1
co it's
2
"f
Í
- !
•J-.r
‘V'
C. .¡~ '
V. I ‘
'> .. Ä'üv«
c ■
■:^
-,- i'.-ri'Ü'/J
V-:
- ::-;-Î3‘.-.-> . V.-.b:
.' Sr
■ -^.
-, ;
.....mm
3
6° Anno. — N° I.
II SERIE
16 Gennaio 1857.
LA BUONA NOVELLA
GIOKHIE DELli EVASGEIIZZ.VZIOSE ITALIANA
Seguendo la verità nella carità.
Efes. IV. 15.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE
Ut lo Stato (fraDCO a deslioaiim) ... ? 3 »
Pir U STiu<ra e Fraacia, ii. . . . » 4 !5
?«r najhiUerra, M. 5 50
Par lUrl pesi (rraoco Bo» al tODSaeì. . » 3 »
loB fi rktTDBo associatioDi p«r meD» di dd aDiio.
LE ASSOCIAZIONI Si RICEVONO
IB Torino airtffizio del Giornale, naie dii Re, V
Hello proTineir presso tatti gli IffieiJ postali per
DFzio di Vaglia, cb« do^raana mero iofiati franco
al Direttore della Duona NOTella e ddo allrine&ti.
All’estro, ai seguenti hidirizzì: Parigi, dalla librerìa C. Meyrucia, ru« Tronchet, 2 ; Ginevra, dai sic. E. Beroud libraio; Inghilterra per mezzo di franco bulli
iiglesi spediti franco ai Direttore della Duuua Novella.
SOMMARIO
Tutto per chi ama Iddio; lettera di capo d’anno. — La Sposa e la
Madre cristiana, I. — Missioni evangeliche: L’Opera missionaria
in seno alle Chiese evangeliche. — Alcuni verbi della sapienza
divina. — Una poesiadi fra Gerolamo Savonarola. — Notizie italiane. — Notizie estere.
Come per l’addiclro, così ancora quest’anno, manderemo i due primi numeri a tutti i nostri Associati indistintamente. I numeri susseguenti non saranno più
spedili se non a coloro che avranno rinnovato l’associazione.
TUTTO PER CHI AMA IDDIO.
LETTERA DI CAPO D’a!VNO.
Amico carissimo,
Voi vi rivolgete a me perchè io vi additi un passo della
S, Scrittura, il quale meditato vi dia forza contro le tante
apprensioni ed i terrori di ogni soi'ta, che istintivamente assalgono chiunque ha facoltà di riflettere, all’esordire di uii
anno nuovo, e più di ogni altro chi, come voi, è stato da
troppa recente e troppa cruda esperienza ammaeslrato per
4
sapere quante afflizioni e quante perplessità ci possa tener
in serbo quel ciclo di tempo che chiamasi anno, mille dei
quali, svaniti, non sono tuttavia agli occhi deU’Eterno « che
come una veglia nella notte, ed il giorno d’ieri quando è
passato ». Salm. xc, v. 4.
La cosa, grazie a Dio, non è disagevole punto, poiché se
può, a buon diritto, chiamarsi la parola di Dio fonte inesauribile di sapienza, essa può con molta più ragione ancora
venir detta fonte perenne di consolazione per lutti coloro che
dì consolazione abbisognando, ad essa ricorrono p«r impetrarla; cosicché invece di un passo, delle centinaia potrei portarvene tutti più gli uni degli altri all’intento vostro confacenti.
Ma voi me ne domandate uno solo, volendo sia questo
come la parola d’ordine, dalla quale non distogliate più la
mente, ed io ben di buon grado mi arrendo al vostro desiderio.
il passo adunque che, fra i tanti che mi si sono afKicciati alla
mente, io vogho proporre alla vostra meditazione si è il seguente, tolto daU’epistoladi S. Paolo ai Romani cap. viii, v. 28
e così conceputo : « Tctte le cose cooperano al bene a coloro
CHE AMANO IdDIO ».
Dove infatti troverete voi mai una parola che racchiuda in
se tanta consolazione, e che aU’involontario spavento che
desta in noi la contemplazione di un incerto avvenire, sia
più efficace rimedio di questo detto del grande Apostolo ?
Voi, amico carissimo, stimerèste, e con ragione, il beneficio
più grande che vi potesse venir impartito, la certezza che
di soli avvenimenti fortunati sarà latore per voi quest’anno
in cuientriamo. Ora un tal benefizio non vi viene egli offerto,
anzi assicurato, nelle parole che vi propongo? Da chi non è
« uomo per mentire, nè figliuolo d’uomo per pentirsi » non
venite voi accertato che « tutte le cose coopereranno al
vostro maggior bene ? Tutte le cose, intendete bene ! Dunque non solo la prosperità, ma ancora l’avversità, non s.oIo
la salute, ma ancora le malattie ; non solo la vita, ma ancora la morte, tutte le cose, e queste non meno effìcaccmcnte
di quelle, tutte coopereranno, non solo non osteranno, ma
5
voopereranno, concorreranno al vostro maggior bene ’ La
grande, la sublime promessa clie vi vicii dichiarata in tali parole, non è ella questa appunto, che, fra le tante coso di cui
vi reca spavento la prospettiva non ve n’ ha neanco una che
possa danneggiarvi; e che dico io danneggiarvi? non ve n’ha
neanco una che non abbia da Dio il mandato di farvi del
i)ene? che non v’ha persona, per nemica che vi sia d’intenzione, la quale non solo non possa nuocervi, ma la quale,
volendolo o no, anzi volendo affiitto il contrario, non sia
costretta a suo malgrado di servire alla vostra felicità? —
Che vorreste di più avendo questo? Le apprensioni, i terrori
sono eglino ancora di stagione |ter dii è riuscito a porre il
piede su quella rupe? lo spero che anche voi, o amico carissimo, mi direte di no. Solo soggiungerete angustiato od incerto: Machi sonocoloroche senza tema d’ingannarsi, possono
far assegnamento sopra una tal promessa, poiché non è probabile che tutti indistintamente possano appropriarsela. —
Voi avete ragione di fare a voi stesso una simile domanda.
