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I ANNO LXXIIÎ
Torre PelHce, 29 MafpOk 1942-XX
N. 22
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Riguardate alla roccia onde foste tagiiati
_ (Isaia tl : 1)
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SettinaanaifC» Caláis»»« ' ^aaiidl^s
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Nüllji^ sia più forte delja vostra fede t
^ ' * ^ ;-(Qianavello)
Italia e Impero
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Estero
BibJioteca VaJdg "
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Matteo 6: 19-21.
Il tesoro della terra, al quale annetto
un valore eccessivo, non è soltanto la
ricchezza, quantunque essa resti l’oggetto di tanta concupiscenza, ma, in generale, è tuttq quello che posso chiai mare mio piacere.
Poi è il posto che occupo, l’imporI tanza che attribuisco alla mia persona,
I la parte che recito. Finalmente è la mia
^ considerazione su me stesso, per il mio
giudizio, per la mia saviezza che passa
al vaglio ogni ispirazione. Tesori umani,
tesatri terreni.
I II vero tesoro è una vita più umile,
I capace di accogliere e apprezzare, an-,
I zitutto, quando viene da Dio, tutto ciò
* che porta il segno di Dio.
E’ riconoscere quella azione di Dio
t'
■ ogni qualvolta apparisce negli altri, e
amarla. E’ abdicare davanti ad essa
ogni qualvolta si esercita sulla mia propria vita. E’ tendere le mani verso tutto
il divino che mi è offerto.
Fatevi dei tesori nel cieló.
C. Cellérier - Trad. O. Cerni..
Matteo 6: 24.
Per accettare questo avvertimento
del Signore, per afferrarne la gravità,
Diq mio accrescimi la fede.
Infatti, queste poche paróle' rilette
attentamente, mi mostrano la povertà
della mia fede. Se fossi un vero credente, questa parola non potrebbe in
nessun modo turbarmi, ' perchè incontrerebbe la mia spontanea adesione. Bisogna credere che Dio è il padrone, il
solo padrone, il sommo padrone, e crederlo senza riserve, assolutamente.
Quando avrò questa incrollabile certezza interna, quando essa riempirà
l’anima, mia, e che la mia carne non la
contesterà più, allora non potrò più credere al valore di altre potenze, nè subire la loro seduzione.
Dio solo è il padrone: tutto il resto,
intelligenza, fortuna, prestigio, tutto
ciò che vale qualche cosa, non esiste,
veramente, che per il servìzio di Dio.
Disponga pure la mia vita di quei valori umani, ma non li serva, anzi impari a servirsene. per offrirli a Dio, il
padrone che non spartisce con altri padroni. :- C. CellériCT - Triad. O. Cerni.
.... E ruomio parlò...
Stefano ascoltava intento le parole
dell’uomo che aveva vissuto, peccato, e
che ora aveva la pace.
«...Allora intesi che la mia Vita era un
fallimento, iche ben altro vi doveva essere per la mia dignità di uomo, per il
mio bisogno, ormai incoercibile, di
qualcosa di eterno. Tutto quanto era umano: felicità, pensiero, azione era incerto, contradditorio, effimero. L’uomo
si affatica a cercare la stabilità e intorno a lui tutto è vacillante; crea e si illude idi farlo per Teternità, ma l’imponderabile distrugge la sua opera con
la facilità con cui un’onda appena carezzevole distrugge lé costruzioni intorno alle quali ì faniqiulli,. giocando
sulla spiaggia, si sono affaccendati con
amore e con gioia ansiosa.
Avevo creduto nella ragione ed essa (non poteva darmi la verità definitiva
di cui avevo bisogno; avevo creduto
neH’indefinito progresso umano e mi
accorgevo che l’uomo non era che lo
schiavo incatenato -alla macchina ch’egli stesso aveva costruito, quando non
era invece l’essere bestiale, appena
verniciato di civiltà, pronto ad odiare,
a dilaniare, a uccidere per l’appagamento del suo bisogno di conquista e di superi>ia.
...Avevo voluto godere la vita ed ecco, essa mi appariva ora come una miseria orpellata, come rm profondo rigagnolo fangoso su cui, per pietà o per
inganno, si fosse steso un sottile velo di
petali di rosa' che non reggeva al peso
quando vi si camminava sicché si sprofondava nella sozzura.
Ero l’uomo; l’uomo civile, brillamite e
indaffarato, pago di sé, della sua ricchezza, della sua forza, ma che si tro
vava ad un tratto debole e misero e
vuoto, brancolante cieco in una strada
che d’un tratto gli fa paura; tm uomo
che scorge negli altri uomini non dei
fratelli ma dei nemici o lal più degli estranei, perchè egli è stato loro estraneo e nemico.
... Allora incontrai il Cristo: mi apparve come il Verbo definitivo ed oteriio, come la Verità assoluta, come la
Vita su cui avrei potuto posare senza
paurta che anch’essa venisse spezzata o
smolla.
L’incontro e la mia resa che ne seguì
non avvennero senza contrasti, resistenze, lotte. QuaTè ruomo che possa
senza resistenza rinunciare a sé stesso
pie questo sé stesso ha profondamente
amato sino ¡a metterlo al centro dell’universo? Che rinunci al suo pensiero anche se lo ha inteso come un tarlo roditore? Al piacere, anche se ne ha provato Tinco-nsistenza? Al peccato - lasciatemi pure usare questa parola tanche se
ormai essa suona ostica a troppi orecchi moderni, a noi, uomini dall’insoddisfatto orgogiìo smisurato che non ammettiamo altro peccato se non quello dì
non saper raggiungere la meta che ci
siamo prefissi?
Nessun uomo lo può fare: se vi fosse,
io lo compiangerei, perchè, pieno di sè,
non potrebbe provare la gioia che gli
viene dalla sua sconfitta, la felicità che
10 invade per la sua dedizione.
Sono uomo! ho combattuto; usai
contro Dio e il suo Cristo tutte le armi
che mi offrivano la mia ragione che caparbiameinte negava, il mio orgoglio
per il quale era vanto resistere a Dio,
11 mio peccato al quale, nonostante tutto, ero.attacca*' ' ui amore fatto di
e^perazione. Combattei per spirito
: lìrttl« GINO COSTABBL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bla - Tohhe Petlic»
RED AZIONE: Via Arnaud, 27; - Torub Peuic'e
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
stesso di conservazione, perchè, pur
così, come ero, tuttavìa vivevo, ma ignoravo che cosa volesse fare di me quel
bio col quale lottavo, quel Cristo che mi
si faceva incontro con un viso che mi
sembrava ancor più misterioso di quallò della Sfinge, perchè non volevo fissàre in lui il mio (sguardo per comprenderlo ed amarlo.
