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Prezzo Lira 15
Anno-LXXIX . N. 20
TORRE PELUCE, 27 Maggio 1949
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Ì‘
SETTIMANALE DELLA
intercessione
" Cristo Gesù è quel che è morto ; e più che
questo è risuscitato ; ed è alla destra di Dio ; ed
anche intercede per noi Romani R : 34
I momenti più significativi del dramma della redenzione sono qui
messi in rilievo: la croce, la risurrezione, l’ascensione, l’intercessione
di Cristo per noi.
La crocifissione ha la sua corwlusiorie logica nella risurrezione, la
risurrezione porta naturalmente alla, ascensione, ma l’ascensione non
costituisce ancora l’ultimo atto del dramma. Il cielo sarà perfettamente compiuto solo quando il Cristo glorioso ritornerà nella maestà della
Sua potenza per stabilire quel regno verso il quale si tende la nostra
speranza.
Noi viviamo nel tempo di questa attesa, tempo caratterizzato da
Lotte, da contrasti, da tribolazioni della carne e dello spirito, e ci è di
conforto questa affermazioTìe che: per tutto il tempo di questa aitesa,
rtoi continuiamo ad essere l’oggetto costante di un ministero di intercessione da parte del nostro Signore Gesù Cristo,
a Egli è alla destra di Dio; ed anche intercede per noi ».
L’opera nascosta del Cristo
Gli evangeli, riferendoci del ministero terreno di Gesù, sono molto sobri nel parlarci della Sua opera di intercessione, nè poteva essere
altrimenti, perchè che cosa potevano sapere i discepoli degli intimi
colloqui di Gesù col Padre Celeste?
L’ un fatto però che ripetutamente essi ci riferiscono come Gesù
Si ritirasse con frequenza in solitudine per pregare, e non è azzardato
pensare che argomento e oggetto delle Sue premiere fossero i discepoli e tutti quelli con i quali Egli veniva a contatto.
Qua e là quest opera di vntercesswne è resa palese da Gesù stesso,
•e auet pochi rijerimenti sono signipeativi. Ecco la preghiera saceiaotuie, quando Eesu, ta sera dell uttima cena, si presenta al Padre e
imerceae per i Suoi discepoU, perchè siano custoditi, perchè siano preservali dai maligno, perone siano santilicati nella verità, perche rimangano uniti, perché sia dato ad essi pure di trovarsi un giorno là dov,e
tigli e. E inciude in quella sublime intercessione anche quelli che creucrunno in Lui per mezzo detta parola dei discepoU ; che siano tutti
uno.
Ecco rintercessione per l’impulsivo e facinoroso Pietro: Simone,
Sinione, Satana ha chiesto di vagliarti come si vaglia il grano; ma lo ho
pregalo per le, ailiuchè la tua lede non venga meno.
Eie>o infine l intercessione per coloro che Lo crocifiggono ; « Padre perdona loro perchè non sanno quello che fanno ».
Questa opera di intercessione non è cessata con l’ascensione di
Gesù, ci dice la Scritturai. Colui che è salito alla destra di Dio continua ad intercedere per noi.
Gli uni per gli altri
Sull’esempio del Cristo, noi dobbiamo intercedere gU uni per gli
.. alili, perchè soltanto così sarà evidente che sian^ noi pure animati dal
ì' Suo Spirito e soltanto così si manifesterà Vunità nel Suo amore, se
•L S ' V ■
* A noi conveniva un sacerdote come quello, santo.
■ ' innocente, immacolato, separato dai peccatori ed ele
vato al di sopra dei cieli». (Ep. Ebrei VII : 26).
★ I V
^CET II
CHIESA VALDESE
condo la Sua pregMera continuai Che siano tutti uno e perfetti nell'unità. 4
Intercedere pàm gli altri vuol dire identificarsi con gli altri, mettersi veramente aV'foro posto, e questa è la vera maniera di amare il
prossimo come uoLstessi, secondo il comandamentio di Gesù.
Ci rendiamo conto del cambiamento che si manifesterebbe nelle nostre reciproci relazioni se le critiche, i giudizi, gli apprezzamenti poOQ caritatevoli, che occupano cosi largo posto nei nostri pensieri e nelle nostre conversazioni, fossero sostituiti da preghiere e supplicazikmi al SignetjB a favore degli altri? La via della vera fraternità
dei figUuoU di Die^ è questa, questo operare nascosto della mente e
delio spirito, con pentimenti di carità, che può trasformare radicalmente i nostri raptprti degli uni con gli altri.
do piani da noi stessi prestabiliti è
tale che noi aspiriamo ad elevate noi
stessi al più alto valore materiale e
spirituale, non solo, ma anche ogni
essere sul quale possiamo esercitare
un’influenza.
;
Per l’opera del Signore
L’opera del bi^iore sembra languire nel mondo, i risultati sono
scarsi, le vocazioni^ varii ministeri della Chiesa sono rare, le Chiese,
non ostante la laboriosa attività che svolgono, sembrano battere il passo.
Quale può essere la via di uscita da questa situazione ? Non altra
di quella indicataci dall Signore stesso : la via dell’intercessone.
a Gesù, vedendo le turbe ne ebbe compassione, perchè erano
stanche e - sfinite, fopae pecore che non hanno pastore. Allora Egli
disse ai Suoi discepoli ; ben è la messe grande, ma pochi sono gli opterai. Pregate dtmqi|e il Signore della messe, che spinga degli operai
nella Sua messe »
Il nostro operare è necessario ,ma tutta la nostra fatica è e sarà
vana, se non è fottéata sulla preghiera per l’opera nella quale siamo
Impegnati JnSeàm0 al ignare-d^ia messe. Ma il puavo è- questo t ci
sentiamo veramente impegnati, oppure rimaniamo indifferenti, (àia
presenza della turbe stanche e sfinite?
Lo stupore di Dio
Il profeta /seda, descrivendo una situazione per molti aspetti simile a quella dei tempi nei quali viviamo, ha una parola che d colpisce« l’Eterno ha veduto questa situazione, dice egli, e si è stupito
che nessuno intercedesse » (59/16).
« La mano derPEterno non è troppo corta per salvare, nè il suo
orecchio troppo duro per udire », dice egli, perchè dunque la situazione è quella che è?
Perchè quelli che dovrebbero intercedere sono freddi e indifferenti e l’Eterno è dolorosamente stupito che nessuno prenda la cosa tanto
n cuore da intercedere.
Doloroso stupore di Dio anche oggi per l’indifferenza di coloro
che dovrebbero essere collaboratori Suoi e non lo sona.
Chi si leverà per intercedere? La vera opera nella quale il Signole ci vuole impegnati è questa.
A. Deodaio
Il principio base della morale che
si attua come « Reverenza per la
vita » è un eleménto puro assoluto
nelle sue esigenze ed universale nei
suoi fini: è l’interpretazione dell’esigenza del perfezionamento proprio
con quello della spontanea dedizione ad altrui ; è responsabilità senza
limiti verso tutto ciò che vive.
Che cos’è quello che determina
questa morale, che la ispira e le
conferisce potenza? : E’ la compassione.
Schweitzer è convinto che l’usuale indifferenza dell’uomo dinanzi alla sofferenza dei suoi simili e degli
stessi animali, non è dovuto a speciale callosità o mancanza di cuore,
sibbene a viltà morale e la paura di
venir considerato sentimentale; un’altra forma di viltà assai comune
consiste nel chiudere deliberatamente gli occhi a quelle sofferenze di
cui si cerca di risparmiarsi la vi.sta
e considerarle come non esistenti :
con questo non si attenua il peso della propria responsabilità. 0
Ma quanto più grande la rcspou«à^;
bilità che la reverenza della vita .ci
impone rispetto al prossimo; esBa|.
appare così illimitata da diventuùei
‘ terrifìcanté pè# l’udtoio ' VuoL
sere verace e fedele a sè stesso! Quanta parte di ciò che posseggo: di beni,
di diritti, di tempo, della mia vita
stessa, debbo consacrare al mio prossimo? Non esiste uua norma valevole per tutti, ciascuno deve lisolvere la cosa per sè stesso sotto lo
sguardo di Dio che è il solo giudice
dei nostri atti.
