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'Anno lxxvii
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AaxícEí
Torre PelUce, 29 Agoltò 1941-XlX
N. 35
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L’ECO
Riguardate alla roccia onde foste tagliati!
(Isaia LI, 1)
S«af:i;im4BimHnita& daDllÁ^'Claieesa
Nulla sia più forte della vostra fedel
Qianavello)
..V'.
■ ABBONAMENTI
Italia e Impero . . . . Anno L. 15 — Semestre L. 8
Parrocchie del Primo Distretto . » » 12 — . 7
Estero •t'-, . 25 — 15
< '.V.
DIreMor« i Prof. QINO COSTABfL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlp Alberto, 1 bis - Tobbe Pellice
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Pelmce
Ogni cambiamento d’indiriazo costa una lira
Cent, 30 la copia
Chi fa òpere pietose, te faccia con attepzza.
(Romani IR : R).
Certamente nessun altra parola potrebbe, meglio esprimere i sentimenti dì
noi tutti in questa circostanza.
Quando l’opera Valdese delle diaconesse sorse 40 anni or sono, era una cosa modesta. La creò la fede di un piccolo numero dì cristiani, fra i quali il
pastore Ernesto Giampiccoli, che tante
opere della nostra chiesa ha saputo animare. Alcuni mesi dopo la’'fondazione,
giunse dalla Sicilia la prima novizia, poi
qualche altra si aggiunse, e molto lentamente l’opera andò sviluppandosi.
L’allegrezza che noi proviamo deriva
certo dal ricordo di molte difficoltà
superate, di molte benedizioni ricevute in questi quattro decenni, ma vi
sono due ragioni che più particolarmente la giustificano.
Anzitutto noi vediamo che l’appello di
chi soffre e di chi piange non rimane
senza risposta. Oggi ancora vi sono nella
chiesa delle donne che hanno ravvisato
la loro vocazione, lo scopo della loro vita nella imitazione del Signore, quando
imponeva le mani agli infermi e li gua, riva. ......^.............
E un altro motivo di allegrezza è di
vedere queste giovani sorelle circondate
da una così grande assemblea, nella
quale indoviniamo dei sentimenti di affettuosa simpatia e di caldo interesse.
E’ dunque naturale di rivolgere la nostra attenzione a queste parole di San
Paolo: « Chi fa opere pietose, le faccia
con allegrezza ».
Vero è che per molti il dovere dell’allegrezza è secondario nel gran quadro
della teologia cristiana, mentre altri lo
abbandonano addirittura alla mercè
delle circostanze.
Ma con l’aiuto di Dio noi vorremmo
oggi dimostrare che l’allegrezza è il profumo di tutta la vita cristiana, e particolarmente dell’opera di amore compiuta nel nome di Cristo.
I.
Che l’Evangelo abbia per nota tematica quella dell’allegrezza è evidente. Apritelo, e fin dalle sue prime pagine vi
accorgerete di trovarvi come in una
nuova primavera d’allegrezza.
Ecco degli angeli che recano l’annunzio di una grande allegrezza; dei
peccatori che accolgono Gesù in casa lo^
ro con allegrezza; delle folle che lodano
Iddio a gran voce con allegrezza per tutte le opere potenti che. avevano veduto;
e ancora i 70 discepoli inviati da Gesù per predicare l’Evangelo e guarire
gl infermi che tornano con allegrezza.
Infine, nel suo ultimo discorso, quando
già l’ombra della croce si profila più
tragica, Gesù assicura i suoi discepoli
che nessuno torrà la loro allegrezza.
Ma c’è di più, e non possiamo fare a
meno di rimanerne sorpresi, quando
l’allegrezza è perfino presentata come
un dovere. Infatti S. Paolo scrive ai Filippesi: « Rallegratevi del continuo nel
Signore. Da capo dico: Rallegratevi ». E
’ Tessalonicesi: «Siate sempre allegri ».
finalmente ai Romani: « Chi fa opere
pietose le faccia con allegrezza ».
Tutto ciò - riconosciamolo - da un
punto di vista puramente umano non
può che lasciarci indifferenti.
L’ap|)ello alla gioia non ci viene soltanto daU’Evangelo. Anche il mondo ci
esorta ad essere allegri, e a questo fine
sorgono delle potenti organizzazioni,
fioriscono delle industrie e si spendono
delle somme favolose.
Ma noi ben sappiamo che l’allegrezza
non sì comanda. E’ uno stato d’animo
che troppo dipende dalle circostanze e
dal nostro temperamento. Perciò Tallegrezza che il mondo ci vende a contanti
non è altro che effimera eccitazione, che
non serve a nulla se non a inaridire il
nostro cuore. ,
Chi è dunque colui che possa ordinarci con autorità: « Siate sempre allegri !
Chi fa opere pietose le faccia con allegrezza ».
La risposta non sarebbe dubbia, se
Tallegrezza cristiana avesse lo stesso
fondamento dell’allegrezza del mondo.
Ma diversa è l’origine, diversa la natura
di queU’allegrezza.
Già nell’Antico Testamento il salmista aveva compreso la verità esclamando: « Quand’uno volge a Dio lo sguardo
è irradiato dalla sua luce» (Salmo 33: 6).
Ma è nell’Evangelo che noi vediamo
appieno le ragioni della nostra allegrezza che sì alimenti nelle circostanze o
nel nostro temperamento, ma è l’allegrezza del perdono; è quella del vederci
e del sentirci uniti per l’eternità a Dio;
è Fallegrezza del saperci affrancati dalle
catene del peccato e della morte; è l’allegrezza di conoscere Dio come un padre. Quel Dio che i cieli dei cieli non
possono contenere, che si manifesta come un fuoco consumante, noi lo possiamo avvicinare in Cristo come un amico fedele. L’allegrezza cristiana è
quella di sapere che nulla potrà rapirci
dalla sua mano, qualxmque cosa possa
accadere, anche se « la terra dovesse dissolversi, e i cieli passare in una terrificante tempesta » CVinet).
Veramen^ Gesù ha portato nel mondo una nuova rivelazione, quando ha
esclamato: « Io dico queste cose nel
m,ondo, affinchè abbiano compita in sè
stessi la mia allegrezza ». (Giov. 17: 13).
IL
Cosi noi possiamo ora comprendere
che se l’allegrezza è il profumo che accompagna la vita cristiana, essa deve
ritrovarsi in modo speciale nell’opera di
amore.
E’ questo il privilegio della diaconessa
fedele, quello di giungere al cuore di chi
soffre per la strada più breve, quella
dell’allegrezza cristiana.
