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Anno 113 — N. 28
9 luglio 1976 — 150
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
BIBLIOTECA VALUEr.L
10066 ' T0:^RB PEI LIGI
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
TEMPO DI PENTECOSTE - 3
Perseveranti nella comunione...
Quello che in origine fu una partecipazione alla vita nel concreto è diventato sacramento e
spiritualità - Quando la fede diventa viva scopre anche la solidarietà
Se a un membro delle nostre
chiese si chiede di botto « cos’è la
comunione? », è quasi certo che
indicherà la S. Cena. Nel linguaggio comune delle nostre chiese, infatti, la parola « comunione » ha
conservato questo significato e così si parla di « comunione » per
indicare l’ingresso effettivo dei
giovani nelle nostre chiese: « ha
fatto la comunione». Questo modo di capire le cose è confermato
anche dal fatto che la stessa versione della Bibbia che noi usiamo,
volendo tradurre la parole di Luca nel testo che abbiamo citato
(koinonia) ha sentito il bisogno
di aggiungere un aggettivo che
non c’è nel testo greco, cioè « fraterna », quasi per dire al lettore
« qui non si tratta del rito della S.
Cena, ma di qualche cosa di più
profondo ». L’autore degli Atti
vuol spiegare il significato di quella parola « comunione » raccontando che nella chiesa di Gerusalemme « quelli che credevano...
avevano ogni cosa in comune; e
vendevano le possessioni ed i beni e li distribuivano a tutti secondo i bisogni di ciascuno » (Atti 2: 45). La « comunione », quindi, era una cosa ben precisa che
riguardava non soltanto i sentimenti, ma le azioni concrete della vita, anzi la situazione economica dei credenti. La chiesa di
Gerusalemme interpreta in modo
ben preciso l’annuncio di Gesù:
essere fratelli in Cristo significa
avere in comune tutte le cose, non
solo l’attesa del Regno, ma anche
il pane e il denaro.
Sappiamo che le altre chiese
cristiane non hanno imitato lo
slancio dei credenti di Gerusalemme, ma tutte le chiese comprendevano che non ci poteva essere
comunione nella fede, senza che
ci fosse comunione nella vita economica, senza che ci fosse una
reale partecipazione dei ìnezzi di
sussistenza. La prima controversia riferitaci da Luca riguarda
proprio la distribuzione dei beni
nella chiesa (Atti 6: 1) e Paolo
rimprovera i Corinzi di cattiva
condotta nella Cena del Signore
proprio perché era venuta a mancare questa partecipazione concreta ( 1 Cor. 11: 20 ss.).
COMUNIONE
E BENEFICENZA
Se la partecipazione dei beni è
apparsa sempre — in via di principio — un aspetto essenziale della vita delle chiese, il modo in
cui essa è avvenuta è dipeso dalla
varietà delle situazioni storiche. È
chiaro che in tempi di ben misera
organizzazione economica, si tratta soprattutto di rompere spontaneamente la situazione di privilegio e di spingere i ricchi a mettere in comune parte dei loro beni.
Tuttavia questo modo di agire subì un grave compromesso che si
diffuse sempre più nelle chiese:
si volle mantenere la situazione di
privilegio e, nello stesso tempo,
tranquillizzare le proprie coscienze. Nasce così la «beneficenza»;
la convinzione che la « comunio
ne » cristiana può essere soddisfatta senza cambiare nulla nella
struttura della società, ma accontentandosi di dare qualcosa ai
molti diseredati e affamati.
È il tempo nel quale 1’« elemosina » non è più la « misericordia » di Dio per l’uomo, ma la
magra offerta del ricco e la « comunione » diventa il rito della
Cena, con grande tranquillità dei
potenti dinanzi alle miserie delle
grandi masse.
IL RISVEGLIO DELLA
COSCIENZA CRISTIANA
Quando la fede si fa viva, quando i credenti prendono sul serio
TEvangelo, si fa più viva anche
la coscienza della fraternità e il
bisogno di una vera « comunione ». Ma proprio allora ci si ac
Friuli, un mese dopo
È passato ormai
più di un mese
dal giorno in cui
il terremoto ha devastato
il Friuli.
Un gruppo di giovani
evangelici, della FGEI
di Udine,
ci ha inviato
una lunga corrispondenza
sulla situazione
della zona colpita.
Presentiamo
questo materiale
in quarta pagina.
corge che l’impegno dei singoli
non basta e che gli ostacoli maggiori alla vera comunione si trovano nella stessa struttura della
società. Quando Barnaba vendette il suo campo (Atti 4: 36) potè
aiutare per un po’ i suoi fratelli,
ma poi egli rimase senza campo
e i suoi fratelli senza aiuto, mentre coloro che avevano comperato
il campo erano diventati più ricchi. Quante volte anche oggi ci si
accorge che la generosità di molti
credenti e non credenti reca un
breve sollievo alle miserie altrui,
mentre aumenta la ricchezza degli speculatori che affamano il
mondo, senza che nulla cambi in
profondità.
Ecco perché in anticipo Valdo
di Lione non si accontenta di distribuire le sue ricchezze ai poveri, ma predica la riforma radicale
della società e della chiesa. Ecco
perché anche oggi molti credenti,
in tutte le parti del mondo, si rendono conto che l’annuncio dell’Evangelo è la proclamazione di
una più vera e ampia comunione
tra gli uomini, non circoscritta alia buona volontà di alcuni, ma
realizzata nell’opera di intere popolazioni. Ed è proprio in questo
proposito di realizzare una più
vera comunione che le chiese si
trovano oggi confrontate col mondo. Nel racconto di Pentecoste, il
fatto dominante è che lo Spirito
Santo rende capaci i discepoli di
parlare nuovi linguaggi, i linguaggi di altri popoli a loro estranei,
mentre questi stessi popoli gioi
Alfredo Sonelli
(continua a pag. 2)
AL CENTRQ ECUMENICQ DI BQSSEY
La teologia cristiana
in mano agii afroasiatici
Appare chiaro da tutto il Nuovo Testamento che i credenti avevano ben compreso che la fraternità in Cristo non era un vago
sentimento, ma una effettiva partecipazione dei beni economici
tra di loro; in un mondo nel quale era legge il dominio del ricco
sul povero e una ristretta classe
di privilegiati sfruttava nel modo
più duro immense turbe di miseri
e di schiavi, le chiese dovevano
costituire dei nuclei viventi che
praticavano una effettiva partecipazione dei beni. Quando le chiese si organizzeranno, un posto
speciale sarà riservato ai « diaconi », incaricati proprio della distribuzione dei beni tra i membri
delle chiese.
Ottanta tra teologi e laici impegnati, provenienti da trentacinque nazioni, hanno partecipato a una consultazione sul tema : « Contributi africani ed asiatici alla teologia contemporanea ».
Secondo la dichiarazione del
direttore dell’Istituto internazionale ecumenico di Bossey, dove
si è tenuto rincontro, si tratta
del « primo incontro nella storia
della chiesa in cui teologi asiatici e africani si ritrovano per
dibattere le loro preoccupazioni
comuni ».
L’importanza di questa consultazione teologica è consistita
essenzialmente in una presa di
coscienza di un modo diverso di
fare la teologia. La cosidetta
« teologia orale » non si formula
infatti in tesi e opere sistematiche, che rischiano di essere astratte, ma in forma dialogata,
cantata o artistica (teatro, mimi, etc.).
Nei gruppi di lavoro si è affrontato il modo di fare teolo
gia in Africa e in Asia, si è avuto un ricco scambio di esperienze sulla spiritualità e sulla liturgia, sulla Chiesa e sulla comunità locale. La maggior parte dei
partecipanti si è formata alla
scuola teologica occidentale, ma
scopre sempre maggiormente
la inadeguatezza di una tale impostazione teologica a rispondere alle questioni poste ai cristiani e alla Chiesa dalle situazioni
particolari dei continenti africano ed asiatico.
A conclusione dei lavori è stato espresso l’augurio che tutti i
cristiani (e non soltanto i teologi) d’Africa e d’Asia abbiano
la possibilità di sviluppare, all’interno delle loro specifiche
culture, una teologia autentica.
È opinione di tutti che questo
possa avvenire solamente in un
confronto quotidiano con la realtà che essi incontrano e nel
contesto delle quali sono chiamati a dare una testimonianza
viva, utilizzando i mezzi di comunicazione più disparati, come
per esempio dichiarazioni comuni, forme artistiche, professioni di fede ecc.
Ancora su fede e po>
litica
« Cristiani per la pace»: un incontro in
Giappone
Corrispondenza dal
Friuli
Dalle nostre chiese
Cronaca delle Valli
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Valdesi
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Il fine
e i mezzi
Jean-Jacques Gautier, su « La
Vie Protestante » del 25 giugno
1976 pubblica un interessante
articolo sulla tortura, da cui
stralciamo e traduciamo liberamente le seguenti considerazioni.
In sostanza si è trattato di una presa di coscienza, di un punto di partenza. Per l’anno prossimo è già previsto un secondo
incontro sempre a Bossey sul tema « Confessare Cristo in contesti culturali diversi ».
Kim Chi Ha, poeta della Corea
del Sud, condannato per attività
antigovernative e perché comunista, ha recentemente sottoscritto
un documento in cui fa una umiliante autocritica, giungendo al
punto di affermare che la sua
adesione al partito comunista è
stata determinata da un complesso di inferiorità.
È necessario vedere però in
quali circostanze una tale confessione è stata fatta. Kim scrive letteralmente che è « una parte del suo corpo » che ha scritto
sotto dettatura degli agenti della
CIA coreana. Non dice di essere
stato sottoposto a tortura, ma
da documenti in possesso di Amnesty International risulterebbe
che egli ha dovuto subire la tortura nel 1964 e nel 1972 in occasione di precedenti arresti.
Questo è un aspetto diabolico
della tortura: la sua capacità di
trasformare gli uomini, di farne
facile preda per nuovi interventi
polizieschi. Kim dichiara di aver
resistito cinque giorni e cinque
notti, ma alla fine di aver accettato di sottoscrivere la dichiarazione, sapendo che presto o tardi
la CIA avrebbe comunque ottenuto da lui quel che voleva.
Ora il problema che si pone è
è di sapere se si ha il diritto di
ricorrere a pratiche di questo genere per combattere i propri avversari politici. Si tratta del problema dei fini e dei mezzi per
ottenerli, problema che deve essere risolto nella coscienza di
ciascuno, se si vogliono ottenere
risultati positivi.
In un corsivo di Le Monde del
5 dicembre 1975 si legge tra l’altro: « L’affermazione secondo cui
il fine giustifica i mezzi è la più
bella invenzione del demonio! Occorre rispondere molto semplicemente: Ebbene no! il fine non
giustifica mai i mezzi, allorché
questi sono, di per sé, ingiustificabili... E la frontiera l'ha stabilita Gandhi una volta per tutte, senza lasciare alcuna scappatoia agli ambiziosi, ai sadici, ai
tiranni quando enuncia: « Il fine
è nei mezzi come l’albero è nel
seme ». In altre parole, se si usa
la tortura, il terrore, il fine che si
persegue con tali mezzi è in partenza condannato, contaminato
in partenza dal terrore e dalla
tortura ».
Una cosa che colpisce, rileggendo il rapporto sulla tortura
di Amnesty International è la
contraddizione tra le solenni affermazioni di principio che tutte
le nazioni hanno ripetuto ancora recentemente in sede di ONU
e la pratica della maggioranza
dei governi che ordinano, suggeriscono o tollerano la tortura.
Questa contraddizione (o meglio:
questa grave ipocrisia) è possibile perché le dichiarazioni dell’ONU relative ai diritti dell’uomo non hanno alcuna forma di
controllo internazionale .sulla loro applicazione.
Se si vuole arrivare ad estirpare la tortura è necessario che
quei paesi che non hanno nulla
da temere da controlli internazionali aprano le porte delle lo-_
ro carceri per lasciare che tutti
vedano ciò che avviene in casa
loro. Allora gli altri paesi saranno automaticamente posti sul
banco degli accusati. È un problema sul quale è necessario riflettere. Da una risposta positiva
può dipendere la sorte di centinaia di uomini in ogni parte del
mondo.
L
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9 luglio 1976
TRIBUNA LIBERA DEI LETTORI
Fede e politica nella Chiesa;
non esasperiamo il problema
Nel dare relazione della Conferenza Distrettuale, tenutasi a
vaiar Pellice sabato e domenica 26-27 giugno, abbiamo menzionato un Ordine del Giorno che al centro del dibattito è stato votato
senza essere accolto. Questa mozione era stata letta in seduta ed
accompagnata da un ciclostilato di commento. Ci siamo impegnati, al termine della votazione, di pubblicare questo O.d.G.; lo facciamo per dare a lettori un documento di quello che è accaduto
e per garantire la libertà di espressione nella nostra comunità di
credenti. Aggiungiamo alcune lettere che si collocano in questo
contesto di dibattito che vorremmo vedere mantenersi fraterno.
La chiesa degradata
g strumento di partito?
Per incarico di alcuni membri della Conferenza desidero
presentare qualche pensiero sulla situazione nella quale la nostra Chiesa è venuta a trovarsi.
Abbiamo letto con interesse la
relazione della Commissione distrettuale, e vogliamo anzitutto
esprimere il nostro apprezzamento per il lavoro che questi
colleghi, già oberati da altri incarichi, hanno svolto a favore
del Distretto.
Siamo però rimasti sorpresi
nel rilevare che nella relazione
ora al nostro esame non esista
il minimo accenno a quegli avvenimenti di tanta importanza
per il paese, e che hanno anche
direttamente coinvolto la nostra
Chiesa. Questo fatto ci lascia
tanto più perplessi in quanto
da tempo ci veniva detto e ripetuto che la Chiesa non si deve disinteressare di quanto succede nel mondo.
Al di là di questo silenzio, l’impegno politico della Chiesa ’ è
stato tale da sùscitare im'sènso
di malessere in non pochi fratelli in fede.
Le tre fasi che ci hanno portati a questo punto sono evidenti. Dapprima ci è stato dimostrato che la Chiesa non deve
temere il tabù politico. Tutte le
nostre convinzioni e azioni — è
stato detto — hanno un riflesso
immediato nel mondo, cioè della politica. È quindi impossibile che, in senso generico, anche
la Chiesa possa evitare di assumere un ruolo politico.
Una volta che questo concetto è entrato nella convinzione di
tutti, è seguita la seconda fase,
e cioè quale politica dovesse inspirare la testimonianza cristiana. La risposta è stata: politica
di sinistra, termine abbastanza
vago per comprendere una grande varietà di concezioni filosofiche, sovente in aspra polemica
fra di loro.
Infine ecco la terza fase, durante la quale è stato precisato
che non solo la Chiesa si deve
impegnare politicamente, non solo si deve impegnare genericamente a sinistra, ma è stato indicato il partito per cui dobbiamo votare.
E affinché non ci fossero dubbi, ecco uno stimato e conosciuto Pastore che percorre le Valli riunendo la gente, non già per
riunioni di appello e di risveglio
ma in comizi del partito comunista.
Non è nostra competenza giudicare Tullio Vinay, che ha agito nella libertà della sua coscienza. Dal punto di vista amministrativo ci sono delle precise disposizioni regolamentari che
contemplano appunto il caso di
Pastori che passano al servizio
di altri Enti, e spetta alla Tavola di agire in conseguenza.
Ma il caso Vinay non è che il
terminale di una impostazione
di propaganda di partito che da
anni viene condotta con insistenza, per cui tutti gli strumenti di
informazione, non escluso sovente la stessa predicazione, non
fanno che ritornare con esasperante monotonia sul medesimo
tema. In questo modo la Chiesa
viene a perdere la sua identità
per degradarsi a strumento di
partito. I nostri membri di chiesa reagiscono malamente, per lo
più incapaci di opporsi alla sot
tile dialettica e alla preparazione filosofica dei Pastori, e — come si esprime un Concistoro —
« si ha sensazione di essere pedine che altri muovono e manovrano come meglio credono ».
