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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
ÌW.NERD1 16 DICEMBRE 1994
ANNO 2 - NUMERO 48
DOPO LE DIMISSIONI DI DI PIETRO
DIO, IL POPOLO
El GIUDICI
LUCIANO DBODATO
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1^ l’Eterno suscitava dei
giudici che li liberavano dalle mani di quelli che
li spogliavano» (Giudici 2,
16). Così l’autore biblico introduce le storie affascinanti
è fantastiche dei «giudici» di
Israele; nomi che sono entrati
nella leggenda, come Debora,
Sansone, Gedeone e altri. Dio
ama il suo popolo e si adopera per impedire che la degenerazione politica e sociale
raggiunga livelli tali da pregiudicarne il futuro. Dio interviene, sia pure un attimo
prima che sia troppo tardi, ma
interviene!
Una grande speranza attraversa il libro dei Giudici: che
l’azione del liberatore occasionale, temporaneo e provvisorio induca il popolo a camminare nelle vie della giustizia; ma il termine della speranza si sposta sempre più
avanti: la grande ora della liberazione e della giustizia finirà così per coincidere con
l’ora de! Messia. 1 giudici annunciano quell’ora, ma non la
realizzano; i loro sono gesti
profetici, limitati e parziali,
suscitano speranza, liberano
energie ma rimandano oltre
rorizzonic del proprio tempo.
Forse non ce ne siamo molto accorti (o forse sì), ma
l’epoca che sembra concludersi (e speriamo ardentemente che così non sia!) presenta
analogie con la storia dei giudici dell’Antico Testamento.
La «storia sacra» è in realtà la
nostra storia nella quale entra
(e la nascita di Gesù ce lo ricorda) l’azione di Dio; storia
carica di frustrazioni e sconfitte ma anche di tensione e
speranza per il futuro.
Gli artigiani-artisti del presepe napoletano di via san
Gregorio Armeno già l’anno
scorso fecero la statuina del
giudice Di Pietro, inserendolo
, tra i personaggi che, insieme
ai soldati romani, alle lavandaie, ai re magi, ai pastori attendono e annunciano la nascita del Messia. Tra tutte
queste figure quella del giudice è molto carica di aspettative messianiche. 11 Messia annunciato da Isaia «non giudicherà dall’apparenza, non
darà sentenze stando al sentito dire, ma giudicherà i poven con giustizia, farà ragione
ngli umili del paese. Colpirà
n paese con la verga della sua
Lunedì 26 dicembre ore 10
Rai Due
culto di Natale
in eurovisione
dalla Chiesa valdese
di Torino
h culto sarà teletrasmesso in
diretta domenica 25 dicembre
ore 10 dalia televisione
della Svizzera italiana.
bocca, e col soffio delle sue
labbra farà morire l’empio».
(Isaia 11, 3-5).
Così r immaginario profetico interpreta ed esprime le
aspettative del popolo. Il momento che stiamo vivendo vede lo scontro tra il potere politico e quello giudiziario.
Dall’esito di questo conflitto
dipende il destino della nostra
democrazia. Che cosa succederà? Veramente difficile a
dirsi. Quest’anno il presepe
napoletano si è arricchito di
una nuova figura, quella di
Berlusconi in mezzo a due carabinieri: così il popolo vive
la vicenda attuale ed esprime 1
suoi giudizi e le sue speranze.
Il paradigma della storia biblica dei giudici ha tuttavia
una conclusione amara che ci
invita a riflettere su quelle
che sono le nostre responsabilità. Dopo aver detto del
giudice-liberatore, suscitato
da Dio per dar vita ai figli di
Israele, l’autore biblico prosegue con una triste constatazione: «...ma neppure ai loro
giudici davano ascolto, poiché si prostituivano ad altri
dèi» (Giudici 2, 17). La storia
che scriveremo d’ora in avanti non potremo attribuirla a
Dio, e neppure al «giudice»,
ma dipenderà dalla nostra capacità di cogliere e far vivere
il segnale che, per grazia di
Dio, ci è stato dato.
Quarta domenica di avvento: la natività secondo Luca
Natale, quando le ultime diventano prime
QINO CONTE
«Gloria a Dio nei luoghi altissimi, pace in terra fra gli uomini eh’Egli gradisce» « .
(Luca 2, 14)
M
agi e strage degli innocenti a parte,
j. » che sono un’esclusiva di Matteo, è
Luca che ha plasmato la nostra tradizione natalizia. E lui che in modo più ampio
e ricco di particolari narra 1’«Evangelo
dell’infanzia», gli antefatti e poi Trento
della nascita di Gesù; è lui che ci parla
del neonato fasciato nella mangiatoia in
una stalla e dei pastori che, ascoltato il
primo «oratorio di Natale», angelico in
questo caso, se ne arrivano sbalorditi a
vedere l’oggetto di questo annuncio. Ma
forse il racconto di Luca è così pnvileeiato nelle nostre tradizioni perche meglio di altri si accorda, in parte, con ciò
che abbiamo fatto del Natale.
La festosa confusione dei nostn Natati,
con le migrazioni familiari e 1 intasamento del traffico, non è senza analogia
con quella prodotta dal censimento imposto da Cesare Augusto, che obbhg^a
ciascuno a ritrovare le propne «‘“ci. Alberghi e ristoranti che da noi dichiarano
«tutto esaurito» non richiatnMO loc
sovraffollate da comitive chiassose, come quella di Betlehem? E quanti piccoli
come Gesù e come i suoi sono anche og
gi relegati fuori da questa festosa confusione; quanti piccoli nascono sulla paglia
e sul letame, mentre si depone il bambinello di coccio o di plastica nei nostri
presepi domestici o artistici... Siamo riusciti a deformare Natale, questo giorno
di Dio straordinario e sconvolgente, in
una semplice festività folcloristica, a forti venature sincretistiche, i cui simboli,
pagani più che cristiani, sono Babbo Natale e la stella di Natale, l’agrifoglio e il
panettone. Ne abbiamo fatto una festa
dell’infanzia, ma mentre coccoliamo e
viziamo i nostri bambini, innumerevoli
altri piangono e muoiono di stenti, di fame, di violenze.
Forse Luca ha voluto dire proprio questo: in piena vicenda umana, con i suoi
contrasti stridenti e le sue atroci contraddizioni, senza clamore ma in profondità,
Dio viene, interviene. A differenza da
noi, la sua non è una denuncia, ma un
annuncio: «Pace in terra fra gli uomini
che Dio ama», e non solo fra gli «uomini
di buona volontà». Gesù viene come lo
shalom, la pace di una vita riconciliata
che l’amore di Dio offre come il dono
più grande a tutti gli uomini: ma non è
una pace caramellosa e dorata, è la pace
a caro prezzo di cui canta il «cantico di
Maria» e che riecheggia nelle beatitudini, con quel taglio molto particolare che
hanno neH’Evangelo di Luca (6, 20 ss.);
è una pace eversiva per le nostre «buone
paci» egoistiche e per le nostre false paci
ipocrite.
L’Evangelo fa emergere il nocciolo duro del Natale, liberandolo dai nostri addobbi e lustrini, ma lo fa .senza moralismi: con semplicità e con forza, con gioia
che si vuole comunicativa, attingendo
all’attesa millenaria di Israele, annuncia
che Dio non fa regali festivi ma dona se
stesso in quel neonato povero e trascurato, in quella vita che per i più è stata ed è
insignificante, ma di fronte alla quale si
può esultare, come Simeone: «I miei occhi hanno visto la tua salvezza!» (2, 30).
Un po’ folcloristica, la natività secondo Luca? È comunque un folclore tenuto
saldamente in mano da un testimone di
Gesù. Con un inconfondibile tratto femminista: sono le donne a essere segnate
positivamente, verrebbe quasi da dire
«impregnate» dalla parola di Dio. Zaccaria, padre del Battista, e Giuseppe rimangono sullo sfondo, nel racconto di
Luca, in primo piano vengono Elisabetta
e Maria. E un tratto caratteristico di questo Evangelo, dall’Annuncio: «Rallegrati, tu, graziata!» (1, 29) all’altro grande
Annuncio, che le donne- ricevono per
prime e che è vero anche se, portato da
loro, è accolto con scetticismo dagli uomini: «Perché cercale il vivente tra i
morti?» (24, 5 ss., cfr. 24, 11 e 22 s.). Le
ultime cominciano a diventare prime.
Per grazia.
Cuba
In tre anni
i protestanti
sono triplicati
In tre anni è triplicato il numero di membri delle chiese
protestanti cubane, tanto sto- .
riche quanto pentecostali. E
quanto ha dichiarato il giornalista Jacobo Guiribitey,
professore di storia della
Chiesa al Seminario di Matanza, a Cuba, durante la riunione dell’Associazione mondiale per la comunicazione
cristiana (Wacc), che si è
svolta a Sainte-Lucie, nelle
Piccole Antille, dal 30 ottobre
al 3 novembre.
Il giornalista cubano ha precisato che questa massiccia
partecipazione di nuovi membri di chiesa o di vecchi credenti ha cambiato notevolmente il ministero pastorale e
la vita delle chiese locali.
<<Possiamo dire che l’80% dei
vecchi membri torna a frequentare la chiesa insieme alle
proprie famiglie», ha rilevato
Guiribitey, che è anche predicatore laico. A causa del sistema educativo vigente a Cuba,
molti giovani adolescenti avevano smesso di frequentare la
chiesa perché dovevano partecipare a tempo pieno alle attività della Federazione della
gioventù comunista: oggi tornano insieme ai loro figli.
Qualche anno fa vi era una
media di cento persone ai culti, oggi ve ne sono 300. Secondo Guiribitey, il ritorno
massiccio dei membri di
chiesa indica chiaramente che
il vuoto spirituale provocato
dall’ateismo spinge oggi i cubani a ricercare nuovi valori:
«Molte famiglie sono in cerca
di consigli pastorali perché
desiderano che 1 loro figli ritrovino i valori che il materialismo non può dare loro - ha
affermato -. Molti sono i genitori che, durante la loro gioventù, hanno letto l’Evangelo
e òhe vorrebbero che i loro figli seguissero la via cristiana
e partecipassero alla vita della chiesa». (Eni)
Ecumene
Sinodo regionale
della Chiesa
riformata francese
pagina 2
All’ascolto
DELLA RAROLA
Il Signore viene
pagina 6
Cultura
La Riforma
nella Lucca del ’500
pagina 9
2
PAG. 2 RIFORMA
A Evian il Sinodo della regione Centro-Alpi-Rodano della Chiesa riformata di Francia
Quale ruolo per il membro dì chiesa?
EHIC E MATTHEW NOFFKE
Dall’11 al 13 novembre le
chiese riformate francesi
della regione Centro-Alpi-Rodano si sono riunite in Sinodo.. A ospitare l’evento è stata
quest’anno la piacevole cittadina di Evian, che si affaccia
sul lago di Ginevra, proprio di
fronte a Losanna.
Rinnovare la nostra
testimonianza
1 lavori si sono aperti col
messaggio del presidente del
Consiglio regionale, Marcel
Manoèl, che prendendo spunto da un messaggio di Calvino ha richiamato i membri sinodali al vero fondamento di
ogni autorità all’interno della
chiesa: Gesù Cristo presente
nel suo Spirito. Sulla base di
questa premessa, il presidente
ha portato l’attenzione dell’
assemblea sui due aspetti fondamentali di questo Sinodo:
la discussione sul membro di
chiesa e la questione della
funzione del ministerio del
Consiglio regionale. Sul primo punto, Manoèl si è concentrato sulla tensione che la
chiesa vive tra la volontà di
essere chiesa aperta e attiva e
il suo progressivo deterioramento numerico. Nonostante
i problemi, la chiesa riformata ha ancora un notevole significato per la società odierna. Piuttosto che un’incapacità da parte dell’istituzione,
dobbiamo dunque riconoscere una nostra mancanza di
apertura e di coerenza col
messaggio che pure vorremmo annunciare.
Ne consegue un appello a
rinnovare costantemente la
nostra testimonianza, allo
scopo di rispondere alle domande che la società ci pone:
dove trovare un’identità, quali risposte dare ai problemi
etici e sociali della vita di oggi, come nutrire ancora una
speranza per l’avvenire. Questo lo si può attuare solo tramite la predicazione dell’
Evangelo e la resistenza ai
freni che il mondo mette alla
libertà che Dio ci dona.
Anche la riflessione sul
ministerio del Consiglio regionale ci tocca da vicino.
«Un ministerio della Parola,
come e con gli altri», lo definisce Manoèl. E come compiti specifici del Consiglio
individua la sua presenza costante nell’accompagnamento delle chiese, nella vigilanza su queste e sui loro ministri. Anche un ministerio
«episcopale», dunque, che
certo non si impone alle comunità ma le mette nelle
condizioni di suscitare la
propria responsabilità: coordinare e promuovere devono
essere le parole d’ordine dei
consiglieri. Infine, il Consiglio regionale svolge anche
un ministerio diaconale, nella
misura in cui esplica un’ampia funzione amministrativa.
Il membro di chiesa
La principale riflessione del
Sinodo ha riguardato la figura
del membro di chiesa: chi è,
come si definisce, quali sono
le sue funzioni all’interno
della chiesa. Come l’anno
scorso è stato utilizzato il metodo dei gruppi, il cui lavoro
era coordinato da una commissione incaricata di riassumere le diverse riflessioni in
un documento comune da
porre ai voli. Un gruppo si è
occupato del senso del discepolato: quali sono i problemi
che si pongono oggi, quali le
esperienze personali, quale il
senso di una «disciplina»
nell’azione di discepolo. L'altro ha discus.so sul ruolo della
I deputati al Sinodo durante il messaggio del pastore Manoèl
liturgia nella testimonianza
della chiesa; a proposito della
Santa Cena è stata auspicata
la possibilità che sia aperta a
chiunque decida di parteciparvi nel nome di Cristo.
Sul tema del mernbro di
chiesa un punto in particolare
è stato posto in risalto: quale
ruolo possono avere tutti quei
simpatizzanti che non sono
ancora a pieno titolo membri
di chiesa? Per esempio, un
cattolico o musulmano, che
partecipa alle attività di chiesa ma non ha fatto domanda
di ammissione in chiesa, può
assumere incarichi per conto
della comunità? Le posizioni
erano piuttosto divise tra
quanti auspicavano una precedente ammissione 1e quanti
chiedevano la porta aperta a
tutti. La soluzione indicata
dal Sinodo si è còncretizzata
in una revisione del regolamento in vigore, allo scopo di
aprire la chiesa a chiunque, a
condizione che sia riconosciuta e condivisa la confessione di fede della Chiesa
riformata di Francia.
Il regolamento
sui matrimoni
Il secondo tema in discussione, che si inserisce chiaramente nell’orizzonte del precedente, riguardava il regolamento sui matrimoni. È stato
proposto che, al posto di una
commissione che giudichi i
vari casi di matrimoni «particolari» (misti, tra divorziati...) venga costruito un gruppo di lavoro col compito di
studiare il problema assieme
Un saluto particolare
Un saluto particolare è stato mandato dal Sinodo alle
chiese «alluvionate» del
Piemonte. Grande è stata la
preoccupazione dei delegati
per gli eventuali- danni infetti
dall’alluvione anche alle nostre chiese: il Sinodo ha voluto esprimere la sua solidarietà
con tutti gli alluvionati. Al di
là del fatto specifico, abbiamo comunque potuto constatare una notevole attenzione e
curiosità per i valdesi e in generale per il lavoro delle chiese protestanti in Italia.
Verso la seconda Assemblea ecumenica europea
Una provocazione per le chiese
LUCA M. NEGRO
Si è svolta a Oegstgeest,
presso Leiden (Olanda),
dal 23 al 27 novembre la
consultazione annuale tra i
«Consigli nazionali di chiese» europei, la Conferenza
delle chiese europee (Kek) e
altri organismi ecumenici del
continente. Circa 30 i partecipanti, provenienti da una
ventina di paesi; per l’Italia
erano presenti Salvatore Ricciardi, presidente della Conferenza delle chiese protestanti dei paesi latini d’Europa (Cepple) e chi scrive in
rappresentanza della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei). All’ordine del giorno, oltre al consueto scambio di informazioni sulle attività dei Consigli
nazionali e degli organismi
ecumenici sovrannazionali, il
dibattito sulle questioni di
etica «personale», sul ruolo
di pace delle chiese nei conflitti europei (con particolare
riferimento alla ex Jugoslavia) e la preparazione della
seconda Assemblea ecumenica europea.
Sulle questioni di etica
«personale» (ad esempio aborto, omosessualità, bioetica) i partecipanti hanno osservato che le chiese hanno
approcci molto diversi: il movimento ecumenico sembra
quindi avere una certa riluttanza a occuparsi di questi temi, per paura di creare (ulteriori) spaccature fra le varie
confessioni. Tuttavia questi
temi non possono essere elusi, anche perché spesso le
chiese vengono sollecitate a
rispondere a iniziative legislative. E stata comunque sottolineata la necessità di affrontare i problemi in un'ottica interdisciplinare (e non
esclusivamente teologica) e
di non separare artificialmen
te l’etica «personale» da
quella «sociale»: per fare un
esempio, parlare di aborto
ignorando gli aspetti sociali
del problema è fuorviante.
Toni accesi ha avuto il dibatttito sul ruolo di pace delle
chiese nel conflitto jugoslavo
e, più in generale, sul ruolo
del movimento ecumenico
nei paesi dell’Est. Nelle serate curate dagli ospiti olandesi,
due esponenti di rilievo del
Consiglio interecclesiale
olandese per la pace (Ikv),
Laurens Hogebrink e Mient
Jan Faber, hanno accusato il
movimento ecumenico rispettivamente di eccessiva cautela e scarso appoggio dato ai
dissidenti durante gli anni del
comunismo e di troppa prudente equidistanza fra le parti
in conflitto nella Bosnia-Erzegovina. Il segretario generale della Kek, Jean Fischer,
ha replicato alla seconda accusa ricordando gli sforzi
congiunti di Kek e Consiglio
ecumenico delle chiese per
un dialogo tra le varie realtà
religiose del paese in vista di
una comune testimonianza di
pace. Troppo spesso, ha detto
Fischer, le chiese dei paesi
occidentali sono influenzate
in modo acritico dall’opinione pubblica o dalla posizione
dei governi dei loro paesi. È
grave, ad esempio, che in
Svizzera alcune parrocchie
riformate abbiano deciso di
non concedere più in uso i loro locali per il culto degli immigrati serbi e ortodossi.
La seconda Assemblea
ecumenica europea (Aee),
prevista per il maggio 1995|
sarà convocata congiuntamente, come la prima (Basilea 1989), dalla Kek (che riunisce le chiese protestanti e
ortodosse) e dal Consiglio
delle conferenze episcopali
cattoliche europee (Ccee). A
Oegstgeest, per fare il punto
sulla sua preparazione, era
presente anche mons. Ivo Fùrer, segretario generale del
Ccee. Sul progetto della seconda Aee sono state registrate alcune perplessità, sia
per i tempi stretti di preparazione che-per gli aspetti finanziari (un problema, questo, che in tempi di «vacche
magre» sembra toccare in
particolare i progetti ecumenici). Rüdiger Noll, re.sponsabile della Kek per pace e giustizia, ha affermato che esiste
un diffuso senso di frustrazione per la mancata ricezione dei risultati di Basilea.
D’altro lato, ha detto, è necessario mettere a fuoco la
«metodologia ecumenica»
per quanto riguarda l’impegno sociale delle chiese, esattamente come è accaduto per
gli aspetti teologici. Il segretario generale della Kek, Jean
Fischer, ha parlato delle tensioni esistenti nel movimento
ecumenico, e del rischio che
esso si trasformi in un confronto fra blocchi confessionali. In questo senso, ha detto
Fischer, l’invito all’Assemblea e il tema proposto, quello della riconciliazione, sono
una provocazione alle chie.se.
«Non ci sono mai dubbi
quando si tratta di assemblee
confessionali - ha detto il segretario della Kek -. Se vi è
riluttanza in alcune dirigenze
ecclesia.stiche, vi è però una
grande aspettativa nel popolo
di Dio». In conclusione
dell’incontro, i partecipanti
hanno riconosciuto la centralità del tema della riconciliazione, sia sul piano teologico
che su quello sociale, e hanno espresso la volontà di impegnarsi affinché le chiese
inizino un processo di riflessione su questo tema, processo necessario ed essenziale in
vista della seconda Assemblea ecumenica.
VENERDÌ 16 DICEMBRP
ai pastori e ai diretti interessati. I risultati .del dibattito
verranno sottoposti alla discussione del Sinodo nazionale a cui spetta il compito di
redigere i documenti finali e
apportare le variazioni del caso alle discipline vigenti della
Chiesa di Francia.
Naturalmente, sono state
trattate anche numerose altre
questioni, prima tra tutte
quella delle finanze. Le note
sono dolenti anche in Francia
anche se quest’anno,'pur nella situazione piuttosto difficile, vi sono alcuni dati relativamente positivi riguardo soprattutto a una maggiore puntualità delle chiese nel far
giungere le loro contribuzioni
alla cassa centrale. Quello di
quest’anno è stato un Sinodo
di elezioni: il Consiglio regionale uscente è stato rieletto per altri tre anni.
Ruanda: le chiese lanciano
un appello d'Avvento
GINEVRA — «Church World Action Rwanda» (r
Azione mondiale delle chiese per il Ruanda), il progetto"'*^
menico coordinato dal Consiglio ecumenico delle chiese (r
è dalla Federazione luterana mondiale (Firn), ha lanciato v
novembre un appello d’Avvento per raccogliere 17 milion'i
dollari (circa 27 miliardi di lire) per proseguire l’itnpe
umanitario a sostegno del Ruanda. In una lettera sottoscrite
Ginevra da Brian Neldner, direttore del dipartimento nU'
«Servizio niondiale» della Firn e dalla pastora Myra BljX^
rettrice dell’unità «Condivisione e servizio» del Cec (j!
aver ringraziato le chiese per la risposta al primo appello i
ciato in maggio (13,34 milioni di dollari raccolti, contro
richiesta iniziale di 9 milioni), si afferma che il nuovo apn
si è reso necessario per proseguire il lavoro intrapreso
all’interno del Ruanda che con profughi ruandesi in Zaire
rundi e Tanzania. Tale impegno è essenziale anche pép
molte agenzie umanitarie si stanno preparando a lasciare la«
gione. Vi è inoltre il rischio che nel 1995 il Ruanda scotnj
dalle prime pagine dei giornali e, conseguentemente, dalTi
tenzione dell’opinione pubblica internazionale. Le chie
evangeliche italiane hanno aderito all’appello del Cwarraa mnitè
P’IlPnrlo "finrirPI ílttrílVí^rccx ln Pí»rltf»rci'’7inr»o Hollst —__ ^ ..
gliendo finora, attraverso la Federazione delle chiese evaus«
che in Italia, oltre 30 milioni di lire.
Francia: le «Équipes ouvrières
protestantes» hanno 30 anni
■po la c
;£on l’ai
Lttbian
■SChiesa :
Dalle
ieciproi
uh invi
aità di
GLAY — Per festeggiare il loro trentesimo anniversarie^:
«Equipes ouvrières protestantes» (Eop) sono tornate nell p--luogo di nascita: il Centro di Glay. Tra 11’ 11 e il 13 novemtj ''
120 persone, rappresentanti 16 «équipes» e 480 aderenti, sis
no ritrovate in un clima di convivialità e di riflessione: alca
tro dell’incontro un tema di riflessione: «Il futuro del mo#
operaio». Nella loro breve storia, le Eop hanno riunito noni
lo operai di fabbrica, ma anche impiegati, segretari d’aziea
tecnici, ecc. Oggi tutti questi lavoratori conoscono le ffata
della disoccupazione e dell’esclusione; nascono divisioni)
coloro che hanno ancora un po’ di stabilità nei loro lavoi?|
nei loro redditi, tutti coloro che sono incerti sul proprio futi
e il 10% di esclusi, spesso trascinati in una spirale di regresi
ne professionale, sociale, intellettuale e affettiva. Creare po„
promuovere forme di condivisione tra queste tre categoriiL
persone è diventato un compito prioritario per le Eop. 3 f
obiettivi rimangono quelli di 30 anni fa: «La chiesa noti
l’adunanza di coloro che hanno una certa cultura, né il !
in cui si conservano tradizioni religiose. La chiesa è il p^.™di Dio, un corpo vivente di cui diventiamo membri per meza
della fede. Chiediamo agli operai cristiani, in particolare proti ®—<
stanti, di creare o di raggiungere i gruppi operai, per formarsi
informarsi insieme». "
Il nicaraguese Cortès invitato
dai protestanti francesi
to) c
.bamb
PARIGI — Invitato a «Pianeta missione» a Lourdesdì
Servizio protestante di missione, il pastore Benjamin CorÈi
direttore del Centro interecclesiale di studi teologici e soci
(Cieets) di Managua, è intervenuto su due argomenti: «Unii
della missione» e «La cristologia nella diversità dei voltici
Cristo». Invitato dalla Federazione protestante di Francia;!
pastoi^e Cortès ha ricordato che, quando si parla di missionei!
America Latina, bisogna tener conto dei giovani e delle doiW
e quindi rinnovare la teologia e la vita ecclesiale: il 55%.d*
popolazione ha meno di 18 anni e, fenomeno nuovo per UNÌ"
caragua, molte donne intraprendono studi di teologia, dimostrando più perseveranti degli uomini. Il Cieets. che è sostenoto da 40 chiese protestanti del Nicaragua, ha come finalità I»
formazione teologica e l’educazione popolare, in particola®
nel campo agricolo. Ha così permesso a popolazioni indiane!
sviluppare un insetticida naturale a partire da un'essenza d'A
bero (neem) che ora fa concorrenza ai prodotti importati
Usa. In questo paese in cui il 65% della popolazione è disoccupata, ha detto Cortès, la cooperazione internazionale dovteb
be interessarsi di più ai progetti portati avanti dalle Organiz®
ziom non governative e dalle chiese
I 25 anni del Centro
ecumenico di Figueira da Foz
DA FOZ — Il 1“ ottobre scorso il Centro ecit
menico della riconciliazione di Figueira da Foz ha fe.steggia»
suo 5 anniversario. Per l’occasione era stato invitato Ko®"
rad Kai^r, segretario generale del Consiglio ecumenico df
lese (Cec), che ha tenuto una conferenza ed ha avuto un f
confio con la commissione esecutiva della Chiesa presbiterio
a. K.onrad Raiser ha inoltre incontrato il vescovo cattolico*“
oim ra. Una tavola rotonda ha avuto luogo sul tema «Ricoà'
dilazione tra le chiese e le nazioni».
Küng dottore honoris causa
dell'Università di Dublino
DUBLINO — Al teologo cattolico svizzero Hans RrinS
stato as.segnato il dottorato honoris causa dell’Università di P“
blino, in Irlanda, per il suo impegno ecumenico. Le sue
ste per la riconciliazione tra cattolici e protestanti neirirl^”
del Nord hanno avuto un ampio eco nel paese. Ultimamene
Hans Kung ha tenuto conferenze a Dublino, a Belfast e a Co®
La consegna del dottorato avverrà nel prossimo luglio.
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16 DICEMBRE 1994
Vita Delle Chiese
PAG. 3 RIFORMA
yn viaggio in occasione della «Domenica della Riforma»
ricerca delle radici nella comunità
riformata di Fiume ricostituita da alcuni anni
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(Cwar*
rogettoec! SAURO oottardl
chiese (Ce,
melato il i i A U’inizio di agosto il pa7 "li'- A 5tore di Fiume, Lino Lu,jjna, e la sua famiglia hanno
:orso un periodo di vacan^ento perl^^a Vallecrosia ospiti, con
'■a Blyft,Juna ventina di ragazzi croati,
Casa valdese per la gio‘PPsllo, Mfentù, e seguiti con molta cuia dalla pastora di Sanremo
appellitoothea Müller. Sono andato
rapreso J^ovarlo per abbracciare i
Zaire,filffetelli m fede di quella coiche pen^unità dove sono nato e ere-'
sciare la J^iuto, dal lontano 1921 al
scotn«i947, quando ho dovuto lante, dall’il^jafe quella terra conquistata
:^Le chi^^la Jugoslavia. L’attuale co-war rac^punità di Fiume è rinata, dose evang^po la caduta del comuniSmo,
con l’arrivo nel 1991 di Lino
Lubiana, missionario della
«ÌChiesa luterana norvegese.
