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LA
BUONA NOVELLA
GIORNALE
DELL’EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
ANNO IX, MDCCCLX
SECONDA SEEIE
TORINO
TIP. CLAUDIANA, DIRETTA DA RAFFAELE TROMBEn'A
1800
3
-,
INDICE DELLE MATERIE
■^KSÌ)s&'^
ATTI’ALITA
Il papa cJ il congresso...................
Ui un recente soritto di K. d’Azeglio.
Amichevole avvertimento al nostri
confratelli in Giorniilismocleipaesi
stranieri...................................
I nuovi protestanti del secolo xix.....
Iia scomunica..............................
Salutari effetti della Scomunica......
Della Democrazia clericale............
La religione ed i governi.............
II rrotestantesimo ed il Cattolicesimo nel loro rapporti colla civiltà............................... 146, 101,
I reati contro la Religione secondo
il nuovo Codice penale...............
II matrimonio secondo il nuovo
schema di Codice civile..............
Le due libertà..............................
Il prestito del Papa......................
Una voce dalla Sicilia..................
I Maroniti, i Drusi e lo missioni
della Siria...............................
*»*
2
17
s
49 !
05 ;
81
97
114 i
129 i
177
193
212
225
227
257
273
321
varietà’
Guglielmo Churcmann, ossia la sufficienza delle Scritture per convertire a Dio..........................
Oiovauni Brown.......................... 20
Siete voi?................................ 37, 55
Alla Chiesa nascente di !>***............ 69
Una visita a Préfagier. 74, 88, 139, 202
Lo stato attuale della Religione in
Italia...................................... 103
La catena vivente....................... 120
Un granello nel deserto................. 172
A proposito d’un articolo della B. iV.;
sincere rivelazione di un sacerdote
di Roma.............................. 190
La festa del 15 agosto sui monti
Valdesi................................... 248
Una voce fraterna dalla Oermania... 260
Brani del giornale di un colportore
biblico....................... 295, 315, 327
Pensieri sopra lo studio della Bibbia. 870
MEDITAZIONE D1BLIC.\
Le vie del Signore....................... 4
Il va.so di profumi........................ 85
Tenera sollecitudine..................... 91
Il Buon pastore........................... 118
Il vero consolatore........................ 108
Il giudice misericordioso.............. 184
La più meravigliosa fra tutt« le relazioni............................................ 190
L’amico degli orfani..................... 229
La \ittoria sopra 11 mondo............. 277
La piccola greggia........................ 311
4
Cristo solo.................................. 326 '
BtOGBAFIA '
Un precursore della Riforma. 33, 51, 68 ?
Il mfeionarlo americano Judson .... 151 ì
Samuele Hebicli.......................... 241 ;
Il padre Chiniquy.................. 290, 305 (
liberta' religiosa
Libertà religiosa in Toscana........... 134 ^
Un’articolo del Mmitvre Toscano........ 155
I reati contro la Religione, secondo
il nuovo Codice iwnale............... 193 |
II matrimouio, secondo il nuovo '
schema di Codice civile.............. 212 i
Grave offesa alla libeità di coscienza
In Aosta.................................. 351 ^
QUI9TI0NI EOCLKSIASirCUE ED EVAN- '
oelizzaziose '
Sinodo della Chiesa Valdese........... 148 ^
Circolare della Commissione di E- i
vangellzzazione della Chiesa Val- >
dese..................................... 313 ;
L’Evangelo nella valle di Aosta, nel <
secolo XVI................................ 338 ;
L’Evangelo nella valle di Aosta, nel
secolo XIX............................... 354 ;
polemica
C
Il commercio delle messe a Roma.... 23 s
Un'ammonimento agl’italiani........ 214 <
Del sacrificio................................ 231 ì
Polemica.................................... 25
Una voce dalla Sicilia................... 25"
Il purgatorio ed il mejizo di liberai-sene.................................. 344
CORRISl’OSDENZA
Corrispondenza della Buona JVovella:
Firenze........... 40, 77, 185, 205, 219
Pisa........................... 91, 107, 15«
Livorno................................ 253 e 375
Milano.........................'........... 43
Valli Valdesi............................46, 112
Dublino........................................... 141
Corrispondenza Fiorentina :
1.................................................... 217
II................................................... 233
II I.................................................... 267
I V................................................... 283
V................................................ 297
VI.................................................... 329
VII.................................................... 363
VIII................................................... 373
BIBLIOGRAFIA
Il papa ed il Congresso dal punto di
ràta italiano, pensieri di A. Gavazzi................................................. 125
Essai sur l’Avenlr de la Tolérance,
par Schæffer............................. 263, 278
n canone delle S. Scritture, sotto il
duplice aspetto della scienza e
della fede di Oaussm...................... 348
Notizie..... 13, 28, 60, 93, 109, 125. 143.
157, 174, 188, 223, 237, 271. 287, 302.
318, 333. 351.
■l'è) Ì5'\.'£
5
ri SEBii: 1.) ciEsxAjo
LA BUONA NOUELlI
GIORNALE DELLA EYAÌÌGELIZZAZIONE ITALIANA
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Seguendo la verità nella carità. — £f£S. VI. 15.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE ^ LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per lo Stato [franco a destinazione]____£. 3 00 la Torino all’Uffizio del Giornale, via del Princive
Per la Svizzera e Francia, id........... „ 4 25 ' Tommaso dietro il Tempio Vald^'se.
Per l'InirhiUerra, id................... „ 5 50 : Nelle Provincik per mezzo di franco-bolli po
^ Per la Germania id................... „ 6 50 : che dovranno essere Inviati franco allM
Non si ricevono associazioni per meno di nu anno. rettore della Bcon.v Novella.
AU’estero, a’seguenti indirizzi; Parigi, dalla libreria C. Meynieìs, me KìvoU;
Ginevra , dal signor E. Bcroud libraio ; Inghilterra per mezzo dì franco-bolli
inglesi spediti franco al Direttore della Buona Novella.
SOMMARIO
Attualità, il Papa ed il Congresso — Meditazione biblica, le vie del Signore — Varietà, Guglielmo
Churchman ossia la sufficienza delle Scritture per convertire a Dio — Notizie.
LA BUONA NOVELLA
ANNO IX
La Buona Novella seguiterà, a Dio piacendo, di venir
tuori, nel 1860 coi medesimi intervalli, (il quindici e 1’?«?timo di ciascun mese) ed alle medesime condizioni che in
passato. — Dopo il nostro ripetuto avviso a quei sigg. Associati che intendessero di cessare dalla loro Associazione
a dichiararsi prima del dì dieci di questo mese, stimiamo
essere nel nostro diritto considerando come alibuonati di
nuovo tutti coloro che non avendoci fatto pervenire una
siffatta y^hiarazione riterranno il presente N.° che loro
mandiamìÉ).
