1
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
DELLE miXI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 44 ABBONAMENTI f Eco: L. 1.300 per l’interno Èc)^k La Luce: L. 2.000 per l’intemo Spedi». »bh. postale - 1 Groppo 1 TORRE PELLIGF, 10 novembre 1961
Un» copi» lira 30 t L. 1.800 per Feifero L. 2.800 per Testerò C»mbio d’iodiriuo tiro 50 Ammin. Claadiana Torre Pellice • C.C.P. 2.17557
La lezione di Thant
Con voto di rallegrante unaninaità
il 3 novembre l’Assemblea generale
delle Nazioni Unite ha nominato quale segretario generale ad interim il
birmano Thant: rimarrà in carica fino al 10 aprile 1963, data nella quale
sarebbe scaduto il mandato di Dag
Hammaskjoeld.
Insegnante e polìtico, buddista di
profonda religiosità e di riconosciuto
impegno morale, Thant è un degno
rappresentante di queirantica civiltà
asiatica che va assumendo un’importanza sempre maggiore nel confronto
fra le nazioni e le culture. Proprio in
questo numero, e avvicinandoci a Nuova De-lili, si ricorda in altra pagina
la portata che questo confronto ha
pure sul piano della testimonianza
cristiana. La missione delle Chiese
non incentra solo popolazioni arretrate da civilizzare; sempre più, e nell’Asia sud-crientale in particolare, si
trova a confronto con antichissime e
raffinate civiltà, ricche di una religiosità intensa, che segna profondamente la vita sociale.
Le Chiese non hanno certo da temere questo confronto, ma devono viverlo in piena chiarezza e serietà;
non per indulgere una volta ancora
ad una relativizzazicne sul piano delle religioni comparate (tutte le religioni si valgono, o sono tanto migliori quanto più « morali »), ma per non
Í" batter l’aria » con la propria testimonianza. Del resto, è profondamente opposta al vero spirito missionario
la sprezzante — e ignorante — superiorità 0 indifferenza verso l’ambiente. L’apostolo Paolo conosceva bene il
mondo culturale e religioso a cui andava a testimoniare deU’unico Evan
gelo, ad annunciare l’Iddio sconosciuto, inutilmente cercato finché non si
riveli egli stesso.
Certo, per quanto seducente e spiritualmente elevata, resperienza buddista non ha da insegnare nulla alla
fede cristiana vissuta nella sua totalità; la più profonda meditazione mistica è come uno splendido scrigno...
ma questo soltanto, se la rivelazione
unica dell’Iddio di Abramo, Isacco e
Giacobbe, dei profeti e degli Apostoli,
dell’Iddio e Padre del Signor Gesù
Cristo, non viene a riempirlo di vivente contenuto, a pervaderlo di linfa
vitale.
E tuttavia, bisogna che gli uomini
politici impegnati in qualsiasi campo, e in particolare i cristiani, così
spesso assordati dal fracasso dell’imperialistico diverbio fra i due « grandi » e incapaci di una chiara e umana valutazione dei veri problemi, meditino sulla lezione di questo birmano.
Nel suo discorso d’investitura ha affemato che le cause più serie deH’attuale tensione mondiale non vanno ricercate nella lotta fra il comunismo e i
suoi avversari, ma nella divisione del
mondo in paesi ricchi e poveri. « Questa divisione — ha detto — è più reale, più durevole ed ora più esplosiva
di quella esistente fra comunisti e non
comunisti. Nella guerra fredda che
viene condotta senza respiro dall’Occidente e dall’Oriente tutti credono
di poter vincere evitando una guerra
nucleare ed entrambi i contendenti
hanno la forza della fiducia in se stessi e delle proprie risorse materiali. Il
presidente Kennedy crede che la democrazia sia il destino dell’umanità
cosi come il premier Kruscev crede
nella inevitabilità del comunismo.
« Kennedy sarà nel giusto se il ricco dell’Occidente, ohe generalmente
rappresenta, le forze della democrazia, saprà leggere i segni del nostro
tempo. Il comunismo non è una malattia che possa essere debellata con
la forza. La maggior parte degli americani sembrano credere che se saranno sempre in grado di fornire mitragliatrici e carri armati ai popoli affamati d’Asia, e d’Africa il comunismo
potrà essere contenuto. Essi, iri sostanza, pensano che il comunismo
possa essere annientato con le armi.
Ma il fatto semplicissimo è che il comunismo è un’idea, per quanto detestabile essa possa sembrare, e che è
una delle idee più persuasive per i poveri e disederati.
« Nessuna persona dotata di senso
comune — ha detto ancora Thant —
pensa che se gli americani arriveranno per primi sulla Luna tutti i popoli
dei paesi affamati si porranno all’onibra della bandiera degli Stati Uniti.
Dove avete messo l'uomo, nel vostro universo d'oro e d'argento? Dov'è l'uomo con il pane quotidiano
che attende? Dov'è quest'uomo, sempre lo stesso, in quest'universo? Lui
solo importa, e lo avete dimenticato.
Albert Einstein
Parlare infine di civiltà orientale e
occidentale è poi xm controsenso. I
conflitti fra le nazioni, come fra gli
individui, non dipendono dal loro grado di civiltà o dalle loro tradizioni sosiali o storiche, ma piuttosto dalla
misura di inciviltà che è ancora nel
Icro carattere. Si parla molto di democrazia, ma la democrazia è un sistema assai difficile a mettersi in pratica in quanto essa richiede Tarmonia
della volontà di molti. Il totalitarismo
è assai più facile ad attuarsi perchè
prevede che le molte volontà siano
soggette ad una sola. Orbene, quali
che siano i suci difetti, la democrazia
ò un sistema che ha in sé due virtù
compensatrici : essa sostituisce la ragione e la persuasione alla forza bruta nel disbrigo degli affari umani e
rende possibile un mutamento di governo senza rivoluzioni ».
Possiame aggiungere, di nostro, che
il comunismo non è, in fondo, una
malattia, ma la febbre che denuncia
la malattia, prezioso campanello d’allarme, anche se sfianca l’organismo.
Un giorno è apparso Uno che ha
detto : « Non sono venuto per i sani,
ma per gli ammalati ».
Vive ancora, e ancora chiama al
ravvedimento.
RIUSCITA MANIFESTAZIONE EVANGELICA AD IVREA
L Evangelo perenne per una città
che si trasforma
Il lo navembre la cittadina d’Ivrea ha
accollo uno sluolo di ovangeli<i d^Ilalia
segnatamente del Picimonte, Lombardia e
Liguria; lio rivisto la storica Eporedium
che giace su entrambe le rive della Dora
Bahea ; si notano arwora le torri dell’antico castello del Conle Verde, il Duomo,
una delle prime chic >e cristiane, costruito,
secondo la tradizione su un antico tempio
dedicato ad Apollo: soprattutto, l’opulenla Ivrea mostra con orgoglio il vasto complesso industriale e «©«ciale della ditta Oli«
vetti. I dintorni sono ameni, ricchi di ho*
scili, vigneti, ville e castelli.
Ivrea è ricca di istoria, di fatti d’arme,
legata alle alterne vicende dei conflitti locali ed europei, per l’imporlanza che essa
l>i avuto nel corso della storia italiana;
oggi, si presenta come città industriale di
primo piano, dove il benessere, gli svaghi
sono alla portata di tutti e dove la miseria
sembra scomparsa del tutto; la bettola, le
taverne, le trattorie di modesto ordine per
i mereiai ambulanti, per poveri tapini sono
sconosciute in questa città.
Ivrea è soprattutto ricA'a della perla di
gran valore, che un giorno è stala portata
sulle rive della Dora; si ha notizia sin dal
1522 di frati domenicani di Ivrea, convertitisi all’Evangelo, che propagandarono
l’Evangelo in Val d’Aosta; poi, nel 1561
si parla dell’opera di Riformati nella città
e della fuga dei medesimi ned 1568 verso la
otspitale Ginevra, in pieno clima di persecuzioni. A Ivrea morì la consorte del Coligny, la intrepida Giacoline d’Entremonts
che conobbe sotto Emanuele FOiberlo e
Carlo I le angherie, i soprusi e la prigione
più crudele. Poi, un lungo silenzio..
Dopo U 1848 nelle terre del Canavesano
e ad Ivrea ha inizio la penetrazione evangelica a mezzo di Pastori melodisti e vaidesi, nonché di audaci colporiori che recano nei borghi e nella città il (messaggio
della Speranza in Cristo. Ad Ivrea giunge
dairinglìillerra uno dei pionieri del me
11 y a deux espèces de chrétiens:
ceux qui dénichent un brin de paille
dans un sac de blé, et ceux qui trouvent un grain de blé dans un sac de
paille.
RIFORMA E SCUOLA
Il valore delle commemorazioni
storiche è indubbiamente molto relativo, perchè le celebrazioni finiscono,
troppo spesso, con l’esaurirsi in un atto ufficiale: corteo, discorso, ecc. ecc.
(per non parlare del banchetto ufficiale: agape, rancio ecc. ecc.).
Valore relativo, ma non nullo, perchè anche il semplice fatto di incontrarsi, di poter conversare, rievocare
avvenimenti o persone, costituisce ancora un elemento positivo.
Il fatto è poi che queste commemorazioni, se non tutte, alcune per lo meno si esauriscono proprio soltanto in
una serie di interrogativi sui quali varrebbe la pena di soffermarsi, perchè,
tutto sommato, qualche ...malintenzionato potrebbe anche supporre che così è per la semplice ragione che il
« fatto », Fo avvenimento » non hanno
più alcun significato!
L’avvenimento è diventato istituzione, ecclesiastica magari, ed il discorso
(sermone, predica, culto) commemorativo ne ricorda il significato agli immemori delle benefiche virtù del compianto defunto Giovanni (Salvino o
Martino Lutero.
E così, per recare un sia pur modesto contributo alle celebrazioni della
Riforma, sono andato a rileggere alcune pagine dell’opera di Doumergue
ed uno studio di Gaufrès. Mi è parso
che essi non fossero del tutto privi di
interesse, anche oggi, per chi ha orecchi per udire ed occhi per vedere; per
chi cerca di cogliere la realtà delle cose oltre la fitta nebbia della illusione
e degli interessi contrastanti.
* * *
Calvino, per esempio, nel tentativo
di risolvere radicalmente il problema
di annunziare la Parola in un linguaggio accessibile agli uomini del suo
tempo, ha riservato il latino ai dotti
(anche lui era un dotto!) ed ha scritto
nella lingua di tutti, diventando, in
una forte misura, anche il padre del
francese nuovo!
* * ♦
Dopo aver parlato dell’ufficio dei
« dottori » e averne distinto il compito in straordinario e ordinario, giunto
alla conclusione che in una Chiesa
ariformatan l’ufficio dei dottori è «ordinario», Clalvino scrive chiaramente
nelle sue Ordonnances del 1541 quanto segue ; « Selon que les chases soni
aujourd'huy disposées nous compregnons en ce tiltre ces aydes et instructions pour conserver la doctrine de
Dieu et jaire que l’Eglise ne soit désolée par faulte de pasteurs et ministres; ainsi, pour user d’un'mot plus
Infelligihle, nous l’appellerons /’Ordre
des escoles ».