Tutto questo porta inevitabilmente le sue conseguenze nella
vita spirituale delle chiese, al
punto che — scrive un altro Concistoro — « è possibile che il culto non risponda più alle esigenze
della nostra vita attuale ».
Riteniamo quindi che sia della
massima urgenza giungere a una
chiarificazione. Quello che domandiamo ai nostri Pastori e ai
predicatori laici è che non ci annunzino altro che Cristo e lui
crocifisso, cioè che ci predichino il ravvedimento e la salvezza mediante la fede nel sacrifizio redentore; che proclamino
la vittoria di Cristo sulla morte
mediante la sua resurrezione
corporale e soprattutto che ci
presentino la necessità di una
nuova Pentecoste.
Quando la Chiesa Valdese ci
avrà richiamati a questi principi
fondamentali dell’Evangelo, non
avremo affatto bisogno che, come a dei minorenni, ci vengano
a dire di orientarci politicamente a est o a ovest, a sud o a nord.
Allora, ritrovata la sua identità,
la Chiesa si presenterà al mondo con la sua propria politica,
una politica che sarà pazzia per
gli uni e scandalo per gli altri,
ma per i credenti potenza di Dio.
Noi osiamo chiedere alla Conferenza di approvare con voto
unanime im ordine del giorno
che eviti il pericolo di una frattura, di cui non saremmo noi i
responsabili, tenendo presente
l’avvertimento di Karl Barth:
« Non c’è che un unico corpo
di Cristo, nato per mezzo della
Parola di Dio ricevuta dalla fede. Non esiste quindi nessuno
Stato cristiano che corrisponderebbe alla Chiesa cristiana, nessun doppione della Chiesa nella
sfera politica. Le diverse forme
e i diversi sistemi politici sono
delle invenzioni umane. Come
tali non portano l’impronta della
rivelazione e non possono essere oggetto di testimonianza, né
pretendere di rivolgersi alla nostra fede ».
La nostra audacia nel chiedere il vostro voto unanime è sorretta dalla certezza che la Conferenza vorrà accogliere il nostro ordine del giorno nello stesso spirito che l’ha dettato, ma
soprattutto dalla grande speranza che lo Spirito Santo voglia
agire nei nostri cuori, e che
questa Conferenza, e poi il Sinodo, possano effettivamente segnare quella svolta decisiva, quel
ritorno all’ubbidienza al puro e
semplice Evangelo, che sono la
condizione essenziale perché la
Chiesa Valdese abbia ancora un
avvenire.
ORDINE DEL GIORNO
La Conferenza del 1” Distretto
esprime viva preoccupazione
perché il dibattito sull’impegno
socio-politico a cui ogni credente
può sentirsi chiamato viene indirizzato e incanalato verso la
adesione a determinate ideologie politiche, e a tal fine vengono strumentalizzati tutti gli organi di informazione della
Chiesa ;
lamenta il profondo disorientamento delle coscienze che ne
è risultato nelle chiese;
dichiara che la presa di qualsiasi posizione politica di singoli
credenti o di gruppi, e in modo
particolare di Pastori, non può
in alcun modo coinvolgere la
responsabilità di tutta la Chiesa
Valdese;
invoca lo Spirito Santo perché
agisca nel nostro popolo, facendogli ritrovare la sua unità spirituale e richiamandolo al senso profondo della sua vocazione, che fu quella dei nostri padri, nell’amore per la Chiesa e
nella fedeltà al puro annunzio
dell’Evangelo.
m
Voce di una minoranza
In questi ultimi anni la Chiesa vai*
dese è andata pian piano trasformandosi modificando il concetto stesso di
Chiesa ed ha assunto delle caratteristiche alquanto sconcertanti.
Da tempo, servendosi dei mezzi a
sua disposizione (stampa, radio, e
troppo spesso della predicazione) spinge con energia i fedeli in un'unica direzione e verso un determinato partito
politico, che lei stessa ha scelto come
"rottimo”. Operando in tal modo non
so se si rende conto di sopraffare una
minoranza che non condivide simili
impostazioni e di privarla, ponendola
di fronte a decisioni già prese, di una
libertà di scelta alla quale ha pienamente diritto.
Ogni credente deve potersi inserire
liberamente nella società e deve poter scegliere il modo che più gli si
confà per agire e testimoniare, senza
sentirsi in conflitto con la sua Chiesa.
Questa non ha alcun diritto di scegliere per lui né dì esercitare alcuna forma dì propaganda di partito né di strumentalizzarlo ai fini di questo.
Io faccio parte dì una minoranza
che politicamente non condivide le
ideologie di quel partito e mi trovo a
disagio nella Chiesa valdese di oggi
Certi articoli di stampa, certe propagande, certe crìtiche e certi giudizi
che si raccolgono nelle prediche hanno un effetto negativo su di me. L'uni
co disagio che il credente deve trova
re in una Chiesa è quello provenien
te dalla consapevolezza di aver trasgredito Tinsegnamento delle Sacre
Scritture.
Penso che rientri nelParea della libertà individuale la scelta fatta dal signor Tullio Vinay di lavorare in un
campo diverso da qiiello in cui ha
operato fino a ieri. Terrore consiste
nelTaver fatto questa scelta come « pastore valdese ». Il concetto « pastore »
è legato al concetto di gregge, di comunità e l’aggettivo « valdese » qualifica questa comunità. Il primo dovere del sig. Vinay avrebbe dovuto essere quello di porre la comunità fuori dal possibile equivoco ed al riparo
da una facile ed evidente propaganda di partito.
Forse al partito era più utile la qualifica delTuomo che Tuomo stesso. Siamo cosi rimasti tutti, nolenti o volenti, coinvolti in una situazione per molti deplorevole.
A questo punto ci si chiede : '
Come può una minoranza vivere ancora in una Chiesa che tende in continuazione di emarginarla ed a travolgerla?
Quale può essere il suo inserimento
in essa?
È vero, ci sono ancora, grazie a Dio,
dei pastori interamente dedicati alla
predicazione del solo Vangelo ed intenti a mantenere nelle comunità uno
spirito fraterno ed una viva ed operante vita cristiana; siamo loro profondamente grati, ma è la Chiesa che
deve rispondere agli interrogativi che
le vengono posti.
Come il Sinodo risolverà il problema di questa minoranza?
Graziella Perrin
Esortazioni
cadute
nel silenzio
...Ci sia permesso di aggiungere che
nel corso della discussione in seduta
plenaria nessuno dei punti sollevati
da questo ordine del giorno è stato
contestato. Non si è potuto negare che
tutti gli organi di informazione che
interessano la Chiesa Valdese hanno
una accentuazione prevalentemente di
partito politico; nessuno ha negato che
ciò abbia portato disorientamento in
molte coscienze; nessuno ha reagito
alla richiesta che la presa di posizione
politica di singoli o gruppi non deve
coinvolgere la responsabilità della nostra Chiesa. Quanto alla preghiera che
Dio voglia agire con il suo Spirito per
mantenere l’unità della Chiesa, è stata
semplicemente ignorata.
La Conferenza, forse sottovalutando la gravità della crisi, si è limitata
a respingere l’ordine del giorno con
29 contrari, 14 favorevoli e 12 astenuti, ma senza confutarlo, senza offrire
nessuna alternativa.
Roberto Nisbet
Perseveranti
nella
comunione...
(segue da pag. 1)
scono perché intendono l’Evangelo nel loro proprio linguaggio (Atti 2: 8 « Com’è che li udiamo
parlare ciascuno nel nostro proprio linguaggio natio? »). Certo i
discepoli non volevano fare di loro dei membri delle sinagoghe,
ma un nuovo popolo. Non ci si
deve meravigliare, allora, se anche
oggi molti intendono l’Evangelo
nel linguaggio non molto consueto nelle chiese della comunione
dei beni. Coloro che allora respinsero la predicazione, se la cavarono in modo molto sbrigativo,
disprezzando i discepoli: Sono
pieni di vin dolce! (Atti 2: 13),
ma Pietro spiegò che si trattava
di ben altro (Atti 2; 16 ss.). Quale delle due spiegazioni accettiamo noi oggi, dinanzi al fatto nuovo della convergenza di cristiani
e non-cristiani nella prospettiva di
vivere nella comunione? Forse oggi come allora possiamo trovarci
ad una svolta della storia, ad una
nuova effusione dello Spirito che
conduce noi credenti, come già i
discepoli di Gesù, verso prospettive a noi ignote, ma a Lui ben
chiare.
Essere obiettivi
Egregio Direttore,
ho letto con attenzione il commento
di E. Genre (« L’altra Italia ») su
l’Eco del 25/6 circa i risultati delle
votazioni alle Valli.
Mi sia permesso al riguardo di stigmatizzare la faciloneria e la mancanza
di obiettività con cui tali risultati sono
stati presentati. E ciò a prescindere
da qualsiasi considerazione personale.
Dice il Genre: «In realtà nel nostro
piccolo (cioè delle Valli) la svolta a sinistra c’è da anni ». Strana affermazione per chi, a commento delle elezioni del 1972 affermava « ... per la
Val Pellice Torientamento politico è
chiaramente di centro-destra... », dando
anche in questo caso, un’interpretazione del tutto personale dei risultati
elettorali. Per tornare alle ultime votazioni. Il Genre afferma che « ...il
PSI nelle Valli non solo ha mantenuto le sue posizioni ma si è anche migliorato (soprattutto al Senato)... ».
Il che è falso in quanto in Val Pellice (Bobbio P., Villar P., Torre P.,
Angrogna, Lusernetta, Luserna S.G.,
Rorà) il PSI ha ottenuto, per la Camera, 1607 voti a fronte dei 1822 del
1972 (—11,8%). Sarebbe stato opportuno notare che, per il Senato, il PSI
ha avuto 1956 voti (1972: 1030) con
un aumento delT89,9%, aumento chiaramente dovuto al candidato del partito in questione.
Analoga situazione risulta nella Val
Germanasca (il PSI ha ottenuto 4943
voti; nel 1972: 5398 = —8,4%).
Stupisce inoltre che E. Genre non
abbia tenutb conto di un fatto estremamente grave : il MSI in Val Pellice,
non ha subito, a differenza dei risultati nazionali, variazione alcuna ottenendo 194 voti (1972: 193 voti).
Cordiali saluti.
Ernesto Giampiccoli
A norma
di regolamento
/
Caro Sig. Tourn,
La candidatura e la successiva elezione a senatore di Tullio Vinay hanno sollevato un nugolo di discussioni.
Non sono scandalizzato della scelta di
Vinay, anche se non Tapprovo, per
motivi che ritengo inutile discutere su
« L*Eco-Luce ». Ritengo tuttavia utile che siano chiarite alcune cose: 1)
Tullio Vinay, a seguito della sua scelta, non fa più parte del Corpo Pastorale della Chiesa Valdese (art. 140 dei
RR.OO.) a meno che non si riesca a
dimostrare che il Parlamento della Repubblica Italiana è « una attività dipendente dalla Chiesa Valdese »; 2) Al
Corpo Pastorale appartengono anche i
Paratori emeriti (art. 134 RR.OO.). 3)
È chiaro, come conseguenza, che Tullio Vinay non è più Pastore e ciò non
perché sia stalo estromesso dal Cor
po Pastorale, ma semplicemente perché ne è uscito « spontaneamente »
(art. 140 RR.OO.).
Sempre a proposito di Tullio Vinay
un paio di domande. La prima alla Tavola. I vari viaggi di Vinay nel Vietnam sono stati autorizzati (art. 143
RR.OO.)? e se sì, con quali motivazioni? La seconda al Concistoro della
Chiesa di Torino. I locali della Chiesa
Valdese di Torino sono stati concessi
a Tullio Vinay per un comizio di partito. Per la Chiesa di Torino non ha
nessun valore Tart. 144 dei Regolamenti della nostra Chiesa?
Nino Rostagno
Chi è senza peccato
scagli la prima pietra
Signor Direttore,
Personalmente non conosco il pastore Vinay, ma so quanto bene ha fatto lavorando instancabilmente per il
bene del suo prossimo. Sono rimasta
sorpresa che un pastore entrasse nelle
liste comuniste, ma non è da noi a
giudicare. Gesù conversando con una
peccatrice disse ai presenti : Chi di
voi è senza peccato scagli per primo
una pietra contro lei.
Questo per dimostrare che tutti gli
uomini sono peccatori.
Penso che la decisione del pastore
Vinay sia stata una chiamata da parte di Dìo, affinché egli come fedele
servitore del Signore Gesù possa pregare guidare e dare consigli per il bene della nostra patria che attraversa
un periodo cosi difficile.
Se noi sapessimo realizzare quel vero amor cristiano con i fatti e non
solo a parole il mondo diventerebbe
molto migliore.
Tutti saremo chiamati davanti al
grande tribunale di Dio là non vi
sarà più distinzione di partito di popolo o religione perché tutti saremo i
figli di un solo Padre.
Gradisca i miei più rispettosi saluti.
Enrichetta Clot
Per rarchivio
di "Gioventù
Evangeiica”
La redazione della rivista « Gioventù Evangelica », per potere completare il proprio archivio, necessita delle
seguenti annate complete della rivista;
1947, 1948, 1949, 1950, 1951, 1952,
1954, 1958, 1959, 1960, 1961, 1962.
Si ricercano inoltre i numeri 15 (nuova serie) del 1972. Chi potesse fare dono alla rivista delle annate e dei numeri richiesti, può mettersi immediatamente in contatto con la redazione.
Via G. Manlellini n. 22/A - 00179
Roma.
Sono inoltre a disposizione raccolte
complete della rivista dal 1969 ad oggi, a lire 25.000.
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9 luglio 1976
_________GIAPPONE: INCONTRO SUL DISARMO (C.C.P.)
La corsa agli armamenti
non conosce seri ostacoli
Dal 20 al 27 giugno ho partecipato alla riunione della sottocommissione sul disarmo della
Conferenza Cristiana per la Pace.
La mia presenza a questa riunione, svoltasi in Giappone presso
l'Accademia Cristiana di Oiso
(vicino a Tokyo) si inserisce in
una serie di contatti che un gruppo di credenti italiani sta avviando con questa organizzazione
nell’intenzione di vagliare le possibilità di una futura collaborazione stabile con essa.
La riunione della sotto-commissione (che fa parte della «commissione internazionale » della
Conferenza) è iniziata con una
carrellata sulla situazione del
paese ospitante, il Giappone: in
particolare il prof. N. Shohno,
deirUniversità di Hiroshima, ha
esposto la situazione medicoscientifica di Hiroshima e Nagasaki dopo l’esplosione dell’atomica. Si è poi passati a discutere 1
vari aspetti del problema del disarmo: la situazione degli armamenti nei vari paesi, con particolare riferimento alle grandi potenze, inclusa la Cina, la corsa
agli armamenti, il commercio
delle armi, i trattati di non proliferazione, i negoziati « Salt »
tra Unione Sovietica e Stati Uniti; ed infine le iniziative pratiche
che la Conferenza Cristiana per
la Pace e i cristiani in genere
possono intraprendere in favore
del disarmo. In particolare si è
parlato dell’organizzazione di un
congresso mondiale dei cristiani
sul disarmo, e dell’appoggio che
la CCP, in quanto membro delrONU in qualità di organismo
non governativo, può dare alla
proposta di un congresso mondiale dell’ONU sul disarmo.
