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Anno 116 - N 35
5 settembre 1980 - L. 400
Spedizione in abbonamento postale
i® Gruppo bis/70
ARCillVlO tavola valdese
10066 TORRE PELLICS
dette vaJli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
punti
I vista
IL MESSAGGIO DEL MODERATORE AL XV AGOSTO
Estate agli sgoccioli. Siamo
rientrati ed abbiamo appreso che
la grande macchina del turismo
e dell’evasione, pur girando a
ritmo ridotto, anche quest’anno
è riuscita in pochi giorni a fare
una cameflcina con decine e decine di morti sull’asfalto delle
strade italiane. Ed un altro stillicidio quotidiano toma sotto i
nostri occhi, a confermarci che
la morte non è andata in vacanza: i giovani tossicodipendenti
sempre in maggior numero,
continuano a morire. Già alla
fine di giugno di quest’anno in
Italia, le vittime dell’eroina erano più di quelle di tutto l’anno
precedente.
Recentemente il Coordinamento Nazionale contro le tossicodipendenze (di cui fan parte operatori sanitari, gruppi culturali
e di partiti democratici), promotore di una proposta di legge di
iniziativa popolare che prevede
tra l’altro la depenalizzazione delle droghe leggere e la distribuzione controllata di eroina, ha lanciato un appello all’opinione pubblica affinché al più presto in
Parlamento sia affrontato il problema dell’uso delle droghe (esistono già progetti di legge presentati da diversi grappi parlamentari) e con esso la sorte di
tantissimi giovani. Intanto un
decreto del Ministro della Sanità per riprendere l’uso dell’eroina sintetica per via orale, il metadone, anche se non libererà U
tossicodipendente dal bisogno
psicologico del « buco », ha espresso almeno un timido sforzo, seppur impreciso, di fare
qualcosa.
Ciò che invece con tutta franchezza non possiamo accettare è
la recente presa di posizione di
papa Wojtyla e dei medici cattolici nel condannare la proposta
di legge rig^uardante la depenalizzazione delle droghe leggere e la
facoltà di somministrazione controllata degli oppiacei. Due sole
osservazioni: innanzitutto dobbiamo riconoscere che l’attuale
criminalizzazione dei consumatori è ingiusta; in secondo luogo la distribuzione controllata
di oppiacei può essere il momento iniziale (non l’unico) di un
intervento molto ampio (l’hanno dimostrato i centri già operanti in Italia in questo senso)
di recupero del tossicodipendente che include la soluzione dei
suoi problemi psicologici, affettivi, sociali, il suo inserimento in
laboratori artigianali, in cooperative, ecc.
Certamente non esistono ricette pronte, postulati infallibili,
proposte risolutive, e diverse sono le opinioni che su tutta la
questione si possono avere. Ma è
chiaro che solo la mobilitazione,
non l’inerzia, di varie forze, con
diversi contributi ed esperienze,
potranno aprire una reale prospettiva di riduzione dell’incidenza dell’uso di eroina tra i giovani.
Da queste forze non sono escluse le chiese, che devono rispondere alFappello per un amore
incondizionato verso la creatura
umana. I credenti si interroghino davanti al Signore della vita
e diano in tutta umiltà ma con
fermezza la loro testimonianza,
aU’interno del contributo per la
lotta all’eroina, alle morti di
centinaia di giovani, allo sviluppo del mercato nero, all’uso di
tutte le droghe.
Daniele Busetto
Area protestante e libertà
Oltre ai membri delle nostre chiese esiste un’« area protestante » che si ricollega all evangelismo per amore di libertà - La nostra responsabilità è annunciare che Cristo è la libertà
Ho letto recentemente i risultati di una inchiesta demoscopica condotta in Francia nella
quale è stata rivolta al campione di 10.000 persone intervistate
questa domanda: « si considera
protestante? ». Raccolte le risposte e sviluppato il campione, si
è trovato che in Francia le persone che si considerano protestanti sarebbero 2 milioni, mentre nelle statistiche delle chiese
risultano essere 750.000. Intorno
aH’organizzazione delle chiese
francesi — ma questo discorso
con ogni probabilità vale anche
per noi in Italia — c’è dunque
una realtà che si potrebbe chiamare « l’area protestante », la
cui consistenza è circa di tre volte maggiore del numero delle
persone iscritte nei registri dei
protestanti francesi. Quale sarà
il motivo di questa differenza?
Non è la tradizione
Qualcuno potrà pensare; in
Francia, come del resto nelle
Valli valdesi, i protestanti hanno una storia gloriosa. Nei secoli
scorsi gli ugonotti sono stati una
parte molto rilevante della vita
francese e nel giro di 200 anni
2.200 pastori francesi sono stati
mandati a remare sulle galere
del re di Francia. Ci sarà quindi
molta gente che non è credente
ma si considera protestante perché ha dietro di sé questa storia
gloriosa. Niente affatto. L’inchiesta aveva domandato; « si con
sidera protestante perché il protestantesimo ha in Francia una
gloriosa storia di persecuzioni? »
e solo il 2% ha risposto di sì.
Non solo, ma operando un raffronto con la domanda riguardante la fede in Dio, gli organizzatori hanno potuto appurare
che tra coloro che credono in
Dio, nessuno ha detto di considorarsi protestante ^ causa della storia gloriosa del passato.
Noi certo valorizziamo la nostra
storia. Teniamo conto però di
questo dato molto preciso: di
sola tradizione non si vive.
Il gusto
della libertà
In positivo, qual è dunque il
motivo per cui ci si considera
protestanti? H 36% dell «area
protestante » ha risposto che si
considera protestante perche il
mondo evangelico è animato da
uno spirito di libertà. In Francia dunque, più di un terzo delle persone che dicono di considerarsi protestanti lo fanno perché il protestahfésimo è la religione della libertà. Leggendo
questo dato mi sono stupito e
devo dire che sono anche rimasto un po’ male, soprattutto vedendo che tra i motivi dell essere protestanti Gesù Cristo veniva solo al 4“ posto nelle risposte
dell’area più vasta, con un magro 10% delle risposte.
Ma ripensandoci mi son detto:
è davvero tanto male che in questo tempo in cui la libertà è minacciata, là democrazia è in pericolo e nessuno ha voglia di
pensare con la propria testa, è
davvero tanto male che la chiesa evangelica sia considerata la
chiesa della libertà? Q non dobbiamo, noi tutti ^angelici, considerare questo giudizio dell’opinione pubblica come l’indicazione di una occasione che ci è data? E’ su questo terreno che abbiamo da giocare la nostra testimonianza, sul terreno della libertà. Non solo ili Francia, ma
anche qui in Italia, su questo
terreno abbiamo da dire la nostra parola senza pretendere che
sia la sola parola, né che esprima totalmente la Parola di Dio,
ma pure con la consapevolezza
che su questo terreno, su questo campo missionario, noi incontriamo uomini e dorme che
in questo tempo difficile sentono
il bisogno e apprezzano il gusto
della libertà. In questo tempo in
cui la libertà diminuisce, in cui
tutti invocano l’autorità, il potere, la pena di morte, sia dunque la libertà il terreno del nostro annuncio.
La responsabilità
dei credenti
Un altro dato a fronte di questo mi sembra importante. All’interno di quest’area protestante, delineato dalle risposte
___________I CULTI MATTUTINI DELL’ASSEMBLEA SINODALE
NelVattesa dello Spirito Santo
Atti degli Apostoli cap. 2
Da una lettura attenta di questo capitolo emergono alcune
considerazioni sulla evangelizzazione.
In primo luogo si deve osservare che l'evangelizzazione qui
non è opera di un individuo isolato, ma di una comunità nel suo
insieme che all'inizio della giornata attende lo Spirito Santo. In
essa sono presenti persone di
provenienze diverse: da una parte troviamo i dodici e gli altri discepoli di Gesù e dall’a.ltra i suoi
familiari. I due gruppi avevano
avuto vicende diverse e contrastanti durante tutto il ministerio di Gesù a familiari erano arrivati al punto di ritenerlo pazzo) e si erano riconciliati da pochissimo, solo dopo la Risurrezione.
In secondo luogo dall'atteggiamento della comunità che attende la manifestazione dello Spirito, deriviamo la convinzione che
non può esservi vera evangelizzazione senza unità non formale
ma sostanziale. L'assemblea è in
attesa che lo Spirito di Dio la
invii apertamente ad annunziare
il Regno. Anche l'inizio della missione di Paolo e Barnaba, da cui
deriverà l'evangelizzazione sistematica del Mediterraneo, sarà lo
stesso: un'assemblea, ad Antiochia, riunita insieme in attesa
della volontà di Dio.
E' una simile cornunità che
viene inviata sulla piazza di Gerusalemme, in seguito sparpagliata dalla persecuzione, ma
sempre in grado di evangelizzare nell'unità. E' anche il protestantesimo italiano dei nostri
giorni formato da tante comunità locali, diverse eppure unite, in
attesa dell'azione di Dio?
L'evangelizzazione neotestamentaria è un atto collettivo,
non individualistico. Non sono
brillanti individualità che emergono, ma un gruppo alla ricerca
della volontà di Dio, mosso da
Lui per la Sua Parola. Anche nel
caso di missionari come Paolo
e Barnaba il loro legame alla
chiesa che li ha inviati è testimoniato dal frequente ritorno ad
Antiochia, cui riferiscono costantemente sulla loro azione.
Il testo è chiaro. Tutti prendono la parola ed i presenti sono colpiti dalla loro pronuncia
galilea. Il gruppo si distingue
per la sua pochezza numerica
(120 persone} e culturale, quasi
a confermare l'espressione neotestamentaria che Dio adopera le
cose pazze del mondo per svergognare le savie e le cose che
non sono per annullare le potenze del mondo. Senza cadere in
un'esaltazione dell'ignoranza che
è lontana dal mio pensiero e soprattutto sottolineando l'importanza di un'autentica preparazione, che i discepoli avevano
avuto da Gesù stesso, è necessario notare il carattere non intellettualistico dell'evangelizzazione
della chiesa primitiva.
Nel discorso di Pietro, fatto insieme con gli altri undici, notiamo le premesse di una vera evangelizzazione: un amore sincero e
reale per il proprio popolo, simile a quello che farà affermare
a Paolo che preferisce essere anatema purché il popolo si salvi.
All'amore si unisce una estrema
semplicità e una grande chiarezza. Troppe volte nelle nostre
comunità e nella nostra evangelizzazione usiamo espressioni e
termini, ricercati o appartenenti
ad una sorta di linguaggio professionale, ma non sempre comprensibili per chi ci ascolta. La
chiarezza deve essere accornpagnata da una grande Semplicità
e libertà di espressione nel presentare quell'unico tema del messaggio cristiano, che Paolo sintetizzava così: Gesù Cristo e lui
crocifìsso.
E’ la croce di Cristo, il suo essersi fatto servitore, che noi dobbiamo annunciare in un mondo
che preferisce facili trionfalismi.
Il mondo ha bisogno non di padroni ma di uomini che a loro
volta si fanno servi e accettano
Cristo come Signore e Re della
loro vita, della loro famiglia,
della loro Chiesa per compiere il
loro servizio.
Vi è d'altra parte nelle parole
di Pietro una grande autorevolezza: « Dio ha fatto Signore e
Cristo quel Gesù che voi avete
crocifìsso ».
Non è l'autorità di Pietro che
qui si esprime. Eeli non può dimenticare la sua colpa recente;
sa di avere rinnegato Gesù; non
contrappone una sua presunta
Domenico Maselli
{continua a pag .8)
Il pastore di Angrogna apre l’incontro del XV agosto prima del
messaggio del moderatore Bouchard (in secondo piano).
di coloro che si professano credenti oltre che protestanti, c’è
il nucleo centrale, la parte confessante. Qui il motivo principale dell’essere protestanti è la fede in Gesù Cristo (32%), ma la
libertà resta ugualmente quasi
altrettanto importante (29%).
Rapportato alla nostra situazione questo dato indica che quanti tra noi danno più importanza
alla fede, a Gesù Cristo, rappresentano la minoranza confessante, impegnata, credente, di una
area protestante abbastanza larga. Con quest’area abbiamo in
comune il gusto della libertà, il
cui simbolo è il 17 febbraio, la
festa valdese della libertà. Ma al
di là di questo abbiamo la responsabilità dì essere una minoranza di uomini e donne che
mettono al primo posto Gesù
Cristo, che leggono la Scrittura
e sulla base di essa rendono tertimcniarza ài mondo.
Questo è molto probabilmente l’avvenire delle nostre chiese.
Da una parte le nostre chiese
protestanti hanno in Italia una
area che va al di là delle loro
file normali e dall’altra possono
e debbono essere rigorosamente
le chiesq di Gesù Cristo. Cosa
vuol dire questo? Vuol dire affermare quanto diceva l’apostolo Paolo: « Ora il Signore è lo
Spirito e dove è lo Spirito quivi
è libertà » (2 Cor. 3: 17). E questo
vuol dire: uomini francesi o
italiani che avete qualche simpatia per i protestanti e avete sete
di libertà, avete ragione, è vero,
noi siamo la chiesa della libertà. dobbiamo esserlo anche di
più. Ma sia ben chiaro che la
libertà non si trova dentro la
chiesa, nella chiesa protestante
in particolare; la libertà è soltanto nel Signore, in un rapporto cioè con Gesù di Nazareth che
sia contemporaneamente una
confessione di fede e una pratica
di vita.
Questa è probabilmente la nostra chance, la nostra occasione
come protestanti italiani in questi anni. Che il Signore ci dia di
non perderla.
Giorgio Bouchard
2
5 settembre 1980
I LAVORI SINODALI
E' possibile rinnovare?
In im momento come l’attuale in cui si cerca di proiettarsi
al di fuori si rischia — così ha
notato nella sua introduzione al
dibattito la Commissione d’esame — di incrinare il consolidamento interno delle chiese. Sicché la Questione da risolvere era
questa: come rinnovare, rendere più partecipe la vita interna
della chiesa senza perdere di vista lo scopo esterno evangelistico?
Il dibattito che ne è seguito
si è mosso, spesso pesantemente, tra questi due poli riuscendo
poi a evidenziare alcune precise
linee d’azione come documentano le decisioni che riportiamo
in questa stessa pagina.
Nel primo anno in cui le chiese Valdesi e metodiste hanno vissuto la loro completa integrazione non poteva mancare ima vasta rassegna — come in effetti
c’è stata — delle diverse esperienze in corso. Peccato però che
nella discussione, sia mancato
l’apporto della documentazione
metodista a cui ci si sarebbe dovuti riferire con maggiore precisione, specialmente per quel
che riguarda l’esperienza delle
chiese metodiste nell’arco degli
ultimi cent’anni. L’errore, lar
montato da più parti, deriva da
un non ancora completo rodaggio nel lavorare insieme.
I laici e
la loro formazione
Si è parlato, anche con foga,
di un rilancio deUa riflessione
sui ministeri nella chiesa, di una
rivalorizzazione della assemblea
(«im reale spazio di democrazia
contro i rischi della gerarchizzazione») e dei consigli di chiesa.
Ma non può esserci reale rinnovamento nelle nostre chiese —
ha notato acutamente Gino Conte — se non si ha chiaramente
di fronte una prospettiva evangelistica capace di promuovere
un confronto a tutti i livelli. Non
ci si dovrebbe misurare solo con
la politica. Ci sono dimensioni
culturali o scientifiche, altrettanto importanti, sulle quali, come evangelici non ci siamo ancora misurati.
Nella discussione ha prevalso
1 immagine di una chiesa missionaria che non si guarda allo
specchio ma che ha costantemente di fronte l’annuncio delrEvangelo. Quasi a smorzare,
forse con eccessivo pessimismo,
questa visione ideale delle chiese
non sono mancati interventi critici sulla nostra realtà; alle Val
— ha sostenuto il giovane pastore di Perrero e Massello —
molte comunità, nel quadro generale di una mancanza di speranza, sono disgregate. Bisogna
quindi riconsiderare il ministero
tra i giovani per riscoprire una
predicazione maggiormente improntata alla speranza. Molti pastori — altra nota negativa emersa con una certa insistenza —
non hanno campi di lavoro ben
definiti, da questo derivano dispersione di forze o senso di frustrazione che finiscono per danneggiare la vita stessa delle chiese. Ma l’attenzione maggiore, nel
dibattito, è andata ai laici, alla
loro preparazione che dev’essere
sempre più qualificata, e cioè
fortemente biblica e saldamente
ancorata alla riflessione generale della chiesa. Solo cosi si eviteranno superficialità e pressapochismo che alla lunga vanificano anche le attività apparentemente migliori e ricche di successo.