Dallo scambio intenso di
leciproche notizie è .scaturito
un invito a visitare la comunità di Fiume e a rivedere i
iversariffi' natii. Invogliato perciò
ate nel Itì p queste novità vi sono ritor; novemb volentieri tra ottobre e
;renti,sis Novembre, cogliendo l’occaone: al ca pullman di
del mon lo®uni residenti in Liguria,
lito nons recavano a visitare le
i d’azieii dui loro cari. La com) le fratti dei concittadini, che
livisionii ® legava affettuosamente al
ro lavoio gassato, e rincontro con la
)prio fili comunità evangelica, che mi
i regress lìlacciava lietamente al prereare poi le”*®’ l'anno reso questa visita
•ategorieW^uevole e positiva, piena di
e Eoo 8 Nichevoli incontri anche
liesa non ^aspettati, di novità verificate
né il luci ® 1°''°’ di panorami incanteè il popi del golfo del Quamaro.
permezS trovato una comunità
ilare proti evangelica numerosa (una
^quarantina di presenze al culto) che comprende anche
bambini e giovani. Il buon affiatamento si esterna nel salu[¿llO ognuno, arrivando, dà
ai presenti e dal fitto discorreje a culto concluso, lì nella
sala, senza premura di andarsene; a me, che mi sono dichiarato evangelico di Savona, è stato risposto «brate
moi», che corrisponde al
«frate meo» italico e al «mein
Bruder» tedesco.
L’impegno sociale si concretizza nella distribuzione ai
bisognosi e ai profughi in
• formarsi
ourdes (M
lin'Coitès,
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Francia,
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e a cori
Il porto e la parte più recente della città di Fiume
città degli aiuti che arrivano
dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia; i collegamenti ecumenici hanno una
preferenza con la Chiesa valdese e in particolare con quella di Trieste (tra Fiume e Zagabria, distante 170 km, non
ci sono altre chiese evangeliche). L’interetnicità e l’interconfessionalità, che è sempre
stata nei secoli la caratteristica della città e della Chiesa
evangelica di Fiume, si ripropongono nella composizione
attuale dei membri di chiesa
discendenti da famiglie croate, ungheresi, tedesche, ceche.
Nella sala si alternano anche i culti di due gruppi pentecostali, mentre in una casetta costruita appositamente, si
riunisce un gruppo di battisti.
Ho parlato al culto del 30 ottobre, giornata della Riforma,
sul testo «Ricordati di tutto il
cammino che il Signore, tuo
Dio, ti ha fatto percorrere...»
(Deuteronomio 8, 2-4), e ho
raccontato la storia della
Riforma defr’500 nel golfo
del Quamaro, come è ricordata nel mio «L’Evangelo tra le
frontiere» (Torre Pellice,
Centro culturale valdese,
1993). Al culto del 6 novembre ho predicato su 1 Pietro 1
«A voi, scelti da Dio, che vivete come stranieri nella di
spersione...» e ho ricordato il
formarsi della chiesa evangelica a Fiume nel XIX secolo.
È stato emozionante trovarmi nella nuova sede sotterranea di via Dezmanova tra gli
arredi appartenuti alla sede
ottocentesca di via Pascoli: la
grandé croce sulla parete, il
pulpito da dove avevano predicato i pastori Arnaldo Comba, Corrado falla, Valdo Vinay e Carlo Gay; la balaustra
e i banchi del Concistoro, dove sedeva mio nonno, il fonte
battesimale dove ero stato
battezzato e la tavola della
Cena davanti alla quale avevo
fatto la confermazione.
Il r novembre ho partecipato all’appuntamento della
comunità al cimitero di Cosala, nell’ex campo protestante,
davanti alla tomba dei Smith
e Meynier, fondatori della
)Chiesa, dove il pastore ha tenuto un breve culto, non di
intercessione per i defunti ma
di testimonianza della presenza evangelica in città: c’era
molta gente, molti italiani.
Alla tomba dei Gottardi ho
applicato uno stemma valdese, ne ho spiegato il significato e ho ricordato la predicazione valdese a Fiume tra le
due guerre mondiali.
È stato bello sfogliare i veeehi registri ecclesiali, dal
1857 al 1947, ritrovati e custoditi assieme ad altri documenti, e incontrare Gianni
Contus, mio coetaneo, figlioccio dei Meynier, che mi aveva
fornito i dati per ricostruire la
genealogia di questi ultimi e
la topografia dell’insediamento. Della vecchia comunità
italiana ho rintracciato a Abbazia l’unica superstite, Edith
Persa-Duimovich, che si è tutta animata nel ricordare i tempi della gioventù.
Il 4 novembre siamo andati
in gita all’isola di Cherso, attraversando in traghetto il canale di Farasina. Con sorpresa ho trovato la biblioteca
comunale della città di Cherso intitolata a Ivan Juraj Patrie (1524-1570), cioè Gian
Giorgio Petrisso, grande evangelizzatore nei circoli filoprotestanti dell’Istria e della Dalmazia, giustiziato a
Venezia per affogamento
dall’Inquisizione.
Infine ho potuto conoscere
Vlasta Akacic, di Fiume, che
per prima mi aveva informato, nel febbraio 1991, della riprésa dei culti evangelici a
Fiume con sette persone.
Niente accade per caso, mi
aveva scritto, tutto è diretto
da Dio; quello che può sembrare la fine, per il Signore è
appena il principio.
Un appuntamento autunnale tradizionale per le chiese della Svizzera italiana
Dare e ricevere nell'atmosfera del bazar
MHATO DÜBENDORFER
Nella Svizzera interna, tra
ottobre e novembre, le
chiese preparano i bazar: alcune per tradizione, altre per
sbitudine. Per la vendita vengono presentati vari articoli,
dalle scarpe ai vestiti, dalle
camicie ai maglioni; marmelate, dolci, caffelatte, pizza e
®olte altre cose ancona. Molti accorrono: chi per
curiosità, chi per divertimen0, sono le donne che allesticonoi, trafficano, fanno e dianno; in segreto ho seguito
ca°ri° P'ocola crona
a. Doris; specialista in mania ’’ serve di lenzuola. Non
1 vernice e pennello,
i , destra con lo spray. Bella
ri . .^^’’'tta: «Bazar». Questo
*r *®*^o a me non garba, è
straniero e per niente
n, .*dttO- Sabina: tra le sue
fa bella figura una scatola ;?'°rata a forma di rombo:
- ben protetta, dentro
c’è il
suo tesoro. Talvolta la
scoperchia e con occhi lucidi
d’orgoglio ne osserva il contenuto: come sono belli quei
soldTni! Le Marie: di Marie ne
abbiamo parecchie, chi in cucina chi in maglieria; si fanno
concorrenza. A portare buon
aiuto vi sono pure Rosa, Lidia, Antonietta, Marcella,
Ruth, come anche la veneranda signorina Merkli. Qua e là
anche i giovani; non vogliono
mettersi troppo in mostra, sono un po’ impacciati ma con
lena danno il loro aiuto.
Testimonianze. L’uomo
della grande borsa: erano le
8,50: in anticipo sull’ora stabilita per l’apertura, la grande
borsa che aveva con sé era
già colma, vi aveva messo
ogni sorte di animali, quelli
confezionati con gli scampoli
e imbottiti; chiedo: «Lei è
forse la befana?» «Sì; io sono
un Babbo Natale speciale.
Quando è Natale vado all
ospedale dei bambini e porto
questi doni». La donna e il
cagnolino: «puten Tag; che
bel cagnolino». Lo guardo,
mi abbasso; quello si mette
ad abbaiare. Un cane insignificante così mingherlino ce
l’ha con me. «Sa - dice la padrona - è il mio più fedele
compagno, non è un cristiano
ma mangia nel piatto».
L’anziano del caffelatte:
aveva preso una piccola colazione, non proprio una colazione alla Svizzera ma il caffelatte era bollente; lo vedo
andare in cucina: «Frau, mein
caffè ist kalt». Così facendo,
gratuitamente si procura un
secondo caffè. La donna e il
suo segreto: «Ist pizza gut?».
A volte il nostro tedesco suona così. Avrà avuto trent’anni, domando: «Le piace la
pizza?». «Sie ist sehr gut, meglio di quella che ho ricevuto
ieri al ristorante». Era venuta
da noi per caso, ha trovato
l’annuncio sul giornale, non
conosce la nostra lingua, non
conosce nessuno nel nostro
ambiente, è sola. Mi permetto
di chiedere: «Ha famiglia?».
«No, anche il mio amico mi
ha lasciata; erano tre anni che
ci frequentavamo; ora vive
con un’altra. Tutti pretendono
e chiedono; sentimento e
amore non esistono più».
I vestiti: uno nero l’altro
rosso. Erano uguali, facevano
bella mostra: «Mi piace, lo
provo». Lo aveva indossato;
veramente le stava a pennello. «Nero coi capelli neri?
Questo no. Ti devi fare bionda». Renato: tu non ti accorgi? Presto sarò tutta grigia.
Delusione: la nostra cucina la
conoscono. Sono venuti per
gustare il minestrone alla ticinese. Hanno sbagliato data,
quello lo si fa in primavera
per l’azione pane per il prossimo. Se l’appetito è presente
la buona pasta pure ben si
mangia. Conclusione. Incontri gai, incontri tristi, tristezze
e gioie che nella comunione
si abbracciano e si fondono.
Dare e ricevere. Gesto riconoscente e grato a colui che
tutto e a tutti dona.
LA TAVOLA VALDESE INFORMA
Collaborazioni
pastorali
Sedute molto piene di lavoro (e quando non lo sono?) quelle della Tavola terminate pochi giorni fa a Roma. Sono state prese importanti decisioni, sia sul campo di lavoro sia su altri progetti. La Tavola ha proceduto ad alcune nomine pastorali, a seguito dei risultati
delle votazioni di alcune assemblee di chiesa o di consultazioni dirette con i Consigli di chiesa, di circuito e
con i pastori interessati. Dal
1° ottobre 1995 il past. Valdo Benecchi sarà pastore a
Roma, via XX Settembre, il
past. Arrigo Bonnes sarà
pastore nelle chiese di Genova Sestri e Sampierdarena, mentre il pastore Giuseppe Platone (come del resto già ampiamente riportato da Riforma) sarà pastore
a Torino, corso Vittorio.
I contatti presi localmente
e a livello degli esecutivi
hanno raggiunto un risultato
molto positivo a Campobasso, ove la cura della locale
Chiesa valdese e della sua
diaspora è stata affidata al
pastore battista di Campobasso, Dario Saccomani. Si
spera di aver trovato il giusto modo di procedere in
casi analoghi, nel rispetto
delle singole identità ecclesiologiche e storiche. Occorrerà attenzione, cautela e
chiarezza di intenti da entrambe le parti.
La Tavola ha completato
la formazione dei comitati e
delle commissioni. Due
commissioni sono state
«avocate a sé» dalla Federazione (quella per il «Decennio di solidarietà delle chiese con le donne» e quella di
«Pace, giustizia e integrità
del creato»), per le altre il
sistema attuale di nomina e
di informazione sarà rinnovato a partire dal prossimo
Sinodo.
Sono in corso contatti con
giovani pastore,e pastori tedeschi, in vista di un loro
eventuale servizio in Italia.
Non appena possibile si procederà alla loro destinazio^
ne, sentiti (attraverso le Ced
e i Consigli di circuito ove
richiesto) Concistori e Consigli di chiesa interessati.
La situazione finanziaria
alla data odierna è assai critica. Il 24 novembre (il giorno prima dell’inizio delle
sedute della Tavola) il deficit era di 382 milioni, 328
dei quali per ritardo nelle
contribuzioni promesse. Per
chiudere l’anno in pareggio
occorre non solo che le
chiese versino tutte le contribuzioni «impegnate» ma
anche una parte almeno di
quanto richiesto in più dalle
(2ed e dalla Tavola. Ricordiamo che la differenza fra
le «richieste» e gli «impegni» ammonta a 212 milioni, e che la Tavola riuscirà a
risparmiare non più di 60
milioni, avendo momentaneamente «chiuso i rubinetti» delle spese per manutenzione e rinviato ogni decisione circa gli aumenti agli
iscritti a ruolo. Dobbiamo
fare tutti uno sforzo per arrivare al pareggio per fine
anno. La «defiscalizzazione» dovrebbe aiutare, specialmente ì contribuenti
maggiori. Tutti possono diventare «contribuenti maggiori», se danno il 3 per
cento dei loro redditi.
Un augurio di Buon Natale a tutti.
Chiese evangeliche di Puglia e Lucania
Credenti impegnati
VERA VELLUTO
Domenica 13 novembre si
è svolta a Bari, presso la
chiesa battista, l’assemblea
della Federazione delle chiese
evangeliche di Puglia e Lucania per esaminare l’operato
del Consiglio e procedere
all’elezione del presidente
della Fcepl; gli altri membri
del Consiglio, invece, «durano in carica secondo i regolamenti dei rispettivi organismi» (art. 16 dello statuto).
Erano presenti 47 delegati
delle chiese delle due regioni,
oltre a un buon numero di
membri di chiesa: l’assemblea ha accolto la richiesta
avanzata da «Missione cristiana», una comunità pentecostale presente in Puglia, di
far parte della Federazione.
La mutata consistenza della
Fcepl ha reso necessarie le
modifiche statutarie presentate dal Consiglio e approvate
dall’assemblea.
L’assemblea ha inoltre votato alcune mozioni relative,
fra l’altro, all’esigenza di organizzare corsi di preparazione teologica per monitori e di
formazione pastorale, di promuovere un’effettiva collaborazione territoriale dei pastori; una mozione ha sollecitato
le chiese a «fare oggetto di riflessione e di testimonianza»
i principi enunciati dal Decennio ecumenico delle chiese in solidarietà con le donne;
con un ordine del giorno, 1’
assemblea ha «pienamente
condiviso il documento approvato dall’assemblea generale della Fcei sull’impegno
dei credenti nella società italiana» e ha denunciato «le
pratiche di una “nuova” classe dirigente che si richiama a
“valori” che contraddicono la
solidarietà, fraternità, uguaglianza che sono frutti dell’
amore cristiano».
L’assemblea ha rieletto chi
scrive quale presidente della
Fcepl. Alle ore 17 si chiudevano i lavori con il culto presieduto dalla presidente e la
predicazione della pastora
Elizabeth Green. La colletta è
stata devoluta al fondo prò alluvionati della Fcei.
Venerdì 16 dicembre —
BARI: Alle ore 17,30, presso
il Liceo scientifico «Scacchi»,
via Cavour, avrà luogo per iniziativa del Centro evangelico
di cultura e della Federazione
delle chiese evangeliche di Puglia e Lucania un incontro
sull’obiezione di coscienza.
Relatori: Etta Ragusa (Segretaria nazionale del Mir), Martin
Ibarra (pastore evangelico),
Roberto Rossi (magistrato). Introduce Nicola Colaianni (docente universitario e magistrato). Presiede Nicola Pantaleo.
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese ■
venerdì 16 DlCEMBRp
La ricorrente «offerta d'amore», in occasione del Natale, finanzia questa operazione
Le chiese battiste italiane sono attivamente
impegnate nel lavoro missionario
Battisti a Livorno, nel nuovo tempio
Nel battesimo
il segno della grazia
Un villaggio in cui operano le missioni battiste
Come ogni anno, in vista
del Natale, viene lanciata fra
tutte le chiese dell’Unione
battista in Italia 1’«Offerta
d’amore»« destinata alle missioni. Anni addietro l’Assemblea dell’Ucebi stabilì che
questa particolare raccolta di
offerte, curata dal Movimento
femminile evangelico battista
(Mfeb), fosse interamente devoluta al lavoro della Missiotìe battista europea (Mbe): essendo rUcebi membro della
Mbe, il contributo finanziario
proveniente dalle chiese italiane costituisce l’adempimento di un preciso impegno
preso con i partner europei.
La Missione battista europea ha iniziato il suo lavoro
nel 1954 in Africa e nel 1969
in Sud America. Nel Continente nero, dove in alcuni
paesi esiste una presenza battista secolare, il lavoro è stato
condotto sin dall’inizio a livello paritario con le Unioni
battiste africane le quali deci
dono il campo di lavoro dei
missionari. Questo tipo di
collaborazione ha dato i suoi
frutti in vari modi; un risultato evidente è, fra l’altro, il
rafforzamento delle Unioni
locali di chiese nella loro autonomia.
Attualmente i missionari
europei della Mbe in Africa
sono 60, di dieci paesi diversi:
fra di loro non c’è nessun italiano. La loro attività è principalmente di carattere sociale e
diaconale e comprende la gestione di orfanotrofi, asili,
scuole, doposcuola, mense,
centri di formazione per le
donne, servizi medico-infermieristici ecc. Vi sono però
anche dei pastori, inseriti nel
quadro delle attività gestite
dalle Unioni battiste locali.
La missione opera in Camerún, nella Repubblica Centrafricana, nella Sierra Leone e
in Mozambico; non sono pochi i pericoli connessi con le
tensioni politiche e con la
guerra civile. Recentemente,
in accordo con la Convenzione battista del Sud Africa, una
missionaria della Mbe ha iniziato un servizio diaconalesociale di 4 anni nel contesto
dell’attuale situazione del paese. In America meridionale
la Missiohe opera con il nome
di Masa in Argentina, Bolivia,
Perù e Brasile. In quest’qltimo paese è stata creata una
serie di istituti per accogliere i
ragazzi abbandonati, mentre
altrove l’attenzione è rivolta
principalmente agli indios,
specie delle tribù dei Quechua
e degli Aymara. In Bolivia è
stato iniziato il progetto «Acqua» per soddisfare l’urgente
bisogno di acqua potabile
presso gli indios Quechua.
Nel Sud America sono all’
opera 25 missionari, molti dei
quali locali, mentre altri trenta
collaboratori si adoperano in
20 diverse stazioni missionarie tra le popolazioni non indios. In 6 istituti vengono curati 310 bambini e ragazzi;
accanto a questa attività di accoglienza vi è anche un forte
impegno nella predicazione
dell’Evangelo che ha già portato alla costituzione di alcune
decine di chiese e gruppi.
Nell’«offerta d’amore» del
^Natale 1993 è stata raccolta
presso le nostre chiese la
somma 3i £.46.538.500.
Sièt
La
in
Comunità luterane di Roma
La Chiesa battista di via del Vecchio Lazzaretto
Hans-Michael Uhi
sarà il nuovo pastore
La comunità di Roma della
Chiesa evangehca luterana in
Italia (Celi) ha proceduto domenica 27 novembre all’elezione del nuovo pastore che
sostituirà l’attuale, Hans Gerch Philipp!, che fino all’anno
seorso era anche decano della
Celi. La comunità sarà affidata a partire dall’estate prossima a Hans-Michael Uhi che
proviene da Lützelsachseln,
presso Weinheim, dove è pa
store della Chiesa evangelica
del Baden. Il pastore Uhi ha'
38 anni, è sposato ed ha tre
figli di 14, 11 e 4 anni.
Sei candidati avevano fatto
domanda alla comunità. Fra
questi quattro, fra cui una
donna, sono stati invitati dal
Consiglio di chiesa per presentarsi alla comunità che ha
infine scelto il pastore Uhi.
Nel 1995 il pastore Philipp!
ritornerà in Germania.
Domenica 13 novembre,
nel nuovo tempio battista di
via del Vecehio Lazzaretto,
hanno testimoniato la loro fede ricevendo il battesimo per
immersione le sorelle Gabriella Del Nista Moro e Erica Galiberti. A due settimane
dall’inaugurazione del tempio c’è stata «festa in cielo»
e gran festa da noi tutti: le
due sorelle, dopo l’opportuno
«corso di catechesi e di riflessione» hanno dato, pubblicamente, il segno della
grazia di Dio.
Pubblicamente, in quanto,
oltre alla chiesa riunita per
questa celebrazione, erano
presenti alcune delle autorità
assenti al momento dell’apertura uffieiale del tempio; la
sala di culto era gremita di
persone, conoscenti e non,
amici, parenti e tantissimi
«simpatizzanti». Il eulto battesimale è stato tenuto dal pastore Mario Marziale che. col
«permesso» della chiesa bi
sta di Firenze, ha manifes
l’affetto fraterno (suo e
sua ehiesa) che da anni L,
corre tra le due comunità.
Nel battesimo d’acqui
nella seguente «imposizio| Ì
delle mani», le due sorellej Ì
Cristo sono state accompj
gnate dal pastore Mauro '^
Nista, per conto della
Il pastore è nuovo a
rienza, perché è usanza
comunità decidere con
riunione di preghiera una;
timana prima della cerimo!
chi sia colei o colui che.
Spirito Santo indica coffi
«accompagnatrice» o «acèai
pagnatore» dei battezzanti
fonte battesimale e stavi'l
l’Indicazione del Signoret^
duta sul fratello Del Nista./
la celebrazione è sega,.
l’Agape fraterna e tutto il4
manente» sino alla tarda sti
ta. Giorno di festa! Giomeì
ringraziamento al Signore!.
KIFOBMA
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16 DICEMBRE 1994
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
Si è tenuto in ottobre il culto di dedicazione della nuova chiesa
La «Filìpino Christian Church» vive la fede
ili fraternità con i battisti di Reggio Calabria
ANNA MAFFEI_______
f\a un elenco predisposto
^ dal Servizio rifugiati e
feranti della Federazione
le chiese evangeliche in
risulta che in moltissi^realtà evangeliche locali
irattutto cittadine, ma non
I, la presenza di fratelli e
iile immigrati è diventata
a e non più evento spoico. Le situazioni si prertano differenziate, e vanda un semplice rapporto
Sspitalità di comunità straere nei locali di culto di
chiese evangeliche italiane
fino a una piena integrazione
di credenti immigrati nelle
e stesse, con tantissime
j j J Ivarianti nel mezzo, tutte pos■■ sibili e spesso praticate. Esperienze queste che vanno
fatte conoscere e valorizzate,
ì7s3p®'‘=.‘*"di infor
, ____ Tftiazioni su ciò che si fa non
può che giovare in un campo
M cui siamo spesso alle prime armi, o quasi.
La prima domenica di ottobre di quest’anno nei locali
delle chiesa battista di Reggio
Calabria si è vissuto un momento molto coinvolgente, un
Culto di dedicazione di una
nuova chiesa battista, la Filipino Christian Church. La
chiesa si era formata qualche
tempo addietro e in poco tempo era giunta a raccogliere
circa 25 persone di nazionalità filippina. 11 pastore delle
chiesa battista italiana, Enzo
Canale, racconta: «I due Consigli di chiesa si sono incontrati prima della dedicazione
chiesa batí
manifestai
(suo e
a anni
munità.
I d’
mposizioi
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Mauro
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tutto il «ti1 tarda
i! GiomoI
Siunore!
La corale della comunità filippina. Terzo da destra è Roger Quaresma, presidente del Consiglio di chiesa
della nuova chiesa e hanno
concordato insieme i termini
della collaborazione e dei
rapporti di fraternità che le
due comunità si apprestavano
a vivere. Attualmente la chiesa filippina è guidata da un
Consiglio di quattro persone,
presieduto da Roger Quaresma che è l’elder, l’anziano.
Ma come figura pastorale, almeno fin quando non ne
avranno una di nazionalità filippina, si rivolgono a me, pastore della chiesa italiana. Io
presiedo un culto al mese che
è quello con la celebrazione
della Santa Cena. In quella
particolare domenica abbiamo in realtà due culti, uno la
mattina in italiano, e uno nel
pomeriggio, in cui si alternano canti e letture nelle due
lingue, italiano e inglese. Poi
una volta ogni due mesi trascorriamo l’intera domenica
Bisiasmi——I—
Donne della Chiesa battista di Varese
Giornata missionaria
ANNA MASINO
omenica 4 dicembre le
donne della Chiesa evan¿Ì^lica battista di Varese hanÌM) tenuto la Giornata missioittaria mondiale. L’impronta
data a questa ricorrenza non è
stato tanto l’insistere sui contributi per l’evangelizzazione
nei paesi stranieri (che pure è
tannante) quanto il sollecilare la comunità a riscoprire il
Senso missionario, così come
^^ottolineato nelle parole del
'vristo risorto: «Andate in tutto il mondo, ammaestrate tuttìipopoli» (Matteo 28, 18).
f Si tratta fondamentalmente di
I^Vere la vocazione di crej-*nti con responsabilità e con
¿ ’ esplicazione dei doni ricettori dal Signore: questo senso missionario ci fa essere
nna chiesa per gli altri.
Tutti i presenti al culto hanno compreso l’importanza del
messaggio, valido non solo
per i singoli ma anche per la
comunità, perché ci rende attenti a un mondo che deve essere preso sul serio, non per
far da supporto a ogni sua
evoluzione ma per presentargli l’annuncio della grande trasformazione di tutte le
cose: «Ecco io faccio ogni
cosa nuova». La novità sarà
la vittoria della giustizia e
dell’amore, manifestate in
Gesù Cristo sulla croce.
Le sorelle della comunità
battista di Varese guardano in
tal modo al loro futuro come
al futuro di Dio, cercando di
lavorare, oggi ancor più intensamente, per la giustizia e
la pace nel mondo. Al termine sono stati distribuiti a tutti
dei cartoncini segnalibro.
BACH - BUXTEHUDE - KUHNAU
ACCADEMIA DEI .SOLINGHI
dir. Rita PmRKrn
CORALE EVANGELICA DI TORINO
dir. Flavio Gatti
Massimo De Grandis, orbano
Cantate, Corali e brani
organistici della tradizione
natalizia protestante del
’700 tedesco
Presentazione di G. Long
Contiene la prima registrazione assoluta della Cantata di Kuhnau “Una lat ein
Kind geboren" che verrà eseguita nel
corso del culto televisivo di Natale In
eurovisione. In vendita presso le librerie Claudiana.
Rus 552048.2
^>Jsicassetla CLK 340
insieme con un’agape fraterna. Anche i culti speciali, come quelli di Natale e di Pasqua, abbiamo programmato
di celebrarli insieme».
In molti casi una reale integrazione di chiese italiane e
di immigrati è resa difficile
dalla diversa maniera di vivere la celebrazione del culto.
Spesso accade, ma anche in
questo caso non bisogna generalizzare, che nelle chiese
formate da immigrati c’è una
maggiore vivacità e spontaneità nelle forme liturgiche e
forse anche una partecipazione più corale al momento del
culto. Ci chiediamo cosa sia
avvenuto a Reggio. «Da noi ci risponde il past. Canale - il
cambiamento era avvenuto
già prima del nostro contatto
con la comunità filippina, e
forse questo ha favorito il nostro rapporto e la nostra co
munione, anche liturgica.
Avevamo ravvivato il culto
con un’alternanza di voci e
anche lasciando l’annuncio
della Parola come momento
centrale, che ha conservato
anche una certa solennità, i
canti e l’intervento di più persone nelle letture e nelle testimonianze ha reso il tutto molto più coinvolgente. La chiesa
filippina distribuisce diversi
compiti nel culto, la persona
che presiede, non è in genere
la stessa che predica. Poi diverse persone sono invitate a
pregare e c’è una ragazza che
si occupa di insegnare canti
nuovi e anche di guidare il
canto comunitario. Alla fine
hanno anche una preghiera
con sottofondo musicale».