Ma rileggete nel suo intiero il passo che vi ho portato, ed ivi
ancora troverete la risposta. « Tutte le cose cooperano al bene,
sta egli scritto, a coloro che amano Iddio. Di colobo cde amano
Iddio, vale a dire dei fedeli, dei veri credenti, è dunque
privilegio affatto esclusivo la promessa in discorso. È questa
la gran differenza che passa tra i non credenti ed i credenti,
tra i cristiani che lo sono di nome o colla mente soltanto, e
quelli che lo sono realmente e col cuore. A molti riguardi
una tal difierenza non si lascia scorgere; o se una differenza
ci vien fatto di notare tra gli uni e gli altri, essa è tutta a
vantaggio dei primi ed a grave scapito dei secondi. Sono numerosissime in fatti le circostanze in cui ci può sembrare che la
pessima parte sia quella del cristiano; numerosissime le circostanze in cui il tener dietro a G. C. ci sia cagione di j>erdita anziché di guadagno, di obbrobrio e d’ignominia, anziché
di onore e di considerazione. Le afflizioni segnatamente, lungi
dall’essere risparmiate al cristiano, sembrano di essergli ]»iù
che a qualunque d’altro riserbate..... Ma ecco ciò che viene
a ristabilire l’ordine in quel disordine ; ecco di che veriñcare
sovrabbondantemente il detto apostolico : « che la pietà lia
6
le promesse della vita presente e di quella che è avvenire » :
mentre la prosperità deH’uomo estraneo all’ainore di Dio minaccia ad ogni istante di essergli tolta, e di mutarsi inisventura; mentre, nelle afflizioni qnando lo assalgono, gii fanno
difetto le vere ed efficaci consolazioni; mentre egli non vede
in tali afflizioni che male, ed in chi gliele dispensa che un padrone barbaro ed innmano, il fedele. Ini, sa di scienza certissima (e basta ima tal scienza per trasformare in rara ventura le disgrazie anche le piti acerbe) che tutte le cose che
gli accadono, non una eccettuata, non avranno mai altro
cIFetto di questo, cioè: cooperare al suo maggior bene!
Di ciò voi siete ora piti che persuaso , o amico carissimo ;
solo mi domandate ancora: se quelli soltanto che adempiono alla condizione di amare Iddio possono con efficacia
valersi di una tal promessa, che farò io per pormi nel novero
di essi ? Come prenderà quell’amore a Dio origine nel mio
cuore? — E come vi ha preso origine quell’amore che provate così vivo per quella persona che vi era sconosciuta fino
a quel giorno che alla di lei pietà e compassione doveste di
aver salva la vita? — Voi l’amaste da che vi sentiste da essa
amato: l’amore generò l’amore, e piti vi apparvegrande quello,
più sentite intenso questo.
Or bene, le cose, o amico carissimo non passano diversamente trattandosi di Dio. Volete voi amarlo, ed ognor piti
intensamente? Considerate con sempre maggior attenzione
(juanto siate stato da Lui amato. K quelle prove dell’amor di
Dio per voi, non andate anzitutto a rintracciarle nel creato,
sebbene sia infinito il numero che ei ce ne porge ; ma
piuttosto andate direttamente alla sorgente, che è Cristo. Ah !
quando voi, o amico carissimo, avrete creduto, non come credono tanti, di una fede che non penetra piti in là della radice
dei capelli ; ma quando avrete creduto col piìi profondo del
cuor vostro che ter voi Iddio n non ha risparmiato nemmeno
li, suo Unigenito », quando di un amore così sviscerato vi sarete sentito oggetto per parte di Dio, oh ! allora.... o non siete
uomo; o sente il vostro cuore aiKitto diversamente di quel
che senta il rimanente degli uomini, ovvero anche voi l’ameicte; cd amandolo , non vi avverranno piti disgrazie uè in
7
quest’anno, nò in tutto il decorso della vostra vita-, poiché
avversità, malattie, ingiustizie, obbrobrii, o quanto vi potrà
ca])itare di peggiore secondo il modo di giudicare degli
uomini, dovrà cooperare al vostro maggior bene. Vi conceda,
o amico carissimo, vi conceda il Signore una tale esperienza,
per cui diventerete ognor più caro a chi vi ama di già teneramente.
G. P. M.
Torino, il 1* del 1857.
LA SPOSA E LA MADRE CRISTIANA
« Qual nome daremo noi alla bimba? » diceva Abele D.
alla pallida e tenera sua moglie che si stringeva al seno il caro
frutto dei suoi dolori. — « La chiameremo Deodata, rispose la
madre, perchè è stata un dono della divina misericordia ...»
Poche settimane erano scorse, e già un silenzioso tumulo
copriva le spoglie della cristiana madre' ma la sua benedizione, che avea lasciata alla fanciulla fu iscritta nel libro della
vita eterna.
AbeleD. era maestro discuoia inunpaesetto della Scozia;
xui ragazzo per nome Giuseppe seguiva le sue lezioni, e
spesso uscendo dalla scuola incontravasi colla piccola Deodata. Giuseppe terminò il suo tirocinio come falegname, ed
offrì alla giovane la sua mano. Già da lunga pezza questa
gli era propizia, e a Giuseppe non mancava che l’assentimento del genitore. « Perchè non vuoi aver Giuseppe per
genero?» diceva un giorno la giovane',al padre; —«Bimba! bimba ! rispondeva questo: « di tuttii miei scolari egli fu sempre il più ostinato ed il più pigro ». — « Ma, padre, Giuseppe non è più uno scolaro, egli è maestro d'ebanisteria t>.
—. « Peggio ancorai non mai un garzone sprecò tanta legna
fina al suo padrone quanto Giuseppe; e non ricordi che la
seconda volta che no feci uso, lo scrittoio che mi avea fabbricatosi è sfascellato ». — « Ma, caro babbo, tu vi tiappoggiasti sopra troppo forte s. — « Cara figlia! non voglio
giudicare troppo male, ma piacesse a Dio che la madre tua
8
tivessp ancora!» E veramente, a giudizio umano', questa
sarebbe stata la fortuna di Deodata. Come subito una madre avrebbe indovinate le prave inclinazioni di Giuseppe, e
con energia le avrebbe dipinte alla figlia, mentre il debole
padre, pago di aver soddisfatto alla coscienza con qualche
rara osservazione sui difetti di Giuseppe, presto, pel timoro
di aver addolorato la figlia, si diffuse in splendide lodi sulle
sue buone qualità.
Quindici mesi dopo il colloquio che abbiam riportato,
•\.bele rientrava solo nella solitaria casuccia ; egli aveva dato
il suo unico tesoro, la sua figlia unica; e quando aprì la
Bibbia per il culto della sera, s’im:paurì di vedersi eosi solo, e
di trovar tutto morto intorno a sè ; sospirò, poi cominciò a
intonare un inno che Deodata cantava ogni sera; a ciascun
verso gli sembrava dovesse ancora essa cominciarlo ; e
quando si riscosse dalla sua meditazione , il vecchio si mise
a piangere amaramente.
« Oh! perchè tanta fretta? » domandava una domenica mattina Giuseppe alla sua giovine sposa, che ravviava la casa.
Deodata accennò all’orologio appeso sopra il caminetto.
