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Anno 11I<
Venerili lO marzo 1S54.
«r» 1»
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PREZZO »’.4SSOC1.4ZIO.\'E
Torino, per un anno L. C,00
— per sei mesi « 4,00
Per le provincie e l’eslero franco sino
nno .
U domicilio)
L.7,00
,,50
ai conlìni, un anr
per sei mesi ;
L.
7.20
3.20
' A/uQs'jovTEt dì iv iyann
Segui’ntlo la verilà nella caritli
Efes. IV. 15.
L’Ufficio della BUONA NOVFXLA è in
Torino, presso la libreria Evangelica
di GIACOMO BIAVA, viaCarlo Alberlo,
dirimpello al CalFè Dilei.
Le associazioni si ricevono in Torino allo
slesso Ufficio.
Gli Associali delle Provincie fiofranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria Biava.
I Clericali di Genova ed i loro sforzi contro il Vangelo. — Sant'Alfonso di Liguori. La religione dei Napolitani. — Gli ultimi momenti di Bickersteth.
— Notizie religioie.—Cronachetta politica.
I CLHRICALI DI GENOVA
ED I LORO SFORZI COMRO IL VANGELO
Leggiamo nell’appendice dei Caiiolico di lunedì un sunto di quanto
venne operato dalla pia associazione
per la conservazione cd incremento
della Fede Cattolica nei suoi principii in cui versa iuttavìa.
Crediamo nostro dovere di tenere
informali i nostri leltori intorno agli
sforzi dei clericali di (lenova per impedire la propagazione del Vangelo,
ert a tale effetto non ci serviremo
delle nostre particolari notizie che ci
riserbiamo a pubblicare in altri tempi
ed in altre circostanze, ma ammettendo per vero tutto quello che. essi
pubblicano, ne diamo a nostra volta
un sunto ai nostri lettori, corredato
di alcune brevissime riflessioni.
La così detta pia associazione era
stata eretta ed approvata dal superiore
ecclesiastico Dno dal 30 settembre del
1852, ma sebbene per far numero si
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ammeltessero ¡n essa anche le donne
divote, ciò non ostante l’opera non
aveva alcuna influenza, ed il Cattolico
dice che forse sarebbe presto caduta.
Allora si aggiunse all’associazione un
corpo di promotori zelanti che ne formassero quasi l'anima, e l’arcivescovo Charvaz approvò questa raodiCcazione, e diede, direi quasi, nuova
vita alla moribonda associazione. I
promotori incominciarono dai confessionali e dai pulpiti ad inculcare l’utiJltà e la necessità dell’ associazione,
andarono nelle case , e non trascurarono mezzo alcuno onde renderla
numerosa. Ma in una città siccome
Genova, nella quale gli ecclesiastici
sovrabbondano e che non sono scarsi
1 devoti dell’uno e dell' allro sesso,
non sono giunti a raggranellare neppure ottomila firme, stando anche all’asserzione del Cattolico. I preti non
perdono un istante di tempo, e già in
venti parrocchie di Genova l’associazione è stabilita.
Lo scopo di essa è di opporsi ai
progressi del Vangelo. Nella parrocchia di s. Stefano si fa ogni quindici
giorni una conferenza, alla quale sono
chiamati specialmente i giovanetti dell’uno e deH’altro sesso. Lo scopo di
queste conferenze non è altro che
ispirare odio al Protestantismo che si
dipinge coi più neri colori. Le pie
menzogne non sono risparmiate, e le
\¡ele, e le mille volte confutate calunnie contro gii Evangelici sono proclamale come infallibili verilà.
Un’altra simile conferenza è stabilita nella chiesa di s. Sisto, ma quesla
si fa quattro volte al mese, due volte
per i giovanetti, due altre per le giovanette. Nelle chiese di s. Maria di
Castello e del SS. Salvatore si fanno
parimenti le conferenze.
Però lo zelo dei promotori non
sembrava sufficiente ad aumentare
l’opera della pia associazione. Vi fu
necessario aggiungere delle promotrici, le quali, dice il Cattolico, con
zelo singolare procurarono già qualche migliaio di ascritti, non che buon
numero di offerte per la diffusione
dei buoni libri. Facciamo qui punto
per dar luogo a qualche nostra riflessione.
Che ! preti facciano ogni sforzo per
impedire i progressi del Vangelo non
ci riesce nè cosa nuova nè cosa strana;
essi sono nel loro diritto, ese agiscono
in buona fede, non sappiamo fargliene
un delitto. Ogni uomo il quale è intimamente convinto che la sua religione
è la sola vera, ha il diritto, anzi l’obbligo di propagarla e di difenderla
con mezzi onesti consentiti dalla legge
e sopratutto non discordi da quella
verità e carità che sono i due caratteri del Vangelo. Noi non abbiamo
nulla a dire intorno al principio di
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esporre le dottrine controverse per
mezzo di conferenze; e noi non avremmo fatta alcuna osservazione su questo fatto, se due circostanze non ci
obbligassero a farla. La prima è che
a tali conferenze sono ammessi i giovanetti e le giovanette. Questa circostanza cl porterebbe alla tentazione di
credere che i preti si sono attaccati
ai giovanetti piuttosto che agli uomini: 1° perchè gli uomini forse non
vi sarebbero andati, ed essi avrebbero
predicato ai banchi; 2® perchè è più
facile di far credere gli orrori che si
predicano contro i Protestanti a giovanetti inesperti, che non è ad uomini
i quali hanno avuto occasione di conoscere qualche cosa. Ma, torniamo a
ripetere, queste non sono che nostre
supposizioni : sono fondate, è vero,
sulla conosciuta destrezza clericale ;
sulla tattica eguale che essi spiegano
qui in Torino per mezzo del loro campione, il celebre don Bosco, il quale
corre di scuola in scuola a riempire
il capo dei giovanetti di menzogne a
carico de’Protestanti ; ma ciò non toglie che siano supposizioni.
L’altra circostanza è la seguente.
I nostri preti non conoscono il protestantismo se non che per quel poco
che ne hanno letto nei loro libri di
teologia : quindi vi sono dei preti che
in buona fede, e per non conoscere
le risposte che i teologi protestanti
hanno dato alle menzogne dei teologi
cattolici spacciano, quelle menzogne
a! povero popolo siccome verità infallibili. A tutto ciò si aggiunga che
la legge non permettendo fino ad ora
agli Evangelici la libera discussione
in materia religiosa, i preti sono padroni del campo, ed alla foggia di don
Chisciotte attaccano i molini a vento.
Un’altra osservazione cade sul numero degli associati. In un’opera così
importante, e sostenuta con tanto calore dal clero, avere così pochi associati in una delle più devote città
d’Italia dimostra la poca influenza deS
preti.
