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DELLE
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le guai avete peccato, e fatevi
Anne LXXXVIII - N. 13
Una copia L. 30
vasa vaZdes«
TOPrp ppr,f,rcR
Settimana Te
delia Chiesa f aldase
un cuor nuovo e uno spirito nuovo
abbonamenti
I Eco; L. 1.200 per rintemo i Eco e La Luce; L41ì800 per Piatmio | Spediz. abb. poetale • li Gruppo |
/ L. 1.600 per Peetero |____________________L. 2.500 pMrett^o________________| Cambio d’iBdiriaeo Lire 40.- |
TORRE PEIXICE — 28 Marzo 1958
Ammia. Claadiaiia Torre Pdike - C.CJP. 2-17^7
L’agonìa del Cetsemanì
L’Evangelo della Passione torna
a dirci che, nel giardino del Getsemani, Gesù iu in agonia per noi e
per il mondo. iNella solitudine di
(jueJl’ora, senza neppure la compagnia dei suoi discepoli. Egli combattè una lotta tremenda, angosciosa e sotto molti aspetti, misteriosa.
(^iuaPè il significato di quella lotta.'' Si è pensato che Gesù avesse
V. L anima oppressa da tristezza mortale » perchè lottava contro la paura di dover soffrire e morire. Ma
questa spiegazione è in contrasto con
la maestosa e serena coscienza di
Cristo e con le grandi dichiarazioni
pili volte pronunziate sulla necessità
che « il Figliuol dell’uomo soffrisse
molte cose, fosse reietto ed ucciso »,
per poi risuscitare in capo a tre giorni.
S’è anche pensato die, nel GetseiiK'.ni, Gesù lottasse contro l’ultimo
(. ;paiide assalto del tentatore che
sottrarlo airadeiiipimento
(¡ella volontà di Dio. Ma, in quelEoru, Ges'ù rimane sempre in comumone col Padre; se prega dicendo:
(( Ibba, Padre, ogni cosa ti è possi bile », non lo fa perchè ignora la
\ olontà di Dio, ma perchè ha fiducia nella onnipotenza divina che può,
se lo crede, allontanare ciò che invece è iuevitahile, non solo da un
jiniito di vista iiiuauo, ina nei piani
eterni di Dio.
Ogni nostra spiegazione di (piella
ioìta c di quella tristezza è indubbiamente insufficiente e inadeguata.
I n mistero profondo e sacro avvolge la notte del Getsemani in cui Cristo prega affinchè queU’ora passi da
Ini, nia prega anche affinchè si compia la volontà di Dio: « Padre, non
(piello che io voglio, ma quello che
tu vuoi ». Chi può penetrare il misiero di quell’agonia e svelarlo pie
nameiite? L’autore della epistola agli Ebrei allude certamente a quella notte quando scrive: « Nei giorni
della sua carne, avendo con gran
grida e con lagrime offerto preghiere e supplicazioni a Colui che lo
poteva salvar dalla morte, ed avendo ottenuto d’esser liberato dal timore, benché fosse figliuolo, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; ed essendo stato reso perfetto,
divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore d’una salvezza eterna ».
Sullo sfondo del Getsemani, in
mezzo alle tenebre della notte e del1 oppressione, qualcuno diventa per
noi (( autore d’una salvezza eterna ». 11 calice che Gesù Cristo deve
bere fino in fondo è quello di una
sofferenza mortale, unica al mondo
c diversa da ogni altra sofferenza.
Cristo deve patire per noi, « lui giusto per gl’ingiusti, per condurci a
Dio »; ciò significa che Dio prende
sul serio il peccato dell’umanità e
che, per riconciliare il mondo con
Dio, è necessario che il peccato sia
espiato con un sacrificio unico, perfetto ed eterno. Pur nella penombra delle valutazioni umane si scorge il senso di quella agonia nelle
profetiche parole del Secondo Isaia:
(( Egli è stato trafitto a motivo delle
nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità... Noi tutti
eravamo erranti come pecore. Ognuno di noi seguiva la sua propria via;
e l’Eterno ha fatto cader su lui la
iniquità di noi tutti ».
E’ l’aspetto indubbiamente doloroso della lotta di Cristo nel Getsemani. Ma essa si conclude nella luce di una totale sottomissione alla
volontà di Dio e, nelle mani di Dio
la sofferenza del « Servo dell’Eterno » diventa il segno inconfondibile
di un amore infinito per l’umanità.
Ripensando a quella notte non possiamo fare altro che ricordarci quale
sia stato il prezzo del nostro riscatto; poiché cc erano le nostre malattie ch’egli portava, erano i nostri
dolori quelli di cui s’era caricato;
e noi lo reputavamo colpito, battuto
da Dio, umiliato ».
In (juesta chiara luce di amore e
di speranza, le tenebre del Getsemani scompaiono a poco a pòco. Paolo apostolo scriverà più tardi queste
parole di un’importanza fondamentale : « Dio mo.stra la grandezza del
proprio amore per noi, in quanto
che mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi ».
Purtroppo, il sonno dei discepoli
contrasta con la veglia del Maestro.
Essi sembrano estranei agli avvenimenti, incapaci di coglierne l’urgente significato. Grava sui loro occhi
il sonno della fatica umana e l’assenza di vigilanza li coglie nella notte in cui sarebbe stato necessario
vegliare con Gesù. Anche Sinione
dorme: « non sei stato capace di vegliare un’ora .sola? »
Ma nel silenzio della notte Gesìj
, rivolge |oro.un sobeiuie ammtmimetvto: (c Vegliate e pregate, affinchè
non cadiate, in tentazione; ben è lo
spirito pronto, ma la carne è debole ». Quell’ammonimeuto ci raggiimge anche oggi nelle svariate situazioni della vita, perchè il sonno è
la perenne tentazione dei discepoli
di Cristo.
Vegliare: significa non voler perdere la fede, non sottrarsi ad un esame di coscienza davanti a Cristo,
non cadere sotto il peso delle stanchezze, delle paure, delle viltà o
delle seduzioni terrene. Pregare: significa cercare e volere, malgrad<
tutto, l’adempimento della volont
di Dio.
Nelle sue « Pensées » Biagio Pa
scal scrive: « Cristo è il solo sulla
terra che conosca la sua pena... Egli cerca una compagnia ed un con
forte, ma non li trova, perchè i suodiscepoli dormono. Gesù Cristo sarà in agonia sino alla fine del mondo; non bisogna dormire durante
questo tempo ».
Bisogna vegliare e pregare. Biso
gna entrare nelle notti terrene, h
notti deUa solitudine, del dolore
della incredulità umana, e saper at
tendere l’alba in preghiera, con Ge
sù Cristo. La notte può essere lun
ga e non priva di motivi di stanchez
za. Ma Cristo verrà a noi: «Beati
quei servitori che il padrone, arri
vando, troverà vigilanti ».
Ermanno Rostan
La g|ia della Confermazione
Un frat|rno augurio ai catecumeni nel giorno della loro con[ermazlfene, che è giorno di gioia e di impegno cristiano
“Tu hai scelto oggi
di essere cristiano,,
« Lo hai scelto nella tua libertà. Il
desiderio dei tuoi genitori, l'esempio
dei tuoi fratelli, amici, compagni più
anziani e coetanei, ti hanno certo aiutato in questa decisione ; ma nessuno
di questi motivi avrebbe potuto costringerti all'atto che hai compiuto. Tu
hai deciso di entrare nella piena comunione della chiesa di Cristo, perchè così hai voluto. Se perseveri nella tua decisione, comprenderai sempre meglio, negli anni che verranno,
che hai scelto la buona parte ( Luca
10: 42) e questa non ti sarà tolta».
( G. Mieggc )
Curi Catecumeni
fra pochi giorni caJSta-mere.te. solali.
alla Chiesa, di voler vivere e moriK nella fede evangelica, e per la
prima volta parteciperete alla Cena
del Signore,
S affollano nel vostro cuore sentimenti nuovi che forse voi stessi
non sapete analizzare e definire.
Se vi chiedessi:, sei contento? -.sei
contenta? Voi rispondereste certamente: ù.
Possiamo ridurre tutto ciò che
riempie il vostro cuore a questo vago sentimento dì contentezza? QuaI è la causa di questa contentezza?
Non voglio pensare che sia la
fine del lungo periodo dell’istruzione catechetica. Questo senso di liberazione è logico. iCosì come quando si .supera un esame difficile o si
ottiene un diploma o una licenza.
