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Nulla sia più torte della vostra fedel
(Gianavello)
SETTIMANALE DELLA
ABBONAMENTO
^alia : Annuale
Estero: »
L. 150,— Semestrale L. 100,^—
» 300,— » » 175,—
Ogni cambiamento d’indirizzo costa Lire Cinque — La copia Lire 4,—
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Riguardate alla roccia onde foste tagliati
* Isaia LI: 1.
REDAZIONE: Via Sibaud, 7 - Bobbio Pellice
AMMINISTRAZIONE : Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
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COMUNICATI
La prossima Sessione Sinodale si aprirà D.
V. Lunedì 2 Settembre alle ore 15,30 nel
Tempio Valdese d,i Torre Pellice, con un
Culto presieduto dal Pastore Elio Eynard e
la consacrazione al S, Ministero del Candidato Davide Cielo.
Tutti i Membri del Sinodo, Ministri e Delegati, sono convocati per le ore 15.10 pre'cise nell’Aula Sinodale della Casa Valdese,
oer presenziare airapposizione della fir—n si.
l’atto di accettazione della Confesisione di fede della Chièsa Valdese da parte del Candidato al S. Ministero Davide Cielo.
Immediatamente dopo il culto. Ministri e
Delegati si recheranno nell’Aula Sinodale per
costituirsi in Assemblea sotto la presidenza
del più anziano di età tra i Ministri in attività di servizio presenti e procedere alla nomina del Seggio deftnitivo.
* * *
Il Corpo Pastorale è convocato .in seduta
nell’Aula Sinodale della Casa Valdese in Torre Pellice per il giorno 3 settembre ad ore
20,30.
Ordine del Giorno :
Liturgia ;
Ristampa del Piccolo Catechismo;
Comunicazioni di carattere pastorale ed
amministrativo ;
Varia ;
IL MODERATORE
Virgilio Sommimi
Torre Pellice, 14 agosto 1946.
PASTORI L ANZIANI
11 problema della funzione e dell’eiiìcienza dei nostri concistori non è certo nuovo:
esso è stato più volte dibattuto sulla stampa e
nelle discussioni sinodali, è stato oggetto di
pubblicazioni e di studi. .Ma resta pur sempre
alTordine del giorno e non si può certo due
che sia stato definitivamente risolto. Esso
-coinvolge necessariamente molte gravi quistioni inerenti alla vita delle nostre comunità e richiede chiare prese di posizione dal
punto di vista teorico, come pure tentativi
di soluzione almeno parziali, assai delicati
dal punto di vista pratico.
Un còntributo efficace alla discussione del
problema ed alla esatta inquadratura teologica di esso è dato da una recente pubblicazio----ne di. Henri d’Espine, professore all’Università di Ginevra, dal titolo: a Les Ancieiis,
conducteurs de TEglise (1)». La tesi fondamentale sostenut.! da questo autore è che la
funzione pastorale per il governo della comunità in tutti i suoi aspetti non è prerogativa
di una casta di individui hè appannaggio esclusivo di una sola persona sia pur essa
appositamente e seriamente preparata per
questo, ma deve esscic esercitata collettivamente dal collegio degli anziani, di cui il
pastore non è che un membro. La tesi può
parere ardita, e subito vengono alla mente infinite obiezioni di carattere pratico, che tendono ad infirmarne la bontà.
Seinonchè per l’appunto l’esame teologico che l’autore fa della quistione è estremamente persuasivo e condotto con tale serietà
di intenti e così profonda consapevolezza ecclesiastica, che non si può non restare intimamente convinti della giustezza delle sue,
osservazioni. E del resto la tesi fu già sostenuta qui da noi da Giovanni Miegge
nella Guida dell’Anziano, pubblicata alcuni
anni or sono, in cui una sommaria indagine
storica tende appunto a dimostrare come in
(Uligine non esistesse l’attuale differenziazione fra pastori e anziani ; anzi questi ultimi
erano realmente quelli che avevano la direzione collegiale della comunità ; e se anche
fra essi vi era chi si dedicava particolarmente
alla predicazione ed airinsegnamento, chi tenendo la presidenza era « degno di doppio
onore » (I Timoteo 5 : 17), ciò non toglie che
nello spirito del Nuovo Testamento il collegio degli anziani è quello che ha realmente
ed effettivamente il compito pastorale, colletti vamente.
