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Anno 114 - N. 14
7 aprile 1978 - L. 200
Spedizione in abbonamento postale
]° Gruppo bis/70
BIBLIOTECA VALDFSB
10066 TORRE PEIL ICE
ddle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
LA SITUAZIONE ITALIANA
Il messaggio della risurrezione nel concreto
Il vero bersaglio del terrorismo è Sovversione
la società diversa per cui lottiamo
Di fronte ai tentativi di rendere permanente la crisi del paese, abbiamo la
responsabilità di scelte che riflettano lo ’’stile evangelico” del nostro agire
Tra le non-notizie relative alTindagine sul sequestro Moro e
il pericoloso torpore che sembra
essere subentrato dopo la prinia
immediata reazione, leggiamo in
questi giorni le analisi più diverse della situazione che stiamo attraversando. 'Due di queste ci
hanno colpito perché pur partendo da considerazioni che in parte
sono diametralmente opposte,
culminano in un punto centrale
di accordo. Cerchiamo di riassumerne l’essenziale.
Chiudere
il ’’laboratorio”
Su Panorama («Siamo un
paese libero? », 4 aprile 78), Stefano Rodotà rifiuta decisamente
la prospettiva tanto di un’Italia
aggredita dal « SIM » (il Sistema
Internazionale delle Multinazionali, indicato dalle Br nel loro
primo comunicato), quanto di
un’Italia posseduta da un terrol ismo onnipresente. Questi sono
solo « deliri irrazionali ». In realtà l’Italia lungi dalTessere sotto
il dominio efficientistico delle
Multinazionali, è sprofondata
nelTinefficienza e nella corruzione degli ultimi 30 anni, mentre
d'altra parte nello stesso periodo larghe masse hanno continuato a lottare per la libertà. Si
tratta di « due società » che si
sono fronteggiate in una lunga
rincorsa, Tuna in crescita e l’altra in regresso. A partire dagli
anni 50 e attraverso tutti gli sviluppi successivi, una « lotta lunga e fermissima della classe operaia » ha fatto sì che la società
tutta diventasse « "un grande laboratorio istituzionale" in cui
non maturavano soltanto generiche richieste di cambiamento,
ma si facevano concretamente le
prove di una società futura ».
Ciò che accade ora, osserva Rodotà, è invece la brusca accelerazione di un processo iniziato a
Piazza Fontana; la volontà di
« chiudere quel "laboratorio", interrompere la dinamica delle libertà, provocare una risposta
sempre più autoritaria e giustificare così nuove azioni terroristiche... La "società” dell'inefficienza e della corruzione vuol cogliere la palla al balzo e prendersi la rivincita decisiva, facendo
finalmente tacere la "società delle libertà"; peggio, mettendo quest'ultima sotto accusa e indicandola come responsabile di tutto
quel che è accaduto ».
Il disturbo
dei partiti popolari
Su la Repubblica («La sanguinosa scalata a un paradiso disabitato », 29 marzo ’78), Umberto
Eco parte invece da una valutazione in certo senso opposta.
Bisogna avere il coraggio di riconoscere che « sia pure rozzamente » le Br hanno individuato
un dato della situazione contemporanea e cioè che la politica
mondiale è diretta molto più da
una rete di interessi produttivi,
la «rete delle Multinazionali» che
non da singoli governi («Ci siamo forse scordati del Cile? » si
chiede Eco). Certo non è una
gran scoperta, ma la traduzione
un po’ abborracciata di « una tesi
che tutta la cultura europea e
americana, dagli studenti del '68
ai teorici della Monthly Review,
sino ai partiti di sinistra ripetono da tempo ». L’aberrazione
non sta quindi nel punto di partenza ma nel punto di arrivo a
cui giungono le Br attraverso
una serie di ingenuità di cui la
maggiore è questa: non aver capito che il potere delle Multinazionali non solo non si lascia colpire mortalmente dal terrorisnio
(ma sempre solo alla periferia,
avendo una «incredibile capacità
di rimarginazione e di riequilibrio ») ma lo mette in conto come « la contropartita naturale,
accettata, prevista » che agisce
da valvola di sfogo e « serve a favorire interventi disciplinanti là
dove un eccesso di democrazia
rende la situazione poco governabile ».
Le Br non si rendono quindi
conto di essere perfettamente interne alla logica del « SIM » che
denunciano e, col loro « romanzo
d’appendice ottocentesco falt-j di
vendicatori e giustizieri », di stare recitando « un copione già
scritto dai loro presunti nemici».
Che cosa invece non rientra in
questo quadro ed è visto di malocchio dal sistema delle Multinazionali? « Che di colpo, ad esempio, in Spagna, in Italia, in
Francia, vadano al potere partiti
che hanno dietro di sé le organizzazioni operaie »: disturbi reali
sorgerebbero il giorno in cui le
organizzazioni di massa mettessero il naso nella gestione dei potere perché il sistema delle multinazionali semplicemente non
■potrebbe permettersi « i tempi
morti delle verifiche alla base ».
Il vero bersaglio
Non è qui il caso di valutare
queste diverse analisi. Ciò che interessa è il punto in comune e
cioè Tindividuazione del vero
bersaglio di ciò che sta succedendo. ('he il soggetto sia il fred
Vi sono parole che spaventano. Ad esempio: sovversione.
Braccata da tutte le polizie del
mondo la sovversione è il nemico pubblico numero uno che occorre estirpare sia in oriente sia
in occidente.
Così sono sempre più meravigliato ■— dopo essere stato anche in imbarazzo — nel constatare quale posto la sovversione
occupi nell’Evangelo. Per dirlo
con una formula senza dubbio
troppo schematica, l’Evangelo
predica almeno la sovversione
quanto la conversione.
Tale è senza dubbio il messaggio di Marco e particolarmente l’intenzione del suo rac
Oggi più che mai è necessario lottare per superare lo
sfacelo di una « società dell'inefficienza e della corruzione ». Quale può essere l’apporto degli evangelici?
do cervello elettronico delle Multinazionali o il suo terminale italiano disordinato e disfunzionale,
le cose non cambiano di molto:
l’obiettivo è « chiudere il ’laboratorio’ della società di domani »
o « evitare che le organizzazioni
di massa mettano jl naso nella
gestione del potere »
Questo ci pare il nodo fondamentale con cui è ne.cessario confrontarsi oggi. Questo, e non in
primo luogo il terrorismo. Diciamo con la massima chiarezza che
questa affermazione non intende
minimamente e neppure per un
istante non dico giustificare ma
anche solo attenuare la gravità
degli atti che hanno insanguinato e continuano a insanguinare
il nostro paese.
Ma è pur necessario che non ci
lasciamo ipnotizzare dalla violenza terrorista, lasciandoci trascinare nella strumentalizzazione
che ne fanno le forze della « società della inefficienza e della corFranco Giampiccoli
{Continua a pag. 2)
DA HONG KONG NOTIZIE SU UNA CHIESA INDIGENA
Cristiani in Cina
Il bollettino delTUfficio delle
missioni della Chiesa Metodista
Unita di Hong Kong — informa
l’agenzia del Consiglio Ecumenico delle Chiese di Ginevra — ha
recentemente pubblicato un’intervista rilasciata in quella città
da una giovane cristiana proveniente dalla Cina, di nome Wong,
la cui intera famiglia, composta
di contadini, è cristiana.
La sorella 'Wong ha parlato in
particolare del culto di famiglia
e dello studio biblico a cui partecipa con i suoi e ha ricordato il
tempo della Rivoluzione culturale. « Che io sappia, ha detto, nessuno ne ha sofferto nel villaggio ». E dopo aver precisato che
anche alcuni funzionari del villaggio sono cristiani, ha soggiunto; « Talvolta ci hanno chiesto di
non cantare tanto forte durante
il culto; ma a parte questo, loro
facevano il loro lavoro e noi il
nostro ».
Parlando del culto la giovane
cristiana cinese ha detto che normalmente si tiene di sabato, giorno non lavorativo. « La gente assiste a diverse riunioni se ne ha
il tempo ed è interessata », ha affermato spiegando anche che il
canto, la preghiera, la lettura della Sorittura e la predicazione
hanno il loro posto nel culto e
che ciascuno è invitato a parteciparvi.
Wong ha rivelato che circa 100
persone sono state battezzate recentemente. « Si era d’inverno, ha
detto la giovane, e un funzionario locale ci ha detto scherzando
che non dovremmo battezzare
tanti bambini e vecchi che potrebbero prender freddo e che la
cosa si sarebbe dovuta segnalare
al dispensario Tindomani. Se così fosse stato, diceva il funzionario, egli avrebbe avuto delle noie
con il suo superiore. Ma tutto
andò bene e non ci fu nessun
malato ».
La chiesa indigena della quale
fa parte l’intervistata ha spesso
celebrato la Cena del Signore con
una liturgia «tradizionale». Wong
ha insistito sul fatto che la sua
chiesa non è mai stata in rapporto con gli « stranieri ». « Alcuni
dei nostri membri hanno il compito di viaggiare per il paese e
di visitare altre chiese locali, di
riunire i loro membri e i nuovi
convertiti. Che io sappia, essi
non incontrano difficoltà, mentre
ricevono da parte nostra una retribuzione mensile prelevata dalle nostre regolari offerte ».
Sempre dal SOEPI si apprende che tra i delegati alla Conferenza politica consultiva del popolo cinese — che si svolge parallelamente al Congresso nazionale del popolo con il compito
di rappresentare i gruppi cinesi
che non sono membri del Partito — figurano quest’anno 16
« rappresentanti degli ambienti
religiosi ». Tra questi dirigenti
cristiani, buddisti, musulmani e
tibetani, figurano Liu Liang mo
un tempo vice segretario della
Conferenza delle Chiese protestanti di tutta la Cina, il pastore
Ting Kuang Hsnu, vescovo ed ex
presidente della Facoltà di teologia di Nankino e due prelati cattolici, l’arcivescovo di Shenyang
Pi Shu shih, presidente dell’Associazione patriottica cattolica
cinese e Mons. Chang Chia shu,
vice pres. di tale associazione.
conto pasquale (Marco 16: 1-8).
Secondo l'autore, Gesù ha totalmente . rovesciato i valori correnti talché i suoi contemporanei, compresi i discepoli, non
hanno né potuto né voluto ricevere il suo messaggio. Quando
le donne si sono rese conto della risurrezione di Cristo, sono
rimaste sotto l'impressione di
una paura talmente forte che
hanno potuto rifugiarsi solamente nella fuga e nel silenzio. Il
mondo che era loro familiare è
sprofondato: la morte e il lutto,
la pietà e la consolazione, il martirio del loro eroe e il ricordo
luminoso che egli lascia. Tutto
un ordine stabilito è stato rovesciato.
Chi ne può calcolare le conseguenze? Chi può prevedere i mutamenti che la risurrezione porta incessanterriente all’esistenza
umana? Chi può calcolare le possibilità radicalmente nuove che
essa offre all’uomo? Nel primo
giorno della risurrezione il sole
si è levato sul mistero della potenza liberatrice, di Dio.
Se sovversione significa « rivolgimento delle idee e dei valori correnti, rovesciamento dell’ordine stabilito », l’evento di
Pasqua è senza dubbio sovversivo.
Per essere pienamente onesto,
devo dire che il carattere sovversivo delTEvangelo mi era apparso evidente già da molto
tempo. Ma unicamente sul piano delle idee. In questi ultimi
anni mi sono maggiormente reso conto che questa potenza sovversiva è, nella mia esistenza,
una minaccia oltre che una promessa di vita.
Così, da molto tempo, so che
la donna è partner pari all’uomo. Nel mio pensiero questo
non ha mai costituito un problema. Ma è stato necessario che
mia moglie scoprisse e manifestasse la sua libertà perché mi
rendessi conto del fatto che in
realtà questo rapporto di partner non mi era né congeniale né
facile.
Nella mia professione cerco
di incoraggiare le persone ad affermare le loro convinzioni personali, a prendere in mano il loro destino, a scegliere liberamente il loro posto e il loro servizio nella società. Talvolta anche lo fanno. Allora ho la sensazione di assistere a una specie di risurrezione. Ed ogni volta mi vedo rimesso io stesso in
questione. Una domanda mi colpisce direttamente: come la metti con la tua risurrezione? Osi
iniziarla già ora o la coltivi unicamente nell’orticello del tuo
pensiero nella speranza che essa fiorisca un giorno sulla tua
tomba?
Ecco come Pasqua porta la
sovversione nella mia vita.
UH Ruegg
SOMMARIO
Presenza evangelica
in Italia: S. Salvo 2
Predicazione e mezzi di comunicazione
di massa, di L. Pascal 3
Pasqua è salvezza,
di A. Adamo 4
Clonazione umana? 5
Cronaca delle valli 6-7
Problemascuola, una
rubrica per tutti 8
2
7 aprile 1978
[
PRESENZA EVANGELICA IN ITALIA
SAN SALVO
Uscire dalla discriminazione femminile
e dall'isolamento evangelico
Domenica 12 marzo si è tenuto a S. Salvo (Chieti) un convegno su « La donna nella chiesa e nella società » organizzato
dal 12o circuito. Il convegno era
stato in precedenza stabilito nell’assemblea di circuito svoltasi
a Villa S. Sebastiano il 2 ottobre 1977.
Sono convenute nella cittadina abruzzese le comunità di
S. Salvo stessa, di Carunchio, di
Villa S. Sebastiano, di Palombaro, di Campobasso, di S. Giacomo degli Schiavoni e Guglionesi ed inoltre i gruppi valdesi
e metodisti della diaspora molisano-abruzzese.
L’affluenza è stata notevole,
circa 150 persone, compresa la
presenza di un discreto numero
di cittadini di S. Salvo invitati
a partecipare mediante volantini e manifesti murali. Il convegno, presieduto dalla presidente
della PDEI Lidia Aquilante, che
con breve nota ha inquadrato il
problema della liberazione della
donna oggi e come si pone la
chiesa nei suoi confronti, si è
aperto con quattro relazioni introduttive tenute rispettivamente da Licia Cielo di Campobasso, da Erica Tomassone, rappresentante delle studentesse della
Facoltà di Teologia di Roma;
dal pastore Gianna Sciclone della Comunità di S. Salvo; e da
Carlo Salvatore, segretario della Camera del Lavoro di Vasto.
Ha fatto seguito l’intervento
della signora Chiovitti di S. Salvo, che ha offerto agli astanti
una testimonianza di fede come
donna, come credente e come
militante del P.C.I.
I temi sviluppati nelle relazioni a cui ha fatto seguito un
ampio dibattito che si è protratto anche durante le ore pomeridiane, sono stati articolati su
tre punti distinti. Licia Cielo ha
parlato della difficoltà che trova la donna neirinserimento in
questo tipo di società patriarcale e capitalistica e i relativi
problemi che si pongono alia famiglia. Gianna Sciclone ed Erica Tomassone, citando alcuni
passi biblici, hanno chiarito
quale era la posizione della donna al tempo di Gesù, fornendo
una obiettiva interpretazione
della figura femminile nella Bibbia riportata ai tempi d’oggi ed
il condizionamento religioso che
la donna viene a subire nella visione protestante ed in quella
cattolica.
II rappresentante sindacale,
statistiche alla mano, ha dato
un’ampia panoramica della donna nel mondo del lavoro facendo particolare riferimento alle
lotte e difficoltà affrontate in
Abruzzo.
I pareri che sono stati raccolti di alcune donne, variamente
impegnate in associazioni femminili o non impegnate coincidono.