I corsi di istruzione religiosa obbligano ad una disciplina di tempo e
di studio che può diventare pesante, in modo particolare per chi abita lontano dalla chiesa oppure he,
obblighi di scuola o di lavoro, come la maggioranza hanno, tanto
più pesante quanto più grande è la
difficoltà d’imparare, e minore l’interesse dei genitori. E i pastori sono esigenti, si sa, più di quanto voi
stessi, e talvolta i vostri stessi famigliari reputino necessario!
Con la Confermazione tutto ciò è
finito! Comprendo il sollievo vostro
e della vostra famiglia!
La vostra gioia è certamente anche connes.sa con il sentimento che
provate, e che molte cose contribuiscono a formare in voi, che .state per entrare in un’epoca nuova
della vostra vita, in un mondo nuovo di maggior libertà.
A ciò vi hanno preparato le osservazioni che tante volte vi sono
state rivolte: ’’non far questo, non
far quello... non hai ancora la prima Comunione!”
L’aspirazione all’indipendenza, a
svincolarsi dalla tutela di chi ha
autorità su di noi, al rallentamento
dei vincoli di ubbidienza, è sentimento spontaneo nel giovane. Noi
tendiamo naturalmente alla autonomia, alla libertà della maggiore età.
fi giorno verrà, e più presto di
(¡llanto non lo possiate credere, che
vorrete rifare il gomitolo che avete
. voluto spplgexe con tanta rapidità.
Però io non vi dico.- spegnete in
voi questa gioia che vi dà la Con.
jermazione, passo decisivo verso
una maggior autonomia! Anzi, sentitene tutta la grandezza, tutta la
bellezza, tutta la dignità e tutta la
responsabilità.
Se prima dovevate fare il vostro
■ dovere perchè vi era comandato,
ora che avete la conoscenza della
volontà del Signore quale è con
tenuta nelle Sacre Scritture, che conoscete — e continuerete a leggere
e a meditare nella vostra cameretta
e al tempio — ora che avete fatto
iu solenne promessa di fedeltà, sentite che l’ubbidienza alla volontà
di Dio e il riconoscimento della autorità dei genitori è cosa che deve
partire non da un ordine esteriore
ma dalla vostra coscienza.
Quali membri adulti della Chiesa
i quali hanno avuto il- privilegio di
partecipare alla Cena istituita dal
Signore e perciò quali suoi discepoli, non dovete più aver bisogno
che vi si dica in quale cammino dovete incamminarvi, lo dovete sapere da voi.
Ciò che voi dovete pensare, ciò
che voi dovete fare, vi è ispirato da
Colui che è il vostro Salvatore e la
legge della vostra vita.
Questo significa forse che i vostri
genitori non debbono più avere autorità su di voi, che dal giorno della
Confermazione siete affrancati da
ogni dovere di sottomissione ai vostri genitori? Tutt’altro. La Confermazione non deve rallentare i
vincoli di dipendenza dai vostri genitori, ma renderli più elevati.
Questi vincoli sono ora reciproci,
perchè i genitori debbono ancora
sapersi far ubbidire dai figliuoli
confermati, ma debbono saper vedere in loro non delle creature da
comandare, ma degli amici con
quali essi possono collaborare.
Ora che la Chiesa vi ha riconosciuti come .suoi membri adulti ed
avete tutti i diritti e tutti i doveri
dei membri della famiglia di Dio,
ara che con le vostre libere prome.sse avete preso impegni solenni, dovete sentire la vostra parte di responsabilità dell’atmosfera e del
l’andamento .della vostra casa, della
lell armonia che debbono regnare
in essa. E se projtrio non potete far.,
nulla per vUicerè consuetudini ormai profondamente radicate, con
il vostro affetto, con la vostra condotta, con l’esempio di attaccamento alla Parola di Dio e at culto,
e con le vostre preghiere, in umiltà
e consuetudine, potrete diventare
uno .strumento efficace nelle mani
di Dio per il bene dei vostri familiari.
La gioia della Confermazione!
La gioia di entrare in un’epoca
nuova della vita, piena di fascino
e di mistero!
Oh! potersi affacciare alla vita,
al mondo, poter partire per il viaggio della nostra esistenza cosciente
con il vigore e l’ottimismo della
giovinezza, e con il grande privilegio che pochi hanno di una preparazione religiosa che ci ha messi nella
direzione giusta, e coll’inestimabile
aiuto di appartenere alla Chiesa del
Signore, alla quale siamo uniti per
la vita e per la morte, nella comunione di tutti i redenti!
Con (¡uesta gioia nel cuore voi
partirete! Nessuno vi torrà questa
allegrezza perchè ve l’ha donata
Gesù. Conservatela quale il dono
più prezioso che avete ricevuto!
Irradiate questa gioia intorno a
voi! Irradiate onestà, purezza, bontà-,dal -vostro sguardo, dalla vostra
persona, dalle vostre parole e dai
vostri gesti.
Non imbrattate nel fango del
mondo la gioia che il Signore vi ha
donato. Conservate gelosamente la
proprietà privata del vostro corpo,
tempio dello Spirito di Dio, della
vostra coscienza, della vostra fede,
della eredità dei Padri!
Difeìulete, non con asprezza, ma
con allegrezza i valori morali e religiosi che avete accettato alla vostra Confermazione e che la vostra
Chiesa diletta ha proclamato attraverso a secoli di persecuzioni.
Cari Catecumeni, che questa gioia, che la gioia vera, riempia i vostri cuori nel giorno della vostra
Confermazione c della prima Comunione, e in ogni giorno della
vostra vita!
Uno che vi ama
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t>ECO DELU TALLI TALDE8I
Roma - Facoltà Valdese di Teologia (ingresso all’Aula Magna)
La vita nella Facoltà
Giovani come gli altri, quelli che,
a Roma, nella Facoltà Valdese di Teologia, si preparano ad uscir pastori per
servire una comunità di fedeli; giovani
come gli altri che dividono il tempo in
tante ore di studio, in ore di lezioni, ed
in altre ore di studio. C’è anche lo svago, lo star fuori dall’anla e dall’edificio, ma è come un ritrovarsi dentro,
sui banchi d’aula, proprio nella materia d’anno (il teologo che viaggia in
tram o che sta in piazza fra popolo in
ressa, ha dinanzi a sè il programma
dell’ora; Dio ha parlato e parla a
questa gente; c’è da tradurre in attuale, in vivo, ciò che « è scritto » per
quelli).
Si va fino in Piazza Cavour arrivando dalla Stazione e si è subito attratti
da quel blocco enorme di pietra: è il
Palazzo di Giustizia: un blocco enorme di pietra che dà un senso di pesante e di lento. Lo sguardo è poi attratto
da una facciata e da una croce fra due
campanili: è la Chiesa Valdese; lì subito, dietro l’angolo ed affiancata alla
chiesa, c’è la Facoltà di Teologia. Gli
studenti abitano al numero 42. Dire
« abitano » è il termine più appropriato dato che gli studenti hanno lì la casa, la stanza, le aule, la biblioteca, è
lì pure il pranzo, la cena e la colazione; vita in comune unione.
Si inizia il giorno con il culto, ed è
il culto serale che richiama nella piccola cappella tutti gli ospiti del numero 42 : perchè ci sono molti ospiti nella Facoltà e sono studenti stranieri che
trascorrono qui a Roma un semestre,
sono universitari che frequentano le
Facolta di Medicina, di Chimica e di
Ingegneria, e sono studenti della Accademia di Santa Cecilia. Come una
grande famiglia che si ritrova nel culto serale per presentarsi dinanzi al Dio
comune ; una vera famiglia in preghiera, dove non ci sono più stranieri, dove non c’è più chi parla armeno, chi si
spiega in tedesco o in inglese; tutti figli di Dio con la stessa eredità, con lo
stesso perdono che ci è dato dal Padre
Nostro che è nei cieli.
I giovani che, nella Facoltà Valdese
di Teologia, si preparano ad uscir pastori per servire una comunità di fedeli, frequentano ogni mattina le lezioni
nelle aule della Facoltà, e vi ricevono
quella formazione e informazione cristiana in cui si spezza qualche cosa di
diverso dal comune alimento di questo mondo : si vive intorno all’Evangelò, la Parola data a noi, ed è alla
luce di questo' « centro » che, dalla Facoltà, l’attività degli studenti si estende e si svolge negli ambienti giovanili,
nelle Scuole Domenicali, a sbriciolare
la Verità per i ragazzi della Chiesa, e
nella campagna della Ciociaria, a tradurre i testi per gente in ansia del vero e del bene. Si apre dinanzi agli
studenti, quel vasto campo di azione
in cui la Parola scende come lievito
che fermenta, e si rafforza, nel giovane che lascia la famiglia, quella vocazione che lo chiama ad annunciare cose eternamente nuove.
