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Anno 112 - N. 41
31 ottobre 1975 - L. 150
Soedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
BIBLIOTECA VALDESE
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IL CARDINALE VICARIO Al PARROCI DI ROMA
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Gli Unni marciano suiia città santa
Lo spirito di crociata non si è ancora esaurito nonostante
le secche sconfitte del 12 maggio e 15 giugno - Ma ce di
più che semplice anticomunismo
Fra qualche mese, forse per nostra responsabilità, la Città di Roma potrebbe
essere irresponsabilmente consegnata ad
una amministrazione marxista, con tutte
le conseguenze che ne derivano...
...una consegna ad un partito marxista
che ne è esso stesso allarmato! Infatti ha
capito molto bene che giungere al Campidoglio vuol dire non solo conquistare
una Città sia pur prestigiosa, ma anche
trovarsi a confronto con la Chiesa Cattolica nella sua stessa sede di capitale spirituale del mondo...
Il nostro però è un timore che non deriva da interessi e preoccupazioni materiali, ma solo dall’inevitabile confronto
che scaturirà tra la Città di Dio, che è la
Chiesa, e la Città senza Dio che nel materialismo marxista coinvolgerà la sorte
sprituale di molti fedeli...
Il comunismo è anche oggi — come
sempre è stato e sarà — il materialismo
marxista: tatticamente può ricercare altre
espressioni di tolleranza, ma nella sua essenza, nella sua sostanza è e rimarrà rriaterialista ed ateo. Forse, per opportunità,
non si metterà subito contro Dio, ma vorrà sempre una Città senza Dio. Qui si
giocane la Fede e le anime.
Cosa non possiamo accettare nelle parole del Cardinal vicario? Due tesi.
IL CAMPIDOGLIO
E LA CHIESA
La prima è questa visione assurda della città di Roma come cuore e santuario
della fede, della chiesa, sorta di tabernacolo consacrato dalla storia per custodire
il sacramento visibile di Cristo. Che fondamento, non diciamo, evangelico, ma
pur spirituale esiste per una teoria di
questo genere? E’ perché Roma ha le catacombe? I martiri? L’antichità? o perché ha il papa? Neppure da un punto di
vista strettamente cattolico regge un discorso di questo genere. Tanto meno per
cristiani non romani. Roma è una città
ricca di storia e di ricordi punto e basta,
la amministri chi deve.
Costantinopoli ed Antiochia sono cadute in mano dei mussulmani e non per
questo la chiesa è morta. Se la sede centrale della chiesa romana dovesse essere
trasferita altrove, a Caracas o a ¡Montreal non succederebbe proprio nulla sotto il profilo della fede, cadrebbe un po’
di polvere e di retorica e qualche negozio di ricordi.
LE DUE CITTA’
Un secondo punto che non può essere
accolto nel discorso di questo cattoficMimo romano alla Poletti, è laddove si dice
« ...inevitabile è il confronto fra la città
di Dio... e la città senza Dio »; individuando nella prima la chiesa, nella seconda il materialismo marxista. Quando. Sant’Agostino nel V secolo, parlava della città di Dio si riferiva anche alla chiesa di
Gesù Cristo ma con un’altro respiro! La
città, cioè la comunità che Dio costituisce
nel mondo è una realtà ben più profonda
e vasta della chiesa Romana; o peggio
della S. Sede che abita in Roma! Che la
città di Dio si contrapponga alla città
dell’uomo senza Dio lo crediamo, possiamo anche credere che si escludano;
quello che non possiamo ergere è che il
Vaticano sia la città di Dio ed un sindaco di sinistra la città senza Dio.
La città di Dio è laddove si predica
l’Evangelo e continuerà ad esistere iii
Roma anche dopo la vittoria dei rossi
ed anche dopo la partenza del papa, se
dovesse partire.
Rilegga il suo breviario il cardinal Poletti e si accorgerà che « la Fede e le
anime » non si giocano nelle elezioni di
Roma! Ben altro è il combattimento dove la fede cristiana è in gioco oggi e se
le anime credenti sono sconfitte in Italia
non è certo sul Campidoglio!
Giorgio Tourn
H. Freni
persona
«non grata»
Il vescovo Helmut Frenz, di nazionalità tedesca, capo della chiesa evangelica luterana in Cile, ha appreso damila stampa cilena di non essere più
:< persona grata » nel paese del generale Pinochet. Il vescovo Freriz, a cui è
stata conferita la medaglia Nansen
dall’Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i rifugiati, presiedeva insieme al cardinale Silva Henriquez, il Comitato per la pace che riuniva dei cattolici, dei protestanti e degli ebrei nel
comune impegno di prestare soccorso
alle vittime della repressione politica
in Cile.
A Ginevra il Centro sociale protestante si è associato alle inquietudini
del CEC e della Federazione luterana
mondiale circa la sorte delle migliaia
di prigionieri e delle loro famiglie verso cui il Comitato per la pace ha sin
qui offerto un prezioso sostegno.
L’azione del vescovo Frenz aveva suscitato simpatia e solidarietà in mezzo
al popolo cileno, soprattutto in seguito alla frattura avvenuta all’interno
della sua chiesa: cinque parrocchie di
lingua tedesca hanno fondato una nuova chiesa di tendenza fortemente conservatrice; altre due aspettano l’evoluzione degli avvenimenti, mentre
quattro parrocchie di, lingua spagnola
e due di lingua tedesca sono rimaste
sotto la giurisdizione del vescovo.
(SPP)
Nessuno si inganni, questo non è un
messaggio del 1948, di Pio XII, è della
settimana scorsa, una piccola perla nel
discorso che il cardinal vicario di Roma,
Poletti, ha rivolto ai suoi collaboratori
tracciando le linee del lavoro ecclesiastico nell’anno che inizia.
L’autorevole Osservatore Romano che
riassume, nel numero del 20-21 ottobre,
ampi brani del discorso questo lo dà in
esteso, non a caso; si tratta di impostare
sin d’ora la campagna elettorale in modo
da escludere qualsiasi cedimento.
CRISTIANESIMO
E COMUNISMO
Il cardinale ha una sua idea del comunismo; è una realtà « anticristiana », un
sistema ateo che minaccia la fede cristiana e lavora per annientarla. Da una
parte sta, secondo lui, la fede in Cristo
dall’altra il contrario della fede, anzi una
sorta di fede a rovescio, in negativo una
fede nell’upmo contro Dio; la verità di
qua, rerrote di là. Cristo di qua, il diavolo di là. E’ chiaro che stando così le cose
una professione di fede cristiana non può
conciliarsi con una militanza comunista.
Troppo schematico, su}»rficiale, rozzo,
dirà qualcuno, bisogna distinguere coniunismo e comunismo, marxismo e socialismo ecc... E’ un fatto però che questo
non lo pensa solo il cardinale ma
cristiani e non pochi funzionari socialisti
dell’Èuropa Orientale, quelli che il comùnismOi sia pure a modo loro, lo stanno
facendo.
Questa valutazione dei rapporti cristianesimo-comunismo può essere approvata
o contestata, discussa o rifiutata ma non
è quello che ci interessa in questa sede.
Se i « marxisti » di cui parla il cardinale vogliono giustificarsi e'dimostrargli
l’infondatezza delle sue affermazioni si
facciano avanti, il problema è loro; forse
riusciranno anche a convincerlo che dopo tutto la sua diocesi ci farebbe un affare a nassare sotto i rossi.
ARIA DI ROMA
Mariologia, femminismo e altre cose
E' in corso un "boom” mariano? L'analisi sociologica; alienazione religiosa e "cultura
della miseria” - Mariologia e scontro di classe - C’è anche chi vorrebbe una Madonna
ecumenica, ma nel Vangelo c’è Maria, non il culto di Maria - Secondo Paolo VI Maria potrebbe "sublimare il nostro femminismo moderno”
« Necessità della preghiera mariana ».
« Inseparabile il culto mariano da quello
unico e centrale di Cristo ». « La Madonna oggi è l’attualità del Rosario ». Ecco
tre titoli apparsi di recente su « L’Osservatore Romano ». Rilancio della mariologia? Si direbbe. « è la risurrezione del
culto mariano » scrive Sandro Màgister
su « L’Espresso » del 19 ottobre scorso, e
dopo aver ricordato che ogni anno nei
soli santuari italiani affuiscono 15 milioni
di devoti a Maria, cerca di individuare le
ragioni di questo « improvviso ritorno di
massé^-àd:-'culto delta Madonna». Le ragioni maggiormente accreditate dal giornalista sono quelle, già note e senz’altro
pertinenti ma non esaurienti, addotte dalla sociologia religiosa. Secondo Annabella
Rossi, ad esempio, la matrice di molte
espressioni del culto mariano, specialmente nel Sud, è una vera e propria
« cultura della miseria » in virtù della
quale « i poveri sonò spinti a pagare, à
privarsi di beni utili e persino indispensabili, per depositarti ai piedi delta Madonna. In questo modo il manovale, l’artigiano, l'emigrato si sentono, per un giorno
all’anno, meno poveri; l'atto di offrire li
assimila ai ricchi del paese ». Secondo
Carlo Ginzburg, storico delle religioni popolari in Italia, « in una situazione miserabile, disgregata, la religione non può
che essere questo, un aiuto a sopportare
un po' meglio una vita, di per sé intollerabile. Ma proprio perché proteggono dalla realtà e non incitano né aiutano a
prenderne coscienza e a modificarla,
questi culti popolari sono in ultima analisi una mistificazione ».
Questo non è ovviamente, i parere di
Paolo VI. Pur mettendo in guardia i fedeli dal pericolo di possibili degenerazioni sul piano devozionale, il pontefice romano non si stanca di richiamare i cattolici alla pratica del culto mariano « inseparabile da quello unico e centrale di
Cristo » (discorso del 17 agosto scorso).
Questo significa da un lato che il culto e
la pietà mariana non sono autonomi e
non sono autonomi e non .possono svilupparsi indipendentemente da quello di
Cristo, riconosciuto come « imico e centrale »; ma significa anche che il culto di
Cristo, secondo il papa, comprende quello di Maria, per cui non si può rendere
il culto a Cristo senza renderlo anche a
Maria. Maria non è centrale ma è indissolubilmente associata al centro della fede e quindi del culto cattolico. Non la
« cultura della miseria » ma la dottrina
di Cristo è, secondo Paolo VI, la matrice
della mariologia.
UN CULTO, NON DUE
Qui appare insanabile il contrasto con
la fede e la teologia evangelica: mentre
Paolo VI dichiara « inseparabile » il culto
di Maria da quello di Cristo e qmndi, necessariamente, il culto di Cristo da quello di Maria, la fede e la teologia evangelica hanno separato questi due culti, riconoscendo come cristiano, secondo la
testimonianza inequivocabile del Nuovo
Testamento, soltanto il culto a Cristo.
Una adeguata comprensione della persona e dell’opera di Cristo e dello Spirito
Santo da un lato e dall'altro il rifiuto categorico di « adorare la creatura invece
del Creatore » (cfr. Romani 1, 25) possono
liberare la fede e la pietà cristiana da
ogni tipo di venulazione e devozione mariana.
Sandro Màgister, al termine del suo articolo, sembra invece suggerire un’altra
via che potrebbe, a suo avviso, sconfiggere
almeno im certo tipo di marianesimo. Notando che la mappa della religiosità imperniata sui santuari mariani « ricalca
fedelmente la "pelle di leopardo" dei
gruppi sociali subalterni e marginali », il
giornalista sostiene che per la chiesa cattolica * la guerra alle Madonne ribelli dei
santuari potrà essere combattuta e vinta
solo entrando nel vivo dello scontro di
classe che attraversa l’intera società. Ma
è proprio ciò che questa Chiesa non accetta, o forse non potrà mai accettare ».
Si può effettivamente supporre che lo
scontro di classe possa aiutare la chiesa
(cattolica in questo caso) a liberarsi da
Paolo Ricca
r
(continua a pag. 2)
=----------------
IN QUESTO NUMERO
■ Ancora sul « Risveglio »
alle valli 2
■ Les Diablerets : Assemblea del CE6E
Nairobi '75: VI sessione
Rilanciato il servizio sociale FCEI
Cronaca delle valli é
2
31 ottobre 1975
a collotguio
con I lettori
Riceviamo dal pastore Vinay un’ampia
e dettagliata lettera con cui ci informa
della situazione del Servizio Cristiani e
progetto di Strada; al lettore che nel
n. 34 suggeriva di interpellare personalità del mondo politico italiano possiamo
rispondere che quanto era possibile fare
e stato ampiamente fatto.
LA SITUAZIONE DEI KURDI
Da Milano un lettore chiede informazioni riguardo alla situazione delle minoranze dell Irak, i Kurdi, di cui avevamo parlato questa primavera. Non siamo
purtroppo allo stato attuale in grado di
riprendere il discorso né le nostre modeste forze ci permettono di rompere il
che circonda quella zona
del Medio Oriente; si continua da più pauti a presentare la situazione come ottimale, tutto si starebbe sistemando nel
migliore dei modi. Abbiamo qualche motivo di pensare, come il nostro lettore
che 1 pozzi petroliferi possano avere
qualche influenza in questi casi, ma si
tratta di supposizioni. Cercheremo di ottenere maggiori informazioni non appena potremo.
SPAGNA
Un lettore di Milano si duole, e concordiamo con lui, che nel caso dell’ese■ gio^'ani spagnoli non si sia
I occasione per sollevare il problema della pena di morte, che merita pur
sempre qualche considerazione critica!
Sempre da Milano un altro lettore esprime invece un giudizio critico scrivendo:
Egregio signor Tourn,
Mi riferisco al Suo articolo su <c La Luce » a
propostilo dei cinque terroristi recentemente fudiati m Spagna.
In esso, Lei li esalta, definendoli addirittura
« martiri della libertà », ma tace sui fatti, o meglio SUI misfatti che ne provocarono la condanna :
lassassimo premeditato, da essi e dai loro compagni compiuto nel corso degli ultimi 18 mesi,
di ben 22 «ommi della « guardia civil », quasi
tutti padri di famiglia, la cui sola colpa era quella ^ servire lealmente il proprio paese.
Non vedo dunque come Lei possa parlare di
errore franchista, quando invece dovrebbe sapere che il terrore sta da ben altra parte. Secondo
«Time » del 13 ottobre, le esecuzioni capitali,
effettuate in Spagna dal 1960 ad oggi, furono
completivamente 13, mentre in un paese che
moltissimi Italiani s’ostinano, ahimè, a considerare democratico e progressista, l’Unione Sovietica,
le condanne a morte, anche per motivi molto più
lutili della uccisione di un poliziotto, secondo il
rapporto Sacharov, s’aggiravano intorno alle tre
mila ogni anno. E lo stesso rapporto che esiste
tra it bruscoletto e la trave.
Anche il famoso irredentismo basco mi sembra sospetto. Ma anche se fosse giustificato, non
credo che sia giustificato l’assassinio. Ricorda gli
alto-atesmi che protestavano contro la incompleta applicazione del-pacchetto De Gasperi-GruW?
facevano saltare i tralicci, ma non uccidevano.
M imbarazza doverLe scrivere queste cose. Ma
credo che non possa esistere fratellanza, né cristiana, né d altro genere, fra coloro che non rispettano la verità e la giustizia.
Gradisca distinti saluti.