Sarebbe estremamente interessante soffermarsi su ciascuno di questi punti, così come
sulla discussione all’interno della riunione, sulle posizioni emerse, sulle divergenze a volte marcate. Ma per mancanza di spazio
desidero soffermarmi su un solo
aspetto affrontato: quello del
ruolo dell’opinione pubblica nel
problema del disarmo. Il professor Alan Geyer, statunitense, direttore della Facoltà di Studi
sulla pace dell’Università Colgate, ha tenuto infatti una interessante relazione su questo tema,
sottolineando che oggi la cosiddetta opinione pubblica mondiale
sembra soggiacere a un crescente
sentimento di impotenza di fronte alla corsa agli armamenti e
alle difficoltà della lotta per il
disarmo. Geyer ha cercato di
analizzare i motivi di questo crescente senso di impotenza, e tra
questi le responsabilità delle
chiese.
« In molti paesi — ha detto
Geyer — l’impegno religioso nelle controversie politiche è ufficialmente scoraggiato se non
proibito. In molti altri paesi le
chiese e i dirigenti cristiani sono
anti-politici o sembrano avere altre priorità, di tipo individualistico. Negli ultimi anni c’è stato
in molte chiese un crescente conservatorismo e una tendenza a
« privatizzare » la fede, a scapito
sia del movimento ecumenico
che del movimento per la pace.
Negli Stati Uniti, il Consiglio
Nazionale delle Chiese e la
gran parte delle denominazioni hanno ridotto sensibilmente o addirittura eliminato i
loro progetti di lavoro sulla pace e i problemi internazionali.
La preoccupazione che molte
chiese hanno per la fame nel
mondo tende ad essere non politica, staccata dalla realtà economica e dalla realtà della corsa
agli armamenti: anche se tutti
sanno che il costo di un solo sottomarino Trident (due miliardi
di dollari) è più alto del volume
totale di aiuti che annualmente
gli Stati Uniti devolvono per la
fame nel mondo. La religione
dunque può essere una delle fonti primarie delTalienazione politica e della disperazione. Forse la
professione più estrema di disperazione politica da parte di un
dirigente cristiano è quella
espressa da un ex presidente del
Consiglio Ecumenico delle Chiese, un vescovo tedesco che disse:
« La Chiesa non ha più il -potere
di guidare gli avvenimenti del
mondo. Non ho il minimo dubbio sul fatto che la bomba atomica sarà utilizzata e che il mondo si autodistruggerà. Forse
l’unico compito dei cristiani in
quest’epoca è quello di prepara
re l’umanità a morire, di amministrare T estrema unzione all’
umanità spirante ».
Nella misura in cui — conclude
Geyer — le chiese stesse intensificano questi sentimenti di impotenza e disperazione, esse diventano una parte del problema, invece di essere parte della sua
soluzione ».
La soluzione del problema ovviamente non sta nel ritornare a
una società « cristiana » (posto
che sia mai esistita): la perdita
di un certo tipo di potere da parte delle Chiese deve essere al
contrario salutata con gioia, perché essa ci permette di acquistare una nuova dimensione di essere cristiani nella società: meno « di potere » e niù « di lotta »
a fianco di tutti gli oppressi e di
tutti gli uomini di buona volontà, poiché è a questi e non ai potenti che Gesù Cristo annuncia la
sua pace.
Luca Negro
ZAMBIA
Corrispondenza dì Laura Nisbet
L’ultimo mio culto lo tenni a
Rapini, un villaggio a circa 20
km. da Chipembi. Nel 1972 questo villaggio era stato oggetto di
un interesse e d’un affetto tutto
speciale da parte del missionario Visser, ora nel Kenia. Vi andava spesso a predicare e si occupava anche d’una ragazzina
paralitica alla quale portava regolarmente dei medicinali. Aveva iniziato una scuola elementare all’aperto, frequentata da un
centinaio di barn-bini. Aveva contribuito finanziariamente per la
costruzione di un pozzo. Se questo missionario ritornasse oggi
non sarebbe molto soddisfatto
nel constatare che proprio nel
centro del villaggio hanno costruito una bettola e sulla strada
c’è un cartello con la scritta;
« Venite e godetevi della birra
fresca! ». Mi avevano avvertita
di non farmi delle illusioni e che
al culto sarebbero venute due
persone in tutto. Quando -arrivai,
due monitrici mie alunne stavano ancora spiegando la lezione,
sedute sui tronchi d’albero. Dopo
un po’ sono giunti anche degli
adulti, una decina. È stato un
culto molto buono. Ho anche
portato delle notizie del missio-'
nario Visser dal Kenia e la gente era molto interessata. Alla fine un uomo si è alzato e ha detto: « Quando scriverà a Visser
gli mandi i saluti di tutta la gente di Kopini che prega per lui ».
Alla fine del culto, che è stato
piuttosto breve perché tirava uh
vento che ti portava via, la gente
mi ha parlato del problema dei
'Testimoni di Geova. Costoro sono molto attivi qui. Non ci sono
dei bianchi con loro e bisogna
vedere come si danno da fare.
A Kopini hanno persino costruito una chiesa che è generalmente
gremita. Però impediscono ai loro bambini di frequentare la
Scuola domenicale diretta dalle
nostre monitrici.
Il Governo ha varato in questi
giorni una grande riforma scolastica. L’obbligo scolastico sarà
esteso a tutta la popolazione e
poiché non ci sono abbastanza
scuole, saranno utilizzati a questo scopo tutti gli edifici non utilizzati a tempo pieno, come le
chiese. Tutti coloro che sanno
leggere e scrivere dovranno inse
gnare gratuitamente agli altri.
Gli alunni delle nostre scuole
passeranno metà del loro tempo
a scuola, nei campi; i programmi scolastici saranno modificati
e particolare importanza verrà
data all’istruzione politica e militare. Già lo stiamo sperimentando qui a Chipembi. Per il
1980 tutte le scuole dovranno essere « zambianizzate » e gli stranieri dovranno partire. Non so
come questo sistema potrà funzionare. Sarà stato un successo
in Cina, ma anche qui dovranno
creare una polizia speciale e obbligare la gente a lavorare -col
manganello. Abbiamo discusso -di
questo problema in una riunione
di professori e ci è detto che la
testimonianza di un cristiano è
probabilmente più importante e
significativa in una scuola statale, ma certo sarà più difficile. Si
diceva anche che nelle scuole statali non ci si potrebbe neppure
immaginare una riunione di professori come la nostra. Là ciascuno pensa a sé e appena la
scuola è finita se ne va a casa
sua.
Con la stagione secca le rafie
sono quasi sparite, ma al loro
posto sono giunte la formiche. La
mia casa ne è invasa e se si sta
seduti - sulla poltrona bisogna
prendere lo sgabello sul quale
stendere le gambe. I^o messo delTinsetticida dappertutto, ma non
serve a nulla. Pazienza! Coabitiamo.
Laura Nisbet
Conferenza cristiana
per la pace
La Conferenza Cristiana per la pace è un organismo internazionale, nato nel 1958 per iniziativa di un gruppo di
professori della Facolta Teologica Comenio di Prap e
della Facoltà Teologica Evangelica Slovacca di Brpislava,
con lo scopo di «dare espressione alla responsabilità dei
cristiani per la pace, per la giustizia sociale e per una vita
degna di essere vissuta dall’uomo. ...
(...) Fondata in un momento in cui era più che mm urgente levare la propria voce contro la guerra fredda ed eliminare tensioni che minacciavano di diventare peripnpti come risultati della seconda guerra mondiale, la Conferenza Cristiana per la Pace vuole essere un luogo di incontro per i cristiani di tutto il mondo nella ricerca della volontà di Dio in ciò che concerne i problemi politici, sociali ed economici » (dallo statuto della Conferenza).
Primo presidente della Conferenza Cristiana per la Pace fu il Decano della Facoltà Comenio di Praga, il professor Joseph Hromàdka, la cui personalità e il pensiero tplogico ebbero un ruolo fondamentale nello sviluppo del lavoro dela Conferenza. L’attuale presidente è il Metropolita
Nikodim di Leningrado, della chiesa ortodossa russa ; segretario generale il pastore ungherese Kàroly Tòth.
Aderiscono alla Conferenza gran parte delle chiese potestanti e ortodosse dei paesi dell’Est europeo ; comitpi
regionali esistono inoltre negli Stati Uniti, Olanda, Innia,
Svizzera, Germania Federale, Ceylon, Sierra Leone, Nigeria Etiopia, Egitto. Il lavoro della Conferenza si articola
in una serie di organi elettivi (Comitato per la continuazione del lavoro, segreteria internazionale, ecc.) e di commissioni di studio (teologica, internazionale, politica, economica, anti-razziale, giovanile). , x.
Nel corso della sua esistenza la Conferenza ha elaborato
teologicamente una serie di questioni, i cui risultati sono
stati gradualmente adottati dalle comunità e dalle chiese
che partecipano alla Conferenza, ed in genere dal movimento ecumenico; tra queste tematiche citiamo plaborazione
delle premesse teologiche del lavoro dei « cristiani per la
pace », il problema della testimonianza del cristiano in ambiente non-cristiano. .
Fino al 1968 esisteva in Italia un comitato regionata italiano della Conferenza; in quell’anno, in seguito ad una
crisi legata ai fatti della Cecoslovachia, la maggioranza del
comitato italiano, come in altri comitati di papi pcidentali, si ritirò dalla Conferenza sciogliendo di fatto il comitato stesso. A distanza di otto anni, un gruppo di credenti
italiani sta avviando, a titolo di esperimento, dei cptpti
per verificare se esiste la possibilità e l’opportunità di riallacciare dei rapporti di tipo continuativo con la Conferenza.
Prigionieri dimenticati
Christo Yordanov Kolev (Bulgaria)
Dal giorno del suo arresto, l’8
agosto 1971, Kolev è obbligato
al domicilio coatto; risiede cioè
in una regione che non può abbandonare. È stato arrestato immediatamente dopo la sepoltura
di un membro della Federazione anarchica comunista bulgara.
In quella occasione il Kolev tenne un discorso che, verosimilmente, è diventato il suo capo
d’accusa. Non è mai stato processato. Nel 1974 è stato trasferito dal villaggio di Pet-Mogili,
nella regione di Choumen, al suo
luogo di nascita, Balvan, nel distretto di Veliko Tarnovo. Qui
non ha diritto di abbandonare
il villaggio né di parlare con
gli abitanti. Da due anni gli è
continuamente rifiutata Tauto
rizzazione di visitare la vecchia
madre di 94 anni che vive sola
a Sofia, in precarie condizioni
economiche. Kolev è un noto sindacalista la cui fama è soprattutto legata a numerose attività
antifasciste compiute durante la
seconda guerra mondiale.
Membro della Federazione anarchica comunista (FACE) e
redattore del foglio Rabotnichesko Misi (Pensiero operaio) è
stato, tra il 1930 e 1944, processato 14 volte sotto il fascismo.
Con la presa del potere del partito comunista è rimasto all’opposizione ed ha trascorso — secondo il settimanale svizzero «La
Vie Protestante» — dieci anni in
diversi campi di concentramento dove sarebbe stato torturato.
Incontro ecumenico
nel Maryland (USA) sulla pace
Restaur
alla cattedrale
ginevrina
SVIZZERA
Un innario «best seller»
Il 5 settembre nelle chiese svizzere di lingua francese entrerà in
vigore un nuovo innario; la prima edizione di questo testo, in
libreria da alcune settimane, ha
però già ottenuto un successo
straordinario ed imprevisto ;
100.000 le copie già vendute.
La raccolta di inni attualmente in uso nella Svizzera romanda
aveva già 40 anni e risultava superato sotto molti aspetti. Il
nuovo « Psaumes et cantiques »,
frutto del lavoro di una dozzina
di anni, presenta rispetto all’antico alcune innovazioni interessanti : ritornando all’uso antico
avrà gli inni con voce unica, anziché le 4 voci come la maggioranza degli innari evangelici attuali, una ampia raccolta di responsori, canti per la liturgia
più varia ed una trentina di canti di tipo nuovo per forme di
culto diverse e più moderne dell’attuale.
Dal SOEPI del mese di maggio (Bollettino di informazione
del Consiglio Ecumenico di Ginevra) si apprende che una delegazione della Conferenza cristiana per la pace ha incontrato
recentemente personalità cristiane sia protestanti che cattoliche
romane a Marriottsville nel Maryland (Stati Uniti) per discutere i problemi comuni alle rispettive chiese.
Si tratta di un nuovo passo nella collaborazione fra la Conferenza e le chiese americane dopo gli incontri analoghi avvenuti nel 1962 e nel 1974. L’incontro
è stato presieduto dal metropolita Nikodim della chiesa ortodossa russa e da M. Robert Moss
presidente della Chiesa Unita di
Cristo; hanno partecipato 42 delegati di cui 16 protestanti ed
ortodossi dei paesi dell’Est e 42
nord americani.
I Servizi di sicurezza americani avevano chiesto che questo
incontro mantenesse un carattere privato, non ne fosse cioè data notizia pubblica. Dal canto
loro i delegati americani si sono
dichiarati preoccupati dall’atteggiamento del proprio gover
no che aveva rifiutato il visto al
pastore presbiteriano Sergio Arce Martinez di Cuba.
Il tema dell’incontro è stato
dettato dalle preoccupazioni di
tutte le chiese nel mondo di oggi
di vedere la propria missione nei
rapporti con lo stato e con la
società. I responsabili sia delle
chiese dei paesi socialisti dell’Europa orientale che dell’area capitalista hanno constatato il crescere della secolarizzazione delle
rispettive società e l’emarginazione del problema religioso.
CEVAA
Scomparsa di Raapoto
Il pastore Samuele Raapoto,
presidente della Chiesa Evangelica di Polinesia francese, una
delle chiese che fanno parte
della CEvAA, è deceduto il 15
giugno a Papeete all’età di 55
anni. La sua scomparsa ha creato profonda commozione a Taiti dove era molto conosciuto e
stimato per la sua discrezione ed
il suo carattere evangelicamente
rispettoso degli altri.
La cattedrale di Ginevra, lo
storico edificio che fu per secoli
centro religioso della piccola repubblica, in cui predicarono Calvino e Teodoro di Beza, è ih cattivo stato ed occorrono urgenti
lavori di restauro. Un 10-12 milioni di franchi il costo, una diecina d’anni il tempo necessario
per rimettere tutto in ordine perfetto. Una parte dei fondi deve
essere reperito dalla chiesa ginevrina, che, a differenza delle
consorelle della Confederazione,
è separata dallo Stato e non gode perciò di sovvenzioni o di imposte ecclesiastiche.
Per reperire i fondi necessari
il comitato organizzatore ha preparato accuratamente, con la
collaborazione di migliaia di volontari, una grandiosa manifestazione nei giorni 11, 12,13 giugno.
In tutta la città si sono svolte
manifestazioni, lotterie, vendite
di beneficenza che hanno ottenuto un successo considerevole;
per tre giorni l’intera città è stata dominata dal pensiero della
« sua » cattedrale, in un sentimento, misto di fede da parte
dei credenti e di spirito tradizionale da parte dei cittadini.
4
9 luglio 1976
IL GRUPPO FGEI DI UDINE CI NARRA...
Ma quel
FRIULI, UN MESE DOPO giorno Dio
dov'era ?
La tragedia nazionale del Friuli vista da un gru
esplode si supera l’egoismo, quando il bisogno
Come al tempo di Voltaire è ancora il terremo
Sono qui raccolte le testimonianze di giovani che hanno operato nei
giorni della tragedia friulana, sui luoghi colpiti dal sisma. Esperienze diverse, ma fondamentalmente nate dalla medesima volontà
di collaborazione, che ha animato i vari gruppi. Il motivo per il
quale abbiamo deciso di svolgere questo lavoro, è di far conoscere
ad altri la vera tragedia che ha così duramente colpito il Friuli, tramite stati d'animo, modeste impressioni provate da noi del gruppo
Evangelico di Udine. Con queste esperienze si vuole invitare ad una
solidarietà da parte delle altre comunità, solidarietà più che altro
« spirituale ».
ppo di giovani evangelici - Quando la sofferenza
si manifesta nasce anche l’interessamento to a sollevare il problema di Dio
Quello che ho provato, dopo
15 giorni di esperienza nei luoghi
sinistrati, è difficile da spiegare
in poche righe, è soprattutto ancora più difficile descrivere situazioni, sensazioni di paura, di
commozione provate qui.
