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1948
1988
1948-1988: il Consiglio ecumenico
delle chiese compie 40 anni. All'interno del giornale un inserto
è dedicato interamente a questa
ricorrenza.
Un’immagine
dell’incontro
del 15 agosto,
svoltosi
quest’anno
a PramoUo.
Anno 124 - n. 32
26 agosto 1988
L. 800
Sped. abbonamento postale
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a: casella postale - 10066 Torre Pollice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
SINODO DELLE CHIESE VALDESI E METODISTE CENTRALITÀ’ DELL’EVANGELIZZAZIONE
L'esigenza più radicale Conoscere Dio
Una discussione orientata principalmente sull’identità e sull essenza della chiesa - Riaffermare la necessità della formazione biblica
« Preso Paolo con sé, lo condussero su nell’Areopago, dicendo:
potremmo sapere quale sia questa nuova dottrina che tu proponi? »
(Atti 17: 19)
« L’essenza della chiesa è nell’esser dispersi e nel venir radunati da Dio, che ci chiama e ci dona
altri fratelli e sorelle con i quali
condividere l’identità di suoi figli
e il pane per il corpo e per lo spirito ».
Questo passaggio, tratto dalla
predicazione tenuta dal pastore
Gianna Sciclone in occasione del
culto di apertura domenica 21
agosto, può essere, almeno in parte, preso ad emblema di alcune
delle riflessioni che caratterizzano
questo Sinodo.
Poche volte, negli ultimi anni, i
temi proposti all’assemblea erano
stati tanto marcatamente contraddistinti dal loro carattere « interno ». Se ne sono accorti anche gli
organi di stampa, che non hanno
mancato di farlo notare, loro che
fino a due anni fa erano interessati a cogliere nelle chiese valdesi
e metodiste una voce significativa
su quei temi (la pace, i missili,
l’aborto, il rapporto con la politica, il Sudafrica, che portò addirittura ad un botta e risposta tra
Sinodo e ambasciata) che più appassionavano l’opinione pubblica.
Dall’anno scorso, invece, ha cominciato a farsi sentire l’esigenza
'■ di riflettere, tra fratelli e sorelle, in
primo luogo di quelli che sono il
senso e i caratteri costitutivi dell’essere chiesa, dell’essere chiesa
oggi, dell’essere chiesa in Italia,
ma pur sempre dell’essere chiesa.
Se pure sono sul tappeto il dibattito e le decisioni relative a
questioni complesse come i rapporti con lo stato, i finanziamenti
pubblici, i rapporti con il cattolicesimo, anche tramite incontri ufficiali , è sull’aspetto di « vita della chiesa » che la Commissione
d’esame, come ogni anno incaricata di « istruire » il Sinodo, ha inteso fornire all’assemblea il maggior numero di proposte ed interrogativi.
Nel fare questo, però, essa ha
seguito anche l’orientamento che è
stato della Tavola valdese, che dedica nella sua relazione pagine
dense e corpose all’aspetto orgànizzativo della nostra realtà ecclesiastica.
E qui occorre fare attenzione e
non farsi tradire dal significato più
immediato delle parole. Perché organizzazione della struttura ecclesiastica non significa « direttive
tecniche » o semplici « proposte
mmi,
ÈiessÉmlms
'mm
Si compone il corteo che raggiungerà il tempio. Dietro il pastore
Gianna Sciclone, i consacrandi John Hobbins e Daniela Di Carlo.
pratico-operative»: riflettere sul
senso della realtà di chiesa significa in effetti riflettere sul senso di
una vocazione.
Il Sinodo dell’anno scorso .aveva affrontato la questione dei rapporti tra diaconia e formazione,
due aspetti di questa stessa vocazione « per la quale — dice la Tavola nella sua relazione — siamo
chiamati a ricercare nel nostro
tempo e nel nostro paese le strade
della fedeltà all’Evangelo e quelle
di una presenza significativa nella
società ».
Dalle possibili risposte a questa
chiamata dal duplice aspetto è poi
spontaneo passare all’interrogarsi
sull’identità: tema, anche questo,
già affrontato l’anno scorso, e che
si trova costantemente stretto tra
due punti di vista: far fronte ad
una società seimpre più secolariz
zata e rispondere alle proprie necessità. In particolare, a questo
proposito, è illuminante l’interesse della relazione della Tavola per
una ricerca di soluzione alla questione: « E’ pensabile la programmazione di una espansione a livello locale e generale per la nostra
chiesa? ».
Di fronte a difficoltà piccole e
grandi, pratiche éd economiche,
strutturali e contingenti, Tavola e
Commissione d’esame ribadiscono
il « minimo común denominatore » nella Parola biblica. Si riaffermano l’importanza e la centralità della lettura e dell’esegesi;
l’evangelizzazione viene indicata
come una delle priorità da seguire.
In questa ottica, anche l’opera
Alberto Corsani
(continua a pag. 8)
L’Areopago di Paolo è il modello mis.sionario di oggi: far conoscere il Dio di Gesti Cristo nel
confronto serio e serrato con le
culture del nostro tempo. In genere noi parliamo di Dio in chiesa. E questo va benissimo, ma
non basta. Ridire la nostra fede
nel circolo dei fratelli e delle sorelle ci riempie di soddisfazione
e speranza, ma non è sufficiente.
Riconfermarci nella fede comune dovrebbe servire soprattutto per affrontare l'Areopago di
oggi, perché è fì che si gioca il
destino della nostra chiesa. Riusciamo a dialogare e magari
scontrarci con le culture del nostro tempo? Desideriamo portare
« tutto e tutti » a Cristo senza
evitare l'intreccio e la complessità dei problemi attuali? Nell'Atene di duemila anni fa Paolo affronta la relazione tra Dio
e Zeus, tra giustificazione per fede e divintz.zazione dell'uomo,
tra unicità di Dio e pluralità degli idoli. L'apostolo non si pone
di fronte a quel gruppo agguerrito di intellettuali come uno che
ha la verità in tasca, ma come
una persona sorretta sì da una
profonda convinzione, ma in ricerca e problematica. Egli argomenta. tenta di smontare dall'interno alcune delle tesi della filosofia greca, pone interrogativi
nuovi e solo dopo essersi seriamente calato in quella cultura
illustra e confessa la propria fede nel Dio conosciuto e riscoperto, ogni giorno, in Gesù Cristo.
Non era in programma quel
confronto in diretta con gli intellettuali ateniesi.
Ma, si sa, un testimone non è
una persona che fa le otto ore
e perì chiude; ogni occasione è
preziosa per tentare, a tempo e
fuor di tempo, di parlare di Cristo.
Il confronto avviene lontano
dai rumori della città, in un luogo tranquillo in cui si può ragionare e andare in profondità
senza essere disturbati da fattori esterni. Atene sa tutto, ma
non sa nulla di Dio. Conosce una
pluralità di idoli, dedica persino
una o più lapidi ad un « dio
ignoto » ma non conosce il Dio
della Bibbia. Benché fuori programma e fuori dai luoghi tipici del culto e delle pratiche religiose, Paolo si lancia nella sua
appassionata testimonianza. Ma
nel suo dire non c'è solo emozione, ripetizione di parole. C'è
soprattutto un prendere molto
sul serio la religiosità di quello
stesso pubblico che, come sappiamo, finirà col deriderlo. Nel
pubblico che lo ascolta non si
avvertono reazioni particolari
fintanto che Paolo parla in generale di Dio.
E' un Dio in mezzo agli altri.
Ma quando Voratore precisa che
conoscere Dio significa, per lui,
incontrare Colui che è risorto
dai morti, qualcosa allora si spezza tra il pubblico e il brillante
predicatore. Nessuno alla fine del
Suo dire gli andrà incontro per
stringergli la mano e dirgli:
« Bravo! Bellissimo discorso! Le
cose stanno veramente come ci
hai detto! ». Quello che riscuote
successo nel circolo dei fratelli
e delle sorelle in realtà suscita,
in un pubblico normale, scetticismo. La presentazione di un
Dio che vuole giudicare il mondo attraverso un uomo risorto
dai morti non convince.
Ma il fallimento non è totale.
Alcune persone, e tra queste una
donna (presenza rara in quell’arena tutta maschile), vogliono
saperne di più. Per poche persone inizia così un nuovo cammino di ricerca nella conoscenza di
Dio.
Fin dall’inizio della storia del
cristianesimo — e l’episodio dell’Areopago ce lo conferma una
volta di più — i migliori tentativi di evangelizzazione possono
fallire. Ma il vero fallimento non
è quando tentiamo di uscire dal
nostro « giro » per parlare di
Cristo, ma è quando non troviamo più il coraggio e la fantasia
per farlo.
A cosa serve conoscere Dio se
non siamo in grado di presentarlo agli altri? L'ignoranza di
Dio ci lascia indifferenti? Non
fremiamo anche noi come Paolo
« dentro noi stessi » nel vedere
10 sfascio che ci circonda e condiziona la nostra vita? La lapide al « dio ignoto » è venerata
anche nelle nostre città alle soglie del duemila. Si sanno molte cose ma non si conosce l’essenziale. Si spendono molte energie nel correre dietro agli idoli del nostro tempo e non si trova tempo per afferrare il senso
autentico di questa nostra vita
che passa troppo in fretta. Nel
deserto dell’ignoranza di Dio in
cui viviamo il compito nostro
resta quello di indicare la giusta direzione in cui incontrare
Dio. Se questo incontro non ci
.sarà, sarà anche per colpa nostra perché non abbiamo avuto
11 coraggio di uscire dalle nostre
sicurezze e dal nostro piccolo
mondo antico. Non possiamo
fermarci nella conoscenza di Dio.
Egli vuole che cresciamo nella
Sua conoscenza nel confronto
continuo con chi ancora non Lo
conosce.
Giuseppe Platone
2
commenti e dibattiti
26 agosto 1988
L’OPINIONE
Emergenza Sicilia
Qualche appunto intorno
all’« emergenza Sicilia » o
« Palermo »; espressione coniata per rappresentare quello che è successo in seguito
al responsabile grido di allarme lanciato dal magistrato Paolo Borsellino. Sono
portato a credere che la vera
comprensione dell’attuale emergenza (spaccatura del
CSM, difesa di Meli, azzeramento della Squadra Mobile
di Palermo, allontanamento
del vice-questore Accordino
ecc.) debba partire da una
concezione della mafia che ricalchi quanto scritto sul giornale del 27 dicembre (partecipai alla stesura di quell’articolo) dal Centro Diaconale di Palermo all’indomani del maxi-processo.
« La mafia — iniziava il
’’Punto di vista” — è un fenomeno complesso, fortemente radicato nella società,
organizzato con grande coerenza ed ampiamente esteso
a livello internazionale... ».
Queste poche battute offrono un orizzonte ampio e
ragionato, perché possa essere accettato come rivelatore della normalizzazione che
è stata perseguita, indisturbata, da una grande organizzazione, articolata e coesa
sia a livello territoriale (vedi le rivelazioni di Calderone) per prevedere e utilizzare le grandi risorse dello stato, sia a livello sociale per
dirottare e accaparrarsi in
modo certo quelle risorse.
Gli interventi del sociologo Pino Arlacchi — sulla
stampa quotidiana e su pubblicazioni specifiche — gettano sempre nuova luce sulle giunture e sullo spessore
socio-politico-economico di
reco
delle valli valdesi
settimanale deUe chiese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio GardioI
Vicedirettore: Giuseppe Platone
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Oeodato, Roberto Glacone, Adriano
Longo, Piervaldo Rostan
REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE: via Pio V, 15 - 10125 Torino - telefono 011/655278
Redazione valli valdesi: via Repubblica, 6 - 10066 Torre Pellice - telefono 0121/932166
ABBONAMENTI 1989
Italia
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Longo (vicepresidente). Paolo Gay, Giorgio Gardiol, Franco Rivolta (mennbrl)
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Stampa: Coop. Tipografica Subalpina - via Arnaud 23 - 10066 Torre Pelllce - tei. 0121/91334
Registrazione: Tribunale di Pinerolo n, 175, Respons. Franco Glampiccoll
Il n. 31/88 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino e a quelli decentrati delle valli valdesi il 4 agosto 1988.
