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Anno 119 - n. 43
4 novembre 1983
L. SOO
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
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Punti
di vista
LA DRAMMATICA SITUAZIONE DI UNA CITTA’ CON 20.000 SENZATETTO
I nostri quotidiani sussulti televisivi sono diventati, in questa
ultima settimana, particolarmente frequenti e drammatici. Nello spazio di tre giorni siamo passati daH’allucinante e assurdo
massacro dei marines e dei para
a Beirut allo sconvolgente sbarco della ’’task force” di Reagan
nell’isola di Grenada, nei lontani
Caraibi. Impotenti assistiamo,
giorno per giorno, alle vicende
dei due imperi che si dividono il
mondo con l’aggiunta di quella
mina vagante che ogni tanto esplode e che rappresenta il terrorismo internazionale.
La prima e unica considerazione che viene in mente di fronte a questo clima di gpierra internazionale — che i ’’media” ci
presentano e aggiornano continuamente — è che la rassegnazione sia destinata a prendere
sempre piis piede. Trionferà sempre di più la iilosofla del ’’laissez
faire”. Tvdii parlano di pace e
dialogo ma poi nessuno fa realmente passi concreti in questa
direzione. Reagan governa saltando a piè pari accordi internazionali e mantenendo, sin dov’era
possibile, segreta una guerra
(con tanto di morti e feriti) destinata a ’’salvare dal comunismo” cittadini americani. Ora mi
chiedo con quale autorità morale e politica gli Stati Uniti potranno continuare a condannare
le oppressioni in Afghanistan o
in Polonia o in Cambogia? Ma al
di là dei dosaggi e delle possibili
interpretazioni mi pare, torno a
ripetere, che in questa nostra Europa, ormai a rimorchio dei giochi pericolosi delle superpotenze,
si affermi sempre di più la rassegnazione come valore di vita,
modello di comportamento. Ci
rassegniamo a trovare altri centotrenta miliardi entro Natale —
visto che è Spadolini che ce li
chiede — per il nostro contingente di pace in Libano. Ci rassegniamo ad accogliere i missili ’Cruise’
e i ’Pershing’ che c’impone il nostro ruolo di sentinella del Mediterraneo. Insomma ci rassegniamo, anche se a malincuore, al
fatto che altri decidano per noi
e per il nostro futuro.
Mi chiedo se per dei credenti
il ruolo della rassegnazione sia
quello che la Bibbia ci chiede.
Io non credo proprio. Ritengo
che malgrado le apparenze contrarie e i magri risultati raggiunti occorra proseguire nella lotta
per ima società diversa, partecipata e giusta. C’è una frase, scrit.
ta in piena dittatura fascista, di
Giacomo Ulivi, partigiano fucilato a Modena, che potrebbe essere la nostra parola d’ordine in
questa stagione che volge aUa
rassegnazione: «No, non dite di
essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto
è successo perché non ne avete
più voluto sapere ». Se ingiustizia e terrore continuano a mietere vittime, se la corsa agli armamenti continua con questo
ritmo è anche perché troppo
spesso la rassegnazione vince
sulla nostra voglia di resistere
e lottare. Ma ’’lottare e resistere
al male sino alla fine” (Ef. 6:
13) è anche compito dei credenti. Non dimentichiamolo.
Giuseppe Platone
La parabola di Pozzuoli
La Comunità Battista di Pozzuoli intende testimoniare Gesù Cristo, pietra angolare di ogni
ricostruzione morale e materiale. Una predicazione che attualizza una famosa parabola di Gesù
Gesù camminando per le strade di Via Napoli disse: — Perché
mi chiamate Signore, Signore, e non fate quel che io vi dico? Chiunque viene a me ed ascolta le mie parole e le mette in pratica, io vi
mostrerò a chi somiglia.
Somiglia ad un uomo, il quale^ sapendo che questa area dì
Pozzuoli è sismica e soggetta ad attività vulcaniche ormai da secoli,
ha edificato una casa, ma l’ha fatta robusta ed antisismica e l’ha
posta ove sapeva che fosse al sicuro, e venuto il bradisismo e le
continue scosse, hanno colpito quella casa ma non hanno potuto
scrollarla perché era edificata bene e secondo le leggi dello Stato.
Ma chi ha udito ma non ha messo in pratica somiglia ad un
uomo che ha edificato la sua casa sulla terra, secondo la speculazione edilizia, badando solo alle leggi dell’interesse e del profitto,
senza badare a porvi solide basi, poi il bradisismo l’ha investita e
subito è crollata e la ruina di quella casa è stata grande.
Nel pomeriggio del 2 ottobre
la Comunità Battista di Pozzuoli ha celebrato il suo culto sotto
una delle tante tende della Protezione Civile in Via Napoli.
Con la riformulazione di questa famosa parabola di Gesù
(Le. 6: 46 ss. e Mt. 7: 21 ss.) essa ha inteso recuperare la orr
ginale dimensione polemica di
questo testo.
La situazione drammatica che
vive la città di Pozzuoli in questi giorni dovrebbe ormai essere a conoscenza di tutti: evacuazione totale del centro storico,
20.000 senzatetto, economia cql
lassata, assistenza sanitaria inesistente. Di nuovo a distanza di
tre anni dal terremoto del 23
novembre si assiste al generale
smarrimento della popolazione,
da una parte, e dall’altra all’insufficienza dell’intervento delle
pubbliche istituzioni. Eppure il
bradisismo non è il terremoto.
Per sua stessa natura, il fenomeno, in aumento graduale da
quasi un anno, avrebbe lasciato
tutto il tempo per la progetta;
zione e l’attuazione dell’ormai
famoso « piano di emergenza ».
Invece le conseguenze dell’inefficienza delle strutture ricadono
ancora una volta pesantemente
sulle spalle dei senzatetto così
due volte colpiti. E’ il caso di
coloro i quali nell’andare ad occupare le case requisite si trovano davanti i proprietari che
oppongono una resistenza non
di rado violenta, o ancora delle
migliaia di persone che affollano
i campings o le tendopoli attualmente mancanti di adeguate
strutture igienico-sanitarie.
Il senso polemico della nostra
predicazione è stato quindi quello di richiamare ognuno alle
proprie responsabilità. Denunciando un atteggiamento fatalista che ha preso ultimamente
tinte di fanatismo religioso (ricordiamo l’eccitamento provocato dal rinnovarsi puntuale del
miracolo di San Gennaro), abbiamo voluto dire che ciò che
sta accadendo è conseguenza solo del peccato umano; dell’ostinazione di chi pur ascoltando e
sapendo non vuole mettere in
pratica.
Naturalmente questo richiamo al peccato anche se coinvolge tutti non deve impedirci di
fare delle importanti distinzioni
in base alle conseguenze del pec
SALMO 44
Il viola è un colore pesante
Il viola, per antica tradizione
ecclesiastica, è il colore del pentimento ed è questo colore che
hanno indossato manifestando
per la pace prima gli evangelici
tedeschi al grande raduno di
Hannover (Kirchentag) e il 22
ottobre, alla grande manifestazione di Roma, gli evangelici italiani. Non il solo color viola, ma
anche un versetto del Salmo 44
stampato sul fazzoletto: « Poiché
non è nel mio arco che io confido e non è la mia spada che mi
salverà ». L’accostamento di questo versetto e del viola ha inteso
avere un significato: la vocazione pacifista che si è venuta affermando nelle nostre chiese,
nelle chiese cristiane in ogni
parte del mondo, e che è espressa dal versetto biblico, è di fresca data; salvo eccezioni le chiese hanno fatto poco, pochissimo,
per la pace e la riconciliazione e
di questo devono rendersi conto
con consapevolezza, con pentimento. Ma abbiamo avuto una
chiara percezione di auesto significato indossando il fazzoletto viola a Roma? Sarà bene fermarci a riflettere su questo interrogativo.
Mi sembra importante notare
che l’accostamento tra il versetto e il viola, non illegittimo, è
esclusivamente nostro, è una nostra invenzione. Se infatti leggiamo attentamente il Salmo 44
da cui il V. 6 è stato tratto, ci
accorgiamo che non è un salmo
che parla di pentimento. Anzi:
è un salmo in cui il pentimento
è vistosamente assente. Lo schema su cui è costruita questa preghiera è questo.
Un ricordo trasognato del passato: in due momenti della storia antica, al tempo dello stanziamento nel paese di Canaan e
successivamente nelle guerre con
i popoli circostanti, i padri hanno ottenuto grandi vittorie e non
in base alla loro forza e al loro
valore, ma unicamente per la potenza di Dio che li ha graditi (e
qui, con il presente dell’attualizzazione, si inserisce la confessione della fede dei padri che ha riposto la fiducia non nell’arco e
nella spada bensì in Dio).
Un’amara valutazione del presente, un presente ben diverso:
il popolo di Dio è bandito e disperso tra i popoli pagani, come
un gregge sparpagliato, mandato
al macello senza difesa. Anzi: è
Dio stesso che ha dato via per
poco il suo popolo, lo ha svenduto, ha provocato lo scherno e il
disprezzo dei popoli che hanno
riso di Israele e del suo Dio. E’
per causa tua — prorompe con
amarezza la preghiera — che noi
siamo considerati permanentemente come pecore da macello.
Un interrogativo inespresso:
perchè avviene questq tremenda
punizione? Essa è immeritata.
Sarebbe comprensibile se Israele avesse abbandonato Dio per
altri dei. Ma Dio sa che così non
è stato: sa tutto, sa perciò che
Israele non lo ha abbandonato.
E infine un accorato appello
per il futuro. Svegliati o Dio. So
lo al sonno, che è assenza di volontà, può essere imputata la
sofferenza del popolo. Si scuota,
si svegli dunque Dio e venga in
soccorso del suo popolo.
Come mai non c’è traccia di
pentimento in questa sofferta
preghiera? Eppure Giuda ha imparato a mangiare il duro pane
del pentimento nell’esilio, quando ha imparato a vedere nella
propria infedeltà (proprio l’infedeltà idolatrica!) la causa della
rovina e dell’esilio stesso. Siamo
dunque di fronte ad un gruppo
di pii giudei che con sincera pietà, nella sofferenza dell’esilio,
possono affermare la loro fedeltà personale? Oppure in questa
preghiera il popolo non conosce
più il peccato del passato cancellato dall’espiazione dell’esilio
in cui esso ha pagato il doppio
per i propri peccati (Is. 40; 1
ss.)?
Non sappiamo. Ma comunque
sia, badiamo bene a non giudicare con facilità il popolo dell’antico Patto per questa mancanza di pentimento. Certo il
pentimento, come- il perdono, non
è una moneta molto corrente
nell’Antico Testamento. Ma, malgrado ciò, quale lezione di fedeltà viene a noi da questa preghiera. Un popolo martoriato e decimato, giunge a dire al suo Dio
« è per causa tua » che tutto do
avviene; eppure non rinnega, non
volta le spalle, non molta la nreFranco GiamplccoU
(continua a pag. 12)
cato di ognuno. Ed ecco il perché della denuncia di un'errata
politica edilizia che, lungi dal
considerare dati scientifici ormai
noti da secoli (l’area di Pozzuoli
è sempre stata soggetta a manifestazioni sismiche e vulcaniche
più o meno intense), per ragioni
clientelari, ha permesso l’edifi;
nazione selvaggia e senza criteri
antisismici in zone notoriamente instabili. Pensiamo, ad esempio, al complesso edilizio nella
zona Solfatara.
L’audacia della nostra rilettura della parabola ha però anche
qui il proprio limite: chi ha subito il danno della casa costruita
sulla sabbia non è colui che ha
edificato. Anzi quest’ultimo ne
ha tratto notevole vantaggio.
Una parabola
profetica
D’altro canto l’applicazionedella parabola assume anche un
tono profetico. Se da una parte
descrive lo stato di miseria provocato dal peccato, daU’altra essa indica la via di una ricostruzione morale oltre che materiale su di un fondamento incrollabile: Gesù Cristo, la pietra angolare.
La comunità, essa stessa col;
pita, sia nelle abitazioni dei suoi
membri, tutte sgombrate, sia
nel locale di culto, anch’esso dichiarato inagibile, pur vivendo
nella dispersione intende nondimeno testimoniare di questa
speranza e farlo in maniera concreta. Per questo la solidarietà
delle altre chiese è essenziale.
La FCEI si è già mossa per fornirci i primi mezzi per un intervento in favore della popolazione.
La nostra speranza è che Tarn
nuncio di cui siamo portatori
contribuisca a ricercare in Cristo il giusto punto di riferimento, la roccia su cui costruire validamente il futuro nostro e della città. Ma questo solo ricor;
dando a noi stessi e, agli altri
che « non chi dice Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei deli ».
Massimo Aprile
SOMMARIO
□ La smania di essere
qualcuno di Febe Cavazzutti - p. 2
□ Validità del « sola
scriptura » - p. 6
L] Evangelici a Roma
per la pace - p. 7
□ Pace e occupazione
p. 8
□ Le frontiere europee
della pace di J. Jacques Peyronel - p. 12
2
2 fede e cultura
1
4 novembre 1983
TRA I LIBRI
La smania di essere qualcuno
In undici brevi capitoli « La
Tomba del Popolo » ^ rievoca i
fatti foschi, al limite del credibile, ohe nel novembre del 1978
culminarono nel suicidio indotto ed il massacro di un migliaio
di fedeli della setta « Il Tempio
del Popolo» capeggiata da Jim
Jones, che dalla California si erano trapiantati nella Guyana per
realizzarvi una idilliaca società
perfetta.
L’autore, Phil Kerns, spinto
dalla madre e dalle sorelle ad
aggregarsi alla setta quando era
sedicenne, e fuggitone in modo
rocambolesco una volta adulto,
può raccontare molte cose in
prima persona. La narrazione
prende Tawio dai giorni in cui
egli si convinse che la catarsi
era inuninente e che il segreto
patto di suicidio dei fedeli poteva essere messo in atto di lì a
poco. La disperazione per il destino di morte incombente sui
suoi cari gli dà la forza di appellarsi alle autorità pubbliche —
fino al presidente degli Stati Uniti — affinchè intervengano prontamente a sventare la sciagura.
Con il racconto scarno e serrato l’A. vorrebbe coinvolgere il
lettore e comunicargli l’angoscia
che lo attanagliava quando, nel
rapido esaurirsi delle ore, gli toccava cozzare contro rincredulità
e le lentezze burocratiche e scoprire le mafiose connivenze intrecciate dalla setta col potere
politico e giudiziario. Ma, in realtà, il lettore è catturato solo in
superficie: un po’ a causa della
lontananza dei fatti che non trovano risonanza in paralleli della
esperienza corrente, ed assai più
per la assoluta mancanza di qualche squarcio introspettivo che offra delle spiegazioni. C’è quindi
da dubitare che il libro possa
essere una memoria utile ad evitare che simili devastanti fenomeni si ripetano, come l’A. vor
rebbe. Tuttavia, al lettore evangelico un minimo di riflessione si
impone, visto che la setta è nata
e cresciuta entro la cultura protestante, nella sua particolare
amalgama nordamericana.
Matrice protestante
I pochi dati biografici che si
inconixano dicono che Jim Jones riceve l’istruzione religiosa
in una Chiesa del Nazareno, si
laurea in pedagogia, fa studi teologici, quindi cerca un impiego
pastorale vagando da una denominazione aU’altra. Almeno una
volta è dichiarato « spiritualmente inadatto » al ministero; sempre la sua predicazione viene
sconfessata perchè non biblicamente fondata. Comunque gli
oltre diecimila fedeli si considerano il più forte gruppo
protestante della California ed i
riconoscimenti negati dtille chiese -- dove evidentemente il dato
biblico è stato riferimento e coscienza sufficienti prima ancora
che si manifestasse ima realtà
abnorme — piovono dai centri
del potere pubblico. Nel 1961 Jim
Jones è nominato presidente dell’esecutivo della Commissione
per i Diritti Umani.
Le poche frasi di commento
che sul retro della copertina presentano il libro definiscono i poveretti che si trucidarono «una
coalizione di menti malate ». Giudizio facile, a fatti conclusi, che
solleva da altre possibili responsabilità. Ma quale dunque sarà
stata la forza capace di incatenare questa gente? Fra i vari fattori che interagiscono a comporla, se ne possono suggerire alcuni. E’ impressionante notare la
necessità vitale dell’individuo posto in una società ad altissima
competitività di dimostrare di
essere qualcuno per avere stima
Febe Cavazzuttl Rossi
^ Phil Kerns : La tomba del Popolo. Editrice Uomini Nuovi, 1980, pp.
160, L. 3.500.
SEGNALAZIONI
I Salmi allo specchio
Quest’opera, davvero finissima, ci propone parecchi brani
tratti dal libro dei Salmi, illustrati da splendide fotografie.
L’autore è Gianfranco Ravasi,
ben noto a chi predilige le letture bibliche, laureato in teologia.
Sacra Scrittura e archeologia
biblica. Egli presenta ogni gruppo di versi, evidenziandone l’attualità e il valore.
Un soffio vigoroso investe tutto il libro; nei Salmi, l’uomo interpella Dio, gli si rivolge in maniera spontanea, primordiale,
non condizionato da riti o tradizioni religiose. Con questi canti, l’umanità si pone davanti al
suo Creatore senza ipocrisie, con
un bagaglio d’esultanza, d’adorazione, ma spesso anche di dolore, di frustrazione, di rabbia,
di perentorie invocazioni che sollecitano l’intervento del Padre,
vibranti richieste senza intermediari né cerimonie. Il libro dei
Salmi si spalanca sull’esistenza
umana: sui legami affettivi, sugli intrighi politici, sulla lealtà
e sull’inganno; non mancano
quadretti urbani e campestri,
vengono evocati gli animali compagni delle fatiche quotidiane,
gli orizzonti sconfinati del deserto, distese di fiumi, di monti.
Un libro in grado di farsi ap
prezzare anche dai non credenti.
Il volume è delle Edizioni Paoline, costa L. 20.000 e ha 158 pagine.
Libane Webb: l’autrice è riuscita a fondere una storia emozionante, fantasiosa, con fatti reali
e documentati, offrendoci il ritratto di un’epoca ricca di splendori, barbarie, superstizioni.
Spagna: XVII secolo. I Tribunali dell’Inquisizione incombono, perseguitando e torturando
tutti coloro che non aderiscono
al cattolicesimo. Gli ebrei sono
particolarmente colpiti: i più
ricchi fuggono coi loro tesori,
alcuni si « convertono » per sfuggire al rogo, altri muoiono combattendo per la propria fede.
Protagonista del romanzo è Isabel Valderocas, che appartiene
a una danarosa famiglia ebrea
convertitasi per convenienzà:
Isabel è giovane, ribelle, coraggiosa, nemica delle ingiustizie,
della sofferenza e del fanatismo.
Lotterà contro l’Inquisizione fino al sacrificio finale, vittima
di una società perbenista e violenta.
« I Marrani» piacerà a tutti
gli appassionati di romanzi storici; è edito da Sperling e Kup
fer, ha 490 pagine e costa lire
15.000.
Tutti in tuta
I Marrani
Veramente notevole questo
massiccio romanzo storico di
Molti di noi non sono abituati
a considerare lo sport e la ginnastica come componenti importanti delle proprie giornate,
fino a poco tempo fa si pensava
allo sport non come a una reale
necessità ma come a un privilegio, un momento di competizione o snobismo, una frivolez
za destinata a chi poteva permetterselo. Certi pregiudizi sono duri a morire, però sta diffondendosi un po’ per volta l’idea della pratica sportiva vista
come garanzia di salute, come
occasione di divertimento comunitario, di dialogo col nostro
corpo. Anche i medici più progressisti si schierano su questa
linea, soprattutto all’estero: prova ne sia che il dott. K. Cooper,
affermato medico deH’aeronautioa statunitense, ha scritto parecchi libri per illustrare i benefici dell’aerobica.
Cos’è esattamente l’aerobica?
Una disciplina che comprende
numerose esercitazioni diverse,
una divertente combinazione di
ginnastica e danza, un insieme
di movimenti piacevoli che migliorano le condizioni fisiche e
psichiche di chi li pratica con
costanza. 'Tra i risultati: muscoli scattanti, cuore ed apparato
respiratorio e circolatorio in ottime condizioni, peso forma raggiunto, cellulite scomparsa.
Mr. Cooper consiglia l’aerobica a tutti, senza distinzioni di
sesso o di età; anche alle donne
incinte e alle puerpere, nonché
ai malati di nervi e di cuore!
Il suo ultimo libro, « In forma
a tutte le età: guida all’aerobica », è edito dalla Sei e costa
L. 10.000: gli esercizi sono accuratamente descritti e il volume è
completato da utili tabelle.
Non ci resta che sperare nel
diffondersi della simpatica « febbre » della ginnastica e nel moltiplicarsi di palestre attrezzate
anche nei piccoli centri.
Edi Morlni
di sè. Il fine è perseguibile in
due modi; con l’attivismo diretto al raggiungimento di modelli
stereotipi o, se quella via appare
impraticabile, con la fuga in paradisi dove c’è un leader certamente eccezionale, « grande », in
cui identificarsi ed essere gratificati. Fra le due alternative pare vi siano spazi minimi per l’impegno alla riflessione, la comprensione e la formazione di cultura, entro cui trovare equilibri
e dignità. In questo vuoto non si
può non mettere anche la irrilevanza quantitativa e forse qualitativa della istruzione e della conoscenza evangelica, aggravata
dal ricorso alla ripetizione meccanica di versetti biblici, di infelice ottocentesca memoria.
Sul Nicaragua, a seguito della recensione intitolata « Noiosa retorica »
(Cabestrero, Ministri di Dio, ministri
del Popolo) pubblichiamo due interventi di lettori e una lettera di un
prete segnalataci da una lettrice.
