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Anno XCI — Num. 41
Una copia Lir« 30
ABBONAMENTI
ECO
DELLE mLLT VALDESI
i Eco- L. 1.300 per rinterno | Eco e La Luce: L. 2.000 per l’intenio | Spedii, abb. poiul« • 1 Groppo
\ L. 1.800 per l’eMero 1 L. 2.800 per l’ertero | Combio d’indirir«. Uro 50
Spett.
BIBLIOÌECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
TORRE PELLICE — 20 ottobre 1961
Ammin. Cliudian» Torre Pellice • C-C-P- 2 17557
Il censimento del Centenario
Bilancio di un Risorgimento mancato?
Come tutti i cittadini italiani ho ricevuto il mio foglio di famiglia in vista del 10" censimento generale della
popolazione italiana. Ho letto con
estremo interesse le domande, con
estrema attenzione anche, perchè ritengo sia della massima serietà rispondere adeguatamente. Ho avuto dapprima una reazione tra l’annoiato ed
il divertito; annoiato per il fatto di
dover rispondere a certe domande
contorte come quelle concernenti la
mia professione, divertito per certi interrogativi come quello' al capo 6 su’,
riscaldamento : impianto centrale? impianto autonomo? Differenze sottili
da determinare da tecnici competenti : cose di estremo interesse e di importanza capitale per l’Italia di oggi..
Per me e per molti di noi montanari
ancora preistorici in questo secolo di
progresso non è contemplata nessuna
forma di riscaldamento, perchè ci scaldiamo con stufa o camino ecc. (Tutte
queste notizie e quelle che seguono sono tratte dall’interessante opuscolo
« Avvertenze pratiche p^r la compilazione del foglio di famiglia» che viene generosamente regalato per illuminare le nostre menti).
La mia reazione divertita si è pero
lentamente mutata in doloroso stupore ed in intima vergogna: lo stupore
di un cittadino che legge le domande
a lui fatte, la vergogna di appartenere ad una nazione che osa formulare
esplicitamente ed osa rivolgere ai suoi
figli quelle domande. Chi non si ribella, se proprio non è totalmente incosciente, alla domanda 3 della sezione
II : Specie dell’abitazione, in cui viene chiarito che cosa è una abitazione
vera e propria o...una abitazione impropria? Per chi non lo sapesse, in
Italia è giudicata abitazione impropria; grotta, cantina, magazzino, baracca, ecc... Cosa possa essere abitato
oltre quello non so, ma l’ecc.... sembra
lasciare aperta questa possibilità. Che
uba nazione, che celebra centenari e
dilapida il suo denaro in costruzioni
magniloquenti ed inutili come quelle
delle Olimpiadi e di Italia 61, consideri normale domandare ai suoi figli se
vìvono in abitazioni o in caverne, mi
riempie di indignato stupore.
Chi ha visitato la mostra delle re;
gioni a Italia 61, quel capolavoro di
gusto e di astrazione disincarnata tipico della nostra cultura italiana, non
ha certo sospettato che vivessimo ancora in grotte e cantine, perchè anche quelle sono diventate espressione
d’arte per i nostri raffinati architetti.
Ma proprio Quelli che hanno avuto il
privilegio di estasiarsi dinnanzi alle
luminose e grandiose oltreché inutili
spaziosità del palazzo del lavoro, rneditino sulla definizione di stanza che
in questo nuovo prontuario della miseria ci offrono le nostre Autorità; per
stanza s’intende un ambiente o locale... che riceve aria e luce dall’esterno
CONVEGNI
A TORINO
Si tiene a Torino, durante tutta la
corrente settimana, un convegno nazionale sul tema «Scuola e Risorgimento ». Ottima cosa ; ma poiché il programma è abbastanza carico, gli insegnanti che desiderano seguirlo si assentano — giustificati — dalle lezioni, appena riprese... Non era proprio
possibile riunire questo bel convegno
prima della ripresa?
Nei giorni 27, 28, 29 ottobre si terrà, sempre a Torino, a Palazzo Madama, un Convegno nazionale promosso dal « Comitato di Associazioni femminili per la parità di retribuzione »
(a cui aderisce anche l'U.C.D.G.), sul
tema « Emancipazione femminile in
Italia durante gli ultimi cento anni »•
fra gli oratori E. Garin, E. Morelli, A.
Galante Garrone, Dina Bertoni dovine, C. Bo, A. Buzzati Traverso, Anna
Garofalo, G. Piovene.
mediante finestra, porta o altra apertura e ha dimensioni tali da consentire l’installazione di almeno un letto
lasciando 'k> spazio utile per il movimento di una persona. Questo farei
scolpire a lettere di bronzo sulla facciata del palazzo di Pier Luigi Nervi,
ed in latino, perchè il ritmo della definizione martellante e stupendamen
te sintetica ha la «cadence» delle più
belle frasi latine. Ma do/e la trovate
una stanza che ha luce da altra aper
tura che non sia la finestra o la porta, in cui vi girate attorno ad una
branda? è la cella delle carceri! Non
vi ribellate all’idea che questo è, in
Italia, il luogo in cui è legittimo vivere, amare, soffrire, morire? Un buco
senz’aria.
Se queste sono le nostre abitazioni,
andate a rispondere senza fremere alla sezione IV: Notizie sulle professioni e condizioni non professionali. Gli
italiani in condizióni non professionali sono gli scolari, i pensionati, gli
infermi, gli inabili ecc.; esatto, nulla
da eccepire; ma lo sono anche i proprietari ed i benestanti. Non me la
prendo con quelle definizioni, quantunque ci sarebbe da dire su questo
modo di definire i latifondisti del nostro Sud e certi industriali del nostro
Nord: definizione gentile, rispettosa
come si conviene a quelle persone.
Non mi ribello contro uno Stato che
domanda ai suoi figli se hanno saputo trovare mocio di vivere senza lavorare; mi ribello contro uno Stato che
ha non so se dire il coraggio o il candore di domandarmi se sono di condizione « mendicante ». Quella è infatti
una delle categorie possibili per gli
italiani che si trovano in condizione
non professionale. E’ naturale e pienamente legittimo rispondere di si.
Mendicanti e benestanti ma non disoccupati I « Le persone disoccupate o
che siano alla ricerca di una nuova
occupazione (bello quell’« alla ricerca... », tutto un programma ! ) devono
indicare l’ultima professione effettivamente esercitata prima della disoccupazione». A buon intenditor, poche
parole. Ma sulla vergogna di questa
nazione di mendicanti e di proprietari che è naturale possano abitare in
grotte o in stanze come quelle descritte sopra, si stende maestoso e consolatore il 1" articolo della Costituzione :
« L’Italia è una Repubblica democra
tica fondata sul lavoro». Ma perchè
solo il 1» articolo? suonano altrettanto vacui il 2", il 3», il 4".
Ecco ora il 9» articolo della Costituzione: «Le Repubblica promuove lo
sviluppo della cultura... ». E’ bello, in
sintesi tutta una rivoluzione per il nostro paese. Ma leggete al paragrafo
« Istruzione » del nostro censimento :
si chiede chi sa leggere e chi sa scrivere. Ve lo si domanda con la più
grande franchezza e la massima libertà, come se fosse la cosa più normale
di questo mondo che nella Repubblica Italiana, ad un secolo dall’unità,
nell’Europa del 1961, un italiano risponda: no, non so leggere nè scrivere. Domanda che costituisce una staffilata in faccia ad ognuno di noi che
sa leggere e scrivere. Ma nessuno era
mai stato informato prima di oggi su
cosa significhi: saper leggere. Ora lo
sappiamo, perchè ce lo spiega il summenzionato opuscolo illustrativo. Ho
provato a fare la domanda ai contadini e minatori della mia valle e tutti
mi hanno unanimemente risposto: sa
leggere chi è in grado di leggere qualsiasi testo scritto in lingua italiana,
11 giornale per esempio. Errore! sa
leggere l’italiano chi «sa leggere un
brano di poche righe di un libro di
lettura in uso nelle scuole elementari ». La cultura italiana è così in grado di affermarsi nel mondo: non è
forse italiano il presidente dell’UNE
SCO? non è forse italiano il più ar
dito progetto per salvare i monumen
ti della Nubia?
(Questo è il volto deH’Italia cente
nana, il popolo di poeti, artisti, navigatori, inventori, il popolo che inaugura mostre e stupisce il mondo con
il miracolo del suo sviluppo economico: un popolo di analfabeti che considera in condizione professionale chi
ha avuto un lavoro e giudica adeguatamente sistemato chi vive in abitazioni improprie.
In compenso però un popolo suddiviso in provinole, comuni e circoscrizioni parrocchiali. Questa è una delle
novità: in qualità di pastore valdese
abito nella circoscrizione parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo/valdese di
Massello. I rilevatori hanno già com
pilato la mia scheda in questi termini e non mi spetta che assentire. Ritengo personalmente trattarsi della piu
aperta violazione dell’art. 114 della
Costituzione della Repubblica che suona: «La Repubblica si riparte in Regioni, Provincie e Comuni ». L’introduzione di una ulteriore ripartizione
da parte degli Istituti di Statistica è
assolutamente inammissibile, perchè
nello Stato Italiano la Circoscrizione
Parrocchiale non è nè bene nè male:
è semplicemente inesistente. Le Auto;
rità Italiane non possono introdurre
sul territorio nazionale altre Circoscrizioni territoriali oltre quelle sancite
dalla Costituzione i altrimenti, perchè
non dividere l’Italia secondo i Distretti della Chiesa Valdese, per esempio,
Í non chiedere ai nostri concittadini
in quale Circoscrizione Distrettuale
risiedono?) nè possono inserire i loro
cittadini in Circoscrizioni parrocchiali che essi non riconoscono, come ha
fatto il mio rilevatore inserendcmi in
quel guazzabuglio .senza senso che è
la circoscrizione di SS. Pietro e Paolo;'
valdese di Massello. L’Ufficio di statistica non osa formulare la domanda:
a quale parrocchia appartieni o meglio quale religione professi; non osa
farlo; non lo faccia e ci lasci beati
mendicanti in grotte, a guardare i benestanti che non li anno più bisogno
. sillabare per sa]>er leggere.
Giorgio Tourn
Prese di posizione
di evangeliei italiani
A FIRENZE
Al-cuni esponenti evangeliei e orlcnlossi
di Firenze lianno richiesto ai quotidiani
della città la pubblicazione dì questo invito:
occasione del X censimento generale
della popolazione, le chiese non cattolico'
romane invitano i propri membri a voler
indicare sullo primo ¡>ogino del foglio di
famiglia, ove è richiesta la circoscrizione
parrocchiale, la denominazione e Vindiriz'
zo della propria comunità**.