Sulla stessa linea il d’Espine, attraverso
un dettagliato studio dei dati neotestamentari,
esaminati con molta prudenza e attenzione,
giunge alla conclusione cui abbiamo accennato ; ed insiste sul fatto che nelle nostre
chiese riformate non si ha ancora un concetto
chiaro e sopratutto biblico del ministero pastorale. La responsabilità di questo stato di
cose risale, secondo il d’Espine, a Calvino,
che pur avendo visto giusto in molte quistioni di teologia ecclesiastica, ha lasciato sussistere quella linea di demarcazione tra pastore e anziani, che fu nella chiesa antica
il pri.mo passo verso il clericalismo cattolico.
* Con la funesta conseguenza di dare origine
a quella forma più o meno larvata di clericalismo riformato, di cui soffrono tuttora le
nostre comunità, malgrado la protesta elevata dal movimento di risveglio (Vinet) poco
più di un secolo fa.
Non ci addentriamo qui nelTesame dettagliato di tutte le quMoni sollevate dallo stu
dio del d’Espine, particolarmente per quanto
riguarda la sua indagine esegetica e la critica
■della soluzione calvinista del proèlema pastorale. Può essere piuttosto interessante esaminare brevemente alcune conseguenze che
derivano dal principio del governo collegiale
della comunità.
Considerare il pastore come un anziano in
mezzo agli altri anziani, senza preminenza di
dignità o di casta, non vuol dire disconoscere certe funzioni particolari che sono ordinariamente, ma non esclusivamente, di sua
competenza ;ì la serietà della preparazione
teologica, la volontà pubblicamente espressa
dì consacrare tutto il suo tempo e tutte le
sue facoltà al servizio della Chiesa, il dono
particolare che in lui è riconosciuto all’attó
della consacrazione, fanno effettivamente del
pastore uno « specialista », se è permesso usare questa infelice parola, nell’ambito stesso del collegio degli anziani. Ma con questo
non è detto che la funzione pastorale debba
essere di sua esclusiva pertinenza : è certo
biblicamente molto più esatto dire che.nel
collegio degli anziani, tutti ugualmente investiti della funzione pastorale in mezzo alla
comunità, egli è colui che tale funzione è
chiamato a svolgere in maniera più continuativa e più tecnica.
Inoltre il considerare pastore e anziani
sullo stesso livello dal punto di vista della loro funzione spirituale, è non solo più vicino
allo spirito del Nuovo Testamento, ma ancora è forse il solo mezzo di rivalutarl la
funzione dei nostri concisttori, così spesso ridotti al compito di un comune consiglio di
amministrazione o talora, per disgraziata ma
non impossibile ipotesi, a quello di censori e
critici di tutto ciò che il pastore deve poi far
da solo. Certo non è facile trovare degli elementi che possano esercitare una funzione
così delicata come quella pastorale, pur-senza esservi preparati in modo speciale e senza
dedicarvi tutto il proprio tempo.
Ma in parecchie nostre comunità si è cominciato in questi ultimi anni, seguendo le
indicazioni di una relazione sinodale in materia, a tenere dei corsi, delle conferenze, delle lezioni, aventi appunto per ¡scopo di formare elementi capaci di dirigere la comunità
e di esercitare la funzione pastorale anche se
lo « specialista » non c’è. E su questa via
si possono fare molti passi ancora, e notévoli
progressi.
Infine non c’è dubbio che anche nelle nostre chiese riformate un certo grado di clericalismo esiste : non come spirito, forse, ma
come pratica, come modo di agire. Troppo
spesso nelle comunità il pastore fa e disfà
secondo che pare bene a lui (non sempre per
colpa sua «però); e resistenza stessa di un
« corpo» pastorale, di a colloqui » pastorali,
la distinzione non mai abbastanza deprecata
tra '(ecclesiastici» e ((laici», sono tanti elemeniti che stanno a dimostrare pome almeno allo stato potenziale esiste un certo spirito di casta ; spirito che molto spesso sono i
laici stessi a creare, proprio con la loro troppo facile critica al « corpo» pastorale. Con
questo non si vuol dire ohe il corpo pastorale dovrebbe cessare di «istere come tale ; ci sono certe funzioni, certi controlli tecnici, certe quistioni di pura competenza che
sono inevitabili e non potrebbero essere affidate ad altro organismo ; soltanto dotfrebbero
Il XV Xéosto
all’Inverso di TORRE PELLICE
Una folla imponente di qualche migliaia
di persone, accorse da ogni lato della Valle,
da ¡Pimerolo e da Torino, si aduna lentamente sotto i magnifici castagini dell’Inverso
di Torre Pellice, nei pressi della scuoletta rurale. Alle ore 10 ha inizio il servizio, con
una breve parte liturgica fatta dal pastore Errnainno Rostan, che presiederà la celebrazione. Egli legge alcuni passi della Sacra Sorittura in Osea e neU’Apocalisse ed eleva quindi
a Dio una fervida preghiera.
