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10 gennaio 1975 - L. 100
Anno 112-N.1^
Spedizione in abbonamento postale
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SETTIMANALE' DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
in Italia
IL COMPITO DELLE COMUNITÀ’ PROTESTANTI NON E’ FINITO
Agape organizza quest’anno il suo campo invernale sotto questo titolo co«
raggioso ed impegnativo: l’alternativa evangelica in Italia. Un tema scelto
non a caso, ma con intenzione, che vuol essere, se intendiamo bene, un programma di lavoro, una indicazione, un momento di ripensamento.
In Italia, anzitutto. Ci siamo, da tempo come evangelici anche se soltanto negli ultimi anni ci si comincia a considerare italiani; i più anziani fra
noi ricordano le polemiche e le accuse dei decenni passati: protestanti spie
del nemico, venduti al capitale inglese, estranei per la lingua francese ecc. In
Italia invece stiamo ponendo radici, ci
stiamo italianizzando, in bene ed in
male, siamo ormai parte della vita nazionale. Questo significa che l’Italia
si sta abituando a non essere più la
quello che siamo stati
quello che saremo
Il programma di questa nuova serie del
nostro giornale che si inizia ora, è molto
semplice: rispettare il titolo che le assemblee valdese e metodista hanno deciso di dargli.
« Settimanale delle chiese evangeliche
valdesi e metodiste». Tutto lì,: un giornale cioè che vuole essere evangelico ed
espressione di chiese molto definite : le
metodiste e le valdesi.
Che significa oggi evangelico? Sino a
20 anni fa equivaleva a cristiano non cattolico («evangelico» o l< evangelista »
chiunque non era in obbedienza al papa)
oggi sono evangelici anche molti cattolici; lo si è tutti nel senso che si riscopre
la verità del Vangelo.
Il nostro giornale si vuole evangelico
in questo senso generale, vuole ispirarsi
alla meditazione dell’Evangelo di Gesù
Cristo, riviverne il messaggio, coglierne
il senso ner la vita di oggi.
Si vuole però « evangelico » anche in
un senso più definito, è giornale « delle
chiese evangeliche». Questo significa che
la lettura dell’Evangelo che cercheremo di
fare su queste pagine sarà fatta alla luce della fede vissuta dalle generazioni
evangeliche che ci hanno preceduto. Leggeremo l’Evangelo con i metodi, gli orientamenti, la sensibilità di cristiani riformati, di credenti cioè che si rifanno alla
Riforma evangelica del XVI secolo.
Questo non significa che intendiamo
restare sempre come siamo stati, cioè
senza cambiamenti, aggrappati alla nostra tradizione confessionale, ma essere
quello che siamo stati.
Settimanale delle chiese significa anche
luogo di incontro dei problemi e della ricerca delle comunità, fotografia della loro vita, delle loro speranze e dei loro
problemi. Non giornale di élite, di corrente, di punte avanzate, ma registrazione serena ed obiettiva di quello che avviene nelle comunità evangeliche valdesi
e metodiste in Italia.
Qualcuno dirà: troppo poco, dobbiamo portare il messaggio dell’evangelo alITtalia intera, uscire dal nostro ghetto,
smuovere le coscienze, inserirci nel discorso; lo pensiamo anche noi ed è per
questo che lavoriamo; siamo però convinti che occorrono per questo due premesse; una coscienza di solidarietà evangelica, una concretezza di realtà.
Le chiese evangeliche hanno bisogno,
come ieri, di essere edificate, costruite
sulla realtà dellTNangelo ma debbono
oggi sentirsi parte di un movimento,
membra di una grande famiglia. È questa coscienza di comunione che deve essere formata. A questo ci vogliamo impegnare.
La seconda cosa di cui siamo convinti è che il nostro piccolo mondo di uomini evangelici italiano, composto di poche migliaia di credenti, uomini manchevoli e spesso incerti non è un sotto-prodotto della fede cristiana, un fossile superato, è una reale comunità di speranze e di ricerca. Ciò che conta nella storia
della fede è Tautenticità più che le utopie, presentiamoci come siamo e si vedrà cosa il Signore farà del nostro essere.
terra al 100,% cattolica, ad essere invece un paese in cui coesistono diverse
posizioni.
In Italia non significa però solo essere italiani, significa anche essere
confrontati con i problemi e le speranze di questo paese. In questo senso
possiamo dire che la nostra presenza è
sempre stata legata alle pagine più
sofferte e vissute della storia italiana :
dalla Riforma del 1.500 al Risorgimento, è stata legata cioè alle grandi speranze di rinnovamento della nazione.
Lo siamo stati, lo saremo ancora?
Cosa saremo? Un gruppo religioso
fra gli altri, una componente del rinnovamento evangelico o, come suggerisce il titolo : una alternativa ?
Una alternafiva vuol dire una cosa
l’idea che gli italiani sono atei, cattolici bigotti,, cattolici del dissenso ma
che tutti fanno la loro strada come noi
facciamo la nostra, con tutt’al più
qualche scappellata o stretta di mano
ogni tanto, che senso ha'parlare di alternativa ?
« Attento » dirà qualcuno « l’alternativa non sei mica tu, è l’evangelo,
non è la comunità evangelica come la
conosciamo, con tutti i suoi malanni
e le sue piccinerie, è Gesù Cristo. Lui
solo è la vera alternativa alla religione italiana sia cattolica che protestante perché è l’alternativa vera di tutti
noi». «Vero» rispondo «nulla da
obiettare, resta comunque un fatto :
non si può vivere l’evangelo nelle nuvole, siamo in terra con la gente e la
vita è fatta di educazione, di abitudini, di idee, sentimenti, ricordi, affetti,
l’evangelo si vive in una comunità ».
Dove sono mai nell’Italia di oggi le
comunità alternative dove si viva lo
evangelo? Il Signore mi guardi dalla
presunzione, ma credo possano esserlo
comunità protestanti rinnovate. A convincermi in questo è la lettura di due
diversa, un’iiltra st*ad.?i,i^nà irealtà * •^’hlùsaià, divefisl -perù mq*
si può scegliere al posto di un qualcosa. Chiesa alternativa significa comunità cristiana sì, ma non cattolica
e neppure cattolica-evangelica (cattolice-liberale, si diceva un tempo).
Per esserlo non basta però volerlo;
non basta dire : « io voglio essere chiesa alternativa, comunità diversa, espressione di fede nuova » per esserlo
davvero. Ma è altrettanto chiaro che
non si è comunità alternativa se non
lo si vuole, se non si considera lecito
e doveroso esserlo. Se uno dice già in
partenza che noi siamo evangelici, e
questo va bene per noi ed al massimo
i nostri figli, gli altri sono quello che
sono e stiano così, il 'discorso è chiuso in partenza. Se già si parte con
strando cosa sia stata l’Italia di ieri
mi inducono a pensare all’Italia di oggi. Alludo a Giolitti e i cattolici, di
(Giovanni Spadolini ed alla Storia delle
chiese dei Fratelli di Domenico Maselli. Da leggersi entrambi per comprendere la politica vaticana, il rinnovamento evangelico di ieri, la fine che
hanno fatto fermenti e proteste; gira
gira chi ha resistito sono sempre piccole comunità di gente che ha vissuto
l’alternativa da evangelici protestanti.
Ben hanno dunque fatto quei di Agape a sollevare il tema, è di quelli con
cui vale la pena misurarsi.
Giorgio Tourn
Nel prossimo numero daremo un’ampia
cronaca di questo importante incontro.
AMERICA LATINA
il continente
dalie vene aperte
Siamo qui per puro caso: ogni anno la Facoltà di teologia di Buenos Aires
invita un oratore straniero a tenere delle conferenze su argomenti d’attualità;
quest’anno, data la coincidenza col Centenario, i valdesi di qui, non meno testardi di quelli italiani, si sono impuntati e hanno chiesto che l’oratore fosse
un valdese (tema: i rapporti tra la chiesa e il movimento operaio). Una famiglia cara, che da anni ci segue con affetto
e pazienza, ha permesso che fossimo in
due a fare questa esperienza.
Buenos Aires
E, certo, si tratta di un’esperienza indimenticabile. Di primo acchito, Buenos
Aires sembra una città italiana: Milano,
Roma, Napoli sommate insieme. Una vitalità disordinata e prorompente: velocità, rumore e, sembra, anche allegria. Poi,
dopo qualche giorno, si comincia a capire; certo, Buenos Aires come tutto il Rio
de La Piata è culturalmente vicino all’Italia € alla Spagna: ma appena si guarda
un po' più in profondità, si notano le differenze, si scopre piano piano roriginalità 'di questo grande Paese.
Nel secolo scorso, a misura che gli indiani venivano sterminati, il paese veniva popolato di braccianti italiani e Spagnoli, e organizzato come un’immensa
azienda agricola, per produrre carne, pelli, grano. La terra era (e rimane) in poche mani, come in poche mani era il commercio deirunico porto che si era imposto a tutti gli altri; Buenos Aires. Tutto
doveva passare di lì, e 1’« oligarchia portegna», come la chiamano, strettamente
imparentata con l’oligarchia terriera, controllava tutto il paese.
Il prezzo’ di questo dominio era uno
solo: la sottomissione all'Inghilterra,
G. e T. Bouchard
(continua a pag. 3)
Berlino, 31 dicembre 1944. Carcere della Prinz-Alhrecht-Strasse. In
una cella, il pastore Dietrich Bonhoeffer, arrestato nella primavera
del ’43 per attività anti-nazista, compone una poesia per il 1945, l’anno
nuovo che sta per cominciare. Ecco
la prima strofa:
Circondato fedelmente e silenziosa[mente da benigne potenze,
mirabilmente protetto e consolato,
voglio vivere con voi queste giornate
ed entrare con voi in un nuovo anno.
Incredibile messaggio che ci giunge, trent’anni dopo, dal fondo di un
carcere nazista! « Circondato da potenze benigne »! Ma nòn è circondato dalle S.S., il detenuto Bonhoeffer?
Dalle grida o dai silenzi — ugualmente paurosi — delle loro vittime? Dal
rumore minaccioso dei passi delle
guardie? O da quello, sordo e lontano, dei bombardieri alleati pronti a
ferire a morte la capitale nemica?
Dove sono le « potenze benigne » cantate da Bonhoeffer?.
Trent’anni sono passati. 31 dicembre 1974. Alba del 1975. Non siamo,
alméno noi (attri^però lo sono!} in
batta di S.S. odierne. Dal nostro cielo non piovono bombe (da altri cieli invece sì). Eppure sembriamo più
disorientati di Bonhoeffer e non osiamo dire insieme a lui « circondati da potenze benigne ». Ci chiediamo smarriti: esistono potenze benigne? Potenze economiche politiche, diplomatiche, militari, tecniche,
scientifiche, persino ecclesiastiche:
tutte quelle che conosciamo incutono più spavento che speranza, più
timore che fiducia. All’alba del 1975,
dove siete « potenze benigne »?
Non sono certo intorno a noi e
neppure dentro di noi. Quando dal
fondo della sua cella, all’alba del
1945, Bonhoeffer dichiarava di essere circondato da potenze benigne,
non pensava certo alle S.S. ma a
Gesù Cristo. Non ci sono, nella storia e nell'uomo, altre potenze benigne che quelle manifestate, incarnate e insegnate all'umanità da Gesù
Cristo. Noi, almeno, non ne vedianio
altre.
Ed ecco l’ultima strofa della poesia:
Da benigne potenze mirabilmente
[protetti
fiduciosi aspettiamo quél che potrà
[accadere.
Dio è con noi alla sera e al mattino
e certamente in ogni nuovo giorno.
Il 914/1945 a FlossenbiXrg, Bonhoeffer morirà, impiccato con altri
uomini della Resistenza. Eppure,
« Dio è con noi alla sera e al mattino, e certamente in ogni nuovo giorno », in vita e in morte.
Non in tempi sereni ma in una
delle ore più buie del nostro recente
passato, non dall’alto di un pulpito
ma dal fondo di un carcere nazista,
non da un uomo in libertà, fortunato e di successo ma da un detenuto
già destinato a morte, ci giunge — a
noi gente di poca fede che varchiamo inquieti la soglia del 1975 —
una lezione di fede.
Paolo Ricca
2
a ooliotfuio
con / lettori
Il cambiamento di direzione in un
giornale rappresenta sempre un momento di difficoltà e di incertezza. Un giornale è un po’ come una casa, ci si affeziona così com’è, è piena di ricordi, di
cose che parlano il linguaggio dei sentimenti e degli affetti di ieri, entrarci sembra di entrare in casa d’altri, cambiare
sembra irriverente.
Questo per chi ha responsabilità. Il
pastore Conte Jta diretto questo giornale
per più di un decennio, in un periodo
molto movimentato nella vita della nostra società italiana e delle chiese evangeliche, lo ha diretto con una coerenza
lineare. Come ha egli stesso scritto nell’ultimo numero del ’74 si è sforzato di
mantenere e garantire la libertà di pensiero e di posizioni all’interno della famiglia valdese, senza imposizioni e scomuniche. Di questo la chiesa valdese gli ha
reso atto rinnovandogli annualmente il
suo mandato. Non possiamo dunque assumere il nostro mandato senza aver
prima espresso al collega Conte il nostro
personale ringraziamento per quanto ha
fatto in questo delicato settore della nostra opera.
RINGRAZIAMENTI
A questo ringraziamento per la direzione è doveroso associare anche quello
per l’Amministrazione dei giornali; la
sig.na Speranza Tron infatti lascia questo delicato settore dopo anni di attività
a cui si è data senza risparmio di energie e di tempo. Chiunque abbia qualche
dimestichezza con abbonati, versamenti,
indirizzari valuta facilmente l’impegno,
chi non ha dimestichezza con questi problemi li immagina pensando a quanto è
distratto nelle sue faccende.
STRUMENTO DI UNITA’
Ci siamo sin qui rivolti ai lettori come se fossero nel 1975 gli stessi del 1974,
quasi si trattasse solo di un cambio del
direttore e del comitato di redazione. In
realtà il nostro è un nuovo giornale che
ci auguriamo segni l’inizio di una nuova tappa nella vita delle comunità evangeliche italiane. Si tratta infatti di una
iniziativa nel quadro dell’integrazione fra
le comunità metodiste e quelle valdesi.