NON SONO
D’ACCORDO
Caro Direttore,
Nelle varie fasi della vicenda
è il terrore che stravolge le volontà: inoculato per anni con
sottili ed estenuanti giochi psicologici, rivolto al mondo esterno, come luogo carico di ogni
possibile minaccia, e poi allargato a macchia d’olio nel seno
della società-ghetto. Il patto segreto era che, se degli estranei
avessero minacciato di introdursi nella vita del « Tempio del
Popolo », la morte doveva essere
l’uitimo rifugio, il più certo paradiso: e molti credevano che
la morte sarebbe stata solo apparente. La grande vincente è la
paura: questa compagna del cuore deU’uomo, dalla nascita all’ultimo giorno, che le varie sicurezze ricacciano nel profondo
o travestono senza vincerla, e
che solo l’Evangelo di Cristo può
sciogliere e risolvere nello spirito reso libero e finalmente riconciliato e placato.
sono rimasto profondamente indignato e sconcertato per la critica al libro
di T. Cabestrero (Ministri di Dio, ministri del popolo) comparsa a firma di
Luigi Panaroni sul numero del 30.9.83
del giornale.
Evidentemente il Panaroni, che vuole conoscere II Nicaragua, lo fa con
occhi e testa italiani; Invece di vedere
se II Nicaragua è « quasi comunista » e
» quasi una dittatura », a mio parere
la preoccupazione di un credente dovrebbe essere quella del confronto con
l’Evangelo.
La rivoluzione in Nicaragua non nasce su basi Ideologiche, ma dalla miseria, dallo sfruttamento: è un popolo
che si ribella.
E il credente neH'Evangelo da che
parte deve stare?
Solidarietà con I poveri partendo
proprio dalla situazione, dalla condizione
esistenziale della miseria; è essere
solidali con un progetto di liberazione,
è stare assieme al popolo che lotta per
realizzare questo progetto, lavorandoci
dentro, anche discutendo e criticando;
progetto che è stato pensato dal popolo del Nicaragua e che viene realizzato In Nicaragua e non in Italia.
Ma evidentemente per Panaroni tutto Ciò non conta e le testimonianze
dei preti ministri (tra cui quella di Ernesto Cardenal ohe è stato in galera
nella lotta contro Somoza) sono propaganda ingenua ed infantile ».
Grazie dell’ospitalità e molti saluti.
Francesco Fassanelli, Padova
POTERE O SERVIZIO?
Le risposte dei sacerdoti intervistati
sono chiare ed esaurienti. Il fine del
loro essere al governo non è quello
di avere II potere ed il prestigio personale, ma quello di servire il popolo,
di dare il potere ai poveri, a coloro
che non avevano voce. Il loro impegno,
la loro scelta è quella di difendere e
di proteggere la giovane democrazia
e ricostruire il loro paese distrutto da
una feroce repressione dittatoriale che
da decenni martoriava quel popolo.
Questo popolo di 4.000.000 di abitanti ha pagato un tributo di 66.000 morti,
di 100.000 feriti, di 40.000 bambini orfani e di 220.000 profughi per ottenere
la libertà, ed è attraverso la rivoluzione che si è realizzata la teologia della
liberazione per loro. La parola « rivoluzione » equivale a « resurrezione »,
« liberazione », perché sono stati liberati dalla tortura, daH’ingiustizia, dalla
fame e dall’Ignoranza. La rivoluzione
nicaraguense non si può paragonare ad
altre rivoluzioni, questa è stata una rivoluzione cristiana guidata da un gruppo di cristiani, i quali hanno ascoltato
il grido degli oppressi, dei perseguitati dei torturati, degli emarginati e, come Mosè, King, Romero, Don Milani,
Sandino, si sono schierati dalla loro
parte, aiutandoli a prendere coscienza
dei loro diritti di figli di Dio ed acquistare la dignità di uomini per avere
« voce » per parlare ed « occhi » per
vedere, aiutandoli a ribellarsi contro
gli empi oppressori, sfruttatori, apportatori di morte.
I sacerdoti al governo hanno delle
mansioni da espletare estranee alle
loro aspirazioni di vita contemplativa,
di preghiera e di meditazione, ma si
sottopongono a questo diverso modo
di servire Dio perché i loro fratelli
hanno ancora bisogno dei loro servizi, altrimenti al Nicaragua sarebbe successo quel che è successo in Italia.
Se noi in Italia avessimo avuto la
grazia di avere al governo, dopo la
sanguinosa Resistenza partigiana, degli uomini di questa levatura cristiana,
non saremmo ridotti al fallimento, e
quel che è peggio, alla distruzione
morale delia gran parte degli individui
avvenuta attraverso il clientelismo, la
mafia e l’emigrazione (...).
La fedeltà alla chiesa I sacerdoti la
dimostrano di fatto, perché dopo la
brutale strapazzata di papa Wojtyla al
sacerdote Cardenal ed a tutto il popolo venuto per ricevere da lui una parola di conforto, dopo l’eccidio dei 17
giovani, sono rimasti dentro la chiesa
perché attraverso la vera chiesa hanno incontrato il Cristo liberatore.
L'amore dei sacerdoti per il loro popolo è da paragonare a quello deH'apostolo Paolo, quando nella lettera ai Romani 9: 3, dice « che lui stesso vorrebbe essere anatema per amore dei
suoi fratelli israeliti ». Perché schernire le dichiarazioni di sofferenza de:
sacerdoti per non poter celebrare la
messa? Con la volontà ecumenica esistente negli ambienti non cattolici,
queste cose si dovrebbero comprendere. Ma quando c’è la prevenzione e li
malafede, non si comprenderà ma'
quel che succede alla rivoluzione san
dinista ed ai suoi sacerdoti.
Questo popolo del Nicaragua, piccolo di numero e povero di mezzi, sta
lottando contro il gigante imperialismo,
animato da una grande fede e da una
grande speranza di vita nuova. Diamo
loro una mano di aiuto concreto per
ché questa vera democrazia si affermi
e sia d’esempio per altri popoli oppressi.
Francesca Naso, Riesi
LODE ALLA VITA
Cara Renata,
Con le nostre comunità salvadoregne
andiamo meravigliosamente bene. Si
sente la vita. Le nostre comunità vivono realmente gii atti degli apostoli nella condivisione di tutto. Vibrano per la
causa e spesso già la stanno vivendo
nei fatti. Li visitai per le vacanze: si
vede la gratuità del Regno di Dio anticipato.
Le comunità di base di Estelì vanne
anche bene, proprio molto bene; stiamo crescendo con il vero Spirito. In
Nicaragu possiamo celebrare la vita.
La settimana scorsa abbiamo applaudito
il battaglione di riserva che da più di
tre mesi era alla frontiera di montagna. Che lode alla vita! Questa settimana celebriamo nella nostra cappella
di Nostra Signora di Guadalupe la consegna del titolo di proprietà delTabitazione a quasi tutti gli abitanti del
nostro quartiere: che celebrazione!
Credo in tutta onestà che il Signore si
senta in Nicaragua, noi possiamo lodarlo. Questo è vita! Le bombe sono
morte, vengono dall'impero della morte. Non ci affliggono perché la vita trionfa. Ieri facemmo la celebrazione del
quinto anniversario della organizzazione di massa; nel bel mezzo di una
pioggia costante e senza nessun inconveniente esterno. Cera una allegria
incredibile. Verso le ore alte della notte, in mezzo alla pioggia c'era un unico ballo. Che ti pare?
Slamo nell'anno di grazia di nostro
E jnore, I anno del giubileo, l'anno santo. Qui si celebra veramente. I contadini ricevono la terra, ,gli abitanti la
casa... solo i dirigenti della chiesa non
lo hanno visto, però il popolo di Dio
lo celebra. Che buono è tutto questo!
Con tutto ciò ora sai alcune notizie
di qui. Noi stiamo tutti bene. Il lavoro
va bene.
Nel Salvador la lotta prosegue. Viene il giorno della celebrazione. Non
sappiamo quando, però viene. Già
stanno germogliando le foglie, è un
segno di primavera.
Con tutto ciò ti lascio. Tanti saluti a
tutti quelli che conosco, specialmente
a Maria; molto uniti nel Signore.
Sebbene non voglia venire in Nicaragua, dovrai rivedere la tua posizione.
Per vedere il Signore è necessario anche avere denaro gratuito. Gesù non
si inquietò per l’unguento sparso sui
suoi piedi. Per vedere il Signore si
fanno a volte delle sciocchezze. Credo
che tu Renata potresti vederlo.
Molto uniti nel Signore.
Renata, vedi se è possibile, anche
con diversi gruppi, chiedere spiegazioni sul! assassinio di Mari e Felipe Barreda in Honduras. Ti mando la notizia
del giornale. Fate lettere di protesta
con richiesta di spiegazioni alle ambasciate dell'Honduras e degli USA.
Questo può essere un aiuto importante per il Nicaragua.
Grazie.
Pedro
3
4 novembre 1983
fede e cultura 3
N
0'
■
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1
\
ALLA CAMERA URUGUAYANA DEL LIBRO
LOCARNO
Un premio carico
di speranze
Venerdì 16 settembre 1983, nel
« salone municipale sotterraneo
di Montevideo » — il « Subte » —
(una sala cioè situata sotto la
piazza monumentale che è all’incrocio tra la Avenida 18 de
Julio e la Avenida Lavalleja:
sulla piazza un gran monumento
propone una scena delle battaglie corpo a corpo dei contadini uruguayani in lotta per liberarsi dal dominio spagnolo), si
apre ai pubblico la VI Esposizione Internazionale del Libro.
Un avvenimento che si ripete
annualmente all’inizio della primavera. Dopo l’ampio scalone
che porta alla sala più grande
del « Subte » si arriva subito a
varie decine di banchi di esposizione di libri nazionali e di
tutta l’America Latina. All’entrata un banco di esposizione
speciale mostra alcuni libri sotto un cartello che dice : « Camera Uruguayana del Libro » —
« selezione di opere premiate ».
Per tutto il tempo dell’apertura dell’esposizione questa sezione rimarrà lì, con queste
opere premiate, libri di storia,
letteratura infantile, arte, letteratura in generale. L’Esposizione Internazionale del Libro è
un avvenimento culturale importante in una Montevideo
scossa da manifestazioni che
PADOVA
Omotropia
Sabato 15 ottobre, con oltre
cinquanta presenti, ha ripreso
le attività anche il Collettivo Assistenza Pastorale Omosessuali e
Transessuali. Dopo una nunione
di preghiere e letture bibliche
svoltasi nel tempio metodista di
Corso Milano 4, la Prof.ssa Annapaola Laidi di Firenze nella
sua veste di traduttrice ha illustrato con chiarezza e competenza veramente superlative le
varie sezioni di cui si compone
il volume « Omotropia » del Padre Vari Der Spiiker, cappuccino
olandese e che in questi giorni
sarà nelle librerie a cura del
Gruppo Abele di Torino.
Oltre ad interessati locali e
de] Veneto erano presenti due
rappresentanti del Gruppo Omosex Cattolico « Il Guado » di Milano: Flavio e Virgilio; Donato
da Bologna, Isabella da Firenze
nonché un anonimo da Vigevano che aveva letto l'avviso su
Com/Nuovi Tempi. La riunione
scioltasi verso le ore 20,30 è
poi proseguita in una pizzeria
cittadina ove si sono riversati
la metà dei partecipanti.
La prossima riunione è prevista per sabato 19 novembre
con la presenza anche di alcuni
componenti del Gruppo Abele di
Torino.
Altre dieci copie del volume
della Claudiana « Omosessualità
e Coscienza cristiana » si sono
esaurite in pochi minuti come
pure 60 raccolte di fotocopie con
i cinque articoli apparsi su La
Luce circa i rapporti interpersonali e la fede evangelica, ed articoli tratti da II Testimonio
(battista), « Settimana » (catt.
ediz. Il Regno di Bologna) e « La
Buona Notizia » (Chiesa di Cristo di Pordenone). Alcuni interessati ai problemi connessi all’omosessualità e ad altre forme
di ernarginazione sociale, già
partecipano regolarmente sia ai
culti della comunità metodista
sia agli studi del Gruppo Ecumenico padovano. Chiediamo alle comunità di ricordare nelle
loro preghiere anche queste opere affinché il Signore sopperisca
alle lacune del nostro lavoro
umano.
G.L.G.
denunciano un tempo di crisi.
Ci sarà chi compra libri ora che
è stato decretato un nuovo aumento sugli articoli di prima
necessità?
Senza dubbio, qui ci sono tavolini carichi di libri interessantissimi, molti appena editi, altri
che son stati pubblicati negli ultimi tre anni.
Passiamo tra i libri esposti e
entriamo in una sala laterale.
Poltroncine, riflettori, un gruppo di giovani, ragazzi e ragazze
provano gli altoparlanti. Si stanno facendo gli ultimi preparativi. « Proviamo, pronto, pronto, uno, due, tre » dice un giovane parlando a un microfono
situato al centro della sala. Ci
sediamo, lentamente si riempie
la sala. « Come va? Buongiorno !» : molti si salutano. Noi ci
fermiamo in silenzio e osserviamo.
Finalmente tutto è pronto, al
microfono va il presidente della Camera Uruguayana del Libro,
una istituzione creata e condotta da scrittori, autori ed editori in Uruguay. Il presidente dà
un cordiale benvenuto a tutti i
presenti e spiega il motivo della riunione. Con l’inaugurazione
della VI Esposizione Internazionale del Libro si consegneranno i premi alle migliori opere selezionate nel periodo che
va dall’agosto 1980 al luglio 1983.
La Camera Uruguayana del Libro non dipende dal Ministero
della Cultura della Nazione,
quantunque mantenga relazioni
con esso a livello ufficiale; essa
è formata da un gruppo di intellettuali che cerca con l’ESposizione di mantener vivo l’interesse degli uruguayani per la
letteratura nazionale e internazionale.
La riunione si sta svolgendo
con molta semplicità. Già sono
stati consegnati alcuni premi;
poi colui che presiede dice : « Ora
chiediamo che si avvicini al tavolo della presidenza chi riceverà il diploma che vi annunciamo: - Selezione delle migliori opere edite nel triennio 1.1 .’8830.7.’83. Primo premio nella categoria ’Libri di letteratura in
generale’ alla Chiesa valdese per
la edizione del libro I Valdesi,
tre volumi».
Iniziano gli applausi e il proprietario della tipografia AS, il
signor Jorge de Arteaga, mi tocca leggermente al gomito e mi
invita ad andare a ricevere il
premio. Ricevo il diploma e il
saluto con le felicitazioni di chi
presiede la riunione e distribuisce i diplomi e, ascoltando con
una certa emozione gli applausi,
torno al mio posto. I fotografi
bombardano i loro flashes e
un’altra persona si affretta a ricevere un altro premio.
Leggendo questo diploma ho
pensato al past. Giorgio Tourn,
autore dell’opera, al professor
Marcelo Dalmas, che l’ha tradotta, al moderatore Giorgio
Bouchard, che tanto si è preoccupato perché l’edizione spagnola si potesse realizzare, al
moderatore Ricardo Ribeiro,
che avrebbe rappresentato la
chiesa valdese a questa riunione molto più degnamente di
me. Sono sfilati davanti alla mia
memoria tutti i momenti vissuti con il pastore Mario Bertinat,
quando si cercava la forma per
finanziare l’edizione, e le lunghe
conversazioni con il signor Jorge de Arteaga, quando si trattava di decidere come presentare l’opera perché la sua vendita fosse facilitata. E’ lui che
ha avuto l’idea di pubblicarla
in tre volumetti, facili da portare, pratici da leggere - e così
sono stati stampati. Quanti avrebbero meritato di vivere questo momento, mentre quest’opera riceveva un premio! Li ho
rappresentati tutti pensando
Mostra sulla Riforma
La riproduzione di una figura di
colportore evangelico riprodotta
sulla copertina dell’opera pre' miata.
che, anche se tutto è relativo e
l’unica gloria è quella del Signore, questo premio contribuirà a diffondere quel libro. Ora,
esposto lì all’Esposizione Internazionale, diffuso in tutte le librerie laiche della città di Montevideo, è a disposizione di coloro che desiderano capire di
più sulla «singolare vicenda di
un popolo-chiesa».
Il pastore Giorgio Tourn ci
aiuta ora a entrare ancora più
intensamente in dialogo con la
cultura del paese. Una delle sfide che dovremo considerare e
a cui dovremo rispondere. Nel
medesimo tempo, ci aiuta a continuare il dialogo ecumenico con
altre chiese sorelle, quelle evangeliche e quella cattolica. Due
cammini aperti, due possibilità
che dovremo esplorare di più.
Il professor Marcelo Dalmas
sta ora preparandosi in vista
della pubblicazione in tm prossimo futuro del volume di quest’opera che racconterà la storia dei Valdesi nel Rio de la
Piata. Sarà un modo di rispondere alle domande che nasceranno sicuramente tra coloro
che leggeranno l’opera appena
premiata del pastore Giorgio
Tourn.
Carlos Delmonte
Una mostra della Riforma ha
avuto luogo l'ultima settimana
di settembre a Locamo (Canton
Ticino, Svizzera) sotto gli ausnici della Missione evangelica cittadina, la quale ha cortesemente
offerto allo scopo la sua grande
sala di evangelizzazione. La detta mostra era alla sua seconda
esperienza « itinerante », avendo
già fatto la sua prima apparizione tempo fa a Zurigo, nei locali
della chiesa evangelica di lingua
italiana di quella città. Stavolta,
però, la mostra notevolmente
ampliata a cura dei suoi organizzatori, aveva lo scopo di inserirsi nelle celebrazioni del 5”
centenario della nascita di Martin Lutero. Ed infatti, una gran
parte della documentazione, dei
« pezzi » storici, della bibliografia, delle fotografie, dei quadri
riproducenti a colori le fattezze
dei Riformatori, presentavano
Lutero, i suoi compagni di Riforma, i personaggi principali
dell’epoca. Le riproduzioni a colori (con quadri a pastelli) erano di Marilù Semadeni; la responsabilità generale deU’importante raccolta, durata parecchi
anni, e tuttora in corso (quelle
cose non hanno mai fine!), era
del suo consorte, Raffaele Gonzalez, un riformato spagnuolo
residente in Lugano, di vasta
cultura storica, di profonda competenza biblica, di sano spirito
protestante.
La mostra si è articolata in
tre sere successive, a seconda
degli argomenti presentati ai visitatori, sia nelle sezioni stesse
della mostra, sia nelle relazioni
fatte dal pastore Teodoro Salma al numeroso pubblico intervenuto alla manifestazione commemorativa; nelle tre sere, infatti, sono state mostrate delle
diapositive a colori sui temi (nell’ordine): i Valdesi, gli Ugonotti,
Lutero e la Riforma. Gli organizzatori hanno inoltre presentato
un omaggio particolare alla memoria degli esuli riformati di
Locamo, costretti all’esilio nel
1556, offrendo al pubblico la riproduzione in opuscolo originale, con illustrazioni da quadri
del tempo, del resoconto delTesilio di quelle illustri vittime dell’intolleranza cattolica, fatto da
TRA LE RIVISTE
Interpretazioni di Lutero
Prosegue in questo numero di
Protestantesimo ^ la « lettura »
di aspetti importanti del pensiero luterano. Dopo l’articolo di
inquadramento generale di V. Su
Poli opposti
E’ uscita, in Francia, una nuova rivista di attualità religiosa,
intitolata appunto: « L’actualité
religieuse dans le monde ». Sì
tratta di una rivista ecumenica,
con un comitato di redazione
comprendente personalità cattoliche, protestanti ed ortodosse,
fra le quali i pastori Claudette
Marquet e Bertrand de Lure, lo
scrittore ortodosso Olivier Clément, i padri Charles Antoine e
Vincent Gosmao.
E’ un mensile internazionale
che pone l’accento sulla diversità delle culture e sul modo in
cui le comunità cristiane cercano di incarnare TEvangelo in
contesti storici, religiosi, sociali
e politici i più vari e — a volte
— i più opposti.
La rivista ha sede a Parigi. 163
Boulevard Malesherbes, 75859
Paris, Cedex 17.
bilia su: «Le interpretazioni di
Lutero » apparso nel primo numero dell’anno, questa volta tocca a B. Corsani e S. Rostagno
di presentarci rispettivamente il
tema della Bibbia in Lutero e
alcuni interrogativi sull’etica luterana. Il numero prosegue con
un’ampia memoria di G. Gönnet
sul XXII Convegno di storia del
1982 di Torre Pellice (To) in cui
si parlò e discusse (anche animatamente) soprattutto dell’adesione dei Valdesi alla Riforma
protestante. L’efficace sintesi di
Gönnet di questo Convegno fissa
i pareri e le ' ipotesi storiche
emerse nel corso dei lavori su
di un punto che continua ad appassionare gli storici. Infine
« Non possumus » è il titolo di
un articolo sul recente documento ecumenico di Lima che, per
la sua carica di chiarezza critica, andrebbe tenuto sott’occhio
durante i dibattiti in corso in
molte chiese su questo argomento. Più di venti recensioni di titoli, italiani e stranieri, concludono il fascìcolo.
S- P.
^ Protestantesimo, anno 38, n. 2/’83.
Rivista edita dalla Facoltà Valdese di
Teologia, Roma, Via P. Cossa 42. La
copia L. 3.500.
uno di loro, il medico Matteo
Duno. Questi e gli altri tutti, fuggiti da Locamo, portarono il loro validissimo contributo di fede, dì cultura, di industriosità,
alla città di Zurigo, risultando
così fra i suoi migliori cittadini
erano — per non parlare degli
italiani, fra i più celebri riformati — i Duno, i Muralto, gli
Orelli, i Rinaldi, i Baciocchi, i
Besozzi, i Viscardi, i Camuzzi,
gli Albertini, i Rosalino, gli Appiani...
Come complemento della riuscita manifestazione, il quotidiano « L’Eco di Locamo » non soltanto pubblicava l’annuncio relativo alla mostra, ma dedicava il
29 settembre, di propria iniziativa, una intera « terza pagina »
alla commemorazione del Riformatore tedesco. Lo stesso giorno, per la personale iniziativa del direttore del giornale, il
« paginone » era tirato su carta
speciale a mille esemplari per la
diffusione nella città di Locamo,
dove peraltro, fin dalla domenica nrecedente, i giovani della
Chiesa locale del Risveglio avevano distribuito in tutti i negozi i manifesti della mostra.
Nell’insieme, un risultato, dunque, di grande soddisfazione,
che è augurabile abbia a portar
fmtti di ripensamento spirituale e dì impegno cristiano.
