto lo striscione della
FGEI ( Federazione Giovanile
Evangelica Italiana) e il cartello
della Chiesa Evangelica Valdese
di Piazza Cavour. Cosi; è stato
anche per alcuni studenti i quali,
a differenza degli altri che hanno lasciato il corteo per essere
presenti alla prolusione, hanno
deciso di portare a termine la
marcia insieme agli altri. Questa
posizione è stata ufficialmente
motivata.
Sono stati presentati personalmente i nuovi studenti: 10 stranieri e 4 iscritti al primo anno
del corso di licenza in preparazione al pastorato: 3 ragazze,
Giuseppina Coppola da Marsala, Francesca Cozzi da Trieste,
Daniela Di Carlo da Roma e un
ragazzo, Dario Saccomani da
Grosseto.
La prolusione
Il decano ha quindi presentato
il conferenziere Lukas Vischer,
segretario della Commissione Fede e Costituzione del Consiglio
Ecumenico delle Chiese, il quale
lavora a Berna e vive a Ginevra.
Vischer ha messo l’accento sull’impegno delle chiese nella società in un discorso chiaro e interessante.
Al di là delle loro caratteristiche confessionali le Chiese riformate hanno riaffermato la base
comune della Riforma cioè l’unità delle chiese sotto la signoria
di Gesù Cristo. Attraverso i secoli esse hanno formulato la loro
comprensione dell’Evangelo attraverso confessioni di fede diverse tra loro. La diversità e la
molteplicità delle confessioni che
ancora oggi caratterizzano le
Chiese riformate stanno ad indicare la loro volontà di non isolarsi dal mondo ma di presentarsi ad un mondo che cambia
attraverso i tempi e attraverso
i luoghi. La ricerca dell’unità
delle Chiese riformate quindi non
va nella direzione della confessione comune ma nel testimoniare al mondo che « Dio chiama
il suo popolo fuori del mondo e
lo manda nello stesso tempo nel
mondo » e che perciò esse sono
spinte all’impegno nella società
e alla battaglia per la tutela dei
diritti dell’uomo.
La fraternità
Hanno completato l’inaugurazione del nuovo anno accademico il culto della domenica mattina nella chiesa di P.zza Cavour
tenuto dal pastore Santini e l’agape fraterna che l’ha seguito in
cui rincontro della Facoltà con
la comunità è stato segnato da
un intervento del prof. Dalmas
del Rio de la Piata e da un clima sereno di fraternità.
LucUla Peyrot e
Silvia Rutigliano
Con l’invio alle chiese degli
elenchi degli abbonati in vista di
una efficiente e capillare campagna abbonamenti, abbiamo mandato nel ’79 e neH’80 un manifesto
di grande formato per promuovere la diffusione del giornale. Si
trattava di un manifesto « interno » che centrava l’attenzione sul
rapporto abbonati-membri di
chiesa. Quest’anno — pur non
sottovalutando l’importanza della diffusione interna e le possibilità della sua ulteriore espansione nell’ambito evangelico —
intendiamo proporre un’azione
promozionale del giornale all’esterno delle nostre chiese.
Stiamo perciò preparando un
manifesto di formato più piccolo,
a due colori, dal testo molto semplice e breve, indicante il nome
del giornale, la specificazione
(settimanale evangelico), la provenienza (edito dalle Chiese vaidesi e metodiste), due frasi di
caratterizzazione (— un modo
diverso di essere cristiani; — un
dibattito libero e aperto sui temi
della fede), e le condizioni di abbonamento.
Il manifesto non appena sarà
pronto sarà inviato ad ogni chiesa in due-tre esemplari perché
sia affisso nei locali di culto. Ma,
come dicevo, speriamo che diverse chiese vogliano utilizzarlo per
un’azione esterna.
Questo implicherebbe:
— l’ordinazione alla redazione
di un certo quantitativo di copie
del giornale;
— una sovrastampa su questi
manifesti (da eseguire nella Tipografia di Torre Pellice) di una
dicitura che indichi dove sia possibile rivolgersi per sottoscrivere abbonamenti e/o trovare copie del giornale e cioè: la chiesa
locale col suo indirizzo ed eventualmente una libreria o un negozio disposto a rendere questo
servizio.
— L’affissione dei manifesti nel
Comune previo accordo col Comune stesso.
A carico del giornale sarà la
stampa del manifesto. A carico
delle singole chiese sarà invece
il costo della sovrastampa e della spedizione (poche migliaia di
lire) e la tassa comunale di affissione.
È questa la spesa più forte poiché la tassa è tanto più elevata
quanto più è grande il Comune.
Per questo consigliamo questa
forma di promozione del giornale
(e insieme di diffusione dell’indirizzo della chiesa locale!) a piccoli e medi centri piuttosto che
alle grandi città che potranno
trovare altre forme promozionali (per esempio tramite radio e
TV locali). Oltre a tutto, 100-200
manifesti in una città come Roma o Torino non hanno il minimo risalto, mentre lo stesso numero di manifesti a Pinerolo, a
Como o a Ferentino possono
« riempire » una località.
Vorremmo perciò invitare le
chiese interessate a questa iniziativa a muoversi il più rapidamente possibile per stabilire un preventivo di spesa prendendo contatto col Comune e per trovare
un indirizzo esterno (e aperto
durante la settimana) per la
eventuale distribuzione gratuita
a chi sia interessato di alcune
copie del giornale fornite dall’Eco-Luce per un periodo di tempo determinato, e per la raccolta
degli eventuali nuovi abbonamenti.
Attendiamo quindi le ordinazioni da parte delle chiese insieme al testo da sovrastampare
sui manifesti. Raccomandiamo
alle chiese una sollecita reazione
a questa proposta perché ovviamente questa campagna sarà
tanto più efficace quanto più sarà centrata sul mese di dicembre
e l’inizio dell’anno da cui decorre
l’abbonamento. f. g.
ASSEMBLEA DEL CIRCUITO TRIVENETO
Un prezzo inaccettabile per la libertà
Con la partecipazione dei rappresentanti delle diverse chiese
si è tenuta domenica 18 ottobre
a Padova l’assemblea del VII
circuito che ha segnato l’inizio
della ripresa autunnale delle attività. La giornata è stata particolarmente densa, dovuta alla
molteplicità dei problemi discussi che dovranno ora essere meglio approfonditi nelle comimità.
L’assemblea si è soffermata
con particolare interesse e attenzione sul problema dell’esonero daH’ìstruzione religiosa nelle scuole sia nei suoi aspetti « legali » che in quelli « etico-culturali ». Occorre una adeguata conoscenza della normativa vigente
in materia, di quei diritti di cui
il credente si può avvalere in
modo che non ci si trovi sprovveduti di fronte agli abusi che
certi direttori o insegnanti praticano nelle scuole. Sono state segnalate particolari situazioni che
sorgono specialmente nella scuola materna ed elementare ma è
stato anche detto, non si deve
aver timore di far assistere i
bambini alle lezioni di religione
per non rischiare la loro emarginazione. Certo è che il bambino
avrà bisogno di una buona preparazione alle spalle: la famiglia
prima, e la comunità dopo, devono adoperarsi affinché il bambino si senta sicuro di fronte agli
insegnanti e ai compagni.
Sulle varie iniziative riguardo
alla pace è stata proposta una
reciproca informazione tra le varie comunità comprendente anche lo scambio di riflessioni e
documenti. In proposito è stato
posto all’attenzione di tutto il
circuito il documento della comunità di Verona che ha affrontato il problema delle centrali nucleari. Nel documento si afferma
che il prezzo della nostra libertà
non può essere la distruzione di
interi continenti e di intere popolazioni per cui si propone: la
totale denuclearizzazione dell’Italia quale unilaterale segnale che
porti a un’inversione di tendenza nei rapporti tra le nazioni;
una diversa politica economica
nel nostro paese, il quale collabori con i paesi detentori del petrolio e delle materie prime e si
impegni per lo sviluppo delle zone terremotate; un’azione comune tra tutte le chiese che sappia
operare come lievito di pace dentro la società.
L’assemblea si è quindi conclusa con reiezione del nuovo
consiglio di circuito che risulta
così composto da Giovanni Carrari, sovrintendente; dai pastori
Aldo Sbaffi e Iginio Carera e
dalle sorelle Liviana Maggiore e
Lina Weller.
Gita dei catecumeni
TORINO — Una sessantina di
catecumeni dei vari anni hanno
segnato con un’attività d’insieme l’inizio dei corsi di quest’anno; un’allegra e riuscita gita a
Torre Pellice ha pienamente svolto questa funzione. Dopo un culto alla Foresteria, nel corso del
quale è stata offerta la Bibbia ai
catecumeni del primo anno, tre
gruppi di interesse si sono formati per conoscere più da vicino
la storia valdese (visita al Museo
e incontro col pastore Tourn),
l’organizzazione della chiesa (visita alla Casa valdese e incontro
col bibliotecario E. Armand Ugon
e il diacono R. Bertot), gli istituti di istruzione (visita al Convitto e al Collegio e incontri col direttore J.J. Peyronel e il preside
E. Armand Ugon). Dopo il pranzo una passeggiata al Tagliaretto con una rievocazione storica
di Domenico Abate e, di nuovo
alla Foresteria, una proficua riunione per fasce di età sul programma dei corsi di catechismo,
hanno completato il programma.
Richieste di proseguire anche a
Torino attività d’insieme si sono
intrecciate con proposte di organizzare altre gite. A Luserna S.
Giovanni, sul treno del ritorno
sale anche un gruppo di scouts.
Sarebbe bello poter trovare una
via di mezzo tra i ranghi delle
divise e l’ordine sparso del « ciascuno per sé ».
Insediamento e saluto
VENEZIA — Durante il culto
di domenica 25 ottobre è stato
insediato dal sovrintendente Giovanni Carrari il pastore Alfredo
Berlendis. Presenti anche i rappresentanti del gruppo ecumenico di Venezia. Il culto è stato
quindi seguito da un’agape fraterna durante la quale la comunità di Venezia, Mestre e diaspora ha dato il benvenuto al neo pastore e ha colto l’occasione per
rinnovare i saluti al pastore Garufl trasferito a Intra.
Appello alla città
TRIESTE — La Chiesa valdese, nella sua assemblea dell’ll
ottobre ha rivolto alla città un
appello a porre al centro della
propria attenzione la necessità
di un personale impegno di ciascuno a favore della pace e la
richiesta della costituzione di un
comitato cittadino per la pace e
il disarmo. L’appello si fonda sul
l’insegnamento del Cristo « che
ha seguito fino in fondo la via
della pace », sulla necessità di opporsi ài « ruolo determinante ricoperto dairitalia nella produzione e vendita di armi nel mercato mondiale » e sull’invito
« dell’assemblea ecumenica di
Nairobi, del Kirchentag di Amburgo e del Sinodo valdese ».
Dell’appello ha dato notizia « Il
Piccolo » di Trieste, nel numero
del 15 ottobre.
Inserti
Ricordiamo che sono tuttora disponibili gli inserti:
Ecumenismo e Cattolicesimo - L. 80 la copia per
un minimo di 10 copie;
La Bibbia - L. 100 la copia
per un minimo di 20 copie.
Scade il 6 dicembre p.v.
il termine per la prenotazione dell’inserto Timidi
credenti, la ristampa dell’omonimo opuscolo di Giovanni Miegge adatto come
materiale evangelistico interno ed esterno, L. 100 la
copia per un minimo di
20 copie.
Del tuo abbonamento 1982 Scegli rabbonamento
cominciano a preoccuparsi che più ti si addice
la locale chiesa valdese o metodista, l’amministrazione dell’Eco-Luce, la Tavola Valdese, e magari il comitato europeo per la stampa evangelica, 0 la lega mondiale dei mass-media cristiani. Perché scomodare tanta gente? Occupatene tu, rinnovando subito il tuo abbonamento utilizzando l’accluso modulo di conto corrente annuo L. 14.000 semestrale L. 7.500 sostenitore L. 30.000 estero L. 25.000 cumulativo L. 12.000 riservato alle chiese, per almeno 4 abbonam. Per l’abbonamento 1982 il COSTO REALE è di L. 22.000
3
30 ottobre 1981
LA RIUNIONE DEL COMITATO CENTRALE DEL CEC A DRESDA I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
In vista di Vancouver
Attività in comune
Iniziamo con questo articolo un reportage di Aldo e Fernanda Comba sui lavori del Comitato Centrale del Consiglio
Ecumenico delle chiese che si è tenuto quest’estate a Dresda,
Repubblica Democratica Tedesca.
Mai come quest’anno il Comitato Centrale ha richiamato tanta gente: non solo i suoi circa
130 membri, ma anche i loro
congiunti, personale del Consiglio, visitatori e numerosi giornalisti: almeno cinquecento persone. Tutti interessati alle sedute, certo, ma interessati almeno
altrettanto alla possibilità di visitare la Repubblica Democratica
Tedesca. I giornalisti potevano
trasmettere le loro corrispondenze senza censure, i visitatori potevano circolare liberamente. Ne
abbiamo approfittato anche noi
per visitare un certo numero di
comunità evangeliche.
Il Comitato Centrale è stato
dominato dai preparativi della
prossima Assemblea Generale di
Vancouver (1983). Il tema era
già stato deciso l’anno scorso:
« Cristo, la vita del mondo ». Quest’anno si è trattato di decisioni
di tipo organizzativo tendenti a
fare della prossima Assemblea
non solo un adempimento statutario ma un’occasione di incontro reale tra chiese di tutti i
paesi del mondo. A differenza di
precedenti Assemblee, quella di
Vancouver sarà preparata da un
programma di visite alle chiese
da parte del personale del Consiglio e di membri del Comitato
Centrale, per una presa di contatto e per uno sforzo di informazione. Si constata infatti nel
Consiglio Ecumenico (come del
resto nell’Alleanza Riformata e
in altri organismi) che l’informazione difficilmente raggiunge la
base: si ferma troppo spesso negli uffici delle dirigenze, nelle redazioni dei giornali, sulle scrivanie dei pastori. D’altra parte se
la base stessa non reclama l’informazione, difficilmente l’avrà.
L’Esercito della
Salvezza lascia il CEC
Nelle sedute del Comitato Centrale un certo spazio è stato consacrato a documenti e messaggi
riguardanti situazioni internazionali, tra l’altro sulla questione
dei rifugiati e delle minacce alla
pace. Tre chiese presbiteriane sono diventate membro del Consiglio: del Rwanda, la Chiesa Presbiteriana d’Africa (con sede a
Durban, Sud Africa, ma con chiese in diversi altri paesi dell’Africa australe) e quella del Mozambico (membro associato). Il Comitato Centrale, inoltre, ha preso
atto con rincrescimento della decisione dell’Esercito della Salvezza di dimettersi da membro effettivo per disaccordo su talune
posizioni del CEC nei riguardi
di certi movimenti di liberazione
in Africa, particolarmente nello
Zimbabwe, per cui aveva già sospeso la sua adesione nel 1978.
Esso vuole comunque continuare
a mantenere rapporti di collaborazione con il Consiglio.
Interessante notare che a seguito della decisione dell’Esercito della Salvezza internazionale
di dimettersi da membro del
Consiglio Ecumenico, l’Esercito
della Salvezza dello Zimbabwe
ha criticato la decisione e ha
chiesto che sia rivista. Anche dal
Kenia giungono echi di insoddisfazione del locale Esercito della Salvezza.
Il Comitato Centrale, oltre alla ovvia funzione deliberativa, è
anche un’occasione di informazione: i vari uffici del Consiglio
presentano al Comitato determinate problematiche o prograrnmi (ad es. quelli su « la comunità di donne e uomini nella chiesa », sull’anno dell’handicappato,
ecc.); anche la chiesa che ospita
la riunione ha un’occasione di
presentare la propria storia, la
propria realtà, i propri problemi.
I cristiani della Repubblica Democratica Tedesca lo hanno
fatto in maniera al tempo stesso
franca e spiritosa, non con le
solite conferenze, ma mediante
unp. recita in cui si presentava
una famiglia che rivive i momenti storici salienti della società e
della chiesa tedesca dalla prima
guerra mondiale a oggi.
Il Segretario di Stato agli Affari Ecclesiastici, il Dr. Klaus
Gysi (che alcuni anni fa era ambasciatore del suo paese a Ro
ma), ha assistito a parecchie sedute del Comitato Centrale, ha
offerto un grande ricevimento nel
palazzo municipale a tutti i partecipanti e più tardi, all’Hòtel
Newa, ha offerto un cocktail ai
rappresentanti delTAlleanza e di
alcune chiese riformate. Abbiamo così potuto avvicinarlo (dopo
averlo incontrato qualche mese
fa a Ginevra) e non solo parlare
di Roma e della situazione italiana, ma anche illustrargli l’importanza della famiglia delle
chiese riformate, che sebbene
poco rappresentata nella Repubblica Democratica Tedesca, costituisce pur sempre, a livello
mondiale, un insieme di 70 milioni di persone.
Una trasferta
opportuna e gradita
Tradizionalmente, il Comitato
Centrale si riuniva ogni volta in
paesi e chiese diverse. In questi
ultimi anni però, per ragioni economiche, quasi tutte le sedute
hanno avuto luogo a Ginevra.
Era importante e finanziariamente possibile accettare un invito
in un paese socialista dove da
oltre venti anni non si aveva una
riunione ad alto livello e permettere a quelle chiese di dare
un sostanziale contributo al Consiglio Ecumenico. L’accoglienza
è stata proprio generosa e commovente e molte comunità locali hanno avuto la possibilità di
incontrare gli ospiti stranieri che
la domenica si sono sparsi per
predicare nei quattro angoli del
paese.
Per lo Stato della Germania
Democratica, ospitare con larghezza e liberalità un Comitato
Centrale era un atto politico, un
gesto per dimostrare che da loro
la chiesa è libera a differenza di
quanto afferma certa stampa occidentale.
Per il Consiglio Ecumenico è
stato un atto di fraternità verso
le chiese dell’Europa socialista,
un immergersi nella loro realtà,
un condividerne, sia pure per
pochi giorni, i problemi e le speranze.