Dove ristriizione è arretrata e l’analfabetismo regna, non si è avuto Riforma
Gli ordinamenti ecclesiastici di Calvino considerano tre sole cariche; pastori, anziani, diaconi e consacrano
un capitolo alle sifùole; al vertice la
Facoltà di Teologia, ma alla base la
scuola dei piccoli e grandi, il Collège.
Scrive (Falvino : « Pour ce qu’on ne
peult proufiter en telles leçons que
premièrement on ne soit instruict aux
langues et sciences 'humaines, et aussi
est besoing de susciter de la semence
pour le temps advenir, aßin de ne
laisser l’Eglise déserte à nous (nos)
enfants, il faudra dresser Collège pour
instruire les enfants, aßin de les préparer tant au ministère que gouvernement civil ».
* * ÎÎS
Si può oggi criticare Feccessiva ingerenza del potere ecclesiastico calvinista nell’ordinamento scolastico; fare delle riserve sulla rigorosa separazione dei sessi nella scuola primaria.
Ma un fatto va sottolineato; l’importanza fondamentale della istruzione
nel pensiero di Giovanni Calvino.
La « Discipline des Eglises réformées de France », fino ad alcuni decenni or sono, « consacrava il suo primo capitolo ai pastori ed il secondo
ahe scuole ».
Nota bene: Non ho bisogno di osservare che sarebbe alquanto arrischiato tradurre Collège con Collegio
(Valdese di Torre Pellice) e di ricercare un capitolo consacrato alle
« scuole » negli ordinamenti della
Chiesa Valdese, mater Reformationis.
Le affermazioni di principio hanno,
naturalmente, un grandissimo valore;
ma più interessante è la loro attuazione. E su questo piano, la storia della
Riforma è significativa. La storia del
la Riforma è, in gran parte, storia dell’istruzione; storia dei Collèges.
Premesso che « la Réforme ne se
borna pas à susciter en France, comme dans les autres pays, l’Instruction
primaire par la création des ’’Petites
écoles” »; che la Riforma « établit,
l’instruction secondaire partout où elle en eut le moyen », noi ci troviamo,
subito, all’inizio della Riforma stessa,
in presenza di quaranta acollèges proprotestants ». Accanto ai Collèges le
Académies.
Il problema finanziario mette spesso in difficoltà la Chiesa; il reclutamento degli insegnanti deve affrontare ostacoli che sembrano insormontabili. Le guerre civili inaridiscono le
fonti della liberalità cristiana : i « collèges » sono forse un lusso?
Enrico IV risolve parzialmente il
problema : concede ai « Riformati »,
quale risarcimento della « decima ecclesiastica » ch’essi pagano allo Stato
cattolico un contributo annuo in favore dei Collcgès e delle Académies.
Poi lo scoraggiamento si fa più forte; i professori son mal pagati; i sinodi lanciano patetici appelli ai quali le
Chiese sono indifferenti. La reazione
cattolica intanto trionfa; con Luigi
XIII ai Collèges viene imposto un
« principal » cattolico che fissa i programmi; la fine si avvicina: Luigi XIV
sopprime quel che rimane.
La Riforma, in Francia, fiorisce col
fiorire dell’istruzione; sarebbe errato
confondere i due termini, ma bisogna
sottolineare Findissolubile legame che
li unisce. Dove l’istruzione è arretrata e l’analfabetismo regna, non si è
avuto Riforma. Forse qualcuno, un
giorno, si deciderà a scrivere sull’importanza delle .scuole nelle Valli!
L. A. Vaimal
Iodismo in Italia, il Piggot olle recò per
primo la buona nO'Vella nella città; seguirono i Pastori Valdesi dal 1863, col Revel,
poi il Maurin, Bertinatti, Ribet, Vinay, Rivoira, Toum. Le adunanze regolari si tennero da] 1873 in casa del Pastore e poi
nell’anno successivo in un locale pubblico,
mollo ampio, sede fino ad allora della
Corte d’Assise; la comunità si costituì regolarmente nel 1875 lauto da raggiungere
la cifra di 100 comunicami nel 1800; da
Ivrea l’opera si irradiò nel Canavesano; a
Livorno, Monteslrutto, Parella, Borgofranco, Lessolo, poi a Burolo, Vische, Candia,
Caluso, Viiverone, Bollegno, eoe.
Ad Ivrea passava di tjuando in quando la
famosa « carrozza biblica » di Angelo Castio'ni e di altri colporiori; in una relazione d’un viaggio del Castioni del 1878 é
dello : « A Ivrea, avendo messo il carro
lungo la strada., non tardò ad avvicinarsi
gente ed in poco tempo si v-enidettero molti
Nuovi Testamenti ed alcune Bibbie... ». Ci
rallegriamo di questa notizia annotata dalfumile colportore che ha recato la sua te■stimonianza in un clima di indifferenza o
di anticlericalesinio.
Quest’anno, in occasione del primo centenario della predicazione dell’Eìvanigelo in
Ivrea, il Pastore Giorgio Bouchand ha indetto una manifestazione nel teatro Giacosa per il 1« novembre; vi erano più di
500 persone, la maggior parte evangelici,
di varie denominazioni nonché un gruppo
di ortodossi di Montalto Dora, guidati dal
loro sacerdote, don Pace e un esiguo numero di cattolici. Il Pastore locale ha brillantemente diretto la giornata, iniziando
la manifestazione con un breve, forte mes.
saggio tratto da Geremia 7: 4 «Emendate
le vostre vie e le vostre opere ed io vi farò
dimorare in questo luogo ; non ponete la
yoslra fiducia, in parole fallaci dicendo :
questo è il tempio del’Etemo, il tempio
dell’Eterno, il tempio dell’Eterno ». L’ora,
tore ha accennato al rischio di essete paghi della propria religiosità e della propria tradizione ricordando l’urgenza d’una
rinascita interiore e di un impegno più vivo verso quelli di fuori.
Il Presidente M. Sbaffi ha parlato dell’opera metodista in Italia, con riferimenti
all’opera del Piggot, autentico pioniere
deOa missione evangelica, ed ha messo
in luce i valori del metodismo, validi
ancora per il nostro tempo soprattutto in
riferimento all’esigeuza del risveglio spirituale della nostra patria, della funzione
essenziale del laicato di cui si avverte il
bisogno nelle opere evangeliche in Italia e
fuori. Quando sorse il movimento metodista f Ingliilterra era paga del suo benessere
e d’una Chiesa conformista e ritualista, i>er
cui l’azione dei pionieri wesleyani rinnovò
la Chiesa e creò un nuovo fermento spirituale nelle masse; oggi la situazione si ripete; il conformismo regna, il rito e la
forma trionfano e la vita spirituale è rilassata; urge quindi un risveglio ed un
impegno da parte del mondo laico delle
nostre chiese in vista del regno di Dio che
viene. Alla ottima conferenza del Pastore
Sbaffi è seguito un breve messaggio del Pastore Kissak; nel pomeriggio il Pastore
Ayassot di Torino ha parlato con competenza del Concilio Vaticano II e del Consiglio ecumenico, con opportune messe
a punto quanto mai doverose. L’invito e
l’appello de] Papa ai fratelli separati perchè si uniscano al mondo cattolico ha uno
scopo chiaro: il ritorno degli erranti nel
grembo di Santa Madre Chiesa. Difatti, si
avverte nella chiesa cattolica una tendenza
sincera di ricerca biblica, di accomunare
le proprie esperienze spirituali; d’altra
parte, si approfondisce sempre più il solco
delle differenze dogmatiche; la chiesa si
presenta a noi, « sine macula et ruga »
quindi non ha bisogno di riformarsi perchè
possiede la verità, tutta la verità; la chiesa
awenlua sempre più il culto mariano e si
prepara a proclamare un giorno il dogma
della corredenzione di Maria. Non si tratta quindi di ricalcare gli schemi d’un an{continuo in 4.a pag.)
Il premio Nobel per In pace per il I960
è stalo attribuito ad Alberi John l.uthuli.
capo di una piccola tribù zulù del Nnlal e
ben noto come presidente del Congresso
nazionale africano in Sud-Africa, oggi fuori legge: egli è stato uno dei protagonisti
africani della resistenza non-violenta alla
politica di apartheid.
Non è altrettanto nolo che Luthuli è un
ciisliano professante, ed ha un posto ini
portante nella vita ecclesiastica e missionirùi. Membro fedele e lavoratore della Chiesa congregazionalista creata da una missio
ne americana in Sud-Africa, ha cominciato
con l’insegnare nella scuole della Missione:
ha poi avuto una parte notevole nel Con•sig/io cristiano dell’Africa del Sud, partecipando fra Valtro nel 1938 alla conferenza
missionaria internazionale di Tambaram, a
yiiulras (India).
Nel 1946 aderiva al Congresso naziona
niobel per la pace
/'■ africano (il grande partito negro), di
cui divenne presidente nel 1952.
4 più riprese ha affermato che ”un cristiano non ha il diritto di opporre la violenza alla violenza", ed ha organizzato numerose campagne di resistenza passiva contro la segrerazione razziale. Arrestato nel
1656 p incolpato di alto tradimento veniva
rila.sciato l’anno seguente, e quindi nuovamente arrestalo nel 1960, dopo i disordini
di Shnrpeville. Da unni è quasi costantemente (quando non è in carcere) in residenza vigilata in un centro del Natal.
Alla notizia dell attribuzione del premio
Nobel, Alan Patón ha dichiarato: una
notizia magnifica, che rialzerà il pre.stigio
dell’Africa del Sud”. Quanto a Luthuli ha
dichiarato : "Mi è toccalo un grande onore. Sono veramente sconvolto dalla notizia
ma anche fiero di questo premio che onora il mio paese e il suo popolo, e in particolare quanti hanno lottato e .sofferto per
liberare tutti i Sud- ifricioii dalla schiavitù
della paura e tlelVingiustizia’’.
Il governo sudafr-cano, dopo qualche esitazione. ha concesso ad Albert Luthuli il
l.a.ssaporlo. valido 10 giorni, per recarsi a
Stoccolma a ricevere il premio. Tuttavia
annunciandolo, il ministro dell’Interno De
Klerke ha dichiarato: ’’Abbiamo permesso a Luthuli di partire, sebbene siamo convinti che il Nobel gli sia stato attribuito
non per meriti effettivi, ma per motivi propagandistici, che destituiscono il premio di
lutto il .suo alto significato nel giudizio delle menti obiettive”.
Siamo molto lieti, in questo caso, di non
essere affatto delle menti ’’obiettive”,
2
pif.
