1
Roma, 11 Loglio 1908
81 pobbli«« ogtil Sabato
àNHO 1 - N. 28 .
..... -T
Propugna grinteressi sociali, morali e religiosi in Italia
o
a«
I
ì:
s
a
6
ABBONANIKNTI
Italia : Anno L. 2^50 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — « « 3,00
Un numero separato Cent. 5
I manoscritti non si restitniscono
'À '
PIREZIOne : Via Magenta, 18
INSERZIONI
Per linea o spazio •eorrispondente L. 0,l6
« c da 2 a 5 tòlte 0,10
« « da 6 a 15 tolte 0,05
Per colonna intera, meiza colonna, quarto di colonna e
per avtisi ripetuti prezzi da contenirsi.
AMMimSTRAZIOME Î Via Mazidoak, 107
c
o
«
«
k
k
o
«
QEHTiLl LETTORI
Per sovrabbondanza di materia rimandiamo al prossimo numero articoli e continuazioni di articoli
lia Direzione
Gaardaodo attopno
(Noterelle e Spigolature)
Le famose Letture Fogazzaro\ istituite nel 1907 a
Torino, che parevano dover essere « uno strumento
utile di idealità religiose » son<^ state sospese, e il
Fogazzaro stesso ce ne dà la ragione nel fatto che
« l’autorità ecclesiastica con atto] pubblico impose al
clero di non intervenirvi ed esortò i fedeli a tenere la stessa attitudine ».
Contemporaneamente apprendiapio che l'associazione
fondata a Milano dalla Signora Ciacomelli col titolo
La, Parola fraterna h. stafa ^ipci^t^^ prima/inopra di
aver esplicato un’attività qualsiasi^ per il solo timore
che l’autorità ecclesiastica, potesse prendere provvedimenti contrari. Questi due avvenimenti ci dànno un’idea ben meschina della fermezza di carattere dei nostri
Riformatori italiani, e ci mostrano quanta sia ancora
la potenza della superstizione cattolica romana perfino
sugli animi dei più illuminati. Non è vero che la scomunica sia una vecchia spada medioevale arrugginita
e senza taglio. Nel secolo ventesimo e al lume della
scienza nuova, essa fa ancora tremare quelli stessi
che della scienza nuova si dicono ipiù caldi fautori ! !
Prima di prender,^ le sue vacanze, la Camera ha
rigettato a scrutinio segreto il progetto sul miglioramento economico pei professori universitari.
Tale provvedimento è stato una sgradita sorpresa
per gl’interessati ; ma certo essi avrebbero piegato il
capo dinanzi alla deliberazione della Camera, aspettando rassegnati fempi migliori, se la questione fosse
stata puramente economica. Se non‘che le parole di
biasimo e di sfiducia, lanciate da alcuni deputati contro l'intero corpo universitario, facendo responsabili
tutti degli abusi e delle negligenze di alcuni, hanno
sommamente indignato coloro che sempre ebbero di
mira l’adempimento del proprio dovere. Ferve perciò
un vivo movimento di protesta fra i professori delle
varie università contro l’operato dél)a Camera e contro il Governo che non ha saputo sostenere con efficacia la loro causa e difenderli dalle ingiuste accuse.
Ci auguriajno che presto il vero merito sia riconosciuto, e che la calma possa ritornare negli animi di
quei nobili e forti e genéroSi uomini, che, avendo
dedicata la vita all’ihcremento dèlia scienza, hanno
saputo conquistarsi l’alta considerazione degli studiosi
di tutto il mondo.
Il « Los von Kom » è sempre vivo. Dopo gli «Itimi
tumulti delle univefsità austriache fra studenti liberali e clericali, molti siudènti .specie dell’Università
di Ihnsbruck sono solennemente passati al protestantesimo. Anche fra gli ioperai il movimento riprende
vigore.
Quando, quando echeggerà anche in Italia il grido
entusiastico: « Los von Rom ? »
Il Senatore Casana, ministro della guerra, ha prepaparato un progetto pel quale si sarebbe sulla via
della soppressione del duello nell’esercito e nella
marina. Dio voglia che il progètto sia approvato
prima e rispettato poi !
n. n.
Compie ' gli 80 anni Leone Tolstoi, l’ età che il
salmista attribuisce agli uomini di maggior lena, e
un comitato inglese ha deciso di inviargli un album
di firme con un breve scritto çhe esprime T ammirazione, l’affetto e la riconoscenza.
Guardate per brevi istanti ¿questo colosso russo.
Se è nel nostro cuore il sacçp desiderio dei bene
dei nostri simili, cT s’aremo già sorpresi a desiderare
di essere potenti, altolocati, ricchi, dotti per poter
mostrare una volta come si possa mettere la potenza, relevata posizione, la ricchezza, la scienza a
servizio deiròpera di bene del Cristo.
In Leone Tolstoi il desiderio è fatto realtà.
L’alta posizione sociale, l’aveva; la ricchezza,
l’aveva ; inoltre una coltura vasta, un ingegno ed
una fantasia potenti, e di più una fama mondiale.
Egli ha posto tutto questo a servizio deH’umile lavoro di rilevamento morale e spirituale dei suoi
simili.
Quando le piccole lotte attuali sul modernismo
religioso, sulla critica dèi Yangeli saranno un po’
passate di moda, quando le vedute teologiche che
ora tengono il campo saranno state sostituite da
altre, e i presenti conflitti tra la scienza e il Vangelo appariranno evanescenti fantasmagorie snllp
sfondo chiaro di una realtà fisica e morale meglio
intesa, allora di più in più si vedrà grandeggiare
l’opera evangelicamente cristiana di Leone Tclstoli
Perchè il pensiero cristiano tutto di questo princìpio di secolo XX non avrà potuto sottrarsi aU’influenza di questo colosso che ha le caratteristiche
del profeta; ma il protestantesimo in special modo
riconoscerà quanto l’anima del vegliardo russo abbia
compreso l’anima del Cristo.
Considerate le varie fronti di questo formidabile
intelletto ; ecco 1’ artista, ecco il filosofo moralista,
ecco il riformatore sociale ; ma guardate dunque il
volgarizzatore del Vangelo, l’interprete in pensiero
moderno del pensiero di Gesù Cristo I
Se l’artista fu detto grande, e il filosofo moralista potente e profondo, e il riformatore socialé audace, illuso e sincero, il volgarizzatore del Vangelo
fu detto pazzo e pericoloso. E si disse « guai a voi,
se tale * concezione evangelica di vita , diventasse
realtà I ». E diremo « guai a lui, se i titoli di
grandezza del passato non lo ponessero al riparo
dalle conseguenze della sua propag.inda ! »,
Eppure è qni che 1’ uomo ci appare un profeta..
Egli ha preso i concetti sui quali si era abituati
a non discutere, le idee perGe quali, o non correva dubbio, 0 non si osava farlo correre in modo
palese, e le ha messe di fronte al Vangelo, ed ha
fatto vedere che la gran debolezza della civiltà cristiana, e delle chiese cristiane, in modo, speciale, dipendeva appunto, daH’accettaré' quelle idee senza volerle prima sottoporre al controllo della parola del
Maestro ; ha fatto vedere, che, in quel vangelo umano voluto far passar in franchigia col Vangelo
divino, stava il cancro roditóre.
E il concetto della patrif, e quello dello . Stato
politico, e quello della guetra, e quello della proprietà economica vennero da lui portati ai piedi
del Cristo seduto sul montè,-.-dove giacquero svalutati e condannati.
Certo i tempi erano maturi ; ma, anche in amhieiite preparato, una debole, voce Avrebbe avuto —
.debole eco : la sua voce potefite risuouò in tutto il
mondo cristiano. Tolti dall’ invoglio della frase biblica, che per l’abitndine , era diventata a tale riguardo quasi un rame risonante, mentre doveva
essere palpito di vita, l’mternazionalismo evangelico,
la fraternità e la solidarietà economica, la santità
dell’individualità umana, furono intuiti e proclamati
come midollo deirinsegnamento del Cristo,' nnitamente al concetto dd'là salvezza personale.
E apparvero a momenti tanto nuovi che si volle
dire « oh, no, non è questo rEvangelo! » e lo era,
lo era ; e Io è.
Che importa se qualche manifestazione del suo
pensiero, ci sarà parsa meno accettabile ? Egli, il
vecchio di Jasnàja Poliana ha percepito in modo
sì esatto la portata logicamente pratica della parola
di Cristo che il protestantesimo, evangelico non potrà non salutarlo profeta del Padre Celeste.
DDaitio palchi '
PS/C-\CJ/-\CD.rAC3^QrÀCOg
La superstizione presidio della pace
Luigi XI di Francia fu uno strano impasto d’ingegno, di furberia, dì crudeltà, d’ignoranza, di acume
naturale, di viltà e di -coraggio,"di cinismo e di superstizione. Come i nostri briganti classici, egli baciava una Madonnina di piombo quando voleva commettere qualche delitto; fedifrago e spergiuro, egli
manteneva però il giuramento quando lo faceva sulla
croce di S. Lò, perchè avrebbe creduto di morire dentró l’anno se lo avesse rotto. Questo racconta il suo
ministro ed amico, il cronista F. di Commines.
.Grande è stata in ogni tempo l’inflnenza esercitata
dalla superstizione snlle azioni degli uomini in genere,
e dei regnanti in ispecie : influenza forse maggiore di
quella esercitata dalla fede illuminata è cosciente.
2
2
m^LUCE"
Se quello che raccontaBO>i giornali è vero, anche
Guglielmo secondo sarebbjq:. schiavo df una di codeste
debolezze. Veramente^ egli|.^ era sempre apparso cpme
uomo di fede e si stenta ai eredere che la superstizione
possa allignare neH’animé suo; ma la notizia è data
con tanta sicurézza da chi'pare essere addentro alle
segrete cose che si rimane' per lo meno dubbiosi.
Ecco di che si tratta. Secondo una profezia nata
in un monastero presso Coblenza, la morte dell’ultimo
sovrano sarebbe provocata da una grande guerra. Guglielmo teme di essere lui quel sovrano ; l’imperatrice
condivide quei timori e adopera tutta la sua iufluenza
per allontanare ogni pericolo di guerra. A codesti timori superstiziosi sarebbero da attribuirsi le contraddizioni e le esitazioni ‘ del Kaiser, come pure la pace
europea.
Vera o falsa che sia la storiella, essa mi ricorda
un altro tratto analogo del già ricordato Luigi XI. Un
astrologo aveva predetto la morte di una signora molto
amata dal re. La dama, in fatti, mori e il re, addolorato
e furente, fece comparire davanti a se il profeta di
mal augurio, col proposito deliberato di mandarlo a
tenere éompagnia alla vittima della sua predizione. Eivolgendosi a lui con sorriso sarcastico, gli domandò :
« Tu che pretendi conoscere gli eventi futuri, dimmi
un po’ quale sarà il giorno della tua morte »? L’ astrologo, che aveva inteso il latino, rispose calmo calmo : « prevedo che morrò tre giorni prima di vostra
maestà ». Il re superstizioso si affrettò a mandare libero l’astrologo ed ebbe cura di tutelarne 1’ esistenza
per lui cotanto preziosa.