Aldo e Fernanda Comba
(1 - continua)
Sempre vivo il flusso di notizie su attività ecumeniche che
implicano la presenza di esponenti protestanti. Oltre ad echi
ritardati del Convegno S.A.E. alla Mendola (Gente Veneta di settembre che ricorda anche la
scomparsa di Mario Sbaffi; la
Rocca del 15 sett. che dà spazio
ai contributi ortodossi), si ha notizia, dall’Avvenire del 22 sett.,
della creazione a Verona di un
Istituto di Studi Ecumenici, ai
cui corsi parteciperanno, con altri, Bertalot, Ricca, Rostagno e
Vinay; di una scuola aperta nell’Irlanda del Nord per la frequenza congiunta di allievi cattolici e protestanti (Avvenire del
3 e del 16 sett.); di comuni iniziative tra organismi cattolici e
protestanti per lavorare sul disarmo (Unità del 20 e Popolo del
23 sett.); dell’inizio dei lavori di
una commissione mista tra cattolici e C.E.C. di Ginevra per affrontare problemi sociali ; di
nuove attività del comitato che
lavora sui rapporti tra anglicani
e cattolici. A parte queste informazioni, si può leggere su II Regno di settembre il testo completo della pastorale emessa dal
Vescovo di Pinerolo sul problema dei matrimoni misti, particolarmente sentito in una diocesi
nel cui territorio sono incluse le
Valli Valdesi; su Paese Sera dell’il sett. C. Benedetti illustra ai
suoi lettori il documento sinodale valdo-metodista sui rapporti
con i cattolici ; nel n. 35 di Famiglia Cristiana il vescovo Abiondi
si augura che l’ecumenismo progredisca fino a consentire una
vera inter comunione tra le diverse denominazioni cristiane.
* * «
L’Alpino di luglio dedica tre
pagine ad un articolo illustrato
sulle Valli Valdesi. Viene sottolineata la corrispondenza di una
fede religiosa con un profondo
rispetto per il territorio e per la
organizzazione produttiva delle
Valli, nonché con una vasta diffusione di una cultura di base.
4: it: 4:
Il Corriere delT8 ottobre dedica ampio spazio alla commemorazione di Zwingli indetta dalla
Chiesa Evangelica Svizzera attraverso un concerto di organo.
La celebrazione ha un suo aspetto ecumenico, in quanto inserita
nel programma di una visita che
dieci pastori e dieci sacerdoti
Cultura
dello sviluppo
(segue da pag. 1)
associato (rispetto dell’autorità,
assenza di protagonismo, ricerca
esasperata di mediazioni, privatizzazione dei beni ecc.).
Noi siamo da qualche decennio impegnati nel Sud con servizi di vario genere, dalla scuola
agli ospedali, sorti e segnati da
criteri spontaneistici e da impronte personali. In questi ultimi tempi stiamo assumendoci
nelle zone terremotate dell’Irpinia e del Salente carichi e responsabilità, relativamente alla
nostra consistenza, a dir poco
esorbitanti. Il prossimo convegno di Vico Equense indetto dalla EGEI per i giorni 30-31 ottobre e 1” novembre dovrà riflettere anche intorno a questo elemento, e in che quadro si iscrivono i nostri interventi. Dovremmo cioè viaggiare con alcune
idee-forza, che permettano ai
centri sociali di muoversi subito
e di concentrare i loro sforzi e
tentativi su alcuni obiettivi.
Un’avvertenza di ordine generale, ma importante, non dovrebbe mancare nelle nostre decisioni, forti anche delle esperienze deludenti delle stesse forze politiche. La nostra azione
non dovrebbe iscriversi in una
visione economicistica, se è vero che il Mezzogiorno non può
più essere compreso con la categoria dell’arretratezza, ma dovrebbe privilegiare (senza esclusioni aprioristiche) la linea dell’impegno ideale-culturale. Infatti la modifica del sistema economico distorto, nella situazione del Sud, può avvenire soltanto attraverso l’animazione delle
latenti energie culturali.
Alfonso Manocchio
Radio libere anche in
Francia e Svizzera?
(SPP) — In Francia il governo
sta preparando un progetto di
legge sulle radio libere, mentre
in Svizzera è stata lanciata da
circa un anno un’iniziativa popolare per l’abrogazione del monopolio della Società Svizzera di
radiodiffusione. Cosa intendono
fare le chiese?
Il BIP/SNOP riferisce che
l’arcidiocesi cattolica di Parigi
si è precipitata a prendere posto
nella ripartizione della frequenza d’onde e da pochi giorni è nata « Notre Dame de Paris 102 »
che trasmette su 102 megahertz.
Su Réforme del 5 settembre è
stato intervistato il past. J. Domon responsabile del Servizio
Radio Televisione della Federazione Protestante di Francia, e
gli è stato richiesto il suo punto
di vista. Egli ha risposto che non
gli sembra opportuno creare una
radio libera protestante, non solo per mancanza di mezzi e di
personale ma anche per ragioni
teologiche: bisognerebbe piuttosto creare una rete di consultazioni e di formazione per sollecitare coloro fra i nostri correligionari che si interessano ai mezzi di comunicazione e che credono ancora all’evangelizzazione
in seno alle strutture di questo
mondo, a prendere posto nelle
radio civili della loro regione,
piuttosto che creare una radio
religiosa!. « Il protestante ha la
particolarità — egli aggiunge —
di leggere i diversi fatti e la storia partendo dalla sua cultura
biblica. Può così con chiarezza
e semplicità interpretare e dare
un senso a tutto ciò che succede... Perché non cogliere l’occasione per in\entare questa meditazione sull’attualità che sia al
tempo stesso laica, culturale e
biblica ».
¡echi dal mondo cristiani
a cura di RENATO COISSON
Dal canto suo il SSP di Losanna riferisce che nella Svizzera tedesca si è costituito un « comitato cristiano per una radio e
televisione libera » che crede che
« in caso di successo dell’iniziativa una radio cristiana potrebbe
crearsi nella Svizzera tedesca.
I responsabili delle emissioni
protestanti della radio e della
televisione svizzera tedesca pur
non dichiarandosi contrari fanno però alcune riflessioni. Se è
vero che una televisione privata
avrebbe alcuni vantaggi, soprattutto per la concezione di programmi, ci sarebbero però anche
seri inconvenienti. Soltanto i
cristiani convinti la seguirebbero, mentre la responsabilità della chiesa e di portare il suo messaggio a tutti in una pluralità di
voci. Per di più — fanno notare
— le esperienze fatte all’estero
mostrano che un aumento quantitativo dei programmi ed il gioco della concorrenza conducono
ad un abbassamento del livello
nell’ambito dei mezzi di comunicazione di massa. Questi responsabili pensano che le chiese
sapranno trovare accesso presso
le radio locali.
Nelle sue considerazioni il comitato afferma che è necessario
rompere il monopolio a causa
« deH’informazione truccata e
spesso falsa della radio e TV, del
suo orientamento sempre più
sovversivo, dell’influenza anticristiana che manifesta e dell’incitamento ad ogni sorta d’immoralità ».
Sappiamo — essi dicono —
che uno studio che produce delle emissioni per la radio è tecnicamente pronto a lanciare una
emittente indipendente di lingua
francese ».
Svizzera: il drenaggio
dei cervelli, un affare
per l’economia
(SPP) — Nel 1979 la Svizzera contava 2.260 forze di lavoro
prelevate sul contirigente dei
« cervelli » formati nei paesi sottosviluppati: 554 architetti, ingegneri e tecnici 406 medici e farmacisti, 410 insegnanti ed educatori, 890 studiosi e rappresentanti di altre professioni. La metà di queste persone proviene
dall'Asia, in particolare dall’India. L’Egitto e l’Argentina contribuiscono anche abbondantemente a questo « drenaggio di cervelli ».
E ancora: più di 1.475 persone
provenienti soprattutto dall’Uruguay, da Haiti e dalla Corea del
Sud e dalle Filippine rimpolpano i ranghi del personale paramedico negli ospedali svizzeri.
Lo studio dell’istituto di etica
sociale delle Chiese Protestanti
Svizzere, che cita queste cifre,
mette in evidenza quanto questo
« drenaggio di cervelli » favorisca
l’economia del paese: ha risolto
la penuria di medici e di personale paramedico, ed ha permesso un risparmio di 8 milioni di
cattolici di Francoforte hanno
reso a Milano, su invito della Curia. Nel corso di tale visita si sono avuti diversi incontri con
esponenti delle comunità protestanti di Milano.
♦ * *
Recensendo sul Corriere dell’S
ottobre il libro della Castiglioni
« I testimoni di Geova » edito
dalla Claudiana, Alfonso di Nola
ne mette in rilievo gli aspetti
folkloristici che ne fanno uri fenomeno non strettamente religioso e che è invece tipico di un
certo fondamentalismo americano, che ha trovato la sua fortuna per un particolare rapporto
con le istituzioni.
♦ * ★
Sul Manifesto del 12 settembre, Adriana Zarri prende lo
spunto dall’ultimo Sinodo valdometodista per affermare che «i
protestanti arrivano sempre prima dei cattolici ». Cita al riguardo l’influenza più o meno diretta che i protestanti hanno avuto
sul Concilio 'Vaticano II, che ha
recepito «più suggestioni protestanti che cattoliche » ; l’avanguardia protestante negli studi
di esegesi, ritardati da parte cattolica per l’influenza della Pontificia Commissione di studi biblici; ed infine l’atteggiamento del
Sinodo sia con le Intese sia con
il diverso inquadramento delle
« strutture sociali e assistenziali », che porta ad uno svincolamento dal potere, consentendo
così, una maggiore « libertà di
critica ».
4; 4:
Commentando l’ultima enciclica papale. Il Giorno del 16 settembre riporta, con altri, il parere del pastore Paolo Sbaffi, il
quale rifiuta il diritto della Chiesa a elaborare dottrine sociali,
che per i protestanti si riassumono nell’« unico comandamento
biblico di amare il prossimo come se stessi ». Da cui « una predicazione di solidarietà con gli
emarginati, che ogni singolo credente e comunità è chiamato ad
adempiere nel concreto ».
4( « 4(
Su Rocca del 15 sett. appare
una lettera di G.L. Giudici che
ricorda come, dopo il convegno
di Agape, la chiesa Metodista di
Padova ha messo a disposizione
locali e persone per un incontro
di omosessuali.
Niso De Michells
Franchi svizzeri per la loro formazione.
La società tecnologica
e la morale
(SPP) — La società tecnologica
stimata amorale e irresponsabile, nasconde nuovi valori, che non
sono necessariamente di natura
religiosa. Questa è una delle conclusioni principali cui è giunto il
sedicesimo congresso di sociologia delle religioni che si è tenuto
all’inizio di settembre a Losanna.
I 300 partecipanti che venivano da ogni parte del mondo, dovevano discutere su religione, valori e vita quotidiana.
Per alcuni la religione non è
più all’origine della morale, come
nelle società tradizionali; ha ceduto il posto alla tecnologia che
dirige gli atti della vita quotidiana e contribuisce a irresponsabilizzare l’uomo che difende la sua
libertà personale, a tal punto che
le esigenze della vita collettiva
sono talvolta vissute come drammi personali o danno origine a
conflitti collettivi.
Per altri, che certo non negano questa analisi, le circostanze
costringono gli individui e le collettività a darsi nuovi valori che
non sono più necessariamente
dettati dalla morale o dalla religione tradizionale. È così, per
es., che l’eutanasia ha costretto i
medici a riconsiderare il loro approccio della morte e che i fisici
si sforzano di trovare nuove norme di fronte alla tecnica nucleare.
Da ciò si nota una lenta dissociazione fra religione e morale
poiché la prima non è più assimilata alla seconda. Parallelamente la vita religiosa tende a
manifestarsi al di fuori dell’istituzione (la Chiesa) lasciando
sempre più corso all’irrazionale
(sette, rinascita delle religioni popolari).
4
A cura della Federazione
Femminile Evangelica
Valdese e Metodista
LA COMUNITÀ’ DELLE DONNE
“Donna, perchè piangi”?
(Giov. 20: 15)
Le prime parole di Gesù dopo la risurrezione sono questo interrogativo a Maria Maddalena davanti alla tomba vuota: «Donna, perché piangi? ». Diverse donne intorno a Gesù si comportavano come « sorgenti di
rivolta »: Maria mentre canta « Ha tratto giù dai troni i potenti ed ha innalzato gli umili» (Le. 1:52), Anna la profetessa e la presunta discepola
di Emmaus (una dei due viandanti che camminavano con Gesù), che vivevano nella speranza immediata della « redenzione d'Israele ». Oggi, la cilena
che cuce per la liberazione, l’africana che canta la sua afflizione, e tante
altre.
Così si esprimeva la predicatrice
che ha tenuto il sermone del culto
ecumenico nella cattedrale anglicana di Sheffield in Inghilterra, durante rincontro mondiale sullo studio « Comunità delle donne e degli
uomini nella chiesa ». In questo
stesso culto giovani di Sheffield
hanno mimato come nasce l'amore, la vita, la distruzione. Ci sono
stati altri momenti d’incontro come
questo, tra i 250 partecipanti del
Colloquio del Consiglio Ecumenico
delle Chiese e la popolazione di
Sheffield; come gl'inviti a cena al
Municipio con la signora sindaco, o
a pranzo la domenica in varie famiglie, con partecipazione in tutte le
chiese cristiane della città dove erano mescolati cattolici, ortodossi e
protestanti. Inoltre grazie a questo
Colloquio si è potuto scoprire l’attività del movimento delle donne anglicane d'Inghilterra per l'ordina
zione delle donne; ascoltare l’esperienza delle francesi delegate al sinodo di quest’anno che, per protestare sulla mancanza di interesse
nei confronti dei problemi femminili, si sono ritirate causando difficoltà nelle votazioni; sentire la voce
accusatrice e angosciata del Terzo
Mondo nei nostri confronti; riflettere allo stretto collegamento tra
« sesso, classe, razza », presentato
da un prete asiatico, Tissa Balasuriva, che propone i piccoli gruppi
ed i metodi nonviolenti delle donne
come strategie di lotte.
Il movimento di liberazione della donna — affermava questo prete
— orienta molte donne verso il
cambiamento, ma non si è espresso
sufficientemente sulla liberazione di
altre donne, come le donne nere povere e totalmente oppresse quanto
a razza, classe, sesso; è così per i
2 3 delle donne nel mondo. Non bi
I coniugi Jiirgen e Elisabeth Moltmann, che hanno condotto una vivace
conferenza a due voci, sono ambedue teologi; ma, a suo tempo, solo
Jiirgen, in quanto uomo, potè essere consacrato pastore.
Elisabeth: La storia della chiesa incomincia quando alcune
donne rendono omaggio al loro amico morto Gesù. Però
quest’episodio della risurrezione
non è considerato come il principio
della storia della chiesa. L’inizio
ufficiale è invece segnato dalla missione degli uomini apostoli. L’esperienza delle dorme è stata dimenticata. Cosi oggi Dio è diventato uno
straniero per molte donne occidentali. In questi ultimi due secoli il
« patriarcalismo » ha prodotto disastrose alleanze con il colonialismo,
il razzismo, il capitalismo, e il sessismo. Soltanto pachi cristiani hanno protestato per il fatto che i soldati tedeschi della prima guerra
mondiale marciassero in nome di
un dio trionfalista, che gli operai
fossero sfruttati, che le donne dovessero tacere.
Occorre che il potere sia ridistribuito, che coloro che lo hanno sappiano rinunciarvi. Le donne danno
la vita e non avrebbero il diritto di
modellarla! NeH’immagine contenuta nel canto di Miriam, uno
dei passi più antichi della Bibbia,
Dio ha buttato in mare cavallo e cavaliere. A questa visione corrisponde oggi il giudizio su sesso e dominazione. Ritroviamo questa tradizione femminile in altri canti di donne; Anna, Debora, Maria. Le donne
sono in cammino per scoprire la
vita. In quale direzione?
le relazioni, il Dio che può soffrire,
il Dio unificatore della comunità
nella solidarietà. Questo è il Dio
vivente. E invece questo Dio è stato reso irriconoscibile nella distorsione del « patriarcalismo ».
Il punto di partenza per prendere coscienza di questa realtà consiste nel ricordare come siamo stati formati fin da bambini per diventare uomini: quali istinti tenere a
bada, come essere un padre, un soldato, una persona che guadagna,
un conquistatore. Non è possibile
diventare un nulla, si sarebbe guidati dall’angoscia. Questo ha significato tagliare l’uomo in due; da una
parte il soggetto, con la ragione e
la volontà, e dall’altra l’oggetto, con
il cuore, i sentimenti, i bisogni fisici. Essere uomini significa allora
identificarsi con la prima metà e
prendere le distanze dalla seconda.
Il risultato è l’odio di sé. Le donne
invece riscoprono la vita. E gli uomini che vogliono riscoprirla con
loro devono scrollarsi di dosso il
patriarcalismo.
Un essere umano
tagliato in due
■liirgen: Molto presto il cristianesimo è stato dominato dai maschi.
Ciò ha paralizzato la potenziale carica liberatrice del cristianesimo. Si
sarebbe dovuto scoprire il Dio del
'sogna isolare queste lotte Tuna dall’altra. La ridistribuzione delle risorse è indispensabile, ci vuole uno
stile di vita più semplice, soprattutto tra i ricchi. La liberazione porterà delle sofferenze a chi vi si impegna. Gli ostacoli sono esterni e
interni a noi. Le donne stesse accettano la dominazione prolungando il sistema. Ma il Regno di Dio
parla attraverso di noi, e per lottare è necessaria la conversione personale. E’ difficile che i poveri intraprendano una lotta; questa è responsabilità di coloro che ne hanno la possibilità. Il femminismo dice che deve aver luogo una rivoluzione permanente. La teologia, dominata dal mondo occidentale, non
risponde a problemi come quelli
africani, asiatici o delle donne. Dobbiamo tornare alTevangelo e fare
teologia a partire dai nostri propri
bisogni. Dopo queste considerazioni
una donna nera faceva osservare
che però la riflessione delle donne
non è inclusa nella riflessione della
chiesa.