Ha quindi la parola il pastore Roberto
Comba, il quale ha scelto come testo della
sua breve meditazione il versetto di I Cor.
Ili, 23 : .((Voi siete di Cristo».
Nel pubblico accorso alla tradizionale festa del XV agosto, egli ravvisa l’elemento
Chiesa, con le sue caratteristiche positive
di austerità e di raccoglimemto, e Telemento
fòlla, con le sue caratteristiche negative di
curiosità, di leggerezza, di eccitazione; nel
pubblico c’è il buono ed il cattivo, c’è santo e peccatore, ci sono oggi come quando
Gesù parlava alle folle, gli scribi ed i Farisei.
Ma è pro.prio a costoro ohe si rivolgeva la
parola di Dio. a cui bisogna farla giungere
colf ogni occasione, porohè voi siete di
Cristo.
Nel nostro popolo Valdese non avviene
altrimenti di quanta succede nel mondo ohe
ci circonda ; e perciò oggi sono uniti davanti
all’oratore quelli che vanno in Chiesa e quelli
ohe non ci vanno, quelli che seguono i culti
e coloro che si ricordano solo di Dio a Natale,
a Pasqua ed al 15 agosto. No, nemmeno noi,
popolo Valdese, siam(j un popolo di santi;
ben lungi, ed abbiamo troppo la tendenza a
riposarci sui meriti dei padri, a vivere di ima
religiosità ereditaria e non acquisita, mentre l’ora che volge ci chiama urgentemente
a testimoniare. Il popolo italiano ha bisogno
di Cristo, lo manifesta come può, in tante
maniere,: e non possiamo dire e soddisfarci
di dire (( noi siamo di Cristo » ; TEvangelo
che il Signore ci ha fatto conoscere non sia
il talento che non sappiamo far fruttare ; siamo chiamati ad un compito e Dio ci aiuti ad
assolverlo per la sua gloria.
Dopo il canto dell’inno 76, il prof. Davide
Bosio della nòstra Facoltà di Teologia, tratta
la parte storica presentando rargomento della
nostra libertà religiosa. Egli ricorda come la
Costituente italiana si troverà di fronte ad
u.no dei problemi più ardui, quello di stabilire di quale libertà religiosa si godrà in
Italia con la nuova costituzione ; e ricorda gli
avvenimenti che precedettero la nostra Emancipazione del 1848, data da cui noi ci gloriamo della qualifica di tollerati .nello Stato italiano. Carlo Alberto era circondato, nella
sua corte, di elementi retrivi e conservatori,
da un ambiente clericale a cui certo non poteva piacere che i Valdesi, già a lungo rinchiusi nelle loro valli natie, potessero uscir
essere molto prudenteniente controllate e limitate.
Sarebbe però ingiusto sostenere che nella
nostra Chiesa prevalga questo spirito tlericale; molto spesso è proprio vero il contrario; ma non si farà mai passi abbas^za
lunghi in questa direzione. E il considerare
finalmente che la funzione pastorale non è
mai privilegio di casta nè appannaggio esclusivo di pochi, il ricordare che il governo della
comunità è sempre un govenuj collegiale e
non mai un governo monarchico, è forse o^i
più .necessario che mai. In questo senso può
essere interpretato e trovare la sua giusta
applicazione ropportunissimo ordine del giorno votato dalla conferenza del 5° Distretto,
relativo alla temporanea assunzione in servizio di ((laici» qualificati ; questo progetto
rientra in pieno nello spirito del ministero ecclesiastico quale ci è presentato nel Nuovo
Testamento. Ci auguriamo che il Sinodo dia
pratica attuazione ad una così interessante
propolsta.
Neri Giampkcoli
Cahiers théologiques de l’Actualité protestant©
- n / Editions Delaohaux et Niestlé - Neuchâtel frs. sv. 2,50.
ne e godere di diritti uguali a quelli degli
altri cittadini.
