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ECO
DELLE miLT VALDESI
Spett. ___
BIBLIOIBCA
TORHB BBLLICB
(Torli»»}
Settimanale
della Chiesa Valdese
[
Anno XC — Num. 44
Una copia Lire 30
ABBONAMENTI
Eco: L. 1.300 per I’intemo
L. 1.800 per Testerò
''Siete il pepele di Dio"
I Pietro 2 : 10
Prima di predicare questo testo alla Conferenza distrettuale di Torre Pellicey
il Past. Giorgio Girardet aveva letto Deuteronomio 8: 1-9 e Ebrei 11: 6-16. Ri'
mandiamo alla lettura di questi passi essenziali alla piena comprensione del sermone, che riassumiamo. •
Quando Pietro dice ai credenti della dispersione: ma ora siete il
popolo di Dìo, si richiama esplicitamente ad una parola del profeta Osea,
quando al figlio del profeta che si chiamava « Non-popolo-mio » viene
mutato il nome in « Mio-popolo »; e si ricollega ad una dichiarazione
che ritorna spesso nell’Antico Testamento
La Chiesa è qui identificata con il popolo di Dio e più precisamente
(cfr. V. 9) con Israele nel deserto. Non sarebbe difficile dimostrare attraverso una serie di confronti suggestivi che quando gli scrittori del Nuovo
Testamento parlano della chiesa come « popolo di Dio », prendono come esempio Israele nel deserto.
Noi siamo dunque il popolo di Dio nel deserto, la Chiesa nella sua
vita oggi.
1. In questa prospettiva, chi costituisce la Chiesa? Essa è costituita
da un evento ; come l’Eterno ha chiamato Israele dall’Egitto e Israele
ha risposto, così Cristo ha amato e chiamato gli uomini, e uomini hanno
risposto. Un atto di Dio, accettato nella fede, questo è il fatto costitutivo, ed è il fatto che deve continuamente ripetersi, in ogni generazione,
per ogni uomo, in ogni ora. Anche per noi, qui, ora, riuniti in conferenza.
2. Ma se consideriamo più da vicino la vita di questo popolo di Dio
nel deserto, quali sono le caratteristiche della sua vita, che lo differenziano dagli altri ,popoli della terra?
Anzitutto, Gesù Cristo guida il suo popolo. Quella presenza e quella
guida di Dio espressa nel deserto dalla colonna di nuvole e di fuoco,
dalla manna, dalla Legge, si attua in modo perfetto in Cristo, presente
con il suo Spirito nella Chiesa che guida e governa. Questo significa che
la continuità della vita della Chiesa non è assicurata dalla solidità istituzionale, ma dalla guida di Gesù Cristo. Israele nel deserto muta continuamente sede! ma nelle sue peregrinazioni resta il popolo di Dio!
Va qui ricordato il famoso aforisma : « Ecclesia reformata semper reformanda », ma c’è da chiedersi in che misura sappiamo realizzarlo, in
che misura il nostro attaccamento alla nostra tradizione sia fedeltà confessionale o infedeltà al Signore della Chiesa. Il fatto che Cristo è la
guida del suo popolo significa pure che non vi sono altre guide, cioè
altri « principi fondamentali ». I problemi concreti che la Chiesa condivide con le altre istituzioni (ad esempio l’avere dei bilanci) non possono
non essere da essa affrontati con criteri diversi; e anzi non secondo
grandi principi generali, ma, di volta in volta, secondo « ciò che conviene » : è notevole come Paolo nelle situazioni ecclesiastiche concrete
decida secondo l’utile, in una obbedienza a Cristo che non segue linee
astratte ma si attua nella libertà e nella pazienza del caso per ^so.
Questo ci porta ad un secondo aspetto della vita del popolo di Dio
nel deserto : Gesù Cristo è il legame che unisce il popolo. Il popolo e
tenuto insieme dall’amore di Cristo! quell’amore di Cristo che si traduce
in servizio del fratello, secondo un principio diverso da quello che regge
qualsiasi altra società: questo è stato Ü segreto della « ,potei^ » de la
Chiesa nei secoli. Ma anche qui ci dobbiamo domandare molto concretamente: in che modo l’amore del prossimo e d servizio del fratello s
manifestano neUa vita delle nostre chiese? le differenze di ogni sorta vi
sono veramente superate nella fraternità m Cnsto.
La terza caratteristica del popolo di Dio nel deserto e forse la piu
evidente: Gesù Cristo conduce il popolo verso la
Ebrei 11 è espresso con ogni chiarezza che il popolo di Dio e foresfiero
e pellegrino sulla terra, come Israele nel deserto. Cosi a noi e dato d
no^soffermarci nel presente ma di attendere le nuove strutture Ü nuoTO
mondo- veramente il Signore viene a stabdire sulla terra la si^ signoS = noi »“ompagnami Cristo Boi d.sotto, eh. vuol to«
ma al di là, risurrezione e gioia e forza. Cosi il senso
di chiesa non sta nel passato ma nel futuro, nel nuovo mondo in Cristo,
1 tn riMla i-hiesa tende a quel fine e si adatta e modifica per quel
“o—.n oh. modo la Boatta v,ta di oh.esa
I tóTvL moU?r«lizaazion. oh. mette in oriti tutu i nosti, • •
attuali in qual modo siamo forestieri e pellegrini... Spesso le nostre
kTruuLTuna società stabffe, che si difende, che vuole sopravvive e
non solo per la fede ogni giorno rinnovata, ma per i suoi pia i, p
sua ^pienza. vuol dire- essere pronti a mutar sede, ogni
tradizioni possono andare d accordo con „tabile“^
nel deserto? o non avremmo trovato qui una patria stabi .
Eco e La Luce: L. 2.000 per Tintemo
L. 2.800 per l’estero
Spediz. abb. postale • I Gruppo
Cambio d’indirizzo Lira 50
TORRE PELLICE — 4 Novembre 1960
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Noi cristiani e il nostro denaro
La Conferenza Distrettuale esamina questo tema di studio proposto dal
Sinodo alle Chiese, e nomina il Presidente della Commissione Distrettuale
Torre Pellice. Martedì 1" novembre, ore 9,30- squilla la campanella e richiama i delegati alla Conferenza distrettuale straordiriaria che ancora si
soffermano a conver^re nel giardino e nelTatrio deffa Sala sinod^e. La Co ferenza si apre quindi con un culto presieduto dal Past. Giorno Girardet, di
cui si riassume qui accanto la predicazione. Quindi viene rapdamente eletto
^seggio: Past. G. Girardet, presidente: Dott. Geraldo Mathieu, vicepre^dente- Past. Bruno Costabel, segretario. I membri della Conferenza, aelegati e
pastori, risultano 69 : una conferenza quindi notevolmente rappresentativa del
nostro distretto; la pbsenza si è po’ “Ssottigliata nel po^
Il resto della mattinata e stato occupato dallo stu^o cL un tema cne ii
Sinodo ha proposto all’attenzione delle chiese: il cristiano e il suo denaro.
Qualcuno penserà forse maliziosamente che si tratta di una trovata per pre
sentare sotto un aspetto culturale un
ennesimo appello fiiianziario... Ebbene, proprio in questa Conferenza e
apparso come non si tratta affatto
anzitutto di questo, ina che vi è qui
un lato ben importante della nostra
vita individuale ed ecclesiastica, ricco di spunti di meditazione, di stimoli
alla decisione e alTaaione, bisognoso
di un profondo ripensamento. Sia
nelTascoltare gli studi, sia nella discussione con cui si è aperta la sessione pomeridiana, è apparso come
questioni che così spesso considenamo di ordinaria e profana ammmistrazione, come la colletta ai culti e
la raccolta delle offerte (il termine
stesso di contribuzioni non è dei piu
felici) hanno invece pji carattere spirituale a prima vista insospettato, t
che una discussione Su di un tema
finanziario porta, in fondo, sull’atteggiamento essenziale del credente. Non
riferiamo qui dello àtudio articolato
in quattro parti, pres^tato dai membri di una commissione sinodale:
Past. Giovanni Peyrol (Il denaro nell’Antico Testamento)! Past. Giovanni Conte (Il denaro del Nuovo ’Infestamento), Past. Alberi;® Taccia ai de
naro nella vita della Chiesa), Past.
Achille Deodato (Il nostro denaro):
questi studi sono stati di un notevole valore, ampi e vivi, ricchi di spunti
attuali: ampia materia per una meditazione che ci auguriamo, secondo :
voti sinodali, si estenderà a tutti
membri delle nostre comunità; non è
qui possibile neppure riassumerli, ma
per desiderio della Conferenza saranno diffusi nelle nostre chiese, e speriamo che si possa spesso tornare, durante Tanno, su questo argomento an
che sulla nostra stampa.
La discussione del problema si e
puntualizzata sul carattere un po
equivoco di molte delle offerte che
compaiono nei nostri bilanci: offerte
che sono vere e proprie « tasse ecclesiastiche » pagate con più o meno entusiasmo da persone che talvolta non
mantengono altro contatto con la vita della chiesa-, che senso hanno quelle offerte? La proposta di abolire la
contribuzione nominale — talvolta
sollecitata — sostituendola con una
offerta anonima nel corso del culto
(allora la «colletta» riassumerebbe i!
Sette giorni
GIOVEDÌ’ 21
Voto aU’ONU .per l’Alto Adige: riconiermati gli accordi De Gasperi-Gruber, Roma e Vienna vengono invita.te a riprendere i negoziati e in caso di insuccesso^ a
rivolgersi alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja; Austria ed Italia accettali.)
la decisione. .
In una dimostrazione per la pace m Algeria, a Parigi, più di cento feriti e cinquecento arresti in scontri fra dimostranti e polizia. Intanto la Pravda accenna alla
possibilità e legalità di aiuti russi e cinesi
agli algerini.