Una terza osservazione ce la forniscono le promotrici. 1 clericali gridano a piena bocca, allorquando le
donne evangeliche si mescolano in
opere religiose, e dicono che Terrore
ha bisogno delle donne per essere propagato, e che lutte le eresie si sono
propagate per mezzo di donne. Che
dovremmo ora dire noi all’annunzio
delle \qto pro^ìagatrìci^ Ma torniamo
alia relazione del Cattolico.
11 pio giornale, con ingenuità forse
involontaria, ci manifesta quali sono
i mezzi di cui si serve la pia associazione per far intervenire alle conferenze I giovanetti e le giovanette. I
nostri lettori rammenteranno quante
volte i giornali clericali ci hanno calunniato, ed hanno detto che noi pa>
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ghiamo coloro che vengono alle nostre adunanze; si rammenteranno
che noi abbiamo trattato quei giornali da calunniatori, e li abbiamo
sfidali a citare un solo fatto di pagamento : si rammenteranno che i
clericali hanno taciuto, e non hanno
potuto provare nulla; ebbene, ora
il Cattolico ci dice che tutli i giovanetti e le giovanette che intervengono alle loro conferenze (nelle quali
uon comprendono nulla) sono premiati ; ultimamente furono premiati
cinquecento giovanetti come intervenuti,e poco meno di cinquecento giovanette furono premiate per la stessa
ragione. Noi osserviamo semplicemente che se il Cattolico potesse dire
altrettanto di noi con verità, ne menerebbe tale un rumore da assordare
Tintero universo.
Prima però di mettere mano ai
premii aveano provato di adescare i
fanciulli colle indulgenze. L’ arcivescovo avea accordato quaranta giorni
d’indulgenza per ogni volta che si
andava alle conferenze ; ma sembra
che i giovanetti genovesi non sieno
stati molto avidi di un dono che non
vedevano, ed allora i preti hanno dovuto ricorrere ai premii materiali. La
pia associazione non ha trovato fra
tulti i canonici, parroci, preti, nobili
e matrone, che cenlododici sottoscrittori, contribuenti, il prodotto delle
quali sottoscrizioni, secondo il Cattolico, non dà cbe mille trecento franchi. Noi invitiamo i reverendi del Cattolico ad avvicinare questa sua cifra
ad una di quelle tante delle società
protestanti, e saperci poscia dire, se
lo zelo de’suoi , di cui egli va tutto
gongolante , possa paragonarsi allo
zelo degli Evangelici.
Il Cattolico poscia fa una nota dei
libri che la pia associazione distribuisce gratuitamente, e ci fa meraviglia di non veder figurare in essa nota
le famose Letture cattoliche dell’ Armonia, e la commedia di don Bosco
contro i Protestanti, Eppure queste
Letture sono approvate dal cardinale
Antonelli !
Da questo falto i nostri lettori possono dedurre che se i preti fanno
tanto rumore contro gli Evangelici,
è segno che gli Evangelici non se ne
stanno oziosi.
SANT’Al FOSSO DI LIGtORI
Allorquando un santo è canonizzato, la
Sacra Congregazione dei R li esamina diligentemente tutti gli scrìtti di lui, siano
pubblicati, siano manoscrilli per vedere
se in essi vi è qual(;he dottrina reprensibile. Quando la Congregazione ha creduto che gli scrini del futuro sanlo sono
veramente irreprensibili, allora si aduna
preceduta dal papa, il quale decide che
la dottrina conlenula in quegli scrini è ia
dottrina della Chiesa Romana. Papa Gre-
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gorio XVI ba fatto una simile decisione
iulorno alla dottrina di s. Alfonso di Liguori, quindi ia Chiesa Romana ha dichiarato sue le dottrine di quel Santo, e
ne ha assunta tutla la responsahiliià. Noi
noD vogliamo entrare a discutere su tal
dutlrine, ma ci permettiamo soitunlo di
dare al nostri letiori non molto istruiti
nella teologia romann, un breve sem(ih'cissimo estrailo della dottrina di s. Alfonso intorno al cullo di Maria. Noi non
faremo che citare un’epera di s. Alfonso
che è nelle mani di lulti i devoti cattolici,
6 ci asterremo da qualunque riflessione
per non entrare in polemica. L’opera che
citiamo è intitolala Le glorie di Maria.
L’edizione che abbiamo sott’occhio è
qaella di Bassano, 18-ib dalla tipograGa
Remondini.
Nell’introduzione alla pag. 13, si leggono queste parole: o Ese è vera la sentenza, come io per vera la lengo , e per
indubitabile, conforme proverò nel capo
seslo di questo libro, che tutte le grazie
solo per mano di Maria si dispensano, e che
tulti quei che si salvano, doq si salvano
che per mezzodì (|uesla divina Madre, per
necessaria conseguenza può dirsi, che dal
predicare Maria, e dalla confidenza nella
sua intercessione, dipende ia salule di
tulli ».
Preghiamo I nostri lettori a ponderare
seriamente queste citazioni, ed in considerandole rammentarsi cbe la Chiesa romana ha dichiarate sue queste doitrine,
e ne ha assunto la responsabilità.
Nel capitolo primo dell’opera alla pagina 19, s. Alfonso cita ia dottrina di un
altro santo parimenti canonizzato, e dice
così : « Sicché, dice s. Bernardino da
Siena, quante sono le creature che ser
vono a Dio, tante debbono ancora servire
a Maria; giacché gli Angeli, egli uomiui,
e tutte ie cose che sono soggette jairioiperio di Dio, sono anche soggette al dominio della Vergine u. Alla pag. 21, cita
s. Alfonso l'autorità di s. Bonaventura e
di un arcivescovo di Praga, per dimostrare che Dio ha stabilito Gesù Cristo
per giudicare o per punire, e Maria per
Ufare misericordia. Ecco le sue parole :
« Onde s. Bonaventura ben volta il suddelio passo di (Davidde con dire: Deus
judicium tuurn regi da, et misericordiam
tuam mairi ejus. Così parimente l'arcivescovo di Praga Ernesto, dice : « Che
l’E'erno Padre ha dato al figlio l’officio
di giudicare e punire, ed alla madre l’officio di compatire e sollevare i miserabili.
Un’altra dottrina c.he riuscirà nuova ai
nostri fratelli evangelici è sostenuta da
s. Alfonso, il quale cita s. Bernardino da
Siena, alla pagina Sii : « Dice s. Bernardino da Siena, che Dio non distrusse l’uomo dopo il peccato, per l’amore singolare
cbe portava a questa futura figliuola. E
soggiunge il santo, che egli non dubita,
che tutte le misericordie e perdoni ricevuti da’ peccatori neH’aulica legge, Dio
]i abbia loro conceduti a sol riguardo di
questa benedetta donzella ».
