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ÄNNO LXXIV
Torr»: Pellico, Agosto 1943
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Nulla sia più forte di
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(Qìanavello)
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SETTIMANALI HELLA
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ABBONAMENTO
Italia e Impero . Anno L. 20
Estero .... » » 30
Ogni cambiamento d’indirizio costa una lira
Semestre L. 10
» .15
La copia Cent. 40
La supremazia di Cristo
« In Lui era la Vita e la Vita
era la Luce degli «omtiint ».
Giov. 1: 4.
Queste parole definiscono un fatto
che ci porta nel bel mezzo del tema di
quésto meraviglioso vangelo. L’Apostolo
Giovanni alla fine del suo scritto, dàce
il perchè lo scrisse: « Queste cose sono
scritte, oiffinchè crediate che Gesù è il
Orislilo, ili FvgUual di Dio, e affinché credendo, abbiate vita nel Suo Nome ».
« In Lui era la Vita e la Vita era la
Luce degli tiomini ». Non è possibile
dire alcunché di più sublime. La supremazia di Cristo rifulge in tutto il Suo
splendore: il Suo messaggio è unico.
Egli è il solo Maestro.
« Mai un uomo parlò come quest’uomo » Ecco \m giudizio reso all’insegnamento di Cristo. Da chi? Da quelli che
vivevano con Lui? Noi fu il giudizio
d’una compagina d’ufficiali del Tempio,
stupefatti de^ pura e divina dottrina
che xidivano e che li rese incapaci d’arrestare Colui ch’essi avevano ricevuto
l’ordine di condurre davanti al Sinedrio.
Se poi vogliamo raccoglieire anche
solò alcuni detti usciti dalla bocca del
Maestro, come: « Io sono la Luce del
mondo — Sono l’acqua viva — Sono il
pane di Vita — Sono la Vera Vite —
Sono il Buon Pastore — noi realizziamo
fehe^qaesto'quarto* ev è còéì saturò
d’insegnamenti che non si possono definire altrimenti se non « supremi » ed
ecco perchè Egli è il « Supremo Maestro». Egli ha oggi, come allora, una
pìaroila per ogni giorno: pel peccatore
che non trova pace nel suo peccato e
pel credente che anela ad essere un più
vìvente testimone di Lui per la grazia
ricevuta: « A chi ce ne andremmo noi? »
* Egli solo ha parola di vita eterna ».
Ma non solamente nell’Eviangelo di
Giovanni troviamo parole sorprendenti di vita. In quel di San Matteo
v’è riincomparabile « sermone sul Monte » il quale, se fosse applicato e messo
in pratica nella vita di tutti i credenti,
produrrebbe una vera rivoluzione. E’ il
più ,/alto codice morale che Dio abbia
dato all’uomo.
Nell’Evangelo di Luca troviamo fra le altre - le due parabole che il Signore espone con quel suo metodo così
meraviglioso: « il buon Sarnaritano *
che Egli conlchiiMie con quelle parole:
« Questo fai e tu vivrai »; Il Figliuol
prodigo che in tutti i tempi condusse
anime pentite ai piedi di Cristo.,
E invero, se rileggiamo i primi 17
versetti del capitolo dal quale è tratto
il nostro testo, una sola parola s’illumina nella nostra mente: Sublime! Ed
ecco infine la testimonianza dell’Apostolo: «..ma a tutti quelli che l’hanno
ricevuto, Egli ha dato loro il diritto di
essere figliuoli di Dio».
Ed in ultima analisi restano i meravigliosi discorsi — avanti la Croce —
nella gran sala ammobigliata per l’ultima Cena contenuti nei capitoli 14,
15 e 16 del nostro Vangeloi, i quali se
non ci attraggono e convincono della '
supremazia di Cristo, non farebbero che
comprovare la triste realtà della nostra
povera e tepida fede.
Ci aiuti il nostro divin Maestro ad essere sempre più attratti dalle sue sublimi e incomparabili affermazioni, le quali poi se accettate e messe in pratica
introdurrebbero quel beato giorno pel
quale siamo in una quasi febbrile attesa.
Gi''&colti il nostro Padre Celeste nel
Nome di Cristo - Gesù - nostro Signore.
Amen. X.
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N. 32
i'ÌTjS . »•.
9
CHIESA VAL ITE S E
Riguardate alla roccia onde foste tagliati
(Isaia LI : 1)
DlraHor* i Prol. OIMO COSTMMl
AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE :
Via Carlo Alberto, 1 bis — TORRE PELLICE
Di fronte alla guerra
2 - Jl dovere dell'amore :
Soccorrere
Prendiamo questa volta come punto
di partenza l’episo^o del Cieco-nato,
quale si legge nel Vangelo dì Giovanni,
al cap. 9: 1-7.
Appena incontrano queirinfelice, i
discepoli (notate;, non il común popolo,
ma gli stessi discepoli) domandano a Gesù: « Maestro, chi ha peccato, costui,
o suo padire e sua madre, perchè egli
^ nato cieco? »
Gl’intimi <h Gesù condividono l’opinione corrente, e®i partecipano al tradizionale pregiudizio. Per loro non v’è
dubbio alcuno: poictó c’è un disgraziato,
ci dev’essere un colpevole. Sono incerti
soltanto sulla persona alla quale addossare la responsabilità della disgrazia.
E’ colpevole lo stesso « punito »; oppure
il castigo è caduto sulle spalle di quell’uomo in forza della legge atavica della
solidarietà familiale,, per cui le punizioni
- come le benedizioni - si ripercuotono
e si prolungano' siiio alla’ tèrza ' è alla
quarta geneirazione?
Nell’incertezza, si rivolgono al Maestro.
,E Gesù non dà la soluzione attesa;
Gesù non spiega e non commenta.
Gesù protesta con veemenza,, Gesù
nega categóricamente. Gesù reagisce
con tale CTiergia che sembra voler farla
finita - una buona volta e per sempre col funesto pregiudizio e con l’errore
fatale: — Nè costm ha peccato, nè suo
p>adre, nè sua madre!
Che pensare allora del Cieco-nato?
Il Signore rovescia il problema e capovolge le posizioni: — La sola cosa che
v’interessa è questa: un infelice deve
servire alla manifestazione dell’Opera
di Dio, alla dimostrazione che Dio è Amore. In quanto siete miei d scepoli,
questo deve bastarvi.