Osservatela mentr’essa va attorno nel
mondo portando nel suo sorriso, nella
sua pietà giuliva, la testimonianza di
aver trovato un Salvatore, e nello stesso
tempo l’affermazione della sua fede,
della sua certezza che nulla potrà separarci dall’amore di Cristo.
Perciò se voi domanderete ai suoi ammalati, ai suoi vecchi, che cos’è che più
ha fatto loro del bene, essi vi risponde
tOMUNICATO UFFICIALE
La prossima sessione Sinodale ^aprirà, D. V., lunedì 1° settembre, alle ore
15, nel tempio di Torre Pellice, con un
culto presieduto dal pastore Alberto
Ricca e seguito (dalla consacrazione al S.
Ministero del candidato sig. Edoardo
Aime.
Tutti i membri del Sinodo, Ministri e
Delegati, sono convocati per le ore
14,30^ precise, nell’Aula Sinodale della
Casa Valdese, per assistere alla firma
della Confessione di fede e per la formozione del corteo.
Tórre Pellice, 20 agosto 1941-XIX.
, ì;. Il Moderatore: Ernesto Comba.
ranno invariabilmente che, più ancora
della sua mano pietosa, che ha fasciato
le membra piagate, è stato il suo volto
sereno, il suo luminoso sorriso.
Allora, istintivamente, accorrono sul
suo . cammino quelli che hanno bisogno
di lei; verso di lei i piccoli tendono le
mani e la chiamano mamm,a; gli ammalati si volgono dalla sua parte, quando
passa, come, verso la luce. E quando la
scienza avrà pronunziato presso a un
morente il verdetto della propria impotenza, egli è consolato dall’opera di amòrè compiuta con allegrezza, perchè il
sorriso della sua sorella gli è come un
presagio del SWri^P Uno che lo accoglierà dove il pianto, la sofferenza e la
morte non sono più.
Ma io m’immagino che qualcimo farà
le sue ampie riserve su questo quadro
ideale'.
Anzitutto non è una orgogliosa presunzione quella di presentarci in questo modo la figura della diaconessa,
quasi ignorando tutto quello che nel
mondo si fa per aiutare, per curare e
per guarire?
E’ vero: anche all’infuori del cristianesimo si è predicata la necessità del
mutuo-soccorso della filantropia umanitaria. E per questo non è necessaria
una speciale allegrezza.
Al capezzale dell’ammalato verrà la
scienza nel suo nobile tentativo di contendere una vita alla morte; verrà il
filosofo a indagare il perchè del dolore,
verrà il sacerdote coi suoi riti solenni, e
verranno anche gli amici a ripetere delle esortazioni spesso ascoltate con indifferenza o respinte con collera.
Voi potrete dunque trovare delle opere Ìilantropiche, ma quello che manca
loro, quello che così spesso le rende
inefficaci è semplicemente il sorriso della speranza cristiana.
Ma il nostro quadro ideale s’imbatte
in un’altra e ben più grave difficoltà.
Abbiamo parlato dell’allegrezza cristiana, di opere d’amore da compiersi con
allegrezza, ma i fatti sembrano smentirci: dove sono le giovanette il cui cuore
si accenda d’allegrezza al pensiero di un
ministero d’amore presso i poveri e gli
infermi?
Dovremmo scendere a delle esemplificazioni che taluno giudicherebbe forse
poco opportune. Dovremmo parlarvi del
Rifugio di San Giovanni, con 80 degenti
e 3 suore per curarle. Una di esse ha
resistito fino a ier l’altro, poi è caduta.
Dovremmo parlarvi dell’Asilo per vecchi di San Germano: 80 vecchi e una
suora appena convalescente, che è ritornata al suo compito contro il parere del
dottore, perchè il servizio d’amore non
consente una tregua. Dovremmo parlarvi di Pomaretto, con una sola suora e
due casi di tifo, che non lasciano tregua
nè giorno nè notte.
E quando tutti questi ammalati, questi
poveri e questi vecchi attendono chi li
curi, quando le suore, ci supplicano di
mandar loro un aiuto che non siamo in
grado di offrire, ci domandiamo dove
sono le giovanette che hanno un cuore
pietoso per inginocchiarsi, come il buon
-samaritano, presso il viandante ferito.
Mie care suore, e particolarmente voi
che oggi dichiarate alla Chiesa che la
vostra vita appartiene al Signore.
Voi sapete che il vostro costume, il
vostro nome, di serve di Cristo, forse
questo stesso culto, per molti rievocano
degli ardui pensieri di rinunzia e di sacrifizio. E se un’ombra dovesse in questo momento oscurare la vostra allegrezza, sarebbe iFpensiero della insufficienza del vostro numero, mentre tante* giovani sì rassegnano a una pìccola vita
borghese, a modesti ideali, quando troverebbero nel diaconato una vita piena,
abbondante e felice.
Certo vi sarebbe facile smentire questo malinteso, perchè niai vi siete accorte che Iddio abbia messo siille vostre
spalle un peso insopportabile. Anzi voi
tutte potreste sottoscrivere alle parole
di Suor Rosalia, morta nel nostro Ospedale di Torrepellice in età di 30 anni:
« Rosalia ringrazia Dio - essa dettava a
un’amica - per averle assegnata la bella
missione di serva degli ammalati e dei
poveri, e desidera che delle anime fedeli
sieno chiamate al medesimo compito.
Rosalia desidera che vi rallegriate con
lei perchè è felice nel suo Salvatore Gesù Cristo, e gode della sua pace. E’ questo il suo messaggio ».
Tuttavia non lo dimentichiamo: anche
per voi potrebbero venire dei giorni difficili, in cui il servizio di Cristo peserà
come un sacrifizio e nel vostro cuore,
come sul vostro volto più non brillerà
il raggio dell’allegrezza cristiana.
Se così dovesse avvenire, vorrei terminare con un duplice fraterno consiglio.
Anzitutto ricordatevi di questo culto,
il quale non rappresenterà soltanto un
ricordo, ma vi darà anche il sentimento
che il vostro ministero d’amore è seguito
con grande simpatia dalla chiesa. Ve
lo possiamo assicurare con certezza; Voi
siete amate non solo dai vostri ammalati, ma da tutta la chiesa, che vi è riconoscente per l’opera di amore compiuta con allegrezza.
E in secondo luogo i vostri momenti
di tristezza saranno consolati dal pensiero della ricompensa che vi attende.
‘ Nulla è più lontano dalla mia, come
dalla vostra mente l’idea che Iddio ci
sia debitore o che noi abbiamo dei meriti da far valere.