Enrico Brazzi
TORINO
Annullo
speciale
Poiché si rende necessario
chiarire i tempi di prenotazione delle cartoline filateliche edite, in occasione dell’Anno di Lutero, dàlia Chiesa Valdese di Torino, ed i
modi di pagamento delle stesse, si precisa quanto segue:
— Le richieste di cartoline
possono continuare fino al
7/11/1983, ore 24 (telefonicamente o per lettera).
— I pagamenti devono essere effettuati come segue:
Fino a L. 5.000 anche in
francobolli; oltre le L. 5.000
a mezzo vaglia postale.
— Poiché per la spedizione
delle cartoline si devono sostenere delle spese, al prezzo delle cartoline si devono
aggiungere le seguenti somme;
— per posta ordinaria fino a
3 cartoline L. 450; oltre le
tre cartoline aggiungere
L. 100 caduna per le eccedenti ;
— per raccomandazione fino
a 3 cartoline L. 1.450; oltre le tre aggiungere L. 150
caduna per le eccedenti.
Infine, poiché molti filatelici inviano per la bollatura
oggetti di loro ideazione, le
richieste devono essere seguite dal pagamento, con le modalità sudescritte, di L. 500
caduno più L. 200 per ciascun
oggetto per la spedizione di
ritornò per posta ordinaria
(salvo non siano predisposte
le modalità di rinvio con le
spese pagate) e per la spedizione in raccomandazione aggiunta dell’importo per la
stessa in proporzione al peso
secondo le tariffe postali.
Come già specificato nel'
numero de « La Luce » del 28 '
10/1983 tutte le richieste e i
relativi pagamenti devono essere indirizzati a: Tomassone Nicola - Via S. Antonio da
Padova 12 - 10121 Torino (tei.
011/570761).
Qualora i pagamenti non
fossero pervenuti entro il 15
novembre 1983, si darà seguito all’invio contrassegno.
4
4 vita delle chiese
4 novembre 1983
SUL TRENO TORNANDO DA ROMA
A PINEROLO
Sì alla pace, w i protestanti
Nella discussione sulla « Educazione alla pace » nel gruppo di
lavoro formatosi nell'ambito della manifestazione degli evangelici a Roma il 22 ottobre, è emerso chiaramente come la questione investa problemi psicologici
e pedagogici vasti e difficili da
valutare. Educare alla pace i
bambini o gli adolescenti o gli
adulti, vuol dire educare alla corresponsabilità, alla solidarietà,
ma da dove cominciare, da chi
cominciare? Per un gruppo di
giovani della Val Pellice partecipanti alla manifestazione,! quali in fondo non avevano ancora
molto maturato ciò che facevano nè erano troppo sensibilizzati sul problema «pace-disarmo »,
l’esperienza ha rappresentato un
momento formativo non indifferente: l’educazione alla pace è
cominciata per loro proprio a
Roma. Ma certo la strada è appena iniziata... Ecco, infatti, il
racconto di tre episodi, che hanno fatto riflettere la comitiva e
che forse potranno dare spunto
alla riflessione anche di altri.
biglietto e senza guardare in
faccia il controllore: qualcuno
è convinto di essere furbo, ma
qualcun altro si sente disonesto,
è stato titubante fino all’ultimo,
abbiamo dovuto insistere perchè abbandoni la coda davanti
alla biglietteria, ha la coscienza
sporca. Provincialismo?
Ma la scena si ripete la domenica in piazza Cavour. Bisogna
prendere l’autobus, bisogna provvedersi di biglietto al botteghino della piazza, ma la biglietteria è deserta; finalmente l’addetto arriva, ma deve telefonare alla moglie, non ha tempo e manda via tutti con un gesto, niente
biglietto, aggiustatevi. Attimi di
incertezza. Che si fa? Il dilemma
è presto risolto, l’innato legalismo è superato. Tutti sull’autobus senza biglietto: tanto è domenica e chi mai ha visto un
controllo volante? Ci adeguiamo
alla massa, ma la coscienza rimane sporca.
* * *
Incontro per
accompagnatori
farà dieci ore di viaggio in piedi
o seduta per terra, continuamente disturbata da chi passa! All'arrivo a Torino si scopre che
praticamente nessuno ha dormito granché, neanche i 6 furbi.
Dunque la maleducazione non ha
fruttato.
Al termine della manifestazione in piazza San Giovanni c'è
l'assalto alla metropolitana. Bisogna prendere il biglietto, ma
le macchinette distributrici funzionano solo con monete da 50
e 100 lire e non ne abbiamo abbastanza per tutti. Un po' più in
là un controllòre fa passare la
gente attraverso un cancelletto;
passano tutti, quelli in possesso
di biglietto, e ce ne sono!, e quelli che ne sono sprovvisti. E’ il
caos, passiamo anche noi, senza
Finalmente sul treno. Non abbiamo posti riservati, nè cuccette. Sappiamo che dovremo viaggiare, come già nel viaggio verso Roma, tutta la notte cercando di dormire il più comodamente possibile. Abbiamo anche
nelle gambe qualche decina di
chilometri a piedi! Il treno è pieno, ma c’è ancora qualche posto
sparso, alla fine tutti saremo seduti. Qualcuno ha trovato uno
scompartirnento miracolosamente vuoto; ci si sta in 8, ma in 6
si dormirà meglio: dunque nessun altro dovrà entrare, neanche
quella coppia che nel corridoio
Nello scompartimento c’è tm
militare in divisa. Toma in caserma da una licenza, è di Terracina. Si chiacchiera. In qualcuno di noi nasce l’idea di parlare con lui della manifestazione, abbiamo ancora i foulards
viola al collo. Cosa ne pensa della pace il soldato? Sa della possibilità dell’obiezione civile? E’
disponibile al dialogo. Gli diciamo anche che siamo valdesi, cioè
protestanti, cioè non-cattolici.
Sa ohe esistono i valdesi, ma
vuole saperne di più. Chi se la
sente di spiegargli come stanno
le cose? Lui non è im papista,
e allora avanti col discorso: papa, santi, madonne, e poi perchè
non vogliamo i missili a Comiso.
In fondo siamo contenti di potergli spiegare ciò che crediamo
e a turno ognuno di noi ha
qualcosa da aggiungere e da precisare. Il tempo passa, verso Livorno cediamo ai sonno. Più
avanti uno di noi apre gli occhi.
Silvano non c’è più, è sceso a
Chiavari, ce lo aveva detto. Nessuno di noi l’ha visto scendere,
nessuno l’ha salutato. Al suo posto c'è un biglietto: « Si alla pace — W i protestanti — Silvano ».
Franco Taglierò
La Società di Studi Vaidesi organizza mercoledì 16 novembre dalle ore 17
alle 19 presso la Chiesa Valdese di
Pinerolo, via dei Mille 1, un incontro
aperto a tutti coloro che in varie forme hanno collaborato nel ricevere gruppi
o li hanno acco’mpagnati nella visita
alle Valli o che sarebbero disponibili
in un prossimo futuro. Più volte dalle
pagine di questo giornale abbiamo dibattuto questo problema che diventa
di anno in anno di maggior attualità.
E’ una frontiera nuova che si è notevolmente ampliata negli ultimi anni e
che risponde a delle esigenze di Informazione, sul chi siamo, quale è la nostra storia, cosa facciamo ora, cosa
pensiamo su questo o su quell'argomento. L'arco è assai ampio, dalle scolaresche piemontesi all'italiano evangelico e ncn, ai protestanti europei e di
oltre oceano; una gamma di interessi
che va dai primi cicli scolastici alle
ricerche universitarie, dal membro di
chiesa allo stage di aggiornamento per
pastori e teologi. Ad interessi diversi
dovremmo provvedere con interventi
diversificati e con un coordinamento
che permetta oltre ad una valorizzazione di tutte le risorse all'interno delle
vallate, anche una ridistribuzione di
questa responsabilità globale ohe abbiamo come comunità evangeliche di
testimoniare ciò in cui crediamo. L'incontro ohe proponiamo vuol quindi essere un momento di confronto fra coloro che già hanno reso questo prezioso servizio e ohe sentono l'esigenza di
allargare il dibattito ed un invito a tutti coloro che interessandosi della nostra storia, potrebbero trovare un terreno favorevole per approfondire la loro
ricerca mettendola a disposizione di
altri. Dallo scambio di idee dovrebbe
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Il Coretto invitato a Payerne
TORRE PELLICE — Durante la prima settimana di novembre la Commissione Esecutiva
Distrettuale (CED) effettuerà
una visita di chiesa alla nostra
comunità. La visita prevede, tra
l’altro, la presenza alla seduta
del Concistoro, mercoledì 2 novembre, mentre il culto di domenica 6 novembre sarà presieduto dal pastore Marco Ayassot, membro della CED.
• Il Coretto, aderendo all’invito rivoltogli dalla Pro Torre Pellice, paiteciperà a Payerne, in
Svizzera, al Comptoir di quella
città il 5 e 6 novembre. I giovani avranno, in tale occasione, il
piacere di un incontro con la comunità protestante di Payerne
durante il culto domenicale.
Nell’ambito del Comptoir sarà
allestito uno stand a cura della
Società di Studi Valdesi.
• Domenica 30 ha avuto luogo
nel tempio dei Coppieri, con una
ottima partecipazione di pubblico, il preannunciato concerto organizzato dalla Associazione Amici dell’Ospedale e dalla famiglia Comba in ricordo di Gustavo Comba. I concertisti, Claire
Ibbot al violoncello e Paolo Vaglieri al clavicembalo, che hanno offerto la loro collaborazione
per questo concerto, hanno eseguito con rara maestria quattro
sonate, di Bach, Vivaldi e Marcello, riscuotendo un lusinghiero
e caloroso applauso dei presenti.
La colletta raccolta all’uscita, in
favore dell’Ospedale, ha superato le 500.000 lire.
• Sono deceduti Comba Enrico e Frida Gardiol. La comunità
esprime alle famiglie la sua cristiana simpatia.
rale, i catecumeni e le Scuole Domenicali. Si celebrerà la Santa
Cena. Alle 12,30 segue un’agape
in Sala organizzata dall’Unione
Femminile. Dopo pranzo alle
14,30 conferenza su Lutero e alle
15 visione in ’’video-tape” del filmato su Lutero del Gruppo Teatro Angrogna. Segue dibattito
aperto.
• Venerdì 4/11 alle 19 incontro
dei partecipanti alla gita a
'Worms, alle 20,45; chiunque può
partecipare — alla Sala — per
vedere le diapositive del viaggio.
15 e 22, alle ore 20,30.
• Il prossimo incontro delle
Monitrici avrà luogo mercoledì
9 novembre, alle 19,45.
• L’Assemblea di Chiesa è convocata per la domenica 6 novembre alle ore 10 al Convitto.
L’assemblea valuterà i lavori del
Sinodo e procederà all’elezione
di un anziano per la zona di Villar centro.
per essere battezzato Grill Patrick, di Gino e Poet Marisa. La
comunità tutta si è stretta attorno ai genitori, pregando li Signore di aiutarli ad educare il
figlio nella fede.
Scomparsa
Battesimi
• Prossime riunioni: ore 20, lunedì 7: Baussan; martedì 8: .lourdan; mercoledì 9 alle ore 20,30
s’incontra la commissione del
Bagnou al Presbiterio.
• Anziché sabato 5 alle 14,30, il
raduno delle Scuole domenicali
avverrà direttamente in chiesa
domenica 6 alle ore 10,30.
POMARETTO — Domenica
23 ottobre è stato presentato
PINEROLO — La comunità
ha porto gli auguri a Remo
Gardiol ed Albertina Paschetto
che hanno festeggiato le «nozze
d’oro ».
• Nella notte di sabato è improvvisamente mancata la sig.na
Elda Tiirck dopo un intervento
chirurgico pienamente riuscito.
La comunità ha accolto con sgomento la notizia la domenica
mattina.
AGAPE
Precongresso FGEI-Valli
Informazione AVIS
VILLAR PEROSA — Al culto
del 2 ottobre ha partecipato una
rappresentanza dell’A VIS di Villar Perosa. Il presidente sig. Remo Prone ha dato un’informazione sull’attività della Sezione
e sulle iniziative volte a promuovere l’interesse dei più giovani.
• L’attività della scuola domenicale e del catechismo è iniziata quest’anno con un culto con
la comunità, a cui hanno specialmente partecipato dei genitori, il
16 ottobre. E’ stato presentato
il programma dell’anno, in collegamento con una riflessione biblica sulla vocazione di Abramo.
In vista del VII Congresso
Nazionale della EGEI, che si
terrà a Ecumene vicino a Roma
dall’8 airil dicembre 83, ci ritroviamo ad Agape per stare insieme 2 giorni, ripensare al lavoro svolto in questi 2 anni, fare delle proposte per il futuro.
PROGRAMMA
Sabato 12 pomeriggio: inizio
ore 15. Tema: la pace.
— studio biblico;
— comunicazione introduttiva al
lavoro dei gruppi.
Ore 19.45 : Cena.
Sabato 12 sera: Festa con musica, giochi, torte, vino...
Domenica 13 mattino : inizio
ore 9:
Giornata comunitaria
ANGROGNA — Domenica 6
novembre culto unico alle 10,30
con i Trombettieri valdesi, la Co
• Al culto del 23 ottobre ha
partecipato un gruppo di famiglie provenienti dal Württemberg, guidato da Suor Anna Rivoir.
• La Corale, per il mese di novembre, si riunisce i martedì 8,
— comunicazione di un membro del Consiglio Fgei sulla
realtà nazionale e sul prossimo Congresso di Ecumene ;
— comunicazione della Giunta
fgei-valli sul lavoro svolto e
sulle prospettive per questo
anno qui alle Valli.
— suddivisione in 3 gruppi di
discussione: a) l’attività giovanile : collegamento tra i
gruppi, animazione, catechismo...; b) il tema del lavoro
e i nostri rapporti verso l’esterno; c) soggettività e teologia : discutiamone insieme
a partire da un passo biblico.
Domenica 13 pomeriggio: inizio ore 14,30:
— culto;
— assernblea generale con discussione del lavoro dei gruppi, temi generali, mozioni da
proporre al Congresso, proposte per l’attività dell’anno,
elezione della nuova Giunta;
— dalle 17 in poi, circa, momento di festa Anale e saluti.
Notizie tecniche.
Il costo; per i 2 giorni si è
concordata una tariffa differenziata : L. 20.000 - L. 10.000 per chi
non lavora. Se qualcuno ha dei
problemi, può chiedere alla
Giunta l’integrazione.
Per prenotarsi: telefonare ad
Agape (841514); oppure a Silvio
Vola (22747).
delinearsi il quadro delle esigenze e
deile aspettative che dovrebbero permetterci di organizzare una serie di Incontri formativi ed informativi. Sulla
base delle risultanze verranno anche
decisi i tempi, i luoghi e le modalità
di realizzazione.
giovedì 3 novembre
□ CORSO DI ANIMAZIONE
BIBLICA
PINEROLO — Alle ore 14.30 presso
la Chiesa Valdese (via dei Mille 1) han
no inizio i lavori del corso di animazione biblica promosso dalla FFEVM
del r Distretto.
sabato 5 novembre
□ TELEPINEROLO
CANALE 56 - 36
Alle ore tg va in onda la trasmissione « Confrontiamoci con l'Evangelo •
(a cura di Marco Ayassot, Attilio Farnerone e Paolo Ribet).
domenica 6 novembre
□ RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.30 (circa): Culto Evangelico a cura delle Chiese Valdesi del II
Circuito.
□ INCONTRO CASSIERI
1” DISTRETTO
TORRE PELLICE — Alle ore 14.30 alla
Casa Unionista inizia l'incontro dei cassieri del r distretto per discutere la
situazione delle contribuzioni e compilazioni dei moduli statistici.
giovedì 10 novembre
□ COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
PINEROLO — Alle ore 20.30 presso
la chies'à valdese di Pinerolo si riunisce il collettivo biblico ecumenico per
lo studio dei documenti « Battesimo.
Eucaristia, Ministeri ».
Tema del giorno: « Il battesimo nella Riforma ». Introduzione del past.
Giorgio Tourn.
venerdì 11 novembre
□ V CENTENARIO DELLA
NASCITA DI LUTERO
PINEROLO — Organizzata dal 1“ Distretto si tiene presso il Cinema Primavera (via Marro) nei pressi dei giardini della stazione, una serata (inizio ore
20.45) in occasione del V centenario
della nascita di Lutero.
Programma:
(lanti delle corali valdesi delle Valli e di Torino;
Film su Lutero a cura del Gruppo
Teatro Angrogna e presentazione
del past. Giuseppe Platone;
— Dibattito.
Mise en vente, en Provence, d’un
mas vaudois du XV.e siècle : ensemble unique de voûtes en arêtes
sur trois étages, four à pain, cuve
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1
5
4 novembre 1983
vita delle chiese 5
XIII CIRCUITO
Programma di lavoro
PRECONGRESSO EGEI CALABRIA - SICILIA
Rilanciare i’impegno
t
Lo scorso sabato 8 ottobre si
è riunita a Portici l’assemblea autunnale del 13" Circuito per programmare il lavoro delle chiese
in questo nuovo periodo di attività. Le delibere più significative
sono strile: etanifestazioni per
Tanniversariu della nascita di Lutero, progetto' del Centro Comunitario a S, Salvo (in Abruzzo),
proposta di un seminario di studi teologici per le nostre chiese.
Vediamo meglio queste decisioni.
Per l’anniversario di Lutero e
per parlare oggi della Riforma
Protestante, il consiglio aveva
proposto di organizzare a Napoli
una tavola rotonda invitando un
protestante, un cattolico e un
« laico >!. L’assemblea ha invece
deciso diversamente. Infatti si
ha avuto notizia che il gruppo
giovanile della chiesa metodista
di Portici ha ottenuto uno spazio di circa 30 minuti settimanali
presso una rete televisiva privata
di Napoli per programmi autogestiti. L’assemblea ha ritenuto
utile utilizzare questo mezzo per
presentare, in due o tre trasmissioni, il pensiero della Riforma
e di Lu'.ero, anche organizzando
negli studi televisivi una tavola
rotonda.
Il progetto di S. Salvo (costruzione di un Centro Comunitario)
sarà l’occasione per coinvolgere
tutte le nostre chiese in una concreta solidarietà col lavoro evangelistico che avviene in quella zona dell’Abruzzo anche in risposta ad un preciso atto del Sinodo di quest’anno. Utilizzando
del materiale audiovisivo, il nuovo consiglio ha avuto il mandato
di organizzare, durante quest’inverno, deile assemblee di chiesa
per illustrare il progetto.
L’assemblea ha infine ritenuto
di continuare il lavoro del « Collettivo teologico» già esperimentato da alcuni anni perché le
nostre chiese haimo sempre bisogno di rifiettere sulla loro fede e sulla loro confessione della
fede. Il nuovo consiglio dovrà
stabilire la data e il tema del
collettivo, ma si è già deciso di
avere un « seminario » di due o
tre giorni per la prossima primavera invitando anche le chiese battiste della Campania e
chiedendo alla Facoltà Valdese
di Teologia di Roma di aiutarci
con la partecipazione di un suo
docente.
Possiamo rilevare che è stata
una assemblea molto decisionale
nonostante il poco tempo a disposizione (solo poche ore pomeridiane) e la partecipazione è
stata numerosa e attiva. Al terihine l’assemblea ha eletto quali membri del consiglio i fratelli Giovanni Anziani, sovrintendente; Luciano Cirica, Giuseppe
Stameli, Paolo Rossi, Rocchi Lanoir Yvelise, membri.
Giovanni Anziani
VII Circuito: proposte
concrete per la pace
Principale oggetto di discussione deH’Assemblea del VII Circuito, tenutasi a Venezia domenica
9 ottobre u.s., è stato l’esame degli atti sinodali, con particolare
riguardo ai temi della pace e dello studio del documento BEM.
Nel corso della discussione sul
problema della pace si è sentita
la necessità di cercare proposte
concrete e di individuare gli impegni da prendere per quest’anno
in base ai mandati sinodali. A ta^
le proposito è stato ritenuto degno di interesse il progetto che
i giovani della FGEI del Triveneto, presenti all’Assemblea, intendono realizzare e cioè la preparazione per le scuole domenicali di audiovisivi che riproducono favole e immagini commentate con lo scopo di educare i ragazzi alla pace.
Per quanto riguarda il documento di Lima su « Battesimo,
Eucarestia e Ministeri», dì cui
il Sinodo ha raccomandato alle
chiese lo studio e l’invio alla Tavola Valdese delle conseguenti
osservazioni aflìnché venga predisposto im documento da discutere durante il prossimo Sinodo,
ha preso corpo la proposta di
organizzare una giornata di studio sul BEM in una o due
chiese del Circuito invitando uno
degli estensori del documento al
Sinodo.
L’Assemblea si è poi conclusa
con reiezione del Consiglio che
è stato riconfermato nelle persone di: Ruggero Mica, sovrintendente; Iginio Carera, Lino Pigoni, Aldo Sbaffl e Alfredo Berlendis, membri.
Pina Garufl
Mafia, missili, droga, emigrazione, handicappati, crisi della
formazione giovanile nelle chiese, ruolo dei gruppi FGEI e dei
Centri di Adelfia e di Bethel; il
Precongresso FGEI della Calabria e della Sicilia, tenutosi presso la Chiesa valdese di Messina
domenica 16 ottobre, ha dovuto
prendere atto dell’estrema complessità dei problemi gettati sul
tavolo dai gruppi locali.
Nel momento del maggiore
sforzo alTesterno (si pensi al
ruolo avuto dalla FGEI nel movimento contro l’installazione
dei missili a Comiso) e nel momento in cui le Chiese evangeliche italiane assumono la doppia centralità della lotta per la
pace e della questione meridionale, i gruppi giovanili di due
fra le regioni maggiormente
coinvolte hanno cercato di trarre il bilancio di due anni di lavoro, a partire dal Congresso di
Adelfia (agosto 1981) in vista del
prossimo appuntamento nazionale, fissato per T8-11 dicembre
a Ecumene.
