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DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e iatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVIIl - N. 24
Una copia L. 30
ABBONAMENTI
\ Eco: L. 1.200 per l’iiitenio | Eco e La Luce: L. per l’interno j Spediz. abb. postale - il Gruppo
f L. 1.600 per l’estero I L. 2.500 per l’estero | Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 13 Giugno 1958
Ammin. Claudiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
La Conferenza Distrettuale di Bobbio Pellice
^________ _
Pastori e Delegati delle Valli riuniti per l’annuale riesame della vita del Distretto, in vista del Sinodo
____
Bobbio ha accolto la Conferenza
delle Valli Valdesi il 5 giugno in un
clima di viva cordialità offrendo ai delegati lo spettacolo sempre affascinante
dei suoi monti, che a mo’ di anfiteatro
sembrano precipitare verso il villaggio
e sembrano chiuderlo in una morsa
verso Subiasco. La dovizia di sole e
di aria pura non ha impedito il rispetto dell’orario, fissato per le 8,30, sebbene una parte dei delegati si sia attardata in lieti conversari, preziosi del
resto per la reciproca conoscenza, e si
sia poi rapidamente portata verso il
tempio, al suono nostalgico dei nostri
inni...
11 messaggio del Pastore Sommani
ha concorso a rendere più vivo il dialogo, temperando la nota lievemente
pessimista della Relazione che rispecchiava fedelmente le notizie delle Parrocchie : i risultati talvolta scoraggianti dell’attività invernale, particolarmente della missione evangelistica ad Angrogna non debbono turbarci perchè il
Signore solo darà la pioggia dell’ulti
ma stagione e ci consente di guardare
con fiducia al vero autentico frutto:
l’avvento del Suo Regno.
La relazione della Commissione Distrettuale letta dal vice-moderatore
Roberto Nisbet ha offerto lo spunto
a ottimi dialoghi guidati felicemente
dal seggio nominato «ad hoc» nelle
persone del collega Sommani Franco,
signor Aldo Varese e Candidato Giovanni Conte : non è mancato lo « humor » ^atto a creare una buona distensione nei momenti di maggiore vivacità, intorno a problemi e argomenti di
particolare importanza, condotti a
buon fine con interventi concreti e tendenti al pratico; raramente, quando
l’ostacolo pareva insormontabile s’è
fatto accademia o ci s’è rifugiati nella
teologia pura, consentendo ai laici di
seguire fino in fonda gli argomenti,
anche se la voce di questi ultimi si è
fatta udire di rado... Ed ecco in breve
il succo dei problemi, ricavato dalle'
non numerose relazioni e travasato in
sede di Conferenza.
iL
Lai sisfemazione del campo di lavoro
La Relazione ha espresso un pensiero di riconoscenza ai colleghi emeriti
che s’affaticano ancora ^er l’opera del
Signore; ha ricordato i giovani operai
inseriti temporaneamente nel corpo
pastorale delle Valli tra i quali menzioniamo il Pastore Bruno Tron del
quale il Concistoro di Torre ha messo
in risalto l’attività feconda ed al quale la Conferenza ha inviato un pensiero di profondo ringraziamento ed un
saluto augurale per la sua missione in
terra d’Africa; parimenti il vice-moderatore ha ricordato il collega Ermanno
Rostan degente in un ospedale di Torino ed al quale è stato inviato un messaggio sottoscritto dai delegati quale
pensiero di simpatia e di viva, solidarietà cristiana. E’ stato letto un messaggio affettuoso del Pastore Ganz ritornato alle Valli per un meritato riposo ed al quale inviamo un saluto
fraterno. In tema di sistemazione del
campo di lavoro delle Valli s’è posto
in rilievo la carenza di Pastori, dislocati nel Distretto, in raffronto alla massa di membri di chiesa, per cui una
popolazione valdese di 2500 anime è
affidata, in certe parrocchie, ad un uomo solo. La Conferenza ha avvertito
l’urgente bisogno di una maggiore presenza pastorale alle Valli, atta a curare meglio la vita spirituale in vista dei
futuri quadri dell’opera nostra qui e
fuori delle Valli ed ha votato l’ordine
del giorno seguente : « La Conferenza
del I® Distretto profondamente persuasa della necessità di intensificare l’opera pastorale alle Valli auspica che la
Tavola si renda interprete di questa
esigenza, affrontando concretamente la
soluzione del problema ».
La missione ad Àngrogna
e visile di Chiesa
La missione squisitamente spirituale in Àngrogna seppure non ha sfociato in un aumento sensibile di membri
di chiesa ai culti è stata comunque benefica per la comunità e per 1’« équipe » di laici e Pastori : la Conferenza
ha avvertito l’urgente necessità di continuare la missione in altre parrocchie,
stante la persistente diserzione ai culti da parte della massa del nostro popolo, come sottolinea la relazione. Per
questo s’è fatto appello ai laici perchè
consacrino ■ataienomna gjomatà del loro tempo a questo nobilissimo scopo;
a questo riguardo è stato ricordato che
in Isvizzera dei laici chiedono anche
uh anno di congedo per potersi consacrare interamente ad un’opera della
chiesa. Le visite effettuatesi soltanto a
Bobbio e ad Àngrogna hanno rilevato
un’andamento regolare delle Chiese e
a Bobbio la Comunità ha inaugurato
la nuova sala della gioventù che potrà
servire anche a scopi evangelistici nel
corso dell’estate. La relazione ha ricordato la visita del vescovo metodista
Barbieri e soprattutto la visita delle
diaconesse di Saint Loup guidate dall’infaticabile direttore Gagnebin le
quali hanno portato in tutte le nostre
parrocchie un messaggio di vita spirituale e di spirito di consacrazione al
Signore.
Opere sociali
e Tempio di San Secondo
Oltre alla ricordata sala di Bobbio
la Relazione ha fatto menzione dell’opera di Villa Olanda, donata dal Consiglio ecumenico alla Chiesa Valdese,
la quale s’è assunta la responsabilità
della delicata missione per i profughi. Per quanto concerne il tempio
di San Secondo, l’ingegner Ravazzini,
benemerito nel campo edilizio per le
opere del nostro distretto, ha fatto alcune opportune precisazioni in risposta ad alcune domande rivolte da un
delegato della chiesa di Pinerolo, portavoce delle famiglie della futura chiesa. La Conferenza ha votato poi un
ordine del giorno in riferimento alle
delimitazioni territoriali della futura
parrocchia che suona così : « La Conferenza distrettuale rende grazie a Dio
per la costruzione del nuovo tempio di
San Secondo; esprime la sua riconoscenza in modo particolare alle sig.ne
Cardon, a tutti quelli che con tanta
generosità hanno agevolato il progetto;
raccomanda, con voto unanime, al Sinodo la costituzione della nuova parrocchia autonoma di San Secondo,
comprendente le località specificate
dalle assemblee di Chiesa di Prarostino e di Pinerolo, pur con la riserva di
eventuali modifiche territoriali, come
richiamato dall’ordine del giorno della
assemblea di Chiesa di Pinerolo ».
Borse di^Sludio
L’idea delle borse di studio, sorta
in seno alla Commissione « Pro Valli » dello scorso anno e proposta alla
Conferenza distrettuale è stata concretata in un regolamièoto stilato dalla
Commissione Distrettuale. Mentre inizialmente s’era pensato di favorire gli
studenti poveri, segnatamente delle alte parrocchie, senza' una particolare
precisazione, in sede di Conferenza
dello scorso anno è prevalsa l’idea di
assegnare preferibilmente le borse a
coloro che intendono consacrarsi al ministero pastorale. La Conferenza di
Bobbio ha mantenuto questa posizione
pur lasciando la possibilità ad altri di
fruirne, stante le comprensibili perplessità circa l’età in cui gli studenti dovrebbero prendere ima decisione circa
il loro avvenire. Comimque la Commissione, sulla falsariga del Regolamento giudicherà caso per caso tenendo conto delle varie situazioni di ciascuno. A suo tempo sarà pubblicato
il regolamento con le lievi modifiche
apportate dalla Conferenza.