«Eh! Che importa? noi lavoranti abbiam bisogno di far
festa fra settimana !» — « Ma non vedi che se non ci affrettiamo giungeremo troppo tardi alla chiesa? » — « Non ho
voglia di andar oggi in chiesa f » — « Ti senti male , mio
caro? » — «Anzi non sono mai stato meglio, ma non mi
sento disposto ad andarci; perchè ti maravigli? » — «Ah
Giuseppe ! non mi lascierai andar sola per la valle?» —
«Neanco tu hai bisogno di andarvi; è piovuto tutta lanette,
non è un obbligo di andar in chiesa per tutti i tempi ! »
— «Ma, Giuseppe , adesso il tempo è bello , bello; vieni,
fa presto, ti prego !» — « Non ho voglia, non mi tormentare,
sono d’umore a far una passeggiata ». Deodata se ne parti
sola; non erano che pochi mesi dopo il suo matrimonio ;
pensieri dolorosi le riempivano il cuore nel cammino. Altri
fatti le chiarirono il cuore irreligioso del suo marito; a
poco a poco fu disingannata, e s’awide di essere stata acciecata dalla passione. Ma Giuseppe si beffò della povera consorte, dicendole: « Credevi tu dunque che io fossi un santo?»
9
Deodala diventò madre, e spesso duranle la notle, quando
marito e bimbo dormivano, accendeva il lume, si melteva a
leggere la sua Bibbia, e pregava fervorosamenle por i suoi
cari, cercando requie alle ambascia del suo cuore ia un telale abbandono alla paterna condotta del suo Dio. Mentre il
marito si dava sempre piìi in balia alle sue cattive passioni,
famor materno diventava per la cristiana madre una sorgente di nuovi dolori.
Dall’ozio alla miseria, e dalla miseria alla depravazione, sono pochi i passi; il lavoro fu trascuralo, le spese non
furono ridotte, e Giuseppe, aiTogato ne’ debili, preferiva la
società'turbulenta della bettola allo sguardo tristo ma paziente
della moglie che sempre ancora l’amava, benché negletta,
« Che sorta di vivanda è questa ? n disse Giuseppe, con
un tuono roco, alla moglie, un giorno che questa con
gran stento preparava al marito la cena sopra un poco di
caribone sfavillante in mezzo alla cenere. — « E molto nutritiva, Giuseppe mio; e prima mangiavi con piacere quello che
cuocevo ».— « Ma la farina è così rozza !» — « E vero , non
è fina come prima, la portai d’appresso al babbo, che me ne
diede un poco ..... e poi .....» — « E beoe, e poi cosa?
Deodata !» — « Caro amico ! il pristinaio chiede di essere
pagato, ed io non ho più cuore di ritornarci; mi avevi promesso per domani di portarmi il danaro da pagarlo». —
« Digli che non potrò soddisfarlo prima d’un mese; ma il
tuo mangiare è duro come segatura. Va a cercare altra farina ». — « Ma caro Giuseppe 1 io gli avevo promesso immancabilmente per domani ». — « Come sei scema , Deodata! e poi sarebbe sventura grande se io dichiarassi,
come fanno tanti ricchi, che non pago i miei debiti , e mi
facessi mettere per qualche settimana in prigione? » —Pallida
come una morta, Deodata fissò lo sguardo attonito sul marito. «E come, Giuseppe, vuoi tu dunque diventare un bindolo? e truffare la gente piuttosto che guadagnar il pane
col tuo sudore? Non aggrottar così le ciglia; so non puoi
pagare i debiti, prendi piuttosto il mio Ietto e tutta la roba
di casa, e vendila. Io posso lavorare ancora, posso andar
accattando, sì, posso perfin morir di fame; ma tu non di-
10
ventare un birbone, affinchè il tuo figlio non abbia da arrossire di portar il tuo nome ! »
— « Eh! via quanto chiasso persi poco; vi sono mogli che
fanno per i loro mariti molto più che io non domandi a te.
Non potresti, por esempio, farti imprestare qualche poco di
danaro dal tuo padre ? »
Deodata, convinta pur troppo che il marito non voleva
pagare i creditori, si decise a fare sola tutti i sacrifizii per
mantener la sua parola, tanto più che sapeva che il padre, che
era povero, non aveva risparmiato che poco danaro per comprarsi della flanella per l’inverno. «Venderò il mio abito da
nozze, rispose; non mi amerai meno, Giuseppe, perchè non
avrò più bei vestiti ». Un momento fu come stordito il rozzo
od egoista marito di tanta abnegazione. — « Dio ti benedica,
mia Deodata, esclamò egli, io sono un miserabile! »
Gli anni se ne volavano verso l’eternità; migliaia non
osservavano la loro rapida fuga , ma Deodata li computava
con lagrime e preghiere. Giuseppe si affondava sempre più
negli abissi del vizio; la miseria frutto della di lui colpa,
Deodata la portava sola, e con tanta energia che ben sentiva Dio essere Egli che non permetteva fosse la meschina
cimentata al disopra delle sue forze, e che la benedizione
della madre moribonda sempre intercedeva per essa davanti
al trono di Dio. Lei sola sfamava la famiglia. Giuseppe si
assentò sotto il pretesto di andar in traccia di lavoro. Di
quando in quando tornava ben vestito, e distribuiva con
prodigalità quattrini ai fanciulli ; altre volte tornava nello
stato il più misero di corpo e d’anima ; e quando Deodata
l’avea rivestito e nudrito col suo sudore, spariva di nuovo per
qualche tempo.
G. A.
{La fine col prossimo numero).
11
L’OPERA MISSIONARIA
JSELLE CHIESE EVANGELICHE (1)
Le missioni evangeliclie incominciarono colla Chiesa. 11
giorno della prima Ponlecosle, appena lo Spirito Santo era
disceso sui discepoli, Pietro apre la missione, predica sulla
piazza di Gerusalemme, e 3000 giudei si aggiunsero in quel
giorno alla Chiesa. Tutto il libro degli Atti non ò che la storia
dello missioni di quei boati tempi apostolici. Il vangelo fece
cosi rapidi progressi, che alla fine del primo secolo, vivente
ancora qualche apostolo, si contavano 300 mila cristiani,
senza coloro che avevano sparso il sangue per la fedo, e
coloro che erano morti di morto naturale. L’opera missionaria evangelica continuò talmente a prosperare per lo zelo
dei primi cristiani, che Tertulliano al secondo secolo ebbe
il coraggio di dire in faccia all’imperatore che il sangue dei
martiri era la semenza di nuovi cristiani, e che essi erano
talmente numerosi da non lasciare ai pagani liberi so non i
templi. Dopo la orribile persecuzione di Diocleziano al principiare del IV secolo si contavano ciò non ostante da 8 a 10
milioni di cristiani.
