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Anno 112 - N. 43
14 novembre 1975 - L. 150
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
BIBLIOTECA VALDESE
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ddk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
VERSO L’ASSEMBLEA DI NAIROBI
Il futuro deir ecumenismo :
istituzione o movimento?
Paralisi di un colosso? - Un cammino difficile - Le tappe di una ricerca - Programmazione o improvvisazione? - Il riferimento fondamentale - Oualche domanda
Nel maggio 1972, in una lezione tenuta
airUniversità di Utrecht, il Dr. W. A. Visser’t Hooft poneva la domanda; « Sta il
Movimento Ecumenico soffrendo di paralisi istituzionale? ». La sua diagnosi terminava con altre domande; «Come può
il Consiglio Ecumenico delle Chiese rendere visibile l’universalità essenziale delTEvangelo in forme, che realmente spianino la via in una giusta direzione? Come può sperimentare che la ricca varietà
dei doni spirituali esistenti nelle chiese
trovino un’espressione nella sua propria
vita ed opera? Come eliminare ogni sorta di potere politico ed ogni specie di direzione centralizzata e assicurare la piena partecipazione di tutti i centri spirituali? Come può il Consiglio Ecumenico
aiutare le chiese a cristallizzare solide e
sane convinzioni sulle grandi problematiche umane e diventare portavoce per
queste convinzioni a livello mondiale? In
quali modi siamo in grado di mobilitare
comunità, laici, donne e giovani onde tutte abbiano ima voce nel concerto ecumenico e nelle operazioni decisive? ».
Di fronte alla 6^* Assemblea
Tutte queste domande prendono rilievo
per ravvicinarsi di NAIROBI, ma costituiscono una rete di questioni, che c’incontrano suH’uscio di casa, nelle edicole
dei giornali, sui posti di lavoro, nei culti
delle chiese.
a) Una risposta romantica e quindi
vaga e senza un reale mordente può situare la fluidità del Movimento Ecumenico, nelle simboliche casette e baracche di
Rue Malagnou, dove ebbe sede il Consiglio nei suoi primi anni e il consolidamento del Movimento in istituzione nel
grande fabbricato sito in Route de Ferney, ministeriale, che può suscitare la
impressione di un archivio o di un alveare. E una risposta comoda per chi la dà
e che si ripete perché in ogni cosa si ama
vedere un’alba luminosa, un meriggio
confortante e un tramonto naturalmente
venato di critiche, dubbi, ripensamenti.
b) A questa risposta naturalistica si
può accompagnare la risposta delia perseveranza. In un tempo di rapidi cambiamenti e di rapide esigenze si fa presto a
demolire e non si fa a tempo a ricostruire. Bisogna avere il coraggio di fare i
conti per innalzare o non iniziare la torre;
rna quando si va avanti, bisogna piegare
tutte le difficoltà ad una ad una, perché
la vita non è cosa fatta, non è traccia segnata, ma è continua ricerca e tale diventa ancora maggiormente quando si tratta
di tradizioni, esperienze, linee religiose,
con tutti gli alti e bassi di una umanità,
che non ha mai finito di eliminare gli
ostacoli. Non .per nulla siamo alla Sesta
ASSEMBLEA ECUMENICA e non alla
prima.
IN QUESTO NUMERO
■ Ricordando Dupré-Theseider
■ Battisti in Russia
■ Stoccolma: 1925-1975
■ Centenario a Torrazza
■ Cronaca delle Valli 6-7
Pensiamo che la tematica; Consiglio
Ecumenico; movimento o istituzione?
debba comunque tenere conto di alcuni
fattori essenziali.
Identità del Movimento
1. - Per uscire da questa forbice « romantica » o « prosaica » bisogna accettare la pluralità dei giudizi in una pluralità
di situazioni e decisioni. La gamma del1’« avanzata » (mi sia consentito il termine militare) tiene conto di un vasto fronte; fin da Amsterdam e attraverso le varie tappe l’ecumenismo ha riflesso le sue
tematiche nel campo della teologia, nel
campo della ricerca delle situazioni, nella varietà delle domande e risposte generazionali, nel confronto continuo fra
chiesa e società, fra stato astratto e stato
prodotto di equilibri politici radicalmente instabili- Missione,^ evaagelizzàZioney
chiese, fattori teologici e non teologici,
sviluppo delle nazioni, assistenza e cultura implicano una problematica che va
dalla ricerca dell’unità della chiesa alla
ricerca delTunità delTumanità e defluisce
da queste « unità » vissute, attese, fallite
sua vocazione, in modo da determinare
uno stile di disciplina e di obbedienza al
Signore « hic et nunc » qui ed ora, còme
si amava ripetere anni or sono? Oppure
deve giorno per giorno aggiustare il proprio tiro senza ricercare la gloria di un’attualità scintillante, ma vivendo la sua ora
di testimonianza contemporanea al quadrante della storia umana? Se il Movimento Ecumenico perde il suo riferimento al Cristo Signore della chiesa corre il
rischio di essere, nell’ipotesi buona, un
crocevia delle buone intenzioni ecclesiastiche e nelTipotesi cattiva di essere il
grande porto dei sincretismi e dei compromessi. Il giorno, in cui esso perda il
rischio della sua pericolosità, può diventare l’ora del declino verso la perdita totale del proprio sapore.
Proponiamo ai lettori due riflessioni finali.
Due questioni
A - La prima è coUegata con il tema
di Nairobi « Gesù Cristo libera ed unisce »
E vera questa affermazione? Dove avvie
Ld conferenza di Stoccolma; seduta di apertura dei lavori (agosto 1925)
o in parte sperimentate verso una periferia dispersiva continuamente in movimento per lo più convulsivo.
2. - Il Consiglio Ecumenica è stato un
elemento provocatore di confronti teologici, di tensione missionaria, di riflessioni sul senso della vita, di azioni, di contatti evangelistici e di azioni caratterizzanti delle scelte ben precise come, per
citarne una, la scelta della lotta contro
il razzismo, che non possono essere considerate soltanto come un tentativo di attualizzazione. In questa linea non si sottolineerà mai a sufficienza il rifiuto di una
clericalizzazione, Tampia spinta ad una
presenza laica dalTIstituto Ecumenico di
Bossey a quella non sempre attuata nelle
Conferenze Mondiali o Regionali, per la
sempre grande tentazione della delega di
masse intere nella mente e nella decisione di alcuni « verticisti ».
3. - Il Movimento Ecumenico non può
evitare di muoversi fra Scilla e Cariddi o
meglio fra vari Scilla e varie Cariddi. Deve essere un contenuto di forze spirituali
esplosive e come tale essere un elemento
inquietante delle chese tendenzialmente
segnate dal ripiegamento su sé stesse e
sulle proprie tradizioni? Deve cercare a
tutti i costi una definizione precisa della
ne, in quale chiesa e in quale società si
produce questa liberazione? O Ja storia
ecclesiastica come la storia profana è ia
storia delTimprigionamento del Cristo
nelle barriere di ideologie o di istituzioni?
E dove unisce il Cristo? La storia non è
piuttosto il teatro di una frammentarietà
della persona e della potenza del Cristo
polverizzato nella vaga religiosità delle
comunità cristiane?
B - La seconda riflessione è collegata
con un’immagine. Il Consiglio Ecumenico
può diventare una palestra o im cantiere
di ricupero. La palestra implica che vi
sia chi si esercita e l’esercizio del cristianesimo è un continuo giuocare col fuoco
e con la vita, se TEvangelo è il tizzone ardente, col quale ci si misura. Oppure il
Movimento Ecumenico diventa di cantiere, nel quale tutti i carboni spenti si
squadrano, limano e adattano in modo
da raggiungere una uniformità rassicurante. Nel primo caso l’unità in Cristo
sta sempre davanti a noi, nel secondo
l’unità è il frutto di una riduzione ad un
modello prefabbricato. Nairobi dovrà diventare una verifica delia direzione del
nostro cammino.
Carlo Gay
Cacciare
i demoni
MARCO 3: 15
Oggi V espressione « cacciare
i demoni » può far sorridere. A
noi figli di una civiltà affermatasi
all’insegna della scienza e della
tecnica, la credenza dei demoni
appare invenzione superstiziosa
da primitivi.
Oggi noi spieghiamo il male non
più in forma mitica ma razionale;
e per questo ci riesce difficile accettare Videa che ci siano effettivamente degli esseri chiamati
« demoni ».
Rifiutare la credenza mitica nei
demoni non significa che dobbiamo rifiutare anche la realtà del
male che quella credenza voleva
esprimere.
Bandiamo pure dal nostro vocabolario la parola « demoni »,
ma non dimentichiamo che il problema rimane. E il problema è
che tra gli uomini e nel mondo è
presente ed opera una forza misteriosa ed occulta di cui tutti
possono vedere ogni momento gli
effetti nefasti e distruttivi.
Al tempo di Gesù questa forza
era vista all’opera soprattutto in
certe malattie, che toglievano non
solo la salute, ma anche l’individualità, la libertà di esseri umani.
Noi vediamo questa forza all’opera dovunque vengono compiuti atti di violenza contro creature umane, dovunque uomini e
popoli sono oppressi e resi schiavi
da altri uomini.
Per conseguenza, se l’ordine di
« cacciare i demoni » era giustificato al tempo di Gesù, esso lo è
tanto più nel nostro tempo. Perché, veramente, non c’è proporzione fra il danno che potevano
fare « i demoni » che tormentavano i malati al tempo di Gesù e il
danno che fanno i « demoni » del
nostro tempo; soprattutto quando questi « demoni » riescono ad
impossessarsi di interi paesi ed
a mantenerli soggetti col terrore,
col carcere e con te torture.
È appunto contro questi « demoni » che la chiesa ha l’ordine
preciso di combattere per « cacciarli », per costringerli a lasciare
libere le loro prede.
Ma per raggiungere questo scopo non bastano le deplorazioni,
le denunce per gli atti nefandi da
essi compiuti, non bastano neppure le espressioni di solidarietà
all’indirizzo delle loro vittime;
queste cose, generalmente, lasciano il tempo che trovano e non
cambiano niente.
La chiesa, per essere fedele alla
sua missione, deve schierarsi
apertamente dalla parte di chiunque è costretto a sottostare alla
prepotenza altrui; non solo, ma
deve unire le sue forze alle forze
di quanti sono disposti ad impegnarsi per liberare la terra da tutti i « demoni » che la infestano.
Davide Cielo
2
a colloquio
con I letiorl
Si sta avvicinando la fine dell'anno ed
arriva il tempo dei rinnovi di abbonamenti; molti affezionati lettori, oltre a
farci pervenire l'ammontare del loro rinnovo, hanno aggiunto parole di ringraziamento e di augurio per la nostra fatica che ci auguriamo non sia vana. Parecchi hanno altrefi aggiunto una offerta
ed a questi fratelli vogliamo dire un fraterno grazie perché è a queste offerte che
dobbiamo se il nostro settimanale può
continuare la sua espansione. Pubblicheremo un breve resoconto finanziario per
illustrare la nostra situazione ma già la
.SI può comprendere tenendo conto del
fatto che l'abbonamento copre attualmente le spese di stampa e di spedizione
del giornale, appena appena; per il resto
operiamo con offerte e doni. Il miglioramento di questa situazione è naturalmente connesso con l'aumento degli abbonamenti. Ognuno si senta perciò impegnato
in un'opera di collaborazione nell'opera
di diffusione del giornale.
II Direttore
Dal pastore G. Bertin riceviamo queste
osservazioni sul culto radio:
Quando l'insegnamento
è questione di vita
L'adesione di molti e autorevoli storici
italiani e stranieri all'iniziativa di una Miscellanea in onore del prof. Eugenio Duprè Theseider in occasione del suo collocamento a riposo per raggiunti limiti di età
testimonia la stima, l'ammirazione, la gratitudine largamente nutrite verso un uomo
schivo e modesto che per oltre 40 anni ha
dedicato tutto se stesso agli studi, alla
scuola ed alla famiglia, dando un esempio
tacito ma altamente significativo di generosa dedizione, di volontario impegno, e
recando contributi alla cultura storica che
resteranno un modello di rigore scientifico,
di originalità metodologica, di novità nei
risultati raggiunti.
Proprio perché aveva coscienza di
adempiere un compito e non di inseguire
glorie egli ha dato particolare cura alla
preparazione dei suoi corsi, solo in minima parte stampati, alla formazione dei
suoi allievi, a tutto quell’aspetto della vita accademica che sta dietro le pubblicazioni, gli articoli, i congressi, alla trasmissione cioè non tanto di una cultura
quanto di un metodo di indagine.
Oimenticanze gravi
Per deplorare il culto di domenica 2 corr. alla
radio. Non perché presieduto da una donna, non
per la liturgia o il messaggio che potevano andar bene in altra domenica. Ma per aver ignorato che in quei giorni ricorreva la festa di Ognissanti, la Commemorazione dei defunti, la celebrazione della Riforma, tutti argomenti sui quali tutti gli evangelici e i fratelli cattolici hanno
gran bisogno di avere idee chiare sul fondamento della Parola di Dio. Se in così breve tempo
non era possibile toccare i tre punti (lo ha fatto molto bene alla TV Canton Ticino il Pastore
Scopacasa almeno la Riforma doveva essere ricordata. Abbiamo forse lo scrupolo di mettere a
disagio gli EvangeUci che non si richiamano direttamente al grande avvenimento del XVI sec.?
oppure : i culti radio non vengono programmati
secondo le ricorrenze che debbono necessariamente essere oggetto di meditazione? Si eviterebbe forse di far sentire sempre lo stesso motivo
pur neUe variazioni spesso, ma non sempre,
buone, interessanti, rispondenti ai problemi delTora. g. 5
Con queste parole significative il prof.
Paolo Brezzi presentava, anni or sono,
una raccolta di saggi in onore di Eugenio Dupré Theseider, lo storico evangelico recentemente scomparso. A questo
fratello in fede è doveroso per noi evangelici dedicare uno spazio, sia pur nella
modestia della nostra paginetta settimanale.
Le tappe della sua vita si snodano attraverso l’Italia, da Rieti dove nasce nel
1898, a Milano dove trascorre l’infanzia,
a Bologna dove si laurea, a Roma dove
risiede dal 1927. Il suo mondo è quello
dell’insegnamento, nelle scuole secondarie, assistente universitario ed infine docente nelle Università di Messina, Bologna, Roma. Un cammino lungo, percorso con pazienza metodica e serietà, che
impropriamente si definisce una « carriera », che probabilmente egli stesso non
vorrebbe qualificare di «missione», di
« vocazione », termini troppo qualificanti
ed abusati ; un cammino che vorremmo
intendere, da protestanti, come l’adempimento di un incarico, con la coscienza di
compiere il proprio lavoro.
A creare in lui questa coscienza di responsabilità e di serietà, unite a riservatezza e modestia furono probabilmente il
Nella sua ricerca storica il Dupré seppe recare alcune note caratteristiche che
gli storici non mancano di rilevare: interesse per gli aspetti sociali dei problemi,
per il radicamento ambientale dei fenomeni, che gli fanno compiere puntate in
settori quali la geografia, la numismatica, la storia dell’arte. Gli uomini del
passato su cui indaga, gli uomini del Trecento italiano, di cui fu uno dei più profondi conoscitori, siano essi il papa Bonifacio o gruppi ereticali delle città italiane, sono sempre uomini vivi, ricollocati nel loro mondo, nel contesto della
loro vicenda.
