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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICB
(Torino)
S e t t i m a n & 1 e
della Chiesa Valdese
Addo xeni- Num. 38 1 ABBONAMENTI j Eco: L. 2.000 per Tinterno 1 spedizione in abbonamento postale . I Gruppo 1 TORRE PELLICE — 27 settembre 1963
Una copia Lire 40 L. 2.800 per Testerò 1 Cambio di indirizzo Lire 50 1 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
La parte dì Cesare
e quella
dì Dìo
Venti settembre.
« A distanza di quasi un secolo - così A. C. Jemolo su La Stampa (209-’63) — tutti scorgono che la perdita
del potere temporale fu evento sommamente felice per la S. Sede. Non mi
pare ci sia più alcuna cerchia cattohcii che lo ponga in dubbio ».
Indubbiamente è passato il tempo
in cui Pio IX fulminava gli invasori sacrileghi, e così pure quello di Pio XI,
che nel momento stesso in cui stipulava con il governo fascista i Patti lateranensi in un’allocuzione ai parroci
(ll-2-’62) deplorava la perdita del potere tenijtorale, lamentava « quello che
fecero o meglio non fecero, non vollero o forse non poterono fare le potenze per impedirne la caduta » e rinnovava la condanna a tutta la « successione di governi settari e ubbidienti e
ligi ai nemici della Chiesa » prima del
fascismo. 11 ’nuovo corso’ della storiogratìa cattolica, autorevolmente accreditato da Giovanni XXlll e da Paolo
VI cerca di far proprio il moto risorgimentale, proclamato « provvidenziale » (ma anche Mussolini era « l’uomo
che la Provvidenza ci ha fatto incontia're »!;. Tuttavia una data importante come quella del venti settembre non
l’.a. da decenni, diritto di cittadinanza
nel calendario delle feste civili di uno
Stato che, invece, abbonda di festività
dedicate al variopinto calendario cattolico. Ed è un segno eloquente, nè
basta a cancellarlo il ricordo della data — non per bocca di un democristiano —- al Parlamento, nè la corona di
alloro deposta a Porta Pia dal sindaco
di Roma.
Il fatto è che il Vaticano non ha affatto perso il potere temporale, nè rinunciato il questa pretesa. L’uno e l’altra si sono soltanto ’aggiornati’, e in
certo senso hanno conosciuto un’enorme espansione.
In seguito ai Patti lateranensi ed al
riconoscimento della maggioranza degli Stati (qui Terrore del governo fascista dilaga in una vastissima responsabilità) esiste uno Stato della Città
del Vaticano. Ad ognuno, giurista o
non, è chiaro che la consistenza materiale di questo Stato non ha la minima
rilevanza ; si tratta comunque di uno
Stato sovrano; ha il proprio governo
(la Curia), mantiene le proprie ambasciate (nunziature) presso i moltissimi
governi che Thanno riconosciuto, stipula concordati che non sono pure intese di ordine spirituale ma veri e propri traditati, batte moneta, stampa francobolli, fa circolare automobili con la
propria targa : S. C. V. : la monarchia
teocratica del « successore di Pietro »
prosegue ininterrotta; una volta di più
non c’è stata alcuna frattura, solo un
’aggiornamento’, un adattamento alle
nuove circostanze, adattamento che si
è rivelato, in questi trentaquattro anni,
estremamente efficace dal punto di vista della potenza vaticana, una potenza colla quale gli Stati, nel loro pragmatismo, hanno creduto di dover fare diplomaticamente i conti. Sicché
mai come ora la S. Sede ha avuto nel
mondo un’udienza e un’influenza vastissime. di cui sarebbe ingenuo affermare il carattere unicamente spirituale.
E’ dunque equivoco celebrare —
del resto un po’ in sordina — il venti
settembre: la breccia di Porta Pia c
stata rimarginata, l’undici febbraio ’29,
non da una vera riconciliazione degli
animi, ma da una mossa politica che
nel Parlamento italiano solo Benedetto Croce osò apertamente rifiutare, e
che nell’ultimo dopoguerra la maggiotanza della Costituente ha purtroppo
Sanzionato, pur senza smussare (sarebbe stato impossibile) i contrasti fra la
Costituzione e il Concordato.
Quindi, sebbene non manchino nell’ambito del cattolicesimo —- e aumentino — coloro che rifiutano concordati
e religione dello Stato, il potere tem
porale non è stato affatto perduto dal
Vaticano, si è anzi accresciuto, e anche
le ultime encicliche, specie la ’Mater
et Magistra e la ’Pacem in terris’ sono
in fondo affermazioni di questo potere, che non si esercita più attraverso
il dominio di prefetti pontifici su di
ima provincia. ma attraverso l’insegnamento autorevole e la pressione organizzattiva esercitati dal Magistero romano nel mondo intero.
Generosa illusione, perciò, quella
che fa scrivere allo Jemolo: « Mai la
Chiesa sarà tanto amata e rispettata,
vedrà affluire più facilmente a sè gli
uomini, come quando terrà ben separato ciò che essa deve esigere dai credenti da quel che lo Stato può imporre ai cittadini; quando cioè non premerà sul legislatore perchè la legge religiosa (così quanto v’è di peculiare
nella concezione cattolica del matrimonio), le sanzioni ch’essa impone ai fedeli, trovino accoglimento nei codici ». Roma non accetterà mai questa
separazione (così come i Patti lateraliensi non significano accettazione ma
rifiuto di ciò che è al cuore del venti
settembre), essa potrà soltanto esserle
strappata dalla volontà dello Stato,
della nazione, salvo a definirla poi a
distanza di decenni, concluso il ciclo
d’assimilazione, « provvidenziale ».
Comunque, non si può dimenticare
che un cristiano intende la separazione della Chiesa dallo Stato in sen.io
diverso da come, per lo più, Tintende
un laicista agnostico. 11 « date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel
che è di Dio », a cui le chiese di ogni
confessione si richiamano per fondare
la loro etica politica, non significa affaito la divisione della vita in due sfele: quella temporale, in fondo estranea allo Spirito del Signore e quindi
indifferente, e quella spirituale. D’accordo con la Chiesa romana — e m
dissenso dal ’lealismo governativo’
che ha spesso caratterizzato e caratterizza molte chiese ortodosse — noi
crediamo che Gesù Cristo è il Signore
non solo delle coscienze dei fedeli ma
dell’intera storia del mondo, e che di
questa sua signoria la comunità di
quanti sono stati chiamati alla fede
deve dare testimonianza nel mondo incredulo e indifferente o ignaro.
Tuttavia nel come viene concepita e
vissuta questa testimonianza le vie divergono radicalmente. Mentre « la
Chiesa (romana) afferra il mondo per
consacrarlo e offrirlo a Dio » (p. Daniélou) — e sappiamo che cosa in pratica ciò significhi ; « un programma di
dirigismo clericale della società » (V.
Su bilia) — le Chiese protestanti non
hanno una propria poUtica da presentare e tanto meno da imporre, neppure moralmente: vivono in una tensione spesso incomoda, ricca di contra
Per decisione delia Tavola
Valdese, la data del 6 ottobre è
stata stabilita per la celebrazione della
Domenica
della
Comunione Universale
Tutte le nostre comunità sono invitate ad associarsi a questa celebrazione.
sti interni, fra la coscienza di avere,
un’« altra cittadinanza », quella del
Regno (non quella di un’anagrafe ecclesiastica, che è cosa diversa) avvicinatosi a noi in Gesù Cristo e sempre
più imminente, e la coscienza di do\er essere concretamente testimoni,
qui e ora, di questo Regno, con preso
di posizione e scelte precise, discutibili rivedibili, mai soddisfatte e senza
ombre, ma vocazionalmente necessarie.
Venti settembre: hbera Chiesa in
libero Stato? La difficile libertà comincia nel nostro atteggiamento di fede
nella signoria di Dio, davanti agli uomini. Gino Conte
Cronaca del Concilio
Con quali prospettive si apre la seconda sessione del Concilio Vaticano
II? Difficile dirlo. Sarebbe più agevole fare delle previsioni se il Concilio
fosse — come dovrebbe essere — indipendente ed autonomo rispetto alla
persona del Papa. Ma non lo è, e le
sorti del Concilio sono nelle mani del
Papa: è il Papa che chiama il Concilio all’esistenza, che ne fìssa la durata, che ne definisce il carattere, che
ne delimita le competenze e ne orienta i lavori. In breve, il Concilio non
può nulla senza il Papa. Nella realtà
dei fatti, certo, gli angoli si smussano
e le prerogative papali nei confronti
del Concilio si temperano alquanto.
Quest’ultimo ha del resto dimostrate
di possedere una carica vitale che potrà essere disciplinata dai nuovo pontefice, ma non certo paralizzata. D’altra parte, il fatto stesso che alla morte di Giovanni XXIII il Concilio è
stato automaticamente sospeso dimostra in quale profondo rapporto di dipendenza il Concilio stia nei confronti del Papa. Cosi, ogni previsione sullo svolgimento e sulTesito della seconda sessione non può prescindere da
un tentativo di valutazione della personalità di papa Montini. Insomma:
il grande punto interrogativo della
seconda sessione del Concilio si chiama Paolo VI.
Papa Montini, agli occhi di molti,
è un personaggio misterioso («amletico » lo avrebbe definito Giovanni
XXIII). E certo, rispetto al suo predecessore, lo è. Il tratto enigmatico
della personalità dell’attuale pontefice, oltreché corrispondere alla sua in
dole piuttosto riservata, può essere
spiegato come un accorgimento tattico di prudenza, ben comprensibile se
lliì popolo si umilia
nella solidarietà
e SI
Anche quest'anno tutti i cittadini svizzeri .sono stati invitati a celebrare, domenica 15 settembre, il ’’Digiuno federale”:
l’occasione, una volta all’anno, nella quale tutto il popolo elvetico è invitiMo a soffermarsi, a ripensare un problema particolare, nel quadro del proprio benessere,
a sacrificare qualcosa per qualcuno che
ha menai di lui. E’ evidente che questa
celebrwzione, la cui origine cristiana è
palese, trova fra i credenti il suo vero
significato. Ogni anno le varie Chiese cantoiudi pongono di fronte alla coscienza
dei propri fedeli un problema particolare, Vlitui questo l’altra quello, e li invitano alla solidarietà, impegnandoli in un’opera particolare. Vogliamo qui ricordare
che la Chiesa] riformata ginevrina si è
preoccupata, in tfuest’occasione, del problenun dei lavoratori stranieri; il suo
Concistoro lui diffuso un messaggio a tutte lé comunità, letto dal pulpito e radiotrasmesso pure nel corso del culto-radio,
quale invito alla, confessione e alla meditazione]. Riproduciamo questo messaggio, con un senso di grato rispetto per
questi fratelli d’obralpe e nella coscienza
che queste parole possono e devono far
riflettere anche molte delle nostre conuinilà.