Airavvenimento di Costantino le cose cambiarono di
aspetto. La Chiesa divenne dominante, acquistò ricchezze,
protezioni, si assise sul trono dei Cesari, e dimenticò quasi
interamente l’umile mangiatoia di Bellem e i dolori del
Calvario. D’allora incominciò quoH’oscuramento nella Chiesa
che, poco pili poco meno traversando i secoli barbari, si prolungò fino alla Riforma. Ciò non ostante molte nazioni iu
que’ secoli di barbarie diedero il nome al Vangelo, e si dissero convertite e cristiano ; ma il loro cristianesimo consisteva a confessare Cristo colla bocca, a non sacrificare più
ai loro idoli, ed a sapere recitare qualche vano formolario,
(1) Brano di un Discorso letto dal signor Desanctis nella
quarta adunanza sulle Missiani evangeliche infra % Pagani (Vedi
Notixie) e gentilmente comunicatoci dall’autore. {Ticd.)
12
Istorici imparziali sono costretti a confessare che tale era il
metodo dei missionarii, generalmente parlando, fino allViii
secolo. Popoli interi convertiti in pochi giorni, battezzati,
dichiarati cristiani, quali cristiani potevano essere? Ma non
6 di tali missioni che io devo intrattenervi.
Appena la Riforma del secolo xvi aprì la Bibbia in faccia
al mondo, che il precetto di Cristo si affacciò nel suo splendore ai riformatori. Lutero nei suoi scritti si sforzò di eccitare tutto lo zelo dei cristiani evangelici per l'opera delle
missioni. Ma chi realizzò prima d’ogni altro il progetto di
inviare missionarii ai pagani fu la piccola Ginevra. Quella
Chiesa nel 1556 inviò 14 missionari in America per la conversione degli Americani, allora quasi tutti immersi nelle tenebre del paganesimo. Tre anni dopo, cioè nel 1559, Gustavo Wasa re di Svezia fonda una missione nella Laponia
pagana e selvaggia, ed a sue spese invia e mantiene in
quelle inospito contrade i missionari evangelici. Gustavo
Adolfo suo successore continua a sue spese la missione. Nel
1647 Cromwell il Protettore fonda la grande Società per la
propagazione dell’Evangelo nei paesi stranieri : società che
esiste ancora ed opera grandemente alla conversione dei
pagani. Nel 1705 Federico IV re di Danimarca fonda una
missione nelle Indie, e nel 1721 manda missionarii nella
Groenlandia.
Mai non la finirei se dovessi accennarvi tutti gli sforzi dei
Cristiani evangelici per propagare il Vangelo secondo l’ordine di G. C. Ma per amore di brevità mi limito a tracciarvi
un quadro delle Società che nelle vario chiese evangeliche
si occupano delle missioni, indicando, per quanto mi sarà
possibile, il numero dei missionarii che tali Società tengono all’opora, il numero delle loro stazioni missionarie, i
luoghi ove evangelizzano, il danaro che collettano ed impiegano a così nobile scopo. Dissi per quanto mi sarà possibile;
imperciocché di alcune Società esistenti non ho potuto per
mancanza di documenti avere dettagli certi, ed amo meglio
confessare la mia ignoranza che avanzare cosa incerta. Così
in quanto alle risorse pecuniarie, siccome esse dipendono
dalle oblazioni volontarie dei Ci'istiani, e perciò sono varia-
13
— libili ogni anno, così ho calcolata la media; in quanto ai missionarii io ho calcolato non solo i ministri evangelici consecrali, ma tutti coloro che, sebbene non ministri, sono però
dalle diverse società occupati a spargere il Vangelo tra’ pagani. Ecco dunque le Società che agiscono nelle missioni
evangeliche.
La Società per la propagazione dell’Evangelo aU’estero
fondata nel 1647 da Cromwell tiene all’opera 400 operai
evangelici, ripartiti in 341 stazioni, nelle Indio orientali,
neH’AiTrica, neH’America e nell’Australia. I fondi che essa
raccoglie si calcolano in media a 2 milioni all’anno.
La Società scozzese per la propagazione delle cognizioni
cristiane fu fondata in Edimburgo nel 1701 ; il suo campo
di travaglio ò la Islanda specialmente ; molli missionarii
sono inviati da questa Società , ma non ho potuto sapere il
numero nè i fondi che raccoglie.
La Società delle Missioni di Halle travaglia nelle Indio
orientali, e specialmente in Tranquebar : non raccoglie in
media che 3000 fr.
La Società dei Fratelli-Uniti, conosciuti sotto il nome di
Fratelli Moravi, travaglia alla conversione dei pagani del Labrador, America del Nord, Groenlandia ed America meridionale: mantiene 290 missionarii in 61 stazioni, e colletta
in media 340,000 fr.
La Società dei Metodisti WesUiani d'Inghilterra, fondata
nel 1786, mantiene 686 operai evangelici nei diversi paesi
pagani; e colletta per 2,570,000 fr.
Le Società delle Missioni dei Battisti di Londra, e dei Battisti Universalisti tengono fra’ pagani 425 operai evangelici,
hanno 206 stazioni fra principali ed annesse , e collettano
fr. 715,000.
La Società delle Missioni indipendenti di Londra ha 250
missionarii, 108 stazioni fra pagani, e colletta 1,800,000 fr.
La Società delle Missioni di Scozia ha 18 missionarii, 14
stazioni, e colletta 55,000 fr.
La Società delle Missioni di Glascoio (Scozia) ha 12 missionarii, ed il suo campo di travaglio è l’Affrica meridionale.
Non ho potuto conoscere nè il numero delle stazioni, nè
l’ammontare delle collette di questa Società.
14
La Società delle Missioni di Olanda, fondata a Rotterdamo
nel 1797, manda 24 missionarii, ha 10 stazioni nelle isole
Mòlucche, e Giava; collctta fr. 130,000.
La Società della Chiesa episcopale di Londra, fondata nel
1799, ha 2000 missionarii, 93 stazioni nella Grecia , Indie
orientali, Ceylan, Egitto, Abissinia, Affrica occidentale, America settentrionale, Australia l'colletta fr. 2,570,000.
La Società generale delle Missioni americane, fondata in
Boston nel 1810 : questa Società è composta principalmente
di cristiani congregazionalisti. Essa mantiene 492 missionarii, ha 97 stazioni in Grecia, Turchia, Siria, Persia, Curdistan, Cina, Indie orientali. Affrica, America, Isole SandAvich, 0 collctta per 1,280,000 fr.
La Società delle Missioni dei Battisti americani, fondata
in Boston nel 1814: essa ha 200 missionarii, 87 stazioni
nella Grecia, Cina, Indie orientali. Affrica occidentale ed
America del nord : colletta 300,000 fr.