U quotidiano cattolico « Il Mattino » ha
pubblk^ato la notizia in due edizioni, e con
notevole rilievo tipografico; anche il paracomunista « Il Paese » ha pubblicalo, in
grassetto, lo stesso testo. « La Nazione » —
quello die dovrebbe essere il giornale laico, liberale, ecc. della città — ha dato solo
in un secondo tempo spazio al nostro breve lesto.
I A TORINO
i_ _ _ _ ■
Intanto, « La Slamjw » di Torino, in data
15 oli., pubblicava nello Specchio dei tempi una lettera elle erilirava la domanda:
Circoscrizione parrocchiale, intitolandola
« Giusta protesta di un valdese ». E inoltre
nella Cromica cittadina pubblieava, fra altri commenti al censimento, una dicìiiarazione del Prof. Peyrol dell’Università di
Roma, in cui era chiaramente espresso il
punto di vista protestante sulla delicata
questione. Ci sia permesso notare, per parie nostra, che sarebbe stala mi! cosa che il
nostro Ufficio legale di Roma — nel caso
si sia conosciuto prima il tenore del que
stionario — avesse inviato tempestive di
»posizioni alle comunità, onde suggerire
ai nostri membri di chiesa come oompor
tarsi davanti a tale domanda del queslio
nario. (Può essere che molli evangelici ab
biano scritto sul modulo, come il nostro
fratello di Torino « Tutta la famiglia del
dicliiarante è evangelica »). Comunque, anche senza avere la pappa fatta, ognuno poteva personalmente prender posizione.
Da nane sua il Consiglio dei Pastori di
Torino, riunito nella seduta di lunedì 9
eorr. ha inviato alle .Autorità Cittadine e
Provinciali questo Ordine del Giorno, vota'o all’unanimilà.
Il Consiglio dei Pastori delle Chiese
Evangeliche di Torino,
ÌEDUTI
i moduli ’'Foplio di Famiglia” in corso
di distribuzione per il censimento della popolazione
CONSTATATO
che essi contengono l’indicazione ’’Circoscrizione Parrocchiale” la quale potrebbe
arere come effetto di jar risultare come appartenenti alla Chiesa Cattolica Ronuiiui
migliaia di jamiglie Evangeliche residenti
in Torino
PROTESTA
contro questa equivoca voce, inclusa nel
suddetto modulo, e dichiara di considerare
uulUi € temlenziosa qiuilsiasi implicazione
di carattere religioso si volesse attribuire
alle risposte della medesima.
IL CONSIGLIO DEI PASTORI
Torino, 10, ottobre 1961.
uno SGUARDO OLTRE IL ^PMIO
Comurrità Impegnate
E’ sempre con una certa preoccupazione che ci accingiamo alla lettura
di volumi che presentano l’attività della Chiesa nelle regioni al di là del sipario di ferro. Già altre volte ci è accaduto di segnalare qualche pubblicazione su questo argomento, e sempre
ci è stata rivolta la stessa obbiezione:
« Ma fino a qual punto queste presentazioni sono libere da pregiudiziali
apologetiche? » Dubbio perfettamente
legittimo, che la stessa ricchezza della
documentazione fotografica talvolta
rende più tormentoso (fotografie di
autorevoli vescovi o sovrintendenti —
di sinodi — di adunate di massa).
Eppure con rinnovato interesse leggiamo queste pubblicazioni con la
speranza di poter cogliere la realtà,
anche attraverso le deformazioni di
una letteratura più o meno conformista.
Dienende Gemeìnde è un volumetto di 128 pagine e 53 illustrazioni fotografiche in appendice, che ci presenta la vita e l’attività delle Chiese
Protestanti in Cecoslovacchia; una regione della quale è nota sul piano politico la stretta osservanza alla dottrina marxista-leninista e, sul piano religioso, la lunga tradizione ereticale,
oppressa ma non soffocata, nei secoli
passati, dalla prepotenza politico-religiosa della Chiesa di Roma.
Una breve introduzione specifica i
limiti e la natura di questa pubblicazione, che è destinala ai fratelli delle
Chiese evangeliche d’Europa: una
presentazione delle varie Chiese evangeliche che annunziano la Parola in
Cecoslovacchia, della loro storia e della loro attività, oggi. Sono 9 brevi, ma
succose monografie che ci offrono un
quadro completo della storia e della
vita dei singoli movimenti evangelici,
chè nove sono le principali denominazioni all’opera in Cecoslovacchia,
dalla Unitas fratrum « sorta per grazia di Dio dalle ceneri di Hus nell’anno 1457 in KunwOld {Boemia) come comunità dei ’’Fratelli della legge
di Cristo” » alla Chiesa Evangelica
Metodista, nata nel 1920 come Missione di un ramo della Chiesa Metodista Episcopale, e dal 1950 Chiesa
autonoma. Un quadro interessante,
completato dalla presentazione dell’o
pera che svolsero nel passato e svolgono ancora nel presente due celebri
Facoltà evangeliche : la Facoltà di
teologia Comenius, legata al nome ed
aH’insegnamento di J. L. Hromadka,
e quella slovacca di Modra, di più
stretta osservanza confessionale luterana.
Chiese viventi, che operano in un
mondo che chiede loro, apertamente,
di giustificare la loro presenza in una
società nuova. Questo volumetto non
affronta esplicitamente questo problema, per quanto ogni monografia costituisca, in un certo modo ed in una
certa misura, una giustificazione; Cristo è annunziato, il messaggio dell’Evangelo trasforma i cuori, produce la
vita nuova.
Non lo affronta esplicitamente, ma
non lo ignora, infatti il primo capitolo ha un titolo significativo, come
introduzione: La Chiesa sotto il segno della parola di Dio.
E significative sono le varie proposizioni che costituiscono il tessuto di
questa introduzione:
« Il significato della storia ecclesiastica protestante, in mezzo a noi, e
il significato ultimo del travaglio di
queste chiese nel mondo di oggi consiste nello sforz.o di mettere la Chiesa
in modo consapevole sotto il segno
della Parola del Dio vivente » : sottomissione di cui viene sottolineata la
feconda potenza d’ispirazione nei momenti più ricchi di vita spirituale, dalla Riforma ad oggi. Soltanto così la
Chiesa impara che solo in Cristo essa
vive e da lui attinge ogni forza, non
dagli uomini o dalle istituzioni.
Tutti i valori tradizionali, anche i
più rispettabili, ogni manifestazione
attivista, anche la più pia, perdono
ogni significato determinante nella vita della Chiesa, quando vengano confrontati con questa fondamentale realtà: la fedeltà alla Sacra Scrittura.
« Solo in una ferma subordinazione
alla parola di Cristo la Chiesa può diventare una guida per Vuomo del nostro tempo ».
Solo in questa incondizionata fedeltà la Chiesa può anche trovare la
forza di liberarsi dalla tentazione di
confondere il suo compito con l’attaccamento ad ordinamenti, istituzioni.
metodi di lavoro, degni di rispetto ed
adatti a tempi passati, ma non più rispondenti alle esigenze del nostro tempo e della nostra società. Questo non
significa, secondo K. Gabris (professore di esegesi e teologia del N. Testamento alla Facoltà teologica di Modra) che i protestanti Clecoslovacchi
vogliano imporre una uniformità di
giudizio nei confronti di ordinamenti
od istituzioni: riconoscono che la loro esperienza e la posizione della
Chiesa, in Cecoslovacchia, nonché la
sua testimonianza, si svolgono in un
ambiente che porta a valutazioni che
possono essere assai diverse da quelle
delle Chiese evangeliche dell’Europa
occidentale.
Quello che rimane però fondamentale è sempre la subordinazione alla
Parola: la Chiesa che serve, non la
Chiesa a cui si serve.
Il nostro teologo affronta così serenamente un problema interessante, e
gli dà una soluzione che può esser variamente discussa : « Dove una materiale assistenza sociale era ed è necessaria, essa deve esser data dalla
Chiesa. Dove, — come da noi (in Cecoslovacchia) — è stata assunta dalla
Sœietà organizzata degli uomini, si
impone alla Chiesa un’altra forma di
servizio ». Servizio tanto più necessario quando la Chiesa è chiamata a
vivere in un periodo storico che vede
la nascita di una nuova società; ed in
questa nuova nascita essa deve adempiere il suo compito, senza temere il
giudizio degli uomini, pronti a rimproverare gli errori del passato, che
essa deve riconoscere.
Breve resoconto di brevi pagine,
dense di pensiero e coraggiosa testimonianza di Chiese impegnate, nella
obbedienza al solo Signore e maestro.
Cl.
E' rientrato in Italia ed è giunto a
Torre Pellice il Past. Renzo Bertalot,
dopo un ministero di sette anni nella
Beckwith Memorial Church di Montreal (Canada). A lui ed alla sua famiglia rivolgiamo il più fraterno bentornato, assai lieti di riaverli in mezzo
a noi.
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 41 — 20 ottobre 1961
COMSmERÂ^àMS-siÎR STATISTIQUE
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Les écoles primaires des Vallées
et l'enseignement du français
La rentrée des classes ne manque
pas de porter, chaque année, l’attention sur les problèmes de l’école: aussi pensons-nous qu’im rapport sur l’enseignement du français dans nos écoles primaires ne sera pas sans intérêt pour le lecteur.
On sait que l’enseignement dont
nous parlons a pu être rétabli dans
les Vallées de Pignero! à partir de
l’année scolaire 1955-56 et qu’il se réalise actuellement dans les trois vallées à l’exception de la plupart de la
rive gauche du Val Pérouse, où il n’y
a pratiquement pas d’habitants francophones.
On sait aussi que l’enseignement du
français débute en troisième classe et
se poursuit jusqu’en cinquième ou sixième. En raison de ce fait, après
avoir mentionné le nombre global des
élèves de chaque commune, on examinera la statistique de toutes les localités, en indiquant par ordre;
ai le nombre des écoliers de première
et deuxième classes,
bl celui des classes troisième et supé
rieures;
ci le nombre (.entre parenthèses) des
élèves des cours de français: en
principe il devrait égaler le précédent.
Pour décrire la situation numérique
de nos écoles (les données se rapportent à l’année scolaire 1960-61) nous
avons choisi un itinéraire à travers
nos communes, en commençant par
le Val Pélis.
