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Anno 128 - n. 37
25 settembre 1992
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BIEIrlOTICA V'IEESE
1006G PEI LIOS
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
RESPONSABILITÀ’
Coscienza
e portafogli
Al professor Gianfranco Miglio non difetta certo la chiarezza. Eppure diverse cose non
funzionano nelle sue tesi, riportate dall’« Espresso » del 6 settembre, a sostegno della campagna di « disubbidienza fiscale » lanciata dalla Lega Nord.
Afferma Miglio: « ...la disobbedienza civile, normale nei paesi
di tradizione riformata, è inconsueta in Italia. La si deve inventare oggi, così come oggi si
può e si deve rinegoziare lo stato unitario italiano... ».
Che cosa significa dire che la
disobbedienza civile è « norma^
le » nei paesi di tradizione riformata? Forse che in quei paesi essa è una pratica abituale
dei protestanti, attuata ogni volta che una tassa viene considerata ingiusta? A parte U falso
storico di un’affermazione così
generale, noi protestanti non
possiamo non ribellarci ad un
riferimento così strumentale alla nostra cultura ed ai nostri
valori. Quel che potremmo dire, al contrario, è che la nostra
etica è caratterizzata da un alto senso di responsabilità nei
confronti dello stato, che per
noi non può essere messo in crisi da un giudizio, per quanto
negativo, sulla politica fiscale
del nostro governo.
Sempre nel testo citato. Miglio si riferisce poi allo scrittore statunitense Henry David
Thoreau che nel 1845, per protesta verso la politica espansionistica del proprio governo
« ...teorizzò e praticò la disobbedienza civile, non violenta per
definizione ». « Proprio Thoreau,
rifiutandosi di pagare le tasse,
ha indicato lo strumento più naturale di disobbedienza civile.
Un comportamento analogo è
giustificato nell’Italia di oggi sia
daU’immutabilità della classe politica sia dal fatto che l’imposizione fiscale non rispetta i cittadini e i diritti delle comunità... ».
Qui c’è un altro gioco di prestigio, che questa volta confonde la ribellione fiscale propagandata dalla Lega Nord con la disobbedienza civile portata avanti dai movimenti nonviolenti.
Ma all’iniziativa di Bossi mancano due elementi essenziali per
potersi definire anch’essa come
vera disobbedienza civile. A cominciare da uno scopo commisurato alla serietà di una tale
trasgressione. Per esempio, noi
obiettori contro le spese militari trasgrediamo una legge dello stato solo per fedeltà ad una
legge più alta, divina o umana,
che vieta gli stermini di massa;
inoltre accettiamo volontariamente le sanzioni che lo stato
ha tutto il diritto di comminare: l’obiettore non solo non evade il fisco, ma paga due volte.
Invece coloro che semplicemente si rifiutano di pagare una tassa come l’imposta straordinaria
sulla casa lo fanno per proprio
interesse personale, confidando
di farla franca per la forza del
numero o per la debolezza dello stato.
Ma questa evasione generalizzata, con buona pace di Gianfranco Miglio, non ha nulla a
che vedere con la disobbedienza civile nonviolenta.
Saverio Merlo
CONCLUSA A PRAGA LA X ASSEMBLEA DELLA KEK
Per una testimonianza comune
Tutela dei diritti umani e proposte di riconciliazione al centro dei lavori dell’assise Le priorità per il futuro e la lettera alle chiese dell’ex Jugoslavia - L’analisi dei conti
La decisione di inviare una lettera aperta e ufficiale alle chien
se dell’ex Jugoslavia è stato probabilmente uno dei momenti più
significativi dei lavori della X
Assemblea della Conferenza delle chiese europee (KEK), svoltasi a Praga dal 1” al 10 settembre: il testo, approvato all’unanimità, vuole rinforzare l’invito
lanciato dalla KEK stessa e dal
Consiglio ecumenico delle chiese affinché i capi delle maggiori comunità religiose della Bosnia-Erzegovina si incontrino tra
loro al più presto. Ma il messaggio alle chiese jugoslave non è
stato l’unico documento fatto
proprio dairassemblea; sono
stati discussi e approvati altri
tre documenti ufficiali in cui si
sono condensate le conclusioni
delle sessioni plenarie e del lavoro nei gruppi. Si tratta delle
Affermazioni su argomenti di
interesse generale, del Messaggio
alle chiese aderenti e delle Priorità nel lavoro futuro della KEK.
I temi principali che avevano
tenuto banco durante l’Assemblea sono stati soprattutto quelli legati alla tutela dei diritti
umani e alle proposte di pacificazione e riconciliazione nelle
zone di conflitto. L’assise si è
pronunciata anche su razzismo
e discriminazione, manifestando
preoccupazione per i fenomeni
di xenofobia e antisemitismo
che si stanno diffondendo nel
continente.
Nel corso del dibattito c’è stato un sostanziale accordo nel ribadire che il compito delle chiese è di combattere ogni tipo di
discriminazione ingiusta, ed è
stata accolta la proposta di aggiungere alle forme negative di
discriminazione anche quella che
riguarda gli orientamenti sessuali, non ritenendone necessaria
una specificazione.
Su questi temi c’è stata im’accesa discussione, in particolare
con le delegazioni ortodosse, che
non avevano intenzione di discutere sulla discriminazione in base agli orientamenti sessuali e
che erano invece favorevoli ad
una presa di posizione in difesa
dei diritti dei non nati.
A questo proposito va rilevato
che una frase contenuta nel Messaggio alle chiese, inserita nel
testo in seguito a una raccolta
di firme ma in assenza di un’approfondita discussione sul problema dell’aborto, è stata poi
espunta dalla redazione finale,
dietro richiesta della delegazione italiana.
Il Messaggio per le chiese aderenti e la loro comunità invita
le chiese a collaborare per una
testimonianza comune, di fronte
al timore, più che mai attuale,
che l’Europa si divida non più
in base a strutture politico-ideologiche ma « sul fondamento di
potere economico e tradizioni
etniche, culturali e anche religio
Un momento dei lavori in assemblea plenaria.
se », e di fronte al rischio che i
gravi problemi del nostro continente ci portino a rafforzare
1’« eurocentrismo ». La testimonianza comune dovrà evitare
quella competizione che oggi
sembra sorgere tra le chiese,
specialmente nel campo dell’evangelizzazione e della missione:
« Il messaggio di riconciliazione — dice il testo — può essere
trasmesso in modo credibile solo
se le chiese sono riconciliate tra
loro e si ascoltano reciprocamente ».
LA FIDUCIA NELL’AZIONE DEL SIGNORE
Oltre la nostra speranza
« E metterò in voi U mio spirito, e voi tornerete alla vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete che io, il Signore, ho parlato e ho messo la cosa ad effetto» (Ezechiele 37: 14).
Il profeta Ezechiele appartiene alla scuola teologica di Israele che, deportata in Babilonia alla
prima presa di Gerusalemme (597), sviluppa una
solida teologia di resistenza al mondo pagano babilonese. In questo contesto viene redatto il racconto della creazione (Genesi 1 e 2: 1-3); un racconto decisamente polemico nei confronti della visione politeista babilonese.
Alla caduta definitiva di Gerusalemme (586) il
profeta osa annunciare una parola di salvezza e di
speranza. Di fronte alla sconfitta militare, alla deportazione lunga, umiliante e intrisa di sangue,
Ezechiele annuncia la parola liberatrice del Signore: « Metterò in voi il mio spirito, e voi tornerete
alla vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete
che io, il Signore, ho parlato e ho messo la cosa
ad effetto ».
Le ossa secche indicano la inanità di Israele,
ma anche la nostra di fronte al giudizio del Signore. La nostra vita in quanto donne e uomini appartenenti a concrete chiese evangeliche dipende interamente dal Signore. Come nel libro di Ezechiele
l'annuncio di salvezza è preceduto dall’annuncio di
giudizio su Giuda e Gerusalemme (cc. 1-24) e sugli
altri popoli (cc. 25-32), così l'annuncio di grazia in
Gesù Cristo è sempre preceduto dalla consapevolezza di peccato, come singoli, come comunità.
Questo testo di Ezechiele è stato letto e predicato nei momenti difficili della fede di Israele e
della fede evangelica.
La promessa del Signore del suolo e della sua
benedizione è presente negli ebrei resistenti di
Masada che, di fronte all'esercito romano, la leggono, prima del noto suicidio collettivo, e dei frammenti di questo capitolo sono stati ritrovati da alcuni archeologi proprio nell'aula adibita a sinagoga
in Masada.
Ma questo testo di fede « resistente » e fiduciosa nell’azione di salvezza del Signore è stato scelto
anche da Carlo e Nello Rosselli, al confino in Sicilia, nell'estate del 1936: la notizia ci perviene da
un curioso rapporto dei carabinieri.
Non abbiamo il testo del sermone predicato ai
fratelli metodisti torinesi, ma dietro questo testo
non può non nascondersi la confessione di fede
evangelica: la inanità delle ossa secche non è perpetua, lo Spirito del Signore tornerà in esse e per
grazia vivranno!
Ho pensato a questo testo di fronte a fatti che
superano la nostra capacità di credere e sperare;
cosa possiamo fare come chiese evangeliche dinanzi alla corruzione che dilaga all’interno della pubblica amministrazione e alle atroci stragi mafìose?
Ci sentiamo sconfitti, come Israele nella dolorosa
via deU'esilio; soli come Carlo e Nello Rosselli nell’estate 1936, anno della proclamazione dell'impero
e di massimo consenso al regime fascista.
Ma anche se siamo delusi per le nostre battaglie nella società civile, se soffriamo la solitudine
perché ci sentiamo al confino, il Signore sta per
realizzare il suo progetto di salvezza: « E conoscerete che io, il Signore, ho parlato e ho messo la
cosa ad effetto ».
Eugenio Stretti
L’impegno missionario presupporrà il dialogo con altre fedi
e altre tradizioni culturali; tutti
i livelli di dialogo dovranno
quindi essere mantenuti attivi,
a cominciare dalle iniziative intemazionali per la pace e la riconciliazione attuate dalla KEK
e dal cattolico Consiglio delle
Conferenze episcopali europee,
fino alle iniziative comuni delle
chiese locali.
Le priorità per il futuro individuano sei aree principali di interesse e di intervento: impegno
verso l’unità nella testimonianza; rapporto tra chiesa e società; processo conciliare su « Giustizia, pace, salvaguardia del
creato »; servizio cristiano; solidarietà con le donne; problemi
strutturali nelle capacità operative della KEK stessa.
Degna di nota è stata anche
la proposta di una Commissione
ecumenica di arbitrato, che dovrebbe essere uno stmmento
promosso dalla KEK e in grado
di operare nelle situazioni di
conflitto per facilitare il dialogo tra i contendenti; si vuole
inoltre rendere la KEK interlocutore forte, di fronte alle istituzioni internazionali, con particolare riferimento alla Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa (CSCE) e al
Consiglio d’Europa.
L’indicazione delle priorità non
ha potuto però essere disgiunta
dall’analisi dei conti della KEK,
di cui l’assemblea ha preso visione. Ne è emersa la necessità
che le singole chiese aderenti aumentino le loro contribuzioni
per assicurare il regolare funzionamento dei vari organismi e lo
svolgimento della prossima Assemblea generale.
In particolare il segretario
Jean Fischer ha auspicato un
aumento delle contribuzioni proporzionale anche alla consistenza numerica delle varie chiese,
per evitare che piccole chiese di
minoranza, come quelle italiane,
risultino avere una contribuzione pro capite superiore a quella
di grandi chiese nazionali.
Alberto Bragaglia
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fede e cultura
25 settembre 1992
NOVITÀ’ CLAUDIANA
L’etica cristiana
demistifica la morale
L’annuncio evangelico e la vita quotidiana del credente: un rapporto non sempre facile su cui le nostre chiese devono riflettere
CENTRO CULTURALE VALDESE
L’attività estiva
In questa ' come in altre opere precedenti, l'interesse di Robert Grimm è volto a precisare
le conseguenze etiche dell’annuncio evangelico sulla vita quotidiana del credente, nel quadro
della società attuale, delle istituzioni che ne fanno parte, del
cambiamento di valori in atto
nella coscienza dei singoli.
Sulla scorta di questo assunto
l’autore affronta alcuni aspetti
della tematica del peccato, nella
quale è chiaramente inevitabile
l’intrecciarsi di teologia e psicologia. La tesi di fondo è che noi
credenti viviamo — e celebriamo
i nostri culti — come se il perdono di Dio, questa realtà che appartiene a lui, non ci riguardasse
veramente, e restiamo abbarbicati a quei « senso di colpa » che
invece appartiene a noi, che ci
tormenta ma che al tempo stesso
ci è familiare e comprensibile.
Tutto ciò è testimoniato da vari
aspetti della nostra liturgia, della
nostra predicazione e catechesi,
della nostra interpreteizione dei
messaggio biblico, prima ancora
che dagli elementi etici e psicologici della nostra vita quotidiana.
Una tesi molto semplice, la cui
enunciazione potrebbe risultare
priva di incidenza sul terreno
pratico, se a Grimm non interessasse mettere in luce proprio il
nodo dell’ incongruenza che le
chiese della Riforma hanno lasciato si determinasse (o addirittura hanno agevolato) fra un tipo di « rappresentazione mentale » teologicamente ben precisa
( « Dove il peccato abbonda la
grazia è sovrabbondata ») e una
« pratica ecclesiale » in contraddizione con essa e fondata su un
troppo umano senso di colpa che
eleva il peccato a realtà perenne
e insanabile.
Si tratta di un’incongnienza
tragica e teologicamente sconvolgente, perché, se il concetto è la
presentazione evangelica del paradossale eccesso di amore del
Dio che giustifica, che « precede
il mio peccato e gli sopravvive »,
alla base di quella pratica c’è
Robert Grimm
Senso di colpa
e perdono
Specola' (»jana moderna □ ediiwce cuvuoiana
■ ■aBBBB SERIE ETICA O NUMERO 68
invece la concezione legalistica e
razionale della simmetria, della
« misura », che continua a creare
assurdi legami retributivi tra
peccato e senso di colpa, sfidando così il messaggio della salvezza per grazia. Le chiese cristiane (e riformate) avrebbero,
secondo Grimm, riservato troppa
enfasi alla dimensione fatalistica
del peccato rispetto alla dimensione risolutoria della giustificazione per grazia.
Nel secondo e terzo capitolo
Grimm precisa le caratteristiche
che connotano il concetto teologico di peccato e quello psicologico di colpa; il senso di colpa, radicato nella natura psicologica
degli individui, avrebbe preso le
sue rivincite nei confronti del
senso del peccato, che in un certo senso gli è rivale. Il senso di
colpa « contamina » il peccato ponendosi in competizione con Dio,
rifiutando di riconoscere il perdono. Esso avrebbe inoltre permeato di sé l’etica cristiana provocando per esempio la sessuofo
bia e l’insistenza sulla confessione dei peccati, sconosciuta alla
chiesa primitiva e introdotta anche come deterrente contro un
accostarsi « indegno » alla Santa
Cena.
Il quinto capitolo entra nel vivo del ruolo centrale che nella
storia della Rivelazione occupa
quella logica dell’eccesso di gratuità che a noi risulta psicologicamente più insopportabile dell’eccesso di colpevolezza, e reca
fra l’altro una confutazione radicale di quella « teologia dolorista » che, riprendendo la teologia
del sacrificio dell’Antico Testamento, afferma che « Dio ha voluto la morte di Gesù per colmare la sua collera » e che « Gesù
ha pagato al nostro posto » (si
veda per esempio il Catechismo
di Heidelberg). Grimm ritiene
che questa pseudo-teologia incrementi il senso di colpa del credente, accusato non solo dalla
propria coscienza delle colpe
commesse, ma anche dalla loro
conseguenza, un debito che non
potrà mai pagare, la morte ignominiosa di Cristo, e ne denuncia
la non-evangelicità: Gesù è stato
crocifisso non a causa dei nostri
peccati, ma dei suoi comportamenti non conformisti; e la croce, conseguenza di questa testimonianza, è lì a chiarirci che cosa significhi seguire Gesù.
Se l’idea di peccato va ricollocata in rapporto al progetto di
Dio per l’uomo, la specificità dell’etica cristiana è quella di fondarsi sull’eccesso di grazia, e come tale essa demitizza e demistifica la morale nel senso corrente
del termine. La proposta dell’autore è perciò di apportare concrete modifiche a catechesi, liturgie, predicazioni, per correggere
quegli elementi che non rispecchiano la consapevolezza del permanente perdono di Dio che
trasforma la vita.
Rita Gay
‘ ROBERT GRIMM, Senso del peccato e perdono. Torino, Claudiana,
1992, pp. 68, L. 10.000.
L’attività del Centro è stata
particolarmente intensa nel corso delle settimane estive, specialmente per quanto concerne
le visite ai musei e l’uso della
biblioteca; il numero dei frequentatori abituali o occasionali è in lento ma progressivo aumento; l’apprezzamento sia per
la disponibilità del personale
che per l’ambiente confortevole,
manifestato da tutti i visitatori,
è un doveroso riconoscimento
del lavoro compiuto sin qui ed
un incoraggiamento a proseguire.
Ma si è anche avuta nelle ultime settimane un’attività pubblica di cui è il caso di rendere brevemente conto:
— in luglio si sono avuti i
due colloqui-incontri a Mérindol
ed a Siena, organizzati il primo
in collaborazione con la « Société d’Etudes Vaudoises ed Historiques du Luberon », il secondo
con l’Associazione degli insegnanti evangelici dei paesi latini;
— il 16 dello stesso mese ha
avuto luogo l’inaugurazione della sala esposizione « Paolo Paschetto », al secondo piano del
Centro, con una mostra di carattere ambiental-ecologico dedicata al tema deH’illuminazione,
riscaldamento e uso dell’acqua
nella vai Pellice, di cui è stato
dato resoconto sul nostro giornale.
incontri con...
Nella serie « Incontri con... »,
centrati sulla presentazione di
un libro e sul dialogo con l’autore, si seno tenute due riuscitissime serate:
— venerdì 7 agosto con Vittorio Foa per la discussione sul
suo libro II cavallo e la torre;
— venerdì 28 con Cinzia Rognoni per la presentazione del
suo libro Mario Alberto RoUier,
un valdese federalista.
Questa seconda serata ha avuto, né poteva essere altrimenti,
un tenore memorialistico ed evocativo, trattandosi di una pagina biografica riferita ad un
personaggio conosciuto e stimato quale fu Rollìer; aH’autrice
si sono afiBancati il prof. Maiocchi, ordinario a Pavia, e numerosi presenti (Rochat, Gabella,
Peyrot, Comba) nel rievocare
l’impegno federalista e politico
di Rollier.
Di tenore diverso, più personale, impegnato, attuale la serata con Vittorio Foa, il cui libro è stato poco più che uno
spunto per un vivace colloquio
L’IMMIGRAZIONE STRANIERA IN ITALIA
Un problema ancora irrisolto
Come ricorda il past. Aquilante « un vento di intolleranza investe in questo periodo l’Europa e in essa l'Italia; le azioni
violente di settori del mondo
giovanile (le teste rasate: "bambini”, li ha definiti il tninistro per
l’Immigrazione, Margherita Boniver "con il culto della violenza e dell’apartheid”); il rifiuto
del ’’diverso” cui spesso si affianca l’indifferenza dell’altro
(quello rifiutato e minacciato) ».
In questa situazione può essere utile offrire uno strumento
di lettura del fenomeno migratorio a partire da un contesto
meridionale e anche protestante,
de.scritto come hanno fatto Alfon.so e Mirella Manocchio nel
volume edito dal Centro diaconale « La Noce » di Palermo
Con un’ampia e articolata introduzione Alfonso Manocchio, operatore sociale presso il centro,
riassume i cambiamenti che il
mondo ha subito in questi ultimi tre anni, in cui le società
borghesi democratiche costruite
quasi mezzo secolo fa sono ormai arrivate al capolinea, e interi continenti hanno subito profondi sconvolgimenti.
Tutto questo non può non mettere in discussione l’etica di liberazione che abbiamo appreso
dalla Riforma e dalle rivoluzioni
illuministe. Qual è, in questo
variegato intreccio di diversità
e di frammentazioni culturali, il
ruolo e l’analisi che le chiese
evangeliche in Italia possono
svolgere, a partire dall’attacco
che giunge alla modernità che
nella sua crisi sembra impotente
di fronte alle sfide della nuova
povertà e dell’assenza di umanità,
della meccanicità del senso della storia che ci trasmette l’immagine « di un mondo senza Dio,
generato dal mito della scienza
e del progresso? ».
