1
ECO
DELLE miLI VALDESI
biblioteca VALDP<!c
^OMB PELLICE ®
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno Xf.VI - Niini. 17
Una copia Lire 40
ABBONAMENTI
j Eco: L. 2.000 per Tinterno
\ L. .3.000 per l’estero
Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo bis
Cambio di indirizzo Lire 50
TORRE PELLICE — 2« Aprile 1966
Amrain. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Una bella opera nostra fra passato e avvenire
L ^ospedale
valdese
di Pemareite
La sera del 4 aprile un folto gruppo
di amici si riuniva alTOspedale Valdese di Pc maretta per il commiato affettuoso da Suor Arcangela Ferrara,
la diaconessa direttrice delTOspedale
stesso, che lascia il suo lavoro per un
meritato riposo. A nome della Comunità di Pomaretto, e a nome della
OIOV, il Pastore Bouchard e il Presidente Prof. A. Armand Hugon rivolgevano a Suor Arcangela le espressioni della più viva riconoscenza, per il
lungo servizio prestato con abnegazione ; e veniva rilevato in tale occasione
come proprio in occasione della partenza della direttrice, si stavano per
iniziare i lavori di ricostruzione delTOspedale, e come l’opera di « servizio », di cui oggi tanto si ha bisogno,
avrà modo di esplicarsi più che mai
nell’ospedale rammodernato.
Questa volta infatti il lavoro di cui
si parla da molto tempo verrà eseguito. Coloro che hanno seguito il problema, ricorderanno come da parecchi anni si stia parlando della necessità di un ammodernamento del ncv
stro vecchio ospedale ; le sue condizioni di salute sono infatti precarie da
molti anni, e le commissioni della
CIOV non hanno mancato di esaminare in ogni aspetto il problema della
ricostruzione; se ne sono occupati anche i nostri sinodi e le conferenze distrettuali a diverse riprese, e con diverse prospettive di soluzione.
I problemi erano e sono tuttora di
due ordini: quello finanziario, ovviamente che è sempre il problema cruciale di tutte le nostre istituzioni, e
quello della funzione dell’ ospedale
stesso, da un punto di vista sociale e
come istituzione valdese nella Valle
del Chisone.
Per quanto riguarda il problema finanziario, è stato a suo tempo richiesto, sollecitato più volte ed anche lasciato sperare il contributo statale:
questo in base a leggi esistenti, ma
non sempre confortate dal corri^wndente finanziamento... Sicché, dopo
molte fatiche e speranze, l’attuale
commissione CIOV ha lasciato da parte l’ipotesi del sowenzionamento star
tale, e in correlazione aU’urgenza ormai improrogabile dei lavori (o rimodernare o chiudere ! ) si è rivolto al
finanziamento bancario a buone condizioni che con la sua tempestività
assicura anche la rapida realizzazione dei lavori.
Circa la funzione delTOspedale di
Pomaretto, unico ospedale di tutta la
Val Chisone e Val Germanasca da Pinerolo in su, la Commissione non ha
esitato a riconoscerne la validità sociale e umanitaria; mentre si è sentita investita di un preciso mandato
come responsabilità valdese nella zona.
Abbandonare l’Ospedale di Pomaretto,
cioè chiuderlo, significa evidentemente
rinunciare a una delle nostre testimonianze più valide e concrete proprio in
OGGI
quel campo delTassistenza sociale oggi
tanto sensibilizzata; in altri termini,
si è pensato ohe anche l’Ospedale rappresenta dal punto di vista valdese
una posizione, a cui sarebbe tror"oo
duro o insensato dover rinunciare.
A complicare tutta questa problematica è venuta ad un certo momento ad
aggiungersi la preventivata riforma
ospedaliera, che potrà anche essere attuata prossimamente, e che forse muterà anche la fisionomia o le possibilità dei nostri ospedali.
E si aggiungano le difficoltà di reperimento del personale e degli infermieri;! problemi concernenti Teflìcienza tecnica di un ospedaletto come sarà
il nostro, ecc. Si avrà un quadro dei
dilemmi su cui la Commissione ha
molto a lungo discusso e ponderato,
prima di decidere, e che qui sono onestamente esposti, e indicati anche alla
responsabilità della popolazione valdese più direttamente interessata.
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
"Sono ì nostri IraloHì che nccìdiamn”
Nel Vietnam del Sud infuria una guerra civile, sle tre grandi forze in campo sono: M governo di Saigon, che si regge solo grazie alle forze americane ed|4;
è sostenuto dal settore più retrivo del cattolicesimo*’
vietnamita; il Vietcong, appoggiato da Hanoi e Pechino; il movimento dei buddisti progressisti, che si
pone a paladino dell’indipendenza nazionale. Intanto l’escalation statunitense accentua i bombardamenti sul Vietnam del Nord, senza per questo far
mollare di un pollice gli avversari, la situazione
si deteriora. E’ stato pubblicato, sul londinese « Sunday Times », il primo studio dettagliato sul costo di
questa guerra, compiuto da un gruppo di economisti
indipendenti guidati da William Bowen. Ecco alcuni
dati: con 235.000 uomini impegnati, Washington spen.
de annualmente 8 mila miliardi di lire ; ogni soldato
costa annualmente circa 4 milioni; i caccia-bombardieri « F-4C » costano 1 miliardo 200 milioni di lire
ciascuno: nel 1965 ne sono stati abbattuti 215 (più
177 eUcotteri); ogni mese devono essere trasportati
-in Estremo Oriente 700 mila tonnellate merce per
gli approvvigionamenti. E'ie perdite umane? è la
rovina agricola, economica, spirituale^ del paese distrutto e avvelenato dagli odi? La situazione poUj
tica e umana è decisamente sfuggita ai governanti
americani, anche se il Pentagono pesa ancora con
tutta la sua superiorità militare. L’appello che segue
è stato lanciato dal Movimento Internazionale della
RiconcUiazione : lo pubblichiamo — anche se la prima parte ci pare troppo ottimistica e discutibile il
« fronte religioso » — perchè costituisce uno sforzo
reale di obiettività; i lettori ricorderanno che, Testate scorsa avevamo pubblicato il rapporto redatto da
una commissione del M.I.R. che aveva visitato il Sud
e il Nord Vietnam, e un articolo dì André Troeme
che aveva partecipato a tale missione.
A nessuna generazione è stata cilmostrata
così chiaramente come alia nostra 1 interdipendenza tra tutti gli uomini. Qualsiasi ragione possiamo avanzare per gli assassini che
commettiamo — nel Vietnam o altrove —
sono i nostri fratelli quelli che uccidiamo.
Anzi sono più dei nostri fratelli — sono
noi stessi e i nostri figli, perchè finché non
troviamo altri mezzi che la guerra per risolvere i nostri problemi umani, noi distruggiamo l’avvenire nostro e il loro.
Noi che firmiamo questa dichiarazione
siamo stati forzati a parlare della tragedia del
Vietnam dalTincapacità dei governi a por
fine a questo terribile conflitto. Ma non
pensiamo soltanto al Vietnam, ma a tutto il
nostro mondo inquieto, straziato da ideologie
e ambizioni contrastanti, delle quali il Vietnam è l’attuale simbolo. Noi che in vari modi abbiamo assunto la responsabilità terribile di esprimere la coscienza umana, dobbiamo parlare, eltrimenti parleranno le pietre.
Noi conosciamo le pretese delle due parti
nel conflitto Vietnamese. Ognuna orofessa la
propria rettitudine morale. Gli Stati Uniti e
i loro alleati dichiarano la loro decisione di
arrestare ciò che essi chiamano « la spietata
aggressione dei comunisti » per difendere la libertà sia per il Vietnam, sia per il
mondo intero. Il Nord Vietnam, il Fronte di
liberazione del Sud Vietnam e la Repubblica
Popolare della Cina proclamano altrettanto
vigorosamente la loro intenzione di respingere « gli spietati imperialisti americani » in
difesa del diritto dei Vietnamés! di governarsi da soli, e a favore di tutte quelle nazioni che aspirano alla « liberazione nazionale ». Ogni parte respinge con sdegno le
pretese dell’altra, e mette in ridicolo la possibilità che il suo antagonista sia sincero.
Noi non mettiamo in dubbio la sincerità
di alcuna delle due parti. Al contrario, Tappassionata convinzione che ogni parie ha della propria ragione, ci turba. La loro deter
minazione sembra non avere alcun limite; per provare la validità della propria
causa, ognuno sembra deciso a rischiare l’ultimo conflitto nucleare e a mettere a repentaglio Tavvenire della razza umana.
Indifesi abitanti di villaggi del Vietnam,
incapaci sia di scappare, sia di difendersi, so.
no tallonati dai bombardamenti da una parte, e dal terrore dall’altra. Per loro la guerra
è divenuta un modo di vivere che domina
■ le loro risaie e i loro mercati, rendendo vedove le loro mogli e orfani i loro figli, facendo di tutta la popolazione degli ostaggi del
terrore. In queste circostanze, le richieste
delle due parti divengono uno scherno alle
nobili parole che usano. Libertà e giustizia
sono a prò degli uomini; esse non vengono
raggiunte col tormento inflitto agli uomini,
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
SEMPRE PIU’ NUMEROSI
I CRISTIANI NORDAMERICANI
IN DISSENSO
CON LA POLITICA JOHNSONIANA
Non siamo
d’accordo
Le Chiese americane continuano a interessarsi intensamente alla politica internazionale
del loro governo e in particolare alla situazione nel sud-est asiatico.
A New York, la commissione ecumenica
della Chiesa presbiteriana unita negli USA
ha deciso, il 22 marzo, di creare un comitato
per le relazioni con la Cina. « incaricato di
studiare la situazione di questo paese, quella
della Chiesa in Cina e i rapporti cino-americani ». Questo comitato sarà composto di cristiani che conoscono bene l’Asia orientale, di
specialisti in questioni cinesi e di esperti in
problemi internazionali.
A Elgin, invece, si è riunito 11 25 marzo
il comitato centrale della Chiesa dei Fratelli
negli USA (che conta circa 200.000 membri). Esso ha votato due dichiarazioni, una
sulla Cina e una sul Vietnam. Nella prima è
detto: «E’ tempo che gli S. U. normalizzino le loro relazioni con la Repubblica popolare cinese ». Affinchè si instaurino «relazioni internazionali pacifiche, è necessario
che tutte le grandi potenze siano accolte nella famiglia delle nazioni ». Perciò «chiediamo
alla nostra nazioni di procedere a una revisione radicale della sua politica»; e si propone al governo federale : che riconosca la
Repubblica popolare cinese; che vegli a rista,
bilire la possibOità di viaggi, visite, scambi
culturali, relazioni commerciali nei settori
non-strategici, di collaborazione nei settori di
interesse comune; che appoggi l’ingresso del.
la Repubblica popolare cinese all’ONU; che
associ la Repubblica popolare cinese ai negoziati internazionali concernenti il disarmo, la
non-proliferazione degli armamenti nucleari e
la soppressione degli esperimenti di armi nu.
cleari; inoltre il comitato chiede al governo
di prendere l’iniziativa di negoziati relativi
alla posizione di Formosa sul piano internazionale, e di richiedere il ritiro dede truppe
cinocomuniste dalle isole Quemoy Matsu.