Poi Egli soggiimge: — Conviene, cioè
occorre, è necessario che io operi ropere
di Colui che mi ha mandato, mentre è
giorno, cioè immediatamente; la notte
viene che niimo può operare.
Poi dice ancora: — Mentre io son nel
mondo, io sono la luce del mondo.
E guarisce il Cieco.
Tutto questo non ha da insegnare
qualcosa anche a noi? Non vogliamo
anche noi andare a lavarci gli occhi
nella piscina di Silo© e litomare ve-'
dehdo?
Quello che è basitato per i discepoli,
non basta anche a noi?
Di fronte ad un infortunio, grande
o piccolo, pubblico o privato - c’insegna
il Vangelo - la domanda che ci dobbiamo porre non concerne i colpiti, perchè
è da escliwiersi, nel modo più assoluto,
Ae trattasi di castigo per colpe commesse dalle vittime stesse o du altre
persone che, direttamente o indirettamente, le riguardino, *
Di fronte ad una calamità ò ad una
dìsgraizia, il credente deve vedette soltanto la possibilità di manifestar© l’O
pera di DÌO;, cioè di soccorrere, di fare
il bene, di lenire le conseguenze del
Ed occorre non rimandare il soocoirso,
' im operare immediatamente.
Non ha detto Gesù, parlando ai suoi
•(peoe'poli: « Voi siete il sale della terra,
Voi siete la luce del mondo » ? (Matteo
,J: 13-14).
V..;
’Ed eccoci ora di fonte alla guerra.
'S fCLa legge sancita da Cristo è sempre
4 là' stessa; il comimdamentó non ca-ubia;
^ ia, volontà di Dio è una: il dover“ cristiano è uno.
^ — Chi ha peccato: quel morto, quel
* mutilato al fronte, quel colpito daH’in'■ cursione aerea?
— Nè costui, nè suo padre, nè sua
madre. Non vi perdete nella soluzione di
problemi metafìsici che vi oltrepassano.
Non servitevi subdolamente di tale pretesto per giustificare la vostra indifferenza, la vostra inerzia o la vostra inazione Davanti a voi, miei discepoli, sta
un altro problema da risolvere. Bisogna
che l’Opera di Dio sia mahifestata!
E Dio è sempre lo stesso. E l’Opera
Sua è sempre quella: fare il bene, amare, soccorrere, dare, prodigarsi, sacrificarsi. Tra il fumo delle macerie può risplendóre la luce radiosa della Grazia
del Padire e nel colmo dell’uragano deve manifestarsi la forza indomita del
rOnnipotente.
Giovomnii E. MeìUe.
assa 0 confpibuzione?
ne parla spe^, di questo argopiénto, particolarmente in questo perio,^o dell’anno ecclesiastico, in cui i Coni ristori hanno chiuso i loro conli. Se ne
è parlato ripetutamente, in questi ultimi anni, a propos'ito di diverse ìnnovaziani che in quasi tutte le nostre parrocchie hanno introdotto in mierito alle mo, dalità della raccolta della colletta an■tìttà. E’ noto infatti come all’antico si¿èma (l’anziano che, una volta all’andf ìe'tsortm a' pai-ta
mentare con i signoli membri di Chiesa
per persuaderli a versare una contribuz one) si sia gradatamente sostituito un
sistema più razionale: l’adozione di bustine che facilitano il compito del contribuente, in quanto egli può così più
facilmente sopportare il suo sforzo finanziario, suddividendolo in varie rate:
si sono cosi avute e si hanno tuttora
delle bustine m,ensili, trimestrali, ecc.
Vi sono poi alcune parrocchie, che hanno fatto un passo innanzi, che hanno
voluto trasformare questo meccanismo
un po’ burocratico, in una manifestazio^
ne di vita spirituale: che hanno cercato
di far sentire ai Membri di Chiesa che
essi non sono dei contribuenti più o
meno ricalcitranti, tenuti al velrsamento
di una tassa più o mano corrispondente
ad un determinato e pazientemente occultato imponibile, ma degli uomini che
sentono di essere dei combattenti per una causa santa per la quale si dà, volontariamente, con spirito di sacrifizio;
perciò, in alcune parrocchie gli anziani
portano le bustine, ma non passano più
a rititrarle: si vuole togliere cioè ogni
carattere di costrizione, di formalismo:
chi vuole, dia; chi non vuole, non dia;
ognuno insomma prenda la sua responsabilità. Altrove si sono avuti e si hanno tuttora degli speciali salvadanai con
una ammonitrice parola iscrittavi; E per
Dio?
I piccoli inconvenienti riie possono
isòrgere nelle singole parrocchie in occasione dei primi tentativi di rieducazione spirituale dei memibri di chiesa
anche nel campo della colletta, saranno
largamente compendi dai benefici di
un volontarismo di cristiana contribuzione.
Contriibuzione volontaria, non tassa
dunque!
Parla ia^pibbià
Quali i risultati?
Non è qui il luogo di analizzarli, sia
perchè il valore delle statìstiche è sempre relativo, sia perchè non disponiamo
in questo mòmaito.di queste statìstiche;
ma crediamo che almeno una conclusione generale si possa anticipare: ogni
sforzo che tende a dare alla colletta il
suo vero carattere di contribuzione volontaria, intesa come manifestazione di
vita ^irituale, si risolve sempre, © sempre più si risolverà, in un benefizio per
la vita spirituale, oltreché materiale
della Chiesa.
Quindi come tutto ciò che è volontario, niente organizzazione della colletta?
Ecco, bisogna evitare gli equìvoci e le
teorie, tenersi, anche in questo campo,
alla Bibbia e, soltanto alla Bibbia. Il resto può essere utile, ma in subordine,
come mezzo ausiliare. Vogliamo pertanto aprire la Bibbia. E subito troveremo ima pagina significativa, tanto significativa che la vogliamo riprodurre
almieno in parte:
Tornate a me, ed io tornerò a voi, dice VEterno degU eserciti. Ma voi dite:
«In che dobbiamo tomare?». L’uomo
dev’egli derubare Iddìo? Eppure voi mi
derubate. Ma voi dite: « In che t’abb'c^
noi derubato? » — Nelle decime e nelle
offerte. Voi siete colpiti di maledizione
pe-chè mi derubate, voi, tutta quanta
la nazione! Portate tutte le decime alla
casa del tesoro, perchè vi sia del cibo
nella mia casa, e mettetemi alla prova in
questo, dice l’Eterno degli eserciti, e vedrete s’io non v’apro le cateratte del cielo e non riverso su voi tanta henedizione, che non vi sia più dovè riporla. E
per amor vostro io mànaccerò Vvnsetto
divoratore; ed egli non distruggerà più i
frutti del vostro suolo, e la vostra vigna
non abortirà pàù nella campagna, dice
l’Eterno degli eserciti ».