A New York sono arrestati due agenti
segreti di Mosca, e si accusa Kruscev d:
aver registrato su un magnetofono i suoi
colloqui con MacMillan,
VENERDÌ’ 28
In Francia viene criticata la «mano pesante della polizia nei disordini che hanno
accompagnato la manifestazione per la pa
ce in Algeria.
Una volta ancora, a causa dell abbondanza deUe piogge, il Po rompe gU argini e
allaga ampie zone del Delta padano.
Si giunge ad una soluzione della vertenza della Cogne, dopo 19 giorni di sciopero.
SABATO 29
Ultimi aspri rounds del duello elettorale
Nixon-Kennedy, nelle regioni industriali.
Anche in Italia si accentua, in questi ultimi giorni, la campagna elettorale. In margine ad essa, la polemica su « Rocco e i
suoi fratelli » di Luchino Visconti e
«L’Avventura» di Michelangelo Antonio
Nelle Chiese del Rio de La Piata
Ideile „ione della nostra gratitudine e della
Dal Mensajero Vaidense riportiamo alcune notizie :
Anzitutto, nel mese di agosto sono state
tenute due serie di riunioni di apollo a
Colonia e a Juan Lacaze,
membri della Commissione di ^ang^
zazione in collaborazione con i pastori o
cali; queste riunioni e visite fraterp, simili a quelle che negli ultimi anni si sono
svolte in alcune chiese delle Valli,
suscitato un’eco assai favorevole e, si spera, profonda e duratura.
In queste ultime settimane si sono poi
svolte o si svolgeranno alope manifestazioni particolari: anzitntto la
del centenario deU’arrivo neU Uruguay
del Pastore Miguel Morel, primo pastore
valdese nel Sud America. La festa com
memorativa si è svolta (ne diamo notizia
solo in base al programma apparso sul
Mensajero) sabato 29 ottobre a La Paz.
Dopo un culto nel Tempio, si e maturata la Biblioteca Past. Miguel Morel,
quindi visita alla casa che gli era apparmnnta ed escursione a Boca del Rosario,
il luogo in cui egli sbarcò: qui si e svolta
una pubblica cerimonia di ricordo.
A Florida, invece, il 3 novembre sarà
scoperta una lapide di granito con una
iscrizione commemorativa della prima co
Ionizzazione valdese nell’Urugimy,
« chacra » che appartenne a Don Pedro
Baridon; come alla precedente manifestazione, anche a Florida sono »mti invitat
ad associarsi alla celebrazione i valdesi di
tutte le comunità rioplatensi che lo p
iranno; una riunione che - auspica la
Commissione esecutiva distrettuale - « sia
espressione della nostra gratitudine e della
nostra fede in Cristo Gesù ».
Mentre procede il lavoro deUa « Comisión pro Edificación Conmemorativa en
Montevideo », tesa alia costruzione del
tempio e del blocco parrocchiale di Montevideo, la domenica 9 ottobre e stala posta la prima pietra della Sala delle attivila
che la Chiesa di Tarariras ha cominciato
a costruire accanto al suo tempio. Il piano
dell’edificio comprende: un grande salone
per manifestazioni pubbliche, trasformabile in palestra; uno spazioso palco; su
di un lato e nel sottosuolo i servizi, la
cucina e una biblioteca; alcune piccole
sale per classi di catechismo o della Scuola domenicale. Malgrado le spese ingenti
che queste costruzioni rappresenteranno,
i fratelli delTUruguay le hanno intraprese
fiduciosi e volenterosi.
Rimane viva la tensione fra Cuba e gh
S. U., in cui si inserisce il fermento d.
alcuni paesi centro americani: Guatemala
e E1 Salvador.
DOMENICA 30
Mentre il governo austriaco accetta le
dec-sione dell’ONU, la Volkspartei alto
atesina continua aspra la sua polemic^
Nel Congo i rappresentanti dell ONU
hanno arrestato alcuni « avventurieri belgi » che sobillavano i Baluba alla guerra
civile nel Kasai.
Ancora minacciosa la situazione della
Bassa padana.
I.UNEDI’ 31
L’Assemblea dell’ONU ratifica per acclamazione la decisione per l’Alto Adige.
In una riunione a Parigi i ministri degli
esteri dei sei paesi della Comunità europea
discutono i problemi politici del MEC:
proposte francesi di cooperazione pérmanente, trattative per Timminente partecipazione della Grecia, l’evoluzione dei rapporti russo-tedesebi.
Il gen. Salan, uno dei capi dei colonialisti, a cui De Gaulle ha vietato il ritorno
:n Algeria, parte improvvisamente da Parigi per la Spagna. In una pastorale all’esercito il cardinale Feltin si esprime contro la diserzione ma anche contro la rappresagba e la tortura.
Di fronte alla polemica di alcnni settori
del protestantesimo americano, specie battista — polemica sottolineata con una certa compiacenza dalla stampa italiana
Kennedy afferma una volta ancora : « La
mia fede cattoTca non m’impedirà di osservare la Costituzione ».
. MARTEDÌ’ 1 NOVEMBRE
Sesto anniversario dell’inizio della guerra d’Algeria.
Adenauer chiede ebe la NATO diventi
una « potenza atomica ».
MacMillan annuncia ai Comuni che som
mergibili atomici americani armali di mis
sili Polaris avranno una base in Scozia.
Radio Mosca annuncia l’arresto di una
spia russa agli ordini del servizio segreto
americano. . - uu
Un nuovo disastroso ciclone si e abbattuto sul Pakistan orientale.
MERCOLEDÌ’ 2
Il Po rompe gli argini nel Polesine; co
me nel ’51 e nel ’57 il comprensorio ^
Ariano viene inondato.
Eisenhower appoggia Nixon nella fase
decisiva della campagna elettorale.
In Francia e nella penisola iberica continua il fermento degli ultras.
Si apre a Torino il 42® Salone interna
rionale dell’Automobile.
SUO vero valore, anche liturgico) è
stata giudicata utopistica e scartata.
In realtà la discussione ha mostrato
quanto siamo tristemente immaturi
per un semplice atto di fede come
questo; la «ragion pratica» ha avuto il sopravvento, ma non è detto affatto che non ci giochi brutti tiri, tarpando le ali ad un moto generoso.
Potrà parere fuori luogo a qualcmio
Tapplicare anche a questo riguardo
la follia della croce, del gettare, rischiare la propria vita (il... quadrare
dei propri bilanci!): ma non fa parte
anche questo di quel « rinnovaniento
di mentalità » che Paolo richiede ai
Romani (12: 2) come impulso profondo del loro culto totale? «Noi abbiamo la mente di Cristo » — certo non
si può immaginare Gesù Cristo insegnare ai suoi discepoli a raccogliere,
anzi a richiedere offerte da gente cui
importa poco o punto di essere amata da Lui. Vorremmo che nessuno dei
lettori sentisse in questo ombra di
sprezzante giudizio; e piuttosto una
viva tristezza per una situazione che
si trascina stancamente e da cui forse solo un coraggioso atto di fede nella potenza dell’amore di Dio potrebbe scuoterci. . ^ ,
Dopo una breve esposizione del
Past. Edoardo Aime, presidente della
Commissione del Canto Sacro che
presentando i primi frutti del lavoro
di revisione dell’innario ha però anche quest’anno dovuto deplorare il
disinteresse, almeno finanziario, con
cui la maggior parte delle chiese delle Valli seguono il suo lavoro, si è venuti al punto delTodg che avrebbe
dovuto essere il primo, e per il quale
si era convocata una conferenza straordinaria: la nomina del Presidente
della Commissione distrettuale. Dopo un breve scambio di idee, la nomina è avvenuta in modo rapido e
piano; se alcuni membri della Conferenza hanno designato il Past. Alberto Ribet, evidentemente a segnare
il loro dissenso con il Sinodo sulla
procedura seguita, una forte maggioranza ha designato, malgrado la sua
richiesta contraria, il Past. Achille
Deodato (lo stesso Past. Ribet aveva
appoggiato tale designazione). Certo.
Si comprende la perplessità del Past.
Deodato, che ha già la cura di una
grande chiesa in continuo aumento ^
di varie opere, ma la Conferenza ha
voluto esprimere la sua fiducia in lui
anche per questo nuovo incarico delicato specie in questo primo periodo
di « rodaggio ». Fiduciosi che potrà
contare sulla collaborazione dei colieghi e delle chiese, gli auguriamo forza e benedizione anche in questo nuovo compito. E poiché ora il Past. Ribet, pur rimanendo sovrintendente —
quale membro della Tavola — del nostro distretto, cessa di essere il Presidente della Commissione distrettuale delle Valli, vogliamo esprimergli
qui la nostra gratitudine per quanto
ha fatto fra noi negli anni scorsi; ii
voto della Conferenza non può in alcun modo essere inteso come una si-a
pur lieve nota di biasimo : gli si può
e deve anzi dare atto del fatto che,
nei due anni scorsi, il distretto non
si è quasi accorto che egli risiedesse
fuori delle Valli, sempre presente e
attento alla sua vita e alle sue attività.
Su queste decisioni e con quest’augurio la Conferenza si è aggiornata
fino alla prossima primavera: possano allora ritrovarsi, i rappresentanti
delle chiese, al termine di un anno di
fede intensa e di vivo servizio.
L'ospitalità cordiale e generosa della Foresteria e delle sorelle della chiesa di Torre Pellice ha simpaticamente compiuto il quadro della giornata.
Grazie di cuore! S- e.
di
Il 1« novembre si sono svolte tutte
le Conferenze distrettuali straordinarie, alTincirca con lo stesso odg; al
momento di andare in macchina apprendiamo che quella del 2« distretto,
riunitasi a Milano, ha nominato^ come Presidente di quella Commissione
distrettuale il Past. Ernesto Ayassot.
* L’ultimo missionario straniero che si
trovava ancora nel Nord Vietnam, il p.
Lena, un domenicano francese, è stato
espulso dalle autorità di Hanoi. La sua
espulsione segna la fine di ogni presenza
missionaria « nord del diciassettesimo
parallelo.
