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ECO
DELLE mm VALDESI
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ARIIAHD HOGON ALGÜSTO
Case Vucre
TCttîRB PELUCB
Settimanale
della Chiesa Valdese
1 Anno XCII - Num. 37 1 Una copia Lire 30 ABBONAMENTI f Eco; L. 1.300 per l’imemo 1 L. 1.800 per l’estero « Eco » e « Presenza Evangelica » | interno L. 2.000 - estero L. 2.800 | Spediz. aU>. postale - I Gruppo Cambio d'indirizzo Lire 50 1 TORRE PELUCE — 21 Settembre 1962 1 Ammin. Claudiana Torre PeUice - C.C.P. 2-17557
Valore J un jessaggio
In un discorso alla radio Papa Giovanni XXIII ha puntualizzato i temi del Concilio che si aprirà l‘l I ottobre
La sera ‘di martedì 11 settembre, ad un mese esatto dall’apertura del Concilio Vaticano II, il pontefice Giovanni XXIII ha tenuto un radiomessaggio
diffuso dalla Radio Vaticana e, in collegamento, da varie organizzazioni
radiofoniche e televisive, fra cui la RAI-TV.
Non definiremmo « mirabile tale discorso, come ha fatto con l'enfasi consueta 1 Osservatore Romano (13-9-’62); ci è parso invece abbastanza modesto e generico. Inoltre ci colpisce sempre nei documenti curiali — siano
pontifici o no — la povertà .scrittura- __
le; anche in questo discorso l’abbiamo sentita fortemente, nè si tratta
soltanto del fatto esteriore e formale
die le citazioni bibliche erano poche, e alcuni- ili quelle poche, a nostro avviso, del
tutto tiiori luogo. Comunque, è evidente
che mi documento come questo presenta
un grande interes.se per delineare alcuni
traili che di.slingueranno il prossimo e conclancito Concilio.
Il discorso sembra promettere che il Concilio iirolungherà e attuerà le linee programmatiche deU’enciclica sociale « Mater
et. .Miigistra a La nota sociale è infatti dominaiitc nel messaggio pontificio, mentre
non vi abbiamo notato alcun accenno dogmatico o liturgico, a parte rall'ermazione
foiuhiiueitlale della Chiesa Madre e Maestra
del inondo, mediatrice ad esso del Cristo.
Deve dunque essere esplicato nel mondo
quel « senso sociale e comunitario die è
imuiaiiente nel Cristianesimo autentico » :
questo significa affermare vigorosamente la
iiece.ssilà della giustizia, dell’uguaglianza di
tutti gli uomini e di lutti i popoli, della
« strenua difesa del carattere sacro del niairimnuio », della pace che non sia soltanto
negativa ma positiva, che prevenga i conlliili; la iCliiesa deve dire una «parola coraggiosa e generosa », quale « già fu espresso neirimportante documento Mater et Magisini, dov’è riassunto il pensiero di due
miìleimi di cristianesimo » (modestia a parte...;; « ni faccia ai paesi sottosviluppati la
Chiesa si presenta quale è, e vuol essere,
come la Ciiiesa di tutti e particolarmente
la eli lesa dei poveri». Sono, queste, espressioni che possono essere apostoliche ma anche imperialistiche, umili ma anche orgogliose, vere se in speranza, iUusorie di fronte a ialite constatazioni: Roma non ammette questa dialettica? perchè non la esprime? non avverte die se incanta ed esalta
gli uni, respinge gli altri?
« Ogni offesa e violazione del quinto e
del sesto (in realtà sesto e settimo] precetto dei Decalogo santo: il passar sopra agli
impegni che conseguono dal settimo (in
reatui ottavo] precetto: le miserie detla
vita sociale che gridano vendetta al cospetto di Dio: lutto deve essere chiaramente
richiamalo e confermato ». Tutto questo è
mollo bello e giusto, e come non essere
con lutto il cuore all’unisono? ma a condizione die la Chiesa, di fronte a questa volontà santa di Dio, non sia la Maestra ma
rumile leslimone, che non predica e pre
senta sè stessa, ma rEvangelo di Cristo soltanto. Invece la Chiesa di Roma sente « il
compito del servizio e della dominazione
spirituale ddla cattedra apostolica, elevato
ai di sopra del destino della umanità tutta
intera ». Servizio o domniazione? i suoi uomini migliori servono indubbiamente il
mondo, e nel mondo il loro Signore; e tuttavia la Chiesa di Roma nel suo insieme,
nella sua forma istituzionale vuole dominare il mondo.
« (die dire dei rapporti tra Chiesa e società civile? Viviamo in faccia ad un mondo politico 'nuovo. Uno dei diritti fondamentali cui la Chiesa non può rinunciare è
quello della libertà religiosa, che non è soltanto libertà di culto. Questa libertà la
Chiesa rivendica e insegna, e per essa continua a soffrire in molti paesi pene angosciose ». Cile cos’è questo mondo politico
nuovo? è Un mondo die in larga misura,
uncho nei paesi tradizionalmente « cristiani », cristiano non è. Su questo mondo si
esercita indubbiamente rautorità di Cristo:
ma è l’autorità di colui che è salito sulla
croce, un’autorità d’amore, che accetta —
fino alla crisi finale, al giudizio — di esse
re anche schernita e respinta, che si dà o
non si impone. Allora il discorso sulla libertà religiosa e di coscienza si pone in termini diversi. Una Chiesa che si esalta nei
suoi martiri — e Roma lo fa assai — non
ilovrebbe inorridire — come Roma fa — là
dove, oggi come nei tempi andati, lontani
e prossimi, è posta nello «status confeosionis », nella condizione e nella vocazione di
lesliinoiiiare del suo Signore anche nella
limi imiiimiiiiiiiiiiiiiitiipiiipii
iiiiiiiiimniMiiimiiimiiiiiimiiiiiiinmimiiKimiiiiiiiiiiii'
* Per la prima volta, dopo la Rivoluzione, un pastore protestante, Donald V. Roberts, designato dal Consiglio americano
delle Cliiese, risiederà a Mosca per curare
sopratlullo i circa duecenilollanta diplomatici e giomalisli.
/n agosto, rispondendo ad un invilo del patriarca Alessio, il dr. Ramsey, arcivescovo di Canterbury e primate anglicano, si è recato a Mosca. Quivi è stato pure
ricevuto dal vice-presidente Mikoyan, con cui il dr. Ramsey
ha insistito sulla necessità di un libero scambio fra cristiani
delle due comunità. Non si conosce la risposta di MUeoyan,
ma il presidente del Consiglio per gli Affari della Chiesa
ortodossa russa, Kuroyedov, ha dichiarato che tale progetto
di scambio saràj”fermamente sostenuto dal governo sovietico". Era la prima volta che un capo della comunione anglicana si rivolgeva direttamente a cristiani russi; parlando a
circa 2.51)0 persone nella cattedrale ,S. Elia, a Mosca, ha
detto: "l i porto, cari cristiani di Russia, l’amore dei cristiani del mio paese".
umiliazione e nella sofferenza. Viceversa,
la Chie.sa ha da rivendicare e insegnare per
gli altri prima che per sè quest’assoluta libertà di coscienza: anche per gli increduli
a cui ha da offrire il volto del testimone e
non quello del giudice o del savio docente:
anche per i pagani, che dagli dèi falsi e bugiardi hanno da esser richiamati ad un Dio
vivente d’amore; anche — e quanto più! —
per coloro che confessano Cristo quale Signore e Salvatore, ma in modo diverso, con
una visione diversa delia vita in Cristo
■Sinceramente, al Pontefice romano non
bruciavano un no’ le labbra, pronunciando
quelle parole di rivendicazione? non ha
pensato alla Spagna, al Portogallo, alla
Colombia, a tutti i luoghi in cui dei cristiani, «soffrono pene», talvolta «angosciose », perchè Roma li sottopone ad esse,
0 comunque, malgrado la sua affermazione
di autorità, non le vieta e impedisce? Anche di questa libertà dovranno parlare i padri del Concilio, altrimenti sarà un discorso equivoco.
Qual’è la base dogmatica di qiiesl’atleggiamento della Chiesa di Roma? Lo dice il
nessaggio stesso: il Concilio è una di quelle ore storielle della Chiesa, a cui si addice
1 esortazione di Cristo: «Levate i vostri calli, perchè la vostra retlenzione è vicina »
il.uca 21: 20-33). «Considerato nella sua
s])iriluale preparazione, il Concilio Ecumenico, a poche .settimane dal suo radunarsi,
sembra meritare l’invito del Signore: ’Vedete lul|t gli alberi, quando già rimettono
le foglie, voi conoscete da voi stessi, solo a
guardarli, che s’appressa l’estate; e allo
stesso modo anche voi, quando vedrete avverarsi queste cose, sappiate che è vicino
il Regno di Dio’ (ibid.). Questa parola
’regnum Dei’ dà espressione ampia e precisa ai lavori del Concilio. Regnum Dei significa ed è in realtà la Ecclesia Chrhli:
una, snneta, cntholica, apostolica ».
(Juesta equazione: il Regno di Dio è la
Chiesa, sta alla base della posizione romana: ed è questa base che noi rifiutiamo,
non soltanto nell’interpretazione restrittiva
che Roma ne dà, considerandosi la sola vera ’Ecclesia Christi, una, sancta, catbolica,
apostolica’: la rifiutiamo anche nella retta
interpretazione più larga della Chiesa che
si raccoglie dovunque, sotto ogni cielo e
da ogni confessione, e che in Cristo è, essa
tutta ed essa sola, una, santa, cattolica (universale) e apostolica: l’assemblea di coloro
che Dio ha chiamato per mezzo di Gesù
Cristo; anche per questa vera Chiesa noi
rifiutiamo raffermazione che essa è il Regno di Dio. Es.sa lo annuncia al mondo. Io
riceve, con il mondo, da Dio, lo attende
nella sua pienezza alla consumazione di
questo tempo. Essa non può mai confondere .sè stessa con Dio, la sua parola con quella di Dio, la sua testimonianza con Colui
a cui è resa.
Per questo dobbiamo essere più sobri di
quanto non sia stato Giovanni XXIII: « Che
è mai infatti un Concilio Ecumenico se non
il rinnovarsi di questo incontro della faccia di Gesù risorto, re glorioso ed immortale, radiante .su tutta la Chiesa, a salute,
a letizia, a splendore delle genti umane? »
Che bisogno c’è delle parate vaticane?
Guardiamoci attorno : più che nell’infilata
di mitre epi.scoipali, nella dorata penombra
della basilica di S. Pietro, il volto di Cristo appare sul volto di coloro che l’usuale
miseria o la catastrofe hanno reso affamati
e assetali, malati e angosciati, sul volto su
cui dietro il dolore fisico si disegna U dolore della creatura ignara del suo Redentore Là, nei minimi frateUi, si disegna il
volto di Cristo, uomo di dolore; e là è presente la Chiesa che si vuole « Chiesa dei
poveri ». La gloria del volto di Cristo, qui
e ora, in attesa del suo ritorno glorioso,
risplende in coloro il cui cuore si è
aperto alla fede e aUa speranza in Cristo,
il! quelli che hanno udito Pannuncio buono, gioioso della chiesa, e hanno guardato
oltre da essa, al Regno che viene: di cui
ogni più vera e consacrata attuazione umana non è ohe un segno, un palo indicatore,
u;i indice puntato sul Regno.
(Juesta certezza e questa umiltà, forse, attendeva il mondo dalla bianca figura di
Giovanni XXIII, fra il globo e la croce.
Speriamo che anche in questo, in questo
soprattutto, il Concilio vada oltre le speranze e i progetti degli uomini, perchè lo
Spirito Santo soffia dove vuole, e la Parola
vivente di Dio non è legata.