Per dimostrare cbe chi invoca Maria è
sicuro di non andare perduto, sebbene la
invochi senza sapere cosa si dice, cita il
falto seguente alla pagina Gf5 ; « Narra il
padre Bernardino da Busto, che essendo
stato a UU uccello insegnalo a dire Ave
Maria, venne imo sparviere a prenderlo;
l’uccello disse Ave Maria e lo sparviere
restò morto. Con ciò il Signore volle significarvi, che se un uccello irragionevole è liberato coH’invocare Maria, quanto
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maggiormente sarà liberato dal cadere
in mano dei demonii chi sarà áltente negli assalti ad invocare Maria ? »
Alla pagina 116, s. Alfonso vuol provare coll’autorità di s. Bernardino cbe
Dio ha dato tutte le sue grazie a Maria affinchè chiunqne riceve grazia la riceva
da lei. Ecco le sue parole : « S. Bernardo
dice, che Dio ha riempiuta Maria di tutte
le grazie, acciocché gli uomini per mezzo
di Maria, come da un canale, ricevessero
poi quanto loro viene di bene «.
Noi evangelici crediamo , siccome sta
scritto, che Gesù Cristo sia la porla per
la quale si entra alla vita eterna, ma s.
Alfonso alla pag. 117 insegna che la porta
del cielo è Maria. E qui dobbiamo dire a
sua giustificazione che la Chiesa romana
ha insegnalo prima di lui una tale dottrina, invocando la Vergine e chiamandola/anua Coeli (porta del cielo) e iu un
suo inno, felix coeli porla (beata porla
del cielo). Ma citiamo le parole di s. Alfonso : Il Perciò parimente ella viene chiamata porla del cielo dalla santa Chiesa:
felix coeli porta, perchè, come riflette il
medesimo s. Bernardo, conforme ogni rescritto di grazia cbe vien mandala dal re
passa per la porta della reggia, così;
nulla gratia venit de coelo ad terrani nisi
transeat per inanus Mariae. Dice di più
s. Bonaventura, Maria si chiama porta
del cielo, perchè niuno può entrare in
cielo, se non passa per Maria che ue è la
porta ».
Noi evangelici crediamo che Gesù Crislo sia il solo, l’unico e il perfetto Redentore; ma s. Alfonso, nel libro che noi
citiamo alla pag. 123, colla solenne approvazione della Chiesa, dice che Maria è
Corredentrice. Ecco le sue parole : « Onde
dal beato Alberto Magno viene chiamata
Maria, adjulrix Redemptionis, la cooperalrice della Redenzione. Ed ella stessa
rivelò a s. Brigida che siccome Adamo ed
Èva per un pomo venderono il mondo,
così ella col figlio con un cuore riscattarono il mondo, (Notino i nostri letiori,
che anche le rivelazioni di s. Brigida
essendo solennemenle approvate dalla
Chiesa romana, formano parte dèlia sua
doltrina). Ila ben potuto Dio, conferma
s.Anseimo, creare il mondo dal niente; ma
essendo perduto il mondo per la colpa
non ha voluto Dio ripararlo senza la cooperazione di Maria.
Noi evangelici stando alla parola di Dio
semplicemente, crediamo che in niun altro
fuori di Gesù Cristo sia la salule, imperciocché non vi è alcun allro nome sotto il
cielo, che sia dato agli uomini per la quale
ci convenga essere salvati (Alt. iv. 12);
ma s. Alfonso, alle pagine 126 e 127,
citando un passo di Riccardo di s. Lorenzo e di un aliro autore chiamalo l'idiota, dice che la nostra salule è nelle
mani di Maria : poscia prosiegue cosi :
0 Lo slesso asserisce, ma con più forza
Cassiano : tota salus mundi consistit in
multitudine favoris Mariw. Dice questi
assolutamente, che la salule di tulti consiste nell’essere favoriti e protetti da Maria. Chi è protetto da Maria si salva, chi
non è protetto si perde.....conforme una
pietra cade subito che viene tolta dalla
terra ehe la sostiene, così un’anima, tolto
l’aiuto di Maria cadrà prima nel peccato
e poi nell’inferno..... come un bambino
mancando la nutrice che lo sostenti non
può vivere ; così ciascuno, mancando
Maria di proteggerlo, non può salvarsi
Difatti alla pag. 134 dice: « che Dio è
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soggetto alla volontà di .Maria ; che la
Vergioe può quanto vuole così nel cielo
come uella terra, potendo sollevare alla
speranza dì salvarsi anche ì disperati «.
Alla pag. 133 dice: « Che ai comandi dì
Maria tulli obbediscono, ancora Dio».
Alla pag. 109 dice; « È impossibile che
si danni un divoto di Maria «. Alla pag.
173, citando il ver.^iotlo nono del salmo
ventcsimoquinto della Volgata (nella nostra Bibbia ventesimosesto ) dice che :
0 Anche il i)rofela Davidde pregava di
essere liberalo dall’inferno per l’amore
che egli portava all’onore di Maria Alla
pag. 174 ammette, che molti morti in
peccato hanno ottenuto per intercessione
di Maria di ritornare in vita a fare penitenza, ed in [iro'va dì ciò porla molli
esempi ; fra gli altri quello succeduto
sulle -\lpi al passaggio dell’ esercito dell’imperatore Sigismondo, di uno scheletro,
il quale al passare dei soldati domandava
di confessarsi, dicendo che la sua anima
vìveva in quelle ossa fino a che non si
fosse confessato, perchè essendo stato devoto di Maria noo poteva andare dannalo,
di fallì appena confessato lo scheletro
morì.
Ma i noslri lettori si saranno forse noiati
da lante citazioni siccome noi siamo annoiali nel trascriverle; perciò tralasciata
la dottrina teologica del Liguori, daremo
un brevissimo saggio della sua dottrina
storica contenuta nello stesso libro approvato dalla chiosa. Nella seconda parte
alla pag. 218, racconta il fatto di un celebre brigante sui monti del Tirolo, il
quale si asteneva il sabato in onore di
Maria dal rubare e dall'uccidere. Caduto
in mano della giustizia fu decapitato e
sepolto nel luogo dei malfattori. Allora
« fu vedutala Madre dì Dio che da quattro
sante vergini fe’ trarre da quel luogo il
cadavere, ed involgerlo io un ricco panno
ricamato d’oro; eù avendolo elle stesse
portato alla porta della ciltà, disse la
Madonna alle guardie; dite al vescovo da
mia parie, che dia onorata sepoltura nella
tale chiesa a questo defunto, perchè fu
mio servo fedele. E cosi fu fatto ecc. »
Alla pag. 219 è raccontalo il fatto di
un allro assassino della Normandia, al
quale essendo stata tagliata la testa, la
testa staccata dal busto gridava: Maria
dammi la confessione; nè si tacque fino
a che un prete non lo confessò. Questo
assassino digiunava il sabato io onore
della Vergine.