II problema è come lottare affinché la parità di cui tanto si
parla non sia destinata a rimanere sulla carta; come possano
le donne in concreto far valere
i loro diritti e come difendersi
Il vero bersaglio
(segue da pag. 1)
ruzione » per confondere le carte,
nascondere i bersagli reali e ribaltare le responsabilità. È necessario che riconosciamo con
lucidità che al di là della mobilitazione contro la violenza terrorista si prospetta davanti a noi
una svolta di portata enorme e di
durata indefinita nei cui confronti dobbiamo ricontrollare le nostre scelte proprio alla luce degli scoppi più laceranti del terrorismo, scelte che vanno ben al di
là di questo o quel partito, questo o quello schieramento, scelte
che devono essere per una società di libertà, di partecipazione,
di controllo popolare, e non per
una società in cui le decisioni
centralizóte e nascoste lasciano
tutti i cittadini a dibattersi con
la rassegnazione, la paura, la rabbia e la violenza impotente.
L’apporto dei credenti
Si tratta di scelte obbligate per
i credenti? Ecco il problema che
turba e divide la nostra generazione e a cui non credo sia possibile dare una risposta netta e
univoca senza cadere in semplificazioni e settarismi.
Non sono scelte obbligate prima di tutto nel senso che non
esiste scelta, in campo etico, che
non sia relativa, provvisoria, che
non abbia bisogno di continua
riforma, che non si configuri come « tentativo» di risposta alla
vocazione evangelica.
Sono tuttavia scelte obbligate
nel senso che la « direzione » dell’impegno dei credenti deve essere il porre nel mondo vecchio
deH’uomo i segni del mondo nuovo di Cristo, mentre un rifiuto a
considerare questa parte della
nostra responsabilità — magari
sulla base della convinzione che
tanto il mondo ha da andare in
perdizione — si avvicinerebbe
pericolosamente alla dottrina del
« tanto peggio tanto meglio » che
sta alla base di tanta violenza odiema.
Nel confrontarci concretamente non solo sul rifiuto totale del
terrorismo ma anche sulla lotta
per una società nuova che il terrorismo impedisce, ci troveremo
quindi a compiere scelte forse
contradditorie, univoche eppur
divergenti. Ma compiremo un notevole passo avanti se dal confronto — pur necessario — di
queste scelte sapremo risalire allo « stile evangelico » che deve
caratterizzare il nostro agire e
che è poi l’apporto specifico che
come credenti abbiamo da portare nella lotta per una nuova
società. Esso comporta per esempio:
— Un amore per gli uomini
che supera le ideologie, i sistemi,
le etichette, che non riduce mai
gli uomini a mezzi rispetto a pretesi fini; un amore che sa chinarsi verso chi non condivide una
determinata scelta facendosi carico di tale frizione anziché contrapporvi l’auto-compiacimento
delle proprie certezze (Rom. 15:
1-7).
— Una libertà che non viene
dalle conquiste pur importanti
degli uomini ma che ne è invece
il presupposto più autentico,
traendo la propria realtà dalla
verità di Gesù Cristo; una libertà cioè che rifiuta in modo intransigente qualsiasi proposta di
attenuazione della verità in vista
di una pretesa maggiore libertà
(Giov. 8: 32).
— Una perseveranza che non
riposa sulla nostra testardaggine
o sul nostro costume minoritario, ma sulla fedeltà di Dio che
ha pietà delle nostre incoerenze
e perdona i nostri fallimenti grazie al suo patto di pace che non
sarà smosso neppure qualora i
monti e i colli del mondo in cui
siamo pur ben inseriti fossero
scossi dalle loro basi millenarie
(Is. 54: 10).
— Una speranza che non si fon
da su di un ottimismo nei confronti deH’uomo e della sua impresa collettiva, bensì sul segreto progetto che Dio ha deciso di
realizzare fin dal principio in
Cristo, non nel senso di un annullamento e di un rifiuto di ciò
che è umano, ma nel senso del
suo compimento, della « ricapitolazione » in Cristo di ciò che esiste. Franco Giampiccoli
Una visuale del Convegno di S. Salvo su « La donna nella chiesa e
nella società ».
legalmente da chi le vuole ancora discriminate.
Il convegno è servito senza
alcun dubbio come stimolo affinché ognuno prendesse profonda coscienza di tutti i problemi
che riguardano la donna e quindi la società intera.
Maria Rosaria Gargano
San Salvo
S. Salvo è un paese che contava fino a circa 10 anni fa solo
circa 3.000 abitanti ed era esclusivamente agricolo (i giovani
emigravajno e^sono.in varie parti
d*E9r&pà le défi^rido). »
Dà una decina d’anni è diventato un centro industriale (sia
pure nella solita maniera distorta e caotica, senza connessione
con la vocazione naturale della
zona, che sarebbe la campagna e
il mare); ha due grosse fabbriche: la SIV (3.500 operai) che
produce vetro (lunotti termici,
cristalli per abitazioni, automobili, per materiale edilizio) e la
Magneti Marcili (2800 operai) che
fa motorini d’avviamento.
A queste si aggiungono fabbriche minori di ceramiche, materiale prefabbricato, bitume,
stracci, ecc. raggiungendo un totale di occupazione di circa 8.0009.0000 operai, dei quali ormai la
maggior parte risiede a S. Salvo
o ci viene dai paesi vicini.
A S. Salvo esiste dal 1949 una
piccola comunità evangelica, formatasi, coinè altre nel Meridione, per la richiesta di un gruppo
di comunisti stanchi delle persecuzioni di un prete (che è ancora
fra i notabili che contano a S.
Salvo). Il gruppo si è però molto
impoverito per l’emigrazione ne
gli anni '50, così è rimasto un
vecchio ceppo molto fermo e
« militante » ma costituito da anziani, a questi si dovrebbero aggiungere le famiglie provenienti
dall’ immigrazione interna della
zona, quelli che dai paesetti delle montagne si spostano a S. Salvo per il lavoro. Ecco perché per
noi diventa una scelta importante essere presenti e farci conoscere a S. Salvo.
Ci sono molte difficoltà: i pendolari fanno già una vita difficile
e hanno spesso un doppio lavoro; quelli che si trasferiscono
sono spesso impegnati a « farsi la
casa » e una sistemazione conveniente. Così in pratica rimane
solo la militanza degli anziani, ai
quali il Circuito ha voluto dare
una mano. L’esperienza di queste «manifestazioni evangeliche»
organizzate dal circuito è positiva, lascia una buona impressione
nel paese in cui si è stati ed è un
utile esercizio per gli evangelici
spesso non più abituati a dover
parlare davanti ad estranei. Soprattutto ci aiuta a capire quello
che veramente siamo chiamati a
fare uscendo da un isolamento
ormai cronico che rischia di diventare un comodo rifugio. I
fratelli e in particolare le sorelle anziane di S. Salvo vengono da
una espierienza di lotte contadine
nel ’49-’50, quando furono occupate le terre dei discendenti dell’antico signore feudale D’Avolos
per chiederne la trasformazione
in colture specializzate. Alcuni in
quel tempo furono anche in carcere. Il coraggio nella resistenza
politica ha dato loro anche quello di cambiar mentalità, religione. Cosa avverrà oggi? Sono combinabili le due pratiche oppure
accanto alla lotta politica prevarrà piuttosto Fallontanamento
e l’indifferenza per l’Evangelo?
Giovanna Sciclone
Le nostre scuse
al 12** Circuito
Caro Direttore,
ho letto sul n. 10 del 10.3.’78 de
« La Luce » la notizia in seconda pagina : « Presenza evangelica in Abruzzo ». In tale trafiletto si parla di chiese valdesi del 12° Circuito che hanno
organizzato un convegno a San Salvo
(Chieti).
Sono rimasto perplesso da questa notizia perché vuol dire che o le chiese
metodiste del 12° Circuito non hanno
partecipato a quel convegno (il che
non corrisponde alla realtà dei fatti
dato che erano presenti sorelle e fratelli di tutte le chiese metodiste d’Abruzzo) oppure nel 12° Circuito non vi
sono chiese metodiste (il che è errato
dato che la presenza evangelica in
Abruzzo è quasi per la maggioranza
metodista).
Questa inesattezza mi ha molto sorpreso e preoccupato. Infatti o si è letta
male la lettera-circolare del Sovrintendente del 12° Circuito che dava notizia di questo convegno oppure si è
pensato che l’aggiunta « chiese metodiste » fosse di importanza trascurabile. Non nascondo la gravità di queste
ipotesi soprattutto in questo periodo
nel quale sta per concludersi il processo di integrazione globale tra Chiesa Valdese e Chiesa Evangelica Metodista.
Se vogliamo camminare insieme per
la via di una sempre più fedele e credibile testimonianza al Regno di Dio
nel nostro paese, occorre evitare proprio sul settimanale delle nostre due
chiese errori che possono in qualche
modo creare preoccupazioni alFinterno
delle chiese stesse.
Ti prego voler quindi pubblicare
questa rettifica che ritengo importante ai fini della chiarezza non solo della
informazione, ma soprattutto nei rapporti tra le nostre chiese.
Un fraterno saluto
Il Sovrintendente
Giovanni Anziani
Un rilievo giustissimo per un errore del quale chiediamo scusa alle chiese metodiste del 12° Circuito ed al
Sovrintendente Anziani. Tuttavia la
reazione non e un tantino sproporzionata? Non si sarebbe potuto avanzare,
tra tante preoccupate ipotesi, almeno
anche quella di una malaugurata svista redazionale? Dico questo in margine e senza voler sminuire la responsabilità del nostro lapsus.
Franco Giampiccoli
Convegno della
Federazione
del Triveneto
Su proposta del Consiglio della Federazione delle Chiese
Evangeliche del Triveneto si terrà a Venezia, nei locali della
Chiesa Valdese (Calle Lunga
S. M. Formosa - Palazzo Cavagnis. Castello 5170) un incontro
sul tema: «IL TERRORISMO
IN ITALIA : una prospettiva
di paura o di liberazione? ».
L’incontro è fissato per la
giornata del 16 aprile 1978.
Il tema sarà svolto dal pastore G. M. Grimaldi e sarà seguito da interventi e scambi di
opinione.
UN OCCHIO ALLA TV E UN ORECCHIO ALLA RADIO
Abbandonata la famiglia
Robinson al suo incerto destino, la rete 2 ci porta in
casa all’ora di cena il viso
tormentato di Nanni Loy. Il
biettivo puntato su di loro, i
personaggi di questi films si
comportano in modo buffissimo. Infatti tutti ridono, gli
spettatori a casa, le persone
le crudeltà che dà gusto allo
spettacolo.
Ma, per associazione di
idee, altre immagini si presentano alla mente: gli obiet
Chi ha voglia di ridere ?
regista commenta, spiega,
racconta, intervista contadini e pescatori per sapere se
sono contenti del loro lavoro (no, sono felici soltanto in
Emilia-Romagna perché hanno le cooperative) e in ultimo presenta « candid camera », la telecamera ingenua e
maliziosa che spia di nascosto il comportamento dei
passanti.
Coinvolti in situazioni assurde, inconsapevoli dell’o
che circondano Nanni Loy
nello studio.
Eppure, malgrado tutto
questo buonumore, qualcosa
fa rimanere a disagio. Compaiono sullo schermo persone semplici, cortesi, che collaborano anche se colte alla
sprovvista, ma in ultimo, sia
pure garbatamente, bidonate
e prese in giro. Lo spettatore
che ovviamente sa tutto, ride del prossimo in difficoltà,
è ancora una volta una sotti
tivi nascosti che seguono gli
uomini importanti, i microfoni-spia nascosti negli uffici,
la cinepresa che dall’alto del
palazzo di fronte filma l’entrata e l’uscita di chi presto
cadrà fulminato da una raffica di colpi. La farsa diventa dramma, la finzione assurda e divertente si trasforma
in tragica realtà.
E, a questo punto, con buona pace di Nanni Loy, la voglia di ridere se n’è andata.
L. V.
3
€
7 aprile 1978
ROMA - COMUNICAZIONE E TESTIMONIANZA
CULTO RADIO
ÌV,.
Annunciare PEvangelo
attraverso i **mass media’’
Un nuovo modo di comunicare, diventa nuovo modo di pensare - Un seminario, organizzato dal
servizio Rai-Tv della Federazione Chiese Evangeliche, con la partecipazione del prof, svizzero
Jean Marc Chappuis, ha esaminato le possibilità della predicazione radiofonica e televisiva
La predicazione, nella nostra
mentalità, è legata al pulpito. È
un modo di porgere il messaggio
dell’Evangelo legato a modi e regole particolari, che nel corso
dei secoli ha acquistato valore
quasi assoluto.
È difficile staccarci da questo
condizionamento, e ritenere altrettanto valide altre forme di
comunicazione del mesisaggio,
che richiedono regole diverse e
un diverso modo di trasmettere
« la Parola ».
Forse perché il « pulpito » nel
corso dei millenni, è stato rivestito di « sacralità », mentre le
nuove forme di comunicazione
sono laiche e mondane, spesso
disprezzate come consumisitici
« mass media »?
Non è superfluo ricordare che
Gesù ha usato il mezzo più immediato di comunicazione con i
suoi apostoli, discepoli e seguaci: la parola libera, senza pulpito, pronunciata in qualsiasi luogo e momento, senza particolare
sacralità, senza formalismi né riti, ma inserita nella vita quotidiana dei singoli e delle folle.
Questa « immediatezza », oggi,
è rappresentata più dalla radio e
dalla televisione che dal pulpito.
Siamo di fronte a un grande
mutamento nella comunicazione
del messaggio cristiano: la predicazione dell’Evangelo può raggiungere, oggi, il nostro prossimo proprio attraverso i « mass
media », e per essere efficace, deve servirsi di nuove regole, di
nuovi modi, di nuove tecniche.
Questo nuovo compito che il
predicatore dell’ Evangelo deve
affrontare è stato oggetto di una
settimana di studio, organizzata
a Roma, dal 13 al 19 marzo, dalla
Facoltà Valdese di Teologia in
collaborazione con il servizio radiotelevisione della Federazione
delle Chiese evangeliche italiane.
Preziose sono state le lezioni
del prof. Jean M. Chappuis, un
pastore che da anni sta lavorando nel campo dei « mass media »
in Isvizzera, dalla stampa ( « La
Vie Protestante ») alla televisione. Il suo corso e le relative
esercitazioni pratiche erano riferite in modo particolare alla predicazione televisiva.
In televisione l'immagine conta più che la parola: il predica
tore deve essere cosciente del valore della sua « telepresenza »
e del significato delle immagini
per la recezione del messaggio.
E’ una presenza specifica della
Chiesa nel mondo dello spettacolo, che va accettata con le sue regole tecniche ed estetiche.
Ma la « telepresenza » della
Chiesa avrà un carattere particolare: non fa spettacolo per mostrare se stessa ma per predicare Cristo. Attraverso le immagini televisive si vuol far scoprire
la realtà di Dio: i segni visibili
sullo schermo vogliono indicare
e rimandare ai segni di Dio.
Per questo il prof. Chappuis dà
molta importanza al carattere
« iconografico » della predicazione televisiva: attraverso la propria immagine il predicatore rimanda al Cristo che predica. E
questo, di solito, senza averne
coscienza.
Gli uomini sono « icone » di
Cristo. Il prof. Chappuis porta
l’esempio del racconto di Matteo 25: i protagonisti non sanno
che gli uomini, i propri simili,
sono « portatori di Cristo » e che
l’azione fatta a loro è fatta « come a Cristo ».
Si vede allora quanto sia difficile ed impegnativo « predicare
facendo spettacolo ».
E’ necessaria una vera « ascesi ». Dimenticare la cultura ■ tradizionale, la forma intellettuale
di affrontare ed esprimere la
realtà, il modo ecclesiastico o
teologico di esprimere la fede, e
trovare invece la semplicità, l’essenziàfità, la verità elei messàggio. Bisogna costantemente reinterpretare la propria esistenza.
Ed accompagnare all’immagine
di sé, « vera e limpida », tanto da
farne trasparire la realtà di Cristo, una parola altrettanto semplice, vera e chiara, una parola
comprensibile a tutti, che permetta di cogliere immediatamente la verità del messaggio.
Attraverso la esercitazioni abbiamo potuto renderci conto della distanza che corre fra il pulpi
to e lo schermo televisivo: ogni
difetto viene ampliato, ogni incertezza è evidenziata, il messaggio difficilmente viene recepito.