La commune de Bobi, la plus vaste
de la vallée, compte 69 écoliers dont la
plupart, 10 + 26 ( 26), sont concentrés
à lecole de Ville. La situation des hameaux est la suivante : Cairus 1 + 6
(6), Champs 4 + 5 (5), Roumana 2 r
6 (6), Puy 1 - 4 (4), Perla 0 + 4 (4).
On remarquera, ici corne ailleurs, des
écoles avec un nombre très réduit de
enfants: elles ont toutefois une importance considérable, car elles constituent un rempart contre le dépeuplement: il est en effet évident que les
familles avec des enfants ne pourraient plus résister sans un’école qui ne
soit pas trop éloignée de leurs maisons.
Les écoliers du Villar se montent à
106 et se groupent ainsi : Chef-lieu
16 49 (44), Buffa 4 + 5 (5), Plan
ta 5 + 6 (6), Serre 4 + 6 (6), Teynau
6 + 5 (5). Nous remarquons qu’au
Chef-lieu renseignement, y compris le
français, se poursuit jusqu’à la huitième classe.
La commune de la Tour, dont le territoire n’est pas très étendu, réunit
ses écoliers (187) en trois écoles seulement, à savoir: Ville 38 + 80 (80),
Bouissa 13 - 46 (46) et Simound 5 5 (5).
Nous passons dans le vallon de la
Luseme pour découvrir qu’à Rorà il
ÜD bicchier d’acqua fresca
Chi avrà dato da bere soltanto un bicchier d’acqua fresca ad uno
di questi piccoli, perchè è un mio discepolo, io vi dico in verità
che non perderà punto il suo premio. (Matteo 10: 42)
I piccoli di cui parla Gesù sono coloro che, diventati « come i piccoli fanciulli » non vogliono avere alcun potere in sè e per se e
non hanno alcuna forza che non sia loro conferita da Cristo. Sono i
bambini, nel senso letterale della parola, e poi quelli che sono come fanciulli dinanzi a Dio. Tutti costoro diventano improvvisamente grandi e
degni di essere accolti, perchè dietro di essi c’è Cristo, il Maestro! E la
loro mancanza di valore personale sta proprio ad indicare che la loro
grandezza, il loro valore, proviene da Dio.
E chi sono coloro che non perderanno il premio accogliendo e dando
il bicchiere d’acqua fresca ai discepoli di Cristo? Quelli che fanno parte
del mondo, i non credenti, coloro in mezzo ai quali i discepoli verranno
a trovarsi compiendo la loro missione di evangelizzatori, di testimoni
della verità divina. Sono gli evangelizzati dai discepoli, suscettibili di
diventare a loro volta dei credenti. Non è detto che lo diventino, ma è
comunque da considerarsi positivamente il fatto che accolgano « questi
piccoli », e che li accolgano proprio perchè riconoscono in essi dei discepoli. E’ una parola di speranza del nostro Salvatore che riempie di gioia
i credenti: avranno delle persecuzioni nel mondo, avranno delle tribolazioni, è vero, ma incontreranno anche delle persone dall’animo aperto
che con il loro atteggiamento « mostrano che quel che la legge comanda
è scritto nei loro cuori per la testimonianza che rende loro la coscienza,
e perchè i loro pensieri si accusano od anche si scusano a vicenda »
(Romani 2: 15).
Mi sembra che questa parola del nostro Salvatore apra per noi una
finestra dalla quale penetra una ventata di aria fresca e pura, di cui tutti
abbiamo bisogno. La grazia di Dio non è soltanto rinchiusa nelle mura
delle nostre chiese, non è data soltanto a chi fa parte delle organizzazioni ecclesiastiche, ma è anche operante per coloro che non riescono
forse a formulare bene la loro fede in concetti chiari, che non sanno
porre una motivazione esatta ed un Nome solo all’origine dei loro concreti atti di amore e di affetto verso i credenti e verso i deboli, gli inermi,
gli isolati senza potenza e senza aiuto che sono « come bambini » in
questo mondo.
[a vi è anche un implicito invito ai credenti in queste parole
- - -I del Cristo ; quello di praticare l’ospitalità verso i « piccoli »
di Dio. Accogliamo tutti degli ospiti in casa nostra, e spesso cerchiamo
che siano influenti, o illustri. Ebbene ecco che Cristo ci invita ad accogliere i nostri ospiti scegliendoli non secondo il criterio del mondo, ma
secondo il Suo; sono illustri e degni di ospitalità quelli che Egli rende
illustri, perchè vivono il Suo ideale e sono forti della Sua potenza, che
è debolezza per il mondo.
E viceversa, si intende. Se siamo noi a dover essere ricevuti come
ospiti in qualche famiglia o in qualche villaggio, o essere accolti da qualche personalità, siamolo perchè resi illustri da Cristo. Solo nella misura
in cui veramente cercheremo questa unica dignità possibile per noi, la
nostra parola avrà autorità, la nostra azione sarà efficace, le nostre proposte saranno accolte.
E per non rimanere nel vago citiamo, concludendo, un episodio.
Vi sono state con la Russia molte trattative, dopo la guerra,
per la restituzione dei prigionieri tedeschi. Ebbene, per la restituzione
di molte centinaia di essi, leggevo l’altro giorno in un libro (Cfr. Hans
A. De Boer : « Chemins d’est et d’ouest » - Ed. Labor et Fides, Genève
1961), ha servito più qualche ora di colloquio del Pastore Niemoller con
Kruscev che non mesi e mesi di trattative diplomatiche e di discussioni
fra uomini politici. Perchè Niemoller è andato in Russia senza timore,
a fronte alta, e con un atteggiamento leale. Il suo operato non era sempre approvato dalla Chiesa ufficiale alla quale appartiene e d’altra parte
non condivideva neppure le idee di chi lo ospitava. Ma si è sentito che,
dietro a lui, a dettargli le parole ed a ispirarne le azioni, dietro a questo
uomo che non rappresentava alcuna autorità ufficiale e non esibiva alcuna credenziale ecclesiastica o politica, che aborrisce le armi e quindi non
poteva proferire minaccia alcuna di distruzione o di vendetta, si celava
qualcuno più potente dei potenti di questo mondo, che gli conferiva la
dignità necessaria e la forza bastante per farsi ascoltare e parlare di
amore, di pace e di perdono e spingere anche chi sembrava meno portato
a queste cose ad operare atti concreti di concordia e di fraternità.
Bruno Costabel
n’y a que 20 enfants inscrits aux écoles, soit 2 * 5 (0) à la Ville, 0 + 9 (9>
à la Ruà et 2 2 (2) dans l’histcri
que et reculé hameau de Rumer.
A Lusernette, où le français est Pmité à la sixième classe, on compte
57 élèves, c’est-à-dire 15 42 (5).
Nous passons à présent à la plus
peuplée des communes de la vallée
Luserne Saint-Jean avec 378 écoliers;
son caractère mixte au point de vue
linguistique explique le pourcentage
(5C% environ) des enfants qui suivent
les cours de français: Airals 75 + 172
(92), Luserne 42 - 27 (17), Vignes
14 ' 4 (Q)^ Peyrots 10 5 (0), Fond
da Saint-Jean 10 - 4 (0), Gonins
10 + 5 (0).
Dans le vallon d’Angrogne (environ
150 élèves) les écoles sent nembreu
ses et toutes avec un nombre d’enfants encore assez considérable. Les
plus importantes'sont celles de SaintIiaurent qui compte 12 - 12 (12) écoliers, des Jourdans qui en a 6 15
(15) et du Pra du Tour avec 13 - 11
(11). Pour les autres localités nous ne
connaissons que le nombre des élèves
inscrits au français, à savoir; Martel
(10), Serre (7), Cacet (17), Nouvaréa
(13), Rouciaglia (7).
Nous constatons par conséquent que
les enfants du Val Pélis inscrits
cours de français, se montent à 465.
Les coteaux de Prarustin comptent,
avec Rochenlate, quatre écoles (93
élèves), dont la plus importante est
celle de Saint-Barthélemy avec 11
25 (25) écoliers, suivie de près par celle du Roc qui en a 13 - 22 (22). L’école des Cardenats, où manaue la cinquième classe et où les enfants sont
peut-être plus précoces qu’ailleurs. fait
exception à la règle et enseigne la
langue de Racine à partir de la deuxième classe : en ' effet, avec 3 élèves
en première et 10 dans les autres classes, les élèves de ’français sont précisément 10. La situation de Rocheplate 0 + 9 (9). dénonce le dépeuple
ment de ce vallon, d’autant nlus que
même la 3« classe est sans élèves.,
Nous passons d,àns le territoire de
Saint-Germain (86 écoliers) et constatons que la plupart des enfants sont
réunis à l’école de Ville: 14 46 (461.
Les autres trois se trouvent toutes
dans la région de l’Envers-Portes, où
celle des Garoussins seulement a un
cours de français :, 3 ’ 7 (7). A la Turina on com'+e 2’- 9 (0) élèves, tandis que aux Martinats il n’y en a que
3- 2(0).
En remontant le cours du Rusillard,
nous atteignons le territoire de Pramol (46 écoliers). Le haut du vallon
est desservi par l’école de la Ruà, avec
3+18 (15) enfants; tandis que celle
des Roues réunit ceux des hameaux
inférieurs; 7 - 12 (10). Une petite
école avec 3 élèves, sans cours de
français, subsiste à Peumian: ce harr.eau, situé en belle position sur le
contrefort qui partage en deux le vallon, mais isolé des autres villages par
une sauvage région et écarté par la
route carossable, a perdu grand nombre de ses habitants. Enfin au Crousas, dans T'+vers du vallon, on a aussi maintenu un’autre petite école, elle aussi avec 3 écoliers.
La petite commune de l’Envers Pinache, resserrée entre la montagne
abrupte et le Cluson, compte 34 éco
liers avec trois écoles et un cours de
français aux Vivians. Voici le nombre
des élèves de chaque école : Clôt 5 i
8 (0), Vivians 0 +10 (7), Chenevières
7+4 (0).
Mentionnons enfin que Pinache
(159 écoliers) est la seule des communes de la rive gauche du Val Pérouse
qui ait un cours de français (auprès
de récole du Chef-lieu: 20 élèves).
Les inscrits aux cours de français
se montent donc, pour le Val Pérouse,
à 171.
Nous allons à présent porter notre
attention sur la Vallée de Saint-Martin.
Au Pomaret les écoliers sont assez
nombreux (86) et groupés à l’école du
Chef-lieu. En voici le détail : 29 .57
(25).