Gino Conte
L’inserimento dell’ortodossia russa nel movimento ecumenico si fa rapidamente. Il dr. Visser’t Hooft, dopo la
sessione del Comitato centrale del CEC, ha dichiarato all’infornwtore religioso del quotidiano parigino Le Monde :
"I russi si trovano a loro agio fra noi, perfettamente sereni; hanno portato un contributo spirituale che è assai più,
che un semplice stare sulla difensiva. S’interessano di tutto".
Qui accanto, due olandesi di primo piano nella vita ecumenica: il dott. Visser’t Hooft e Mons. Willebrands, .segretario del Segretariato vaticano per l’unità.
(‘Notizie e foto .sono tratte da I.C.I.)
.................<mmiiti)tiumiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii)iiiiiiimiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiuiHiiii!i
iiiiimiiiMiimimiiiiMiiiiiimuiiiiiiii
UN APPELLO DEL C0NSI6LI0 ECUMENICO
Per l'Iran sconvolto
GINEVRA. - Il Consiglio ecumenico
delle Chiese ha lanciato un pressante
appello alle 201 Chiese membri affinchè mandino abiti^« medicinali in
grandi quantità, oltre a « sostanziosi »
doni in denaro per soccorrere le vittime del recente terremoto nell’Iran.
Tale appello risponde alle richieste
telegrafiche giunte al CEC dal suo
corrispondente nell’Iran. Sembra che
il modo migliore, per le Chiese, di soccorrere i sopravvissuti di questa {catastrofe sia d’intraprendere progetti di
reìnstallazione a lunga scadenza. Il
Consiglio ha inviato nell’Iran il dr.
Christopher King, del Dipartimento
d’Assistenza e di Aiuto ai Rifugiati,
per valutare sul posto le necessità.
A Teheran, il dr. King si è unito al
sig. J. Thompson, incaricato di una
analoga missione dalla Federazione
luterana mondiale. Sorvolando in elicottero i villaggi colpiti dal sisma, il
King ha avuto l’impressione che una
gigantesca draga avesse precipitato
le case in un baratro. E’ atterrato, con
il collega, nel villaggio di Buin, dove
la metà dei 5.000 abitanti è perita. Uno
di essi, che toirnava a casa da oltre le
montagne, fera gilinto in vista di Buin
lino degli ossemiori riformati
al Concilio Vaticano II
proprio al momento della catastrofe:
è il solo sopravAdssuto della sua famiglia. In un villaggio vicino non restano che 500 abitanti su 4.000. Un missionario ha trovato un uomo che cercava di liberare con le mani nude il
corpo del flglioletto sepolto sotto le
macerie.
Uno dei problemi più gravi, per i
superstiti, è quello dell’acqua, poiché
Tapprowigionamento dipendeva da
un complicato sistema di canalizzazione che il terremoto ha gravemente
danneggiato.il tremendo numero delle vittime si spiega con il fatto che il
sisma si è verificato di notte; anche
le perdite del bestiame sono fortissime, poiché esso, dato il freddo intenso delle notti, era ritirato nelle stalle.
Rientrati a Teheran, i sigg. Thompson e King hanno discusso con i responsabili dei soccorsi agli infortunati. e hanno redatto un rapporto da
sottoporre agli organismi ecclesiastici da cui erano inviati. Tale rapporto
sottolinea fra l’altro che la Chiesa ortodossa armena ha dato, senza discriminazione religiosa, un aiuto rapido e
generoso a tutti gli abitanti dei villaggi in cui vi sono sue comunità. Il Consiglio delle Chiese dell’Iran esamina
in particolare il modo migliore per
collaborare con le autorità per soccorrere i numerosi bimbi resi orfani dal
sisma. . .
In base a questo rapporto il CEC ha
rivolto l’appello alle Chiese di cui abbiamo parlato sopra; già Chiese d’Australia, Danimarca, Germania, Gran
Bretagna, Norvegia, Nuova Zelanda,
Olanda, Stati Uniti, Svezia, Svizzera
hanno cominciato a rispondervi.
I progetti del CEC si puntualizzano
nella ricostruzione di questo villaggio
— in collaborazione con le autorità
iraniane: costruzione (utilizzando la
mano d’opera locale) di 500 case (circa L. 350.000 caduna), di una scuola,
di un pozzo e relativa canalizzazione,
di bagni pubblici e d’un lavatoio ; comprende inoltre il rifornimento delle
fattorie in semenze, attrezzi e bottame, e forse l’acquisto di un trattore. I
primi soccorsi sono venuti in gran numero. Occorre ora elaborare e realizzare progetti a lunga scadenza. Forse
al di là deU’orrore di questo cataclisma il Signore vuole che la nòstra attenzione di gente sazia e relativamente ricca si rivolga ad un angolo diseredato come questo.
IH llimilllMIHIIIH
iiiiiliiiiiiiiiMiiiiitiimii
iiiiiitiimiiimiimmiiiMiimiiiiiiHi
ANCHE IN ALGERIA
Il travaglio per una sana laicità
E il Dr. Lukas Vischer, teologo riformato elvetico, già noto, malgrado
la sua giovane età, per alcuni studi di
notevole importanza, fra cui soprattutto una storia della confermazione.
Egli è uno dei seg^retari del dipartimento «Fede e Costituzione» del CEC.
Gli Ulema d’Algeria banno pubblicalo
il 22 agosto un testo in cui dicJiiarano fra
l’altro: «Protestiamo energicamente contro la diobiarazione emanante dalla Federazione francese del F.L.N., in cui essa
cliicde la laicità della Costituzione algerina. Consideriamo questa dichiarazione
una negazione dei principi stessi della nostra rivoluzione...
« Siamo Algerini, cioè un popolo che
ha una sua ‘personalità propria. Questa
personalità appare nella sua religione, nella .sua lingua, nei suoi costumi, nella sua
tradizione, infine nella sua storia...
« Chiediamo a tutti i responsabili e in
particolare ai membri dell’Ufficio politico
di salvaguardare i nostri principi islamici,
e sco-ngiuriamo tutto il popolo di mantenersi vigilamte specie durante questo iperiodo di trapasso e di sbarrare la strada a
chiunque cenclii di attentare ai nostri
ideali ».
Le Informations Catholiques Internationales, che riportano questa notizia, non la
commentano. Notiamo che — al di fuori
del paesi « cristiani » — anche le giovani
nazioni a maggioranza islamica (o, altrove, buddista, ecc.) incontrario difficoltà e
contrasti per giungere ad una vita politica
laica, che rispetti al tempo stesso la piena
libertà di coscienza di ogni cittadino. Le
« democrazie » di paesi più progrediti e
di nazioni più mature non sono sempre
d’esempio; il travaglio i>er un sano laicismo dello Stato, per un rispetto rigoroso
della libertà di coscienza di ogivuno, per
un riconoscimento obiettivo del valore della fede nella vita del singolo e di un paese, percorre, con intensità diversa, lutto
il mondo. Purtroppo le nazioni « cristiane » mostrano spesso di non comprendere
la lezione che Dio Ila confermato loro nella
storia, dopo averla data loro neUa sua Parola, e tante guide stesse sono cieche e dimenticano che la chiesa non è nel mondo
per assimilarselo (miisero modello!) ma
per testimoniargli con umiltà e fermezza
e ‘gioia che il Regno di Dio viene, non
per additare eè stessa ma il Cristo, non
per dire la propria parola su tutto e su
lutti, alla veramente e soltanto la Sua.
Anche Pradeltorno
ha la sua Foresteria
Domenica 23 settembre, aUe ore 15,
sarà inaugurata a Pradeltorno la nuova Foresteria, costruita rapidamente
nei mesi scorsi, grazie alTaiuto finanziario di amici generosi e all’Impegno
dei membri di quella comunità. Cordiale invito è rivolto a tutti a partecipare a questa lieta manifestazione.
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pag. 2
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N. 37 — 21 seltemlìre 1%2
Il III Congresso de^À'^Tederazione Femminile Valdese
LA PRESENZA DELLA DONNA
nella testimonianza della Chiesa
Il III Congresso della F.F.V. ha avuto
questa volta per quadro la chiesa di Pinevolo, che ha offerto la frescura del suo
giardino, i suoi bene attrezzati locali e la
calda accoglienza della sua comunità alle
sorelle giunte da ogni parte d’Italia, da Taranto a Ferrerò, da Verona a Bordighera.
La mattina del sabato 11 agosto esse si
riuniscono nel tempio per il culto d’apertura presieduto dal Moderatore Rostan
che, sul testo di 2 Corinzi 1: 3 c 4, ci esorta a consolare gli altri come siamo stati
da Dio consolati.
I lavori del congresso
Il congresso è aperto dalla viceipresidente Ade Vairose (in sostittmone della presidente Jjucilla Santini, ddimissionaria) col
bemvennito alle presenti e le proposte per
la nomina del seggio che risulta formato
da E. Caivazzani, presidente e M. Barbiani
segretaria.
Dopo l’appello delle delegate viene
letta la relazione morale, già inviata in
precedenza alle delegate e la relazione finanziaria.
Su entrambe si apre la discussione ohe
procede viva e concreta fino al pomeriggio.
Per un regolare funzionamento del CN,
anche in casi di emergenza, il congresso
approva la raocomandazione al nuovo comitato di nominare nel sino seno un esecutivo, conipois'o dei suoi membri geograficamente più vicini, che si riunisca sovente per assicurare la continuità del lavoro, mentre nel suo insieme il GN si riunirà almeno due volte all’anno.
Gli incontri per responsabili deU’autunno scorso hanno avuto ottimo esito e saranno continuati; il questionario allora di.
scusso è parso ad alcune unioni troppo
vincoilaute e a binario obbligato, mentre
l>er altre è stato molto utile; ciò dipende
dalle diverse condizioni ambientali; si
preciisa che le Unioni debbono ritenersi libere di rispondere siiirargomento proposto, sia attraverso il questionario sia in modo autonomo.
Come interessare le più giovani alla vita
delle Unioni? E' lun problema generale;
tentare incontri di « Jeunes ménagcs »,
dedicare sedute ad argomenti clic più le
interessino, offrire loro uno scopo praliico.
Come raiggiungore le sorelle isolate, sia
geograficamente ohe spiritualniente? Visite e corriispondenza personale, invio gratuito del notiziario ( a spese dell’Unione
locale). A propoisito di quest’ultimo si rac.
comanda alle Unioni di nominare una responsabile elle raccolga nuove adesioni e
manda indirizzi di isol'aite.
La discussione si fa viva quando si esamina il paragrafo della relazione che aeeenna alla possibilità di contatti e di even.
tuali aperture verso: a) moviimenti che
riuniscono aisisociazioni femminili di ogni
tendenza per lo studio dei problemi della
donna di oiggi, e b) verso movimenti per
la non-violenza e la pace.
I pareri sono vari e discordi: quelli favorevoli vedono questo inserimento più
diretto nella vita concreta del mondo come
uno strumento di testimonianza e di servizio cristiani; inoltre esso ei obbligherebbe a studiare gii argomenti di fondo
che preoocUipano uomini e donne del nostro tempo, studiarli alla luce del messaggio dell’Evangelo per portarne le conclusioni nel dialogo comune. Quelli contrari
stimano che nou sono argomenti che riguardino la vita della nostra Chiesa e ihe
le Unioni debbono continuare sulla via
fin qui seguita.
Dà parte del CN si fa notare che non si
tratta comunque di prender subito una
decisione perebc le Unioni non sono state
consultate; e non lo sono state proprio
perchè si è ritenuto più utile aprire la discussione in congresso, perchè a voce ci si
può intendere e spiegare meglio.
Alla ripresa pomeridiana il congresso
vota il seguente o.d.g. (con un solo voto
contrario): « Il Congresso approva l’operato del CN, in relazione ai contatti con
asBociazioni femminili e pacifiiste, chiede
al CN una più approfondita informazione
.sui proiblemi fondamentali della vita di
oggi, anche allo scopo di facilitare alle
U. F. la discussione circa una eventuale
apertura della Federazione in questo senso ».