Termineremo con un fatto accaduto ad
un canonico riportato alla pag. 230. Questo canonico non era fiore dì virtù : « Un
giorno, mentre stava recitando certe lodi
alia divina Madre, cadde nel fiume Senna
e s’affogò, e perchè sì ritrovava in peccato mortale, vennero i demonii per portarlo airinferno. Ma apparve nello stesso
tempo Maria, che loro disse : come avete
ardire di portarvi costui che è morto
mentre mi stava lodando? Orsù (rivolta
|)oi al peccatore disse) emendati, e sii
divoto della mia Concezione. Egli ritornò
in vita, si fe’ religioso, e non cessò mai
di ringraziare la sua liberatrice, e di propagare per tutto la divozione alla sua
Immacolata Concezione ».
Noi non facciamo commenti a simili
dottrine: ogni lettore assennato può farne
molti da se stesso. Nel sapere che s. Alfonso di Liguori, e perciò la chiesa romana insegna che gli assassini continuando
fino alla morte ii loro rae.^ìere, purché
invochino Maria souo salvali, avremmo
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una forte arma da rivolgere contro i clericali, i quali calunniando dicono che noi
insegnianio, che basla credere in Gesù
Cristo per essere salvati senza curarci se
le nostre operazioni sieno buone o malvagie ; ma noi rinunciamo a tale recriminazione, imperciocché non è nostro scopo
di attaccare i clericali.
LA RELIGIONE DEI NAl’OLETAM.
Togliamo il seguente brano da una
operetta pregevolissima, che dagli
stessi Napoletani viene altamente
commendala come pittura fedelissima
dei costumi del loro paese, ed è intitolata: Cenno critico intorno ad alcuni
costumi ed uso dei Napoletani. Osservazioni raccolte nel luglio, agosto e settembre del 1849 per G.
liobello. L’ autore della quale non
solo è cattolico romano, ma si protesta che « a rendere vieppiiì cara e
venerabile » la sua religione, furono
sempre « rivolte tutte le sue cure ».
« Primo bisogno dell’uomo per condurlo al retto vivere sociale, al rispetto
ed all’amore di Dio, è l’ÌBSef,'namento religioso, fondato sulla morale sublime dell’Evangelo. In questo trovasi ogni ammaestramento possibile per purificare il
cuore, riformare i costumi, correggere i
difetti, e nobilitare la mente. Or bene,
mi duole il doverlo dire, tra tante prediche che ho ascoltato in Napoli in lode di
tanti santi e di tante madonne, non intesi
mai il minimo insegnamento morale, perché l’uomo impari a combattere le cat
tive passioni ed ¡sfuggire al vizio, come
debba condursi in questo mondo per nou
dispiacere a Dio e per conformarsi ai suol
comandamenti; mai gli venivano rammentati i suoi doveri verso il prossimo ;
di non fare ad altri ciò che non si vorrebbe che a noi fosse fatto; insomma,
mai un consiglio che potesse servirgli di
guida nel penoso viaggio della vita, come
la stella polare serve di guida al marinaro.
« Le pratiche religiose in Napoli sono
lutte esteriori, tutte manifestazioni materiali di un culto che nessuno comprende,
perchè nessuno nespiega in termini chiari
l’alto scopo ed il sanlo fine. Toltone qualche uomo di lettere e di doltrina, non c’è
Napoletano che abbia mai letto in disteso
tutti gli Evangelii. Tu li vedi in chiesa
masticare continuamente dei Paler nosler; spingere di quando in quando forte
la voce, cume se il cuore n’esultasse, nel
mentre poi che girano intorno l’occhio e
la testo a vedere chi entra e chi parte.
Quando un Napoletano ha recitato colle
labbra il rosario, udita la messa, e masticate quelle solite sue orazioni, crede
aver adempiuto al suo dovere verso Dio,
e torna al suo solito mestiere di rubare
ed ingannare il prossimo quante più volte
al giorno gli verrà fatto.
« Mi fu assicurato che vi sono più
chiese in Napoli che in Roma. Le Congregazioni religiose sono numerosissime.
Non v’è chiesa che non abbia il suo Santo
e la sua Madonna privilegiata. Alcune
chiese ne hanno due e sino a tre. La maggior parte sono effigiate in mal scolpite
statue di legno in piedi, di altezza naturale. Altre souo immagini dipinte in piccioli quadretti; raa tanto le une quanto
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le allre stanno dentro a certe casse, o custodie chiuse da cristalli, poste vicine ad
un altare, o appoggiate ad un pilastro
in una navata. Tulle queste statue od immagini, grandi o piccole, non importa,
sono oggetto di gran venerazione per parte
dei Nupiililani. 1 muri airiiitorno di questi sanli simulacri sono grem ti di quadretti, con dentro dipinto il miracolo o
ia grazia ottenuta. Altri muri sono adorni
da cima a fondo di lavori di cera rappresentanti una gamlia, un braccio, una tesla, un paio di poppe o bambini intieri.
Nell’interno poi della custodia vi sono
ricche else di spade, spalline d’ufTiziali,
collane, spille, anelli e molli altri oggetti preziosi, e ben hanno fatto di rinchiuderli dentro. Davanti vi stanno tutla
la giornata molte candele e lampade accese, ed in queste vengono continuamente
ad inlingere le dila uomini e donne d'ogni ceto per toccarsi la parte del corpo
che è addolorata, o per farsi il segno
della croce, non senza esprimere la loro
fede coi gesti, colla parola, persino ancora colle grida.
« Celebre fra le allre per miracoli è
una Madonnina addolorata che sta nella
chiesa di Santa Brigida. È dipinta in
mezzo busto, e olire la corona di gemme
che porla in capo, e ad una infinita quantità di collane, di vezzi e di smaniglie
di gran valore, tiene piantali in cuore
selle pugnali d’argento. Pare che detta
immagine sia particolarmenle venerala
da! celo più civile, perchè v’è sempre un
quotidiano concorso di dame, di signori,
di uifiziali, di damerini con baili e senza
baifi, oltre a molli preti, frali e soldati,
che è una meraviglia. Falla la loro preghiera, coloro cui riesce di arrivare sino
alle lampade intingono le dila nell’olio, e
se ne segnano in fronte.
0 Passando un giorno a caso da delta
chiesa, osservai che davanti vi si era fermalo un legno signorile, dal quale scese
una dama giovane ed assai bella, vestita
con elegante abito dì seia. Era accompagnala da un signore, probabilmente suo
marito, e da tre creaturine, una delle
quali stava in braccio ad una balia e parca nata da poco lempo. Salita la gradinata, la dama s’inginocchiò sulla soglia,
e così in ginocchioni entrò in chiesa, lo
le corsi dietro per venire in chiaro di
quella scena, e vidi che strisciando tuttavia il suolo colle ginocchia, seguita da
tulli i suoi, essa arrivò così nella «cappella della Madonna. Qui lei stelle al più
un dieci minuti in orazione; pose l’offerta
di varie candele; si rialzò, ed intinte che
ebbe le dila nell’olio delle lampade, se
ne riiornò su dritta, lieta e contenta nella
sua carrozza.....