Il suo sottotitolo ’’settimanale delle chiese valdesi e metodiste” non è una trovata originale del comitato di redazione, è
una proposta del progetto di integrazione, accettata dalla Conferenza metodista
e dal Sinodo valdese. I fratelli delle comunità metodiste d’Italia avranno così in
questo giornale il proprio giornale come
era sin qui per i valdesi; quello che per
24 anni è stato il loro organo di informazione, il mensile ’’Voce Metodista” ha
In questo senso si tratta dunque di
creare qualcosa di nuovo, di unitario,
di accogliere quelle che sono state sin
qui le abitudini, i caratteri, le sensibilità
di tutti. Cucire insieme l’Eco delle Valli,
giornale della zona delle valli, la Luce,
settimanalé di evangelizzazione valdese.
Voce Metodista, mensile di riflessione e
di edificazione metodista, potrebbe condurre in ultima analisi ad un vestito un
po’ arlecchino, pezzetti e ritagli assommati,; si tratta invece di creare una realtà nuova, unitaria, ma nello stesso tempo varia, in cui tutti si riconoscano anche se non in tutto si ritrovano.
,E’ evidente „che per 'realizzare questo
occorrerà una grande collaborazione da
parte di tutti, lettori, redattori, pastori,
corrispondenti, impegno e buona volontà, disponibilità e tolleranza. Pur nelle
sue modeste dimensioni, nei limiti dei
suoi mezzi, nella debolezza della sua voce il nostro giornale può fare molto per
diventare strumento di servizio, di edificazione, di comunicazione, di informazione, può fare molto nella misura in cui
tutti faranno.
IL COMITATO
Abbiamo parlato di un Comitato di
redazione; per informazione di tutti i lettori ne ripetiamo i nomi dei componenti; Gustavo Bouchard, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Bruno Rostagno, Tullio
Viola (membri del comitato Eco-Luce);
Valdo Benecchi, Niso De Michelis, Gianpaolo Ricco (nomirmti dal C. P. metodista) Bruno Bellion, Ermanno Genre,
Giorgio Tourn (nominati dalla Tavola).
Una serie di brevi comunicazioni amministrative per concludere. Riceveranno il giornale, oltre naturalmente agli abbonati, tutti i fratelli metodisti che ricevevano Voce Metodista ed un numero
di fratelli, sia valdesi che metodisti, che
non ricevevano i giornali delle rispettive
chiese. Si tratta di un invio di saggio di
4 o 5 numeri, a carico delle comunità
locali (i nufneri ricevuti iid esempio a Cremona e a S. Secondo di Pinerolo sono
offerti dalla chiesa metodista di Cremona e da quella valdese di S. Secondo).
Potrebbe accadere che nel controllo sia
sfuggito un nominativo e che qualcuno
riceva due copie del giornale, lo offra a
qualcuno suscettibile di interessarsi ai
problemi dell’evangelo.
AMMINISTRAZIONE
Si tenga presente infine che la sede del
giornale è provvisoriamente presso la Casa valdese. Torre Pellice, tutta la corrispondenza va diretta a ’’Eco delle Valli”
o ”La Luce”, 10066 Torre Pellice.
Per semplificare il lavoro della nuova
amministrazione, già fortemente impegnata nel lavoro di lancio del giornale,
si prega effettuare i pagamenti il più
possibile per C.C.P. servendosi del modulo allegato.
Per comunicazioni urgenti il n. telefonico della Casa Valdese è 91.296, del direttore Giorgio Tourn 74.201 Pinerolo.
NOVITÀ’
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dìa
T na
Con il terzo ed ultimo volume
LE EPISTOLE
è finalmente completo il
DI PAOLO
tradurre la Scrittura
La Società Biblica ha iniziato da alcuni anni una nuova tiaduzlone ^a Bibbia,
di cui già è stata data notizia sul nostro settimanale a suo tempo. Un primo saggio
di traduzione è ora pronto ed è offerto in esame ed in lettura a Quanti vorranno procurarselo, si tratta della lettera dell’apostolo Giacomo presentata in un piccolo fascicoletto dal titolo « Poveri e ricchi ». Inizierà dal piosslmo numerò sii Questa pagina una serie di brevi meditazioni su Questo scritto, a cura^ del prof. Corsani. Pr^
sentiamo Qui sotto le tre traduzioni cQ uno stesso testo, rispettivamente dalla traduzione di G. IHodati nel 1618, Quella in uso, della Riveduta e Queste nuova in corso.
Si tratta dei w. 1-6 del cap. 1" e 14-36 del cap. 3".
traduzioni di ieri e di oggi
Giàcomq, servitore di Dio e dei Signot
Gesù Cristo, alle dodici tribù, che sono
nella dispersione, salute.
Fratelli miei, considerate come argomento di completa allegrezza le prove
svariate in cui venite a trovarvi, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la ostanza compia appieno l’opera sua in voi, onde siate perfetti
e completi, di nulla mancanti. Che se alcuno di voi manca di sapienza la chiegga
a Dio che dona a tutti liberalmente senza
rinfacciare, e gli sarà donata. Ma chiegga
con fede, senza star punto in dubbio; perché chi dubita è simile a un’onda di mare, agitata dal vento e spinta qua e là...
Che giova, fratelli miei, se uno dice di
aver fede ma non ha opere? Può la fede
salvarlo? Se un fratello o una sorella sono nudi e mancanti del cibo quotidiano
e un di voi dice loro: Andatevene in pace, scaldatevi e satollatevi; ma non date
loro le cose necessarie al corpo, che giova? Così è della fede; se non ha opere,
è per se stessa morta. Anzi uno piuttosto
dirà: Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e
io con le mie opere ti mostrerò la mia
fede. Tu credi che v’è un sol Dio, e fai
bene; anche i derhoni lo credono e tremano. Ma vuoi tu, o uomo vano, conoscere che la fede senza le opere non ha
valore?
Iacopo, servidor di D|0, e ,del Signor
lesu Christo alle dodici tribù, che sono
nella dispersione, salute. Reputate compiuta áíiegrezza, fratelli miei, quando sarete caduti in diverse tentazioni. Sapendo che la pruova della vostra fede produce sofferenza;' Hot habtaia là sofferenza un’opera compiuta, accioche voi siate
compiuti, e intimi, non mancando di nulla. Che se alcuno di voi manca di sapienza chiegga a Dio, che dona a tutti liberalmente, e non si la vituperio ; e Saragli donata. Ma chieggala con fede,! senza star
punto in dubbio : percioche, chi sta in
dubbio è simile al flotto del mare, agitato
e dimenato... ”
Che utilità è, fratelli miei, se' alcuno dice d’haver fede, e non ha opere? Può quella fede salvarlo? Che se un fratello, o sorella, sono nudi e bisognosi del nudrimento cotidiano : et alcun di voi dice loro, andatevene in pace, scaldatevi e satollatevi;
e voi non date loro i bisogni del corpo,
qual utilità v’è? Cosi¡ anchora la fede, se
non ha opere è per se stessa morta. Anzi
alcun dirà. Tu hai fede, e io ho opere:
mostrami la tua fede senza le opere e io
ti mostrerò dalle mie opere la fede mia.
Tu credi che Iddio è imo solo: ben fai:
i demoni lo credono anch’essi, e tremano. Ma, o huomo vano, vuoi tu sapere
che la fede senza Topere è morta?
“Fratelli, a che serve se uno dice: « lo ho la fede! » e poi non lo dimostra con i fatti? Forse che quella fede può salvarlo? ^“Supponiamo che
qualcuno dei vostri, un uomo o una donna, sia senza vestiti e non abbia da
mangiare a sufficienza. “Se voi gli dite: «Arrivederci, stammi bene. Scàldati e mangia quanto vuoi », ma poi non gli date quel che gli serve per vivere, a che valgono le vostre parole? Così è anche per la fede : da sola,
se non si manifesta nei fatti, è morta.
“Qualcuno potrebbe anche dire: «C'è chi ha la fede e c'è chi compie
le opere ». Ma allora mostrami come può esistere la tua fede senza le opere I lo invece ti posso mostrare la mia fede per me-z-zo delle mie opere, cioè
con i fatti I “ Ad esempio, tu credi che esiste un solo Dio? È giusto. Ma anche i demoni ci credono, eppure tremano di paura. “Sciocco, vuoi dunque
capire che la fede non serve a niente se non è accompagnata dai fatti?
attualità di Paolo
Si aspettava la pubblicazione del 3“ volume del Nuovo Testamento
Annotato essenzialmente come stimolo a leggere Paolo oggi. Questa lettura ha un doppio significato di estrema importanza.
infatti cessato le pubblicazioni col 1974.
IL NUOVO TESTAMENTO ANNOTATO
Un commentario (in 4 volumi) conciso ed essenziale ma molto ricco che
non si sovrappone al testo ma lo fa « parlare » sottolineandone il senso
più sicuro.
Utilissimo sia per la lettura individuale che di gruppo.
voi. IIP: Le Epistole di Paolo
pp. 320 - ed. brossura L. 4.800, ed. rileg. L. 5.800
Offerta speciale:
fino al 30 aprile 1975 Topera completa in brossura (4 volumi) è ceduta
al prezzo ridotto di L. 9.500 complessive.
EDITRICE CLAUDIANA — c.c.p. 2/21641
Via Principe Tommaso, 1 — 1012.5 TORINO
uzmtnnnsuumnsuuznsznnnsznnnszsznsznsiRnstnsznszszszsmnnszsuznnsmsuuuznnnsu
Possiamo dire, infatti, innanzitutto, che
ha il senso di una riscoperta del senso
protestante della fede. È Paolo ' che con
la sua originale affermazione della salvezza per grazia mediante la fede, senza
la collaborazione delle opere e dei meriti
umani, ha acquetato il travaglio spirituale di Lutero, angosciato dalla coscienza
dell’impossibilità di raggiungere la salvezza da parte dell’uomo. È Paolo che ha
fornito l’ossatura del pensiero riformato,
senza papi, nè santi ,né madonne, perché,
appunto Dio salva per grazia, con la Sola
mediazione di Cristo, quindi senza mediatori umani né nella gerarchia ecclesiastica, né nel mondo delTal di là.
Ma la lettura delle epistole di Paolo
dovrebbe avere, di diritto, anche un significato ecumenico. Dovrebbe, infatti, permettere alla chiesa in ricerca dell’unità
sulla base di un ritorno alle fonti della
sua esistènza — la vita di Cristo e la
missione dei discepoli — di trovare il
messaggio originario della sua predicazione. Infatti questi scritti sono tra i più
antichi — e in buona parte i più antichi
— deU’insegnamento cristiano. Più antichi degli evangeli, almeno nella loro stesura attuale ; più antichi anche delle altre
epistole. Pur ammettendo che la forte
personalità dell’autore abbia dato un’impronta del tutto particolare alle sue lettere, si deve, però, riconoscere che la prima
testimonianza cristiana è andata nella direzione di Paolo. Ne fa fede, oltre all’epistolario, anche tutto il libro degli Atti,
pur essendo animato da una teologia
sensibilmente diversa.
Oggi possiamo leggere Paolo in questa
edizione commentata. È inutile tesserne
gli elogi o segnalarne i limiti. Essa ha i
caratteri degli altri volumi del NT A. Il
lettore comune vi troverà le indicazioni
essenziali ner la comprensione del messaggio biblico anche attraverso una tra
duzione ormai superata come quella della Riveduta; il predicatore, pastore o laico, che abbia una certa dimestichezza con
commentari di maggior mole, troverà
qui un utile richiamo, condensato con
molta abilità, a pensieri che avrà trovato
maggiormente svilùppati altrove; lo stesso specialista potrà trovare qui alcune impostazioni interpetative abbastanza nuove e poco esplorate suscettibili di interessanti ed importanti sviluppi! C’è, dunque,
qualcosa per tutti.
Questo materiale può servire per consultazioni di tipo vario : abbiamo le introduzioni, il commento vero e pròprio ,le appendici con indici delle pericopi, delle citazioni dell’Antico TestamentOj dei personaggi e luoghi menzionati nel volume, dei
termini e concetti teologici, oltre, naturalmente, a sommarie indicazioni bibliografiche per chi desidera approfondire qualche argomento.
Uno strumento che dovrebbe essere
destinato a largo uso, dunque. Dovrebbe,
anzi, essere il costante riferimento obbligato e non ripetuto dei monitori, dei catechisti, dei predicatori. Ci sembra abbastanza inutile e dispersivo, per esempio,
preparare dei comihentari simili nella
estensione e nell’impostazione a quelli
qui contenuti, in note omiletiche o note
per i monitori nella rivista della scuola
domenicale. C’è questo e basta. Forse le
chiese potrebbero, caso mai, partecipare
alla diffusione del NTA, facilitandone
l’acquisto con particolari sconti a chi
esercita in modo continuativo un qualche
ministero. La « politica nella chiesa » lascia molti dubbiosi, per non dire di più.
La prova che ci aspetta è di vedere se
sapremo dare alla meditazione del messaggio biblico che qui ci è offerta, almeno la stessa diffusione che hanno 1 libri
di contenuto più apertamente politico.
m. c. tron
3
dalla prima
AMERICA LATINA
grande beneficiaria dell’Indipendenza sudamericana: formalmente indipendente, il
paese deH’Argento era in realtà suddito
deirÒro inglese. Il tutto verniciato della
miglior Cultura disponibile sul mercato:
quella Francese: la cultura positivistica
che predicava il Progresso, il susseguirsi
delle Epoche storiche, il superamento del
cristianesimo, debole religione dell'amore e della pietà, remora allo Sviluppo (del
capitale), ostacolo alla Razionalità (della
produzione).
Juan Peron
Modello tipico di nazione dipendente,
l’Argentina entra in fermento all’epoca
delle guerre mondiali: gli oceani diventano tempestosi anche per la flotta di Sua
Maestà britannica, le masse popolari si
fanno inquiete. Un uomo interpreta questa inquietudine e afferra il potere: Juan
Domingo Peron (1945). E qui noi italiani
di mezza età, con la nostra cultura bell’e
fatta, abbiamo la spiegazione pronta: Peron è un fascista. In realtà, basta una
settimana per capire quanto sia comoda
e schematica que^a spiegazione. Certo,
Peron è stato una figura di estrema ambiguità, che non è proprio il caso di lodare. Ma senza capire il peronismo non si
capisce l’Argentina: poiché questo movimento ha perlomeno raggiunto due risultati: .
— ha interpretato e stimolato la tormazione d’una coscienza nazionale in un
popolo periferico, subordinato, che vuole
nascere come nazione: per molti, « Peron » significa questa acquisita dignità
nazionale, questa spinta fiduciosa verso
l’avvenire. Mentre l’Europa tramonta malinconicamente perché dovremmo stupirci di questa « crescita delle giovani nazioni »? .
Certo, dei giovani TArgentina ha tutti
i difetti: un insieme di insicurezza e di
vanagloria (Buenos Aires ha 35 milioni di
abitanti, dicono ridendo gli altri^
americani: in realtà non ne ha piu di 9),
ma ne ha anche la freschezza e l’ardore.