L*ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 44 — 10 novembre 1961
del suo volto IO
(Luca 9: 28-36)
Ai turisti che si recano in Galilea gli albergatori mostrano una montagnola, che porta il nome di Monte Thabor; su quella montagna, secondo la tradizione sarebbe avvenuta la trasfigurazione di Gesù.
Ma non è proibabde che Tindicazione della tradizione sia esatta: otto
giorni prima infatti Gesù si trovava nella zona di Cesarea di Filippo,
che è molto più a nord. Il monte su cui Gesù si è ritirato a pregare deve
essere perciò cercato nei dintorni di Cesarea: è perciò probabile che
Gesù abbia scelto il Monte Hermon, alto e isolato, paragonato al Sinai
su cui Mosè si era ritirato per ricevere la rivelazione di Dio.
Gesù si ritira su questa alta e solitaria montagna perchè ha bisogno
di confermare la fede vacilante dei suoi discepoli: otto giorni prma egli
li ha scossi profondamente annunciando la sua prossima morte: Pietro
si è fatto il portavoce dello smarrimento dei dodici, pronunciando parole
insensate. Ctome potranno questi uomini scossi e turbati affrontare la
tragedia dela Passione con un minimo di fermezza? Occorre prepararli
spiritualmente. Perciò Gesù prende con sè i tre discepoli più importanti,
gli uomini-chiave del gruppo dei dodici e li invita alla preghiera nel
grande silenzio della montagna.
Mentre Gesù prega avviene la trasfigurazione. Noi sappiamo che
quando una persona prova dei sentimenti nobili ed elevati il
suo volto diventa luminoso, raggiante: il sentimento interno traspare
aU’esterno. Ma in questo caso non succede soltanto questo: quel che
traspare dal volto di Gesù non è solo il sentimento elevato di chi si prepara consapevolmente ad affrontare il martirio. E’ la natura divina di
Cristo che traspare dal suo volto e dai suoi abiti stessi : quello splendore
di gloria celeste che era stato sempre celato nella sua persona come
fuoco sotto la cenere, ora erompe di colpo, come una gran luce abba
girante e meravigliosa. E’ questo l’unico momento, prima della Risurrezione, in cui la gloria di Dio che abitava segretamente in Cristo abbia
potuto per un attimo essere percepita dai discepoli.
E’ come un lampo che illumina d’improvviso il paesaggio, e che
permette per un istante di rendersi conto del vero aspetto delle cose: in
questo lampo di gloria celeste i discepoli si rendono conto che Gesù è
veramente il Signore, e che se ha deciso di affrontare la morte è perchè
ciò è necessario alla sua opera di salvezza universale.
Questo pensiero è confermato dall’apparizione delle figure di Mosè
e di Elia, che conversano con lui sulla sua « dipartenza ». Mosè ed Elia
erano stati gli « uomini di montagna », che avevano conosciuto i monienti
di profonda preghiera in situazioni come questa: ma qui essi appaiono
soprattutto come rappresentanti delle due parti essenziali dell’Antico
Testamento: Mosè rappresenta la Legge, Elia i Profeti. La loro presenza qui significa che la legp e i profeti convergono verso la croce di
Cristo, che adempirà e realizzerà il loro senso più profondo. Perciò,
anche, dopo un momento essi lo lasciano « solo » : ormai nel Cristo che
s’awia alla croce la rivelazione di Dio è interamente presente, e gli antichi testimoni possono ritirarsi, poiché ciò ch’essi annunciavano è adem
piuto.
Una nuvola avvolge la montagna: nella Bibbia la nuvola è sempre
simbolo della presenza di Dio, misteriosa, inafferrabile, ma indubitabile.
Dalla nuvola la voce divina conferma che Gesù soffrirà e morirà come
Figliuolo di Dio, come vero e autentico salvatore del genere umano.
Passato il breve istante di estatica contemplazione, i discepoli
ripiombano nella vita «normale»: ai piedi del monte un epilettico li aspetta. Egli incarna la vita quotidiana, piatta, banale, tragica,
infinitamente lontana dalla luce della gloria di Dio che essi hanno percepito sulla montagna. Perciò essi avrebbero preferito restare sul monte, e
« sistemare la presenza divina », rinchiudendola in tre tende, in modo
da poterla avere sempre a disposizione, in modo da esserne protetti contro l’aridità della vita solita.
Ma Gesù non permette che essi restino sul monte: devono scendere,
vedere l’epilettico, e poi vedere lotte e travagli infiniti, assistere smarriti
alla morte del loro Signore. Sapranno i discepoli portare con sè uria scintilla della luce percepita sul monte, e farla brillare nella vita quotidiana?
A questa domanda ognuno di noi deve rispondere coi fatti e le
parole della sua vita. Anche se non abbiamo assistito alla Trasfigurazione, tuttavia qualche volta ci è successo di intuire con assoluta chiarezza la gloria di Cristo. Un testo biblico, un detto del Signore, un istante
di culto o di preghiera ci hanno fatto balenare dinanzi agli occhi lina luce
divina; per un istante abbiamo percepito la presenza dell’Eternità. Poi
l’istante è passato, e siamo ricaduti nella comune, banale esistenza: ma
noi dobbiamo poter portare nell’ambito di questa esistenza quella scintilla di luce che ci è apparsa, e che è la scintilla della Verità, il riflesso
di Dio. Allora anche la nostra comune e diffìcile vita ne sarà trasfigurata. Giorgio Bouchard
PERIODICI
A OOMO
f
FOI ET VIE - Problèmes nordafri
coins. Un voluminoso fascicolo che trac
eia la storia del Maghreb e affronta
suoi problemi religiosi (Islam e Cristia
nesimo). economici, politici, con un’ap
pendice sui Nord-Africani in Francia
L. 750.
Î/1961; Editorial; T. Metzel: Les
Etats-Unis à travers leurs prisons; H. Capieu :Fiiies; M. Reymond: Poèmes; P.
Benignus: Notes de voyage sur l’Afrique;
E. Wolff: Remrques théologiques sur
Ram. 13. Uroniques. Parmi les livres.
L. 450.
AWisn
Rendiamo noto ai nostri abbonati
che gli abbonamenti al «Journal des
Missions » e al « Petit Messager » sono aumentati.
Journal des Missions: 9 N. F. cioè
L. 1080 invece di L. 900 per i laici;
4,50 N, P. cioè L. 660 invece di L. 550
per i Pastori e gli Evangelisti.
Petit Messager: 5,25 N. F. cioè L. 630
invece di L. 550.
Gli abbon.omsnti decorrono dal 1«
gennaio.
Abbonatevi al più presto presso:
E. L. Coisson - Via Matteotti 15
Torre Penice (Torino)
LA COMMUNAUTE DES DISSEMINES,
11, seti. 1961. Editorial Une étude de .1.
C. Hoekendijk: En route vers le monde
de demain, suivi de nombreux commentaires (un juriste nord-américain, un
théologien orthodoxe, une femme birmane, un responsable d’église japonais,
etc.). Nouvelles du Départemem des
Laïcs et du Département pour la co.pération entre hommes et femmes dans
l’Eglise et la Société. L. 250.
NOTIZIARIO FFV - Eisa Rostan: L« Pa
rola di Dio; Alice Arlus: Lettera dal
VIP distretto; Ive Pons-Louise Rochat:
L’educazione religiosa; A. Varese-Tlieiler: Congresso ’’Jeunes Femmes”; Ive
Pons: Convegno a Vaumarcus; A. Varese-Theiler: Emigrazione. L’abbonamento annuo al notiziario, redatto sotto la
direzione della Sig.ra Maria Girardet,
Torre Pellice (Torino), costa L. 300 (L.
100 il numero); i versamenti vanno indirizzati alla cassiera, Sig.a Ada Palmery-Jalla, Villa .Alpina, Ivrea (Torino),
sul ccp 2/21998.
INFORMAZIONI D’AGAPE, agosto-otto
bre 1961. Agape e la religione; Giovanni
Miegge; / campi di quest’estate; Servi
zio cristiano a Riesi; Centro di formazio
ne per laici; Notiziario. Ricbiederlo al
la Segreteria di Agape; offerte sul eco
2/20957, intestato a Giorgio Girardet,
Prali (Torino).
Responsabilità
dell’autonomia
t
L’ultima Assemblea della Chiesa
Valdese di Como — la cui autonoomia
è stata, insieme a quella di Catania,
riconosciuta dall’ultimo Sinodo — ha
fra l’altro confermato, con lusinghiera maggioranza, il Past. Thomas
Soggin quale proprio conduttore, per
un settennio.
La stessa Assemblea ha pure confermato l’impegno della comunità in
campo finanziario, ponendosi quale
meta da raggiungere subito la cifra
annua di 2 milioni.
Il bollettino mensile rivela come,
accanto ad un nucleo che è ben radicato nella città e in provincia, v’è
pure un forte numero di spostamenti, partenze e arrivi; il che ha un duplice aspetto : se da una parte dà talvolta un senso di instabilità, e si verificano perdite dolorose, dall’altra si
stabilisce una continua corrente che
indubbiamente ix>rta nuova vita alla
chiesa, specie nel confronto sempre
più accentuato con fratelli che provengono dal centro o dal meridione
d’Italia.
Il Past. Soggin, ohe l'ultima Conferenza del Distretto ha incaricato
della segreteria della Commissione
distrettuale, è pure stato nominato
insegnante di religione (in lingua
olandese) presso la Scuola Europea
di Varese (le lezioni in italiano e
francese sono date dal Cand. Bruno
Rostagno, da Milano).
Le Chiese
e nell'Asia
BANGALORE (India). - duca 120 personalità direttive di Chiese asiatiche si rinreiacono in questi giomd a Baaiigalore per
discutere proMemi intemazionali e religioisd, sotto g<li auspid della Conferenza
cristiana dell’Asia orientale (CCAO); le 48
Chiese die ne fanno parte sono tutte rappresentate.
Tale conferenza si riunisce per contribuire a preparare la voce dell’Asia in vista della ormai prossima Assemblea di
Nuova Ddili; vi si raccolgono pure delegati di altre organizzazioni d’Asia interessate all’unità cristiana, e osservatori di
Chiese russe e africane. Partecipano trenta specialisti in qualità di consulenti sulle
tre più imnortamli questioni affrontate: gli
affari internazionali; le relazioni fra Chic,
se e dipartimenti missionari; fede e costituzione.
Sotto la presidenza del vescovo luterano
indiano Rajah B. Manikam, dell’Imdia del
Sud, tre gruppi studiano in particolare le
relazioni inter-asiatiche, comprese quelle
con l’Australia e la Nuova Zelanda; la Cina in .Asia e TONU ; l’Asia nel conflitto
Est-Ovest; sviluppo economico e giustizia
sociale.
Saranno inoltre affrontati i seguenti temi: culto e unità; la missione del laico
cristiano; il confessionalismo intemazionale; formazione; remunerazione; intemazionalizzazione ; «interdenominalizzazione».