Così, da parte dell’Eterno, in giorni
grigi, in cui regnava rindifferenza e l’egoismo, Malachia profetizzò (cap. 3: 7 e
segg.).
Sono parole indubbiamente serie: si
tratta nè più nè meno che di una maledizione: rEterno si considera derubato
di ciò che senza discussioni nè equivoci
possibili gli appartiene; a questa colpa
non vi è attenuante; caso mai il giudizio non potrebbe stabilire se non aggravanti: il formalismo di una organizzazione burocratica ecclesiastica che aveva finito col fallire la spirituale ispirazione della decima.
In fatti, per gli Israeliti, l’istituzione
era chiara: Ogni decima della terra, sìa
delle raccolte del suolo, sìa dei frutti de-
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gli alberi, (appartiene alVBtemo]’è cosa
cornsacrata aU’Etemo::: E ogni decima
deWarmerito ó del gregge, il decimo capo di tatto ciò che passa sotto la verga
del pastore, sarà consacrato dll’Etemo
(Levitico 27; 30-32).
Si trattava indiiibhiamtìnte allora di una dviltà prevatentemente rurale, in cui
gli scambi e Je relazioni economiche e
sociali erano più facilmente controllabili: ma la caratteristica fondamentale,
se non ci lasciamo indurre in errore da
considerazioni piuramiente estrinseche è
d’ordine specificatamente spirituale:
Dio regna, e regna veramente: il diritto
divino è una reialtà talmente vivente
che informa tutto il diritto ungano; non
si può concepire le relazioni degli uomini se non subordinatamente alle relazioni personali che ciascun uomo ha
con Dio. Perciò quando il pio Israelita
stabilisce il sup bilancio, egli non concepisce questo come qualcosa d’ordinària ^funministrazione,. composto delle
- due voci dare ed avere considerate come appartenenti alla sfera puramente
materiale della vita, no, ma egli sa, sente die anche il suo bilando famigliare
è. una manifestazione della sua consacrazione più 0 meno totalitaria alla causa di Dio.
^íü 0 meno...
ho detto: questo è appunto l’inizio dell’infedeltà: il tradimento; non vi è possibilità di gradazione nella consacrazione: non vi è più o meno neU’appartenenaa alla causa di Dio; non si può servire Dio, fino ad un certo punto, e Mam^
mona, fino ad un certo grado. Bisogna
scegliere: o l’uno o l’altro. Altrimenti
non si serve nè l’uno nè l’altro: si è
spiacenti a Dio ed ai nemici suoi. Ed è
quello che è accaduto individualmente
e collettivamente al popolo d’Israele
che cade, così sotto i colpi della testimonianza così seria (ma non troppo seria)
di Malachia.
JVÌa oggi...
le cose sono camibiate, si dice; oggi regna la grazia, non più la legge; oggi vi
è un nuovo patto, ed è giiisto, ma Gesù
è venuto per compiere, non per abolire.
Del resto,, più e meglio di ogni parola
umana valga ancora la parola nella Bibbia, di un testimone che ha conosciuto
la legge come nessun altro, e come nessun altro ha testimoniato negli atti, nella vita e nella carne la potenza della
grazia. Ricordate cosa scrive Paolo nella
sua prima lettera ai Corinzi per raccomandare la colletta per i santi che erano in Gerusalecme?
Ogni gtorno della settimana ciascuno
di voi metta da parte a casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli, affinchè, quando verrò, non ci sian più
collette da fare.
E nella seconda lettera ai Corinzi lo
stesso apostolo insiste:
Dia ciascuno secorido che ha deliberato in . cuor suo. non di nuda voglia, nè
per forza, perchè Iddio ama un donatore allegro... e la vostra liberalità sia
pronta come atto di liberalità e non di
avarizia... La prestazione di questo servizio sacro non solo supplisce ai bisogni
dei santi, ma più ancora prodùce abbondanza di ringraziaménti a Dio; in quanto
che la prova pratica fornita da questa
sovvenzione li porta a glorificare Iddio
per l’ubbidienza con cui professate il
Vangelo di Cristo, e per Ut liberalità con
cui partecipate ai bisogni loro e di tutti.
Un commento a queste parole guasterebbe; ci limiteremo solo a notare come
esse formino una costiruzione armonica i
cui capisaldi sono i dapisaldi dì ogni vita cristiana.
teoria
Per quanto si riferisce ai presupposti
teorici:
a) La colletta, la contribuzione per
h chiesa è un servizio sacro.
b) La prestandone di questo serpi
amo, l’offerta che il membro di Chiesa
versa come contribiisAcme annua, comprendendo in essa anche la contribuzione chi egli versa al termine del culto !)
non risponde soltanto ad una esigenza
pratica della Chiesa: il numteni/mento
del culto; ma è la dàmostrazhme pratìca, tangibile della ubbidienza dei credenti al Vangelo di» Cristo.
c) In conseguenza la contribuzione
dei membri da Chiesa è l’espressione materiale della loro maturità spirituale,
della loro simpatia; cioè della loro capacità di sentire l’amore per la Chiesa, e
di manifestarlo.
d) Questa simpatia ha quindi le .sue
radici nel cuore stesso dell’uomo: un
cuore naturale che è guasto, nel quale
regna anzitutto l’amore dii sè, cioè l’egoismo, ovverosia l’avarizia; la tendenza a dare il meno possibile per ottenere
il massimo possibile.
e) Quindi è assolutamente necessario un rinnovamento del nostro cuore,
altrimenti la nostra contribuzione diventa la dimost'-azione della nostra avarizia e non della nostra liberalità.
J^raù’ca
Per quanto ai riferisce al metodo:
a) La contribuzione è individuale:
ciascuno di voi metta da parte; come individuale: è la nostra responsabilità di
credenti.