Ci siamo resi conto che non è
possibile utilizzare un sermone
« da chiesa » per lo schermo.
Per predicare in televisione è
necessario un nuovo modo di comunicare, che diventa nuovo modo di pensare, di esprimersi, ed
anche di essere. Una nuova « omiletica da spettacolo » che richiede anche una nuova teologia ed
una nuova etica?
Diverse ma non minori difficoltà sono legate alla predicazione
radiofonica. La tecnica è radicalmente diversa da quella televisiva. Sullo schermo è preponderante l’immagine. La radio impegna esclusivamente Fudito.
Per questo la predicazione radiofonica dovrà esprimersi per
immagini più che per concetti ed
astrazioni, per captare l’attenzione dell’uditore e creare in lui una
« visione interiore ».
Qttime perciò le indicazioni
dateci dal pastore Aldo Comba,
responsabile del servizio radiotelevisione della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia,
nei « sette punti omiletici per una
predicazione radiofonica ».
Naturalezza, precisione, convinzione, sicurezza e calma sono
indispensabili per comunicare
con efficacia il messaggio attraverso la radio. L’attenzione dell’uditore è facilmente distratta:
perciò il discorso non può cadere, l’interesse va mantenuto vivo.
costantemente, ma con un metodo di espressione ancora una volta diverso da quello da « pulpito ». Il discorso sarà sciolto, non
concatenato e dipendente da nessi logici; sarà essenziale ma figurato, semplice ma vivace ed
esplicito.
Alla radio siamo come degli
« stranieri, ma invitati », siamo
chiamati a testimoniare della nostra fede, ma dobbiamo usare un
linguaggio che raggiunga l’uditore medio, un linguaggio spoglio
delle nostre rappresentazioni
concettuali e culturali, che riesca
a penetrare con immediatezza
nel « quotidiano », neH’interesse
vivo di chi ascolta.
Come esercitazione, l’ascolto
di un divertente sciocchezzario
ci ha dato la misura degli errori
da evitare.
A tutti la nostra riconoscenza.
Lietta Pascal
Hanno collaborato a questo
numero:
Luigi Marchetti, Giovanni
Conte, Arnaldo Genre, Ivana
Costabel, Giorgio Tourn, Dino
Gardiol, Cipriano Tourn. La
vignetta di p. 5 è di Gianpiero Poggio.
Vn Gesù
Zapata?
Domenica 2 aprile. Ho appena
finito di ascoltare alla radio il
culto evangelico: sono delusa.
Non mi scandalizza quel che è
stato detto: ritengo corretta la
presentazione della politica dei
sommi sacerdoti e di Pilato, rna
non ho trovato nella predicazione il Gesù Cristo in cui credo.
Mi pare che tutto il discorso
che ho udito andrebbe benissimo se si riferisse per esempio
ad Emiliano Zapata: ha insegnato ai contadini diseredati ad
aver coscienza della propria forza, i potenti hanno creduto di
eliminarne il messaggio uccidendolo, i « peones » sono invece
convinti che sia ancora vivo sul
suo cavallo bianco e che si batta con loro quando lottano per
vivere da uomini. Il discorso sarebbe anche accettabile se fosse fatto da un ateo, che rispetta in Gesù il maestro di libertà
e di giustizia e ne accoglie l’insegnamento. Mancava invece il
« culto evangelico »: mancava, o
io non sono stata capace di coglierlo, l’annuncio scandaloso
della Resurrezione e dell’Ascensione.
Un’altra cosa non mi convince; credo di aver sentito ad un
certo punto parlare di giudizio
e di condanna dei potenti. Mi
pare che giudizio e ravvedimento siano annunziati a tutti, anche se è verissimo che Gesù non
è stato tenero con i potenti, ha
amato i sofferenti e gli umiliati;
ha predicato la liberazione degli
oppressi. Il lottare per un mondo migliore significa lottare perché le ingiustizie spariscano,
non perché si capovolgano, significa per tutti cambiare totalmente strada.
Marcella Gay
INCONTRO A TORINO COL SEGRETARIO GENERALE ENNALS
Un dibattito critico su Amnesty
Presso la Fondazione Einaudi in Torino, il Segretario Generale di Amnesty International,
Martin Ennals ha tenuto una
conferenza sull’attività e gli scopi di questa associazione, a cui
■ha fatto seguito un interessante
dibattito. Martin Ennals era stato precedentemente ricevuto assieme alla responsabile della
Sezione Italiana, Margherita Boniver e a un gruppo di aderenti, dal Presidente della Regione
Piemonte.
Ennals ha incominciato dichiarando che A. I. non è un’associazione pacifista né un movi
Diritti del fanciullo
e Namibia
aii’attenzione dei
Consigiio Ecumenico
In previsione dell’anno internazionale del fanciullo (1979) il Comitato Esecutivo del CEC (riunitosi in febbraio vicino a Zurigo) ha assunto diverse iniziative: organizzazione di colloqui
da parte del CEC por illustrare e
dibattere i temi dell’adozione,
dei nuovi modelli di assistenza
all’infanzia svantaggiata (handicappati, orfani, ecc.) e del posto
che riveste il fanciullo nei programmi di sviluppo. E’ stato anche auspicato che nella Commissione per i diritti dell’uomo
venga dato maggior peso alla
considerazione sui diritti del fanciullo.
Il Comitato Esecutivo del CEC
si è anche soffermato a esaminare la situazione della Namibia, dimostrandosi preoccupato
per le tensioni che si vanno aggravando. Il CEC chiede che la
popolazione locale sia al più presto messa in condizione di una
autodeterminazione, mettendo fine alla politica del « divide et
impera » che sembra così cara al
regime di Pretoria. In questo
quadro si richiede che le forze
militari e di polizia siano ritira
lechi dal mondo cristiano
a cura di BRUNO BELLION
te e al loro posto venga insediato
un contingente internazionale di
caschi blu dell’QNU.
La Santa Cena
può essere distribuita
anche ai fanciulli
battezzati
Così ha deciso il Concistoro di
Ginevra, d’accordo con la Compagnie des pasteurs e con la
Comimissione per l’istruzione religiosa. Si tratta di una decisione
che era stata sollecitata dalla
parrocchia di Servette. Nella decisione si precisa che il bambino
che desidera ricevere la Cena deve farne richiesta al pastore della sua chiesa, dimostrando di
aver compreso il significato del
suo gesto. In caso che il bambino non abbia ricevuto precedentemente il battesimo, il pastore
lo preparerà a questo atto in col
laborazione coi suoi genitori.
Questa decisione del Concistoro ginevrino si colloca in una
problematica più vasta, che è
quella dell’ annuncio evangelico
alle giovani generazioni.
Unione di Cbiese
in Belgio
Il tema dell’unità del Protestantesimo si sta dibattendo in
Belgio ormai da cinquant’anni.
Da sei anni è allo studio la fusione dell’Eglise protestante de
Belgique (che conta 64 luoghi
di culto), l’Eglise réformée de
Belgique (41 luoghi di culto) e
le Gereformeerde Kerken in Belgié (7 luoghi di culto). L’unificazione di queste Chiese dovrebbe divenire effettiva nel gennaio
1979; la proclamazione solenne
della fusione è prevista per l’ottobre 1978.
La Chiesa unificata si chiamerà : « Eglise Protestante unie de
P-'elgique». (B.I.P.).
mento umanitario; il suo terreno di azione è strettamente definito da alcuni articoli della
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (relativi alla libertà di espressione, di idee politiche o religiose, al divieto di
discriminazione per tali motivi
o motivi razziali) e dall’interesse verso quelle persone che sono state private della loro libertà in contrasto ai diritti menzionati e non abbiano usato o
promosso l’uso della violenza.
Becondo Ennals, per la difesa dei Diritti dell’Uomo non si
può fare assegnamento sui governi perché questi hanno interessi primari diversi, e cioè l’ordine interno, i problemi economici e sociali propri e mai concretamente i D.d.U. specie al
di là delle proprie frontiere. Per
contro l’interesse per questa difesa in campo internazionale
esiste nei partiti, nei sindacati e
in generale in numerose associazioni non governative.
A.I. lotta altresi per l’abolizione della tortura come mezzo
e prassi di governo indegna dell’essere umano e contro la pena di morte.
Ad evitare una monotonia di
consensi che non desta interesse, è stato richiesto ai presenti
di fare soprattutto interventi
critici. Questi non sono mancati; è stato contrapposto il pragmatismo anglosassone che sembra contraddistinguere l’attività
di A.I. al criterio in certo senso
più filosofico e latino che vorrebbe fosse anzitutto precisato
che cosa s’intende per violenza,
se questa non esista anche all’infuori dell’uso delle armi in
campi come quelli dell’informazione, della fabbricazione di
mezzi di detenzione e molti altri. È stato richiesto se l’azione
di A.I. non si risolva nella liberazione di prigionieri poco importanti mentre i più importanti rimangono dentro, come possa A.I. affermare di aver determinato la liberazione di un detenuto, come possa realizzare
una effettiva indipendenza dai
governi, da possibili influenze o
infiltrazioni di servizi segreti. E
ancora, sempre sul concetto di
violenza se atti come l’occupa
zione di case possono essere definiti violenza e se A.I. non pensa di dover estendere lo studio
dell’uso della violenza.
Nel rispondere a queste ed
altre analoghe domande il Segr.
Gen. ha sottolineato soprattutto
che il campo di azione di A.I.
è definito dal contenuto dei trattati internazionali che non sono
opera di A.I. ma dei governi
che li hanno sottoscritti. A.I.
non ha competenza sullo studio
di tali trattati e in generale sui
concetti filosofici e sociali di libertà e di violenza. Ma partendo dalle dichiarazioni dei Governi A.I. agisce per ottenere da
loro il rispetto dei loro impegni
nei riguardi delle libertà e dei
diritti menzionati. Cos', quando
in Argentina si avverano massicce sparizioni di cittadini,
quando l’Iran che per primo ha
ratificato i trattati internazionali massacra o tiene in galera migliaia di oppositori, la Russia
soffoca il dissenso interno con
le cliniche psichiatriche, Amnesty interviene per denunciare la
responsabilità di quei governi.
Quanto all’interpretazione del
valore di parole come_ violenza
e libertà è compito che riguarda Università o centri di studio
politici o sociali, ma non A.I.,
la cui azione si basa sui fatti.
Proprio per questa concretezza della sua azione e per la precisa delimitazione del suo campo che evita ogni equivoco, per
il fatto che si preoccupa sempre
di agire e di fare e non di studiare, di esplorare, di teorizzare su quanto si dovrebbe fare
(ciò che secondo l’esperienza di
Ennals rappresenta uno dei
maggiori freni all’azione), A.I.
ottiene sempre maggiori adesioni mentre attraverso il sostegno
personale degli aderenti — che
costituisce la sua unica fon,te di
finanziamento — può rimanere
indipendente dalle pressioni di
qualsiasi autorità.
Nella stessa riunione la Presidente Nazionale Italiana, Margherita Boniver, ha presentato
il Rapporto 1977 tradotto per la
prima volta in italiano in cui è
illustrata l’azione sviluppata da
A.I, mediante i suoi 16C mila soci circa in 120 nazioni.
4
7 aprile 1978
__________LE RADICI VETEROTESTAMENTARIE DELLA PASQUA
Pasqua è salvezza
La ricerca di uno studioso che denuncia la propria formazione cattolica quando dall’esegesi passa a conclusioni ecclesiologiche
Questo lavoro sul valore salvifico della Pasqua * veterotestamentaria-giudaica è stato originariamente presentato dal suo
autore, i] cattolico svizzero
Notker Fiìglister, come tesi di
dottorato alla Facoltà del Pontificio Ateneo di S. Anseimo in Roma nel 1962.
La presente edizione italiana,
che è la traduzione dell’opera
apparsa in Germania nel 1963,
costituisce il secondo volume
della serie Supplementi al Grande Lessico del Nuovo Testamento.
Notker Füglister con questa
indagine ha compiuto un approfondito e documentato lavoro
di ricerca, anche se purtroppo la
bibliografia è aggiornata soltanto fino al 1962.
L’opera si compone di cinque
grandi parti suddivise in complessivi diciassette capitoli, più
un’appendice con la bibliografia.
Nella prima parte l’autore espone lo scopo della sua ricerca: « (...) La presente ricerca si
prefigge il compito di ricostruire le visuali di salvezza veterotestamentarie-giudaiche, sviluppate dall’evento della pasqua e
legate alla liturgia pasquale ».
* Minuscolo nel testo italiano.
(pag. 14). Egli desidera dimostrare che è possibile, tenendo
conto delle tradizioni pasquali
veterotestamentarie - giudaiche,
porre le basi di una teologia della salvezza fondata sulla Pasqua
e conforme alla rivelazione.
Nella seconda parte Fùglister
tratta degli elementi della celebrazione pasquale; l’agnello pasquale; il sangue della pasqua;
il pane azzimo, il vino e le erbe
amare; il convito pasquale.
Questa parte è molto convincente, perché l’autore si attiene
scrupolosamente ai testi giudaici antichi, evitando di condizionarne il contenuto con giudizi
di ordine confessionale.
Nella terza parte egli indaga
sulla terminologia della salvezza pasquale; il male; l’azione salvifica; lo stato di salvezza e il
fine della salvezza; i mediatori e
gli strumenti della salvezza.
L’autore riconosce che il concetto di merito, riferito alla salvezza, pur essendo largamente
diffuso e comunemente adoperato nel giudaismo, non è adoperato nel Nuovo Testamento.
Egli afferma però che il concetto di merito come obbedienza ha in un certo senso preparato il cristianesimo; infatti il sacrificio di Gesù, in quanto nuovo Agnello pasquale, sarebbe.
secondo Fùglister, un atto di
obbedienza (pp. 230-33).
La tematica salvifica della Pasqua viene trattata nella quarta
parte. Tre sono i capitoli che la
compongono: la triplice dimensione della pasqua veterotestamentaria-giudaica (passato, presente e futuro salvifico della pasqua); pasqua e alleanza; pasqua
ed espiazione.
Il paragrafo sulTattualizzazione oggettiva della salvezza pasquale (pp. 271-74) risente particolarmente della formazione cattolica dell’autore; egli, anche se
molto elegantemente, ribadisce
qui il concetto di ripetitività
del sacrificio di Cristo.
Lineamenti di una soteriologia
paschalis (salvezza pasquale)
veterotestamentaria-cristiana è
il titolo della quinta ed ultima
parte.
Quattro i capitoli che le danno corpo: la salvezza come liberazione; la funzione del liberatore; l’aspetto liturgico sacramentale; l’orientamento ecclesiologico-escatologico.
In questa parte, ancor più che
nelle altre, è riscontrabile un
certo condizionamento confessionale. A pagina 342 Fùglister
afferma: «(...) Il singolo trova
la sua salvezza nella chiesa (...).
Questo legame con la chiesa.
che è identico al legame con Cri-,
sto, è continuamente rinnovato e
attualizzato nella celebrazione
eucarisiica ». Questa affermazione dà per scontato che la salvezza è raggiungibile soltanto attraverso la cWesa, e nel quadro
di un ben sistemato ordine sacramentale e sacerdotale.
È certo che quando l’autore
allontana la sua ricerca dall’ambito veterotestamentario risulta
meno convincente.
In Appendice c’è un utilissimo indice dei termini ebraici
(aramaici) e greci più importanti.
Evidentemente ci troviamo di
fronte ad un lavoro accessibile
soltanto a chi ha già una preparazione esegetica di base.
La parte esegetica veterotestamentaria è scientificamente valida ed esente da eccessive forzature confessionali; meno felici
sono a volte i richiami neotestamentari e le conclusioni ecclesiologiche che egli trae dalla sua
indagine.