Soprattutto quando si occupa dei fenomeni religiosi, di quel mondo medievale
a lui vicino, il Dupré lascia una impronta di maestro. Non solo per la capacità
critica ma fors’anche, ed è questo che
maggiormente ci preme qui evidenziare,
per una intima partecipazione. Educato
evangelicamente nella chiesa svizzera di
Milano, in cui la madre di origine tedesca lo aveva inserito, il prof. Dupré restò
sempre legato profondamente alla comunità evangelica delle città in cui visse.
D’altra parte la spiritualità di Ernesto
Buonaiuti ebbe su di lui non lieve influenza. È caratterizzante il fatto che egli abbia mantenuto l’incarico di storia della
OBIETTORI DI COSCIENZA
Anche loro costretti a scioperare
Ha avuto luogo T8 e il 9 novembre u.s.
il primo sciopero nazionale degli obiettori
di coscienza che stanno svolgendo il servizio civile al posto di quello militare. In
Italia attualmente sono un centinaio,
quindi ancora relativamente pochi anche
per l’evidente boicottaggio attuato dal
Ministero della Difesa nei confronti del
servizio civile. Come avviene questo boicottaggio? Anzitutto facendo aspettare
molto la risposta alle domande di obiezione, lasciando cosi i richiedenti in una
specie di limbo di incertezza estremamente nocivo per chi sta cercando una sistemazione di lavoro. Secondo la legge
votata dal parlamento la risposta del Ministero alle domande di obiezione deve
pervenire agli interessati entro sei mesi;
in realtà c’è chi ha dovuto aspettare fino
a 18 mesi per avere risposta alla sua domanda. Un secondo modo di boicottare
11 servizio civile è di assegnare i giovani
che optano per essso a lavorare presso
Istituti o enti screditati sul piano politico o morale (ad esempio istituti come
quelli dei Celestini di Prato e di Diletta
Pagliuca): tra fare il servizio militare e
collaborare con i Celestini di Prato non
si sa cosa sia peggio! Al limite ci possono essere forme di servizio civile che anche agli occhi degli obiettori di coscienza risultano peggiori dello stesso servizio
militare ! In questo modo il Ministero
riesce a squalificare il servizio civile e a
scoraggiare i giovani a sceglierlo.
Lo sciopero delT8 e 9 novembre è stato fatto anche per protestare contro il
boicottaggio ministeriale ora descritto.
Gli obiettori sono convenuti a Roma e
hanno manifestato davanti al Ministero
della Difesa, chiedendo di poter illustrare al ministro le ragioni della loro protesta. Va notato che, siccome oggi in Italia il servizio civile è inteso dalle autorità come una sempli<ce variante del servizio militare anziché come un’alternativa
ad esso, e siccome gli obiettori sono considerati come dei « soldati civili » sottoposti alla disciplina militare, lo sciopero,
a stretto rigore di legge, potrebbe configurarsi come reato di diserzione. Gli
obiettori che vi hanno partecipato non
l’han fatto senza correre notevoli rischi.
La decisione dello sciopero era stata
presa dal Consiglio nazionale della Lega
Obiettori di Coscienza (LOC) riunito a
Bologna il 18-19 ottobre scorso. È stata
una riunione movimentata dallo scontro
di due posizioni diverse sul servizio civile. Secondo la prima tanto vale ormai
abbandonare il servizio civile in mano al
Ministero della Difesa, che comunque ha
il coltello dalla parte del manico e può
svuotare il servizio civile del suo vero
significato. L’altra posizione invece non
considera ancora perduta la battaglia e si
propone di sottrarre il servizio civile al
controllo del Ministero e di collegarlo
il più strettamente possibile agli organismi espressione delle forze popolari e
operaie (sindacati e quartieri in particolare), con il tramite organizzativo della
Lega degli obiettori. Tanto più che l’esperienza dei paesi europei in cui il servizio
civile è stato gestito dai vari Ministeri
della Difesa è risultata complessivamente
negativa : il servizio civile è diventato ben
presto qualcosa di insignificante, gli
obiettori stessi ormai lo rifiutano e preferiscono andare in carcere. La stessa cosa accadrebbe con ogni probabilità anche
in Italia.
formazione e avviamento al servizio civile: come lo Stato finanzia i corsi di addestramento al servizio militare — i
CAR —, così, finanzi anche i corsi di addestramento al servizio civile; 2) non discriminazione degli enti proposti dalla
LOC per le convenzioni di servizio civile:
anche la Tavola Valdese, tra gli altri,
aveva chiesto che le venissero assegnati
obiettori in servizio civile, ma la domanda non sembra essere stata accolta; 3)
impegno del Ministero a rispondere alle
domande di obiezione nei termini di sei
mesi, come prescritto dalla legge.
Ma aldilà di questi obiettivi specifici,
peraltro importanti, occorre svolgere un
vasto lavoro di informazione e mobilitazione fra i giovani e tutti i cittadini affinché, oltre all’opera di opposizione politica e morale da svolgere dentro le caserme, si moltiplichi il numero di coloro
che mettono in questione l’esercito e
optano per il servizio civile.
14 novembre 1975
1
RICORDANDO E. DUPRE’ THESEIDER
suo ambiente familiare, l’esempio del padre, professore di scienze, cattolico socialista che perse il suo lavoro durante
la guerra mondiale per le sue idee politiche.
letteratura cristiana antica, a Bologna,
per un decennio. Nella lettura e nello studio dei testi della chiesa antica, studio
che il piccolo numero di studenti e la
personalità del maestro rendeva meditazione, il Dupré ha probabilmente vissuto
la sua più profonda esperienza di fede
evangelica.
Ci sia infine consentito ricordare la figura di questo fratello in fede, e studioso affermato, in riferimento alla nostra
società di Studi Valdesi. Il prof. Dupré
non ne fu solo membro attivo, contribuendo con i suoi studi a renderne sostanzioso e valido il Bollettino, ma alla
attività della Società diede anche particolare e significativo contributo con la
organizzazione dei Convegni Storici, giunti quest’anno alla loro 15» edizione. Il suo
nome, insieme a quello di altri insigni
studiosi della materia, ha sempre rappresentato per questo incontro estivo a Torre Penice una garanzia di serietà scientifica ma altresì di orientamento aperto
e moderno.
Il lavoro a cui ha consacrato gran parte dei suoi ultimi anni, l’edizione delle
lettere di Caterina da Siena, resta incompiuto ma la sua lezione di vita resta come un esempio di impegno evangelico nel
mondo della cultura, da imitare.
G. T.
Fra le sue pubblicazioni principali segnaliamo: I papi d'Avignone e la questione romana, Firenze, 1939; Epistolario di
S. Caterina da Siena, voi. I, Roma 1940;
L'idea imperiale di Roma nella tradizione
del Medioevo, Milano, 1942; Niccolò Machiavelli diplomatico, I, Como 1945; Roma
dal comune di popolo alla signoria pontifìcia (1252-1377) Bologna, 1952.
Paolo Ricca
E’ uscito il nuovo
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con 13 vedute a colori e versetti biblici; ediz. in italiano, tedesco e inglese. Indirizzario aggiornato delle
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Che i sindacati comincino a interessarsi
al servizio civile è un fatto iTùovo e positivo che merita di essere segnalato. La
CISL di Torino, ad esempio, ha chiesto
al Ministero che le vengano assegnati dieci obiettori in servizio civile, da adibire
per ora prevalentemente al lavoro del patronato: finora non ha avuto risposta.
Può darsi, e c’è da sperare, che la questione venga riproposta a nome delle tre
confederazioni sindacali. Un’altra possibilità è che i sindacati-scuola accolgano
il servizio civile come tema di uno dei
corsi di cultura popolare che essi promuovono e gestiscono in vari luoghi. È
infatti indispensabile che la gente sappia cos’è il servizio civile, cosa si propone, come vi si accede. In questo quadro
è importante anche la proposta di legge
presentata di recente in parlamento (a
cura di deputati del PSI in particolare)
che tende a sottrarre al Ministero della
Difesa la competenza per il servizio civile, la cui gestione verrebbe affidata alle Regioni.
FACOLTA’ VALDESE DI TEOLOGIA
Inaugurato l'anno accademico
Come si vede la battaglia degli obiettori di coscienza continua. Il loro sciopero si propone di conseguire i seguenti
obiettivi: 1) finanziamento dei corsi di
« Paradossale avventura, studiare oggi
teologia! ». Con queste parole del prof.
V. Subilia si è aperto, sabato 8 novembre,
il CXXI anno accademico della Facoltà
Valdese di Teologia.
Come di consueto il primo atto dell’anno accademico è stata la lettura della
prolusione, tenuta dal prof. G. Gönnet, docente di storia valdese, sul tema: « Il problema della “Donazione di Costantino"
rispecchiato nella ecclesiologia dei movimenti ereticali del Basso Medioevo ».
In questa relazione il prof. Gönnet ha
presentato, anticipando alcuni temi che
riprenderà nelle sue lezioni, la posizione
di diversi movimenti ereticali, cronologicamente vicini al valdismo primitivo, riguardo alla concezione della Chiesa, del
suo potere, e del suo rapporto con l’impero, coi beni terreni, facendo particolare riferimento alla donazione di Costantino
Come è noto all’epoca dell’Umanesimo
Lorenzo Valla dimostrò che il documento, in base al quale la chiesa si era
arrogata durante tutto il Medioevo la potestà sulle altre chiese e suiroccidente, è
un falso. Già questi movimenti ereticali
denunciano il documento, non sulla base
di una critica filologica, ma sul piano dell’infedeltà al Vangelo.
Domenica 9 novembre, nella chiesa valdese di piazza Cavour, il past. R. Comba
ha presieduto il culto di apertura dell’anno accademico.
Abbiamo anche quest’anno, fra noi in
facoltà, alcuni studenti stranieri che si
tratterranno un semestre o più: tre svizzeri, due tedeschi, un rumeno; si segnala la presenza di un nuovo studente in
teologia di primo anno, delle Valli Vaidesi.
Lunedì 10 inizieranno regolarmente le
lezioni.
3
14 novembre 1975
BATTISTI IN RUSSIA
Chi guida aiia fede:
ia nonna o la scuola domenicale?
La vita difficile di una chiesa diversa - Obbedienza e disobbedienza allo stato ateo
- Ha lo stato il diritto di vietare ai genitori di portare i loro figli al culto?
echi
dal mondo cristiano
Il servizio stampa evangelico di Zurigo,
ionie solitamente attendibile ed alla quale
non si può rivolgere l’accusa di anticomunismo viscerale, dedica ampio spazio in
una delle sue ultime edizioni alla situazione delle chiese evangeliche nei paesi dell’Est europeo. Da questa fonte abbiamo
tratto le notizie che qui pubblichiamo relative all’Unione Sovietica, mentre nel
prossimo numero daremo notizie della
situazione in altri paesi socialisti.
Come si vede, la situazione non è facile, ma non è forse molto più. difficile di
quanto sia nell’indifferenza o superstizione o clericalismo latente o palese dei paesi occidentali.
Il Consiglio deirUnione dei cristiani
evangelici battisti deirUnione Sovietica
si definisce come la maggiore chiesa evangelica deirURSS. In realtà non si tratta
di una chiesa, bensì di una federazione di
comunità autonome assai spesso di impostazione anche ben diversa: ne fanno parte ad esempio alcune comunità di « fratelli », immigrati dairinghilterra verso la
fine del secolo scorso, accanto a comunità toattiste vere e proprie, nonché gruppi mennoniti e alcune comunità pentecostali.
Certo una caratteristica che accomuna
tutti questi gruppi di chiese è la loro abitudine alla sofferenza. Nel periodo zarista, in cui come è noto la chiesa ortodossa era legata a doppio filo con il potere
statale, queste comunità dissidenti, « libere », erano fortemente discriminate.
Assai spesso era loro vietato addirittura
di riunirsi ed i membri dovevano affrontare difficoltà di ogni genere. La rivoluzione di ottobre, se non ha di molto alleggerito la loro posizione, li ha almeno
messi in condizione di non essere più
perseguitati da cristiani di altre chiese
(ortodosse).
Il periodo leninista diede loro non poche possibilità di sviluppo ed una piena
parità di diritti con la chiesa ortodossa,
ma tali libertà e tale tolleranza vennero
abolite nel periodo stalinista, per cui non
era possibile che ragazzi al disotto dei 18
anni frequentassero attività ecclesiastiche
di alcun genere, nemmeno i culti. Ogni
riunione di chiesa doveva essere appositamente autorizzata, missione ed evangelizzazione erano strettamente vietate e
la vita delle chiese era ridotta ai locali
ecclesiastici.
In generale tali limitazioni della libertà
di espressione e di azione non sembrano
essere state valutate negativamente dalle
chiese del Consiglio, anche perché Topi
nione diffusa in tali chiese è che la testi
monianza, in una situazione di diaspora,
di dispersione in mezzo ad un popolo
ateo, non è tanto quella che la chiesa rende nelle sue assemblee ufficiali e pubbliche, quanto piuttosto quella che ogni credente dà là dove egli si trova. Una frase
sintomatica viene spesso citata: « Una
nonna credente, che parla di Gesù al suo
nipotino è la migliore di tutte le scuole
domenicali ».
Questo atteggiamento acquiescente non
è però condiviso da tutte le chiese evangeliche battiste dell’URSS: in particolare
giovani coppie di sposi hanno rifiutato
che l’autorità statale potesse loro vietare
di portare i propri figli al culto ed alle
riunioni delle comunità, così pure hanno
opposto resistenza al divieto di propaganda e di proselitismo. Si è così arrivati
ad una rottura, ancor oggi presente, ed
alla costituzione di una federazione di
chiese dissidenti. Il giornale ha già segnalato il caso della comunità di Kiev che ha
ottenuto la concessione di un locale di
culto ed ha quindi la possibilità di ritrovarsi non più nella foresta che circonda
la città, come avveniva dal 1968.
Per questo atteggiamento di aperta violazione della legislazione sovietica in materia di culto e di propaganda religiosa,
in particolare nei riguardi dei propri figli,
non desta quindi meraviglia che la maggior parte dei prigionieri per motivi di
religione siano da ricercare tra i membri
Hanno collaborato: Enrico Charbonnier, Luciano Deodato, Dino Gardiol,
Arnaldo Genre, Daniela Pons Libralon, Giuseppe Platone, Teofilo Pons,
Francesca Spano, Alberto Taccia, Liliana Viglielmo.
di queste chiese che non aderiscono (o che
si sono staccate) dal Consiglio. In occidente sono noti i nomi di almeno 100 detenuti per motivi di religione.
È difficile dire quale sia il numero esatto di questi evangelici battisti in URSS.
Le chiese registrate danno un numero di
535.000 membri tra le chiese aderenti al
Consiglio, a cui occorre aggiungere circa
30.000 (o 80.000) che aderiscono alla federazione; a questi si somma il numero,
non calcolabile, delle comunità, come
quella di Kiev, che rifiutano la registrazione.