Hanno cdllaborato a questo numero: Bruno Costabel, Sergio Franzese,
Giorgina Glacone, Paola Montalbano, Teofllo Pons, Margarete Ziegler.
una compagine che si ricrea
e si trasforma incessantemente.
« Il saldo monopolio — si
legge in un recente articolo
apparso su ”La Repubblica”
del 2.8.’88 — di tre mercati
cruciali (il mercato del credito, dell’edilizia pubblica e
privata, e del lavoro) esercitato (da boss politici meridionali, ndr), spesso in società con formazioni criminali o tramite l’uso di pratiche illecite, ha consentito loro di perpetuare il proprio
dominio... ».
Il punto non mai chiarito
(e che Arlacchi non esclude)
è se il boss politico è interno alla organizzazione mafiosa.
I grandi delitti politici della Sicilia (Mattarella, La Torre, Reina, ecc.) potrebbero
indirizzare verso la soluzione del dubbio e la normalizzazione perseguita in questi
due ultimi anni lascerebbe
intendere una strategia di
preclusione verso una lettura totale della mafia.
Un insieme di valutazioni
— derivanti da effetti disseminati in molte pieghe della
società in tempi diversi, e
persistenti — conducono alla nozione (da attribuire alla mafia e più. in generale alla criminalità organizzata)
d.i « elemento strutturale del
sistema », cosicché il compito dello stato, nelle sue varie articolazioni di lotta, è
di andare « oltre le apparenze » (Qrlando) e di ricercare
« altrove » (Arlacchi).
In questa, luce la rispolverata dell’Alto Commissariato potrebbe apparire un malcelato alibi.
Alfonso Manocchio
SITUAZtONE
ALLARMANTE
Caro GardioI,
leggendo l'intervista al moderatore
Giampiccoli ho avuto l’impressione che
hai trascurato un punto principale che
dovrebbe essere, a mio parere, af‘
frontato al Sinodo, quello che Vittorio Subilia ha posto all’attenziorre,
prima di morire, nella lettera al fratello P.V. Panasela pubblicata nel n. 21
della "Luce” del 27.5.88: « La situazione allarmante in cui siamo, dal
Consiglio Ecumenico alla nostra Chiesa ». Così continuava: « Si è perduto il
centro, i riferimenti biblici sono caduti, non ci si occupa che di un
ecumenismo falso e livellatore, del
terzo mondo, di ecologia, di confor
mismo ai problemi sociali »; parere
che condivido.
Un ritorno alla Bibbia, alla Parola,
un rinascere interiormente, per poter
trasmettere il nostro bagaglio spirituale.
« Non possiamo annunciare il Signore vivente con autorità se questo evangelo non fa parte in primo luogo
della nostra esperienza di fede personale e comunitaria » (V. Benecchi).
Ecco la crisi di cui scriveva Subilia.
Tutto è conseguenza del nostro modo di essere evangelici.
Salvatore Peri, Trento
ELEZIONI USA E
CULTURA
PROTESTANTE
Tg 2 delle 13, 23 luglio '88. Dopo
un servizio sulla "nomination" di
Dukakis viene annunciata « un’inchiesta per capire l'America che a novembre sceglierà il nuovo presidente ».
Con la consueta imparzialità (consueta non solo al Tg 2) si parla di due
Americhe. Da una parte quella « delle
armi agli ayatollah » (quella di ReaganBush), i cui sostenitori sono dipinti
come mostri di cinismo, assetati di
denaro, abbagliati dai miraggi del profitto, insensibili alla miseria di tanti
dei loro concittadini (ovviamente non
si ritiene opportuno ricordare che in
giugno la disoccupazione ha toccato il
minimo ventennale, meno della metà dell’Italia), « che si trovano di fronte gli spettri della droga e dell'AIDS ».
Dall'altra « l'America di quelli che non
si fanno sedurre dai miraggi », che credono nella solidarietà, sensibili ai bisogni della gente (quella cioè di
Dukakis e del miliardario Bentsen).
Come nei vecchi western insomma,
la distinzione fra buoni e cattivi è facile e netta. Poi il commentatore aggiunge: « Non a caso le radici culturali dei due candidati sono ben diverse: "wasp" quelle di Bush, cioè
bianche e protestanti, europee quelle del partito di Dukakis ». Quest’ultima « analisi » avrà certamente dato
alla maggior parte degli italiani (infatti nelie schedature somatiche della
polizia inglese bianchi e italiani erano
ben distinti) di essere, come John
Wayne nei suoi film, dalla parte
giusta. Ma noi protestanti? Non solo
in questa crociata di santi filantropi
contro strozzini untori che pare siano
le elezioni americane siamo stati affiancati a questi ultimi, ma dobbiamo
concludere che il protestantesimo è
nato in America o che sia Europa solo dove c'è la chiesa di Roma, o almeno quella greco-ortodossa, cui Dukakis, ora che è in campagna elettorale, si è ricordato di appartenere.
Lucio Malan, Torre Pellice
RAZZISMO
ANTICATTOLICO
Spett. Luce,
è con disagio che noto nei miei
fratelli evangelici un certo • razzismo »
nei confronti dei cattolici, con punte
di vera e propria Intolleranza religiosa quando si parla dell'ora di religione. A questo proposito taluni hanno
fatto vere crociate contro simboli,
per me innocui, come i crocifissi nelle
aule; altri si sono schierati quasi a
favore della bestemmia, perché è
contro la « religione di stato » (oltreché Il buongusto di tutti), mentre alcuni, con loro notevole disagio, vanno a prelevare i figli piccoli a scuola
durante la mattinata, perché non partecipino né ali'ora di reiigione, né a
quella alternativa; la qual cosa, se
per noi evangeiici dimostra una grande coerenza ideologica, viene giudicata da tutti gli altri come un atto di
puro fanatismo e, quello che soprattutto importa, non è compresa dai
bambini, sia nostri, sia degli altri.
Ora, siccome ritengo che tutta la
questione dell'ora di religione sia
solo politica, credo che solo politicamente vada risolta; e che noi evangelici, pur avendo diritto a dire la
nostra opinione e a fare pressione
soprattutto attraverso gli organi che
ci rappresentano, come la Tavola, dovremmo sempre manifestare, nella vita quotidiana, quell’atteggiamento di
tolleranza cristiana che non dimostra
inferiorità, ma superiorità morale, che
fino a poco tempo fa ci ha caratterizzato e ci ha distinto proprio dai cattolici e dal loro modo ristretto di vedere e vivere la vita.
E non dobbiamo avere tanta paura
che i cattolici possano manipolare le
coscienze dei nostri figli; dobbiamo invece temere di allontanarci dallo Spirito e dalla parola di Cristo, comportandoci in questa maniera, che è ben
lontana da quell’amore universale verso tutto il prossimo che si continua
a predicare a gran voce nelle nostre
chiese.
Perdonate questo sfogo, ma è da
tanto che rimugino su questi problemi e non arrivo nemmeno ad esprimere il mio pensiero con gli amici della
mia comunità.
Paola Ghirardelli, Trieste
/ problemi sollevati circa la comprensione, la tolleranza, Vamore verso
tutto l’uomo, sono problemi reali; ma
non bisogna confondere quella che è la
difesa di alcuni principi di libertà con
il settarismo, (red.)
se così di esorcizzarne anche l’esistenza.
Devo ammettere che questo silenzio, certamente voluto, mi ha profondamente choccato: in esso vedo
la conferma che il nostro piccolo
mondo evangelico non è poi così al
riparo, come crediamo, da certe tentazioni di tipo egemonistico — in fatto
di cultura — che volentieri rimproveriamo ai mondo cattolico.
Giorgio Goss, Genova
SPAZIO PER TUTTI
Premetto che non sono membro
della TEV, sono un semplice membro
di chiesa metodista proveniente dal
cattolicesimo; tuttavia non posso condividere l'accanimento di Vera Roggeri contro i Giovannini e i Bonifazi anzi, proprio il tono della sua
ultima lettera pubblicata sulla Luce
5.8.88 mi ha indotto a scrivere alla TEV
per richiederne le circolari.
Sono d’accordo con lei nel sostenere che il settimanale La Luce dovrebbe dare spazio a tutti coloro che
scrivono e che quindi non sia molto
democratico né tanto meno fraterno
non pubblicare le lettere pervenuto su
di un dato argomento.
Tuttavia non ho mai notato che gli
scritti dei fratelli (penso ohe sia comunque doveroso aggiungerlo) Bonifazi, Giovannini e Goletti fossero evidenziati con caratteri addirittura t;-ionfaii. Mi sembra che La Luce aobia
altrettanto trionfalmente dato spazio
alle sue lettere.
Per quanto mi riguarda poi, in tutti questi anni in cui ho letto le lettere
dei tre farisei e le sue non sono stato
né ossessionato dalia loro ripetitività, né dalla sua. A volte condivido
parte delle lettere degli accusati come altre volte condivido le sue. Penso che vi possa essere conservatorismo anche non fanatico cosi come
penso che le rivoluzioni, e soprattutto
quella del Cristo in cui la Buggeri
FONDO DI SOLIDARIETÀ'
Alessandro presto operato
Come preannunciato in occasione deii’elenco pubbiicato
il 22 luglio scorso, abbiamo provveduto ad inviare ai Centro
agricolo del Bagam in Camerún (Africa) ia somma di L. 5
milioni, tramite ia Tavola Valdese.
Con il prossimo mese di settembre, in cui pubWicberemo
l’elenco dei doni pervenutici nei mesi di luglio e agosto (purtroppo i tempi delle poste sono sempre piuttosto lunghi anche a causa di disguidi) contiamo di chiudere la sottoscrizione ’’contro la carestia in Eritrea” dato che anch’essa è ormai
prossima al traguardo prefissato dei 5 milioni di lire.
Per quanto poi concerne la sottoscrizione ’’per Alessandro”, il himho di dieci mesi in attesa di essere ricoverato
presso il policlinico belga di Lovanio per un trapianto di fegato, apprendiamo che ora egli è al primo posto nella lista
di attesa e pertanto c’è da ritenere che venga chiamato al
più presto.
Come abbiamo già precisato, Alessandro è in affidamento temporaneo presso una famiglia di Brescia: le
spese relative, sia a questa situazione sia al successivo intervento chirurgico (quest’ultimo solo parzialmente a carico del
ministero della Sanità), rappresentano un onere non indifferente. Mentre abbiamo già inviato i primi due milioni raccolti, attendiamo ulteriori generose e sollecite offerte (si prega specificare.: per Alessandro).
Ricordiamo che tutte le offerte vanno inviate al conto
corr. postale n. 11234101 intestato a: La Luce, fondo di solidarietà, via Pio V, 15, Torino.
GLI EDITORI
VALDESI
Caro Direttore,
l'articolo di Rina Lydia Caponetto
sulla partecipazione dell'editrice Claudiana al r Salone del libro di Torino
mi suggerisce due osservazioni: la
prima riguarda il tono, che trovo troppo trionfalistico e che contrasta con
I bilanci dell'editrice valdese; la seconda porta sul black-out decretato
dairartrcollsta all'altra giovane casa
editrice protestante torinese, cioè l'Albert Meynier di Torino.
Nemmeno a farlo apposta, gli organizzatori della manifestazione torinese le avevano poste nello stesso
corridoio ad una distanza di 50 metri l'una dall'altra.
Ma Rina Lydia Caponetto preferisce
ignorarne la presenza, sperando for
crede, non debbano essere, soprattutto
fra di noi sorelle e fratelli valdesi e
metodisti, necessariamente cruente.
Sembrerà una banalità ma ho conosciuto conservatori molto rivoluzionari e moltissimi rivoluzionari molto conservatori.
Penso comunque che soprattutto sul
nostro settimanale debba esserci, come
mi sembra che già ci sia, spazio per
tutti, anche per i fanatici rivoluzionari.
D’altra parte, e in questo sotto certi
aspetti sono d'accordo con lei, se mi
rendessi conto che il nostro settimanale, nonché le nostre chiese fossero degli organi di partito (non mi
interessa quale e di qualsivoglia colore) e allora cara sorella Buggeri,
anch'io, magari in silenzio, chiederei
di essere cancellato dai registri di
quella chiesa che tanto mi dà e mi ha
dato.