Cioè basta con le contribuzioni di famiglila; ogni m,emibro della famiglia, che
sia cosciente dei suoi doveri, come lo è
dei suoi diritti, deve assumerei, se non
altro per la sua dignità, la sua responsabilità.
■b) Non si tmtta di qualcosa, chg 7>o
lascmto all’arbitrio di un’occasiono- no
ogni primo giorno della settimana ciascuno metta da parte; una rinunzia un
sacrificio metodico: all’inizio della settimana, di una nuova settimana che Dio
ti concede, poni il tuo lavoro praticamente sotto’ lo sguardo di Dio. Rinunziare a qualche cosa per Dio, è riconoscere la Signoria di quell’iddio che non
è un’astrazione, sie tu sei membro di
Chiesa! Egli è il Signore anche del tuo
lavoro.
Non aspettare che arrivi l’anziano joer
fare i tuoi conti nel borsellino e discutere con tua moglie se per l’opera di
Dìo devi dare venti soldi di più o venti
soldi di meno!
c) La tua contribuzione sia proporzitonale alla, p-osperità concessati.
Ricorda, le benedizioni che Dio ha largite, j perìcoli da cui Dio ti ha libeiato,
la forza e la potenza che sono scese dxll’Alto nella tua sofferenza...
d) E dà con gioia!
Ri(X)rda conte il poeta pagano ha esaltato l’amore che si dà in letizia: lo ho
quello che ho donato.
Povera gente, se noi avessimo soltanto
(fuéllo che abbiamo donato!
Eppure lì è il segreto. Cl.
epuesifi
L’ultimo ariàcolo di « Voce » rrii spinge a prender la penna in mano per fare
alcuni rilievi sulla questione sollevata
o più precisamente sul modo di impostarla praticamente. Infatti sulla questione in sè stèssa siamo tutti d’accordo
ed è inutile che mi dilunghi ad '^porre
e oommentare tanti casi e situazioni noin
precisamente edificanti per la nostre
gioventù femminile. Dirò soltanto che
sovente il male ha le sue radici nell’ambiente famigliare e che a volte piuttosto che le figlie sarebbero da strapaz2;are
le madri; madri poco savie per cui è
Idgge ogni capriccio di ragazzina quindicenne; madiri che han creduto sufficiente
nutrire e vestire i propri figliuoli ed han
dimenticato di insegnar loiro la via della
Casa di Dio insieme con Tamore alla verità e alla semplicità. Ma questo sarebbe
discorso troppo lungo .
Oggi vorrei. rilevare una inesattezza
che inccoitro nell’articolo citalo quando ai
afferma che la Chiesa e ih particolare
l’attuale organizzazione giovanile abbia
trascurato l’elemento femminile, non abbia fatto nulla per le giovani. Questo si
sarebbe forse potuto dire qualche anno
fa; dico forse, perchè allora più importante della questione femiminile era quella giovanile in generale dal campo organizzativo a quello spirituale. Ma ora da
due anni si tiene alle Valli, a malrzo, un
convegno riservato alle giovani, in' cui
si cerca appunto di trattare quegli argomenti a cui accenna « Voce». Inoltre
ogni Uruone è stata invitata a tenere nel
corso deU’armo, una o più riunioni dedicate solo alle giovani, e per offrire materiale a chi volesse servirsene sono stati pubblicati due opuscoli racchiudenti
alcuni studi adatti.
Naturalmente la cosa cambia aspetto
se si chiedesse: Tutto questo va bene,
ma queste riunioni sono state effettivamente tenute in tutte le Unioni ? Non
oseremmo rispondere affermativamente
e mettiamo questo interrogativo sulla
coscienza dei dirigenti-delle Unioni. Si
dirà che tutto questo è ancoina troppo
poco di fronte alla gravità della situazione. Non credo, se questo poco è fatto,
e fatto bene. Per me, la questione è questa. conte dire alle giovani tutto quanto
sentiamo va detto, senza ricoirrere a morali, a pHrediche, ai famosi saggi consigli
più che mai ostici alla gioventù, anche se dettati dal sincero amor di bene ?
Diciamo pure, sì, che la frivolezza denota aridità di cuore, che bisogna vestirsi decentemente, che non si addice
alla giovane essere sfàcciata e provocante nelle relazioni coi giovani, e tante
altre cose; diciamole pure poiché son co
se sempre utili da ricordare. Ma, anche
concesso che la giovane che ascolta, sì
renda conto che abbiamo ragione, quando ella ritorna nell’amibiente immorale
della sua fabbrica o in compagnia di
altri giovani più spregiudicati, quando si
ritrova davanti alla tentazione o al compromesso, ci vuole qualcosa di più; ella
deve scoprire che in ultima analisi la
sua tanto magnificata dignità di donna
vale soltanto se Iddio le ha concesso di
rivestirsi di quella dì figliuola di Dio, se
ha compreso che « la donna che teme
TEtemo, è quella che sarà lodata ». E’
qui, secondo me, che bisogna giungere;
tutto il resto può anche essere una impalcatura più 0 meno betn costrutta, ma
che in definitiva non potrà reggere lalle
prove della vita.
E qui avrei finito, m,a vorrei ancora
dire due parole alle giovani. Poiché siete direttamente in causa, perchè non ce
lo direste voi questo « come », peirchè
non ci direste schiettamente che cosa
pensate di questa attività nostra? E se
al riguardo vi toccherà magari di sentirvi prendere graziosamente in giro da
qualche gagarello in vena di far lo spiritoso: Uh ! viai alla riunione per §ole
donne ? Che persona seria stai diventando ! - non vi scomponete; tutt’al più potrete dire, come una giovane con cui si
parlava di queste cose e che in fondo,
senza voler giocare a scaricabarili, non
aveva tutti i tòrti: Già, chissà mai perchè
solo noi abbiamo bisogno di imparare ?
E non farebbe bene anche a loro sentirsi
parlare della propria dignità, del rispetto della donna e di tante altre belle cose ?
Quesiti, interrogativi, mà il porseli significa forse avvicinarsi alla soluzione.
I ipi.
I. Lombardini
LA CROCE UGONOTTA
In poche settimane il libto si è decisamente affermato. La 1“ edizione si
avvia ad essere esaurita. Leggetelo: vi
aiuta a pensare ai grandi problemi dello
spirito.