2
pag. 2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 44 — 4 noTemibre 1960
Un mereiaio valdese nel Sud d’Italia
Un mereiaio valdese se n’è andato
tutto solo nelle regioni del Sud d’Italia, accolto festosamente dai fratelli
d’Abruzzo, Puglia, Calabria e Basso
Lazio: piccoli gruppi, famiglie isolate disseminati in vaste zone, costituiscono una diaspora immensa dove
brilla luminosa la fiaccola delJ’evangelo. L’ambulante ha rivisto quelle
terre, ora desolate e tetre ora ricche
di vegetazione dove primeggia l'ulivo,
¡1 mandorlo e la vite; soprattutto egli
ha ritrovato una grande miseria dipinta sul volto dei contadini spesso
chiusi ed impenetrabili e dalle cui
labbra, per citare Tommaso Fiore,
«esce una parola soltanto: giustizia,
ben nascosta nelle anfrattuosità più
cupe dell’anima». Difatti alle doman
de del mereiaio intorno alla loro vita ^odiale la risposta era sempre
uguale, monotona: «iè malamente»!
La grandine prima e la siccità dopo,
durata per vari mesi hanno compromesso il raccolto del grano, delle olive e dell’uva, almeno in certe zone,
tanto da rendere drammatica Tesi
stanza; rimane l’unica prospettiva:
l’emigrazione, con tutte le naturali
conseguenze umane, soprattutto lo
smembramento della famiglia, che rimane divisa per lunghi mesi nell’attesa di ricomporsi altrove quando e
possibile. Il viandante guardando in
viso quei lavoratori ricordava quella
poesia moderna intitolata: «Il bracciante» che dice: «se guardo il tuo
volto rugoso, il tuo volto segnato di
stenti e di fame taciuta, se guardo le
'’.e mani, le tue mani crocifisse, le
tue mani ferite (oggi senza lavoro)...
mi par dì vedere la storia del mondo,
il dolore degli uomini, l’ingiustizia
degli uomini, le lunghissime attese
che non conducono a niente».
Il Fiore nel suo libro: «Un popolo
di formiche » dichiara : « Nessima fede, nessun dolore che non siano comprovati col martirio li placherà (i contadini), spianerà le grinze dei loro
volti, aprirà i cuori alla vita, ne farà
finalmente degli uomini ; ... quando
dunque, come dice il profeta, ogmmo
sederà sotto la sua vigna e sotto il
suo fico, senza che vi sia chi lo spaventi?.... ». La chiesa ufficiale non ha
certo aperto i cuori alla vita, come
conferma il Fiore quando parla «di
un’assenza di religiosità operante e
trasformante », mentre l’Evangelo ha
compiuto in molti cuori il miracolo
recando, in un clima di estrema miseria, una gioia spirituale intensa. Il
nostro pellegrino ha fatto proprio questa grande scoperta: là dove più amara è resistenza, dove non si sa se sì
mungerà il giorno dopo, dove non si
annunzia alcuna speranza di benessere, quivi l’Evangelo ha dato una
grande speranza, i contadini hanno
abbandonato la loro impenetrabilità,
i cuori si sono aperti alla giustizia ed
all’amore di Dio; quivi non ci s’arrende di fronte all’immagine della fatalità delle cose e degli eventi ma si
è ormeggiati alla Parola del Signore
che fortifica, che consola, che rallegra. Per questo i messaggeri del Signore sono chiamati ad essere vicini,
tanto vicini al loro gregge, con umiltà, con semplicità, con amore, perchè
i fratelli e le sorelle scoprano in loro
il Pellegrino di Nazaret « che non
aveva dove posare il capo». Questa
predica sarà la più bella, la più efficace, la più travolgente. Il mereiaio
ha cercato di comprendere l’angoscia
di quei conduttori spirituali che oltre
a dare il pane dell’anima vorrebbero
poter fare di più per alleviare le sofferenze del corpo consacrando parte
del loro tempo per portare con loro
i loro pesi.
■4
Il colportore ha recato il messaggio dell’Evangelo a molti gruppi e comunità di fratelli e sorelle in fede;
a Oarunchio e San Giovanni lipioni
dove la giovanissima chiesa si consolida, fidata dal neo-consacrato Giulio Vicentini, impegnato a risolvere
anche problemi sociali, in un clima
di grande depressione economica e
dove il sindaco evangelico tiene alta
la bandiera della sua fede in Cristo;
ad Orsara di Puglia, dove l’emigrazione ha assottigliato le file dei fedeli
ma dove la chiesa si può ricomporre
a mezzo della scuola domenicale, assecondata dal doposcuola ancora nascente; vi compie la sua missione l’evangelista Trobia Enrico; a Foggia,
dove un buon gruppo di famiglie, provenienti da comunità vicine o più
lontane è visitata da Oerignola; è
anziano Giordano Bensì che ha sempre molto faticato per rendere vivo
e robusto il gruppo dei fedeli in vista
d’ima testimonianza evangelica nella,
città; il giudice Loffredo Pietrantonio, già collaboratore laico ad Orsara
di Puglia, rende la sua testimonianza in un ambiente poco sensibiie al
messaggio dell’Evangelo.
A Cerignola il mereiaio ha parlato
ad una comunità numerosa e che ha
sempre progredito numericamente,
nonostante l’emigrazione, per mezzo
dei matrimoni misti celebrati quasi
sempre nella nostra chiesa, previo
studio catechetico dato alla parte cattolica per la testimonianza coraggiosa degli evangelici; ci auguriamo che
la buona tradizione non si perda; l’opera è afildata alla candidata Pastoressa Carmen Trobia; l’anima del
gruppo è sempre l’anziano Francesco
Scarano che tanto tempo ha dato per
l’opera del Signore in Cerignola; a
Corato dove fiorisce il doposcuola,
guidato attualmente dalla Sig.na Scivales e attrezzato in modo encomiabile. grazie all’interessamento di alcuni parrocchiani e dove il mutilato
Nicolino Loiodice è sempre sulla breccia consacrando tanta parte del suo
tempo Ubero per l’opera del Signore.
A Bari il viandante ha rivisto il
borgo degli appestati nella zona della Vallisa che trae il nome dai mereiai valdesi del Medioevo che recavano il messaggio deU’evangelo, considerato dalla Chiesa romana la peste;
nia che aveva la virtù di far vivere,
di far rinascere i cuori anziché di
farli morire. In posizione centralissi
A Cosenza il nostro viandante ritrova immediatamente la « piazza dei
Valdesi» un tantino sbiadita, rivede
i ruderi della «torre rossa» dove si
diceva che il sangue dei martiri va!
desi avesse arrossato la torre nel
tragico anno 1561; visita con il fratello Pecora e l’evangelista Mellone,
conduttore spirituale di Cosenza, il
castello di Cosenza dove fu rinchiuso
G. L. Pascale, Stefano Negrin, Uscegli in una «fossa oscurissima»; difatti nel castello, precisa il Pascale,
« siamo da ottanta a cento persone,
tutte ridotte in luogo oscuro, nel quale la più gran parte di quelli che sfuggono dall’essere divorati dai pidocchi
si muoiono di fame». Il pellegrino so
Fra tanti per enfila vita «iè malamente»
FEvangeio risnona come un messaggio
di liberazione, di dignità, di speranza
ma sorge il locale di culto con larghe
possibilità di evangelizzazione e vi
compie la sua missione il Pastore Giuseppe Castiglione, incaricato pure di
Corato e della diaspora tranese; a Bari risiede l’ispettore alle dogane Vittorio Laurora, noto all’Italia evangelica ed alle Valli in modo particolare
per la sua ccraggiosa testimonianza
A Taranto, LI colportore ha rivolto
alcuni mess8,ggi alla comunità tarantina ed al simpatico gruppo della diaspora di Bernalda; egli non dimentica facilmente quel gruppo di proletari di Bernalda che nella loro grande
distretta economica sanno essere allegri nel Signore: qualche banco raccoglie il gruppo dei fedeli ma in fondo gli estranei debbono stare in piedi perchè i banchi mancano ; eppure
ci sono migliaia di banchi sempre
vuoti nelle nostre chiese, che aspettano invano i fedeli mentre a Bernalda i fedeli aspettano i banchi....
Il mereiaio è rimasto commosso dal
canto di quei fratelli e di quelle sorelle ohe, pur non rispettando le note dei cantici, cantano con tutto il
cuore, con tutto lo zelo di cui sono
capaci coloro che hanno scoperto il
miracolo della nuova nascita in Cristo.
Taranto e la vasta diaspora è curata dal Pastore Ernesto Naso assecondato da zelanti collaboratori x>cr
l’opèra del Signore.
sta pensoso vicino alle botole, nei sotterranei dove quattro secoli or sono
tre eroi della fede tennero alta la
fiaccola della testimonianza e dove
mori, orrendamente torturato e poi lasciato morir di fame, Stefano Negrin
Il pellegrinaggio continua a Guar
dia Piemontese assieme pure al Pastore di Catanzaro, Sergio Rostagno
e alla sua compagna; la Porta dei
Sangue, le strade che recano i noni
dei martiri, un angolo della vecchia
chiesa, i ruderi del castello, il costume così simile a quello della vai Pragelato, tutto parla d’una lontana presenza valdese, come razza, costumi e
linguaggio di cui ricordo alcune parole: lou pan, lou vin, li feiseul, ecc
Alla turba di ragazzi che accompagna il gruppo dei pellegrini il colportore dona un Nuovo Testamento; se
10 contendono, lo vorrebbero tutti e
si acquetano quando ricevono un opuscolo e la promessa di poterlo avere
in imprestito dal loro compagno; salutando i ragazzi di Guardia, quello
a cui era stato dato il Nuovo Testamento è lieto di dire al mereiaio che
suo padre sta già leggendolo. I gruppi evangelici di Cosenza, Dlpignano,
Catanzaro, Falema ecc. sono un segno della grazia di Dio che ha permesso dopo alcuni secoli di rimettere
11 seme della speranza in terra di Calabria dove l’impegno degli evangelici è quanto mal grande al cospetto
d’im passato cosi glorioso, cosi, ricco
di fedeltà pagata col martirio. Il nostro viandante ha gioito di recare ai
gruppi di evangelici calabresi il saluto delle Valli e soprattutto il messaggio dell’amore di Dio in Cristo che ci
ha salvato.