« 11 culto dei Napolitani, come dissi,
è lutto materiale. L’ anima non medita
mai sui proprii doveri, nè la mente mai
trovasi in contemplazione in faccia alla
grandezza di Dio. Ristretti adunque in
quel materialismo d' pratiche esteriori,
ignari aflatto delle masfime evangeliche,
privi di buoni ammaestramenti morali e
religiosi, manteniiti apposta in certi pregiudizii, in certe superstizioni, non è cosa
sorprendente che un popolo di cosi vivace fantasia, uscendo fuori dell'onesto,
quasi senza saperlo, si lasci trasportare
dalla forza dell’ istinto, e ceda all’urto
delle passioni, il furore delle quali è tanto
più terribile, quanto meno trova un argine nella vera e sanla religione ».
Noi domandiamo ora che cosa uq
10
simile crislianesimo abbia da rimproverare al paganesimo a cui è sotleuIrato. Eppure non una voce d'infra
il clero che energicamente protesti
contro tali sconcii; mentre sarebbe
accolto con universal imprecazione
per parte del medesimo qualunque
tentativo mirasse a far penetrare
in seno a così dense tenebre la luce
benefica dell’Evangelo ! Qual prova
più di quesla concludente, che nella
mente di un tal clero la religione, anziché a glorificare Iddio salvando le anime e santificandole, non è deslinata
che a rendere vieppiù in contestalo
e più sicuro il dominio ch’egli si è usurpato sulle coscienze ?
GLI ULTIMI Wìim DI BICKERSTETH
(Estrailo dalla sua biografìa)
Il 27 gennaio ISSO BICKERSTETH predicò pei l’ultima volta. Lo spirito di Dio,
che dirige le cose piccole siccome le grandi, lo aveva guidato nella scelta del suo
testo: Venite, benedetti dal Padre mio:
eredate il regno che vi è italo preparalo
fino dalla fondazione del mondo (Matt.
XV, 34).
La suadebolezza aumentava ogni giorno
in guisachè il 29 si credè obbligato di
chiamare un medico, il quale giudico gravissima la sua malattia e gli ordinò un
riposo completo. A lale annunzio il servo
di Dio esclamò: « È cosa beu dolce di avere una salvezza compiuta; in quale tor
mento mi troverei ora se dovessi cercarla
in tali circostanze! Ma essa mi è stata accordala, ed ora non mi resta che goderla.
11 Vuogelo è per me uua realtà; io so a
chi ho creduto.....colmato di così grandi
benefizi non devo che rendere grazie al
mio Dio ». Riconoscere la mano dì Dio
Padre amoroso nei suoi doni è triplicarne
il godimento. Il ringraziamento che viene
dal cuore è un pezzo d’oro che arricchisce colui cbe lo possiede; è l'oro dì Canaan che vale assai meglio di quello della
California.
Il 3 febbraio domandava ad uno di
quelli cbe lo circondavano: « Cosa avete voi
letto? La Bibbia, gli fu risposto. È questo,
egli riprese, il miglior libro che esista:
ogni suo versetto riceve maggior forza e
maggiore estensione quanto pii! le circostanze esteriori si aggravano: uo passaggio che si legga sul letto del dolore, è
assai più prezioso di quello non lo sia nei
giorni di saiiilà». Allorché ¿li fu letto il
versetto settimo del salmo 63: Perciocché
tu mi sei stato in aiuto, io giubilo all'ovibra delle tue ale; Bickersteth riprese;
« Si, è l’esperienza delle bonlà precedenti del Signore che guidano l'uDima nel
sentiero di nuove gioie e di speranze future. Cbe. bella espressione, all’ ombra
delle lue aie! Sotto questo sicuro rifugio
4 fedele, riscaldato, coperto e protetto
come gli augelletti sotto le ale della madre. Quanlo siam felici noi figli di Dio!
Noi sappiamo di avere un tale rifugio,
un tale amore «.
Il 9 febbraio, mentre la sua famiglia
circondava il suo letto, egli disse;« Tutta
la mìa confidenza è in Gesù Cristo; egli
mi ha chiamato, ed io appartengo a Lui.
lo spero di avere predicato fedelmente il
11
Vangelo; tuttavia so di non avere nulla
a portare al mio Salvatore; la sola sua
giustizia è quella che mi copre ». Poscia
prendendo la tiiano al suo figlio aggiunse:
" Rigetta lungi da te ogni altro appoggio
fuori dì Gesù Cristo; soltanto uella sua
morte tu potrai trovare la vita. Dov’è, o
morte, il tuo stimolo? dov'è, « sepolcro,
ia tua vittoria? Grazie sieno rese a Dio il
quale ci hu dato la vittoria per Gesù Cristo Nostro Signore. Sì, io sodo persuaso
che nè la vila, nè la morte, nè gli Angeli,
nè alcuna altra possanza potranno separarmi dall’amore di Dio in Gesù Cristou.
.VH’uscire da una crisi violenta allorché
ricuperò i sensi esclamò; « Iu non sono
aliro che un miseraliile avanzo di corruzione: ma Gesù vive, e ciò forma tutto
il mio bene ». Non vi era cosa che gli facesse maggiore piacere di qualche stilla
di acqua fresca; allorché egli rinfrescava
le sue labbra diceva: « Questo rni richiama alla memoria quella sorgente di cui
parla il Signore, che disseta completamente, ehe non costa nulla, c che fortiiica l’anima per l’eternilà » (Giov. IV}.
Congedandosi dal suo medico gli disse;
n Voi avete avuto gran cura per me, ed
io ve ne ringrazio; ma nello slato in cui
sono, la vostra arte è divenuta inutile;
iu compenso però delle vostre cure, permettetemi di darvi un consiglio per l’anima vostra; andàte a Gesù, mettete in
lui tutta la vostra lìduciu. lo vi dichiaro
in quest’ora solenne, nell’ ultima ora di
mia vita, che tutto quello chebo credulo
mi è stalo confermalo. Io ho creduto in
Gesù Cristo; mi souo attenuto a lui solo,
ed egli mi ha sostenuto fino a queslo
momento. Egli è fedele. Andate da lui,
ve ue prego, siccome avostro Salvalore».