Nel campo del perdono delle offese, la morale della reverenza per la
vita spazza via di colpo ogni nozione
oscura o dubbiosa in proposito. Ogni atto di pazienza, tolleranza e
perdono viene dettato dalla sincerità
verso noi stessi. Io sono costretto ad
usare un perdono illimitato (« settanta volte sette ») perchè se non
perdonassi sarei falso con me stesso,
in quanto agirei come se io non fossi colpevole allo stesso modo in cui
quegli che io condanno è stato colpevole verso di me. E io devo perdonare in silenzio e senza questio
■%
Mentre i nostri Missionari Valdesi
stanno ritornando al loro campo di
lavoro, rientra in Europa dall’Africa il più eminente missionario che
la Società delle Missioni di Parigi
abbia mai veduto partire: il medico
missionario Alberto SCHWEITZER.
Alsaziano di origine, ma cosmopolita di coltura : artista di temperamento, pensatore originale e profondo,
noto ormai tanto in Europa che in
America del Nord per le sue magnifiche doti.
Allievo della Università di Strasburgo, egli conseguì supeesàvamente il dottorato in Filosofia a 24 antìi
con una tesi critica sulla filosofia religiosa di Kant, il dottorato in Teologia a 26 anni con una tesi sul Cristo storico quale ci è presentato dai
Sinottici, il dottorato in Musica con
uno studio su Bach e la sua musica
di cui divenne interprete impareggiabile e infine il dottorato in Medicina sui trenl’anni che gli permise di adempiere ad una promessa
fatta a sè stesso ancora giovinetto;
di dedicarsi dopo il trentesimo anno
interamente a soccorrere il prossimo
sofferente.
ALBERTO
SCHWEITZER
nare.
' A mezzo del cammin della sua vita egli abbandona una posizione ec
clcsiastica di primo piano in Germania, per rispondere ad un appello
della Società delle Missioni di Parigi che aveva bisogno di un medico
missionario nel Basso Congo Francese, Ma lo Schweitzer aveva fama
di teologo demolitore del liberalesimo di quel tempo e la Società delle
Missioni era perplessa nell’assumere
nn agente non perfettamente ortodosso; il nostro, per tranquillizzarli, umilmente promise di noif seguire teorie eretiche e nel contempo
pubblicò uno studio sul misticismo
di San Paolo che è un gioiello dì
chiarezza e di precisione. Perchè egli si senti spìnto ad abbandonare
l’Europa nella quale stava raccogliendo degli allori e dèlie simpatie
con la sua esecuzione della musica
di Bach, C.6 lo dice nella prefazione
di quel suo libro che è assai noto fra
di noi; A l'Orée da le Forêt vierge.
Nella sua^ opera missionaria lo
Schweitzer mette alla prova le eonelusioni dei suoi studi sui sinottici
e dimostra come ancora attualmente
Gesù significa qualcosa per il nostro
mondo pagano di Europa e di Africa, perchè dal Cristo vivente-nei secoli, fluisce una possente forza spirituale - « fiumi di acqua viva », perchè Gesù è lo stesso ieri, quando ne
parlava colla Samaritana al pozzo,
oggi e per tutti i secoli -,
Particolarmente penetrante è la
sua conoscenza della psiche e dell’anima dell’indigeno africano: la
isuperslizione e l’ignoranza non hanno del lutto spento la fiammella divina che c’è in ogni uomo: il negro
non è diverso dia noi bianchi orgogliosi che l’abbiamo finora considerato come un essere inferiore.
L’attività pratica del me-dico e, del
fondatore deH’ospedale di Lam,barene, alla costruzione del quale egli
contribuisce con le proprie braccia,
non impedisce allo Schweitzer di
proseguire nelle sue meditazioni e
nei suoi studi.
La potenza di astrazione della sua
mente è tale che non solo si tiene in
esercizio per la sua musica di’organo,
con le dila su di un comune tavolo di
legno a cui aveva aggiunto un pedale
ma in un viaggio in piroga vti>o
l’alto Ogumè, mentre i vogatori si
affannano a tener lontani dallo scafo i caimani che tentano di rovesciarlo, il nostro mette a punto quel
pensiero sul quale s’era già tanto
fermato, del « Rispetto o meglio revereuza per la vita ».
Per lo Schweitzer, il postulato
fondamentale dell’esistenza non è il
cartesiano « Cogito ergo siitn » cioè
« Io esisto in quanto penso » ma è
qualcosa di assai più concreto: « In
sono vita che vuole esplicarsi e cosi
lo sono gli altri esseri intorno a me,
quindi la mia vita deve esplicarsi in
mezzo ad altre vite che esse pure vogliono esplicarsi ». Questo non è un
concetto astratto ma è conoscenzia diretta, immediata, sufficienti' che deriva dalla considerazione della mia
propria vita e dal contsitto con la vita delie altre creature. L’impulso
verso la perfezione eh' sentiamo in
noi che possiamo muoverci liberamente e siamo cajnci di agire sc-con
Per quanto sia assai difficile giudicare una persona di quel calibro intellettuale e morale, che si può mettere al pari dei più grandi missionari, dagli scritti suoi si ha l’impressione di una natura forte ma calma
e serena, la quale ha dato fin dagli
anni della sua giovinezza un saldo
ind'irizizo alla propria vita aiutata in
ciò da una intelli^nza chiarissima e
da una volontà seria e fattiva. Non
sembra che egli abbia sperimentata
la crisi della conversione - è questa,
cosa che riguarda solo lui e Dio - :
almeno non ne parla ma sappiamo
che, cresciuto in ambiente profondamente cristiano la sua fede è andata fortificandosi senza scosse a malgrado dei suoi studi filosofici e teologici. Ebbe fin dalla giovine età
l’intuizione precisa dei massimi problemi dell’esistenza alla soluzione
dei quali si applicò con perseveranza e con quell’acume che contraddistingue tutta l’opera sua, ma sopratutto con grande sincerità.
Certo egli ci porterà dall’Africa
nuove esperienze e saprà far valere
ai nostri occhi l’importanza dòll’opera missionaria e interessare ad essa migliaia di suoi ammiratori.
T. J.
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L’ECO DELLE VALU VALDESI
LA CHIESA NEL MONDO
Valli
la pace e il patto atlantico
Le discussioni che hanno preceduto la firma del patto atlantico non
sono state senza eco in molti ambienti elcclesiialaitììci; diverse pers3nalità ed organismi ecclesiastici hanno rivolto messaggi alle loro comunità ed al mondo. Riproduciamo ([ui
alcuni di questi messaggi, insieme
ad alcune prese dì posizione ufficiali
od ufficiose.
In Bulgaria
La Chiesa ortodossa bulgara si è
unita ad altri gruppi in una campagna per la pace mondiale. Punto
culminante della campagna è stato
un messaggio rivolto dal Santo Sinodo al popolo, in cui è detto tra l’altro :
« I popoli di tutti i paesi del mondo aspirano alla pace, ma intanto si
odono voci in favore della guerra. Invece di creare pacifici legami tra le
nazioni, si concludono alleanze che
minacciano la pace. Si costruiscono
armi nuove e somme enormi sono
spese a questo scopo, somme che potrebbero servire alla ricostruzione e
al benessere di tutta l’umanità ».
Il Sinodo afferma che proprio per
combattere contro questo « nuovo
tentativo di istigazione alla guerra »
le nazioni del mondlo, con l’Unione
sovietica alla testa, « fanno udire la
loro potente voce in favore della pace ». (S.OE.P.I.).
Nazionalismo etiopico
La Chiesa copta d’Etiopia, per
bocca dell'Abuna Basilio, ha rivolto
questo appello; „
tc Poiché le buone azioni devono
essere compiute per volontà dell’Iddio Onnipotente, la Chiesa d’Etiopia
ha deciso di consacrare la giornata
del 5 aprile alla preghiera per l’impero... Pregheremo, come Iddio ci
ispirerà, affinchè l’Assemblea delle
Nazioni Unite lavori con giustizia
per il mantenimento della pace nel
mondo, per il ritorno dell’Eritrea e
dei Benadir all’Etiopia, loro madre
patria. Poiché la decisione cui giungerà TAssem^blea significherà vita o
morte per i popoli oppressi del mondo, domandiamo a tutti di unirsi alle no^re preghiere perchè Iddio benedica i lavori dell’Assemblea delle
Nazitmi Unite ». (Réforme)
Al Congresso del
“ Christianisme social
Tra le numerose risoluzioni votate
dal Congresso del movimento del
Christianisme social, che ha avuto
luogo al principio di marzo a SaintEtienne, ve n’è una che concerne i
rischi di guerra; in essa il Congresso
condanna « da qualunque parte vengano, gli accordi militari che col
pretesto di favorire la pace, accentuano il potenziale aggressivo dtei
due blocchi ». (Christianisme social).