Dato questo bell’avvio ci
chiediamo come mai sin
dall’inizio non si sia considerata l’ipotesi di una comunità
mista, invece di due chiese
distinte. «All’inizio non sono
venuti come singoli - riprende Canale - ma ci hanno
chiesto ospitalità come gruppo. Dunque si sono formati
con un loro statuto cercando
di mantenere le forme espressive particolari delle chiese
filippine, fra cui una molto
bella è l’affermazione del patto, occasione in cui la chiesa
pronuncia una formula di dedicazione che poi viene ogni
anno riaffermata. Comunque
l’attuale stretta collaborazione fra le due chiese spero ci
spinga verso la realizzazione
in futuro di una chiesa unica,
pur nel rispetto delle particolarità di ciascuno».
Invitata anche la Chiesa metodista
Bologna avvia
la «scuola di pace
»
rugginenti editore
Fvia Cuore Immacolato di Maria, 4 - 20141 Miiano tel/fax 02/89501283
A Marzabotto, in provincia
di Bologna, il 30 settembre
1944 avvenne uno dei più
crudeli eccidi della storia della guerra di liberazione. La
zona si tinse di rosso: non
quello della brigata partigiana
Stella rossa, ma quello del
sangue di un gran numero di
persone. Oggi in quel medesimo luogo (un vasto territorio
tra il fiume Reno e il torrente
Setta) vi è l’immenso parco
regionale del monte Sole, e la
provincia di Bologna ha dato
l’avvio a un progetto affascinante: una scuola di pace. Lo
scorso 30 settembre ne è stata
inaugurata la prima costruzione, che consentirà di ospitare
25 persone con un programma interessante: imparare a
vivere nella giustizia, nella
pace e nella salvaguardia del
creato.
Vari responsabili di movimenti e confessioni religiose
hanno contribuito a questo
progetto ponendo simbolicamente delle piante di mandorlo per segnare una nuova
strada, la strada della pace.
Nella diversità religiosa gli
uomini e le donne del nostro
tempo intendono qui mettere
in evidenza che è possibile
camminare lungo questa strada. Tra le diverse manifestazioni che sono state organizzate dalla provincia di Bologna segnaliamo quella che ha
visto coinvolta la Chiesa
evangelica metodista: domenica 4 dicembre il pastore
Giovanni Anziani, a nome
della comunità, ha partecipato alla cerimonia dell’«albero
della pace» insieme ai rappresentanti del movimento «Ananda Marga» e della comunità islamica bolognese.
11 pastore, nel suo intervento, ha sottolineato che la strada della pace inizia da un passato segnato dal sangue, un
passato da ricordare perché è
stato il nostro passato di persone capaci di costruire odio
e guerra. La via della pace ci
è offerta come possibilità dalla parola di Dio: una Parola
che ci impone continuamente
di scegliere tra un cammino
di divisione e uno di comunione, tra la conflittualità e la
fratellanza, tra la dimenticanza e la memoria.
L’amministrazione provinciale era presente nella persona dell’assessore alla Cultura
che, nel ringraziare i partecipanti, ha ricordato che i vari
movimenti e confessioni che
hanno posto l’albero della
strada della pace, formeranno
una consulta per organizzare
la realizzazione del progetto
«scuola della pace». È stata
una giornata importante perché si è data continuità a un
cammino per la pace vissuta e
non solo sperata.
Chiesa metodista di Padova
Gruppi al lavoro
ALBERTO BRAGAGLIA
Con i primi di ottobre sono iniziate anche le attività della Chiesa metodista di
Padova. In particolare sono
due i gruppi che finora hanno
proposto un programma di
lavoro articolato per l’anno
che viene.
Innanzitutto il Gruppo di
attività femminile, che con
l’aiuto della nuova pastora,
Heidi Federici Danz, ha deciso di dedicarsi allo studio e
alla discussione di argomenti
di particolare attualità con un
taglio" «al femminile»: ecco
quindi la lettura di testi quali
In memoria di lei, di E.
Schiissler Fiorenza e Theology of Mutual Relation di
Carter Heywart. Ma anche la
presentazione di figure femminili significative della
Riforma in Italia, l’elaborazione di particolari forme liturgiche, la partecipazione attiva allo studio biblico comunitario, che quest’anno tratterà delle parabole, attraverso
l’analisi di figure di donne
protagoniste di parabole
evangeliche.
Il Gruppo di studio biblico
è l’altro gruppo che ha stabilito il programma annuale:
viene mantenuta la forma itinerante, sicuramente uno de
gli ingredienti fondamentali
di un’attività che continua a
suscitare un interesse notevole. L’altro ingrediente assai
apprezzato è probabilmente
la metodologia di lavoro: tutti i partecipanti, a turno, possono condurre le riunioni e
indirizzare la discussione sulla base del tema e di un testo
proposti dal responsabile del
gruppo e presentato in Consiglio di chiesa e in assemblea
(quest’anno il tema delle parabole sarà affrontato utilizzando Le parabole di Gesù,
di Aldo Comba).
Dalla discussione nessuno è
escluso, indipendentemente
dalla preparazione personale,
dalle intime convinzioni,
dall’appartenenza confessionale. Si tratta, come si vede,
di un modo di procedere molto «metodista», che abitua i
singoli membri di chiesa a
avere una parte molto più attiva nella reciproca crescita
spirituale e di fede. In questo
modo, poi, dovrebbero riuscire ad affiancare e sostenere
meglio l’eventuale figura pastorale, chiamata soprattutto a
effettuare una funzione di stimolo e di coordinamento di
molteplici attività in un territorio vasto. L’appuntamento
è perciò ogni quindici giorni
circa, nelle varie case.
Cronache
SAN GERMANO La drammatizzazione della guarigione
dei dieci lebbrosi operata da Gesù e le riflessioni fatte su
quell’ argomento dai precatecumeni durame il culto del 4 dicembre, interamente preparato dai ragazzi e dalle loro monitrici, hanno permesso ai presenti in chiesa di approfondire
la ricerca del significato di quel miracolo del Signore: un
pensiero riconoscente dunque ai nostri giovanissimi e a coloro che con tanto amore e impegno si occupano di loro.
• Domenica 27 novembre il segno del battesimo è stato posto su Flavio Ribet, di Orazio e di Katia Roccione, e su
Corinne Rostan, di Giorgio e di Paola Ghessa. Auguriamo
ai bimbi che la loro vita sia arricchita sempre dalla grazia
del Signore e ai genitori che ricevano da Dio la forza per
essere fedeli alle loro promesse.
SAN SECONDO — Ringraziamo il predicatore locale Rino
Cardon che ha presieduto il culto domenica 20 novembre.
Vogliamo anche ringraziare Paolo Gay e Anna Bosio che
hanno suonato in queste ultime domeniche in chiesa, alternandosi pur non essendo della nostra comunità.
• Diamo il benvenuto a Alessandro Pastre, di Giuliano e di
Monica Bianciotto, nato a Pinerolo il 12 novembre.
PERRERO-MANIGLIA — Una grande emozione ha suscitato nella comunità la scomparsa improvvisa di Felice Costabel, deceduto all’età di 89 anni. Tutte le persone che lo conoscevano e lo stimavano si sono riunite intorno alla famiglia in lutto per ascoltare il messaggio della resurrezione nel
tempio di cui era un fedele frequentatore.
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IL DIRETTORE GENERALE
LUCIANO GIULIANI
6
PAG. 6 RIFORMA
4^ SETTIMANA DI AVVENTO
IL SIGNORE VIENE
PAOLO SBAFFI
Anno dopo anno, secondo
la scadenza del Calendario, riviviamo questo periodo che precede il Natale;
queste settimane durante le
quali noi dovremmo (di colpo, con uno sforzo di immaginazione che non sappiamo
neppure noi quanto potrà riuscire) prepararci all’arrivo di
un qualche cosa che poi ciascuno si immagina a modo
suo. E ravvicinarsi del Natale, che ha valenze diverse
proprio nella nostra società
cosiddetta cristiana.
Le cose più evidenti sono
che i negozi rimangono aperti anche nei giorni festivi,
che c’è più folla lungo le
strade delle città, che le vetrine sono addobbate in maniera allegra e a volte chiassosa con palline colorate
mentre viene diffusa la solita
musica natalizia (la quale fa
sempre tanto «atmosfera», tipo «Bianco Natale»), che veniamo a sapere di qualche
parente o amico che ha programmato un viaggio nei
mari del Sud.
Il ministero di Gesù
Come si compie e si rinnova il ciclo delle stagioni, così torna a srotolarsi
quello che la chiesa chiama
l’anno ecclesiastico al cui inizio, per antica tradizione ormai secolare, c’è proprio il
periodo dell’Avvento, cioè la
preparazione al Natale di Gesù. Ma nell’anno ecclesiastico, al Natale segue il periodo
in cui si ricorda il ministero
di Gesù, con la sua predicazione del regno di Dio, accompagnata dai segni, cioè le
guarigioni o miracoli di liberazione e salvezza, viene poi
il tempo della passione, cioè
il dono del Figlio di Dio per
noi, con la sua morte sulla
croce, e finalmente la risurrezione, cioè la Pasqua che dovrebbe essere il vero inizio
dell’anno per unaromunità
cristiana fedele all’Evangelo
così come la Comunità primitiva l’ha ricevuto e vissuto.
Viene poi la pausa estiva, la
ripresa delle attività ecclesiastiche, la Domenica della
Riforma e poi si ricomincia...
«Egli viene, viene per giudicare la terra.
Egli giudicherà il mondo con giustizia, e i
popoli con fedeltà»
(Salmo 96, 13)
«Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui; radicati, fondati in lui e rafforzati dalla fede,
come vi è stato insegnato, abbondate nel
ringraziamento. Guardate che nessuno
faccia di voi preda con la filosofia e con
vani raggiri secondo la tradizione degli
uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo; perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza di Dio»
(Colosses! 2, 6-9)
«Voi avete bisogno di costanza, affinché,
fatta la volontà di Dio, otteniate quello che
vi è stato promesso. Perché c'è poco tempo, e colui che deve venire verrà e non tarderà. Ma il mio giusto vivrà per fede; e se
si tira indietro, non sarà gradito. Ora, noi
non siamo di quelli che si tirano indietro a
loro perdizione, ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita»
(Ebrei 10, 36-39)
«Sei tu colui che doveva venire, o ne
dobbiamo aspettare un altro? Gesù rispose: Andate a riferire a Giovanni quello
che udite e che vedete: i ciechi ricuperano
la vista e gli zoppi camminano; i lebbrosi
sono mondati e i sordi odono; i morti risuscitano e VEvangelo è annunciato ai
poveri. Beato colui che non si sarà scandalizzato di me!»
(Matteo 11, 3-5)
«È venuto in casa sua e i suoi non
l'hanno ricevuto, ma a tutti quelli che
l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di
diventare figli di Dio: a quelli, cioè, che
credono nel suo nome»
(Giovanni 1, 11-12)
Gesù Cristo è
la nostra speranza
Se l’Avvento ha un senso
esso deve chiarire una cosa'ben precisa: noi attendiamo
non un qualche cosa che ciclicamente si ripete bensì qualcuno che è già venuto. Il tempo deH’Avvento ha il Solo
scopo di rinverdire, ricostruire, forse anche esaltare, la dimensione della speranza della
nostra vita, e questa speranza
ha nome- Gesù Cristo. In
realtà, ogni domenica e ogni
altra occasione di incontro di
una comunità cristiana con la
Parola di Dio è «àvvento», nel
senso che ripropone la presenza del Signore nella nostra vita per riscattaria dalla vanità e
dalla pericolosità '(l’autolesionismo umano è noto a tutti;
basti pensare a come ci trattiamo tra popoli e nazioni e a
Come trattiamo la natura).
Il Salmo 96 culmina con la
proclamazione che Dio viene.
Non è detto che «Dio è», la
Bibbia non si è mai preoccupata della «natura» di Dio, ha
preso semplicemente atto dei
suoi interventi creativi, del
suo venire a fare Cose nuove
nella storia del suo popolo. E
il popolo della Bibbia attende
sempre e di nuovo il suo Dio
che viene a costruire e ricostruire la vita, una nuova
umanità. Per questo è scritto
che «Dio viene», viene a fare
qualche cosa, anzi viene a instaurare il suo Regno che
comprende realtà inaudite,
inedite e stupefacenti di fronte aH’ovvietà e alla banalità
della nostra vita.
Emmanu-EI
Dio con noi
La comunità di coloro che
credono in lui, quella
che vive perennemente nell’
atmosfera dell’Avvento, attende e cerca di vivere in anticipo il «nuovo» di Dio. Essa sa che Dio non è come un
«santo patrono» o come un
garante della conservazione
di ciò che è sempre stato,
neppure quando viene presentata in forme nuove. Dio è
molto più intelligente di noi!
Egli viene a giudicare la terra
e i popoli nel loro modo di
vivere e interpretare la loro
realtà di affidatari delle sorti
del mondo e del creato. Per
questo Dio viene a costruire
un modo di essere e di metterci in rapporto gli uni con
gli altri che abbia a che fare
con il suo modo di essere
«con noi e per noi». Questo è
anche il senso della parola
con la quale è stato definito
Gesù all’epoca della chiesa
primitiva: Emmanu-Bl, appunto: «Dio con noi». In lui,
l’uomo di Nazaret, vissuto
nella nostra storia (quindi in
maniera precaria, discutibile,
addirittura ambigua, così
com’è in genere la nostra
realtà...), in lui «ha abitato
corporalmente tutta la pienezza di Dio» (Colossesi 2,
9). Questa è la testimonianza
apostolica su di lui. Noi siamo invitati a non fare speculazioni sulla natura divina di
Gesù, ma a prendere atto che
in lui «Dio viene» in maniera
inaudita e decisiva per la nostra storia umana.
In maniera inaudita significa che il Dio che si rivela in
Gesù Cristo è disponibile anche a lasciarsi rifiutare, trascurare come poco rilevante
nella storia degli uomini; «la
vera luce che illumina ogni
uomo stava per venire nel
mondo ma il mondo non l’ha
conosciuta. È venuto in casa
sua e i suoi non l’hanno riconosciuto» (Giovanni 1, 9-10).
Eppure il «tempo era compiuto, e il regno di Dio era vicino» (Marco 1, 15). Proprio in
questi tempi di sbandamento
e di incertezze noi siamo
chiamati a credere che Dio
viene e interviene.
Dio viene e interviene
Solo che, per il fatto di essere un Dio la cui «Parola è stata fatta carne», egli
non può intervenire come se
fosse un «leader» carismatico, un «capopopolo» che va
avanti solo grazie a discorsi
demagogici e a promesse che
non manterrà mai..., egli interviene invece nella contraddizione della realtà umana.
Egli interviene partecipando
alla nostra realtà di persone
che vivono l’ansia e la precarietà degli eventi storici, ivi
compresi quelli economici,
occupazionali, politici e di sicurezza sociale.
Egli viene e interviene «a
giudicare la terra». Nel linguaggio biblico, «giudicare»
equivale a «condannare» o
forse potremmo dire «esautorare». Abbiamo avuto esperienze recenti di quanto sia
stato sconvolgente esautorare
alcuni «mostri sacri» del nostro «establishment» politico
e finanziario, e l’operazione
non si dovrebbe concludere
con le dimissioni di chi si è
speso senza riserve..., ma occorre ricordare che «giudicare
la terra» ha a che fare con la
croce, dove il giudizio di Dio
sull umanità meritevole solo
di condanna, è stato inglobato
**? subito ogni
giudizio e ogni condanna.
ogni tipo di pace religiosa e
sociale. Egli è un Dio che
vuole dal suo popolo, dalla
sua comunità, una testimonianza coerente con le promesse che egli ha fatto e ha
attuato.
O noi rimaniamo fermi alla
domanda del Battista: «Sei tu
quello che doveva venire, o
dovremo aspettarne un altro?» (Matteo 11, 3), oppure
dobbiamo renderci conto che
tutto è già stato fatto, che non
abbiamo diritto di chiedere a
Dio più di quello che ha già
fatto essendo venuto ad essere uomo con noi e come noi.
Una presenza potente e debole, indiscutibile e contestabile, vittoriosa e perdente,
trionfante e rifiutata. Appunto: Emmanu-El, Dio con noi.
Ricercare il
mondo nuovo di Dio
Viviamo tempi difficili,
non solo a livello economico e politico, ma anche per
quanto riguarda la compren
sione che riusciamo ad avere
della nostra identità. Molti dei;
nostri ideali sono caduti, molti sogni e speranze sono preci
pitati vertiginosamente, epptr
re siamo chiamati a non
pisolarci», magari con ricor
renti incubi di un'evoluzione:
tragica degli eventi, in un.faCile e disimpegnato rassegnarci della situazione accompagnato, magari, dalle .solite lamentele inoffensive del nostre
diffuso scontento. Noi
dobbiamo aspettare altro Salvatore che il Signore Cesi
Cristo, il quale è già venuto.
Dio è già «in mezzo a noi>
(Luca 17, 21 ), ha già «abiids
fra di noi, e noi abbiamo c*
templato la sua gloria, quéi
dell’Unigenito venuto i
presso il Padre» (Gv. 1,14)Ogni giorno è possibile vivere la ricerca del mondo
nuovo di Dio. Noi siamo
chiamati ad orientare senip®
e di nuovo la nostra vitali
vista della nuova creazioni
che ha avuto inizio in Gesi
Cristo.
Dio vuole da noi una
testimonianza coerente
Dio, quindi, non è uno che
lasci perdere le marachelle degli uomini, non è un
Dio bonario il quale, pur di
mantenere una specie di
«quieto vivere», favorisca
Preghiera
Nel principio c ’era Dio,
Oggi c’è Dio,
Domani ci sarà Dio,
Chi può fare un’immagine di Dio?
Non ha un corpo,
È come una parola uscita dalla tua bocca.
Questa parola non c’è più.
Appartiene al passato, eppure vive ancora.^
Così è Dio.
Canto dei pigm®[z
(Tratto da Quando è giorno?, della Cevaa, 1994)
1'
nc
V
legi
pro'
dell
cui
sedi
ma
suce
COSÍ
steg
svol
rolo
dall;
cen
cola
nuo
rimp
L
jdini
che
una
assi
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giui
dee
près
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un
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Ititi
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ste
ma
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fas
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lità
V tori
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7
3RE 1 qq spedizione in abb. postale/50 - Torino
^ . In gaso di mancato recapito si prega restituire
^ al tnidente presso i'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a corrispondere
il diritto di resa.
Fondato nel 1848
Si chiama Domingo Collado Rostro, ha 49 anni e da 14
I ^pedala attraverso gli stati del mondo portando un messaggio
* di pace, in difesa dei valori della democrazia, della pace e
della solidarietà. Cileno, figlio di un sindacalista socialista
ha subito, durante la dittatura di Pinochet instaurata dopo il
golpe del settembre ’73, ogni sorta di violenza: genitori,
moglie e figlio sono stati torturati, violentati e uccisi; lui
stesso è uscito dal campo di concentramento solo nel 1980.
Dopo aver compiuto in bicicletta oltre due milioni di chilometri, nello scorso fine settimana ha incontrato gli amministratori di Pinerolo e Torre Pellice, raccontando che cosa è
stato il Cile del fascismo ma anche che cosa è oggi, «un
paese ancora sotto choc». Il «ciclista della pace» andrà ora
in Svizzera, Francia, Belgio, Germania e Polonia; è previsto
anche un messaggio al Parlamento europeo.
D
< <1
XI
VENERDÌ 16 DICEMBRE 1994 ANNO 130 - N. 48 LIRE 1300
Un’altra volta ancora si
torna a parlare di piano
di razionalizzazione della rete
scolastica; la scorsa settimana
Í distretti scolastici si sono
trovati davanti allá circolare
del ministero della Pubblica
istruzione che invitava distretti ed enti locali a verificare il da farsi per l’anno scolastico ’95-96.
Alcuni parametri sono stati
da tempo individuati per poter conservare rautonomia di
un istituto, di una scuola elementare, di un circolo didattico; si prendono ad esempio in
considerazione il numero delle classi (12 per le scuole medie, 25 per le medie superiori) o degli insegnanti. Sono
note le battaglie, gli ordini
del giorno dei Consigli comu
UN PIANO DI RAZIONALIZZAZIONE
QUALI SCUOLE?
CARMELINA MAURIZIO
nali quando in passato alcune
scuole elementari si trovavano a rischio di chiusura: i piccoli Comuni montani delle
Valli hanno dovuto fare i
conti con lo spopolamento e
il calo delle nascite; solo in
questi ultimi anni in molte situazioni si è registrato un
cambio di tendenza per cui
non solo si sono mantenute te
scuole in montagna ma addirittùra si sono riaperte struttu
re come la materna di Bobbio
Pellice.
Nell’immediato non sembra vi siano situazioni a rischio ma si sa quanto sui piccoli numeri basti poco a passare ad esempio sotto i 20
'alunni di una scuola elementare. Le osservazioni fatte dai
distretti montani vanno nella
linea di mantenere la situazione così com’è; si sono avviate anche esperienze riguar
do all’apprendimento delle
lingue, alla conoscenza della
storia e della cultura locale, si
cerca di offrire corsi più adeguati alle aspettative di giovani e famiglie.
Eppure, se è vero che fra
due anni qualcosa si dovrà
cambiare davvero nel mondo
dell’organizzazione scolastica, sarebbe bene che proprio
dall’ambito locale partissero
delle proposte di riorganizzazione, per evitare di subire
solo decisioni prese altrove e
garantendo alle comunità delle zone montane quella preziosa risorsa che è data proprio dalla presenza di una
scuola. Si parla molto della
necessità del presidio umano
in montagna perciò è contradditorio chiudere le scuole.
avert
Iti dei
, mol-;
preci
oi4
ca.
f-t
ira.
IPineroIo
(Per una
montagna
non «assistita»
Verso la fine della scorsa
legislatura il Parlamento approvò una legge a sostegno
della montagna, la n. 97, di
cui molto si parlò anche in
sede di campagna elettorale
ma di cui poco di è saputo
successivamente. Per capire
cosa può offrire la legge a sostegno dell'occupazione si è
svolto venerdì scorso a Pinerolo un incontro organizzato
dalla Provincia di Torino: si è
cercato di vedere in particolare se sia possibile avviare
nuove attività sotto forma di
imprese o cooperative.
L’assessore al Lavoro, Badini Gonfalonieri, ha ribadito
che la montagna deve essere
una risorsa e non un’entità da
assistere: «Creare posti di lavoro e non assistere la disoccupazione» è stato uno slogan
dell’assessore, che ha aggiunto: «A volte anche poche
decine di posti possono rappresentare qualcosa di importante in una valle; vogliamo
però passare dai tradizionali
cantieri di lavoro che davano
un po’ di ossigeno a qualche
persona secondo le ore lavorate a forme organizzate di
programmazione degli interventi sul territorio, anzitutto
formando addetti capaci di
associarsi in imprese che lavorino nelle valli, diventando
6ssi stessi propositori di interventi duraturi». Su 13 Comunità montane della provincia
10 hanno risposto alle proposte di istituire dei corsi di formazione presentando dei proptti di cui alcuni sono già in
8se di attuazione. La legge
prevede proprio la possibiita di affidare lavori sul terrigno, in una zona che ancora
ccentemente ha dimostrato
ta la sua instabilità, a coo^tative 0 singoli agricoltori:
in f risposta anche
e^ini di capacità impren“«onale, si potrà dire che un
Pomo
potrà
passo è stato effettiva
È stata firmata la convenzione «ponte» con la Regione in attesa di quella definitiva
Gli ospedali valdesi si misurano sulla qualità
PIERVALDO ROSTAN
Venerdì 9 dicembre è stata
firmata la convenzione
ponte che regola i rapporti fra
la Regione Piemonte e gli
ospedali valdesi di Torre Pellice, Pomaretto e Torino. Scaduta da tempo la vecchia convenzione, la firma è stata apposta venerdì scorso dal presidente della giunta regionale,
Brizio, e dal moderatore della
Tavola valdese Gianni Boston. «Siamo soddisfatti perché, a parte i ritardi, c’è una
volontà comune di lavorare
insieme sul tema della salute
- ha afferihato il moderatore
-; sappiamo che questa è una
convenzione ponte ma è comunque una buona base di
partenza per arrivare a un
documento definitivo che sancisca il rapporto con la Regione. Non ci nascondiamo
che ci saranno ancora difficoltà; l’anno prossimo sarà
un anno di transizione anche
per la struttura sanitaria pubblica; dovremo rinnovare
l’impegno per la valorizzazione dei nostri ospedali che
sappiamo importanti per la
gente delle Valli. Accettiamo
Il cantiere all’Ospedale valdese di Torre Pellice
la sfida della competizione
sulla qualità dei servizi erogati». Che cosa dice nello
specifico la convenzione? «La
convenzione del 1991 - dice il
direttore amministrativo, Silvio Vola - fissava i rapporti
fra gli ospedali valdesi e la
Regione; con la prossima dovrà trovare applicazione la
legge 502 sulla Sanità, cioè
bisognerà stabilire i nuovi
criteri di finanziamento basati
sut sistema a prestazione e la
nuova collocazione degli
ospedali valdesi nella rete degli ospedali regionali.
È confermato anzitutto il
ruolo dei nostri ospedali; ci
sono due soli articoli, uno di
approvazione delle nuove
piante organiche, l’altro del
criterio di finanziamento per
gli investimenti edilizi. Sul
primo punto sono state ottenute alcune modifiche delle
attuali piante organiche migliorando alcune posizioni
che avevamo già; in particolare vengono istituite alcune
figure nel settore medico e
sanitario per potenziare alcuni servizi alla popolazione. Ci
sarà anche una decina di posti di lavoro in più a Torre
Pellice, relativamente al lotto
di costruzione in corso dedicato alla riabilitazione. Per
quanto riguarda gli investimenti edilizi si sono ribadite
le due strade possibili: il finanziamento in conto capitale e la possibilità di attivare
dei mutui. In questo modo ci
auguriamo di ultimare nel
più breve tempo possibile le
opere che sono già avviate
disponendo di più spazio per
erogare servizi che oggi offriamo in spazi non adeguati». Ospedali di zona dunque,
legati al territorio e in stretto
collegamento con l’ospedale
di Pinerolo.
«Esiste oggi un forte collegamento con la gente e con
tutte le strutture territoriali
(medici di base, servizi territoriali) - dice il dott. Giovanni Mathieu, direttore sanitario
dell’ospedale di Torre Pellice
-; dovremo lavorare intensamente per un’integrazione
più stretta con le strutture di
Pinerolo. Anche in questo caso non partiamo certo da zero; su circa 3.500 "primi interventi ” che svolgiamo in un
anno, il 10% riguarda pazienti che poi vengono trasportati a Pinerolo con una
buona integrazione fra le
strutture».
compiuto.
Quando giunse settembre a causa del
forte incessante lavoro (non avevo
avuto respiro dopo gli esami di giugno)
mi sentivo presso che estenuato. Fu
quindi con una gioia immensa e con un
non minore sollievo, che verso la metà
del mese vidi arrivare Ernesto ed Enrichetta, che si portava in braccio Guglielmino. Caro bimbo dagli occhi già pensosi, non sapevi nulla allora; e neanche noi,
grazie a Dio, sapevamo; non sapevamo
che esattamente venti anni più tmdi una
palla austriaca t’avrebbe colpito in gola,
mentre, animoso ufficiale, incitavi t tuoi
soldati all’assalto.
Ero dunque ormai libero. Non tomai
però subito a Torre Pellice. Rimasi ancora alcuni giorni da Ernesto per assistere,
il 20, alle grandi feste indette in occasione del venticinquesimo anniversario
della breccia di Porta Pia e di Roma capitale d’Italia. Non farò la cronaca di
quella giornata. Dirò solo che fui
te in una delle migliori tribune all inau
ILFILO DEI GIORNI
VIVA I VALDESI
aiOVANNI ROSTAGNO
gurazione del monumento a Garibaldi
sul Gianicolo e che presi parte, insieme
alla delegazione valdese capitanata da
Enrico Meille, al gran corteo che dal
centro della città mosse verso la breccia.