6
ATTCAIdTÀ
IL PAPA El) Aj CONG sesso
Se mi venisse domandato cosa, a parer mio, da più anni a questa
parte, siasi scritto di più forte contro il dominio sì spii’ituale che
temporale del Pontefice di Roma, io risponderei senza esitare: l’opuscolo dal quale questo articolo è intitolalo ; ed io non solo mi fo capace come queste poche pagine abbiano destato le ire tutte del partito clericale, ma qualora ciò non fosse avvenuto, si avrebbe fondato
motivo di credere che quel partito non è più desso, e che siamo alla
v'igilia di una trasformazione del roraanesimo appetto alla quale la
Riforma del secolo XVI non conterebbe più che affatto in seconda
linea.
E quella forza così eccezionale da dove procede ella ? Forse dalla
fonte che si attribuisce generalmente all’opuscolo in discorso? - Io non
disconosco ciò che alle teorie in esso svolte possa aggiungere di forza
una tal provenienza. Quando siffatte teorie vengono poste in campo
da chi ha, in seno al Congresso chiamato ad attuarle, una voce così
ponderante come il supposto autore dell’opuscolo, si capisce che alle
sue parole si dia più peso, che non a quello di un pubblicista qualunque.
Ma la circostanza, che non meno di questa infonde, a parer mio,
forza grandissima allo scritto in discorso, si è, insieme alla moderazione che taluno potrebbe dir soverchia con cui è vergato, l’attaccamento profondo accompagnato di profondo rispetto di chi lo dettò
per quella fede che il Papato rappresenta, e per l’attuale suo rappresentante. Evidentemente, chi pose mano a scrivere queste pagine non
solo è cattolico, e cattolico tenerissimo della sua credenza, ma ciò
ch’ei dice, ei non lo dice se non costretto dalla coscienza, per religione,
ed allo scopo di ridonare al Papato, a cui si mostra affezionatissimo,
quella aureola ch’egli ha perduta in gran parte, e che sta per perdere
intieramente. Ora cosa dice, in sostanza, col suo scritto, questo sviscerato amico e propugnatore del Papato così temporale che spirituale ? — Mentre egli, con un’accento di convinzione che non può
essere superato, insisto sulla necessità assoluta, per il Papa, di rxn
potere temporale, che lo costutui.seti, ad un tempo, sovrano (cosa,
7
egli dice, essenziale aliti religione), ed iadipetidente da qualunque
terrena potenza (cosa non men essenziale alla politica), egli dichiara,
con altrettanta insi.stenza, essere un governo come quello del Papa
così inetto all’attuazione delle grandi conquiste della civiltà presente,
così avverso, per essenza, alle generose aspirazioni di cui più che m.ai
si sentono travagliati i popoli, che sarebbe inutile sperarle realizzate
sotto il suo dominio; per cui egli volendo, ad ogni costo, quel dominio
mantenere, non trova altro spediente che di restrignerlo il più che
sia possibile, e ciò affine di scemare di tanto il numero di coloro,
che per l’integrità del dogma cattolico, dovTanno di necessità essere
“ sottratti alla vita delle nazioni”, il numero cioè, delle vittime che
l’esistenza di un tal dogma richiede inesorabilmente.
Ora, io domando, che cosa si è detto mai di più forte, contro il
dominio temporale dei papi, di queste poche righe vergate da chi si
sforza, a tutt’uomo, di dimostrarne l’assoluta necessità? Un potere il
quale, non per arbitrio, (si noti questo), non per reo governo, ma per
necessità inerente alla propria natura, fa dei suoi sudditi, che sono
nomini, che hanno diritto alle stesse prerogative che tutti gli altri,
altrettanti esseri sottratti alla vita delle nazioni!............ Ma si
può egli immaginare qualche cosa di più mostruoso, di più indegno
di esistere !
Ma non è soltanto del potere temporale che queste cose sono dette.
TjC parole dell’autore dell’opuscolo hanno ben altra portata ancora ;
portata ch’egli non ha sospettata di certo, ma che scaturisce come
conseguenza logica, ineluttabile dalle sue premesse.
Infatti, perchè sotto il governo del Papa non sono attuabili le
grandi conquiste della civiltà presente, e devono i sudditi di esso
andar privi dei diritti più gloriosi inerenti all’umana natura? Deriva
questo forse dalla qualità del principe, come tale? Cagione di sì grave
sciagura non è piuttosto il Pontefice che si trova al Principe indissolubilmente unito ? — Ciò adunque che fà dei sudditi dello Stato
pontificio altrettanti eunuchi politici, non è l’individualità di Pio IX,
nè dei suoi ministri per incapaci od ostili ad ogni libertà che si vogliano dire, ma bensì il dogma di cui, non che il rappresentante, è il
Papa l’incarnazione o se si vuole la prima vittima. Quel dogma che
Ri può, negli Stati papali, (cosa impossibile altrove) imporre colla
forza, ecco ciò che fa quegli Stati assolutamente inabili aireffetuazione di qualunque sociale progresso, di qualunque civàie o politica
libertà; e se i sogni che sempre furono e che sono oggidì ancora quelli
della Romàna Curia, potessero effettuarsi mai ; se quel dominio che il
8
Papa esercita sopra una breve estensione di territorio, egli potesse
esercitarlo sopra l’intiero mondo cristiano, non è a Eoma soltanto,
ma dappertutto dove il dogma ch’ei rappresenta si stabilirebbe nella
sua integrità, colla forza materiale a suo servizio per farlo eseguire,
che tutto ciò che chiamasi progresso, libertà, in breve lasso di tempo
sarebbe intieramente scomparso !
E tutto questo che significa ? — E che ? se non l’opposizione assolata che esiste tra quanto chiamasi libertà, progresso, civiltà, ed il
dogma romano.
Ma una simile opposizione esiste ella altresì tra questi beni ed il
dogma, non piìi romano ma cristiano, quale ci viene nell’Evangelo
rivelato ?
Chi potrà indursi a crederlo, avendo scorso, non fossero pure che
poche pagine di quel codice divino ? Chi potrà indursi a crederlo a
fronte ancora delle libertà di ogni genere di cui sono pacifici possessori quei popoli che, scosso, tre secoli or sono, il giogo papale,
si dichiararono di non volere più accettare altra regola di fede che
quell’Evangelo medesimo ?
Ma se le cose stanno come abbiamo detto, l’opposizione non esiste
soltanto tra il dogma romano e la libertà, essa esiste ancora tra quel
dogma e l’Evangelo stesso. Eoma è contraria alla libertà, perchè
contraria all’Evangelo che di txitte le legittime libertà è il più sacro
e più inconcusso fondamento.