La Società delle Missioni di Basilea, fondata nel 1816, tiene
un collegio numeroso ove educa una quantità di giovani
cristiani ad una pietà soda, ed a sacrificii di ogni genere, e
no fa eccellenti missionarii, i quali manda o a proprie spese,
0 li da ad altro Società cristiane. Essa ha formati e mandati
in 40 anni piìi di 200 missionarii : mantiene a proprie spese
45 missionarii oltre il collegio , ha 12 stazioni, o colletta
135,000 fr.
La Società della Chiesa presbiteriann di America, fondata
a Filadelfia nel 1817, ha 67 operai, 14 stazioni neH’India,
nella Cina, neH’Aflnca occidentale, nell’America settentrionale e nel Texas ; colletta 300,000 fr.
La Società episcopale wesleiana, fondata in Boston nel
1819, ha 350 operai, 67 stazioni nell’Affrica occidentale e
nelle due Americhe : colletta 630,000 fr.
La Società della Chiesa episcopale americana di NtiovaYork, fondata nel 1820 , mantiene 120 missionarii, ha 29
stazioni in Grecia, Candia, Turchia, Kurdistan, Affrica occidentale, America del nord : colletta 160,000 fr.
La Società di Berlino per la propagazione delle .Missioni
fra i pàgani, fondata nel 1823, mantiene 27 missionarii, ha
15
— laici stazioni neU’Affrica meridiniiale, Indie orientali, c America settentrionale; colletta 76,000 fr.
La Società di Missioni di Parigi, fondata nel 1824, mantiene 40 operai ed ha 10 stazioni nel sud dell’Affrica : colletta 100,000 fr.
La Società delle Missioni di Barmen, fondata nel 1828, ha
40 operai, 20 stazioni nel Bornéo e nell’Affrica meridionale:
colletta 90,000 fr.
Nel 1820 fu fondata la Missione della Chiesa nazionale
presbileriana di Scozia; ma quando nel 1843 si formò la
Chiesa libera, tutti i missionarii ed i proseliti della Chiesa
nazionale si attaccarono alla Chiesa libera. La Chiesa presbiteriana nazionale si ò procurati altri missionarii ed altro
campo di travaglio; ma non avendo potuto trovare cifro
giuste di questa missione della Chiesa nazionale, tralascio di
parlarne per non azzardare nulla.
La Società delle Missioni di Amburgo, fondata nel 1835 :
non ho potuto raccorre esattamente il numero dei missionarii
nè il numero delle stazioni di questa missione. Essa ha il
suo campo di attività nelle Indie orientali e nella Nuova Zelanda, e colletta 27,000 fr.
La Società delle Missioni evangeliche luterane di Dresden,
fondata nel 1836 : essa mantiene 9 operai nelle Indie orientali, Nuova Olanda, o nelle colonie alemanne dell’America;
raccoglie 27,000 fr.
La Società delle Missioni affricane a Glascow, fondata nel
1838, mantiene 10 missionarii, ha 4 stazioni nell’Affrica
meridionale. Non ho dati esatti per poter calcolare le colletto
annuali.
Esistono ancora due Società sulle quali non ho potuto
trovare dettagli ; cioè la Società delle Missioni straniere,
fondata in Scozia nel 1840, e la Missione della Chiesa presbiteriana d’Irlanda a Belfast, per cui non fo che indicare
queste due società missionarie.
La Società centrale dell« Missioni evangeliche per la
propagazione del cristianesimo fra i pagani, fondata a
Berlino nel 1842, mantiene 110 operai, ha 22 stazioni
nelle Indie orientali. Nuova Olanda, Nuova Zelanda c
16
— u —
America meridionale. Non so precisamente l’ammonto delle
collette.
La Società delle Missioni di JVorceg'iafondata nel 1842, ha
due operai, ed una stazione nell’Affrica meridionale. Non ho
potuto sapere il preciso delle collette.
Lo Missioni della Chiesa libera di Scozia mantengono 24
missionarii, hanno 5 stazioni nelle Indie orientali : colleltano 150,000 fr.
Nel 1843 furono fondate tre altre missioni dì cui mi mancano i precisi dettagli, e sono la Società delle missioni danesi, di Copenhague, che evangelizza le isole Danesi delle
Indie occidentali, e la Costa d'Oro dell’Affrica occidentale: la
Società delle Missioni a Stokhohn, ola Società delle Missioni
luterane in America.
Voi avrete notato che per essere nella esatta verità mi
sono astenuto daU’indovinarc ove non aveva documenti certi;
quindi quando non sapeva il numero dei missionarii, delle
stazioni delle collette di una qualche società, mi sono taciuto ; quindi le cifre che ho date, sommate insieme, sono al
disotto della realtà, ciò non ostante vediamole. Noi abbiamo
nella Chiesa evangelica 34 società missionarie che mantengono 6742 missionarii : forniscono 1208 stazioni fra i pagani,
e nei paesi i più barbari : e la carità dei cristiani evangelici
dà ogni anno per le missioni la somma di 13,458,000 fr.
Però io non vi ho parlato che di quelle Società che si occupano direttamente a predicare l’evangelo : merita ben la
pena che vi dica ancora una parola di quelle società religiose mantenute dalla carità volontaria dei cristiani evangelici che hanno per iscopo la conversione delle anime, ed il
miglioramento della umanità.
Prima di ogni altra si mostra la Società Bibblica inglese
e straniera, la quale dall’epoca di sua fondazione nel 1804
ha sparso pib di 20 milioni di libri santi tradotti in 166 lingue : essa raccoglie circa 2 milioni e mezzo all’anno , e la
Società biblica americana e straniera la quale raccoglie un
mezzo milione all’anno. La Società delle Signore per pronvedere alla educazione delle fanciulle nell’Indie e nella Cina,
la Società per Veducazione dei negri; la Società per la edu-
17
cazione delle dame in Oriente, o mille altre Società che esistono in tutti i paesi evangelici ove ò vita cristiana,
Io mi sono limitato ad indicare le società di missioni che
si occupano dei pagani. Se avessi voluto parlare delle Società di missioni per i cattolici, giudei, turchi, greci, nestoriani, armeni e cose simili, vi avrei potuto dire che la sola
America ha 1200 missionarii in tutto e spende più di 4 milioni di franchi all’anno. L’Inghilterra per tutta l’opera missionaria raccoglie oltre 20 milioni ; la Scozia 2 milioni, la
Francia evangelica più di 800 mila fr.; ma io non devo occuparmi che delle missioni fra i pagani.
L. D.
ALCUM VERBI DELLA SAPIENZA DIVINA
Gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce,
perchò le loro opere erano malvagie.
Gesù Cristo in S. Giov, III, 19.
« Non essere vinto dal male, anzi vinci il male col bene >.