Bernardo Bossi
libri • recensioni
Un conflitto teologico non risolto
GIOVENTÙ
CRISTIANA
Il pastore Enrico Geymet, nel momento in cui lascia il servizio attivo per ritirarsi in attiva emeritazione, ha ristampato il libro pubblicato oltre 30 anni orsono, offrendolo alla chiesa di Villar Perosa nella quale ha trascorso gli ultimi
anni del suo ministero pastorale attivo
ed al gmppo dei Trombettieri Valdesi,
della cui attività è stato sempre animatore infaticabile.
Della nuova edizione, col titolo di « GioCristiana » ( e non più « Gioventù
Valdese ») è interessante soprattutto l’insieme . di notizie di carattere autobiografico che costituiscono una interessante
testimonianza di come l’autore ha sentito e vissuto i difficili momenti della guerra mondiale e del dopoguerra, come ha
impostato i problemi della riconciliazione
tra i popoli e dell’ecumenismo, come egli
vede oggi i rapporti cristiani-ebrei.
L’autore, convinto che l’Evangelo è lo
stesso in guerra e in pace, ha deliberatamente evitato modifiche al testo. Ciò spiega che l’impostazione e lo stile possano
apparire superati.
Il libro, che costituisce la testimonianza di una persona impegnata e di una
certa epoca teologica, si può acquistare
presso i Trombettieri, la Claudiana ed il
pastore Geymet, a Pinerolo dalla libreria Tajo.
Rinnovamento, settarismo, tradizione - Chiesa costantiniana e di professanti - I problemi oggi
Desidero esprimere un ringraziamento
a Bruno Bellion e alla redazione del nostro settimanale per avere dedicato una
intera pagina a Félix Neff e al movimento che 150 anni fa venne a disturbare il
traquillo andamento della nostra Chiesa.
Sono sicuro di essere portavoce non solo
degù anziani, ma anche di molti giovani
che sentono la necessità di un rinnovamento. È vero che la storia non si ripete,
ma oltre alle mutevoli circostanze, il problema che si pose ai Valdesi del secolo
scorso ha continuato a ripetersi e si ripresenta puntualmente alla nostra geneP®^ché né allora né poi ci fu una
soddisfacente risposta.
È fuori dubbio che la situazione della
Chiesa, dal punto di vista spirituale, fosse gravemente compromessa. Le testimonianze degli storici sono imanimi. Il Pastore W. Meille, che ha scritto la storia
del risveglio a San Giovanni, ha intitolato il primo capitolo « L’inverno, ossia lo
stato delle Valli nel 1825 ». Emilio Comba,
piu indulgente, si accontenta di parlare
di «dormiveglia». Il prof. Enrico Bosio
parlava dell’« affievolirsi della vita spirituale sotto il vento gelido dello scetticismo del XVIII“ secolo ». Secondo Giovan
ni Jalla « tutta una generazione di Pastori, tranne qualche eccezione, portò alle
Valli un soffio d’indifferenza che favorì
nel popolo il formalismo e l’ignoranza in
materia di fede ».
È vero che le manifestazioni esteriori
della vita Valdese del tempo non ci appaiono così disastrose; siamo oggi abituati a ben altro! Il gioco del « taulas »,
cioè del tifo a segno e quello delle boccie, il ballo, non erano in se stessi dei
segni di perdizione, come non lo sono
oggi l’auto, il denaro, l’impegno socio^politico. Ma può succedere che tutte queste
cose prendano il primo posto, diventino
l’unica ragione di vita, cioè si cada nell’idolatria.
Naturalmente quelli che non avevano
niosso un dito per cambiare quello stato
di cose, non tardarono a insorgere contro
i « dissidenti » del 1825, agitando lo spettro del settarismo, e i figli dei martiri manifestarono la loro viva inquietudine per
il pericolo di qualche multa per delle riunioni non autorizzate. Ma che cosa avrebbero dovuto fare i « risvegliati » che la
Chiesa dapprima guardò con sospetto e
infine scomunicò? Basti ricordare il
barba Davide Lantaret, che W. Meille de
Mariologig. femminismo...
(segue da pag. 1 )
forme alienate e alienanti di religione o di
superstizione religiosa. Ma potrebbe anche accadere un fatto nuovo, tale da annullare questa possibilità. Potrebbe ad esempio succedere che la teologia cattolica — qualora la situazione politica o culturale lo richiedesse — riuscisse a elaborare un « aggiornamento » della mariologta così da renderla, poniamo, funzionale
alla lotta di classe: il « Magnificat » (Luca 1: 46-55) potrebbe offrire una base biblica più che probante...
In altri termini noi dubitiamo che lo
scontro di classe basti a riformare il cattolicesimo (o il cristianesimo) e sia in
particolare l’antidoto risolutore della mariologia (ortodossa o eterodossa che sia),
perché si può benissimo immaginare che
la teologia cattolica, con una di quelle
operazioni di trasformismo in cui eccelle,
sia in grado di proporre, ove lo ritenga
utile o opportuno, una mariologia che sia
funzionale alla lotta di classe o quanto
meno non alienante rispetto ad essa. In
■ questo caso, ipotetico certo ma non impossibilé, che si dovrà fare? L’imbarazzo,
per molti, sarà grande.
Ecco perché noi continuiamo a ritenere
che il vero antidoto alla mariologia sia
Vevangelo. Non si può inventare una mariologia funzionale all’evangelo, che non
la prevede sotto nessuna forma. La dottrina e il culto di Maria non possono servire revangelo in altro modo che negandosi. L’Eyangelo annulla la necessità e la
possibilità di una mariologia e di un culto mariano. Entrare « nel vivo dello scontro di classe » potrà quindi essere utile
ma non decisivo. Decisivo sarà l’evangelo entrato nel vivo della coscienza religiosa del nostro popolo.
Siamo però molto lontani da una mèta
di questo genere. L’impressione dominante è che in questi anni da parte del cattolicesimo ufficiale anche progressista c’è
stato un aggiornamento, non un ridimensionarnento, della mariologia. Neppure si
può dire che raggiornamento ha comportato un ridimensionamento. La mariologia
non ha subito flessioni e non è stata in alcun modo scoraggiata: semplicemente s’è
detto di voler disciplinare la pietà mariana, combattendone gli eccessi e le forme
più ambigue. La mariologia continua ad
avere il posto di rilievo che da secoli occupa nel pensiero e nella vita liturgica
cattolica, anzi si è aperta a nuovi orizzonti, frutto appunto del processo di aggiornamento mariologico in atto. Due orizzonti, in particolare, devono essere segnalati: quello ecumenico e quello politico.
1. Quello ecumenico. «Visitando Taizé — scrive p. Ciappi su ’’L’Osservàtoré
Romano” del 16 ottobre scorso — il rinomato centro di riconciliazione ecumenica,
abbiamo notato con vivo compiacimento
che nella grande cappella riservata al
culto della Confessione protestante, oltre
a un grande Crocifisso, figura sii un leggìo l’immagine della Vergine col Bambino. Cristo e la Madonna, dunque, sono
per tutti i Cristiani, sia pure in misura diversa, oggetto di fede, di culto, di amore».
Poco più avanti p. Ciappi aggiunge: « La
Madonna, insomma, è oggi, più che nel passato, centro di attrazione, presagio di ri
conciliazione e di perfetta comunione fra
tutti i seguaci in Cristo, pur continuando
a essere col Figlio suo, sotto certi aspetti, ’’segno di contraddizione” ».
C’è qui il desiderio e il tentativo di riconoscere a Maria un valore e una funzione ecumenica. Un tempo si diceva:
Cristo unisce, la mariologia divide. Oggi
si vorrebbe che anche Maria unisca e
svolga così un compito ecumenico. La
chiesa cattolica, si direbbe, vuole esportare la mariologia sul terreno ecumenico.
Ma è pensabile una Madonna ecumenica?
Dal punto di vista della nostra fede, no.
Tutta la speculazione teologica mariana
cosi come la devozione, la spiritualità e
il culto mariano esorbitano talmente dai
limiti e dalla linea della fede apostolica
che non vediamo come possano pretendere una patente ecumenica. Nel Nuovo Testamento c è Maria ma non c’è mafiologia. Questo è un dato di fatto che dovrebbe, come si dice, tagliare la testa al toro
almeno in un’ottica evangelica. Se il movimento ecumenico vuole restare un movimento evangelico, cioè in linea con la
testimonianza biblica, non potrà non trarne le dovute conseguenze.
2. C’è poi l’orizzonte politico della
mariologia, nuovo ma assai promettente,
propiziato quest’anno dalla celebrazione
dell'« Anno internazionale della Donna ».
Nel già citato discorso del 17 agosto il
pontefice romano aveva collocato il giusto riconoscimento dei diritti umani e civili della donna « sotto la luce orientatrice
e protettrice di Colei che, irradiante di
bellezza e di santità, sovrasta materna
con Cristo sopra gli umani destini. Maria ». Non solo, ma Paolo VI aveva affermato che da una più approfondita conoscenza della figura e del ruolo di Maria
« può risultare rivendicato, fortificato, sublirnato il nostro femminismo moderno ».
Così da un lato il femminismo viene assunto come nuova area entro cui utilizzare e quindi incrementare la mariologia;
d’altro lato la mariologia viene resa ido^
nea a sublimare religiosamente il femminismo. L’uso politico di un fenomeno religioso apre la via alla riappropriazione
religiosa di un fenomeno, politico.
Come ai vede le vie della mariologia,
come quelle del Signore, sono infinite
Dalla « Madonna pellegrina », degli Anni
Cinquanta, concepita da Pio XII in funzione, tra Taltro, anticomunista alla Madonna femminista di Paolo VI — magari
passsando da una Madonna, ecumenica
modella a Taizé — s’è fatta iij apparenza
molta strada, in realtà si tratta di diverse espressioni dello stesso disegno politico-religioso: attirare tutto e tutti, attraverso Maria « madre universale, ideale e
dolcissima » (Paolo VI), nella sfera di influenza della chiesa cattolica. Se la figura
del Padre è oggi in crisi perché autoritaria e oppressiva, la figura della Madre lo
e molto meno e può ancora fungere da
catalizzatore dei bisogni religiosi delTanimo umano. La pianta della mariologia è
in grado di produrre sempre nuovi rami
proprio perché le sue radici sono molto
profonde. L’unico modo per scalzarle è
seguire l’esempio dell’apostolo Paolo il
quale non volle saper altro che Gesù Cristo e lui crocifisso (1 Corinzi 2: 2).
Paolo Ricca
scriveva come « un agricoltore dal sorriso ispirato da cordiale bonarietà, di carattere timido, ma dal cuore ardente di
zelo e di amore per il suo Dio ». Nella sua
qualità di anziano si adoperò per fare
opera di conciliazione fra il Concistoro e
un gruppo di credenti che cominciava a
organizzazrsi fuori della Chiesa. Ciò non
impedì che ad un culto il pastore Mondon lo dichiarasse destituito. E quando
il Lantaret ricorse alla Tavola e poi al
Sinodo, si ebbe semplicemente una « fin
de non recevoir ».
Certo il « risveglio » sollevava un grave
problema, quello della distinzione fra la
Chiesa ^ moltitudinista (oggi si dice ”costantiniana") e la Chiesa di professanti.
Ci si rese conto del grave pericolo di aprire una frattura in questo piccolo popolo Valdese e si preferì mantenere una
unità fittizia, fondata sulla tradizione anziché sulla fede personale.
Ma sarà un problema che si ripresenterà alla generazione seguente. Così a Rorà
col Pastore G. D. Armand Hugon (18751905), a Villar Pellice, col Pastore Enrico
Tron (1886-1910). A Pomaretto il Pastore
Paolo' Lantaret (1890-1894) che osò dare
la parola a un salutista durante il culto
pubblico sollevò tale scandalo che fu costretto ad andarsene.
Il Sinodo del 1862 cercò una soluzione
di compromesso, stabilendo Tassurda distinzione fra membri comunicanti e membri elettori, suscitando così la più viva
reazione nelle parrocchie. Dopo numerosi cambiamenti oggi si è finito per decretare che per essere membro comunicante
bisogna «vivere secondo i principi dell’Evangelo », mentre per essere elettore
occorre « prendere parte attiva alla vita
della Chiesa ». La contradditorietà del regolamento rispecchia l’imbarazzo di chi
non ha saputo, o voluto, o potuto definire
esattamente che cosa in realtà sia la
Chiesa.
Oggi chiunque ama la Chiesa avverte
dolorosamente la necessità di un rinnovamento, cioè di cambiare strada. Purtroppo non si è d’accordo sulla strada da seguire e, peggio ancora, sulla mèta da
raggiungere.
_ Cinquant'anni or sono il movimento
che aveva per motto « Per Cristo e per la
Chiesa », richiamandosi ai principi del
« risveglio », ebbe una notevole rispondenza fra la gioventù. Ma anche questa volta
la Federazione giovanile Valdese, che pure voleva un rinnovamento senza scissioni, venne analizzata, criticata, osteggiata.
Poi la Chiesa dovette affrontare la crisi
della seconda guerra mondiale, che finì
per distruggere quello che la prima guerra aveva già gravemente compromesso.
Secondo noi si tratta di ispirarsi a
quanto è già stato indicato da un antico
profeta: « Allora quelli che temono l’Eterno si sono parlati l’un Taltro e l’Eterno
è stato attento ed ha ascoltato» (Mal.
3: 16).
Non basta che alcuni si lamentino di
come vanno le cose e poi si rassegnino:
i vecchi perché non hanno più la forza
né la volontà di reagire, e i giovani perché non trovano negli adulti quel fervore
che saremmo in diritto di attendere da
chi si professa Valdese.
Ma è possibile, per grazia di Dio, che
l’intervento di Bruno Bellion possa servire a rompere il clima di silenzio e di
indifferenza che sembra avvolgere chi oggi si arrischierebbe a parlare di frequenza ai culti, di preghiera, di lettura e diffusione della Bibbia, insomma della vita
spirituale della Chiesa.
Però sappiamo che il Signore della
Chiesa veglia sui suoi eletti ed è a Lui
che guardiamo con fiducia, certi che il
suo Spirito è pronto ad agire con potenza
se noi siamo disposti a lasciarci guidare
da Lui nelTubbidienza della fede..
Roberto Nisbet
Gasa Editrice Battista
È apparso il calendario 1976 della Casa
Editrice Battista (C.E.B.) ché ha per tema: «I monti di Dio», L. 1.300.
Inoltre sino al 31 dicembre 1975 vengopraticati sconti del 40% sulle seguenti
pubblicazioni.: La nostra fede. Lo scandalo del cristianesimo, Cosii sta scritto. La
verità è immortale. Posso anch’io parlare con Dio, L’Unità della Bibbia, Alla luce della parola di Dio, Non più io... ma
Cristo, Pienezza di vita, innario cristiano (senza musica).
Riso per il Vietnam
Le offerte per l’azione « Riso per il
Vietnam » possono essere inviate a: Tullio Vinay, c.c.p. 7/4093 « Servizio Cristiano Riesi », oppure a Fondo di solidarietà
della Luce, sul c.c.p. 2/39878 intestato a
Roberto Peyrot, C.so Moncalieri, 70 - Torino.