Il culto, momento
dì €< ricarica »
« La Scrittura è lìi per essere
vissuta e non discussa» ha com
■m
mentato un pastore siciliano che
considerava il culto con discussione uno degli elementi negativi che si ripercuote oggi sulla
chiesa. Ma l’avvertimento non è
stato colto. Anzi da questo Sinodo, anche se non è stato detto esplicitamente, emerge l’invito a vivere con maggiore fantasia e creatività l’ora del culto
proprio come momento di confronto e di ’ricarica’ in vista della testimonianza all’esterno.
In sostanza si sono richieste
tre cose fondamentali: maggiore
mobilità delle forze disponibili
soprattutto nell’ambito dei Circuiti, più cura nella preparazione teologica e grossa attenzione
al lavoro ^ gruppo in cui i diversi ’doni’ possano concorrere
ad un reciproco arricchimento.
Da un punto di vista strettamente teologico, direi che il documento votato punta sulla riscoperta del battesimo dei credenti
e ad un loro migliore coordinamento in vista del compito evangelistico. Un compito che, anche
quest’anno, nella scala delle priorità occupa il primo posto.
Le linee di lavoro sono state
tracciate. Ora spetta alle chiese
di esaminarle ed ’incarnarle’ nella situazione storica. Ma non
tutto è cominciato in questo Sinodo. Bisogna pur dire che qualcosa c’era già prima; un lento
e progressivo rinnovamento della vita della chiesa ha già fatto
la sua strada. Si tratta di non
tornare indietro e neppure accontentarsi dei risultati raggiunti senza perdere di vista il contesto generale di riflessione che
in questi anni è andato via via
precisandosi.
Giuseppe Platone
PER IL RINNOVAMENTO DELLE CHIESE
il Sinodo,
constatato che nelle chiese iocaii, nei circuiti e nei distretti emerge sempre più chiaramente i'esigenza di un rinnovamento delia vita deila chiesa,
richiamandosi aiie iinee di rinnovamento che sono state indicate
da vari atti di Sinodi e di Conferenze Metodiste,
e in particoiare dagli atti sinodaii
20/SI/1969 e 10/SI/1970, e dai documenti deiia Conferenza Metodista
di Savona dei 1968 e di Torre Pellice dei 1976,
riafferma che il rinnovamento delia chiesa non può prescindere dalia testimonianza alla signoria di
Gesù Cristo sul mondo intero e dalla partecipazione al processo di costruzione dell'uomo nuovo,
constata che nel decennio trascorso un rinnovamento ha cominciato a
delinearsi
a) nei metodi e programmi della scuola domenicale,
b) nella sperimentazione di
nuove forme di catechismo,
c) nella maggiore partecipazione deH’assemblea durante il culto,
d) nella riflessione teologica
dei membri di chiesa a vari livelli,
ricorda a tutti i membri di chiesa
l'esortazione dell'apostolo: « vi
esorto a condurvi in modo degno
della vocazione che vi è stata rivolta » (Efes. 4: 1) e li invita a
riflettere sulle conseguenze pratiche della loro vocazione e a riprendere coscienza della portata dei
battesimo, per cui essi hanno parte
nella chiesa;
invita le chiese locali, i circuiti,
i distretti a proseguire nell'opera di
rinnovamento intrtipresa, attraverso
attuazioni concrete, anche se limitate, fungo le seguenti direzioni
di fondo;
a) riconoscimento e valorizzazione dei ministeri in tutta la varietà suscitata dai doni dello Spirito,
b) formazione biblico-teologica
dei membri dì chiesa a livello comunitario.
c) riscoperta di adeguate forme di testimonianza,
d) presa di coscienza critica
della dominante cultura « cattolica »
alia quale va contrapposto il messaggio dell'Evangelo,
e) cooperazione di tutti i ministeri attraverso la correzione eciproca, il lavoro dei gruppi, la rivalutazione dell'assemblea come momento unitario, l'utilizzazione comune dei doni di ciascuno per l'edificazione della comunità e la testimonianza nell'ambiente di vita.
CAMPO DI LAVORO
il Sinodo
dà mandato alla Tavola, d'intesa
con le CED, di predisporre sulla
base di programmi presentati dai
Consigli di Circuito, un piano organico per la sistemazione del campo
di lavoro;
invita tutti i circuiti a studiare e
sperimentare dove possibile un'impostazione collegiale dell'esercizio
del ministeri, in modo che i doni
di ciascuno possano essere messi
ai servizio di tutti.
NEI CIRCUITI
Il Sinodo
ricordando l'atto n. 3 dell'Assemblea di pastori e deputati del 21
ottobre 1693, con cui si incaricavano i pastori deile Valli Perosa e
S. Martino di curare a turno la
Chiesa di Pomaretto,
visto l'atto n. 20/CD lV/1930,
invita i consigli di circuito à stabilire un turno tra le chiese che intendano mettere il proprio pastore a
disposizione per un tempo determinato, e a studiare un piano per l'utilizzazione dei pastori resisi così disponibili, sia per la cura dì chiese
sprovviste di pastore, sia per altri
servizi per i quali dovesse rendersi
necessaria la presenza di un pastore.
FIRENZE
Il riordino regolamentare
Un invito
dal Gk>uld
Da alcuni anni il Gould ha avviato una collaborazione con i
Servizi Sociali degli Enti Pubblici e, mediante convenzioni, ospita, in convitto o in semiconvitto, diversi ragazzi presentati
dal Comune, dalla Provincia o
dal Tribunale per i minorenni di
Firenze, in aggiunta ai ragazzi
provenienti dalla diaspora evangelica italiana.
Questa diversa impostazione
richiede, per il lavoro educativo,
una preparazione sempre più
specifica e, per affermare l’identità protestante dell’opera, delle
motivazioni di impegno e di disponibilità tali da essere in grado
di sostenere un lavoro particolarmente impegnativo.
Per tutte queste ragioni vorrenuno iniziare la ricerca di nuovi educatori nelle nostre comunità.
Pensiamo che l’invito potrebbe
essere rivolto a giovani (non
giovanissimi!) diplomati o laureati, con buoni interessi nel
campo educativo, disposti ad impegnarsi per almeno due o tre
anni in questo servizio.
A tutti i suoi dipendenti il
Gould offre uno stipendio mensile che, in aggiunta all’alloggio
ed il vitto in comunità, è mediamente equiparato a quelli esistenti nel settore.
In cambio richiede un impegno ed una disponibilità senz’altro superiori al comune nella
convinzione che il recupero del
minore si effettua soprattutto
tramite il rapporto personale e
la presenza accanto a lui. Il lavoro è quindi non indifferente
ma certamente anche appassionante e interessante per gli aspetti di vita comunitaria che
comporta.
Per informazioni rivolgersi:
Gould - via de’ Serragli, 49 50124 Firenze - Tel. 055/21.25.76.
Anche quest’anno il Sinodo ha
dovuto ¡prendere varie decisioni
in materia regolamentare. A parte gli atti 42, 51, 65, con cui si è
provveduto al solito stillicidio di
quelle piccole modifiche, più o
meno coerenti, ai regolamenti
che ogni anno vengono presentate in Sinodo; e gli atti 30 e 31
che riguardano un progetto ed
uno studio inerenti ventilate
maggiori riforme, opportunamente rinviate perché "in una salutare decantazione perdano quanto di improvvisato e di non confacente contengono; il Sinodo
quest’anno — lo si può ben dire
— ha concluso quel riordino delle discipline ecclesiastiche iniziatosi, non senza qualche incertezza tra i più, 21 anni or sono.
Il cammino percorso
E’ nel 1959 infatti che sulla
spinta degli studi precedentemente condotti e degli eventi che
maturavano nell’ambiente valdese, è stato intrappreso il lungo lavoro per la riforma della disciplina generale delle chiese,
conclusosi nel 1974. Con la nuova
Disciplina generale è stato dato,
col voto conforme delle due sessioni sinodali, un riassetto confacente e coerente con i principi
cui si informa l’ordinamento valdese, alle varie strutture ecclesiastiche, uguale e paritario sia
nella zona italiana che in quella
rioplatense della Chiesa. Per
quanto concerne la zona italiana, subito dopo è stato concluso il Patto di integrazione tra le
chiese valdesi e quelle metodiste.
II Patto, approvato nel 1975, ha
trovato la sua attuazione nei vari settori della vita ecclesiastica
nel quinquennio successivo come
era stato previsto, nel corso del
quale dovevano predisporsi le
norme di attuazione in uno con
l’aggiornamentq e la revisione
della preesistente regolamentazione ecclesiastica per porre il
tutto in armonia con le istanze
insorgenti della nuova Disciplina generale, per altro accolta an
che dalle chiese metodiste integratesi nell’ordinamento valdese.
Questo complesso lavoro di risistemazione ed aggiornamento
ha richiesto complessivamente
dieci anni. Già nel 1970 era stato
rinnovato lo statuto della Tavola.
Nel 1971 veniva approvato il Documento regolamentare sul matrimonio. Poi nel 1972 era stata
la volta della nuova regolamentazione .sinodale. Quindi nel Sinodo del 1975 vennero varati il
regolamento inerente i distretti
ed i circuiti (RO. 5) ed il loro
passetto territoriale (E,F/SI/75),
il regolamento della Facoltà di
teologia e lo statuto dell’Opera
per le chiese metodiste in Italia.
Nel 1977 vennero approvati i re-,
gelamenti riguardanti le persone
nella chiesa (RO. 2), le chiese locali valdesi (RO. 4) e quelle metodiste (RO. 4M). Nel 1979 infine
il Sinodo approvò in parte il regolamento sui ministeri (RO. 3)
e quello suU’amministrazione ecclesiastica (RO. 8), i quali sono
stati completati in ogni loro parte nel Sinodo 1980 che, ultimando l’opera in corso da 21 anni,
ha varato anche il regolamento
sugli organismi settoriali (RO. 7)
e gli statuti dell’Unione predicatori locali, e della Federazione
femminile.
In tal modo il suddetto lavoro risulta oggidì ultimato, anche
se non ancora compiuto; infatti
talune questioni affrontate quest’anno rimangono tuttora aperte e dovranno essere riviste per
esigenza di coerenza.
carattere all’ordinamento stesso
in diretto rapporto con i principi
di fede che animano il comportamento delle persone ed informano i rapporti che si stabiliscono
ai sensi del detto ordinamento
ecclesiastico. Si tratta di principi
fondamentali per un verso lineari e semplici e per l’altro alla
portata di tutti poiché esprimono i criteri stessi dell'etica protestante.
Organi deliberativi
ed esecutivi
Infatti in un ordinamento qual
è quello valdese non vi è chi non
veda come debba essere osservato sotto ogni profilo il principio che distingue gli organi deliberativi da quelli esecutivi preponendo a questi persone diverse da quelle che formano i primi. Tale distinzione, oltre alla
diversità dei compiti a ciascuno
assegnati, vuole cautelare il modo con cui gli affari ecclesiastici
vengono condotti, evitando che i
controllati assumano nel contempo la veste di controllori di se
stessi o viceversa. Tale principio
necessita certamente di una più
rigorosa osservanza aH’interno
di taluni istituti od opere, come
nei confronti dei rapporti tra
ente ecclesiastico ed istituti che
ne realizzano i fini.
Contro i privilegi
Altro principio è quello che si
riflette in modo incidente anche
sul piano esterno della vita ecclesiastica, inerente al rifiuto di
ogni tipo di privilegi sia circa la
specialità dell’azione condotta,
sia circa la o le persone che la
conducono. Eppure anche quest’anno un tale principio ha dovuto soffrire delle eccezioni per
far salve le prerogative di talune persone, indubbiamente meritevoli per il loro operato, ma che
desiderano render conto del medesimo soltanto in Sinodo. Circa i principi _ occorre tener nresente che essi, in quanto tali, essendo il cardine su cui si regge
tutta la costruzione disciplinare
di una Chiesa, non possono patire eccezioni senza stabilire privilegi.
Un felice enunciato
Uno dei nostri più attenti cultori della materia disciplinare
dello scorso secolo precisava il
proprio pensiero circa un altro
principio fondamentale, invero
non molto fedelmente osservato
anche in questi ultimi tempi, con
Giorgio Pe3TOt
(co-itinua a pag. 8j
I principi generali
Nel corso di questo lungo lavoro di riordino regolamentare
sono_ stati chiariti in sede ecclesiastica e ricevuti dalle Chiese e
dal Sinodo taluni principi generali informatori dell’ordinamento valdese su cui indubbiamente
sarà necessario insistere perché
pervengano a totale maturazione
nelle assemblee e tutti si rendano conto della loro importanza
in quanto sono essi che danno
Inserto sulla dispensa
^’inserto di questa settimana sull’esenzione dall’insegnamento religioso nella scuola pubblica è destinato:
— A tutte le famiglie delle nostre chiese che hanno figli che
frequentano le scuole primarie e secondarie.
— A quanti tra cattolici e non credenti sono disponìbili ner
auargare questa opposizione al Concordato.
Perché l’inserto arrivi a destinazione è necessario l’impegno delle chiese: consigli di chiesa, scuole domenicali, gruppi giovali! e femminili, catecumeni, insegnanti e genitori.
Le chiese sono invitate a valutare il proprio fabbisogno e
aa inoltrare al più presto le loro ordinazioni. Tel. 011/655.278.
Costo dell’inserto : L. 50 la copia per un minimo di 50 copie piu 11 costo della consigliabile spedizione per espresso.
3
5 settembre 1980
APPUNTI DI VIAGGIO
TELEGRAMMA DI PROTESTA DEL CEO
La chiesa presbiteriana Vescovo metodista
in Nuova Zelanda
Accanto al tema centrale dell’evangelizzazione, il tenia complementare e altrettanto importante del rinnovamento della vita della chiesa
Trovandomi in Australia per
la Conferenza Missionaria di
Melbourne, decido di fare un
« salto » in Nuova Zelanda per
visitare quella Chiesa Presbiteriana, che è membro dell'Alleanza Riformata Mondiale. Sono tre
ore di volo; poche dopo le venti
e più che mi separano dall’Europa. Il contrasto tra i due paesi
è grande. In Australia tutto mi
fa pensare all’America per le sue
enormi dimensioni, per le pianure senza fine, appena ondulate, in cui si viaggia per ore senza che nulla cambi. In Nuova
Zelanda tutto sembra più eur<>
peo: il paesaggio è sempre delimitato da qualche montagna,
magari incappucciata di neve; le
case sono tipicamente inglesi;
anche le influenze culturali e i
commerci sono orientati quasi
tutti verso l’Inghilterra. In questo paese dai 3 milioni di abitanti e 60 milioni di pecore la
prima pagina dei giornali è dedicata al prezzo che la carne di
agnello avrà a Londra a seguito
della posizione inglese nel Mercato Comune.
Maorì e isolani
La visita alla Chiesa Presbiteriana comincia da Aukland, la
città industriale e commerciale,
dove incontro Alan Brash, ex
Segretario Generale Aggiunto del
Consiglio Ecumenico, che mi
consegna un recente documento
della sua chiesa sui problemi
razziali in Nuova Zelanda. Meno
drammatiche che in altri paesi,
le tensioni razziali esistono, tra
« europei », « maori » e « isolani » (cioè immigrati di recente
dalle isole del Pacifico). Molti di
questi ultimi sono venuti più o
meno clandestinamente e la polizia ha lasciato correre finché
c’era bisogno di mano d’opera,
poi con la crisi economica ha cominciato a fermare per la strada le persone di pelle bruna chiedendo i documenti. Quando per
sbaglio ha fermato dei cittadini
neozelandesi più scuri degli altri è scoppiato lo scandalo e la
accusa di razzismo.
A livello personale, mi dicono,
i rapporti tra individui di razze
diverse sono facili e cordiali, ma
il contrasto appare a livello sociale; il potere è nelle mani dei
bianchi e la loro cultura della
efficienza e del denaro finisce per
marginalizzare le altre culture
— degli autoctoni maori e degli
immigrati isolani — molto più
tranquille, spensierate, direi quasi più umane. Il mio primo incontro con una comunità avviene in una chiesa sulla cui facciata campeggia enorme la scritta P.I.C. (Pacific Islanders
Church, chiesa degli isolani del
Pacifico). Per due ore parliamo
delTAlleanza Riformata Mondia
le, dei suoi problemi e dei suoi
scopi: in particolare del fatto
che una rivalutazione del sacerdozio universale è il contributo
che le chiese riformate dovrebbero apportare al movimento
ecumenico attuale.