Così questo studio — lanciato 3
anni fa come progetto per le donne,
ed elaborato dalla base a partire
dalla scoperta che ognuno è chiamato a fare nel proprio ambiente
quanto alle contraddizioni esistenti
— è diventato forse il programma
del CEC più diffuso (in 13 lingue).
L’incontro di Sheffield ne era il momento culminante, ed era stato pre
ceduto da 10 consultazioni, tra cui
quelle europee alle quali avevano già
partecipato delegate valdesi italiane
e uruguayane. In un contesto ecumenico e intemazionale è particolarmente difficile elaborare assieme
documenti e messaggi, e il risultato
non ci soddisfa sempre. Ma lo scambio e lo sforzo di comprensione reciproca sono un’occasione di apertura che può essere ricca di conseguenze.
In Italia lo studio era stato proposto alle nostre comunità dal Sinodo 1980, ma pochissime hanno risposto. In Uruguay l’interesse è stato maggiore. In Italia la voce delle
donne è poco ascoltata. Quest'anno
(vedi Diakonia die. 1980, copie a disposizione ad Agape - 10060 Frali)
avevamo lanciato degli appelli: alla
Tavola perché crei una « commissione comunità donne e uomini nella chiesa »; alle nostre famiglie
evangeliche perché si sentano incoraggiate a liberare le donne un giorno alla settimana dalle responsabilità quotidiane per impegnarsi altrove; a noi donne credenti per farci
promotrici di esperienze di vita in
comune per una testimonianza vissuta, e per promuovere una nonviolenza attiva lavorando per la pace
(più che mai urgente quest’anno in
cui viene fatta la proposta aberrante di un servizio militare per le donnei). Quale contributo porterà in futuro l’Italia nel campo di questo
studio e in vista delTAssemblea del
CEC di Vancouver, in cui nel 1983
esploderà tutta questa ricerca?
Marie-France Coïsson Maurin
Uniti per sconfiggere
il “patriarcalismo”
lizzato il secondo racconto della
creazione per provare l’inferiorità
della donna e crearne il mito, mentre è stato completamente dimenticato l’altro racconto che parla dell’uomo corrotto e della terra piena
di violenza. La redenzione significa
allora, una « vita nonviolenta » come
quella richiesta e promessa da Gesù nel Sermone sul Monte. Le donne hanno anche scoperto che non si
parla dello Spirito Santo in termini femminili.
desidera co;ne esseri umani autonomi. Solo quando la chiesa diventerà una comunità del popolo, potrà accogliere la soggettività autonoma delle donne, dei lavoratori,
degli handicappati, come forze dello Spirito. Cercheremo lo Spirito
là dove gli esseri umani diventano
agenti autonomi della loro propria
vita e prendono le iniziative per loro stessi.
E. — Le donne scoprono il proprio linguaggio. La teologia deve
prendere sul serio non solo il passato, ma anche il presente. È importante che gli uomini imparino ad
ascoltare e a sedersi ai piedi delle
donne come Maria sedeva ai piedi
di Gesù. Una nuova comunità può
maturare e portare frutti soltanto
se le donne rimangono esseri umani autonomi. Le donne hanno l’abitudine di sacrificarsi. È il loro stile
di vita cristiana. Gli uomini hanno
l’abitudine di lavorare con donne
che sono pronte ad aiutare. Bisogna
reimparare un amore che rende gli
altri adulti, in cui non c’è più dominazione. Le responsabilità che gli
uomini hanno l’abitudine di assumere e la rinuncia che le donne
hanno l’abitudine di praticare provengono dai ruoli sessuali, e ciò non
può fare nascere una nuova comunità. Le donne hanno incominciato
a liberarsi da questo ruolo; come
si libereranno gli uomini dal loro?
Parlare dello Spirito
al femminile
E. — Molte donne oggi parlano
dello Spirito Santo al femminile.
Non è cosa nuova perché nella lingua di Gesù lo Spirito era realmente di genere femminile. Perché rubare alla Spirito la sua potenza di
rinnovamento? Nella lunga storia
della chiesa patriarcale le donne sono state ripetutamente capaci di
rompere le strutture dominanti col
potere dello Spirito. Ma la chiesa
ha costantemente distrutto le une
e l’altro (l’altra), condannandoli
come estremismo, eresia, paganesimo.
Uomini insicuri
E. — Uomini e donne sono handicappati in modo diverso. La nostra vita, come donne credenti, urta contro le barriere di certe tradizioni, ostili allo donne. Quali tradizioni cristiane possono accompagnarci sul cammino della pienezza?
E quali possono anche aiutare l’uomo ad essere completo, e dargli
un’identità diversa da quella di un
patriarca?
,1. — Le tradizioni sono state
scritte da uomini. La storia è sempre scritta dai vincitori. Gli oppressi ne sono sempre privi. Soggiacente alla storia della chiesa, c’è una
storia cristiana al femminile. Le
donne stesse hanno scoperto ad
esempio, che per secoli è stato uti
J. — Gli uomini sono i più sconcertati dalTemancipazione delle donne. È un fatto che non bisogna passar sotto silenzio per amore, come
fanno te donne, o negare per orgoglio, come fanno gli uomini.
Stiamo diventando insicuri nei
ruoli maschili che sono stati instillati in noi. Ogni riapprendimento è
doloroso. L’identità patriarcale dell’uomo si disintegra. L’uomo non sa
più chi egli sia. Una reazione comune è l’aggressione, ma la più frequente è la depressione. Per raggiungere un’umanità più totale occorre ritornare in noi stessi in profondità, rompere la crosta per andare al nocciolo, abbandonare quel
sentimento di responsabilità.
Si dice che un cristiano esiste solo per gli altri. No, i cristiani possono esistere soltanto con gli altri.
« La tua fede ti ha salvato », diceva
abitualmente Gesù. Dio stesso esiste « per noi » soltanto nella nostra
distretta, ma la sua volontà è di
vivere « con noi » eternamente. Ci
J. — Per essere pronti per la nuova sorprendente opera dello Spirito
Santo dobbiamo differenziare chiaramente la sorgente dello Spirito
ed il criterio per discemere lo spirito. La sorgente dello Spirito è
Dio, e quello che proviene da questa sorgente è altrettanto variegato
e vario quanto la creazione stessa.
È questa la ragione per cui, quando
i cristiani nel Nuovo Testamento
parlano di Spirito, ne parlano sempre al superlativo con termini di
pienezza, abbondanza, inesauribilità.
Era questo il modo in cui essi stessi sperimentavano lo Spirito. Il criterio per differenziare i diversi spiriti era per loro il ricordo del Cristo crocifisso.
Alla prova
Philip Potter, segretario gene«
del Consiglio Ecumenico delle Clil
se, ha voluto condividere con ¡1 f
loquio quello che aveva impa«
leggendo i resoconti di 3 anni di '
dio sulla « Comunità delle doini*1
degli uomini nella chiesa »,
ti da tutto il mondo.
Da parte delle donne non c’è J
la collera e la frustrazione J
inizialmente alla Conferenza 'suQ
sismo del 1970, ma il dolore e [
goscia, assieme all’amore, g J
sfondo la pazienza e la perseveri,
za. Per le donne tante cose sono su
te sciupate durante tanto tempo,
si manifestano ora per la nostmà
chezza. Nell’impotenza delle efe«
ad agire, si manifesta la potm
dello Spirito. Questo studio miti
alla prova. Dobbiamo prima rim
tere in questione la nostra compro
sione della Scrittura. In seconi
luogo riflettere sulla nostra eccki
logia. Quando parliamo di late),
popolo di Dio, che cosa intendiam
Il ministero è diventato una gerì
chia, qualcosa di patriarcale. Bom
e itomini hanno accettato questa)
minazione. E infine, dal momert
che le nostre tradizioni sono dm
tate come « vacche sacre » inioti
bili, è essenziale riscrivere la stcr
della chiesa come storia di don
e uomini. Ad esempio, vedere il ru
lo delle donne nei movimenti di ri
novamento: nei primi secoli, nel
mistica del Medio Evo assieme
servizio attivo della com.unità, j:
i quaccheri, i fratelli moravi, i n,
todisti, a^li inizi del movima
missionario e del movimento ei
menico, nella Federazione degli si
denti dove si è imparato a vivi
nell’uguaglianza. Nella comprem
ne teologica spesso si è messo
carne dalla parte della donna i
spirito dalla parte dell’uomo. E
sia. Un dualismo ha collocato
donne nel privato, gli uomini i
pubblico, o ha sancito l’umiltà ¡
le donne, il potere per gli nomi
Ecco perché la nostra società o;
è così brutale. Bisogna vivere ru
diversità, e trovare la comuni
Questo è un nuovo stimolo per
nostro appello alla giustizia e t
pace. Un piccolo esempio termini
do: l’origine del nome Maria vie
dal verbo « mara » che ha due
dici: « essere forte, bella » e « rìl
larsi, guidare una rivoluzione n.i
finora solo la prima è stata use
(Dal messaggio del segretario gt
'ale del CEC, Philip Potter).
Il termine « sessismo » è stato i
niato all’inizio degli anni ’70 guan
un colloquio organizzato dal CEC
cui risale questa immagine, pri
duramente posizione contro lo sjr
lamento e l’oppressione sessuale i
la donna.
E. — Come mai queste esperienze di donne sono scomparse senza
lasciare tracce? Da 2.000 anni questa
comunità non si è concretata. Hanno riposto la loro fiducia nelle strutture sociali più che in loro stesse?
Hanno ubbidito più agli uomini che
a Dio? O non hanno avuto fiducia
nella potenza di rinnovamento della risurrezione?
Ma ci sono nella storia della chiesa dei momenti di risurrezione in
cui donne e uomini insieme hanno
rotto il patriarcalismo. Bisogna parlarne e scriverne, perché non sono
conosciuti.
(Dalla conferenza di
J. e E. Moltmann)
5
DEGLI UOMINI NELLA CHIESA
Messaggio alle chiese
Fratelli e sorelle in Cristo, desideriamo intensamente che voi
sentiate la nostra voce, poiché
siamo, voi e noi, membri della
Chiesa e apparteniamo alla stessa umanità.
Fratelli, nor. sentite i « sospiri
tanto profondi da non aver parole » delle donne che soffrono
per la guerra, la violenza, la povertà, lo sfruttamento, il disprezzo in un mondo essenzialmente
dominato dagli uomini?
Sorelle, non vedete come gli
uomini sono presi nella trappola del potere che detengono e
della loro pretesa superiorità?
Parliamo come chi ha cercato
di ascoltare il messaggio della
Scrittura in modo nuovo e di vivere insieme la tradizione della
Chiesa nelle sue molteplici forme. E abbiamo udito una parola
di Dio che è attuale, portatrice
di una visione della nostra vita
umana in quanto comunità rinnovata di donne e di uomini.
Parliamo avendo la sensazione
che il tempo urge.
In un mondo minacciato dall’autodistruzione nucleare, le
donne e gli uomini prendono più
vivamente coscienza della necessità di una nuova collaborazione
tra esseri uguali davanti a Dio;
nelle chiese e nelle società che
sono dominate dagli uomini da
così lungo tempo a detrimento
delle donne e di loro stessi, dobr Marno ravvederci e abbiamo biP sogno della fede per andare avan' ti e rispondere all’appello che
^Dio ci rivolge nell’Evangelo.
[lo Spirito
Sparla alle chiese
P Cosa abbiamo udito che lo Spif rito dice alle chiese, qui a Shef:) field?
à Abbiamo imparato:
) — quanto tutta la riflessione
¡1 sulle donne e sugli uomini che
1 noi siamo sìa carica di emoti: vita;
¡1 — quanto sia diffìcile rivolger' ci a Dio e concepirlo in modo
tale da rispettare la concezione
cristiana dell’identità personale
c da non suggerire una superio" rità maschile;
— quanto sia necessaria una
educazione ai problemi sollevati
I nel nostro Colloquio;
i — quanto sia radicale il carat< tere dei cambiamenti necessari
I Per le nostre società.
Abbiamo ricevuto:
— un’anticipazione di cosa potrebbe essere una comunità globale di donne e di uomini sensibili alla sofferenza inflitta da
molteplici forme di oppressione
e uniti nella lotta contro di essa.
Abbiamo scoperto:
— che per molte donne e molti uomini la lotta contro la tirannia, il militarismo, lo sfruttamento economico e il razzismo è
un compito immediato;
— che in diversi luoghi i cristiani hanno il dovere di rivolgere il loro appello ai governi
perché vìncano lo sfruttamento,
particolarmente là dove donne e
uomini sono vittime di modelli
inadeguati di sviluppo fondati
sulla mano d’opera a buon mercato, la mano d’opera migratoria o la prostituzione turistica;
— che molte donne e molti
uomini sono frustrati profondamente a causa di una vita ecclesiastica dominata da dirigenti
maschi in cui le donne si sentono
chiamate al ministero della parola e dei sacramenti ma non hanno accesso all’ordinazione e in
cui la Chiesa non sa reagire all’evoluzione creatrice della società.
Abbiamo riconosciuto:
— l’importanza della partecipazione dei cristiani di tutti i continenti e di tutte le culture e di
tutte le Chiese allo Studio sulla
comunità che deve permettere di
prestare orecchio attento a tutte
le preoccupazioni.
Ci siamo rallegrati:
— di riconoscere che la sessualità non si oppone alla spiritualità, ma che la spiritualità cristiana comprende il corpo, l’anima
e lo spirito nella loro totalità.
A Sheffield abbiamo cantato:
— il cantico di Maria che celebra l’intervento liberatore di
Dio; la lode di Gesù nel quale
contempliamo il volto umano del
Dio trinitario.
Un invito
alla preghiera
Ed ora vi invitiamo a pregare
con noi:
« O Eterno Iddio che hai creato l’umanità a tua immagine,
donne e uomini, rinnovaci in questa immagine. O Dio Spirito Santo, con la tua forza e il tuo amore confortaci come una madre
che consola. Signor Gesù, con la
tua morte e la tua risurrezione
dacci la gioia di coloro per i
quali il dolore e la sofferenza diventano, nella speranza, il dolore
fruttifero dei parto. O Dio Santa Trinità fa che possiamo entrare insieme nella vita nuova, nel
riposo promesso in cui tutto è
compiuto nei secoli dei secoli.
Amen ».
Sorelle e fratelli in Cristo, desideriamo intensamente che voi
vi uniate a noi per rendere reale
la visione che ci è stato dato
di avere.
In contrasto con
gli uomini,
in armonia con Dio
Al tempo dei Giudici c’è una carestia. Un uomo di Bethlehem parte con la moglie Naomi e 2 figli per
il paese di Moab, dove i figli sposano delle moabite. Ma Naomi perde
il marito e i suoi due figli. Quando
sente dire che l’Eterno « ha dato
del pane » a! suo paese, ritorna a
Bethlehem. Naomi ha subito disgrazia su disgrazia. La vedovanza e la
perdita della maternità l’hanno spogliata di ogni identità. In una società di maschi, Naomi non ha più
alcun valore. E’ vittima della vita.
E come vittima deve scegliere il
proprio avvenire.
Ma ecco che si trova davanti a
una decisione inattesa e irragionevole, quella di Ruth, una delle nuore, che intende seguirla, senza tener conto del suo invito: « Tornatevene, ciascuna a casa di sua madre »
(Ruth 1: 8). Ruth risponde: «Dove
starai tu, io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio
sarà il mio Dio; dove morrai tu
morrò anch’io, e quivi sarò sepolta »
(v. 17). Dal punto di vista di una
certa prospettiva culturale Ruth ha
scelto la morte, non la vita. Ha abbandonato la sua identità nazionale, lasciando la propria famiglia e
la sua religione. Nell’epopea d’Israele uno solo ha fatto questo, Àbramo; ma questo gli era stato chiesto
da Dio e inoltre aveva una famiglia
per accompagnarlo. Ruth è sola.
Sceglie senza che un gruppo la sostenga. Sa che il frutto della sua
decisione può essere reiezione e
morte. Una giovane donna si impegna con una donna anziana. Una
donna ha scelto un’altra donna, in
un mondo in cui la vita dipende dagli uomini. Niente è più radicale in
tutta la vicenda di Israele.
In silenzio s’incamminano verso
le colline di Bethlehem. La città è
sossopra a motivo del loro arrivo.
La città parla a causa di queste
donne. La donna anziana dice:
chiamatemi Mara, amara, non Naomi, la dolce, perché « l’Eterno mi
riconduce spoglia di tutto» (1: 21).
Naomi appartiene a un nuvolo di
testimoni sofferenti, come Geremia,
Giobbe, Gesù, ed altri ancora oggi.
Ma accanto c’è Ruth. Dalla disperazione si passa alla lotta. Non saranno salvate da miracoli divini, ma
dalla loro lotta per la sopravvivenza nell’ambiente. Per nutrirsi Ruth
deve darsi da fare, perciò decide
di andare a spigolare l’orzo, dato
che è il tempo della mietitura. Agisce con l’approvazione di Naomi. Capita in un campo il cui pro
accomandazioni al Consiglio Ecumenico
seconda parte dell’incontro di
'sld ha visto un intenso lavo' gruppi, ognuno dei quali ha
delle raccomandazioni al
iu particolare in vista dell’aslea di Vancouver, e alle chiese.
' le raccomandazioni generali
ào quella « che il CEC incoragsostegno ed il finanziamento di
M che si sforzano di creare nuostnunità per mettere fine alla
dee dei valori umani ed alle
6nze distruttrici del consumic dello sfruttamento industria"che il CEC prosegua il suo
fsthina sul disarmo e che le
’C membro rendano le loro coc i loro responsabili sensibile nefandezza dello sviluppo
LSrmamenti, partecipando agli
^regionali e locali in vista del
e esercitando pressioni sui
governi perché siano ripresi i
I *eti per ii disarmo »; « che il
^eluti il proprio programma
Proprie procedure per quello
doocerne il sessismo, il razzi' d 11 classismo ».
richiesto alla Commissione
c Costituzione che abbia una
ij.. della sua staff, e che dia la
Ij ’■e alla continuazione di questo
L ’ inoltre che riconsideri l’imWn diaconato, e che sia
f^^'ata la varietà dei modi di
o confermare dei mini’Pcr mezzo di ordinazioni, con
sacrazione, mandato ecc. ». Alla
« Sezione donna nella chiesa e la
società » viene richiesto che raccolga esperienze di laici donne e uomini per permettere lo scambio fra
chiese e proseguire questa discussione.