Proseguendo neH’esame della relazione,
alcune delegate riferiscono sullo svolgimento della giormita di preghiera; riguardo alle collette relative si eliiede di indicare due o tre sicopi e di versarle sempre
direttamente alla cassiera.
II problema dell’o.s.si.s/enz« ad emigrali,
emigranti ed immigrali è mollo sentilo e
provoca vari interventi ; si conclude eon
una raccomaudazione al CN di studiare
l’argomento in vista di eventuali eonerele
iniziative.
11 congresBo si rallegra per la nostra gio.
vane bonsista che ha terminato i suoi studi
e si appresta ad iniziare il suo servizio
presiso l’asilo della chiesa di Pachino. Si
giunge infine airullimo atto del congresso, le elezioni per il nuovo CN, le quali
danno i seguenti risultati: Fernanda Coniba - Rita Gay - Maria Girardet . Etiennelte
Jalla - Ada Palmery - Ewelina Pons - Elisa
Rostan . Carmen Trobia - Ade Varese.
Il sabato sera le delegate trascorrono una
piaicevolissima serata organizzata dall’Unione F. locale.
La domenica, dopo la jmrtecipazione al
culto con la comunità ospitante, una bella
assemblea si riunisce nel pomeriggio all’ombra invitante dei pini, ¡ter ascoltare le
due relazioni programmate.
Notizie sul Dipartimeuto eeuiiienieo
per la collaborazione tra nomo e donna
Il pastore Pier Luigi JaMa riferisce l’origine storica di questo dipartimento, il cui
titolo completo è « Dipartimento della collaborazione tra uomo e donna nella chiesa, nella famiglia e nella società ».
Nel 1947 un questionario sulla posizione della donna nella eliiesa fu mandato a
tutte le obiese e rivelò interesse per l’argomento; nel ’18 ad Amsterdam fu nominata una eomimissioue per studiarlo e in
base alle sue eouclusioni nel ’52 fu costituito il dipartimento stesso; nel ’59 fu
iniziata la eollàborazione con i grandi organismi intemazionali ed avvenne un incontro con gli ortodossi, importante perchè per loro molto diversa è la posizione
della donna nella chiesa.
A Nuova Delhi, sotto rinfluenza delle
giovani chiese, si espresse preoccupazione
per i problemi familiari e si aggiunse al
già lungo titolo del dipartimento il termine « nella famiglia ».
Il relatore, quale presidente della commissione italiana corrispondente, esamina
che cosa questa possa proporsi; la cooperazione nella chiesa si concreta nella Parola stoidiiata e vissuta; praticamente suggerisce di etudiare : 1) i problemi del pastorato feanininile e della collaborazione
nel governo della idviesa; 2) la figura e la
preptvrazione della moglie di pastore e
della diretiLriice di islitaitd eaclesiastici ;
31 rinsegnamento biblico sul matrimonio,
tenendo conto dei casi particolari della situazione italiana: nel sud l’emigrazione
del capofamiglia pone tutta la vita familiare sulle spalle della donna; nelle città
industriali, il problema dell’impiego del
tempo libero, può portare a una maggiore
collaborazione tra uomo e donna, anche
nella vita familiare; 4) il ministerio delle
visite, seniipre più indispensabile per rompere l’isolaniento e raccogliere i dispersi
della civiltà di oggi, visite intese non come un dono ma come un iniconlro di peccatori, visite in collaborazione di uomini
e donne, preparali appositaimenle.
LI relatore conclude chiedendo la eo'llahorazione delle Unioni per questi scopi,
per i quali la couimiissione metterà loro a
diispoisizione il inaleriale di studio.
yidali nel Dioiido
La seconda relazione ohe forse sarebbe
stalo meglio preiseoitare in apertura di con.
grosso, per i molti spunti che offriva sugli
argomenti in esso diisoussi, trattava della
nostra lesponsabilità o solidarietà come
cristiane verso il mondo in cui viviamo.
Il tema era stato scelto in rapporto all’appello venuto da Nuova Delhi per un serio
impegno dii servizio cristiano nel mondo.
La relatrice, Bvelina Pons, inizia chiedendosi «e la solidarietà di fatto che ei
lega, tutti, gli uni agli altri può essere
portata, sopportata, più o meno passivamente oppure se, come erisliani, ce la vogliamo assumere come l’ha fatto il Cristo,
ccnuto conte un servo a spartire il Suo destino col nostro, perdendo la Sua vita per
amor nostro cioè per amor di quel mondo
del quale nulla gli era estraneo, nè la
morte, nè la fame, nè le lasse, nè la dispe.
razione della donna che aveva perso la
sua ultima moneta. Come Lui, anithe noi,
non possiamo estraniarsi dalle aspirazioni,
dalle sofferenze, dalle speranze di tutta
rumanilà.
Uno dei rapporil conclusivi di Nuova
Delhi riiohiaaua la nostra attenzione su alcuni temi fondamentali (i rapidi cambiamenti sociali e tecnici, le tensioni razziali, le relazioni intemazionaH, l’azione non
violenta per il disarmo e la pace), esortan
LETTERA
al Direttore
Roma, 12-9-1962.
Caro Direttore,
mi permetto di intervenire nella polemica sulla staiiupa. Tutti hanno ragione,
dal proprio punto di vista: Proehel e Gino Conte, Teodoro Celli e Eros Vicari c
credo di aver ragione anch’io sottoponendo
¡ill’atlonzione di lutti, anzi alla meditazione di tutti ili seguente brano di luna
lettera di un giovane comunista unglierese. Eccolo:
”II vangelo di Gesù Cristo è certo
più potente dei manifesti comunisti per
rinnovare la società; ma noi vi sconfiggeremo egualmente. Siamo solo in pochi e voi. cristiani, vi contate a milioni. Però ricordatevi di Gedeone e
dei suoi trecento compagni. Noi comunisti consacriamo tutto il nostro tempo
libero e tutto il nostro stipendio, alr infuori di quello che ci occorre per
vivere, alla propaganda delle nostre
idee. Voi cristiani, invece, fate ben poco ¡ter propagare il vostro Vangelo. Noi
crediamo nel nostro messaggio comunista e vi sacrifichiamo tutto anche la
nostra vita se necessario. Voi cristiani
avete ¡mura di sporcarvi le mani”.
Commenti? Voglio solo ricordare che
circa 25 anni fa il filosofo russo Berdjaev
aveva sorilto: il ComuniSmo è un rimprovero vivente ¡ter noi cristiani per quello
che noi Cristiani non siamo stali capaci
di fare.
Fralemamente suo
Giuseppe Vingutno
dori ad esser presenti non per essere aggiornati e a causa delle nostre capacità,
ma per eollaborare all’azione salvatrioe di
Dio nel inondo, canne il lievito nella pasta,
II primo passo onesto da fare per poter
agire nel mondo è quello di cercar di conoscerlo il meglio possibile: documentarsi,
informarsi, studiare anche in particolare
i documenti conclusivi dell’assemblea di
Nuova Dolili.
In seguito, la ricerca delle nostre solidarietà può essere fatta per eerchi concentrici, dal rapporto col prossimo più
prosisiimo, la famiglia, fino a quello geograficamente più lontano.
La responsabilità dei genitori verso i figli è al tempo stesso una responsabilità
verso il mondo. Come un cristiano chiuso
ai problemi del mondo è una eoutraddizione in termini, così anche la famiglia
cristiana non può vivere per se stessa, dieliiararsi; autosuffiiciente ; ciò richiede agli
ediiratori, con uno sforzo costante di autocontrollo, una disciplina interiore fondata
suUa preghiera e rascolto della Parola.
Dalla famiglia alla società il passo è
breve perchè esse seno interdipendenti.
La Chiesa si rende conto oggi che non è
più sufSicìeinlte fasciare le piaghe dei feriti
della viltà, ma è necessario studiare i mezzi per impedire all’ingiustizia di produrle:
è necessaria la riflessione sui problemi
politici e sociali, come lo è l’azione pratica e la loollaborazione con qilanti operano in questo campo, collaborazione data
non con intenti di proselitismo, ma per nn
graliuiito atto d’amore, pur nella specificazione dei motivi cristiani che l’ispirano.
L’opera di assistenza agli immigrati,
cpiella ai carcerali, agli isolati, ai malati,
i centri evangelici di solidarietà, l’opera
del « Servizio cristiano » di Riesi, sono
tiutle iniziative versò cui può volgersi l’atliviià dei nostri gruppi femminili.
Auielie nel caniipo professionale la nostra solidiarietà dovrehb’essere più attiva;
I problemi del mondo del lavoro non sono
molto conosciuti da noi e gl’impegni sindacali non da miti assunti. Le Unioni potrebbero invitare le sorelle ohe hanno una
attività professionale a parlare delle loro
esperienze in quel campo, offrendo a tutte
un’oiccaisione di apertura di interessi che
si rifletta aniolie in una più perseverante
initercessione per una maggior giustizia ed
equità nel mondo e una maggior fiducia
Ira le classi sociali.
C’è in seguilo la solidarietà ohe, come
eiitiadine reaponsabili, siamo venute ad
eispriiiiere in seno alla comunità del paese
in cui viviauio.
In questo campo è doveroso, se pur non
rallegrante, riiconoiscere che le donne non
sono molto attive: nè ben documentate, nè
impegnate.
Se in circostanze eccezionali, come nella
Resistenza, esige si sono sapute impegnare
a fondo, iu tempi normali si lasciano volentieri. andare al quieto vivere fi preferiscono, se hanno Un po’ di tempo libero,
leggere sid loro illustrato i pezzi giornalistici sui passatempi delle teste coronate o
le dolciastre rubriche della « presse du
coeur », piuttosto che l’articolo di fondo
del quotidiano o una buona rivista spucializzaita, (li problemi educativi o sociali,
senza dùnenticare le nostre pubblicazioni
evangeliche.
E’ necessario dare anche a (jueste esigenze un giusto posto nella nostra vita, è
necessario preoccuparsi del bene comune
e fare perciò coscieuziosamenite le nostre
scelte, subordinandole però alla norma
della Parola di Dio e agli insegnamenti
del Cristo che c’invita a riconoscerio nel
povero, nel derelitto, nell’oppresso, il che
polilieaniente si può tradurre nello sforzo
di dare a tutti gli nomini nn tenore di vita
"Confessez vos péchés
les uns aux autres»
Jacques 5: 16.
Les protestants sont souvent très fiers d’avoir supprimé de leurs
pratiques religieuses la confession telle que l’a conservée l’Eglise catholique. Ce serait parfait si la raison en était qu’ils la trouvent trop facile :
elle n’oblige en effet à la sincérité complète que vis-à-vis d’un seul homme, lequel reste tenu à un secret absolu; c’est donc à trop bon compte
que l’on acquiert le soulagement d’être vrai, qu’on se libère de son masque, qu’on fait entrer en soi la grande paix qui suit l’aveu.
Malheureusement, c’est bien plutôt parce que nous la trouvons trop
exigeante encore que nous n’aimons pas la confession des catholiques;
Sans cela nous pratiquerions l’autre, celle que les apôtres recommandent,
et qui consisterait à nous « avouer nos péchés les uns aux autres ».
Rien n’est plus dangereux pour ta vie intérieure que cette conscience double et dure qui se refuse à toute confession, qui s’obstine à cacher
le fond de sa nature. Pour vaincre ta duplicité, il faut montrer ce que lu
caches: te confesser.
N’espère pas t’en tirer en disant que tu te confesses directement à
Dieu; devant les hommes aussi il te faut être vrai ; puisque c’est eux que
tu trompes, c’est eux aussi que tu dois désabuser.
Sans cela, tu laisses se créer en toi une atmosphère suffocante pour
l’Esprit. Il est Vérité et ne peut habiter que dans la Vérité.