Mnfme fui sconfitto, ma la mia sconñte è la mia gloria.
l'Sparivano i tristi sofismi contro Dio e
fì, suo Cristo; sparì la fede nell’infinita
fetenza dell’uomo pensiero e deU’uomo
àizione; sparì soprattutto la fede in me
steslso.
¿ -E più credevo di essere, dalla sconfitta, abbassato, più mi innalzavo; più
perdevo la fede nelle, possibilità dell’uomo, più l’innalzavo nella mia considerazione: egli perdeva il dominio dalla terra, ma era chiamato al dominio
del cielo; egn era un debole, ma aveva
ial'suo bisogno la forza infinita di Dio;
egli perdeva il dominio del tempo, ma
acquistava quello deU’etemità.
Ed una cosa soprattutto acquistava:
ì’amore; la grande potenza che sola po
trà, e lo ha già potuto, redimere il
mondo, la grande legge cui gli uomini
dovranno ubbidire quando stanchi di
rovina e di perdizione vorraimo vivere
veramente e salvarsi!
Sono superbo nel rendere questa testimonianza? Lo sarei se mettessi avanti me stesso © non l’opera che Dio
ha compiuto in me., Lo sarei, se nel
parlare a voi giovani, ncm fossi spinto
daU’amore a dirvi quale fui acciocché
non lo siate, quanto soffrii, acciocché
non lo soffriate, ma vi arrendiate a
Dio se ancora resisitete e abbiate la felicità se ancora la cercate, come io la
cercai, dove non potrete trovarla, se
non lo facessi ìnsomma per attuare la
legge dell’amore in voi, la grande legge che il mondo ignora e che il Cristo,
proclamandola, ha attuato pienamente.
Di questa legge il mondo ha bisopio
oggi, come ieri, come sempre e siete voi,
Rovani, quelli che potrete insegnargliela dopo averla attuata..; »
Così il vecchio terminò il suo dire...
I. Lombardmi.
(Da La Croce Ugonotta - in preparazione).
1
e
dobbiamo tornare a cantare i nostri Salmi
Perphè i padri Valdesi dell’epopea
non ebbero altri inni sacri che i Salmi.
Quando là loro fede fu più forte della
paura di farsi udire a cantare gli inni
della religione, i Valdesi - ed lera il Secolo della Riforma - cominciarono a
qantare i Salmi.
Nel 1556, all’epoca dei martirio del
colportore Bartolomeo Hector, libri di
pietà e salterii circolavano già alle Valli. Nel 1689, all’epoca del Rimpatrio, i
580 reduci dall’esilio cantano a Frali i
Salmi 129 e 74. Nel 1690, suirassedìato acrocoro della Balsiglia, prima del
primo colpo di cannone francese, nella
frescura mattutina del 2 di maggio, si
eleva solenne il Salmo delle Battaglie
(il 68).
I padri Valdesi deH’epopea cantavano i Salmi: non conoscevano altri inni
sacri che le composizioni di Greiter e
; di Goudimel.
Perchè il canto dei Salmi ci riallaccia
alla più sana tradizione innólogica riformata del nostro paese.
La stessa ragione per cui noi Valdesi
non possiamo considerare l’attuale « Innario Cristiano » come la espressione
migliore della fede e della vita cultuale Valdesi, ci impedisce di riconoscere in detta raccolta - eccettuati pochissimi inni - respressione migliore della
fede e della vita cultuale del popolo
evangelico italiano. Quella raccolta - a
parte le sue innegabili qualità - riproduce troppo la mentalità, i bisogni e la
forma mentis di teologia non nostre per
adeguarsi in tutto ai nostri ambienti.
Ora, il canto dei Salmi, mentre ci richiama alla fede dei padri Valdesi, è al.'.resi un richiamo possente ai valori della diveniente Riforma in Italia. In un
altro articolo su questo stesso giornale
ho ricordato l’opera di Francesco Perotto. Ma egli apparteneva alla Riforma
del XVI secolo! Nel secolo Scorso, quando i Valdesi uscirono dalle Valli a portare il loro candeliere da Nizza e da
Genova a Palermo e a Vittoria, il canto dei Salmi accompagnò la loro mistica
marcia. Un Bartolomeo Pons ne fù l’araldo: e con lui, per dare all’Italia una
Riforma italiana, furono uno Stanislao
Bianciardì, un Carlo Reta. I Salmi
avrebbero trionfato nel canto come già
trionfavano nella letteratura e nella
teologìa (non è stata ancora scritta
’ ixn’opera, che sarebbe indubbiiamènte
interessantissima, su la fortuna del Salteno in Italia. La consigliamo come tesi
di laurea a nostri studenti in teologia)
...se, dopo, l’innologla riformata italiana
non fosse stata invasa da motivi liberal-attivistici, non disprezzabili, è vero,
ma certo tutt’altro iche cònsoni al nostro
sentire !
Ma il ritòmo al canto dei Salmi im,^plicherà necessariamente il ritorno alla
classica tradizione innologica riformata.
d
Perchè il disuso del canto dei Salmi
ha, corrisposto e corrisponderà sempre a
una certa decadenza del sentimento religioso.
Emilio Doumergue, in un suo aureo
libro « Le vrai chant du vrai psaume
huguenot» ha dimostrata vera questa
assierzione per la Francia ugonotta del
XIX sècolo. Per la nostra Chiesa basti
leggere ü brano che icgue, tradotto al- ■
la lettera dalla prefazione delTinnario
« Psaumes et Cantiques » edizione 1892:
« Le nostre assemiblee ricercano con
predUezione degli inni dalle parotò
semplici ma calde, dalle melodie animate e dal ritorhelli trascinatori (entraînants), e la storia, dei risvegli dei
:i y
2
rimproyej* __________________
troppo' difficili. Ci voleva ' qualche
i mondo di Haemónd si ISméntava, in piceno xyi secolo, ché il canto dei’ Salmi
' 'fosee « petulante')» e « piaicente »
'''■ La realtà è un’altra: ì credenti del
- XIX secolo amavano le musiche legge- ’
-v're, profane niel ritmo se non aniche nely rispirazione (è U tempo in cui gli orga,nisti eseguiscono nei nostri templi VAve Maria di Gounod, la Prióre d'une
Vierge ed altre ...preziosità del genere);
amiafvano le parole superficiali ed iinsipide, in cui rolo va a rimare con» polo
e rd.quilo,n cOn la redemion, perchè le
une e le altre più si confacevano al loro decadiente sentimiento religioso, bisognoso di far della religione qualche cosa
di piacere, di avvincente !
Mìa il canto dei Salmi toma in onore
sbltànto là dove un sano sentimento religioso si nutre ' del sodo cibo biblilcoj
accompagnato da xma musica di sicura
ispirazione cristiana. .