Abbiamo detto che sono giovani come gli altri, quelli che a Roma studiano Teologia; ed è vero: si sentono
spesso dei canti, e son canti e cori di
montagna che ricordano il nord, le
Valli, le vette tese all’alto; cori di voci unite, giovani, in cui c’è un tono di
freschezza, di gioia sana e di speranza nuova. Ed ogni anno i nuovi arrivi: sono partiti i giovani che, finiti i
corsi regolari, iniziano un cammino di
missione, e sono arrivati i nuovi: lo
studio, nella Facoltà, continua.
Uno studente
AVV ISO
Sabato 29 corrente, avrà luogo nella sala delle attività dell’Unione Giovanile Valdese di Torre Pellice (Centro) una conferenza presieduta dal
dott. Aldo Bibet sul tema: «La delinquenza minorile»; seguirà un libero dibattito.
Data l’attualità e l’interesse dell’argomento, si prega di intervenire
numerosi.
RICORDA TE
Per decisione della Tavola Valdese
Domenica 30 Marzo
la colletta nelle Chiese verrà fatta
in favore della
FACOLTA’ VALDESE DI TEOLOGIA
, LA CHIESA E LA FACOLTÀ Di TEOLOGÌA
Vocazione e servizio pastorale
La funxlone de! Pastorato e del ministero della Parola
è neeessaria ed urgente nella Chiesa e nel mondo intero
L'ultima domanda di un. valoroso
Catechismo francese è espressa in
questi termini ; « Quale impegno rappresenta per te il Catechismo? » ^
Il catecumeno è invitato a rispondere ; « Il Catechismo m'impegna a
riconoscere che io appartengo a Dio
che mi chiama al suo servizio... La
mia vita non avrebbe senso se non
mi conducessi come un membro della
Chiesa sottomesso alla Sua Parola
che mi giudica e mi salva ».
Il contrassegno più inquietante del
mondo attuale è il disorientamento
degli uomini per cui la vita è diventata un non senso. Vi è un aspetto
stanco e rinunciatario di questo disorientamento, ispirato a una noia senza speranza ; e vi è un aspetto attivistico, che persegue con tenacia e ottimismo l'obbiettivo di raggiungere un
livello più umano di vita o attraverso
la diffusione della tecnica e del benessere economico (Americà) o attraverso la rivoluzione delle strutture
sociali (Russia). Ma una volta che
l'obbiettivo sia stato raggiunto, una
volta che si sia risolto il problema
della fame del mondò, delle aree depresse, dei popoli sottosviluppati,
delia differenza delle razze e delle
classi e si sia stabilito un diverso e
diffuso livello di giustizia sociale, non
potrà non riproporsi in tutto il suo
peso il problema fondamentale del
senso della vita. >
Parlare del problema del senso delia vita significa parlare del problema
della fede, perchè la fede non è altro
che la scoperta di Colui che è il Signore della vita, cioè la vocazione a
concepire la vita come servizio. Come
già sapeva Calvino « Dieu commande
à un chacun dQ|j^oy»s ^de regarder sa
vocation en tou.s les actes de sa vie.
Car il cognoist combien l'entendement de l'homme brusie d'inquiétude, de quelle légèreté il est porté ça
et là, et de quelle ambition et cupidité il est solicité à embrasser plusieurs choses diverses tout ensemble ». Perciò ha ordinato a ciascuno
« ce qu'il aurait à faire »: e il compito
primo di ogni uomo che abbia ricevuto l'Evangelo della vita è di discernere la funzione che Dio gli diede di
esercitare nella vita e di subordinare così tutti gli aspetti della sua vita
all'esercizio di quella funzione.
« Nous cognoissions la vocation de
Dieu nous estre comme un principe et
fondement de nous bien gouverner
en toutes choses: ...celuy qui ne se
rangera à icelle, jamais ne tiendra le
droict chemin pour deuement s'acquitter de son office... Si nous avons
nostre vocation comme une reigle perpétuelle, il n'y aura point de certaine
ténue ne correspondance entre les
parties de nostre vie. Pourtant celuy
qui aura addressé sa vie à ce but,
l'aura très bien ordonnée ». E « il n'y
aura oeuvre si njeprisèe, ne sordide,
laquelle ne reluise devant Dieu, et ne
soit fort précieuse, moyennant qu'en
icelle nous servions à nostre vocation » (Institutiqn de la Religion
Chrestienne III, 1,0, 6).
Ma perchè questa vocazione sia trasmessa di generazione in generazione
nel popolo cristiano, è necessario un
servizio particolare fra gli altri servizi, il servizio pastorale. La giusta insistenza protestante sul sacerdozio
universale non deve far dimenticare
il carattere specifico del ministero pastorale. Per il timore di un inesistente
(per lo meno fra noi) clericalismo pastorale, forse in nome di motivazioni
inconsapevolmente o inconfessatamente più politiche che teologiche, si
tende oggi in certi ambienti a volatizzare il concetto riformato del pastorato, che si distingue tanto dal concetto romano quanto dal concetto settario. Si confonde la necessaria autorità della Parola, senza la quale la
Chiesa non vive, col pericolo di una
possibile autorità dell'uomo, che rappresenta una costante tentazione nella vita della Chiesa e, in nome della
uguaglianza di tutti i fratelli davanti
a Dio, si viene a dire che il Pastore è
un cristiano come tutti gli altri.
Queste confusioni non sono conformi al Nunovo Testamento. Dio non
chiama gli uomini al suo servizio direttamente dal cielo.
« Pource qu'il n'habite poin avec
nous par sa présence visible, en
sorte que nous puissions ouyr sa
volonté de sa propre bouche, il
La festa
f/f canto
I parziale modifica ili (¡uanto i
stato piihhlicuto la settimana scorsa,
si comunica che hi Festa di canta
delle Corali a Pinerolo, invece del
27 Aprile, avrà luogo
DOMENICA 11 MAGGIO
alla stessa ora.
use en cela du service des hommes,
les faisant comme ses lieutenans : non
point pour leur résigner son honneur
et supériorité, mais seulement pour
faire son oeuvre par eux, tout ainsi
qu'un ouvrier s'aide d'un instrument »
(IV, 3, 1 ). Si tratta non di una dignità superiore, ma di un servizio particolare e inconfondibile, per cui Dio
sceglie fra gli uomini quelli, che vuole costituire suoi ambasciatori. Il Pastore è infatti l'ambasciatore di Dio
davanti agli uomini, per chiamarli a
diventare fìgliuoli di Dio e per aiutare i suoi fratelli a scoprire la propria
vocazione e il proprio servizio.
In mezzo ai miti della tecnica e della sociologia che tendono ad assumere il monopolio della costruzione della città degli uomini, è bene ricordare, a quelli di dentro e a quelli di fuori, che non c'è funzione più necessaria e più urgente del ministero della
Parola. Vittorio Subiiia
La Parola della vita
PER IL TEMPO
DELLA PASSIOME
Padre perdona loro, perchè non sanno quello che fanno
(Luca 23 : 34 )
Sono le parole di Gesù crocifisso. Non sono parole di uno che ha
subito un qualche torto ; e non sono neanche parole di uno che ha comprensione per gli errori del prossimo. Sono le parole di un moribondo
che soffre terribilmente per via dei chiodi che lo trafiggono sul patibolo.
Sono le parole di un condannato a morte.
E perchè condannato a morte?
Capi d'accusa o delitti specifici non se n'erano trovati : al massimo
lo si poteva accusare di lavorare in giorno di sabato ; ma in fin dei conti
si trattava di miracoli, di guarigioni o simili. Forse l'accusa di bestemmia poteva avere una maggiore consistenza. Comunque si trattava di
capi d'accusa di carattere religioso, insufficienti per autorizzare l'autorità romana a condannarlo a morte.