Ora, se effetto principale dell’opuscolo in discorso si è quello di
porre in risalto, meglio che non fosse stato fatto ancora, una tale opposizione, non avevo io ragione di dire di un tale opuscolo, ch’egli è
quanto di più forte sia stato dettato contro il dominio sì temporale
che spirituale del Pontefice di Soma ? E l’imica cosa da desiderarsi
dopo ciò, non è che quella voce sia udita, e che traggano i popoli,
da quell’opuscolo, quei grandi e proficui insegnamenti che vi sono
contenuti per il loro bene ?
MEDITAZIONE BIBLICA
LE VIE PEL SIGNOEE
Tu non sai ora quel eh’ io fo, ma Io saprai
appresso. (Giov. xiii, 7).
Oh ! giorno beato nel quale il Libro per lungo tempo suggellato
svelerà finalmente i suoi misteri, in cui le fontane del grande abisso
9
... ■) ...
saranno a^jerte, ed il fundo delle acque apparirà, in cui si dispiegherà dinanzi agli occld nostri il piano di una rivelazione sovranamente saggia e di un amore ineffabile !
Quaggiù le dispensazioni del Signore ci riempieno di stupore ;
non possiamo .scrutare le sne vie : — come il pozzo di Sicar elleno
son profonde e nulla abbiamo per attingere. — Ma presto il mistero
di Dio sarà compito, i suggelli chiusi saranno aperti e spiegati. Sì, il
giorno viene in cui ogni nube verrà dissipata, in cui l’ombra cederà
il posto ad una luce perfetta.
Vivi dunque in pace, o credente! Le vie del Padre celeste tuo sembranti forse oscure: non puoi discernere alcun raggio luminoso; non
puoi distinguere la luce attraverso le tenebre ; ma ecco, il dì viene in
cui tutto sarà svelato. Abbi pazienza ancor per poco. 11 fanciulletto si
confida in ciò che gli dice il padre suo, e quando giimge per lui
l’età della ragione, molte cose che parevano strane alla sua giovanile intelligenza, naturalmente riescono a lui spiegate. Finché tu
dimori su questa terra, non sei che fanciullo ; ma neH’eternità ogni
anima immortale otterrà l'altezza dell’uomo maturo. Allora, tutte le
vie di Dio appariranno a pien giorno ; perduti come saremo negli
oceani della viagnifca gloria, ogni oscurità sarà scomparsa! Ma
oihmè ! come spesso in luogo di acchetare i nostri desiderj, a guisa
di fanciidlo novellamente spopptato appresso sua madre, ìioi caminiamo in cose piti grandi e più ardue che non si conviene. (Salmo
C'xxxi) ! Non contenti di sapere che tutto quanto ci arriva è voluto
dal Padre nostro celeste, aoi cercluamo orgogliosamente di scoprire
il come, il percM. Ora, s’è difficile attribuire il giusto valore alle
opere imperfette ed incompiute dell’uomo, se il pittore e lo scultore
tremano, vedendo i lor lavori giudicati nel mentre non sono che
abbozzati, qiranto più dobbiam noi temere di giudicare con presunzione le opere di Dio ! Come, all’opposto, non glorificheremo noi il
Signore, accettando la sua volontà con umile sommessione, con illimitata confidenza, ed aspettando pazientemente il compimento di
questa buona promessa: — Tu non sai ora quel chUo fo ma lo saprai
appresso \ —Sì, non ne dubitiamo; appresso, la luce e le ombre del
quadro incompiuto saranno fu.se in un’insieme armonioso. E contemplando l’edificio delle vie di Dio a nostro riguardo, noi troveremo che ogni pietra occupa il luogo che le conviene, e che ogni
particolare dell’opera serve al tutto e alla simetría dell’intero monumento.
Quel ch'io fo. E chi c’indirizza questa parola? È colui che morì e
10
die v’ivo ora per noi ! Oh ! Gesù diletto ! tu fai molte cose che i nostri
cuori ciechi vorrebbero respingei'e, delle cose terrihili che non ci
nspettiamo-, ma ecco: per quanto gravi o severe in apparenza sieno
le croci che tu vorrai imporci, non le riguarderemo d’ora in poi che
come una prova del tuo inesprimibile ed inalterabile amore. L’eternità ci svelerà che noi avevamo bisogno di tutte queste dispensazioni;
vedremo che nulla di più, nulla di meno avrebbe potuto farsi per
noi di quel che avrai fatto ! 0 quando dal cielo getteremo uno sguardo
indietro sulla nostra vita terrena, non potremo che esclamare con
ammirazione e riconoscenza:
LA PAllOLA dell’eterno e’ DIRITTA, E TUTTE LE SUE OPERE
SONO FATTE CON SAPIENZA.
J
GUGLIELMO CHURCMAN
OSSIA LA SUPiICLENZA DELLE SCBITTURE PER CONVERTIRE A 1)10.
Non sono ancora molti anni, che trovandomi in Overton per annunziare
la Buona Novella ai poveri peccatori, fui informato da personaggio, non
troppo zelante in materia religiosa, che un miserello, sciancato e malconcio,
della vita, abitava in una meschina capanna nelle vicinanze della mentovata
città. La persona che mi diede l’opportunità di conoscere Guglielmo Churchman (tale è il nome del tapinello) mi assicurò, che mai in vita sua le
venne dato di osservare tanta facilità di eloquio sopra argomenti religiosi;
e la sua sorpresa diveniva stupore, considerando, che il povero storpio Guglielmo, non mai avea letto altro che la Bibbia, e, a cagione della sua infermità, non aveva mai usato a chiesa; cosicché il mio personaggio non sapeva
darsi pace, come ¿conciliare tanta sapienza, con sì scarsa scienza.
Stuzzicata la mia curiosità da questo racconto, concepii il desiderio di conoscerne il soggetto; e la domenica seguente, ritornando da Overton, entrai
da Guglielmo, la cui abitazione dava sulla strada, per cui soleva passare ritornando a casa mia. Fra il piccolo gruppo di casolari di quella borgata, mi fu
segnata la capannuccia del tapinello e della vedova madre sua. Quanto più
mi avvicinava verso il luogo della residenza di Guglielmo, di tanto si
aumentava la vista disgustosa d’una schifosa miseria ! La stoppia del tetto
rovinante mancava qua e là, per lasciare un libero corso alla pioggia, ed
agli altri elementi dell’atmosfera; le finestre scompaginate e sconnesse ritenevano a stento i vetri infranti, ed i buchi che il tempo avea fatti nei
quadri dei cristalli, eran turati con paglia e cenci di vario colore ; l'uscio di
casa era degno fratello delle finestre: sgangherato, e distratto; gli avanzi
d’una vecchia sedia, che gli serviva di scannello ; una sdruscita tavoluccia
11
di guercia su cui eravi uu libro, forniva tutta la suppellettile del miserabile
ostello.
Ma la vista dell'iuquilino sorpassava in orrore quella del penoso tugurio.