Il iiiuiinero dei lavoraloiri stranieri eoUoposli a coinlirollo si è iiolevoliniemle accresdaiito, nel nastro paese, negli ultimi dodici anni: da 90.112 nel febbraio 1950 è
passato a, 445.610 nel 1962. A questa cifra
biiso-gUa aggiungere lutiti i lavoratori stranieri che lianno già otteinuto il permesso
di stabilirsi. Sitichè si contano oggi ottocenitoniila stranieri ohe vivono nel territorio della Confederazione, su una popolazione totale di cinque milioni e mezzo.
Si può dire dite in Svizzera 13 abitanti su
100 -sono stranieri, naturalnieiite con una
proporzione maiggiore nel settore del lavoro.
Questa mano d’opera straniera è rosliluita in niaiggioranza da Italiani e Spagnoli, cioè da elementi latini e di confessione cattolico-romana, 1 quali tendono
a co-stiluire gruppi etnici con una vita
propria, tanto più che non conoscono nè
la nostra storia nè le nostre tradizioni.
Que.sta mano d’opera ha una parte importante non solo nelle imprese industriali e edili, ma anclie nel servizio domestico, -nelT industria alberghiera e nel
settore ospedalioro. Se all’improvviso n-o-n
potessimo più godere del loro apporto,
la n-ostra vita economica e sociale ne risentirebbe fortemente. Lo straordinario
sviluppo della nostra economia e del nostro confort è dunque legato in parte alla
sua presenza e alla sua iimegabiJe efficacia.
Questa situazione pone alla nostra popolazione elvetica problemi di coesistenza, d’integrazione e di assimilazione, i
quali sono d’ordine spirituale, poieliè sono in fondo problemi di fraternità e di
testimonianza cristiane. La loro soluzio-ne
non può riguardare soltanto le autorità
federali e cantonali, oppure gli ambienti
industriali ed economici: dipende dall’insieme della nostra popolazione e in modo particoilare dai membri delle nostre
Chiese.
Perciò, in questo tempo del ’Digiuno
federale’, vi invitiamo a riflettere su que,sti tre interrogativi:
1) Quale aiCcoglienza facciamo a questi
uomini e a queste donne il cui lavoro, se
rende loro, è così necessario al nostro
paese?
2) Quale immagbie presentiamo loro,
nella vita quotidiana — sia durante il lavoro sia nelle ore libere — della nostra
esistenza nazionale e della nostra qualità
di cittadini svizzeri?
3) Quale testimonianza della nostra fede in Gesù Cristo e del nostro amore fraterno diamo loro quotidianamente?
Se riflettiamo, davanti a Dio, su questi
tre interrogativi, ihe non possono esser
disgiunti i’umo dall’altro, saremo oondolli
a un. atto d’umiliazione.
Dobbiamo umiliarci, ad esempio, per
la soluzione poco .umana che diamo talvolta al pro.blema dell’alloggio dei lavoratori istranieri o a quello della loro vita
di famiglia (molti di loro sono costretti
a vivere lontani dai loro congiunti e dai
figli da alcune disposizioni restriltiive della nostra legislazione).
Dobbiamo umiliarci per il carattere materialista che impronta di sè la nostra vita
nazionale, familiare e personale.
Dobbiamo nmiliarci per la mancanza
d’irradiamento della nostra fede cristiana
nei confronti .di quegli stranieri che le
circostanze (guerre, regimi politici, ecc.)
hanno sta.ccalo da Dio.
L’umiliazione alla quale vi invitiamo
non dev’essere sterile. Dovrà portar frutto nelle no-stre esistenze e condurci a mostrare (die le forze vive, .poste in noi da
Dio, ci permettono di accogliere fraternamente lo straniero e d’integrarlo progressivamente nella nostra vita nazionale.
Tutte iciò (öhe vi abbiamo detto lia la
.sua .sorgente nella santa Scrittura.
Papa Paolo VI e la seconda sessione del Vaticano li
si pensa ai pesi che gravano sulle spalle di quest’uomo; ma può anche avere delle motivazioni più profonde,
quali, ad esempio, una coscienza viva
quasi sofferta, delle responsabilità inerenti alTufficio papale e un’acuta sensibilità, quasi un’inquietudine, per la
gravità delTora che volge, spiritualrrente parlando, e per l’imponenza dei
problemi che essa pone alla coscien
z:', cristiana e che reclamano una risposta tanto tempestiva quanto ponderata.
Comunque sia, alcune considerazioni sulla personalità di papa Montini
possono essere fatte, sia pure con la
dovuta cautela. Si può dire, in generale, che col passare delle settimane
e dei mesi Paolo VI vien via via dif
ferenziandosi sempre più nettamente
dal suo predecessore. Intanto Tattua
le pontefice sembra possedere un sen
so del governo e delTautorità assai
più sviluppato di quello dimostrato da
Giovanni XXIII. Mentre durante lu
prima sessione papa Roncalli mise in
generale la sua autorità assoluta al
servizio della maggioranza conciliare,
si può prevedere che Paolo VI imporrà con maggior decisione alla seconda
fase del Concilio il suo pensiero e le sue
direttive. Si dà per certo che il Papa
presenzierà personalmente non solo
alla seduta inaugurale e a quella conclusiva (come fece Giovanni XXIII)
ma anche a un certo numero di sedute ordinarie. La presenza fisica del
Papa a talune congregazioni generali
vuole lorse palesare Tintenzione del
pontefice di dare alla seconda sessione un’impronta personale ( dove « per
sonale » non sì riferisce al personaggio Giovanbattista Montini ma alla
sua funzione di «Vicario di Cristo»)?
B comunque si esprime, concretamente, la partecipazione del Papa al Concilio, la domanda che si pone è la seguente • durante la seconda sessione
Paolo VI sarà un semplice moderatore delTassemblea conciliare (quale fu,
in sostanza, Giovanni XXIII durante
la prima sessione) oppure ne sarà, dilettamente o indirettamente, il dominatore (s’intende, in senso spirituale)?
Paolo VI ha ripetutamente ribadito,
in discorsi recenti, Timportanza ed il
valore della gerarchia nella Chiesa e
il giorno della sua incoronazione (30
giugno) ha definito «il successore di
Pietro » come « il centro vitale deU’apostolato del Corpo mistico di Cristo ».
Accentuando la funzione gerarchica e
quella papale (che ne è il corollario)
si insiste, implicitamente, sull’esercizio del potere della Chiesa e nella
Chiesa. E questo proprio mentre ci si
sta rendendo conto che la via maestra
per il cristianesimo contemporaneo
ha da essere non già quella del potere ma, al contrario, quella del servizio.
Un secondo asi^tto della personalità di papa Montini si collega al precedente e può essere descritto così:
Paolo VI sembra essere, più di Giovanni XXIII, un papa costantiniano.
Durante il pontificato di papa Roncalli fu possibile registrare alcuni sintomi, deboli ma non per questo meno significativi, di un tentativo di correggere la posizione della Chiesa nella
società quale si è venuta creando da
Costantino in poi. E’ questa, un’operazione di immensa portata, che presuppone delle scelte spirituali molto
coraggiose, dinanzi alle quali tutta la
cristianità, prima o poi, sarà posta.
Non sembra, per ora, che Paolo VI in
itnda operare nel senso di un superan:ento della situazione costantiniana,
ma piuttosto nel senso di un avvallo.
E questo proprio mentre si sta avvertendo il crescente disagio creato da
tale situazione.
Sul piano ecumenico ci si potrebbe
dilungare in un commento all’« ecumenismo romano » caldeggiato da Paolo VI. Ma ne vale proprio la pena?
Non è forse più urgente e proficuo,
proprio in presenza dello slancio ecu
menico cattolico, con le speranze ed
i rischi che esso comporta, invitare le
Chiese evangeliche a rimeditare, col
massimo sforzo di fedeltà, Tecumenismo biblico e a proporre, con assoluta coerenza, il criterio evangelico come l’unico valido nel confronto interconfessionale? Quello che ci si può
ragionevolmente aspettare dal Papa,
enche da quello attuale, non è, almeno per ora, una dottrina ecumenica
realmente nuova (a meno che le fondamenta stesse delTedificio cattolico
non vengano rimosse) ma è un clima
di libertà che consenta ai cattolici un
dialogo aperto con le confessioni cristiane non romane. E’ da credere che
questo clima di libertà, introdotto nel
cattolicesimo da Giovanni XXIII, sarà mantenuto anche da Paolo VI. Per
ora la libertà è il minimo (ma in un
certo .senso è anche il massimo) chesi può chiedere, ecumenicamente parlando, a un pontefice romano.
* * *
I lavori della seconda sessione inizieranno con la discussione dello schema sulla Chiesa (De Ecclesia), già
presentato sul finire della prima sessione. Questo schema, il cui tema —
(segue in 4 pagina)
2
pag. 2
^ JL .
nrr.Tf t :
27 settembre 1963 — N. 38
li
aoi.nsi ZR>:r-T
Io ho un gran popolo
in questa città
ri
Atti 18 : 1-11
Nonostante l’origine divina della nostra vocazione, nonostante,
anzi a causa della sua altezza spirituale, noi possiamo sentirci scoraggiati di fronte alla sordità e alla indifferenza del mondo nel quale
la missione deve svolgersi, di fronte alle crisi familiari e sociali che
essa comporta.
San Paolo è passato prima di noi attraverso questa esperienza
e la risposta che Dio gli ha dato nella preghiera, nella quale si era
rifugiato, vale anche per noi: Pindifferenza, le lacerazioni spirituali
sono reali, ma non sono la sola realtà, dietro di esse sta il « gran popolo » che attende l’annuncio di Dio, proprio là dove noi ci troviamo. Noi forse non lo conosciamo, ma Dio lo conosce ed è verso di
esso che Egli, inspiegahilmente, ci conduce, è per esso che Egli, nella
Sua sapienza, ci ha chiamati.
Intercediamo per tutti coloro che, lontani o vicini, attendono ancora
l’annuncio della realtà del Dio vivente, certezza di pace e di
salvezza.
Ecco ancora una delle ’'Meditazioni
Bibliclie’ — dovuta, questa, al post.
P. L. JaLlfi — che un gruppo di pastori valdesi ha, anche quest’anno, preparato per accompagnare Ut lettura biblica quotidiana secondo il nostro ”Lezioìuirio”, he "Meditazioni Bibliche”
1964, come abbiamo già annunciato,
usciranno in duplice edizione: a volumetto, cOme per il passato-, e a calen
dario murale, con jogli giornalieri
staccabili. Il prezzo segnerà un aumento rispetto al passato, inevitabile;
sarà presto precisato. Intanto invitiamo
a voler inviare le prenotazioni (specificando quale edizione si preferisce)
alla Editrice Claudiana, Via Principe
Tommaso 1, ovvero a Torre Pollice
(To.J; le ordinazioni saranno evase
nell’ordine di arrivo.
PRO DEFICIT
-ECO-LUCE.