All’incontro hanno preso parte una trentina di giovani, in
rappresentanza di quattro gruppi: Catania, Scicli, Messina e
Reggio Calabria. Un po’ poco
per regioni che contano ben
trenta chiese battiste, metodiste
o valdesi. Quel che è peggio, si
è trattato di assenze dovute non
tanto a carenze organizzative o
al permanere di' diffidenze nei
confronti della EGEI, ma bensì
alla ormai cronica crisi del lavoro giovanile nella grande maggioranza delle comunità in questione.
Per questo il Precongresso
CORRISPONDENZE
Iniziative nel Casertano
Alvignano e Dragoni sono due
piccoli comuni nella provincia
di Caserta con la presenza di alcune famiglie facenti parte, con
S. Maria Capua Vetere, della
diaspora metodista del Casertano. Un piccolo gruppo formato da alcuni anziani, ma anche
da giovani e da bambini. Una
comunità antica con elementi
abbastanza giovani.
In questa zona della presenza delle nostre chiese, qualcosa
si sta muovendo. Qualcosa di
modesto, ma significativo. Due
piccole iniziative: collaborazione
in una radio locale e un corso
per la preparazione di alcuni
giovani ad essere membri comunicanti. Per iniziativa di un
nostro giovane di Alvignano sono iniziate, ogni giovedì sera,
delle brevi conversazioni sulla
vita e l’opera di Lutero trasmesse dalla Radio Alvignano. Stiamo utilizzando le cassette prodotte dalla FCEI e dallo SPAV,
e possiamo affermare che stiamo incontrando un certo interesse per la vita e la presenza
degli evangelici nel nostro paese. Dopo un certo tempo di attività di consolidamento, da
qualche tempo stiamo cercando
di aprire uno spiraglio nella
apatia e nella indifferenza del
paese alla problematica della
fede evangelica.
Con quest’autunno sono iniziate delle conversazioni con il
nostro gruppo di giovani (sono
in quattro) in vista della loro
ammissione come membri comunicanti per il prossimo anno.
Un corso fatto apposta per loro
e un po’ particolare: una serie
di conversazioni sul significato
della confessione della fede
evangelica oggi (con il past. Giovanni Anziani), una seconda serie di conversazioni riguardo le
discipline e le strutture delle
nostre chiese (con la collabora
zione del past. Davide Cielo), e
infine una terza serie di conversazioni per comprendere quale
è oggi il «progetto evangelistico » delle nostre chiese : per quale motivo occorre essere dei
« militanti » dell’Evangelo.
Molte volte pensiamo che organizzare coi nostri giovani un
corso di catechismo sia preoccuparci di «affari interni», non
tanto significanti. Invece riteniamo che anche con le nostre piccole opere rendiamo rm servizio importante e non solo ai nostri giovani. Già nelle prime
riunioni, ad es., alcimi adulti,
evangelici e non, hanno seguito
con interesse il dibattito aperto
sul tema della confessione della
fede.
E’ una indicazione a non stancarci e a proseguire il nostro
lavoro ricercando di compiere
ogni cosa per la gloria di Dio!
Giorgio Adami
PARMA — Nel pomeriggio di
giovedì 13 ottobre si sono svolti
i funerali di Giorgio Adami, docente di discipline pittoriche all’Istituto d’Arte « Toschi » di
Parma, immaturamente scomparso per un male che non perdona, all’età di 41 anni. I primi
sintomi del terribile male si erano manifestati circa tre mesi or
sono ed a nulla è valso il premuroso prodigarsi dei medici
curanti.
Di educazione gesuitica ed originario di Napoli, dove aveva frequentato gli studi superiori laureandosi quindi all’Accademia
artistica in decorazione, il prof.
Adami aveva iniziato l’insegnamento' all’istituto d’arte di Sorrento dove ha prestato servizio,
meritandosi l’incondizionata stima sia degli allievi, che dei su
periori e dei colleghi. E’ di quegli anni il suo avvicinamento
alla chiesa valdese di Napoli.
Tre anni or sono aveva chiesto ed ottenuto il trasferimento
all’Istituto d’Arte « Toschi » di
Parma, dopo essere stato commissario d’esame nello stesso
istituto agli esami di maturità,
essendo stato colpito dalla vivacità culturale della città. Fin
nella prima gioventù si era dedicato con passione e capacità
alla pittura, come astrattista.
Numerose le mostre che aveva
tenuto con successo a Sorrento.
Anche a Parma, poco prima che
la malattia lo colpisse, stava allestendo im’ennesima personale.
Nel frattempo frequentava regolarmente i culti e le attività
della comunità evangelica metodista della città.
Uomo di profonda fede evangelica, ha saputo trarre dalle
Scritture quella forza e quella
consolazione che lo hanno sorretto nei momenti in cui il dolore fisico era per lui atroce.
Giorgio credeva sinceramente e
questa sua fede riusciva a trasfonderla in quanti lo hanno avvicinato.
Era inoltre suo desiderio che
la figlioletta Valentina, di sette
anni, frequentasse la scuola domenicale; la vedova. Maria Pia,
di confessione cattolica, intende
rispettare tale desiderio.
Durante il funerale presieduto dal pastore Di Muro, al cimitero di Parma, alla presenza di
numerosissimi amici, conoscenti, parenti e fratelli di fede, sono state date alcune testimonianze che hanno evidenziato il
suo impegno di credente cristiano e di uomo civile, la grande
preparazione culturale, le capacità didattiche e l’intensa sua
carica umana.
In una commozione generale
il fratello Leonardo Casorio ha
letto i versetti dal 12 al 15 del
Capitolo 51 del libro del Profeta Isaia.
Marciatori della pace
PIACENZA — Il gruppo dei
marciatori della pace, una ventina, in gran parte giovani, partito a piedi dagli Stati Uniti e
diretto a Betlemme, dove conta
di arrivare per Natale, è stato
ospite della nostra comunità e
del gruppo pacifista di Piacenza. Anche se il 24 luglio c’era un
caldo insopportabile, abbiamo
avuto modo di incontrarci con
fraternità con questi coraggiosi
messaggeri di pace.
Il gruppo, costituito da protestanti, cattolici e una musulmana, si propone di annunciare un
messaggio di pace in ogni città
attraversata.
• Poche settimane fa è deceduto Franco Losi, di 63 anni,
marito di Ausonia Gabbiani e
fratello di Carla Losi Gabbiani.
Anche se non era membro della
nostra comunità. Franco Losi è
stato sempre un caro amico sincero della nostra Chiesa. Il funerale è avvenuto secondo il rito evangelico nei locali della
chiesa. A tutta la famiglia esprimiamo i nostri più cari sentimenti di cristiana solidarietà.
• Ringraziamo il fratello Vittorio Cordini e la sorella Guerrina Gabbiani per aver tenuto
i culti durante l’assenza del pastore.
Siamo grati ai pastori Tullio
Di Muro e Maria Bonafede per
i messaggi che hanno rivolto alla comunità il 10 ed il 31 luglio.
Per le celebrazioni luterane il
pastore terrà due conversazioni sulla figura di Lutero.
ERRATA
Per una confusione nella cronaca della
Chiesa di Venezia comparsa sul n. 39
del 7/10 è stato attribuito erroneamente
il nome di Da Tos a Frida Zecchin. Ce
ne scusiamo con gli interessati.
•non ha potuto cedere un solo
istante a vani trionfalismi per
quello che è stato fatto, né a facili ambizioni per il futuro, ma
ha invece cercato di porre le
basi per una migliore coordinar
zione delle forze rimaste e di
affrontare la prospettiva di un
lungo e paziente lavoro di formazione di nuovi gruppi, che
non potrà fare a meno della collaborazione delle chiese e, come
qualcuno ha proposto, dovrà
probabilrhente richiedere aiuti
straordinari anche al Consiglio
nazionale della FGEI.
L’incontro si è chiuso con un
invito a una più stabile colla;
borazione tra gli animatori dei
campi per ragazzi (o «campi cadetti») dei centri di Adelfia e
di Bethel e con un mandato per
la Giunta regionale della fGEI
Sicilia e per i responsabili dei
gruppi di Messina e di Reggio,
relativo all’organizzazione di un
convegno « animato » siculo-calabrese sul tema : « L’ideologia
non violenta e l’esperienza del
movimento per la pace italiano »
(14-15 gennaio).
Il giorno precedente al Precongresso, sabato 15 ottobre,
nel locali della Chiesa valdese
di Catania si era svolto il Convegno regionale organizzativo
della FGEI Sicilia, con la partecipazione di una quindicina di
giovani del gruppo locale e di
tre membri del gruppo di Scicli.
Identiche le tematiche affrontate, più operative le decisioni:
alla nuova Giunta regionale —
composta da Carmelo Lanzafame, già segretario della FGEI
Sicilia, da Patrizia Peyrot, già
segretaria della FGEI delle Valli Valdesi (entrambi di Catania)
e da Nunzio Cosentino di Riesi
— è stato affidato l’incarico di
preparare un piano di visite periodiche ai giovani delle comunità evangeliche dell’isola, di organizzare tre convegni nel corso
dell’anno in località diverse
(Riesi, Palermo, Pachino o Scicli) e di inviare a tutti i giovani in indirizzario (e agli altri che
vi si aggiungeranno) un «foglio
di collegamento » a scadenza
mensile. Primo obiettivo (da
raggiungere con la collaborazione delle chiese e del centro di
Adelfia), il coinvolgimento e la
formazione di giovani che lavorino alla ricostituzione di gruppi laddove non ne esistono più.
B. G.
Premi
peri 'Bethel
CATANZARO — Il comitato
del centro evangelico Bethel, nella seduta allargata ad amici e
collaboratori delT8-9 ottobre u.
s., ha proceduto all’estrazione
dei biglietti relativi al sorteggio
pro-Bethel.
I biglietti vincenti sono risultati: 1° premio n. 2840 in possesso della Sig.ra Mazza Rosa, Via
Bastianelli 11, Firenze; 2“ premio
n. 2930 in possesso del Sìg. Crackead Alberto, Via Luigi Colla 20,
Rivoli (Torino).
II comitato ringrazia sentitamente tutti coloro che hanno collaborato a sostenere l’iniziativa.
BIELLA — Venerdì 4 novembre, alle ore 21, per il V Centenario della nascita di Lutero,
presso il Circolo biellese di Via
Gramsci 19, il prof. Paolo Ricca
terrà una conferenza dal titolo:
« Lutero e il tempo moderno ».
CHIVASSO — Sabato 5 novembre alle ore 17, presso il
teatrino municipale di Piazza
Santa Chiara, il past. Giuliana
Gandolfo terrà una conferenza
su Lutero.
6
6 prospiettìve bibliche
i\
4 novembre 1983
y>
RAPPORTO DEL CAMPO BIBLICO 1983 DI ECUMENE
Validità del «Sola Scriptura»
Il « Campo biblico » 1983 di
Ecumene si è posto il problema
della validità oggi del principio
protestante « Sola Scriptura »
dopo l’applicazione dei metodi
storico-critici allo studio della
Bibbia. Per il proseguimento della nostra ricerca si pongono le
seguenti considerazioni.
senso, alla quale adeguare la predicazione.
2. Il «Sola Scriptura» nella Riforma.
L’origine del
« Sola Scriptura »
1. Diversità di canoni
Anzitutto va tenuto presente
che il «CEUione» biblico non è
stato e non è identico per tutte
le Chiese Cristiane. Per quanto
riguarda l’A.T. la Chiesa Cattolica accoglie nel canone quei libri presenti nella traduzione dei
LXX che non forano nel canone ebraico, libri che sono respinti come apocrifi dalle Chiese della Riforma.
Inóltre lo stesso canone del
N.T. accettato dalle Chiese della
Riforma è stato fissato nel Concilio di Nicea del 325, includendo
libri che nel frammento muratoriano, risalente alla metà del
secondo secolo, erano considerati
utili alla lettura, ma non accettati da tutte le chiese.
La stessa chiusura del canone
con le scelte storiche che ha
comportato per le chiese del IV
secolo, è stata compiuta per por
fine ad arbitrii e incertezze, dandosi ima « normativa esterna »,
espressione di universale con
Si è abituati a porre il « Sola
Scriptura» fra le tematiche tipiche della Riforma, alla pari delle altre « Solus Christus », « Sola
Fide ». Questa parità non sembra
possa essere difesa. Lutero dalla
riflessione sulla Bibbia ha ritenuto di coglierne il « cuore »,
l’Evangelo di Cristo salvezza di
Dio data all’uomo. Pertanto il
messaggio della Riforma è stato innanzitutto il « Solus Christus » da cui deriva il « Sola Fide ».
Il « Sola Scriptura » è conseguente ed è in polemica contro
la pretesa del magistero cattolico di poter definire la fede, decidendone il contenuto non solo
in base alla Scrittura, ma anche
in base ad una non ben precisata « tradizione » del cui valore il
magistero stesso era l’unico garante. Contro questa pretesa e
contro l’asserzione di una « tradizione » risalente agli Apostoli,
ma non codificata nei testi del
N.T., la Riforma afferma che la
fonte primaria, attraverso la quale l’Evangelo è pervenuto alla
Chiesa, è unicamente la Scrittura.
protestante » per la quale l’autorità del testo biblico non appare più legata all’Evangelo di
cui è predicazione, ma al carattere intrinseco di « origine divina »
del testo. La Parola di Dio non
è più l’opera di Dio di cui A.T. e
N.T. danno testimonianza e che
in Cristo « è stata fatta carne »,
ma la « Scrittura », il testo, le
singole affermazioni che hanno
per autore Dio stesso e lo scrittore come strumento.
La critica biblica
3. Teoria deU’ispìrazione.
Il problema della « autorità »
del testo biblico si pone in termini diversi nella « ortodossia
4. a) L’indagine della critica
biblica relativamente al N.T. ha
messo in evidenza — in modo
particolare attraverso il metodo
storico-critico — che i testi del
N.T., compresi i Vangeli, hanno
un carattere particolare: essi non
intendono trasmettere una cronistoria di Gesù di Nazareth, ma
piuttosto annunciare che quello
stesso Gesù che ha vissuto e
predicato, morto sulla croce è il
Risorto ed il Signore. Questo
contenuto essenziale è chiamato
Kerigma, cioè annuncio. Chiarire l’origine, la natura, lo scopo
delle singole pericopi di un Vangelo, determinare per quali interessi e in quali situazioni storiche e ambientali sia sorto uno
scritto, spiegare la varietà, le
differenze e le molteplicità delle
testimonianze contenute nella
Scrittura, è stato lo scopo del
metodo storico-critico.
Dopo la scoperta del carattere
peculiare degli scritti del N.T. è
sorto un nuovo interesse: è possibile individuare, sempre a partire dagli scritti biblici, quale sia
stata la predicazione originaria
di Gesù di Nazareth, nel suo tempo e nel suo ambiente?
Allo stato attuale della ricerca, ci sembra di poter affermare
che la questione rimane tuttora
aperta.
4. b) Testo e testimonianza.
R. Bultmann ha messo in luce
il fatto che i testi del N.T. esprimono il Kerigma ciascuno a modo proprio e con accentuazioni
proprie. Perciò alla base del Kerigma sta la predicazione apostolica e la fede delle comunità
primitive. C’è una interdipendenza fra le comunità del I secolo e i testi del N.T. In questo
rapporto di interdipendenza il
Kerigma è il punto comune di
riferimento, per cui il testo nasce nella comunità e la comunità
si riconosce nel testo.
E’ tuttavia necessario notare
che la predicazione e la fede delle comunità non è rinchiusa in
un evento del passato. Non si
tratta di « credere » nel passato
di Gesù, ma nel Cristo vivente e
in un suo operare proprio in
conseguenza della morte e resurrezione. La comunità non crede
in un « assente »: Cristo è operante e agisce nella comunità e
nel mondo mediante l’azione dello Spirito.
rante del testo. In questo caso
l’antitesi Scrittura-tradizione perderebbe di attualità. Al « Sola
Scriptura » si arriverebbe a contrapporre il « Sola ecclesia ».
I Riformatori ci aiutano ad
impostare chiaramente il problema richiamandoci alla centralità
di Cristo (« Solus Christus ») come chiave di lettura e della Scrittura e della tradizione.
Se la tradizione esprime questa
centralità, può essere accolta
con « autorità » non perché Labbia di per sé, ma per l’autorità
di Cristo di cui testimonia. Lo
stesso vale per la Scrittura: la
sua autorità sta nel riferimento
alla Rivelazione di Dio in Gesù
Cristo e non nella lettera del testo. Se il testo avesse autorità in
se stesso, come è stato inteso nei
secoli dell’ortodossia protestante
e ancora nel fondamentalismo,
sarebbe giustificata l’accusa di
fare della Bibbia un « papa di
carta ».
6. Scrittura e magistero.
5. Tradizione e Scrittura.
Se, accettando le conclusioni
della critica biblica si riconosce
che tra noi e il Cristo — la sua
persona, la sua predicazione e
opera — c’è sempre l’annuncio
della chiesa o delle chiese che
ci hanno trasmesso il testo biblico, si apre il problema se sia
la chiesa e la sua tradizione ga
L’interazione del testo e delle
comunità è vista dalla Chiesa
Cattolica come una dipendenza
della Scrittura dalla Chiesa e —
pii precisamente — dal magistero della chiesa dal quale deriverebbe la stessa autorità della
Scrittura: non è l’Evangelo che
è norma e criterio del canone,
ma è il canone, approvato dall’autorità del magistero che deflnisce l’Evangelo. Il magistero
con le sue definizioni fa da schermo al Dio vivente che parla in
Cristo e guida mediante lo Spirito.
7. Noi e la Scrittura.
■ La distinzione fra messaggio
e situazioni, risultante dall’anali
(continua a pag. 12)
RIPOSO E LAVORO
EBREI 4: 1-11
Il riposo segue il lavoro, o lo precede? A
prima vista sembra una domanda futile,
una di quelle domande sottili e inutili,
buone solo per gli esercizi casistici di
scribi che non han di meglio da fare.
Eppure, a seconda che rispondiamo in
un senso o nell’altro, vivremo in modo
diverso, secondo una concezione della vita, un atteggiamento di vita diversi.
Non si tratta solo o anzitutto della successione cronologica dei due momenti; o,
meglio, la successione cronologica rivela
quale elemento determina l’altro. Insomma: lavoriamo per poterci riposare, o riposiamo per poter lavorare?
Cominciare dal riposo di Dìo
a cura di Gino Conte
Il riposo segue dunque il lavoro, è indiscutibile nella realtà, e nella prospettiva biblica che vi riflette su teologicamente.
_La ’’ripresa” è ormai dietro ie nostre spaiie, anche nelle chiese più lente a riawiarsi; lontanissima ormai la ripresa lavorativa dopo le ferie, quella scolastica dopo le vacanze. Ma settimanalmente il riposo continua a scandire il nostro tempo. Lavoro e riposo, in che rapporto stanno fra loro? come li viviamo?
Una risposta diffìcile
E’ <^cile, rispondere. La risposta è
complicata dal fatto che per molti — per
loro responsabilità o a causa della struttura sociale — il lavoro, non ha altro senso che di fruttare un salario necessario a
vivere, e in questo salario sono inclusi il
riposo settimanale e le ferie periodiche,
per lo più estive.
In ogni caso, anche per chi riesce, con
maggiore o minore chiarezza e intensità,
a sentire il senso del proprio lavoro, e ad
appassionarcisi, viene — atteso — il tempo del riposo, dopo il lavoro. Per tutti coloro che lavorano, giunge settimanalmente, annualmente lo sbocco della fatica; c’è
il seiMo che qualcosa è stato condotto a
termine, e che è il tempo di tirare il flato. Si è davanti a un riposo sudato e guadagnato, un riposo che, dunque, segue il
lavoro; e che è, in qualche modo, il culmine dell’esistenza.
Chi potrebbe pensare altrimenti? Bisognerebbe essere masochisti — o stakanovisti come l’impressionante «Uomo di
marmo» del regista polacco Wajda —
per vivere il riposo settimanale e le ferie
non per noi stessi, per la nostra détente,
per il nostro svago e piacere, ma Analizzandoli alla ripresa del lavoro. Bisognerebbe essere totalmente alienati per vivere il nostro ’’tempo libero” come un periodo di riparazioni, di rimessa in forma,
di revisione generale e di riattivazione
in vista di attività e imprese che ci aspettano. alla ’’ripresa”. Le vacanze, il tempo
libero hanno appunto questo carattere
’’gratuito”, <^e sarebbe avvelenato se fosse anch’esso sfruttato e Analizzato al lavoro futuro. Sarebbe terribile se il lavoro c’inseguisse (ed è terribile se c’insegue)
anche nelle ore e nei giorni ’’liberi”: ripòsati per poter poi lavorare di nuovo più
e meglio; ritempra le forze per poter poi
dare di più; distendi nervi e cervello per
poterli poi nuovamente sottoporre a
stress; dormi pacifico fin tardi, per poterti
poi di nuovo alzare all’alba...
Eppure... non c’è un po’ anche questo?
Che altro si aspetta dai suoi dipendenti
un imprenditore, personale o anonimamente impersonale e collettivo? Che altro
si aspetta un insegnante dai suoi studenti che ritroverà a fine estate, o all’inizio
di una nuova settimana? C’è da domandarsi se non si atteggiano cosi, magari inconsciamente, anche i ’’responsabili” delle
nostre comunità: Si, si, prendetevi pure
le vostre « vacanze spirituali » (come mi
diceva più o meno spiritosamente un originale membro della prima comunità cittadina in cui sono stato pastore!), quando
viene la bella stagione, diradate la partecipazione al culto, sospendiamo le « attività », ricreatevi; poi ritroviamoci con forze fresche, voglia rinnovata di riflettere,
discutere, fare...
Davvero, non è poi così chiaro, evidente, univoco, che il riposo segua il lavoro;
da un certo punto di vista è altrettanto
vero che lo precede, e ci prepara a riprenderlo!
re ciò che a un livello umano più alto è
stato pensato e programmato. In una società come quella antica, più rigorosamente classista della nostra, questi due
momenti erano anche divisi in classi: gli
uomini ’’liberi” che pensavano e gli uomini ’’servili” che attuavano su ordinazione e comando.