In vendita presso la Libreria Claudiana 0 presso l’Autore - Convitto Valdese
- Torre PélUce
Prezzo L. 13,—
Kq qititito Vangeto ?
Interessanti notizie sul ritrovamento
di mi manoscritto contenente un quinto
Vangelo sono date dalla Vie Protestante
del 16 luglio 1943, in un ariàcolo di W.
de Cimswant, che riassumiamo nelle sue
linee generali.
In giugno 1939, uno studioso svedese,
il signor Oscar Lòfgren faceva delle ricerche fra i manoscritti antichi della Biblioteca ambrosiana, a Milano. In partìcolar modo egli esaminava il catalogo
dei m:ainoscritti arabi, persiani e turchi
della Biblioteca stessa, quando la sua attenzione fu destata da una indicazione
sorpendente; Evangelo apocrifo di San
Giovanni. Indicazione sorprendente, perchè se della letteratura apocrifa del N.
Testamento ci sono rimasti alcuni frammenti di Vangeli e specialmente i titoli
di molti di essi, mai lo studioso svedese
aveva udito parlare di im secondo Vangelo di Giovanni.
(Si chiamano « apocrifi » dell’A, e del
N. Testamento numerosi scritti di età
posteriore a quella apostolica la cui
autenticità non è stata riconosciuta e
che non sono stati ammessi a fair parte
della collezione dei libri biblici).
Lo studioso svedese si fece portare il
manoscritto, ed ebbe la gioia dì vedere
qhe si trattava evidentemente di un manoscritto di qualche interesse.
L’opera porta come indicazione: I mi->
steri ( o Divini segreti} e si presenta come ima rivelazione segretamente concessa dal Cristo « al suo servitore e discepolo, Giovanni, figliuolo di Zebedeo ».
Le prime parole del manoscritto suonano cosi: Giovanni dice: in questo libro
ho fatto menzione dei misteri che mi sono stati rivelati dal mio Dio, èd ho raccontato quei miracoli di cui sono stato
lo spettatore ^ che non ho raccolto nel
mio Vangelo, come del resto hanno fatto
gli altri evangelisti, cias(mno nel suo
Vangelo. Infatti i qyMtro antorì saesrì degli Evangeli hanno tenuto nascosto la
maggior parte dei miracoli del Signore,
di cui furono i testimoni, per non allungavQ troppo il loro Evangelo ».
Siamo dunque in presenza di un nuovo Evangelo, complementare di quello
canonico (cioè di quel Vangelo di San
Giovanni che fa parte del Canone, della
collez:one Biblica), E perchè non ci siano equivoci, l’autore presenta esplicitamente la sua opera come l’opera « dell eixtngelista Giovanni, il discepolo amato, poiché questi dice nel suo Vangelo
che se si volesse menzionare tutti i miracoli del Cristo, che egli ha visto, tutta
la carta e tatti i libri del mondo non
baisterebbero ».
II manoi*:rittb è redàtto in lingua
araba ed appare ben conservato; è del
doppio più lungo che l’evangelo autentico. A guisa di introduzione esso contiene una breve descrizione della creazione, degli angeli, della caduta. Contiene molti fatti conosciuti, e riferisce
un certo numaro di episodi inediti: gene
raímente dei miracoli compiuti da Gesù.
Il signor Lòfgren che non ha ancora
potuto studiare a fondo il manoscritto cita alcuni racconti: « La mano di Salome
guarita da Ma,ria e da Gesù, il pesce rubato nel lago dà Tiberiade, le giovenche
di Galilea, il leone nella strada di Gerusalemme, il campo inondato » ecc. s
riferisce come questo manoscritto contenga anche non pochi nuovi discorsi di
Gesù: uno ai suoi discepoli in Gerico, un
altro sul monte degU Ulivi, un altro as>sai lungo in riferimento alla risurrezione di Lazzaro. La fine del manoscritto
parla della celebrazione di Pasqua, della
Passione del Maestro, della sua Risurrezione e della sua ascensione.
Come prima conclusione si può quindi affermare che si tratta realmente di
un evamgelo e non di un’apocalissi, come poteva lasciar supporre il tìtolo. Ed
è quindi da notare, che, mentre gli evangeli apocrifi che ci sono stati conservati
si dilettano di raccogliere tradizioni riferentesi ad tma leggendaria infanzia di
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Gesù, qui noi abbiamo un testo che parla d!el suo ministerò stesso.
Non bisogna però farsi delle illusioni
sulla natura di questo scritto, tanto ne è
evidente il carattere leggendario, come
quello d^li altri scritti apocrifi. ,
Disegna inoltre tener presente che,
‘ nella sua attuale redazione, questo
sbratto è <h. epoca veramente tardiva; il
signor Lòfgren ha potuto fissarla con
precisione al 5 aiprile 1342 in base ad
una nota del manoscritto stesso. E’ da
notare però che da im’altra nota si può
dedurre che esso è la traduzione araba
di im originale siriaco, ed alcuni studiosi
si domandano se, questo documento si
riaco non derivi, pra: parte sua, da un
originale greco che si potrebbe far risalire se non all’età apostolica, all’età immediatamente posteriore.
Allo stato attuale, se è lecito di sottolineare il valore del mianoscritto per la
storia della cultura cristiana, in quanto
esso è ii solo evangelo apocrifo che ci
sia pervenuto senza mutibz'oni, e ci permette da meglio renderci conto di un
genere <h letteratura che è scomparso
nella lotta della vera f de contro la superstizione e reresia, è giusto di ricordare col signor Lòfgren che questo testo, come tanti altri, non ci porta nulla
di nuovo sulla vita storica di Gesù.
PER LE GIOVANI
Qiaalche tempo fa, su queste colonne,
sono state fatte, a favore delle giovani,
due proposte: 1° aprire una scuola per
formare delle governanti, 2° istituirne
un’altra per infermiere. Mi sembra che
queste utili proposte non debbano cadere nell’oblio, ma che convenga esaminare come possiamo essere attuate senza troppo indugiare.
Dobbiamo anzitutto tener conto che
per le governanti come per le infermiere è necessario un minimo dì istruzione
secondariia, perciò bisogna incoraggiare
le giovinette a conseguire una licenza
professionale o di scuola media, frequentando per un triennio una scuola
pubblica o per mezzo di preparazione
privata.