La sua fisionomia alterata da due guancie smunte e color di cera vergine
annunziavano un uomo in sui treut'anui : la testa d’uno smisurato calibro,
contrastava enormemente colle altre membra che non erano più grandi di
quelle d'un ragazzo di dieci anni; gibboso di dorso, storpio nelle braccia e
nelle gambe, il poverino presentava la più deforme creatura, che abbia
mai fatta la prepotenza del peccato e l’incuria brutale d una genitrice
ignorante e scostumata.
Guglielmo leggeva quando io entrai. Desideroso di studiarlo in sè stesso,
e scoprire l'animo suo senza svelare il mìo, mi gli avvicinai senza cerimonie,
e con sdegnosa indiiferenza. «; Come va, Guglielmo ? Qual libro leggi tu? »
Alla mia voce alzò il deforme capo; mi fissò con uno sguardo serio e dolce
ad un tempo, che rimosse subito da me la preconcetta idea che destò in
me la sua infelice apparenza.
« n Nuovo Testamento del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, ” rispose Guglielmo.
Ogni altro avrebbe risposto: « Leggo il Testamento,'» oppure, « leggo il
Vangelo; » ma Guglielmo, che nelle sue ri.sposte non valevasi di altri pensieri e di altro parole che « delle Scritture, » rispose citando appuntino tutte
le voci deirintitolaùone del Nuovo Testamento.
« — Ah 1 anch’io sentii a dire da alcune persone religiose, che questo
libro contiene delle grandi e buone cose; tu puoi assicurarmi se è così,
come si dice...... chè,' essendo io abbastanza cattivo, leggerei volentieri
questo libro, se mai fosse un mezzo per cambiar vita. »
« — Se lo stesso S. Santo che sospinse i santi uomini a scrivere queste
cose, rispose Guglielmo gravemente, apre la vostra mente per intenderle,
allora diverrete migliore; ma ciò non basta: « l'uomo animale non comprende le cose dello Spirito di Dio, perciocché gli sono pazzìa, e non le può
conoscere; conciossiachè si giudichino spiritualmente. » (2 Pietro i, 21.
la Corinti ii, 14).
« — Ma come puoi tu intendere le S. Scritture, tu, che certamente non
sei nè ministro, nè dottore ? »
« — Signore, egli riprese, fissandomi con uno sguardo dignitoso o solenne, io non ho il bene di conoscervi, nè so in qual maniera voi veniste da
me : ma questo io so, che questo libro divino mi comanda di essere sempre
presto a rispondere a mia difesa a chiunque mi domanda ragione della speranza che è in me: e prego Dio ohe mi conceda di farlo con mansuetudine
e timore. (1 Pietro ni, 15). Voi vedete, signore, qual povero sciancato io
sono di corpo: ma non sapete ancora quale gran peccatoraccio io mi sono.»
« — Come, io soggiunsi, tu peccatore ? Come ciò può essere ? Tu non
12
puoi certamente, povero come sei, mangiare e bere a tua voglia : e così
storpio, non puoi divertirti, giocando e divertendoti come noi altri che siam
sani e con qualche soldo in tasca. »
« — Benissimo, come voi dite, non ho mai potuto peccare in ciò che
avete detto : ma pure io sono uno dei più vili peccatori che abbiano esistito
da Adamo in qua. Vedendomi così sgraziato, io credeva che il mio statomi
dasse diritto di accusare Iddio onnipotente, il quale senza mia colpa, comc
empiamente credeva, mi mise al mondo per soffrire. Perciò io bestemmiava,
sacramentava, malediva dal fondo del mio perverso cuore la sua adorabile
Provvidenza: e se voi avete mai bestemmiato ed imprecato come io feci,
pure avreste avuto orrore, avreste tremato all’udire una sola delle mie besteumiie ed imprecazioni.
« Quando, tre mesi fa, camminando sulle mie gruccie su e giù dall'uscio di casa per godere aa po’ di calore dai benefici raggi del sole, fui
assalito ad un tratto da sì violente colica, che gridare e cadere al suolo f\i
un’istante. I dolori al ventre erano così atroci, che credei venuta l'ora mia.
A prima vista, in faccia alla morte, non mi pareva temerla per la ragione
che vi addussi; ma continuando la violenza del male, il terror della morte
fè sentire al peccator i suoi lugubri diritti, e cominciai a riandare colla
mente quali erano le opere e le azioni della mia miserabile esistenza ! Ahi
me infelice ! Nulla io viddi di buono in me ! E se muojo adesso ? Che sarà
di me? Non ho niente che meriti il cielo...... anzi ho tanto'che ba.sta per
meritarmi l’inferno...... Dio mio, esclamai dal fondo del disperato mio
cuore, son perduto ! eternamente perduto! In quell'ora io era il più infelice
degli uomini ! Io non sapeva che yi fosse altra via di salvazione, che quella
delle proprie opere. »
« — Corbezzoli ! e qual altra strada può guidarci in cielo, interruppilo,
se non quella di far ciò che possiamo per guadagnare il favore dell'Eterno ?
« — Ninna carne sarà giustificata dinanzi a Lui per Vopere della h-g^e,
ronciossiachè per la legge sia data conoscenza del peccato. (Som. m, 29).
Egli, (Dio) ci ha salvati, continuò Guglielmo, noìi per opere giuste che noi
(tòbiamo fatte: ma secondo la sua misericordia, per lo lavacro della rigenerazione, e per lo rinnovamento dello Spirito Santo, il (piale egli ha copiosamente sparso sopra noi, per Gesti Cristo nostro Sahxdore (Tito III, 5-6). In
tale angoscia provai di pregare ; ma tutte le orazioni che voi avete lette in
vita vostra, se ne leggeste alcuna : tutte le preghiere che voi udiste fare, se
mai ne udiste, non somigliano punto alla supplica che indirizzai a Dio. Non
credo ch’ella fosse la preghiera della fede...... eppure so positivamente che
Dio l’udì, e l’esaudì. Non ne so il perchè; ma so che Dio l’ha gradita, «■
basta ! Il tenore della mia angosciosa orazione fu poco presso il seguente :
« Signore I Io sono un povero peccatore, che non fece mai nulla di bene in
13
« vita sua, ed ora vicino a morire ha paura dello pene eterne : ma, tu, o
« Signore, se lo puoi salvami, ohiten prego; benché ne ignori il modo,
X sento il bisogno di salute. Oh ! provami ancora una volta,¡e voglio essere più
« buono di Davide : egli pregava sette volte al giorno, io pregherò otto, e
« leggerò dodici capi della tua Parola. »
« Ma leggere otto orazioni del libro di devozioni di mia madre, io
credeva che fosse veramente pregare. »
« —• Forsechè, ripresi, si hanno migliori preghiere oltre quelle del nostro
rituale ! »
« — Ah! signor mio, replicò Guglielmo con forza, ella può leggere tutte
lo preghiere del mondo ; ella nè può comporre di eccellenti per lei, o se è
vescovo o ministro, o qualche cosa di simile, può scrivere preghiere per il
popolo, il quale leggendole potrà eziandìo pregare, ed essere esaudito da
Dio, e contuttocìò può anche darsi che ella non abbia pregato per lei in
vita sua. » ‘
« — Mela conti botìa! E che cosa è dunque la preghiera? domandai. »
« — Preghiera, vuol diro, rispose Guglielmo, semplice e sincera e.sposizione dei nostri bisogni a Dìo. Ma, ritornando al fatto, le dirò, che non durai
molto a recitare le scritte preghiere, poiché piacque a Dio di mostrarmi
ohe io non pregava, ed insegnommi egli stesso come dovea pregare. Prima
però, mi lasciò far la prova che non poteva da me stesso lasciare il peccato
ed amare Iddio; e temendo di insultarlo, anziché onorarlo,lasciai di recitare
lo mie orazioni: ma, per grande sua misericordia, non permise ch’io tralasciassi di leggere da capo a fondo il Nuovo Testamento. Questa lettura non
faceva altro che rendermi malcontento ogni dì più di me medesimo, mostrandomi ad ogni passo nemico di Dio, condannato, perduto......per sempre
perduto ! ! Ora ben posso riposarmi tranqidllo nelle divine, incomparabili
0 preziose promesse; ma allora non poteva applicarmele; al contrario, io
credeva che tutto le mìnaccìe che sì leggono nel Testamento fossero per
rue. Qual terrore m’infondevano al povero e desolato cuore queste sentenze:
« Serpenti, progenie di vipere ! come fuggirete dal giudizio della geeuna ? »
; Matt. XXIII, 33)... «Ove il verme loro non muore,e ¡1 fuoco non si spegne»
1 .Marc. IX, 44). « E il fumo del tormento loro salirà ne’ secoli de' secoli ».