A proposito del Vietnam è stata approvata
un’altra dichiarazione che protesta contro la
politica d'escalation seguita dal governo ame.
ricano; contro la sua ripresa dei bombardamenti, i metodi impiegati nel distruggere le
colture e le riserve alimentari, i suoi continui
rinforzi di truppe e di materiale, la sua resistenza a qualsiasi negozialo diretto con il
Fronte nazionale di Liberazione. Il comitato
centrale chiede con insistenza al governo americano di considerare favorevolmente questi
punti : tregua, ad es. sotto controllo delle
N.U.; convocazione immediata della Conferenza di Ginevra sul Vietnam; partecipazione
del Fronte nazionale di Liberazione ai negoziati di pace; primo ritiro delle truppe americane; e infine che il governo USA riconosca la Repubblica popolare cinese e ne favorisca la presenza aU’ONU; che contribuisca
alla ricostruzione sia del Nord che del Sud
Vietnam.
Queste dichiorazioni sono pure sottoposte
dal comitato aUe comunità, che sono invitate
in modo particolare a studiare, nel quadro
della fede cristiana, i problemi morali posti
dalla guerra; a formulare in comune il loro
punto di vista sulla situazione vietnamita e
a diffonderlo; a incoraggiare i pubblici dibattiti al riguardo; a testimoniare pubblicamente in favore di una pace immediata ed
equa nel Vietnam.
(soepi)
graxte a voi
¡1 progetto del nuovo
edificio redatto dnlVarchiletto Enrico Vny. In
occasione della « dome
nii',1 della famiglia » ih
maggio) Ih Tavola invila le comunità valdesi,
in parlicolarc alle Valli,
a dedicare la loro collctta alla ricostruzione
di quest’opera.
OOMAMI
2
—\s. 2
N. 17 — 28
■'ile 1966
L'OSPEDALE VALDESE DI P O M A R E T T O Attività della «Pro Vallb
Festeggiata
Suor Arcangelo Ferrara
Una delle attuali corsie
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
L’attività dell’Ospedale di Pomaretto ebbe inizio nel 1828, due anni dono
quello di Torre Pellice, e come succursale di esso : era la casa di Pietro Grill
che aveva servito da « base », ma dieci
anni dopo era già terminata la costruzione dell’edificio appositamente edificato. Nel 1875 essa aveva 12 letti con
un totale di 91 ricoverati; nel 1882
essi erano saliti a 120, nel 1943 salirono a 162, a 225 nel 1963. Nessuno mette
in dubbio refflcacia e l’utilità dell’Ospedale nei decenni scorsi : ma oggi
le attrezzature, i locali, gli impianti,
tutto l’edificio deve essere rimesso in
efficienza, ammodernato e completato.
Il progetto, redatto dall’architetto
Enrico Vay, prevede diversi lavori:
anzitutto la demolizione dell’attuale
corpo di fabbricato rustico destinato
a legnaia, lavanderia e deposito, con
la ricostruzione di un’ala nuova destinata ad accogliere la nuova lavanderia
e la sala mortuaria al pianterreno, la
sala operatoria al primo piano, il reparto maternità al secondo. L’attuale
fabbricato verrà ampliato al nord con
un’ampio corridoio che disimpegnerà
molti locali attualmente inutilizzati, e
darà l’accesso, al pian terreno, ai locali di direzione e segreteria, all’ambulatorio, al gabinetto radiologico, alla
cucina ccn ampia dispensa; al primo
e al secondo piano (serviti anche da
ascensore e montacarichi), alle corsie
e alle camere private. Ad ogni piano
troveranno luogo un’ampia sala di soggiorno e una cucinetta.
Il personale troverà la sua sistenaazione in camere ricavate nel terzo piano del fabbricato, nell’ala di nuova costruzione.
In totale, il numero dei letti passerà
da 36 a 46 e l’ospedale assumerà la fisionomia di una piccola clinica modernamente attrezzata. l lavori che hanno inizio in questi giorni, sono .stati
affidati alla ditta Fossati, di Villaretto Chisone.
A quanto ammonta la spesa di questi
lavori? Siamo nell’ordine del centinaio di milioni di cui 80 destinati alla
muratura e il resto all’attrezzatura,
qualora si voglia sfruttare una, parte
degli attuali arredi ancora utilizzabili
( e l’ideale sarebbe rinnovare il tutto ! )
Si tratta di una cifra notevole, in parte finora sostenuta dalla generosità
degli amici italiani e stranieri o dalle
lunghe economie della CIOV. Certamente la Commissione si ripromette
molto dall’interessamento fattivo degli amici vicini e lontani, dal senso di
responsabilità dei valdesi più direttamente interessati, daH’impegno pratico nel campo sociale che la generosità cristiana vorrà suscitare in Italia
e all’estero.
E’ con questi intendimenti e con
tale speranza che la CIOV si è messa
all’opera: non lasciatela sola!
Prof. Augusto Armand-Hugon
presidente CIOV
Recentemente all’ospedale di Pomaretto è stata festeggiata Suor Arcangela Ferrara, da oltre un trentennio
all’opera presso il nostro ospedale:
novizia nel 1928 a Pomaretto. sotto la
direzione di Suor Susanna Beux, ha
trascorso un periodo a Milano, al Rifugio di Luserna S. Giovanni, la quasi
totalità della sua missione l’ha svolta
qui. Ad esprimerle il plauso riconoscente per l’opera compiuta c’era il
presidente Liella CIOV Prof. ArmandHugon, il dr. Italo Mathieu come
membro della commissione, il Dott.
Quattrini che ha collaborato per oltre
un trentennio con la Suora, specialmente per avviare il reparto della Maternità, il personale deH’ospedale diretto dalla Sig.na Malan, il gruppo dei
fedelissimi al culto dell’ospedale, la
corale al completo. Messaggi sono sta.
ti rivolti all’indirizzo della Suora per
ricordare la sua opera da parte del
Presidente, dei Dott. Mathieu e Quattrini nonché del Pastore locale.
Si è ricordato in tale occasione il
servizio umile, silenzioso, tessuto di
sacrificio delle nostre diaconesse, unito al senso del risparmio e dell’interesse per gli Istituti, senza accampare
diritti. Dai vari interventi è stato formulato l’augurio che la prossima direzione deH’ospedale possa rispondere
al requisito d’una autentica testimonianza evangelica per i futuri ospiti,
dove la fede si irradia in un clima di
amore alimentata da una vita spirituale in comune col personale, in cui
la preghiera e la lettura della Bibbia
hanno il loro posto essenziale. Un edificio rifatto a nuovo e con i requisiti
della tecnica moderna, ma senz’anima,
renderebbe vano lo sforzo enorme
compiuto dalla Commissione per ridare una veste nuova airedificio.
A Suor Arcangela la CIOV e la comunità di Pomaretto hanno offerto
un segno di affetto e di viva riconoscenza; siamo lieti di formulare il nostro augurio migliore per un lungo
riposo invocando su di lei l’assistenza
dello Spirito del Signore.
L’ospedale ha chiuso i suoi battenti
in questi giorni: la CIOV attende le
offerte generose dei pomarini per la
sua ricostruzione, nonché quelle di
tutte le parrocchie delle Valli.
G. B.
La Com-nissione « Pro Valli », nella sua seluta del 9 corr, ha assunto le seguenti deliberazioni ;
1) Ha approvato il rendiconto della erogazione di alcuni sussidi a favore di operai
disoccupati, particolarmente bisognosi, i cui
nominativi le erano stati segnalati dai Concistori.
2) Ha disposto di interessare alcuni docenti, particolarmente qualificati, per un
maggior incremento all’insegnamento del
francese nelle valli Valdesi.
3) Ha stabilito di invitare gli insegnanti
delle scuole elementari, tuttora privi di sussidi comunali, a presentare la solita relazione annua sull’attività da essi svolta (anno
scolastico 1965-66): disponendo per la concessione dei premi di incoraggiamento.
4) Ha approvato la spesa per i restauri
del tempio del CIABAS. effettuati coll’interessamento del Concistoro di S- Giovanni.
5) Ha rilevato che mancano ancora circa centosessantamila lire per coprire la sola
spesa di acquisto del secondo lotto della
GIANAVELLA (recentemente valorizzata con
opportuno rimboschimento, impianti idrici,
opere murarie ecc.) decidendo di fare pertanto un ultimo appello per la completa realizzazione della suddetta iniziativa.
6) Ha ordinato di rendere noto che si
cercano acquirenti di terreni in frazione
« Ghigo » di Frali e in Angrogna, in zone
panoramiche, accessibili con mezzi motorizzati, invitando chi vi abbia interesse a rivolgersi alla Segreteria della « Pro Valli »
che darà gratuitamente le opportune informazioni.
La Pro Valli
uiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiimiiimiiiiiiiiiiiiimimiiiiiiiiiiii
In margine alla visita di Gromiko in Vaticano
I rapporti fra Santa Sede e Unione Sovietic
f
Se l'ultima visita di una personalità ufficiale russa in Italia risale al tempo di Cicerin
nel lontano 1920 (al tempo della famosa Conferenza di Rapallo), per quanto riguarda il
Vaticano bisogna risalire molto indietro nel
tempo, alla Russia imperiale. Russia e Chiesa
Cattolica non sono mai andate d accordo fin
dal secolo nono. Nella storia del Medio Evo
è un alternarsi di dispute e tentativi per
guadagnare la Russia alla Chiesa Cattolica.
Nel 1702 lo Zar Pietro I concedeva libertà
di culto ma non di propaganda religiosa, nel
1719 furono espulsi tutti i gesuiti, rientrarono sotto Caterina II e furono espulsi di
nuovo nel 1826. Il Concordato tra Nicola I
e Pio IX non mutò la situazione, tanto è
vero che al Concilio Vaticano I non poterono
partecipare i presuli cattolici russi. Uno degli ultimi rappresentanti ufficiali zaristi presso la Santa Sede, Mayerdoff, fu addirittura
messo alla porta dal Vaticano, nel dicembre
del 1865. Le relazioni diplomatiche tra Russia e Santa Sede ripresero dal 1893 al 1917
(sempre difficili e in un clima di diffidenza
ed equivoco), poi fu la Rivoluzione Russa.
I primi contatti con la nuova situazione
la Santa Sede li prese attraverso mons. Edward van der Ropp, arcivescovo in Bielorussia, il quale divenuto membro della Duma (Parlamento) intavolò trattative con il
governo di Kerenski. Scoppiata la Rivoluzione d’Ottobre fu arrestato e condannato a
morte e salvato in extremis da un intervento di mons. Achille Ratti (poi Pio XI) allora
visitatore apostolico per la Polonia, Russia e
Paesi Baltici. Invitato a recarsi a Mosca dall'allora ministro degli esteri Cicerin. mons.
