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Anno IV
numero 41
del 25 ottobre 1996
L2000
Spedizione in a. p. comma 26
art. 2 legge 549/95 nr, 41/96 - Torino
In caso di mancato recapito
si prega restituire al mittente
presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si Impegna a
corrispondere il diritto di resa.
Bibbia e attualità
LA VERITÀ, BASE
DELLA RIFORMA
Conoscerete la verità e la verità vi
farà liberi.
(Giovanni 8,32)
PUNTUALMENTE ogni anno, scandita dal trascorrere dei giorni, torna la domenica della Riforma. Non è
una data fissa ma non è neanche lega- •
ta alle fasi della luna, come la Pasqua..
È la domenica di ottobre più vicina al
31 ottobre, giorno tradizionalmente indicato come inizio della Riforma protestante. Una data convenzionale, che è
diventata parte della tradizione protestante. Una ricorrenza non va «celebrata», ma va presa come un’occasione di
riflessione, un'occasione per richiamare alla memoria storica un evento e coglierne nuovamente il senso.
SI è detto che la Riforma del 1517 in
particolare e le varie chiese del protestantesimo storico in generale, hanno il loro fondamento nella libertà, come appunto recita un famoso testo di
Lutero del 1521: «La libertà del cristiano». Non è la prima volta che leggiamo
e sentiamo dire da persone diverse che
il protestantesimo è la «religione della
libertà». La libertà, in questo caso, sarebbe base sufficiente per fare da fondamento all’intero protestantesimo
storico, a tutte le sue diversità e a tutte
le sue divisioni interne. In nome della
libertà tutto è stato legittimo ieri e tutto è legittimo anche oggi. La libertà è
ragione sufficiente dell’esistenza di
chiese diverse e spesso separate fra di
loro. Una volta gli insegnanti segnalavano con un segno rosso gli errori formali (di grammatica, di sintassi o di
ortografia, ecc.) e con un segno blu Terrore di sostanza, di merito. Bene, questo è un errore da segnalare con il blu.
Un errore tragico.
Libertà, nella visione biblica, è conseguenza della Riforma, non sua
causa. La libertà non può costituire la
ragion d’essere delle chiese protestanti
odierne, non è sufficiente a legittimare
la divisione nella chiesa o fra le chiese.
Le parole di Gesù ce lo ricordano con
semplicità e con chiarezza: «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi»
(Giovanni 8,32). La libertà evangelica
non vive di vita propria, ma è derivata
dalla verità: il vero centro dell’Evangelo
è la verità, che produce libertà, non viceversa. La storia di Lutero ce lo conferma con altrettanta chiarezza: prima
Lutero ha lottato per pervenire a cogliere la verità (la scoperta dell’Evangelo
della grazia e di un Dio che fa misericordia), poi da questa affermazione
centrale ha ricavato il tema della libertà. La verità è madre e nutrice della
. libertà. La Riforma sta o cade sulla verità. La nostra fede sta o cade sulla verità, non sulla libertà o su di un certo liberismo sbandierato in tutte le salse...
Questo significa che oggi abbiamo
ancora una volta l’occasione di rivisitare la nostra memoria e il nostro
vissuto quotidiano facendo i conti con
la verità: questo è la Riforma, niente di
più, ma neanche niente di meno. Se
non siamo capaci di riscoprire alla base di ogni nostra affermazione di fede e
di ogni nostra scelta di vita cristiana
l'incontro con là verità, questo vuol dite che abbiamo messo al suo posto
qualche altra cosa. Ma questo significa
l’inizio della fine del protestantesimo.
Il confronto continuo e sempre nuovo
si deve fare soltanto con la Verità,
quindi con colui che ha detto: Io sono
lu via, la verità e la vita. A meno che
non vogliamo giocare a fare i nuovi
Erodi e riproporre la famosa domanda: che cos’è la verità? E qui ciascuno
può formulare la sua risposta e ritrovarsi tra le mani la sua verità a poco
prezzo, la sua verità svalutata.
Domenico Tomasetto
SETllMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Il dissesto idrogQologico italiano produce un continuo stato di emergenza
Piove: si replica «L'Italia sott'acqua»
Si conosce tutto dei corsi d'acqua che hanno causato tanti disastri negli ultimi 40 anni esiste
una cartografia dettagliata sulle inondazioni possibili ma il risanamento non è ancora iniziato
ANTONELLA VISINTIN
Tdiritti dei bartìbini all’am
A bierite sono stati violati dal
fiume. Il fiume li ha fatti soffrire,
piangere, ha distrutto le loro case,
sommerso le loro cose: ha infangato i
loro giocattoli! È andato contro i loro
diritti. Imputato, come vi dichiarate?». «Innocente!». Così il fiume per
difendersi accusa gli Uomini senza
testa: «Sono esseri senza testa, occhi,
orecchie, cervello. Sono uguali a voi,
ma voi avete una testa, un cervello,
gli occhi e le orecchie. Non hanno
pensato, guardato, sentito le mie urla quando mi facevano del male. Loro dovevano parlare, parlare, parlare. Oh, quanto parlavano!» I bambini e le bambine, nel corso di uno
spettacolo realizzato con gli insegnanti di una scuola torinese dopo
Talluvione dell’autunno 1994 (a seguito della quale ci fu un palleggio
di responsabilità fra Protezione civile, governo, ambientalisti, cavatori
di ghiaia dai fiumi per uso edile, costruttori), assolvevano il Fiume fornendo agli «Uomini senza testa» la
possibilità di mutare prospettiva costringendoli a indossare il cervello e
i sensi del fiume. Inoltre bambini e
insegnanti avevano realizzato una
mostra dal titolo «Edizione straordinaria: l’alluvione». L’intento, polemico, era quello di evidenziare l’andamento oscillatorio dell’interesse
dei media e della gente al tema dell’Italia che frana, interesse montante intorno a eventi disastrosi e subito pronto a scemare richiamato da
altri disastri, in un procedimento
che consiste nel rincorrere le successive emergenze.
Si conosce tutto dei corsi d’acqua che hanno causato tante inondazioni negli ultimi 40 anni. Esiste
una cartografia dettagliata sulle
inondazioni possibili nell’arco di 35 anni e di ogni fiume e torrente si
conoscono le portate massime. Ciò
che fa più rabbia - avrebbe detto il
Fiume, rivolgendosi a quegli uomini insensati - è che nel solo periodo
1986-1990 sono stati spesi in Piemonte 283,6 miliardi per sanare i
dissesti idrogeologici. Ma anche
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Danni alla ferrovia Bra-Ceva causati daii’ailuvione del novembre 1994 a Farigliano (Cn)
prima non hanno scherzato: nel
1948 sono stati spesi 26,7 miliardi
in Piemonte, Vai d’Aosta, Calabria
e Sicilia in due anni di finanziamenti; dal 1951 per 30 anni sono
stati spesi 1.868,6 miliardi in seguito all’alluvione del Polesine; nel
1954 sono stati stanziati altri 138,1
miliardi in 4 anni per altri allagamenti; nel 1966 l’alluvione di Firenze e dell’Italia centrale è costata
10.299 miliardi in 10 anni, e così via
fino a giorni nostri.
Lasciando la stòria al suo lieto fine con un improbabile ravvedimento dei cattivi, veniamo alla cronaca. In questi due anni niente è
stato fatto, mentre sommessa durava la polemica; il fiume è un corso d'acqua o un ecosistema portatore di diritti? Fra i sostenitori della
prima tesi coloro che propongono
di difendersi dai fiumi, elemento
naturale che riesce a sfuggire al dominio, a differenza della terra e dei
suoi abitanti viventi e non viventi;
altri invece si ritengono inseriti in
un sistema di relazioni di interdipendenza e prospettano per il fiume il diritto ad avere un rapporto
organico con il territorio in cui
scorte, di non subire escavazioni
dell’alveo che accelerano la velocità dell’acqua, di essere «rinaturato» attraverso il ripristino di sponde naturali, rinforzate da alberi con
radici ramificate che trattengono il
terreno, e liberato da insediamenti
umani situati nel suo letto.
I cristiani e le cristiane stanno su
entrambe le sponde, nelle vesti di
amministratori, industriali, agricoltori, speculatori, e cosi via, ricordando che la Genesi pone l’umanità in un ruolo di amministratrice
della creazione, un ruolo di grande
responsabilità. Nel 1989 la prima
Assemblea ecumenica tenutasi a
Basilea fondava la salvaguardia del
creato sulla giustizia, denunciando
la legittimazione che le chiese hanno offerto alla cultura di dominio
nei confronti della natura, cultura
maschile del possesso violento (aggiunge la riflessione femminista)
che si esprime anche nelle relazioni umane. La seconda Assemblea
ecumenica europea sulla riconciliazione, dono di Dio e sorgente di
vita nuova, che avrà luogo a Graz il
prossimo giugno, propone un nuovo sguardo anche al rapporto con il
creato che geme e attende che l’umanità reimpari la convivenza, che
i cristiani e le cristiane^si alzino in
piedi e facciano seguire dei fatti ai
pronunciamenti. O forse non attende, confidando che Dio non ritratti quanto scritto in Genesi 8,
21-22 dopo il dUuvio: «lo non maledirò più la terra a motivo dell’uomo. (...) Finché la terra durerà, semina e raccolta, freddo e caldo,
estate e inverno, giorno e notte non
cesseranno mai».
LJ Etica dello sviluppo
La Banca mondiale
e i leader religiosi
La Banca mondiale organizzerà il prossimo
anno, con ì rappresentanti delie principali religioni mondiali, un incontro per discutere delle problematiche culturali e spirituali in rapporto alla propria attività di ente finanziatore
di progetti di sviluppo.
L’iniziativa, che sarà
coordinata dall’arcivescovo di Canterbury e
primate della Chiesa anglicana, George Carey,
nasce dall’esigenza della
Banca mondiale di migliorare la propria immagine a livello internazionale impegnandosi in
un dialogo con chi ha
assunto una posizione
critica sul suo operato e
le sue scelte, tra cui
chiese e organizzazioni
umanitarie. Creata agli
inizi della seconda guerra mondiale con la specifica finalità di prevenire ulteriori collassi economici a livello internazionale, la Banca mondiale viene spesso accusata di svolgere la propria attività secondo
principi meramente economicì curando soprattutto gli interessi dei
paesi industrializzati.
L’incontro è-previsto il
prossimo anno a Washington (Usa), in data
da definirsi. (nev)
Facoltà valdese di teologia
142° anno accademico
boom di studentesse
Il 142° anno accademico della Facoltà valdese di teologia di Roma
si è aperto sabato 12 ottobre, con una prolusione del pastore fitformato
svizzero Hans Ulrich
Jaeger sulla figura del
teologo svizzero Ragàz:
«Leonhard Ragaz e l’utopia del socialismo religioso». Il culto di apertura si è svolto domenica 13, nella chiesa valdese di piazza Cavour, con
la predicazione del pastore battista Salvatore
Rapisarda.
Tenendo conto delle
piccole dimensioni della
Facoltà teologica, quest’anno è particolar
mente alto il numero
dei nuovi studenti iscritti al corso di laurea: sono 13 italiani e 6 stranieri. Molto alto il numero
delle donne iscritte, che
costituiscono quest’anno quasi il 70 per cento;
ben 13 su 19.
Per quanto riguarda le
denominazioni di appartenenza, gli stranieri
appartengono alle chiese luterane e unite della
Germania e alla Chiesa
riformata svizzera, mentre fra gli italiani si contano 6 battiste (tutte
donne!), 4 valdesi, uno
studente delle «Chiese
libere», un pentecostale
e un cattolico. (nev)
IL BELGIO IN PIAZZA CONTRO LA PEDOFILIA. Oltre 350.000 persone sono
scese in piazza domenica 20 ottobre
p^r protestare contro la decisione di
sottrarre al giudice Connerotte l'inchiesta sul «giro» di pedofili che ha
sconvolto la nazione; ma la mobilitazione è rivolta soprattutto contro le
protezioiii di cui hanno goduto alcuni
personaggi potenti coinvolti. Le chiese hanno espresso solidarietà ai parenti delle piccole vittime. Abbiamo
chiesto a Egbert Rooze, pastore della
.Chiesa protestante unita a Anversa,
un commento su questi fatti, (pag. 10)
UN PASSO VERSO LA LAICITÀ. Una recente sentenza della Corte Costituzionale ha fatto decadere dall'ordinamento processuale l'ultimo riferimento religioso in fatto di giuramento. Si
tratta di un pronunciamento importante, soprattutto per i protestanti,
perché si colloca nella linea dell'ispirazione «separatista» e perché pone i
un punto fermo in un quadro politico, come quello dell'Italia di oggi,
sempre troppo sensibile a posizioni di
tipo integrista. (pag. 10)
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 25 QTTOBR^qq^^
«Consolate,
consolate il mio
popolo, dice il
vostro Dio.
Parlate al cuore
di Gerusalemme,
e proclamatele
che il tempo
della sua servitù
è compiuto; che
il debito della
sua iniquità
è pagato, che
ella ha ricevuto
dalla mano
deir Eterno
il doppio
per tutti i suoi
peccati.
La voce d’uno
grida:
“Preparate nel
deserto la via
dell’Eterno,
appianate nei
luoghi aridi una
strada per il
nostro Dio! Ogni
valle sia colmata, ogni monte e
ogni colle siano
abbassati;
i luoghi erti
siano livellati,
i luoghi scabri
diventino
pmnura.
Allora
la gloria
dell’Eterno
sarà rivelata,
e ogni carne,
a un tempo,
la vedrà; perché
la bocca
dell’Eterno
l’ha detto”.
Una voce dice:
“Grida!”.
E si risponde:
“Che griderò?”.
“Grida che ogni
carne è come
l’erba,
e che tutta
la sua grazia
è come il fiore
del campo.
L’erba si secca, il
fiore appassisce
quando il soffio
dell’Eterno
VI passa sopra;
certo, il popolo
è come l’erba.
L’erba si secca,
il fiore
appassisce,
ma la parola
del nostro Dio
sussiste
in eterno»
(Isaia 40,1-8)
LA NOSTRA UNICA CONSOLAZIONE
La domanda del Catechismo di Heidelberg è ancora attuale. Il testo di Isaia
indica tre direzioni della consolazione di Dio: il perdono, la gloria e la Parola
EMANUELE FIUME
DOMANDA: In vhe consiste la
tua unica consolazione in vita e
in morte? Risposta: Nel fatto che
col corpo e con l’anirna, in vita e
in morte, non son più mio, ma
appartengo al miofedel Salvatore Gesù Cristo, il quale col suo
prezioso sangue ha pienamente
pagato il prezzo di tutti i miei
peccati e mi ha redento da ogni
potere del diavolo; e mi preserva
così che neppure un capello può
cadérmi dal capo senza la volontà del Padre mio che è nei cieli, ed anzi ogni cosa deve cooperare alla mia salvezza. Pertanto,
per mezzo del suo santo Spirito
egli mi assicura anche la vita
eterna e mi rende di tutto cuore
volenteroso e pronto a viver
d’ora innanzi per lui. (Catechismo di Heidelberg, domanda 1 )
Un giorno, a Heidelberg
IN un giorno del secolo della
Riforma due giovani teologi si
incontrano in una stanza dell’università per iniziare il lavoro
che era stato loro affidato. Il loro
principe li aveva incaricati di
scrivere un catechismo, un libretto di istruzióne religiosa per
i ragazzi di'quel piccolo stato tedesco, dove qualche anno prima
il principe aveva stabilito che
nelle chiese si predicasse e si
amministrassero i sacramenti
soltanto secondo la parola di
Dio. Occorreva allora adeguare,
riformare, rifondare anche l’insegnamento della religione in
quello stato, perciò i due dovevano riuscire nell’impresa non
facile di preparare un testo allo
stesso tempo biblico, semplice e
profondo. La prima difficoltà è
senza dubbio dall’inizio: come
inizia il cristianesimo? Come
inizia l'insegnamento della fe
de? Qual è la prima domanda
dell’istruzione cristiana? I due
meditavano e guardavano fuori
della finestra, spaziando lo
sguardo sulla piccola e stretta
valle del fiume Neckar, ma idealmente guardavano molto
più lontano. Guardavano all’approssimarsi delle guerre di religione tra protestanti e cattolici,
guardavano all’irrigidimento dei
luterani, decisi ove possibile a
luteranizzare le chiese riformate
e ad espellere i teologi riformati
dalle loro terre. A Heidelberg i
due teologi avevano da poco accolto alcuni teologi riformati di
Strasburgo, a cui i luterani avevano imposto di aderire alla
Confessione Augustana o di lasciare la città. Allora, temendo la
guerra e rischiando l’esilio,
guardando in faccia queste due
realtà terribili, la prima cosa che
un cristiano può chiedere è naturalmente la consolazione.
«Qual è la tua unica consolazione in vita e in morte?». Questa è
la prima domanda del Catechismo di Heidelberg, profonda e
fondamentale oggi come nel
1563 per i cristiani a Sud come
per quelli a Nord delle Alpi.
Il testo del profeta Isaia indica
tre direzioni della consolazione
di Dio: il perdono, la gloria e la
parola. Tre direzioni che in Cristo diventano una cosa sola.
ria di Dio viene annunciata e chi
ascolta l’annuncio deve prepararsi a vederla, ma è la gloria
stessa che cambia compietamente le situazioni della vita e
della storia così come trasforma
la montagna in pianura. Questa
gloria dii Dio, che raggiunge il
luogo più impervio come la più
bassa profondità, fonda ogni
consolazione. La presenza trionfante, l’agire di Dio libera e salva
il suo popolo dalla schiavitù e
daH’esilio: soltanto in questa
concretezza, in questo fatto promesso e compiuto c’è consolazione per Israele. La grande e vera gloria di Dio spazza via la piccola gloria dell’oppressore babilonese per donare salvezza e libertà. Questa è la consolazione!
La parola di Dio
Il perdono
Preghiamo
m'
Al Salvator, ai Cristo che ti aspetta
col tuo tormento vierii, o peccator;
conoscerai la grazia benedetta
del suo perfetto ed infinito amor.
Nell’ore tristi é gravi della vita.
Egli consola, dona sicurtà;
non sarà mai dplusa né smarrita
l’alma fedel che a Lui si volgerà.
*
Venite a Cristo quando nella prova
all’ansia vostra niun conforto appar;
venitea Lui che fa ogni cosa nuova,
; e può ogni cosa al nostro ben guidar!
‘
(Innario cristiano, n. 249)
IL perdono diventa la prima
causa e il primo contenuto
della consolazione che Dio dona. Ricordiamo che «consolare»
nella Bibbia e nella vita non significa offrire una parolina dolce 0 una spalla su cui piangere,
ma la consolazione di Dio è annuncio unito all’azione, è la fine
della schiavitù dei suoi figli e il
perdono dei loro peccati. Le basi
della consolazione di Dio sono
perciò la salvezza, la redenzione
e la liberazione quali realtà concrete e vere, come motivi trascinanti e vincenti che Dio crea per
salvare il suo popolo. Il tempo
della schiavitù è finito, il debito
del peccato è stato pagato al
doppio. Per il popolo di Israele,
portato schiavo in Babilonia,
questo è un nuovo inizio, una
nuova nascita. Questa è la consolazione.
IL terzo elemento fondante
della consolazione è la parola
di Dio che rimane in eterno,
mentre ogni carne secca come
l’erba del campo sotto un torrido sole. Questo concetto può
sembrare poco consolante, ma
da queste parole così dure noi
impariamo ad evitare di cercare
la nostra consolazione in noi
stessi, a non accontentarci di
perdonarci e liberarci da noi
stessi. Qualsiasi altro liberatore
o autoliberatore è una finzione,
il Dio liberatore è vero. In questo, secolo abbiamo visto il fiorire cruento e il dissolversi delle
ideologie che predicavano un’
autoredenzione deH’umanità,
realizzazioni poco nobili di nobili istanze di giustizia umana
hanno rappresentato esperienze
traumatiche e fallimentari. Ma
ciò che resta in eterno è la parola di salvezza e di perdono, la
parola dei fatti promessi e mantenuti da Dio, la parola che si è
incarnata in Gesù Cristo per
perdonare e liberare l’umanità.
La parola eterna, fedele e non
bugiarda, valida a prescindere
dai nostri tradimenti e dalla nostra colpa ci dice: «La tua schiavitù è finita, il tuo peccato è pagato!». Questa è la consolazione!
Domanda sempre attuale
La gloria
Questa consolazione liberante è ánche irresistibile:
Dio rivela la sua gloria in questa
consolazione che abbasserà i
monti e riempirà le valli. La glo
LA domanda del Catechismo
di Heidelberg è ancora attuale: «Qual è la tua unica consolazione in vita e in morte?».
Chi ti consola, uomo moderno?
Ormai hai smesso di cercare la
consolazione in te stesso, tu
stesso non ti basti più; non riesci
a liberarti da solo e à'trovare le
risposte e le soluzioni in te stes
so. Allora potrai comprendere
che hai bisogno di un altro che
possa darti libertà, perdono e
consolazione. Potrai cercare tutto questo negli altri, potrai dare
agli altri il tuo tempo e il tuo affetto per chiedere loro la consolazione finché capirai che anche
gli altri sono esattamente come
te. Anche loro sono disposti a
donarti il loro tempo e il loro affetto, ma non possono darti la
consolazione che tu cerchi perché la cercano anche loro; non
possono, darla, ma soltanto
chiederla. Ma se hai avuto il privilegio di ascoltare l’Evangelo, la
buona notizia di Dio, hai potuto
ascoltare che Soltanto Gesù Cristo è il motivo della tua consolazione e soltanto ciò che egli ha
fatto ti porta la libertà e il perdono. Soltanto la sua gloria raggiunge i monti più alti e le valli
più profonde.
Soltanto la sua parola non appassisce e non passa, ma resta
in eterno stabile e vera perché ti
ha donato un perdono eterno e
una liberazione che nessuno potrà mai portarti via; perché ti
protegge da ogni pericolo proprio quando a te sembra assente
e lontano: perché la sua fedeltà
non si affievolisce e non tradisce. Per tutto questo, per la tua
consplazione eterna Gesù Cristo
ha pagato al tuo posto: ha sofferto e non è stato consolato
perché tu potessi essere consolato nella tua sofferenza che in
lui è vinta; è morto perché tu
potessi essere consolato nella
morte che lui ha sconfitto. InCristo potrai essere veramente
consolato con questi motivi
profondi e veri.
I due giovani teologi di Heidelberg forse non immaginavano che anche a loro, pochi anni
dopo, sarebbe toccato l’esilio.
La Chiesa riformata del Palatinato elettorale, di cui la città di
Heidelberg era parte, venne luteranizzata una decina di anni
più tardi ed essi, teologi riformati, vennero cacciati dall’università e dalla città. Seduti sui carri
che trasportavano le loro cose in
terre più ospitali, ripensavano ai
motivi veri della consolazione,
forse il loro pensiero tornava alla prima domanda del loro catechismo, da loro scritta per l’istruzione cristiana degli scolari
del Palatinato, ma che sarebbe
presto diventata una sinteticissima confessione di fede comune
ai riformati di tutto il mondo.
Note
omiletiche
La meditazione è
irtipo.
stata in forma seminarr«!
va: la situazione storico.®
ciale del testo biblico
sta sulla condizione dok
rosa e incerta di Israele d!
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senza essere spiegata S
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che appesantirebbero l'ii,],
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subito attualizzata in uni
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lotta confessionale.tra lu.*
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identica, ma con alcuii[
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La contestualizzazioni
nella prima domanda del
«Catechismo di Heideli
berg» ci permette inoltre
di riprendere confiderà
con uno dei testi
Riforma più importantle
più letti in tutto il mond((
ma ancora non sufficiej '
temente valorizzato i
protestantesimo italiano,
tema della consolazioni '
è l'elemento centrale del
testo ed è presentata dallo scrittore biblico non come esperienza spirituali
del singolo credente, mi
come promessa dell'azioi
né concreta di Dio in favore dei suo popolo; none
me «parolina dolce» per
l'anima, ma come
d'urto» della grazia di Dii
che trasforma la tragica stuazione esistente reni ,
dendo attuale la redeif
zione promessa. L'eseges (.^ótrap)
¿enti tee
.he assis
ni sull’a
lazione (
liceità di
Dprof
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Etica e r
lanza, I
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(¡uindi V
• Rivoglia
t^tà e
per il pi
da temp
pluralis
„princip
prof Eri
te di Tee
coltà Vi
Nella foto, veduta di Heidelberg
viene sviluppata in tre direzioni: la consolazioni
come perdono (1*2),
consolazione come gioì
(3-5), la consolazione!
me parola (6-8).
In tutto ciò Dio è l'unitei
che opera la consolazioi
rigenerante e vincenti
nón vince il peccatoceli
'■suo pagamento di dolci
e di morte (1-2), non vii
la sfiducia che può mosti^
re falsamente una sconfti
ta o una impotenza di Diij
(3-5), non vince nemmei
il popolo in quanto soj-j
getto credente, ppich^
non possiede in se stesi
la parola di Dio, la parol
della grazia e della veri
consolazione. Vittorioso'
solo il Dio della consoli
zione che salva per
il suo popolo. L'attuali®
zione, nella quale ritorn
ancora la prima domano
del «Catechismo di Heidé
berg», punta in modo di;
retto all'annuncio dell’?
vangelo nella situazioneil
sofferenza e di esilio ir^
riori dell'essere umano®
mondo contemporanei,
che molto spesso cerca
vera consolazione sen#
rendersene lucidamenW
conto.
La consolazione tn
gente di Dio ad un temj*
spazza via le strade
disperazione e del nonseii
so, trascinando
umano davanti al Dio ®'
la gloria e della
Questa è per lui l'unica v
ra possibilità di consolazi
ne; tutte le consolazioi'
anche le più nobili, al
fuori di Cristo
sere in ultima analisi 'O vianti e bugiarde. Di d
sta attualizzazione sono
gran parte debitore
prof. Eberhard Jüngel
cui ebbi ad mti^ttenef
in una occasione
a Roma nel 1993. La P
razione riprende
zione, come vuole lo .
omiletico classico, sott,
neando nell'aggancio
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RIFORMA
25 OTTOBRE 1996
Dedicate alla bioetica le «giornate teologiche» dell'Istituto Ifed di Padova
Fede e etica della responsabilità
¡diversi punti di vista di evangelici, protestanti «storici» e cattolici sui temi della
procreazione, dello statuto dell'embrione e della responsabilità dei medici
PAOLO T. ANOELEBI
ÍI
I :
Bioética e fede evangelica: questo il tema posto
in discussione dallTfed (Istituto per la formazione e la
documentazione evangelica,
Padova) il 20 e il 21 settembre, nelle «giornate teologidie». Evangelici fondamentalisti, cattolici, protestanti sono stati chiamati a un confronto dei rispettivi punti di
dsta, in relazione alle probleortodos^matiche sollevate dalle re* centi tecniche di fecondazione assistita e dalle discussio' ni sull’aborto, sulla manipolazione degli embrioni e sulla
liceità dell’eutanasia.
Il professor Corrado Viafora
(coordinatore del progetto
Ètica e medicina. Fondazione
lama. Padova; cattolico) ha
f’Sostenuto, partendo dalle note premesse a cui si richiama
nsóTaziò'iSÌ W ** pensiero cattolico, che
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alla vita in quanto persona fin
dal'concepimento; e deve
quindi venire difeso da qual'Sivoglia attentato alla sua in'legrità ed esistenza. Non così
per il pensiero protestante,
da tempo aperto a posizioni
pluraliste: «Alla “etica dei
principi” - ha affermato il
-prof. Ermanno Genre, docente di Teologia pratica alla Facoltà valdese di Roma - si
L'esegeS,^crotrappone T“etica della responsabilità" come tensione
ìferso la libertà di Cristo (Calati 4). Occorre abbandonare
la meccanicistica deduzione
dila normativa etica da prindpi assoluti e dogmatici, per
posto a un più umile ablto delle esigenze dell’inra umanità».
H punto di vista evangelico,
¡Invece, è stato illustrato dal
:of. Henk Jochemsen (direttore del Lindeboom Instituut,
Centre for medicai ethics,
'fide. Olanda; evangelico).
[«L’etica - ha sostenuto Joìemsen - non può limitarsi
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Cellula al microscopio elettronico
a pura registrazione “descrittiva” dell’esistente: il suo
compito è la “prescrittivi.tà”
fondata sulla Scrittura». Non
meno importanti le osservazioni di Nino Ciniello (evangelico) che, partendo dalle
stesse premesse, ha sottolineato la necessità di rapportare la norma scritturale alla
«situazione fattuale e esistenziale», pur senza nulla concedere alle istanze del «pluralismo», «non fondate sull’Evangelo» ma inquinate dal
relativismo soggettivistico e
dal permissivismo laico.
Paul Finch (coordinatore
del Gruppo bioeticq Ifed di
Padova; evangelico) e Rosanna d’Alberto (infermiera di
Pescara, evangelica) hanno
proposto una vasta casistica
sulle attuali insufficienze medico-ospedaliere: neonati dei
quali fin dai primi giorni di
vita embrionale si sa con ma
tematica certezza che saranno esposti ai rischi di un’esistenza non autosufficiente e
di mera sofferenza; malati
terminali sui quali spesso
grava l’accanimento terapeutico dei medici, al solo fine
del prolungamento di una vita disumana. Scarso o inesistente nel nostro paese il pe^
so dato alla volontà del paziente; all’estero invece, per
esempio in Olanda, al momefito del ricovero ospedaliefo viene sempre chiesta
una dichiarazione scritta delle convinzioni personali in
merito al trattamento terminale. Troppe le sofferenze
inutili riservate al malato; insufficiente il ricorso a cure
palliative contro il dolore; e la
discrezionalità concessa al
medico appare eccessiva.