La commune du Perrier ( 135 écoliers) est formée par une foule de vil
lages situés dans plusieurs vallons et
pour la plupart éloignés du centre:
cette situation topographique justifie
le maintien des neuf écoles que nous
allons nommer. Le cours sinueux de
la Germanasque divise le territoire en
deux parties inégales. Sur l’adret nous
y trouvons les écoles et les élèves suivants: Chef-lieu 5 ' 29 (21), Maneille
5 ‘ 15 (15), Saint-Martin 2 14 (13),
Bouvil 1+7 (7), Clos 10 15 (13).
Dans l’envers se placent; l’école de
l’Albarée, en position isolée sur les
confins du Pomaret, avec 1 4 (0)
élèves, celle du Trussan, 5 5(6) éco
liers, au centre du vallon de Riclaret,
et enfin deux dans le sauvage et profond vallon de Payé, l’une aux Plans,
où se réunissent 3 9 (9) enfants, et
l’autre à la Roccia, presque à la limite de la région habitée, avec 2 3
(0) élèves. Nous ne saurions terminer
ce rapport sur la situation scolaire du
Perrier, sans faire ressortir l’effort accompli par l’Administration communale, qui assure les cours de français
auprès de toutes les écoles qui ont un
nombre d’élèves à peine suffisant.
La commune de Masse!, dont la population diminue sans cesse (bornons
nous à signaler qu’elle comptait 442
habitants en 1931 et 302 en 1956) n’a
plus que 20 écoliers, réunis au Robers,
soit 6 + 14 (14).
Une situation tout à fait différente
nous attend à Salse, dont le taux de
natalité est le plus élevé des Vallées
et permet de surmonter les pertes
dues à l’émigration. On y compte 31
écoliers, dont 11 8 (8) à Chanforan
et 3 + 9 (9) aux Fontaines.
Il nous reste à considérer l’alpestre
commune de Pra! (70 écoliers), dont le
territoire s’étend sur le vallon du même nom et sur celui de Rodoret. L’école la plus importante est celle des
Guigou, où descendent aussi les quelques enfants des Adreits, dont l’école
a été récemment désaffectée ; on y
compte 10 24 (23) élèves. Moin nom
breuse est celle de la Ville de Pral :
8 4 (4). En dépit de son petit nom
bre d’habitants, Rodoret possède deux
éccles : celle de la Ville où se rassemblent 8 + 11 (11) enfants et, en amont
de là, celle du rustique hameau du
Champ du Clôt avec 5 élèves, sans
cours de français, la plus élevée de la
vallée (1.453 m.).
Nous relevons donc qu’au Val SaintMartin les élèves des cours de français se montent à 178.
Par conséquent l’ensemble des enfants qui suivent l’enseignement du
français dans les vallées que nous venons de parcourir s’élève à 814.
Pour comuléter la statistique des
Vallées de Pignerol, il nous faudrait
encore examiner la situation scolaire
du Val Pragela. Nous nous bornerons
à relever que cette vallée, qui n’a cessé de subir un dépeuplement accusé
gui remente à la Révocation de l’Edit de Nantes, connaît des problèmes
scolaires semb-lables à ceux des autres
et a vu, elle aussi, diminuer de beaucoup le nombre de ses écoles et de
ses enfants. Depuis les Traverses jusqu’à la Balme, on y compte à peu près
150 élèves des cours de français sur un
nembre global de 280 écoliers environ.
Parvenus au terme de notre exposition, nous estimons de devoir souligner combien notre population doit
être reconnaissante aux instituteurs
pour l’oeuvre qu’ils accomplissent envers les jeunes génératiens, en des
conditions souvent difficiles et pour
des appointsments medestes.
Enfin, en ce qui concerne le français,- c’est à peine le cas d’ajouter que
son enseignement aux écoles primaires présuppose la conservation de so-ii
usage aux Vallées, à côté naturellement de notre belle langue nationale
dont personne ne songe de méconnaître la place qui lui revient. Cela ressort d’ailleurs clairement du fait que
les cours de français n’ont été autorisés et institués que dans ces valiées
où l’usage de la langue y a une tradition, dans une certaine mesure, vivante. La Pro Valu
Ce rapport a été rédigé par le dr. Aldo
Durand en colliihoralion avec les autres
membres de la Commission.
TENSIONE
in Rhodesia
Lusaka, Nord-Rhodesia — Di fronte al
continuo deterioramento della situazione,
il Consiglio erisliano della Rhodesia del
Nord aveva invitato una trentina d’organizzazioni di questo paese a riunirsi in
conferenza, appena possibile, per studiare
le modifiche da apportare alla Costituzione del Territorio. Si trattava dei principali
partiti politici e dei sindacati di ogni tipo,
tanto di operai che di contadini, di prestatori co-nie di datori di lavoro, e di diversi
gruppi etnici. Uno solo dei cinque partiti
politici invitati, quello liberale, ha dato
il suo accordo; gli altri si sono limitati ad
un atteggiamento di principio favorevole,
ma diversi di es.si non potevano, secondo
’a loro costituzione, partecipare ad un tale
incontro. In queste condizioni è stato deciso di annullare il progetto. Ai confini del
Congo e dell’Angola, la Rhodesia risohia
di avere ancli’essa un difficile passaggio
all’indipendenza, una soluzione rude del
problema razziale?
IN POLONIA
La lotta per la scuola
Varsavia — 11 confiitto fra lo Stato e la
Chiesa cattolico-romana in Polonia sembra
entrare in una fase decisiva. Il governo
ha soppresso rinsegnamento del catechismo
nelle -scuole, e intende fare pure (ontrollare quest’insegnamento nei locali ecclesiastici per mezzo di ispettori del ministero deireducazione. Secondo Trybuna Ludu, organo del partito operaio (comunistai,
gli ispettori dello Stato devono vegliare a
che i locali in cui si impartisce l’istruzione religiosa rispondano alle nonne igieniche, die i preti che insegnano la religione
non siano cono.s-ciuti come ostili alle istituzioni del ])aese., che i corsi di catechismo
non superino le due ore settimanali c non
coincidano con le ore di lezione. Per Trybuna Ludu questo contmllo è giustificato
perchè gli ecclesiastici cattolici sono stipendiati dallo Stato. {soepi)
Nella Collana della Facoltà di Teologia è uscito il quinto volume:
Valdo Vinay
Evangelici italiani
esnli a Londra
durante il Risorgimento
8" grande, carta uso mano, pp. 172
L. 1.100
Ordinazioni alla Editrice Claudiana,
per le Valli Valdesi a Torre Pellice,
ccp 2/17557, per le altre regioni a
Torino, Via Principe Tommaso 1 d,
ccp 2/21641.
L’UNICO POTERE
« Il Signore regna »
(Salmo 96)
La sete di potere, anche se sembra
inavvertita in fondo in fondo, ognuno
la porta dentro come un verme nel
frutto, mille istinti quotidiani, mille
atteggiamenti, mille sfumature ne danno la prova.
Si tende istintivamente a dominare
l’altro. Tra noi cristiani è un atteggiamento ipocrita quello della falsa
modestia o umiltà e pericoloso perchè proprio questa vernice attrae il
proprio simile e lo inganna ricevendo
la zampata quando meno se lo aspetta!
Il cristiano onesto facendo un esame di coscienza si renderà conto di
questo slittamento verso la tirannide
e ripocrisia.
Il Salmista afferma che il Signore
regna.
Gli riconosce un potere indiscutibile
e nece.ssario. E afferma questa verità
con gioia Si direbbe che tiri un gros,so respiro di sollievo.
Ha filialmente trovato UNO che sa
dominare senza titanneggiare. Solo
Dio comanda senza violare e offendere. dando assai più di quanto riceve,
non frantumando e non ferendo nulla
di lutti gli elementi fragilissimi delruomo.
Nellaria del nostro tempo c’è una
sistematica diffidenza per l’autorità.
.Ma sarà bene domandarsi subito se
ogni detentore d’autorità, grande o
piccolo che sia, si sente tranquillo;
può dire di non averne abusato mai?
Un buon esame di coscienza sul
concetto di autorità, per chi deve comandare, non sarà certo mai fuori
luogo, poiché uno degli abusi più frequenti deriva sempre dall’aver le idee
confuse e le ambizioni immediate e
personali prqprio circa l’autorità.
Credere, sapere, ricordare con chiarezza interiore che solo Dio comanda
davvero e che solo Lui è in grado di
chiedere tutto senza ferire in nulla,
dovrebbe essere un motivo di consolazione infinita per chiunque sia offeso, direttamente o meno dalla violazione deH’autorità. Ma forse occorre prima di tutto rifarsi un concetto
giusto del senso del potere. Non c’è
vero potere se non nasce dall’amore.
* >|( *
La creatura umana si ribella alla
sensazione di non sentirsi amata ma
solo considerata un mezzo di cui ci
si serve per un dato fine; quando si
sente amata ubbidisce con gioia.
Senza amore, ogni potere è tirannide più o meno sviluppata, abuso di
una creatura da parte di un’altra creatura, un potere ch’è un tormentare il
prossimo.
Un giusto e chiaro concetto del potere darà anche all’amore fra le creature le esatte responsabilità e le garanzie di gioia reciproca.
E’ perciò necessario che sia prima
di tutto Dio a dominare.
Solo con quella garanzia dall’alto
sono possibili le giornate della vita
senza disperazione e senza delusione.
L’unico potere veramente efficace:
DIO. l’AMORE.
Nina Violo Curdo
3
20 ottobre 1961 — N. 41
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
pag. 3
CANTO SACRO
La ComnHssione del Canto Saero propone alio studio delle Corali e delle
Scuole Domenicali, in vista delle Feste di <‘anto della primavera dell’anno 1%2
gli inni seguenti:
CORALI
Innario Cristiano:
128 « Dal profondo del cuor dolente... » (1.2.3.) metronomo: semiminima=96.
344 «Io sento la Tua voce...» (1.2.3.4.); metronomo: semiminima = 80.
357 «A Dio cantate un canto nuovo» 11.2.3.) metronomo: croma. = 108.
Psaumes et Cantiques:
129 « Mon Dieu, plus près de Toi » (1.2.3.); metron. semiminima = 92.
63 « Levons-noius, frères » (1.2.3.); metron. semiminima = 92.
SCUOLE DOMENICALI
Innario Cristiano :
181 « E’ Cristo il buon, l’amabile Pastor...» (1.2.3.4.); metron.; semiminima = 84.
365 «Oh quanto la Tua casa m’è dolce, o mio Signor...» (1.2.3.); metronomo : semiminima = 66.