Manocchio intravede un rischio, nel tentativo di una fetta
consistente della Chiesa cattplica di abbandonare una volta
per tutte il moderno, cercando
nel post-moderno il luogo per
« instaurare una civiltà più profonda e anche pienamente umana ». Il rischio che si corre è
quello di affiancare ad una pretesa pubblica della fede anche
una « pretesa giuridica » comparabile con la pretesa dello Stato.
Tutto ciò è rappresentato dai
tentativi di rievangelizzazione
che il vecchio mondo tenta di
organizzare a più livelli. L’autore rifiuta questo progetto, che si
inserirebbe in una pretesa dogmatica e assolutistica di organizzare una società così lontana
dall’etica protestante, che dovrebbe agire sul « prepolitico »,
cioè sull’importante terreno della società civile dove è possibile
esercitare azioni di controllo e
di responsabilità civica.
La seconda parte del libro è curata da Mirella Manocchio che
ci guida attraverso il subuniverso dell’immigrazione con riferimenti alla legge Martelli, alle
nuove proposte di legge in materia di immigrazione e alle diverse impostazioni giuridiche negli
altri paesi europei.
L’ultima parte si sofferma sulla realtà siciliana e sui problemi specifici e originali che una
migrazione in questa regione
comporta.
Proprio qui più che altrove si
innesta il paradosso di un’immigrazione in un paese che vive già
drammatici problemi occupazionali e sociali.
In questa situazione tutta ita
liana (di rappresentare il « sud
del nord », e per contro il nord
del sud) si può spiegare il continuo aumento del flusso migratorio, che non dipende dal superamento di quella posizione intermedia tra i paesi ricchi e poveri in cui si colloca il nostro
paese ma piuttosto dalla segmentazionie del mercato del lavoro.
In Sicilia il volontariato e le associazioni sono presenti nel territorio e sono sorti con velocità
anche per coprire, seppur in modo disorganizzato e sovente spontaneo, gli enormi buchi lasciati
da un’amministrazione pubblica
latitante. Nel prossimo futuro, fa
notare l’autrice, i servizi dovranno affrontare non tanto la quantità del flus.so migratorio ma la
qualità costituita da giovani, da
donne, dotati di un livello culturale medio alto, che necessita di
risposte ed interventi più complessi e articolati.
Manfredo Pavoni
' ALFONSO e MIRELLA MANOCCHIO, L’altro uomo, Palermo, Centro
diaconale « La Noce », 1992, pp. 122,
s.i.p.
SU temi di attualità. L’anziano
ma battagliero militante sindacale ha riaffermato la necessità
dell’impegno autocritico e dell’assunzione di responsabilità
nella situazione attuale di grave crisi a livello politico ed istituzionale. Un parlare libero e
positivo, per nulla toccato da
quei rimpianti, nostalgie, pessimismi disfattisti che paiono caratterizzare il clima attuale.
Incontro « C. Miegge»
Un secondo momento significativo che, sia pur indirettamente ed in termini molto diversi,
prolungava la riflessione di quella sera è stata la giornata di
giovedì 20, dedicata quest’anno
ad una rilettura del rapporto
protestantesimo-politica in tre
momenti chiave della storia: la
Riforma, la rivoluzione inglese,
le colonie americane.
Perché questo tema nella giornata di studio posta sotto il segno della teologia di Miegge?
Perché la politica è oggi in crisi dopo la fine delle ideologie,
perché il protestantesimo ha
contribuito in modo rilevante alla formazione del mondo politico moderno, perché occorre iniziare nelle nostre comunità una
riflessione sul tema.
Diversi per formazione gli
oratori, ma egualmente impegnati e qualificati nel presentare i temi. Mario Miegge ha puntualizzato in modo efficace i
concetti cardine di « vocazione »,
« mondo », « chiesa » della teologia luterana e calviniana. Giulio
Giorello ha illustrato la varietà
di posizioni del protestantesimo
inglese della metà del XVII secolo, dai puritani, agli indipendenti, ai congregazionalisti, e la
ricaduta che questa complessa
situazione ha creato in campo
politico; Massimo Rubboli ha
prolungato questa tematica nel
Nuovo Mondo, radicandola nel
sorgere delle colonie americane.
Ci auguriamo di leggere presto queste ricche e dense relazioni in un volume che curerà
Elena Bein.
Si può lamentare la mancanza di un dibattito ed a questo
occorrerà rimediare nel prossimo incontro. D’altra parte si delinea sempre più chiara nella
sensibilità del pubblico odierno
l’esigenza di incontri a carattere formativo ed informativo. Si
ha cioè l’impressione che il pubblico abbia oggi assai meno interesse a dibattere problemi che
a imparare ciò che ignora.
Al termine del pomeriggio Giulio Giorello ha tenuto la prevista conferenza sul tema: Scienziati e credenti, storia di un dialogo, tracciando con eccezionale
maestria il sorgere della scienza moderna nel suo intrecciarsi con la riflessione teologica.
Una giornata densissima che ha
impegnato il pubblico presente
in una attenzione costante ma
di altissimo livello formativo.
Centri
La giornata si è conclusa con
una serata dedicata alle attività
dei centri culturali evangelici
nel nostro paese. Presenti quasi tutti i rappresentanti dei centri (al questionario inviato in
precedenza non tutti avevano risposto; mancavano così alcuni
dati) si sono potuti avere un utilissimo panorama del lavoro in
corso e uno scambio di informazioni e di suggerimenti che
ha fatto fare un ulteriore passo
rispetto all’incontro dello scorso anno in vista di un sempre
più organico collegamento.
Peccato che il Sinodo abbia
affrontato il tema della politica
culturale venerdì mattina in
chiusura di lavori. Molto resta
da chiarire nel nostro ambiente
sui temi cultura, diaconia, evangelizzazione, predicazione, lavoro giovanile e sulle loro interrelazioni e nel clima di ripiegamento personalistico attuale
non sembra sorgere alcun interesse per i problemi di ordine
generale.
G. T.
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25 settembre 1992
fede e cultura
UN LIBRO DI NANDO DALLA CHIESA
« STUDI DI TEOLOGIA »
Morte di un
giudice di provincia
Il clima politico e culturale della Sicilia degli anni ’80 e l’uccisione di Rosario Livatino - La mafia e il regime della corruzione
« Possiamo continuare con questo tabù, che poi significa che
ogni ragazzino che ha vinto il
concorso ritiene di dover esercitare l’azione penale a diritto e
rovescio, come gli pare e piace,
senza risponderne a nessuno?
Non è possibile che si creda che
un ragazzino, solo perché ha fatto il concorso di diritto romano,
sia in grado di condurre indagini
complesse contro la mafia e il
traffico di droga. Questa è
un’autentica sciocchezza; a questo ragazzino non affiderei nemmeno l’amministrazione di una
casa ad un piano, con una finestra che è anche la porta ».
Con questo secco giudizio,
espresso il 10 maggio 1991, esattamente otto mesi dopo la barbara uccisione del giudice « ragazzino » Rosario Livatino, il presidente Cossiga inveiva contro
la nuova generazione di giudici
impegnati nelle indagini nell’ambito delle collusioni tra mafia e
politica.
Ed è proprio con questo giudizio verso dii era stato incaricato di rappresentare la Costituzione repubblicana e la digita deiritalia civile che termina
il libro ^ di Nando Dalla Chiesa
sul giudice Livatino e sul regime
della corruzione che ha messo
radici sempre più profonde nella
vita politica, economica e culturale del nostro paese. Tutto inizia nel settembre del 1990, quando alcuni killer assoldati dalla
mafia compiono, con un’esecuzione feroce e cruenta, Tennesimo omicidio in Sicilia. La vittima si chiama Rosario Livatino,
magistrato poco noto ma molto
apprezzato per il suo lavoro preciso e meticoloso nelle inchieste
eccellenti, ma anche quotidiane,
compiute in Sicilia tra Agrigento,
Sciacca, Canicattì e Palma di
Montechiaro, tanto per citare
alcuni dei luoghi più tristemente noti della geografia mafiosa.
Con partecipazione e dovizia
di particolari Nando Dalla Chiesa ricostruisce il clima politico
e culturale che si andava instaurando nel corso degli anni Ottanta, in Sicilia e nel resto del paese. Un clima soffocante fatto di
rapporti politici disinvolti, di
falsi modernismi, di terribili
speculazioni. Un clima da assedio.
Si registrano continui omicidi
tra famiglie, e i ^ornali riportano la tragica uccisione di Michele Papi, 12 anni, baby killer della
camorra. Un delitto che il mini
Appuntamenti
Martedì 29 settembre — TORINO:
A partire dalle 20,30, nel salone « G.
Allamano » (corso Ferrucci 12 bis), si
svolge una riflessione a cura del Centro d'animazione della Consolata, sul
tema Africa e America Latina; i volti
della conquista. Intervengono Pedro F.
Miguel (filosofo angolano bantu, ricercatore presso l'università di Bari), don
Albino Bizzotto e Ferdinando De Brito
(sacerdote brasiliano, già prigioniero
politico ed attivo nel movimento sindacale rurale).
Venerdì 2 ottobre — ALESSANDRIA:
Il gruppo Italia 27 di Amnesty International, il Centro culturale protestante e il Centro interconfessionale per
la pace organizzano una serata di dibattito sul tema della pena di morte.
Alle ore 21, presso la sede dell'università (via Cavour 41), un esponente
del « Coordinamento nazionale pena di
morte » di Amnesty interverrà sul tema Geografia della pena di morte, e
sull'argomento verrà presentato un video. Un’altra serata è prevista per
venerdì 9 ottobre. Il past. Fulvio Ferrarlo parlerà sul tema: I cristiani e la
pena di morte.
stro deUTntemo Cava commenta di getto: « Questa volta hanno esagerato ». Di fronte a questo squallore il ministro della
Giustizia Vassalli dichiara, con
la più assoluta tranquillità;
« Mafia e camorra sono un elemento stabile e progrediente della nostra vita nazionale e siamo
destinati a vivere con questo fenomeno ancora per molto tempo ».
Negli stessi giorni Libero Gualtieri, presidente della commissione parlamentare stragi, denuncia un atteggiamento della
pubblica amministrazione teso
ad occultare la verità sul caso
Ustica. Questa è l'atmosfera riportata dai giornali quel venerdì
21 settembre 1990. Una giornata
particolare, quella che attende
il giudice Livatino; il tribunale
di Agrigento deve infatti decidere le misure di prevenzione da
adottare nei confronti dei boss
mafiosi di Palma di Montechiaro, un centro costiero che il giornalista Giuseppe Fava, ucciso
dalla mafia, aveva descritto come
una cloaca a cielo aperto, invasa
da mosche e da un liquame limaccioso che scorre per le strade della città. Proprio qui il
giudice « ragazzino » infligge duri colpi alla mafia locale, che ha
innalzato pesantemente la sua
capacità di comando e di sfida
alle istituzioni.
Ma Rosario Livatino non arriverà, quel venerdì mattina, al tribunale di Agrigento. Pochi chilometri prima viene ucciso da
quattro killer che, dopo un inseguimento, lo finiscono nel vallone adiacente alla superstrada
che conduce ad Agrigento.
Scrive Nando Dalla Chiesa;
« Che cosa non si può, usando
le armi? La loro sensazione di
onnipotenza si è ancora una volta confermata. Sull’erba bruciata del canalone rimane, scolpito nel silenzio, il senso di un’eterna indifferenza. Lo scalfiscono
appena i segni della fuga da cervo braccato, dell’inseguimento
feroce. Il guizzo della vita e della morte già non esistono più.
su quel dirupo che si offre ogni
giorno sempre uguale alle auto
e ai Tir in marcia per Agrigento.
Lì, al chilometro 10 della superstrada, si danno convegno, per
un attimo, piccoli pezzi di storia
consumati a Milano o a Bologna,
a Roma o ad Ustica. Storie di
impunità e di arroganza incoraggiate, di ferocie tollerate, di impudenze sobillate. Vi si mescolano senza pietà ritratti di uomini
per bene e di assassini, di uomini liberi e di cialtroni, di gente onesta e di ambiziosi senza
scrupoli. In prima fila c’è la
maschera della mafia che ha
Sparato, della mafia più volte
condannata e poi coperta dai
partiti. Ma dietro, sullo sfondo,
ancora più grave, si staglia grande e torva l’ombra del regime
della corruzione; è nel suo grembo che la mafia trova alimentazione e protezione. Con quell’ombra la mafia sa di poter realizzare anche le imprese più impossibili. Sa che avrà, al momento giusto, le parole giuste, i finanziamenti giusti, le assoluzioni giuste ».
Ma che rapporto c’è tra i pO;
litici, la loro frequentazione di
famiglie maliose e la vicenda di
Livatino? La risposta va cercata
in quell’ombra torva che rimanda il regime della corruzione
che assiste e protegge come un
angelo custode i poteri criminali e tenta di assoggettare la legge alla politica intesa come interesse di parte. « Rosario Livatino — continua amaro Dalla
Chiesa — sarà, dopo nove anni,
una delle tante vittime del clima di impunità che si affermerà nel paese. Una delle tante vittime dell’isolamento morale e
operativo della magistratura; del
fastidio politico per quella cosa
tanto spinosa ed inutile che qualcuno chiama impropriamente
lotta alla mafia ».
P. M.
‘ NANDO DALLA CHIESA, Il giudice
ragazzino, Torino, Einaudi, 1992, pp.
158, L, 20.000.
ANTISEMITISMO
Fondamentalismo
o pluralismo?
Una visione pluralista, secondo Pietro Bolognesi, potrebbe perfino nascondere la verità
Il comitato nazionale « Scuola e Costituzione » ha preso nel
corso dell’estate un’iniziativa
volta a contrastare la diffusione
di episodi di intolleranza antisemita, che purtroppo sono più
che mai d'attualità in queste ultime settimane, in particolare in
Germania, ma anche in Francia,
con la profanazione dei cimiteri
ebraici (l’ultimo caso è quello
del 17 settembre a Lione); analoghi, gravissimi casi sono purtroppo avvenuti in Italia, e particolarmente a Livorno.
« In seguito a recenti avvenimenti che hanno messo in evidenza tutta la gravità dei fenomeni di antisemitismo e di razzismo nel nostro paese — spiega
un documento — il Comitato ha
avviato la raccolta di materiali
prodotti dalle scuole italiane —
pubblicazioni, relazioni, progetti,
documentazioni... — volti a man
Dopo il crollo del comunismo,
un altro spettro si aggira per il
mondo: il fondamentalismo intollerante e esclusivista, violento e repressivo. A questa affermazione si oppone l’ultimo numero di Studi di teologia (anno
IV 1992/2), dedicato al tema
« Ecumenismo e pluralismo »,
con una serie di saggi che tendono a ribaltare l’accusa: non
già intollerante il fondamentalismo, ma all’opposto il pluralismo, che in questa fase sembra
tendere a conquistate pacificamente il monopolio delle coscienze; « A questo stadio [però] ne seguirà im altro in cui
[...] dovrà cercare di affermarsi
con la violenza» (SdT. p. 124).
Questa la tesi proposta da Pietro Bolognesi nel suo saggio.
Contrapponendo monismo e
pluralismo, egli sostiene la necessità del superamento dell’alternativa. A suo avviso, « mentre
il monismo si fissa suH’imicità
e minimizza fino ad escluderla,
la pluralità e la diversità; il pluralismo si fissa sul molteplice
e minimizza fino ad escluderla,
la verità» (SdT. p. 125). Occorre pertanto ricercare « qualcosa
che possa realmente offrire un
fondamento rigoroso. La visione biblica si presenta come veramente adeguata alla realtà
perché si distanzia dal monismo
come dal pluralismo. Essa afferma contemporaneamente il Dio
uno e trino » (SdT. p. 126).
Questa impostazione trova
conferma nella ricerca critica
di Giovanni Borelli (SdT. p. 187),
che, contrapponendo il pensiero
di Harold A. Netland a quello
di V. S. Naipaul, si domanda;
« E’ vero che credere alla possibilità anche solo teorica dell’esistenza di una sola verità
renderebbe necessariamente intolleranti e in ultima analisi filosoficamente isterici? » (SdT. p.
187). In sostanza, il dilemma è
per lui fra l’unicità esclusiva di
Cristo e le cristologie di tipo
pluralistico per lo più legate all’orientamento analitico di John
Hick.
Secondo il Netland, ogni negazione dell’unicità insostituibile di Cristo altro non sarebbe
Un archivio contro
il revisionismo
La scuola (Jeve alimentare la volontà di studiare, di capire e quella di non dimenticare
se non un tentativo di nascondere un tollerante relativismo,
premessa per la demonizzazione
di chi invece pensi in termini
di verità unica. Ed è singolare,
commenta il Borelli, « questa
insistenza in campo teologico a
rimuovere ogni accenno alla verità col pretesto della tolleranza » (SdT. p. 189, nota 4). Ma,
si affretta ad aggiungere, «predicare Cristo non è mai intolleranza! »; e citando Netland,
conclude: « Evangelism itself
need not be intolerant! ».
Può sembrare stravagante questo curioso rovesciamento di
prospettive con reciproche accuse di intolleranza. In effetti,
se il fondamentalista nel suo esclusivismo condannerà in nome
della verità a pene più o meno
eterne chiunque abbia credenze
diverse dalla sua, il pluralista
tenderà a emarginare il suo avversario in quanto esclusivista
pericoloso per la libertà del
prossimo. Ma il pluralista non
condannerà mai nessuno a pene terrene o ultraterrene, disponibile com’è per principio alla
piena accoglienza di chi si dimostri in grado di convivere
senza pretesa di imposizioni; e
lo stesso fondamentalista, esclusivista sul piano teologico, su
quello « pratico » della convivenza, messo alle strette, sarà disposto a dichiararsi contrario ad
ogni forma impositiva. « Si può
dire senz’altro che siccome lo
Stato non ha né competenza né
è abilitato a compiere scelte religiose specifiche, dovrà rimanere concretamente aperto alle varie istanze. Le sue istituzioni dovranno tenere conto della diversità di razza e di fedi » (SdT. P. Bolognesi, p. 125).
Dunque, caso mai, inevitabilmente « tolleranti » gli uni e gli
altri, almeno sul piano etico/
politico, fermo restando che
l’unica categoria abilitante alla
convivenza non potrà essere che
quella del rispetto reciproco. Si
tratterà poi di stabilire quale
delle due posizioni sia più facilmente in grado di adeguarsi a
questa condizione imprescindibile del vivere associato.
Paolo T. Angeleri
PER UNA SCUOLA DEL DIALOGO
tenere viva la memoria storica
ed a fornire ai giovani utili strumenti di comprensione su di essi, nell’intento di costruire a livello nazionale un archivio a disposizione di quanti vogliono
intraprendere iniziative in questo settore ».
Conseguentemente tutti coloro che operano nelle nostre scuole sono sollecitati a collaborare
a questo progetto. L’obiettivo,
afferma ancora il documento —
è quello « di sollecitare la scuola italiana ad affrontare, prima
che il revisionismo culturale in
atto lo abbia cancellato, un periodo storico troppo a lungo
escluso dai progetti scolastici ».
I materiali raccolti potranno
essere inviati a; Comitato nazionale « Scuola e Costituzione »
c/o FNISM - via Cavour 238 (X)184 Roma.
«Laicità»
Il "Comitato torinese per la
laicità della scuola”, nato nel
1983 per promuovere la rigorosa applicazione delle norme costituzionali che distinguono la
scuola di stato da quella privata (riservando alla prima il
finanziamento statale), la piena
affermazione della scuola laica
come scuola di tutti e del dialogo, il rispetto dell’eguaglianza
delle diverse confessioni religiose e la parità di trattamento
tra credenti e non credenti, lo
studio critico e pluralistico del
fatto religioso, è stato impegnato nelle battaglie relative all’insegnamento della religione, e
tuttora si rivolge a docenti e
utenti interessati alla laicità.
Il comitato aderisce inoltre al
Comitato nazionale "Scuola e
Costituzione”, e con esso si batte contro gli effetti discriminanti dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola italiana, così come esso è attualmente impartito e collocato: all’apertura di questo nuovo anno
scolastico, pertanto, il comitato
chiede — come afferma in un
documento — « la piena e immediata applicazione (...) delle
sentenze della Corte costituzionale n. 203/1989 e 13/1991, che
hanno ribadito inequivocabilmente la facoltatività deU’insegnamento religioso cattolico e
lo "stato di non obbligo” per i
non avvalentisi, che implica "anche la scelta di allontanarsi o
assentarsi dall’ediflcio della
scuola” ». Facoltativo, sempre
secondo il documento, « deve significare "aggiuntivo”, collocando le ore di insegnamento confessionale cattolico fuori dell’orario curricolare nella scuola
elementare ».