Ricordiamo che la Conferenza cristiana
d’Asia orientale si è costituita nel maggio
1959 a Koala Lumpur; terrà nel 1963 la
sua seconda Assemblea generale.
nell'India
Orientale
NUOVA DE2LHI. — 11 ministro degli interni indiano. Lai Bahadur Shastri, ha preso la difesa, davanti al Parlamento indiano, del diritto dei missionari cristiani ad
aiutare le tribù indigene. Uno dei membri
de) Parlamento aveva accusato il governo
di rinunciare ai suoi doveri verso le tribù
più arretrate, abbandonandole ai missionari B. Shastri ha risposto: « Se i missionari aprono un ambulatorio o un ospeda
'e, non possiamo impedirglielo. Ma se non
■ che un paravento per coprire conversioni
Lorzate, lo vieteremo ».
D. N. Datar, ministro di Stato, ha fatto
notare che il governo non era a conoscenza di alcun caso nuovo in cui i missionari
si sarebbero comportati in modo discutibile. Lo stesso Datar l’anno scorso aveva presi. posizione contro un progetto di legge
tendente a preibire le conversioni al Cristianesimo: la Costituzione indiana garantisce a tutti la libertà di professare, pratilare e diffondere la proiiria religione.
L’esitoi dell’ultimo
censimento
Ar L’ultimo censimento ha fornito nuovi
dati .sulla popolazione cristiana dell’India.
Nello Stato di Bihar, su 40 milioni d’abitanti vi sono 50.000 cristiani non cattolici;
il Bengala occ. ne conta 400.000 (su 35 miiicni) e il Kerala 1,5 milioni (su quasi 17
milioni>. Su una popolazione totale di 438
milioni, l’India ha circa 6.472.000 noncattolici. {soepi\
^ LES EGLISES EN ASIE ORIENTALE
Isolement ou engagement
L’Eglise a ses racines en Christ et est
raltadhée au sol; Jésus-Clirisi en est le
seul fondement et aucun autre fondement
ne peut être posé que celui qui a été posé.
L’Eglise est une société surnaturelle, non
seuiemient dans son origine, mais aussi
dans son caractère. Çe n’est pas une consitruotion de l’ingénioisité humuine, ni la
i'ontiuuation d’une unité organique qui
dépendrait des liens du sang. C’est l’iiuraanilé nouvelle en Jésus-iChrist, la société
sans frontières de ceux que Dieu a racihelés et qui ont reçu vocation de vivre dams
le monde et d’y porter témoignage, d’y
vivre d’une vie nouvelle.
La tension au ,sein de la vie de l’Eglise
naît de ce double oaractère de l’origine
divine et de l’existei^ce terrestre; lorsque
l’Eglise oublie son origine divine et son
fondement sur Jésus-Clmst, son Seigneur,
elle verse dans un conformisme facile avec
le monde et perd son pouvoir rédempteur. D’autre part, lorsqu’elle ignore le
fait indiscutable qu’elle a à vivre dan® le
monde dans lequel Dieu l’a placée, elle
mène une existence isolée et devient une
réalité amorphe, inefficace, « splendidement nulle et magnifiquement vide ».
C’est à la lumière des vérités énoncées
ci-dessus que nous voudrions considérer
les Eglises de l’Inde et des autres pays
d’Asie orientale. Elles existent depuis plus
de 150 ans. Dans certains pays, le nombre
des me.uhrcs est considérable, ailleurs, il
est faible, mais pratiquement, dans tous
les pays, les chrétiens sont une infime minorité de la population totale. Quelle sorte
d’Eglise avons-nous été? Dieu soit loué,
dans l’ensemble, nous nous sommes rattachés au fondement original de l’Eglise.
D’autres seigneurs et d’autres dieux ont
tenté de s’attacher notre fidélité, mais nous
avoins résisté avec plus ou moins de succès
à la tentation du syncrétisme.
La tentation de chercher des compromis
sur les choses fondamentales, de mettre
une sourdine aux exigences de l’Evangile,
d’être indécis dans la foi au caractère unique de Jésus-Christ, est le danger permanent et chronique qui menace l’intégrité
des Eglises de l’Asie orientale. C’est une
région aux religions multiple®, cielie du
monde où l’idée que toutes sorte® de ichemins mènent à Dieu et que toutes les religions se valent, est le plus naturellement
acceptée comme une vérité définitive, indiscutaiMe dans les relations entre religions. Cette tentation est d’autant plus
difficile à combattre, que les Eglises sont
minoritaires en ces pays, et que, si nous
tédions isur le point de l’unicité de JésuisCliriist, nous «erionis reçus à main tendue
et à coeur ouvert dian® la vie tout entière
des groupement® religieux qui nous entourent. Seule la puissance de Dieu a pu
sauver l’Eglise d® semblables entorse® à
son fondement.
Maiis si nous regardons l’autre face du
tableau, la question de la manière dont
l’Egliise a vécu en relation avec le monde
dans lequel il lui est demandé de rendre
son témoignage, c’e»t une triste histoire.
Dans chaque pays d’Asie, les Eglises sont
considérées comme des produits exotiques,
comme des transplantations des Eglises de
l’Owident. Nulle part, elles n’apparaissent
comme l’expression triomphante d’une vie
nouvelle en CliriBt, dan« le» condition» de
culture conformes au patrimoine des pays
dans lesquels elles vivent. Il y a de nombreuses raisons à ce fâcheux étal de clioses.
D’abord, l’Evangile est arrivé chez nous,
déjà revêtu de» formes de la culture nationale et de la civilisation des pays d’où
provenaient les missionnaires eux-mêmes.
La distinction que nous somme» maintenant en mesure de faire entre Evangile et
chrétienté, et qui non® a délivré» de no.mbreuse» confusion® dans la pensée théologique et dans les activités pratiques, était
inconnue dans les premiers tenip.s. La chié
D. G. Moses, directeur d'Hyslop College à Nagpur (Inde),
vice-président du Conseil international des Missions, traite
de deux dangers parallèles — le syncrétisme et l'esprit
de ghetto — qui menacent les Eglises en Asie.
tienté occidentale, qui est réellement Texpression empirique de l’Evangile dans les
conditions de culture et de vie de l’Occident, a été prise pour l’Evangile lui-même. Toute expre.ssion différente de la vérité en Jésus-Christ, adaptée à une culture
différente, a été considérée comme une
déviation de la foi.
Personne n’est blâmable en rocicurence,
et les premiers niisisionnaires moins que
tout autre. Ils étaient les hérauts du message chrétien. Comment auraient-ils transmis l’Evangile sinon dans les termes dans
lesquels ils l’avaient connu? Mais la fâcheuse conséquence qui en est résultée dans
l’esprit des nouveaux croyants, a été d’identifier hâtivement la nouvelle foi, tant
dans ses fondements essentiels que dans
l’expression culturelle extérieure, avec la
forme et le contenu qu’en ont donné les
premiers missionnaire®. Ni ceux-ci, ni les
premiers convertis n’ont été capaMes de
voir que l’Evangile est une « double incarnation ». Il est d’abord « la Parole faite
chair », il est en.suite l’incarnation de la
Parole originelle dan» le soi, le climat et
la culture des peuple® qui ont été rachetés par lui. Au lieu d’un effort créateur
pour revêtir l’Evangile de formes indigènes, c’est l’inhibition d’une . psychologie
de la peur qui est apparue. 11 n’y a, dès
lors, rien d’étonnant à ce que les nonchrétiens aient pour première impression
que la vie nouvelle était une religion occidentale. A cela s’ajoute le fait de la situation politique du colonialisme occidental,
dans la plupart des pays de l’Asie du sudest. La conclusion était facile à tirer: la
foi cliréliennc est un des aispeots de l’impérialisme occidental.
Une seconde raison de la lenteur avec
laquelle une form.e indigène de chrétienté
a été si longue à se manifester dans ces
pays, c’esit que la majorité des converti®
au christianisme étaient issus des plus
humbles classes de la société, dans l’ensemble, leur patrimoine était fait d’éléments inférieurs. Ils n’avaient pa» grand
chose de valeur à employer en vue d’une
adaptation de la nouvelle foi. Ce n’est
que lorsque de» membres isolés des classes supérieures de la »o-ciété indienne
adhérèrent à la foi chrétienne que le patrimoine si riche, religieusement et culturellement parlant, de leur pays put être
déposé aux pieds de leur Sauveur et Seigneur. Le poète Narayan Waman Tilak,
par exemple, fit don à l’Eglise chrétienne
du « Christayana » (la vie et l’oeuvre de
Jésus-Chriist). Les poème» de Tilak et les
BhagavataTis de l’Inde du sud n’étaient pas
de boiteuses et insipides traductions des
cantique» de saints et de savants oocidentaux, mais des expression inspirées de nouvelles expériences en Jésus-Christ, dans la
langue et la musique du sol natal. Si le
visiteur étranger éprouve un »entiment
nouveau et curieux d’étonnement vivifiant
dans les rultcs des Eglises de ce» régions,
l ’est en grande partie à ces chants lyriques
qu’il le doit,
Mais près de deux cents ans ont passé
et les conditions sont entièrement différentes dans tou» les pays d’Asie. Politiquement, tous les pays de cette région du globe ont obtenu l’indépendance nationale.
Economiquement, ils ont engagé une lutte
sans merci contre le paupérisme, l’analphabétisme et la maladie. La renaissance
l ulturelle a retenu l’attention constante des
gouvernements et des peuples. Les anciennes religions sont en train de se défaire
(les éléments impurs et irréligieux en formulant à neuf leur .substance en fonction
des nouvelles force® de reconstruction économique, de développement industriel, de
science moderne et de technique.
L’Eglise chrétienne, bien qu’ayanl crû
considérablement, reste une petite minorité. Dans cette situation, deux dangers
menacent l’Eglise, comme ils l’ont toujours menacée dans tous les pays. L’uti est
le syncrétisme, l’autre l’isolationismc ou
le repliement sur soi-même. Des deux,
c’est le second qui est le plus iimminenl,
à cause de la situation de l’Eglise. La tentation de craindre qu’une plus complète
participation à la vie du pays puisse < omproimettre la pureté de la fol, est extrêmement forte. Mai® si la proclamation de
l’Evangile, par la parole et par raction,
dans toutes les dimensions de la vie du
pays, fait partie intégrante de la foi, le
seul moyen que nous ayons pour préserver
la pureté de la foi consiste à nous (-ugager complètement dans la vie totale.
L’appel qui s’adresse aujourd’hui aux
Eglises de l’Asie du sud-est, c’est de rejeter toute crainte, de se souvenir des paroles de St.-Paul: ((tout est à vous, vous
êtes à Christ, Christ est à Dieu », et de
témoigner des richesses que nous avons en
Christ, dans tous les aspects de la vie de
nos pays. C’est là que les aperçus qui nous
ont été donnés ces dernières années par le
Conseil oecuménique et le Conseil international des Missions sur le sens de® relations de l’Eglise au monde et les nouvelles
dimensions de l’évangélisation, prennent
une valeur d’urgence.