3
31 ottobre 1975
SVEZIA: CRISTIANESIMO PRATICO
____echi
Mezzo secolo di ecumenismo
Il culto commemorativo - La nuova realtà ecumenica - Presenza della delegazione cattolica - Unità o unione? - Incertezze nel futuro del dialogo ecumenico
Stoccolma, settembre 1975. Cinquanta
anni dopo la conferenza del « Cristianesimo pratico » che aveva visto riuniti insieme 600 delegati di 37 nazioni in rappresentanza di chiese protestanti ed ortodosse, nella cattedrale di Stoccolma,
alla presenza di S. M. il re Carlo Gustavo
e con la partecipazione di varie personalità del movimento ecumenico, si è svolto
un culto commemorativo, che è stato nello stesso tempo l’occasione per una verifica del cammino percorso in questo mezzo secolo. Come ogni commemorazione,
anche questa correva il rischio di ridursi a pura retorica celebrativa. A parte
una certa coreografìa, si ha l’impressione
che gli intervenuti abbiano cercato con
cura di evitare questo rischio per concentrarsi invece sul significato di questo
cinquantenario. Il pastore Wisser’t Hooft,
che aveva partecipato quale segretario
della Fuace a « Stoccolma ’25 », ha messo in evidenza che quella conferenza era
stata il primo tentativo su larga scala di
far partecipare ad alcuni impegni comuni chiese di diversi paesi, separate ed isolate le une dalle altre, e di diversa tradizione storica e confessionale. Creando
un comitato di continuazione, la Conferenza di Stoccolma era stata il primo
passo verso la formazione di un’organizzazione ecumenica e permanente delle
chiese. Ph. Potter ha chiarito che tra la
situazione che stava di fronte alle chiese
nel 1925 e quella presente erano avvenuti
alcuni « cambiamenti fondamentali di
struttura », tra i quali l’emergere sulla
scena mondiale dell’Asia, dell’Africa e
deH’America Latina, l’esplosione dei conflitti razziali tra Bianchi e Neri, la minaccia nucleare che pesa sull”umanità. « Questi cambiamenti distinguono in modo
particolare la nostra vita; ci costringono
a riconoscere che abbiamo bisogno di
prospettive globali e di scopi precisi ».
Inoltre la crisi alimentare ed energetica,
la crisi monetaria, l’aspirazione ad un
nuovo ordine economico mondiale ci sollecitano a comprendere che, nel nostro
stesso interesse, è necessario adoperarsi
per dei rimedi globali. « La tragedia —
ha aggiunto Potter — è che, nonostante
un lungo impegno nel movimento missionario mondiale (che costituisce l’essenza
stessa della nostra fede e del nostro culto) e nonostante il movimento ecumenico
stesso, le nostre chiese hanno difficoltà a
prendere coscienza della sfida globale che
rappresenta la loro esistenza in quanto
espressione della chiesa una, santa, universale ed apostolica ». Contrariamente a
Stoccolma ’25, dove la chiesa cattolica
non aveva ritenuto opportuno mandare
alcun rappresentante, quet’anno era presente il cardinale Willebrands, segretario
per l’unità dei cristiani. Nel suo intervento Willebrands ha fatto un parallelismo
tra la figura di Nathan Soderblom (arte
SCHEDA
Protestanti in Ungheria
Abbiamo avuto occasione negli ultimi numeri del giornale,
di occuparci indirettamente
dell’Ungheria sul tema della
Conferenza per la pace. Per
situare meglio la tematica
trattata presentiamo una breve
scheda orientativa di questo
Paese.
L’Ungheria occupa un territorio di 93.030 Kmq., vale a
dire ri% di tutta l’Europa. Il
15% del Paese è coperto da
flora naturale il restet è frutto
del lavoro dell’uomo. Su .10
milioni d’abitanti, 2 vivono
nella capitale: Budapest. La
storia economica di questo
Paese prova che nel corso dell’industrializzazione capitalista,
lo sviluppo del capitale, a causa dell’accentramento dei mezzi di produzione, ha daimeggiato le città di provincia. Nel
corso dell’economia socialista
si son fatti molti sforzi per
decentrare la struttura industriale. Per es. nel 1938 il 60%
degli operai lavorava a Budapest, nel 1960 il loro numero
è sceso al 43%.
Politica interna
Il fondamento politico- sociale ungherese è così espresso
nella Costituzione : « La Repubblica Popolare Ungherese è
uno stato socialista. Tutto il
potere appartiene al popolo lavoratore ». Il fondamento economico : « con la soppressione
delie classi dirigenti son stati
introdotti i criteri socialisti per
la produzione. La base del sistema economico è la proprietà nazionale dei mezzi di produzione ».
La proprietà privata acquisita attraverso il lavoro o per
eredità diretta è lecita. Per
proprietà privata s’intende la
casa in cui si abita, un terreno, una casa per le vacanze (fino a certe dimensioni), un auto
personale... Non sono considerati come proprietà privata
i mezzi di produzione (fabbriche piccole o grandi, macchinari), tuttavia i membri delie
cooperative agricole sono autorizzati a tenere come proprietà privata la casa rurale ed
un appezzamento di terreno.
In Ungheria il parlamento è
il più grande organo di potere
di stato. Esso decreta le leggi,
fissa i bilanci, stabilisce i piani
di programmazione economica, elegge il consiglio e il gabinetto presidenziali. Il parlamento è eletto ogni 4 anni ;
con le ultime elezioni del 1975
molti giovani sono entrati a
farne parte. La forza dirigente
nella Repubblica Popolare Ungherese è il Partito dei lavoratori socialisti ungheresi ; internazionalista e filo-sovietico.
Attualmente il primo segretario è: Janos Kadar.
L’Ungheria è membro costituente del Patto di Varsavia,
del Comecon e dell’ONU. Le
relazioni con il Terzo Mondo
sono improntate alla cooperazione.
Relazioni
tra Stato e Chiesa
La coesistenza è basata sul
principio che la differenza tra
credenti e non credenti non significa necessariamente antagonismo politico, perché di fatto i credenti sostengono il sistema socialista. Le relazioni
tra stato e chiesa furono intraprese dapprima con le chiese protestanti attraverso la
« Convenzione » del 1948 ed
in seguito con la chiesa cattolica romana nel 1950. In queste convenzioni le chiese riconoscono la repubblica popolare ungherese e rispettano le
leggi dello stato socialista. Lo
stato garantisce la libera attività delle chiese, la libertà religiosa e di coscienza e offre
contributi economici ai funzionari (la congrua) e per le
spese degli stabili (riparazioni
delle chiese e degli istituti).
Nel 1951 è stato creato un ufficio degli affari ecclesiastici
che dipende direttamente dal
Consiglio dei ministri. Alcuni dati: Cattolici di rito latino
6.500.000 ; Riformati 2.000.000 ;
Luterani 450.000 ; Ortodossi
273.000 ; Ebrei 43.000.
Le chiese riformate, luterane, battiste, metodiste, ortodosse ungheresi e il consiglio
delle chiese libere sono membri del Consiglio Ecumenico
delle Chiese Ungheresi che è.
a sua volta, associato al Consiglio Ecumenico delle Chiese
(C.E.C.) di Ginevra.
Il Consiglio Ecumenico delle Chiese Ungheresi, fondato
nel 1943, è stato riorganizziato
nel 1946 e nel 1957. Membri
rappresentanti : 23 per la chiesa riformata, 12 per la chiesa
luterana, 2 per la chiesa battista ungherese, 1 per la chiesa
ortodossa e 1 delegato del consiglio delle chiese libere. Presidente generale è il Dr. Tibor
Bartha (riformato).
A dimostrare la buona intesa tra stato e chiesa, almeno a livello ufficiale, ricordiamo che durante le ultime elezioni parlamentari (giugno 7Í)
3 preti, 2 pastori riformati e
I -pgstore luterano sono stati
eletti membri del Parlamento.
II vescovo riformato Tibor
Bartha è altresì deputato parlamentare e membro del consiglio presidenziale.
Le Facoltà di teologia
Facoltà teologica di Debrecen : 7 docenti, biblioteca di
80.000 volumi. Facoltà riformata di Budapest, 9 docenti,
la più frequentata. Facoltà luterana di Budapest, il nuovo
edificio è stato inaugurato nel
1974, 6 docenti, biblioteca di
40.000 volumi. Il corso degli
studi dura 5 anni e la consacrazione al ministero pastorale
è subordinata ad un anno di
servizio (vicariato) nella chiesa.
Le chiese acattoliche
La chiesa riformata (2 milioni) conta ' 1.250 pastori al
suo servizio e 250 assistenti ;
è organizzata sul sistema «nodale presbiteriano. La chiesa luterana (4,4% della popolazione) ha al suo servizio 400
pastorL La chiesa battista che
conta 20.000 membri ha 96
pastori al servizio. La preparazione al ministero dei pastori avviene nel Seminario teologico di questa denominazione.
La chiesa metodista conta 2
mila membri ed è suddivisa in
10 parrocchie. La chiesa ortodossa, circa 5.000 membri
suddivisi in 10 parrocchie. Essa è posta sotto l’autorità del
Patriarcato di Mosca.
lìce della Conferenza del ’25) e Giovanni
XXIII, ambedue « profeti dell’unità ». Le
chiese gli paiono poco contagiate da questo spirito profetico dell’unità. « L’upità
implica la parola e il sacramento, la fède
e la pienezza di una vita nuova in Cristo;
richiede insomma un sacrificio »; e si è
domandato se siamo capaci di agire in
modo solidale in tutte le cose in cui la
nostra unità nelle verità fondamentali ce
lo permette. « Siamo capaci di vivere questo amore creativo che trova metodi e
vie che conducono aH’unità? ».
Sempre sul tema dell’unità, nel corso
di una tavola rotonda, H. Tyndal ha chiesto perché il CEC non abbia mai dato
una risposta chiara e concisa sulla natura dell’unità che si ricerca: « Si tratta
di unità o di unione? ». Rispondendo a
questo interrogativo Visser’t Hoof ha
detto: « Se lo sapessimo in modo preciso
non ci sarebbe alcun bisogno del CEC.
Abbiamo un movimento ecumenico proprio per il fatto che le chiese hanno ima
diversa concezione dell’unità ». A questo
proposito una domanda imbarazzante è
stata posta al Cardinale Willebrands. Gli
è stato chiesto dal decano V. Lindstrom
se la chiesa cattolica considerasse le altre chiese come membri uguali della grande famiglia cristiana. Willebrands ha dato una risposta assai sfumata, dicendo
infatti che la sua chiesa aveva ufficialmente dichiarato di poter dialogare con
le altre chiese su un piano di uguaglianza e che il papa Paolo VI aveva parlato
di reintegrazione e ricomposizione della
unità.
Tentando una valutazione provvisoria
e superficiale di questa commemorazione mi pare si possa dire che, rispetto a
Stoccolma ’25, ci si trova come chiese davanti ad un quadro della situazione storica assai più complesso; ad un ripensamento della posizione delle chiese di
fronte alle sfide del nostro tempo appena abbozzato; mentre il problema della
unità delle chiese attende ancora una sua
chiarificazione. L. D.
(dal Soepi)
öy5
pica
(Soepi) — Una delegazione del CESEAR (organizzazione del CEC per l’aiuto ai rifugiati) sta compiendo una visita
in Angola, per poter meglio organizzare
il programma di aiuti a quelle popolazioni colpite dalla guerra civile.
Già nel giugno scorso il CESEAR aveva approvato un programma di sviluppo
per una cifra di 400 mila dollari; in agosto poi aveva lanciato un urgente appello per reperire altri 100 mila dollari.
La riunione annuale del Consiglio dell’Alleanza Evangelica Europea quest’anno ha avuto luogo a Copenaghen dal 23
al 26 settembre 1975. Tra gli altri lavori
il Consiglio ha esaminato la proposta della Alleanza Evangelica Italiana di essere
ricevuta e rappresentata nel Consiglio
medesimo. La proposta è stata approvata alTunanimità.
Inoltre il past. Milazzo, presidente del
Comitato Esecutivo dell’A.E.I., è stato
proposto ed eletto a fare parte del Presidium delTA. E. E. in sostituzione del
membro uscente past. Kayayan della
Alleanza Evangelica Francese.
(Soepi) — Gerhard Claas, di Bad-Hamburg (RPT), eletto segretario generale
della federazione battista europea al posto di R. Guilding, assumerà l’incarico a
partire dal ’76.
Alexei Bichkov è stato eletto presidente della federazione battista europea.
Bichkov, che era già segretario generale
dell’Unione Battista russa, occuperà la
carica di presidente per i prossimi due
anni.
7" ASSEMBLEA DEL C.E.G.E.
Nessun hobby ecumenico
Si è svolta a « Les Diablerét » (Svizzera), dal 12 al 18 ottobre 1975 la settima
assemblea generale del C.E.G.E. (Consiglio ecumenico giovanile europeo) che ha
visto riuniti i rappresentanti giovanili di
varie chiese protestanti éd ortodosse di
18 paesi dell’Europa orientale ed occidentale.
La maggior parte del lavoro si è svolta
in assemblee plenarie nelle quali si sono
discussi i problemi economici, amministrativi, ideologici, teologici che si sono
presentati, o si presentano, al C.E.G.E.
Una minor parte di tempo è stata invece
dedicata al lavoro in quattro gruppi di
studio che hanno invece affrontato problemi più specifici quali: « ciò che ci divide e ciò che ci unisce », « la possibilità
di confessare insieme la nostra fede cristiana », « la funzione del C.E.G.E. », « la
situazione del bilancio del C.E.G.E. ».
Momento importante dell’assemblea è
stata la visita del segretario aggiunto del
C.E.C. (Consiglio ecumenico delle chiese)
Konrad Kaiser che ha parlato sul tema
« L’ecumenismo: un cammino? Per dove? ». Egli nel suo discorso ha parlato di
tutte le difficoltà che si presentano al
movimento ecumenico, nel momento in
cui esso, tralasciando trattazioni teoriche, tenti di testimoniare Gesù Cristo
concretamente, qui sulla terra. Kaiser
prendendo poi lo spunto da queste sue
affermazioni ha fornito all’assemblea alcune informazioni sulla prossima assemblea del C.E.C. a Nairobi.
Il segretario del M.C.S. (Movimento
cristiano studenti) europeo, Emidio Campi ha presentato, ai delégati delTassemhlea generale, il lavoro di riflessione politica e teologica della sua organizzazione.
L’assemblea ha poi approvato un piano
di lavoro comune (tra C.E.G.E. e M.C.S.)
di aiuto ai profughi politici sudamericani.
Per ciò che riguarda il Cile l’assemblea
ha pure inviato al generale Pinochet un
telegramma chiedendo l’immediata scarcerazione dei pastori: Juan Palanco, moderatore della chiesa presbiteriana cilena, Denis O’Shee, moderatore regionale
della stessa chiesa, e della signora Georgina Ocaranza Muñoz, segretaria del mo
vimento di cooperazione per la pace in
Ciile, dei quali non si hanno più notizie.
L’assemblea ha poi dovuto affrontare
numerosi altri, problemi e prendere varie ed importapti decisioni:
— proseguire i preparativi per la consultazione europea giovanile, che si terrà
dal 16 al 20 aprile 1976 a Strasburgo, sul
tema «Giustizia ed emigrazione»; dare
la massima partecipazione ai lavori svolti dalla Federazione mondiale giovanile
democratica; •
— partecipare alla consultazione della
conferenza europea delle chiese sui risultati della conferenza della sicurezza e
della cooperazione in Europa;
— continuare ed ampliare i contatti,
già avuti in precedenza, con la conferenza cristiana per la pace. .