Francesco R. Borasio, Vercelli
3
26 agosto 1988
fede e cultura
UN’IMPORTANTE COLLANA DELL’EDITRICE CLAUDIANA
Lutero in italiano: una scelta felice
Alla base deH’iniziativa un motivo culturale, una ragione ecumenica e un motivo pastorale - Un saggio di presentazione che parte dalla biografia del riformatore per giungere ad una acuta definizione della sua complessa persona
Ogni anno il Sinodo Valdese
esamina o discute il lavoro della Claudiana. Siccome tutto o
nulla può accadere in un Sinodo, può anche accadere che, come nei parlamenti, l’aula sia piena dì curiosi per una bega banale o seriale di poco conto, e
sia vuota nei momenti decisivi,
come quello' dello studio dell’orientamento della Claudiana.
Questo non impedisce che la
casa editrice sia e resti una carta di orientamento per comprendere dove va o dove si ferma
la Chiesa valdese, se essa accetta di arenarsi in un ghetto o se
accetta la sfida di un paese complesso, appassionante, contraddittorio come l’Italia, o come
l’Europa, o come l’America del
Sud, con il coraggio o la boria
di una minoranza significativa
o con la fiducia in Dio anche
per la nostra gente.
La Riforma e
l’editoria italiana
Vi furono e vi sono dei tempi
nei 'quali la nostra chiesa avvertì la necessità di presentare i
testi della Riforma italiana ed
ebbi; uomini, come Emilio Comba, che ne avvertirono rincontro con la cultura italiana. Avvenne, non poche volte, che altre case editrici, come la Doxa
(per mezzo di Gangale e Mìegge) fiutarono l’aria e i gusti della gente in toni avanzati, o come Sansoni, che lanciò la traduzione della Bibbia di Giovanni Liizzi, o come Feltrinelli, che
pubblicò il libro di G. Miegge
su Lutero giovane, o come
njTET, che pubblicò il Lutero
di L. Firpo (Scritti politici) e il
volume, curato da Valdo Vinay,
Scritti religiosi di Lutero.
Ed avviene che case editrici
come la Meynier esprimano un
buon gusto nell’edizione di opere protestanti classiche. La Claudiana non ha l’esclusiva della
presentazione del protestantesimo in Italia!
Un progetto
importante
Ma la scelta del lancio della
collana « Lutero in italiano » (è
ormai il titolo popolare!) ci fa
esclamare: scelta felice! La Commissione, formata da tempo da
valdesi, metodisti, battisti e luterani è stata concorde con il
responsabile dell’editoria e con
il direttore della collana Paolo
Ricca nel compiere questo lavoro. Né la povertà dei mezzi finanziari né la pochezza delle nostre forze evangeliche in Italia
ne, hanno impedito la decisione.
Felice scelta pe’- d fatto in sé.
Il fatto è Martin Lutero! Quel
Lutero la cui eco è stata recepita da un vasto pubblico italiano al centenario della nascita
del riformatore nel 1983. Case
editrici cattoliche, evangeliche,
laiche, in Europa, America, Australia, in Italia, ne hanno percepito l’importanza e non pochi
best seller ne sono stati il prodotto.
Felice scelta per la scelta del
direttore: un professore della
Facoltà. Era un dovere, era ovyio, naturale, che fosse così, ma
e bene che la parte docente più
qualificante e qualificata delle
nostre comunità sia consapevole
dell’obbedienza ad una attesa
comunitaria.
Felice scelta per i collaboratori: tutti giovani, figli della presente generazione, donne e uonnind, insegnanti universitari e
non: Silvana Nitti, Laura Ron
chi, Fiorella De Michelis, Alberto Gallas, Anna Morisi Guerra,
Elio Pizzo. Alcuni pastori: Gino
Conte, Giuliana Gandolfo, Emidio Campi, Angelo Alimonta. Ed
altri arriveranno.
Felice scelta per le dimensicmi
del progetto. Tutti conoscono la
Weimarana, la grande edizione
critica delle opere di Lutero (in
tedesco e in latino). Tutti sappiamo dunque il peso del confronto. Ma direttori, e non, sanno che se domani una casa editrice potrà pensare all’Opera
omnia si tratterà di una grande
casa, simile alla Olschki o alla
antica o nuova Sansoni o di opere a livello nazionale. Tutti sappiamo che esiste un Corpus Reformatorum, che raccoglie criticamente le opere dei riformatori
italiani.
Ma, come accade in Germania,
nei Paesi scandinavi, in America e in Australia, la scelta editoriale avviene nelle Opere scelte di Lutero o Calvino ecc., e
questa scelta è motivata dalla
natura del messaggio non soltanto intellettuale e colto, ma
indispensabile ad ogni uomo per
la sua vita intima, spirituale, soj
dale, politica. I temi sono temi
di appuntamenti con la gente
comune, con ragazzi ed adulti,
da « Piccolo » e da « Grande Catechismo », con turchi ed ebrei
(molto discutibili e giustamente
criticabili), con la Roma del 15001600, con i Concili, con il grande mondo e la piccola chiesa,
con l’espressione della « Frati
Musika » e con l’incontro con
l’arte, con i prìncipi e con le
folle.
Le ragioni della
pubblicazione
E veniamo ora ad un appunto
sul terzo volume della collana.
Consigliamo di seguire il criterio: leggere il progetto (pag. 9598) dell’itinerario cronologico
(pag. 89-93) e, dopo la presentazione di Paolo Ricca, affrontare
il libro di Gerhard Ebeling:
Martin Luthers Weg und Wort
(1983), tradotto dal torinese Oscar
Pernwert e Paolo Ricca.
Il « presentatore » presenta le
ragioni della pubblicazione:
a) motivo culturale. « Non si
può capire il mondo moderno,
o se ne ha una misura incompleta, se non si prende coscienza dell'apporto di Lutero, anche
se, com'è noto, egli fu ancora
largamente condizionato dalle
problematiche e dall’universo
spirituale e concettuale del Medioevo »_
Studiare Lutero è indispensabile per capire l’influenza « indiretta » sul mondo moderno (come sostiene E. Troeltsch) dei
« figliastri della Riforma », cioè
il protestantesimo radicale, e in
particolare il puritanesimo, che
affermarono e immisero nel corpo vivo della storia sociale elementi costitutivi del mondo occidentale moderno, quali i diritti di libertà di coscienza e di
culto, TautogoveiTio della comunità locale, il principio di tolleranza e pluralismo religioso, la
.separazione della chiesa dallo
stato, e la laicizzazione di quest’ultimo, e così via (pag. 9-10);
b) ragione ecumenica. Lo studio di Lutero aiuta a comprendere i motivi ecumenici e teologici del « dissenso », a scoprire
le note di una diversa esperienza di fede e intendere l’atto salvifico di Dio, la Sua comunicazione agli uomini (quindi il ruolo della chiesa) e la risposta umana ad esso;
c) motivo pastorale. La fisionomia di Lutero sta nell’essere
« dottore della chiesa », biblista,
« evangelista ». Ridare il posto
giusto alla Parola di Dio. « Leggere Lutero serve a prendere coscienza del significato e della
portata di una rifondazione biblica della fede cristiana. Può
anche invogliare a partecipare
a questo processo, che ormai sta
coinvolgendo tutte le chiese »
(pag. 14).
G. Ebeling è, a differenza del
curatore e collaboratori, uomini
della « attuale generazione », uomo di tarda età: nato a Berlino nel 1912, è docente emerito
di teologia sistematica e simbolica alle Università di Tubinga
e di Zurigo; presidente del Comitato editoriale della Weimarana (edizione critica delle opere di Lutero), è uno dei massimi
conoscitori e interpreti del pensiero di Lutero. Egli è stimolato dalla pubblicazione delle Opere scelte a sottolineare alcuni
fatti: l’Italia è l’unico paese
« straniero » in cui Lutero- abbia soggiornato. Esso però è tipicamente rimasto chiuso, per
la Controriforma (ma anche a
motivo del laicismo e modernismo) al messaggio luterano. Se
la Claudiana pubblica oggi Lutero è perché « i tempi sono maturi »: la cultura « laica » s’interessa a Lutero. Il « Lutero cattolico » interessa la Chiesa di
Roma. La ricerca ecumenica urge alle porte delle comunità evangeliche, anche quando non
sono confessionalmente lutera
II saggio di Ebeling parte da
un « cenno biografico a grandi
linee ». Viene sottolineato un
contrasto fra l’itinerario « ordinario del figlio della Turingia»
e il suo incontro con la cultura
del tempo della Erfurt universitaria e con un « grande mondo fatto di papi, imperatori,
principi e diete, movimenti popolari e sociali ». La linea costante della vocazione, compresa
quella monastica, è da ricercarsi nella « disponibilità al silenzio, alla concentrazione ed alla
meditazione spirituale sul testo
biblico nella cella del convento
prima e pai nel suo studio ».
Dal tardo Medioevo
alla rivolta
Da « figlio del tardo Medioevo »
Lutero diventa professore e
predicatore in rivolta: università e pulpito sono gli ambienti
nei quali vive e opera; si nasconde alla Wartburg e si esprime
(da Worms a Wittenberg) l’uomo singolare, l’agostiniano. I
tempi della solitudine si alternano con quelli pubblici, con i
tempi di proclamazione del « non
posso altrimenti », con il richiamo alla Sacra Scrittura e alla
coscienza e i tempi di difesa verso le tendenze socialistiche, che
confondono la libertà del cristiano con la « libertà » politica,
contro le prediche di Carlostadio, o con e contro amici che
diventano avversari e con avversari che diventano amici. Nei
tre capitoli « In bilico fra tradiz.ione e rivoluzione », « Solo con
la Parola nel vortice della politica », « Dottore della chiesa, educatore del popolo » Ebeling tratta le vicende di una coscienza
agitata dagli eventi ma riposante nella Parola del Signore, la
vita di un monaco che si rifiuta ai voti monastici, che, dopo
e con molti altri, si costituisce
una casa, dove canta la gloria
di Dio. educa il popolo con le
prediche e la chiesa, come chiesa di popolo, mentre lascia a
Martin Lutero nella raffigurazione che ne fece Lucas Cranach.
Dio il diritto semplice e supremo di « Signore ». Trattasi di
una cronaca che diventa politica, o di una politica che si fa
cronaca? Il lettore legga e giudichi.
In un capitolo « pensante » lo
Ebeling riordina i concetti fondamentali del cristianesimo della Riforma. « L'itinerario è condizionato dal riflettore "teologico” ». Il cuore dell’uomo in gran
tempesta si avvia verso il porto
della promessa della liberazione
di Dio. Il peccato è mancanza di
fede, disprezzo del primo comandamento, ripiegamento su di sé,
è il non volere che Dio sia Dio
e quindi è il non volersi riconoscere come peccatori. La fede è
l'opera di Dio in noi, una realtà
che tutto rinnova e tutto vivifica. La fede vive della chiara Parola di Dio ed è pronta a rispondere di se stessa. Dalla dieta di
Spira all’Augustana, a Smalcalda, la parola determinante è
l'Evangelo inteso come parola viva, annuncio del Cristo vivente.
La parola « chiesa » cede il posto alla parola « cristianità », da
Cristo die ne è il cap>o: i segni
determinanti e tangibili sono la
parola di Dio annunciata, il battesimo, la Santa Cena, il potere
delle chiavi dell’assoluzione, il
ministero della predicazione pubblica e dell’amministrazione dei
sacramenti, la preghiera comune e la croce, come esperienza
di persecuzione e tentazione.
La dottrina della
giustificazione
L’essenza de] cristianesimo si
esprime in Lutero nella dottrina della giustificazione, mediante l’affidamento non alla propria
giustizia, ma alla « giustizia esterna » di Cristo. Questa si vive nella « coscienza », che non
s’identifica con il libero esame,
ma con la ricezione della « libertà » mediante lo Spirito Santo.
Il cristiano è « libero signore
delle cose e non soggetto a nessuno » e, al tempo stesso, nell’amore, è un « servo fedele di
tutte le cose, e sottoposto a
ognuno ». In questa prospettiva
il segno del credente è la croce
e la chiesa vera è quella della
« teologia sotto la croce ».