Ratti rifiutò perchè il governo rivoluzionario
Come è noto, è giunto a Roma in visita ufficiale Andrei Gromiko,
Ministro degli Affari Esteri dell’Unione Sovietica, L’autorevole rappresentante deU’URSS è accompagnato dalla consorte. Si è trattenuto
in forma ufficiale per tre giorni dopodiché si è recato per un breve
soggiorno in forma privata prima a Napoli, Capri e dintorni, quindi
è tornato a Roma. A Intere degli incontri che Gromiko ha avuto con
il governo italiano (ripetuti colloqui con Fanfani alla Farnesina, colazione d’onore in Quirinale ecc.) ha fatto « notizia » la visita di Gromiko con la consorte in Vaticano per un’udienza privata con il Papa;
la visita, ventilata da tempo e mai smentita nè confermata dal Vaticano, ha destato sorpresa e interesse vivissimi. Ci riserviamo di valutarla quando si^sia (se lo si sarà) in possesso di particolari. Pubblichiamo intanto, a titolo documentario, un ampio servizio spéciale che
l’agenzia-stampa « Religioni oggi », nel suo bollettino del 15 aprile,
pubblica su « I rapporti tra S. Sede e Unione Sovietica », alla vigilia
della « storica » visita.
Offerte per la ricostruzione e
rammodernamento dell’ospedale
Pubblichiamo l’elenco dei generosi
donatori, a cui esprimiamo pubblicamente la nostra viva riconoscenza.
Ogni dono, grande o piccolo, sarà accettato con gratitudine dalla CIOV,
Via Roma 3, Torre Pellice (Torino),
c.c.p. 2/27051.
In memoria:
del figlio Enrico. Tron Clotilde ved. Gay
L. 100.000: del rag. Rostagno Levi, Gay avv.
Cesare 50.000; nel 20» anniversario della
morte del fratello Adolfo caduto il 4 11.1944,
Serafino avv .Ettore 20.000; del rag. Rostagno Levi, Avondetlo Federico 50.000: di
Fernando Pellegrini, Botturi dr. Guido
1.000.000: di Suor Lidia Pasquet. N. N.
500.000: dei pastori Moreschini e Paolo Bosio. De Vito Carmine 1.000: del conte Paolo
Gerbi, Ghigo Erminia 100.000; dei loro cari,
Avondetto Federico e Laura 50.000; ricordando la mamma, Avondet Irene 1.000; della mamma. Biglione Eunice 25.000; di Ntcmi Grisct e Simonetti, Griset Emanuele 50
mila; dei suoi cari. Don Margherita 2.000:
di Alfonsina Grill. Coueourde Lucia 1.000.
Offerte diverse:
Chiesa Valdese di Angrogna S. Lorenzo
L. 5.000; Unione Femm. Angrogna Capoluogo c Serre 10.000: Chiesa Valdese di: Bergamo 35.000; Brescia 15.000; Campobasso
8.000; Colleferro 2.000: Ferentino 1.500;
Li\orno 6.000: Lueea 5.000: Napi)li 10.190,
Rimini 2.500: Rio Marina 2.000: Rodoretto
80.500: Sampierdarena 5.000: Venezia 8.000;
Viglielmo Beniamino 1.000.000; Costantino
Alessandro 130.000; N. N. di Pomaretto
5.000; N. N. 5.000; Grill Elena 1.000: Colletta alla riunione del XV Agosto 1964 ai
Boschi di Pomaretto 200.000; I Pellegrini
Valdesi del Sud America 100.000; Gomitò
E.P.E.R. de Berne 1.011.630: Famiglia Agnelli 5.000.000; Direzione FIAT 5.000.000;
Union des Vaudois du Piémont et d’Italie
20.020: Guldbransen Ib 10.000; Durand Cesarina 3.000; Invernizzi Gustavo 10.000; Benyr. ricord, la nostra Jenny 5.000; Gasparotto
Giuseppe 10.000: May William 20.000; Garro Beniamino 5.000: Luzzani Angelo 3.000;
Manfrini Libera 10.000; Godine 5.000; Baidoni R. 10.000; Maurin Elena 2.000; Brofferio Gemma 3.000; Rol Franco 1.000: Monnet C. M. 5.000; Jayme Luisa 1.500; Rostan dott. A. M. 1.000; Menotti Otello
2.000: Pinna Morello 1.000; N. N. 1.500;
Michelin Lausarot Edoardo e Laura 20.000;
Michelozzi Uliana 500; Mathis Giovanni
3.000; Galante Bruno 1.000; Unione Femminile Cucito San Remo 11.000; Pascal
prof. Arturo 5.000; Pascal Augusto e Elvira
10.000; Potlio Lydia 5.000; Long Marey Nydia 1.000; Nanni Isabella 3.000; Pascal Alberto e Alba 10.000; Cesarò Giulio 10.000:
Maccagnoni Pompeo 3.000: Ghigou Susanna
1.000: N. N. 1.000; Boesch Pietro 20.000;
Perigozzo Antonio 5.000; Grillo Gabriella
1.000; Balma Alice 2.500; Meytre Arturo
5.000; R. B. 7.000; Dahò Emilia 10.000;
Ponzo Luisa 10.000; Mazzilli Bonetti Pina
5 000- Morello Francesco 10.000; Chauvie
Clementina 1.000: F. V. 200.000: Tron Roman Giulia 2.000; Alberghina Licia 1.000;
Socci Girardet 5.000; Sordiello Vito 3.000;
Sceilcmbaum Irma 10.000; Botti Scaccioni
Linda 5.000: Miegge Lina e Mario 10.000;
Zecchin Nelly .5.000; Catullo Trulli .i.OOO,
Melpignani Irene 500: Bleynat Renato
l.OOO; Bronza Enrico 3.000; Comba Emanuele 1.000; Rostan Stefano Enrico 5.000:
Pellegrini Rivoiro Ugo e Iolanda 50.000.
Fer racqiiisto di nuove attrezzature:
Entraide des Eglises Protestantes Suisses
de Basilea L. 1.437.100; Entraide des Egli«es Protestantes Suisses de Lausanne L. 2 mi*
tieni.
aveva respinto le condizioni che aveva posto: incontrarsi con il clero cattolico e l‘inviolabilità diplomatica.
LA LETTERA
DI BENEDETTO XV A LENIN
Nel 1919 Benedetto XV indirizzò una lettera personale a Lenin per chiedergli più
comprensione per il clero, nel 1920 mons.
Ropp (in quel momento a Berlino) fu incaricato dì intavolare trattative diplomatiche
con il governo rivoluzionario. Furono un fiasco e si arenarono ai primi approcci. Nel
1923 e nel 1924 il Vaticano inviò treni di
soccorso con vìveri per combattere la grave
carestia in Russia e il gesuita padre Walsh
che dirìgeva la missione cattolica fu segnalato dal governo comunista per un'alta decorazione. Il gesuita rinunciò per evitare che
il suo gesto potesse essere interpretato come
un riconoscimento dell'attuale regime russo
da parte del Vaticano. Nel 1922 mons. Pizzardo (poi cardinale) alla Conferenza di Ginevra chiese alle potenze occidentali di non
riconoscere il governo di Mosca se quest'ultimo non avesse garantito la libertà religiosa, Tinsegnamento religioso, restituiti i beni
della Chiesa e garantito l’ingresso agli stranieri cattolici. La proposta, priva delPappoggio inglese, fu respinta. Nel 1924 a Berlino
Tallora nunzio apostolico mons. Pacelli (poi
Pio XII) iniziò una nuova trattativa con il
ministro degli affari esteri Lìivinoff, fu invano ricercato un modus vivendi ed anche
questi colloqui portarono ad un nulla di
fatto.
Frattanto gli attacchi contro la chiesa cattolica ed i cattolici in URSS proseguivano
con maggiore violenza specie dopo che la
Santa Sede inviò clandestinamente m Russia
mons. Michele d’Herbigny, un gesuita francese, rettore dell'Istituto Orientale a Roma.
D’Herbigny fu consacrato segretamente vescovo a Berlino il 29 marzo 1926 (consacrante fu mons. Pacelli) e tre giorni dopo il gesuita era a Mosca. Nel corso della sua permanenza (circa sei settimane) egli consacrò
di nascosto vescovi, preti, nominò amministratori apostolici. I nomi ed ì titoli di que-sti prelati non furono jmbblicatì iiiTicialmente se non quando si ebbe certezza, anni più
tardi, che le autorità sovietiche sapevano tutto sul loro conto. Lo spettacoloso ed estremo
tentativo di salvare ¡1 salvabile attraverso la
missione di d’Herbigny, fini tuttavia in un
insuccesso. Vescovi ìiominati e preti furono
imprigionali nel giro di pochi anni. Finche
la missione non si rivelò negativa la Santa
Sede mitri tuttavia speranze, ma con razione antireligiosa intrapresa in URSS nel 1929
(fu l’anno in cui Stalin riuscì a consolidare
il suo potere) anche queste ultime caddero
miseramente. L'8 aprile di quell'anno nuove disposizioni di legge non lasciavano virtualmente più posto ad alcuna attività ecclesiastica cattolica.
Nel 1930 Pio XI fissò la data del 19 marzo come giornata di preghiera e di espiazione per la persecuzione religiosa in URSS,
quindi trasformò la Commissione Pontificia
per la Russia in organo indipendente. Da
parte sovietica si rispondeva non meno pesantemente : al XVI Congresso del Partito
Comunista Stalin menzionò la u crociata clericale capeggiata dal Papa contro l'URSS »
come uno dei fattori che <c minacciavano la
missione internazionale dell'URSS » mentre
MolotofT accusava apertamente i preti cattolici di essere spie al servizio degli stati maggiori anlisovielici : «Il Vaticano, diceva, in
questi pochi anni ha tentato di intervenire
attivamente negli affari internazionali a difesa dei capitalisti, degli imperialisti e degli
.'ncendiari di guerra ».
SI COMINCIA A PARLARE
DI CHIESA DEL SILENZIO
Il 19 marzo 1937 Pio XI pubblicava la
(( Divini Redemptoris », la più severa accusa
vaticana contro TUnione Sovietica mentre
in Russia la presenza cattolica si faceva
sempre più tenue e prendeva forza la campagna ateistica. Nel 1941 all’epoca dcH’attacco
di Hitler contro l'URSS vi erano neU’Unione Sovietica appena una ventina di sacerdoti
cattolici. Pio XII, sollecitato a presentare la
guerra tedesco-russa come un vantaggio per
la religione e la Chiesa, mantenne invece un
rigoroso silenzio. A questo fatto Io stesso
pontefice alluse chiaramente il 25 febbraio
1946 rivolgendosi al corpo diplomatico e ai
cardinali: «Ci siamo ben guardali — disse
•— dal lasciarci sfuggire dalle nostre labbra
e dalla nostra penna un solo segno di approvazione e di incoraggiamento per la guerra
intrapresa contro la Russia nel 1941 ». Inoltre nel 1940 il Nunzio a Berlino tramite il
Ministero degli Esteri tedesco aveva potuto
negoziare con Mosca l'invio di pacchi dono
natalizi ai prigionieri polacchi.
NeH’immedìato dopoguerra l'aumentala
pressione verso ì cattolici, il disprezzo verso
il Valicano c verso il Pontefice spesso ostentati da Stalin (nota la sua frase « Quante divisioni ha il Papa? » riportata da Churchill
nelle sue « Memorie »). la soppressione della
Chiesa in Ucraina ostacolarono ogni rapporto sia pure indiretto. Nel 1942 corse voce
alquanto accreditata, di una lettera inviata
(la Stalin al Papa per una riapertura delle
relazioni dijilomaliche, il proseiogliiìiento del
('ominlcrn annuncialo il 22 maggio del 1943
rilanciò le voci presislenti di un prossimo
concordalo tra Unione Sovietica e S. Sede.