Ed ecco allora da parte dei capi della Chiesa la falsa accusa che
Gesù di Nazaret si vuole fare re, al posto di Cesare. La denuncia contro
un capo partigiano presso le autorità occupanti, veniva sempre presa in
seria considerazione dai Romani. La Palestina era un paese assetato di
libertà e perciò pericoloso per le truppe occupanti. Gesù fu condannato
a morte dai Romani come un sedizioso ; ma la sua condanna fu più il
risultato dei ricatti dei Giudei contro Ponzio Pilato, che un ponderato
giudizio. Gesù, è noto a tutti, non è colpevole. Egli ha solo predicato
l'amore e la verità ; ha guarito gli infermi, ha risuscitato i morti. Se v'è
Vnai stato un uomo sulla terra, senza peccato (e mai ve ne sarà uno),
questi è soltanto Gesù. Ed ora eccolo, appiccato al legno come un delinquente comune. In questa condanna a morte si riassumono tutte le
nefandezze umane ; tutti gli intrighi della politica ecclesiastica e della
falsità religiosa ; tutta la vigliaccheria e la debolezza dell'autorità costituita; tutto l'odio, l'indifferenza, e l'invidia degli uomini. E la morte
di Cristo significherebbe il trionfo di quell'ingiustizia e di quel male, se
.Gesù non avesse pronunciato quelle parole di perdono e di resurrezione.
« Padre perdona loro! » Gesù perdona ai suoi assassini! Gesù intercede per loro !
Esiste mai un peccato più grande che quello di uccidere Gesù di
Nazaret? Qui perciò la vittoria deH'amore di Dio è completa : l'amore
di Dio è più grande della peggiore malvagità umana. L'amore di Dio
è più grande del nostro peccato. Nessuno di noi, per quanto grave possa
essere il suo peccato, può sentirsi escluso da questo perdono !
Esiste certo un nostro peccato, altrettanto grave quanto quello dell'uccisione di Gesù : quando crediamo di non aver bisogno di quel perdono e di quella intercessione. Quando ci riteniamo abbastanza giusti e
abbastanza cristiani. E' così che si cerca oggi di eliminare Gesù dalla
nostra vita. Ma anche questo peccato può essere perdonato : Egli continua ad intercedere per te dicendo: « Padre perdona loro... ». Stai però
in guardia fino a quando sei in vita e puoi ascoltare questa parola d'amore ! Non tardare ad ascoltarla perchè, ecco, il giorno viene anche per te,
che le tue orecchie saranno chiuse per sempre, fino al giorno del giudizio finale : e allora sarà ormai troppo tardi ! I. S.
Le relazioni in Austria
fra cattolici e protestanti
Chiudendo la « settimana evangelica »
svoltasi recentemente a Vienna il vescovo
May, uno dei capi della Chiesa protestante
in Austria ha dichiarato che negli anni
scorsi le relazioni dei protestanti con lo
Stato austriaco sono state di piena fiducia
e quelle coi cattolici « buone come mai
erano stale ». Il vescovo ha però dichiarato che tali relazioni rischierebbero di esser
compromesse se il concordato del 1934 fosse pienamente applicato specialmente negli articoli che riguardano il matrimonio e
l’insegnamento religioso nelle scuole.
NUOVA CULLA
I coniugi Coucourde Graziella e
Nino hanno la gioia di annimziare
la nascita della piccola Giorgetta avvenuta a Pomaretto il 18-3-1958.
Uova pasquali
Gup e r
La convenienza nella qualità
3
L’ECO DELLE VAULI VALDESI
— S
Corrispondenza
dagli Stati Uniti
St. Paul • Minnesota - 19 Marzo 1958
Sono trascorsi ormai 10 giorni da
quando abbiamo lasciato lo Stato
dell’Arizona per tarsferirci in volo
nello Stato del Tennessee. Partiti alle 9 di sera da Tucson, siamo giunti
a Nashville alle 6 del mattino. Nonostante l’ora mattutina, il Segretario
del Comitato delle Missioni della
Chiesa Presbiteriana del Sud, il Dr.
Paul Preeland, era all’aeroporto ad
attenderci. La sua ospitalità è stata
generosa e cordiale. Al mattino abbiamo visitato il nuovo, moderno sta
bile degli uffici della Chiesa e abbiamo fatto conoscenza con parecchi
Pastori e laici impegnati nel lavoro
di amministrazione e direzione de'
lavoro missionario. I missionari di
cui questo Comitato si cccupa sono
ben .500, sparsi in varie parti del mondo. Il maggior numero di essi lavora
tuttavia nel Brasile ove la Ch'esa
Presbiteriana sta facendo rapidi e
incoraggianti progressi.
Nel pomeriggio ci fu una riunione
di tutti i membri del Comitato, alla
quale erano- invitati pure i giovani
che si preparano a partire per il cam
po delle missioni. Erano nove giovani, alcuni dei quali avevano lasciato
delle buone carriere professionali, per
rispondere alla vocazione che avevano ricevuta. Ne abbiamo riportato
una impressione incoraggiante e edificante. Alcuni erano sposati e ave
vano bambini in tenera età, ma questo non li aveva impediti nella decisione di affrontare un avvenire incognito in terre lontane, per amore del
Signore. Ci fu data opportunità, nel
corso della riunione, di presentare
l’opera della nostra Chiesa e di parlare dei nostri problemi. Abbiamo
motivo di ritenere che rincontro è
stato assai costruttivo e che il con
tatto stabilito gioverà nei prossimi
anni alla nostra Chiesa.
Il giorno seguente, dopo un altro
volo di 3 ore e mezza giungiamo a
Oklahoma City, nello- Stato dell’Okla
horna. E’ un terreno del tutto nuovo
per noi. Ci attende all’aeroporto un
givano pastore, aperto e gioviale, col
quale ci troviamo subito a nostro
agio. Egli ci conduce dai nostri ospiti che sono una coppia di giovani sposi, altra volta del tutto indifferenti in
materia religiosa ed ora divenuti zelanti membri di Chiesa, in seguito
alla campagna evangelistica di Billy
Graham. Ne incontreremo degli altri
che il messaggio di Billy Graham ha
risvegliato e ai quali ha fatto cono
scere la gioia dell’annunzio deU’Evangelo, ed era veramente edificante per
noi vedere come sembravano aver
trovato un nuovo scopo nella vita e
sembravano animati da un intenso
desiderio di servire.
Abbiamo avuto nella città 6 riunioni, di cui due meritano speciale
menzione: la prima nella più grande
Chiesa Presbiteriana e la seconda in
una casa privata ove parecchie persone erano state invitate per l’occasione. Sono state per noi due bellissime serate e abbiamo motivo di credere che molti nuovi amici sono stati acquistati alla nostra Chiesa. Si
tratterà di coltivare queste amicizie
e di mantenere i contatti preziosi
stabiliti. Peccato che la nostra visita
sia durata solo due giorni! Il terzo
giorno siamo di nuovo all’aeroporto
alle 8 del mattino e in volo raggiungiamo Toledo nello Stato dell’Ohio,
alle 4 del pomeriggio. Ci aspetta lì il
Pastore Christie Innes che è stato in
Italia e che si appresta a ritornarvi.
Il sabato possiamo finalmente riposare. Siamo invitati a cena da un
anziano di Chiesa e prendiamo alcuni contatti.
Poi la domenica due buoni culti al
mattino e il pomeriggio un viaggio
Scuola Latina
di Pomaretto
Doni ricevuti con riconoscenza dalla direzione dal 1° dicembre al 28 febbraio 1958.
Lucilia e Laura Matbieu (Roma) L. 2.W)0;
Sijt.ra Clelia Vigliano Bancbetli (Bari) L.
1.0(10; Sig.na llda Revel (S. Germano elusone) L. 2.000; Doti. Guido Botturi (Torino) L. 10.000; Sig. Ugo Rivoiro Pellegrini (Torino) L. 15.000; Sig.na M. Luisa Pons
Karrer (Torre Pellice) L. 300.
In memoria del mae-stro Enrico Raima:
Sig.ra Ines Bassi (Parma) L. 1.000; Giulietta Raima (Parma) L. 1.000; Sig.na Mimi
Matbieu (Pomaretto) L. 500; Sig.na Laura
Micol (Porosa Argentina) L. 1.000; Fiori
per la zio E. C. E. E. (Pomaretto) L. 3.000;
Un piccolo fiore C. (Pomaretto) L. 500.
Ing. Ferruccio Avondetto e famiglia in
memoria dello zio Eìdouard Richard L.
2.000; Sigg. Alice e Conrad Peter in memoria del cognato Edouard Richard L. 1000.