Le due giornate si sono
concluse con la lettura di una
«dichiarazione» che vai la pe
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L'opera del teologo cattolico Pierangelo Sequeri
Il fondamento della fede può essere descritto
FULVIO FERRARIO
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PIERANGELO Sequeri è un
teologo cattolico milanese, autore di numerosi saggi
di argomento sistematico, in
cui mette a frutto la sua padronanza dei più sofisticati
-.Shumenti esegetici, dogmatici e filosofici, nonché una
grande originalità di pensiero; importanti anche i suoi
r 'lavori musicologici e sul rapporto tra musica e teologia.
Esce ora quella che, al modtento, appare come la sua
dpera principale*: anche se è
•®possibile rendere conto, in
poche righe, della complessità e della ricchezza di questo volume, che già,per la
mole intimidisce un poco,
jrojiiamo ugualmente segnajWo perché si tratta, a parer
uostro, di uno dei lavori più
interessanti usciti in Italia
ultimi anni.
La disciplina è quella che
3 teologia cattolica, e oggi
^ sf ■ ^*‘^’^111 autori prote■ fn j**’ chiamano «teologia
[ udamentale»: semplifican0, essa risponde alle doande: che cos’è, come nasi struttura, come
. condivide la fede. In passa1 parlava di solito di «apo; cioè di una difesa
nrt ^® linea di
avrebbe dovuto
[^[^are con argomenti mb^^ente incontrovertibiubiezioni dell’incredu
lità; ora anche in ambito cattolico si riconosce che il fondamento della fede non può
essere «dimostrato», ma ché
lo si può e lo si deve mostrare, descrivere, illustrando, in
termini teologici ma comprensibili a tutti, anche all’ateo, la dinamica del credere. Sequeri svolge questo
compito con grande perizia:
la fede è presentata come
l’autoimporsi della verità, accogliente e non prevaricante,
di Gesù; essa nasce, sta o ca^
de, nell’incontro con lui.
Sequeri è d’accordo con
Lutero (che però, in questo
contesto, non è citato) nel dire che l’essere umano è inevitabilmente «credente», nel
senso che vivere significa affidarsi a una «promessa», attendersi pienezza e futuro da
qualcosa, o da qualcuno; si
tratta di vedere da chi. Si ha
fede cristiana quando ci si affida al Gesù di cui parla la
Bibbia, come rivelazione del
Dio che dice di sì alle sue figlie e al suoi figli, senza porre
condizioni.
Questa è la fede che salva;
a essa ovviamente intrecciata, ma da essa distinta, è la
fede che Sequeri chiama «testimoniale», quella dei discepoli, che seguono Gesù. In
effetti, il Nuovo Testamento
conosce molte persone «salvate» (perdonate, guarite,
esorcizzate, risuscitate, restituite a relazioni positive) che
non seguono Gesù, che non
appartengono al gruppo dei
discepoli: l’approfondimento
teologico di questo tema è
assai istruttivo, anche per
quanto riguarda le conseguenze pastorali.
Il libro è interno alla problematica e ai rifèrimenti della tradizione cattolica, e fi lettore evangelico io avverte
con chiarezza, ma senza alcun disagio: anche i passaggi
più spericolati (ad esempio
l’interpretazione del dogma
deU’infallibilità) si prestano a
una discussione interessante.
È doveroso avvertire il potenziale lettore che il lin^aggio
è complesso, e a tratti, francamente, un po’ scostante:
l’autore stesso ne è consapevole e annuncia per il futuro
una presentazione più scorrevole delle sue riflessioni: gli
arditi che vogliano cimentarsi già con questo tomo sappiano comunque che si tratta
di fatica ben spesa.
A titolo di curiosità, osserviamo che i computer, con la
possibilità di spostare «blocchi» testuali, creano talvolta
qualche disguido: interi paragrafi (peraltro assai interessanti) delle pp. 602 ss.,
608 riappaiono tali e quali rispettivamente alle pagine
725-727, 730.
(*) Pierangelo Sequeri: Un
Dio affidabile. Brescia, Queriniana, 1996, pp 827, £. 95000.
na di riportare sia pure parzialmente., che ha rilevato tra
l’altro «il bisogno di una impostazione diversa che coniughi i vari risvolti in modo tale
che il rispetto dei principi non
impedisca l'esercizio dinamico della responsabilità» si afferma che «l’itinerario capace
di tener conto dell’uomo nella
sua totalità deve poter coniugare l’oggettività alla soggettività. Nell’ambito di tale processo potranno trovate spazio
la normativa della Scrittura
contro il rischio del relativismo, alla responsabilità dell’
individuo contro il rischio di
delega; la relazione contro il
rischio dell’isolamento».
È senza dubbio valido questo tentativo di accostamento a forme di tolleranza in
grado di ridurre la presuntuosa tentazione della sicurezza e dell’intransigenza:
spesso infatti il credente, anche il più fedele, è esposto al
rischio di scambio fira le «certezze oggettive» della fede e
la «sicurezza» solo soggettiva
della sua interpretazione
personale.
Riassumendo, al centro del
dibattito è stato posto il problema deir«ascolto» della
«voce di Dio». Se per il cattolico la voce divina va ricercata in colui che non ha voce (il
morente, il non ancor nato, fi
debole) e nelle norme di
un’etica naturale extrabiblica, per il fondamentalista tutto si risolve nell’ascolto della
Parola di Dio, presente nella
«Sola Scriptura», unica fonte
vincolante; mentre per fi protestante Dio si manifesta
nell’ascolto di tutti, nella ricerca di aperture che consentano accoglienza e risposta
non solo alla «voce di Dio»
che raggiunge l’uomo attraverso la Scrittura, ma anche
al messaggio divino presente
nelle richieste dell’altro: il diverso, fi non credente o il credente in altre fedi religiose.
L'ultimo libro di Giovanni Franzoni
Farete riposare la terra
EUGENIO STRETTI
PER la seconda volta Giovanni Franzoni, oggi teologo e animatore biblico della Comunità di base di San
Paolo, scrive una lettera in
occasione di un arino santo.
Nel 1973, abate della Comunità benedettina di San Paolo
fuori le Mura scrisse una bella lettera. La terra di Dio, che,
muovendo da Levitico 25,
contestava la politica di speculazione edilizia della Chiesa romàna.
L’occasione di Farete riposare la terra*, costituita dal
settimo centenario della
morte di papa Celestino V,
che non fece un «gran rifiuto»
dimettendosi da papa (Inferno ni, 59-69), ma piuttosto
con fi suo esempio eyangelico comprese l’assuràità del
potere papale e ne fece pubblica denuncia (in proposito
si legga il dramma teatrale di
Ignazio Silone a lui dedicato).
Celestino V, appena eletto
papa, con la bolla «Inter sanctorum solemnia» (29 settembre 1294) indisse una
«perdonanza» per coloro che
con fede e pietà avessero visitato la Basilica di Santa Maria
di Collemaggio. il suo successore e carnefice Bonifacio
VIII indisse, dopo avere annullato la perdonanza (1295),
un anno santo universale (22
febbraio 1300). Questo anno
santo si rifaceva, nel nome, al
giubileo biblico, svuotandolo
di significato e legandolo alla
pratica delle indulgenze, che
sarà poi cortesemente contestata da Martin Lutero da
quanti si richiamano alla
Riforma.
Nel volumetto di Franzoni
vi è una patte bellissima che
si inquadra nello spirito
dell’Assemblea di Graz ai cui
partecipanti la lettera è dedicata, una proposta confessionale (pp. 40-41) da riprendere e approfondire. Giovanni
Franzoni ha il dono, al pari di
Ernesto Balducci, David Maria Turoldo, Ernesto Cardenal (per citare solo alcuni
profeti cattolici del nostro
tempo) di unire riflessione
biblica, rilettura della storia
del cristianesimo, nell’ottica
della «teologia della liberazione» cori una passione e
ima militanza e forte venatura poetica. Tale riflessione si
muove all’unisono con quella
più razionale, ma ugualmente profonda e profetica, promossa dalle chiese aventi
parte del «Consiglio ecumenico delle chiese».
La proposta confessionale è
contenuta nei paragrafi 86 e
87 della lettera: «Se Dio ha
imposto il sabato a se stesso,
anche il papa opportunamente dovrebbe imporsi il sabato o
l’anno sabbatico, quasi per un
divino comandamento, e non
presentarlo ai cristiani come
frutto di una sua solitaria e
personale decisione presa in
quanto Vicario di Cristo. Non
dovrebbe infatti essere il papa
a convocare fedeli, uontini di
Chiesa o uomini di religione,
a Roma, o in T^/ra Santa, o
nelle Chiese locali (diocesi) o
in qualsiasi altra parte del
pianeta, ma dovremmo tutti
umilmente dire che è l’Altissimo che, per imperscrutabili
sentieri, convoca tutti, dai potenti ai miseri, all’anno sabbatico» (pp 40-41).
Le nostre chiese, m un’ottica riformata, hanno respinto
qualunque ipotesi di anno
santo (cfr. i chiari ordini del
giorno votati nell’Assemblea
battista e net Sinodo valdese).
Tuttavia le chiese battiste,
metodiste e valdesi sono disponibili a cogliere l’occasione dei duemila anni dell’incarnazione di Gesù Cristo per
possibili iniziative locali di
pentimento e di riconciliazione tra chiese e popoli; in questo senso si dovrebbe accogliere l’invito della Comunità
di base di San Paolo a restare
«nelle nostre case e piazze»
(p. 212, pp 90-91) per condividere l’Evangelo del perdono
e della gioia, affinché la terra
sia di tutti e di tutte, alla gloria dell’unico Signore.
(*) Giovanni Franzoni: Farete'*
riposare la terra, lettera aperta
per un Giubileo possibile. Roma 1'996, Edizioni dell’Università popolare, £ 14.000.
Guglielmo Gajani, deputato che divenne evangelico
Dalla Repubblica romana alla Chiesa valdese
MARIO CIONONI
Nei giorni del Sinodo si è
parlato di prossimi anniversari (150 anni) da ricordare: il 1848 (Statuto albertino)
e il 1849 (Repubblica romana), Vorrei anticipare qualcosa ricordando una figura «nostra» completamente ignorata (salvo errore) dalla storiografia evangelica del Risorgimento: Guglielmo Gajani
(1819-1868). Avvocato romagnolo della provincia di Forlì,
aderì alla Giovine Italia e fu
eletto deputato all’Assemblea
costituente della Repubblica
romana (1849) di cui fu segretario. Si distinse per entusiasmo e integrità morale
(«dopo il dominio anarchico
di una casta sacerdotale corrotta... gli incarichi siano dati
al mérito e non all’intrigo!»).
Nel suo appassionato e lucido diario {The Roman Exile,
1856) dopo aver asserito che
Dio è padre e maestro e che fi
popolo è l’interprete della
sua legge, Gajani racconta:
«La questione della deposizione del papa fu portata davanti all’Assemblea. Fu un
momento solenne. Il papato,
carico dei crimini di parecchi
secoli, stava davanti ai rappresentand del popolo romano per esser giudicato... Noi
sentivamo l’altezza della missione che la fiducia del popolo ci aveva affidato; noi pronunciamo la condanna del
papato con la fermezza coscienziosa di uomini che
mettevano in palio le loro vite... Io considero la deposizione del papa un avvenimento di importanza capitale, non solo per l’Italia, ma
anche per l’intera umanità...Noi avevamo il diritto
di deporre il papa, l’abbiamo
deposto ed è per sempre finita col papato (spaventosa
istituzione)...». E ancora, al
momento dello scontro armato contro i francesi: «Vi è
qualcosa di grande e di poetiC9 nel carattere del popolo
romano. All’intimazione di
resistenza ad oltranza decisa
dall’Assemblea nessuno ebbe
paura, quasi tutti furono arizi
lusingati ed eccitati all’idea
che Roma stava sola di fronte
aH’Europa...». Nominato al
comando della difesa e delle
barricate di Ponte Sisto (suo
fratello fu ferito al Vascello),
scriveva ancora: «L’assedio di
Roma è stato uno degli eventi
più importanti dell’età nostra
e anche il più infame delitto
della diplomazia europea».
Fuggito esule prima a Torino, poi ramingo per l’Europa,
si stabilì a New York (18531863) da dove scriveva: «Amo
Dio e osservo la sua legge ma
le cattiverie del preti e del papa mi disgustarono e mi faceva male quel volere imporre
per forza la religione che de^
ve consistere nell’amore di
Dio e del prossimo. Ora che
sono libero trovo che la religione cristiana è il migliore
conforto dell’uomo lasciando
da parte il bigottismo e i preti, che la guastano».
In America accolse la fede
evangelica. Sposò Mary Henderson di Cincinnati (Ohio)
che gli fu «premurosa e fedele compagna». A New York
nel 1859 fu segretario di un
comitato italiano che raccolse e inviò cospicue somme al
governo piemontese per le
battaglie di Indipendenza.
Tornati in Italia i Gajani si
misero subito in contatto con
la Chiesa valdese e risultano
tra i sostenitori dell’opera di
evangelizzazione (1864). Dalla Repubblica romana alla
Chiesp valdese: quando morì,
la salma non fu accettata al
cimitero del suo paese, né
a quello di Cesena e fu tumulata nel cimitero degli inglesi
a Firenze, dove fu posta la
scritta .«Beati i puri di cuore
perché vedranno Dio». Sua
moglie fu membro della
Chiesa valdese di Roma per
ventun anni (1873-1894);
partecipò alla vita della comunità e nei registri rimane
traccia delle sue generosissime offerte.
Scrivendo di lui a un amico
(1853), Mazzini definiva il
Gajani «deputato romano,
nostro neU’anima». Anche
noi lo possiamo dire dei
Gajani, di tutti e due: nostri
neU’anima. E neUa fede.
4
' /
PAG. 4 RIFORMA
Ecumene
Intervista al segretario generale dell'Alleanza riformata mondiale (Arm)
Essere nel contempo riformati eci ecumenici
In vista dell'Assemblea generale dell'Arm, che si terrà a Debrecen nell'agosto
1997, Milan Opocenskij parla delle sfide alle quali sono confrontati i riformati
I
Fra poco meno di un anno i
delegati di 207 chiese si incontreranno in Ungheria, a
Debrecen, per tracciare le
nuove linee dell’Alleanza
riformata mondiale (Arm).
L'Alleanza riformata, con un
bilancio di due rhiliardi e
mezzo, è il più piccolo tra i
quattro organismi internazionali che hanno sede nel centro ecumenico di Ginevra. In
questa intervista il segretario
generale Milan Opocenskij,
65 anni, ceco, spiega il motto
dell’Assemblea generale che si
terrà dall’8 al 20 agosto 1997:
«Spezzate le catene dell’ingiustizia» e le sue conseguenze
per le relazioni tra i paesi industrializzati e quellLin via di
sviluppo. L’intervista è stata
condotta da Ulla Jaenicke del
settimanale tedesco Evangelische Presse Dienst.
- Quali sono i temi principali che verranno trattati a
Debrecen?
«Innanzitutto c’è la questione .deH’autocomprensione dei riformati. Che cosa significa oggi essere riformati?
Un secondo tema è l’unità tra
le chiese riformate. In molti
paesi non c’è una chiesa riformata sola, ma ce ne sono
diverse, e questa è una sfida
^per rArm.'In Nigeria le chiese
riformate sono una decina,
nella Corea del Sud esistono
circa 120 chiese presbiteriane
diverse. Vogliamo lavorare
perché queste chiese almeno
si incontrino fi:a loro, si parlino e magari tentino ima unificazione.
Un grande tema che tratteremo a Debrecen sarà quello
della giustizia sociale ed economica. Sarebbe importante
riflettere sul fatto che, secondo ropiniorie di molti storici,
la tradizione riformata ha
contribuito a creare il sistema capitalistico. Vogliamo
analizzare questo fatto, ^nche perché oggi ci troviamo
di fronte ad una situazione
economico-politica molto
critica. L’ordine mondiale
dominante è ingiusto verso i
paesi del Terzo Mondo e
causa gravi problemi. Vogliamo chiedere alle nostre chiese, a Debrecen, di agire come
“gruppo di pressione” a favore dei paesi in via di sviluppo,
anche in riferimento al loro
indebitamento».
- L’Alleanza riformata
prenderà posizione per il condono dei debiti?
«Abbiamo preparato una
raccomandazione con là
quale chiederemo alle chiese
di attivarsi fortemente per
una soluzione globale e durevole della questione della criài in questo settore. Per i paesi più poveri, specie in Africa,
si deve chiedere la cancellazione totale dei debiti, mentre per altri paesi indebitati
proponiamo una riduzione
del 50% 0 più. Speriamo che
le chiese membro accolgano i
documenti preparatori predisposti per questo tema».
- Come vede la situazione
delle chiese nell’Europa orientale dopo lo scioglimento
dell’Unione Sovietica?
«Le chiese si affannano
sempre a guardare al passato.
E gli spiriti sono divisi, non
c’è una posizione unitaria.
Sono dell’idea che ciò che
abbiamo vissuto non è stata
solo una fase di sbandamento della storia, ma che siamo
stati chiamati a dare la nostra
testimonianza in una situazione particolare. Abbiamo
imparato che la chiesa può
sussistere anche in circostanze di grande difficoltà e che è
un bene che la chiesa sia povera e non abbia grande potere. Questo non ha significa
Settembre 1995: il pastore Milan Opocenskij (a destra) riceve il dottorato honoris causa dell’Accademia teologica di Debrecen
to che la chiesa fosse inascoltata. Eravamo emarginati ma
eravamo ascoltati. Le chiese,
con la loro esistenza e il loro
messaggio hanno contributo
a realizzare la svolta.
Adesso bisogna vedere come la chiesa risponde alla
nuova situazione: c’è il pericolo che si lasci risucchiare
dalle nuove stmtture di potere e perda la sua funzione
profetica. Dopo la svolta le
chiese hanno avuto una grande possibilità,, quella di riempire il vuoto creatosi, ma la
chance non è stata sfiiittata».
- Il Comitato esecutivo
dell’Alleanza riformata nella
sua seduta dell’anno scorso a
Yaoundé (Camerún) ha sollecitato le chiese a tenere sotto
controllo la situazione dei diritti umani nei loro paesi. Che
cosa può fare l’Alleanza in
questo settore?
«Posso fare un esempio.
Talvolta riceviamo da una
chiesa la richiesta che un
problema specifico venga
sottoposto alla Commissione
per i diritti umani di Ginevra.
Noi esaminiamo il caso e decidiamo se invitare a Ginevra
il rappresentante della chiesa. Questo è avvenuto già alcune volte per la Guinea equatoriale. Abbiamo anche
lavorato per la costituzione
di una commissione per i diritti umani ih quel paese».
- Quasi la metà delle chiese
membro dell’Alleanza riformata fa anche parte del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec). In tempi di ristrettezze
finanziarie, ci si chiede se non
si potrebbero evitare dei doppioni...
«Dobbiamo cercare per il
futuro di lavorare più strettamente con il Cec, con la Federazione luterana mondiale
e anche con il Vaticano. Con
questi due Ultimi abbiamo
avuto nel 1993 un convegno
di studio sul fondamentalismo cristiano. Un altro esempio potrebbe essere una
forma di aiuto interecclesiastico».
- Com’è la situazione finanziaria dell’Alleanza riformata mondiale, è così brutta
come quella del Consiglio
ecumenico?
«Anche noi ci troviamo in
serie difficoltà, ma fino alla
Assemblea generale dovremmo essere in grado di controllare la situazione. Poi occorrerà fare delle scelte. A Ginevra siamo un piccolo staff,
di 15 persone: forse sarà necessario fare dei tagli al personale e ai programmi. Nel
1995 ci siamo ritrovati in deficit, dopo cinque anni. Nei
prossimi mesi faremo molta
attenzione. La pesante situazione finanziaria deriva, fra
l’altro, dal fatto che le chiese
in Europa e nell’America del
Nord hanno grosse difficoltà
a contribuire come nel passato. Ma dipende anche dalla
troppa forza del franco svizzero. La maggior parte dei
nostri contributi è versata in
dollari e il cambio ci penalizza notevolmente». .
- Come si immagina l’Alleanza riformata nel 2000?
«Dovremo essere riformati
ed ecumenici allo stesso tempo. Vogliamo continuare a
interpretare la tradizione
riformata e rafforzare l’unità
tra i riformati. Anche per i
dialoghi bilaterali è importante la piattaforma stabilita
dall’Alleanza. Noi stiamo
conducendo, per esempio,
un dialogo con la Chiesa cattolico-romana e con la Chiesa ortodossa; abbiamo avuto
dialoghi con anglicani, metodisti e hattisti; stiamo rafforzando la testimonianza delle
chiese riformate in tutto il
mondo. Anche i temi della
giustizia, della pace e della
salvaguardia del creato sono
per noi sempre all’ordine del
giorno. Voglio sperare che
l’Alleanza riformata sappia
dare il suo. contributo per
rendere il mondo più vivibile
ed umano».
Stoccolma: Consiglio europeo della gioventù metodista
• - ^ M té
Giovani metodisti di tutta Europa a confronto
FRANCESCA SCHIRÒ
«Il
dovàni sono il futuro
Ielle nostre chiese».
Questa espressione mi ha accompagnata costantemente
durante la settimana che ho
trascorso a Stoccolma, insieme ad Andrea Sbaffi e a una
cinquantina di giovani metodisti provenienti da ogni parte d’Europa.
Il Consiglio europeo della
gioventù metodista (Emyc),
che si è svolto quest’anno in
Svezia, è risultato essere un
luogo privilegiato per avere
un quadro generale, a livello
europeo, sulla situazione dei
giovani all’interno delle nostre chiese. L’obiettivo del
Consiglio è infatti quello di
offrùe la possibilità a giovani
metodisti europei, provenienti dai più diversi contesti
socio-politici, di confrontarsi
in modo sincero e costmttivo
sulle rispettive attività svolte,
i risultati raggiunti e gli ob-^
biettivi previsti.
Uno dei momenti più costruttivi dell’incontro è stato,
in tal senso, il confronto
all’interno delle commissioni. I delegati provenienti dai
diversi stati hanno fatto il
punto della situazione sulle
attività svolte nel corso
dell’ultimo anno dai bambini
e dai ragazzi nélle rispettive
comunità, sugli strumenti
che le comunità stesse hanno adottato per testimoniare
l’Evaiigelo e sui problemi sociali più gravi che i giovani si
trovano a dover affrontare.
Tra le attività presentate,
l’Inghilterra ha reso noto il
- coloratissimo libro di canzoni per bambini «Big Blue Planet» munito di musicassetta,
mentre i paesi scandinavi e
la Svizzera si sono dimostrati
soddisfatti dei corsi per i giovani monitori della scuola
domenicale e per animatori
nei campi estivi da loro organizzati. La Danimarca, dal
canto suo, si è fatta garante
del fatto che la costituzione
di molti nuovi cori all’interno delle comunità favorisce
maggiori occasioni di dialogo fra diverse generazioni. Irlanda e Inghilterra riscontrano con piacere che sempre
più giovani si dedicano per
uno o due anni ad attività di
volontariato nella chiesa al
servizio di altri giovani.
I paesi dell'Est europeo si
stanno risvegliando dopò un
periodo di lungo e forzato silenzio. Molti giovani sono
coinvolti in concrete forme di
testimonianza della loro fede;
si attivano nel soccorso ai più
bisognosi, organizzano campi estivi presso gmppi di nomadi (in Slovacchia), cercano
momenti di incontro ariche
per le strade (in Ungheria).
Ma tra gli obbiettivi dell’
Emyc v’è anche quello di creare possibilità di incontro e
di crescita fra giovani metodisti provenienti da diversi
paesi europei. Questo avviene tanto con l’organizzazione
di campi estivi, ospitati di
volta in volta da stati dit^ersi
(gli ormai noti Cina), di conferenze e «swopshops», così
come attraverso la pubblicazione di una lista dei centri
esistenti in Europa e dei posti
letto messi a disposizione da
diverse famiglie metodiste.
La funzione dell’Emyc non
si esaurisce comunque semplicemente neU’attività delle
commissioni, ma ha un suo
seguito nei momenti di preghiera (particolarmente condivisi) e nelle piacevoli serate
davanti a una tazza di caffè o
a una gustosa fetta di torta.
Personalmente ritengo che la
partecipazione per noi evangelici italiani a incontri di
questo tipo sia stimolante.
Immersi come siamo in una
cultura fondamentalmente
cattolica, ancor prima che
cristiana, sentiamo la necessità di conoscere realtà evangeliche diverse da cui imparare, compatibilmente con le
nostre forze e capacità.
Per concludere invito quindi i giovani a partecipare ad
incontri internazionali in ambito evangelico; È importante
realizzare che facciamo parte
di una più grande famiglia e
sapere che, al di là dei nostri
confini territoriali, ci sono
giovani e meno giovani che
condividono la nostra stessa
fede. Se qualcuno/a fosse interessato/a ad avere maggior
informazioni sull’attività delle commissioni, sarò ben lieta
di inviare loro copia in inglese delle relazioni finali.
Firenze: Giovani francescani verso Graz
FIRENZE — Dal 25 al 28 settembre si è svolto a Firenze fin,
contro internazionale delTUnione frati minori d’Europa, uri
segno dell’ecumenismo di Graz 1997. Una preghiera ecumeni,
ca nella chiesa battista ha aperto l’iniziativa di riflessione, pe^
legrinaggio e preghiera che ha coinvolto un centinaio di giova,
ni fi-ancescani provenienti da tutta Europa. Il pastore Luca M
Negro, per la Conferenza delle chiese europee (Kek) e don Aldo Giordano, segretario del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) si sono confirontati sul tema «Le chiese e
l’Europa». Dopo rincontro con il sindaco di Firenze, Mario IM-( f
minfirir). la manifpstayinnp si h rnnrliisa nplla rhipsa Hi c_- nupllo S
micerio, la manifestazione si è conclusa nella chiesa di San®
Croce con la partecipazione di don Aldo Giordano, del padre;
ortodosso Rashko Radovic e del pastore battista Raffaele VolJ
C 1 1 1 1 ^ O f/-k >1 <ir« ì y-v y-1 y-k 11 * < V« 4. » y-k 4-1 1 4.4-y> 1... y..
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pe. Sull’atmosfera gioiosa dell’incontro tuttavia ha grava®,
l’ombra del provvedimento di espulsione dell’Ordine dei ftaf
minori contro il francescano Martino Morganti. Frate operali
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e intellettuale (è stato direttore per un decennio della rivistf
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Studi francescani nonché docente di studi teologici a Fiesole e
Firenze per una quindicina d’anni), Morganti si rifiuta di riejii
trare in convento dopo aver vissuto e lavorato in fabbrica dal
1969 a Livorno, portando l’Evangelo tra gli emarginati. (pg
Israele: il 2,9% degli abitanti è cristiano
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GERUSALEMME — Dei 5,7 milioni di abitanti di Israele, il
2,9% circa è cristiano. Lo ha indicato l’ufficio delle statisticha|i | presidi
nazionali. La stragrande maggioranza degli israeliani sont^'" "
ebrei (80,8%) mentre i musulmani rappresentano il 14,7% ei
dmsi ri,7%. Nel corso degli ultimi dodici mesi la popolazioud
dello stato israeliano è aumentata di 141.000 persone. Perii
40%, si tratta di hnmigrati. (spp/apùj
Svizzera: consultazione ecumenica sul
futuro sociale ed economico del paese
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BERNA — Il Consiglio della Federazione delle chiese proté« l'tphio a;
stanti della Svizzera (Feps) e la Conferenza dei vescovi svizzài
(Ces) stanno preparando una consultazione ecumenica
futuro sociale ed economico della Confederazione. La consuÌ?
razione inizierà nel 1998 e sarà rivolta a un ampio pubblifid Mediten
Sarà altresì un contributo delle chiese alle celebrazioni per I
150° emniversario dello stato federale moderno. In un comunicato reso noto il 13 settembre si legge: «Il futuro del nostro'
paese è diventato incerto. La pace sociale viene rimessa ili
pace e
cr
secc
'nenelle
questione». Di fronte a questa situazione, le due chiese ricól
dano che «la fiducia in una solidarietà sociale efficace è alttfì^ f’,
tanto importante della competitività economica». Con questí
consultazione, che durerà due anni, le due organizzazioni si'* ®
augurano di trovare, con l’insieme della popolazione, delle d
sposte alle domande poste dal futuro del paese. Dal 19^^
l’economia elvetica è caratterizzata da una recessione, dà ristrutturazioni progressive e dalla riduzione dei posti di lavo)
A ciò si aggiunge l’indebitamento progressivo dello stato e i
fenomeno crescente di indigenza sociale. Il proposito dell)
chiese è di contribuire a creare un nuovo consenso soci:
«Infatti, oltre ad un rilancio dell’economia, la Svizzera ha
sogno di un rilancio dei valori morali», sottolineano le due OP
ganizzazioni. La realizzazione della consultazione è stata
data all’Istituto di etica sociale per la Federazione delle chiese:
protestantì e alla commissione «Giustizia e pace» per la Coi*’
ferenza dei vescovi. Il costo complessivo del progetto sarà di
145.000 franchi svizzeri e sarà ripartito su quattro anni, (sppf
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Brasile: nuova costituzione
per la Chiesa evangelica luterana
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TOLEDO — Si è svolto a Toledo, nello stato di Paraná, in^
Brasile, il Sinodo straordinario della Chiesa evangelica di coii^
fessione luterana del Brasile (Eeclb). La proposta per una mio*)
va costituzione della chiesa ha posto l’accento sul decentrai
mento delle decisioni e sul maggiore impegno dei laici neM
vita della comunità. (l ”
lecui
America Latina: stretti legami
tra luterani brasiliani e argentini
BUENOS AIRES — I rappresentanti delle tre chiese membw|
della Federazione luterana mondiale (Firn) dei paesi del Mei':
cosur (jiaesi dell’America del Sud che formano un mercato eco--'
nomico comune) si sono incontrati per la prima volta per ana-i
lizzare gli aspetti della loro missione ed elaborare strategie co
muni pef il ftituro. I partecipanti hanno riconosciuto che le ti®.; ^
chiese perseguono gli stessi obiettivi e sono confrontate a sfld®;'
analoghe. Hanno quindi adottato linee di azione che favorisco:
no lo scambio di persone e di materiale, allo scopo di create,;
possibilità di formazione comuni. L’incontro ha avuto luo^
nell’ambito di un processo di dialogo che, ogni due anni, riunì'
sce i rappresentanti della Chiesa evangelica di confessione luterana in Brasile (leclb) e della Chiesa evangelica del Rio Le
Piata (lerp). È la prima volta che partecipava la Chiesa evang®'
lica luterana unita (lelu). «Incontri come questi ci aiutano a de*
finire i nostri obiettivi in quanto chiese per il terzo millennio*
ha affermato il presidente della lelu, A. Furlan. Il presidente
della lerp, R. Reinich, ha posto l’accento sulla fiducia reciprocaIl presidente della leclb, H. Kirchheim, ha sottolineato là ptO'
senza della lelu e la ricchezza di un dialogo a tre.