...e la Bibbia ’’operaia’
il nobile ’’ozio’
L’idea che il riposo precede il lavoro,
ha la precedenza su di esso e lo domina,
è in fondo un’idea greca, una delle tante
che ci portiamo dietro, dentro. Per i Greci e in genere per l’antichità che era stata plasmata dal loro pensiero, l’attività
degna dell’uomo nasce nel riposo: il ’’riposo” del pensiero, della riflessione, della
programmazione, che del lavoro è il periodo di gestazione; quello che i Romani
hanno poi chiafnato l’otium, non l’ozio del
fannullone, ma quello appunto della riflessione, del pensiero, della programmazione, contrapposto al neg-otium, all’attività
lavorativa che deve semplicemente attua
A quest’idea greca, che potremmo definire di tipo padronale, la Bibbia oppone
una visione che potremmo chiamare ’’operaia”, nel senso che fa del riposo la conclusione del lavoro.
Per l’uomo biblico le « vacanze d’estate » non erano che il riposo forzato delle
schiaccianti calure estive; non c’erano ferie. Ma l’istituzione della shabbat (da un
verbo che significa: cessare il lavoro, non
lavorare; « la principessa Shabbat », la
chiamerà la tradizione mistica ebraica)
sarà presentata dai sacerdoti d’Israele come la corona della settimana, dai profeti
come la corona del tempo e del mondo,
il suo compimento.
Le testimonianze bibliche lo affermano
con esplicito riferimento alla gioia piena,
compiuta dell’opera condotta a termine
dal Dio creatore (ma davvero già condotta a termine?); e anche in ricordo del
benefico ingresso del popolo stanco nella
Terra promessa; e infine nella speranza
di un « sabato » Anale, definitivo, dopo
tutto il lavoro, la fatica, il travaglio di
questa terra, di questo mondo.
E’ quest’ultima la speranza che è particolarmente cara a noi cristiani, condividendola appunto con Israele: è quel sabato migliore, ancora mai vissuto, aperto
alla nostra attesa, di cui parla il cap. 4
dell’epistola agli Ebrei. Certo, questa speranza per noi cristiani ha già trovato inizio decisivo nella risurrezione di Cristo,
nel «(tutto) è compiuto» alla fine della fatica del suo ministero, del travaglio della
sua agonia: semente e lievito di vita rinnovata e paciflcata.
Non dobbiamo però dimenticare un’altra prospettiva biblica: nel mondo biblico la sera precede la mattina; la giornata
di 24 ore iniziava alle 6 pomeridiane, la
notte — nella quale non si può lavorare
(Giov. 9: 4), almeno in un mondo che praticamente mancava di illuminazione artificiale su larga scala — la notte viene prima del giorno; o meglio il ’’giorno” comincia con la notte, al calar del sole. Un
modo singolare di calcolare il tempo! Forse residuo di antichi culti lunari? In ogni
caso, ecco: quella notte, durante la quale
l’Eterno dà ogni bene ai suoi diletti mentre essi dormono (Salmo 127: 2), è e rimane per noi il segno che ogni nostra
attività — e ogni nostro pensiero! —, ogni
nostra gestazione e programmazione e
ogni nostra realizzazione sono tutti avvolti e « portati » dall’operare di Dio, dalla sua costante e buona opera creatrice di
vita.
A chi lavora, e ai disoccupati, ai pensionati che non hanno ancora trovato come
riempire il vuoto improvviso della cessazione lavorativa, ai vecchi e agli stressati
che patiscono l’insonnia, ai malati che
vedono venire la notte un po’ con speranza e un po’ con angoscia, a tutti noi giunge l’invito biblico a conoscere il riposo di
Dio vivendo... all’ebraica: cominciamo la
giornata con il riposo serale, notturno, un
riposo che non è cosa scontata né dovuta. Il riposo della sera è un nuovo giorno
che comincia e che comincia bene: riposando in Dio.
L’invito, l’offerta, la sfida è questa: vivere ogni giornata cominciando da Dio e
dal suo operare per noi. Sarà la forza
quotidiana per il lavoro della settimana
coronato dal « sabato », per la fatica dell’anno coronata dalle ferie, per il travaglio della vita coronato dal Regno. Perché non bisogna prender troppo alla lettera rantropomorflsmo poetico dello scrittore biblico (Gen. 2: 2): Dio non si affatica e non si stanca (Is. 40: 28), sicché non
sonnecchia, non dorme (Sai. 121: 4) —
anche se spesso a noi appare silenzioso,
assente e tanti Salmi lo dicono, lo gridano con dolorosa passione, l’ha gridato anche Gesù —; Dio non ha bisogno di riposo, non si prende le ferie; è sempre libero
in tutto il suo tempo — per noi, per amOr
re, e ci vuole con sé, in riposo, in pace.
Gino Conte
7
4 novembre 1983
obiettivo aperto 7
ALLA MANIFESTAZIONE DEL 22 OTTOBRE
EVANGELICI A ROMA PER LA PACE
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Il messaggio letto in Piazza S. Giovanni da Elena Girolami a nome della Commissione Pace e Disarmo delle chiese
evangeliche - Immagini e impressioni della partecipazione degli evangelici alla giornata nazionale della pace
Porto l’adesione a questa manifestazione della Commissione tser la pace e il disarmo delle Chiese evangeliche.
Noi evangelici siamo venuti da varie regioni d’Italia
per partecipare a questa grande manifestazione ed essere insieme a tutti gli italiani e a tutti quelli che testimoniano oggi nel mondo la loro volontà di pace.
In questo giorno le forze pacifiste potrebbero formare una catena umana capace di abbracciare tutta la
terra.
Come credenti in Dio e nel suo Figlio Gesù Cristo, il
Principe della pace, noi evangelici proclamiamo e lottiamo per una pace che non sia solo assenza di guerra
ma riconciliazione deH’uomo con Dio e dell’uomo con
l’uomo; lottiamo per la pace non solo per la paura di
una guerra atomica che potrebbe distruggere le creature
umane e lo stesso creato ma per una pace che voglia
dire giustizia e fraternità tra i popoli, per un mondo
dove l’altro uomo e l’altra donna siano fratelli e sorelle,
per un mondo dove regni la giustizia. Perché non può
esserci pace senza giustizia, non può esserci pace individuale né pace sociale fino a che i rapporti interpersonali e i rapporti tra i popoli sono basati sulla sopraffazione, dove non c’è libertà di coscienza, dove il forte
opprime il debole e c’è chi mangia troppo e chi muore
di fame.
La strada della pace è una strada lunga in cui uomini e donne di buona volontà si sono da molto tempo incamminati. Lungo questa strada ci sono obiettivi da raggiungere a breve e a lungo termine. Quello di oggi, immediato, è il blocco delle armi nucleari sia ad est che ad
ovest, è il blocco delle installazioni dei missili Cruise a
Comiso e in Europa fino ad arrivare allo smantellamento di tutte le basi nucleari.
Per questo dobbiamo rafforzare il movimento per la
pace e lottare e tenere duro fino a che non riusciamo
ad essere ascoltati da chi ha in mano le leve del potere
politico ed economico.
L’altro obiettivo a lungo termine per il cui raggiungimento dobbiamo lavorare senza stancarci fin da oggi,
è l’educazione ad una coscienza di pace, superare sentimenti di odio per il nemico, difendere gli oppressi, sostenere le vittime dei conflitti e delle torture. Dobbiamo
combattere il militarismo, lo sviluppo della cultura della violenza e la soggezione della scienza alla cultura della
violenza e affermare il diritto all’autodeterminazione dei
popoli.
Per questo noi evangelici seguitiamo ad impegnarci
come ad esempio molti di noi hanno fatto e stanno facendo nella base di Comiso e siamo convinti che il messaggio evangelico dell’amore è capace oggi di trasformar
re il mondo.
Elena Girolami
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Uopo l’incontro del mattino in P.za Cavour i partecipanti provenienti da chiese e gruppi giovanili si apprestano a raggiungere via
Firenze, punto di partenza degli evangelici.
L’enorme fiumana dei manifestanti, in cui sono conf.uiti gli evangelici nel posto loro assegnato, hia per le vie dai centro con lo
striscione di Comiso in testa.
Una delle scritte più lapidarie e insieme più vivaci è quella impersonata dai ragazzi della scuola domenicale della Chiesa valdese di
P.za Cavour: NO A4ISSILI.
— Mario Marziale, tu sei
membro della Commissione Pace Disarmo; come vedi la partecipazione evangelica alla mar
nifestazione?
— La giudico molto positiva e
ritengo che sia stato molto utile
il coinvolgimento progressivo
attuato per mezzo di programmi differenziati (venerdì, pomeriggio per i romani e sabato
mattina con l’apporto degli evangelici venuti da fuori). Questo
ci ha dato modo di aprire un
dialogo con la città, di allargarlo e di stabilire utili collegamenti al nostro interno. Abbiamo visto la collaborazione non solo
tra Battisti, Valdesi e Metodisti, ma anche con gli evangelici
di altre denominazioni, uniti in
questo sforzo comune.
— Gigi Ranzanì, sei venuto
da MUano per questa manifestazione e a differenza di altre volte non sei sfilato con U tuo partito o col tuo sindacato bensì
con gli evangelici. Perché?
— Ritengo giusto sfilare col
partito o col sindacato per questioni politiche o sindacali. Ma
la questione della pace è qualcosa che va al di là di questo
e costringe a ripensare molti
schemi e linee politiche rimettendo in discussione il nostro
mondo e il rapporto tra nord
e sud oltre che quello tra est e
ovest. In questo mi sembra che
con i miei fratelli in fede posso
dare di più nel senso di una disponibilità di ubbidienza. Sono
socialista di formazione e ho
condiviso il sì, ai missili per realismo politico. Ma il realismo
politico non ha futuro e su questa strada non so che cosa possa venire di buono nei rapporti
tra gli stati. Per me la pace è
una scelta di fede; il Signore ci
ha promesso che non ci abbandonerà in questa lotta e noi dobbiamo ubbidire.
— Ezio Ponzo, come professore di psicoiogia tu conosci ii
problema della pace nella vita
dei bambini...
— Per i bambini di oggi non
c’è il problema d’essere posti di
fronte ad un autoritarismo (come nel ’68) bensì, quello di esser
posti di fronte al vuoto di rapporti. Ciò che è necessario per
loro come per tutti noi è che vi
siano dei genitori che abbiano
un rapporto con i figli, dei padri che sappiano giocare con i
figli. Questa è vera cultura della pace. E in secondo luogo il
problema della pace è per i
bambini l’avere dei modelli adulti, dei genitori e degli insegnanti che siano impegnati. Così il
problema dell’educazione alla
pace diventa il problema degli
adulti e il discorso diventa circolare: se il modello non c’è,
che si fa? Riusciremo mai ad
averne uno? La partecipazione
a questa manifestazione ci dà
la speranza che Taffermazione
che vuole l’adulto medio incapace di cambiare si riveli un pregiudizio ingiustificato.
a cura di F. Giampiccoli
Da via Firenze, passando davanti alla chiesa metodista, partono i
primi gruppi evangelici, con striscioni delle Chiese evangeliche,
della FGEI, della FDEI, di chiese locali.
Alcuni striscioni segnano con chiarezza la partecipazione di chiese
locali, la Chiesa valdese di Torre Pellice, la Chiesa battista di Civitavecchia.
Una veduta parziale del settore evangelico della manifestazione
sfila nella lunga marcia verso P.za S. Giovanni dove saranno esplicitamente presenti con un loro messaggio.
8
8 ecumenismo
4 novembre 1983
CONSIGLIO EUROPEO DEI GIOVANI METODISTI
UN DOCUMENTO DALL’AMERICA LATINA
Pace e occupazione
Dal 1° al 7 ottobre si è svolta
a Stoccarda, presso il Centro
Evangelico Metodista, la riunione
annuale deU’E.M.Y.C. il Consiglio
Europeo dei Giovani Metodisti.
Questo organo comprende rappresentanti di gruppi giovanili e
di persone che si occupano del
lavoro con i giovani e i bambini,
provenienti dalle Chiese Metodiste di tutta l’Europa. Questo
COMUNITÀ’ DI BASE
Comunità
chiesa società
LIVORNO 11/13 NOVEMBRE
La tematica del seminario nazionale
è scaturita dall'urgenza di approfondire
problemi, emersi già -nel VI Convegno
nazionale delle OdB, presenti nella realtà ecclesiale e sociale, per contribuire
a dare delie risposte propositive e più
co'mplessive.
PROGRAMMA
Venerdì 11 novembre - Palazzo Granducale - Sala della Provincia (Piazza Civica)
ore 21: Assemblea generale - Relazione
introduttiva - Giulio Girardi.
Sabato 12 novembre - « Fortezza Nuova » - Via degli Avvalorati (Piazza della Repubblica)
ore 9: Inizio dei lavori in gruppi distinti sui seguenti nuclei tematici:
a) Comunità e chiesa universale: demitizzazione delia struttura sacrale della chiesa, desacralizzazione
del prete, problemi dell’ecumenismo;
b) Incidenza della comunità nella vita
dei singoli membri (scelte politiche, economiche, professionali, affettive...). Rapporti interni e problemi della leadership:
c) Autogestione e delega, non violenza e potere: problemi attuali
dei movimenti di base.
otè 15; Continuazione dei lavori;
ore 20.30: Cena eucaristica. Festa.
Domenica 13 novembre
ore 9/13: Continuazione dei lavori;
ore 15/17: Assemblea generale: comunicazione dei moderatori sui lavori dei
gruppi.
anno erano presenti quarantaquattro delegati provenienti da
sedici ppesi. Airinterno del Consiglio i partecipanti sono divisi in:
Esperti delle questioni giovanili
(Youth experts) che sono molto
spesso nastori e persone che lavorano a tempo pieno aventi la
responsabilità di coordinare e di
sostenere il lavoro dei giovani
nel loro paese, o segretari dei
movimenti giovanili nazionali, e
in Rappresentanti dei giovani
(Youth representatives) che sono i rappresentanti delle sei aree
europee: Nord Europa, Repubblica Federale Tedesca, Repubblica Democratica Tedesca, Gran
Bretagna, Irlanda, Europa Centrale e Meridionale.
Il Consiglio è un organismo
che raccoglie le esperienze e le
testimonianze sulla situazione
dei giovani evangelici, sul lavoro
che viene svolto e sui problemi
da affrontare nei vari paesi europei. Esso permette un confronto
fra le varie realtà giovanili alla
luce del messaggio biblico e della visione evangelica. L’attività
più importante del Consiglio è
l’organizzazione di incontri e
convegni giovanili a livello europeo.
Il tema di questi incontri è dedicato a problemi importanti ed
attuali (es. pace, disoccupazione). Estremamente positivo, mi
sembra il fatto di dare l’opportunità ai giovani di scambiarsi esperienze e informazioni sul
lavoro dei vari gruppi giovanili
di provenienza (che diiBcilmente
potrebbero avere in altro modo).
Il Consiglio ha lavorato anche
q.uest’anno nell’assemblea plena^
ria e nelle cinque commissioni,
all’interno delle quali si svolge
il lavoro più intenso. Esse sono
formate da otto o nove delegati
ciascuna e riguardano: lavoro
con i bambini, evangelizzazione,
chiesa e società, servizio sociale,
conferenze internazionali e visite.
Al termine dei lavori sono emerse in particolare queste tematiche: il problema della pace
e degli armamenti nucleari. Esso
è uno dei più sentiti, anche se
non in tutti i paesi allo stesso
modo. Si è manifestata la necessità di continuare a sviluppare la
discussione su questo tema e a
diffonderla fra i gruppi giovanili
che ancora non sempre sono
sensibili a questa tematica.
Il problema della disoccupazione sul quale si sta preparando
un seminario per il 1985 a Strasburgo, nel quale si desidera affrontare il problema non solo
dal punto di vista sociale e politico, ma anche etico, analizzando le conseguenze che questo fenomeno ha verso quei « valori »
che sono proposti dalla società
a chi lavora. Inoltre ci si propone di analizzare le conseguenze
dèlia disoccupazione sulTeducazione a scuola e di studiare il significato e la funzione del lavoro stesso nella società.
Il problema del rapporto dei
giovani e dei bambini con la
chiesa, che spesso si manifesta
come frattura fra la comunità
tradizionale ed il modo di essere dei giovani alTinterno dei
gruppi giovanili.
In occasione della conferenza
a Vienna per il luglio ’84, anno in
cui si commemora il duecentesimo anniversario della nascita
della Chiesa Metodista Unita, il
Consiglio ha discusso gli argomenti principali di una relazione che sarà un contributo in
quell’incontro: di fronte ai tanti
problemi che travagliano il nostro tempo dobbiamo ribadire
innanzitutto la nostra speranza
in Gesù Cristo per il futuro. Il
Signore è di fronte a noi e ci
chiama continuamente a seguirlo nella pace, nella giustizia e
nell’amore. E’ necessario fare avvicinare i giovani a Gesù Cristo
e condividere la sua gioia e la
sua speranza.
La chiesa non deve essere
preoccupata della propria sopravvivenza, ma piuttosto della
evangelizzazione, dello stile evangelico di vita, della fiducia e della speranza.
Il lavoro del Consiglio si è
svolto in un clima fraterno e
molto simpatico.
Mi sembra necessario sottolineare ancora l’importanza di
questi incontri ed auspicare che
la F.G.E.I. possa continuare
nel futuro a dare il suo contributo. La prossima riunione del
Consiglio è fissata dal 30 settem.
bre al 6 ottobre 1984 a Bad Klosterlausnitz nella Germania Democratica.
Evangelicals e
impegno sociale
Nel giugno del 1982 (dal 19 al
26 giugno) 50 leaders « evangelicals », riuniti in un College calvinista di indirizzo conservatore, (Reformed Bible CollegeGrand Rapids) hanno esaminato
il rapporto tra evangelizzazione
e impegno sociale. Sotto la spinta dei rappresentanti latino-americani, tra i quali segnaliamo
Samuel Escobar e René Padilla,
è stato varato un testo « rivoluzionario », almeno per un ambiente evangelical, dal titolo « evangelism and social responsibility »; per la prima volta, seppure
in termini diversi dai nostri, si
ammetteva che l’Evangelo, l’annunzio evangelico liberatore non
ammette l’ingiustizia sociale.
Ci giunge, in spagnolo, una coraggiosa presa di posizione della
« Fraternidad Teologica Latinoamericana » e della « Alleanza
Evangelica Mondiale », (regione
latinoamericana) su i: « (Cristiani
e l’azione politica ». La notizia,
con il relativo documento, mi
viene fornita dalTagenzia stampa
delle chiese evangeliche.
Il documento, frutto di un lavoro interdisciplinare, di dieci
politici, cinque teologi e quattro
economisti di sei paesi latinoamericani, inizia con una bella
confessione di fede: « La salvezza che abbiamo gratuitamente
in Cristo Gesù, comporta una assunzione di responsabilità non
solo personale, ma anche politica e sociale... La chiesa non è
chiamata a elaborare proposte
politiche specifiche, nè a identificarsi con nessun sistema di
organizzazione sociale, nè a formare partiti politici. La Chiesa
è chiamata invece a solidalizzare con le lotte umane per superare la oppressione, la miseria,
l’ignoranza, ecc... Per questo motivo, la Chiesa ha un ruolo profetico che la spinge a denunciare
i sistemi ingiusti e a collaborare
alla costruzione di una società
più giusta e fraterna ». Il documento prose^e con una puntuale analisi dei -« principi per una
azione politica » che tiene conto
del disprezzo sistematico dei governi golpisti latinoamericani
dei più elementari diritti della
ppsona umana: la libertà, la
giustizia, la pace, la solidarietà,
la democrazia intesa come capacità passiva e attiva di partecipare alla vita politica dei propri
paesi; il diritto al lavoro, alla
casa, alla assistenza sanitaria
gratuita e alla possibilità di istruirsi. L’importanza di questo documento, si comprende alla luce
deH’enorme sviluppo del protestantesimo in America Latina;
un protestantesimo che cresce
percentualmente del 15% all’anno e annovera attualmente circa 30 milioni di persone, in gran
parte pentecostali.
A queste chiese « evangelicals », si rivolge la seconda parte del documento, dal titolo:
« suggerimenti pratici per l’azione politica dei cristiani ». Compito delle chiese evangeliche, è
quello di: « stimolare i nostri
popoli a considerare la situazione di sfruttamento e quindi di
peccato sociale alla quale sono
soggetti; i nostri popoli latinoamericani devono prendere sempre più coscienza delle responsabilità cristiane in questa situazione di oppressione che non
ha e non può avere scusante alcuna ».
Leggiamo queste parole, mentre dai giornali apprendiamo il
barbaro assassinio di uomini,
donne e bambini da parte del fascista sanguinario Pinochet; sappiamo pure del silenzio colpevole di molte chiese evangeliche, allettate con costruzioni di
nuovi locali di culto e privilegi
vari. Ed è a queste chiese, che
si rivolge l’appello della « Fraternidad Teologica Latinoamericana »: «Riconosciamo, fratelli
della regione latinoamericana, la
necessità di chiedere perdono a
Dio, per la nostra mancanza di
sensibilizzazione cristiana in rapporto alla difficile situazione che
vivono i nostri popoli ». Un appello che, penso, possiamo far
nostro, consapevoli dei « troppi » silenzi delle nostre chiese
europee e nordamericane, corresponsabili dello sfruttamento imperialista del continente latinoamericano.
Eugenio Stretti
Svizzera: per un vero
’’Servizio civile”
(SPP) — I Mennonlti svizzeri
/ si sono pronunciati a favore di
un autentico servizio civile in
Svizzera.
E’ indispensabile che «sia data la possibilità ad ogni cittadino che non può conciliare il compimento del servizio militare
con la propria coscienza, di svolgere al di fuori dell’esercito un
servizio equivalente reputato di
vero aiuto aH’umanltà».
I Mennoniti derivano dai movimenti anabattisti dell’epoca
della Riforma ed hanno sempre
rifiutato come cristiani di portare le armi.
Durante i 450 anni della storia della comunità mennonita in
Svizzera questa scelta ha spesso
portato a conseguenze dolorose.
Anche le donne svizzere per
la pace si sono espresse per la
istituzione di un servizio civile.
Esse domandano alle autorità
di « prendere concrete misure
per trovare una soluzione umanitaria ai problemi posti dal rifiuto del servizio militare».