Uno dei suoi figli gli esprimeva im
giorno qualche speranza di guarigione,
ma il servo di Dio rispose: « Ciò non è
probabile in verun modo, e molto meno
è desiderabile. Supponete diffalti che io
potessi ancora essere ulile alla mia famiglia, è il Signore che me ne allontana, ed
egli sarà con essa, e ne avrà migliore
cura di me..... Se io mi levassi ancora
da queslo letto, irascinerei il mio corpo
debole ed infermo, ma se io me ne vo,
rivestirò un corpo glorioso......lo desidero partire per essere con Cristo, ciò
che mi è molto più utile., lo sono impaziente di sloggiare. La mia corsa è finita
e desidero il riposo ». Un giorno diceva
ad un suo amico: « Persuadete ai miei figli che non mi ritengano su questa terra
colle loro preghiere; io vorrei che la loro
fede fosse fortificata per la morte del padre lorn. Mio fratello (uno dei principali
medici di Liverpool) mi ha dichiarato
francamente che la mia malattia è irrimediabile, esento la piena sicurezza di andare a Cristo mio Salvalore e di essere
con lui ».
Avendo domandato che gli si leggesse
il salmo 130, ripeteva sovente:« Signore,
10 grido a te dai luoghi profondi. Appo
11 Signore v’è benignità e molla redenzione: » « l’igliiiolelli miei, continuava,
ecco la sola, l’unica confidenza del voslro
padre moribondo. Il Signore islesso riscatterà Israello di tutte le sue iniquità. Vi
può essere promessa più incoraggiante?»
Dopo un momento di silenzio riprendeva;
« Con quanta esalte?za e con quanta verilà queslo nostro corpo si chiama nella
ISihbìa, corpo di ammirazione! Però noi
credenti sapi>iamo che se egli è seminato
iu disonore, risusciterà in gloria: se egli
12
è seminato corpo animale, risusciterà
corpo spirituale)) (I^ Cor. XV, 43). Un’altra volta egli diceva; « Niuno di noi è
esente dalla tribolazione, e neppure potrebbe esserlo; Imperciocché se il nostro
amabilissimo Salvatore ha dovuto essere
compiuto in essa, come mai potremo immaginarci di fuggirla? Ma la parola di
Dio ci dice, il Signore é il mio pastore e
nulla mi mancherà ( Salmo XXlII. ).
Egli solo ha provveduto ai bisogni
del mondo inlero; il suo sacrificio è
una espiazione perfetta e compiuta per
chiunque crede in lui....... non manca
nulla a coloro che si attengono a lui ».
Diceva ancora; « Una folla di pensieri
hanno assalito il mio spirito; tante azioni
della mia passata vita mi si sono affacciate alla memoria, tuttavia, quando io
sono stato in grandi pensieri dentro di
me, le tue consolazioni hanno rallegrata
l'anima mia » (Salmo XCIV, 19).
Il 22 di buon mattino disse al suo tìglio; « Io ho meditato questa buona parola; il vostro cuore non sia turbato; voi
credete in Dio, credete ancora in me,
(Giov. XIV, 1). Si credere in Gesù, ecco il
grande aliare, ecco l’unica consolazione».
Verso ìa sera ei non poteva più parlare,
e per indicare a’suoi figli che egli era in
pace, rispondeva con strette di mano alla
interrogazione che essi gli facevano beu
spesso n Gesù è egli con voi? » Nella
notte dal 22 al 25 di tanto in tanto si assopiva, e negli intervalli indicava assai
chiaramente con i suoi sguardi che egli
era con Gesù, e che avea custodito fedelmenie il motto che si era scelto al
principio deH’anno: Riguardate a Gesù
capo e compitore della Fede. (Ebr. XII, 2).
A cinque ore del mattino senza alcuna a
gonia si addormentò in pace per risvegliarsi nel cielo.
\0T1Z1E RELIGIOSE
Torino. Avendo un giornale politico
della capitale (il Costituzionale <ìeì 4 marzo) fatto allusione ad un fatto di uo figlio
diseredato per motivo religioso, ci crediamo iu dovere di dare alcuni schiarimenti su questo falto.
Moriva il 29 gennaio 18S4 in Torino
un tale Nicola Maria Maurizio Boarelli.
Questi aveva un figlio il quale da qualche tempo si era dichiarato per la religione evangelica. Il Boarelli, amicissimo
dei preti, fece il suo testamento e lo consegnò legalmente negli atti il 23 marzo
1855. Il 3 febbraio anno corrente il testamento fu aperto dal notaio Archini, e
si trovò che il Boarelli aveva diseredato
intieramente il figlio, solo perchè si era
dichiarato evangelico: ma nel caso che
questi fosse ritornalo alla religione cattolica, in queslo solo caso gli lasciava la
legittima. In appoggio di questa sua disposizione, il Boarelli invocava non rammenliamo ora quale articolo della legge
vigente in Piemonte die permette al padre di diseredare un figlio che abbandona il cattolicismo. Uua tale legge del
medio evo è tuttora in vigore fra di noi!
Toscana. Leggiamo in una corrispondenza del Christian Times il fatto seguente che traduciamo alla lettera.
Il I leltori del Chrintian Times apprendano ancora con maggiore interesse la
intimazione fatta a due signore inglesi,
la signora Brown, e la signora Johnson,
di lasciare al più presto questi Stali.
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funzionarii suliallernì del governo, per
mezzo dei quali un lale ordine veniva coniiinicato a quelle signore, non sapevano
dire la ragione per la quale era stato dato, ma non vj è dubbio che ciò sia per
10 interesse ohe queste signore avevano
dimostrato nella evangelizazione della
Toscana. Egli è giustizia il dire che non
fu spiegata in queslo caso una durezza
totalmente inutile, nei modi di una tale
comunicazione; che anzi fu usala tutta
la gentilezza possibile verso le due signore. .Ma gl'ilaliani converliti veggono
un tal pa.sso con ragionevole apprensione,
per il timore che queslo sia seguito da
altre misure contro di loro di una natura più severa e più rigorosa ».
Il caso di Miss Cunninghanie se ha dalo
una lezione al governo Toscano in quanto
ai modi, non ha però prodotto alcun buono effetto in quanto ai principio della tolleranza.