Intermeriiario sarebbe stato, dicevano le voci. i] certi. Spellmann. In .sostanza si trattava
.solíanlo di voci. II 17 febliraio 1943 un dispaccio da Berna informava che il Vaticano
si apprestava a ricevere una delegazione speciale sovietica Anche questa notizia veniva
smentita.
L anno 1944 fu un punto decisivo per 'e
relazioni tra Roma e Mosca. Nel corso di a
conferenza stampa il portavoce vaticano mo 3.
Jacques Martin notò che non vi erano si te
relazioni con i Russi fin dalla prima guv -a
mondiale ed aggiunse: «Certi sviluppi 5; io
stati notati qui con interesse. Riteniamo 'e
SI possano osservare certi segni di carni- jmento. Ma per il Vaticano finora non ri
sono, strettamente parlando, fatti nuor ; ».
Oltre alla condanna del comuniSmo da pr le
del Santo Uffizio (sotto Pio XII), il Vatic- 10
si limitava solo a commentare ed attenti e.
la VISITA DI TOGLIATTI
A MONS. MONTINI
di nota ci fu la visi a
di Togliatti (reduce dall’esilio in Russia) a
mons. Montini (oggi Paolo VI) che alÌr a
era pro-segretario di Stato. La visita av, . .
ne il 13 luglio 1944. Don Sturzo in un ,
colo apparso sulla rivista inglese « Fon ' n
Affairs » (gennaio 1945) smentì la pos» -ilila che tale incontro potesse essere rigua. .1to come una ripresa di contatti per svilo d
futuri tra URSS e Vaticano. L’esistenza li
tale piano fu anche negato più tardi d: o
stesso «Osservatore Romano». A tali su .ilite 1 URSS rispose con nuove accu.se a; hpacifiste contro il Vaticano. II 6 settemi e
del 1944 «l’Osservatore Romano» smeni- a
nuovamente che vi fossero in corso Irati dve segrete tra Roma e Mosca, neH’ll m; /o
1945 veniva data un’altra smentita ad n
accordo che procedeva con la collaborazi. :e
Uniti e Gran Bretagna. Quab -a
di piu certo si aveva invece con la cosid - !,-i
nii.sstone Flynn (cattolico, intimo consigli,-e
di Roosevelt), il quale dopo aver avuto i ,1loqui a Mosca con Stalin si recava a Ron-a
avendo colloqui privali per due volle coi, d
rapa, lutlavia anche la missione Flynn 110,1
doveva avere conseguenze sul piano pratico.
- el 19.)4 Pio XII appoggiava la proposta ,li
interdizione delle anni nucleari e iiell’agosl,)
dei 19o6 1 incaricato di affari sovietici a Roma trasmise ;-illa Nunziatura in Italia in.
P'®"“ di disarmo
dall URSS.
proj)o.»io
IL PERIODO
KRUSCIOVIANO E GIOVANNEO
(PAX RUSSO-VATICANA?)
Con la morte di Stalin e l’avvento di Ki'iisciov avveniva una prima svolta importan Le
tra Roma e Mosca. Il piano di « coesistenza » del premier sovietico incominciava a
dare i suoi frutti e l’avvento di Giovanni XXIII segnava una svolta decisiva nelle
possibilità di futuri rapporti tra Unione Sovietica e Santa Sede. Tuttavia le cose non
potevano precipitare all’improvviso. Il 30
gennaio 1960, sotto il titolo « Fantasie »,
LOsservalore Komano pubblicava una nota
ufficiosa in cui smentiva la possibilità di una
ripresa di contatti diplomati«. Queste « fantasticherie », scriveva il foglio vaticano, erano dovute a fogli comunisti. Interessante fu
tuttavia alla vigilia del Conclave il commento dilfuso da Radio Mosca: « E’ fuor di dubbio elle nonostante le divergenze ideologiche esistono per il Valicano e per l'UKSS
reali possibilità di slaliilire contatti e di collaborare in difesa della pace e della realizzazione delle speranze delPumanilà ». (ù>n
ivrusciov e (riovanni XXllI è un inìzio di
manovre sempre più distensive: vengono rilasciati presuli imprigionati (Mons. Slipy, la
sorella del card. Agagianian che viveva in
Russia, eec.): messaggi del Papa a Krusciov
c di (fuesti al Papa (gli auguri per l'80'> compleanno, per l'incoronazione, per la pace (Enciclica Pacem in Terris), ecc.); disposizioni al
Concilio Valicano li perchè non si rinnovassero condanne solenni al comunismo; la
visita del genero di Krusciov Adjubei al Papa il 1« marzo 1963; ¡1 volo positivo dato
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
3
■28 aprile 1966 — N.
pag. 3
Un pastore, un profeta
CARLO LUPO
Voglio ancih’io prender la parola per
dire a quelli ohe lo ricordano chi era
il nostro amico « Lupo ».
E’ stato un uomo che ha donato
molto ed a lui la nostra Chiesa Valdese può ben dire « grazie ». Grazie
per quel ohe egli è stato fra noi e per
tutto quello che ci ha donato della
sua vita in esortazioni, consolazioni,
ammonimenti e testimonianza del Regno, malgrado la malattia che da venti e più anni lo ha tormentato con
rgrandissime sofferenze.
Di lui voglio ricordare due aspetti
del suo ministerio ; quello di pastore e
.quello di profeta.
Carlo Lupo è stato vero « pastore ».
Penso che questa vocazione rabbia vis.
:suta profondamente nel suo caratteristico aspetto di ohi si prende cura
della vita interiore del fratello tanto
per l’istruzione che per rediflcazione.
Egli ammaestrava giovani e uomini
maturi chiarendo l’Evangelo con parola facile e, sempre, avvincente. In essa metteva il suo spirito, la sua anima,
il suo corpo, tutto l’essere suo Tutto
in lui era teso verso la buona notizia che è Cristo e sapeva comunicare
questa sua tensione vera e questa sua
attesa. Lo si ascoltava e si riceveva
sempre. Era veramente maestro nel
condurrò lo studio comunitario della
Parola. Ha scritto anche un opuscolo
sulla necessità di questo. Riusciva a
far partecipare tutti i presenti alla ricerca. Nessuno rimaneva a parte. Co
Culto radio
ore 7,30
Domenica 1“ Maggio
Pastore PIERO BENSÌ
Firenze
Domenica 8 Maggio
Pastore PIERO BENSÌ
Firenze
glieva nel dire di ciascuno quel che
v’era di rilevante o lo aiutava, con
amore, a trovarlo. Il testo a poco a poco diveni^'a chiaro, trasparente, ed era
sempre 'più riccamente ascoltato e finiva col parlare a tutti.
E l’epiflcazione? Non si trattava certo di ara sentimentale o di vago ed
incerto spiritualismo. La comunità la
si cc-struisce ed ogni pietra deH’ediflcio
ha da esser posta in tal modo che graviti sul fondamento che è Cristo. La
costruzione della comunità è una fatica di amoro. Centinaia di persone sono
andate da lui ad aprire il loro cuore,
a presentare i loro problemi, nelle
svolte della loro vita o in momenti diffìcili. Per loro con la parola della consolazione fraterna ha avuto anche
sempre quella del richiamo alla realtà
ultima. Era dolcissimo e forte al tempo stesso, per cui si poteva accettare
ogni suo ammonimento perchè sostanziato di « agape ». Da lui andavano credenti e non credenti perchè « pastore »
io si può essere anche per quelli che
non confessano la fede se, come lui,
si sente 1’« umano » nella persona che
si incontra o viene a noi. Non solo i
membri di chiesa han bisogno di un
« pastore ». Ognuno sa quanti uomini
che si definiscono non credenti cercano una parola vera che costruisca e
consoli. E questa parola « Lupo » l’ha
detta a molti di quelli che sono ai
margini delle chiese o più lontani ancora. Dava e dava sempre. Da molti
anni relegato nella sua poltrona aveva
un numero assai grande di persone da
curare e sostenere. Il suo soffrire come la constatazione giornaliera delle
sue limitazioni fisiche non lo bloccavano. Faceva della sua immobilità forzata occasione di riflessione non per
sé solo ma per molti. Pochi sono stati
altrettanto « pastori » come lui. Chiunque lo ha frequentato può facilmente
riconoscerlo. Si andava da « Lupo »
come dal fratello maggiore pronto
sempre per tutti.
Carlo Lupo era anche un « profeta »
per la sensibilità che aveva di percepire il « tempo di Dio » nel volgere della
nostra storia. Fu cos’;, che durante la
prima guerra mondiale sentì la sua
chiamata dalla testimonianza di un
umile soldato. Cosi predicò la pace e
la rinunzia alla violenza quando questo concetto era ancora tanto estraneo
alla mentalità non solo della maggioranza ma persino della chiesa. Ha presentito l’opera d’Agape. Quando questa sorse egli diceva « l’ho sempre sentita ». E vi diede piena adesione fin dai
primi giorni par esservi poi sempre
« dentro » col pieno contributo del suo
pensiero e della preghiera. Vi diede
sempre larga collaborazione spirituale.
E per la Comunità d’Agape fu e pastore vero e consigliere profondo tanto
che il documento costitutivo di essa
porta la sua impronta evidente. Nel
1951 gli fu chiesto di predicare all’inau.
gurazione di Agape. Le sue parole dette in quell’occasione possono essere
lette oggi, dopo 15 anni, come messaggio per il nostro tempo:
« Ci sia permesso di chiedere al lavoratore di Agape: hai "visto qui U significato nuovo dei lavoro, Uberato,
trasformato da produzione di personale ricchezza, a strumento che celebra
l’amore divino fra gli uomini? Hai capito che qui l’economia non è ai fin»
di potenza, ma di valido servizio? In
una parola; hai inteso il messaggio di
rivoluzione sociale che la Chiesa di
Cristo ti ha predicato mediante Agape? Ed allora perchè, ritornato alla
consueta vita del tuo lavoro, sei rimasto un buono ed onesto borghese che
si fa la sua carriera, il comunista della irreducibile lotta di classe, o il vago ed utopista idealista societario, che
non muove di un dito la vera m scria
umana? Perchè hai continuato a lavorare ancora e soltanto per te, o per il
tuo gruppo familiare, facendo di esso
un campo trincerato in offensiva contro gli altri? ».
Questo suo sentire « il tempo » era
cosa umanamente impensabile per un
uomo inchiodato nella sua poltrona da
tanti anni, ma ciò gli era dato dal suo
tenersi aggicrnato ài fatti degli uomini, della nostra chiesa in modo particolare, e dall’ascolto attento della Parola del Vivente su di essi. La Parola
lo ccnduceva « di là » ed egli noteva indicarcene la direzione e il significato.
Il Signore ha richiamato « Lupo ». Il
tempo della sua sofferenza è finito e
con esso del suo servizio. Sappiamo
« in Chi ha creduto », in chi ha trovato la vita vera che non può essergli
tolta. Tullio Vinay
1 BIRMANIA
Fuori ì missionari!
[ma la Chiesa vive)
Rangoon. - In conformità a un «ìecreto del
governo birmano, ì missionari protestanti,
anglicani e cattolici lasceranno la Birmania
entro il 31 maggio. « La loro partenza segna
la fine di un’epoca, ma non la fine del compito della Chiesa in questo paese » — ha det.
to A. J. Eastman, direttore del comitato
missionario del Consiglio nazionale Jt-lle Chic
se negli USA — « v’è ora in Birmania una
comunità protestante di circa 600.000 membri, che in certe regioni del paese cresce rapidamente e svolge essa stessa un’opera missionaria sotto la direzione dì numerosi responsabili indigeni ».