(5® elenco)
Ida Coiason Mathieu (Tetre PeLliee)
L. 1.000; R. C. (Rodorelto) 500; Luigi
Vidoasieh (Milano) 2.000; Carlo Tagliabue (MiJaino) 500; « una leilriee » 1.500;
Emilia AMio Ayassoi (Ro-ma) 1.500; Aldo
Vinçon (S. Germano Cliisone) 1.000; Elio
Rinaldi (Torre del Greco) 500; Otello
Menotti (Brescia) 1.000; Edouard Jaequel
(Svizzera) 130; Laieilla Rieea (CastelveecJiio) 1.000; Giovanni Stalle (Torre Pelliee) 1.000; Suor Giovanna Peut (Torre
Pellliee) 500. Grazie !
Scuola valdese d’eeoiiiitnia
((L’IiLIVËTO)) Liiserna S, lìiovanni
1 corsi 1963-61 si riaprono il 15 oltoibre
e dtirano fino al 15 giuigno.
Si pregano caldamente i Signori pastori di fare vieippiù conoscere questa nostra
scuola così utile nella formazione della
donna.
Ollitre alle varie lezioni di economia domestica, sarà curato in modo particolare
rinsegnamenito di taiglio e di cncito.
Per riBcrizione le domande dovranno
essere inollrate con lettera del Pastore.
Per informazioni rivolgersi alla Direttrice Sig.na Cesan . L’Uliveto . Luseima
San Giovanni . oppnre alla Sig.ra L. Bert
Via Pio V, 15 - Torino - tei. 60.304.
la lamiglia e la nuova scuola melila
Con la legge 31 dicembre 1962 n.
1859 è stato dato un nuovo ordinamento e una nuova impostazione eduoativo-didattica alPistruzione secondaria
di primo grado. Successivamente, con
decreto 11 maggio 1963 n. 124 sono> stati stabiliti gli operai, i programmi di
insegnamento e le prove d’esame per
la nuova scuola media statale.
Nella «premessa» dei sopra citati
programmi è detto che « la nuova
scuola media attua l’art. 34 della Costituzione e trae la sua ispirazione
dai principii in essa stabiliti. Come
scuola per l’istituzione obbligatoria risponde ad un principio democratico
di elevare il livello di educazione e di
istruzione personale di ciascun cittadino e generale di tutto il popolo italiano, accrescendone di conseguenza
la capacità di partecipazione e di contributo ai valori della cultura e della
civiltà. Carne ogni scuola è ampliamento e approfondimento della sollecitudine educativa delle famiglie,'dalla cui collaborazione consapevole e
convinta attende un apporto particolare per corrispondere dinamicamente
all’attesa deU’intera società e per consolidarsi, là dove è sinora mancata la
consuetudine con un’istruzione obbligatoria dopoi il corso quinquennale
della scuola primaria ».
La nuova scuola media, quindi, attende la « collaborazione consapevole
e convinta» delle famiglie. I rapporti
fra la casa e la scuola, ira i genitori e
gli insegnanti, sono stati sempre ritenuti necessari, ma hanno assunto maggiore importanza da quando gli studi
psicopedagogici hanno fatto meglio conoscere il processo dello sviluppo urna,
no e hanno modificato programmi e
sistemi d’insegnamento ».
Questa collaborazione è necessaria
oggi più che un tempo fra le famiglie
e la nuova scuola media, che è essen
zialmente formativa, con funzione
orientativa, e che innesta il suo insegnamento «sull’effettivo grado di sviluppo e di preparazione conseguito nei
corso deiristruzione primaria, tenendone presenti i caratteri».
« Lo studio delle singole discipline
— continua la premessa — richiederà
la più vasta adozione possibile -di processi induttivi, che muovono dall’esperienza vissuta dagli alunni, dal loro
mondo morale e affettivo, dall’osservazione dei fatti e dei fenomeni per
passare progressivamente a sempre
più organiche e consapevoli sistemarioni delle cognizioni acquisite ».
E’ necessario, dunque, che gli insegnanti conoscano la vita extra-scolastica degli alunni, il loro « mondo- morale e affettivo» e adattino la loro
opera educativa alle possibilità, alle
esigenze, alle attitudini degli alunni
stessi. Conseguentemente occorre che
i genitori stabiliscano subito rapporti
di collaborazione sincera con gli insegnanti, senza attendere il primo
« brutto voto » o in vista degli esami
Saranno colloqui, scambi di vedute, in
un clima di reciproco risiietto, che agli
insegnanti faranno conoscere gli alimni nella vita di figlioli, ai genitori faranno conoscere i figlioli nella vita
degli alunni. I genitori riferiranno
agli insegnanti debolezze fisiche, difficoltà psicologiche, particolari attitudini dei propri figlioli; gli insegnanti
riferiranno ai genitori sul comportamento e rendimento che non dipendono sempre e solo dalla volontà, dalla applicazione, dalle possibilità Intel
lettuali degli alunni, ma anche dalle
cure e dal governo delle loro famiglie.
Questa attiva collaborazione continuerà anche nelle singole case, giac
L’ opera educativa si svolga su vie
parallele, nella casa e nella scuola
chè è indispensabile che i genitori si
interessino del lavoro -scolastico dei
figlioli. Anche se sono stanchi e preoccupati, i genitori prendano visione
ogni giorno del diario scolastico, legame quotidiano tra casa e scuola; trovino sempre il tempo per interessarsi
di quanto i loro figlioli hanno fatto
a scuola: se sono stati puniti, si associno nell’ammonimento, ma con affetto, senza raddoppiare o inasprire
la punizione; se sono stati lodati, si
compiacciano con loro, ma non li ammirino troppo; se hanno compiti domestici, h aiutino, ma non si sostituiscano a essi nel compimento dei loro
doveri. Da un errore non passino all’errore opposto: diol disinteresse per
il lavoro scolastico dei figli alTiperprotettivismo assistenziale per evitare
che i figlioli sprofondino a poco a poco in una situazione passiva di pigrizia e di noia tale da rallentare -anche
il loro sviluppo mentale.
Un modo efficace di aiutare i figlioli è quello di parlare con loro delle
cose più disparate, di mettersi in diretta comunicazione con le cose che
li interessano non solo scolastiche e
familiari ma anche e soprattutto extra-scolastiche ed extra-familiari, perchè i figlioli hanno bisogno di sentirsi
compresi.
In secondo luogo occorre che anche
le famiglie rinnovino i propri criteri
pedagogici e di adeguino al metodo
educativo della scuola. Gli alunni, ritornando da scuola, non avranno più
(0, per lo meno, non dovrebbero più
avere) aride regole grammaticali, definizioni, pagine di storia da studiale
a memoria, ma compiti di osservazion<j, di riflessione, di ricerca, che entrino nelle loro reali possibilità. E’ bene,
pertanvo, che i gemtori, e tutti coloro
che sono responsabili dell’educazione
della gioventù, cerchino di non smorzare o spegnere la sete di sapere dei
giovani, procurino di far compiere loro visite 3 gite di istruzione, di mettere a loro disposizione mezzi di ricerca
e di studio, quali buoni libri divulga
tivi, riviste, enciclopedie, vocabolari,
guide turistiche, atlanti e così- via, li
aiutino a iniziare collezioni (di francobolli, di monete, di minerali, ecc.),
cerchino, cioè, sempre e in ogni modo, di allargare il cerchio delle cognizioni dei giovani, di affinare le loro
abilità, di esercitare in loro il senso
dell’osservazione, la facoltà della riflessione e della espressione.
Perchè l’opera educativa si svolga
su vie parallele, nella casa e nella
scuola, è necesàrio non solo l’accordo fra il metodo ptedagogico familiare
e quello scolastico, in modo che il giovane non riceva a scuola delle norme
che a casa vengono apertamente smentite, ma è necessario, soprattutto, ohe
i genitori non siano abbarbicati al
pregiudizio del «pezzo di carta», non
mtendano per successo scolastico un
bel voto, un’ottima pagella, la promozione, ma pensino che il vero problema educativo consiste nell’inserimento del giovane nella società. Quindi:
non giustificazioni insincere, non indulgenti availi di assenze premeditate, non richieste di indulgenze, che
sarebbero colpevoli, o di preferenze,
che .sarebbero disoneste; non far ricadere suil’msegnante 1-a colpa degli eventuali insuccessi scolastici dei figlioli. tanto più in presenza dei figlioli
stessi. Per quanto abile e zelante, l’insegnante non può supplire alla carenza dei genitori, all’affetto del padre
assente o della madre che rientra stanca dal lavoro, alla serenità e aH’accordo che spesso manca in famiglia. Le
divergenze di vedute tra genitori e insegnanti si riflettono sempre dannosamente neH’educazione dei giovani.
Scuola e famiglia marcino insieme,
con un’unica volontà, in un’unica direzione, verso un’tmica meta.
E i genitori chiedano ogni giorno a
Dio ohe illumini il loro cammino e
dia loro la forza di percorrerlo sempre, sino in fondo, senza deviazioni.
Ezio Bonomi
(da « Parole di vita »)
L'assemblea generale
deir Unione Battista
Come è stato pubblicato nel n. 36
di questo periodico, il 10 settembre si
è inaugurata l’Assemblea Generale
dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia, che ha svolto i suoi lavori nei Centro Conferenze del Movimento Giovanile Battista di S. Severa, in comune di S. Marinella, a 52
Km. circa da Roma.
L’Assemblea Generale dell’Unione
Battista e, grosso modo, quello ohe è
il Sinodo per la Chiesa Valdese. Diciamo : « grosso modo » perchè, mentre le deliberazioni del Sinodo impegnano la Chiesa Valdese nel suo insieme e, quindi, tutte le Comunità
Valdesi, le deliberazioni dell’Ass. Gen.
Battista impegnano le istituzioni che
ne dipendono, ma non le Chiese. Que
ste possono accettarle o rigettarle a
motivo della loro autonomia sul piano
dottrinale ed organizzativo. Per questa particolarità, le deliberazioni dell’Ass. Gen. dell’Unione si riducono a
raccomandazioni offèrte alla libera adesione delle Chiese che, da parte loro, sentono il dovere morale della collaborazione secondo le linee approvate dai loro inviati 'all’Assemblea stes
sa.
Alla Assemblea Generale fanno la
relazione dell’opera svolta i vari comitati, commissioni ed istituzioni di cui
crediamo opportuno dare un elenco.
Ecco i Comitati: 1) dell’Unione; 2)
deirEvangelizzazione ; 3) dell’Istruzio
ne; 4) dell’Ente patrimoniale.
Le Istituzioni sono: 1) La Scuola
Teologica (Istituto Filadelfia) di Rivoli (TO); 2)La Scuola Biblica Femminile (Istituto Betanla) di Roma;
3) l’Orfanotrofio e Casa di Riposo di
Roma - Centocelle; 4) La Casa di Riposo « Villa Grazialma » di Avigliana
(TO); 5) L'ambulatorio «li buon Samaritano» di Roma; 6) La Casa Edi
trice Battista.