__ ha permesso la nascita di un rnovi
mento operaio e popolare: prima di Peron, i sindacati era come se non esistessero: adesso sono una forza decisiva nella vita nazionale. I loro capi sono discussi e corrotti: ma alla loro base proseguono autentiche esperienze di democrazia
operaia, di mobilitazione attiva, di dibattito e di ricerca. Attraverso il « peronismo » si diventa socialisti, come in altri
luoghi e tempi si diventava liberali attraverso l’esperienza napoleonica. ^
La cosa può non piacerci, e sicuramente ici sconcerta: ma non la possiamo ignorare né squalificare solo perche «non
somiglia all’Europa». Proprio questo vogliono i latino americani: non somigliare
Ill’Europa, fare la propria strada: in n<>
me di che cosa glie lo dovremmo proibirG
Oggi Peron è morto, e sul suo cadavere si sono gettati, naturalmente, gli avvoltoi. Nel nome di Peron si fa un governo sostanzialmente conservatore, che impone ai sindacati il « patto sociale » (cioè
il contenimento dei salari), che non riesce mai ad arrestare i terroristi di destra
(la Alianga Anticomunista Argentina, detta « Triple A »: ogni giorno uccide qualcuno) ma in compenso si prepara accuratamente al confronto armato con la
sinistra rivoluzionaria. . „-i
Può essere interessante notare che nell’attuale momento politico il cattoli«^mo assume un rilievo notevole: la Presidentessa della Repubblica compare ai
comizi vestita di nero pn una grande
cr^e sul petto, spesso ha qualche arcivescovo al suo fianco: nel
le i temi cattolici ricorrono con frequra
za crescente, la penetrazione integralista
all’università si fa sentire. Il
sitivismo ateo è sconfitto, ma no? e il
caso di rallegrarsene: se continua ' ?tt^
le tendenza, avremo in Argentina un M
cattolicesimo di regime e, chissà, dom
ni una bella democrazia cristiana.
(continua al prossimo numero)____________
1 maggio: fasta cattolica?
La chiesa cattolica cerca di mettere le mani
anche sul 1” maggio? Sembra d'/*cattolico ohe si occupa di pastorale del lavoro ha
lanciato nei giorni scorsi la proposta di un pelleerinaseio nazionale dei lavoratori cattolici a noma. il r maggio 1975, nel quadro delle manifestazioni per 1’« anno santo ». E evidente il tentativo da un lato di dividere il movimento operaio secondo un criterio confessionale e dall altro
di cattolicizzare il 1° maggio.
Un centinaio di preti operai, riuniti per un
convegno a Serramazzoni (Modena), hanno approvato una mozione in cui si deplora questa imziativa per il suo carattere scissionistieo e hanno
deciso di non partecipare al progettato pellegrinaggìo romano.
espressioni di solidarietà
con la chiesa valdese in Uruguay
Gli evangelici reagiscono alla notizia della soppressione del « Mensajero Vaidense »
Nei due ultimi numeri del 1974, PECO
LUCE ha dato notizia della soppressione
del mensile valdese uruguayano e della
protesta della Tavola Valdese. Ecco il
testo completo del decreto di soppressione:
« Vista la pubblicazione ’’Mensajero
Vaidense”, organo della Chiesa Evangelica Valdese, del luglio ,1974, che si pubblica
nella città di Paysandù:
Risultando: 1) Che nella colonna del
Direttore si sviluppa un editoriale in cui
si trascrivono come obbiettivi delle comunità religiose che fanno parte del Consiglio Mondiale delle Chiese, l’aiuto economico a gruppi sovversivi’ uruguayani,
cileni e vietnamiti, come a quelli che operano nel continente africano; 2) Che il
Congresso Mondiale delle Chiese è un
organismo internazionale con sede in
Ginevra, che sviluppa un’attività chiaramente sovversiva a livello mondiale, diretta fino al 1972 dal marxista nordamericano C. Blake, onorato dall’Unione Sovietica col Premio Lenin, e attualmente
dal signor Philips Potter, che propugna il caos e l’anarchia come metodo per
la trasformazione della società, favorendo costantemente la diffusione della sovversione marxista nei cinque continenti
e effettuando contributi materiali ai movimenti terroristi che operano su scala
internazionale;
Considerando: che la pubblicazione sud
detta viola le disposizioni del Decreto
393/973, del l/VI/1973, per appoggiare coloro che .praticano la sovversione armata
nel territorio nazionale. . o
In base alle norme precitate, il Sig.
Presidente della Repubblica delibera:
1) si chiude dàìnitivamente la pub
blicazione ’’Mensajero Vaidense”, proibendo l’edizione di qualimque altra pubblicazione che per la sua natura e orientamento significhi la continuazione della
pubblicazione di cui si delibera la chiusura; ' „
2) Si passa alla Prefettura di Paysandù per l’esecuzione ».
Come si sà il Consiglio Ecumenico ha
risposto chiedendo la ritrattazione delle
affermazioni contenute nel decreto.
Il testo del telegranima è il seguente:
« Oggetto: decreto relativo alla chiusura
definitiva del "Mensajero Vaidense pubblicato il 6 dicembre. Rifiutiamo focalmente i termini diffamatori ed errati utilizzati negli articoli 1 e 2 del decreto
summenzionato a proposito del Consiglio
Ecumenico delle Chiese, dei suoi dirigenti e dei suoi obbiettivi. Esigiamo entro i
prossimi quindici giorni una rettiftoa formale e accettabile e fin da ora ci riserviamo il diritto di intraprendere tutti i passi legali appropriati, previsti dalla legge
Uruguay ana, così come ogni azione internazionale relativa alla violazione o al
tentativo di violazione del diritto alla h
Paolo VI per l'iAnno Santo»; iVenite.
Il
non andremo a Roma
■in martelletto d’argento la cui impugnatura era stata modellata seconao ia
forma della sua mano, ha aperto la « porta santa » attraverso la quale passeranno i peÌlegrini cattolici che per tutto il 1975 convergeranno a Roma « per rin
novare l’antico atto penitenziale e lucrare---
nuvaic 1 **»-*.v i^w***--.
l’indulgenza », come scrive « L Osservatore Romano » del 27-28 dicembre.
Il rito, barocco nelle forme e nello spirito, è stato trasmesso via satellite in
mondovisione. Priva di qualsiasi fondamento evangelico e, quindi di qualsiasi
valore cristiano, la cerimonia è stata tuttavia definita «liturgia quintessenziale»
dal quotidiano vaticano del 29 .XII.
Dal punto di vista ecumenico l«anno
santo» è cominciato male. Difatti, nel
corso della messa natalizia. Paolo VI ha
pronunciato un breve discorso il cui mo
iniziativa del CEC
per TAmerìca latina
Nel numero del 20 dicembre scorso
presentavamo ai lettori un libro di testimonianze di esuli suU’àttuale tragica realtà del Cile (CUe: carcere, tortura esilio ed. Alternative/Claudiana, L. 1.500).
Apprendiamo ora che il Consiglio ecumenico delle Chiese ha lanciato un nuovo
appello di 1.365.000 dollari per le vittime
delle violazioni dei diritti dell’uomo in
Cile ed anche in Argentina. In precedenza — come comunica il n. 34 del soepi —
il CEC ha raccolto 1.450.000 dollari, pari a
circa 950 milioni di lire. Questa somma è
già stata utilizzata dai comitati delle varie Chiese del Cile e di altri paesi sudamericani per aiutare circa 35 mila perseguitati, carcerati o torturati, disoccupati,
esuli, tutti a cagione delle loro opinioni
politiche. Il comunicato del CEC prosegue precisando che le violazioni dei diritti dell’uomo proseguono ininterrottamente, non solo, ma che la situazione si aggrava sia in Cile che in Argentina.
Questo nuovo api^llo del CEC ha vari
scopi, di cui i principali sono l’assistenza
economica, medica e spirituale alle famiglie dei detenuti; progetti di autogestione
che diano lavoro ai disoccupati, la cui
consistenza tocca ormai il 25 per cento
della popolazione attiva ; assistenza e con■ sigli per coloro che vogliono espatriare;
protezione e assistenza alle vittime delle
violazioni dei diritti dell’uomo in Argentina.
Ricordiamo ai lettori che attualmente
anche il nostro Fondo di solidarietà è in
parte destinato a questo scopo e ricordiamo che le sottoscrizioni vanno inviate al
conto corr. postale 2/39878 intestato a
Roberto Peyrot, corso Moncalieri 70,
10133 Torino.
tivo dominante è stato l’appello a andare a Roma in occasione dell’« anno santo ». «Venite! Sì, fratelli, venite.... A tutti, noi lanciamo come un grido di richiamo, questo invito del cuore; Venite! La
parola risuona in questa basilica, ma essa è rivolta a tutti i Fedeli...».
Il pontefice ha chiamato anzitutto i cattolici, poi gli altri cristiani, in seguito gli
ebrei e infine tutti gli uomini, terrninando con queste parole : « La Chiesa è con
noi ! così lo sia il mondo ! ».
L’invito rivolto espressamente a ortodossi e protestanti è stato definito « invito ecumenico » dal pontefice stesso. Eccolo: . i
« La medesima parola, pie»a di rispetto e di speranza, si effonde dovunque il
nome di Cristo definisce una frateUanza
e ne reclama una felice pienezza: venite,
noi conserviamo sempre disponibile, intorno all’unico nostro e vostro Signore e
Maestro, il posto d’onore e di amore, (die
a voi è dovuto in questo Natale di novità
e di riconciliazione: Venite! È l’invito
ecumenico ! ».
Ecumenico? Ci vuol poco ad accorgersi
che l’invito di Paolo VI non è altro che
la versione aggiornata del vecchio progetto di « ritorno all’ovile », che molti ritenevano abbandonato per sempre e invece era solo accantonato per un tempo.
Ora ricompare. Per Paolo VI, come per
tutti i suoi predecessori, l’unità della
chiesa si fa sì. intorno a Cristo ( « l’unico
nostro e vostro Signore e Maestro », egli
dice), ma a Roma! Ecco dove finisce l’ecumenismo cattolico !
Se il papa avesse detto ; « Andiamo a
Cristo », avebbe fatto im discorso ecumenico. Dicendo ; « Venite ! » ha fatto im discorso che non è né ecumenico né evangelico. Solo Cristo ha il diritto di dire
agli uomini «Venite!» e dilatti lo dice
negli evangeli (Matteo 11: 28; Giovanni
1: 39). Diventare ecumenici significa capire che nessuna chiesa (e a rnaggior ragione nessim papa) si possono sostituire
Cristo e dire al posto suo: Venite!
L’invito del papa, dettato senza dubbio
da sentimenti amichevoli ma anche dall’assurdo dogma cattolico secondo cui la
« felice pienezza » di Cristo, come dice
Paolo VI, si trova a Roma, nel papa e
sotto il papa («la Chiesa è con noi!»
proclama trionfalisticamente il pontefice), non può in alcun modo essere accettato.
Non andremo a Roma.
P. R.
bertà religiosa sanzionati dai testi delle
"Nazioni Unite, dell’Organipazione degli
Stati Americani e di altre' istituzioni: testi che sono ratificati dal vostro governo.
Inoltre domandiamo con insistenza il rispetto della libertà religiosa, della libertà di espressione e dei diritti individuali
delle chiese e/o delle persone in Uruguay
le quali siano in relazione diretta o indi;
retta con il Consiglio Ecumenico. Distinti
saluti, Alan A. Brash, segretario generale
(facente funzione) del Consiglio Ecumenico delle Chiese, Ginevra Svizzera ».
La solidarietà del campo
invernale di Agape
« Il Centro ecumenico internazionale di
Agape, nel quadro della conferenza invernale. informato soppressione Mensajero
Vaidense decretata da vostro Governo,
protesta contro tale misura contro la
chiesa valdese in Uruguay che forrna un
corpo unico con la chiesa valdese in Italia. Si dichiara solidale con la protesta
già espressa dal Consiglio Ecumenico delle Chiese di Ginevra. Invita a ripristinare
la piena libertà di predicazione dell’Evr
gelo, revocando la soppressione del periodico ».
La mozione della Federazione
Mondiale Studenti Cristiani
I membri del comitato europeo_ della
Federazione Mondiale Studenti Cristiani,
riuniti a Cinisello (Milano) il 21 dicembre 1974, informati sulle misure repressive prese contro la Chiesa Valdese dal
governo della Repubblica dell’Uruguay,
denunciano queste misure come contrarie a qualsiasi spirito di libertà, yerità
e giustizia, . .
appoggiano di tutto cuore la posizione assunta dal Consiglio Ecumenico su
questo problema,
invitano i Movimenti associati a svolgere una parte attiva in questa battaglia
spirituale,
ed, in questa vigìlia di Natale 1974, ricordano a tutti i cristiani impegnati che il
Messia che noi confessiamo nato in carne è stato mandato per « non giudicare
dall’apparenza », ma per « giudicare con
giustizia», secondo la profezia di Isaia,
capitolo 11.
echi
dal mondo cristiano
• Niborg Strand (L.W.F.) — La Concordia di Leuenberg è stata finora
approvata da 60 Chiese (su 90). Come
si sa la « Concordia » riguarda le Chiese
europee sorte dalla Riforma del XVI
sec. Essa intenderebbe saldare la spaccatura che avvenne allora tra le chiese luterane e quelle riformate. Il Sinodo valdese nella sua ultima sessione dell’agosto ’74 ha dato il suo voto favorevole alla Concordia.
• Madrid (Relazioni Religiose) — L’Arcivescovo di Compostela ha reso noto che in questi ultimi dieci anni i seminaristi in Spagna sono calati di due terzi.
Mentre nel 1963-64 essi erano 8021, oggi
sono in tutto 2.500.
• Seoul (Soepi) — Il 14 die. 1974 è stato
espulso dalla Corea del Sud il pastore George Ogle che da 20 anni svolgeva
il suo ministero in Corea. Il pastore Ogle
aveva preso parte a una protesta organizzata dalla Chiesa, per domandare la revisione della Costituzione e la liberazione
di 200 detenuti politici.
• Minneapolis (L.W.F.) — Gli Indiani
d’America che vivono nelle riserve
dell’Arizona, Idaho, Montasa, Nebraska,
Nuovo Messico, Sud e Nord Dakota sono gravemente minacciati dalla carestia.
A causa di ima prolungata siccità essi si
trovano ora sprovvisti dei generi alimentari più essenziali. La loro situazione è
inoltre aggravata dalle difficoltà economiche che, a causa dell’inflazione e della
recessione, colpiscono anche negli U.S.A.
le classi sociali più povere.