Psaumes et Cantiques:
40 « Ecoutez le cliant des anges... » (1.2.3.); metron.: semiminima = 96.
118 « Seigneur, du sein de la poussicre... » (1.4.5.); metron.: semiminima = 88.
OSSERVAZIONI
1. Le Feste di canto avranno luogo, D. v., alle date seguenti:
Corali: l ai Pellice: domenica 6 maggio a Torre Pellice.
Val Chisone: domenica 29 aprile a Pinerolo.
Val Germanasca: data e località da fissare previo accordo tra le Corali locali ed il membro della Commissione del Canto Sacro Pastore
Franco Davite. •
2. Scuole Domenicali: Val Pellice: domenica 6 maggio a Torre Pellice od in
una comunità viciniore.
Val Chisone: domenica 6 maggio a San Secondo.
Val Germanasca: si applica alle Scuole Domenicali quanto scritto a proposito della testa di canto delle Corali
della zona.
3. Si consiglia di far cantare, abbassandolo di un tono, l’inno 40 della raccolta
francese proposto per lo studio alle Scuole Domenicali.
4. Si ricorda che non è affatto « obbligatorio » che le Corali eseguano da sole
alle feste di canto un inno ed un Coro. Il Coro può benistsimo essere sostituito dalla esecuzione di un inno a scelta delle due raccolte. Ci auguriamo
che questa precisazione faciliti la partecipazione delle Corali numeiricamente
più ridotte alle nostre feste di canto ohe — lo ripetiamo fortemente — non
sono e non debbono essere manifestazioni a carattere esibizionistico.
5. Le Corali che, nel corso dell anno, desiderano ricevere la visita di un membro
della Commissione, sono pregate di accordarsi tempestivamente col Pastore
E. Aime — Bobbio Pellice.
6. Raccomandiamo vivamente alle singole Corali di dare la assoluta precedenza,
nel loro studio, agli inni d’insieme.
7. 1 Direttori delle Scuole Domenicali che intendono far cantare inni a due voci,
sono pregati di rivolgersi tempestivamente al Prof. Ferruccio Corsani — Collegio Valdese, Torre Pellice — onde poter disporre di un contralto adatto al
canto a due voci e non già a quattro voci, quale risulta scritto nei nostri
Innari.
8. .Si raccomanda vivamente ai Direttori delle Corali e delle Scuole Domenicali
di voler segnalare tempestivamente al Presidente della Commissione gli inni
scelti che saranno eseguiti da soli: ciò allo scopo evidente di evitare doppioni. Non si dimentldiino, nella scelta, gli inni nuovi pubblicati recentemente
nell’apposito fascicolo.
9. Le Corali che abbiano bisogno di inni scritti in vario numero di copie col
sistema Dupleco, si rivolgano direttamente al Prof. Ferruccio Corsani il quale
è in grado di procurar loro il numero di copie desiderato a prezzo modicissimo.
io. Ringraziamo le seguenti Chiese che hanno versalo alla Commissione del Canto Sacro i contributi fissati a suo tempo e riconfermati da varie Conferenze
Distrettuali: per Tanno 1960-61: Prarostino (3000); Bobbio Pellice (4000);
Rodoretto (1500); Pomaretlo (5100); Perrero (1740); Prali (530); AngrognaXappjHPSP-(.5§0).,AjWH4Ìa™« dalle, altre Chiese il loro contributo (il IO ;.,
delie somme versale per le Borse di Studio istituite dalla Conferenza Diistreltuale). I versamenti possono essere effettuati sul c.c.p. N. 2/21954 intestalo a
« Concistoro Valdese — Bobbio Pellice », specificando la causale del versamento.
Alle Corali, alle Scuole Domenicali ed a lutti coloro che le dirigono l'augurio
di un anno fecondo e benedetto nel servizio in tal modo prestalo alla Chiesa,
sotto lo sguardo del Signore. , . c
La Commissione del Canto Sacro.
Ad Agape il 16 e 17 settembre
La seconda assemblea annuale
dei medici evangelici [A.I.M.E.]
Nei giorni 16 e 17 settembre u. s. si
è svolta ad Agape la seconda Assemblea annuale dell’Associazione Italiana Medici Evangelici, con la partecipazione di buon numero di medici.
Nella serata di sabato è stato proiettato un documentario sul rinnovato
Ospedale Evangelico di Torino. Nella
mattinata di domenica dopo un breve culto di apertura del pastore Girardet, è stato svolto il primo tema
di relazione (proi. Operti) riguardante la nuova legislazione ospedaliera
di imminente attuazione con particolare riguardo alle ripercussioni sui nostri Istituti Ospedalieri.
Ricordiamo ohe a questo proposito
già il Sinodo 1961 si era espresso nominando una Commissione di studio
composta da rappresentanti dell’ A. I.
M E. nelle persone del dott. Mathieu
presidente, del dott. Eynard segretario, da rappresentanti della- C.I-O.V.
nelle persone del presidente pastore
Bert e del sovrintendente sanitario
proi. Operti, da rappresentanti dell’Ospedale di Torino nelle persone del
presidente dott. Ribet e del direttore
sanitario dott. Carlo Varese.
Dopo ampia discussione dell’argomento i Medici Evangelici hanno votato il seguente ordine del_ giorno '
« L’Associazione Italiana Medici Evam
gelici riunita in Agape (Frali) il
settembre 1961 invita la Commissione
Sinodale ad affrontare con sollecitudine il problema riorganizzativo dei
nostri Ospedali, auspicando una sempre maggiore collaborazione fra Mediti e le singole Amministrazioni ai nni
PERSONALIA
Con dolore abbiamo appreso la
scomparsa, a Milano, della Signora
Jacqueline Rollier Porrei, ed esprimiamo a tutti i familiari la nostra vivissima simpatia nel dolore e nella ferma speranza in Cristo risorto.
della massima efficienza del nostri
Istituti ».
Dai problemi organizzativi si è passati, nel pomeriggio, a quelli di ordine spirituale ed un profìcuo scambio
d! idee ha avuto luogo su di un argomento molto importante, sul piano
della fede e su quello professionale e
cioè sulla « Possibilità di collaborare
tra Medici e Pastori nell’assistenza
agli infermi ».
L’argomento è stato brevemente in
tredotto dal dott. Rcchat e la discussione che ne è seguita è stata resa più
interessante dalla partecipazione di
alcuni Pastori. Non poche nè lievi sono le difficoltà che questa collaborazione incontra.
L’evcluzicne ciell’assistenza medica
rende sempre m(*no facile per il medico l’incontro con il paziente sul piano spirituale, spesso considerato di secondaria importanza rispetto ai problemi diagnostici e Terapeutici. E per
il pastore non è sempre agevole annunciare la parola di Dio in maniera
concreta incarnandola in ogni caso
particolare, in quel fratello sofferente
La collaborazione è possibile se, pur
nel ricen.o scimento dei propri! limiti,
medici e pastori som uniti nella consapevolezza di quelle che la malattia
rappresenta per il credente sul piano
della fede e nella consapevolezza anche di quello che essi ste.ssi significano nelle mani di Dio ; umili strumen
ti se Egli lo vuole, in vista di una gua
rigione che è segno delia Sua grazia
per ciascuno di noi.
Il Dott. Eynard. dopo una relazione
.suli’attività svolta dc-Ua nostra associazione, ha messo in discussione il
problema organizzativo. L’assemblea
ha deciso la creazione di un bollettino
che serva ad aumentare i legami fra
i medici che non possono riunirsi in
gruppi di studio o di discussioni; si
invitano quindi tutti i medici che
non l’abbiano ancora fatto a comunicare il loro indirizzo alla segreteria
dell’associazione A. E.
C’est à l’heure de la sieste, par les
beau.x jours d’été, que j’aimais à aller
me reposer dans le pwc De Amicis...
La petite ville était alors endormie et
le parc désert. Mais, ce jour-là, quelqu’un m’avait devancée. Du banc, où
je m’étais assise — sans être aperçue
— je pouvais voir, de dos, un jeune
homme au.x larges épaules, dont la
tête brune était penchée sur un objet
qui luisait au soleil et qui n’était autre chose... qu’un petit miroir!
Je ne pus m’empêcher de sourire en
pensant que la vanité n’est pas exclusivement féminine, quand, soudain un
son frappa mon oreille... un son qui
ressemblait étrangement à un sanglot
étouffé... Le jeune homme avait maintenant tourné sa face de mon côté et
je pouvais le voir mieux: une horrible
balafre qui allait du front au menton
le défigurait complètement. Je compris que c’était l’image, que la petite
glace lui renvoyait, qui le faisait gémir. Je compris aussi, que clans ce
moment là, il aurait donné les médailles dont il était décoré pour ravoir
son visage d’avant la guerre. Un visage dont les enfants ne se détourneraient pas avec horreur et les femmes...
DécflUïre,:.toi
avec pitié... Et ce fut — juste à ce moment là — qu’apparut, au tournant
d’un sentier, une belle jeune femme
tenant par la main un petit garçon. Je
vis alors le jeune homme se lever brusquement et, d’un mouvement instinctif
essayer de se cacher derrière un arbre. Trop tard! Im jeune femme l’avait vu et en passant lui avait décoché le plus merveilleux de ses sourires en le regardant bien en face, puis
se penchant vers l'enfant: ’’Découvretoi!” L’enfant s’empressa d’ôter respectueusement sa casquette et ils s’éloignèrent tandis que la jeune mère
disait d'un ton plus bas, mais assez
fort pour être entendue: ”ll faut toujours se découvrir devant les braves”.
A la dérobée, je continuai d’observer le jeune homme que je voyais
maintenant de face. Une lueur s’était
allumée dans ses yeux, ses traits s'étaient détendus comme apaisés. La
bouche tordue, amère, serrée s’était
entrouverte dans un demi-sourire. Je
le vis rester encore un moment debout puis s’éloigner la tête haute,
après avoir jeté dans un buisson un
petit miroir qui luismt au soleil
Je restai seule dans le petit parc,
seule avec mes réflexions. ’’Comme il
faut peu de chose pour qu’un homme
se sente moins malheiireu.x” pensai-je.
Un regard — un regard peut être si
éloquent! — qui dise clairement: ”Je
.sais qui tu es et je vois plus en avant
que ton pauvre visage”. Un sourire
qui dise: ”Je t’admire, tu as fait ton
devoir coûte que coûte”.
if: HP ^
On parle beaucoup, ces temps-ci,
de l’Unité de l’Italie. On pense aux
braves qui ont lutté pour la belle cause de la Liberté. On fait bien de se
les rappeler avec reconnaissance car
tout ce qui est grand et beau naît de
la douleur et du sacrifice. J’y pense
moi aussi et un vieux souvenir s’est
réveillé tout-à-coup et je ’’vois” encore un jeune homme à l’horrible balafre, un petit garçon qui ôte respectueusement .sa casquette parce que sa mère lui a dit: "Il faut toujours se découvrir devant les braves”.