Corollario : per la maggior parte degli nomini e sopratutto per quelli che tengono ih mano i destini dei
popoli e sono gli arbitri della guerra e della pace, la
vita degli altri, è preziosa, sacra ed inviolabile solo in
quanto che vale ad assicurare la propria esistenza.
Finché si tratta di mandare altri a morte e di dire:
« Armiamoci... e partite », non si guarda tanto pel sottile e si scatenano le guerre con cuore leggero; ma
quando si tratta di pagare di persona e di porre a
repentaglio la propria vita, è un altro paio di maniche. Quando la guerra debba soltanto costare la vita
a centinaia di migliaia di altri uomini, massa amorfa
e bruta, carne da cannone, la si faccia pure, come è
stato il caso di tutte le guerre più recenti; ma se
dovesse implicare la mòrte sicura dei governanti, sovrani, ministri o diplomatici che siano, allora ai conservi la pace. Chi rimarrebbe a guidare i popoli... alle
carneficine fraterne ?
E sempre profondamente vero il ragionamento fatto,
secondo un ministro evangelico ora defunto, da S.
Pietro sul punto di tradire il suo Maestro: « pelle
per pelle, vai meglio la mia che la tua ».
Per quanto sia doloroso il dover costatare che non
sia ancora 'penetrato nella, mentalità cristiana il concetto che la guerra non è lecita, che è un delitto collettivo mostruoso, che è un assassinio organizzato sn
vasta sea,}a, che il divieto di non uccidere vale tanto
per l’individuo quanto per la collettività ; per quanto
possa essere precaria una pace che non è fondata sopra una nuova coscienza dei reciproci doveri sociali,
sopra la legge della solidarietà e dell’amore, c’è da augurarsi però che si annidi tenace, ossessionante, negli
animi di tutti coloro da cui dipendono ancora in parte
i destini dei popoli una superstizione come quella che
aveva Luigi XI per le predizioni dell’astrologb o come
quella che si presta a Guglielmo II per la profezia
nata nel monastero. Sarebbe, per ora, presidio di pace
più forte del sentimento di giustizia e di umanità, della
stessa fede cristiana.
. E triste, ma è cosi.
Hnpleo t?ivoipe
RITTI E IPEE
GIUSEPPINA ASTESANO OSCULATI
EYflNQELIónO E ?A?\5nO
Rimposta alle lettere d una fervente
Cattolica - romana *
Bel volume di 247 pag. 13 per 20.
L. 1. franco di porto
dirigersi al Sig. L. BarMi
Fiani di Vallecrosia
(Porto Maurizio)
Il Congresso dei Veggenti. — In un recente
articolo àùV^Avanti dal titolo suindicato si mette
in ridicolo il congresso degli spiritualisti tenutosi
nei giorni scorsi a Parigi. Naturalmente l’articolista non può ammettere che si osi contrastare ai
principii del materialismo : e tale congresso è definito semplicemente, e puramente il congresso degli isterici contro la scienza, contro 1’ indagine
moderna, contro il pensiero positivista. Il dott. 0x
(cosi si firma lo scrittore del giornale socialista che
di tanto in tanto spezza una lancia in favore del
cosidetto materialismo positivista) è solito inneggiare alla scienza, alla vera scienza che è poi quella
di scienziati per lo più atei, i quali, ad ogni piè
sospinto, fanno del dommatismo settario ed intollerante.
Si badi, per non essere fraintesi, che noi non
approviamo, in tutto e per tutto, quanto si è detto
in tale Congresso che sarebbe stato meglio chianure degli occultisti anziché degli spiritualisti, la
quale parola ha un significato più ampio. Ma ci
pare che merita ogni lode ogni sforzo che si fa, in
qualsiasi campo, per investigare quei problemi che
furono detti « i misteri dell’Universo ». Ma gli scienziati materialisti cosi non la pensano, e perciò sono
costretti a considerare con mal celata rabbia ogni
indagine che non si muova dai presupposti del materialismo positivista. Cosi non fa la filosofia spiritualista ; di qui la sua superiorità sul materialismo.
E perciò, come ben dimostra, l'egregio prof. Tummolo in un suo recente articolo nel Veltro, mentre
lo spiritualismo può accettare qualunque fenomenologia, il materialismo deve rifiutare quelli che sono
un ostacolo insormontabile alle 'sue conclusioni. In
altri termini — afferma il Tummolo — nello spiritualismo possono trovare posto i fenomeni di qualsiasi ordine, mentre il materialismo non può accogliere che quelli strettamente fisiologici.
Ancora una statistica religiosa. — Quantunque le statistiche a qualsiasi materia si riferiscano
abbiano un valore assai relativo (vi fu chi alla Camera dai deputati disse recentemente che erano
tutte false I), ne riproduciamo una riguardante il
cristianesimo protestante, come quella che ci sembra più vicina alla realtà.
Si ,sa che le statistiche sulle varie religioni professate nel mondo non sono tutte identiche, perchè
i cattolici romani, ad esempio, continnano ad affermare che la loro confessione religiosa abbraccia circa
trecento milioni di fedeli, mentre è assai probabile
che questi ultimi non siano che duecento milioni.
Ora ecco la statistica sul cristianesimo protestante, secondo la Bevue, che, alla sua volta, la
riproduce da un’ottima opera del prof. Kattenbusch
di Gottingen.
Negli Stati Uniti, il protestantesimo conta 65
milioni di seguaci su una popolazione di 79 milioni. Poi viene la Gran Brettagna con 37 milioni
di protestanti su 42 milioni di cittadini inglesi.
L’impero germanico ne conta 35 milioni su 56. In
Francia i protestanti sono 700.000 da un secolo a
questa parte. Il totale dei protestanti nel mondo
intero é di 180 milioni, dei quali 114 di lingua inglese.
Dobbiamo osservare che secondo un’ altra statistica pure tedesca i protestanti sarebbero circa 200
milioni. Tutto questo indica la grande forza di espansione dal protestantesimo dimostrata, poiché esso
al principio del secolo xixnqn arrivava ai 100 milioni.
E’ degno di nota il fatto che la razza anglo-sassone, nella sua immensa maggioranza, professa la
religione evangelica. Ora, poiché quella razza domina sul mondo intero, il protestantesimo non può
che guardare con fiducia all'avvenire. E perciò
vanno messe semplicemente a dormire le affermazioni del clericalismo sulla fine prossima del protestantesimo. Raffaele Mariano ha osservato molto assennatamente : « E quale religione dello spirito, il
protestantesimè, è albero che frutta sempre e mai
non perde foglia...
Una nuova autorevole conversione — E'
quélla del noto Angelo Crespi, già socialista e collaboratore di riviste e giornali socialisti, come la
Critica Sociale Q il Tempo. Da parecchi anni vive
a Londra, e quivi si è fatto attento osservatore
della vita religiosa del popolo inglese. Ne rimase
vivamente impressionato. Alla osservazione tenne
dietro lo studio delle grandi quistioni concernenti
l’nomo, la vita sociale, i destini supremi dell’ umanità. Di qui i varii suoi articoli pubblicati ora nel
Coenobium, ora nel Rinnovamento, i quali dimostrano in quale maniera dal positivismo di Roberto
Ardigò fu condotto allo spiritualismo e alla fede.
Le ragioni di questa conversione vanno ricercate
nel fatto che, esaurito ogni mezzo d’indagine, scientifico e filosofico, riconosciuta insnfflciente ogni teoria a superare la barriera dell’inconoscibile, al Crespi parve cosa buona la fede religiosa < per ciò
solo che è l’attitudine più fiduciosa di fronte al mistero, e il cristianesimo la miglior fede per ciò solo
che l’attitudine più fiduciosa è possibile dove il mistero è concepito come il velo che ci separa dall’amore di Dio ». Era questo il primo passo che doveva
condurre il Crespi alla fede più vera, la quale, secondo lui, non può essere che quella che, adottata
come norma di condotta, d^ i risultati più vitali.
« Mi domandai se il credere in Dio mi renderebbe
migliore o no ; se il credere nella immortalità personale avrebbe per effetto di orientare meglio la
mia condotta; se il credere che, in Cristo, Dio e
l’uomo si sono incontrati avrebbe uguali effetti
sulla condotta medesima ».
Le risposte date dal Crespi a se medesimo furono
affermative, cioè favorevoli alla fede. Così avvenne
la sua conversione ; ed egli fu tratto a considerare
gli stessi problemi sociali sotto una nuova luce, poiché crede fermamente che i popoli non potranno
salvarsi che mediante lo spirito religioso, che la
miseria e l’ignoranza qon sono la causa di tutti i
mali, che il socialismo, « grossolanamente e grottescamente amorale ed antireligioso mostra ora tutta
la sua impotenza. •
Questa nuova e notevole conversione di uno studioso, qual’ è il Crespi, non può non rallegrare
quanti lottano per il trionfo dello spiritualismo nell’ora che volge ; e poiché il Crespi vive nel maggiore centro religioso protestante del mondo, non
è dubbia la buona influenza esercitata su di lui
dalla vitalità spirituale e sociale, del protestantesimo.
I concorrenti al Collegio di Francia — Come
sanno i lettori, per la morte di Giovanni Réville,
s’è resa vacante la cattedra di Storia delle Religioni del Collegio di Francia. A questo posto importantissimo concorrono ora ben sette studiosi, fra
i quali i protestanti Vernes e Reveilland e il celebre abate Loisy.
Crediamo il Vernes più meritevole dell’ insigne ,
carica, perché competentissimo nella materia di cui
si tratta. Egli è difatti oltreché esegeta, uno sto-,
rico di grande valore. Uno dei fondatori della Ri' »
vista della Storia delle Religioni, pubblicò importantissimi lavori, fra i quali segnaliamo i seguenti :
« L'histoire des religions aux differents degrés de
l'enseignement public. »
« Les Abusde la méthode'comparative dans l’histoire des religions ». L’histoire des religions, son
esprit, sa méthode et ses divisione, son enseignement en Franco et à 1’ étranger ». « Manuel de
l’histoire des Religions » ecc. ecc.
II Vernes dunque, è assai versato nella storia
delle religioni. Invece, il Loisy, oltreché essere più
negativo, si è occupato piuttosto delle questioni
critiche riguardanti i Vangeli. Eppure i giornali
danno come probabile la sua nomina. Vedremo, fra
poco, se quella, cattedra che venne fondata da un
teologo protestante (Alberto Réville), il quale ebbe a
successore il proprio figlio, verrà ora occupata da
un ecclesiastico cattolico scomunicato dalla chiesa.
E. M.
3
LA LUCE
Xusso sfacciato
Il lusso è desso giovevole o nocivo all’indastria e al
commercio ? In altri termini, è desso, economicamente,
un bene o un male ?