Secondo la rivista « Nauka i religija »
(scienza e religione), vi sarebbero cittadini sovietici i quali ritengono che la religione sia un fenomeno destinato a sparire da solo per cui non sarebbe necessario
alcuno sforzo per cercare di eliminarla
dalla coscienza del cittadino sovietico. E
tale opinione, sempre secondo la rivista
citata, è errata.
Partioolarmente attivi in quest’opera di
mantenimento della religione sarebbero
le chiese battiste, ma anche la chiesa orin mano. In particolare la rivista accusa
todossa e l’IsIam non stanno con le mani
le chiese di approfittare di situazioni
________UNA PREDICAZIONE DEL VESCOVO FRENI
La chiesa, può essere neutrale?
Dopo essere stato espulso dal Cile a
causa della sua opera in favore dei prigionieri politici, il vescovo della Chiesa
Luterana in Cile Helmut Frenz ha tenuto
il suo primo sermone in esilio presso il
Centro di Bòssey (Consiglio Ecumenico
delle Chiese).
Nel sermone egli, dopo aver analizzato
il concetto del servo sofferente in Isaia,
riflette sulle conseguenze pratiche della
confessione che la Chiesa fa a riguardo
del servo sofferente di Dio, e affronta in
particolare il problema della neutralità
della Chiesa concludendo così il sermone:
« Può la Chiesa essere neutrale? Molti
rispondono dicendo che non è possibile
conoscere la risposta. Teoricamente e teologicamente noi possiamo rispondere. Conosciamo la risposta. E nelle situazioni
estreme di crisi che abbiamo incontrato
in Sud-America e che stiamo tuttora incontrando noi cerchiamo di evitare la
neutralità e ci sforziamo di vivere con
coloro che soffrono. Noi sappiamo che
ovunque la umanità dell’uomo è messa a
repentaglio la Chiesa non può assolutamente essere neutrale. Proprio dal presupposto che nasce dalla sua esistenza,
la Chiesa, come seguace del servo di Dio,
è obbligata a prendere posizione.
Questo non significa che noi dobbiamo
prendere posizione nella creazione di un
partito cristiano o di una ideologia cristiana. La politica partitica è vietata alla Chiesa. In questo senso la Chiesa può
essere neutrale, ma non deve necessariamente esserlo. Ma il cristiano non può
essere apolitico, poiché egli è corresponsabile della pace nel mondo. In questo
senso una Chiesa che sia politicamente
neutrale e indifferente è irresponsabile.
Essa è sorda e non possiede l’orecchio di
coloro che si lasciano ammaestrare dal
Signore. Di fronte agli eventi del mondo
il nostro Signore ci chiede: che cosa dite
a tutti questi? Come contribuite al bene?
La neutralità politica della Chiesa è, secondo me, una illusione. Essere neutrali significa prendere comunque una posizione. Il mondo d’oggi è strutturato in
modo tale che l’astinenza politica, nella
realtà, non è che un altro modo di agire
politicamente.
La neutralità politica, in una società
della quale anche noi ci sentiamo responsabili, equivale a un atteggiamento conservatore, nel senso che noi accettiamo
passivamente e tranquillamente come legittime le strutture attuali. Chi si sottrae
alla responsabilità politica diventa un
collaboratore che rinforza, che lo voglia
o no, il potere e l’ordine esistente.
E un fatto tipico e molto eloquente che
alla Chiesa venga sempre richiesta l’astinenza e la neutralità quando essa comincia a criticare la realtà politica, e a
schierarsi con i poveri, i perseguitati e
gli oppressi; e questo persino all’interno
della Chiesa stessa. Tuttavia, quando la
fat&ha
« passeggere di necessità » in cui pa propaganda religiosa non arriva mai « a mani vuote ». Le parole di consolazione e
l’invito alla fede vengono sempre sottolineate da aiuti materiali, sicché « tali parole si sono dimostrate più efficaci delie
nostre spiegazioni ». Ne consegue la necessità di una educazione all’ateismo fin
dai primi anni di scuola, essendo difficile
convertire alFateismo persone che harmo
avuto che fare con la religione. Un compito particolarmente delicato consiste
nella formazione di insegnanti che rendano posibile questo « compito sociale importante » di formazione atea delle nuove generazioni.
D’altra parte la stessa rivista ha avuto
parole di elogio per i rappresentanti della
Chiesa ortodossa russa presso di Consiglio Ecumenico di Ginevra. Essi si sono
infatti espressi a favore della rivoluzione
in quanto « modifica qualitativa dei rapporti sociali » là dove operavano sfruttamento, mancanza di diritto e povertà,
vedendo la rivoluzione come strumento
della provvidenza divina, nelFinteresse
della maggioranza deirumanità, per porre fine all’oppressione degli uomini da
parte del sistema sociale.
Chiesa applaude coloro che governano,
questo naturalmente non viene considerato politica. L’astinenza politica non è
un segno di neutralità, ma è piuttosto
un’espressione del fatto che la Chiesa
non intende assumere le sue responsabilità per la promozione dei diritti umani
ed in favore della dignità umana; allora
noi non abbiamo altra alternativa che
porci in prima linea a lottare per questa
causa. Il fatto che questa vocazione ci
porti ad assaporare Tamaro calice della
sofferenza, non può essere per noi un
ostacolo o un impedimento. Gesù Cristo,
il servo di Dio, ci affida questo servizio.
Desidero concludere con il terzo inno
dei sofferenti, in Isaia 50: 4-5: « Il Signore, l’Eterno, mi ha dato una lingua
esercitata perché io sappia sostenere con
la parola lo stanco; egli risveglia, ogni
mattina, il mio orecchio, perché io ascolti come fanno i discepoli. Il Signore,
l’Eterno, mi ha aperto l’orecchio ed io
non sono stato ribelle, e non mi sono tirato indietro ».
Traduzione di
Luca Negro
Erika Tomassone Negro
Le chiese tedesche
solidali
col vescovo Freni
Francoforte (epd) — La chiesa evangelica in Germania (EKD) ha preso ufficialmente posizione sulla questione cilena ed in particolare sulla situazione del
vescovo Prenz (cui è stato comunicato in
forma indiretta, tramite la stampa, che
non era gradito il suo ritorno in Cile) e
della nuova chiesa luterana costituitasi
in Cile in seguito ad una scissione tra i
seguaci della linea Pinochet e i seguaci
invece della linea del vescovo Frenz favorevole ad un aiuto ad ogni costo alle vittime del governo dei generali.
In un documento indirizzato alTambasciata cilena a Bonn viene esplicitamente richiesto al governo cileno di revocare
il divieto di rientro in Cile del vescovo
Frenz.
Nel corso di una conferenza stampa è
anche stato precisato che la chiesa tedesca non vuole avere rapporti con la nuova chiesa separatista ed in particolare
non le invierà i pastori che sono stati richiesti. Il vescovo Frenz ha precisato, nel
corso della medesima conferenza stampa, che potrebbe essere accettabile l’invio di pastori alla chiesa dissidente solo
nel caso venga ritirata la denuncia presentata nell’estate scorsa contro di lui e
le chiese per l’attività di solidarietà con
le vittime del regime.
Eiezioni in Svizzera
Il risultato delle elezioni tenutesi il 25-26
ottobre nella Confederazione elvetica per
il rinnovo del Parlamento ha registrato
una secca sconfitta dei movimenti xenofobi (Azione Nazionale e Movimento repubblicano) i quali vedono seccamente
ridotta la loro rappresentanza a 5 o 6
esponenti nel Consiglio nazionale. Successo invece per il Partito Socialista Svizzero che da 46 rappresentanti passa a 50
e diventa così il maggiore partito della
Confederazione elvetica.
44 preti - 7 pastori
Il risultato di un’inchiesta, svolta da
un Istituto di Francoforte, rivela che negli ultimi trent’anni 44 preti hanno lasciato, in Germania, il loro ministero
nella chiesa cattolica per abbracciare il
’pastorato’ nella chiesa evangelica.
Per contro, nello stesso periodo (sino
all’ottobre ’74) solo 7 pastori evangelici
sono passati alla chiesa cattolica.
Secondo Riidiger Bieber, im esperto
dell’Istituto che ha promosso TincWesta,
il passaggio di un pastore evangelico alla chiesa cattolica oggi non è più considerato come una tragedia, anzi è una decisione personale che va rispettata.
Se da un lato la conversione ad una
confessione non è una garanzia di salvezza, dall’altro lato, in Germania, il passaggio da una confessione ad un’altra, ha
spiegato Rieber, non è più giudicato così negativamente come nel passato proprio grazie alTaccresciuto scambio di rapporti in sede ecumenica, (epd)
Potter scrive a indirà Gandhi
Ginevra (soepi) — In una lettera inviata il 17 ottobre a Indirà Gandhi, Primo
ministro dell’India, il Past. Ph. Potter ha
chiesto la liberazione dei prigionieri politici ed il ripristino dei « diritti democratici del popolo per quanto riguarda la libertà d’espressione ». In modo particolare il Segretario generale del CEO chiede
la liberazione di J. P. Narayan date le
sue precarie condizioni di salute e l’età
avanzata. Inoltre nella lettera il Past.
Potter critica vivacemente il governo indiano per aver modificato la legge sulla
sicurezza interna in modo tale per cui
una persona può essere privata della propria libertà e dei propri diritti, anche senza che la polizia fornisca alcuna motivazione.
Metodisti in Germania
Francoforte (epd) — La chiesa metodista della Germania federale ha festeggiato in questi giorni i 125 anni della sua
presenza in Germania. La sua opera di
testimonianza è molto viva soprattutto
nel campo della diaconia ed ha una funzione importante in quanto propone il
modello di una chiesa « libera » di fronte
alle grandi chiese fortemente legate allo
stato tedesco. Le comunità metodiste contano circa 70.000 membri e hanno iniziato ad operare in Germania in seguito al
rientro di emigranti dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti, appunto nel 1850. La sede
centrale della chiesa è a Francoforte, dove anche risiede il vescovo Ernst Sommer, una personalità ben conosciuta ed
apprezzata in campo ecumenico anche
oltre i confini della Germania.
Notizie dal mondo socialista
Budapest (hip) — Si ha notizia della
liberazione, dopo un anno di carcere, dell’evangelista pentecostale rumeno Vaparlm Raseoi arrestato tempo fa e condannato a parecchi anni di carcere per
diffusione di bibbie e di libri religiosi.
Zagabria (bip) — Con probabilità la
progettata facoltà di teologia evangelica
inizierà la sua attività a Zagabria nell’autunno 1976. Accoglierà studenti delle
chiese battiste, metodiste, luterane e riformate di Jugoslavia.
Incontro internazionale
Promosso dalla Paulus Gesellschaft (l’associazione della RFT che negli anni sessanta organizzò
incontri internazionali sul dialogo tra cristiani e
marxisti) e dall’associazione Theihrd de Chardin
si è tenuto a Firenze un Simposio intemaràonale
sul tema « Una nuova politica per l’umanità ».
(Adista).
4
14 novembre 1975
STOCCOLMA 1925
La prima assemblea ecumenica contro
scettici e prudenti•••
Un corteo folkloristico - Imbarazzo, suggestione, novità
vizio unisce... » - La basi del nostro presente
I padri
e i figli
50 anm, poco più che due generazioni,
1925, una data che molti di noi ricordano
per averla vissuta eppure sembra così
lontana! Sembra un altro mondo. Quanti tativainente è trascorso poco tempo ma
qualitativamente è un tempo che conta
II Movimento Ecumenico delle Chiese ha
ima cinquantina di anni di vita ma sembra esistere da sempre.
Nessuno orpiai ne può più fare a meno, né un smgolo credente, né una chiesa,
ormai pensiamo in termini « ecumenici »
ma siamo un po' come i nostri figli che
considerano che quello che hanno attorno a sé è del tutto normale e non si rendono conto di quanto sia costato.
La casa che li ospita, la società che li
riceve, la vita che hanno sembra loro naturale, piovuta chissà da dove e rimproverano, giustamente, ai padri di non aver
tatto meglio quello che hanno fatto. Anche le chiese oggi sono un po’ come questi ragazzi, non ricordano quello che era
prima, m campo di fede, il tempo deUa
fame, deU’andare a piedi, gli anni della
guerra.
Ricordare la conferenza di Stoccolma
(vedere il n. 41 del nostro settimanale),
oggi, non e una commemorazione ma è
un doveroso atto di rispetto, che la nostra generazione cristiana fa,’dinnanzi alla lunga marcia che i nostri padri hanno
cornpiuto per portarci dove siamo Certo il Movimento ecumenico, ed il Consiglio Ecumenico, non sono la terra pròmessa, molte cose sono state fatte che
noi avremmo fatto meglio (come i figli
sanno fare meglio le cose dei padri) ma
SI tratta di realtà che non possiamo che
guardare con rispetto.
Quarido il movimento Life and Work
Vita ed azione, che propugnava rincontro
tra le confessioni cristiane sulla base di
una responsabilità pratica della fede lancio Stoccolma 1925, era come parlare di
rose m gennaio o di pane bianco durante la guerra, roba da sogno.
Gli uomini come Wilfred Monod e Nathan Soederblom si sono battuti col coraggio e la perseveranza dei giovani contro il disinteresse della maggioranza delle chiese preoccupate solo del loro piccolo orticello ecclesiastico, contro i con, ssionahsti che si trinceravano dietro la
loro confessione di fede (ed i grandi contessionalisti sono stati, sino a pochi anJ »,‘battolici romani che a tutti gli inviti delle assemblee ecumeniche o non rispondevano o rispondevano «la verità
1 abbiamo noi rientrate in casa »), si sono
battuti contro i « realisti » che si accomodavano benissimo delle divisioni cristiane e non avevano voglia di correre avventure. (Questi credenti hanno creduto
al miracolo di una cristianità unita ed
hanno, di fatto, voltato una pagina della
stona.
Rispetto ed affetto insieme come trapare dalla pagina di Visser’t Hooft che
traduciamo dal suo ultimo libro di me
Appello dell'Alleanza
Rlfoimata Mondiale
21 ottobre 1975. Alcune zone della Romania simo state colpite da enormi inondazioni. Più di 600 mila abitanti son stati
pipiti e 132 mila evacuati. Particolarmente colpita una zona popolata da protestanti. I danni alle chiese riformate ammontano a 2 milioni di «lei» (circa 167
mila dollari).
Sino al 31.12.75 si possono spedire pacchi in Rommia franco-dogana. Per chi è
interessato inviare aiuti ai sinistrati scrivere sul pacco (max. 20 kg.): «Pentru
sinistrati ». Indirizzo utile : Commission
de la Croix Rouge - District de Cluy.
Cluy, Rep. Socialista di Romania.
Il contenuto di ogni pacco deve corrispondere a quantità d’uso familiari (vestiario, cioccolato, olio, sapone, coperte
etc...).
Di qui venni a Stoccolma, alla apertura della grande conferenza universale del
« Cristianesimo pratico »; la prima assemblea ecumenica delle chiese. L’arcivescovo Nathan Sdderbiom aveva vinto una
lunga battaglia contro gli scettici ed i
prudenti. Chi non sarebbe stato impressionato nel vedere, per la prima volta
nella storia, l’imponente corteo dei delegati entrare nella cattedrale di Stoccolma, vestiti con i più diversi paramenti
ecclesiastici, o in giacchetta e tuba? Soderblom si era dato da fare perché la
conferenza avesse una presentazione coreograficamente degna; pur essendo il
meno formalista degli uomini di chiesa,
possedeva innato il dono della regìa.