Perchè soltanto così siprà possibile
"restituire la sua perduta dignità ài canto sacro nella nostra Chiesa.
Una classifica degli inni sacri attualmente più‘conosciuti nelle nostre comunità condurrebbe a curiosi risultati:
cioè che sono assai più noti gli inni le
cui melodie soddisfano': di più dal punto di vista pijxamente estetico e musicale, che non quelli le cui parole, nel
loro insieme, offrono. Un sommario completo dei vari fatti e dei vai! concetti
dell’opera della redenzione. « Debolezza
congenita » dell’uomo religioso italico ?
Forse. Sta il fatto che molti inni sono
conosciuti perchè la loro melodia è
bella; e .molti altri sono conosciuti nonostante che le loro parole ®.ano ispirate lè pié. Da questo dato di fatto, la dignità del canto sacro nellè nostre comunità riceve.un gra'vi^imo colpo. Ora,
.li'"canto dei Salmi, daiUe melodie possenti," dagli echi profondi, dai vocalizzi
melodiosi eppur severi, dai toni epici,
è .pur sempre - 'non è un bisticcio ! un canto di Salmi: un canto, cioè, in
cui previde la strofe sulla melodia, la
parola biblica sulla musica umana, Fispiraziooie religiosa sulla composizione
artistica. ,
E ü.canto sacro tornerà ad essere veramente sacro quando l’avranno fatto
tale le pmole da noi cantate.
•h
Perchè il canto dei Salmi ci dove far
vincere la paura che nei. nostri culti si
possa cantar troppo.
' Sembra impossibile, ma è cosi. Nei
nostri culti, il popolo canta poco: due
strofe, tutt’al più tre, quasi mai quattro.
Sì direbbe che manchi il fiato ! I nostri
padri cantavano molto, di più: talora,
anche dieci strofe di seguito'! Le nostre
raccolte di « Psaumies et Caritiques »,
vìa via che si succedettero le edizioni,
portano sempre un minor numero di
strofe !
Perchè il nostro uditorio ha oggi pra**
ticamente rinnegato la parte di prim’ordine che gli compete in proprio nella
liturgia del culto ? SemplicisBimo: gli
inni sacri « moderni » esigono dai polmoni una molto minor fatica che i Salmi. Occorre, per cantarli, un volume
d’aria molto inferiore. '
Diresti allora, lettor mio, ohe ne potranno così cantare facilmente più numerose strofe,? -Niente affatto. Perchè
tu sai certo altrettanto bene quanto me,
che qffando meno si fatica, tanto meno
si vorreibbe faticare ancora. E’ la vecchia storia' dell’arto che non lavora: si
atrofizza, A questa legge fisiologica, non
' fa eccezione 1’« homo religiosus ». I suoi
polmoni, disabituati alle possenti frasi
‘musicali dei Salmi dei nostri padri, si
...contentano delle frasette e degli arzi- '
'f^ piima, proveremo
naturale, dopo tanta dlsocìjupazione ' '
.pnexuniatica ! Poi, ci abitueremo. E can-^
teriemo, non dieci, ftia tre*^ e quattro ''
strofe e più di ogni inno. E non man-sf
cherà'ìl fiato a nessuno, in questi inni
* veramente trionfali della' nostra fede!-**”
E chissà che qualche predicatore, inco-}i^
raggiato' dal miracolo, non lasci piùLi-tempo ai fedeli, recidendosene un po’,^’'
di quello, troppo abbondante, che riser-|^,
ba a sè stesso ! s? '
Teodoro Balma
«
In giro per il Mondo’
. Notizie sulle Chiese ortodosse nei Balcani.
In Bulgaria si stanno raccogliendo
icone ed oggetti di culto da mandarsi
alle chiese ortodosse che ci si propone di ricostruire nella Russia occupata.
I doni che .verranno così raccolti saranno portati a coloro ai quali sono stati
destinati da una delegazione mista di
preti russi è bulgari.
La Chiesa ortodossa dì Rumania è in
questo momento occupata a restaurare
chiese, monasteri e seminari di teologia
nei territori ricuperati. Essa organizza
poi un lavoro missionario nell© regioni
occupate dalle truppe romene.
La Chiesa oftodóssa Serba, la cui direzione è stata pnesa dal metropolita
Giuseppe, ha mandato un messaggio al
popola, sehbo donaandandogli di sostenere il governo di, Belgrado. I movi-”^
menti partigiani della tendenza copnista chè distrugge chiese e monasteri ha
perso la sua infiuenza. Numerose sotio ’
le conversioni.
Chiesa ed l'I popolo in Russia.
Le notizie che riguardano la frequenza allé celebrazioni religiose nelle regioni occupate della Russia sono contradditorie r: n periodico religioso bulgaro Crkoven Vestnìk scrive che il numero' ctei fedeli è dappertutto mólto
grande.
D’altra parte un corrispondlente del
periodico russo stampato in Slovacchia,
Pravellavnaya Rous, racconta quanto
segue: « 800 uomini della milizia sovietica assistevano un giorno ad una celebrazione religiosa. Nessuno di loro restò fino alla fiine del servizio divino. La
volta dopo mi misi alla porta d’ingresso
per impvedire che uscissero durante B
culto. Tuttavia poco per volta vennero
da me e mi domandarono, come dei
bambini, il permesso di uscire. Il teatro e la rivista sono qui in auge, ma i
servizi religiosi sono per questo popolo
una cosa assolutamente inioomppensìbile. I sacerdoti che sono rimasti, veri
eroi e martiri della loro fede, non possono fronteggiare i bisogni attuali. Si può
dire che due generazioni intere non siano rappresentate nel clero ortodosso. Si
realizza così l’immenso lavoro spirituale
che sarà necessario per ripo,rtare la Russia all’Evangelio... »
Le Missioni cristiane nelle Filippine.
Le Filippine in questo momento occupate dai Giapponesi sono, al contrario
della maggior parte delle isole del Pacifico, in maggioranza icattoliche. La
Chiesa cattolica romana è installata nel
paese da alcuni secoli; durante la occupazione spagnola il cattolioesimo è rimasto la sola potenza intellettuale di
quelle isole. Quando gli Stati Uniti, dopo la guerra ispano-americana, presero
le Filippine, una influenza occidentale
si fece sentire ed è allora che le Chiese
non romane intrapresero i loro sforzi
missionari in quella parte del mondo.
Missionari protestanti nell’Estremo Oriente.
Ecco alcune cifre sui nussionarì pro
...............■■ ’ '' ■ ’
testanti ohe lavorano nelle regioni del- sa. Il rendimento^ di potenzia "d’insiem
l’Asia OrienLale, oggi ,teatr.p ' di guer-.f
ra. In Giappone 68; Corea Hd; .Cina na- •
zionale 862; Indocina SQ^^^Tailandia 83;
Malesia 60; Indie orientali olandesi 59;
Filippine 424. Con circa 47 missionari
in viaggio di trasferimento si arriva ad'
un numero superiore a, 1700. A qtiestì .
bisogna aggiungere più di 2000 missionari disseminati nella Cina, 300 in Birmania e qualcuno altro in Oceania,
i Assistenza spirituale ai lavora
V n.eri in Germania.