Lascio agli economisti il trattare e, se ci riescono,
risolvere il quesito. A me basta ripetere, sia pure inutilmente, che il lusso chiassoso, esagerato, ridicolo che
ci offende e ci perseguita ogni giorno per le vie cittadine, specie nel femminile abbigliamento, è un male
gravissimo, una vera piaga sociale ; e gl’inventori e
propagatori di nuove mode stravaganti e rovinose sono
veri e proprii delinquenti sociali.
Il lusso insolente che si pavoneggia' in pubblico è
un insulto alla miseria, un incentivo al vizio, un mezzo
di corruzione, un attentato alla decenza e al pudore.
Noi assistiamo ad una gara pazza nel cambiar mode e
vestiti e nello sfoggiare le stoffe più appariscenti e
costose. Non si distingue più la sartina dalla marchesa ;
e quando i guadagni non permettono di soddisfare ai
proprii gusti insani, si ricorre facilmente a mezzi illeciti, si contraggono debiti e si fa anche a meno del
necessario in casa pur di far bella figura in pubblico.
Da qualche anno a questa parte, "le donne hanno
poi la mania di vestirsi, specialmente d’estate, il meno
che possono e di portare gli abiti in modo da far risaltare il più possibile ciò che dovrebbero tenere nascosto, con quanto vantaggio della virtù femminile...
e anche maschile di leggieri si vede.
L’ultimo passo che, per ora, si è fatto su quella via
è la risurrezione di quei costumi delle merveillenses
che fecero la loro apparizione a Parigi, a Londra e a
Nuova York,, destando nel pubblicò insana curiosità o
sdegno. Non disperiamo però di vederli un giorno universalmente adottati; anzi, messi sopra codesta china,
non ci sarebbe troppo da stupirsi di vedere ripristinata l’antica foglia di fico. Sarebbe meno immorale e
certo meno costoso.
E così, da questa frenesia di lusso vengono travolte
in rovina l’economia domestica, ,la semplicità della
vita, la purità dei costumi, la pace delle famiglie, la
decenza, il pudore e altre cose ancora. La libertà,
anche nella foggia del vestire, è una gran bella cosa,
ma cessa di esserlo quando rasenta la licenza o diventa
tale ; e qualche volta io mi doman^fio se non sarebbe
un bene poter. esumare e applicare un po’ alla nostra
società le leggi draconiane dì Calvino, le quali prescrivevano il modo di vestire, enumeravano i gioielli
e gli adornamenti che era lecito portare e limitavano
persino il numero e la spesa delle feste che si potevano dare in un anno. Senza preoccuparsi della questione dal lato economico, da buon psicologo e da austero moralista, il Riformatore aveva compreso che il
lusso è la rovina degli individui e delle famiglie, e ci
aveva posto quel freno che a lui parve migliore.
Ricorrere a tali mezzi non.è certo più possibile. E’
l’opera individuale e poi collettiva, specialmente delle
donne di senno, delle donne cristiane il cui « ornamento
non consiste nell’intrecciatura dei capelli nè in fregi
d’oro nè in vestiti di robe, ma nell’uomo occulto del
cuore, nell’incorrotta purità dello spirito benigno e pacifico, ( D Pietro c. III. v. 3. 4) la quale può innalzare una diga capace di frenare queil’impura fiumana
che minaccia travolgere ogni cosa.
« Mie care lettrici, scriveva A. Karr, quando dico
che le donne sono cattive, eccettuo sempre voi tutte ».
Se io ho delle lettrici, va da se che sono escluse da
quanto di male ho potuto dire. Allora perchè tutta
questa sfuriata ? Forse per essere posto nel numero
dei sacerdoti della purezza che fecero arrestare, in
Nuova York, alcune merveilleuses per attentato al pudore ? Ci sarebbe il magro gusto di, farsi pigliare in
giro da qualche giornalista o da qualche lettore maligno ; il che non è escluso però.
No, lo scopo della sfuriata è semplicemente quello
di ricordare alle mie gentili lettrici di farai coll’esempio e colla parola e con l’opera sempre più lepropagatrici della sèmplicità, del buon gusto e della più
squisita femminilità di fronte al lusso sfacciato, rovinoso
e impudico.
Envieo IJivoiPe.
NUOVA. AURORA.
Questo volumetto, che ha avuto al suo apparire
una cosi lusinghiera accoglienza, è posto in vendita per L. 1,75 la copia ; IO copie per L. 12,50
La spedizione è a carico de’ committenti.
LEGGENDO L’EVANGELO
In verità, in verità io ti dico che,
se alcuno non é nato d’acqua e di
Spirito, non può entrare nel
legno di Dio,
Giov, III, 5 .
In tutto il suo insegnamento Gesù ha
sempre insistito sul concetto della rigenerazione di tutto l’essere umano, come condizione indispensabile per fare parte del
suo Regno. Su tale concetto intrattiene
Nicodemo. E per fargli comprendere come
Egli intenda la nuoya nascita si serve di una
espressione figurata : nascere d’acqua e di
Spirito. Che vuol dire ? Vuol dire che lo Spirito netta e purifica come l’acqua purifica
l’oggetto cui è appiicata. Giovanni Battista
ha fatto uso di una figura analoga, quando descrivendo appuntol’opera della rigenerazione
diceche il Messia avrebbe battezzato conio
Spirito Santo e col fuoco. Il che significa che
10 Spirito agisce nell’essere umano come agisce il fuoco nello separare le scorie dal metallo prezioso. Quindi nelle parole dette a Nicodemo Gesù significa che lo Spirito opera
'al modo stesso dell’acqua, quando essa purifica gii oggetti da qualsiaéi macchia che
11 deturpi. E, invero, nel versetto seguente
Gesù non parla più deH’acqua, ma soltanto
dello Spirito. Anche S. Paolo là dove parla
della rigenerazione e del rinnovamento
operato dallo Spirito Santo, ci presenta
quest’opera sotto la flgurà di un lavacro
d’acqua. Così pure l’apostolo Pietro dichiara che non è già il nettamento delle
brutture della carne quello che salva ; ma
la domanda di buona coscienza verso
Iddio.
Questa espressione nascere d’acqua e di
Spirito corrisponde à quest’altra : essere
nati da Dio, cioè, in altre parole, essere
figliuoli di Dio. Tutto questo non accade
per la nascita naturale, ma lo si diventa.
In che modo succede un si grjande mutamento nella nostra vita spirituale ? Ciò
accade mediante la fede, nella quale si ha,
oltre la parte umana, quella propriamente
divina che consiste nella creazione in noi
dell’essere nuovo. Si tratta, nel complesso,
di un cambiamento radicale dei sentimenti
del cuore, degli affetti più intimi dell’animo, delle energie piu profonde della coscienza : mutamento che abbraccia le manifestazioni tutte della vita. Questa trasformazione è così profonda, così radicale che
vi è manifesta l’opera di Dio. Invero i
credenti sono fatti figliuoli di Dio, non di
sangue, né di volontà di carne nè di volontà d’uomo, ma perchè sono nati da
Dio.
Crediamo adunque nel Cristo, allora Io
Spirito verrà a noi e farà della fede nostra
il pt^incipio fecondo di nuova vita.
E. M
Hi900^119 H9iiffiolip9 cBi'Cfl por 1 Asilo fomoutiilo oinCiESlrfl uVuliywlIufl vaogelìco in Firenze, una maestra
interna evangelica, che dovrà, occuparsi dell’insegnamento fino
alla 4" classe elementare. Dirigere la domanda, indicando i
posti finora tenuti, alla signora Elvina le Forestier, direttrice
15. via del Gignoro, Settignano, Firenze che darà estese informazioni.
Crisfìanesìmo sociale
t
Memor, nella Eglise Libre, dà conto-de 11 a seconda
giornata del Congresso indetto a Parigi dall’ « Associazione evangelica per lo studio pratico delle quistioni sociali •. Egli dice che gli oratori più in vista
hanno riconosciuto che, come direbbe Orazio, vixere
fortes ante kgamemnona multi, che cioè — per esprìmerci in volgare — prima ancora che si cominciasse
a parlare di cristianesimo sociale, qualcosa di buono
era stato fatto nel mondo religioso, e che sarebbe possibile di far qualche cos’altro di buono, senza ricorrere
al cosidetto cristianesimo sociale. Nel Congresso nessuno ha pensato ad affibbiare i titoli di ignorante e
gaudente a coloro i quali, solleciti -del bene altrui,
non si adattano però a schierarsi sotto una qualsiasi
bandiera socialista. Così s’è dato prova di maggior
equaniipità, e quindi di maggior umiltà. E, quel che più
importa, si è con più energia insistito sulla vita spirituale. Onde si può ben àire ai.^ fautori di Fallot i
Voi, negli ultimi anni della sua Vita, l’avete messo
alle torture, esagerando ogni volta più la tendenza
a circoscrivere il movimento religioso alla ricerca
delle cose terrene. In febbraio 1902 e in febbraio 1Ò04
— prosegue Memor — pochi mesi avanti la morte,
io lo vidi scattare contro chi l’aveva scelto e Io sceglieva a patrono di idee ch’egli non condivideva se
non in parte. « Sopprimono l’Invisibile! » egli esclamava. Oh come avrebbe goduto al Congresso, riconoscendo che si vuol tornare all’Invisibile, cioè a dire
allo spirituale I
Non so tuttavia che cosa egli avrebbe pensato circà.
alla tesi del Gonnelle, eloquentemente sostenuta
oppugnata eloquentemente : « Il cristianesimo risol
verà il problema della proprietà privata o vi si infrangerà >. Ricordo quale ripulsione il Fallot provasse per l’accomunamento dei beni primo atto
della farsa macabra, il cui ùltimo atto è l’impecorimento del genere umano >. Veramente il Gonnelle
non sostiene raccomunamento, ma soltanto la limitazione della proprietà. Ma che cosa s’ha a intendere
per limitazione della proprietà privata ? Chi ci capisce nulla ? Chi riescirà a fissare i limiti giusti ? Qualunque limite che fissiate ad altre mentì apparirà
troppo ampio ancora. Avevan ragione da vendere i
membri del Congresso che tra gli applausi di molti
altri, notavano che qualsiasi proprietà individuale
— fosse pure rappresentata dalla più meschina cartella di rendita — è a sua volta macchiata di sangue.
Questo si è logico! „
G. S,
(fiontinuà)
pjtQIffE Pi STORI»
La nobla Leyezon
Il principale dei poemi valdesi rivela, dal titolo
stesso, la sna natura. Esso è una lesione e ci dà
un’idea del modo d’insegnare dei Barbi quando ammaestravano i fedeli di città in città : citazioni bibliche, deduzioni morali od anche polemiche, esortazioni a perseverare nella fede malgrado l’accanita
e feroce opposizione dei moderni farisei. Esso è
nobile perchè tratto dell’argomento che maggiormente ci deve preoccupare, quello della salute eterna.