Ad un secolo di distanza, pare impossibile : ma la realtà era tale e per taluni appunto
era già troppo lieta per gli eretici. Ma accanto a costoro agivano con altrettanta tenacia e con coraggio delle nobili figure di
veri patriottì, personaggi influenti e di mentalità progressiva. Intanto in altre parti d’Italia
si era concesso alle popolazioni lo Statuto e
da ogni parte si guardava al vecchio Piemonte, ohe non dava segni di voler cambiare. Carlo Alberto, eternamente tentennante ed incerto, finì coll’esser vinto daH’inoalzare degli avvenimenti, daU’aria nuov^ e si
lasciò andare a successive piccole riforme,
che aprirono il passo alla concessione dello
Statuto.
Fu dapprima la libertà di stampa ad essere ottenuta ed i giornali portairono un soffio
di vita nuova nella regione; (di Risorgimento» giornale di Torino, raccoglieva le
firme celebri di un' Cavour, dei D’Azeglio,
di un Brofferio, i quali appunto scossero
con la loro azione le arruginite pareti dell’assolutismo reale. Essi chiedevano generosamente, poiché non era per sè, che in Piemonte i Valdesi e gli Israeliti fossero ammessi a godere dei diritti civili ; * seguirono
petizioni, istanze, ricorsi, sorsero le opposizioni e gli ostacoli; ma finalmente il 17 febbraio Carlo Alberto bon gré malgré firmava
le patenti con cui ci concedeva il diritto di
cittadini, ed il 4 marzo lo Statuto, il cui primitivo articolo ci-ricordava ancora che in
quanto a pratica di culto eravamo ancora semplicemente tollerati. Oggi, dopo 98 anni,
siamo poco di più ; e l’oratore si domanda
se la Costituente italiana sarà capace di affrontare il grave problema e risolverlo nel
senso di una vera libertà religiosa per cui
cessi l’assurdo che lo Stato si erga a giudice
delle varie religioni.
Anche oggi le voci prò e contro sono forti :
auguriamoci, per un senso di carità patria,
per la dignità d’Italia, che la nuova Costituzione garantisca assieme alle altre, anche
la libertà religiosa, come avviene presso i
popoli civili.
La parte riservata secondo la tradizione,
aH’argomento deH’evangelizzazione, viene
quindi trattata dal pastore di Torre Pellice,
Funesto Ayassot, proveniente da Venezia.
Io ti ho posto innanzi una porta aperta,
dice lo Spirito alla Chiesa di Filadelfia : ed
oggi davanti a noi, Chiesa Valdese, è aperta
la porta deirEvangelizzazione in Italia. Le
circostanze estremamente favorevoli di questo dopoguerra hanno permesso la ripresa del
lavoro in tutta la penisola ad un ritmo veramente serrato ed incalzante : le occasioni sono numerose, non bisogna lasciarle sfuggire e mantenersi in forza per continuare efficacemente nell’opera. In primo luogo, i
culti per radio hanno un grandissimo valore,
e se non lo si vedesse diversamente, basterebbero a svelarlo le manovre contrarie
che da ogni parte si tentano contro questo
nostro messaggio dell’Evangelo, aperto e
chiaro; esso incontra favore nelle masse e
desta cuori dormienti ; a Venezia roratoire
ha ricevuto in un anno oltre 400 lettere di
ascoltatori del culto evangelico, pon evangelici, che chiedono spiegazioni, desiderano
conoscere la Bibbia, cercano qualche cosa
che la loro religione più non sa dare.
D’altra parte anche il rinnovamento di
vita politica, il sorgere delle nuove correnti
sociali, lo spirito di ricerca che anima in
questo momento la maggioranza del popolo
italiano offrono un campo di vastissime possibilità evangelizzatrici : ovunque si getta la
semente.
L’oratore ha avuto occasione di parlare
a Venezia a 6.000 operai cattolici e far
sentire a loro la realtà dell’Evangelo. Non
bisogna sopravalutare però e non bisogna lasciarci trasportare da eccessivi entusiasmi :
non è tutto oro colato ciò che riluce, ma Dio
ci ordina dì seminare, seminare soltanto, ed
Egli mieterà : lo Spirito soffia quando e dove
vuole, e perciò non dobbiamo limitare la nostra attività a un confronto con ti risultati.
L’oratore conclude dicendo che nel campo
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dell ’evangeHzzazi^^% vòiTebÉi|*‘‘f ^volt© àivere meno il seaiso della solitudine, che dà
amarezza e scoraggiamento: ma alle volte
k> si prova, perchè non si sentono abbastanza dietro di sè la vita e la preghiera dejle
Valli.