(Ap. XIV, 11). « Tu per la tua durezza e cuore che non saravvedersi, ti ammassi, a guisa di tesoro, ira, nel giorno deU’ìra, e della manifestazione del
giusto giudizio di Dio. » (Rom.ii,5). « Conciossiachè l’ira dì Dio si palesi dal
cielo sopra ogni empietà ed ingiustizia degli uomìnì,i quali ritengono la verità
in ingiustizia.» (Rom.i,18). « Il Signor nostro Gesù Cristo apparirà dal cielo
con gli angeli della sua potenza, con fuoco fiammeggiante, prendendo ven(ietta di coloro che non conoscono Iddio, e di coloro che non obbediscono
•d Vangelo del nostro Signor Gesù C.. » (2 Tessal. i, 7-8). Tuttavia,
finito che ebbi dì leggere il Testamento, lo ricominciai da capo; e quando.
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per la secoada volta, arrivai aU’Epistola 1 di S. Giovanni e lessi queste
sante e care parole : « Il sangue di Gesù Cristo suo Figliuolo ci purga
d’ogni peccato, » (1 Epist. Giov. r, 7) sentii questo sangue benedetto corrermi nell’anima; provai una tal pace innominata che guari la mia vulnerata coscienza; mi parve d’essere nato di nuovo; mi trovai tutt’altr’uomo da
quello di prima, e mi sembrò di essere in un altro mondo e di respirare
sotto una più leggiera e pura atmosfera. Ora posso pentirmi, posso credere
posso amare Dio, e se avessi cento vite, le darei tutte per amor di Cristo. »
« — Tu mi fai andare in visibilio! Ma e per qual motivo, aggiunsi. Iddio
ti si manifestò con tanta bontà? Porse perchè tu eri così zelante ed ardente per la lettura della sua Parola ? »
« ~ Oh no ! replicò vivamente, Egli « ci ha .salvati, e ci ha chiamati per
santa vocazione; noa seeoudo le nostre opere, ma, secondo il proprio proponimento e grazia la quale ci è stata data in Gesù Cristo avanti i tempi
de’ secoli. » (2 Timot. i, 9).
« — Oh bella ! Mi credi tu così semplice e biet«lone per danni ad intendere che Dio pensava prima della creazione del mondo ad una sì povera
ed insignificante creatura quale sei tu ?
« — Certo, ripigliò Guglielmo; ed ecco perchè: « Ci ha eletti avanti la
fondazione del mondo, acciocché siamo santi ed irreprensibili nel suo
cospetto, in carità. » (Efesi i, 4).
<1. — Vorresti ora farmi credere quest’altra, che non peccasti più dacché
conosci Gesù Cristo?
« — Tutti falliamo in molte cose, » rispose: « Se noi diciamo che non
v’è peccato in noi, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. (I Giov.
II, 8).
« — Ed a che prò allora? Se continui a peccare andrai nell’inferno; ed
era meglio non aver conosciuto Gesù Cristo, che perderlo dopo averlo
trovato
« — Oh no ! (.c Di questo stesso ho fidanza, che colui che ha incominciata
in me l’opera buona la compierà fino al giorno di G. C. » (Filip. r, 6). « Le
mie pecore ascoltano la mia voce, ed io le conosco, ed esse mi seguitano :
ed io ho loro data la vita eterna, e giammai non periranno in eterno, e niuno
le rapirà di man mia. » (Giov. x, 27, 28), « Se pure alcuno ha peccato,
noi abbiamo un avvocato appo il Padre, cioè Gesù Cristo giusto: ed Esso
è il purgamento de’ peccati nostri; e non solo de’ nostri, ma ancora di
quelli di tutto il mondo. » (I Giov. ii, 1, 2). « Il quale ha portato Egli
stesso i nostri peccati nel suo corpo in sul legno. » (I Piet. ii, 24).
« — Ho capito: La tua dottrina è comodissima; qualunque peccato io
commetta; qualunque sia la vita che condurrò, non mi perdo più perchè la
fede nel Salvatore mi guarentisce la vita, eterna.
« — Così non sia! » e lanciandomi uno sguardo di santo sdegno, ripetè:
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« Così non sia! noi ohe siamo morti al peccato, come viveremnio ancora in
esso? » (Rom. vi, 2). « Conciossiachè l’araor di Cristo ci possegga, avendo
fatta questa determinazione, che, se uno è morto per tutti, tutti adunque
erano morti, e che Egli è morto per tutti, acciocché coloro che vivono, non
vivano più per l’innanzi a se stessi, ma a Colui che è morto, e risuscitato
per loro. » (II Cor. v, 14, 15).
Una grossa lagrima, che non potei più trattenere, scoprì al mio Guglielmo
che io era tutt’altro di quello che pareva, e fissandomi con una graziosa
occhiata mi disse: « Oh! signore, voi non siete certamente nemico di Gesù;
ditemi ven prego, chi siete voi, e perchè veniste voi a vedermi? »
« — PrateUo carissimo, gli risposi, è vero; per grazia di Dio, no, non
sono quale io ti sembrai; anch’io sono un povero peccatore, ma anch'io sono
stato rigenerato e condotto dallo Spirito S. a credere in quel Gesù, « che
è morto per gli cmpj. » (llom. v, 6).