Quattrocento preti e pastori Sono stati nominati in Germania affinchè si occupino dei lavoratori stranieri. Si tratta sopratutto di Italiani, Danesi, Belgi ^
Norvegesi. ' R. Malan.
Albo d’Onore
E’ stata data notizia pochi giorni or
sono che ihmarmaio
LONG OSCAR
appartenente alla Chièsa Valdese di
PràmcUo, è deceduto durante un com^
battimento svoltosi nel Mediterraneo.
Ricordiamo con affetto questo caro
giovane che ha suggellato con la sua vita la sua alta fedeltà al dovere assegnatogli. Porgiamo, alla, famiglia afflitta, a
nome di tutta la Chiesa, le espressioni
più sincere della nostra simpatia cristiana. « Sia che viviamo, sia che moriamo, noi siamo del Signore » (Rom.
14: 8). m.
d’insiemet
weiha. I
* Un altro fenomeno si manifesta an-»*
j^r^ jnelFelevazione di certi inni (vedi
p. "es? N;' 98-133-182 Innario) in cui
con perfetta libertà trasformansi le figure musicali; le crome o le t^microme
per poco non di vantano semiminime.
Ci sfugge un" interrogativo: a che
giova Fopera delle Corali se non vien
___^ Siiftenuto conto dei particolari che esse
mettono in evidenza ? E con quale ar' *dOre tentano di scuotere le masse infiacchite, ma con poco risultato.
La forza deH’abitudine, non vien
vinta e convinta cosi facilmente. Comimque non ' 'si stanchino esse di for*lt
mare uin blocco con rorgano o l'armonio e tentar di snellire, per quel che è
■ necessario, la nostra musica.
Per qualche tempo la « novità » darà...,. fastidio, ma gradatamente frutterà, • ,
Ci par idi udir mormorare: ma si
vuol meccanizzare il nostro sentimentoJ
No; bisogna solo lesser ossequienti alle
leggi musioali, e combattere nel nostro
« Io » il malvezzo di cantare a capricciosi
per i cantici dì chiesa non è ammissib||
.^le, perchè arrischiamo di allontanarci
sensibilmente dal fine cui aspiriamo.
Orbène; l’elementare dovere è di rispettare o almeno approssimarsi al,^,
senso di cui il compositore ha permeato;«
la sua musica, poiché indubbiamente *«;
non approverebbe mod iiicazioni arbitrarie e nel nostro caso per giunta, non ?
dobbiamo assolutameinte misconoscere "i
il lavoro delle Commiissioni che elabo- ;
rarono le raocoite dei nostri inni.
Un lavoro in profondità è stato da
« alcuni » ohe si occupano di questo ge- j
nierale stato di cose, iniziato, ed essi
sono determinati a tentar di sanare il 1
male. Riusciranno? Ci anima la spe-ili
ranza; come noi speriamo che queste ||
linee vengano non solo, criticate, ma^
.meditate, afferrando ciò che può esser
utile.. Servirà almeno ad alleggerirecompito dei suddetti e ad aiutarli ad
avvicinare la meta. Plag.
Scrivono air€co...
Senza pretendere al titolo di corripetente, l’iailusione del « cronista » della
Festa di canto, invita a trattare quanto
pratica ed esperienza offrono sul canto
di chiesa, secando il nostro punto di
vista.
Non ci illudiamo di risolvere la questione, ma ,sì conseguirebbe un m,igIioramento attenendosi disciplinatamente
al MOVIMENTO, che, parte essenziale
per l’esecuzione, sarà stato particolarmente curato dalle Commissioni, per
conservare ai pezzi il l'itmo, a seconda
del sentimento interpretativo degli autori, compatibilmente con le parole; in
conseguenzia le differenze fra chiesa e
chiesa, avrebbero ad esser cosi insignifi, canti, che una collettività... eterogenea,
non si troverebbe disorientata.
Praticamente il fatto è sensibile, perchè non ci si attiene al m.ovimento ed
ancora sovente la prima .strofa è elevata
in 60"’, la seconda in 70” e la terza...
Osserviamò inoltre, come spesso, un
allegretto (100 al metronomo) è cantato come un andante e viceversa un andante (60) portato come un moderato.
Qui vorremmo accennare ad un particolare: a cantico indicato, gli organisti
eseguiscono some preparazione una frase imprimendo e tono e movimento, ma
vi si conformano le assemblee? nemmen per idea ! Intonano bensì esattamente, ma sin dalla prima battuta si
perde la snellezza, e-si inizia la rincor
Nel isuo salottino elegante, la gentileSignora riceve; intendiamoci, date le
■circostanze ed i tempi, la seduta non
è così movimentata come per il passato; è curioso come, in certi ambienti
quando mancano i dolci, le creme, i teB
« guarniti », viene anche a mancare Fo-^
lemento essenziale. di una vita sociaie
attiva, di un... elevato scambio d’idee.V*
Comunque se le gentili signore non possono parlare delle loro esperienze personali in materia dolciaria, perchè la
materia è alquanto ridotta, qualche ar-%^
gomento si può sempre trovare: per«
esempio il campo morale. E questo, per ^
fortuna, è un campo veramente vasto,«
véramente degno delle indagini delld\’*
nostre gentili signore, per le quali lo?zelo apoiitolico di riformatricì si sente
sempre un impulso speciale.
Un colpo di forbici nei panni della ^
Sig.na X; qualche puntura di spillo nel- ì
le vesti del Sig.na Y; una spolveratura
si.stemati'ca dell’ultimo mantello che là
sig.ra Z ha indossato in’quelle certe circostanze; e il tempo passa m piacevoli e
non inutili conversari; anzi veramente
profìcui, chè ogni Signora gentile ha;,
l’occasione di dimostrare quanto sia il
suo interesse per Fumano genere, ed as- ,*
surgere a considerazioni d’indole uni-:
versale, per esempio sulla letteratura;
evangelica in generale, e su certi arti-'
coli in particolare dell’Eco. |
Oh ! intendiamoci, queste gentili Signore non lo leggono certamente, ma lo
ricevono in casa, così, perchè « bisogna»
pure dare un certo appoggio a quest®"
cose che del male non ne fanno, e, a'
certuni possono anche fare del bene *,)
Anzi, riteonoscono eh© la cronaca è utüe,'‘*
e le liste di sottoscrizioni anche, e la-ref
dame pune. Gli articoli, ecco questo è
un’altra cosa.