Le aspiranti infermiere;, munite di licenza, devono poi frequentare per due
anni una scuola specializzata, riconosciuta dallo Stato.
Sarebbe certo una iniziativa delle niù
benefiche se, ampliando oppolrtunamente l’ospedale evangelico di Torino, si potesse arrivare al numero dì letti prescrìtti' per istituire una scuola evangelica per infermiere. Era i centomila evangelici d’Italia non dovrebbe essere difficile reclutare un numero sufficiente di
giovani che si sentano attirate da quella
missione, per far fiorire questa scuola.
Con un Direttore spirituale e amministrativo airaltezza del compito, e ima
vice Direttrice ^erimentalta e consacrata a quella bella opera, le giovani si
troverebbero in un ambiente ove, oltre
a ricevere ima istruzione specifica, teorica e pratica, risentirebbero la benefica influenza della casa e completerebbero la loro istruzione con corsi biblici
adatti e coll’imparaire almeno uba lingua straniera.
Il convitto delle infermiere potrebbe
anche accogliere per un anno le future
governanti, già munite di licenza di
scuola secondaria, per completare la ^
loro prepanazione specifica.
, In comune collé infermiere avrebbero
i corsi biblici, le lezioni di lingue moderne, a parise poi avrebbero dei corsi
complementari d’italiano, di matematica per approfondire le loro conoscenze
in queste materie fondamentali, onde
seguire con una certa competenza i
bambini loro affidiati nella preparazione
dei campiti domestici
Inoltre alcune lezimi di galateo sar
rebbero utilissime per. imparare cojpe
comportarsi coi padroni, col dovuto rispetto ma senza servilità, nel salotto, a
tavola ecc.
Mia dovrebbero sopratutto prendere
coscienza del loro privilegio e della loro
responsabilità di comportarsi sempre
come delle giovani missionarie che hmno in cima ai loro pensieri il supremo
ideale di onorare il Vangelo colla loro
condotta, come se servissero il Signore
nel loro quotidiano lavoro. P. B
♦ ♦ *
Dal doti. 17. Frizzoni ricev'uéno questa
lettera che pubblichiamo integralmente
e che costituisce un preziom e proteo
contributo alla chiarifkazAone delVirvteressante problema. '
Con molto interesse ho letto l’articolo
firmato «Voce» apparso sul n. 20 del
Vostro pregiato giomiaie dal titolo « Le
nostre giovani », perchè esso conclude
colla proposta di aprire nelle Valli Vaidesi una- Scuola per le ’ giovani governanti e per quelle che vogliono diventare inf'eirmiere. Mentre mi associo di
tutto cuore al proponente, augurando
che tale bisogno s a presto soddisfatto,
mi permetto di ricordare che a Bergamo
esiste già dia 13 anni una Scuola professionale convitto per puericultrici e governanti d’infanzia, fondata""dal sottoscritto, dove le giovani valdesi possono
sin da Ora prepararsi a questa così utile
e tanto apprezzata professione.
E’ vero che Bergamo è lontana dalle
Valli Valdesi; essa ha però una comunità evtangelicia abbastanza numerosa,
che accoglie con simpatia le giovani correligionarie. ed offre la possibilità di
coltivare i loro bisogni spirituali e religiosi. Dal lato morale Bergamo offre
m'eno tentazioni che non una grande
città, e la sua vicinanza alle montagne
roccasiòne di belle gite ed ascensioni
nelle giornate dì libertà, ciò che non
può essere che apprezzato da chi v ena
dalle Valli Valdesi. L’ambiente modesto
e laico deU’Istituto, che accoglie la
Scuola, le conferisce un simpatico carattere famigliare, tanto che quasi tutte
le ex allieve ricordiano l’anno passato
alla Scuola come uno dei più belli della
loro vita.
La Scuola d’altronde è già conosciuta
dai Valdesi perchè già parecchie signorine evangeliche l’hanno frequentata ed
anche due diaconesse, che hanno lasciato un caro ricordo della loro permanenza alla Scuola. La retta mensile modesta
che importa una spesa complessiva di
circa tre mila lire per tutta la durata
del corso annuale, può essere ridotta
quest’anno ad un migliaio di lire se
Tallieva riesce ad ottenere una delle 50
borse di studio di L. 2000 ciascuna del
Ministero deirintemo, che ne ha bandito il concorso recentemente. (Le domande vanno rivolte alle rispettive prefetture entro il 31 agosto prossimo).
Quanto ai requisiti pèr l’iscrizione essi
sono pure modesti. Età dai 18 ai 25 anni,
per le concorrenti alla borsa di studio,
e sino ai 35 anni per le altre. Come titolo di studio basta la licenza elementare per le puericultrici © quella di
scuola media inferiore per le allieve che
intendono diveltare governanti (corso
biennale).
M’auguro eh© questo mio appello susciti interesse inell’ambiente valdese e
che perciò siano numerose 1© iscrizioni,
che si accettano sino da ora, facendo
presente che le allieve hanno tutto l’interesse di venire alla Scuola, a titolo di
prova, prima dell’inizio del corso, che
ha luogo ai primi dì novemibre, per poter godere di certi vantaggi comeessi in
tal caso.
Con distinti saluti
Dr. Ugo Frizzoni
Direttore dell’Istituto per bambini
lattanti e slattati di Bergamo.
Bergamo, 30 luglio 1943.
ANGROGNA (Serre)
-- Tutti i culti all’aperto sono sospesi per
(Mia e fino a nuovo ordiine. E perciò sospeso il culto di domenica 8 agosto al
i-v ' , , i '
' ■ Roug?, . 1 i i ; i -1. i-i ■- ‘1. 1: ...
■' — Culti. Domenica 8 agosto: ore
^.10.30: Culto nel Tempio del Serre. Ore
10.30: Culto nel Tempio dii Pradeitomo.
Domenica 15 agosto: ore 10.30: culto
nel Tempio di Pradeltorno. Ore 14.30:
culto nel Tempio del Serre.
— E’ stato acquistato un nuovo armo
nium per il nostro Tempio del Serre.