Il primo ariicolo della CosriLuzione
della Chiesa Valdese
La relazione ha ricordato che soltanto una comunità ha è^minato il problema senza giungerà ad alcuna conclusione, sebbene il Sinodo avesse votato l’atto 29 che incitava le Chiese
ed il Corpo Pastorali a studiare il problema. *
A giudizio dèi reliÉtori « tra la tendenza episcopale (ai^ritaria) e quella
congregazionalista Moè individualista) la mostm Ghissaiiha’«hi secoli saggiamente scelto la sua strada, cioè quella presbiteriana. Stecondo questo sistema, le nostre parrocchie godono d’una
amplissima autonomia locale, ma sono
vincolate le une alle altre dalle comuni decisioni prese nelle Conferenze distrettuali e nei Sinodi. E pertanto noi
non formiamo un agglomerato di comunità più o meno chiuse nelle loro
preoccupazioni e nei loro interessi particolari, ma costituiamo veramente un
corpo solo in Cristo, una sola Chiesa
Valdese, nella quale un membro seppure nella più lontana comunità della
Sicilia è responsabile del suo fratello
di Pramollo o di Rorà ».
Una breve discussione sull’argomento ha portato alla stesura del seguente
ordine del giorno approvato dall’assemblea : « La Conferenza del I® ‘ Distretto avendo preso atto, con rammarico, che la quasi totalità delle Chiese
del I® Distretto non ha discusso in assemblea di Chiesa il problema del
cambiamento del I articolo della Costituzione della Chiesa Valdese, come
aveva richiesto il Sinodo del 1957 ma
sentendo che tale studio è indispensabile prima che si addivenga ad una decisione sinodale chiede al Sinodo: 1)
di rimandare all’anno prossimo ogni
decisione in merito; 2) che sia fornito
alle assemblee di C3iiesa, sia attraverso la stampa periodica, sia attraverso
pubblicazioni particolari, del materiale che prepari le assemblee stesse
ad una proficua discussione su tale
grave problema ».
stanche, apatiche, assonnate. E’ anche
urgente che i singoli membri avvertano la loro responsabilità e non si affidino esclusivamente nelle mani del pastore, paragonato da qualcuno ad un
mantice che quando si gonfia molto
stimola l’unione e questa apparentemente va bene e quando poi si sgonfia
l’unione muore...
L’unione è parte integrante della
chiesa e deve essere sale’ù l&vitQ dd-,
la comunità.
La "Pro Valli,,
Il presidente della « Pro Valli » dr.
Carlo Pons ha riferito intorno all’attività svolta, specialmente sul terreno
sociale e richiamando i Concistori ad
una maggiore collaborazione. Ricor
diamo le principali attività: lo schedario dei Valdesi all’estero, l’interesse
per le zone depresse delle Valli, la difesa della terra valdese. Queste ed altre iniziative ci consentono di guardare con animo grato ai responsabili della benemerita istituzione e di inviare
loro un pensiero di viva profonda riconoscenza per questa loro attività
compiuta nei ritagli di tempo a beneficio della nostra Chiesa. La Conferenza ha approvato la proposta tendente
ad aumentare il numero dei componenti la « Pro Valli » per meglio soddisfare alle esigenze delle due Valli.
Canto Sacro
Il presidente Aime Edoardo ha ricordato le attività coralistiche tradizionali ed ha offerto il destro, nella sua
relazione, ad un breve dialogo intorno
a questo importante aspetto della nostra chiesa: si è sottolineato l’importanza della funzione della corale ai nostri culti e s’è rivolto un invito ai coralisti perchè siano presenti al culto in
modo da rendere più vivo, più ricco di
entusiasmo il canto in Chiesa; per questo urge preparare il canto in modo
. inten^ ?
techisìnò, alle fiùnfoni di quartiere, à
tutte le attività giovanili e non giovanili per rendere maggiormente partecipi al culto coloro che vi assistono.
Si ricorda infine che i cori preparati
nel corso dell’inverno sono preziosi per
un’azione evangelistica nel corso dell’estate quale preziosa testimonianza.
Le chiese sono invitate a collaborare
anche sul piano finanziario...
Conclusione e nomine
Giovenlù
II capogruppo Gino Conte ha riferito intorno all’attività svolta cui è seguito un dialogo interessante; gli uni
hanno ritenuto che l’unione è già considerata « buona » quando in essa regna un ottimo spirito fraterno e si legge la Parola di Dio; altri hanno rilevato che l’elemento associativo puro e
semplice non è sufficiente perchè l’attività unionistica deve sfociare in qualcosa di concreto, deve incidere, avere
mordente nella vita della parrocchia
innanzitutto e poi fuori nell’ambiente
che ci circonda. Purtroppo questo scopo essenziale non è sentito da molte
unioni per cui esse languono, sono
La relazione aveva fatto il punto
intorno al problema dei doni di Dio
concessi in modo straordinario al popolo valdese in questi anni sia sul piano materiale che spirituale; purtroppo
questa profusione di Carità celeste non
trova contropartita nella vita spirituale della Chiesa dove la carenza di vocazioni per il Pastorato, per il Diaconato, per un servizio anche temporaneo, di qualche mese soltanto nei nostri Istituti è molto sentita ed è segno
di rilassamento spirituale profondo. Ci
auguriamo che questa nota affiorata di
quando in quando nel corso delle discussioni possa essere maggiormente
sentita dalle nostre Chiese perchè un
risveglio concreto si manifesti nei cuori per una consacrazione più completa
alla causa del Signore.
La Conferenza dopo aver udito un
breve messaggio del dr. Gustavo Ribet
membro della Tavola nel quale esortava i delegati al Sinodo ad essere più
assidui alla massima assemblea della
nostra chiesa, ha proceduto alla nomina delle varie Commissioni e dei delegati al Sinodo.
Commissione Distrettuale: Vicepresidente avv. Serafino Ettore; segr. :
Gustavo Bouchard.
Canto Sacro : Aime Edoardo, presidente; membri; Ferruccio Corsani,
Delia Bert, Ferruccio Rivoir. Tildina
Tron.
Pro Valli: Pons Carlo presidente,
Bosio Emanuele e Tron Ernesto. Gli
altri membri saranno nominati dalla
Commissione Distrettuale.
Sede della prossima conferenza: da
decidere. Predicatore: Gino Conte.
Delegati della Conferenza al Sinodo: Bosio Emanuele, Pellegrin Aldo,
Coisson Emilia (Torre Pellice); Roman
Amato (Àngrogna Serre); Codino Emilio. Gay Cesare, Serafino Ettore (Pinerolo); Long Aldo (Pramollo); Lazier Alberto (Villar Pellice); Coisson
Guido (Àngrogna Capoluogo); Richard
Aldo, Allio Yvonne (Lusema S. Giovanni); Rivoir Ilda (San Germano);
Micol Emanuele (Perrero); Rivoir Paimira, Meynet Roberto (Rorà); Rinaldo Ghigo (Prali); Geymonat Lina
(Bobbio Pellice).
Alla Chiesa di Bobbio che ci ha accolti con spirito fraterno e offerto la
tradizionale tazza di thè con contorno
il nostro grazie riconoscente. od
Imparai una preziosa lezione la
scorsa estate. Avevo una piccola
area nel mio giartìhrvo che avevo
vangato ed erpicato ma che doveva
esser seminata ad erba nel prossimo
autunno, Pensavo così di trovarmi
un lavoro già fatto e di risparmiare
fatica ma mi ero grandemente sbagliato perchè quella porzione del
mio giardino mi portò via più tempo, attenzione e lavoro duro che
tutto il resto. Per il fatto che lì non
vi era piantato nulla, l’erba selvaggia e nociva insisteva a crescere ed
io dovetti lottare tutta l’estate ad
estirparla.
Ho imparato che è meglio seminare un’area per tenerla pulita anziché lasciarla vuota. Se non si semina il buon seme, se non la si
coltiva, l’erba selvaggia pr&ìderà
possesso del terreno e darà un’abbondante raccolta di frutti non desiderati,
(Da Pulpit)
2
a —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
H MMOffi B'il'tmilA- BEL» CIIBtBEPll-WSTIimilAtt
La pioggia della prima
e deirultima stagione
Siate dunque pazienti, fratelli,
fino alla venuta del Signore. Ecco
l’agricoltore aspetta il prezioso
frutto della terra pazientando, finché esso abbia ricevuto la pioggia
della prima e deU’ultima stagione..
Siate anche voi pazienti, rinfrancate i vostri cuori perchè la venuta
del Signore è vicina (Giac. 5: 7-8).
Forse ci è utile udire questo messaggio sulla pazienza al principio di
una giornata di lavoro, nella quale
siamo chiamali a considerare l’attività delle nostre chiese nell’anno trascorso e a definire alcune linee ai
lavoro per il tempo che ci sta dinan
zi.