A Resiutta, dove attualmente
presto servizio, sembra che la situazione si stia normalizzando,
la gente si sia completamente
adagiata allo stato attuale delle
cose e sia scomparso quasi del
tutto il dolore per i molti morti.
Situazione questa, molto contrastante con quella dei primi
giorni in cui si aveva l’impressione di una tragedia totale, contro
la quale ci si sente impotenti.
In questa atmosfera di morte
ci si attacca alla vita con tutte le
forze e in tutte le maniere; ricordo un caso patetico vissuto dalla
mia squadra di disinfezione nei
giorni immediatamente successivi al sisma a Gemona; la squadra
era stata chiamata per disinfettare una stalla sotto la quale,
erano rimasti sepolti degli animali, e, si è riusciti a tirare fuori
dalle macerie un vitellino ancora
vivo, salvato dalla madre che,
per istinto, aveva fatto scudo
con il proprio corpo.
La padrona, una vecchietta, è
scoppiata in un pianto dirotto
vedendo la bestiola viva; l’unica
rimastale di ciò che prima rappresentava la sua vita: la vecchia casa, la stalla, le mucche.
La mia squadra, finita l’opera
di disinfezione delle carogne, ha
lavorato sui servizi igienici e gli
immondezzai.
La difficoltà maggiore è stata
quella di far capire agli abitanti
di non buttare le immondizie per
strada o sulle macerie, ma di
raccoglierle in luoghi comuni, per
evitare eventuali epidemie. La risposta ricevuta era quasi sempre la stessa: è inutile raccogliere i rifiuti tanto non si sa se il
giorno dopo si sarebbe ancora
vivi.
Un’altra esperienza tragica, è
stata quella avuta della caserma
GOI di Gemona, dove eravamo
stanziati provvisoriamente: tutte le camerate completamente
rase al suolo e sotto le macerie
decine di alpini morti: alcuni
dentro la branda, che spezzata
si era trasformata in una trappola mortale, altri come intenti a
scrivere, altri ancora sotto la
doccia.
Ritengo utile a questo punte
fare alcune considerazioni o meglio alcune critiche a come si sia
sviluppata la vicenda nei giorni
successivi.
Purtroppo, la situazione non è
andata migliorando, o meglio
non come spesso i giornali hanno scritto. I primi giorni, quando cioè vi era il caos quasi completo, l’iniziativa era lasciata all’individuo, e si è riusciti a fare
Uno delle migliaia di edifici
distrutti dal terremoto.
più di quello che si pensasse;
poi, man mano che le varie organizzazioni hanno preso in mano la situazione, pur essendoci
più organizzazione, le cose hanno preso, come purtroppo spesso avviene, la solita piega; cioè,
instaurazione di burocrazia, a
volte non giustificata dalla situazione, e di conseguenza crescere della speculazione; e come
se non bastasse si è cominciato
a sentire la vicinanza delle elezioni, con tutte le conseguenze
immaginabili.
Nell’ ambito militare stesso,
quando è stata lasciata l’iniziativa ai soldati, si è fatto molto, e
Ho scoperto
mio prossimo
6 maggio 1976.
Una data che rimarrà per sempre nelle menti e nei cuori di
chi ha vissuto da vicino questa
tragedia. Non posso spiegare
quello che ho provato nei primi
giorni del dramma, era un insieme di paura, sbalordimento,
paura dolore, un dolore profondo, per tutte le morti avvenute
attorno a me.
Ora a distanza di '40 giorni
circa, a mente più lucida, posso
cercare di immaginare quello
che hanno provato i Priùlanl in
questo periodo : disperazione,
sconforto, incertezza del domani, non sapere se domani ci si
sveglierà ancora. Tutte quelle
famiglie stroncate, paesi distrutti, una casa bene o male la si ricostmisce, ma una famiglia?
Questi sono problemi gravissimi, che ognuno di noi dovrebbe
prendere in considerazione.
Purtroppo non ho potuto, come i miei amici, portare un aiuto materiale nei paesi sinistrati,
per il semplice motivo che ho
un lavoro da portare avanti, dico purtroppo, perché sinceramente sarebbe piaciuto anche a
me rendermi utile in qualche prossimo.
cosa, ma posso dire in tutta
franchezza di aver sempre seguito ora per ora, minuto per
minuto lo svolgersi e il susseguirsi dei soccorsi da parte di
tantissimi volonterosi ; so perfettamente che è poca cosa in
confronto a ciò che hanno fatto
giovani provenienti da ogni parte del mondo, ma come ripeto
non mi è stato possibile fare di
più.
Fra tutte queste disgrazie, il
terremoto ha fatto una cosa giusta, almeno per quello che mi ri
guarda: mi ha fatta maturare
cioè non provo più quella distac
cata indifferenza per gli altri
ora so che cosa vuol dire amare il mio prossimo, non è una
frase fatta, ma quello che sento
in realtà, e mi auguro di cuore
che molti altri si ritrovino a
pensarla come me ; può darsi
che in futuro ci sìa meno egoismo da parte di tutti e si sia più
uniti gli uni agli altri, indipendentemente dal fattore religioso,
dal colore della pelle. Una cosa è
certa, non ci vorrebbero queste
calamità naturali per far s'i che
l’uomo, egoista per se stesso, si
trovi a considerare anche il suo
si poteva fare ancora di più se
non si fossero reinseriti gli uomini nel posto ritenuto più adatto, cioè in caserma.
Voglio comunque prendere
spunto da questo per fare un elogio ai militari che nel momento
del bisogno, hanno dimostrato
una maturità ed una voglia eccezionale di rendersi' utili, lavorando giorno e notte senza accusare stanchezza o se lo erano
continuavano a lavorare ugualmente. Gli stessi soldati, che in
caserma sembrano apatici, scansafatiche, hanno dimostrato che
se si chiede di fare qualcosa di
utile, qualcosa che possa servire,
non si tirano indietro.
Il militare che in questa occasione si è sentito in grado di dare un aiuto ad un altro, lo ha fatto volentieri, uscendo dalla indifferenza dell’ambiente della caserma; basti pensare che nel giro
di poche ore, sulle macerie vi
erano migliaia di militari e quasi tutti volontari, mentre gli altri, quelli rimasti in caserma,
hanno sofferto per essere rimasti inattivi.
Per non parlare poi degli imboscamenti di materiali, di tende partite e mai arrivate a destinazione, di chi, purtroppo, ha
sfruttato la situazione di caos
per arricchirsi alle spalle di gente che chiedeva solo un pezzo di
tela, di molta gente, non affatto bisognosa che ha arraffato
ugualmente tutto ciò che gli era
possibile. Purtroppo, anche in
questo caso, la speculazione ha
trovato un terreno ideale: costosissime gru o scavatrici che
lavorano con una lentezza esasperante impiegando diversi giorni per abbatter qualche casa,
protraendo il più a lungo possibile il lavoro; poi come se non
bastasse si sono creati enormi
conflitti con le commissioni delle
belle arti.
Altro particolare che ho notato in questi giorni, vissuti nei vari accampamenti è il comportamento, a primo avviso strano,
della gente che sembra essersi
adagiata, senza pensare o facendo finta di non pensare che tra
un po’ arriva l’inverno e in quelle condizioni è impossibile trascorrerlo; molti che avrebbero
avuto la possibilità di rendersi
indipendenti fin dai primi giorni
'’on lo hanno fatto. Q-ie«to è do
vuto, secondo quanto mi hanno
riferito alcuni del luogo alla paura che rendendosi prima indipendenti i vari soccorsi se ne andassero. Alcuni addirittura, si sono
giustificati affermando che era
inutile reagire e quindi iniziare
la ricostruzione se da un momento all’altro vi era il rischio
che tutto crollasse di nuovo. Questo è comprensibile se si cercano le ragioni di un così alto attaccamento del friulano alla propria casa ricavata con enormi
sacrifici da anni di emigrazione.
Per concludere desidero fare
ancora un’ultima constatazione
su quello che ho accennato inizialmente, cioè anche in questi
paesi si è sentita e si sente ancora la vicinanza delle elezioni
politiche, anzi forse più qui, che
pure è vietato fare propaganda
elettorale che in altri posti.
Questo ha portato ad una scissione completa nei vari paesi;
da una parte quelli pro-sindaco
e ouelli che invece lo contestano
e danno parere contrario a qualsiasi provvedimento da quell’ultimo preso, contestandogli anche
di non fare a sufficienza quello
che la situazione richiede. Come
se non bastasse, ogni partito politico, ha cercato di sfruttare la
situazione a proprio favore, attribuendosi i meriti dei vari soccorsi pervenuti; e facendo quindi della implicita propaganda
elettorale.
Situazione questa molto incresciosa, perché almeno in certe
condizioni, e questa è tutta particolare, si dovrebbe cercare di
evitare di fare del partitismo, il
quale aggrava solamente la già
precaria situazione del Friuli.
Un’ altra critica riguarda gli
aiuti; arrivavano in grande quantità: dal vestiario ai cibi, ma nei
paesi più conosciuti, quelli di cui
i giornali avevano scritto maggiormente, dimenticando o quasi
le frazioni ed i paesi magari meno colpiti ma egualmente bisognosi. Così ad esempio, in vai
Resia, la gente dopo vari giorni
era ancora senza tende ed ha
mangiato per giorni scatolette
di tonno, un pezzo di formaggio
o due uova.
Il terremoto ha portato a galla
le pecche delle organizzazioni politiche e sociali, facendo risaltare se le strutture su cui poggiano le organizzazioni civili erano
salde o meno. Sono venute alla
luce disorganizzazioni che già
prima esistevano ma che si riusciva a mascherare: la carenza
dei servizi igienici, il problema
dei rifiuti che non erano, e non
sono tuttora regolarmente ritirati. Limitarsi a far mettere cartelli di divieto sui vari immondezzai, come si faceva, non è soluzione con ravvicinarsi dell’estate
nelle tendopoli.
Solidarietà
con i
terremotati
Ricordiamo ai nostri lettori che le offerte per la ricostruzione della zona colpita del Friuli possono essere inviate alla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, mediante
c.c.p. n. 1/31882 intestato
al past. Mario Sbaffi, via
Firenze 38, Roma. I fondi
così raccolti verranno destinati alla realizzazione di
un edificio scolastico e ad
altre iniziative, compatibilmente con il fondo-sottoscrizione, prese in accordo
con le autorità regionali.
Terremoto. Una parola come
tante altre, ma che a differenza
di queste ultime incute terrore.
Un terrore che ti assale alla vista
della natura che ti si ribella intorno, senza che tu abbia il modo di placarla.
Il terremoto è vivo, reale, sempre in agguato; è runica cosa che
l’uomo non è riuscito e non riuscirà mai a dominare e domare.
Nel 1968, quando ci fu quel terribile sisma in Sicilia, io ascoltai
le notizie con tristezza, ma non
con quella solidarietà umana che
si dovrebbe provare verso i propri simili che sono morti e che al
contrario non si prova, proprio
per la natura egoistica dell’uomo.
E adesso che un terremoto altrettanto violento si è abbattuto
qui, poco lontano da me, ho cominciato a capire, a essere partecipe col cuore e con la mente
aH’immenso dolore della popolazione, a sentire come se qualche
cosa stesse morendo dentro di
me, partecipando spiritualmente
e con sofferenza a tutti i funerali che ogni giorno si svolgevano
nei paesi sinistrati.
E questa non era pietà, era dolore cieco e profondo, quasi fisico.
Mi si è chiesto di dire le mie
impressioni, ma non ne ho. Tutto quello che ho scritto fino ad
ora sono stati e sono tuttora i
miei Stati d’animo di fronte ad
una tragedia troppo grande. Si
possono esprimere impressioni
su di un incontro sportivo, su di
un omicidio, ma non su di una
catastrofe naturale che ha mietuto tante, troppe vittime.
Su di un giornale ho trovato
questo titolo, come introduzione
all’articolo: « Ma quel giorno
Dio, dov’era? ».
Anche io me lo sono chiesto,
dov’era. E mi sono anche risposta. No, non ho fatto come tanti
che Lo hanno definito ingiusto
perché ha lasciato stroncare vite
di bambini e salvato anziani, i
disegni del Signore non lo conosco e non li giudico. Preferisco
pensare che in quel momento Dio
ci girava le spalle e non si è accorto che mentre Lui non ci
guardava la natura si scatenava
contro di noi.
La scuola
ha una funzione
La situazione creatasi dopo il
sisma, mette drammaticamente
in luce tutti i gravi problemi,
dovuti all’inesperienza con cui
le autorità comunali hanno fatto
fronte alle necessità determinate
dall’emergenza.
Mancanza di prospettive serie
e organiche nella costruzione di
un piano regolatore di una città
moderna, corrispondente alle esigenze della vita contemporanea;
il difficile collegamento con gli
altri organismi spontanei dall’inchiesta popolare, hanno limitato
le capacità di intervento e di
provvedimento.
È dunque necessario, instaurare nuovi rapporti tra ente locale
e comitati di quartiere, e sotto
la spinta di questi, arrivare ad
una rapida soluzione.
Diventa necessario favorire la
ricostruzione delle comunità locali affermando che è vitale, per
la stessa ricostruzione, rinsaldare i vincoli sociali, morali, culturali ed economici delle popolazioni, colpite nei loro territori,
evitando con qualunque mezzo
ogni fenomeno di speculazione,
di cui avvertiamo già i sintomi.
Per quel che riguarda il distretto scolastico, c’è da dire che
la scuola svolge una funzione sociale, che va al di là del puro e
semplice apprendimento di dati
e teorie.
Essa può e deve diventare uno
strumento di educazione permanente, tale da facilitare al massimo l’insegnamento nelle comunità e nei rapporti con gli altri.
In seguito alla decisione presa
dal Provveditorato agli studi di
chiudere l’anno scolastico in anticipo per le zone sinistrate, s’è
venuto a creare da parte dell’organismo collegiale e degli studenti, una disponibilità che ha
permesso una reciproca collaborazione.
Qperiamp . sia attraverso dei
gruppi di fotografi, sia attraverso un lavoro di catalogazione ai
fini di una ricostruzione delle varie opere danneggiate.
Le opere recuperate vengono
portate alla chiesa di S. Francesco, dove è Stato instaurato un
vero e proprio laboratorio fotografico.
In questa esperienza vi sono
confluite tutte le varie specialità
della scuola: grafica, tessuto, legno, metalli; dando la possibilità a tutti gli studenti di organizzare un lavoro urbanistico, consistente negli interventi di pronto
soccorso e nel fornire ai comuni
e alle tendopoli, segnali stradali
e di assistenza immediata.
Questa esperienza, in cui hanno confluito le varie categorie,
ha dato luogo ad un nuovo discorso didattico, ad un contributo di tipo non occasionale ma
realistico, nel quale emerga soprattutto un discorso culturale.
5
9 luglio 1976
CONFERENZA DEL SECONDO DISTRETTO
TRE DOMANDE A:
Rilancio dei predicatori laici intervista a Mario Miegge
Dov’è il confine tra il compito del Distretto e quello dei Circuiti? Week-end teologici - Come ovviare all’emorragia pastorale - Elezioni
dei rappresentanti distrettuali all’assemblea della Federazione.