Però lo ha detto e ripetuto il Signore:
c’è un premio jier coloro che lo hanno
amato. E sarà - per adoperare un’immagine del fondatore della nostra Casa
- la visione dì Colui che avrete servito,
e che vedrete venir verso di voi con le
mani tese, benedicenti - e la sentirete
senza che neppur la pronunzi, la parola:
Io ti dico in verità che in quanto tu
l’hai fatto ad uno di questi piccoli, tu
l’hai fatto a me.
2
. Allora nessuno più cì ordinerà; chi fa
■opere pietose, le faccia con allegrezza,
«perchè l’allegrezza ' sarà la nostra vita
medesima, sarà la ricompensa finalmente raggiuntà.^„' li- Nisbet. ^
i
^ La lettura di questo ispirato messaggio evangelico ci può in gran parte dispensare dalla cronaca della cerimonia
religiosa svoltasi nel Tempio di Torre
Pollice e in cui sono state consacrate al
ministero di Diaconesse suora 'Alma
Bertalot, Suor Susanna Coisson, Suor
Francesca Naso, in quanto, esso cì dà il
tono squisitamente spirituale della cerimonia stessa. Da parecchi anni, se non'
erriamo, il nostro pubblico Valdese non
era stato convocato ad un culto speciale
come questo; esso ha risposto riempiendo il Tempio, accorrendo dalle varie
parrocchie, con un concorso di cui ci
piace sottolineare questa volta, il raccoglimento che univa, in un solo senso
di intima comunione, tutti gli uditori,
fratelli di tutte le classi sociali. In piedi
è stato accolto il corteo di tutte le suore
che sono accorse a dire la parola della
solidarietà alle tre giovani sorèlle; con
intimo senso di consacrazione individuale è stato ascoltato il messaggio del Moderatore, mentre l’annunzio della Parola richiamava tutti i cuori al senso
di impellente necessità della testimonianza, dell’opera in letizia di spirito. La
liturgia nostra, nella sua lineare austerità evangelica, ha parlato a tutti i cuori, e vogliamo sperare che qualcosa di
più che qualche buona impressione fuggitiva sìa rimasta nei cuor^. La Corale,
diretta dalla sig.na D. Revel, ha contribuito efficacemente alla solennità del
culto.
Più tardi le capaci sale del Convitto
accoglievano in intimo, familiare trattenimento molti dei numerosi amici che
conta l’opera delle Diaconesse, così entusiasticamente diretta dal pastore R.
Nisbet; la limga e vivace seduta ha detto
a lui, alle sue collaboratrici, al Comitato,
alle Suore, quanta sia e quale la simpatia con' cui la Chiesa Valdese, riconoscente, circonda quest’opera benedetta
in cui ci piace vedere realizzato, in
qualche modo, praticamente, l’ideale evangelico. ¡c.
fesia nel [file
• r Per tutta la notte sulla domenica 17
correte, e fino» alle 5 del mattino, la
plog^a era caduta, ristoratrice per la
campagna, ma punto promettente per
la festaMel Colle delle Fontane.
Alle 5 però, un,buon vento aveva
spazzato il cielo ed aveva messo allo
scoperto le cime dei monti - dall’Albergian alla Grande Guglia - bianche
della prima neve. La giornata prometteva dunque bene e buona; infatti, è
stata, non solo per le condizioni atmosferiche ma anche per il ritrovo spirituale delle quattro parrocchie dell’alta valle Germanasca.
Fin dalle 14, provenienti da Massello,
Rodoretto, Prali e Perrero-Maniglia, folti gruppi dì gente salivano da ogni pendio per il simpatico raduno e prendevano posto all’ombra dei larici. Una brezza
montanina, punto sgradita, spirava tra
le frondi, producendo quel caratteristico sussurro, proprio dell’alta montagna.
Alle 15.30 precise, il pastore Enrico
Trton che presiede radunanza innalza a
Dio una preghiera. Ha poi la parola il
sig. Arnaldo Genre, pastore di Rodoretto
e Prali, che prende lo spunto, per la
meditazione religiosa, dalle parole di
Paolo ai Corinzi (1 : 1 : 24) : « Noi predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza
di Dio ». Con foga giovanile egli richiama i presenti al dovere fondamentale
della testimonianza cristiana di ogni credente e di tutta la chiesa, quanto mai
necessaria e urgente.
Il pastore Enrico Pascal, di Forano
Sabino, con accento di veterano, lui, ci
parla in modo molto interessante dell’opera evangelica in Forano, del suo inizio, del suo fondatore, il sig. Angelini,
delle caratteristiche dì quell’opera che,
per molti versi, ha degli insegnamenti
da dare alle vecchie chiese delle Valli.
Termina esortando i presenti ad un
maggior interessamento all’opera di evangelizzazione nella nostra Patria, suprema preoccupazione della nostra
Chiesa e sua ragion d’essere.
Terzo oratore è il pastore di San Germano Chisone, sig. Gustavo Bertin fi
quale, nella sua qualità di Segretario del
Gruppo Valli della F. U. V. e prendendo
i »j t f
le mosse dall’esortazione dell’Ecclesiaste: « Ricordati del tuo Creatore nella
tua giovinezza » (12: 3), si rivolge ai
giovani. Facciamo voti che la sua parola,
forte -e impressiva abbia trovato un’eco
favorevole nella gioventù numerosa che,
una volta ancora è stata posta dinanzi al
suo imprescindibile dovere di vivere fedelmente dajCristiani in un mondo oltremodo corrotto e corruttore.
In ultimo, fi tenente Cappellano Valdese, Ermanno Rostan, ci parla dèi nostri cari soldati, delle soddisfazioni ch’e-'
gli prova nel suo pur difficile ministerio
ed anche, ahimè ! dei suoi disinganni e
delle sue amarezze. Egli ci porta il loro
saluto che rassem,Wea accoglie con visibile gioia. Gli applausi di questa dicono al nostro Cappellano tutto il suo piacere di averlo nel suo seno e vogliono assicurarlo che tutta la Chiesa Valdese segue con grande simpatia ed affetto la
sua dura ma non inutile fatica.
Sono quasi le 18 quando ha termine la
riunione che ha lasciato - lo speriamo
vivamente - un dolce ricordo nei convenuti, il ricordo di una pausa ristoratrice
nel lungo viaggio, di un’oasi di pace spirituale nel cataclisma che ci percuote e
che ci travaglia.