La nobla Leyczon è dunque un poema didattico
nel quale l’Autore, partendo dalfattesa della fine
del mondo, assai più reale nei secoli XIII e XIV
che nell’anno mille, esorta i peccatori al pentimento,
alla pratica della virtù cristiana, riflettendo alla
brevità'^fla vita presente ed alla rimunerazione
che aspetta |)U0Ai.e. càttivi nell’altra vita. Egli
espone perta^i’iépida^è|itè i fatti biblici, raggruppandoli attorìw;Ae tre leggi di Dio ; la legge naturale, la mosaica e l’evangelica. La Bibbia, che le
espone tutte successivamente, è l’unica regola di
fede. Si ripudia pertanto 1’ autorità della Chiesa
Romana per le innovazioni che ha introdotte nella
dottrina e nel culto evangelico, per la sua tendenza
a tranquillizzare le coscienze con pratiche esterne
che non implicano mutamento di vita e vera conversione. E qui descrive con giusto sdegno, la corruzione del clero e dichiara che Dio ha dato ad ogni
fedele autorità pari a quella del prete.
4
LA LUCE
La dottrina esposta nel poema è affatto biblica
circa la Trinità,, l’incarnazione, l’opera redentrice
del Cristo, la risnrrezione. Biasima. come fallaci le
preghiere per i morti, la credenza al purgatorio,
l’invocazione dei santi.
La data di questo poema è stata fatta risalire
fino al 1130 o riportata fino al XVI secolo secondo
le opinioni tendenziose di chi voleva provare
che i Valdesi erano anteriori a Valdo o di chi pretendeva anzi negare che i Valdesi avessero fatto
nulla di notevole prima della Riforma. Il famoso
verso
Ben ha mil e cent ancz compii entierament
Que fo scripta l’ora car sen al derier temp,
tanto dibattuto, può essere interpretato in modo
assai largo, anche a non tener conto della variante
autorizzatissima, che legge 4 cent ancs.
L’attesa del finimondo fa pensare al ’XII secolo,
la descrizione delle persecuzioni fatte subire ai
Valdesi, con morte e confisca dei beni, richiama
piuttosto alla mente la feroce attività inquisitoriale
del secolo XIII che narrammo recentemente.
Gli argomenti della data, tratti dalla lingua del
poema, non hanno fin qui condotto a nulla di positivo. La nobla Leyczon può dunque considerarsi
come scritta da un Barba della Valle di Laserna
tra il 1250 ed il 1450.
Chiudiamo questo breve cenno sul più bel fiore
della letteratura valdese del Medio Evo col ricordare
i versi più frequentemente citati :
Que se la n’i a alcun bon que volha amar Dio
(e temer Yésha Xrist
Que non volha maudire, ni jurar, ni mentir.
Ni avoutrar, ni ancire, ni penrede l’autruy.
Ni venjar se de li sio enemic.
Uh diqon quel es vaudes e degne de punir.
> Glov. JaUa
Kdla Penisola e nelle 3sole
(Notìzie delle nostre Chiese)
Torino
Fra le chiese sorte dopo la proclamazione della Indipendenza religiosa e della Emancipazione civile dei
valdesi, certo la prima fu quella di Torino voeata ad
essere € apostolo e testimone » fra le genti italiche.
Non stiamo a rifare la storia di questa chiesa che se
non fu « luce potente ed abbagliante, qualehecosa però
consegni in « quel Regno di Dio, che, come disse magistralmente Saulo di Tarso, « non consiste in parole,
ma bensi in virtù ed in potenza dello Spirito di Dio ».
Il quale, checché si dica, viene riconosciuto anche
dalla gente del mondo, alcune volte ; e sopratutto
quando è satolla e nauseata dal suo proprio spirito.
Quello spirito che in riunioni fraterne, interdenominazionali abbiamo sentito operante e vivificante, pure
ci condusse nella vita religiosa ed intima della chiesa
a sempre meglio intuire ed a comprendere quelle meravigliose misericordie di Dio che dalle tenebre ci
portò, e tuttavia ci porta, nell’ambito della sua meravigliosa Luce. Ne abbiamo vedute molte manifestazioni
quest’anno nella chiesa stessa e nelle relazioni cordiali colla Parrocchia valdese, e ne siamo stati assai
allietati nel giorno della p. p. Pentecoste, quando Dio
ci diede un bel numero di nuovi fratelli e sorelle.
La Chiesa annovera quest’anno 361 membri, sparsi
nella vasta metropoli piemontese ed in parecchi villaggi: « Noie Canavese, Moncalieri, Piobesi, Costigliele, Borgo Leumann, Collegno (Rivoli) dove abbiamo parecchie famiglie cui preme di rimanere legata alla chiesa valdese italiana di Torino. I membri
elettori^ con parecchie sorelle sono 140, ma come dovunque accade non sono molto zelanti negli affari ecclesiastici e ciò non è davvero congruo per nna chiesa
di questa importanza. I nostri membri di chiesa per
molte cose e particolarmente per quelle spettanti la
nostra Costituzione ecclesiastica sono ancora (non dico
dovunque) .assai arretrati o negligenti o bambini. Ad
essi ed a noi, la Costituzione amorevolmente materna
dovrebbe tratto tratto ripetere.il c Sinite, pneros aut
párvulos v«iire ad me » !
Nel N' progressivo dei membri effettivi di questa
I . ^ ------------------- --------------
chiesa, dei quali alcuni sono stati radiati,.dei quali
molti sono morti nel bacio del Signore si può vedere
quale importanza essa ebbe nella storia della nostra
Evangelizzazione ; poiché questo N’ è di 1195 ammissioni, quasi tutte (sono eccettuati alcuni valdesi di
nascita e pochissimi forestieri che non appartennero e
non appartengono alla Parrocchia valdese) di persone
uscite dal cattolicismo romano.
Davvero per gli sforzi fatti e per le distinte qualità
degli uomini che lavorarono prima di me in questa
città si potrebbe pretendere una cifra superiore, ma
anche cosi nella sua modestia questa cifra è una prova
della divina misericordia ed un incentivo santo a novelle pugne ed a più gloriose vittorie. Ce le conceda
Dio.
L’altro ieri, le suore e gl’infermi del Begio Ospizio
di carità hanno potuto, con chi verga questa semplice
corrispondenza, assistere ad uno spettacolo edificante e
commovente assai.
Sullo splendido ed ombroso viale che conduce da
Torino, a Stnpinigi (residenza reale) a metà strada si
erge maestoso il colossale R. Ospizio di carità, dedicato alla memoria dell’ infelice ed ottimo re Umberto
I. In quelle sale spaziose, alte, ariose, molte volte noi
visitiamo fratelli e sorelle ivi ricoverati per povertà
0 per la tarda loro età. L’ottantenne fratello L. che io
chiamavo « il vecchio Simeone » mi richiese di celebrare la Santa Cena, che non aveva potuto celebrare
nel nostro tempio a Pentecoste. Preparai ogni cosa
appiè del suo lettuccio, nell’infermeria, aiutato da una
gentile monachella che curiosamente osservava i nostri sacri arredi. Fu semplice la cristiana funzione ma
impressionante assai sulle anime fruste di quei vecchi
ricoverati cattolici. Si fece commoventissima quando
il vecchio fratello si alzò a sedere sul letto, levò le
tremanti palme a Dio e disse : « Buon Dio, ora che
ho fatto la Tua Santa Comunione col mio caro pa
store prendimi con te nel tuo cielo. Ho sofferto molto
ed ho bisogno della Tua pace pei meriti di Gesù Cri
sto, in eterno benedetto. Amen ». Dissi anch’ io davvero di tutto cuore : « Amen ! » a quella semplice preghiera ed un quarto d’ora dopo, senza che ne aspettassi cosi presto l’esaudimento, Dio lo concedeva ed
il vecchio Simeone era lasciato andare in pace, poscia
che gli occhi suoi avevano contemplata la Salute in
Cristo. (Luca IL 29,30).
Il vecchio Simeone di Torino era uomo di fede, di
tempera sana e robusta nella testimonianza evangelica,
come 1’ altro vecchio fratello Francesco Videlongo che
Dio chiamò a sé, or fanno alcuni, mesi.
Nell’opera nostra la fedele testimonianza di questi
venerati vegliardi fece assai più di molte eloquenti
prediche.
P. L.
Massello (Valli Valdesi)
Nella notte dal 19 al 20 giugno un ciclone si è abbattuto sulle alture del Ghinivert e del Pis. In un batter
d’ occhio tutti i torrenti di quelle alture si precipitarono sul villaggio della Balsiglia don una violenza straordinaria, asportando seco pecore, alberi, rocce ecc.
In Balsiglia la gente dormiva placidamente. Alcuni
sentendo un rumore terrificante si alzarono in fretta
e furia e diedero l’allarme. La maggior parte degli abitanti fu iu tempo a salvarsi, ma non cosi per una
vecchia donna colla sua nipotina. Esse furono portate
via assieme alla casa. Quattro case furono asportate
in un niente. Il torrente allora enormemente ingrossato si lanciò con furia grande sulle campagne, coprendole di pietre, asportando alberi, mulini, prati. I
danni sono enormi, più di 50.000 lire. Lo stesso accadde a Salza ove fortunatamente non si hanno a deplorare vittime umane.
Sentendo che i pastori del Ghinivert erano in pericolo, i Massellini si portarono lassù la Domenica mattina onde recar loro soccorso. Quei di Perrero, Maniglia, Chiabrano mandarono a Massello degli uomini
onde rendersi conto dèlio stato delle cose e prestar
soccorso se era necessario. Le autorità si affrettarono
sui luoghi e speriamo che aiuteranno la popolazione a
rifare i prati, mulini, la strada ecc. Intanto la popolazione lavora a tutt’uomo. ,
Parecchie persone hanno perdutoi le masserizie colla
casa !... E. Bertalot
Milano
In pochi mesi, nella chiesa Foro Bonaparte, 7, ha
avuto luogo la celebrazione di tre matrimoni. Domenica, 31 Maggio p. Pi furono celebrati 17 battesimi di
signorine, giovani e giovanetti; Domenica, 7 giugno,
Pentecoste — parteciparono alla S. Cena 4 giovani
dietro regolare ammissione.
La relazione pubblicata, in foglio, del contradditorio
con atei sull’argomento : Dio esiste f essendo esaurita,
il Circolo Missionario si è raccomandato alla tipografia Claudiana di Firenze per la ristampa in forma di
opuscoletto che sarà messo in vendita a 5 Cent. Rivolgere le domande alla Claudiana stessa o al custode
della chiesa — Foro Bonaparte, 7 — Milano.