(segue in 4 pagina)
Nelle nostre comunità
evangeliche
Riflessi delle migrazioni
Nel ” Villaggio della Gioventù ”
di Santa Severa (Roma), appartenente alTUnione Battista d’Itidia, hai avoto luogo, dal 16 al 29 Agosto, il
I® Campo della Gioventù Evangelica
Italiana. L’avvenimento, di proporzioni piuttosto modeste (una cinquantina di partecipami), deve tuttavia considerarsi di notevole importanza. Infatti, per la prima volta i tre movimemi giovanili battista, metodista,
valdese, hanno organizzato insieme
un campo giovanile, a sostituzione
dei tre tradizionali campi studi denominozionaii. L’ottima riunita dell’esperimento è stata una pratica dimostrazione della possibilità di una effettiva e' concreta collaborazione interdenominOzioncde, che può e deve
essere suscettibile di ulteriori sviluppi sia in campo giovanile, sia netta attività piu vasta dette Chiese.
Questo campo può dunque essere
considerato un passo avanti, una acquisizione positiva; in vista di una
maggior integrazione del lavoro delle
Chieste Evangeliche in Italia, che devono ormai poter affromare insieme
i problemi comuni posti dalla situa
ed
interne
esterne
zione del mondo in cui esse> viv&rw.
Questa esigenza c stata sentita in modo del tutto ¡mrticolaré affrontando
il tema proposto, riguardante Vernigraziane oggi in atto, nei suoi riflessi sulla vita: della Chiesa. Più che
mai ci siitmo trovati davanti dd un
¡ìToblenut comune che implica un impegno e una risposta comuni. Gli
studi del cam-po' sono stati integrati
dalla visita lid alcune Comunità (Civitavecchia, Forano^ Sabina, Roma\,
Gorbatelbi) maggiormente interessate
dal problema migratorio, dmulo così
ai partecipanti un contatto diretto con
alcune situazioni concrete di Comunità di emigrazione e di immigrazione.
I risultali delle discussioni sono stati
infine raccolti nelle seguenti concìlisioni:
1 - Il I® Camipo Stiuidl della Gà-ovemlù Evangelka Italiana, riiniito a S. Se.
vC'ra (Roiwa) dal 16 al 29 agoisto 1963, lia fatto ogig^Uo dei S'uoi sUidi e dellt' <suf rifleisisioni il tema delle nnigrazioni initerine ed esterne nei loro riflesisi sulla viia
dello comunità evangeliolie.
2 - Conislatando i molivi di Ingiuisltizia sociale die, aiecamto a complessi i't nomeiii di caralilere economico e iecnolngico, detenmiìnano Tcsodo forzoso di < rcscemli maisise di emigrainti dal loro amibieiiite d’oxiginie, e lo condizioni ilisiuiDme
cui gli eniigrami sono solteposili (ineledi di reclutamento arretrali, iinsuirici* nio
e non coordinata qualificazione pirofesisionale, Ixuniga e forzata separazione dalla
famiglia, alloiggi inadeguaii e lalvolla malisanii, ecc.), denuinicìamo le cause siorielle, poliitiohe e psicologiche ohe &ono ancora oggi alla base di queista situa/ione
e rileviamo ohe anecra oggi il benessere eoonootniico delie zone ad alta inidu iria.
liizzaizione e gli alti profilili degli agrari siano mantenuii e aUinenlali a prezzo
del sacriificio dei lavoralori delle zone depresse.
3 - Ci sìcinhra pertanto doveroso invitare le nos>lre comiurnilà a cotisiidtMare
attenilanieiHe il problema delFemiigrazione, nel quale la noslra eoscienzu erisiiana awerle ili segno di una precisa vocazione divina. Inifaliti la nosii.: resiponsahìlilà nei confronti del leaiomeno migratorio non deve esaurirsi m ITassisten/a aireinigirato evanigeUco, ma estendersd ai fenonu no aniigrailorlo nella
sua glohalilà. Oviiniquo l’uoino è nel bisogno, la Chiosa devo essere presenii .
La base biblica
4 - Esamliia'.l'o qiiealo problema. soiUo il profilo biibliico, abliiamio Irail,. ir
ieguenlL coiicluisloini:
a) la Cliiesa non può disiiiilciressarei del problema dcM’cniigralo, del rii'iig'ia'lo, dell’es-ule. Queale eoindiizioni uaniane sono 'Sitale ('Ono'.siri'nle e (‘O'iiilì’ise,
per raig'i'oni diverse, dagli aiiiiliioliii iraitiriaircbi (Ebr. Il: 8-16), dal popolo di
Israe'le in Egitto e nel deiseelo (Demi. 26: 5-11), nella deitoirtazione babilonese
(Ger. 29: 4-7); dalla Chiesa ciristiaina dispersa a eamsia della; pe'rsecnzione i,\tll
8: 1) e infine da Cristo steisso die è stalo in meazo a noi come uno straniero,
scoinoseiiulo e respiiuHo (Giov. 1: 10-13) vivendo nella pirovv'iisoiric'là e uell:i iiisi(iirezza maileriale (Luca 9: 57-58).
b) la condizione dell’esule e dello stiraniero divenila simliolo e parabola
della vita della Cliicsa stessa (I Pi. 2: 11) die camiiiiBiia verso il Regno, unica
realtà veramente stu'bile e definiit;iva iFil. 3: 20);
e) 'in questa proispe'tliva si conifigaiira- una pairlicolare responsabilità (lidia
Chiesa nei confronti degli esuli, dogli einilgrati, deii l'oreistieri : essi sono l'ratelli (Lev. 19: 33-34; De'Ut. 10; 16-19) e coirne tali devoino essere ricevuti i Roni.
12; 13; Ebr. 13: 1-2), .provvedendo alle loro necessità (Deut. 24: 17-22). liucndo
questo la Chiesa adempie ad una precisa vocazione, mettendo in gioco la " verità» della sua essenza (III Giov. 5-8), Il servizio reso airemiigruilo e all'esule
è um servizio reso a Cristo stesso tMalt. 25: 40);
d) il servizio reso nei nome di Cristo deve tuittavia a'Ssumerc la Corina di
um liuig[uagig,io initelligibile, c'iie sia verameiite anln'Uncio dell’a'more di Cristo. La
Chiesa non può limiitarsi a predicare, ma neppure a comipìere una generica opera
di assistenza sociale. Il pane moltiiplirato è predicazione del .pane de'lla vita e
come tale deve essere offerto a risdiio dell’alloinlanamenito di ohi non lo vuole
aiocettare (Giov. 6: 1-13; 24-29; 66-69);
e) la nuova dislpcnsìone ddla Gliiesa a causa dell’eimig,razione non deve tradursi in un impo'verimenito dell’opera evangelistlca. La comuinilà primitiva a'cva
conO'SoiU'lo la dispersione (Atti 8: 1) ma questa era. stala siliruimenito per la diffusione dèlia Parola di Dio e la costiluizione di nuove comunità (Atti 11: 19-30).
Ora non è più così, salvo rare eccezioni. E’ neceissaria una più seria preparazione delle nostre stesse comunità, secondo l’indicazione di Alti 2: 42, affmcliè
l’emigrazione evangelica possa essere nuovamente un valido strumento di testimonianza.
I# nostro impegno
5 - Conivinti, in Ita'Se alle consideraziioTii 'clie pre'ccdono, della necessità e
deiruirgemiza 'di urna noslra azione inmiiedia.la ed incisiva in questo 'campo, proponiamo essa sia affidata ad 'Un 'Coimilato Interdenominazionale, isotto gli auspici
del Conisiiglio Federale delle Chiese Evanigelicbe In Italia, ohe coordini e potenzi
le iniziatiive ¡già in atto nel caimipo della emigrazione, assumendo gradualmente,
ove possibile, la piena reaponeabilità dell’opera tra. gli emigranti. In particolare
invitiamo a. promuovere e soislenere iniziative quali quelle dei « gruppi di servizio » nelle fabbriche e quella dello speciale ministero fra gli emigranti da
parie di pastori e laici.
Sull piano locale ci è parsa insostituibile e doveroisa l’o'pera delle coniiinità
a favore dell’emigirante, isia nei luoghi di partenza die in quelli di arrivo.
Nelle comuniità di origine è necessario intensificare la cura d’anime e la per.sonale preparazione dell’emigrante, indirizzandolo agli appositi uffici ed organismi o'peranili in quetslo campo, introducendolo "per tempo nèl suo nuovo ambiente di residenza, mantenendo il contatto con lui anelile durante la isua assenza e f;i'Ciili'la.ndogli il reiniserimenlo in caso di ritorno. Nelle comunità di arrivo è necessario un serio impegno per raocoglienza e Fassislenza dell’immigrato. per il suo graduale iniserianenlo nel nuovo ambiente, per il suo progresso
.spiril'Uale, materiale ed intellelluale.
Crediamo inoltre nostro dovere linvitare gli organi statali e i movimenti politici ad operare pernbè sia preservata l’unità della vita familiare deUTeinigranle,
■si provveda alla sua formazione profe.ssionale e civile, si sviluppi la sua coscienza sindacale affimdiè il perfezionamento dei melodi di lavoro ed il conseg'uenile progresso economico non avvengano a spese del rispetto della personalità e della dignità umane.
6 - Conislalata la. particolare condizione di disorientamento apirituale in
cui remigralo viene a trovarsi e la '£ua situazione èlle lo rende inaggio'Umente
ricettivo all’annunzio evangelico, riaffermiamo la 'Specifica missione delle nostre idliiese, 'cbe è quella di prO'damare Cristo quale unico datore di vera pace,
dii vera lilertà, totale redenzione nella riconciliazione con il Padre.
7 - Il trasferimento di memibri' deMe nostre comunità in zone ove manchi la
chiesa della loro denominazione, pone con urgenza la neeeeesità di ricevere
questi fratelli come membri a pieno diritto nella comunità di arrivo, nel rispetto
della loro origine denominazionale.
Ci rendiamo conto clic l’isolameuto denominazionale viene in questo modo
ullerionmenle relativizzalo. Questo fallo rappresenita indubbiamenile una spinta
imlerna verso un più organi|co coondinameuto deU’altività delle mostre dii'ese.
8 - A noi sembra infine che ama. risposta efficiente e coerenle delle no.slro
c'Iiiese alla loro reeponsabilità nei confromti degli emigrali, possa essere data
solo neU’ambiito di una testimonianza e di un servizio unitEri, che raccolgano e
coordinino gli sforzi defi’EvanigeOismo italiano in questo settore.
S. Severa, Villaiggio 'della Gioventù Evangelica, 28 agosto 1963.
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settembre 1963 — N. 38
Pag
lino strumento per lo studio invernale
L’unità della Chiesa
nelle nostre comunità
« Un libro del Moderatore, bisognerà com
prarlo », abbiamo udito dire da qualcuno.
Ed è vero, non perché sia del Moderatore
piuttosto che di un altro Autore, ma per il
ccntribulo thè può dare allo studio sul pròlilema dell’unità della Chiesa a cui sono
cliiainate le nostre comunità nel corso di
quest’inverno e alla preparazione dello stesg) Congresso Evangelico e deirintegrazione
Valdese'Metodista a cui il Sinodo Ita ddniO'Strato di essere così favorevole.