M Giordania; consultazione sugli immigrati
AMMAN — Da 4 al 7 ottobre scorso le chiese cristiane d^
Mediterraneo si sono incontrate per una consultazione sul toma dell’immigrazione e dell’asilo politico. L’incontro, organizzato da Consiglio delle chiese del Medio Oriente (Mecc), dalia
Conferenza delle chiese europee (Kek) e dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), si proponeva di avviare una collaborazione tra chiese di varie aree geografiche per un più
intervento sulle politiche di immigrazione dei paesi dO“
sponda sud e nord del Mediterraneo. All’organizzazion
dell’incontro ha collaborato anche i Servizio rifugiati e
ti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
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deiS>] Téligiosl voluta da Giovanni
Paolo II ad Assisi il 27 ottobredel 1986.
L’incontro, svoltosi a Roma
4al 7 a 10 ottobre, ha raccolto
'numerosi leader religiosi da
tutto il mondo (cattolici romani, ortodossi, anglicani,
protestanti, ebrei, musulmani, indù, buddisti, shintoisti,
sikh, zoroastriani) e diverse
personalità politiche, fra cui
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Roma: grande incontro ecumenico internazionale
PAG. 5 RIFORMA
«
La pace è il nome di Dio»
L'incontro ha nuovamente mostrato le diverse scelte
ecumeniche delle varie componenti del protestantesimo
euoemio bernardini
a pace è il nome di
n\jbio». Un tema impe«jativo e di grande attualità
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’ - *“di Sant’Egidio di Roma in
occasione del decennale della convocazipne dei leader
itistich^ il presidente della repubblica
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Italiana Oscar Luigi Scalfaro,
ilpresidepte del Consiglio,
Rotnano Prodi, il presidente
della Commissione europea,
Jacques Sanler, il sindaco di
Roma, Francesco Rutelli.
Appello per la pace
Attraverso una trentina di
' tavole rotonde, i partecipanti
i hanno affrontato varie tema[tiche; Islam e cristianesimo,
^religioni e fondamentalismo,
consìS ® conflitti attorno al
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Mediterraneo, nazioni e relijfioni, crisi spirituali del noi-stro secolo, ruolo delle donrnepelle religioni alla vigilia
idei terzo millennio. La sera
;del giovedì tutti i cristiani
hanno pregato insieme in
una chiesa cattolica, mentre
liitti i rappresentanti delle altre religioni si sono riuniti in
locali messi a disposizione
ISSO altre chiese
I partecipanti ebrei si sono
niti nella vicina sinagoga.
Poi tutti si sono recati, in
ocessione, in piazza Santa
iaria in Trastevere dove si è
tenuta una suggestiva cerimonia conclusiva (con una
ìliretta della Rai) in cui è stato sottoscritto un «Appello»
che afferma tra l’altro: «Convinti che le religioni hanno
una grande responsabilità
nella predicazione del per
anà, in
di con-'
la nuocentrad nella;
flwiì
dono, ci rivolgiamo a tutti
coloro che uccidono o fanno
la guerra in nome di Dio. Ricordiamo loro che la pace è il
nome di Dio. Parlare di guerra di religione è un’assurdità.
Nessun odio, nessun conflitto, devono trovare incitamento nella religione».
Il ruolo dei protestanti
Molto numerosa la componente protestante, tra l’altro
quasi l’unica in cui erano
presenti anche donne. Nessun esponente, però, delle
chiese evangeliche italiane
che non sono state invitate.
Ma neppure erano rappresentati, organismi ecumenici
come il Consiglio ecumenico
delle chiese o la Conferenza
delle chiese europee che pure tanto hanno contribuito
ad impegnare le comunità religiose nel campo della pace,
del dialogo e della cooperazione tra i popoli.
Evidentemente la comunità di Sant’Egidio seleziona
con cura i suoi invitati e la
realtà della minoranza evangelica italiana non rispóndeva ai criteri stabiliti per questa convocazione; oppure si
ricorda ancora il clamore che
suscitò dieci ani fa il nostro
rifiuto di pregare raccolti attorno al papa; oppure la comunità di Sant’Egidio non ha
voluto trascurare la componente evangelica del cristianesimo (almeno il 30% del
totale a livello mondiale) ma
l’ha voluta far apparire come
un fatto che rigurada paesi
diversi dal nostro e lontani.
Peccato: non è la prima volta, e temiamo che non sarà
l’ultima, in cui si debba constatare un ecumenismo «asimmetrico».
Ma questo dipende anche
dalle diverse scelte delle
componenti del protestantesimo: forte, convinto, forse
anche poco critico all’estero,
pieno di distinguo, prudente,
forse incerto in Italia. È quindi sempre più urgente un
chiarimento delle posizioni e
prospettive degli evangelici
italiani, ma è necessario anche un rapporto più stretto e
convincente con il protestantesimo internazionale che
spesso non coglie il fondamento del nostro rapporto
ecumenicamente più critico
del loro verso il cattolicesimo romano. Protestantesimo
internazionale, in particolare
europeo, che crediamo sinceramente interessato a
comprendere e discutere con
noi le prospettive ecumeniche dei prossimi anni.
L'ecumemsmo cammina
Per fortuna non mancano
segnali che si muovono su
un piano ecumenico metodologicamente più corretto,
come il recente Convegno
internazionale di Bari (vedi il
ninnerò scorso) o l’impegno
comune in vista della II Assemblea ecumenica che avrà
luogo a Graz nel prossimo
giugno. È nello spirito di
queste esperienze che si potrà lavorare in futuro: quello
dell’incontro e non del cortese invitp, quella della ricerca
comune e non della rispettosa partecipazione a programmi pensati e realizzati da altri, quello della realizzazione
di eventi ecumenici che non
coinvoigano solo i vertici ma
anche la base.
Il terreno che sta di fronte
alle chiese e alle comunità
religiose è vasto e tutto da
arare: la conversione ai valori
della pace e della giustizia è
ancora di fronte all’umanità,
non è nei cuori degli uomini
e delle donne del nostro tempo. Il fatto che a fline millennio dall’Afghanistan alla Bosnia, dal Medio Oriente all’Irlanda del Nord si uccida
ancora in nome di Dio è un
peccato che, come protestanti, sentiamo pesare anche sulle nostre coscienze.
Per questo siamo in cammino, per questo ringraziamo il
Signore per i compagni di
strada che ha messo e mette
al nostro fianco.
IP’à Lo ha deciso l'Assemblea generale della Eeccs a Séte
[Verso l'integrazione fra Kek e Commissione
ecumenica europea «Chiesa e società»
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La Commissione ecumenica europea «Chiesa e società»
(Eeccs) si unirà prossimafflente alla Conferenza delle
l^ese europee (Kek), dlvenr™»do così la «Commissione
““lesa e società» della Kek.
Lo ha deciso l’Assemblea geoerale della Eeccs, riunita a
bete (Francia) dal 29 settembre ^ lo ottobre. Erano presenti all’incontro una cintfitantina di delegati in rappresentanza delle 17 chiese,
fusigli e federazioni di chie®® che costituiscono la Eeccs.
,11 progetto di integrazione
Eeccs e Kek (che dovrebbe
, ’^'LCludersi nel 1998) rapprej ”ta Uno sviluppo importandal punto di vista ecu^nico (il lavoro della Com^ssìone verrà allargato agli
«qdossi, che finora vi partePavano solo attraverso
j ?®®lone a livello consultiva
r * f®*riarcato ecumenico di
,.,5?,ttiinopoli), che sotto il
chi ^ dell’impegno delle
da Va® un’Europa unita
fL.*^bantico agli Ufali. «Le
jJ®*® - ha detto Jean Fidgll®*^segretario generale
tom ~ possono ac(.Up ®btarsi di due Europe
fg ®®®bitano, e devono lavoPer l’allargamento dell’
Unione europea». Ma le chiese, ha detto introducendo i
lavori dell’assemblea il presidente della Eeccs Jacques
Stewart, devono lavorare anche per un’Europa che dia
più attenzione al Sud, sia europeo che mediterraneo, e
devono «denunciare l’idolo
del pensiero unico, un sistema neoliberale incontrollato
che aggrava l’ampiezza delle
fratture sociali».
Nella sua relazione, il segretario generale della Eeccs,
Keith Jenkins, ha messo l’accento sul problema della coesione, sociale deH’Europà
(«Occorre controbilanciare i
criteri monetari con le preoccupazioni sociali e politiche»), della democrazia e dei
diritti umani, all’Ovest come
all’Est, della sicurezza.
Altro momento centrale
dell’Assemblea di Séte è stata
una riflessione sulla riconciliazione in Europa, in vista
dell’Assemblea di Graz. 11 tema è stato introdotto dal teologo protestante francese Gérard Delteil, che hja rilevato
come il termine ricopcUiazione, per quanto ambiguo (può
infatti servire a «màscherare i
conflitti»), é portatore, nel
Nuovo Testamento, di una
graitde ricchezza di significato. «Riconciliarsi - ha detto
Delteil - significa letteralmente scambiare e cambiare;
la riconciliazione è sinonimo
di apertura, di accoglienza
dell’altro»; è un processo di
guarigione, di “ristrutturazione della memoria”, e al tempo stesso è apertura verso un
futuro nuovo, libero da fatalismo». «Tra il cinismo e l’angelismo - ha concluso Delteil
-il servizio della riconciliazione è una fórma di realismo utopico».
Il tema della riconciliazione è stato ripreso in quattro
gruppi di lavoro (dimensione
socitde, ambiente, istituzioni
europee, problema delle minoranze) che hanno formulato una serie di raccomandazioni per il lavoro dellà Commissione. Il contributo della
Eeccs all’Assemblea di Graz,
ha detto il segretario generale
Keih Jenkins, si realizzerà
concretamente attraverso un
«programma di dialogo» e
una serie di dibattiti che saranno organizzati congiuntamente a Graz dalla Eeccs e
¿l’organismo cattolico omologo, la Comece (Commissione degli episcopati nella Comunità europea). (nev)
Glasgow: Conferenza degli studenti cristiani
Si può parlare di etica sessuale.cristiana?
DANIELA RAPISARDA
Esiste un’etica cristiana?
E ancora: si può parlare di
un’etica sessuale cristiana? Ce
lo hanno chiesto ùi circa trenta alla recente conferenza della Federazione mondiale degli
studenti cristiani (Wscf) europei, tenutasi lo scorso settembre vicino a Glasgow. «Tra
cielo e terra: Dio, etica e sessualità» è stato 11 tema che cl
ha appassionato, sfidato,
profondamentè messo In discussione e che continua ad
essere oggetto di riflessione.
Lb scopo di una conferenza
del Wscf non è quello di arrivare a una posizione univoca
sul tema trattato, ma é quello
di far incontrare persoiìè provenienti da contesti molto diversi e permettere loro di confrontarsi su temi considerati
di interesse comune. Non è
scontato che in una settimana
si crei un clima di fiducia e
apertura tale da permettere
un confronto sereno. La coiìferenza in questione è sicuramente riuscita perché tale
confronto c’è stato, perché
tutti hanno tentato di mettersi in discussione e si sono lasciati, interrogare dalla serisi^
bilità e dalle esperienze degli
altri. Una prima domanda
sulla quale ci siamo confrontati è stata: «che cos’è la sessualità?» Fermarsi un attimo
per tentare di dare una risposta personale è servito a riflettere sul fatto che la sessualità
è molto più del contatto di organi riproduttivi.
lamie Moran, teologo e psicologo ortodosso, ha parlato
di «teologia e psicologa dell’
èros». Nella comprensione ortodossa la «persona» può esistere solamente in relazione.
Non ci sarebbe il Padre senza
il Figlio, Così come non esisterebbe U Figlio senza lo Spirito.
L’essere umano è creato in relazione a un altro essere umano. Poiché siamo dotati di un
corpo, non possiamo non relazionarci anche corporalmente. Il concetto «moderno»
di individualità è definito
«peccato» nella misura in cui
rifiuta questa interdlpender;za. L'estasi intesa come «esistere anche al di fuori della
propria individualità» ne ri
sulta danneggiata e la sessualità è vissuta nel danneggiamento dell’estasi. «Dopo un
naufrqgio si ritrovarono in otto su una barca. La barca può
contenere solo quattro persone. Quattro persone devono
essere eliminate affinché le
altre sopravvivano. Chi rimane sulla barca e chi viene gettato in mare?».
Questo spunto per i lavori
di gruppo ci ha introdotti alla
questione dei dilemmi etici.
Le soluzioni del dilemma sono state le più varie. Difficile
decidere chi deve essere sacrificato. Per evitare il sacrificio alcuni hanno pensato a
turni di nuoto, altri hanno deciso di non sacrificare nessuno in attesa di un aiuto
dall’esterno. La questione diventa ben più seria quando si
pensa che il cristianesimo del
secondo secolo ha «buttato a
mare» le donne per garantirsi
la sopravvivenza, o quando si
pensa che le chiese continuano a «buttare a mare» persone
omosessuali per garantire la
salvezza di chi rimane sulla
Barca.
Altro importante tema di riflessione è stato lo «stile di vita» di ciascuna persona. Ci
consideriamo liberi di scegliere U nostro stile di vita? Quali
fattori influenzano le nostre
scelte e quanto il fatto di essere sessuati al maschile o al
femminile condiziona le nostre scelte? Le pressioni della
società sul nostro stile di vita
sono molto forti. La società ha
bisogno di classificare tutto
per poterlo me^o controllare
e rifiuta tutto quello che non
riesce a catalogare. Le pressioni sono talmente interiorizzate che diventa persino
difficile capire cosa è una
«scelta personale». Un’esigenza condivisa da pochi è sicuramente quella di vivere la
propria vita quotidiana così
come la propria fede nella totalità di corpo, pensieri e sentùnenti. Così come oggi si di^
mostra ihsoddisfacfenfe una
vita sessuale che non comprenda le dimensione ìlei
pensieri e dei sentimenti, così
non si può vivere la fede lasciando fuori' dalla pòrta il
corpo, trascurando il datò innegabile di essere tutti dotati
di un corpo sessuato al maschile o al femminUe.
Tornando alla domanda
posta all’inizio, credo si possa
parlare di etica sessuale cristiana quando fl nostro comportamento sessuale è nel
contempo espressione d’amore responsabile e di rispetto verso noi stessi, verso U nostro prossimo, verso Dio.
iiii
—------------.....T-------------------------------3---7v—
Che cos'è Eeccs f
" La Commissione ecumenica europea per, quattro; 1) realizzazione dell"uniohe^poiiticachiesa e società (Eeccs) è un organismo ecu- ed economica deti'Europa; 2) qùestioni eco-,
manico con sedi a Bruxelles (Belgio) e Stra- -.^nomiche, ambientali e sociali,'3) ijetàziorti trìi
sburgo (Francia); fondato nel 1973 per con- ' chiese e Unìon^ tropèa, legislazione sulle
sentire alle chiese di stabilire una relazione chiese; 4) bióetìca e biotecnoiogia (di questo'
con il Consiglio d'Europa e le istituzioni della “'"gruppo ta parte; pér l'a-'Fcei, la bjolbga Anna
Cornunità europea. Fanno parte della. Eeccs
come membri effettivi 17 chiese) consigli, e
federazioni di chiese, prevalentemente protestanti e occidentali (per l'Italia è membro
la Federazione delle chiese evangeliche), più
18 organismi associati con vote consultiva’
(fra quest) il Patriarcato ecuihenìco brfodos
Roflier, dell'Università di Milane) , .. ^
-Far conóscere alle istituzioni Europei'le
prese ’di posizione e te preoccùpazioni delle
chiese, attraverso incontri con funzionari e
responsabili delle istituzioni europee, con I
presidenti di .turno della Commissione europea, e attravèrso Incontri, semestrali dì dialo
so dì Costantinopoli), Nel 1996, l'asstembtea.^^ «o tra rappresentanti délfe chìesae e alti ingenerale della ComPiissjone ha varato un zionari dellà Commissione europea. -
progetto che prevecte entro il 1988 l'mtegra- , u ,a. ___1
zione della Eeccs In seno alla Conferenza * U Eeccs collabom, con la Com^
delle chiese europee, (Kek), organismo ecu-'*'" missione degli ej^scopat» cattolid nella Comenico a cui aderiscono circa 120 chiese pro
testanti e ortodosse di tutti i paesi europei. Comitato misto nel 1^5, con il Foyer
L'assemblea generale, massimo organo deliberativo delta Eeccs, si riunisce annualmente ed elegge ogni tre anni il presidente (attualmente il pastore Jacques Stevyart, che è
anche presidente deila Federazione protestan~te di Francia) è un comitato esecutivo di
6 membri il lavoro della Eeccs vierw portato
avanti, nelle due sedi, dal personale (una diecina di persone), coordinato dal segretario
generale, l'inglese Keith Jenkins. Il complesso
lavoro svolto dalla Commissione include:
- li monitoraggio regolare ^ellé attività
della Comunità europea e del Consiglio
dlSUropa ^ ■ k .g.
- L'inforrnaziòné alte chiese attraverso no- ^
te e documenti di studio, bollettino bimè-*
strale, consultazioni su temi specifici, visite
alle chiese e organizzazione di yisite di re^
sponsabili ecdesiastìci alte Istituzioni europee
,, - Il favorire prese posizioni comuni delle
chiese, in particotere attraverso i gruppi di la-^
voro su temi specìfici, che sonò attualménte,.
cattolicò europeo e con l'Associazione ecumenica «Chiesa e società» (che, fondata nel
1964 da un gruppo di funzionari delle istituzioni europee, ha dato un contributo decisi^
vo alta creazione delia Eeccs),
I membri effettivi della Eeccs sono: la
Chiesa d'Inghilterra (anglicana), la Chiesa di
Scozia (presbiteriana), U Comitato spagnolo
di cooperazione interecclesiastica (evangelico), il Cpnsigtio portoghese-ctelie chiese cristiane, il Consiglio delfe'chiese per Brit'annia
e Iriabde, la Chiesa protestante unita dei
Belgio, ri Consiglio ecumenico delia Repubblica ceca, it Consiglio ecumenico della Repubblica slovacca, la Chiesa evangelica in
Germania (Ekd), la Chiesa evangelica ün Austria, la Federazione delle chiese evangeliche svizzere, la Federazione protestante di
Frància, la Federazioné delie chiese evangeliche in Italia, ri Consiglio irlandese delle
chiesè, il Consiglio ecumènico ungherese, il
Conslgiio .deile cHie^ Jn Olanda, l'Unione
delie chiese evangeliche libere in Germania.
6
rag: 6 RIFORMA
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VENERDÌ 25 OTTOBREioj
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Rinviato lo sciopero dei farmacisti che ha messo in agitazione gli italiani
Arriverà lo «sciopero della pillola»?
Dure reazioni da parte dei consumatori ali'annunciata decisione di far pagare
le medicine ai clienti. Il peso dell'assistenza farmaceutica sulle famiglie
^QIQBBIO OARDIOL
116.000 farmacisti italiani
sono nella lempesta dell’
opinione pubblica. La decisione della Federfarma, l’associazione dei farmacisti, di
obbligare i clienti a pagare
direttamente le medicine- a
partire del prossimo 28 ottobre ha provocato lina pioggia
di proteste sulla categoria
che ha indotto l’organizzazione a sòspendere lo sciopero. Per i sindacati confederali
la decisione della Federfarma è «intollerabile e profondamente sbagliata», per i
partiti delFUlivo si tratta di
un «ricatto inammissibile» e
di «una rivolta corporativa
scandalosa». 11 Codacons,
un’organizzazione dei consumatori, chiede al governo di
«precettare i farmacisti» per
evitare l’assistenza indiretta
obbligata per i malati
Il costo dell'assistenza
J indiretta
Il Tribunale dei diritti del
malato ha reso pubblico
quanto costerebbe di più alle
famiglie il passag^o dall’assistenza diretta à quella indiretta, e fa alcuni esempi concreti sulla base di un’indàgine svolta a Torino. Una donna di 65 anni, pensione minima, con colesterolo alto e affetta inoltre da ernia del disco, spende per i 7 farmaci
che le sono stati prescritti
574.100 lire Tanno (perché
solo 3 sono in fascia A intera:
mente rimborsabili). Dopo il
28 ottobre dovrebbe spendere 1 milione e mezzo. Una
cinquantanovenne con problemi cardiaci e calcoli spende oggi un milione e mezzo
T^mno (4 farmaci in fascia A,
2 in fascia B, 6 in fascia C). Se
dovesse pagare tutte le medicine arriverebbe alla cifra ¡di
3.657.000 lire. E ancora una
pensionata di 69 arini, operata di tumore e colpita da lieve
ictus cerebrale spende oggi
2.434.000 lire l’anno, mentre
con l’assistenza indiretta ne
spenderebbe 3.376^000.
«Già ora il peso dell’assistenza farmaceutica sulle famiglie a basso reddito è molto alto - è il commento del
Tribunale per i diritti del malato - in quasi tutti i casi da.
noi esaminati le persone assumono farmaci per lungo
periodo che sono collocati
nella fascia A e C, pochissimi
Il rimborso dei farmaci da parte delle Ausi avrebbe richiesto lunghi
tempi burocratici
nella fascia B. 11 costo dei farmaci della fascia C è molto
alto». L’annuncio della Federfarma sta provocando una
vera e propria corsa al farmaco. Gli ammalati, spaventati,
stanno facendo incetta di
medicinali per evitare di doverli pagare e di chiedere il
rimborso alle Ausi.
Le farmacie
Ma quah sono i motivi della protesta dei farmacisti? La
Federfarma con questa sua
iniziativa ha inteso contrastare un taglio di 160 miliardi
alla spesa farmaceutica previsto in uno dei «collegati»
alla legge finanziaria per il
1997. Minor introito e quindi
minor guadagno, dicono i
farmacisti che non accettano
i «sacrifici» che il governò
chiede loro.
Oggi le farmacie italiane
(16.203 una oghi 3.^69 abitanti), spiega uno studio del
Gensis, fatturano in media
ogni anno 1 miliardo e 200
milioni. Un ammontare poco
più basso di quello delle farmacia tedesche (1,5 miliardi)
e francesi (1,4 miliardi) e più
alto di quelle inglesi (900 milioni). Secondo la Federfarma
i margini di guadagno sono
del 22,1% (del 26% secondo il
governo a cui va sottratto lo
sconto che è del 3% nel 1996,
e del 1,5% per le farmacie rurali) su ogni confezione. Tale
margine però è lordo. Se si
deducono le spese per la gestione delle farmacie il guadagno medio netto è del 10%
sul prezzo di vendita. I farmacisti italiani guadagnano
un po’ meno dei loro colleghi
francesi (11% di margine netto), ma di più di quelli tedeschi e olandesi (8%> di margine netto), mentre quelli inglesi hanno lo stesso margine
di guadagno Ì10%). Ma nelle
farmacie non si vendono solo
farmaci e quindi i guadagni
debbono essere aumentati
dèi margine relativo questi
altri prodotti. La base annua
è comunque di 120 milioni di
guadagno in ilifedia.
I farmacisti italiani hanno
il monopolio della distribuzione delle medicine e inoltre
difendono a denti stretti oghi
tentativo di modificare la
pianta organica (cioè la distribuzione sul territorio delle farmacie) e margini di guadagno fissi. Ciò serve a mantenere molto alto il costo delle licenze per subentrare in
una farmacia: dai 3 ai 5 miliardi per una farmacia in una
grande o media città; da 1 a 3
miliardi per una farmacia rurale. J concorsi per nuove farmacie sono praticamente
inesistenti. Così per i giovani
laureati in farmacia Tùnica
strada è lavorare in'ùria farmacia privata come dipendente o come associato.
II ministro della Sanità, Rosy Bindi, vuole che i farmacisti abbiano un ruolo di educazione sanitaria sul territorio e per questa attività sono
disponibili dei soldi. I farmacisti rurali godono poi di altri
vantaggi economici. Lo «séiopero della pillola», poi, non
provoca danni economici ai
farmacisti, perché incassano
subito il prezzo della medicina complèto, mentre in regime di assistenza diretta l’incasso è dilazionato secondo i
tempi di pagamento delle varie Ausi. Non sembra perciò
molto giustificato lo sciopero
annunciato, che, responsabilmente, è stato rinviato.
■I Intervista a Ruggero Meneghelli
I protestanti nei rapporto
fra stato e chiesa
PAOtO T. ANGELEBI
Ruggero Meneghelli è
(.....................
docente di filosofia del
diritto presso la facoltà di
Scienze politiche dell'Università di Padova. Autore di numerose opere, ha pubblicato
recentemente in collaborazione con il prof. Mario Bertolissi «Lezioni di diritto pubblicò generale» (Torino,
Giappichelli, 1996)1 Da circa
due anni frequenta con assiduità la Chiesa metodista di
Padova. Intervistato su alcune questioni di fondo relative
al nostro essere chiesa, ha
cosi risposto.
- Come giudica il finanziamento 'dello stato alle chiese?
Il vecchio principio protestante della separazione fra stato e
chiesa è stato secondo lei violato dalle recenti intese?
«Meglio restare poveri e
impotenti, certo, questa è la
mia convinzione: ma ciò non
significa che sia meglio estinguersi o spegnersi. Perché se
è segno di infedeltà ricercare
l’aiutò interessato, può essere segno d’orgoglio rifiutarlo
sempre e comunque. Se dovessimo contare solo sui nostri contributi interni, non so
se saremmo in grado di sopravvivere. Se questo dovesse
essere probabile, e solo in
questa ipotesi, il finanziamento dello stato (ché tale è,
perché è lo stato a rinunciare
ad una parte delle entrate di
cui potrebbe finire per elargirlo alle chiese) lo ritengo,
oggi come oggi, un male necessario perché tanto o poco,
comporta sempre una possibile attenuazione della libertà delle chiese nei con
Si è svolta a Amman una consultazione delle chiese dei paesi mediterranei
Monitoraggio e assistenza di fronte ai grandi flussi migratori
ANNE HABIEDUPRÉ
IL 4 ottobre si è concluso
T
rincontro ecumenico di
Bari mentre un altro incontro
ecumenico delle chiese del
Mediterraneo si è aperto- dal
5 al 7 ottobre ad Amman, in
Giordania. Si trattava di una
consultazione delle chiese
del Medio Oriente e dell’Europa del Sud sull’ùnmigrazione. Questo incontro voleva
essere Un’iniziativa pratica di
riconciliazione, al fine di
creare legami di concreta col
*
uscito il n. 13
'*■ YY 'ri*'jV'
GiovannrLuzzi
(1856-ÏP48)
traduttore della Bibbia '
e teologò ecumènico
pp. 270,26 illmi, L 39.Ò00
" La biografia del teologo svizzeVó-toscano, professo' re alla Facoltà valdese di teo- *
iogia, autoré^della prima versione italiana moderna della
Bibbia dai testi originali, tnas-^^
simo esponente della teologia
’ liberaje in Italia, per ti quale la'
diffusioné delia Bibbia era il
presupposto indispensabile
del rinnovamento morale e civile degli italiani. ^ ;
” VIA Pfi/NCIFE TOMMASO, 1 - 1012S TORINO v "iTEL. 011Æ68.98.04 • FAX 011/650.43.94 • C.C.P. 20780K»
laborazione ecumenica tra le
chiese del Mediterraneo in
un settore che le vede tutte
fortemente coinvolte.