Il comitato torinese ha anche dato vita ad un trimestrale, dal titolo « Laicità », che tende a sviluppare le tematiche della laicità stessa nel senso più
ampio del termine, riservando
tuttavia la giusta attenzione alle vicende deH’insegnamento religioso scolastico.
Segnaliamo fra l’altro che il
prof. Carlo Ottino, uno dei primi animatori del comitato, è
stato insignito da parte del ministero della Pubblica Istruzione del « Diploma di benemerenza della scuola, della cultura e
dell’arte ».
4
vita delle chiese
25 settembre 1992
CONCLUSA A SANTA SEVERA LA XXXII ASSEMBLEA DELL’UCEBI
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
La fede e la democrazia ■■ lavoro futuro
Quattro giorni di intenso dibattito e di testimonianza di fede Franco Scaramuccia nuovo presidente - 8 per mille: niente di fatto
L Unione cristiana evangelica
battista d’Italia (UCEBI) ha tenuto dal 16 al 20 settembre la
sua 32“ Assemblea presso il Villaggio della gioventù di Santa
Severa (Roma). 110 erano i componenti dell’Assemblea con voce
deliberativa (i pastori in attività
e i delegati delle chiese) mentre
i partecipanti sono stati oltre
250 (pastori in pensione, rappresentanti delle opere battiste, delle chiese evangeliche italiane, delle chiese battiste estere tra cui
il segretario esecutivo della Alleanza battista mondiale. Dentón
Lodz).
Tre gli argomenti principali in
discussione: l’attività dell’Unione
in questo biennio e le prospettive di lavoro futuro, le Intese con
lo stato italiano e la questione
dell’otto per mille, l’attività dei
dipartimenti (di evangelizzazione
e di teologia) e delle istituzioni
(le opere di diaconia). Alquanto
appassionata è stata la discussione sui primi due temi e l’assemblea si è divisa su opzioni diverse.
Il Comitato esecutivo, pur da
tutti apprezzato per il lavoro pastorale svolto, non ha ricevuto
— ed è la prima volta che succede — l’approvazione. I motivi
di questa decisione sono da ricercarsi più in un sentimento
diffuso di insoddisfazione (qual
che delegato ha parlato di « mugugno ») e non in decisioni sbagliate dello stesso esecutivo. Nessuno infatti ha contestato questo
o quel provvedimento, anzi si sono riconosciuti i meriti dell’esecutivo uscente.
L’Assemblea, prima di eleggere il nuovo esecutivo per il biennio ’93-94, ha questa volta definito più chiaramente le linee di
lavoro dell’esecutivo: intensificare la collaborazione con le chiese metodiste e valdesi, sviluppare l’impegno delle chiese sui temi della pace, della giustizia e
della salvaguardia del creato ed
in particolare le chiese si impegneranno contro il nascente razzismo nel ricordo di Martin Luther King, nella richiesta di trasparenza nella politica e nella
lotta contro la mafia.
Nel dibattito sull’opportunità
o meno di includere il finanziamento statale della diaconia delle chiese attraverso l’8 per mille e la defiscalizzazione delle offerte alle chiese nelle Intese da
raggiungere con lo stato italiano, l’Assemblea si è divisa in
due posizioni, nessuna delle quali ha raggiunto la maggioranza
necessaria. Così la questione ritorna alle chiese locali e su di
essa potrà essere convocata una
assemblea straordinaria se lo
stato delle trattative (ancora da
iniziare) con la presidenza del
Consiglio dei ministri lo dovesse richiedere.
L’Assemblea ha accolto 5 nuove chiese nell’Unione: la Chiesa
battista di lingua cinese a Milano, la Chiesa di lingua inglese
di Aviano, la Chiesa multietnica
ed ecumenica di Roma, la Chiesa battista di Carbonia, la Chiesa battista di Napoli Fuorigrotta. Tre nuovi pastori sono stati
presentati alle chiese: Herbert
Anders, Chou Choon Wong e
Thomas Elser, pastore nel ruolo della Tavola valdese che attualmente ha la cura pastorale
della Chiesa metodista di Villa
San Sebastiano e della Chiesa
battista di San Benedetto dei
Marsi, sperimentando in questo
modo la collaborazione territoriale decisa nel novembre ’90 nell’Assemblea congiunta col Sinodo delle chiese valdesi e metodiste.
Al termine l’Assemblea ha rinnovato tutte le cariche. A presiedere il Comitato esecutivo è
stato chiamato il past. Franco
Scaramuccia, 54 anni, attualmente pastore a Chiavari, mentre
vicepresidente è stato eletto il
past. Massimo Aprile, 37 anni,
di Mottola.
G. G.
(Nel prossimo numero un ampio
servizio sull’Assemblea battista)
RIFORMA.
TRE VOCI EVANGELICHE,
UN SOLO GIORNALE.
IL VOSTRO.
s II-,
a iS“
t --'airlJÀr- “ir,
J^IFORMA E' II. SE'i riMANAI,?. DELLE CHIESE
evangeliche BAmSTR, metodisti: e \ALDES1.
PER PARLO CRESCHlffi IN FREITA E' NECESSARIO IL CONTRIBUTO DI TUTTI VOL SOSTENETE
LA REALIZZAZIONE DI RIFOR.MA UTILIZZANDO
IL C/C POSTALE N” 20936100 INTESTATO A:
ASSOCIAZIONE INFORMAZIONE PROTESTANTE
VIA SAN PIO V N° 15 10125 TORINO.
■i
GEMA
SErriMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE HATTiSTE. METOmSTE E VALDESI
SAN GERMANO CHISONE —
Settembre è tempo di programmi e di preparativi nella vita
delle chiese. Anche a San Germano, in vista del culto di apertura delle attività che si terrà
la domenica 4 ottobre, il Concistoro si è incontrato per pianificare il lavoro futuro. Per prima cosa ha fermato la sua attenzione sugli ordini del giorno
sinodali che si indirizzano alle
chiese: in essi sono contenute
delle richieste di impegno non
indifferenti per un tempo di crisi economica verso il quale stiamo viaggiando. La sottoscrizione a favore delle chiese valdesi
del Sud America, il sostegno al
Centro diaconale La Noce di Palermo, l’aiuto alla Facoltà per la
sua biblioteca: il Concistoro non
dimenticherà nessuna di queste
realtà, nia ha deciso di richiedere ai membri un impegno particolare per le chiese sudamericane. Ma l’ordine del giorno sinodale che ha creato (e creerà
in futuro) più dibattito, è stato
quello su « chiese e democrazia ». Sarebbe stato semplice per
una chiesa del nord ritenere di
non essere coinvolta in un appello contro « le mafie », e con ciò
pulirsi la coscienza. Ma non è
stato così: anche il nord, ed in
modo particolare le Valli, vive
un momento di disgregazione
estremamente pericoloso, dal
quale occorre trovare la forza,
l’intelligenza e l’inventiva per
uscire. Per vincere gli egoismi,
per costruire un futuro vivibile
è necessario uno sforzo comune, un bagno di democrazia attorno a obiettivi specifici e chiari, decisi e voluti da tutti. Questi sono i pensieri emersi dal
dibattito e attorno a cui il Concistoro vuole confrontarsi ulteriormente, per proporre alla
chiesa tutta una linea di riflessione e di crescita per l’anno
che ci apprestiamo ad iniziare.
• Il susseguirsi di giornate
particolarmente importanti per
gli ospiti dell’Asilo ha caratterizzato anche quest’anno l’ultima settimana di agosto e la prima quindicina di settembre. Il
29 agosto sono state inaugurate
la mostra delle ceramiche e dei
tessuti dipinti a mano dalla pittrice torinese Gisella Maestrini
e quella dei quadri a olio su
tela e masonite del pittore Ugolino Duò, che ha abitato per parecchio tempo a San Germano,
tata. Un grazie sincero agli espositori che molto generosamente hanno devoluto l’incasso
della vendita di una parte dei
loro lavori a favore dell’Asilo.
Il 6 settembre è stata un’altra giornata di festa per l’istituto: il tempo particolarmente
bello, favorendo l’accorrere di
tantissimi nostri amici, ha contribuito alla buona riuscita del
bazar preparato con molta cura
dalla direzione, dai volontari e
dal personale tutto dell’Asilo. Oltre ai bellissimi lavori delle sorelle dell’Unione femminile, hanno attirato l’attenzione dei presenti anche i vari oggetti preparati da un gruppetto di ospiti sotto l’abile guida delle animatrici Nelly Jourdan, giunta a
noi da Colonia Vaidense, e da
Marianna Ribet di Pomaretto.
• Nel periodo estivo la comunità ha accolto al battesimo
Eleonora Anzil, di Renato e di
Claudia Venturi, e Fabio Salvai,
di Danilo e di Marilisa Bessone.
• Nei mesi di agosto e settembre ci hanno lasciato Oelia
Vinçon Bouchard, di 73 anni.
Alice Malan ved. Paget, di anni
80, Frida Bounous, di anni 80,
e Anita Long, di anni 84. Per
tutti, per chi nasce e per chi
muore vale la promessa del Signore: « Io sono con voi tutti
i giorni fino alla fine dell’età
presente ».
Matrimonio
PINEROLO — Nel tempio affollato di parenti e amici è stato celebrato il 6 settembre il matrimonio di Marco De Bettini e
Monica Natali. Ha presieduto il
culto il past. Giuseppe Platone
di Riesi, dove gli sposi hanno
svolto per un anno lavoro volontario. Il past. Tron ha offerto loro la Bibbia e ringraziato
Monica per il servizio svolto per
la comunità, soprattutto come
organista. Agli sposi affettuosi
auguri per una vita benedetta
dal Signore.
• Italo e Jeanine Giacomino
hanno presentato al battesimo
il loro piccolo Andrea nel culto
domenicale.
• Dobbiamo registrare anche
dei lutti: ci hanno lasciato Adele Durand in Alfano e, in più
giovane età. Alma Tron in Long.
E’ mancato anche Ugo Paschetto, dopo aver passato alcuni anni di sofferenza, sopportata con
una serenità che solo la fede nel
Cristo risorto può dare. Aveva
servito la comunità in qualità
di anziano di Miradolo negli anni difficili del dopoguerra. Chiediamo al Signore di lenire il dolore della moglie Ilda, che gli è
stata accanto per più di 50 anni, e dei familiari delle altre sorelle scomparse.
Gita della corale
PRALI — E’ in programma
per rii ottobre una gita della
corale e simpatizzanti a S. Marzano Olivete; chi fosse interessato a parteciparvi deve prenotarsi presso i coralisti o il pastore entro il 7 ottobre.
• La comunità esprime la sua
cristiana simpatia ai familiari di
Alberto Ghigo deceduto all’età
di 82 anni.
Grazie!
PRAROSTINO — La comunità porge un vivo ringraziamento al pastore Cipriano Tourn
per la predicazione che ha tenuto domenica 13 settembre nel
tempio di S. Bartolomeo, e per
l’affetto e il costante interessamento che lui e sua moglie Ruth
ci riservano.
• Nel pomeriggio della stessa domenica 13 si è tenuto l’ultimo degli incontri quartieralì
previsti per l’estate; questo del
quartiere Roc è stato arricchito
dalla presenza di Bruna Peyrot
del Centro culturale valdese che
ha parlato del suo lavoro di ricerca sulla memoria valdese dal
quale ha tratto un libro.
Auguri
BOBBIO PELLICE — Ruggero Venezia e Sonya Fontana hanno pronunciato, nel nostro tempio, il loro « sì ». Voglia il Signore santificare e fortificare
questi due giovani che hanno
promesso, davanti a lui ed alla
sua chiesa, di vivere cristianar
mente la stupenda vicenda della nuova vita in due.
• La nostra comunità si è vivamente rallegrata nel Signore
per il battesimo di Matteo Tourn,
di Luigi e Loredana Geymonat.
La parola del Signore sia per
questi genitori l’unico punto di
riferimento nell’educazione del
loro figlio primogenito alla fede.
• Riunioni quartieralì: domenica 27, ore 15, ai Cairus; lunedì 5 ottobre, ore 20,30, a Villanova.
Calendario
Venerdì 25 settembre
n INCONTRO DELLE
CORALI DELLA
VAL CERMANASCA
PERRERO — Alle ore 20,30, presso
la sala delle attività, si tiene un Incontro per programmare le attività future.
5
25 settembre 1992
vita delle chiese
IL GRUPPO ’’CAPERNAUM”
CORRISPONDENZE
Identità sessuale:
un problema aperto
Una serata di dibattito a Torre Pellice nel corso della settimana
sinodale: sono molti gli argomenti che potranno essere approfonditi
Il tempio restaurato
Circa venticinque persone tra
pastori e membri di chiesa si
sono trovate martedì 25 agosto,
in piena settimana sinodale, alla
casa unionista di Torre Pellice,
su invito del gruppo « Capernaum per discutere sulle prospettive e sui progetti che il
gruppo vuole portare avanti.
Esso è nato da un articolo scritto a proposito dell'omosessualità sul bollettino dei giovani
evangelici di Torre Pellice. Giovanni dalla ci ha raccontato le
reazioni negative che questo articolo ha provocato e che hanno
spinto i giovani a continuare una
riflessione sul problema dell’omosessualità, e più in generale su quello della sessualità. La
riflessione è dunque continuata
sul notiziario della EGEI, dove
alcuni membri del gruppo hanno
dichiarato pubblicamente la loro
omosessualità.
Per questo, ha continuato dalla, vogliamo che il gruppo si
strutturi e rappresenti per i
giovani e le giovani della valle
uno strumento per continuare
una riflessione libera sulla propria identità e sul proprio orientamento sessuale. Idobiettivo è
di informare le comunità sul lavoro che si vuole proseguire e riprendere in modo più approfondito la discussione sulla sessualità introdotta nel Sinodo del
1984 da una commissione per lo
studio della sessualità. In quel
documento redatto da pastori,
laici e da una psicoioga, si potè
va leggere; « L'omosessualità ma,schile e femminile va considerata secondo questo punto di vista come un dato di fatto, un
modo di esistere, una condizione da riconoscere, che ha le proprie potenzialità e i propri limiti, come aualsiasi dato di fatto
umano e che esige tutto il rispetto che l’Evangelo sempre
reclama per ogni condizione nella quale sia in gioco la dignità
della singola persona ».
Un documento
dimenticato? __
Perché questo documento, sottoposto all'attenzione delle nostre comunità, è stato di fatto
dimenticato, relegandolo in un
luogo marginale della nostra riflessione? Il pastore Berlendis,
membro della commissione, ravvisa un orientamento negativo che allora portò aH’interruzione del dibattito, che invece
poteva essere occasione di una
riflessione più ampia ed aggiornata sulla posizione etica della
chiesa e almeno su alcune piste
di ricerca.
I vari interventi hanno dimostrato soddisfazione per la nascita di questo gruppo e per la
sfida ricca di umanità ed intelligenza che esso può lanciare.
La reazione di alcuni membri
di chiesa rispetto al problema
della sessualità in generale è una
reazione di paura e di protezione. Si lascia sovente nella solitudine chi compie scelte diverse,
chi non riesce a identificarsi con
la scelta eterosessuale, con la
famiglia nucleare, con la sua
identità maschilista. Dietro una
apparente posizione democratica, in cui ognuno è responsabile
delle proprie scelte, c’è spesso la
paura di confrontarsi con opzioni diverse che pongono in ogni
caso interrogativi e conflitti.
Daniela Di Carlo, pastora a
Vasto, rallegrandosi della nascita del gruppo, ha ravvisato il rischio di banalizzazione nella
proposta di un ordine del giorno
sinodale [che qualcuno pensava
Lo stand del gruppo nel giardino
della Casa valdese.
di formulare, ma sulla quale poi
si è soprasseduto, ndr] su questa tematica. Il gruppo deve strutturarsi e darsi un’identità e poi
proporre alle chiese una riflessione.
Bollettino di
collegamento
Il pastore battista Luca Negro
ha proposto la nascita di un bollettino di collegamento che raccolga contributi è interventi sulla tematica della sessualità, e in
futuro anche il coinvolgimento
della Claudiana per preparare
una pubblicazione più attuale su
questo problema. In Germania
le chiese e le Facoltà di teologia
hanno prodotto un grande numero di opuscoli, materiale che in
qualche modo potrebbe essere
ripreso in esame e riproposto.
Il segretario della FGEI, pastore Daniele Bouchard, pensa
che ai giovani evangelici una riflessione di questo tipo possa
interessare, anche perché la tematica della sessualità si ripropone in forma diversa alle varie
generazioni. Sarebbe auspicabile
pensare ad un coordinamento
nazionale come per l’esperienza
del collettivo di « Cassiopea »,
impegnato nella ricerca della teologia femminista. La sfida è appunto quella di non bloccare il
discorso sulla sessualità, che non
può essere vissuto nella solitudine personale o del nucleo familiare. Non è più possibile vedere nella scelta omosessuale la
disgregazione sociale e familiare,
che al contrario ha invece radici
più antiche ravvisabili in particolare nel cambiamento culturale, economico e sociale che il nostro paese ha vissuto, seppur con
qualche considerevole ritardo,
insieme ad altri paesi europei
negli ultimi vent’anni. La targa
del reale è la differenza e -la disparità e tutto ciò non può più
essere considerato uno scandalo
o una debolezza umana.
Forse anche una teologia debole che fonda la propria dignità
non tanto su una parola calata
da un luogo « altissimo e irraggiungibile » ma sulle contraddizioni che fondano l’avventura
dell’umanità potrebbe rappresentare un’opzione diversa da
quella inseguita e propagandata
per tanto tempo dalla comunità
cristiana. La croce di Gesù non
è il tribunale della perfezione, ma
piuttosto il luogo simbolo della
contraddizione e dell’umanità
con tutta la sua carica di ambiguità e debolezza che ci può
fare inorridire ma che non possiamo annientare e occultare
con un vago e generico desiderio
di purezza.
Manfredo Pavoni
Cantando l’amore
dal ’500 ad oggi
ALBANELLA — La comunità
metodista di Salerno-Albanella
festeggia domenica 27 settembre
l’inaugurazione del proprio tempio restaurato. Il programma
prevede, alle ore 11, il culto con
Santa Cena e predicazione del
past. Claudio H. Martelli, presidente deirOPCEMI. Seguiranno
momenti musicali, a cura della
fanfara dell’Esercito della Salvezza di Napoli.
Un pranzo comunitario si terrà successivamente in un ristorante locale.
Auguri!
CONCERTO A TORRE PELLICE
SANREMO - BORDIGHERA VALLECROSIA - VENTIMIGLIA
— Nella settimana del 13 settembre, a Comano-Brusio, in
Svizzera, il pastore Paolo Tognina, che era stato nelle nostre
comunità fino all’estate, ha sposato Lara Robbiani. A lui vanno i nostri migliori auguri.
• Domenica 13 settembre è
giunta tra noi EUie Boot, la candidata al pastorato olandese, che
sarà con noi per l’anno ecclesiastico 1992-93. In una lettera indirizzata al past. Giuliana Gandolfo, Ellie Boot ha scritto una
presentazione di sé. Figlia di un
pastore, oltre che in Olanda ha
abitato nell’isola di Curagao e
negli USA, prima di iniziare gli
studi teologici ad Amsterdam.
L’anno all’estero è stato compiuto presso la nostra Facoltà
di Roma, e ha dato modo a
Ellie di lavorare alla sua tesi di
laurea e di fare un mese di
sostituzione pastorale nella nostra chiesa di Como. Sentitasi
a proprio agio nella Chiesa valdese, Ellie ha deciso di passare
un periodo di servizio qui in Italia.
• Per l’attività della Casa valdese segnaliamo che oltre 200
nuclei familiari si sono alternati nel corso del mese di agosto.
La conclusione dell’ultimo turno della colonia, diretta da Massimo Long, ha proposto una bella festa.
In agosto abbiamo anche ospitato due gruppi delle chiese di
Luserna S. Giovanni e Angrogna,
fedeli da due anni a questo appuntamento.
C’è stato un piccolo cedimento dei bollitori collegati ai pannelli solari, che hanno ormai i
loro anni, ma essi sono stati ripristinati in breve.
Diversi avvicendamenti si sono registrati nel gruppo di servizio: tra tutti quelli che sono
partiti salutiamo particolarmente Francesca, che è tornata a
Napoli dopo vari anni.
I volontari provenienti dall’estero sono stati particolarmente numerosi; non solo svizzeri, inglesi e tedeschi, ma anche austriaci, cecoslovacchi, ungheresi e polacchi.