In testa v’erano i superstiti dei detenuti
nelle carceri pontificie per motivi o reati
politici; venivano poi i rappresentanti
d’innumerevoli associazioni e sodalizi di
carattere liberale, convenuti da ogni parte della penisola e delle isole. 11 corteo,
attraversata piazza Venezia, doveva salire per via Nazionale e passare quindi davanti alla nostra Chiesa. Vedutala tutta
imbandierata e già pronta per la lumina
ria della sera, i dimostranti unirono le loro voci in una ardente acclamazione più
volte ripetuta: Evviva i Valdesi! Evviva
la libertà di coscienza!
Ma quello di cui godetti maggiormente fu di una magnifica conferenza pronunziata la sera dopo da Ernesto (Giampiccoli, pastore a Roma dal 1893 al ’97,
ndr) nel Tempio strapieno di uditori attentissimi, in cui l’oratore si applicava a
far vedere quanto fosse non solo vano
ed infecondo, ma nocivo alla vita della
nazione, un semplice anticlericalismo
scompagnato da qualsiasi sentimento
religioso, da qualsiasi vera e salda fede
cristiana.
Prima che fosse terminato il mese ero
finalmente di nuovo a casa dalla Mamma, che mi aspettava con gran desiderio
e che io con altrettanto desiderio anelavo
di rivedere. Ma non potemmo stare insieme che una diecina di giorni.
(da Le mie memorie, Claudiana.
Torre Pellice, 1946, pp 158-60)
In Questo
Numero
Perrero
Il turismo scolastico dovrebbe essere al centro dei
progetti futuri per la Pro
Loco di Peirero. Ne abbiamo parlato con Giulietta
Breusa, presidente neoeletta di un’ associazione
che ha da poco rinnovato il
proprio direttivo.
Pagina II
Tossicodipendenze
Di fronte al problema
delle tossicodipendenze e
della droga in particolare
non ci si può fermare al
sintomo ma bisogna cercare le cause di questo comportamento. Ne parliamo
con Marco Rolando, medico presso il Servizio per la
tossicodipendenza a Torino Lingotto
Pagina III
Guide turistiche
Una recente guida redatta a cura della Regione Piemonte comprende anche
itinerari nelle valli valdesi
e in zone limitrofe: si tratta
di uno strumento non specifico ma utile, specialmente perché si rivolge anche alle scolaresche.
Pagina III
Teatro
Piace e fa discutere (ma
questo era fra i suoi obiettivi) «Café Liberté», Tultimo lavoro del Gruppo teatro Angrogna: una serie di
ricostruzioni d’epoca, tutte
ambientate in un locale
pubblico, ripercorrono cinquant’anni di storia del nostro paese.
Pagina III
Natale
Serate musicali, incontri
comunitari, scuole domenicali; la serie degli a{^Hmtamenti che le chiese vaidesi delle Valli organizzano per Natale.
8
PAG. Il
BRICHERASiO-BARGE IN BICICLETTA? — Come utilizzare gli 11 km dell’ex ferrovia Bricherasio-Barge e le relative stazioni abbandonate di Campigliene, Bagnolo e Barge? C’è stato chi ha proposto di utilizzare il sedime ferroviario per costruire una circonvallazione di Bibiana e sveltire il traffico tra la vai Pellice e i primi Comuni della provincia di Cuneo; in questo senso però esistono anche altri progetti meno costosi. Un comitato sorto a Cavour e appoggiato da Legambiente e da alcuni amministratori locali propone invece di utilizzare la vecchia ferrovia per costruire una
pista ciclabile; sarebbe così possibile percorrere la campagna fra Bricherasio e Barge tranquillamente in bici e collegarsi ai percorsi ciclabili della vai Po. Le stazioni in disuso
potrebbero essere adibite a centri socio-ricreativi e a Barge
si vorrebbe far sorgere un ostello per l’accoglienza del turismo giovane. Si tratta, dicono i promotori, di un’iniziativa
che potrebbe incrementare il turismo in zona riqualificando
l’ambiente. La proposta Verrà presentata venerdì 16, alle
20,30, presso il teatro Silvio Pellico di Bagnolo.
PINEROLO: IL BILANCIO E I CITTADINI — Martedì 6
dicembre la giunta di Pinerolo ha ultimato l’esame della
bozza di bilancio preventivo ’95; comincia ora la fase di
consultazione: fra il 12 e il 17 dicembre l’assessore Buffa
incontrerà la commissione consiliare competente, associazioni di categoria, sindacati. Lunedì 19, presso l’auditorium
di corso Piave, si terrà un’assemblea con la cittadinanza; il
Consiglio esaminerà il documento programmatico il 20, 21
e 22 dicembre. Per consentire un’ampia informazione e una
preparazione degli incontri è stata predisposta una pubblicazione con i dati essenziali del bilancio in distribuzione nelle
edicole, in municipio e nei Centri sociali.
NUOVO CONCORSO MAGISTRALE — È stato bandito il
20 ottobre, ma ancora non pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, un nuovo concorso magistrale. Sembra che la novità più
rilevante sia l’introduzione di una prova aggiuntiva scritta e
orale di accertamento della conoscenza di una o più lingue
straniere e della relativa capacità didattica. Per favorire la
preparazione dei concorrenti nel Pinerolese, il Collegio europeo di Torre Pellice mette a disposizione le sue risorse
per un corso finalizzato al superamento di detta prova.
MALAN LASCIA LA LEGA — Sono ormai moltissimi i casi
che sottolineano il distacco fra il deputato pinerolese Lucio
Malan e la Lega Nord nelle cui liste era stato eletto lo scorso marzo. Malan, che dalla Lega è uscito nelle scorse settimane ed è confluito nel movimento «Federalismo e libertà», si è espresso negativamente sulla proposta di riforma elettorale regionale proposta dal ministro leghista Speroni, ha ribadito il proprio impegno a favore dei referendum
a suo tempo proposti da Lega e Pannella, e ha criticato il
voto dei leghisti che in commissione Bilancio del Senato
hanno votato con le opposizioni «per mantenere i privilegi
fiscali per le attività commerciali dei partiti».
LUSERNA: A BUON PUNTO I LAVORI PER LA ROTONDA — Entro Natale i lavori alla rotonda di Lusema saranno conclusi, almeno per le parti essenziali; è una promessa del sindaco. Ohibò, che consapevole del disagio arrecato
alla popolazione e in particolare ai commercianti della zona
centrale, considera però «molto valida la soluzione adottata
dalla Provincia». L’abbattimento degli alberi consentirà un
ripensamento globale della piazza: fin d’ora è stato creato
uno slargo per consentire la sosta ai pulmann senza che ciò
blocchi, come accadeva prima, la circolazione. «Sono meno
ottimista - puntualizza il sindaco - sulla conclusione rapida
dei lavori in via Gianavello in quanto bisogna rifare tutti i
collegamenti dei servizi prima di poter riasfaltare».
VISUS
di Luca Regoli & C. snc
OTTICA - via Amiiiid 5
10066 TORRE PELLICE (TO)
L’OTTICO DI LUSERNA
di Federico Regoli & C. snc
via Roma, 42
N10062 LIBERNA S. GIOVANNI ITO) f
'Û/7
y
E Eco DELLE ^LLI ^LDESI s
VENERDÌ 16 DICEMBRE^
PINEROLO: ALTRI MILIONI PER IL PALAGHIAGCIO
— Altri 700 milioni sono stati stanziati dal Consiglio comunale di Pinerolo per il completamento del primo lotto funzionale del palazzo del ghiaccio. Fin qui erano stati reperiti
fondi per quasi 3 miliardi ma nemmeno la somma aggiunta
ora sarà sufficiente; anche le previsioni di quanti immaginavano la possibilità di pattinare fin da quest’inverno sono andate deluse: il cantiere è ancora in alto mare.
Le prospettive di una rinnovata Pro Loco nelle parole della presidente Giulietta Breusa ittira il
Incrementare turismo scolastico e sport il d
LILIANA VICUELMO
La Pro Loco di Perrero ha
rinnovato di recente il direttivo: alla presidente neoeletta, Giulietta Breusa, chiediamo alcune informazioni,
prima di tutto sugli iscritti, il
direttivo e l’attività.
«Attualmente gli iscritti variano tra 145 e 150, per lo più
sono bambini che si iscrivono
per partecipare alle feste che
organizziamo. Il direttivo è
cambiato dopo le ultime elezioni: io sono la presidente, il
vicepresidente è Gianfranco
Vigna, Giuseppe Agù segretario e Nicola Milano cassiere.
Tra i consiglieri c’è una buona presenza di giovani che
possono portare idee nuove.
Le attività? Per il momento
stiamo preparando il calendario per i prossimi tre mesi: dicembre, gennaio e febbraio.
Per le vacanze pensiamo di
adoperare il campetto di calcio come pista di pattinaggio,
sperando che ci sia freddo a
sufficienza, e anche di organizzare una fiaccolata nel prato, se nevicherà un po’, ma la
festa tradizionale che raccoglie più partecipanti è quella
della Befana: ci sarà qualche
variazione rispetto agli anni
scorsi; niente più pacco dono
ma uno spettacolo per i bambini e frittelle per tutti. C’è il
solo problema del costo di un
intrattenitore, perché questi
artisti costano parecchio. Alcune settimane fa un gruppo
di volontari ha ripulito un po’
l’abitato di Perrero: è un’iniziativa da ripetere».
— C’è un’attività particolarmente ben riuscita che
vorreste riprendere ?
«Senza dubbio ripeteremo
il concerto di musica classica
a luglio perché è un vero successo».
-Avete progetti per ilfutu
ror
«Io punterei molto sul turismo scolastico, cercando di
recuperare qualche motivo di
attrazione. C’è, per esempio,
un bel mulino ad acqua, proprio qui -nel centro di Perrero,
che ha smesso da poco di
funzionare ma che è ancora in
buono stato; ci sarebbe soltanto da sostituire alcune pale
di legno della ruota. Il proprietario non si sente di sostenere quella spesa, che è grossa anche per noi, ma sarebbe
disponibile, qualora il mulino
funzionasse, a mettersi a disposizione delle scuole per la
visita. Anche in questo caso
si può solo sperare nel volontariato perose interessanti
da visitare: il mulino, la vasca
delle trote, magari una stalla
con gli animali».
- A che punto è la programmazione del campo
sportivo di Perrero?
«Dopo un anno di lungaggini burocratiche, siamo arrivati alla firma dell’atto per
l’acquisizione di proprietà del
terreno. Dopo si potrà passare
alla realizzazione del progetto. Tutta la pratica è affidata al Comune anche se l’iniziativa è partita dalla Pro
Loco: e meno male, perché se
non ci si dà da fare non si ottiene niente. Il progetto è
adatto alla metratura del terreno e alle nostre esigenze e
consiste in un campo di calcio come quello di Pinasca,
per squadre di soli cinque
giocatori ma regolamentare,
con la possibilità di organizzare tornei, un campo di pallavolo e alcuni giochi di bocce. Poi, naturalmente, docce e
spogliatoi».
— Esistono gruppi spontanei
sul territorio del Comune rap
ÍUS
ILS»
presentati nella Pro Loco?
«Effettivamente nella Pjj.)
Loco vi sono i rappresentaBi^
di tutti i gruppi; oltre a que^
di Chiabrano-Maniglia c’è ¡i
Cai, il gruppo della caccia, dj
amici di Bovile, il gruppi
sportivo dell’Albarea, l’assoJ
ciazione della pesca sportiva:
che però è in crisi, e il grupp«^;;; gi
Ana, che e di piu vecchia co,, “gcenic
stituzione. Con questi gruppi nièce df
si cerca di collaborare, so- fdagli e
prattutto al momento dell| fòico t£
stesura del calendario, pcfi ^ p
evitare la sovrapposizione i di 1
agici
po te
lano
incontri o manifestazioni,
Ogni anno, all’inizio delK fLpolo
estate stampiamo un mani-i ¡¡Hseco
festo con tutte le occasionif „come u
ritrovo, in modo che i turisti j falche i
gli abitanti del Comune pos. Jtura va
sano scegliere gli appunta, jta hai 1
menti che preferiscono. Bla itroppo
gente partecipa molto volen-; ¡se che ti
tien a tutti».
POMARETTO — Venerdì 16 dicembre, alle 15,
ad Inverso Clot ci sarà un
culto di Santa Cena in sostituzione della normale
riunione mensile.
CATECUMENI 1"
CIRCUITO — Le chiese
valdesi del 1° circuito organizzano una visita dei
catecumeni a Firenze nel
periodo dal 27 dicembre al
2 gennaio; gli interessati
devono telefonare a Massimo Long (953107) entro
il 15 dicembre.
ito a vec
spetto.
Jèan-Lou
feno avvi
1 aver
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¡e del pr,
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Ila stori!
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icedenti
a univer
:
»
tervis'
STA
)ro
Le istituzioni
devono poter
collaborare
Caro direttore,
ho letto con divertimento
l’articolo «Censimento?» di
Sergio Pasetto.
Quando, in collaborazione
con due colleghi parlamentari
della zona (per diminuire i
costi), ho preso l’iniziativa di
chiedere ai Comuni del mio
collegio alcuni dati sulle loro
realtà, aziende, associazioni,
ecc., desideravo semplicemente essere meglio informato sul territorio che rappresento direttamente. A livello
nazionale o regionale vi sono
annuari che forniscono i medesimi dati: a livello locale,
almeno che io sappia, no. Desideravo anche sapere a chi
rivolgermi per avere pareri su
provvedimenti o progetti su
particolari settori che venissero in discussione alla Camera.
Ma il sig. Pasetto ha visto
in questo «un’idea dell’istituto parlamentare come esercizio privato ai fini del proprio
potere e della propria carriera», e ipotizza addirittura una
«esplicita occupazione del potere». Nientemeno! A sentire
Pasetto, l’Andreotti dei tempi
d’oro era un dilettante in confronto a me! All’articolista,
poi, «pare incerta la correttezza dell’operazione legata a un
ruolo degli enti Ideali come
fornitori di dati (...) senza motivazione chiara». Ora, a parte
il fatto che non obbligo in
nessun modo i Comuni a fornirmi tali dati, ho sentito dire
che bisogna essere informati
per lavorare, che le istituzioni
dovrebbero collaborare fra di
loro e che fornire notizie è da
tempo cosa legale nel nostro
paese e in molti altri. Non so
se il sig. Pasetto è d’accordo:
o forse bisognerebbe che ciascuno tenesse per sé le proprie informazioni, che ad
esempio i Comuni non fornissero dati alla Provincia e viceversa? E, vorrei sapere, fanno.
male i sindacati a informarmi
sulle aziende con difficoltà
occupazionali? Mi pare lo
stesso ragionamento di quello
che va dal medico e alla domanda «Qual è il suo problema?» risponde: «Lo scopra
lei, è lei il dottore». Ciò è forse molto rispettoso dei ruoli,
ma poco efficace.
È divertente anche il punto
in cui si dice che «non sembra
ipotizzabile un servizio verso
tutti gli enti citati» da parte di
parlamentari «che non rivestono nemmeno un ruolo particolarmente importante a livello di governo». Da ciò deduco: a) che se fossimo
all’opposizione la nostra iniziativa sarebbe ancor meno
giustificata (effettivamente
nella visione dorotea chi sta
all’opposizione non vale nulla, ma io la penso diversamente); b) che il Parlamento
legifera solo su limitate materie (magari!); c) che con molto provincialismo, dopo essere stati senza parlamentari per
anni, si snobbano quelli che ci
sono perché non sono neanche sotto.segretari o ministri.
Comunque, sig. Pasetto, le
mie diaboliche macchinazioni
non sono finite: mi sono già
munito di micidiali armi
informative: il calendario
«Valli nostre» e le Pagine
gialle. Più seriamente aggiun
gerò che chi davvero pratica
«l’occupazione del potere»,
quei dati che io devo chiedere
per cortesia li ha già in mille
altri modi, insieme a ben altre
informazioni.
Ringrazio per l’ospitalità e
porgo cordiali saluti.
Lucio Malan
deputato collegio
di Pinerolo
L'alluvione
e i volontari
ro, pesante, ma lo si fa volentieri; si scherza magari con
altri, mai visti prima, che so- ¡ «caso
no lì per lo stesso motivo. so ¡’Ita.
1 volontari sono tanti, lavo- ^olpevc
rano bene, ma come al soliti sbrano
c e sempre il rovescio dell» ^^che
y Ma
medaglia: la domenica 20 no-ff“ f*« e
vembre Candii era invasa à ^be si
oltre 2.000 persone, la domo eh
nica dopo eravamo sì e no in '^eopsic
500, eppure il lavoro era lo ote
stesso. Ci si stanca così prò* ^ese di
sto? Ci sono poi tante cosi aiuti
Df-,,-» f11onun per h
Forse perché 17 anni fa siamo stati colpiti anche noi, sia
pure in modo più leggero,
forse perché si tratta di gente
vicina, che parla lo stesso
dialetto, sta di fatto che nella
tragedia deH’alluvione ci siamo sentiti piuttosto coinvolti:
aiuti in denaro e molti volontari per dare una mano. Sono
andato anch’io, con altri amici, per due domeniche di seguito a Canelli, uno dei paesi
più colpiti. A vederla da vicino, a viverci dentro, la situazione è assai peggio di come
appare sui telegiornali: i due
metri d’acqua e di fango provocati nel centro del paese
dal torrente Belbo ci sono veramente dappertutto, sono
saltati gli impianti e così
adesso si è formato uno strato
durissimo di fango, misto a
materiale di ogni genere,
spesso con gasolio in superficie. Lo si può rimuovere soltanto a mano e così il lavoro
più urgente che abbiamo fatto, insieme a tanti altri, è stato di spalare via questo fango
da cantine e seminterrati, speso privi d’aria. Un lavoro du
che non funzionano: c’è uj _
solo centro di smistamento dei barino L
volontari, gestito da persone que;
non di Canelli, che quindi not ™lema:
conoscono bene le situazioni to eh
(e i volontari stanno magati ^lamenti
un’ora ad aspettare che si dica ® cosa
loro dove andare). E chi sono' a tossi
quelle persone che con tanl» ^otnuni
di tuta fosforescente e imnia- ^ oscene
colata si prendono tranquilla'
mente il caffè, esibendo il di'
stintivo «Protezione civile*)
mentre noi infangati da capo*
piedi ce ne torniamo a casa'! _ « ter
i del ® sinto
foblenii
lite le in
Sono i famosi assistenti
lavoro altrui?
Non voglio fare di ogni
ba un fascio, ma effettiva' ■
mente si ha l’impressione che
il volontario è disposto a lj[|arsi suB
vorare subito, tanto e in moda '
pesante; chi non lo è vieiiej
deputato alla gestione e ali’
Gt
—j un
organizzazione ma lo fa mäi'
------ - -.... lualche
volentieri oppure in piuttosto
inefficace, perché non del ^ietà a
sto. In effetti non ho trova®
nessun ufficiale o rappresei'
tante dell’ordine che foss®
piemontese. Non faccio il j®'
ghista, ma qui si vede ctiia*
rumente come sarebbe
tuno il decentramento di dc;
terminati uffici.
Tullio ParisL
Lusema San Giovani"
9
16 DICEMBRE 1994
Loco?
nella Pf(
présentant*
re a qne]]^
glia c’è il
caccia, oli
i> grup^,
ea, l’assoi]
*a sportiva;
“ il gruppo'
ecchia co..j
psti gruppi'
orare, SQ.
E Eco Delle va lo ^ldesi
[tira il pubblico e fa discutere Tultimo lavoro del Gruppo teatro Angrogna
«Café Lìberté» è.luogo di riflessione
|u speranze e delusioni di cinquantanni
PAG. Ili
fi cgaOIOTURTULICI
agici teatranti del Grup^po teatro Angrogna! Ti
inano anche questa volta
lloro gioco, nel meccaniscenico di Café Liberté,
pièce del ’94. Tu sai che
.'¿agli esordi fanno teatro
nto delljfenco, teatro-verità, attindario, pé,: ^¿0 ai patrimonio di espeJsizione di' di lotta, di orgogliosa
estazioni,' ¿stènza spirituale e civile
lizio dell’, ipopolo alle Valli nel corun mani-i ¡¿ei secoli. Li ami per queccasionidii ocome una delle espressioe i turistie ¡laiche più genuine della
mune poj^ jtuj-a valdese; ma questa
1 appunto Ita hai letto la pièce, non
cono. Eli ¡troppo d’accordo con le
rito volen-i se che ti diranno e sei an¡to a vederli con qualche
spetto.
Jean-Louis Sappé e gli altri
ano avvertito che «non higna avere paura di una diussione il più possibile
fnca» di Café Liberté: che
il piccolo caffè di provina, spiegano, luogo metafo» «di incontro del pubbliedel privato, del personae del politico: lo spazio
f custodisce affetti e ricoresperienze e utopie». E
[è francamente quel che, a
s pare, stride in Café Lirté. Stride la lettura ideolo¿a che viene data dell’apna trascorso cinquantennio
Bastona d’Italia. Era tea> politico anche quello dei
cedenti lavori ma, rispetto
universalità di accenti e
Ielle
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:) — Ve
alle 15,
■i sarà Un
na in sonormale
;ni P'
.^e chiese
cuito or'isita dei
•enze nel
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iteressati
e a Mas07) entro
di linguaggio di La maciverica, di A la brua!, di E,mi
chanto, qui c’è minore distacco critico.
Non è questo un momento
che consente di guardare alle
cose politiche con serenità,
non sarà facile portare il lavoro in tournée. Ci sono cinque tempi nello spettacolo,
cinque flashback: la Resistenza, gli anni ’50, il ’68, gli anni di piombo, gli anni di fango, fino all’epilogo, segnato
dall’inedito risultato elettorale di questo 1994. Gli autoriattori vedono sgomenti che
qui si conclude anche la loro
«storia, ciò con cui abbiamo
creduto, lottato, sperato».
«Non lasciare che siano altri a raccontare», dice la madre a Drea, l’anziano caffettiere che nel suo locale ha visto scorrere e ha riflettuto sul
personale e sul politico, la
storia di ognuno e di tutti. Essi guardano al passato, alla
Resistenza, la stagione del
mito ma è iniquo riflettere se
con il buon grano seminato
nel terreno della repubblica
non ci fosse anche il loglio
che l’ha soffocata? E giusto
mettere in scena la manager
con il telefonino, i tre uomini
in grigio «eleganti, col sorriso a trentadue denti, occhiali
fumé, lettori de ‘‘Il Giornale"» a rappresentare, toutcourt, la maggioranza elettorale sortita dopo gli anni di
fango? E perché sugli anni di
fango, che hanno una matrice
lontana, si dice così poco? Lo
spettacolo ti coinvolge alla fine, nonostante il vizio di fondo. Perché una voce riflessiva e critica c’è nel bar all’insegna della libertà a dar conto di errori e di cadute di chi
pure ha lottato per magnanimi obiettivi, convinto di stare
dalla parte dell’uomo, della
giustizia. È la voce di Drea,
che soffre il disincanto del
presente ma non demorde dal
coraggio, dalla speranza:
«Sentlo, sentlo... ma se fin a
ier t’ias votò socialista», risponde ironico a un avventore che blatera sui nuovi governanti; e rivolto alla sorella
Annalisa, studentessa del ’68,
che voleva il mondo nuovo
tutto subito ed è finita terrorista, ma parlando con penosa
amarezza a se stesso, dice:
«Sai, avevi ragione, la democrazia non è soltanto questione di regole».
Così anche la presenza in
scena della Ragazza è consapevolezza che la solidarietà
conclamata verso gli altri si
risolve talora, di fatto, nell’
esclusione dei più deboli, dei
diversi. Le battute che la Ragazza dice, dolenti e allucinate, sono parole vere, tratte
dall’indagine sul disagio giovanile (ma non solo) pubblicata da Andrea Salusso nel
’93 (Il sapere di Anna, ed.
Ass. cult. «Lo Bue»).
È proprio del teatro civile
del gruppo questo innervare
la finzione di vita vera. Inse
)ro2a fenomeno complesso
lo
on
IO trovato
■appresefl'
che fosso
ccio il lO'
-ede chíaibe oppttt'
nto di de-.
'Ho Parisi, ',
Giovane’
tervista a Marco Rolando, medico impegnato a Torino Lingotto
GIANNI GENRE
d fa volenlagari coi
na, che so- I «caso Miiccioli» ha divinotivo. so l’Italia tra innocentisti
tanti, lavo- ^olpevolisti; pochi però
le al solito '»brano interrogarsi sulle
«scio delll Kse che portano un giovane
hea 20 nff della droga ed è di
i invasa di ” siamo partiti nella
:, la dofflO^ chiacchierata con il
sì e noia '»»opsichiatra Marco Rooro era lo “do, membro della Chiesa
a così prò* di Biella, che lavora
tante cosi aiuto medico in un serno: c’è 110 ^°Per le tossicodipendenze
amento dei dorino Ungono.
la persone: *In questo consiste il vero
quindi noi ®blema: sono troppo pochi
situazioni d?™ ‘^he oggi si chiedono
no magati idamente che cosa sia e da
che si dici cosa nàsca il problema
E chi soni dia tossicodipendenza; molcon tanto comunità terapeutiche non
:e e imtni' *t>oscono e non vogliono ritranquilli'! ®9scere il fenomeno della
elido il di' '“dcodipendenza nella sua
le civile»! j^Plcssità. Il vero limite di
i da capo* eccidi e di altri come lui
no a casa? ®¡|cl fermarsi a un’attenzioistenti del sintomatica” rispetto al
'foblema, senza coglierne
Ji ogni et'
effettiva- profonde.
.ssionechO di voler curare la
>osto a la- a senza però interroe in modo su le sue cause: certo, e
o è viene ¡ae pm comodo cononc e all’’ ,1 tossicodipendente
fa mal' .„»1 "" che va m
n modo modo raddrizzato,
- - ®^esto che costringere una
del pò- società
ché f 'nterrogarsi sul percosì tanti giovani scelga
fno IL DISAGIO
s^iazione A rcohaleno
41 (secondo piano)
:.««SERNA S. GIOVANNI
1, giorni dalle 17 alle 19
Tel. 954401
no oggi la via della droga o
quella più lunga, ma altrettanto devastante, dell’alcol. È inquietante assistere a ciò che si
potrebbe definire una vera e
propria ribellione nei confronti della cultura e dell’approccio culturale ai fenomeni
di disagio giovanile, visti come qualcosa di sospetto perché non facilmente controllabili e per i quali si richiede un
intervento che accetti la complessità dei fenomeni e la loro
non facile solubilità».
Ma torniamo a Muccioli e
a San Patrignano... «Muccioli e San Patrignano sono figli
di questo modo di pensare.
Sono “comunità di recupero”
nate dalla “buona volontà”
che non è però sufficiente ad
affrontare il fenomeno della
tossicodipendenza. Anche dopo rincontro a livello nazionale tenutosi a Palermo nel
’93, fra operatori pubblici e
privati che si occupano di tossicodipendenza, nel quale si
era chiesta una maggiore attenzione nello stipulare le
convenzioni pubbliche con le
varie comunità e dove si era
affermato che si sarebbe preteso che tutte queste assumessero personale tecnico, ben
poco è cambiato.
Tutto questo, semplicemente, non è avvenuto a San Patrignano come altrove; molti
di questi centri di recupero e
dei loro leader carismatici godono poi di un forte collegamento con il “potere” e colludono con la visione della società attualmente dominante.
In questo vi è qualcosa di inquietante. Proprio questi capi
carismatici, che dicono di essere anti-ideologici, si fanno
sponsorizzare da sempre da
alcuni partiti politici e ricevo
rito nell’azione scenica, il
«sapere di Anna» acquista un
significato ancora più netto.