Ainsi, les Eglises de l’Asie du sud-est
sont appelées à une participation croissante aux responsabilités de la vie politique
et économique de no® pays et de nouveaux
efforts doivent être entrepris pour mettre
le patrimoine culturel de nos pays au service du Seigneur de l’Eglise et du monde.
S’il est vrai que beaucoup, sinon tous les
aspects de la culture d’un pays dérivent
des religions qui y dominent, il ne doit
pas en résulter q 'e l’Eglise ait à renoncer
à toute culture indigène. Ce qui est nécessaire, c’est de prendre les formes de
notre culture nationale et de »’en servir
comm(3 instruments exprimant notre foi.
Par exemple, l’architecture indienne pourrait servir à construire nos églises et nos
chapelles. La musique indienne porrait
servir aux louanges de notre Seigneur. Et
ainsi de tous les aspects de notre culture
riche, variée et exubérante.
Enfin, il n’y a pas encore eu réelle confrontation, dans nos ;pays, avec les religions non-ebrétiennes. Notre proclamation
die l’Evangile est tout entière conditionnée par les notions et la forme de pensée
du monde hébraïque et grec. Nous avons
encore à pénétrer dan» la structure fondamentale de la pensée hindoue et chinoise, pour découvrir s’il y a peut-être
une différence dans le mécanisme de réflexion oriental. Nous avons encore à nous
emparer des notions philosophique» et religieuse» dominant les croyances non-chrélienniM et à en faire les instrimvents de
l’interprétation de l’Evangile.
Ain.si, leus choix proposés aux Eglises de
l’Asie orientale »ont très clairs: ou une
existence de ghetto, apeurée, coupée des
grands courants de la vie nationale et continentale, dissimulée derrière le paravent
illusoire de la communauté minoritaire
contente d’elle-même ; ou un courageux
lancement en pleine mer, un engagement
de grand prix dans le inonde où Dieu nous
a placés et qui lui appartient.
David G. Moses.
3
IO novembre 1961 — N. 44
L’ECO DELLE VAIAI VALDESI
P*8. ì
Un Centra
Evangelieo
di Solidarietà
Dopo due anni di attività il gruppo fiorentino fa un bilancio del
lavoro svolto - Uno stimolo alla ^^fantasia^^ nel servizio cristiano
Firenze è indubbiamente uno dei centri spiritualmente più vivi dell'Italia
odierna. Comunque ^isi Voglia giudicare la figura di un La Pira — di cui non
si può in ogni caso disconoscere il sincero impegno cristiano — è un fatto
che a Firenze è stato possibile avviare la sola tollaborazione effettiva fra l'aia
cattolica più avvertita delle esigenze dell'ora e una sinistra socialista che non
disconosce il valore insopprimibile del libero 'gioco' democratico. Non si vuol
certo affermare che Firenze sia una specie di paradiso in terra d'Italia — non
dimentichiamo le vicende della « Galileo », ad esempio — ma ci pare segno
non trascurabile il vedere alla direzione di quel Comune, a fianco di La Pira,
Enzo Enriques «Agnoietti, figura di primo piano del gruppo de « Il Ponte »
che ha raccolto l'eredità di un Piero Calamandrei e ne prolunga la visione
civile, umana : uno dei gruppi forse più aperti alla problematica spirituale
— interiore e sociale — di cui sappiamo di dover essere testimoni nel nostro
paese ; testimoni Vmiii e fraterni, che non cerchino di imporre etichette cristiane a chi cristiano non vuole o non sa riconoscersi, ma siano d'aitra parte
feiici di operare fianco a fianco con quanti portano in sè l'ansia sincera e profonda per ii fratello, per la sua dignità di uomo.
Non è senza significato che la scintilla di Agape — cui larga fiamma ha
risposto ovunque — sia, subito dopo l'atroce conflitto, scoccata proprio a
Firenze. E non \è senza significato che ora ancora a Firenze si sia affermata
l'attività di un « Centro Evangelico di Solidarietà », che desideriamo presentare ai nostri lettori. Se si fa astrazione dal costituendo Centro di Riesi, da un
tentativo fatto tempo fa a Torino (di cui ignoriamo in che misura prosegua),
e delia piuttosto limitata diaconia svolta dai Consigli di Chiesa, crediamo che
sia, questo di Firenze, un caso finora unico nel Protestantesimo italiano —'
saremo beninteso ben lieti di essere contraddetti ! Ci pare perciò utile parlare
di quest'opera evangelica fiorentina, non già per pavoneggiarci e mostrare
quanto siamo (o sono!) bravi, ma perchè l'auspicata «fantasia» nel servizio
cristiano può essere stimolata dal confronto; tale è pure il desiderio fraterno
degli amici fiorentini che ci hanno concesso di pubblicare in questa pagina
parte del loro ultimo notiziario. A loro va, con gratitudine, la nostra fraterna
solidarietà.
Come è naie
Chiunque possiede qualcosa
di cui non ha bisogno è un ladro.
Gran parte della miseria che
atUigge il mondo è conseguen/.a della nostra avidità.
Mahatma Gandhi
La società italiana ha elei gravi problemi ila risolvere: la disoccupazione,
anche se diminuita, è sempre elevata:
la situazione delle persone impossibilitate a lavorare (anziani, invalidi)
estremamente grave: Il livello culturale medio notevolmente basso; Il numero di famiglie che rum hanno abbastanza da mangiare ancora elevatissimo: e così via.
In tale situazione ci si può lasciar
prendere dallo scoraggiamento nella
convinzione che non si possa fare niente e nell'attesa di un cambiamento subitaneo- che trasformi di colpo la realtà, oppure si può lavorare, giorno per
giorno, ora per ora, a questa trasformazione iniziando, per quanto è possibile, ad .agire nel nostro piccolo, nell’ambiente che ci circonda e che ci è
più vicino-, nel mondo con cui siamo
a contatto tutti i giorni, con la fede
che lavorando bene si potremmo affrontare in seguito problemi sempre
più gravi.
In questo senso crediamo che delle
Comunità Evangeliche, rifacendosi al
messaggio del cristianesimo, non possano lasciarsi andare ad un pessimismo inconcludente e passivo, ma debbano essere elementi propulsori perchè le malattie della società vengano
studiate ed affrontate.
In questa prospettiva e con questo
scopo è nato due ami or sono il «Centro Evangelico di Solidarietà».
In seguito airalluvione del Polesine
alcuni anni fa, nacque un Centro
Evangelico di Assistenza per dimostrare la solidarietà degli Evangelici
di Firenze a tanti fratelli così duramente colpiti dalla improvvisa disgrazia.
Per vari motivi tale Centro, dopo
un certo periodo, interruppe però la
sua attività,
Nel 1959 dopo una conferenza del
Pastore Troemé i giovani Evangelici
di Firenze discussero in una riunione
interdenominazionale la possibilità di
compiere un lavoro sociale in seno alle Chiese della Città.
L’Unione Giovanile sentiva il bisogno di esprimere concretamente il
suo impegno cristiano e diede vita a
questo organismo, nominando un Comitato, che avrebbe dovuto studiare
la situazione e cercare di dare corpo
ai molti progetti accennati durante la
riunigne.
In questi due anni Tentusiasmo e il
lavoro non sbup mancati. Il Centro
non ha conosciuto §oste e non ha
chiuso i suoi battenti neppure restate
Le difficoltà sono state molte ed anche le delusioni p le critiche, naturalmente.
La certezza di lavorare per pn fine
giusto e la fede nell’aiuto del Signore
« Tutto quello che nel mondo
sarà fatto di buono e di utile,
verrà compiuto da coloro che
hanno il privilegio di poter d^
dicare se stessi agli uomini bisognosi di aiuto. Ma essi non
devono credere di compiere
qualcosa di straordinario; decono essere modesti e umani, e
dire a se stessi ogni giorno :
”Ho il privilegio di farlo”. Quante cose cambieranno, allora, nella nostra vita! Essenziale nel
mondo è poter dire: ”Io sono
un uomo per gli altri”, nel più
profondo senso della parola.
Senza rinchiuderci nel nostro
lavoro, dobbiamo uscire dal no
stro egoismo e prestare attenzione a ciò che dovrebbe essere
fatto attorno a noi ».
Albert Schweitzer
« La sola via di uscita dafia
miseria di oggi è, per un popolo, il diventare degno della fiducia dell’uno verso l’altro ».
Albert Schweitzer
hanno dato però ai suoi membri la
costanza di continuare.
Si cominciò ad g-vere le riunioni nelle case, poi la sede provvisoria fu fissata nei locali deH’Unione Giovanile
Valdese.
infine la Qhiesa Metodista concesse
alcuni àmpi Igca-Jj, dove fu definitivamente stabilita la sed#.
In questi due anni di lavoro, il Centro SI è consolidato, ha fatto inmunelevoli esperienze ed è diventato una
parte viva delle Chiese.
11 programma da svolgere è ampio
e complesso, ma coloro che collaborano al Centro non vogliono spavencar31 per questo; sanno che il loro compito è Vivere giorno dopo giorno la
lOro fede e la loro speranza, per poter
essere realmente presenti in un monao che ha tanto bisogno'di amore.
da una spinta ecumenica il
Centro è diretto da un Comitato di
cui fànnp parte 'membri di varie Cniese Fiorentine : Fratelli, Valdesi, Battisti, Mecodistj, Si spera che aiiche altre denominazioni vengano a farne
parte in futuro in modo da rappresentare realmente tutto Tevangelismc
1-iorentino.
il Comitato si riiuiisce ogni settimana e coordina tutte le attività.
Le attività variano a seconda delle
situazioni da affrontare, ma lo spirito
cne le anima è sempre lo stesso: cercare di essere un aiuto fraterno e non
una umiliante beneficenza.
yosì un disoccupato può essere aiutato a trovare im lavoro adatto alle
sue capacità, ’(attraverso affìssi nelle
entrate delle chiese, contatti persona.1. avvisi stampati O circolari etc);
nel frattempo, dietro un modesto salario che gli permetta però di supera
re il momento critico, può essere utilizzato dal Centro per lavori utili, sia
al Centro stesso sia presso eventuali
famiglie che non popone soppiortare
spese per certi lavori.
Ad esempio, delle infermiere disoccupate sono state occupate dal Centro per assistere malati che non avrebbero mai potuto pagare per tale assistenza, oppure un imbianchino può
venire utilizzato per imbiancare le
case dì qualche persona anziana che
non potrebbe mai permettersi di fare
tali lavori a sue spese e così via.
Un altro modo i>er essere vicini a
chi ha bisogno, è quello di dare un
scissidio ad un anziano o malato, che
serva ad integrare la sua magra pensione o l’assistenza, se ce l’ha, o addirittura a sostituirla.