La pazienza e considerata in generale una virtù negativa: l'uomo paziente è un uomo inerte, senza vita
c senza forza. Si è pazienti perchè
rassegnati; si è pazienti perchè disinteressati; si è pazienti perchè fiacchi. si è pazienti perchè apatici,
t^uesta pazienza è la virtù deH’uoluo vinto, che non ha più slanci di
ideali, forza di vita, impegno concreto, ma che si lascia andare giorno
per giorno in un grigiore senza ime.
Questa pazienza, che è quella cne
troviamo continuamente in questo
mondo, non ci attira e non ci piace
perche sentiamo ciiiaramente cne la
nostra vita non è rinuncia ma compimento, non è inerzia ma attività.
Come mai, allora, nell’Epistola ai
Komani al Gap. 15 v. 5 troviamo
l’espressione: Jb Iddio della pazienza y Certo che ilio non ha niente in
comune con la pazienza che conosciamo in questo mondo.
Altre parole della Scrittura ci aiutano a comprendere che la paziènza ai
Dio è totalmente diversa da quella
degli uomini: ad esempio nella stessa epistola ai Romani Cap. 2 v. 4 si
legge « Ovvero sprezzi tu le ricchezze della sua benignità, dellà sua
pazienza e della sua longanimità,
non riconoscendo che la longanimità
eli Dio ti trae a ravvedimento? » e
nella 2.a Dietro (Cap. 3 v. 15) leggiamo: cc Ritenete che la pazienza
del Signor nostro è per la vostra salvezza... ». Così la Scrittura parla
della pazienza di Dio, e voi sentite
che è una pazienza attiva, operante
a salvezza; è attesa consapevole di
Dio verso il compimento deRa sua
meravigliosa opera. Questo tempo
della sua pazienza, nel quale Egli ha
sospeso il suo giudizio, nel quale
l’Evangelo è predicato ad ogni creatura, nel quale pure Satana gioca la
sua grande carta, è un tempo vivo e
carico della sua misteriosa azione ai
salvezza.
La Scrittura ci parla anche di una
pazienza del credente, che non ha
nessuna affinità con quella del mondo, ma che è a immagine e somiglianza per così dire, della pazienza
di Dio. Così la pazienza appare spesso nelle esortazioni degli scritti degli apostoli che ce la presentano come uno degli aspetti tipici della fede. Nella Epistola agli Ebrei si sottolinea che la fede di Abramo è stata una fede di paziente attesa (Ehr
6: 15), ma nello stesso capitolo tro
viamo questa luminosa parola :
« ...non diventate indolenti, ma siate imitatori di quelli che per fede e
pazienza credano le promesse ».
(Ebr. 6: 12) La pazienza della feda
non rende indolenti ma attivi, non
addormenta ma rende vigilanti. La
chiave di questo fatto ci è data dai
passo dell’Epistola di Giacomo che
abbiamo sopra riportato e da molte
altre parole degli apostoli: la pazienza della fede non si muove in un
triste grigiore ma nella luce della
risurrezione di Cristo e nella gioia
della certezza del suo ritorno : questa pazienza è vita intensa, impegno ogni giorno rinnovato, accetta
zione cosciente delle svariate situazioni di vita nelle quali ci possiamo
trovare.
Questa pazienza implica dunqu
degli atteggiamenti di vita particolari, sia per quel che riguarda la nostra vita personale, sia per quello che
riguarda la Chiesa e la nostra vita
come membra del Corpo di Cristo
E’ in questo secondo aspetto che
iorse ci è utile in quest’ora sottolineare alcune implicazioni dovute a(i
una lede ricca di pazienza. Questa
pazienza ci rende attenti ai tempi
nei quali viviamo : tempi sempre più
duri, ma che segnano, appunto per
questo, che l’ora del Signore è vicina. Questa pazienza rinnova in noi lo
zelo dell’impegno cristiano e dell:t
testimonianza, perchè non sappiamo
quanto tempo ancora ci è dato per
annunciare Cristo Salvatore al mon
do.
Questa pazienza ci conduce ad umiliarci perchè ci rivela che non abbiamo compiuto nè bene nè appieno il compito affidatoci iii c[uesto
tempo dallà“ pazienza di Dio verso
di noi.
Questa pazienza ci rende ottimisti
perchè ci ricorda che il Regno è l’opera di Cristo.
Questa pazienza ci libera dall’ansia dei successi nei nostri sforzi.
Questa pazienza ci aiuta a saper
vedere i segni della presenza dello
Spirito Santo nella Chiesa.
Siano i nostri pensieri, le nostre
discussioni e le nostre decisioni soffusi di questa pazienza benedetta
F. S.
Opinioni diverge suiie armi
e sugii esperiipenti nucleari
L’associazione delle organizzazioni
ecclesiastiche femnjinili d’America ha
recentemente fatto una dichiarazione
a proposito delle esplosioni nucleari
sp»erimentali e deiirarmamento moderno. Fondandosi sulla Dichiarazione del Comitato centrale del Consiglio ecumenico (New Haven, agosto
1957), domanda la sospensione degli
esperimenti come primo passo versa
il disarmo.
Al contrario, il Sinodo generale della « Gereformeerde Kerk » dei Paesi
Bassi ha preso posizione riguardo alla guerra e all’armamento atomici,
affermando che la tecnica moderna
non cambia nulla al compito delle
autorità, che è di difendere la giustizia con la forza arjnata. Il Sinodo dichiara che la questione di sapere fino
a che punto lo Stato può giustificare
l’uso di armi nucleari m certe circostanze, e sacrificare cosi delle vite
umane al mantenimento della giustizia si pone « con un’estrema gravità »
quando si consideirano le armi moderne e lo sviluppo della situazione
politica internazionale. Tuttavia, la
questione rimane quella che è sempre
stata, quanto al fondo.
Il Sinodo si astiene deliberatamente daH’indirizzare un messaggio al
governo dei PaesL;Bassi per condannare le armi di cui si può disporre
oggi. Considera tuttavia dovere della
Chiesa di pregare, in modo tutto particolare per le autorità e di « premuovere, con la sua testimonianza e con
i suoi atti, la pace fra i popoli, sulla
base del diritto e della giustizia ». Sa
le autorità devono assumere le loro
responsaDilità'alla luce della Legge di
Dio, la Chiesa per^ parte sua può ave
re da pronunciarsi su problemi che ri
guardano anzitutto lo Stato.
1 (S.O.E.P.I.)
I lavori del Sinodo della
Chiesa Metodista d'Italia
Vi diamo notìzia, un po’ in ritardo (ma solo ora ci è pervenuia
roce Metodista, con il rapporto),
dei lavori del Sinodo annuale della
ldi:esa Aletodisi.i d’Italia, che ha
tenuto le sue sedute a Roma dal 7
all’ll maggio.
L’inizio dei lavori sinodali lianno avuto una simpatica nota personale per il saluto rivolto al Pastore
Emanuele Sbaffi (che abbiamo visto tante volte sui banchi della nostra sala sinodale) che lascia definitivamente la Presidenza della Chiesa Metodista al figlio. Pastore Mario Sbaffi, già designato dal sinodo
dello scorso anno, ed anch’egli presente al nostro ultimo sinodo. Partecipava al sinodo metodista una delegazione valdese (Moderatore A.
Deodato, Past. N. Giampiccoli, Dott.
O. Coi'sson), con voce consultiva,
com’era già stato per i delegati iretodisti allo scorso sinodo valdese;
un aspetto della fraternità delle nostre Chiese e degli sforzi per una
più concreta collaborazione. I rapporti con la Chiesa valdese sono stati anche quest’anno discussi, ed il
sinodo è giunto al seguente odg.
Il Sinodo della Chiesa Evangelica. Metodista d’Italia, riunito
in Roma dal 7 all’ll maggio 1958,
riconosciuta la completa unità in
CONTINUANDO UNA CRONACA
Comunità Valdesi in Abruzzo
Altre impressioni di due Valdesi delle nostre Valli nell'Evangelizzazione
Nel numero precedente abbiamo
parlato della bilia comunità di S.
Giovanni Lipioni; essa è la più recente delle nostre comunità dell’Abruzzo e Molise; ma esistono anche
parecchi altri gruppi, formatisi in
tempi recenti o lontani. Abbiamo potuto visitare un’altra comunità sorta
da pochi anni : S. Salvo, vicino al
mare; è un gruppo piccolo, ma solido
e affiatato: i contadini che ci hanno
splendidamente accolti nella loro casa ci sembravano appartenere allo
stesso tipo umano dei nostri migliori
montanari valdesi. Un gruppo in parte nuovo è anche quello di Guglionesi: una piccola comunità, formata da
elementi di varie tendenze evangeliche, e animata da un anziano molto
consacrato.