Il volumetto è di agile lettura, con qualche interessante ricordo personale (non mo!.
a Nuova Delhi e a Roma
ili del
giamo
che l i
rapi»"'
zione
render
parie,
lavia .
eli! si
dovrà
meg'li'i
r \ III ore come negli articoli che leg'.gnl tanto sul nostro settimanale,
imrilmisce a renderlo non stancante;
idiee contenente il rapporto della se.. ! Ulta » di Nuova Delhi dovrebbe
mjierdua la stampa di questo a
Olle, pure, è stato progettato. Tiltoeeessario che isia ben chiaro che
leeonlenlerà di eoiiiprare questo non
i'lodersi di avere l’essenziale o ¡1
del volumetto.
Dopo aver rapidamente presentato ai lettori le tre grandi sezioni di lavoro dell’Assemblea di Nuova Delhi (Testimonianza,
servizio, unità), l’Autore ricorda come questa Assemblea abbia effettivamMite realizzato qualccsa nella direzione dell’Unità, in
quattro atti importanti: raoceltazione della
nuova base del Consiglia Ecumenico, in cui
l'ompare un riferimento non solo più crietclcgico, come nella precedente, ma trinitario; la definizione dell’unità della Chiesa, che, poi, è chiaramente illustrata dalla
prima parte del rapporto in appendice; la
interruzione del Consiglio Ecumenico delle
( hiese con il Consiglio Internazionale delle Missioni, che costituisce anche Timpegno
a riconoscere die non c’è vera unità senza
spinta missionaria; l’ammissione, infine,
della Chiesa Ortodossa Russa, die, pur contrastata soprattutto per motivi politici (come cgni tendenza ad ostacolare l’unità della Chiesa, quella vera, naturalmente, li.a
alla base motivazioni puramente umane;
onesto andie nel campo ristretto del nostro
protestantesimo italiano) ha potuto awemre perdiè, dice l’Autore « i criteri politici
t.on hanno prevalso nei giudizi e nelle decisioni dell’ Assemblea ».
Oltre al problema dell’unità airinternc
(Ielle Chiese facenti parte del Consiglio El'umenico delle Chiese si pone, però, andic
quello dell’unità in rapporto con la Chiesa
di Roma. Problema quanto mai attuale c
scottante in questo periodo di ripresa con
ciliare. E dobbiamo riconoscere <be le os
servazioni e la documentazione riportati
nel voilumello, improntate ad un sano rea
lìsmo, sono ancora e quanto mai altualidopo die si è spento il sorriso bonario il'
Giovanni XXIII. Mentre dobbiamo riconcscere e guardare con la necessaria fiducia al
nuovo dima die sì è (reato in certi ani
liienti del catlolicesimo, non dobbiamo diir.enlicarc che la noslru fiducia ha un senso
siilo se è riposla nella potenza dello Spirilo Santo die soffia dove vuole. « Dobbiamo,
però, ricordarci die là dove lo Spirito sof
fia, si manifesta anche una nuova nascita,
cioè un rinnovamento delle coscienze individuali e delle comunità ».
Il Non ci nascondiamo, del resto, che il
proMema dell’unità racchiude anche la tentazione dell’unità. C’è una tentazione peri
colosa nel metodo autoritario e centralizzatore. tanto nelle alte sfere ecclesiastidie come al livello parrocchiale ».
Il .. il prtdtlema dell’unità non può essere separato da quello del rinnovamento della Chiesa mediante un più decisivo ritorno
alle fonti della rivelazione divina. Una
cristianità die cercasse l’unità soltanto per
paura delle forze ostili, rinnegherebbe il
Cristo die è vivente oggi e in eterno ».
Le Ire sezioni di Nuova Delhi hanno sen
za dubbio affrontato i maggiori fra i problemi della Chiesa del nostro tempo. Permane per il prossimo anno ecdesiastieo la
necessità di studiare e mettere in pratica
un metodo efficace di testimonianza, men:rc dovrebbe già essere viva, pena la morte (Iella Chiesa, l’esigenza del servizio. Ma
per la urgenza di una parola chiara da
parte di ognuno di noi nelle conversazioni
co! mondo che ci circonda sul tema dellt
unità, è necessaria la documentazione che
ci è offerta nel libro ohe abbiamo brevi
mente presentato ai nostri lettori. c. t.
Culto Radio
DOMENICA 29 SETTEMBRE
Past. Alfredo Scorsonelli
Riguardando a Gesù
DOMENICA 6 OTTOBRE
Past. Alfredo Scorsonelli
Riguardando a Gesù
libri
IL BUIO
OLTRE
LA SIEPE
Questo Ilei romanzo è più che mai d’attualità in questo momento nel quale, purtroppo, nuovi conflitti razziali scoppiano
negli Stati Uniti del Sud, e jM-oprio ndPAlabama che è il quadro in «li vivono i
suoi personaggi. E’ un libro forte e coraggioso, con fini morali sinceri e robusti.
La vicenda si snoda nell’immaginaria cittadina di Maycomb, nell’Alabama, nel 1932.
Spiccano le belle figure di Atticus Finch e
dei suoi due figli. Egli è un avvocato nobile e coraggioso; incurante delle aperte
minacce o della sorda animosità dei suoi
concittadini, accetta di difendere un negro,
laborioso e onesto quanto fine di sentimenti ingiuBiamemte accusato d’aver usalo violenza ad una giovane bianca, delitto, que
sto, imperdonahile!
Seguiamo Auicus, -padre saggio e affettuoso, nella sua vita di famiglia. Privi dell’affetto della madre, morta. lem, giudizioso ometto di dieci anni, sa già essere un
compagno per il padre, mentre la deliziosa Scout, la sorellina di sei anni, è vivacissima, esul>erante, di una franeiiezza disarmante, di indole buona ma molto impulsiva. Le fa da mamma, del suo meglio,
la fedele negra Calpurnia. Malgrado la giovane età Jem e Scout sono già capaci di
comprensione per il padre e di vero aiuto
nella sua posizione apparentemente insostenìbile.
Quando, dopo il processo, nel quale la
giuria tutta composta di bianchi dicliiarerà
colpevole il negro, pur mancando contro di
lui ogni prova concreta, l’ignobile padra
della giovane, che ha contribuito a farlo
condannare con la sua deposizione menzognera, tenderà un agguato al figli ddi’av
vocato. essi saranno salvati quasi miracolosamente.
E’ Scout che ci descrive l’esistenza sonnacchiosa degl! abitanti della sua cittadina,
la loro mentalità chiusa e retrograda. Poi
la vicenda incalza, si fa drammatica, e lei
racconta, semplice, arguta, pietosa, sarcaBliia pure. Se Alticus sembra aver perduto
la sua battaglia, vinto dal conformismo che
lo circonda, la sua voce di coraggio e di
fede in una società più giusta n<m è certo
destinata a rimanere senza eco.
Leggete anche voi « Il buio <dtre la siepe », tradotto in undici lingue, venduto a
miliotii di copie; questa volta un bestseller veramente degno del suo successo.
E. C.
HARPER LEE; Il buio oltre la siepe.
Ed. Feltrinelli, Milano 1962, p. 410,
L. 2.000. Premio Pulitzer 1960.
Cinema
In questi giorni è in distribuzione nelle
sale di prima visione delle principali città
italiane il film omonimo, tratto da questo
romanzo.
E’ uno di quei film robusti e sobri (setiZI technicolor e panavision ecc.) die lasciano un senso di gioia: il senso della dignità e della bellezza della viia, pur con
tutte le sue storture e brutture. In un’epoc.i assillata, in modo talvolta ossessivo, dai
contrasti di generazioni, un esempio limpide, stupendo, di rispetto e dj affe'.to, quasi di comunione, fra padre e figli. Un saggio squisito, pieno dì inmiediatezza, di psicologia infantile. Una capacità robusta, senz:i sdolcinature, di porre ¡1 problema umano della tensione razziale.
Un film che, questa volta, è l>en degno
dei numerosi premi di cui è stato vincitore in varie rassegne cinematografiche, in
particolare per la stupenda interpretazione
di Gregory Peck e dei picco-li attori die ini
perso-nano Jem e Scout. g. c.
ERMANNO ROSTAN
L’unità della Chiesa
a Nuova Delhi e a Roma
p. 100, 5 tavole f. t., L. 800
Editrice Claudiana
I LETTORI CI SCRIVONO
La chiesa valdese e la politica
PcniKÌiramente viene ri.sollevalo
il lo i.blciiia ,sc e fino a qual -punlo
1.1 (, 1' C-.1 debba |imipegnarsi nelle
lolle iii.lili-clie. E’ quindi necessario
ribadì re certi -principi fo-n-daimen-tali,
che liuti hanno il pregio della novità |ip>, 11,, risalgono a Gesù meilesi
mo. UHI che le nuove generazioni,
solili la pressione delle ideologie
c-o-rrcniu po-ssono a volle dimenticare.
il piiiblcma Oriente e Occidente
ha lonmmìato gli Ebrei -molto teanpo prima <’he esistessero una Russia
e degli Siati Uniti. A questo riguar
do la politica degli Ebrei ha seguito
mia iierìcolosa a-ltalena, die ha finito
per pollarli alla rovina, mentre i
prolfli imitilmen-te scongiuravano i
gùveiiianli a non impegnarsi nè per
gli uni uè per gli altri.
Fin daU’Esodo stava scritto: « Non
farai alleanza di -sorta con loro, nè
coi loro dei» (-Es. 23: 32). Otto secoli jirinia di Cristo, il profeta Osea
cosi denunziava la folle politica de'
suoi coMiiazionali: « Efraim è come
una colomba stupida e senza giudizio: cs.si invocano rEgitto (Occidente), e vanno in Assiria (Oriente) »
(Osea 7: 11). E Isaia: «Guai, dice
l’Eteoio, ai figliuoli ribelii die formano dei disegni, ma senza di me,
die contira-g-gono alleanze, ma senza
il mio spirilo... die vanno giù in Egitto se-nz’aver conBullato la nii-a
bocca, per rifugiarsi sotto la protezione di Faraone e cercar ricelt-o all’o.mbra dell’EgiUo » (Is. 30: 1-3).
E’ esa-tlamente su questa linea di
piena indipendenza dai parliti politici che si è mosso Gesù medesimo.
F/ ben nolo che gli Israeliti attendeva-mi un Messia politico e die gli
slessi suoi discepoli erano fortenien1- persuasi che alla fine Gesù si sarebbe iiianifestato come tale. Tutto
il ministero di Gesù, dalla impru
dente domanda di Maria a-lle nozze
di Cuna, fino alla dÌ6-perata difesa -t
ninno armata da parte di Pietro, si
iiiuove sopra questo equivoco. 1 discepoli non potevano convincersi clic
Gesù avreblie lasciato iusolutì i prò
blemi vivi e concreti del loro tempo. E’ interessante notare come la
Resistenza avesse il suo rappresentante fra -gli apostoli nella persona
d; -Siiiione lo Zelota, ma è altrettanto interessante notare che di questo
iiposlolo non si sa assolutamente
nulla.