Il pastore Ermanno Rostan presenta qtiindi il pastore francese Paul Renaiud della
Chiesa Riformata di Francia, pastore di
Brest. Questi, salutato da vivi applausi che
dicono il cordiale benveijiuto nel nome di
Cristo, rivolge una breve allocuzione in lingua francese porgendo i saluti della sua Chiesa alla nostra e facendo l’augurio al popolo
valdese di non fondarsi sulla tradizione, ma
di guardare avanti e di continuare nella missione che Dio gli ha afRdatOi come esso ha
fatto finora. ^ ^
L’inno 274 e la benedizione chiudono
questa parte della- festa.
Nel ponieriggio, alle 14, la gente si accalca intorno al palco : più vicino sono i giovani,
aii quali particolaimenite è dedicato il programma.
Il pastore Ermanno Rostan rivolge all’attento udiitorio un messag^o suH’impoirtanza attuale della Bibbia. Il libro sacro è oggi
riposto polveroso nelle nostre case; migliaia
di giovani non lo conoscono, e pochi si domandano : cos’è la Bibbia per me ? Se ognuno di noi dovesse rispondere ad una domanda del genere, rimarrebbe un momento impacciato, perchè la Bibbia, sovente, è meno
importante del giornale preferito. Essa tut
tavia contiene per ogni ora della nostra vita,
per ogni ciroostanw, un messaggio che ncm
cessa mai di esser© attuale ; e non è perciò
soltanto una storia o un insieme di sto^rie, un
libro, ma è la storia dell’amor^ di Dio, è il
libro, in cui noi troviamo le esigenze e le
promesse di Dio per questo inizio d’eternità
che noi chiamiamo vita umana.
E noi alla Bibbia non dobbiamo giungere
per domandare, ma aprirla con umiltà per
ascoltare : è essa che parla se vogliamo udire.
Aggiungono alcune parole di testimonianza sul valore della Bibbia i fratelli Cendola
e Osti, delle comunità di Asti.
Ha quindi luogo il programma ricreatiTO
cui contribuiscono la corale di Torre iPellice, e le Unioni di Torre Pellice e Pinerolo,
con canti, e recite e scene.
L’adunanza si scioglie quindi al canto del
giuro di Sibaud.
Gli oratori (non ci sarà più un posticino
per qualche laico?) sono stati seguiti con attenzione dal pubblico e vivamente applauditi (e qu^to non basta!!!); nel complesso
la manifestazione, favorita da un tempo ottimo, è riuscita molto bene.
Le stonature solite (canto... non di salmi
in lontananza, interruzioni rumoróse, ecc.) sono state ridotte ai minimi termini. I messaggi che Dio ha posto sulla bocca dei suoi servitori sono veramente caduti in cuori capaci
di trattenerli e di trasformarli in un’attiva
vita cristiana. A. H.
DE LlflRH EH PIHI
Au moyen d’une annonce parue dans notre Echo des Vallées il y a quelques mois
on demandait des infirmières pour la Suisse. Cette invitation a reçu des dizaines de
réponses, N<» jeunes femmes et nos jeunes
filles (entre 20 et 35 ans) commencent à
arriver sur place. La plus grande partie d’entre ©Iles est destinée à des Maisons de Santé. Je crois donc ne pas me tromper en
pensant que — dans nos Vallées — nous
sommes* tous désireux de savoir ce que vont
être les occupations de ces enfante de notre
Peuple.
Ayant l’avantage — depuis nombre d’années — de faire partie du clergé de l’Eglise
Réformée du Canton de Berne, je fais en
ce moment un séjour de plusieurs semaines
au Jura Bernois et j’ai ainsi l’occasion de
prêcher dans plusieurs paroisses. Un de ces
dimanches j’ai présidé le culte au Faet, une
annexe de l’Eglise de Tavannes, à quelques
kilomètres de la Maison de santé cantonale
de Bellelay où seront placées plusieurs élèves infirmière® provenant de nos Vallées.
Par une belle après-midi ensoleillée je
suis monté à l’ancienne abbaye transformée
en hôpital ultra-moderne. J’ai eu le privilège d’y être reçu par Mademoiselle (véritable Sœur) Anne Marie de Rougemont, infirmière en chef de la Section des femmes.
Voici — d’après mes Notes — un résumé
très exact de l’interview.
— D. Quelques personnes, chez nous,
sont un peu préoccupées en pensant au milieu spécial d’une Maison de santé... *
— R. Ces derniers vingt ans ont complètement changé l’aspect extérieur et intérieur
des Maisons de santé. Ce qui était autrefois la Maison des fous, puis l’Asile d’aliénés est aujourd’hui un Hôpital psychiatrique.