• Roma (Relazioni Religiose) — In occàsione dell’Anno Santo la Rep. Fed.
Tedesca ha coniato una medaglia ricordo
in oro massiccio di 24 carati. Un’altra iniziativa per trasformare l’anno della penitenza e del perdono in un redditizio affare.
4
le tappe
deirintegrazione
^ All’inizio degli anni quaranta, sono all’opera in Italia due chiese metodiste (la
episcopale e la wesleyana), frutto l’una
dello sforzo missionario dei metodisti
americani, l’altra degli inglesi.
La crisi economica del 1929, il regime
fascista e la seconda guerra mondiale
provano duramente queste due chiese.
1942; il sinodo della chiesa metodista
wesleyana e il sinodo valdese decidono, in
linea di principio, l’unione delle due chiese; (all’unione con gli episcopali si potrà
pensare in un secondo tempio). 'Tale decisione dovrà però essere approvata dal
Comitato missionario metodista di Londra. Nel frattempo si avvia una seria e
fraterna collaborazione pratica.
1946; Firenze; i sinodi della chiesa episcopale e della chiesa wesleyana decidono di costituire ima solo chiesa evangelica metodista d’Italia.
Il primo sinodo unito riconosce il valore del « patto d’unione già concluso tra
la chiesa metodista wesleyana e la chiesa valdese», e pone tra i suoi programmi « l’unione dell’evangelismo italiano ».
1952; terminato il periodo della «ricostruzione » e del dopoguerra, viene rilanciato il discorso dell’unione tra chiesa
valdese e chiesa metodista.
I temi maggiormente dibattuti sono
due ; la nuova chiesa sarà anche una chiesa nuova, trasformata dalla fusione delle
due componenti, e capace di diventare la
« chiesa evangelica italiana », oppure sarà, più modestamente, l’unione delle chiese locali delle due denominazioni, nel comune sforzo di portare avanti il discorso
della Riforma in Italia?
E di conseguenza ; il nome « valdese »
è un ostacolo o una forza per l’opera
evangelistica nel nostro paese?
1955 ; le trattative si arenano sulla « questione del nome », ma anche a causa delle diverse immagini di chiesa che si confrontano in questo momento.
1956; messo da parte il progetto di fusione, viene lanciata l’ipotesi dell’integrazione: le due chiese conservano le loro
caratteristiche specifiche, ma possono stabilire un « patto fraterno », da attuarsi
gradualmente a tutti i livelli: chiese locali, teologia, pastorato, evangelizzazione,
servizi, assemblee.
1957-58 ; i due sinodi riconoscono « la
comunione di fede» esistente tra le due
chiese e « la validità del ministero pastorale e deU’amministrazione dei sacramenti da parte dei pastori deH’xma e dell’altra denominazione».
1959: viene decisa, in linea di massima,
l’integrazione a livello dei membri di
chiesa.
1960: cominciano i primi esperimenti
di cura pastorale integrata: a un solo pastore vengono affidate comunità delle due
denominazioni.
1962: la chiesa metodista d’Italia diventa completamente indipendente, pur conservando legami fraterni con la conferenza metodista britannica. Di conseguenza, il suo « sinodo » assume il nome
di « Conferenza ».
1964 : emerge per la prima volta la proposta di realizzare un sinodo unito, che
esprima al massimo livello la riconosciuta unità delle due chiese. Dopo lunga discussione, questa formula viene sostituita
con im’altra:
1966-67: Si decide di convocare insieme
il sinodo e la conferenza, nella persona
di tutti i loro componenti e nella pienezza dei loro poteri ; nasce così, la « sessióne congiunta».
1969 : Roma : Sinodo e conferenza si riuniscono per la loro prima sessione congiunta; è la svolta nel processo di integrazione, che d’ora innanzi andrà gradualmente accelerandosi.
1972; Torre Pellice; seconda sessione
congiunta della conferenza metodista e
del sinodo valdese. Nel culto d’apertura
i due corpi pastorali consacrano insieme
i candidati al ministerio. Nel corso della
Sessione vengono assunte due importanti
decisioni ;
— d’ora innanzi le due chiese affronteranno insieme il delicato problema dei
rapporti con lo stato;
— una commi.ssione viene incaricata di
coordinare lo studio sui vari gradi dell’integrazione e di « proporre delle decisioni operative» alla Conferenza e
al Sinodo.
1973 : Torre Pellice : terza sessione congiunta. L’impostazione della problematica chiesa-stato viene definita in comime.
La conferenza metodista chiede, e il sinodo accetta, che il processo di integrazione venga accelerato.
1974; Sinodo e Conferenza danno una
valutazione positiva del progetto di integrazione globale tra le chiese metodiste
e le chiese valdesi.
1975: il Progetto è all’esame delle chiese : in agosto Sinodo e Conferenza avranno la responsabilità di prendere su di
esso la decisione definitiva.
Giorgio Bouchard
un integrazione
che dipende da tutti
di Giorgio Peyrot
e da ciascuno
Il mese di gennaio dovrebbe essere caratterizzato per tutte le nostre
chiese dall’esame del progetto di integrazione globale valdo-metodista
che conferenza e sinodo hanno già
approvato nello scorso agosto, l’una
in prima lettura e l’altro in via di
massima come progetto.
Le chiese locali metodiste non
hanno tanta urgenza di prendere
una decisione (e l’esame del progetto verrà fatto in sede di consiglio di
circuito in tempo utile per la prossima conferenza dell’agosto 1975); le
chiese locali valdesi invece deljbono
far pervenire alla Tavola le loro decisioni sul progetto entro il 15 gennaio affinché, tenendo conto anche
del loro avviso, il sinodo valdese del
prossimo febbraio, che avrà luogo
nel « Parco 17 febbraio » nella regione rioplatense, possa esaminarlo e,
mi auguro, votarlo in prima lettura.
In conseguenza nel prossimo agosto,
nel tempo stesso in cui la conferenza metodista darà il suo eventuale
secondo voto sul progetto di integrazione, anche il sinodo valdese
nella sua sessione italiana, potrà votarlo in seconda lettura e renderlo
così esecutivo.
quivoco l’avviso della stragrande
maggioranza e dei membri di chiesa
e dell’insieme delle chiese locali.
Su tale condizione è necessario
non creare equivoci. Un procedimento di integrazione globale, anche se
oramai maturissimo in ogni suo
aspetto (nel progetto non vi sono
soluzioni nuove che non siano state
già esaminate, discusse, ed in larga
misura, anche approvate negli ultimi 15 anni da comitati, commissioni, sinodi), non potrebbe essere vitale se dovesse imporsi per colpi di
maggioranza delle rispettive rappresentanze sinodali. Nella Chiesa di
Cristo non si agisce né si vive come
nelle assemblee mondane, anche se
democraticamente ordinate. Nella
Chiesa è il consenso che conta non
la maggioranza; esso produce ed
orienta la vita di tutti. E tanto più
tale consenso sarà produttivo, quanto più sarà ampio, diffuso, esteso.
Di qui l’importanza che ogni
membro di chiesa prenda in esame
il progetto, se lo studi in privato e
lo discuta nelle assemblee locali; di
qui la necessità che le assemblee lo
votino con piena consapevolezza e
convinzione.
Verso l’attuazione
Queste le vie procedurali che condurranno valdesi e metodisti alla loro reciproca integrazione; vie che se
possono sembrare forse a taluno un
poco complesse, tuttavia possono
esser percorse con sufficiente speditezza in un anno; e consentire così
di passare finalmente dalla fase preparatoria a quella della concreta attuazione.
Dopo 33 anni di discussione di
questo tema, è bene ora guardare
alla sua realizzazione, di cui questa
« nuova serie » del nostro periodico
è già una prima realtà, a cui tutti
guarderanno con attesa e forse con
occhio critico. Questa realtà sarà
concreta naturalmente solo a condizione che il consenso delle chiese
locali (o direttamente espresso o reso tramite i consigli di circuito) sia
consistente ed esprima in modo ine
Se l’integrazione valdo-metodista
si è trascinata per 33 anni compiendo pochi passi e spendendo
molte chiacchiere, non è senza
una ragione.E la ragione, è bene
confessarla apertamente, fu che per
troppo tempo le opinioni dei titubanti, dei diffidenti, dei sospettosi,
degli incerti, di coloro che amano
soprattutto le piccole pietre del proprio campanile, hanno prevalso,
trattenendo, affievolendo,* sterilizzando l’entusiasmo di alcuni e stancando la concreta operosità di altri. Ma
alla fine — Dio solo sa perché e come — il buon senso sembra stia per
prevalere. Certo non bisogna precipitare nulla; non serve coltivare illusioni o grandi e vuote speranze,
né sognare ad occhi aperti.
Gli incerti, i retrivi, i sospettosi
ci sono oggi ancora e da ambo le
parti. Direi che in ogni chiesa locale
ve n’è almeno uno. L’invito che io
parere dei membri di chiesa
Abbiamo rivolto ad alcuni fratelli delle comunità metodiste e valdesi due domande riguardo al progetto di integrazione. Abbiamo ricevuto due: risposte da Nelly Rostan (San Germano Chisoné) e da
Giuseppe Anziani (Cremona). Li ringraziamo per la sollecitudine con cui hanno
risposto.
2^ Domanda : In che cosa, a tuo parere,
questa integrazione potrà favorire la
iniziativa evangelistica in Italia?
1" Domanda; Sei a conoscenza del progetto? Che cosa ne pensi?
R. - Conosco il progetto avendo partecipato ai lavori della Conferenza metodista dell’agosto scorso e, più che di « progetto », vorrei che si parlasse di « programma » di integrazione, poiché ormai
(finalmente!) siamo arrivati alla attuazione dei molti progetti dei tempi passati. È un progetto (o programma) studiato assai bene, perché prevede una unione
di chiese nella quale sono rispettate le
identità di ciascuna di esse. Mi auguro
quindi che tutto si concluda non oltre le
date stabilite. G. A.
R. - Si, ne sono a conoscenza. Penso che
i tempi erano maturi per l’integrazione e
che, ai fini della testimonianza nel nostro
Paese, è buona cosa lavorare insieme. Ho
letto « Giovanni Wesley - la vita e il pensiero ». L’integrazione ci porta a meglio
conoscere le rispettive origini e, conoscendoci meglio si col labora meglio. Dalle mie letture mi pare di aver capito che
Valdo si dedicò alla predicazione missionaria itinerante e Wesley estese il suo ministerio anche fuori dal chiuso delle chiese predicando nelle piazze. Sento che Valdo esprime in modo più profondo il ritorno alla autenticità evangelica e Wesley esprime in modo più popolare l’appello alla conversione. N. R.
R. - Indubbiamente questa integrazione
deve giovare alla iniziativa evangelistica
in Italia, perché questo — a mio parere
— è lo scopo principale della integrazione stessa. Ritengo che si potrà ottenere,
con l’integrazione, una migliore cura delle comunità mediante l’unico corpo pastorale, che risulterà più ampio e con
maggiore possibilità di destinare « l’uomo giusto al posto giusto ». Inoltre, essendo l’integrazione, non la fusione ma la
somma di valori spirituali provenienti
dalle due denominazioni, tutta l’azione
evangelistica sarà senz’altro molto più
attiva e proficua a beneficio di tanta parte del nostro povero popolo ed a maggior
gloria di Dio. G. A.
R. - Nei giorni nostri (parlo in quanto
valdese) penso che l’integrazione può ammorbidire la nostra rigidezza valdese che
non accetta volentieri i cambiamenti anche se, ben riflettendo, determinati cambiamenti ci riportano alla autenticità
evangelica. Potremo così renderci più disponibili per la « Missione » alla quale già
Beckwith ci richiamava. A questo punto,
pensando alle diverse « linee » delle nostre chiese, mi pongo un interrogativo;
su quali basi si muoverà questa iniziativa evangelistica in Italia? Sono ben convinta che le comunità debbano camminare testimoniando; dentro e fuori ma
sono altrettanto convinta che in questo
nostro camminare vi è « una eredità (non
una tradizione) che non può essere lasciata, alla leggera, da parte» (Eco-Luce,
n. 41, pag. 4). N. R.
rivolgo loro non è quello di ricredersi subito, ma di analizzare con attenzione anche i più minuti dettagli del
progetto e di offrire il loro contributo per una sua migliore rispondenza.
E li invito a studiare il progetto alla
luce dei principi che hanno governato, ed è ben chiaro che continueranno
a governare, le singole chiese locali
e tramite le loro deputazioni anche
le assise maggiori delle chiese integrate.
Per una testimonianza più efficace
Io sono convinto che i metodisti
tutti potranno con tutta serenità accogliere l’apporto valdese sulla base
di quanto Wesley ebbe a scrivere « i
metodisti non impongono particolari
opinioni a quelli che vogliono unirsi
a loro. Affermino essi la redenzione
particolare o generale, decreti divini
’ assoluti o condizionati, siano essi
presbiteriani o indipendenti; tutto
ciò non costituisce ostacolo veruno.
Che nessuno mai fissi nulla di più o
di meno, come condizione per unirsi a noi, se non quella di avere la
stessa mente che era in Cristo e di
camminare nella vita come Egli camminò ».
Da parte valdese poi, chiunque
compari il contenuto del progetto
con la disciplina generale che le
chiese si sono date per la loro vita
in comune, non potrà non rilevare la
precisa rispondenza deH’un testo alle esigenze dell’altro.
Se poi questo progetto di integrazione sarà un fatto positivo per le
nostre chiese locali, lo si potrà riscontrare tra qualche anno. Corriunque le porte non vengono chiuse, i
ponti non sono rotti, né le navi bruciate. Se l’integrazione non dovesse
dare risultati positivi, si potrà sempre, quando lo si voglia, ritornare
come prima, senza danni, né perdite
oltre quelli che scaturirebbero necessariamente per via dell’insuccesso e la dimostrata incapacità di tutti di vivere insieme. Insuccesso le
cui conseguenze negative si produrfebbero identiche al di d’oggi ove il
progetto dovesse essere respinto, ora
che è pronto dopo tanti anni di inutili perditempi.