In altri casi l’aiuto del Centro può
essere semplicemente un prestito
temporaneo per superare le momentanee difficoltà, oppure dei viveri,
una assistenza medica, farmaceutica ecc. Tutte queste attività sono in
embrione e molte in forma im po’ dilettantesca.
Si spera però, in futuro, di poterle
perfezionare sempre inserendo nel
lavoro in forma continuativa anche
elementi tecnici, come assistenti sociali, medici, insegnanti e altri.
Come è llnanilalG
Anche le forme di finanziamento
sono svariate; la parte più regolare
delle entrate è IL DIECINO, tassazione volontaria di L. 10 al giorno da
parte di persone che si interessano
del lavoro del Centro e si impegnano
a sostenerlo. I diecinisti sono attualmente un centinaio, si spera però di
arrivare ad avere come sostenitori
tutti gli evangelici fiorentini elevando così notevolmente le entrate.
Altri incassi provengono da offerte
varie.
Un notevole contributo proviene
anche da concerti o recite organizzate dal Centro.
Infine la raccolta e la vendita di
pane secco, carta, stracci, e oggetti
vecchi contribuisce pure notevolmente ad aumentare la voce entrate.
Un aiuto proviene anche dalle collette delle unioni giovanili.
Alcune offerte sono pervenute anche da gruppi giovanili e amiqi di
altre città d’Italia,
Cosa si prypine
Il proposito principale è quello di
fare uscire la parola « amore fraterno » da una formula astratta e riportarla nella nostra società, fra le persone che ci vivono intorno, di avvicinare sempre più tra di loro i mem
bri delle varie chiese, diffondeie la
conoscenza delle situazigrii degli ultimi (anziani, invalidi) ed agire perchè sia i membri delle varie eom unità, sia poi la società esterna si assumano le proprie responsabilità sulla
loro situazione ed agiscano in modo
da cambiarle.
In questa prospettiva il lavoro da
fare è moltissimo: case per anziarii,
asili per bambini, borse di studio per
giovani volenterosi, assistenza medica regolare a famiglie prive di mutue e molte altre da studiare ed esaminare con esattezza appena le attività del Centro si incrementino e le
entrata divengano più solide.
Non è concepibile ohe una Comunità forte di centinaia di membri,
che per la maggior parte vivono in
una certa sicurezza economica, sia
aliena dal pensare a certi problemi.
Il Centro desidera stabilire contatti con } vari Enti evangeliei eittadini
(Istituti: Gguld, Ferrétti, Comandi
Asilo Italia — U.C.D.G.) per conoscere la loro opera e le loro difficoltà
e studiare la possibilità di im coordinamento di tutte le attività.
Un lavoro minuto e continuo in
seno alle comunità evangeliche può
forse essere im punto di partenza e
uno stimolo perchè domani si possa
rendere una più ampia testimonianza di amore airestemo.
Davanti ad ogni sofferenza
umana, per quello che puoi, adoperati non sqltantq ad aiièyiap
la senza litardoi, ma anche a
distruggerne le causò;
Adoperati nqn sqltantq a distruggerne le cause, ma anche
ad aUeviarla senza ritardo.
Nessuno è veramente buono,
0 giusto, o vero, fino a quando
non si decida, secondo i suoi
mezzi, a consacrarsi, col medesimo slancio, con tutto il suo
essere, all’uno come all’altro di
questi due compiti.
Essi non possono essere separati senza rinnegarsi.
Abbé Pierre
— Sai, ho la soffitta
piena di oggetti che non
mi servono a niente e che
la ingombrano inutilmente. L'altro giorno cercavo
una cosa, ma, con tutta
quella confusione, non sono riuscita a trovarla. E
poi, figurati, ci sono anche
certi topi I
— Fai come me, anch'io avevo la soffitta in
quello stato, poi ho dato
gli oggetti a quelli del
Centro Evangelico di Solidarietà ed ora la stanza è
in ordine ed è persino
graziosa ; oltre a questo
ho anche la soddisfazione
di sapere che tutto quel
materiale è servito a qualcosa di buono...
...Arrivano i « nostri » e...
tutti sono felici !
L’indirizzo del Centro ;
Via dei Benci 9 - FIRENZE
UNA TESTIMONIANZA
E UN APPELLO
(dalla « Regola di vita dei (jompagni d’Emmaus »)
Ecco parte della simpatica lettera, ricca
di spunti interessanti, con cui il presidente del Centro, Leopoldo Sansone, ha risposto alla nQ.stro richiesta,
(...) E’ stato sempre nostro desiderio
che anche in altre città italiane, in seno
aiU« nostre Comunità, sorgesse qualche cosa di analogo per potere in avvenire collaborare assieme in tutta la penisola. Al
lavoro delle Chiese, affiancare il lavoro
dei Centri Sociali, secondo il nostro modesto pensiero, sarebbe roane completare
il lavoro della Evangeliazazdone. Oggi viviamo in nn mondo materialista. Le parole non sono più sufficienti. Le persone
vogliono vedere. E nelle noistre chiese ci
sono molti fratelli che... vogliono vedere.
I cristiani che hanno nelle loro mani il
più grande programma d’amore, l’Evangelo, che può trasformare completamente
la vita sociale degli uomini, oltre che il
loro spirito, devono fare qualcosa anche
nel campo sociale. La nostra è una delle
tante forme per raggiungere lo scopo, ma
ne possono sorgere altre, migliori, che
ispirate dal Santo Vangelo potranno dare
un volto nuovo g tutto il lavoro sociale
delle nostre chiese.
Scriva pure che noi siamo a completa
disposizione di quanti vorranno maggiori
chiarimenti. Saremo ben lieti fornirglieli
c, a nostra volta, chiedere loro suggerimenti per migliorare la nostra opera.
Abbiamo una riunione settimanale del
Comitato ; gli uffici aperti tutti i giorni
dalle 14,30 alle 20 — una schiera di volontari che collaibora con noi — l’appoggio di tutte le rbiese evangeliche di Firenze — la collaborazione di tutti i fratelli fiorentini e anche di persoine non appartenenti alla nostra cliiesa.
Se Le può interessare. Le trascriviamo
alcuni dati per il lavoro faUo dal mese
di giugno ?1 31 Ottobre 1961:
Denaro raccolto t oltre L. 600.000. Speso
quasi la stessa cifra per sussidi permanenti, lavoro ai disoccupati, sussidi « una tantum », iniziative diverse. I « dtecjndsti »
hanno raggiunto il numero di 130, in
maggioranza giovani. La raccolta di materiale in questi mesi è stata: stracci kg.
965; carta straccia oltre 60 quintali; ferro
kg. 1.255; pane secco kg. 67: alluminio,
ottone e piombo kg. 124.
Abbiamo svuotato cantine e soffitte piene di vecehi mobili che abbiamo riutilizzato donando o vendendo a beneficio delEoipera. Oggetti diversi utili rivenduti o
donati. Abbiamo ricevuto da chi ne aveva
in più e donato a ohi non li possedeva.
Abbiamo raccolto e venduto 1274 bottiglie
vuole.
(^e«to lavoro comi>orta una buona organizzazione, E’ necessario un mezzo di trasporto, del personale, Giornalniente noi
cerebiamo t|i riaoUvere questo problema
facendo »1 che ogni cosa diventi stabile,
sicura. 11 denaro ohe riceviamo e che spendiamo è ben controllato; neppure una lira
viene apesa senza il consenso di tutti. Per
ogni somma ricevuta sotto qualunque forma, diamo conto mediante ricevuta. Per
il diecino .ihbiamo un libro fornito di
boillini che vengono dati al ricevimento
della « lassa ».
Tutto è fatto con amore fraterno. Il nostro Centro è diventato anche un centro di
ecumenismo. Giornalmente riceviamo visite di tanti fratelli delle diverse chiese di
Firenze. Alle volte abbiamo assieme, in
fraterna conversazione, metodisti e battisti, valdesi, memnoniti, cattolici. E’ un
via vai continuo di attività. Gente che viene a depositare i suoi guai ; gente che viene a portare il suo aiuto; stranieri di passaggio elle hanno modo di constatare come anche in Italia si cerca di fare qualche cosa.
11 desiderio di vedere qualche cosa die
(unzioni giorno dopo giorno, sta diventando realtà, ci riempie di gioia e ci sprona a fare di più.
Al lavoro attuale ri auguriamo poter aggiungere quello che è alla base del nostro
programma: un ambulatorio (già in alto
mediante la collaborazione di due medici)
bene attrezzato; un asilo moderno per i
nostri fancinlli; collaborazione con la casa
di riposo per anziani; inchiesta fra lutti
gli evangelici di Firenze per un migliore
lavoro fra essi; una pensione per uomini
senza famiglia. E tante altre cose che possano dare il piacere di vedere in ogni nostro simile-il nostro fratello, noi stessi.
Federazione Femminile
Valdese
Per Domenica 19 novembre
è convocato nei locali della
Chiesa Valdese di Pinerolo un
CONVEGNO
PER LE RESPONSABILI
delle Unioni Femminili Valdesi
delle Valli, con il seguente programma :
— inizio alle ore 14,30 con un
culto presieduto dalla Sig.ra
Delia Beri ;
— seguirà uno studio in comune sul tema : Vita e prospettive delle Unioni ».
4
pag. 4
L’ECO DELLE VAIIil VALDESI
N. 44 — 10 novembre 1961
TOPONIMI
delle Valli Valdesi
a curò di T. G. Pons
li Lausarot : villaggio di Bobbio, sulla
strada del Fra, ad occ. di Ciéstel.
Dal nome di fam. Lausarot: nel
1611, troviamo un Frane. Lauzaroto, ed un Michele Lausaroto, a Bobbio, nel 1646.
li Lauset: villaggio airinverso di Bobbio, ad or. del ponte di Malbèc. Dal
diminuitivo di « lauso », piccola lastra. 1646, alli Lauseti.
la Lauso: villaggio di Pomaretto, ad
occ. dei Masselli, sulla s. del torrente, a ridosso di una grossa lastra o
lastrone di roccia, che le ha dato il
nome. Lausa è pure diventato nome
di fam. che abbiamo rintracciato fra
le vittime valdesi delle stragi di Calabria del 156Ì. Troviamo lo stesso
villaggio nella valle di Barcellonetta. Joannes Lausa, interfectus, di
anni 38.
lu Lausun: alpe di Massello, ad or.
della cascata del Pis. DaH’accrescitivo di « lauso » : cioè lastrone di pietra, dei quali è ricca la località, su
cui sovrastano i « Bric rù » (3043 m.).