Antonio Adamo
Notker Fùglister, Il valore salvifico della pasqua, supplemento n. 2 al Grande Lessico
del Nuovo Testamento, Paideia Brescia 1976, pp. 377,
L. 12.000.
INTERVISTA A DUE STUDENTI ESTERI
Lo studio della teologia
a Roma e in Germania
Elisabeth Töpfer e Gunnar
Berudsen sono i due « stranieri» (ogni anno ce ne sono)
iscritti quest’anno in Facoltà. A
loro abbiamo chiesto quale differenza trovano rispetto alla loro situazione in Germania Occidentale.
— La situazione delle Facoltà
di Teologia in Germania Occidentale è molto diversa dalla vostra situazione. L’istruzione per
diventare un pastore della chiesa evangelica in Germania è organizzata in un altro modo. Le
Facoltà di teologia appartengono alle Università statali e ci
sono moltissimi studenti e studentesse in teologia, per esempio a Tubinga e -CJottinga ci sono mille studenti in ciascuna Facoltà teologica.
— I professori in teologia sono nominati dalie chiese?
— No, i professori sono impiegati dello stato, e di regola
non hanno mai lavorato nella
comimità, non hanno nessima
esperienza pratica della chiesa.
Infatti, la teologia tedesca che
si fa all’Università è totalmente
separata dalla vita della chiesa.
Per esempio a Tubinga la domenica c’è un culto per la comunità e dopo un culto per gli
studenti fatto da un professore.
— Come mai c’è questa così
profonda separazione tra studio
teologico e comunità?
— Questa situazione della separazione fra la chiesa e la teologia universitaria è sorta di
nuovo dopo la fine della seconda guerra mondiale. In quel
momento c’era la possibilità di
organizzare e strutturare tutti i
rapporti della chiesa e della teologia in maniera diversa e quindi la possibilità di costituire le
facoltà dipendenti dalla chiesa,
come ha fatto la Chiesa Confessante nel terzo Reich, e non
dipendenti dello stato. Ma si è
persa questa occasione.
— Quali sono le cause?
— Forse non si è riusciti a
fare luce sul problema della
simpatia della grande maggioranza della chiesa tedesca con
lo stato fascista e della sua partecipazione ai movimenti nazionalisti e fascisti già nella Repubblica di Weimar. E non si è
aperta una riflessione sufBcien
te sul rapporto fra la chiesa e
lo stato.
Quindi l’istruzione teologica
rimane gestita dalle Università statali. Per questo la teologia tedesca è sempre costretta
a dare a se stessa una legittimazione nei confronti delle scienze
umane ; discutendo soltanto i
problemi sorti dall’ambito intellettuale la teologia si stacca dalla chiesa.
— La Chiesa accetta la teologia accademica?
— Secondo noi la chiesa in
Germania si è fatta un serbatoio, dove si trovano opinioni
molto diverse tanto politiche,
tanto teologiche. La chiesa ha
interiorizzato un pluralismo che
le impedisce di prendere posto
nei confronti dei problemi sociali.
Abbiamo fatto l’esperienza
qui a Roma che ci sono dei rapporti fra la chiesa, le comunità
e la Facoltà. Sebbene si faccia
quasi la stessa teologia come in
Germania, qui si confronta di
più con la realtà della chiesa a
cui il nostro lavoro è indirizzato.
___________A DIECI ANNI DALL’ASSASSINIO
Martin Luther King
una voce profetica molto
celebrata e poco ascoltata
« Guai a voi scribi
e farisei ipocriti, perché edificate i sepolcri ai profeti, e adornate le tombe dei
giusti... » (Mt. 23: 29).
Guai non solo a
chi uccide i profeti,
ma anche a chi edifica loro dei sepolcri.
Sepolcri di marmo, ma anche sepolcri di carta stampata, anche sepolcri fatti di discorsi.
Sepolcri di ogni genere, purché i profeti siano ben sotterrati, e per sempre. Purché tacciano.
Guai a voi perché
edificate i sepolcri ai
profeti quando sono
morti invece di ascoltarli quando sono
vivi.
L’unico mo do di
onorare i profeti è di
non onorarne la persona, quando sono vivi, o la memoria,
quando sono morti, ma di ascoltarne il messaggio.
L’unico modo di onorare i profeti è di ascoltarli.
Guai a voi perché prima non li avete ascoltati ed ora sotterrate il loro messaggio con i vostri discorsi.
Non dovreste parlare, ma solo ascoltare.
I vostri discorsi sono il sepolcro dei profeti.
Guai a voi, perché invece di ascoltare, parlate.
E più facile parlare che ascoltare.
E più facile parlare che ascoltare i profeti. Le noFStre parole ci piacciono più delle loro.
« Nessun profeta è ben accetto nella sua patria » (Le. 4: 24):
la patria di Martin Luther King era la Chiesa.
P. R.
(Da La Luce del 26 aprile 1968).
TRIBUNA LIBERA
Valdesi di ieri e di oggi
Nell’imminenza delle celebrazioni
annue del XVII febbraio sono apparsi
sull’« Eco-Luce » del 20/2 due rapidi
scorci di storia valdese, che meritano
qualche riflessione.
Nel primo su I ministeri nel valdismo medioevale l’autore, Giovanni Scuderi, scriveva tra l’altro che « nessuna
fonte ci autorizza... a concludere che
anche i Valdesi italiani condividessero
in pieno la strutturazione gerarchica
dei ministeri dovuta ad un chiaro fenomeno di ricattolicizzazione e carat
teristica di quel ramo francese,del valdismo medioevale che scomparirà nel
corso del XIV secolo o al più tardi agli
inizi del XV ». Ora, qualche rigo prima, veniva giustamente ricordato che
« la leggenda della ordinazione di Valdo per mezzo della imposizione delle
mani da parte dei fedeli » era già viva verso la metà del sec. XIII proprio
« nell’ambito del valdismo italiano »,
ma si ometteva di citare uno scambio
di lettere avvenuto nella seconda metà
del secolo seguente tra i Valdesi lombardi e quelli di Austria, nelle quali
quella leggenda è a tal punto ampliata che il mercante Valdesio di Lione
(questo è il nome con cui viene ricordato nelle fonti più antiche e più probanti) è addirittura trasformato in un
prete, non è più considerato l’iniziatore
del moto valdese, ma un suo « restauratore », e gli si appioppa per la prima volta il duplice ibrido nome di
Pietro il Valdese o della Valle, poi
trasformato in Pietro Valdo. Dunque
il valdismo italiano è il maggior responsabile di quella « ricattolicizzazione » (direi meglio « clericalizzazione »)
sulla quale si sofferma Scuderi, e ciò
ben prima della triplice strutturazione
gerarchica dei ministeri che troviamo
in documenti inquisitoriali della Francia meridionale. Ma, anche qui, questa
triplice distinzione, più che un fenomeno di « ricattolicizzazione », è semplicemente il richiamo a quanto i nostri antenati trovavano ben strutturato
nelle epistole paoline : con Tavvertenza, però, che, se si traducono esattamente dal latino medioevale i termini
di diaconus c di presbiterus, altrettanto
si dovrebbe fare per il termine di episcopus. Infatti, come dal presbiterus è
scaturito poi il prete, e non semplicemente Vanziano, cosi dall’episcopus è
spuntato fuori il vescovo, e non semplicemente l’episcopo, cioè il sorvegliante, il sovrintendente, che sono termini più semanticamente fedeli sia alla tradizione neo-testamentaria, sia a
quella posteriore del presbiterianesimo
moderno e contemporaneo, del quale,
a mio modo di vedere, la tradizione
valdese medioevale dei tre ministeri è
l’antecedente più evidente. In questo
contesto anche la figura del majoralis
va vista secondo l’ottica del presbiterianesimo riformato più che secondo quella deU’episcopalismo, luterano, anglicano o cattolico romano che sia. Infine,
non vedo come si possa documentare
ragionevolmente che « il ramo francese del valdismo medioevale » sia scomparso « nel corso del XIV secolo o al
più tardi agli inizi del XV ». Se è vero
che la prima decisione di voler iniziare
dei contatti con la Riforma sarebbe
stata presa al di qua delle Alpi ad una
riunione dei « barba » avvenuta nel
1526 a Laus nell’alta vai Chisone, tuttavia quattro anni più tardi l’iniziativa era nelle mani dei Morel e Masson,
che non erano italiani ma francesi, e
furono inviati in Svizzera e in Alsazia dai « barba » stavolta riuniti dall’altra parte del versante alpino, a Mérindol, nel cuore della Provenza. Ed è
a pochi passi da Mérindol che nel
1532, nell’anno stesso del Sinodo di
Chanforan, veniva processato dall’inquisizione ad Apt il « barba » Griot
proprio al suo ritorno da quella famosa
assemblea.
In quanto al bilancio di 130 anni di
storia fatto da Armand Hugon (Non
addormentiamoci su falsi allori), l’autore insiste, indubbiamente nella scia
del titolo dell’ultimo volume di Giorgio Tourn, sull’« identità popolo chiesa » che, se era « evidentissima nel
1848..., oggi ancora è una realtà con
cui bisogna fare i conti ». Tra i tanti
fattori negativi che avrebbero fatto
perdere ogni rilevanza alla qualificazione « valdese », Armand-Hugon si
sofferma sul « singolare accanimento
con cui tanti Valdesi si sono messi a
far fuoco incrocialo su molti elementi
tradizionali, sui valori della cosiddetta
cultura popolare, sulle caratteristiche
belle e sane di una gente che nella sua
storia religiosa ha il suo volto più genuino »; ma, poche righe sotto, l’autore è costretto ad ammettere che l’opera di evangelizzazione in questi 130
anni non ha sortito « grossi risultati »,
e si domanda « se il difetto stia nel
metodo di evangelizzazione o nella sordità del popolo italiano ». Ora, un conto sono le nostre lacune, un altro conto
è la cosiddetta « sordità » del nostro
popolo. Non è un mistero che proprio
alle Valli molli valdesi, pur essendo fieri del loro nome, non mettono piede
nel tempio che in occasione dei funerali, non contribuendo in alcun modo,
né materialmente né spiritualmente,
alla vita delle nostre comunità. In
quanto alla « sordità » del popolo italiano, che cosa dire dei successi di altre cospicue frange dell’evangelismo
peninsulare, quali, per esempio, le Assemblee di Dio e le Chiese libere? C’è
indubbiamente qualehe cosa che non
va nelle nostre file. Il binomio chiesapopolo scricchiola paurosamente. Se il
popolo è valdese solo di nome, non è
più chiesa, almeno quella chiesa dove
soffia lo Spirito e che perciò non è legata né alla storia, né alle tradizioni, né
tantomeno ai monti dell’ex-ghetto valdese. E’ questo forse « far fuoco incrociato... sulle caratteristiche belle e sane » della nostra gente?
Giovanni Gönnet
5
7 aprile 1978
- 5
• /T.
Clonazione: riproduzione genetica di copie identiche a partire da uno stesso modello. Non si
tratta di una novità, anche se tanti di noi non
ne avevano mai sentito parlare. La novità
consisterebbe nella prima applicazione di questo processo all’essere umano. La notizia — che ha suscitato grande scalpore e che negli Stati Uniti è stata definita « l’invenzione più pericolosa dopo la bomba
atomica» — non è assolutamente accertata ma riteniamo importante prendere coscienza di alcuni problemi sollevati da quella branca della ricerca scientifica che si chiama — con un termine che non può
non preoccuparci — « ingegneria genetica ».
Concepiti in
laboratorio
gli uomini
su misura?
li
Se è autentica la notizia che è
rimbalzata, in questi giorni, dalFAmerica in Italia si aprirà una
nuova era nel campo della riproduzione della specie umana. Tutta la questione sta per apparire
nel nostro Paese, in un libro della Mondadori scritto da David
Rorvik, giornalista specializzato
nella divulgazione scientifica. Ma
di cosa si tratta? Ebbene sembra, almeno stando al New York
Post del 3 marzo, che il solito miliardario americano (il quale conserva l’anonimato) abbia finanziato, per la durata di alcuni anni, un esperimento di clonazione
(riproduzione genetica di uno
stesso modello) perfettamente
riuscito. Tant’è che il figlio del
miliardario, che oggi ha 14 mesi,
è una copia perfetta del padre in
tutto il suo patrimonio genetico.
La meccanica dell’ esperimento
ha seguito questa via: si è presa una cellula del padre, le si è
estratto il nucleo (ma secondo
alcuni è un’impresa di microchirurgia quasi impossibile) che
contiene tutto il patrimonio dei
caratteri ereditari e lo si è innestato in un ovulo femminile (dopo aver tolto il nucleo dell'ovulo). Una volta che il nucleo maschile ha attecchito all’ovulo, lo
si è innestato nell’utero femminile. A questo punto la donna,
dopo una gravidanza regolare ha
dato alla luce un maschietto (il
sesso dipende solo dalla cellula
iniziale) identico, nei suoi caratteri, all’individuo a cui è stata
prelevata la cellula iniziale.
Un laboratorio
clandestino
Si viene così a riprodurre in
laboratorio, con estrema precisione, l’individuo « donatore di
cellula », Per quanto fantascientifica, la notizia potrebbe essere
vera perché dal punto di vista
teorico questa possibilità non è
completamente esclusa dagli
scienziati. Alcuni esperimenti in
questo senso (riproduzione di anfibi e ortaggi) hanno già dato risultati positivi. Ma la scienza
sembrava ormai e.ssersi fermata
sulla soglia dei Mammiferi. La
notizia quindi dell’autoriproduzione di un uomo ha riproposto
la vecchia catena genetica di laboratorio in termini nuovi, susci
tando un largo dibattito etico e
scientifico. In Italia il settimanale « Panorama » ha già anticipato
nel n. del 21 marzo un’ampia
inchiesta su tutto questo problema anche per appurare la veridicità della strabiliante notizia. E
in un’intervista al biologo, di
fama internazionale. Cavalli Sforza, si apprende che la legislazione
americana proibisce esperimenti
di questo tipo sugli esseri umani.
« Solo un’organizzazione segreta
chiarisce Cavalli Sforza —
avrebbe la capacità di realizzare
in laboratori clandestini un costosissimo clone. L’impresa narrata da Rorvik può esser costata
al miliardario qualche centinaia
di milioni di dollari dato che le
ricerche genetiche hanno costi
proibitivi, implicano l’utilizzo di
parecchio personale ultra specializzato e l’impiego di équipe di
alto valore scientifico ». In questo tipo d’esperimento non sono
pochi a intravedere un pericolo
per l’umanità intera.
Così la pensavano
i nazisti
Infatti, attraverso la clonazione, si attualizza l’ideologia nazista legata al concetto di una razza superiore, una razza caratterizzata da un preciso ’’cliché” somatico. Non per nulla, il grande
(si fa per dire) teorico nazista
Artur Rosenberg, imimaginava
nella sua mente perversa il « controllo sociale sulla riproduzione
della specie » per invadere il
mondo con un ben preciso tipo
d’individuo, riconoscibile da lontano. L’individuo doveva essere
alto, biondo, muscoloso, un tipo
eroico; ma dalle farneticanti pagine pseudo-filosofiche di Rosenberg il nazismo non riuscì a fare
il salto ’’scientifico” necessario
per creare, in laboratorio, l’ariano di cui aveva bisogno. Oggi invece, almeno stando alle notizie dei mass-'media, questo traguardo non sembra più irraggiungibile.
In questi ultimi anni, in campo biologico, non sono mancati
dei progressi incredibili: si è
passati dalla fecondazione artificiale della donna all’ovulo in
vitro che, dopo alcuni giorni di
sviluppo dell’ embrione, viene
reinnestato nell’utero della donna. Tuttavia, nonostante il rapido susseguirsi di notevoli risultati in campo genetico, alcuni autorevoli scienziati, permangono
scettici sulla possibilità di arrivare al traguardo della clonazione umana e peggio ancora del
suo utilizzo su larga scala. « Se
la clonazione deH’uomo divenisse mai possibile — còsi ha dichiarato al periodico il genetista
americano Motulky — è improbabile che sarebbe largamente
utilizzata. La creazione di gruppi scienziati militari o di brutali
soldati ottenuti per clone da uno
Stato deciso a conquistare il
mondo, è una possibilità remota.