Da queste colonne - e in ciò interpretiamo sicuramente il pensiero di tutti vogliamo ringraziare tutti quei fratelli
venuti dal monte e dal piano che ci
hanno portato il loro messaggio pieno di
calore e di fede, senza dimenticare l’insegnante sig. Augusto Pascal, di Maniglia, che, con la sua nota maestria, ha
diretto il canto dell’assemblea.
La colletta, in favore déU’opera di Evangelizzazione, ha fruttato L. 166.40.
E. T.
' Nuovo Cappellano
Siamo lieti di annunziare che è stato
concesso alla Chiesa Valdese un secondo Cappellano per l’Africa settentrionale : il
Tenente Davide Cielo
Cappellano Valdese
Comando Superiore F. F. A. A. A. S.
Posta Militare 11.
Jlotizisrio (ccksiastko
%
Il Corpo Pastorale si è riunito come ’
a suo tempo abbiamo annunziato. Si è i
avuto così l’esame di fede del candidato J
E. Aime, con ottimo esito; il sermone di ’1
prova ha avuto luogo nel Tempio dei ^
Coppieri. „ I
La Commissione d’esamf dell’operato |
della Tavola è formata dai pastori E. 1
Eynard, presidente, G. Mathieu, pastori; 4
prof. B. Revel, E. Pascal, laici. ?
La Commissione d’esame dell’operato
della Commissione degli Istituti ospita- ;
lieri è formata dai pastori P. Marauda,
C. Gay e dai laici sig. R. Rollier e ing.
Scaccioni.
Società di Studi Valdesi;
I Soci ed il pubblico Valdese sono cordialmente invitati ad intervenire alla
Assemblea Annua della Società, che si |
terrà in Torre Pellice, Casa Valdese, la
sera del 1° settembre p. v., alle ore 20.30 f
precise, con il seguente ordine del gior- |
no: M
Seduta pubblica:
1 - Relazione del Presidente; |
2 - Conversazione del Vice Presidente
prof. A. dalla sull’argomento : Il Col- I
legio dei Barbi a Pra del Torno, nella j
leggenda, nella storia, nella realtà. |
3 - Relazione della Commissione giudi- I
catrice del Premio biennale D. Jahier ”
(2° concorso 1939-1941) e conferimen- t
to del premio.
Seduta riservata ai Soci:
1 - Relazione del Cassiere;.
2 - Discussione sulle Relazioni;
3 - Proposte del Seggio e dei Soci;
4 - Elezione del Seggio.
Il Seggio.
Torre Pellice, 25 agosto 1941-XIX.
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦3
Doni per l’Orfanotrofio di Pomaretto ;
RICEVUTI DALLA DIRETTRICE.
Giugno 1941;
Bertalmio Amedeo e Elvira,
Pomaretto L 10,—
Griot. Clemente, Id. 20,—
Lantaret Elisa e Emilia, Id. 125,—
Famiglia Arnione, in memoria di
Papà, a mezzo pastore P. Bosio,
Roma 500,—•
Balma maestro Enrico, Pinerolo 20,
JACOPO LOMBAROINII QÖÄTTORDICES. PDHTÄTA
Il forzato per la fede
I^acconto Storico
X.
Un uomo, invecchiato più dai patimenti che dall’età, percorre lentamente
le vie del Piemonte. La sua andatura
è impacciata, come quella di chi non
è più abituato a camminare liberamente, ma, per lunghissimi anni ha avuto
ogni suo movimento frenato dai ferri ;
zoppica anche, come sé portasse nelle
gambe le traccie di ferite male curate.
Attraversa i paesi del Piemonte, come à già attraversato quelli della Liguria, in mezzo alla curiosità diffidente
della popolazione che riconosce in lui
im galeotto liberato, ma egli sembra
non accorgersi del disprezzo e della
paura che lo circonda. Egli si sente felice di respirare l’aria libera, felice sopratutto di vedere, lontani, sfumati nelTazzurio, i monti, i suoi monti, le Alpi,
bianche di neve, dove è diretto il suo
passo lento, dove è già il suo cuore.
Quell’uomo è Giovanni Genre, e siamo
ormai nel 1714.
Egli ritorna, finalmente libero, al suo
popolo, alla sua Chiesa, alla sua Patria,
dopo quasi venticinque anni di vita sulle galere francesi.
Luigi XIV, il Re sole; l’onnipotente
sire di Versailles non è stato troppo
fortunato in guerra, e, nelle condizioni
che ha dovuto accettare per avere la
pace, vi è stata quella di liberare qualche centinaia di Forzati per la Fede.
Invano egli ha cercato di non accettare quelle condizioni : invano i
suoi consiglieri gli hanno mostrato co
me, con quella liberazione, egli veniva
meno alla'promessa fatta ad essi, e per
essi alla Chiesa, che mai, mai assolutamente egli avrebbe mostrato qualche
pietà verso i Protestanti e avrebbe ridata la libertà a quelli che, con la loro
perseveranza, avevano resi vani tutti i
loro sforzi di piegarli; Luigi aveva dovuto cedere: tutti i condannati la cui
esistenza non aveva potuto essere negata, erano stati condotti a Genova e di
li erano stati diretti verso la Svizzera
ospitale, .salvo i Valdesi che ritornavano
nella loro Patria, ormai libera per il
•valore dei loro fratelli. Giovanni Genre
era tra questi: egli vedeva ormai i suoi
monti, egli pregustava già la gioia dell’arrivo.... L’arrivo.... Eppure quando vi
pensava, la gioia che provava al pensiero che avrebbe nuovamente respirato
l’aria delle Valli, che avrebbe potuto
assistere, dopo tanti anni, ad un Culto,
si spegneva in un’apprensione indicibile: Avrebbe ritrovato una casa? Vivrebbe più nessuno dei suoi parenti? I Vaidesi avevano potuto rioccupare San
Germano, e, se sì, vi sarebbe stato nessuno che si ricorderebbe di lui, che gli
offrirebbe un tozzo di pane e un po’ dì
lavoro?
Egli non sapeva.
E Maria? Che era avvenuto di lei?
L’avrebbe riconosciuto? Avrebbe egli
avuto il coraggio di presentarsi a lei,
per porgerle un saluto, se avesse saputo
che ella si era sposata, che aveva una
famiglia? ...Avrebbe voluto correre, es
sere al più presto al paese, per sapere,
per fare tacere l’incertezza che lo opprimeva.
Ecco, è a Pinerolo: come sono lunghe
le pratiche necessarie per far vidimare
il suo odioso passaporto giallo da galeotto liberato, e per ottenere il permesso di
raggiungere e, di stabilirsi a S. Germano! Ma finalmente è libero: come canta
il Chisone!