Accanto ai gruppi nuovi, abbiamo
anche visto parecchie comunità costituite da tempo. Nei piccoli centri
(come S. Giacomo degli Schiavoni, e
molti altri), queste chiesette hanno
spesso la vita diffìcile: l’emigrazione
le impoverisce ogni anno, inesorabilmente; certe nostre chiese d'Abruzzo
nanne molti più membri in America
che nel luogo d’origine. AU’emigrazione si aggiungono le difficoltà interne
ed anche una certa indifferenza, per
cui talune comunità possono diventare delle brutte copie delle nostre chiese delle Valli. La vita di queste chiese avrebbe tuttavia un ben maggior
respiro se soltanto si riuscisse a frenare remigrazione: ma come chiede
re a questa gente di continuare a vivere in queste condizioni? Gli evan
gelici sentono ancor più degli altri
l’aii,guEtia del loro ambiente, perchè
l'educazione protestante li ha resi
più coìti, più apriti ; perciò partono
più iacilmente ancora degii altri.
Sotto questo punto di vista le nostre chiese di città (Campobasso, Foggiai si trovano in una situazione assai migliore: l’emigrazione è controbilanciata daH’urbanizzazione dei contadini; perciò queste comunità, che
sono formate per lo più da piccoli
borghesi (impiegati, piccoli esercenti)
non solo possono sopravvivere, ma
possono anche espandersi, modestamente ma sicuramente, con l’opera
di testimonianza individuale, con la
fermezza nei matrimoni misti, e grar
zie alla simpatia che incontrano in
vasti strati della popolazione cittadina. Abbiamo avuto la netta sensazip’
ne della vitalità di queste chiese sia
nel contatto personale con alcuni cari amici di Foggia, sia partecipando
alla passeggiatarconvegno della chiesa
di CampobassO': il calore con cui venivamo accolti circondati ed ascoltati
non era un puro e semplice segno
d’aniicizia: si sentiva in ogni conversazione l’eco della quotidiana testimornanza, l’ansia deU’evangelizzazicne; nelle manifestazioni ecclesiastiche a cui abbiamo assistito si notava
sempre l’attiva partecipazione di parecchi simpatizzatiti (non si dimentichi che queste regioni sono largamen
La pubblicazione di una completa
documentazione su Agape
Tutti gli amici di Agape, e quanti
si interessano a questa ncstra opera
evangelica, hanno ora la possibilità
di avere una documentazione completa, pubblicata in occasione dei
primi dieci anni dell’Opera. La pus
Dlicazione, dal titolo « Dieci anni di
Agape: 1947-1957 » è in quattro fasA
coli ciclostilati che vengono inviati
al prezzo di costo di lire l.(X)0 pe.
rintera serie.
Il terzo fascicolo deda serie è uscito in questi giorni. Esso ha per titolo : « Il movimento comunitario ».
Contiene scritti di Tullio Vinay su
(i II movimento di Agape », « Gli amici di Agape », « Come si giunse alla
comunità di Agape » ; vi e riportato
par esteso il « Documento della comunità di Agape», ed uno scritto di
Neri Giampiccoli dal titolo « Alcune
precisazioni sulla cemunità di Aga
pe ». Chiude il fascicolo un articolo
su '( Agape ed il problema delle zone
depresse», di Denise Durif e Tullio
■Vinay. L’edizione italiana conta 5J
pagine.
I precedenti fascicoli portano i titoli : « Documenti e scritti. 1947-1951 »
e « Il cammino percorso ». Il primo è
una raccolta di articoli e documenti
del periodo costruttivo di Agape, molli dei quali ora introvabiii: fra di
essi il « Programma iniziale di ' Agape » (1947) e la liturgia del culto di
inaugurazione di Agape, con il testo
della predicazione del past. Carlo Lupo. Il secondo contiene una « Breve
storia dei primi dieci anni di Agape »,
la relazione di esperienze ^rsonali e
di interpretazioni .sugli inizi di Agape, un esame delle leazloni dell opinione pubblica, il regolamento del
funzionamento di Agape (nel testo
approvato dalla Tavola Valdese), la
discussione sul « movimento di Agape » nel periodo subito dopo l’inaugurazione. Gli scritti dei primi due fascicoli sono di: Enea Balmas, Anna
e Lucia Celli, Carlo Gay, Neri Giampiccoli, Carlo Lupo, Leonardo Ricci,
Georges Pachoud, Robert Tobias, Tullio Vinay.
Uscirà tra poche settimane il quarto fascicolo, con valutazioni e statistiche.
Inviare le sottoscrizioni alla Segreteria di Agape, Frali (Torino).
te dominate dal clericalismo politico
e che avvicinarsi al protestantesimo
è cosa perlomeno scomoda).
Prospera è anche la vita delle comunità valdesi che si trovano in grossi centri contadini (come, per esempio, Orsara, nella vicina Puglia): qui
la comunità, quando è stata solidamente edificata con l’istruzione biblica e con l’assidua cura pastorale, può
agevolmente riempire i vuoti dell’emigrazione con un costante afflusso di
convertiti. Ad Orsara, infatti, l’ambiente non è affatto ostile e chiuso di
fronte ai valdesi: centinaia di persone hanno dei sentimenti più o meno
precisi di simpatia verso di noi, e lasciano volentieri i loro- figli venire
alla scuola domenicale ; cosi ogni an
no alcuni di costoro entrano nella
piena comunione della nostra chiesa
Al termine del nostro giro abbiamo
partecipato al convegno giovanile di
S. Giacomo degli Schiavoni: in quei
Del tempietto i centocinquanta partecipanti, raccolti in un’atmosfera di
fraterno congioire, ci hanno dato una
lezione di entusiasmo di cui noi, freddi nordisti, avevamo davvero bisogno.
Prima di concludere questa relazione desideriamo notare che Tacco
giienza che ci è stata fatta dovunque
è stata indimenticabile: da queste
colonne vogliamo ringraziare ancora
le famiglie che ci hanno così genero
sámente ospitati a Carunchio, S. Giacomo, S. Salvo, Campobasso, Foggia
ed Orsara, nonché i pastori Rutigiia
no, Ricciardi e Naso per la calorosa
simpatia con cui si sono messi a nostra disposizione.
Concludendo: non vorremmo- che
queste righe dessero l’impressione che
noi abbiamo cercato e trovato laggiù
una specie di terra promessa della
Chiesa Valdese, in cui tutto sia bello,
incoraggiante, edificante: quelle comunità hanno anch’esse dei gravi difetti, certo. Ma ci preme ricordare
che esse hanno delle qualità di entusiasmo, di calore che a noi nelle Valli
mancano (come si può onestamente
dire che i valdesi delle Valli hanno
delle qualità di fermezza e solidità
che laggiù mancano). Laggiù ci siamo resi chiaramente conto del fatto
che le Valli e T« Evangelizzazione »
sono due parti complementari di tm
unico corpo, che è la nostra chiesa.
Se noi cerchiamo di conoscerci meglio, di amarci, di pregare gli uni per
gli altri, la vitalità della nostra chiesa non potrà che esserne potentemente rafforzata.
g.g. b.b.
Cristo e la comunione di fede
esistente fra la Chiesa Evangelica
Valdese; preso atto con sodaisfazione dell’odg votato in merito
dal Sinodo Valdese del 1957; u*Hta la relazione della Commissione
mista per il progetto di coHahorazione nella cura pastorale e nell eiangelizzazione fra la Chiesa
Evangelica Metodista ed Evangelica 1 aldese ed esaminatone il
progetto, proclama all’unanimità, in vivo senso di gratitudine a
Uio, il riconoscimento della validità del ministero pastorale e
dell’amministrazione dei ¿lacramenti da parte dei pastori di entrambe le denominazioni; incarica il Comitato permanente di iniziare, d’intesa con la Venerabile
Tavola, lo studio dei dettag.i aet
progetto per giungere ad una sua
attuazione pratica con particolare riguardo alTEvangelizzazione.
Attendendo le decisioni del nostro Sinodo, ci rallegriamo per il
procedere, pur lento, del progetto
(li collaborazione fra le nostre Chiese, che sarà particolarmente prezio
so in vari settori dell’Evangelizzazione.
11 sinodo metodista si è pure occupato del problema dei ministeri
laici, ed anzi il 9 maggio, coliate
raímente al sinodo stesso, si è avuto
a Roma il Convegno nazionale dei
predicatori laici, dal quale è risultata la necessità e la richiesta sempre più viva di una maggiore preparazione dei laici, mediante l’istituzione di un Campo studi ad E( i.
mene, l’incremento di incontri e
convegni regionali, ecc.