Il saggio dell
con un giudizio
Lutero: « giusto
tempo stesso ».
rienza specifica
« nuovo Adamo •.
alla fine con il
Ebeling termina
sulla persona di
e peccatore al
Nella sua esposi avverte il
», che lotta fino
vecchio Adamo.
« Non ne verrebbe certamente
fuori il ritratto di un santo ».
La liberazione
in Cristo
La gioia a lui deriva dalla liberazione in Cristo e gli consente di rallegrarsi con i doni dì
Dio sparsi nella sua vita privata, pubblica, fra i suoi familiari,
la Sua gente, « affrontando la
malinconia con la buona tavola,
il ballo ed il gioco ». Una lotta
comporta il rischio delle « esagerazioni », comprese quelle contro i nemici: il papa, i turchi e
gli ebrei; in parte questo è un
retaggio medioevale, segno della
difficoltà di « accettare il prossimo », spesso « diverso »; in parte si tratta dei segni « del vecchio Adamo ». Al termine della
sua esistenza terrena, Lutero (dice Ebeling) può dire: « Nel cuore dei credenti c’è più tristezza
per i peccati e paura della morte che gioia per la vita e l'indescrivibile grazia che ci sono donate da Cristo. E’ vero che i credenti lottano contro questa mancanza di fiducia e la vince la
fede. Eppure questo spirito di
tristezza ritorna. Perciò in essi
continua a sussistere la penitenza, fino alla morte ». Ed allora,
fra le ultime carole: « Siamo
dei mendicanti. E' proprio vero ».
l'ra le molte parole di Lutero
troveremo, negli scritti che saranno pubblicati, anche parole
contro i « latini », gli italiani:
parole accusatrici di scetticismo,
con termini non raffinati. Ma
questi « attributi » non c’impediranno di ricercare in Lutero il
proclamatore della grazia di Dio
sempre operante in creature
« sempre giuste e sempre peccatrici ».
Terminiamo queste note con
un ringraziamento a Ebeling,
Ricca e compagni, augurando loro un « buon viaggio » fatto non
soltanto in selve ombrose e selvatiche, di cui Gustavo Manacorda accusava Lutero e i luterani, ma fra le mille variopinte
terre fra le quali, dal Norden
airUngheria, dalla Finlandia all’America, dal Brasile al Cile,
dall’Africa all’Australia, la parola luterana si è estesa creando
« comunità » fraterne, per le quali la sola sjjeranza è l’Evangelo.
Carlo Gay
LUTERO, Opere scelte. Introduzione:
GERHARD EBELING, Lutero: l'itinerario e il messaggio. Torino. Claudiana,
1988 (ediz. originale 1983), pp, 99. L.
9.000.
4
4 vita delle chiese
26 agosto 1988
ir'
CAMPO DI LAVORO
PER IL CENTENARIO DEL TEMPIO
Come distribuire le forze XV Agosto a Pramollo
pastorali nelle chiese
Nel quadro del dibattito sui prossimi trasferimenti pastorali e
sull’autonomia delle chiese ci pare importante pubblicare qui di seguito il documento che la Tavola valdese ha inviato ai concistori e
alle commissioni esecutive distrettuali interessati perché discutessero la seguente proposta globale connessa con il complesso problema della sistemazione della nostra scacchiera ecclesiastica.
Cari fratelli e sorelle,
diverse chiese autonome si
avviano, nei prossimi anni, alla
scadenza del quattordicennio.
A termini di regolamento, con
un anno di anticipo la Tavola
proclamerà la vacanza e i Concistori, seguendo le indicazioni
dei membri della chiesa, cominceranno ad interpellare i pastori disponibili in vista delle elezioni. E’ la normale procedura
della provvista delle chiese autonome, che non dovrebbe costituire problema. Ma la Tavola
guarda con forte preoccupazione a queste scadenze. Da una parte la scarsità dei pastori disponibili rende sernpre più difficoltosa la sistemazione del campo di
lavoro. Dall’altra la concomitanza di queste scadenze (5 chiese
nel 1990) rischia di strappare
la tela che la Tavola sta tessendo in mezzo a difficoltà di ogni
genere per coprire l’insieme delle chiese valdesi e metodiste.
Nulla può tuttavia la Tavola
di fronte ai regolamenti e non
resterebbe che attendere gli eventi sperando dì poter ricomporre il quadro generale dell’opera
dopo le elezioni da parte delle
chiese autonome. Se non che un
atto sinodale del 1975 ha attirato
l’attenzione della Tavola. Alla vigilia infatti di elezioni in diverse cMese autonome (il cui quattordicemiio scade appunto nel
1990!) il Sinodo, nel quadro di
una ridefinizione delle priorità
nel ministero pastorale, invitava le chiese autonome « a valersi in modo non individualistico
della loro autonomia nei problemi relativi alla permanenza o
alla designazione dei pastori, ma
ad inserire il loro problema n§l
contesto delle esigenze generali
dell’opera, in collaborazione con
la Tavola e con le Commissioni
distrettuali » (ll/SI/75).
La Tavola riconosce la piena
validità e attualità di questo
mandato sinodale e intende ri
cordarlo alle chiese autonome,
formulando una proposta concreta di come l’esercizio della
autonomia possa essere inserito
« nel contesto delle esigenze generali deH’opera » e chiedendo
alle chiese interessate, sentite le
Commissioni distrettuali, di discutere tale proposta e di pronunciarsi su di essa.
In generale la proposta della
Tavola consiste in questo. A ciascuna delle chiese a cui è indirizzata questa lettera (chiese in
cui il pastore dovrà essere trasferito per compiuto quattordicennio e chiese per il cui pastore intende valersi della facoltà
prevista dall’ultimo comma delTart. 17 R04) la Tavola proporrà il nome di un pastore che ritiene adatto per quella particolare chiesa e il cui spostamento
rientra in un quadro di esigenze
generali dell’opera.
Ciascuna chiesa è invitata a
valutare il modo con cui la Tavola suggerisce l’attuazione di
11/8^75 e la proposta specifica
relativa alla nuova provvista
della chiesa.
Ogni chiesa eserciterà quindi
la sua autonomia (in modo
non individualistico, bensì nell’ambito di un quadro generale)
pronunciandosi liberamente per
l’accettazione o il rifiuto della
proposta della Tavola.
Nel primo caso, dopo la proclamazione della vacanza, si rimetterà alla Tavola con l’intesa
che questa le invierà il pastore
che le è stato proposto (art. 15
R0 4).
Nel secondo caso, dopo la proclamazione della vacanza, si atterrà alla procedura usuale per
la designazione dei pastoj^i nelle
chiese autonome (art. 14 R0 4).
In particolare la proposta della Tavola si articola secondo
questi modi e tempi.
Avendo elaborato un piano
generale che riguarda ricambi
pastorali per l’ottobre ’89 e per
l’ottobre ’90, la Tavola intende
presentarlo globalmente alle
chiese interessate, e perciò a tutte quest’anno.
La Tavola intende perciò
prendere contatto con le Commissioni distrettuali interessate, e visitare i singoli Concistori entro il mese di giugno ’88,
per illustrare il piano, formulare le proposte specifiche e fornire ogni possibile chiarimento.
I Concistori avranno così il
tempo di informare accuratamente i membri delle loro chiese, e chiamare le assemblee di
chiesa a pronunciarsi in merito
entro il 15 novembre 1988. La
Tavola chiede a tutte, le chiese
interessate di pronunciarsi entro
tale data: anche a quelle che avranno un avvicendamento pastorale solo nel 1990.
La Tavola infatti avrà bisogno
dì fare al più presto il punto sul
piano proposto per ridurlo o
confermarlo e per tenerne conto
nel resto della sistemazione del
campo di lavoro.
Nel trasmettervi, da parte della Tavola, questa sollecitazione
ad un esercizio delTautcnomia
che tenga conto delle esigenze
generali dell’opera, vorrei sottolineare con forza che questo solo è l’intento della Tavola. Essa
non intende mettere in questione l’istituto dell’autonomia e non
intende forzare né le chiese né
i regolamenti. Intende invece
cercare insieme ai Concistori e
alle chiese autonome la strada
della risposta alla vocazione evangelica nella collaborazione
piuttosto che nella concorrenza,
nella compartecipazione piuttosto che nell’isolamento.
Se anche alcune chiese avranno sentito di dover rispondere
negativamente a questa proposta della Tavola, l’averla formulata, presa in esame e discussa,
sarà stata comunque una risposta data alla giusta esigenza
espressa dall’atto sinodale del
1975.
Ringraziandovi dunque fin da
ora per tutta l’attenzione che
vorrete dare a quanto esposto
in questa lettera, vi invio un
cordiale e fraterno saluto.
Franco Giampiccoli
DIBATTITO SULLA RIVISTA DELLA FACOLTA’ EVANGELIZZAZIONE
Quale futuro per
«Protestantesimo» ?
In Italia e in altri 24 paesi
529 persone e 266 enti (riviste,
biblioteche, facoltà teologiche,
chiese, ecc.) ricevono Protestantesimo: una diffusione di tutto
rispetto se paragonata ad analoghe riviste in Italia e all’estero. Con questa valutazione di
Bruno Corsani, direttore ad interim della rivista pubblicata
sotto gli auspici della Facoltà
Valdese di Teologia, è iniziata la
consultazione promossa dal Comitato di redazione presso la
Casa Valdese di Torre Pellice,
venerdì 19 agosto.
Al circa centinaio dì presenti è apparso chiaro che, dopo
36 anni di direzione di Vittorio
Subilia che ha dato alla rivista
un ruolo e una fisionomia precisi e qualificati, il problema
della continuità non può essere
isolato da quelli legati alla collocazione giuridica (proprietà,
statuto, ecc.) e a una maggior
apertura.
In molti interventi infatti si
è chiesto che, pur mantenendo
il livello scientifico, la rivista si
apra a un più ampio ventaglio
di problematiche, con un linguaggio più comprensibile anche per chi non sia uno specialista di teologia. Inoltre, da
più parti si è sottolineata l’importanza di rivolgersi con maggior consapevolezza e determinazione alla cultura italiana, teologica e laica, soprattutto a quest’ultima che continua a mantenere un immotivato ostracismo
verso la teologia in generale.
Ora la palla ritorna alla Facoltà, e in particolare ai professori che avranno l’onere di
gestire questo pieriodo di transizione e rinnovamento.
Eugenio Bernardini
Un utile
strumento
Un’utile iniziativa è stata quella, terminata in questi giorni
dalla Commissione per l’evangelizzazione, di far stampare una
agile guida pratica relativa ai
modi per far conoscere le nostre chiese nelle varie realtà locali e cittadine.
«Testimonianza ed evangelizzazione — si legge nella presentazione — non richiedono soltanto tavole rotonde, conferenze, interventi nei giornali, predicaziotìe dai pulpiti, ma anche
indicazioni informative che facilitino il compito di chi voglia
mettersi in contatto con le nostre chiese ».
Segnalazioni nelle stazioni ferroviarie, guide turistiche, accesso ai notiziari radiotelevisivi, sono oggetto dell’esposizione efficace della guida.
Le chiese che sono interessate
a riceverla possono richiederla
tramite la Tavola.
Oltre un migliaio di persone ha partecipato alla tradizionale
festa del XV Agosto che quest’anno si è tenuta a Pramollo in località
Ruata. Al culto all’aperto, presieduto dal past. Paolo Sibaffi, presidente dell’Opera per le Chiese Metodiste in Italia, ha fatto seguito una
comunicazione storica dell’architetto Bounous sulla storia del tempio'
centenario di Pramollo. Dopo la pausa per il pranzo (consumato
per lo più a gruppetti nelle radure circostanti), durante la quale molti hanno visitato le varie mostre artigiane e storiche nonché i banchi
libri della Claudiana e della Società di Studi Valdesi, si sono alternate al microfono una serie di testimonianze internazionali sui temi
della giustizia, pace e integrità del creato e sul decennio di solidarietà
con le donne. Particolarmente interessante è stata la serie di interventi di alcuni partecipanti stranieri al recente convegno di Assisi di
cui riferiamo in questo numero del nostro giornale. Infine, un breve
acquazzone ha costretto la gente a ripararsi nel tempio. Qui il past.