Nel corso degli ultimi mesi il governo birmano ha assunto la responsabilità della maggior parte delle scuole, degli ambulatori, dei
servizi sociali di origine missionaria.
(soepi)
Una pagina di Emil Brunner
La vita eterna
Quel che sappiamo per conto nostro
è che tutto deve finire. Non sappiamo
di più. Quel che vediamo e proviamo
ogni giorno ci conferma nella sensazione che nulla sia oerfetto. Quando
riguardiamo al vasto mondo che ci
circonda siamo afferrati dallo sgomente. Quale è il senso della storia della
terra, un briciolo di tempo e di spazio, sperduto nell’universo infinito ove
i mondi dormono e scompaiono in miliardi di anni? E quale è il senso della
storia dell’umanità, di queste poche
centinaia di migliaia di anni, quando
la paragoniamo ai milioni di milioni
di anni d’esistenza della terra? E nella
trama di questa storia deH’umanità
dove, come da inesauribile sorgente,
irrempono alla luce dell’esistenza i
popoli, per scomparire presto, quale è
il senso della tua breve vita, di questi
iMMiiiiiiiiiiiiiiimmiiiiii
gli
uomini
UN TEOLOeO RIFORMATO
E’ scomparso Emil Brunner
Una triste stagione per la teologìa, gli ultimi mesi! Scompaiono l’uno dopo l’altro gli
uomini di una grande generazione teologica.
Dopo Albert Schweitzer e Paul Tillich, nello
scorso autunno, il 6 aprile si è spento a Zurigo il prof. Emil Brunner, uno dei maestri
più ascoltati della teologia protestante odierna.
Nato a Winterthur nel 1889, Emil Brunner, compiuti solidi siudi teologici a Zurigo,
Berlino e New York, fu prima pastore, dal
1916 al 1924 a Obsìalden, nel cantone dì
Glarus. Fu quindi ciriamato a succedere a
Leonhard Ragaz airUf.ìversilà di Zurigo, per
insegnamento della degmatica, della morale e — fatto interessante — di un settore
'ella teologia pratica. Per un certo tempo si
interessò vivamente al movimento dei « Crup,
pi di Oxford ». Parici ipò prestissimo e attivamente allo sforzo ecamenico, allora ai suoi
inizi; prese parte alle assemblee di Oxford
(1937), Amsterdam (1948) e Evanston (1954).
Nel 1953 l’Università cristiana internazionale di Tokio, di recen fondazione, lo invitò
a tenere un corso dì c Introduzione al pensiero cristiano », corso che ebbe un’eco larga
e profonda. Gravemen : ? provato n-ella sua sa.
Iute, dovette tornare , i Svizzera e andare a
riposo anticipatamente Con magnifico coraggio accettò e superò i prova, e lavorò fino
alla fine per metter? n disposizione degli altri
i numerosi doni che cvcva ricevuti.
Sul « Service presse protestant » della
Svizzera romanza (7-4-1966), il prof. E. Grin,
della Facoltà dì teologia dell’Università di
Losanna, situa 'osi la personalità e l’opera
del teologo : «. E’ impossibile segnalare in poche righe rinfliieuza di un uomo di tale levatura intellettuale e spirituale. Come Karl
Barth e tutti i giovani pionieri della teologia
detta « dialettica » (E, Thurneysen, W. Vischer, F. Gogarten, R. Bultmann), dopo la
prima guerra mondiale avvertì dolorosamente le carenze del pensiero religioso detto liberale, nato dallo sforzo (che fu liberatore nel
XIX secolo) del geniale Schleiermacher. Eccessivamente soggettiva, la teologia protestante di allora aveva velato la maestà del Dio
della Bibbia proiettando su di Lui l’ombra
deH’uomo. Gli pare quindi imporsi jn ritorno alla Sacra Scrittura meglio compresa; ma,
meno radicale dell’amico e contemporrneo K.
Barth, Robert Brunner rifiuta di el’minare
ogni sforzo religioso preparatorio, ogni apologetica. Senza mai pensare di « v.nare in
soccorso di Dio », come spesso gli è stato
rimproverato, il teologo zurighese ^rova indispensabile interessarsi pure all’uomo e ai
malintesi che gl’impediscono di lasciarsi trovare dal Cristo. Spirito profondamente pastorale e missionario, dotato di doni intellettuali
eccezionali, ha sempre avuto la saggezza e
l’umiltà di non volere mai imporre ad altri — credenti o no — formule teologiche,
ma di cercare di aiutarlo a scoprire la propria miseria, la propria solitudine lontano da
Dio. Al riguardo, i «Circoli di discussione»
di cui era Tanimatore con rapprese/itanti del.
le varie professioni, hanno esercitato un’influenza profonda su molte vite ».
« Emil Brunner è stato senz’altro uno dei
grandissimi fra i teologi del nostro tempo —
ha dichiarato il past. W. A. Visser ’t Hoof,
segretario generale del C.E.C. — Egli ha
portato il proprio contributo originale alla
teologia moderna. Già nel 1937, ni momento della Conferenza « Vita e Azione » di
Oxford, era impegnato nel movimento ecumenico, e la sua voce era molto ascoltata
quando si trattava di definire Tatteggiamento
della Chiesa di fronte al nazionalismo e al
totalitarismo contemporanei. Le .sue lunghe
visite negli Stati Uniti e nel Giappone l’hanno reso ben noto in vari continenti. Una del.
le maggiori qualità di Emil Brunner era
quella di saper parlare la lingua dei teologi
e al tempo stesso conversare con semplicità
con i laici. Serberemo di lui lL ricordo di
uno dei pionieri del rinnovamento teologico
degli anni 30, che ha fortemente influito
su tutta la vita del movimento ecumenico ».
L’amplissima opera teologica del Brunner
è stata tradotta largamente In inglese, in francese e perfino in giapponese; segnaliamo in
particolare che l’editore ginevrino Labor et
Fides, impegnato in tutta una serie di versioni francesi di opere monumentali (Lutero,
Calvine, Barth), ha pure pubblicato i primi
due volumi della versione francese della
« Dogmatica » del Brunner. In italiano, la
Casa editrice battista ha pubblicato Tanno
scorso, in una nuova traduzione di Salvatore
Corda, una breve presentazione della fede
cristiana, « La nostra fede » (Roma 1965, pa.
gine 170,, L. 800), che è stata senz'altro l’opera popolare più nota, più tradotta, più dif.
fusa del teologo riformato di Zurigo. La
stessa casa editrice lancia in questi giorni
la versione italiana di un’altra opera sua :
« Lo scandalo della Chiesa ».
I rapporti tra S. Sede e Unione Sovietica
SEGUE DA PAGINA 2
dalTLRSS per il premio Balzan per la pace
a Giovanni XXIII (uno dei delegati sovietici
lesse un messaggio in cui esprimeva Tapprez.
zamento del governo sovietico per gli sforzi
fatti dal Papa in favore della pace) ecc. ecc.
MONS. CARDINALE
PROPONE
DI APRIRE DEI CONSOLATI
Particolare interessante nei giorni della visita di Adjubeì fu un articolo di mons. Igino Cardinale (allora capo protocollo della
Segreteria di Stato, oggi nunzio in Inghilterra) nel quale il prelato, prendendo lo spunto
dalla conferenza in corso in quelTanno a
Vienna sulle relazioni consolari, scrisse che
Casa l/aldese
di Rio Marina
. (ISOLA D’ELBA )
Funzionerà con pensione completa (vitto e
alloggio) nei me.si di luglio e agosto per singoli o nuclei familiari evangelici (con precedenza per ([uelli deH’Italia Centrale) deside.
rosi di trascorrere un periodo di riposo in
compagnia di fratelli in fede. Chi intende
partecipare a questa vita comunitaria, scriva,
con lettera di presentazione del proprio Pastore, indicando nome, cognome, età, durata
del soggiorno ed ogni altra richiesta d’inforformazione al Pastore Salvatore Carco Via
Verdi 15, Livorno, tei. 22.793.
I Le prenotazioni si chiudono il 10 giugno.
« la Santa Sede dotata come è di perfetta
personalità giuridica ha il diritto di aprire
consolati che non costituiscono vere e proprie relazioni diplomatiche ». L’importanza
del suggerimento risalta evidente considerando che in quei Paesi « dove per varie ragioni non è possibile stringere relazioni diplomatiche » la Santa Sede potrebbe istituire
consolati « qualora particolari circostanze lo
consigliassero ». Si osserva in proposito in
Valicano che l’esistenza di relazioni diplomatiche non presuppone l’esistenza di un
concordato, nè attuale nè in vista. In realtà
gli Stati concordatari sono una minoranza
rispetto a quelli che hanno al presente una
loro rappresentanza diplomatica presso il
Vaticano.
GROMIKO IN VATICANO
Ora la visita di Gromiko, accompagnato
dalla consorte, in Vaticano lascia immaginare i possibili sviluppi, dopo quanto scritto,
di un colloquio del genere. Va osservato che
ratinale Ministro degli Esteri russo è lo stesso che nel 19.58, rispondendo ad un quesito
postogli a Mosca da Don Andrea Gaggero,
esponente del Movimento Italiano dei Partigiani della Pace, affermò che a t< prescindere e nonostante le diverse concezioni ideologiche e politiche l'Unione Sovietica può
mettersi d’accordo con il Vaticano su lutti
i problemi della pace ». Con la morte di Gio.
vanni XXIII e l avvenlo di Paolo VI e con
il cambio della guardia al Cremlino le cose
sono continuate a marciare sul piano della
distensione. La liberazione di Beran (arcivescovo di Praga), i nuovi messaggi del Papa
a Breznev e di quest’ultimo al Papa, lasciano intendere che vi sia qualcosa di positivo
per il futuro. La visita di Gromyko potrebbe addirittura costituire una pietra miliare.
Rimangono ancora punti oscuri, come il caso
Mindzenthy, ma non è impossibile, anzi è
quasi sicuro ormai, che anche questo proble
ma sarà risolto entro l’anno (...).
AU’incontro vaticano avrebbero collaborato varie strade diplomatiche (esponenti della
Segreteria di Stato e di alcuni Paesi) e soprattutto è sintomatico correlare la visita
con due fatti : i viaggi di La Pira all’estero
neU’oltre cortina ed il fatto che Gromiko è
in visita in Italia su invito del Ministro degli Esteri Fanfani, del quale è nota la devozione a Mons. Angelo Dell’Acqua, sostituto
alla Segreteria di Stato della Santa Sede.
POSSIBILI
RELAZIONI DIPLOMATICHE
TRA S. SEDE
E UNIONE SOVIETICA
In certi ambienti vaticani si fa notare
che, contrariamente a quanto si può credere, nessuna ragione strettamente politica potrebbe costringere il Vaticano ad escludere
a priori l’instaurazione di rapporti diplomatici con rURSS. Cosi come la Santa Sede non
rinuncia alle relazioni diplomatiche con gli
eretici, gli scismatici, gli infedeli e i pagani. Esempi come Cuba,, il Giappone ecc. sono
chiari (...). {La S. Sede non può) abbandonare, senza tentare nulla in contrario, le
centinaia di migliaia di propri fedeli che vivono sotto il comunismo.Nel 1921 la Russia
contava circa 1.600.000 cattolici, nove vescovi, 107 preti e 571 chiese. Nel 1965 la
situazione dava dati catastrofici: qualche
diecina di preti, pochissime chiese ma ancora migliaia e migliaia di cattolici. La visita
compiuta aH’apertura del Concilio da mons.