Le ultime tappe del pellegrino sono
nel Basso Lazio, nelle terre che furono sotto il dominio papale ed ora terre feraci per il seme della Parola di
Dio. Il terreno sperimentale della Facoltà di Teologia ha reso dei frutti
preziosi in quella vasta contrada dove
sorgono piccoli e grandi gruppi evangelici isolati, affidati alle cure dell’evangelista Archimede Bertolino; assieme es.si sostano dinnanzi al «pozzo di Giacobbe », così battezzato perchè quivi si incontravano gli operai
di Coileferro con gli studenti in teo
logia guidati dal Prof. Vinay e da
Giovanni Gönnet; di lì, partivano la
domenica pomeriggio p*er evangelizzare le campagne e condurre a Cristo i
contadini del Basso Lazio.
Con i messaggi rivolti ai fratelli di
Ferentino e Coileferro termina la missione del viandante; egli invia un pensiero riconoscente a quanti hanno offerto così affettuosa ospitalità: soprattutto ringrazia il Signore per la
Sua continua assistenza, per la gioia
che gli ha dato di poter ancora seminare la buona semenza del Regno
di Dio che viene. Possa avverarsi per
le nostre comunità quanto molto tempo prima era avvenuto ad Efeso :
« che la Parola di Dio cresceva poteri
temente e si rafforzava » soprattutto
dopo che lo Spirito Santo era sceso
sul capo dei discepoli di quella città.
Più che mai i messaggeri del Signore, laici e Pastori, ricordino la parola dei Proverbi che dice; «Libera
quelli che sono condotti a morte, e
salva quelli che vacillando vanno al
supplizio. Se dici : ma noi non ne sapevamo nulla. Colui che pesa i cuori
iron lo vede Egli?». Quando la chiesa è infiammata dalla potenza dello
Spirito il mondo si lascia attirare da
quel fuoco, da un fuoco che brucia,
divampa e che si estende per mezzo
dei cuori, che hanno accolto lo Spirito in loro. Così i piccoli gruppi, a volte chiusi in loro stessi, logorati dal
proprio soddisfacimento spirituale
potranno ritrovare nuovo ossigeno
uscendo all’aperto, fuori del chiuso
della chiesa per cercare altre anime,
altre creature e condurle al Salvatore
che attende.
f.to: un mereiaio ambulante
ARIA
Mio zio Gustavo arrivò al crepu- /
scolo, quando le lampade non erano |
ancora accese, e solo in qualche strada di grifería, alcune di esse, in fregola di esibizionismo, avevano anticipato sull’orario e scintillavano di
luce.
Dalle osterie deU’angiporto venivano zaffate di olio fritto e di aglio,
e zio Gustavo mi guardò, ammiccando, come se quell’awisaglia gastronomica lo avesse inserito di colpo —
dopo dieci anni di America — nel
circolo sanguigno della sua città.
Ma ai primi spruzzi di acquerugiola, arricciò il naso, rovesciò il capo,
a rischio di far cadere il cappello che
portava sul cocuzzolo, alla maniera
dei bulli di Broadway, e borbottò:
« Questa pioggia! ».
Lo disse, non col fastidio per la
pioggia, che è caratteristica di tutti i
mortali, ma col dispregio di chi volesse far capire che a New York o a
Chicago piovono cents o addirittura
schegge di platino.
Certo, che venisse dall’America, lo
si vedeva lontano un miglio, sia per
quel cappello che per i pantaloni dalla cintura ben al di sotto dell’ombelico, la cravatta color zafferano con
impossibili strani fiori rossi e verdi, e
quelle grosse dita delle mani cerchiate da anelli con pietre colorate: un
businness-man di mezza tacca, di
quelli che non fanno tremare Wall
Street, ma possiedono un conto in
banca da far venire l’acquolina a
chiunque. S’accorsero che era americano anche cinque o sei fattorini, dal
berretto gallonato, che gli si pararono dinanzi, gridando ciascuno il nome del proprio albergo; e quando
l’ebbero gridato, senza ottenere risposta, se ne andarono con molta dignità.
— Sceglieremo l’albergo dopo. Non
mi piace cedere alle sollecitazioni interessate; agisco di testa mia — disse
zio Gustavo.
E aggiunse:
— Ora parlami di tua madre, della mia sorellona che finalmente ri
CAS A
racconto
I
vedrò dopo dieci anni, e di tua sorella, la mia nipotona, che ha avuto un
figlio maschio da qualche giorno appena. Per questo, tua madre ha perso la testa e non lascia la puerpera,
e tuo padre è solo in casa con gli altri due ragazzi, gli altri miei due ñipo toni, dico; e sei venuto tu solo allo
scalo, a darmi il benvenuto. Bravo:
mi hai riconosciuto subito.
— Mi avevi fatto il segnale convenuto, zio.
— Sì, ma non conta; mi hai riconosciuto subito. ¡E anch’io, sai? Perchè somigli tutto alla tua mamma.
Mi domandò come andava il mio
lavoro, se ero contento dell’impiego,
e intanto leggeva le insegne al neon
— ora tutta la città scintillava di luci
— e frugava con gli occhi le vetrine
delle trattorie, soppesandone mentalmente, credo, la qualità e la convenienza.
— Domani sdoganeremo la mia
macchina — mi disse, non appena ci
fummo seduti a un tavolo della trattoria. — Nel pomeriggio partiremo
per il paese: un’oretta di viaggio!
Una cameriera, bruna, vistosa, con
una testolina a ricciolini, come usano ora le donne che frequentano la
coiffeuse, ci portò la lista delle vivande. Di fronte a quella bellezza ardita
e guerriera che avrebbe fatto piacere
al Manzoni, la baldanza di zio Gu
Oresce la delinquenza minorile
Washington. — Secondo l’Ufficio federale di Statislica, il numero dei crimini commessi negli Stati Uniti ha raggiunto nel
1959 la cifra record di 1.500.000.
Questo aumento è quattro volte superiore a quello della popolazione, e riguarda particolarmente la delinquenza giovanile: questa è infatti aumentata del 4%
nel 1959 e rappresenta il 12% degli arresti
dell’anno. Dal 1946 al 1959 i delitti dei
giovani al di sotto dei 18 anni si sono
moltiplicati sei volte più rapidamente di
quelli degli adulti. (S.OE.P.I.)
Stavo calò di tono; il business-man si
sentì rimpicciolito, declassato lui robot del mercantilismo dinanzi a quella soda rustichezza raziocinante.
Calò di tono, poi, ancora, fin dalla
hall dell’albergo, lindo, queto, ovattato, onestamente pretenzioso con i
suoi specchi dalle grandi cornici dorate e le luci blande, schermate da
paralumi di trine.
— Certo — mi disse, quando fummo nella camera due letti, e mentre
si sfilava le scarpe: — certo, tua sorella che ha messo al mondo il suo
primo figliolo proprio quando avevo
deciso di tornare in Patria, ha avuto
una bella idea.
Rise per quella bizzarra coincidenza, poi dette sfogo al suo pensiero:
— Perchè, vedi, sono dieci anni
che ho passato fuori casa, e tu, forse,
non puoi capire. Sì, l’America è un
grande paese. Amici nuovi, costumanze nuove. Ma qui, sai, è •— come
dirti? — come se ti sbollisse qualcosa
che prima fermentava in corpo. L’uomo non è tranquillo, è come un tino
pieno di mosto. Soltanto che nel tino
c’è l’uva che ribolle, mentre nell’uomo c’è lo scontento. E l’uva fermentata diventa vino che a berlo ti fa il
sangue più gagliardo, mentre lo scontento si trasforma in bile.
Fece una pausa; inseguiva, con la
mente, chissà quali pensieri, quali
rimpianti. Dopo un poco, si aggiustò
i due guanciali sotto la testa, e, tirate
le coperte fino al mento, guardò la
cravattaccia giallo-verde-rosa ■— che
aveva messo a cavalcioni di una sedia — con un sorriso di commiserazione.
— Pare che i filobus, in questa città, scivolino su una strada di gomma
— commentò, a conclusione di un
suo ragionamento mentale.
Spense la lampadina ch’era sul suo
comodino ed esclamò:
— Buona notte!
Voleva sentirsi con se stesso, nell’aria di casa che ormai respirava a
pieni polmoni.
Alberto Guadalaxara
AIU SMU 01 BCOIHU DOMEStN
Fiorista
FRASCHIA ALDA
in Long
# matrimoni
# battesimi
# funerali
GHIGASSO
POMARETTO
Corso per maglieriste
Presso la Scuola Valdese d’Economia
domestica (ai Monnet - Lusema S. Giovanni) martedì prossimo 8 ottobre si aprirà
un Corso pratico di lavorazione a maglia,
in piena collaborazione con una nota
Azienda di maglieria, che intende organizzare una lavorazione nella Valle del
Pellice. Dirigerà il Corso un’insegnanic
fornita dall’Azienda stessa, con l’avverti mento che le donne, signore e signorine,
che frequenteranno il Corso, appena saranno giudicate idonee e pronte alla lavorazione, saranno assunte regolarmente
come apprendiste od operaie dall’azienda
predetta, oppure anche come lavoratrici
a domicilio con macchina propria. E’ una
occasione più unica che rara per le donne
della Valle del Pellice d’acquistare la possibilità d’una lavorazione artigiana pulita,
dignitosa e redditizia. Le iscrizioni si ricevono senz’altro presso la Direzione della Scuola Valdese d’Economia domestica,
presso la quale si potranno avere senz’altro tutte le indicazioni necessarie circa le
condizioni e l’orario,
Union Vaudoise de Marseille
Nécrologies
C’est avec beaucoup de peine que nous
avons appris le décès accidentel, survenu
le 6 Octobre, de Mr. Forneron Laurent
des Pennes-Mirabeaux, tué par une automobile, alors qu’il regagnait son domi.