■’Í ; ■
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viti* ^ ^
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L%Ç9 DELLE ;VAÍ^ VALDEál > •
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Pter esempio, osserva la gentile Signora: « Io, vi dico francamente,^ non' ho
molto tempo per leggere, ma^ìèrijifjper
■caso, mi .siedo per riposare un po’, pien-^^
do, per caso l’Eco frlai le mani, «l'.mios,
Dio, cosa vedo ? Un articolo contaró^ la .■
bestemmia! Ora, .sta'bene dd parUime,^?
ma ci vuole misura, mio Dio ! Si direbbe
che nelle Valli Valdesi ci sia un-crescen.» ,
do di bestemmie: a"certe cose, secondo ;
m,e, il miglior rimedio è ^di far finta di .>•
non sentire "e di-non'Vedere. Senza contare ehe isd piiò-’dare Timpressione” che
tutti trasgrediscano il sacro • contenda^ento. Eh ! mio Dio, quando 'ei sono>
'tante cose più serie, star lì a scriverei,
iscolonne per uno, o due carrettieri che
bestemmiano... • r
Ecco, è quistione d’opinione, indubbiamente. Far finta di non vedere, dice
la gentile Signora... ^ '
Il fotografo invece vuol vMere: gli
piacerebbe una bella fotografia: il cavallo stanco morto sotto il peso diel carro; *i
l’uomo, che crede di mostrarsi superiore al cavallo, comportandosi come una
bestia...
Meglio: vorrebbe due fotografie: anche quella della gentile signora che ha
roviesciato il .suo thè, e sorride: « Oh !
mio Dio, non è che una piccola disgrazia !»
Ci sono cose più serie che queste
isciocchezze... Ecco: la cosa grave è che
molte e troppe brave persone considerano questo come una sciocchezza: il
controllo di sè stesso, il rispetto della
Parola nella vita quotidiana, l’allenamento alla disciplina evangelica anche
nelle, piccole cose.
Il car rettiere che bt;steramìa: cosa rozza !
La signora elegante che pronunzia
senza ritegno il nome di Dio invano:
cosa elegante !
Le due fotografie però sarebbero molto simili. ■ Il fotografo.
stata presentata lai S. Battiesàmo Pey
' ~rinìti)'rtìiMiMTir •
CRON/IC/1
LUSERNA SAN GIOVANNI
Domenica 24 maggio è stato benedetto nel inostro Tempio il miatrimonio del
sig. Umberto Ruffino, àf. Pinerolo, con
la sigma Albertina Odin, degli Airali.
Kinnoviamo agli sposi i nostri migliori
auguri di felicità nel Signore.
^ w
PINEROLO
La festa della Madre è stata celebrata
■domenica 17 corrente colla partecipazione dei bambini delle nostre due scuole domenicali di Pinerolo e di S. Secondo e dei loro monitori e monitrici che
hanno cantato alcuni inni di circostanza, La colletta fatta dopo il culto in favore dei nostri Orfanotrofi ha fruttato
L. 178.
— Domenica 24 corrente il Consigliò
di Chiesa ha tracciato le linee generali
del Rapporto da inviarsi alla Commissione distrettuale e ha deliberato di trasmettere alla . Tavola un dono straordiaiario dì L. 2500 in più della somma versata lo scorso anno alla Cassa Centrale.
E’ stata pure deliberata un’offerta di L.
200 per la spédizione dell’«^6 della
Valli » ai nostri militari.
L’assemblea elettorale è convocata
domraiioa 31 corrente per la nomina
dei delegati alla Conferenza distrettuale e di un delegato al prossimo Sinodo.
POMARETTO
La settimana scorsa abbiam,o avuto
la gioia di celebrare due matrimoni:
sabato mattina quello di Baret Cesare
di Giacomo con Collei Velma Jolanda
fu Giacomo, ambedùe di Inverso Pìnasca (Combaviila); e domenica 'mattina
•quello di Vinçon Luigi (Pian dei Maurini) con Giaiero Emma di..Luigi (Rey-i
maud). A questi due nuovi focolari rinnòviamo i’nqstrì auguri di felicità nel
Signore. ,
— Durante il culto di Pentecoste è
;ran Olga Angiolina di Luigi ’‘fe di VigliengO'Emilia'(Perosa). Possa essa crescere nel timore del Signore ed essere
sempre la gioia deilsuoi genitori.
, f — Quattro giovani, càtecmneni del
IV anno, sono stati Confermati il giorno
dì Pentecoste; essi sono: OUva'Ivette dì
Ferdinando, Peyran Remigio di Alberto, Rostagno Melchiorre di Fernando e
Vola Remo di Michele. ^ A ^’rendere più
solenne la cerimonia della' loro ammissione in Chiesa ha contribuito la Corale
con 1 esecuzione di un inno di occasione.
Possano questi giovani fortifi.carsi
nella grazia che è in Gesù Cristo ed essere fedeli al loro Capo e Signore.
— Nel pomeriggio di domenica un
folto gruppo di mamme (una ottantina)
si sono riunite nel salone a pianterreno
dei nostro Orfanotrofio e sono state rallegrate da un nutrito programma svolto
sulla sciena da una schiera di bambini
delle nostre Scuole domenicali. I canti,
le recitazioni di poesie e di una commediola in due atti, tutti adatti alla
circostanza hanno piacevolmente trattenuto le mamme ed i bambini presenti.
Al termine del trattenimento è stata
fatta spontaneamente una colletta a favore del locale Orfanotrofio che ha dato
la bella somma di L. 121. Mentre le
mamme, ringraziano quanti hanno collaborato alla bella riuscita della festa,
la Direzione deirOrfanotrofìo ringrazia
le mamme che con gesto simpatico e
spontaneo hanno voluto in quella occasione manifestare ai ricoverati del
nostro Istituto la loro affettuosa solida
■n.
rietà cristiana,
— Due posti sono .stati lasciati vuoti
ultimamente in seno al nostro Concistoro, quello deiranziano dei Cerisieri
sig. Ribet Ferdinando trasferitosi altrove, e quello del diacono di Perosa sig.
Carlo Grill per ragioni di salute. Da soli sei anni il primo e da ben ventitré il
secondo servivano la Chiesa con fedeltà e con zelo non comune. Alla manifestazkiine del nostro rincrescimento di
saperli costretti a rinunciare alla carica lodevolmente portata aggiungiamo
Tespressiane della vivissima gratitudine
della Chiesa, tutta.
— Domenica prossima 31 maggio nel
Tempio dopo il culto con celebrazione
di Santa Cena (calici comuni), ì membri
di Chiesa presentì si costituiranno m
assemblea per procedere alla lettura ed
alla diiscussionie della Relazione morale
e finanziaria presentata dal Concistoro.