C’est une maison dans laquelle doivent régner le calme, l’ordre, l’amour, la paix.
Autrefois on accueillait les malades pour les
garder, les préserver eux-mêmes et autrui.
Ceux qui s’en occupaient étaient des gardes
auxquels on depandait propreté, patience et
force.
D. Voulez-vous dire, par là, que les
méthodes à l’égard des malades ont changé?
— R. Sans doute. Elles ont bien changé.
Aujourd’hui nous soignons nos malades pour
les guérir aussi souvent que cela est possible. La psychiatrie moderne met à notre
disposition des cures et <tes médicaments
qui permpttent vraiment d’aider, de soulager et souvent de guérir. Ceci tout spécialement si les malades sont hospitalisés au
début de leur -maladie. Mais il nous faut
aujourd’hui des infirmières et non des gardes. Elles doivent être intelligentes, calmes,
bonnes, maternelles, capables de maîtrise
de soi ; elles doivent apporter à leur tkthe
la gaieté et ramour,
— D. N’empêche que certains «services)) doivent être passablement pénibles,
surtout dans la section des hommes...
— R. Dans cette sectton nous n’avons
que des infirmiers. L’infirmière, chez nous^
ne soigne que les femmes. Après un stage
de trois ans, elle peut obtenir le diplôme
suisse d’inflimière en psychiatrie. Elle doit
suivre les cours et faire tout travail qui se
présente. La cuisine, lessiverie et repassage ne sont pas de son domaine.
— D. Les itàinnières — en swnme —
servent les malades...
— R. Cela est loin d’être exact. Nous
travaillons toutes avec nos malades, c’est à
dire que nos malades travaillent avec nous :
dans le ménage, à la couture, au jardin, aux
champs. La thérapeutique par le travail est
extrêmement importante. JVlais il y a aussi
des heures où nous voulons jouer et chanter avec nos malades. Chaque don peut-être
utilisé.
— D. Pensez-vous que l’on peut s’habituer rapidement à ce nouveau train de vie?
— R. Chaque élève qui arrive doit compter avoir de 4 à 6 semaines difficiles pour
commencer. Mais le travail n’e$t ni dangereux, ni déprimant. Nous travaillons 11 heures par jour, bientôt plus que 10 et peutêtre 9 heures. Chaque semaine comporte
une journée entière de repos; chaque année
29 jours de vacances payés. Le soir, après le
travail, notre Jura invite à des promenades.
En hiver on peut faire du sky. Il y a de longues soirées où nous pouvons travailler pour
nous, où nous chantons et causons... Ici à
Bellelay nous allons être 50 infirmières. Il
y a donc des chances pour la gaieté et l’entrain.
— D. Tout ce que vous me dites peut —
me semble-t-il —se résumer en un mot ;
vocation.
— R. C’est exact. Le travail de l’infirmière est une vocation. Personne ne peut savoir d’avance si c’est la sienne. Mais notre
travail développe tout ce qui est maternel en
nous. Et plus nous sommes sœurs et mères
de nos malades, plus nous pouvons leur
aider...
L’infirmière en chef me fait voir quelques chambres d’infirmières: deux à trois
lits blancs avec de grands duvets, parquet
ciré, tableaux aux murs, fleurs sur la' table. Sur* le coussin de chaque lit sont placés un morceau de savon et une tablette de
chocolat ; c’est un petit souhait de bienvenue des infirmières suisses à leurs sœurs
des Vallées Vaudoises du Piémont ! Je visite le réfectoire : longue table dans une
grande pièce claire, gaie, avec piano, fadio, etc. Il me semble d’être (mais plus en
grand) dans le réfectoire de notre Refuge
de St-Jean ou dans la salle à manger de la
Villa Elisa à la Tour...
Mademoiselle Anne Marie de Rougemont
est sans doute une «femme de tête». Ces
traite énergiques expriment pourtant la tendresse quand elle me dit :
— Ma chambre est à côté de mon bureau. La porte est toujours ouverte. Ces demoiselles viendront me confier ce qu’elles
ont sur le cœur...
— J’ai compris, ma Sœur, ce que vous
avez voulu dire. Votre travail a bien développé tout ce qui est maternel en vous.
J. Henry Meille.
PERSONALIA
11 focolare del pastore Arnaldo Genre è stato
allietato dalla nascita di Paola, il 30 luglio u. s.