I flussi migratori nel Mediterraneo, una conseguenza
drammatica di conflitti e
squilibri economici in quest’area geografica:,' si muovono da o attraverso le sponde
Sud ed Est verso la sponda
Nord di questo mare. Sono
migranti o rifugiati i palestinesi, o rischiano di diventarlo, lo erano i libanesi, sono
rifugiati gli iracheni e gli iraniani. A questi flussi si aggiungono grandi numeri di
migranti e rifugiati da tutte le
parti dell’Africa e dell'Asia,
che sperano di raggiungere
l’Europa o l’America del
Nord. Organizzazioni ambigue, spesso criminali, conducono un traffico illegale di
migranti attraverso i paesi
del Medio Oriente.
Centinaia di profughi iracheni vengono imbarcati sulle coste della Turchia su fi'agili barche e spediti verso le
isole greche. Molte di queste
imbarcazioni non arrivano
mai a destinazione. 1 loro
passeggeri pagano grosse
somme nella speranza di
raggiungere paesi sicuri ma
la fuga finisce spesso in naufragio. Altri vengono dal Sudan, dallo Sri Lanka, dal
Blangadesh. Viaggiano via
terra o via mare nascosti in
container. Se raggiungono
l’Europa vivi non trovano né
accoglienza, né uno status
legale e una vita protetta e
dignitosa.
Hanno partecipato a questa consultazione operatori
dei servizi diaconali delle
chiese ortodosse, protestanti
e cattoliche di 10 paesi (Cipro, Egitto, Libano, Giorda
nia, Turchia, Grecia, Italia,
Francia, Spagna e Portogallo). Il Consiglio ecumenico
delle chiese, la Conferenza
europea delle chiese, il Consiglio delle chiese del Medio
Oriente e la Commissione
delle chiese per i migranti in
Europa hanno inviato rappresentanti molto competenti e attivi nel settore dell’immigrazione. Dopo essersi
confrontati sulla situazione
nei vari paesi i partecipanti
hanno individuato in quattro
aree le possibilità di collaborazione.
- In primo luogo favorire la
reciproca informazione su
potenziali flussi migratori o
movimenti di rifugiati, sulle
condizioni ài vita degli immigrati nei paesi europei,
sulle politiche di ammissione
dei migranti e richiedenti
asilo alle frontiere europee.
- Organizzare poi visite a
zone ad alto rischio di emigrazione di parti sostanziali
della popolazione, per sensibilizzare le chiese e' i governi.
Per il momento è prevista
una visita in Palestina per richiamare l’attenzione sulla
situazione di circa 20.000 palestinesi nella zona di Gerusalemme che rischiano di
perdere il loro status legale e
diventare così potenziali
emigrati e una visita in Iraq
per sensibilizzare sulle condizioni di vita della popolazione a causa delle sanzioni.
- Favorire la collaborazione tra le chiese in caso di
espulsioni o di rimpatrio forcato dall’Europa verso o attraverso paesi del Medio
Oriente.
- Infine elaborare insieme
un progetto per prevenire
l’emigrazione dei giovani da
paesi del Medio Oriente che
preveda la creazione di posti
di lavoro attraverso piani di
orientamento professionale.
Tale progetto sarà poi presentato alla Coirimissione
europea in riferimento alle
raccomandazioni della Conferenza europea di Barcellona 1995 sulla collaborazione
nel Mediterraneo.
Tutti i partecipanti si sono
impegnati a lavorare su questi quattro punti nella speranza di poter creare piccoli
ma concreti legami di riconciliazione in quest’area.
fronti dello stato. Nella
non c’è infatti solo la
iVlt,
scelta
fra il bene e il male, ma aj ■
che quella fra il male maggio^
re e il male minore. Spegi^.
si, scomparire sarebbe-je*
condo me un male peggi(J|
rispetto a quello min^^
far dipendere sia pur parziai.’
mente, la propria sopravisi
venza dallo stato».
Si parla oggi difìnanni^
menti alla scuola privata^
che se il governo non sì è ai
cora espresso in merito ini.
ziando a lavorare su altÿ
aspetti della riforma scolasi
ca. Qual è la sua opinione i
questo proposito?
«La Costituzione preveij
due tipi di scuole: quella pub.
blica e quella privata: Quellj
pubblica è a carico dello Stato, quella privata dovrebbe
norma dell’alt. 33, 3° c. C, a-‘
sere a cariéo dei privati,
ché non dovrebbe compotta,
re alcun onere per lo statt).Se
il privato vuole organizzati
una scuola propria, la Costituzione non glielo impedisce
Ma non capisco perchl;
quando le cose si metto®
male, il privato pretenda ni
aiuto dallo stato. Secondi
me, due dovrebbero essOKl
regimi scolastici: quello pubblico e quello privato non legalizzato. A creare la préte^
di aiuti è la legalizzazion
perché così il privato giusti ca la sua richiesta: noi confi
riamo titoli equiparati a quel :
conferiti dallo stato, noi duj
que esercitiamo una funzioi
di supplenza e di complemento rispetto a quella es^icitata dallo stato. Se a conferire titoli di studio legab'fose
solo lo stato, il privato noi
avrebbe motivo di pretendi |
da esso aiuti. L’accostaméi |
che si può fare con i muselle
biblioteche, le mostre, ^iei
lirici ecc. non vale percfe
mentre nel caso dell’istruad
ne lo stato può sostituiiì
all’attività del privato, ne^
altri casi no. ^
E non potendo esercitai
l’attività svolta dal privato,^
comprensibile che lo aiuti
dato l’interesse generale chi
tale attività riveste. Qpesî
sotto il profilo delle ipotéd
sul piano concreto delle«;
ventualità, le legalizzazioniu
sono e toglierle di mezzo d
tengo sia praticamente iffl'
possibile. Quindi la richiesfl
di aititi continuerà e peu®
che, batti e ribatti, datai*
particolare situazione in c®.
si trova l’Italia, il chiodo e®
trerà».
Nella collana «brevi studi» della Facoltà valdese di teo
sapìsfi
lili
ìgitl#
S-. Ili
am
t
è uscito il n. 13
... u
La chiesa di Gesù Cristo
. Jl contributo delie chiese della Riforma
al dialogo ecumenico sull’unità della chle^
■ La Concordia di Leuenberg
a cura di Fulvio Ferrano
P|i. 87, L. 12.000
La Concordia di Leuenberg del 197^
dichiara la comunione ecclesiale
tra,chiese lutefahe, riformate e
unite e le chiese a loro affini, nate
prima della Riforma, dei valdesi e
dei Fratelli boemi, in Europa.
Questo sviluppo deH’ecclesìologìa
implicita nella Concordia è il primo documento organico redatto
^insieme da luterani, riformati e
I chiese unite, finalmente in grado
"^^‘dì presentarsi nel dibattito ecumenico con.una comune visione
complessiva della chiesa.
V m principe tc»4Maso, i ■ loias ’
4^ 011/666.98.04 - FAX 011/850.43.94 - C.C.P-2
art-2
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Soedizione in a.p. comma 26
^2 legge 549/95 - nr. 41/96 - Torino
bi caso di mancato recapito si prega restituire
al mittente presso i’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere il diritto di resa.
Fondato nel 1848
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izazioD!
:o giusi
loi
iti a
, noi dim
ifiinzW
Tempo di castagne; sagfe, castagnate, fiere e feste un po’
ovunque, ma dietro queste giornate di semplice svago c’è
un’attività agricola ancora viva e con qualche prospettiva.
L’anno scorso un censimento del patrimonio arboreo evidenziò come nella sola vai Pellice vi siano circa 10.000
esemplari di castagni innestati; spesso sono piante plurisecolari, di grande bellezza e capaci di produrre annualmente
oltre un quintale di castagne. La produzione annua è stimata
in 9.000 quintali, dunque un valore di oltre un miliardo. Si
sono fatte potature di risanamento, nuovi iimesti; bisognerà
studiare nuove forme di utilizzo e di trasformazione, per la
vendita è allo studio la creazione di un consorzio. '
F. Va ì 11
VENERDÌ 25 OTTOBRE 1996 ANNO 132 - N. 41 URE2000
C9 è un concetto che ormai tutti citano in qualunque occasione; ogni volta
che si affronta una questione
di carattere politico (le tasse, i
servizi, il lavoro, l’organizzazione amministrativa) tutto
passa attraverso il federalismo. Quasi che il federalismo
possa rappresentare la risposta ai tanti, e spesso giustificati malumori di chi ha votato Lega, di chi non si sente
rappresentato, di chi vede i
propri problemi risolti con soluzioni paradossali, chiaramente frutto di menti che
hanno ben poca conoscenza
del territorio.
La Regione Piemonte ha
negli ultimi mesi molto gonfiato alcune iniziative che andrebbero nella direzione del
AMMINISTRAZIONE E BUROCRAZIA
FEDERALISMO?
PIERVALDO ROSTAN
federalismo e del riconoscimento delle specificità di una
precisa zona geografica, dagli
Stati generali alla richiesta di
dodici referendum abrogativi.
Piemonte capofila nelle riforme? Il Piemonte ha effettivamente presentato, insieme ad
altre regioni, la richiesta di referendum abrogativo per
quanto riguarda la funzione di
coordinamento in materia di
turismo e spettacolo, compe
tenze agricole, rapporti internazionali, industria e commercio e sanità, attualmente gestiti direttamente dallo stato.
Viene poi chiesto di abolire i
controlli di legittimità sugli
atti dei Comuni esercitati dai
comitati regionali di controllo,
di eliminare le figure dei segretari comuni e provinciali.
Siamo certi che una gestione su base regionale di determinati settori renderebbe
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Agricoltura
Zootecnia
e «quote latte»
europee
Giornate intense per chi si
occupa di agricoltura e in particolare per il settore lattiero.
Il settore zootecnico deve fare i conti con le famigerate
«quote latte» che da anni impongono produzioni contenute entro determinati parametri
per ogni paese membro della
Comunità economica europea. In molti settori la politica europea va nella direzione
di limitare le produzioni, controllandone la quantità; il settore zootecnico rischia però
di pagare caro il non rispetto
delle indicazioni Cee.
' Nella campagna ’95-96 i
produttori italiani hanno superato di ben 564.000 tonnellate il tetto loro assegnato
dall’Unione europea; il risultato di ciò è stata una multa,
da ripartirsi fra i produttori
italiani, di ben 421 miliardi.
«E una cifra che rischia di
mettere in ginocchio il compio zootecnico - dice fon.
. Giorgio Merlo, che ha presentato un’interrogazione al
ministro dell’Agricoltura -;
anche altri paesi hanno lo
stesso problema ma in misura
nettamente meno pesante».
In Italia la gestione di questo settore avviene tramite
l’Aima; errori sono -stati certamente commessi ma resta il
fatto che quando un allevato*
re si trova davanti a multe di
, decine di milioni di lire è facile ipotizzare una crisi profonda del comparto. Non si
possono rinviare, almeno di
gualche mese i pagamenti?
Ovvero sarà possibile trovare
altri modi per ridurre la gravità della situazione, per molti insostenibile?
Assemblee, spesso infuocali’ si stanno svolgendo in vane località anche del Pinero*cse; sono migliaia infatti gli
a^coltori che sono stati colì P}ti dai provvedimenti comunitari e dunque sono tantissii ini i posti di lavoro ormai a
rischio.
Presentate le liste per il primo turno delle eiezioni amministrative del 17 novembre
Cinque candidati a sindaco per Pinerolo
Alle 11,55, cioè cinque minuti prima della chiiisura dei
termini per la presentazione delle liste in vista delle
elezioni comunali di Pinerolo
del 17 novembre. Franco
Santiano, capolista del CcdCdu, e Claudio Bonansea
consegnano nelle mani del
segretario capo di Pinerolo i
documenti e la lista di candidati. Secondo antica tradizione democristiana bisogna essere gli ultimi; oggi non è più
questione di posto sulla scheda ma, per qualcuno almeno,
le tradizioni vanno rispettate.
Con quest’ultimo atto si
chiude la prima parte dell’avventura (la ricerca di accordi
e candidati, la raccolta di firme a sostegno delle candidature) e si passa alla campagna
elettorale vera e propria. Per
la verità qualcuno. Barbero e
Ro^tagno in particolare, la
campagna di acquisizione di
consensi l’hanno iniziata da
settimane, a cominciare da
quando si è consumata la
spaccatura nell’Ulivo.
A contendersi il voto dei
cittadini pinerolesi saranno
ben 11 liste di candidati; Alleanza nazionale. Partito de
ll municipio di Pinerolo
mocratico della sinistra, Popolari e Indipendenti, Centro
cristiano democratico e Cristiani democratici uniti.
Unione di centro. Lista Dini,
Forza Italia, Insieme per Pinerolo, Lega Nord, Progetto
Pinerolo, Rifondazione comunista; 297 persone per 30
posti in Consiglio comunale.
Cinque i candidati a sindaco:
Alberto Barbero, assessore
alla Cultura uscente, appoggiato da Pds, Re e Lista Dini,
Elvio Rostagno, assessore ai
Servizi nell’ultima giunta.
appoggiato da Ppi e Progetto
Pinerolo, l’attuale sindaco
Livio Trombetto sostenuto da
Insieme per Pinerolo, l’ex
consigliere repubblicano Stefano Drago espresso dalla
Lega Nord e il dott. Mario
Ardizzoia appoggiato dal Polo per le libertà (Ccd-Cdu,
Ude, Fi, An).
Dopo una settimana alla ricerca febbrile delle firme (alla fine 3.500 cittadini si sono
recati in Comune a sottoscrivere il loro appoggio a una lista di candidati), si possono
fare le prime considerazioni
sugli schieramenti. Solo 64
donne candidate (poco più
del 20%) e per di più concentrate in quelle forze che, almeno finora a Pinerolo hanno
detenuto ben poco potere: 12
in An, 10 in Re e 9 nella Lega, due sole nella lista Dini,
pochissimi pinerolesi di nascita in An, molti di più, percentualmente in Ppi, CcdCdu, in Rifondazione e nel
Pds, in tutto comunque meno
della metà.
Dei programmi di governo
si comincia a parlare; i cittadini ne saranno sommersi nei
prossimi giorni. Sul tappeto i
nodi consueti: piano regolatore, piano del traffico, valorizzazione della collina, strutture sportive con il palaghiaccio ancora da completare, la
piscina che per ora è un semplice buco, la Cavalleria, il
teatro sociale bruciato da 20
anni. Ma è in gioco anche il
ruolò della città rispetto al
comprensorio, alle valli; servizi centrali hanno sede a Pinerolo (basti pensare all’Usi
con l’ospedale o all’Acca). Si
andrà al ballottaggio; non
mancheranno le sorprese.
Mi è stato raccontato da più di una
persóna anziana che, ancora all’inizio del secolo, a Bobbio Pellice (ma la
cosa vale probabilmente anche per altri
comuni) era consuetudine che il messo
comunale, all’ora di uscita del culto, sulla
piazza principale del paese procedesse alla comunicazione dei bandi emessi dal
Comune, sia che si trattasse di decisioni
del Consiglio comunale sia che si trattasse di ordini ricevuti dalle autorità superiori. Era la cosiddetta «cria», evidentemente derivato dal verbo francese
«crier», dato che l’idea di gridare viene
espressa nei nostri dialetti con il verbo
«bramar»; era quindi un termine tecnico.
Poteva tuttavia accadere che le municipalità dovessero portare a conoscenza di
qualche privato atti che lo riguardavano
personalmente. In tale caso il «servente
giurato» del Comune si recava personalmente a notificare l’atto all’interessato.
Se tuttavia non lo trovava in casa, allora
affiggeva alla porta del destinatario il do
li FILO DEI GIORNI
LA «CRIA»
'______BRUNO BELLION_______
cumento da notificare, alla presenza di
testimoni precettati allo scopo, dopo aver
suonato la tromba per richiamare opportunamente l’attenzione sia degli interessati, eventualmente nelle vicinanze, sia
del pubblico per dare notorietà all’atto.
Può essere interessante riportare integralmente il verbale di una tale notifica. Relazione di intimazione:
L’anno del Signore millesettecentonovant’otto, ad alle vent’mo di luglio nella
Torre Val Lusema a me segretaro sottoscritto della presente comunità ñferisce il
servente giurato della medesima Lorenzo
Ajraudo aver lui oggi mediante pubblica
zione previo il suono della tromba nanti
la porta della casa di abitatone attuale
delli sunominati Gioannì e Gioan Pietro
padre e figlio Geymetto con lettura fatta
della sovrascritta lettera di precetto citata, ed assignato li medesimi in tutto e per
tutto come in essa resta contenuto e quin-,
di previo il suono suddetto antecedente e
precedente affissa ed affissa lasciata alla
predetta porta d’abitazione della medesima autentica copia, presenti a quanto sovra Gioanni Cagno e Gioanni Ricca testimoni precettati dal ut supra. Gioanni
Alessandro Simondi Segretaro.
Altrettanto curioso può essere l’oggetto della notifica: il giovane Gioan Ketro
Geymetto è «eletto» dal Consiglio comunale di Torre per essere soldato nel reggimento Pinerolo, in sostituzione di Paolo Rostagno «congediato sull’allegazione d’assurta sordità». Non sappiamo se
vi fosse o meno il consenso dell’interessato, cioè se si tratti di una coscrizione
coatta 0 di un arruolamento volontario.
più veloci le pratiche? Oggi
spesso un parere da Roma arriva in due mesi; da Torino
(leggi Regione) dopo sei mesi
ai Comuni vengono chiesti
chiarimenti... E i Coreco? E i
segretari comunali? Ben sovente ci si trova di fronte a
decisioni incomprénsibili ma
vogliamo che ad esercitare il
controllo sia delegata unicamente la magistratura? Sarebbe decisamente più opportuno
fare in modo che funzionari
dei comitati di controllo e segretari comunali fossero preparati a gestire le situazioni.
La formazione non può essere lasciata alla sola esperienza. Altrimenti la burocrazia,
che non ha bisogno di radici
romane, continuérà a separare
i «palazzi» dai cittadini.
In Questo
Numero
Sviluppo
Le prospettivé di sviluppo nelte valli valdesi
stanno animando da alcuni
anni la discussione fra
operatóri turistici, amministratori, chiese: se ne è discusso in un dibattito nell’ambitó dell’«Autunno in
vai d’Angrogna», che ha
affrontato fra gli altri i
problemi di un eventuale
parco naturale in vai Pellice, della fauna, dei «Sentieri partigiani».
Pagina n
Val Pellice
La giunta della Comunità montana ha potuto
èsp^e in un incontro l’atfiylg svolta in questo pritìiò|inno di amministrazioiiié:, sì tratta di un anno riccò‘ di progetti in cantiere,.
àhidlbs se è stato richiesto
uri »aggiore coinvolgidei sindaci.
PAGINè'II
Borgate alpine
. Il senfinario organizzato
in gruppi di lavoro in vai
Pdlke per studiate il teina
delle borgate ha messo in
evidenza la necessità di
non fermarsi al ripristino
delle strutture architettoniche, ma di creare le condizioni perché si possa realmente «riabitare» la montagna, tenendo conto anche
del Piano di ecosviluppo.
'Pagina m
Hockey su ghiaccio
Domenica 27 ottobre gìì
ppassionati dell’hockey
u ghiaccio potranno ridoìminciare a seguire le iraJ»ese della squadra di Tor|e Pellice, che parteciperà
|j campionato di serie B.
pi vorranno natuielmente
alcuni anni per.essere
Competitivi dopo la forzata
'Chiusura della piste:.,{
Paì^aIV
8
PAG. Il
Cronache
IL MONDO CAMBIA: E LA SCUOLA? — Su questo tema
una trentina di insegnanti si è ritrovata ad Agape per ascoltare interessanti relazioni di Claudio Canal (la valutazione
del sistema mondo), di Gianni Giardiniello (la valutazione
del sistema scolastico) e di Pino Patroncini (la valutazione
delle nostre idee sulla scuola) e soprattutto per un confronto come sempre appassionato sul senso del lavoro degli insegnanti e sul ruolo critico della scuola in una società dominata da una spesso insensata modernità. L’incontro è stato organizzato dalla Cgil-scuola di Pinerolo.
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VENERDÌ 25 OTTOBRE^, K^mfR
SERATA SUL VIAGGIO IN FRANCIA — Le belle diapositive di Renato Bonjour sul recente viaggio compiuto dalla
comunità valdese in Francia, nel Luberon e fino a La Rochelle, hanno felicemente concluso una piacevole serata
comunitaria sabato 12 ottobre a Villar Pellice, per la quale
le «sohte» volontarie (nella foto) hanno cucinato un’ottima
bagna caòda per 80 commensali.
PRIMA CONFERENZA DEI SERVIZI — L’Usl 10 ha
convocato per sabato 26 ottobre, alle 9, al Teatro-incontro
di via Caprini, la prima conferenza dei servizi. Si tratta di
un appuntamento importante in cui verranno messe a confronto tutte le associazioni che operano nel volontariato, i
medici di base, gli specialisti, le istituzioni locali per discutere dell’organizzazione dei servizi, gli obiettivi e gli impegni deirUsl. Verrà anche presentata la «carta dei servizi»,
documento di programmazione e di intenti che vuole mettere al centro il cittadino coi suoi bisogni.
INTERROGAZIONE PDS SULLA FERROVIA — Luciano Marengo e Marco Bellion, consiglieri regionali Pds,
hanno presentato un’interpellanza sulla linea ferroviaria
Torino-Pinerolo-TOrre Pellice dove, premettendo che la linea è fra le più utilizzate dai pendolari (6.000 al giorno),
che il mancato raddoppio del tratto da Pinerolo a Torino
rallenta i tempi di percorrenza e che è in corso di stesura il
piano regionale dei trasporti, i consiglieri chiedono che siano svolte azioni per il potenziamento della linea fin dal
prossimi documenti programmatici.
HANDICAP: ACCORDO DI PROGRAMMA — L’accordo di programma, stipulato tra la Comunità montana vai
Pellice, rUsl 10, la Provincia di Torino, il Provveditorato
agli studi, il distretto scolastico e i Comuni della valle,
tranne Bricherasio, prevede l’impegno di tutti gli enti coinvolti ad operare per la programmazione dell’inserimento
scolastico e sociale dei soggetti in situazione di handicap.
L’accordo, siglato durante l’estate, è stato fatto pubblicare
dalla Comunità montana sul bollettino regionale.
DEMOCRAZIA E LUOGHI DI LAVORO — «Quale democrazia e quali diritti nei luoghi di lavoro?»; è il titolo di
un convegno organizzato da Alp per sabato 26 ottobre, ore
14,30, all’auditorium di corso Piave. Una legge che permetta la partecipazione di tutte le associazioni all’attività
sindacale, in base a soglie definite, senza privilegi e con il
vincolo di verifica tra i lavoratori di tutti gli accordi sottoscritti è l’obiettivo dei promotori. Interverranno il magistrato del lavoro Giuseppe Bronzini e il vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, Ugo Boghetta.
GIOVANI, SCUOLA, MONDO DEL LAVORO — Un’indagine sugli sbocchi professionali dei giovani licenziati nel
Pinerolese nel 1992 è stata condotta negli anni scorsi coinvolgendo alcune centinaia di giovani. Per confrontare quei
dati, cercando di fare qualche analisi della situazione del
fabbisogno formativo della zona, si svolgerà un incontro
pubblico lunedì 28 ottobre, alle 14,30, presso la sede degli
uffici regionali su lavoro e occupazione distaccati a Pinerolo in via San Giuseppe 39. Dopo la presentazione dell’inchiesta, ci sarà una tavola rotonda alle 17.
Un dibattito importante e propositivo neH'ambito dell'«Autunno in vai d'Angrogna>:
Valli: quali prospettive di sviluppo?
ADRIÀNO LONGO
Il dibattito sulle prospettive
di sviluppo, con particolare riferimento al settore turismo, ha assunto in questi ultimi anni un certo rilievo in
tutte le valli. Appuntamento
d’obbligo per riesaminare il
percorso fatto e per lanciare
delle ipotesi per il futuro, è la
rassegna dell’Autunno in vai
d’Angrogna.
L’attesa non è andata delusa giovedì 17 ottobre, giorno
in cui è stata presentata una
vetrina delle iniziative possibili, anche se a diversi livelli
di elaborazione e fattibilità.
Per Bruna Peyrot, assessore
alla Cultura della Comunità
montana e moderatrice della
serata, «i sogni e le realtà sono i due poli dai quali si parte per fare dei progetti».
Questo ad esempio è capitato
il secolo scorso, dove su una
richiesta avanzata dai visitatori stranieri, ha preso corpo
l’idea di individuare i luoghi
storici valdesi. Questa richiesta è diventata un segnale e
un simbolo per la popolazione locale per rafforzare attorno ad essi la propria identità
collettiva. «In questo confronto fra sogni e realtà, che
cosa è che conta? - si chiedeva ancora la Peyrot -. Gli
spazi, i collegamenti, le idee,
tutto quel patrimonio che una
generazione ritiene di dover
Val Pellice; l’Alpe della Gianna
trasmettere a quella successiva, e i temi in questo momento sul tappeto non mancano
di certo».
Ha parlato poi il maestro di
sci e consigliere comunale di
Angrogna Albino Pons, che
ha illustrato il progetto di un
impianto di risalita che partendo poco oltre l’abitato di
Pradeltorno, in due tronconi
raggiungerebbe l’Alpe della
Sella e il passo del Roux
(2.690 metri), entrando quindi in comunicazione con il
bacino di Prali. Tale progetto,
secondo il proponente, coinvolgerebbe una serie ampia di
forze locali nei settori dell’accoglienza, della manutenzione e della gestione.
Il secondo progetto riguarda il riconoscimento come
parco naturale della parte alta
della vai Pellice, con una zona di preparco sul fondovalle
e territori limitrofi. Giovanni
Borgarello, uno dei promotori
dell’iniziativa, ha messo in
evidenza la dimensione dinamica del progetto parco, legata a un piano di uso del suolo
che metterebbe insieme le attività di protezione e di fruizione del parco con le attività
economiche, che ne riceverebbero un rilancio turistico e
uno sfruttamento compatibile
con le risorse alpine. La contemporanea presenza di un
parco già funzionante nel
contiguo Queyras e le varie
iniziative transfrontaliere già
in atto potrebbero essere elementi consistenti di attrazione
turistica a livello europeo.
Sul fronte faunistico Renato Gönnet, guardia venatoria
provinciale, ha informato che
dagli ultimi censimenti il nu.
mero degli ungulati presenti
sul territorio sta diventando
pari a quello degli animali
domestici, per cui è ipotizzabile che il parco possa vendere delle autorizzazioni a abbattimenti selettivi ottenendo
compensi che potrebbero essere riversati nella manuteiìzione dei sentieri del parco.
E infine l’assessore provinciale Walter Giuliano ha informato che sta per concludersi l’iter burocratico con la
Comunità europea per un finanziamento di un progetto
denominato «Sentieri partigiani», che vede il coinvolgimento di altri due paesi europei (Spagna e Grecia) e che
sul versante italiano creerà un
itinerario che colleghi ideal-'
mente i luoghi teatro della
Resistenza. Nella provincia di
Torino i luoghi prescelti sono
il Colle del Lis, la vai Sangone e Coazze dove si sta allestendo un museo della ResH
stenza, e infine la vai d’An-'
gregna con uno dei sentieri
che salgono al Bagnoou, dove)
verrà ristrutturata la baita iffi
cui è sorta la prima stamperia^
clandestina sulle Alpi occi«;
dentali. Alla realizzazione dii
questi percorsi dovrebbero;
partecipare delle cooperative!!
di disoccupati, dopo le espC'
rienze già fatte di lavori socialmente utili.
Le forze che amministrano la Comunità montana vai Pellice fanno un primo bilancio
Un anno di grande ricchezza progettuale
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sviluppa
Dopo un anno circa di attività e in presenza di numerose iniziative e progetti, si è
avviata in vai Pellice un momento di verifica all’interno
della maggioranza che sostiene l’attuale giunta. Nel corso
di un recente incontro promosso dal Pds, dal Ppi e dalle
altre forze politiche della
maggioranza, dopo un’introduzione del presidente Cotta
nella quale è stata sottolineata
l’azione svolta insieme con il
consigliere Bellion per sollecitare da Regione e Provincia
attenzione finanziaria ai progetti della Valle, è stata comunicata la definitiva conclusione degli atti necessari a dare il via al Palazzo del ghiaccio, e i vari assessori Pons,
Bricco, Tuminello, Peyrot e
Grand hanno illustrato l’attività dei rispettivi assessorati.
È emersa la notevole ricchezza progettuale di questo
primo anno e, di conseguenza, anche la grande responsabilità che deriva dal fatto di
poter disporre di notevoli risorse finanziarie impegnate
non soltanto, come era avvenuto prevalentemente nella
passata legislatura, sul versante dei servizi socio-sanitari, ma in numerosi altri settori. Sono stati citati 10 milioni
per l’iniziativa estiva «Diversamente uguali», 50 per la
dotazione di attrezzature e
palco mobile, 250 per l’Agenzia di, valle, 40 per gli
scambi intemazionali, 20 per
le aule decentrate, 150 per la
Cultura materiale (sentiero
dei partigiani ad Angrogna e
ecomuseo delle cave a Rorà),
1,3 miliardi per il progetto
borgate. Si è inoltre affrontato il possibile futuro del progetto di archeologia industriale alla Crumière di Villar Pellice ed è stata comunicata la
prossima apertura del Centro
di vendita dei prodotti locali,
il 2 novembre a Lusema. Alcuni di questi progetti vengono dagli anni passati e in particolare dal piano di Ecosviluppo, altri sorgono anche per
iniziativa di cittadini o associazioni.