Cile .à bicyclette.
Monsieur Forneron Laurent, âgé de 72
ans, originaire de Prarostino, était un des
dévoués anciens de la communauté Vaudoise des Pennes-Mirabeaux. C’était toujours avec une grande joie qu’il venait
à l’Union, ou qu’il nous recevait à son
domicile lors de nos réunions du 17 Février. Son souvenir demeurera parmi nous.
A Madame Forneron son épouse — si
cruellement éprouvée — ainsi qu’à tous
ses enfants et aux membres de sa famille,
l’Union Vaudoise présente ses condoléanees, et le témoignage de sa sympathie.
Nos condoléances les plus sincères et
les plus affectueuses, vont également à la
famille Romano-Berton des Pas des Lanciers et des Pennes-Mirabeaux, qui vient
d’être aussi très cruellement éprouvée par
la perte de leur fils, Militaire, tué en Al- i
gerie.
L’Union Vaudoise présente à Monsieur
et Madame Romano-Berton, ainsi qu’à
tous les membre® de leur famille, leur
témoignage de fraternelle affection pour
le malheur qui les frappe, et les prie de
trouver ici, l’expression de leur sympathie, et leurs condoléances émues. A. P.
!n Olaudiana
Alcune ristampe, nuove edizioni interamente rivedute e accresciute di
opere esaurite:
EDOARDO AIME, Sta scritto. Introduzione allo studio dei libri della
Bibbia, pp. 155. L. 500.
GIORGIO M. GIRARDET, La fede
cristiana evangelica, pp. 116. L. 350,
ERMANNO ROSTAN, La tua parola
è verità. Esposizione dell’Antico e
del Nuovo Testamento, pp. 202, Li
re 650.
E’ uscita l’attesa seconda ediz. del
« Sommario di storia del Crìstianesi
mo» di Heussi-Miegge ; il testo è stato riveduto. Questo manuale, noto per
la sua serietà scientifica e l’ampiezza della informazione, apre oggi una
nuova collana della Claudiana : « Sussidi di teologia».
E’ in distribuzione il Catalogo « autunno I960»: i libri sono distribuiti
per materia, la presentazione è sobria e bella. Può essere richiesto gratuitamente; ricordiamo che fra qual
che tempo avrà luogo la « Settimana
del libro ».
IN LIBRERIA:
JULES DEJARNAC, L’ami des malades et opérés. L. 200.
Un breve libro ricco di vita, uno dei
pochi che il lettore attento ama tenere a portata di mano, per un consiglio ed un conforto.
PIERRE DUCLOS, De la Genèse à
l’Apocalypse à travers les livres bibliques. L. 420.
Un panorama lineare, semplice, della letteratura biblica; i testi sono veduti nel loro significato di testimonianze della Verità, piuttosto che a
guisa di meri dociunenti storici.
F. GONIN, L’Unité des Eglises. L. 600.
D’accordo o contrari, fiduciosi o diffidenti : l’unità della Chiesa è un problema che impegna oggi la cristianità. Questo libro aiuta a comprendere i termini della questione.
L. RAUZIER FONTAINE, Monsieur
Paul. L. 600 Un romanzo, una lettura piacevole e utile.
3
4 noTembre 1960 — N. 44
Martin Lutero scrittore
Gli scribi dei Riformatori sono una lettura viva e corroborante
e ci inseriscono in una atmosfera di altissimo livello cristiano
La Casa Editrice Labor et Fides, di Ginevra, oltre ad un gran numero di opere
pregevoli di attualità esegetica e teologica, sta offrendo al pubblico tre grandi
« serie »: la traduzione della monumentale « Dogmatique » di Karl Bartb, la
versione in francese moderno delle opere
di Giovanni Calvino (dopo 1’« Institution
Chrétienne » è stato pubblicato il primo
volume dei « Commentaires à l’Ancien et
au Nouveau Testament », quello sull’Epistola ai Romani), e la prima traduzione
francese delle opere di Martin Lutero, in
elegante e chiarissima veste tipografica.
Dei dieci volumi previsti sono già usciti
il I (i primi scritti programmatici, 15171520), il V (che contiene soprattutto l’opera fondamentale « Sul servo arbitrio »)
e rVIII (una scelta felicissima dell’epistolario) ; presentiamo ora il IV volume, che
contiene una serie di trattati scritti dal
1523 al 1526.
E’ impressionante l’attualità e la vivezza
di queste pagine, ben servite da una traduzione francese veramente notevole, che
rende in tutto il suo risalto il linguaggio
incisivo di Lutero; ognuno dei trattati è
preceduto da una breve introduzione storica che lo inquadra opportunamente nel
tempo: se le condizioni della vita pubblica ed ecclesiastica sono oggi ben mutate rispetto a quelle di allora, non si
può non rimanere lietamente stupiti nel
notare che certe pagine sembrano scritte
per noi oggi.
Troviamo anzitutto il trattato « De Vautorité temporelle et des limites de l’obéissance qu’on lui doit » : le ragioni di una
’ obiezione di coscienza ’ dal più ampio
respiro si ritrovano già in Lutero, impegnalo nella lotta su due fronti che ha costituito il banco di prova di tutti i Riformatori: da una parte contro la violenza
persecutoria di molti Stati, dall’altra contro l’anarchia, dalle conseguenze sanguinose e terribili, degli ’ illuminati ’.
I ’ Cristiano-tedeschi ’ del regime hitleriano, esaltalori del Lutero eroe nazionale
tedesco, avrebbero dovuto leggere « Que
Jésus est né Juif » ; oltre a trovarvi belle
pagine che documentano l’atteggiamento
del riformatore verso la figura deUa Vergine Maria, vi si troverà una requisitoria
contro l’atteggiamento cristiano tradizionale nei confronti di Israele, e sappiamo
quanto ciò sia attuale, oggi ancora.
A quanti vogliono meditare e approfondire il concetto e il senso dell’autonomia
di ogni comunità, non si può che consigliare di leggere « Qu’une assemblée ou
communauté chrétienne a le droit et le
pouvoir de juger toutes les doctrines,
d’appeler, d’installer et de destituer des
prédicateurs ». I rapporti fra comunità e
predicatori vi sono esaminati con chiarezza e calore.
Si cita spesso come ragione di fierezza
protestante la cura appassionata e sagace
con cui i Riformatori si sono preoccupali
del problema deU’educazione e deH’istruzione. Esemplare al riguardo è l’appello
« Aux magistrats de toutes les villes allemandes pour les inviter à ouvrir et à entretenir des écoles chrétiennes ». Contro
un regime scolastico tutto dipendente dai
conventi e rivolto aUa carriera ecclesiastica, ma anche contro lo sprezzo verso la
cultura degli ’ illuminati ’ (Th. Miinzer,
Carlstadt, ecc.) e di vari movimenti ereticali (interessante un’allusione ai ’ Frères Vaudois’ di Boemia cui rimprovera
il disprezzo con cui considerano le lingue
classiche) Lutero riafferma l’utilità e il
dovere dell’istruzione, per il servizio della Chiesa (vera e approfondita oonoscenza delle Scritture) e deUo Stato. Varrà la
pena di tornare su questo documento notevole.
L’epoca deUa Riforma fu pure tempo
di grandi rivolgimenti economici, da cui
ebbe origine il moderno capitalismo. « E’
l’epoca in cui si sviluppa intensamente il
commercio oltremare, in cui si moltiplicano le grandi fiere internazionali e si
creano le grandi compagnie commerciali
e finanziarie. E’ anche il momento in cui
il denaro, sostituendo la merce di scambio, diventa una potenza autonoma » (introduz.). Nel suo trattato « Du commerce
et de l’usure » Lutero si oppone recisamente a questo processo, assumendo di
fronte al capitalismo nascente una posizione opposta a quella di Calvino. Sarebbe
molto interessante un confronto approfondito del pensiero dei due Riformatori.
Calvino — che del resto è leggermente
posteriore — sembra esser stato più ’ moderno ’, aver compreso meglio la vastità
e l’irreversibilità del nuovo fenomeno,
cercando di situare l’etica cristiana nel
nuovo sistema finanziario dominato ormai
dall’economia bancaria e dal prestito ad
interesse. Non per questo la posizione di
Lutero ha perso significato e interesse.
Una delle pagine più oscure e tristi della storia della Riforma, e della vita di
Lutero è la guerra dei contadini. Non è
necessario ricordare come la Riforma si
sia spesso trovata fittamente intrecciai,
spesso fraintesa, e deformata, da rivendicazioni sociali antifeudali che, pur giustificate, non avevano molto a che fare
con la « protesta ». Particolarmente sanguinosa e atroce fu la rivolta dei contadini di Svevia e altrettanto se non più la
repressione dei nobili. All’inizio deUa rivolta, i contadini avevano presentato^ dodici articoli in cui chiedevano libertà di
predicazione e l’alleviamento di vari gravami economici. Lutero, chiamato in causa
da questi ’ articoli ’, rispose con una
« Exhortation à la paix à propos des ^uze articles de la paysannerie souabe ». Nella prima parte, rivolta ai « x>riucipi e signori », con una chiarezza e una violenza
che ricordano le più decise invettive profetiche, dice a questi che Dio parla loro
attraverso questa rivolta furiosa dei contadini soggetti e li richiama a maggior
giustizia e libertà ; nella seconda parte,
poi, rivolta ai contadini, li mette in guardia dal prestare orecchio a mestatori esaltati, dall’abbandonarsi a violenze, dal rivoltarsi contro l’autorità che è costituita
da Dio. Tale esortazione non fu ascoltata, e
quando seppe che la rivolta era divampata
feroce, rischiando di compromettere la causa
della Riforma, Lutero scrisse il violento
libello « Cantre les hordes criminelles et
pillardes de paysans »; questo scritto polemico è stato ed è forse il più discusso
di Lutero: non si dimentichi però la situazione reale ; Lutero stesso volle successivamente non giustificare ma spiegare il
suo atteggiamento con una ’ lettera aperta’: aline missive touchant le dur livret
cantre les paysans ».