I m,embrì elettori procederarmo in seguito alla nomina dei delegati alla prossima Conferenza distrettuale ed al Sinodo. Tutti ì membri di Chiesa e tutti
' eli elettori sono vivamente pregati di
trovarsi fra il numero dei presenti.
SAN GERMANO CHISONE
Il culto deir Ascensione è stato presieduto dal pastore signor Roberto Ni, sbet. Ringraziamo vivamente il Soprintendente per il suo apprezzato messaggio. .*
i — Sabato 16 corr. è stato benedetto il
matrimonio di Rostan Edoardo, messo
comunale con Soulier Virginia della Costabella. Auguri agli sposi dì felicità
nel Signore.
--- Hanno ricevuto il Sarito Battesimo i sei ultimi figli di Fraschia Oreste
e di Tourn Jenny dei Gondinì: Fraschia
Bruno, Renata, Germano, Sergio, Elio,
Italo. Il Pastore ha colto l'otecasione per
trattare nel sermone del significato e
del valore del Battesimo.
— Il lÒ maggio abbiamo celebrato la
Domenica della Madre con un culto al
quale hanno pai^®oipato gli alunni della Scuola domenicale © le lóro Martìime,
Le Cadette poi, hanno offerto dopaeni.ca scorsa, dinanzi ad un numeroso pubblico, una riuscitissima festa in onore
delle loro mamme, le quali, dopo le
recite hanno avuto’ una molto gradita
' sorpresa. Le giovani ammesse/in chiesa
hanno ricevuto un ricordo. Le Cadette
da parte loro hanno voluto dimostrare
con bei regali la loro riconoscenza alla
Signora e alla Signorina che con amore
si sono occupate di loro; ’ "to ardenti sotto le sacre volte del Tem
Robertsi niella sua seduta della scorsa
domenica,ha deciso'di rispondere all’appello per l’Eoo ai militari versando Tint^ abbonamento per tutti i soldati delliTparrocchia. Saranno devolute a questo scopo alcune offerte date per l’assis^nza ai militari e ì segretari di quartìere o chi per essi passeranno in ogni,
casa a chiedere una sola lira per famiglia prò Eco ai militari. Il resto - e ^pei;i^mo che ve, ne sia -, sarà cònservato
nèìla caisisa dell’Unione per 'i nostri militari.
Il Convegno Interquartierale di
cfìiusura avrà luogo, a Dio piacendo,
(^omenica 7 giugno aUe ore 16 in un sito
molto ombreggiato denominato Pra la
Mola, tra le Gressine e il Risagliardo.
I^tti i giovani di tutti i quartieri vorranno approfittare della località centrale,e dell’ora comoda per partecipare a
qtesto raduno che è rultimo dell’anno
di .attività. Portare l’Innario Cristiano,
iUaftiti Giovanili e i Cento Canti. In casi® di cattivo tempo il Convegno avrà
luogo nella Sala.
rposise psuroJe del Pastore hanno vibra
"^II Gruppo d’Azione della «Capitano ' li/pio e possano'esse nestare «colpite ilei-.
•fM. Culto di Pentecoste è stato inse,diate nella carica di Anziano per il
quartiere dei Garossini il signor Emilio
Paolo Avondet, al quale auguriamo un
ininisterio benedetto.
■A':
ÉORINO
iU Festa delle Madri. Festa di mamme,
idi'bimbi, di fiori, ecco racchiusa in una
'isola frase la bella cerimonia che si svol-'
sS© la seconda domenica di maggio, in
'ima giornata radiosa di luce e di sole.
/’* Raccolti in lunga duplice fila, i bimbi
' éiitrarono nel Tempio all’ora del culaio e isi disposero nei primi banchi per
■iudire il messaggio che fu loro rivolto,
bello' e di una freschezza tutta primave' rile, particolarmente adatto ai loro cuo
,iii di fanciulli. Fusi e intonati furono gli
f'
■ inni; numerosa l’Assemblea che venne
a circondare del suo affetto gli agnellini del gregge; candidi e profumati i fiori che i bimbi stessi ricevettero per farne dono alle Madri quale sim,bolica
espressione del loro amore filiale.
Veramente piacevole e interessante
fu, nello stesso giorno,^ il pomeriggio
musicale organizzato dai nostri piecóÌi
artisti in onore delle Mamme. Molti diessi ci fecero davvero stupire per la loro valentia e non mancarono a questa
intima festa ¡sonate di Bethoven, valzer dì Chopin, nè poesie recitate con
grazia e udimmo perfino una valente
suonatrice di ifìsarmonica che interpretò con straordinaiia bravura un brano
di Strauss e la ben nota canzone « Mamma ».
A tutti questi piccoli artisti vada il
nostro plauso e, il dolce ricordo diella
celebrazione deU’amore materno, sia
per loro incoraggiamento e sprone.
Confermazione dei catecumeni. Domenica 24 maggio altra giornata di gioiosa esultanza per la nostra Chiesa, poiché ventisette fra fanciulle e giovanetti, dopo aver terminato il loro accurato,
corso di studi Biblici e Catechetici, alcuni dei quali con reale profitto e dopo
provata maturità spirituale, sono stati
ammessi, in unione alla Chiesa, a partecipare alla Santa Cena del Signore. Essi
sono: Bernardi Anna ^ Maria, Brizio
Franco, Bruno Dente, Canale Anna Maria, Casino Virgilio, Decker Elena, Deslex Giorgio, Deslex Marcella, Eynard
Amalia, Fomeron Ferruccio, Garnier
Aurora, Long Enrico, Maffiotto Glaydis,
Magneti Adriana, Mariani Giannino,
Montabone Tullia, Robutti Luciano, Rostan Carla, Rostan Davide, Rovara Umberto,, Sarti Alessandro, Thalmann Ada,
Titoli Pierina, Tomassone Nicola, Travers Alberto, Trabers Vittorina, Woigt
Giovanili.
La bella cerimonia si è svolta in una
scàve cornice di luci e di fiori e fra il
generale raj^coglimento di ’rntta l'Assemibleache gremiva la Chiesa. Le com
' cuori, qual© monito, incoraggiainènto,
forza per le giovani vite, che in questo '
giorno radioso“di Pentecoste, hianno rin- ^
novato le sante promiesse che un giòr.^^
no furono fatte per loro al fonte battesimal©, ' # . J
' In questo stesso pomeriggio altri tre
nuovi membri sono stati ammessi a far
parte della nostra Comunità a precisamente: Benelli Silvio, Dondero Teresa,
Quara Dante.
La cerimonia si svolse come quella
del mattino, fra il profondo raccoglimento e la gioia dei presenti.