Dopo brani del repertorio più classico, ese- Ammissioni
güito un inno dedicato all’amore spirituale
Dopo il bellissimo concerto
commemorativo della Corale di
Torre Pellice, e ancora dopo
quello degli « Inti-Illimani », mercoledì 26 agosto è stata la volta
del « Duo Guglielmo », costituito da Edy e Domenica, le due
giovani signore che dirigono la
Corale di Genova.
L’esecuzione è stata eccellente, sia da parte del soprano, che
vanta un’indubbia esperienza nell’arte del canto, sia della pianista, che ci ha regalato' momenti
veramente sublimi, interpretando Mozart e Prokof’ev con grande puntualità e perfezione.
Il concerto è stato l’occasione
per ascoltare diversi autori classici, cronologicamente situati, da
Vivaldi a Schubert, a Brahms,
passando per Chopin, per arrivare a] contemporaneo Wright.
Ambedue le concertiste hanno
saputo creare un’atmosfera particolarmente gradevole, cantando
l’amore con elegante delicatezza.
La comprensione musicale è
stata favorita dalle introduzioni
sobrie e puntuali che hanno preceduto ogni brano. In chiusura
è stato proposto il brano contemporaneo In thè sky, che tratta deH’amore spirituale, non più
terreno; un brano di difficile
esecuzione, fatto di suoni senza
parole, per significare in qualche
modo l’amore divino, nel quale
la cantante ci ha sorpreso, introducendolo con parole del Salmo
73 e concretamente con i versetti 25 e 26, che costituiscono uno
dei momenti lirici più alti della
letteratura ebraica.
Neirintei-vallo il pastore Gioi'gio Tourn, direttore del Centro
culturale valdese, ha ringraziato
la comunità di Genova per la
collaborazione, e ha spiegato al
numeroso pubblico le diverse attività storiche ed umanistiche
del Centro, il quale non può fare a meno dell’attività musicale:
anch’essa infatti fa parte della
cultura protestante.
GENOVA — La comunità valdese ha chiuso l’anno ecclesiastico 1991-92 con un momento
particolarmente lieto: l’ammissione di sei nuovi membri con
provenienza molto diversa. Alessandro Bonello, Aida Zoppi,
Giorgio Ansaldo, Francesco Ma^
ria Fiore provengono dal cattolicesimo, mentre Andrea Zoppi
e Sonia Ferrea provengono dal
gruppo dei nostri catecumeni.
• Dobbiamo, accanto a questo
momento lieto, segnalare anche
dei lutti. Ci hanno lasciato Oreste Ippolito, Franco Ribet e Annamaria Pasqualini, colpita da
infarto mentre era a Torre Pellice. Membro del Concistoro per
oltre vent’anni, curava l’archivio
con scrupolosità ed era un’animatrice nel settore femminile,
malgrado l’età.
Alla fine di agosto il pastore
ha anche parlato al funerale di
Gianni Terzolo, svoltosi a Luserna S. Giovanni, dove è stato
sepolto.
• Per l’attività del Centro culturale protestante segnaliamo
che il Concistoro, dopo aver pre
parato la bozza dello statuto,
ne ha sospeso il progetto ritenendo necessario dare un’impronta federativa a questa iniziativa, intendendo quindi coinvolgervi tutte le chiese della Federazione ligure ma anche quella luterana, l’awentista e, se
possibile, quella pentecostale e
dei fratelli.
• Per gli immigrati ricordiamo che le lezioni di lingua italiana, a cura della dott.ssa Maria Luisa Crisanti, si tengono
ogni giovedì alle ore 17.
• Il nuovo numero telefonico
del pastore è 010/8391402.
Circuito
SAVONA — L’assemblea di
circuito è convocata per sabato
3 ottobre alle ore 15, nei locali
di piazza Diaz.
• La visita del presidente dell’OPCEMI, past. Claudio H.
Martelli, è prevista per sabato
10 e domenica 11 ottobre. Sabato, alle 15,30, il past. Martelli
terrà una conferenza pubblica
nella nostra sala sul tema: I cristiani nella prospettiva deUa
nuova Europa. L’assemblea annuale della chiesa si terrà invece domenica 18 ottobre. In discussione la mattina i lavori dell’ultimo Sinodo, e nel pomeriggio la relazione annua.
Matrimonio
BETHEL — « Mettimi come
un sigillo sul tuo cuore, come
un sigillo sul tuo braccio. Perché l’amore... è una fiamma ardente come il fulmine e non basterebbe l’acqua degli oceani a
spegnerlo » (Cantico dei Cantici
8: 6-7).
Un uomo e una donna si amano e raccontano del loro amore; la più semplice interpretazione del Cantico dei Cantici,
quella che ne esalta la valenza
umana e sensuale è stata nei secoli trascurata volentieri, in favore di letture in chiave allegorica, più « appropriate » ad un
libro della Bibbia.
Il 12 settembre il pastore Platone ha predicato a Bethel, in
occasione del matrimonio di Mary Levato e Simonpietro Marchese, e ha ricordato proprio
questo: che un canto d’amore
non è affatto fuori luogo nella
Bibbia perché la dimensione dell’eros e quella dell’agape non
sono aspetti né opposti né incompatibili della vita di un credente.
La scelta del luogo per questa giornata è stata felice almeno quanto quella del testo. Bethel è nata per l’iniziativa e la
« testardaggine » di alcune persone. Il progetto comune che
continua a tenerle insieme traspare anche in giornate come
quella del 12 settembre: le comunità di Catanzaro, Cosenza,
della diaspora calabrese erano
tutte rappresentate e molte erano le persone legate alla vita
del centro. Non è stata semplicemente la festa di Mary e Simonpietro; si è constatato piuttosto che Bethel può essere non
sole un centro di formazione,
di incontri giovanili e campi,
ma anche un luogo di riferimento e di aggregazione, dove la
vicenda di due persone si intreccia al lavoro del centro e
alla vita delle comunità del posto.
Nuovi membri
TRIESTE — Le comunità elvetica e valdese vivranno domenica 4 ottobre una intensa giornata comunitaria. Il culto vedrà
l’ammissione in chiesa di Elena
Benvenuto e Manuela Zudini;
poi, dalle 12, sarà aperto il buffet-self-service.
Il pomeriggio comunitario,
con inizio alle ore 15, sarà dedicato a una proiezione di diapositive sul tema: Conosciamo la
CEVAA.
6
6 prospettive bibliche
25 settembre 1992
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
DISCERNERE I TEMPI
Un «calendario soteriologico »
La preoccupazione del « tempo che
passa » attraversa tutto il percorso delle
pastorali. Come rimanere fedeli all’apostolo? Come vivere l’esperienza della salvezza non solo come momento di crisi e di
conversione, ma anche nel quotidiano che
dura e si ripete? Per di più c’è chi insegna che « la risurrezione è già avvenuta »,
che bisogna rimanere puri, non sposarsi,
astenersi da certi cibi. L’autore delle pastorali si sforzerà di rispondere a queste sfide
iscrivendo le sue esortazioni, le sue regole,
le sue istruzioni in un quadro di riferimento che qualifichi il presente in relazione
alla salvezza.
La rappresentazione del tempo non è
più segnata dal dibattito con la storia d’Israele. I motivi della promessa e del suo
compimento sono reinterpretati in un « calendario soteriologico ». Certo il termine
« calendario » non appare; però le tre lettere evocano nei loro preamboli un piano
divino: 1 Tm. 1: 4 parla di «economia
di Dio », 2 Tm. 1: 9 di « suo progetto » e
Tt. 1: 2 della « promessa del Dio che non
mente ». Anche se dobbiamo rimanere prudenti in presenza di materiali tradizionali,
possiamo reperire una comprensione d’insieme del tempo, che si presenta a forma
d’arco:
A) Dio è un Dio salvatore che offre la
sua grazia agli uomini « fin daH’etemità »
(2 Tm. 1: 9; Tt. 1: 2 ss.).
B) Questa decisione di salvezza diventa
« manifestazione » salvifica di Cristo
(prima epifania, 2 Tm. 1: 10; Tt. 2;
11; 3: 4).
C) Paolo alla cerniera dei tempi.
Cl) Paolo annunzia. Questa manifestazione viene proclamata come Vangelo, kerygma, testimonianza affidati a Paolo (1 Tm. 1:
11; 2: 7; 2 Tm. 1; 11; 2: 8; Tt. 1: 3).
C2) Paolo precede. In 1 Tm. 1; 15
come « primo peccatore - primo
salvato » Paolo è 1’« archetipo »
dei futuri credenti.
D) Paolo lascia dietro di sé i
suoi discepoli (1 Tm. 1: 3; Tt.
1: 5), affida dei mandati (1 Tm.
1: 18; Tt. 1: 5...), impone le mani (2 Tm. 1: 6), invita a seguire
il proprio esempio (2 Tm.), indica come...
D’) ...« comportarsi nella casa
di Dio ». Laddove c’era Paolo,
adesso ci sono le comunità e
la loro vita istituzionale (profezie passate, 1 Tm 1 ; 18 ; 4: 14 ;
ordinazione da ricordare, 1 Tm.
4: 14; 2 Tm. 1: 6; educazione
cristiana, 2 Tm. 1: 3-5; 2 Tm. 3:
14-17), con un presente di contrasto (eresie) e di compiti (parenesi), con un futuro...
C’) ...preceduto da Paolo, che ha
compiuto la sua missione ed ha ricevuto la ricompensa (2 Tm. 4: 6-8;
cfr. 2 Tm. 1: 16, 18).
B’) In attesa fiduciosa della manifestazione del Signore (seconda epifania,
1 Tm. 6: 14 ss.; 2 Tm. 4; 1; Tt. 2: 13)
in «quel giorno» (2 Tm. 1: 12, 18; 4: 8).
A’) Con la promessa della vita eterna
(1 Tm. 1: 16; 4: 8; 6: 19; 2 Tm. 1: 1;
Tt. 1: 2).
Tra due «epifanie»
Dio è un Dio salvatore, che da sempre
ha voluto salvare tutti gli uomini (A). Il
suo aoire non è tanto quello del giudice
che avrebbe ogni motivo per condannare e
che. invece, perdona, bensì quello del benefattore divino, che da sempre vuole la
salvezza degli uomini. All’altro capo dell’arco, se così si può dire, l’oggetto della
speranza è la vita eterna (A’).
Ad un certo punto la decisione eterna
della salvezza viene comunicata, manifestata (B). L’« epifania », che esprime questa
manifestazione, è un motivo molto diffuso
nell’antichità, particolarmente nel mondo
ellenistico. Esprime l’irruzione della divinità nella storia. Applicata all’incarnazione
in Cristo ha un valore sintetico, che condensa le diverse tappe della vicenda di
Cristo (ministero, passione, morte, resurrezione). In quanto manifestazione presenta
anche il doppio aspetto di avvenimento, di
fatto di salvezza, e nello stesso tempo di
comunicazione, di annuncio della salvezza.
Infine, l’epifania esprime la manifestazione finale del Signore (B’).
Il presente si snoda, dunque, « tra due
tempi », tra due « epifanie », tra due manifestazioni decisive della salvezza. Anche
se i termini sono diversi, la dialettica tra
il « già » e il « non ancora » paolino è stata recepita.
Ma alla terza generazione questo « tra
due tempi » si prolunga e diventa « storia » : da un lato storia già vissuta e dall’altro storia da fare. Alla cerniera dei tempi si trova l’apostolo Paolo. Anche lui viene presentato in una doppia luce: « ce
to tra insegnanti, sulla conoscenza. Di fronte alle « ricerche vane », alle « genealogie
senza fine » (1 Tm. 1: 4; 2 Tm. 2: 23; Tt.
1: 14; 3: 9) le pastorali si sforzano di
tracciare una linea, che dall’origine in Dio
raggiunge il presente della comunità della
terza generazione. Il sapere della salvezza
non è misterioso. Segue una linea chiara
che le pastorali non si stancano di ridisegnare ad ogni occasione: Dio da sempre
ha deciso di salvare gli uomini, questa decisione è diventata realtà manifesta in Cristo, quest’« avvenimento Cristo » è il contenuto dal kerygma affidato a Paolo. A sua
volta Paolo lo ricorda a Timoteo e Tito
come motivazione ultima del « buon deposito » e dell’« insegnamento sano ». Ti
Le epistole pastorali 2
tra fedeltà alle origini e nuove sfide
Con le « pastorali », siamo in presenza di un « Paolo » rivisitato
dalla tradizione comunitaria, figura del peccatore perdonato, paradigma dei credenti. A differenza delle epistole autentiche di Paolo in
cui egli non si è mai presentato come il « primo » dei credenti bensì
come 1’« ultimo » degli apostoli, nelle « pastorali » invece Paolo viene
presentato come il passaggio obbligato dell’annuncio della salvezza.
11 presente che sta vivendo la terza generazione cristiana si snoda
« tra due tempi », tra due « epifanie », tra una storia già vissuta e una
storia da fare. Alla cerniera dei tempi si trova l’apostolo il quale non
solo comunica il messaggio della salvezza ma, primo nella storia, fa
l’esperienza della salvezza.
Nel « tempo che passa » in attesa della seconda « epifania », come
rimanere fedeli all’apostolo e qualificare il presente in relazione alla
salvezza? Come vivere l’esperienza della salvezza anche nel quotidiano che dura e si ripete? Le tre lettere evocano nel loro preamboli
un piano divino e sviluppano una comprensione d’insieme del tempo
che si presenta a forma d’arco. A un capo dell’arco vi è la volontà di
salvezza di tutti gli uomini da parte di Dio, all’altro capo l’oggetto della speranza cristiana: la vita eterna. (Red.)
munica » il messaggio della salvezza (Cl)
e nello stesso tempo è lui che, primo nella
storia, fa l’esperienza della salvezza (C2).
Paolo «grande comunicatore» (Cl)
Paolo si presenta come il passaggio obbligato dell’annuncio della salvezza. Quando si tratta di definire la contrapposizione
con gli avversari si parla di « ogni altra
cosa contraria all’insegnamento sano, secondo il vangelo della gloria del beato
Dio, che Egli mi ha affidato» (1 Tm. 1:
10-11). Questa centralità di Paolo si ritrova in altri testi importanti. In 2 Tm. 1:
10 ss., dopo essere stato ricordato nel suo
contenuto (2 Tm. 1: 9 ss.. Egli « ci ha salvati... »), il messaggio della salvezza viene
identificato quale vangelo in vista del quale io [Paolo] sono stato costituito predicatore, apostolo e dottore. La struttura è
quasi identica in 1 Tm. 2: 4 ss. dove il messaggio di salvezza (« ...Dio nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini
siano salvati... ») culmina nel ricordo della
tradizione sul dono di Cristo (« che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per
tutti», V. 6), a sua volta identificata quale
« testimonianza resa a suo tempo », e « della quale io fui costituito predicatore e
apostolo... dottore delle nazioni » (v. 6 ss.).
In Tt. 1: 2 ss., è la sua parola che il Dio
che non può mentire ha manifestato tramite
« il kerygma che è stato affidato a me ».
Questi richiami ad un « credo », ad una
tradizione soteriologica, vengono come
« timbrati » da un’espressione che ne indica il contenuto essenziale (vangelo, testimonianza, kerygma), e subito sono affidati a Paolo come a loro comunicatore.
L’apostolo appare come il centro della trasmissione corretta.
Ricordiamo che il conflitto con gli avversari si presenta anche come un conflit
moteo e Tito devono scegliere le persone
giuste per continuare «...le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni,
affidale a uomini fedeli, che siano capaci
di insegnarle anche ad altri » (2 Tm. 2: 2).
Fuori da questa linea di origine controllata ci si trova nell’errore. Il canale è il
messaggio.
Paolo primo peccatore,
primo salvato (C2)
Come abbiamo detto, la salvezza non è
soltanto messaggio, è anche avvenimento
storico, fatto.
(1 Tm. 1: 15 ss): Certa è questa parola
e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali
io sono il primo. Ma per questo mi è
stata fatta misericordia, affinché Gesù
Cristo dimostrasse in me, per primo,
tutta la sua magnanimità, e io servissi di esempio a quanti in seguito
avrebbero creduto in lui per aver la
vita eterna.
Vale la pena soffermarci su questi versetti collocati in introduzione di 1 Tm. per
legittimare l’intera esortazione come regola
per mantenersi nella vita della salvezza.
« Certa è questa parola ». Con quest’espressione l’autore mette in risalto una tradizione importante su Gesù « venuto per
salvare i peccatori » (Me. 2: 17b; Mt. 9:
13c; Le. 19; 10), interpretata poi dall’esperienza di Paolo presentato per due volte come « primo »; « primo peccatore » e
« primo » salvato. In lui per primo Cristo
« dimostra », fa vedere la sua magnanimità. Paolo inaugura la storia di quelli che
crederanno, e viene collocato all’articolazione tra l’evento cristologico della salvez
za e la sua comunicazione nella storia, « alla cerniera dei tempi ».
Si nota la distanza con la presentazione
dell’itinerario di Paolo nelle altre epistole.
Paolo non si è mai presentato come il « primo » dei credenti, né come l’unico apostolo, semmai come T« ultimo » (1 Cor. 15;
8 ss.) Siamo in presenza di un « Paolo » rivisitato dalla tradizione comunitaria, figura del peccatore perdonato, paradigma dei
credenti. E se il messaggio della giustificazione per fede non è più centrale nel discorso teologico delle pastorali, « Paolo »
in apertura delle tre lettere ne diventa lui
stesso l’illustrazione.
Questo passaggio dal messaggio al messaggero non solo legittima l’esortazione e le
dà piena autorevolezza, ma presenta Paolo
come prova e garante della realtà della
salvezza. Accanto all’indicativo cristologico, c’è un « indicativo paolino », sul quale
poggia l’imperativo della parenesi.
Paolo « precede » (C2) i credenti non
soltanto all’inizio della storia « cristiana »,
ma anche alla fine (C’), completando così
la rappresentazione del presente della comunità come un « tra due tempi ». Di fatto, in conclusione delle esortazioni di 2
Tm. Paolo, vicino alla morte, fa il bilancio della sua esistenza:
Ho combattuto il buon combattimento,
ho finito la corsa, ho conservato la
fede. Ormai mi è riservata la corona
di giustizia che il Signore, il giusto
giudice, mi assegnerà in quel giorno;
e non solo a me, ma anche a tutti
quelli che avranno amato la sua apparizione (2 Tm. 4: 7).
Questa sicurezza che dà le cose per
acquisite si differenzia dagli stessi motivi
espressi nell’epistola ai Filippesi (Fil. 3:
12; cfr. anche 2: 12, 17; 4: 1). Ancora una
volta siamo in presenza di un « Paolo » rivisitato dalle sue comunità. Paolo è adesso il paradigma del credente e del responsabile di comunità che « tiene » fino alla
fine, come viene richiesto di fatto più volte
ai destinatari delle pastorali. Come lui anche loro avranno la loro ricompensa. Paolo
è già passato per tutte le tappe del percorso indicato nell’esortazione, e disegna così
una storia « paolina » tesa tra il già compiuto da lui (D) e il compito dei destinatari (D’): come abitare il mondo in modo
coerente con il messaggio di salvezza universale? Seguendo le istruzioni che Paolo
enunzia nelle sue esortazioni ed illustra
con la propria esistenza.
Aspettando Paolo (D’)
Ti scrivo queste cose sperando di venir presto da te. Se dovessi tardare,
saprai come bisogna comportarsi nella
casa di Dio, che è la chiesa del Dio
vivente, colonna e sostegno della verità (1 Tm. 3; 14 ss.).
In attesa del mio arrivo applicati alla
lettura, all’esortazione, all’insegnamento. Non trascurare il dono che è in te
e che ti fu dato mediante la parola
profetica insieme all’imposizione delle
mani dal collegio degli anziani (1 Tm.
4: 13 ss.).
La posta in gioco nella pseudoepigrafia
è l’attualizzazione e non la nostalgia di una
rievocazione. I due passi sono chiari. Paolo non bisogna aspettarlo, si deve agire in
sua assenza. Le tappe del percorso, che ha
inaugurato (D), sono diventate ormai parte integrante della vita comunitaria (D’).
La pratica comunitaria e ministeriale occupa il posto lasciato vuoto dall’attesa, dal
ritardo. La « lettura della Scrittura », 1’« esortazione » e 1’« insegnamento » sono i
compiti del ministro nell’assemblea dei credenti. Il richiamo all’ordinazione completa
il quadro (1 Tm. 4: 14). L’istituzione trova il suo fondamento nella « narrazione »
paolina (D), che ne racconta l’origine, e
si presenta come sua attualizzazione. Comportarsi nella « casa di Dio », secondo le
istruzioni di Paolo è il modo nel quale la
comunità vive il suo legame vivente con
l’apostolo in sua assenza.