Dipende da noi
Il successo dell’operàzione dipende da tutti e da ciascuno di noi. E
come sempre avviene nelle cose che
riguardano la fede, la validità delle
azioni che si compiono sarà riscontrabile solo dai frutti che da tali azioni conseguiranno. L’integrazione potrà forse dar la parvenza di esser
riuscita anche se non produrrà nulla
nelle nostre chiese locali; ma col
tempo sarebbe in tal caso dimostrato che si è trattato solo di uno sterile accartocciamento degli involucri
ecclesiastici rispettivi, ed in definitiva inutile. Ma se sapremo tutti, metodisti e valdesi, ministri e laici, cogliere l’essenza di questo processo
e richiedere che lo Spirito del Signore venga e vivifichi il nostro operare, allora se ne vedranno anche i
frutti in una riveduta capacità di annunciare l’Evangelo fuori dei nostri
templi, al di là dei nostri limiti ambientali, al di sopra delle nostre riserve di ordine culturale, politico ed
economico. Si vedrà così nuovamente ascoltato da molti e da nuove persone il messaggio che sapremo annunciare e vivere nel nome di Cristo, e si vedrà riempirsi a nuovo i
nostri templi per l’ascolto della Parola fedelmente predicata e la frequenza dei sacramenti rettamente
amministrati.
■fi
5
comunicato
Con la pubblicazione di questo numero de « La Luce » ha inizio una
nuova esperienza di vita in comune fra le chiese metodiste e valdesi.
Il periodico « Voce Metodista » viene a confluire nel settimanale « La Luce ». Verrà continuata la pubblicazione di una edizione del periodico comune,
con la testata « L’eco delle Valli valdesi », mentre identico ne sarà il contenuto.
L’uniflcazione dei due periodici avviene in attuazione del mandato ricevuto dalla Sessione congiunta del Sinodo valdese e della Conferenza metodista
dello scorso agosto (art. E), Essa rientra dunque nel processo di integrazione
globale delle due chiese e intende attuarsi nel « rispetto e nella valorizzazione
delle diverse componenti esistenti nelle due chiese »; questo viene chiaramente
espresso nel sottotitolo « settimanale delle chiese valdesi e metodiste ».
Il fatto è significativo e comporta una precisa responsabilità da parte delle
comunità metodiste e valdesi. Il Comitato Permanente e la Tavola Valdese appoggiano quindi le iniziative già predisposte e sono certi che impegni concreti
saranno assunti dai singoli membri di chiesa e dalle comunità per la diffusione
del periodico « La Luce ».
« La Luce » vuole essere uno strumento di chiara testimonianza evangelica
nel nostro paese, come è stato precisato negli interventi avvenuti nella Sessione
congiunta del Sinodo valdese e della Conferenza metodista e poi riaffermato
neH’incontro del Comitato Permanente e della Tavola Valdese.
La Tavola Valdese, raccolto l’avviso favorevole del Comitato Permanente
della chiesa metodista, ha nominato quale direttore del settimanale « La Luce »,
il pastore Giorgio Tourn.
Il Comitato redazionale è così composto: Valdo Benecchi - Niso De Michelis - Giampaolo Ricco, quali membri metodisti e Bruno Bellion - Gustavo
Bouchard - Ermanno Genre - Roberto Peyrot - Paolo Ricca - Bruno Rostagno •
Tullio Viola, quali membri valdesi.
Il Comitato Permanente e la Tavola Valdese nella riunione congiunta dello
scorso novembre, hanno insistito con il pastore Gino Conte perché egli continuasse, almeno per un certo tempo, ad essere il direttore del periodico « La
Luce ».
Le serie motivazioni che il pastore Gino Conte ha dato per declinare questa pressante richiesta, sono state prese in considerazione; egli ha però ritenuto
di non poter modificare la sua decisione di lasciare la direzione de « La Luce ».
La Tavola Valdese gli ha espresso profonda riconoscenza per la consacrazione con cui ha svolto questo compito durante 13 anni.
Il Comitato Permanente esprime a sua volta gratitudine al pastore Mario
Sbaffi il quale ha dato vita al periodico « Voce Metodista », or sono 24 anni, ed
ha continuato a dirigerlo fino ad ora, tranne l’anno in cui se ne è occupato il
compianto pastore Pier-Paolo Grassi.
Il Comitato Permanente e la Tavola Valdese comunicano dunque ufficialmente la pubblicazione del periodico « La Luce », quale « settimanale delle chiese valdesi e metodiste ». Essi sono per altro consapevoli che coloro che hanno
ricevuto il mandato di questo così importante servizio lo svolgeranno con serietà ed impegno e formulano voti perché questo così particolare ministero di predicazione, mediante la stampa, possa essere sempre compiuto anche nella gioia
della fede e nell’allegrezza della speranza.
Il Moderatore della II Presidente della Conferenza
Tavola Valdese della chiesa evangelica metodista
past. Aldo Sbaffi past. Sergio Aquilante
sulla via della integrazione:
Venezia di G. Colonna Romano
evangelici e anno santo
La Tavola Valdese e il Comitato
Permanente Metodista nella loro seduta congiunta del 6 gennaio 1975,
consapevoli della grave responsabilità della chiesa nella situazione di profonda crisi materiale e spirituale della
società
ribadiscono nell’attuale momento la
necessità :
— di un’autentica predicazione dell’Evangelo di Gesù, unico Signore e
Salvatore del mondo;
— di una testimonianza cristiana che,
nella ricerca costante e rinnovata
dell’amore verso il prossimo, sia
pratica dimostrazione della propria
fede.
Su tali fondamenti esprimono profondo disagio dinanzi alle manifestazioni indette in occasione dell’« anno
santo », le quali
— ripropongono una religiosità che
falsa il rapporto di fede con l’Iddio
della sola grazia;
— costituiscono copertura per una
situazione in cui l’ingiustizia regna sovrana ;
— introducono turbamento nell’av
viato dialogo fra cattolici ed evangelici.
In questo quadro la Tavola Valdese
e il Comitato Permanente Metodista
ritengono auspicabile che qualora i
credenti delle nostre chiese fossero invitati a partecipare a manifestazioni
che, sotto pretesto ecumenico, si collocano di fatto come celebrazione e
avallo dell’« anno santo », essi rendano
pubblica testimonianza all’Evangelo declinando l’invito in conformità con la
Scrittura che ci rammenta:
« È questo il digiuno di cui io mi compiaccio? Il giorno in cui l’uomo affligge
l’anima sua? Curvare la testa come un
giunco, sdraiarsi sul sacco e sulla cenere, è
questo che tu chiami un digiuno, un giorno
accetto all’Eterno? Il digiuno di cui io mi
compiaccio non e forse questo: che si spezzino
le catene della malvagità, che si sciolgano i
legami del gioco, che si lascino liberi gli oppressi, e che si infranga ogni sorta di giogo?
Non è forse questo; che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu ospiti a casa tua
gli infelici senza asilo, che quando vedi un
ignudo tu lo copra, e che tu non ti nasconda
a colui che è carne della tua carne? Allora
chiamerai e l’Eterno ti risponderà » Isaia
58, 5-7; 9a).
Forano
Un grave lutto ha colpito la Chiesa valdese di Forano. Il giorno 13 die. è mancato all’età di 64 anni il fratello Gilberto
Manzi, per un improvviso malore.
Per la sua naturale signorilità e semplicità, la sua integrità, l’amore che nutriva per la sua chiesa e la Sua bontà per
Fra clericali e mangiapreti
La presenza valdese a Venezia risale al
1867 col pastore Emilio Comba, nel periodo in cui la chiesa valdese stava vivendo
la sua grande esperienza evangelistica. A
Venezia esisteva già la Chiesa libera; più
tardi si registra nella città la presenza di
altre chiese evangeliche: la chiesa battista, la chiesa metodista episcopale e la
chiesa dei fratelli.
Abbiamo così una testimonianza evangelica multiforme, che riscuote vasti consensi. Sono momenti di acceso clericalismo e più acceso anticlericalismo, e molti si volgono alle chiese protestanti non
sempre per riscoprire il Vangelo, ma
piuttosto con la speranza di sentir parlare male dei preti. É inevitabile quindi
che molti si ritraggano delusi nelle loro
aspettative...
Col tempo la chiesa libera chiude i battenti e anche la chiesa battista trasferisce la sua presenza in luoghi più bisognevoli di testimonianza evangelica. Oggi vi
è una chiesa battista a Marghera.
In Venezia rimangono così le due chiese, valdese, che ha posto la sua sede in
palazzo Cavagnis, e metodista, che ha
aperto un locale di culto in calle del Ridotto e, successivamente, si è trasferita
a S. Marco ponte del Cavalletto.
La loro opera procede parallelamente,
in un’intesa tacita, più spesso esplicita,
affrontando i problemi che sorgono in
un ambiente spesso ostile.
Le difficoltà si fanno più gravi con l’avvento del fascismo, particolarmente quando il regime riesce a trovare un puntello
nel Concordato con la chiesa cattolica.
Sono tempi difficili per il protestantesimo in genere; ma se Roma è la sede del
romano pontefice, Venezia è sede patriarcale. E presso le autorità, il patriarca
esercita una notevole influenza. Comunque, sia pure con difficoltà, le due comunità non cessano di dare la loro testimonianza. Non è però loro consentito di
uscire dai loro locali di culto per una testimonianza esterna più ampia e pregnante.
La collaborazione fra le due comunità
si fa più intensa con periodici scambi di
pulpito e regolari culti in comune.
Dalle A.C.D.G. all’ecumenismo
Nelle A.C.D.G. la gioventù valdese e metodista promuove attività culturali e ricreative, guardate spesso con sospetto
dalle gerarchie del regime. Non mancano
certo fra di noi difficoltà e incomprensioni, dovute a valutazioni diverse della realtà oggettiva e a differenze di metodo, ma
nell’insieme la collaborazione non subisce
arresti.
Cessata la guerra, abbiamo avuto, per
qualche tempo, dagli alleati, la concessione dell’uso del tempio luterano dei
Santi Apostoli, ove i pastori metodista e
valdese si alternavano con conferenze nei
pomeriggi domenicali.
Con il pastore Bertalot, coadiuvato dal
pastore Cappella, vengono avviati i pri
mi contatti con i cattolici locali. Si esprimono così i primi gruppi ecumenici. I
fratelli cattolici accettano di confrontarsi, assieme a noi, con la Parola del Sign(>
re. La nostra presenza con i cattolici nell’ambiente cittadino desta interesse e consensi. La settimana di preghiera ci trova
uniti nella testimonianza cristiana, con
conferenze e riunoni di preghiera nelle
chiese di rito cattolico e evangelico. In
quelle occasioni abbiamo avuto conferenze, oltre che del pastore Bertalot e di don
Germano Pattaro, del prof. Vinay, del
prof. Soggin, del prof. Spini, del pastore
Ricca e del pastore Conte.
In quegli anni il Comitato Permanente Metodista e la Tavola Valdese, in base
all’accordo di integrazione delle due chiese, decidevano di affidare la direzione delle due comunità al pastore valdese locale.
In un primo tempo il pastore curava le
due comunità celebrando i culti nelle due
chiese. In seguito però, la situazione consigliava di unificare tutte le attività.
Oggi
Oggi le due comunità si ritrovano, oltre
che nei culti a Venezia e a Mestre, negli
incontri quindicinali di studio a Mestre,
assiduamente frequentati, ove si alternano studi biblici con dibattiti su argomenti di interesse attuale.
La società delle signore ha le sue riunioni settimanali. I corsi di catechismo,
condotti dal pastore a Venezia e a Mestre, riuniscono i nostri giovanissimi in
un fecondo approfondimento della Parola del Signore. Ottima la frequenza della
scuola domenicale nelle" due sezioni di
Venezia, affidata alla monitrice signora
Lidia Busetto, e di Mestre, affidata alle
monitrici signorine Roberta Colonna Romano e Nellida Velo.
Il gruppo ecumenico, guidato dal pastore Garufi e da don Pattaro, ha le sue
riunioni quindicinali nel locale di culto
metodista.
A Mestre, le nostre attività ecumeniche
si svolgono con il gruppo cattolico della
parrocchia di S. Marco, sempre sotto la
guida del pastore Garufi e di don Giuseppe Visentin.
Questa rapida scorsa sulla presenza delle comunità Valdese e Metodista a Venezia, vuole essere una, certamente modesta, dimostrazione di quanto sia avvertita l’esigenza della testimonianza cristiana nell’unità delle due chiese sorelle.
Inoltre le due chiese unite partecipano,
nelle persone di vari loro membri, alle
riunioni periodiche di studio biblico che
si fanno a livello di circuito-presbiterio
della zona del Veneto occidentale. Ed essendosi recentemente costituita la Federazione delle Chiese Evangeliche del Triveneto, anche queste due chiese veneziane hanno dato la loro piena adesione.
Senza dubbio altri avranno fatto, e faranno, più e meglio di noi.
Saremo lieti e riconoscenti se ci sarà
consentito di beneficiare anche delle loro
esperienze. • "
il prossimo, serberemo di lui viva memoria.
Il funerale è stato celebrato domenica
15 alle ore 11, con la partecipazione della
cittadinanza tutta che ha così voluto
esternare il dolore e la simpatia alla famiglia e alla chiesa di Forano. Il pastore
Cappella ha rivolto il messaggio della
speranza, traendolo dalla lettera ai Romani, cap. 6.
Rocco Giuliani
6
cronaca
alle valli oggi
un punto di
riferimento
la scuola privata
nei
Che queste due pagine di cronaca valligiqna trovino posto in un settimanale
che scende lungo tutta la penisola può
sembrare strano a molti. Strano per i fratelli vaidesi e tanto più per i fratelli metodisti, delle piccole e grandi comunità
della penisola, comunità che i valdesi
delle valli sono abituati a definire « delrevangelizzazione ». Perché mai tutto
questo spazio, ogni settimana, per molte
questioni che riguardano soltanto una
parte delle comunità valdesi?
Forse ancora più strano per i valdesi
delle valli: che bisogno c’è di spedire alle
comunità del centro-sud queste due pagine che riguardano noi e basta? Vada per
le comunità valdesi ma per i fratelli metodisti non significa per caso un voler
imporre loro una realtà valdese ed imporla proprio in un settimanale che è e
dovrà diventare sempre più un comune
strumento di verifica, di testimonianza, il
polso della nostra vitalità? Non è già questo una prima iniezione di siero tipicamente valdese in una rete di circolazione
che è per una sua parte rilevante metodista?
C’è una realtà a cui vorrei qui brevemente accennare, e che mi sembra basti da
sola a cancellare queste possibili perplessità.-se oggi c’è una riscoperta delle valli
come punto di riferimento (certo non
l’unico) per l’evangelismo italiano, ebbene questa riscoperta è innanzitutto dovuta al contributo di molti fratelli delle comunità metodiste e valdesi ’’dell’evangelizzazione”. Dopo che generazioni di vaidesi hanno considerato, chi più chi meno,
le valli come il santuario del protestantesimo italiano, in cui sopravviveva il resto
di un’antica protesta che abbiamo ricorr
dato insieme questo scorso anno, c’è
Stato in questi ultimi decenni una svalutazione spirituale derivante soprattutto
dalla perdita di peso politico e di autonomia delle valli.