I vari gruppi si sono espressi sui
temi seguenti:
Autorità della Bibbia nella nuova
comunità di donne e uomini: bisogna riesaminare le interpretaziorfi e
riconsiderare il linguaggio, ed i simboli sulle immagini di Dio, nelle traduzioni della Bibbia, nelle liturgie,
e raccomandare a teologi, pastori,
lettori nelle chiese di essere vigilanti
in questo campo.
Identità e relazioni: proseguire
questo studio data l’importanza dei
problemi sollevati per facilitare lo
sviluppo di una nuova comunità insieme nella chiesa e nella società,
incoraggiando i membri di chiesa
ad adottare un atteggiamento positivo nei riguardi del movimento delle donne, il quale stimola lo sviluppo di valori umani.
Ministeri e culto: « Intravvedia
mo: , . .
— un maggiore coinvolgimento
dei laici nella struttura della chiesa
(sosteniamo le comunità dove, fin
da adesso, laici, pastori e preti preparano assieme il sermone e la liturgia domenicale);
— ministeri di laici nella società.
eventualmente riconosciuti ufficialmente e sostenuti finanziariamente
quando questi laici contribuiscono
a fare regnare la giustizia in seno
alla società;
— una chiesa in cui tutti incoraggiano, sostengono moralmente e materialmente i laici che svolgono un
ministero a pieno tempo nella chiesa (o per un periodo definito); che
si studino le diverse possibilità di
riconoscere questi ministeri.
Si raccomanda di organizzare corsi di formazione teologica, e « incontri di responsabili di chiesa e di
donne che sì sentono discriminate
dalla chiesa ».
Famiglia e stili di vita: la famiglia
cristiana può esercitare una forza
dinamica sulla chiesa e la società,
ma ha bisogno di preparazione; le
famiglie devono aprirsi al permettere un aiuto reciproco.
Autorità e struttura della chiesa
in una nuova comunità : Ci sono
strutture che bloccano; bisogna trovare delle strutture in cui né la
donna né l’uomo si sentano oppressi. Contro la concentrazione di poteri in poche persone, è necessaria
la massima partecipazione alla vita
della chiesa (es. una donna diventata pastore si conformerà al ruolo
maschile, o ne troverà un altro?).
Le donne hanno nuove percezioni di
nuove forme di ministeri, perciò è
importante il lavoro in équipe, lo
scambio assieme a una formazione
teologica per e con la donna. Bisogna studiare la teologia della liberazione in relazione ai propri contesti.
Giustizia e libertà: Bisogna considerare l’insieme della rete delle
oppressioni. Siamo chiamati al pentimento, e insieme, donne e uomini,
dobbiamo identificarci con coloro
che sono oppressi e non hanno i
mezzi per uscirne. Bisogna utilizzare l’analisi di classe. Inoltre attualmente è urgente uno studio su
turismo e prostituzione.
Importante è la lotta contro la
violenza istituzionale e il disordine
economico (come le multinazionali,
l’imperialismo religioso in alcuni
paesi...). Urgente è la lotta contro le
armi e la violenza
Tradizione: è necessario approfondire il perché delle proprie tradizioni in vista del rinnovamento
(es. riflettere sulle parabole). Mentre in occidente bisogna uscire da
una cultura patriarcale, in Africa o
Asia la lotta è per un ricupero della
propria cultura.
In Italia ormai tocca a noi e alle nostre chiese di proseguire questo studio con la creazione di una
commissione « comunità donne e
uomini », in particolare puntando
sul nostro apporto alla riflessione
ecumenica sulla « consacrazione delle donne al ministero pastorale ».
M. F. C.
prietario « potente e ricco » è parente del marito di Naomi. Sorpreso per tutto quello che Ruth fa per
la suocera, Boaz si comporta in un
modo del tutto patriarcale: proferisce una benedizione. E’ tuttavia
soggiogato da questa donna. Ruth
riesce così bene che Naomi si aggiunge a lei per intraprendere un’altra lotta: sopravvivere culturalmente. Ha subito la calamità, ora diventa soggetto di cambiamento e
di sfida. Stabilisce un piano, che
non aveva considerato prima, e
Ruth è d’accordo con lei. Il piano
dì questa donna è pericoloso e urtante, tanto è radicale. Ruth va sull’aia dove Boaz ha battuto l’orzo, e
si corica ai suoi piedi mentre dorme. Quando Boaz se ne accorge, lei
prende in mano la situazione sfidandolo ad essere lui stesso strumento della benedizione diviria che
aveva pronunciato prima nei suoi
confronti. La lotta per la sopravvivenza culturale conduce alla rottura delle regole culturali.
Boaz è disposto a compiere gli
atti della società patriarcale: deve
assicurarsi se un altro parente più
prossimo, che più di lui ha il diritto di riscatto, sarebbe pronto a sposare Ruth. Assistendo a quest’incontro pubblico tra uomini — seppur
provocato da donne — siarno poste
di fronte a sorprese che ci disturbano. Boaz dice: Naomi ha delle
terre da vendere. E comprare le
terre significa comprare Ruth, sposarla « per far rivivere il nome del
defunto nella sua eredità » (4: 6).
Anziché occuparsi del benessere di
Ruth, Boaz utilizza Ruth e Naomi
per realizzare qualcosa di maschile.
Naomi e Ruth non hanno parlato
di matrimonio per sostituire il marito defunto; si trattava di una questione di giustizia e di sopravvivenza per i vivi. Ma la situazione patriarcale decide. Tutte le azioni radicali di Ruth e Naomi hanno avuto un prolungamento e uno sbocco
nello status quo. Nel mondo maschile le donne sono rimesse talvolta al loro posto. Alla fine il sistema prevale. Una volta raggiunta
la soluzione, la vita ritorna a forme istituzionali.
Ma qui non è così, perché gli ultimi versetti premono nella direzione opposta. Boaz sposa Ruth.
Hanno un figlio. A questo punto
riappaiono le donne di Bethlehem.
Esse non permettono agli uomini di
avere l’ultima parola e reinterpretando il linguaggio maschile non
parlano di restaurare un marito
morto con un bambino come eredità, ma aff ermano che la vita rimane
a Naomi. Non si trova nei niaschi
ma in Ruth, la madre del bimbo.
« Egli consolerà l’anima tua... Tha
partorito la tua nuora che t’ama, e
che vale per te più di sette figliuoli »
(4: 15).
La donna desolata diventa la donna della pienezza. Ruth fedele fino
alla morte, è la mediatrice di questa trasformazione aperta alla vita.
Si finisce così non con un ritorno
al patriarcalismo, ma con 1 interpretazione di queste donne. Il bambino maschio (futuro nonno di Davide) è simbolo del nuovo inizio
con gli uomini: è una reinterpretazione radicale. Così decisioni di donne incorporano decisioni dell’Eterno, mettendo in questione tanto
strutture di potere quanto situazioni personali. La fede ha parlato attraverso la lotta per la sopravvivenza, c per il compimento della
... ,,
Oggi quest’episodio ci interpella
per rischiare e vivere senza il sostegno delle istituzioni. Per coloro
che lottano per la vita, per la soj
pravvivenza in una cultura che ci
opprime, è un’indicazione in vista
di azioni radicali, in noi e intorno
a noi. Interpretare radicalmente lo
status quo, dare il significato della
vita alle strutture della società, trasformarle, per nuovi inizi, radicaimente nuovi. Questo è successo attraverso decisioni ardite di donne
che sfidavano la cultura nella quale
vivevano. Hanno partecipato cosi
all’opera di Dio. Qseremmo far meno di loro?
(Da un’esegesi della prof.ssa
di Antico Testamento Trihle
Phyllis, New York)
6
30 ottobre 1981
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
RIUNITI A BIELLA GLI AMMINISTRATORI PIEMONTESI Convegno FGEI-Valli
Corone Chi tutela rambiente? Programma
e
lumini
Ho sognato di trovarmi, a Roma (chissà perché), ad un congresso che riuniva amministratori di cimiteri. Ad un certo punto
chiesi la parola e feci un acceso
intervento contro i monumenti
tombali, contro il culto dei morti... e mi svegliai tutto sudato.
Era un incubo. Comprensibile
per chi deve, periodicamente, vigilare su scadenze, misure di
tombe e loro numerazione. Da
quando mi occupo, controvoglia,
di questo settore ho notato una
leggera caduta d’interesse nella
ricercatezza riguardo alle tombe.
Si punta molto di più. sulla
semplice lapide con il nome e un
versetto; è solo questione economica o stiamo assistendo ad un
ritorno alla semplicità evangelica
anche in questo triste (è il caso
di dirlo) campo?
Come valdesi, di tradizione calvinista, non possiamo ignorare
che lo stesso Calvino volle essere
sepolto in una fossa anonima,
senza una lapide che ricordasse
il luogo ove giacevano le sue spoglie mortali. Forse la sua ultima
volontà (e chi avrebbe il coraggio di fare altrettanto?) fu storicamente condizionata dalla polemica, mai sopita, contro il culto cattolico delle relique dei santi: mercato particolarmente fiorente nel XVI secolo che fruttò
non pochi denari alla fabbrica di
San Pietro. Ma il dato più interessante nell’ atteggiamento di
Calvino fu il suo assoluto disprezzo della morte a cui corrispondeva l’assoluta fiducia nel
Dio dei viventi.
Malgrado gli esempi storici e
l’approfondita predicazione nelle
nostre chiese sulla risurrezione
del Cristo, proprio nel periodo di
Ognissanti, si assiste ancora, da
parte valdese, ad un triste peregrinare nei cimiteri. Fiori e lu-.
mini. Per molti è una data obbligata. Anche questo è un pericoloso segno di conformismo nei
confronti dell’ambiente religioso
che ci circonda. Eppure se c’è un
punto dove la differenza tra cattolici e protestanti è ancora lampante è proprio l’atteggiamento
della chiesa di fronte alla morte.
Moi non preghiamo per l’anima
dei defunti ma ci sforziamo, in
un compito sempre difficile, di
annunciare di fronte alla bara il
Cristo risorto. Tutto ciò che s'intromette tra noi e l’annuncio
evangelico (corone di fiori, labari, tappeti e fronzoli vari) distoglie dalla questione centrale che
è e rimane la speranza nella risurrezione. Non c’è altro di veramente importante se non questa certezza del Cristo che dovrebbe riflettersi nelle scelte che
facciamo anche di fronte alla
morte.
Ricordo, qui, la semplicità del
cimitero valdese di Massello: assolutamente spoglio. Libero da
simboli mortuari, in cui puoi passeggiare come in un giardino.
E’ proprio in questa semplice
povertà che maggiormente si rivela la condizione reale della nostra esistenza. Essa non ha nulla da contrapporre alla morte
per renderla meno dura, meno
tragica se non la parola del Cristo.^ Lasciamola dunque risuonare in piena libertà senza soffocarla con fiori o addobbi che testimoniano solo la nostra paura.
Concentriamo il nostro sguardo
e le nostre energie nell’al di qua,
lasciando a Dio Val di là. E facciamolo finché siamo in tempo
perché dopo sarà troppo tardi.
G. Platone
Hanno collahoralo per questo numero: Giovanni Conte Ivana Costabcl - Franco Davite - Teodoro Fanlo y Cortez - Pina Garufi - Paolo GayAntonio Kovacs - Adriano
Longo - Luigi Marchetti - Lidia Ribet NofFke - Franco
Taglierò - Cipriano Toum Severino Zotta,
In un convegno promosso dall’URPP, gli amministratori hanno discusso il ruolo dei vari Enti locali rispetto alla tutela dellambiente
Si è svolto recentemente a Biella un convegno interregionale su:
« Il ruolo della Provincia e degli
Enti locali per la tutela dell’ambiente ». Ai lavori della durata
di due giorni hanno partecipato
amministratori regionali, provinciali e comunali provenienti dal
Piemonte e da diverse regioni
d’Italia. Nel quadro del convegno
si è inoltre tenuta una tavola rotonda cui hanno partecipato, oltre al ministro ai lavori pubblici
Nicolazzi, gli onorevoli Castoldi,
Gandolfi, Porcellana e l’Assessore regionale alla Tutela ambientale Salerno.
Il Convegno ha approvato un
lungo ordine del giorno di cui,
ci pare interessante riportare
stralci significativi;
« E’ risultato — afferma il documento — che la materia della
tutela dell’ambiente è attualmente disciplinata da una normativa
confusa e non coordinata, soprattutto per quanto attiene la
individuazione delle sfere di competenza dei vari Enti Locali.
Gli Amministratori delle Province Piemontesi rilevano che negli ultimi anni tale situazione di
incertezza legislativa è stata superata e talvolta risolta, spinti
dalla necessità di superare vuoti
operativi, con provvedimenti contingenti e temporanei che devono, necessariamente e quanto
prima, trovare un riconoscimento normativo nell’ambito della
riforma degli Enti Locali, ovvero
una definitiva ed urgente regolamentazione legislativa nazionale ».
La Regione — prosegue il documento — dovrebbe svolgere
una funzione coordinatrice delle
competenze dei vari Enti locali
e rivedere l’attuale legislazione
regionale sulla tutela dell’ambiente. Anche a livello nazionale,
gli amministratori provinciali del
Piemonte, ritengono opportuno
che il Parlamento si impegni al
più presto ad aggiornare il quadro legislativo esistente e individui C071 chiarezza gli organi e gli
Enti preposti alla gestione dei
problemi ambientali e alla prevenzione dell’inquinamento.
« Occorre — conclude il documento — una scelta di politica
economica dello Stato e degli Enti locali che garantisca il normale afflusso di investimenti nel settore dell’ecologia, nonostante il
particolare momento di crisi, attraverso facilitazioni anche nelle
fasi di ammortamento degli investimenti stessi ».
Emerge quindi da questo importante convegno dell’Unione
Regionale delle Province Piemon
tesi un’esigenza di chiarezza riguardo all’impostazione e all’individuazione dei compiti e delle
funzioni da affidare nel campo
della tutela dell’ambiente. In questo quadro la Provincia dovrebbe svolgere la funzione di Ente
intermedio tra Comuni e Regioni con prevalente funzione di
programmazione, coordinamento
e gestione amministrativa dei
problemi che s’impongono in
questo campo. In conclusióne si
tratta di riorganizzare ai diversi
livelli istituzionali l’intervento
pubblico nel campo dell’ecologia
sempreché lo Stato riesca a trovare i fondi per farlo. Sembra
questo infatti il problema più
difficile da risolvere nell’attuale
situazione economica in cui versa il Paese. G. P.
AUTUNNO IN VAL D’ANGROGNA
La gente risponde
Prosegue, in questi giorni, secondo il calendario fissato dal Comune, la serie di incontri, dibattiti e spettacoli prevista dalla
rassegna « Autunno in Val d’Angrogna ». Sull’appuntamento riguardo alle iniziative cooperativistiche per gli anni ’80 intendiamo tornare poi, con più respiro, nel prossimo numero. Sinora
segnaliamo la buona partecipazione da parte della popolazione
agli incontri. In particolare le
diapositive riguardo all’escursionismo estivo presentate dallo
Sport Club e le immagini sul lavoro in Valle, illustrate dal locale gruppo FGEI a Pradeltorno,
hanno registrato una presenza
1® CIRCUITO
Le decisioni
deH’Assembiea
Coloro che sono convenuti all’assemblea del 1° circuito, riunitasi a Torre Pellice il 25.11 si
ispiravano, inconsciamente, all’antica saggezza di Salomone
che diceva: « un vicino dappresso vai meglio che un fratello lontano ».
Qualcuno troverà che si limita
alquanto il significato spirituale
del Circuito; d’altra parte accentuandolo c’è il pericolo di giungere a grossi equivoci. La preoccupazione principale è stata quella di uscire con delle decisioni
operative per i prossimi mesi sui
punti che la relazione introduttiva del Sovrintendente Platone
aveva indicato: Evangelizzazione,
Ministeri, Pace, documento Battisti-Metodisti-Valdesi e Collegio.
La linea emersa durante il dibattito è stata quella di dimostrare innanzitutto di essere chiese vicine, cioè di saper collaborare su alcuni progetti senza pestarsi i piedi e realizzando qualcosa con giustizia. E’ giusto dire: « il circuito è per le chiese,
non le chiese per il circuito ».
Ma che cosa significa a livello
operativo?
Se da una parte dopo sei anni
la « personalità » del Circuito si
fa meno indefinita ed entra nella
nostra mentalità, dall’altra si
apre un conflitto tra collaborazione e interferenza, tra attività
e attivismo, tra indicazioni e
ordini; è in questo contrasto che
deve intervenire la comunione
spirituale, non nelle questioni organizzative e nell’ impostazione
di un piano di lavoro.
Sul piano operativo l’Assemblea ha deciso con gioia di collaborare all’iniziativa del 4° circuito per una giornata di evangelizzazione a Chivasso; ha invi
tato le chiese ad una maggior
presenza esterna a mezzo di bacheche e cartelli con le indicazioni del culto; ha sottolineato
l’esigenza di un’evangelizzazione
sia interna alle chiese del circuito sia esterna nella zona limitrofa, decidendo anche di organizzare una serie di studi biblici finalizzati alla preparazione dei
ministeri evangelistici.
Il programma proposto dal
Consiglio comprendente una serie di tre dibattiti su pace, disarmo e antimilitarismo da tenere
a Torre Pellice e una « giornata »
conclusiva, a marzo, con due
spettacoli musicali e teatrali, è
stato approvato dall’Assemblea,
mentre per l’esame del documenti BMV affidato alle chiese,
si è deciso che anche la prossima
Assemblea di circuito se ne occupi con un’adeguata presentazione.