Una donna pastore
e un laico moderatore
Sono tornato a varie riprese
su questo tema in molte riunioni, anche perché la Chiesa Presbiteriana neozelandese è da anni impegnata in un progetto di
unione con varie altre chiese tra
cui l’anglicana, e perché circa
un terzo delle comunità presbi;
teriane hanno delle specie di
« patti di unità d’azione » con
chiese di altre denominazioni.
A Wellington, la capitale, mi
succede tra le altre cose di partecipare alla consacrazione di
una donna pastore. Qui, come in
molte chiese presbiteriane, le
consacrazioni non avvengono al
Sinodo, bensì nella chiesa in cui
il pastore comincia il suo ministero; la consacrazione coincide
quindi con l’insediamento. Sono
uiTicialmente associato al « pre
sbiterio » e invitato a partecipare all’imposizione delle mani.
L’atto è presieduto dal moderatore del presbiterio di Wellington, un laico, molto solenne quando legge le formule liturgiche,
ma subito pronto a intercalarle
con qualche parola di intonazione familiare rivolta alla consacranda o all’assemblea. Tutta la
cerimonia ne acquista un tono
di cordialità e di fraternità; al
paragone le nostre consacrazioni a Torre Pellice sembrano molto rigide e auliche.
Tralascio di menzionare tutte
le riunioni a cui partecipo per
ricordare soltanto la visita al
« centro comunicazioni audiovisive » della Chiesa Presbiteriana.
Mi accompagna George Dallard,
corrispondente dell’Alleanza Ri*
formata Mondiale e antico direttore del Centro; i programmi televisivi li producono negli studi
dell’ente tv, ma possiedono ugualmente uno studio abbastanza bene attrezzato, che serve soprattutto per addestrare oratori, intervistatori ecc., e fare anche a
livello televisivo quei « laboratori » che la Federazione in Italia ha organizzato varie volte per
i predicatori radiofonici.
Compartecipi
nella missione
La mia visita neozelandese termina a Christchurch, dove prendo parte ai lavori di una conferenza missionaria di 3 giorni dal
titolo « Partnership in Mission »
e predico in due culti domenicali. La città è nata intorno alla
cattedrale anglicana, ma qualche
tempo più tardi vi si è stabilita
una colonia presbiteriana che ha
preteso che tra i terreni anglicani e i propri vi fosse un larghissimo spazio vuoto. Oggi quello spazio rimane al centro della
città e costituisce un bellissimo
parco.
Gli anglicani in Nuova Zelanda rappresentano il 32 per cento
della popolazione, i presbiteriani il 23 per cento e i metodisti
il 18. Il comitato missionario
che ha promosso questo incontro è un organismo congiunto
presbiteriano-metodista: parec
chi sono i missionari che ne dipendono e che lavorano in India, Indonesia, Nuova Guinea e
isole del Pacifico. Nel corso della conferenza emerge a più riprese il contrasto tra il titolo
« partnership » (che implica corresponsabilità, reciprocità) e la
realtà delle comunità che tuttora pensano alla missione in termini paternalistici. Ma un giovane pastore delle Nuove Ebridi,
in soggiorno di studio, lo fa notare ripetutamente.
Anche in questo caso — dico
quando mi viene offerta la parola — una nuova riflessione e
una nuova pratica del sacerdozio
universale aiuterebbero i credenti a vivere Tuguaglianza anziché
ripetere nella chiesa gli schemi
gerarchici e paternalistici del
mondo.
In Nuova Zelanda non ho incontrato nessun connazionale. In
Australia invece il Jumbo che mi
riporta in Europa imbarca più
di trecento italiani; accanto a
me è seduto un giovanotto romano che fuma mentre è proibito, più in là una si^ora che torna a vedere i genitori ad Altamura, famiglie intere con bambini scalpitanti per la lunga immobilità, un vecchio contadino
a cui i figli emigrati hanno pagato il viaggio. A Fiumicino passo su uno Swissair che riporta
a Ginevra lindissimi uomini d’affari: non ho solo cambiato aereo,
ho cambiato mondo.
Aldo Comba
Il 26 agosto il vescovo della
Chiesa metodista della Bolivia
Mortimer Arias è stato prelevato
da un gruppo di persone armate
vestite in borghese che lo hanno
costretto a uscire da casa sua e
mediante un’ambulanza lo hanno fatto partire per destinazione
ignota. Non appena la notizia
è giunta al Consiglio Ecumenico
delle Chiese a Ginevra, il Segretario Generale Philip Potter ha
inviato un telegramma al Governo boliviano richiedendo che il
vescovo Arias fosse immediatar
mente rilasciato.
Mortimer Arias è uno dei maggiori leaders ecumenici delTAmerica latina. Nato in Uruguay nel
1924 egli è divenuto recentemente cittadino boliviano. È attual
mente Segretario Generale della
Conferenza delle Chiese metodiste in America latina ed è stato
inoltre nominato l’anno scorso
Segretario per l’evangelizzazione
nel Consiglio delle Chiese delTAmerica latina. In tale veste aveva compiuto ima visita di 4 settimane in Brasile da dove era
appena rientrato al momento del
rapimento. Il vescovo Arias, che
è sempre stato molto attivo nelle
questioni che riguardano l’ecumenismo, nel 1975 è stato uno degli oratori dell’Assemblea del
CEC a Nairobi.
Secondo le ultime notizie, che
raccolgono voci neU’ambiente del
CEC di Ginevra, Mortimer Arias
sarebbe detenuto nella caserma
della città di Cochabamba.
¡echi dal mondo cristiano!
a cura di ANTONIO ADAMO
Tananarive: le chiese
del Madagascar
verso l’unità
(BIP/SNOP). Le quattro Chiese principali del Madagascar
hanno costituito una nuova organizzazione ecumenica denominata Federazione delle Chiese Cristiane del Madagascar. Si tratta
della Chiesa cattolica del Madagascar, della Chiesa Episcopale
Malgasy (Anglicana), della Chiesa Luterana e della Chiesa di
Cristo del Madagascar. Con q^uesta iniziativa le quattro Chiese
non hanno voluto erigere una
super chiesa, ma desiderano uno
strumento « che ricordi ai fedeli
le esigenze dell’ Evangelo sulla
questione della fede, e alle Chiese le loro responsabilità nella
nazione e nel mondo ». Queste
Chiese si sono dichiarate pronte
ad accogliere nel loro seno « ogni
Chiesa che accetti Gesù Cristo
come Dio "e Salvatore secondo le
Scritture ».
La Bibbia nel mondo
(nev) - Nel 1979 sono state diffuse 50 milioni di copie della
Bibbia o di sue parti. Il rapporto
delTAlleanza biblica universale
per il 1979 informa inoltre che
sono attualmente in corso traduzioni in 736 lingue : di queste 160
sono realizzate in piena collaborazione con traduttori cattolici e
altri specialisti. Nel complesso
gli esperti della diffusione biblica registrano una richiesta crescente di Bibbie e anche un maggiore interesse a metterla al centro della vita delle chiese.
Congresso mondiale
battista a Toronto
(nev) - Si è svolto a Toronto
(Canada) dalT8 al 13 luglio il
Congresso mondiale battista, con
circa 20.(K)0 partecipanti, da oltre cento paesi. Tema del congresso : « Celebriamo la presenza
di Cristo per mezzo del suo spirito ».
I Congressi battisti, che sono
soprattutto momenti di incontro
e di confronto di massa, vengono convocati dalTAlleanza battista mondiale, della quale fanno
parte 115 Unioni battiate, con un
totale di circa 30 milioni di membri adulti; circa T80% di tutti i
battisti.
Nella manifestazione di chiusura il predicatore statunitense
Billy Graham ha invitato a uno
sforzo evangelistico rinnovato e
ha dichiarato di non vedere alcuna opposizione fra l’annunzio
delTevangelo e l’impegno sociale. A nuovo presidente delTAlleanza battista mondiale è stato eletto l’americano Duke
McCall. Segretario generale è il
tedesco Gerhard Claas.
L’unione dei battisti italiani è
stata rappresentata dal suo presidente, pastore Piero Bensi.
Neuchâtel: appoggio
alla petizione per il
voto agli stranieri
(SPP) ■ Il comitato del Centro
sociale protestante di Neuchâtel
appoggia la petizione delle colonie libere italiane in cui si chiede il diritto di voto per gli stranieri nelle elezioni comunali e
cantonali. Nella petizione si fa
notare che in certe condizioni,
gli stranieri beneficiano già del
diritto di voto nei comuni.
Si tratterebbe di avvicinarsi alla formula osservata nel cantone
del Jura. Anche se la misura ha
lo scopo di favorire Tintegrazione degli stranieri, il Centro sociale protestante riconosce che
la mancanza del diritto di voto
per gli stranieri non è una violazione dei diritti della persona
paragonabile al divieto della riunlficazione familiare imposta
dallo statuto degli stagionali. Si
ammette anche che l’appoggio
dato alla petizione non deriva da
una assoluta ed unica interpretazione del Vangelo. Infatti una
parte dei membri di chiesa e degli amici deE Centro non condivide la presa di posizione del Comitato.
Doccia fredda
sull’Augustana
(Christian Centuri) - Il gesuita Avery Dulles, discutendo la
Confessione Augustana alla riunione annuale del Consiglio Luterano in U.S.A. ha raffreddato
l’entusiasmo che circonda la
Confessione nel suo 450” anmversario. Ha affermato che Taccettazione del documento da parte del Vaticano «potrebbe essere di grande confusione sia per
i cattolici che per i luterani »,
in quanto molte delle sue affermazioni « contraddicono quanto
la Chiesa cattolica ha detto e fatto per molti secoli ». Dulles ha
inoltre affermato di non ritenere
possibile che la Chiesa cattolica
accetti TAugustana prima di esr
sere arrivata ad una piena riconciliazione col Luteranesimo.
MOZIONE DEL CAMPO FAMIGLIE DI ADELFIA
Contro la violenza
NOVITÀ’
Chiesa presbiteriana riformata a Cuba
CONFESSIONE DI FEDE, 1977
a cura di Sergio Eostagno
pp. 86, L. 2.600 («Brevi studi» 3)
— Che significa « credere neiravangelo di Cristo » per una
chiesa fortemente impegnata nella costruzione di una società socialista?
__L’eccezionale esperienza della Chiesa riformata di
espressa in una nuova originale «confessione di fede»
che vale la pena conoscere.
CLAUDIANA - via Pr, Tommaso 1 - 10125 Torino
c.c.p. 20780102
« Cristo ci chiama alla libertà
nell'amore e nella giustizia e coridanna tutte le violenze contrarie
al rispetto e alla libertà degli uomini ». ■ ,
Con questa motivazione il Campo famiglie del Centro giovanile
di Adelfia (Sicilia) ha preso posizione contro « i più recenti drammatici avvenimenti di natura terroristica e mafiosa (strage di Bologna, omicidio dei due carabinieri a Viterbo e, in Sicilia, gh
omicidi del Procuratore Costa e
del Sindaco di Castelvetrano) ».
L’odg denuncia questi fatti come sintomi del tentativo di sovvertire le istituzioni del paese, invita la popolazione alla riflessione e alla mobilitazione per contrastare questi tentativi, e rileva
tra le cause principali della violenza il persistere di sacche di
sottosviluppo economico e culturale e il sorgere di nuove forme
di emarginazione sociale. L’o.d.g.
termina auspicando che il messaggio cristiano dell’amore e della non violenza si affermi tra gli
uomini e che in futuro sia possibile una migliore qualità della
vita in una società più giusta.
Il Campo famiglie ha avuto
luogo dalT8 al 17 agosto con la
partecipazione di una settantina
di evangelici, cattolici e laici
provenienti soprattutto dalla Sicilia. Pur essendo un momento
di riposo, il campo ha discusso
il tema dei mezzi di comunica^
zione di massa, esaminando gli
aspetti più evidenti della manÌ7
polazione delTinformazione.
In particolare è stata sottolineata la necessità di una educazione audiovisiva per permettere
ai giovani e ai meno giovani di
saper « leggere dentro la notizia », allo scopo di indirizzare le
nuove generazioni a difendersi
dai valori spesso negativi che
vengono imposti da gruppi economici e politici, i quali spesso
non tendono a valorizzare l’uomo
nella sua integrità. _
Circa il processo educativo de»
bambino i partecipanti al campo hanno sottolineato il ruolo
sempre più importante della
scuola, alla cui gestione i genitori devono essere seriamente coinvolti. Una precisa critica è stata
avanzata nei confronti degli attuali decreti Delegati per i quali
i genitori richiedano una radicale trasformazione.
I partecipanti al campo hanno
discusso serenamente sul protestantesimo italiano e l’attualità
della Riforma.
4
5 settembre 1980
ALLE VALLI OGGI
cronaca delle valli
.UNA PAGINA DI IERI PER L’IMPEGNO DI OGGI
Mentalità La costruzione della scuola
da utenti?
Durante l’ultima seduta della
Società di studi valdesi Bruno
Bellton CI ha fra l'altro parlato
ai quei padri di famiglia di una
frazione di Bobbio Pellice che ai
dell Ottocento, convinti
della necessità di istruire i loro
figli, sacrificarono un prato e parecchie ore di lavoro per costruire una scuola, precedendo con
la loro iniziativa le benemerite
scuole quartierali di Beckwith
In confronto con quell’episodio del passato la discussione
successiva, per altri versi interessante, aveva, secondo me, un
grosso difetto: alcuni interventi
miravano a chiedere una quantità di utili iniziative « alla Società di studi valdesi », come se
questa fosse una realtà a sé e
quasi un interlocutore esterno.
Man mano che le proposte si accumulavano, io continuavo a domandarmi chi dei presenti avrebbe poi dovuto fornire il prato,
le pietre, il legname e la manc^
doperà per tutte queste belle
realizzazioni. So bene che chi
parlava erano persone che avevano collaborato attivamente alla
Vita della Società, ma il linguaggio mi ricordava quello che troppo spesso ascoltiamo e adoperiamo, senza neppure accorgercene
e che divide l’umanità in due
categorie: i fornitori e gli utenti.
Questo linguaggio e la mentauta che lo ispira mi sembrano
pericolosi. Se i fornitori sono disonesti, come spesso succede nel
mondo, accumulano ricchezze e
potere alle spalle degli utenti disarmati, che pagano ma non ricevono i servizi richiesti, non
possorio reagire efficacemente
perche non conoscono i segreti
del mestiere e si possono zittire
usando il gergo tecnico degli aduliti ai lavori, il « latinorum »
ai don Abbondio.
Se invece i fornitori lavorano
per convinzione e con vero spinto di servizio, come per fortuna succede abbastanza spesso
fra credenti, si ammazzano di
lavoro, mentre gli utenti li stanno a guardare, lodando o criticando, secondo i casi, i frutti di
un attività in cui non si sentono
airettamente impegnati.
Quante volte ce la prendiamo
con la famiglia, il matrimonio,
la scuola, l’Italia, come se tutti
questi organismi fossero costituiti solò dagli altri: noi non ci
entnamo, noi li guardiamo dal
ai fuori, dal nostro pianeta personale, in cui non si commettono mai gli errori che rimproveriamo agli altri. Dal nostro pianeta vediamo benissimo quel che
CI aspettiamo dagli altri, molto
meno bene quel che gli altri si
aspettano da noi; come faranno
gli altri a procurarci quel che ci
occorre, che difficoltà dovranno
superare, è un problema loro che
non ci riguarda.
Naturalmente questo modo di
vedere le cose non ci abbandona
quando si tratta della vita della
chiesa: l’utente che « va in chiesa» la considera appunto come
un istituzione esterna a cui ricorrere per certi servizi, battesimi, funerali, matrimoni meno
squallidi di quelli puramente burocratici in municipio, la scuola
domeriicale per i bambini (cosi
si può avere un’ora tranquilla
anche la domenica, quando non
vanno a scuola), una presenza
consolante al momento della malattia o del lutto, o nella solitudine della vecchiaia. Perciò l’utente protesta quando qualcosa
10 delude: il pastore non c'è o
non viene abbastanza spesso a
trovarlo, l’anziano di chiesa gli
ricorda che non ha mai più dato
una contribuzione o gli chiede
di impegnarsi in una determinata
attività.