Guglielmo restò qualche momento in silenzio, parendomi soprapensiero ;
poi ripigliò la parola e mi disse: « Uno del vicinato mi riferì che un certo
eccellente personaggio viene qualche volta a predicare in casa di Davide
I... siete forse voi, o signore, quella buona persona?»
« — Per l’appunto, amico mio ; ed il mio fine nel visitare i tuoi vicini
fu sempre ed è quello di dir loro : « Che il salario del peccato è la morte,
ma che il dono di Dio è la vita eterna, in Cristo Gesù, nostro Signore. »
( llom. VI, 23).
Non dimenticherò,finché avrò vita,il modo con cui ricevè questa notizia:
balzar dallo scanno, stringermi la mano fra le sue, inginoccldarsì, guardare al cielo con estatico sguardo e gridare con voce affettuosa: « Grazie
mio Dio, grazie ! » fu un sol punto. « 0 mio Dio, continuò, non solo tu mi
esaudisti, ma sopravanzasti ancora il desiderio del mio cuore. Desiderai
vedere il volto, udire la voce d’un cristiano prima di morire ; ma tu infinitamente cortese, mi mandasti uno dei tuoi servitori! » — Oh, ditemi,
caro Signor«, che cosa predicaste voi ai miei vicini sopra quelle benedette
parole dei Romani vi, 28? Dovete sapere che non sono mai stato a predica.
L’esaudii, e mi udì con indicibile diletto, tanto che era bello il vedere
con quale avidità inghiottiva la divina Parola. Quand'ebbi finito, « Voi non
sapete, mi disse, come foste condotto a predicare ad Overton? ma ve lo
dirò io. Appena fui nuovo-nato alla vita dello Spirito, non cessai, nè di né
notte, di pregare il mio Padre celeste, di mandare un ministro del Vangelo
nella mia borgata, per annunziarvi quelle cose che tante mi faceano beato;
ed aveva un certo presentimento d'essere esaudito. Ora, vedendo che lo
sono stato, non dubito punto che Dio voglia benedire il vostro ministero. »
Scambiati reciprocamente affettuosi saluti; io lo raccomandai a Dio, e
ci separammo.
Nel corso di questa scena interessante, il tempo fuggiva senza avvcder-
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mene; era tardi, ed avviandomi verso casa andava ravvolgendo nella mia
mente e meditando nel mio cuore quanto aveva udito, ed il mio rispetto e
venerazione per la Parola s’ingrandiva grandemente. Prezioso libro! Quanto
misero ed insignificante è l’umano sapere posto a pareggio colla divina dottrina delle tue divine pagine.
Qui la pianta della Scienza
Cresce bella ed immortale,
Scevra di mortai semenza.
0 felice colui che ti possiede 1 o santa Parola : « tu insegni al savio, ed egli
diventerà più savio: ammaestri il giusto ed egli crescerà nella tua dottrina!»
(Prov. IX, 9).
Possa valutarne il prezzo, chiunque la possiede... ma il cieco è insensibile al suo purissimo lume, però,
Sparger di luce infinita onda
Ben pub sull'intelletto oscuro
Chi di’ : « Sia luce ! sulla tenebra profonda. »
Quando penso alla vii’tù sovrana dello Spirito Santo, mi render savio a
.salute e colla sola Bihhia un povero, oscuro, ignorante sciancato, io sento il
mio cuore ardente di amore e di venerazione per quelle benedette parole
che pronunziò il nostro Signore e Maestro, quando disse : « Io ti rendo
onore, e lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, che tu hai nascoste
queste cose a’ savj ed intendenti, e l’hai i-ivelate a’ piccoli fanciulli: sì
certo, o Padre : perciocché così t’è piaciuto. » (Luca x, 21). '
La narrazione di questo fatto così interressante produsse tanta maraviglia nell’animo dei miei conoscenti, che molti di loro visitarono più volte
Guglielmo Churchman, e la loro sorpresa e soddisfazione, nell’udirlo parlare,
non fu minore della mia. — Malgrado l'intenzione di Guglielmo, alcuni
caritatevoli cristiani avevano progettato di migliorare lo stato temporale di
lui; ma devo rendergli quest’onore, dicendo, che il suo cuore era affatto
educato alla scuola dell’annegazione cristiana: « La parocchia,mi soccorre
abbastanza! (il soccorso non era che di due scellini la settimana); e chi sa
quanti figli di Dio, che hanno famiglia, saranno in maggior bisogno. » Ma le
vie di Dio non sono le vie nostre; questa gemma preziosa non deveva stare
più a lungo nel fango; questa lucida stella non deve più essere oscurata
dalle oscuri nubi di questa buja atmosfera: era soritto che doveva ben
presto volare in cielo ad adornare quella eterea regione. Come quegl’astri
che passano una sol volta sul nostro orizzonte, lanciano un raggio di luce, e
poi si vanno a perdere neH’immensità del firmamento, così Guglielmo non
visitò la terra che per brevi giorni e la lasciò per restare eternamente nella
gloria beata. Una sera, sedendo presso sua madi-e, e leggendole la S. Scrittura, con nissuna apparenza di malattia o sospetto di mal’essere, il nostro
Guglielmo diede in un grido acutissimo :
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« Mamma, Mamma,ajuto,ajuto! soccorimi, ch’io monti la scala por audare
a letto... quando sarò asceso, non avrò più che a fare un passo per arrivare
in ciclo, nella casa di mio Padre. »
Come la buona donna di sua madre lo ebbe condotto a letto, corse di
tratto da un vicino per un po’ di Gin f i ),panacea universale per ogni morbo,
a giudizio di lei; ma appena fu di ritorno al misero abituro, s'accorse che
Guglielmo era in fin di morte, e dopo brevi minuti, senza agonìa, e colla
calma del giu.»to morì nel bacio del Signore.
Così Iddio si manifestò efficacemente al povero Guglielmo colla Santa
Parola, e colla direziono del divino Spirito; ed ogni brama del suo cuore
era appieno compiuta al pensiero « Che il sangue di Gesù C. suo Figliuolo,
ci purga d'ogni peccato. » ( I Giov. i, 7). Guglielmo fece la prova, che
« La legge del Signore 6 perfetta: ella ristora l'anima. La testimonianza
del Signore è verace e rende savio il semplice, gli statuti del Signore sou
diritti, e rallegrano il cuore: il comandamento del Signore è puro ed illumina gli occhi. Il timor del Signore è puro e dimora in eterno: i giudizii
del Signore son verità, tutti quanti son giusti. Sono più desiderabili ch'oro,
anzi più che gran quantità d'oro finissimo; e più dolci che mele, anzi che
quello che stilla da' favi. Il tuo servitore è eziandìo avvisato per essi, v'ò
gran mercede neH'osservarli. » (Salmo xrx, 8-11). Finalmente il povero
Guglielmo potè dire con Geremia: « Tostochè le tue parole sono state ritrovate da me, io le ho mangiate, e la tua Parola m’è stata in gioja, ed in allegrezza del mio cuore. » (Ger. xv, 10).