Stiamo facendo riparare convenientemente il vecchio armonium del Tempio
del Serre onde po^ degnamente servire per il Tempio di Pradeltorno. Un
appello è- rivolto a tutti i membri della
nostra Comunità ed a tutti gli amici vilafti e lontani onde coi loro doni e le
loro' offerte ci aiutino a coprire questa
spèsa del tutto necessaria. Ogni dono
tea ricevuto con riconoscenza dal Pastpre. e. a.
BOBBIO PELLICE
Il 10 luglio abbiamo unito in matrimmiio l’alpino Oreste Ponted con la signorina Amalia Zamperla. Fervidi auguri.
— Il culto del 18 luglio è stato presiei-,
duto dallo studente in teologia Aldo
Gomba che ringraziamo vivamente.
— Nel pomeriggio del 25 luglio ha avuto luogo nel tempio una bella adunanza nel corso della qual© hiamno parlato il prof. Paolo Baridon il pastore
Roberto Jahier ed altri fratelli e sorellè hanno rivolto brevi messaggi.
■— La signorina Bianca Correrà ha
contratto matrimonio a Pisa col signor
Mario Cescri, il 10 luglio u. s. Alla signorina Carrera già monitrice della nostra Scuola domenicale e valida collaboratxicie in varie attività della Chiesa,
i nostri migliori auguri. R
PRAROSTINO
Battesimi. Monnet Ines Eglantina di
Giovanni e Martìnat Cesarina (Godin).
Benech Rina Maria e Flórina Albina di
Mario e Malan Agostina (Cardon) Coisson Sergio e Fausto di Giovanni
Davide e Pons Susaima.
Chiediamo al Signore di benedir© tutti questi bimbi e di dare ai genitori la
forza di mantenere le loro promiesse.
— Funerali. Il 21 giugno, dopo pochi
giorni di malattia si è spenta ai Billia,
Fomeron Alessar^rina vedova. Godine,
di anni 66. Nulla tralasciava prevedere
una dipartenza così improvvisa. Ai figh
esprimiamo la nostra simpatia.
Il 28 luglio è deceduto, alla Barina,
Rostagno Emilio, di anni 49. Colpito, poche settimane fa, da una grave malattia
non ci fu per lui alcuna speranza di guarigione.
La sua esistenza poteva sembrare indispensabile alla sua famiglia. Il Signore non mancherà di essere Lui stesso il
protettore della vedova ed il padre degli orfani. u-v
TORRE PELLICE
Domienica scorsa è stato celebrato in
Chiesa il matrimonio tra la signorina
Jenny Cardon e il signor Luigi Peyronel, sottufficiale R. E.
Rinnoviamo agli sposi i nostri aiuguirì
di felicità sotto lo sguardo di Dio.
La signorina Margherita Balmas ringrazia sentitamente tutte le persone che
hanno preso parte al suo grande dolore
per la morte della ddetta mamma
Nargherita Balmas
deceduta il 2 agosto 1943 in Sm Germano-Chisone.
Doni ricetti dii Giaiere della Taieli
Per Cosso Culto:
Famìglia Mandola, Palermo, L. 100 \ Mìaria Di Paolo, Altinoi, §0. '
' I i'
Per Evan^elimmme: .
Scuola domeaiicaie Appiotti, Torre
Pellice, 100 - Id. Via Manzoni, Id , 100 Jenny Ber):, in memona del marito, 20 A. E., 1000.
Per Rinunzia:
Chiesa di Como (saldo), 595 - Chiesa
di Milano (saldo), 5799.
Per danni alle Chiese:
Schweizer, 300 - Chiesa di Pomaretto, 1000 - Jahier Valdo e Evelina, 50 Pastre Augusto e Regina, 30 - Jahier
Vitale e Idia, 25 - Elisa e Emilia Lantaret, 50 - Chiesa di San Germano, 5000 Chiesa di Roma, IV novembre, 2000 Chiesa di Perrero, 1000 - Ribet Giosuè»
Maniglia, 10 - U. G. V., Felonica, 200 Maggiore Clementina, Torre Pellice, 100
M. R., 50.
Per Emeritazione:
Un militare, 12 - Scuola domenicale,
Mœsina, 100.
Per Facoltà di Teologm
Italo Mathieu, 50.
Per Collegio:
Prof. Mario Rivoir, Torre Pellice, 150
- Jole Menghi, Apuania, 50 - Scuola domenicale, Messina, 50.
Società di Cucito, Roma, IV novembre:
Per Orfanotrofio di Torre P©Uice, 1000
- per Orfanotrofio di Pomaretto, 1000
- per Ospedale dì Torre Pellice, 1000 per Aìsilo di San Germano, 1000 - per
Rifugio Carlo Alberto, 1000 - per Diaconésse, 1000 - per Asilo di Vittoria,
1000 - per Istituto Gould, 2000 - per
Istituto di Firenze, 2000 - per Istituto
di Vallecrosia, 2000 - per Asilo Italia,
1000. - <
■ M. Eynard, nell’anrùisversario di una cru>*
dele dipartita:
Per CoUegio, 100 - per Rifugio Carlo
Alberto, 50 - per Diaconesse, 50 - per
Asilo di San Germano» 50 - per Istituto
di Vallecrosia, 50.
Per Istituto Gould:
Chiesa di Milano, 200 - Soldati^ Michele Bufo, nel 3° anniversario morte
fratello Fedele, 25 - Scuola domenicale
di Messina, 100 - Id. di Sanremo, 180 Dora Petrosillo, Taranto, 100 - S. e E.
Coluccì, riconoscente al Signore, 50 Chiesa di 'Trieste, 250 - Id. di Como, 500
- Id. di Palermo, 200.
Per Istituto di Firenze:
Chiesa di Trieste, 150 - Id. di Genova»
100 - Id. di Como, 400 - Id. di Palermo,
200.
Per IsUtUto di Vallecrosia:
Chiesa di Müano, 200 - Vinçon Elena, in memoria cuginetta Ines Pastre, 20
- Scuola damenicale di Messina, 25 Chiesa di ViUaseccai, 100 - S. e E. Colucci, riconoscenti al Signore, 50 - Chiesa di Trieste, 250 - Id. di Gen(wa, 425 Rossi Elena, Genova, 200 - Comba Gustavo e Ketty, Genova, 100 - Lucchetti
Trma, Genova, 50 - Deodato Mi<diele,
Genova, 25 - Çhiesla di Como, 400 - Id.
di; Palermo, 150 - W. di Coazze, 150.