Sabato 19 e domenica 20 giugno presso la Chiesa Metodista
di via Porro Lambertenghi si è
tenuta la Conferenza Distrettuale (2° distretto), alla presenza di
un’ottantina di delegati provenienti dalle Comunità Valdo-Metodiste deiritalia Settentrionale
e della Svizzera (Valli Valdesi
escluse). I lavori si sono aperti
con la lettura e la discussione
sulle relazioni presentate dalla
Commissione Esecutiva uscente
e dalla Commissione d’Esame.
Quali compiti sono attribuibili
al Distretto e quali debbono essere invece prerogativa dei Circuiti? È un punto-chiave per realizzare un’attività valida nel rispetto delle singole autonomie.
Vi è il rischio di incrementare
notevolmente il lavoro della
Commissione Esecutiva Distrettuale, a scapito della nostra testimonianza e delle visite alle Comunità. .1 problemi esistenti vengono poi aggravati dall’« emorragia pastorale » che nel prossimo autunno si farà sentire in
modo particolare nel nostro Distretto. Specificatamente i due
grandi poli di Torino e di Milano (comprendenti oltre il 40%
dei membri di chiesa del Distretto), dove il lavoro pastorale va
incontro a maggiori difficoltà, si
troveranno privi del’organico necessario. Le responsabilità della
cura di diverse Comunità affidate ad alcuni pastori rendono
altresì impossibile un lavoro capillare nelle diaspore, già oggi
troppo isolate dalla vita e dalle
strutture comunitarie, a causa
delle distanze e delle difficoltà
di comunicazione.
Come ovviare a questa situazione? È ormai evidente che occorre rapporto sempre più frequente dei predicatori laici, nel
quadro di una nuova disciplina
comune dei ministeri (pastori,
anziani, diaconi) nelle nostre
Comunità. Ma per dare una precisa fisionomia al ruolo del predicatore laico appare necessario
che essi abbiano un’adeguata
preparazione. La C.E.D. ha proposto di organizzare incontri di
fine settimana a cui prendano
parte un certo numero di membri che si intendano impegnare
seriamente per due o tre anni,
da tenersi nei centri evangelici
del Distretto (S. Fedele, Foresteria di Venezia, Tramonti), sull’esempio dell’attività portata avanti dal «Collettivo Bonhoeffer » attivo nelle Valli Valdesi.
Il dibattito, che ha toccato anche alcuni problemi relativi alle
opere evangeliche nel Distretto
(Libreria Claudiana di Milano,
S. Fedele etc.), è stato vivace ed
interessante in ogni suo momento. Gli argomenti da discutere
erano moltissimi ed il tempo a
disposizione non è stato sufficiente per un’ampia trattazione
di ogni problema.
A questo inconveniente si ovvierà il prossimo anno, quando
la Conferenza Distrettuale avrà
a disposizione due giornate intere.
Al termine i delegati hanno
eletto i rappresentanti del Distretto alla prossima Assemblea
della Federazione delle Chiese
Evangeliche che si terrà a Bari,
nelle persone di:
Metodisti (pastori): F. Becchino, I. Carrera, G. Grimaldi,
Au. Sbaffi;
Metodisti (laici): N. De Miche
lis, G.P. Ricco, D. Venturi, R.
Vinti ;
Valdesi (pastori): G. Bogo, S.
Briante, N. Giampicoli, E. Del
Priore, Th. Soggin;
Valdesi (laici) : L. Busetto, G.
Cavazzutti, G. D’Ursi, E. Ghizzoni, L. Leone, C. Papini, M.
Soggin.
La Commissione Esecutiva Distrettuale è stata confermata in
blocco, composta da: Th. Soggin (presid.), N. De Michelis
(vicepr.), P. Bogo, E. CacciariBogo, L. Zarotti.
La Commissione di Esame sarà formata dai signori Ammenti
e Zaino.
Marco Rossi
Le donne evangeliche
organizzano rattività
Il nuovo comitato della Federazione Donne Evangeliche Italiane, (battiate, metodiste valdesi) appena creata, si è riunito
per la prima volta a Roma. Oltre l’ormai indispensabile collaborazione fra le varie denominazioni in un paese di minoranza
evangelica, si spera con questo
organismo di poter iniziare più
facilmente dei contatti con altri
gruppi femminili (es. i CAF, comitati associazioni femminili)
per portarci la nostra voce evangelica nel nome di Cristo.
Si è pensato di decentrare al
massimo il lavoro.
— Per gli incontri regionali,
fissati annualmente, oltre la auspicata creazione di FDEI regionali, si inizierà insistendo su un
aspetto del quale le chiese sono
meno informate, e impegnate: i
diritti dell’uomo. Cosi l’anno
prossimo un primo passo, partendo dall’Italia, sarà costituito
da indagini sugli ospedali psichiatrici.
— Si vedrà anche come curare
un aggiornamento biblico più
approfondito, di cui sentiamo
tutte la necessità.
— Il neo comitato, che non ha
riserve finanziarie, e deve partire da zero, desidera con queste
righe, chiedere alle rispettive
unioni delle 3 denominazioni, un
sostegno di almeno 5.000 lire (e
delle offerte libere da parte di
chi crede nella validità di questo
lavoro) da mandare entro il
Più di cinquanta i giovani
partecipanti al tradizionale campo-cadetti estivo di
Agape di quest’anno. Il tema del campo, decisamente impegnativo, è « Come vivere la
fede in Cristo nella costruzione
della nuova società ». Due lunghe ed esaurienti relazioni hanno introdotto i lavori di ricerca
e dibattito tra i campisti. Al
quinto giorno del campo è già
filosofia all’Università di Ferrara, presentava — al terzo giorno
campo — la seconda relazio: « 1956-1967 : la scelta anticapitalistica e la riscoperta della
profezia ». Il tema, simultaneamente inquadrato nella situazione internazionale, italiana e i
suoi riflessi nelle tematiche dei
campi d’Agape in quegli anni,
traduceva nell’ arco storico la
continua tensione tra fede e im
di
ne
QUI AGAPE
avviato un seminario che prende
in esame il contenuto delle relazioni e alcuni testi significativi
della riflessione protestante del
dopoguerra.
La prima relazione, tenuta dal
pastore Neri Giampiccoli, aveva
per titolo : « 1946-1956 : la riflessione aperta dalla fine della guerra e il bilancio degli anni cinquanta ». L’esposizione del Giampiccoli sviluppava sostanzialmente tre punti: l’apporto degli evangelici nella battaglia per la
libertà religiosa alla Costituente,
il « movimento d’Agape » e la riflessione teologica (giornate del
Ciabas) barthiana del dopoguerra. Mario Miegge, ordinario di
prossimo autunno alla cassiera
Letizia Sbaffl.
— Il comitato ha creduto opportuno di stendere questo ordine del giorno : « Il comitato nazionale della Federazione Donne
Evangeliche Italiane, riaffermando il principio dell’uguaglianza
di tutti i credenti senza distinzione di sesso; e constatando che
nel consiglio della FCEI le donne hanno avuto sempre una rappresentanza assolutamente inadeguata, chiede all’ assemblea
della FCEI di nominare nel nuovo consiglio un numero equo di
donne ».
Mafie-France Coïsson
A Mario Miegge (45 anni), professore ordinario di filosofia all’Università di Ferrara, segretario del M.C.S. italiano negli anni ’60 e
membro deiresecutivo mondiale, abbiamo rivolto alcune domande. Lo
abbiamo incontrato ad Agape durante una pausa della relazione che
ha tenuto al campo cadetti.
Hai scritto un libro « Il protestante nella storia » ( Claudiana W70 )
decisamente importante, che a suo tempo suscitò perplessità e
dibattito nel mondo evangelico. Oggi lo ritieni ancora vaUtìo.
Ritengo valido tutt’ora d; quel mie libro la parte che si riferisce
a Max Weber; le considerazioni sul «protestante nella, stona borghese ». Mentre, le ipotesi ecclesiologiche che prospetto in q.uelle pagine sono, in effetti, da rivedere. Ad ogni modo, bisogna ricordare,
che quel libro è stato scritto nell’epoca della contestazione ; il 68 ha
influito su quelle ipotesi. Rimane valida la distinzione ’’fratelli e
’’compagni” così come ritengo valida l’ipotesi pluralistica cne l®-sci
spazio al dibattito e alla ricerca per una crescita consapevole del
movimento. Il ’68 ormai è passato, la sua importanza è fuori discussione; credo che la fase purarnente contestativa è trascorsa; bisogna, ormai, porsi in un’ottica di governo.
Qual’è la tua opinione sulla F.G.E.I. (Federazione Giovanile Evangelica Italiana)?
La F.G.E.I., tralasciando una fase ’’parolaia”, dove prende posizione su tutto, sta acquistando una dimensione organizzativa che
deve ancora migliorare; infatti è essenziale collegare i gruppi, non
basta lanciare dichiarazioni, solo cosi, può diventare un reale luogo
di confronto e di crescita. Mi-sembra che la F G.E.I. ha preso piede
nelle Valli Valdesi e questo lo considero positivo perche può coinvolgere altre realtà. Le attività formative devono diventare centrali la gente deve esprimersi, potere confrontare le proprie esperienze. E per fare questo, posti tipo Agape diventano strumenti mdispem
sabili perché l’attività culturale e formativa, in questi anni
damentale. La discriminante non passa tra il parlare e il far®,;
ma tra il ’’parlare” che è funzionale all’oppressione e il parlare
funzionale alla crescita delle masse.
Il M.C.S. (Movimento Cristiano Studenti) come si è inserito nel
mondo giovanile evangelico italiano?
Il nrimo campo del M.C.S. si è tenuto ad Agape nel 1957. Il
M C S non aveva un’organizzazione ferrea né voleva aggiunger
alle organizzazioni parrocchiali già esistenti;
ternazionali. Méntre la F.U.V., o parte essa. Inorava P^
M.C.S. rappresentava una avanguardia sia
ne teologica che politica. Negli anni ’50, quando il M.C.S. ha fatto il
suo ingresso in Italia, rappresentava la dimensione dei contatti in
Mentre la F U V o parte li essa, lavorava per Agape,
SS era i ».mite del contatti l„».n.aion,Ui che »ricoUr^
i temi e il dibattito di alcuni campi d Agape. Con il 66 il
italiano del M C S entrerà in pieno nella gestione d Agape con la di
regione GiraTdet Oggi, si può dire, che la Federazione giovanile evangelica italiana coincida con il M.C.S., sia nelle finalità
problematica. Non a caso segretario della segone europea è
il pastore Campi la cui candidatura al segretariato e stata discuss
ed appoggiata all’interno della F.G.E.I.
XIV CIRCUITO
pegno politico come si verificava
nel dibattito e nelle scelte di una
intera generazione.
Alle relazioni è seguito un lungo dibattito fatto di domande e
interventi di chiarimento che ha
messo in luce l’interesse dei temi trattati che rappresentano il
tessuto connettivo su cui si sta
sviluppando la ricerca, in questi
giorni, dei giovani campisti.
Molte attese sono ancora due
altre relazioni; una sulla FGEI
ed un’altra sulla « svolta del
’68 ». Una prima gita, al Chapeau
d’Envie, ha piacevolmente interrotto lo studio dei primi giorni
di campo su cui riferiremo ancora nel prossimo numero.
Il 12 giugno si è tenuta a Rapolla l’Assemblea del 14° Circuito; i punti offerti alla discussione sono stati i seguenti: relazione del Consiglio di Circuito, relazione sui criteri per una disciplina comune nei ministeri delle
nostre chiese, rapporto del Comitato Permanente Metodista, situazione finanziaria, rapporti fra
14° Circuito e Federazione delle
Chiese Evangeliche di Puglia e
Lucania.
Si è discusso a lungo sulla preparazione dei laici predicatori,
problema particolarmente sentito nell’ambito del Circuito per la
carenza di pastori, ma anche per
la convinzione che i laici debbano collaborare col pastore anche per quanto riguarda la predicazione.
Altro argomento sul quale ci
si è soffermati è stato quello dei
ministeri, e su di esso l'Assemblea ha approvato un ordine del
giorno nel quale si chiede che
vengano presi in considerazione,
accanto al ministerio pastorale,
anche i ministeri interni alla
chiesa e quelli straordinari.
Si è infine deciso di collaborare strettamente con la Federazione delle Chiese Evangeliche di
Puglia e Lucania per le diverse
attività, specie per i convegni, ed
eventualmente per la preparazione dei laici.
dello Spirito Santo nel cuore di
un giovane diciottenne: Franco
Ferraresi. Allevato con gli insegnamenti della Chiesa Cattolica
Romana ha sentito la necessità
di approfondire le sue conoscenze religiose leggendo la Bibbia.
In seguito, assiduamente volle
partecipare ai nostri culti e ha
chioso al nostro Pastore di essere ammesso al corso di istruzione biblica che ha frequentato
con impegno e serietà esernplare.
Esaminato dal Consiglio di
Chiesa ha dato prova di essere
profondamente preparato. Alla
sua confermazione non ha risposto solo con il tradizionale
« si » ma al tavolo della S. Cena
si è rivolto a tutta la comunità
spiegando in cosa crede, come il
Signore gli si è rivelato e come
ha sentito di essere stato afferrato dall’amore di Dio.
Suo babbo, unico familiare
ancora vivente, era presente ed
è stato molto commosso. Tutta
la comunità pure è stata invasa
da commozione e gioia.
Come ricordo, appagando il
suo desiderio, gli è stato donato
il Dizionario Biblico.
Il Signore benedica questo
giovane fratello unitamente a
suo babbo.
Federazione
Chiese Evangeliche
PACHINO
La nostra Comunità ha preso
parte con sensibilità cristiana e
amore fraterno, inviando la somma di oltre 700.COO lire, ai terremotati del Friuli.
• Domenica di Pentecoste
non è stata per la nostra comunità una semplice ricorrenza ma
una realizzazione della discesa
I bambini dell’Asilo hanno
chiuso l’anno scolastico con una
festicciola. Il pomeriggio è trascorso lietamente in canti, dialoghi, poesie, offerta di fiori ed un
. bellissimo e perfetto numero di
Iji t N U V A tarantella siciliana con i tamburelli. Il più vivo ringraziamento
a coloro che hanno prodigatanta cura per questi bimbi
corso dell’anno.
Anche la scuola domenicale si
è chiusa con un culto che i bambini hanno preparato insieme,
sotto la guida dei loro monitori,
culto che è riuscito di edificazione per la comunità tutta.
va
to
nel
E. T.
Convegno
di studio
L’annuale convegno di Studio
organizzato dalla Federazione
delle Chiese Evangeliche Italiane .ha luogo anche quest’anno
nel mese di agosto a Torre Pellice. Diamo qui le indicazioni
essenziali :
TEMA :
La predicazione come evangelizzazione attraverso Radio e Televisione.
ORATORI :
Past. Neri Giampiccoli, per
quello che concerne le riflessioni di ordine teologico ;
Fulvio Rocco e Roberto Sbaffl, per quel che concerne i problemi tecnici.
DATA: ...
18-19 agosto con inizio alle
ore 9.30.
SEDE: , „ „
Aula sinodale della Casa valdese.
COSTO: ^ „
L. 10.000 per i due giorni, dalla
sera del 17 al pranzo del 19 (per
chi non si trattiene oltre, le camere devono essere libere nel
pomeriggio del 19).
ISCRIZIONE :
Presso Paolo Spanu,
tola 63, 10122 Torino,
53.72.83.
Termine dell’iscrizione :
gosto.