Sembra dopo tanti e tanti anni, che
saluti colui che ritorna, che gli dia il
benvenuto.
E i monti?
Oh! le dolci colline di Prarostino, verdeggianti sotto il cielo di Dio! la terra
Valdese tanto amata e tanto pianta!
Ed ecco la Turina, scendente giù,. limpida e chiaccherina dal sereno Vallone
di Roccapiatta.
■— Grazie, o Dio, di aver permesso di
riudire la canzone, dolce come una preghiera, di quest’acqua! E grazie, per la
vista che ora mi si presenta, del mio
S. Germano!
Ecco il ponte, il vecchio ponte in legno, sotto cui il Chisone rumoreggia,
ecco la breve salita al paese....
Ed eccolo lì, il caro paese, della fanciullezza!.... Ed il tempio..., risorto appena dalle sue rovine.... Giovanni ha
una gran voglia di piangere di gioia:
vorrebbe curvarsi, per baciare quella
terra benedetta, o guardare in alto,
nel cielo azzurro, per gridare a Dio la
sua gioia e la sua gratitudine.... E non
sa fare altro che esclamare:
— Dio! Dio! grazie, mio Dio! — mentre fi passo sembra improvvisamente
aver riacquistato l’agilità giovanile,
tanto velocemente lo porta fuori del
paese, lungo il sentiero che conduce al
poderuccio paterno, alla vecchia cara
casa della fanciufiezza.
Ed ecco che, ad una svolta, la casa ap-^
pare! E non sono i ruderi neri ed abban-^
donati che egli si attende di vedere: no!;|
La casa è presso a poco quale egli la ri-'J
corda; e sul prato una vaccherella pa-|
scola, e dal tetto si innalza un filo di^
fumo azzurrino. Giovanni sì ferma e ì
contempla: crede di comprendere: qual-.1
che parente è entrato nell’eredità del “i
condannato a vita. J
Qualche parente.... Quale? ^
E chi è la donna che ora sì fa suU’ù-^
scio, dirigendosi verso la vaccherella'
per condurla alla stalla?
— Maria! —
— La donna si volge, e, senza un a'
timo di esitazione riconosce l’uomo chè^
sì dirige verso di lei:
— Giovanni? Sei tu. Giovarmi? —
Sono vicini, e sostano un istante à
guardarsi. Sì, sono ancora essi, quan-'^
tunque gli anni e le sofferenze lì ab-;«^
biano precocemente invecchiati. Son«rJ
ancora essi, e a provarlo basterebbe là.^
luce che ciascuno ha negli occhi umidi^g
di lacrime: lacrime di gioia.
— Maria, ma tu... questa casa? . — E’ la tua casa: me la sono fattói
concedere in affitto, dai tuoi parenti;
anch’essi sanno che ti... attendevo... En-s"
tra: è la tua casa, e tutto è pronto per il
tuo ritorno...
— Ma dunque, tu. Maria?....
Ella gli sorride, buona:
— Non ti dissi che ero la tua donnar
dinanzi a Dio? Sono rimasta fedele a
come, tu lo sei rimasto a Lui. —
Si prendono per mano e si guardano
negli occhi; e i lunghi anni dì dolore dileguano nella gioia della consapevole
dì quella fedeltà.
FINE
3
•L’ECO DELLE VALLI VALDESI
r# / '
,v*.
100,
125,
35,
20,
10
10,.
^ Scuole domenicali, Id.
I Unione Femminile, Massello
B^La Chiesa, Id.
Vedova Alma Tron, Id.
Micol Enrico, Id.
'ilicol Laurei e Ivpnne,%in@nQria.
del Babbo, Id.
I Micol Fernando e Elisa, in memoria dei loro cari, Id. 100,—
Rostan Livietta vedova Stringai,
ricordando il suo céro Pietro,
San Germano 50,—
j3>'Sig.ne J. e R., Id. 5,50
p Una amica, in memoria di Emilia
- Gay e Irma Forneron Gay,
S. Germano 100,—
ì La Chiesa, Luserna S. Giovanni 100,—
Unione delle Madri, Prarostino, in
II occasione della loro visita 20,—
Jenny Maria Dell’Acqua, Milano 25,—
m RICEVUTI DAL CASSIERE
F" DELLA TAVOLA
Peyran Adele, Maniglia, per Orfanotrofio di Pomaretto L. 5,—
Peyran Eugenia, Id. Id. 10,—
Scuola domenicale, Crosetto, per
Id. 16,20
Unione delle Madri, Perrero, per
Id. 26,—
Peyrot Lidia, Id., per Asilo di San
Germano 20,—
Chiesa di Roma, Piazza Cavour, in
memoria T. Longo, per Facoltà
di Teologia 2000,—
.M. L. P., in memoria Giovanni e,
Rosa Pons Karrer, per Emeritazione 100,—
Società di Cucito di Roma, Via 4 Nov.:
per Asilo S. Germano 25.0,—
per Asilo di Vittoria 250,—
per Casa delle Diaconesse 250,—
per Istituto femm. di Firenze 500,—
per Istituto Gould 1000,—
per Istituto di Vallecrosia 1500,—
per Orfanotrofio di Pomaretto 250,—
per Orfanotrofio di Torre PelI, lice 250,—
per Ospedali 250,-—
per Rifugio Carlo Alberto 250,—
[oniipoÉnza i [appelio
Durante i mesi estivi le truppe alpine lasciano generalmente il piano od
il fondo valle per salire più in alto sui
pienti e trascorrervi un periodo di intensa istruzione e di manovra. La vita,
.sotto certi aspetti, diventa più dura, più
iaticosa: lo zaino fa sentire il peso sulle
spalle pur robuste di nostra gente, le aspre sante nel pietrame d’una gola montana o d’un impervio costone fanno
« trova lungo », come si dice comunemente in gergo alpino, la paglia che
serve a sdraiarsi e per dormire non to.giie certo al terreno la sua compatta rigidità; in compenso, l’atmosfera è fre^sca e pura, lo spettacolo delle vette e dei
* nevai allieta la mente e Io sguardo, l’ori ganismo, pur sottostando a delle fati; che, si fortifica, s’irrobustisce, si tem‘ pra.
Nell’assolvere il mio compito di Cap¿ pollano Militare ho seguito, in questi
ultimi tempi, i nostri alpini Valdesi dislocati qua e là lungo la catena delle
K, Alpi; sia pur nel breve tempo che mi
i' era consentito, ho condiviso un poco la
loro vita, ho cercato di avvicinarli nei
momenti di libertà, li ho convocati per
" alcune riunioni religiose all’aperto, ai
piedi dei monti, per annunziare loro la
Parola dell’Eterno.