S. Paolo ai Romani, XH, 21.
« Chiunque avrà osservata tutta la legge, cd avrà fallito
in un sol capo, ò divenuto colpevole di tutti s.
S. Giacomo, II, 10.
K Se il giusto è appena salvato, dove comparirà l’empio
od il peccatore ? »
S. Pietro, 1’ Episl., IV, 18.
« So alcuno ha peccato, noi abbiamo un’avvocato appo il
Padre: Gesù Cristo giusto ».
S. Giov,, 1“ Epist., II, 1.
18
AL CUORE
per infiammarlo al divino amore.
Poesia
di fra Gerolamo Savonarola (1).
Che fai qui, cuore 1
Che fai qui, cuore?
Vanne al divin amore.
L’amore, Gesù Christo,
Che dolcemente infiamma,
Fa lieto ogni cuor tristo,
Che lui sospira e brama :
Che puramente l’ama,
Si spoglia d’ogni errore.
Che fai qui, cuore? ecc.
Se tu ti senti afflitto.
Questo è dolce conforto ;
Questo è quel dolce lito,
E quel felice porto,
E qual sempre ti esorto
Amar con gran fervore.
Che fai qui, cuore? ecc.
Non star, cuor mio, più meco ;
Se viver vuoi in pace,
Vanne a Gesù e sta seco,
Che ’1 mondo è si fallace.
Che ormai a lui non piace,
Se non chi è traditore.
Che fai qui cuore? ecc.
Se tu stai qui in terra,
Sarà tua vita amara :
In ogni luogo è guerra
É fede e pace è rara ;
(d) Togliamo questa poesia dalla bella opera che il signor Teodoro Paul
ha impreso a pubblicare intorno al celebre domenicano , sotto il titolo di
Jerome Savonamh précurseur de la Réforme, e di cui non abbiamo disgraziatamente ancora che il primo volume. (Red.)
19
Se ti è la vita cara,
Vanne al divin splendore.
Clie fai qui, cuore? ecc.
Non ti fidar d’altrui,
Cile ogn’ uomo è pien d’inganni.
Se tu ne vai a Lui,
Dolci saran gli affanni,
E spenderai i tuoi anni
Con merito ed onore.
Cile fai qui, cuore? ccc.
Se tu ’1 trovi, umilmente
A Lui mi raccomanda ;
E fa che sia fervente
A far la mia domanda.
Che sua dolcezza spanda
Sopra ’1 mio gran dolore.
Che fai qui, cuore? ecc.
E quando sarai giunto.
Darai’gli un bacio santo.
Le mani e i piedi appunto
Abbraccia ’1 tutto quanto ;
Infiammati in lui tanto,
Che ’1 brami a tutte l’ore.
Che fai qui. cuore? ecc.
Se Lui la man ti prende.
Non la lassar giammai !
Chi del suo amor s'accende.
Non sente eterno guai ;
E se con Lui tu stai,
Tu spengi ogni timore.
Che fai qui, cuore? ecc.
Sta con Gesù, cuor mio,
E lascia ogn’ uom gridare !
Questo è il tuo dolce Dio,
E quale tu debbi amare,
E per suo amor portare
Ogni mondan furore.
Che fai qui, cuore? ecc.
Rendete tutti Tarme
Nemici d’ogni bene.
Che più non temo, e parme
20
Che dolci sian le pene.
E questo si conviene
A chi sta con l’amore.
Che fai qui, cuore?
Che fai qui, cuore?
Vanne al divino amore !
Notizie Italiane
Torino — Adunanze mensili di preghiere per le missioni fra
i Pagani. — Coloro fra i nostri lettori per cui è sacro sovra
ogni altro l’ordine del Maestro: « Andate per tutto il mondo
ed evangelizzate », e che sono convinti non esservi della vita di
una Chiesa termometro più. sicuro dell’interessamento che essa
Chiesa manifesta per l'opera della propagazione dell’Evangelo,
sentiranno con piacere che, da circa tre mesi a questa parte si
sono incominciate nel Tempio Evangelico di Torino adunanze
mensili, aventi appunto per iscopo di richiamare l'attenzione
dei cristiani su quel loro dovere che sono troppo proclivi a
dimenticare; raunanze a cui (altro fatto interessante) prendono
parte, in una colle singole loro congregazioni, i varii pastori
evangelici della capitale.
— Nuove conversioni. —La vigilia di Natale cinque adulti,
tre uomini e due donne furono ammessi alla comunione della
chiesa evangelica di questa città, ed il giorno dopo pubblicamente parteciparono alla Santa €ena del Signore.
Settìmo Torinese e Chieri. — Rispetto alla libertà di
coscienza. — La lettera dell’Ill““ Sig'' Sindaco di Settimo
al presidente del Concistoro Valdese di Torino, che abbiamo riportata nel nostro n° 51 dell’anno scorso, non è rimasta allo stato di lettera morta ; che anzi essendosi portato
colà, la domehica seguente, uno dei pastori della capitale per
predicarvil’Evangeloa quelli che si mostrano bramosi di udirlo,
egli potè farlo in mezzo al massimo raccoglimento, quantunque la sala fosse piena zeppa di uditori ; e quando nell’aito
dell'uscita alcuni monelli si provarono di schiamazzare, come
per l'addietro aveano fatto, la istantanea comparsa di due o
21
tre CarabÌDÌerL gli ebbero presto dispersi e ridotti al silenzio,
ifuova prova che nel nostro civile Piemonte i disordini non
accadranno mai finché l'Autorità si mostrerà decisa nel voler
rispettati i diritti di tutti i cittadini. -- La quasi ripetizione
di quanto sopra ha avuto luogo in Chieri, dovei disegni di alcuni fanatici per opporsi al culto evangelico di recente stabilito
iu quellà città sono iti in fumo, a fronte del contegno energico
e deciso dell’Autorità competente.
DALLA PROVINCIA. — Progressi ed ostacoli. — Un nostro amico ci scrive quanto segue iu data 7 gennaio.
« Nei primi giorni dello scorso mese, invitato di bel nuovo
a portarmi in Alessandria per ivi presiedere una religiosa adunanza, mi ci recai immediatamente, ed ebbi la dolce consolazione di trovarmici a fronte di oltre una trentina di persone
bene intenzionate che ascoltarono la parola per ben due buone
ore con tutto il raccoglimento desiderabile.