Ma l’esperienza del credente è
completamente diversa, quando
ricorda che non si va in chiesa
( non per nulla i nostri padri
chiamavano tempio e non chiesa
l’edificio in cui ci si riunisce per
11 culto), ma si è chiesa tutti insieme nell’assemblea dei credenti che invocano la presenza del
Signore. E forse, andando a trovare qualcuno che sta peggio di
lui, rischierà di trovarvi quel pastore di cui, occupandosi solo di
se stesso, ha lamentato l’assenza.
Marcella Gay
Un documento della Chiesa di Bobbio testimonia di come i Valdesi dell’800 sapevano impegnarsi nell ambito della scuola - Ricordiamocene all’inizio di un nuovo anno scolastico
Molto opportunamente, al mo-_
mento di ristrutturare il Museo
Valdese di Torre Pellice, i curatori si fecero un dovere di trovare spazio e oggetti necessari
per presentare l’ambiente di una
scuoletta valdese come poteva
apparire nel secolo scorso. Contemporaneamente, cioè in occasione deirS” centenario del movimento valdese, la chiesa valdese di Angrogna inserì nel percorso classico Chanforan-Ghieisa
d’ia tana la visita alla scuoletta
degli Odin-Bertot. Con questo si
è voluto mettere in evidenza un
fatto ben noto: l’interesse che le
chiese valdesi hanno avuto per
le scuole e, indirettamennte, sottolineare la necessità di una salda preparazione culturale.
Normalmente, a proposito di
quasi tutte le scuolette che sorgono nei vari quartieri delle Valli, si sottolinea l'azione che il
gperale Charles Beckwith compì nel sensibilizzare i valdesi in
questa direzione e non si dimenticano gli aiuti finanziari da lui
foniiti. E questo è indubbiamente esatto, veramente egli operò
con molta energia ed avvedutezza per dotare ogni quartiere di
un locale scolastico luminoso ed
accogliente e soprattutto di maestri preparati. Perciò, a sue spese, riuscì ad avviare a Losanna
un certo numero di ragazzi intelligenti, in modo che la loro
preparazione fosse meno approssimativa di quanto era stata
quella dei maestri di quartiere
fino ad allora.
Tuttavia, già prima delTarrivo
di Beckwith alle Valli, vi sono
dei segni di un interesse « spontaneo » per l'organizzazione scolastica. Nell’archivio del Concistoro di Bobbio Pellice c’è un
documento che merita di essere
conosciuto, sia per il contenuto,
sia per il momento particolare
in cui è stato redatto. _
Tutti consenzienti
E’ un verbale che inizia con
queste parole: « Noi sottoscritti
abbiamo fatto un accordo con
Eliseo Catalin di Paolo per costruire una scuola alTAbses per
1 istruzione dei fanciulli ». Seguono dettagliate condizioni dell’accordo, per cui il Catalin offre il
terreno su cui si deve costruire
la scuola e gli altri particolari
sostengono le spese di costruzione e si impegnano per l’avvenire
a pagare le imposte sui fabbricati. Rimarrà al donatore del
terreno la possibilità di sopraelevazione, naturalmente a sue
spese, avendo riguardo nella
eventuale costruzione di non danneggiare la volta del locale scolastico. E termina in questo modo: « quelli del quartiere che
non vorranno pagare la loro parte saranno esclusi dal venire nella scuola, perché sono stati tutti
consenzienti quando abbiamo
fatto raccordo ».
Tale accordo è datato 25 febbraio 1813. Esattamente quattordici anni prima della apparizione di Beckwith sulla scena
valdese. Ma anche uno dei momenti forse più drammatici della storia d’Europa: a settembre
dell’anno precedente Napoleone
era entrato a Mosca con la sua
armata di mezzo milione di uomini, ma nei mesi successivi,
nella ritirata, aveva perso più di
quattrocentomila uomini a causa degli attacchi dei cosacchi e
dei patrioti russi e soprattutto
del freddo inverno russo. Né si
può dire che i valdesi non subissero i contraccolpi della politica
europea. Gli arruolamenti erano
precisi e non risparmiavano nessuno, certo non i poveri contadini valdesi. E sui registri dei
battesimi, divenuti documenti
ufficiali di stato civile che servivano anche i>er la coscrizione, si
ritrova spesso l’annotazione marginale « mort à la guerre ». E
pensare che in questo clima di
incertezza (i valdesi sapevano
bene che cosa avrebbe significato per loro la caduta di Napoleone e il ritorno dei Savoia sul trono di Torino, come infatti awen21 maggio 1814, allorché
Vittorio Emanuele I, con un suo
editto, cassava tutto quanto era
stato fatto dal regime francese
e tornava alla situazione precedente il 1798) i valdesi abbiano
potuto fare un accordo per costruirgi da soli, genza alcun aiuto
esterno, un locale scolastico, mi
pare significativo.
Tutti
di perfetto accordo
Oltre all’accordo vero e proprio vi è anche una nota di tutte
le spese che si sono sostenute per
tale costruzione. Ed è significativa. Perché da essa appare che
tutto il quartiere si trasformò
m un vero e proprio cantiere di
lavoro. Credo che ogni famiglia
abbia partecipato con delle corvées, con la ricerca di materiali
(travi, pietre, calce ecc.) e il loro
trasporto in sede. Solo i lavori
più delicati, che richiedevano
una specializzazione artigianale,
vengono affidati al muratore, al
fabbro ed al falegname. Da questa nota spese sappiamo che il
locale aveva tre finestre ed era
in partenza dotato di un tavolo
costruito appositamente e di una
stufa pure costruita ex novo. In
calce alla lista dei conti si trova
questa nota: « Tutti di perfetto
accordo. Dio ne sia eternamente
lodato. Amen. Così sia ». E anche questo senso di riconoscenza, di pietà biblicamente formata, mi pare degna di essere sottolineata. Perché siamo nel 1813 e
non nel 1831. Cioè siamo ben dodici armi prima della famosa visita di Neff alle Valli e conseguente inizio del « Risveglio ».
Quindi non tutto è morto. Forse
è proprio nella gente semplice,
che scrive con molti errori, che
si è conservata (più che presso
i pastori e la nascente borghesia
dei Marauda o di tanti altri) quella pietà semplice ma forte che
sotto la spinta del Risveglio si
riprenderà e porterà all’evangelizzazione d’Italia. E la fede vuole la scuola, perché da essa può
ricevere maggiore forza. Piccola
nota marginale: jl locale scolastico costruito nel 1813 è stato
poi distrutto dalla alluvione del
24 settembre 1920 che insieme
alla scuola cancellò letteralmente tutta la borgata dell’Abses superiore, causando anche la morte di sei persone.
Partecipazione oggi
Il documento tratta dunque di
poca cosa: testimonia però dell’interesse che all’inizio del secolo
scorso si aveva per uno scopo a
cui tutti erano disposti a partecipare: avere una scuola che potesse « istruire i fanciulli ».
Rimane solo da augurare, in
questo inizio di anno scolastico,
che il medesimo interesse per la
scuola possa animare tutti i genitori valdesi.
Bruno Bellion
I LAVORI SINODALI
Il Collegio nel caos
della scuola italiana
Avviato da una positiva relazione della Commissione d’esame
( « il Collegio non deve perdere
di vista l’opportunità di essere,
come è sempre stato, scuola in
senso vocazionale per la formazione di quadri sia nella Chiesa,
sia nella società ») il dibattito sul
Collegio Valdese non ha visto,
c'orhe successe in passato, punte
polemiche o forte contraddittorio in aula. In linea generale
l’opinione del Sinodo sembra ormai puntare ad una riqualificazione, anche in senso evangelico,
di questo antico Istituto. Esso
certamente rappresenta — come
è stato notato — un notevole impegno finanziario per tutta la nostra chiesa a cui sinora ha soprattutto fatto fronte la numerosa schiera di amici stranieri, snecie tedeschi. Su questo dato, che
pure è importante, non c’è stata
una riflessione adeguata benché
ci si renda perfettamente conto
che un’opera come questa, che
molti considerano essenziale, non
TORRE PELLICE
Corso biblico della FFEVM
Siamo partite con l’intento di
provare se fosse possibile avere un incontro annuale durante
il quale un sufficiente gruppo di
partecipanti si fosse impegnato
in uno studio allo scopo di essere nelle varie comunità animatrici di studi analoghi.
L’iniziativa di questo seminario veniva dal Consiglio della
P.F.E.V.M. (Federazione Femminile Evangelica Valdese Metodista) eletto nell’aprile scorso ad
Ariccia dalla Assemblea costituente.
In questo primo esperimento,
a livello nazionale e a Torre
Pellice, aperto ovviamente alla
partecipazione non delle sole
donne, benché da loro promosso, ma di tutte le persone interessate, si è impegnato un discreto
numero di presenti per ben quattro interi giorni.
La conduzione del Corso era affidata alla cura del past. Antonio Adamo con l’intervento dei
past. Bruno Rostagno e Giorgio
Toum.
Il tema, come è noto, era:
« Amore verso Dio e verso il
prossimo: fondamento della vita
cristiana», ed è stato così articolato: «fondamenti biblico-teologici delTamore cristiano »,
« concetto di amore nell’Antico e
Nuovo Testamento e le conseguenze a livello dogmatico delle
premesse esegetiche », « lo studio esegetico di due parabole
neotestamentarie che trattano
dell’amore di Dio e dell’amore
verso gli altri ; loro interpretazione e chiave di lettura ».
A questa parte teorica è stata
intercalata ima parte pratica cne
si è svolta in due tempi. Prima
con la presentazione del materiale necessario alla preparazione
di Studio Biblico cioè: testi di introduzione all’Antico e
al Nuovo Testamento, testi di
esegesi, commentari, atlanti e dizionari biblici, e, naturalmente
Chiave biblica e più di una traduzione della Bibbia. Poi con
la costruzione in comune di due
Studi Biblici: il primo su Mt. 22:
34-40 (Il gran comandamento), il
secondo su Le. 10: 25-37 (Il buon
samaritano); entrambi centrati
sul concetto di amore verso il
prossimo.
Un’esperienza nuova è stata
poi quella del « foto langage »;
una interessante tecnica intesa a
facilitare il modo di esprimersi
di ognuno. Abbiamo voluto servircene come di un linguaggio
figurato nel quale ciascuna ha
potuto esprimere il motivo che
l’aveva spinta a frequentare il
corso. Il past. Adamo, promotore dell’iniziativa, guidava e coordinava gli interventi.
Una parte dell’ultima giornata
è stata dedicata ad un culto con
Santa Cena poi a discussione
valutazioni, proposte. Tra le decisioni prese in quel momento
c è stata quella di continuare
negli anni a venire questo tipo
di incontri e di fare intanto usufruire il maggior numero possibile di Unioni e Gruppi degli attuali studi che, essendo stati interamente registrati, verranno
predisposti in dispense a disposizione di chi li richiederà a Maria Tamietti, Via Gay 21, 10066
Torre Pellice (Torino). L. I.OOO
la copia, c.c.p, 21286109.
A conclusione di questo Seminario ci sembra di poter dire
che l’esperimento riuscito potrà
essere di stimolo affinché altre si
associno a questo tipo di lavoro,
poiché sappiamo che l’approfondimento esegetico e teologico
della conoscenza della Scrittura
permette la personalizzazione
della donna nei vari ministeri
richiesti nella chiesa e la rende
cosciente della necessità del suo
inserimento nel lavoro all’esterno.
Èva L’Ecrivain Rostain
è autosufficiente né sostenuta in
modo adeguato dalle chiese,
comprese quelle delle Valli che
ne sono le dirette interessate.
La trasformazione, avvenuta
nel corso deU’anno, dell’ora di
religione in lezioni di cultura religiosa dovrà maggiormente •—
questa l’opinione prevalente —
orientarsi su tematiche bibliche.
« La cultura italiana — ha notato Valdo Vinay nel corso del dibattito — non conosce la Bibbia
ed è evidente che in una scuola
che vuol essere evangelica ma
non strettamente confessionale
bisogna far conoscere, anche in
rnodo_ critico, i principali testi
biblici ». C’è chi ha esplicitamente lodato la presenza oggi delle
scuole valdesi delle Valli nel
« caos » della scuola italiana in
cui dev’essere ancor più rafforzata la tradizionale serietà protestante degli studi.
Lo storico Gönnet, in un lungo
intervento, ha sostenuto la necessità non solo di mantenere in
vita le scuole valdesi delle Valli
ma di potenziarne il legame con
le chiese locali. La Tavola si è dichiarata disponibile ad esaminare e vagliare, attraverso l’apposita commissione e alla luce degli
interessi della popolazione locale, tutti i progetti che le perverranno in vista della riforma delle
scuole secondarie superiori. Con
sobrietà e senso di riconoscenza
è stato ricordato il lavoro pre
II Comitato
Il Sinodo ha eletto il
tiuovo Comitato nelle persone di: Marisa Pons, Yve
Gardiol Teyler, Romano
Puy, Marco Gay, Alfredo
Poét, Ettore Serafino.
zioso del prof. Augusto Armand
Hugon che, sino all’ultimo, ha
speso le sue energie migliori per
il buon andamento della vita del
Collegio.
In sostanza anche quest’anno,
nel dibattito sulle nostre scuole,
si sono rilevati molti silenzi di
difficile interpretazione insieme
alla constatazione un po’ amara
che l’onere economico di questa
opera è ancora a forte appannaggio degli amici stranieri. Al
momento della votazione del
nuovo Comitato un disguido tecnico non ha permesso l’elezione
del membro-pastore nel comitato stesso. Resta sempre da parte
del Comitato la possibilità di
coinvolgerlo a meno che non
decida di camminare, laicamente, con le proprie gambe.
G. Platone
5
5 settembre 1980
CRONACA DELLE VALLI
TORRE PELLICE - 12-13 SETTEMBRE
Partecipiamo
al Convegno
ITINERARI ALLE VALLI - 6
Lago d’Envie - Rocca Bianca
A cura di Raimondo Genre
Come è noto, il « Convegno di studi sulla Riforma ed i movimenti religiosi in Italia » che ogni anno è organizzato dalla Società di Studi Valdesi, e
che quest’anno giunge alla
sua 20“ edizione, si svolgerà a Torre Pellice il 12 e
13 settembre.
La Società di Studi Vaidesi, dopo la prematura
scomparsa di Augusto Armand Hugon, si trova anche in questo settore davanti al difficile compito di
proseguire un'attività che
ha avuto negli ultimi anni
notevoli sviluppi, priva di
colui che, pur conservandone i lineamenti tradizionali, aveva saputo accrescerne in tal modo l’attività e il prestigio. In particolare, questo avviene
mentre è necessario preparare degnamente il centenario della Società che ricorre l’anno prossimo. E’
viva quindi, in coloro che
sono chiamati in questo
ambito a uno spiecifico iinpegno, la speranza che, sia
gli studiosi i quali in questi ultimi dieci anni si sono avvicendati nei Convegni di Torre Pellice, sia i
soci, sia gli evangelici tutti che hanno valutato il rilievo di questa attività, diano il loro contributo di
presenza e di attenzione al
prossimo Convegno, in modo da rafforzarne i propositi di continuità e di ulteriore sviluppo. Pubblichiamo qui di seguito il
programma dettagliato delle due giornate.
A. C.
IL PROGRAMMA
Venerdì 12 settembre
ore 9.30
1930-1945: la generazione di
Mario Alberto Rollier.
Luigi Santini: Il protestantesimo negli anni della
crisi.
Franco Venturi: M. A. Rollier e la Resistenza.
Neri Giampiccoli: Un laico
nella teologia della crisi.
Augusto Comba: L’uomo
politico dal 1946 al 1979.
ore 15
Giovanni Gönnet: Mérindol
1530: fine del valdismo
medievale?
Mario Dal Corso: L’adattamento di Tobia del Dd
XV 31 di Cambridge.
Romolo Cegna: Il frammento degli Articuli sectae Waldensium del Codice 229 della biblioteca
di Pepita.
Franco Giacone : I due
« universi » di Pontus de
Thiard.
Wm. A. Me Comish: La
réaction anglaise face au
massacre de Pâques en
1655.
Giorgio Vola: Cromwell e
i valdesi, una vicenda
non del tutto chiarita.
Sabato 13 settembre
ore 9.30
Salvatore Caponetto: Ricerche recenti su Juan
de Valdès.
Massimo Firpo: Il primo
processo delTInquisizione a carico di G. Morene.
Susanna Peyronel e Cesare Bianco: Il Cinquecento ereticale a Modena.