Comme tes poumons dégagent du gaz carbonique, sans cesse tu
laisses, toi, un peu de dissimulation, un peu de mensonge, se mêler à
ton air et lentement l’empoisonner. Ouvre les fenêtres et purifie la chambre! Soumets ton âme à l’hygiène de la confession!
Et puis dis-toi qu’au jour du jugement, quand tout ce qui était caché
sera découvert, il fera bon pouvoir répondre au Juge, quand II mettra
Son doigt sur tes plus secrètes faillites, « j’ai déjà tout avoué sur la
terre! ».
Philippe Vernier.
(lecenle, in un quaidro di rispetta delila dignità e dell’aulonoinia deUà persona uiiiiana.
Non dobbiamo anche temere di iinpeginarci accanto a quei movimenti d’opinione di cui condividiaiiio gli scopi, per
attirare l’altenzione dell’opinione pubblica
sui grandi problemi monidiali c sui problemi sociali femminili ancora insoluti:
[ler i primi il movimento per la non violenza e la pace e per i secondi il comitato di associazioni feinininili ohe organizza iiuoiiitri e dibatititi ad alto livello. Anche qui, una nostra assenza è una lestimoiiianza negativa.
Allargando infine al maissimo la cerchia
delle nostre .solidarielà, troviamo i jiroblemi del losiddello terzo mondo, di quei
popoli che accedoiiio dolorosamenle airelà
matura ed bau ungente bisogno del nostro
aiuto disinteressato per lottare contro la
fame, l’igtioranza e la miseria più nera,
bau bisotgiio della nostra intercessione, del
nostro denaro, della nostra operante solidarietà.
La relalrice conchide osservando che per
ademipiere a questa vocazione di servizio
e di riconciliazione nella diaisponi del
Pondo, il cristiano ha bisogno a sua volta
della solidarietà, della intercessione della
coinunità e questo è anche un compilo
fondamnenlale per le Unioni.
Una breve discussione segue i due studi
e più lunghe chiacchierale fanno corona
alla tradizionale benvenuta tazza di tè;
per questa, come per tutta l’organizzazione
del congresso un vivo e fraterno ringraziamento va alle sorelle della chiesa di
Pinerolo che si sono sobbarcate sorridenfio la « corvée » deH’oiSpitalilà.
L’impressione generale di questo terzo
conigresso è stata quella di una maggior
maturità rivelatasi anche negli interventi
nuiinerosi, costruttivi, precisi e sereni, te.siimoiiianti che la federazione è orinai
un organismo vitale, presente nella vita
delle Unioni e elle comincia a guardarsi
attorno per allargare la cerchia del suo
servizio e della sua icisliiiioiiiianza.
la cronista purtroppo di turno
Ricordando
DOMENICA BIGLIONE
In una isitauza dell’Oapedale dii Pomaretto è rimaisla una poltronciina dov-e Domemica Bdi^Otne ìha tHrafioori&o molli anni,
tonmiejitaita da un ¡inale iucurabiile : la rivedo icurva, con ile isuo mani tiremanli, vicino al suo lotto € aocanlo riniseiparabile
Nuovo Tesilameuto dell’Ediaione Diodali.
Non ora un’infemm comune ohe raoconiia
ogni volta la storia dei enioi aniaili; Domeniiica BiigJiome era una sorella di fede, di
una fede viva, die dava vita, coraggio,
speranza, gioia al piccolo ino>ndo dì malati molto meno sgravi die le gravitàvano
attorno; essi la icircondavano ¡per ricevere
un pensiero, una parola di foraa die scaturiva da quel onore ohe non si stancava
mai di parlare del Salvatore. Rarameiiie
parlava della sua infermità: il suo peutsiero era iper gli infermi <ühe non sapevano
scoprire nell’evangelo la sorgente della loro gioia interiore; con. dolcezza e con la
forza che scaturiva dal suo corpo mailailo
inviilava i suoi vidni caltolici a restare per
il breve culto die celebravo nella sua stanzetta; non paga della sua testimonianza
orale, seguiva i casi più disperati di donne che nell’iinquietudine profonda si nibellavano al Signore ; ed aMora la sorella
Biglione inviava lo-ro opuscoli, foglietti
dei « Buon Seme », compiendo un lavoro
di colportaggio ainanirevole, dalla sua poiitroncina di sofferenza. Qualche volta la
irotvavo in corsia con ì inalati evangelici
e caUoliici ed era felice di ripetermi: sono
conlema die lei faccia una pi*eghìera per
tutti, non solo per me; die ili Signore dia
un po’ di Luce a questi miei compagni di
sofferenza.
Molti gruppi d’ogni nazionalità venivano a trovarla e qtiei brevi islanli erano
così ricdii, così pieni di vigore spirituale
die il Signoire comunicava ai visitatori per
mezzo di questa sorella capace di lasciare
a iluitti un pensiero, un ricordo che rimaneva scolpito per sempre nel cuore; i miei
catecumeni deMa Scuotla Latina erano soliti venire per il culto all’ospedale; era
commovente vederli dopo il culto accanlo
alla soreiMa Biglione, felici di camtare ancora per lei, per questa donna die irradiava molta luce per i loro cuori. Era felice ch’io la chiamassi «mammina»; ed
infatti lo era; era la mamma sspirilluaile capace (di lasoiarmì un pensiero, un’esorlazioiue, un consi^ào cosi utili per i messaggeri del Signore die hanno spesso bisogno di rieevere un po’ di forza da Alto
per mezzo del gregge die è loro affidalo.
Il perso-naie dell’oispedale di Pomaretto,
la brava maigna che le era viicina la notte,
i medici, la comunità di Pomaretto e gli
ainiiiici vicini e lontani la ricordano con affetto e con affetto riianno curata.
Ohe la Luce della lestimonianza dì Domenica Biglione posisa essere di esempio ai
sofferenti perchè diano tin messaggio per
mezzo della prova.
Il inandante.
Leffure quoHdiane
bibliche
1 lesti biblici dei hraielli Moravi (Liiilas
fratriiml sono tradotti in olire 25 idiomi
(on più dì un inìUone di esemplari ogni
iiìino. In Italia è assai conosciuta la edizione francese « Paroles et lexles ». J I Valelli Moravi di Moninurail (Neuchâtel) si
son farti padrini di una nuova edizione, in
iluiiano, che si aggiungerà alle edizioni sorelle. Stampata alla Tipografia Siibalpiiiu
di Torre Pellicc sarà messa iu vendila alla
meià di novembre al prezzo di 350 lire
presso le librerie evangeliche o scrivendo
ad: Edizioni dei iralclli Moravi, Ravadera
di Toive PeJliie. Oltre ai due verselli biblici (lAniico c INuovo Testamento) è stato
scelto ogni giorno un versetto deirinnario
Cristiano che serve per chi ama il canto ed
è una preghiera. I Fratellli Moravi hanno
stretti legami con i Valdesi alla loro origine, nel 1447. Figli del movimento lliissita, hanno desiderato la consacrazione di
Un ignoto Valdese. Con questa edizione si
offre agli evangelici di lingua italiana la
possibilità di unirsi ad altri milioni di
credenti di altri idiomi nella meditazione
giornaliera dei medesimi testi biblici grazie ai Moravi che si sono specializzati nella scucia c nella evangelizzazione coi lesti
giornalieri.
G. R.
/N MEMORIA
Il 17 agosto u. 8. è decodula a Napoli la
profassoirei9.sa isiig.na Italia Zocco, nel suo
88« anno dii Yita. La vogliamo ricordare
perchè fu una vera cristiana, dalla fede co.
stanile e forte, nonostante le grandi inrove
a cui il Signore volle .sottoporla.
11 padre, doti. Gaetano Zocico, fu iKi.slore della Chiesa Metodista, a cui apparteneva atiiehe la defunta.
Italia Zooco fu dapprima insegnante di
francese nelle scuole puhblicilie, poi, a
cau-sa di una grave sordità dovette nitirarsi
dall’insegnaniento e lavorò quale ìmpiegalla in uflioio.
Intelligente e colla scrisse aniolie alcuni
libri sotto pseudonimo, tra cui ricordiianio
« Nella Luce » e « Passione » sotto il nome
di Maria Tozi, libri apprezzati nelTambienle evangelico.
La sua fede non venne mai meno, neppure quando, alcuni anni fa, il Signore
volle ancor più provarla con la morte delTainata sorella Romola, con la quale viveva, lasciandola, anziana e cotiiipletamenle sorda, aissòllulamente sola al mondo.
Trovò asilo e cure frailerne presso una
cara aaniiica della Chiesa Valdese di Napoli, che la tenne con sè fino aM’ull'imo, anche quando, gravemente ammalata, tiveva
bisogno di grandi e continue cure.
« Fu sempre serena, dolce, buona, forte e affrontò molte lotte, molti dolori con
fede adamantina ». Con questa tesliiiionianza di persona che la conosceva da ben
.50 anni, ehiudiaimo queste brevi note alla
sua meiiioria, ricordandola a quanti Flianno conosciuta ed amata. F. F.
* Un centinaio di teologi metodisti di
4 coutinenti si sono riuniti recentemente
al Linco'ln College di Oxford per esaminare la dottrina melodista della Chiesa,
nella prospettiva ecuimenica. Le discussioni vertevano sul problema del hallesimo,
su questioni di consacrazione, predicazione, disciplina eoclesiasliea, S. Cena, qualità di membro di Chiesa, e sui problemi
della predicazione dell’Evaugelo nel mondo odierno.
3
21 sell^iiïibre 1962 — N. 37
UNA FIGURA DI RILIEVO DELL’EVANGELISMO ITALIANO
Il Paistore Prof. Lodovico Paschotto
pag- 3
Atteso, ma tuttavia ben doloroso un grave
lutto ha colpito il Battismo italiano, anzi
lutto il nostro evangelismo. Il IQ luglio moriva il Pastore Prof. Lodovico Paschetto.
Con confusione, ne diamo notizia soltanto
ora, informati daH’ultimo numero de ”Il
Messaggero Evangelico", sul quale, accanto a varie testimonianze di colleghi ed amici, il Posi. Paolo Sanfilippo ritraccia con
sicura informazione e con affetto questa
gratule figura di evangelico italiano. Dicevamo "con confusione", perche troviamo,
in quest’ignoranza e in questo ritardo, un
segno umiliante di quanto spesso ognuno
di noi segua la sua propria via, in un grande isolamento.
Lodovico Paschetto, di una famiglia
di origine valdese che ha dato molti
operai all’evangelizzazione battista in
Italia, era nato a Milano il 23 ottobre
1879. Cresciuto a Roma, la sua perso
nalità si formò nella vita della Chiesa Battista di Via del Teatro Valle,
nell’ambito delle A.C.D.G. — di cui fu
segretario romano e poi nazionale —
e nell’ambiente universitario della capitale, dove segui, accanto agli studi
teologici, con particolare interesse ricerche di archeologia; sotto la guida
del Prof. D. Vaglieri, deirUniversità
di Roma, preparò anzi una tesi di laurea‘sugli scavi archeologici di Ostia
antica premiata dalla Pontificia Accademia Romana di Archeologia e pubblicata nei suoi « Atti », oltre ad una
breve riduzione per la collezione «I
monumenti d’Italia ».