Yann Redalié
7
25 settembre 1992
obiettivo aperto
UN DOCUMENTO DELLA CHIESA DELLA CONFESSIONE DI AUGSBOURG DI ALSAZIA E LORENA
I cristiani, le chiese e l’impegno politico
Durante la sua sessione di primavera, il 21 e 22
marzo 1992 a Niederbronn (Alsazia), il Concistoro
superiore delia Chiesa della Confessione di Augsbourg di Alsazia e Lorena (ECAAL) ha adottato un
importante testo di orientamento sul tema « I fondamenti e ie implicazioni dell impegno politico dei cristiani e della chiesa ». Nel preambolo, il testo ricorda una parola di Lutero: « Non vi è mai stato santo
che non si sia occupato di politica e di economia ».
Occorre sapere però in che modo il cristiano si può
impegnare in questo campo particolarmente insidioso. Il Concistoro superiore ha voluto mostrare che,
contrariamente ad un’opinione molto diffusa, « la responsabilità politica è un elemento essenziale della
nostra fede e non solo un dato aggiunto ad essa ».
Per questo cerca di mostrare come il messaggio biblico della «giustificazione per fede» sia fonte di
una libertà che impegna ognuna ed ognuno per una
società in cui la volontà di Dio per tutti gli uomini
si traduca in strutture economiche e politiche che favoriscano la pace, la giustizia e la salvaguardia del
creato.
La seconda parte del testo propone alcuni orientamenti per permettere di concretizzare questa convinzione di fronte alle sfide della società contemporanea. Pubblichiamo in questa pagina i principali
estratti del documento approvato.
Evangelo, fonte di libertà
L’Evangelo è fonte di libertà
e creatore di una comunità rinnovata.
Il rinnovamento della chiesa
e dell’intera umanità è opera di
Dio. Non è frutto di un manifesto, di un programma o di un
insieme di riforme, ma è conseguenza e opera della parola
creatrice e ri-creatrice di Dio.
La chiesa vive di questo Evangelo di Gesù Cristo e mette tutto in opera per percepirlo, trasmetterlo e testimoniarlo nella
verità. Nella pluralità delle voci di questo mondo, essa si lascia condurre dalla sola voce di
Dio.
La Riforma del XVI secolo ha
riaffermato questa priorità dell’Evangelo insistendo sul messaggio della giustificazione mediante la fede. Questo messaggio proclama il « partito preso »
di Dio per gli esseri umani. Prigionieri dei nostri errori e delle nostre colpe, possiamo avere
fiducia in Dio e contare sul suo
perdono. Uniti a Dio, non temiamo più i poteri del futuro. Il
messaggio della giustificazione
ci libera da tutto ciò che ci alie
na, ci libera da noi stessi. Esso
ci apre il futuro. Il messaggio
della giustificazione ci libera dal
peso del passato e dalla paura
del futuro. Esso crea una comunione sostenuta dalla speranza e dalla fiducia e ci incoraggia ad operare in favore della
vita. Il messaggio della giustificazione è il fondamento di
ogni autentico rinnovamento della comunità degli esseri uniani.
La libertà che Dio ci dà è libertà per gli altri.
Liberandoci da noi stessi. Cristo ci libera gli uni per gli altri: libertà e amore diventano
sinonimi. La comunione con Cristo dà senso ad ogni vita, i doni e le possibilità di ognuno trovano la loro realizzazione.
In una società in cui la redditività e la crescita economica
sfrenata rischiano continuamente di generare resclusicne, in
cui la politica regionale, nazionale e internazionale rischia di
essere solo una corsa per il potere, il messaggio del partito
preso di Dio per ogni essere
umano dà senso e dignità ad
ogni vita umana. Nessuno può
essere escluso, sia esso ricco o
povero, produttivo o non produttivo, vicino o straniero, uomo o donna, innocente o colpevole, amico o nemico. « Là dove è lo Spirito del Signore, là
è la libertà» (2 Cor. 5: 17). In
coerenza con l’intenzione di questo testo, si potrebbe aggiungere: dove è la libertà, là si sviluppa la responsabilità.
In una società in cui gli esseri umani rischiano di pervertire la loro libertà con un uso
irresponsabile del loro sapere e
del loro potere a scapito degli
altri esseri umani e dell’intera
creazione, l’Evangelo ci chiama
a una gestione responsabile che
si preoccupi di un nuovo ordi- •
ne economico ed ecologico regionale, nazionale e internazionale. Una simile gestione esige
un’immaginazione creatrice che
ricerchi le forme più adatte affinché una maggiore giustizia,
una vera pace, una sana gestione della creazione e una migliore ripartizione delle ricchezze
diventino finalmente realtà.
L’Evangelo cì impegna ad una
libertà responsabile e creatrice.
e servizio sono sinonimi
La libertà che Dio ci dà è libertà con gli altri.
Chiamandoci ad essere la chiesa di Dio, lo Spirito Santo ci
raduna in una nuova comunità
in cui le differenze di sesso, di
cultura, di religione, di tradizione e di ricchezza non dividono
più gli esseri umani. Questa nuova comunità è segnata dal suggello della solidarietà di Dio che
fonda la solidarietà tra gli abitanti di questa terra.
In una società in cui la privatizzazione della libertà e l’individualismo ad oltranza portano ad una indifferenza generalizzata, in cui il potere del denaro costituisce spesso l’unico
riferimento, in cui l’egoismo individuale o collettivo minaccia
la sopravvivenza stessa della
creazione, il messaggio liberatore dell’Evangelo crea una nuova
solidarietà. Libertà e servizio reciproco non si contraddicono,
sono due aspetti di una stessa
realtà.
L’Evangelo ci invita ad una
presenza critica e coraggiosa. La
libertà che Dio ci dà è libertà per il futuro.
Liberandoci dalla paura, Dio
ci dà la speranza. Viviamo della
certezza che questo mondo, creazione di Dio, ed il suo futuro
sono nelle mani di questo Dio
creatore. La creazione di un
mondo perfetto non è di nostra
competenza, ma abbiamo la libertà e la responsabilità di testimoniare l’amore di Dio laddove regnano il male e la sofferenza, e di opporci ai poteri di
distruzione e alla morte.
In un mondo in cui il fatalismo e l’indifferenza prevalgono,
in cui l’ambiente è minacciato.
in cui la speranza si spegne,
l’Evangelo si oppone ad ogni
rassegnazione e crea segni del
Regno di Dio. Noi affermiamo
questa convinzione centrale della nostra fede che non ha nulla a che vedere con un segno
futurista. Sarebbe però un errore volere trarne il programma
di una « politica cristiana » che
ridurrebbe l’Evangelo ad una
ideologia (a una legge) fra altre. I cristiani non si impegnano nella politica per realizzarvi
un sistema di valori cristiani di
cui avrebbero scoperto i principi nell’Antico e nel Nuovo Testamento. La fedeltà ai testi biblici non consiste nella loro
semplice ripetizione, ma nello
sforzo di tradurli e di viverli
nuovamente in situazioni nuove.
L’Evangelo ci chiede una par
rola nuova e autentica.
Giustizia, stato di
diritto, democrazia
Anche se non vogliono instaurare uno « stato cristiano », i
cristiani e le chiese hanno delle convinzioni e degli obiettivi
politici. Essi lottano per l’instaurarsi di ima giustizia equa e
umana all’interno di uno stato
di diritto e per un sistema politico democratico rispettoso del
povero e del ricco, del piccolo
e del potente.
Essi si impegnano per una
struttura politica che
— rinimciando a monopolizzare tutta la vita sociale, economica, culturale e spirituale, fa
posto ad altre fonti di vita, alla
critica o anche alla contestazione e all’esistenza di contropoteri al suo interno;
— si oppone all’esclusione delle minoranze e degli stranieri
e instaura una vera comunità
di donne e di uomini, di razze
e di culture, avendo una reale
preoccupazione per i poveri, gli
emarginati, gli oppressi e i senza voce;
— non si lascia accaparrare
da alcuni ma privilegia le pressioni di ognuno e permette la
partecipazione del maggior numero di persone ai processi di
rifiessicne, di discussione e di
decisione;
— non tollera che un numero
ristretto di persone accumuli
tutte le ricchezze ma favorisce
una giusta ripartizione, con la
preoccupazione reale del rispetto della natura;
— non lascia prevaricare la
violenza cieca ma la controlla
secondo lo spirito e la lettera
della fede.
Le chiese impegnate per la pace negli anni '80.
Realtà regionali
La chiesa del Getsemani, luogo simbolico di impegno delle chiese tedesche.
Sul piano regionale, la nostra
chiesa, l’ECAAL, è chiamata a
tradurre le proprie convinzioni
evangeliche a livello delle realtà quotidiane.
Tra le numerose sfide che dobbiamo affrontare insieme,
l’ECAAL, nella situazione attuale, intende insistere su:
•— la protezione dell’ambiente,
dei biotopi, della falda freatica
e delle foreste;
— il rifiuto delle opzioni dell’estrema destra, orientamento
politico presente anche nelle comunità protestanti;
— la salvaguardia dell’identità regionale minacciata dalla
scomparsa del dialetto alsaziano e della pratica del tedesco
scritto;
— il mantenimento e l’approfondimento della pace sociale
mediante il dialogo tra cristiani di confessione differente, con
i non credenti e con le comunità ebraiche e musulmane, e
mediante un appoggio a tutti
gli sforzi di integrazione della
popolazione immigrata;
— l’elaborazione di una « politica della città» (o di urbanizzazione) che cerchi di evitare le
esclusioni e le reazioni razziste;
— la realizzazione di una nuova Europa.
L’ECAAL attira l’attenzione
dei servizi pubblici su queste urgenze ed è pronta a cooperare
con loro in vista di trovare e
di mettere in opera soluzioni
adeguate.
A livello della vita interna dell’ECAAL, vorremmo con questo
testo incoraggiare:
— tutti i cristiani, membri
della nostra chiesa, ad impegnarsi nei campi sociali e politici e
a non mettere fuori delle loro
preoccupazioni quanto attiene a
questi campi. Non lasciamoci
vincere da un ripiegamento su
noi stessi che è solo l’espressione di una « freddclosità » spirituale contraria all’Evangelo;
— le comunità locali, le opere ed i gruppi istituzionali dell’ECAAL ad intensificare le loro relazioni con le istituzioni e
associazioni pubbliche, sviluppando l’informazione reciproca
e la cooperazione;
— la direzione della nostra
chiesa ad assicurare, in campo
economico e politico, una formazione adeguata dei pastori e a
creare una commissione sociopolitica in grado di proporre informazione e servizio all’insieme dei cristiani della chiesa.
(Estratto di FLM Information
n. 150. marzo-aprile 1992)
(BIP)
8
8
ecumenismo
25 settembre 1992
L’ASSEMBLEA DI PRAGA CRISTIANI NEL SUBCONTINENTE INDIANO
Chiese e nazionalismo
L’intervento del cardinale Martini, le mozioni approvate e l’elezione del nuovo Comitato centrale - Difficoltà ecumeniche nell’Est
Oltre mille persone hanno preso parte alla X Assemblea della
KEK svoltasi a Praga dal 1® al
10 settembre. Era presente anche un gruppo di « delegati fraterni » guidati dal card. Martini,
presidente del Consiglio delle
Conferenze episcopali europee
(CCEE), organismo con cui la
KEK collabora da anni (insieme
hanno organizzato lo storico incontro di Pentecoste ’89 a Basilea su « Pace nella giustizia »,
nonché il convegno del novembre ’91 a Santiago de Compostela
sulla nuova evangelizzazione
d’Europa).
Intervenendo all’Assemblea, il
card. Martini ha affermato che
11 dialogo e la collaborazione fra
le chiese sono particolarmente
importanti in Europa, perché
è qui che sono nate le grandi
divisioni della cristianità. Il dialogo talvolta incontra ostacoli
« ma gli ostacoli giovano alla
profondità del dialogo, perché
ci invitano ad andare al di là di
discussioni puramente verbali ».
Ricordando poi la lunga collaborazione tra la KEK e il CCEE,
Martini ha ribadito « la necessità di considerare l’evangelizzazione del continente come un
compito comune » di tutte le
chiese.
Le problematiche della nuova
Europa sono state al centro dell’attenzione dell’Assemblea. Varie mozioni sono state approvate.
Le mozioni
La prima mozione riguarda le
Situazioni di guerra e i conflitti
in Europa. « Il nazionalismo — si
legge nel documento — è spesso
segnato dalla tradizione religiosa dominante di un popolo. Per
questo noi, in quanto chiese, sentiamo una responsabilità particolare. Da un lato ci rallegriamo
del fatto che una chiesa possa
essere così profondamente radicata nella vita di un popolo da
poter concorrere alla definizione della sua identità. D’altro lato, non potremo mai accettare
che un nazionalismo a base reli
Konrad Kaiser, neosegretario del
Consiglio ecumenico.
giosa si esprima nella dominazione o nella violenza nei confronti di altri gruppi etnici. Non
accetteremo mai che un governo
si serva di una chiesa o di una
religione per scopi politici, o che
le frontiere di uno stato debbano necessariamente contenere
un solo gruppo etnico ». Al documento si affianca un Messaggio alle chiese dell’ex Jugoslavia
che pubblichiamo qui accanto.
Una seconda mozione riguarda
il problema del nazismo, della
xenofobia e dell’antisemitismo.
« Vi è il rischio che l’Europa si
definisca in maniera angusta, come una fortezza le cui porte sono chiuse al mondo esterno ».
Per questo l’Assemblea chiede aL
le chiese di « combattere ogni
forma di discriminazione basata
■sulla razza, il colore, la religione, le opinioni politiche, l'origine
etnica o nazionale, il sesso,
l’orientamento sessuale, gli handicap mentali o fisici e di promuovere l’eguale trattamento di
tutti ».
Una terza mozione riguarda
i 500 anni della presenza europea
in America. Vi si legge: « Noi,
membri della KEK, riconosciamo che questo anniversario del
Come delegati delle chiese d'Europa,
riuniti a Praga, abbiamo preso atto con
preoccupazione e dolore del perdurare della tragica situazione nell'ex Jugoslavia.
Allo stesso tempo abbiamo appreso
con gioia che i capi delle chiese nell'ex Jugoslavia sono stati in stretto
contatto reciproco sin dalla primavera del 1991, nello sforzo di dare un
contributo comune in favore della pace e verso un immediato cessate il
fuoco.
Questi contatti sono culminati inizialmente negli incontri diretti tra il
patriarca Pavle della Chiesa serbo-ortodossa e l'arcivescovo cattolico di
Zagabria, cardinale Kuharic. Abbiamo
appreso con gioia che questi incontri
verranno continuati nel prossimo futuro anche con il massimo rappresentante spirituale della comunità musulmana, Rais Selimosk.
La Conferenza delie chiese europee
(KEK) e il Consiglio delle Conferenze
episcopali europee (CCEE) hanno contribuito al progresso di questi dialoghi attraverso l'incontro pubblico di
delegazioni ad alto livello delle chiese a San Gallo, nel gennaio del 1992.
Una delegazione della KEK e del
Consiglio ecumenico delle chiese ha
visitato Serbia, Croazia e Slovenia dal
27 giugno al 4 luglio 1992. Nel corso
della visita ha osservato in una nuova luce che le chiese coinvolte deside
la traversata di Cristoforo Colombo dovrebbe essere per noi
un’occasione per riflettere sulle
conseguenze delle attività europee nelle Americhe ». Queste includono certamente aspetti positivi, tra cui il fatto stesso di
aver annunciato l’Evangelo cristiano, ma «l’onestà ci obbliga
a riconoscere gli effetti spesso disastrosi e corruttori di secoli di sfruttamento » da parte
degli europei. Occorre dunque
« esprimere pentimento e la determinazione a fare tutto ciò che
è in nostro potere per riparare
i torti del passato ». Purtroppo,
invece, « molte celebrazioni organizzate in occasione di questo anniversario non costituiscono in
alcun modo una adeguata risposta penitenziale ».
L’ultima mozione riguarda la
solidarietà delle chiese europee
con il continente africano « in cui
molti popoli soffrono per la
guerra civile, la sete e la fame,
il continuo rinnegamento dei diritti umani e la politica oppressiva di governi non democrati
ALLE CHIESE DELL’EX JUGOSLAVIA
Costruire il dialogo
ravano la pace ed erano pronte a
collaborare.
La KEK è pronta a dare un sostegno ancora più energico a tutti gli
sforzi verso la pace. La KEK chiede
pertanto con urgenza a tutte le chiese e comunità religiose
—■ di continuare ad impegnarsi nel
dialogo comune ed inoltre di rimanere in contatto Luna con l'altra;
— di dichiarare ripetutamente e senza ambiguità II rifiuto del terrorismo e
l'uso sbagliato della forza, e di voler
difendere i diritti e la dignità di ciascuno;
— di fare tutto quello che è in
loro potere per assicurare libero accesso al Comitato internazionale della Croce Rossa e agli aiuti umanitari,
in modo da alleviare le sofferenze, in
particolare nei campi di prigionia;
— che ogni gruppo etnico rinunci
al nazionalismo che nega agli altri i
diritti umani e il diritto di vivere nel
loro territorio tradizionale, obbligandoli a fuggire;
— di astenersi da ogni forma di
benedizione degli armamenti.
La Conferenza delle chiese europee
assicura a tutti voi il suo sostegno
nei vostri sforzi per la pace e chiede a tutte le sue chiese membro e
a tutte le altre chiese di ricordarsi
del popolo dell'ex Jugoslavia nelle loro intercessioni e di fornire loro aiuti
concreti come espressione di amore
cristiano.
Una voce profetica
nella società
I problemi (Ji una regione povera ed eterogenea - La ricerca delle alternative economiche
Nel gennaio scorso, mia moglie ed io abbiamo viaggiato per
tre settimane in India, dal sud
al nord, e in Pakistan. Abbiamo visitato la Chiesa dell’India
del sud, la Chiesa dell’India del
nord, la Chiesa del Pakistan,
la Chiesa presbiteriana unita del
Pakistan e abbiamo incontrato
i rappresentanti della Chiesa
presbiteriana di Mizoram. Abbiamo anche avuto il privilegio
di visitare i collegi teologici di
Madurai, di Trivandrum, di
Bangalore, di Calcutta e di Allahabad come pure l’Istituto Vidyajyoti di Delhi. Abbiamo assistito alla riunione annua della
Commissione dell’educazione
teologica del Senato del Collegio di Serampore.
Sono particolarmente grato al
mio collega Hen^ 'Wilson, che
ha preparato il viaggio e che ci
ha accompagnati. E’ stato un vero piacere vederlo nel suo territorio!
Comitato centrale
L’Assemblea ha proceduto all’elezione dei 35 membri del Comitato centrale, che guiderà la
KEK fino alla prossima Assemblea del 1998. Ne fanno parte
20 protestanti (di varie denominazioni), 12 ortodossi, 2 anglicani e 1 vecchio-cattolico, I laici sono 12 mentre 23 le persone ordinate (tra cui 6 donne pastore).
Accogliendo la protesta dei giovani e delle donne che chiedevano una adeguata rappresentanza, sono stati chiamati a far parte del Comitato 13 donne e 5
giovani al di sotto dei trent’anni. Le chiese evangeliche italiane sono rappresentate dalla pastora Gianna Sciclone, vicemoderatore della Tavola valdese.
I! presidente uscente della
KEK, il patriarca ortodosso Alessio Il di Mosca e di tutte le Russie, ■ è intervenuto all’apertura
dell’Assemblea, lamentando le
difficoltà del movimento ecumenico nei paesi dell’Est, dovute
essenzialmente all’attività proselitistica di « numerosi zelati che
si definiscono missionari » e che
si sono gettati con avidità sul
« nuovo mercato » apertosi con
la caduta dei muri. Alessio II
non ha fatto nomi ma il riferimento è evidentemente a movimenti di stampo fondamentalista, sia in campo protestante che
cattolico (Comunione e liberazione, Movimento neocatecumenale).
Alessio II ha annunciato le
sue dimissioni. Eletto presidente della KEK quando era ancora metropolita di Leningrado,
nel 1986, egli è rimasto alla guida della KEK fino a questa Assemblea, nonostante i gravosi
impegni derivanti dalla sua eiezione a patriarca di Mosca e di
tutte le Russie, avvenuta nel 1990.
Di passaggio a Praga per impegni governativi, l’on. Valdo
Spini ha visitato in forma privata l’Assemblea, incontrandosi
con il presidente Alessio II, con
il segretario generale Jean
Fischer e con il card. Martini.