Francia: lettera al
ministro
(BIP) — All’Assemblea generale del congresso latino della
Federazione protestante degli insegnanti, riunito a Santa Seve
Echi dal mondo
cristiano
a cura di Renato Coisson
ra è stata redatta una lettera al
Ministero francese dell’educazione nazionale con le reazioni
degli insegnanti francesi al protocollo firmato lo scorso anno
fra i ministeri dell’educazione e
della difesa.
La lettera si felicita della volontà di stabilire un « dialogo »
e delle «normali relazioni di fiducia» fra scuola e esercito ed
appoggia il desiderio di sviluppare « l’istruzione civica » nelle
scuole.
Tuttavia gli insegnanti protestanti avanzano alcune riserve.
« La difesa è oggi un mezzo indispensabile per garantire l’indipendenza di un paese; però per
assicurare la sicurezza collettiva bisogna innanzitutto formare dei cittadini operatori di pace ». « La pace non viene costruita soltanto preparando una
difesa armata» sottolinea la lettera.
« Un paese non è difeso soltanto dall’esercito ma anche dal
civismo e dalla buona volontà
dei cittadini ». Per questo « ci
sembra necessario fare conosce
re agli alunni i metodi di resistenza passiva ed i principi della non violenza dimostrando la
loro efficacia in situazioni di
oppressione ».
Infine « gli obiettivi della scuola non devono essere determinati dalle esigenze della difesa»
ed i suoi programmi non devono mai essere sottomessi « ad
una qualsiasi censura militare».
« L’educazione dei cittadini non
compete soltanto alla scuola ;
anche l’esercito gioca un ruolo
nella formazione dei giovani »,
tutto deve perciò avere una certa coerenza.
Programmi di
aiuto al Libano
(Soepi) — Il Consiglio delle
Chiese del Medio Oriente (GEMO) ha rinforzato i suoi programmi di aiuto urgente in quasi tutto il Libano. Circa 200.000
persone hanno lasciato i loro villaggi, negli ultimi combattimenti che hanno fatto centinaia di
vittime.
La popolazione cerca rifugio nel
sud del paese, nelle montagne
del nord o nella zona relativamente sicura di Beirut, sovraccaricando i servizi di aiuto già
esistenti.
Il GEMO chiede un aumento
dei soccorsi e la Commissione
di aiuto e di servizio delle Chiese e di assistenza ai rifugiati
(CESEAR), del CEC ha inviato
nuovi fondi per acquisti dì generi di prima necessità per lOO.ÌXIO
dollari. Se la situazione continuerà a deteriorarsi, sarà necessario lanciare un nuovo appello
in favore del Libano.
Namibia: le chiese al
Segretario deli’ONU
(Soepi) — In ima lettera consegnata al segretario delle Nazioni Unite, Perez de Cuellar, in
visita nell’Africa del Sud, le
Chiese della.Namibia fanno presente che soltanto l’applicazione
immediata della risoluzione 435
delle Nazioni Unite del 1978 può
evitare l’aumento della violenza
ed un bagno di sangue.
La risoluzione del 1978 chiedeva il ritiro dalla Namibia delle truppe dell’Africa del Sud e
10 svolgimento di elezioni sotto
11 controllo delle Nazioni Unite.
Le chiese della Namibia hanno appoggiato le loro richieste
al segretario delle Nazioni Unite con gravi accuse contro il governo sudafricano. Quest’ultimo
ammasserebbe truppe nel nord
della Namibia. Molti namibiani
sarebbero costretti con la forza
ad arruolarsi; arresti senza procedimento giudiziario, percosse
e torture durante la detenzione
e gli interrogatori, assassini nelle prigioni sono all’ordine del
giorno. Succederebbe spesso che
dei bianchi picchino dei neri in
pubblico sènza che la polizia intervenga. Questa situazione sarebbe aggravata da una grave
crisi economica e dallo sfruttamento economico del paese.
L’assemblea del CEC
in cifre
(BIP) — Ecco in cifre crude
la composizione dell’assemblea
del Cec a Vancouver; 835 delegati presenti sui 910 attesi; 37
delegati erano assenti e 38 seggi non sono stati coperti dalle
chiese membro. Per regioni :
Europa Occidentale 152; America del Nord 151; Europa dell’Est 141; Africa 131; Asia 113;
Medio Oriente 52 ; America Latina 28; Australia-Nuova Zelanda 26; Pacifico 22; Caraibi 19.
La percentuale dei giovani e
delle donne è stata inferiore agli
obiettivi fissati dal Comitato
centrale che aveva chiesto che
ci fossero 33% di donne e 20%
di giovani. Si contavano invece
22,75% di donne e 13,53% di giovani. I laici erano il 47,09%.
9
4 novembre 1983
cronaca delle Valli 9
AUTUNNO IN VAL D’ANGROGNA
PINEROLO
La donna contadina
Elda
Il 28 ottobre u. s. nel tempio
valdese di Fra del Torno (Angrogna) si è tenuto un dibattito presieduto da Nuto Revelli
sul tema : « La donna contadina ».
L’argomento delle prime opere di questo scrittore piemontese («Mai tardi» e «La guerra
dei poveri») è stato quello della guerra in Russia e sulle montagne del Cuneese ; nelle successive («La strada del Da vai»
e «L’ultimo fronte») ha analizzato l’atteggiamento dei soldati
italiani nella seconda guerra
mondiale. Nel suo ultimo libro
« Il mondo dei vinti » Revelli ha
affrontato per la prima volta la
realtà del mondo contadino, in
particolare della campagna povera del Cuneese e delle Langhe.
Proprio durante la raccolta
delle testimonianze, è nato il
suo interesse per la condizione
femminile, notando che la donna si autoescludeva dal dialogo
o ne era tenuta lontana dal marito, sebbene avesse cose interessanti e importanti da dire.
Per questo l’autore ha continuato il suo lavoro di ricerca, raccogliendo in sei anni 260 testimonianze di donne di tutte le
età. I problemi emersi da questa ricerca sono stati molti, ma
soprattutto riguardavano la famiglia, il lavoro, la guerra, la
religiosità, l’istruzione.
Il destino della donna era
quello di sposarsi molto giovane e di avere numerosi Agli. A
chi non si sposava non restava
altro da fare che occuparsi della famiglia d’origine, rinunciando ad avere una vita propria.
Nella maggior parte delle testimonianze riaffiora il trauma del
parto, che avveniva di solito nelle case e senza assistenza. La
gravidanza rovinava le donne,
ma doveva essere comunque accettata, per la paura che veniva
inculcata dai preti di andare
contro i principi religiosi. Allo
stesso tempo il parto era considerato un peccato, per espiare il quale bisognava farsi benedire e portare mezza dozzina
di uova al prete.
La superstizione religiosa era
presente in molti altri momenti
della vita contadina, ad esempio quando pur assillata dalla
fame, la gente gettava nel cortile dei pezzi di pane per allontanare i temporali. La fede aiutava però le donne ad accettare
la « vita grama » che conducevano, il duro lavoro e le eventuali emigrazioni per andare a
lavorare nelle Alande francesi o
delle grandi città italiane del
Nord. Altro fenomeno sviluppatosi particolarmente negli armi
’60^’70, era quello delle donne
del Sud che venivano « comprate», tramite mediatori, e sposate dai contadini delle Langhe e
del Cuneese. Attualmente in questo territorio ci sono circa mille
donne di origine meridionale,
che hanno dovuto affrontare
grossi problemi di inserimento
in una società molto diversa
dalla loro, seppure caratterizzata anch’essa dal duro lavoro e
dalla fatica quotidiana.
Ancora un altro tema ricorrente: quello della guerra, vista
come aggravamento della situazione perché portava carestie,
morte e l’allontanamento degli
uomini dal lavoro dei campi. A
tutti questi problemi si aggiungeva quello dovuto alla mancata istruzione. Infatti le ragazze
non andavano a scuola, se non
nei mesi invernali e per pochi
anni. Solo le ultime generazioni
hanno la licenza elementare e
alcune la licenza media inferiore.
Al racconto di Revelli è seguito un vivace dibattito a cui
ha partecipato il numeroso pubblico, molto interessato alTargomento e nel quale si sono approfonditi alcuni degli argomenti precedentemente accennati
dallo scrittore.
Elisa Campaci
Manuela Rivoira
Uno sguardo all'indietro
Le persone erano pigiate Lune
sull’altre, sabato 29 sera, nella
scuoletta di Buonanotte per
ascoltare i canti locali del passato riproposti da un Gruppo Teatro Angrogna che ha ampliato il
suo repertorio e che ha delle
nuove voci femminili. Con interesse abbiamo ascoltato il frutto
di un lavoro paziente di ricerca,
di messa a punto di testi e parole di un patrimonio canoro altrimenti destinato a scomparire. La
scuoletta, restaurata con molta
cura (grazie al lavoro di Orline e
Giulio Chauvie) non riusciva a
contenere il pubblico numeroso
che sino a tarda ora ha dimostrato di apprezzare questo « ricupero » di un passato che ha ancora
molto da dire. Ma la ricerca delle
proprie radici culturali non si
ferma soltanto al canto anche se
per gli angrognini esso rappresenta da sempre un fattore di
grande emozione e partecipazione. Il Centro di Documentazione
del Comune di Angrogna ha riproposto — sempre nel quadro
dell’« Autunno in Val d’Angrogna » — una serie apprezzata di
foto di gente di qui colta dall’obiettivo tra le due guerre. Il
tutto accompagnato da chiare di
dascalie che rendono la mostra
molto interessante. Per l’occasione è uscito anche un nuovo quaderno del Centro di documentazione, scritto da M.A. Giovannini, concernente l’antica storia
della locale « Società agricola e
operaia di Mutuo soccorso ». Accanto alla attenta ricostruzione
del passato — domenica 30 — si
sono tenute mostre di prodotti
agricoli e artigianali con vendita diretta. E poi, ovviamente, vino e castagne per tutti.
In sostanza, anche se il paese si
spopola e aumentano soltanto le
« seconde » e le « terze » case dei
villeggianti, c’è ancora una grande vivacità culturale e la voglia
di ripercorrere, con serietà, la
memoria del passato. Certo, si
dirà, più che del passato occorre
parlare dell’oggi e, semmai, del
futuro. Ma è dimostrato che affronti meglio il futuro se sai esattamente da dove vieni. E, oggi,
non tutti lo sanno. Lo « sradicamento » è sovente fonte di angoscia e di violenza. Perciò una riAessione sulle proprie origini può
aiutare a vivere meglio, malgrado le difficoltà di tutti i giorni.
g. P.
USSL 43 - VAL PELLICE
Quali ruoli, quali funzioni?
Le deliberazioni all’o.d.g. dell’Assemblea USSL 43 del 26 ottobre hanno ottenuto l’approvazione dei 16 Consiglieri di maggioranza che, An dall’inizio di
seduta, hanno garantito il numero legale e sottratto alla minoranza imprevedibili mosse.
Dall’esposizione del Conto
Consuntivo 1982 della Gestione
Sanitaria può avere rilevanza per
i non addetti ai lavori il sorprendente Avanzo di Amministrazione di circa 340 milioni (non stiamo a interrogarci come si è formato tale avanzo). Sarà destinato integralmente a coprire le
spese ospedaliere degli anru anteriori al 1983, che non erano
state contabilizzate, diminuendo
lo scoperto verso gli ospedali
locali e sollevando in tal modo
Ananziariamente la Regione.
Il Comitato di Gestione ha assunto una deliberazione ad ’hoc’
per la variazione del Bilancio
1983 con la quale si evidenziano i proventi dei ticket pagati
dagli utenti per medicine e prestazioni specialistiche. Si tratta di
un gettito di 300 milioni. Finora, cosi, sembra, non c’erano disposizioni circa la regolamentazione contabile di queste voci.
Certo è, TUSSL ha potuto almeno utilizzare questi fondi per
pagare farmacisti e ospedali.
La Regione ha autorizzato
l’aumento del 7% della quota
del P.N.S., quindi le entrate sono state maggiorate di altri
476 milioni di lire.
Il Foyer di Angrogna inizierà
a funzionare dal mese di novembre. La conduzione quotidiana dei servizi è stata afAdata
alla Soc. Coop. « L’Alveare » di
■Villar Penice. La stessa ha avuto l’appalto dei servizi di riabilitazione e infermieristici presso le strutture U.S.S.L. o a domicilio.
Alla minoranza è parso che la
Coop. « L’Alveare » costituitasi
di recente abbia ottenuto l’esclusiva dei servizi.
Nel merito della questione,
l’Assessore Suppo ha cercato di
fugare tale dubbio precisando
che questa Cooperativa ha Analità di realizzare servizi totalmente di carattere sociale, sanitario e assistenziale, che non
hanno altre.
P. C. Longo del PSI si è sostanzialmente discostato dai discorsi di « routine » per affrontare il problema generale e di
fondo cui va incontro la C.M. di
fronte alle difficoltà sul piano Ananziario e politico, in una situazione non sostenibile, dovendo gestire un bilancio insufA
ciente per costi elevati, con carenze umane e Ananziarie nel
settore di tale importanza per
la Val Penice. Ha invitato
la Giunta di farsi promotrice di
una o due giornate di studio,
più che di dibattito politico,
per la responsabilità che insieme al Consiglio ha assunto, affrontando questi temi in modo
più libero, non condizionati dall’aula del Consiglio e dal tempo ristretto.
Per Longo il senso di « Comunità» (Montana) ha un grande
signiAcato, riappropriamoci di
questo termine — ha affermato — indipendentemente dai ruoli che Stato e Regione ci assegnano per legge.
Il propizio intervento del Consigliere Longo dev’essere molto
piaciuto se la Giunta si è espressa favorevolmente seduta stante. Il Presidente intravvede la
possibilità di risolvere i problemi con maggiore coscienza e
la minoranza riconosce in questa proposta una tappa della
maggioranza ad un anno e mezzo dalla sua richiesta di avere
un dibattito fra amministratori,
nella prospettiva di rivedere
ruolo e funzione sia della Comunità Montana che delTOBSL.
A. K.
Ci ha lasciati così, come in un
soffio d’ali, a 70 anni, Elda Tiirck
gentile amica e sorella che possiamo considerare una autentica
creatura uscita dalle mani di
Dio. Per molti decenni essa è
stata un membro di chiesa sempre disponibile al servizio, esprimendo un autentico diaconato
che le consentiva di svolgere, con
puntualità e serietà, gli incarichi che la chiesa pinerolese le afAdava; compiti che assolveva
sempre bene perché quando nella
vita l’incontro personale col Cristo è effettivo il servizio diventa
una regola del proprio essere.
Così la sorella Elda che possedeva un talento particolare, quello della musica sacra, fu organista e direttrice di corali particolarmente nelle comunità di Pinerolo e di S. Germano Chisone,
sempre partecipe, anno dopo anno, alle tradizionali Feste di Canto delle Corali delle nostre Valli,
capace nel dirigere sia la sua
Corale che le Corali tutte all’unisono. Ed il suo era un servizio
fatto con grande umiltà, schivo
da qualsiasi atteggiamento cattedratico. E ciò per il fatto che
nell’opera diaconale Elda era una creatura che viveva il suo essere di Cristo, chè — quando si è
legati a Lui per la potenza della Fede, come dire mercè una
Aducia totale in Colui che è il
senso della nostra esistenza, come ha predicato al servizio funebre il past. Luciano Deodato,
nel vasto Tempio di Pinerolo gremito di fedeli, ispirandosi a Giovanni cap. 6: « Gesù Via, Verità,
Vita» — ecco allora come il servizio per il prossimo, nella Comunità e nella Società, diventa
regola e motivo di vita.
Valente musicista oltre che a
dirigere le Corali diede notevole
contributo quale membro della
Commissione del nuovo Innario
Cristiano del 1967 (succeduto a
quello del ,1922 che fu espressione
di un voto del 1" Congresso Evangelico tenutosi a Roma nel 1920);
con l’apporto della sua solida
preparazione musicale sostenne
l’utilità di canti rispondenti alla
sensibilità dei credenti con un
marcato accento sia al concetto
teologico che all’espressione poetica e stilistica prediligendo i
magniAci testi della Riforma, da
Lutero ai cosiddetti corali di
Bach cioè i corali luterani nell’armonizzazione di Bach.
La nostra cara sorella partecipò a diverse attività; ricordiamo come appena ricostituita,
sul Andre del 1945 la rinata
ACDG in Corso Porporato, Elda
fu tra le prime socie e poi fedele
membro della UCDG. Con tenace volontà riuscì a formare una
nuova generazione di organisti
mentre nell’ambito cittadino efficace è stato, ed apprezzato, il suo
contributo per il sodalizio musicale pinerolese il «Corelli».
Così l’abbiamo conosciuta ed
amata Elda Tiirck: una donna
aperta ai problemi della vita in
un continuo spirito di servizio,
espressione della sua spiccata
sensibilità e personalità evangelica.
Al servizio funebre un folto
gruppo di coralisti provenienti
dalle Comunità di S. Germano
Chisone, Prarostino, Villar Perosa e Pinerolo ha cantato, diretto
da Claudio Morbo, Tinno preferito dall’estinta, A « Notre Pére ».
Nella comunione fraterna, con
la preghiera ed il canto (« sospiri
ineffabili dello Spirito ») il « Notre Pére » ha signiAcato il « Soli
Deo Gloria ».
d. a.
TORRE PELLICE
Problema droga:
come affrontarlo?
Il problema della diffusione
della droga in Val Pellice è stato oggetto di attenzione da parte di membri della comunità
cattolica e di quella valdese che,
giustamente preoccupati del dilagare del fenomeno, si sono
chiesti in quale modo poter praticamente intervenire. Si è costituito cosi, un gruppo di discussione coordinato da don Armando Girardi, che vede al suo
interno la partecipazione di una
gamma assai differenziata di persone, da insegnanti a studenti,
da genitori ad operai ed impiegati ad operatori sociali.
Poiché quello della droga è
uno degli aspetti della più complessa realtà giovanile, il gruppo sta in questo momento cercando di trovare dei canali di
dialogo con questa realtà e analizzarla per quello che è. Di
cambiamenti nelle motivazioni
per cui ci si avvicina alla droga
ne sono avvenuti parecchi in
questi ultimi anni; è ciò che il
gruppo sta scoprendo contemporaneamente al desiderio delle
nuove generazioni di avere uno
spazio per parlare di se stessi,
delle proprie ansie, di essere
ascoltati.
Si pone quindi il problema di
avere nei confronti del fenomeno un atteggiamento ed una
comprensione diversa dal passato senza demonizzarlo ma anche senza sottovalutarlo, operando nel costruire a Aanco dei
giovani delle nuove occasioni di
incontro e di relazione. Quindi
non si tratta di fare per i giovani, ma di fare con i giovani;
di invertire le tendenze che vedono nella competitività la mol
la che spinge ogni azione promuovendo invece una solidarietà e una assunzione di responsabilità da parte dei giovani
stessi. In questa direzione è andato l’intervento di don Luigi
Ciotti, uno degli animatori del
« Gruppo Abele » intervenuto
venerdì scorso all’ultimo incontro promosso dal gruppo.
Per chi fosse interessato al
dibattito informiamo che la
prossima riunione avverrà lunedi 7 novembre alle ore 21 presso il nuovo salone del Convitto
Valdese in via Angrogna n. 18.
A. L.
Concerto
La nostra cittadina deve essere veramente grata all’assessorato alla cultura della provincia di
Torino per il bellissimo concerto
offertole la sera di giovedì 27 ottobre diretto da Willy Humburg
con l’orchestra del Teatro Regio.
La chiesa parrocchiale, appositamente allestita, si è rivelata adatta per acustica e capienza ad
ospitare esecutori e un pubblico
numeroso, raffinato, attento ed
entusiasta. Il programma comprendeva l’Ouverture dal Vascello Fantasma di Wagner, il concerto ner violino e orchestra di F.
Mannino e la deliziosa sinfonia n.
2 in do minore op. 17 « Piccola
Russia » di P. I. Ciaikovsky.
Tutto eseguito magistralmente,
ma secondo il parere di molti la
ouverture di Wagner è stato il
pezzo dove più sono risaltate le
doti del giovane ma bravissimo
direttore.
10
10 cronaca delle Valli
4 novembre 1983
SONO QUASI 150.000 IN PROVINCIA DI TORINO
Professione disoccupato
Per giovani e donne con bassa qualifica professionale è quasi impossibile trovare occupazione - Lo dimostra un’indagine della Regione
Chi sono i disoccupati in Piemonte? Una indagine regionale
ci consente di fame un ritratto.
Sono maschi per il 36,3«/o, femmine per il 63,7%. La grande
maggioranza (il 70,6%) ha meno
di 29 anni : ovvero il 59% ha meno di 24 anni e il 26,6% (quasi un
terzo del totale) meno di 19 anni. Il 40,1% ha tra i 17 e i 21 anni. I maschi non superano i 24
anni per il 63,2% contro il 56,7%
delle donne. Questo il « profilo »
anagrafico dei disoccupati torinesi. I dati sono emersi da ima
« inchiesta campione » realizzata
dall’Osservatorio del mercato del
lavoro della Regione, dal COSP
dell’assessorato al Lavoro del
Comune di Torino e dalla Ripartizione lavoro della Provincia.
Da un gruppo campione (1(X)2
casi) sono state rilevate alcune
variabili : il sesso, il numero dei
familiari, l’anno e il luogo di nascita, la classe di istruzione, la
professionalità, la data di iscrizione e il pimteggio al collocamento.
La disoccupazione è essenzialmente ^ovanile per quanto riguarda i maschi, mentre si distribuisce con maggiore equilibrio nelle donne pur conservando una sua collocazione «giovanile». D’altra parte, la figura
« anni 50 » del disoccupato, vale
a dire maschio in età centrale,
è il 6,4% e assume 1 connotati
di un’area, che probabilmente
va ampliandosi.