Inoltre, poiché i cloni impiegherebbero per lo 'sviluppo un tempo uguale a quello di qualunque
essere umano, normale, è probabile che uno Stato a regime totalitario cercherebbe sistemi più
semplici per soggiogare i popoli ».
Ma chi decide
la ricerca scientifica?
In conclusione ci sia lecito osservare con rincrescimento che,
almeno stando alle notizie che si
hanno, la ricerca biologica può
imboccare piste discutibili rispetto ai bisogni dell’ umanità.
Anziché orientarsi compatta, anche a livello internazionale, sul
problema delle malattie ereditarie e della loro prevenzione o di
altre malattie, come il cancro,
(non che quest’ ultima ricerca
manchi ma ci sembra insufficiente) vien fatto di credere che vengano spesi in esperimenti biologici immensi capitali, soprattutto in Paesi ricchi, che perseguono altre finalità rispetto alle esigenze reali delle popolazioni. Chi
decide l’indirizzo della ricerca
biologica? La gente comune vien
posta brutalmente di fronte a
delle terribili scelte etiche solo
al termine di determinati esperimenti in laboratorio; cioè a cose
fatte. Ma chi ha deciso l’indirizzo
di una determinata ricerca? Il
campo delle ricerche scientifiche,
in linea generale, è in mano ai
soli studiosi che non possono essère accusati se arrivano a determinati risultati (potrebbe essere
la clonazione) perché questo rispetto che circonda il laboratorio fa parte delle regole del gioco. Una volta raggiunto un determinato risultato scientifico il
problema sarà semmai quello
dell’uso che di questo risultato si
potrà fare. Così, finché gli organismi di controllo della ricerca
scientifica saranno in mano soltanto ad un oligarchia di tecnici
e scienziati la popolazione dovrà
solo risolvere (e questo sarebbe
già molto) l’aspetto etico di un
risultato scientifico. Se questa
divisione mentale si saldasse e
tutti i problemi iscientifici, ridotti ai minimi termini, diventassero oggetto di 'dibattito e presa di
coscienza da parte della gente
gli scienziati avrebbero di fronte
a loro una chiara linea di ricerca
su cui progredire, oltre ad un
controllo sul loro lavoro. Invece
spesso col pubblico denaro si finanzia la ricerca scientifica senza
mai poter sapere un accidenti di
cosa si ricerca nei laboratori e a
quali risultati isi tenta di arrivare. Per rimanere alla notizia del
giorno è chiaro che il creare un
« individuo geneticamente identico al donatore » non è certamente la medicina migliore per curare le sofferenze e le malattie
dell’umanità.
G. Platone
Alla ricerca della propria identità
In una prospettiva di fede, la
notizia del bimbo americano
« creato in laboratorio », ci impone alcune riflessioni. Nella
Genesi leggiamo che Dio creò
l’uomo a sua immagine e somiglianza. Noi crediamo che solo
Dio ha il potere di creare. L’uomo può solo generare dei figliuoli che sono in certo modo
la riproduzione di se stesso.
Nel credo Niceno è detto che
il Piglio di Dio è stato «generato, non creato » dal Padre.
L’uomo è stato oggetto di un
particolare atto creativo da par
te di Dio. L’espressione biblica
della « immagine e somiglianza
di Dio », va intesa nel senso che
all’uomo è stata data la capacità, che solo Dio possiede in assoluto, di intendere, di volere,
di amare. Solo l’uomo riceve da
Dio uno spirito vitale. Questo
dono fa dell’uomo una creatura
diversa da tutte le altre, ne fa
il capolavoro della creazione,
l’essere di cui Dio si compiace,
in cui Dio ripone la sua fiducia
e che Egli vuole associare al
dominio della natura, al raggiungimento dei suoi fini, alla attua
Così nel 1932 descriveva il futuro uno scrittore inglese
Un^inquietante previsione
« Un prodigioso miglioramento rispetto alla
natura, ammetterete. Dei gemelli identici, ma non
in miseri gruppi di due o tre per volta come negli
antichi tempi vivipari, quando talvolta un uovo
poteva accidentalmente scindersi; ma proprio a
dozzine, a ventine per volta... »
« A ventine » ripetè il Direttore: e allargò le
braccia come se stesse distribuendone con abbondanza. « A ventine. »
Ma uno degli studenti fu abbastanza sciocco
da chiedergli in che consisteva il vantaggio.
« Ma caro il mio ragazzo! » Il Direttore si
voltò rapidamente verso di lui. « Non vedete?
Non vedete? » Alzò la mano: la sua espressione
era solenne. « Il Processo Bokanovsky ' è uno dei
maggiori strumenti della stabilità sociale! ».
Uomini e donne tipificati; a infornate uniformi. Tutto il personale di un piccolo stabilimento
costituito del prodotto di un unico uovo bokanovskificato.
« Novantasei gemelli identici che lavorano a
novantasei macchine identiche! ». La voce era
quasi vibrante d’entusiasmo. « Adesso si sa veramente dove si va. Per la prima volta nella storia». Citò il motto planetario: «Comunità, Identità, Stabilità ». Grandi parole. « Se potessimo bokanovskificare all’infinito, l’intero problema sarebbe risolto ».
Risolto per mezzo di individui Gamma tipificati, di Delta invariabili, di Epsilon uniformi.
Milioni di gemelli identici. Il principio della produzione in massa applicato finalmente alla biologia.
« Ma, ahimè, » il Direttore scosse il capo
« noi non possiamo bokanovskificare all’infinito ».
(da Aldous Huxley, Il mondo nuovo 1932. Ed.
1977 negli Oscar Mondadori, p. 24).
' Il processo genetico immaginato dall’autore per la
riproduzione di individui identici a partire da modelli
prefissati (N.d.E.).
zione dei suoi piani di amore e
di redenzione.
Tuttavia l’uomo è e rimane
una semplice creatura e si trova
di fronte al Creatore in una posizione di subordinazione e di
limitazione. Quando l’uomo presume di assurgere al ruolo di
creatore va oltre i limiti della
sua creaturalità. Quando infatti
l’uomo riesce a « creare » una
vita umana in laboratorio, in
modo diverso e contrario alle
leggi della natura e della procreazione, finisce con l’oltrepassare ogni limite e ogni confine
in quella sua azione di progressiva degradazione della natura
che invece egli dovrebbe non
solo salvaguardare, ma condurre alla sua più alta espressione.
Pretendere infatti di potere,
da una cellula maschile, attraverso complicate reazioni chimiche, ricavare una copia di un
certo prototipo, significa degradare la sessualità, degradare la
bellezza e la ricchezza della varietà delle forme di esseri umani cos?( diversi l’imo dall’altro.
La meraviglia consiste nel fatto
che fra miliardi di creature umane che popolano la terra, non
si trovano mai due uomini che
si assomigliano in modo perfetto, così, da essere scambiati
l’uno per l’altro. Persino le impronte digitali di ogni uomo sono diverse da quelle di qualsiasi
altro.
Non sappiamo per quale motivo quell’anonimo milionario
abbia voluto ordinare su misura
un altro essere in laboratorio,
identico a se stesso. Forse egli
si sente dotato in modo così eccezionale e superlativo da ritenere che sarebbe una grave perdita per l’umanità la scomparsa
di un esemplare di così, eccezionale valore? Ovvero pur essendo non eccezionalmente dotato,
ha un così, alto concetto di sé da
sconfinare in una sorta di follia? In questo caso sarebbe cer
to meglio che campioni di questo tipo non avessero in qualche
modo a sopravvivere.
Ritengo che nessun uomo che
senta e pensi rettamente di se
stesso vagheggerebbe l’idea di
avere accanto a sé una identica
vivente riproduzione di se stesso, come l’immagine riprodotta
in uno specchio, o l’imitazione
che il simpatico Noschese fa di
personaggi di rilievo sui teleschermi.
Nella vita e nella personalità
di ciascuno di noi ci sono difetti,
errori, imperfezioni, lacune,
complessi che non solo non vorremmo vedere riprodotti, ma
che vorremmo potere cancellare. Paolo in Romani 8: 23 dice
che « aspettiamo la redenzione
del nostro corpo ». Lo stesso
apostolo (Colossesi 3: 10) rammenta che quanti sono stati
chiamati da Dio hanno « svestito l’uomo vecchio coi suoi atti
e rivestito il nuovo che si va
rinnovando ad immagine di Colui che l’ha creato ». In Romani
13: 14 egli scrive : « rivestitevi
del Signor Gesù Cristo ». In Cristo l’uomo trova la propria vera
identità.
Scoperte scientifiche di quésto
genere anziché esaltare la dignità dell’uomo non farebbero che
degradarla. Il grembo della donna sarebbe utilizzato come semplice laboratorio chimico mediante l’introduzione della cellula maschile opportunamente
manipolata, ma — si dice — ogni caratteristica femminile sa-'
rebbe completamente distrutta.
Ma la degradazione dell’uomo
risulta ancora più evidente laddove si legge che il procedimento usato per creare un bimbo
in laboratorio « è lo stesso applicato finora con successo dagli scienziati con rane, ricci di
mare, carote ».
P. V. Panasela
6
7 aprile 1978
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
S. SECONDO: IL PIANO REGOLATORE
Un convegno
Vita di
giovani
isolati
Un incontro di una ventina di
catecumeni d'Angrogna alla Casa
Valdese di Viering (Val d'Aosta)
offre lo spunto per un paio di riflessioni. Scopo dell’incontro era
la lettura in termini non tradizionali della storia valdese sfruttando l’opuscolo di G. Bouchard
« / Valdesi una storia da rileggere» (A.P. 40) e alcune pagine di
G. Tourn. La discussione non è
stata particolarmente brillante
per vari motivi ma è comunque
servita come spunto per un’analisi della situazione dei giovani
di Angrogna.
In particolare è stata vagliata
l’esigenza di alcuni partecipanti
che le giornate passate insieme
a Viering non fossero un’esperienza fine a se stessa, ma che
avessero un seguito con la. creazione di un gruppo giovanile che
si riunisse regolarmente. L’unica proposta operativa venuta
fuori è di potenziare una struttura già esistente come il gruppo del Prassuit-Verné. E su questa possibilità ci si è confrontati.
Le difficoltà emerse più o meno
chiaramente sono molte e vanno
da quelle di carattere strettamente ambientale (grande dispersione sul territorio con conseguenti difficoltà di spostamenti) a quelle più connesse alla disponibilità personale di ognuno.
Mentre le prime sono superabili
con un minimo di organizzazione, le altre si presentano come
un problema complesso che, oltre ai problemi soggettivi di
ognuno, tira in ballo tutta una
serie di condizionamenti e di
concezioni derivanti dalla situazione sociale di Angrogna (che si
riflettono anche nella visione che
la gente ha d^lla chiesa). In primo luogo il concetto di delega
che è molto radicato sia in campo ecclesiastico che in campo politico (basti pensare alle difficoltà che incontra l’amministrazione comunale ad avere le assemblee pubbliche frequentate; eppure sono tre anni che si batte
attivamente su questo punto) e
da cui i giovani non sono esenti.
Il pastore deve essere presente
ed in sostanza è quello che dice
delle cose mentre tutti gli altri
ascoltano, spesso, passivamente.
Su questo fatto incide indubbia-_
mente la situazione sociale in cui
vivono questi giovani. La maggior parte dei partecipanti all’incontro di Viering erano operai o
contadini che vivono in situazioni estremamente marginali e di
sfruttamento (gli operai lavorano nelle piccole officine e fabbrichette locali in cui il trattamento economico e l’ambiente di
lavoro sono pessimi). Il lavoro a
Torre Pellice visto in alternativa
al lavoro nei campi è ancora visto in una luce positiva anche
perché apre delle possibilità di
contatti con un tipo di vita radicalmente diversa da quella del
contadino. Inoltre, per esigenze
di lavoro si verifica uno spostamento d’interessi ed amicizie a
Torre Pellice con un conseguente
impoverimento di iniziative e di
vita associata ad Angrogna. Bisogna pertanto aggiungere che
Torre Pellice offre il cinema, i
bar... Insomma possibilità di
svago che da noi non soltanto
mancano ma a cui non si è ancora riusciti ad esprimere un’alternativa.
Questo riflesso di apatia si manifesta anche a livello di comunità per cui la Chiesa finisce per
diventare una dispensatrice di
servizi religiosi e riesce ad aggregare la gente, i giovani in particolare, solo in occasione di appuntamenti tradizionali. La stessa EGEI non è ancora riuscita a
rispondere alle esigenze di chi vive in situazioni come la nostra.
Anche gli ultimi temi discussi
dalla FGEI sono rivolti ad un
certo tipo di giovane che non è
quello che vive isolato in montagna.
Renato Bertot
_ .. I- ■ . - suirinsegnamento
Ancora una volta gli speculatori delle lingue straniere
l’hanno spuntata sui contadini
...« Si ritiene, che un Comune,
nel momento in cui predispone
uno strumento urbanistico —
quale il piano regolatore generale — debba tenere in giusto
conto le esperienze e gli errori
che fino ad oggi sono stati fatti, evitando in questo modo di
continuare ad operare in base
ad una logica sicuramente deviante.
Il piano regolatore generale
di S. Secondo che l’Amministrazione ha di recente approvato,
in più di un caso non ha conciliato gli interessi deH’agricoltura con interessi diversi e più generali, e la conseguenza è che alcune aree che sono molto valide
sotto l’aspetto agrario, vengono
destinate a servizi. Si ritiene
peraltro che il Comune di San
Secondo a differenza forse di
altri Comuni della nostra regione, abbia la reale possibilità di
evitare che vengano sacrificati
ulteriori ettari di terra produttiva ai fini dell’agricoltura per
servizi, che pure sono necessari, ma che devono arrecare il
minor danno possibile all’agricoltura.
Tanto maggiore riteniamo è
il danno quando vengono colpite aziende piccole già economicamente molto deboli che non
possono più continuare ad essere nel momento in cui perdono la metà o un terzo delle terre fino ad oggi coltivate. I proprietari coltivatori diretti di
professione non chiedono assolutamente che venga modificata
la destinazione agricola attuale
cpn altra, ma vorrebbero rimanere nelle condizioni di poter
continuare a svolgere la loro
attività e che da essa possano
continuare a ricevere un reddito sufficiente per se stessi e per
le loro famiglie... ».
Questa è una parte di una
delle undici osservazioni al piano regolatore generale comunale di S. Secondo e precisamente quella firmata dall’Alleanza
dei Contadini. Tutte le osservazioni sono state respinte in
blocco dall’Amministrazione democristiana con la scusa che
modificando una sola virgola
del piano, tutta la cartografia
avrebbe dovuto essere rifatta,
ma soprattutto perché il Piano
sarebbe arrivato in Regione dopo il termine che la Regione
Piemonte aveva fissato per approvare i Piani Regolatori stesi
precedentemente all’entrata in
vigore della Legge n. 56 sul
« Suolo ». Difatti questo Piano è
decisamente contrario allo spi
CONSIGLIO DI CIRCOLO A VILLAR PEROSA
A scuola prima i
genitori che i figli
Animata discussione venerdì
31 marzo alla presenza di alcuni
genitori, rappresentanti delle interclassi. All’ordine del giorno un
tema scottante per Villar: l’orario scolastico.
Vi è un certo numero di insegnanti e genitori che propongono
l’orario unico alle elementari; altrettanti ribattono che non ritengono giustificato apportare cambiamenti aH’attuale orario diviso
che viene incontro alle esigenze
di molte famiglie di lavoratori.
La polemica è accesa; non si è
disposti a stare ad ascoltare le
ragioni dell’altro e quindi a definire quali sono le cose alle quali
si può rinunciare e quali no. La
partecipazione ai dibattiti pubblici però è scarsa. Si fanno invece separatamente petizioni andando di casa in casa a raccogliere le firme. La commissione per
la sperimentazione, eletta dal
Circolo, ha il non facile compito
di trovare il modo di costringere
le due fazioni attorno al tavolo
delle trattative.