Monza
Bufere terminate senza tempesta. Ai lettori è noto
che circa quattro anni or sono, la signorina Confalonieri Rosa, due settimane prima che avvenisse la sua
ordinata vestizione monacale, per un felice incontro
col pastore Borgia in una conversazione in casa del
fratello stesso dèlia signorina, apri il cuore alla verità,
abbracciò il Vangelo e non più volle rientrare nel monastero ove ebbe la sua educazione e preparazione alla
vita claustrale. Allora scoppiò la prima bufera; monache, preti e parenti non sapendo darsi pace della
pecorella che fuggi nell’ovile di Cristo, fecero gran
chiasso ; ma poi finirono a rassegnarsi dinanzi al fatto
compiuto.
Nella casa del Gonfalonieri vi si recava frequentemente il nostro fratello Borgouovo, e, conosciuta la
buona signorina, dopo due anni s’intesero e decisero
di unirsi in matrimonio. Saputo i parenti che dopo la
celebrazione fatta i dinanzi allo stato civile non sarebbero andati in chiesa cattolica per la benedizione del
parroco, tutto l’alto e basso parentado, durante i mesi
di aprile e maggio u. s., sollevarono un vento minaccioso di vendette contro i due sposi e la famiglia del
Gonfalonieri stesso.
E, visto che gli sposi erano risoluti di andare ugualmente diritti per la loro via, allora ecco spargere la
notizia qualmente che, se dopo l’atto compiuto dinanzi
alla legge civile, gli sposi non andavano a ratificare
il matrimonio in chiesa, il padrone dello sposo lo avrebbe licenziato in quel giorno stesso ! La minaccia
— vera o no — giunse alla Camera del lavoro, presso
la quale il Borgouovo è il rappresentante della classe
degli operai nelle grandi fabbriche di cappelli, e tutto
era pronto, trattandosi di violenza contro la libertà
di coscienza per uno sciopero generale, dato che il
Borgonovo fosse licenziato. Sparsa questa notizia in
città, il vento si acquetò, e alla fine di maggio fu celebrato il matrimonio civile e poco appresso ratificato
nella chiesa al Foro Bonaparte, 7 a Milano, fra la
calma degli avversari e la gioia degli sposi. h.
Conferenza Distrettuale
Roma - Italia Meridionale
Attraversate le sconfinate impressionanti solitudini
del Tavoliere delle Puglie e giunti a Barletta, il cui
nome a tutti ricorda una sfida famosa e a noi evangelici il più recente ignominioso massacro - prendiamo
la tramvia che, descrivendo un arco ad occidente, ricongiunge Barletta a Bari. E cosi si corre lungo una
strada diritta diritta, bianca bianca, sollevando dal suolo
scottante e screpolato per una straordinaria siccità
dei nuvoli di polvere, che vanno a incipriare i poveri
ulivi già cosi mesti, e i vigneti bassissimi, minuscoli,
ma ricchi di pampini generosi.
Dopo brev’ora siamo a Corato. Quivi è stata convocata
la Conferenza del V® distretto. Alle ore 10,30 del 30
Giugno essa si apre nel nostro locale con un culto
pubblico presieduto dal pastore Ernesto Comba. Dopo
di che si forma la Conferenza la quale risulta composta di 14 membri ; con rincrescimeuto si osserva che
diversi operai del distretto non sono intervenuti per
motivi di salute o d’altro genere.
Eletto il Seggio nelle persone dei signori Ern. Comba, presidente ; prof. N. Introna, vice près ; C. De
Angelis, segretario, s’iniziano i lavori che non si presentano nè gravi nè penosi.
Il presidente della Commissione Esecutiva Signor
G. Tron, legge una interessante e accurata relazione
dalla quale risulta ohe, nel suo insieme, l’opera del
Distretto è in progresso ; vi è un aumento generale
nel numero dei comunicanti ed anche nelle contribuzioni (la sola Chiesa di Roma ha accresciuto di altre
500 lire - il che fa lire 1000 di aumento in due anni la sua contribuzione alla Cassa Centrale); ovunque si
trova qualche argomento di conforto e di speranza in
un avvenire migliore ancora. Il rapporto di un Evan^^
gelista del Molise, non presente, essendo piuttosto'
triste e sfiduciato, la Conferenza si è spontaneamente
5
LA LUGE
■raccolta in preghiera, supplicando il Signore onde colla
■Sua presenza .preziosa popoli e rallegri la solitudine
spirituale di quel caro fratello, rafforzando l’opera delle
sue mani. In fatto d’operai, il Distretto al principio
dell’inverno ò stato impoverito di due uomini : il sig.
Santucci, di Poggio Mirteto, che il Signore ha richiamato a sè, e il sig, E. Senarega passato da Roma al
Distretto Siculo ; il posto di quest’ultimo rimane tuttora vacante.
La stazione di Corato fa domanda di essere riconosciuta come Chiesa costituita, e la Conferenza di buon
grado risponde favorevolmente. Una simile richiesta
presentata da una eccellente stazione degli Abruzzi
fa sorgere una lunga discussione in seno all’Assemblea,
ed infine ad unanimità si conviene d’invitare quei cari
fratelli di attendere ancora, finché il Sinodo avrà emeséo il suo parere sulla seguente questione : se cioè
possono considerarsi come elettori quei membri di
Chiesa, contribuenti, i quali ne rimangono oltre Vanno
assenti. La cosa è di grande momento per le nostre
•Chiese e stazioni meridionali, da cui tanti fratelli emigrano in America ; l’anno scorso fu convenuto di consertare sui nostri registri i nomi di coloro che,
benché lontani, continuano a mandare regolarmente la
loro annua contribuzione ; quest’anno la conferenza
vorrebbe sapere dal sinodo se li deve o no considerare
come elettori. Se una stazione ha 25 elettori di chi
15 0 20 in America, ha il diritto di esser riconosciuta
come Chiesa? I regolamenti....ah ! questi regolamenti!
Altre questioni furono toccate di passata ; varii consigli e avvertimenti d’indole pratica vennero dati dal
Presidente del Comitato e dal Capo Distretto.
Nessun lavoro fu presentato ; ne era stato incaricato
il sig. Senarega, ma al caro amico, lontano da noi
in tant’altre faccende affaccendato non si poteva richiedere che venisse a leggerci il suo studio sul Modernismo, che noi avremmo altremodo gustato.
La sera del 30 una riunione d’evangelizzazione riuscì
magnificamente ; il locale era pieno zeppo di Coratini
■che attentissimi ascoltarono gli appelli vibrati che
loro indirizzarono tre oratori : i Signori A. Muston,
■C. De Angelis, G. Meille. La porta era spalancata e
la folla anche dal di fuori ascoltava ; sulla piazza stavano a sentire la robusta evangelica voce dei nostri
colleghi alcuni preti, un po’ isolati fra i liberali, organizzati e, speriamo! sempre più coscienti concittadini
d’Imbriani. La sera seguente una conferenza del Sig.
G. Moggia sul tema ; « Il Vangelo unico fattore della
grandessa d'Italia », attrasse di nuovo un numerosissimo uditorio.
Le elezioni danno i seguenti risultati : Vice-presidente della Commissione esecutiva ; Gap. R. Piva ; segretario : Avv. Pasquale Lo Re.
Deputati effettivi al Sinodo : N. Introna, Gap. R. Piva,
Dr Carusi, Cav. G. lannuzzi - supplenti : Cav. Spinelli,
Cav. A. Casciani, colonnello P. Sedani, Avv. L. Casella.
Il Seggio propone e l’assemblea approva che la conferenza dell’anno venturo abbia luogo nella settimana
subito dopo la Pentecoste a Bari : predicatore d’ufficio
G. Meille, supplente C. De Angelis.
E cosi ebbe termine questa conferenza, nelle cui
sedute regnò grande serenità e concordia, mentre un
brio molto... meridionale animò delegati, evangelisti e
pastori, lieti di trovarsi assieme, ospitati nelle sale
che il sig. Alessandro mise a nostra disposizione,
dietro provvida cura del sig. Emiliò Corsani, a cui
rinnoviamo i nostri ringraziamenti.
Epn. C.
Sicilia
Asilo pei vecchi
Somma precedente (trasmessa dal Signor Odoardo
Jalla al Comitato di Evangelizzazione^ L. 2143,83 —
Nuovi doni ricevuti dal signor Angelo Deodato: Alberto
Prochet, Pastore, Torino : L. 5,00 — Paul Gürtler
Pastore L. 3,00 — Giov. Jovanel L. 1,00 — Eugenio
Albertazzi L. 3,00 Totale L. 2155,83.
Fiori D’albo
La luce del cielo e il volto di Gesù,
l^a gioia del cielo è la presenza di Gesù.
La melodìa del cielo è il nome di Gesù.
L’armonia del cielo è la lode di Gesù.
Il tema di cui si parla in cielo è Popera di Gesù.
L’occupazione in cielo è il servizio di Gesù.
La pienezza del cielo è Gesù stésso. ’
La durata del cielo è l’eternità di Gesù.
{Un amico del Moody)
OLTRE LE /ILFI E I nÀRI ^
(Notizie delle Chiese Evangeliche estere)
Francia,.
Le Protestant consacra gran parte delle sue colonne
— nel suo numero 27 giugno — al sinodo delle « Chiese
riformate Unite » tenutosi a Parigi nei giorni 17 giugno e seguenti.
Il discorso del Presidente del Comitato Direttore,
sig. F. de Schickler, è improntato a mestizia. Fa la
commemorazione di quattro illustri servitori della Chiesa,
Jalabert, decano, morto in età di 84 anni, Jean Réville,
professore alla Sorbonne, Bayssellance, e Paul de Ronville, decano onorario della Faco'tà delle scienze di
Montpellier. Tutti e quattro appartennero alla Delegazione liberale. Lo stesso discorso lamenta la scarsità
delle vocazioni al S. ministerio.
La Vie Nouvelle, nel suo resoconto di detto sinodo,
dice che la questione grossa è stato il bilancio: occorre infatti una somma di 35.000 fr. di più all’anno.
Nonostante le grandi difficoltà finanziarie si lascia fissata a L. 1.500 la pensione dei pastori emeriti.
Emilio Rivoir
La Chiesa cristiana missionaria belga chiude il suo
bilancio annuale con un deficit di 30.(KX) fr., già ridotto
a circa fr. 14.000 per l'arrivo di alcuni doni importanti. Essa fece una perdita notevole con la morte (iel
sig. Graffe, decano del suo Comitato amministratore e
membro della Chiesa di Bruxelles (Observatoire). Prussiano di nascita, egli era diventato uno dei più ricchi
industriali del Belgio. Schiettamente convertito all’età
di 21 anno, nella Chiesa di Bruxelles, egli ne fece
parte sino alla morte. Egli fu l’industriale cristiano
per eccellenza : non si occupò mai di affari la domenica, ricusando perfino la visita dei grandi industriali. Proprietario di una grande raffineria di zucchero, egli provò con l’esempio, la possibilità di una
cosa, allora ritenuta impossibile : la cessazione del lavoro in giorno di domenica. Graffe concedeva ai suoi
operai una mezz’ora, il venerdì, scelto qual giorno di
paga invece del sabato, allo scopo di portare a casa il
guadagno della settimana, cosi le loro mogli potevano
allestire ogni cosa il sabato per avere una casa pulita
e gioconda la domenica. « Pregare e dare per la sua
Chiesa », tale il programma della sua vita secondo le
sue proprie parole. Ciò spiega come quel cristiano emineute abbia realizzato il problema di guadagnar molto
danaro, senza punto farsene schiavo.