Il 49,8% degli iscritti al collocamento è alla ricerca della prima occupazione. E’ massiccia
nella fascia di età più giovane e
cala poi nettamente, col passare
degli anni, fino a essere inferiore a quella dei disoccupati a partire dalla fascia 25-29 anni. Complessivamente, fra i giovani fino
a 24 anni circa il 28% ha avuto
in passato almeno un’esperienza di lavoro regolare. Coloro
che cercano im primo lavoro
regolare prevalgono fra le donne in tutte le fasce d’età (tranne quella più giovane), manifestando così nuovamente la presenza di due specifiche compo
ISCRITTI AL COLLOCAMENTO PER QUALIFICA PROFESSIONALE
Generici 47,1%
Qualifiche ind. meccanica 5,4%
Qualifiche altre industrie 5,9%
Qualiflche servizi 4,8%
Impiegati d'ordine 17,8%
Impiegati amministrativi 10,2%
Impiegati tecnici 4,8%
Altri impiegati 3,0%
nenti femminili, una di primo
ingresso giovanile e una di primo ingresso nell’età adulta.
La qualifica professionale è
molto concentrata. Ben il 47,1%
dei casi è costituito da un’offerta di lavoro generica, non ha
cioè, titolo di studio superiore
all’obbligo o certificazione professionale di alcun genere. Il secondo folto gruppo è quello impiegatizio (35,8%), al cui interno prevalgono gli impiegati d’ordine rispetto a quelli di concetto.
Siamo in presenza di una disoccupazione caratterizzata, da
un lato, da una componente principale con bassissima qualificazione professionale e di istruzione e, dall’altro, da ima componente con qualifiche impiegatizie prevalentemente generiche
e di tipo amministrativo.
La manodopera generica prevale fra le donne: 49,8% contro
42,3% per i maschi. Tipicamente femminile è la qualifica di
impiegato d’ordine (22,8% le
donne, 9,1% i maschi). E, al contrario, tipicamente maschili sono le qualifiche di impiegato di
concetto tecnico (83,3%) e le
qualifiche nel campo dell’industria meccanica (85,2% L
Analizzando il livello professionale con le fasce d’età si ricava che le più alte percentuali
di generici si trovano in due fasce: i giovani dai 14 ai 19 anni
in cerca di prima occupazione
e i disoccupati dai 39 ai 49 anni
L’esame congiunto per età e sesso fornisce ulteriori elementi di
conoscenza; sopra i 25 anni e
particolarmente sopra i 3G anni
le donne sono caratterizzate da
un’altissima quota di forza-lavoro generica.
Ultimo dato analizzato il rap>porto tra qualifiche e luogo di
PERCENTUALE DI
GENERICI E DI IMPIEGATI
Età NatMn Imm. Piem. dal Sud Altri imm.
14-19 generici 54,4 68,5 55,6
impiegati 34,6 18,5 11,1
20-24 generici 26,5 47,8 38,1
impiegati 63,0 38,1 50,0
25-29 generici 22,5 58,1 11,1
impiegati 65,0 21,0 55,6
30-49 generici 34,6 66,2 52,1
impiegati 50,9 5,2 19,6
50-65 generici 41,7 52,2 50,0
impiegati 33,3 8,7 16,7
nascita. Ne emerge un notevole
scarto quanto a qualificazione
tra i nati in Piemonte e gli immigrati dal sud: questi ultimi
presentano costantemente, a parità d’età, una maggiore quota
di generici e una minore percentuale di impiegati.
In sostanza il fenomeno della
disoccupazione è caratterizzato
per: massiccia presenza di giovani e donne; bassi livelli generali di scolarità e qualificazione;
preminenza all’interno dei qualificati, delle figure impiegatizie
generiche; in particolare « meridionalizzazione » degli iscritti al
di sopra dei 24 anni e della forza-lavoro più dequalificata. Quest’ultima è particolarmente rappresentata nella fascia di età più
giovane e in quella centrale; fra
i 20 e i 29 anni (ma soprattutto
fino ai 24 anni) prevalgono, invece, le figure impiegatizie. Le
donne manifestano, in genere,
minori livelli di qualificazione,
soprattutto nella fascia di età
3949 anni. Fra le giovani donne
(fino a 24 anni) acquista un peso significativo la presenza di
qualifiche impiegatizie, soprattutto di tipo generico e tradizionale.
La lunghezza media del periodo di iscrizione al collocamento
di Torino è risultata pari a 16,6
mesi, ma più della metà (52,8%)
è iscritta da oltre un anno e quasi un quarto lo è da più di due
anni. Le donne risultano iscrit
Il nome, il posto, la leggenda
Con 1 approvazione della convenzione con l’Università, la ricerca sulla toponomaatiea del Piemonte montano entra in fase operativa. Promossa dalla Regione
nell’ambito del progetto « Alpi e cultura », la ricerca si propone la raccolta sistematica dei nomi dei luoghi in tutta l’area montana del Piemonte. Équipes di ricercatori locali opereranno Comune per Comune sotto la guida di un Comitato
composto da esperti universitari e coordinati dall’assessorato alla Cultura della
Regione. Con schede, registratori e mappe raccoglieranno i toponimi dalla viva
voce degli abitanti insieme a informazioni sulla storia e sulle leggende dei luoghi.
Una volta rivisti e corretti dal Comitato di redazione, i risultati saranno memorizzati su calcolatori dal CSLPiemonte e in seguito pubblicati dalla Regione. Tra
le numerose Comunità montane Che hanno aderito al progetto di ricerca e in cui
stanno per iniziare i corsi di formazione per ricercatori segnaliamo la Val Pellice
e le Valli Chisone e (Jermanasca.
ic Notizie utili
te mediamente da un periodo di
tempo più lungo — di circa tre
mesi — rispetto agli uomini. Particolare di rilievo: non emergono variazioni di tempo di iscrizione con il crescere del numero
di familiari a carico. Anzi, fra
chi ha un solo parente a carico
e chi ne ha due (o più) vi è una
differenza a favore del primo.
L’ultimo provvedimento governativo amplifica ulteriormente la possibilità di chiamate nominative riducendo a valori insignificanti le chiamate numeriche, vale a dire l’unico tipo di
avviamento che comporta un
ruolo attivo del collocamento.
Il collocamento risulta, perciò,
svuotato di efficacia pratica per
la ricerca del lavoro, mentre il
collocamento di Stato finisce dì
svolgere un ruolo di pura registrazione e verifica formale: i
canali attraverso cui si incontrano domanda e offerta si esprimono nella società.
In media in Piemonte, su 100
tentativi compiuti dai singoli, il
40-45% sceglie il rapporto diretto con l’Ente pubblico, sia come partecipazione a concorsi (il
5-10%), sia come iscrizione all’ufficio di collocamento (35%).
Il resto percorre, invece, canali
di tipo personale: visita a datori possibili (il 20%); segnalazioni a datori di lavoro da parte
di amici e conoscenti (12%); invio di domande di assunzione
(5-10%).
Poiché l’iscrizione al collocamento non è un vero e proprio
momento di ricerca dell’occupazione, ma piuttosto un atto formale che accompagna la ricerca
vera e propria, il peso dei canali
privati — seppur già alto (5560%) — risulta, in pratica, sicuramente maggiore, in altre parole, la socializzazione e le reti
di conoscenze rappresentano il
« vero » meccanismo di collocamento. (Questo dato trova riscontro sia analizzando il deficitario funzionamento della mobilità istituzionale, sia vedendo
alcuni atteggiamenti psicologici
riscontrati nella ricerca sui cassaintegrati).
Ne emerge una ipotesi di lavoro per l’Ente pubblico: il collocamento attuale non funziona; perciò occorre rinnovare e
ribadire l’intervento del collocatore pubblico in modo da correggere i meccanismi spontanei
di selezione, le diseguaglianze
legate alle modalità della socializzazione e della contrattazione
tra singolo offerente e singolo
richiedente. Tale intervento dovrebbe operare a rovescio rispetto alla socializzazione spontanea; dovrebbe, cioè, riequilibrare le chances dei disoccupati
di più lungo periodo : i più svantaggiati dalle logiche spontanee
del mercato.
Tutto ciò a condizione che il
collocamento agisca con più efficienza e con meno burocratismo, che gli interventi di riequilibrio non siano di tipo assistenziale, ma si fondino sul rispetto
delle professionalità necessarie
al sistema produttivo.
Entro novembre bisogna pagare la sovraimposta comunale sui fabbricati
Entro il mese di novembre 1983 dovrà essere eseguito il versamento in acconto della sovrimposta comunale sul reddito dei fabbricati relativo all’anno 1983.
Tale versamento riguarderà soltanto i fabbricati ubicati sul
territorio dei Comuni che hanno istituito la sovrimposta nel rispetto, altresì, delle formalità prescritte.
La sovrimposta deve essere versata in due tempi:
a) in acconto, nel mese di novembre 1983;
b) a saldo, entro il 31 maggio 1984.
Con il versamento in acconto dovrà essere corrisposta la sovrimposta relativa al reddito dei fabbricati maturato nel periodo
compreso tra il 1“ geimaio ed il 31 ottobre 1983, mentre con il versamento a saldo dovrà essere corrisposta la parte residua della
sovrimposta commisurata all’intero reddito maturato nell’anno 1983,
I versamenti vanno eseguiti esclusivamente a favore del Co
mune nel quale è ubicato il fabbricato per il quale la sovrimposta
viene versata. Il contribuente che possiede più fabbricati in diversi
Comuni dovrà pertanto eseguire tanti versamenti per quanti sono
i Comuni nel cui territorio sono ubicati i fabbricati dallo stesso
posseduti nell’anno 1983.
E’ importante sottolineare che il luogo di residenza o di domicilio fiscale del possessore del fabbricato non ha alcuna rilevanza
ai fini della individuazione del Comune a favore del quale deve essere versata la sovrimposta.
Nessun versamento dovrà invece essere effettuato per quei
fabbricati che sono ubicati nei Comuni che non hanno istituito la
sovrimposta o che, pur avendola istituita, non hanno rispettato le
formalità necessarie per la sua applicabilità.
L’elenco del comuni che hanno istituito la sovrimposta è stato
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale consultabile presso ogni comune e le principali biblioteche civiche.
I versamenti possono essere eseguiti;
a) mediante versamento diretto alla Tesoreria del Comune
nel quale è ubicato il fabbricato;
b) mediante versamento sul c/c postale intestato al Comune
predetto.
Nel primo caso, ovviamente, per eseguire il versamento occorre recarsi presso la stessa Tesoreria del Comune nel quale è ubicato il fabbricato, mentre nel secondo caso il versamento potrà
essere materialmente eseguito presso uno qualsiasi degli uffici postali siti nel territorio dello Stato.
II numero del conto corrente postale sul quale deve essere versata la sovrimposta, ove il contribuente si avvalga di tale mezzo,
è quello indicato espressamente dal Comune interessato. Per la
sua' conoscenza il contribuente può rivolgersi direttamente al Comune, oppure può consultare l’apposito elenco che l’Associazione
Nazionale dei Comuni d’Italia intende predisporre e diffondere.
Moduli occorrenti — I versamenti vanno effettuati utilizzando
esclusivamente moduli conformi ai modelli approvati con i decreti
ministeriali pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 30 maggio 1983. In particolare:
— la distinta per il versamento diretto alla Tesoreria deve essere redatta in tre copie da ottenere a ricalco; una di tali copie, quietanzata dal Tesoriere, deve essere restituita al contribuente per ricevuta della somma indicata nella distinta. La distinta è ritirabile
presso il comune;
— con un modello di conto corrente postale da ritirare presso
il comune.
(segue nel prossimo numero)
OSPEDALE VALDESE DI TORRE PELLICE
Nuovo primario
TORRE PELLICE — Il Dr. Gio
vanni Mathieu ha vinto il concorso pubblico per il posto di
ruolo di Primario di Medicina.
Nato a Pinerolo 39 anni fa, laureato presso l’Università di Torino, nella quale ha ottenuto riconoscimenti per l’attività scientifica svoltavi, è specializzato in
cardiologia, endocrinologia e medicina interna. E’ stato dapprima
assistente presso la Divisione di
Medicina deH’Ospedale Evangelico di Torino, quindi ne ha ricoperto il ruolo di Aiuto.
Presso rusSL di Torino ha
collaborato per studi ed iniziative di medicina preventiva.
Presso il nostro Ospedale di
Torre ha ricoperto, in occasione
della malattia del compianto
Prof. B. Lo Bue, una apprezzata
attività di consulenza ed ha inoltre sostituito il Prof. V. Gay, nella Direzione Sanitaria dei due
ospedali valligiani.
Al neo Primario porgiamo i
nostri rallegramenti ed un caloroso e fraterno saluto, lieti che
un ruolo così importante venga
affidato ad un medico socialmente ed umanamente impegnato,
memori ancor oggi della ricono
scenza che popolazione ed ospedali delle Valli conservano per
il ricordo dell’operoso servizio reso da Suo padre Dr. Italo Mathieu. Con il nostro augurio gli
affidiamo quindi i nostri voti per
il proseguimento ed il rinnovamento di una tradizione, nell’anibito delle nuove esigenze ed espressioni alle quali è chiamato
il nostro Ospedale.
La Commissione degli Ospedali
Valdesi ha anche provveduto recentemente alla nomina dei vincitori dei concorsi relativi ai ruoli di Capo Servizi Sanitari e di
Capo Sala, nelle persone della
Sig.na Vera Coisson e della Signora Bruna Bonjour, quest’ultima già Infermiera Professionale dell’Ospedale. Anche a loro i
nostri più vivi rallegramenti.
Si ricompone così lo staff dirigenziale dell’Ospedale di Torre,
dopo anni di vacanza, durante i
quali sanitari e personale hanno
cogestito con impegno il loro lavoro.
Un pensiero riconoscente, infine, a Lina Charbonnier, Ersilia
Garnìer, Ivonne Cesan ed a Giovanni Boero-Rol, che ci lasciano,
dopo anni di apprezzato servizio
per raggiunta età pensionistica.'
11
:
4 novembre 1983
cronaca delle Valli 11
RUOLO PASTORALE
Da te...po questo argomento è stato
oggetto della mia riflessione. Scambi
di idee tra membri di Chiesa impegnati o meno; il disagio e la perplessità
espressi da alcuni candidati pastori
nella loro dichiarazione di fede; una
frase udita alcune volte: un tempo 'i
calici (della S. Cena naturalmente) erano di legno e i Pastori d’oro, oggi i
calici sono d'oro e i Pastori di legno
— hanno fatto maturare in me alcune
convinzioni.
Non stiamo qui a valutare e riconoscere la validità del ruolo del Pastore
di altri tempi (erano appunto altri tempi) ma ad affrontare il problema di oggi, perché la nostalgia non prevalga
sulla ragione e la realtà.
Le mie deduzioni sono queste:
1) Il Pastore dovrebbe essere innanzitutto « maestro » cioè insegnare
a capire sempre di più la Bibbia, attraverso la quale impariamo a conoscere meglio Dio e la Sua Parola: Gesù
Cristo, che diventa poi fondamento di
vita e stimolo alla testimonianza.
Partendo dai giovani, cercando di
continuare con loro il discorso iniziato
negli anni di catechismo, aiutandoli a
superare dubbi e perplessità quest’opera dovrebbe continuare a tutti i livelli,
2) Il Pastore dovrebbe preoccuparsi
di preparare i cosiddetti « quadri » cioè
i suoi co'laboratori.
3) il lavoro teologico del Pastore
al di fuori della Comunità dovrebbe essere accettato ed approvato in larga
mi.sura.
E veniamo alla famosa « cura d’anime » che tanto s’implora.
Cura pastorale particolarmente attenta, secondo me, dovrebbe essere
rivolta ai girjvani ed alle coppie miste. Molte volte per rispettare if partner queste persone rischiano di raffreddarsi oppure non sono preparate
per instaurare un dialogo.
Per gli altri: quando riusciremo a
capire che (a solidarietà spirituale, come quella materiale dovrebbe essere
caratteristica degli stessi membri di
Chiesa secondo i loro doni? (naturalmente con la dovuta preparazione fatta
dai loro teologi).
Attualmente ciò viene abbastanza
coltivato da alcuni, ma quando riusciranno a capire coloro che hanno bisogno di questo servizio, a parte casi e
situazioni particolari, che possono appoggiarsi ad altri fratelli senza richiedere sempre la presenza del Pastore!
E quando capiremo che una volta
maturati nella fede (anche se c’è sempre da maturare) non dobbiamo andare
avanti come « bébé », sempre bisognosi della mamma, o pecorelle smarrite
bisognose del « buon pastore »? Abbiamo Cristo « Buon Pastore ».
Le occasioni non mancano- per approfondire la nostra fede. La fede si può
maturare con l’approfondimento e le
occasioni per fare ciò non mancano
(studi biblici, letture, incontri tra credenti, convegni, scambi di idee, testimonianze) basta volerle e cercarle, (anche se spesso siamo messi in crisi da
certe affermazioni, la Parola deve mettere in crisi) per non doverci trovare al
punto di piagnucolare, disperandoci
quando non sappiamo più andare avanti.
Ha detto bene il pastore Giorgio
Tourn in una sua recente predicazione;
“ Dobbiamo imparare a fare spazio
nella nostra vita alle cose del Signore, naturalmente togliendo spazio ad
altre », Ed in un’altra occasione: Il
mio compito è di insegnarvi a camminare con le vostre gambe ».
Se abbiamo del problemi materiali.
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spirituali 0 desideri di conoscenza rivolgiamoci pure al Pastore, ma cerchiamo anche fra di noi il dialogo, la solidarietà e l’aiuto nei momenti di angoscia, sbandamento, disorientamento,
difficoltà di ogni genere. Penso che i
membri del Concistori adeguatamente
preparati, dovrebbero essere i primi
ad essere' punto di riferimento per molti; così pure i predicatori locali, catechisti, ecc., ai quali la gente potrebbe
riferirsi, sollevando ì Pastori da certi
impegni in modo che possano dedicarsi all’istruzione di molti.
Tutto ciò particolarmente oggi In cui
la diminuzione delle forze pastorali e
di giovani che si dedicano a questo ministerio crea dei problemi, nonché la
richiesta di aumento di impegni all’esterno dell’ambito parrocchiale (per me
valido).
Paolo in fondo faceva il ministro
itinerante, le Comunità una volta costituite erano rette dagli anziani.
Purtroppo non siamo ancora ad un
livello di autonomia soddisfacente, nemmeno alle Valli dove i membri sono
più numerosi, ma a questo bisognerebbe tendere urgentemente con lo sforzo e la volontà di tutti, cominciando
dalla prima fase; Impegno e preparazione.
Alba lazeolla Kovacs, Torre Pellice
PACIFISTI
FINANZIATI
Caro Direttore,
Mi è capitato di leggere a p. 10 de
La Luce del 7 ottobre la lettera inviataLe dal Comitato Pace e Disarmo Val
Pellice.
Mi permetta tre rilievi, anche se non
conosco i firmatari né il precedente
corrispondente cui essi hanno inteso
risponder).
Primo: trovo deplorevole esprimere
giudizi su una persona partendo dal
quotidiano che legge di regola. Mi stupisce che credenti i quali concludono
il loro intervento nel nome di Cristo
crocifisso si permettano discriminazioni unilaterali assai discutibili.
Secondo: trovo puerile negare che
gli stati comunisti dell’Est europeo finanzino alcuni dei movimenti pacifisti
attualmente attivi in Europa. Può basta,
re la citazione di un fatto avvenuto
l’anno scorso, riportato a suo tempo
da molti quotidiani e ricordato da Jean
François ReveI in <■ Comment les démocraties finissent », ed. Grasset, ’83.
Nel marzo 1982 il presidente dell’Associazione Danimarca-URSS, segretario
del movimento Pace e Sicurezza, sig.
Ingmar Wagner, ebbe la sua villa svaligiata. Poco dopo la polizia danese mise le mani su uno dei ladri e recuperò
180.000 marchi tedeschi: avevano i numeri di serie del biglietti che il governo di Bonn aveva pochi mesi prima
consegnato al governo della Germania
Orientale, per riscattare alcuni prigionieri politici e farli venire in Occidente.
Traffico di carne umana per « pace e
sicurezza ».
Terzo: esisteva il Comitato Pace e
Disarmo Val Pellice nel 1977 quando
TURSS cominciò ad installare micidiali
missili contro l’Occidente, senza tanta
pubblicità? In caso affermativo, dove ci
si può documentare oggi sulle iniziative prese a questo proposito dal Comitato?
G. Valli, Milano
IL SINODO
Mi riferisco aH’articolo pubblicato su
Eco-Luce n. 34 del 2 settembre scorso: Una valutazione della massima assemblea delle Chiese Vaides! e Metodiste, a firma Marco Rostan.
Concordo pienamente sulla riflessione
deH’articolista, là dove è detto « se il
Sinodo acquista in partecipazione e
interesse, c’è il rischio che smarrisca
progressivamente la sua vera ragion
d’essere, che è di costituire il momento più importante di governo della
chiesa, l’assemblea delie assemblee
locali ».
E’ una riflessione di vitale importanza per le nostre comunità.
Ampliando un po’ il discorso, possiamo fare un pensierino sulle nostre
assemblee di chiesa. Quanti membri sono normalmente presenti? In linea generale, circa 50/60/70 persone (mi riferisco alle comunità delle Valli). Ha
quindi ragione l’articolista nel dire che
bisogna andare cauti nell’affermare che
i protestanti non hanno la delega.
Se — come dovrebbe essere — il
Sinodo deve costituire il momento più
importante di governo della chiesa, non
potrà allora evitare di porsi la domanda: perché i culti e le assemblee sono
disertati?
Si potrà dire che il credente può testimoniare anche senza partecipare al
culti. Però, nella vita delle comunità
— io penso — il culto rappresenta il
momento più importante, dal quale
scaturiscono poi le altre testimonianze.
Quindi, la vita spirituale delle comunità
dovrebbe essere messa in primo piano
nei lavori sinodali.
Speriamo che gli organi responsabili
della nostra chiesa sentano tutta l’importanza della riflessione espressa dall’articolista e si adoprino per ridare
al Sinodo II suo giusto equilibrio.
Nelly Rostan, San Germano
Pro Ospedale Valdese
di Torre PeIJice
Pervenuti nel mese di settembre 1983
i. 100.000: Mario Mariano, Carlo Padroni, Alessandro Zatti, Torino, in memoria di Gustavo Adolfo Comba.