G. T.
I lettori ci scrivono
Offerte <di lavoro
Non si stupirà runtìco c. p. se rispondo
al suo artk'olo apparso sul n. 39 deirEco,
( io (‘he intendevo iiià fare sin dal 21 Otto*
lobre ’6{) per il suo primo sfogo su questo
argomento !
Quando nel 1946, subito dopo la fine
della guerra rUffic'io di Collocamento per
rassiii’zione di personale per Asili Psioliiatnci, per mancanza di mano d'opera
locale, si rivolse all’U.C.D.G. di Torino,
dove svolgevo le mansioni di Segretaria,
me ne rallegrai moltissimo, perciiè in quel
letnpo le condizioni economiche di molti
Italiani erano assai precarie.
Mi interessavo molto, come le Colleglie
che mi avevano prt*. editia, alle condizioni
e soprattutto airarren^ire delle nostre ra*
razze Valdesi — in maggior parte conta
dine — in servizio a Torino (ramo assistenziale, i|iieslo, particolarmente caro al*
ri .C.D.G. fin dalla sua fondazione) per
cui subito penisai dì offrire rorcasione, al*
le migliori e più preparate nostre « Rondinelle D — così furono denominale le nostre contadine, allora numerose! che scen
devano in città per la stagione autunno
primavera — (liillofare, cuoche e carne
ricrei di emigrare, per vedere di guadagnare di più ma soprattutto per conoscere
altri orizzonti e per raggiungere, se possi
bile, una posizione stabile, indipendente
Non avrei mai creduto di riuscire così
bene (salvo modestia!) e di essere in breve assillala da tante domande non solo dal
ragazze valdesi ma da signore e signorine]
di altra confessione religiosa, laurealo,I
sposate, separale, con famiglia a carico,*
che non trovavano lavoro in Italia.
Dapprincipio, non lo nascondo, l’orario
era duro (superava le otto ore), ma ciò
non era mai stato nascosto dai datori di
lavoro, molto precisi nelle loro riebieste,
e chi accettava non andava incontro a sorprese, come purtroppo avviene per molli
nostri emigranti.
Partirono le nostre ragazze sotto i migliori auspici (coi nostri migliori presagi),
da noi guidale e seguite con affetto.
Alcune ritornarono — per lo più per
mancanza di salute — ma nessuna fu rimpatriata per cattiva condolía, come purtroppo capitò per altre nostre correligionarie che furono mandate alTestero con
buone intenzioni certo, ma senza più ac<mrate indagini sulTimpiego che avrebbero
dovuto assumere e dei relativi rischi (non
pochi) a cui andavano incontro.
Molte nostre ragazze, disseminate nei vari ospedali della Svizzera, trovarono oltre
il lavoro un buon marito (che volete di
più?) ed alcune di loro ottennero il Diploma d’infermiera in mezzo a difficoltà non
lievi di lingua, di ambiente, con incarichi
di responsabilità. Ci fanno onore.
Per ora alcune di esse non si sentono
ancora di ritornare in Italia percliè devono pensare ad aiutare la propria famiglia,
a pagare i debiti o le terre; a far studiare
i figli, ma se mai tornassero non credo
andrebbero volentieri ad offrirsi nei nostri Asili Psi liialrici così po(*o moderni
e funzionali. Sarebbe proprio un caso da...
manicomio! Poiché quelli da noi visitali
in Svizzera ci fecero un'impressione davvero entu-siasmante sia per la loro simaglianle pulizia che per la cura e comprensione degli aimmalali di mente e delle persone senili ivi ricoverale.
Chiudo questa mia doverosa cliiarificazione a difesa del lavoro all’estero e quindi delle offerte di lavoro solo per dire al
caro amico c. />., clie con tanta passione
si interessa a reclutare infermiere per i
nostri ospedali e istituti Valdesi, a non
scoraggiare col suo pessiimismo quelle che
potrebbero ritornare a lavorare da noi
(già ce ne sono, poche ma capaci), informandosi meglio di quanto succede negli
altri ospedali all’estero per uguagliare e
se mai migliorare le condizioni e^onomiche di vita e dì ambiente, di quelle rimaste qui, alle quali de nostre lavoratrici all’estero si sentono sorelle e amiche.
In quanto aU’ultimo paragrafo dell’artii'olo, che tanto m’inleressa, sarà lo spunto per un altro artìcolo. Marta Turin.
P. S. — A conferma, desidero trascrivere una parte di una bella lettera ricevuta
da una nostra infermiera al lavoro in Svizzera, in seguito all’arlìcolo in questione:
<i ...io devo proprio ringraziare la Svìzzera e in particolare gli ospedali psichiatrici... Rimpiango solo di esser venula così
tardi in Svizzera... Anche in Italia Im avuto dei « lavoro pesante e ingrato », come
dice c. p., e in più mal retribuito; nelle
famiglie in qualità di cameriera lavoravo
15 ore al giorno, e poche ore di libertà la
do<menica; 15 giorni di vacanza alTanno.
M Signorina Turin, posso affermarLe che
negli aspedali dove ho lavorato noti si può
dire che gli Svizzeri sfruttino gli stranieri,
nè che ci facciano fare vsoltanlo i lavori
che non vogliono fare loro. Siamo sullo
stesso piano, abl)iamo gli stessi diritti; soltanto le lasse degli stranieri sono un po'
più elevate... Qui a X. siamo in quattro
Italiane capo-reparto, e solo due vsvizzere
(seguono notizie simili di niohe altre). Mi
sembra che c. p. dovrebbe esser contento
che la Svìzzera ci dia del lavoro: non gli
bastano ì di.mccupaii clie ci sono in Italia?
perchè non aiuta i bi è senza lavoro in Sicilia? Un Pastore svizzero die è stalo in
Sicilia (*i ha mostralo delle diapositive, ed
è una cosa umiliante vedere quella miseria: uomini disoccupali dalla nascita alla
morte; per mangiare devono rubare...
« Io non posso dire come sono trattali
gli altri lavoratori italiani; so che i molti
muratori sono ben pagati; tutti sono tutelati dai loro Sindacali. Anch’io penso che
le giovani (he ne lianno la possibilità fanno bene a studiare da infermiera in Italia e
a lavorare nel nostro paese. Ma mi sembra
che chi vuol cercare fortuna all’estero è
ancora libero dì farlo» (Seguono dati dettagliali sulla sua carriera e sulle lusinghiere condizioni offerte in questo ramo, a
piena parità senza distinzioni nazionalistiche, a quante lianno voglia di aprirsi una
strada con impegno e responsabilità).
Siamo molto lieti di qwe.s/n risposta e
did dialogo che si avvia. Forse le due posizioni non si escludono necessariamente.
Siamo grati per queste precisazioni, doverose nei confronti di un paese che —- se
non sempre per puro spirito umanitario —
offre lavoro a tanfi di.*<ocrupali o sottocculìati ìtidiani. E' tuttavia indubbio che. in
Svizzera come in altri jiaesi. esiste — in
modo meno ro.seo dì quel che non lasci intravvedere la leltera precedente — un problema delle masse di emigranti itidiani
(come spagnoli, ecc.). problema in cui le
responsabilità ci sembrano ripartite fra
osjdti ed ospitati.
n.d.r.
Una strabiliante messa
funebre
Caro direttore,
alieno dalle polemiche personali, sono
tuttavia costretto, questa volta, a chiederLe ospitalità, per alcune precisazioni in
merito al requiem che il pastore Enrico
Geymet lia ritenuto opportuno di coniiporre in onore del moTibondo (com’egli dice)
Collegio Valdese.
lo) Sono rimasto sbalordito leggendo la
interpretazione che Tamìco pastore lia potuto dare alle mie parole! Ho letto e riletto il mio manoscritto, in gran parte deil
resto pubblicato in quello stesso numero
dell’Eco. Orbene, se c’è una cosa dì cui
non ho parlato, è proprio della « sete di
guadagno y> dei nostri ragazzi; e non ne ho
parlato perchè proprio essi, i ragazzi, non
ne parlavano! Ho cercato di chiarire che
questi nostri giovani sentono il problema
sociale come il riflesso di una ingiustizia
(“he essi sentono oscuramente, come quella
che lì priva di certi privilegi che sono
connessi con la ricchezza: la possibilità di
istruirsi di più, di poter viaggiare, ecc. La
sete di guadagno esula coiuplelamenie dai
lesti che analizzavo!
Lo ripeto: non vi ho fallo alcuna allusione, perchè, se lo avessi fallo, avrei disonestamente deformalo il pensiero di
questi ragazzi.
Ed ecco che il pastore Enrico Geymet
ìia la visione della catastrofe: il giorno
del giudizio è giunto: dies irae, dies illa!
Le trombe suonano!
Troppe donne, tutte donne!
Il den^nio è entralo neU’absìde dell'Aula Sinodale; Mammona regna nel cuore di questi ragazzi.
E’ il principio della fine; « non l'ha forse detto, con precisione, quel loro professore che tanto li cura e li ama: "Han tutti
in cuore Faspirazione del guadagno^' »?
Non !ìo l’onore di conoscere questo professore; sono cerio che egli ama i suoi
scolari, ma ho rimpressione clic egli non
<‘onosra il cuore dei suoi alunni; lio l’impressione che egli appartiene a quella categoria di adulti ohe trovano nel cuore di
questi nostri ragazzi ì senlimcnli che fioriscono o vegetano nel loro cuore.
In quanto alla posizione del pastore
Geyinel egli dichiara candidamente, a conilusione dì alcune pie divagazioni, che
nella prolusione trova la conferma òi quello die egli pensa (ed a cui probabìJimente
pensa mentre l’oratore parla); « Tutti
quanti nutrono Faspirazione a! danaro ».
Tulli quanti; secondo il sottoscritto:
esclusi questi ragazzi, che hanno molli difetti, ma non meritano questa offesa.
2«) Un altro segno della (alastrofe: non
ci sono die^'i studenti al Collegio che si
preparino per il paslorato in terza liceo!
E’ giunta To-ra di Sodoma e Gomorra. Mi
pare die qui Tamico pastore che aveva
sonnecchiato durante la prolusione, sveglialo di soprassalto dal solilo baccano di
applausi che saluta la fino di ogni discor
so, abbia dimenticalo quella « logica » che
s’insegnava ai suoi tempi nei licei.