Platone, di ritorno da un anno di missione negli USA, ha tenuto una
vivace carrellata di impressioni sulla vita delle chiese e della società
statunitensi. « Una giornata popolare di grande fraternità — ha commentato il past. Bruno Rostagno, presidente del Distretto delle valli
valdesi - per la quale siamo riconoscenti al Signore e alla comunità
pramollina che l’ha organizzata con gioia ».
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
«Pro Miramonti»
VILLAR PELLICE — Espri
miamo una parola di viva gratitudine a tutti coloro che con
doni, lavoro e con il loro
interessamento hanno contribuito alla buona riuscita della giornata « prò Miramonti ».
• Si sono uniti in matrimonio
Renato Cairus e Nives Malan;
a loro rinnoviamo l’augurio di
ogni benedizione nel Signore.
• Si sono svolti i funerali dei
fratelli: Oddino Monnet, deceduto dopo penosa malattia all’età di
71 anni, e Edmondo Costabello,
mancato improvvisamente a 73
anni di età. Ai familiari vada la
espressione della fraterna simpatia della chiesa.
Visita
gradita
PRAROSTINO — Ringraziamo
il pastore Cipriano Tourn per
la predicazione da lui tenuta a
Prarostino il 14 agosto scorso e
per essersi poi trattenuto qui
con sua moglie Ruth fino a sera. Purtroppo il presbiterio non
era disponibile a causa dei lavori di ristrutturazione, ma l’incontro è avvenuto nella sala del
teatro e il bellissimo tempo ha
reso ancora più piacevole la
giornata.
• Nel corso del mese di agosto sono deceduti: Aldo Godlno
di 79 anni e Filippo Gardiol di
80 anni. Esprimiamo alle famiglie la solidarietà della comunità.
Ringraziamento
ai predicatori
SAN GERMANO — Durante la
assenza del pastore Ribet i cul
ti domenicali sono stati presieduti dal fratello Aldo Garrone
(17.7), dal pastore Brune Rostagno (24.7), dalla candidata al
pastorato Daniela Bouchard-Di
Carlo (31.7) e dalla sorella Ileana Berrei Lanfranco (7.8). Un
grqzie sincero a questi fratelli
che ci hanno portato dei messaggi molto profondi, atti a farci riflettere e ad incoraggiarci a
confrontarci sempre di più con
la Parola di Dio che deve essere
veramente il solo nostro punto
di riferimento.
Sabato 27 agosto
□ DIO E LA STORIA
TORRE PELLICE — Sabato 27 ago•sto, presso il tempio valdese alle ore
21, si terrà un dibattito sul tema «Si
può affermare che Dio interviene nella
storia? ». Intervengono sull'argomento
Sergio Ouinzio, scrittore e collaboratore
de « La Stampa », e Sergio Rostagno,
ordinario di teologia sistematica presso la Facoltà valdese di teologia.
Domenica 28 agosto
□ IL FUTURO DELLE
VALLI
MASSELLO — Alle ore 15 alle Porte,
riunione promossa dal Concistoro per
esaminare il documento della CED del
r Distretto sul futuro delle valli, interviene Giorgio Gardiol.
5
26 agosto 1988
vita delle chiese
ARGENTINA
Il pastore Nestor
Miguez è stato
in Italia per un corso
di specializzazione.
Il pastore Nestor Miguez, figlio del teologo José Miguez Bonmo, di cui la Claudiana ha pubblicato il libro « Uno spazio per
essere uomini », è stato recentemente ospite della chiesa metodista di Milano. Egh opera in
Argentina come pastore e professore presso l'Isedet (Istituto di
studi teologici evangelici) ed a
lui abbiamo rivolto alcune domande, a cominciare da una breve analisi della situazione politica del suo Paese.
Dopo la fine della dittatura
la situazione è lentamente migliorata, la libertà di coscienza
ha avuto il suo spazio.
Tuttavia bisogna fare i conti
con i vecchi colonnelli che esercitano continuamente pressiorii
sul governo per recuperare alcuni importanti privilegi In pratica essi chiedono una vera e
propria amnistia che permetta
la Scarcerazione dei generali e
dei militari implicati nella dittatura. A tanto non si è arrivati
ma il parlamento ha, a maggioranza, approvato una legge che
scagiona quei militari che possano dimostrare di avere unicamente obbedito agli ordini dei
superiori: cosi pochi pagano e
la maggioranza resta al suo posto. Direi — conclude il pastore
Miguez su questo argomento —
che in questo modo non si ottiene^ né riconciliazione nazionale né giustizia e si lascia invece
in piedi il vecchio apparato militare ».
Ma anche sul piano sociale ed
economico la situazione non pare molto florida...
« Tutt'altro — riprende Miguez
—; infatti ì salari dei lavoratori hanno subito una svalutazione fortissima. Le stesse piccole o medie imprese sono in
crisi non potendo, a causa degli
interessi troppo alti, avere accesso al credito bancario. La disoccupazione raggiunge livelli
molto preoccupanti, ripercuotendosi sul tenore di vita delle famiglie.
Mentre cresce la dipendenza
dall’estero, cresce il potere dei
settori economici vincolati al capitale multinazionale e nel contempo, anche a livello propagandistico, si spinge sul piano
della concorrenza esasperata
creando alla fine nella popolazione un sentimento di concorrenza, di sospetto nei confronti
di chiunque. Ognuno pensa per
CASA CARES: 29 SETTEMBRE - 2 OTTOBRE
La faccia dell’Eterno
Il Comitato Promotore Iniziative Evangeliche propone un seminario a partecipcizione mista
— Fratelli, valdesi e metodisti
— sul tema: « Conoscere, camminare, crescere con Dio - I!
senso della pietà cristiana ». A
Casa Cares dal 29 settembre al
2 ottobre prossimo.
Il seminario intende, dopo una serata di introduzione e di
presentazione, dedicare im giorno alla riflessione biblica, un
giorno alla riflessione storica e
la mezza giornata finale alle conclusioni.
Le due giornate centrali prevedono una mattinata di studi
ed un pomeriggio di discussione a gruppi.
Il tema biblico, sul quale ci
saranno due contributi paralleli
di Sergio Rostagno e Marcello
Cicchese, ha per titolo: « Io cerco la tua faccia, o Eterno » (Salmo 27: 8): due percorsi di ricerca sul rapporto del credente
con Dio nell’Antico e nel Nuovo
Testamento.
Nella discussione a gruppi i
partecipanti dovrebbero analizzare povertà e ricchezza, limiti e
unilateralità della pietà cristiana loro personale e della comunità di cui sono membri, ricercando la conezione e l’arricchimento che possono venire dallo
scambio di esiperienze diverse.
TI tema storico, sul quale ci
sarà un contributo di Domenico
Maselli, ha per titolo: « La pietà
cristiana nella storia e nel presente » e si propone di rivisitare,
partendo dalla Riforma, quelli
che sono stati i momenti più
significativi dell’esperienza valdese, metodista e dei Fratelli.
La partecipazione è limitata a
50 persone.
Non è richiesta una quota di
partecipazione. A coloro che ne
faranno richiesta il Comitato è
disposto a rimborsare le spese
di viaggio. Il complesso delle
spese sarà coperto dalle libere
offerte dei partecipanti e dai fondi del Comitato.
CASA CARES, Reggello (Firenze) - dalla sera del 29 settembre
(arrivo prima della cena) al pomeriggio del 2 ottobre 1988 (partenza dopo il pranzo) - Per iscriversi o per avere informazioni
più dettagliate rivolgersi a Marco Jourdan - Casa valdese, via
Alessandro Farnese, 18 - 00192
Roma - tei. 0613.82561.
Il Comitato Promotore Iniziative Evangeliche è nato come eredità spirituale dell’opera di
Giuseppe Comandi, educatore e
predicatore in Toscana (fu fondatore — tra l’altro — della
chiesa valdese di Siena).
Il Comitato è composto da
membri delle Assemblee dei Fra
telli e delle comunità valdesi e
metodiste, alcuni dei quali direttamente coinvolti nell’attività
della casa di riposo II Gignoro
e del Centro Giovanile Protestante - Gould di Firenze.
Si propone di mantenere vivo
il dialogo fra le diverse realtà
ecclesiastiche che rappresenta,
nella consapevolezza che dall’incontro e dal confronto di fedi
vissute in contesti diversi possono nascere nuovi percorsi di
ricerca e di crescita nella vita
dei credenti.
Incontri
RICORDO
Quale ruolo
per le chiese?
La difficile ricerca della riconciliazione nazionale - La crisi nel
mondo del lavoro - Una comunità di solidarietà intorno alla Parola
sé ed a questo punto saltano
tutti i rapporti di solidarietà».
Quale può essere, in questo
contesto, il ruolo per le chiese
evangeliche?
« Credo anzitutto che noi dobbiamo cercare di far crescere
attorno alla Parola di Dio una
comunità dove la solidarietà,
l’amore siano dei valori centrali, una società in cui si veda l’altro non come il nemico, come
il concorrente, colui di cui sospettare, ma come il fratello con
il quale camminare sulla via della speranza per ricostruire insieme la nostra piena umanità.
Per far questo i problemi sono molti ma è il nostro obiettivo, e per raggiungerlo dobbiamo anzitutto riuscire a diffondere speranza fra i più abbandonati, nei quartieri periferici,
tra i contadini
Un’altra sfida che le chiese evangeliche devono affrontare è
quella con le sette fondamentaliste degli USA. Proponendosi come
evangeliche, esse vengono a diffondere un messaggio molto individualistico, simile a quello dei
gruppi economici al potere. Il
rapporto con Dio è un rapporto
individualistico nel quale il prossimo non ha nulla a che vedere.
Questa deformazione del messaggio evangelico, accompagnato da
una pietà religiosa che accentua
la preghiera per il successo economico personale, è un rafforzamento dell’ideologia del sistema.
Noi ci opponiamo a queste sette fondamentaliste con la predicazione dell’Evangelo dell’amore di Dio promesso a tutti, che
investe il nostro fratello, che si
traduce in una solidarietà attiva soprattutto nei confronti dei
fratelli più poveri ».
Valdo Benecchi
Ugo Schirò
BIELLA (VC) — Il Centro studi dolciniani organizza per sabato 10 settembre, presso ia sala della Biblioteca
municipale di Prato Sesia (NO), un dibattito su « La donna nei movimenti
ereticali del Medioevo e l’eredità di
Margherita, oggi ». Introdurranno Luisa Muraro e il pastore Erika Tomassone.
Domenica 11 settembre è invece
prevista l’assemblea della « Ca dé studi dossinian », alle ore 11 presso il
cippo di Fra D'olcino (Monte Massaro).
Essa sarà preceduta dal culto alla
Bocchetta di Margosi'o, e seguita dall’agape, canti e balli.
Con i normali ritardi postali
abbiamo appreso che il fratello
Ugo Schirò, dopo lunga malattia
sopportata con il « nutrimento
delle parole della fede e della
buona dottrina» (I Tim. 4: 6),
ci ha lasciati a 80 anni, circondato dall’affetto dei suoi cari. Si
è spento serenamente. La famiglia, la comunità evangelica metodista, la cittadina di Scicli e
tanta gente del ragusano hanno
perso un uomo integro, un testimone dell’evangelo. Colto, giurista coscienzioso, non si arricchì con le parcelle dopo aver difeso nelle aule giudiziarie del siracusano o del ragusano innumeri clienti; era sempre disponibile, particolarmente a difendere
le cause dei contadini e degli
sfruttati, e si dedicò con «passione alla tutela dei diritti del
popolo nell’ottica socialista e
evangelica », come di lui ha scritto Gianni Gennuso nel periodico
« Giornale di Scicli ». Ai funerali
presieduti dal pastore Bonnes a
Scicli e dal past. Trobia è accorsa una vera folla di credenti e
amici da Scicli e altre località, a
significare stima all’estinto e solidarietà alla cara famiglia Schirò.