L’apostolo Paolo scrive di mille
aspetti della vita cristiana ed eedesia*.slica, ma quanto ai proble-mi politici della sua nazione, nonché quelli dell’Impero Romano, sono assenti dal suo pensiero, o per lo meno
sono considerati da tale altezza da
perdere ogni rilievo.
Giacomo, come anche Gesù, ha denunziato la rapa-cilà dei ricchi, ma,
nell’insieme, leggendo il Nuovo Te
slamenlo, siamo sempre rii'ondoui
alla visione della lettera agli Ebrei,
die ci presenta il popolo dei credenti in cammino verso una mèta
lon'.ana, « avendo confessato die ecanu forestieri e pellegrini sulla terra I) (Ebr. 11: 13).
Per un cristiano, die cerca nella
Bibbia la sua ispirazione, liillo que
sto è ampiamente sufficiente per indicargli la via sicura che la Chiesa
deve seguire nei confronti delle varie correnti politiche die agiscono
nel mondo.
Ma potremmo anche trovarne la
conferma in altre considerazioni, c
cioè nelle premesse dell’azione politica, lidie sue finalità, nei suoi raeledi d’azione e nella esperienza delia Chiesa.
Anzitutto la politica, nel senso die
abitualmente diamo a questa parola,
ra-ppresen-ta lo sforzo, spesso nobile
e generoso, che l’uomo compie in
vista della propria salvezza, cioè per
evolversi verso migliori forme di viti sociale e per avvicinarsi il più
pcissibile all’ideale del paradiso lerveslre. Ma la stessa base di partenza
dell’azione politica la rende estranea
alla volontà di Dio, come è rivelata
nella Bibbia. La realtà è che il mondo, come è oggi organizzato, è fondamentalmente ateo, e non risponde affatto a verità che il solo mondo marxista sia ateo. .Anche quello
o'ccideintaie è altrettanto ateo, soltanto è più ipocrita, e se un punto
dev’essere attribuito a vantaggio del
marxismo, è die almeno riconosce
eli esserlo.
Si aggiunga che ropposizione fra
il mondo e la Chiesa, già evidente
nelle premesse, si manifesta ancor
più chiaramente nelle sue finalità.
Infatti, dalla Genesi all’Aipocalisse,
la Bibbia esclude nel modo più esplicilo, che l’evoluzione umana riesca mai a raggiungere quello die i
partiti politici promettono: la pace
e la felicità perpetua. Questo non
fiigniiì'i’a elle tutto sia cattivo e con
Si cercano
libri
Un lettore cerca i seguenti libri :
E. CoMBA: Storia dei Valdesi.
T. Bai.ma: Il martirio di un popoloJahier: La icosiddeWa guerra dei
banditi (163.5-1686), Torre Pellice 1934.
— Aspetti della Riforma e della
Controriforma iti Calabria. Bdiz.
Vibo Valentia.
Se qualcuno li avesse e fosse disposto a cederli, si rivolga, indicando le condizioni, alla Claudiana, Via Principe Tommaso 1, To
daivnabile nel mondo e nei partiti.
Ej è precisamente perchè la fede
nella pro.ssiiiia vittoria del Regno di
Dio si va smorzando nella Cbie.sa.
i he questa è tentata a sdiierarsi a
fiaiui, di certi partili politici, morm iraiido segretamente in cuor suo:
1 Proviamo anche questa, del male
ron se ne farà, anzi è giusto potenziare certi programmi politici, quando essi rispeediiano in qualche modi l’ideale cristiano ». Così si dimentica clic la Chiesa e i Partiti
lammiiiana verso mète del tutto diverse. Gli uni credono nel paradiso
terrestre, la Chiesa è la profezia del
Regno di Dio. di un Regno che non
e di questo mondo (Giov. 18: 361.
L’angelo dalla spada fiammeggiante
continuerà a custodire l’ingresso del
giardino dell’Eden, fino alla fine dei
tempi, così dice In Genesi. E l’Apo
calisse, quel libro che tanto disturba certe teologie, afferma che un bel
giorno Dio stesso metterà violenteinentc da parie Babilonia e l’Aulicristo, per costrnire « nuovi cieli e
nuova Ierra n.
In terzo luogo l’opposizione fra
mondo e Cliie-sa, rilevata nelle sue
premesse e nelle sue finalità, è ancora più evidente nei metodi adoperati.
Naluralineule le forze politiche
possono anche gradire la collaborazicne della Chiesa in quanto e fin
dove loro ronviene, e non certo perI hè esse facciano proprii gli ideali
del Sermone .sulla montagna. Per
esempio, la presenza di cappellani
nelle formazioni militari può essere
opportuna per tenere alto il morale
dei soldati e dare alla guerra un qual
che carattere di guerra santa. Ma se
per avveniura, un cappellano cri.slia
no, anziché gridare con il papa Ur
hallo II: « Dio lo vuole! Dio lo vuo
le! » predicasse semplicemente quel
lo che Gesù diceva riguardo all’a
more per i nemici e alla non violenza, è probabile che non tarderebbe
t scorgere il vero volto dell’Autorità.
Questo indica precisamente che fra
i metodi della Chiesa e quelli del
mondo non può esserci possibilità
di compromesso. Non possiamo perciò condividere l’opinione di chi ritiene clic ri sono dei inomenti nella storia in cui la parola di Gesù;
u Non sono venuto a portare pace,
lUi, spada » può e deve essere presa
alla lettera. Ci furono, è vero, degli
apos'.oli che avevano capito l’evangeh) secondo questa strana esegesi. Se
fissero vissuti ai nostri tempi avrebbero messo a disposizione di Gesù
l’eqiiiivalente della spada, cioè i initrii e altri ordigni. Ma davanti a
que.ste aberrazioni, Gesù ha risposto
e risponderebbe con una sola parola; « Basta! » (Le. 22: 38).
Flnalmlente o’è un’ultima consi
'deraziciie a confortarci che non stia
nii. esponendo solo delle convinzioni personali, ed è la mortificante
esperienza della Chiesa.
11 teologo A. Vinet scriveva che
per unirsi utilmente alle cose della vita, bisogna che la religione se
ni distingua. Il Cristianesimo non
si è affrettato ad inserirsi nella vita
ilei popoli, e dove s, è inserito, e
■sti'lo dinamicamente, come principili spirituale ».
Ahimè! le cose non sono andate
proprio in questo modo dappertutto. Già dal 4» sec. la Cliiesa Romana
“1 è trovala ad essere una delle granili potenze politiche e la sua storia
millenaria ha avuto al di sopra di
tulio, una sola mèta, una sola ambizione: quella di stabilire la propria
i li lori ;à politica, oltre che quella religiosa, sU tutta rumanità. Personificazicne della sua volontà di dominio è un uomo, che si cinge la fronte f]| una iriplice corona tempestata
di gioielli, asserendosi vicario di Colui sulla cui fronte era stata posta
una corona di spine.
Oggi c’è chi vorrebbe vedere anclie le Chiese deUa Riforma impegnarsi nelle lotte dei parliti, appoggiando gli uni, scomunicando gli altri, dimentichi che il sale perde il
suo sapore quando la Chiesa cessa
di essere Chiesa, cioè quando cessa
di essere Se stessa.
Come ai tempi della isoliiavilù di
Israele in Egitto, la Chiesa non ha
clic una sola cosa da chiedere al Fa
raone, chiamato anche Anticristo:
'( Così dice l’Eterno, l’Iddio d’Israele: lascia andare il mio popolo per(■*liè mi celebri una festa nel deserlo 11 (Esodo 5: 1).
l i diranno, scandalizzati: Ma come ? Non volete unire la vostra voce
alla nostra, quando denunziamo le
ingiiislìzìe sociali, quando predicliiaino la pace, il disarmo, il progresso,
qiianilo lottiamo contro la segregazi ine razziale e via dicendo? Ma allora è vero che la Chiesa si occupa
solo ilell’al di là, che si disinleress - dei problemi mnani e che insonimc « il sale ha perso il suo sapore »?
Sarà diffìcile rispondere e spiegare
che la Chiesa si preoccupa, sì, dei
pi'i.blemi umani, ma su un altro pian-j. <-on un altro fine e con metodi
clic non hanno nulla a che vedere
111' con le spade, nè con i mitra, nè
con le bombe di vario genere. Perchè appunto nella misura in cui la
Chiesa seguirà la pro'pria strada, anche -se fosse -ridotta a un pugno di
credenti, essa potrà forse ritardare
la distruzione di Sodoma e di Gomorra.
E’ ben probabile die non ci capiranno, e forse am-lie per colpa no
sira clv: abbiamo difftcollà a farci
iulendere.
In compenso i.vremo noi stessi ca
pilo che cosa vuol dire essere « sala
della terra », e qual’è la vocazione
i‘s;-enzi:ile della Chiesa: celebrare ur.ii festa aU'Etemo nel deserto.
Roberto Nisbet
Quando, due settimane or sono, è
nndailo in mmxhina il numero dell’ECO-WCE in cui si presentava il
problema **Protestantesimo e Resistenza"', avevo coscienza che si trattava solo di un abbozzo^ di un invito a riponsaref di un avvio ad una
discus.sione. Sono molto grato al past.
JShbet di averci scritto esponendo
ampiamente il suo pensiero, con il
quale molti forse consentiranno, e
noi pure in Unga misura, ma non
del tutto; comunque questa lettera
ci mostra che $e contrasto ci fu e
c'è, su questioni politiche e sulla
politica stessa, è un contrasto che ha
radici teologiche, d'inter prefazione
bìblica. E forse questo, nel tentativo dì valutazione da noi abbozzato,
era stato lasciato un po' in disparte.
\on possiamo, giti, riprendere tutta
hi discus.sione sulVatteggiamento del
cristiano di fronte alla politica; ricordo soluinto che hi cosdenzoi di
mere, noi cristiani, una *altra cittadinanza* — ed è coscienza che cerchiamo di avere, tutti ben viva —
implica però un atteggiamento più
complesso di quello illustrato dal
pasi. IM.sbei. Sono stati scritti... chili e chili di libri sul problema dei
rapporti fra VEvangelo e la vita poUlicn: pensiamo .sia particolarmente
utile, oltre che alla portata di tutti,
consigliare ai lettori una breve opera del prof. O. Cullmann: Dio e Cesare. il problema dello Stato nella
Chiesa primitiva (Comunità, Milano
1957. p. 128, Ij. 650), da cui risulta
appunto la tensione e quindi la com
pl^ssità delVatteggiamento del cristiano, chiamato a rìi;ere la cittad’nanza del Regno e pure non **tolto
da questo mondo**.