Ritorno a scuola
Torre Pellice. La Cooperativa
Operaia di Consumo intende
nuovannente organizzare la ormai tradizionale festa del « ritorno alla scuola ». La festa, con
la consegna di un pacco-dono
al figli dei soci e la proiezione
di un film, avverrà il giorno 15
settembre p.v. alle ore 20.30 nel
locali del cinema Trento.
ore 15
Ugo Rozzo: Dieci anni di
censura libraria: 15961605.
Michele Cassese: L’interpretazione cattolica della
Confessio Augustana.
Cesare Milaneschi: Luigi
Prota Giurleo e le prime
risonanze del VecchioCattolicesimo in Italia.
Mario Cignoni: Le radici
dei Valdesi delTisola di
Elba.
Domenico Abate: Lineamenti introduttivi su eretici, riformatori e riformati di Sicilia dal XII
al XVI secolo.
Località di partenza:
Seggiovia 13 Laghi (Prati)
Tempo complessivo: h 4,45
La zona di Rocca Bianca, dopo la costruzione della strada di accesso alla
cava di marmo della Maiera, è una delle più frequentate dagli escursionisti.
Purtroppo, data la comodità di accesso, vi transitano spesso anche i motociclisti. Durante il periodo
invernale la zona è molto
frequentata da coloro che
praticano lo sci-alpinismo.
Noi proporremo un itinerario un po’ insolito che
consente di ammirare le
bellezze naturali, con in
primo luogo il lago d’Envie, e di riscoprire le località in cui, per vari decenni, hanno trovato lavoro molti degli abitanti della valle.
Il lago d’Envie è il più
grosso di tutta la valle e
le sue rive sono allietate
da una fioritura di rara
bellezza. La bella strada
militare che collega il vallone dei 13' Laghi a Rocca
Bianca è un vero e proprio
balcone sulla valle. Ma la
parte più interessante della gita ci sembra essere la
visita ai ruderi della antica cava di marmo di Rocca Bianca e delle miniere
di talco dei Malzas.
La cava di marmo ha fornito la materia prima per
la costruzione di molti monumenti e palazzi di Tori
no e di altre città italiane
ed è rimasta attiva fino
agli anni ’30. Lungo la mulattiera ed il piano inclinato che serviva per il trasporto del materiale, sono
disseminati numerosi blocchi di marmo, già squadrati e numerati e poi abbandonati, non si capisce per
quale motivo.
Più in basso, ai Malzas,
si trovano numerose discariche delle gallerie di talco
ed i ruderi dei baraccamenti in cui alloggiavano
i minatori. Queste gallerie
sono state abbandonate
abbastanza recentemente,
quando cioè si è iniziata
la « coltivazione » dei filoni di talco dal basso, per
mezzo delle gallerie aperte
nella zona di Crosetto.
Tutta la zona interessata
OPINIONI
Scuole valdesi e Stato
L’articolo del pastore Alberto Ribet ; « Senso delle
Scuole Valdesi » relativo
agli Istituti delle Valli,
(Eco-Luce n. 32 dell’8.8.’80)
mi lascia alquanto perplessa.
Le scuole valdesi, come
egli fa notare, e su questo
siamo d’accordo, hanno
svolto una funzione encomiabile, apprezzabile, indispensabile (sia come surroga che formativa) in un
tempo ed in un contesto
sociale diverso dal presente, non per questo si può
riconoscere la loro validità oggi. Seppure con molte riserve, si può accettare a Torre Pellice la presenza del Ginnasio-Liceo
proprio come « surroga »
non essendoci altro isti tu
to analogo. Sono convinta
però che il fiorire delle
scuole private (contrastiamo incoerentemente quelle cattoliche, verso le quali va tutto Tinteresse dei
governi) aumenta il disimpegno dello Stato e della
gente per la scuola pubbli
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Chiedete e troverete...
ca e di conseguenza il
« caos » ; perché è più comodo dare sovvenzioni
che affrontare i problemi.
E vengo alle motivazioni espresse dal past. Ribet che giustificano il
« senso delle scuole valdesi ».
1) Funzione formativa.
Quale formazione specifica dovrebbe dare una
scuola valdese? (In tale caso dovrebbero risorgere
anche le scuole elementari). Porse formare una
personalità evangelica, protestante, valdese?
Sappiamo bene che molti operatori delle scuole
valdesi non sono evangelici e quindi non vedo come verrebbe garantita tale
formazione.
2) Istruzione religiosa
o biblica.
Si è molto insistito ne
gli ultimi anni sulle responsabilità che hanno le famiglie e la Chiesa nell’istruzione religiosa e nella formazione protestante. I ragazzi valdesi hanno la possibilità di frequentare sette anni di scuola domenicale e quattro anni di catechismo; non riesco a capire perché la « trasmissione della fede » debba avvenire attraverso la scuola.
Diceva giustamente un
insegnante evangelico : « La
religione è un fatto privato; la scuola, anche quella
privata, è un servizio pubblico e non deve occuparsi del privato ».
Il pastore Enrico Geymet, in un suo intervento
al Sinodo, ha affermato
che chi insegna nelle scuole valdesi lavora per il Signore, il quale lo ricompenserà anche se il suo
guadagno è minore.
Penso a tutti gli operatori scolastici, alle Valli e
in tutta Italia, che con
grande difficoltà e senso
vocazionale lavorano negli Istituti statali, testimo
niando la loro fede a colleghi ed allievi; sarebbe
auspicabile che invece di
rifugiarsi nel pensiero consolatorio di una « scuola
seria» (voce sinodale) centinaia di « seri insegnanti
evangelici » anche senza essere « nei ruoli della Tavola » esercitassero il loro
ministerio, come sale e lievito, proprio in quelle
scuole dove impera il
« caos » e dove agiscono
« quei gruppi e gruppetti,
elementi di disturbo » (voce sinodale).
Per me la scuola confessionale costituisce oggi un
ghetto che non favorisce
la formazione completa dei
ragazzi. Non è mettendoli
al riparo in un’oasi, o facendoli vivere in un ambiente asettico, che li vacciniamo per lo scontro con
la realtà della vita; ma facendoli esperimentare già
oggi questa realtà, già manifesta nell’ambiente scolastico, presupponendo il
supporto familiare di cui
parlava Franco Giampiccoli.
Si farebbe meglio, secondo me, piuttosto che spendere denaro e forze per le
scuole confessionali, preparare adeguatamente monitori, catechisti, e perché
no, genitori, preposti alla
formazione evangelica dei
ragazzi, in modo che possano diventare a loro volta sale e lievito nella realtà cruda, caotica, insidiosa, degradata della scuola
pubblica.
Per concludere, non so
come possa sfiorare il pensiero (ventilato in Sinodo)
di una riduzione degli
emolumenti ai dipendenti
della Tavola, quando si
spendono milioni per opere che vengono valutate in
base a criteri di sentimentalismo, piuttosto che a seguito di analisi serie ed
approfondite.
Alba lazeoUa
a questo itinerario è eccezionalmente ricca di flora
e di fauna. Non è improbabile pertanto che si incontrino marmotte, fagiani,
camosci o cinghiali.
Questa escursione si presta molto bene ad essere
compiuta usufruendo dei
mezzi di trasporto pubblico (ditta Tessere, nel tratto Perosa-Prali). Chi invece intende servirsi della
propria auto deve prevedere la possibilità di andarla
a recuperare.
Il periodo migliore per
fare questa gita va dal 15
luglio al 15 agosto in quanto corrisponde al periodo
della massima fioritura, ma
l’itinerario può essere percorso da giugno ad ottobre.
Percorsa la S.S. fino a
Perosa e la strada provinciale fino a Ghigo, portarsi
al piazzale della Seggiovia
13 Laghi.
Prendere la seggiovia che
sale all’Alpet 2232 m e da
qui proseguire a piedi su
traccia di sentiero che,
poggiando a sinistra, risale i pascoli dell’Alpet fino
a raggiungere la mulattiera che collega Rocca Bianca ai 13 Laghi.
Raggiunta la mulattiera,
seguire a sinistra il ramo
che scende, con alcuni tornanti, nell’alto vallone di
Envie. Seguire la mulattiera fino nel punto in cui attraversa il rio di Envie
2284 m e da qui, percorrendo il sentiero che costeggia il torrente, salire al lago d’Envie 2314 m (ore
1,15) incastonato in una
bella conca verdeggiante
circondata dalla cresta rocciosa che va dalla Punta
Gardetta 2737 m alla Punta
Bruta 2785 m al Cappello
d’Envie 2618 m. Ritornare
quindi sulla mulattiera
che, con percorso pianeggiante, in circa un’ora conduce al colle della Balma
2310 m circa. Dal colle in
pochi minuti si può raggiungere su facile pendio
Rocca Bianca 2379 m da
cui si gode di un buon panorama su buona parte
della vai Germanasca.
Dal colle della Balma seguire la mulattiera che
scende sul versante di Prali fino al termine della lunga diagonale che conduce
ad una piccola sella posta
al limitare dei larici. Da
qui si diparte im sentierino, a tratti non troppo
agevole, che seguendo il
tracciato del vecchio canale, conduce direttamente alla cava di marmo posta sullo spartiacque tra i
versanti di Faetto e di Crosetto proprio a ridosso
della parete rocciosa di
Rocca Bianca 2128 m h 0,30.
Della cava di marmo i>
mangono alcuni ruderi degli edifici che ospitavano
sia gli operai cavatori, sia
i pochi macchinari nece^
sari al taglio dei blocchi.
Subito a valle dei ruderi
si diparte la bella mulattiera che con numerosi
tornanti scende nell’ampio
pianoro dei Malzas 1797 m.
E’ in questa zona che fino
a pochi anni fa erano in
esercizio numerose miniere di talco di cui si possono ancora vedere le discariche ed i ruderi dei baraccamenti. Il talco estratto
da queste gallerie, come
quello di Sapatlé, veniva
trasportato a valle con un
complesso sistema di funicolare e di decauville
com'posto di cinque diversi
tronconi che collegavano
Perrero (località Cordone)
con le miniere dei Malzas
e di Sapatlé. Questa fimicolare venne solennemente
inaugurata nel lontano 1893
e cessò di funzionare quando furono abbandonate le
miniere poste ad alta quota. Dalla zona dei Malzas
ritornare sui propri passi
e, seguendo il tracciato del
piano inclinato che serviva per il trasporto dei blocchi di marmo, scendere su
Crosetto 1472 m, bel villaggio posto su una sella erbosa al centro di una ricca
prateria.
Un tempo il villaggio era
molto abitato ed aveva la
sua scuoletta ed il suo cimitero, ora è quasi totalmente abbandonato.
Passando da Crosetto vale la pena di notare là bella vasca ottagonale (unica
nella valle) costruita con
lastroni di marmo.
Da Crosetto scendere fin
sulla strada provinciale seguendo il tracciato della
strada carrozzabile a fondo naturale. Ore 2 circa
dalla cava di marmo.
Notizie utili
Pinerolo: Concorsi banditi dal Comune
Il Comune di Pinerolo bandisce concorsi pubblici per
il conferimento di sei posti di puericultrice (addetti all’asilo nido), due posti di cuoco/a (addetti all’asilo nido)
e un posto di necroforo.
Gli interessati, che devono avere un’età compresa tra
i 18 e i 35 anni (saivo eccezioni di legge) devono rivolgersi entro il 24 settembre prossimo all’Ufficio Personale
del Comune di Pinerolo per informazioni e per la presentazione della domanda (tei. 0121 - 22.011).
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6
CRONACA DELLE VALLI
5 settembre 1980
NOVITAVPER LE SCUOLE MEDIE
Miglioramenti economici
per gli insegnanti di religione
TORRE PELLICE: CONGRESSO DELL’AIEC
Insegnare la fede?
Mentre tarda ad essere adottato im provvedimento di revoca
della circolare relativa alla « tassa sulla coscienza » che impone
l’uso della carta da bollo per la
domanda di esenzione dalla frequenza alle lezioni di religione
nelle Scuole Medie superiori, la
legge 11 luglio 1980 n. 312 relativa al nuovo trattamento economico del personale della scuola,
in base al contratto del passato
triennio, prevede qualcosa di
nuovo anche per gli insegnanti
di religione nelle scuole statali.
Al suo art. 53 si legge infatti:
« ...Ai docenti di religione dopo
quattro anni di insegnamento si
applica una progressione economica di carriera con classi di stipendio corrispondenti aH’ottanta
per cento di quelle attribuite ai
docenti laureati di ruolo, con
l'obbligatorietà di costituzione e
accettazione di posto orario con
trattamento di cattedra ».
Questa disposizione innova in
modo abbastanza rilevante la situazione degli insegnanti di religione. Il risultato sarà che il singolo insegnante sarà trattato meglio, ma che nel complesso lo
Stato risparmierà. Vediamo perché.
Fino ad oggi il professore di
religione riceveva il trattamento economico iniziale dei professori, coi soli scatti biennali (che
sono poco consistenti) senza passaggio di classe di stipendio (aumenti più consistenti X Questo
perché non essendo assunto per
concorso ma per segnalazione
del vescovo, tale insegnante non
passava mai di ruolo. Tuttavia le
ore di religione erano molto frazionate, in modo tale che ogni
insegnante veniva pagato per poche ore, quindi con basso stipendio per le vc^i fisse, ma con l’intera indennità integrativa, che
oggi costituisce circa la metà
dello stipendio effettivo iniziale
di un professore. Con la nuova
norma citata il professore di religione, pur continuando a non
passare di ruolo, avrà un trattamento economico pari aH’80% di
Hanno collaborato a questo
numero: Mauro Albertengo Elio Canale - Augusto Comba - Maria Luisa Davite Enrico Geymet - Marco Jourdan - Vera Long - Luigi Marchetti - Teofilo Pons - Maria
Soggin - Giorgio Tourn.
quello del professore di ruolo
con pari anzianità per le voci fisse dello stipendio e, naturalmente, l’intera indennità di contingenza. Tutto questo ha però, come corrispettivo, Tobbligo di avere l’intero orario di cattedra.
Quindi le ore di religione non potranno più essere disseminate e
il numero dei professori diminuirà considerevolmente. Dovendo
pagare solo un’indennità di contingenza ogni 18 ore di insegnamento, lo Stato risparmierà rispetto a quando doveva pagarne
due o addirittura tre.
C’è mi aspetto della questione
che ci può interessare corbe vaidesi, soprattutto alle Valli. Con
Tobbligo dei professori di religione di avere l’orario pieno, sarà
più difficile sistemare le ore di
religione all'inizio o alla fine delle lezioni perché i professori dovranno insegnare per più ore
consecutive. Pertanto sarà possibile rispettare questo criterio dove le minoranze esonerate sono
poco consistenti (uno o due esonerati su tutta la scuola), mentre
sarà più difficile avere la possibilità per tutti gli alunni di
uscire da scuola o di entrare più
tardi in caso di minoranze consistenti. Alle Valli, perciò, si intensificherà il fenomeno degli
alunni valdesi in corridoio durante le lezioni di religione.
Tutto sommato, tuttavia, il superamento della vergognosa speculazione che da qualche parte si
faceva per il frazionamento delle ore va salutato come un fatto
parzialmente positivo, pur nel
permanere della poca chiarezza
dell’insegnamento religioso, con
l’accentuazione per quello che riguarda il singolo insegnante di
uno « status » equivoco. Infatti
mentre finora era almeno chiaro
che, essendo assunto senza concorso, questo insegnante non era
di ruolo, almeno per il lato economico, adesso lo sarà per T80%.
Claudio Tron
DIBATTITI
Più pastori alle Valli
La nostra condizione di minoranza religiosa, senza dubbio,
rende più stretti i rapporti ira
comunità e fra fratelli in fede,
ma, questa comimione di fede
così intensa ci rende molto più
vulnerabili, tanto da essere amaramente colpiti e profondamente delusi leggendo, per caso,
sui ^ornali locali che alcuni comuni delie Valli Valdesi sono
retti da giunte D.C. grazie anche all’apporto dei Valdesi. È
una notizia, questa, che addolora, particolarmente chi, come
me, è parte di quel Sud che ha
sempre guardato alle Valli Vaidesi come ad un punto di riferimento nei momenti di maggiore
isolamento ed emarginazione.
Ma addolora anche perché da
anni, forse da sempre, le comunità Valdesi del meridione chiedono il potenziamento delle forze pastorali facendo rilevare la
sperequazione esistente, anche in
questo campo, fra Nord e Sud.