L. 50.000: Rostan Alice, Torre Pellice.
L. 40.000: Paolo e Piera Antortotti,
Torre Pellice, in m. Gustavo Comba.
■L. 10.000: Bianchi Isabella, Bergamo.
Pro Associazione Amici
Asilo dei Vecchi
di San Germano
Pervenuti nei mesi di luglio, agosto e
settembre 1983
L. 297.619: Jürgen Hanssmann, Herrenberg (Germania).
L. 150.000: In mem. di Monnet Adele
V. Bleynat, la sorella Anna e I nipoti
Enrica e Silvio Morero e Carlo e Olimpia Tron.
L. 50.000: Le famiglie Monnet e Boglione, in mem. di Monnet Adele v.
Bleynat; N. N., in mem. del farmacista
dr. Paolo Longo e Signora; In mem. di
Coucourde Vittoria, la figlioccia Elsa e
famiglia; J.E.C. (Pramollo); Mirella, ricorda la sua cara Jenny.
L. 20.000: Federico e Anita Ribet, ricordando la cugina Ortensia Coucourde
Leger; Livio e Dina Gobèllo Jalla (Lus.
S. Giovanni), in mem. di Magna Angelina; J. R., ricordando tutti 1 miei cari;
Ribet Plavan Angela, ricordando il figlio Victor e la sorella llda.
L. 15.000: Emma, Lino e Marcello
Jalla, in mem. di Magna Angelina.
L. 10.000: Ivette e Enrico Long, un
fiore per magna Angelina; L’Eterno è il
mio Pastore.
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Programma culturale
PARTECIPAZIONI
PERSONALI
Il dott. Luciano Panerò di Torre Pellice ha conseguito la sua seconda laurea, dopo Scienze politiche, laureandosi in Giurisprudenza presso l’Università di Torino.
Hanno collaborato a questo
numero: Bruno Gabrielli,
Ade Gardiol Theiler, G.L.
Giudici, Antonio Kovacs, Anna Maria Musso, Bruno Rostagno, Francesco Sagripanti,
Domenico Abate, Leonardo
Casorio.
Il programma culturale della
C. M. Val Pellice per il 1984 merita l’attenzione dei gruppi e associazioni con i quali lo si vuole
realizzare e della popolazione
per la quale è stato preparato.
E’ orientato:
1) a realizzare ciò che non è
stato fatto negli scorsi anni per
inadeguatezza di contributi;
2) a riproporre manifestazioni e attività che riscuotendo notevoli successi riescono ad aggregare la gente;
3) a riappropriarsi degli strumenti tipici e tradizionali esistenti sul territorio per offrire
cultura e raggiungere un più
ampio arco di popolazione.
Per avere una esatta fotografia delle attività e iniziative presenti in valle e per iniziare una
seria ed economica programmazione si intende partire facendo
un censimento con il personale
della C.M. e operatori e consulenti esterni. Le attività riproposte sono la riedizione di:
— Corsi estivi di musica nel
mese di settembre e attività
complementari con 6 o 7 concerti con l'intento di avviare anche i « non addetti ai lavori »
alla musica.
— Concorso pianistico nazionale « K. Czerny » considerato il
successo ottenuto in precedenti
edizioni.
— Concerti all’aperto di musica classica, moderna e popolare
nell’ambito della « Val Pellice in
festa » che quest’anno haimo visto la presenza di 1600 spettatori
tra i quali molti turisti.
— Fiere, sagre e manifestazioni dei Comuni con spettacoli concerti - dibattiti incentrati sulla rivalutazione delle tradizioni
artigianali, agricole e culturali.
Fra le novità da annoverare
le proposte che hanno come
obiettivo la rivalorizzazione di
un ricco patrimonio di strumenti culturali esistenti sul territorio, talvolta sconosciuto a molti.
E’ quanto mai significativa l’idea
di tenere nelle Chiese parrocchiali e nei Templi valdesi nel
periodo invernale dei concerti di
musiche di ogni epoca e nazionalità utilizzando il patrimonio
organario.
Brillante idea è quella di promuovere attività inerenti l’astronomia con pubblicazioni divulgative sulle caratteristiche delrOsservatorio astronomico sorto nel 1970 a Luserna S. Giov. e
su alcune ricerche eseguite nello
stesso, incontri con le scuole ed
esperti sull’osservazione astronomica e visite guidate di gruppi di giovani per osservazioni
notturne. '
Proposte di rilievo sono:
— l’istituzione di un Laboratorio di musica moderna per giovani per permettere loro di « usare » invece di « consumare » la
musica; il Laboratorio dovrebbe
diventare col tempo « sala di
ascolto e di produzione musicale »;
— la promozione culturale delle biblioteche partendo dall’avvio di un convegno per un confronto di esperienze diverse e
per verificare la volontà e le mo
dalità di migliore e più completo utilizzo delle biblioteche.
I giovani potranno trovare largo spazio nel loro tempo libero
se sapranno fare una scelta o se
incoraggiati a farla.
II programma, elaborato con
cura dall’Assessore M.o Mauro
Pons, potrà concretizzarsi se la
Comunità Montana riceverà il richiesto contributo di 39.500.000
lire in attuazione della Legge
58/78.
A. K.
Autunno
in Val d’Angrogna
Sabato 5 novembre, ore 14.30, Foyer
del Serre: Festa per l’apertura del laboratorio artigianale, con i bambini delle scuole elementari ed il gruppo di
musica occitana « Esquiarzee ».
Sabato 5 novembre, ore 20.30, Tempio valdese dì Pradeltorno: « Martino
Lutero », spettacolo del Gruppo Teatro
Angrogna. __
Cineforum 1983-84
Val Pellice
Il Circolo ARCI « Sergio Toya » di
Torre Pellice ha stabilito il calendario
del Cineforum 83-84 che prevede 32
proiezioni.
NOVEMBRE
4: Anni di piombo (M. Von Trotta);
11: Gii anni in tasca (F. Truffaut);.
18: Effetto notte (F. Truffaut):
25: il ragazzo selvaggio (F. Truffaut):
DICEMBRE
2: Ma papà ti manda sola? (P. Bogdanovich) :
9: L’uomo di ferro (A. Wajda);
16: Galileo (L. Cavani);
GENNAIO
6; Providence (A. Resnais);
13: Stavinsky, il grande truffatore (A.
Resnais);
20: Steambot Bili Jr (B. Keaton);
27: The General (B. Keaton); —
FEBBRAIO
3: Morire d'amore (A. Cayatte);
10; Il passaggio del Reno (A. Cayatte);
24: io e la vacca (B. Keaton);
MARZO
2; le 7 possibilità (B. Keaton);
9: Il deserto dei Tartari (V. Zurlinì);
16: eleo dalle 5 alfe 7 (A. Varda);
23: Les Créatures (A. Varda);
30; lo e l’amore - Sherlock Jr. (Keaton);
APRILE
6: Mr. Klein (J. Losey);
13: Messaggero d’amore (J. Losey);
20; Vite vendute (H.G. Clouzot);
27: Atlantic City USA (L. Malie);
MAGGIO
4:' Francesco d’Assisi (L. Cavani);
11: Come eravamo (S. Pollack);
18; L’uomo del Sud (J. Renoir);
25: Morte in diretta (B. Tavernier);
GIUGNO
1: La mia notte con Maud (Rohmer);
8: Ultimo Metrò (F. Truffaut);
15: Frank Costello (J.P. Melville);
22: Fitzcarraldo (W. Herzog);
29; Amarcord (F. Fellini).
USL 42 - VALLI
CHI80NE-CERMANA8CA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde)
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 6 NOVEMBRE 1983
Perosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 ■
Tel. 81261.
Ambuianza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 44- PINER0LE8E
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USL 43-VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 6 NOVEMBRE 1983
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud, 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice; telefono 91.996.
12
12 uomo e società
s.
4 novembre 1983
ENORME MOBILITAZIONE PACIFISTA IN TUTTE LE CAPITALI EUROPEE L’Olanda, altro anello forte
Le frontiere europee della pace
della catena pacifista, si è mobilitata sabato 29 ottobre. Anche
lì, come sì poteva prevedere, si
è trattato di una marea umana
che ha letteralmente bloccato la
intera capitale per tutta la giornata. Ero in Olanda la settima
Dall’anello più debole (Francia) a quelli più robusti (Germania, Olanda, Gran Bretagna) della
catena pacifista europea - Milioni di persone rifiutano il fatalismo e la rassegnazione
Parigi, domenica 23 ottobre. Di
ritorno dall’Olanda, partecipo alla manifestazione per la pace. Il
giorno prima aveva avuto luogo
un’altra manifestazione, organizzata dal « Movimento della pace», cioè dal PCF, movimento
unilateralista filo-sovietico visceralmente anti-americano; da 30
mila a 50.000 persone vi avevano
aderito ordinatamente, silenziosamente.
In questa domenica assolata
invece, era l’altro movimento per
la pace ad essere protagonista:
un movimento nuovo, appena
nato, alle sue prime armi (pacifiche). La manifestazione infatti
era organizzata dal CODENE
(Comitato di Disarmo Nucleare
in Europa), con l’adesione del
PSU e della OPDT. Sulla scia del
lusinghiero successo registrato
nell’agosto scorso con il Raduno
del Larzac (20.000 persone confluite sull’altopiano meridionale
per protestare contro la militarizzazione e la nuclearizzazione
del territorio tolto ai contadini),
il CODENE ha deciso di promuovere, anche in Francia, un
movimento per la pace indipendente e non allineato che non
solo chiede il non dispiegamento
dei Pershìng e Cruise in Europa
ma altresì lo smantellamento
degli SS 20 e la rinuncia alla
« force de frappe » francese.
Nella Francia post-gollista, gestita da un presidente socialista
profondamente anti-sovietico e
anti-pacifista, che è il più strenuo
sostenitore dell’installazione dei
missili americani in Europa e
che, ima settimana prima a Bruxelles aveva sprezzantemente
sentenziato; « I missili sono all’Est, i pacifisti all’Ovest », era
urgente che nascesse un movimento realmente pacifista, idealmente collegato agli altri movimenti per la pace europei.
10.000 -15.000 persone, per lo
più giovani; ma anche con una
significativa presenza di operai
e di anziani, hanno risposto all’appello del CODENE, formando
in mattinata una doppia « catena umana» di 10 km che collegava l’ambasciata USA a quella
URSS, tagliando Parigi in due.
• L'Eco delle Valli Valdesi •
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Verso le 11, in Place de la Concorde, i manifestanti hanno tentato più volte di chiudere la catena, bloccando rimbocco degli
Champs Elysées sulla piazza, ma
ogni volta un nutrito gruppo di
CRS, particolarmente nervosi, li
ha brutalmente respinti sui marciapiedi, ricorrendo anche ai
manganelli.
Chi si azzardava a scattare
foto di queste scene veniva sistematicamente avvicinato da un
poliziotto che toglieva la pellicola dalla macchina e la schiacciava a terra.
Alle 13, i manifestanti si radunavano sulla piazza della Bastiglia. Un’ora dopo la piazza era
gremita di migliaia di dimostranti, probabilmente gli stessi (esclu.
si i socialisti e i comunisti) che
la sera del 10 maggio ’81,in questa stessa piazza, avevatio salutato con euforia l’avvento del governo di sinistra in Francia. Poco
più di due anni dopo, molti cartelli ricordavano gli impegni e
le promesse pacifiste del candidato Mitterrand!
Risjietto ai fiumi di gente che
hanno invaso Roma, Bonn, Bruxelles, Londra, quella di Parigi
è stata una piccola e timida manifestazione, segno che la Francia rimane l’anello più debole
della catena pacifista europea.
Ma è stato un primo passo significativo, capace di esprimere
«Sola
Scriptura»
(segue da pag. 6)
si della critica biblica, può essere
grandemente liberatoria per
creare un rapporto dialettico,
dove chi si accosta al testo biblico diventa consapevole dei
presupposti propri e impara a
scorgere i presupposti dei testimoni biblici. In questo processo
riconosciamo il nostro stato dì
ricerca e anche la nostra « dipendenza » rispetto al messaggio
centrale.
Osservazioni
La Rivelazione è un « accadere » e non un pacchetto di verità più o meno disponibili. In
questa lìnea l’autorità non può
trovarsi nel magistero della Chiesa o in qualunque mediazione
che — partendo dalla Bibbia,
dalla tradizione, comunque intesa, o dall’insieme dei due elementi — pretenda di dare una
garanzìa, un’istituzionalizzazione
di ministeri necessari per la salvezza limitando in qualche modo la ricerca o negando la possibilità di compiere un’indagine,
una verifica nella prassi, una
scelta.
E’ illusorio pensare alle varie
formulazioni della fede come a
qualcosa di cristallizzato da poter ricalcare e riproporre nella
loro espressione originaria nel
l’arabito della nostra fede oggi.
No
ion ir pensabile credere la fede
di un altro. Si può invece confrontare la specificità dell’annunzio contenuto nel N.T. con la
specificità dell’oggi, e questo
comporta necessariamente una
scelta, un processo di accettazione-rifiuto, dato che la Rivelazione passata può essere considerata solo a partire dal presente. In questa operazione noi
siamo coinvolti data la nostra
collocazione storico-culturale che
si è ampiamente intrecciata con
le confessioni di fede espresse
nella Scrittura.
molto di più in futuro.
Tutt’altra cosa in Germania
che, come è noto, è invece l’anello più robusto della catena pacifista in Europa. E non a caso
visto che il territorio tedesco è
di gran lunga quello più esposto,
politicamente e militarmente,
nello scontro fra le due superpotenze. Bonn, Stoccarda, Amburgo, Berlino Ovest sono state invase da centinaia di migliaia di
manifestanti.
Ne abbiamo parlato con Reinhard Vogel, evangelico, attualmente in vacanza ad Angrogna, il
quale ha partecipato alla famosa
« catena umana » di 108 km tra
Stoccarda e Neu Ulm, base assegnata dalla NATO per accogliere i Pershing Il.Vogel è rimasto
molto impressionato da questa
catena che si è rivelata molto più
umana di una manifestazione di
massa. Vi hanno partecipato giovani, bambini, e anche molti anziani; un vero e proprio incontro
tra generazioni. Cerano i « Verdi », i sindacati, i gruppi femministi e soprattutto i gruppi ecclesiastici evangelici (in primo luogo) e cattolici.
Ehrard Eppler, esponente della
socialdemocrazìa tedesca e presidente del Kirchentag, ha espresso la sua paura per la crescente
escalation degli armamenti, parlando a Stoccarda insieme al teologo cattolico Greinacher. A Ulm
invece ha preso la parola, tra gli
altri, Peter Rösch, pacifista recentemente cacciato dalla Germa»
nia orientale. « No ai missili all’Est come all’Ovest », dicevano
molti cartelli innalzati durante
la catena.
A Bonn ha parlato Willy Brandt,
suscitando un’enorme impressione negli ascoltatori.
Durante la fase organizzativa
erano stati distribuiti dei nastri
per collegare le persone tra di
loro nella catena qualora il numero dei partecipanti non fosse
stato sufficiente. Ma non ce n’è
stato bisogno: i partecipanti erano molti più del previsto (180.000
persone) e si è constatato che
molte nuove persone sono state
guadagnate alla causa della pace. Non tutti infatti si sentono
di fare blocchi ma tutti sono di
sposti a stringersi in una catena
umana.
Ora la paura è che di fronte
alla marea crescente del pacifismo ì politici al governo dilazionino il momento dell’installazione dei missili rinviando « sine
die » il no risoluto ai mezzi di
distruzione di massa che il popolo tedesco attende, da troppo
tempo, dai suoi dirigenti.
Folle enormi, al di là di ogni
previsione, anche a Bruxelles e
a Londra, dove il vecchio movimento per il disarmo nucleare
(CND) è riuscito a mobilitare oltre mezzo milione di persone: la
Diù grande manifestazione mai
vista nella capitale britannica.
Anche la Gran Bretagna, infatti,
ha la sua Comiso (Greenham
Common) e sembra che le prime
rampe di Cruise siano già giunte a destinazione, così come a
Comiso del resto.
na scorsa (delegato all’Assemblea Generale del CEGE) e ho
potuto sentire il clima di mobilitazione generale contro i missili;
bastava attraversare i paesi e le
città e guardare le case: ad ogni
finestra era attaccato un poster
anti-nucleare che annunciava la
manifestazione dell’Aia. Ora, in
Olanda, più ancora che in Germania, sono le chiese ad essere
da anni in prima fila nella lotta
pacifista. L’IKV — Consiglio Inter-ecclesiaie per ia pace — opera fin dal 1966 e nel settembre
1977 ha lanciato una grande campagna contro le armi nucleari,
con uno slogan diventato famo
so: « Aiutate a sbarazzare il mondo dalle armi nucleari, incominciando con l’Olanda». Da allora. ogni anno viene organizzata
una « Settimana deiia pace » che
coinvolge tutte le chiese (evangeliche e cattoliche) dei Paesi
Bassi. Un esempio da seguire anche in casa nostra, affinché la
lotta per la pace diventi effettivamente un’educazione alla pace, di
lungo respiro.
Jean-Jacques Peyronel
Colore pesante
f segue da pag. 1 )
sa: arriva a invocare, malgrado
tutto, con fiducia, il soccorso
del suo Dio. Che lezione per la
nostra civiltà cristiana, così pronta all’infedeltà e anche all’abbandono di Dio di fronte allo scan
dalo dell’ingiustizia e della sofferenza! E’ una civiltà in cui sulla perseveranza sofferta prevale
il comodo pentimento, moneta
fin troppo corrente, inflazionata,
continua premessa per nuove allegre infedeltà, in campo religioso o secolare, con indulgenze e
condoni edilizi e fiscali. E noi, in
questa civiltà, non siamo da meno con la nostra vocazione pacifista di fresca data, con una pennellata di viola che rischia di
stendere troppo a buon mercato un velo sul passato, di darci
troppo facile certezza della giustezza della nostra posizione e
del torto altrui. Rischiamo così
di essere spiritualmente più poveri, noi cristiani, di chi ha pregato e prega questa preghiera
AGAPE - CAMPO INVERNALE
Trasformazione della
società e terrorismo
Quanti oggi sono impegnati nella prospettiva della trasformazione della società non possono evitare la riflessione
critica in merito alle questioni aperte dal terrorismo: sulla
natura dello stato, sulle conseguenze del diritto e sulle modificazioni tuttora in atto nel paese.
Le nuove forme di disubbidienza civile che si stanno diffondendo in Europa ci fanno intravvedere una nuova dimensione dei rapporti del cittadino con lo stato che rifiuta sia
il terrorismo che l’accettazione passiva dell’autorità costituita. L’incontro affronterà il problema dei fondamenti storico-filosofici del diritto nelle società occidentali, per arrivare all’analisi delle più recenti trasformazioni legislative in
materia di terrorismo e degli atteggiamenti assunti dalla sinistra italiana in questi ultimi anni.
PROGRAMMA
Lunedi 26 dicembre: arrivo per cena e sistemazione.
Martedì 27 - mattino: la concezione del diritto dal '700
ai giórni nostri; pomeriggio: autobiografia della sinistra italiana dagli anni '60 al post-terrorismo.
Mercolecfi 28 - venerdì 30: lavoro nei gruppi di studio sui
seguenti temi, ognuno preceduto da una breve introduzione
orientativa; a) legge e diritto: dalle lotte degli anni '60 al
post-terrorismo; b) legislazione d’emergenza, pentitismo, dissociazione, amnistia; c) lealismo e trasgressione; istanze etiche e scelte politiche; d) processo penale e carceri: modificazioni e prospettive; e) pentimento, perdono, riconciliazione. Spunti per una riflessione biblico-teologica.
Sabato 31: Tavola rotonda sul tema del campo - Assemblea conclusiva. - Sera: Culto e lesta di fine anno.
Domenica l/l/’84: partenza dopo la colazione.
Per le iscrizioni al campo rivolgersi a: Agape Centro
Ecumenico, 10060 Frali (To), tei. 0121/841514.
senza pentimento ma con intensa e sofferta fede.
Eppure il pentimento è per i
cristiani la ricchezza evangelica.
Inteso non come comodo strumento religioso di auto-purificazione., ma, Lutero insegna, come
consapevolezza della permanente
contraddizione in cui vive il credente che è nello stesso tempo
giusto (giustificato) e peccatore
— sì da produrre umiltà e riconoscenza anziché orgoglio e autogiustificazione — il pentimento è la ricchezza dell’Evangelo
di Cristo. Ma lo è nella misura
in cui appunto non è facile punto di partenza che copre il passato alla leggera bensì punto di
arrivo dopo il travaglio che è
espresso nel salmo. Il pentimento è ricchezza inestimabile se il
suo cammino non è una scorcia' loia, se passa attraverso la nostalgia della fede dei padri, se
si scontra col non capire il perchè dell’abbandono e del silenzio di Dio, se malgrado questo
rifiuta ostinatamente di voltare
le spalle a Dio, di lasciar stare
Iddio e morire (Giobbe), se dal
fondo di questa sofferenza invoca il soccorso di un Dio che si
risvegli, allora il pentimento può
gerrnogliare e trovare nello specchio del Cristo la risposta. Allora la preghiera del salmista, senza perdere nulla della sua forza
di fede, può trovare un completamento, uno spostamento di accento lieve ma essenziale. Allora
si può capire e condividere la
comprensione che Paolo ha avuto di questo salmo e, nel quadro di un inno di riconoscenza
per aver conosciuto in Cristo la
giustificazione per grazia mediante la fede, si può esclamare
(Rom. 8: 36) «Per amor di te
noi siamo tutto il giorno messi
a morte ». Non « per causa tua »,
ma « per la tua causa », non per
colpa tua, ma per amore di te
che hai coperto il nostro peccato (Rom. 5: 1-4), noi siamo disposti ad essere pecore da macello, ad essere anche umiliati
e disprezzati nelt’ànnunciare la
vittoria ottenuta dall’amore di
Dw che ha preso su di sé il peso della nostra follia individuale e collettiva.
Il viola del pentimento non è
quindi un colore che può essere
portato alla leggera. E’ un colore che se è autentico è pesante.
Voglia Iddio che noi lo indossiamo con consapevolezza. Allora
possiamo farlo con gioia e riconoscenza.
Franco Giampiccoli
Á