Per quanto riguarda il Collegio l’avv. Marco Gay ha illustrato ai presenti la situazione molto grave del Collegio, presentando cifre aggiornate al 30/9 che
prevedono per l’anno scolastico
in vigore un buco di 200 milioni
da reperire indipendentemente
.dall’eventuale chiusura dell’istituto. Ha comunicato inoltre che
nessuna assemblea di chiesa alle
Valli ha chiaramente preso posizione né ha promosso iniziative
su questo problema: grande è
stata la sua soddisfazione per
aver potuto parlare davanti ad
una assemblea attenta e numerosa quale quella odierna. L’assemblea ha espresso la propria solidarietà al Comitato e si è impegnata a informare ulteriormente
le chiese sulla difficile situazione
finanziaria del Collegio.
Anna Bosio
notevole. Lo stesso può dirsi per
la bella serata, nel tempio del
Serre, con il Coro Alpino Val Pellice che si è conclusa, più tardi
nella scuoletta quartierale, in fraternità e allegria. Nell’incontro
di giovedì scorso, al Foyer, gli
amministratori hanno dichiarato
l’intenzione di riorganizzare una
biblioteca pubblica con indirizzo
diverso dall’attuale già funzionante della comunità valdese. Durante questo incontro è emersa
l’interessante proposta, che si
spera venga raccolta dall’Amministrazione, di aprire un laboratorio, nei locali del Foyer, per la
lavorazione del legno. Gli anziani ospiti del Foyer avrebbero così a disposizione un locale attrezzato in cui sviluppare un’attività nella quale molti sono già
esperti.
Altri appuntamenti interessanti
devono ancora venire. Dopo l’incontro dibattito, nella scuoletta
di Buonanotte, con il Gruppo
Teatro Angrogna su il « il centro
di documentazione della cultura
contadina », sabato 31, alle 14,30
si apre la mostra-mercato dei
prodotti agricoli e dell’artigianato locale. Da segnalare, per la
prima volta, l’esposizione ad Angrogna delle sculture in legno di
Trattner che sapniamo essere di
singolare fattura. Nella stessa
giornata, verso le 16 inizierà, nella Sala Unionista, una tavola rotonda su; « Quale artigianato in
Val Pellice? », con interventi degli assessori competenti in questo ramo della Regione, della Provincia, del Comprensorio e della Comunità Montana. La serata
sarà tutta occitana con le musiche, sempre in Sala, del gruppo
provenzale « Bachas ». Il giorno
dopo castagnata e festa popolare in piazza.
Aspettiamo quindi la conclusione delle manifestazioni prima
di avanzare una valutazione comjdessiva. ma fin da ora mi sia
consentito sottolineare due punti: anche quest’anno la gente risponde e inoltre ci pare giusto
rilevare che sui grossi temi che
interessano le nostre zone di
montagna il Comune coinvolge
anche altri organismi pubblici. Il
che non è poco. g. p.
PINEROLO
Dibattito
Lunedì 2 novembre p.v.
alle ore 11 presso l’Auditoriura del Liceo Scientifico
di Pinerolo il prof. Giovanni Gönnet terrà una conferenza-dibattito sul tema:
« Movimento pauperistico
e sette ereticali nel Medio
Evo. Pietro Valdo-Francesco d’Assisi un confronto ».
Introdurrà il prof Cerinola.
impegnativo
Una ampia relazione della
Giunta regionale ha fornito il lavoro ai partecipanti al Convegno
della FGEI Valli il 18 ottobre.
Gli « fgeini » si sono poi divisi in
commissioni con, se così si può
dire, poteri deliberativi, al fine
di svolgere più celermente il molto lavoro.
Il convegno di Rorà ha segnato la ripresa dei contatti tra la
FGEI Valli ed il gruppo di Torino.
Questo si è impegnato a partecipare attivamente al programma della FGEI Valli. Una ragazza del gruppo di Torino è stata
eletta nella Giunta regionale; a
Torino si svolgerà uno dei convegni in programma.
In particolare i convegni per
questo anno ecclesiastico saranno, salvo ripensamenti dell’ultimo momento dettati da situazioni contingenti, quattro: sulla
Chiesa nelle Valli Valdesi e il
progetto della costituzione di un
« asse culturale » nelle Valli; sulla crisi politica, sociale, economica che si sta attraversando;
sulla questione della pace e del
disarmo; sui valori di quella che
è stata chiamata « cultura contadina ».
Oltre ai convegni, si è prevista
la partecipazione alle attività del
Centro Sociale Protestante (CESP), del costituendo Collettivo
teologico con la C. d. B. e Agape,
nonché l’organizzazione di un
breve seminario sulla situazione
del Cattolicesimo nel Pinerolese.
Proseguiranno i lavori delle
commissioni di studio sui problemi del lavoro e dell’occupazione e della droga (indirizzandosi verso un settore particolare: Talcoolismo).
Si è poi dato vita ad una nuova commissione che si occuperà
della questione della catechesi e
della riforma della Chiesa, commissione di cui si sono individuati in linea di massima i membri.
Per ciò che riguarda il Bollettino di coordinamento, si è deciso di lasciare largo spazio in
esso agli interventi dei gruppi
giovanili delle Valli che non fanno capo alla FGEI, se lo vorranno, in modo da favorire il dialogo tra le realtà giovanili delle
Valli e per cercare una forma di
collaborazione.
Si è poi convenuto sulla necessità di valorizzare maggiormente
strumenti quali l’Eco/Luce, Gioventù Evangelica, cercando di curarne la diffusione nelle Comunità.
Da ultimo sono stati eletti i
nuovi membri della Giunta regionale, formata ora da cinque persone; confermati Marco Pasquet
(segretario) ed Anna Revel, i
nuovi sono: Anna Maria Giacchino di Torino, Enrica Rochon di
Villar Perosa, Silvio Vola di Pinerolo.
P. G.
1® Distretto
Seminario
FFEVM
La Federazione femminile evangelica valdese metodista ricorda a tutti i
Gruppi di attività femminili alle Valli le date degli
incontri per il quarto seminario per animatrici bibliche:
— martedì 3 novembre alle ore 14.30 riunione delie sole conduttrici presso il Convitto della chiesa valdese di Villar Perosa;
— .giovedì .5 novembre e
ì seguenti 12,19 e 26 dalle ore 14.30 alle 17 seminario, libero a tutti quelli che vorranno prendervi parte, sempre a Villar Perosa.
7
30 ottobre 1981
CRONACA DELLE VALLI
PRAROSTINO
CATTOLICESIMO LOCALE
Storia di una cooperativa
« Il giorno sei settembre ( 1891 )
dietro invito per avviso del sig.
Avondetto Bartolomeo fu Bartolomeo quale iniziatore per la
fondazione di una società di mutuo soccorso contro la mortalità
del bestiame bovino, si radunarono nella scuola Comunale del
Rocco circa quaranta proprietari, i quali invitarono il sig. Costantino Giacomo fu Giacomo a
presiedere provvisoriamente il
quale accettò ed aperse la seduta alle ore tre pomeridiane.
In primo luogo fece votare per
alzata di mano se dovevasi costituire la società; la votazione
fu unanime per la fondazione, il
presidente provvisorio diede in
seguito lettura di un regolamento della Società di Torre Pellice
ed un altro della Società di Roccapiatta... ».
Novant’anni fa nasceva a Prarostino la Società di Mutuo Soccorso contro la mortalità del bestiame bovino (S.B.P.) di cui è
sopra riportato il primo atto ufficiale. Questa società è tuttora
esistente e attraverso i verbali
redatti per ogni seduta è possibile constatare come la sua attività non sia stata interrotta durante la sua esistenza nemmeno
dai due conflitti mondiali.
E’ interessante vedere come è
strutturata, quali organismi e
quali compiti specifici si è data,
in base al regolamento della società stessa ; questa tiene, nel corso dell’anno, due sedute ordinarie (prima domenica di marzo e
di settembre) a cui partecipano
di diritto tutti i soci (art. 44) più
altre due (prima domenica di
giugno e di dicembre) per il rendiconto trimestrale (art. 45). Annualmente viene eletta una direzione costituita da 1 presidente,
1 vice presidente, 1 segretario,
1 vice segretario, 1 cassiere, 1
controllore, 3 periti e 5 consiglieri (art. 6).
In particolare il Controllore
deve esaminare i registri del Segretario e del Cassiere per relazionare alla Società sul modo
con cui è tenuta la contabilità
(art. 19).
I periti devono effettuare la
stima del valore degli animali
assicurati in caso di sinistro
(art. 20),
I consiglieri sono responsabili
di una zona o frazione e sono
tenuti a registrare i nomi dei
soci della zona e il numero dei
bovini assicurati, i pagamenti relativi alle quote di ammissioni,
semestrali e dei libretti di regolamento (art. 23).
E’ abbastanza evidente, in questa organizzazione, la somiglianza fra questa società e le stesse
comunità valdesi di cui facevano parte i membri. Sulla base
della domanda inviata al Presidente qualunque proprietario
può fare parte della società,
dichiara il numero dei bovini
che intende assicurare, e paga
una quota di associazione e una
quota per ogni capo dichiarato
che viene contrassegnato con un
bollo impresso sulle corna. Ogni
animale nuovo iscritto è assicurato solo dopo quaranta giorni,
questo per impedire che vengano iscritti animali già ammalati.
In caso di sinistro, disgrazia o
malattia, la società stabilisce attraverso i periti il valore dell’animale considerato come sano, paga al proprietario r80%
del valore stabilito e diventa
proprietaria dell’animale e ne incamera il ricavato.
A questo proposito è interessante riportare il testo integrale
dell’art. 32 relativo alla cura del
bestiame ; « Il socio deve avere
somma cura del suo bestiame. In
caso di negligenza manifesta da
parte sua, sia nel modo di tenerlo nella stalla, sia riguardo alla
custodia al pascolo, nonché ai lavori troppo faticosi o a maltrattamenti, verrà negato il sussidio
in caso di disgrazia ». Evidentemente questo articolo aveva un
diverso peso da oggi negli anni
passati quando la mucca era l’unico « mezzo » per i lavori agricoli.
Questa società ha funzionato
per questi novant’anni in modo
continuo, ha ottenuto due riconoscimenti ufficiali, uno dal Ministero dell’Agricoltura l’altro
dal Comizio agrario di Pinerolo,
ha avuto nel periodo 1935-1960 un
numero medio di 120 soci e attualmente ne conta solo più una
quarantina (stranamente mancano gli allevatori con maggior numero di bovini) con 150 capi
iscritti.
Citiamo ancora un particolare ;
durante il periodo fascista era
difficile riunirsi in quanto era
possibile essere considerati come sovversivi e inadempienti
della legge che vietava le riunioni. La società risolse il problema tenendo le riunioni non
più al Rocco ma al Collaretto,
frazione più lontana, quindi più
sicura.
Terminando questo panorama,
evidentemente limitato, sulla
SBP vorremmo augurare ai soci
e non, che questa esperienza di
novant’anni possa far riflettere
sulla utilità, se non sulla necessità, che nel mondo agricolo si
creino sempre più momenti e
occasioni di collaborazione e di
cooperazione.
Attilio Fornerone
Bruno Avondetto
MANIFESTAZIONE A TORINO
In difesa dell'occupazione
Preceduta da una serie di incontri coi consigli comunali di
Pinerolo, Orbassano, None, si è
svolta martedì 23 ottobre una
manifestazione dei lavoratori
Indesit a Torino.
La manifestazione cui hanno
partecipato circa 600 lavoratori
sugli oltre 2,000, che — a turno —
sono in cassa integrazione da un
anno e mezzo, aveva lo scopo di
rivendicare nei confronti del governo un chiaro indirizzo di po
L’angolo di Magna Linota
Al servizio
degli ammalati
La comunità cattolica di San Lazzaro a Pinerolo ha 25 anni essendo stata inaugurata nell’ottobre del 1956. Dalla fine degli anni
sessanta la comunità si è caratterizzata nel panorama del cattolicesimo pinerolese come una comunità attenta alla problematica dell’impegno sociale dei credenti, del confronto ecumenico e della ricerca biblica. Sono stati infatti alcuni gruppi ed alcuni preti della
comunità a contribuire alla creazione e cdVanimazione del « collettivo biblico ecumenico di Pinerolo» e delle giornate ecumeniche
in occasione della Pentecoste. Inoltre è da questa comunità che ha
avuto origine la Comunità di base di Pinerolo.
Quale contributo alla conoscenza della ricerca di questa comunità cattolica pubblichiamo qui di seguito una presa di posizione sui
« diritti dei malati », recentemente diffusa con un volantino a Ptnerolo.
litica industriale per la ripresa
produttiva nel settore elettronico e degli elettrodomestici.
Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal prefetto di Torino che ha assicurato
il suo interessamento ed un’altra
è stata ricevuta dal direttore
della sede RAI di Torino. A quest’ultimo i lavoratori hanno chiesto di non essere ignorati e che
venga fatta una corretta informazione sul caso Indesit nei vari
tele e radio giornali. gg
Cara magna Linota,
sono una tua assidua lettrice,
ti sento vicina a chi pensa, a chi
ha delle sofferenze, a chi ha
piccoli problemi di vita quotidiana e non sa a chi confidarsi,
apprezzo le tue risposte piene di
buon senso e di amore.
Io penso che proprio di amore,
di reciproca comprensione noi
avremmo bisogno oggi per megUo^
affrontare la vita, non sentirci
soli, poter parlare apertamente
e semplicemente tra di noi, sentire la presenza viva di Dio in
quel che facciamo e diciamo. Se
così fosse quello che oggi ci angustia diventerebbe motivo di
gioia. Voglio raccontarti un fatterello recente e mi piacerebbe
che tu mi dicessi che cosa ne
pensi.
Stavamo vendemmiando e con
noi c’erano due persone anziane,
marito e moglie, valdesi di vecchio stampo. Si parlava di come
fanno tristezz.a i nostri ternpli semivuoti la domenica mattina. Mi
diceva l’uomo: « Io ho sempre
amato la mia gente, ini piaceva
andare al culto, sentirmi parte
della grande famiglia del Signore;
mi piaceva unire la mia voce alle altre per lodare Dio col canto,
mi sentivo felice dopo il culto di
parlare con gli uni e gli altri ed
ero fiero che il pastore venisse a
parlare con noi, ci conoscesse
per nome e fosse come uno di
noi. Adesso continuo ad andare
al culto ma mi sento solo, non
oso più cantare perché ho paura
di sbagliare e mi guarderebbero
male. Davanti a me siede sempre
la moglie del pastore, ma non mi
conosce, non mi ha mai salutato
e il pastore, eppure sono cinque
anni che conduce la comunità.
non è mai venuto a trovarci. Eppure non abitiamo poi così lontano dalla sua casa; forse pensa che non siamo valdesi. Io sono già vecchio, sovente non sto
bene; come vorrei vivere ai ternpi in cui i pastori avevano più
tempo per conoscere e parlare
con la loro gente!... ».
Che ne dici? Ti prego, se ritieni di pubblicare la mia lettera,
di non scrivere il mio nome: non
voglio suscitare pettegolezzi. E
poi le persone di cui parlo non
fanno parte della mia comunità.
Saluto cordialmente nella pace
del Signore.
(lettera firmata)
Cara amica,
capisco il tuo scrupolo: devo
confessarti che, appena letto il
tuo scritto, non ho resistito
neanch’io alla tentazione di domandarmi di che pastore si trattava, ma ho rinunziato subito,
un po’ perché mi vergognavo della mia curiosità, un po’ perché
quasi dappertutto ci sono persone che si sentono trascurate dal
loro pastore. Le capisco, ma secondo me hanno torto, per parecchie ragioni:
1) la memoria è traditrice, e
conserva solo alcune cose del
passato; coi vecchi pastori sempre in mezzo a noi si facevano
anche belle litigate e mandavano
addirittura lettere alla Tavola
per chiedere che li cambiassero;
2) abbiamo una mentalità mh
litare: se vengono a trovarci gli
anziani ci fa piacere, ma « il pastore è un’altra cosa ». Lui è l’ufficiale, gli altri sono solo caporali;
3) vorremmo che la gente indovinasse i nostri desideri, senza
bisogno di parlare. Se quel signore all’uscita dal culto dicesse:
« Sono vecchio e stanco; avrei
tanto piacere di una sua visita »,
scommetto che non dovrebbe
aspettare altri cinque anni;
4) ci piace essere amati, ma
facciamo ben poco per amare gli
altri. Forse quella moglie di pastore « che non conosce e non saluta » è solo una persona timida
sbalestrata fra gente sconosciuta,
con cui non sa di che cosa parlare. Se ci lagniamo che gli altri ci
lasciano soli, è perché noi lasciamo solo qualcun altro;
5) siamo egoisti anche in un
altro modo: vorremmo il nostro
pastore tutto per noi, mentre lui
si occupa di mille altre cose, e
non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati ad averne uno.
Pensiamo ai nostri antenati che
ricevevano forse una volta all’anno la visita di un « barba ». E poi,
oggi i pastori fanno meno visite
perché, per fortuna, oggi hanno
mille occasioni di predicare a chi
non è loro parrocchiano, per
esempio scrivendo un libro per
la Claudiana, o andando ad un
convegno. Non è una grazia essere usciti dal ghetto?
6) forse ci sentiamo soli perché leggiamo meno la Bibbia:
mio nonno viveva tutto solo come un orso, ma ogni sera faceva
il suo culto e cantava i suoi inni
così forte che lo sentivano a un
chilometro: era stonato e lo sapeva, ma diceva sempre che doveva sfogare la sua gioia. Scusa
la risposta così lunga, ma mi pare che tu abbia presentato un
problema molto grosso e te ne
ringrazio. Con affetto
Magna Linota
L’assemblea della comunità,
riunita per l’ascolto della Parola
di Dio e la preghiera nel pomeriggio di domenica 27 settembre, ha
innanzitutto preso coscienza della
straordinaria misericordia di Gesù, che è venuto non per i sani,
ma per gli ammalati, che « ha preso su di sé le nostre debolezze,
si è caricato di tutte le nostre sofferenze » (Mt. 8: 17), che ha ridato la vista ai ciechi, fatto camminare gli storpi, risanato i lebbrosi, fatto udire i sordi e risorgere i morti, annunziato la salvezza ai poveri » (Luca 7: 21-23).