Lessi e spiegai col confronto d'allri versetti della Bibbia il
capo IV della prima lettera di san Giovanni apostolo , facendovi riflessioni in modo speciale sul v. 10 : & In questo è la
carità (di Dio), non che noi abbiamo amato Iddio, ma che Egli
ha amati noi ed ha mandato il suo Figlio, per esser il purgamento dei nostri peccati »; e sul verso 16 : « E noi abbiamo
conosciuta e creduta la carità che Iddio ha inverso noi : Iddio
è carità; e chi dimora nella carità dimora in Dio, ed Iddio
dimora in lui »; ed anche questa volta posso dire che quegli
attenti uditori si mostrarono assai soddisfatti e desiderosissimi
di udire ancora altre volte la vera parola di Dio che consola.
Il domani alcune donne mi fecero sapere che desideravano
udire la parola di Cristo in un locale appartato esclusivamente
per esse ; e già tutte erano per adunarsi quando ciò venne alle
orecchie di un prete , il quale tanto brigò che non si riuscì
più ad avere alcun locale come esse desideravano per quel
giorno.....Del resto, benché io scorga ora molte più difficoltà
di prima, al progredimento dell’opera di Cristo in quella
città, cionondimeno, stante la mia condizione e la mia libertà
in Cristo, e colla cooperazione dì alcuni fratelli spregiudicati
di colà ho ferma fiducia di avviarvi fra breve una numerosa
adunanza ................. e senza puuto badare se altri vuol
parer contenzioso, so che io e la Chiesa di Dio dobbiamo procacciar pace, e quindi io grido e griderò sempre : » Gloria a
Dio ne’luoghi altissimi, pace in terra, benevolenza inverso gli
uomini 1) Lue., II, 14.
22
Nel villaggio di Piea l’opera procede molto bene ed in
pace, e l’ultima volta ch’io mi vi recai, lessi e meditai con circa
trenta fratelli, in una stalla, il capo XIV dell’Evangelo di
san Giovanni, trattenendomi particolarmente sul verso 6 :
« Gesù gli disse, Io sono la via, la verità e la vita : ninno viene
al Padre se non per me u; e sul versetto 21 ; « Chi ha i miei
comandamenti , e gli osserva, esso è quel che mi ama : e chi
mi ama sarà amato dal Padre mio : ed io ancora lo amerò e me
gli manifesterò ».
Tra quegli attenti uditori si distinguevano particolarmente
il signor ..... ottima e rispettata persona del luogo , alcuni
consiglieri, il caro fratello il signor..... il quale da tre anni
111 qua opera e parla molto per la diffusione dell’Evangelo in
quel luogo ed altrove ; assistevano pure con grande interessamento alcuni vecchi settuagenarii, alcune donne e parecchi
giovani ardentissimi d’istruzione religiosa evangelica. L’opposizione colà una Tolta già cosi forte , si può dire orafcome
spenta.
« Anche la famiglia del buon vecchio che abita a... si mantiene attaccata all’Evangelo di Cristo, non ostante sia sola in
quel luogo, e non poco molestata; il buon vecchio nelle sue
ore di libertà lo si vede sempre col suo tesoro in mano, la
Bibbia; ei passa le sere leggendo la Bibbia in seno alla propria famiglia.
Quei di..... si sono lasciati un po’intimorire, ed i più bisognosi si sono lasciati mettere la museruola per un vii prezzo,
ma vi sono ancora alcuni che si mostrano fermi nel buon
proposito.
In..... l’opera procede un po’lentamente, ma pur procede.
Ho tentato far conoscere l’Evangelo presso le persone di civil condizione, come medici, avvocati, notai, procuratori, ufficiali, ecc., ma ho trovato che la gran maggioranza di quelli
è incredula ed indifferentissima; quasi nessuno crede al cristianesimo : chi si professa matèrialista, chi panteista, altri
deista, altri fatalista; insomma trovai razionalisti di tutte le
scuole antiche e moderne, non esclusi i sistemi i più assurdi,
ed è tutto dire, io non ho ancor trovato fra la borghesia di
questa città che qualche raro uomo che conosca un po’ il cristianesimo e ci presti un po’ di fede.
Niuno poi tra quelli che conosco crede al romanesimo; anzi
tutti odiano mortalmente il sistema e gli uomini che lo pun-
23
tellano; quasi tutti si dichiarauo amici degli evaugelici e
dell’Evangelo, ma quasi nessuno conosce la Bibbia, nè mostra curarsi di conoscerla, adducendo per pretesto cbe essi
si sono già troppo innoltrati ne’ vizi ; la loro religione essere
stata fino ad ora i piaceri ed i divertimenti, onesti e disonesti;
esser essi decisi a non voler abbandonare detta loro religione
per amor di nessun Dio, nè per amor di nessuna religione del
mondo.
Nè queste dichiarazioni si fanno per celia, no; si fanno sul
serio, cd i più non ne fanno mistero con alcuno; essi si mostrano a dito, evi dicono francamente: Io sono materialista, il
tale è panteista, quest’altro è fatalista, quell’altro è razionalista o peggio.
Comunque sia, io non mi perdo per nulla di coraggio, ed
alcuni onesti operai cittadini e militari che incominciano a
meditare seriamente sulla parola della vita, mi sono di largo
compenso e di un vivo conforto ed incoraggiamento nell’opera.
Tornai nuovamente in A. e vi trovai un grandissimo progresso dell’opera; colà non v’ha più nessuna stanza nè sala,
per ampia che sia che basti a contenere tutte le persone che
desiderano frequentare le adunanze evangeliche, e molti si
raccomandano affinchè noi li visitiamo più spesso, ed alcuni
fratelli pregano ed insistono onde vada a stabilirsi colà un
buon predicatore evangelico, e si proveda un locale capace almeno di quattrocento persone; giacché il locale preso in affitto dalla Società evangelica, che contiene circa 150 persone,
è del tutto insufficiente al bisogno presente.
Che Iddio misericordioso voglia esser placato verso la nostra cara patria, l'Italia, e voglia presto liberarla dalla durissima frale schavitù, dalla tirannia teocratica clericale. Amen,
amen.
PoNTEnBRA (Toscana). — Ancora un processo per religione
— Una febbre etica consumava lentamente la vita della giovine moglie di Lorenzo Masi ; ma lo stato dell’ammalata era
tale da non far presagire una morte imminente, ed anche il
medico che la visitava aveva pronosticato che molti mesi di
vita infelice rimanevano alla consorte deU’afflittissimo Lorenzo. La sera dell’ultimo giorno del prossimo passato ottobre
manifestavasi nelFammalata un notabile peggioramento , per
cui il marito, che indefessamente le prodigava le amorose sue
cure, faceva chiamare il medico , il quale appena giunto co-
24
nobbe in essa dei sintomi forieri di morte, e perciò dava l’ordine di far venire un prete, onde apprestargli i religiosi rimedi.