Tre volte, a qualche settimana di di- stanza, ho avuto l’occasione di riunire,
lùgli Ufficiali, i Sott’Ufficiali, gli Alpini
" Valdesi di un Battaglione, dove i nostri
correligionari sono rappresentati in
maggior numero. Nella pace dei boschi,
nel silenzio d’una conca alpina, la preghiera è stata innalzata a Dio, il messaggio del Vangelo è stato posto davanti
V alle coscienze ed ai cuori, come messagt gio di redenzione e di vita nuova. Voglia Iddio benedire per ì nostri giovani
' quest’opera e far sì che nella loro vita
si rivelino i frutti d’un Cristianesimo
|non soltanto professato, ma anche visfsuto.
Tre volte, ed in vallate diverse, ho
'.raccolto attorno a me i militari Valdesi
| di-un altro Battaglione alpino, per la ce
llebrazione del culto domenicale. Il temt
mmissm
«Visione d’una cerimonia religiosa» in un cimitero aipino
po ci è stato generalmente favorevole,
permettendoci così di riunirci all’aperto, secondo un’abitudine che a noi Vaidesi è cara e che non ripugna a chi sa
che il culto gradito a Dio è innanzi tutto un culto spirituale e vero.
In quest’opera di assistenza spirituale che mi sforzo di compiere, c’è un fatto però che mi preoccupa e sul quale
non posso non richiamare l’attenzione
dei giovani e delle famiglie: ci sono ancora troppi militari Valdesi i quali non
sanno apprezzare il privilegio ch’è loro
concesso di ascoltare ogni tanto la predicazione del Vangelo e la cui indifferenza non sembra certo essere scossa
dalla presenza d’im Cappellano in mezzo a loro. Tutto ciò non soltanto rincresce, ma addolora; e non si può non pensare con simpatia a chi, in località assai più lontane e in condizioni assai più
disagiate, invoca dal fondo del cuore il
giorno in cui potrà nuovamente partecipare ad un culto, esprimendo così il
suo pensiero: « La mia mente è sernpre
rivolta a quel quadro caratteristico dove un nostro Cappellano raduna fratelli
in fede per spiegare e meditare la Parola di Dio; istanti preziosi questi, in cui
colui che si trova lungi dal casolare sentirà una vita maggiormente consacrata
al dovere, fedele ai principi dei padri i
quali lottarono attraverso i secoli per
una causa di cui noi dobbiamo continuare a mantenere accesa la fiamma.... ».
Nella zona di- occupazione alpina ho
avuto modo di visitare tutti i nostri
fratelli Valdesi sotto le armi e di presiedere sette riunioni religiose; adunanze, queste, di carattere più ristretto,
più familiare, a causa del minor numero di partecipanti.
Nell’anniversario delle operazioni sul
fronte occidentale, ho riunito un gruppo
di alpini Valdesi in un piccolo cimitero
di montagna dove giacciono le salme di
due nostri fratelli in fede caduti in combattimento, per una austera, semplice,
spirituale commemorazione. Sotto lo
sguardo di Dio, abbiamo ricordato il sacrificio dì tutti i nostri caduti durante
l’attuale guerra, ci siamo sentiti uniti
alle loro famiglie ed abbiamo confessato la nostra fede nell’opera redentrice
di Cristo, nella potenza della sua risurrezione.
La fotografia che riproduciamo ritrae
uno dei momenti di quella cerimonia.
Infine, in una giornata particolarmente
afosa, ho potuto trascorrere alcuni istanti con un gruppo dì giovani artilieri,
affaticati, purtroppo, dopo una lunga
marcia di trasferimento. Se piace a Dio,
li rivedrò un’altra volta. Con i nostri
militari d’oltre i mari, la corrispondenza
è sempre attiva ed abbondante. Gli uni
sono sul fronte di combattimento, dove
d’ora innanzi potranno esser visitati da
un Cappellano; gli altri sono dislocati
sul territorio greco - albanese. Un primo gruppo dì militari Valdesi, pochissimi per ora, sono giunti sul fronte russo. Gì hanno mandato otiime notizie
Cor din Carlo di Villar Pellice, Ribet
Arturo di Pomaretto, Bruno France.sco
di Torino.
Dal territorio greco il Cap. Emilio
Valerio della Chiesa di Torino saluta
tutti gli alpini Valdesi e manda la somma di L. 50 per offrire a due militari
L’Eco,; delle Valli. Contraccambiamo ì
suoi saluti e vivamente lo ringraziamo.
Così pure ringraziamo di cuore gli alpini Valdesi, già appartenenti al Batt.
M. Rosa, i quali per mezzo di un loro Ufficiale mi hanno consegnato L. 80 per il
nostro giornale; e il militare Poet Luigi,
della Chiesa di Ferrerò, il quale ha inviato per lo stesso scopo la somma dì
L. 20.
Gli avieri Enrico Malanot e Alfredo
Rovara, di Luserna S. Giovanni, salutano cordialmente i loro fratelli di chiesa
sotto le armi.
Saluti anche a voi, cari giovani; saluti ed auguri di vero bene a voi tutti giovani Valdesi al servigio della Patria
nelle località più lontane, nelle zone più
pericolose, nelle contingenze più gravi.
Che Iddio vi accompagni e vi assista
con la sua potente mano: è la nostra costante preghiera per tutti voi ! Che Iddio faccia volgere al vostro bene le esperienze per cui state passando ! Che, il
Signore abbia pietà di chi, nell’angoscia,
attende e spera !
L’Eco delle Valli Valdesi giunge su
tutti i fronti e in tutte le località del
territorio metropolitano dove ci sono
dei militari nostri correligionari. Oltre
alle notizie delle Valli, il giornale reca
loro un messaggio biblico in vista della
loro edificazione spirituale.
Sarò grato ai militari i quali di tanto
in tanto mi scriveranno per accusare ricevuta o per comunicarmi eventualmente le variazioni al loro indirizzo.
Con una fraterna, forte stretta dì mano
a tutti.
Il Cappellano Militare Valdese
Ten. Ermanno Rostan:
CRON/ICfl VALDESE
• ANGROGNA (Capoluogo). Il Signore
ha richiamato a sè, dopo lunga malattìa,
Maddalena Long Costabel, consorte dell’anziano del Martel. Un largo stuolo di
amici e di conoscenti circondava- le famiglie Long, Menusan e Sappè per esprimere loro la propria affettuosa cristiana simpatia nell’ora del dolore.