Egli ha posto questa predilezione per i poveri e i sofferenti come
un segno privilegiato di quel regno di Dio che è venuto ad inaugurare.
L’assemblea, mentre ringrazia
il Signore per la sua grande bontà
e pone in lui la sua speranza, vuole rivolgere un messaggio a tutti i
credenti e alle persone di buona
volontà, per renderli partecipi di
quella grazia, di cui Dio le ha fatto dono.
Vogliamo rivolgerci innanzitutto alle persone ammalate, handicappate, sofferenti nel corpo e nello spirito, per annunciare che il
Signore le ama ed è loro vicino.
Nessuno pensi che Dio lo abbia
castigato o gli voglia male. Non è
Dio che vuole la malattia e la sofferenza, anzi egli è con noi per
darci la forza di combatterla e
vincerla.
Egli domanda anche a noi, come già agli ammalati della Palestina, una grande fede e un abbandono completo al suo amore.
Esprimiamo il nostro sincero
apprezzamento e la fraterna solidarietà alle famiglie che con
grande fatica e sacrificio assistono
qualche parente ammalato o handicappato ed offrono una testimonianza concreta di amore fraterno. Il Signore che ha detto: « Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro » (Mt. 11, 28), li sostenga e
rinnovi le loro energie con la sua
grazia.
Riconosciamo la delicatezza del
compito affidato agli operatori
nel campo della sanità e dell’assistenza (medici, infermieri, personale tecnico, assistenti sociali ed
impiegati) e l’impegno con cui
molti di loro lo svolgono; ricordiamo l'urgenza morale di non
mettere al primo posto il guadagno e di non ridurre Tammalato
ad un numero, ma di rispettare fi
suo diritto ad un trattamento uma
no e a cure adeguate; invitiamo
specialmente i giovani a privilegiare nella scelta del loro lavoro
il vasto campo della sofferenza
umana e di considerarlo una vera missione, consapevoli della parola di Gesù: « Tutto quello che
avete fatto anche al più piccolo di
questi miei fratelli, l’avete fatto a
me » (Mt. 25: 40).
Ai responsabili politici delle
strutture sanitarie e assistenziali
ricordiamo soltanto la frase di
Gesù: « Chi tra voi è il più importante diventi il più piccolo;
chi comanda diventi come quello
che serve » (Le. 22: 25) e li invitiamo a non perdersi in beghe di
prestigio e di potere, a non privilegiare le categorie più forti e
più ricche, ma a gestire la riforma
sanitaria con grande responsabilità, consapevoli della delicatezza e dell’importanza del compito
loro affidato.
A noi stessi e a tutte le persone
della comunità ripetiamo l’esigenza di crescere nell’amore, seguendo l’esempio di Gesù e partendo
dalle piccole cose di ogni giorno,
che hanno tanta importanza nella
vita della persona inferma; la visita, l’aiuto fraterno, la compagnia, il sostegno nella fede... E’
partendo da questi fatti della vita
quotidiana, animati da un vero
amore, che può nascere e crescere
un movimento di solidarietà e di
speranza.
PINEROLO
Un cittadino
in più
Da venerdì 24 ottobre, Pinerolo
ha un cittadino « onorario » in
più. È Monsieur Bernard Givaudan, sindaco di Gap, cittadina
francese gemellata con Pinerolo.
Lo ha deciso il consiglio comunale con questo unico punto
all’ordine del giorno.
Già lo scorso anno la città di
Gap aveva attribuito al sindaco
di Pinerolo la cittadinanza onoraria.
Lo scambio di cittadinanze ha
il senso di voler mantenere vivo
l’iniziativa del gemellaggio che
vede periodici incontri tra gli
amministratori, le scuole e gli
sportivi delle due cita.
SABATO 7 NOVEMBRE, ORE 20,45
NEL TEMPIO VALDESE DI PINEROLO
CONCERTO
della Corale Valdese di Villar-Bobbio Pellice
diretta da DINO CIESCH
Il canto corale della Riforma protestante
Il programma prevede:
— canti popolari tradizionali
— corali della Riforma
— salmi ugonotti
8
8
CRONACA DELLE VALLI
30 ottobre 1981
STORIA VALDESE
ALL’INIZIO DEL SECOLO
La ricerca d’oltralpe
Si è svolta a Freissinières dal 15 al 17 ottobre il « Colloque d’histoire
religieuse, croyances religieuses et société alpine »
In quella bellissima e selvaggia valle, che ha in comune con
le nostre la medesima fede ed
ha sofferto le stesse persecuzioni, dove ancora ritroviamo i nostri stessi cognomi, come i Baridon e i Pellegrin, accuratamente preparato da quel perfetto organizzatore che è il Dr. Dorr,
sindaco di Freissinières, questo
« colloque », ha superato ogni
previsione di partecipanti che,
previsti in una cinquantina, sono stati quasi un centinaio. Provenienti, in maggioranza dalle
Hautes Alpes, ma anche da molte altre regioni francesi e fin dalla lontana Bretagna.
Per parte Valdese erano presenti dei rappresentanti delle tre
società storiche, la Società di
Studi Valdesi, l’Association d’Etudes Vaudoises et Historiques
du Luberon e la Waldenservereinigung. Un solo oratore dall’Italia, il Dr. Cornero della Biblioteca Civica di Cuneo che ha presentato una panoramica sui più
recenti studi di storia religiosa
della provincia di Cuneo.
Le comunicazioni, previste in
4 sedute, dal pomeriggio del 15
al mattino del 17 erano raggruppate in 4 temi principali: « Religione ufficiale e sentimento popolare », « Le Alpi: montagne rifugio », « I Valdesi », « Relazioni
delle Alpi col mondo esterno ».
La prima sera è stata offerta
ai congressisti la proiezione di
due brevi filmati, il primo « Le
Cardinal des Montagnes », la ricostruzione della vita pastorale
di un cardinale del ’700 nella diocesi delle Hautes Alpes, l’altro
« Les rumeurs de la Biaisse », un
documentario sulla valle di Freissinières. La seconda sera una
dotta conferenza del prof. J. Delumeau, del Collège de France su:
« Religione popolare e cristianizzazione » mentre parte del pomeriggio di gicvedì è stato consacrato, col favore di un tempo
splendido, alla visita agli affreschi recentemente restaurati della cappella di St. Vincent a Puy
S. Vincent e alla chiesa di Vigneaux in Vallouise.
Tutti i contributi, di notevole
valore scientifico, hanno spaziato dalla « storia orale » come
quella della Sig.ra Thevenet, sulla
vicenda di due disertori, i fratelli Berthalon di Freissinières
che, forse per motivi religiosi,
rifiutano di prendere le armi nella guerra 1914-1918 e per 12 anni
vivono alla macchia nella loro
valle, nascosti in grotte o « barme » ; o come i ricordi personali
dell’anziana Sig.na Neil, conosciuta anche fra noi per la sua
attività in tutte le manifestazioni di fratellanza fra i valdesi delle valli italiane e quelle francesi,
e per aver scoperto l’atto di nascita di Enrico Arnaud, mentre
altri contributi sono stati il risultato di lunghe e approfondite
ricerche negli archivi.
Nella sezione dedicata ai Vaidesi, G. Audisio ha presentato
uno studio sull’emigrazione a
Cabrières d’Aigues di un numeroso gruppo di valdesi di Freissinières che da documenti ritrovati sembrano aver mantenuto
contatti con la loro « madre patria». Lo stesso Audisio ha poi
presentato anche, con la sua consueta eleginte oratoria, il contributo di G. Gönnet (assente), su
« Relazioni dei Valdesi delle Alpi
con i Riformatori, negli anni
1526-1535 ».
P. Bolle in « Alessio Muston
primo storico Valdese » illustra
la personalità molteplice di questo nostro storico, laureato in
teologia, in medicina, naturalista
e botanico, scrittore, disegnatore e acquarellista, in relazione
con tutto il mondo intellettuale
del suo secolo, in amicizia con
Michelet, Taine, Victor Hugo, Lamartine, Georges Sand.
La presentazione dello studio
di R. Bonecque « La testimonianza degli ingegneri del re sui Vaidesi nel Brianzonnese », sul brigantaggio dei Valdesi in Queyras
nel ’700, susciterà, in sede di discussione, alcune osservazioni,
perché in quel secolo, episodi di
brigantag.gio fra una regione e
l’altra, si sono verificati un po’
dappertutto, e spesso sono qualificati di « barbetti » gruppi che
nulla hanno a che fare con i Vaidesi.
Sulla missione di Vincenzo Ferrar alle Valli ai primi del 1400
riferisce P. Paravy : « Osservazioni sul passaggio di S. Vincenzo
Ferrer nelle Valli Valdesi ».
Questi giorni di dibattiti, pur
avendo apportato un notevole
contributo sull’argomento, non
hanno potuto concludere se esiste una netta differenziazione fra
la religiosità popolare alpina rispetto alle altre zone di pianura,
anche perché è stata presa in
esame una sola regione alpina,
mentre in avvenire lo studio dovrà anche essere esteso a tutte
le altre regioni montagnose alme
no dell'arco alpino e dei Pirenei.
D’altra parte non è stato accennato che molto marginalmente
all’infiuenza del substrato delle
religioni precristiane che certamente hanno influito sulla religiosità popolare. Argomento che
dovrebbe essere oggetto di ampio studio.
Il convegno si è concluso con
una gita alla frazione di Dormillouse, sede della missione di
Felix Neff, l’apostolo delle Hautes Alpes.
Osvaldo Coisson
25 OTTOBRE
Operazione censimento
Sono stati consegnati nei giorni scorsi ad ogni famiglia e ad ogni impresa
industriale, artigianale, commerciale
e dei servizi gli appositi moduli da
compilarsi a cura degli interessati. Le
domande a cui rispondere sono abbastanza facili e comunque si può chiedere spiegazioni ai rilevatori in caso
di dubbio, inoltre con il modulo da
compilare viene fornito una guida per
la compilazione di facile lettura.
Sulle domande del questionario facciamo solo due osservazioni. La prima
riguarda una delle risposte possibili al
punto 10 del questionario per le famiglie: non esiste la voce pensionato/a,
ma solo la voce « ritirata dal lavoro ».
Forse per la chiarezza sarebbe stato più
opportuno utilizzare una parola di uso
più comune, come pensionato.
La seconda osservazione è relativa
alla spiegazione offerta nella guida illustrativa alla voce « ecclesiastici »: le
esemplificazioni riguardano tutte l’organizzazione ecclesiastica cattolica. All’Istituto di statistica non concepiscono
un’organizzaz one ecclesiastica differente e si che in questi dieci anni in Italia oltre a noi protestanti sono apparsi altri movimenti religiosi (dalle religioni orientali all’IsIam), che hanno
fatto molto parlare di sé. Che siano
tutti « entità statisticamente Irrilevanti » da essere confinati in un « ecc. »?
Se i risultati verranno elaborati
tempestivamente il censimento servirà
per meglio effettuare le scelte politiche.
Ad esempio servirà per conoscere le
tendenze demografiche della popolazione e quindi a programmare gli investimenti necessari per quanto riguarda
scuole, asili nido, case per anziani,
oppure nel caso del censimento dell’industria a conoscere la reale situazione del fabbisogno energetico industriale oppure a conoscere dati per
quanto riguarda l’organizzazione sanitaria del paese.
Altri dati verranno invece immediatamente utilizzati: innanzitutto cambierà la distribuzione dei seggi elettivi in
tutta Italia: i senatori e i deputati verranno eletti sulla base della situazione
demografica del paese. Così potrà avvenire che se in Piemonte in questi
dieci anni la popolazione è diminuita,
diminuirà il numero dei senatori e deputati da eleggere e viceversa. Così
anche per i comuni, provinole e regioni.
Vi potranno essere anche altre variazioni: per esempio all’equo canone, infatti potranno variare i coefficienti correttivi del canone a seconda dell’ampiezza del comune: ai contributi dello
Stato ai comuni che avvengono sulla
base della popolazione residente; e
ancora altre cose che riguardano l’edilizia pubblica, l’urbanistica, il fisco, il
commercio, il notariato.
LETTERE ALLEGO DELLE VALLI
CHI DIFENDE
I CONTADINI
DELLA MONTAGNA?
Voglio denunciare all’opirrione pubblica ed attirare l’attenzione di quelli
che hanno il potere tra le mani su
questo pro’tlema: gli striscioni che la
Comunità Montana Valli Chisone e
Germanasca ha provveduto a far installare per la salvaguardia dell’ambiente
montano. Questi striscioni parlano di
non calpestare i prati, non gettare rifiuti sparsi che provocano inquinamento, di non raccogliere oltre una certa
quantità i frutti del sottobosco, vietano la motorizzazione fuori strada: tutte
belle cose e costruttive. Ci sono poi
però i divieti che riguardano la fauna
e la flora che assumono un aspetto
molto ambiguo da parte di chi ha il
potere alla Provincia ed alla Regione:
si pensa con queste leggi fatte a tavolino di giocare sull’ingenuità dei
montanari. Ma i montanari non sono
così ingenui da non sapere e capire
come vanno le cose, loro che sono
nati e vissuti nell’ambiente. Si va a
controllare che chi va in montagna
raccolga 6 e non 7 esemplari di un
determinato fiore e si lascia che branchi di cinghiali scorazzino per la valle: questi in una sola notte riescono
a rovesciare anche ettari di prato rovinando il pascolo ed asportando fiori
a centinaia di migliaia, rovesciando e
distruggendo interi campi di patate.
Tutti sappiamo che questi cinghiali sono stati messi apposta, ma di questo
nessuno parla; non è scritto sui
cartelloni alle mostre della montagna
non ne parla neanche la Pro Natura,
Parlando delle piante aromatiche e
medicinali, nessuno può ingoiare la
favola delle 6 piantine, finché le autorità concedalo i permessi di raccolta a
determinate persone: questi possono
estirpare tutto, non rovinano forse la
Flora? Perché hanno il permesso?
Allora sono le autorità provinciali e
regionali che permettono di distruggere
la flora anziché proteggerla. Per quanto riguarda la protezione della fauna
voglio raccontare un colloquio che ho
avuto con un anziano cacciatore, incontrato il 27 luglio 1981 in montagna: una
persona cosciente nell’esprimere il suo
parere sulle leggi sbagliate sulla caccia (e chi meglio del cacciatore può
sapere bene queste cose). Mi diceva
che esiste una legge che permette di
cacciare il camoscio con fucili a lunga
portata muniti di mirino ottico. Alla mia
domanda lei perché i cinghiali sono
così numerosi, mi disse con tutta franchezza che sono così numerosi perché
sono stati messi ripetutamente, e che
sono stati messi dalla Provincia stessa, Questa risposta è la prova di quanto i montanari già sapevano. Questi sono gli aiuti alla montagna, tanto propagandati da coloro ai quali abbiamo
avuto la fiducia di dare il voto; pensano forse di prendere i coltivatori della
montagna per degli ignoranti, facendo
finta di pagare i danni con delle cifre
che altro non sono che degli sberleffi.
Chiediamo alle autorità provinciali e
regionali ohe facciano vedere una buona volta il rovescio della medaglia, se
ne hanno il coraggio.
Carlo Ferrerò
Monsieur le pasteur
se promène...
Monsieur le pasteur, qui rumine
Le sujet d'un prochain sermon,
En son esprit déjà fulmine
Un rude anathème au démon.
Le long du chemin qu’il arpente
Sans rien entendre et sans rien voir.
Ni l'oiseau qui lui dit « Bonsoir !»
Ni la fleur qui veut qu’on la sente.
Il cherche à dresser la charpente
D’un discours qui puisse émouvoir.
Or, tandis qu’il y prend grand’peine.
Fidèles comme impénitents
Lui disent tous, d’un air amène:
« Monsieur le pasteur se promène!
Ça distrait, oui, oui, ça passe le temps! ».
Monsieur le pasteur, qu’on appelle
Au chevet d’un agonisant.
Porte en lui cette âme immortelle
Et trouve le poids écrasant.
Ah! comment, dans la nuit profonde
D’un coeur sans espoir et sans Dieu,
Ranimer le celeste feu?
Comment, où la révolte gronde
Répandre enfin la paix féconde.
Eclairer le dernier adieu?
Jenny, qui lave à la fontaine
Et tient des discours importants.
Ajoute aux propos quelle enchaîne:
«Monsieur le pasteur se promène!
Ça distrait, oui, oui! Ça passe le temps! »
Monsieur le pasteur, héroïque.
Va censurer un paroissien.
Un mauvais coucheur qui se pique
D’être en tout un parfait chrétien.
Mais à brandir le fouet de corde
Le digne homme n’est point enclin;
Etant d’un naturel bénin
Il est riche en miséricorde;
Il aime avant tout la concorde:
Le fouet lui tremble dans la main.
Jean Louis, la face sereine.
Arrête les boeufs haletants
Qu’à travers les sillons il mène:
« Monsieur le pasteur se promène:
Ça distrait, oui, oui! Ça passe le temps ».
Monsieur le pasteur, dans la vie
Tant et si bien s’est promené
Qu’à la fin la mort le convie
Au vieux chemin prédestiné.
Aux discours qu’on tient sur sa bière
Qn peut voir bien des yeux rougis.
Et ceux même des endurcis;
Puis la paroisse toute entière
Sur la route du cimetière
L’accompagne au dernier logis.
Et sur les ifs ou dans le frêne
Les oiseaux en choeurs éclatants
Chantent tous: « Au divin domaine
Monsieur le pasteur se promène;
C’est fini, pour lui, de tuer le temps! ».