Puntualmente, ogni anno la risposta è la medesima: ad un
maggior numero di Valdesi deve
corrispondere un maggior numero di pastori (anche se è ancora da dimostrare che il ruolo
del pastore sia quello del parroco e non piuttosto quello del
missionario). Ma il sospetto che
poi di Valdesi, tutto sommato,
alle Valli non ce ne siano più
tanti, è legittimo se la D.C. è riuscita a penetrare e vincere nel
cuore stesso del protestantesimo
italiano. Poiché nessuno in Italia ignora che dire D.C. è dire
gerarchia ecclesiastica. Comunione e Liberazione, Concordato, potrebbero ignorarlo proprio i Vaidesi? È evidente che qui non si
tratta di politica ma di identità
protestante da salvaguardare in
un momento che vede tornare alla ribalta il Cattolicesimo della
Controriforma. Ecco perché ritengo giusto che anche quest’anno il motto sia: più pastori alle
Valili, non perché ci siano tante
anime valdesi da curare, ma perché ce ne sono tante da evangelizzare se si vuole arginare l’avanzata di Santa Romana Chiesa.
Le piccole comunità del Sud
possono andare avanti come hanno sempre fatto poiché riescono
ancora, pur nella loro fragilità,
a fare quadrato contro la chiesa
Cattolica e la D.C.
Vera Velluto
L’angolo di Magna Linota
Siena, 12.4.1980
Gentile magna Linota,
sono un lettore della nostra
bella ed interessante rivista settimanale « La Luce », e vorrei
avanzare delle proposte:
a) perché non si spedisce
agli abbonati il settimanale messo in una fascetta, per evitare
la sgualcitura durante il viaggio?
b) perché non si dà un po’
di spazio, tutte le settimane, alle
notizie provenienti dal resto della penisola?
c) la prego di Segnalare alla
redazione che non mi è giunto
il numero 13 del 28.3.’80. Mi auguro si tratti di un disguido postale.
Un saluto in Cristo.
Aldo Buzzurro
Caro fratello,
con moltO' ritardo rispondo ai
tre punti della sua lettera, cominciando dal fondo:
c) le Poste italiane funzionano maluccio, come sappiamo.
Anch’io ricevo il settimanale con
ritardi scandalosi, e certe volte
addirittura non mi arriva. Per
fortuna la nostra chiesa ha deciso di acquistare un certo numero di copie da esporre e da
distribuire ai malati negli ospedali. Così, quando un numero
non mi arriva a casa, riesco lo
stesso a leggerlo, perché si vede
che un pacco con molte copie si
perde meno facilmente di un numero isolato.
La redazione, a cui ho passato
la sua lettera, reclama presso le
Poste quando riceve queste utili
segnalazioni, e si spera sempre
che a qualcosa serva. Io poi respingo al mittente tutta la cartaccia di propaganda con cui
riempiono le buche delle lettere.
Così di solito smettono, e credo
che se tutti facessero così, alla
fine si avrebbe un bel risparmio
di carta, e anche le Poste, non
più seppellite sotto valanghe di
carta che nessuno legge, funzionerebbero forse più speditamente.
b) Vorremmo tutti, compresi i redattori, avere maggiori notizie dal resto d’Italia, e sono
convinta che lo spazio si troverebbe quasi sempre. Quel che
manca invece sono proprio le
notizie. La redazione ha spesso
chiesto a tutte le chiese di nominare una persona incaricata di
scrivere regolarmente tutto quel
che si pensava potesse interessare. Purtroppo pochissime hanno
risposto all’invito. Invece sarebbe bellissimo se ogni settimana
arrivasse da tutta Italia una cinquantina di lettere, fra cui scegliere di volta in volta gli argomenti più urgenti su cui riflettere insieme. E poi bisognerebbe
anche che chi scrive non prendesse per un affronto personale il
fatto che non si pubblichi tutto
e subito. E’ naturale aspettarsi
di vedere immediatamente il
frutto del proprio lavoro, una
volta che si è fatta la grossa fatica di pensare, di scrivere e di
spedire (non sto scherzando), e
ci sentiamo maltrattati ogni volta che aprendo il giornale rimaniamo delusi. D’altra parte, non
dobbiamo nemmeno rinunziare a
parlare con i fratelli solo perché
non siamo né scrittori né giornalisti. Le virgole e gli accenti,
se Occorre, ce li aggiungeranno i
redattori.
Se tutti collaborassimo così,
allora "La Luce" potrebbe davvero essere sempre bella e interessante come lei gentilmente
dice.
a) Le fascette sarebbero certo utili, nía costano tempo e soldi, e, per permettere l’acquisto a
tutti, il nostro settimanale cerca
di risparmiare tutte le spese non
strettamente indispensabili. Credo che se e quando ci saranno
i quattrini, arriveranno anche le
fascette.
Fraternamente
Magna Linota
= L’angolo di Magna Lino= ta è aperto a chi voglia
= sottoporle problemi, espri
= mere pareri, avanzare ri
s chieste< Indirizzare a: Ma
E gna Linota. Eco delle Val
£ li Valdesi, Casella Postale,
“ Torre PeUlce.
Cinquanta tra tedeschi, olandesi, svizzeri e italiani, si sono riuniti per il Congresso dell’Associazione Internazionale per una
Educazione Cristiana.
« Piccoli in un grande mondo,
la minoranza cristiana e il suo
compito in Europa »; questo il
motto del Congresso che ha visto
a confronto storie e posizioni distanti circa l’insegnamento religioso nella scuola.
« Si può insegnare la fede? Per
il credente è importante il veicolo scuola per la testimonianza, di
fede? » e infine « Cos’è l’educazione cristiana? ».
Queste le domande che sono
rimbalzate da un gruppo alTaltro. Domande difficili con risposte talvolta divergenti, viste le
notevoli differenze tra la realtà
■ italiana di, preponderanza cattolica, che impone l’insegnamento
religioso tramite le proprie scuole o tramite la scuola di stato; e
le realtà dei paesi a preminenza
protestante, con posizioni talvolta simili a quella cattolica in Italia (ma da parte protestante!).
Il past. Bruno Bellion ha presentato per primo la situazione
delle scuole valdesi nella loro storia ed evoluzione in rapporto alla
realtà delle valli sotto i Savoia
prima, e dello Stato italiano dopo. E la discussione seguente ha
subito rilevato i problemi che
derivano dall’esistenza di scuole
confessionali e scuole di stato e
sulla opportunità o meno di insegnare religione nelle scuole.
Tra i partecipanti italiani erano presenti Franco Girardet
per il SIE, Iolanda Schenk,
da sempre partecipe all’Associazione, e Elio Canale del Centro
Filadelfia di Rivoli. Loro compito si è rivelato subito essere
quello di chiarire bene la posizione laica dei protestanti italiani
nei confronti della scuola e dell’insegnamento di religione, e
l’abuso in cui incorre chi si trova
in posizione di maggioranza e ne
approfitta per imporre direttamente e indirettamente la propria visione culturale senza rispetto né tolleranza di chi la
pensa in modo differente, come
accade alla Chiesa Cattolica nei
confronti delle altre confessioni
o dei laici.
La conferenza di Giorgio Toum
ha poi delineato la posizione di
opposizione della Chiesa Cattolica Romana alla liberazione e
alla Unità dell’Italia nel Risorgimento. Quindi ha chiarito la
posizione dei protestanti nell’Italia liberale, quali rappresentanti
del protestantesimo libertario e
progressista anglosassone, e come la 1=> Guerra Mondiale abbia
distrutto questa immagine, rivalutando una visione più nazionalistica tanto da sfociare nel Fascismo xenofobo e concordatario. Concordato che riportò Tinsegnamento nella scuola, e che
fu confermato anche nella Costituzione repubblicana con le conseguenze della situazione odierna di predominio personalistico
della DC nel governo del paese.
Con una accattivante presentazione della difficoltà dell’Italia
Unita di amalgamare tra loro
uno Stato organizzato sul modello francese, un Parlamento di
stile inglese, e un esercito che
voleva imitare quello prussiano,
difficoltà che si è trascinata attraverso il trasformismo giolittiano fino alla onnipresente DC
dei giorni nostri, Tourn ha concluso presentando un documento
che stntètizzai^a in alcuni punti.
Raccolta
di funghi
La Comunità Montana Val Pellice rende noto che sono disponibili presso i Comuni che hanno aderito all’iniziativa della Comunità Mióhtana, i cartelli recanti la scritta « Proprietà Privata
- Raccolta di funghi e prodotti
del sottobosco riservata » atti a
delimitare i terreni in proprietà
sui quali si vuole interdire l’accesso e la raccolta dei funghi e
dei prodotti del sottobosco, da
apporre secondo le modalità stabilite dalla Legge Regionale n.
68 del 6.11.’78.
Chi pertanto fosse interessato
all’acquisto di tali cartelli, è pregato di rivolgersi direttamente
presso gli Uffici del proprio Comune di residenza.
il pensiero del folto gruppo di insegnanti italiani che si era riunito prima dell’inizio del Congresso, in cui descrivevano gli effetti
dell’educazione cattolica circa il
nepotismo e la corruzione, chiarendo quindi il valore « pubblico » della scuola che va distinta
dal « privato » della religione.
E il confronto tra la realtà italiana e quella degli altri paesi si
è rivelato più produttivo allorquando si è passati a discutere
della conferenza del Dr. van
Hoogstraten, olandese, professore di Etica Sociale all’università
di Nimega. 11 Dr. van Hoogstraten ha presentato il concetto del
plusvalore del marxismo e le conseguenze socialpolitiche principali, problematizzando l’opportunità, per le chiese riformate, di
uscire da una posizione di semplice chiusura all’analisi marxista, e di cercare di rispondere
alle domande che il marxismo
pone alla Chiesa Cristiana.
Il Congresso si è concluso con
una serie di atti burocratici come l’insediamento del nuovo presidente Jan Hermann Meesters,
olandese, che ha sostituito Heinrich Janssen. Questa Associazione (Internationaler Verband
Evangelischer Erzieher) vecchia
di 50 anni, ha riunito prima insegnanti ed educatori tedeschi, poi
olandesi e svizzeri. Gli italiani vi
hanno partecipato prima come
AICE, ora come SIE, senza però
che dietro vi sia una associazione attiva da rappresentare.
Il prossimo Congresso si terrà
nelT82 in Inghilterra. E. C.
Due riunioni
per Tanno prossimo
Con animo lieto e riconoscente verso
Dio ricorderemo a lungo la riunione
all'aperto di Evangelizzazione tenutasi,
in occasione del Sinodo, la sera di
martedì 5 agosto, a Torre Pellice.
È stata, giova il dirlo, una manifestazione confortante, interessante, commovente e non pochi cuori, per quel
caldo clima di testimonianza, per quella
gioiosa comunione fraterna, son saliti
a Dio in dolci, soavi concenti di lode e
di ringraziamento.
Ma poiché d'altra parte eravamo tutti scossi e rattristati per la strage di
Bologna sarebbe stato opportuno fare
una colletta che dicesse della nostra
solidarietà e della nostra simpatia fraterna alle famiglie così duramente provate dall'immane lutto. Un tale gesto
fraterno avrebbe smentito, ancora una
volta, quanti dicono che i cristiani sono soliti e solleciti nel mirare il Cielo e nel predicare l'avvento del Regno
di Dio, ma lenti e dimentichi dei doveri sociali pro i dolenti e i diseredati.
Coloro che credono nella opportunità
ed efficacia delle manifestazioni all'aperto, si augurano che l'anno prossimo, il nostro dinamico Moderatore indichi due riunioni di pubblica Evangelizzazione; una a Pinerolo, dove sono
più numerosi i Cattolici, e una a Torre Pellice, col lieto annunzio del puro
Evangelo della salvezza, col canto all'unisono, in entrambe le adunanze, di
almeno tre Inni e con una larga distribuzione di opuscoli.
E il seme, che cadrà nei cuori ben
disposti, germoglierà, fruttificherà alla
gloria di Dio.
Francesco Cacciapuoti, Savona
(Alla « serata in Piazza Muston » sarà dedicata una pagina del prossimo
numero. N.d.R.).
__________________PINEROLO
“Incontro col
mondo valdese”
Nel quadro delle manifestar
zioni serali della quarta edizione della Mostra delTArtigianato
a Pinerolo (locali della ex Caserma Penulli - piazza Fontana) venerdì 5 settembre alle ore 21 si
avrà un «incontro col mondo
valdese », Il programma della
serata è il seguente ; ore 21 ; canti delle corali valdesi; ore 21,30;
proiezione del film « Quand’anche fossimo ridotti a tre o quattro », realizzato dalla televisione
tedesca; ore 22,15: dibattito sul
film introdotto dal past. G. Platone.
Inoltre presso lo stand della
libreria Claudiana, dell’Eco delle Valli e della Società di studi
valdesi si possono acquistare libri e pubblicazioni sulla probi©
matica valdese e protestante.
7
5 settembre 1980
CRONACA DELLE VALLI
ANGROGNA
Culti bilingue, un’agape con
il gruppo giovanile del PraasuitVernè, un seminario biblico su
I Cor. 12, visite in quartieri isolati e la partecipazione alla riunione del Baussang hanno caratterizzato l’attività del campo giovanile di Stoccarda svoltosi a
Casa Pons. E’ il secondo di quest’anno. Altri campi, quasi sempre tedeschi, si sono svolti, con
programma proprio, presso la
Foresteria di Pradeltorno. Con
tutti abbiamo avuto contatti; in
particolare il gruppo guidato
dalla signora Rosenke, che ogni
armo organizza uno « stage »
giovanile ad Angrogna, ha concluso la propria attività con una
polentata offerta da una famiglia
della comunità.
• Sabato 6.9 alle 21, al Presbiterio s’incontra il Concistoro.
TORRE PELLICE
Domenica 30 i culti sono stati
presieduti da fratelli di diverse
chiese della CEvAA partecipanti
all’incontro ad Agape; al pranzo, organizzato dai giovani, che
ringraziamo per questa collaborazione, hanno partecipato i nostri ospiti ed alcuni fratelli.
• Domenica 7 settembre avrà
luogo al tempio dei Coppieri im
piccolo Bazar in favore dei restauri del tempio, ore 15 davanti al tempio. Tutti sono cordialmente invitati a partecipare.
Grazie ai trombettieri
del Badén
Vogliamo esprimere la nostra
gratitudine ai Trombettieri del
Badén, i quali, diretti dal Maestro Landesposaimenwart Ludwig Pfatteicher, vengono ogni anno, con le loro famiglie, a trascorrere le loro vacanze al Castagneto di Villar Pellice.
Vacanze attive, perché portano
con sé i loro strumenti e partecipano alle nostre attività.
Abbiamo così avuto il piacere
di udirli la sera del 6 agosto a
Torre, durante la manifestazione
serale ai giardini, e poi il 15 alla grande adunata al Bagnau di
Angrogna.
Essi hanno pure suonato al
mercato e nei nostri istituti, hanno partecipato al culto domenicale e dato un concerto serale
nel tempio di Villar Pellice.
Ogni volta abbiamo udito con
piacere alcuni dei nostri più begli inni e pezzi di bravura, suonati e diretti magistralmente.
Diciamo loro, perciò, il nostro
grazie riconoscente. E. G.
Comunicato
La TV, a seguito della
nomina del past. Ermanno Genre a direttore di
Agape, proclama la vacanza della chiesa di Rorà.
La designazione del nuovo pastore dovrà essere
fatta, da parte della chiesa
di Rorà, entro il 15/12/’80,
a norma degli artt. 12, 13,
14, 15 del Regolamento
sulle chiese locali valdesi.
La Tavola valdese
PRAMOLLO
VILLAR PEROSA AVVISI ECONOMICI
VILLAR PELLICE
Domenica 17 agosto si è svolta
a Villar Pellice una nuova giornata Pro-Jdir^ionti. Il ricavato,
che ha raggiunto la cospicua cifra di tre milioni è stato interamente devoluto al progetto che
prevede la trasformazione dello
stabile Miramonti, di proprietà
della chiesa valdese di Villar, in
una Casa di riposo per persone
anziane. Numerosi volonterosi
hanno lavorato per tutta la settimana per preparare dolci, panini, insalata russa che poi nel
corso della giornata sono stati
messi in vendita. Grazie ai molti doni in natura, ed all’intraprendenza dei bambini nella vendita
dei biglietti, è stato poi possibile
organizzare una lotteria, una
« pesca » ed una bancarella di
prodotti caratteristici locali.
Sempre riguardo al progetto
Miramonti, anche nelle prossime settimane proseguirà la raccolta della carta; per quella del
vetro quanto prima sarà sistemato un nuovo contenitore di
fronte al tempio.