« La frontiera più importante
dell’Europa — ha dichiarato —
è quella della tolleranza, della
tutela dei diritti delle minoranze, della coesistenza di popoli,
fedi e culture diverse. Un incontro come questo, che vede la
partecipazione di chiese di diverse tradizioni, praticamente da
ogni paese d’Europa, riveste un
significato che va ben oltre
l’aspetto strettamente ecclesiastico per investire quello ’’spirituale” della costruzione della
nuova Europa ».
(NEV)
Varietà di lingue
e di culture
In India le distanze sono molto grandi e la popolazione è
numerosa. Il subcontinente, infatti, conta 900 milioni di abitanti che parlano più di 100 dialetti differenti e che sono ripartiti in 24 stati. La diversità che
vi si trova è sorprendente. La
popolazione del Tamilnadu differisce nettamente da quella che
vive nel Punjab o nel nord-est.
La cultura antica ha un impatto molto forte su tutta la popolazione, a prescindere dalle
origini geografiche. Lo si nota
dal modo in cui la gente parla,
si veste, comunica e dai rapporti rispettosi che essa ha con gli
animali e con la natura. Le comunità cristiane vivono in rapporto molto stretto con le altre
religioni che hanno radici molto profonde nella vita di ognuno.
Molte persone vivono in una
povertà indescrivibile, soprattutto nelle grandi città come Bombay e Calcutta. Ma portano la
propria croce con dignità e pazienza. Ci si può chiedere se la
religione non abbia un ruolo pacificatore e tranquillizzante in
questa situazione. Nell’immenso
tempio di Madurai ci siamo chiesti quale fosse il vero senso della religione. Siamo stati confrontati con la sfida di considerare
la pietà e la devozione di questo popolo sotto una nuova luce.
La teologia
del Dalit
Abbiamo inaugurato il nostro
viaggio con il Sinodo della Chiesa dell’India del sud, occasione
di festa per tutta la chiesa. L’organizzazione di questo Sinodo e
la qualità dei documenti presentati sono stati di altissimo livello. Lo sforzo di includere nella
liturgia il femminile, alla pari
con il maschile, è stato bene accolto.
Varie volte siamo stati confrontati con la nuova teologia
nata dal movimento Dalit (fuori casta). Numerosi cristiani dell’India provengono da questo
strato sociale. Nel suo insieme
però la comunità cristiana non
è ancora riuscita a risolvere in
modo soddisfacente il problema
del sistema tradizionale delle
caste.
I recenti sviluppi in Europa
centrale e dell’Est sono stati
spesso evocati durante il nostro
viaggio. L’India considera quella
parte del mondo come un alleato e un amico. Abbiamo sentito
■ ■
Milán Opocenskij.
che i cambiamenti in Europa
hanno sviluppato un sentimento
di incertezza crescente di fronte al futuro del mondo. Ad ogni
modo abbiamo capito, nelle conversazioni che abbiamo avuto,
che la ricerca di un’alternativa
al sistema economico mondiale
dominante rimane prioritaria
per molti indiani.
La Chiesa del Pakistan aiuta
i lavoratori non sindacalizzati.
Non è possibile dimenticare
quell’immagine di bambini al lavoro, insieme ai loro genitori,
occupati a confezionare mattoni
a mano, nei campi, nei dintorni
di Labore. Le chiese vivono e
lavorano nel cuore di una realtà che esige da loro di ricercare continuamente alternative economiche. La Chiesa dell’India
del nord e i cristiani degli stati
indiani del nord-est, come il Nagaland e il Mizoram, hanno bisogno di una maggiore attenzione ecumenica. La Chiesa presbiteriana del Mizoram celebrerà
fra poco il proprio centenario.
Fino a poco fa governatore del
Nagaland, il sig. M. Thomas è
un ’’veterano” dell’ecumenismo.
Membri di un’antica tribù di
’’cacciatori di teste” fanno parte
della comunità cristiana del Nagaland. Essi hanno accettato Cristo e hanno interamente trasformato la loro cultura, promuovendo l’alfabetizzazione e l’educazione. Una visita in India non
ci lascia indenni. Ci obbliga a
vedere la nostra vita in una nuova prospettiva. Le riflessioni e
i progetti dell’Alleanza riformata
mondiale saranno credibili solo
se prenderanno in considerazione le sofferenze e le speranze
delle popolazioni dell’India e del
mondo intero.
Voglio dire qui la mia ammirazione alle chiese indiane e pakistane e alle loro comunità per
la loro testimonianza piena di
fede.
Preghiamo perché Dio benedica il ministerio dei cristiani in
tutto il subcontinente indiano e
perché egli li incoraggi ad essere una voce profetica nella loro
società. Il loro amore costante
e il loro servizio fedele ci hanno veramente fortificati.
IVIilan Opocenskij
(Tratto da UPDATE,
trimestrale dell’ARM)
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9
25 settembre 1992
E Eco Delle ¥vlli Aàldesi
UNA MARCIA DI MONTAGNA DALL’AUSTRIA FINO A NIZZA
Tasse
per chi?
La manovra economica di questi giorni, le nuove tasse sulla
casa, il timore di conseguenti
aumenti dei prezzi sono elementi che indubbiamente fanno discutere; ciò accade sia a livello
di bar o di treno, dove ad esempio le proposte di « obiezione »
riscuotono un notevole successo,
sia nelle amministrazioni pubbliche per ora chiamate ad « agevolare» i pagamenti ai cittadini
ed in prospettiva possibili destinatarie di queste tasse. LISI
con cui fanno i conti oggi tutti
i proprietari di case, con la sola
eccezione dei fabbricati agricoli,
potrebbe domani diventare una
tassa a favore dei Comuni.
Non sono forse anni che questi
reclamano una maggiore capacità impositiva diretta, una loro
autonomia finanziaria maggiore?
Se non lo avevano fatto già
prima, la presenza della Lega
Nord in molti Comuni delle valli ha fatto riscoprire rapidamente l'efficacia di concetti come
quello di autonomia.
Ma gli amministratori oggi sono spesso perplessi; faticano a
credere che questa nuova ondata di tasse sia la risposta giusta
ad una esigenza legittima. La
montagna così sovente penalizzata nel momento della distribuzione delle risorse e dell'erogazione di servizi deve fare i conti con dei coefficienti catastali
per il pagamento di una tassa
che sono assai elevati e soprattutto che contengono vistose disparità anche all'interno di un'area che viene generalmente considerata omogenea.
Così accade che le tariffe di
Prarostino o Lusernetta siano
analoghe a quelle di Sestriere
mentre in altri Comuni, sempre
del Pinerolese, si paghi circa la
metà.
Ecco che gli amministratori
di una cinquantina di Comuni
si sono riuniti per discutere di
questa assurda realtà e a Prarostino è stata convocata una
riunione pubblica per decidere
quale linea seguire.
La gente ha risposto numerosa, come sempre accade quando
è direttamente toccata nei propri interessi; non sono venuti
fuori grandi proclami ma il suggerimento di non pagare, fino al
15 dicembre, la tassa sulla casa:
al massimo dovrà essere versata
una somma maggiorata del 3%
di quanto dovuto. Nel frattempo è nata una commissione per
il coordinamento di iniziative volte alla riduzione di tali valori,
di cui fa parte anche la Provincia che a sua volta ha messo
i propri uffici tecnici a disposizione dei Comuni. I sindaci di
una cinquantina di Comuni minacciano una « marcia su Roma »
se le loro richieste non verranno accolte, disposti — dicono —
anche al gesto clamoroso delle
dimissioni.
Da una parte dunque gli amministratori, chiamati a far applicare (non è questa per altro
la prima volta) leggi che ritengono non giuste e troppo penalizzanti i loro elettori, dall’altra
i cittadini.
Fino a che punto essi hanno
la sensazione di appartenere a
qualcosa che è "loro" nella misura in cui vi partecipano?
Se oggi siamo di fronte a tasse che riteniamo ingiuste ed esagerate non è per caso perché
qualcuno ha continuato a eludere o a evadere dalle proprie personali responsabilità?
Piervaldo Rostan
Le Alpi hanno la febbre
Il gruppo di giornalisti, nel corso della tappa al Pra, ha indicato
nella pressione turistica e neH’inquinannento le cause del disagio
« Transalpedes » è una sorta
di lunga marcia a piedi attraverso le Alpi, daH’Austria alla
Francia, a Nizza, condotta da un
gruppo di giornalisti che si occupano di problemi ambientali e
da geografi provenienti da Austria, Svizzera, Italia e Francia.
Il gruppetto è approdato in
vai Pellice, al Pra, nel pomeriggio di mercoledì 16 settembre;
erano partiti il 4 giugno, termineranno il loro cammino fra un
paio di settimane. Un giro di
4 mesi alla scoperta dei problemi ambientali ed umani delle
Alpi, un’esperienza che verrà ripresa da radio e televisioni nazionali, riviste e giornali; in
ogni tappa un incontro con persone del posto, in molti casi dibattiti pubblici.
Per parte italiana hanno fatto
parte della « spedizione » Riccardo e Cristina Camovalini, giornalisti che hanno partecipato
più volte ad iniziative analoghe,
raccontandole poi in trasmissioni radio o libri.
A tre mesi dall’inizio del viaggio si può fare un primo bilancio? Le Alpi hanno la febbre?
« Dopo 90 tappe, un totale di
110 mila metri di dislivello in
salita ed altrettanti in discesa,
un’ottantina di incontri pubblici,
posso affermare — dice Riccardo Camovalini — che in certi casi non solo hanno la febbre ma
sono addirittura moribonde; ciò
che sorprende è che si vuol curare un moribondo con l’aspirina. Dieci anni fa avevamo fatto un percorso analogo ed oggi
abbiamo potuto notare un netto peggioramento. Per quanto
riguarda il turismo che è sorto
sulle Alpi possiamo affermare
che lo sci è veramente una maledizione; abbiamo trovato più
impianti sciistici, più strade. I
cento milioni di visitatori che
percorrono ogni anno le Alpi
credo siano troppi; conciliare le
esigenze agricole, i problemi del
turismo e quelli del transito resta un problema di fondo e non
abbiamo certo trovato per strada la soluzione ».
A parte la pressione turistica,
di cosa soffrono le Alpi?
« In questo viaggio abbiamo
dovuto fare i conti con la questione dell’energia idroelettrica
che soprattutto in Svizzera è veramente enorme: molte valli sono stravolte dalla creazione di
bacini idroelettrici e ci sono ancora nuovi progetti.
Abbiarno visto in Titolo un
transito spaventoso di mezzi per
il trasporto merci. Dormendo
per esempio nella Wipthal, che
è la valle del Brennero, abbiamo
incontrato le persone che vivono vicino all'autostrada e ci hanno raccontato dei mali provocati dal transito di 25.000 mezzi
al giorno, e lì si parla di potenziare ancora le capacità dell'autostrada e nel contempo di raddoppiare la ferrovia, dimostrando
un'incapacità di fondo di fare
scelte. Abbiamo parlato con degli agricoltori che ci hanno detto
che il latte delle loro vacche rischia di non essere più commercializzabile perché contiene
quantità troppo elevate di piombo; mamme che non possono allattare i loro bimbi per la stessa ragione.
Nelle Alpi francesi abbiamo
potuto vedere come il turismo
"duro" sia ai massimi livelli; in
vai d’Isère le Olimpiadi si sono
fatte sentire a caro prezzo; a
Tigne abbiamo contato 39 campi da tennis e molti campi da
golf, come se andare in monta
L’OASI DEL BARANT
Il «giardino»
compie un anno
Esattamente un anno fa veniva inaugurato il giardino botanico del Colle Barant intitolato al botanico Bruno Peyronel;
un’area di circa 17.000 metri
quadri posta oltre i 2.200 metri
di quota, con una flora alpina
assai ricca.
CAI, Comune di Bobbio Pellice e Comunità montana hanno
posto le basi per un vero e proprio centro di studi ed osservazione naturalistica (l’area si
trova all’interno dell’oasi di protezione faunistica destinata alla
protezione dei selvatici fin dal
1976) di cui tutti possono usufruire.
Un anno fa l’inaugurazione;
cos’è successo in questi mesi?
Lo chiediamo a Marisa Bigo, che
segue il settore ecologia della
Comunità montana vai Pellice e
che, insieme a persone individuate dagli altri enti promotori e da due giovani della valle
che sullo studio della flora alpina al Colle stanno facendo la
propria tesi di laurea, ha promosso la nascita del giardino
botanico.
« Durante la stagione estiva
abbiamo lavorato alla definizione di un percorso didattico all’interno del giardino che tenesse conto delle diverse zone presenti. Tra le caratteristiche del
giardino del Barant vi è proprio la grande diversificazione
di aree, sia sotto il profilo geo
logico sia dell’esposizione; sono
inoltre presenti zone umide e
un piccolo laghetto: tutto ciò
fa sì che vi sia una grande varietà di piante. Stiamo ora predisponendo dei pannelli in grado di indicare ai visitatori le
varie aree presenti, anche perché è impensabile avere sempre
personale in grado di illustrare
sul posto le caratteristiche del
giardino.
Tuttavia sono possibili, e quest’anno abbiamo già avuto alcune positive esperienze, visite guidate su iniziativa di enti locali,
associazioni o Pro Loco ».
Anche la fauna della zona è
assai ricca...
« In effetti la presenza dell’oasi si è rivelata molto positiva;
sono presenti, oltre al camoscio,
stambecchi, caprioli, martore,
marmotte ed altri animali. Proprio la scorsa settimana abbiamo effettuato al Colle Barant
la prima uscita con i partecipanti al corso per guardie ecologiche volontarie iniziato a Pinerolo e le caratteristiche del
giardino hanno destato grande
interesse.
In vista della prossima stagione stiamo inoltre lavorando per
predisporre una piccola guida al
giardino da distribuire come introduzione e spiegazione della
zona e delle specie botaniche
che è possibile trovarvi».
Film d’arte
e di cultura
gna fosse interessante per fare
uno sport che si può praticare
dietro casa in città ».
Il racconto di Riccardo Carnovalini sfata dunque dei miti, ammesso che ancora ve ne fossero,
sugli altri paesi che contano sulla presenza delle Alpi. « Appena
al di là della catena montuosa,
nella regione della Tarantaise
che ha ospitato i giochi invernali — aggiunge il geografo francese François Labande — è possibile trovare alberghi non ultimati entro la data delle Olimpiadi ed abbandonati col cantiere
dalle ditte 'appaltatrici ».
« Le Alpi sono una barriera
naturale — conclude Carnovalini — e tale , devono rimanere:
non si può pensare di ridurle
ad una forma di groviera. Il trasporto delle merci deve avvenire
su rotaia, ma occorre anche saper valutare fino in fondo se
siano sempre necessari determinati trasporti di merci che oggi
vanno su e giù per l’Europa per
subire lavorazioni che potrebbero benissimo avvenire in un solo
luogo. Analogamente la questione energetica dovrebbe essere
affrontata da una seria politica
di risparmio ed in un’ottica di
riduzióne dei consumi.
Quando si parla poi di agricoltura montana bisogna inoltre
sempre ricordarsi che essa è essenziale per garantire una presenza qualificata dell’uomo e nello stesso tempo che deve poter
contare su un turismo "dolce".
Nel contempo però, dovendo fare i conti con l'agricoltura ricca
delle pianure, deve essere in qualche modo assistita, pena l'impossibilità di continuare ad esistere ».
Concetti per qualcuno non
nuovi ma che vengono confermar
ti da questa analisi « quotidiana » durata quasi quattro mesi,
problemi comuni ai quattro paesi che si affacciano sulle Alpi,
problemi di cui è quanto mai
opportuno prendere coscienza.
P. V. R.
REGIONE PIEMONTE
Niente tagli
per
l’assistenza
I centoventi miliardi destinati
all’assistenza non saranno tolti
quest’anno alla Regione Piemonte, nonostante i tagli che si stanno operando in tutti i settori.
L’ha dichiarato, nel corso di un
seminario organizzato dall’assessorato regionale all’Assistenza e
ai Servizi Sociali, Emilia Bergoglio, assessore all’Assistenza.
« Garantire il fondo dell’anno
precedente — ha detto l’assessore — è stato un grosso sforzo
in questo momento così particolare. Stiamo lavorando in un
regime transitorio. Anche riguardo alla proposta di accorpamento delle USSL da parte della sanità, noi dobbiamo tener conto
che il collegamento tra territorio e utenza è diverso all’assistenza rispetto alla sanità. E’ in
fase di elaborazione, da parte
dell’assessorato, un testo che riguarda il mantenimento della dimensione territoriale dell’attuale USL, con un raccordo a livello provinciale. Si dovrebbero
costituire degli organi di gestione autonomi con obbligo di convenzione con le USSL per i problemi sanitari ».
TORRE PELLICE — Sta per
iniziare la decima edizione della rassegna cinematografica d’arte e cultura, una serie di film
in programma presso il cinema
Trento su iniziativa della cooperativa Tarta volante in collaborazione con gli enti locali.
La formula è quella consueta
(tutti i venerdì alle 21,15), l’inizio è previsto per il 2 ottobre;
le scelte sono di qualità fra la
produzione internazionale degli
ultimi due anni.
Come sempre c’è anche la possibilità ’’economica” con l’abbonamento a tutte le 12 serate al
prezzo di 36.000 lire (presso la
cassa del cinema Trento o alla
videoteca Metropolis di Luserna) mentre il singolo ingresso
costerà 6.000 lire.
L’Alternativa
sull’econonnia
PINEROLO — Il gruppo per
l’Alternativa ha organizzato un
incontro per le 21 di venerdì 25
settembre al Centro sociale di
via Lequio; tema della serata la
situazione economica nazionale
e le sue conseguenze sul Pinerolese.
« Pinerclo — dicono quelli dell’Alternativa — vive una situazione di grave crisi (casa, servizi quali mense, asili nido, personale non docente) che l’attuale
maggioranza tripartito non è in
grado di affrontare. La giunta
fa progetti faraonici per lo sport
ma mancano i soldi, il teatro rimane un sogno ».
L’Alternativa chiede le dimissioni dell’attuale giunta e la ridefinizicne di un programma per
la città sulla base di incontri
con la popolazione e della trasparenza, « altrimenti — concludono — ci rimarrà solo il mugugno o il rimpianto per ciò che
Pinerolo avrebbe potuto essere ».
Pinerolo: apre
la scuola di teatro
PINEROLO — « Nonsoloteatro », in collaborazione con l’Associazione Pinerolo Punto Teatro, presente ormai da anni con
iniziative di produzione e programmazione di spettacoli e seminari, aprirà la scuola di teatro « Il cantiere », corso biennale di formazione per l’attore.
L’intento è di fondare una
struttura di formazione permanente e di realizzazione di iniziative collaterali, spettacoli e
stages, aperte a tutta la cittadinanza.
Per bambini e ragazzi la scuola offre i laboratori « Musica,
movimento e gioco teatrale » di
durata annuale, coordinati da
Annalisa Manassero, docente di
pianoforte, con pluriennale esperienza pedagogica in campo espressivo e musicale.
Apertura dei corsi e dei laboratori: fine ottobre ’92. Informazioni: tei. 0121-79.45.43 e 012195.30.92. Iscrizioni: via Tabona,
48 - Pinerolo - dal lunedì al venerdì ore 18-19.
Festa del pastore
PIETRAPORZIO (Cuneo) —
Si svolgerà sabato 26 e domenica 27 la « festa del pastore » iniziativa che precede la discesa
degli ovini dagli alpeggi; la manifestazione vedrà fra l’altro la
presentazione del libro « Martin
Querpan », leggenda slovena
scritta da Fran Levstik nel 1858
e tradotta in occitano da Stefano Martini.
Il volumetto, di 40 pagine, è
edito dall’associazione Soulestrelh ed è specificamente adatto come sussidio didattico per
bambini.
10
10
25 settembre 1992
E Eco Delle ¥\lli ¥vldesi
PIEMONTE
TORRE PELLICE
TEATRO
Sono di più le donne Ecco il difensore
che trovano lavoro civico
Alla base del maggior inserimento è la sco- Le prerogative di una figura che contribuisce
larizzazione migliore rispetto agli uomini al pieno esercizio della democrazia diretta
In questi ultimi anni le donne sono riuscite ad inserirsi
sempre di più nel mondo produttivo piemontese. A favorirle
nella ricerca di un’occupazione
è stato il maggior indice di scolarizzazione che esse possiedono
rispetto agli uomini.
E’ quanto emerge dall’ultima
ricerca curata daH’osservatorio
sul mercato del lavoro della Regione Piemonte, dedicato proprio alla partecipazione femminile alle attività produttive nel
periodo compreso tra il 1978 e
il 1991.
Dal confronto tra gli anni scolastici 1981-82 e 1990-91 si nota
un incremento del numero degli
iscritti del 12,8%, pari a 21.354
studenti. Di questi, 13.031 (61%)
sono ragazze, 8.323 sono maschi.