Un’opinione americana
Una conferenza di studio sid tema
« le Chirae e l’ordine internazionale »
sotto gli auspici del dipartimento per
la giustizia del Consiglio Fedente
delle Chiese di Cristo in America, si
è riunita a Cleveland; erano presenti
465 delegati rappresentanti 48 denominazioni ed organizzazioni religiose.
In seguito od una dichiarazione
intorno alla responsabilità morale ed alla potenza degli Stati Vniti, il Consiglio federale ha inviato
un telegramma al presidente Truman
ed al segretario di Stato Aìcheson; il
telegramma è già stato reso noto dal
nostro giornale.
Nel messaggio redatto dalla conferenza di Cleveland, ai legge tra l’altro :
e. Noi riaffermiamo la nostra assoluta convinzione che la guerra con
l’Vnione sovietica non è inevitabile;
la crediamo anzi improbabile, se gli
Stati Uniti sanno impiegare giudiziosamente la loro potente influenza. Si
tratta qui di cercar di mantenere aperle tutte le vie possibili per negoziare e per riconciliare. Se propagandate con metodi di tolleranza, ideologie contradditorie possono coesistere senza che ne risulti un conflitto
armato. Si moltiplicano le prove che
mostrano come i dirigenti sovietici si
rendano conto sempre di più che i loro metodi di intolleranza sono privi
di effetto quando siano applicati ad
una. società sana. Perciò una guerra
preventiva sarebbe una follia ed un
pecccVbo. Una società dove regna la
giustizia è impermeabile al comunismo, il quale, se allevia certi carichi,
ne fa ricadere sulle spalle del popolo
altfri ben più pesanti e penosi. Ogni
nostro sforzo deve tendere a far regnare la giustizia- e la libertà su tutta la
faccia della terra ». (S.OE.P.I.)
<( La OMesa cristiana oirtodossa, che
proclama il messaggio della pace e
'della carità, cousttcta con dolore ohe
lo spettro di una miova e più terribile
guerra si profila all’orizzonte politico del mondo, e oh« in certi paesi la
guerra è apertamente preannunoiata e
preparata.
Un .commento
di radio-Vaticano
Messaggio
del patriarca di Mosca
In occasione del 'Congresso per la di.
fesa della pace, tenutosi a New York
il 25 marzo, il patriarca delia Chiesa
ortodossa di Mosca ha inviato un messaggio, in cui tra l’altro afferma:
Conferenze
all’Istituto. di..Bossey
Evangelizzazion e
Questo tema è stato discusso, all’Istituto ecumenico di Bossey da un
gruppo di rappreentanti di varie nazioni {Germania, Danimarca, Stati Umti, Francia, Inghilterra, Ungheria,
India, Olanda. Svezia e Svizzera); erano pure presenti membri del Segretariato generale e di vari dipartimenti
del Consiglio ecumenico.
Nel corso delle discussioni, un problema tornava continuamente in primo
piano: la Chiesa è incapace di far
fronte alle moderne condizioni di vita;
essa è incapace di incontrare il mondo
e per conseguenza di incorporarsi ìgU
uomini afferrati dalla fede cristiana.
C è dunque un compito fondamentale
per la Chiesa nelle attuali condizioni ;
bisogna che essa dimostri che cosa è
una vera comunità, nella quale siano
oltrepassate le differenze di classe e
d’origine. Una evangelizzazione bene
intesa può essere un mezzo straordinariamente potente per il risveglio
delle Chiese.
Ma come raggiungere il mondo?
Come evangelizzare? Due punti di vista del tutto opposti hanno dominato il
dibattito. L’uno di essi potrebbe essere definito un tentativo modernizzato
di evangelizzazione dell’individuo, per
convertirlo al Cristo. L’altro punto di
vista insiste piuttosto sulla missione
profetica della Chiesa, che tende non
alla conversione individuale, ma a stabilire dei contatti col mondo, per mezzo dei quali possano apertamente affrontarsi l’interpretazione cristiana
della vita e le concezioni del mondo
moderno. Questo (Meggiamento esi^ge
uno sforzo perseverante, con uno stadio
approfondito delle masse sociali moderne. In questo incontro la Chiesa ha modo di imparare dal mondo nella stessa
misura con cui ha da insegnargli.
(S. DE. P. /.),
ps'Csi scandinavi, Svizzera, India,
Francia, Germania occidentale, e Stati Uniti. Ecco quanto ha scritto in proposito il settimanale francese « Réforme » ;
« On peut se demander en quoi les
Eglises peuvent bien s’intéresser au
métier de journaliste. Sans doute ontelles conscience de l’importance de
la presse, de la radio, et des possibilités de les utiliser pour faire sa propagande. Il existe de très nombreux
journaux confessbnnels, des quotidiens chrétiens ; dans certains pays les
Eglises peuvent s’exprimer largement
dans les colonnes des quotidiens « séculiers ». On pourrait être satisfait de
cet état de choses.
Mais un examen attentif de la situation conduit à formuler deux remarques fondamentales:
La presse confessionnelle est dans
la plupart des cas illisible pour un noncroyant et extraordinairement timide
pour aborder tous les problèmes qui
troublent le monde contemporain, incapable d aborder l’hifetoire contemporaine et de 1 expliquer. Il lui faudrait
donc se soucier davantage de la vie du
monde si elle veut être lue.
Stampa
Sempre all’Istituto ecumenico di
Bossey, si è riunita una conferenza cui
hanno preso parte una ventina di' giornalisti, rappresentanti la stampa religiosa o laica d’Inghilterra, Olanda,
Les journalistes chrétiens qui travaillent dans la presse séculière n’ont
pas le souci loî^u’ils analysent les
faits contemporains de les comprendre
à travers ce qui fait leur conviction intime, mais à travers des convictions
politiques, sociales, philosophiques étrangères à leur foi. Pourquoi sont-iils
dans cette profession ? Est-ce pour défendre des principes moraux, des attitudes chrétiennes, un passé conservateur? Ils doivent répMidre à toutes
ces interrogations. Coîmme les Eglises
doivent y répondre,
C’éta t là la raison d’être de la conférence de Bossey, qui se déroulait
suivant trois grands thèmes. « La tâche
prophétique du chrétien dans la presse I) présentée par M. A. Finet; « Le
problème de rinformation exacte et
ses implications» par M. P. L. Bret;
« Comment l’Eglise peut-elle user de
son influence pour sauvegarder la liberté de presse », par M. Sorensen ».
(Réforme).
Le Chiese Americane
a favore della libertà religiosa
Mentr« 'benediciamò la più ferma vo.
ilontà 'di paèe d«ii ipopoli e le proteste
che da ogni paarte contro la
guerra, affermiamo, al tempo stesso che
la Chiesa ibemedioe: e continuerà a benedire la difesa <Jella patria, perchè
essa vi vede la più alta espressione del.
l’amor di patria, naia azion« eroica, di
cui così parla la iSerittura ; non vi è
amore ipiù grande del dare la vita per
i propri amici... »* (Réforme)
A proposito del patto Atlantico, la
Radio del Vaticano ha 'dichiarato, il
20 marzo, ohe tale 'patto, nella sua essenza e nel suo scopo, è uno sviluppo
del pensiero del pontefice, anche se il
papa Pio XII non ha in alcun modo
contribuito alla sua redazione. La solidarietà nella famìglia dei popoli non
permette di restar pentfali quando altre nazioni sono attaccate ; la (3hiesa
sostiene tutte le a^oni ohe vogliono
servire la 'pace e nel contempo teneii libero il posto ove possa sviluipparsi la
morale e la cultura cristiana. (Réforme).
Il comitato esecutivo del Consiglio
Federale delle Chiese di Cristo in America ha pubblicato il 15 marzo
questa dichiarazione sul tema della
libertà di religione;
« Da quel che succede in diversi
paesi d’Europa, appare evidente che
i governi controllati dai comunisti
hanno lanciato una offensiva sistematica contro le Chiese. Anche se
non si tratta di persecuzioni manifeste contro i cristiani,... è chiaro che
gli Stati totalitari sotto il dominio
comunista sono decisi ad impedire
alle Uhiese di esercitare un’inilueuza
nella vita pubblica. Alla luce dei recenti avvenimenti, non si può più dubitare che io scopo di tali stati è di
condurre le Chiese alla subordiua• zione.