Intanto il giovane pastore, che aveva seguito con profondo interesse i
due movimenti religiosi che allora dominavano, il cristianesimo sociale e il
modernismo, e che aveva iniziato una
promettente carriera letteraria religiosa, veniva chiamato dai dirigenti
della Missione Battista ad un duplice
ministero : l’insegnamento nella Facoltà Teologica Battista, e la direzione del pericdico «Il Testimonio» (più
tardi fuso con « Il Messaggero Evangelico »). L’insegnamento presso la Facoltà Teologica Battista di Roma durò dal 1906 al 1915 —anno in cui essa
fu chiusa, a causa della guerra ; intan
to si estendeva la sua attività pubblicistica ; nel 1907 fondava « Il seminatore », un riuscito foglio di evangelizzazione popolare; nel 1912 si ebbe la
sua iniziativa più considerevole con la
fondazione della rivista « Bilychnis » :
« Il titolo era tutto un programma —
scrivo P. Sanfilippo — significava ’’lucerna a due fiamme”, simbolo di fede
e scienza. La rivista ebbe, fino al 1931
lo scopo di proporre e di agitare il
problema religioso nel mondo della
cultura italiana; con aspetto esteriore
elegante, reso artitstico da disegni e
fregi di Paolo Paschetto, con collaboratcri del mondo religioso internaziorale, senza alcuna discriminazione di
fede, la rivista assolvette una funzione intensiva con articoli originali, inchieste varie e rubriche diverse. Accanto alla rivista si svilupparono varie iniziative editoriali e il nome del
periodico divenne titolo di casa editrice», L’opera del Paschetto, in tal
campo-, fu spesso poco appariscente,
ma profonda e decisiva.
Intanto egli continuava Tinsegnamento teologico, cóllaborava come correda;,tore del manuale « La Scuola
Domenicale», ncnchè alla composizione dell’« Innario Cristiano ».
Nel 1924 il Past. L. Paschetto ebbe
finalmente la cura d’anime di una comunità, a Torino, in Via Passalacqua,
con l’annessa libreria « Il Risveglio ».
Egli sviluppò subito un’intensa opera
evanigelistica sia in Torino — e sorsero i gruppi e le sale di culto di Via
Elvo, Via Rivarc'ssa e Lucente — sia
in varie località della Val di Susa. Nel
1934 il Paschetto si dedicò compietamente alla comunità di Lucento, prima da solo, e poi coadiuvato dal figlio
Enrico-.
« Dal 24 al 26 luglio 1934 — citiamo
ancc-ra il Sanfilipp>o — a Roma ebbe
luogo un importante convegno dei Pastori battisti dipendenti dalla Missione Evangelica Battista d’Italia; era
presente, oltre al missionario dott.
Whittinghill, il segretario esecutivo
del Comitato Missionario Battista di
Richmond, dott. Maddry. In detto
Convegno si dette l’avvio a quello che
avrebbe dovuto essere l’ordinamento
definitivo deU’organizzazicne e dell’amministrazione del battismo italiano. Lodovico Paschetto fu eletto Segretario Esecutivo della nuova organizzazione: l’Opera Evangelica Battista d’Italia. L’Assemblea delle Chiese
Battiste del 1939 approvò lo statutoregolamento della nuova organizzazione e confermò il Paschetto nella carica... »; per adempierla meglio, si trasferì da Torino a Civitavecchia.
Venne l’«ora del vaglio». Quando
essa « raggiunse Tacme doloroso e
l’opera battista si trovò, come tutte le
’’’ Dopo -die in Fran-cia, an-che in Polonia i preti potranno portare, fuori dei
templi, l’aibito nero (« elergyman »): lo
ha deriso il secondo sinodo dcU’areidioce»i di Varsavia.
* Secondo la Literaturnaya Gazela sembra già coinplela-mente gpari-to l’interesse
per -la -eoetnizione di « Palazzi dei matrimoni n, neU’URSS.
* La cattedrale di Riga, in Lel-tonia,
chiusa al culto nel 1959, è ora -una sala
di e-omierti.
istituzioni italiane, tagliata in due
tronconi, il Paschetto era nel nord;
raggiungendo solo con le preghiere
quelli del sud, che si trovarono sotto
la guida del Past. Ronchi, si adoperò
a sostenere meglio possibile le Chiese
a resistere e a superare il grave momento» (P. Sanfilippo).
Al termine delle ostilità, riprese
l’insegnamento teologico alla Scuola
Biblica di Rivoli (1948), ove tenne corsi di esegesi neotestamentaria e di teologia pastorale ; come decano del gruppo docente, ebbe la cura pastorale degli studenti. Nel 1952 egli chiese però
di avere la cura della piccola Chiesa
Battista di Boscoreale (Napoli), che
tenne fino al 1955, anno in cui ciiiese
l’emeritazione, pur col proposito di
continuare il ministerio senza un incarico specifico ufficiale; si ritirò a La
Spezia, presso il figlio Enrico, sovrintendente dell’Associazione Missionaria Evangelica Italiana.
« Gli ultimi suoi anni di vita —conclude il Sanfilippo — furono trascorsi
serenamente pur nella malattia; dopo lungo, vario, fruttuoso ministerio
attivo, dal letto di malattia potè continuare a sostenere con la preghiera
il movimento evangelico italiano e ad
incoraggiare coloro che si recavano a
visitarlo. La figura di Lodovico Paschetto resterà per lungo tempo presente nella memoria di quanti lo conobbero e l’apprezzarono ».
Pur non essendo fra coloro che lo
ccncbbero personalmente, ci associamo pienamente al dolore e al ricordo
dei fratelli battisti, ed esprimiamo in
particolare la nostra simpatia ai familiari dello scomparso, la cui figura
è certamente una di quelle di primo
piano dell’evangelismo italiano dell’ultimo secolo. g. c.
tiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiii
libri
MOSE
e la vocazione ebraica
ANDRÉ NEHER : « Mosè » Enciclopedia Popolare Mondalori, 1961,
L. 500.
.\ouo,slanle compaia in una collana di
caratlere popolare, questo inlcressautissi1110 voluiiielto (titolo originale: «Moïse
et la vocation juive «) non ci pare del tutto accessiliile a quel puhblico che si usa
definire « sprovveduto » — in questo caso,
diremo; .sprovveduto nei riguardi di una
lertninulogia filosofica, più che teologica.
Ciò non toglie nulla al valore londamenlale deiropera, che è quello di rivelare in
modo .sintetico e penetrante quale sia Fautentica posizione <li lede dell’ebreo di oggi. E’ una rivelazione senz’altro suggestiva.
Partendo dalla constatazione che la spiritualità occidentale, nutritasi di una lunga intimità culturale e bihlica con Mosè,
non ha fatto -che deformare l’immagine
reale per sovrapporre ad essa un mito o
un clichés convenzionali, l’Autore suggerisce che per raggiungere il vero Mosè, o
meg.io « la realtà della presenza di Mosè
in no! », occorre riscoprire la Legge, la
Torah, ossia riscoprire il senso della vera
vocazione ebraica. -Mosè è « l’uomo del
primo comandamento, l’uonio che Dio ricerca, designa, afierra: Io sono il tuo Dio.
1,’uomo la cui persona è eternamente in
seconda posizione e interpedlata, che non
è mai solo nel suo io, la cui solitudine
non può essere che illusione e miraggio,
e che, presto o tardi, nel bacio o nella ferita, incontra il .suo Interlocutore ». Mosè
non è il fondatore di una religione, non è
l’inventore del monoteismo; è semplicentente un Chiamato; nella condizione uman;t del -chiamato. Umiltà, rifiuto di ogni
esaltazione mistica, impeti di collera determinati da una costante ricerca deU’a-ssoluto, costituiscono le caratteristiche umane
tipiche di Mo-sè. Secondo l’Autore, « in
Mosè sono le categorie essenziali della servitù profetica »: egli è servitore anzitutto
per .sua vocazione iniziale (vedi la scena
del roveto ardente): Dio lo afferra e lo costringe.
Qual è il messaggio di Mosè? Egli riveli la presenza di Dio accanto all’uomo attraverso tre tipi di esperienze fondamentali : la scoperta del prossimo (con l’esodo
dall’Egilto, Mosè apre una breccia nel monolite della miseria ebraica, e questa breccia costituisce, attraverso la storia, la sfida
eterna alla violenza), la Legge (l’im-perali
vo della Torah, affermandosi come una rottura, introduce una nuova dimensione in
un mondo già organizzato con le sue molteplici leggi), il Patto (nel deserto, luogo
paradossale di un’avventura straordinaria,
Dio e l’uomo si trovano associati in un’indissolubilità di carattere storico e mistico
ad un tempo). Così ancora oggi la vocazione ebraica si esprime e si esplica attraverso
queste tre esperienze fondamentali: come
missione umana, come fedeltà cosmica, come solitudine messianica.
M-iasio-ne umana: l’uomo ebreo è chiamato ad annunciare che l’uomo di tutti i tempi deve considerarsi come se egli stesso
fosse uscito dall’Egitto; cioè ad annu-meiaTe
la certezza delia liberazione, della redenzione dalla miseria: «certezza paradossale,
quando è proclamata dal miserabile ebreo,
murato nel ghetto, incatenato nella persecuzione ».
Fedeltà cosmica: la Torah enuncia gli
elementi essenziali alla coistituzione del
Regno di Dio sulla terra. L’ebreo autenticamente fariseo (il -più acerrimo nemico
del falso fariseo), ohe crede cioè nell’efficiicia redentrice, messianica della Legge,
vede nell’attuazione del comandamento non
già un gesto, un rito, di esecuzione meccanica e formale: la distinzione tra forma e
(Ontenulo, come anche quella tra carne e
spirito, non ha senso per chi accoglie « il
giogo del Regno » in piena libertà e gioia,
« nella certezza che dal suo rifiuto o dalla
sua accettazione dipende il destino del Regno di Dio sulla terra». (Lo scisma cri.sliano-giudaico non si spiega, secondo
l’AiUorc, •ol coniraiiporsi di Legge e Fede, ma di potenza redentrice della Legge e
potenza redentrice del Cristo).
Infine, solitudine messianica: Israele rimane « cuore deirumanità, servo dolente,
che porla le malattie di -tutti (Is. 53) e che
permefte, in questo modo, a Dio di manifeslarsi sulla terra ». La sua rimane una
« missione non conformista, eternamente
profetica e prolestanto ». In essa, Israele è
un i.solato, e tale rimarrà finché il dramma
della redenzione umana non sarà totalmente compililo sulla terra, finché la terra non
sarà divenuta il Regno di Dio.
Ricca di spumi sociologici, storici e culturali, quest’cpera viva e dialettica ci offre una fisionomia deH’ebraismo che crediamo sia oggi la più valida sul piano della fede, una fisionomia senz’altro antidogmatica, problematica, e in certo modo, come dice l’Autore, «protestante», cioè di
ro-tlura, di novità e di paradoisso. Questo
è però anche il suo limile: è una fisionomia che si precisa soprattutto attraverso
una profonda serietà vocazionale, ma che
si annebbia e si fa astratta -proprio là dove
le radici di questa vocazione si ^saldano, su
un terreno più metafisico che religioso, con
il loro fine ultimo: la Irasfownazione del
mondo divenuto finalmente santo, la sua
completa integrazione in Dio.
Invano cercheremmo in queste pagine
una lieve Ir-acc-ia, un ininimo sintomo di
quella tragica coscienza del peccato senza
la quale è impensabile l’esperienza di Pàolo e dei Riformatori. 1,’« esistenza santa »
(Lev. 19) è po-ssibile: esistono individui
che lo allestano, dice l’Autore, e quindi
perchè non potrebbe esservi una società capace di sperimentarla collettivamente?
Un ottimismo apertamente antropocentrico fa riscontro come una sfida al destino
di questo popolo tragico, che nello sforzo
di preservare incontaminato e pereime il
dialogo di Dio con l’uomo, si è preclusa la
via all’accettazione del grande mistero della croce: l’incamarsi dell’Io nel tu, mistero di umiliazione e di salvezza. R. G.
doppio
Su un «velo raranieiue liinpido passano
di tanto in tanto nubi più oscure, che la
luce artificiale nella quale viviamo non ci
fa sempre notare. V’è cosi minaccia im
provvisa di tempesta, alla «quale non vo
gliamo «'redere percliè ci fa troppo paura
E se -il mondo è -stato sempre pieno di pe
ri«*oli, incertezze e insi«-urezza, per cui
l’uomo, sin dai più l«mtani tempi, ha sen
tito bisogno di rivolgersi a«l un Ente su
premo e coididare in Lui, oggi è tutto il
nostro destino umano .sulla terra che è in
certo e in pericolo.