Stati Romani. Due signori inglesi ehe
da qualche tempo viaggiano in Italia,
uno dei quali è infermo, furono arrestali
11 31 gennaio nella citlà della Pieve, frontiera degli Stati papali. Il grave loro delitto era di avere ciascun di loro una
Bibbia italiana, col loro nome scritto nella
prima pagina secondo l’uso degli inglesi;
lo che prova che erano per loro privato uso
Furono immediatamente accompagnali
dal vescovo per rendere conto delle Ribbie, e dissero che essendo protestanti, e
conoscendo la lingua italiana, le avevano
per proprio uso: furono ambedue arrestati, e condotti alle carceri criminali in
mezzo ai carabinieri: una rigorosa perquisizione fu eseguita sulle loro persone,
e non gli si lasciò che l’orologio, le chiavi, 1,1 matita, un fazzoletio, i guanti, eia
moneta di argento (silver money): le loro
carte, e le coperte di lettere furono passate sul fuoco per esaminare se vi fossero
scritture chimiche; furono esaminali per
circa due ore dal governatore, c poscia
chiusi nella cucina delle prigioni, ove furono costretti a passare la notte. La mattina seguente furono condotti per forza
dai geudarmi fino a Perugia e chiu.si
nelle carceri criminali, confusi coi ladri
e cogli assassini: gli furono tolti gli orologi e le matite; furono visitate perfìno le
loro scarpe e separati acciò non si potessero parlare. Dopo tuli Iraltainenli furono lasciali in llberlà, ma non gli furono
restituite le loro Ribhie. Così i preli trattano gl'inglesi io Roma, mentre essi in
Inghilterra la vogliono fare da padroni.
Ginevra. Il concistoro ha stabilito che
anche quest’anno si facciano le conferenze sulla fede evangelica. Il gran successo che hauno prodotto l’anno scorso
sei sole conferenze, ed il desiderio generale della popolazione hanno determinato il concistoro ad ordinarle anche in
quest’anno.
Francia. Non ostante gl'impedimenti
di ogni genere che i clericali pongono
alla vendila e diffusione dei libri evangelici, la società dei trattali di Parigi
pubblica un rendiconto deH’ullimo semestre, dal quale risulta che lo spaccio dei
libri evangelici è aumentalo di mollo.
Del solo Almanacco dei buoni consigli se
ne sono già vendute ltJ5,000 copie; è 1’
almanacco contro il quale i preti gridano
sempre.
— L’arcivescovo di Tolosa ha fatto uu
appello alla generosità delle sue pecorelle acciò contribuiscano alle spese che
devono farsi in Roma per beatificare la
14
Ten. Germana Cousin. L'arcivescovo, dopo
di aver detto che già molte volle ha ricorso alla loro generosità per quest’oggetto, confessa che manca ancor molto
per formare la somma necessaria per la
heatifìcazione: e per profittare del tempo
di miseria e di carestia, onde fare una
maggiore raccolta, parla così ai suoi diocc.sani: « Voi vedrete (traduciamo dall’t/nivers) negli atti e nel processo dì Germana che essa ricevè da Dio il dono di
moltiplicare i viveri, e che per.molti mesi
essa ha nudriti gli abitanti di due comuni con un pane miracoloso, moltiplicato sotto ì loro orchi per la sua potente
intercessione. Chi sa che essa non tenga
in serbo un simile prodigio in favore dì
quelle famiglie,(o dì quei paesi che si mostrano devoti della sua gloria e disposti
a dare un generoso soccorso? »
— Si legge nel lonrie (giornale
francese). « Il Procuratore imperiale
d'Auxerre essendo venuto a conoscere
che nel 18S1 un tal sig. Marion aveva
imposto ad un suo figlio il nome di Robespierre, domandò innanzi al tribunale
civile che quel nome fosse cancellato dai
registri: nella udienza di inartedì scorso
è stata ammessa una tale domanda, ed
il tribunale ha condannato 11 sig. Marion
alle spese per essere contravvenuto alla
legge dell’11 germinale anno XI, che
vieta d’imporre allri nomi fuori di quelli
che si trovano nei calendari riconosciuti,
0 che appartengono alla storia antica.
L’ufBciale dello stato civile che aveva
ricevuto quell’atto, è stalo condannato
alla multa dì 3 franchi ed alle spese per
l’applicazione dell’art. 35, e SO del codice Napoleone ».
Int.iiii.tfbra. Leggiamo nel Christian
Times, che un giorno l’arcidiacono di
Londra essendo a corte e parlando coi
principini, li interrogava sul catechismo,
e stupiva nel sentire con quanto senno e
con quanta intelligenza rispondevano alle
sue domande. Allora l’arcidiacono, disse
ai principini: dovete essere molto grati
alla vostra governante che v’istruisce così
bene nel catechismo ; ma i principini risposero : Oh ! è la nostra cara mamma
che c’istruisce nel catechismo. Una regina regnante della gran Bretagna trova
il tempo per istruire da se slessa nella
religione i suoi figli !
— Altri nove cattolici sono stati ricevuti pubblicamente nella chiesa evangelica nel tempio di s. Giacomo a Latchford.
— Il oorrisponeente di Londra del Parlamento, dice così: « È forse, come si
crede o sì vuole far credere, che l’Inghilterra si fa caltolica? Questa è la più grande
illusione. Se vi sono protestanti che si
fanno cattolici, vi sono ancora più cattolici, soprattutto in Irlanda, che si fanno
protestanti. L’Inghilterra è, credetemi, e
rimarrà un paese protestante. La moltiplicazione dei conventi bisogna attribuirla
principalmente all’uso e all’abuso che il
partito cattolico fa della libertà che qui è
accordata dalla legge, o dall’opinione, o
dai coslumi. Ma il risultato della mozione del sig. Chambers, mostra che la
Camera e il paese cominciano a commoversi, perchè quantunque il Governo l’abbia combattuta, è passata a una grande
maggiorità—189 in favore, 119 coutro ! !
1 clericali che in Inghilterra abusano
della libertà religiosa che il paese gli accorda, ed usano di quella per ridurre, se
gli riesce, l’Inghilterra ai beati tempi di
re Giovanni Senza-terra, gridano fra di
15
noi all’eretico, all’alno contro coloro che
levano una voce generosa per recl.iniure
la più |ireziosa, la più santa di tulle le
liberlà, la hberlA di coscienza.
America. F.eggiamo nella Semaine Religieuae. Recenti notizie annunziano che
la repubblica dell’Equalore (capitale Quilo), ad esempio della Nuova Granata, ha
rollo interamente con Roma.
— Un corrispondente di Torino del
Cruìader (giornale di Nuova-York) scrive
a quel giornale, che il nostro Re ba ordinato che in ogni Universilà dello Stalo
vi fosse una cattedra di ebraico occupata
da un rabino, ed una caltedra di teologia
protestante, occupata da un ministro
evangelico. Dice che una (ale misura ha
eccitato lo sdegno dei preti ; ma che il
Re non si era mosso per nulla alle loro
rimostranze.
Noi esortiamo il nostro confratello di
Nuova-York a non prestar credito'così facilmente a certe corrispondenze.
— Leggiamo nell’£co d’Italia. Si sta
redijjendo una petizione diretta alle Camere di Washington, onde il Governo
Americano cessi ogni relazione diplomatica con Roma, in seguito alla condotta
dispotica del Governo papale contro le
popolazioni degli Stati della Chiesa.