Il 3 agosto Annapaola veniva a rallegrare la
casa del pastore Roberto Comba. Vivissimi auguri alle due famiglie pastorali.
#
AVVISO.
Giovedì scorso, alla festa del 15 ¡agosto all’Inverso di Toro Pellce, è stato smarrito un impermeabile da donna. La proprietaria può rivolgersi al signor Pasdietto Edgardo - Via del Molino, - forre Pellice.
X
VALDESI
Corpo Paslorpie
Nella mattinata del 13 agosto si è riunito
nella Casa Valdese, sotto la presidenza del
Moderatore, pastore Virgilio Sommani, il
Corpo Pastorale. , ,
Sono stati esaminati vari problemi relativi > alla vita della Chiesa, s’è proceduto all’esame di fede del candidato al S. Ministero ^
Davide Cielo e alla nomina delle Commissioni esaminatrici deH’operato della Tavola
e della Commissione Istituti Ospitalieri Vaidesi. Per Tesarne della gestione della Tavola
sono stati eletti i pastori Neri Giampicooli e
Edoardo Aime, i dottori Luigi Rochat ed
Ettore Serafino.
Per Tesarne, della gestione della C.I.O.V.
sono stati nominati il pastore Umberto Beri e
il doti. Giorgio Jervis, ai quali si aggiungo■ni i sigg. Luigi Micci e Ernesto Benech designati dalla Tavola.
A FRANGINS
Un groupe de Vaudois réunis à Frangins,
(( commémorant la Glorieuse Rentrée, envoient
à tous leurs frères des Vallées un fervent salut
patriotique ».
Merci et bons vœux à nos frères vaudois de
Suisse.
CRONACA VALDESE
Lus
S. Cpiu>unni
Domenica prossima 25 agosto, il culto nel
nostro Tempio sarà tenuto in lingua francese e
sarà presieduto dal sig. J. Stalè, pastore della
chiesa riformata evangelica di Motiers (Neuchàt&I) •
li 19 luglio u. s., presso TUniversità di
Tarino, conseguiva brillantemente ed a pieni
voti, la laurea in belle lettere, parti<»larmente elogiata dalla Commissione Esaminatrice, per l’interessante tesi presentata su »La vita agricola
nelle valle del Pellice», la nostra concittadina
signorina Ada Benech, della Gìovinera. Alla brava e colta neo-Dottoressa, rallegramenti ed auguri.
Domenica prossima 25 agosto avrà luogo Tinaugurazione delle migliorie apportate al nostro tempio in occasione del suo centenario.
Il culto rivestirà un carattere di particolare solennità e verrà presieduto dal signor Erico Rollier di Milano che rappresenterà il Moderatore
impegnato da altri doveri del suo ufficio. Il signor Rollier è nipotino del pastore Ippolito Rollier che cento anni or sono costruì li tempio dirigendone i lavori come uu provetto capomastro
e consacrandolo poi con un culto solieame al quale partecipò, oltre ad una gran folla, quasi tutto
il Corpo pastcffale delle Valli in toga.
Tutti gli amici di Rorà, vicini e lontani, sono
cordialmente invitati a trascorrere con noi questo
giorno di festa.
■»ellic«
Abbiamo celebrato il matrimonio di Amberti
Eli Davide e Stringai Lidia dedl’Inverso. Torniamo ad esprimere agli sposi i nostri auguri migliori di felicità e benedizioni del Signore.
— Battesimo : Jean Pierre Bompuget. 11 Signore benedica questo piccolo agnellino aggiunto alla Sua greggia.
— E’ deceduta all’Inverso dopo lunghe sofferenze la nostra sorella in fede Eugenia Benedetto in Cpugn. Ripetiamo alla famiglia afflitta
l’espressione della nostra simpatia e l’esortazione a cercare conforto presso il Signore.
— Nuovo Culto, il Concistoro ha approvato
U proposta di istituire un nuovo Culto settimanale che abbiamo fissato, per ora almeno, al
Giovedì sera alle or© 21 nel Tempio. Speriamo
che questo culto incontrerà il favorevole apprezzamento della nostra popolazione evangelica. Esso vuole rispondere principalmente a due esigenze : 1) offrire a tutti coloro che per ragioni
di forza maggiore non potessero partecipare ai
Culto delia Domenica mattina, la possibilità di
avere almeno un Culto alla settimana; 2) offrire a coloro che partecipano al Culto delia Domenica un’occasione di interrompere il lavoro settimanale per una sosta spirituale.