Quando noi, uomini adulti di oggi, eravamo farwùuUi, i nostri genitori erano naturaimente preoccupati per il nostro avvenire: dovevamo imparare un mestiere, o
studiare per una profevssione; dovevamo assicurarci Un posto, secondo le condizioni
siM'iali deiUa nostra famiglia, cercando, se
possibile, di migliorarle. Le difficoltà non
mancavano neppure allora. Saremmo riusciti? Dal canto nostro, avremmo avuto
volontà, capacità, nonc-hè « fortuna », questo imponderabile elemento della vita degli uomini? V’era, altresì, la tensione politica. In ogni momento della storia v’è
stata una qualche tensione politica, con
conseguènte minaticia di guerra. E guerra
voleva dire, allora, giovani che partivano
per il fronte, privazioni per la popolazione civile, morti e mutilali tra i combattenti e facili arriechi-menti per i solili
speculatori d’ogni circostanza.
Oggi la prospettiva è mutata. Non è più
l’avvenire individuale dei nostri figli ad
essere in pericolo perchè la tensione polUica può co-mpro-mettere, in un dato momento, il normale andamento della vita
dei popoli; oggi la situazione politica
mondiale potrebbe condurre addirittura
alla distruzione dell’umanità. Lo si ripete
da troppi anni ormai perdiè non sia entrato nella coscienza delle genti. E del resto, dati precisi convalidano «questo grande
timore. Ancora di recente si sono avuti,
da parte del delegato messicano alla Conferenza del disarmo, questi dati che nessuno -ha -smentito: la riserva atomica dei
due bloccbi è, in totale, di 60.000 -bombe
termonucleari, la cui -capacità distruttiva
è, co-mplessivaiiueaite, di 250.000 -mega-toni,
il che significa ottanta tonnellate di tritolo
per ogni uomo vivente sulla terra.
Il fallo che sinora, in qualunque contingenza, si sia evitata la guerra; il convinici-mento, nel fondo logico, che il pericolo è oggi cosi grande pei lutti, si die
nessuno oserebbe atta-oeare; sono lutti argomenti -eh» non possono lasciarci completamente Iranquilli. In tempo di pace,
la guerra è apparsa sempre una follia ; ma
quel momento di follia può sempre verilicarsi.
Come d-unque, coiisideraiMlo. il pericolo
al iq-nale oggi è esposta rumanità, i crisi ianl possono rimanere in-d-ifferenli di
Ironie a quella prova del braccio di ferro
tra Stali Uniti e URSS, che minaccia di
travolgere il mondo in una spavenlosa catastrofe? Non -si tratta di prendere qmsiz-ione in favore dell’uno o dell’altro blocco, il che imiplica necessariamente una valutazione polliti-ca, la quale non può «issere
che individuale; ma si tratta di prendere
posizione (e questa si deve prendere) contro la distruzione deU’unia-n-ilà. E si deve
allresi considerare die la rovina non è
minaccia-ta esclusivamente dalla guerra,
giacdiè già la stessa -gara atomica tra i due
blocchi deter-niina un serio e grave pericolo. Nel secondo rapqiorio presentato dal
Comitato scientifico dell’ONU sug-li effetti
delle radiazioni nudeari sull’uomo e sul
suo ambiente, i-scienziali di quindici diversi -paesi, tra i quali gli Siali Uniti e la
Russia, si sono trovati d’accordo neU’affermare che -la -prosecuzitme degli eaqieriimenti -n-uclea-ri [lolrebbe arrecare seri danni
a-ü'uimanilá per -milio-ni di anni avvenire.
E allora?
Cuba, questione di Berlino, et'c., problemi i:idubbiamente mollo gravi... Ma
ohe cosa rappresentano di fronte alTevenlualità di una quasi -totale distruzione dell’umanità, di fronte a seri danni per milioni di anni avvenire?
Ma Cuba e Berlino sono iqiediiie in un
grosso giuoco politico, ci -.si potrebbe obiettare. 1 due blocchi non si affronteranno
taglio
s < A ** *
LUSEHNA S- GIOVANNI
L’estate è passata, uii’e.stale eccezionabnentc arida qiei- le nostre soleggiate colline, ma
pur benedetta dal Signore i he non ci ha lasciato mancare il refrigerio vivificante della
Sua qiarola. La Comunità è grata ai Pastori
Ailiiiger e Shoffer del Baden e Wiirtemberg,
Alfredo Janavel di Nuova York, Piero Bensì da Firenze, Renzo Bertalol e Sei-ffredo
Ctlucci, che hanno presieduto nei nostri
due templi dei culti che non si dimenticano facilmente, e al complesso trombettistico del Baden che, magistralmente diretto
dal M“ Slober ci ha recalo la sua vibrante
testimonianza evangelica in una serata nel
tempio c in due largamente apprezzati concerti in piazza del mercato.
Nozze settembrine. Saltalo l» seltemhi-e,
hanno unito le loro vile, davanti a Dio,
due nositri cari giovani, il Rag. Sergio Gay
e Ija Sig.na Gisella Elena Ribet.
Domenica lò settembre al cullo del
ma-ttino la comun-ità ha circondalo del
suo affettuoso pensiero una simqialica coppia ci-nquantenaria Echard Buffa e Susanna
,4rtus, sposatisi a Bobbio Pellice il 14 settembre 1912 e nel pomeriggio dello stesso
giorno abbiamo avuto la gioia di celebrare
il m.atrimonio del prof. Giuseppe Casini
con la Sig.na Doretta Meynier entrambi apprezzali insegnanti della nostra Scuola di
Econoniia Domestica. Ai felici sposi di ieri
e di oggi rinnoviamo il nostro fraterno augurio nel Signore.
Battesimi estivi. - Hanno ricevuto il segno del ballesimo cristiano nei nostri templi, in questi ultimi mesi; Claudia Bertramino di Umberto e Elena Odin; Giovanni
Enrico Ricca di Ezeglio e Lina Bertalol;
Pier Paolo Chiavia di Daniele e Maria Luisa Gay; Roberto Zoppi di Enrico e Lilia
Borno; Riccardo Bertin di Claudio e Marina Jahier; Federico Jahier di Enrico e
Silvana Miceliino; Ivana Cagno di Elio e
Bianca Pasquet, Claudia Malan di Pietro e
Albertina Coslabel; Laura Bellion di Edoardo ed Eslerina Bastia. Il Signore «ircondi
della Sua grazia preveniente questi teneri
agnelli della sua greggia e guidi nel grande
e diffìcile compito coloro ai quali li ha affidati.
Vendila di Beneficenza. - L’annuo incontro della famiglia parrocchiale ha avuto ¡1
migliore degli esili e per lo spirilo «li bella
fraternità che animava i numerosi parteciqianli da vicino e da lontano e per il fin qui
Insuperato iniroit» suonante a favore dei
iiofilri ¡islilulti assistenziali. 11 Concistoro
esprime la sua viva riconoscenza alle sorelle che hanno molto lavoralo per raggiungere un cosi felice risultato e a tutti gli
amici che anche da lontano son venuti ad
offrire la loro solidale partecipazione j
mai, essi si minacciano soltanto, qier poter
giungere a conqnromeasi che siano vantaggiosi per l’ima o qier l’altra parte in contesa. Noi però sappiamo bene in che cosa
posano consistere «questi c«>mpr«»messi,
sappiamo bene, anche se questi tennini
non si vogliono più pronunciare, che cosa
siano state e che c«i«a qK>s6«Mio essere le
cosi dette sfere d’influenza. Se non dobbiamo volere la guerra, non qmssiamo neppure accettare che in questo c«isUiso e rischioso giuoco di minacce, già di per se
stesso dannoso, il coiupromesso si debba
raggiungere a «q>ese del veecliio mondo,
il quale, nonostante tutti i suoi errori, difetti e colpe, ha pur dato tanto alla storia
deU’uinanità.
Cuba, Berlino... sono problemi che ci
turbano, per tutti gli aspetti che essi rivestono, perchè indici di una situazione confiu-ca e allarmante, per le intenzioni che
consentono di scoprire.
Siamo certo ingenui e sempliciotti, ma
da cristiani « puri di cuore » ci chiediamo: perchè il mondo non deve conoscere
pai'e, giustizia e libertà?
La parola eletto (dal latino eligere, scegliere) sotlinileiule sempre un significato
morale di iiiiigliore, di più prepara.to, di
più degno. Nei primi fmnpi della Chiesa
erano « hiainati eletti i catecumeni che avevano ricevuto l’insegnameinto adeguato per
essere pronti al battesimo. I deputati eletti
per raqipresenlare il popolo e la nazione
hanno il titolo di onorevoli, titolo che va
estendendosi neH’uso anche ai deputati
«Ielle assemblee regionali. In ogni modo,
non vi dovrebbero essere dubbi che chi è
eletto a una carica dovrebbe dimostrarsi
in tutto, anche nel comportamento, degno
di onore. Ma, ahimè, accade a volte che
il comportamento di alcuni di essi, anche
neU’aula ove debhono manifestare la loro
qualità «li eletti, è invece di una inqualificabile volgarità. Cosi è accaduto in questi giorni — e«l anche senza essere stati
jtresemi possiamo crederlo per-cliè analoghi ca.si si sono verificali in Parlamento —
che un consigliere al Comune di Napoli,
non appena eletto assessore, si è rivolto
verso i banchi dei suoi avversari facendo
al loro indirizzo un gesto scurrile e rivolgendo loro parole irripetibili.
Aiiimuinislrare bene vuol dire saper fare
bene i conti. Ma un buon assessore «lovrebbe saper fare bene i conti innanzi lutto con la propria persona, con la propria
dignità.
Grosse c assurde pretese di gente morta
di fame! Una anziana donna «li Milano,
che alloggia in un dormitorio pubblico e
malligia ad una mensa popolare, sere fa
« ha ritenuto che la minestra non fosse degna del suo palalo » ed ha cosi scaglialo
il piatto in lesta all’incaricato della distribuzione. Al Commissarialo di P.S., ove
è stata condotta, la donna « ha apiegalo
come lei non possa tollerare certi affronti
gaslroiioniici ». Le ironiche parole tra vir.
golette sono riprese da un giornale milanese c, si baili bene, un giornale che è
spesso accusalo di « sinistrismo ». Ma lanl’è. In Italia, chi è jfoslretto a vivere di
elemosina deve accontentarsi «li ciò che
riceve e ringraziare sempre. Cosa può pretendere il povero? I buoni boixoncini si
mangiano nei grandi ristoranti, ove si paga fior di quattrini ohe lui non ha. Lui, il
qiovero, deve accontentarsi di ciò che gli
pas-sa la carità, pubblica o privata, die in
una società « cattolica » non è fatta tanto
per amore verso il prossimo quanto per la
necessità di « opere meritorie ». Cosicché
il povero, che è oggetto e non soggetto,
non ha mai il diritto di reclamare. Solo
chi paga può reclamare, quando constata
che la merce o la prestazione non corrispondono a quanto pagato. Il qvovcro, invece, non paga. La miseria non è moneta.
La miiseria è soltanto maledizione.
E. V.
VERSOCUilLlil
Il 15 settembre si sono sposati a
Massello il Pastore Giorgio Tourn e
La Signorina Elena Gabriella Pons.
Molti amici dì Rorà, di Massello, dì
Agaqie e di vari altri luoghi hanno
circondato con il loro affetto la cop- pia felice in questo giorno di gioia.
Rinnoviamo agli sposi il nostro augurio fraterno per un gioioso e ricco ministero comune, qual’è stato ricordato
loro dal Past Carlo Gay, nella predicazione nuziale. Quanto essi abbiano
preso sul serio tale predicazione, è mostrato dal fatto che l’indomani il Pastore Giorgio Tourn, segretario della
Commissione Distrettuale, presiedeva
a Rorà l’Assemblea di chiesa elettiva;
Il nostro auguris più cordiale qrer
una serena vita comune e per un lieto. servizio al Prof. Giuseppe Casini e
alla Signorina Doretta Meynier, che
si sono sposati a Luserna S. Giovanni.