PINEROLO
È stata battezzata, nel nostro
tempio, la piccola Paola Rochon
della nascente comunità di Piossasco.
• Si sono uniti in matrimonio
durante il culto del 3 agosto
Aurelio Grande e Bruna Martinat.
Un augurio fraterno e sincero
a Paola, ai suoi genitori e ai
giovani sposi.
• La nostra simpatia fraterna
va alla famiglia di Evandro Micol
di Miradolo.
Ringraziamo il past. C. Tourn
che ha presieduto la sepoltura
nel cimitero di S. Secondo.
• Nel corso del culto di domenica 31 agosto è stata battezzata Manuela, di Delia e Franco
Beux (Bosi); che il Signore li
aiuti ad allevarla ed educarla
nell’amore cristiano.
• Il 24 agosto la corale di Pramollo, quasi al completo, è salita a Rodoretto dove, con la comunità locale, ha partecipato al
culto presieduto dal pastore A.
Genre, che ha voluto ancora predicare nella sua comunità d’origine a cui è legato da saldi vincoli d’affetto.
• AH’inizio di agosto il Signore ha improvvisamente richiamato a sé, all’età di 88 anni, la sorella Beux Silvia (Sagnetta); a
tutti i familiari colpiti da questo
lutto inaspettato le più fraterne
e sincere condoglianze.
« La comunità esprime un ringraziamento sincero ai pastori
A. Janavel, T. Noffke, G. Bouchard, P. Marauda e al fratello
U. Zeni che hanno presieduto i
culti a Ruata nelle domeniche
di agosto.
MASSELLO
PERRERO-MANIGUA
____________RODORETTO
E’ mancato il fratello Micol
Federico, dopo alcuni mesi di
malattia, di Massello. Era il decano della comunità e aveva 94
anni. Perdiamo con lui un vivace narratore delle cose passate,
che ricordava con grande lucidità. Alla famiglia colpita rinnoviamo la nostra simpatia per il
difficile periodo che sta attraversando anche per la salute di altri suoi membri.
• Abbiamo avuto il piacere, nel
corso dell’estate, di avere come
ospiti numerosi fratelli che ci
hanno rivolto il messaggio delTEvangelo e hanno presieduto i
nostri culti. A Domenico Maselli, Luciano Deodato, Bruno Tron,
Daniele Garrone, ai fratelli della
OEvAA, a Eugenio Rivoir rinnoviamo il nostro ringraziamento per questa collaborazione.
Ben frequentate le riunioni
estive in cui si sono affrontati
vari temi, dalla Confessione di
fede cubana, alla costituzione
dell’Unione dei Predicatori locali, agli argomenti sinodali, alla situazione dell’Eritrea, alla situazione delle Chiese libere del
napoletano, al tema dell’evangelizzazione. Il dibattito non è
sempre stato molto sviluppato,
ma si ha, comunque, la sensazione che le riunioni estive sono
un’attività in netta ripresa su
cui si deve puntare.
Doni CIOV
Doni pervenuti nei mese di maggio
PER I.O.V.
L. 3.000: Giovannini Ferruccio, Pisa.
L. 5.000: Fasulo Alfonso, Bergamo.
L. 24.000; Caterina De Beaux, Torre
Pellice.
PER ASILO S. GERMANO CHISONE
L. 5.000: Marco e Franca Eynard, Torre Pellice.
L. 10.000: G.A.S., Roma.
L. 20.000: Ermanno ed Elsa Rostan,
in mem. di Alina Rostan, Pinerolo.
L. 30.000: Griot Silvia e figli. San
Germano.
L. 50.000: itala Serafino Barbero, in
mem. del marito, Pinerolo; Sorelle e
fratello. In mem. di Costance e Susy
Michelin Salomon, Villar Pellice.
L. 100.000: Vay M. 1., Torino: Fratelli Martlnat, Pirierolo.
L. 300.000: Leontine Marino Soulier,
Ginevra.
PER RIFUGIO RE CARLO ALBERTO
L. 5.000: Elisa Paschetto Ricca, in
mem. di Renato Brada; Velia e Charles
Paschetto, In mem. di Renato Breda.
L. 8.000: Marco e Franca Eynard, in
mem. dei genitori e fratello.
L. 10.000; Conti Giovanni, Roma; Clara Ranchetti, Napoli.
L. 20.000: fam. De Muro e Pugno, in
mem. di Enrico Beux.
L. 25.000; N. O.
L. 50.000: Bongardo Norberto, Alzate Brianza.
L. 80.000: Cognate e nipoti di Cesan
Giovanni.
PER OSPEDALE TORRE PELLICE
L. 10.000: N. N., in mem. Charbonnier
Luigia; P.P.S., In mem. Maddalena Pontet ved. Bert.
L. 20.000: Anna Fedele, In mem. del
marito, Roma.
PER OSPEDALE POMARETTO
L. 5.000: dalla Emma in mem. grandmaman. San Germano.
L. 10.000: Fam. Baret Emilio, In memoria fratelli San Germano; Sapel Luciano, Meano.
L. 15A00: Goldin Emma, Villar Porosa; Long Margherita, Pomaretto; Gar
rou Caterina in Ghigo, Prali; Marocco
Vincenza, Piossasco; Parussa Rosa, Villar Perosa; Ribet Ferdinando e Olga,
Pramollo.
L. 25.000: Rivolra Lidia e Albertina,
San Germano; Gay Alessandro, Roure;
Coutandin Battlstina, Pinasca; Reynaud Emma, Prarostino; Belleard Giuseppe, Perosa Argentina; Bounous Ernesto, Pomaretto.
L. 25.000: llda Meynier Long, In
mem. marito. San Germano.
L. 30.000: Elba Fraschla, Pinerolo;
Luigi Lussana, Perosa Argentina; Maliato Anelila, Perosa Argentina.
L. 37.000: I compagni di lavoro di
Bruno Sappè, In mem. della mamma.
L. 40.000; Conte Pasquale, Piscina:
Toye Gabriele e fam., Villaretto.
L. 50.000: Giovanna Laetsch, Pomaretto; Prot Marisa, Perosa Argentina.
L. 60.000; Brun Alfredo Vittorio, Perosa Argentina.
L. 100.000; Fam. Fornero, Villar Perosa.
L. 145.000: I compagni di lavoro di
Gente Bruna, In mem. di Gente Francesco.
Rettifica: Il dono in memoria di Llnet
te Monastier pubblicato sul n. 27-28
11.7.'80 è di L. 50.000 e non di 40.000
come erroneamente scritto.
Doni per l’Asilo
di Luserna S. Giovanni
L. 32.000: In mem. di Charles Salvaglot, amici e colleghi di Bruna (uff.
giudiziari di Pinerolo).
L. 50.000: In mem. di Giovanni Mourglla. Chiesa Valdese di Losanna; La famiglia Mourglia riconoscente; Malan
Maddalena ved. Sapel, in mem. dei
suol cari (osp. Asilo); In mem. di Nora
Ribet Peyrot, Enrico Peyrot; Rivoir Alma, in mem. di Linette Monastier (Bergamo).
L. 70.000: In mem. di Charles e Costanza Salvagiot, Edy, Maurizio e Bruna.
L. 100.000: In mem. di Guido Robba,
la moglie e la figlia (Genova); Chiesa
del Fratelli di Torre Pellice.
L. 170.800: Comitato Waldenserhilfe
di Berna.
L. 236.965: Unione FemminSie della
Chiesa Evang. di lingua italiana di Zurigo.
Doni pervenuti nel mese di luglio;
L. 5.000: Alma e Nida Pons, in mem.
dei loro cari (S. Secondo); Visentlni
Maria, in mem. dei suoi cari (osp. Asilo).
L. 10.000: Bertin Stefano (osp. Asilo) ; Coisson Annalisa; Coisson Mathieu Ida; Rivoir Ketty N. Caroline, in
mem. di Enrico Rivoir; Reynaud Lea
(osp. Asilo); Caffarel Lina; Jalia Margherita, in mem. di Adelina Bounous
ved. Mondo; id., in mem. di Margherita Beux ved. Balmas; id., in mem. di
Ivonne Allio; Pasqualetti Maria Luisa
(Torre Pellice).
L. 20.000: Vogt Fratterigo; Niny e Pier
Boèr, nei 1° ann. morte della cara Fantine Ivonne Allio; Dino Bertalot, in
mem. di Giulio ReveI; Luigia Alessio
Brughiera (Genova).
L. 20.500: Daimas, in mem. di Ivonne
Alilo; id., in mem. di Enrico Rivoir
(Valdese USA).
L. 25.000: Martinat Maria, in mem.
di suo marito (Torino).
L. 30.000; Anna Malanot Alliaud, in
mem. dei suoi cari.
L. 34.000: N. N. (Genova).
L. 50.000: N. N. (Roma); Sorelle
Cornelio (Torre Pellice); Martini Etisia;
Nancy Morra Besson; Giulia Poèt ved.
Codino (Pinerolo): Coniugi Bordizzo
(Condove); E. P. (Torino); Laura Rostagno Avondetto (Torre Pellice); Chiavia
Stefano: Ivonne Godine Costantino,
In mem. di suo marito (Torino): Margherita Jalia, In mem. dei suol cari;
Pennington Nadine (Roma).
L. 200.000: Pons Rivoir Onorina iospite Asilo).
L. 500.000: Borsetti Roberto (Vigliano
Biellese).
ERRATA CORRIGE: Nell’ultimo numero del giornale leggere « doni per la
Nuova Costruzione >> e non « doni
per la Nuova Cucina » come erroneamente è stato stampato.
Nelle ùltime settimane diverse
famiglie italiane e tedesche sono state ospiti nelle nostre case
insieme ad un gruppo di giovani del Baden. Ricordiamo in particolare i coniugi Aichele di Tubinga ed i giovani della Chiesa
Evangelica di Hockenheim, diretti dal sig. Eberhard Deusch
e da alcuni monitori. Favoriti
dal bel tempo hanno potuto compiere escursioni, visitare i luoghi storici delle 'Valli, incontrare
alcuni membri della Chiesa locale nel corso di due serate con
proiezione di diapositive presentate dal sig. Deusch e dal pastore Cipriano Tourn e signora
nonché al culto bilingue di domenica 17 agosto.
• Durante il mese di luglio si
sono uniti in matrimonio nel nostro tempio : Nota Pier Giacomo
e Massel Paola, Conte Stefano e
Gardiol Marina, Ressent Osvaldo e Vinçon Silva, Grill Gino e
Poët Marisa e nella Cappella
privata di Luserna Alta Chambon IVHchele e Gribaudo Silvana. A queste nuove famiglie rinnoviamo i nostri fraterni auguri, chiedendo al Signore di accompagnarle con la Sua grazia
nella loro nuova vita in comune.
• Un gruppo di Trombettieri
e di altri giovani della Chiesa
Evangelica di Wiesenfeld, accompagnati dal pastore Ernst Balzer, dal prof. Völker e dal sig.
Engel, hanno trascorso una diecina di giorni con noi, durante
i quali hanno portato il loro apporto musicale e di canto ad un
culto domenicale, hanno visitato
le Valli prendendo contatto con
la storia passata e recente della
Chiesa Valdese, ed hanno anche
incontrato i Trombettieri Va,h
desi nei nostri locali. Un grazie
per la loro visita e per la loro
fraternità.
• Anche quest’anno sono ospiti presso la Foresteria una trentina di giovani che fanno parate
di un campo di lavoro, organizzato dalla Zentrale für Evangelische Jugendarbeit di Oldenburg, diretti dal sig. Arndt Sensenschmidt, che da diversi anni
viene a Villar Perosa. Ringraziamo questi giovani per il lavoro
che hanno fatto per la Chiesa
in collaborazione con alcuni
membri del Concistoro e vogliamo sperare ch’essi possano far
ritorno al loro paese con un
buon ricordo del soggiorno e delle gite effettuate.
• Un fraterno saluto ad alcune famiglie della zona di Kehl
am Rhein giunte al Convitto guidate dal Decano Dieter Oloff per
rinnovare e rinsaldare nel corsó
delle due settimane che trascorreranno con noi i legami fraterni
con la Chiesa Valdese e con la
nostra comunità, iniziati alcuni
anni fa.
• I giovani svizzeri e sangermanesi del Camp Mission Biblique, che hanno trascorso una
quindicina di giorni a San Germano Chisone svolgendo insieme
un intenso programma di studio,
di riflessione biblica e di incontri fraterni, hanno presentato
giovedì sera, 24 luglio, nella sala delle attività una apprezzata
recita con canti e testimonianze,
il cui tema era « L’altra vita ».
Peccato che il pubblico non sia
stato più numeroso!
Domenica 27 luglio un gruppo
di questi giovani ha partecipato
attivamente al culto insieme al
Decano Oloff ed ai giovani di
Oldenburg. Per l’occasione il culto è stato trilingue: francese, tedesco ed italiano. La nostra viva
gratitudine ai fratelli ed alle sorelle del Camp Mission Biblique
per i loro canti e per i messaggi che ci hanno rivolto con la
speranza di rivederli ancora fra
di noi. .
• Durante il culto di domenica 27 luglio sono state battezzate; Pascal Sara di Osvaldo e
di Comba Gina e Tron Barbara
di Dino e di Lisdero Ornella. Il
Signore accompagni con la Sua
grazia queste bambine e le loro
famiglie e conceda ai loro genitori di mantenere le promesse
fatte.
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RINGRAZIAMENTO
I familiari della compisuita
Albertina Durand Cantón
nell’ impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro ohe
con scritti e parole di conforto si sono
uniti a loro in questa triste circostanza. Un ringraziamento particolare al
Pastore Giorgio Tourn, al Sig. (5<A)eUo
e a tutto il personale dell’Asilo Valdese di Luserna S. Giovanni.
Rorà, 1 settembre 1980
RINGRAZIAMENTO
« Gesù disse; io sono la via, la
verità e la vita »
(Giovanni 14: 6)
I familiari della compianta
Letizia Matthieu in Grill
sentitamente ringraziano quanti sono
stati loro vicini in questa triste circostanza; in particolare la Direzione, i
Dottori, il Personale dell’Ospedale Valdese di Pomaretto ed il Pastore Renato
Coisson.
Pomaretto, 30 agosto 1980'
Eventuali offerte a favore dell’O^edale di Pomaretto.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Renato Bonnet
nell’impossibilità di farlo singolarmente PITI graziano tutti coloro, parenti ed
amici che hanno partecipato al loro
dolore. Un ringraziamento particolare
ai pastori Nisbet e Zotta, al dott. Luca
Richiardi ed alla sua assistente, alla
Finanza, ai cugini Edwy Gaydou e
Lello Daimas, agli amici Giardini, agli
amici del Ghiaccio e alla famiglia
Ricca.
Torre Pellice, 5 settembre 1980
SAN SECONDO
Lunedì 25 ha avuto luogo nel
tempio di S. Secondo il funerale
di Evandro Micol deceduto all’età di 76 anni. Egli abitava a
)Miradòlo ed era membro della
chiesa di Pinerolo. In assenza
del pastore di quella comunità
il funerale è stato presieduto dal
pastore Cipriano Tourn. La chiesa di S. Secondo esprime la sua
solidarietà alla famiglia colpita
dal lutto.
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8
8
COSTRUIRE LA PACE
5 settembre 1980
SULLA VICENDA DELL’INSEGNANTE GALLI
4 ton. di esplosivo a testa Perchè si giuro?
Le spese degli armamenti aumentano senza tregua - L’Italia al 4° posto
nell esportare la morte - E le Chiese cosa dicono? e che cosa fanno?
In occasione del sinodo recenternente conclusosi, vi sono stati
vari interventi — orali o scritti
— relativi alla spaventosa strage
di Bologna che hanno giustamente posto l’accento sul fatto che
ognuno di noi ha la propria parte di responsabilità.