Nel dibattito è stata apprezzata l’attività della giunta, si
è sottolineata la necessità
di incontri regolari con la
maggioranza in particolare
sul tema dell’urbanistica, settore delicato per i rapporti fra
strumenti di pianificazione di
cui la Comunità montana si
vorrebbe dotare e piani regolatori dei Comuni: Lusema ha
sottolineato le sue specifiche
esigenze e Bibiana ha appena
approvato un piano che non
intende modificare, non tutti i
sindaci vedono chiaro nel
progetto borgate. Il presidente della Comunità montana ha
annunciato l’intenzione di
pubblicare un notiziario periodico che faciliti l’informazione e documenti l’attività in
atto e i presenti hanno chiesto
che tale notiziario sia pensato
in modo da poter essere inserito nei bollettini che già i vari Comuni distribuiscono ai
cittadini
Tutti hanno messo in risalto
la necessità di un maggior
coinvolgimento, fin dalle fasi
ideative dei progetti, di tutti i
sindaci: a cominciare dall’urbanistica e continùando sul
settore sanitario, sul Parco, su
che cosa dovrà essere l’Agenzia di valle, sul futuro della
Crumière, per non citare che
Va de
alcuni esempi. Sarà predispór^iodo d
sto un calendario di incontri a [importa
cui si spera che tutti i sindacij avrebbe
e consiglieri di maggioranza! nondivis
partecipino attivamente, cosai
che nei mesi passati non è
sempre successo: diversamente non si potrà poi accusare la
giunta di procedere da sola.
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solo bello da visitare,
adatto a far da scenografia a
originali spettacoli teatrali
ma anche luogo idoneo per
l’installazione di un sismografo. Il dipartimento di
Scienze della Terra dell’Università di Genova ha curato
l’installazione di una stazione
sismometrica broad-band (a
banda larga) neH’ambito dei
progetti di cooperazione tran.sfrontaliera Interreg finanziati dalla Comunità europea.
Per il settore piemontese il
progetto coinvolge la Regione Piemonte, nella zona francese il dipartimento dell’Alta
Savoia e le università di Genova e Grenoble. Per questo
motivo una stazione è stata
posizionata a Fenestrelle in
centro vai Chisone. «La strumentazione che è stata instal
lata per un funzionamento ottimale richiede siti con buoiia
risposta sismica, basso disturbo (vibrazioni indotte) sia
naturale che antropico e possibilmente una buona terniO'
statazione - spiega il vicesindaco di Fenestrelle, Paolo
Clapier - un piano interrato
di un edificio del forte ri;
spondeya a queste esigenze».
Lo strumento sarà collegato
tramite linea telefonica cortimutata con il Centro di elabo*
razione dati di Genova; attualmente, in attesa del collegamento, i dati vengono pK"
levati ogni quindici giorni. ^
informazioni acquisite da
questa stazione confluir^ap
con quelle delle altre stazioni,
sia in Italia che in Francia,
per la costituzione di una base dati comune che consenta
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Il Martel di Angrogna
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(disegno Marco Rostan)
Con un momento di sintesi dei lavori, si è concluso
sabato 5 ottobre il convegno su «Abitare la
montagna» organizzato dalla Comunità montana vai
Pellice per impostare le direttive generali entro le
quali dovrebbe svilupparsi il «Progetto borgate». Le
conclusioni sono state esposte dai coordinatori dei
quattro gruppi di lavoro (Peano, Re, Lusso e Faletti);
sono intervenuti, oltre alVassessore alPUrbanistica
della Comunità montana. Grand, e al presidente.
Cotta Morandini, gli assessori Vaglio e Rivolta e il
consigliere regionale Bellion. In questa pagina
rendiamo conto dei principali punti emersi e del
progetto presentato dalla Comunità montana. Anche
Vintervento di Claudio Bertalot si riferisce
indirettamente al Progetto borgate.
DIBATTITO
Progetti
e amministrazioni
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CUtUDIO BERTAtOT*
Sembra un paradosso ma
succede sempre così.
Quando non ci sono i soldi,
maggioranza e opposizione si
trovano d’accordo nel criticare gli enti di livello superiore
(iMa Provincia alla Regione,
allo Stato); chiedono, ci impongono, si dice, e non danno
mai, non si fanno carico dei
nostri problemi. Quando invece i soldi arrivano, come di
questi tempi per la Comunità
montana e nel caso del Progetto borgate, iniziano i problemi, le discussioni, le polemiche. Non voglio entrare nel
merito di quest’ultimo progetto, che è ampiamente descritto in questa pagina ma,
partendo da questo esempio,
sviluppare alcune riflessioni.
Va detto innanzitutto che il
odo di assumere decisioni
importanti per tutta la valle
avrebbe potuto essere più
condiviso con le amministrarioni comunali. Ci sono state,
è vero, alcune comunicazioni
e inviti, ma oltre a essere fatti
all’ultimo momento, senza
che i Consigli comunali potessero riflettere, non tutti
hanno capito bene di che cosa
si trattava. Ad esempio, i Comuni sono stati invitati a indicare quali borgate nel loro
territorio fossero meritevoli
di un recupero: ma come rispotidere, senza conoscere
l’iiisieme delle intenzioni, gli
obiettivi e le modalità pensate
per gli interventi? Quale rapporto si stabilirà con i privati
a cui appartengono gli eventuali edifici da recuperare? Ci
un ritorno dei soldi pubblici investiti?
In questi anni di esperienza
heirente locale, ho potuto
oonstatare che in molti amministratori vi è una maggiore
consapevolezza che solo athaverso la collaborazione e il
^gionamento è possibile reajizzare opere e servizi utili alta popolazione e che, al con
trario, le proposte più contestate sono quelle che arrivano
dall’alto e sembrano imposte.
So benissimo, da amministratore comunale, che la cosa è
logorante e che spesso si viene colti dallo sconforto perché ci sembra di non riuscire
a realizzare i progetti che abbiamo a cuore e che ci sono
costati tante ore di lavoro, ma
questo non può e non deve significare che si possono eliminare alcuni passaggi del
processo decisionale.
Un altro punto di riflessione
riguarda il contenuto progettuale; bisogna sempre aver
presente che la nostra proposta deve essere pienamente integrata nella realtà locale in
cui si intende realizzarla.
Troppo spesso ci troviamo di
fronte a tecnici o progettisti
che ipotizzano le clàssiche
«cattedrali nel deserto», realizzazioni che rimangono fini
a se stesse o poco utilizzabili
per mancanza di fondi nella
gestione corrente (mentre le
stesse leggi ^ul bilancio locale
prevedono espressamente che
si tenga conto anche di quest’ultimo aspetto). I ruoli stabiliti dalla legge vanno rispettati; i tecnici sono indispensabili ai politici ma il loro contributo deve limitarsi a fornire
un supporto alle decisioni che
spettano sempre e comunque
agli amministratori.
E per finire una riflessione
sulla comunicazione; condivido l’opinione di quanti ritengono che questa tecnica,
così come altre utilizzate dalle aziende private, debba essere applicata negli e dagli
enti locali. Bisogna però evitare che T agire consista solo
ed esclusivamente nella ricerca dell’immagine, così come
è successo negli anni ’80,
quando questa tecnica è stata
utilizzata da molti politici per
conquistare consenso.
* Assessore alla Cultura
a Torre Pellice
Comune di Inverso Rinasca
Provincia di Torino
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dalla data di pubblicazione del bando nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica.
Pei" informazioni o richiesta bando rivolgersi alla segreteria
Comune intestato, tei Ò121-800706.
Il sindaco
(PRELATO ing. Giovanni)
^tiadenza:
■ »«aretario comunale
'“EfiTALMIOdr. Bruno)
Le conclusioni del convegno «Abitare la montagna»
Ricuperare la vita oltre i muri
________MARCO ROSTAN__________
Grazie ai numerosi stimoli
lanciati negli ultimi due
anni sul tema delle borgate,
in particolare da parte del
Centro culturale valdese con i
suoi convegni e del Cai-Tutela ambiente montano, sta
prendendo forma nell’ambito
della Comunità montana un’
iniziativa concreta, ora anche
finanziata. Con un' metodo in
parte nuovo, l’assessore
Grand ha organizzato un seminario in gruppi di lavoro,
coinvolgendo docenti del Politecnico e professionisti. Anche, se è mancato un adeguato
coinvolgimento di sindaci e
tecnici locali, le conclusioni
sono tali da permettere, se ci
sarà la volontà politica, una
valida azione sul territorio.
Proviamo a riassumere i principali punti emersi.
Innanzitutto il Progetto borgate non può essere un’iniziativa soltanto urbanistica o »architettonica, deve situarsi all’interno di un complessivo
piano di sviluppo che abbia
precisi obiettivi economici di
posti di lavoro, di rilancio della valle. Si tratta perciò di
analizzare bene le dotazioni
esistenti (come interesse ambientale, storico, culturale
ecc.) ma anche di esaminare
qual è il valore (o il non valore) che la gente delle borgate
attribuisce a tali dotazioni, come le usa, come le potrebbe
usare. Il piano cioè deve essere una costruzione sociale.
Per venire alle borgate,
molte vanno lasciate a radere,
specie dove c’è un ambiente
naturale particolarmente befi
lo. Per individuare dove intervenire per recuperare e valorizzare, occorre disegnare diverse carte della vai Pellice,
evidenziando in ognuna certi
aspetti positivi (dall’accessibilità all’interesse architettonico o storico, alla possibilità
di sviluppare certe attività).
Sovrapponendo queste' diverse «letture» del territorio, dovrebbero emergere, le borgate
che hanno più «punteggio»,
cioè sono più valide sotto i
diverse aspetti.- Una volta individuate, non si dovrà intervenire su singoli edifici ma
possibilmente sull’insieme,
collegando l’intervento a altre
occasioni offerte dal Piano di
Ecosviluppo: è bene comunque puntare sulla pluriattività
e sull’integrazione fra turismo, cultura, agricoltura.
Questo è possibile in vai Pellice più che in altre valli alpine proprio a causa della sua
specificità storico-culturale e
religiosa che ha contenuto di
molto lo spopolamento e ha
conservato a lungo una trama
abifativa interessante tra fondovalle,/oMres/ e alpeggi.
Naturalmente, prima di arrivare a un piano generale e
anche a qualche intervento
«esemplare», ci sono molte
cose da fare nell’immediato.
Innanzitutto agire sul piano
legislativo per semplificare,
ridurre la burocrazia, ottenere
poche e chiare disposizioni su
cui concordino tutti, dall’ufficio tecnico alla Usi, ai vigili
del fuoco. Si è ipotizzato che
sia la Comunità montana 1’
ente unico a cui i proprietari
debbano rivolgersi per presentare i progetti; oppure che
si responsabilizzi totalmente
il professionista.
In secondo luogo, se si impongono vincoli perché il recupero sia fatto in un certo
modo, ci vogliono o contributi o agevolazioni; diversamente sarà impossibile imporre
che si facciano tetti in Iosa,
anche se occorre vigilare su
altri «danni» che molti interventi attuali producono: dalle
recinzioni al cemento armato
dappertutto, ad assurde ringhiere e finestre. E poi biso
gna preparare dei regolamenti
edilizi adeguati che diano precisi consigli tecnici. Occorre
documentare le tecniche costruttive (come si fa un tetto)
e formare artigiani e geometri. Infine: anche se il turismo
è importante, bisogna prima
pensare a chi abita oggi la
montagna: quindi non interessa il recupero solo per la seconda casa o per il week-end
o per il museo. Bisogna recuperare le condizioni di vita: se
non si fa questo oggi, non ci
sarà domani nessun turismo
Soft e nessuna pluriattività.
Bisogna agire sapeniìo, con
lucidità, che molti tentativi (e
grossi investimenti finanziari
pubblici) per far tornare i giovani in montagna o per ripristinare vecchi mestieri sono
falliti, andando lo stesso avanti per promuovere, per
sensibilizzare, per stimolare.
Oltre un miliardo per il ricupero
Il progetto borgate
Il Progetto borgate della
Comunità montana vai Pellice, che ha recentemente ottenuto il finanziamento richiesto, è stato presentato insieme
a altri progetti integrati, ai
sensi delle lèggi regionali n.
28 del 1992 e n. 72 del 1995.1
quattro progetti riguardavano
le borgate, la pietra di Luserna, l’Agenzia di valle, il Progetto per una nuova area polifunzionale della Comunità.
Il progetto parte dall’idea
che il patrimonio abitativo
montano dovrà rappresentare
nel futuro della valle uno dei
punti cardine di un più ampio
programma di recupero del
territorio. Si pone pertanto
come finalità quella di recuperare i nuclei abitativi di
montagna. Si prevedono due
fasi diverse: una fase dovrà
vedere la redazione di un piano per le borgate, di un regolamento edilizio, di tre interventi-pilota di recupero finalizzati a usi artigianale-culturale, agro-silvo-pastorale, turistico e l’attribuzione coordinata delle risorse previste dalla legge sulla montagna;
un’altra fase, di aspetto più
formativo, dovrà mettere in
comune le conoscenze acquisite e agevolare l’utilizzo di
materiali e tecniche per il recupero, catalogare e trasmettere tali tecniche, fare formazione degli artigiani e dei tecnici e svolgere un ruolo generale di sensibilizzazione nella
popolazione, oltre a promuovere la produzione artigianale
e agricola legata al possibile
insediamento nelle borgate.
Lo sviluppo del progetto
toccherà pertanto vari ambiti:
quello territoriale e urbanistico, quello tecnico-procedura
le, quello progettuale. Si tratta
cioè di censire il patrimonio
esistente, non a tappeto ma in
modo finalizzato alla conoscenza degli aspetti compositivi, strutturali e. di degrado
dei nuclei; di definire perché e
per chi si vuole intervenire e
su queste basi redigere un
«piano»; poi di studiare le tipologie, di predisporre regolamenti e di definire le procedure. Infine, e questa è la parte
più «scottante», il progetto
prevede di realizzare tre interventi pilota, in collaborazione
con i Comuni interessati, sia
per la scelta dei siti che per
eventuali acquisti di immobili.
Per la parte che si conclude
con la redazione del Piano
delle borgate, si prevede una
spesa di 170 milioni; altri 150
per lo studio delle tipologie, i
regolamenti, le procedure; infine 832 milioni per^i tre interventi pilota attraverso i
quali si prevede di recuperare
una capacità abitativa di
1.500 metri cubi circa. L’ammontare complessivo del progetto, che ha ricevuto il finanziamento della Regione, è
di 1 miliardo 152 milioni
500.000 lire. Entro diciotto
mesi dalla data del finanziamento, quindi entro la primavera del 1998, tutto il progetto dovrà essere realizzato.
CONCISTORI I DISTRETTO — Domenica
27 ottobre, alle 15, nei locali della chiesa valdese di
San Germano, incontro dei
Concistori sul tema «Vocazione ed evangelizazione»;
introduzione a cura del pastore Sergio Ribet.
ASSEMBLEA III CIRCUITO — Venerdì 25 ottobre, alle 20,30, all’Eicolo
grando di Pomaretto, assemblea del 3° circuito.
CASA DELLE DIACONESSE — Martedì 29 ottobre, alle 15, presso Thotel
du Pare di Torre Pellice,
studio biblico del pastore
Franco Davite.
ANGROGNA — Riunione quartierale alle 20,30
di martedì 29 ottobre a Pradeltomo.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 27
ottobre, assemblea di chiesa
per elezione e rielezione di
membri del Concistoro.
Riunioni quartierali: martedì 29 ottobre alle Vigne,
giovedì 31 ottobre a Fondo
San Giovanni.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 27 ottobre, alle 10, culto unico di
inizio attività a Ferrerò.
POMARETTO — Venerdì 25 ottobre, alle 16,
momento di preghiera al
Centro anziani. Domenica
27 ottobre si svolgerà il tradizionale bazar.
PRALI — Giovedì 24,
alle 16, scuola domenicale
dei grandi; venerdì 25 alle
16 sarà la volta dei piccoli e
dei medi; sabato 26 ottobre
alle 17,30 tutti i bambini, i
giovani e quanti hanno voglia di suonare o cantare sono invitati per iniziare un
esperimento di coretto. E
anche previsto un corso di
chitarra, diviso in due grappi di principianti giovedì alle 17 e venerdì alle 17,30; i
medi si incontreranno il
giovedì alle Ì8. Ancora sabato 26, alle 16,30, catechismo 3® e 4° anno, alle ore
18,30, 1° e 2° anno. Domenica 27, alle 16, castagnata
della scuola domenicale al
presbiterio. Martedì 29 ottobre, alle 20,30, nella sala,
serata sulla Malaysia con
una giovane pastora ospite
della comunità. Mercoledì
30 ottobre, alle 20,30, al
presbiterio, incontro di lettura dell’Apocalisse. Giovedì 31 Ottobre, recupero
della riunione quartierale
dei Pomieri alle 19,30.
PRAROSTINO — Domenica 3 novembre Festa
del raccolto: mattino culto
con Santa Cena e corale;
ore 14,30 bazar con prodotti
locali.
SAN SECONDO — Domenica 27 culto di inizio attività con Santa Cena e partecipazione della corale
TORRE PELLICE —
Riunione quartierale venerdì
25, ore 20,30 agli Appiotti.
VILLAR PELLICE —
Riunione quartierale lunedì
28 ottobre alla Piantà.
VILLASECCA — Riunione quartierale giovedì
24, alle 20, a Roccia.
La Casa valdese delle diaconesse
provvisoriamente ospitata ai Hôtel du Parc per
permettere lavori di ristratturazione in viale Gilly,
cerca volontari per aiutare in cucina. Rivolgersi di
persona al Du Pare (viale Dante 58, Torre Pellice)
o per telefono al 0121 -91254
10
PAG. IV
i E Ba3 Delle yaìh "äldesi
Torre Pel lice: al via il campionato
Ritorna Phockey
Torna l\hockey al palaghiaccio di Torre Pellice; la
riapertura della struttura di
via Filatoio, completamente
rimessa a nuovo, dopo la copertura, con successivi interventi potrebbe permettere il
rilancio di un’attività sportiva
che conta in valle moltissimi
praticanti. Dopo l’ok definitivo della commissione provinciale di vigilanza, la pista ha
riaperto i battenti lo scorso fine settimana; domenica 27
ottobre inizierà una nuova avventura per la squadra agonistica di hockey su ghiaccio. E
l’H.C. Valpellice ricomincia
da dove si era fermata; le
avversarie saranno sostanzialmente le stesse degli ultimi
anni: Aosta 2000, Chiavenna,
Torino, Varese, Zanica, parteciperanno con la Valpe al
girone occidentale della serie
B. In serie Al solo Milano e
Bolzano a confrontarsi con
squadre svizzere, austriache e
slovene, in A2 il meglio dell’hockey italiano. La formula
della serie B prevede Un doppio girone di andata e ritorno
con fase finale fra la seconda
metà di febbraio e i primi di
marzo a cui parteciperanno le
prime tre di ogni girone. La
Valpe si ripresenta dopo tre
anni di pausa; Tultiina stagione vide i valligiani giocare
con le maglie del Torino; con
quale prospettive parte questo
campionato?
«Schiereremo solo elementi
locali - dice il dirigente Giovanni Cotta Morandini un
po’ per le incertezze che abbiamo avuto fino all’ultimo,
un po’ per scelta, non abbiamo preso giocatori da fuori. Ci saranno alcuni rientri
importanti come Zancanaro e
Bottecchia che rinforzeranno
la difesa; insomma non saremo la squadra materasso del
“girone"». Chiavenna e soprattutto Varese paiono una
spanna sopra le altre, per i
valligiani è possibile lottare
per quella terza posizione che
consentirebbe l’accesso ai
play off. «Per avere davvero
una bella squadra - aggiunge
Giovanni Cotta - bisognerà
aspettare almeno quattro anni, quando cioè elementi validi dalle formazioni giovanili
si affacceranno alla prima
squadra. Del resto per noi
era vitale poter gestire direttamente la pista, poter dar
spazio ai nostri tanti giovani
che si sono appassionati prima di tutto al pattinaggio».
Diverse squadre giovanili
saranno al via con i colori
della Valpe nei diversi campionati; una formazione amatoriale si è iscritta alla serie C
e potrà anche essere un’occasione per far maturare i giovani. Sulla panchina come'allenatore tornerà Luca Rivoira, uno dei tanti ex giocatori
ad aver conseguito il patentino da allenatore. Il primo appuntamento per il pubblico è
per le 20,30 di domenica 27
ottobre quando arriverà il Torino; si replica venerdì 1° novembre con l’Aosta 2000.
Inizia la rassegna «Tacabanda»
Musica irlandese
Inizierà sabato 26 ottobre,
con un concerto di musica irlandese del gruppo «Irish
Friends» nel tempio valdese
,di Torre Pellice, la sesta edizione di «Tacabanda»; incontri di musica popolare in vai
Pellice, organizzata dall’associazione culturale «La cantarana» di Pinerolo, da Radio
Beckwith di Torre Pellice,
dalla Comunità montana vai
Pellice e dalle amministrazioni comunali e le Pro Loco
delle località interessate. La
manifestazione si configura
come rassegna itinerante di
spettacoli di musica popolare,
sul modello di «Cantavalli»,
l’analoga iniziativa primaverile nelle valli Chisone e Germanasca; cinque concerti in
quattro comuni della vai Pellice, con proposte qualificate
di respiro intemazionale.
Fra i musicisti stranieri, oltre a„«Irish Friends», formazione mista italoirlandese,
con due componenti del gruppo ligure «The Birkin Tree» e
due musicisti della regione di
dare che presenteranno il repertorio tipico dell’isola verde, un’altra proposta di sapore celtico con la band del fisarmonicista scozzese Sandy
Brechin (23 novembre, Luseraa San Giovanni).
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VOLLEY —A un turno dalla fine, malgrado abbia riposato,
il Magic Traco Pinerolo sarà sicuramente primo nel girone 3
della coppa Italia e dunque otterrà la qualificazione al turno
successivo.
Nei campionati giovanili, per il settore maschile, la formazione A del 3S Nova Siria ha perso in casa con il Cus Torino per 3
a 0, mentre il 3S B ha superato il Perella sempre j»r 3 a 0. Intanto stanno per iniziare i tornei amatoriale femminile Baudrino e maschile Storcilo con ben 14 squadre iscritte; il termine
per la manifestazione è previsto per marzo.
TENNIS TAVOLO — Riprendono sabato 26 ottobre i campionati di tennis tavolo; a Torre Pellice la Valpellice affronterà
in CI il Verres e in DI l’Arca Enel Torino. In classifica DI regionale la formazione valligiana è al comando con 6 punti alla
pari con Livrea, mentre in CI la Valpellice è ultima con 3 punti.
CALCIO — Brutta sconfitta per il Pinerolo nel campionato
Dilettanti in trasferta sul campo della Colligiana; dopo un primo tempo senza grandi episodi, al quarto d’ora della ripresa la
squadra di casa passa in vantaggio su azione viziata da fuorigioco. Tre minuti e Mollica (6 reti fin qui in campionato) pareggia ma un minuto dopo ancora i toscani hanno ottenuto il
decisivo vantaggio. Domenica prossima a Pinerolo arriva il
Barberino, capace di imporre un netto 2 a Q alla Fossanese. In
Prima categoria, girone F, successo del San Secondo (2-0 al Rivalta Valsangone), mentre il Perosa ha pareggiato 1-1 ad Avigliana e il Luserna ha chiuso a reti; inviolate il confronto col Pecetto. Per il campionato Aics il Collegio valdese ha regolato
con un perentorio 5-3 i Rangers di Pinerolo portandosi a 4 punti in classifica; al comando a punteggio pieno restano gli Amici
di Villar. Sabato prossimo, alle 14 a Torre Pellice, confronto
fra Collegio e Blu notte di Pinerolo ancora a 0 punti.
TRIATHLON DELLA VAL D’ANGROGNA — In una
splendida giornata autunnale si è svolto domenica scorsa la
15“ edizione del Triathlon della vai d’Angrogna, gara individuale e a squadre con frazioni di skiroll, mountain bike e corsa podistica. Nella competizione individuale 1° posto per Danilo Negrin (Ana Angrogna) che ha compiuto l’intero percorso in 1 ora 49’32”, 2° Roberto Nettini e 3° Claudio Sobrero.
Nella gara a squadre, primi Mauro Bonnet, Willi Bonato e
Massimo Gamier in 1 ora 26’35”, secondi Claudio Gamier,
Andrea Bugnone e Franco Agli, terzi Andrea Bertin, Cristian
Zancanaro e Zelio Morero. Fra le ragazze successo per Annamaria Lato, Daniela Bonnet e Nadine Dalesi; si sono disputata
anche gare a livello giovanile di skiroll: Antonella Chiavia ha
vinto fra le Allieve, Stefano Volpe fra i Cadetti, Indirà Graci
fra le Cadette, Andrea Di Buono fra i Giovani-Esordienti e
Rafia Di Biase fra le Giovani-Esordienti.
Musica e danze
Un coro
dal Quebec
DAHIELA BOLDRIN
Il tempio di Torre Pellice ha
ospitato sabato 12 ottobre
un coro canadese dal simpatico nome «V’ià l’bon vent»,
una troupe di una cinquantina
di elementi, formatasi nel
1958, che risiede nel Quebec,
nell’area francofona del Canada, e che per la prima volta è
arrivata in Italia. Dopo un
,soggiorno nella capitale il
gruppo ha raggiunto il Pinerolese dove, ospitato da alcune
famiglie, ha tenuto tre concerti e collaborato con le scuole
locali (svolgendo tra l’altro
anche un laboratorio musicale
al Collegio valdese).
Il repertorio, che un folto
pubblico ha ascoltato e apprezzato, spazia da canzoni di
cantautori del Quebec alla
tradizionale canzone francese
(in una versione che richiama
più Mireille Mathieu che non
Edith Piai) senza però dimenticare i vicini Stati Uniti con
armonizzazioni che evocano
sia atmosfere «country» sia
quelle legate al mondo del
jazz. Molto coinvolgente e
spontaneo, il coro ha saputo
catturare il pubblico anche
grazie alla presenza scenica
fatta di costumi, mimica e
danze. Al termine della serata
infatti, alcune graziose danzatrici hanno invitato dei signori, scelti a caso fra i presenti,
a unirsi in una danza festosa.
Pinerolo
Aspettando
l'inverno
Torna a Pinerolo la rassegna teatrale «Aspettando l’inverno» nella sua terza edizione. La rassegna dell’assessorato alla Cultura vede l’organizzazione e la direzione artistica di «Nonsoloteatro», società teatrale che da alcuni
anni porta, in forme diverse,
la cultura del teatro ai cittadini pinerolesi e non solo. La
terza edizione di «Aspettando
l’inverno» ha un titolo significativo: «Il teatro dell’ironia,
della poesia e del sorriso», a
indicare la direzione artistica
dei quattro spettacoli in cartellone.
Sabato 26 ottobre alle ore
21,15, al Teatro-incontro di
via Caprini 31 verrà presentato il programma della rassegna in forma di spettacolo
dal titolo «Serata speciale,
per attendere “Aspettando
l’inverno ’96”, presentazione
del cartellone tra lazzi e risate» con Guido Castiglia e le
Sorelle Suburbe; l’ingresso
fuori abbonamento è di lire
10.000.
La rassegna vera e propria
avrà inizio venerdì 8 novembre con lo spettacolo della
compagnia fiorentina Aringa
& Verdurini con «A Saintrotwist», spettacolo comico.
Venerdì 15 novembre vedrà
in scena l’attrice Sonia Grassi della compagnia pisana
Fondazione Sipario/Toscana
in «Una voce quasi umana».
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VENERDÌ 25 OTTOBRE 1996
25 ottobre, venerdì — ANGROGNA: Alle 21 al tempio del
Serre dibattito su «Salva una,
mille vite: dona i tuoi organi».
25 ottobre, venerdì — PINEROLO: Alle 21 al Teatro-incontro concerto di «Serenata ensemble». Ingresso gratuito. Alle 21,
nell’auditorium del Liceo scientifico, serata di musica popolare
con la corale della Scuola Tecnica federale di Alagoas, in Brasile.
25 ottobre, venerdì — PEROSA ARGENTINA: Inizia alle 16,45 presso la sede della Comunità montana «Leggere il territorio», corso di formazione per
insegnanti aperto alla popolazione. Relatore del primo incontro
su «La formazione della valle» il
prof Franco Bellion.
25 ottobre, venerdì — TORRE PELLICE: Alle 21, nel municipio, serata di presentazione
del video realizzato dalla Comunità montana sulla potatura dei
castagni e dèlia presentazione
della proposta di un consorzio
per la castanicoltura.
25 ottobre, venerdì — TORRE PELLICE: Alle 21, sfilata
di moda ed esibizione di pattinaggio artistico al palazzo del
ghiaccio.
26 ottobre, sabato — ROCCA SBARCA: Gita del plenilunio organizzata dai responsabili
del rifugio «G. Melano».