Sig. Attilio Pons e famiglia (Pomaretto)
4 sedie per la direzione.
di due ore in automobile, ci conduce
a Bluffton dove abbiamo la grande
gioia di trovare riuniti quasi tutti i
componenti del gruppo Mennonita
che ha lavorato alle Valli e a Napoli
Parecchi di loro erano venuti da assai lontano, con mogli e bambini, ed
è stata veramente ima bella riunione. Ricordano le Valli con molta nostalgia. ci hanno chiesto notizie di
tante persone, ripetevano le parole
italiane che ancora ricordavano, ci
esprimevano il rammarico di aver lasciato le Valli troppo presto, quando
ancora forse avrebbero ptotuto rendere maggiori servizi. La sera abbiamo
parlato di una Chiesa Mennonita e
il giorno dopo nel Collegio di Bluffton. Tornati a Toledo, ima vedova
di origine italiana, di fede Pentecostale, che aveva letto sul giornale
l’annunzio della nostra visita, ci volle a cena a casa sua per... un piatto
di spaghetti! Erano in verità molto
buoni. Ancora una conferenza con
un ottimo pubblico la ste.ssa sera e
poi il mattino seguente altro volo
per giungere a St. Paul, nel Minnesota, dove siamo stati accolti dal Presidente dell’Università Presbiteriana,
grande amico della nostra Chiesa, il
Dr. Turck. Del programma che abbiamo iniziato qui, ieri sera, diremo
piacendo al Signore, nella prossima
corrispondenza.
A. e L. Deodato
Ofierte ricevute
per il giornale
Venturi Irma 100; Giacone Giulio
200; Ippolito Mari4, :200; Jalüer En
rico 200; Lpng Meyniër llda 100; Pattini Arturo 200; Rostan Li vieti a 200;
Sappè Adolfo 200; Vinçon Aldo 200;
Avondet Emilio 100; Balmas ved. Alice 300; Balmas Gustavo 300; Balmas
Orlina 100; Baret Alfredo 200; Berta
lot Luigia 200; BeiK Silvio 300; Boc
calini Franco 300; Bouchard Alberto
100; Bouchard Carlo 300; Bouchard
Carlo Alberto 300; Bouchard Emilio
300; Bouchard Edvico Bart. 300; Bou
chard Giovanni 100; Bounous Ethe!
100; Costabel Giovapni 300; Grill Gio
vanni 300; Jahier Alice 300; Jahier
Davide 300; Lantelöie Alberto 100;
Long Emilio 100; ‘Peyronel Adolfo
100; Peyronel Elisa; 100; Peyronel P.
Enrico 150; Peyronel Guido 300; Re
vel Fanny 300; Revel Gustavo" 300;
Rivoìra Davide 30Q5 ' Peter Corrado
100; Mancini Giorgina 100; Vigne Giacomo 100; Chiesa Battista di Firenze
100; Di Pietro Gioigpni 200; Angelo
Luzzani 100; Piero mi Pesco 100; De
Michelis Maria Luisa 200; Peyrot Giovanni 300; Coucourde Ines 300; Michelin famiglia 800; P. C. Toureille
75; Rapisarda Giuse^a 200; Danna
Giacomo 600; Mariinat Francesco
100; Beux Ettore 200; Dalmas Adelina 300; Bellion E. 500; Lidia e Paola
Nisbet 1.000; Silvano Rlvano 50; Feroldi Piero 500 ; Trayers Berinzoni
300; Lina La Rocca 500; Bounous Eugenio 300; Gönnet Paolo 100; Bouchard Gustavo 300 ; J Long Elio 100;
Jahier Emilio 100; Bertetto Lina 100;
Paschetto Lina 300;,Pons Pietro 200;
Tron Emanuele 100; jMicol Laura 100;
Griot Emanuele 100.^
IL PASSATO CI PARLA
Sfogliando antiche relazioni delle nostre Chiese, troviamo tante cose interessanti, preziose esperienze del
passato, che oggi ancora possono essere per noi di ammaestramento.
Ed io mi propongo di spigolare di
tanto in tanto fra queste antiche
pagine, quelle che più direttamente
hanno una parola da dirci.
UNA CHIESA
CHE PREGA
Nell’anno 1905, l’Evangelista Gustavo Bert è mandato a Carema. Ed ecco
cosa leggiamo nella relazione di quell’anno :
« L’Evangelista Gustavo Beri è giun
to col suo santo entusiasmo : ebbe una
buona accoglienza dalla fratellanza
che culminò in una adunanza di preghiera in casa di un anziano, il che
lo fa esclamare: ’’Una Chiesa ove si
prega è una Chiesa vivente, per piccola che essa sia ”».
Una Chiesa ove si prega...
Noi ci lamentiamo spesso che le
nostre comunità non sono più quelle
di una volta, che vi è troppa indifferenza, tiepidezza, assenteismo ai culti
ed alle riunioni, e cerchiamo quali ne
possano essere le cause e quali i rimedi...
Non dovremmo forse ricercarne la
causa principale prcq>rio qui: che abbiamo disimparato a pregare?
Qual’è la comunità che ha delle
riunioni di preghiera regolari, assidue?
Qual’è l’Assemblea di Chiesa che si
riunisce per pregare quandoi si tratta
di eleggere un pastore, o di prendere
qualsiasi decisione importante?
-1 membri di Chiesa, o almeno parte di essi, pregheranno individualmente per. la loro Chiesa, per il loro, pastore... ma noi sappiamo che «l’unio:
ne fa la forza », e che Gesù stesso ha
attribuito una grande importanza, alla preghiera in comune: «Se due di
voi sulla terra si accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà
loro concessa dal Padre mio che è nei
cieli. Poiché dovunque due o tre sono
raunati nel mio nome, quivi sono io
in mezzo a lorp ». (Mattep 18: 19-20).
« Due o tre » : pochi ; ma se in ogni
comunità vi fosse un piccolo nucleo
fedele che si riunisse per pregare,
quale forza ne verrebbe alla Chiesa
stessa.
La Chiesa primitiva conosceva la
forza della preghiera in comune; basti citare l’esempio che ci viene raccontato in Atti 12: 5 :T’apostòlo Pietro
è in prigione, ben custodito da quattro
niùte di soldati di quattro l’unà; alla
vigilia forse della sua condanna a
morte; ogni scampo è impossibile;
« ma fervide preghiere eran fatte dalla Chiesa a Dio' per lui ».
Una Chiesa che prega è una chiesa
vivente...
E una Chiesa che non prega?...
Selma Longo'
NORD CONTRO SUD
accuratamente vagliati^
l’adattissimo
E’ il titolo di un romanzo di Verne, ma potrebbe preporsi anche alle reazioni apparse sull’Eco del 14
Marzo al mio suggerimento di ripopolare le zone abbandonate delle
nostre Valli con correligionari del
Sud. Convengo perfettamente con
le sagge considerazioni di Carlo
Fons; non ho mai pensato del resto
ad una immigrazione in massa e
neanche di gruppi numerosi, ma a
una immissione di singoli elementi
in vista deifisico e delle garanzie spirituali.
Alla Signora Beux debbo una piu
lunga risposta. Si rassicuri: la banda tipo Giuliano, avvolta negli
(( scapolari » e armata di mitra con
la quale muoverò alla conquista delle Valli non si è ancora mossa da Canicatti. Sono grato alla signora per una illusione che nutre
a mio riguardo, mi ritiene uno
sbarbatello; ad un’assidua lettrice
quale ella è non sarebbe dovuto
sfuggire che, pochi numeri or sono,
mi dichiaravo coetaneo del fiorentino Dolt. Eochat che ella conosce,
di certo. Prego ora di non passare
all’estremo opposto dandomi del
« venerando », desueto titolo che
non gradirei. Ma è pur sempre una
piacevole sensazione per un uomo
della mia età l’essere trattato come
ragazzino da una donna certo tanto più giovane.