Convinto com'era che quell’avvenimento significasse realmente im punto di partenza assoluto nella storia della chiesa,
aveva fatto in modo che risultasse memorabile sotto tutti i punti di vista. Ed
indubbiamente vi era riuscito, il ricordo
di quelle giornate infatti non sono state
cancellate in me dalle molte altre assemblee ecumeniche cui ho partecipato.
Ricordo in modo particolare il culto di
S. Cena nella chiesa di Sankt Englebert,
quando la maggioranza dei delegati pre
- « La (Jottrina divide, il ser
senti si inginocchiò dinnanzi al tavolo della Cena come un sol uomo.
Era ancora l’epoca felice in cui l’intercomunione non era ancora diventata un
problema. Né posso dimenticare la cena,
a lume di candela, nella Hai del municipio con i suoi luminosi mosaici. Quando l’araldo annunziò, dopo il suono delle
trombe: « si faccia silenzio, per favore,
per il patriarca e pope di Alessandria »,
ed il vecchio patriarca, alzatosi, incominciò a parlare in greco, sembrò a tutti che
il tempo si fermasse e che in qualche
modo si riannodasse un legame con la
tradizione degli antichi concili.
A dispetto degli sforzi di Soderblom le
sessioni di lavoro furono però meno ben
organizzate. Quasi nessuno aveva esperienza in materia di grandi assemblee ecumeniche. Nella prima seduta, ad esempio, quando Soderblom fece ricorso agli
interpreti per tradurre i discorsi, nessuno
riuscì nell’impresa ed uno alla volta tutti si ritirarono lasciando vuoto il loro
banco... Fu il Dr. Alphons Koechlin, delegato svizzero, a prendere in mano la cosa e presentare le traduzioni in inglese,
tedesco, francese...
Altro punto debole del programma: la
IL MESSAGGIO FINALE
Il manifesto
di una internazionale cristiana
I peccati e le sofferenze, le lotte e
le perdite della Grande guerra e dopo
hanno costretto le chiese cristiane a riconoscere, umilmente e con vergogna che
il « mondo è troppo forte per una chiesa
divisa ». Lasciamo da parte per il momento le nostre differenze nel campo
della Fede e della Costituzione, il nostro proposito è stato di assicurare una
azione unitaria e pratica nel campo della
vita e dell'attività cristiana. La Conferenza stessa è un fatto rilevante ma è solo
un avvio.
3 - Confessiamo davanti a Dio ed ai
mondo i peccati e le manchevolezze di
cui la Chiesa si è resa colpevole a causa
della sua mancanza di amore e di comprensione fraterna. Cercatori sinceri della verità e della giustizia sono stati allontanati da Cristo, per il fatto che i suoi
seguaci lo hanno rappresentato in modo
cosi imperfetto d'innanzi all'umanità. La
vocazione dell'ora presente per la chiesa
dovrebbe essere un appello al pentimento ad un nuovo coraggio che scaturisce dalle inesauribili ricchezza che sono
in Cristo.
5 - La Conferenza ha approfondito e
purificato la nostra obbedienza al nostro
salvatore. Rispondendo alla sua chiamata « seguimi », abbiamo, in presenza della croce, accettato come urgente il compito di applicare il suo Evangelo a tutti i
campi della vita umana...
6 - Perciò, nella sfera ecumenica, abbiamo dichiarato che l'anima è il valore
supremo; che non deve essere subordinata ai diritti della proprietà o al meccanismo dell'industria e che dovrebbe
rivendicare pertanto il diritto alla salvezza come un diritto primario. Perciò ci
battiamo per lo sviluppo libero e pieno
della personalità umana. Nel nome dell'Evanqelo abbiamo affermato che lo
sviluppo industriale non ouò essere fondato unicamente sul profitto individuale
ma deve essere ispirato da un desiderio
di servizio nella società.
La proprietà dovrebbe essere considerata un servizio di cui dobbiamo rendere conto a Dio. La cooperazione ed il
capitale e le forze del lavoro dovrebbero prendere il oosto del conflitto in
modo che datori di lavoro e dipendenti
possano essere messi in grado di consi
derare la loro partecipazione all'industria adempimento di una vocazione.
Cosi soltanto possiamo ubbidire al comandamento di Dio del nostro Signore
di fare agli altri quello che vorremmo
fosse fatto a noi.
7 - Nel campo della morale sociale
abbiamo esaminati i problemi determinati dalla sovrapopolazione, disoccupazione, disoccupazione, rilassamento dei
costumi, alcoolismo e sue conseguenze,
criminalità e criminali
Abbiamo dovuto riconoscere che questi problemi sono cosi gravi da non poter essere risolti solo da sforzi individuali ma è la società che deve assumersi la
responsabilità di questi problemi e deve
esercitare quel controllo sull'iniziativa
individuale che in ogni situazione si renda necessario per il bene comune.
8 - Abbiamo anche enunciato i principi fondamentali per una Internazionale cristiana, egualmente opposta a un
fanatismo nazionalista quanto ad un fiacco cosmopolitismo. Abbiamo riaffermato
il carattere universale della chiesa ed il
suo dovere di predicare e mettere in
pratica l'amore dei fratelli...
Noi esortiamo la chiesa a condividere
con noi il nostro errore dinnanzi alla
guerra, ed alla sua inutilità come mezzo
per risolvere i problemi internazionali, a
pregare e lottare con noi per il compimento della promessa secondo cui « sotto lo scettro del principe della pace...
la benignità e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si sono baciate ».
12 - ...Nel nome del Figlio deH'Uomo,
il carpentiere di Nazaret, noi inviamo il
nostro messaggio ai lavoratori del mondo. Registriamo con riconoscenza il fatto
che anche nel presente anche in mezzo
a condizioni difficili una moltitudine di
lavoratori nei diversi paesi è impegnata
in una azione in accordo con questi principi. Deploriamo i motivi di incomprensione e di estraniamento che esistono
tuttora, e ci impegnamo a dare il nostro
aoporto per rimuoverle. Condividiamo
le loro aspirazioni ad un ordine sociale
giusto e fraterno, che possa garantire
uno sviluppo, secondo il piano di Dio,
affinché ogni uomo raggiunga la sua
piena umanità.
L’arcivescovo luterano di Upsala, Nathan Soederblom; uno dei maggiori
organizzatori della conferenza di Stoccolma
mancanza di tempo per le discussioni. Si
trascorreva quasi tutto il tempo in discorsi generali, la maggioranza dei quali
non erano tali da lasciare impressioni
durature, a dir il vero. Ricordo però Seima Lagerlof, che seppe suscitare ed impegnare la nostra attenzione, narrando
in modo semplice, ma commovente, la
vicende storica che costituirà poi la trama del suo romanzo Gerusalemme.
La Conferenza aveva come tema generale il « Cristianesimo pratico », cioè i
problemi attinenti alla realizzazione concreta dei principi cristiani nella vita sociale ed intemazionale. Era stato annunziato in modo esplicito nell’invito che i
problemi di fede e di organizzazione ecclesiastica non sarebbero stati. Decisione
perfettamente comprensibile dato che il
movimento « Fede e Costituzione » stava
preparando la sua conferenza mondiale
che si tee a Losanna nel 1927...
Significava forse che gli uomini di
chiesa presenti nella sala di Stoccolma
dovevano lasciare fuori della porta la loro teologia? Alcuni leaders fecero dichiarazioni in quel senso, che si concretizzarono nello slogan « la dottrina divide, il
servizio unisce »... A motivare dichiarazioni di questo tipo stava un pensiero
molto chiaro, esnresso nell’invito stesso:
« Le necessità del mondo sono di tale urgenza e le esigenze di una azione comune
dei credenti così grandi, nella situazione
attuale, che non possiamo aspettare la
realizzazione della grande speranza della
cristianità unita per unire i nostri cuori
e le nostre mani, in uno sforzo comune
affinché « la volontà di Dio sia fatta in
terra come in cielo ».
T cuori e le mani però non possono
agire senza la testa. L’impegno non unisce se non si ha una visione comune del
servizio che si deve rendere... Accadde
così che i problemi di teologia, lasciati
da parte, finirono col dominare i dibattiti. uno in particolare: quale è il rapporto tra l’azione dell’uomo ed il Regno
di Dio.
È il Regno di Dio una società ideale,
che sarà realizzata dall’uomo, o piuttosto
una realtà completamente nuova che Dio
attuerà al termine della storia? La prima
visione era sostenuta con passione dai
delegati americani, inglesi, e francesi appartenenti alla tendenza dell’« Evangelo
sociale », la seconda ipotesi era invece
appoggiata dai delegati tedeschi. Il dibattito venne reso ancor più complesso
dall’incidenza di problemi politici...
Non si può affermare che la conferenza
abbia risolto i grandi problemi che si
ponevano ma grazie alla direzione di Soderblom, e soprattutto al convincimento
generale che quel primo incontro fra le
Chiese fosse un dono di Dio i lavori si
chiusero in modo positivo; il messaggio
finale venne accolto alla quasi unanimità.
Si prese anche la decisione di costituire
un comitato per la prosecuzione dei lavori; nasceva così il movimento del
« Cristianesimo pratico ». Soderblom aveva conseguito una grossa vittoria, si
deve infatti riconoscere che questo momento rappresentò l’inizio del Movimento Ecumenico delle Chiese.
W. A. Vtsscr’t Hooft, Le temps du rassemblement, pp. 37-41.
5
14 novembre 1975
VICENDE DELLA DIASPORA PIEMONTESE: TORRAZZA
Die operai antaroio a Daaia e toroaraaa evangeHci
La quiete di Terrazza, un paese della
piana piemontese fra Torino e Vercelli,
è stata un po’ movimentata, nel pomeriggio di domenica 26 ottobre, da un traffico
fuor del consueto. Un buon numero di
evangelici si è infatti dato convegno per
ricordare con un culto e una riunione
fraterna i cento anni di vita di quel gruppo valdese; venivano da Ivrea, da Santhià
e da Cigliano, da Chivasso e da Torino,
nonché dalle Valli Valdesi.
La storia di questo gruppo della nostra
diaspora inizia oltre un secolo fa: e,
stranamente, inizia a Roma, sebbene già
a quell’epoca fosse in atto un’opera di
evangelizzazione in altri piccoli centri
della zona. Due torrazzesi, recatisi a Roma per lavoro stagionale nell’edilizia, un
giorno del 1871 passando davanti a una
sala udirono il canto di inni. Entrarono
curiosi ascoltarono la predicazione, ritornarono regolarmente e infine accettarono di cuore la predicazione evangelica,
che anche la chiesa valdese aveva avviato
nella capitale appena liberata. Tornati al
paese natale, divulgarono fra parenti e
amici ciò che avevano udito e creduto, fecero conoscenza di altri gruppi evangelici
vicini, avviarono riunioni di culto nelle
case. Anni duri: ostilità e sospetti, minacce di sfratto a chi ospitava i culti nella
propria casa, diffamazione sistematica da
parte del parroco: vicende comuni a tanti gruppi della nostra diaspora; ma proprio in quegli anni il gruppo crebbe e si
consolidò. Gli archivi della Tavola e del
Comitato permanente, che raccolgono tra
l’altro la corrispondenza del pastore Gio\anni Daniele Revel, allora a Ivrea, fanno rivivere quei tempi di difficoltà e di
speranza: con generoso impegno locale
si giunse all’acquisto di un modesto edificio risistemato in piccola cappella, che
nella primavera 1875 fu pronta e aperta
al culto. Il gruppo non ebbe mai pastore
né evangelista né maestro sul posto, ma
fu regolarmente curato da Ivrea, da Torino, da Chivasso, da Casale, per breve
tempo anche da Biella. Molti i pastori,
gli evangelisti e i laici che in questo secolo si sono avvicendati nella predicazione e nella catechesi, molte le visite fraterne: a Terrazza si ricordano le venute
in bicicletta da Torino (una quarantina
di km.) di gruppi di « artigianelli » guidati dal direttore Girardi.
Un secolo di vicende: ostilità, qualche
cedimento, la falcidie dell’emigrazione,
l’solamento (tanto maggiore nel periodo
bellico per le difficoltà di comunicazioni)
e la pesante pressione dell’ambiente, per
cui l’ostilità, anche quando è divenuta
rispetto e amicizia per le persone, ha però costituito come un callo d’indifferenza intorno al ’corpo estraneo’, all’Evan
Gommissioni Distrettuali
IV Distretto (Campania, Puglie e Lucania, Calabria, Sicilia). La Conferenza
costitutiva del IV Distretto si terrà a
Catanzaro nei giorni 7-8 dicembre con
il seguente ordine dei lavori: 1) Elezione
della commissione esecutiva distrettuale;
2) Elezione della Commissione d’esame;
3) Discussione e pronunciamento sul documento « Un solo battesimo, una sola
eucarestia e un ministero reciprocamente
riconosciuto»; 4) Varie. La Conferenza
inizierà i propri lavori domenica 7 dicembre ’75 alle 21 nei locali di Via Discesa
Filanda. I lavori potranno terminare entro le ore 14 del giorno 8, in modo da
permettere il rientro in sede a quanti lo
vorranno.
Assemblee di Circuite
vili Circuito
L’assemblea dell’VIII Circuito (Bologna, Cremona, Felonica, Mantova, Parma, Piacenza, Rimini) si terrà a Bologna, il 23 novembre, dalle 9,30 alle 17
presso i locali della chiesa metodista, in
via Venezian, 3.
X Circuito
L’assemblea costitutiva del X Circuito
(Liguria Orientale e Toscana) integrato
valdo-metodista avrà luogo domenica 23
novembre, dalle 15 alle 18, presso la
chiesa valdese di Pisa, in via Derna, 13.
hai rinnovato
l’abbonamento?
gelo. Come tanti altri piccoli gruppi evangelici, quello di Torrazza ha avuto e ha
sorti alterne, e questo è un momento di
contrazione, di non grandi speranze d’avvenire, a viste umane; ma chi avrebbe
detto, dieci anni fa, che il gruppo di Chivasso avrebbe potuto intensamente rivivere? Cosi si può guardare al futuro con
fiducia in Dio.
E stata comunque, quella del 26, una
Un momento dell’incontro fraterno
a Torrazza (Torino)
giornata di grande gioia per il gruppo di
Torrazza, che si è visto e sentito circondato da tanti fratelli e sorelle; e certo
anche questi hanno vissuto alcune ore
di lieta, reale e corroborante comunione
fraterna. Abbiamo ascoltato l’Evangelo:
la seria e fiera chiamata di Cristo ad essere testimoni a suo favore nella grande
causa in cui continua ad essere coinvolto
e messo sotto accusa, oggi come venti secoli fa, in attesa del ^orno in cui i ruoli
s’invertiranno e apparirà alla luce del sole che solo lui, l’accusato e il condannato, è il nostro valido avvocato nella grande causa di Dio, nel suo giudizio senza
appello. Abbiamo cantato, molto, e un
gruppo della corale torinese ci è stato di
particolare sostegno; forse solo chi vive
la realtà isolata della diaspora più tenue
sa quale gioia, quale forza comunicative
vengano da un gruppo numeroso, compatto che canta di cuore a Dio. Abbiamo
ricordato, sulla base di alcuni documeiiti, le vicende del gruppo, specie agli inizi.