Ci pare poi che vada particolarmente
sottolineata l’importanza che il C.E.G.E.,
in linea con la mozione dell’assemblea
dell’anno scorso, abbia accettato all'unanimità un ordine del giorno di appoggio
concreto al centro ecumenico di Agape.
Vengono così impegnati tutti i comitati
nazionali a sostenere i lavori di rinnovamento previsti per questo centro. Per
dare un esempio concreto della sua solidarietà il C.E.G.E. ha deciso di tenere
la sua nona assemblea generale,, nel 1977,
proprio ad Agape, per dar modo a tutti
i delegati di conoscere direttamente questo centro.
Come si vede, dalle soluzioni adottate
e dai lavori intrapresi, vi è nel C.E.G.E. il
desiderio di lavorare e di lottare per testimoniare l'evangelo di Cristo in modo
pratico nell’attuale situazione socio politica. E proprio in questo senso che la
F.G.E.I. (federazione giovanile evangelica
italiana), presente all’assemblea generale
con tre delegati, tende a portare il suo
contributo; a nostro parere, infatti, il
C.E.G.E. non deve correre il rischio di diventare un’associazione giovanile con
« Thobby ecumenico », ma deve testimoniare, sia nell’elaborazione teorica che
nella prassi quotidiana, quella unità di
azione che, come cristiani, è difficile da
raggiungere.
Claudio Pasquet
4
31 ottobre 1975
a cura di Roberto Peyrot
NAIROBI 1975
6. Sviluppo deiruomo - Le ambiguità del potere,
della tecnologia e deiia quaiità della vita
Che possono fare le Chiese per promuovere nuove strutture internazionali di cooperazione? - Quale genere di rapporti esse dovranno avere colle potenze politiche od economiche? - Come adoprarsi per concorrere a realizzare una migliore qualità di vita?
La realtà delle masse diseredate.
Il primo capitolo di ' questa sessione è
dedicato alle nuove dimensioni delia ricerca delio sviluppo. I vari documenti
nell’offrire un quadro della lotta disperata della maggioranza povera dei paesi
d’Africa, d’Asia e d’America Latina chiedono all’Assemblea quale contributo esse possono portare alla lotta dei poveri
e dei diseredati, che vogliono partecipare
attivamente al processo dello sviluppo
e di assicurarsi una giusta parte dei suoi
benefici. Come possono le Chiese contribuire a realizzare una trasformazione
sociale rapida e giusta, insistendo sulla
partecipazione popolare e cercando di
definire i criteri dell’« umano »? Che cosa possono fare le Chiese per promuovere nuove strutture internazionali di
cooperazione economica e politica che favorisca una giustizia globale, contro le
strutture commerciali ingiuste, contro le
crisi internazionaU, ecc.?
Nel secondo capitolo'vengono esaminatfi le ambiguità del potere. I documenti
relativi a questo argomento registrano
le riflessioni della Chiesa sull’attuale partecipazione dei cristiani allo sviluppo. Le
Chiese constatano che i detentori del potere possono avere tm ruolo sia positivo
che negativo nella lotta p>er lo sviluppo.
Quale genere di rapporti le Chiese dovranno avere colle potenze politiche o
economiche come ad esempio le società
multinazionali?
Il terzo capitolo tratta del problema
della responsabilità sociale nell’èra tecnologica. Le conoscenze scientifiche e
tecnologiche determinano la detenzione
del potere. Ciò significa che l’avvenire
sarà sempre maggiormente dominato dagli «esperti». Che cosa possono fare le
Chiese per favorire lo sviluppo di ima
politica tecnologica socialmente responsabile? Che cosa possono fare le Chiese
affinché le scoperte tecnologiche di certi
paesi siano rese accessibili a tutti i popoli che lottano per liberarsi dalla povertà, dalla malattia e dalla miseria?
Stante l’esaurirsi delle risorse naturali,
come si può conciliare la responsabilità
dei cristiani nei confronti della crescita
economica del mondo contemporaneo
colla loro responsabilità nei riguardi della giustizia cui hanno diritto le generazioni future?
Infine, il quarto capitolo contiene riflessioni sociologiche e teologiche sulla
qualità delia vita e i suoi criteri. Noi siamo ancora abituati a misurare il progresso sociale e il benessere dell’uomo
mediante il « prodotto nazionale lordo »,
tralasciando altri elementi quali la giustizia distributiva, la partecipazione alle
decisioni, la vita comunitaria ed il benessere spirituale. Quale critica devono esprimere i cristiani a questa concezione, e
come promuovere nuove forme di comunità mettendo in valore la qualità della
vita? Come possono le Chiese far ridurre i consumi dei paesi ricchi nell’interesse della giustizia sociale mondiale? Nella ricerca dello sviluppo umano si individua sempre maggiormente il ruolo e il
luogo del potere, della tecnologia e della
organizzazione sociale. Allo stesso tempo, questi elementi sono per natura ambigui. Come può la Chiesa aiutare coloro che sono incerti o imbarazzati di fronte al dilemma di una decisione?
{Dalle note introduttive alla VI sessione)
I temi della sesta sessione dell’Assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese che avrà luogo a Nairobi dal 23 novembre al 10 dicembre prossimi sono
strettamente collegati a quelli della precedente quinta sessione, che è stata presentata ai lettori nel numero del 3 ottobre scorso. Si tratta di tempi molto importanti, anzi essenziali in quanto mettono in causa il sistema economìco-politico
a livello mondiale, prendendo lo spunto
dalla povertà o dalle condizioni inumane
in cui vivono oggi, dopo due millenni di
cristianesimo, i due terzi del mondo. Poco dopo l’incombente anno 2000 la popolazione di questa terra raggiungerà la cifra di sette miliardi di esseri umani e
si può essere certi — andando avanti le
cose nel modo in cui procedono ora —
che l’abisso fra ricchi e poveri, fra sazi
e affamati, fra nazioni (compresa quella
in cui viviamo) che distruggono l’eccedenza della loro produzione per obbedire alla spietata logica del profitto e nazioni che hanno problemi di sopravvivenza, diverrà sempre più profondo ed incolmabile.
Ecco perché dicevamo trattarsi di temi addirittura essenziali per l’umanità;
temi che denunciano senza possibilità di
smentite il grosso deficit del cristianesimo. Vorremmo meglio chiarire questo
concetto. Non intendiamo certo con questo affermare che la "dottrina” cristiana
che l’insegnamento di Gesù e dei suoi discepoli non contengano in abbondanza
tutti gli elementi, tutte le indicazioni che
consentano all’umanità intera di vivere
in pace secondo dignità e secondo giustizia. Vogliamo dire che questo grosso
deficit, questo fallimento (chiamiamo le
cose col loro nome!) è dato dal fatto che
io, che forse tu, che centinaia di milioni
di altre persone sono cristiane di nome
ma non di fatto e che di conseguenza tut
ti i loro organismi rappresentativi hanno
dato nel corso dei secoli,il loro appoggio
proprio a quelle strutture, a quei poteri
che hanno condotto, anno dopo anno, all’attuale situazione di squilibrio e di ingiustizia.
Indubbiamente qualcosa sta cambiando
ora e non si possono dimenticare le varie prese di posizione del C.E.C. — di cui
la Chiesa valdese fa parte — ed anche
gli aiuti concreti che questo ed altri organismi hanno dato e danno allo scopo
di « rompere le ingiuste catene » e di « liberare gli oppressi» (Isaia 58: 6).
Ma quanto potrà incidere questa azione
(per di più in parte contrastata) nella situazione odierna? In qual modo tutti t
credenti sapranno dare il loro appoggio
costante, convincente (perché a sua volta
convinto dalla propria fede) a tutte quelle iniziative che tendano veramente a liberare V’uomo, a umanizzarlo? Questo è
il punto base e questo è quanto dobbiamo
avere il coraggio di dire innanzi tutto a
noi stessi. Finché continueremo a delegare passivamente ad altri quello che magari vorremmo fare, ma che non facciamo, finché continueremo nel nostro lassismo (a volte anche compiacendosi per
certe «coraggiose» prese di posiz'one dei
nostri organi rapresentativi) è assai difficile sperare che avvengano quei cambiamenti fondamentali nelle strutture sociali, economiche e politiche a livello nazionale ed internazionale che portino ad
una giusta qualità di vita.
È con questo spirito che dobbiamo leggere ed esaminare i vari interrogativi che
questa sessione pone a noi tutti. È con
questo spirito che l’Assemblea di Nairobi, confortata dal sostegno della « base »
dovrà porre una chiara e indilazionabile
alternativa ai potenti di questa terra, in
nome della propria fede.
popolazione
Nel corso dei prossimi 40 anni vi saranno più abitanti sulla terra che nel
periodo che va dalle origini dell’umanità ai nostri giorni. Ogni 15 anni la
popolazione aumenterà di 1 miliardo
di abitanti. Nel 1984, la metà di questa popolazione sarà concentrata nelle città.
alimentazione
Dal 1950 la quantità di alimenti prò
capite non ha praticamente subito incremento. Vi sono prodotti agricoli
sufficienti per nutrire tutti gli uomini; tuttavia, oltre 500 milioni di persone soffrono la fame, 400 milioni sono sottoalimentati, centinaia di migliaia muoiono di fame, due miliardi
hanno appena da vivere, un miliardo
ha del cibo più che a sufficienza.
armamenti
Ogni anno si spendono circa 240 miliardi di dollari per gli armamenti
(ogni 14 anni la spesa raddoppia), di
cui 160 miliardi nei paesi ricchi. Un
paragone : 1 miliardo e mezzo di dollari dedicati all’agricoltura nei paesi
in via di sviluppo!
Riscoprire il nerbo dell'evangelo
...In realtà, a parte le questioni che riguardano chiaramente la moralità pubblica (« case chiuse », aborto) le chiese
non contestano mai le grandi scelte della
società contemporanea. Sono anzi ampiamente conformiste nei confronti del potere, timidamente riformiste, occasionalmente contestatrici, mai rivoluzionarie.
La violenza delle sollevazioni le spaventa,
ma la violenza dell’ordine costituito e
della sua permanente repressione le spaventa molto più raramente. Nel profondo
del loro inconscio collettivo, le chiese sono prigioniere dello « status quo » e prestano solo un pigro ascolto al Dio della
giustizia. E allora è comprensibile e giusto che siano disprezzate da quegli uomini che lottano per la loro liberazione e
che vedono in esse, anzitutto, le complici
dei poteri che li opprimono: esse hanno
infatti scelto la via della conservazione
di ciò che è contro la speranza, che è
contestazione in nome di ciò che viene.
Le loro reticenze di fronte alle attuali riflessioni sulla violenza e sulla rivoluzione
dimostrano palesemente fino a che punto
esse sono state contaminate dai « valori »
dell’attuale società.
Le loro stesse strutture ne sono
d’altronde segnate profondamente. Le
chiese sono ancora quasi sempre il prototipo di una cellula patriarcale, autoritaria, antifemminista e clericale, che corrisponde perfettamente all’ordine sociale,
ieri perfettamente int^rato, che comincia oggi a disintegrarsi. Eppure esse rifiutano di trarre per se stesse le conseguenze della « rivoluzione tecnologica » : ogni
giorno restano indietro rispetto all’evoluzione della società e rischiano di apparire sempre più antiquate e superate.
Il movimento ecumenico internazionale è diventato un terreno in cui si mani
festano interessi imperialistici che sono in
netta contraddizione con una libera testimonianza profetica, anche se i messaggi
delle sue grandi assemblee, i suoi testi di
teologia e di morale sociale e soprattutto
i suoi gesti di reale solidarietà (come
L’opulenza della chiesa istituzione.
quello del « programma di lotta al razzismo ») scuotono le chiese ed i cristiani
in modo salutare. Le lentezze e le strette
di freni che ne deri^ ano hanno provocato una \era e propria er si dell’« ecumenismo ufficiale » soprattutto fra i giovani.
e incoraggiato la ricerca di formule « marginali » sostitutive, sovente assai positive.
Molti cristiani giudicano oggi il Consiglio ecumenico delle Chiese un’istituzione pesante e compromessa al pari del
Vaticano e sono fortemente tentati di disinteressarsene. Composto da chiese che,
sia in occidente che in oriente, come nel
Terzo Mondo, sono strettamente legate
ai sistemi economico-politici delle loro
rispettive società, e perciò fortemente
preocúpate della propria conservazione,
è evidente che il movimento ecumenico
rischia ad ogni momento di oerdere l’indipendenza e l’audacia necessarie e di
sentare pesantemente — soprattutto sul
piano finanziario — certe prese di posizione o certe iniziative. Potrà ritrovare
il dinamismo delle sue origini solo se diverrà il luogo in cui le chiese si esortano
reciprocamente a fare delle scelte profetiche, a costo di abbandonare una unità
superficiale e di lasciarsi condurre ad interrogarsi reciprocamente e ciascuna per
proprio conto sui loro reali rapporti coi
poteri economici e politici.
Dobbiamo riscoprire il nerbo dell’Evangelo, che non può essere confuso
con un timido riformismo sociale, ma che
al contrario si esprime in una gioiosa audacia escatologica ; l’attesa dell’altro mondo, il Regno, implica un incessante sforzo per rinnovare questo mondo. Bisogna
avere l’ardire di vivere quella contestazione permanente di se stessi e delle strutture invecchiate, che nroviene dalla sempre sorprendente giovinezza di Cristo.
(Da « Chiesa e poteri », rapporto della
Federazione protestante francese; ed.
Claudiana, collana « Attualità Protestante », 1972).
5
31 ottobre 1975
5
FEDERAZIONE CHIESE EVANGELICHE
l
A due anni dalla decisione
rilanciato il servizio istruzione
Intervista al Servizio istruzione e educazione delle chiese evangeliche - Materiale didattico europeo - Impiego di una persona a pieno tempo ‘ La contro-religione del messaggio biblico - Verso un rilancio dei momenti comunitari
Q II Servizio istruzione ed educazio^ ne della Federazione delle chiese
evangeliche è alla vigilia di una svolta sul
piano operativo, per il lancio di un nuovo
tipo di materiale didattico e per l’impiego di un uomo a pieno tempo. In che cosa consiste questa svolta?
D II compito che si è andato delinean* * do in questi anni è troppo ampio
perché possa essere svolto da persone in
molti altri modi impegnati nella chiesa o
nella società.
Le linee emerse dalLAssemblea della
Federazione (Bologna 75) implicano un
forte impegno di rinnovamento e la nomina di una persona a pieno tempo, responsabile del servizio educazione ed
istruzione. Franco Girardet impegnato a
pieno tempo nel lavoro del Servizio, potrà mettere in cantiere molte iniziative
che il Servizio non sarebbe stato in gradodo di attuare. Basti pensare al nuovo
materiale didattico da realizzare. Si tratta di programmi e materiale decisi in concomitanza con le chiese evangeliche della Svizzera e di altri paesi latini europei.
Alla base di questi programmi c’è un filo
conduttore: offrire un materiale biblicodidattico in cui i ragazzi (5-13 anni) diventino i protagonisti e non siano "oggetto” di lezione. Un’impostazione assolutamente nuova.