Il nome compare in doc. del 4 marzo 1275: alpe pis, lauzone.
id.; alpe di Riclaretto, ai piedi dei
« culètun », ove però il termine dia
lettale ha il significato di lago, piccola lago. 1552, alpe Lausona.
lu Linsart: villaggio di Faetto sulla
d. del vallone : 1616, al Lizardo, 1652^
al Linsart. Forse derivato da l’issardo, forma più antica (1578) diventata poi Lissardo e quindi Linsardo,
per luogo dissodato,
la Liudera: case di Prarostino, sulla
strada che da S. Bartolomeo conduce al Roc. Che derivi da TAlliudera?
terra degli Alliaud.
la Liuna: cascina di S. Giovanni, vicino ai Malanot, presso la strada
provinciale, già esistente nel XV»
secoloi: nel 1573 è venduta da Beatrice di Savoia ad Antonietto Maria, di Lusema. 1467, Peroivalle Manfredi alias de Leona, a Lusema. Liuna, Licna, Leona è il nome di un
corso d’acqua nel Delflnato.
Liussa : villaggio sul roccione che chiude il vallone omonimo, nel comune
di Villar Penice, sulla s. del torrente, affluente di d. del Pellice. 1159,
Leousa. 1613, foresto di Lioza, 1635,
foresto di Lioyzza. Cfr. carta di V.
Grosso, 1640 : torrente Liozza, e Lozza.
Forse da « leussa », con Tarticolo;
saidato al sostantivo per le « ousses »,
come nel Vallese. Dal b. lat. « olca »,
campo di terra fertile, produttivo,
anche in rapporto con la loro posizione aH’inverso. Il nome, riferito
all’alpe, compare in vm doc. del 6
marzo 1407. (Cfr. las Oucia, a Massello).
li Long: case a Traverse, sopra Parant. Dal nome di fam. Long, diffuso in ampie zone, anche da noi, particolarmente a Pramollo, ove lo troviamo fin dal 1640. Un Petrus Longx
è nominato in doc. del 1383, in Valleputa.
Lorans, Lurans (Costa): case all’inverso di Torre Pellice. Dal nome di
persona Lorenzo. 1611, casata a Costa Lorenzo; 1613, Costa Laurenza,
lu Lourens: villaggio di Maniglia, sopra il Sère. Nome di fam. poco diffuso : sia sotto la forma provenzale
Laurens, sia sotto quella italiana di
Laurenti, Lorenzo. Un Petrus Laurentius a Perosa, nel 1239 (J. J.). Un
Lorenzo, alias Marinato, delli fini di
Perosa, a Maniglia, nel 1614 (J. J.).
1626, Davide Lorenzo della valle di
S. Martino; 1725, borgata detta li
Bernardi ossia Lorenzo,
la I.aimbarda: case di S. Secondo. Probabilmente dal nome di fam. Lombard, esistente a,lle Valli fin dal
1365. Anche fra i martirizzati calabro-vaJdesi del 1562 troviamo' un
Lombardo.
I LETTORI
ci scrivono
Caro Direttore,
se mi è eoncessa ancora una parola sul
problema del lavoro alle Valli e nei nostri
Istituti dirò die dovrebbe èsser noto a tutti
che all’ospedale Valdese di Torino le in
fermiere diplomate in Svizzera sono sempre state e sono su un piano di assoluta
parità con quelle diplomate in Italia, attualmente ne abbiamo tre, bravissime anche loro come le collegbe die hanno studiato in Italia. Per quanto riguarda il riconoscimento in Italia del diploma svizzero potrei ripetere le stesse cose chiedendo perchè la Svizzera non riconosca quello italiano; possiamo sperare che presto anche
qne.sti assurdi scompaiano. Sul funzionaniento dei nostri Istituti alle Valli ci sarebbero molte rose da dire ma questo è un
altro problema.
Mi auguro infine che queste discussioni
non abbiano mai ad essere considerate del
le diatribe, per me e per gli altri t-lie bau
no scritto sono cose molto più serie e doli
piamo dimostrare di poter discutere prò
1-lemi nostri di vitale interesse per le no
sire Valli, magari anche scottanti, con se
renità, senza personalismi ed in modo che
tutti ne abbiano conoscenza e loscienza.
c. p.
Attualità sudafricane
La lotta contro il razzismo
Il Rev. M. J. Redelinghnys della Nederduitsch Hervormde Kerk, (una delle tre
Chiese Riformate Olandesi dell’.Africa del
Sud, che si trova esclusivamente nel
Transvaalì ha dato le dimissione da Pastore, perchè trova che la politica di segregazone dello Stato e della Chiesa è contraria alle Sacre Scritture e alla sua fede.
Il Signor Redelinghuys, che è considerato
da molte persone come un teologo di valore, c uno degii undici autori del libro
a Delayed Action » (Azione Ritardata). Nel
suo contributo a questo volume egli dichiarò che l’attribuzione esclusiva ai bianchi
di certi impieghi, la legge che delimita le
residenze delle varie razze, e la classificazione razziale dei cittadini, sono ingiuste.
Nel prendere commiato della sua congregazióne, disse; « Pèr noi la cosa essenziale è ormai la nostra Nazione e la sua preservazione; questo ha sostituito per noi il
Regno di Dio. Come servitore di Dio ho
l'obbligo di predicare il Vangelo con tutto
quello che ne deriva. Sento che non posso
più farlo nella mia Chiesa ».
Molti uomini, qualunque sia il loro credo politico, onoreranno una simile fedeltà
alla propria coscienza, che obbliga un uomo a lasciare il ministerio della Chiesa
dei suoi padri, nella quale egli stesso è
cresciuto ed ha acquistato un posto d’onore.
Il Rev. D. -A. Don venuto nel Sud Africa dall’Olanda per lavorare nella stessa
Chiesa, ha fatto ritorno in Olanda, dopo 12
anni di ministerio, perchè si è trovato nell’impossibilità di predicare i principi cristiani come sente di doverlo fare, e la sua
coscienza gli proibisce di continuare a lavorare in tali circostanze.
Dal South African Outlook, un periodico mensile pubblicato dalla
Missione Scozzese di Lovedale nel
Sud Africa. (2 ottobre 1961).
Il Professore A. S-. Geyser, docente di
Teologia del Nuovo Testamento all’Università di Pretoria è stato accusata dii eresia
da tre dei suoi studenti perchè ha' criticato nelle sue lezioni la dottrina razzista dell.t sua Chiesa, la Nederduitsch Hervormde
Kerk del Transvaal. Il processo si svolgerà
« a porte chiuse » dinanzi ad una Commissione nominata dalle autorità ecclesiastiche,
e soltanto membri della Chiesa vi sono
ammessi.
11 Professore Geyser è uno degli undici
amori del libro « Delayed Action ».
Dal giornale Star di Johannesburg
(28 ottobre 1961)
Notizie scelte e tradotte dal Missionario
Roberto Coisson.
L’Evangelo perenne per una cìWè
che si frasforma
{segue (lalla l.a pag.)
ticaltoli**esimo ohe nan giova alla nostra
causa, bensì di dire chiaranienle quello
che crediamo e speriamo senza aceantonare
i veri problemi che purtroppo dividono i
vari rami del Cristianesimo, La vera unione non passa nè a Ginevra, nè a Mosca, nè
a Roma, ma passa ai piedi dela iToce di
Cristo.
Abbiamo ancora udito il messaggio del
dr. Ribet di Milano, un saluto del Pastore
metodista di Milano e poi la manifestazio
ASSISTENZA
Al CARCERATI
Quest’anno, anziché fare il solito
appello sui nostri giornali per il «Natale dei Carcerati», è stata preparata
e spedita a tutti gli Amici e sostenitori una Circolare informativa sul lavoro svolto, con unito piccolo bilancio dell’anno.
Chi non avesse ricevuta detta Circolare (per aver inviato il suo dono
anonimo e senza indirizzo) e desideras~e averla, non ha che da farne richiesta alla sottoscritta:
Selma Longo
Casa Valdese
TORRE PELLICE (Torino)
ni s’è chiusa in un clima di canto, preghiera e di gioia spirituale.
L’organizzazione è stata perfetta grazie all’opera pastorale e laica di Ivrea.
Ringraziamo tutti di cuore.
Quali i risultati? Innanzitutto ei rallegriamo di esserci incontrati come evangelici di varie denominazioni e di aver formato una bella, grande famiglia che b-a
consacrato a Dio le lodi ed il culto di adorazione; la maggior parte erano provenienti dalla diaspora c quindi desiderosi di incontrare altri fratelli in fede per fortificarsi in vista del quotidiano impegno. (Juesli incontri sono quindi auspicabili per
l ementare i rapporti interdenominazionali,
in vista dell’opera del Signore in Italia. I
cattolici erano in piccola minoranza, almeno questa è stata la nostra impressione;
rallegriamoci di quei pochi e domandiamo
a Dio di benedire la semente che è stata
Kiit-ata in quel giorno nei loro cuori. Volesse il Signore che qualche Damaris o
Dionigi l’.\reopagita si siano trovati nel
teatro Giacosa! A noi evangelici il compito
di studiare nuovi metodi per agganciare le
anime a Cristo, ma soprattutto l’augurio
che i 50'; del teatro Giacosa diano quotidianamente la loro parola ed il loro esempio di calda testimonianza, poiché, per
un’anima che si converte gli angeli del cielo festeggiano. Vambulante.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
— Pl Lorenzo Odetto ed al Sig. Durand,
che hanno dovuto essere ricoverati alTOapedale di Lusema, auguriaiino una pronta
guarigione.
— 1 giovani rorengbii hanno trascorso
alcune magnifiche giornate nelle Cevenne.
Daremo altrove un ampio resooonto del
viaggio. Ringraziamo sin d’ora i nostri
cari ospiti francesi.
— Si prega di tenere presenti le date
delle riunioni quartierali di novembre.
Alle Fucine i mercoledì 15 e 29 novembre; ai Ruiiner i martedi 21 e 28 novembre.
Annunzieremo quanto prima una riunione al Bosc.
— Il culto mensile domenicale alle Fucine avrà luogo domenica 19 novembre alle ore 14.3Ó. Subito dopo è convocata l’Unione delle Madri del quartiere. Il culto
alle Fucine sarà tenuto da ora in poi ogni
terza domenica del mese.
— Ringraziamo assai l’anziano Aldo
Tourn, per aver presieduto il cullo di domenica 5 novembre e Giorgio Odetto per
aver curato lo svolgimento della Scuola
Domenicale.
— Abbiamo rivisto con piacere Edda
Romand aiR’armoniuim. Nello stesso tempo ringraziamo assai Lillina Tourn che ha
accettato di essere la nostra nuova organista ogni volta che le sarà possibile.
— Puhhlichiaimo le seguenti rettifiche
per le contribuaioui apparse sulla scorsa
Relazione Annua: Avico Bdmira 2.50fl anziché 1.500; Rivoira Lino 930 anziché 430.
Douienica 29 Ottobre, tanto a Pradeltorno alle ore 10, quanto al Serre alle
14,30, abbiaimo avuto il culto di inizio
delle attività invernali e di celebrazione
della Riforma, con Santa Cena;. E’ con
gioia che in entrambe le località abbiamo
notato un’affluenza maggiore. ohe per le
altre domeniche. Ci auguriamo che questo
non sia un fatto eccezionale, ma soltanto
un segno del desiderio dei partecipanti
di approfiittare del forzato riposo imposto
dalla stagione invernale per sfruttarlo al
massimo cogliendo tutte quelle occasioni
che la Chiesa offre in modo del lutto particolare in questi mesi per ialruirsi e fortificarsi nella fede.