Abbiamo fatto insieme la cena del Sign(>
re. Al termine la signora Lauretta Rivoira Abbena ha reso una testimonianza personale di gratitudine a quanti in armi
passati non hanno fatto mancare a Terrazza la predicazione delTEvangelo e la
catechesi ai pochi bambini e giovani; ha
ringraziato caldamente per la venuta di
tanti e ha chiesto di ricordare ciò che
significano queste manifesteizioni di comunione per chi vive nell’isolamento. Infine, nel cortile ospitale di casa Ulmini,
ancora conversari e canti consumando di
gusto quanto con amore era stato preparato.
In un documento toccante di fervore e
semplicità, la conclusione di un piccolo
diario steso parecchi anni addietro da
due membri ottantenni del gruppo, abbiamo riletto: « Oh dolce chiesetta tanto cara ai nostri cuori, sei rimasta una
piccola fiammella. Voglia il Signor Gesù
mettere nuovo olio nel tuo lumicino affinché questa fiammella divampi splendente e rilucente attirando a sé molte
anime assetate di verità. Questo è l’augurio che ti porgono i tuoi vecchi membri
Adamo Abbena e Nicola Resburgo». Un
augurio che era nel cuore di tutti noi,
pensando pure a tante altre situazioni
analoghe, un po’ dovunque nella tenue
diaspora della nostra Italia evangelica.
Gino Conte
Opera di assistenza
ai carcerati
È in corso di distribuzione la Circolare annua dell’« opera di assistenza ai carcerati » di cui si occupa, ormai da anni
ma con energia non sminuita dagli anni,
e soprattutto con amore rinnovato la signorina Selma Longo. È una circolare
breve, sintetica, che rende conto dei fatti
e delle spese effettuate con il piccolo ma
già importante bilancio di oltre 2 mffiorù
dei soccorsi recati e che narra alcum episodi significativi dell’attività. Vi leggiamo fra l’altro:
« Non possiamo che essere partecipi delle preoccupazioni sue di fronte al grande
problema della carcerazione...
In questi tempi in cui la criminalità dilaga spaventosamente e in modo così feroce e disumano, suscitando giustamente l’orrore e lo sdegno di tutti, tanto che
si reclama a gran voce condanne più severe — e perfino la pena di morte! —
non è facile occuparsi di carcerati, senza
incontrare critiche e incomprensione...
Non mancano coloro che durante i lunghi anni di detenzione hanno riconosciuto la loro colpa, se ne sono pentiti e sono cambiati. Eccone un esempio:
« Mi avete ridato un poco di fiducia in
me stesso, ma soprattutto ho compreso
che aver fede è molto importante, soprattutto per chi come me l’aveva perduta;
ora io sono uscito da quella tempesta per
questo mi sento più sereno e ho molta
fiducia in un domani fuori, in quanto in
questa mia disgrazia ho avuto modo di
comprendere i miei errori e quelli della
società, e un domani fuori potrò essere
un uomo diverso ».
Ma purtroppo anche quelli animati dalle migliori intenzioni, una volta liberati,
che accoglienza troveranno nella società?
...diffidenza, disprezzo... e c’è forse da stupirsi che molti ricadano?!...».
Chi è interessato a quest’opera si rivolga a: Selma Longo - Casella Postale
10066 Torre Pellice (To.).
Torino
Assemblea IV Circuito
È stata un’intera giornata comunitaria
quella dell’assemblea del IV Circuito. I 45
delegati, divisi in tre gruppi di lavoro,
hanno approfondito, per tutto l’arco di
marted’, 4 novembre, diversi temi d’attualità ecclesiastica. Molto sentiti i problemi della stampa (diffusione della « Luce »,
libri Claudiana, coordinamento bollettini
locali) e dell’istruzione biblica. Tra le
principali decisioni votate : Indire un convegno circuitale dei monitori (si terrà a
Torino l’8 dicembre), organizzare meglio
la rotazione dei predicatori laici (per la
preparazione teologica ci si può riferire
al Collettivo Bonhoeffer), realizzare ima
« mappa » della diaspora per i compiti di
« cura d’anime » di ogni comunità.
Oltre a ciò son state votate tutta ima
serie di mozioni ed emendamenti sui due
progetti di regolamento : « Le persone
nella chiesa » e « Le chiese locali ». Il Consiglio esecutivo del IV Circuito risulta
cosi composto : Past. Franco Giampiccoli
(sovraintendente), Past. Ennio del Priore
e Signora Daniela Ferrare Platone.
Scuola Domenicale
Domenica 9 presso la chiesa valdese di
C.SO Vittorio si è svolta una giornata comunitaria della scuola domenicale. La
comunità ed i fanciulli hanno salutato,
con una recita, con dei canti, ed un dono,
Aldo Garrone che per 27 anni ha contribuito a dirigere ed organizzare la scuola
domenicale di Torino. La famiglia Garrone si è infatti trasferita, per motivi di
lavoro, a San Germano.
La direzione della scuola domenicale
di C.SO Vittorio è stata assunta da G. Platone.
Rimini
e Diaspora adriatica
stagione estiva 1975.
Coi Culti di domenica 28 settembre si
è chiuso il periodo di attività estive che
è stato quest’anno quanto mai intenso e
ricco di imprevisti. Cominciamo col dire
che i culti in tedesco sono stati sempre
molto frequentati tanto che non solo la
chiesa ma anche il giardino antistante
erano spesso affollati. Vari gruppi di giovani olandesi hanno partecipato a questi
culti, mentre non vi è stato quest’anno,
per mancanza di pastori olandesi in vacanza, il culto in questa lingua, come
l’anno scorso.
Nel mese di agosto, il pastore tedesco
designato dal Kirchliches Aussenant di
Francoforte per i culti a Rimini e Cattolica, non è potuto venire per improvvisa
malattia e, data la stagione ormai avanzata, non è stato possibile sostituirlo con
un altro. Fortunatamente si è trovato, per
Rimini, la sostituzione per 4 domeniche
su 5, con pastori tedeschi che erano in
vacanza e che hanno molto volentieri prestato la loro opera. Li ringraziamo vivamente. Una domenica è stato ascoltato
un culto registrato. Per Cattolica, invece, non è stato cosi; facile ed il pastore
Zotta ha dovuto provvedere ai culti col
registratore per 3 domeniche su 5 recandosi in tutta fretta a Cattolica subito dopo il culto tedesco a Rimini. Comunque
tutto si è svolto bene e con piena soddisfazione dei partecipanti ai vari culti.
Per il culto inglese c’è sempre una stasi, dovuta alle difficoltà finanziarie della
Commonwealth and Continental Church
Society che non ha potuto inviare nemmeno quest’anno un pastore inglese a pieno tempo che si occupi anche di svolgere una certa opera di propaganda tra gli
ospiti inglesi della Riviera. Il pastore Zotta si è occupato personalmente dei pochi inglesi intervenuti. Si spera sempre
di poter migliorare in futuro questo servizio.
Ben frequentati i culti in italiano delle
ore 18: abbiamo avuto modo di incontrare, anche quest’anno, fratelli di varie
comunità d’Italia e di avere con tutti un
simpatico scambio di pensieri e di opinioni sui problemi delle varie località.
Sono stati celebrati nella stagione estiva due battesimi; il piccolo Marco Stefano Duca dei coniugi Duca, residenti a
Ospedaletto di Rimlni e la giovanetta
Sylvie Cahen di Metz, in vacanza a Rimini, che è stata battezzata dal pastore
tedesco Erik Scholtz.
L’Unione Femminile ha organizzato il
bazar ed un ricco buffet in occasione del
soggiorno a Rimini della comitiva condotta dall’amico pastore Walter Adler di
Mannheim; il tutto è riuscito molto bene e l’Unione ha potuto destinare, anche
quest’anno, una somma alle opere sociali
della nostra chiesa. L’orario dei culti è
stato annunciato anche quest’anno gratuitamente a cura dell’Azienda di Soggiorno, 4 volte per settimana dal Publiphono-radiomare su tutta la spiaggia.
Sentite grazie della comunità per questo
prezioso contributo.
Chiudiamo il notiziario estivo con una
nota personale ; al prof. Achille D’Ari,
diacono della nostra comunità, è stata
conferita dalla Civica Amministrazione,
la medaglia d’argento quale perseguitato
politico antifascista, nell’ambito delle celebrazioni per il XXX anniversario della Liberazione. Ci congratuliamo vivamente con lui per il meritato riconoscimento.
Attività invernali.
Il culto di domenica 12 ottobre, alle
10,30 ha segnato l’inizio delle attività invernali.
È stato deciso di continuare a tenere
due culti comunitari mensili in corrispondenza delle domeniche (le III del mese)
in cui il pastore è assente per i culti nella diaspora. Questa forma di culto, iniziata nella primavera scorsa, era sembrata interessante ed utile.
L’istruzione religiosa è ripresa a Rimini e nella Diaspora a cura del Pastore,
mentre il consiglio di Chiesa ha deciso
di sperimentare, se ed in quanto possibile, una attività giovanile sul plano ecumenico, interpellando prima la Chiesa
dei Fratelli e quella Pentecostale ed in
seguito ì giovani cattolici. È stato affidato al diacono Lombardo l’incarico di dar
corso ai dovuti approcci.
Comunichiamo l’orario invernale dei
Culti :
— Rimini: ogni domenica, ore 10.30.
— Ravenna; I domenica del mese, ore
17.30.
— Dovadola: III domenica del mese,
ore 14.30.
Bologna
• Proseguono gli incontri ecumenici di
studio sull’Ev. di Marco. È stato costituito un gruppo di lavoro che avrà il compito di mantenere i contatti fra i gmppi e di raccogliere le indicazioni e gli interrogativi che emergeranno per riproporli nelle riunioni successive.
• Sabato 15 novembre, alle 21, Roger
Ducker, pastore della comunità di lingua
inglese di Ponte S. Angelo in Roma, terrà, presso la chiesa metodista, una conferenza sulla situazione delTIrlanda del
Nord.
6
aUB vbUì ogyi
Ritorna
r inquisizione
Con stupore abbiamo appreso le notizie pubblicate dalla "Lanterna” relative
ad un matrimonio fra due valdesi, celebrato in municipio e benedetto in chiesa.
Esso è stato presentato come una bieca
manovra di estrema sinistra alla quale
ignari bambini delle scuole elementari
sono stati costretti ad assistere, cantando
inni sospettabili di intenti eversivi (un
canto della Resistenza., per tacere di canti portati in Italia da quei noti rivoluzionari di "Viva la gente!”) ricevendo in cambio rossi confetti da sposa. Occorre appena precisare che il matrimonio in questione di cui l’Eco delle Valli ha dato notizia a suo tempo (quello fra Fiorina Benech e Neri Romano) non ha avuto alcuno dei caratteri attribuitigli ed anzi, vedi
ironia della sorte, nessuno dei tulli in tinte fantasia in cui erano avvolti i normali
confetti bianchi distribuiti ai bambini
era di colore rosso!
Dello stesso tipo è stato l’articolo che
vi ha fatto seguito sullo stesso giornale in
data del 5 novembre che si ricollega a
questo matrimonio per denunciare lo
scandalo della scuola elementare di Airali. Una serie di notizie false, particolarmente adatta e creare allarmismo, che
fanno da cornice e giustificazione alla denunzia presentata al Procuratore della
Repubblica di Pinerolo relativa ad «uno
sconcertante libro di testo adottato nella
IV classe elementare ». Si può a lungo discutere sulla foto-favola dal titolo « quel
brutale finalmente» realizzata da ragazzi
di un altra scuola elementare ed esistente nella biblioteca scolastica di Airali;
(non si tratta di un libro di testo, quindi).
Si può anche sostenere che sia inopportuno mettere quel libro nella biblioteca di
una scuola elementare, ma per questo ci
sono molti mezzi semplici e corretti che
non sono stati usati come: contestare la
questione alla maestra, portarla davanti
al consiglio di interclasse che esiste e che
ha, fra le altre attribuzioni, proprio quella di occuparsi delle biblioteche, od anche
farne partecipe il consiglio di circolo nel
quale vi è un giudice di Pinerolo che di
queste cose certamente se ne intende. Il
processo è stato fissato per mercoledì 12
novembre, dato che in caso di reati per
rnezzo della stampa la legge prescrive la
procedura « per direttissima ». Intanto si
sta creando un movimento d’opinione in
favore della muestra denunziata: i genitori dei bimbi si sono riuniti venerdì 7
per attestare la loro stima e solidarietà
alla maestra, gli altri insegnanti del circolo didattico « Pinerolo 2 » stanno firmando alla quasi totalità un documento
dello stesso tenore. Anche lo sciopero
svoltosi mercoledì 12 u.s. è stato un segno concreto di solidarietà con l’insegnante.
I motivi di questa « caccia alle streghe »
(come l’ha definita l’Èco del Chisone)?
Fantasia farneticante di un integrismo cattolico educato da secoli alla scuola controriformistica che ha creato dal ’600 questa
cintura di sicurezza prima contro gli eretici religiosi ed ora si volge contro qualsiasi altra « eresia »? O manovra di una desira battuta alle elezioni amministrative
del giugno scorso e che cerca di creare
allarmismi utilizzabili alla prossima occasione?
Ci auguriamo che la magistratura dia a
questa denunzia la stessa equilibrata risposta che vi ha dato l'opinione pubblica
a S. Secondo, e che il « pallone » sia definitivamente « sgonfiato ».
DIBATTITO POLITICO A PINEROLO
Libertà, democrazia e Stato
Domenica 9 novembre si è svolta, nel
cinema Primavera di Pinerolo, ima assemblea pubblica, con dibattito, organizzata dal Partito Comunista, sul tema:
« Situazione politica ed economica e funzione dello Stato per lo sviluppo della libertà e la democrazia ».
La situazione di crisi generale del paese è stata analizzata dalla relazione introduttiva tenuta da Bontempi, consigliere regionale del PCI il quale si è soffermato particolarmente sulla necessità di
una trasformazione democratica dello
Stato, mediante l’applicazione della Costituzione e sul ruolo fondamentale, che in
questa trasformazione, svolgono le autonomie locali. Regioni e comuni. Nel corso
del dibattito si è affrontata più direttamente la realtà pinerolese, in particolare
Barbero, del « Giornale di Pinerolo e Valli » ha dato lettura di un comunicato delle Sezioni Scuola della CGIL-Cisl-Uil, in
cui viene denunciata l’azione repressiva
ed arbitraria dei Carabinieri intervenuti
contro un’insegnante di San Secondo (si
veda il fondo qui a fianco); Poti, intervenuto a nome della lista « Democrazia
Proletaria » ha poi proposto alle forze
politiche della sinistra una mobilitazione
provinciale unitaria, con comizio e corteo, sul tema specifico della lotta contro
la repressione a Pinerolo.