L’attacco dei governi comunisti è
rivolto contro ogni forma di religione organizzala che si rifiuti di diventare strumento politico. Tutte le Chie.
se sono chiamate a difendere una
legittima libertà religiosa contro le
pretese dello Stato totalitario. Esse
devono unirsi per resistere — con i
mezzi che alla Chiesa si addicono —
contro Ogni tentativo di un regime
politico ateo per restringere o rovinare l’influenza della religione.
La nosti'a testimonianza, in nome
della libertà di religione, non si limita però agli Stati posti sotto controllo comunista. Vi è anche un totalitarismo di tipo fascista, che è ostile
alla libertà di religione. Certi Stati,
che pretendono difendere i diritti
della religione, possono in pratica
negare tali diritti nel modo con cui
trattano le minoranze. Non possiamo
tacere il fatto che in Spagna, in Argentina e altrove esistono oggi gravi
restrizioni alla libertà religiosa. Ponendoci quali campioni della libertà
di religione, noi intendiamo opporci
ad ogni costrizione praticata da una
qualsiasi potenza terrena, politica o
ecclesiastica, che si arroghi diritti
che non appartengono che a Dio e
i crehi di esercitare un controllo sulla coscienza dell’individuo » (S. O.
E. P. I.).
tins Conii»nor8zlost
•••
.-.cui pochi Va.ldesi hanno potuto assistere, ma che avrebbe certamente
interessato parecchi, fu tenuta-qualche
tempo addietro aH’Accademia di Medicina di Torino. Il prof. Arnaldo Malan
(che ci ha lasciati ora è un anno) fu ricordato Con elevata e commossa allocuzione dal iProf. Carlo Bruzzone. Non
crediamo che gli Atti della Accademia
hanno potuto dalla fondazione o potranno nel futuro registrare frasi che per
noi, Valdesi, maggiore significato possono avere di quelle pronunziate in
quella occasione.
Lo schematismo delle consuete commemorazioni —. disse l’Oratore — non
può essere seguito da noi che vivemmo,
quasi tutti, accanto ad Arnaldo Malan
in familiare e quotidiana consuetudine
per lunghi anni e che tuttora ce lo sentiamo vicino nella tipica figura di uomo
intimamente modesto, nemico, per nata'a e per abito mentale, di ogni esteriorità, col fascino tulio particolare, fatto di rispetto e di ammirazione, che la
bontà vera diffonde attorno agli spiriti
eletti.
Figlio di un Pastore evangelico, ebbe un senso religioso della vita e mantenne questo suo carattere di spiritualità in ogni momento della prassi quotidiana come nell’arringo scientifico;
della sua gente valdese ebbe le caratteristiche di correttezza, di simpatico
riserbo, di contegnosa, austera signorilità con autocontrollo rigido e severo
nelle parole e nelle azioni, con la grazia cortese del ga-lantuomo e del gentiluomo.
Coloro cui sta a cuore il problema
della nostra opera di evangelizzazione
troveranno in queste autorevoli parole
una Prova dell’esistenza talora poco
conosciuta di attività svolte in ambienti del tutto estranei af nostri e tutte spese direttamente per il bene, indirettamente per la nostra Chiesa.
D’altra parte quei pochi che ebbero
la ventura di trascorrere col Prof. Malan 1 tristi momenti della prova si allietano di vedere pubblicamente affermato che la stima della quale Egli godeva
era fondata anche sulle sue superiori
'neguagliabili qualità morali, di cui essi ebbero prova.
Infine molti Valdesi, laici e pastor’,
cui un, esempio etico viene così autorevolmente ricordato, potranno convincersi della possibilità ed utilità di una
vita impiegata umilmente alla attuazione dei migliori princip; cristiani, lungi
da quegli esibizionismi che sensibili
danni possono arrecare alle nostre comunità. B. H
Notizie Brevi
Il Vescovo Ordass
in prigione
Il « Religious News ,S«rvioe » rife
risoe da Budapest che il vescovo Lajos Ordass, capo della Chiesa luterana
ungherese, condannato a due anni di
prigione e a cinque anni dif privazione dei diritta civili, gode buona salute e sopporta coraggiosamente la sua
vita dii prigioniero.
Queste notizie sono state date dai
dr. John Kardos, difensore dei vescovo nel processo intentato da] governo
ungherese nell’autunno 1348. Il dr.
Kardos ha ■visitato il vescovo nell»,
prigione di Szeged e l’ha trovato sempre deciso a non dimettersi dalla sua
carica episcopale; il vescovo ha anche
respinto la proposta di reyisione del
suo processo. Egli aspetta ^di uscir di
prigione allo spirar della péna ; può
darsi che venga graziato alla fine del
1343 per buona condotta. E’ però dubt*io ohe egli possa continuare a conservare la sua carica ecclesiastica.
Traduzioni della Bibbia
'Secondo 1© ultime statistiche, che
portano la data del dioeanibr© 1948,
l’intera Bibbia è stata tradotta in 188
lingue, il Nuovo Testamento in 24.‘i,
gli Evangel'ii od altre porzioni della
Bibbia in 595, ©d infime certe parti
soltanto in 92 lingue; in totale dunque
si tratte di traduzioni della Bil»bia o
di parti di essa in 1108 lingue
(S. O. E. P.' T.)
Il processo del Cardinale
in discussione aU’ONU?
Su richiesta del delegato americano,
rO N U Vuol« intcrvenlir© nel processo del cardinale Mindszenty © in quel,
lo dei pastori bulgari.
Il sig. Malik, delegato russo, ha sostenuto che l’O.N.U. non dev© occuparsi degli affari inteimi di un pa<^
e oh© per di più il cardinale era un
guerrafondaio.
LA PREGHIERA
SACERDOTALE
Questa è la vita eterna : che
conoscano Te, il solo vero
Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo.
lo non 11 prego che tu II
tolga dal mondo, ma che tu II
preservi dal maligno.
Che stano tutti uno; che come
tu, o Padre, sei in me, ed Io
sono In tc, anch’essi siano in
noi ; affinchè il mondo creda
che tu mi hai mandato.
.Secondo l’opinione della maggioraliza, però, un dibattito su questo pio.
blcma dovrebbe aver luogo all’asscm.
bica generale. (Réforme).
J
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'. ECO DELLE VALU VALDESI
OBBIETTIVI
Ministero laico e teologia
t Lettera aperta a Teódoro Raima She COSa possiamo fare 7
Caro Amico
Ho Iettò il tuo art'colo pubbldoato sul
N. 18 dell’Eoo delle Valli e l’ho trovato di un interesse così vivo e palpitante che non posso resistere al desiderio di afferrare la mia penna per incoraggiarti a farti animo e a trattare con
coerente virilità il problema che hai
sollevato. Hai detto cose giustissime,
|.hai scoperto un problema importante,
hai diagnosticaito una grave malattia
' eppoi, come farmaco risolutivo, invece
I della penicillina hai ordinato una tazy za di camomilla !
, f Mi spiego !
, Nella tua premessa hai affermato che
’ i « programmi di teologia e di cultubiblica per i nostri predicatori lam
non devono essere diettoM dalla nostra
Facoltà di Teologia per la ragiorte semplicissima che i predicatori laici non
_sono chiamati ad essere dei teologi, ma
’^'"ad essere degl; evan^gelizzatori i>. Premessa giusta oggi ma che sarebbe sta"" falsa duemila anni or sono.