LUSERNA SAN GIOVANNI. Un doloroso lutto ha colpito la nostra parrocchia; il signor Beux New-York, da parecchi mesi richiamato, è improvvisamente, deceduto lontano dai suoi che
egli sperava di rivedere tra breve. Al
padre, alla madre, alla moglie, sig.ra
M. Pontet-Beux, che non hanno più potuto abbracciare vivo, in Barletta, il
diletto congiunto, ai parenti tutti, esprimiamo la nostra viva simpatia cristiana.
— Ricordiamo che il culto del Chabas
avrà luogo regolarmente domenica alle
ore 16.
FERRERÒ MANIGLIA. In occasione
del centenario della fondazione del tempio attuale di Maniglia, la domenica 7
settembre p. v. si terrà un culto speciale
unico per la parrocchia,"nel'tempio di
Maniglia. Il culto, D. v., sarà presieduto
dal dott. Enrico Tron, pastore a Milano,
ed avrà inizio alle ore 10. ,
POMARETTO. Ricordiamo che il culto di domenica prossima 31 corrente, nel
tempio, avrà jluogo alle ore 10 precise.
A Dio piacendo là domenica 7 settéifnbre p. y., oltre il culto nel tempio, alle ore 10.30, avrà luogo altresì il culto
nella Cappella del Clot Inverso Pinasca,
alle ore 8.30. Ambedue i culti di quella
domenica saranno presieduti dal pastore
di Livorno, dott. Alberto Ribet.
TORRE PELLICE. Il culto di domenica prossima, nel tempio Villa, aUe ore
10.30, sarà presieduto dal prof. Davide
Bosio, della nostra facoltà di teologia.
— Iddio ha richiamato da questo
mondo:
Il sig. Eynard Giovanni Giacomo (Corso Fiume) dopo lunghe sofferenze pazientemente sopportate, all’età di 70
anni;
Bianco Maria Luisa (Ciapera), dopo
pochi giorni di violenta malattia. Aveva
10 mesi.
— Il sig, Jouve Giorgio (Via Garibaldi), dopo poche settimane di malattia,
all’età di 33 anni.
La sig.ra Jourdan Susetta vedova
Jourdan (Bpudru Inverso),, all’età . di
70 anni, dopo qualche settimana di malattia.
Rinnoviamo alle famiglie dolorosamente colpite l’espressione della nostra
viva simpatia cristiana.
SAN GERMANO CHISONE. Il 20
corr. ha lasciato l’Asilo dei Veceshi per
la Patria Celeste Gdrdiol Francesco
Luigi originario della parrocchia di
Prarostino. Alla famiglia ed ai parenti
che in gran numero hanno partecipato
alle esequie esprimiamo le nostre cristiane condoglianze. • ■
— Abbiamo avuto il privilegio di udire la predicazione dell’Evangelo fatta
la domenica 17 corr. dal prof. Silvio
Pons di Firenze e la domenica 24 corr.
dal dott. Carlo Gay, pastore a Fiume.
Ringraziamo vivamente questi nostri
fratelli per i culti benedetti che ci hanno procurati.
— Hanno ricevuto il sacramento del
Battesimo Coucourde Delio Umberto di
Savio e di Balmas Susanna, dei Balmas,
e Avondet Mirella di Paolo e di Avondet
Irene della Bauciaria.
Che Dio benedica abbondantemente
questi pargoletti e le loro famiglie!
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦
Segnalazioni
Per iniziativa della Commissione delle Pubblicazioni della Chiesa Valdese, è
uscito il primo volume del Nuovo Ma->
nuale d’istruzione religiosa, inteso a sostituire l’edizione del precedente che è
esaurita. Questo primo volume, che ha
per titolo:
Lezioni di Reiigione
ad m delle [lassi elenealatl efaooellclie
è destinato alla Prima Classa. La copertina già attrae l’attenzione per il suo
contenuto artistico, e questo si ritroverà
in tutto il volumetto, di 32 pagine, nelle quali figurano in relazione col testo
(redatto dal prof. Giovanni Miegge),
belle illustrazioni atte a fissare nella
mente degli alunni i fatti narrati.
Seguiranno fra breve i volumi delle
classi seconda e terza, informati al medesimo criterio.
E’ in vendita presso la Libreria Ed.
Claudiana al prezzo di
L. 2,50
Si è spento serenamente il 21 agosto,
all’Asilo dei Vecchi di San Gemmno
GARDIOL FRANCESCO
di anni 83.
La famiglia riconoscente per le numerose manifestazioni di simpatia ringrazia, in modo speciale, il pastóre sig.
G. Bertin, la suora Direttrice dell’Asilo,
e tutti coloro che sono intervenuti al
funerale.
Prarostino, 25 agosto 1941.
E,
4
L’EvJO DELLB valu valdesi
il cult«» dp " famiglia
(Meditazioni preparate sui testi del Calendàrio Biblièo della Chiesa Morava)
LuiMdl Lettura; Salmo 2.
1 Seltcmb. Vi è varietà di operazioni,
ma non v’è che un medesimo Iddio, il
quale opera tutte le cose in tutti.
1 Cor. 12: 6.
Pensate come sarebbe moiiotóno l’universo senza questa varietà di operazioni.
Se fossimo tutti fatti sullo stesso stampo, se avessimo tutti gli stessi ed identici pensieri, se i nostri atti fossero meccanicamente identici, come i pezzi in
serie ...ci sentiremmo schiacciati da un
peso insopportabile. Ma Iddio ha stabilito varietà di operazioni, varietà di doni,
varietà di ministeri. Sappiamo dunque
riconoscere le diversità che ci sono tra di
noi come un dono di Dio - ma ricordiamoci che tutte queste diversità devono
essere armonizzate da Dio, dall’unico e
medesimo Iddio che opera tutte le cose
in tutti.
Martedì Lettura: 1 Cor. 15: 20-28.
2 Settemb. Or l’Iddio della pace vi santifichi Egli stesso completamente ; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima ed
il corpo, sia conservato irreprensibile,
per la venuta del Signor nostro Gesfi
Cristo. 1 Tess. 5 : 23.
Troppo spesso ci si contenta di aver
dei pensieri santi senza che gli affetti
e le azioni lo siano ugualmente ; oppure
ci si contenta che le azioni siano irreprensibili, mentre ì pensieri ed i sentimenti non lo sono. Ci sono uomini che
esortano gli altri alla santità ; ce ne
sono che si applicano a conseguirla da
soli ; ma Paolo sa che essa dipende dalla
grazia di Dio e perciò egli prega Iddio
perchè Egli stesso santifichi i suoi diletti
Tessalonicesi. Preghiamo, allo stesso modo per tutti quelli che, ci sono cari. Preghiamo non solo per sanità del corpo
e dello spirito, ma per la santificazione
di tutto l’essere, affinchè pensieri, sentimenti ed azioni siano ugualmente santificati.