Il dibattito è stato concluso da Ugo
Pecchioli, della Direzione nazionale del
PCI. In un quadro di orisi generale dei
paesi dell’occidente capitalistico, si devono tuttavia rilevare, ha detto Pecchioli,
una serie di elementi positivi, come il
ruolo che l’Europa può svolgere nella battaglia per la distensione e la caduta dei
regimi fascisti in Grecia e in Portogallo.
In particolare in Italia, l’avanzata delle
sinistre alle elezioni del 15 giugno deve
far pensare che la crisi economica, pure
gravissima, non si è trasformata in altrettanta crisi sociale per la forza del
movimento popolare. Siamo invece in
presenza di una acuta crisi politica e morale, che deve essere superata in una lotta per la democratizzazione deirapparato
statale (polizia, magistratura, forze armate in particolare) e incalzando il governo
Moro (del quale i comunisti non vogliono
rimmediata apertura di una crisi, che rischierebbe di far sciogliere il Parlamento
anticipatamente con il grave pericolo che
questo comporta) perché dia avvio ad un
programma di riforme. Pecchioli ha concluso definendo i compiti dei comunisti
in questa fase e ribadendo la necessità di
un confronto positivo con la DC che non
può essere « abrogata » in quanto partito
dei cattolici italiani.
In chiusura è stata annunciata la convocazione di una assemblea unitaria sul
problema della democratizzazione delle
forze armate.
VALLE SUSA
Difendere Toccupazione
Sabato 8 novembre, l’assessore al Lavoro della Provincia di Torino, Mercandino, ha convocato gli amministratori dei
Comuni in cui sì trovano stabilimenti del
Vallesusa e rappresentanti dei sindacati,
per stabilire insieme un piano di azione
in difesa dell’occupazione nel settore tessile.
L’assessore Mercandino, constatato che
l’obiettivo comune è la salvaguardia di
tutti i posti di lavoro attualmente esistenti, ha proposto agli amministratori alcune iniziative:
— convocare consigli comunali straordinari aperti a tutti per discutere sulla
occupazione, inviando le mozioni conclusive alla Regione e ai gruppi parlamentari;
— inviare ad ogni dipendente una lettera per sollecitare un impegno concorde ;
— costituire comitati permanenti per
la difesa dei posti di lavoro;
— inviare una delegazione di amministratori a Roma entro il mese di dicembre per sollecitare un intervento da parte del Ministero del Lavoro.
I sindacati hanno ripetuto le loro richieste :
— il Vallesusa deve rimanere alla Montedison ;
— devono rimanere aperti i sette stabilimenti ;
— si devono mantenere gli attuali livelli di occupazione;
— gli orari dei vari stabilimenti devono essere omogenei;
F. Davite
Pinerolo
Con l’intervento di Giulio Girardi, sabato 15 novembre alle ore
20,30, nel Centro sociale di Via Clemente Lequio, avrà luogo un dibattito sul tema : Le comunità cristiane di fronte alla crisi e alle lotte
contrattuali.
Consiglio di Circolo di Torre Pellice
Traendo spunto da recenti avvenimenti, verificatisi nel II Circolo di Pinerolo
e segnalati dalla stampa locale, il Consiglio del Circolo didattico di Torre Pellice ritiene doveroso esprimere il proprio
fermo orientamento a favore della libertà didattica, libertà che deve essere considerata come valore primario, in quanto discendenza diretta dei principi costituzionali di libertà individuale.
Mentre sono stati creati e sono in via
di perfezionamento numerosi strumenti
democratici affinché nell’esercizio di tale
libertà gli insegnanti possano essere confortati dalla collaborazione di altre categorie sociali, è deplorevole constatare come, rifuggendo da tale collaborazione, ta
luno possa tentare di usare strumenti di
legge a fini repressivi.
Pertanto, mentre si esalta la funzione
degli organi collegiali come naturale strumento di servizio della libertà, si promuove un’azione rivolta a documentare
e pubblicizzare gli avvenimenti citati, allo scopo di favorire la condanna di persone e strumenti che permettono di utilizzare l’apparato statale a fini repressivi della libertà, anziché alla democratica
soluzione dei numerosi, gravi problemi,
che urgono nel paese.
Mozione approvata dal Consiglio di Circolo di Torre Pellice nella seduta del
7 novembre 1975.
— gli amministratori dei Comuni interessati non svolgano opera di mediazione verso eventuali acquirenti cercando di
risolvere soltanto il loro problema particolare.
Il Presidente della Provincia Salvetti
ha sottolineato la necessità che gli Enti
locali diventino strumenti di controllo
delle strutture socio-produttive. Se si vuole ancora avere qualcosa da amministrare è necessario partecipare alle lotte operaie e assumersi il compito di informare
la gente sulle manovre della classe dirigente italiana.
Assemblea
del primo circuito
L’assemblea costitutiva del l circuito
(Val Pellice) si è ritmita domenica 9 novembre, a Torre Pellice, sotto la. presidenza del pastore A. Taccia. È stata illustrata la funzione che la regolamentazione approvata dall’ultimo Sinodo attribuisce ai circuiti. Si è parlato a lungo
dei compiti che esso potrà svolgere, dei
criteri di composizione dell’assemblea.
In particolare è stato notato come i
confini territoriali del circuito corrispondano sostanzialmente con quelli del circolo didattico e della comunità montana, insistendo perché l’interesse del circuito non sia orientato solo verso l’organizzazione della vita ecclesiastica, ma
tenga conto che essa si svolge in un preciso contesto sociale.
Il Consiglio è stato eletto a scrutinio
segreto nel modo seguente: Sovrintendente, Bruno Bsllion (Bobbio P.); membri,
Dino Bellion (Luserna S. Giov.), Marie
France Coisson (Angrogna), Adriano Donini (Torre P.) e Silvia Geymet (Villar
Pellice).
Cooperativa
agricoltori villaresi
Il Consiglio Direttivo della Cooperativa ha deliberato di convocare una riunione aperta a tutti gli agricoltori di
Villar Pellice per una esposizione delle
iniziative in corso di realizzazione e dei
programmi futuri.
Durante la riunione, che avrà luogo
giovedì, 20 novembre c. a. alle ore 20,30
nella sala consiliare del Comune, saranno raccolte le domande di adesione alla
Cooperativa.
Fiduciosi che gli agricoltori villaresi
vogliano comprendere la importanza e la
necessità di lavorare insieme per il superamento delle grosse difficoltà che travagliano l’agricoltura in genere, e quella
montana in particolare, si auspica la partecipazione di tutti.
Il presidente: Gairus Isacco
— cronaca
Comunità Montana
Ual Chisone e Germanasca
Servizio di assistenza
tecnico-agricola
Il servizio di assistenza tecnico-agricola
della Comunità Montana Valli Chisone e
Germanasca, nel quadro dell’aggiornamento tecnico, organizza una serie di incontri su problemi agricoli e zootecnici.
Le lezioni-dibattito in programma saranno le seguenti:
— Sabato 22 novembre alle ore 21:
« Frutticoltura in ambiente montano :
coltivazione dei frutti di sottobosco
(lamponi, more, mirtilli, ribes) e introduzione di nuove specie (actinidie,
castagno giapponese) ».
Parleranno i proff. I. Eynard e R. Paglietta dell’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Torino;
— Sabato 29 novembre alle ore 21:
« Il miglioramento dei prati e dei pascoli ;
— concimazione;
— lotta alle erbe infestanti;
— le buone foraggere.
La coltivazione della patata in montagna ». Parlerà il prof. G. Luppi, titolare della Cattedra di Agricoltura
Montana dell’Università di Torino;
— Sabato 6 dicembre alle ore 21:
« Note di alimentazione dei bovini e
sterilità». Parlerà il dr. Valpreda dell’Istituto Zooprofilattico di Torino,
— Sabato 13 dicembre alle ore 21 :
« Malattie neonatalì dei vitelli e le più
comuni malattie contagiose degli animali domestici ».
Le conferenze avranno luogo presso il
Teatro del Convitto di Pomaretto - Via
Carlo Alberto 59.
Il Presidente
(Maccari dr. Eugenio)
Venerdì 14 novembre, alle 20,30, nella
sala municipale di Perosa Argentina
avrà luogo la riunione del Consiglio della Comunità Montana.
Legge dì iniziativa popolare
Dove e quando
si firma
Abbiamo accennato più volte alla legge di iniziativa popolare sulle competenze regionali in materia di assistenza sociale; sul contenuto di questa legge il sinodo si è espresso positivamente con un
suo o.d.g. a suo tempo pubblicato, in cui
le comunità sono invitate a partecipare
attivamente alle iniziative a livello locale. Di questo si è parlato anche lunedì, 10
nell’incontro pastorale tenutosi a Villa
Olanda : ogni comunità provvederà ad
informare dell’iniziativa in corso e della
raccolta di firme che potrà anche essere
fatta all’uscita dai culti.
Comunità Montana Val Pellice
Intanto, dopo una serie di contatti, la
Comunità Montana Val Pellice si è fatta
carico di organizzare incontri in tutti i
comuni della valle invitando tutti i cittadini a firmare questa proposta di legge.
Ci auguriamo che anche la Comunità
Montana Val Chisone - Germanasca si
faccia al più presto carico di questa iniziativa.
Gli incontri fissati sono i seguenti:
Airali; 5 nov. ’75, ore 15, (Centro d’incontro); Villar Pellice: 10 nov., ore 15'
(Municipio); Luserna: 11 nov., ore 15
(Centro d’incontro); San Giovanni: 12
nov., ore 15 (Centro d’ine.); Rorà: 14
nov., ore 20 (Municipio); Torre Pellice:
19 nov., ore 15 (Centro d’ine.); Frazione
Bouissa di Torre P.; 19 nov., ore 17,30
(Centro d’ine.); Luserna S. Giov.: 20
nov., ore 20,45 (Municipio - Sala Con.);
Bibiana: 21 nov., ore 20,25 (Cinema parrocchiale); Villar Pellice: 21 nov., ore
21.30 (Municipio); Bobbio Pellice: 25
nov., ore 20,30 (Municipio); Bricherasio;
27 nov., ore 20,25 (Cinema parrocchiale);
Angrogna: 27 nov., ore 20,30 (Foyer del
Serre); Lusernetta; 28 nov., ore 15 (Centro d’ine.); Torre Pellice: 28 nov., ore
20.30 (Municipio - Sala cons.).
Pubblichiamo gli orari in cui i Segretari comunali sono disponibili per la vidimazione delle firme, ricordando di presentarsi con la carta di identità.
Luserna S. Giovanni; lunedì - mercoledì - venerdì, (dalle ore 10 alle 12); Bricherasio: tutte le mattine (meno il sabato) (dalle 9,30 alle 12; il martedì e il
gioved’i anche dalle 16 alle 17); ViUar
Pellice: lunedì - mercoled', - venerdì (dalle 9 alle 12); Bobbio Pellice: martedì giovedì, - sabato (dalle 9 alle 12); Lusernetta: martedì - giovedì, (dalle 15 alle 17);
Bibiana: tutti i giorni meno giovedì, e
sabato pomeriggio (dalle 8,30 alle 12 e
dalle 14,30 alle 17); Rorà: giovedì, (dalle
9 alle 12); Torre Pellice: mercoledì - venerdì. (dalle 10 alle 12); Angrogna: martedì - giovedì (dalle 10 alle 12).
7
delle valli
Villar Penosa Luserna S.Giovanni
Pomaretto
Il battesimo è stato amministrato: a
Luca di Roccia Alberto e di Poet Liliana (Dubbione) ed a Debora di Galliano
Guido e di Long Silvana (Villar Porosa ); la grazia del Signore accompagni
questi bambini ed i loro familiari.
Nel corso del culto di domenica 2 novembre abbiamo ricordato la Riforma
del XVI secolo; buona la partecipazione
dei fratelli e sorelle alla Santa Cena.
L’Assemblea di chiesa ha ascoltato ima
dettagliata relazione sui lavori del Sinodo, presentata dallo studente in teologia
Mauro Pons; ci siamo anche soffermati
a parlare delle finanze con particolare riferimento alla somma che la nostra comunità. dovrà versare quest’anno all’Amministrazione Centrale. Sono stati poi
eletti i deputati alla prossima conferenza
distrettuale straordinaria nelle persone
dei fratelli Emilio Barus e Sergio Pons
(Borgo Soullier) e sono stati designati
per l’Assemblea del II Circuito: la Sig.ra
Bleynat Plorine, i Sigg. Costabel Edoardo, Costantino Emanuele e Rosso Silvio
(supplente), rappresentanti del Concistoro; la Sig.ra Ina Bessone per FUnione
Femminile; la Sig.na Marilisa Bessone
per i monitori e la Sig.na Enrica Rochon
per l’Unione Giovanile.
Con la collaborazione delle Signore Donatella Deodato in Torchia e di Graziella
Tron in Lami, coadiuvate da un buon
gruppo di monitori e di monitrici, possiamo avere la Scuola Domenicale contemporaneamente al culto. Mentre ringraziamo quanti collaborano in questa
attività, vogliamo sperare che tutti i genitori, anche se devono portare i loro
bambini mezz’ora prima in modo da poter insegnare loro gli inni che dovranno
imparare, sappiano valersi di quest’opportunità e seguire l’istruzione religiosa
dei loro figliuoli.
Un ringraziamento al gruppo trombettieri per l’apporto musicale datoci nel
corso di un culto: ci auguriamo di averli
ancora fra noi.
Collettivo Bonhoeffer
Nell’accogliente foresteria della chiesa di Villar
Perosa s’è svolto l’8 e il 9 novembre il previsto incontro del Collettivo Bonhoeffer. Venticinque persone circa trascorrono insieme un week-end di
studio: provengono da Milano, Cuneo, Torino,
Pinerolo, Torre Pedice, Perrero, Villar Perosa,
Pomaretto. I più sono evangelici ; alcuni sono
cattolici. Le qualifiche confessionali, comunque,
non sono delle trincee ; sono delle piattaforme da
cui muoversi per una ricerca comune.
Il sabato pomeriggio si fa il lavoro teologico
che, per alcuni week-end, sarà: lettura, analisi e
discussione delle « Lettere a un amico » di D.
Bonhoeffer. Dopo un’introduzione generale abbiamo studiato la lettera del 30 aprile 1944, con
i suoi temi suggestivi ma anche enigmatici tipo
<( cristianesimo non religioso ». « Dio nell’aldi
qua » etc.
Il sabato sera si fa insieme l’esegesi di un testo
biblico, collegato talvolta a una predicazione domenicale oppure a una ricerca autonoma del
gruppo. Per il prossimo week-end il testo è la
parabola dell’amico importuno: Luca 11. 5-10.
■Cercheremo di non fermarci all’esegesi ma di lavorare sul testo in vista di una predicazione.
La domenica pomeriggio avviene il lavoro di
introduzione biblica. Stiamo « rivisitando » Paolo, le comunità da lui fondate e visitate, le sue
lettere. L’ambiente storico, il contesto religioso,
il quadro politico e sociale vengono dipinti al vivo cosi che la lettura delle lettere acquista un rilievo e un interesse nuovo. Domenica scorsa abbiamo conosciuto il mondo della 1“ e della 2* Corinzi. La volta prossima affronteremo il messaggio che Paolo rivolge a quella comunità, piena di
problemi ma anche di vita.