Italiano che leggi queste pagine, sei tu convertito, savio, contento ed alluminato? Bada bene, che non v’ha altro libro, che sia divinamente ispirato,
eceettochò « Le sacre lettere, le quali ti possono render savio a salute, per
la fede che è in Gesù Cristo, » il quale dice« Esse te.stimoniano di me » ;
e, « se io dico verità, perchè non mi credete voi'? » (Giov. viii, 1, (i).
Faccia Iddio, che chiunque leggerà questo scritto possa dire dal fondo
del suo cuore « Io sono divenuto avveduto per gli tuoi comandamenti; perciò odio ogni sentiero di falsità. La tua Parola è una lampana al mio piè,
ed un lume al mio sentiero. » (Salmo cxix, 104, 105). G. F.
(1) Oin è una distillazione di ginepro, liquore spiritoso che beve la plebe dì
Londra.
NOTIZIE
Torino. — Vendita a prò della Società delle Damigelle Evangeliche per
la protezione dell'infanzia^ povera. — Tale vendita, che succedette, siccome
era stato annunziato, neUa prima quindicina del p. p. dicembre, mercè lo
zelo e l'operosità dellle gentili promotrici, egregiamente secondate dalla
carità dei loro correligionarj non solo, ma anche di parecchi benemeriti
cattolici romani od israeliti che graziosamente vollero cooperare a quest’opera di beneficenza, ebbe l’esito il più felice, e di molto superior, a quanto
sarebbesi potuto sperare, poiché fruttò una somma di oltre i tre mila fr.
Scorgano le nostre giovane sorelle, in così felice successo, un potente incoraggiamento che loro porge quel buon Dio a nome del quale si sono poste
all’opera, a proseguire con sempre maggiore coraggio ed alacrità nell’intrapreso sentiero ; e siamo sicm-i che non farà loro mai difetto la caritatevole cooperazione degli Evangelici della capitale.
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VaIjH valdksi, —Fartenza di nuovi euiigranli. — Sabbato, 7 del corrente mese, un nuovo stuolo di emigranti valdesi, in numero di una ventina
all’incirca, e diretti anche questi alla volta della repubblica dell'Uruguay
(America meridionale), lasciava lo natie valli, capitanate da un pastore, il
sig. Morel, di Rorà, che, a secondare i pii desiderj deU’ultimo Sinodo, si
reca in quelle lontane regioni, apportatore di consolazioni evangeliche a
questi nostri poveri fratelli che tanto le sospirano. Noi raccomandiamo
questi cari emigranti alle fervide preghiere di tutti quanti gli amici della
Chiesa Valdese, perchè Jion solo conceda loro Iddio un viaggio felice, ma
altresì perchè, col mezzo loro e di quelli che già li precedettero, venga resa,
su quelle spiagge lontane, fedele testimonianza a quelFEvangelo, che a costo
di tanti sagrificj, ci venne tramandato intatto dai nostri gloriosi antenati.
BiticnER.tsio. — Una sepoltura evangelica. — Il giorno 10 del corrente mese, veniva porto alla popolazione di questa cospicua borgata, in pari
tempo che un’esempio dcH'incorreggibile ostinazione di certi ecclesiastici a
disconoscere i principi di libertà sanciti dallo Statuto a pro di tutti i cittadini, un’esempio altresì della lealtà con cui quei medesimi principi vengono
da parecchi laici fra noi coraggiosamente proclamati e posti ad effetto.
Ecco il fatto : Domenica scorsa, moriva in quel comune una vecchia donna
di religione evangelica. Il municipio annuendo alla giusta domanda del
sig. Appia pastore valdese in Pinerolo, avea preso le occorrenti disposizioni
perchè venisse data alla salma della defunta onorcvolo sepoltura, e già erasi
avviato questo nostro fratello alla casa mortuale per la relativa funzione,
quando, pressoché a metà strada, gli si fa incontro, in un legno, il vice sindaco di Ericherasio che lo prega a voler ritardare alquanto la funzione, in
vista di certe difficoltà che erano sopraggiunte. Autore di queste difficoltà
era il prevosto del luogo il quale, recatosi la mattina stessa dal presidente
del Municipio, avea protestato di opporsi a qualunque religiosa cerimonia,
secondo il rito evangelico, che s’intendesse di fare nel cimiterio, protestando, per il più strambo degli anacronismi, non so quale articolo di non
so qual rancida legge dei tempi che furono.
Ma fortuna, che se hawi fra noi una certa gente immemore dei principj
di un libero governo, vi sono del pari alti funzionarj che non solo li ricordano, ma con lodevole energìa provedono alla loro effettuazione ! E tale si
mostrò il nuovo Intendente del Circondario di Pinerolo, Barone Tolosano, il quale sentito dal vice sindaco di Bricherasio quali fossero le pretese
di cotesto sig. prevosto; “ Andate, egli soggiunse, c dite al sig. curato che
“ il suo potere finisce là ove comincia il culto evangelico. Poiché è con“ forme a questo rito che venga suUa tomba pronunciato un discorso, è
“ giusto che si lascino fare liberamente, nella stessa guisa che, in caso
“ consimile, le nostre oblazioni e preghiere; e qualora vi fosse fra noi un
“ luogo di sepoltura destinato ai Turchi e consistesse il loro culto funebre
“ in un fuoco d’artiñzio, questi pure dovrebbero essere lasciati liberi di
“ accenderlo. ” E così fu fatto, non curandosi più il Municipio di Bricherasio delle proteste del parroco dopo una tale dichiarazione deH’autorità
superiore; e potè, in tal guisa, il nostro caro fratello, proclamare suUa tomba
di questa meschina, l’unico Nome che ci sia stato dato, pel quale ci convenga di essere salvati, e così far palese ai nostri concittadini di Bricherasio, che, per noi come per loro, simbolo di Salvezza è la croce, e l'autore
della salute che speriamo Cristo Gesù, Dio manifestato in carne.