Se pure la visione sui 50 anni
italiani condiziona la scelta
del materiale e la situazione
in scena, gli alchimisti del
teatro di Angrogna sono così
bravi che trasformano in oro
quello che toccano. Uno dei
cinque flashback, quello, sugli anni ’50 (gli anni della
Tv, Sanremo, Lascia o raddoppia, le suggestioni del benessere, la tumultuosa trasformazione sociale che ha
cambiato l’Italia, è stato detto, in 30 anni più che nei precedenti 300) è un piccolo
saggio di sociologia del costume in forma di farsesco,
argutissimo, folgorante brano
di teatro. Se la forza di penetrazione degli altri quattro
tempi fosse stata pari a questa, l’intero spettacolo avrebbe potuto stare degnamente
in un’antologia del teatro e
della didattica storica.
La fine della pièce mi è
parsa significativa come credente evangelico. Drea ripone
in valigia i suoi ricordi, i
frammenti di vita, le illusioni
perdute, e si accinge a un
nuovo viaggio, La dimensione biblica del viaggio, del
partire di nuovo, del mettersi
in discussione è importante
per il credente. Jean-Louis
Sappé e i suoi compagni sembrano dire che lo è anche per
chi vive fra l’altro relazioni
sociali e politiche motivate.
no fiumi di denaro pubblico
che viene sottratto ai servizi
che pubblici sono davvero e
cercano di affrontare in modo
più complessivo e quindi più
serio la tossicodipendenza.
Sono troppe le ambiguità
sulle quali si è costruito il
successo di comunità come
San Patrignano: non è vero
che queste comunità siano
fondate sul lavoro volontario,
che pure c’è. Ricevono invece
dallo stato una retta giornaliera per ogni ospite, tramite una
pratica che proprio il servizio
pubblico deve istruire; così
come non è vero che il servizio pubblico offra al tossicodipendente soltanto delle
terapie metadoniche: cerca invece di prendere in carico il
tossicodipendente sotto ogni
aspetto; lo aiuta con farmaci
antagonistici e ne affronta
l’aspetto psicoterapico e quello sociale (ricerca di lavoro,
sussidi di vario genere)».
Insamma, il servizio pubblico esiste e lavora molto di
più di quanto la gente immagini. «I servizi pubblici funzionano e funzioneranno nella misura in cui tutti insieme
sapremo proteggerli e la nostra società non continuerà a
considerare il tossicodipendente come un “deviato”. Noi
cerchiamo di lavorare con
tutti e di far capire a tutti, anche a chi non è tossicodipendente, che siamo tutti legati a
una sorte comune. Per chi poi
ha un riferimento di fede si
tratta di imparare a “portare i
pesi gli uni degli altri , sapendo che il Signore non è
venuto a chiamare quelli che
sono giusti, ma i peccatori.
Ed è morto perché la vita di
tutti potesse ritrovare senso e
piena dignità».
Collegio valdese
Primi corsi
di formazione
artistica
Anche in previsione dell’
indirizzo artistico che fa parte del Liceo europeo avviatosi quest’anno (ma non è ancora stato attivato), il Collegio valdese di Torre Pellice
ha deciso di rilanciare, fra le
proprie attività formative, un
settore che in passato si era
qualificato soprattutto per
l’insegnamento della signorina Isabella Chauvie nel campo della ceramica.
Ecco allora la proposta di
un corso di formazione artistica, che il Liceo europeo organizza in collaborazione con
la Bottega degli artisti di Pinerolo, rivolto a giovani e
adulti che desiderano sviluppare il proprio gusto artistico
e acquisire o perfezionare attività grafiche e pittoriche. Il
corso, dopo una lezione introduttiva, si articolerà in due
rami, uno dedicato alla ceramica e uno alla grafica e pittura, entrambi della durata di
28 ore, nel periodo gennaioaprile 1995. .
Il costo è di £ 300.000 e le
iscrizioni si ricevono presso
la segreteria del Liceo europeo, tei. 91260.
RADIO
BECKWITH
EVANGELICA
FM 91.200
FM 96.500 '
tei. 0121/91.507
Una guida realizzata dalla Regione
Il turismo alle Valli
coinvolgerà le scuole
_______MARCO ROSTAN_________
Prosperano le guide turistiche che riguardano anche le valli valdesi. Abbiamo
recentemente segnalato quella curata dalla Comunità
montana sulla vai Pellice: ora
è la volta di una pubblicazione che riguarda l’intero territorio piemontese e che si inquadra nel progetto denominato «Reteiter», una iniziativa della Regione nella quale
l’assessorato alla Tutela ambientale si rivolge alle scuole
per coordinare con loro occasioni e opportunità di educazione ambientale e, nel medesimo tempo, cerca di ri
vengono descritti 143 puntivisita: per quanto riguarda le
valli valdesi essi riguardano
Torre Pellice, Angrogna, i
luoghi storici, il Serre, Pradeltorno, Sibaud, il sentiero
«Ghiandaia», Luserpa, Rorà e
la Gianavella, Prarostino, San
Germano, Pramollo, Perosa,
Balsiglia, Rodoretto, Ghigo e
inoltre i parchi naturali dell’Orsiera, di Salbertrand, della vai Troncea.
Certo, in queste pubblicazioni turistiche l’area delle
valli valdesi viene vista come
un interessante parco in cui
vive una strana minoranza religiosa, piuttosto unica nel
suo genere. E la storia valde
Un particolare della «Gianavella»
spondere a una crescente domanda del pubblico verso un
turismo legato alla natura,
all’ambiente geografico e
culturale, verso la riscoperta
di centri minori e verso un
modo di viaggiare e di fare
vacanze intelligenti.
Sono in parte gli stessi
principi ispiratori del progetto
di ecosviluppo di cui si discute in vai Pellice: la cosa più
interessante di questa guida è
certamente il suo offrirsi come strumento nella programmazione scolastica. Troppo
spesso la «gita» degli alunni,
nella scuola, si presenta come
una piacevole e faticosa eccezione rispetto all’orario di lezione: scorrendo le pagine di
Reteiter-Piemonte, naturalmente per gli insegnanti che
hanno un po’ di iniziativa, vi
è la possibilità di insèrire
questa conoscenza «dal vivo»
del territorio in precise unità
didattiche.
La guida è concepita come
sistema di relazioni fra tre
grandi ambienti: quello fisico, quello storico e quello
economico, e individua 12
aree omogenee piemontesi,
classificate per tipo prevalente di interesse. Al loro interno
se, riassunta in pochi tratti,
sta accanto a altre «risorse»,
dalla pietra di Luserna alle
particolarità della castagna.
Tra le varie «specie» visitabili ci sono gli occitani, i walser e anche i valdesi: questo
punto di vista è ormai un dato acquisito e diffuso. Non
siamo probabilmente d’accordo, ma non importa: mi
sembra che questo fatto dovrebbe stimolarci, nelle Valli,
ad assumere tutte le iniziative
capaci di rispondere positivamente, durante l’anno intero
e non solo in agosto, all’interesse suscitato dalle guide nei
nostri confronti.
Nel medesimo tempo (e
questo è certo più difficile
ma anche più decisivo) fare
in modo che chi visita i nostri
luoghi e ci incontra non ricavi l’impressione di una «specie» interessante in via di
estinzione, ma scopra nelle
valli valdesi non solo la minoranza di cui gli ha parlato
la guida, ma dei cittadini e
dei credenti che amministrano il territorio in modo valido
e democratico e non rinchiudono nelle mura dei templi la
fiducia nel Signore e il riferimento alla sua Parola.
croci ugonotte in oro e argento
tesi
& delmastro
(già Bomo)
via trieste 24, tei. 0121/397550 pinerolo (to)
10
PAG. IV
LE INIZIATIVE DELLE CHIESE VALDESI
NATALE ALLE VAILI
ANGROGNÁ — Domenica 18 alle 10,30, al tempio del Serre,
festa dei bambini della scuola domenicale con culto presieduto dal pastore Davite; seguiranno nella sala un’agape e
un programma tfi giochi. Sabato 24, al tempio di Pradeltorno, culto a cura della corale con predicazione di Italo Pons.
Domenica 25, al tempio del capoluogo, culto presieduto dal
pastore Tourn con Santa Cena e corale. Sabato 3J, alle
20,45, al tempio del Serre culto con Santa Cena presieduto
dal pastore Pasquet.
BOBBIO PEliLICÉ — Domenica 18, alle 10,30, culto di Natale condotto dai giovani e alle-12,15 àgape alla-sala. Domenica 25 al tempio alle 10 culto di Natale.
LUSERNA S. GIOVANNI — Domenica 18, alle 10, nella sala Albarin culto di Natale dei bambini della scuola domenicale; pranzo al sacco, giochi e canti all’Asilo fino alle 16.
Giovedì 22, alle 10, culto con Santa Cena all’Asilo e al Rifugio. Sabato 24 al Ciabas, alle 21, culto con partecipazione
della corale. Domenica 25 agli Airali, alle 9, culto con Santa Cena e al tempio alle 10 culto con Santa Cena e corale.
Sabato 31, alle 21 nel tempio, culto con Santa Cena.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 18 culto a Perrero alle
10,30 con la scuola domenicale e il catechismo. Domenica
25 culto a Maniglia con scuola domenicale e catechismo.
Sabato 31, alle 20, culto a Perrero.
PINEROLO —Domenica 18 alle 10 culto con la scuola domenicale e alle 14,30 festa della scuola domenicale. Martedì 20, alle 15, culto alla Casa di riposo «A. Per». Venerdì
23, alle 21, concerto di Natale nel tempio. Domenica 25, alle 10, culto con Santa Gena. '
POMAR1|TTO—7 Sabato 24, alle 16, festa di Natale al Centro
anziani di Perosa, preparata da valdesi e cattolici; merenda
della scuola domenicale. Domenica 25 culto con Santa Cena aH’ospedalc, alle 9; alle 10 culto con Santa Cena al tempio con i bambini della scuola domenicale e con la corale.
Alle 20 riunione natalizia ai Gerisieri. Lunedì 26, alle
14.30, festa di Natale airinverso Clot con la scuola domenicale. Sabato 31, alle 20,30, culto con Santa Cena al tempio e alle 22 incontro fraterno aH'Bicolo grande.
FRALI —- Sabato 11 il Centro di Agape organizza una serata
natalizia, alle 18,30 con una cena comunitaria. Giovedì 22,
alle 20,30 culto con Santa Cena. Domenica 25, alle 10,30,
culto con Santa Gena e con la partecipazione della corale.
Alle 20,30 festa dell’àlbero con recite dèlia scuola domenicale e con la corale. Venerdì 30 concerto delle corali del ID
circuito al tempio, alle 20,30- ' ^
3RAMOLLOw~ Il culto di Natale, con Santa Cena e partecipazione della corale, si tiene alle ore 10, Il culto eh Ctpi
PRAROSTmO — Domenica 181! culto si tiene alle 9 al Roe
e alle 10,30 a Roccapiatta: il culto di Natale (benché il 25
sia la quarta domenica del mese) sarà invece alle 10 nel
tempio, con Santa Cena e partecipazione della corale. Domenica 18, alle ore 15 nel tempio, concerto natalizio della
corale. Lunedì 26, alle 15, nella sala del teatro, avrà luogo
la festa di Natale della scuola domenicale e del precatechismo. Il T gennaio, alle ore 10, si tiene il culto di Capodanno con Santa Cena e partecipazione della corale.
RORÀ —^^Sabato 17, alle 21, condeno delle corali di Rorà e Pinerolo nel tempio. Domenica 18, alle 10, culto nella sala
Michele Motel; ne) pomeriggio, a partire dalle ore 15, incontro nella scuola delle Fucine con la scuola domenicale a
cui seguirà un piccolo bazar organizzato dal grappo donne,
con l’estrazione di premi. Venerdì-23. alle 20,30, replica
della festa dei bambini della scuola domenicale alla sala del
teatro. Domenica 25, alle 10. culto di Natale con Santa Cena
e partecipazione della corale,
SAN GERMANO — Il 18 dicembre, alle 15, nella sala valdese, si tiene la festa della scuola domenicale. Il 19, alle
14.30, si tiene ii culto di Natale al quartiere Costabella. Il
20 il culto di Natale, alle 14,30, si tiene al quartiere Ciampetti. Il 21 si tiene il culto natalizio presso l’Asilo dei vecchi, con partecipazione deH’Unione femminile. Il 25 si tiene il culto di Natale con Santa Cena e partecipazione delia
corale. Il 1“ gennaio si tiene il culto di Capodanno con Santa Cena.
SAN SECONDO — Giovedì 22 culto, alle 10, a Casa Turina
con la partecipazione di un gruppo dell’Unione. Domenica
25, alle 10, culto di Natale con Santa Cena e corale. Lunedì
26 festa dei bambini, alle 20, presso la sala. Sabato 31 culto
liturgico di fine anno, alle 20,30.
TORRE PELLICE — Sabato 17, alle 14.30, presso la Foresteria, festa della scuola domenicale. Domenica 18 nel tempio
del centro, alle 10, culto con scuola domenicale; alle 15 pomeriggio comunitario con corale e coretto. Sabato 24, alle
21, culto al tempio dei Coppieri con il coretto. Domenica
25, alle 10, culto al tempio del centro con .la corale. Sabato
31, alle 21, culto al centro.
VILLAR PELLICE — Sabato 17, alle 21, nella sala unionista
rappresentazione della Filodrammatica, con la partecipazione del coretto maschile di Villar-Bobbio. Alle 15,30 fèsta
dei catecumeni alla sala unionista. Domenica 18 culto organizzato dalla scuola domenicale; alle 21, nel tempio, concerto della corale valdese di Villar e Bobbio e del coro alpino Valpellice. Giovedì 22, alle 16,30, culto natalìzio alla
Miramonti con Cena del Signore. Venerdì 23, alle 21, nella
sala unionista, presentazione di diapositive «Come eravamo...» del pastore Roberto Jahier, a Villar dal 1930 al 1948.
Domenica 25, alle 10,30, culto con Santa Cena. Martedì 27,
alle 20,30, incontro festa alla scuoia del Teynaud. Sabato
31, alle 20,30, culto liturgico di fine anno con Santa Cena.
VILLAR PEROSA — Domenica 18, alle 10, culto della scuola domenicale seguito da pranzo comunitario al convitto;
alle 15 fe.sta dell’albero con recite, balli e canti nella .sala
adiacente il tempio. Sabato 24, alle 20,30, culto e festa nella scuola Beckwith di Vivian. Domenica 25 culto con Santa
Cena nel tempio; partecipa la corale.
E Eco Delle ^lli Yalvesì
VENERDÌ 16 DICEMBR^g^
PINEROLO KO A CAMAIORE — È andata male la trasferta del Pinerolo calcio a Camaiore con una formazione, sulla
carta, di pari livello e lontana dal successo da oltre un mese. La
rete della sconfitta è arrivata all’inizio del secondo tempo,
quando un errore di Pai fitto ha dato il via libera a Mosti che poi
ha realizzato.
LUSERNA KO IN CASA — Clamoroso risultato al campo
comunale di Luserna dove i valligiani sono stati battuti nel
campionato di promozione dal Rosta; ciò che colpisce è il punteggio, 0 a 4, per una formazione che fin qui aveva potuto contare su una difesa molto attenta.
PALLAMANO: BATTUTE LE LUSERNESI — Ancora
due sconfitte per le due formazioni di pallamano di Luserna; in
serie D maschile nuova battuta a vuoto per il 3S che sembra
non riuscire a trovare gioco e risultati in questo avvio di campionato. Gli avversari del Rivada erano molto quotati essendo
retrocessi dalla serie C ma le effettive distanze di valori non
sembrano giustificare il passivo di 22 a 9 subito; proprio i giocatori sulla carta più titolati sembrano aver smarrito sicurezza e
decisione: il prossimo incontro casalingo con il Bordighera dirà
della consistenza e delle capacità di reagire del 3S.
In serie C femminile le ragazze di Goss hanno, almeno per il
gioco, riscattato la negativa esperienza di Mortara; l’esito del
confronto con la Praese Genova non è mai stato in discussione
eppure le valligiane sono state addiritura in vantaggio; col tempo e la stanchezza delle locali le genovesi, dominatrici del torneo da anni, hanno preso decisamente il sopravvento fino al 35
a 8 finale. Il prossimo turno vedrà il 3S ospite dell’Einaudi Torino: un ineontro sicuramente più abbordabile. ‘
CAMPIONATI PROVINCIALI DI CORSA CAMPESTRE — Domenica 11 dicembre si è disputato a Torino il decimo «Trofeo Est» valido come campionato provinciale di corsa campestre. La competizione, organizzata dall’Atletica Est di
Torino, si è disputata su un percorso in mezzo ai prati del parco
della Pellerina. NelToccasione è stata organizzata anche una
corsa non competitiva il cui ricavato è stato devoluto agli alluvionati. Al campionato provinciale hanno partecipato anche numerosi atleti e società del Pinerolese, ottenendo alcuni validi risultati tra cui la vittoria di Susy Pascal nella gara ragazze.
Fra gli seniores Renato Agli è giunto 4°, Bonpensiero 8°, Bonadè 14°, Riha 16°, tutti della Sangermanese. Fra le seniores
promesse 7° posto per Laura Rostan, fra gli juniores 2° posto
per Cogno (3S) e 10° per Griot (Pomaretto), per le juniores 3°
posto per Massano (Cumianese) e 8° per Bertinat (3S). Secondo Alessandro Pizzi (Sangermanese) fra i cadetti, seconda Lorenza Dalla Costa (Atl. Pinerolo) fra le allieve, prima fra le ragazze Susy Pascal di Pomaretto con buoni piazzamenti anche
per Luana Breuza, 10“ e Cinzia Baret 12“; fra i ragazzi bel sesto
posto per Andrea Barrai (Pomaretto).
VOLLEY: BENE LE PINEROLESI — Vincono entrambe
le formazioni di pallavolo di Pinerolo impegnate nei rispettivi
campionati di Cl; TArredacasa torna al successo battendo per
3 a I li Savona mentre le ragazze del maglificio Magic continuano li loro cammino vittorioso battendo per 3 a 0 il Pecco.
In seconda divisione il 3S Luserna prosegue il suo difficile
campionato risultando battuto per 3 a 1 dal Giaveno.
Nel campionato allievi invece il 3S Luserna ha battuto per 3
a 2 il Bruzzolo nella partita di esordio.
TENNIS TAVOLO — Durante la pausa dei campionati si è
svolta a Beinasco la prima prova del torneo provinciale; fra i
giocatori della Valpellice Davide Gay si è classificato 3° nella
prima categoria regionale e Piras 9° negli n.c.
Sabato 17 riprenderanno i campionati: le formazioni di Cl e
C2 giocheranno in casa a partire dalle 16 rispettivamente con
Qnè e Cus Torino mentre la D2 sarà in trasferta a Moncalieri.
La classifica della serie Cl è guidata da Possano e Crdc Toripo
con 11 punti seguite da Bordighera e Poste Torino 10 Valpellice e Ventimiglia 8, Ciriè 7, Vallecrosia 6.
In serie D2 al comando Poste Torino 8, seguita da Alpignano
6 Moncalieri, Moncalieri C e Stampalia 5, Moncalieri B 4 e
Valpellice 3.
SPORT E SOLIDARIETÀ — Tanta gente ha partecipato
giovedì 8 dicembre alla manifestazione di Pomaretto «Sport e
solidarietà»; oltre 150 gli iscritti per una raccolta di fondi a favore delle popolazioni alluvionate, risultata di ben 2 milioni.
COSTRUZIONI
EDILI GENERALI
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Costmzioni ch/ili - industriali - ristnitturazioni
UFFICI : via Trieste 30
10062 LUSERNA SAN GIOVANNI fTO)
telefono 0121-90737 telefax 0121-901518
15 dicembre, giovedì —
torre PELLICE: Alle 21,
presso la Bottega del possibile,
incontro con Elena Bein, autrice
del libro «Dio e la storia», a cura
del Collettivo biblico ecumenico.
15 dicembre, giovedì —
TORRE PELLICE: Nel salone
della scuola Mauriziana per
l’Università della terza età,
«L’epoca classica», con diapositive, a partire dalle 15,30.
16 dicembre, venerdì —
VILLAR PEROSA: Nell ambi
to della rassegna musicale «Classici venerdì» presso il Grande albergo concerto per pianoforte e
soprano del duo Foti-Shigetoh.
Informazioni allo 0121-515381.
16 dicembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Il Cai-Uget
Val Pellice organizza, alle 21 in
piazza Gianavello, la proiezione
di diapositive sul tema «Immagini sulle nostre attività».
16 dicembre, venerdì — PINEROLO: Incontro alle 17,15
nel Salone dei Cavalieri su «André Charvaz», vescovo di Pinerolo nel bicentenario della nascita.
Partecipano il past. Giorgio
Tourn e don Vittorio Morero.
16 dicembre, venerdì — PINEROLO: Alle 21, presso TExpo Fenulli, concerto del gruppo
«Per favore trovateci un nome»
su «Musica tra spazio e tempo».
17 dicembre, sabato —
TORRE PELLICE: Il pittore
Nino Parola inaugura l’esposizione presso l’atrio del municipio. Fino al 31 dicembre dalle 10
alle 12,30 e dalle 16 alle 19,30.
17 dicembre, sabato —
TORRE PELLICE: Presso il
Centro culturale valdese, alle ore
17, si apre «Una finestra su:
Cento anni del Cotonificio Widemann a San Germano Chisone».
17 dicembre, sabato — LUSERNA SAN GIOVANNI: Si
inaugura una mostra mercato di
«batik», a cura dell’associazione
Arcobaleno, l’Ussl 43, il gruppo
Abele e Cascina nuova. La mostra, allestita presso i locali
dell’associazione Arcobaleno, in
via Roma 41, resterà aperta fino
al 24 dicembre dalle 10 alle 19 il
sabato e la domenica e dalle 16
alle 19 dal lunedì al venerdì.
17 dicembre, sabato — POMARETTO: Alle 14 inaugurazione del Centro culturale occitano intitolato a Fransesc Fontan.
Alle 17,30 è previsto un incontro
sul tema «I maestri si incontrano:
esperienze e prospettive»; la continuazione del dibattito è per domenica 18 alle 10.
17 dicembre, sabato — POMARETTO: Festa natalizia per
le strade del paese con la banda
musicale alle 19,30 e alle 21
spettacolo di burattini con la
compagnia Degan, nell’atrio delle scuole elementari.
17 dicembre, sabato —
torre PELLICE: Radio
Beckwith e l’Associazione culturale «Lo Bue» presentano presso
la foresteria valdese alle 21 il
concerto «L’estorio drolo», musica e canti tradizionali occitani e
della resistenza partigiana; inoltre ballo in compagnia dei Suonatori occitani della vai Pellice.
17 dicembre, sabato — PERRERO: Alle ore 21, presso il
tempio valdese, concerto del coro Eiminal.
17 dicembre, sabato —
TORRE PELLICE: Alle ore
17, presso il Centro culturale valdese, si inaugura la mostra «Collezione della sala Paschetto».
L’esposizione resterà aperta fino
all’S gennaio, dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 17, e il sabato
e la domenica dalle 15 alle 18,
18 dicembre, domenica —
VILLAR PEROSA: Al tempio
alle 21 si svolgerà il concerto del
quartetto marchigiano di sassofoni «Adolphe sax».
„ domenica —
PINEROLO: Alle ore 21,15
presso FAuditorium di via dei
Rochis, appuntamento con il duo
Uobb Page, voce e armonica e
pianoforte, per la rassegna
«Blues al femminile».
18 dicembre, domenica —
PINEROLO: Si conclude a Pa. zo Vittone la mostra di Antonio Monroy «Gli dei a congres
so», un secolo di stampe votj.
popolari della mitologia india„^
21 dicembre, mercoledì^
PINEROLO: Ultimo
‘''contro
del 1994 neH’ambitò di «Ping
lo che scrive», la rassegna de,
cata agli autori locali, Qngj
volta tocca a Riccardo Bass
autore del fortunato «Caravai
assassino»; ore 21 presso la
letta di palazzo Vittone.
22 dicembre, giovedì
TORRE PELLICE: Conce
per pianoforte, soprano e bi
no alle 15,30.
USSL42
CHISONE-GERMAf
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festival
Ospedale valdese, Pomarettòi
I'
tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 18 DICEMBRE
Perosa Argentina: Farmacia]
Bagliani - Piazza Marconi 6
tei. 81261
Ambulanze:
Croce verde, Perosa: tei. 81000
Croce verde, Porte : tei. 201454
Im
“50 pi
,650 (
4.00C
25.0Í
5.00C
USSL 43 - VALPELUtM
' l
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 18 DICEMBRE
Villar Penice: Farmacia GayPiazza Jervis, tei. 930705
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce Verde - Bricherasio, tei,
598790
Stretti.
SERVIZIO ELIAMBUL/
telefono 118
il mini:
®0Tal
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S, gli al
issare
INExMA
TORRE PELLICE — Il cinema Trento propone, giovedì e
venerdì, ore 21,15, 32 piccoli
film su Glenn Gouid; sabato,
ore 20 e 22,20, domenica, ore 16,
18, Le nuove comiche, domenica, ore 20 e 22,10 e lunedì, ore
21,15, Il colore della notte.
arenti e
éno di c
Il gove
itti han
noti; i
erché v
ìtiasset
PINEROLO — La multisala
Italia, propone, alla sala «Scento» S.P.Q.R.; feriali 20 e 22,20,
sabato 20 e 22,30, domenica
14,15 16,15, 18,LS. 2O,10e
22,20. Alla sala «2cento» Sotto
11 segno del pericolo; feriali
19,45 e 22,20, sabato 19,45 e
22,30, domenica 14,30, 17,10,
19,45, 22,20.
BARGE —i 11 Comunale ha in
programma, venerdì. La vera vita di Antonio H.; sabato. Scappo dalla città 2; da domenica a
martedì. Speed; da giovedì 22 a
Natale, Forrest Gump. Inizio
ore 21, festivi 15, 17, 19, 21.
PEROSA ARGENTINA
Presso la saletta Ussl, alle 21 di
venerdì 16, verrà proiettato
Aleksandr Nevskì di Eisenstein.
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PubWtcazion© unitaria con Rilomia
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
R®sp. Franco Giampiccoli
Stampa: La Ghisleriana Mwidovì
Una copia L. 1,300
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^elle zone alluvionate, 35 giorni dopo la pioggia eccezionale
femergenza continua, rimane la speranza
— Il cigiovedì e
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1. Inizio
21.
INA
le 21 di
dettato
en.stein.
GIORGIO GaRDIOL________
atale a casa!» aveva
promesso ai senzatet: jil ministro Maroni il giorno
1 op l’alluvione. Due setti>i Baite prima è ormai sicuro:
: Dio la metà tornerà nelle caie, gli altri 1.500 dovranno
' jissare «le feste» a casa di
àrénti e amici o ancora sul
etto di container.
H governo si da fare: i preetti hanno requisito alloggi
noti; i Comuni spingono
erché vengano fatti i lavori
¡ riassetto degli alloggi daneggiati e consegnano gli aléggi pubblici disponibili; i
indaci fanno appelli ai pforietari di seconde case perhé le mettano a disposizione
ei senzatetto. La realtà rimae difficile per centinaia di
smiglie che per il momento
anno solo la promessa di
00.000 lire mensili fintanto
ile non torneranno a casa.
Domenica 11 dicembre il
linistro Maroni è andato a
'ossolasco, nelle Langhe,
'et fare il punto della situaione con i sindaci e con il
fidente della Regione Pietonte, Bfizio. Ormai i danni
tìe strutture pubbliche (strale, ponti, ferrovie, edifici
lòbblici) sono quantificati:
Lo stabilimento Ferrerò di Alba ha già ripreso le attività
4.000 miliardi «E la prima
volta che questo succede — ha
detto il ministro -. Quando
mercoledì 15 i ministri si riuniranno sapranno quasi alla
lira le spése che si dovranno
ajfrontare per le riparazioni.
Entro un mese sapremo anche quantificare i danni
cdV economia».