Mercaledì Lettura: 1 Cor. 15: 29-34.
3 Scttembd Non v’è dunque ora alcuna
condanna per quelli che sono in Cristo
Gesù. Rom. 8:1.
« Essere in Cristo » significa essere
tanto umti a lui che di lui sia permeata tutta la nostra vita. Tanto il jiensiero
quanto il sentimento e l’azione, vengono influenzati dalla sua presenza - per
S. Paolo fino al punto che non più lui
vive, ma Cristo vive in lui. In tal condizione non v’è più luogo ad alcuna aspettazione paurosa di alcuna specie di condanna. In tutte le sue forme è tolta, ed
ogni traccia ne dovrà sparire. In Cristo
non solo abbiamo giustificazione, ma una
nuova potenza di vita, prodotta dal suo
Spirito, ci affranca dal triste impero
del peccato.
Giovedì Lettura: 1 Cor. 15: 35-44.
4 Settemb. Ritenete che la pazienza del
Signor nostro è per là vostra salvezza,
come anche il nostro caro fratello Paolo
ve l’ha scritto, secondo la sapienza che
gli è stata data. 2 Pietro 3: 15.
La pazienza del Signore non è da attóbuirsi a disinteresse o ad ignoranza
delle cose nostre o delle nostre situazioni, ma proprio al contrario è dovuta
all’amore ed alla sapienza, cioè alla sua
volontà di salvarci. Ci sono uomini che
non hanno pazienza, sono meticolosi,
sono pedanti, puniscono senza pietà ed il loro sistema ha per effetto di
produrre lo scoraggiamento, la diserzione, o addirittura la ribellione. Il Signore
conosce la nostra debolezza e perciò non
ci scoraggia trattandoci con severità, ma
invece con la sua pazienza egli cerca di
suscitare nel cuor nostro l’amore e la riconoscenza, in modo che quel che non
sappiamo fare per spirito di disciplina o
per spirito di dovere, finiremo col farlo
per gratitudine ed amore.
Venerdì Lettura: 1 Cor. 15: 54-58,
5 Settemb. Mediante Gesù Cristo abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso
a questa grazia nella quale stiamo saldi,
e ci gloriamo nella speranza della gloria
di ^io- Rom. 5: 2.
La speranza della futura gloria costituisce per il credente un vanto, una consolazione ed una gioia in svariatissime
circostanze. Così avviene nei dolori della vita terrena che il credente deve sopportare ; così nelle rinunzie che gli sono
imposte ; cosi anche nelle dolorose perdite ch’egli deve subire; cosi pure nelle
lotte dell’anima che egli deve sostenere;
così infine nella separazione delle cose
terrestri, a cui anch’egli deve sottostare.
Sabato Lettura: 1 Cor. 15: 45-53.
6 Settemb. Diletti, ora siamo figliuoli di
Dio, e non. è ancora reso manifesto quel
chè saremo. Sappiamo che k quand’egli
sarà manifestato saremo simili a lui,
perchè lo vedremo coiH’egli è. '
1 Giov, 3: 2.
Le rivelazioni di Dio nella Sacra Scrittura relative alla futura gloria dei credenti sono perfettamente sufficienti a
raggiungere questi tre scopi; 1 - a consolarci in occasione della morte delle persone che ci sono care. 2 - a spronarci nel- '
la via della santificazione durante il no- ^
stro terrestre pellegrinaggio. 3 - a riempirci il cuore di gioiosa attesa quando
n momento di separarci da tutto ciò che
costituiva la nostra vita terrestre.
Arnaldo Comba.
IMI OSPIlil USI
RIFUGIO RE CARLO ALBERTO. ;
Legato Felice Turin, L. 1000 - Ghie- ;
Sa Valdese Piazza Cavour, Roma, 200 Adele Rosati Buffa, San Giovanni, 20 Anita, Arnaldo e Italo Eynard, in rie.
del caro marito e padre, 100 - Anonimo,
San Germano, 500 - Genre Elvira, Po- {
maretto, 10 - Berton maestra Elvina, l
in memoria del pastore Bart. Gardiol, s
Pinerolo, 30 - Coisson Alice, 5 - Avv.
Lidia Poèt in rie. di Linette Cotta Morandini, Pinerolo, 50 - Ing Comm. E.
Eynard, Bergamo, 100 - Cav. Giov. Mazzonis. Torre Pellice, 300 - Lily Peyrot
Eynard e figli, per letto E. Peyrot (2 off),
2000 - Dr. Winzeler, Lugano, 134 - Cestirà Tron, in memoria dei suoi cari
Giosuè e Adele, 25 - Chiesa Valdese di
Torino, 300 - Chiesa Valdese di Coazze,
100 - Chiesa Valdese di Vìa IV Novembre Roma, 250 - Dr. Carlo Varese, per
il Letto Enrico Peyrot, Torino, 200 Callieri Boella, in memoria signora Crosetti, Torino 100 - Fiori in memoria di
Artiiro Mansuino, S. Remo, 50 - Famiglia Gay, ricordando, Prarostino, 10 Chiesa Valdese, Pomaretto, 30 - Famiglia Gay Durando, in memoria di David Marauda, 50 - Armand Hugon cav.
Giuseppe, Torre Pellice, 50 - Caterina
Bastia, San Giovanni, 20 - Fosco Fi-angoli, Firenze, 10 - Chiesa Valdese di
Villasecca, 100 - Serafino ing. Luigi e
famiglia, Pinerolo, 50 - Famiglia Monne! Nicole!, in memoria di Giovanni
Nicolet, Id. 25 - Chiesa Valdese di San
Giovanni, 100 - Chiesa Valdese di Massello, 25 - Chiesa Valdese di S. Germano, 100 Elma e A. Farina, Torre Pellice, 50 - Cassa Risparmio Torinòo a mezzo di Filiale di Luserna San Giovanni,
600 - Godin Elisa, Prarostino, 5 - Anita
Cianferotti, in memoria della sorella
e cognato, Siena, 25 - Chiesa VEildese
di Genova, 300 - Chiesa Valdese di Perrero, 25 - Chiesa Valdese di Torre Pellice, 250 - M. M. 100 - Giuseppina Robert e figlia Introna, in memoria del.
marito e padre, 500 - Costantino Daniele, Prarostino, 45 - Gustavo e Ketty
Comba, Genova, 100.
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