Nell’iscrizione indicare se vi
sono coniugi da sistemare in camere a due letti. Iscrìversi anche
se si partecipa senza soggiorno
ma solo prendendo i pasti; indicare quali.
via Bertel. 011/
4 a-
6
L'ECO
DELLE VALLI VALDESI
9 luglio 1976
Cronaca delle Valli
Dialogo
stantio
Merita di tornare ancora una
volta sui lavori della Conferenza Distrettuale di Villar, una volta sola prima di passare ad altri
problemi. Dominata dal dibattito
fede-politica e dalla questione di
Tullio Vinay, candidato al Senato,
si è finito col passare in secondo
piano una serie di problemi che
erano non meno interessati ed
importanti per il futuro della nostra testimonianza nell’ambito delle Valli. Si rischia così di dare poco rilievo a tutta una serie di decisioni ed Ordini del Giorno votati e discussi in quella sede. Fra
i problemi accantonati, ma non dimenticati, c’è anche quello del
rapporto con il Cattolicesimo delle diocesi pinerolesi.
Un gruppo di lavoro si è occupato nel pomeriggio di sabato 26
del tema presentando le sue conclusioni. Il documento votato al
termine del dibattito, da noi pubblicato nell’ultimo n., non dice
cose sostanzialmente nuove in
questo campo; si limita ad invitare le chiese valdesi a dialogare
con quelle cattoliche nella ricerca
di problemi concreti da risolvere
insieme.
Questo richiamo della Conferenza non è senza importanza, occorre dargli il dovuto rilievo. La
via dell’ecumenismo infatti è lunga e difficile, più di quanto sf^
creda. Alcuni anni or sono si è
creato in molti ambienti cattolici
un clima di euforia e di speranza
a questo riguardo, che è- stato un
po’ come una epidemia benevole,
simpatica e piacevole, di febbre^
ecumenica. Scoprendo per la prima volta, dopo secoli di chiusura
e di isolamento, l’esistenza ed il
senso delle comunità evangeliche
i fratelli cattolici sembravano
pronti a bruciare le tappe ed a
realizzare quei passi che il Movimento Ecumenico non era riuscito a fare nei decenni della sua
esistenza. Le acque si sono molto
raffreddate e placate e non per
colpa solo del pontificato di Paolo VI, sulle cui esili spalle si getta spesso la colpa di ogni passo
indietro e di ogni atto, gesto conservatore, ma perché la situazione^
è quella che è, la gente è quella
che è, la realtà è quella che è.
La vita è infatti sempre più difficile dei sogni, fare le cose è sempre più difficile che sognarle e
dirle.
È così accaduto che molti entusiasmi della prima ora si siano
stancati, e, delusi, siano tornati al
proprio orticello; molti sono i
cristiani della nostra generazione
che hanno finito così per guardare al problema ecumenico come
alle vicende dei films o di spettacoli in TV, si guardano ma nessuno ci crede.
Restano alcuni slogans, alcune
frasi fatte, si parla di «fratelli»,
si organizzano « incontri », si cercano le cose « che uniscono più
che quelle che dividono » ma nella realtà dei fatti non si procede
di molto.
Anche il nuovo vescovo della
diocesi di Pinerolo, di recente insediato, ha rivolto ai fratelli vaidesi il suo saluto e l’augurio che
si possa cercare insieme il cammino dell'unità. Ma il suo messaggio, per quanto sincero e meditato, sembra cadere nel silenzio di
una situazione stanca e rassegnaj ta; la politica, il rinnovamento
della DC la crescita di nuove forze giovanili, e di un fronte di neo
integrismo sembrano preoccupare
o rallegrare più che i modesti passi della marcia ecumenica, poco
appariscente e priva di grandi
successi.
>' Eppure siamo incamminati su
una strada senza ritorno, non .si
può tornare al vecchio confessionalismo, andremo avanti a piccoli
passi ma non saremo noi a tirarci
indietro. Lo abbiamo ribadito a
Villar Pellice una settimana fa.
Giorgio Toum
INCONTRO A LUSERNA S. GIOVANNI DEI « FQYERS MIXTES »
Una ricerca interconfessionale
L’incontro annuale delle coppie miste (cattolici e protestanti)
che si è tenuto dal 2 al 4 luglio a
Luserna S. Giovanni, presso la
casa delle suore missionarie di
Gesù Lavoratore, ed al quale
hanno partecipato, oltre ad alcuni preti e pastori, una diecina di
coppie francesi, svizzere ed italiane, ha esaminato, sulla scorta
di due relazioni di d. Mario Polastro e del past. Sergio Rostagno, lo sviluppo della situazione
dei matrimoni interconfessionali
specialmente nel pinerolese dal
1970 ad oggi. Se dal punto di vista del diritto le cose sono purtroppo ferme al Motu proprio
papale che è appunto del 1970,
sul piano pastorale vi sono state
nuove esperienze, che non è possibile rifiutare di prendere in
considerazione. L’assemblea ha
dunque auspicato, presente anche il Can. Ferrerò, che ha portato il saluto del nuovo vescovo
di Pinerolo, una presa di contatto tra le comunità valdese e cattolica per una migliore pastorale
dei matrimoni interconfessionali. Ha presieduto l’incontro il
prof. Marcheselli di Milano.
In serata si è svolta una tavola rotonda a Torre Pellice, presso la chiesa cattolica, suH’insegnamento religioso. Il Sac. d.
Trombotto ha esposto il risultato di un esame del nuovo materiale della conferenza episcopale
italiana per l’insegnamento biblico ai bambini.
Si sono poi ascoltate alcune re
lazioni sull’insegnamento religioso per i figli delle coppie miste
in Svizzera, a Milano e a Padova.
È seguita un’interessante discussione generale, durante la quale
è anche stato sollevato il problema dell’ora di religione nelle
scuole.
Domenica mattina le coppie
interconfessionali hanno preso
parte al culto nella chiesa valdese di Luserna S. Giovanni. Tra i
problemi aperti da questo incontro, cui purtroppo non ha potuto partecipare p. Beaupère di
Lione, c’è quello della partecipazione delle coppie francesi e quello, che c’interessa molto da vicino della partecipazione delle in
numerevoli coppie miste del Pinerolese, rappresentate in quest’ultimo incontro, nonostante le
numerose esortazioni personali,
da due sole coppie, di cui una di
simpatici fidanzatini, che avevano letto l’annuncio su un giornale, e si sono presentanti di loro
iniziativa, mossi dall’interesse di
veder chiaro nei loro problemi
(ambedue sono operai).
Già si sono fatti i primi passi
in vista di un incontro internazionale di coppie miste di un incontro di coppie miste di un centinaio di persone, normalmente
tenuto in Francia, e che nel 1978
potrebbe tenersi in sede valdese
a Torre Pellice.
Museo valdese
Ricordiamo a tutti coloro interessati a compiere
una visita al Museo Valdese l'orario di apertura :
Martedì dalle 16 alle 18
Giovedì: dalle 16 alle 18
e la prima e la terza Domenica di ogni mese sempre dalle ore 16 alle 18.
VILLAR PELLICE
Nel tempio si sono uniti in matrimonio Gérard Pierre Valentino di Aix en Provence e Olga
Cairus di Cucuruc.
Agli sposi che stabiliscono il
loro domicilio a Aix rinnoviamo
gli auguri di tutta la comunità.
TORRE PELLICE
Entro l’anno il d’Arte Moderns . Museo X
La stagione estiva di Torre
Pellice è caratterizzata ormai da
alcuni anni dalla Mostra d’Arte
Contemporanea che viene allestita sotto la solerte e competente direzione di Filippo Scroppo. Sistemata dapprima nei locali del Collegio Valdese, da al
PRAROSTINO
Festa della Resistenza
e "anfiteatro popolare
fi
Nella serata di sabato 26 e
nella giornata di domenica 27
giugno, ha avuto luogo a Prarostino, l’ormai tradizionale « Festa della Resistenza ». La ricorrenza è stata quest’anno ancor
più significativa ricorrendo il
trentennale della Repubblica.
Nelle ultime settimane era stato
allestito, a cura dell’ANPI di Pinerolo in collaborazione con la
Pro-Prarostino, un « Anfiteatro
Popolare » con un grande palco
e la capienza di un migliaio di
posti a sedere. In questo anfiteatro, sabato sera, hanno avuto
inizio le rappresentazioni teatrali che proseguiranno per tutto
il mese di luglio. I giovani della
Filodrammatica dell’Unione Giovanile Valdese di Prarostino hanno presentato una riduzione teatrale, del «Diario di Anna Frank».
Il tema trattato è quello della
persecuzione delle minoranze etniche durante l’occupazione nazista. Il dramma pur presentando la tragicità di una situazione
di oppressione e di violenza termina con una espressione di
speranza sulla volontà e sulla
capacità delle generazioni future
di ricercare la pace e la fraternità fra i popoli. Nonostante il
freddo (davvero inconsueto per
la stagione) un numeroso pubblico, ha seguito con attenzione e
interesse la rappresentazione.
Siamo lieti di comunicare che il
« Diario di Anna Frank » sarà
replicato nella serata di sabato
24 luglio.
Nella giornata domenicale, favorita da uno splendido sole, sono continuate le celebrazioni con
la cerimonia ufficiale del mattino. Come previsto dal programma, si è iniziato con l’ascolto dei
messaggi religiosi : Cattolico,
Valdese e Ebraico. Subito dopo
hanno avuto luogo i discorsi ufficiali; del Sindaco di Prarostino, del Presidente della Provincia e deirOn. Camilla Ravera ex
partigiana.
Significativo il fatto che la
manifestazione sia riuscita a raccogliere a Prarostino i Gonfaloni e le rappresentanze di Amministratori di oltre 40 Comuni.
Auguriamo alle varie Amministrazioni che questo possa essere la base per un lavoro costruttivo ed unitario nell’ambito del
Comprensorio Pinerolese.
È stata pure allestita una mostra in collaborazione con la
Pro-Pinerolo ' avente per tema,
la storia di Prarostino ieri e oggi, la Resistenza e i Lager di
sterminio.
Nel pomeriggio si è tenuto un
incontro tra ex sindacalisti del
Pinerolese per un esame della
situazione attuale e per un bilancio dei lavori svolti in questo
trentennio di Repubblica. Durante tutta la manifestazione ha funzionato un eccellente servizio di
buffe t-bar-posteggio.
Per il mese di luglio la ProPrarostino prevede un vasto programma di manifestazioni ; ricordiamo i primi appuntamenti
per sabato 10 e domenica 11 luglio.
Quel week-end vedrà realizzarsi il pfeannunziato gemellaggio
fra il nostro comune e quello di
Mont-sur-Rolle nel cantone di
Vaud. Le nostre zone sono così
simili, per tutto quello che riguarda la geografia, la storia, la
confessione religiosa da sembrare veramente « gemelle ». Zone
collinari entrambe, a coltura di
vigneto, popolazione a maggioranza protestante, caratteri culturali affini per lingua e tradizione. Ci auguriamo che l’incontro fra i prarostinesi ed i vaudesi possa essere di arricchimento per entrambi. In particolare
sarà utile per noi essere informati Sui metodi di cultura e di
lavorazione dell’uva; gli amici di
Rolle sono in questo settore indubbiamente più avanti di noi e
sanno ricavare dalla loro agricoltura da vivere come si deve.
Nella serata del sabato la Badia Corale tratterrà gli ospiti
con una serie di cori e canti, domenica 11 cerimonia ufficiale del
gemellaggio al mattino ore 10.
Nel pomeriggio esibizione di
tiro per la « Compagnia Balestrieri di Roccapiatta » e nella
serata spettacolo teatrale a cura
del Teatro Stabile di Torino, il
quale presenterà in anteprima
nazionale il lavoro ; «La religione
del profitto ».
Ulteriori informazioni sui programmi e sulle attività della
Pro-Loco li riceverete da « Radio
Coala Studio di Prarostino I »
tutti i giorni dalle 18 alle 24 sulla
F.M. mt. 100,500.
Sabato 10 sarà proiettato alle
ore 22 dopo i cori il materiale
su Prarostino ieri e oggi e una
civiltà al tramonto.
cuni anni trasferita provvisoriamente nelle Scuole in Viale Dante, offre ai turisti ed ai torresi
un appuntamento con le correnti della pittura del giorno d’oggi discusse e piene di interrogativi per i non esperti.
Si è venuta cosli a creare attraverso gli anni una coscienza
culturale, sensibile ai valori della pittura moderna, non solo,
ma anche un piccolo nucleo di
tele lasciate in dono al municipio di Torre dagli artisti espositori.
I quadri così raccolti sono stati ospitati per alcuni anni nei
locali del municipio stesso ma
non ne è stata possibile l’esposizione per mancanza di locali
adeguati. Un accordo è stato però recentemente raggiunto tra
l’Amministrazione Comunale e
la Società di Studi Valdesi; quest’ultima mettendo a disposizione alcuni locali nell’edificio del
Museo Valdese ha permesso che
si sbloccasse la situazione e si
desse l’avvio ad una piccola pinacoteca in modo da permettere la collocazione di parte del
materiale. Le sale sono in fase
di allestimento e si attende la
inaugurazione di questo piccolo
Museo d’Arte Moderna che col
locherà senza dubbio la nostra
cittadina fra quelle più vive
della Regione.
XXVII Mostra d’Arto
Contemporanea
Quest’anno la mostra presenta,
come per il passato, una ampia
rassegna della produzione artistica odierna e fornisce cosi una
occasione di aggiornamento culturale messo a disposizione del
pubblico interessato. Una parte
dell’esposizione ha anche quest’anno un carattere retrospettivo con raccolta monografica di
materiale su un momento storico della vita artistica moderna.
Il periodo scelto quest’anno è
quello del secondo Futurismo italiano.
Una sala apposita sarà riservata ai giovani artisti che avranno COS I modo di farsi conoscere
dal pubblico ; in una sala verranno raccolti i quadri offerti, come
in passato, dagli artisti presenti
in favore del costituendo museo
di Torre Pellice.
L’inaugurazione, di cui verrà
data comunicazione sul giornale
nei prossimi numeri, è prevista
per fine luglio.
SÌcàlCÓ VALDESE
Il vecchio ingresso del
Museo Valdese. Negli ultimi anni, con notevole impegno finanziario, è stato
ristrutturato sia lo stabile
che le sale del Museo. La
visita, per molti, può diventare una proficua occasione di arricchimento
culturale.
Percorrendo le sale è
possibile cogliere la continuità della storia valdese
che non cessa d'interessare né gli appassionati né il
semplice turista.
Comprensorio di Pinerolo
La D Commissione consiliare
((Programmazione e Bilancio)
del Consiglio regionale del Piemonte ha deliberato di convocare una serie di riunioni comprensoriali con rappresentanti degli
Enti locali per dibattere i contenuti della proposta di piano
regionale di sviluppo per il ’76-80.
Dopo rincontro seguiranno in
settembre le consultazioni delle
comunità locali.
Per il comprensorio di Pinerolo la riunione si terrà venerdì 16
luglio alle ore 21.
7
9 luglio 1976
CRONACA DELLE VALLI
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Le predicazioni sul tema dell’etica cristiana secondo l’Ep. agli Efesini che il pastore Taccia
terrà ai culti delle ultime tre
domeniche di luglio saranno seguite da una discussione comunitaria.
Tutti coloro che desiderano
approfondire la loro cultura religiosa sui rapporti familiari e
sociali sono invitati a fermarsi
nel tempio dopo il culto per
partecipare a questo studio in
comune.
• Nel tempio di Fra del Torno, sabato scorso, il pastore
Taccia ha unito in matrimonio
Marco Chiavia e Luciana Pellegrin della nostra comunità.
Il Signore spanda le sue benedizioni e la sua grazia su questo
nuovo focolare.
• Venerd ì pomeriggio, nella
Cappella del Rifugio C. Alberto
hanno avuto luogo i funerali delta sorella Codino Maddalena v.
Forneron, deceduta all’età di 96
anni.
Oriunda di Prarostino era ospite del Rifugio da ben 22 anni.