E’ stato pure affrontato il problema della guerra e del disarmo, ed il
Sinodo ha fatto una Dichiarazione
che non riportiamo qui, ma su cui
potremo tornare quando, com’è nostro desiderio, cercheremo di presentare sul nostro giornale il grave
problema che la guerra e gli armamenti pongono alla Chiesa, ed a cui
te Chiese nel mondo danno talvolta
risposte Un po’ differenti.
Il Sinodo ha ancora appreso con
gioia l’opera che ECUMENE svolgefra i giovani: accanto ai Campi di
lavoro, che continuano la costruzione del (( villaggio », si ha ogni anno un Campo studi seguito con vivo interesse e che è uno strumento
prezioso di formazione giovanile
cristiana. Il tema del Campo studi
di quest’anno è: «Il giovane della
Chiesa nella società » (Per informazioni sui (iampi, rivolgersi al Segretario della G.E.M. past. Sergio
Aquilante, Via Cazzo 8/6, Genova
Sestri).
Doni ricevuti
per «L’Eco delle Valli»
Ringraziamo vivamente: N. N.
(1.000); Dotti Piero (2.200); Klaesi
(500); Jaila Adoifo (300); Cougn Giovanni (200); Conte Giovanni (1.000).
lina grande manifestazione
anglicana
L’Arcivescovo di Canterbury, Geoffroy Fischer, primate della Chiesa
angiicana, ha indetto per ii 27 giugno
prossimo ia «conferenza di Lambeth»,
invitando ad intervenirvi anche numerosi prelati ortodossi, fra i quali
Tetnarca di Cipro, Makarios. Non è
ancora noto Targomento che sarà
trattato in questa conferenza. Essa
riunisce i rappresentanti di oltre 300
diocesi appartenenti alla Chiesa d’Inghilterra ed alla Chiesa Episcopale
che hanno sede sia in Inghilterra che
nel Galles, nella Scozia, nelTIrlanda,
negli Stati Uniti ed in altri paesi.
Le « conferenze di Lambeth », che
prendono nome dal palazzo nel quale si riimisccno, residenza del primati anglicano, sono la espressione unitaria deila « comunione anglicana »,
ma non sono riunioni ufficiali, non
avendo giurisdizione nè emanando
decreti impegnativi : servono soltanto per l’esame di problemi generali,
e di orientamento fra i capi delle diverse Chiese. Le conferenze si tengono di solito ogni dieci anni, e l’Arcivescovo di Canterbury vi gode una
specie di primato d’onore. Questa volta è singolarmente largo il numero
dei prelati orientali che sono stati
invitati, segno che argomento principale delle discussioni sarà l’unione
delle Chiese. (ANSA)
3
L’ECO DELLE VALU VALDESI
— S
la canmana del TeniiiiB di San Cioiaiini
Un secondo esempio delle diffi,colta incontrate nel fornire di campane i nostri templi
Da decenni la popolazione valdese
sentiva il bisogno di un nuovo tempio nell’abitato di San Giovanni, in
sostituzione di quello antico del Ciabas. Il desiderio sembrò appagato
nell’anno 1796, quando, essendo in
Piemonte l’esercito napoleonico e
premendo di tener fedeli i Valdesi, il
governo sardo concesse finalmente
l’autorizzazione. Ma il permesso, concesso sotto la forza degli eventi, non
per spirito di libertà, fu precipitosa^
mente ritirato l’anno seguente, non
appena l’esercfto napoieomco eobe
sgombi-ato il Piemonte. Passarono
pertanto nove anni di attesa, fincnè
il governo francese, succeduto a quello sardo nell'amministrazione ueiij
Valli ,animato da spirito più liberale,
riconoDbe giuste le istanze uei vai
desi.
Li’edificio, sorto in amena posizio
ne, su terreno aonato da Davide Vo
la, e in poco piu di un anno portato
alia sua compiutezza, mercè una sottoscrizione In uanaio e la prestaz.o
ne volontaria di lavoro degli aoitanti, potè essere inaugurato il 20 dicem
bre del 18U7. Ma le violente scosse di
terremoto, cfie l’anno seguente seminarono il panico nelle Valli, produssero cosi gravi lesioni al nuovo tempio, cfie, il culto dovette essere riportato nel vetusto tempio del Ciaoas.
i lavori di riparazione si protrassero
lino al 1811. Tutto sembrava finalmente prosperare, quando- nel 18i4,
1; re Vittorio Emanuele i, con l’miquo editto del 3 novembre, crdinava
la chiusura del teiiipio sorto pretesto
che esso era luori uei hmiti anticamente tollerati. E chiuso il tempio
rimase, nncnè le proteste e le suppliche dei Valdesi e Tautorevoie intervento dell’ammiraglio inglese, lord
BentincK, non riuscirono a strappare
al sovrano, il 12 maggio 1816, la revoca del divieto, non ostante gi’intrighi del clero cattolico. Ma, perche,
uara la vicinanza delie aue cnlese, i
leueli dell una non potessero vedere
aU interno i fedeli dell’altra ed i canti sonori dei valdesi non disturbasse
ro ie funzioni cattoliche, il Concistoro valdese ebbe ordine di inalzare
lungo tutta la iacciata del tempio
una palizzata in legno, poi sostituita
da un tamburo interno nella porta
centrale e infine, nel 1842, da una
maestosa fila di ippocastani. Tanto
poteva la gretta e ridicola intolleranza del tempo!
L’autorizzazione
della campana
il tempio rimase senza campana,
per il mal volere del clero, fino all’aimo 1834. In quest’annoi, sedendo
sul trono il re Carlo Alberto e spirando un'aura di maggiore libertà e tolleranza, il Concistoro indirizzava alrintendente di Pinero-lo, per essere
inoltrata al sovrano, una breve supplica, nella quale, in tono alquanto
servile — com’era l’uso del tempo —
mostrava la grande utilità che la
campana avrebbe avuto per radunare
i fedeli, che abitavano dispersi in una
vasta zona.
Insieme con la supplica al re, il
Concistoro, che aveva per pastore
Giov. Pietro Bonjour, già cappellano
della Legazione di Prussia a Torino,
riteneva opportuno inviare un’istanza anche all’ambasciatore di Prussia,
conte de Waldbourg Truchess, per i;
quale il re Carlo Alberto aveva una
speciale deferenza e che era ricono
sciuto alla Corte come il patrono dei
Valdesi.
Per rintervento autorevole del conte, la supplica prese subito una buona piega.
Infatti, l’8 febbraio la Segreteria di
Stato interpellava l’Intendente di Pi
nerolo per avere il suo parere.
Il parere
detl’lntendeote di Vinerolu
L'Intendente Nota fu sollecito a
prendere le opportune informazion;
e fin dal 18 lebbraio rispondeva ai
Ministro con un parere nettamente
favorevole airaccoghmento della domanda. Assicurava che non vedeva
nessun inccnveniente nell’uso della
campana nella parrocchia di Sar.
uiovanni, dato che essa esisteva, senza provocare lagnanze, a Torre, a
Bobbio ed al Villar, terre formate an
ch'esse di popolazione apparteneme
alle due fedi. Tuttavia, prevedendo
cne la concessione della campana,
avrebbe naturalmente suscitato ii
malcontento del clero, per ovviarlo
od almeno per attenuarlo, proponeva che fossero imposte al Concistoro valdese le infrascritte condizioni;
« 1 ) Che la campana abbia un suono per cui si distingua da quella della chiesa cattolica del luogo. 2) Che
non possa essere suonata durante il
tempo delle funzioni ed ofRci cattolici. 3) Che la porta, la quale conduce
al campanile, sia bene assicurata con
chiave, ne sia dichiarato responsabile il pastore del culto e siano in genere osservate quelle provvisioni di
polizia, che a salvaguardia della pubblica tranquillità sono state ordinate
per tutti i campanili».
La relazione dell’Intendente, per il
suo tono imparziale e prudente, trovò buona accc^lienza presso il ministro degli Interni, che il 25 febbraio
presentò finalmente al sovrano la
richiesta del Concistoro di San Giovanni per la definitiva autorizzazione. Questa fu lo stesso giorno coxicessa,
I primi squilli della campana
e la reazione clericale
Appena conosciuta l’autorizzazione
regia, il Concistoro aprì una sottoscrizione per sopperire alle spese dei
la fusione e della messa in posa della campana. Essa fruttò circa 2.60j
lire. La fonderia Biolley, incaricata
della fusione, volendo scrupolosamente osservare la prima delle norme imposte dal Ministero per la concessione, aggiunse al bronzo una certa
quantità di argento, aflftnchè la campana avesse un timbro distinto da
quello della campana cattolica.