Oggi, indubbiamente, c’è una differenza evidente fra i teologi e gli evangelizzatori. I primi sono gente dotta
, che Vive a tavolino in mezzo a libri e ri* viste e passa il suo tempo nello studio
e neirinsegnamento. Gli altri si met^ ^ tono a tavolino solo per quel tanto che
è indispensabile per la loro preparazione quotidiana eppoi si rimettono in movimento come dei commessi viaggiatori, lin cerca di anime. Per i primi la cul® tura è in certo senso un fine, per i secondi un mezzo utile ma non sempre
necessario. Diffìcilmente dei professori
in teologia si dedicano ad attività di■ rettamente ed intensamente evangelistiche e molti ardenti ed efficaci evangelizzatori non brillano per troppa culi;- tura. Par quasi che fra i due debbano
vigere abitudini ed orientamenti diver: si. Tanto è vero che il talento evangelistico non è generalmente richiesto
agli uomini che mandiamo alla nostra
Facoltà; quel che importa è che siano
degli uomini di cultura. Nello stesso
modo è raro ohe i nostri uomini dd punta, che sono evangelizzatori aggressivi
e vanno fare opera di colportaggio sui
mercati e a predicare sulle piazze, nelle fabbriche e nei cinematograifi, siano
chiamati a reggere una cattedra alla
nostra Facoltà. Perciò tu dici : {( 1 programmi di studio degli evangelizzatori
non devono essere formulati dalla Facoltà M, e, oggi come oggi, ti dò pienamente ragione ».
X’e^empio di paolo
Studiamoci di riavvicinarla a qùeH’opera della missione e dell’Evangelizzazione con la quale essa dovrebbe stare
sempre in vivente contatto. Preghiamo
i suoi professori di prendere essi medesimi la direzione delle nostre campagne di Evanigelizzazione, dd stabilire
contatti diretti e costanti con i nostri
avamposti e di farvi anche frequenti
soggiorni a scopo di studio e di esperienza. Chiediamo pure alla nostra Facoltà, fra una lezione di greco ed una
dd ebraica, qualche lezione pratica di
colportaggio e di evangelizzazione e
se domani — il più tardi possibile —
si farà vacante un posto tra ; nostri professori scegliamo, per sostituirlo, il più
valente tra i nostri evangelizzatori. E
in avvenire, tra i requisiti necessari
per diventare professore ;n Teologia, anziché quello di aver pubblicato molte
tesi teologiche o sapienti dissertazioni
religiose, come si richiede in certe Facoltà delTestero, esigiamo quello di aver fondato una chiesa o almeno di aver condotto molte anime aH’Evangelo.
Questa è la via maestra che dobbiamo seguire in visti della sempre più
efficace opera nostra dii testimonianza,
non quella di sottrarre i nostri nuovi
Evangelizzatori aiPinfluenza della nostra Facoltà.
Avrei tante cose^ ancora da dire ma
le lascio per ora n^la penna altrimenti la mia epistola si”fa troppo lunga, lina sola cosa devi àncora permettermi
di dirti in gran fretta : Non fare più
l’insana distinzione tra laici e non laici'.
Siamo tutti uguali!!Sono duemila anni
che TEvangelo ha proclamato la dottrina del sacerdozio universale e sono otto secoli che Pietro Valdo l’ha richiamata in onore e quattrocento anni che
Lutero l’ha riaffermata e tu continui ad
opporre i laici agli ecclesiastici. Mi pare che sia tempo di finirla e di seppellire per sempre delle distinzioni che
non hanno consistenza e che non servono ad altro che a ricordare uno stato di travisamento dell’Evangelo e di
ribellione a Dio. Basta una buona volta! '
Perdonami la franchezza e credi al
mio affetto. yfi montanaro valdese
Teologia
ed Evangelizzazione
Ma non ti dò ragione se consulto i!
mio Nuovo Testamento e vi leggo che
il più ardente dei suoi evangelizzatori
era pure il più grande dei suoi teologi
e che, per lui, la sua teologia era in
funzione della sua evangelizzazione
quotidiana. Che Paolo, il grande discepolo df Gesù, il maestro di S, Agostino,
di Lutero e di Carlo Barth, era un
uomo dalla vita itinerante, che sollec'tava il -contradditorio nelle sinagoghe,
si faceva zittire nell’Aréopago e lapidare sulle piazze e per andare ad evangelizzare i grandi sa presentava come
si direbbe oggi con le manette e tra i
carabinieri. Allora, ai tempi di San
.Paolo, la licenza Teologica si conseguiva sugli stradoni polverosi, ó nelle viuzze affollate dei porti di mare,
E poiché tutto ciò è vero, tu dici, mettiamo la Facoltà con i suoi professori
in un museo e affinchè l’evangelizzazione si compia e il Regno di Dio progredisca, diamo vita ad una nuova categoria di operai e prepariamoli in modo diverso e affinchè non corrano il rischio di prendere una piega non buona,
evitiamo persino che i loro programmi
di studio siano forniti dalla Facoltà
Teologica. Tu dai alla Teologia, malgradc le tue proteste di considerazone,
un certificato di impotenza e vuoi seppellire i nostri cari professori prima che
abbiano detta l’ultima loro lezione...
Questa tua rassegnazione ,mi ^mbra, non è buona. Piuttosto chiamaci
a raccolta affinchè uniamo i nostri sforzi attorno alla nostra Facoltà e la aiutiamo onde possa essere meglio ciò òhe
la nostra Chiesa attende da lei.
Nell’articolo (( Ministero laico e
Teologia » Teodoro Balma sembra elogiare la nostra Facoltà Teologica, ma
il suo elogio è la cntica più severa,
perchè una teologia che sia fine a sè
stessa è un lusso speculativo ohe può
permettersi un’accademia platonica,
non la Chiesa che vìve « fra i tempi »,
doè vigilando come la vergine savia
nell’attesa del Signore.
Non scrivo queste righe per giustificare la nostra Facoltà e me stesso;
ma è necessario^ che nella Chiesa si
sappia quale sia la vera funzione della
teologia.
Attraverso i secoli e millenni la tradizione cristiana, e quindi la dottrina e la
predicazione evangelica facilmente si
inquinano con idee e credenze e devozioni estranee al primitivo messaggio,
come le acque di una limpida sorgente
alpina nel loro lungo corso verso il
piano. La funzione fondamentale della
teologia è di vigilare, affinchè ciò non
avvenga e la predicazione e la dottrina
cristiana siano sempre portate alla fonte, alla Parola di Dio. Pietro Valdo,
Lutero, Calvino con la loro Riforma
non vollero altro. La Riforma del XVI
secolo fu un frutto della riflessione teologica... con il dono dello 'Spirito .Santo. Certamente lo Spirito Santo ; ma che
cosa vale nella Chiesa ciò che ticn è
compiuto per mezzo dello Spirito Santo?
zione col lavoro che svolge insième al
(( Centro Evangelico di Cultura » con
conferenze settimanali • nell’Aula Magna e con pubblicazioni, con la sua presenza all’Università mediante conferenze e interventi in pubblici dibattiti e
con rumile e più bella missione domenicale fra gli operai di CoHeferro, missione compiuta da professori e studenti
della Facoltà e dai così detti « laici »
di una comunità rimana.
-Naturalmente 4» Facoltà Teologica
non sostituisce, ma integra il lavoro
compiuto dalle comunità. Nel corpo di
Cristo ogni membro ha la sua funzione,
ma nessun membro è fine a sè stesso.
Valdo Vinay
S* permesso^
Quale laico — ma perchè si parla
di laici? nella Chiesa non ci sono laici,
siamo tutti ecclesiastici, tutti sacerdoti,
se non prendiamo alla leggera 1 nostro
battesimo, altrimenti se ci sono dei lairi nella Chiesa che senso ha parlare
di sacerdozio universale? — o quale
cristiano che si accinga con t utore e
tremore a predicare la Parola di Dio può
fare a meno di questo aiuto critico, dì
questa vigilanza della teologia? Probabilmente soltanto ohi è molto sicuro
di sè e senza neppure accorgersene —
per mancanza di autocritica — si serve di una pessima teologia neppure
degna di tale nome.
Dunque non c’è e non ci deve essere
divorzio fra teologia e proclan.azione
evangelica, fra Facoltà Teologica e opera di evangelizzazione.
Questa è la linea di condotta ohe la
nostra Facoltà Teologica sii sforza di
seguire. Lo studio teologico va preso
sul serio, perchè lo studio è ascesi e
vigil a. Chi non prende sul serio lo studio, cioè la meditazione che precede la
parola e l’azione, sarà superficiale e
negligente anche nella pratica. Ma
questa concentrazione teologica non signif ea disinteresse per l’evangelizzazione, Anzil
E la nostra Facoltà è costantemente
impegnata nelTopera di evangelizza
FT permesso introdursi in questa
severa e vitale discussione con una
modesta domanda?