Q Vorremmo sapere quali sono le linee di fondo, l’impostazione che le
chiese evangeliche danno oggi alla loro
’’formazione religiosa” o, se si vuole, alla
loro catechesi.
D Domanda complessa anche perché
le chiese evangeliche non sono omo-*
genee, progressismo e tradizione s’intrecciano. iTuttavia il ’’Servizio” s’ispira chiaramente ad una linea catechetica come è
stata espressa dal Consiglio Mondiale dell’educazione cristiana (Perù ’71): «...Educare non significa insegnare, quanto piuttosto impegnarsi nella realtà in mezzo alla gente ed insieme alla gente; significa
imparare a vivere, ad incoraggiare la
creatività sia in noi, sia negli altri; significa liberare, in sottomissione a Dio ed
alla sua potenza, il genere umano dai legami che gli impediscono di svilupparsi
ad immagine di Dio ».
Il messaggio indica un nuovo cammino
che mette in crisi i vecchi schemi. « Esortiamo — così continuava il messaggio del
Consiglio mondiale dell’educazione cristiana — tutti i cristiani a porre in questione il significato della loro presenza
nel mondo, la natura della vita interna
della chiesa e la pratica della giustizia attuata dai propri membri e dalle sue istituzioni, le quali spesso diventano la causa prima dello scandalo a motivo della
loro complicità nell’oppressione ».
Cosa si riesce mai a fare in un’ora
di istruzione la settimana?
D Quel poco che si può fare dev’esse■ ' re chiaro e qualificato. Il Servizio
invita a riproporre, come testimoni di
Gesù, una ’’contro-religione”, cioè un discorso che chiarisca il contenuto polemico della Bibbia nei confronti della religiosità dell’epoca. L’Evangelo è smascheramento degli ’’idoli” e della religiosità ad
essi connessa.
Si parla del triangolo essenziale:
bambino-famiglia-comunità di fede.
Come fare che questo rapporto non sia
teorico ed inefficace quando la famiglia
è estranea ad ogni problema di fede o
quando la comunità è tale solo sulla carta?
D Quando la situazione si presenta in
** questo modo, l’unica speranza è
quella di puntare sui' ragazzi. Capita infatti che genitori con posizioni di fede
equivoche richiedano un’"educazione cristiana” per i propri figli. Si tratta allora
di accettare la sfida; riuscire ad aprire
Metodisti in Gran Bretagna
Fonti statistiche informano che in Gran Bretagna esistono 8.669 chiese metodiste locali raggruppanti 1.429.103 persone, vale a dire il 2,6%
di tutta la popolazione.
I movimenti giovanili metodisti contano 120
mila membri circa. Le 4 accademie teologiche
metodiste son fre^entate da 146 studenti. Inoltre 68 scuole, dalle primarie all’università dipendono interamente o parzialmente dalla chiesa metodista (MCPIS).s
un discorso evangelico con i ragazzi e le
famiglie.
n limitate a dare una conoscenza
^ biblica o vi proponete di portare
i bambini alla fede? E in che senso parlate di fede dei bambini (che sia una fede biblica e non una qualche religiosità
naturale)?
D La fede è un dono di Dio e la si può
■ * solo confessare e testimoniare. Non
crediamo ad un senso religioso innato
nel bambino, o meglio, questo può esistere, ma non ha nulla a che fare con la fede
in Gesù Cristo. Per questo diamo il posto
centrale al discorso biblico proprio perché questo ci libera da tutte quelle fumisterie religiose e 'spiritualistiche che oggi
son ben più diffuse di quanto non si supponga, naturalmente e nella speranza che
il Signore voglia rivelarsi e suscitare la
fede.
Q Qual è il rapporto fra istruzione
evangelica ed altre forme di catechesi cristiana, per esempio con analoghe preoccupazioni in campo cattolico?
D II rapporto, sino ad oggi, è stato
** strettamente connesso con le esperienze delle chese evangeliche europee
latine. Esiste una struttura di contatti
quasi annuali con queste chiese. Uno degli scopi di avere un coordinatore a pieno
tempo è, tra l’altro, quello di prendere
contatti con esperienze in campo cattolico.
Q Cercate di fare della comunità educativa una reale comunità e in che
modo, con quali forme di partecipazione
dei bambini, dei genitori, della chiesa, di
altre persone? con quali risultati?
D In una società tendenzialmente ne** mica del bambino, in cui i genitori
sono .portati a vedere i bambini come un
peso ed un intralcio e perciò la scuola
uno scarico di responsabilità e la scuola
domenicale come pargheggio ogni momento d’incontro vero e genuino è prezioso. Esperienze in questo campo esistono: incontri comunitari domenicali con i
ragazzi, incontri con i genitori su argomenti attinenti i ragazzi e la testimonianza evangelica nella società; incontri
di fine settimana con i ragazzi in qualche
’’centro evangelico” vicino per uno o due
settimane, laddove si trovino le persone
disposte a dare un servizio, avendo i doni e la preparazione per animare gruppi
di ragazzi.
r\ Qual è la vostra preoccupazione
prioritaria; formazione dei monitori, dei genitori o preparazione di materiale stampato?
D Noi c’interessiamo .più delle persone
che della carta stampata. E però
naturale che il materiale stampato sia
utile in vista della formazione di monitori e genitori, specie quando i contatti sono resi difficili a causa delle distanze nelle diaspora evangelica italiana.
CINISELLO BALSAMO
7 anni di lavoro
del centro
Jacopo Lombardini
È di questi giorni la relazione ’74-75 del
Centro Culturale « Jacopo Lombardini »
di Cinisello Balsamo (MI). Sette anni di
vita del Centro « Lombardini » hanno segnato una crescita costante ed intelHgente. Il tono sobrio della relazione, più autocritico che compiaciuto, ci colpisce in
questi tempi di facili trionfalisnù. E il
lavoro del Centro non è certo facile. Nella disgregazione umana della cintura milanese (realtà di immigrazione di massa)
il gruppo « Lombardini » ha saputo creare non soltanto una scuola serale, un circolo culturale ed im doposcuola ma un
ambito dove è possibile incontrarsi, parlare dei propri problemi, formarsi una
coscienza critica. Un centinaio di persone, di cui molte evangeliche, operai, exstudenti, insegnanti, costituiscono la ricchezza più vera del « Lombardini ». Sono
loro che partecipano, con accenti diversi,
più direttamente al lavoro di insegnamento e di organizzazione delle diverse attività- Quest’anno i gruppi che si sono occupati della ricerca biblica hanno affrontato il libro di Isaia e testi neotestamentari sul discepolato.
Nel corso dell’anno il Centro ha ospitato alcuni rifugiati politici e fratelli di
passaggio; anche in questi casi la struttura, seppur minima, ha saputo adeguarsi e dimostrare il carattere di sempre:
estroverso e generoso.
In (jiuesta fase di ripresa delle attività
auguriamo agli amici e fratelli del ’Lombardini’ un buon lavoro. Centro « Jacopo
Lombardini » - Via Monte Grappa, 62 B 20092 Cinisello (MI) - Tel. 92.80.826 - c.c.p.
n. 3/58855 intestato al past. Bouchard
Giorgio, stesso indirizzo.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ '
FGEI-Toscana
Il prossimo Convegno della FGEI-Toscana, avrà luogo in Firenze, Istituto
Gouid, Via dei Serragli, 49 il 16 novembre 1975 col seguente programma:
Ore 10.30: Inizio dei lavori con un breve culto; indi i past. Benecchi, Corsani,
Rivoir, Rostagno, Santini e Sinigaglia
presenteranno: Prog;ramma di studi del
costituendo collettivo teologico toscano
( Fgei-toscana ).
Ricordo che i suddetti nomi sono stati
fatti dai gruppi e dalle chiese che hanno
risposto alla circolare del segretario del
29-8-1975; tale circolare è stata mandata a
tum i gruppi e chiese toscane, in base ai
deliberati del Convegno di Firenze del
22 giugno 1975.
Ore 13: Pranzo presso l’Istituto stesso (L. 1.500 a persona) prenotarsi telefonando al Direttore Marco Jourdan: (055)
27.25.76.
Ore 14.30-17 : Discussione relativa al
programma presentato.
Firenze
• L’Istituto Ferretti ospita attualmente una diecina di « minori » dai quattro
anni e mezzo ai 15. Il nucleo consistente
va fino agli undici anni, e fra queste bambine vi sono anche due ragazzini di 9-10
anni. Vi sono domande di diversa provenienza che dovranno naturalmente essere soddisfatte, nella misura in cui non
comprometteranno un quadro di lavoro
che ha dato buona prova.
• L’Istituto Comandi attualmente ospita, con un nucleo di bambini, 4 liceali, 15
imiversitari e un numero variabile di
«casi» che abbisognano di una solidarietà totale. È una comunità di ima sessantina di persone, dove si tende ad una autogestione che sia partecipazione di tutti
a tutti gli aspetti della vita della Casa.
L’orientamento generale è verso i giovani
piuttosto che verso i bambini. In maggio
sarà ricordato il centenario dell’Opera
con un campo biblico.
• All’Istituto Gouid con la scuola sono
riprese le attività complementari che incontrano tanto fra i ragazzi: teatro, fotografia, ceramica, musica, falegnameria.
In novembre è il preparazione una visita
a Genova del gruppo teatrale. I ragazzi
sono 15, gli universitari una trentina. Un
aspetto simpatico del servizio è dato dal
contatto con gli ex-gouldini, che sono ormai uno grossa farhiglia sparsa nel paese ed affermata sul lavoro e nelle professioni.
• La Casa di Riposo del Gignoro ha
attualmente 58 ospiti e un posto ancora
libero. Abbiamo tenuto per tre mesi due
posti vuoti, a disposizione di evangelici,
purtroppo non è stato possibile utilizzarli
cos’;. In occasione del recente congresso
internazionale di gerentologia una delegazione ungherese ha visitato la nostra
opera ed ha molto apprezzato il servizio
che rendiamo.
• Casa Cares attualmente è chiusa. Vi
sono incertezze e differenze di vedute per
l’avvenire; non abbiamo ancora perso la
speranza di vedere questo strumento di
servizio gestito dalle nostre comunità
evangeliche fiorentine, al servizio di tutti, di ogni paese.
• Ralegrlamenti ed auguri al fratello
S. Caponetto, il quale ha vinto il concorso per la cattedra di storia moderna all’Università.
Sino al 12 dicembre si svolgerà un seminario tedesco-italiano sul tema generale : « Come possiamo vivere con malattie
e insieme con malati? ». Gli incontri
avranno luogo il venerdì, alle 20,30 nei locali della Chiesa Luterana di via dei Bardi 20 ed in quelli della Chiesa Ev. Riformata del Lungarno Guicciardini 19.
SarnpierdarQfia
Si è tenuta una riunione con santa cena in casa del nostro diacono Valdo Gay
con la presenza di un gruppo di sorelle
e familiari accanto a Mira, impossibilitata di venire al culto.
Ricordiamo il nostro fratello Ettore
Molinari deceduto dopo lunga malattia.
Egli era molto affezionato alla chiesa.
Recentemente si è tenuta l’assemblea
di chiesa per la designazione delle delegazioni alla Assemblea di Circuito e della Conferenza distrettuale. Per la prima
si sono incaricati i vari gruppi di nominare le delegazioni e per la seconda si è
proposto ed accettato il nome di Giacomo Quartino.
Sestri
Nel corso dell’estate si è avuto ima
buona collaborazione per la predicazione; ricordiamo: Ennio Sasso, prof. Dante Mazzarello, Cassano Ulrico, Franco
Comi e di recente il pastore Alfredo Scorsonelli ed Emanuele Di Natale; a tutti
un grazie riconoscente delle due comunità. Abbiamo anche celebrato un culto
con Santa Cena all’ospedale lungo degenti presso il fratello G. B. Zunino, sempre in gamba come spirito e fisico.
Ricordiamo la celebrazione di due battesimi: Marco d’Alessandro di Angelo e
Foglia Assunta, Gentile Chiara di Marco e Minetti Bianca. Il Signore benedica
le creature che sono state presentate in
preghiera al Signore e le arricchisca del
Suo Spirito: un saluto alla famiglia Gentile, lontana da vari anni dalla nostra comunità sestrese eppur sempre memore
dell’antica famiglia spirituale.
Le nostre due comunità con le chiese
genovesi sono chiamate a proseguire l’azione di testimonianza evangelica nella
città. Per questo si sono avuti alcuni incontri preparatori per l’attività evamtelistica ai quali hanno preso parte rappresentanti di tutte le chiese con la presenza del dr. Lawton, del collega Peretz di
Rivoli e del collega Leila di Chiavari. Il
comitato dell’Evangelizzazione ha formulato un programma intenso soprattutto
in riferimento alla campagna evangelistica di primavera, stilato da Valdo Saccomani e da Bruno Turello e discusso
daile delegazioni varie.
Le comunità sono invitate a collaborare con riunioni di preghiera, preparazione tecnica, offerte generose p)er la
grossa spesa che si deve affrontare per
i vari giorni di presenza nella piazza
Verdi.
La Spezia
• Domenica 2 novembre culto con S.
Cena dedicato al 458° anniversario della
Riforma.
• Domenica 9 novembre si terrà l’assemblea generale della comunità metodista di La Spezia. Programma della giornata: ore 11, culto; ore 13, agape fraterna (prenotarsi entro il gjomo 7 p.v. presso il pastore o i membri del Consiglio di
chiesa); ore 15.30, rapporti del Consiglio
dell’Assemblea, dibattito, elezione dei
membri del Consiglio, varie ed eventuali.
6
a//e valli oggi
cronaca
INTERVISTA Al SINDACI DELLE VALLI
Un nuovo Torre Pellice: dare continuità
piano
sanitario
regionale
Tra due mesi e mezzo circa, la Regione
Piemonte presenterà il suo piano sanitario. Il Piemonte sarà suddiviso in una ottantina di zone. Saranno creati consorzi
(nei quali un ruolo determinante sarà
svolto dai Comuni) con il compito di realizzare tutte le iniziative socio-sanitarie a
livello ospedaliero, ambulatoriale, assistenziale. « E previsto un vero e proprio
terremoto, che sconvolgerà l’attuale organizzazione ». Così la ‘‘Gazzetta del Popolo”
commentava le linee operative presenta^e a Torino dall'assessore regionale alla
sanità Enrietti, alcune settimane or
sono. L'immagine del terremoto però
mal si addice per indicare gli auspicati
mutamenti che tutti aspettano. In verità
il terremoto non abbiamo da attenderlo,
è stata l’esperienza di questi trent'anni
di governo democristiano. Si tratta ora
soprattutto di rimettere un po’ d’ordine
nel caos accumulatosi, in cui molti sono
staiti i cittadini a dover subire nella loro
esistenza quotidiana la situazione di panico, come dei veri terremotati, senza
sapere dove e a chi rivolgersi, senza trovare un letto in ospedale o un consultorio.
Basta dunque con la vita di terremotati.
Gli obiettivi del piano sanitario regionale della nuova giunta di sinistra sono
essenzialmente due, e non costituiscono
novità: si tratta soprattutto di realizzare nella pratica il discorso che andiamo facendo da anni, anche all’interno della nostra chiesa.
Innanzitutto la tutela della salute del
cittadino, con interventi sul piano della
prevenzione (i tentativi di medicina preventiva sono già inseriti in questo quadro), quindi, nella costruzione progressiva dei servizi collettivi, favorire la ripresa economica del paese.