O giorno santo di Pentecoste, possa
tu essere in benedizione per la Chiesa
di .Cristo e possa il suo Spirito scender?
sopra ognuno di noi, farci luce in mezzo
alle tenebre del mondo, annunzianti l’alba sospirata del Tuo Regno divino, (j. c.)
TORRE PELLICE ,
Tutti i. membri comunicanti ed elettori sono invitati a partecipare aU’Assemblea di Chiesa che isd terrà domenica
31 maggio alle ore 10,30. L’assemblea
sarà preceduta da un breve culto.
Ordine del giorno: 1®, lettura della
relazione annua. 2°, elezione dei delegati alla conferenza distrettuale ed al
i Sinodo.
Per il c^lto di famiglia
Lunedì Lettura: Salmi 36; Giobbe
1 Giugno 10; 8-22.
« Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori; poiché non v’è autorità
se non da Dio; e le autorità che esistono sono da Dio ». Rom. 13: 1.
La sottomissione del Cristiano alle
autorità deve essere una manifestazione
di più della sua completa fiducia in Dio.
L’uomo del mondo crede di esser lui
ad a^Te e fare, e 'allora sì agita, critica,
si ribella. Il cristiano sa che al disepradelle volontà umane c’è ' la volontà di
Dio. Qualunque sia la situazione nella
quale il cristiano può venire a trovarsi
egli deve ava:© fiducia in Dio, deve ricondarisi che tutte le cose cooperano, al
bene di coloro che amano Iddio. Perciò
la sottomissione del Crìstianò alle autorità è una sottomissione cosciente, e non
deve essere passiva ma resa vivente
dalla preghiera perchè anche dalle autorità a lui preposte si possa dire «Colui
che regna nel timor di Dio, è come una
luce nel mattino » (2 Sam. 23; 3-4).
1-22;
Martedì Lettura: Atti ^
2 Giuguo Giobbe 11.
« Beati queU che odono la parola di
Dio e l’osservano » Luca 11: 28.
« Beato il seno che ti portò e le mammelle che tu poppasti» (Luca 11: 27)
©sdama ima donna fra la folla. Esclamazione che è un inditee di quella mentalità fatta di sentimentalismi, che nd
scorgiamo ogni giorno intorno a noi e
che dà valore più che altro a fatti esteriori. « Beati piuttosto coloiro che odono la parola di Dio e Tosservano » risponde Gesù: non è un merito Tesser;,
stata madre di Gesù. Beati anche nói sé
ascolteremo la parola del Signore e la
osserveremo, se,, in una parola, faremo
delle parole del Signore II fcaidamento
della nostra vita. Beati perchè allora
noi saremo in comunione col Signore,
comunione che ci darà pace e allegrezza nel profondo delTanima nostra.
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Mercoledì Lettura: > Atti 4: 23-31;
3 Giugno Giobbe 12; lrl3.
Se diciamo che abbiamo comunione
con lui e camminiamo nelle tenebre, noi
mentiamo e non mettiamo m pratica la
verità », IGìov. 1: 6. \
Troppo spesso ci lasciamo andare a
fare delle frasi alle quali non corri^xmde affatto un, nostro modo dì vivere:
parliamo di Cristo e della nostra comunione con lui‘ma poi alle nostre paroltt
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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non copri^ond» una realtà dd vita. La
nostra testimoniansja cristiana deve avere sempre questi due elementi essenziali': parole e vita. Quando uno manca, l’al1 tro non ha valore, non solo, ma l’apostolo Giovanni afferma che chi non vive
secondo le proprie parole mente, niente a se stessere agli altri. Ricoriaiamo il
valore dì ogni nostra parola: ogni parola
che pronunciamo è un impegno a vivere
in un dato modo. Quando noi manchiamo nell’azione alla nastra parola « non
pratichiamo la verità » non viviamo più
cioè una vita cristiana che è la sola vera vita.
Giovedì Lettura: Atti 4: 32 a 5: 11'
4 Giugno Giòbbe 12: 14-25.
« Avendo fiducia in questo: che Colui
che ha comìncmto in voi un^opera buona, la condurrà a compimento fino al
giorno di Gesù Cristo ». Filip. 1:6.
Il Signore ha cominlciato in me im’opera buona. Quando? In quel giorno benedetto nel quale ho sentito il mìo cuore esultare di gioia perchè ho avuto la
certezza che Gesù Cristo è venuto iper
salvare me, proprio me. Allora ho sentito che dovevo comacrarmi a lui. E in
che consiste quest’opera buona ? Nell’averci fatti rinascere d’acqua e di Spirito a vita nuova. Ma queU’apera non
terminò quel giorno: come ogni nuova
creatura deve dopo la nascita crescere e
sí^dluppa^^i, così anche noi dobbiamo
svilupparci in questa nuova vita mediante la santificazione. Quale conforto
avere la certezza che Dio stesso opera in
noi! Oggi sentiamo ancora una volta rivolto a noi l’augurio che l’apostolo Paolo rivolgeva ai Tessalonicesì: « Or l’Iddio della pace vi santifichi egU stesso
completamente» (1 Tess. 5: 23).
Venerdì Lettura: Atti 5: 12-25;
5 Giugno Giobbe 13: 1-12.
« Allora Gesù gli disse: Riponi la tua
spada al suo posto, perchè tutti quelli
che prendono la spada periscono per la
spada » Matt. 26: 52.
Gesù è ormai pronto per l’ultimo combattimento. Ecco awicinansi strepitando una folla armata di spade e bastoni:
la violenza del mondo contro il Figliolo
di’Dio. Ma al discepolo che ha voluto
reagire con la violenza del mondo Gesù
comanda: « Riponi la tua spada ! » Oggi
ancora una folla aggredasoe il Signor
Gesù colle spade del sarcasmo, coi bastoni della menzogna, colle parole e con
lo scritto. E noi come reagiamo ? Talvolta abbiamo preso le loro stesse armi,
ma Gesù ci comanda: « Riponi la tua
spada ». Prendendo le armi del mondo
finiremo col divemire del mondo e morremo in esiso. Ma non fuggiamo ! Prendiamo « La spada dèlio Spirito, che è
la Parola di Dìo; orando in ogni tempo,
per lo Spirito, con ogni sorta di preghiere e di supplicazioni ». (Efs. 6: 17).
Sabato Lettura: Atti 5: 26-42;
6 Giugno Deut. 6: 4-13.
« Chi ama la sua vita la perde, e chi
odia la sua vita in questo mondo, la conserverà in vita eterna». Giov. 12: 25.
L’amore della vita « in questo mondo » è im frutto del nostro egoismo.