-H*
Edouard Vautier
des « Chansons du Pays de Vaud »
a Telepinerolo
Canale 56
CONFRONTIAMOCI
CON L’EVANGELO
ogni sabato alle ore 20,20
rubrica a cura di
Franco Davite
Attilio Fornerone
Marco Ayassot
B. C. L. E.
di Bera Luciano
Impianti elettrici,
civili e industriali,
manutenzioni
varie
Luserna San Giovanni
Via Borgo Antico, 4
tei. (0121) 909728/90793
Per i vostri acquisti
Librerie Claudiana
^ • TORRE PELLICE - Viale Mazzini, 2
Tel. (0121) 91.422
• TORINO - Via Principe Tommaso, 1
Tel. (Oli) 68.24.68
# MILANO - Via Francesco Sforza, 12!A
Tel. (02) 79.16.18
9
30 ottobre 1981
TORRE RELUCE
Collettivo Biblico Ecumenico:
un confronto aperto
Ha ripreso lo studio della lettera di Paolo ai Romani il 22 ottobre il Collettivo a cui partecipa
una trentina di persone tra giovani e adulti delle Comunità cattoliche e valdesi della zona.
Per chi si è unito al gruppo per
la prima volta era stata preparata una scheda sulla figura di
Paolo e una sintesi degli studi
dei primi otto capitoli esaminati
l'anno scorso.
Una giovane della Comunità
cattolica ha presentato una riflessione sul cap. IX della lettera ai
Romani.
Ad un approfondimento del
pensiero di Paolo — non accessibile a tutti — è seguito un confronto aperto fra i partecipanti,
sia in riferimento alle esperienze di fede di ciascuno che alle
definizioni teologiche.
Gli interventi susseguitisi dimostrano che occorre procedere
negli studi a tre livelli:
a) a livello di studio biblico
così come si sta facendo;
b) a livello di confronto teologico fra le due confessioni con
le varie sfaccettature e le conseguenti deformazioni delle singole
chiese;
c) a livello di sensibilità ecumenica, rilevatasi finora più concreta alla base che ai vertici, onde instaurare una catechesi che
privilegi l’ecumenismo.
L’attenzione del collettivo si accentra su alcuni pensieri di Paolo che ricorrono nella lettera ai
Romani come: fede, giustizia,
salvezza, comunità. Questi temi
che sono fondamentali per la crescita e la testimonianza delle
Chiese saranno ripresi per farne
oggetto di studio.
Prossima riunione: giovedì 5
novembre alle ore 20,45 presso
Centro Incontro (palazzo adiacente il Municipio - sotto i portici) per lo studio del 10° capitolo
della lettera ai Romani.
SAN GERMANO
L’Unione femminile ha ripreso
la sua attività mercoledì 28 ottobre. Tutte le sorelle sono caldamente invitate a partecipare a
questa attività.
• Sabato 31 ottobre ore 17 riunione monitori; ore 20.30 concistoro.
• Ecco le date delle riunioni
quartierali per la settimana 1-7
novembre: mercoledì 4 ore 20.30
Balmas; giovedì 5 ore 20 Costabella; venerdì 6 ore 20 Garossini. Per i Gianassoni data da destinarsi.
Ci auguriamo di poter fare un
2° giro di riunioni in novembre.
• Il gruppo giovanile si riunisce ogni mercoledì sera, ore
20.30.
Speranza
POMARETTO
(segue da pag. 1)
gliendo la parte di Abele, della
solidarietà e della lotta, ma è
nella resa e nella sottomissione
allo Spirito-libertà di Dio che
sempre troveremo le motivazioni per una lotta condotta con
speranza. E’ quello della sp>eranza il dono dello Spirito che ci
conduce quotidianamente tra il
calvario e la tomba vuota, tra
la croce e la resurrezione. Noi
viviamo, portiamo al mondo la
forza della speranza, di una speranza crocifissa perfino nei cuori
di pietra delle chiese, ma illuminata e viva per la vittoria della
resurrezione.
L’istanza ecumenica
La nostra stessa presenza ecumenica non può essere che fiduciosa remissione nell'opera dello Spirito di questa libera azione di Dio che fa ogni cosa nuova
in questa chiesa di Corinto divisa
e faziosa, che ha raggiunto i limiti della terra. Perciò l’istanza
ecumenica può essere una causa
sconfitta, ma viva come la speranza. Le autorità e i potenti, i
piccoli e meno piccoli che credessero di manipolarla, di strumentalizzarla o metterla a tacere, si
illuderebbero e peccherebbero
contro lo Spirito Santo perché
Dio è in Cristo solo Signore della sua chiesa. Egli solo vincola e
non è vincolato, il suo Spirito è
il vento che soffia dove vuole
(Giovanni .1: 7).
Tutto questo ci riporta alla
piccola comunità di Corinto che
aveva già al suo interno un problema ecumenico, al ministerio
dello Spirito che ad ognuno di
noi è affidato. Ci ricorda — lo
Spirito Santo c la memoria del
credente (Giovanni 14: 26) — che
per annunziare l’Evangelo che libera l’uomo, bisogna fin da ora
sapere e reimparare il canto che
si leva nella notte quando le catene si spezzano e si aprono le
porte come per Paolo non solo a
Filippi ma anche con i Corinzi.
E’ il canto della fede, della speranza e della carità.
L. Santini
• Lunedi 26 ottobre si sono
svolti i funerali del nostro fratello Ribet Aldo del Clot Boulard deceduto improvvisamente
presso l’Ospedale Civile di Pinerolo all’età di anni 69. Ai familiari in lutto la simpatia cristiana della Comunità.
• Ricordiamo le riunioni quartierali: a Inverso Clot mercoledì. 4 novembre alle ore 20; ai
Maurinl giovedì; 5 nov. alle 20,30 ;
alla Lausa mercoledì 11 nov. alle
20,30; a Perosa Argentina giovedì: 12 nov. alle 20,30.
« Domenica prossima, P novembre, assemblea di Chiesa. Ordine del giorno; culto invernale
fatto in Chiesa o nella Sala del
Teatro a motivo del riscaldamento.
Liste elettorali ; le liste elettorali rimarranno esposte fino a fine novembre alla porta del tempio (o eventualmente del teatro)
onde permettere le eventuali modifiche: aggiunte o cancellazioni.
• Il culto del 25 ottobre è stato a cura dell’« Equipe » del Convitto di Pomaretto. Il tema scelto per questo culto è tratto dalla I Corinti 13. Il contenuto inneggia all’amore ed alla carità.
Con questo culto l’Equipe ha voluto ringraziare la comunità per
l’aiuto dato nel loro lavoro. Messaggio di pace e di amore verso
quelle persone che più ne hanno
bisogno : in questo caso verso
bambini che sono in situazioni
non facili. Messaggio di amore
che dimostra che differenza ci sia
nel voler dedicare uno spazio di
tempo in un servizio che certamente è molto più utile che il
servizio militare; il servizio civile. Il fatto di non volere portare armi ma bensì; di dedicarsi
ad altre occupazioni più umane
è davvero un segno di Amore e
di pace.
Questo significato, ci hanno
voluto recare i componenti l’Equipe che ha tenuto il culto
stamane. A Nunzio che se ne va
il nostro pensiero ed il nostro
ringraziamento. Il nostro pensiero lo seguirà nel suo nuovo
impegno in Sicilia. Nel contempo un benvenuto a Andrea che
ha voluto seguire il suo esempio.
• Luigi Marchetti è responsabile della raccolta degli abbonamenti all’Eco delle Valli; è consigliabile affrettarsi e non attendere l’ultimo momento. Grazie.
TORRE PELLICE
A tarda età ha chiuso la sua
esistenza terrena la signora Ines
Fasulo Grossi. Era la moglie del
pastore Giuseppe Fasulo che fu
al servizio della Chiesa dal 1902
al 1931. Fu membro del Comitato di evangelizzazione e della Tavola Valdese.
La signora Ines Fasulo ebbe
l’immenso dolore di perdere tragicamente uno dei figli causa Taffondamento di un sommergibile
nell’Adriatico.
La nostra sorella in fede ci lascia un ricordo di fedeltà e di fede viva in Cristo. Nel tempo della sofferenza sapeva trovare pace
e conforto negli Inni e nella preghiera.
Il funerale ha avuto luogo il
17 ottobre al Cimitero di Luserna S. Giovanni.
Al figlio che non ha potuto
essere presente per ragioni di salute, esprimiamo la nostra simpatia cristiana con le parole;
« Beati i morti che muoiono nel
Signore ».
• Domenica 8 novembre avrà
luogo la consueta assemblea di
chiesa, con all’o.d.g. le prospettive future del Collegio.
L’assemblea si terrà nel Salone
del Convitto (entrata dal cancello di via Beckwith) che ospiterà
i culti domenicali del centro durante la stagione invernale.
• L’annunciata serata del Coretto nel tempio dei Coppieri avrà luogo sabato 14 novembre
alle ore 20.45 anziché sabato 31
ottobre. Il rinvio è dovuto a difficoltà tecniche incontrate nell’allestimento di « Partono i bastimenti ».
• La nascita di Estella il 3 ottobre ha rallegrato i genitori
Elena Bein e Gian Paolo Ricco e
il fratellino Pierre.
La comunità esprime con gioia
l’augurio che questa bimba cresca nella grazia del Signore.
• Con una simpatica cerimonia
avvenuta domenica 25 ottobre
presso la Foresteria di Torre Pellice, due educatori dell’Uliveto
Daniela Pons e Fausto Franchino, sposatisi poco prima in municipio, hanno invocato la benedizione del Signore sul loro matrimonio invitando i membri delle due comunità valdese e cattolica a partecipare nella preghiera alla loro gioia ed alle loro dichiarazioni di impegno.
La novità della cerimonia sta
nel fatto che essa è stata condot
ta dagli sposi che oltre ad una
dichiarazione delle loro scelte
hanno fatto delle letture bibliche, hanno pregato ed infine hanno invocato la benedizione del
Signore.
Nel corso della cerimonia il pastore S. Ribet, facendo l’esegesi
dei testi letti dagli sposi ha sottolineato come i credenti siano
chiamati ad avere da Dio il vero ed unico riferimento, poiché è
colui che fa crescere ciò che in
chiese diverse è stato seminato
ed annaffiato, mentre il sacerdote M. Polastro ha evidenziato in
apertura come sia importante
che i protagonisti e conduttori
della cerimonia siano proprio gli
sposi come espressione del sacerdozio universale dei credenti.
PRAMOLLO
BOBBIO PELLICE
È nato Diego, primogenito di
Olga Peyronel e Severino Crespo,
che abitano in una cascina a Gemerello, ma vengono in estate nel
loro alpeggio a Pramollo, dove è
sempre andato già il papà Eli
Peyronel, originario delle Case
Nuove dei Pellenchi. Ormai da
due anni era costretto dalla malattia a rinunciare all’alta montagna; ultimamente si era aggravato ed il Signore ha voluto richiamarlo a sé. Una folla commossa si è riunita venerdì 23 ottobre attorno alla famiglia in
lutto per accompagnare questo
fratello alla sua ultima dimora
terrena. Vogliamo esprimere a
tutti i familiari le più sincere
condoglianze e la solidarietà cristiana di tutta la comunità e
chiediamo a Dio di consolarli e
benedire in modo particolare il
piccolo Diego e aiutarlo a crescere.
• Sabato 24 i giovani sono stati invitati dal pastore per una
simpatica cena a cui è seguita
una discussione, un po’ scarsa a
dir la verità, anche perché scarso era il numero dei giovani presenti. Ci siamo chiesti quale futuro può avere la nostra comunità composta prevalentemente
da persone anziane. Cosa si può
organizzare, inventare perché i
giovani non siano tutti invogliati
ad andarsene, ad immaginare il
loro futuro via da Pramollo? Sono domande a cui non si può
rispondere facilmente; avremo
altri incontri e ne riparleremo,
speriamo anche con quelli che
non erano presenti stavolta.
• Domenica 25, dopo un breve
culto ha avuto luogo l’assemblea
di chiesa, in cui la rappresentante della comunità al Sinodo ha
latto una relazione sui principali
argomenti dibattuti e sulle decisioni prese in quella sede. Il cassiere nella sua relazione finanziaria ha detto che mancano ancora le contribuzioni di alcuni
membri di chiesa, per poter versare la cifra richiestaci dalla cassa centrale. Sarebbe bene che
ognuno contribuisse proporzionalmente al proprio reddito ed
entro il mese di dicembre, per
facilitare il compito del cassiere
stesso.
Ha fatto seguito un’agape comunitaria.
• Durante il mese di novembre inizieranno le riunioni quartierali.
• L’attività della corale riprenderà sabato 31 ottobre con una
riunione per decidere i prossimi
incontri e il programma di attività.
• È stato proposto anche di
sostituire la predicazione tradizionale del culto con uno studio
biblico, una domenica al mese,
per facilitare ed approfondire la
nostra conoscenza biblica.
• È iniziata, domenica 18 ottobre, la scuola domenicale; quest’anno possiamo contare sulla
collaborazione di un gruppo di
monitrici giovani, oltre a Marina e Marco che c’erano già Tanno scorso: Claudia, Ivana, Miriam, Daniela e Manuela.
Anche i corsi di catechismo sono iniziati regolarmente il 17 ottobre.
• Il 1” novembre, domenica
della Riforma, ci sarà il culto
con S. Cena; nel pomeriggio si
riunirà l’unione femminile.
Scuola Latina
di Pomaretto
• Domenica 8 novembre, alle
ore 12,30, presso il ristorante
« Bel Sito » a Pomaretto, avrà
luogo l'agape fraterna alla quale
sono cordialmente invitati allievi, ex-allievi ed amici dei nostri
istituti di istruzione e durante la
quale potremo esaminare insieme la situazione attuale.
Si raccomanda la prenotazione telefonando alla Sig.ra Baret
al numero 8.12.77, possibilmente
entro venerdì, 6 novembre.
RINGRAZIAMENTO
« Beati i perseguitati per cagion
di giustizia perché è di loro il
Regno dei cieli »
(Matteo 5: 10)
I familiari del compianto
Edoardo Barai
ringraziano di cuore tutti coloro che
in qualsiasi modo hanno preso parte al loro grande dolore in occasione
della dipartita del loro caro. Un ringraziamento particolare ai pastori Renato Coìsson e Paolo Ribet.
Perosa Argentina, 14 ottobre 1981
RINGRAZIAMENTO
I familiari Peyret e Grill ed in modo particolare la moglie Alina ringraziano sentitamente tutti coloro che
presero parte al grande dolore per la
scomparsa del loro caro
Levi Grill
Pomaretto, 18 ottobre 1981
« La Tua Parola è una luce sul
mio sentiero »
(Salmo 119)
II giorno 17 ottobre è mancato ai
suoi cari
Guido Decker
Con profonda tristezza ne danno
l’annuncio la moglie Elvira Silvani, ^la
figlia Nene con il marito Franco Piecotti, i diletti nipotini Marco ed Anna
e i suoi familiari tutti.
La famiglia ringrazia quanti hanno
fraternamente partecipato al suo dolore.
La Corale di Villar - Bobbio
Penice ha dato un concerto spirituale nel tempio di St. Jacques
a Losanna, sabato 24 ottobre. Il
giorno seguente i coralisti harmo
partecipato alla « Journée de Toffrande » di quella comunità, cantando, durante il culto, alcuni
cori insieme al locale Choeur Paroissial. Dopo il pranzo comunitario la nostra corale ha ancora
intrattenuto i numerosi amici e
parenti residenti in Svizzera con
canti tradizionali e folcloristici,
esprimendo in questo modo la
loro riconoscenza per l’ottima e
fraterna accoglienza.
SAN SECONDO
I nostri auguri a Piero Beux
(Centro) e a Concetta Costantino
che si sono sposati domenica 25
nel tempio di S. Secondo. Ci rallegriamo della loro residenza nel
quartiere di Crotta.
• Inviamo anche un sincero
augurio a Marino Cogno che ha
dovuto nuovamente essere ricoverato in ospedale per una complicazione seguita al serio intervento cardiaco subito in precedenza.
Il Presidente, la Commissione Direttiva, il Direttore Amministrativo, i
Colleghi Medici ed il Personale tutto
dell’Ospedale Evangelico Valdese prendono parte al dolore del Prof. Franco
Piccotti per la scomparsa delTIng. Guido Decker.
AVVISI ECONOMICI
INFERMIERA evangelica cerca aUoggetto camera e cucina, in affitto, a
Torre PeUice o Luserna S. Giovanni.
Telefonare ore serali 68.46.45. Torino.
ANGROGNA
Domenica scorsa, dopo il culto
unico, una sessantina di persone
hanno preso parte all’agape nella Sala; tra gli altri era presente un gruppo di giovani amici di
Stoccarda. Nel primo pomeriggio una conversazione del pastore ( su problemi della nostra chiesa) seguita da domande ha concluso una giornata serena e fraterna grazie anche al lavoro dell’Unione Femminile.
• In questi giorni il pastore
partecipa presso Napoli al convegno FCEI sul terremoto; riferirà nelle riunioni di quartiere,
le più vicine sono; il 3/11 al Martel, il 4 al Prassuit-Vernè e il 5
agli Odins-Bertot.
PRAROSTINO
Domenica 1" novembre festa
del raccolto: ore 10.30 culto di
riconoscenza e commemorazione della Riforma; ore 14.30 esposizione e vendita dei frutti di
Prarostino; Buffet e dolci. Tutti
sono cordialmente invitati.
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
dal sabato ore 14 al lunedi ore 8
dalle ore 14 della vigilia del giorno festivo infrasettimanale allo
8 del giorno successivo presso
rOSPEDALE MAURIZI ANO - Lusema San Giovanni - Tel. 98884.
Nella notte del glorr»! feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato. domenica e vigilia dei festivi) presso TOSPEDALE VAL
DESE - Torre Pellico - Tel. 938433.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva s notturne
r NOVEMBRE 1981
Luserna S. Giovanni: FARMACIA
GALETTO - Via Roma 7 - Tel.
909031.