Chi scrive queste righe conobbe Ugo giovinetto sin da quando
si costituì a Scìcli una fiorente
A.C.D.G. contrastata dal regime
politico del tempo e da alcuni pastori valdesi che volevano una
gioventù alle strette dipendenze
della chiesa. « Per Cristo e per
la chiesa » era il motto dell’epoca; niente rapporti interdenominazionali ed ancor peggio legarsi
alle A.C.D.G. ch’erano un movimento internazionalista e perciò
malvisto dal regime! Già il padre di Ugo, il bonario e sempre
sorridente past. metodista Lucio,
a furor di popolo nominato sindaco di Scicli, spodestato nel
1922 dai fascisti, indi perseguitato fino al linciaggio e poi confinato in casa, era una delle più
belle figure dell’evangelismo siciliano e del partito socialista. Pu
ridotto alla più nera indigenza,
ma gli umili contadini rimasti in
loco (molti preferirono l’emigrazione, altri finirono in galera) nei
limiti delle loro possibilità sostennero la famiglia Schirò, fulgido esempio di dirittura morar
le, evangelica e democratica. Ugo
(di lui ho ritrovato nel mio archiviò tutta una serie di corrispondenze quando faceva parte
del Com. regionale delle ACDG)
fu zelante e colto partecipante agli indimenticabili campi unionisti di Taormina (volessero o no
le superiori autorità, quei convegni li facevamo lo stesso). Essi
raccoglievano giovani da varie
parti d’Italia: da Torre Pellice,
Bergamo, Firenze, Padova (col
gramsciano Ferdinando Geremia), a Roma, col perseguitato
da chiesa romana e regime, il
prof. Ernesto Buonaiuti. Noi lavoravamo per servire il Signore e
respirare la pura aria della libertà e della fraternità. Tanti credenti impegnati, senza settarismi: gli durato, G. Occhipinti, i
Ficili, Benedetto e Nino Scionti,
gli Schirò... Ugo fu assessore
socialista per molti anni dopo la
Liberazione, ricoprì importanti
cariche negli Enti locali e dal
settanta si era dedicato alla fondazione del Centro cristiano per
l’infanzia con scuola materna e
asilo nido.
Un fedele servitore del Signore. Alla famiglia ed alla comunità la nostra più viva solidarietà.
Mimmo Abate
CORRISPONDENZE
Nuove sorelle
CARRARA — La comunità
chiude questo anno ecclesiastico
con particolare gratitudine per
i tanti momenti gioiosi vissuti
insieme dai membri di chiesa. Ne
esce più unita e più fortificata e
di questo ringrazia il Signore.
• Il 12.6 sono state ammesse in
chiesa le sorelle Anna Seraglieri
in Pino e Francesca Scatizzi che
da molti anni sono vicine alla
chiesa evangelica, Anna tramite suo marito e Francesca tramite la sua famiglia di origine metodista. Dopo il culto, la comunità ha festeggiato assieme a loro
questa decisione con un’agape
fraterna nel bell’orto dei generosi ed ospitali coniugi Ratti.
• Il 23.6 è nata Veronica Lamionl. A lei un benvenuto ed ai
genitori Bettina ed Alessandro
tanti auguri.
• Il bazar del 26.6 ha visto membri di chiesa, amici e simpatizzanti uniti nel giardino e nei locali di chiesa. Chi ha lavorato durante l’inverno, chi ha comprato
e chi ha venduto e preparato è
stato gratificato dalla bella somma di Lire 1.600.000 di ricavo.
• Un gruppo di 25 ciclisti olandesi, diretto a Casa Materna di
Portici, il 26.7 ha fatto sosta a
Carrara, ha dormito nei locali
della chiesa, e durante una cena
offerta dai membri di chiesa nel
ristorante dei fratelli evangelici
cinesi ha raccontato lo scopo di
questo giro e gli obiettivi del
gruppo.
• Sabato 30.7 è stato celebrato
il matrimonio di Riccardo Pino
e Luisa Passeggia. Ai due sposi
auguriamo la benedizione del Signore per il loro cammino.
C.A. Acinelli
RIO MARINA — Carlo Alberto Acinelli, dopo lunga malattia
presso gli ospedali di Livorno e
di Portoferraio, è deceduto all’età di 34 anni.
Da tempo era operatore presso
l’Ufficio tecnico di Rio Marina, e
ora lascia la moglie e due bambini, e il fratello Giorgio.
Alla famiglia tutta esprimiamo la nostra partecipazione al
lutto e alla speranza in Cristo
che fa ogni cosa nuova. A Fulvio,
amico di tutti i visitatori dell’isola e soprattutto del rorenghi che
aiutò nella ricostruzione del tetto
del tempio di Rio, diciamo la
nostra solidarietà.
Lutti
PADOVA — Mercoledì 20 luglio si sono svolti i funerali di
Renata Amalfitano, di anni 31,
improvvisamente deceduta nella
notte tra sabato e domenica, nella sua casa di Mortise (Pd).
Giovedì 21 luglio hanno avuto
luogo i funerali di Alberto Vezzosi, generale di divisione dell’aeronautica, di Torreglia (Pd).
La salma, proveniente dall’ospedale di Abano, è poi stata fatta
proseguire per Treviglio (Bg).
In questa occasione l’Evangelo
della risurrezione è stato annunciato dal pastore F. Sommani,
di Roma, unito al defunto da legami di parentela.
Con la sua partecipazione alle
esequie, la Chiesa dì Padova ha
espresso ai numerosi familiari e
parenti colpiti da questi lutti la
solidarietà nel dolore e nella speranza cristiana.
6
obiettivo aperto
26 agosto 1988
IL SERVIZIO CRISTIANO DI RIESI
UNA SFIDA CHE CONTINUA
Essere chiesa L’utopia
nella città ^
Il pastore Tullio Vinay.
— « Scusa, una domanda: ma
tu lo rifaresti? ».
— « Sì, io ricomincerei. Forse
alcune cose non le farei, e farei
male a non farle. Però la linea
generale, quella del progetto
globale, la farei di nuovo. Son
mutati i tempi. Ma delle lotte
politiche c’è bisogno sempre;
tanto più che, in fondo in fondo, Riesi ha una situazione peggiore adesso di allora. Se tu togli l’assistenzialismo, che è la
rovina del Mezzogiorno, la città
produce adesso meno di allora ».
Tullio e Fernanda sono stati
gentili, mi hanno accolto nel loro piccolo appartamento di Roma, ed hanno accettato di buon
grado di parlare della loro avventura. Credo che non sia esagerato definire in questo modo
i lunghi e intensi anni passati
prima a Firenze, a salvare vite
umane dalla barbarie nazifascista; poi a Frali, nella costnizione di Agàpe, simbolo della riconciliazione tra i popoli; poi nel
Sud d'Italia, a Riesi, nell’attuazione del « progetto globale »,
esprimendo negli anni del « boom
economico » un segno diverso,
quello della vita spresa p>er gli
altri in risposta all’agàpre di
Dio; infine al Senato della Repubblica, in una infinita batta^ia prer i diritti umani. Da Frali a Riesi, il salto è lungo. Ma
anche a Riesi nelle notti limpide le stelle dell’Orsa Maggiore
brillano come a Frali sulla punta della Vergia; anche a Riesi,
come a Frali, gli uomini scendevano nelle miniere, rischiando
la vita per poi-tare il p>ane a casa.
L’occupazione
delle miniere
Nel ’61, quando Tullio e Fernanda, insieme al figlio Giò e
ad alcuni altri della Comunità
di Agàpe, arrivarono a Riesi, cominciava la grande crisi delle
miniere di zolfo. I Vinay e il
gruppro del Servizio Cristiano parteciparono all’occupazione delle
miniere, facendo bene intendere
da quale parte stessero. « Parli
il nostro pastore », gridarono una
volta i minatori durante una delle calde giornate dell’occupazione. « Dicevano proprio: il nostro
L’avventura di una proposta - Il progetto globale e l’ingresso dell’agape in
tutti i settori della vita umana - Asilo,
consultorio, scuole e officina - L’urgenza di avere un nuovo concetto della vita
pastore! E io ho parlato, naturalmente. Il favore era grande,
si era tutti uniti... », ricorda Tullio con una punta di nostalgia.
Furtroppo a nulla valsero gli
sforzi per salvare i posti di lavoro. Le miniere andarono verso un fatale declino, schiacciate
dalla concorrenza dello zolfo statunitense. Oggi sono praticamente chiuse.
Un’altra grande battaglia fu
quella contro l’enfiteusi: i contadini continuavano a pagare
l’affitto delle terre a nobili spagnoli (e non solo), da secoli proprietari dei terreni. La battaglia
fu persa sul piano legale; mentre fu vinta, alcuni anni dopo,
sul piano politico. Ma fu im momento molto duro. Nel paese^ si
accesero grandi speranze. Un’at
la Commissione antimafia; allora non si trovava più un mafioso! Un giorno un amico, che ci
apprezzava, mi disse: fa’ attenzione Vinay, la mafia non userà
più la lupara adesso, ma l’arma
della calunnia. E questa è stata
una grande verità. Ed ha continuato ad essere vera, fino all’ultimo momento; probàbilmente è
vera ancora adesso ».
L’Evangelo non
ha settori
Ma che cos’è il « progetto globale »? « Il nostro concetto base
— mi spiega Vinay — era che
l’agàpe di Dio deve entrare in
tutti i settori della vita umana;
e la vita umana non può essere
Nel verde, sotto ulivi secolari, giocano i bambini dell'asilo ed imparano a stare insieme, a comunicare e a collaborare.
tesa quasi messianica circondava il gruppo del Servizio Cristiano e questo certo non giovò al
lavoro che si voleva svolgere.
La mafia, alla quale non era
passato inosservato l’arrivo di
questo strano gruppo di persone che rischiava di scalzare il
suo potere sulla popolazione, esercitò sempre una cupa, sotterranea opposizione. « Nel ’62 e
’63 il pericolo era molto forte
— ricorda Vinay —; non uscivo
mai da solo. Poi nel ’64 venne
Una classe della scuola elementare. Educazione ed istruzione, il creare
cioè cultura e società, sono obiettivi primari del Centro.
divisa in settori che s’ignorano
l’un l’altro. L’Evangelo non ho.
un settore. E’ la vita intera che
deve essere pervasa dall’agàpe
di Dio. In questo senso abbiamo
iricamminato il lavoro di educazione dei bambini con l’asilo e
le scuole elementari, l’ambulatorio pediatrico, il consultorio familiare, la scuola officina, la fabbrica, il centro dibattiti... ».
Fenso a tutto il lavoro fatto,
alle numerose iniziative programmate, condotte avanti con amore e passione da decine di volontari provenienti da varie parti
del mondo che hanno trovato
un senso alla vita, grazie alla
predicazione dell’Evangelo dell’agàpe; alle migliaia di credenti
sparsi nel mondo che hanno sostenuto con la preghiera e con
l’azione la « lolita della predicazione » a Riesi; penso alle iniziative nate sotto la spinta di questa predicazione, come per esempio alla Cantina sociale, con oggi più di mille soci, e che ha
cambiato l’economia agricola della zona...
« Però — osserva con realismo
e forse tristezza Vinay — quello
che noi abbiamo voluto, cioè il
cambiamento della mentalità,
non c’è stato. Riesi ha avuto un
mutamento, ma non progresso.
Il progresso è qualcosa di più
profondo, è un concetto diverso
della vita. E qui, vedi, c’è ancora tutto da fare ».
Luciano Deodato
La miniera di zolfo Trabia Tallariti, ormai praticamente chiusa.
Svolse un importante ruolo nell’economia di Riesi.
Ventisette anni fa, un gruppo
di persone che aveva intensamente vissuto l’esperienza della
costruzione di Agape, guidato
dal pastore Tullio Vinay, si era
recato a Riesi a costruire il Servizio Cristiano.
Fin dall’inizio il Servizio Cristiano si è caratterizzato come
la sperimentazione di un tentativo di testimoniare l’evangelo
nel mondo dell’economia. Alla
legge del profitto per pochi e
dell’oppressione per molti, della
« mors tua, vita mea » (la tua
morte è la mia vita) propria dell’economia, si è voluta contrapporre la legge dell’agape, della
modifica delle relazioni di potere ed economiche tra gli uontini. Ciò nella concretezza dello
Sviluppo economico, costruendo
una cooperativa agricola, una
fabbrica, una scuola tecnica, una scuola materna ed elementare.