Emilio Rivoir.
Scozia.
Dal 6 all’8 ottobre venturo avrà luogo a Edimburgo
il 13®* Congresso internazionale per la santificazione del
giorno del riposo. N. N.
Spaffna.
Danna lettera del pastore Teodoro Fliedner al € Volksbote » di Basilea apprendiamo che dal 12 - 15 dello
scorso maggio ebbe luogo a Madrid il Sinodo della
Iglesia Evangelica Española » composto di 18 tra
Pastori ed Evangelisti. Si è potuto constatare che ad
onta di tutti gTimpedimenti che il burocratismo papaiespagnolo oppone alla diffusione del Vangelo il progresso
è continuo. Un bell’esempio dà la Congregazione di
Cadice resasi finanziariamente indipendente per il fatto
che un membro spagnolo ha fatto regalo di una casa
di abitazione e di culto, altri membri contribuiscono
secondo le proprie forze e il pastore è in grado di
provvedere ai bisogni di sua famiglia col proprio lavoro.
Una stazione nella provincia di Cordova ha dovuto
venire abbandonata per mancanza di mezzi.
Una sera fu consacrata ad un trattenimento di Evangelizzazione dato dalla Società dei giovani cristiani
e presenziato anche da centinaia di cattolici che ascoltarono con devozione la parola di Dio.
Venne mandato un caldo indirizzo agli amici esteri
per ringraziarli di quanto essi hanno fatto finora per
sostenere l’opera in Spagna.
Venne riconósciuto il duplice fatto che se da un
ato l’intolleranza legale ed extralegale che regna nel
! ìegno di Spagna è tuttora grande d’altra parte
gli Evangelici sono timidi e non insistono come
dovrebbero per l’applicazione di tutte quelle disposizioni legali che riconoscono almeno in parte i loro
diritti. In nessun altro paese civile regna cosi poca
ìbertà religiosa come nella cattolicissima Spagna.
Fu votato aH’unanimità (manco a dirlo!) un appello
alle Cortes onde ottenere piena libertà di coscienza e
di culto e sperasi che l’indignazione colla quale é stato
accolto il progetto di legge che sotto pretesto di combattere il terrorismo anarchico vuol metter la museruola alla libera stampa sarà in ultima analisi favorevole anche alla libertà del culto Evangelico.
Rallegrante è lo spìrito di abnegazione e di sacrificio
di cui dan prova i nostri fratelli spagnuoli. Ad essi
l’espressione di tutta la nostra simpatia e del nostro
cristiano affetto. p, c.
Secondo il medesimo pastore Teodoro Fliedner, la
Spagna possederebte 200 congregazioni evangeliche ;
Cuba, 178 ; Porto-Rico, 5.3 ; l’Arcipelago delle Filippine,
parecchie centinaia ; il Messico, 200 ; il Cile, 61 ; la
Repubblica Argentina, 54; e poi 5 il Guatemala; 2
l’Honduras ; 2 lo stato di Nicaragua ; 3 lo stato di S.
Salvador; 4 quello di Costarica; 3 la Colombia; 6 il
Venezuela; 4 la repubblica dell’ Eqnador ; 6 il Perù;
8 la Bolivia ; 8 il Paraguay, e 17 l’Uraguay. — N. N.
Brandeburgo.
La Chiesa Valdese ha perduto un vero amico nella
persona del Consigliere Doyé Pastore e Ispettore delle
Chiese riformate di origine francese della provincia di
Brandeburgo. Egli è morto a Berlino il giorno di Pentecoste nella non grave età di pni 71. Tutti i Valdesi,
studenti o pastori che hanno avuto il bene di fare la
conoscenza del suo cuore cosi caldo di sincero affetto
cristiano, cosi pieno di vivo interesse per il progresso
dell’opera evangelica in Italia, gli serberanno imperitura gratitudine ed esprimono all’afflitta famiglia la
più viva simpatia. p, c.
Primavera.
della Vita
--------- --
Spezia — In questa bella città che si adagia
nel suo golfo tranquillo in faccia all’azzurro Tirreno,
si è tenuto il 24 giugno un Convegno giovanile
delle Associazioni del distretto Liguria-Toscana.
V’intervennero delegati delle Associazioni di Genova e di Firenze ; rappresentava il Comitato di
gruppo il sig. Gino Vezzosi. L’ing. Eynard, impedito da doveri professionali d’interyenire al Convegno di cui era stato il principale promotore, gl’inviò nn messaggio scritto, rilevando, tra altre eccellenti considerazioni, come 1’ opera tra la gioventù
sia talmente una necessità dell’ ora presente, che
anche i cattolici si muovono in questo senso, seguendo l’esempio che abbiamo loro dato.
Il Convegno si occupò specialmente delle ricostituzione in Spezia dell’ Associazione locale, qualche
anno fa fiorente ; l’intervento al Convegno e le
buone disposizioni manifestate dai Pastori sigg. Pullen e Della Torre danno bene a sperare per l’avvenire. L’Associazione della Spezia già dispone d’una
bella sala (che ospitò il Convegno) nel palazzo della
Missione Wesleyana; possiede un nucleo di giovani
di buona volontà, tra cui annoveriamo alcuni sottufficiali della R. Marina ; le sta dinanzi un gran
compito a favore di tanti giovani imbarcati sulle
nostre potenti corazzate, i quali hanno bisogno,
scendendo a terra, di trovare una casa cristiana
che li preservi da gravi pericoli e valga a fortificarli nella fede. Il Signore si degni di benedire
quest’opera difficile, ma tanto importante !
T. L.
ISdLessico — Secondo il giornale messicano El
Testigo l’Unione Cristiana della Gioventù di Chihuahua possiede dugento soci. Ogni venerdi, piacevoli conferenze ; tra le quali cinque ultimamente
sulla ginnastica, l’igiene, lo svago, la purità e la
temperanza, date da cinque diversi medici di quella
città. N. N.
6
6
LA LUCE
COLLABORAZIOne FeMMiniLE
ITv JB'ISMMIIVTSMO
Conseguenze logiche
NOVELLA
(Continuazione redi N. prec.)
La marchesina di Sant’Albano è il vero tipo della
fanciulla moderna dal fare ardito e impertinente. E’
alta, slanciata, bionda. Porta i capelli cortissimi, tagliati aU’ultima moda; è vestita da amazzone; calzoncini neri stretti sotto il ginocchio; calze di seta
rossa; stivalini lucidi, alti; soprabito lungo, rosso,
attillato; cravatta bianca svolazzante; berretto di
velluto piumato. Ha nella mano guantata il frustino e lo agita con moto impaziente.
Per la prima rompe il silenzio.
— M’avete fatta chiamare, signora? Come mai?
— Vi ho fatto chiamare, Carlotta, per intrattenervi su cose della massima importanza. Vi prego
di sedervi.
— 1 mpossibile ! — risponde la fanciulla sentendo
i riccioli' biondi ■— non ho tempo; i miei amici son
già a cavallo e non sarebbe cortesia il farli aspettar
troppo.
— Einunziate per oggi alle corse e congedate i
vostri amici.
— Non ne vedo la necessità, e non lo farò. Abbiate la gentilezza di dirmi in fretta a quale circostanza debbo l’onore di essere in vostra presenza,
signora.
— Rammentatevi, Carlotta — esclama la mar
chesa aggrottando le sopracciglia — che parlate con
vostra madre. Bando dunque all’impertinenza ed
ascoltatemi colla massima attenzione. Voi sapete,
Carlotta, che ogni cosa ha un limite, ed io sono costretta a dirvi che oggi la mia pazienza verse di
voi ha raggiunto il suo limite. Vi ho fatto già più
volte avvertire che non approvo la vostra condotta;
che essa era indegna d’una marchesina di Sant’Albano... ma voi, sempre ribelle, avete sprezzato i
miei avvertimenti.
La signorina sorride d’un fine sorriso satirico.
— Gli avvertimenti della vostra cameriera, volete dire, signora.
La marchesa si morde le labbra.
— Se ho dovuto servirmi qualche volta della mia
cameriera per richiamarvi all’ordiine, gli è perchè,
come sapete, i miei minuti sono sempre contati, e
perchè affari più pressanti mi hanno sempre impedito di occuparmi di voi. Le cose però sono giunte
a tal punto che vedo necessario il mio intervento
immediato. Carlotta, l’educazione che avete ricevuta,
conveniente al vostro grado e alle esigenze dei
tempi moderni, era tale da affidarmi che voi avreste,
con dignità, tenuto nel mondo il posto che spetta
alla marchesina di Sant’Albano. Pnr troppo invece le
mie speranze sono state completamente deluse.
Il frustino si agita veloce nelle manine impazienti; il piede batte con furia il tempo sul lucido
impiantito.
— Abbiate la bontà di spiegarvi, signora.
— Mi spiego : Le persone di cui vi circondate,
colle quali vi mostrate in pubblico e che avete l’ardire di condurre persino in casa mia, sono persone
che non godono la menoma stima; i luoghi che frequentaie son luoghi dove nessuna donna di illibati
costumi devé^ porre mai il piede; il vostro vestire,
il modo di parlare... tutto, tutto in voi è indeco
rosamente strano, eccentrico, ridicolo, per non dir
peggio. Ah, Carlotta!... io arrossisco al pensiero
che m ia figlia abusi in tal fiaodo della libertà che
le viene concessa Siete sopra una china pericolosa : arrestatevi mentre ne siete ancora in tempo.
U na risata squillante, ironica risponde alle severe parole della marchesa, che si fa pallida di collera.
— Scusatemi, signora, se sono franca. La fran
chezza è la mia principale virtù, l’unica forse, se
il ritratto che vi è stato fatto di me è fedele.
Le vostre idee riguardo alla donna non. corrispondono perfettamente alle mie. Ascoltandovi mi
sembra di leggere certe pagine moralizzanti dei
vecchi libri di venti o di trent’anni or sono... e le
vostre parole mi suonano strane sulla vostra bocca.
Secondo le idee moderne, signora, una donna non
si compromette più che non si comprometta un
uomo, per quanto libero sia il suo tenore di vita.
— V’ingannate ! Una donna, benché emancipata,
non cessa d’esser donna, e la modestia, la gentilezza, la grazia resteranno sempre le sue doti migliori,
— Non vi comprendo, signora. Si direbbe, a sentirvi, che voi rimpiangiate i bei tempi antichi
quando le fanciulle arrossivano ad ogni sguardo
che si posasse sopra di loro, e' camminavano come
le monachelle colla testina bassa e cogli occhi al
suolo. Idee di cent’anni or sono. La donna è libera
ora, indipendente, e ha scosso il giogo di tutti gli
stolidi pregiudizi antichi.