Per il momento la commissione ha ipotizzato un questionario
per raccogliere dei dati conoscitivi sul problema; ogni famiglia
può indicare qual è l’orario che
ritiene più comodo e quali sono
le motivazioni addotte. Questo
però è solo un aspetto del problema; l’altro sarà nell’individuare e poi costruire delle soluzioni
alternative con tutte le componenti interessate alla scuola, ge
nitori e insegnanti, amministratori, direzione didattica. Ma ecco
sorgere dei quesiti: è proprio
possibile trovare delle alternati
Nuto Revelli
a Torre Pellice
Venerdì 14 aprile alle
20,45 l’autore de « Il mondo dei vinti », che ha suscitato vivo interesse nelle
nostre valli e aperto il dibattito anche sulle nostre
colonne, parteciperà ad un
dibattito organizzato dalla Società di Studi Vaidesi.
L’incontro si terrà nel
salone della Scuola Media
gentilmente concesso.
Dopo una breve presentazione del libro seguirà
un libero dibattito.
ve e a chi spetta farlo? Solo alle
maestre? Solo ai genitori? O è
QpmpitQ.jJe^ ;Qirc»lo? Il concetto
della delega (lo facciano gli altri) è ancora molto forte. Non è
ancora scaturita la coscienza che
i tentativi di soluzione li si deve
trovare insieme analizzando seriamente le difficoltà e non banalizzando la posizione dell’altro.
Ma quanti vogliono che si faccia
veramente chiarezza e che i genitori crescano?
Spesso i figli a scuola riescono
a discutere prendendo a turno
la parola senza soverchiare i
compagni; non altrettanto succede fra i genitori. Il nocciolo
del problema sta qui: a scuola
ci dovremmo mandare prima i
genitori e poi i figli per acquisire quegli strumenti di democrazia, di rispetto dell’altro, di capacità di analisi critica per poter progettare e costruire non
dando nulla per scontato. È su
questo che le resistenze sono dure e chissà ancora per quanto
tempo!
L’intenzione della Giunta è
quella di non lasciar cadere quest’occasione per giungere veramente ad una crescita comune
attraverso il dibattito; d’altra
parte è la terza volta che si apre
il problema ed il Consiglio di
Circolo non può più evitarlo, pena la :sua decadenza come organismo ranpresentativo della volontà degli elettori.
Chissà se questo tema potrà
essere la chiave per aprire la
porta di una partecipazione responsabile in un paese come Villar, dalla delega facile?
Il Consiglio ha poi approvato:
— L’allargamento della commissione che studia l’argomento
inserendo altre due insegnanti e
tre genitori.
— La partenza dei corsi di nuoto in orario scolastico a Porte e
Villar con integrazione dei fondi
da parte di comuni, e comunità
montana.
— Di avere un incontro con alcuni operatori della Com. Montana che seguono con le insegnanti
l’inserimento scolastico di casi
difficili.
— Che le commissioni consultive abbiano in ogni seduta degli
spazi per presentare l’evolversi
del proprio lavoro, porre quesiti
al Consiglio od essere interpellate dal Consiglio stesso.
— Il prossimo incontro •— venerdì 28 aprile alle ore 17,30.
Adriano Longo
rito della Legge 56 che prevede
indici di cubatura più alti e piani più ristretti, mentre a S. Secondo si è fatto il contrario.
L'art. 25 della Legge afferma
che i Piani Regolatori comunali non possono destinare ad usi
extra agricoli i suoli utilizzati
per le colture specializzate ad
elevata produttività. A S. Secondo invece 21.000 mq. per il
Campo sportivo sono stati scelti in una zona a vigneto, mentre 500 m, più a valle ci sono
terre semiabbandonate dove un
tempo si ricavava l’argilla. Questo è solo un esempio che dimostra come si è tenuto conto dell’agricoltura.
Mentre i capi della Coldiretti
Tamietto e Chiabrando tuonano contro questa Legge regionale perché non difende gli interessi degli agricoltori, a S. Secondo l’assessore all’agricoltura
e funzionario della Coldiretti e
i suoi soci si affrettano a respingere le osservazioni per far
passare il Piano prima dell’entrata in vigore della Legge 56 e
questo non certo per difendere
l’agricoltura. La Coldiretti ha
dimostrato ancora una volta di
avere molte facce e soprattutto
di essere contro l’agricoltura.
Su 13 consiglieri presenti 1
contrario ed 1 astenuto. Undici
hanno votato per respingere le
osservazioni.
Dai pochi interventi non si è
potuto capire se era per opportunismo o per ignoranza che
preferivano premiare gli speculatori ai danni degli agricoltori.
Si spera ora che la Regione
sappia valutare meglio le « osservazioni » anche se come ha
detto un consigliere : « Se le respingiamo noi che conosciamo
le situazioni, a Torino dove non
le conoscono cosa faranno? ».
Mauro Gardiol
Da alcuni mesi si sta svolgendo in quattro città d’Italia (Torino, Milano, Roma e Napoli)
un esperimento tendente ad inserire nelle scuole elementari
l’insegnamento di una lingua
straniera. Si tratta del progetto
ILLSE.
Questo interessante esperimento ha dato in Torino ottimi
risultati. La scelta si è rivolta
per lo più alla lingua francese.
Detto argomento ed altri affini
(considerazioni e proposte sull’insegnamento delle lingue straniere nella Scuola media; nuovi programmi d’insegnamento
delle lingue straniere visti da
un membro della Commissione
Programmi per la Scuola media ; insegnamento delle lingue
straniere nel passaggio dalla
Scuola media alla Scuola superiore e nell’ambito dell’interdisciplinarità) saranno esaminate
in una GIORNATA DI STUDIO organizzata daH’AEDE (Association européenne des enseignants) e dall’ANILS (associazione nazionale insegnanti lingue straniere).
Essa avrà luogo domenica 9
aprile 1978, nel salone g. c. del
Centro Italo-Svlzzero in Corso
Vittorio Emanuele 72 col seguente programma: ore 9 - L’insegnamento delle lingue straniere nella scuola elementare e media; ore 14.30- - I nuovi programmi e le lingue straniere nella
scuola superiore.
Moderatore : prof. Lionello
Sozzi dell’Università di Torino.
Interventi ; prof. Alfredo Rondi
presidente dell’ANILS ; colleghi
e colleghe di francese, inglese,
spagnolo e tedesco. Chi desidera partecipare alla colazione di
studio (L. 5.000 prò capite) è
pregato di prenotare presso la
segreteria AEDE (telefono 011/
753.596).
Liliana Ribet
Presidente della Sezione
ANILS di Torino
CONVEGNO A TORRE PELLICE
Soggiorni aiternativi
alla colonia tradizionale
Discreta partecipazione all’incontro di studio pubblico sui
« Soggiorni di vacanza per minori », organizzato dalla Comunità
Montana Val Pellice. Presenti
molti operatori sociali del Pinerolese, di Torino, Ivrea, Settimo Torinese. Quasi del tutto
assenti gli insegnanti e solo pochi i genitori (di più al pomeriggio). Questo il limite più
grave di questo interessante e
riuscito convegno che, attraverso vari interventi, ha presentato l’esperienza in questi ultimi
anni dei soggiorni di vacanza
per minori, sia diurni che con
pernottamento.
Queste esperienze, ancora abbastanza nuove, vogliono essere un’alternativa reale alla colonia tradizionale, concepite cioè
non in termini meramente assistenziali ma come diritto ad un
servizio : servizio non limitato
al periodo estivo ma continuazione e conseguenza di un intertervento globale a favore del
minore, di tutti i minori. Per
questo è necessario che una tale
politica venga portata avanti in
modo unitario da una vasta rete di persone comprendente operatori socio-sanitari, insegnanti,
educatori, animatori socio-culturali, genitori, ecc... affinché
siano tutelati in modo capillare
e costruttivo la crescita e lo
sviluppo psico-fisico dei minori.
Numerosi interventi da parte
di persone impegnate e qualificate si sono soffermati sulle esperienze in atto nella scuola, sul
territorio, nel tempo libero, nel
periodo estivo, sottolineandone
gli aspetti nuovi ed alternativi,
le tematiche, i problemi, le prospettive. In Val Pellice, la rete
dei servizi rivolti alla tutela dell’età evolutiva è già ad un punto particolarmente avanzato, ed
è privilegiato dal fatto che il
territorio della Comunità Mon
tana coincide con quello della
Unità Locale dei Servizi e col
Distretto Scolastico. Vi sono
quindi tutte le condizioni per
sviluppare ed approfondire il discorso, là ove si tenga sempre
presente la realtà socio-economica nella quale si attua l’intervento.
Nel primo pomeriggio, una
serie di diapositive ha illustrato
l’esperienza dei soggiorni marini organizzati dalla Comunità
Montana dal ’75 al ’77. Poi i partecipanti si sono suddivisi in 4
gruppi di studio: 1) Formazione degli animatori; 2) Organizzazione dei soggiorni di vacanze; 3) La gestione, il soggiorno
ed il territorio; 4) Prevenzione
e inserimento. È stata l’occasione per scambiare esperienze,
approfondire le tematiche di
questo nuovo servizio, e per fare alcune proposte operative per
sviluppare positivamente l’esperienza.
Jean Jacques Peyronel
Il Collettivo ecumenico
di ricerca biblica invita
tutti gli interessati alla
Conferenza che sarà tenuta a Pinerolo dal Prof, don
Gianangelo Palo, professore di teologia morale a
Friburgo (CH), sul tema;
« A che punto siamo con
gli studi di teologìa morale (etica). Problemi e prospettive ».
La serata si svolgerà
nella Sala del Tempio valdese di Pinerolo in via dei
Mille 1, giovedì 6 aprile,
alle ore 20.45.
Il Collettivo ecumenico
di ricerca biblica
di Pinerolo
7
7 aprile 1978
CRONACA DELLE VALLI
TORRE PELLICE
Per i 90 anni del pastore E. Tren
Ha compiuto, nel corso della
settimana, il suo novantesimo
compleanno il decano dei pastori valdesi alle Valli, Enrico Tron
(il decano in assoluto, come è
noto, è il pastore Corsani). Gli
auguri ed i rallegramenti di tutti i colleghi gli sono stati espressi nel corso di un simpatico incontro alla Foresteria lunedì 3.
Le coppie pastorali « emerite »
ora residenti nella nostra zona
formano da sole una piccola comunità ed è quella che si è
stretta in questa circostanza attorno al past. Tron con la folla
dei ricordi e le rievocazioni di
anni ormai lontani.
Tutti hanno avuto una parola
di ringraziamento e di solidarietà per il festeggiato, che ha con
cluso il bel pomeriggio rivolgendo a tutti un breve messaggio pieno del calore e della lucidità che gli conosciamo.
Prendendo spunto da queste
numerose rievocazioni il past.
Tourn ha rivolto ai colleghi
emeriti l’invito ad approfittare
degli anni della emeritazione
per riordinare le proprie carte
mettendo per iscritto i propri
ricordi; quante notizie, fatti, figure entrerebbero così, a far
parte della nostra famiglia che
rischiano invece di disperdersi
e sparire nell’oblio!
Tutti i presenti hanno auspicato che questa simpatica iniziativa possa essere ripresa altre volte.
Unione Femminile
L’Unione femminile svolge regolarmente la sua attività e ha
avuto la collaborazione di alcune persone che gentilmente hanno accettato il nostro invito.
In dicembre il prof. Roberto
Eynard ci ha illustrato qualche
aspetto di quel grande Paese
che è l’India anche con la proiezione di alcune interessanti filmine.
In gennaio la signora Ade
Gardiol ci ha ricordato le figure di alcune coraggiose donne
della storia valdese.
Nella riunione del 2 aprile la
prof. Mirella Bein ci ha intrattenute sull’« Educazione alla fede » con un meditato studio che
ha destato un vivo interesse.
A tutti questi cortesi interventi a sostegno della nostra
Unione va il nostro più sentito
ringraziamento.
L’ultima riunione è stata inoltre rallegrata dalla visita di un
gruppo di fratelli della comunità di Basilea guidati dal pastore
Liborio Naso e ad essi pure
esprimiamo la nostra gratitudine.
Ricordiamo che avremo ancora una seduta domenica 7
maggio alle ore 15 nei locali dell’Asilo e in chiusura la dorrienica 4 giugno la gita a Massello.
Prevediamo la partenza per le
ore 8,30' dalla Foresteria, la partecipazione al culto di Massello
alle ore 11 e nel pomeriggio la
visita alla Balziglia e al suo piccolo museo. A questa gita potrà partecipare anche chi non
fa parte dell’Unione femminile.
Per le informazioni e le iscri
zioni rivolgersi alla signora Emilia Barone, tei. 91.114, non oltre il 18 maggio.
• Abbiamo ricevuto i giorni
scorsi la gradita visita di alcuni
gruppi di amici svizzeri e tedeschi interessati alla vita ed alle
attività della nostra chiesa.
Nei giorni 23-30 u.s. hanno visitato le Valli una trentina di insegnanti evangelici del Baden;
uno scambio molto utile di vedute e di es'perienze con gli insegnanti del Collegio Valdese, una
informazione sui problemi della
scuola in Italia hanno caratterizzato rincontro.
Nello stesso periodo un gruppo di fratelli svizzeri dei cantoni
di Basilea guidati dai past. Naso
e dalla pastoressa Wartenweiler,
sono stati ospiti nostri; domenica iscorsa li abbiamo avuti presenti al culto ed alla seduta dell’Unione Femminile.
• I giovani confermati a Pasqua si sono incontrati domenica
per un pranzo comunitario in
Foresteria; dopo uno scambio di
idee e di valutazioni è stato deciso di proseguire gli incontri di
studio fino a fine anno per completare il programma di catechismo e studiare possibili attività
comuni.
• Sono deceduti: Angela Barone Galet vedova Benedetto; Germana Pernichel; Giuseppina Rigotti vedova Durand Canton.
Alle famiglie colpite dal lutto
la chiesa rinnova l’espressione
della sua solidarietà.
PRAROSTINO
La domenica delle Palme hanno confermato il loro battesimo con pubblica dichiarazione
della loro fede, e la domenica di
Pasqua hanno partecipato alla
S. Cena quattro giovani della
nostra comunità : Cardon Sergio (Chiarvetto), Gay Emma
(Mole), Genre Mauro (Collaretto), Godino Silvana (Podio). Ai
nuovi membri comunicanti l’augurio di una vita vissuta nella
fede cristiana, nel timore di Dio
e nella speranza del Regno.
I nuovi membri sono stati ricevuti dall’Unione Femminile
con le loro mamme, il pomeriggio della domenica delle Palme,
e dai giovani dell’Unione Giovanile la sera del giovedì, santo,
con Pofferta di un ricordo e un
simpatico trattenimento.
• La nostra comunità ha vissuto in questi ultimi tempi ore
di gioia e ore di dolore :
La domenica 12 marzo abbiamo presentato al battesimo
Forneron Danilo di Remo e di
Avondetto Elvina, e Long Marisa di Walter e Tourn Liliana. La
famiglia del nostro anziano Avondet Marco e Paola è stata
rallegrata dalla nascita della
piccola Susi; e la famiglia dei
nostri fratelli Paschetto Marco
e Erica, dalla nascita del piccolo Ennio. Dio benedica i teneri
agnelli che Egli si compiace di
unire al suo gregge!
Sabato 25 marzo si sono uniti
in matrimonio nel tempio di S.
Bartolomeo, Bertolot Augusto
dell’Untinet con Cardonato Maria. Agli sposi che si stabilisco
LUSERNA
SAN GIOVANNI
La settimana scorsa si sono
svolti i funerali di Bellion Giulio d’anni 84 dei Bellion, dì
Mourglia Elzo d’anni 55 di Bricherasio e di Spoerri Alfredo
d’anni 91, di Torino.
La comunità esprime ai familiari la sua solidarietà fraterna.