* La gerarchia cattolica brasiliana si è
dichiarata contraria alla scelta di «atidi«lati che non osservino lealmente i principi cristiani nella vita sociale ed economica della nazione. In una radiotrasmissione il card, de Barros Cainara, arcivescovo di Rio de Janeiro, ha rivelalo che
una « Alleanza (cattolica) elettorale per la
famiglia » esaminerà il qtrogranuua «lei
parlili c le qualifiilie q)oliti«-he e personali dei loro candidali, e formerà per gli
elettori cattolici una lista di personalità
« da raccomandare in modo positivo ». E’
più che dubbio che un « principio «a'istiano » sia aOa base di un tale atteggiamento: capacità e rettitudine (unico criterio!
non sono davvero esclusiva dei cristiani.
4
P»«. 4
N. Î7 — 21 seUeanbre 1962
DALLE NOSTRE ’ COMUNITÀ
PRAMOLLO
Come l'anno passato anche quest’anno le
due Comunità di Riclaretto e di PramoUo
hanno trascorso insieme una buona giornata di comunione fraterna nella celebrazione di un culto in comune all’aperto. L’incontro ha avuto luogo la domenica 26 agosto a Las Aràs. Il tempo non troppo favorevole non ha scoraggiato nessuno e alle
ore 11 più di cento persone si trovavano
riunite nell’accogliente cortile della mianda dei Sigg.ri Lidia e Ferdinando Jahier.
Il messaggio della Parola del Signore ci è
stato portalo dal Pastore di Riclarelto SigFranco Davite, ohe ha presieduto il culto;
nel pomeriggio ci hanno parlato il Sig. Moderatore Rostan, dei suoi viaggi nell’America del Sud e in India, ed alcuni giovani
del campo di lavoro del Linsardo, delle loro esperienze e delle loro impressioni del
campo. Poi Riclarini e Pramollini hanno
approfittato per fraternizzare un po’ insieme e parlare dei loro comuni problemi.
Una bella e buona giornata che ha lasciato nel cuore di tutti un vivo ricordo ed il
desiderio che questi incontri possano essere ripetuti — se possibile anche con maggior frequenza — pure nel futuro. Ringraziamo molto vivamente i Sigg.ri Jahier per
la loro cosi fraterna accoglienza ed i vari
oratori per il loro cosi buono e così gradito
messaggio.
Una inattesa ma molto gradita visita ci è
stata fatta fatta il giorno 22 agosto. Accompagnati dal Pastore Sig. Geymet giungevano improvvisamente fra di noi la Corale
tedesca di Pforzheim, diretta dal Pastore
Fritz Allinger. cd il gruppo di trombettieri di Villar PeUice. I Pramollini, che si
trovavano al lavoro nei campi e nei prati e
che ignoravano completamente la venuta
di questi amici, rimanevano sorpresi nell’udire improvvisamente elevarsi dal piazzale del tempio — accompagnate dal suono
delle trombe e cantate dalla provetta Corale — le melodie di parecchi cantici conosciuti. Uopo una breve riunione nel tem.
■pio ed alcune brevi frasi di saluto pronunziate dal Moderatore, dai Pastori Allinger
e Geymet e dal Pastore locale, questi amici riprendevano ancora la strada del ritorno e rientravano a Villar Pellice. Li rinbrazianio ancora della loro molto gradita
sorpresa ed inviamo loro il nostro fraterno
saluto.
Hanno ultimamente presieduto il culto il
Sig. Moderatore E. Rostan ed i Pastori R.
Comba e A. Peyronel.
Li ringraziamo per il loro messaggio e li
accompagnano i nostri più sinceri voti di
benedizioni nei loro rispettivi campi di lavoro e di responsabilità.
Circondati dai loro sette figli e da numerosi parenti hanno celebrato le loro nozze
d’oro Eli e Emmelina Beux, dei Rosi. Sono
pure stati uniti in matrimonio Bounous
Carlo (S. Germano Ohisone) e Long Fiorella (Rivoiri). Ai voti presentati a questi
sposi dai numerosi amici che hanno preso
parte alla loro gioia, uniamo anche i nostri
più sinceri e più cordiali. La grazia e le
benedizioni del Signore scendano numerose su di loro e sui loro focolari domestici.
Il S. Battesimo è stato amministrato a
Valdo Balmas, di Arnaldo e Natalina, e a
Piero Bounous, di Aldo e Elettra, di Po.
nieano. Il Signore accompagni con la sua
grazia questi fanciulli che gli sono stati
presentati, insieme ai loro genitori, padrini
e madrine, e li prepari a diventare dei fedeli e zelanti membri della sua Chiesa.
Diamo il nostro cordiale saluto di benvenuto alla piccola Cara, venuta ad allietare il focolare domestico di Marcello e
Elda Bleynat, dei Rosi. Ai suoi genitori le
nostre più vive felicitazioni.
Un salute molto fraterno desideriamo inviare ai diversi amici che durante l’estate
simo saliti fino quassù per trascorrervi il
loro annuale periodo di riposo. Essi sono
oramai rientrati nella loro sede abituale e
ripreso la loro normale attività. Grazie, cari amici, della gioia ohe ci avete portalo e
« buon inverno e buon lavoro ».
AN6R06NA (Capoliioso)
La nostra Comunità è stata icolpita in
quœli^ ultimi tempi da una grave perdita.
All’età di novaint’anni si spegneva serenamente Jean Ricca del Prassuit. Tutti lo
ricordano con affetto e riconoscenza: egli
saipeva prodigarsi per gli altri con spirito
fraterno e altruista, di lui tutti danno buona testimonianza. Egli se ne è andato, lasciando a tutti un esempio di fede, di costanza e laboriosità. Siamo riconoscenti a
Dio che ha dato alla no'stra Chiesa e al no.
str<) popolo uomini di questa tempra.
Il periodo estivo segna un na.urale rallentamento nella vita della Chiesa. 11 culto
domenicale permane peraltro ben frequentato, poiché, agli angrognini, si aggiungono ogni domenica parecchi ospiti, villeggianti, visitatori. Ultimamente abbiamo
avuto un gru(ipo dii amici venuti appositamente dairinghilterra per trascorrere
qualche giorno alle Valli. E’ una tradizione rche si prolunga da tempo, dovuta alla
iniziativa del Cap. Stephen, grande amico
dei Valdesi. Una delle caratteristiche di
questi igruppl Sono le passeggiate a dorso
di mulo che attirano la curiosità di tutti.
Essi amano sinceramente le nostre Valli,
ne conoscono la storia meglio di tanti vaidesi; ci spiace di non poter mostrare loro,
Oiltre ai luoghi e alle roioce che parlano
della fede del passato, un maggior numero di esempi di fede vivente nel presente.
Il periodo estivo impedisce di avere con
loro un incontro fraterno coin la comunità,
tuttavia al culto di domenica scorsa la Signorina Goodchild, organizzatrice del viaggio, ci ha rivolto alcune parole di saluto.
Tra i visitatori che hanno predicato nella nostra Chiesa ricordiamo lo studente in
teologia Doride Katshinwku della Chiesa
PresbUeriana del Gasai (Congo) die ci ha
portalo il saluto delle giovani Chiese africane, sorte dall’opera della miaaione. Ricordiamo pure e ringraziamo il Past. Guido Colucci che ha sostituito il Pastore la
domenica 29 Agosto, permettendo cosi a
quest’ultimo di partecipare alla gita dei
catecumeni organizzata quest’anno a Prali
in coincidenza con Tinaugnrazione del
nuovo Tempio. Il mattino abbiamo partecipato al culto di inaugurazione e quindi
siamo saliti ai 13 Laghi per consumare il
pranzo e trascorrere il pomeriggio. Ci rallegriamo del fatto che molti membri di
Chiesa si sono uniti a noi, ma ci è dispiaciuto di constatare l’assenza di tro'ppi catecumeni.
Le riunioni alVaperto hanno regolarmente avuto luogo al Marte!, al Malan, al
Prassuit, al Bosc Mattuociu (Slringat),
quest’ultima presieduta dallo studente Katsliimuka. Inoltre hanno a'Vuto luogo due
riunioni speciali: una a Bodarsec, in comune con la comunità di Lusema San Giovanni (la cui rappresentanza, a differenza
dello (Scorso anno, era .piuttosto scarsina!),
a questa riunione parlò il Past. Bertalot
di Torre Pellice suUa vita del po;polo e
della Chiesa canadesi. Il Past. Taccia restituì in seguito la visita presiedendo una
riunione all’Inverso Bruni di Torre. L’al
tra riunione speciale ebbe luogo al Ba
gnau in comune con la Comunità del Ser
re presiedtata congiuntamente dai due Pa
stori. Questa volta sono stati gli angro
gnini del capoluogo a fare cilecca (forse
a causa del cattivo tempo!).
Una lunga missione in Inghilterra, il
Sinodo, la direzione di un ea(mpo in Agape hanno tenuto il Pastore (parecchie settimane lontano dalla Comunità. Vogliamo
ancora ringraziare vivamente il Past. Cipriano Tourn e il Past. Bruno Costabel
che si sono occupati della nostra Comunità durante questi periodi di assenza del
Pastore.
In Agosto ha avuto luogo il Congresso
nazionale delle Unioni Femminili, la nostra Unione è stata rappresentata dalla Signora Bertalot Rina. Il 15 Luglio Ita avuto luogo il battesimo di Mauro Gamba di
Delio e di Bonnet Rita, mentre il 9 Settembre ha avuto luogo quello di Silvia
Bertin di Umberto e Wanda Malan, venuti
da Milano. Rinnoviamo a questi piccoli
Taugurio di ogni benedizione da parte del
Signore.
Saibato 15 Settembre hanno avuto luogo
nel tempio del Capoluogo le nozze di Gaydou Carlo Emilio, di Luserna San Giovanni e di Rivoira Claudia, della comunità del
Capoluogo di Augrogna. Rinnoviamo agli
sposi gli auguri di una vita coniugale vissuta sotto la grazia del Signore. La cerimonia nuziale, in assenza del Pastore Taccia
e stata presieduta dal Pastore Bruno Coslabel, del Serre di Angrogna.
— Ringraziamo di cuore i Pastori Lorenzo Rivoira, Enrico Geymet, Pons Teofìlo, Baret Davide del Sud America e il
luaeistro Olaudio Tron per i loro messaggi rivolti in occasione di culti e servizi
lilungici. Siamo loro ricono(Scenti per la
collaborazione dataci. Inviamo un pensiero riconoscente al Plastore Baret, originario del Podio di Pomaretto, per la sua visita. Il Signore lo benedica nella sua missione. Siamo pure molto grati al Pastore
di Pforzeim ed al gruppo corale per aver
c.a(ntato e dato un meissaggio in oocadone
<run cullo del 19 Agosto.
—• Inviamo un pensiero di viva gratitudine al maestro di miusica Emil Stober
nonché al suo gruppo della fanfara del
Baden per aver suonato il 9 Settembre in
O'Ucasione del culto e consegnato un complesso di 9 trombe per la fanfara evangelica di Pomaretto concorrendo in modo
cospiciuo alla spesa totale dei vari strumenti. Che il Signore benedica il gruppo dei
trombettieri in vista d’una testimonianza
efficace per il servizio del Signore ed alla
sua sola gloria. Ringraziamo il Pastore
Enrico Geymet per rintere(SBe con cui ha
seguito il sorgere del gruppo e per l’enlusiasmo cJie ha saputo infondere.
— In occasione della visita d’una cinquan(tina di fratelli e sorelle franceisi della
zona di Bordeaux, ospiti del Convitto di
Poimaretto, la chiesa ha offerto una serata
con la partecipazione della corale e con
mess'aggi rivolli dal maestro Franco Calvelli e dalla direttrice del groppo franeese.