Dietro questa svalutazione, questa perdita, c’è stato il grosso pericolo di considerare queste valli semplicemente come
un piccolo parco di riserva per montanari
caparbi, arroccati nelle loro terre improduttive. Ma questo pericolo di smobilitazione era presente non solo in chi aveva
capito la realtà storica dei fatti perché vi
sì trovava personalmente coinvolto, ma soprattutto in chi non avendo problemi di
lavoro continuava ad illudersi e illudere
che fosse comunque possibile (per gli altri) vivere in queste valli come un tempo.
Oltre a questo si inseriva in una manovra di aggiramento, anche la politica
diocesana che abituava ed abitua i valligiani a considerarsi parte (certo importante) della diocesi cattolica pinerolese.
E’ in questa situazione di parziale rinuncia e di rassegnazione che si sono
inseriti nel discorso molti fratelli metodisti e valdesi ’’dell’evangelizzazione”, a
ricordare l’attualità del significato che
hanno le valli per il protestantesimo italiano. PUÒ sembrare paradossale che siano
proprio le comunità ” deli evangelizzazione” a ’’scoprire” le valli ’’dimenticate”
da molti che vi hanno abitato da sempre. Credo però che sia una realtà, lieta,
incoraggiante, che dovremo insieme valorizzare.
Per i valdesi delle valli significa prendere coscienza che l’alternativa evangelica in Italia è un’alternativa che va vissuta anche in queste valli.
Ecco perché è tutf altro che strano che
queste due pagine di cronaca delle valli
interessino tutti, ecco perché sono importanti non soltanto per quanti ci vivono quotidianamente ma per tutti i fratelli che ci hanno resi attenti alla realtà
del patrimonio spirituale che le valli rappresentano per l’oggi di una parte dell’evangelismo italiano.
Si tratta, in definitiva, di riscoprire insieme una dimensione storica della realtà
delle nostre chiese che non è patrimonio
o interesse di qualcuno soltanto ma di
tutti. Ermanno Genre
Il ruolo della scuola privata resta intatto
privilegi a chi già ne ha troppi
Etesidero riprendere, in una serie di
brevi articoli, il problema dei Decreti Eielegati, analizzando volta per volta un tema specifico.
Di fronte à tutta la propaganda che si
sta facendo attraverso la radio, la televisione, i giornali, i bollettini parrocchiali, ecc. si ha veramente l’impressione che
questi Decreti Delegati siano fatti apposta per rivoluzionare da cima a fondo
l’impostazione della scuola italiana.
Sfogliando le pagine del testo dei Decreti Etelegati ho invece la sensazione che
nonostante il gran parlare saranno poche
le cose a cambiare rispetto alla struttura
scolastica che oggi già diciamo vecchia
ma che è comunque quella funzionante.
Usare la parola «rivoluzione» è quindi
del tutto fuori luogo; ciò che si attuerà
nella scuola sarà una ristrutturazione,
cioè un aggiornamento, non molto più di
questo.
Il giudizio che esprimo pertanto è necessariamente cauto; vuole essere soprattutto un momento di riflessione critica, considerando i Decreti Delegati come im punto di partenza di un disccrrso
tutto da farsi e non un pimto d’arrivo dei
problemi della scuola.
L’aspetto che vorrei oggi sottolineare
è quello relativo alla posizione delia seuoia privata nei confronti dei Escreti Delegati.
La scuola non statale per la sua natura istituzionale non ha alcun obbligo di
adeguarsi alla normativa dei Decreti Delegati. Nessuno può quindi obbligare le
scuole non statali ad istituire i consigli di
interclasse e di classe, il consiglio di Circolo o di Istituto, il consiglio di disciplina degli alunni, il comitato di valutazione degli insegnanti, i collaboratori del direttore didattico e del preside.
Ciononostante gli estensori dei Decreti
si sono preoccupati perché la scuola privata non rimanesse esclusa dal discorso
« democratico » in atto ; di conseguenza la
scuola privata è addirittura difesa nell’art. 11 del primo titolo dei Decreti, là
dove si parla della istituzione degli organi di distretto.
Analizzando questo articolo notiamo
che i membri del consiglio di distretto
eletti sono: 7 genitori, 5 docenti delle
Nominati a Perrero e Fenestrelle
i delegati scolastici
Continua la preparazione delle elezioni
degli organi collegiali di governo della
scuola. I genitori delle scuole medie di
Ferrerò Fenestrelle, sezioni staccate di
Perosa, per essere sicuri di essere rappresentati nel consiglio di istituto da persone delle rispettivj zone, hanno deciso di
presentare una lista comune con tre candidati per sezione.
candidati saranno il sig. Carlin dei Chiotti, la sig.ra Dina Pons di Ferrerò e la signora Sanmartino di Villa di Frali. Si è
cercato, anche in queste candidature, di
far entrare i tre centri della Valle che
forniscono un maggior numero di studenti alla scuola media.
A questo scopo si sono riuniti in assemblea comune a Perosa sabato 7 dicembre per vedere se c’era accordo sul
programma da portare avanti, e quindi
hanno stabilito quali dovessero essere i
candidati.
Punti rilevanti del programma sono la
rivendicazióne dell’uso del materiale della
scuola (libri e attrezzature scientifiche)
anche per gli operai che vogliano utilizzare le 150 ore per il compimento dell’obbligo scolastico e per altre attività culturali degli adulti che vogliano giovarsi di
tale materiale; l’uso del doposcuola per
attività integrative quali l’educazione sanitaria, psicologica e civica, che non rientrano attualmente nei programmi di studio; limitazione massima dei compiti tradizionali affinché gli alunni arrivino a casa col lavoro terminato e non debbano,
quindi, passare ancora la serata sui libri
dopo sette ore di scuola e doposcuola;
possibilità di partecipare ad attività culturali e formative quali cine-forum, teatro ecc. anche per gli alunni delle vallate
e finanziamenti adeguati per concretizzare tale possibilità; assoluta autonomia
del consiglio di istituto nelle sue decisioni di spesa per l’acquisto e la manutenzione del materiale occorrente per la
scuola.
Dopo la formulazione del programma i
genitori hanno proceduto alla formazione della lista. Per la Val Germanasca i
incontro
predicatori laici
Organizzato dalla Commissione
distrettuale, domenica 12 gennaio
1975, presso la chiesa valdese di
San Secondo avrà luogo l’incontro
programnaato per i predicatori
laici.
Siccome la data coincide con quella del Collettivo Bonhoeffer, quest’ultimo sposterà per questa occasione la sua sede ed il suo programma.
Il programma è il seguente:
ore 10.30 Culto con la comunità di
Sàn Secondo presieduto
dal past. Ermanno Genre. Testo: Salmo 1.
ore 11.30 Discussione del sermone,
ore 12.30 Pranzo in comune col Collettivo Bonhoeffer nei focali della chiesa di S. Secondo (preparato dai partecipanti).
ore 14.30 Discussione sui risultati
della indagine compiuta
dalla Commissione ministeri; prospettive di lavoro.
Massello
Si concedono
scuole statali, 1 docente delle scuole non
statali, 3 membri del personale direttivo
delle scuole statali, 1 delle scuole non
statali.
I rappresentanti dei genitori (7) sono
eletti dai genitori degli alunni iscritti alle scuole statali, pareggiate, parificate e
legalmente riconosciute, con questa significativa precisazione : « riservando almeno un posto ai genitori degli alunni
delle scuole non statali». Nel Consiglio
scolastico provinciale il 5% dei posti è
riservato « ai rappresentanti del personale dirigente delle scuole pareggiate, parificate e legalmente riconosciute, comprese nella provincia ». Anche qui ai rappresentanti dei genitori eletti viene riservato almeno un posto.
L’intenzione di voler mantenere i privilegi della scuola privata rispetto a
quella statale è evidentissimo: mentre si
concedono dei diritti alla scuola privata,
non le si impone di adeguarsi ai Decreti
Delegati, cosa invece obbligatoria per la
scuola statale. In questo modo la rappresentatività della scuola privata viene
mantenuta e difesa nel contesto dei Decreti Delegati ed è chiaro che la presenza della scuola privata sarà utilizzata per
dare un indirizzo conservatore anche alla scuola di domani, gos’ì come è stato
per la scuola di ieri ed è per quella di
oggi. Non ci si deve stupire, pensando
che i Decreti Delegati sono il parto della politica scolastica della democrazia
cristiana che da 30 anni manovra a suo
piacere la scuola italiana. E non è un mistero per nessuno il fatto che la politica
scolastica della DC è stata costantemente un appoggio per il potenziamento della scuola privata.
È bene ricordare ancora che la recente
legge della regione Piemonte sul Piano
di interventi per la tutela della salute
nell’età evolutiva concede sovvenzioni non
solo alle scuole statali ma anche a quelle private. Nel primo convegno nazionale DC sull’istruzione tenutosi a Firenze
ai primi di novembre, cioè poche settimane precedenti l’entrata in vigore dei
Decreti Delegati, è stata rilanciata in
modo chiarissimo la politica dell’aiuto finanziario alla scuola privata.
Marco Armand Hugon
Circa 25 persone si sono ritrovate insieme nella sala del Reynaud per il culto
di Natale. Tenendo conto dello stato di
spopolamento del paese, si tratta di una
cifra significativa per Massello. Il culto
evidentemente non ha avuto la solennità
di una volta, ma quel che importa di più
è che la predicazione sia stata seguita con
attenzione e che ci sia stato il raccoglimento comune intorno all’Evangelo.
Dato il.numero limitato di bambini (4-5)
che frequentano la Scuola domenicale, è
stata lasciata cadere là festa dell’albero.
A dire il vero s’è discusso la domenica
precedente se era il caso o meno di fare
qualcosa, ma il parere espresso dai presenti al culto è stato abbastanza unanime nel dire che non era il caso di fare
alcunché. È augurabile che ognuno sia
così maturo da comprendere che questo
non vuol dire che il Natale è morto. Data
la situazione in cui viviamo è semplicemente caduta una forma, per molti bella
e simpatica, nella quale s’è celebrato il
Natale. Nulla ci impedisce, oggi, di celebrarlo diversamente.
Perrero
Dal 1” gennaio 1975 al 31 dicembre 1983
il servizio di Esattoria e Tesoreria consorziale per i Comuni di Ferrerò, Frali,
Massello e Salza verrà svolto dall’Istituto Bancario S. Faolo di Torino, tramite
l’agenzia di Ferosa Argentina.
Cessa cos'i l’appalto della signora Battistina Bertalmio Costoli.
La sede deU’Esattoria e Tesoreria consorziale è presso il Municipio di Ferrerò.
L’ufficio sarà aperto al pubblico tutti
i martedì e i giovedì, dalle 8^0 alle 13.
Fer Frali è previsto un analogo servìzio in uno o più giorni degli otto successivi alla scadenza delle rate.
I contribuenti potranno eseguire i versamenti anche presso la sede di Ferosa
Argentina, mentre per i possessori del
conto corrente bancario, l’Istituto stesso,
su richiesta degli interessati, potrà provvedere al pagamenti necessari.
Perrero-Maniglia
Un culto non particolarmente frequentato (65 persone a Ferrerò, 25 a Maniglia), apprezzata partecipazione della Corale, festa dell’albero a Maniglia la sera
del 25, colletta a favore delle chiese vaidesi del Rio de la Fiata : ecco in sintesi le
notizie ecclesiastiche relative al Nat^e.
Una celebrazione che si è svolta in modo
tradizionale e consueto, ma con meno
gioia e partecipazione degli anni passati.
Si ha l’impressione che la comunità cambi abbastanza rapidamente la propria fisionomia. Questo cambiamento è indipendente dalla nostra volontà, anzi ci è
imposto dalle cirostanze. Sarebbe bene
che, invece di subire passivamente, fossimo capaci di prevedere e programmare
i mutamenti della vita della nostra chiesa.
Si ricorda che il 12 gennaio avrà luogo
un’Assemblea di chiesa a Ferrerò, per
esprimere fra l’altro, il nostro parere sul
progetto d’integrazione con la chiesa metodista. Il culto avrà luogo a Ferrerò alle ore 10,30; a Maniglia è sospeso.
A causa della perdurante siccità e della
mancanza di neve, piuttosto eccezionale
per la stagione, molti incendi sono scoppiati qua e là per la valle, per fortuna
senza fare grandi danni. In genere sono
bruciati pascoli lontani dai villaggi. Piccoli incendi vicini alle case sono stati
prontamente domati dagli abitanti. Maggiore apprensione e danni ha invece causato un incendio che ha distrutto completamente la casa del sig. Giovanni Ribet
del Saretto di Maniglia. L’incendio è stato domato grazie anche all’intervento dei
Vigili del fuoco di Pinerolo, oltre che alla
prontezza degli abitanti delle borgate circonvicine. Nonostante questo tuttavia la
casa del sig. Ribet è stata distrutta e cosi
pure il fienile del suo vicino.
Rodoretto
Uno sparuto gruppo di fratelli si è ritrovato il 25 die. per celebrare il culto di
Natale. Dato il numero esiguo non ci si è
recati nel tempio, ma il culto è stato celebrato nella casa del maestro sig. Tron.
La liturgia è stata ridotta all’essenziale:
un paio di inni natalizi, lettura e meditazione biblica, preghiera. I membri di chiesa di Rodoretto hanno preferito trascorrere il Natale con i parenti e gli amici
che abitano altrove, anche approfittando
La vita dei rodorini si svolge ormai a
Fomaretto, Villar Ferosa, Finerolo.
I
7
delle valli
San Secondo
PINEROLO
Rorà
Il periodo di Natale si è svolto regolarmente e serenamente, nonostante l’inizio della epidemia influenzale che ha dilagato nella zona con notevole violènza,
anche se priva di casi gravi.
Il 25 il tempio era gremito per il culto
con Santa Cena e buone assemblee si sono avute anche il 31 sera per il culto liturgico di S. Cena ed il 1° gennaio. In occasione del culto natalizio è intervenuta
la corale con due canti.
La sera del 26 i ragazzi della Scuola
Domenicale hanno invitato la comunità
al loro culto-albero di Natale ed alla colletta indetta per una comunità della CEVAA, secondo una decisione presa dai
ragazzi stessi. La colletta ha fruttato circa 100.000 lire già inviate a destinazione.
Ringraziamo vivamente i monitori che
hanno curato la preparazione di questa
serata e quanti sono intervenuti.