Non avete voi strenuamente combattuto, signora,
per ottenerci la complela emancipazione ? Per conquistarci tutti quei diritti che erano prima esclusiva
proprietà degli uomini ? Perchè vi meravigliate se,
avendo ottenuto quanto desiderava, la donna ora ne
gode e ne approfitta ?
— Voi vedete le cose sotto un aspetto falso. Se
il trionfo della causa a cui ho consacrato tutta la
mia vita dovesse produrre i risultati che vedo in
voi...
— Essi ne sono la logica conseguenza.... I diritti della donna...
— Non discutiamo, signorina.
Chi conosce cosi bene i propri diritti deve conoscere pure quali-, sieno i suoi doveri. <
— Di che doveri parlate ? Ne conosco assai
pochi.
— Le eccellenti educatrici a cui fu affidata la
vostra fanciullezza vi avranno detto...
— Quelle eccellenti educatrici, signora, erano
assai felici di occuparsi di me il meno che fosse
loro possibile. Io son cresciuta come ho potuto,
come una pianta dei boschi : selvatica, ma indipendente.
L’insolente freddezza della fanciulla esaspera la
collera della Marchesa.
— Or dunque, signorina, se nessuno ve l’ha
ancora detto, è indispensabile che lo sappiate da
me : vi sono dei doveri gravissimi, ai quali neppure
una donna emancipata come voi può impunemente
sottrarsi.
— E sono ?
— Primo fra tutti quello di non disonorare la
propria famiglia e il nome illustre che si ha la
fortuna di portare.
Ah, quale amaro sorriso increspa le labbra della
Marchesina di Sant’Albano !
— La mia famiglia ? Chi sa ? Forse, se ne avessi una... Ma dov’è la mia famiglia ? Mio padre,
i miei fratelli, le mie sorelle vivono ritirati, all’antica e non sanno neppure che io esista... naturalmente io non mi curo di loro. Voi, signora... ahimè,
posso quasi dire di non conoscervi, se non per la
fama di cui meritamente godete. E inoltre, scusate
la mia franchezza, voi stessa, ip’insegnate coll’esempio, che la famiglia è qualche ;cosa di molto secondario per la donna moderna.
Un vivo rossore invade le guance della Marchesa.
— In quanto al nome... — prosegue la giovane
emancipata — bah ! io non ho come voi 1’ orgoglio
•del nome... idee vecchie, idee dell’altro secolo ! Tuttavia posso promettervi che partendo per l’America, fra qualche giorno, lascerò il vecchio nomeonorato che vi sta tanto a cuoie, per assumerne un
altro qualsiasi ; un nome di guerra, come si suoi
dire, che non rechi fastidio a nessuno.
La Marchesa non può credere alle proprie orecchie.
— Per qual ragione andate in America ? E chi
ve ne ha dato il permesso ?
— Non sarà, difficile ottenerlo da mio padre : altrimenti ne farò senza. Che volete, signora ? molti
mi spingono a dedicarmi all’ arte. La mia voce A
ammiratissima e non vi nascondo che la vita del
palcoscenico è piena di attrattive per me.
La Marchesa scatta come una molla : le sue labbra sono bianche come la pezzuola, che sgualcisce
fra le dita convulse. Per alcuni istanti non riesce
a pronunziare una parola. Finalmente a stento esclama :
— Siete pazza 1 Siete senza cuore !
La bella impertinente alza le spalle e muove in
aria il frustino.
■— Ah 1 II cuore, signora I Che cos’è ? Un muscolo che serve alle più vitali funzioni deH’organismo. Credono alcuni che il cuore batta nel nostropetto anche per gli affetti domestici ; ma io non ne
ho mai fatto l’esperienza. E come avrei potuto farla ?.. Inoltre dicevate voi stessa, signora, in uno
dei vostri splendidi articoli, che la donna del progresso deve, in mille circostanze, saper imporre silenzio al sno cuore... perciò...
— Le vostre parole non hanno senso comune,
signorina — grida la Marchesa, fremendo nel sentirsi rinfacciare fe sue teorie in cosi cruda maniera..
— In ogni modo c’è ancora una cosa che non sapete
ed è questa : Voi mi dovete assoluta obbedienza, e
obbedirete. Io vi proibisco...
Ma la Marchesa non può proseguire. L’ardita giovinetta stende la mano quasi ad arrestare le parole sulle labbra della madre. Ella è rossa fino alle
radice dei capelli, i suoi occhi sprizzano scintille,
la sua voce è tremante.
— Ahimè, ahimè, signora ! Non mi parlate di
obbedienza. Non vi può essere obbedienza là dove
prima non ha germogliato l’amore. E chi ha mai
insegnato l’amore a me ? Voi forse, signora? Mi
avete mai accarezzata ? Mi avete mai rivolta una
di quelle parole affettuose che hanno la potenza di
far sgorgare le lagrime ? Quando ero piccina, signora, e intorno a me non avevo che estranei, ho
ricercato, ho sognato il vostro amore. Vi rammentate che .vi spiavo dietro gli usci per corrervi incontro ? Che allargavo le braccia per cingervene il collo,,
che strepitavo, perchè le governanti mi trascinavano via ad un vostro cenno ? Ah, quanto vi avrei
amata, signora, se aveste voluto, se aveste potuto f
accettare il mio amore. Ma voi l’avete respinto e
le fonti del mio cuore si sono inaridite. Allora era
il momento di occuparvi di me, di guidarmi, di insegnarmi r obbedienza. Ora è troppo tardi. Non
posso obbedirvi, signora, perchè non vi amo.
Tremante di commozione sincera la giovinetta
s’avvia verso l’uscio.
—• Carlotta, per amor del Cielo, non parlate cosi,,
non partite ancora, ascoltate !...
La Marchesa si sente mancare il respiro, le ginocchia le tremano, la testa le gira...
L’ altera tanciulla è ritornata in un attimo padrona di sè : ella si arresta sulla soglia : nei suoi
grandi occhi c’è un’espressione di tedio infinito.
— Che bramate ancora. Marchesa ?
— Oh, Carlotta, se non volete far nulla per amor mio... — (C’è un singhiozzo nella voce della
madre ferita) — almeno per vostro padre...
— Mio padre ? V’ho già detto che egli pure è
poca cosa per me. Quando egli abbandonò la carriera politica per lasciar libero il campo a voi, signora, e, stanco del mondo, raccolse intoruo a sè i
suoi figlioli di cui nessuno prima si curava, io ero
già troppo indurita, troppo emancipata per potermi
piegare ai suoi voleri e per affezionarmi a lui. Egli
lo comprese e mi abbandonò al mio destino... Posso
compiangere mio padre, perchè lo so infelice ; ma
non posso sacrificargli i miei gusti...
— Oh Carlotta, Carlotta... non vi sarà nulla che-
7
vi commuovà 'Credete voi in qualche cosa di
elevato, di nobile, di grande per cui io possa scongiurarvi ? Credete in Dio ?
No, signora ! — Eisponde la giovane ergendo
in alto 1 orgogliosa fronte. —■ No, non credo in
nulla. Non ci sono più idealità, non ci sono più nobili aspirazioni... La donna moderna ha scosso il
giogo di ogni superstizione religiosa ; voi stessa lo
diceste con sodisfazione nel vostro ultimo discorso
alla Camera.
Perchè parlarmi di Dio ? Chi d crede più ? Dio
non e.siste ; Dio è un mito, capace solo di far tremale qualche donnicciola del popolo. Le vecchie
nonne parlano ancora di queste rancide idee superstiziose,... ma voi ed io sappiamo che sono fole e
ce ne ridiamo... Addio, signora.
(continua)
H. C. G.
Quando si parla della redenzione morale, sociale intellettuale della donna, delle sue aspirazioni verso un
avvenire migliore, dei problemi dolorosi che la concernono, voi vedete un sorriso irònico spuntar sul labbro
di molti.
I giornali, al tempo del congresso femminile di Roma,
erano pieni di freddure più o meno spiritose sulle
donne che, — dice un giornale illustrato di Milano, —
demolirono il mondo qual’è decidendo occorrere nuove
urgenti leggi o regole fisse di vita pubblica e privata
0 aggiunte di articoli ai codici ad esclusivo beneficio
della donna nuova per la quale la casa non basta più...
Queste parole ed altre consimili destano nella persona
intelligente, sia essa uomo o donna, un senso d’irritazione e quasi direi di vergogna : Siamo dunque, noi
Italiani, tanto in ritardo nel cammino dei popoli, che
muova a riso quello che forma l’interesse, il pensiero,
l’entusiasmo degli altri popoli ? Oppure è la donna da
noi considerata siccome un essere senza volontà,
forse senz’anima, bambola inerte solo -destinata ad
adornare la nostra casa ed a lusingare, colla bellezza
e 1 eleganza, la nostra vanità ?
Ho pensato a ciò : A quel sorriso che accoglie nel
nostro paese ogni slancio femminile, e ne ho cercato
la ragione. Non ne dispiaccia alle mie cortesi lettrici,
mi è sembrato che se di tale stato di cose spetta una
gran parte di colpe all’uomo, un’altra parte, non piccola, deve attribuirsi alla donna.
Imprima alla donna che non sa o non vuole innalzarsi. Notate : non ho detto a quella che non può. Vi
sono donne che la società tiene in si misero stato che
sarebbe cosa ingiusta chieder loro di elevarsi sui vanni.
•Come chiederlo alla operaia consunta dal lavoro, alla
contadina arsa dal sole sui campi ? Eppure sovente si
trova tra esse una fiamma d’amore, una generosità di
cuore indarno cercate fra donne più ricche e più colte.
Ma se qui vi è difetto, non è loro, è di una società
crudele che le tiene schiave. - Ho anche detto ; innalzarsi non già istruirsi. Benché là luce della scienza
sia luce divina, e la donna, anche in questo ramo
debba sforzarsi di salire più che può, pure vi sono’
donne a cui la lotta giornaliera ha impedito di studiare molti libri, ma che hanno imparato la . scienza
dei santi ». — Dio prepara loro, non già un terrestre
piedistallo, ma un trono eterno nel suo regno.
Non è di queste che intendo parlare : ma di quelle
che possono ascendere le ardue cime, educare il loro
spirito ed il loro cuore, e non vogliono. — La vita
puerile dei piaceri mondani, i meschini trionfi della
vanità, l’incenso tributato dai frivoli adulatori, le soddisfa assai più della lotta aspra pel Giusto e pel
Vero. — Non è l’intelligenza od i mezzi materiali che
mancano loro ; potrebbero combattere, potrebbero vincere. Ma non hanno volontà nè ardore, temono il ridicolo... e forse il loro sprezzo si unisce allo sprezzo
maschile allorché si tratta di qualche questione femminile.