Comunque, pensiamo che non si
possa confondere tout court lo Resistenza — quello che Giorgio Bouchard chiamava, tanto per intendersi e con le dovute riserve, il **mito
della Resistenza** — con un partito
o un*ideologia (prova ne sia il fatto che vi aderirono e in parte vi aderiscono uomini provenienti dai più
diversi orizzonti fH>litici e ideologici). /Ve si può, basandosi sul fatto
che Gesù ha rifiutato la spada di
Pietro per difendere sé stesso e l’Evangelo, (e, certo, direbbe **bnsta!**
anche oggi), affermare che egli abbia voluto a tal punto * spiritualizzare* la vita del cristiano e svuotare
d'ogni valore la vita politica e associata delVuomo, da negare che nel
mondo degli uomini anche i cristiani abbÌ4ino delle scelte da fare, delie
scelte non **sante e ¡perfette*’, ma
delle scelte utili, delle scelte necessarie. Non ci .si può sempre ritirare
nel deserto; anche se il richiamo è
giusto, ai. limite può divenUtre assai pericoloso, porta alla *soluzione'
degli eremiti che si appartano da
questo mondo perverso e perduto,
oppure allo ipocrita buona coscienza di gente che pensa di non essersi
sporcata le mani. Non è necessario
dire che sappiamo bene che il past.
Nisbet non è nè un eremita nè un
ipocrita soddisfatto; ma gli chiediamo di credere che siamo come lui
alle prese con la difficile vocazione
di vivere come uomini che sono
**iìel mondo mn non del mondo".
Gino Conte
Il dito sulla piaga
Nel lenii a tivù di una diagnosi
die .soieglii la preoccupamle carenza di vocazioni pastorali nella nostra Chiesa, il Relatore della Commissione d’Eìsame del Sinodo di
qu-eisl'antio si esprìmeva:
« Si tratta in primo luogo di un
riflesso preoccupante del carente
senso vocazionale idie si fa sentire
neil'iinsieme della nostra Chiesa ».
Mi pare die l'osi egli ha messo
ili dito sulla piaga. Questa diagnosi
ci sbarra subito la porla a trovare
la soluzione -in altre direzioni:
borse di studio a ragazzi meritevoli delle nostre Scuo'le Doimenicali,
potenziamento della organizzazione
giovanile ecc. Il problema non è
«Iralegiico, è di fondo.
Le grandi vocazioni appartengono invero al mistero dell’incontro
con Dio (Profeti). Ma comunemente le chiamate del Signore hanno il loro « milieu » in seno alla
famiglia, in seno alla comunità.
Ed è proprio qui che qualcosa è
venuto meno, che si è determinala
la frnltwa Ira noi e Dio vivente e
vero die in Gesù Cristo parla e a'■
l’estraneo e al figlio del credente.
Le famiglile e Je comunità non
avvertono più la umiliazione e la
confusione di que-sio stato di cose.
Nè si battono il petto!
Vivacdiiamo in una .steulata vita
ecclesiastica fra una domenica e
l’altra.
Non conninidiiamo più il Cristo
Evangelico, forse non riusciamo
più a restare entro quelle dimensioni troppo sconivolgeniti, o meglio ci siamo solo con le parole,
nel senso puramente ortodosso e
dal pulpito!
Cosi non rkuscia-mo a convincere
nè quelli di dentro nè queUi di
fuori. Come crederanno in Colui
del quale non lianno udito parlare?... si diiedeva non senza un
senso di angoscia l’apostolo Paolo.
E chi di noi può restare estraneo
o impassibile di fronte a questo
problema?
G.E.C.
4
pag. 4
27 settembre 1963 — N. 3g
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
ROBA
P0MÄRETT0
— Come già arniuncialo, domenica 29
con-., subito dopo i’. Culto, vi sarà l’A«seimblea di Chiesa per importanti comunioazioni da 'parte diel Coineìstoro sul programama di attività per il prossimo anno.
Il presente aninuncio vale anehe coinè invito.
— Vogliamo esprimere la nostra allegrezza fraterna ai coniugi Morel Aldo e
Sigierà per la nascita del loro secondogenito. Sui genitori e bimbi invocliiamo
l>a beneidizione del Siginoire.
il
AN6RO0NA (Capolaogo)
■ .iiiiiimiiiiimiiiiiiiiiiiitii
immmmiiiiiiiiiuiiiiiimmiim
Concilio
Vaticano
(vontinua dalla 1“ pagina)
.a Chiesa — risulterà forse essere quelle centrale di tutto il Concilio Vati
cano II, fu redatto a suo tempo dalla
Commissione Teologica presieduta dal
card. Ottaviani, ma è stato certamente rielaborato in questo interim conciliare. Tutte» il materiale preparatorio, del resto, è stato, durante gli ultimi nove mesi, accuratamente (e opportunamente) riveduto, snellito e
coordinato, tenendo presente, coirne ha
ripetuto jwchi giorni fa il pontefice,
« la preminenza dell’indole pastorale
di questo Concilio».
Sono, in tutto, 17 schemi, i cui titoli
stati resi noti, ma non in forma
ufficiale. Fra essi figurano, oltre agli
schemi sulla rivelazione (De divina
Revelatione), su Maria (De Beata Maria Virgine). sull’ecumenismo (De Oecumenismo) anche uno schema sui
matrimonio (De Matrimonio) che dovrebbe trattare, fra l’altro, del probleina dei matrimoni misti, è uno schema ohe non era previsto nella fase
preparatoria del Concilio e ohe è stato redatto in queato interim conciliare : tratta della presenza c dell’azione
della Chiesa nel mondo moderno (De
praesentia _ac actione Ecclesiae in
mundo hodierno). Riusciranno i «padri ». conciliari a smaltire tutto questo
materiale in poco più di due mesi di
lavoa-o? Sembra difficile anche se non
è escluso. Molto dipende dal carattere
degli schemi : se essi non sar anno
troppo generici si avrà senza dubbio
un dibattito ampio e approfondito che
richiederà del tempo ed, eventualmente, una terza sessione.
Una novità degna di nota della seconda sessione è che alle congregazioni generali assisteranno anche alcuni
laici cattoli (presumibilmente «»nv.g
diritto di p^ola). Durante la prima
sessione l’imico laico ammesso alle sedute, per speciale concessione dei Papa, fu lo scrittore francese Jean Guitton.
Il gruppo degli Osservatori delegati
è leggermente più numeroso di quello che partecipò alla prima sessione.
Il Consiglio Ecumenico di Ginevra ha
quattro osservatori anziché uno come
avvenne nella prima sessione: due di
essi provengono dalle «giovani Chiese », ohe avevano espresso il desiderio
di essere maggiormente rappresentate
al Concilio. Assenti, come già alla prima sessione, i delegati della Chiesa
Ortodossa greca, Mons. Chrisostomos,
primate di Grecia, ha rilasciato in proposito alcune energiche dichiarazio
ni : « L’unione della Chiesa ortodossa
orientale, e in particolare della Chiesa greca, con la Chiesa cattolica è impossibile a caxrsa di numerose differenze, non solo dogmatiche ma anche
organiche. La Chiesa cattolica è capitalista e assolutista, mentre la Chiesa
ortodossa è democratica e liberale. I
cattolici dicono ohe sono progressisti.
Noi siamo fedeli ai dogmi e non possiamo mutarli. Un’altra differenza fon.
damentale tra le due Chiese è questa :
la Chiesa cattolica riconosce l’infallibilità di im uomo, ciò ohe nella Chiesa di Cristo noi non possiamo comprendere. Come possiamo infatti basarci sulla infallibiltà di un uomo che
ora è conservatore e ora è progressi
sta? ».
—• Recentemente sono stali celebrati i
ItaUt^imi di Luciano Poma di Silvio ed Èvelina, ebambon Andrea di Blrnesto e Milena,
.\rtero Cri-s^tina Luigia di Osvaldo e Margherita, Baret Enrica di Alessandro e Elda.
La gioia dei genitori possa consolidarsi sempre più nella certezza ebe i loro bimbi sono consacrati al Signore in vista d’una futura testimonianza e servizio per la Cbies.»
di Gesù Cristo.
— La domenica 15 settembre è stato celebrato il matrimonio di Sergio Anzaldi e
Long Livia alla presenza di molti parenti
ed amici ; domandiamo al Signore ebe il
messaggio augurale possa rimanere nel cuori degli sposi quale guida preziosa per la
loro vera felicità nel Signore.
— Venerdì 1,1 Settembre è stalo celebra
to il servizio funebre a Pomaretto e Torre
Pellice di Rinalda Travers nata Benecb de
ceduta dopo lunghi mesi di sofferenze nella giovane età di 38 anni. La serenità e la
fede della nostra sorella sono stati di vivo
conforto per la famiglia scupraltulto negli
ultimi tempi della sua dura prova. I Pastori Soimmani e Jalla hanno recato il lo
ro messaggio di conforto nel tempio di Torre Pellice. Alla famiglia così toccata negli
affetti più profondi rinnoviamo il nostro
pensiero di viva e profonda simpatia cri
stiana.
— Siamo lieti di aver avuto quale ospiti
d’onore j trombettieri del Baden guidati
dal maestro Emilio Stober: li ringraziamo
di cuore per la loro viva collaborazione al
culto domenicale e di venerdì sera 13 u. s.
unitamente al Pastore Enrico Geyimet qua
le indefesso organizztore. Naturalmente
siamo riconoiscenti ai nostri trombettieri
per essersi uniti al gruppo tedesco.
— Domenica 29 c. ra. il culto al centro
sarà presieduto dallo studente in teologia
Deodato Luciano ed alla stessa ora al dot
Inverso dal Pastore. Nel pomeriggio alle
ori- 15, nella saletta delle attività (Scuole
Valdesi) avrà luogo una importante riunione dei responsabili della parroochia con i
membri del Concistoro.
— La domenica 6 ottobre rattività della
parrocchia riprenderà con un culto con
Santa Cena al quale tutta la comunità dei
piccoli e dei grandi è caldamente invitata.
La scuola domenicale e i catecumeni sono
particolarmente pregati di intervenire.
— Doanenica 8 settembre nel corso del
fullo è sUlo amministrato il Battesimo
affa piccola Bleynat dara di Marcello e
di Peyronel Elda (Bosi). La preghiera
della Chiesa e le benedizioni del Signore
aocompaignino quelita baniibiiia e coloro
cibe rhainno presentata al Batlesiiuio.
— La sera di mepcoledì 11 seitem'hre è
salito in mezzo a noi un gruppo di tronibellieri ttedesohi aiccomipagn<ato dai Pastori Geymei e Boucliard con una rapipresentanza del gruppo iromibe delle rispettive
comunità di Villar Porosa e Pomaretto,
1 fratelli tedesclii e<l italiani, sotto Pesperta direzione del Maestro Stober, ci
hanno dato nel nostro tempio un apprezzato concerto, intercialato dai messaggi
degli amici Gustavo Bouobard ed Enrico
Geymet. Mentre ringraziamo vivamente
questi fratelli per la loro visita vogliamo
ancora dire loro la nostra gioia per la
simpatica serata irasconsa insieme nella
lode del couiuiie Signore.