S. GERMANO
POMARETTO
Domenica 2 aprile durante il
culto è stato benedetto il matrimonio di Nadia Serre e Loris
Alasia dell’Inverso Pinasca. La
comunità presente al culto si è
riunita attorno agli sposi confermando gli auguri di felicità e di
bene. Che lo Spirito del Signore accompagni i novelli sposi
durante tutta la loro vita.
• Al culto di domenica 2 aprile erano anche presentì un gruppo della « Fédération des Eclaireuses et Eclaireurs unionistes
de France » provenienti da
Crest. Organizzatore ed accompagnatore il sig. Aldo Costantino, oriundo dei Blegieri. Oltre
alle Valli Valdesi il gruppo visiterà anche Torino. La loro venuta alle valli non è stata a scopo turistico, bensì per stabilire
un contatto con le comunità
stesse.
• Ricordiamo ancora il « Recital d’Organo » dell’organista
Sergio Noirac, che avrà luogo
sabato sera alle ore 20.30 nel
tempio di Pomaretto.
Primo Circuito
I cassieri dei Concistori
del I Circuito sono convocati
GIOVEDÌ’ 20 APRILE
ore 20,30 nei locali dell’Asilo valdese a Torre Pellice per esaminare la situazione finanziaria del ’78
ed i preventivi di spesa
per il 1979.
La CED
no fuori di Prarostino i nostri
migliori auguri.
Nello stesso giorno, nel pomeriggio, abbiamo accompagnato
alla sua ultima dimora il nostro
fratello Gay Federico dei Gay
deceduto dopo breve malattia
all’ospedale civile di Pinerolo.
Iddio consoli la famiglia in lutto.
Infine domenica 2 aprile due
liete circostanze hanno unito la
comunità: la visita di un gruppo di trombettieri tedeschi e la
visita del nostro studente in teologia Vito Gardiol che ha presieduto il culto in occasione della
domenica della Facoltà: un culto benedetto dal Signore, arricchito dal suono dei trombettieri tedeschi ai quali si sono uniti
i trombettieri delle Valli.
Ringraziamo di cuore questi
nostri cari ospiti e diciamo loro : arrivederci.
SAN SECONDO
In occasione della Domenica
della Facoltà di Teologia il culto è stato presieduto dallo studente Marco Davite che ringraziamo.
ANGROGNA
SERVIZIO MEDICO
Dall’8 al 14 aprile fa servizio il Dott. Michelin Salomon - Tel. 91.009.
• Sabato 8 alle 15,30 incontro
di tutti i catecumeni con la
Commissione Distrettuale.
• Domenica 9 l’Unione Femm.
di Pomaretto verrà in visita alla nostra Unione; nella stessa
giornata un gruppo di giovani
« pomarini » trascorrerà la giornata visitando la nostra valle e
incontrandosi con i nostri catecumeni.
• Sabato 15 c.m. alle ore 20, il
Concistoro incontrerà la Commissione Distrettuale.
PERRERO-MANIGLIA
MASSELLO
RODORETTO
Nel periodo pasquale abbiamo
avuto, come di consueto, l’ammissione in chiesa dei catecumeni del quarto anno. Domenica
12 marzo, i catecumeni di Perrero. Maniglia e Massello avevano avuto un incontro con i concistori; più che di un esame si è
trattato di una conversazione, di
una discussione sui problemi
che la nostra chiesa si trova ora
ad affrontare. A questi ragazzi
non si è chiesto più di quanto
possano dare: non sperdersi, ma
dare il loro contributo perché
il gruppo giovanile che sta nascendo a Perrero non si esaurisca, ma cresca.
La domenica delle palme, poi,
a Perrero, durante il culto Silvana Massel, Guido Pascal, Livia Poet e Claudio Pons si sono
presentati davanti alla loro comunità. Ugo Tron ha fatto lo
stesso a Massello durante il culto del venerdì santo. Il giorno
di Pasqua, infine, hanno partecipato nelle rispettive comunità
alla Santa Cena. Il fatto che dei
ragazzi esprimano la volontà di
entrare a far parte della comunità non significa che abbiano
tutto chiaro: la fede, l’impegno,
la vocazione... Le comunità li
hanno accolti con gioia, ma deve essere chiara davanti a loro
la responsabilità che anch’esse
si sono prese. Dire ad un ragazzo: vieni con noi, significa anche
fargli capire perché e a far
che cosa lo si chiama. Non dunque sui ragazzi pesa un giudizio
Se un giorno non si ricorderanno delle promesse fatte, ma sulle comunità se avranno disperso o sotterrato quei talenti che
oggi Dio loro affida.
• È nato Luca, figlio di Laura
Poet e di Dario Stefanello, di
Perrero.
Ai giovani genitori vanno gli
auguri di tutta la comunità.
• Ricordiamo le riunioni
quartierali di questa settimana:
gioved’, 6 a Crosetto e venerdì, 7
a Perrero. Il tema è l’esame
delle intese tra lo stato italiano e le chiese valdese e metodista. L’importanza del tema è tale che non è necessario qui soffermarvisi: tutti sono invitati a
partecipare.
• Abbiamo avuto due buone
assemblee tanto al culto delle
Palme quanto a quello di Pasqua. I ventidue confermati sono stati circondati dall’affetto
di tutta la comunità. Nel corso
del pomeriggio di domenica 19
marzo, ha avuto luogo l’ormai
tradizionale e simpatica manifestazione ricreativa organizzata
anche quest’anno da Giancarlo
ed Anna Bounous, con un gruppo di giovani e giovanissimi. Abbiamo visto con grande piacere
che i genitori e parenti dei confermati sono intervenuti in numero maggiore, rispetto all’anno scorso e che ciò ha permesso loro di trascorrere alcune ore
insieme. Grazie a chi aveva preparato tutto il necessario e a
chi ha offerto i premi per la
gara.
Pensiamo con riconoscenza all’apporto che Coretto e Corale
hanno dato ai nostri culti del
periodo pasquale, come siamo
riconoscenti al pastore Alberto
Ribet che ha presieduto il culto
serale del Venerdì Santo. La
Santa Cena è stata celebrata sia
il Giovedì Santo sia il giorno di
Pasqua.
• Abbiamo avuto la tristezza
di doverci separare dal fratello
Carlo Maurin, di anni 81, che ci
ha lasciato dopo che una lunga
malattia, durata ben 17 anni,
aveva logorato il suo fisico ma
non la sua forza d’animo. Siamo vicini alla vedova, al figlio
ed alla nuora in questo momento in cui solo la Parola di vita
può veramente consolarli.
• Pensiamo anche con sincero
affetto agli operai della Widemann che hanno visto chiudersi i cancelli della « loro » fabbrica. Per molti si apre così un
periodo pieno di incognite che
vogliamo portare con loro in
preghiera.
• L’assemblea di domenica 2
aprile ha deciso di dare l’avvio
ai lavori di rifacimento dell’impianto del riscaldamento del
tempio, in vista della revisione
del nostro organo. Chiediamo
sin d’ora a quanti possono offrire le loro braccia per lavori
vari di iscriversi presso il pastore, gli anziani-o Amedeo-Peyronel, in modo che sappiamo su
chi contare e per quando. Inutile dire che i lavori dovrebbero
cominciare al più presto, prima
che i lavori estivi impediscano
a molti di prestare la loro opera.
• Grazie alle contribuzioni giunte in questo periodo abbiamo
potuto inviare una somma considerevole alla Tavola. Chiediamo tuttavia a quanti hanno a
cuore la vita della loro chiesa
di voler cercare appena è possibile di scegliere i versamenti
mensili, onde il nostro cassiere
non debba far fronte a mesi di
« magra » !
Ili CIRCUITO
Distribuzione
dei contributi
I agii aiiuvionati
Si è tenuta il giorno 2 aprile a Perrero l’assemblea di
coloro che hanno ricevuto dei
danni dall’alluvione della passata primavera. Circa venticinque persone erano presenti e si è dibattuto a lungo su
come suddividere la somma
che era stata raccolta nelle
comunità, cercando di tenere presenti le esigenze anche
di coloro che per diversi motivi non erano presenti. Alla
fine si è riusciti a dare al
consiglio di Circuito delle indicazioni precise, sottolineando soprattutto il fatto che la
distribuzione di questo denaro non vuole — e neanche lo
potrebbe — coprire tutti i
danni ricevuti dalla popolazione, ma vuole essere un gesto di solidarietà che guarda
non al passato, ma al futuro.
Il criterio adottato è quello proporzionale, a seconda
dell’entità dei danni subiti.
Il Circuito ringrazia tutti
coloro che hanno preso a
cuore i problemi che la popolazione delle Valli ha dovuto affrontare.
li Circuito
L’Assemblea del II Circuito è convocata per domenica 9 aprile alle ore 15
a San Germano.
Dibattito sul tema : « Educazione alla fede cristiana ».
Per il Consiglio di
Circuito
Past. Cipriano Tourn
PRAMOLLO
• Sabato 25 marzo, si sono
svolti i funerali del nostro fratello Bounous Giovanni Bartolomeo, deceduto nella sua casa
ai Mondoni, all’età di anni 90.
Ai figli ed a tutti i familiari la
Chiesa esprime la propria simpatia cristiana.
• La domenica di Pasqua la
Comunità ha dato il benvenuto
a Marina Beux e Emma Long
che, per prime si sono avvicinate al tavolo della S. Cena, dopo
essere state confermate a San
Germano.
• In occasione della domenica
della Facoltà, il culto del 2 aprile è stato presieduto dallo studente in teologia Gianni Genre.
Nel ringraziarlo di cuore per
l’apprezzato messaggio rivoltoci,
gli porgiamo il nostro saluto e
i migliori auguri per un buon
proseguimento degli studi. La
colletta è andata in favore della Facoltà di teologia.
• La comunità ha organizzato
una gita all’Isola d’Elba nei giorni 29-30 aprile e 1« maggio, con
soggiorno presso la Casa Valdese di Rio Marina. Chi è interessato può iscriversi presso il
Concistoro.
BOBBIO PELLICE
Occasione mancata per una
chiesa che si lamenta sempre
che i giovani non partecipano
attivamente. Di fronte alla possibilità di scegliere, nella elezione di un anziano, tra una persona tra i 25 e i 30 anni, una
tra i 40 e i 50 e una terza tra i
70 e gli 80, l’assemblea ha scelto quest’ultima. Perché? Certo
perché all’assemblea mancavano
i giovani, ma anche perché è
mancato quel po’ di coraggio
che consiste nel dare fiducia anche a chi non ha ancora i capelli tutti bianchi. E così quel
dialogo che a parole tanto si
sollecita e si auspica con i giovani non sarà certo facilitato.
E sì che si trattava di sostituire due membri del Concistoro che erano stati eletti quando
avevano poco più di vent’anni e
che lasciavano il loro incarico
perché gli anni e la salute non
permettono più di partecipare
con pienezza al lavoro del Concistoro !
Queste osservazioni non significano affatto che il nuovo anziano, signora Maria Melli-Bertinat, non possa compiere un
eccellente lavoro con i doni che
le sono specifici. E in tal senso
le auguriamo di poter avere dal
Signore ogni benedizione.
A Daniele e Paolo Bonjour
che hanno lasciato il Concistoro
non senza dispiacere, ma in piena consapevolezza della necessità di forze più giovani per
l’impegno dell’anziano, rinnoviamo il grazie della chiesa e l’augurio che possano continuare
per lungo tempo a dare quella
guida e quell’aiuto che è stato
caratterizzante della loro vita
fin qui.
^VISI ECONOMICI
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi destinazione, preventivi a richiesta : Sala Giulio, via Belfiore, 85
Nichelino, tei. (011) 62.70.463.
RINGRAZIAMENTO
« O Eterno, Dio mio, io mi confido in Te ». (Salmo 7 : I).
I familiari della Compianta
Luigia Avondetto ved. Pastre
neirimpossibilìtà di farlo singolarmente ringraziano tutti coloro che in vari
modi hanno dimostrato affetto e solidarietà in occasione del lutto che li ha
colpiti.
S. Secondo. 25 marzo 1978.
8
8
7 aprile 197»
PROBLEMASCUOLA
Nasce un gruppo
di lavoro sulla scuola
Presentiamo — insieme a questo documento programmatico — una nuova rubrica dal titolo indicativo — PROBLEMASCUOLA — che sarà curata mensilmente dal gruppo di
lavoro sulla scuola sorto sotto gli auspici del Servizio Istruzione ed Educazione della Federazione. Intendiamo farne non
rubrica per specialisti bensì un luogo di informazione e
mbattito sul lavoro della scuola che interessa ormai — con
1 insediamento dei nuovi organi collegiali distrettuali e provinciali — la totalità della popolazione e in cui è impegnata
a vari livelli una considerevole parte del mondo evangelico
italiano.
1. - I partecipanti del 3« Campo Famiglie di S. Severa sulla
riforma della scuola (agosto ’77)
ravvisavano l’utilità di «più frequenti contatti tra gli insegnanti e i genitori evangelici, affinché si possa dare un contributo unitario » ai dibattiti e alle
lotte per il rinnovamento della
scuola ; raccomandavano pertanto al Servizio Istruzione ed
Educazione della Federazione
delle Chiese Evangeliche in Italia « di prendere le iniziative necessarie locali e nazionali».
2. - E’ in atto un dibattito, di
cui Si è fatto interprete il campo invernale ’77 di Agape, intorno a quale apporto in quanto evai^elici itaUani possiamo
dare alla nostra società in questa fase di crisi e di transizione. Il contrasto di fondo sembra
dipendere da « due modi diversi di leggere la realtà» secondo
due diversi « schemi concettuali » : « uno che usa la Categoria
delle classi sociali e uno che usa
la categoria delle componenti
culturali » in funzione del blocco storico. (Cfr. Saverio Merlo,
relazione sul Campo invernale
di Agape, La Luce n. 4 del 27.1.
1978, pag. 5).
3. - Schematizzando ne deriverebbero due diversi atteggiamenti; il primo impegnato ad
essere un’istanza profetica di
predicazione alla società civile
e soprattutto « verso quella parte consistente della società che
da anni è ai margini della Chiesa, cioè verso la classe operaia»
(cfr. Marco Davite, Concordato
e intese. La Luce già cit.); il
secondo impegnato a definire le
caratteristiche del nostro essere evangelici, come un apporto
congiunturale, storicamente dato (di tradizioni, di cultura, di
fede), alle trasformazioni della
società e dello Stato; la stessa
predicazione ne acquisterebbe
consapevolezza e capacità di incidenza.
4. - Un contributo di concretezza potrebbe derivare da ima
verifica di quanto nel nostro
Paese ci fanno « diversi » taluni
nostri atteggiamenti. Per esempio :
— il nostro
Bibbia ;
— la partecipazione alla vita
delle nostre chiese e ai nostri centri comunitari;
rapportarci alla
Comitato di Redazione : Bruno Bellion, Giuliana Gandolfo Pascai, Marcella Gay, Ermanno Genre, Giuseppe Platone, Paolo Ricca, Fulvio Rocco, Sergio Rostagno, Roberto Sbaffi,
Liiiana Viglielmo.
Direttore: FRANCO GIAMPICCOLI
Dire«. Responsabile: GINO CONTE
Redazione e Amministrazione : Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Telefono 011/655.278 - c.c.p. 2/33094
intestato a: «L'Eco delle Valli La Luce >.
Redazione Valli : Via Arnaud, 25 10066 Torre Pellice.
Abbonamenti : Italia annuo 7.000
semestrale 4.000 - estero annuo
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Una copia L. 200, arretrata L. 250.
Cambio di indirizzo L. 100.
Inserzioni: prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 colonna : commerciali L. 120 - mortuari 220 - doni 80
- economici 150 per parola.
Fondo di solidarietà : e.c.p. 2/39878
intestato a: Roberto Peyrot - Corso
Moncalieri, 70 - 10133 Torino.
Reg. Tribunale di Pinerolo N. 175,
8 luglió 1960.