I soldi però non ci sono: «Il
ministro del Te.soro, Dini, me
lo ha detto chiaramente -.è
ancora il ministro Maroni a
parlare bisognerà che il
ministro delle Finanze, Treinonti, li reperisca in qualche
modo. La gente ha diritto di
sentire il governò dalla sua
parte». A «titolo personale»
il ministro pensa a una imposta una tantum per due anni
«di solidarietà».
Dello stesso avviso è il
sen. Ronchi, dei Verdi, che
ha proposto a Alba il 4 dicembre, durante una manifestazione per la ricostruzione,
«un’addizionale Irpef per i
redditi superiori a 40 milioni».. Il sen. Muzio, di Rifondazione comunista, pensa invece a «un’imposta patrimoniale». Il Pds, che ha tenuto
ad Asti, il 5 dicembre scorso,
un convegno di tecnici e am
feione delle chiese italiane e estere in soccorso agli alluvionati
ire 0 quattro progetti significativi
mobili
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Continuano ad affluire alla
®derazione delle chiese
^^angeliche in Italia (Fcei)
«Èrte, dairitalia e dall’estetn risposta all’appello lanuto all’indomani dell’allulone che ha colpito il Pie,Finora sono stati rach circa ISO milioni e si
^ede che la raccolta superi 2()0 milioni. Una ventici milioni sono stati spesi
1> ’ isvori di emergenza, per
^9bisto dei materiali neces„ lo sgombero del fan. *^1 materiali sono stati
. riati ai Comuni di Alessan
dria
® Candii dai volontari
(j.,, ''Oiiciii uai voioniaii
.^^Federazione delle chiese
”8^1iche della Liguria. I
alimentari sono stati
- ^®8nati alla Chiesa metodi San Marzano Oliveto,
che nell’occasione è stata trasformata in una «casa» per alcuni gruppi di volontari. '
La giunta della Fcei ha nominato un comitato per l’elaborazione di un progetto con-creto di aiuto alle popolazioni
alluvionate. Coordinatore del
comitato è stato nominato il
pastore Fulvio Ferrario di
Alessandria. Gli altri membri
sono i pastori Bruno Giaccone di San Marzano, Herbert
Anders di Mondovì, Gino
Lusso della Chiesa valdese di
Chivasso, Manuel Kromer
della Federazione ligure.
«Nella nostra prima riunione
- spiega il pastore Ferrario abbiamo fatto il punto della
situazione nei vari Comuni
colpiti e abbiamo approvato
un documento che sarà esa
minato dal Consiglio della
Fcei il 17 dicembre».
I danni subiti dai membri di
chiesa sono limitati. Forse si
dovrà intervenire sono in alcuni casi per sostenere la ripresa di alcune attività professionali e commerciali per
cui i duecento milioni saranno probabilmente impiegati
nel sostegno alla ricostruzione di iniziative collettive.
«Tra le necessità emergenti continua Ferrario - vi è quella dell’acquisto di uno scuolabus per una scuola materna
e dell’attrezzatura per una
struttura per handicappati, ma
queste sono ovviamente solo
indicazioni. Altro obiettivo
segnalato è anche l’aiuto alle
persone: toccherà al Consiglio Fcei la decisione finale».
Il soccorso della Federazione ligure
Volontari al lavoro
nel fango del Tanaro
ministratori, non si pronuncia. Il Ppi pensa a una sorta
di federahsmo fiscale facendo rimanere il gettito fiscale
del Piemonte nella stessa regioné per l’anno prossimo.
Non ci sono dunque per momento idee univoche sul come reperire i fondi per la ricostruzione: quasi tutti sono
d’accordo però sulle modalità' di finanziamento proposte dalla Regione Piemonte:
mutui bancari a tasso zero i
cui interessi per alcuni anni
siano a carico della Regione
e dello stato. Alle persone
che hanno perso tutto lo stato
dovrà poi, presto, corrispondere un sussidio.
Lungo il Tanaro i volontari
sono sempre al lavoro per ripulire gli argini da quanto si
era depositato: plastiche, bottiglie, carogne, oggetti e anche bidoni con sostanze altamente tossiche e pericolose
quali cianuri e arsenico: «La
ricostruzione non può rimettere solo le cose come prima
- dicono in molti, tra cui il
sindaco di Alba, Enzo Demaria - dall’alluvione dobbiamo
trarre una lezione e. rispettare maggiormente le leggi della natura». «Per questo pensiamo addirittura a ricostruire mezzo paese, dall’altra
parte del Tanaro» dice il sindaco di Clavesana, uno dei
paesi più colpiti.
«Non solo occorre rispettare l’ambiente - afferma Fulvio Perini, della Cgil Piemonte - ma considerare la
manutenzione del territorio e
la messa in sicurezza delle
popolazioni come un fattore
di occupazione. Se si creasse
nella zona un “ente” per la
manutenzione del territorio e
la prevenzione dei rischi si
potrebbe dar lavoro stabile a
3-400 persone. In zona ci sono 4.000 cassintegrati pagati
daU’lnps: perché non dar loro la possibilità di ricollocarsi?».
Intanto però la vita è ripresa e con essa le contraddizioni. A poche centinaia di metri
dalle parti ancora alluvionate
di Alba, Asti e Alessandria
splendono le vetrine del Natale consumista e la gente si
affolla per lo shopping della
buona coscienza: una parte
del guadagno, scrivono i
commercianti in un volantino, andrà per gli «aiuti agli
alluvionati».
MANUEL KROMER
Ritornato a Genova il 6
novembre, caricato a dovere dall’Assemblea della
Fcei e ritemprato da alcuni
brevi giorni di vacanza, mi
giungono dalla radio le terrificanti notizie dal Piemonte:
un’alluvione di proporzioni
storiche si è abbattuta su questa zona dell’Italia. La memoria dei terribili giorni dell’alluvione della Valtellina e della vai Poschiavo si fa tragicamente viva: le immagini di
queste catastrofi sono terribilmente simili, e purtroppo il
carico di umana sofferenza
che le accompagna identipo;
già la sera della domenica il
Consiglio della Fcelp decide
di fare il possibile per aiutare
le persone colpite.
Nella successiva settimana
vengono contattati i nostri pastori in zona, Fulvio Ferrario
e Bruno Giaccone, a cui si
chiedono informazioni di prima mano e quali siano le necessità- Si decide di intervenire sui Comuni di Canelli e
Alessandria, portando loro
merce urgente; capire in tali
situazioni le necessità è estremamente difficile; mi è sicuramente di aiuto l’esperienza
del 1987. Da radio e televisione sembra che siano richiesti abiti. Viveri, coperte,
richieste che suonano male se
si pensa che un’alluvione colpisce sì duramente le zone limitrofe ai fiumi, ma difficilmente distrugge tutta una regione. La morfologia della
zona fa inoltre supporre che
gli edifìci posti più in alto si
siano salvati dalla furia delle
acque.
Tali considerazioni si rivelano ben presto esatte, perché
a sole 36 ore dall’alluvione i
Comuni ci sconsigliano di
portare abiti e cibarie, richiedono invece in quantità materiale edile come carriole, pale, secchi, stivali, guanti. Di
fronte a una richiesta specifica, si decide di raccogliere i
soldi fra le nostre chiese e di
fare una spedizione sabato 12
novembre con un gruppo di
volontari (ben 17). E così sta
to possibile portare 5 carriole,
50 pale, 100 secchi, 30 paia
di stivali, 25 paia di guanti
nel Comune di Canelli. Al
Centro evangelico di San
Marzano, che ospitava gruppi
di volontari (splendida la visione della chiesa trasformata
all’occasione in dormitorio)
abbiamo portato su richiesta
del pastore Giaccone dei generi alimentari per preparare
pasti serali caldi a coloro che
lavoravano duramente tutta la
giornata.
Ritengo che l’esperienza
sia stata positiva per tutti i
partecipanti: passare 5-6 ore
nel fango non è il massimo,
nella vita, ma la possibilità di
aiutare gente in difficoltà è
un’esperienza gratificante.
Venerdì 18 abbiamo poi portato un furgone pieno di rnerce richiestaci dal Comurie di
Canelli, per la precisione 400
litri di disinfettante (che diluito dà 20.000 litri di liquido), 140 lampade a gas, 1.008
cartucce, 18 fomelletti a gas e
24 cartucce di ricarica. Per il
Centro evangelico inoltre due
stufe, una a gas e una elettrica. Ci siamo accorti ih
quell’occasione che la via da
noi intrapresa era forse la migliore: davanti al centro di
raccolta del Comune vi erano
montagne di abiti, di acqua
minerale, di latte, di scatolame vario; non so che fine farà
tutta quella roba...
Le cose portate da noi invece si sono rivelate azzeccate:
mentre scaricavamo c’era già
gente che sì metteva in fila
per prendere chi lampade,chi
fomelletti, chi disinfettante: il
Comune non disponeva più
neanche di un litro di disinfettante. Domenica 20 un altro gruppo di volontari (12)
ha passato una salutare giornata nel fango... Lunedì 28
abbiamo inviato a Alessandria 610 litri di disinfettante e
100 materassi, merce richiestaci dalla Croce Rossa. Negli
ultimi giorni abbiamo comprato due materassi ortopedici per due bambini handicappati di Canelli, un caso particolarmente tragico visto che
non hanno più il padre.
Cortemilia: si lavora per ripristinare un ponte crollato
Confronti; abbonamento annuo lire 65.000; semestrale lire SS.OtW,
Una copia lire 8.000. Versamento sul ccp n, 0U®8OO7, ■.■#
intestato alla coop. Com Nuovi Tempi, via Firense fe, 00184 Roma. ■>
Telefono 06/4820503, fax 4827901
12
PAG. 8
RIFORMA
VENERDÌ 16 DICEMBR^^^
I GIOVANI E IL CINEMA
Si è svolta a Torino, dal 18 al 27 novembre, la XII edizione del Festival internazionale
Dialogo fra le generazioni a Oriente
tematiche del disagio nel cinema giovane
In un'
Lai
FEDERICA TOURN
PLURALITÀ
DI LINGUAGGI
ALBERTO COREANI
1 giovani abbandonano la
politica per rifugiarsi nella
sfera dei sentimenti? Più
commentatori hanno così interpretato l’ultimo Festival
intemazionale cinema giovani di Torino, e forse per qualcuno questo sarà un segnale
rassicurante. Un segnale che
però sembra superficiale e
non esauriente.
È ben vero che un grande
successo ha avuto la rassegna
dedicata alle vicende degli
adolescenti alle prese con le
ragioni del cuore; è vero anche che una retrospettiva personale è stata dedicata ^ Philippe Garrel, che riversa pagine di autobiografia nei suoi
film. Ma è anche vero che i
film di quest’ultimo sono assai ardui alla visione; e che
l’attualità è, come al solito,
entrata nei concorsi dei lungo
e cortometraggi del Festival.
È ormai tempo (anzi, siamo
già fuori tempo massimo) per
rendersi conto che nelle società odierne, e in Italia in
particolare, il confine tra la
politica e le altre sfere della
vita è cambiato, si è fatto più
sfumato, segue tracciati non
consueti a chi ha anche solo
10-12 anni più della media
del pubblico torinese. Non è
più l’epoca del «tutto è politica», ma è la politica che è un
oggetto diverso, che sceglie
altri canali di diffusione delle
idee e di confronto.
Ma soprattutto, stando ai
film, l’indicazione è un’altra.
Confrontando i lungometraggi (in concorso e fuori concorso, ma anche quelli della
rete tv «Arte») da un lato e i
«corti» e le produzioni indipendenti dei più giovani e degli esordienti dall’altra, due
polarità appaiono evidenti, e
sono la capacità di narrare e il
pensare per immagini. I giovani autori e i giovani spettatori riconoscono ai fratelli
maggiori la capacità di raccontare storie coinvolgenti,
che investono la vita e l’esperienza adolescenziale e la dipanano secondo sceneggiature ben articolate; e si riservano, per conto loro, di produrre opere affascinanti quanto
alla ricerca visiva, grafica,
musicale, ritmica, e anche
emozionale. Con una certa
difficoltà nell’elaborare dialoghi e stmttura.
Se son rose... si potrebbe
dire: il fatto è che alcuni talenti sono già fioriti, percorrono (magari nel corto, come
i bellissimi portoghesi) il sentiero scosceso delle emozioni
nascoste, dell’inquadratura
che, dietro un contrafforte, ti
scopre un paesaggio inaspettato e ti inchioda alla poltrona, fra elettronica, tecnica da
videoclip, teatro filmato,
semplice grazia dello stile.
Non è la linearità autostradale
della narrazione consequenziale, ma i suoi messaggi li
trasmette.
Si è conclusa con un grande successo di pubblico la
XII edizione del Festival intemazionale cinema giovani:
gli spettatori hanno riempito
le sale del cinema Massimo e
del Centrale facendo registrare un 38% di affluenza in più
rispetto all’anno scorso. Nessun film italiano in concorso,
si è invece notato un netto
predominio del cinema orientale, con ben 6 titoli su 13.
I giovani registi di Tokyo
prediligono le storie di violenza metropolitana, non disdegnano le scene di sangue
e le figure dei serial killer,
come in Polvere d'angelo di
Ishil Sogo, dove però non
mancano particolari gratuiti e
qualche sproloquio pseudofilosofico. Invece gli altri cineasti àsiatici parlano di
scontri fra culture e di conflitti generazionali tra padri
legati alle tradizioni e figli
aperti, non senza dubbi e tentennamenti, al futuro e all’Occidente. Miti contemporanei e antichi rituali a
Taiwan coesistono in La società del loto rosso di Stan
Lai, mentre l’incapacità di
comprendere la cultura del
proprio paese è l’oggetto del
film indiano di Dev Benegai
English, August.
Anche in Doppia felicità,
premiato con la menzione
speciale, la regista cino-canadese Mina Shum racconta
con un sottile e consapevole
umorismo le difficoltà della
protagonista nel percorrere la
«doppia strada», conciliando
da un lato la famiglia aggrappata ài valori della lontana
Hong Kong, dall’altro il diritto di scegliere autonomamente come vivere.
La società multirazziale e il
rapporto sofferto con le proprie radici, il paese e la cultura di provenienza fanno la loro comparsa anche nel francese Trop de bonheur, di Cédric
Kahn, dove dietro alle incomprensioni e le reticenze di un
gruppo di adolescenti, le feste
dove non succede niente e
l’amore sempre mal riposto,
si consuma la lacerazione tra
due fratelli arabi, il più vecchio che consiglia diffidenza
nei confronti delle ragazze
francesi e progetta di tornare
a casa e il più giovane che a
casa si sente già. Infine il vincitore del Festival Una vita in
prestito, primo film di Wu
Nien-jen, racconto autobiografico del rapporto difficile
con il padre minatore: 30 anni
di vita in una Taiwan in trasformazione, dalla dominazione giapponese all’indipendenza e alla modernizzazione; film lungo, non sempre
facile da seguire, in cui, a differenza degli altri film visti
nella rassegna, la vicenda
«Una vita in prestito», fiim vincitore
personale si intreccia con la
storia del paese e delle sue
contraddizioni sociali.
Taiwan quindi, grazie anche a notevoli investimenti
statali, si afferma sempre di
più come un vero fenomeno
cinematografico, anche rispetto ai cineasti della Repubblica popolare cinese, ancora bloccati da difficoltà
censorie, o alla produzione
giapponese, che negli ultimi
tempi sembra registrare un
forte calo di pubblico.
Ma se il cinema orientale è
il nuovo, e conquista i festival, quello europeo puntà ancora una volta sul disagio;
stavolta è il male metropolitano, come in Family, di Michael Winterbottom, film in 4
parti sulla vita quotidiana in
una periferia inglese. Esistei
ze scombinate, disarmonici^
disincantate per forza di c«
sotto l’urgenza delle necessii
di tutti i giorni: il lavoro eli
non c’è, i piccoli furti, le|'
violente e le riconciliazioi’
precarie; una «famiglia co®
tante» scrive lo sceneggiato!
Doyle, descritta senza cale® ¿I'fLe legg
sui toni e senza voler ere®
dei personaggi
Di altro genere è TunioS
smo nero di Denis
nel suo Gravidanza isteria,
che ha saputo ironizzati
sull’esasperazione del dibatti
to attuale su temi come la fi
me nel mondo, l’aborto, lavi
ta di coppia. E se lo strei
(con tanto di sangue dal ni
non si può evitare, almenoil
può ridere (amaro)
Una retrospettiva su Philippe Garrel
Un modello adottivo
Philippe Garrel appartiene
a una «generazione di mezzo»: non ancora cinquantenne, ha iniziato a fare film nel
solco della seconda stagione
della «Nouvelle vague», fratello più giovane di Godard,
Truffant, Rivette, e non ha
mai ceduto ai compromessi
del successo o della commercializzazione su larga scala
del proprio prodotto. E chi
mai, sembrerebbe, si vedrebbe oggi film di un'ora girati
in bianco e nero, magari muti
(come Le révélateur!). Invece, al Festival torinese, Garrel
ha trovato un seguito composito, fatto di cinefili aficionados e «esperti», rotti a tutte le
proposte di avanguardia e
sperimentali, ma anche di
giovani-giovani, che oggi come ieri si sentono toccati da
un cinema che parla di sé a
ogni fotogramma.
L’esperienza autobiografica (il rapporto con il padre
attore, il ’68 vissuto nella sua
estrema radicalità, la musica,
la droga, il ricovero in clinica
psichiatrica, il rifiuto della
società) parlano il linguaggio
della sincerità anche attraverso uno stile duro che a prima
vista potrebbe stroncare lo
.spettatore. Non è così: Te inquadrature fisse come j raccordi volutamente «sbagliati»
tra un’inquadratura e un’altra
(per esempio in un dialogo, o
nel seguire un personaggio in
movimento), l’utilizzo di una
voce esplicativa o delle scritte che dividono il film in capitoli sono soluzioni che di
volta in volta costringono ad
aderire a una materia intensamente vissuta. È un cinema
urlato, non solo perché nei
film più «politici» i personaggi si esprimono ad alta voce,
ma perché ti costringe a prendere ogni immagine per testimonianza inesorabile e urgente, vissuta sulla pelle.
Gli adolescenti in una serie di film
Che cosa pensano gli spettatori
Un^occasione unica
MATTEO GUASCO
Fratelli maggiori
Un festival del cinema che
ospita una serie di film concepiti per là televisione è indice
di una sensibilità elevata, purché vengano rispettate certe
condizioni. Anzi, una condizione, che deve essere forzatamente la qualità del prodotto. E quanto capitato con la
serie di film commissionati
dalla rete culturale franco-tedesca «Arte» a alcuni registi
«ex giovani», chiamati a raccontare vicende della loro
adolescenza, con il riferimento comune alla musica e al
fatto che aH’interno di ogni
film doveva esserci l’elemento catalizzante di una festa.
Si sono così susseguiti sullo
schermo torinese i nove capitoli della serie Tous les
garçons et les filles de leur
Age..., che hanno rimandato
indietro nel tempo molti dei
presenti. Sono riemerse dalla
memoria vecchie canzoni e
formazioni (via via si sono
ascoltati Janis Joplin, i Beatles, i Led Zeppelin, Otis Redding, i Plätters...), ma anche
'’^^cchie battaglie che divisero
1 opinione pubblica {La quercia e il giunco di André Téchiné ha riproposto l'epoca
degli attentati dell’Oas e della
guerra d’Algeria all’interno di
un collegio) e, inevitabilmente, le difficoltà di rapporto fra
le generazioni (si veda su tutti
L'acqua fredda di Olivier Assayas, clas.se 1955 e già molti
lungometraggi nel carniere,
storia di una fuga di lui e lei
di fronte a due «non famiglie»
scoppiate, o l’avventura sentimentale, tutta in un pomeriggio di Bruxelles, narrata da
Chantal Akerman, in cui una
quindicenne vive la sua prima
vicenda d’amore). È un linguaggio comune quello dell’
adole.scenza? A giudicare dal
gradimento sembra che i «fratelli maggiori» non vengano
considerati «matusa».
Il festival come occasione
difficilmente ripetibile, alrneno stando alle attuali condizioni del mercato distributivo. Quello che autori e produttori si sono detti in un incontro molto professionale
viene confermato dai pareri
degli spettatori. L’ultimo
giorno della rassegna (la domenica è riservata essenzialmente alle repliche dei film
vincitori), alla fine di Joñas in
thè Desert, del tedesco Peter
Sempel (film-documento dedicato all’autore underground
Joñas Mekas), il pubblico è
abbastanza contento: «Il Festival mi è piaciuto soprattutto per la varietà delle opere
presentate - dice uno spettatore mi piacerebbe .se queste non finissero nel dimenticatoio dopo la chiusura».
Che cosa si apprezza di più
in una manifestazione del genere, quale sezione? «La retrospettiva dedicala a Philippe Garrel - prosegue lo stesso «aficionado» - l’ho seguita
tutta e devo dire che ho finalmente seguito alcuni suoi film
che altrimenti mi sarebbe stato impossibile vedere. Tuttavia al primo posto metterei
"The New Age" [il film fuori
concorso realizzato da Michael Tolkin, già sceneggiatore del recente I protagonisti di
Robert Altman, che descrive
la crisi di una coppia nella
Los Angeles odierna, tra perdita del lavoro, tradimenti coniugali, avventure, che ha
aperto il Festival e che è interpretato da Peter Weller, attore
divenuto famoso in Robocop],
E poi alcuni cortometraggi».
Questi ultimi hanno avuto
un certo successo quest’anno:
Il livello era notevole, e probabilmente nel corso degli an
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bile però strappargli «i noi®['
ma con un’osservazione cntt
ca rispetto alla manifestazj^,
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.sono un po’ alti.
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1 agli i
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breccia nella sensibilità de]
spettatori, non solo gio''®Li, ■
Ma un certo seguito, anchefi ^si ntu
più da «addetti ai lavori» *f®dal
avuto anche la retrospettivi 'A Quest
sugli autori cecoslovacchi il ®
gli anni ’60 e, come dice« Restant
altro interlocutore, la setii 8*« dai
Tous les garçons et les fiì!^
de leur âge.
C’è dunque chi va sul si®
ro, nelle retrospettive, mai*
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13
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16 DICEMBRE 1994
CULTUI
PAG. 9 RIFORMA
II, un volume della Claudiana i testi orali raccolti pazientemente da Marie Bonnet
La tradizione alpina nelle leggende delle Valli
ne
fERBUCCIO CORSANI_____
Ebbi modo di conoscere
Marie Cimbro Bonnet a
Jorre Pellice nel 1952, un an^'mtaa della sua scomparsasi colpito dalla vivallella sua mente e dal suo
júrdo acuto; mi parlò delle
¡^cerche glottologiche
le valli valdesi e dei suoi
-essi per gli usi e costumi
i,ma non delle leggende
aveva pubblicato in Franai) anni prima. Esse apiño ora in un’importante
ilicazione della Claudia;Ȉn cui alla veste Francese
aria si affianca un’otti^paduzione. La raccolta,
fa una breve presentazioìefoffre un’introduzione
scritta da Fulvio Trivellin,
se. Esistei|#^°s° leggende e tradiarmonicli Prende m esa
irza die« problema della derivale necessi leggende traman
lavnrn .“fate fra i valdesi, i rapporti
icon le etnie circostanti, la vi,;^ale particolare di questa
lente, incline a razionalizzare
itaondo fantastico.
Sia leggende sono raggruppte per argomenti: il diavoli le fate, 1 folletti, i redivivi,
stregoni, i tesori nascosti;
Sgende religiose, leggende
ìche e racconti tradiziona
lavoro cte
furti, le lì
nciliazioii
liglia coiiit
eneggiatoit
nza cale®.
oler creas
è l’umoél
s Raba|
za isterkil. „ , . . .
ironizza# primo esame si manidei dibai duplice natura del licome lafi un lato un’opera im
3orto,lavi per la quale si è
e lo 'stre# ricorso a un consistente
le dal ni
, almeno
gruppo di collaboratori (si
pensi alla serie di indici: nomi di persona e luoghi, opere
citate, leggende, e alle avvertenze sulla grafia dei termini
dialettali^ al catalogo degli
«informatori», che a suo tempo narrarono all’autrice le
leggende a doro conoscenza).
D’altro canto il volume è 1’
apertura di una finestra su un
aspetto del mondo valdese
del passato, a cui non si pensa facilmente: non quello dei
difensori della fede e della libertà di religione, con la Bibbia in una mano e la spada (o
la «beidana») nell’altra; e neanche il mondo valdese dei
contadini arroccati in un
ghetto di poche vallate, alle
prese con la quotidiana fatica
per ricavare il sostentamento
da un ambiente naturale non
facile. Qui abbiamo l’apparizione di un mondo di valligiani non troppo dissimile da
quello delle vallate alpine
circostanti, in cui esisteva la
tendenza a dar corpo, durante
le lunghe veglie invernali
nelle stalle, all’oscura coscienza di energie invisibili e
sconosciute, talvolta benevole, talaltra nefaste. Così, nei
sommessi raccohti di anziani
parenti e di sentenziose vecchiette, si materializzavano
fate e folletti, animali dall’
aspetto e dai poteri straordinari, sfolgoranti tesori nascosti in anfratti e declivi normalmente avari di beni; e
dall’ascolto attento, e un po’
sgomento, sorgeva poi la rielaborazione fantastica, visuale, quasi una partecipazione
in proprio degli ascoltatori alle vicende liete o tristi,
sempre fuori della grigia normalità.
Talvolta il legame con la
vita vissuta era più evidente,
copie nelle leggende relative
ai toponimi quali Appiatti,
Malmatin, YAbiazì e altri.
Ancor più evidente, se il narratore interpellato dalla Bonnet si diceva protagonista
egli stesso del fatto straordinario. Va notata la tendenza
diffusa al moralismo, che
evita il compiacimento immaginifico talora un po’ morboso e dà al racconto il senso
di un’applicazione pratica e
positiva alla vita d’ogni giorno, inculcando concetti come
contentarsi di ciò che si ha,
non presumere troppo dalle
proprie forze, esercitare l’ospitalità, ecc. La tendenza
valdese a rendere positivamente validi i racconti era già
sostenuta dalla Bonnet, che
d’altro lato rilevava anche
r assenza-di turpiloquio o di
oscenità, per esempio nelle
leggende relative agli stregoni; il gusto per la raffinatezza
affiora invece ove si narra
della fata che parlava esclusivamente francese con i figli
avuti dal montanaro sposato.
Ci sono qua e là riferimenti
all’ambiente cattolico, a una
credulità in esso più diffusa, a
frati che leggono libri scritti
in una lingua incomprensibile
(latino?); nell’insieme non si
rileva acrimonia in questi riferimenti, del resto non numerosi. Molti sarebbero gli
aspetti interessanti di un’opera come questa; qui possiamo
citare qualche altra idea capace di suscitare riflessioni: il
mondo magico delle caverne;
rinferiorità della donna (?!,
V. p. 157); una frase interessante: «[in una baita di Rodoretto] la figlia maggiore, immersa in una lettura interessante, fece finta di non udire...» (p. 251). Ricordiamo a
questo proposito De Amicis
che annotava stupito di aver
visto una pastorella in un pascolo leggere VHistoire des
Vaudois...
In conclusione è questo un
libro ricco e molteplice, pieno
di idee e suggerimenti per chi
ama riflettere, capace di suscitare impressioni vive e insolite per chi ama la. fantasia
e per chi gradisce tornare con
la mente a aspetti ormai remoti della mentalità valdese.
È anche una proposta da non
trascurare per la scadenza
delle strenne natalizie.
(*) Marie Bonnet, Tradizioni orali delle valli valdesi dei
Piemonte, a cura di A. Genre,
testo francese a fronte. Torino,
Claudiana, collana della Società
di studi valdesi, 1994, pp 460,
£50.000.