Ringraziamo vivamente coloro ohe si sono
adoprati per la buona riuscita dell’ìnconiro.
— Desideriamo ringraziare molto la comunità, in modo particolare le mamme ed
i giovani che si sono adoprati per la felU-e riuscita del buffet di beneficenza del
XV agosto. Grazie sejM-allutto al gruppo
delTIniverso che non e’è risparmiato in
questa circostanza.
— Il Pastore Lorenzo Rivo'ira ha celebrato il servizio funebre della nostra sorella Biiglione Domenica da lunghi anni
degente all’ospedale di Pomaretto; alla famiglia inviamo un pensiero di viva simpatia cristiana. 11 collega Rivoira ha pure
celebralo il servizio funebre di WRlelm
Cesarina ved. Pastre, deceduta in- tarda
età e dopo periodi di sofferenza. Il Pastore
Pons Teofilo ha celebralo il servizio funebre di Bounous Luigi del Forte di Pomaretio, itnprovvisamente mancato dopo
periodi alterni di infermità. Alle nostre famiglie nella prova manifestiamo la no-stra
profonda simpatia cristiana.
— Il Pastore Enrico Geymet ha celebrato il battesimo di Gughelmino Claudio
di Fiorenzo e Baltna Erina, noncliè di Ribel Marina di Willy e Griglio Elvira. DomandiaiUio al Signo(re di benedire queste
crealure che Egli ha affidato ai genitori in
vista della loro educazione cristiana.
BOBBIO PELLICE
— La Comunità è grata al Prof. Emanuele Tron il quale le ha rivolto il messaggio della Parola dì Dio domenica 26
agosto u. s.
— Il Pastore ha effettuato le vìsite agli
alpeggi seguenti preriedeadovi liuniom
serali: Barbara, Prà, Crosenna, Bancet,
Giuliane. Egli rìn^zia di cuore i frateUi
e le sorelle residend alpeggi, per l’affelluosa accoglienza ricevuta.
—■ Martedì 11 settembre si sono svolti
i funerali del nostro frateRo B.ertinat Davide fu Francesco, deceduto alla frazione
Parau domenica 9 settembre in modo improwis.0 aU’elà di 90 anni. Egli ci lascia
lui esempio di serenità e di fiducia nel Signore che è stato il suo rifugio sempre.
Alla vedova, ai familiari e iiarentì tutti
rinnoviamo l’espressione della nostra ■viva
e fraterna simpatia cristiana. e. «.
bora
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— L’Assemblea di Chiesa di questa comunità, riunita in data 16 settembre «otto
la presidenza del past. Giorgio Toum,
membro della Commissione Distrettuale,
ha designato quale successore del pastore
attuale il pastore Aldo Rutigliano. Tale
designa)ZÌone è stata subito comunicata alla Tavola Valdese. Ci rallegriamo che que.
sta assemblea abbia visto una buona partecipazione di membri elettori.
— Una serie di lutti ha (provalo la nostra comunità in questi ultimi tempi. La
Signora Letizia Durand e « Barba Pin » di
Piamprà sono deceduti in modo improvviso. Sabato 15 settembre abbiamo celebralo il servizio funebre di Paolo Ernesto
Durand che ha la’Sciato i isuoi cari dopo
un non breve periodo di infermità.
Ringraziamo i pastori Jahier e Cipriano
Town che hanno presieduto i (due primi
funerali e diciamo alle famiglie nel lutto
una parola di (sincera solidarietà fraterna.
— Ringrazia(mo assai i pastori Alessio e
Valdo Vinay, il (oaadidalo Renato Cdisson
e l’anziano Dino Gardiol che hanno presied'uto d'ei culti nel corso d'cl 'mese di
agosto e settembre.
— Il bazar (di beneficenza, tenul0(si al
Centro la domenica 12 agosto ha dato buoni risultati. Un grazie di cuore a quanti
hanno validamente collaiborato alla sua
buona riuscita.
La sera dello stesso giorno i giovani
hanno svolto una serata teatrale il cui rica(Vato è stato 'devoluto aRe Missioni e che
ha riscosso l’approvazione dei numerosissimi presenti. Il paistore e la sua signora
ringraziano di cuore per la festicciola cosi
simpatica data iu' loro 0(nore in quell’o’ccasione. Un grazie (Speciale alla Sig.ra Luciana Morsi, animatrice della beUa serata.
VILLASECCA
La vita della nostra Comxuiità è stata
caratterizzata dalla presenza per quattro
settimane del campo ecumenico di lavoro
del Linsardo, di cui riferiremo a parte, e
ohe, sebbene direttamente interessante solo un quartiere della Chiesa di Villasecca, Ila dato un tono particolare alla vita
ecclesiastica. Da una parte il Pastore è
stato fortemente impegnato per tutto questo periodo nella direzione del campo e
del cantiere, dall’altra i lavoratori hanno
partecipalo a diverse attività parrocchiali
ed interparroocliiali di cui ricordiamo il
culto ai Chiotti il 19 agosto, O(0casione in
cui diverse faniiiglie di questo quartiere
hanno invitato i giovani a pranzo per stabilire con loro dei contatti più diretti, la
riunione delle Fontane in cui nn lavoratore
Ira preso la parola e l’incontro del Lazará
nel corso del quale alcuni lavoratori hanno
parlato del campo e del lavoro in atto.
Le dumentohe in cui è stato impegnato
con il Campo di Lavoro il Pastore è stato
so(stituito nella predicazione dal Candidato
in teolo(gia Bruno Rostagno, il 29 luglio e
il 12 agosto; dal maestro Claudio Tron
il 26 a(gosto.
— Il 5 agO(9lo abbiamo avuto la gioia
di rivedere e riudire il Pastore Alfredo
Janavel, già conduttore della nostra Comunità ed ora Pastore nella Obiesa Vald(ese di New York. Il messaggio di saluto
da ,parte della Comunità è stato porlo, alla fiine di un culto particolarmente ben
frequentato, dai Maestro Carlo Alberto Vigli elmo.
— Il 26 agosto abbiamo ripetuto, in
collaborazione con la Comunità di Pramollo, l’incotitro del Lazará, ben riuscito
anche quest’anno. Al mattino ha predicato
il Pastore dì Villaseoca ed al pomeriggio
hanno preso la parola: il Moderatore della Chiesa Valdese il quale ha condotto
ruditorio in un lungo viaggio attraverso
al mondo per conoscere i molti gruppi vaidesi in altri Continenti e poi aU’osisemblea del Consiglio Ecumenico a Nuova
Delhi in India; dopo il Moderatore hanno
preso la parole alcnini lavoratori del campo ecumenico.
— Domenica 3 settemhre è stato amministrato il battesimo a Livio Peyronel
dii Enrico e Rina (Riclaretto). Chiediamo
al Signore di benedire questo fanciuUo e
la famiglia alla qua'le Egli lo ha affidato.
MASSEL
Sabato scorso 15 settembre, si sono
uniti in matrimonio il nostro pastore
Giorgio Toum, e la gentile sig.na insegnante Gabriella Pons. La comunità tiene ad esprimere da queste colonne l’augurio più sentito e fraterno nel
Signore alla nuova coppia pastorale,
di un ministerio benedetto e proficuo
al Suo servizio, nonché di una lunga
vita insieme nella gioia e nell’intimità
della famiglia.
— Diiranle ¡1 cullo del 2 c. m. nella Chiesa del Serre è stato amministrato il hattesiuio alla piccola Besson Viviana, d¡ Valdo c
di Pons Clementina. Rinnoviamo su di lei
e su colore che si sono impegnali ad allevarla crislianamenle rinvocazione di lienedizioni ahliondanl! dal Signore.
- Il tempo mollo nuvoloso ed in mattinala persino picvigginoso lia imncdilo la
partecipazione di molli alla riunione all'aperlo in comune con la comunità del Ca
pohiogo, fis.sato per il 2 setiembre al Bagnati. L’inconlio ha ccmunqvie avuto luogo
ed i messaggi portati dai Pastori Alberto
Taccia e Bruno (ioslabel, cenirali sullo sles
so argomento riguardante la giusdzia dei
credenli che non deve essere come quella
degli scribi e dei farisei è stato seguito con
inleresse dai presenti.
— Ringraziamo ii Dottor Guido Kiliel.
di Torino, per avere presieduto il cullo a
Pradellorno il 9 Scltenihre.
In memoria
di Margherita Rostagno
Un gruppo di mogli di pastori, sa
pendo ohe alla Signora Margherita
Rostagno Jahier stava molto a cuore
Fattività della Claudiana, per la quale si era impegnata per una serie di
traduzioni, ha raccolto una somma,
alla sua memoria, e l’ha offerta alla
Claudiana.
Abbiamo ricevuto con commozione
e latitudine quest’offerta, e la dedi
chiamo a rendere più attraente la
pubblicazione, in corso di stampa, del
catechismo riformato « Io sono il Signore Iddio tuo », che Margherita Rostagno si era accinta a tradurre con
il gioioso impegno che la caratterizzava.
LA CLAUDIANA
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 17,5, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Toi
BORSE DI STUDIO
indette
dtilla Tavola Valdese
Sono banditi i conicorsi per le segiieiu!
borse di studio deslmate a sludciiiitii valdesi iiseri-lli alibi Scuola Media o al l.iceo
Giiinaisio di To-rre Pellice ed alla Si noia
Lalina di Pomaretto e relative aU anno
si'olasiico 1962-63.
1. Borsa Pietro Fontana-Roiix, di Lire
120.0(10 (evon-l-ualmenie divisibile).
2. Borsa Arturo Long, di L. lUH.OOO
(evenlualimeiiile divi.sihile), con prelcrcnza
a isindenli originari di Praiinollo, Rorà e
Pinerolo.
3. Borse Olivetti, in minierò di qmmro,
da L. 50.000 cadiuna,
l conieorrenili devono presenlare Ja domanda e i documenti, tutti in carta liliera, entro il 10 ottobre p.v., indirizzando
al Preside del Liceo Ginnasio di '¡orre
Pellice. Le aissegnazioni saranno falle eiiIro il mese di oittohre, con riguardo particolare al merito dello sludenie e al disagio della faiUiiiglia.
La domauda, fiiriuala dairiniereasalo e
conlrolinuata dal genilore, deve essere
aicco-iupagnala dai seguenti documenli:
a; Certificato di famiglia.
h) Cerlifiicato della scuola, da cui risultino i voti otlenuli nell’ultimo anno scolastico o iieirulliima isessiome di esaniL.
'(■) Dichiarazione del pastore, che comprovi i’iappartcnenza ad una parrocchia
valdese.
(1) Dichiarazione del padre da cui risnlli
se e di tiviali borse di sliudio il coiuorrenle ha godiuio iieLl aimo scolastico 19(il-62.
Torre Pellice, 15 sellemhre 1962.
Il Muderaiore
1________A V ¥ I Si a I
CERCASI maestra diplomata per doposeuola asilo riconosciuto dallo Staio (punteggio assicurato). Trattamento adeguato. Scrivere al Pastore Paolo Ricca, FORANO SABINO (Rieti).
Dopo lunghe sofferenze è mancata
all’affetto dei suoi cari
Violetta Fasulo
di anni 54
Con profondo dolore lo annunciano
la madre Ines Grossi ved. Fasulo e il
fratello Teo.
Genova Pegli, 1“ settembre 1962.
« L’Eterno è la mia rocca, la
mia fortezza, il mio alto ricetto » Salmo 18: 2
RODOHET7Q
— Domenica 9 Sellonibre abbiamo avuto
il ploicere di ricevere la viaiita e di ascoltare il messaggio delFiniseguanle ®ig. Genre Raimondo, che ha presieduto il nostro
culto domenicale; a lui il nostro grazie
per la sua apprezzala collaborazione.
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