♦
In ogni caso non immaginavo di
aver detto tante cose in quelle poche righe buttate giù sotto l’impressione di una conversazione radiofonica. La Signora Beux sembra
condivddere l’opinione che il participio « sofisticato » si applichi
solo al femminile, e mi accusa di
aver definite « sofisticate » le nostre
Fedeltà e rfoenescenxa dei fratelli del Sud
Uunità valdese è spirituale ed esclude il raa~
lisme - Il perleelo di una chiesa^berghese „
dire; « il contadiè meno sofisticato
montanare ! Nel
no meridionale
del nostro” intendevo solo dire che
(' ¡liù primitivo. Creda pure, egregia signora, conosco parecchie parrocchie e quartieri delle alte Valli;
vi tenni anche riunioni per la « Pra
del Torno ». Ho visto le nostre magne andar per legna, curve sotto la
greve cabassa, ma non posso dimenticare le donne manovali di alcune
ione del Sud con i piedi piagati e
reggenti sul capo le « coffa » piene
di pietra e di sabbia, e le siciliane
non in pesante « quartara » sul ca
po percorrenti chilometri e chilometri per procurare un pò d’acqii.ì
non sempre limpida; ho visto portare a spalle la terra dal fondo dei
valloni sulle pendici delle Alpi, ma
ho visto anche rompere coi muscoli
la dura, sterile argilla a mille metri d’altezza sui monti di Sicilia e
sono sceso nei pozzi della Miniera
Trabia ove lavorano anche alcuni
valdesi riesini. I miniatori mi avrebbero voluto a Direttore, memori
con riconoscenza di fin altro Valdese, un Ing. Rostan, dggi pezzo grosso della (c Montét^lthii ». Non è
questo il luogo óve és|)òrre le ragioni tecniche e umafie per cui non
volli accettare una ' offerta confermata dal Consiglio Amministrazione ; basti dire che' tra queste erano alcuiie simili allé’ riserve espresse da Carlo Pons. Ciò confermi alla
-gnora Beux che non trovo i Riesini jjerfetti (è un pezzo che so che
gli uomini non sono angeli); ma
bisogna riconoscere a quelli d’infra
essi che hanno accettato l’Evangelo
la maggiore garanzia di fedeltà che
dà il fatto di dover giornalmente
difenderla, codesta fedeltà, contro
continui attacchi anziché professarla come un retàggio ereditario.
In quanto al mosaico intercontinentale che la Signora Beux prospetta come un paradosso satirico,
la meraviglierò mólto affermando
che io un simile mosaico non lo vedrei malvolentieri ove una operosa
fede evangelica unisse i componenti di tale multicolore società. E citerò un precedente. In questi giorni mi è stata chiesta da un giornale
sportivo, per riprodurla, una vecchissima fotografia ohe rappresenta
la più fantastica squadra di dilettanti di calcio che sia forse mai esistita, cosi composta : un inglese,
uno scozzese, il sottoscritto, un Tamil, un sino-portoghese, un afgano,
due cinesi, tre malesi, un canaco,
Ire siamesi; eppure raramente conobbi una squadra meglio affiatata
e più imlenterosa, e si faceva anche
il gioco duro, senza riguardo al colore (si noti che si tratti di mezzo
secolo fa!). Ebbene, se U comune
spirito sportivo produceva tale uiiione ,non jtotrebbe produrne una
ancor più salda, un comune spirito religioso? Mi perdoni, l’egregia
Signora, ma leggendo le sue invetti
\e mi veniva in mente il Colonnello
Malan, primo Ministro Sudafricano, Valdese di nome e di origini
anch’egli (del versante francese)
No, non riesco a' vedere . 1’« apartheid » razziale alle Valli!!!
L’unità valdese è spirituale, non
etnica o etnografica; spirituale fu
nei primi secoli dopo Valdo; circostanze storiche avverse la resero
poi etnografica, variandone e riducendone successivamente i limiti.
Ma lo stesso messaggio del Gen.
Beckwith: « o missionari o nulla )>
suona un avvertimento contro il
pericolo del complesso « Israël des
Alpes ». Appunto perchè tra tale
complesso sono cresciuto, io, che
non meno di Lei, Signora, sono orgoglioso dei quattro quarti ineccepibili di pura « valdesia », mi ergo
oggi contro l’inconscio razzismo dei
nostri. E affermo: bisogna che la
-lostra unità torni ad essere puramente spirituale come fu per secoli
quella di Israele della Diaspora.
Conserveremo allora una individualità imperitura, anche se alle Valli
fossimo ridotti a possedere solo il
Collegio e la Casa Valdese, a parte
selve ed il « big game ».
La Signora Beux esprime il parere che te mie idee possano offendere i fratelli d’America. Non lo
credo, penso anzi che essi siano in
grado di comprenderle meglio di
chiunque altro e ciò per ovvie ragioni, dato che non credo vi siano tra
loro molti che desiderino venire a
ricolonizzare le Valli!!! Inveee ingiusti e immeritati sono gli apprezzamenti .sui nostri fratelli siciliani,
i quali sono poi piuttosto « chatonilleux » (e non hanno torto) e ai
quali la Chiesa Valdese deve pure
qualcosa .Da quando, subito dopo
il 1860, la Chiesa Valdese inviava
sulle orme di Garibaldi, Giorgio
Appia a iniziare nell’Isola un’opera
di apostolato non infecondo e spes
Educate fortemente i vostri figliuoli ; ma non sia uno strumento
omicida il primo trastullo che ponete nelle loro mani, non sia la finzione
della strage il primo diletto della loro fantasia, perchè è un troppo vecchio e funesto errore quello di secondar nel fanciullo l'istinto della ferocia credendo di educarlo al valore pensato e generoso dell'uomo civile.
De Amicis.
so difficile, opera in cui spicca la
figura veramente paolina di Arturo Muston, che vi spese per alcuni
lustri i suoi anni migliori e non vi
è stato dimenticato, le cose sono
molto cambiate. Da un pezzo l’Isola ha ripagato dando alla nostra
Evangelizzazione operai di primo
ordine che tutti conosciamo e che
tanto hanno benemeritato. Orbene
vuole la Signora Beux che si dia ragione alla insinuazione (che del resto pare essa condivida) che la nostra è una chiesa « borghese? »: —
i. Come, — possono dirci —- voi accettate da noi i pastori, ma non i
contadini? » I siciliani posseggono
la virtù della riconoscenza, come ho
sperimentato; si vuole che dicano
(Ile i Valdesi la ignorano?
Infine, dato che esiste quel pericolo giallo — siculo che l’egregia
contradditrice sembra temere — se
t vero che fra qualche anno saremo
fatalmente sommersi dall’ondata del
Sud, non è meglio sceglierci gli invasori finche siamo in tempo, anziché doverli poi subire indiscriminatamente? M. Exnakd
RICORDATE
uova pasquali
Gupe r
La famiglia di
Ferdinando Peyronel
deceduto ai Chiotti il 13 Marzo 1958,
all’età di soli 51 anni, ringrazia quanti hanno voluto dar loro prova di
cristiana simpatia nell’ora del lutto
che li ha colpiti.
Un ringraziamento particolare al
Fast. Carlo Davite, al Dott. Eman.
Quattrini, alle Suore ed al personale
dell’Ospedale di Pomaretto ed ha
quanti hanno prestato il loro aiuto
durante la lunga malattia.
Chiotti di Riclaretto, 16 Marzo 1958
La famiglia Jourdan ringrazia
quanti hanno voluto darle prova di
cristiana simpatia nell’ora del lutto
che l’ha colpita con la morte del marito e padre
Stefano Jourdan
deceduto a Torre Pellice il 15 Marzo
1958 all’età di anni 91. Ringrazia in
particolare i pastori Sommani e Tron
per l’assistenza spirituale e i vicini
per l’aiuto prestato.
Torre Pellice 24 Marzo 1958
4
OMd non pwaUca l'otico • «ontomplativa che tende soltanto al
perfezionamento di se stesso,
ma l'amore attivo cM prossimo.
A. Schweitzer
L'Eco delle
Valdesi
Solo quando diviene veramente
umile il pensiero può incamminarsi sulla via che conduce al
sapere. A. Schweitzer
Agape - 19 marzo 1958
Alla viglila della loro coniermazione^ Agape ha accolto nella sua bella atmosfera circa 170 catecumeni
provenienti da tutte le parrocchie
dèlie Valli, accompagnati dai loro Pastori.
Si può senz’altro dire che, quella
del 19 marzo, è stata una buona giornata, favorita dal tempo malgrad-o
che la neve ricoprisse abbondantemente la conca di Praly, e soprattutto benedetta da Dio tanto per i mes
sag^ che si sono uditi quanto per lo
spirito in cui la riunione è avvenuta.
Sin dal mattino quattro grossi autopullman salivano la valle, carichi di
gioventù e di belle promesse, se si
pensa che a poco a poco quei catecumeni saranno chiamati ad inserirsi
con sempre nmggiore responsabilità
nella vita delle nostre comunità Vaidesi alle Valli. Salendo ad Agape non
si poteva fare a meno di volgere uno
sguardo alle candide vette sullo sfon
do del cielo azzurro. Ma, nel vasto
salone, una calda colazione ci ati.ex>
deva ed i giovani non si sono fatti
pregare per mettersi a tavola.