Eccola: è proprio il oaiso di alzare
così forte la voce contro « l’insana
distinzione tra laici e non laici ».
quand.o è ben risaputo tra noi che
tale distinzione non è di per sè stessa
contraria al sacerdozio universale dei
credenti, nè riflette Vinsegnamento
cattolico romaino sulla « Chiesa docente e Chiesa discente », ma possiede più che altro un valore puramente pratico, per distinguere coloro i quali esercitano normalmente il
ministerio del Pastore o dell’Evangelista, in risposta ad una vocazione
ricevuta, da coloro i quali normalmente assolvono titri compiti nei
quali possono, è vero, recare la loro
preziosa testimonianza cristiana ed
Verso Pentecoste
Profezie e promesse
Ecco, i giorni ttengono, dice l’Eterno,
che io i/brò un nuovo patto con la casa d'Israele e eoo la casa di Giuda}
io metterò la mia l^gge nell’intim^ loro,
la scritterò sul loro avare
e io sarò loro Dio ed essi saranno mio popolo.
E non insegneranno più ciascuno il suo compagno
e ciascuno il suo fratello, dicendo:
a Conoscete l’Eterno! » poiché tutti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande, dice I Eterno.
Poiché io perdonerò la loro iniquità
e non mi ricorderò più del loro peccato. (Geremia)
E spanderò sulla casa di Davide
e sugli abitanti di Gerustdemme
lo spirito di grazia e di supplicazione;
ed essi riguarderanno a me,
a colui ch’essi hanno trafitto.
(Zaccaria)
V’aspergerò d’acqua pura e sarete puri;
io vi purificherò di tutte le vostre iniquità
e di tutti i vostri idoli.
È vi darò un cuor ntuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo;
torrò dalla vostra carne il cuore di pietra
e vi darò un cuore di carne. •
Metterò dentro di voi il mio spirito
e farò si che camminerete secondo le mie leggi
e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni. (Ezechiele)
Non per potenza nè per forza,
ma per lo spirito mio,
dice l’Eterno degli eserciti.
(Zaccaria)
Avverrà che io spanderò U mio spirito sopra ogni carne
e i vostri figliuoli e le vostre figliuole profetizzeranno,
i vostri vecchi avranno dei sogni,
i vostri giovani avranno delle videni;
e anche sui servi e sulle serve
spanderò il mio spirito,
E avverrà che chiunque invocherà il nome dell’Eterno
sarà srdvatQ.
(Gioele)
Così parla il Signore, l’Eterno:
Vieni dai quattro venti, o spirito,
soffia su questi uccisi
e fa che rivivano!
(Ezechiele)
esercitare un vero ministerio (servizio) Cristiano?
Quando noi chiamiamo « laici »
i nostri fratelli non pastori nè evangelisti, è chiaro che non pronunziamo su di loro un giudizio di inferiorità morde e spirituale. Se questo
avviene In qualche sfera reli^osa,
diciamo subito che ciò è da condannarsi. E quando parliamo di « predicatori laici » non intendiamo creare unii categoria di modesti predicatori,, sempliciotti assai per potersi
fregiare del nome di Pastori o di Evangelisti, ma vogliamo alludere a
quei cari fratelli in fede i quali trottano il modo (c son ben rari) di consacrare una parte della loro attività
di’opera del Signore nel ministerio
della predicazione del Vanelo.
E’ il caso di scandalizzarci per l’uso di un termine che, volere o no,
esprime pure un dato di fatto, una
realtà, anzi una realtà della chiesa
primitiva?
Altrimenti, perchè conservare ancora l’espressione « membri laici
della Tavola Valdese » o a del Sinodo » o « delle Conferenze Distrettuali? ».
Perchè non chia<marci tutti a sacerdoti » {dal sacredozio universale)
o tutti « Postoti » o semplicemente
tutti « fratelli »? (Dir.)
Tanto ipuò andar lontana — anche
oltre la volontà degli uomini — la po.
tenza dell’odio teologico, il più stupìdo e bestiale di toitti gli odi.
GIOEG-K) M. GIBAiROET: Il messaggio della creazione nell'Antico
Testamiento — Ed, C. E. G. — près,
so GlasidAana — Torre PelHce — Idre 100.
riviste
‘CAJtLO GAY ; La Bibbia e tV, suo messaggio — Ed. C. E. O. — presso < Saudiana — Torre PdlMee — L. 250.
Lo scritto di Gay si rivolge ai lettori di media cultura che prendendo
in mano le Sacre 'Scritture, forse per
la prima volta, dopo averne letto alcune pagine qua e là, rimangono perplessi sul significato ed il valore del
(( Libro Sacro » e si doman daaio :
« Che cos’è la B ibbiia » ?
M'a certo si rivolge anche a coloro
che già piò volte hanno oominoiato a
meditare questo libro dal primo capitolo della Genesi e poi «i sono arenati
in qu.Tlohe capitolo del T^nvitico sul
cerimoniale israelitico o sono rimasti
molto i'noerbi e dubbiosi sul valore del
le H Sacre Pagine » leggendo qualche
episodio dell’Antico Testamento che
sembrava immorale.
Studiosi della Bibbia; acquistate
questo libro.
Il Pastore Girardet ha dedicato una
quarantina di pagine allo studio serio,
documentato ed ai tempo stesso acoessibile a tutti dei primi capitoli della 'Bibbi a. La 'brevità dello studio non
deve far pensare ad una mamoamza di
solida preparazione esegetica e ecientifioa; anzi, i vari capitoli sono come
la sintesi di tutto un lavorio critico e
teologico effettuatosi nella mente dii
molti studiosi della (Bibbia, in modo
speciale dei Taoconti 'della creazione.
Non si può fare a meno di leggere questo studio oan. benefìeio spirituale e
culturale. Le conclusioni sono che il
messaggio della creazione nell’Antico
Testamento non ha valore di informazione scientifica o filosofica, non
è un semplice capitolo della Storia
dello religioni; <( il tx&ore attuale del
messaggio della creazione va ricercato
nel fatto che esso ci presenta Dio e Tuo.
•mo di fronte, personali l’uno e l’altro
in un mondo dove tutto è espressione
crea e serba il segreto dèlie sue azioni
im 11 nmtmdo dove tutto è espressione
della sua volontà; e di frontg a luì e
per mezzo suo l’uomo, non astratto, ma
concretamente determinato nel popolo
d’Israèle, chiamato ad essere il veicolo della salvezza ».
Il messaggero evangelico i(Il testimonio).
S. MAS'TROGIOVANNI ; Un ddaioUro oMtodafè — E. C. E. C. — presso Clcmdiana — Torre PelUee — Tè.
re 140.
Dopo 144 anni da quando Geltrude
Cordovano era stata bruciata viva a
Palermo come eretica, i suoi lontanissimi diisoendenti pagavano ancora un
annuo tributo alla Stato italiano,
sucoessoTe del R^no delle due Sicilie,
per le spese di 26 anni di oaroere, del
processo, della tortura e del rogo.
■ •i*;
Periodico quindicinale dell’Opera
evangelica 'battista in Italia. Offre un
quadro deU’opera della Ohiesa sorella
e contiene notevoli pagine dii edificazione spirituale.
Revue de VEvamgélisation — 47 Rue
de Olichy — Paris.
iLa rivista pone iil lettore in contatto con la vasta e complessa opera di
evangelizzazione oomipiuta dalla « iSbciétò Central© d’Evangélisation » in
Francia, mediante culti, coniferenee,
pubblicazioni, posti di testhnonianza,
4
- . L 'ECO- DELLEi VALLI .VALDESI
proifiiiioiìì oia«imatogTa£citie. iSi sente
oh« il iprolblema della evaingeiliazazione
ìa senso ampio è airordine del giorno
e eh« le ofaaese sono ohiaimat« a rendersene conto.. •
no d'lsrael« (J. Biohon), II prégindi.
aio d«lla gioventü (J. Benda).
ChristMtnigtne Social — 8 Eiu« de Pro.
vence Versailles.
The Preabyterion World — 17 Rue Ma.
lagno« — Oenòve.
Questa rivista è l’organo ufficiale
della Alleanaa Universale Presbiteriana e sostituisce efficacemente l’antico
« The presbyterdan Register ». E’ diretta dal segretario dell’Alleanza,
Pastore Marcel Pradevand. Oontíene
scritti dii E. J. Hagan, W. A. Visser’t
Hooft, Karl Barth, W. S. Robertson,
W. H. Hamilton.
L’iinteressante rivista è aperta a tutti i problemi sociali, così scottanti neU
Torà attuale. Ci si può abbonare pres.
so il Past. E. Eynard . Via Pio V, 15
- Torino . prezzo L. 1000.