Una casa abbandonata alle Rima è oggetto di una leggenda
Musica
Il colore in cerca della fede
Il 24 settembre il soprano Donatella Giorgi, della Chiesa battista di via del Teatro Valle di Roma, insieme alla pianista Imma Battista, ha tenuto un concerto a Mogliano Veneto (Tv),
previsto in replica anche a Roma, dal programma ispirato alla
liederistica spirituale. Titolo dell’iniziativa era II colore in cerca della fede, a sottolineare il nesso fra musica e arte in generale, come ha testimoniato il prof. Paolo Portoghesi (già direttore
della Biennale artistica di Venezia) nella sua introduzione. Portoghesi ha poi posto l’accento sul bisogno di spiritualità
dell’uomo e sulla necessità del dialogo fra le religioni: infatti il
programma comprendeva un repertorio tratto dalla letteratura
musicale cristiana (protestante e cattolica), ebraica e musulmana. Oltre a brani liederistici di Schubert, Schumann, Richard
Strauss, Mozart, Verdi, Haendel e Bach, sono state eseguite anche musiche tradizionali della sinagoga, due spiritual e Khianat
he omid (La speranza tradita) di M. Esmaillou.
ca
1 pubbli»
osizionfi
yna recente pubblicazione getta nuova luce su un periodo ricco di fermenti spirituali ispirati a Calvino
le radici popolari della Riforma nella Lucca del '500
SALVATORE CAPONETTO
[ a recente pubblicazione
Udell’opera di Simonetta
idorni-Braccesi*, frutto di
ondeìisai^i di ricerche bibliografiri» fortipl '■'e e archivistiche, disegna
ti gli spc* ^piamente l’originalità del
• "'■ftssenso religioso lucchese
il XVI secolo, legato inti1 (coinè li ^^ate alle grandi famiglie
■si) fanti f*aot)ili e mercanti, dai Bal^i agli Arnolfini, dalle quali uscirono gli ottanta esuli
thè si rifugiarono a Ginevra a
bilità di
o gioviti
0, anche#
avori» n» 1^'redal 1555.
petto*
troSj/»’*-- ■av-i
ivacchii^ “l panorama della Riforma
ne dice# S^testante in Italia, l’autrice
e la seri ® 8*^ dato un notevolissimo
H lesfi^ ®tÙributo con l’edizione criflica del Libro dei ricordi de
>a sul sii
ve, inat
concors' alla «Ecclesia lucen
.... ’ ' ■ ■ que
tosimi delle nostre famiglie
ri Vincenzo Burlamacchi
■orna, Isi, 1993). 11 cap. IV,
Ss», risolve la vecchia
;rché CI
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i «i nomi;'
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nifestazi«;'
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rANI
A questa vicenda, singolare
jcilc riif® L- 1
dono ale» "otte dell’esistenza di una
cis» ^ttitinità filoriformata, sorta
ersii I’®*’ il ministerio del priore del
convento di San Frediano,
•rietro Martire Vermigli, e
■^ntinuata dai suoi confratelli
®on Celso Martinengo e Gitotatno Zanchi fino al 1551,
pando decisero di seguire
ermigli nell’esilio. La parte
più originale di questo capito
0 e l’acquisizione di nuovi
etnenti, che danno una contstenza alla lettera del Ver'8li, inviata ai fratelli luc
®tesi nel gennaio del 1543.
La fonte principale per met^
l/f ^ Alloco la consistenza e
1 f'^tooomia di quella che si
j- ®tinita l’«Ecclesia lucenCfim ^ processo per eresia
^ ITO il soldato Rinaldino da
(1554-1555), conservi|°ii®*l’Archivio arcivescotam j.^ttoca e scoperto solrecente. Pur essendo
'j5jjj^.®tite, Rinaldino aveva
ilS*
l’insegnamento dei
siiti* Frediano: con altri
Patizzanti per l’idea di una
riforma della chiesa partecipava alle riunioni del sabato
sera in casa di Francesco Cattaui e Vincenzo Castrucci, ma
l’ansia di testimoniare la sua
conversione a Gesù Cristo lo
portava a ripetere con un linguaggio colto i principi della
nuova fede alle persone del
suo ceto: soldati, artigiani, e i
poveri negli ospedali.
Veniamo così a conoscere i
principi fondamentali della
dottrina riformata di matrice
calvinista, divulgata dai continuatori del Vermigli. L’autrice riprende poi in esame da
un suo precedente lavoro la
storia di Giuliano da Dezza, il
«caciaiuolo», costretto all’abiura nel 1559. Nella lista di
eretici, acclusa all’abiura di
Giuliano da Dezza, compaiono parecchi elementi del ceto
popolare: il sensale Giovan
Battista Carletti, il ciabattino
Girolamo Santucci, il tessitore
Regolo dal Venoso: la loro
eresia deriva dalla predicazione di San Frediano. 11 Dezza
dichiarò di avere creduto che
l’ostia consacrata «fosse solo
segno e memoria della morte
di Christo» (p. 300).
Dal novero delle famiglie
«mediocri» viene l’organizzatore della conventicola
clandestina della seconda
metà del secolo. 11 filatore e
piccolo mercante Francesco
Baroncini era riuscito a inserirsi nel ceto medio imparentandosi con mercanti e maestri di scuola. Nel 1558 fu accusato di avere scandalizzato
un gruppo di contadini di
Vorno con espressioni volgari e blasfeme a proposito dell’eucarestia. Il Baroncini «litigioso, sprezzante, irriverente fino alla bestemmia»
avrebbe detto; «Guarda quelle bestie (di contadini in Vorno che vedono alzar un poco
di pasta) al prete et si credono che sia Christo et non vedono che puzza la ha il prete.
L’altro giorno la smastichò e
cacha» (p. 294).
In questa descrizione della
radice popolare della Riforma
nella Repubblica di Lucca
sorprende l’avere trascurato
la relazione del gesuita Silvestro Landini, sulla quale ho
insistito nel mio libro La
Riforma protestante nell’Italia del Cinquecento (Torino,
Claudiana, 1992, pp 337442). Questo documento è
senza dubbio la testimonianza
più estesa, più dettagliata e
più importante per l’Italia
sulla ricezione da parte di
contadini e operai del messaggio di Lutero e di Calvino
al di fuori dei valdesi delle
Valli e delle colonie della Calabria e delle Puglie.
A me sembra che i risultati
della ricostruzione della
Adorni-Braccesi gettino nuova luce sulla relazione del
giovane gesuita, inviata al p.
Giovanni Polanco dopo la
quaresima del 1548, cioèr dopo un anno di missione nelle
campagne della Garfagnana
lucchese. Un raffronto con le
abiure e le confessioni sopra
citate porta a concludere che
contadini, operai e artigiani
manifestarono la stessa dottrina con un linguaggio popolare, tradotto, condensato e
deformato in questa trascrizione autentica, straordinariamente viva e umana.
Nel loro linguaggio colorito
si manifesta la meraviglia
della scoperta della dimensione umana nel racconto evangelico, dove «la gloriosa madre di Dio» non appare circonfusa di gloria come nelle
immagini venerate, ma come
l’umile ancella del Signore;
della Cena non si dice dell’
ostia consacrata contenente il
corpo e il sangue di Cristo,
ma solo di un pezzo di pane;
San Pietro, dal quale il papa
pretendeva di derivare il primato e rautorità spirituale e
politica, non era che un Petruccio, un uomo fragile e volubile, che aveva rinnegato il
Signore tre volte. L’insistenza sulla doppia predestinazione acquista in mezzo a povera
gente, tormentata dalla miseria, dalle carestie e dalle malattie, un sapore esistenziale e
classista: Dio li aveva tenuti
sotto l’oppressione dei ricchi
e dei potenti, ma ora li liberava dai peccati con la sua grazia e li eleggeva alla vita eterna lasciando gli altri nella
rnassa dei dannati.
Il discepolo d’Ignazio di
Loyola attribuisce ai libri
portati da alcuni signori lucchesi nelle loro proprietà della Garfagnana un ruolo determinante per la diffusione di
queste idee. Cosa impossibile
senza una mediazione di gente istruita per un popolazione
in grandissima parte analfabeta. Tuttavia qualcuno era in
grado di leggere il Beneficio
di Cristo e il Sommario della
santa Scrittura. Questa divulgazione della dottrina calvinista fu opera di ardenti predicatori come Ludovico Manna,
che ritroveremo nella chiesa
italiana di Ginevra nel ’52, o
come quel francese «allievo
del Calvino», venuto da Ginevra, che esortava i convertiti
ad andare a Ginevra o dove si
predica liberamente la parola
di Dio (p. 291).
Ci sono altre due testimonianze coeve che indicano
nelle famiglie lucchesi, nelle
cui ville del contado lavoravano contadini e operai, l’origine della diffusione di queste
eresie, nelle quali non riesco a
vedere traccia di anabattismo
contadino, come parve a Marino Berengo nel suo famoso
libro Nobili e mercanti nella
Lucca del Cinquecento (Torino, Einaudi, 1965).
La colonia lucchese di Ginevra non annoverò persone
del ceto popolare perché l’o
pera di grande abnegazione e
di grande abilità del gesuita
riportò nel grembo della
chiesa di Roma le pecore
smarrite. Non era facile affrontare un viaggio avventuroso per gente misera e andare incontro a un avvenire
completamente sconosciuto.
Al contrario non fu difficile
per i grandi mercanti, esuli
religionis causa, che avevano
una rete di affari nelle capitali del commercio europeo,
stabilirsi a Ginevra e ricostruirsi una nuova vita e,
spesso, una solida fortuna.
La parabola dei lavoratori
della Garfagnana fu identica a
quella di Giuliano da Dezza,
di Rinaldino da Verona e del
Baroncini. Con questa accurata ricostruzione del dissenso
religioso nella repubblica lucchese si è allargata la presenza dei ceti popolari nel movimento protestante italiano del
Cinquecento, ma si delinea
ancora la loro sconfitta per la
ferocia della repressione, dalla quale Lucca riuscì a salvarsi con straordinaria accortezza
politica, e per l’assoluta mancanza di appoggi politici.
(*) La città infetta. La repubblica di Lucca nella crisi
religiosa del Cinquecento. Firenze, Olschki, 1994.
Venerdì 16 dicembre —
ROMA: Alle ore 18, presso
l’Aula magna della Facoltà
valdese di teologia, il prof.
Pier Giovanni Donini (Ist.
orientale di Napoli) parla sul
tema; «Islam e democrazia».
Venerdì 16 dicembre — •
MODENA: Alle ore 17,30,
presso il Collegio San Carlo
(via S. Carlo 5), il prof. Franco Bianco parla sul tema: «La
tecnica tra disincanto del
mondo e ritorno del mito».
Venerdì 16 dicembre------
TORINO: Alle ore 21, presso
il salone valdese di corso Vittorio Emanuele, il past. Eugenio Rivoir parla sul tema:
«Ecumenismo via alla pace».
Sabato 17 dicembre —
BERGAMO: Alle ore 20,30,
presso il Centro culturale protestante (via Tasso 55), si tiene un concerto di Natale tenuto dall’organista Claudio
Astronio. In programma musiche di Jan P. Sweelinck,
Johann Sebastian Bach, Samuel Scheidt.
Venerdì 23 dicembre —
CATANIA: Alle 20, presso
la Casa delle associazioni
(via Cantarella 6), il prof.
Pietro Barcellona, docente
di Diritto presso la Facoltà di
Scienze politiche, parla su:
«Democrazia e democrazie:
la dialettica tra libertà individuali e forme della “polis”».
PROTESTANTESIMO
RIVISTA TRIMESTRALE
PUBBLICATA DALLA FACOLTÀ VALDESE DI TEOLOGIA
VIA P. COSSA 42-00193 ROMA - FAX: 06/3201040
4, quarto trimestre 1994 - voi. XLIX
□ E. E. Green, Indirizzi di cristologia femminista
□ E. Tomassone, Gesù-Sophia □ A. Cassano,
L'etica politica delle prime comunità anabattiste
□ Studi critici: C. G. De Michelis, La Bibbia del
Patriarcato di Mosca □ P. Comba, Scienza e religione □ Rassegne; E. Genre, Il culto riformato
□ Recensioni
14
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 16 DICEMBRf
I PERICOLI DEL .SUPERPHÉNIX» E L'AMMONIMENTO CHE VIENE DA CERNOBIL
L'ERA NUCLEARE STA PER CONCLUDERSI?
0IERE
OIOWQIO PIYWONM.
Nel numero 5 di Val Pelis (sett.ott.1994) si riporta parte di una
«interrogazione a risposta scritta»
sottoposta dai deputati piemontesi
Malan e Sandrone al presidente del
Consiglio dei ministri e ai ministri
degli Affari Esteri, dell’Industria e
dell’Ambiente, in merito alla «rimessa in funzione, da parte delle
autorità francesi, della centrale nucleare Superphénix di Creys-Malville» al fine di «richiedere alle autorità francesi un rapporto dettagliato sulle condizioni di sicurezza e sui
piani di intervento ed evacuazione,
estensibili all’area italiana, in caso
di incidenti».
In tale interrogazione si informa
inoltre che, dal 1989 in poi, nella
suddetta centrale e nella sua sorella
minore Phénix di Marcoule, si sono
verificati numerosi incidenti qui ricordati con, eventualmente in parentesi, il relativo grado nella scala
di gravità; a) 3.000 tonnellate di sodio, usato nel circuito primario di
raffreddamento del nocciolo, fu ossidato da un ingresso anormale di
aria (II grado); b) il crollo .del tetto
della sala macchine sotto il peso
della neve (!!) recò grave danno alle
strutture meccaniche, all’alimentazione dell’acqua, deH’elettricità e ai
turboalternatori (I grado); c) la cappa speciale di scarico, alloggiata
nella sala macchine, fu danneggiata
dalle macerie del tetto; d) si verificarono sbalzi nell’attività nucleare
del nocciolo (li grado); e) si ebbero
carenze gravi nei controlli e presenza anomala di plutonio nel Rodano
a valle della centrale; f) il ministro
della Protezione Civile, interpellato
dalla Regione Piemonte, «aveva affermato di non conoscere i piani di
emergenza nelle regioni nord-occidentali italiane» in caso di incidente
nucleare in Francia, e «di non avere
elementi di informazione sulla situazione di sicurezza nel Superphénix»; g) il reattore Superphénix è
stato progettato come surgeneratore
di plutonio, ma l’attuale intenzione
di convertirlo in ipogeneratore richiederebbe tempi di conversione
stimati in oltre dieci anni; h) il Superphénix è stato progettato per essere utilizzato fino al 2001, ma la
sua progettata conversione comporta molti interrogativi sull’invecchiamento delle sue strutture; i) le tonnellate di plutonio di cui dispone il
Superphénix rappresentano grossi
rischi di proliferazione nucleare; 1)
uno studio del 1992 da parte dell’Edf (l’Enel francese) considera
possibile un (ncidente nucleare grave nei prossimi dieci anni.
Le preoccupazioni
del Piemonte
È legittima tale preoccupazione,
data la vicinanza delle valli del Piemonte e della pianura Padana. Per
molti suoi aspetti il «nucleare» non
rispetta né distanze né confini nazionali, tanto che si potrebbe parlare di
una «intemazionale nucleare» come
recentemente si è parlato addirittura
di una «mafia nucleare» e in tale
settore si notano ancora ignoranza,
impreparazione, superficialità, disattenzione, irresponsabilità e criminale trascuratezza. Cemobil nel 1986
ne è stato un esempio.
Alcune informazioni su tale evento, riportate da John May ne «Il libro Greenpeace sull’era nucleare»
(Fra.ssinelli, 1991), possono servire
a illustrare la situazione di pericolo
inerente a tale attività, la facilità
dell’errore umano, l’incidenza
dell’imponderabile nello scatenare
giganteschi fenomeni disastrosi e irreversibili, e i danni umani che tra-,
gicamente si prolungano nel tempo.
11 complesso nucleare di Cemobil
è situato sul fiume Pripyat a 130 km
da Kiev, la terza città dell’ex Urss
(2,5 milioni di abitanti). Fino al 26
aprile 1986 le città della regione più
popolose erano Pripyat (50.000 abitanti) edificata per ospitare i costmttori e gli operatori della centrale, e
Cemobil ( 12.000 abitanti). La cen
trale elettronucleare era costituita da
due coppie di reattori Rbmk da
1.000 megavvatt ciascuno, reattori in
cui le barre di uranio sono contenute
in un moderatore a grafite, che rallenta i neutroni sostenendo cosi la
reazione nucleare, e sono raffreddate
con acqua bollente che produce vapore per azionare turbine da 500
megavvatt. La configurazione del
reattore risaliva a 25 anni prima, e il
reattore n. 4 aveva funzionato senza
intoppi dal 1983, quando era entrato
in servizio.
le al fine di combattere il fuoco e
contenere la radiazione ma ciò non
fu sufficiente a impedire la perdita
del 26% della radioattività del reattore n. 4 e la morte di 31 pompieri
addetti alla centrale, a seguito di
gravi ustioni da radiazioni.
L'incidente
di Cemobil
Alle 14 del 25 aprile 1986 la potenza del reattore fu ridotta del 50%
e il sistema di raffreddamento di
emergenza del nocciolo venne disinserito; poi la rete elettrica di Kiev richiese di continuare la fornitura di
energia fino alle 23,10 ma dopo
quell’ora la direzione trascurò di
reinserire il sistema di raffreddamento di emergenza, mentre si ridusse l’erogazione di energia solo
deH’1% del normale, cioè troppo
poco; fu ritirata gran parte della barra di controllo del flusso di neutroni,
e vennero staccati alcuni dispositivi
di sicurezza essenziali.
Nel giro di quattro secondi l’unità
n. 4 centuplicò la propria potenza e
probabilmente sfiorò un’esplosione
atomica. Si ebbe un’esplosione di
vapore che fece saltare la copertura
del reattore del peso di 1.000 tonnellate; le macerie fiammeggianti appiccarono più di trenta incendi nelle
vicinanze; l’acqua reagì con il nocciolo di grafite incandescente (1.700
tonnellate) producendo idrogeno
gassoso che innescò una seconda
esplosione scagliando frammenti radioattivi all’altezza di oltre un chilometro e mezzo.
Ormai un quarto del nocciolo di
grafite era in fiamme e liberava radioattività nell atmosfera. Occorsero
dieci giorni di sforzi eroici per riportare sotto controllo il nocciolo del
reattore incendiato. Elicotteri vi lasciarono cadere più di 5.000 tonnellate di piombo, boro e altro materia
Primi interventi
di emergenza
Dopo l’esplosione il combustibile
nucleare raggiunse i 2.000 °C a causa del calore generato dal decadimento radioattivo dei prodotti della
fissione nucleare rimasti nel reattore
danneggiato. Con azoto pompato
sotto pressione si riuscì a diminuire
solo di poco la temperatura. Il 24
giugno 400 operai, lavorando a turni di tre ore, avevano costruito una
galleria di cemento armato lunga
168 metri e installato una piastra
monolitica di calcestruzzo sotto il
reattore per impedire che il combustibile incandescente forasse la base
del reattore. Il successivo interramento a lungo termine dell’impianto comportò la preparazione di un
mastodontico «sarcofago» consistente in 7.000 tonnellate di acciaio
e 410.000 metri cubi di cemento,
completato nel novembre 1986.
Secondo il ministro per l’Energia
atomica, Nikolai Lukonin, il costo
del disastro di Cemobil per la sola
Unione Sovietica è stato di più di
itiiIÌ3rdi di rubli e fu definito
«l’incidente forse più costoso del
pianetp). 135.0{X) persone e 86.000
capi di bestiame furono evacuati nel
raggio di 15 km; la colonna di trasporto (1.216 grossi autobus e 300
camion) si snodò per 15 km; 60.000
edifici in 500 centri abitati dovettero essere decontaminati; a Kiev furono perforati 400 pozzi per forniture idriche di emergenza e installate
due condutture d’acqua principali
lunghe 6 km.
Secondo una valutazione sovietica metà del fall-out di Cemobil è ricaduto entro 35 km dalla centrale;
l’altra metà su oltre 20 paesi in tutto
il mondo. Macerie e radionuclidi
scagliati nell’atmosfera dall’esplosione e dagli incendi hanno formato
una nube radioattiva che ha sorvolato la Lituania e la Lettonia (26-27
aprile) dirigendosi poi verso la
Scandinavia centrale e meridionale
(30 aprile), il Regno Unito e l’Eire
(2-3 maggio) ed è stata rilevata persino nella penisola arabica, in Siberia e nel Nord America.
Le 20 regioni più colpite furono
quelle in cui forti piogge fecero précipitée il fall-out radioattivo. Nella
Svezia settentrionale e parte della
Lapponia finlandese esso fu 33 volte
superiore alla soglia di sicurezza
svedese e si dovettero macellare migliaia di renne. Ma esisteva una forte diversità nei limiti di sicurezza
istituiti nei paesi europei: per esempio, la «soglia di sicurezza» dello
iodio 131, avente tempo di dimezzarnento di 8,141 giorni, nel latte variava da 20 becquerel per litro nello
stato dell’Assia, a 2.000 becquerel
per litro in Francia. Il becquerel corrisponde a un evento radioattivo al
secondo. Nella Germania meridionale i funghi selvatici contenevano
fino a 11.000 becquerel per kg, e si
disse allora che mangiarli equivaleva a giocare alla «roulette russa».
Uno studio promosso dal Dipartimento dell’ambiente Usa ha concluso che entro i confini sovietici è ricaduto approssimativamente 1 milione
di Curie di cesio 137, avente un tempo di dimezzamento di 30 anni, un
altro milione nel resto dell’Europa e
un terzo milione nell'emisfero boreale. L’emissione totale di radionuclidi da Cemobil, esclusi i gas nobili,
è stata di circa 50 milioni di Curie. Il
Curie equivale a 37 miliardi di eventi radioattivi al secondo.
Secondo questo studio i casi di
morte per cancro indotti in tutto il
mondo dall’incidente di Cemobil
dovrebbero aggirarsi intorno ai
40.000 di cui solo, 12.000 sarebbero
relativi a cittadini sovietici e circa
21.000 europei.
Gli effetti postumi
del disastro
Possono essere ricordati i seguenti
postumi di Cemobil: a) il 17 febbraio ’87 viene riferito che le api
1C0(
ca 1 kg di cesio 137 radioattivo
presentante il 6% del totale enih
cadde sulla Norvegia; c) 20.0^
va pasquali in Baviera non haii
potuto essere consumate nel I5'
perché preparate con latte bavau
troppo radioattivo; d) le strade
Kiev venivano regolarmente im
da 300 autopompe e ripulite
aspirapolvere giganti per
polacche rientrarono negli „„
quando avvertirono la contai,,..„r,
zione proveniente da Cemobil eltf.gtu
rimasero per parecchi giorni; b) ¿0 «f
iabblicat
5veriibre
lare cl
Ibnsidei
fifflinaz
la c
IO peri
jorra v¡
», pza ■
la polvere contaminata*130knlt So ui
Nord; e) Kiev fu protetta d/«
straordinaria rete di nuove dijj a^nra 1
terrapieni e mura sotterranee per j
pedire che la radioattività si im „gn
trasse nelle condutture idriche de ^¿gbba
città; f) gli alimenti freschi vend Lo altre
nei 22 mercati agricoli di Kievr*
vevano avere uno speciale certif
to di avvenuto controllo antirat,
zioni; g) le esportazioni di lattepi
lacco, sospettate di essere contM
nate, furono boicottate; h) Vlam
Shevchenko, regista di un docum
tarlo girato a Cemobil pochi gioì
dopo l’incidente, morì pochini
dopo e due suoi operatori furonol
coverati in ospedale; i) 70 acri dii
ni a nord del reattore danneggi!
persero tutti gli aghi diventando#
sicci; 1) il processo di sei alti .ì
genti imputati di aver causato Í|
sastro di Cemobil fu tenuto na|
città stessa ancora contaminata;#
l’ex direttore e due alti funzio
furono condannati a dieci anni il
vori forzati come colpevoli di ne|
genza criminale; n) 5 giorni dop
disastro, in Kiev soggetta a inte
radioattività, i dirigenti locali^
Partito comunista, ignorando detí
ratamente il pericolo, consentite
il tradizionale corteo del 1° mag,
al quale parteciparono migliaia;
bambini; 0) il 31 marzo 1988 vai
reso noto che i sovietici avrebbi
destinato gli ovini contaminatij
essere usati come nutrimento ra
visoni da pelliccia, che sarebbetoj
ventati a loro volta radioattivi; pi
24 aprile 1988 la Pravda denuffl
che nella centrale di Cemobil 1
tenzione scadente, ubriachezza eij
potismo erano in aumento e il
genti si comportavano come se 1
vi fosse mai stato un incidente;l
nel .settembre 1988 si notò in Se«
un aumento del 37% dei casi dii
cernia tra i bambini minori di ci
tro anni; r) le autorità sovietiche!
Ire ogni
enti d
ifessioi
PPer me
^a da lei r
nesso
Istratura
gerenza,
inza di 1
panche
pile, avi
¥doman(
Imcorso
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lattato d
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Ircorso j
(La riàbi
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Britto pe
laque ar
irseguiti
lo scop
pina dei
pñdanna
) domin
tséllario
í non va
cisero di trasformare l’area coni ì
gio di 30 km attorno alla centrale
Cemobil in un parco naturale nati
naie; s) la Pravda comunicò iH| '
tobre '88 che erano stati elabori
piani per demolire la cittadina ' ?«
Cemobil fondata 800 anni priniai ‘
che 994'persone, in maggioranza!
ziane, erano rientrate clandestii
mente, per vie traverse, nei villa t
dei dimomi.
Le valutazioni
desìi esperti ™
Nell’agosto 1986 l’Aiea (Age® . ' n:
internazionale per l’energia atoJ et
ca) discusse con una delegazione! Gara
vietica il disastro di Cemobil ^ ^ ™
eludendo che: a) era mancato il ®
trollo degli esperti di sicurezza ®
centrale; b) gli operatori avevi ' v
contravvenuto ad almeno sei reg<
di sicurezza; c) gli operatori eri
talmente convinti della sicurezza
reattore da perdere ogni senso
pericolo e compiere deliberate;
stematiche e numerose infrazioni
la procedura; d) perciò gestivano
reattore «come se pilotassero
reo ad alta quota e avessero ap
gli sportelli».
Tale è stato, almeno in pad®'
tragico bilancio di uno solo dei|"
merosi incidenti nucleari avvenni’;
vari luoghi e dettagliatamente r
lizzati dal libro di Greenpeace, i’’®'
denti che hanno convinto 0
molti paesi a rinunciare a tfuestft
lora sperata come altamente
tente, grandiosa sorgente di
Nata con due grandi promesse, *
bondanza e la sicurezza, ref®."
cleare sembra stia per concludcri®
stami
edito
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IBRE
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16 DICEMBRE 1994
Dei Lettori
PAG. 1 1 RIFORMA
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contami,
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iomi; b)
ioattivo,
'tale ente
) 20.000
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Ite nel ijj
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IKagioni di
^coerenza
Signor direttore,
ho letto il suo articolo di
[ondo «Divieto di lavoro»
iubblicato sul n. 45 del 25
ivembre: mi consenta di aliare che non lo condivido,
'onsidero estranea a diiminazione di natura reli- osa la decisione del Csm.
^ pertanto del parere che
lente irroij^ofja valutare caso per caripulite e^jgnza fare di ogni erba un
'cr abbattljcio. ■■
130 bn pi|t*^Qno un anziano cresciuto
etta da ujiliana comunità valdese della
nove dig i^pora, da anni appartenenaneepHÌ ^ a una comunità metodista,
yhà si ini penso che la nostra feidnchedt debba meritare rispetto,
seni yeni altresì animato ad esclu, Kiev ( ^e ogni prevenzione verso i
ale certifiiJiig^enti di altre fedi o di altre
aifessioni.