La componente femminile è numerosa soprattutto nei licei e
nelle sezioni sperimentali, mentre negli istituti magistrali, dove è sempre stata alta, è invece in diminuzione.
Le donne hanno trovato ima
collocazione privilegiata nel terziario, in mansioni per le quali
un titolo di studio qualificato è
richiesto o costituisce comunque
tm elemento preferenziale ai fini dell’assunzione. Maggiori sono le difficoltà di occupazione
che una donna incontra negli altri settori: neH’industria si sono
raggiunti livelli particolarmente
negativi neH’ambito manifatturiero (—11.000 unità) e nell’agricoltura la manodopera femminile è diminuita del 40%.
Nel complesso, tra il 1978 e il
1991, l’occupazione femminile in
Piemonte è passata da 615.000 a
687.000 unità, con un incremento del 12%. Il tasso di femmi
nilizzazione dell’occupazione è
invece aumentato dal 33,5 al
38%, mantenendosi decisamente
al di sopra della media nazionale, che nel ’91 risultava essere del 34,5%.
Per quanto riguarda i movimenti nella posizione professionale, si rileva una certa stazionarietà della qualifica operaia e
un aumento del 44% delle impiegate. Le donne con qualifiche
dirigenziali sono passate da 2.000
a 8.000 ma la loro presenza è
ancora ridotta, visto che nel 1991
costituivano solo il 17% della
categoria. Una situazione analoga si registra anche nel versante dell’imprenditorialità: solo
3.000 imità in più, contro im contemporaneo aumento di 15.000
uomini.
Con lo Statuto approvato lo
scorso anno dal Consiglio comunale, è stata introdotta la figura
del difensore civico, ruolo fin qui
non esistente nei Comuni mediopiccoli ma solo nelle città o regioni. Successivamente, nel corso
di quest’anno, fra i primi Comuni del Pinerolese il Consiglio ha
anche provveduto alla nomina
del difensore nella persona del
dott. Roberto Peyrot.
La delibera di nomina è ora
esecutiva e 1’« ombudsman » di
Torre Pedice è nel pieno delle
sue funzioni.
Quale ruolo pensa di poter giocare all’interno della macchina
comunale e, soprattutto, a vantaggio della popolazione?
« Si tratta in fondo di un’appU
VALLI CHISONE E GERMANASCA
Expoval ’92
In questi tempi diffìcili in cui
le fabbriche propongono soltanto il ricorso alla cassa integrazione e il prepensionamento come soluzione della crisi di produzione, sono molti a domandarsi se esistono occupazioni alternative al lavoro nell’industria
e se con queste è possibile, vivere dignitosamente.
L’EXPOVAL ’92, mostra mercato dell’artigianato e dell’agricoltura nelle valli Chisone e Germanasca, giunta alla seconda
edizione, è stata ideata con lo
UN CORO ARGENTINO IN TOURNEE
La gioia del canto
« Cantare è una cosa seria,
ma con molta gioia !». Sono parole del prof. Anseimi, direttore del Coro polifonico municipale di Rafaela (Santa Fé, Argentina). che si è esibito a Torre Penice, su invito del Coro alpino vai Penice, giovedì 17 settembre.
La tournée del coro, che ha
riportato premi in concorsi di
canto corale in America, è poi
proseguita a Pomaretto e Luserna S. Giovanni, prima di proseguire alla volta di Germania e
Svizzera.
« Una cosa seria »: lo testimonia la buona preparazione di base con l’intonazione e il senso
ritmico sicurissimi, la capacità
di interpretazione a volte drammatica (a tratti con qualche
squilibrio fra le sezioni) e a volte finemente sfumata.
« Con molta gioia »: certo la
gioia di cantare insieme era evidente e trascinante, specialmente nella seconda parte del concerto, ricca di canzoni argentine, in alcune delle quali risuonavano i ritmi caratteristici sudamericani.
Hanno colpito il pubblico, numeroso ed entusiasta, anche le
molte varietà degli stili, da Palestrina a Mozart agli spiritual,
dalla canzone d’amore basca al
« Signore delle cime » del nostro
De Marzi.
La serata era stata introdotta
dal triplice saluto canoro del Coro vai Penice, che ha eseguito
con finissima sintesi di brio e
di sapienza tecnica la canzone
« Aprite le porte », dimostrando
un’ottima fusione e una resa
pressoché perfetta dei successivi piani sonori.
F. C.
scopo di presentare una parte,
anche se per forza di cose ridotta, del prodotto dei campi e
l’abilità manuale di chi si dedica ancora agli antichi mestieri.
Nel bocciodromo di Villar Perosa si sono così dati convegno
numerosi espositori, alcuni artigiani e agricoltori a tempo pieno, altri per hobby, con i loro
prodotti che andavano dalle ceramiche dipinte alle scale fatte
a mano, ai bonsai di Trossieri,
ai ferri battuti, ai cestini di vimini e via di seguito.
Inaugurando la mostra gli amministratori locali, tra cui il presidente della Comunità montana,
l’assessore all’agricoltura Long e
il sindaco di Villar Perosa, Storero, hanno auspicato un rilancio dell’occupazione nelle valli,
anche nel settore agricolo e delle piccole imprese, per quanto
la situazione sia poco promettente. L’area industriale di Villar Perosa, dove dovrebbero trovare posto anche laboratori artigiani, non ha ancora ricevuto
l’approvazione in sede regionale
perché troppo vicina al torrente Chisone, che non avrebbe una
sufficiente arginatura.
Se è difficile perciò pensare
ad attività alternative alla fabbrica, si può comunque incoraggiare quelle complementari, che
da sempre in modo poco appariscente hanno contribuito ad
arrotondare il bilancio familiare nelle nostre valli. Per questo
sono interessanti le iniziative
come la mostra di Villar, messe su un po’ come delle allegre
feste in famiglia ma con un significato di incoraggiamento al
lavoro creativo che sarebbe ingiusto considerare secondario o
marginale.
Liliana Viglielmo
cazione dell’esercizio della democrazia diretta — afferma il dott.
Peyrot —; il cittadino si rivolge
appunto alla propria amministrazione tramite il difensore civico
qualora debba lamentare ritardi
o disfunzioni nell’espletamento
delle pratiche di cui necessita ».
Ci si potrà anche rivolgere a
lei per segnalare problemi di viabilità, buche o reclami vari?
« Probabilmente qualcuno si
aspetterà anche interventi in casi di reclami su problemi molto
concreti come quelli citati; per
questo però esistono i vari assessori che si occupano di viabilità,
ecologia, sport ecc., e che hanno
il loro orario per ricevere i cittadini. La mia funzione è invece
quella, ripeto, di intervenire su
richiesta di cittadini (o anche su
mia iniziativa), presso l'amministrazione comunale e i servizi ad
essa collegati, allo scopo di correggere ed ovviare a ritardi e
far sì che tutti gli atti vengano
correttamente e tempestivamente emessi. Ovviamente questa
funzione può essere più incisiva
presso le medie e grandi città
dove purtroppo le lungaggini e
gli intoppi burocratici sono spesso elevati a sistema; qui, per
esperienza personale, mi pare che
le cose siano assai diverse. Tengo
comunque a precisare che la funzione del difensore civico è sostanzialmente diversa da quella
del giudice conciliatore, che opera invece nel campo giuridico ».
Il difensore civico rimarrà in
carica per tutta la tornata amministrativa e dovrà annualmente, prima dell’approvazione del
bilancio di previsione, presentare
al Consiglio comunale una relazione sull’attività svolta e sui
problemi riscontrati; sarà settimanalmente a disposizione dei
cittadini presso il Comune di
Torre Pellice il mercoledì dalle
14,30 alle 15,30.
O. N.
Uno sguardo
al futuro
Con lo sguardo rivolto soprattutto verso il futuro ma anche
per ricordare un passato ricco
di esperienze il Gruppo Teatro
Angrogna ha organizzato ima
settimana teatrale tutta dedicata a bambini e ragazzi. L’iniziativa è nata proprio per diffondere tra i giovanissimi l’amore
e il gusto per la recitazione, per
la drammatizzazione, per creare
insomma un terreno fertile per
le nuove generazioni. Quindici
bambini tra i sette e i quattordici anni si sono ritrovati per
cinque giorni per circa quattro
ore per creare insieme a Claudio Raimondo, del teatro del Sole di Milano, uno spettacolo che
è stato poi rappresentato con
successo nella Sala unionista di
Angrogna domenica 20 alla presenza di tanti amici e sostenitori delle attività del Gruppo
Teatro Angrogna. La rappresentazione ha raccontato con vivacità, spontaneità e tanto impegno
la storia della « Regina Marmotta», una fiaba tradizionale, nella quale si sono dati da fare per
quasi quarantacinque minuti i
quindici componenti del corso
di teatro, che ha visto nello spettacolo uno degli obiettivi finali.
L’iniziativa è stata realizzata
con il contributo del Gruppo
Teatro Angrogna e delle famiglie dei bambini che vi hanno
preso parte; si spera per il futuro che questa settimana di
teatro non rimanga isolata e che
anche negli anni a venire altri
bambini e ragazzi possano scoprire il gusto di stare insieme
per creare qualcosa, per divertirsi e impegnarsi al tempo stesso e per consentire ai gruppi
ormai storici nelle Valli come
quello del Teatro Angrogna, che
ha così festeggiato ancora una
volta i primi venti anni di attività, di poter contare su nuove
forze e nuovi entusiasmi.
C. M.
COLLEGIO
Cinema
di gobello e jalla |
&
via repubblica, 2 ■ torre pellice-®932023 |
PINEROLO — Il Cinema Hollywood
ha in programma, da giovedì 24 a
mercoledì 30, « Mio cugino Vincenzo »
(comico); orario feriale 20 e 22,30,
festivo ore 16, 18, 20, 22,30.
Al Ritz, da giovedì 24 a mercoledì
30, viene proiettato « Double impact:
la vendetta finale »; orario feriale:
20,15 e 22,15; festivo: 16, 18,15, 20,15,
22,15.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento
ha in programma, venerdì 25, ore 21,15,
« Lanterne rosse »; sabato 26 e domenica 27, ore 20 e 22,10, lunedì 28,
ore 21,15, «Poliziotto in blue jeans».
Nuovo anno
Nel pomeriggio del 17 settembre, al Collegio valdese, è stato
inaugurato Tanno scolastico con
la prolusione tenuta dal prof.
Guido Badino sul tema del rapporto tra l’uomo e l’ambiente
in cui esso vive; quest’anno al
liceo inizia un nuovo progetto
sperimentale, che prevede un
consistente spazio dedicato all’ecologia sullo sfondo dello studio quinquennale delle scienze
naturali.
Terminata la prolusione sono
state consegnate, dalla signora
Ade Gardiol, le prime due borse di studio della Fondazione
Enrico Gardiol a studenti della
IV ginnasio; inoltre il sindaco
di Torre Pellice ha consegnato
la seconda borsa dì studio intestata a S. Toja.
Alla presenza del presidente
della Comunità montana, avv.
Cotta Morandini, sono stati consegnati dal presidente dell’associazione Amici del Collegio, dott.
Gianfranco Mathieu, i premi alle
migliori pagelle e a Ilenia Lombardo e Cristina Bermond che
hanno ottenuto all’esame di maturità la votazione di 60/60mi
con menzione di lode.
Com’è consuetudine, accanto
agli studenti ed ai docenti vi
erano, in mezzo al pubblico, anche numerosi genitori.
Rassegne
PANCALIERI — Prosegue fino a domenica 27 settembre la dodicesirna
edizione di Viverbe, la tradizionale
rassegna dedicata alle erbe aromatiche ed in particolare alla menta; apertura feriale dalle ore 18, sabato
e domenica anche al mattino.
Concerti
TORRE PELLICE — Domenica 27
settembre, alle ore 21. presso il tempio valdese, organizzato da Comunità montana e Comune, si svolgerà
una serata musicale con la corale . A.
Gabrieli » di Bagnolo che presenterà
. La petite messe solennelle » di Rossini nella versione per pianoforte, coro solisti ed harmonium.
Incontri
TORINO — A partire dal 5 ottobre
si terrà, presso l'Istituto salesiano
Rebaudengo, in piazza Rebaudengo 22,
una serie di incontri promossi dal
CISV sull'orientamento al volontariato
e all'educazione interculturale. Nel
primo incontro, alle ore 20,45, si parlerà del » Dopo Rio e delle influenze
sulla nostra vita quotidiana ».
■ Amnesty International
TORRE PELLICE — Venerdì 25, alle
ore 17, presso la sede di via Repubblica avrà luogo la consueta riunione
del gruppo Italia 90 vai Pellice di
Amnesty International.
11
25 settembre 1992
lettere n
PER VILLA OLANDA
Come noto, ¡1 Sinodo non ha deciso sui prossimo futuro di Villa Olanda ed ha invitato la Tavola <■ a proseguire l'istruttoria » sulla possibilità di
un suo utilizzo nel campo diaconale.
A tale fine, essa ha nominato una
commissione operativa (Carla Longo,
Livio Gobello, Claudio Pasquet) che dovrà riferirle in merito.
Il comitato spontaneo prò Villa Olanda, nel prendere atto di questo ulteriore rinvio sinodale, ha invitato a sua
volta i sottoscrittori di impegni e di
offerte in denaro (ammontanti a L.
500 milioni) a mantenerli, in attesa
di avere ulteriori notizie sulle reali
possibilità di utilizzo della Casa, auspicando che essa possa continuare
l'attività da poco sospesa.
Roberto Peyrot, Torre Pellice
LE DUE NONNE
Cera una volta un giovane che aveva due nonne: una protestante e una
cattolica. Entrambe dedicavano la loro vita alla propria chiesa.
Il giovane non frequentava né la
chiesa cattolica né quella protestante.
Le due nonne, addolorate, si rivolgevano sovente al Signore: « Fai diventare mio nipote un vero credente! Fallo venire alla messa, fagli desiderare
i sacramenti! », pregava quella cattolica.
« Fai diventare mio nipote un vero
credente! Fallo venire ai culto! », pregava quella protestante.
Il Signore ascoltò le due preghiere... cioè, la prima parte della preghiera che era identica per tutt'e due.
Le due nonne però rimasero tristi:
ciascuna aspettava il nipote nella propria chiesa.
Un giorno morirono entrambe le
donne.
Arrivate davanti al trono di Dio, si
prostrarono davanti al l’Eterno adorandolo, ma senza gioia; anche lì pensavano al nipote.
Il Signore, che conosce i pensieri,
prese per mano le due nonne e mostrò loro la terra, il loro paese e
...il nipote: si trovava in una comunità! Ma non era la loro!
1 credenti che la formavano erano
pieni di gioia, pregavano e cantavano;
erano canti nuovi, ma c’erano anche
inni che conoscevano.
Dopo un po' capirono che erano dei
giovani sia cattolici che protestanti,
ma — nello stesso tempo — sembravano di un’altra chiesa.
Smarrite, si rivolsero al Signore:
« Ma come leggono la Bibbia? Dovrebbero avere una guida! ».
« Non ardeva il vostro cuore quando vi ho fatto comprendere la Scrittura? » — rispose il Signore — « Guardate! La stessa cosa succede a loro! ».
Le due nonne guardarono nuova
mente quella strana comunità di credenti; ed ecco, un'immensa e gioiosa
pace cominciò a riempire il cuore delle due donne.
Kelm Gudrun Gullotta, Pachino
MANCANZA DI
SPIRITO CRITICO
Gentile Direttore,
le dichiarazioni di Manna Siniora riportate nell'articolo « Israele e palestinesi » di Maria Luisa Olivari (numero del 31 luglio) suscitano alcune
considerazioni.
In primo luogo, è sorprendente come nelle affermazioni fatte di fronte
all'opinione pubblica dei paesi occidentali, personaggi che pure sono presentati come fautori del dialogo e della pace con Israele evitino sistematicamente di rivolgere qualsivoglia critica 0 richiesta, anche la più generica
e sfumata, ai dirigenti dell'OLP o dei
paesi arabi. Questa mancanza di spirito critico da parte degli esponenti
palestinesi, anche i più autorevoli, e
questa mancanza di un dibattito aperto contribuiscono notevolmente ad indebolire la posizione dei pacifisti israeliani, facendoli apparire come utili idioti che fanno il gioco dei loro nemici;
e non si può certo dire che questo
faccia gli interessi dei palestinesi.
A dire il vero, questa osservazione
potrebbe essere ingiusta: in • fondo,
l’articolo è molto breve, e non può
rendere conto in maniera esaustiva di
quanto detto da Siniora. Rimane il
fatto, però, che ben raramente, per
non dire mai, si sentono esponenti
palestinesi pronunciarsi in favore di
alcune cose tanto semplici da essere
quasi elementari, e che favorirebbero
notevolmente il processo di pace, contribuendo a far scomparire la diffidenza fra le due parti.
Qualche esempio: il riconoscimento
di Israele da parte degli stati arabi:
la fine del boicottaggio economico contro Israele che fu decretato dalla Lega araba fin dal 1948, cioè in coincidenza con la nascita dello stato di
Israele e ben prima dell'occupazione
della Cisgiordania e di Gaza; l'abrogazione di quegli articoli della Carta nazionale palestinese che sono incompatibili con l'esistenza stessa di uno stato ebraico in Palestina, come l’art.
19; la rinuncia, da parte dell'QLP, al
piano a fasi per la distruzione di
Israele.
Se lo scopo degli arabi è vivere
in pace con Israele, che bisogno c’è
di tutto questo? Se Siniora ed altri
come lui lo dicessero, avrebbero cer
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato (vicedirettore), Giorgio Gardiol (direttore). Carmelina Maurizio, Jean-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan.
Comitato editoriaie: Paolo T. Angelerl, Mirella Argentieri Bein, Claudio
Bo, Alberto Bragaglia, Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitti, Piera EgidI,
Adriano Longo, Emmanuele Paschetto, Roberto Peyrot, Sergio Ribet,
Mirella Scorsonelli.
Collaboratori: Daniela Actis (segreteria), Mitzi Menusan (amministrazione), Stello Armand-Hugon, Mariella Taglierò (revisione editoriale).
Stampa: Coop. Tipografica Subalpina - via Arnaud, 23 ■ 10066 Torre
Pellice - telefono 0121/91334
Registrazione: Tribunale di PInerolo n. 176. Respons. Franco Giampiccoll
REDAZIONE B AMMINISTRAZIONE: via Pio V, 15 - 10125 Torino - telefono
011/655278, FAX 011/657542 — Redazione valli valdesi: via Repubblica, 6 - 10066 Torre Pellice • telefono 0121/932166.
Registro nazionale dalla stampa: n. 00961 voi. 10 foglio 481
EDITORE: A.I.P. - via Pio V, 15 - 10125 Torino - c.c.p. 20936100
Consiglio di amministrazione: Roberto Peyrot (presidente), Domenico Tomasetto (vicepresidente). Paolo Gay, Silvio ReveI, Franco Rivolta
(membri).
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Economici: L. 500 ogni parola
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FONDO DI SOLIDARIETÀ’: c.c.p. n, 11234101 Intestato a La Luce, via
Pio V, 15 - 10125 Torino
Amministrazione del fondo: Maria Luisa Barberis, Renato Coìsson, Roberto Peyrot
temente maggiore autorità morale agli
occhi dell'opinione pubblica israeliana,
e questo rafforzerebbe l'opposizione
alle violazioni dei diritti umani di cui
le forze israeliane si rendono responsabili nei territori occupati e le pressioni perché esse finiscano; inoltre,
contribuirebbero alla diffusione di un
atteggiamento più realistico, e meno
incline all’estremismo, presso i palestinesi dei Territori, il che indebolirebbe le fazioni palestinesi, dentro e
fuori l’QLP, apertamente ostili ai negoziati.
I leader hanno il dovere di compiere gesti coraggiosi come questi per
il bene del loro popolo. E' comprensibile, anche se non necessariamente
giusto, che gli strali di Siniora siano
prevalentemente, per non dire esclusivamente, rivolti alle autorità israeliane: ma non è certo una dimostrazione di indipendenza di giudizio, né
di buona fede. In questo c’è una netta differenza fra i pacifisti palestinesi e quelli israeliani, che invece sono molto più disposti a parlare con
franchezza, e a criticare, senza peli
sulla lingua, le autorità del loro paese quando lo ritengono necessario anche quando il prezzo da pagare per
questo è l'impopolarità.