E proprio il Collegio il colpevole di
questa carenza di vocazioni nelle Valli?
E qui non vorrei fare dell’ironia o del
sarcasmo su queste Sodoma e Gomorra ;
l’argomento è troppo serio e troppo grave.
Non ci sono i dieci studenti che tu vuoi,
amico pastore; ma .sei sicuro che in una
qualsiasi delle nostre parrocchie TEterno
trovereMie i dicci giusti che non trovò a
Sodoma? L’Eterno distrusse Sodoma; il
pastore Geymet è rassegnato alla distruzione del Collegio. Mi permetto dì sperare che Tamico pa^slore vorrà riconoscere
Ile la sua teologia romantica lo ha spinto
più lontano di quanto egli stesso non desìrlerasse. Perchè qui è quislione di umiltà: insìeaue recitare il mea culpa: le nosire parrocchie sono veramente le comunità del Signore dove possono nascere le
vocazioni pastorali? dove la chiamala del
Signore viene ascoltala?
3f>) Questo con la prolusione non c’entra, ma... c’entra con rincontro pinerolese degli anziani e diaconi (per non parlare dei pastori).
A Pinerolo sì è affermala, con decisione
unanime, la necessità della più assoluta
chiarezza, in fatto di cifre. Si è protestalo
contro la faciloneria con la quale sì citano
delle cifre, che poi devono CkSsere chiarito
o modificale, magari nel corso stesso di
una stessa discussione. Ora ecco il pastore
Geymet c;he nel suo articolo parla del costo del Collegio: per un anno 10 o 12 miHoni ero.s.so modo.
Ora bisogna esser precisi; non si miò
così con indifferenza dire: grosso modo.
O sono 10 o sono 12. Perchè poi, probabìlimenle, non saranno nè 10 nè 12!
E sopralluUo è incredìbile l’affermazione che il COLLEGIO DI TORRE « da solo
costa in un anno circa la elecinut parte di
quel che costa TUTTA LA CHIESA VAì.DESE ».
Che sia necessario un capro espiatorio,
è passibile! Ma salvate almeno le apparenze: misurale le parole!
4«) Per quanto si riferisce alla crisi delle
vocazioni laiche al Collegio, essa è indul)bia. Però, anziché gettare la pietra, sarebbe forse stalo preferibile analizzarne le
cause. Non lo ik>sso fare qui; ma non crede l’amico pastore, che la conlimia denigrazione (Iella funzione del Collegio in
seno alla Chiesa, le riserve sulla sua finalità. sulla sua utilità, una certa diffidenza
nei confronti della vocazione dell’ìiisegnanie, abbiano contribuito a creare uno
sialo d’animo di amarezza, che si manifesta nella delusione degli anziani' e nel rifiuto dei giovani?
(segue in 4« pag.)
4
pag. 4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 41 — 20 ottobre 1961
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
VILLASECCA
Domenici 8 ottobr«, abbiamo rivisto con
gioia la sorella Sanidirine Costabel dei
Chiotti Ini., la quale dopo una assenza
di ben 39 anni è ritornata dagli Stati Uniti
per un breve soggiorno al fine di rivedere
i parenti e gli amici. A dire il vero per
parecchi si è trattato di conoscersi per la
prima volta, dato il numero di anni trascorsi dalla sua partenza dalle Valli. A nome della Comunità le rinnoviamo il saluto
e l’augurio di un buon soggiorno nella sua
patria di adozione nella quale sta facendo
ritorno.
Nel corso degli ultimi mesi alcune famiglie della nostra Comunità si sono trasferite venso il fondo valle per accorciare le
distanze dal posto di lavoro o per migliorare la propria sistemazione; per contro
alcune famiglie, scendendo da zone più
alte, si sono stabilite in mezzo a noi. 1!
nostro pensiero segue i Fratelli e le Sorelle che sono parliti, mentre rivolgiamo uiì
caldo benvenuto nella nostra Comunità a
quanti vi sono giunti.
Nei corso della seduta del 15 u. s. il
Diacono di Trussan, Sig. Levy Peyronel,
ha rassegnato le sue dimissioni a causa del
trasferimento a Torino. Al nostro Fratello
ed alla sua Signora che per molti anni
hanno attivamente collaborato a varie attività della nostra Chiesa giunga il nostro
saluto ed il nostro sincero ringraziamento,
assieme all’augurio di abbondanti benedizioni del Signore nella loro nuova attività
al servizio della Chiesa.
Con l’aiuto finanziario del Coimune è
stato ultimamente rimesso a posto il sagrato dei Chiotti, ormai in pessime condizioni e regolarmente allagato in occasione
di ogni temimrale. E’ stalo rifallo a lastro.
ni in cemento armato che non solo hanno
migliorato l’estetica di lutto lo spiazzo,
ma garantiscono anche una lunga durala,
per la Chiesa e per i ragazzi della scuola
<"he 1 adoperano per la ginnastica e per i
loro giochi durame l’intervallo.
POMARETTO
Giovedì 12 ottobre abbiamo celebrato il
servizio funebre di Umberto Coiucourde al
Clot Inverso: il nostro fratello è stato anziano del quartiere per lunghi anni, continuando la tradizione paterna del servizio
per la causa del Signore. Molti parenti ed
amici erano presenti alla cerimonia; la Fa.
rola della vita è stata udita, atta a confortare e soipratlutlo a richiamare i presenti
alla meditazione ed al servizio .per il nostro celeste Signore; alla famiglia inviamo
il nostro pensiero di profonda simipalia in
Cristo che è risorto.
Domenica 8 Ottobre abbiamo udito le
relazioni dei nostri delegati al Sinodo intorno ai vari problemi che vi sono stati
discussi: il signor Enzo Purpura ha parlato
del servizio e dei doni che tutti hanno ricevuto da Dio e che dovrebbero mettere
al servizio della comunità; la sig.na Lauretta Micol ha toccato l’argomento finanziario specialmente in riferimento alla cifra che la nostra chiesa deve versare entro
novembre per sanare il deficit della chiesa.
Difatti tutta la chiesa valdese è invitata a
contribuire in misura maggiore che nel
passato e inoltre deve colmare il deficit
che si è formato a causa della nostra scarsa generosità. Siamo fiduciosi che la nostra chiesa risponderà all’appello che è
stato lanciato domenica scorsa : aumentare
le contribuzioni e farci pervenire entro ottobre un’offerta a parte per il deficit in
modo da inviarla subito alla Tavola. La
nostra chicjsa è tassata di L. 505.000 quale
quota « prò deficit » ; fino ad ora Ire membri di chiesa ci hanno inviato L. 60.000 in
uno slancio di amore per la chiesa.
Ringraziamo di cuore i nostri delegali
che hanno molto interessato l’aasemblea in.
tomo a problemi vitali della comunità.
La settimana prossima avremo altre due
riunioni: martedì 24 ottobre al Clot Inveriso e venerdì 27 ottobre ai Masselli.
Eccovi un altro elenco delle offerte per
il televisore: Coassolo Bartolomeo, Tori
no, L. 2.000; Quartiere di Fontane (Rodoretlo): Breuza Luigi 1.000; Breuza Luciano 500; Breuza Giulio 600; Breuza Osvaldo 500; Pascal Augusto 500; Pascal Alma
500; Pascal Enrico 300; Pascal Piero e
Gianni 500; Pons Ermanno 500; Meytre
Ettore 300; Pascal Edda 300; Pascal Gustavo 500; L^ger Ernesto 1.000; Pascal Ermanno 500; Bouvier Esterina 300; Pascal
Ortensia 300; Pons Rina 200; Pascal Alberto 500; Meytre Ruggero 500; Barus Attilio 300; Genre Emanuele 500. Bravi, ami.
ci dì Fontane; aspettiamo altri quartieri
per poter colmare il deficit di L. 60.000
circa.
Bertalollo Maria Silvina L. 100, sempre
prò televisore.
Grazie a lutti a nome dell’ospedale.
La distribuzione dei viveri americani
avrà luogo, per la parrocchia, il giorno
2V ottobre dalle ore 8 alle 19.
MASSEL
Dimanche matin le culte a été consacré
partiiculièremenl aux enfants qui reprennent l’école du dimanche et les catéchismes. La reaponsa bilité de chacun de nous
dans le domaine de l’éducation des jeunes
et des enfants de notre paroisse est de
plus en plus grande: les idées et les tentations qui éloignent nos enfants de l’égliso se sont accrues chaque année, c’est à nous
de savoir y résister. Que chacun se sonvienne que sa prière et son exemple sont
indiapensables pour conduire à la foi les
nouvelles générations.
Nous prions tous les participants au culte d’occuper les premiers bancs dans la
nouvelle disposition.
Les deux enveloppes qui sont distribuées
cette semaine sont destinées à recevoir
Fune notre contribution pour la collecte
annuelle et l’autre notre offrande volontaire
pour le déficit de l’église. Ces deux enveloppes devront être rendues au teimple
avant la fin du mois de Novembre. Nous
avons reçu actuellement L. 3.000 pour le
déficit et 55.000 lires de contribution.
Pour le chauffage du temple prière de
porter le bois devant le clocher et inscrire
les noms des donateurs sur le registre affiché à la porte de la sacristie.
Lundi matin à 8 heures au temple nous
attendons les volontaires pour fendre le
bois et scier les troncs qui se trouverU
derrière la sacristie.
Dons in mem. prof. G. Miegge: Guido
e Erminia Tron L. 2.000; Micol Luigi
L. 1.000.
BOBBIO PELLICE
Venerdì 13 ottobre hanno avuto luogo
i funerali del nostro fratello Grand Davide
fu Davide decedute alla età di anni 81 nella sua abitazione alla frazione Lautaret,
nella Coinba dei Carbonieri. Il nostro fratello era meinibro della Chiesa di Bobbio
Pellice pur risiedendo nel coimune di Viilar Pelliee. Il messaggio della speranza
cristiana è stato annunzialo alla casa del
defunto ; indi la salma e stata tumulata nel
cimitelo di Villar Pellice. Ai familiari ed
ai parenti tutti rinnoviamo Tespressione
della nostra fraterna simpatia eristiana.
Ringraziamo il Pastore Geymet per la sua
partecipazione.