'Per me il testimone di Geo
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i di latte p
h) Vlai
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70 acridi
ere conta yj da lei nominato non è stato
lesso al concorso in maIstratura per ragioni di inlenza. Mediante l’inosser;a di una legge dello staanche in ordine al servizio
,™|vile, avrebbe dovuto evitare
danneggittj^Qjjjanda di ammissione al
entandoifcjgorso. Non ha neppure
sei alti gfje ^Itri suoi concit
iausato ilsentito il dovere
tenuto nelltj aderire a quanto prescritto,
se anche dovendo abbaninare il lavoro per i bisogni
lUa famiglia. Ritengo si sia
aitato di un atteggiamento
itraddittorio; se avesse vinil concorso, come avrebbe
Itolo giudicare un suo simiche avesse re.spinto il «serio civile» al pari del suo?
Il pensiero sull’astensione
in può partire dall’origine;
lò soltanto divenire un fatto
incompatibilità durante il
corso professionale.
La riabilitazione non annullarebbw a la condanna penale. È un
oattivi;p, ¡ritto per coloro che, dopo
da denuii taqug anni, non siano stati
•nobil ma arseguiti per altre infrazioni,
chezzaei ilo scopo di ridare loro la
nto e 1 a Sma dei conterranei. La sua
;ome sei badanna non è più di pubblincidente, q dominio ma la scheda del
itòinSca ^sellarlo giudiziale rimane,
i cast di li le non vado errato, egli potrà
lori di qi^
ivietichd
ammala;
:i funzioi
ci anni
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migliaia]
1988
:i avrebi
itaminati
mento
teologia occidentale e CUETURE ìALTRE»
LEZIONE INDIANA
RENZO BERTALOT
Oltre agli animali menzionati nella
Bibbia tra l’altro si è fatto spesso
riferimento al pesce, al pavone e
all’araba fenice come simboli rispettivamente del Cristo, della vita eterna, e
della risurrezione. L’incontro con il
Terzo Mondo ha proposto altri esempi
e probabilmente ce ne dovremo aspettare molti ancora ,
Quando i teologi occidentali hanno
tentato di informare e di spiegare ai futuri predicatori indiani argomenti come
la doppia predestinazione, l’elezione e
la reiezione, pare che fossero abbastanza perplessi sulla loro capacità di mediare a una cultura così lontana quelle
che erano state c sono attualmente, le
affermazioni più importanti dei teologi
occidentali stessi. Ed ecco la sorpresa!
Nel contesto di quella cultura il discorso appariva molto semplice e gli studenti lo capivano nel modo seguente.
Quando Agostino, Lutero, Calvino e
i protestanti in genere cercano di spiegare la loro teologia, hanno in mente
mamma gatta, la quale preoccupandosi
della salvezza della prole afferra il micino con i denti, lo distoglie dai pericoli e lo porta in luogo sicuro. Il micino
sempre a caccia di novità non è interpellato.
Invece Pelagio, Tommaso d’Aquino,
il Concilio di Trento e in genere il cattolicesimo quando parlano dell’agire di
Dio hanno in mente mamma scimmia
che, in caso di pericolo, si rivolge alla
prole allargando le braccia: lo scimmiotto salta al collo della madre e con
le zampe si assicura saldamente al suo
corpo. Ora «ogni esempio zoppica», dice un nostro vecchio proverbio, ma vale-forse la pena di ricordarsi la lezione
indiana accennata. : ..
Sempre in tema di comunicazione è
bene lasciare al lettore e forse anche ai
nostri catecumerii discutere l’argomén
to. Potrebbero trovare un po’ di luce rispetto alle difficoltà tradizionali.
Possiamo allora richiamare alla nostra memoria quei casi di obbedienza
che costituiscono i pilastri della nostra
lettura biblica II pensiero va alla vocazione di Abramo e a quella di Mosè e
dei profeti in riferimento all’Antico Te-‘
stamento. Pensiamo a Maria di Nazaret
in occasione dell’annuncio della nascita
di Gesù e alle vocazione degli apostoli
in generale e di Paolo in particolare in
riferimento al Nuovo Testamento.
Quando Dio interviene nella storia (in
base ai suggerimenti degli studenti indiani che si richiamano a un antico insegnamento buddista) ci ricorda mamma gatta o mamma scimmia?
La discu.ssione, la riflessione e la
possibile conclusione passano al lettore
e si trasformano in interrogativi per capire la portata quotidiana ed esistenziale del nostro vivere tra immaturità e
maturità (forse soltanto escatologica).
adire ad una libera professione o a un impiego privato,
non già a qualsiasi altro impiego di pubblica dipendenza.
L’appartenenza ad una fede
religiosa, che è un fatto del
tutto personale, potrà servire
da attenuante ma non vedo
come possa giustificare la disubbidienza consapevole della legge. Nonostante questo
mio convincimento, auguro
all’interessato che la Corte
Costituzionale lo ritenga idoneo all’ammissione del concorso.
La prego di scusare queste
mie argomentazioni che non
pretendo siano verità assoluta.
Umberto Vedova - Padova
Una linea
aperta a tutti
Numerose le critiche negative al nostro giornale; nulli o
quasi i rilievi in positivo.
Nessuno sembra essersi accorto che, rispetto alla vecchia Luce, ci troviamo di
fronte a un salto di qualità:
più informazione, più atten
rea con n
a centrale
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Riforma
Via Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
Via Feria, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
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DIRETTORE: Giorgio GardioI
VICEDIREnORI: Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto
REDATTORI: Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Daniele
Busetto, Luciano Cirica, Alberto Corsani, Piera Egidi, Fuivio Ferrano, Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paoio Ricco, Giancario Riea (Agi® naidi, Fuivio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaido Rostan, Mar:rgia atol co Schellenbaum, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaele Volpe
igazionci ^ARANTI: Franca Long, Andrea Mannucci, Mario Marziale, Fulvio Rocco, Bru:rnobilo“ T noRostagno
icato il ® ***MIN1STRAZI0NE: Mitzi Menusan
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■ 'DITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis -10125 Torino
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ITALIA
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Sj^ria è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
„.Wiaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
'^»ananza in data 5 marzo 1993.
¡¡¿"l'aro 47 del 9 dicembre 1994 è stato consegnato per l'inoltro postale all'Utficio CMP
’ via Reiss Remoli 44/11 di Torino mercoledì 7 dicembre 1994.
zione ai fatti, più respiro, meno aria di provincia.
Nessuno ha sottolineato
l’ottimo livello delle meditazioni (in prima pagina) o deL
la rubrica «All’ascolto della
Parola». Come si fa a non apprezzare (mi limito agli ultimi numeri) i commenti biblici di Bruno Rostagno e di Gino Conte o le riflessioni di
Theissen su «adulterio e fedeltà», o l’ultimo studio di
Paolo Sbaffi sul «fuoco di
Cristo»? Anche gli stessi articoli di fondo (i contestati
commenti «politici») hanno
respiro lungo, dialogico. Oggi
il disorientamento è grande e
nessuno ha la pretesa di possedere formule politiche magiche: perché dunque non
confrontarci? Perché non
chiederci se essere «fratelli in
Cristo» voglia dire solo trovarsi al culto o non anche «essere insieme» per condividere
le esperienze nel mondo?
È vero: la linea del giornale
non è filogovernativa: ma è
improntata al dialogo sereno e
al rigore dei principi evangelici di giustizia, uguaglianza e
libertà. C’è chi si preoccupa
perché si teme una svolta autoritaria in Italia e chi invece
-è convinto che tutto vada per
il meglio: discutiamone! Non
è forse vero che gli antichi
profeti prendevano le mosse
sempre dalla realtà politica
del tempo? Perché dunque
tutta questa paura? Perché
non inserirsi nel dialogo con
serenità? La collaborazione,
mi pare, è aperta a tutti.
Certo, scrivere un articolo
su un giornale come Riforma
non è semplice: l’articolo
lungo e difficile scoraggia il
lettore; breve e facile rischia
la banalità; l’impegno urta gli
uni; il disimpegno delude gli
altri; il giornalista professionista non ha tempo; il dilettante fa quel che può; lo
scienziato è troppo tecnico.
Vogliamo dircela proprio tutta? Se la direzione disponesse
di capitali, potrebbe avvalersi
della collaborazione di grandi
firme e trasformàre Riforma
in un grande giornale: ma siamo proprio sicuri che resterebbe, ancora il «nostro» giornale, quel foglio che, pur nella sua modestia, riesce a collegare le nostre comunità, a
informarle e a garantire a tutti
dialogo e dissenso?
Paolo T. Angeleri - Padova
Oggi non
si può tacere
Egregio signor Masciati,
di tanto in tanto arrivano al
giornale lettere come la sua
pubblicata sul numero 45 del
25/11/94 e restano spesso
senza risposta, forse perché
vengono considerate con sufficienza, lasciando però l’impressione che molti condividano le sue idee.
Al contrario, dato il difficilissimo momento per la democrazia nel nostro paese,
credo che tacere di fronte ad
affermazioni come la sua sia
imperdonabilmente ambiguo.
Infatti lei non contesta le idee
politiche espresse nell’articolo di Maurizio Girólami,
esponendo il suo punto di vista in una dialettica indispensabile per la democrazia; lei
contesta semplicemente che
su un giornale come Riforma
qualcuno esponga le sue idee
politiche.
A parte il fatto che io la sfido a farci conoscere un articolo di qualsiasi argomento
che non faccia riferimento,
sia pure indirettamente, alla
politica; ma perché il giornale
dovrebbe ignorare un aspetto
così importante della nostra
esistenza, come se i problemi
della nostra vita fossero a
compartimenti stagni? Forse
lei confonde tutto questo con
il principio condivisibile della
netta separazione e autonomia fra stato e chiesa in quanto istituzioni.
I protestanti, fin dalle origini della Riforma, si sono in
II clic di prima pagina
Sei milioni di poveri
In Italia ufficialmente vi sono 6 milioni di poveri, cioè coloro che vivono
con risorse inferiori al ininlnlo vitale.
Un milione e mezzo vivono con risorse inferiori al minimo alimentare (circa 450.000 lire mensili). Nonostante
gli italiani che posseggono una casa
siano circa il 60%, per molti la casa
continua ad essere un miraggio. 1 senza fissa dimora continuano ad aumentare, così come i mendicanti.
teressati di politica e di problemi sociali, basta pensare a
Calvino, a Müntzer e a tanti
altri. Che cosa significano le
opere della fede se non mettersi al servizio del prossimo
con tutti i mezzi a disposizione? E se la politica è intesa
come servizio, dov’è la contraddizione?
L’importante è avere sempre l’onestà intellettuale di
non contrabbandare idee e
notizie consapevolmente false; ma non mi pare che l’articolo di Girolami abbia questo
difetto.
Aldo Cianci
Polizzi Generosa (Pa)
Perché no
alla polìtica?
Sono un vostro lettore non
protestante e vi scrivo a proposito delle,ultime lettere nelle quali si lamenta una vostra
eccessiva vicinanza alle tesi
della sinistra, concluse entrambe con la più o meno velata minaccia di non rinnovare l’abbonamento.
Il vostro giornale non è
certamente schierato dalla
parte dell’attuale governo,
ma in questo non trovo nulla
di scandaloso: gran parte delTinformazione, quella della
carta stampata ovviamente, è
fortemente critica nei confronti dell’esecutivo, con gran
de disappunto del presidente
del Consiglio. I motivi di
queste riserve sono visibili a
tutti: scarsa omogeneità e liti
continue nella maggioranza,
approssimazione nelle decisioni (dalla vicenda del decreto Biondi al nodo della
riforma scolastica), silenzio
sul problema del conflitto di
interessi, presentazione di
una legge finanziaria iniqua e
probabilmente inefficace
(fondata com’è su un meccanismo aleatorio come i condoni), pesanti sospetti su parecchi uomini (Letta, Tremonti, lo stesso Berlusconi).
È appena il caso di ricordare
come il crollo di borsa e lira,
il rinnovato scontro sociale,
la protesta studentesca siano
tutte conseguenze del governo Berlusconi.
Ma poi quello che più conta
è che chi non vorrebbe che
voi prendeste determinate posizioni politiche non spiega
perché; si limita a esprimere
il proprio fastidio per certi articoli senza saperlo motivare.
E poi perché il giornale delle
chiese valdesi, battiste e metodiste non dovrebbe scrivere
di politica? Mi sembra che in
un momento di transizione
come questo sia perlomeno
auspicabile che un settimanale che si propone di informare
e non di essere un mero bollettino parrocchiale debba
ampliare lo spettro dei suoi
interventi.
Concludo augurandomi di
poter continuare a leggere articoli cóme quello di Girolami, perché veramente non
sento la mancanza di quel periodo tristemente noto durante il quale sui muri dei locali
pubblici si affiggevano i cartelli «qui non si fa politica» e
i giornali di opposizione erano clandestini.
Marco Braida - Torino
«E fattosi sera Gesù disse:
passiamo all'altra riva»
Marco 4, 35
Ci ha lasciati
Elvira Balme in Bertalmio
di anni 84
Ne danno il triste annuncio il
marito Amedeo, i figli Anna, Alberto, Ida e i familiari tutti.
Bras/7e, 5 dicembre 1994
RINGRAZIAMENTO
1 figli e i familiari tutti del compianto
Giordano Bensì
ne annunciano, a funerali avvenuti, la scomparsa avvenuta il
7 dicembre. Ringraziano sentitamente la direzione, il personale
tutto e gli ospiti delTAsilo valdese
di Luserna San Giovanni che per
lungo tempo lo ha ospitato.
Luserna San Giovanni
10 dicembre 1994
Il Consiglio di amministrazione
delle Edizioni protestanti, i redattori e i collaboratori di Riforma e i
tipografi sono vicini a Paolo e Riccardo e alle rispettive famiglie in
occasione della perdita del padre
Giordano Bensì
ricordando che il Signore ha
promesso di «consolare tutti quelli che sono afflitti» (Isaia 61,2).
Torino, 10 dicembre 1994
RINGRAZIAMENTO
«Il Signore è il mio pastore,
nulla mi mancherà»
Salmo 23
I familiari della cara
Lina Carietti ved. Beri
riconoscenti, ringraziano quanti
hanno partecipato al loro dolore.
Rivolgono un ringraziamento particolare alle dott.sse Pisani e Michelin, al dott. Giannella, ai pastore Pasquet, al direttore e a tutto il personale dell'Asilo valdese
di Luserna San Giovanni e alia
cara Monia.
Luserna San Giovanni
16 dicembre 1994
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Giovanni Enrico Beux
nell’impossibilità di tarlo singolarmente, esprimono profonda
gratitudine a tutte le gentili persone che hanno manifestato la
loro solidarietà in questo triste
momento.
Un particolare ringraziamento
al pastore Bruno Rostagno.
Torre Pellice, 16 dicembre 1994
di MEYTRE e RINALDI
ONORANZE FUNEBRI
10063 PEROSA ARGENTINA - Via Roma, 8/8 - IT 01g1/W004
ORARiO CONTiNUATO
16
PAG. 12 RIFORMA
Scena di vita quotidiana nell’Aibania di oggi
Incontro con la vicepresidente di «Useful to Albanian Women)
Le donne albanesi lottano
per la loro indipendenza
ELENA nSCHLLOtlEHEN
Come è noto 1’«Aiuto delle Chiese evangeliche
svizzere» (Aces/Heks/Eper)
è presente nei paesi Balcani
già comunisti per sostenere
alcune organizzazioni impegnate nell’opera di ricostruzione sociale e culturale. Fra
queste opere richiamiamo
l’attenzione sull’associazione
nota all’estero sotto il nome
di «Useful to Albanian Women» (aiuto alle donne albanesi), la cui vicepresidente,
invitata dall’Aces per una serie di incontri in Svizzera,
abbiamo avuto occasione di
intervistare.
Fabiola Lafo, Bienne, laureata in storia e filosofia, con
diploma di giornalismo, dopo
avere lavorato presso una casa
editrice e con i mass media,
oggi è impiegata in un sindacato autonomo di cui è anche
portavoce ufficiale; il suo impegno maggiore lo devolve,
quale volontaria, all’associazione di aiuto alle donne, sorta per iniziativa di alcune intellettuali fortemente preoccupate per la situazione di grande disagio in cui è venuta a
trovarsi la donna albanese dopo la caduta del regime comunista. Come verificatosi già
nell’ex Repubblica democratica tedesca, prima le donne godevano non solo della stessa
parità di diritti degli uomini,
ma potevano altresì contare su
tutta una serie di infrastrutture
(asili infantili, mense scolastiche e altre) che garantivano
loro una certa indipendenza di
movimento e di conseguenza
una loro diretta partecipazione al mondo sociale, economico, culturale.
Le donne
nella situazione attuale
La situazione economica in
Albania oggi non si regge più
sul lavorò collettivo: prevale
il libero commercio, la concorrenza, il mercato nero, il
contrabbando. Nelle campagne l’agricoltura è paralizzata
perché ancora non risulta
chiaro a chi appartengano di
diritto le terre già confiscate
dal regime comunista. Nelle
città lo stesso problema tocca
gli immobili, con la conseguente gravissima crisi di alloggi, tanto più che durante
la dittatura comunista vennero costruiti solo bunker su
bunker, ma non case di abitazione; oggi chi costruisce lo
fa per poi rivendere a prezzi
inabbordabili. Per quanto concerne i trasporti esiste una so
la linea ferroviaria di collegamento fra i centri più importanti.
L’altissimo tasso di disoccupazione colpisce in prima
linea le donne, di qualsiasi
categoria ed età, anche perché, nonostante 1’«ufficiale»
parità dei sessi vigente in periodo comunista, la mentalità
tradizionale è rimasta patriarcale. Nessun uomo (cosa già
da noi osservata anni fa nell’
ex Unione Sovietica) è pronto
o disposto a collaborare in casa, neppure quando si tratta di
recarsi a fare il rifornimento
di acqua alle tre del mattino
(l’erogazione nelle case fa
tuttora difetto...).
Questa mentalità patriarcale, osserva Fabiola La§o, esisteva anche durante il comunismo, ma allora la donna poteva appoggiarsi a molte infrastrutture, aveva modo di
far sentire la propria voce, far
valere i suoi diritti. Oggi invece i diritti sono tutti solo dalla
parte degli uomini, ed è quindi di estrema importanza aiutare le donne a recuperare una
propria dignità e indipendenza economica, perché possano
ritrovare anche lo status sociale di cui godevano prima.
Programmi e attività
dell'associazione
Il gruppo dirigente, composto prevalentemente da intellettuali già impegnate nel
campo dei mass media, della
cultura, della sanità ecc., consta di una buona ventina di
donne, occupate in commissioni e settori diversi. L’associazione è politicamente e
confessionalmente neutrale e
oggi conta circa 400 membri
di ogni età ed estrazione sociale. Oltre la sede centrale di
Tirana esistono gruppi sparsi
in tutto il paese, ad opera di
volontarie. L’Aces concorre a
pagare le spese dell’ufficio e
Io stipendio della segretaria
mentre tutto il resto del lavoro viene svolto su ba.se gratuita, e a volte anche finanziato
privatamente.
Oltre a un laboratorio di artigianato, già funzionante, è
in progetto una piccola clinica dentaria (anche ad uso di
persone anziane), una piccola
tipografia e un dispensario di
medicinali. Il dispensario è di
grande importanza anche per
poter distribuire contraccettivi, oggi in vendita solo presso
le farmacie a prezzi così proibitivi che a molte donne non
resta poi che ricorrere all’aborto legale più o meno gratuito. In programma c’è an
che la creazione di circoli dove le donne possano incontrarsi non solo per discutere
ma anche per trovare un po’
di svago dallo stress quotidiano che stanno vivendo.
Rapporto con le chiese
Dopo la caduta del regime
comunista le tre chiese ufficiali (65% musulmani, 25%
ortodossi nel Sud, 15% cattolici al Nord) hanno ripreso alcune attività. Attualmente
esiste un conflitto tra la Chiesa ortodossa e lo stato perché
questo vorrebbe imporre costituzionalmente un vescovo
albanese al posto di quello
greco come sempre fu per il
passato. Comunque sia, le
chiese hanno una chiara tendenza conservatrice, a volte
fondamentalista, e pertanto
mantengono una certa chiusura verso gruppi che perseguono fini e cammini diversi da
quelli tradizionali. Ciò spiega
perché l’Aces, pur sostenendo alcune opere della Chiesa
ortodossa, si è preso a cuore
questa iniziativa privata di
donne per donne.
La maggioranza delle donne impegnate è cresciuta in
clima di comuniSmo ateo e
anche se oggi, come Fabiola
Laço, riconoscono l’utilità di
una educazione religiosa, preferiscono non collaborare con
gli organismi ecclesiastici ufficiali onde poter mantenere
la necessaria indipendenza di
programmazione e intervento.
Dato che la generazione sotto
i 50 anni è cresciuta più o
meno atea, anche i matrimoni
misti fra popolazione cristiana e musulmana non danno
origini a seri conflitti, e le attuali benedizioni nuziali in
chiesa hanno carattere per lo
più formale. Accanto alle
chiese ufficiali sono attive
anche alcune sette, specie di
origine statunitense.
Sull’opera svolta dal pastore battista Saverio Guama la
nostra interlocutrice ha ammesso di non essere molto
informata, poiché il suo interesse e il suo campo d’azione
è tutto focalizzato sui problemi delle donne, indipendentemente da qualsiasi credo religioso. Con l’Aces esiste un
rapporto di viva, aperta collaborazione, vissuta in «sororità» e ciò non solo per via
del prezioso appoggio finanziario che consente la vita e
lo sviluppo dell’associazione,
ma anche per i contatti che si
stabiluscono con altri gruppi
di donne all’estero. Affianchiamoci anche noi in solidaneta spirituale e materiale !
iALE
VENERDÌ 16 DICEMBRElQQ,)
Firmato a Lusaka (Zambia) il cessate il fuoco tra le parti in lotta
Dopo la firma dell'accordo^ sarà
pace vera è duratura in Angola?
Spsdizio
Torino
in caso <
gl prega
l’Ufficio
Liditore
corrispor
ANNA MAFFEI
La possibilità che per la
prima volta in circa 20
anni di una sanguinosa guerra civile si affermi concretamente la possibilità di una
pace duratura in Angola è
considerata oggi più di una
vaga speranza. E stata infatti
firmata a Lusaka, in Zambia,
il 16 novembre scorso, una
dichiarazione congiunta del
governo della Repubblica di
Angola e dell’Unita (Unione
nazionale per l’indipendenza
totale dell’Angola) di un cessate il fuoco su tutto il territorio nazionale.
La guerra aveva visto contrapposti dal 1975, all’indomani della dichiarazione di
indipendenza dell’Angola dal
Portogallo, tre partiti, l’Unita,
il Fronte nazionale di liberazione dell’Angola (Fnla) e il
Movimento popolare per la liberazione dell’Angola (Mpla),
movimenti che prima di quella data avevano combattuto
insieme contro il Portogallo
per ottenere l’indipendenza
del paese. La guerra civile, divampata nel ’75, era stata provocata dalla mancata convocazione da parte del governo
provvisorio di transizione di
elezioni libere, che erano state
promesse, e dalla presa del
potere del Mpla. La situazione si era poi ulteriormente
complicata per la partecipazione nel conflitto interno di
forze straniere, l’esercito cubano, in appoggio al Mpla e
quello sudafricano a sostegno
dell’Unita, mentre il ruolo del
Fnla era stato ridimensionato,
avendo subito pesanti perdite
sul campo. Nel ’90, con la
mediazione dell’Onu, si era
arrivati ad un accordo per il
ritiro delle truppe straniere
dall’Angola e per la convocazione di elezioni libere. Il primo turno elettorale aveva portato alla sconfitta dell’Unita,
le elezioni venivano contestate con pesanti accuse di brogli
e la guerra ricominciava dopo
solo un anno di tregua.
L’attuale dichiarazione di
cessazione delle ostilità, firmata dal ministro degli Esteri
del governo in carica, Venancio de Moura, e da Eugenio
Manuvakola, segretario generale deirUnita, anche se
non è certamente la prima in
questo lunghissimo conflitto
è considerata da osservatori
neutrali più attendibile delle
altre. Immediatamente dopo
la firma del protocollo il mediatore delle conversazioni
di Lusaka, Alioune Blondin
Beye, rappresentante del segretario generale dell’Onu,
ha commentato: «Le popolazioni hanno sofferto molto in
questi 20 anni e la constatazione che non ci saranno più
morti in Angola è una grande
soddisfazione». La ragione
per questo cauto ottimismo
va ricercata probabilmente
oltre che nella stanchezza di
militari e civili, per una guerra estenuante che ha portato
una nazione ricca come l’Angola alla fame, nel fatto che
per la prima volta i mediatori
deU’Onu sono stati africani e
non occidentali, quindi mi
gliori conoscitori delle realtà
in conflitto.
Joào De Barros, autorevole
osservatore del Capo Verde
ha affermato: «Finalmente dimostriamo al mondo che gli
africani sono all’altezza di risolvere problemi che infiammano il continente: questo
evento è una premessa fondamentale per la realizzazione
di una vera detnocrazia e di
un grande sviluppo socioeconomico del paese». Una delle
condizioni dell’accordo rag.
giunto è stata che una volta
verificata dall’Onu l’efficacia
del cessate il fuoco, fra un anno è prevista l’integrazione di
elementi dell’Unita nella polizia nazionale e nelle forze di
intervento rapido. Inoltre per
le previste elezioni libere al
posto dei 350 osservatori
Onu, presenti durante lo svolgimento delle elezioni del
1991, questa volta ce ne saranno 7.000.
Lo scorso 22 novembre
Santos Liapumba, presidente
del partito socialista angolano, partito non governativo,
ha rilasciato a Luanda una dichiarazione in cui si fa appello per una partecipazione più
attiva delle chiese angolane,
in quanto istituzioni storicamente riconosciute, nel processo di pacificazione e riconciliazione in Angola. Speriamo che questo avvenga e
che coloro che si sono adoperati per la pace in questi lunghi anni di guerra possano
vedere realizzato il loro sogno di una pace veramente
duratura.
I ' VENE
Í ...
TU'
Xcor
di om'
ce nu(
del Si
na e d
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gioia,
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«In li
vita t
e la I
bre, (
Ci sarà un futuro di pace per queste bambine angoiane?
Il governo dell'Ecuador è stato sollecitato dalle Nazioni Unite
Proteggere le ¡sole Galapagos
Il programma di sviluppo
dell Onu (Undp) ha sollecitato il governo dell’Ecuador a
prendere serie misure per la
protezione delle isole Galapagos. Si tratta di un ecosistema particolare che risulta
minacciato dal turismo e dal
numero crescente della popolazione, ha detto il rappresentante deirUndp in Ecuador, Mario Saltzman, in una
conferenza tenuta alcune settimane fa a Quito, la capitale
del paese. Il gruppo di isole,
che dista dalla terraferma un
migliaio di chilometri, dichiarato dall’Onu «eredità
naturale dell’umanità», rischierebbe di diventare un
«parco nazionale dei rifiuti».
Secondo Saltzman la situazione è acutizzata dalla pesca
illegale nelle acque delle isole, dalla mancanza di controlli sull’ambiente e dal numero
elevato di visitatori. Secondo
le statistiche ufficiale il numero degli abitanti delle Galapagos è passato negli ultimi
20 anni da meno di 5.000 a
oltre 10.000, mentre nello
stesso periodo i turisti sono
saliti da circa 7.000 l’anno a
quasi 50.000. L’organizzazione ecologica locale «Fundación natura» ha sottolineato come tutto ciò comporti
non solo un enorme aumento
della produzione di rifiuti,
ma anche l’introduzione di
specie animali e vegetali che
mettono in pericolo questo
«Laboratorio vivente» dell
evoluzione e ha messo sotto
accusa principalmente l’industria del turismo.
Il gruppo delle Galapagos
si trova molto vicino all’®'
quatore ed è abitato solo
un centinaio di anni: prima vi
sbarcavano solo i cacciatoO
di balene. Nel secolo scorso
lo scienziato Charles Darwin
aveva potuto studiare su quO'
ste isole alcune specie animali che non si trovavano in
altre parti del mondo: fu pd>'
prio sulla base delle osservazioni e delle ricerche condotte alle Galapagos che Daf"
win sviluppò la sua teoria
sull’evoluzione.
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