Willcbrands a Mosca per sollecitare la
partecipazione di osservatori ortodossi russi
al Vaticano II, i .sondaggi compiuti due anni
fa dall ambasciatore sovietico Kozyrev per un
eventuale inizio di trattative con il Vaticano
e gli altri avvenimenti sopra enunciati sono
segni eloquenti di qualcosa che bolle in pentola e non si crede pertanto, negli ambienti
accennati, che Roma voglia abbandonare le
proprie pecorelle nei Paesi oltre cortina senza nulla tentare attraverso ogni via.
Certo, circa una vera e propria ripresa di
contatti diplomatici persone informate della Segreteria di Stato insistono che potrebbe
avvenire soltanto se accettati i famosi punti
presentati dalla Santa Sede a Genova nel
1922 : libertà religiosa, libertà d’insegnamento. Si compreiide tuttavia in questi ambienti
come « alla luce delle successive esperienze
questi punti piuttosto elementari richiedono
uno sviluppo più accurato ». NcU’Umone So.
vietica « la libertà di religione » è stata talmente trasformata dal suo originale significato, che è diventata necessaria una nuova
formulazione di questi diritti essenziali. Gli
attuali rapporti Chiesa e Stato in Polonia e
Jugoslavia hanno insegnato qualcosa
ARGOMENTI
DA DISCUTERE
Oltre agli argomenti e temi di un eventuale futuro rapporto consolare (sul genere
jugoslavo) tra Roma e Mosca, corre voce
che gli argomenti che saranno trattati nel
corso dell’iidienza (si prevede che durerà cir.
ca 30 minuti .se non oltre) sarebbero i seguenti : Normalizzazione del problema tedesco e quindi anche di Berlino e delle due
Germanie, il Vietnam, problema iella Chiesa in Polonia, a seguito degli ultimi avvenimenti. disarmo nucleare e prospctiive per la
pace mondiale. Alla fine del colloquio sarehhcro dati degli omaggi agli ospiti (monete
commemorative Concilio e Ponlificato). Si
parla anche di un messaggio riservato de!
Papa per il Presidente .sovietico, ma non è
confermato.
Paolo VI conosce a fondo i problemi tra
Roma e Mosca : non per nulla è stato per tanti anni alla Segreteria di Stato. Gtomiko è
un assertore convinto della possibilità della
instaurazione di nuovi rapporti (...),
(Religioni oggi)
settanta « o, per i più forti, ottanta
anni»? Ma ha poi davvero un senso?
No! risponde l’universo. Si, dice la Parola del tuo Creatore.
Questo sconfinato universo stellato
che ti sgomenta non è il vero mondo.
Questo tumultuoso e alterno fluire dei
popoli non è la vera vita. Tutto questo
è soltanto quanto appare in superficie.
Ma il di sotto della scorza -vi è un’altra vita, la vita vera che emergerà un
giorno. Anzi, è già affiorata una volta,
in Gesù Cristo, il Risorto, e proromperà di nuovo per tutti noi, nella resurrezione. E’ quest’altra vita che chiamiamo « la vita eterna ».
La vita eterna non è il prolungamento all’infinito della vita presente;
questo potrebbe anche essere l’inferno. La vita eterna è vita di una diversa natura, è vita divina e non umana è
perfetta e non terrena, significa vivere
pienamente e non un fugace vivere a
metà.
Non possiamo rappresentarci la vita
eterna. Non faremmo altro che proiettare nell’immaginazione ciò che è solo
terreno, fugace, umano. Se Gesù Cristo non fosse apparso, non sapremmo
niente della vita eterna. E’ in Cristo
che ci scopriamo creati per la vita
eterna. Se poi ci chiedessimo com’è
questa vita eterna e che valore abbia
il pensarci quando non riusciamo
neanche ad immaginarla, risponderemmo : è vita con Dio, in Dio, da Dio.
E’ vita di perfetta comunione e perciò
è vita nell’amore, anzi è l’amore stesso.
E’ vita priva di tutto ciò che è imparentato con il peccato e con la morte.
Perciò è vita senza sofferenza, senza
angoscia, senza ansie, senza miseria.
Questo già basta per comunicarci un
indescrivibile gaudio al pensiero della
vita eterna.
Se non ci fosse la ■vita eterna, la vita
presente sarebbe un assurdo, senza
scopo, senza meta, senza significato,
senza felicità. Equivarrebbe al vuoto,
al nulla. Perchè ciò che sbocca nel
nulla, è ^à nullo. Il buon annuncio di
Gesù Cristo dichiara invece che la
vita non finisce nel nulla, che ci attende la vita eterna. Il Cristo è venuto
per accendere nell’oscurità di questo
mondo il faro di una cosi gloriosa
promessa. Il cristiano è colui che per
mezzo di Gesù Cristo è diventato consapevole della vita eterna.
Qual’è dunque il senso della vita? Si
danno molte risposte a questa domanda. La vita consiste nella conquista del potere, nella ricchezza o negli onori, nel progresso, nella culttira,
e così via- Ma nessuna ffi queste è la
risposta giusta. Tùtte queste sono
mete fittizie, nessuna ha una validità
permanente, tutte finiscono nel nulla.
Il valore autentico della vita è la vita
eterna. Ecco ciò ohe conferisce serietà
alla vita presente. Tutto dipende perciò dal conseguire la vita eterna o perderla. E’ su questa carta che si gioca
la grande carta dell’esistenza. Come
hai giocato la tua? Stai vincendo la
vita eterna o la perdi? « Maestro, che
debbo fare per eredar la vita eterna? »
— gli fu detto : « Osserva i comandamenti ». « Che debbo fare pier essere
salvato? » — gli fu detto : « Credi nel
Signore Gesù » Quale delle due è la
risposta giusta? Entrambe, perchè dicono la stessa cosa: diventa anche tu
figlio di Dio! E in tutte le pagine di
questo libro ho solo cercato di dirti
come .si diventa figli di Dio. La Scrittura dichiara infatti che ì figli di Dio
sono anche eredi della vita eterna.
La morte pone fine alla nostra vita
come essa ci anoare sulla terra. Tutti
prima o poi dovremo morire. Nessuno
può garantirci che non avvenga già
domani ! Questo è il destino di tutti gli
uomini. Senza fede c’è solo la prospettiva di una fine senza appello. Ma
la fede dichiara che la meta che ci
sta davanti è la vita eterna.
Ma è certo che la fede abbia ragione? Come possiamo esserne certi? Non
si tratterà di una semplice congettura? Quando sorge questa domanda
— e come potrebbe non sorgere? — è
il momento in cui si decide se siamo
capaci di credere veramente opoure
no. La fede è certezza che Iddio, in
Gesù Cristo, ha veramente e veracemente rivelato la sua volontà, e tale
volontà è la vita eterna. Come egli realizzerà questa sua volontà, non sta a
noi saperlo, nè è cosa che ci compete. Noi non abbiamo che da vivere in
questa fede, da rigioirne e da viverne
fin d’ora nell’amore, che è la sostanza
stessa della vita eterna. Nella fede in
Cristo è già la vita eterna che comincia e la morte non potrà strapparci
ad essa. Emil Brunner
(E’, quello, il capitolo conclusivo di
« Ln nostra fede », nella versione italiana di Saltxitore Corda, pubblicata nel
196.5 dalla Casa editrice battista).
imTuo fi. m\\m\
WÈ
L’Istituto « Ferretti » ringrazia fin
d’ora le comunità e le persone che potranno offrire un fraterno aiuto; la
chiusura delle scuole (e dell’anno finanziario!) sarà seguita dall’inizio dei
lavori per il nuovo impianto di riscaldamento, grossa spesa non rinviabile.
Segnaliamo il nuovo cxi.p., cosi) intestato : Istituto Evangelico Femminile « G. Ferretti », -via S. Pellico 2 ■
Firenze. 5/24933.
4
pag. 4
N. 17 — 28 aprile 1966
''Sono ì nostri fratelli
INSEGNA DELLA GENTILEZZA, AD AOSTA
, , - Congresso
Goe OCCÌdìamO deU «Ethnie iranpaise»
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
TNoi ci rivolgiamo
ai governanti delle nazioni
e a coloro che sono associati
ad essi:
Lyndon Johnson, Nguyen Gao
Ky, Ho Chi Minh, Mao Tse-Tung
La continuazione della guerra non proverà
quale parte ha ragione e quale ha torto. Obbligherà soltanto sempre più le due parti a
commettere tali atrocità da mettere in ridicolo tutte le loro pretese. Trascinerà le due
parti sempre più in un gorgo di distruzione,
dal quale l’umanità può essere inghiottita da
un giorno all’altro.
Voi avete la responsabilità di provare almeno ad invertire questo tremendo corso,
ognuno di voi ha tale responsabilità. Noi
vi supplichiamo di accettarla, ora, oggi nell’interesse di tutta l’umanità.
▼
Noi ci rivolgiamo
al nostro prossimo
dovunque sia
Ognuna delle nostre nazioni ha le sue speranze e le sue aspirazioni, la sua storia, i suoi
risentimenti e i suoi rancori. Noi viviamo
tra sistemi e ideologie ben differenti che
sembrano avere in comune soltanto ana cosa :
la prontezza a ricorrere aUa guerra nel proprio interesse.
Ma la guerra non può più servire gli interessi degli uomini, se mai Tha potuto. Ai
nostri tempi, qualunque siano gli i.eopi della
guerra, essa può soltanto distruggere tutte le
nostre speranze e tutte le nostre realizzazioni. Noi dobbiamo trovare vie nuove, non militari, per trattare i conflitti e i malintesi che
inevitabilmente sorgono tra di noi, per assicurare una giustizia a tutti.
Noi riconosciamo e rispettiamo le funzioni
necessarie del governo. Non siamo s¡eali; onoriamo le realizzazioni ed i valori particolari
delle nostre rispettive società. Ma i governi
hanno la responsabilità di proteggere la sicurezza e il benessere dei cittadini, nel nostro mondo questo benessere non può essere
conquistato col confronto tra Stati che gareggiano tra di loro.
E’ una responsabilità vostra e nostra da
render nota in modo evidente dappertutto
ed in tutte le maniere a nostra disposizione.
A tal fíne, noi che fírmiamo questa dichiarazione, ci siamo impegnati fín dall'inizio. Noi
rappresentiamo molte fedi religiose in molti
paesi, ma siamo uniti nella nostra supplica
a tutte le parti in lotta.
T
Al popolo
e al Governo
degli Stati Uniti d’America
▼
Al popolo e al Governo
del Nord Vietnam,
e al Fronte Nazionale
di liberazione
del Sud Vietnam
giustìzia o vendetta può scusare simili tattiche;
— di fare una chiara dichiarazione che
ogni governo Vietnamese al quale parteciperete, onorerà il diritto dei suoi cittadini di
praticare la loro religione in assoluta libertà,
e che non vi saranno rappresaglie contro coloro che hanno combattuto contro di voi;
— di esprimere il vostro consenso ad incontrarvi con i rappresentanti degli Stati Uniti e dell’attuale governo sudvietnamese per
le trattative di pace, per l’avvenire del vostro
paese, basandovi sui trattati del 1954.