Com ludono il volume il trattato « La
Messe en langue allemande et l’ordre du
Service divin », interessante non solo per
comprendere le particolarità della liturgia luterana, ma per il ripensamento di
tutto il problema liturgico; e il trattato
« Les soldats peuvent-ils être en état de
grâce? »: per quanti oggi ancora sono tormentati dal problema della « guerra giusta » o « ingiusta », per quanti sentono viva la obiezione di coscienza, quest opera
sarà una lettura feconda; anche se non
se ne accetta in pieno l’impostazione, la
sua concretezza e la sua aderenza^ alla Bibbia non mancheranno di esercitare una
purificazione e concretizzazione cristiana
del nostro pensiero e del nostro atteggiamento, oggi.
★
Cosi V. Subilia nota in una recensione
i Protestantesimo 1/1960) dei primi volumi delle Oeuvres di Lutero : « Non si può
meditare un testo dei Riformatori senza
avvertire che l’organismo spesso iUanguidito della propria religiosità personale ed
ei'clesiastica si rinvigorisce di colpo, al
contatto di un’atmosfera di altissimo livello cristiano, che apre orizzonti vasti e
insospettali e che esercita un’influenza fascinosa e incancellabile. Volgarizzare il
pensiero di Lutero in altra lingua è ^del
resto pienamente conforme alle intenzioni
profonde deUa sua riforma e ai propositi
immediati di molti dei, trattati che sono
stati raccolti in questa serie: contraria
niente infatti all’uso, deUa tradizione cat
tolica che riserva la teologia ai soli spe
cialisti, Lutero si rivolge ai « semplici
laici », a tutti « i cari membri ed amici
di Cristo ». E questo ha formato la forza
della sua Riforma. Se certi membri delle
nostre Comunità che si attardano su certe
posizioni niente affatto protestanti di pesante antiteologismo, potessero capirlo e
si sentissero spinti ad aprire queste pagine
chiuse ed ignorate, molti dei problemi
che dibattiamo con annosi dibattiti senza
soluzione troverebbero un’impostazione liberatrice ».
Gino Conte
La storia della Riforma
narrata ai giovani
G. Mutzenbebc - Le prisonnier d’innsbruck ou la vie ardente et la mort
glorieuse du prédicant grison Blasius
Alexander (1590-1622) - Ed. Labor et
Fides, Genève, 1960.
E’ questo il quarto volume della collana: «La storia della Riforma raccontata ai
giovani », che la ben nota Casa Editrice
ha cominciato a pubblicare nel 1957 (un
volume per anno è l’impegno che si è assunto, e che ha fino ad oggi mantenuto),
pei- offrire ai giovani non un manuale di
storia vera o romanzata che sia, ma una
esposizione drammatica d’una delle grandi epoche della storia della Riforma.
Nel volumetto che abbiamo sottomano,
si legge il racconto della vita avventurosa
di un predicatore grigionese Biasio Alessandro, al servizio deUa comunità di Traona, in Valtellina. L’A. immagina che sia
lo stesso Biasio, prigioniero nella Torre
delle Erbe ad Innsbruck, a raccontarcela,
mentre la sentinella scandisce col suo passo cadenzalo i ricordi che gli si affollano
alla mente.
La figura di Biasio, così come ci appare, Bibbia e spada tra le mani, sembra congeniale a noi Valdesi: testimone
senza tentennamenti della sua fede in Cri
sto, e soldato com’egli fu, contro Spagna
ed Austria, braccio secolare del papato,
il nostro pensiero corre ad Arnaud, a Gianavello, ai tradimenti, alle lusinghe, alle
torture ed agli eccidi di cui furono vittime i nostri antenati, da parte di torme di
frati, di inquisitori è di soldatesche calate nelle nostre Valli.
Nonostante i molti tentativi, tortura
compresa, di indebolire la sua fede, Biasio fu fedele fino alla morte. Il 23 dicembre 1622 (aveva 32 anni) tirato fuori dalla
sua cella, rifiuta ancora una volta il compromesso che gli si chiede, per aver salva
la vita: davanti alla popolazione di Innsbruck, ammirata ed attonita, gli viene tagliata la mano destra, che aveva impugnato la spada, e poco doi>o la sua testa rotolò nel paniere: Biasio Alessandro pronunziava così l’ultima preghiera per i suoi
fratelli.
Gli altri tre volumi già pubblicati, e
che potrete trovare anche presso la Claudiana, sono i seguenti:
A. Finet - Dits et aventures de Francois
Bouillot.
A. Finet - Voyages et Combats du Sire
d’Esquilas.
J.-D. Sauvin - Philibert Hamelin.
i^irKEiA
« Alzati gli occhi verso i suoi discepoli diceva: Beati voi
che siete poveri, perchè il Regno di Dio è vostro. Ma
guai a voi ricchi, perchè avete già la vostra consolazione »
(Luca 6; 20, 24).
Gesù parla di poveri veri, non di gente che sta bene e che si immagina o diverte a fare il povero, oppure che è spiritualmente umile davanh
a Dio. Il termine greco usato dall’Evangelista sottolinea questa realta
indicando l’atteggiamento del mendicante che, per chiedere lelemosma,
si fa piccolo, si rannicchia su se stesso e fa gesti di implorazione.
Già nell’Antico Testamento, specialmente nei Profeti e nei baimi
si parla di poveri (in quella società di agricoltori erano le persone che
non possedevano terra), facilmente oppressi dai potenti ed m loro difesa
si leva la voce e la potenza di Dio. « L’Eterno entra in giudizio con gU
anziani del suo popolo e coi principi d’esso: ...con qual diritto schiiKCiate voi il mio popolo e calpestate la faccia dei miseri? » (Is. 4: 14-15).
Veri poveri quindi, e non dei ricchi che cercano Dio.
Ma pure si tratta non semplicemente di gente alla quale mancano
cose necessarie alla vita quotidiana: ma di poveri che neUa loro miseria
sanno rimettersi a Dio, che gridano a Lui aspettando una sua liberazione, che invocano il suo aiuto e sanno che non mancherà. Per questo
Matteo dice; « poveri in spirito ».
E’ necessario ascoltare questa parola, noi tutti che non siamo poveri o che non lo siamo in questo modo, ma ora, in occasione della ripresa, vorrei che ricevessimo questa dichiarazione di Gesù Cristo come
Comunità di credenti, come Oiiesa.
Anche qui si parla di vera povertà e non di semplice umiltà dinnanzi a Dio. Ed in questo campo considerandola situazione finanziaria
della nostra Chiesa non ci vuole molta buona volontà per renderci conto
che siamo veramente poveri e non dei ricchi travestiti!
Ma una Chiesa può essere realmente e concretamente povera non
solo in questo modo. . . ^
Ecco ; in questo periodo stiamo riprendendo le nostre attività, abbiamo avuto o avremo le nostre Assemblee di Chiesa, le nostre conferenze distrettuali.
Facciamo dei progetti per i mesi prossimi, e ci accingiamo a compierli. Ma il vero povero non fa neppure dei progetti perchè per farli e
realizzarli occorre avere delle idee, del materiale, del denaro, non essere
cioè uno di quelli di cui si parla nel nostro testo.
Consideriamo quanto è stato fatto, discutiamo e decidíanlo per i
mesi a venire. A questo mondo fare una cosa del genere significa fare
il conto delle energie spirituali e materiali di cui disponiamo, degli nomi-ni e del denaro che si possono impelare, dei Membri di Chie^ su cui
possiamo contare per le varie attività, delle possibilità che ci paiono
essere in questo momento intorno a noi e via di questo passo. Forse facciamo o contiamo di fare una cosa del genere anche noi, quest’anno. Ma
in questo caso dovremmo avere il coraggio, io di posare la toga e scendere dal pulpito e tutti noi andare in una qualche saletta perchè _ il discorso dovrebbe continuare in questo modo ; « Egregi Signori Azionisti,
dichiaro aperta l’Assemblea Generale della nostra Società».
Avremmo cessato di essere Chiesa e non avremmo comunque più
nulla a che vedere coi « poveri » delle beatitudini.
Eppure è necessario fare dei progetti, dei bilanci materiali e spiri-tuali ; « Infatti chi è fra voi colui che volendo edificare una torre non si
metta prima a sedere e calcoli la spesa per vedere se ha da poterla finire? » (Luca 14; 28).
Ma che cosa dobbiamo progettare? Quello che crediamo di poter
realizzare coi nostri soldi o con la nostra fede, o non piuttosto quello che
Dio ci chiede nella sua Parola? Quello di cui ci sentiamo capaci od a
cui ci sentiamo portati o non piuttosto quello a cui Dio ci chiama? Qui
è la differenza fra una società per azioni ed una Comunità di Gesù Cristo.
E se ci mettiamo dinnanzi alla nostra ripresa come Chiesa vedremo
allora che siamo veramente poveri e non solo in denaro, ma in tutto,
proprio come ü mendicante delle beatitudini che non possiede nulla e
che deve tutto ricevere per vivere. Ma potremo essere, come nelle beati-tudini, il povero che nella fede sa che Dio gli darà tutto quello che gli
chiede di fare e che per questo si accinge a fare non quel che sa di riuscire ma quel che sa che Dio si aspetta da lui.
Franco Davite
Predicazione tenuta il 23-10-1960 ai Chiotti.
Una nuova materia di insegnamento
L’EDUCAZIONE. CIVICA
Il tradizionale convegno autunnale
degli insegnanti evangelici delle Valli ha avuto luogo a Pomaretto, domenica 30 ottobre. Discreto il numero degli intervenuti, particolarmente
dei giovani. Piuttosto esigua la rappresentanza del Valpellice. Presiede
la signorina Evelina Pons che dà il
benvenuto all’oratore prof. Peyronel
Giorgio.