— Domenica 15 settembre nel nostro
tempio è stato celebrato il matrimonio di
Long Elvira (Ciotti di PramioUo) e di Valente Onorio (Colle San Magno . Frosinone). Rinnoviamo i nostri migliori auguri nel Signore a questi sposi ohe hanno
fissato la loro residenza a San Germano
Cbisone.
— Siamo lieti di dare il benvenuto a
Marco che è venuto ad allietare la casa
di Guido Peyronel e di Ada Sappè ai
Tournim. 1 più vivi auguri al neonato ed
ai genitori.
La Comunità di Angrogna esprime if
suo vivo rammarico per la dipartenza del
Past. Arnaldo Comba che fu suo Pastore
dal 1910 al 1918. Alla sua memoria formn
la un pensiero affeltuoso e riconoscente
per l’opera compiuta come conduttore di
questa Comunità. Alla famiglia affitta in
via i sensi della sua solidarietà cristiana
Collegio Valdese
L’inaugurazione dell’anno scolastico
1963-64 per la Scuola Media Unificata
e Liceo Ginnasio Pareggiati avrà luogo Martedì 1" Ottobre nell’aula sinodale della Casa Valdese alle ore 14,30.
Insieme agli alunni sono cordialmente invitati i loro genitori e gli amici
tutti del nostro istituto. I presidi
Ma alla nota del dolore si alterna quel
la della gioia. Nella nostra Comunità bum
no avuto luogo, nel giro di una settima
na, ben due doppi matrimoni: cosa vera
mente ijisoJita. 11 primo è sta-to quello
dei Iratelli Giordan d-ei Jourdans aiwennto a San Germano Cbisone il 15 settembre. Gianguido Gioinlan ha sposato Chanvie Alma Alice, pure originaria di Angro-gna e Carlo Alberto Giordan ha sposato Galliaii Nella Ernesta di San Germano Cbisone. La funzione è stala presieduta congiuntamente dai Fasi. Umberto Ben di San Germano e dal Pastore di
Angrogna Capoluogo. Ai due nuovi focolari rinnoviamo raugurio di ogni gioia e
vera lalicità nel Sigriore.
11 secondo doppio matrimonio ita avuto
luogo ad Angrogna sabato 21 isettembre.
Le due sorelle fida e Bianca' Monnet della Clava lianino sposato rispeUitvaimenliS
Franco Cliauvie degli Albarin e Attilio
Rivoira della Cassetta. Le due coppie di
sposi andranno a stabilirsi fuori Aingrogiiia ed è con un certo rammarico che vediamo partire questi quattro giovani che
erano iimpegnati nell’Unione, nella filodrammatica e nella corale. Malgrado questo auguriamo anielie a loro una vita grandemenile benedetta dal Signore e ricca di
vera felicità.
Giovedì, 19 settembre, nel Tempio del
Ciabas, con un culto presieduto dal Pastore Bruno Costabel, si è sposata l’insegnanle Bianca Armand-Hugon con il Sig.
Mimmo Natali di Felonica Po. La signorina Bianca Armaind-Hugon è stata per
pare,cebi anni insegnante in varie scuole
della Val d’Angrogna, facendosi amare ed
apprezzare da tutti. E’ con dispiacere » ite
la vediamo partire per la sua nuova sede
presso Pinerolo. Mentre la rinigraziamo
per quello che ha fatto tra di noi, le auguriamo molta soddisfazione nel suo nuovo posto di lavoro e molta felicità nel Signore per il .suo nuovo focolare.
Investite vantaggiosamente il Vostro denaro, allevando a domicilio
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L'assemblea generale
deirUnìone Battista
avvisi economici
(coontinua dalla 2» pagina)
Il nostro augurio per rinuninente
sessione del Concilio Vaticano II è
che essa costituisca un deciso passo
innanzi verso quella che Karl Barth
ha chiamato, di recente, « la riorganizzazione della Chiesa cattolica intorno all’Evangelo ». Paolo Ricca
Actjuislando i VINI MARSALA
dal fratello Garzi a Salvatore, via
Cappuooini, 6, Marsala, contribuirete alla creazione di im fondo per
la costruzione di tm’Opera Evangelica in Marsala, in quanto tutto
il guadagno, escluso il minimo indiapeneabìle al suo fabbisogno familiare, va devoluto per l’Opera
stessa.
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litro L. 2.400.
Chiedere listini prezzi.
Le Commissioni sono: 1) per la
Scuola Domenicale; 2) per FEdilizia;
3) per il Centenario dell’Opera battista in Italia; 4) per la studio dei rapporti ecumenici; 5) per la stampa e
le pubblicazioni.
Completano il quadro due Movimenti: 1) quello delle Unioni Femminili,
che gestisce anche il Campo di Rocca
di Papa (Roma); 2) quello Giovanile
Battista, che gestisce il centro conferenze di S. Severa (Roma), noto co
me: «Villaggio della Gioventù».
Oltre ai periodici di questi movimenti (La Lampada; Ambasciatori
nel mondo e noi giovani), l’Unione
pubblica un periodico mensile di Evangelizzazicne popolare (« Il Seminatore») ed un periodico di edificazione, studio ed informazione («Il Messaggero Evangelico»).
Considerato quanto precede, è comprensibile che non si possa seguire da
vicino 0 dettagliatamente la massa di
relazioni, discussioni e votazioni anche perchè, in massima parte, esse formano l’ordinaria amministrazione.
Perciò noteremo soltanto alcuni ar
gementi trattati e d’interesse più vasto, o comune al resto dell’Evangelismo italiano.
Si è parlato del Culto Radio. Il Pastore Camellini, segretario del servizio
Culto Evangelico del Consiglio Federale, ha letto, insieme con la sua relazione, anche la deliberazione del Sinodo Valdese. Pur non entrando nel
dettaglio e lasciando al Consiglio Feaerale ogni concreta facoltà di delibe
rare, l’Assemblea ha approvato l’operato della piresente commissione, ha
affermata l’importanza di questo servizio e ne ha, riaffermato il carattere
collegiale.
Per il prossimo Congresso Evangelico Italiano, l’Assemblea ha espresso
unanimemente, la sua adesione e, senza entrare nei particolari deil’organiz
zazione di esso, ha ribadita la posizione prevedibile del Battista italiano
riservandosi piena libertà nei riguardi delle conclusioni e deliberazioni future del Congresso medesimo.
Altra deliberazione importante, a
nostro avvi.so, è stata quella che approvava la costituzione deH’AssociazIone Pastorale Battista secondo i principi ed i fini esposti dal relatore Pastore M. Ronchi che mirano alFintensificazione della comunione fraterna,
dall’aspetto spirituale e culturale a
quello assistenziale in caso di malat
tia e vecchiaia. Bisogna sapere ohe i
Pastori Battisti in relazione con l’Unione harmo rinunziato a far valere
verso il Comitato delle Missioni Estere di Richmond, Va (Stati Uniti), i
loro diritti economici (derivanti dal
rapporto costituito dal loro ministerio) per cui si sono trovati a dover
provvedere all’istituzione di un fondo
pensione.
Per terminare riferiremo che il motto dell’Assemblea : « Progredire in Cristo » è stato ispirato da Filippesi 3 :
12-16, su cui il Presidente uscente tenne il sermone ufficiale deil’Assemblea,
nell’oratorio di Civitavecchia, la sera
del 10 settembre c. a.
Emmerre
.SIGNORA liuti più giovane certa persona
(li fidiiicia per il menage. Buon traltanien.lo e ottimo stipendio. Scrivere:
M.iine Doretie Berthouid, le G-rand-Verger. Areuse (Nencbàlel, Suisse}.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Cip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Toi
Consiglio della Val Pellice
Borse di studio
U Presidente rende noto (die, to.n bando in data odierna, viene indebito pubbli,
co concorso per l’aissegnazione delle bo-rse di etudio »nnual: rstituite da questo
Consiglio di Valle, e preeiaameinte :
L. 30.000 per alunoii licenziati dalla 5^
classe elementare c ohe si iscrivano alla
prima olasse di una scuola media infe.
ri ore ;
L. 40.000 iper alunni ohe si iscrìvano
affa 2“ e 3“ «lasse di una scuola secondaria inf eriore ;
L. 60.000 per alunni isorilli a qualsiasi
classe di una scuola secondaria superiore.
Gli aspiranti devono risiedere in uno
dei Comuni facenti parte del Consiglio
di Valle (da BriobecaBio a Bobbio Pelli,
ce), appartenere a famiglia partMxtlarmenle bisognosa (con riguardo al numero dot
le persone a carico del capofamiglia e
della residenza disagiata) ed avere riportato una media di voti pari a 8/10 per i
iiceoiiziati dalla scuola elementare ed i
7/10 per gli altri.
Le domande debbono essere presentate
enlro il 15 ottobre p. v. alla Direzione
Didattica od ai Capi Istituto competenti.
Per informazioni rivolgersi alle suddette Autorità Scolaslicbe od alla Segreteria
del Consiglio di Valle (.Segreteria Comunaie di Torre Pellice).
Il bando è pubblicato presso i Comuni
della Valle e le Scuole od Istituti interessati.
Il Presidente
(Dr. Proc. Ettore Beri)
RE PELUC
Le Società femminili « le Missioni »,
« le Madri » e « il Cucito », hanno la
seduta inaugurale del nuovo anno di
lavoro la domenica 29 settembre, alle
ere 15,30, nella sala delle attività par
rocchiali (Asilo).
A complemento di quanto pubbli
cato nel numero scorso di questo giornale, la vedova Margherita Boér, i!
genero Piero, la nipotina Paola e ii
cognato del compianto
Samuele Revel
ringraziano sentitamente il Doti. De
Bettini e la Direttrice dell’Ospedale
Valdese di Torre Pellice che tanto amorevolmente assistettero il loro caro
Estinto.
Luserna S. Giovanni, via G. Malan 32
22 settembre 1963
La famiglie Travers e Benech, nell’impossibilità di farlo personalmente
ringraziano quanti hanno preso parte, in qualsiasi maniera, al loro immenso dolore per la perdita della loro
indimenticabile
Rinalda
Ines Grill in Pons e Aldo Griìl ringraziano sentitamente quanti hanno
partecipato al loro dolore in occasione del decesso del loro padre
Luigi Pietro Grill
svvenuto in Frali (Villa), il 7 settembre 1963.
Il Dottor
Dskar Schindler
sarà assente per Ferie
dal 28 settembre
al 13 ottobre
Anno nuovo ! Nuova visione !
Sorto e sostenuto dalla tede e dalla visione di tanti credenti per l'Italia,
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invita tutti coloro che vogliono rispondere alla chiamata del Signore,
ad iscriversi al Corso di Studio che comincerà il 1° Ottobre 1963.
Per ogni informazione e iscrizione, rivolgersi :
ISTITUTO BIBLICO EVANGELICO
Doti. Royal L. Peck
Via Cimone n. 100
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Corsi di studi per tre anni