In questi Culti il Pastore terrà una serie seguita di meditazioni sul tema : »Il Messaggio dello Spirito alle Chiese», commentando successivamente le lettere alle 7 Chiese deH’Apocalisse.
Per i primi culti : Giovedì 22 : »La Chiesa
dal candeliere d'oro» ; Giovedì 29 : »La Chiesa
tribolata».
— Adunata della Gioventù della Parrocchia. Cogliendo occasione dalla riunione mensile della
Unione Valdese, sabato 24 corr., alle ore 21, nella sala dell’Asilo, il Pastóre invita la gioventù
tutta della Parrocchia, a qualunque organizzazione
giovanile appartenga, per un primo incontro che
serva ad una migliore reciproca conoscenza e ad
uno scambio di idee sul programma da svolgere
nei prossimi mesi.
Ass'enàilea dl'iCf^esa ¡importantissima sarà
quella fissata per dmenica 25 corr., alle ore 5
pomeridiane con il’’seguente ordine del giorno :
1) Relazione del Concistoro s^j suo operato cir’• ca la proposta ricevuta dalla- Tavola per la di
’ vinone della Parrocchia mediante la formazlonè di una nuova Parrocchia al Coppieri;
2) Appunti programmatici del Pastore;
3) Varie eventuali.
La Tavola Valdese sarà rappresentata dal Moderatore, sig. Sommani.
Tutti i membri di Chiesa ^o invitati all’Assemblea che è loro rigorosamente riservata.
Piccola Posta >
Gönnet Berta, Forneron Alda,, Forneron Giulia, .Rivoir Albina : abbiamo inviato le vostre domande ad un indirizzo dal quale, forse per un disguito postale, non ci è {»rYenuta risposta. Diteci se dobbiamo tentàre altrove e, nel caso,
inviateci nuovamente i vostri documenti.
Malan Maria, Emma Amoulet, Michelin Salomon Lina, Anna e Ida GalHan, Ribet Alma, Alice Beux, Menusan Linda : i vostro documenti
sono incompleti. Dobbiamo avere per ciascuna :
Raccomandazione del Pastore, Atto di nascita,
fotografla, domanda con curriculum vjtae e rimborso spese postali.
I giovani che oi hanno chiesto aiuto in vista
di una sistemazione loro e del loro focolare domestico, sono ìnvitatì a prendtere conoscenza di
una nostra circolare presso j proprii pastori ed
a farci .pervenire i certificali richiesti entro il 30
agosto.
Alberto Ricca: Direttore
Autorizzazione N. P 356 dell’A.P.B.
Lino Tipo Arti Grafiche - Torre Pellice
Lunedì mattina improvvisamente il Signore richiamava a Sè
Lidia Peyrot
di anni 75.
Le cognate, i nipoti, le cugine, addolorati ne
danno il triste annunzio a funerali avvenuti e ringraziano tutti quelli che hanno preso parte al loro
dolore.
Torre Pellice - via Carlo Alberto, 6
21 agosto 1946.
» Questo Dio è il nostro Dio in sempiterno ;
Egli sarà la nostra guida fino alla
Salmo 48 : 14.
morte ».
La famiglia di
Oreste Fraschia
commossa dalla testimonianza di simpatia avuta
iti occasione della tragica perdita del suo caro,
ringrazia tutti coloro che in vario modo hanno
preso parte al suo immenso dolore, in particolar
modo il pastore signor Alessio, il dottor Coucourde, la^ Giunta Municipale, i compagni del partito ed vicini di casa.
Per espressa volontà del defunto la famiglia non
prende il lutto.
S. Germano Chisone, 8 agosto 1946.
MEDICO CHIRURGO ■ DENTISTA
fi Rastelli rende noto che per
favorire la spettahile clientela, visiterà nel
proprio stadio di "Via 'Wigram, 6 - piano I in Torre Pellice il:
WFflCOLEOT dalle 15 alle 18,30
SABATO dalle 8 alle 12,30
ORECCHI - NASO - GOLA
Il dr. Daniele Rochat assistente del
prof. Arnaldo Malan visita tutti i
VENERDÌ dalle IO alle 1
’ presso il Dott. GardioI - viale
Fuhrmann, 1 - Telefono 77
Torre Pellice
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Adesso che c’è abbondanza di frutta volete preparare della marmellata*di cui usufruire nel prossimo inverno, e siete preoccupate per la penuria dello zucchero?
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