Lorenzo, che negli umani rimedii non ha la sua fede per la
salute spirituale , ma tutte le sue speranze, da varii anni, ha
riposte nel sacrifizio solenne che Gesù vittima e sacerdote
offriva di se stesso al divin Padre, per lo peccato dell’uomo,
dimandava alla moglie se del prete aveva d’uopo in quell'estremo momento. Essa rispondeva che tutte in Gesù le speranze di sua salute poneva : « ma per salvar te dalle vessazioni
della legge , lascia, o mio Lorenzo, che il prete intervenga;
rammentati quante persecuzioni ha sofferte in Firenze la superstite moglie di Domenico Berretti. Pontedera è paese piccolo, e più superstizione che in Firenze vi regna ». Il marito
cedeva, benché di mala voglia, al voler della donna, ed intanto
per il prete mandava. Venne un cappellano della propositura,
don Francesco Simoneschi , che appena giunto intimò che
ciascuno si assentasse dalla camera per ascoltare la confessione dell’ammalata. Dopo la confessione e l’amministrazione
della comunione Lorenzo ritornava al letto della moglie moribonda, ma il prete bruscamente intimavagli di uscire. L’appassionato marito modestamente dimandava il motivo per cui
doveva abbandonare in quell’estremo momento colei che era
metà di se stesso , alla quale aveva sempre prodigato le cure
più tenere. Ma il prete, con modi che manifestavano l’interno
suo cruccio, gli diceva che egli non poteva stare iu quel luogo.
Lorenzo non faceva caso dell’intimazione pretina, e si accostava al letto della moribonda, la quale con gli occhi fissi nel
marito pareva che a sè lo chiamasse. Allora il prete, non dissimulando più la sua collera, gridava altamente che si allontanasse quell’uomo poiché non poteva star là, altrimenti egli
avrebbe abbandonata la moribonda; così imponendogli il disimpegno del suo ministero. Ma la moribonda intanto abbandonava questa valle di lacrime, questa terra di fanatismo e di
puntigli, esalando l’anima in mano del suo Creatore. Il prete
con amaro sarcasmo ; « È morta, diceva; ed al marito rivoltosi,
« più non vi puole ascoltare » soggiungeva. Rispondeva il marito piangente : « Se non puole ascoltar me e le mie parole
da lei ben conosciute , molto meno potrà ascoltare le vostre
borbottate ». Il prete allora da forsennato gridava rivolto verso
alcuni che erano intervenuti a tal fatto. « Sentite, sentite, me
ne renderà buon conto »; e partivasi estremamente irritato.
Adesso il tribunale regio di Pontedera si occupa di tal fatto;
25
sono stati esaminati in proposito , il medico , due iudividui
moglie e marito che si trovarono in quella notte nella camera
ove il fatto avveniva, essendo accorsi per essere amici della
famiglia Masi, ed abitanti il medesimo casamento.
Condizione tristissima! perfino gli affetti più teneri del nostro cuore saranno subordinati ai voleri della] camera nera,
che sa a suo talento convertire in delitto le azioni più virtuose ! (Nostra Corrisp.)
Notizie Estere
Austrìa— Futuro sinodo evangelico. — Scrivesi da Berlino
al Morning-Chronicle :
« L’Austria risolse di convocare nel mese di maggio uu
sinodo generale delle Chiese evangeliche de’suoi Stati, per
udire i reclami loro e far de’regolamenti generali per l’avvenire 1). (Le Lien).
Africa — Atroce morte di un Missionario. — Il 14 giugno
deH’anuo testé decorso il reverendo James Stewart Thomas,
Missionario nel sud dell’Africa, venne barbaramente ucciso
da una truppa di Cafri Amapondas, nel luogo detto Becham
Wood, mentre cercava di proteggere, colla sua presenza e
colle sue parole di conciliazione, la tribù ch’egli aveva intrapreso di evangelizzare. In simili zuffe, assai frequenti in
mezzo a’ popoli bellicosi e proclivi al saccheggio, vi ha un insieme d'orrori che non si può descrivere ; urli di selvaggi,
fiamme divoratrici, grida di donne e fanciulli atterrili, grida
ancor più strazianti e lamenti di feriti e d'agonizzanti. Ora
fu appunto in una di coleste lugubri scene che il rever. Missionario, non curando le lagrime della propria ristretta famiglia, ma badando piuttosto agli interessi della famiglia più
estesa, in Cristo Gesi'i, corse verso il parco del bestiame, che
è d'ordinario il teatro de’più accaniti combattimenti, e qui
poco dopo cadde colpito da tre colpi di zagaglia. James
Stewart Thomas va annoverato fra gli uomini i più zelanti
che approdarono in que’ paesi onde compiere l'alta missione
di misericordia e di civiltà : trovavasi nella colonia da quindici
anni, durante i quali vinse grandi prove con singolare coraggio
e fedele perseveranza, ed aveva eziandio saputo guadagnarsi
26
^^^stima e la confidenza degli indigeni, in guisa che una bella
prospettiva sembrava stargli dinanzi. Iddio ha giudicato altrimenti.
Mada&ascar — Missioni evangeliche — Il Cristianesimo ,
talora tollerato, più spesso perseguito, conta nondimeno iu
cotest’isola, ch’è la più grande dopo Borneo, un certo numero
di aderenti. Alcuni anni sono dicevasi che i Missionari, cacciati dall'isola della regina vedova di Rodama, erano stati richiamati dal figlio : ma tale speranza non sembra siasi verificata. e la missione continuò ad essere sospesa. Orsi riprende :
il Missionario Ellis sbarcò a Tamatave il 13 luglio ultimo, e
fu assai ben ricevuto, per quanto annunziano i giornali inglesi,
dagli Europei colà residenti e dalle autorità indigene. La regina stessa lo invitò alla capitale ove tutto fu disposto per accoglierlo ; a tal fine egli lasciò Tamatave il 5 agosto. Speriamo
che queste buone disposizioni del governo Hovas sieno più
durevoli che per lo passato, e che il novello tentativo degli
in*"'ticabili Missionari inglesi verrà alla fine coronato di buoni
s • ;essi.
Crosso Domenico gerente.
^ ■ .A. i«r T%r ij- i«r 3K *
,\1 Deposito di Libri religiosi. Viale del Re, N“ 31.
L'Aiuei'iijue protestante, notes et observations il’un voyageur, par W. Rey. 2 voi. in-12, 183C . . . F. 6
Concordance des Saintes Ecritnrcs, précédée des analyses
chronologiques de l’A. et du N. T. Un vol. grand
in-8, deuxieme édition.........» lU
Dictionnaire des parallèles, concordances etanalogies bibliques; 'I vol. in-12.........» 4 -oO
Esquisse d'une histoire universelle au point de vue cltrélien par Vulliet: 1er vol. de l’IIistoire Moderne. . » 3
Torino. — Staropcrin cleirUnione Tipografico-Ediirice.