La filodrammatica ha presentato in
edizione molto sentita e curata i tre atti
di Ibsen : « Casa di bambola » il 21 sera,
davanti ad una sala gremita e che ha
applaudito gli attori anche a scena aperta. La recita è ripetuta anche l’il gennaio, sempre nella sala di S. Secondo.
Domenica 8 dicembre il pastore emerito Bertin ha sostituito il pastore di San
Secondo impegnato in una predicazione
a S. Giovanni. Lo ringraziamo vivamente.
Purtroppo c’è un lutto da segnalare: la
morte del Signor Vigliano che da qualche tempo abitava a Cavoretto nei periodi in cui la sua lunga malattia non lo
costringeva in ospedale. Inviamo alle figlie il nostro pensiero solidale e fraterno nel Signore.
Vogliamo salutare il fratello Alessandro Paschetto, delle Combe, partito per
iniziare il suo servizio militare in Marina.
Esprimiamo il ringraziamento della Comunità alla ditta Perone, al concistoro e
ai giovani che hanno offerto la loro collaborazione per la preparazione e la buona riuscita delle attività natalizie e per
la rccolta dei doni in natura oer gli Istituti di S. Germano e Luserna S. Giovanni.
Si è chiuso in S. Secondo il negozio di
panetteria della famiglia Balmas, che era
scesa da Pomaretto 46 anni fa per iniziare questa attività commerciale; abbiamo
visto con dispiacere la fine di questa attività ben conosciuta in S. Secondo.
Una nota lieta per terminare; la costituzione di un deposito della Claudiana
presso la chiesa di S. Secondo ha permesso di vendere nella comunità nei mesi di novembre-dicembre libri per oltre
300.000 lire, in modo particolare i volumi
della storia valdese di Molnar e ArmandHugon.
mostra sulla salute
Villar Pellice
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA - RORA'
Daini al 17 gennaio 1975
DOTI. ENRICO GARIOL . Tel. 91.277
Viale Trento, 12 - Torre Pellice
FARMACIE DI TURNO
Domenica 12 gannaio
FARMACIA INTERNAZIONALE ( Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
Domenica 12 gennaio
FARMACIA DOTT. PRETI
Via Inversegni - Tel. 90060 - Luserna
Martedì 14 gennaio
FARMACIA MUSTON (Dr. Menassero)
Via della Repubblica, 25 - Tel. 91.328
Torre Pellice
autoambulanza
Torre Pellice; Tel. 90.118 e 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91.365 - 91.300
Luserna San Giovanni ; Tel. 90.084 - 90.085
I portici nuovi di Pinerolo hanno ospitato dal 24 al 28 dicembre una mostra
sulla salute organizzata dal Centro di controllo delle nascite e dalla Commissione
Sanità dei Sindacati confederali.
Si è trattato di una felice iniziativa che
ha sensibilizzato non poco i cittadini sul
problema della salute invitandoli alla discussione e alla presa dj coscienza di una
realtà che è ancora, di fatto, riservata ai
professionisti e tecnici del mestiere.
Una serie di cartelloni ha presentato la
situazione delUassistenza sanitaria nazionale e locale: mutue, farmaci e relativi
profitti, malattie professionali con particolare rilievo alia situazione della Val
Germanasca che colpisce ancora molti
operai minatori della Talco e Grafite; la
mortalità infantile in Italia, una delle
più alte in Europa; la medicina scolastica, i malati mentali; la situazione sanitaria nelle caserme.
Un cartellone sul centro di controllo
delle nascite e sulla sua attività, un altro
sull’uso degli anticoncezionali, una serie
sull’aborto con dati statistici rilevanti la
drammaticità anche numerica del fenomeno con le sue implicanze legali, religiose, psicologiche ed economiche.
Tutto ciò indica l’importanza deU’iniziativa e la volontà di approfondire sempre meglio i problemi connessi alla salute con un impegno di analisi e di verifica sul piano locale.
Questa mostra verrà allestita prossimamente in altre località del pinerolese.
aperto un secondo
ambulatorio
Nell’ambito del « servizio di assistenza
socio-sanitaria domiciliare per gli anfani » rAmministrazione comunale ha istituito un nuovo ambulatorio con servizio
infermieristico gratuito con sede in Via
dei Rochis 3 (nei locali della Scuola Materna di S. Lazzaro).
L’apertura ha avuto luogo giovedì. 2
gennaio; l’orario è il seguente; da lunedi
a sabato compreso, dalle 9 alle 11.
Nell’ambulatorio potranno essere effettuate le seguenti prestazioni:
.— Terapia inietti va intramuscolare;
— Medicazioni e bendaggi;
— Assistenza nella somministrazione delle terapie prescritte dai medici curanti ;
— Vaccinazioni per via orale e per via
intramuscolare (su prescrizione e sotto controllo dei medici curanti).
Presso il Palazzo Comunale continuerà
a funzionare l’ambulatorio provvisorio,
con il seguente orario;
— lunedìi, mercoledì:, giovedì ore 9-11;
— martedì, venerdì, ore 8.45-10.45;
— sabato ore 10-12.
Per eventuali chiarimenti rivolgersi all’Ufficio Servizi Sociali del Comune (tei.
22.011 int. 29).
notiziario angrognino
Presso l’Ospedale Valdese di Torre Pellice è deceduta la signora Jenny Geymonat ved. Gönnet di 78 anni.
Nella sua abitazione al Saret è deceduto Stefano Cairus, di anni 77. Era stato
per molti anni titolare deH’UiHcio postale
di Villar e membro attivissimo del Concistoro.
Il giorno 4 gennaio si sono uniti in matrimonio la signorina Marina Barolin di
Maussa e il signor Roberto Davide Charbonnier di Bobbio Pellice. La signorina
Barolin è stata per alcuni anni direttrice
della scuola materna di Villar ed è quest’anno responsabile della Scuola Materna Statale di Bobbio Pellice.
Anche quest’anno nella nostra córnunità non sono mancate le iniziative in occasione di Natale. Il 15 dicembre si è latta l’ormai tradizionale visita alle persone anziane; un gruppo di varia composizione ha visitato le persone che abitano nella zona alta di Angrogna, dalla Rocciaglia a Cacet, fino alle ultime case abitate sotto le pendici della Vaccera, per
ridiscendere poi nella zona di Buonanotte; un altro gruppo composto dalTUnione Giovanile del Prassuit-Verné ha visitato chi risiede nella parte centrale di
Angrogna, dalla zona del Serre fino alle
Porte d’Angrogna; un terzo gruppo composto da sorelle dell’Unione femminile ha
visitato le persone della zona bassa d’Angrogna gravitante sui Jourdan. A tutte le
persone Ultrasettantenni è stato portato
da parte deH’Unione femminile un calendario con meditazioni giornaliere. Una
stretta di mano, una lettura biblica, il
canto di un inno ed una preghiera sono
poca cosa, ma non insignificante per molte persone isolate o sole o costrette tra
le mura di casa perché troppo avanti negli anni o malate. Fórse partecipando a
questo giro si riceve più di quanto si dà,
quando si stabilisce un contatto umano
con questi fratelli, ci si avvicina alla loro
condizione e non sempre li si dimentica
tornando a casa.
La domenica 22 dicembre si è avuta al
Serre la festa dei bambini di tutta la comunità.
Le varie Scuole Domenicali hanno centrato la loro drammatizzazione sui passi
dell’Evangelo studiati nel corso di questi
primi mesi di attività. Si è notata la forza del loro messaggio anche se il contenuto non riguardava il Natale, ma alcune parabole. Là giornata dei bambini
non è finita qui ; molti di loro si sono fermati a consumare il pranzo al sacco, arricchito da una minestra calda, nella
scuoletta, per fare poi nel pomeriggio
una passeggiata fino al Pountet, località
assai isolata, dove vive una anziana e coraggiosa sorella in compagnia soltanto
della sua piccola radio da cui ascolta
il messaggio dell’Evangelo per ritemprare la sua fede. La visita di tutti quei bambini l’ha rallegrata. Per loro è stata una
occasione per conoscersi meglio, dato che
raramente possono incontrarsi tutti.
La sera del Natale nella sala delle attività un numeroso pubblico proveniente
da comunità anche molto lontane e dai
più svariati ambienti ha seguito con interesse il nutrito repertorio di canti del
Qfuppo ’Teatro d'Angrogna: canzoni di
antica data e recenti, ispirate al lavoro,
alla giornata libera, all’amore, impegnate
o meno, sono state apprezzate e molto
applaudite.
La sera del 28 in occasione del culto a
Pradeltòmo, due arzilli settantenni sono
stati festeggiati dalla comunità del posto in una simpatica serata.
Ed infine il 31 dicembre c’è stato il culto di fine anno al Serre per tutta là Comunità : molto ben frequentato da giovani e meno giovani, da fratelli d’altre co
munità 0 qui residenti durante le vacanze. Ih questa occasione è stata salutata
là signora Laura Rivoirà, che ha diretto
per alcimi anni la corale di Angrogna,
sempre molto apprezzata per il suo contributo di canti dato in ogni occasione
speciale. F. Coisson
Torre Pellìcè
Venerdì 10 gennaio 1975 alle ore 20,45
alla Foresteria Valdese (P.za Gianavello)
si terrà una riunione promossa dalrU.C.D.G. sulle votazioni nelle scuole che
avranno luogo in febbraid (a cui tutti i
genitori saranno chiamati a partecipare)
per chiarirci il significato di queste innovazioni.
Parleranno dell’argomento il maestro
Marco Armand-Hugon e un genitore.
Tutti sono cordialmente invitati.
Bobbio Pellice
Il tempo eccezionalmente bello per la
stagione ha favorito la determinazione
deU’Amministrazione Comunale di procedere alTasfaltatura delle strade del concentrico. Da quattro anni la maggior parte delle strade erano rimaste dissestate,
essendo stato tolto il selciato al momento della costruzione dell’acquedotto municipale e tutti si rallegrano di questa sfi
stemazione. Contemporaneamente molti
privati, a loro spese, hanno provveduto
ad asfaltare altri tratti di strada che collegano le loro frazioni di residenza al capoluogo ed a raccogliere, nel concentrico, le acque piovane dei tetti in appositi
canali di scolo.
Vale la pena di segnalare queste iniziative dei privati, perché non è mai volentieri che si è disposti a pagare di tasca propria per opere di cui si serviranno
anche altri.
Siamo grati al Signore delle Sue benedizioni ; culto di Natale con celebrazione
della S. Cena nel tempio ; numerosa l’Assemblea, molti 1 partecipanti sfila Sacra
Mensa, tanti i parenti e gli amici venuti
da fuori. _
La festa dell’albero di Natale al Capoluogo é sfile Fucine ha avuto un buon esito: ringrsiziamo quanti vi hanno contribuito e l’Anziano A. Toum di avere presieduto un Culto domenicale.
È giimta la notizia del decesso nell’America del Sud di Èva Tourn vedova di
Umberto Durand e qui ha avuto luogo
ultimamente il funerale di due nostre sorelle che hanno tanto sofferto: Celina
Tourn ved. Rivoira di anni 82, Pontevecchio, e Morel Rosina di anni 68, ’Traverset. Simpatizziamo con i congiunti forti
della promessa del Signore : « Io sono la
risurrezione e la vita » ( Giov. 11 ; 25).
RINGRAZIAMÉNTO
I figli, unitamente a parenti tutti, ringraziano coloro che hanno preso parte
con la presenza o con scritti, ed in particolare il pastore Conte, alla dipartita di
Irma Avondet ved. Gallian
deceduta il 12.12.1974.
S. Germano Chisone, 7 gennaio 1975.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Gay, Ciesch e la cognata
Evelina ringraziano quanti hanno, con la
loro presenza e con i loro scritti, partecipato al loro dolore per la perdita della
loro Cara
Elsa Gay nata Pascal
Ringraziano, in particolare. Suor Dina
e Suor Marinette, tutto il personale della Casa delle Diaconesse, gli ospiti della
stessa Casa, il Pastore Enrico Tron e il
Dott. De Bettini per le cure e l’affetto
dimostrato.
Torre Pellice, 7 gennaio 1975.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Stefano Cairus
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima e di affetto tributata al loro caro, ringraziano tutti coloro che hanno preso parte al grande dolore che li ha
colpiti. Un ringraziamento particolare
desiderano esprimere al Pastore Sig. Micol, al Dott. Coucourde, alla famiglia Marletto, agli amici Lidia e Paolo Frache, ai
vicini di casa, all’Amministrazione Comunale, alla Direzione ed al personale del
Credito Italiano.
Villar Pellice, dicembre 1974.
È andata col Signore, il 31 dicembre, a
soli 40 anni
Lilly Pantaleo n. Castiglione
Ne danno l’annuncio a funerali avvenuti il marito, i figli, i genitori, i parenti
tutti.
«Io so in chi ho creduto»
(II Tim. 1: 12)
ringraziamento
Louisette e Paolo Marauda, commossi
per le numerose testimonianze di simpatia per la morte dei loro Genitori
Luigi Marauda
e Marthe Peloux
esprimono, anche da parte dei loro congiunti, e nell’impossibilità di farlo personalmente, la più profonda gratitudine a
quanti sono stati loro vicini nel lutto.
Sempre nel campo della viabilità, non
conta nemmeno più segnalare lo stato di
abbandono in cui la Provincia di Torino
lascia la strada Bobbio-Villanova, perché
ormai ci si è purtroppo abituati. Il Comune sta provvedendo in questi giorni
alla fornitura di ghiaia per consolidare
il fondo e riempire le buche che rendevano pericolosa la circolazione. I privati
provvedono a spargerla. È questa una
strada che non interessa solo i pochi abitanti della zona, ma molti turisti che salgono al Pra durante tutto l’anno e sarebbe auspicabile che essa venisse sistemata definitivamente, anche pier quel che
concerne i ponti ormai ridotti allo stremo.
All’età di 89 anni è improvvisamente
deceduto nella sua casa al Pautasset Stefano Gönnet.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta Signora
Ida Gay-Ghigo
ringraziano sentitamente quanti hanno
partecipato al loro lutto, di presenza o
con scritti.
Ringraziano il Dott. Gardiol, la Sig.ra
Rampa ed il personale dell’Ospedale Valdese per le assidue cure prestate, e ringraziano in modo particolare i vicini di
casa, che, quale offerta di fiori, hanno
raccolto la somma di L. 36.000 da ripartire in beneficenza al Convitto femminile
di Via Angrogna ed alla Casa di Riposo
S. Giuseppe.
Torre Pellice, 30 dicèmbre 1974.