La testimonianza è stata vissuta nel concreto delle difficoltà
della costruzicne sociale ed economica. Certo non tutte le cose
sono andate nel senso voluto, e
molte sono state le sconfitte e
le contraddizioni non superate.
Il Servizio Cristiano è stato una
sfida per le chiese, è stato una
ricerca di costruzione del nuovo,
« dell’utopia di un mondo nuovo » (dal titolo di un libro del
past. Tullio Vinay).
Sfida che le chiese hanno raccolto per esempio aH’epoca del
terremoto in Irpinia, costruendo
anche qui cooperative, scuole,
iniziative sociali.
Oggi il vecchio gruppo ha lasciato spazio a nuove sensibilità
ed un nuovo gruppo, guidato da
Jean-Jacques Peyronel, ha preso
il posto del precedente. Ma quali
sono oggi i problemi? Ne ho di
scusso con Jean-Jacques in occasione della Conferenza del IV
Distretto: « Ci sono molti elementi della riflessione del Servizio Cristiano che mantengono
una profonda attualità: il servizio, che rimane un aspetto caratterizzante della chiesa; la vita comunitaria; la riflessione teologica sull’economia, la società,
la politica ».
« Questi primi anni — in cui
il gruppo si è scontrato nel Li
pratica con i problemi dell'economia — hanno visto inaile
sconfitte, molte delusioni. Ma sono sconfitte e delusioni che ci
hanno spinto ad andare avanti,
magari modificando posizioni.
Un certo soggettivismo dei membri del gruppo e l’assenza di w\a
"memoria storica" circa la renità del lavoro diaconale nel Mezzogiorno ci hanno fatto commettere errori, che oggi possono esserne superati >-.
Oggi il Servizio Cristiano sta
ricercando una nuova via per
affrontare la sfida dell’econom'a.
I termini dello sviluppo non sono più soltanto quantitativi, ma
quaiitativi. C’è infatti da chiedersi se la distruzione delle risorse naturali operata dall’esigenza di massimizzare i profitti
possa continuare ancora a lungo ed il gruppo di servizio sta
esaminando la possibilità di sperimentare una forma di agricoltura biologica. Lo stesso modo
di esercitare il potere è diverso,
meno brutale, ma anche più disumano, e di fronte ad esso è
sempre valida la proposta di
mobilitare le coscienze.
La sfida di Riesi, del Sendzio
Cristiano, resta i»r noi una esperienza da seguire con profonda solidarietà.
Giorgio Gardiol
La Cantina Sociale. Con i suoi più di mille soci ha dato un impulso
all’economia agricola di Riesi e dintorni.
7
26 agosto 1988
valli valdesi
ARTIGIANATO REGIONE PIEMONTE
Tra mostre e rassegne
Prodotti tipici e dimostrazioni pratiche della lavorazione - Ceramica e ferro battuto delTUmbria ospiti a Pinerolo - Arte e folklore
Organizzate da Pro Loco, Comuni ed enti vari, si sono svolte nelle ultime settimane parecchie mostre-mercato dell'artigianato; in Val Pollice si sono segnalate quelle di Torre e Bobbio
Pollice. Entrambe si sono chiuse da poco ed hanno' visto una
più che discreta presenza di pubblico.
Quella di Bobbio, tradizionalmente nei locali delle scuole, ha
registrato un giro di affari di alcuni milioni di lire pur se, lamentano in paese, quest’anno alcuni alloggi che venivano generalmente affittati ai villeggianti
d’estate, sono rimasti vuoti.
A Torre Pollice, presso il Collegio valdese, oltre all’esposizione
e vendita di prodotti tipici, con
particolare attenzione agli oggetti artistici, molto interesse hanno prodotto nei visitatori le dimostrazioni pratiche in cui lavoratori del legno, della pietra,
del ferro o dell’argilla hanno mostrato « dal vivo » come si crea
un oggetto. Interessante, sempre
neH’ambito della forse troppo
luiiga rassegna, la serata dedicata all’apicoltura, attività che
in valle coinvolge a vari livelli
moltissime persone.
Ed ora... a Pinerolo
Giunta alla sua XII edizione,
la mostra-mercato dell’artigianato del pinerolese sarà aperta
al pubblico nell’Expo Fenulli
da sabato 27 agosto a domenica
4 settembre.
Oltre all’ampia carrellata sulVartigianato locale ed agli incontri con altre zone del Piemonte,
con le regioni italiane (questa
volta la regione ospite è l’Umbria che presenterà la ceramica
ed il ferro battuto della zona di
Gubbio) e con gli artigiani di
Gap (Francia), la rassegna offre al visitatore un vasto programma di iniziative collaterali: mostre, iniziative culturali,
spettacoli, folclore, gastronomia
tipica, manifestazioni sportive.
La mostra-mercato assicura
una ribalta di tutto rispetto ad
un comparto che nel pinerolese
assume contorni, per certi aspetti, diversi da quelli degli
altri ambiti comprensoriali della
provincia di Torino: innanzitutto, quasi la metà degli artigiani
appartiene per localizzazione all’area montana; poi, la presenza del settore legno e mobilio
fra le attività prevalenti.
Accanto alla presentazione dell’artigianato di produzione e di
servizio, viene assicurato ampio
spazio a quello artistico e tipico (patrimonio, quest’ultimo, da
AVVISI ECONOMICI
COPPIA di medici con figli cerca alloggio non ammobiliato in affitto nei
Comuni di Torre Pellice o Luserna
San Giovanni. Telefonare ai numeri
932440 (ufficio) o 932756 (abitazione).
difendere e da promuovere che
affonda le sue radici nella secolare tradizione montana e contadina).
Oltre alla mostra sono in programma varie iniziative di carattere folcloristico e musicale,
tutte le sere alle ore 21 presso
l’Expo Fenulli, e di carattere più
propriamente culturale, con inizio alle ore 21.30 presso palazzo Vittone.
Ed ancora, come di consueto,
i vari musei della città resteranno aperti anche di sera, con ingresso libero nel periodo della
mostra; sono previste inoltre
manifestazioni sportive ed appuntamenti enogastronomici; il
tutto non mancherà di attirare
ancora una volta un folto numero di visitatori, che già l’anno scorso superarono le 280.000
presenze.
Piervaldo Rostan
TORRE PELLICE
Acqua rossa...
Acqua ro.ssa, una selva di arbusti spinosi e qualche buca
lungo la strada. Per « assaporare » queste cose non è necessario recarsi in lontani paesi esotici, è sufficiente raggiungere via
Manzoni e la parte alta del viale
Dante.
In quel luogo, all’inizio dell’anno, è stato costruito im muretto
di recinzione arretrato di un paio
di metri rispetto alla strada: la
fascia di terreno che si estende
tra questo ed il ciglio stradale
è divenuta terra di nessuno e si
è presto riempita di erbacce, ortiche, piante spinose alte e sporgenti, tra cui hanno cominciato
a trovar posto pezzi di carta ed
immondizie di vario genere buttate lì in mezzo da qualche passante maleducato. Sarebbe estremamente interessante capire a
chi compete la pulizia di quel
tratto di strada e per quale ragione nessuno se n’è finora occupato.
Ma il disagio più grave d’ogni
altro che grava su quella stessa
zona è costituito dalla fornitura
dell’acqua.
Da oltre tre mesi un elevato
numero di famiglie, aprendo il
rubinetto di casa, vede fuoruscire acqua rossa, a volte giallastra, raaleodorante e dal sapore
sgradevole.
Una lettera è stata indirizzata
airUSSL (affinché provveda ad
eseguire analisi chimiche) ed estesa airUfi^cio Tecnico del Comune, alla Società Acque Potabili (dimostratisi finora inefficienti di fronte alle proteste),
al Pretore di Torino ed alla Lega Ambiente.
Nell’attesa degli incerti risultati di questa iniziativa non manca però una certezza, e cioè che
nessuno sarà mai risarcito per
il danno subito di tanta acqua
sprecata, il cui costo già elevato
è destinato ad aumentare.
...Pellice verde
Il mar Adriatico è in coma profondo a causa dell’inquinamento e forse questa volta, dopo anni di rinvii, spinti da motivi economici, verranno adottati dei
provvedimenti di un certo peso.
Ma, si sa, l’inquinamento parte
spesso da lontano: in ambito
locale, oltre al divieto di balneazione nei corsi d’acqua di tutta
la vai Pellice ad eccezione di tre
zone, va segnalata ancora una
volta la comparsa di grossi ammassi di alghe, in particolare in
alcuni tratti sul Comune di Torre Pellice.
Il fenomeno, già mostratosi in
modo vistoso negli ultimi anni,
veniva imputato, oltre che alla
insufficienza della rete fognaria
dei Comuni a monte, anche alla
scarsità d’acqua del torrente:
quest’anno per altro le piogge
non sono fin qui mancate...
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Disoccupati e
cooperazione
Nel corso di una delle sue sedute estive, il Consiglio regionale del Piemonte ha votato all’unanimità un progetto di legge che
modifica la precedente normativa delT84 in materia di « interventi per l’inserimento qualificato di giovani disoccupati e di
lavoratori in cassa integrazione
o di ex dipendenti in cooperative
già formate o di nuova costituzione ».
La nuova legge prevede finanziamenti fino a 200 milioni per
cooperative di nuova costituzione la cui base sociale sia costituita, almeno per il 60 per cento, da giovani lavoratori in CIG
straordinaria, da lavoratori di
aziende in crisi e da disoccupati da almeno un anno: in altri
termini, dalle fasce più deboli
del mercato del lavoro.
«Poiché negli anni passati —
ha precisato l’assessore Cerchio
— alcune valide iniziative non
sono state avviate o non hanno
potuto essere ammesse ai contrihuti per Tinadeguata conoscenza deUe procedure, si è pensato di istituire, presso l’assessorato al Lavoro, uno ’’sportello informazioni” per agevolare
le possibilità di accesso ».
Attualmente sono in corso di
istruttoria 20 domande di finanziamento a cooperative per il
1987.
Complessivamente, daH’84 ad
oggi, sono state presentate 126
domande.
Cinema
TORRE PELLICE — La programmazione del cinema Trento prevede per ven.
26: ,« Facoltà di medicina »; sab. 27:
« Suspect »: dom. 28: « Hamburger
bill »; lun. 29: « Who's that girl ». Le
proiezioni si tengono alle ore 20 e 22.
Dibattiti
TORRE PELLICE — Venerdì 26 agosto, alle ore 21, presso il tempio valdese, organizzato daH'associazione
culturale »Lo Bue »-Radio Beckwith,
avrà luogo un incontro-dibattito sul
tema « Protestantesimo e massoneria
in Italia »; intervengono Augusto Comba e Giorgio Spini, moderatore Luciano Deodato.
LUSERNA S. GIOVANNI — Nell'ambito della Festa dell'Unità, presso la
piazza del mercato coperto, è organizzato per sabato 3 settembre, alle ore
17, un dibattito sui tema: « I comuni
dopo la riforma ».
Manifestazioni
CLAVIERE — La festa annuale de
• La Valaddo », giunta alla decima edizione, si svolgerà quest'anno in questo Comune, domenica 28 agosto a
partire dalle ore 10.
TORRE PELLICE — Domenica 4 settembre, con partenza alle ore 9 da
piazza Muston, avrà luogo, con un
percorso che prevede la salita alia Sea
ed a Prato Stella, il primo raduno di
« Mountain bikes « della vai Pellice.
RINGRAZIAMENTO
All’età di 95 anni è mancata
Ida Rostagno ved. Candini
A funerali avvenuti lo annunciano,
profondamente addolorati, il fratello
Vittorio Rostagno, la cognata Giara
Leuthner ved. Rostagno, i nipoti Pons
e Rostagno. Un vivo ringraziamento
vada alla direzione e al personale tutto
della « Residenza » di Malnate (Fondazione Asilo Evangelico) per l’assistenza esemplare prestata.
Milano, luglio 1988.