In giugno la campana fece sentire
i suoi primi rintocchi, salutati con
esultanza dalla popolazione valdese,
che vedeva finalmente coronato un
suo antico desiderio. Ma al clero i
imtocchi non piacquero. Non osando il parroco agire in proprio neme,
fomerrtò il sindaco cattolico, il quale
si affrettò ad inviare all’Intendente
di Pinerolo un vibrato memoriale,
protestando che i Valdesi avevano
violato la prima delle condizioni imposte, poiché il suono della loro campana non si distingueva affatto da
quello della campana cattolica. Di
fronte a questa protesta, l’Intendente
Nota, che era di sentimenti assai liberali, aflìdò la decisione della controversia ad un perito, il quale, re
catosi sul posto e confrontato il ma
teriale, il peso ed il timbro delle due
campane, sentenziò, senza ambagi,
che il suono delle campane era nettamente differente e chè non poteva
essere diversamente data la iattura
delle due campane.
Di fronte a questo smacco il parroco di San Giovanni non volle darsi interamente per vinto. Si presentò
personalmente davanti aH’Intendente per confermare l’accusa, ma dovette cedere davanti alle chiare conclusioni del perito, che l’Intendente gli
mise sotto gii occhi. Il prelato fini
con l’ammettere ch’egli era stato mal
informato dai suoi parrocchiani; turtavia, per non perdere-tutto,.-chiese
che venisse ordinato ai valdesi, per
evitare immaginari inconvenienti,
« nei giorni festivi, al dopo pranzo,
essi dovessero suonare la loro campana d’invito mezz’ora prima di quel
\ la cattolica». L’Intendente, non volendo assmnere personalmente la responsabilità di una tale decisione,
che forse in cuor suo reputava frutto
di gretta intolleranza, passò la richiesta al ministro (4 luglio 1834), il quale, per dare qualche soddisfazione al
clero, diede ordine al Concistoro di
San Giovanni di assecondare il desiderio del parroco.
Era un primo ripicco della reazione clericale, ma questa non doveva
fermarsi qui.
IVIuovo soppruso del clero
Infatti verso la fine dellanno, il
sindaco cattolico, nuovamente sobillato dal parroco, indirizzava al pastor,
una lettera ufficiale, nella quale, appigliandosi alla seconda delle condizioni imposte dal governo pier l’uso
della campana, ordinava che anche
per le funzioni del mattino la campana valdese fosse fatta cessare prima che si facesse sèntire quella cattolica, così come si praticava per ie
funzioni del pomeriggio. In altre parole ,il sindaco dì San Giovanni, come il parroco di Rorà, pretendeva cne
i Valdesi dovessero essere fuori del
loro tempio prima delle ore 10, pei
non disturbare le funzioni cattolicne,
che appunto cominciavano a quell’ora.
Uontro questa nuova pretesa insorse il ministro Bonjour, che presentò apposito memoriale al ministro
prussiano a Torino, conte de Waldbourg Truchess, protestando che un
semplice parroco o sindaco non poteva arrogarsi il diritto di aggiungere
condizioni a quelle imposte dal governo.
Non sappiamo quale fu l’esito di
questa controversia. Ma il fatto che
in margine alla petizione del Bonjour, si legge una violenta diatriba
apposta da qualche ministro o consigliere di Stato, contjTo il conte prus
siano, chiamato « fJropagandista del
Protestantesimo in Piemonte » lascia
sospettare che ancoira una volta il
governo cedette in tutto o in parte ai
soprusi del clero. Tanto più, che nella controversia intervenne personalmente il Vescovo di’T’inerolo con un
prospetto di orario delle funzioni cat.
toliche e valdesi, protestando che la
contemporaneità delle funzioni e delle campane provocava gravi inconvenienti e ricordando fd sovrano la so
lenne promessa fattigli, allorché era
stata data l’autorizzaizione per la cam
pana valdese, che quella sarebbe stata l’ultima concessione fatta a favore
dei protestanti di quel Comune.
Arturo Pascal
Notizie in breve
Secondo il rapporto annuale della
Federazione Luterana mondiale, per
il lavoro di assistenza e di aiuto in
favore dei rifugiati e per il lavoro sociale in genere ad Hongkong sono sta
ti impiegati, nel 1957, oltre 4 milioni
e mezzo di marchi.
Nel corso del 1958 quattro chiese
saranno ricostruite in Polonia grazie
al contributo della Federazione luterana mondiale e del Consiglio ecumenico. Le chiese evangeliche che, distrutte o gravemente danneggiate nella guerra, attendono di essere ricostruite sono 46.
A Lubecca la chiesa di Santa Caterina è aperta al culto di quattro confessioni cristiane: le Chiese evangeliche- luterane di Lubecca, la Chiesa
cattolico-romana, la Chiesa grecoortodossa e la Chiesa vecchio-luterana.
L’arcivescovo José Cuenco, delle Fi
lippine, ha vietato ai cattolici-romani
della sua diocesi di partecipare alle
attività delle ACDG, di sostenerle o
di utilizzarne gli edifici.
Nel mese di maggio è stata organiz
zata in 300 località d’Inghilterra una
«Settimana dell’assistenza cristiana»
per portare a conoscenza del gran
pubblico le necessità dei rifugiati.
Il vescovo luterano di Berlino e del
Brandemburgo e Presidente della
Chiesa Luterana di Germania, Otto
Dibelius, è stato nominato cittadino
onorario dal Senato e dalla Camera
berlinesi, in occasione del suo 78<
compleanno.
Il film su Martin Lutero, prodotto
dalla Chiesa Luterana americana, sarà affittato agli « studi » della televisione degli Stati Uniti e del Canada;
esso sarà pure proiettato nell’America Centrale e Meridionale; è già stato doppiato in lingua coreana.
Il primo culto protestante teletrasmesso dalla radio-televisione fiamminga in Belgio è stato trasmesso
rii maggio dal padiglione delle Chiese Protestanti all’Esposizione univer^
sale di Bruxelles.
Al liceo di Little Rock (U.S.A.), la
cittadina dove l’anno scorso si erano
avuti gravi disordini per ragioni razziali, si è concluso felicemente il primo anno d’integrazione razziale nella
scuola pubblica. Fra i diplomati è uno
dei nove studenti di colore.
SITUAZIONI MISSIONARIE
La « International Review of Missions »
come di consueto pubblica nel suo numero di gennaio uiia sintesi delle informazioni giunte dai vari campi di missione
del mondo durante l’anno testé terminato.
Scorrendo questa rassegna passano sotto
gli occhi i nomi di tre quarti delle nazioni del mondo : sfilano dinanzi alla mente
i deserti dell’Africa e le pittoresche isole
del Pacifico, le sterminate moltitudini dell’Asia e le foreste vergini dell’America del
Sud. La cliiesa è effettivamente presente in
ogni angolo del mondo e ben pochi sono
oggi i popoli o le tribù che non hanno ancora ricevuto Pannuncio dell’Evangelo del
perdono di Dio. Ma se si vuol sapere il
numero di quelli che effettivamente lianno
creduto alla predicazione della chiesa ii
quadro cambia: sono spesso poche migliaia o forse qualche centinaio di migliaia
di credenti in mezzo a milioni e milioni
di persone che sono ancora lontane dall’Evangelo.
Il primo problema delle Missioni è dunque quello di estendere la loro opera, di
non accontentarsi dei primi modesti risultati e di non permettere che le chiese nate
dal loro lavoro acquistino quella mentalità di soddisfazione di sé che è cosi comune presso molti credenti europei i quali
non sentono l’urgente necessità di evangelizzare attorno a sé.
Comunicazioni relative ai progressi dell’opera di evangelizzazione giungono da
molte parti del mondo: dal Giappone giunge notizia di una sorta di piano quinquennale che prevede la fondazione di un centinaio di nuove chiese nell’isola settentrionale di Hokkaido. Anche nelle Filippine
si nota un vigoroso impulso evangelistico,
e così pure in America del Sud dove si
presta particolare attenzione alle possibilità di usare la radio quale strumento di diffusione del messaggio evangelico.