Foi et Vie — 13© Boulevard Montpar.
nasse — Paris.
Il numero di marzo-april« offre una
serie di studi di 'genere diverso su : La
Chiesa cattolica ed Amsterdam (Visaer’t Hooft), La giustizia politica (R.
Mehl), Contro tutte le tirannie (H,
Rosea-), L’affare palestinese e il desti
Protestantesimo — Via Gorret 1 —
Aosta.
Ultima, ma non ondnima, fra le ri.
viste di cultura religiosa. Essa dovreb.
btì essere maggiormente oonoeciuta da.
gli evangelici italiani, come unico organo dì cultura religiosa del nostro
Protestantesilmo. E’ impressionante
vedere quanto la gioventù spende in
ciò « che non è pane » e 'rifiuta di approfondire il proprio pensiero cristiano, per inserirsi sempre di più nella
società contemporanea e iportaiTvi il
lievito di una fede saldamente evan.
gelica e oristiana. Lettori, studenti,
uomiini di cultura: (leggete Protestan.
teaùmo.
W'
Confereijtza Distrettuale del II Distretto
- f^ . ■ f
La confeirenxa del I Distretto è convocata a Torino alle ore
20.30 di Mercoledì 15 Giugno e avrà inizio con un culto nel tempio di Corso Vittorio, presieduto dal Pastore Vittorio Subilia, della
Chiesa di Aosta. I lavori avranno inizio alle ore 21.30, sotto la
presidenza provvisoria del Pastore Attilio Arias, e proseguiranno
durante tutta là 'giornata del 16 Giugno.
La C 'on^renza si chiuderà con la celebrazione della Santa
Cena. I Consigli delle Chiese sono pregati di voler inviare le relazioni ed i suoli entro l’8 Giugno al Sovrintendente, segnalando
altresì i nomi dei delegati alla Conferenza.
Torino, 16 maggio 1949.
LA COMAÜSSIONE DISTRETTUALE
■fi
J&mm
oiterrefe ovunque
addottando il P1I51GAS
Dimostrazioni pratiche
presso il Concessionario
Ditta AVALLE GIUSEPPE
Riparazioni di fornelli e
apparecchi a Gas in PIBIQAS
OT¥llfll
Prossimo pellegrinaggio
in Val Bregaglia
Personalia
Convegno
A Borgio Verezzi
Giovanile
Anche qu^’anno dal 2 al 9 marzo la Casa Valdese si è aperta ospitale (per accogliere i campisti : dapprima gli italiani, circa una ventina, arrivati alla spi<cciolata ; poi, la domenica
sera, ù gruppo di trentacinque svizzeri guidati dal pastore Pasohoud, che avevano trascorso la gjomata con rUnÌone di Genova.
Il lunedi ha mjzio la regolare vita di
campo : si è divisi in 5 famiglie per la
discussione a gruppi, e a turno per
l’aiuto in cucina e Torganizzazlone dei
gKuochi della sera. L’ordine del giorno
è il seguente: sveglia alle sette; segue
verso le nove, dopo la breve lettura di
un passo bìblico ed una preghiera, lo
stuefio biblico: il tema generale trattato
durante tutta la settimana è il seguente :
la le,qge e la grazia nella nostra vita.
II problema viene nel primo giorno
delineato attraverso il confronto del
decalogo come contenuto in Esodo 20,
ed il discorso sulla montagna di Matteo
5, per venire poi sviluppato ed approfondito con le ulteriori discissioni nei
suoi vari aspett' : Kmiti della legge e
possibilità della grazia, condizioni per
una vita sotto la grazia, posizioni della chiesa e deH’individuo nei riguardi
della l^e e della grazia, ecc... sino
alla sintesi finale che concentra i risultati quotidiani e chiarisce gli ultimi
dubbi.
II sistema seguito nello svolgimento
di questi studi biblici è stato ;1 consueto.
Alle 11, nonostante i talvolta lun^i
dibattiti sui punti controversi, si aveva
generalmente finito; piena libertà era
lasciata fin© all’ora del pranzo e poi fino alle 4 o alle 5 del pomeriggno, ora
in cui ha luogo, fino alla cena, un secondo studio. Le giornate sono state
trascorse nello stud’o benefico e nella
non meno benefica gioia.
Ed b un batter d’occhio arrivò il
venerdì sera, rultimo; in continuazione
del pasto serale, vi fu la Santa Cena,
ohe come sempre, così celebrata alla
fine del campo quando la vita in c<otiune ha affratellato i giovani, è l’istante
più solenne, che compendia e sublima
sotto il suggello dell’amore di Cristo
per noi, la somma delle emozioni ed
esperienze individuali. La disposizione
stessa aveva qualche cosa di suggest:*vo : al centro del tavolo a ferro di cavallo erano TAw. Giorgio Peyrot, che si
uni al campo negli ultimi due giorni e *
i due Pastori : lo svizzero sig. Pasohoud
e l’italiano sig. Vinay. Essi ruppero il
pane e passarono la coppa l’uno all’altro, e così continuò la catena: ognuno
riceveva il pane ed il vino dal suo compagno di sinistra e rompeva il pane e
passava il vino per il suo compagno d;
destra.
Poi si cantò, con le lacrime nella voce. Alle 11 il sig. Vinay diede la buona notte: ma si era troppo commossi
ed eccitati per aver sonno. Dopo poco
i canti avevano ripreso e tutti tenendosi per ttiano guidati- dal sig Paschoud
uscirono nel giardino, sulla spiaggia e
sulla strada.
Fu una serata indimenticabile. Con
quei magnifid ricordi in cuore l’indomanì ci si separò; ma ciò che non sì
può dimenticare e che ogni anno si rinnova e si rafforza in questi incontri di
gioventù di due Paesi è quel fortissimo
senso di comunione fraterna nella fede, e quella prorompente, trionfante,
coscienza di Agape, dell’Amore che
tutto può.
Graziella Geme.
Un altro pellegrinaggio Valdese.
E questa volta — ne siamo sicuri —
molti Valdesi saranno lieti di poter
visitare una vallata incantevole svizzera-italiana, nei Grigioni (Engadina). E saranno lieti di visitare una
vallata die non solo è quanto mai
pittoresca, ma è anche molto ricca
di ricordi storici-religiosi, poiché in
essa la luce della Riforma fu acersa
da valorosi testimoni del Vangelo,
lutti esuli italiani, fin dal 1530, ed
in pochi anni tutta la valle ahbracdò
la Riforma.
E’ certamente cosa buona far la
conoscenza con quelle Comunità di
fede evangelica e di lingua italiana,
e stabilire con esse relazioni fraterne. Inoltre, i partecipanti al pellegrinaggio si procurano uno svago
eccellente, f
Part&ize da Torino: in autopulmann : al mattino del Sabato 18 Giugno. Itinerario: Milano-Lecco-Colico-Cbiavenna. Aativo nel pomeriggio nella Parrocchia di Stampa.
Domenica 19, Culto mattutino, e
poi gita a Maloia, St. Moriz, e ritorno a Stampa.
Lunedì 20, riiomo visitando Lugano, Bellinzona, Locamo, Lago
La sera stessa— ritorno
Il Pastore Ernwurmo Rostam e da sua
Signora sono lieti di annunziare agli
amioi ©d ai conosoenti che è venuto fe.
lioemenjte ad aggiungerai ai loro due
fìgliuolii il piccolo Damele.
Sono giunti in mezzo a noi, alle Va*,
li, il Pastore Giovanni Tron, la sua
Signora e la sua ooginata, provenienti
dalle Chiese Val desi dell’Uruguay.
Il Pastore Tron ritorna alle Valli
dopo un’assenza di dieci animi. Oi rallegriamo di rivederlo e diamo a lui ed
ai suoi congiunti un (ben oordiiale benvenuto.
SA HT
Arturo Bolina
rORINO
Via Berthollet n. 13 (1 piano) - Iti. 60.<t5S
Rivolgiamo anche il nostro saluto
al Dott. Mivrio Jahter ed alla sua famiglia, provenienti da Buenos Ayres,
dove il Dott. Jahier risiedeva da vàri
anni.