In effetti, siamo immersi nella
violenza, a tutti i hvelli. Limitiamoci in questa sede a riflettere
su quella « istituzionale » ed in
modo speciflco su quella che, a
livello intemazionale, minaccia
di far saltare il mondo intero. La
politica di armamento delle nazioni — di tutte le nazioni —
aumenta implacabilmente di
giorno in giorno: è di questi
giorni la notizia che il SIPRI, il
più autorevole e serio Istituto
di ricerche sulla pace che esista
in Europa, prevede che nel corrente anno 1980 le spese militari
mondiali saliranno a 500 miliardi di dollari, equivalenti a circa
420 mila miliardi di lire: 1.150
miliardi al giorno. Di queste spese, il 70 per cento viene effettuato dai Paesi della Nato e del Patto di Varsavia, mentre il gruppo
dei Paesi dell’Opec (esportatori
di petrolio) ha significativamente aumentato i propri bilanci
militari del 15 per cento. Per
quanto riguarda il comrqercio e
l’esportazione delle armi, i due
terzi sono stati destinati al Terzo
mondo. In questa gara di morte
l’Italia è salita al quarto posto,
preceduta solo da USA, URSS e
Francia, e seguita nell’ordine da
Gran Bretagna, Germania occ.,
Cina e Israele. Sempre secondo
il SIPRI, il rischio che una guerra nucleare scoppi dapprima in
Europa, sta diventando maggiore grazie allo sviluppo delle nuove armi «eurostrategiche »: aerei o missili dislocati o pimtati
sul nostro continente.
Abbiamo visto quali terribili
cons^uenze in vite umane abbia
avuto il dramma di Bologna, causato — pare — da una deflagrazione che gli esperti valutano dai
10 ai 50 kg. di esplosivo. Orbene,
secondo Bertrand Goldshmit,
presidente dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica di
Vienna (AIEA), i quarantamila
ordigni nucleari stipati negli arsenali americani e sovietici (senza quindi contare le altre armi)
equivalgono a quattromila kg di
esplosivo « classico » per ogmi
abitante della terra. Si potrebbe
continuare a lungo ma credo che
già queste poche righe siano sufficienti a farci riflettere.
Mi pare che la nostra responsabilità nei confronti di una situazione che configura un pericolo immane di morte per tutti
sia totale e senza attenuanti, specie in quanto credenti. Questa
distruttiva forza planetaria ci
viene infatti da quelle stesse isti
tuzioni che, volenti o nolenti, ci
siamo date. Per quanto riguarda
l’Italia, ormai tutti i partiti politici di massa o tradizionali, ivi
comprese le sinistre (qualcuno
ha parlato sarcasticamente di
« socialismo Nato » di psi e pei),
sono inseriti in questa logica dei’
blocchi e quindi è indubbio che,
come cittadini, una voce di dissenso e di motivato allarme rimanga purtroppo praticamente
inascoltata.
Dobbiamo quindi far sentire
la nostra voce come credenti e
come Chiese contro questa aberrante politica degli armamenti,
che oltre a tutto concorre indirettamente alla morte per fame,
alla vita stentata e dismnana di
milioni di creature, nonché al
mancato decollo di tanti paesi
sottosviluppati. Si pensi che più
della metà degli specialisti in fìsica ed in ingegneria, attivi nella
ricerca e nello sviluppo, lavorano
a pieno tempo in attività militari. Per contro, proprio in questi
giorni il direttore generale della
PAO (organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e
Ta^coltura) ha lanciato un ulteriore appello-denuncia secondo
cui siamo in una «situazione
esplosiva » perché la fame si aggraverà nei prossimi mesi a causa della mancata solidarietà internazionale.
Due noti personaggi non credenti, due scienziati, Albert Ein
stein e Bertrand Russell, fin dal
lontano 1954 hanno lanciato un
appello al mondo: « o l’umanità
distruggerà gli armamenti, o gli
armamenti distruggeranno l’umanltà». è stato veramente un
peccato che il recente Sinodo non
sia riuscito a pronunciarsi su
questo argomento, che è certo
il più drammatico del nostro
tempo. Cerchiamo di farlo noi
costantemente, come singoli credenti, nelle nostre assemblee,
come Chiese, ricordando a tutti
che il messaggio di Cristo è un
messaggio di amore e non di
odio, di servizio e non di potenza, di vita e non di morte; diciamo a tutti la nostra aspirazione
a vivere senza la protezione omicida delle armi.
Anche questa è « evangelizzazione», ed accanto ad essa promuoviamo incontri con altre
confessioni religiose, praticando
su questo argomento un « ecumenismo concreto », vólto a dissociarci ed a contrastare questo
attentato alla vita umana, allo
sviluppo pacifico delle popolazioni ed alla giustizia internazionale.
Non limitiamoci a fare il « mea
culpa» per le cose orrende che
già succedono, ma cerchiamo
veramente di educare alla pace la
gente se crearne alla funzione
di testimonianza, alla funzione
profetica della, Chiesa.
Roberto Peyrot
Spirito Santo
(segue da pag. I)
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Dino Ciesch, Roberta
Colonna Romano, Niso De Michells, Giorgio GardioI, Marcella Gay,
Marco Pasquet, Aurelio Penna,
Jean-Jacques Peyronel, Roberto
Peyrot, Giuseppe Platone, Ornella
SbaffI, Liliana Viglielmo.
Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Torino.
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« La Luce »: Autor. Tribunale di
Pinerolo N. 176, 25 marzo 1960.
• L'Eco delle Vaili Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio 1960.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
santità alla colpa degli Ebrei;
ma sa di dover parlare con Vautorità della parola divina.
Anche noi, in questa Italia dai
mille contrasti, come evangelici
italiani sappiamo di essere pochi, poco preparati e poco credibili per le nostre numerose
mancanze di unità, di fedeltà, di
chiarezza. Ma credo di non sbagliare affermando che in un momento così grave della nazione
la piccola minoranza evangelica
è chiamata a ridiventare profetica.
Con chiarezza e con coraggio,
ma con grande amore, deve mettere il dito sulle piaghe di una
nazione dove il benessere comune è stato posposto all'interesse
individuale e dove il cristianesimo è spepo sentito come un comodo abito domenicale che non
incide sulla realtà delle scelte di
vita.
L'evangelismo italiano pur conscio della sua pochezza non può
dimenticare l'autorità del messaggio evangelico: Dio ha fatto
Signore e Re quel Gesù che voi
avete crocifìsso.
Proprio per l'atteggiamento di
Pietro, per quel suo scongiurare
i fratelli Giudei, la giornata che
si era aperta in comunità si conclude con una comunità allargata a più di tremila persone.
Nessuno pensa alla difficoltà di
un simile inserimento, troppo
importante è l'ubbidienza alla
voce di Dio ed all'amore, per valutare gli inconvenienti che una
tale crescita può comportare. E'
chiaro che l'evangelizzazione ha
per scopo proprio questa nascita
di comunità nuove. Sarebbe addirittura vano evangelizzare senza
la nascita e lo sviluppo di comunità che siano perseveranti nella
dottrina apostolica, nella centralità di Cristo, nella comunione
fraterna e nella preghiera.
Questa serie di perseveranze
ha due riflessi pratici: uno all'interno, cioè il bisogno di dividere
tra tutti i beni di ognuno; il non
potere più vivere distinguendo
nello spirito, come nelle cose di
ogni giorno, il 'proprio' dall'altrui. trattandosi di persone chiamate alla stessa gioiosa libertà
ed alla stessa esperienza. La seconda conseguenza è lo spargersi in mezzo al popolo di uomini
nuovi che partecipano agli altri
la loro nuova ricchezza di vita,
provocando un'autentica progressione geometrica nell'aumento
della chiesa.
Questa era
salemme nel
la realtà di Geruprimo anno dopo
la morte di Cristo e voglia Dio
che sia la nostra. Ci sembra un
sogno, ma la potenza di Dio non
e ora inferiore e le nostre chiese
possono trasformarsi in tante
comunità che pur mantenendo
le loro caratteristiche individuali
si preparano nella comunione reciproca e nell'attesa che lo Spirito Santo le usi come forza profetica nel nostro paese nell'ora
presente. Domenico Maselli
Ho letto con molto interesse
l’articoletto («La Luce», n. 25)
sull’insegnante Sandro Galli, al
quale vorrei esprimere tutta la
mia solidarietà per la lotta coraggiosa che conduce contro il
giuramento imposto agli insegnanti.
Il giuramento — dice Galli —
è « un atto religioso, derivante
dal misticismo fascista che ancora condiziona parte delle isti
tuzioni dello Stato ».
Io lo chiamerei semplicemen
te: « Il desiderio di volere de
sudditi fedeli da parte del potè
re ».
Certo, in molti paesi non s
giura più come prima... ma s
giura sempre (se non come inse
gnanti, come soldati o altro)!
Non è cioè una questione solo
di « misticismo fascista ».
Da sempre, il potere fa giurare fedeltà ai propri sudditi (I
sudditi piu in vista e con più responsabilità, di solito), per garantirsi la loro fedeltà, per svolgere una specie di imposizione
morale che costringe ad una fedeltà anche irrazionale.
Basta pensare al medioevo
(vassallaggio) e al perché i vaidesi della prima Riforma rifiutavano il giuramento o meglio
alle conseguenze politiche del loro rifiuto (tentativo di scardinare l’ordine politico esistente,
contestazione della legittimazione religiosa all’ordine costituito:
cfr. Giampiccoli e Papini: « L’eredità del valdismo medievale »,
ed. Claudiana, pp. 24-25).
Certo, non si può nascondere
il grande salto di qualità che si
è avuto dal periodo prerepubblicano al nostro (se non si andrà
di nuovo indietro, come tutto lascia prevedere..:). Il nostro periodo però lo chiamerei: « Il periodo della grande presa di coscienza del popolo, in una ricerca faticosa e sofferta di democrazia ». Non siamo cioè nel periodo della democrazia!
L’art. 1 della nostra Costituzione recita al secondo comma:
« La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme
e nei limiti della Costituzione ».
In realtà, il popolo non è sovrano!
Un sovrano sa e può. Noi spesso non sappiamo né possiamo!
La nostra forma politica allora
non è ancora la democrazia (sovranità del popolo), ma è un’oZi
Riordino regolamentare
(segue da pag. 2)
le seguenti parole: « Secondo noi
— scriveva Giovanni Pietro Metile nel 1872 — ogni sistema ecclesiastico è legittimo e suscettibile di portare buoni frutti, quando garantisca alla società questi
due elementi essenziali d’esistenza, di stabilità e di prosperità, che sono: l’ordine e la libertà. Se, sussistendo tali condizioni, il sistema non ha successo,
bisogna farne risalire la responsabilità prima di tutto al modo
con cui vien applicato. Ecco
l’opera da compiere prima di
ogni altra ».
Con questo felice enunciato il
Melile intendeva combattere la
mania, anche allora esistente, di
accusare le norme invece di cercar di correggere la lorp deteriore applicazione da parte di coloro che sono chiamati ad osservarle. Oggi, richiamandoci allo
stesso principio si invoca — a
volte invano — un maggiore o
più corretto impegno delle persone nelle strutture esistenti,
prima di promuovere inopinate
modifiche regolamentari. Il principio di anplicar bene ed in modo rispondente al loro dettato le
norme esistenti prima di cambiarle, ha avuto vita grama nell'aula sinodale non solo al tempo
di G.P. Meille, ma ancora quest’anno in cui, appena varato il
nuovo regolamento sui ministeri
che pone in chiaro con norme
adeguate anche la posizione del
personale optante, si sarebbe voluto tutto cambiare per far posto
ad una nuova categoria di ministri, chiamando "diaconi” persone che prestano da laici quali sono, le più diverse attività nella
Chiesa. Un male antico che —
come rinfluenza — ogni anno si
manifesta tramite un nuovo virus.
Evitare l’ingorgo
amministrativo
Per completare il riordino regolamentare ultimato quest’anno, non è necessario varare altri
regolamenti o dar vita a subitanee innovatrici riforme di struttura: è sufficiente una corretta
ed impegnativa applicazione delle norme ora vigenti da parte di
quanti sono chiamati ad osservarle e soprattutto di quanti debbano farle osservare.
Una attenta considerazione delle normative in atto, specie per
la parte relativa agli enti, istituti
ed opere della Chiesa, dovrebbe
suggerirfe.. in riferimento allo studio predisposto con l’atto 31
quanto allo « sviluppo delle strutture distrettuali ai fini del decentramento amministrativo », quel
salutare ripensamento circa le
eccezioni volute quest’anno ed il
ripristino della normativa inerente le competenze distrettuali
sulla resa di conto degli istituti,
anche se autonomi, già definita
in sede di integrazione nel testo
del RO 5 del 1975 e nella relativa relazione illustrativa. Caso
contrario l’appesantimento dei
lavori sinodali per via del carico di lavoro, se seriamente effettuato, conseguente al rendiconto di tanti istituti, creerà un
ingorgo amministrativo dei lavori sinodali assai più pesante e
distraente dai maggiori problenii ecclesiastici, di quello che il
Sinodo ha dovuto smaltire nell’ultimo ventennio per varare il
totale riordino delle discipline
ecclesiastiche.
Giorgio Peyrot
garchia delegata in cui una piccola minoranza è sempre impegnata a garantirsi il potere.
Una vera democrazia si esercita quando non c’è distinzione fra
« politici » e « cittadini », ma
quando tutti si è politici. Una vera democrazia si esercita quando
il popolo discute le leggi, ne propone di migliori, s’interessa attivamente dei problemi più importanti sia locali che nazionali ed
internazionali.
Ma questo — purtroppo — ancora è un sogno, per colpa dei
« politici » e soprattutto per colpa del popolo stesso, che preferisce delegare e poi farsi i fatti
suoi.
Se il popolo, in effetti, fosse
veramente « sovrano », s’identificherebbe con lo Stato. E io popolo sovrano non potrei giurare
di essere fedele a me stesso.
Certo, l’art. 54 della Costituzione prevede e sancisce il giuramento, ma proprio per quest’immagine impropria di democrazia
e di stato.
Ma perché si giura? Oggi il
giuramento non è più una cosa
religiosa. Non si giura (almeno
a scuola) davanti alla Bibbia...
ma davanti a chi si giura?
Il giuramento dovrebbe essere
valido quando si chiama a testimonio qualcuno superiore... chi?
Gesù diceva: « Non giurate né
per il cielo né per la terra... ma
sia il vostro parlare sì sì, no no »
(Mt. 6: 33-37).
A questo proposito, il « dizionario biblico » della Claudiana
dice: ...« Quando si abusò del
giuramento, esso divenne un mezzo magico per legare la divinità
alle più futili contingenze umane (pronunziandone il nome o il
nome degli oggetti sacri); a questo allude Gesù quando lo condanna; gli uomini non hanno
il diritto di chiamare ogni momento Dio stesso a testimone
delle loro affermazioni. Naturalmente Gesù non si riferisce alla
solenne dichiarazione richiesta
oggi al testimone nel tribunale e
che si chiama anche "giuramento”; egli condanna il giuramento
come "atto religioso", nel quale
l’uomo pretende di coinvolgere e
legare a sé Dio per raggiungere i
suoi fini umani ».
Il « nostro » dizionario cioè
giustifica il giuramento giuridico
e civile.
Non essendo — per fortuna —
un atto religioso (almeno sembra...), giuridicamente anche un
ateo può giurare (sennò come
potrebbe farlo, oltre al fatto che
sarebbe anticostituzionale: « Tutti i cittadini sono uguali davanti
alla legge » (art. 3). D’altra parte,
quando era un atto religioso,
c’era almeno la paura del suddito di essere poi condannato da
Dio (e questo fa capire l’insistenza del potere su questo atto,
tenendo presente la religiosità
del tempo). Oggi, l’infedeltà chi
la condanna? La collettività, la
legge! Ma mica c’è bisogno del
giuramento perché la legge condanni gli atti ad essa contrari!
Ed allora perché e davanti a
chi si giura?
Se uno crede nella Repubblica
e fa bene (o almeno coscienziosamente) il suo lavoro, lo farà
meglio dopo il giuramento? ovvero: uno che non crede nella
Repubblica (anche se sedicente
democratico) e fa male il suo lavoro, lo ifarà bene dopo il giurameinto?
Chi crediamo di prendere in
giro con questo atto, divenuto
semplicemente formale? L’unica
risposta che mi do continua ad
essere la prima: il giuramento è
la conseguenza di una vecchia
mentalità del potere, che preferisce dei sudditi fedeli a dei
cittadini responsabili; un atto
svuotato dal suo significato e
dalla sua pressione psicologica
negativa originaria e quindi inutile.
Gesù diceva: « Il vostro parlare sia sì sì, no no »: « siate
cioè delle persone responsabili e
coerenti con le vostre idee e le
vostre azioni. Non siate burattini di fronte a chi è o a chi si crede superiore: fate o dite una
cosa perché volete farla e perché
credete in ciò che fate e che
dite ». Ecco qual è l’altro significato dell’affermazione di Cristo
(oltre al fatto di non chiamare a
testimonio Dio in ogni cosa).
Nino Gullotta