Il secondo grande problema consiste nel
preparare i credenti indigeni per il giorno
in cui i missionari dovranno ritirarsi. E’
naturale che, dopo il periodo di fondazione, una chiesa cristiana impari a reggersi
da sé, ma in molti casi le chiese indigene
hanno trovato che era molto comodo appoggiarsi ai missionari e lasciar loro la responsabilità ed il peso delle difficoltà maggiori. D’altra parte le missioni hanno spesso voluto tenere per sé la direzione e non
hanno dato abbastanza responsabilità ai
credenti indigeni. Oggi invece il problema
deve essere affrontato con urgenza. La Cina, prima della rivoluzione comunista, occupava un gran numero di missionari; oggi li ha espulsi praticamente tutti eccetto
quei pochi che sono ancora in prigione. 1
cristiani cinesi hanno dovuto assumere improvvisamente ed in circostanze ben difficili la direzione della propria chiesa. Vi sono riusciti e sono rimasti fedeli al Signore
anche in clima politico ostile alla religione; ma se fossero stati meglio preparati
a questo trapasso di poteri e di responsabilità, se la chiesa in Cina fosse già stata
in mano a cristiani cinesi prima della rivoluzione, sarelibe stato certamente molto
meglio per lei.
Quello che è accaduto in Cina può sue
cedere da un momento all’altro in molti
altri paesi. L’India non è sempre favore
vole ad ammettere dei missionari, l’Egit
to Ita cacciato quelli di origine inglese;
die co.sa riserva la situazione nel Medio
Oriente ed in Africa settentrionale?
Diversi paesi dell’Africa nera stanno andando verso l’indipendenza ed è da aspettarsi che le chiese di quei paesi tenderanno (e qualche volta potrebbero anche essere obbligate) ad essere indipendenti. Anche in Argentina al tempo della dittatura
peronista era stato fatto un tentativo di separare le chiese argentine dalle « chiese
madre » dell’estero.
Per questo motivo si assiste oggi in tutto
il mondo missionario allo sforzo di trasmettere la direzione delle opere a credenti indigeni, mentre ì missionari stranieri
rimangono come collaboratori. Anche del
finanziamento delle opere sono resi responsabili i credenti indigeni in modo che una
eventuale separazione dai paesi occidentali
non venga a significare, il crollo dell’opera
cristiana.
In India tutte le scuole di teologia sono
passate sotto la direzione di credenti indiani, ma il numero dei professori e l’entità del finanziamento provenienti dall’estero sono considerati ancora troppo grandi.
In Africa lo stato di Ghana ha ottenuto
la sua indipendenza mentre la Nigeria e
diversi territori dell’.^frica occidentale ed
equatoriale francese si avviano a maggiori
autonomie. Parallelamente anche le chiese si muovono nella stessa direzione: è stato formato un « Conseil des Eglises Baptiste*et Evangélique di Caméroun » che dirigerà le attività comuni di queste due chiese, divenute tutte e due recentemente indipendenti.
Un altro problema che la missione deve
affrontare è quello della libertà religiosa.
Nella Cina comunista la chiesa è tollerata, a condizione di essere assolutamente indipendente dall’estero; quest’anno ha potuto ricevere la visita di personalità e gruppi di credenti di altri paesi, tra cui quella
del Dr. Freytag, di cui a suo tempo i lettori deir«Eco» sono stati informati. Non si
ha notizia che cristiani cinesi siano perseguitati, ma certe attività, come il colportaggio biblico, sono impedite.
In India vi sono .stati alcuni casi di violenze popolari contro certi istituti missionari ed alcune dichiarazioni di uomini politici parlano di « protezione » delle religioni, parola che in bocca a uomini politici
significa sempre controllo e limitazione.
Nei paesi arabi la libertà religiosa è sempre stata piuttosto difficile da ottenere e la
situazione politica determinatasi dopo i fatti di Suez ha avuto un’influenza piuttosto
negativa. Ma il punto dolente in questo
campo si è trovato a lungo in America del
Sud: per anni la Colombia è stata scenario
di persecuzioni violente con espulsione di
missionari, chiusura di scuole, incendio e
demolizione di chiese ed assassinio di decine di protestanti. Dopo la caduta del regime dittatoriale di Rojas la situazione si
è fatta più tranquilla ma sarà necessario vedere se questa normalizzazione si estenderà effettivamente anche ai luoghi dove la
persecuzione è stata più violenta. 1 cattolici colombiani si sforzano di fare apparire
tutta la persecuzione come un fatto puramente politico dovuto a conflitti locali. Se
ciò fosse vero ci sarebbe da chiedersi come
mai i cattolici, che pur sono potenti in Colombia, non abbiano mai trovato il modo
di fare qualche cosa (di protestare, se non
altro) contro la persecuzione fintanto che
essa durava; il proclamarsi innocenti adesso che è finita è veramente troppo comodo!
Abbiamo menzionato fin qui alcuni problemi di carattere generale, ma molti altri
si presentano alle missioni: per esempio
la scarsità di vocazioni pastorali e missionarie; ovvero il problema delle aree in rapido sviluppo in cui (come in certe parti
del Brasile e dell’Africa) città intere sorgono in poco tempo portando come conseguenza immensi spostamenti di popolazione a cui non sempre i mezzi tradizionali della chiesa possono far fronte.
Cominciando queste note abbiamo accennato alla enorme estensione del campo di
lavoro delle missioni; concludiamo osservando che questo campo si estende sempre
più: nei 25 anni che vanno dal 1930 al 1955
la popolazione mondiale è pa.ssata da 2013
a 2691 milioni di abitanti. Detraendo quello che può essere stato l’aumento di popolazione dei paesi cosiddetti cristiani, resta
di fatto che in meno di una generazione
un mezzo miliardo di uomini si è aggiunto
al numero di coloro a cui dobbiamo annunciare che Cristo è il Signore. La missione
ha dinanzi a .sé un compito immenso. Veramente « la messe è grande... ».
Aldo Comba
4
Non c'è che una parola sufFìcientemente forte per vincere
la disperazione: la Fede. O disperiamo o crediamo.
E. Brunner.
L'Eco delle Valli Valdesi
Pregare è confessarsi impotenti, pregare è deporre la propria vita : « Prendi tu il timone,
io non posso nulla più ».
E. Brunner.
li
IVIotizie dalle Comunità
TORRE PELLICE
L’ultimo periodo dell’attività invernale si può dire chiuso anche questo
anno con l’Assemblea di Chiesa tenuta Domenica I» Giugno.
In questo periodo non sono mancate le attività e le manifestazioni
nella nostra Parrocchia.
Dobbiamo ritornare al periodo di
Pasqua per ricollegarci al nostro ultimo notiziario. Quest’anno un bel
gruppo di 33 catecumeni ha fatto la
Confermazione. I culti della Settimana Santa sono stati frequentati da
una vera folla che ha riempito i nostri templi. A Pasqua la S. Cena ha
accolto più di 400 persone. Vorremmo
sperare che dietro a questa partecipazione massiccia a culti festivi vi
sia una rinascente sensibilità nel nostro popolo per il problema della fede e della vita dello spirito.
La Chiesa di Torre ha avuto il piacere di ospitare la Festa di Canto delle corali e la Festa di canto delle
Scuole Domenicali. Sia all’una che all’altra ha assistito un pubblico che
ci è parso più ntomeroso che nel recente passato. Le due Feste sono state particolarmente vive e belle. E’ rimasta, vi va nella nostra mente la visione del tempio pieno per la presenza di oltre 400 bambini delle Scuole
Domenicali delle nostre chiese. Il giornale ha già riferito su queste feste
e non ci dilunghiamo.
La seconda domenica di Maggio,
dedicata alla famiglia, abbiamo avuto un culto speciale, con la presenza
dei nostri bambini, presieduto dal
Past. Paolo Bosio venuto per qualche
giorno alle Valli. Lo ringraziamo vivamente per i due messaggi dati ai
piccoli ed ai grandi. Nel pomeriggio
non abbiamo potuto svolgere nessuna attività (come avevamo pensato)
in quanto c’era la Festa di Canto
delle Scuole Domenicali. Così pure
abbiamo rimandato al giorno di Pentecoste la giornata dedicata aH’Orfar
Dotroflo.
Il giorno dell’Ascensione 80 persone
hanno partecipato alla gita di Chiesa
che ha avuto come meta la Casa Valdese di Borgio Verezzi. Qui si è svolto il culto di Ascensione. La gita è riu
scita assai bene nelle sue varie parti
e i partecipanti sono tornati alle loro case contenti di una giornata così
varia e passata in gioiosa fraternità.
Abbiamo avuto a Borgio una ottima
accoglienza dai Sig.ri Costantino che
vogliamo ancora ringraziare.
Il 1 Giugno abbiamo avuto la no
stra Assemblea di chiusura deH’anno
ecclesiastico con la lettura e la discussione della relazione annua. E’ stata
nominata delegata al prossimo Sinodo la Sig.ra Lina Varese.