Poco dopo le nove, con tanto di
numero e di distintivo aU’occhiello,
i gruppi si sono formati e si sono di
sposti ad ascoltare il culto ed i messaggi. Il breve culto iniziale è stato
presiedute dal Fast. Gino Conte ed
il Past. Enrico Geymet, particolarmente responsabile dell’organizzazione della giornata, ha rivolto alcune
parole introduttive sul programma
degli studi e dei lavori, centrati su
di un tmico tema: 11 culto puDblico.
E di questo «culto» si è parlato
succesiiivamente con semplicità ai
linguaggio, ma_ con forza di convinzióne. Era necessario parlarne ai catecumeni prima della loro confermazione in chiesa, per esortarli a Ire
quentare le comuni assemblee ed a
lottare con coraggio contro la tentazione di evadere da esse per mille e
una ragione, a danno della loro vita
spirituale e della efficacia del cuUo
stesso. L’importanza dell’argomento
per tutte le nostre chiese è tale che
ci riinomettiamo di parlarne sul nostro giornale, riallacciandoci agli ottimi studi presentati da due giovani
Pastori: Bruno Tron (sul culto inteso
come ascolto della Parola di Dio e
servizio) e Giorgio Bouchard (suile
varie parti che compongono il nostro
culto). Con tono giovanile e fraterno
sono state dette molte cose giuste,
utili, necessarie. E, dopo i loro messaggi, era simpatico ^ardare i vari
gruppi di catectuneni all’opera per
rispondere alle domande di un que
stionario appositamente preparato
per loro sull’argomento in discussione nella giornata.
Nel pomeriggio ci si è rimessi presto al lavoro. Una giovanetta di Villar Penice ha riferito molte delle rar
gioni che si odono qua e là per non
frequentare i culti ed il Prof. Giusep1« Casini, del Collegio di Torre Pellice, ha esaminato varie di quelle ra
gioni nel quadro del mondo contemporaneo e del ritmo dei lavori e degli
svaghi continuamente in aumento.
Ci si è fermati ad esaminare alcune obbiezioni correnti e pericolose
contro la partecipazione ai culti. Poi il
Past. Geymet ha comunicato i risultati dei questionari, premiando i gruppi che si erano particolarmente distinti nelle risposte; ed il Past. Gustavo Bouchard ha tenuto desta l’attenzione di tutti con una buona mezz’ora di « Lascia o raddoppia » sul tema della Storia Valdese, con una serie di domande rivolte ai componenti di ogni parrocchia. Anche questa
è stata un’esperienza interessante'
una giovane catecumena faceva la
annunziatrice e il Past. Giov. Pey
I parati della cara
Maria Avondet
sentitamente ringraziano tutti coloro
che hanno preso i>arte al loro lutto,
in particolare modo la Direrione, il
personale del Rifugio e il Pastore
Sig. Bertinattl.
Lusema S. Giovanni 12-3-1958
Nella tristezza del secondo anniversario della morte del suo caro figlio
Arnaldo
la mamma Cementina Bounous ved.
Pons lo ricorda ai parenti ed agli
amici.
Torino 28 marzo 1958
II suo sole tramonta mentre
è giorno ancora.
Geremia 15: 9
rot, di Prarostlno, è stato im perfetto notaio I
Ma le ore passarono veloci e bisognava ripartire. I catecumeni si sono
riuniti attorno ai Pastori ed hanno
ascoltato alcime vibranti parole del
Past. Geymet. In coro si è cantato:
«- Fino aUa morte saremo fedeli », poi
si è ridiscesi a Praly, per il ritorno
alle varie sedi. Ottimi i panettoni e
ottime le «brioches» fornite generosamente dal Vice Moderatore, assente per ragioni di servizio. Ottima, come sempre, racc.oglienza del Past. Vinay e dei suoi collaboratori, ai quali
inviamo un sincero ringraziamento.
Mancavano alcune diecine di cate
eumeni di quarto anno; ma, mentre
si scendeva da Agape e sfilava il
gruppo del 170 presenti, non abbiamo
potuto fare a meno di pensare al po
sto che le Chiese delle Valli hanno
ancora nell’opera nostra ed al futuro
di quelle Cldese, grazie alla bontà di
Dio ed alla testimonianza di quanti
continueranno ad amarLo con fedeltà. e. r.
L’impegno ^
del giovane catecumeno
cristiano
Scegliendo di essere cristiiino, hai
aderito ad una causa contestata e combattuta, che ha bisogno delle tue giovani forze, del tuo entusiasmo, della
tua fedeltà. Scegliendo di essere cristiano, hai detto : «noi» alla tentazione di vivere soltanto per te stesso
e per i beni materiali, dimenticando
il prossimo, l'anima, l'eternità ; hai dichiarato che Dio è, il tuo Signore e l'Evangelo la tua legge, e che tutti gli
uomini, particolarmente coloro che
credono in Cristo e lo amano, sono i
tuoi fratelli ; e che l'amore è la suprema forza e la divina legge della vita.
.( G. Miegge )
Calendario '' Valli Nosfre
//
Indicazioni e suggerimenti
Molti amici del calendario « Valli Nostre » edito dalla Claudiana hanno aggiunto
alle risposte del referendum alcune indicazioni e suggerimenti. Non usiamo di proposito la parola critiche perchè abbiamo
rilevato, con sommo piacere, che nessuno
ha rivolto al nostro calendario critiche demolitrici, ma sempre esse sono state costruttive; nè manca chi dice: Il calendario
va bene cosi, e non ha bisogno di miglioramenti. Risposta che è un certo qual premio per chi cura una pubblicazione del
genere, senza vere molti fondi a disposizione. Pensiamo che interessi i lettori conoscere come i nostri corrispondenti vorrebbero il « Valli Nostre ».
Aspetto tecnÌGo
C’è chi invoca il ritorno alle righe per
annotazioni e chi preferisce vedere stampato un versetto biblico al giorno; si richiede l’indicazione delle lunazioni, l’ora
NOTIZIE DALLE CHIESE
TURRE PELLICE
L’avvenimento più caratteristico
del mese di Marzo è stata senza dubbio la visita di un gruppo di Diaconesse di St. Loup alle Valli. La nostra
Chiesa ha avuto il piacere di ascoltare un breve, ma sostanzioso messaggio di Soeur Lina alla fine del culto di Domenica 16 marzo. La sera prima i giovani del Centro ed i giovani
di Pomaretto che erano venuti a farci visita, hanno ascoltato con molto
interesse tre brevi messaggi del Pastore Gagnebin, di Suor Lina e della nostra diaconessa Suor Ermellma.
La Domenica mattina Suor Lina ha
parlato insieme alla nostra Diaconessa Suor Dina alle Catecumene di
Torre Penice. Siamo veramente riconoscenti per la visita che abbiamo
ricevuto e per i messaggi datici.
La sera di Domenica 16 marzo alla
Enrico Arnaud, per l’occasione aperta anche alle Signore, ha parlato il
Past. Gagnebin sul valore della Liturgia nel culto. I presenti, una sessantina, hanno ascoltato con molto
interesse la conferenza del Past. Gagnebin che ha posto cosi bene in ri
salto il senso vero della Liturgia nel
nastro culto.
Attraversiamo un periodo assai ricco nel campo del lavoro filodrammatico. Spesso ai Coppieri vengono filodrammatiche di altre Unioni a rappresentare i loro lavori. Ma nel mese di Marzo l’Unione dei Coppieri ha
allestito una serata filodrammatica
(la seconda in questo anno ecclesiastico) e l’Unione dei Chabriols ha an
ch’essa avuto la sua serata con pieno
successo. Ci fa piacere vedere coma
i giovani si impegnano in questo tipo di attività che del resto riscuota
sempre l’interesse vivo della popolazione a giudicare dalle numerose as
semblee che si radunano in questa
circostanze. Adesso aspettiamo che
anche l’Unione dei Simond ci dia la
sua .serata che auguriamo abbia pie
no successo.
Le riunioni di quartiere terminelanno nel corso di questa settimana.
CHIEDETE
Uova pasquali
G u p e r
Prof. Dr. A. Roniscontro
Ubero docente
in Clinica Odontoiatrica all'Università
MALATTIE
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Pinerolo - Via Palestre, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
e lunedì
i economici \
VENDESI casa con terreni annessi
in Bobbio frazione Giomà — rivolgersi Bonjour Daniele.