Stati-Uniti. Nel nostro numero del
M febhaio, abbiamo fatto parola della
generosità del sig. Phelps, morto ultimanienle in Nuova-York, il quale ha lasciala l’ingente somma di 2,953,(100 fr.
per opere pie e di carità. Oggi togliamo
da un nuovo giornale religioso che si pubbiica in Iscozia {The newsof thè curcliesj
il seguente atto di generosità.
il dott. Nolt presidente del collegio
dell'Unione in Nuova-York, ha faltto, egli
vivente, una donazione di 610,000 dollari (3,0;>0,000 fr.) per farne l’impiego
seguente;
Per stabilire nel collegio altri nove profes.sori a 7.j0D fr. all’anno per npnnno
un fondo di.....fr. 1,123,000
Per sei professori sostituiti a
."000 franchi all’anno per
ciascuno.....» 300,000
.\ll'Osservalorio. ...» 100,000
Pel iTianlenimento di 68 studenti ...... » 230,000
Per 50 premii da darsi ogni
anno agli .scolari prima dei
gradi accademici . . »
Per nove pensioni da assegnarsi ai graduati a 1500 fr.
all’anno.....»
Per il cimiterio e giardino »
Per il gabinetto di fisica, chimica e matematica . »
Per libri scolastici ...»
Per libri scieniifici . . . u
Per il gabinetto geologico n
Per comprare medaglie, mappe, stampe ed allre cose
risguardanti ia storia . »
Per lezioni pubbliche straordinarie da darsi da professori speciali sui pericoli ai
quali è esposta la gioventù,
e specialmente gli studenti,
sulle loro obbligazioni, sullo
sviluppo e la conservazione delle facoltà intelleltuali e morali, e sulla conservazione della fisica costituzione deH’uomo, e della
sua sanità, non che sulle
leggi della vita ... »
Per altre spese imprevedute,
e per avere un fondo di
previdenza per qualunque
caso non manchi nulla alle
sopradetle prescrizioni »
250,000
225.000
100.000
50.000
25.000
150,000
25.000
25,000
50,000
57,500
Totale fr. 3,050,000
Il dott. Noti, è ancora viverne ed amministra da se stesso la sua donazione a
favore del collegio; egli desidera prima
di morire di vedere qualche frullo della
sua liberalità. Uomo ricchissimo e senza
famiglia, iia creduto impiegare ia sua
fortuna colossale a beneficio della studiosa gioventù. Noi facciamo voli che
tale esempio trovi degli imitatori nei
noslri paesi.
CROMCHETTA POIITICA
Torino. — La Camera dei Deputali,
nella tornata di ieri ha approvalo a grande
maggioranza il primo articolo della legge
per la riforma del codice penale.
Genova, 8 marzo — Il dispaccio telegrafico dei G corrente, porlanle ii divieto
16
dell’esportozioDe dal mar Nero e dal mare d’Azof, ha prodotto nella nostra piazza
un vero allarme, essendo le principali
nostre case seriamente interessale nel
commercio granario. Si spera però i;he la
proibizione possa essere condizionata,
motivo per cui ebbero ieri luogo poche
operazioni con lieve aumento.
Gli economisti sono di parere che la
proibizione deiresportazione dei cereali,
fosse anche assoluta, non possa a quest’
ora comprometiere seriamente la questione annonaria; ma es.sa può per altro
conipromeitere grandi inleressi i'«mrnerciali e portare un vero perturbamento,
giacché le principali case d’Europa fecero
immensi acquisii di cereali nei porti russi, e già molle tratte furono versate.
L’allarme provato dal nostro commercio ha l'iperco.iso sulla massa del popolo,
e ieri le botteghe dei vermicellai e dei rivenditori di cereali erano affolliite di
com[>ratori, i quali secondo i proprii
mezzi favevauo provviste, onde pren.unirsi della temuta carestia.
Roma. — Da una corrispondenza delVArmonia ricaviamo le seguenti notizie.
Il papa ricevè il 23 srorso l’incaricato
della Porta Ottomana. Neiriiltimo giorno
di carnovale i moccoletii furono numerosissimi. La terza notizia di quella corrispondenza, porta f-,he in Roma si fanno
cene ¡‘trepilose. Nella miseria attuale la
notizia Don è molto edificante.
DISPACCI ELETTRICI
Trieste, 8 marzo, ore 1, m. 20.
(Ricevuto a Torino il 9 alle ore 10 I \t).
Vimna, 7. La Corrispandenza Austriaca, dice che l’Austria facendo astrazione dsH’amichevole alleanza con la Russia , in visla dt'irinevilabile guerra non
può seguire che i .suoi propriissimi interessi.
Odessa, 2. Non si lascia più caricare
alcun bastimento con grani.
Parigi, 9 marzo, ore 9, m. 35.
(Ricevuto a Torino alle 11 5|4).
Il corrispondente di Parigi ci Irasraette
i seguenti estratti:
La Corrispondenza Aw^triaca deli’S riconosce la giierru come inevitabile. L’ultima intimazione dalle potenze inviata
alla Russia è perentoria e fondata sul
buon diriito. L’Auslria ha difeso gli interessi generali d’Europa, rispellando io
pari tempo gli obblighi imposti dall’amicizia e duU’alleanza colla Russia.
Se la guerra scoppierà, l’Austria difenderà gli interessi proprii, e prenderà
fin d’ora le disposizioni necessarie per
opporsi ai pericoli di una guerra d’insurrezione.
La Corrispondenza Prussiana dell’8 dichiara che, avendo la Prussia cooperato
nelle conferenze di Vienna, ha poslo in
chiaro il carotiere del contegno assunto
rispello alle parti che sono in lotta. Essa
serberà questo contegno, senza tuttavia
accettare obbliguzione veruna d’intervento armalo; conserverà una posizione
di neutralità e di aspettazione, e preserverà in queslo modo il paese e l’Europa
centrale.
È giunto a Tolone l’ordine dell’ imbarco generale pel 20 marzo.
Grecia — L’ agitazione delle popolazioni greco-salve continua, e si ba la prova che è fomentata da un agente russo resiedenle ad Alene.
Intanto l’insurrezione nell’Eiiiro continua: il fermento nelle popolazioni greche
s’accresce; d’ogni parte accorrono in folla
i volontari ad ingrossare le file degli insorti.
A Missolungi, nella Livadia, la gunrnigione ha dato segui di malcontento. Il
visir Hafiz-Pascià ha posto l’Albania orientale in islato d’assedio. Chiunque s’associa all’insurrezione è punito di morte.
— Un vapore proveniente dalla Grecia
ba recalo la notizia che a Ciirfù correva
la voce essere stata pr>-sa d’assallo dagli
insorti la cittadella d’Arta.
La ciltà di Prevesa (Albania) venne fortifícala dai turchi.
Direttore P. G. MEILLE.
Grosso Domenico gerente.
TIP. SOC. DI A. PONS II COMP.