▼ Al popolo
e al Governo
della Repubblica della Cina
La vostra influenza nell’Asia sud-orientale
è enorme, le vostre parole ed azioni hanno
peso in tutto il mondo, quali speranze per
ravveuire. Noi vi chiediamo :
— di astenervi da dichiarazioni ad azioni
che irrigidiscono gli atteggiamenti già tanto
amari da tutte e due le parti, e in tal modo
perpetuano la guerra;
— di esprimere in tutta chiarezza la vostra volontà di vedere i paesi del Sud-Est
dell’Asia sviluppare le loro istituzioni di governo e società, liberi da ogni intervento mediante la forza, e liberi dalla presenza militare di qualsiasi potenza straniera.
E’ difficile immaginare che un mondo, cosi squarcialo da sospetto ed odio come lo è
¡1 nostro, si scosti dalla guerra verso la risoluzione del conflitto, verso la costruzione del.
la giustizia con mezzi non violenti; eppure,
noi uomini non abbiamo filtra scelta, e nel
nostro grande retaggio religioso abbiamo le
linee di condotta che ci occorrono per prendere questa difficile decisione. Chiediamo a
lutti coloro, di qualsiasi fede e nazionalità,
che condividono la nostra ansietà, di unirsi
a noi e ai nostri sforzi per costruire una
società veramente umana su questa terra.
H Comitato di Obiezione di Coscien^
za per il Vietnam, del Movimento
Intemazionale della Riconciliazione
Quartier generale: Box 271. Nyack,
N. Y., U.S.A,
La piccola comuDÌtà valdese delle Valli nella grande comunità francofona
Gli orrori che i vostri aerei e le vostre
artiglierie infliggono al popolo del Vietnam,
vanno al di là di ogni giustificazione morale
o politica. La distruzione di interi villaggi e
la uccisione di masse non-combattenti, che
.-ono la conseguenza della vostra politica, non
possono in alcun modo essere giustificati. Noi
crediamo che vi sia del torto dalle due parti,
ma che, dato che siete l’unica grande forza
mondiale coinvolta, siete voi ad avere la più
grave responsabilità nell’iniziare a muovere
verso la pace. Noi vi chiediamo:
— di cessare gli attacchi aerei nel nord e
nel sud Vietnam, immediatamente; non quale semplice mossa politica in vista di trattative, ma perchè questi attacchi sono un affronto alla dignità umana e indegni di un
grande popolo;
— di esprimere chiaramente la vostra intenzione di ritirare tutte le forze militari americane dal Vietnam, secondo l’accordo del
1954 a Ginevra, da effettuarsi immediatamente per assicurare al popolo Vietnamese
una libera scelta di governo;
— di dichiarare inequivocabilmente che
siete pronti a negoziare per una fine della
guerra, in base all’accordo del 1954, col Fronte nazionale di Liberazione, come con una
delle parti principali nelle trattative
Questo messaggio è diffuso in Italia dal.
la Sezione italiana del Movimento Internazionale della Riconciliazione ( con sede
in Roma, Via Rosella 155), la quale si è
associata, nelle « giornate » 25-27 marzo 1966, al Comitato nazionale per la
pace e la libertà nel Vietnam; ad essa
vanno inviate le adesioni.
POMARETTO
Domenica 17 n. s., è stato debraio il
battesimo di Patrizia Ricca di Anseimo e
Ribet Itala: che il Signore guidi la vita
della creatura, donata per grazia perchè il
suo at^venire sia per la gloria di Dio e seguita dall’esempio e dalla preghiera dei
genitori.
Dopo Pasqua ho avuto il piacere e
il privilegio di partecipare ad Aosta al
4“ Congresso dell’«Ethnie française».
Due parole tra parentesi su questa carola « Ethnie », ohe certamente suonerà nuova ad alcuni di voi, benché
essa non lo sia in effetti. Escluso qualsiasi riferimento politico o razzista,
parliamo di « Ethnie » per qualificare
un gruppo umano caratterizzato da
una lingua propria, da una cultura
viva e da fatti di civilizzazione’ concreti ed evidenti. Il primo ■posto è dato
allo studio della lingua vera e propria,
unitamente ad un compito di difesa
della libertà deH’individuo contro ogni
rischio di meccanizzazione dello spirito.
L’associazione europea dell’« Ethnie
française», sotto la direzione del Sig.
Adelphe Clos, comprende 3 grupoi
oltre a quello della Val d’Aosta e cioè ;
quello della « Fondation Plisnier » con
sede a Bruxelles, quello francese con
sede a Parigi e quello svizzero-francese con sede a Neuchâtel.
Patte queste premesse, carierò del
congresso in sè dicendovi che cosa
m’ha maggiormente colpita: forse è
stata l'atmosfera del congresso, quella
spontanea gentilezza, l’interesse e il
desiderio di ccnoscere meglio e di
aiutare le minoranze lingmstiche. La
sua durata è stata di tre giorni, o^uno dei quali aveva tm tema specifico
e cioè: problemi inerenti ai diversi
gruppi, punti di contatto culturali
fra 1’« Ethnie française » e le altre
« Ethnies » europee, giornata della
francofonia.
Grandi nomi si sono avvicendati
fra i professori universitari, gli scrittori, i filologi, i linguisti ed i diversi
dirigenti di organismi per la difesa
del francese. Ne citerò alcuni: il Prof.
Guillermou della Sorbona, il Prof.
Hanse dell’Università di Louvain, il
Sig. Zermatten, vice-presidente della
Associazione degli scrittori svizzeri, il
Sig. 'Thomas, dottore in filosofia e
lettere, il Sig. Willam, giornalista e
scrittore, il Sig. Willame direttore di
un istituto superiore di commercio a
Bruxelles, il Prof. Zanotto dell’Accademia di S. Ambrogio ad Aosta ed altri ancora. Particolarmente caldi e vibranti sono stati i messaggi di due
negri: un principe del Camerún, c'ne
ha dato non poco da fare agli operatori della televisione tedesca, ed un
professore dì filosofia del Congo extaelsa.
Nella seconda giornata anch’io ho
presentato il mio messaggio in qualità di docente al Collegio Valdese di
Terre Pellice. Il tema che m’era stato
assegnato era «Il francese alle Valli » ; logicamente, per rendere chiara
la mia esposizione, ho dovuto ritornare brevemente alle origini e parlare
del movimento valdese attraverso i
secoli. Una parte dei congressisti ne
conosceva l’esistenza ed un’altra lo
ignorava assolutamente: oso dire che
l’interesse è stato veramente grande e
ho deplorato il fatto di non avere a
disposizione nè ima storia valdese in
italiano e ancor mene una in francese. Per associazione d’idee m'è venuta in mente una « pensée » letta di
recente « Dieu nou,s donne les noix.
mais il ne les casse pas pour nous».
(per i... non-francofoni: Dio ci dà le
noci ma non ce le rompe' n.d.r.).
Alla fine del congresso sono stati
presentati dei « voeux » o ordini del
►
A costo di rischiare un’accusa di civetteria, dobbiamo una volta ancora scusarci con coRaboratori e
lettori se, per sovrabbondanza di materiale, dobbiamo rinviare la pubblicazione di parecchi contributi. red.
giorno e fra quei tanti che parlavano
di scambi culturali, di speranzose
riforme dell’« Académie française », di
aggiornamenti in campo turistico e
televisivo, e’ è stato anche quello
espresso dalle Valli Valdesi.
Che cosa nella mia relazione ha
colpito i congressisti? Forse il fatto
che esiste un popolo numericamente
insignificante e che difende la Ungua
dei suoi antenati?
Termino questa mia breve relazione ringraziando in modo speciale il
presidente dell’Associazione europea,
Sig. Clos di Aosta, e i suoi attivi collaboratori Sig.na Férusel e il Sig.
Willien, per aver voluto includere le
Valli Valdesi in questo congresso riuscito magnificamente col suo corollario di gita al Cervino e di vari spettacoli folcloristici.
Speranza Tron
hiaiiiimimiii
Abbiamo ricevuto
In memoria di Alice Vinay, per il Rifugio C. Alberto, Guido Vinay e famiglia (To
rino) L. 5.000. Ringraziamo e trasmettiamo.
■iiiilililiiiiiriiniiMi
Convegno F.F.V. a Torre Pellice
Responsabilità della famiglia e della
Chiesa nel testimoniare la fede ai giovani
L’opposizione alla vostra causa non è moti,
vata soltanto da ciò che voi chiamai .i « l’imperialismo aggressivo » degli Stati Uniti.
Onesti e coraggiosi patriotti vietnamesi che
combatterono accanto a voi nel \ iet-Minh
contro i francesi, sono tra quelli che ora
combattono contro di voi. Essi diffidano delle vostre intenzioni; essi hanno cari certi diritti e certe libertà che vi sospettano di voler distruggere; essi sono offesi e disgustati
da certi metodi che usate. Noi crediamo che
una grave responsabilità nel metter fine alla
guerra pesi sugli Stati Uniti, ma che anche
su voi gravi una pesante responsabilità nel
creare le condizioni di pace.
Noi vi chiediamo :
— di abbandonare i metodi di tortura, assassinio. i bomb;irdamentj indiscriminati di
civili, ed altre forme di terrore.
Esse sono un affronto a lutto il concetto
di dignità umana e degradano disperatamente la vostra cau.sa. Nessuna consid.^vazione di
PALERMO
Al culto (Iella Domenica delle Palme è
stato presentato alla comunità il Pasl. Paolo
Giunco, inviato dalla Tavola come collaboratore; l'abbiamo accolto con gioia e la
Domenica di Pasqua ha presieduto il culto.
La sera del Giovedì santo abbiamo avuto un
culto interdenominazionalc, con celebrazione della S. Cena.
Il 5 aprile è deceduto, dopo lunghe sofferenze i>ccettate con animo sereno, il nostro
fratello Maggiore Haldassare, e pensiamo
con fraternità cristiana alla famiglia in
lutto.
Una domenica bella e benedetta, quella
dell’incontro organizzato dalla Federazione
Femminile Valdese per il 1° e 2° distretto,
a Torre Pellice il 17 aprile. Eravamo già
numerose nel tempio a lodare il Signore
e ascoltare la Parola di speranza e di vita
eterna.
Fu simpatico ritrovare alcune amiche nella Foresteria sempre così accogliente. L’aria
primaverile, il sole dorato e caldo ci riempivano il cuore di riconoscenza.
Ci ritrovavamo numerosissime alle 14,30
nella sala del Sinodo, 105 sorelle delle Valli
Valdesi e di Torino, malgrado la concomitante riunione deU’A.I.C.E. a Pinerolo. E’
difficile trovare una data libera per tutti!
Dopo un caldo benvermto rivolto dalla
Signora Sommani, la Vice Presidente FFV,
Etiennette 3alla ha presentato lo studio sul
primo capitolo de « La comunità cristiana e
la trasmissione della sua fede » del Prof.
V. Vinay. Il dovere di ogni cristiano è di
trasmettere la sua fede: non soltanto attraverso la predicazione, ma tutta la comunità
deve dare la testimonianza alle nuove generazioni che in essa nascono. Come? Quando?