L’assessore Enrietti ha riassunto in 7
punti gli obiettivi della Regione: 1) unificazione dei servizi sanitari e sociali; 2)
suddivisione del territorio e creazione dei
comitati di zona per una gestione democratica delle competenze- regionali, degli
enti locali e settoriali; 3) vigorosa azione
preventiva, soprattutto nei luoghi di lavoro, e razionalizzazione dei servizi ospedalieri; 4) superamento degli attuali istituti assistenziali affidando poteri e mezzi
ai comuni per metterli in condizione di
realizzare servizi non segreganti per gli
anziani, i minori e gli haridicappati; 5)
sviluppo di un piano pluriennale per gli
asili nido; 6) istituzione di un prontuario
farmaceutico regionale e formazione di
un^ piano regionale per le farmacie; 7)
istituzione di consultori per la maternità
e l’igiene sessuale.
A partire dal 1° luglio 1977 lo Stato trasferirà alle Regioni e agli enti locali le
strutture e le funzioni di tutto il sistema
sanitario.
Sono tuttora in svolgimento i contatti
con le forze sociali del territorio, i comuni, per la definizione delle scelte che si dovranno fare (proprio in questi giorni l’assessore Enrietti ha visitato alcuni comuni^ della Val Pellice per discutere la questione ospedale, di cui ci siamo occupati
quest’anno).
Intarito continua il braccio di ferro tra
le Regioni e le forze politiche di sinistra
con il governo per lo scioglimento dell'ONMI e perché le Regioni non debbano
limitare il loro intervento alla pura funzione di enti pagatori per conto dello stato, ma siano investite della responsabilità
diretta in tutto quanto il settore sanitario.
In questa situazione assume tutta la
sua importanza l’appoggio che comuni ed
enti locali daranno alla Regione Piemonte per costringere il governo ad un decentramento di potere: questo è anche lo
scopo della raccolta di firme in appoggio alla proposta di legge di iniziativa popolare per il passaggio alle Regioni delle
competenze iri materia sanitaria e assistenziale e scioglimento degli enti parassitari.
Ermanno Genre
alle scelte della giunta uscente
In occasione delle inriminenti elezioni comunali abbiamo rivolto alcune domande al
sindaco Steffanetto sul lavoro svolto nell’ultimo quinquennio dalla Giunta uscente
In questo quinquennio sono stati realizzati gran parte degli obiettivi programmatici indicati all’inizio del nostro mandato, pur attraverso le gravissime difficoltà della crisi economica e pur compiendo errori.
I rimanenti obiettivi e opere indicate
nel programma di lavoro anche se non
completetamente realizzate sono state comunque impostate ed avviate a soluzione.
Le maggiori difficoltà incontrare nello
svolgimento del nostro lavoro sono dovute alla recessione economica che ha investito il nostro Paese in questi ultimi anni
e di conseguenza la grave inflazione monetaria che ha messo in seria difficoltà
la realizzazione delle opere programmate
causa il susseguirsi dei notevoli aumenti
dei prezzi delle opere progettate.
Deve essere posto inoltre in rilievo la
esasperante lentezza burocratica degli organi di controllo statali e regionali a cui
è sottoposto il Comune, che fanno così
sorgere notevoli difficoltà alla realizzazione degli obiettivi di lavoro.
Obiettivi futuri
II programma di lavoro della lista n. 1
alla quale faccio parte, per il prossimo
quinquennio, vuole essere la continuazione ed integrazione di quanto è stato fatto
dall’attuale Amministrazione facendo necessariamente riferimento alle risorse finanziarie e strumentali a disposizione e
tenendo presente la situazione in cui versano gli Enti locali del nostro paese, condizionate dalle disposizioni generali sulla
finanza pubblica e sulle possibilità obiettive di intervento.
Indicando i nostri obiettivi di lavoro
distinti in due gruppi e precisamente, in
terventi nel settore dei servizi sociali e
nel settore dei servizi tecnici e cioè opere
pubbliche, posso dire che si dovrà cercare di sviluppare e potenziare ulteriormente i servizi sociali per renderli disponibili
ed aperti a tutta la popolazione con particolare riguardo agli anziani ed ai giovani.
Occorrerà trovare nuove forme di partecipazione di tutti i cittadini ai problemi
ed alle esigenze della comunità, dal che
potrebbe veramente uscirne una collaborazione valida ed efficace.
Dovrà essere ancora rivolta la massima attenzione, collegata ad ogni possibile
sforzo, per il potenziamento e lo sviluppo
delle attività scolastiche, tenendo presente i problemi connessi con l’istruzione
media superiore in vista del triennio propedeutico obbligatorio e se la riforma
deU’istruzione media superiore raggrupperà i vari istituti, si dovrà cercare di ottenere una sede del triennio a Torre Pellice dove esistono due Istituti Professionali, oltre al biennio unico.
Naturalmente tutti questi problemi andranno visti nell’ottica del Distretto Scolastico di nuova istituzione, che assumerà
notevole valore politico.
Dovranno essere sempre più potenziati
i servizi di assistenza scolastica anche
neH’ottica del tempo pieno, che dovrebbe
essere perseguito con un costante dialogo da instaurare con il Consiglio di Circolo ed i Consigli di Istituto per una scuola nuova e democratica.
Per quanto riguarda Tagricoltura bisognerà completare la sistemazione della
viabilità esterna, cercando ogni possibile
collaborazione con la Comunità Montana, per le attività cooperative nel settore
latte e carni, cercando di favorire la crea
La Direzione Didattica precisa
Rispondo alla lettera dei genitori dei 29 allievi
trasferiti a domanda dal plesso di San Giovanni al Capoluogo nel Comune di Luserna San Giovanni, in data 16 u.s. e pervenuta in data 22 c.m.
Smentisco formalmente l’affermazione secondo
cui non avrei trasmesso direttamente e con tempestività la comunicazione di trasferimento. Tale
atto formale è avvenuto con lettera datata 10 ottobre 1975 e spedita con raccomandata il 16 ottobre 1975 daU’Ufficio postale di Torre Pellice,
compatibilmente con la programmazione deUe
attività e le incombenze della Direzione didattica, ed in ottemperanza al mandato del Consiglio di Circolo dell’ll ottobre 1975 (sabato), delibera n. 2, con la quale peraltro non si fissano i
tempi di attuazione.
Inoltre, mi sembra che l’osservazione giunga
incoerente e capziosa, per non dire smentita dalla dinamica dei fatti registrati, stando che :
1) Le comunicazioni dei primi sette trasferimenti, fatti pervenire per le medesime vie, non
hanno dato alcun esito alla frequenza scolastica,
come risulta dagli atti d’ufficio;
2) gli allievi trasferiti a partire dalla data
del 13 U.S. si sono comunque presentati alla nuova sede alla data sopra indicata, segno che la
comunicazióne era comunque avvenuta, grazie
alla pubblicità delle sedute del Consiglio;
3) gli allievi presentatisi al Capoluogo hanno tutti trovato immediata collocazione nelle rispettive classi, avendo il sottoscritto impartito ai
docenti precise indicazioni al proposito, sul momento certamente più urgenti di qualsiasi altro
atto formale peraltro già acquisito nei fatti.
Per quanto riguarda il seguito delle osservazioni, ribadisco principi già enunciati e scritti; e
cioè, che :
— nessun organo elettivo ufficialmente costituito ha mai presentato rimostranze o affermato l’impossibilità a collaborare con l’attività
del « tempo pieno »; se mai, è stato affermato il
contrario e assicurata la volontà di operare insieme per un dialogo costruttivo e un naturale miglioramento del servizio (Consiglio di interclasse n. 5 del 20/6/75; Consiglio di Circolo, n. 6
del 17/9/75; Collegio dei docenti n. 6 del
20/9/75);
— ai singoli che hanno presentato verbalmente al sottoscritto il loro dissenso, ho cercato
di dimostrare nella quasi totalità dei casi l’infondatezza, la pregiudiziale e la parzialità delle rimostranze, tenuto conto dello sforzo intrapreso dalla scuola per trovare vie e contenuti educativi
più rispondenti alle esigenze di tutti i minori e
della volontà dei docenti, nel rispetto della loro
autonomia didattica e metodologica, di avere un
dialogo onesto con tutti, non strumentalizzato da
pochi;
— alla lettera ciclostilata inviata dal « Comitato per la libertà delle Famiglie » di Luserna San Giovanni e datata 30/10/1975 (sic!),
i genitori e i docenti del « pieno tempo » hanno
chiaramente risposto evidenziando il punto di
vista della maggioranza, che in un sistema democratico deve pur avere una certa importanza.
In ordine all’interpretazione data dal sig.
Provveditore agli Studi di Torino circa l’obbligo
scolastico, peraltro non avvalorata da testi di
legge, il sottoscritto ha fatto le controdeduzioni
del caso, inoltrandole agli uffici di competenza.
Non amando la sterile polemica, considero a
questo livello chiuso il discorso.
Distinti saluti,
il Direttore didàttico
(Roberto Eynahd)
zione di un centro di vendita di prodotti
valligiani, cercando inoltre di ottenere interventi a favore del nostro Comune nell’ambito della Bonifica Montana.
Per quanto riguarda la questione urbanistica vorrei solo accennare al fatto che
il nostro Comune considerati gli insufficienti strumenti urbanistici a disposizione ha aderito immediatamente all’iniziativa della Comunità Montana per dotare
la nostra Valle di un piano urbanistico
avente, secondo le norme della Regione,
veste di piano regolatore intercomunale.
Per il turisrno e lo sport l’Amministrazione Comunale dovrà cercare, come già
fatto in passato, ogni possibile collaborazione con la Pro Loco e con le Società
Sportive per ampliare e sviluppare ogni
possibile intervento atto a favorire l’incremento turistico nel nostro Comune e
le attività sportive dei giovani.
Per quanto, riguarda i servizi tecnici, si
dovrà cercare di portare avanti la pratica
per il completamento della fognatura di
S. Margherita e delle rimanenti zone non
ancora servite da quest’opera.
Opere realizzate
Dalla passata legislazione sono state
portate a termine le seguenti realizzazioni, in una chiara visione di progresso sociale, che nessuno può mettere in dubbio:
Creazione di servizi sociali, in primo
tempo rivolti alla popolazione anziana,
ma in prospettiva aperti a tutta la popolazione; stretta collaborazione con la Comunità Montana, in una attività tesa alla
ristrutturazione del territorio valligiano
in funzione della sua popolazione, della
crescita umana sociale e politica dei suoi
abitanti, della tutela globale della persona
umana; potenziamento delle strutture ed
attività scolastiche, parascolastiche e per
l’infanzia in genere, in primo luogo mediante la costruzione di un nuovo edificio,
al fine di risolvere il grave problema della
carenza di aule; potenziamento della rete
stradale periferica, quale aiuto immediato alla parte della popolazione peggio servita da ogni punto di vista, e quale premessa ad ogni discorso in sede di Comunità Montana, per il rilancio dell’economia di montagna, la redazione ed il perfezionamento di strumenti urbanistici, atti, da un lato, ad impedire disastrosi interventi speculativi e, d’altro lato, a non
mortificare ogni possibilità di equilibrato
sviluppo edilizio; soluzione di grossi problemi di inquinamento ambientale, quali
lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e
la fognatura di S. Margherita e zone circostanti; predisposizione degli strumenti
atti a favorire, nel più breve tempo possibile e malgrado le difficoltà finanziarie
derivanti dalla crisi economica, la costruzione di alloggi di tipo popolare.
Una strana assemblea
I decreti delegati prevedono, come è
noto, l’istituto dell’Assemblea dei genitori; questo organismo, che dovrebbe avere una grande importanza come momento di dibattito e di impostazione, prevede
modalità di convocazione alquanto macchinosa. Basti pensare che potrebbe essere convocata su richiesta di almeno
300 genitori o da un fantomatico comitato di genitori. Per superare queste pastoie
burocratiche il Consiglio di circolo ha
preso l’iniziativa per la convocazione della prima assemblea, con il compito di nominarsi un presidente.
L’assemblea ha avuto luogo venerdì 24
u. s. a Torre Pellice. All’inizio erano presenti almeno 250 genitori, numero considerevole se si pensa che la pubblicità dell’incontro era stata fatta con ritardo e
che i genitori dei comuni più lontani erano poco rappresentati.
L’assemblea ha avuto inizio sotto la
presidenza del Sig. Suppo, presidente di
Circolo, che ha brevemente ricordato le
finalità della riunione. È però subito emerso il fatto che molte persone erano
presenti per polemizzare contro il tempo pieno, soprattutto negli interventi di
Bovone e di S. Gay.
II maestro Gardiol, con un vivace intervento cercava di riportare il discorso
in un più ampio contesto, chiedendo una
netta separazione fra assemblea e Consi
glio di circolo: in tal senso proponeva
una presidenza al di sopra delle parti e
che non includesse i membri del Consiglio di circolo. Duramente attaccato, usciva dalla sala, seguito da molti altri getori, mentre l’assemblea andava via via
degenerando. Dopo la rinuncia alla presidenza del Sig. Princivalle e al ritiro di S.
Gay, veniva eletto il solo rappresentante
in lizza, il Sig. Bovone. Una elezione assai discutibile dal momento che buona
parte dell’assemblea aveva abbandonato
l’aula in segno di protesta per l’andamento demagogico dell’incontro.
Ma la sorpresa non era ancora finita:
dopo la nomina del presidente, il Sig. S.
Gay presentava i nomi dei candidati da
affiancare al presidente Bovone: anche
questi nominativi venivano eletti dai genitori rimasti. Ci si poteva aspettare un
qualche discorso programmatico, alcune
indicazioni di lavoro; nulla di tutto ciò.
Solo critiche verso quanti non intendono
condividere la linea politica della giunta
comimale DC-PSDI di Luserna.
Come inizio c’è veramente da restare
perplessi: la maggior parte dei genitori
presenti, di fronte a questa diatriba si è
allontanata, sfiduciosa.
A. Charbonnier
A p. 7 i nuovi eletti.
7
delle valli
San Secondo
• Durante il culto del 26 ottobre la comunità ha ascoltato le promesse ed ha
invocato la benedizione di Dio sul matrimonio di Neri Romano e di Fiorina
Benech. Gli sposi, come già anche la coppia Bertin-Gardiol la domenica precedente, hanno compiuto il rito civile del loro
matrimonio in municipio.
• Domenica 19 ottobre ha avuto inizio
la Scuola Domenicale con un culto comune dei ragazzi e degli adulti. La liturgia è stata affidata ad un gruppo di monitori.
• In occasione del culto del 9 novembre
avremo la partecipazione dei trombettieri valdesi ai quali sarà affidata la parte
musicale del culto.
Frali
Insediamento del pastore B. Rostagno
Domenica scorsa 26 ottobre nel corso
del culto è stato insediato a Frali il nuovo pastore Bruno Rostagno. Il delegato
della Commissione Distrettuale C. Tron
ha invitato la comunità a far propria la
richiesta di Eliseo nel prendere le consegne da Elia: «Mi sia data una parte
doppia del tuo spirito » (II Re 2). Oggi,
infatti, la responsabilità non può essere
di una persona sola, ma tutta la comunità deve sentire di fronte al mondo la
responsabilità del primogenito, che aveva in Israele una parte doppia di eredità
rispetto ai fratelli.