26 ottobre, sabato — PINEROLO: Alle 21, all’auditorium
del Liceo scientifico, concerto
dell’orchestra Suzuki. Ingresso
gratuito.
26 ottobre, sabato — BOBBIO PELLICE: Alle 21, nel
tempio, concerto del coro alpino
Valpellice.
26 ottobre, sabato — PINEROLO: Alle 21,15 al Teatro-incontro «Serata speciale» con
Guido Castiglia e le Sorelle Suburbe.
26/27 ottobre — PRAROSTINO: XIII Trial dei pionieri a
carattere frontaliero per moto e
piloti d’epoca.
27 ottobre, domenica —
BOBBIO PELLICE: Castagnata organizzata della Pro Loco;
domenica mattina inaugurazione
dei campi sportivi «Bruno Baridon», con torneo di calcetto. Nel
pomeriggio, distribuzione di caldarroste, danze e musica.
• 27 ottobre, domenica — PINEROLO: Alle 21, al Teatroincontro, concerto degli archi
dell’orchestra sinfonica delTUniversità cattolica di Milano. Ingresso lire 25.000.
27 ottobre, domenica —
TORRE PELLICE: Si svolge
la castagnata con mercatino dei
prodotti agricoli e artigianali; nel
pomeriggio distribuzione di caldarroste, spettacoli per bambini.
27 ottobre, domenica —
TORRE PELLICE: A partire
dalle 12,30 con il pranzo alla Foresteria valdese (lire 25.000, prenotazioni 0121-91260) si svolgerà la Festa degli amici del
Collegio; seguirà la proiezione
di un filmato sulla vai Pellice; in
seguito si- potrà visitare il Collegio e avere un incontro con il
Comitato.,
27 ottobre, domenica — ANGROGNA: Festa all’alpeggio
del Sap.
28 ottobre, lunedì — PEROSA ARGENTINA: Dalle 17 alle
19 presso l’Istituto Gouthier corso per insegnanti sul tema «I
canti e le legende storiche», relazione di Giorgio Tourn.
31 ottobre, giovedì — TORRE PELLICE: L’Unitrè inizia il
suo anno accademico; alle 15,30,
alla Casa valdese, concerto di
Stefano Guidi, pianoforte; musiche di Beethoven, Chopin, Cimarosa, Debussy.
31 ottobre-3 novembre —
TORRE PELLICE: A partire
dalle 17 di sabato 31 stage di
danze e musiche tradizionali, organizzato dalle associazioni
Mouzico e Dansa d’Oc e La
Cantarana. Per informazioni e
iscrizioni: Daniela 0121-91875,
Duccio 0121-933322, Mirella
0121-543483.
2 novembre, sabato — TORRE PELLICE: Alle 21, presso
la Bottega del possibile, serata su
«Cernobil: che cosa è successo
quei giorni?» con Elena Cavallone, del Centro radioisotopi della
facoltà di Veterinaria di Milano.
VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale di Pomarelto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 27 OTTOBRE
San Germano Chisone: Farmacia Tron , tei. 58787.
Fenestreiie: Farmacia Grippo
- Via Umberto 11, tei. 83904.
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
'Croce Verde, Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 27 OTTOBRE
Luserna San Giovanni: Farmacia Vasario - Via Roma 19
(Airali), tei. 909031.
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
m
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
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dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
Cinema
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BARGE — Il cinema Comunale ha in programma: giovedì 24 ottobre. Qualcosa di
personale, venerdì 25 Dead
man, sabato 26, Classe mista
3“ A, da domenica a giovedì
Indipendence day. Inizio spet-: (
tacoli ore 21; domenica 16, ore
18,30,21.
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PINEROLO — La multisala
Italia ha in programma, alla sala «2cento» Phénomenon con
John Travolta; feriali 20 e
22.20, sabato 20 e 22,30, domenica 15,15, 17,40, 20, 22,20.
Alla sala «5cento» verrà posto
in visione Twister; feriali 20 e
22.20, sabato 20 e 22,30, domenica 15, 17, 20, 22,20.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento ha in programma,
giovedì 24, ore 21,15, September songs: la musica di Kurt
Weill; venerdì 25, ore 21,15
L’albero di Antonia; sabato
26, ore 20 e 22,15 domenica 27
ore 15, 17,30, 20 e 22,10 e lunedì 28 e martedì 29, ore 21,15
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zona Coppieri, telefono 0121932864 ore 9,30-12,30.
Radio Beckwith
(fm 91.200 e 96.500)'
Con l’inizio del nuovo campionato di hockey su ghiaccio, riprende il programma «Hockey
lime» su con dirette dagli stadi
e interviste a carattere sportivo.
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via del Mille, 1 -10064 Pinerolo
tei. 0121-323422; fax 323831
redazione Torre Pellice
tei. 0121-933290; fax 932409
Sped. in abb. post./50
Pubbiica2icme unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. ai sensi di legge Piera Egidi '
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Vita Delle Chiese
La Chiesa valdese di Palermo racconta la propria storia
Da Giorgio Appia alla Noce
Un impegno di testimonianza che dal 1861 ha unito la predicazione
dell'Evangelo all'attenzione per i problemi sociali e per i bisogni della città
PAG. 7 RIFORMA
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Nel 1861, poco dopo la
spedizione dei Mille,
giunge a Palermo il pastore
Giorgio Appia, imbattendosi
in una città dal netto contrasto (del resto ben presente
anche al visitatore di oggi)
Ira ricchi e poveri, fra quartìeri e palazzi signorili e bassifondi, vicoli tetri e sporchi
del popolo. Il municipio promuoveva allora la costruzione di due grandi teatri lirici
ma non appariva preoccupato per la mancanza in Paleri>mo di un ospedale degno di
Ï tale nome in una città di ol' tre 200.000 abitanti.
Appia si rivolge sia alla forte colonia di protestanti stranieri presente a Palermo sia
;,-ai palermitani e si sforza di
’Conoscere da vicino le condizioni di vita del popolo. È
proprio la mancanza di istrur zione che Appia individua
come causa del degrado mo■ tale del popolo: di qui l’idea
' di fondare l’Istituto evangeli;co che, con le varie trasfor.màzioni, continua ancora og' gi con l’opera del Centro diaRconale La Noce.
, Naturalmente la reazione
del clero è forte e si manifef$ta sia con la polemica sui
"^giornali sia con azioni violente spesso tollerate dalla
pubblica sicurezza e culminate davanti al locale di culto
manda a Palermo il pastore
presbiteriano scozzese Kay:
temperamento polemico,
questi si situa in quella corrente dell’evangelismo che
risale al Gavazzi il quale riteneva, forse non a torto, che
«per piantare il buon fondamento di Cristo bisogna prima estirpare il culto della
Madonna». Ci sono molti
contrasti, specie con gli stranieri che non accettano il rigido puritanesimo di Kay,
che esclude dalla Santa Cena
chi si ostina a lavorare la domenica 0 non conduce una
vita moralmente irreprensibile. Kay rimane 24 anni e la
stituire a Palermo un ramo
dell’Alleanza evangelica italiana e anche quando, nel
1910, sorge una «Alleanza
evangelica fra gli evangelici
di Palermo», la comunità valdese non aderisce. Rapporti
difficili anche con i metodisti, perché il past. Saverio Fera, della chiesa wesleyana,
aveva sostenuto il gruppo
valdese scissionista di Kay:
Il racconto di Salvaggio
prosegue ricordando i nomi
del colportore Angelo Deodato, dei pastori Luigi Rostagno, Alberto Prochet, Enrico
Pons, con l’aperturu, aUe falde del Monte Pellegrino, del
Sono già un certo numero le chiese evangeliche che hanno
trovato fra i loro membri qualcuno capacedi raccogliere fritti, notizie, riflessioni riguardatiti la storia della comunità e
di raccontarli, anche tramite modeste pubblicazioni, alla
chiesa stessa e agli altri evangelici italiani. L’ultima, m ordine di tempo, fra queste belle ricerche storiche, è dovuta
aU’impegno di Renato Salvag^to, che in una trentina di pagine* ci raccontala storia della Chiesa valdese di Paìerrno a
partire dal 1861. , , . V
■
di'via Ponticello, che provocò l’arresto di alcuni (com? preso il pastore) e la chiusura
5 del locale.
L’anno dopo Appia viene
jj jjfrasferito a Napoli, .ma il Coij mirato di evangelizzazione
scia un buon ricordo, ma anche tensioni e fratture spiegabili anche perché molti ,
erano diventati evangelici so- '
prattutto per anticlericalisrno
e non per vera convinzione.
Tensioni vi furono anche
fra chiesa e Comitato, che
nel 1855 invia a Palermo il
pastore Arturo Muston, provocando peraltro una scissione nella comunità. Muston deve ricucire gli strappi,
i membri di chiesa aumentano ma i problemi restano,
non solo con l’ambiente cattolico, ma fra gli evangelici:
falliscono un tentativo di co
Chiesa evangelica valdese
(Unione delle chiese valdesi e metodiste)
Commissione di studio
per la diaconia
CORSO PER OPERATORI NEI SERVIZI
E NELLA DIACONIA
Casa Cares, dall’8 al 13 novembre 1996
Il corso di aggiornamento propone un insieme di argomenti di ca^rattere storico e di grande attualità che coinvolgono la nostra vita
sia come cittadini che come membri di chiesa.
L’incontro è aperto a tutti coloro che sono interessati ai temi inetMiti la diaconia, in modo particolare, i Comitati perché prendano
in seria considerazione gli argomenti trattati e di conseguenza si
aifcperino per partecipare e per far partecipare i responsabili e gli
operatori delle opere a loro affidate.
Programma '
Venerdì 8 (sera) ' arrivo, cena e sistemazione dei partecipanti
Sabato 9 prof. Claudio Tron: «Studio sui processi decisio
nali partendo daH'analisi degli atti delSinodo».
Domenica 10 Partecipazione alla giornata di apertura dell’
anno accademico del Centro di formazione,
diaconale (Cfd) di Firenze (vedi programma).
Lunedì 11 (matt.) dr. Marco Bomo: «I rapporti dàesa-stcuo, le Intese»;
(pom.) discussione per gruppi di interesse su temi jdi
carattere organizzativo ed amministrativo.
Martedì 12 (matt. ) prof. Daniele Garrone; «Il popolo à Dio fra le
nazioni del mondo»;
(pom.) prof. Nedo Baracahi e Daniele Garrone: proseguimento sullo stesso tema e conclusioni.
Partenza dopo il pranzo.
L* quota di partecipazione; dalla cena di venerdì 8 al pranzo di mercoledì 13 novembre è di 120.000 lire, esclusa l’eventuale documentazione- e il pranzo di domenica 29 (agape al Gould, costo previsto L.
14.000). In caso di partecipazione pariiale, Ja quota è di 35.000 lire al
8'omo (pernottamento e pasti). Un pasto 14.000 lire.
commissione Diaconia e la Tavola valdese sono disposte a contribuite, con l’aiuto delle opere interessate, alla sopertura dei costi (viaé8it> e soggiorno) sostenuti dai partecipanti in modo che nessuno sia
J*3ttenuto dal partecipare per motivi economici. . u'
domande di rimborso vanno presentate con l’iscrizione. Le richieste
:^CQlte, previa presentazione dei giustificativi di spesa, saranno evase
U.y®^’^®>tiente durante il corso. , - ,,
^ prenotazioni si possono fare per telefono, per fax o per lettera Ile
wmande di rimborso devono essere individuali e vanno irtviate per
«m^ e per lettera) direttamente a Casa Cares, via Piettapiana 56, 1,
8?ffi, 50066 Reggello; tei. e fax 055-8652001.
Q'tcst’anno a tutti i partecipanti Casa Carqs offre la possibilità di
Prolungai-g il proprio soggiorno e partecipate, insieme con il gruppo^
tàsidente e altri volontari, alla raccolta delle olive. Chi fosse mterespuò mettersi direttamente in contatto con Casa Cares.
l’Oratorio cristiano evangelico, di un locale (il culto a Palazzo Cutò (sulla centrale via
Maqueda), la creazione di
una Associazione cristiana
dèi giovani «G. L. Pascale», di
una scuola materna affidata
a Rosalia Amao, mentre cicli
di conferenze si afflanc^o a
culti e studi biblici. Restano
tuttavia molti problemi fra
cui l’eccessiva delega di tutto
al pastore e la scarsa capacità
di resistere all’influenza pesante delle famiglie e dell’
ambiente cattolico.
Nel primo decennio del
’900 vediamo all’opera Francesco Rostan e Luigi Rostagno; la crisi della comunità
raggiunge il culmine durante i
ministeri di Davide Bosio e di
Giuseppe Fasulo che, sfiduciato a proseguire, chiede il
trasferimento a Milano. Il
Consiglio di chiesa, nella sua
relazione del 1914-15, vede
nero, ma invece è proprio il
periodo della grande guerra
che segna elementi di ripresa,
con la grande solidarietà nata
intorno alla società di cucito,
l’accoglienza di alcuni profughi del Veneto, la grande difffisione dì libri e opuscoli. Nel
dopoguerra si costruisce il
nuovo tempio, inaugurato nel
1927, con gli altri ampi locali
e cinque aule dell’Istituto valdese. Tranquillità nella prudenza caratterizzano nel ventennio la vita della comunità,
che ora è costituita da una
maggioranza di palermitani
stabili; poi a rompere le acque
un po’ stagnanti arriva Vittorio Subilia e poi Neri Giampiccoli, il cui lavoro di rinnovamento biblico-teologico è
interrotto dalla guerra nel
1943. Gli subentrano il diacono Enzo Mazzarella e il colportore Giovanni Scuderi, poi
i pastori Davide Cielo, Roberto Comba, Guido Mathieu: la
comunità si riorganizza e arriva a 200 membri; si apre alla
città e, sull’onda degli stimoli
di Danilo Dolci verso i drammàtici problemi sociali, Pietro Vàldo Panasela, coadiuvato da collaboratori come Pina
Pintaldi, Arrigo Bonnes, Hedy
Brun e Inge Schadler, intraprende il grande impegno
verso i bambini di Borgo Vecchio, di Cortile Cascino e poi
della Noce.
-Naturalmente è necessario
fronteggiare anche la mafia:
rimane famoso il manifesto
«Non uccidere» che Panasela
fece affiggere per le strade di
Palermo, seguito da una singolare disputa epistolare con
il cardinale Ruffmi: finalihente il nuovo edificio che è ora il
Centro diaconale della Noce
viene inaugurato nel 1974.
Tralasciamo per motivi di
spazio gli ultimi 20 anni: il
terremoto del Belice, il lungo
ministerio di Archimede Bertolino, il problema giovanile,
I lettori che desiderano approfondire l’argomento possono richiedere il ciclostilato
scrivendo alla Chiesa valdese,
via Spezio 43,90139 Palermo.
Chiese evangeliche liguri
Progetti comtini bmv
ERMINIO PODESTÀ
SABATO 12 ottobre presso
la Chiesa valdese di via
Assarotti, si è svolta laTI assemblea congiunta fra il coor-^
dinatore delle chiese battiste
liguri e il circuito Valdese e
metodista della Liguria e del
Piemonte meridionale.
L’assemblea si è aperta con
una riflessione biblica di Stefano Fontana, nuovo pastore
delle chiese battiste di Genova e Sampierdarena, il quale,
partendo dalla lettura biblica
dell’Evangelo di Luca 18| 1-8,
ha detto che anche per noi
oggi vale il confronto fatto da
Gesù fra la vedova thè importuna il giudice e chi prega, perché anche nelle nostre
comunità la preghiera deve
essere tanto insistente da far
risaltare che nelle nostre
chiese esiste ancora una fede
viva e cosciente.
Il momento centrale dell’
assemblea si è avuto dopo la
lettura 4ella relazione della
commissione bmw, in cui
veniva illustrato il lavoro
svolto nell’anno trascorso,
ma venivano anche presentate delle proposte irmovatìve e significative. In primo
luogo veniva presehtato il
«progettò Santa Margherita»,
alla stesura del quale la commissione aveva partecipato e
che è considerato un grande
momento di impegno evangelico e di confronto con la
giunta comuitale, ma anche
un momento di incontro e
collaborazione’ tra le riostre
comunità liguri e piemontesi
per una presenza comune e
unitaria.
Poi è stata avanzata dalla
commissione una proposta
che avrebbe costituito un
passo avanti per un’organizzazione di lavoro téìbitoriale
che superi, in futuro, le divisioni, operative esistenti. Si
proponeva all’assembleà di
eleggere con un'unica votazione comune tutti gli otto
componenti la commissione,
.sempre rispettando la rappresentanza paritetica esistente. Questa proposta veniva respinta perché considerata contrastante con il regolamento esistente nelle chiese
valdesi e metodiste, ’veniva
pertanto votato un atto che ’
mediava questa proposta e
nello stèsso tempo poteva significare un piccolo passo
avanti.
È stata eletta una commissione con l’incarico di studiare questo argomento. L’aspirazione finale di tutti è stata
di continuare questa collabofazione bmw per hn sempre
maggior impegno nella fraternità e lìella sottomissione
all’unico nostro Signore Gesù
Cristo.
vA.
Il tempio di via Spezio in un disegno di Marco Rostan
____—^^^—
1 Domenica della Riforma
125 anni di presenza dellsi
Società biblica in Italia
GIOVANNI GONÌilET
E uscito il fascicolo 1996 di
«Domenica della Riforma», a cura della Società biblica in Italia, che festeggia il
125° anniversario della pubblicazione dei primo testo
edito dalla Società biblica
britannica (Sbbf) e forestiera,
avvenuta nel 1871 in Roma
capitale d’Italia: era un libretto che riuniva il Vangelo
di Marco e le due epistole di
Pietro.
Il singolare abbinamento
viene spiegato da Giancarlo
Rinaldi, ricercatore di Storia
del cristianesimo presso
l’Istituto orientale di NapoH:
a un anno di distanza dalla
«Breccia di Porta Pia» si volevada una parte presentare la
figura di Gesù non tanto come il «Messia d’Israele o il
Logos atteso dai teologi»
quanto come «il Figlio deU’
Uomo tra gli uomini, il portatore di una ^ona notizia
che abbatte ogni divisione,
ogni muro inndzato dail’uomó per separarsi dal suo simile»; dall’altra evidenziare
che la voce autentica dell’
apostplo Pietro era ben diversa da quella del suo presunto successore arro,ccato
in Vaticano. Più, generalmente, fl fhtto che quei testi
erano offerii al popolo in traduzione «vòlgare» rispondeva bene al triplice compito
che si erano assunto le società bibliche sin dalla loro
fondazione, cioè tradurre,
stampare e diffondere le Sacre Scritture.
Della storia di questo impegno in Italia e nel motìdo
tratta diffusamente Mario Cignoni, membro dpllo staff
della Sbbf, nella cui opera distingue cinque tappe: la fondazione a Londra nel 1B04; il
lenta e faticoso penetrare in
Italia, coronato nel 1851 dalla
liomina di un suo agente ufficiale e nel 1870 dal suo stabilirsi a Roma; il suo coRaborare fin dal 1946 con l’Alleanza
biblica universale; il suo costituirsi,.nelT96&, anche come sodalìzio italiano, pur
mantenendo la dipendenza
da Londra) la sua stretta cooperazione con la Società biblica in Italia, fondata nel
1983,rii cui segretario generale è turi’uno con il corettore
della Sbbf italiana. ‘
Attraverso l’opera dei suoi
nove direttori (dal tenente Graydon nel 1851 a Valdo
Berialot oggi) vengona documentate le varie vicende attraverso le quali, dalle «intemperanze» papali all’«apertura» del Vaticano II, si affermarono successivamente le
Bibbie Diodati (1808), Riveduta del buzzi (1916 e 1924) e
Nuova Riveduta (1995). Un
dato nuovo e incoraggiante fu .
la collaborazione interconfessionale che consentì la pubblicazione della Tilc (1976 e
1985). La loro diffusione andò
di pari passo con le circostanze, ora aumentando ora scemando, finché si affermò da
parte cattolica il principio che
le versioni bibliche si potevano fare anche «in collabora;^one con ì fratelli separati».
Oggi nella Società biblica in
Italia convivono evangelici e
cattolici, anche se da parte
cattolica viene riconfermata
«Tautbrità della grande Tradizione e la guida del magistero», mentre da parie evangelica la Bibbia rimane l’ultùna
misura di confronto nella fede e nella vita.
La sede della Società biblica in Italia è via IV Novembre
107, 00187 Roma. Tel. 0669941416.
Centro dì formazione diaconale
«Giuseppe Comandi»
Inaugurazione dell’anno accademico 1996-97
domenica 10 novembre 19%
'• . . \
^ programma - invito ’
10.30 - Culto con le chiese evangeliche di Firenze nel tempio valdese,
via Micheli 26.
13 - Agape Centro giovanile protestante «Gould» via de’ Serragli,
49 - Firenze (per prenotazioni, telefona^ alla segrete\ ria; 055-212576). ■
15.30 - Prolusiohe Gianpirro Venturini, - «Servizio cristiano: finalità e va
rietà, opponunità e obbiettivi».
Messaggi e saluti dà parte di ospiti, studenti e rappre^ sentami delle chiese.
17,30 - Rinfresco.
Il presidente del Consiglio del CFD
Marco Jourdan
coordinatore del CFD
Massimo Rubboli
12
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
Taranto: ricordate le vittime di una nave militare affondata nel 1943
Testimonianza per la pace
Nei locali della chiesa valdese erano conservati alcuni frammenti della targa
che ricordava ¡ caduti; la cerimonia è stata occasione di impegno contro le mine
i
Nella Chiesa valdese di Taranto il 21 settembre 1996 si
è svolta úna commovente ceyimonia nel corso della quale
è stata scoperta una tàrga in
memoria delle 58 vittime
dell’affondamento, nel porto, della nave militare britannica-Hms Abdiel, causato
dallo scoppio di ima mina il
10 settembre 1943. La storia
della targa scoperta risale al
1987, allorché alcuni reduci
contattarono il consolato generale britannico, per essere
aiutati a rintracciare una targa commeínorativa con i nomi dei caduti che era stata
approntata pòco dopo il tragico evento. Fu interpellata
la curia v;escovile di Taranto
e fu chiesto Tinteressamento
di numerosi cittadini britannici residenti nella nostra
città, ma tutti gli sforzi risultarono vani. 5
Solo nel 1994, grazie all’encomiabile sforzo del vigile urbano signora Benefico, il
consolato venne a conoscenza che alcuni frammenti della
targa erano custoditi neUa locale chiesa valdese cheì in
tempo di ^erra, ospitava la
chiesa aiiglicana. Furono
presi i primi contatti tra il
consolato britannico di .Napoli e il Consiglio di chiesa
tarantino. H 27 settembre
1994 fu deciso, dopo varie
riunioni del Consiglio di chiesa, di procedere al restauro
della lapide e di affidare a
Evangelina Campi il compito
di curare l’aspetto tecnicooperativo e quello storico.
Dopo due anni di paziente lavoro collaborativo tra la Chiesa valdese di Taranto e l’«Airborne force security» e gr^ie
ai fondi inviati dai veterani fu
possibile realizzare ii desiderio dei reduci.
iC’era il sole il 21 settembre
a brUlare sul canale di Taranto per addolcire il triste ricordo legato a quella notte terribile. 128 reduci erano guidati
dal generale sir Antoriy Farrar
Hockley, accompagnati dal
viceconsole britannico Mi
congiunto o di un amico deceduto a causa di una guerra
crudele. Dopo il pranzo, i
rappresentanti delle autorità
civili e militari cittadine hanno seguito con interesse,
nell’affollatissima chiesa valdese, il sermone tenuto dal
pastore Bruno Gabrielli in
lingua inglese e italiana. Subito dopo ha avuto luogo un
concerto con musiche di pace, eseguito da valenti professionisti con antichi strumenti quali il liuto, la tiorba e
il clavicembalo, mentre i
bambini della chiesa distribuivano colombe e rametti di
ulivo ai presenti commossi. È
seguita nei locali adiacenti,
secondo la consuetudine valdese, un’agape fraterna, preparata a base di pizza, buon
vino e gustosi dolci pugliesi.
La serata si è conclusa, felicemente, con molti abbracci,
tanta allegria e ringraziamenti da parte dei veterani e delle
autorità inglesi presenti.
Questa giornata è stata per
tutti un’occasione di testimonianza per la pace> in cui il ricordo delle vittime di una
mina del ’43 si lega idealmente alla campagna in corso promossa dalla Croce Rossa internazionale per la messa a bando delle mine che
ancora oggi provocano immani tragedie, (ex.)
Il pastore Bruno Gabrielli
chael BUrgoyne di Napoli e
da rappresentanti dell’ambasciata britannica di Roma.
Rappresentanti deila Chiesa
valdese li hanno accolti con-Q
sorriso di chi può donare un
attimo di gioia a gente anziana bhe ha affirontato un viaggio dalla Gran Bretagna, pur
di porgere forse l’ultimo
omaggio alla memoria di un
Chiesa battista di Mortola
Incontro dei giovanissimi
Sabato 5 ottobre si è tenuto a Mottoia il primo incontro del neonato gruppo dei
giovanissimi che a volte, nella fase di transizione dalla
scuola domenicale al gruppo
Fgei, si sentono lontani dalla
comunità.
Gli incontri prevedono
momenti di aliegro e piacevole stare insieme, alternati
a momenti di studio biblico,
preghiera e di preparazione
a un’attiva presenza nelle diverse attività comunitarie.
Mentre domenica 6 ottobre
il gruppo delle donne ha
preparato e condotto il culto
sul testo di 1 Corinzi 12, ribadendo l’importanza della testimonianza che tutte «le
membra del corpo», seppur
diverse, devono sentire di
dare net mondo.
Intenso è stato il momento
conclusivo nel quale tutti i
membri della comunità hanno testimoniato di come e
da chi hanno appreso la
«buona novella» accendendo
una candela, simbolo di luce
viva da irradiare e diffondere
ovunque nel nome di Gesù
Cristo.
INIZIATIVA PER I LETTORI DI RIFORMA
n 31 óttobre di ogni anno le chiesfe protestanti di tutto (1 mondo ricordano l’anniversario della Riforma iniziata nel 1517.
La redazione di Riforma offre a quanti sono interessati a conoscere meglio la figura di Martin Lutero e la
storia dèU’anabattismo, Tesperienza più radicale del movimento riformatore, la possibilità di acquistare'a prezzo ^
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t*OnR^A E Vài «Wiì'Wo IML WÀ&MBiaE^
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1996 E m,iNvn IN 17/^
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libreria di cultura religiosa di Roma
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VENERDÌ 25 OTTOBRE^
Omegna: assemblea di circuito
Coordinamento giovani e
preparazione in vista di Gra;
MARINA SERRA
PRESSO la chiesa di Ome
1
gna, sul lago d’Orta, si è
tenuta l’assemblea di circuito
delle chiese della Lombardia
e del Piemonte orientale. Un
robusto ordine del giorno,
presentato dal sovrintendente Paolo Bogo, ha introdotto
una fruttuosa giornata di lavoro. Dopo una veloce esposizione delle variazioni del
campo di lavoro e le relative
votazioni, il dibattito si è sviluppato sulla presentazione
del lavoro del «coordinamento giovani», nato a Milano
nell’aprile del ’95 per favorire
la comunicazione,* il lavoro in
comune dei gruppi giovanili
delle comunità locali bmw e
avventisti.
Un risultato è stato, tra gli
altri, un giornalino «Informagiovani» che fa conoscere
notizie, inviti, discussioni, feste e gite regionali, nazionali
e internazionali, alla cui redàzione partecipano numerosi ragazzi e ragazze: la tiratura attuale è di circa 200 copie. I prossimi appuntamenti
sono un convegno sul tema
«Riconciliazione; verso Graz
’97», che si terrà il 17 novembre a Milano, una gita a Parigi per il gemellaggio in corso
con i giovani della Chiesa
rifprmata di Parigi-Luxembourg ai primi di novembre e
una giornata organizzata con
i giovani avventisti nel mese
di dicembre.
Proseguendo nell’ordine
del giorno, il dibattito ha 4.
frontato il tema del ruolo 4
tuale dei pastori e delle njii
store nella comunità, prej(3
dendo spunto dalla discnsT
sione sinodale. Fra gli int^
venti, la pastora Francesi
Cozzi ha sviluppato il passi
gio da un «pastorato dell’oì
bedienza» (U pastore obhet
va alla Tavola, la comunii
obbediva al pastore) al «pj.
storato del desiderio» (uni
confronto fra le necessiti
dell’organizzazione e i desi^
deri personali e delle coim^
nità). Invece il pastore Fulr'-^
Ferrarlo pragmáticamente:
ricordato che quell’ordii
del giorno era scaturito d<
necessità della Tavola di e¿]
fettuare alcuni trasferimei
pastorali e le esigenze de!
persone in mobilità. La di^
scussione, molto interes!
te, si è conclusa con la dedi
Un'i
per
•Molto s;
’dieisogn
ità, SO]
loèui
Ììsraele,
[ladici cui
ivece a '
m è s’
¡pettat
linvoiti i
u» da un
di Cuneo i
e da batti
ato ques
26’iigosto.
spio inizi
|0i il-timc
potesse e
jgio», i
io devozi
ighi santi (
isserò il
lale le di
ioni di
sione dì organizzare un conà S®**
vegno sul tema.