E tanto più è necessario che nella nostra
Comunità si stringano le fila in quanto
ogni anno, alla riipresa, si registrano molte partenze per la pianura. Quest’inverno,
ad esempio per la prima volta, il villaggio di Serre Malan sarà completamente
abbandonato. La nostra Chiesa non ha più
alcun meanhro stabile in quel luogo ed
anche gl! ultimi abitanti cattolici hanno
abbandonato, almeno per l’inverno, le loro
case. E, sul versante opposto, sebbene più
in basso, una scuola, quella della Rocciaglia, è stata chiusa.
Si sono riprese tutte le attività ecclesiastiche, ricalcando in buona parte gli stilemi dell’anno .scorso per quanto riguarda
le riunioui di quartiere, le scuole domenicali, i corsi di istruzione eatechelica e
le Unioni giovanili. Un’attività nuova che
sembra promettere bene è quella della
(i lega femminile », o meglio dell’« Union
des femmes » visto che la lingua uffidale
per questa società sarà il francese. Riunitasi per la prima volta il 5 Novembre con
l’antico nome di « Union des mères » ha
infatti deciso di estendere i suoi inviti an( he alle altre donne die non sono madri.
Le auguriamo di compiere un buon lavoro
interessante e costruttivo per ciascuna delle sue componenti e per la comunità in
genere.
Nello spazio di due giorni abbiamo di
nuovo dovuto registrare due funerali. Sabato pomeriggio, 28 Otlohre, nel cimitero
del Capoiluogo ha avuto luogo la tumulazione della salma di Ricca Susanna vedova
Porcero, deceduta all’età di 84 anni agli
Odin. La cerimonia funebre è stata presieduta dal Pastore del Capoluogo, Sig. Alberto Taccia, perchè il Pastore del Serre
in quel momento era in viaggio verso l’O.spedale di Pomaretto con la madre e la
sorella del piccolo Malan Silvio, di nove
anni, t>roveniente appunto dal villaggio di
Serre Malan, improvvisamente deceduto
per polmonite fulminànte. Da alcune settimane si trovava al^Orfanotrofia di Pomaretto con il fratellino Renaio godendo
delTambiente sereno e tranquillo in cui si
trovava e lieto di usufruire di tutte quelle
comodità ohe non poteva certo avere nella
povera casa di campagna priva di luce
elettrica e di acqua in cui fino ad allora
aveva vissuto. La piccola salma è stata tumulata nel eimitoro di Angrogna Capoluogo domenica 29 Ottobre.
Mentre eispriJuiamo la nostra simpatia a
chi è nel lutto ricordiamo loro ancora una
volta che non speriamo in Cristo per quei-'ila vita soltanto.
n Obliai
CLAUDIANA.
Nella Collana della Facoltà di Teologia è uscito il quinto volume;
Valdo Vinay
Evangelici italiani
e«iuli a Londra
durante ii ttisorgimento
8® grande, carta uso mano, pp. 172
L. 1.100
Ordinazioni alla Editrice Claudiana,
per le Valli Valdesi a Torre Pellice,
ccp 2/17557, per le altre regioni a
Torino, Via Principe Tommaso 1 d,
ccp 2/21641.
Il Mi]
Recentemente è stato celebrato il servizio funebre di Genre Maria Lidia ved.
Ferrerò, deceduta dopo lunghi anni di malattia; originaria della comunità di Perrero «’era stabilita con la famiglia a Pomaretto da qualche anno; al servizio funebre ha preso parte molta gente, amici e
parenti dell’estinta; inviamo alla famiglia
il no.slro pensiero di fraterna simpatia.
Domenica 5 novembre è stato celebrato
un breve servizio funebre per la dipartenza del piccolo Malati Silvio da poco tempo al nostro orfanotrofio; il servizio funebre è .stato poi celebralo ad Angrogna donde proveniva il bambino. Inviamo alla famiglia ed in particolare al nostro cateoiimeno Malan Remigio la nostra viva simpalia fraterna.
In oecaisione del centenario della presenza evangelica in Ivrea si è organizzato
un pullman per esprimere la nostra gioia
ai fratelli metodisti e valdesi per l’opera
avviata e continuata dalle due comunità
sorelle. Quelli che erano presenti al teatro Giacosa ne sono rientrati entusiasti e
più avvertili dell’importanza della nostra
presenza in Italia; speriamo che il dialogo e la leslimonianza coi nostri connazionali italiani sia sempre più sentilo allo
scopo di farci apprezzare il tesoro che Dio
ei Ira affidato. Che Dio benedica l’opera
metodista in Italia e la nostra opera perchè
in un clima di sempre più intensa collaborazione si operi finché è giorno per la redenzione sociale e spirituale della nostra
Italia. Ringraziamo i fratelli di Ivrea ed
in modo speciale il Pastore per l’organizzazione e raocoglienza che ci è stala ri.servala.
— Si ricorda a tutta la comunità l’urgente appello per il « deficit » della chiesa.
Le offerte debbono pervenire al cassiere entro il 15 novembre. Ricordatevi la cifra:
!.. 505.Olio. Siamo fiduciosi che tutti risponderanno.
— Si ricorda infine alla comunità che il
19 novembre avrà luogo un culto con Santa
(.^ena.
I coniugi Ermida e Aldo Beux, dei Rosi, hanno avuto il grande dolore di perdere, pochi giorni dopo il suo apparire,
un piccolo gentile fiore sbocciato nella
loro casa: la piccola Laura, che aveva
aperto gli occhi alla luce di questo mondo
il 31 ottobre e che è deceduta improwisamenle la mattina del 2 novembre. I numerosi conoscenti ed amici intervenuti al
funerale hanno testimoniato della viva
parte che la Comunità prende al loro dolore.
Rinnoviamo a questi fratelli provati la
nostra sincera e fraterna simpatia e domandiamo a Dio di dar loro la Sua consolazione ed il Suo conforto.
Con breve, semplice cerimonia numerosi
ex-comballenli, con a capo il Sindaco Cav.
Rosila, hanno ricordato la indimenticabile
data del 4 novembre. Dopo un omaggio
floreale al monumento ai Caduti, essi
hanno consumato insieme un « rancio fraterno », ottimamente servito dai Sigg.ri
Beux-Menusan della Ruata.
Un pensiero ed un saluto cordiale sono
stali inviati agli amici lontani.
Come i mesi che rhanno preceduto, così
auiche novembre continua ad essere soleggiato. La Ditta Bertolla ne 'sta approfittando per eseguire i lavori di rifinitura del
tratto di strada da lei eseguito durante
restale. A giorni, con grande soddisfazione degli automobilisti e dei motociclisti,
il tronco Prinas-Alilieci sarà coimpletamenle finito. A lavori ultimati questo tratto
offrirà un’ottima viabilità. C’è da augurarsi che anche il tratto Toumim-Prinais
non venga dimenticalo e che si provveda
a ripulire le cunette ed a ricoprire la massicciata in molti tratti completamente scoperta .
A più di un mese dalla riapertura dell’anno scola'stico (e dopo tre di vacanza)
la scuola di Ruata — con due posti di insegnanti — non ha ancoira che un supplente solo. A quando la nomina dei titolari? Se molti si sono posti, e si pongono,
la domanda, nessuno finora ha saputo dare
ad essa una risposta.
Sinceramente non si comprende il perchè di tanta lentezza.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al 'fribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tot
La Stuoia Valdese
di Eeoiioiiiia domestica
cambia sede
La Scuola Valdese d’Economia domestica, dopo aver passato undici anni nella bella residenza dei Monnel, si sla trasferendo
nei prossimi g,iorni nella nuova sede deìrUliveto, concessa all’apprezzato Istituto
dalla Tavola Valdese. Qui essa riprenderà
con rinnovato slancio la propria utile ed
operosa attività in favore delle giovaneila
di famiglia valligiana, die, ottenuta la licenza elementare e non continuando gli
studi in una semola media, ricevono in questa Scuola, in un ambiente piacevole e sano, inteso ad una formazione ed islrii/done cristiana, un’ac(urala preparazione teorica e pratica per lutti i lavori e servizi
domestici (cura della casa, cucina, cura delTorlo e del pollaio), ed insieme un’istruzione pratica elementare delle lingue (tabana, francese ed inglese, di eorrispondonzi e contabilità familiare, d’igiene, pronto
soccorso e puericultura, a cui si aggiungono lavori di vero e proprio artigianato
femminile qualificato, con corsi di confezione, taglio e cucito, ricamo e lavorazione d’indumenti a maglia. Così si fornisce
alle allieve ii mezzo d'assumere un’occupazione dignitosa e redditizia.
La nuova sede delTUliveto, posta in una
magnifica posizione al centro del Comime
di S. Giovanni, è del lutto idonea al lun
zionamento ed al progresso dell’IstiUUoEssa ha anche il beneficio del riscaldainenlo centrale, esteso in tutte le camere.
Per il trasferimento nella nuova resiihmza occorreranno evidentemente abmni giorni, in modo die tutti i servizi possano venire bene ordinali e sistemati. Si prevede
che l’apertura del nuovo anno scolastico
a\verrà il lunedì 20 novembre corr. In
ogni modo, per le informazioni e le iscrizioni occorre rivolgersi alla Direttrice dei1,1 Scuola, in Luserna S. Giovanni. Le
iscritte saranno precisamente informale del
giorno e delle modalità delToperlura.
I A VVISI ECONOmiOÈ I
ON CHERCHE 2 ou 3 jeuneis filles pour
noire home évangélique pour vieillards,
pour s’occuper de tout travail (‘ourant
d’un grand ménage soigné. Bon salaire el
congés réglementaires. Date d’entrée:
tout de suite ou à convenir. Présenter
offres avec photo récente à M.lle T. Wachler, Ecangeliischeis Allersheim (( Cliurfirslen », Nessl/vi (Si. Galien), Svizzera.
MOBILI
* a w * mi a ARTIGIANA
Q>iiibepp a Qbjim
Strada di S. Saeondo n. 4 - Talafono 2344
PINEROLO
di fronte Caserma Berardi (Alpini)
ARREDAMENTI COMPLETI DI ALLOGGI
OROLOGERIA - - OREFICERIA
BORNO EMANUELE
Via Trieste, 6 PINEROLO Telef. 3117
Concpssionario GIRARD-PERREGAUX — ENTCAR
BERNA
★ Attrezzato laboratorio orefireria per riparazioni e lavori
811 ordinazioni
★ Si accetta anche l’oro dai clienti
•k MasBiiiia garanzia
SI FABBRICANO CROCI UGONOTTE E STEMMA VALDESI