Non importa che ci guardiamo attorno,
guardiamoci in noi stessi e avremo un
quadro suffi'qientemente peilsuasiivo dell’egoismo. La parola Io è scritta a caratteri enormi nel 'nostro cuòre, noi
viviamo per servire noi stessi iln tutti i
modi possibili. Ma l’egoismo è come un
duro involucro che non ipermette a noi,
pdiccoli semi gettati nel campo del Signore, di assorbire i succhi vitali della
terra fertile, questo involucro che sembra così beile proteggerci ci condurrà
alla morte. Gettiamolo lontano da noi I
Allora vierremo a contatto coi succhi
vitali della Parola di Dio che ci daranno vita nuova e Ci larr ogni giorno
più crescere e prosperale. Ma bisogna
morire al mondo per vincere in Grìisto.
• Fianco Sammani.
±
Poni in Memoriam
RIFUGIO RE CARLO ALBERTO.
Umberto Avondiet Provenzal, della
moglie, L. 50 - Maria Mortier; del padre, 50 - Ñ. N., di Pontet, A. Bertinat,'
50 - Famiglia Enrico Peyrot per completare il Letto Enrico Pèyrot, 5000 Cav. Femiaindo Pellegrini, Id. Id., 4500
- Vertu Carlo, del padre 200 - (fi Bario- !
lomeo CoisBon, 25 - Fam. Gay, di Ceci-1
lia Avondetto, 10 - Famiglia Vasario,
del padre, 100 - N. N., della madre adonaita, 20 - Ernesto Cougn, della madre,
10 - La figlia Susanna, di G. Charbonnier, 100 - La famìglia di Arturo ManSuino, 50.
OSPEDALI.
Famiglia Costabel, della zia Susannia
Bonjour, 200 - Toum Rosetta, deUa
mamma, 10 - I figli dì Maddalena Griset ved. Griot,25 - Beux Giov. G. e famiglia, di Beux Oaiterìna Long 25 Umberto AvoU'det PTOvenzal, della moglie, 50 - di Bartolomeo Coisson, 15 La famìglia di Tron Giulia, 50 - Famiglia Griot Emilio, di Guido, 10.
ORFANOTROFIO FEMMINILE
DI TORRE PELLICE
Rinalda Motroni Alibarin, di Nancy
PejTot, 100 - Bianca Pavoni, dei suoi
cari, 25 - Carlo Caflisch del cav. Giov.
Waeckerli, 500 - Negrin Elena e Denise,
.della mamma, 10 - Jolanda Pons, della
madrina, 20 - di Ada Gardiol nel 10°
anniversario, 60 - Franca Charbonnier,
del padre, 100 - I figli di Margherita
Jourdan, 200 - Altri doni in memoria
di Susette Avondet Benech: Silvana
Spadea, 15 - un’amica, 20 - Ida Jalla,i
20 - Pons Albertina, 10 M. e A. Coisson, Missionari, 25 - Edit Coisson, 2Qr Famiglia Teruzzi, 20 - La famiglia, del
cav. Alberto Vigliani, 300.
Balmae, Giulia, della mamma, 25 - Di
Bartolomeo Coisson, 55 - Famiglia Griot
Emilio, di Guido, 5 - La famiglia di Arturo Mansuino, 50 - A.'c. D. G., di Rgstan Maria Rivoir, 25 - Famiglia Fustet,
della figlia, 50 - La figlia Franca, di
Giacomo Charbonnier, 100.
ORFANOTROFIO MASCHILE
DI POMARE'TTO.
Giovanna Barus, dei suoi cari, 25 Senatore prof. Davide Giordano e signora Bianca, di Maria Decker 200 Unione cadette di S. Germano, di Rachele Bouchard, 140 - Di Bert Nella Flora, la nonna e zìo Riccardo, 20 - Id., padrino e madrina, 25 - F.sco Peyrot, di
sua figlia Ilda Chiotti, 50 - Griset Giacomo, della sorella Giìot Maddalena 100
- Di Ada Arias Jahier, i cugini Jahier,
50 - Fiori iini memoria del caro Catecumeno Guido Griot, il Pastore, 25 - Id.
M., i compagni 194 - Id., suo Guido, 10 Soldato Giosuè Ribet della nonna e suocero, 10 - Gardiol Berta e Iberico, del
padre e suocero, 130 - Pier Luigi e Rosina Pagliai, di Maghìt Lecomte, 246 Famiglia Genre, nel 10° anniversario
morte diletto Ermanno, 50 - Di Arturo
Mansuino, la fiamigfia, 50 - Mirella e
Sergio Bianconi, della cuginetta Bert,
25 - Amalia e Vera Aimone, del colonnello Carlo Aimone, 250 - Sofia Currado
Rostan, di Lilia Rostan, 10.
CERCASI per mesi estivi giovane infermiera anche non diplomiata.
Scrivere: Signora Ferrerò - Corso
Sommeiller, 21 - Torino.
O’no COSTABBL, direttore msabile
« ARTI GRAFICHE L’ALPINA» -Toue Peilice
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ERCOLE MARELLI & C. - S. A. - MILANO
CORSO VENEZIA, 16
AGRICOLTORI t ALLEVATORI ì ^53^^ il
nutrì COL
boyinii, suini
' d <1 u i n i
Il N U T R I C O L è una composizione di sali minerali ed altre sostanze
chimiche, da aggiungersi a qualsiasi mangime : foraggio 0 pastone, ed è la
salute nelle stalle!
Il NUTRICOL accelera lo sviluppo degli animali, aumento del grasso, aumentò della produzione del latte, economia di denaro !'
Coll’aggiunta del NUTRICOL si aumenta di poco il costo del mangime, ma
si guadagna il 50% del valore nutritivo.
MASSAIE! per l’allevamento di qualsiasi animale da cortile usate
unicamente il
CARBOSAL
Nutt»Sc;€»l
Concessionario per il Piemonte
ABBÀ Rag. GIUSEPPE
Via P. Clotilde, 44 - Torino
C/lS/l V/1LDE5E DELLE DIACONESSE
ioni della
ClandiaDa
giova al pollame per aumentare la produzione delle uova e serve ad ingra.ssare
polli, capponi, tacchini, conigli.
.a
sono prodotti preparati dalla « Industria Sali Alimentari per Bestiame, di Cremona *, costano poco e rendono molto.
La Ditta è a completa disposizione degli agricoltori e allevatori per tutti
quegli schiarimenti ed informazioni che potessero occorrere.
Unico Rappresentante
ATTILIO MOURGLIA
Luserna San Giovanni (Torino)
Fondata nel 1901.
Ha per scopo la preparazione di
giovani cristiane, che desiderano consacrare interamente la loro vita al
Signore, curando i sofferenti.
Si mantiene mediante offerte volontarie.
Diaconesse felici 1 Un’ideale lungamente sognato che sì può attuare nella
vita delle nostre giovani.
Per informazioni e offerte rivolgersi
al Direttore della Casa , : '
Past. ROBERTO NJSBET
Convitto Valdese
TORRE PELLICE (Torino)