♦ ♦ ♦
Nei locali del Biennio Sperimentale di Luserna S. Giovanni
(via Roma, 11), dal 10 al 18 luglio, si terrà un'esposizione di
opere (pittura, disegno, ceramiche, fotografia) dei partecipanti
al concorso, indetto dalla proloco, « Aspetti di Luserna ». La
Mostra è aperta al pubblico, nei
giorni feriali dalle 20 alle 24, nei
festivi dalle 10 alle 12 e dalle 17
alle 24.
Primo circuito
La Commissione Mista valdometodista per l’integrazione ha
invitato le chiese a dibattere il
problema dei ministeri nella
chiesa. Data la situazione di « vacanze estive » in cui si trovano
le chiese, è parso opportuno avere un incontro sul piano del
circuito.
L’incontro, aperto a tutti, ma
con invito particolare ai membri
dei Concistori e ai deputati al
Sinodo, si terrà venerdì 9 luglio
alle ore 21, nei locali del presbiterio di Luserna San Giovanni.
Incontri estivi
L’annuale incontro
italo-francese del Colle della Croce si svolgerà domenica 18 luglio. Al mattino, alle
11, il culto; dopopranzo, incontro fraterno. Per la buona
riuscita della giornata molto dipende sia
dal tempo che dalla
partecipazione, speriamo viva e numerosa, all'incontro sul
confine.
FRALI
AGAPE. Un princìpio d’incendio ha bruscamente tirato giù
dai letti, domenica 4, i campisti;
per fortuna « molto fumo e poco arrosto ». Un cortocircuito si
è sviluppato sotto le panche a
muro del salone centrale. In breve tempo si è localizzato il principio d'incendio che è stato circoscritto e domato grazie al senso di responsabilità. • del campolavoro e dei campisti’.' Nel breve
incendio sono andate parzialmente distrutte quattro panche
del salone e parte dell’impianto
di traduzione insieme ad altri
cavi collaterali. L’attività del
campo è ripresa normalmente e
nei prossimi giorni inizieranno le
riparazioni.
CLUB ALPINO ITALIANO
SEZIONE VAL GERMANASCA
Nel corso dell’estate hanno
luogo in tutte le comunità incontri domenicali all’aperto, riunioni di testimonianza e di messaggi a cui tutti possono partecipare
liberamente. • Sono occasioni di
vedere fratelli in fede e di fare
passeggiate lontani daH’ìnquinamento della città. Sono occasioni
da non mancare, leggere le segnalazioni nelle cronache delle
diverse chiese.
XV Agosto
L’i ncontro del XV agosto avrà luogo quest’anno nel territorio della comunità di S. Secondo, permettendo cosi la partecipazione di fratelli delle due valli. I dettagli organizzativi saranno dati a suo tempo, per ora ci
limitiamo a dare l’indicazione generica del tema scelto per la
mattina.
È sembrato interessante avere
un dibattito sulla presenza evangelica nella RAI e Televisione,
specialmente con i due programmi del culto radio e di « Protestantesimo ». Molti sono infatti i
problemi tecnici e spirituali che
si pongono per quest’opera di
evangelizzazione e non tutti sono
oggi soddisfatti del modo con
cui vengono usati questi strumenti. Un franco dibattito permetterà di confrontare le posizioni.
ROR A’
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE
PELLICE - LUSERNA S. GIOVANNi
- LUSERNETTA - RORA'
Dal 10 al 16 luglio
Doti. ENRICO GARDIOL
Viale Trento, 12 - Torre Pellice
Tel. 91277
FARMACIE DI TURNI
Domenica 11 luglio
FARMACIA MUSTON
( Dr. Manassero )
Via della Repubblica, 25 “ 91.328
Martedì 13 luglio
FARMACIA INTERNAZIONALE
( Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374
Domenica 11 luglio
FARMACIA VASARIO
{ Dott.ssa Gaietto)
Via Roma, 7 - Tel. 90.031
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice ; Tel. 90118 - 91.273
VICILI DEL FUOCO
Torre Pellice : Tel. 91.365 - 91.300
Luserna S.G. Tel. 90.884-90.205
Sono state battezzate, al Culto
domenicale, Martina Eloisa di
Piero e di Nadia Rivoira nata a
Pinerolo e Tourn Christine di
Rinaldo e di Françoise Parisod
nata a Losanna; il Signore benedica genitori e figliuole e faccia
crescere queste in sapienza, in
statura e in grazia davanti a Lui
e davanti agli uomini,
TORRE PELLICE
Festa al Laga Verde
Proseguendo la consuetudine
degli anni scorsi, domenica 18 luglio avrà luogo la Festa al Lago
Verde (m. 2583) in alta Val Germanasca.
I soci del CAI, gli amici della
montagna e del Lago Verde sono
cordialmente invitati.
Il Presidente
S. Bessone
PERRERO
Nella sua ultima seduta, il
Consiglio comunale di Perrero si
è ancora occupato del servizio di
raccolto rifiuti, che ha richiesto
un nuovo regolamento e un aggiornamento delle tariffe. Se la
proposta del Comune verrà approvata, le nuove tariffe entreranno in vigore il 1° gennaio 1977.
Si è anche discussa la possibilità
di esentare dalla tassa i pensionati con un reddito minimo. I
sacchi di plastica per la raccolta
delle spazzature saranno forniti
dal comune al prezzo di 45 lire
per i sacchi più piccoli e di 60
lire per i più grandi.
Il Comune ha contratto un
mutuo di 52 milioni per il rifacimento delle fognature di Perrero centro, che sono ormai in
uno stato deplorevole. Gli interessi del mutuo sono a carico del
Comune per circa il 3,5% e per il
6% coperti da un contributo ottenuto in base alla legge regionale. La progettazione dell’opera
dovrà essere presentata entro sei
mesi e di questo è stato incaricato il geom. Fausto Costoli, che
assumerà anche la direzione dei
lavori.
PINEROLO
• I catecumeni del 3° e 4° anno
effettueranno una gita domenica
11 nel vallone di Subiasco, a
Bobbio. Progettata al termine
deH’ultimo incontro di Angrogna
vuole essere una occasione di
mantenere anche durante il periodo estivo i contatti in vista di
una ripresa fruttuosa del lavoro
in autunno .
• Il campo cadetti organizzato dai sig. Eynard coadiuvati da
Guido La Montagna ha avuto
luogo quest’anno al Serre di Angrogna. Dopo alcuni giorni spesi
a pulire e mettere in ordine i locali del presbiterio i 28 ragazzi
vi si sono installati trascorrendovi una settimana, dal 27 giugno al 3 luglio. Al programma
visite e gite nella vallata, di.scussioni storiche, ricerche. Una bella occasione di incontro con le
Valli.
Impegnati per l’Assemblea elettiva del 20 giugno, della quale
è stata data già relazione, abbiamo trascurato le altre notizie di
Torre Pellice e, anzitutto, il simpatico Concerto Corale organizzato dal Sotto-Comitato della
C.R.I. con la partecipazione del
Coro Alpino Val Pellice, diretto
dal .M.o Edgardo Paschetto e del
Minicoretto del Collegio Valdese
diretto da Dorina Ppyrot.
La manifestazione ha suscitato
molti consensi, non soltanto per
l’alto livello artistico • é per lo
scopo che essa si prefiggeva, ma
anche perché è risultata una festa familiare, avendo voluto esprimere una continuità nella
tradizione del canto; i giovanissimi, infatti, hanno voluto dedicare agli anziani (o meno giovani!) del Coro Alpino la espressione canora di questa continuità. Il Concerto ha avuto un intermezzo durante il quale è stato
proiettato un cortometraggio
sulla consegna da parte del Sotto-Comitato di una roulotte ad
una famiglia di terremotati. Il
flusso delle offerte per il Friuli
è continuato sia presso la CRI,
sia presso il Concistoro.
• Altri motivi di gioia sono
stati Offerti alla comunità per ì
matrimoni di Malan Renato con
Gianogllo Caterina e di Bruno
Ribotta con Lucilla Bertramino.
I genitori hanno presentato al
battesimo le sorelline Michelina
e Monica Berton.
• Sentimenti di viva solidarietà sono stati espressi alle famiglie in lutto per le improvvise
partenze di Renato Borno ed Enrico Monnet, sentimenti che vogliamo qui rinnovare, unendo ad
essi una viva partecipazione nela
preghiera alle ansie di tutti i nostri fratelli che lottano contro la
malattia.
• Se per molti sono cominciate le vacanze, la Società di Cucito non si concede riposo, perché
si intensifica il lavoro di preparazione al Bazar del Sinodo. Si
raccomanda a tutti i membri di
chiesa di mettersi a disposizir^ie
nei modi più adatti per partecipare a questa preparazione, sia
con offerte, sia con diretta collaborazione, nelle forme che saranno richieste.
• I lavori di restauro dell’organo sono cominciati e speriamo
di vederli presto conclusi. Il preannunziato concerto pro restauri
avrà luogo non appena i lavori
saranno ultimati e ne sarà data
notizia tempestivamente.
Il Comitato è sempre a disposizione per ricevere le offerte.
• Un gruppo di 18 turisti inglesi guidati dal past. Ashdown,
amico e conoscitore delle Valli
valdesi e da molti anni ospite
estivo di Torre Pellice, si trova
alla Foresteria per un soggiorno
di 10 giorni. Effettuerà un giro
di visite nelle principali località
delle Valli.
Incontro
della Resistenza
a Montoso
L'incontro annuale della Resistenza a Montoso avrà luogo
quest'anno nei giorni sabato 10
e domenica II luglio col seguente programma :
SABATO 10 LUGLIO
ore 20,30: raduno dei partecipanti davanti al municipio di
Bagnolo Piemonte.
ore 21,30: Il coro alpino
« Gruppo Amicizia » di Collegno eseguirà canti partigiani.
ore 22,30 : Fiaccolata e falò
presso il monumento.
DOMENICA 11 LUGLIO
ore 9,30: cerimonia religiosa con messa, culto evangelico,
rito ebraico.
ore 10: commemorazione del
presidente dell'Assernblea Regionale Piemonte, Pino Sanlorenzo e del comandante partigiano, med- d'argento Adriano
Bianchi.
ore 15: complessi bandistici
e canti.
AGAPE
PRAMOLLO
Siamo stati tutti profondamente colpiti dalla notizia della morte improvvisa della sorella Lina
Bounous in Long (Pellenchi), cU
anni 78, avvenuta giovedì 1° luglio; da anni era afflitta da una
completa cecità ed era stata duramente provata pochi mesi orsono dalla scomparsa prematura ed improvvisa del figlio Eli.
A tutta la famiglia in lutto rinnoviamo le più fraterne condoglianze e la nostra solidarietà
cristiana nella certezza che in
Dio solo saranno consolati.
• La Comunità ringrazia Ivana Costabel e Gianni Long che
hanno presieduto il culto della
domenica 27 giugno.
BOBBIO PELLICE
Scuola materna estiva
Durante il mese di luglio è in
funzione la scuola materna estiva. Essa è stata istituita su richiesta di alcuni genitori di Bobbio e per il fattivo interessamento delle autorità scolastiche è
stato possibile continuare per
alcuni bambini bobbìesi e alcuni
villeggianti l’importante attività.
In particolare è un aspetto interessante la possibilità di conoscenza che così si realizza tra
bambini provenienti da esperienze, anche di scuola materna,
molto diverse, quali la nostra di
piccolo comune montano e quella dei bimbi di città.
Hanno collaborato a questo
numero: Eunice Biglione,
Lamy Coisson, Dino Gardiol,
Arnaldo Genre, Giuseppe Platone, Gruppo stampa FGEI
Prarostino. Sergio Rostagno,
Ester Trohia. Evelina Vigliano, Liliana Viglielmo.
Campo giovanissimi
Età: dagli 8 ai 13 anni.
Data: 11-20 agosto.
Quota: L. 27.000 (caparra 7.000).
Lingua : italiano.
Equipe di direzione : Mirella
Pantaleo, Tamara Patussi,
Claudio Pasquet. '
L’incontro: Partendo, come
l’anno scorso, da un’inchiesta fatta con i partecipanti il campo
vuol vedere un po’ da vicino i
giochi (e i giocattoli) dei ragazzi
di paese e di città. Contro il gin
cartolo solo individuale e contro
il gioco offerto dall’industria ad
uso e consumo dei futuri compratori, vorremmo scoprire insieme dei giocattoli da costruire e
dei giochi che ci aiutino a socializzare vari aspetti delle nostre
vite.
I partecipanti sono pregati di
portarsi materiale per disegnare
e colorare. II resto del materiale (cartoni, colla, legno, corda,
ecc.) sarà procurato da Agape.
■ Ogni giorno ci sarà a cura di
Agape una merenda per i ragazzi. L’orario del camno sarà deciso e discusso con i ragazzi fin
dal primo giorno.
Indirizzo; Agape, Centro Ecumenico, 10060 Frali - Tel. 8514.
Doni prò Uliveto
Balsamo Colombo Giuseppina lire
4.000; Chiesa Valdese di Bora 15.000;
Morel Silvio (Bora) 50.000; Comunità
Valdese di San Secondo di Pinerolo
160.000.
Grazie!
Giornata mondiale
di preghiera della donna
Elenco delle collette pervenute fino
al 30 giugno 1967 versate alla YWCAUCDG. Le riunioni di preghiera sono
state interdenominazionali in parecchi centri e le collette inviate provengono da :
Bologna 40.000; Compobasso 9.000;
Catanzaro 10.000; Como 30.000: Cremona 12.000; Corato 5.000; Firenze
40.000; Genova 25.000; Isola Liri
5.000; Ivrea 30.000; Livorno 7.000;
Matera 15.000; Messina 10.000; Milano 70.000; Napoli 26.000; Padova 20
mila; Piacenza 11.000; Pordenone 10
mila; Pra e Val Germanasca 55.000;
Bapolla 6.500; Beggio Calabria 17.000;
Bimini 15.350; Boma 81.600; Salerno 18.000; S. Germano Chìsone e Val
Pellice 102.000; S. Secondo e Pinerolo 40.000; Savona 15.000; Scicli e
Pachino 21.000; Taranto 10.000; Torino 19.560; Trieste 33.200 Venosa
8.500; Vicenza 34.400.
Totale L. 852.110.
BINGBAZIAMENTO
La famiglia del Compianto
Aldo Beux
riconoscente per le prove di simpatia
ricevute, ringrazia tutti coloro che,
con la loro presenza o con scritti, hanno preso parte al suo dolore.
Un ringraziamento particolare al
doti. Bertolino, al pastore G. Conte,
alla rappresentanza benemerita dell’Arma Carabinieri in congedo, alla
famiglie Bosia. coniugi Long e parenti.
San Germano Chisone, 25 giugno 1976
8
8
9 luglio 1976
ECOLOGIA
I BERSAGLI ALLA MODA
Fanno i soldi rovinando II femminismo
e restaurando la natura
Questi mesi estivi sono quelli
tradizionalmente dedicati alle
vacanze e alle ferie, cioè sono
periodi in cui di solito siamo più
vicini e abbiamo più contatti con
la natura, magari attraverso la
mediazione di infrastrutture turistiche, non sempre felici.
L’infausta crisi economica di
cui nostro malgrado beneficiamo, limiterà certamente la durata del periodo e il numero di
persone che se ne gioveranno.
Ma a tutti voglio proporre un
contatto consapevole con la natura ed una visione critica del
suo rapporto con la società umana; anche per chi è costretto a
combattere la calura non con la
brezza marina o l’aria pura di
montagna, ma più semplicemente spalancando, la sera, le finestre della propria abitazione.
Avrete già capito che voglio
parlare di « ecologia », adèsso
che la moda per questa scienza è
passata, e che la televisione non
trasmette più settimanalmente
inchieste sull’ inquinamento di
fiumi o sulle difficoltà di sopravvivenza degli stambecchi. Ma
faccio questo, non con l’intento
di iniziare il lettore ai misteri
delle melodie mattutine degli
uccelli, ma con l’intento ben più
ingrato di indispettirlo e provocare in lui una giusta reazione
di « rabbia ».