Cooperativa Tipografica Subalpina
Torre Pellice (Torino)
— il nostro interessarci ai temi
teologici (così iontani dalla
cultura italiana);
— il nostro collegamento con il
mondo evangelico europeo e
in particolare anglosassone.
5 - Sul terreno della scuola, in
particolare, si pongono ai genitori e agli insegnanti evangelici
alcuni problemi che solo in parte potranno essere risolti da interventi legislativi di riforma e
che sollecitano dei nostri momenti specifici di riflessione e
di collaborazione. Per esempio ;
— la ricerca di un modello educativo che sia sottratto al
clericalismo cattolico, al consumismo dei mass-media, al
paganesimo popolare;
■— la necessità di esonerare i
nostri figli dall’insegnamento
religioso nella scuola e nello
stesso tempo la ricerca di
modi per evitare forme di
emarginazione ;
— la ricerca dei docenti evangelici di forme didattiche non
strumentalizzanti, pur nella
esigenza di dare la nostra testimonianza evangelica.
6. - Il « Gruppo di lavoro
SCUOLA » del S.I.E. è stato costituito per rispondere alle richieste dei partecipanti al c^mpo di S. Severa e alle esigenze
teoriche e pratiche dei genitori
e degli insegnanti evangelici. Esso intende raccogliere le differenti indicazioni del dibattito e
diffonderle, privilegiando, come
proprio, un intervento operativo
che organizzi consapevolmente
la presenza evangelica nella
scuola italiana, ma all’interno
del movimento democratico di
trasformazione, non in un’area
propria isolazionista o ghettizzata. A tale scopo l’identità evangelica dovrà essere colta non
come un dato cristallizzato da
conservare, ma come un elemento storico in una situazione
dinamica.
7. - Il « Gruppo di lavoro
SCUOLA » del S.I.E. si propone
di offrire da subito alcuni servizi;
— curare apposite rubriche sui
giornali evangelici ;
— collaborare alla organizzazione di convegni e campì di
studio di genitori e di insegnanti evangelici.
In prospettiva si impegna a
raccogliere un indirizzario di
persone interessate e a fornire,
a richiesta, documenti del dibattito teorico e di esperienze relativi alla presenza evangelica
nella scuola, informazioni bibiiografiche, documenti legislativi e
didattici sulia trasformazione
della scuola italiana.
Milano, febbraio 1978.
Il Gruppo
SCUOLA
di lavoro
del S.I.E.
Í
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE
a cura di Tullio
ViolaJ
Può sbagliare il partito?
Nei giorni 20 e 21.3.'78, alla
TV, è stato proiettato, in due
puntate isuocessive, un bel film
del regista Costa Gavras, nel
quale si trova magistralmente
rappresentata la triste vicenda di
Arthur London, uno dei 13 dirigenti cecoslovacchi che, agl’inizi
degli anni ’50, furono processati
insieme a Rudolf Slansky, il segretario generale del PCC ( = Partito Comunista Cecoslovacco).
Non è del film che intendiamo
qui parlare, con tutta Tammirazione che suscita la bravura di
artisti straordinari, soprattutto
Yves Montand nella parte del
London, e Simone Signoret nella
parte di Lise, moglie del medesimo; e che suscita il paragone, sia
dal punto di vista artistico che
da quello del’significato del contenuto, coi precedenti due celebri
film « Zeta, l'orgia del potere », e
« L’Amerikano » dello stesso regista, sulle degenerazioni del potere nel mondo contemporaneo.
Neppure vogliamo parlare dell’orrore del processo stesso, suscitato dairinaudita ferocia dei
funzionari comunisti del regime
di Gottwald, dal trattamento nelle carceri, dalla bassezza, dalla
falsità e daH’ipocrisia negl’interrogatori, dagli efferati ricatti, dalle atroci torture.
Un passato chiuso per sempre
dopo la scomparsa di Stalin?
Sappiamo che non è così. Ma
quel che oggi c’interessa è l’andamento, e il significato attuale
del susseguente dibattito presieduto da Alberto Ronchey, al quale hanno preso parte, oltre ai
due protagonisti Arthur e Lise
London, ed oltre al regista Costa
Gavras, i comunisti cecoslovacchi Zdenek Mlynar membro della Segreteria e del Presidium del
PCC nella « primavera » del 1968
(oggi esule a Vienna ed autore
del saggio « Praga, questione
aperta »), Jan Tesar,'Pavel Khout
e Vaclav Havel (che il PCC « normalizzato » ha espulsi dalla Cecoslovacchia, oltre ai 500.000 altri, diconsi cinquecentomila, anch’essi espulsi o relegati all’opposizione, o addirittura in carcere),
e i due autorevoli e ben noti comunisti italiani Adalberto Minucci (direttore di « Rinascita ») e
Lucio Lombardo Radice (professore all'Università di Roma e interprete ufficioso del PCI in questioni di alta cultura, soprattutto
religiosa, filosofica e morale).
In un articolo, suU'argomento,
di Corrado Ang'tas ( « La Repubblica » del 23.3.’78) leggiamo;
« Lise London (nel dibattito)
ha ricordato le ragioni che la indussero, allora, a scrivere a Goti
wald: "mio marito non è una vittima, ma un traditore del suo
partito e del suo paese", e a chiedere, con una motivazione analoga, il divorzio. La risposta di Lise
London, che sedeva accanto all’uomo da lei definito in quei ter
mini ventisei anni fa, era sorretta da una logica senza remissione (...)
Lise London apprese del processo solo dai giornali. Con il marito, per tutto il periodo della
detenzione, non ebbe alcuna possibilità d'incontro. Conoscendo
tuttavia, l'uomo accanto al quale
aveva combattuto in Spagna e
sofferto nei campi di sterminio
nazisti, da principio giudicò inverosimili le accuse; credette, e
sperò, che al processo suo marito avrebbe gridato la propria innocenza. Una sera, invece, alla
radio, udì la sua voce che ammetteva: "Sì, mi riconosco colpevole". In quello stesso momento, in Lise London si sovrapposero due certezze: la prima, fortissima, che il partito non può sbagliare, la seconda che suo marito,
notoriamente uomo di coraggio,
stava in quel momento applicando proprio quel coraggio anche
contro se stesso. "Come potevo
dubitare della sua parola?” s’è
chiesta ieri sera Lise London. E
ha aggiunto: "Come potevo cambiare idea (sul partito) solo perché si trattava di mio marito?
Che comunista sarei stata?”.
Domande terribili (continua C.
Anglas), perché sono le domande
della fede. Di fronte a molte scene del film, veniva da chiedersi
quante volte, ai tempi dei santi
tribunali dell'Inquisizione, saran
no stati posti interrogativi identici: è possibile che la chiesa sbagli? è possibile che, in quest'accusa di stregoneria non ci sia almeno un’ombra di verità? In definitiva, è meglio aver ragione
fuori della chiesa, o sbagliare insieme ad essa?
Nell’ultimo decennio si è andati tuttavia avanti. Il movimento
operaio internazionale e i PC, in
particolar modo quello italiano,
si sono posti altri interrogativi,
hanno pur trovato qualche risposta. Quando l’argomento è stato
posto al Minucci ed al Lombardo Radice, il senso complessivo
della loro risposta è stato che,
proprio dopo il 1968 e la "primavera di Praga”, sappiamo che
"un socialismo nella libertà è
possibile” ».
Abbiamo udito, proprio con le
nostre orecchie, Lise London
dire che, in quel lontano giorno,
essa ebbe a chiedersi; « £’ meglio aver torto con il partito, che
ragione fuori? ». La problematica
si riipresenta oggi, ed è più che
mai attuale in molte e diverse società, sul terreno politico e ideologico, come, secoli fa, su quello
religioso.
Ma anche questo di oggi è un
terreno religioso o, se si preferisce pseudo-religioso; devastazioni del fanatismo nel cuore dell'uomo e cancri delle società, per
generazioni e generazioni!
Fondo di
solidarietà
Nel pubblicare qui sotto un
nuovo elenco delle ùltime offerte pervenuteci, ricordiamo ai
lettori le attuali destinazioni del
nostro Pondo di solidarietà.
Per quanto riguarda gli aiuti
alle Valli danneggiate dall’aliuvione, abbiamo ancora un piccolo residuo di circa L. 100.000:
attendiamo ancora qualche tempo qualora dovessero pervenirci altre offerte, dopo di che invieremo, a chiusura di detta iniziativa, quanto a nostre mani.
Circa l’adesione permanente al
Propamma di lotta al razzismo,
abbiamo di poco superato il milione di lire: giunti al milione
e mezzo, provvederemo ad inviare la somma al C.E.C.
Ricordiamo infine gli altri
programmi : quello della ricostruzione in Libano, che ritorna più che mai di drammatica
attualità a causa dei nuovi eventi bellici; quello contro la tortura nel mondo, cui la recentissima denuncia di Amnesty International ha dato ulteriore
gravissima conferma ; ed infine, a favore delle vittime del
recente uragano che ha devastato vaste zone dell’India, con
milioni di sinistrati e gravissimi danni ad abitazioni e colture.
Ricordiamo che le offerte, come al solito, vanno inviate ai
conto corr. postale n. 2/39878
intestato a Roberto Peyrot, c.so
Moncalieri 70, Torino, indicando possibilmente la destinazione del versamento.
Ecco ora l’elenco aggiornato :
D. Di Toro L. 50.000; Amici 30
mila; M. Beltrami 50.000; E. e M.
Bein (due vers. 50.000; M. Beiti
Buzzi (due vers.) 10.000; Corale di
Villar e Bobbio P. 50.000; M. Gay
100.000; N. N. con simpatia (due
vers.) 30.000; C. Tron 5.000; P. Corbe (due vers.) 10.000; G. Grillo 5.000;
Chiesa ev. Zurigo 34.467; S. C. 50
mila; G. Conti 10.000; C. Craveri 50
mila.
Totale L. 534. 467; prec. 1.534.104
= 2.068.571; Interessi anno 1977 L.
19.008; in cassa L. 2.087.579.
Ringraziamento
Con Farrivo della stagione primaverile abbiamo terminato Fassistenza invernale 1977-78.
Anche quest’anno, dopo un lungo e
rigido inverno, siamo giunti alla conclusione della nostra assistenza ai a fratelli della minima », che con viva riconoscenza ei hanno detto arrivederci
alFinverno prossimo.
Questa gratitudine, cari Amici, è
rivolta anche a Voi perché, se noi
abbiamo potuto svolgere il lavoro materiale, è stato grazie alla Vostra fedele solidarietà. Un grazie di cuore va
anche alla Redazione « La Luce » che
ha pubblicato il nostro appello. Con i
sensi della nostra più viva gratitudine,
Vi salutiamo nel Signore.
Magg. Biagio Garone
Esercito della Salvezza
Corpo di Torino
Doni Eco - Luce
Doni di L, 1000: Roncaglione
Bruno, Pont Canavese; Long Tullio,
Prarostino; Balestrini Ermanno, Pieve
Emanuele; Peyronel Alessandro, Vlllar Perosa; Pascal Livio, Ferrerò; Bellion-Jallà, Torre Pellice; Bounous Maria, Pomaretto; fam. Tamassia, Verbania Intra; Maffeis Romano, Bergamo;
Pons Irma, Inverso Pinasca; Cesan Ranieri, Tcrino; Fornerone Stalle Caterina, Bricherasio; Vannuccini Vittorio,
Siena; Oliva Nicola, Vasto; Rivoiro
Alessandro, Prarostino; Pons Marcello, Perosa Argentina; Clarke Camilla,
Abbiategrasso; Tron Eugenio, Torino;
Mari Giacomo, Carugate; Frache Aldo, Frali; Bouchard Edvico, S. Germano; Janavel Caterina, Villar Pellice;
Kruil Anita, Reggello; Mengiardi Giovanna, Firenze; Griglio Guido, S. Secondo; Barzaghi Alma, Milano; Barus
Attilio Ferrerò.
Doni di L. 2000: Duiand Florina, Bora; Tessoni Cinzia, Parma; Gay
Evelina, Pinerolo; Pons Virginia, Massello; Farad Vincenzo, Caltanissetta;
Della Latta Aligi, Molicciara; Boero
Emilia, Coazze; Boero Allea Nella,
Coazze; Ostorero Andrea, Coazze; Rosa
Brusin Ambrogio, Coazze; Rosa Brusin
Lidia, Coazze; coniugi Palmery, Milano.
Doni di L. 3000 : Jahier Mary,
Torre Pellice; Berger Filippo, Torre
Pellice; Paschetto Gino, S. Secondo;
Robert Alessandro, Prarostino; Bessone
Ina, Villar Perosa; D’Ursi Daniele, Torino; Vinay Aldo, Ivrea; Banchetti
Giuseppe, Piombino; Prelato Bruno,
Perosa Arg. Cozzi Sergio, Trieste; Gay
Arnaldo, Firenze; Massa Francesco,
Firenze; Rossi Roberto, Firenze; Perron Genre Adele, Torre Pellice; Albano Zacearo Evangelina Portogruaro;
Tescari Cecilia, Milano; Baret Peyrot
Albertina, Pomaretto; Cairus Luigi,
Luserna; Tron Enrichetta, Massello;
Angelini Vittorio, Roma; Baridon Silvio Roma; Corbo Pasquale, Campobasso; Tronchi Angela, Parma; Ghelfi
Cordone Fina, Roccapietra; Endrici
Michele, Gardolo; Tschudi Matilde,
Bergamo; Tosi Giuseppe, Bergamo; Ribold Daniele, Berzo S. Fermo; Tagliaferro Giuseppe, Torino; Gay Cornelio,
Torino; Gay Lisetta, Torino; Costabel
Felice, Perrero; Albano Michele, Rutigliano; Pavone Franco, Castellina in
Chianti; Pavone Achille, Castellina in
Chianti; Ribet Giosuè, Perosa Argentina; Kesselring Erica, S. Giov. Lupatoio; Lena Italia e Ottavia, La Maddalena; Paratore Michele, Novara di
Sicilia; Ceseri Maria, S. Pietro in Bagno; Vindrola Armando, Villar Dora;
Peyronel Dormelandi, Torino; Griglio
Aldo, S. Secondo; Tomasetta Elisa, Napoli; Proietti Bounous Irene, Torino;
Eroli Dina, Milano; Manigrasso Penelope, Milano; Americo Maurizio, Tradiate; Weller Fornasa, Vicenza; Velo
Giorgio, Mestre; Nascimbeni Maria,
Caerano S. Marco; Acelli Lea ved.
Vigo, Borghetto S. Spirito; Roncaglio.
ne Carlo, Pont Canavese; Sappé Enrichetta ved Bouchard, S. Germano; Daniele Gi'ai Anna Maria, Pinerolo; Borno Emanuele, Pinerolo; J.L.S. e M.B.,
Luserna; Artero Enrico, Pomaretto;
Fenouil Franco, Luserna; Mosca Toba
Elena, Brindisi; Signore Enzo, Trieste;
Dellavalle Amelia, Serra valle Sesia;
Loreto Eliseo, Carunchio; Ribet Ferrari Alice, Genova; Menegatti Lidia, Oppeano; Pennington De Jongh, Roma;
Giuliani Rosa, Roma; Maria Monge
Serafino, Torino; Magnano Mario, Collegno; Genre Aldo, Beinasco.
Doni di L. 5000 : Acinelli Erica,
Luserna; Paschetto Enrico, Torino;
Kramer L., Svizzera; Martini Efisia,
Torino; Gobello Livio, Luserna; Bossatti Lidia, Alassio; Corbo Pasquale,
Campobasso; Michelangeli Franco, Roma; Falchi Franco, Milano; Künzler
Bertin A., Svizzera; Melchiori Eugenia ved. Peyronel,S. Germano; Forneron Margherita, Prarostino; Ebert Gönnet Alberta, Germania; Pecoraro Eugenio, Svizzera; Semadeni Guglielmo,
Svizzera.
(continua)