Abbiamo Timpressione che anche quest’anno sia stato positivo in questa
attività della chiesa e molti hanno
frequentato con assiduità e viva partecipazione le nostre riunioni. Men'c.re negli anni passati risuonava spesso la nota dolorosa della scarsa frequenza al quartiere del Tagliaretto
quest’anno possiamo dire che im buon
gruppo di fedeli ha frequentato con
regolarità la nostra riunione settimanale; non altrettanto si può dire per
il centro dove pochi fedeli haimo continuato a frequentare la riunione in
niezzo al totale assenteismo dei più.
Quest'aniio, dopo una preparazione
fatt 1 in due riunioni successive, in
quasi tutte le nostre riunioni quartierali si è celebrábanla S. Cena a conclusione del nòstro incontro settimanale. Questa iniziativa è stata accolta ovunque con gioia e con vivo piacere ed abbiamo avuto dei culti di S.
Cena veramente benedetti dal Signore.
Notizie personali. Il nostro fratello
Pons Gustavo e la sua moglie sig.ra
Maria Barotto, hanno gioiosamente
celebrato le loro Nozze d’argento. Porgiamo loro i nostri migliori augur,
perchè la vita della loro famiglia possa continuare ancora per lunghi anni sotto lo sguardo del Signore.
Atti liturgici.
Domenica 23 marzo è stato arami
nistrato il battesimo a Ugo Poet di
Guido e di Dema Dina.
Sono stati celebrati i funerali di
Giaime Eros, Buffa Nanny in Bivoir,
Charbonnier Eugenia ved. Toscano,
Geymet Enrico, Paschetto Lea in Stalle, Jourdan Stefano.
Il Signore coìtoli coloro che sono
afflitti!
VILLASECCA
Durante la assenza del Pastore,
incaricato di un giro di conferenze
nel cantone di Berna, gli studenti
della Società Misisonarìa Pra del
Torno, hanno tenuto una serie completa di riunioni nei vari quartieri;
Villasecca: Dugpni-Jourdan; Bovile;
Abate; Trussan Zeni; Albarea: Deodato; Roccia: Trobia; Combagarino;
Dugoni-Zeni.
Sempre da parte della Pra del Torno è stata presieduta la Scuola Domenicale del 2 Marzo: Dugoni-Zeni
Gli stessi studenti hanno anche parlato il pomeriggio all’Unione delle
Madri proiettando, come alla Scuola
Domenicale ed in alcuni quartieri
una interessante serie di foto a colori provenienti dalle Missioni.
Il culto del 2 Marzo è stato presie
duto dallo studente E. Zeni. Desideriamo ringraziare vivamente i nostri
amici della Pra del Tomo per il messaggio che ci hanno portato e pei lo
spirito con cui lo hanno fatto, ed
esprimiamo la speranza di avere pros
simamente una nuova occasione di
udire il loro messaggio.
Il 9 Marzo un buon gmppo di fratelli e sorelle hanno ascoltato la pre
dicazione del Vicemoderatore Past.
Roberto Nisbet nel tempio dei Chiot
ti.
L’Anziano di Albarea: sig. Giosuè
Ribet ed il Diacono del Trussan: Sig
Levy Peyronel, hanno presieduto le
riunioni di Oombagarino e di Albarea.
L’Evangelista sig. Carlo Davite ha
curato, durante tutto questo periodo,
la continuità del lavoro pastorale e
della predicazione.
A questi nostri fratelli giunga an
cora il ringraziamento sentito del
Pastore e di tutta la Comunità.
Anche la nostra comunità ha ricevuto, sabato 15 Marzo, la visita delle
Suore Svizzere e precisamente di
Suor Jacqueline accompagnata dal
Past. Gagnebin, direttore della Casa
di St. Loup.
Le Madri e le Catecumene presenti
sono state molto interessate dal messaggio del Pastore Gagnebin in cui,
dopo aver delineato le caratteristiche
del servizio nel diaconato femminile,
ha messo chiaramente in luce la vocazione che il Signore rivolge in modi diversi e ad ognuno e la responsabilità che portiamo davanti a lui
Del m^simo interesse anche la «testimonianza» di Suor Jacqueline alla quale vogliamo ancora inviare il
nostro cordiale augurio cristiano.
Purtroppo in queste ultime settimane la nostra comunità è di nuovo
stata visitata dal lutto.
Il 28 Febbraio si spegneva improvvisamente al Bameo la nostra sorella
Maria Caterina Bounous di 73 anni,
ed il 13 Marzo Dio chiamava a sè il
nostro fratello Ferdinando Peyronel
(Serre Marcou), dopo lunghi mesi di
gravi sofferenze ed all’età di soli 51
anni. Il Signor Gesù Cristo, che per
questi nostri fratelli ha dato la sua
vita e per essi è risorto a Pasqua
consoli quanti piangono queste separazioni.
Istituti Ospitalieri
Valdesi
La Commissione Istituti Ospedalieri Valdesi offre buona occupazione a
cuoche e aiuto cuoche presso gli ospedali di Torre Penice e Pomaretto.
Per informazione e condizioni rivolgersi airufflcio di Amministrazione in Torre Pellice, piazza Muston 1.
Direttore : Prof. Girto Costabel
Pubblicaz, autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955
del sorgere e calare del sole (ma sulla base di quale regione italiana?) nonché l’indicazione di equinozi e solestizil
Alcuni definiscono antiestetica l’attuale
presentazione del calendario: punti metallici evidenti, carta troppo sottile, caratteri
troppo piccoli; manca un occhiello e nastrino per appendere al muro il calendario; si dovrebbero incorniciare con fregi
a vari colori le foto e gli elenchi dei giorni. Non manca chi vorrebbe tutte le foto a
colori, come nel calendario in lingua inglese edito dalla Tavola. Tutte buone idee,
la cui attuazione totale ci porterebbe a spese non indifferenti ed al conseguente aumento del prezzo delle « Valli Nostre ». Si
sta tuttavia studiando un miglioramento
nella presentazione, per soddisfare almeno
alcune esigenze, particolarmente quella di
poter conservare le fotografie, senza strappare i fogli, come ora; infatti, dice un corrispondente, « le foto sono mollo belle eil
è peccato perderle ».
Fotografie
Si richiede generalmente una maggior varietà, senza tuttavia specificare se si intende varietà di autori, di soggetti o di parrocchie. Un elemento di varietà sarà senza
dubbio dato dalTinserimento di una foto
dedicata alla «Evangelizzazione»; ci suggeriscono di pubblicare anche foto del 6.o
distretto, delle zone depresse delle Valli,
delle antiche nostre comunità, ora scomparse, della Calabria. Buono il suggerimento
di pubblicare foto (a colori) di flora alpina
delle Valli. Non sapremmo proprio come
interpretare (e quindi come esaudire) la
richiesta di « curare la politica religiosa » (?!).
Molte altre proposte di vario genere ci
.sono pervenute; non possiamo elencarle
tutte ma esse dimostrano tdie il « Valli
Nostre » intere,s.sa i suoi amici. Eccone an
coca due: la data di pulihlicazione del calendario dovrebbe essere anticipata all’epo
c.a del Sinodo. Mese per mese si dovrebbero indicare le date famose della storia de!
crisliaiiesimo e particolarmente della storia valdese. La cosa non è priva d’inleres
se, ma si rischia di infittire eccessivamente
con didascalìe e indicazioni varie le pagine
non tanto larghe del calendario, togliendo
« aria » e pregio alle fotografie che finora
hanno avuto un posto di rilievo.
Concludendo, ci sembra che fra le molte
proposte non sia esiguo il numero di quelle sensate e simpatiche; però ci sono due
ostacoli da superare per soddisfarle: il costo, da un lato; e dall’altro la collaborazione di amici fotografi che ci mandino IN
TEMPO UTILE materiale buono, cioè non
solo bello ed interessante, ma anche ADATTO alla riproduzione tipografica. Con l’augurio di una sempre più vasta collaborazione ringraziamo ancora i nostri cortesi corrispondenti. La Comm. editoriale
Redattore; Ermutino Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e AmministrazioRe
Editrice Claudiana
Torre Pellice - ’-c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
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Giuseppe Griva
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A Strada per Mlradolo, di fronte alla caserma degli Alpini
r’ineroio • (Ca,erma Berardl)