In seguito il pastore Rostagno ha ricordato, sulla base di I Corinzi 12, che la
comunità vive dell’azione dello Spirito
Santo; questo significa che vive non per
affermarsi come chiesa valdese o come
residuo di una civiltà agricola al tramonto, ma come testimone di Gesù Cristo;
in secondo luogo i fratelli sono tutti impegnati in questo compito « per l’utile
comune » ; nessuno è inutile, nessuno ha
posizioni di preminenza, ma nella vita
comune vissuta senza gerarchie il mondo può vedere i frutti dell’Evangelo di
Cristo; infine l’azione dello Spirito non
può essere quella di mera conservazione
delle abitudini e delle tradizioni, ma non
può non rinnovare la vita dei singoli e
delle comunità.
Al pomeriggio il concistoro si è riunito
per impostare il proprio programma di
lavoro con la partecipazione della Commissione Distrettuale.
Pramollo
• Un buon pubblico ha partecipato alla
Assemblea di Chiesa, che ha avuto luogo domenica 26 ottobre. Dopo aver ascoltato una relazione, forzatamente sommaria, sui lavori del Sinodo, ci si è soffermati a parlare delle finanze, con particolare riferimento alla somma che la nostra comunità dovrà versare quest’anno
all’Amministrazione centrale. Infine è stato tracciato un quadro delle attività da
svolgere durante l’anno.
• Mentre la Scuola Domenicale ha ripreso, domenica 26 ottobre, le riunioni ed il
catechismo inizieranno nel corso della
settimana. Il culto della Riforma, con celebrazione della Santa Cena avrà luogo
domenica 2 novembre.
• Con la partecipazione al culto, Ève e
Mimmo Soulier, circondati da una schiera di parenti ed amici, hanno festeggiato
il 25° anniversario del loro matrimonio,
domenica 19 ottobre.
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Bobbio Pellice
• In assenza del pastore i culti delle domeniche 5, 12 e 19 ottobre sono stati presieduti dai pastori Roberto Nisbet, Gustavo Bertin e dall’anziano Dino Gardiol,
ai quali il pastore e la comunità esprimono un vivo ringraziamento, come pure al
pastore E. Micol.
La domenica 19 ottobre si è tenuta, organizzata dalla Pro Bobbio, una riuscita
esposizione del bestiame allevato nelle
stalle di Bobbio, con ricchi premi. Vi
hanno partecipato 17 espositori.
La domenica successiva, sempre organizzata dalla Pro Bobbio, si è invece avuta la ormai tradizionale castagnata, con
folta partecipazione di pubblico venuto
anche da lontano. Un’occasione per i turisti di gustare le castagne bobbiesi senza raccoglierle furtivamente (ovverossia
senza rubarle!), come è accaduto anche
quest’anno in più di una occasione!
• La domenica 12 ottobre ima numerosa assemblea si è riunita in meditazione
attorno all’Evangelo della resurrezione in
occasione del funerale della nostra sorella Anna Lausarot ved. Rivoira di Perlà. Il servizio funebre è stato presieduto
dal pastore E. Micol.
Rorà Commissione Distrettuole
Pomaretto
• Domenica 19 ottobre, nella sala delle
riunioni del Convitto Valdese di Pomaretto, si è tenuta una riunione popolare
indetta dai consiglieri comunali, per mettere al corrente la popolazione sui maggiori problemi riguardanti la comunità
poniarina. Contrariamente alle precedenti riunioni, notevole è stata la partecipazione: una ottantina di persone erano
presenti.
I consiglieri hanno esposto al pubblico
la necessità di formare alcune commissioni di lavoro, le quali sono così divise:
Urbanistica e commercio; Giovanni E. Rostan,
C. Alberto Travers, Daniela Libralon Pons, Guido Baret.
Istruzione: Giuliano Coutandin, Giovanni Reforn, Daniela Libralon Pons, Gino Ribet.
Assistenza^ Servizi sociali e occupazione: Aldo
Ferrerò, Romildo Morello, C. Alberto Travers,
Giuliano Coutandin.
Lavori pubblici e viabilità: Ettore Tron, Franco Bonnet, Bruno Giustetto, Remo Ribet.
Sport, Cultura e tempo libero: Romano Breuza, Giovanni E. Rostan, Arturo Bernard.
Le suddette commissioni sono formate
da consiglieri comunali competenti in
materia, e sono aperte a tutti coloro che
ritengono di poter dare un contributo alla comunità.
• Nella medesima riunione è stato formulato un documento approvato all’unanimità, per sollecitare i comuni, i consorzi, la provincia, la regione, ad una soluzione efficiente, per la distruzione dei
rifiuti solidi urbani. Problema molto sentito sia dalla precedente che dalla corrente amministrazione.
• È imminente l’inaugurazione della nuova sede municipale. Oltre ad ospitare gli
uffici comunali, sale di consiglio e riunioni, lo stabile metterà a disposizione alcuni locali per le Poste e Telecomunicazioni e per la Comunità Montana Valli
Chisone e Germanasca.
Perrero
Apprendiamo con piacere che il maestro Raimondo Genre che da molti anni
è titolare della scuola di Maniglia è stato nominato Direttore incaricato del Circolo didattico di Villar Perosà. Ci rallegriamo per quésta nomina e formuliamo
i migliori auguri per un lavoro proficuo;
FGEI-VALLI
Il coordinamento Pgei-valli è convocato per il giorno luned’’, 3 novembre alle
ore 20.30 presso la Chiesa Valdese di Pi
nerolo col seguente ordine del giorno:
— Relazione del segretario regionale sulle decisioni prese dal Consiglio Nazionale di Bologna 25-26 ottobre;
—, Relazione del gruppo di Agape sulle
prossime attività, sul campo invernale, sul progetto di costruzione delle
nuove cucine, e sulle attività del gruppo decentrato a Pinerolo;
— Campagna contro l’ora di religione;
— Iniziativa popolare per la legge di riforma dell’assistenza. Prossime scadenze;
— Attività dei gruppi;
— Collettivo di ricerca biblica;
— Proposta del PLM regionale per una
collaborazione ad una ricerca sulla
coscienza di classe dei lavoratori;
— Finanziamento della Fgei-valli;
— Varie.
Ogni gruppo deve inviare un suo rappresentante.
Abbiamo avuto domenica la visita di
un buon gruppo di trombettieri accompagnati dal past. E. Geymet; ringraziamo
gli uni per la bella testiminianza di impegno ed il past. Geymet per il suo messaggio che abbiamo udito con piacere.
Domenica 2 novembre avrà luogo nella scuola delle Fucine il bazar alle ore 15.
Tutti sono invitati a collaborare e ringraziamo sin d’ora le sorelle delle Fucine per l’impegno che hanno messo in
questa iniziativa.
Luserna S. Giovanni
• La festa del raccolto, manifestazione
tipica della Comunità di Luserna San
Giovanni, è stata anche quest’anno una
felice occasione di incontro e di puntualizzazione su un problema vitale per la
nostra zona e di collaborazione per le
opere della Comunità stessa. Alla nota
della riconoscenza da cui emerge la vocazione alla reciproca solidarietà, sottolineata nel culto del mattino presieduto
dal fratello Fortunato Gagliani, ha fatto
seguito rincontro nel pranzo comunitario
ottimamente preparato dalla commissione ricevimenti, a cui ha preso parte una
novantina di commensali. La Sig.na Franca Coisson, Sindaco di Angrogna e vicepresidente della Comunità Montana, ha
illustrato la grave situazione agricola in
Val d’Angrogna, che ha trovato però un
inizio di shocco nella costituzione della
cooperativa per la vendita del latte, valida premessa per la soluzione dei problemi posti da altri settori della vita agricola, economica e sociale della Valle.
Nel pomeriggio l’esposizione e la vendita, a favore della cassa della Comunità,
dei prodotti della campagna hanno dato
un apporto vivamente apprezzato sia dal
punto di vista della qualità che della
quantità. Anche la partecipazione alla
manifestazione pomeridiana è stata notevole, il che ha permesso un buon risultatato finanziario.
Un vivo ringraziamento ai coltivatori,
ai membri della Commissione ricevimenti, agli oratori ed a quanti hanno validamente collahorato per la buona riuscita
della giornata. Unico rammarico; la scarsa partecipazione degli agricoltori.
All’uscita del culto, a cura dei bambini
della Scuola Domenicale, è stata organizzata una raccolta di offerte a favore dell’niziativa « riso per il Viet-nam ». La riconoscenza per il nostro raccolto deve
stimolare la solidarietà con coloro che,
a causa di una guerra estenuante, non
hanno avuto raccolto!
• L’Evangelo della speranza e della resurrezione in Cristo è stato annunciato
in occasione del funerale di Pons Daniele
Arturo, originario di Perrero e deceduto
al Rifugio all’età di 77 anni, e di Favout
Alberto mancato dopo lunga malattia all’Ospedale di Torre Pellice a 64 anni.
• La prima riunione del gruppo d’aggiornamento biblico avrà luogo venerdì: 31
ottobre alle 20,45 presso l’Asilo Valdese
sul tema : « Perché lo studio comunitario
della Bibbia?» (Atti 17: 11).
CONSIGLIO COMUNALE
La seduta si apre con risposte della
Giunta alle interpellanze presentate nella
seduta precedente. Fa seguito la letture
del discorso pronunciato dal sindaco alla
prima seduta del Consiglio della Comunità Montana e la comunicazione della Regione Piemonte relativa alla possibilità di
costruire asili nido.
In seguito vengono assunte varie deliberazioni sulla viabilità, sull’adesione del
Comqne al comprensorio di Pinerolo.
I pareri discordano invece quando si
giunge alla determinazione dei prezzi per
usufruire della mensa scolastica. Unanimità per il prezzo di lire 250 per tutti gli
alunni che frequentano le scuole delTobbligo, divisione per il prezzo di lire 600
per gli alunni del biennio sperimentale.
Tale divisione deriva evidentemente da
un diverso modo di intendere la finalità e
la destinazione delia scuola oltre gli 8
anni di obbligo.
Pareri discordi anche per il proseguimento dell’incarico di custodia degli impianti sportivi e della richiesta del centro
sportivo relativa alla revisione della convenzione per la piscina comunale. Dopo
ampio dibàttito sulla utilità di impianti
sportivi comunali e dei criteri con cui
essi dovrebbero essere gestiti, il Consiglio
delibera la spesa di 4 milioni annui per
il periodo di 3 anni da usarsi per l’acquisto di biglietti gratuiti di accesso agli impianti da parte degli alunni, in particolare per coloro che necessitano di nuoto su
richiesta del medico ortopedico.
Hanno collaborato: Franco Davite,
Dino Gardiol, Giuseppe Platone, Daniela Pons, Teofilo Pons, Liliana Viglielmo, Giovanni Peyrot, Aìb. Taccia.
ASSEMBLEA DI CIRCUITO
Le Assemblee di Circuito previste dalle
nuove Discipline si terranno secondo il
seguente programma:
I CIRCUITO (Val Pellice)
Domenica 9 novembre, a Torre Pellice
nei locali dell’ex Asilo, ore 15.
II CIRCUITO (Val Chisone)
Domenica 2 novembre, a Pinerolo, via
dei Mille 1, ore 15.
III CIRCUITO (Val Germanasca)
Domenica 2 novembre, a Ferrerò, ore
14,30.
COLLOQUIO PASTORALE
Il prossimo colloquio pastorale è stato fissato eccezionalmente il lunecB 10.
Avrà luogo a Villa Olanda con il seguente programma: ore 9,30: culto; ore
9,45: esame del documento di Accra sui
ministeri (introduce Paolo Ricca).
Pomeriggio: problemi del Distretto.
Pinerolo
Domenica scorsa si è tenuto nella sala
di via dei Mille l’incontro preannunziato
dei fratelli della Diaspora. Un buon numero di famiglie della zona FrossascoPiossasco hanno pranzato insieme nei locali del Convitto partecipando al pranzo
preparato con la consueta cura dai sig.ri
Campese.
Nel pomeriggio i partecipanti hanno
sotto la guida dell’anziano Rivoira responsabile della pianura, tratteggiato le linee
di una attività di scuola domenicale e di
riunioni per la loro zona.
Torre Pellice
Cìrcolo Didattico
Il 24 ottobre, nella palestra di Via Filatoio, si è riunita l’assemblea dei genitori per la scuola materna ed elementare che ha provveduto all’elezione del suo
presidente ed alla nomina di un comitato di coordinamento. Sono risultati eletti
presidente il sig. Gianfranco Bovone e
membri del comitato i signori: Michelin
Salomon Elnzo, Dalmas Renzo, Simondi
Edoardo, Chauvie Orlina, Chiavia Paolo,
Giordano Dante, Chiapperò Legger Cecilia, Ribotta Franca, Morel Roberto.
In visita alle valli
Un gruppo tedesco di giovani candidati
al ministerio, della chiesa evangelica del
Württemberg, ha preso contatto, in questi giorni, con alcune iniziative della chiesa valdese alle Valli e con gruppi di base
cattolici nel pinerolese.
I giovani teologi tedeschi, che lasciano
Torre Pellice in questa settimana, hanno
visitato tra l’altro Agape, i luoghi storici
di Angrogna e il Museo valdese. La loro visita si inquadra in un programma di
studio e di preparazione al pastorato. Sulle loro impressioni, che ci hanno rilasciato nel corso di un intervista della nostra
redazione, riferiremo nel prossimo numero.
Ospedale di Pomaretto
Doni per rinnovo impianti alVOspedale Valdese
di Pomaretto.
Costantino Maria, Pinasca L. 10.000; Pasqual
Ida, Pinasca 15.000; Giovanni Sallen, Pomaretto 20.000; Godino-Costantino Yvonne, Torino,
in memoria del marito Sigfrido Godino 25.000.
II marito ed i parenti di
Bosio Alma in Ferrerò
deceduta dopo lungo soffrire il giorno 20 ottobre
1975 all’Ospedale Valdese di Pomaretto, commossi dall’imponente manifestazione di simpatia in occasione del funerale e durante la sua
lunga degenza, ringraziano il personale medico
ed infermieristico dell’Ospedale per le cure assidue ed amorose, il Pastore Sig. Giovanni Peyrot e tutte le gentili persone che hanno circondato d’affetto la loro congiunta, L’A^V.I.S.
locale e l’Associazione Alpini.
Prali, 22 ottobre 1975
« Le T ue consolazioni hanno ralle“
grato Vanima mia » Salmo 94: 19.
Accompagnata da tutto l’amore che ella seppe
dare nella sua lunga vita, è serenamente mancata aH*affetto dei suoi cari
Isabella Peraldo Bert
nata Zorìo Piaret
di anni 95
A funerali avvenuti ne danno l’annuncio le
famiglie Nella con il marito Antonio Revelli e
famiglia. Vera ved. Peraldo Eusebias e famiglia.
Luce, nipoti e pronipoti e parenti tutti.
Piedicavallo, 25 ottobre 1975.