L’assemblea ha poi rinnoi
vato il mandato al Consiglii
per proseguire nel sostegni
al lavoro dèi gruppo dei ffs’
telli di Fola (Croazia) relat
vamente ad alcuni progettili]
atto. La giornata si è condì
con la decisione di contini
re a lavorare sulla formazioi
quadri avvicinandola il pii
possibile alle chiese locali;
Cronache
MILANO — Il testo biblico di Èsodo 21, 7-14 è stato al centi
della predicazione del pastore Fulvio Ferrarlo nel gioi^
del suo insediamento, domenica 13 ottobre, come pastp
della Chiesa valdese. Il culto è stato presieduto da Pài)|
Bogo, sovrintendente del 4“ circuito. La comunità dà:
caldo e fraterno benvenuto al nuovo pastore, alla mog
Cecilia e al piccolo Marco, e prega il Signore perché illuil|
ni e benedica la loro esistenza.
• Nel pomeriggio dello stesso giorno ha avuto luogo f£
semblea di chiesa di inizio anno, nella quale si è deciso di]
rinnovare il mandato ai gruppi di studio sui temi deU’ecii
menismo e della bioetica: inoltre si è deciso di costituire un]
gruppo di lavoro su «ruolo pastorale e vocazione dei mei
bri di chiesa».
'■Dürante
so Insiem
lostrato
che potes
;io, COI
conosc
limi frer
¡hitto che
lumi a d:
da vedi
le. Ün n
ilabuona :
questo
la del nos
or Ban
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intatto 1
gand
®|lamis
"amo
rezzat
j confrc
e doni
lonosc
di que
ìlla Bibb
n momi
'0 della j
munita:
MATERA— Il 26 luglio si è celebrato il matrimonio di Annu
ziata Papapietro e Antonio Vergati, mentre il 22 settembt^
è stato celebrato quello di Maria Papapietro e Cosimo Daiij’
miaño De Bellis.
• Il 25 agosto i coniugi Vita e Emanuele Grieco hanno ptd-l
sentato al Signore il piccolo Vincenzo, su cui la chiesa ha]
invocato la benedizione di Dio. Il culto ha dato avvio a un?
serie, di riflessioni da parte della comunità sul ruolo dè
bambini nella chiesa.
]Recente
ione uffi
igelic
Compiuti
ROMA—La Chiesa battista di Trastevere, nel ringraziare sor^wofonditi
le e fratelli che nella votazione all’ultima assemblea (che siè^Roma e
svolta al «Villaggio della gioventù» di Santa Severa, 22 'gi^aNare fac
gno scorso) hanno appoggiato la proposta del Comita^Wègazic
esecutivo dell’Ucebi relativa alla costituzione in ente ecdw^us Beck<
siastico della comunità trasteverina sottolinea, come del respi
sto ha già fatto nel dibattito assembleare, che la nuova yes^^anze di
giuridica sarà motivo ulteriore per rafforzare la comunioni ¿^®ologo
l’impegno di testimonianza e di servizio. Un ringraziameli
to è pure ribadito nei confronti della Missione italiana 0“
Foreign Mission Board, che ha appoggiato e reso possib
la donazione dell’immobile comunitario.
iponsab
il Äja.La
dal din
’'vo dell
Il i™‘‘ 8*®
■altro, in I
®öaemei
MOTTOIA — Giovedì 10 ottobre il consueto studio biblico^ j Gerhard
stato sostituito da un arricchente incontro sulla recentejj
esperienza ecumenica nell’ambito de «U Mediterranee^''
luogo di riconciliazione» svoltasi a Bari, con particolare m
ferimento al «programma giovani».
FLORIDIA — Domenica 8 settembre nella chiesa balhsj®Ji
sorella Ornella Fava, dopo un profondo periodo di riee^ca, ha deciso di ricevere il battesimo per immersione. »
culto, tenuto dal pastore Salvatore Rapisarda, ha visto * '
partecipazione di un nutrito numero di nàrenti, amfo ® <
partecipazione di un nutrito numero di parenti,
rappresentanti delle chiese vicine. Uh’agape fraterna
concluso la giornata di festa.
PRAROSTINO — Durante il culto del 29 settembre si sono uiù’
ti in matrimonio Silvano Fomerone e Bruna Agani. Là J
munità augura loro una vita benedetta dai Signore.
SAN GERMANO — Domenica 13 ottobre, con un culto spàcià ;
le, si è dato l’avvio alle varie attività della comunità
manese; la corale e i ragazzi e le ragazze della scuola
nicaJe vi hanno partecipato attivamente. Voglia il
che l’anno ecclesiastico appena iniziatò sia vissuto dà
i fratelli e le sorelle con serenità e giòia alla sua gloria. «
• Domenica 6 ottobre è stato battezzato Federico Micp«
Andrea e di Luciana Plavan. Possa questo bimbo
sempre sotto lo sguardo misericordioso del Sig’àore, à ,
la comunità chiede di concedere sia al piccolo sia ai »
genitori le sue benedizioni.
sempre g
iJpstra chi
Wtore di
progetti
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h8 facoltà va
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13
25 OTTOBRE 1996
Vita Delle Chiese
PAG.j9 RIFORMA
Un viaggio ecumenico in Israele per conoscerne la storia e i problemi
Luoghi biblici e presenza di Dio
Un'esperienza comunitaria e itinerante, non un «pellegrinaggio», in un paese
percorso da contraddizioni e tensioni che stanno nuovamente per esplodere
jrai
‘el mese
l’ordine
■0 ha af
■uolo ai Molto spesso non si pensa
lolle pa;* die i sogni possono diventare
^ , soprattutto quando il
obbei
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Bressaiif
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discujk sogno è un viaggio nella terra
ìli IntiS^ di Israele, terra travagliata in
ances# fui sentiamo di avere delle
passa# ladici culturali e spirituali,
dell’^j Invece a volte può accadere,
è successo a noi che,
' ipettatamente, siamo stati
liiiTOti in questa «awentuda un gruppo ecumenico
I Cuneo formato da cattolici
e da battisti che ha organizsato questo viaggio dal 19 al
2§'^osto. Al nostro entusiaspio iniziale si è affiancato
poi il timore che tale viaggio
^tpsse essere un «pellegritìggio», inteso come «viagio devozionale» verso i luohi santi e che quindi emerissero in maniera confutale le differenti interpretazioni di un’esperienza di
un genere.
'ì ■ Ddrante il periodo trascorii rinnOil so Insieme il gruppo si è dionsiglii loshato più unito di quello
ostegni potessimo pensare all’
dei &a= considerando la scar
0 relatif Conoscenza reciproca e i
ogettUa titmi frenetici, imposti dal
:onclus htto che avevamo solo otto
ìntima^ |omi a disposizione e le conazioni se da vedere erano moltissila il pii tee.'Un merito notevole per
jcali ^ bbuona riuscita ecumenica
' di questo viaggio va alla gui
-----da del nostro gruppo, monsi
0 por Bardella, che ha dato
V ma forte impronta comunila valorizzando i punti di
intatto fra i partecipanti e
■gando la nostra visuale
/ mismo e aH’ebraismo.
®tamo in particolar modo
"rezzato la sua sensibilità
Î confronti delle tematiche
e donne e la sua profononoscenza storico-politi. di questa terra oltre che
ìlla Bibbia.
¡11 momento più significatidelia nostra esperienza
unitaria è stata la parte
il ceni
1 gin:
pastài
la Pào1
à da
I mo;
siUui
)gO l’i
leciso
lell’ecœ
tuireun
;i meiBì
cipazione dell’intero gruppo
alla Santa Cena durante il
culto presieduto dai due pastori e da alcune laiche. Abbiamo vissuto altri momenti
intensi in luoghi particolari: il
deserto di Giuda, Masada, il
lago di Galilea e Gerusalemme rimarranno a lungo nei
nostri occhi; molti hanno potuto ricercare la presenza di
Dio più nel silenzio del deserto o nei colori e nei suoni
della popolazione multietnica di Gerusalemme che non
negli innumerevoli luoghi
«sacri» ricoperti da chiese.
È stata un’esperienza significativa e un’occasione unica
per vedere da vicino i luoghi
della storia biblica e la redtà
di un paese percorso da contraddizioni e tensioni che,
purtroppo di nuovo, esplodono con forza, tuttavia una
mancanza che abbiamo avvertito è stata il contatto limitato con persone del luogo, in
particolar modo con esponenti della popolazione palestinese che purtroppo non è
stato possibile incontrare.
Per quel che riguarda l’aspetto ecumenico riteniamo
che sarebbe stato importante
trovare il tempo, prima della
partenza, per uno scambio di
idee fra tutti i partecipanti,
cattolici e protestanti, con le
proprie specificità e sfiimature, sui motivi che ci hanno
spinto a intraprendere un
viaggio di questo genere e
per conoscere le differenze
che ci sono anche fra noi appartenenti alla stessa confessione su come intendiamo la
nostra fede in Dio. Questo
avrebbe consentito a tutti e
tutte di poter partecipare più
attivamente all’organizzazio-.
ne del percorso e di sentirci
più liberi di confrontarci fraternamente sulle nostre differenze, confronto che avvertiamo come esigenza ecume
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In visita in Sicilia una delegazione della Chiesa renana
Continua l'eredità di un aiuto del passato
■Recentemente una delegatone ufficiale della Ghiesa
evangelica della Renania ha
^empiuto una visita apre sorell ¡tofondita alle nostre chiese
äRoma e in Sicilia. In partitolare facevano parte della
^legazione il dottor Niko“Us Becker, per trentacinque
^ responsabile del settore
®anze della Chiesa renana,
geologo Jürgen Regni e la
^pensabile dell’uffido legaci la giovane giurista Elke
™ja. La delegazione, guidali dal direttore amministra■vo della Chiesa renana,
whard Nölle, si è fermata
giorni a Roma dove tra
«tro, in vista della sua pressa emeritazione, è stato fe®ggiato il dottor Becker da
____ grande amico della
li riceP chiesa e attento sostejote di alcuni particolari
(tra tutti citiamo
“ ,|| ®“0 della biblioteca della
jrnaW p^oltàvaldese).
on è un caso che sia stato
gj. P''*o Becker a tagliare lo
rso anno il nastro di inau®^*one dei nuovi locali.
trista
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amici®
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Signore
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Ucolr di
I vivete
e,acj
ai suoi
i-tttio: Becker si at»in„”toitissimo per l’operavig*^ della Casa valdese di
^ttcse a Roma quando
W j oeduta dalle diacoU J del Kaiserswerth. L’eItoon iniziative è molto
ieil t^ottamente nell’arco
iftno * i^ontacinque anni di
Becker ha contribu¿5{J^°do determinante nel
Va e V l’opera complessiari progetti specifici
delle nostre chiese. Dopo i
giorni romani, trascorsi soprattutto insieme al corpo
docente della Facoltà di teologia, la delegazione si è spostata in Sicilia dove, insieme
al pastore Platone che fungeva da guida, ha visitato il Servizio cristiano di Riesi, il Centro diaconale La Noce di Palermo e il nuovo tempio di
Marsala. Nel corso di questa
visita il dottor Becker ha
espresso la propria riconoscenza agli amici della Facoltà e della Tavola valdese
per l’accoglienza ricevuta.
Anche in Sicilia gli incontri
sono stati di grande interesse e di calorosa accoglienza.
Il prossimo Sinodo renano,
che si svolgerà in gennaio,
nominerà i nuovi responsabili nel campo delle finanze
dei rapporti ecumenici. È
molto probabile che la giuri
sta Wieja che faceva parte
della delegazione erediterà
parte deH’amibito delle relazioni ecumeniche intemazionali. È solo una previsione,
occorre attendere i risultati
del prossimo Sinodo per conoscere realmente chi saranno i nostri prossimi interlocutori. La crisi finanziaria che
attraversa la Chiesa evangelica tedesca non permette più
di sviluppare insieme grandi
progetti. Finisce u’epoca, ma
l’aiuto che abbiamo ricevuto
nel passato, in particolare alcuni progetti sostenuti dalla
Chiesa renana, continueranno a produrre redditi perché
furono concepiti sin dall’origine come un investimento
per sostenere economicamente il futuro delle nostre
piccole chiese.-^ in questa
lungimiranza Becker è stato
un maestro inteligente.
GII ospiti tedeschi In visita alla «Meccanica RiesI»
nica oltre a un «rispetto» reciproco (che comunque ne è il
presupposto indispensabile)
che rischia di rimanere in superficie.
Terminiamo questo piccolo
contributo con un Salmo che
è stato citato più volte in queigiorni e che sentiamo di
estrema e drammatica attualità: «Mi sono rallegrato
quando mi hanno detto “Andiamo alla casa del Signore’’./
I nostri passi si sono fermati
alle tue porte, o Gerusalemme.../ Pregate per la pace di
Gerusalemme! / Quelli che ti
amano vivano tranquilli. / Ci
sia pace aU’interno delle tue
mura / e tranquillità nei tuoi
palazzi!/ Per amore dei miei
fratelli e delle mie sorelle io
dirò: / “La pace sia dento di
te!’’» (Salmo 122,1-2.6-8).'
(Marco Carena, Stefano Jalla,
Anna Lo Grasso, Olga Russo,
Milena Tron, Andrea Vinti)
M Catania
Banco libri
protestanti
aperto alla
cittadinanza
DANIEU RAPISARDA
A Catania si è di recente tenuta la festa deH’Unità.
La Chiesa battista, a cui è stata offerta la possibilità di gestire un banchetto libri, ha
colto questa importante possibilità di rendersi visibile
alla città. Il banchetto della
Claudiana era nella splendida via Crocifera, tra il materiale della comunità musulmana da una parte, e collane,
incensi e pietre di ogni colore
dall’altra. Nel corso di una
settimana tanta gente si è avvicinata al banchetto. Alcuni
hanno manifestato l’intenzione di comprare dei libri,
pochi l’hanno realmente fatto: i libri costano...
Ciò che è più interessante è
che i libri più venduti e che
hanno maggiormente attratto l’atténzione sono stati
quelli che affrontano i temi
della sessualità. Questa mi è
sembrata una delle tante dimostrazioni del fatto che c’è
un bisogno sempre crescente
di interrogare le vàrie confessioni in materia di etica, e c’è
un bisogno sempre crescente
di vivere la propria esistenza
nella sua globalità e interezza, eliminando, dove esiste, il
conflitto fra ciò in cui si crede
e la pratica di vita.
Agenda
ALESSANDRIA — In occasione del ciclo ài
incontri «La preghiera cristiana», proposto
dal Centro culturale protestante e dal Sinodo diocesano, alle ore 21 nella sala Torriani
in via del Vescovado 3, il pastore Fulvio Ferrario tiene una conferenza su «Alzo gii occhi
ai monti. Da dove mi verrà l’aiuto? (Salmo 121,1). La preghiera nell’Antico Testamento».
TORINO — «La riconciliazione nella Bibbia» è il tema della conferenza che si tiene
alle ore 21 presso il Seminario metropolitano di via XX Settembre 83. Partecipano
Paolo De Benedetti, docente di Antico Testamento all’Università di Urbino e di Giudaismo alla Facoltà teologica delTÌtàlia Settentrionale di
Milano, e Bmno Corsani, prof, di Esegesi neotestamentaria aiia Facoltà teologica valdese di Roma.
TORINO — Per i concerti al tempio valdese
della stagione 1996-97, nel tempio valdese
di corso Vittorio Emanuele 23, alle ore 21
viené proposto «La musica del silenzio»
con i musicisti Sandro Picco e Alberto Ezzu;
ingresso lire 10.000. L’incasso sarà devoluto
all’iniziativa «Un organo bachiano a Torino».
PRATO — Dalle ore 9 di sabato al pomeriggio di domenica si svolge una «Due giorni
sulla cultura della pace» organizzata dai sacerdoti del sacro Cuore di Gesù e dalla
Commissione dehoniana «Impregno sociale
giustizia e pace» presso la parrocchia dello
Spirito Santo in via Silvestri 21. Per informazioni rivolgersi
alla comunità dehoniana, tei. 0574-28137.
GENOVA — Nei saloni della chiesa valdese
di via Curtatone 2, alle ore 15 si tiene l’assemblea ordinaria della Federazione delle
chiese evangeliche della Liguria e del Piemonte meridionale. All’ordine del giorno,
tra le altre cose, il progetto Santa Marghérita e le attività culturali per Tanno 1996-97 (Riconciliazione, modernità, decennio di solidarietà con le donne). Per
ulteriori informazioni tei. allo 010-8391402.
TRIESTE — Per il ciclo «Ottobre organistico», organizzato dal Centro culturale elvetico valdese «Albert Schweitzer», alle ore
20,30 nella basilica di San Silvestro in piazza
San Silvestro 1, To'rganista Luca Moser eseguirà musiche di Bach, Buxtehude, Kuhnau.
Per ulteriori informazioni telefonare allo 040-632770.
ROMA—Presso la chiesa evangelica metodista di via Firenze 38, alle ore 16,15, in occasione dei «Pomeriggi culturali», Fulvio
Rocco e Giorgio Girardet parlano di «Tullio
Vinay, testimone dell’agape». Per ulteriori
informazioni telefonare allo 06-4814811.
UDINE — In occasione del ciclo di conversazioni bibliche sul libro della Genesi proposto dal Circolo culturale evangelico
«Guido Gandolfo», alle ore 18, nella sala
della Chiesa evangelica metodista in piazzale D’Annunzio 9, il pastore Claudio H.
Martelli tiene una conferenza su «La creatura umana». Per
ulteriori informazioni telefonare allo 0432-522434.
GENOVA— In occasione di «Esodo», XVI ciclo di incontri interreligiosi di cultura e di
formazione al dialogo proposto dal Sae, alle
ore 17,30 a Palazzo Ducale, Ambrogio
Spreafico, ordinario di Antico Testamento
all’Università Urbaniana di Roma, parlerà
su «Pedagogia di distacco e di rifondazione».
ROMA — Presso la chiesa evangelica metodista di via Firenze 38, alle ore 16,15 in occasione dei «Pomeriggi culturali», Maria SbaflI
Girardet tiene una conferenza su «La protezione della vita e l’interruzione della gravidanza». Per informazioni tei. 06-4814811.
UDINE — In occasione del ciclo di conversazioni bibliche sul libro della Genesi proposto
dal Circolo culturale evangelico «Guido Gandolfo», ^e ore 18, nella sala della Chiesa
evangelica metodista in piazzale D’Annunzio 9, il pastore C. H. Martelli tiene una conferenza su «Il Dio di Abramo». Informazioni: 0432-522434.
VENEZIA — Presso la Fondazione Cini, Isola San Giorgio Maggiore, il comitato Bibbia
cultura e scuola col patrocinio delTIrssae
Veneto organizza un corso di adornamento per insegnanti sul tema «In principio Dio
creò (Genesi 1-3)» per approfondire la conoscenza della Bibbia. Il corso ha inizio alle ore 9 di giovedì 7 e termina con U pranzo di sabato. Per informazioni e
prenotazioni rivolgersi a Biblia, via A. da Settimello 129,
50040 Settimello (Fi), tei. 055-8825055, fax 055-8824704.
I
tlULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie dal
mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica di Raidue a
cura della Federazione delle chiese, trasmessa a domeniche alterne alle 23,40 circa e, in
replica, il lunedì della settimana seguente
alle ore 8,15. Lunedì 28 ottobre replica della
trasmissione: Con Dio al nostro fianco: la
destra religiosa nelle prossime elezioni americane.
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
14
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 25 OTTOBRE
19
€R1
Riforma
Sentenza «separatista»
Franco Becchino
Con la sentenza n. 334 di quest’anno la Corte Costituzionale ha cancellato dal nostro ordinamento processuale l’ultìmo riferimento religioso in materia di giuramento. La norma dichiarata incostituzionale è queUa dell’art.
238 del codice di procedura civile, il quale, regolando le
norme di assunzione del giuramento decisorio, cioè del
giuramento della parte, nel processo civile, prescriveva
che il giudice ammonisse il giurante «sull’importanza religiosa e morale dell’atto» e che la parte premettesse al
giuramento l’espressione «consapevoie della responsabilità che col giuramento assumo davanti a Dio e agli uomini». La Corte ritiene incostituzionale, perché in contrasto con 1 principi di libertà religiosa affermati nella
Costituzione, sia il riferimento nell’ammonizione del
giudice all’importanza religiosa, sia l’espressione relativa, nella formula pronunciata dalla parte, alla responsabilità che Sii assume davanti a Dio e davanti agli uomini.
La sentenza (estensore Gustavo Zagrebelsky) è molto
bella perché fonda tutta l’argomentazione giuridica
sull’affermazipne che rispetto della libertà religiosa vuol
dire che «in nessuno caso U compimento di atti appartenenti, nella loro essenza, alla sfera della religione può essere l’oggetto di prescrizioni obbligatorie derivanti
dall’ordinamento giuridico dello Stato», ma vuol dire anche che al credente non può essere imposta come valore
una sorta di «religione dell’umanità». Per il rispetto dovuto al non credente va cancellata l’espressione <idavanti
a Dio» e per U rispetto dovuto al credente va anche canceUata l’espressione «davanti agli uomini». In tal modo la
sentenza giunge ad affermare che «È in causa la natura
stessa dell’essere religioso^».) che, nell’ordine civile, per
l’ordinamento costituzionale, può essere solo manifestazione di libertà». Da questa proposizione U passo è breve,
e la sentenza lo percorre tutto senza esitazioni, per affermare che la soluzione costituzionale di im tal problema
di libertà sta nella separazione tra ordini distinti, unico
fondamento di uno stato non confessionale ossia laico.
Ora, il nostro cuore di protestanti non può non commuoversi ritrovando questa ispirazione «separatista»
nella sentenza della Corte Costituzionale che dimostra,
dopo 150 anni, tutto il vigore e la freschezza della teologia di Alessandro Vinet. Ma, a parte questo, a me sembra
che una tale pronuncia abbia una grande valenza politica nel panorama del diritto ecclesiastico italiano di questo fine secolo e ci consenta di guardare la suprema giustizia costituzionale come siciua garanzia davanti al pericolo di un ritorno, sempre possibile in Italia, a posizioni di integrismo religioso e di nostalgie concordatarie.
Una soluzione definitiva della questione del giuramento si otterrebbe solo cancellandolo del tutto dal processo,
come ha fatto U nuovo codice di procedura penale del
1988, in cui (art. 497) alla precedente formula del giuramento ha sostitiiito un impegno solenne a dire la verità:
«Consapevole della responsabilità morale e giurìdica che
assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta
la verità e a non neiscondere nulla di quanto è a mia conoscenza». 11 giuramento, per sua natura, appartiene al
fatto religioso perché chiama implicitamente Dio a testimonio di ciò che si dice.
Come sempre la pagina più laica è queUa dell’Evangelo. Gesù (Matteo 5,133-37) dice con grande forza e chiarezza: «Del tutto non giurate (...) sia il vostro parlare: si,
sì; no, no; poiché U di più vien dal maligno». La verità
non deriva dalla circostanza che U mio discorso venga
coperto, rafforzato, abbellito dal riferimento a Dio, ma
dall’essere oppure non il mio dire non reticente e
conforme al vero. Il mio sì e il mio no avranno dunque
rautorìtà del loro contenuto, e in questo senso della mia
umanità tutta intera? Non un parlare pio, ma un parlare
onesto sarà autorevole. Gesù ha ragione: tutto U di più,
lungi dal venire da Dio, viene proprio dal maligno.
Riforma
E-Mail: Riforma @ Alpcom.lt
Uri: http://www.alpcom.it/riforma
Via S. Pio V, 15-10125 Torino-tel. 011/655278-fax 011/657542
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Federica Toum. COLLABORANO: Luca Benecchi. Alberto Bragaglia, Avernino
Di Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Giorgio GardioI, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martlnat, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan,
Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EOITORIALE Stelio Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA; La Ghisleriana s.n.ó. Mondovì - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via S. Pio V, 15 bis -10125 Torino.
Tariflé inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000. Partecipazioni: millimetro/colonna £ 1.800. Economici; a parola £ 1.000.
Riforma ò il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con
Un. 176 del 1° gennaio 1951. Le modifiche sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 40 del 18 ottc^ 1996 è stato consegnato per l’inoltm postale all'Ufficio
CMP Nord, via Reiss Rornoli 44/11 di Torino merooledì 16 ottobre 1996.
Continua il dibattito sulla «questione settentrionale» e il federalismo
Parlare di secessione non è peccato
L'invettiva, la retorica del sacro dovere, il moralismo non aiutano il confronto
La grave crisi in cui versa l'Italia richiede interventi profondi e radicali
ETTORE NICOL
Nel dibattito su stato unitario, federalismo e secessione si tende a procedere
per schieramenti sordi alle
ragioni dell’altro, con scelte
operate a priori, espresse con
accenti di moralismo improprio, quasi a rendere l’interlocutore colpevole di crimini
contro il comune sentire
umano. Di qui le accuse di
razzismo, di mancanza di
senso sociale, di egoismo, di
incultura rivolte a chi non
crede più che questo stato
possa risolvere i suoi problemi con dei piccoli passi e, per
converso, l’attribuzione di
tutti i mali a una struttura
centralista che non si vuole
cambiare. Per parte mia,jChe
mi ritengo e sOno schierato,
credo sia importante mantenere il confronto in un solco
msieme sereno e impegnato,
distinguendo fra quanto è
propaganda, sempre presente in politica, e quanto è proposta e argomentazione da
ascoltare, valutare e, solo dopo, accogliere o, respingere.
Vorrei iniziare questo tentativo di dialogo con un’affermazione che sembrerà banale ma che non è inutile: parlare di secessione non è peccato. Per qualcuno potrà essere improprio, antistorico,
sbagliato ma, sicuramente, è
cosa che può condurre all’ergastolo, non all’inferno. Da
sempre, gli stati si sono formati e divisi, cercando di
adeguarsi al momento storico e alle esigenze dei loro popoli, se non agli interessi dei
regnanti. Da sempre questo è
stato per alcuni scandalo, per
altri momento di speranza e
di entusiasmo. Uno stato
crolla quando i legami che lo
hanno prodotto si sono corrosi al punto da non essere
più capaci di tenere, per fatti
economici o di potere che si
sono modificati. La morale
non ha nulla a che fare con
questo, se non a prezzo di re
Una manifestazione ieghista a Pontida
toriche patriottarde che il nostro secolo ha, speriamo definitivamente, rinnegato. Lo
stato, in Italia, si è disgregato
ed è di qui che si deve partire
per pensare al futuro.
Giusta o, almeno, parzialmente condivisa la premessa,
si tratta di decidere che cosa
fare. Qualcuno ha puntato le
sue speranze sull’alleanza
che ha vinto le recenti elezioni. Ma la cosa non sta funzionando e questo, ogni giorno,
è più evidente. Una crisi
profonda come quella italiana richiede interventi di
struttura molto incisivi che
chi governa oggi non sa, non
vuole e non può compiere. Si
è parlato di federalismo, ma
il termine è stato rapidamente svuotato del suo contenuto
diventando sinonimo di auspicato miglioramento di efficienza della macchina statale, di attribuzione di nuovi
impegni alle strutture periferiche, di vaga promessa di
decentramento, di autonomia impositiva concessa alle
Regioni. Si è inaugurata una
stagione di disinvoltura semantica per la quale a una
parola non corrisponde un
significato ragionevolmente
accettato da tutti e, come tale, registrato nei vocabolari,
ma piuttosto una copertura
di perbenismo edulcorato e
di modernità che si può adattare a tutto e si rifiuta a una
verifica di efficacia. Il massimo si è raggiunto con la proposta del federalismo fiscale,
sbandierato come soluzione
di tutti i nostri mali e che, se
seriamente attuato, rappresenterebbe il definitivo trionfo dell’egoismo dei ricchi
su chi è rimasto indietro.
Nella realtà, la parola federalismo ha significato e significa riscoperta e rilettura degli ideali del primo Risorgimento, sogno di un paese
moderno, di un potere presente e democratico, aperto
all’altro e al mondo. Significa
ricordare le speranze, molto
vive in chi ha combattuto
nella Resistenza, di un progresso rispettoso delle diversità e della vocazione di ciascuno, singolo o aggregato
per comune fondamento culturale, di esprimersi e di collaborare al bene di tutti. Sin
dalla nascita della Repubblica questo è stato negato, a
parte qualche cenno completamente disatteso nella nostra Carta costituzionale, dal
quadro storico del dopoguerra con la divisione del mondo
in blocchi e con le spinte separatiste della prima ora prive, certamente, di proposta
sociale e di nobiltà culturale.
Poi gli anni della ricostruzione e del miracolo economico hanno distratto i più.