Per la casa matemà Di Portici:
Ten. Della Torre, 100.
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Rivolgersi Via ‘ Gtoribeidi, 1 - Torre
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di
Giosuè Oianavello
il Capitano Me Vaili Valdesi
Volume di pagg. 248 — Lire 1*2
Libreria Editrice Claudiana
Prof. Chno CosTABia., direttore responsabile
«ARTI GRAFICHE L’ALPINA - Torre Pellice ».
Cappsllani Valdesi
Capii. Ermanno Rostan - Cappellano Militare Valdese - Comando Presidio Militare - Torino.
Ten, Alfredo Rostain - Cappellano Mili*
t€u:e Valdese - Quartier Generale - Divisione Alpina Tatirinense - P. M. 200.
Indirizzi di Chiese Valdesi
I DISTRETTO:
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Anpropna (Serre} — Pastore Edomrdo
Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Ricca.
Lusema San Gkmanni — Pastenre : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Perrero — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo •— Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Proli — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostinp — Pastore : Umberto Beri.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore ; Arnaldo Genre.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastóre : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino — Chi^e; Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Prìncipe Oddone, 7.
- Pastori Elio Eynard e Roberto Comba: Berthollet, 36,
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jahier.
moiori
ici
‘Harem
ERCOLE MARELLI & C. - S. A. MILANO
CORSO VENEZIA, 16
ARTI GRÀFICHE
= ,, L’AUlpi N A ^
27, VIA ARNAUD
‘*1,
TORREfPELLlCE
VIA ARNAUD. 27
t-'
n.
Qualsiasi lavoro tipografico
QASA V/1LDE5E DELLE DI/IC0NE55E
Fondata nel 1901.
Ha per scopo la preparazione di
giovani cristiane, che desiderano consacrare interamente la loro vita ai
Signore, curando i sofferenti.
Si mantiene mediante offerte volontarie.
Diaconesse felici ! Un’ideale lung'aniente sogrnato che si può attuare nella
vita delle nostre griovanì.
Per informazioni e offerte rivolgersi
al Direttore della Casa
SiG. Past. ROBERTO NISBET
Convitto Valdese
TORRE PELLICE (Torino)
li peccato di Davide
:. -v-k : .
'..-'■■■-A ;
... con quel secondò sguardo dato dal terrazzo
della sua reggia, Davide ha commesso !l peccato più grave della sua vita...
Vignetta del quinto capitolo del
volume :
r la [¡sa n pai
di Enrico Geymet.
In vendita presso la Libreria
Editrice Claudiana, le Arti Grafich e
« l’Alpina » e le varie Librerie di
Torre Pellice.
Prezzo netto L. 9.
II DISTRETTO:
Abbazia: « Chiesa di Cristo ». Culto alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiume.
Aosta: Chiesa: 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo
n; 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza Funicolare
Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Fpmeron (ivi).
Carema: Da Ivrea: seconda domenica.
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Coazze: Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felonica Po: Chiesa Valdese - Pastore
Lami Coisson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore C. Gay,
Salita F. Colombo, 8.
Ivrua: Chissà Valdese: Corso Botta, 5
Pastore A. Vinay, Casa Ravera,
Via Caseinette.
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Pastore Enrico Tron - Via Euripide, 9 Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alberto - Culto prima domeniioa del mese
(da Ivrea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Felonica Po).
Susa: Chiesa: Vìa Umberto I (da Torino).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da
Venezia).
Torrazza Piemonte: Chiesa Valdese (da
Ivrea) terza domenica.
Verona: Chiesa: Via Duomo (da Brescia).
Viering: Chiesa Valdese (da Aosta).
Venezia: Chiesa: Palazzo Cavagnis S. Maria Formosa - Pastore E. Ayassot (ivi).
Ili DISTRETTO:
Bordighera: Chiesa Evangelica - Via
' Vittorio Veneto, 25 - Culti: 2 e 4 dsmenìca - Pastore Davide Pons - Piani di Vallecrosia.
I"*: Borgo: Chiesa'Valdese '(da PUSS):
Borrello: Chiesa Valdese (da Carun' chic).
Campohasso: Chiesa Valdeise: Pastore
P. V. Panasela.
Carunchio: Chiesa Valdese - Evangelista S. Scudieri.
Firenze: Chiesa: Via dei Serragli, 51 I Pastore Emilio Corsani (ivi) - Chie
sa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. Vinay (ivi).
Forano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese
- Pastore Enrico Pascal.
Genova: Chiesa: Via Assarotti - Pastore: Francesco Peyronel - Via Curtatone, 2.
La Maddalena: Chiesa Valdese (da
Roma).
Livorno: Chiesa Valdese - Via G. Verdi
3 - Pastore A. Ribet (ivi).
Lucca: Chiesa: Via G. Tassì, 18 (da Pisa).
MENTONE: Chiesa Evangelica: Via
della Repubblica, 21. Culti: 1® domenica. Pastore: Davide Pons, Albergo
Miramare.
Pescolanciano. Chiesa Valdese (da Carunchio).
Piani di Vallecrosia: Chiesa Valdese Via Col. Aprosio, 96 - Past. Davide
Pons - Istituto Feironinile Valdesei
Piombino: Chiesa Valdese (da Livorne).
Pisa: Chiesa: Via Dema, 15 - Pastore
Attilio Arias - Via A. Vespucci, 11.
Rio Marina: Chiesa Valdese (da Livorno).
Roma: Chiesa: Via IV Novembre, 187 Pastore A. Sbaffi - Chiesta: Pia^
Cavour: Pastore P. Bosio, Via Marianna Dionigi, 57.
Sulle: Chiesa Valdese (da San Giacomo).
Sampierdarena: Chiesa: Via A. Cantore, 16 - Pastore: Alfonso Alessio,
Via Milano, 8 F. - Genova.
San Giacomo degli Schiavoni: Chiesa
Valdese.
Sanremo: Chiesa Valdese - Via Roma,,
8 - Pastore G. Bonnet, (ivi).
Schiavi d’Abruzzo: Chiesa Valdese (da
Carunchio),
Siena: Chtea Valdese (da Firenzi^.
Triste: Chiesa: Via S. Maria Maggiore
- Pastore Guglielmo Del Pesco, Piazza Libertà, 6.