In secondo luogo, Siniora sbaglia o
mente quando afferma che » i confini,
i legami con i vicini e Gerusalemme sono i passi fondamentali per il
processo di pace ». Questi ne saranno, semmai, il risultato. I « passi fondamentali » non sono tre, ma uno solo: il riconoscimento del diritto all'esistenza di Israele. Una volta che
questo avvenisse, da parte arabo-palestinese, in maniera credibile, la pace diventerebbe enormemente più facile da raggiungere. Finché questo non
accadrà in maniera inequivocabile, da
parte israeliana non ci potranno che
essere sospetti su che cosa intendano veramente i palestinesi, e più in
generale gli arabi, quando parlano di
« pace ». L’ottusa intransigenza degli
arabi su questo punto, che non può
e non deve essere considerato ogget
to di trattativa, fa il gioco degli oltranzisti israeliani, e allontana quella
pace che i palestinesi dicono di volere.
Stefano Valenti, Treia (MC)
PLURALE
Qualche tempo fa il sig. Wojtyla,
capo della Chiesa cattolica romana è
stato ricoverato in ospedale per l'intervento di cui tutti sappiamo. Il fatto, di pei sé normale per qualsiasi
cristiano, ha suscitato come in tutti
i casi analoghi notevole scalpore nell’opinione pubblica. Ma il fatto più
sconcertante è invece che per questo
ormai notissimo personaggio sono state messe a disposizione ben sei (plurale) camere. Pochi mesi prima (inchieste televisive) le USSL e gli ospedali
di Roma avevano suscitato non poche
polemiche per i ripetuti e continuati
spostamenti, alla ricerca di un posto
letto, di ammalati in attesa di essere
operati e, purtroppo, in alcuni casi era
successo anche l'irreparabile, per le
lungaggini burocratiche.
Un comune mortale, quando ha la
fortuna di essere ricoverato, ben che
vada si ritrova o in corsia o in camera a 4 (plurale) letti. Lui no! da
solo (singolare).
Due conti: degenza di 15 giorni per
6 camere per 4 posti letto = 360
(359 sic!) persone che .non hanno potuto usufruire di ricovero! Chissà se
a tutti è andato bene.
La Bibbia (Parola di Dio) dice che
tre sono le grandi virtù: la fede, la
speranza e la carità, ma la maggiore è la carità! Bontà sua (del sig.
Wojtyla).
Luigi Vighetto, Luserna San Giovanni
PERSONALIA
Silvia Sonelli si è laureata in legge,
a pieni voti e lode, presso l'Università di Firenze. Auguri della Chiesa valdese di Firenze.
FONDO DI SOLIDARIETÀ’
Le destinazioni
delle offerte
Pubblichiamo l’elenco dei doni
ricevuti negli scorsi mesi di luglio ed agosto e con l’occasione
ricordiamo ai lettori le attuali
destinazioni del Fondo.
Innanzi tutto il Centro sociale di ’Ntolo in Camerún (Africa) che ospita un centinaio di
ragazzi molto bisognosi di assistenza personale e scolastica
(sono infatti quasi tutti orfani
ed in parte disadattati). Come
abbiamo già detto varie volte, il
Centro è in drammatiche condizioni finanziarie e ci è stato detto che il nostro aiuto è essenziale. In cassa vi sono 8 milioni e mezzo circa e speriamo di
poter inviare al più presto, col
vostro aiuto, la somma di L. 10
milioni.
Il secondo obiettivo è l’aiuto
alla ricostruzione di una chiesa
del Madagascar e più precisamente la Chiesa evangelica di
Tsiroanomandidy, distrutta da
un incendio appiccato dal potere politico a scopo intimidatorio nei confronti dei pastori che
appoggiano la lotta nonviolenta
della popolazione per organizzare una Conferenza nazionale
contro la dittatura e per giungere a nuove elezioni. La nostra,
al di là del fatto materiale, vuole anche essere una testimonianza di solidarietà con chi lotta
per la libertà.
Le offerte vanno inviate al
conto corr. postale n. 11234101
intestato a La Luce Fondo di solidarietà, via Pio V 15, 10125 Torino.
Offerte pervenute in luglio e agosto
L. 600.000: R. P. in occasione confermazione nipoti Monique, Luca,
Amos.
L. 500.000: Elda e Franca Co'isson;
Adriana Fiorini.
L. 400.000: Diindo Bufalo.
L. 250.000: Claudia e Marco Virgilio.
L. 100.000: Odette Balmas Eynard;
Lydia Zaccaro; Movimento di testimonianza evangelica valdese; Marie Louise e Cornelio Gay; Elisabetta Avondetto in memoria di Ricky; Mirella Argentieri Bein.
L. 60.000: Sara e Sauro Gottardi.
L. 50.000: Ivano Pons; Roberto Micol; Febe Mollica.
L. 40.000: Miki Pastorino.
L. 25.000: N. N. Unchio Verbania.
L. 20.000: Maurizio Abbà e Silvana
Panza.
Totale L. 3.145.000.
Totale precedente L. 6.049.999.
In cassa L. 9.194.999.
RINGRAZIAMENTO
(t Inclina l’orecchio tuo, o Eterno_ e rispondimi perché io sono
afflitto e misero »
(Salmo 86: 1)
I figli e i familiari di
Giovanna Villielm
ved. Clot
riconoscenti ringraziano per l’affettuosa partecipazione tutti coloro che con
presenza, scritti, fiori e parole di conforto sono stati loro vicini nella triste
circostanza.
Un ringraziamento al dr. Meli, al
past. Claudio Tron, al personale medico e infermieristico deirOspedale valdese di Pomaretto, ed un pensiero particolare alla dr. Stefani e all’infermiere
del day hospital ed alla Croce Verde
di Perosa Argentina.
Chiotti di Riclaretto^ 21 settembre ’92.
RINGRAZIAMENTO
« In pace mi coricherò e in
pace dormirò, perché tu solo, o
Eterno, mi fai abitare al sicuro »
(Salmo 4: 9)
La moglie e i familiari del compianto
Attilio Long
di anni 75
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima e affetto tributata
al loro caro, neU’impossibilità di farlo
singolarmente, ringraziano tutti coloro
che con presenza, scritti, parole di
conforto e offerte hanno preso parte al
loro dolore. Un ringraziamento particolare al dott. Vivalda, al personale
medico e infermieristico dell’Ospedale
valdese di Pomaretto, al servizio infermieristico dell’USSL 42, a tutte le
gentili persone ohe sono state vicino e
di aiuto nel corso della tristissima circostanza, al pastore Tom Noffke e al
Gruppo alpini di Inverso Pinasca.
Inverso Pinasca, 21 settembre 1992 ^
RINGRAZIAMENTO
cc Egli mi farà giacere in
verdeggianti paschi »
(Salmo 23: 2)
‘Le famiglie Charbonnier e Paschetto, commosse per la dimostrazione di
grande affetto e solidarietà perventita dagli amici tutti, ringraziano quanti sono stati loro vicino nel grtmde
dolore per la scomparsa del caro
Adriano Charbonnier
Un particolare ringraziamento ai
medici ed al personale tutto dell’Ospedale valdese di Torre Pellice, al paistore
Rostagno, alla Corale e alla sezione
ANPI di Torre Pellice.
Torre Pellice, 25 settembre 1992.
a ...sei stato fedele in poca cosa,
ti costituirò sopra molte cose... y>
(Matteo 25: 21)
E’ mancata alPaffetto dei suoi cari
M. Giovanna Artus ved. Ricco
(Jeanne)
di anni 79
Ne danno il triste annuncio il figlio,
la nuora, la sorella, d cognati, i nipoti
ed i parenti tutti.
La Spezia, 13 settembre 1992.
Redattori, collaboratori e tipografi
sono vicàni a Gian Paolo ed ai suoi familiari in questo momento di separar
zione, nella certezza della promessa
che « saremo sempre col Signore » (I
Tessalonioesi 4: 17).
AVVISI ECONOMICI
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privato acquista. Tel. (0121) 40181
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Guardia farmaceutica :
DOMENICA 27 SETTEMBRE 1992
Perosa Argentina: FARMACIA FORNERIS - Via Umberto I - Tel. 81205
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000
Croce Verde Porte; Tel. 201454
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto dì PInerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde PInerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Tal»
fono 932433.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 27 SETTEMBRE 1992
Bobbio Pellice: FARMACIA - Via
Maestra 44 - Tel. 92744.
Ambulanza ;
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996,
Croce Verde Bricherasio: tei. 598790
SERVIZIO ATTIVO INFERMIERISTICO: ore 8-17, presso I distretti.
12
12 villaggio globale
25 settembre 1992
VERSO LE PRESIDENZIALI
USA: le due anime
La minaccia economica e il rilancio dei valori tradizionali - Quasi
una spaccatura nel paese fra due diverse generazioni di politici
Anche dopo la Convenzione
repubblicana di Houston nell’agosto scorso, i sondaggi continuano a dare un largo margine di vantaggio al candidato democratico Bill Clinton rispetto
al presidente in carica. L’effetto Golfo sembra essere completamente svanito dall’inconscio
collettivo degli americani. La vera posta in gioco di queste elezioni non è la politica estera
ma la situazione economica interna del paese, con i suoi inevitabili e drammatici risvolti sociali. Pochi giorni dopo la Convenzione repubblicana è stato
reso noto che ben 37 milioni di
persone vivono al di sotto della
soglia di povertà, e le sommosse
di Los Angeles, all’inizio dell'estate, sono state un segnale ineqmvocabile del profondo malessere economico e sociale in cui
sono precipitate le grandi metropoli americane. Visto come il
nuovo Kennedy, canace di rilan- ,
ciare il welfare. Bill Clinton ha
dalla sua la maggior parte delle
classi medie, principali vittime
di dodici anni di « Reaganomics »
e, potenzialmente, le masse nere
del Sud e dei ghetti urbani, benché il loro leader, il pastore battista lesse Jackson, nutra ancora molte perplessità sul moderatismo del governatore dell’Arkansas.
Non volendo e non potendo
rimettere in discussione l'ultraliberismo del suo carismatico
predecessore (« Più mercato, meno stato », ha ancora affermato
di recente), George Bush si trova visibilmente spiazzato, non
solo rispetto al suo avversario
democratico ma anche rispetto
all’« indipendente » Ross Perot
(che non ha rinunciato all’eventualità di rientrare in corsa) e
al suo avversario interrio, Pat
Buchanan che, alla Convenzione
di Houston, lo ha costretto ad
una decisa virata a destra.
T giornali americani, in particolare il ’’New York Times”, sono molto severi al riguardo. Il
16 agosto il noto quotidiano titolava: « George Bush, prigioniero dei pazzi », per denunciare le
incredibili e rozze accuse mosse
contro Clinton e i democratici
durante il grande raduno repubblicano.
Travolti dalla pressione degli
ultraconservatori, Bush e la moglie si sono lasciati andare ad
Il reverendo Falwell.
una difesa appassionata dei « valori tradizionali della famiglia »
(cristiana), il che implica: un no
deciso all’aborto, la critica dell’emancipazione delle donne, la
condanna senza appello degli
omosessuali, la sottovalutazione
o addirittura il disprezzo dei diritti dei neri e dei bianchi poveri, ecc... Insomma la destra religiosa, erede della « maggioranza
morale » nata con l’era Reagan,
è tornata prepotentemente alla
carica.
A confermarlo c’è stato, subito dopo la Convenzione repubblicana, un grande raduno a
Dallas di tutti i leader ecclesiastici fondamentalisti e altri politici conservatori che, per due
giorni, hanno replicato i temi di
Houston in termini ancora più
duri, lutto il fior fiore della
« nuova destra » era presente:
oltre all’inevitabile Jerry Falwell
( fondatore a suo tempo della
« maggioranza morale », da lui
sciolta nel 1989 perché, come ha
detto, « la destra religiosa non ha
più bisogno di un’organizzazione
centrale perché il duro lavoro di
convincere la gente a partecipare
alla politica è stato compiuto »),
c'erano infatti, tra gli altri,
Phyllis Schlafly, Oliver North,
Patrick Buchanan, il rev. Donald
GIOVANI IN VISITA IN MADAGASCAR
Abbiamo visto la
povertà di un paese
Claudiana editrice
NOVITÀ’
Nella collana « Ritratti storici »
è appena stato ristampato:
JAMES A’TKINSON
Lutero
La Parola scatenata
L’uomo e il pensiero
pp. 488, 120 ili .ni nel testo, 29 f.t. e 2 cartine
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prefazione di Gordon Rupp
traduzione di Mirella Corsani
E’ finalmente uscita la ristampa corretta della prima
edizione con aggiornamento bibliografico. Un libro chiaro,
leggibile, appassionante ma rigoroso per « capire » l’uomo
che è all’origine del mondo moderno. Un libro che rende
semplici le grosse questioni ideologiche che sono alla radice
della Riforma. Lutero attende ancora una risposta ai suoi
interrogativi rivolti alla chiesa e al mondo.
[(]
FONDATA NEL 1855
Via P. Tommaso, 1 - 10125 Torino - Tel. 689804
C.C.I.A. n. 274.482 - C.C.P. 20780102 - cod. fise. 00601900012
Wildmon. Quest’ultimo, presidente dell’« Associazione famiglia
americana », ha sentenziato: « Se
Clinton andrà alla Casa Bianca,
porterà con sé i suoi amici omosessuali, pro-aborto e pornografici ».
Un altro famoso predicatore
della « Chiesa elettronica », Pat
Robertson, ha dichiarato che
Clinton e Gore e quei diabolici
di democratici hanno un piano
per distruggere la famiglia. Pat
Buchanan, ex sfidante repubblicano di Bush, non ha esitato a
parlare dei disordini di Los
Angeles in questi termini: « Da
dove veniva quella plebe? Veniva dalle scuole pubbliche dove
Dio, i dieci comandamenti e la
Bibbia sono stati espulsi da tempo ». Invitato d’onore, George
Bush ha cavalcato la tigre affermando che Dio stava dalla
parte dei repubblicani: « L’America rimane la nazione più decisamente religiosa nel grande cuore
di Dio... L’America occuperà sempre un posto speciale nel cuore
di Dio. Questo è vero finché gli
riserveremo un posto speciale
nei nostri cuori », ha esclamato
il presidente.
Un raduno
ultraconservatore
Questo raduno ultraconservatore è il secondo del genere negli ultimi 12 anni. Il primo si
era svolto aH’indomani della
Convenzione repubblicana del
1980 ed aveva segnato l’alleanza tra il Partito repubblicano e
organizzazioni come la « maggioranza morale » del rev. Falwell.
In quell’anno, la riunione era
servita a convincere i battisti del
Sud a non votare per il loro fratello Jimmy Carter. Questa volta
sia Bill Clinton che il suo vice,
Albert Gore, sono battisti praticanti anche loro (mentre, come
è noto, George Bush è membro
della Chiesa episcopale anglicana). Per la prima volta dopo la
Convenzione democratica di luglio, Bill Clinton e Tesse Jackson si sono incontrati lo scorso
9 settembre alla Convenzione
nazionale battista ad Atlanta. Il
candidato presidenziale ha cercato di assicurarsi il voto dei neri ma il suo discorso non è piaciuto a lesse Jackson, che era
visibilmente irritato dal tono della campagna elettorale di Clinton
nei suoi confronti e nei confronti della comunità nera. Tuttavia
i due dovevano incontrarsi l’indomani per definire la strategia
nei riguardi degli elettori neri.
In quanto ad Albert Gore, autore di un recente best seller, intitolato Earth in thè Balance,
egli è un convinto ambientalista
che afferma: « Più vado a fondo
nella ricerca della crisi ecologica
del pianeta e più mi convinco
che essa non è altro che una
manifestazione di una crisi più
profonda, forse addirittura spirituale ».
Come si vede, anche su questo
punto. Un pensiero ben diverso
da quello espresso a Rio dal presidente Bush. Del resto, sempre
di più, questa campagna elettorale americana appare come
un’alternativa netta tra due generazioni profondamente diverse: quella degli ultrasessantenni
che cercano in tutti i modi di
riaffermare i miti tradizionali
dcH’America e quella del dopoguerra (Clinton e Gore sono nati dopo il ’45) che tenta di
farsi interprete delle problematiche e delle sfide di quest’ultimo
scorcio di secolo.
Resta da vedere a quale di queste due visioni del mondo e della società TAmerica profonda sarà più sensibile. Per ora il pendolo è decisamente orientato sulla nuova generazione.
Jean-Jacques Peyronel
Dopo anni di preparazione e
dopo aver rimandato il viaggio
nel ’91 a causa delle difficoltà
della situazione politica malgascia e dell’areoporto spesso
chiuso, finalmente nell’agosto di
quest’anno con undici giovani
delle valli mi sono recato in Madagascar. Siamo stati ricevuti e
accompagnati per tutto' il mese
da un gruppo di dipendenti del
SAF (dipartimento per lo sviluppo appartenente alla PJKM Chiesa di Gesù Cristo in Madagascar) che ci ha organizzato
delle visite ad alcuni centri del
dipartimento, sparsi in vari villaggi e città.
Il SAF conta all’incirca un
centinaio di responsabili di zona, di persone cioè che si occupano di vari progetti nati con
finanziamenti provenienti da
chiese o enti europei per lo sviluppo ; i progetti però devono
rendersi autonomi e autofìnanziarsi dopo tre anni di vita, pena
la loro chiusura.
Non solo abbiamo « visto »,
ma a più riprese abbiamo anche
partecipato al lavoro dei contadini, forse Tunica maniera per
avere un contatto con chi non
si può far comprendere attraverso il linguaggio: abbiamo dato
ima mano nei vivai del SAF, nei
progetti volti a portare l’acqua
potabile ai villaggi, abbiamo cercato di tinteggiare una stanza
con delle scope (i pennelli sono
un lusso!), abbiamo aiutato i
« villageois » nel ripesare sacchi
di riso immagazzinati nei depositi di villaggio, abbiamo piantato manioca, patate e fagioli
sugli altipiani, abbiamo intrecciato rafia con le donne, ed altro ancora, ed ovviamente abbiamo condiviso con loro i pasti nei quali Talimento principale, anche a colazione, è il riso.
Abbiamo toccato con mano la
miseria della capitale Antananarivo dove migliaia di bambini,
a piedi nudi e con pochi stracci
addosso, ti si appiccicano per
centinaia di metri chiedendo la
carità e fissandoti coi loro occhioni stupendi, come pure la
miseria dei villaggi, dove tutti
vivono in capanne di terra e paglia, dove le persone sono tormentate dalle pulci e dove l’alimentazione è fatta quasi esclusivamente di riso e manioca e i
bambini hanno la malaria già
ad un mese di vita.
Abbiamo partecipato ad alcuni culti in comunità diverse e
ci siamo resi conto delle differenze che esistono anche alTinterno della FJKM, che ha sul
territorio malgascio circa 3.000
parrocchie curate da un migliaio
di pastori: in alcune ti sembra
di essere in Europa, in altre
sembra veramente di essere in
un altro mondo. E non solo parrocchie di gente ricca ed altre
di gente povera, ma anche pastori ricchi e pastori poveri!
Abbiamo constatato che la nostra situazione in quel paese era
una situazione di persone protette e privilegiate, con auto,
autisti ed accompagnatori sempre a disposizione, di persone
che hanno abitato case quasi
sempre dotate di corrente elettrica ed acqua potabile, di persone che non hanno vissuto tutte le difficoltà di un contadino
malgascio, e nonostante questo,
il nostro mese è stato già abbastanza faticoso: ore di viaggio
per percorrere poche decine di
chilometri su piste sterrate, loU
te notturne con pulci e zanzare,
vomito, diarrea e febbre a più
riprese e soggiorno di alcune
ore in im ospedale, un colpo di
stato in diretta (il quarto in due
anni!,) il referendum per accettare ima bozza di nuova Costituzione democratica, con l’ex
presidente ed i suoi uomini che
cercavano con ogni mezzo, cioè
uccidendo a destra ed a manca
e provocando la maggior confusione possibile, di evitare la consultazione elettorale.
Sicuramente questo mese, questo paese e le persone che abbiamo conosciuto ed apprezzato
rimarranno nella mente e nel
cuore di ognuno di noi per lungo tempo, anche perché il viaggio non è conclusivo di un progetto, ma solo l’inizio: tra due
anni un gruppo di malgasci verrà a renderci la visita e sarà
nostro ospite; poi potranno esserci altri viaggi di altri gruppi
valdesi in Madagascar, per continuare l’amicizia appena nata
tra valdesi d’Italia e protestanti malgasci.
Intanto, per ora, oltre al ricordo ed alle emozioni di un
mese indimenticabile, ci sono rimaste foto, diapositive ed un
film: vorremmo far partecipi
altri della nostra esperienza e
per questi ci offriamo per eventuali incontri di comunità e di
gruppi.
Dario Tron
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