CHIUSURE INFRASETTIMANALI
A Torre Pelllce: martedì chiusa
la tarmaola Muaton, giovedì chiusa la farmacia Intemazionale.
A Luserna San Giovanni: marcoledl chiusa la farmacia Preti,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto.
AUTOAMBULANZA
SERVIZI FERIALI E FESTIVI
Croce Rossa - Torre Pellice
Telef. 91.288.
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91365 - 91300
Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL CHISONE-GERMANASCA
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8,
dalle ore 14 della viglila del
giorni festivi alle ore 8 del giorni
successivi al festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
M recapito del servizio è presso
la CROCE VERDE di Perosa Ar
gentlna - Tel. 81.000.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
1“ NOVEMBRE 1981
Farmacia Fenestrelle - S. Germano Chisone.
AUTOAMBULANZA
Croce Verde Plnerolo - Tel. 22684
Ccoce Verde Porte - Tel. 201454
Croce Verde Perosa - Tel. 81000
10
lo
so ottobre 1981
LA STRAORDINARIA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI ROMA
Sulla strada della pace
Una grande, allegra volontà di pace e di vita, l’embrione di un nuovo
protagonismo della gente, forse una svolta nella coscienza popolare
AMNESTY INTERNATIONAL
Prigionieri per
motivi di opinione
« No ai missili, pace », questo diceva lo striscione di apertura del corteo che ha riempito
Roma, sabato 24 ottobre. Un corteo immenso, indescrivibile che
ha sfilato per oltre 5 ore nel pomeriggio pieno di sole della capitale. I primi manifestanti, partiti alle 15 da piazza Esedra, hanno raggiunto alle luci del tramonto piazza del Popolo, luogo
di conclusione della manifestazione. A quell’ora molte decine
di migliaia di persone stavano
ancora aspettando di potersi incolonnare, con i loro striscioni,
cartelli, bandiere, nel luogo della partenza. Sarebbero arrivati a
notte fonda, alla luce delle torce, dopo aver percorso 5 chilometri di strade romane ed essere passati davanti al consolato
sovietico, all’ambasciata americana, al ministero degli esteri
italiano.
Una fiumana di persone, che
più che percorrere le strade di
Roma, ne ha riempito i quartieri, si è riversata nelle strade laterali, ha coinvolto quelli che stavano ai lati, non solo a guardare
incuriositi o scettici, ma partecipi, disposti ad essere coinvolti,
a percorrere un pezzo di strada
con i manifestanti, a cercare
sotto quale striscione incanalarsi. Si è parlato di 300, 400, 500
mila persone, impossibile una
valutazione, certamente una folla enorme, sicuramente una delle più grandi manifestazioni del
dopoguerra, ed anche la più nuova: « il popolo di sinistra » italiano impegnato a dire la sua volontà di pace, il suo rifiuto di
una logica progressiva degli armamenti che può portare il
mondo nella spirale irreversibile di una guerra nucleare.
Una manifestazione
nuova e diversa
Una manifestazione nuova, che
ha colto di sorpresa gli « esperti » della politica, diversa da molte altre, non solo dalle grandi
manifestazioni per la pace degli
anni ’60, ma anche da quelie del
’68, da quelle sul Vietnam, da
quelle dei metalmeccanici. Una
manifestazione non guidata dai
partiti tradizionali, né dai tanti
pezzi della nuova sinistra, ma
sorretta, costruita, alimentata da
qualcosa di politicamente e culturalmente complesso, che è per
ora difficile da analizzare e catalogare secondo schemi che si rivelano di colpo vecchi e da rivedere. Senza lasciarsi prendere
troppo dall’entusiasmo, impresa
pur difficile per chi ha partecipato e visto coi propri occhi, si
Comitato di Redazione; Franco
Becchino, Dino Ciesch, Niso De
Michelis, Giorgio GardioI, Marcella Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot,
Giuseppe Platone, Marco Rostan
Liliana ViglieJmo.
Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Telefono 011/655.278 - c.c.p. 327106
intestato a . L'Eco delle Valli La Luce •.
Redazione Valli: Via Arnaud, 25 10066 Torre Pellice.
Abbonamenti 1982 (decorrenza 1°
genn. e 1° luglio): annuo 14.000 semestrale 7.500 - estero annuo
25.000 - sostenitore annuo 30.000.
Una copia L. 300, arretrata L. 500.
Cambio di indirizzo L. 200.
Pubblicità; prezzo a modulo (mm.
41x40) L. 7.000 più I.V.A.
Inserzioni: prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 colonna: mortuari
220 - doni 80 - economici 150 per
parola.
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
« La Luce »: Autor. Tribunale di
Pinerolo N. 176, 25 marzo 1960.
• L'Eoo delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio I960
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
può dire che nei volti dei ragazzi,
delle ragazze, dei giovani, delle
donne, ma anche degli operai dei
consigli di fabbrica, dei militanti
politici, dei pensionati, della gente senza etichetta, che camminavano nel corteo o applaudivano
lungo le strade, c’era una grande, allegra volontà di pace e di
vita, un bisogno di uscir fuori,
di dire la propria opinione; l’embrione forse di un nuovo protagonismo della gente, di un bisogno di cambiamento prima che
sia troppo tardi, sicuramente un
sussulto e forse una svolta nella
coscienza popolare.
Il movimento italiano per la
pace ed il disarmo ha riacciuffato, in questo pomeriggio romano, il già consolidato movimento
europeo, si è unito alle centinaia
di migliaia di persone che a Londra, Parigi, Bruxelles, come poco prima a Bonn, hanno detto no
agli arsenali nucleari e militari
tanto dell’Est quanto dell’Ovest.
Un movimento che tra tante contraddizioni e diversità culturali
e politiche, certamente tutte da
sviluppare, nessuna da nascondere, ha già individuato, mi pare, un obiettivo comune, cioè il
no alle grandi potenze imperiali,
l’America di Reagan e l’URSS di
Breznev. Chiaro su questo punto era il discorso pacato e semplice dell’altoparlante che apriva
il corteo: diceva no all’installazione dei missili americani emise e Pershing e chiedeva lo smantellamento degli SS20 sovietici;
chiari erano gli striscioni, i cartelli, gli slogans, anche se certamente erano più numerosi e consistenti quelli antiamericani: d’altro canto seno gli americani che
stanno per installare i loro missili a Comiso.
Sicilia in testa
Ed era proprio la Sicilia che
apriva il corteo con una rappresentanza lunghissima, quegli uomini e quelle donne che quindici
giorni prima avevano manifestato a Comiso. Uno striscione diceva « Dalla Sicilia alla Scandinavia, no alla Nato ed al patto
di Varsavia », e dietro migliaia di
persone provenienti da ogni parte dell’isola, con bandiere, cartelli, striscioni, un nastro variopinto di colori, rossi, verdi, azzurri,
bianchi, che chiedeva pace e lavoro al posto dei missili americani. Dietro, le scuole romane, i
vari comitati europei, l’OLP, le
organizzazioni giovanili dei partiti, gli obiettori di coscienza, i
militanti dei partiti della sinistra; anche uno striscione « Sinistra PSI », con dietro volti seri
e tesi, che si scioglievano in un
sorriso di gioia, quando sentivano gli applausi calorosi che scoppiavano al loro passaggio. E poi
ancora i giovani dell’ARCI, moltissimi e fantasiosi, con un grande striscione nero con disegnato
sopra una piccola terra in mezzo
alle stelle; sotto c’era scritto « È
l’unica che abbiamo ». Ed ancora
gruppi ecologisti, comitati di
quartiere, bande musicali di paese, i vigili urbani, ed un’infinità
di comitati piccoli e grandi che
portavano i nomi dei più sperduti paesi d’Italia. In mezzo al corteo anche molti gruppi di cristiani, i giovani della Federazione
giovanile ebraica, i giovani delle
Adi. Tra un gruppo della LOG
ed una della FOCI di Lamezia, i
giovani della FGEI con il loro
striscione, provenienti un po’ da
tutta Italia ed i membri della
chiesa valdese di Piazza Cavour
di Roma.
Evangelici:
presenza specifica
Proprio rispetto ai credenti
presenti a queste manifestazioni
credo bisogna fare una riflessione; sono presenti non come il
flore alTocchiello o come persone un po’ strane, ma valide di
tante altre manifestazioni; sono
invece presenti ed accettati come
persone che hanno qualcosa di
specifico da dire, che su questo
tema hanno un patrimonio da
portare a conoscenza di tutti, sono ascoltati e presi sul serio, non
strumentalizzati o strumentalizzabili. Questo, come evangelici,
come chiese protestanti italiane,
ci offre un grande spazio di testimonianza, uno spazio ed un
compito al quale non dobbiamo
sottrarci e che dovrà vederci impegnati soprattutto nei prossimi
mesi, quando si tratterà di dare
solidità a questo movimento per
la pace e di verificare il reale
impegno di ognuno.
Qualcuno nel corteo diceva
« questo è l’inizio, abbiamo davanti a noi un decennio di lotte
per la pace ». Ecco, credo sia
questo lo spirito col quale va vista questa grande manifestazione di Roma: l’apertura di una
porta verso una strada lunga, e
non sempre larga, di lotte, di dibattiti, di confronti, di impegni
personali e collettivi, su come
« costruire » la pace, consapevoli
appunto che la pace non è solo
assenza di conflitti, ma è un percorso nel quale si devono trasformare le strutture sociali ed i rapporti fra gli uomini; nel quale i
10.149 miliardi stanziati dal nostro governo per le Forze armate,
per il 1982, devono ridursi fino ad
annullarsi e colmare altri capitoli di spesa del nostro bilancio, la
salute, l’assistenza, la protezione
civile, le pensioni. Un percorso
nel quale i potenti della terra devono essere costretti, dai popoli,
dagli uomini e dalle donne di
questo mondo ad invertire la corsa agli armamenti, che nel 1980
ha raggiunto la somma pazzesca
di 500.000 miliardi di lire, a rivolgere questa ricchezza verso i
bisogni di pane, di giustizia, di
libertà di miliardi di persone che
muoiono di fame, che sono privati dei loro diritti, oppressi,
sfruttati ed uccisi. Su questa
strada ancora una volta la
storia ricomincia ed il messaggio
che questa manifestazione di Roma ci lascia, come le molte altre
manifestazioni sparse per l’Europa, è un messaggio di grande
speranza. Aldo Ferrerò
La « Settimana del Prigioniero
per motivi di Opinione » organizzata in tutto il mondo da Amnesty International, si è conclusa
a Torino con un incontro a livello nazionale, patrocinato dal
Comune.
Cesare Fogliano, presidente
della sezione italiana dell’organizzazione, nella sua relazione alla Galleria d’Arte Moderna, ha
richiamato l’attenzione del pubblico sulla drammatica ed allarmante situazione che riguarda la
violazione dei Diritti Umani, anche in Stati che siedono alle
« Nazioni Unite ». Migliaia di persone, sono imprigionate, torturate e messe a morte per il solo
fatto di appartenere a un gruppo politico, a una razza, a una
corrente di pensiero non tollerati dal proprio Governo.
Nel 1948 l’Assemblea Generale
delle Nazioni Unite votò la « Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo », ma questa « Carta » era già allora storicamente
in ritardo almeno di 200 anni.
Dal 1948 sino ad oggi quei Diritti sono stati costantemente violati dagli stessi governi impegnati per garantirli e propugnarli.
Fatti agghiaccianti
Fogliano riporta fatti agghiaccianti: donne e bambini uccisi e
tagliati a pezzi dalle truppe governative; paesi presi d’assalto
da eserciti in borghese; case e
raccolti bruciati, lavoratori uccisi mentre erano nei campi o
stavano rientrando alle loro case. Impressionanti le date: 17
giugno 1981; 19 luglio 1981. Amnesty International ha vivamente
protestato contro questi fatti avvenuti in Guatemala, come ha
preso posizione nei riguardi delle
persone sequestrate e fatte sparire nel nulla in Argentina, o delle
migliaia di uccisi in Iran, con
rimmediata esecuzione di una
sentenza di morte emessa, in base al Corano, da un Tribunale
composto da sole tre persone.
Fatti analoghi si possono raccogliere in molti altri Faesi. In
occasione di questa settimana
di sensibilizzazione dell’opinione
pubblica su questo problema.
Amnesty Imernational, con il sostegno e la collaborazione del
Comune di Torino, ha pubblicato un opuscolo che riporta quindici casi-campione di « prigionieri per motivi di opinione ».
Sono operai ed intellettuali, donne e giovani, pastori, ingegneri,
studenti, casalinghe: chiunque
può essere un « detenuto per motivi di opinione », nulla difende,
né l’età, né il sesso, né la condizione sociale o culturale. Sono
persone che non hanno commesso nessun reato, che non hanno
usato violenza. La loro colpa è
soltanto l’appartenenza a gruppi
politici, religiosi, razziali o di
pensiero non accettati.
Tre dei quindici casi riportati
nell’opuscolo nel frattempo sono
stati rilasciati, per l’intervento
di Amnesty International.
Questo incoraggia a credere
nella possibilità di poter fare
qualcosa, anche là dove la situazione sembra disperata.
Amnesty International è una
organizzazione privata, retta dal
lavoro volontario degli aderenti,
e vive con contributi spontanei.
Ha carattere mondiale ed è rappresentata anche in diverse città italiane. Ogni gruppo si occupa di un certo numero di prigionieri, per ottenere un miglioramento nel trattamento carcerario, per salvarli da torture e violenze, per risparmiare la loro vita. In molti casi la pressione dei
gruppi Amnesty sui governi ha
ottenuto reali miglioramenti nella tutela dei Diritti dei prigionieri, e in alcuni casi anche il rilascio.
« Non dobbiamo chiudere gli
occhi — dice Fogliano — dobbiamo avere il coraggio di dire
le cose, in modo che la gente
sappia, anche quando i mandati
di cattura, di sequestro, di sparizione, di tortura sono firmati dalla stessa persona che anni fa ha
firmato la "Dichiarazione dei Diritti Umani” ».
Giuliana Gandolfo
TRA I CASI ILLUSTRATI DA AMNESTY INTERNATIONAL
Un pastore e sua moglie
Il 28 luglio, 1979, armati non
identificati hanno rapito il Reverendo Gudina Tumsa, di 51 anni,
Segretario Generale della Chiesa
Evangelica Etiopica Mekane Yesus (EEMYC), e sua moglie,
Tsehai Tolessa, davanti agli uffici
centrali della chiesa ad Addis
Abeba. La moglie del leader della Chiesa è stata rilasciata quasi
immediatamente alla periferia
della città ma di lui non vi è più
stata traccia da allora.
E’ opinione corrente che il rapimento sia stato eseguito da
agenti di sicurezza del governo
in borghese. Il governo etiopico
non ha fatto alcuna dichiarazione in materia ma alti funzionari
governativi hanno fornito resoconti contraddittori. Si riferisce
che un ministro del governo abbia detto che il Reverendo Gudina Tumsa era detenuto e poteva
ricevere visite da parte di funzionari governativi stranieri. Ma
pare che nessun permesso del genere sia ancora stato concesso.
Altri funzionari governativi hanno negato che il rapito sia detenuto sotto la giurisdizione del governo.
La EEMYC è la più grande
Chiesa cristiana non ortodossa in
Etiopia ed è membro della Federazione Mondiale Luterana. La
maggior parte dei suoi aderenti
viene dal gruppo etnico Oromo
del sud del paese.
L’opposizione Oromo al governo militare di Addis Abeba è importante e una organizzazione, il
Fronte di Liberazione Oromo
(OLF), dichiara di controllare
parti del paese nel sud. Molti
Oromo sospettati di simpatizzare con TOLF sono stati arrestati
ad Addis Abeba e in altre città.
Gudina Tumsa è stato arrestato
due volte — nell'ottobre 1978 e
nel giugno 1979 — prima del suo
rapimento nel luglio del 1979. Ha
sempre negato un qualunque legame con TOLF. Molti altri membri del EEMYC sono pure stati
arrestati nel corso degli ultimi
tre anni, accusati di essere « contro-rivoluzionari » e « nazionalisti
stretti ». Malgrado questo, la
chiesa ha cercato un suo ruolo
nella rivoluzione, sebbene abbia
continuato a criticare gli eccessi
commessi in nome della rivoluzione.
Il 2 febbraio 1980, la moglie del
leader della chiesa. Tsehai Tole.ssa, è stato arrestata insieme a
molti altri Oromo a Addis Abeba.
Da allora è detenuta senza né
capi di accusa né processo e si
riferisce che lei e molti altri sia
no stati torturati. Tsehai Tolessa, che all’inizio è stata detenuta
nel Dipartimento Investigativo
Contro - Rivoluzionario, conosciuto come « Terzo Posto di Polizia », è, si crede, ora detenuta nel
quartier-generale del governo militare nel Palazzo di Menelik.
La « sparizione » del Reverendo
Gudina Tumsa è uno dei casi oggetto di investigazione da parte
del Working Group on Enforced
or Involuntary Disappearances
della Commissione delle Nazioni
Unite per i Diritti Umani. Il gruppo si sta pure occupando dei casi
di 10 alti funzionari del governo
precedente, dell’Imperatore Hailé
Selassié; sono stati arrestati nel
1974 e sono « scomparsi » mentre erano in carcere nel luglio del
1979; e di quattro leaders del Movimento Socialista Pan-Etiopico
(Me'isone) arrestati in luglio
1977, che sono « scomparsi » dal
carcere all’incirca nello stesso
periodo.
Rispondendo alle richieste d’informazione del gruppo di lavoro,
il governo etiopico ha dichiarato
che le sue informazioni erano
« infondate ». Quando il gruppo
ha chiesto se il governo etiopico
li avrebbe invitati a recarsi in
Etiopia nel cor.so del loro incarico, il Rappresentante Permanente Etiopico ha risposto: « Vi ho
assicurato T interessamento del
mio governo per la stretta osservanza di tutte le norme ernesse
dalla Commissione per i Diritti
Umani e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ». Ha descritto come « notizie false » le
asserzioni di « sparizioni » ma
non ha dato informazioni su nessuno dei casi sotto investigazione.