La famiglia Ribet ringrazia, commossa, tutti coloro che con scritti u
in'esemiando i funerali del loro
Giacomo Ribel
Maggiore.
S. GERMANO CHISONE
Tutti (i Catecumenii dei tre anni e
le loro famiglie sono (invitati a prender parte al CzMto di chiaswa dm
Corsi eli Catechismo, Domenica 29
corrente, alle ore 10,30.
* Il Culto di Pentecoste, avrà inizio
all« ore iO precise. Oonfermazioni. .
Santa Gena.
* Tutti i Confermati di Pasqua e
di Pentecoste sono invitati al Oonvegno Intorquartierale del giorno dii
Pentecoste, ore 15,30, insieme con tutta la 'gioventù della iparrooohia.
a casa.
Prezzo del viaggio in autopulmann
da Torino, andata e ritorno, compresa la gita a Maloia e St. Moriz,
e compresa pure la spesa del passaporto collettivo (per chi non ha quello individuale): Lire 3600 (trcmilascicento). Naturalmente ci incarichiamo delle pratiche pel passaporto collettivo.
Chi desidera partecipare al pellegrinaggio è vivaipente pregato di comunicare al sottoscritto (Luserna S.
Giovanni): nome e cognome, paternità e maternità, data di nascita, indirizzo, il tutto AL PIU’ PRESTO
POSSIBILE. Preghiera di versare un
anticipo di lire mille. Si prevede di
dover chiudere le iscrizioni il 5 Giugno. Perciò, affrettatevi!
Ci proponiamo di comunicare in
seguito altri particolari. E sempre
diciamo: « Se piace al Signore ».
Giovanni Bertinatti
presoro parte al loro grande dolore.
Ringraziano in modo particolare il
Dott. Quattrini, U post. Luigi Maraufla. Suor Ida Beri, la signora Pe.grH
Ester e quanti visitarono il loro Caro
durante la sua maldttia.
Oombacrosa di Bovile, 19 . 5 . 1949.
famiglie Vaidegi!!!
diffondete
"L'Eco delle Valli Valdesi,,
A; d giornale che non
dovrebbe mancare in
ne .ss una J a m ig l i a
Valdesi !
A b h o n a t e V i a
"L'Eco delle Valli Valdesi,,
iimiMiiii-iiii
Dr. OfkNIfLE ROCHAT
riceve in Torrc Pellice
(viale Mazzini num. 10)
Lun«<ll e vttnartfl dalle
ore 10 alle 12
a Forino riceve gli altri
giorni, dalie ore 14,30 alle
ore 16,^0# in via BertKoIlet, 36 (ospedale evangelico)
OireKtoH^: Via d
Telefono 409
A mministraxione:
Pellice
C. C. Postale 2-17557 dell
Claudiana - orre Pellice
t Mille, 1 -PineroÌ<»
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TORINO-PINEROLO-TORRE PELLICE e viceversa
I 6,20 I 7,55 I I I
4,50 1
5,32!
I
I
6.38 I
6,531
6,20 I
7,10 I
7,33 I
8,01 I
8.201
7,55 I
8.461
9,081
9,261
9,35
9,50
13,10 I I7,(»
I I 13,52 I 17,51
I 13.07 1 14,201 18,17
12,48 I 13,24 I 14,47 I 18,45
13,02 I I 15,03 I
I I 18,20
I ! 18,46
I I 19,01
I 18,52 I 19,18
I 19,07 I 19,35
18,301 21,35
19,16 I 22,15
19,43 I 22,36
20,02 I 22,56
20,24 1 23,14
Torre Pellice
Bricheraaio
Pinerolo
Airaaca
Torino
I 4,35 1
I 4,501
I 5,181
I 5,37 1
I 6,251
I 5,56 I 6,11 I
I 6,11 I 6,24 I
I 6.28 I 6AI I
6,03 1 6,52 I 7,161
6,45 1 7.35 1 8,15 I
7,05 I
7,201
7,36 I
7,55 I
8,30 I
9,05 I 12,20 I----
9,19 I 12,34 I 12,40 |
I I 13,03 I
I I 13,20
I I «4,a)I
13,13 I 16,% I 19,42 I
13,261 16.42 I 19,58 |
13,40 I 17,03 I 20,22 |
I 17,29 I 20,43 I
14,30 I 18,20 121,35 1
IN VIGORE DAL 15 MAGGIO 1949
Autoservizio e tramvia
PINEROLO-ORBASSANO-TORINO e vlcev.
Pinerolo
Orbass.
Torino
(I)
6,15 I
7
7,40
(I)
6,20
7,03
(2) tn
8,201 11,25
9 I 12,05
9,38 I 12,43
(2) (1) (2) (1)
8.251 11,301 14,25 I 14.55
9,04 I 12,08 I 15,01 I 15,33
BRICHERASIO-BAROC e viceversa
Brictier.
Barge
S, 16 j 9,30 I 13,35 | 14,55 I 18,50 | 20,15
5,36 I 9,50 I 13,54 I 15,14 I 19,10 I 20,35
Barge
Bricher.
4,25]
4^
6,081 12,22 I
6,30 I 12,40 I
14,08 I 16,20 I
14,38 I 16,40 I
19,32
19,52
TRAMVIA PINEROLO-VILLAR-PEROSA ARGENTINA e viceversa
Torino
Orbas.
Pinerolo 7,43 | 9,44 | 12,411 15,41
(I) Feriale — (2) Festivo
(I) (2)
12,50 I 18,10 I 18,45
13,30 I 18,50 I 19.30
14,08 I 19,37 I 20,08
(il (2)
18,15 I 18,55
18,59 I 19,35
Autoservizio Sapav-Sattl
PINEROLO-AIRASCA-TORINO e viceversa
Orarlo giorni feriali Sapav-Satti
Pinerolo
Airaaca
Torino
Sapav Satti Sapav Sotti
7,40 ! 11,40 I 13,45 I 19
7,54 I 11,54 I 13,59 | 1?,14
8,25 I 12,25 I 14,30 | 19,45
Torino
Airaaca
Pinerolo
Salti Sapav Satti Sapav
7 I 11,50 I 17 I 19
7,31 I 12,21 I 17,31 I 19,31
7,45 I 12,35 I 17,45 | 19,45
16,131 19.39 1 20,15
Linea Automobilistica
T0RRE-B05510 PELLICE e viceversa
Ptnerolo
Peroia
4,281
9,451
5,45 I
6,37 I
6,451
7,401
8,iS I 10,15 I
9,10 I 11,20 1
11,301
12,291
12,401 14,401 17,201
14 I 15,40 I 18,25 I
19.15 I
20,10 I
Pero*«
Pinerolo
4,45
6
9,651
6,491
7 I
7A8I
8,20 1 9,40]
9,10 I 10.40 I
11.45113 |16 I
12,93114,131 16,551
17,40 I 18,90 I
18,351 19,49 I
Torre PelHce
Bobbio Pellice
(1)
8,35 I 11,30 I 19,15
9,05 I 12 I 19,45
Bobbio Pellice 6,05
Torre Pellice 6,35
(1) Sola il Venena
(Il
I 7,30 I
I 8 I
15,30
16
Orario giorni festivi
Pinerolo 7,40 1 8,30 1 13,10 1 19,50 Torino 7,20 1 12,15 18 25 23,55
Airaaca 8,44 1 13,24 1 20,04 Airaaca 7,51 1 12,46 18,56
Torino 8.25 1 9,15 1 13,55 1 20,35 Pinerolo 8,05 1 13 19,10 0,35
Auto PEROSA ALTE VALLI
(I) <2) <3) (4)
Peroaa 9,25 1 20,20 1 Sestriere 14,10 16,50
Feneatrelle 10,15 1 21.10 1 Pragelato 5,50 14,35 17,19
Pragelato 10,55 1 21,50 1 Fenestrelie 6,10 15 17,40
Sestriere 11,45 1 Perosa 6,50 15,45 18.25
(1) Da Fenestrelie a Pragelato solo It venerdì e sabato — (21 Do Praeetato a FenestretU
$010 Gli sabato e domenica - (3) Feriate ~ (4) Festivo — N. B. Fra Praaetato e Sriirlrr, n
servizio si effettua soltanto ai martedì^ giovedì e festivi.
Perosa 9,20 1 æ,2o Perrero 6.20 15,20
Perrero 9,50 1 20,50 Perosa 6,45 16,45
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