RINGRAZIAMENTO
cc ...e asciugherà ogni lacrima
dagli occhi loro e la morte non
sarà più; né ci saran più cordoglio, né grido, né dolore, poiché
le cose di prima sono passate »
(Apocalisse 21: 4)
E’ mancata
Alice Tron ved. Bosio
di anni 97
Ne danno I’annuncio il figlio Emanuele con Renata, D'aniele e Annalisa
e la cognata Maria Bernoulli ved. Tron,
La famiglia ringrazia vivamente il
dott. S. Boer per la premurosa assistenza.
Torre Pellice^ 4 agosto 1988.
RINGRAZIAMENTO
<( In pace io mi coricherò e in
pace dormirò perché tu solo, o
Eterno, mi fai abitare in sicurtà ))
(Salmo 4: 8)
I familiari di
Angiolina Griset in Fornerone
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima e di affetto ricevuta, ringraziano tutti coloro ohe con
scritti, presenza, parole di conforto sono stati loro vicini in questa triste circostanza.
Rivolgono un pensiero riconoscente
al pastore Marco Ayassot ed ai vicini
di casa.
Abbadia Alpina, 11 agosto 1988.
RINGRAZIAMENTO
« Il Signore è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23)
E’ ritornata alla casa del Padre, alla
vigilia dei suoi novantaquattro anni, la
signorina
Elena Micheletti
da diversi anni ospite della Casa delle
Diaconesse.
La famiglia esprime la sua profonda
riconoscenza a suor Dina, a suor Marinette e al personale per le cure prodigatele.
Un grazie di cuore a lutti gli amici
che le sono stati vicmi e in modo particolare a Ugo e Rosalba Zoppi, a Rosetta Vittone ed al pastore Zotta
Torre Pellice e Bergamo, 12 agosto ’88.
RINGRAZIAMENTO
Non piangete la mia assenza,
sentitemi vicino e
ricordatemi ancora.
I familiari tutti dei cari
Melania Balmas in Giordan
Augusto Giordan
ringraziano tutti coloro Ohe con fiori,
scritti e presenza hanno preso parte al
loro dolore.
Un grazie particolare ai pastori
Tourn e Platone, al medico curante
dott. Bevaequa, al cardiologo dott. Lario, al dott. Fontana, alla Guardia
medica, alla Società Operaia Fratellanza ed al Gruppo A.N.A. di Angrogna.
Torre Pellice, 20 agosto 1988.
« L'anima mia s'acqueta in Dio
solo, da lui viene la mia salvezza »
(Salmo 62: 1)
« Il Signore è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23)
In S. Paolo del Brasile improvvisamente è mancato ai suoi cari
Cornelio Boero
La moglie Mirdza, i figli Emilia e
Nellino con le rispettive famiglie, il
fratello Arrigo, da Coazze la mamma
Emilia Rosa Brusin vedova Boero, la
sorella Nella con il marito Lemy Alloa,
figli e nipotino, la zia, i cugini, cognati e parenti tutti ne danno il triste
annuncio.
Coazze, 21 agosto 1988.
« Sii fedele sino alla morte ed
io ti darò la corona della vita »
(Apoc. 2: 10)
8
8 giustizia, pace e integrità della creazione
26 agosto 1988
I:
Ur
Rj
GIUSTIZIA, PACE, INTEGRITÀ’ DEL CREATO: DIALOGO ECUMENICO
Assisi: perché sì
Organizzazioni pacifiste, movimenti, chiese: un quadro composito di
partecipanti - Il prossimo appuntamento alla ’’settimana” di ottobre
Tra le prime persone che incontro ad Assisi ecco Giuseppe,
12 anni, che ho conosciuto quest’estate al campo cadetti, ad
Agape. E’ imo dei più giovani partecipanti, è venuto con la mamma, danese, da molti anni in Italia, e frequenta la chiesa valdese
di Pisa.
Forse vai la pena dire chi sono
le persone che sono giunte ad Assisi dal piccolo mondo evangelico italiano.
Quattro sono state inviate
dalla Commissione delle Chiese
battiate, metodiste e valdesi
per la pace e il disarmo: Margherita Di Lecce e Nunzio Loiudice, battisti, e Sergio Ribet ed
Hedi Vaccaro, valdesi.
La Federazione delle chiese
evangeliche italiane è rappresentata da Wienfried Becker, della
Nel 1990
in Corea
La proposta che viene dal
comitato preparatorio per la
assise mondiale su « Giustizia, pace e integrità della creazione » è che Tassemblea si
tenga a Seul dal 3 al 13 marzo 1990.
Si tratta per ora ancora di
una proposta, ma è significativa, sia per U luogo (prima
si era parlato dell’Australia;
ora sembra prevalere una
Ipotesi che non va sui «paesi ricchi »), sia per la data:
si temeva uno slittamento,
mentre gli organizzatori intendono tener fede alla scadenza proposta del 1990.
Il pastore battista
Jean Carpentier di
Lille (F), che ha parlato
sul tema « Per una giustizia
superiore» (Matteo 5: 30).
comunità di Ispra - Varese, che
ha sollecitato «un processo di'
elaborazione comune che consenta alle delegazioni delle Chiese
ev^geliche e della Chiesa cattolica in Italia di essere presenti a Basilea ’’con un’unica voce”» (vedi Relazione al Sinodo
1988. II fascicolo, p. 99).
La Chiesa Evangelica Luterana
in Italia ha inviato una persona,
Birgit Kelm.
Casa Cares ha inviato il suo direttore, Paul Krieg, e Agape un
collaboratore americano, della
United Church of Christ, il pastore Raymond Patch.
Sono inoltre presenti, per i
quaccheri, Davide Melodia da
Livorno e Franco Perna, dal
Lussemburgo.
Due giovani sono state inviate
dalla « Missione cristiano - cattolica italiana », collegata con le
chiese vecchio-cattoliche.
Anche le altre delegazioni sono
composte in modo analogo: alcuni « addetti ai lavori », persone inviate da enti o gruppi che
da tempo lavorano per la pace, o
per l’ecologia, o nei vari ambiti
che ricomprendiamo sotto la parola giustizia; persone che sono
venute perché singolarmente interessate ai temi che si dibattevano ad Assisi.
Ancora qualche cifra: dall’Italia un centinaio di persone, o poco più (alcuni di Pax Christi, una
decina dal MIR, molti francescani, e altri cattolici). In tutto circa seicento persone, delle quali
circa il quaranta per cento protestanti, circa un terzo francescani
delle varie famiglie.
Per nazionalità, un grosso
blocco dalla Repubblica Federale di Germania, molti olandesi e
poi via via spagnoli, francesi,
austriaci, belgi, svizzeri, eccetera.
Non numerosa la presenza dai
paesi dell’est europeo (forse venticinque), e purtroppo inesisten
te la presenza ortodossa. Una
quindicina di osservatori dagli
altri continenti.
Importante la presenza di
mennoniti, quaccheri e altri pacifisti « storici », per lo più collegati tra loro dal movimento
« Church and Peace » che raggruppa anche varie comunità
ecumeniche, il MIR, alcune comunità di suore protestanti, le
comunità dell’Arca, e via dicendo.
« Church and Peace » ha anche
preso contatto con la FCEI perché nella preparazione della liturgia curata dai protestanti e
in quella curata dai mennoniti,
fosse presente il protestantesimo
italiano.
Siamo stati presenti anche
perché questo incontro ad Assisi
è stato ecumenico in partenza,
convocato appunto da Church
and Peace, dal MIR, da Pax
Christi e dai francescani. Evidentemente i francescani « giocavano in casa », ad Assisi, e nel messaggio finale compaiono riferimenti a Francesco e Chiara,
peraltro sobri, e preoccupazioni
analoghe alle nostre ma espresse
con linguaggi che non sempre ci
sono abituali.
Resta il fatto che Assisi ’88 ha
rappresentato un incontro ricco,
fraterno, ecumenico, che può essere una tappa importante verso
la convocazione di Basilea 1989,
incontro promosso dalla Conferenza delle Chiese Europee (ortodossi e protestanti), e dal Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (cattolici), sul tema:
« Pace nella giustizia ».
Quale rapporto con i
movimenti laici?
Alcuni problemi rimangono
sullo sfondo. Quale « uso » di Assisi faranno le varie chiese e i
movimenti rappresentati? Le delegazioni ufficiali che andranno
a Basilea terranno conto di quanto si è fatto in Assisi, o procederanno unicamente secondo le logiche della politica ecclesiastica?
E, per altro verso, erano presenti in Assisi soprattutto rappresentanti di chiese : come si
svilupperà, per esempio, il movimento per la pace nelle sue
componenti laiche e in quelle religiosamente motivate? Per compartimenti stagni o condividendo
analisi, preoccupazioni, linee di
azione?
Alcune di queste domande troveranno risposta abbastanza presto. Ad ottobre, dal 16 al 24, in
molte città italiane si terrà la
« settimana ecumenica per la pace » : le forze presenti ad Assisi
sapranno continuare il loro impegno anche in questa occasione?
Sergio Ribet
In un mare di verde, in un'oasi di pace
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SCHEDA
Linee d’azione
per le chiese
1*
Assisi '88: si provano i canti per i momenti di culto.
« Oggi, nella giornata conclusiva del nostro incontro, è
possibile avviare la sintesi finale con una sorta di ’’album” dei nostri gruppi:
— l’amore inizia laddove cominciano pure le differenze; —
ricco è colui che vive secondo la volontà di Dio; — non
ricercare il possesso delle cose ma adoperare quello di
cui si ha bisogno; — impara
la giustizia dagli altri e seguine l’esempio; — è meglio
prendere meno che dare di
più (relazioni nord-sud).
Riconosciamo che nella
chiesa e nella società sono
state e sono tuttora commesse ingiustizie nei confronti
delle donne. Il ripensamento
della chiesa riguardo la discriminazione della donna necessita di maggiore concretezza.
Siamo angustiati dall’enorme indebitamento dei paesi
poveri, di cui ravvisiamo una
delle cause principali nella
politica dei tassi di interesse
dei paesi ricchi.
■Vediamo nei profughi in
cerca di asilo nei nostri paesi le vittime deH’ingiustizia
mondiale. In vista del 1992,
noi europei siamo invitati a
non applicare leggi più re
strittive riguardanti l’asilo politico, bensì a promulgarne di
più tolleranti. La ’’casa Europa” può essere una casa felice solo se è una casa dalle
porte aperte.
Noi esortiamo le nostre
chiese a interrompere ogni
relazione con le forze militari. Siamo solidali con la resistenza alla installazione d\
nuove basi NATO della Spa
gna e dell'Italia meridionale.
Esortiamo tutti gli Stati
a rispettare il diritto aU’obiezione di coscienza ».
L'esigenza più radicale
(segue da pag. 1)
che più da vicino è stata proposta
all’attenzione dei pastori e dei delegati, il Servizio cristiano di Riesi, assume un significato emblematico. La sua storia più recente indica, al di là di tutte le difficoltà,
la necessità di un’azione di testimonianza. Su questo argomento
particolare, così come sul tricentenario del rimpatrio, si gioca
l’identità e la consapevolezza di
un’entità che è di dispersione (con
tutti i problemi che ne conseguono, a partire proprio dalla stessa
organizzazione del campo di lavoro, in discussione quest’anno)
ma che trova il proprio senso nella condivisione con i fratelli.
Nella strada impegnativa che
caratterizza questa ricerca (destinata a proseguire e a passare alle
singole chiese), il Sinodo si è aper
to in un’atmosfera di dialogo: tra
una mostra sul 250“ della conversione di )ohn Wesley e sul metodismo, il convegno sul futuro della
rivista «Protestantesimo ». tra la
presentazione del volume collettivo sul rimpatrio dei valdesi, i dibattiti e (ancora la formazione) gli
esami sostenuti dagli studenti della Facoltà di teologia: forse mancheranno le prese di posizione (ma
la dislocazione di nuovi sistemi
d’arma in Italia farà riflettere), o
le contrapposizioni su altri temi
d’attualità (« Che cosa pensano
valdesi e metodisti su...»). Ma l’interrogarsi in un’atmosfera fraterna su come rispondere ad una comune vocazione è un’esigenza più
radicale, ineludibile, dalla quale,
dopo, possono discendere le realizzazioni pratiche.
Alberto Corsani
Dir, propr.: fam. Caroni
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