SERVIZIO MIDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GIOV, - LUSERNETTA - RORA'
Dal 15 al 21 novembre
Doti. DE BETTINI GIANCARLO
Via D'Azeglio, 8 - Tel. 91.316 - Torre Pellice
FARMACIE DI TURNO
TORRE PELLICE
Domenica 16 novembre
FARMACIA MUSTON ( Dr. Menassero)
Via della Repubblica, 25 - Tel. 91.328
Martedì 18 novembre
FARMACIA INTERNAZIONALE (Dr Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
LUSERNA SAN GIOVANNI
Domenica 16 novembre
FARMACIA DOTT. PRETI
Via Inversegni - Tel. 90060 - Luserna
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 90.118 e 91,273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice; Tel. 91.365 - 91.300
Luserna San Giovanni ; Tel. 90.084 - 90.085
• L’Assemblea di Chiesa del 23 maggio
aveva votato un o.d.g. in appoggio all’opera tra i minori «dichiarando la propria
disponibilità nello studio di utili forme
di collaborazione tenendo presente in modo particolare la situazione dell’Uliveto ».
Al fine di avviare l’attuazione di questa
decisione il Concistoro si è incontrato
con il Presidente del Comitato, la Direttrice e una rappresentante dell’équipe degli educatori. È stata discussa la situazione dell’Istituto e sono stati messi in
evidenza i problemi del suo inserimento
nella comunità civile, scolastica ed ecclesiastica reso difficile dalla particolare natura del servizio che l’opera compie non
sempre compreso nella giusta prospettiva. Lo scopo dell’Uliveto non è la segregazione ma il recupero e il reinserimento dei bambini nella società, e questa
azione non può essere compiuta proficuamente senza la partecipazione attiva e la
collaborazione di tutti. Da queste premesse sono emerse alcune proposte operative che saranno discusse e esaminate
in seno alla Comunità ai fini di ima corretta informazione e sensibilizzazione che
si esprime in azioni di solidarietà e collaborazione.
• Le domeniche 2 e 9 novembre un numeroso gruppo di giovani con alcuni trattori hanno proceduto alla raccolta di generi alimentari a favore dell’Asilo Valdese, nelle famiglie della Comunità. Il risultato è stato molto positivo e desideriamo ringraziare caldamente a nome
della famiglia dell’Asilo i giovani, i trattoristi e i donatori.
• La festa del raccolto ha fruttato, a favore della Chiesa, la somma di L. 358.500
nette e la colletta « riso per il Vietnam »,
organizzata dalla Scuola Domenicale,
L. 90.000.
• Ricordiamo che venerdì 14, alle ore
20,45 presso l’Asilo Valdese avrà luogo il
secondo incontro del « Gruppo di aggiornamento biblico » sul tema « Autorità e
ispirazione della Bibbia ». Domenica 16
nov., culto con riflessione comunitaria
sul testo di Luca 6: 6-11.
• Domenica 9 nov. sono stati battezzati:
Benech Alberto di Ivo e Claudia Alharin,
Depetris Debora di Piero e Rivoira Rosina, Gay Stefania di Valdo e Bertin Elda e Ivol Luisa di Ferruccio e Pons Bruna. II Signore benedica questi bambini e
aiuti i loro genitori a mantenere le loro
promesse.
Prall
• Il sindaco Fiorio è stato vittima di un
incidente stradale. Attualmente è ricoverato presso l’Ospedale Valdese di Torino. Le sue condizioni sono in progressivo miglioramento. Ci auguriamo che possa riprendere presto la sua attività e il
suo posto nella Amministrazione del nostro Comune.
• Nuove linee di lavoro sono emerse nella nostra scuola domenicale con l’impegno di otto giovani nel campo dell’istruzione biblica. Essi si occuperanno, a turno, del gruppo dei piccolissimi seguendoli con assiduità durante tutto l’anno
ecclesiastico.
• Prima nevicata importante dell’anno,
ben 50 cm. I mezzi antineve sono già entrati in funzione, le strade sono percorribili.
Pramollo
• Sotto la guida del pastore Aime, la Corale ha ripreso, già da tre settimane, la
sua attività. Le riunioni della corale si
svolgono ogni venerdì, alle 20,30 presso la
cappella «J. Lombardini» a Perosa Argentina.
• Martedì; 4 novembre si è svolta l’annuale manifestazione commemorativa.
Presente anche la banda civica diretta
dal maestro Arturo Bernard. Durante la
manifestazione, il sindaco Travers ha
consegnato, ai giovani che partono per
il servizio militare, una copia della Costituzione italiana e dello Statuto regionale piemontese. Valido pro-memoria per
rendere coscienti i giovani in divisa dei
loro diritti accanto ai necessari doveri.
• Con viva partecipazione segnaliamo la
scomparsa del fratello Genre Giuliano
ed esprimiamo la nostra simpatia cristiana ai familiari.
GIORNATA DELLA SCUOLA LATINA
Domenica 30 novembre avrà luogo a
Pomaretto la tradizionale Giornata della Scuola Latina.
Per informazioni e adesioni al pranzo,
rivolgersi a: Prof. Elsa Balma, tei. (0121)
81.326; M.a Germana Costantin, tei. (0121)
81.188; Sig. Dario Pons, tei. (0121)81.202;
Scuola Latina, tei. (0121)81.498.
Associazione Amici Scuola Latina
10060 Pomaretto - c.c.p. 2/20928.
Bobbio Pellice
Sabato 8 corrente, nel tempio, si sono
uniti in matrimonio Alberto Mondon del
Ciampas e Maria Evelina Catalin di via
Beisìlia. Agli sposi che fissano la loro residenza a Bobbio rinnoviamo ì nostri auguri per una vita ricca di benedizione.
San Secondo
Una assemblea particolarmente numerosa ha partecipato domenica 9 al battesimo di Monica Pons, figlia di Aldo e di
Anita Poet (Centro) e di Denise Paschetto, figlia di Ide e di Anita Pons (Centro).
A questo culto hanno preso parte i trombettieri valdesi accompagnando i cantici
ed eseguendo i brani musicali previsti
dalla liturgia. Ringraziamo cordialmente
questi nostri fratelli per la loro collaborazione assai apprezzata.
Canto Sacro
• Domenica 9 è stata battezzata Long
Samantha di Roberto e Bouchard Violetta dei Clots. Tutta la comunità., e. la
famiglia sono impegnate nel seguire la
istruzione cristiana della piccola Samantha.
• All’altezza della frazione delle ’Rue’ a
causa delle abbondanti piogge di questi
giorni è crollato un terrapieno. Il tempestivo intervento delle autorità locali ha
permesso il ripristino della strada.
• Alla frazione ’Ruata’ è già apparso lo
spazzaneve per l’improvvisa nevicata di
35 cm.
CONSIGLIO COMUNALE
In seguito al trasferimento del dr. Lomastro, ritornato nelle Puglie, è stato nominato il nuovo segretario comunale nella persona di Bruno Bertalmio di Villar
Perosa.
I consiglieri Roberto Long ed Emilio
Simondi sono stati nominati membri della commissione per i giudici popolari.
Per l’asfaltatura di strade sono stati
liquidati tre milioni; 700 mila lire per lo
sgombero della neve nelle varie borgate
per l’anno ’74-75; 450 mila per la risistemazione dell’Alpe del Colletto, infine 132
mila per la rassegna zootecnica.
Al convegno di San Secondo del 19 ottobre si è unanimemente deciso di richiedere alla Chiesa valdese di Torino di
ospitare, domenica 9 maggio 1976, la festa di canto delle corali valdesi.
Il programma dettagliato della giornata sarà concordato tra la commissione
del canto sacro e la chiesa valdese di Torino. Diamo intanto l’elenco degli inni assegnati allo studio delle corali;
Dal Nuovo Innario Cristiano n. 37 (semiminima 80-92); n. 135 (semim. 88-108);
n. 141 (semim. 88-104); n. 247 (semim. 84100); n. 261 (croma 92-104). Questo ultimo
inno, adatto per Capodanno, non sarà necessariamente eseguito da tutte le corali
riunite a Torino.
Da Psaumes et Cantiques n. 95 (semim.
69) e n. 198 (semim. 100). La commissione
invierà una stesura dell’inno n. 95 che
prevede il canto a voci separate ed alternate e l’accompagnamento di un complesso di chitarre.
Prima di decidere l’assegnazione dei
canti per la Scuola 'Domenicale la commissione intende consultare i monitori e
tutti coloro che si interessano al canto
nella scuola domenicale.
Cinefórum tfal Pellice
Il Cinefórum Val Pellice rende noto il
programma delle proiezioni dei mesi di
novembre e dicembre che avverranno
presso il Cinema Allemandi di Luserna S.
Giovanni:
— 13 novembre, ore 21; Giordano Bruno
(regista Montaldo)
— 20 nov., ore 21: Policeman (Rossi)
— 27 nov., ore 21: Il portiere di notte
(Cavani)
— 4 dicembre, ore 21: Il delitto Matteotti
(Vancini)
— 11 dicembre, ore 21; Trash - / rifiuti
di New York (Morissey)
— 18 dicembre, ore 21: Joe Hill (Wldeberg)
allo valli iBt*l
Colportori
Il grosso borgo di Perosa si sta animando sin dalle prime luci dell’alba: è giorno
di fiera e i contadini sono sceti dai loro^
monti con aria festosa; è l’incontro dei
superstiti della montagna prirna dell’inverno; il villaggio ormai morituro delle
zone alte si ricompone alla fiera d’auturino: abbracci, scambi di saluti, di notizie
dei sopravvissuti, nella simpatica parlata
del “patois” in via d’estinzione; ormai chi
è sceso a valle spesso si vergogna della
sua lingua natta e preferisce biascicare
un’orrido piemontese per non sfigurare,
quasi a dimenticare il suo mondo di tribolazioni e talvolta anche per non essere
identificato come eretico! Eppure il “patois” è una lingua ed il piemontese un
dialetto.
Nella piazza e lungo il viale alberato le
bancherelle son già sistemate ai loro posti: tra le tante che fiancheggiano la strada ce n’è una diversa dalle altre, con libri, quadri con versetti biblici, ed al
centro una grossa Bibbia aperta al libro
dei Salmi; dietro il banco un gruppo di
giovani e un ambulante; intanto la folla
avanza lungo il viale e molti sguardi di
persone note al ìnerciaio sostano un attimo nella zona “sacra” per spostarsi bruscamente verso la bancarella di fronte
dove un banditore decanta le virtù dell’aglio e delle cipolle! Le Bibbie alla fiera
stonano perché il loro posto è in chiesa;
non bisogna mescolare il sacro col profano!
Ogni tanto qualcuno si ferma, si complimenta per l’inizicitiva e acquista con
gioia i libri della Speranza per poterne
fare omaggio ad altri che non hanno ancora conosciuto il Signore; una signora
s’avvicina, afferra una Bibbia e dice: da
tanto tempo la desideravo per scoprire
la verità, soltanto la verità... Un signore
invece si ferma di botto, guarda fisso il
mereiaio e poi con aria severa gli dice:
il suo posto non è qui ma sul pulpito; di
rimando il colportore risponde: è vero,
ottima idea! lei prenda il mio posto ed io
salirò sul pulpito!
La bancherella è luogo d’incontri; è un
vero pulpito; non si vende soltanto ma
si spiega l’Evangelo, si ascoltano le obiezioni, ci si confronta nelle idee. Anche i
colleghi ambulanti s’avvicinano in chiususura di fiera; anche loro hanno i loro
problemi, i loro drammi, una vita grama;
ed anche per loro c’è una Bibbia che sarà
« lampada sul loro piede e luce sul loro
sentiero ».
Fiere, mercati, incontri di quartiere, sedi di partito sono l’occasione ancora per
parlare di Cristo e diffondere con gioia
« la perla di gran valore » ai cercatori che
il Signore mette lungo la nostra strada.
Il colportaggio non è spento alle Valli;
anzi sembra che la fiaccola sia tenuta
accesa dai bambini e dai giovani, stimolati da qualche anziano che ha osato
esporsi, con fede e coraggio, quale testimonianza viva d’una eredità dimenticata.
Gustavo Bouchard
Doni Eco-Luce
Ribolé Daniele, Berzo San Fermo L. 2.000;
Pasehetto Lina, Pomaretto, 1.000; Deeker Lueiano, Milano, 5.000; Wirth Henri Albert, Roma,
5.000; Rostagnol Fiìina, Luserna San Giovanni,
500; Rerner Riceardo, Bergamo, 1.000; Scatamaeehia Failla Irene, Velletri, 1.000; Benvenuti
Pons Anita, Lavoretto, 3.000; Cairus Luigi, Luserna S. Giovanni 1.000; Oliva Nieola, Vasto,
1.000.
Bosio Edmondo, Pinerolo, 1.000; Hhlmann
Ruth, Zurigo 12.240; Pons Flora, Luserna San
Giovanni, 500; Ricciardi Natale, U.S.A., 3.825;
Rosselli Denise, Malnate, 5.000; Gay Marcella,
Pinerolo, 10.000; Gobello Livio, Luserna San
Giovanni 5.000; Fleckenstein J.O., Basilea, 10
mila; Costabel Eli, Ginevra 6.000; Bianconi Cesare, Conorezzo, 1.000.
Innocenti Sergio, Firenze, 3.000; Rivoira Emma, Roma, 500; Moret Emilia, Svizzera, 2.500;
Citernesi Paola, Torino, 5.000; Codino Livio,
Canada, 7.500; Ricca Emilio, Lusernetta 2.000;
N.N., Montreal, 6.400.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del compianto
Giuliano Genre
ringrazia vivamente tutti coloro che hanno preso
parte al suo grande dolore.
Pomaretto, 3 novembre 1975
8
i
8
14 novembre 1975
I BERSAGLI ALLA MODA
CARCERI MILITARI
11 - Il «fenomeno» Belo
Fernando Belo, ex sacerdote cattolico,
ha incontrato sulla sua via il marxismo;
si è innamorato della interpretazione un
po’ storicistica che ne ha dato Althusser;
con un eclettismo culturale ammirevole
vi ha unito un po’ di strutturalismo, un
po’ di psicanalisi, un po’ di linguistica e
quant’altro ha trovato di meglio sul mercato culturale di Parigi e ne ha tirato
fuori una « Lecture matèrialiste de l’Evangile de Marc » che ha provocato e provoca discussioni e tiri al bersaglio a non
finire.
Avendo poi avuto la sensazione (condivisa da quasi tutti i suoi lettori) che non
tutto era riuscito chiaro in tale « Lecture », ha fatto seguito a questo librone con
un librino, edito questo anche in Italia
dalla Claudiana, in cui spiega le sue intenzioni e quanto avrebbe voluto chiaramente dire, se ci fosse riuscito.
Per quanto oltre al librino esplicativo
si sia letto anche il librone della « Lecture », non è certo un dilettante sprovveduto come chi scrive colui che potrà dare
un giudizio esauriente su questo « fenomeno ». Ma qualche considerazione terraterra può osare di farla egualmente.
Pare in primo luogo evidente (questo
sì appare chiarissimo) che il Belo, con un
apparato culturale indubbiamente ad alto livello, si propone di dimostrare che,
^che al Itime della « scienza » marxista
il Vangelo è ancora valido e leggibile.