In questi giorni i Sig.ri Melania e
Davide Fomeron ed i Sigjri Mery e
Carlo Roland hanno festeggiato le
loro Nozze d’oro. Giunga loro, da queste colonne l’augurio affettuoso di tutta la grande famiglia della nostra
Chiesa. Il Signore conceda ancora loro dei giorni sereni e gioie vere.
Ringraziamo il Past. Bertinatti, il
Past. Emilio Corsani ed il Sig. Lazier
per aver presieduto alcuni dei nostri
culti.
Domenica 8 Giugno il Past. Bruno
Tron è partito per la Svezia dove lo
aspetta un intenso programma di visite e conferenze nelle quali parlerà
della Chiesa Vadese e del Cattolicesimo Romano. Lo accompagnano col
nostro pensiero e sj>eriamo di rivederlo durante il Sinodo al suo passaggio
nel suo viaggio verso l’Africa.
Vogliamo inviare un caro saluto al
Past. Alessandro Tron ed alla sua Signora che hanno vissuto in mezzo a
noi per oltre due anni.
Nel corso di questi mesi si sono cslebrati i seguenti atti liturgici:
Battesimi: Benecchio Laura di Alberto e Pilone Irene: Amoulet Vanni
di Erik e Rabellino Vittorina, Arnoulet Rober di Renato e Agli Ernestina, Albarin Nadia Mirella di Sergio e Avondet Wanda, Malan Nicoletta Valdesina di Alberto e di Vigna
Matilde, Ricca Giancarlo di Giovanni
e Favat Alice.
Matrimoni: Rivoira Sanzio e Garnier Lea; Gönnet Emilio e Bricco
Laura.
Funerali: Negrin Stefano, Gonin
Luigi, Enrico Corsanì.
Nella gioia e nel dolore sia sempre
presente la presenza di Dio.
CAMPO CADETTI
AGAPE 20 GIUGNO - 6 LUGLIO
Età: dai 13 ai 16 anni.
Tema : I DIECI COMANDAMENTI ; La libertà di amare e di servire.
Può sembrare un controsenso parlare contemporaneamente di comandamento e di libertà. Siamo abituati a considerare il comandamento
come la limitazione delia libertà e la libertà come fuga dal comandamento. Eppure non è così: nella Bibbia conosciamo' la vera libertà che il
Signore ha donato ai suoi figlioli ed è soltanto in questa libertà che possiamo veramente amare e servire Iddio e i nostri fratelli. Sarà quello
che cercheremo di scoprire insieme, leggendo i Dieci Comandamenti.
1 Collaboratori del campo saranno: Il Past. Alberto Taccia, il Past.
Tommy Soggin e la sua Signora, il Past. Gino Conte e il Sig. Riccardo
Bensì.
Prezzo per tutto il campo L. 13.600 più L. 600 di iscrizione (al momento' delTiscrizione versare pure una caparra di L. 1.000 che sarà poi
conteggiata nel prezzo del campo). Chi partecipa solo a parte del campo
L. 950 al giorno. Borse campo parziali o totali possono ottenersi facendo
scrivere dal proprio Pastore al direttore del Campo Past. Alberto Taccia.
Le Borse vengono concesse in casi particolari.
CAMPO UNIONISTI
CAMPO DELLA GIOVENTÙ’ EVANGELICA ITALIANA
organizzato dalla FUV ad AGAPE
dal 14 al 23 luglio
Tema: GESÙ’ E I PAGANI (dialogo con i non credenti).
Il problema di que.sto campo è il dialogo con i non credenti. Ci tro
viamo a vivere, a studiare e a lavorare sempre meno con dei credenti
(siano pur essi cattolici) e sempre più con uomini e donne che hanno
perso il senso della fede cristiana e l’hanno ovvero razionalizzata o paga
nizzata in senso superstizioso, o sostituita con altre fedi, ovvero perduta
neiriiidifferenza e nella superficiale ade.sione a riti ecclesiastici. L’incontro e il dialogo con questa mentalità appare difiìcile e per lo più ci troviamo impreparati. Senza contare che spesso noi stessi, in modo più o
meno cosciente, partecipiamo a questo « ateismo » nelle sue varie tendenze e manifestazioni. Il campo rappresenterà quindi per tutti una
utile occasione di confronto e ripensamento della nostra posizione.
GLI STUDI:
— Che cosa intendiamo per ateismo
Definizione del termine e esame delle cause oggi
— L’ateismo nell’Antico Testamento
il rinuto di riconoscere e servire Dio
— L’ateismo nel Nuovo 'Festamento
Il rifiuto dilla fede nei confronti di Cristo
— L’ateìsmo scientifico
La costruzione ai im mondo ove non vi è posto per Dio
— L’ateismo marxista
La costruzione di una storia in cui non vi è posto per Dio
— L’ateismo pratico
La costruzione di una vita in cui non vi è posto per Dio
— La nostra posizione: difesa nella fede o testimonianza?
Collaboratori: Pastori A. Taccia, G. Tourn, G. Bouenard, M. Miegge
ecc.; prezzo del campo L. 8.000 più L. 600 di iscrizione.
Iscrizioni e richiesta di informazioni: Segreteria di Agape Frali (To).
PRaRÜSTINO
Domenica 11 maggio, nel corso del
culto, ha avuto luogo l’Assemblea di
Chiesa per Tesarne della Relazione
Annua, presentata dal Concistoro, e
per la elezione dei delegati alla Con
ferenza Distrettuale e al Sinodo. La
Relazione non ha dato luogo a discussioni importanti (qualche osservazione è stata fatta qua e là a proposito della frequenza ai culti, delle
contribuzioni, dell’insegnamento religioso nelle scuole, della corale). Come
delegati alla conferenza distrettuale
sono stati eletti Pons Enrico di S.
Bartolomeo e Romano Lilia dei Tilla; delegato al Sinodo Marco Avondet dei Franzoi, e proposto per la nomina dalla conferenza, l’Anziano Luigi Paschetto del. a Crotta. Sono pure
stati nominati due revisori dei conti
nella persona di Irma Gardiol dei
Tilla e Ernesto Robert del Collaretto.
Il 15 maggio, giorno dell’Ascensione, abbiamo avuto la gioia e il privilegio di ospitare là festa di canto delle scuole domenicali della Val Chisone. Erano presenti le scuole domenicali di o. Germano, Pinerolo, S.
Seconoj e Prarostlno: oltre 200 bambini, accompagnati dai Pastori e dalle monitrici delle rispettive comunità. Non parliamo più della cronaca
della giornata (già fatta su questo
giornale). Vogliamo soltanto sottolineare la gioia per la Chiesa di Prarostìno di avere avuto modo di ospitare quest’anno, dopo molto tempo,
la festa di cantc^ sia pure soltanto
delle scuole domenicali... e Timpressione del tutto positiva di avere avuto un’intera giornata dedicata a questa manifestazione.
Un bel gruppo di nostre sorelle, ha
partecipato, domaiica 18 maggio, al
convegno delle Unioni delie Madri
ad Agape. Tutte hanno goduto della
giornata veramente ben riuscita sotto ogni aspetto.
I culti di Pentecoste, sia a S. Bartolomeo che a Roccapiatta, sono stati discretamente ben frequentali (potevano naturalmente . esserlo maggiormente, tanto>'<più che tutti o quasi hanno dovuto muoversi per votare...) Alla celebrazione della S. Cena,
il numero dei partecipanti non è stato notevole, dato il numero dei presenti al culto. A S. Bartolomeo abbiamo inaugurato una tovaglia nuova, portante un bel candeliere valdese finemente ricamato.
Dipartenze. Sono deceduti la nostra sorella Bonnin Margherita ved.
Rostagno, del Saret, dopo lunghe' sofferenze, il 12 maggio, alla età di 80
anni; il nostro fratello Gönnet Ema
nuele, delTUntinet, il 13 maggio alla
età di 71 anni. Le consolazioni del
Signore siano con le famiglie afflitte.
Un gruppo di cristiani giapponesi ha
iniziato una campagna di tre anni in favore deUe persone che ancora
oggi subiscono le conseguenze del
bombardamnto atomico di Hiroscima
e di Nagasaki. Questo programma dì
aiuti è sorto in seguito alTinchiesta
di un professore di etica al Seminario tologico unito di Tokio.
Sono stati aperti in Austria, sotto patronato del Consiglio ecumenico,
due nuovi centri d’accoglienza ecumenici per giovani rifugiati ungheresi.
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Peksidni fl[RTIAI
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