8
8
31 ottobre 1975
vita italiana
a cura di emilio nittì
Aria nuova a Napoli
Moralizzazione e scelte politiche - Che cosa ci si attende dalle ’’giunte difficili”
50 ANNI DI MINISTERO
Un cardinale alla ricerca
di una nuova comunità
« Il PCI ha le mani pulite: quale altro
partito può dire lo stesso? ». Così diceva
un manifesto durante la campagna elettorale e le prime iniziative della nuova
giunta di sinistra di Napoli sembrano
voler sottolineare questo impegno alla
moralizzazione. Della cosa hanno parlato
con toni sempre positivi anche giornali
moderati e borghesi, accreditando l’immagine bonaria e onesta del comunista
nostrano, non si sa bene se con la speranza di condizionarlo o di esorcizzarlo.
Le auto di servizio si muovono solo
per servizio e sono sottoposte a severi
controlli, gli autisti dell'ATAN, utilizzati
come chojfeurs degli assessori e delle loro mogli, sono tornati a guidare gli autobu^ i vigili urbani, distaccati negli uffici pubblici e privati, ora dirigono
U traffico e si sfogano distribuendo laute Aiulte, i galoppini elettorali degli assessori sono stati licenziati, gli schedari
delle raccomandazioni smobilitati; si
stanno stanando i netturbini imboscati
nei vari uffici e addetti a varie mansioni,
per rimandarli a pulire le strade; il telefono di casa ciascuno se lo paga da sé
e sono aboliti i cosiddetti telefoni di servizio.
In una città come Napoli, dove il gusto per l’aneddoto è particolarmente sviluppato, ogni giorno se ne racconta una
su quel che ha detto e fatto di nuovo il
compagno-sindaco.
« ’A scopa nova porta fruscio » si dice
a Napoli intendendo che però dopo un
po’ si guasta. Se il rumore sollevato da
questa scopa nova che è la giunta di sinistra dovesse limitarsi ad atti moralistici, il proverbio sarebbe bene applicato.
Ma la situazione è ben più complessa e
quella moralizzazione è solo im gesto iniziale che deve assumere il significato politico di una radicale svolta dell’amministrazione della città.
L’eredità è pesante e rischiosa: un deficit alle^ stelle, non una lira in cassa e
una città con il più alto numero di disoccupati (128 mila), im numero enorme
di lavoratori in cassa integrazione (10.429),
con la più alta percentuale di mortalità
infantile (54 per mille, media naz. 36,5)
e per malattie infettive; con il più alto
indice di affollamento nelle abitazioni,
con i problemi dell’evasione scolastica e
del lavoro minorile etc. etc.
In una situazione del genere può anche aver deluso qualcuno la relazione del
Sindaco Valenzi che ha presentato, anziché un programma, una « intenzione di
programma ». Anzi sull’espressione ha potuto speculare l’ex sindaco DC Milanesi
(autodefinitosi Sindaco-Manager durante
la campagna elettorale) che ha affermato: « ...se non aveste del sangue imbor^esito avreste compreso che questo era
il momento p^r fare esplodere le contraddizioni _ di cui Sempre parlate ed
avremmo visto i frutti di un grosso piano di azione maturato in 30 anni ».
Ma il problema di Napoli è (enormemente aggravato) il problema di tutte le
giunte difficili che mancano di una magmoranza assoluta e stentano a ricevere
rondi dal Governo centrale. Non a caso,
fin dall’ipotesi di amministrazione Galasso, Gava aveva dichiarato che « senza la
pC la_ giunta cadrà sul bilancio ». È una
situazione di néatfo” dalla’'quale si può
sottrarci solo lasciando aperte le possibilità di collaborare con altre forze democratiche, attraverso un programma
non rigido e, d'altra parte, garantendosi
dal pericolo trasformistico attraverso il
comvolgimento della popolazione alle
scelte politiche, valorizzando i Consigli
di quartiere. « Non vi nascondiamo — ha
detto Valenzi la nostra intenzione di
dare ai consigli di quartiere réspxmsabiUtà ffiù làrghé è; coiisisténti più possibilità di ^movimento e di intervento per una
partecipazione di massa alla gestione
della cosa pubblica ».
F tempo
di rinnovi
e di abbonamenti
Ma Milanesi ha osservato che « questo
metodo non può essere soddisfacente, è
un metodo del lungo ciclo mentre si devono affrontare problemi che hanno una
distanza più ravvicinata ».
Qui è la diversità tra un sindaco-manager e un sindaco-compagno ovvero un
compagno-sindaco; le difficoltà, inevitabili sul piano dei rapporti con il governo,
non possono essere superate se non in
un programma portato avanti con metodi nuovi, anche se « di lungo ciclo ».
Intanto qualcosa si farà e la piena utilizzazione dei fondi già stanziati e inutilizzati per la trascuratezza della precedente amministrazione (120 miliardi solo
per l’edilizia abitativa) e il recupero di
infrastrutture male impiegate (per es. la
valorizzazione delle Tramvie Provinciali
e la « bonifica » della loro amministrazione) sono i primi impegni significativi. La
realtà è che i cambiamenti che si stanno
operando in Napoli e in Italia dopo il 15
giugno sono qualcosa di ben più profondo e duraturo della moralizzazione di cui
tanto si parla, anche se non può compiersi senza di essa. Questa giunta (e le altre
nelle sue condizioni) cadrà pure sul bilancio, ma avrà dato prova che si può
amministrare Napoli con i Napoletani e
che anche a Napoli si possono realizzare
cose diverse che non siano solo speculazione e clientelismo.
Domenica 5 ottobre, nella cattedrale di
Torino, in una semplice inquadratura costituita in massima parte da gente « cosiddetta umile», fra un pan numero di
sacerdoti, professori e missionari. Michele Pellegrino ha celebrato i suoi 50 anni
dalla consacrazione al ministero pastorale e i suoi 10 anni di episcopato.
Ho voluto assistere o meglio partecipare a questo atto di riconoscimento del
servizio, che quest’uomo ha compiuto nel
nome del Signore ed alla preghiera d’intercessione, che dal cuore di molti è salita verso Dio.
È evidente che per noi Valdesi, come
per tutti i Riformati, la responsabilità
della predicazione dell’Evangelo e della
guida delle comunità è fortemente affidata alle comunità unite da un vincolo
sinodale, ma questo principio non deve
impedirci di sapere lodare i doni del Signore in chi ha un’altra concezione della
guida della chiesa. E i doni, che Michele
Pellegrino ha dato generosamente e coraggiosamente in questi anni, sono notevoli. La sua seria opera di ricerca e di
diffusione degli scritti e del pensiero di
S. Agostino ci trova sensibili e riconoscènti: non si passa mai invano il tempo col vescovo d’Ippona!
Ma dai libri Pellegrino è uscito verso
il Concilio, del quale ha percepito gli
echi e gl’impulsi per una chiesa, che viva come « popolo di Dio » ed ha vissuto
il travaglio di tanti uomini, laici o sacerdoti, della sua diocesi. Ed è uscito altresì
sulle piazze; schierandosi, in questa travagliata città, con gli operai, quando disoccupazione e incertezza li minacciavano. Nella pastorale « camminare insie
la settimana internazionale
a cura di tullio viola
CAPITALISMO SPAGNOLO
I segni indicatori d’una futura, profonda crisi di regime si moltiplicano all’orizzonte della tragica storia di Spagna.
Ed anzi la crisi sembra profilarsi ormai
non più lontana, a causa dell’invecchiamento e della cattiva salute del dittatore, ormai in coma.
Vogliamo oggi gettare un rapido sguardo su un aspetto della situazione economica spagnola.
« Alle spalle di politici e militari c’è la
vera oligarchia del potere, le cento famiglie che dominano da sempre l'economia spagnola nelle banche, nell'industria,
nell’agrieoi tura.
La Spagna, che non è considerata fra
i paesi a più alto sviluppo industriale,
piazza otto banche fra le prime cento del
mondo (l’Italia ne ha nove). Le dirigono
uomini d’incalcolabile potere: Luis Aguirre Gonzalo, presidente del Banco Español de Credito, è il più importante e ascoltato; quasi altrettanto eminenti, Luis Coronel de Palma, governatore del Banco
de España, Emilio Botín, presidente del
Banco de Santander, e gli Urquijo cattolico-nazionalisti duramente conservatori
e padroni della più forte banca industriale.
Fra i latifondisti del sud, ai vecchi nomi dei B'ohorquez, dei Domecq, degli
Osborne, produttori di famosi brandy e
jerez, allevatori di tori sempre meno forti, si sono aggiunti gli uomini più legati
al capitale americano: pqr es. Ruiz Mateos, divenuto in pochi anni uno dei maggiori monopolisti del mercato del vino
pregiato, e José Solìs, il ministro che, insieme col fratello Domingo, controlla una
grossa fetta del mercato dell’olio.
Fra gl'industriali, i Fierro e i Barreños,
grossi nomi della Castiglia, contano poco meno degl'imprenditori catalani, i più
attivi e moderni del paese. Sánchez Cortéz, presidente della Seat, la Fiat spagnola, è uomo più potente di qualsiasi ministro, tanto che, quando ha voluto, ha
sistemato al ministero delle Finanze il
suo vicepresidente Rafael Cabello de Alba. Antonio Garrigues Walker è il capo
di un clan che ruota attorno alla Liga financiera catalana, il cui capitale è posseduto in maggioranza dalla Chase Manhattan Bank e da David Rockefelter. ,
La famiglia Garrigues Walker è imparentata con i Rockefeller e, come altri industriali catalani, è fautrice di una limitata democratizzazione. Costituisce una
vera e propria corrente del capitalismo
spagnolo, rappresentata sul terreno politico dal fratello di Antonio, Joaquin, e definita “derecha civilizada’’ ( = destra ci
vilizzata), in evidente contrasto con quella “da civilizzare", che è l’ampia maggioranza ». (Da un articolo di Gian Piero Dell’Acqua, su « Panorama » del 9.10.’75, col
titolo: « Dietro il boia »).
RAPPORTI FRA GERMANIA
OCCIDENTALE E SUDAFRICA
Il « Quotidiano dei Lavoratori » (del
21.10.’75), organo di « Avanguardia Operaia », ha pubblicato un « comunicato dello “Swapo” ( = Movimento di liberazione
per l’indipendenza della Namibia dal SudAfrica) sui rapporti tra la Rft ( = Repubblica federale tedesca, cioè Germania occidentale) e il Sudafrica». Nel comunicato si leggono interessanti informazioni
sulle ragioni delle « dimissioni del generale Rail da rappresentante della Rft nel
Comitato Militare della NATO ».
« Lo Swapo ha ripetutamente denunciato sia al governo della Rft che al Segretario Generale della NATO, Joseph Luns,
i rapporti tra il Sudafrica e la NATO da
un lato, e il crescente impegno economico e militare della Rft in Sudafrica dall’altro.
Le denunce sono state confermate dalla visita del Rail in S. Africa è in Namibia (ottobre 1974), e dai suoi incontri con
il Dr. A. J. A. Roux, presidente dell’Ente
Sudafricano per l’Energia Atomica e della Compagnia per l’Arricchimento dell’Vranio (Uranium Enrichment Corporation)
(...).
La Namibia, che è,, occupata militarmente e illegalmente dal S. Africa, è direttamente coinvolta nei contatti fra la Rft,
la Nato e il S. Africa. Una sottostazione
di comunicazioni a Walvis Bay fa sì che
la costa namibiana sia integrata nel potente sistema difensivo e per le comunicazioni, costruito a Silvermine (prov. del
Capo, S. Africa) con la collaborazione della NATO.
L’impianto per l’arricchimento dell’uranio a Pelindaba, sviluppato con la totale
collaborazione e assistenza della Società
per la Ricerca Nucleare, di proprietà tedesco-’occidentale, e della Steag (una società controllata dallo stato della Rft),
lavorerà grandi quantità di uranio estratto dalle miniere di Rossing in Namibia ».
La suddetta visita del Rail « sottolinea
il ruolo della Rft come avanguardia della
strategia S. africana, per promuovere legami economici e militari più stretti con
l’Europa ». Perciò « le dimissioni del Rail
non sono sufficienti a eliminare i timori
dei movimenti di liberazione dell’Africa
australe di fronte alla complessa rete di
rapporti e di collaborazione che si è creata fra il S. Africa e la Rft ».
me » ha riunito le voci di uomini di pensieri diversi e non di rado contrastanti,
le ha udite e ne ha cercato di trarre una
voce comunitaria.
Di ogni uomo si possono notare le
manchevolezze e fare una biografìa diversa dalla vera a forza di condizionali
e di presupposti teologici o politici. Le
« sintesi » sono sempre pericolose perché
costringono gli uomini a rinchiudersi in
qualche sistema ecclesiastico o no. Ma
né sintesi, né sistemi né fazioni devono
e possono impedirci di pensare al vescovo Pellegrino come a colui, che non ha
aggiunto scomuniche a scomuniche, né
invocato repressione su repressione, che
ha resistito a non poche pressioni e che
ha accolto, con Bettazzi, in Torino anni
or sono quel convegno, nel quale fu attentamente studiato il confronto fra l’Evangelo e i movimenti di liberazione afroasiatici e nel quale le voci di Giorgio Casalis, Enzo Enriques-Agnoletti, Enrico
Chiavacci, Raniero La Valle, Tullio Vinay e di tanti altri laici o non laici richiamarono all’azione per la liberazione
del Viet-nam.
In questa prospettiva ricordiamo ai
lettori alcune note del discorso del vescovo torinese. Nella grave situazione di
una Torino in continua tensione non è
facile rendere testimonianza alla verità,
in un cammino, che va verso il Regno,
ma passa attraverso opposizioni, contraddizioni, ma il dovere di ogni cristiano è fatto di coraggio o non si attua in
nessun modo.
In un’epoca, nella quale la chiesa tende
a ridiventare « piccolo gregge » e milioni
di uomini passano accanto all’Evangelo
indifferenti o sordi in un rifiuto consapevole o inconsapevole, l’annunzio del Cristo crocifisso e risorto deve, nella vita
dei credenti, diventare strumento di vita
e di speranza. Ma la durezza del compito non può distruggere l’allegrezza dello
spirito che accompagna ogni predicatore.
Per lui, in un momento così delicato
del suo apostolato, come per tutti noi la
visione della città, mossa dall’amore di
Dio, possa essere motivo di fedeltà nel
tempo, ancora breve o lungo, del nostro
pellegrinaggio. Carlo Gay
Flash sulla stampa
mondoperaio
« Esiste una dottrina marxista dello
Stato? » è il titolo di un saggio di Norberto Bobbio apparso sull’ultimo numero della rivista ’Mondo operaio’. L’articolo sembra destinato ad aprire un dibattito aU’interno della sinistra. N. Bobbio si scaglia contro la pietrificazione e
la divinizzazione del marxismo per ima
reale comprensione della realtà politica
di oggi. Gli interrogativi che egli pone
e le sue spregiudicate affermazioni (« Ci
sono marxisti che non hanno crisi e che
riescono sempre a trovare una frase di
Marx o di Engels o di Lenin ’un tempo
anche di Stalin’ per far combaciare la
realtà ribelle con la docile teoria ») vogliono rimettere in discussione l’uso che
oggi si fa del marxismo e da quell’uso la
sua utilità. Una volta di più, la rivista
socialista, affronta con chiarezza temi
ideologici senza schemi stereotipati o
dogmatismi di maniera. Tuttavia l’effervescente e stimolante dibattito non si accompagna con ima prassi (quella del PSD
altrettanto coraggiosa e scevra da compromessi. Porse è una ricerca d’identità...
Comitato di Radaiionoi Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Nito De
MIchelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Toum, Tullio Viola.
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