Le molte domande rivolteci hanno condotto
a un vivace e vario scambio d’idee che mostrava quanto lo studio presentato fosse
d’attualità.
In un secondo punto si è trattato della
Scuola Domenicale. La prima catechesi si
deve fare in seno alla famiglia appena il
bimbo potrà capire che famore di Dio per lui
vuole istituire lo .stesso rapporto che esiste
tra lui e i genitori. Non solo alla madre
tocca il compito d’iniziare i figli alla conoscenza del Dio, Padre Figlio e Spirilo, ma
anche al ¡radre. La collaborazione è necessaria e sarfi facilitata nel culto di famiglia,
molto trascurato oggi giorno nelle nostre
case. Questo darebbe ai figliuoli Vopportunità di pregare, senza timidezza, ma spontaneamente, ed in questo modo la comunione con Dio ne sarebbe facilitala. La responsabilità del padrino e della madrina dovrebbe essere più seria e sentita affinchè
anch’essi collaborino, come credenti, coi genitori fdio sviluppo spirituale e morale, del
bambino, a loro affidato. Molte famiglie
sono indifferenti, staccate dalla chiesa e non
danno nes.suna testimonianza cristiana ai loro figli. In questi casi noi tutti, membri
della comunità siamo corresponsabili e il
nostro dovere è di cercare di aiutarli. La
Scuola Domenicale è scuola della Parola
di Dio. Un ampio studio ci è stato presentato dalla Sig.ra Louise Rochat. La miseria dell’infanzia abbandonata, in Inghilterra, diede luogo alla fondazione delle
Scuole Domenicali; il movimento si estese
poi al continente. I monitori devono essere
assecondati, circondati dalla Comunità della
quale fanno parte, e di cui sono i delegati.
Il pastore ed i monitori lavorano in équipe
e si sentono solidali, nel medesimo servizio
al quale sono legati dallo stesso amore verso
i bambini per far crescere la loro fede. Il
compilo è grande poiché sii deve insegnar
loro ad amare la Bibbia come il libro che
li accompagnerà nella vita.
Le scuole domenicali si .sforzano di uscire dal vecchio sistema, e forse si dovrebbe
accentuare lo sforzo, già iniziato, per rendere più efficace e più attraente l’influenza
della Scuola Domenicale: flanellografo, immagini belle, colori vivaci, rappresentazioni.
Il ragazzo potrebbe fare ricerche varie
con i suoi compagni, per esempio colla collaborazione degli insegnanti. La Scuola Do
iiniiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiKiiinitniiiiin
mp.nicale, dovrebbe rivestire la forma di
culto, con una liturgìa, preparata accuratamente da una serie di versetti adatti ai fanciulli e con un responsorio adatto.
Il pomeriggio ci è parso troppo breve,
per Vampiezza dei temi svolti così efficacemente dalle nostre sorelle, ma. ognuna di
noi s*è sentita in verità parte di una comunità evangelica, che realizza quanto sia urgente che ogni discepolo di Cristo sia guidato dallo Spirito Santo e diventi un testimone della Verità.
Festosa e accogliente, coi mazzeitini di
fiori disposti da una mano gentile, ci è parsa la sala delle attività, trasformata in tearoom.
Intorno ai tavolini, una volta ancora, le
sorelle si sono ritrovate, felici di quegli
istanti preziosi per esprimere la nostra gioia
e riconoscenza. Grazie a voi tutte, care sorelle in Cristo, di essere venute così numerose al nostro incontro.
Il Notiziario F.F.V., nella sua « veste
nuova » continuerà ad unirci, ed a farci
sentire parte integrante e attiva non solo
delle nostre chiese particolari, ma della
grande comunità dei testimoni che hanno
preceduto e seguito la venuta, la morte e la
resurrezione di Gesù Cristo. Abbonatevi al
Notiziario, sorelle, e facciamolo conoscere
intorno a noi. G. J.
Offerte delle comunità valdesi
per la “Campagna contro la fame in India,,
Sul nostro setlimanale è stato pubblicato
Timporto totale, per denominazioni, delle offerte evangeliche italiane; la Tavola Valdese
comunica l’elenco delie offerte finora pervenute da parte delle chiese che hanno aderito
alla colletta promossa dalla Tavola prò India:
Agrigento L. 12.750: Angrogna 56.000;
Aosta 40.000; Bari 73.000; ilergamo 2 milioni 900.000; Biella 35.000; Bobbio Pellice
60.000; Brindisi 15.000; Caltanissctta 21.600;
Cainpobasso 50.000; Catania 192.000; Cerignola 20.000; Colleferro 15.000; Como 160
mila: Corato 24.250: Felonica Po 35.000;
Ferentino 25.000; Firenze 40.000; Foggia
10.000; Forano 53.000; Grotte 11.200; Grottaglie 10.000; Latiano 2.500; Leporano
2.500; Livorno 3.500; Luserna San Giovanni
142.500; Massello 26.000; Marsala 4.240;
Mesagne 5.000; Milano 109.000; Monfalcone '30.000; Napoli Cimbri 208,700; Napoli
IN MEMORIA
ijiu$ep|)iiia Cignoni
nei (jini
Il 26 marzo u. s., nella Chiesa Metodista;
di La Spezia, il Past. S. Carrari ha celebrato
il funerale della sorella in fede Giuseppina
Cignoni nei Cini, richiamata dal Signore il
giorno precedente nel locale Ospedale Civile,
all’età di quasi 84 £nni.
Proveniva dalla Chiesa Valdese di Rio Ma.
rina, di cui fu fedele membro fino a circa
un anno fa quando dovette lasciarla con suo
grande dolore, a causa della sua malattia,
per cui fu ricoverata negli Ospedali Civili di
Portoferraio, Livorno. Dimessa dall’Ospedale
di Livorno, insieme col marito si ritirava
presso il figlio a La Spezia. Qui potè godere
la compagnia e l’amorevole cura del figlio,
della nuora e dei nipoti, oltre che del suo
affezionatissimo compagno, che con lei divise
gioie e dolori affrontando tante dure prove
negli ultimi tempi e attendendo con serenità
evangelica la decisione del Signore.
Preparata già da qualche tempo cd incontrare il suo Signore ed essere per sempre con
Luì, ha dato nella sua famiglia e negli Ospe.
dali una buona testimonianza della sua fede
evangelica sino alla fine.
Figura di credente umile e seni’ilice, senza tante parole ha saputo quasi ‘n silenzio
nella sua esistenza lodare il suo Signore.
Lascia ai suoi familiari e ai suoi fratelli
della Comunità Valdese di Rio Marina un
esempio che non deve essere dimenticalo col
passare del tempo; anzi^ deve essere imitalo
con altre testimonianze dì fede evangelica,
che solo Dio può produrre per mezzo di altre Sue creature!
Ai familiari e ai parenti tutti, a nome deJ.
la fratellanza riomarinese e del suo conduttore Past. S. Carcò, vogliamo ancora una
volta esprimere tutta la nostra simpatia cristiana nella speranza certa della nostra resur.
lezione dai morti, fondata sulla certezza della resurrezione di Gesù Cristo.
Ai Pastori S. Carrari e M. Sìnigaglia, deile Comunità evangeliche metodista e battista di La Spezia, a nome dei familiari, u;i
grazie fraterno per aver portato, nelle lo/d
visite alla sorella Giuseppina, la Parola ài
Dio colla sua consolante a rassicurante speranza della vita eterna.
Ai nostri fratelli provati nei loro affei.i.
familiari ripetiamo per fede le parole dei
salmista ;
« In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
la mia forte rocca e il mio rifugio sono in Din
Confida in Lui in ogni tempo, o popolo;
espandi il tuo cuore nel suo cospetto;
Dio è ih nostro lifugio ».
(Salmo 62: 7-8)
S. C.
VILLAR PEROSA
Attendiamo dalla Germania una graditissima visita: martedì 26 corr. giungeranno
tra noi 50 fratelli e sorelle valdesi di Pinoche, Serres e Gros Villars, guidati dal Pn
store Dr. Eiss.
Martedì sera celebreranno con ■ Villarcsì
un culto alle ore 20,30 dopo un’agape in o.-muue. Mercoledì sera, una serata sociale o
giovedì sera, dopo il pranzo nelle varie famiglie, un breve servizio di commiato nello
cappella. Tutta la comunità è mobilitata p-. -r
dare a questi cari fratelli una cordiale espi
talità. Fin da questo momento anticipiamo,
loro il più cordiale : Benvenuto!
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Torre Pellice (Tot
avvisi economici
AFFI'TTASI, Torre Pellice, alloggio pianterreno, ammobiliato, doppi servizi, grande giardino, mesi estivi. Telefonare Torre Pellice 91476.
AFFITTASI da agosto a Perugia 1 appari,
mobiliato - 4 cam. cucina tinello - centrale 0 cam. mob. per turisti . studenti.
Prezzo modico. Scrivere a : W. L. Piva Perugia - 4, Via del Poggio - Tel. 28.105.
CASA INFANTILE (16 ragazzi e ragazze,
6-15 anni), cerca brava ragazza (non meno,
di 18 anni) per aiuto lavori domestici e
cucito. Trattamento familiare. Conoscenze
tedesco essenziale. .Scrivere a: Arnold Wellenberger Kinderheim zum Andwiler, CH9425 THAL/SG - Svizzera. (Lago di Costanza).
Vomero 129.500; Orsara di Puglie 13.450;
Pagliano 5.000; Palermo 100.000; Pcrrero
61.000; Sig. Pcrna Luigi 1.000; Pinerolo
192.500; Pisa 32.160; Prali 50.000: Prarostino .50.000; Reggio Calabria 55.(;00; Ricsi
58.950; Rio Marina 8.000; Riviera di Ponente (diaspora) 13.000; Roma J’iazza Cavour 103.500; Roma IV Novembre 602.175;
Sali Germano 54.000; San Giovanni Lipioiii
15.000; Sanremo 61.000; S. Secondo 45.000;
Siisa 60.000; Taranto 30.000; Taranto (scuola domenicale) 7.000; Torino 252.030; Torre Pellice 157.500; Torre Pellice (Collegio)
103.250; Trieste 40.000; Trieste (scuola domenicale) 8.500; Trapani 8.500; Vallecro.sia
76.000; Venezia 86.000; Verona 60.000; Villar Perosa 30.000; Villa Olanda (rifugiati)
50.000; Villa.secca 33.500.
Totale L. 7.261.855.
Queste somme sono quelle pervenute fino
al 14 aprile 1966.
La beUa Riviera Adriatica vi offre
liete vacanze a prezzi modici (da
L. 1.600 in bassa stagione a L. 2.500
nelLalta stagione).
Per informazioni e prenolazioni rivolgetevi al Sig. E. Revel, Hotel Elite
Miramare di Rimini il quale sarà
lieto di aiutarvi a scegliere il tipo di
pensione desiderata.
Dal 29 giugno il Convitto Maschile Valdese di Torre Pellice
(Torino) accoglie ragazzi dai 7
ai 15 anni per le VACANZE o le
RIPETIZIONI. Snort - passeggiate - piscina coperta ■ ambiente familiare - rette modeste tutto compreso. - Telefonare al
n. 91.230 o scrivere. Sono aperte
anche le iscrizioni per il prossimo anno scolastico.