Pisa. — ün Cardinale, Arcii'escovo delatore. — In data del ‘29 dicembre
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p. p. il Cardinale Arcivescovo di Pisa indirizzava al Presidente del tloverno Toscano, intorno a ciò cli’oi chiama “ le mene dei protestanti ” nella
sua diocesi, ima lunga memoria nella quale S. imminenza, non paga d’invocare con tutta la possibile insistenza l’ajuto della forza materiale in difesa
della fede dei suoi diocesani, gravemente minacciata secondo Ella dice,
si lascia, dal suo zelo persecutore, trascinare, fino al punto di farsi egli
Cardinale, Arcivescovo, pres.so l’autorità, il delatore di questi facinorosi
di nuovo genere!! Ecco, in appoggio del nostro asserto, il brano più rilevante^ della detta rimostranza:
« p] qualche tempo che corto sig. A...... G-...... calzolajo di professione,
si è fatto lecito di aprire una pubblica scuola in questa città, che ultimamente, variato luogo, si è stabilita noUa parrocchia di 8. Nicola nella via
che conduce da quella detta del Chiodo alle mura urbane. In questa hanno
luogo frequenti adunanze, nelle quali si professano e si insegnano massime
e principii diametralmente opposti alla purezza di (juella fede che a noi
viene proposta dalla Chiesa Cattolica Apostolica Komana, la quale ne è per
divina missione l’unica legittima infallibile dispensatrice. »
« E tutto questo, Eccellenza, si compie non all oscuro ed in segreto, ma
bensì apertamente, con isfacciataggine, con insulto. E prova ne sia l’adunanza che ivi stesso fu tenuta perfino la mattina del giorno solenne del
Santo Natale, in quel tempo medesimo, in cui pontificava.si da mola Messa
solenne in questa mia Primiziale. Prova ne siano i prezzolati fautori della
setta, chc allettano e seducono gl’incauti, e corrono qua e là per raccòrrò
gente e far seguaci, fermandosi sopratutto nella classe degli artisti, dei
poveri e degli sfaccendati, nei quali son corti che le lusinghe, la menzogna,
le calunnie, il solletico del danaro operano più efiicacemente che in altri.
Prova finalmente ne sia la impudenza con cui taluni,an he nei cafFè,si fanno
a vendere a vii prezzo, e forse anche donare eleganti esemplari di quelle
Bibbie, la cui lettura è condannata sotto gravissime pene dalla Cattolica
Chiesa; e ciò a viemeglio disseminare l’errore, e compromettere gl'interessi
più vitali e più sacri delle jiopolazioni. »
« Or tutto questo, se da un Iato costituisce una lesione ai precetti ed alle
savie disposizioni della Chiesa, non ofi’cnde meno dall’altro la pietà del popolo pisano, il quale vede con rammarico l’insulto che si rivolge contro
quella fede, che ai più tardi nepoti ei vuol trasmettere, quale la ebbe dai
suoi antenati, pura e incontaminata, dopo che questi in essa e per essa
divennero grandi. »
Sappiamo già a che attenerli sui •prezzolatifautori, mi solletico del danaro,
sulle Bibbie forse anchji donata ed altro simili gentilezze cui non mancano
mai di ricorrere i clericali di alto e basso ceto, a dare sfogo alla rabbia da cui
si sentono invasi ad ogni minimo indizio che l’Evangelo va innanzi; per cui
prescindendo da que.ste accuso che più ohe coloro a cui sono lanciate disonorano quelli che le fanno, diremo aU’erainentissimo porporato:
“ Ed è questa la fiducia che voi riponete nella eterna od inconcu.ssa ve“ riià delle dottrine di cui siete banditore, che a difenderle contro un povero'
“ calzolajo ed altri pochi operai ignoranti al pai'i di lui, voi, così dotto, e
“ circondato dal prestigio della vostra carica, non troviate altro mezzo chiì
“ il ricorso alla forza materiale ! E come ! vi reca proprio spavento quel“• l'adunanza di pochi artisti e sfaccendati come voi vi compiacete di chia“■ marli, tenuta la mattina del tjinrno solenne del Santo Natale in quel tempo
medesimo f vedete enormità senza pari ?) in mipontifir.avaiii dalla E. V. In
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“ messa solenne in qziesta sua Primaziale !... Ma che diranno, o Eminenza,
“ gli eretici e i libertini nello scorgervi in preda ad un terrore come quello
“ che rivelano tali parole ? Che penseranno costoro del non prevalebunt che
“ voi ed i vostri pari protendete sia stato soritto appositamente per voi ! I
“ Su animo ! Monsignore ! non sono questi, nè il contegno nè il linguaggio
“ che si addicono ad un Vescovo ! Opponetevi a ciò che stimate errore: ò
“ questo un vostro diritto, diremo di più un vostro dovere; ma opponetevi
“ come si conviene ad un Cristiano, colla parola, colla persuasione, e non
“ mai invocando sui vostri contradditori i rigori della secolare Podestà, la
“ qual cosa non è altro che un ritorno al paganesimo! ”
, l’iREXZE — Predicazioni evangeliche incagliate. — Quanto segue leggesin un carteggio delPultimo numero del The News of thè Churchess di Ei
dimburgo: “ La libertà che godette la Chiesa Italiana Riformata, fin dal
giorno che venne al potere il Governo provvisorio, pose questi cristiani in
grado di prendere in affitto, nella bolla piazza del quartiere più recento
della città, un locale capace di ben 500 persone, dove, ogni domenica mattina, si radunavano per rendere culto a Dio, senza essere in verun modo nìj
molestati, nè anche spiati.
« Ogni sera, alle 8, eravi una pubblica predicazione, e Blazzarella, quell'uomo di gran talento, ha dato, il mese scorso, ad un'uditorio che di settimana in settimana faceasi più numeroso, sedute piene di fedeltà cristiana f
d’interesse. Le radunanze, anche nei giorni non festivi, superavano di molto
la capacità del locale, e si può far ascendere a dugento quelle persone che alle
porte ed alle finestre cercavano di afferrare qualche poco di quella semenza
che dà la vita eterna. — Domenica scorsa la solita Congregazione trovavasi
adunata, e per due ore stette aspettando... ma invano. L’ordine era giunto
ad un’ora pom. di non più tener adunanza la sera. ” — Secondo altre informazioni l’ordine porterebbe chiusura assoluta del locale di piazza Barbano
h'Armonia rallegrandosi, come è naturale deH'accaduto, lo attribuisce alle
rimostranze fatte in proposito dal Cardinale arcivescovo di Pisa al Governo;
e bisogna convenire che il fatto che abbiamo narrato più sopra rende questa
supposizione assai probabile.
Svizzera — Un prete caritatevole. Un giornale svizzero, la Gazzetta delVAlta-Argovia narra il seguente fatto, in cui fa la parte principale un parroco diverso assai di quello di Bricherasio.
“ Il Padre Augusto, curato della parrocchia di S. Urbano (Lucerna),
avea nel suo circondario un Evangelico che vi si rese defunto. Apparteneva
costui al ceto povero. Il curato convocò t#ta la parrocchia e più segnatamente i bimbi delle scuole, onde rendere i supremi onori al defunto; pronunciò un discorso funebre davanti la casa mortuale, quindi, postosi egli
stesso a capo della comitiva, accompagnò la salma fino alla parecchia evan
gelica più vicina, ove eonsegnolla al pastore per la sepoltura.
Domenico Grosso gerente.
TORINO — Tipografia CLAUDIANA, divetta (la R. Trombetla,