Forse qualche riserva si dovrebbe fare,
suggerisce il Belo, sulle Epistole Paoline e
magari sul Vangelo e l’Apocalisse di Giovanni, che tendono a diffondere il messaggio di Cristo in modi troppo impregnati di cultura greco-israelita che non
era certo marxista; ma per i sinottici e
soprattutto _ p>er ^ il sintetico Marco la
« Lecture » in chiave marxista regge molto bene. Il che ci sembra ovvio (visto che
crediamo nella validità della rivelazione
scritturale, non subordinata certo ad un
modo culturale o ad un altro di lettura)
ma con due osservazioni: la prima che, se
per un marxista che crede nella « scienza »
di Marx (o di Althusser) è importante lo
sforzo di adeguare a tale credenza ogni
altra valutazione di storia o di Fede, per
un cristiano che crede nella rivelazione
di Dio in Cristo è molto più importante
verificare se la « scienza » e la prassi marxista si adeguano alla predicazione di Cristo (il che nella storia è stato e può ancora essere, almeno in gran parte, vero);
la seconda che, così trattando la figura
di Cristo, si ha una immagine forse storicamente valida di Gesù di Nazareth, ma
si perde completamente la immagine di
Gesù Cristo.
In secondo luogo non sembra che il
Belo si sia liberato di quella base culturale « cattolica » cui rimane aderente anche nella sua illustrazione marxista.
Nel suo librino (e in modo meno chiaro
anche nel librone) il Belo afferma che la
lettura materialistica di Marco deve soprattutto servire a spiegare come la
Chiesa, appoggiandosi ai potenti, abbia
tradito il messaggio evangelico che era
rivolto ai minimi e agli sfruttati e come
tale lettura in chiave marxista sia il solo modo razionale e valido nella cultura
di oggi per chiarire e rimettere a posto le
cose. E, dopo la costantinizzazione della
Chiesa romana, l’assunto di partenza è
certamente vero. Meno vero sembra il resto, quando anziché limitarsi alla storia
della Chiesa romana, si òonsideri lo sviluppo cristiano nelle sue componenti
evangeliche e protestanti che il Belo igno
Agape: campo iavernale
IL PORTOGALLO
E LA SINISTRA ITALIANA
luogo: Agape - Frali (TO).
data: 27 dicembre 1975 - 4 gennaio 1976.
lingue: italiano, francese.
quota: lire 35.000 (caparra lire 10.000).
direzione: Giorgio Gardiol ed Eugenio
Rivoir.
PROGRAMMA
27 dicembre: arrivo dei partecipanti
per la cena;
28-31 dicembre : « La situazione portoghese» relazioni dei compagni portoghesi invitati sui vari aspetti della situazione politica, MPA, partiti, economia, sindacati, situazione internazionale, le chiese ;
1° gennaio; giornata libera;
2 gennaio : « Il dibattito sul FortogaUo
nella sinistra italiana», tavola rotonda
con esponenti delle principali organizzazioni politiche della sinistra;
3 gennaio : « Il rapporto democrazia socialismo nell’esperienza storica ed attuale del movimento operaio italiano » (relazione). Conclusioni;
4 gennaio: partenza dopo la colazione.
Durante le serate si terranno degli studi biblici sull’Evangelo secondo Marco.
ra completamente. Ben prima, e comunque al di fuori di Marx e di Althusser, vari movimenti cristiani hanno trovato proprio e solo nel messaggio evangelico motivi e spinte per operare in favore dei minimi e negare l’alleanza delle Chiese (anche di molte protestanti) al potere. Senza
risalire a fatti, in apparenza contradditori ma uniti da una ispirazione comune,
come gli anabattisti di Munster o i Poverelli di Valdo ( e magari anche quelli
di Francesco Bemardone), basta ricordare Wesley e la sua «pinta al «socialismo
cristiano » e più vicino a noi Schweitzer o
Martin Luther King, per citare i nomi più
facili a venire alla mente. Che poi, nella
realtà della storia, tali iniziative si siano
trovate o rneno in comunità di intenti
con altre iniziative (come possono essere
oggi i movimenti politici che al marxismo
si richiamano) è un altro discorso che
non implica necessariamente una rilettura materialista di Marco (o di Luca negli
epigoni italiani), ma solo la constatazione
del fatto che il messaggio evangelico conserva la sua validità in tutti i momenti
della storia e in tutte le interpretazioni
culturali che essa suggerisce, mentre non
è necessariamente e totalmente vero il
contrario.
In terzo luogo infine una constatazione
si può fare. La interpretazione « storica »
della grande avventura di Gesù di Nazareth non è una novità. Già in altro ambiente culturale Renan con la sua Vita
di Gesù, Gmgnebert con i suoi studi sulla prima diffusione del cristianesimo, e
molti altri si sono esercitati a questo tipo di studi. E solo ad essi può essere assimilata l’opera del Belo, che, in tali limiti, è certamente positiva. Ma essa non
tocca neppure marginalmente né Barth,
né Bonhoeffer e neppure Hamack che
sono « un’altra cosa » per chi cristiano
vuol essere.
E se queste osservazioni terra-terra sono vere, allora vale la pena di tirare qualche freccia non allo storico Belo, ma al
Belo che ha scritto un’opera che’cristiana non può pretendere di essere riconosciuta; ed anche a tutti coloro che, sulla
base del librino o su quella del librone,
ne traggono spunto per affermazioni che
avranno un loro valore culturale, ma hanno ben scarso valore cristiano.
Niso De Michelis
Ckjsa succede a Gaeta
Sappiamo di non dire una cosa nuova
quando affermiamo che le carceri militari in Italia costituiscono una vergognosa
realtà, non solo in netto contrasto colla
Costituzione, ma anche in antitesi colle
più elementari norme del vivere civile.
Alcuni obiettori di coscienza, considerati
degli incalliti criminali, hanno attuato uno
sciopero della fame in carcere, allo scopo di denunciare, nell’unico modo loro
possibile, la colpevole inerzia (se non una
ben precisa politica repressiva ed intimidatoria) degli organi responsabili.
A questa denuncia si è affiancata quella dei custodi del carcere militare di
Gaeta (pubblicata su "notizie radicali” n.
44) di cui diamo qui appresso degli estratti: ogni ulteriore commento ci pare del
tutto superfluo.
« Siamo dei caporali, ex caporali ed ex
detenuti delle carceri militari e desideriamo portare a conoscenza di tutti i cittadini italiani antifascisti la vergognosa realtà di tutte le carceri italiane ed in particolare del reclusorio militare di Gaeta,
che è un vero e proprio lager.
...Siamo costretti a, vivere nello stesso
schifoso ambiente in cui vivono i detenuti e subiamo ricatti e repressioni ancora
maggiori: siamo usati per turni di servizio disumani che ci costringono a fare 16
ore di guardia oltre ai normali servizi di
caserma. I servizi notturni sono svolti da
due persone che non possono leggere giornali o libri e sono costrette a cacciare
scarafaggi ed afiini, nonché topi di fogna,
abitanti onorari del reclusorio e che spesso hanno morso nostri compagni. I nostri
servizi igienici sono insufficenti, la camerata nostra è strettissima, umidissima,
priva di riscaldamento. Abbiamo dovuto
fare una colletta per acquistare detersivi
e acidi vari, visto che le nostre spettanze
per le pulizie non ci sono mai state date.
In queste condizioni di vita i nostri superiori ci distribuiscono giorni e settimane di punizione se ci vedono col basco in
mano, colle scarpe opache, con un bottone slacciato della camicia. Per avere una
licenza, che molto raramente supera i cinque giorni anche per chi abiti a Napoli,
a Palermo o a Milano, ci costringono a rivolgere per mesi umile domanda, mentre
la settimana internazionale
a cura di tullio viola
LA SITUAZIONE NEL LIBANO
Da sette mesi è in atto nel Libano
una guerra civile non dichiarata, interrotta ogni tanto da brevi tregue (ve ne sono
state 10, dalla metà di settembre a tutt’oggi), che ha fatto circa il doppio di
morti che « sei anni di lotte fra cattolici
e protestanti nell'Irlanda del Nord. Più
di 2.500 libanesi (scrive « Le Monde », v.
nn. 9554 del 10.10, e 9571 del 30.10) hanno
già pagato con la loro vita la distruzione
di quel patto nazionale non scritto, concluso nel 1943 allo scopo di render possibile la coesistenza:, nell’ambito d’uno Stato indipendente, di cittadini alcuni dei
quali volgono il loro sguardo verso l’Occidente cristiano, gli altri invece si sentono
partecipi del mondo arabo ed islamico.
E l’elenco dei morti, ahimè!, non è certamente chiuso ».
Una guerra atroce, di classe (cioè causata da esasperati motivi economici) non
meno che di religione, che rischia, se per
immensa sciagura durerà ancora a lungo,
di sfociare nella « creazione di due Stati:
l’uno mussulmano, l’altro cristiano.
I dirigenti dei partiti di destra (cristiani nella loro quasi-totalità) sono i primi
a ritenere che un esito simile sarebbe catastrofico per l’economia libanese. Un
"nuovo Israele" nel M. Oriente produrrebbe il risultato di aizzare contro di sé il
mondo arabo-mussulmano nella sua quasi totalità, e di generare una crisi internazionale destinata, prima o poi, a coinvolgere le grandi potenze. In ogni caso il
Libano cristiano verrebbe ridotto ad una
specie di “ghetto", assediato d’ogni parte
così come lo è lo Stato ebraico ».
In fondo è soltanto una frazione di ricchi e potenti (riuniti nello molto ben armata « Falange ») che vogliono mantenere i loro privilegi; esigua minoranza d’una
minoranza. Questa è la minoranza dei
“cristiani maroniti" « la cui angoscia, canalizzata e sfruttata dai padroni, è una
delle componenti fondamentali della tragedia. L’esistenza del gran vicino siriano
e la presenza, sulla frontiera meridionale, d’uno Stato ebreo che potrebbe (occupando una ben allettante zona di frontie
ra) impossessarsi del controllo idrico,
rendono tutt’altro che assurda l’ipotesi
dello smembramento ».
La guerriglia anti-israeliana dei palestinesi, a partire dal territorio libanese, non
è la causa di fondo della guerra civile:
questa era già da tempo latente, e la presenza palestinese l’ha soltanto fatta esplodere e l’ha poi, suo malgrado, esasperata.
In proposito, Jim Muir scrive su « L’Espresso » del 9.11 che « la tesi avanzata
in alcuni settori della stampa occidentale, che solo i palestinesi e i siriani hanno
qualcosa da guadagnare dalla crisi libanese, è falsa. Una situazione d’instabilità
nel paese confinante e la minaccia, sempre presente, d’un intervento d’Israele
sul fianco occidentale della Siria, non è
certamente utile al governo di Damasco.
Quanto ai palestinesi, sono quelli che
hanno da perdere più di tutti. Essi sono
stati trascinati in una battaglia che non
vogliono, che considerano come parte di
una cospirazione americano-israeliana
contro di loro e nella quale pensano di
dover sopportare perdite senza alcun compenso. D’altra parte i palestinesi non possono districarsene perché, se lo facessero,
abbandonerebbero al loro destino la sinistra libanese che si è sempre battuta per
proteggere la rivoluzione palestinese ».
DISSE DI LUI...
Di chi? Dell’ultimo infame dittatore
fascista in Europa, la cui morte è attesa,
di giorno in giorno, da tutto il mondo.
« Rimane ancora questa spaventosa disgrazia: che, per milioni di spagnoli, cristianesimo e fascismo si confondono, talché essi non potranno più odiare l’uno
senza odiare anche l’altro (...). Quanti
anni, quanti secoli occorreranno alla
Chiesa di Spagna, per liberarsi dall’orribile equivoco e perché i figli delle donne
assassinate a Guernìca, a Durango, a Barcellona e in tutta la Spagna, imparino a
non confondere più la causa del loro Dio
crocifisso con quella del generale Franco » (Dalla prefazione al libro di Monserrat: « Il dramma d’un popolo incompreso », scritta da François Mauriac e riportata su « Le Monde » del 25.10.’75).
la libera uscita viene concessa solo a giorni alternati "per motivi di servizio”.
...Siamo istruiti alla più assurda repressione dei compagni carcerati ed al più
sottomesso rispetto per i due criminali
nazisti Kappler e Reder (ndr; condannati
all’ergastolo e rinchiusi appunto nel carcere militare di Gaeta). Questi due nazisti, autori di massacri, sono trattati con
vergognoso rispetto (col saluto militare
e sull’attenti) da diversi ufficiali e sottufficiali; hanno un autentico appartamento
a loro totale disposizione con televisore,
alcoolici a volontà e col permesso di portare nelle loro camere tutto ciò che desiderano, eccezion fatta per le armi.
...Ai cittadini italiani, rei di essersi opposti ai codici ed ai regolamenti militari
borbonici, viene praticato il taglio arbitrario di numerosi articoli su ogni giornale, viene vietato qualsiasi tipo di corrispondenza extra familiare, devono fare
domanda scritta per avere una birra o un
gelato. Sono condannati ad una sola ora
al mese di colloquio coi familiari, viene
distribuito un rancio scadentissimo, non
possono vedere il telegiornale e per cinque volte alla settimana possono assistere al primo spettacolo dopo ’’carosello”.
A noi vigilatori è vietata la lettura dei
giornali di sinistra e chi viene sorpreso
con tali giornali viene sospesa la licenza.
La nostra indennità per il servizio notturno è di dodici lire e il nostro rancio è lo
stesso dei detenuti, immangiabile.
Queste, alcune delle quotidiane assurdità che subiamo in nome della Patria.
Dentro le fradice mura del reclusorio la
Repubblica italiana antifascista è morta
ancora prima di nascere e chi di noi, caporali e detenuti, ha già finito il suo periodo di carcerazione ricorda i mesi o
gli anni trascorsi lì dentro come un brutto incubo di cui porta conseguenze non
lievi nel carattere. Ci uniamo alla voce
e alla forza di tutti i nostri compagni per
chiedere:
1) Applicazione anche al personale di
custodia delle carceri militari delle ultime circolari ministeriali in materia di
licenze e permessi;
2) Miglioramento del rancio e delle
condizioni delle camerate;
3) Aumento dell’organico e diminuzione dei servizi;
4) Un’ indagine parlamentare sulle
carceri militari;
5) L’applicazione della riforma carceraria a tutti i detenuti delle carceri militari ».
FLASH
A Roma in questi giorni si è costituita
la « Lega italiana per l’articolo 6 (Movimento per i diritti delle minoranze linguistiche). Il movimento terrà il suo primo congresso nazionale in dicembre a
Roma. La lega si prefigge l’attuazione di
una legge che ponga fine alle discriminazioni contro le minoranze linguistiche
e vuole promuovere l’incontro fra tutte
le minoranze etniche e linguistiche (almeno a livello europeo), per una soluzione politica dei loro problemi. La Lega
appena nata ha già chiesto di federarsi
al Partito Radicale. Il Partito Radicale
vuole federarsi con il Partito Socialista
Italiano. L’unico problema aperto rimane quello di vedere se il P.S.I. non deciderà di federarsi anche lui...
Cemilato di Redazione: Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Direttore responsabile: GINO CONTE
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