Reazione di « rabbia » che vorrei si tramutasse nelle lettura
di un libro non più recentissimo <1972), dedicato «a coloro
che per guadagnarsi il pane devono vivere in' un habitat, che
nessun ecologo accetterebbe per
gli orsi del Parco Nazionale di
Abruzzo e gli stambecchi del
Parco Nazionale del Gran Paradiso » cioè « gli operai delle fabbriche e dei cantieri » — e come
questa dedica corrisponda al vero l’abbiamo tragicamente spe
rimentato a Prali due settimane fa.
Il libro in questione, di Dario
Paccino, è « L’imbroglio ecologico » edito da Einaudi (L. 2.400).
L’ecologia, letteralmente ’scienza della casa’, è una branca della storia naturale ed a tratti si
confonde con questa, trattando
le mutue relazioni tra le specie
biologiche e l’ambiente (che
queste specie contribuiscono a
formare). Ma l’ecologia — nessun dizionario invero lo dice —
è anche una truffa: primo perché attribuisce la responsabilità
del « disastro ecologico » verso
cui precipitiamo, (se non si corre ai ripari), ad un «uomo» generico e generale; secondo perché ha permesso ai vari responsabili — è pur vero che sono uomini — di arricchirsi ulteriormente dopo aver depredato la
natura, con i colossali impianti
tendenti a rigenerarla (e purtroppo ora necessari).
Lo spettacolo di sacchetti di
plastica (ma fatti da chi? E perché?) abbandonati sui prati dopo picnic a base di lecitina, glutammato e polifosfati (che possono provocare la formazione di
calcoli renali), è certo deplorevole e giustamente condannata
con tempestive inserzioni pubblicitarie di Pubblicità e Progresso ; ma vorrei vedere più
spesso inserzioni che additano
al pubblico disprezzo i produttori di sostanze inquinanti o esse
stesse inquinate, come gran parte degli alimenti che, quotidianamente, incoscientemente ingeriamo.
È facile dire che gli Italiani sono incivili, come spesso si sente,
ma forse, anziché additare ad
esempio la Svizzera, conviene
chiedersi come mai sussiste, e a
chi giova tuia tale situazione.
Per concludere — perché inve
SUD AFRICA
Nuove prese di posizione
Abbiamo dato notizia nell'ultimo n. del giornale delle prese di
posizione suscitate dagli avvenimenti di Soweto in campo protestante. La recisa dichiarazione
delle chiese evangeliche sudafricane, in favore delle popolazioni
non bianche e dei loro diritti, re
Indipendenti
eletti
il 20 giugno
L'agenzia ADISTA fornisce questo elenco provvisorio dei candidati indipendenti eletti nelle liste del PCI:
Senatori : Luigi Anderlini
(Umbria), Lelio Basso (Lombardia), Carlo Bernardini (Lazio),
Giuseppe Branaa- (Emilia Romagna), Paolo Brezzi (Emilia
Romagna), Carlo Galante Garrone (Piemonte), Mario Gozzini
(Toscana), Antonio Guarino
(Campania), Raniero La Valle
(Lazio), Elia Lazzari (Toscana),
Aldo Masullo (Campania), Adriano Ossicini (Lazio), Domenico Paciello (Basilicata), Nino
Pasti (Lazio), Domenico Peritore (Sicilia), Tullia Romagnoli
Carettoni (Lombardia), Angelo
Romanò (Lombardia), Vera
Squarcialupi (Lombardia), Tullio Scipione Vinay (Piemonte),
Claudio Willi (Veneto).
Deputati: Paolo Allegra (Piemonte), Giovanni Battista Carlassara (Veneto, eletto anche al
Senato, in attesa di opzione), M.
Teresa Cartoni (Marche), (fiancarla Codrignani (Emilia Romagna), Gennaro Guadagno (Campania), Giuseppe Manfredi (Piemonte), Salvatore Mannuzzu
(Sardegna), Claudio Napoleoni
(Piemonte), Piero Pratesi (Lazio), Carlo Ramella (Veneto),
Luigi Spaventa (Lombardia),
Altiero Spinelli (Lombardia),
Cesare Terranova (Sicilia).
sta un punto fermo nella testimonianza cristiana in quel paese.
A questa posizione si afìianca
di recente quella della Missione
di Basilea, una delle più antiche
ed autorevoli organizzazioni missionarie protestanti di lingua tedesca, die ha operato da oltre
un secolo nel continente africano, in particolare nei territori
anticamente colonie tedesche.
La sua Assemblea Generale, tenutasi a Basilea nella seconda
metà del mese di giugno, ha infatti votato al termine dei suoi
lavori la seguente dichiarazione:
Abbiamo saputo, con costernazione, dell’intervento delle^ forze
dell'ordine in armi contro gli
studenti neri a Johannesburg-Soweto, intervento che ha provocato il sacrificio di parecchie esistenze.
Manifestiamo la ' nostra apprensione che questi avvenimenti conducano dalle due parti ad
un approfondirsi dei rancori, una
crescente paura, un odio più profondo, ed abbiano come conseguenza sofferenze immense. Siamo perciò turbati di fronte ad
ogni atto che manifesti disprezzo della vita umana.
Solidali con tutti coloro che
soffrono e sono in posizione di
inferiorità (in questo caso i nostri fratelli neri) denunciamo
ogni forma di oppressione.
Facciamo appello pressante,
nello spirito della fede in Cristo,
a tutti i responsabili perché si
sforzino di trovare una scoluzione equa ai problemi razziali, per
quanto possano essere complessi, senza ricorrere alla violenza.
Avete rinnovato
il vostro
abbonamento?
ce di far arrabbiare il lettore mi
arrabbio io ¿t‘un piccolo aneddoto: il igrtn^pe Bernardo di
Olanda, noipi^pér essere citato
nel « libro nero » della Lookheed
ma anche presidente dèi, WWP
(World Wildlife FùhS; Fondo
internazionale per la vita selvaggia), nel marzo 1970 è stato denunciato alla magistratura per
aver cacciato in condizioni non
consentite (terreno coperto di
neve) nei pressi di Novi Ligure!
Insomma anche una mucca provoca danno ecologico brucando
erba dell’ecosistema ’’prato”, ma
coloro che non « usano di questo
mondo come se non ne usassero » (I Cor. 7: 31) sono ben altri. Ed è a questi signori che bisogna rivolgere domande di ecologia, magari con la voce un po’
alterata per la « rabbia » sopravvenuta alla lettura de « L’imbroglio ecologico ».
Buone vacanze.
Davide Babbonì
Che un problema della donna
esista, ed in modo grave, nella
società in cui viviamo è un fatto inoppugnabile, anche se si
volesse prescindere dalle manifestazioni fra il goliardico e il
velleitario di alcune frange femministe rumorose e, talvolta, poco più che folkloristiche.
Dietro queste apparenze vi sono sostanze ben serie: basti citare il problema dell’aborto, non
solo in sé ma anche come derivato di una schiavitù sessuale; o
quello della scarsezza di sussidi
sociali alle attività cui la donna
normalmente attende (primi tra
tutti gli asili e i nidi per l'infanzia); o la discriminazione spesso ingiustificata nel campo de!
lavoro e della sua retribuzione;
o il cosiddetto delitto d’onore
che si traduce nella pratica in
una assurda esaltazione del privilegio sessuale a favore deH'uomo; o la concezione ancora troppo diffusa di una pretesa inferiorità organica della donna; o il
fenomeno della prostituzione con
tutto quanto esso comporta in
termini collegati di sfruttamento
e di violenza; e così via esemplificando.
LA SEHIMANA INTERNAZIONALE
(a cura di Tullio Viola)
Da Sharpeville a Soweto
Il 16 giugno è esplosa una
rivolta nella città sudafricana di
Soweto (acronimo di « South
Western Townships »), un colossale ghetto di colore: una cittàdormitorio per più d’un milione
di negri, situata a circa 20 km.
da Johannesburg.
« Per trovare, in Sud Africa,
incidenti paragonabili a quelli
cominciati il 16 giugno, è necessario risalire indietro di oltre 16
anni, esattamente al 21.3.1960,
quando a Sharpeville la polizia,
sparando sui dimostranti di colore, ne uccise 69 (scrive A. Cambino su « L’Espresso » del 27.6).
In tutti e due i qasi, l’occasione
per le dimostrazioni conclusesi
con il massacro fu fornita da un
motivo relativamente limitato:
allora, il rifiuto di sottostare al
modo vessatorio in cui la polizia
bianca pretendeva di far rispettare la legge sui "pass” (i documenti d’identificazione che i negri sono costretti a portare sempre con loro); oggi, la protesta
contro il tentativo d’introdurre
nelle scuole negre l’insegnamento della lingua "afrikaans" ».
Il Cambino continua spiegando nei dettagli la situazione attuale del Sud Africa e mostrando che questa, aH’interno, è solo
marginalmente diversa dalla situazione di 16 anni fa. « L’unico
mutamento di rilievo è stato infatti la sostituzione dell’ "apartheid”, cioè della segregazione
razziale, pura e semplice, con la
politica denominata dello "sviluppo separato” dei gruppi etnici di diversa origine e colore. Ma
questa evoluzione non ha migliorato la sostanza delle cose: si può
anzi dire che l’ha, in qualche
misura, perfino peggiorata, perché alla sopraffazione si è unito
l'inganno. Mentre, infatti, con
V'apartheid” i negri erano sem
Paul Frelre
in Guinea-Bissau
Il prof. Paul Freire, noto pedagogo ed educatore brasiliano,
membro della commissione pedagogica del Consiglio Ecumenico delle Chiese, è stato invitato
dal governo della Guinea-Bissau
a progettare il nuovo piano di
educazione nazionale che dovrà
sostituire quello lasciato dalla
dominazione portoghese. Il progetto prevede, oltre alla riforma delle istituzioni scolastiche
esistenti, un vasto piano di alfabetizzazione.
Il prof. Freire ha già preso
contatto con le autorità del paese e con la realtà la situazione,
effettuando un ampio viaggio
di ricognizione coadiuvato da
membri dell’Istituto di Azione
culturale di Ginevra.
plicemente entità giuridicamente non esistenti, ora viene riconosciuta la loro appartenenza alle varie tribù (che sono una diecina: zulù, xsosa, ecc.), cui viene
attribuito il diritto di organizzarsi in territori autonomi (cosiddetti "bantustans”) ed in prospettiva perfino indipendenti.
L’inganno consiste nel fatto che
a questi “bantustans”, che dovrebbero diventare le “patrie” di
15 milioni di negri, è assegnata
solo una minima parte (il 13%),
e non certo la più ricca, del territorio sudafricano. Il restante
87% rimane sotto il controllo
bianco. Ed è qui che, nonostante
tutto, gli africani dovranno continuare a vivere e a lavorare.
Trasformati però in stranieri, essi potranno, non solo di fatto ma
anche di diritto, esser privati di
ogni possibilità di attività politica e di ogni protezione sociale ».
Nell'articolo di testa de «Le
Monde » (del 19.6), le circostanze
occasionali della rivolta di Soweto sono precisate come segue.
« Il rifiuto, da parte dei giovani negri, d’imparare V “afrikaans ” lingua ufficiale sud-africana insieme con l’inglese, ha valore di simbolo della resistenza
all’oppressione del “potere bianco”. Per es. il Transkei (uno dei
"bantustans”, vedi sopra), appena ottenuto (alla vigilia della sua
cosiddetta “indipendenza”) il potere di farlo, ha promosso l’educazione in inglese, lingua dagli
orizzonti infinitamente più vasti.
Al contrario, l’“afrikaans ”, lingua della minoranza al potere
(lingua resa obbligatoria, per
certe scuole, nell’insegnamento
della matematica, della storia e
della geografia), non poteva essere accettata da studenti dei licei
che, proprio per opporsi a quell’insegnamento, erano entrati in
sciopero già cinque settimane
prima.
Avvertite più volte del rischio
di scatenare un incendio, le autorità sud africane si sono tuttavia
rifiutate ("caparbiamente”, aggiungiamo noi!) di rivedere la
legge sull’insegnamento delV'afrikaans”. Il sig. Vorster, capo del
governo, deve oggi riconoscere
l’errore fatto », perché non v’è alcun dubbio che la rivolta di Soweto è arrivata, per lui, in un
bruttissimo momento.
È stato il momento del suo
viaggio in Germania, ad incontrarvi Kissinger e numerosi uomini politici europei, dai quali
tutti è stato accolto in malo modo. Insomma si può dire, con
preciso significato dei termini,
che il Sud Africa è la « cattiva
coscienza », o, più precisamente
ancora, UNA delle « cattive coscienze » dell’Occidente Capitalista. Questo ha creato il Sud
Africa, lo mantiene e lo alimenta, ma nello stesso tempo lo disprezza e l’ostacola.
Ma quale è all’interno delle
nostre Comunità la reale consistenza di questo problema? Le
apparenze sembrano ridurlo a
ben poca cosa, praticamente a
nulla. La Chiesa Metodista ha
avuto Vicepresidenti (la funzione più elevata riservata ai laici)
femminili; tra i componenti della Tavola Valdese siede da tempo almeno una sorella; tra i pastori deH’una e dell’altra Chiesa
si trovano donne; in più di una
Comunità donne svolgono attività concrete e responsabili, anche
al di fuori delle organizzazioni
esclusivamente femminili; nelle
organizzazioni giovanili più di
una donna ha posizioni di indubbio rilievo. E allora? Dobbiamo
concludere che non esiste per
noi un problema femminile, se
non per i riflessi che la organizzazione della società ha indubbiamente anche nel nostro interno?
Non pretendo di poter dare
qui una risposta definitiva né per
il sì, né per il no. Ma mi pare
che due indicazioni possono essere date.
La prima è la segnalazione di
un pericolo che dovremmo evitare, e cioè il rischio di riportare meccanicamente all’interno
delle nostre Comunità problemi
che in esse non esistono e che
possono in qualche modo essere
suscitati «artificialmente» creando «artificiali» elementi di frattura là dove non se ne sente né
la necessità né il bisogno. È un
errore che abbiamo fatto altre
volte, privilegiando elementi di
divisione, che senza dubbio esistono nella società in cui viviamo, contro gli elementi di unità
nella Fede e nella testimonianza
che dovrebbero reggere la vita
Comunitaria. Non ripetiamo tale errore attraverso un ingiustificato parallelismo tra la vita
della Società e quella delle Comunità, che dovrebbero essere
due cose ben differenti.
La seconda è la convinzione
che nel nostro ambito la soluzione del problema (nei limiti in
cui esso è sentito) sta nell’agevolare e sollecitare tutte le vocazioni, siano esse maschili o
femminili. Sappiamo tutti che il
male di cui soffrono le nostre
Comunità è proprio quello della
mancanza o della scarsezza delle vocazioni; i Ministeri sono
tanti, i chiamati a ricoprirli sempre troppo pochi. E allora ben
vengano le sorelle che si sentono pronte a servire per rendere
la loro testimonianza. Non risulta che nessuno le abbia respinte
in passato e nessuno le respingerà ih futurtí!’ B se ciò dovesse avvenire, allora sì vi sarà da battersi per una battaglia femminista
anche aH'interno delle nostre
organizzazioni e delle nostre Comunità.
Ma non poniamo, per favore,
il problema in termini di parità
numerica. La soia parità che noi
dobbiamo rispettare nell’ambito
della nostra vita di Chiese è, mi
sembra, la parità vocazionale. E
possiamo solo augurarci che lo
Spirito susciti vocazioni sia femminili che maschili... lasciando a
Lui il compito di realizzare la
parità.
Niso De Michelis
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8 luglio 1960
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