L’oratore che deve introdurre il dibattito sull’insegnamento dell’educazione civica, lo fa con appassionata
ed approfondita indagine preliminare.
Come è noto agli insegnanti ed agli
scolari, l’elenco delle materie si è
arricchito in questi ultimi anni di una
neo-nata (l’ultimogenita di una famiglia che insegnanti ed alunni trovano
già troppo numerosa) ; 1 educazione
civica. L’accoglienza che le è stata riservata non è delle più entusiaste, a
quanto sembra. Tutti sono d accordo
nel riconoscere che doveva venire, ma
vi è un clima di incertezza che la circonda e nuoce al suo sviluppo. Lo
nota giustamente l’oratore, che, docente universitario di chimica, prospetta il punto di vista di un cittadino, padre di famiglia, che s’interessa
alla vita della sua « città ».
Ma cos’è questa « educazione civica è (dovrebbe essere) un’altra cosa,
chè le stesse infallibili prescrizioni
ministeriali, emanazioni dei non me
no infallibili organi ministeriali, non hanno sempre saputo come classificarla. Infatti, come osserverà il maestro L. Dosio in un suo intervento,
nelle pagelle delle scuole elementari
l’Educazione civica si è vista costretta
a subire compagnie non sappiamo
quanto gradite; ora per esempio l’Educazione civica viene giudicata e premiata (o punita) congiuntamente alla
Condotta. (Il cronista non può ovviamente fare commenti, ma ha l’impressione che questo accoppiamento sia
veramente felice e sintomatico ; la
« condotta » si unisce strettamente all’Educazione civica; è bensì vero che,
come osserva il maestro Dosio ci possono essere dei bricconcelli che sanno
bene la loro lezione di Educazione civica, ma sono dei bricconcelli...; dunque il punto di condotta punisce... che
cosa? Secondo noi felice l’accoppiamento e santo il punto di condotta: il
ragazzo deve imparare che l’Educazione civica si traduce nel nostro paese nella « buona condotta », nell’ubbidienza, nel conformismo, nel signorsì, ecc.).
Ma ovviamente l’Educazione civica è (dovrebbe esser) un’altra cosa.
Il professor Giorgio Peyronel lo dimostra, anzitutto illustrando le origini di questo insegnamento che viene
dalla « base », non dall’alto: è nato
con la Liberazione e siamo ancora
in fase di orientamento. A documentare le sue affermazioni, l’oratore legge la significativa introduzione del volume Uomo e cittadino, pubblicato in
Svizzera da un gruppo di ex-internati,
con la collaborazione dell’Ymca, e fa
riferimento a due testi scolastici di
Peretti Griva e di Galante Garrone,
Materia sintetica, ma la sintesi presume un giudizio, una filosofia; non
è semplicemente informativa, ma formatrice di cittadini in antitesi a sudditi, creatrice del sentimento di responsabilità personale. Il punto delicato, osserva ancora il relatore professor G. Peyronel, consiste nella formulazione dei principi basilari, nella presa di posizione filosofica (o spirituale).
Egli, ben consapevole di questa delicatezza e delle molteplici difficoltà di
questa enunciazione, ritiene di poterli
formulare in tre motivazioni generali
che espone ed analizza, rilevandone i
limiti, i precedenti storici ed il significato attuale.
1») Concezione utilitaristica che ha
la sua più attuale manifestazione nell’ideale americano del giovane well
adjusted (che trova nella più assoluta
libertà di orientamento del suo piano di studi la possibilità di prepararsi nel miglior modo possibile alla conquista del benessere).
2") Concezione politico-sociale (la
società ha la precedenza assoluta
sul diritto individuale ed in questa
società l’uomo deve vivere ed operare).
3“) Concezione religiosa (anche se
ridotta all’ideale etico della fratellanza umana).
Queste tre motivazioni non sono
esclusive l’una dell’ altra, secondo
l’oratore che, dopo averle analizzate, si sofferma in particolar modo
sulla terza in riferimento alla preminente posizione della Chiesa Cattolica nella nostra patria ed agli e, denti pericoli che detta preminenr-a può esercitare sulla « Educazione
civica » (cittadino ideale = suddito
fedele di uno stato fedele).
E l’oratore può così concludere
che scopo dell’Educazione civica è
di politicizzare il giovane; renderlo
consapevole, in modo da farlo responsabile.
Abbiamo cercato di dare ai lettori un resoconto non troppo infedele
di questa interessante relazione. Ci
auguriamo che gli implacabili... postillatori tengano conto che si tratta di un modesto resoconto, che può
esser incorso anche in qualche involontario errore!
Dopo un tentativo felicemente fallito di discussione generale, si inizia la discussione a gruppi, che si
rivela proficua per tutti. Due que(segue in 4= pagina)
4
pag. 4
L’ECO DEIXE VAUil VALDESI
N. 44 — 4 novembre 1960
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELUCE
Sabato 29 ottobre è stata invocata la benedizione del Signore sul matrimonio di
Granerò Roberto Francesco (S. Secondo
di Pinerolo) e Bonjour Flora Susanna (Via
Molino).
La grazia del Signore circondi ed accompagni sempre questo nuovo focolare.
L’Assemblea di Chiesa convocata la domenica 30 ottobre ha nominato quali suoi
delegati alla Conferenza del 1« Distretto
la signora Lina Geymonat ed il signor
Baridon Giovanni, Insegnante. e. a.
PRAMOLLO
Nella casa d* Oreste e Vittoria Soulier,
delle Case Nuove Pellenchi, è giunta la
piccola Rina.
Le diamo il più affettuoso saluto di
benvenuto e porgiamo ai suoi genitori le
nostre sincere cordiali felicitazioni.
Da alcune settimane i nostri bambini
avevano rimesso in ordine la loro cartella e ripreso la via della scuola. Molto
puntualmente la mattina del lo ottobre
tutte le maestre delle diverse scuole sparpagliate nel territorio del Comune erano
giunte in sede ed aveva avuto inizio l’anno scolastico. Di questo i genitori degli
alunni si erano compiaciuti e rallegrati.
« Molto bene », s’erano detto. « Si vede
che quest’anno è stato provveduto per
tempo e che i nostri figliuoli potranno
avere, forse, un buon anno di lavoro e
di studio ». Ma la contentezza e la soddisfazione sono state di breve durata.
Siamo appena alla fine del primo mese
di scuola e già è annunziato il cambiamento di una insegnante; per i bambini
poi è incominciato un lungo incomprensibile periodo di vacanza. I giornali avevano parlato di una settimana di sospensione delle lezioni (dal 2 al 9 novembre)
per le elezioni. Tanto! - ci sembra - per
delle elezioni che durano due giorni!
Sono stati inspiegabilmente aggiunti poi,
almeno quassù, altri sei giorni; le vacanze dureranno dal 28 ottobre al 10 novembre. Così per due settimane i nostri
bambini sono a spasso (senza neanche un
compito da fare) e le loro aule chiuse a
chiave, poiché le lezioni non hanno luogo e le elezioni si tengono in altri locali.
Sinceramente sono cose che non comprendiamo.
Dopo l’estate anche l’autunno quest’anno sembra voler essere « fuori ordinanza ». Il sole infatti va facendosi sempre
più prezioso e sembra non volersi far
più vedere che di tanto in tanto. Ad una
giornata di bel tempo ne seguono altre
sette o otto, e qualche volta anche di
più, di nebbia, pioggia e fango. Intanto
abbiamo già anche avuto, per ben due
volte, la visita della neve. Il 14 ottobre
essa ha imbiancato tutto il nostro vallone, giungendo fin sulle prime vigne, e
il 20 ottobre un’altra lieve spruzzatina
ci ha ricordato che l’inverno può ben
non tenere in alcun conto le date fissate
sul calendario e giungere come e quando
vuole.
Led
ucazione
civica
{continua dalla 3.a pagina)
stionari vengono esaminati e verranno spediti a tutti i soci.
Forse non sarebbe inutile che il
problema venisse presentato anche
ai lettori dell’Eco delle Valli, perchè
non è forse privo di interesse anche
per i genitori Valdesi di rendersi
conto di quello che dovrebbe essere
l’Educazione civica, e di quello che
può diventare.
Il Comitato della Sezione Valli è
stato riconfermato, salvo errore, con
una sola sostituzione: la signorina
Paola Rostan sostituisce il signor
Gardiol.
Fraterna come sempre l’accoglienza della Chiesa di Pomaretto, del
suo Pastore e dei suoi collaboratori.
rep.
NEL TICINO
Colla venuta del candidato in teologia
Otto Ranch il lavoro pastorale ha jmtuto
essere riorganizzato ed intensificato.
La domenica 23 ottobre vi è stata una
ottima as.semblea di Chiesa con magnifico spirito costruttivo che ha approvati i
nuovi regolamenti i quali sanciscono la
creazione di una comunità di lingua italiana e francese libera da ogni dipendenza da Comitati nel Ticino, divisa in comunità locali. Prossimamente saranno costituite oltre alla chiesa di Lugano quelle di Chiasso e Bellinzona ed avremo
se piace a Dio il prossimo anno il primo sinodo evangelico ticinese. « Tutte le
cose cooperano al bene di quelli che
amano Iddio ».
Il 16 ottobre è stato, nell’America del
Nord, la « domenica dei laici »: migliaia
di pulpiti negli Stati Uniti e nel Canada
sono stati occupati da laici. Questa giornata è osservata ogni anno per incoraggiare gli nomini a collaborare con consacrazione all’opera della loro Chiesa.
TORRE PELUCE
Ci scusiamo anzitutto per il ritardo di
queste note di cronaca : ai lettori indignati ricordiamo che il... titolare di questa cronaca è anche il redattore del giornale, e che quando c’è un punto da tagliare, è la cronaca di Torre che ne fa
le spese!