Ma la colpa di questo disprezzo non è neanco tutto
della donna frivola ed ignorante. E’altresì della donna
colta che talvolta dimentica una cosa in apparenza
tenue, ma pur tanto importante Quella di render
simpatica ed attraente la propria dottrina... Vi sono
donne, assai spesso fanciulle, che il frutto della scienza
-sembra avere inebbriate. — Esse sanno, perciò non
compatiscono più l’ignoranti/ i fdeboÌi,i stanchi, urtano
le suscettibilità di chi non comprende, di chi vive
ancora nel passato ; sono talvolta persino impazienti
- triste a dirsi ! — coi propri genitori ,■ non intendono il linguaggio dei bimbi e degli umili! 0 quale
scieuia inutile e crudele è codesta ! Queste donne
sanno, ma ahimè ! non ornano piU !
Hanno persa la gentilezza, suprema loro leggiadria...
Dinnanzi agli errori del cuore,, il loro giudizio è freddo
e duro : alle sante follie deU’entusiasmo, esse contrappongono i ragionamenti che hanno ricavati dai libri.
Ma, fra tanta scienza, manca loro un gran sapere :
l’esperienza della vita !
Non sanno più amare ! E forse hanno vent’anni J
Ah ! se fra le mie lettrici ve ne fosse qualcuna che
sentisse un tale gelo invaderle il cuore, chiuda un
istante ì suoi libri e ne apra uno solo vecchio e santo :
il Vangelo. In questo volume che parla di donne,
ascese su cime altissime perchè molto amarono e molto
soffrirono, essa imparerà nuovamente la scienza dell’amore, le sola che duri in eterno. Allora, vada pure
ove il suo ingegno e le generose aspirazioni dell’età
sua la porteranno. Il suo lavoro sarà benedetto e fecondo, e giammai, sotto il soffio dell’umana scienza, si
avvizziranno i fiori dell’anima sua. — Il Maestro che
« amò insino alla fine », terrà per sempre accesa in
lei la fiamma divina...
' liisa Clepieo
fl ,
— Perchè cosi pochi s’accostano alla Religione di
Gesù Cristo?
— Perchè essa parla di peccato \
— Perchè non si riconosce in Gesù Cristo il Fiffliol
di Dio?
Perchè, per riconoscerlo come tale, occorre il
ravvedimento\ — T. B.
Opere di Deneficeozà
Roma
Sono in vendita a favore dell’ Istituto
Gould la Rivista Cristiana, annata 1906,
0 la Minerva, annata 1904, due volumi elegantemente legati al prezzo di L. 4 ciascuno. Rivolgersi alla Direzione di La
Luce.
Torino
Artigianelli Valdesi — «... Se F anno
1907 è comipciato con segni rattristanti
d indisciplinatezza che ci preoccupavano non
poco per l’avvenire, dobbiamo constatare
con viva gioia e riconoscenza verso il Padre Celeste che un non lieve progresso è
andato da allora via via manifestandosi.
Da parecchi mesi a questa parte la vita
dell’Istituto è sensibilmente migliorata, tanto da legittimare speranze ancora più rallegranti per Pavvenire.
Il vostro Consiglio, risoluto ad agire nel
modo più energico per ricondurre l’Istituto
in condizioni normali di esistenza, e disposto a prendere i più radicali provvedimenti
che si chiarissero necessari, non esclusa
la chiusura temporanea dell’Istituto, — ha
anzitutto compiuto inesorabilmente l’opera
d’epurazione già precedentemente iniziata ;
ed in’secondo luogo ha adottato la massima severità nell’esame delle nuove domande di' ammissione, respingendo senza
eccezione quelle che non fossero accompagnale dalle più esplicite e categoriche di
chiarazioni di ottima condotta dei giovani
ammìttendi.
« Il nostro Istituto — vogliamo ricordarlo alle persone che in esso desidererebbero far entrare qualche loro protetto
non può e non deve essere un Istituto
di correzione. Non ne ha le finalità, non
ne ha i mezzi per raggiungerle ; se vuol
quindi prosperare ed esser utile ai suoi
ricoverati è duopo che questi siano sotto
ogni aspetto raccomandabili ; ed in conformità a questo criterio il vostro Consiglio
intende che l’Ammissione nell’Istituto debba
venir considerata come un premio alla buona condotta del nuovo alunno, anziché come
un tentativo da farsi a favore di chi abbia dato altrove poco felice prova di sé.»
Uie lilen
Vito Garretto Direttore responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould Via Marghera 2, Roma
Hanno pagato l’abbonamento ;
Giulia Giacomo (2- sem.) — Cordano D. — D’Anchise
D. J. Bevilacqua Alfonso — Mancini Domenico (2*
sem.ì — Ouwenaller van E. R. — Perni Felice — Coscia
Gerardo — Scibinico Giacomo -- Girardet Enrico —
Greco Giovanni — A. C. d G. Venezia.
Signorina Eoangrilta 'ST»“
musica presso distìnta Famiglia. Chiedere informazioni alla direzione di questo giornale.
MBdlìlO FiOannnIirn P' o^etto, m grandi strettezze
mcuibi: liVaiiytiHllI accetterebbe qualsiasi impiego
Pretese modeste. Si rivolge a tutti i fratelli nella
fede per ottenere il loro appoggio morale. Scrivere
all’Amministrazione del giornate « La Luce » 107, Via
Nazionale, Roma, — alle iniziali Dr E. B.
famiilin Evangolico X« dS“.” 11?." ’
zione splendida con vista sul mare e sui montf. —
Rivolgersi: Chiesa, Strada Provinciale 55, Cornigliano
(Genova),
DemqiSBllB françaisB diplôméB BxpdPimBntéB
connaissant musique, allemand, anglais, cherche situation pour octobre. Institutrice, ou dame de C. ie. Adresse : M.lle Cousin, Pension du Port, TORRE PELLICE (Torino).
Casa laMoiiale
rine (Studenti) Roma - 4, via Balbo 4 - Roma,
Apertura 1 Ottobre
Per informazioni rivolgersi alla Segretaria onoraria Sig.ra L. Pranza 14 via Quattro Fontane,
TRENTRNHE impiegato in qualità
iiiuiiiuiiiiu di contabile in una importante
Ditta commerciale, desidererebbe occuparsi qualche
ora della sera presso un ufficio, o negozio, oppure
terrebbe volentieri piccola amministrazione.
Scrivere Amministrazione La Luce, 107 Via Nazionale, Roma.
LINDAU (Lago di Costanza)
Collegio femminile Fi ofestante
Scuole Superiori — Istruzione Scientifica
— Musica — Pittura —Lavori manuali
artistici.
Insegnamento pratico di economia domestica — Preparazione agli esami di
Francese e d’inglese; straniere interne per
facilità di conversazione.
Posizione magnifica, clima dolce. — Parco
■ bagni nel lago. — Retta, (insegnamento
compreso) L. 1125 all’anno.
Per programmi e referenze scrivere al
sig. Pastore Fronmùller o alla Direttrice
signorina El. Burger.
8
8
LA rR05T!TUZlÒWE
IL nAlT. ED IL RinEblÒ
Prezzo Lire 0,30 n
Rivolgersi alt’Autore
Sig. PAOLO CALTlIiO
LOQflhO (Svizzera)
o aU^Amministraziotié del giornale ‘‘ La
Luce „ 107 Via Nazionale, Rema.
LA L¥CE
Sconto del 33 OiO ai Rivenditori
Sconto del 25 OiO a chi ne ritira
50 copie. ,
Libreria evangelica
-4S, Vi» C»your — JROldA
Frizno deposito in Roma delle
pvdbibliGazioni dell» Tipografia
Claudiana di Firenze.
Vendita di Sacre Scritture in
varie lingue.
Il fatto di Cristo
Conferenze apologetiche
DI
CARMEQIE SinPSOM
Traduzione di Enrico Rivoire
FIRENZE
Tipografia Claudiana
51 — Via de’ Serragli — 51
PREZZO : Lire 1,00
IL, CA.CA.O TA-IjMONE è riconosciuto essere Valimento ri
costituente il ¡più nutritivo ed
il più facile a digerirsi.
Qrande Medaglia
d’Oro
del MINISTERO
di Agricoltura, ^
^ Industria
e Commercio
Diploma d’Onore
Esposizione Internazionale d'Atene 1903.
illtFB spEcialitä dtno Stabilimento
T9LM0NE ;
Cioccolato delle Piramidi
Qianduja Talnjooe
Cioccolatine Talmone
Pc$5ert de Rein«
Bouchée de Pame.
CHINI
A-AlùOnCL
pa-bCONSlRVAZIONteloSVIUlPPO Al
Aù CAPELLI e della BARBA ”
—....aonelndando. o signori, In
segnito ngll stadi sd alle prore da me
fatte devo dichiarare che l’ACttUA
CHirvinrA-MinOWE è l’nnico speoifico serio, efflcBoe, per la rigenerai' on«, del a'stema capillare Essa
possiede virtù terapentione. non cambia il colora dei capelli e dà sempre
risultati aoddisfaoenti ed immediati.
SI vouia ha fluosi da Un 1,50 - S ed ha
botUgUe da Un 3,50 - B 8,BO
tutu I protaaisri, tanaacMi, daegbisri, piü_
mcchlert, see. f'
't
f I
Deposit?
, Generale
ViaToriiio.tU2
IMERICOH DEHTI8T
Pr. JOHN BIAVA, 2 Quintino Sella, llilano.
Diplomato in Italia, Svizzera i New York
Denti senza plamche. Otinraaioni, Coronein orò. Dentiere. Estrazione senza,
dolore.'
■%
‘il
PE0510N De famille
— INTERNATIONA LE —
CASA DI PfilH’ORDINB
5, Via Ospedale - TORINO
Recentemente ampliata di nn altro piane
CONFORT MODERNO
Luce elettrica in tutte le camere
Rrezzi Modici
Terra! Terra !
Il Rijcatto della Terra
SEC0^D0
JOSEPH CAHOLES JOHANNES
KDITORE
IL TRIBUNATO CAROLIANO
PER
Il Riscatto della Terra
Prezzo del volume: Lire Cinque
In vendita presso le Librerie
LOEseHER & Boeea
IL cRisTmncsiMO
AtfrAVerso ì Secoli
Prezzo L. 2,00 pei' 1 Italia
. . 2,50 per l’estero
^ GROSSO VOLUME
PI PAG ine 4fi0 ^
Rivolgersi all’Autore
SIG. E. MEYNIER
Casa Sella, % Borgonuoro
(Novara) BIELLA
TORRE FELLICK
Vallées Yaudoises, Italie»
Penjion Rötel Bel flir
Vllla'-Olanda
i-s..
8 minntes de la gare de Torre Pellice
et à 20 » » » » » Lnserne St. Jean
Grand pare ombragé de sapins — Grand Jardin,
la plus belle position de la ^Vallèe. — Eaui de
source Bains Lumière électric[ue. Grands
etfpetits appartements — Arrangements pour familles — Lawn Tennis — Ouvert toute V année.
—•On parle les langues principales.
Fropt. B. Bleynmt,