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vita italiana
CRONACHE ANTIMILITARISTE
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a cura di emiiio nitti
regioni e democrazia
cristianesimo e antimiiitarismo
dna mbrtiéiìfi inscindibiii
Il ruolo delle Regioni nella rifondazione democratica del
Paese - I contrasti con il Governo - Necessità di scelte
concrete per la difesa del diritti
Come è già stato annunciato in uno scorso numero, il processo a carico dei
preti della comunità di San Lazzaro di Pinerolo si è concluso con una piena
assoluzione. Si è trattato di un processo che ha suscitato molto interesse, soprattutto per le insolite testimonianze rese da due storici (Giorgio Rochat e
Guido Quazza) e dai due teologi Paolo Ricca e Enzo Bianchi. Riportiamo qui
queste ultime due testimonianze, che ___________________________________________
Il 28 dicembre scorso, con una « circolare urgentissima » il Ministro
del Lavoro ha diramato instruzioni per il trasferimento dell’assistenza ospedaliera dalle mutue alle Regioni, a partire dal 1° gennaio come previsto
dall’apposita legge. È significativo il fatto che tale circolare abbia colto di
sorpresa, perché si dava per scontato che il governo non avrebbe rispettato i termini posti dalla legge... Così è capitato che solo 7 regioni su 20
si sono trovate preparate, almeno giuridicamente, ai nuovi compiti che
competono loro. Comunque è da valutare positivamente l’avvio di questa
trasformazione nel campo dell’assistenza ______________
sanitaria, nella prospettiva della tanto at
si SOBO proposte di mostrare come cristianesimo e antimilitarismo sia « due
momenti inscindibili ».
tesa e più complessa riforma sanitaria. Il
problema che a questo pimto si pone è
se la Regione è l’ente più adat.to per assolvere a questa funzione e, più in generale, quale sia il ruolo della regione nell’attu^e assetto dello Stato.
Le regioni hanno una vita recente e sono nate nel 1970, dopo una lunga polemica circa l'opportunità della loro istituzione: al danno delle nuove spese necessarie si contrapponeva il vantaggio del decentramento amministrativo e quindi di
una maggiore efficienza. Ma il valore politico dell’istituzione delle regioni è stato
certamente determinante, perché esse,
avvicinando anche fisicamente il cittadino ai centri decisionali dello Stato, ne
sollecitano la partecipazione attiva ai problemi della gestione della cosa pubblica
e preparano una nuova realtà democratica del Paese, in cui il cittadino non si limita a designare i governanti attraverso
un voto che è quasi una delega, ma ha la
possibilità di esercitare im certo controllo ed una certa pressione, anche attraverso organizzazioni di massa. Le regioni
cioè vanno nella direzione della democrazia partecipativa, verso cui tendono, pur
con i limiti a tutti noti, le comunità montane, i consigli e i comitati di quartiere
nelle grandi città, gli organismi di gestione sociale della scuola. Proprio per
questo i compiti principali delle regioni
debbono incidere in modo concreto sul
sociale e sui settori ad esso strettamente
collegati, come rassetto del territorio,
per il quale possono essere predisposti
appositi «progetti speciali».
Ma anche qui non deve trattarsi solamente di un trapasso di compiti : i lavoratori ormai non parlano più solo di assistenza sanitaria, ma affermano il loro
diritto alia saiate, che comincia molto
prima che essi abbiano bisogno dell’assistenza sanitaria. Per questo si chiede
di intervenire sei campo della medicina
preventiva, della medicina del lavoro, della difesa dell’ambiente. D’altra, parte la
espressione diritto allo studio ha ormai
sostituito l’altra « provvidenze a favore
degli studenti meritevoli e in'disagiate
condizioni economiche ».
Se buona parte delle regioni ha dimostrato in questi anni improvvisazione, disorganicità ed è stata strumento di clientelismo, la popolazione ha tuttavia imparato a sapere a chi devono essere fatte
certe richieste, ha imparato a riconoscere le sue controparti. Quello che preoccupa è il frequente conflitto di competenze che si verifica con il governo centrale e le sue pesanti pressioni sulla vita
stessa delle regioni, dato che il governo
centrale deve provvedere allo stanziamento dei fondi necessari. Interventi regionali in favore del diritto allo studio
sono stati bocciati lo scorso anno e l’intera legge su questa materia approvata
dalla regione Campania è da mesi bloccata perché investirebbe campi estranei
alla competenza regionale. La politica di
stretta creditizia, poi, voluta dal governo
non è certo la più favorevole a far s‘ che
le regioni assolvano i loro compiti, e si
parla in proposito di una vera e propria
vertenza regioni-governo. Del resto dipenderà proprio dalla concretezza e dalla eflScacia delle scelte fatte dalle regioni
se la popolazione conserverà fiducia nella
democrazia e cercherà di farla avanzare.
È quello che è stato riconosciuto a Reggio Calabria il 15 e il 16 dicembre scorso,
alla Conferenza Nazionale delle Regioni,
quando si è affermato che la lotta al fascismo passa attravefso il riscatto economico, sociale e morale del Paese e del
Mezzogiorno, e quartdo amministratori
delle varie regioni* si sono impegnati a
darvi il loro contributo.
Non meraviglia nessuno jl fatto che il
bilancio preventivo della regione T^miiig
e Romagna sia impostato secondo le ipotesi del « nuovo modello di sviluppo », ma
è significativo che molte altre regioni di
centro-sinistra siano in polemica con Roma per i tagli operati ai loro bilanci. È
la conferma della maggiore aderenza degli enti locali in generale ai bisogni della
popolazione ed è sulla concretezza di queste scelte che può operarsi quella ampia
convergenza democratica necessaria per
superare l’attuale crisi. L'episodio del Comune di Venezia, in cui l’opposizione di
sinistra ha contribuito alla preparazione
di una serie di progetti di intervento, finendo per appoggiare la giunta di centrosinistra, ne è l’esempio.
Paolo Ricca ha sottolineato il fatto
che la parola aggiunta al volantino antiniilitarista dai due sacerdoti : « beati
quelli che lavorano per la pace poiché
saranno chiamati figli di Dio » rappresenta la ragione vera della loro azione. A partire da questa considerazione
egli ha indicato come non sia una parola isolata ma come in tutta la Bibbia, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento esista una linea di questo tipo. Così Is. 2: 1-4 («...I popoli non
impareranno più la guerra»), Isaia
11: 6-9 (« il lupo abiterà con l’agnello ») e molti altri testi.
A questo punto uno degli avvocati
ha chiesto a Ricca di spiegare il significato della frase « date a Cesare quel
che è di Cesare », utilizzata il giorno
precedente dal giudice a latere per
mettere in dubbio l’atteggiamento cristiano dei due preti. « La citazione —
la settimana internazionale
a cura di tul lio viola
Un anno vissuto
fra angosce
e misteri
■¡(r È il 1974, uno dei più agitati e misteriosi del secondo dopoguerra. Non parliamo, in questa sede, degli orrori della fame su scala planetaria: il mondo superalimentato che assiste impotente (ma
continuerebbe ad esserlo ancora, se la
corsa agli armamenti si fermasse?) alla
morte lenta di 400 milioni di bambini nel
mondo sottoalimentato (nel Sahel, nel
Bengala, nel Brasile,...). Non parliamo
dello scadimento del costume, ed es. della fiumana di erotismo che, « venuta dalla Germania, dalla Scandinavia, da Hong
Kong, passando per gli Stati Uniti, ha invaso quest’anno i cinema della Francia e
dell’Italia ^ (« Ultimo Tango a Parigi »,
« Il portiere di notte » ecc.). Nepure della
ridda inverosimile dei miliardi spesi, in
tutte le nazioni, per lo sport...
Parliamo della politica. Innumerevoli
teste sono scomparse (Nixon, Brandt,
Heath, Gaetano, Spinola, Pompidou, Halle Selassiè, Tanaka, i Colonnelli greci...).
Crisi sono scoppiate all’improvviso e fermate a un pelo dalla guerra (Cipro, M.
Oriente...), non si sa bene come e perché.
Situazioni, complicate e molto difficili da
valutarsi, sono sorte da un giorno all’altro: informazioni incerte, incomplete.
Nei nostri articoli settimanali abbiamo fatto il possibile per conservarci giusti, obiettivi, sereni. Non sempre ci siamo riusciti: alcuni errori, o intemperanze, o giudizi azzardati ci sono sfuggiti.
Vorremmo poter parlar meno del tra;
vaglio di singoli uomini, anche se illustri
e particolarmente sventurati, e più di
quello d’intere jmpolazioni: per qualche
scienziato o artista ebreo sovietico che
viene perseguitato e per il quale si raccolgono firme nei cenacoli dei più grandi
filosofi, artisti e scienziati del mondo (cc>
m’è noto, fra colleghi ci si cerca al dilà
di oceani e di continenti), contemporaneamente innumerevoli esseri umani, estremamente poveri, umili e che nessuno co
nosce, muoiono sotto ogni cielo, calpestati e perseguitati per i motivi politici più
infami o più futili.
Ma come evitare, per il compito che ci
siamo assunto, di parlare della Storia degli uomini piuttosto che di quella di Dio?
Nella Storia degli uomini, alcuni personaggi illustri hanno un peso particolarmente significativo: essa registra l’uccisione di Alessandro, Aristobulo e Antipatro, eseguita per ordine del loro padre
Erode il grande, non quella (aH’incirca
contemporanea) dei bambini di Betlemme (Matteo 2: 16).
Hanno collaborato a questo numero: Giuseppe
Anziani, M. Armand-Hugon, Giorgio Bouchard,
Franca Coisson, Lami Coisson, Franco Davite,
Luciano Oéodafo, Raimondo Genre, Rocco Giuliani, Giorgio Peyrot. Guido Colonna Romano,
Neily Rostan, Claudio Tron, Liliana Viglielmo.
Noi manchiamo, come abbiamo detto,
d’informazioni: chi ne dubitasse, rifletta
su quanto vogliamo qui riportare da « Le
Monde » del 26.12.’74.
« Il sig. Thomas Melady, ex ambasciatore USA nel Burundi, poi neU’Uganda,
deplora, in una lettera pubblicata dal
“New_ York Times” il giorno di Natale,
che l’ONU non abbia denunciato i “massacri perpetrati in quei due paesi africani”.
“Nell’anno 1972 ero presente nel Burundi, quando la maggior parte dei 90
mila Hutus furono uccisi in quello che
oggi è riconosciuto, dai più, come un genocidio. Perché l’Assemblea generale dell’ONU non ha ancora parlato di simili
orrori?", domanda il vecchio diplomatico.
“In Uganda (continua il Melady), il
generale Idi Amin Dada liquida persone
quasi quotidianamente. Fonti attendibili
d’informazione valutano a un minimo di
50 mila il numero di quelli che sono stati uccisi. Conosco molti dirigenti dell’Uganda, che sono stati uccisi nelle ore immediatamente successive al loro imprigionamento.
Mentre l’Assemblea generale discuteva
il problema del Sud-Africa, veniva annunciato che molti altri ugandesi erano stati
uccisi” (aggiunge il Melady che per altro,
si badi bene, è uno di quelli che condannano V" apartheid”).
“E forse sostenibile che i diritti di miguata di cittadini del Burundi, uccisi nel
1972 e nel 1973, e quelli dei cittadini dell Uganda attualmente uccisi, non sono abbastanza importanti per meritare lo stesso interesse che TONU manifesta verso il
Sud Africa?", conclude il Melady».
Malgrado tutto ciò noi vogliamo, all’inizio del nuovo anno, terminare con una
parola di sperpza, qui ed ora, anche nella Storia degli uomini, perché sappiamo,
per fede, che dietro e sopra di essa, v’è
la Storia di Dio.
ha risposto Ricca — mi sembra fuori
luogo poiché il problema non è il servizio militare, ma il tributo. In pratica Gesù dice : « Date a Cesare quel
che è di Cesare, cioè la moneta con la
sua effige, e a Dio quel che è di Dio,
cioè voi stessi », e non : « Date a Cesare quello che Cesare vi chiede ».
(Questo fraintendimento ha provocato^
danni enormi nella comprensione del
giusto atteggiamento cristiano verso
lo stato. Quello che non possiamo da>
ré allo stato è proprio noi stessi. Possiamo darci solo a Dio e al prossimo ».
Alla domanda di \in altro avvocato
che ha chiesto se dalla prima comunità cristiana a Martin Luther King il
cristianesimo abbia avuto una corrente pacifista continua, egli ha risposto :
« Sì, anche se è stata la linea perdente. I primi cristiani avevano coscienza di essere soldati di Cristo e non
dell’Imperatore. Una volta era il cristiano che doveva giustificarsi di fronte alla Chiesa, se serviva l’Imperatore ; ora è il contrario e non ci rendiamo conto del paradosso. Eppure questa
linea è continuata in tutta la storia
della Chiesa; pensiamo ai valdesi medioevali, ai mennoniti e alla tradizione
anabattista, ai quaccheri e infine ai
socialisti religiosi che hanno saputo
legare la lotta per la pace a quella per
la giustizia, illustrando e denunciando i legami tra guerra e capitalismo ».
Terminata questa testimonianza la parola è passùta a Enzo Bianchi, monaco della comunità ecumenica di Bose.
Egli ha ricordato come anche Papa
Benedetto XV abbia definito una
« inutile strage » la guerra del 19151918, e come in una lettera a un vescovo abbia affermato che « occorre
sopprimere la leva obbligatoria ». Ha
poi citato una serie di fonti patristiche, ricordando fra l’altro che molti
santi sono stati obiettori di coscienza
(Marcello, Massimiliano e altri). Infine ha citato il cardinale Ottaviani, il
quale disse : « Se le masse hanno prove evidenti che il governo sta preparando una guerra hanno il dovere di
rovesciarlo ». « E, » ha aggiunto Bianchi suscitando l’ilarità del pubblico,
« sappiamo bene che il cardinale Ottaviani non appartiene certo alla Chiesa
del dissenso ! ».
* Dalmazio Bertulessi, l’obiettore cattolico che ha rifiutato la legge sul servizio civile, e di cui abbiamo parlato in un
numero precedente, è stato condannato a
sedici mesi di carcere dal tribunale militare di Torino. Per chi volesse scrivergli, il suo indirizzo è: Dalmazio Bertulessi, Carcere Militare, 37919 PESCHIERA DEL GARDA.
Luca Negro e Erika Tomassone
' La citazione è da « L’Express » n. 1225 (30
12.’74-5.1.’75).
Comitato di Radazione: Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore : GIORGIO TOURN
Direttore responsabile: GINO CONTE
Amministrazione; Casa Valdese, 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
Una copia L. 100, arretrata L. 150
Cambio di indirizzo L. 100
Reg. al Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Coop. Tipografica Subalpina - Torre Pellice