Ormai tutte le attività hanno ripreso il
loro corso normale, salvo l'Unione delle
Madri che si riaprirà domenica prossima ;
con mercoledì 2 hanno avuto inìzio pure
le riunioni quartierali. La Corale e la
Società di cucito sono al lavoro (la prima
ha riconfermato il suo Seggio sotto la
presidenza del Sig. C. Paschetto, e ha
raggiunto i 56 iscritti, con un forte e rallegrante arrivo di giovani).
^ Anche le Unioni Giovanili sono ben lanciate: al Centro il Seggio è ora così costituito: A. Sibille, presid.; N. Gay, vicepresid.; E. Pontet, segr.-cassiere; M. Bonjour e F. Pretto, consiglieri. Ai Coppieri
c e stato pure qualche mutamento nel Seggio: A. Pasquet, pres.; S. Avondet, vicepres.; M. Toscano, segr.; I. Pasquet, cassiera, M. Ricca, E. Gay e I. Rostan consiglieri. Le due Unioni hanno già avuto
un simpatico incontro, sabato sera, ai
Loppieri, per una bella castagnata (ottime, le caldarroste!): una lieta serata insieme, che speriamo si possa spesso ripetere, con o senza castagne. Domenica pomeriggio un gruppo di giovani del Centro si è recato ad Almese a visitare il
giovane Piero Gallo, sempre sereno nella
sua prova. Speriamo, infine, che anche
1 Unione dei Simound possa presto riprendere la sua attività.
E ^ stata battezzata Gisella Pizzardi di
Sergio e di Caterina Pittavino. Il Signore
benedica questa bimba e mantenga vivo
nei suoi familiari il senso della vocazione
alla fede.
Sono stati celebrati i servizi funebri di
Beniamino Giovanni Armand Bosc (74 anni) delTInverso, e di Argentina Peyrot v.
Roland (S. Margherita).
fi Signor Gesù Cristo ha detto : « Io sono venuto perchè abbiano la vita, e l’abbiano ^ ad esuberanza ». Questa promessa
del Risorto conforti chi è nel lutto.
Abbiamo notato che il mercato del venerdì’ che si tiene pacificamente anche il
Venerdì Santo, è stato questa settimana
spostato al mercoledì perchè venerdì 4 è
feta: della vittoria, dei combattenti...
Non vogliamo accusare le nostre autorità
di militarismo, ma non possiamo non constatare che per la massa della popolazione
e più « festa » il 4 novembre cbe il Venerdì Santo.
.L Unione giovanile ha iniziata la sua
attività sabato scorso. Il Seggio è stato così
costituito: il pastore presidente; Roberto
Morel, vice presid. ; Adriana Durand, segretaria-cassiera. Il giorno di riunione è
il venerdì sera aUe ore 20. Una delle decisioni prese dagli unionisti è stata queUa
di assumersi l’incarico di visitare le perone anziane^ ed isolate della comunità.
Quel che più conta, questa decisione è
stata subito messa in atto con i migliori
risultati. Auguriamo ai nostri giovani di
perseverare in questa bella attività.
- Ricordiamo cbe la Corale si riunirà
ogni settimana il mercoledì sera. Il past.
dime ha accettato di darci il suo aiuto, nel
limite del suo tempo disponibile, dimostriamogli la nostra gratitudine con la puntualità e l’impegno al lavoro.
— Martedì 8 novembre alle ore 20 avrà
luogo una riunione ai Rumò. Giovedì 10
alle 20,30 la riunione avrà invece luogo
alle Fucine.
— colletta in natura prò Istituti ospitalieri è ancora in corso. Avete tempo fino al lo novembre: approfittate con sollecitudine di questa possibilità che vi viene offerta di mostrare tangibilmente il
vostro indubbio affettuoso interessamento
per i nostri Istituti.
Il Concistoro ha deciso di promuovere xm'attività maglieristica in Rorà, per
venire incontro a quanti, tra di noi, vedrebbero volentieri aumentare il loro bilancio familiare. Tutte le signore che fossero interessate a questo sono pregate di
rivolgersi al più presto al pastore, dato
che i corsi di preparazione avranno inizio
a S. Giovanni martedì 8 mattina. Va precisato che il Concistoro anche in questo
caso non agisce assolutamente a fini di lucro, ma unicamente col desiderio di continuare ad interessarsi ai problemi sociali ed economici della popolazione. Ci
auguriamo che la nuova Amministrazione
Comunale, da chiunque sia composta, ci
assecondi sempre con entusiasmo in questo nostro desiderio.
Dal progetto di regolamento per l’attività maglieristica estraiamo quanto se
® Potranno valersi di questa possibilità di lavoro soltanto coloro cbe abbiano frequentato il corso di maglìerìste
alla Scuola Valdese di Economia domestica di Luserna S. Giovanni, o altri corsi
considerati di volta in volta equivalenti
dal Concistoro. Verrà data in ogni caso
la precedenza alle madri di famiglia e,
fra queste, a quelle con famiglia numerosa ».
Giovedì 10 novembre avrà luogo la
annunciata distribuzione di indumenti
usati.
Direttore resp.: Gino Conte
Coppieri - TOTre Peli. . Tel. 9476
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Reg. al Tribunale di Pinerolo
________n. 175, 8-7-1960_______
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
RQOORETTO
^ Domenica, 30 ottobre, nel corso del
I annunziata Assemblea di Chiesa è stato
eletto quale delegato della comunità alla
Conferenza Distrettuale straordinaria di
Torre Pellice l’anziano delle Fontane, sig.
Breuza Luigi.
Durante la stessa Asoemblea di Chiesa
abbiamo pure nominato Anziano del
quartiere di Serrevecchio - Villa il sig.
Tron Attilio di Serrevecchio, il quale
viene cosi a sostituire il sig. Genre Pietro Augusto che quest’autunno si è trasferito con la famiglia a San Secondo.
Mentre ci rallegriamo che il sig. Tron
Attilio abbia accettato di prestare la sua
collaborazione nell’amministrazione della
comunità non possiamo fare altro cbe
deplorare che ancora una volta ci sia
stato impossibile trovare un membro di
Chiesa del più vasto quartiere di Fontane-Gardiola disposto ad accettare la nomina a Diacono ed entrare così a fare
parte del nostro Concistoro. Anche questa volta 1 nostri ripetuti sondaggi sono
stati infruttuosi ; anzi gran parte dei
membri di quel quartiere che in altre occasioni frequentano i culti abbastanza regolarmente, Domenica scorsa hanno creduto bene di non intervenire aH’Assemblea, certamente per timore di essere
eletti !
Sinceramente non comprendiamo il
mot^ che trattiene tanti nostri membri
di Lhiesa dall’accettare la carica di An
ziano o di Diacono nel Concistoro; cer
tamente, si tratta di assumersi diretta
mente un pò di responsabilità e di collaborare più fattivamente col Pastore per
II miglior andamento della comunità, sia
spiritualmente che amministrativamente.
Nel corso del mese di ottobre le attività
sono state adiate: catechismi, scuole domenicali, unione giovanile e attività varie.
Ringraziamo il collega Davite per aver collaborato per i culti di inaugurazione delle
scuole.
Domenica 23 ottobre ha avuto luogo la
Assemblea di Chiesa che nominò delegati
alla Conferenza il sig. Nmo Tron e la sig.na
Lina Sommani. In tale occasione l’Assemblea prese decisroni concernenti la disciplina dei matrimoni misti.
Domenica 30 ottobre abbiamo celebrato
il culto della Riforma preceduto dal battesimo della bimba Manuela Griglio di Alessandro del quartiere di Pomaretto. Che il
Signore benedica la tenera creatura che
Egli s’è compiaciuto di aggiungere alla sua
greggia.
Nel pomeriggio ha avuto luogo ü bazar
in un clima di simpatica fraternità. Desideriamo ringraziare molto tutte le persone,
soprattutto l’Unione delle madri, l’unione
giovanile ed i catecumeni, che si sono
gioiosamente occupate dei preparativi ed
hanno molto faticato per questo scopo.
Siamo lieti di aver inaugurato in tale occasione i restauri effettuati al nostro teatro. La sera della stessa domenica è stata
in:ziata l’attività giovanile inaugurando i
nuovi locali nella casa dell’Asilo, rimessi
in veste nuova. L’unione guidata dal triumvirato eletto nella primavera scorsa comincia a funzionare bene: il maestro Calvetti
ha diretto la serata con la lettura del programma concertato con Giovanna Purpura e Gianni Jahier. Che il Signore benedica la nostra attività giovanile.
La comunità è lieta di aver potuto migliorare gli strumenti della sua opera ed
è pure lieta di accrescere la .sue offerte per
pagare le spese.
Prossimamente avremo le seguenti attività : Martedì 8 riunione al Clot Inverso ;
Giovedì 9, riunione a Porosa
Il giorno 13 avremo un incontro delle
mamme di tutta la parrocchia con quelle
della vicina comunità dei Chiotti alle ore
Il nella sala del teatro.
La Vedova di
Italo Pons
profondamente commossa per il generoso, fraterno spirito di solidarietà
dimostratole dagli Amici e Conoscenti di suo Marito, per creare un piccolo
fondo «in memoria», esprime a tutti
la sua più sincera riconoscenza ed iti
particolare ai Sigg.: Rusco Giovanni,
Bertot Rino, Negrin Giovanni, Ricca
Silvio, Ricca Guido, Bertot Attilio,
Soulier Aldo, Rivoira Bnmo, che si
fecero promotori della sottoscrizione.
La figlia Vivina vedova dalla e figli, riconoscenti ringraziano tutti coloro che hanno preso parte al loro
dolore per la perdita del loro babbo
e nonno
Beniamino Giovanni
Armand-Bosc
In particolar modo ringraziano i
pastori Sommani e Conte, il dottor
Lanza, la signora Elda dalla per l’aiuto prestato.
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