Diamo il più cordiale benvenuto tra noi
alla nostra sorella Berton Caterina Susanna
proveniente dalla frazione Buffa di Villar
Pellice Essa si è unita in matrimonio sabato 14 ottobre col nostro Melli Stefano
della Costa. Le auguriamo di trovarsi veramente « in famìglia » tra noi, nella Chìesa di Bobbio.
Domenica 29 ottobre nel nostro cullo
sarà ricordata la Riforma Protestante del
XVI» secolo ed avrà luogo la celebrazione
della Santa Cena. Domenica 5 twvembre il
nostro cullo segnerà la ripresa di tutte le
nostre attività eociesiarstiche : ad esso parteciperanno pure tutti i bambini della nostra
Si'Uola Domenicale. Dal mese di novembre
ì l’ulti avranno nuovamente inizio alle
ore 11 p. p.
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Nel corso dei mesi estivi la nostra Comunità ha avuto il privilegio di udire i
massaggi di vari Pastori che ci hanno fatto
una gradita visita: Genre Arnaldo, Glen
Williams, Segretario del Consiglio Ecumenico per i Paesi Latini, Giampiecoli Neri
della Chiesa di Bergamo, Rlbet Alberto,
Vice-Moderatore, Artus Wilfrido di Colonia Va-ldense, Blaser Emilio di Burgdorf.
Li ringraziamo vivamente e per la visita e
per il messaggio che ci hanno portato.
Lo Assemblee domenicali sono state abbastanza ben frequentate per tutta l’estate,
e iranno ora ricominciato a segnare un
maggior numero di presenze.
Alcune famiglie provenienti da altre
Parrocchie delle Valli si sono stabilite a
Pinerolo e sono state iscritte fra i membri
della Comunità.
Una raippre-sentanza della nostra Chiesa
ha compiuto una felice visita alle Chiese
di Epublens e St. Snlpice, presso Losanna.“
L’accoglienza ricevuta è stala fraterna, cordiale e generosa. T,o stesso gruppo si è
poi ritrovato una sera per un’agape fraterna. E’ un tentativo ohe abbiamo iniziato, per dare ai membri della Comunità la
opportunità di ritrovarsi assieme per gruppi, al fine di conoscersi meglio e di frater.
nizzare.
La prossima aigape fraterna è riserbata
ai membri dell’Unione Giovanile e avrà
luogo sabato 21 ottobre aUe ore 20.
Le varie attività ecclesiastiche hanno ripreso normalmente.
Il Convitto ha ospitalo nel cor.so del1 estate un gruppo di Pastori e Professori
di Teologia provenienti da Hartford (USAi
e un gruppo di giovani di Berna, guidali
da due Pastori. Ora il Convitto ha riaperto
le sue porte a 26 studènti e studentesse provenienti dalle varie Parrocchie delle Valli.
E’ stato amministrato il S. Battesimo a
Vinçon Guido di Luciano e a Rostan Saniina, di Edmondo.
^ Sono stati uniti in matrimonio F:issetla
Giaucarlo e Gardiol Luciana, Tron Italo e
Rostan Emilia.
Hanno risposto alla chiamala del Signore: Ribei Ernesto, Châtelain Claire, Codino Alberto, Cardon Michele, Peyran Filippo, Balimais Paolina, Ferro Luigi.
Bntle.timi. Hanno ricevuto il segno del
«patto di Grazia» nel Santo Battesimo:
Fornerone Nella e Fornerone Dario, di
Eric e di Forneron Amelia, dei Sarei del
Roic, domenica 17 setfembre; Martinat lillà, di Ely e di Forneron Irene, dei Roman
di Roccaipialta. (lomonica 15 ottobre. Che il
Signore benedica questi agnelli della sua
greggia e dia ai genitori ed ai padrini di
mantenere con fedeltà le promesse che
hanno fatto riguardo alle loro creature.
Scuole. Sabato 14, le nostre scolaresche
hanno inaugurato l’anno scolastico con un
culto nel Tempio. Erano presenti gli Insegnanti Sig.ra Rita Pons Paolina e il Sig
Trento Levi Desio. Nella occasione sono
stati dati ai bamibini i libri premio di Religione (oltre 4o libri ad altrettanti alunni
ohe si sono distinti l’anno scorso nello stu
dio delle lezioni di storia sacra). Le seno
le del nostro Comune hanno avuto fin dal
l’inizio regolarmente gli inseguauti in se
de... C’è soltanto la scuola dei Cardonatti
che è rimasta chiusa sino a questo momeii.
to, ed i bamhini di quel quartiere passano
i giorni standosene a casa o per le strade.
Ci auguriamo che presto la scuola dei Car.
donatli si apra, secondo le promesse delle
competenti autorità, per accogliere i 15 e
forse più bambini della zona.
Culto di Ripre.^a. Domenica 15 ottobre,
abbiamo avuto un culto speciale per la
ripresa delle attività. Hanno risposto bene
i nostri baombini della Scuola Domenicale
(molti aocoiupagnati dalle loro mamme!):
buona anche la partecipazione dei giovani; assai meno i grandi sia donne che uomini. Abbiamo meditalo sul testo Matteo
19: 13-15: «Gesù che benedice i bambini ». Proprio quelli che sembrano non
avere importanza, sul piano dei valori
umani, quelli ohe sembrano contare così
poco, anche nelle attività eoclosiasliche, i
deboli e i piccoli, proprio quelli Gesù ha
accolto, giungendo persino a dire « di loro è il regno dei cieli ». Tocca a noi grandi di comprendere che, in fondo, deve rivivere in noi un po’ di quell’atteggiamento
dei piccoli fanciulli, Tumiltà, la seniplieità e quella disponibilità per il Signore che
so'Vente ci manca. Tocca a noi grandi di
non ostacolare, ma anzi di favorire in tutti
i modi, ravvicinamento dei pi«'coli al Signore. Ciò deve essere fatto specialmente
dalle famiglie cristiane, dai genitori in
collaborazione con il Pastore e lutti coloro
che sono preposti alla istruzione spirituale
delle giovani generazioni.
E’ stala anche celebrata la Santa Cena.
Assemhleii di Chiem. Ricordiamo a tutta
la Comunità l’Assemblea di Chiesa indetta
per domenica 29 ottobre alle ore 10,30. Sono all’ordine del giorno importanti questioni, e FAissemblea prenderà delle decisioni mollo impegnative per tutti. Confidiamo in una larga partecipazione.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tol
Iva Maurino
CALLISTA PEDICURE
Via Roma 35 - Telef. 82.42
PEROSA ARGENTINA
SERVIZIO A DOMICILIO
I lettovi ci scrivono
(continua dalla 3« pag.)
5»ì A mo’ di couclusione. Il pastore
Geymet ha fatto suonar le sue trombe:
ferve crolleranno le vecchie mura del Collegio! Ci conceda però, fincliè stanno in
oiedi, di far suonare la nostra camnana.
La lasci umile ehiamare i nostri ragazzi
ad un lavoro sereno; li lasci lavorare in
Dace: a Mammona penseranno piri tardi,
quando saranno meiubri di chiesa! Cl.
Mi sembra che la reazione del caro amico Cl. sia stata eccessiva e credo che poche
parole basteranno perchè ci troviamo tutti
d’accordo.
Il Requiem: Ho adoperato questa parola
un po’ pesante perchè da alcuni anni a
questa parte noi assistiamo ad un progressivo depauperamento delle Valli : La ViceModeratura che un tempo era per così dire
legata al I» Distretto, ora non lo è più,
la Claudiana è andata a stabilirsi a Torino,
e parecchie voci prospettano ora l’oipportunità di chiudere il Liceo e di sostiluirio
con un convitto a Torino... La coisa mi è
sembrata intollerabile perchè da buon veccbio valdese anno disperatamente le nostre
Valli e per questo ho lanciato il grido di
allarme che ha fatto trasalire il mio Amico.
Sete di guadagno dei giovani... Laggiù in
fondo all’aula sinodale dove mi trovavo,
n’era proprio sembrato di udir quella frase così era purè sembrato ai miei vicini...
Ma sappiamo tutti quanto l'acustica di
quella cara sala sia difettosa e a quanti
incidenti simili abbia dato luogo. Non insistiamo perciò sul « detto » o « non detto », non ne vai proprio la pena! Anche
senza l’autorevole apipoggio della Prolusione posso affermare lo stesso che la nuova generazione — istruita dalla vecchia —
ha una gran sete di guadagno e che questa
sete è oggi uno dei maggiori ostacoli sulla
via delle vocazioni pastorali.
E di tanti professori... Perchè è pur essa,
mi sembra, quella che ha spinto alla diserzione parecchi nostri giovani e valenti professori valdesi — ma altri, altrettanto valenti, sono rimasti! — che han considerato
il Collegio come una pedana di lancio anzicl)è come un luogo di consacrazione per
il servizio del Signore. Grazie a Dio son
rimaste numerose professoresse e non è
proprio necessario di dire in tutte lettere
quanto siamo loro riconoscenti e come le
apprezziamo al loro giusto ed allo valore.
Ma se il nome di Debora è un gran nome,
non iimpediisce di dire che Dio la suscitò
in un tempo in cui erano scarsi i profeti.
Il Collegio colpevole della carenza delle
vocazioni? E dii si è mai sognalo di dirlo?
Il Collegio rischia di morire perchè mancano le vocazioni ma la reisponisabililù della cosa spetta alla comunità tutta quanta e
se abbiamo scritto è stato proprio per richiamare isu di essa Fattenzioiic della Chiesa!
Facciamo la pace? E’ strano, ma nei vil
laggi dispersi tra i monti e affondati in
valli anguste, degli ottimi vicini di casa
possono scontrarsi e per futili motivi far
baruffa e venire a cazzotti, salvo ad accorgersi più lardi, quando sono emigrati lontano, che quei vicini erano in fondo degli
amici assai più preziosi della folla indifferente che ora li circonda.
Anche noi, caro amico Cl., siamo uniti
da una solidarietà fondamentale su cui non
è il caso di discutere. Vogliamo entrambi
la vita del nostro CoUegio e la vogliamo
fortemente.
Sia dunque, pace tra noi... Però, la prossima volta, ti prego, sii un po’ meno cosacco nel menar cazzotti e laiscia riposare
in pace e le mie trombe e le lue campane.
Enrico Geymet
Fra tanto cazzottarsi, ora qualche professore potrà aversela a male, perchè è un
po troppo sbrigativo accusare tutti i ’’transfughi’' di aver solo ricercato il guadagno,
e di avere magari premeditatamente sfruttato il Collegio quale pedana di lancio. Colui che guida le vite è il solo che investiga
i cuori e giudica secondo verità ognuno di
noi. red.
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