Soli, alcuni gruppi, in ristretti
ambiti territoriali, con mezzi
al limite dell’indigenza, ha
no mantenuto in vita la si
ranza. La Lega è nata fì. pi
anni si è nutrita di un’idi
che aveva soltanto riscopt
to. Poi ha trovato il suo coi
senso nella verità delle esil
genze che affermava, unii
all’incapacità delle forze po|
tiche tradizionali di corri
spandervi: un’incapacità cL
si è mantenuta e continui^
impedire un serio confroia
sulle cose da farsi. Ecco, all«
ra, aprirsi il discorso della sM
cessione che, di nuovo, noni
stata inventata dalla Lega,
quale, anzi, ama paragonai
a un sismografo che regista’]
fermenti della crosta terrest
e, in qualche modo,, awei
dell’imminente terremotò,:;
Risponderle con l’invettii
la retorica del dovere, nati
raímente sacro, arroccando
sulla difesa di «valori» cl
non esistono e non sono
esistiti se non neinilusioneij]
qualche idealista lontano
la realtà o nell’interesse
potentati economici e grupj
di potere, spesso torbidi, vJ
più a mantenere e crescerei^
loro presenza che non a
rire la ricerca di assetti istit
zinnali e di costume adep
a una richiesta pressant
diffusa, non serve. Dobbic
piuttosto affrettarci e avere i
coraggio di un cambiaméfi|
profondo e radicale perchéJ]
paese chiede questo e lofi]
con urgenza. Continuareij
ignorare questa domandai
illudersi di esorcizzarla coi
revocazione di faisi pudoj
potrà solo prolungare i nos
mali e non eviterà un cr(
che, forse, sarà tragico e ami
ro. Domandarsi, comefaqu|
sto giornale, se Bossi e i leg^
sti siano più o meno ganf
ni (e molti lo sono) è accai
mia. Molto meglio chieder
se le parole, qualche voltai
che troppo urlate del nosf
«senatur», non siano dri
maticamente serie. Se lo
no, è serio sedersi a un tavoli
per conoscersi e parlare.
Cai
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Il Belgio, scosso dal caso Dutroux, non vuole soluzioni superficiali
«Ma chi avrà offeso uno solo di questi piccoli...» (Mt. 18,6)1
EOBERT ROOZE*
Negli ultimi mesi il Belgio è stato scosso da una
questione che ha man mano
assunto dimensioni internazionali: il caso Dutroux. Un
uomo che rapiva bambine,
le utilizzava a scopo sessuale, produceva video-clips
porno che avevano come
soggetti le stesse bambine e \
dopo r«ùso» le uccideva. Non
si trattava di casi isolati, solo
in Belgio sono sparite almeno
una decina di bambine ma
per i rapimenti, la vendita di
bambine e lo spaccio di cassette si sospetta un giro di affari a livello europeo. Guardando agli eventi dal
punto di vista delle vittime e
dei loro genitori non solo ci
rattrista il pensiero dell’angoscia in cui i genitori delle
bambine hanno vissuto per
mesi e anni ignorando il tragico destino delle loro figlie,
ma ci inquieta scoprire che
magistratura e polizia non
abbiano collaborato con loro,
aspettando a volte molte settimane prima di dare inizio
alle ricerche. In alcuni casi i
genitori stessi delle bambine
scomparse sono stati posti
sotto aòcusa dalle forze dell’
ordine. Una famiglia màrocchina si è sentita accusare di
aver essa stessa «venduto» la
propria bambina di nove an
ni a scopo di matrimonio! In
un solo caso la polizia è stata
efficiente e solerte, quando
fu costituito un comitato di
ricerca e furono impiegati
tutti i mezzi possibili per la
ricerca. Per questo solo caso
si è avuta una conclusione
positiva e la bambina è stata
ritrovata: si trattava del rapimento della figlia di un ricco
industriale nel settore manifatturiero. L’amara considerazione è di quanto possano
anche in questi casi U potere
e l’influenza politica. La questione Dutroux è emersa dalle sabbie mobili della inerzia
delle istituzioni preposte per
la diretta partecipazione dei
cittadini e per l’azione di un
solo buon Sudice.
Così, quando furono ritrovati i primi cadaveri, le famiglie delle vittime erano così
contrariate da non permettere ai reali del Belgio di presenziare ai funerali; ma il tutto non finì lì. Recentemente
infatti, come è noto, il giudice Jean-Marc Connerotte,
che da solo per mesi aveva
indagato sulla banda dei pedofili è stato ricusato dalla
Suprema corte del Belgio per
mancata imparzialità per
aver partecipato ad una serata organizzata da un gruppo
di solidarietà con 1 familiari
delle vittime. Il giudice è stato rimpiazzato da un altro.
pare, più «comprensivo». E
questo è stato come dar fuoco a una miccia. In Belgio il
movimento di protesta è cresciuto fino al punto che 2 milioni di persone (Circa un
quarto dell’intera popolazione del Belgio) hanno sottoscritto una petizione in favore dei diritti delle vittime e
dei loro genitori. Domenica
più di 350.000 persone sono
scese nelle strade di Bruxelles
per esf^rimere solidarietà con
il giudice Connerotte. Ci sono stati scioperi praticamente in tutti i settori.
E le chiese? Dall’inizio la
Chiesa protestante unita del
Belgio ha espresso solidarietà ai genitori delle bimbe.
Sono state oggetto di riflessione per molti di noi le parole di Gesù: «Chiunque offenderà uno di questi piccoli
che credono in me, meglio
per lui sarebbe che gli fosse
appesa al collo una macina
di mulino e fosse,gettato in
fondo al mare». Parole' dure,
taglienti, direi intolleranti.
Gesù è indignato quando i
«piccoli» vengono offesi,
abusati. Gesù è dunque «parziale», sta al fianco dei pìccoli ed è intollerante, come anche noi dovremmo esserlo,
contro chi opera malvagiamente contro di loro.
Per prevenire tanto male
non basta individuare un
unico colpevole, Dutroux,^
assolvere tutti gli altri. Il mr
ha radici profonde e le rad
del male sono il desiderio
potere e di soldi. Quello che]
accaduto è conseguenza®
un corrotto capitalismo cai
pensa che tutto possa esse^
venduto e comprato. Per"”
pornovideo c’era chi pagi
fino a 30-40 milioni! Elap®
zia ne ha trovati 70.
erano quelli che pagavano?^
è dimostrato che Dutrow
avesse buoni contatti
paesi dell’ex blocco delL
Lì comprare e vendere bi _
bini era più «a buon mete ,!
ooUti:
to»! Sembra che gente
• -eh"
cernente e finanziariamei
influente fosse coinvolta n®:
traffico che va avanti da
di vent’anni. Per
tensione politica è tanto j
te. È stato per coprire ilW ]
complicità che il
Connerotte è stato rimo« .
dal suo incarico? È bene i
un movimento popolate .
nato nel nostro po®*®: ^
prevenire soluzioni
ciali, per fare «pulizia»
ta corruzione, per espt^^^^
solidarietà con i P'®®® ’j-ml
noi credenti è un man A
biblico. Gesù ne è stato P •
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Cambio di presidenza
Nell’assumere, con spirito di servizio, la presidenza della
Edizioni protestanti srl, desidero in primo luogo ringraziare
il pastore Eugenio Bernardini, che mi ha sapientemente preceduto in questo incarico, che spero di saper ricoprire, se
non con la stessa capacità, almeno con la stessa dedizione.
Saluto e ringrazio anche gli altri consiglieri uscenti Mirella
Scorsonelli e Paolo Spanu, rispettivamente segretaria e vicepresidente, per il positivo ed efficace apporto recato al lavoro
del Consiglio di amministrazione nei cinque anni trascorsi,
pò il benvenuto ai due nuovi consiglieri Diego Antenozio e
Elio Meggiolaro (nominato vicepresidente), certo che sapranno validamente assolvere al compito loro affidato.
Il rinnovamento parziale, ma pur consistente, del Consiglio
di amministrazione e la sostituzione integrale della Giunta
(composta dal presidente, dal vicepresidente e dal segretario,
Claudio Cervi) sono un normale avvicendamento, teso al miglior utilizzo delle nostre risorse umane, e non configurano
^solutamente un diverso orientamento della linea culturale
e amministrativa sin qui seguita. In particolare, Eugenio Bernardini viene confermato direttore di Riforma, incarico che
aveva temporaneamente assunto a seguito delle dimissioni di
Giorgio Gardiol, passato all’attività parlamentare.
Non voglio dimenticare, in questo non formale saluto,
quanti lavorano nella struttura tecnica e amministrativa del
settimanale, dimostrando competenza professionale e spirito di servizio. Nutro la più ampia fiducia che i consiglieri,
vecchi e nuovi, i collaboratori tecnico-amministrativi e
quanti altri concorrono all’uscita e alla «riuscita» del nostro
¡settimanale non mi faranno mancare i loro preziosi consigli
e il loro valido sostegno.
Desidero infine esprimere profonda riconoscenza ai meirjbri della redazione che, nonostante l’esiguità numerica del
«nucleo operativo» e la provenienza da esperienze e ambiti
diversi e, in alcuni casi, lontani dal giornalismo, hanno saputo ben coordinare il proprio lavoro, realizzando im giornale
di elevata professionalità, molto apprezzato anche alEesterno dell’ambiente evangelico italiano e, in molti casi, anche
oltre i confini nazionali.
L’ultimo pensiero nella sequenza cronologica, ma certamente il primo in ordine di importanza, è rivolto a voi, cari
lettori: Riforma è il vostro giornale. Esso è unico, nel suo genere, nel contesto dell’editoria italiana: è unico perché sa
mostrare attenzione alla vita, delle nostre chiese e all’evangelismo interno, senza trascurare il panorama del protestantesimo mondiale e dell’ecumenismo, e perché sa parlare anche
al di fuori dell’ambito religioso ed evangelico, essendo impegnato con credibilità e competenza in una profonda riflessione sul terreno delle problematiche sociali, e, più in generale, etico-culturali.
Quella di Riforma è dunque una voce preziosa e insostituitbile per la vostra e la nostra stessa testimonianza. Perciò vi
esorto con tutto il cuore a sostenere concretamente il giornale, abbonandovi, leggendolo, diffondendolo.
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Cambiamenti in redazione
Con questo numero il pastore Luciano Deodato termina la
sua collaborazione al nostro settimanale come vicedirettore
e redattore. L’assunzione della responsabilità di pastore titolare della Chiesa valdese di San Germano Chisone non gli
consente infatti di dedicare molto tempo ad altri impegni.
L’apporto del pastore Deodato nel settore della stampa
evangelica risale nel 1986 e inizia nei locali della Tipografia
Subalpina di Torre Pellice dove, fino a tutto il 1992, si sono
stampati «La luce» e «L’eco delle valli valdesi»: li si potrebbe
chiamare «gli anni di piombo» poiché tale era la procedura
di confezione delle pagine composte alla linotype: una tecnologia che stava scomparendo dalTeditoria periodica, ma
che aveva il vantaggio di essere molto «didattica», di porre il
redattore a stretto contatto con la pagina che nasce sotto i
suoi occhi. Con il trasferimento a Napoli il pastore Deodato
ha poi contribuito al nascere di Riforma sia per quanto ri.guarda l’impostazione del giornale, sia nel tessere una fitta
rete di contatti con le chiese locali battiste, metodiste e vaidesi di tutto il Mezzogiorno, propagandando la novità del
settimanale comune che si stava profilando.
I suoi anni di lavoro prima a «La luce» e poi a «Riforma» sono stati caratterizzati da due fondamentali contributi: da un
lato l’interpretazione di ciò che avveniva sotto gli occhi di
tutti, in Italia e nel mondo, alla luce della parola biblica (non
come accessorio impiegato meccanicamente per giustificare
le prpse di posizione ma come strumento interpretativo della
tealtà): dall’altro nel porre una costante attenzione al mondo
ecumenico e cattolico: uno sguardo rigoroso, inflessibilmente fondato sui principi riformati quando si trattava di questioni di coscienza ò che mettevano in discussione la fedeltà
all’Evangelo: uno sguardo però aperto a cogliere le novità
ehe venivano dal confronto interconfessionale, sia in Italia
(come il convegno ecclesiale di Palermo un anno fa) sia soPrattutto in campo intemazionale (ricordiamo i suoi servizi
sulle grandi assemblee di Basilea ’89, Seoul ’90 e quella del
vonsiglio ecumenico, a Canberra nel 1991). In questi anni di
lavoro il pastore Deodato, che ha sempre scritto quasi conttovoglia dicendo di essere un pastore e non un giornalista,
ha dato un apporto importante che pensiamo di poter contihuare a ricevere in altre forme.
Con questd numero del nostro giornale anche il pastore
“ttimanuele Paschetto lascia il molo di vicedirettore, ma noti
quello di redattore. Anche per lui sono aurnentati i compiti
® Servizio pastorale presso due chiese locali battiste di Toiitto e cinture. La pastora Anna Maffei, invece, vede crescere la
sua résponsabilità e il suo impegno nel giornale. Tutti noi,
redattori e redattrici, coUaboratofi e collaboratrici, siamo co*hunque impegnati a produrre un settimanale che risponda
j f esigenze di informazione, formazione e comunicazione
helle nostre chiese. Potremo farlo, e farlo sempre meglio, a
ijondizione che voi, lettori e lettrici, non ci facciate mancare
Vostro apporto e solidarietà, magari anche critica quando è
^aso. Contiamo su di voi. .. .
Eugenio Bernardini
direttore Riforma
® Fernanda
esempio
di umiltà
Ho conosciuto Fernanda
Vinay circa 40 anni fa ad Agape, luògo di pace costruito
dopo l’ultima, atroce guerra
per la riconciliazione da suo
marito Tullio con alcuni giovani provenienti da paesi ancora nemici. Qui-vi per molti
anni il Movimento internazionale della riconciliazione
ha organizzato dei campi studi sulla nonviolenza, ai quali
ho partecipato con i miei tre
figli ancora piccoli. Fernanda
era «il cuore» di tutto il lavoro
ed è stata sempre pronta ad
aiutarmi. Quando insieme a
Tullio e parte del gruppo residente si sono trasferiti a
Riesi per vivere l’amore di
Dio in questa città colpita
dalla mafia e dalla miseria, li
ho visitati appena possibile.
Anche qui Fernanda era il
centro della vita comunitaria, con il suo amore e la sua dedizione. E spesso questa vita
era tutt’altro che facile. Fernanda e Tullio mi sono stati
d’esempio nella loro umiltà.
Alle mie parole di apprezzamento per il loro lavorp in un
contesto così difficile, come
quello siciliano, rispondevano: «Non siamo mica i primi.
Il pastore Panasela con il suo
gruppo da più tempo sta facendo la stessa cosa a Palermo e anche meglio di noi».
Con la sua lunga esperienza
di vita comunitaria Fernanda
ha avuto un ruolo importante, anzitutto nell’unione femminile, dove è sempre stata
pronta a lavorare.
Come per Agape e Riesi,
gran parte del suo lavoro era
«nascosto» ma tanto efficace.
Che cosa sarebbe stato Tullio
senza l’aiuto fedele e discreto
di Fernanda?
Medi Vaccaro - Roma
Si Circostanze
attenuanti?
Caro direttore, è stato già
detto tutto il male possibile
sulla sentenza del Tribunale
militare di Roma che ha ordinato la scarcerazione del criminale nazista Erich Priebke.
Il numero del 16/10 del settimanale «Avvenimenti» propone una sintesi delle motivazioni della sentenza, tra le
quali ho scpvato un’argomentazione bizzarra quanto
inquietante. Tra le circostanze attendanti «non di secondaria importanza» viene citata «la conversione dell’imputato alla religione cattolica»
(pagina 114), con una prosa
idilliaca che sembra trasformare la figura di Priebke in
quella del manzoniano Innominato. Prima della «conversione» (che si può supporre
sia stata alquanto stmmentale, visto il ruolo avuto da ambienti vaticani nella fuga di
vari nazisti): Priebke, però,
non era un adepto di qualche
setta satanista, ma faceva
parte della Chiesa evangelica
tedesca.
Certo, membri di chiesa
così è meglio perderli che
trovarli, ma la sentenza sembra suggerire che passare
dalTuna all’altra confessione
cristiana sia un atto meritorio
e degno di considerazione
giuridica. A questo punto mi
sorge un atroce dubbiò: se
convertirsi dal prQtestantesimo al cattolicesimo è un’attenuante, non è che convertirsi dal cattolicesimo al protestantesimo potrebbe, inversamente, da qualche seguace della giurisprudenza
del Tribunale militare romano, essere considerato, in un
ipotetico processo per qualsivoglia reato, come un’aggravante?
Cordialmente,
Giorgio Guelmani - Milano
PAG. 1 1 RIFORMA
A proposito di una recensione polemica
Amiamo la demociazia anche nella chieisa
Il quotidiano «Sole 24 Ore» del 6 ottobre
ha pubblicato una recensione del volume
Noi siamo chiesa. Un appello dal popolo di
Dio, edito dalla Claudiana di Torino. Il recensore, il vescovo cattolico di Como Alessandra Maggiolini, polemizza con i cattolici protagonisti deU’appellp in questione
(lanciato in vari paesi per chiedere più democrazia nella chiesa cattolica), accusandoli di protestantesimo e concludendo con
un interrogativo rivolto proprio ai protestanti: «I fratelli protestanti che già hanno,
questa Chiesa agognata ¡dall’Appello, ne sono tanto contenti? E la vedono florida e in
prorompente sviluppo?». ;
Alla provocazione di Maggiolini risponde,
il teologo valdese Paolo Ricca, con una lettera inviata al direttore del quotidiano,
pubblicata mercdledì 16. «Il recensore scrive il docente della Facoltà valdese, di
teologia -fraintendendo completamente il
senso dell’appello, sostiene che “la Chiesa
ipotizzata e desiderata (dagli estensori),
poco su poco giù, è quella protestantica”.
Niente affatto. Gli estensori dell’appello
non vogliono una chiesa “protestantica”
‘ (termine, tra l’altro, ripescato fra i ferrivec. .chi di un linguag^o polemico ormai in disuso), vogliono semplicemente una chiesa cattolica piu democratica, ritenendo che
quésto sia possibile e auspicabile. O dobbiamo pensare (come sembra suggerire il recensore) che cattolicesimo 'e democrazia
non siano compatibili?». ■
11 rispetto di certe regole democratiche,
prosegue Ricca, è dettato dal principio cristiano della fraternità, per cui «un cattoli=. co che chiede "più deniocrazia” nella sua
chiesa non è, per questo, un protestante,
ma un cattolico che chiede alla sua chiesa
di ripensare le sue strutture e le sue procedure alla luce del principio cristiano.^
della fraternità». s
Quanto alla domanda di Maggiolini se i
«firatelli protestanti» siano «tanto contenti»
della loro chiesa piu’ democratica, la risposta di Ricca è: «Sì, amiamo la democrazia
anche nella chiesa e siamo, oggi non meno
di ieri, lieti e grati di esserci liberati di certe procedure Uliberali e strutture autoritarie che ledono taluni diritti umani e cristiani dei credenti», (nev)...
Cassano Murge e Bari: riflessioni In vista di Graz '97
Il Mediterraneo luogo di riconciliazione
a partire dal messaggio della croce di Cristo
_______FRANCESCO CARRI______
NELL’AMBITO dell’incontro ecumenico internazionale di Bari sul tema
«Mediterraneo luogo di riconciliazione» anche TOpeemi, per mio tramite, ha risposto all’invito pervenutogli da parte degli organizzatori; L’apertura del convegno
è stata veramente una «parabolci» vissuta e raccontata in
tempo reale, per cercare di
vedere in anticipo il senso,
l’importanza, la direzione
dell’incontro di Graz. Nella
serata degli arrivi, un anziano sacerdote insieme ai suoi
parrocchiani ci ha accolti alla luce di fiaccole che, portate in processione, andavano
ad illuminare una croce posta il giorno dopo nella sala
riunioni.
Il mio pensiero è subito andato a tutto il Mediterraneo.
Quale accoglienza dà quest’
area geografica? Quale luce vi
risplende: quella di una fiaccola della pace e dell’ospitalità o quella di razzi illuminanti per poter colpire e distruggere l’obiettivo definito
come «nemico»? Che cosa ha
da dire la croce del Cristo in
un’area dove, tra pulizie etniche e fondamentalismi religiosi, si cerca di conquistare
spazi affermando solo se
stessi? Per grandi e piccole riconciliazioni, quella croce
portata in processione continua a dirci che qualcosa di
nostro deve «morire» per incontrare e accogliere l’altro
da noi. Il convegno internazionale, svoltosi a Cassano
Murge, ha previsto anche degli incontri organizzati nella
città di Bari. Questo andirivieni ha suggerito a molti
l’idea che Cassano Murge,
Bari e il convegno stesso hanno bisogno di aprirsi ad altre
realtà. Dunque l’area mediterranea non deve essere soltanto luogo di una possibile
riconciliazione, ma da essa
deve levarsi alta una voce che
ricordi all’Europa che si va
costruendo, di aprirsi ad una
diversità che può creare spazi
di riflessione nel turbine del
I partecipanti alla seduta dei delegati a Cassano Murge. Da sinistra
padre Angelo Romita, Anna Portoghese, mons. Aldo Giordano e il
pastore Màrtin Ibarra
calcolo, dbl danaro, della corsa al prog resso.
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L UNIONI FEMMINIU DEL I DISTRETTO
...i,;; "*:. , I * ....li».
' Le Unioni fernminlli del 1“ distretto organizzano per il 910 novembre, presso la Foresteriadi Villar Perosa, via Assietta 4, l’annuale corso di animairiope biblica, aperto a tutte le
imem5te,suli^^-^ i
L' Bioetica: giocarefffia divinità? ’>
» ■ k’
I lavori avraanri iniziò sabato 9 novembre alle ore 14,30 e
tenij^ranno doinenii» alle ore' 1*7 (portare con sé la Bibbia).
Iscrizióne £ 10.000; pranzo £ IS.OOIk pemottameàto £ 18.000;
■' Per biformazioni e/o iscrizioni (entro il 4 novembre) rivd*
gersi a Rosanna Revel, tei. 0121*500407. • . -ì- ** >
Mediterraneo, parte della
creazione di Dio. Di questo
specchio d’acqua che cosa ne
abbiamo fatto? È un pezzo di
bellezza naturale rispettata o
è altro? È un mare in cui si riversa pace o ancora violenza?
Attraverso le varie fasi dell’incontro, abbiamo constatato
che azioni, gesti, sentimenti,
che spesso sono considerati
secondari, si rivelano ad un
tratto importanti specialmente se vissuti e condivisi in una
dimensione ecumenica.
I redattori e i collaboratori
di «Riforma» e de «L’Eco delle valli» festeggiano Danielle,
che è nata il 15 ottobre a
Carmelina Maurizio e Piervaldo Rostan, augurandole
una vita ricca di benedizioni
insieme ai genitori e ai fratelli e sorelle.
RINGRAZIAMENTO
«L’Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà»
Salmo 23,1
I figli, le figlie e i familiari tutti
della cara
Lidia Rivoira ved. Fraschia
(Héiène)
ringraziano riconoscenti quanti
hanno voluto essere loro vicini
con affetto nella dolorosa circostanza.
Rivolgono un particolare ringraziamento alla direzione e a
tutto il personale deH’Asllo valdese di San Giovanni e ai pastori
Taglierò e Pasquet.
Angrogna, 14 ottobre 1996
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PAG. 12 RIFORMA
Villaggio Globale
VENERDÌ 25 OTTOBRE 19^
Stati Uniti: le ultime battute della campagna elettorale in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre 19%
Bill Clinton: «Sarò un ponte verso il nuovo millennio»
Nonostante i numerosi attacchi al suo operato e alla sua moralità^ gli americani sembrano pronti a rieleggere
Clinton per i prossimi quattro anni. Ma quale delle sue tante immagini il Presidente deciderà di adottare?
GABRIELLA LETTINI
NEW YORK — Se c’è una
cosa su cui la maggior parte
degli americani sembra essere d'accordo, è che la campagna elettorale per le elezioni
presidenziali che si terranno
il prossimo 5 novembre è stata quanto mai statica fin
dall’inizio, senza grandi colpi
di scena e scontri frontali.
Questo nonostante sia anche
una delle più costose. Secondo uno studio fatto dal New
York Times e dalla rete televisiva Cbs, gli elettori le stanno
prestando meno attenzione
del solito, definendola «insul. sa e noiosa», e non pensano
che possa veramente cambiare le sorti delle elezioni: infatti i sondaggi elettorali danno
' da mesi quasi gli stessi risultati. Dopo il secondo e ultimo
dibattito fra i candidati alla
presidenza, il 55% degli elettori dice che voterà per Bill
Clinton, mentre Bob Dole
non riesce a superare il 37%.
Da parte sua, il multimiliardario Ross Perot si mantiene
su un modesto 4%. In quest’
era di sondaggi, è la prima
volta che vi è tanta disparità
tra i candidati a sole due settimane dal voto.
Clinton e Dole hanno entrambi fatto un grande lavoro di iirimagine, con risultati contraddittori. In questi
quattro anni di presidenza,
Clinton si è dimostrato quanto mai camaleontico, cercando di essere tdlo stesso tempo
un buon «liberal», a tratti
quasi radicale nel contesto
nordamericano, e un conservatore moderato. Dole lo ha
spesso accusato di travestirsi
e di parlare da repubblicano
per portare avanti programmi
liberali, ma allo stesso tempo
gran parte della sinistra ha
definito il presidente un finto
«liberal». Quel che è vero è
che Clinton sembra avere rinunciato, per ora, a quella visione grandiosa di cambiamento sociale che aveva caratterizzato la scorsa campagna e l’inizio della sua presidenza, per un programma più
modesto e apparentemente
più reaiistico. Tuttavia, Clinton dice ancora di avere una
grande visione per rAmerica:
se sarà eletto, la sua presidenza sarà un ponte verso il ventunesimo secolo, dove tutti
potranno avere le stesse opportunità e responsabilità, e
dove il futuro verrà costruito
insieme, con uno sforzo collettivo. Non a caso cita spesso
10 slogan dell’ultimo libro
della moglie, Hillary Rodham,
Clinton: come dice un proverbio africano, ci vuole un
intero villaggio, una comunità, per far crescere un bambino o una bambina.
Dole, invece^ a chi gli chiede di presentare la sua visione per l’America, risponde
con una serie di attacchi all’operato di Clinton, che definisce il più disonesto e immorale della storia del paese.
11 suo slogan, ripetuto in continuazione, è che gli americani devono avere fiducia in lui
perché è un uomo di parola,
che mantiene le sue promes
se. Anche Dole vuole accompagnare il paese alle soglie
del nuovo millennio, tuttavia
non punta sulla collettività
ma sull’individuo, sul privato.
Il governo non deve immischiarsi nelle scelte del singolo. A sua detta, è proprio seguendo questi valori che gli
Usa sarebbero diventati il più
grande paese della storia, il
migliore dei mondi possibili.
Entrambi ì candidati sono
d’accordo nell’individuare
i problemi più pressanti per
il paese: come dice Clinton, è
il modo di affrontarli che è
radicalmente diverso; per
esempio, entrambi parlano di
bilanciare il budget dello stato. Tuttavia, Dole pensa di
farlo tagliando drasticamente
i fondi destinati all’educazione, all’infanzia, agli anziani,
alla protezione ambientale,
alla salute, ai sussidi per i disoccupati, esattamente le categorie che Clinton sta cercando in ogni modo di proteggere. La proposta di «fiat
tax» (tassa d’importo fisso)
dei repubblicani avrebbe dato a un imprenditore come
Steve Forbes la stessa percentuale di perdita che avrebbe
colpito uno dei suoi più semplici impiegati. Clinton, invece, anche se non è riuscito a
minimizzare l’incremento
delle tasse per la classe media
secondo quanto aveva promesso, è però riuscito a spostare T80% del suo carico sui
cittadini più abbienti. In
realtà, quello che Dole chiama «il più alto aumento delle
tasse della storia», riguarda
coloro che guadagnano più di
200.000 dollari Tanno (oltre
trecento milioni di lire). Questo in un paese dove Tl% della popolazione possiede il
48% delle risorse, e la classe
lavoratrice solo il 6%.
Il dibattito elettorale tocca
raramente gli affari esteri.
Clinton cerca di evitare la discussione come una patata
bollente; Dole lo accusa di
mettere gli interessi delle Nazioni Unite davanti a quelli
degli Stati Uniti. Una domanda centrale è quella sulla diversità e sulle pari opportunità. Dole ricorda che uno dei
valori più alti della cultura
americana è proprio l’accettazione della diversità, e il rifiuto di ogni forma di discriminazione. Tuttavia, non
vuole che nessun gruppo di
cittadini abbia «diritti speciali». Con questo si riferisce a
quella serie di legislazioni
chiamate «affirmative actions» (azioni affermative),
che cercano di promuovere la
presenza di donne e di minoranze etniche nella scuola e
nel mondo del lavoro. Clinton, invece, pensa che il paese non sia ancora pronto a lasciarsi dietro le «affirmative
actions», perché sessismo e
razzismo tuttora impediscono a molti di avere veramente
le stesse opportunità. Nella
stessa linea, Clinton pensa
che ci sia bisogno di una legislazione che difenda chiaramente gli omosessuali da discriminazioni nel mondo del
lavoro. Quando definisce gli
Stati Uniti «il paese più religioso del mondo», Clinton si
riferisce alie centocinquanta
diverse religioni professate
nel paese, e pensa che ognuna meriti lo stesso rispetto, in
netta contraddizione con gli
slogan della destra religiosa.
Per ora. Bill Clinton esce
chiaramente vincente da
questo confronto elettorale,
nonostante i numerosi attacchi al suo operato e alla sua
moralità. Tuttavia, all’interno della sinistra molti lo voteranno a malincuore, ricot-v
dando i suoi molti voltafaccia, ma pensando che tra la
destra religiosa e superpatriottica e i conservatoi^i multimiliardari, sia Tunica scelta
possibile. Ma in caso di vittoria, ci si chiede, quale delle
sue tante immagini adotterà
Bill,Clinton per i prossimi
quattro anni?
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