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BiUloteea
7ZJ!Lv ' ■ , W82S mWCB
Quiadicinalt
"SMII VALDESI ’•*"
—«j/ - -S ■ ■•..-■■
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quatì avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo „.
Anno LXXXIV - Num. 14
Una eapia !«■
( Eco: L. 700 per l'interno Eco c Lo Luce» L* 12W) per l'ìntwno
abbonamenti ^ J200 per le.tero | L. 1890 per l’eetere
Spedie. abb. postale li Grappe
Cambio d’indirisso Lire 40,—
TORRE PELUCE — 2 Lu^o 1854 ,
Amwiiwi. Olatuliann Twre PeUt*® ~ OC^Ps . |
Credi tu
Questa domanda iì Signor Gesù la
rivolgeva a Marta in un momento
partieolarmente triste e particolarmente doloroso della sua vita. Marta
era in lutto. Da pochi giorni infatti
suo fratello Lazzaro, colpito da una
improvvisa e misteriosa malattia, era
stato strappato alla famiglia ed alla
casa e deposto nella tomba. Ai primi sintomi del male le due sorelle
Marta e Maria ne avevano informato il Maestro: a Signore — gli avevano mandato a dire — ecco, colui
che tu ami è malato », come per dirgli: vieni subito a casa nostra percliè c’è bisogno di Te. Siamo sul
punto di perdere nostro fratello. Vieni a guarirlo ed a liberare noi dalla
grave sciagura che ci minaccia.
E Gesù aveva ricevuto questo messaggio, ma Egli, anziché rispondere
subito all’appello delle due sorelle
e correre al capezzale dell’amico ammalato, si era ancora trattenuto due
giorni, insieme ai discepoli, nel luogo dove si trovava. Poi era venuto,
ma al suo arrivo Lazzaro già era
morto e fatto persino il suo funerale. Saputo del suo arrivo, Marta gli
era corso incontro e, sia pure con
parole rispettose, gli aveva espresso
tutto il disappunto suo e della sorella. « Se tu fossi stato qui, aveva
detto, mio fratello non sarebbe morto » cioè: tu giungi troppo tardi. Se
tu avessi risposto subito al nostro appello, certo la catastrofe che si è ab^ battuta s«Da nostra «asa avrebbe potuto essere evitata e mia sorella ed
io non oi troveremmo ora in questo
grande dolore. Poi, quasi ad invitare Gesù a riparare, se possibile,
alla mancanza commessa « e anche
adesso so che tutto quel che chiederai a Dio, Dio te lo darà ». « Tuo
fratello risusciterà » aveva risposto
Gesù. » Lo so — aveva essa replicato — che risusciterà, nella risurrezione; nell’ultimo giorno »; in altre
parole: questo che tu mi dici è consolante, certo, ma non ci basta. Quello che noi avremmo voluto sarebbe
stato che tu fossi venuto e che tu
avessi fatto per noi ciò che tante
volte hai fatto per altri che neppure
conoscevi: che tu guarissi mio fratello. Per questo ti avevamo fatto
chiamare, ma tu non sei venuto. « Io
■— aveva concluso Gesù sono la
risurrezione e la vita; chi crede in
me, anche se muoia, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morra
mai. Credi tu questo? »
Domanda imbarazzante, diciamolo pure. Marta si era rivolta al Maestro per domandarGli di fare per la
sua famiglia ciò che in tante occasie,ni aveva fatto per altri; aveva aspettato e sperato che Gesù venisse
in aiuto a lei ed alla sua sorella,
impedendo alla morte di entrare nel
E. Micol
la loro casa e Gesù era rimasto sordo aU’appello; ed ora che il peggio
non era stato evitato, ora che la morte era venuta e le aveva strappato
ciò' che essa aveva di più caro... ecco che Gesù le chiede se essa crede
che Egli è veramente ciò che aveva
invano sperato : Colui che salva dalla morte. Colui che è più forte della
morte. Colui che può strappare alla morte le sue vittime. Colui che
può rimandare indietro la morte a
vuoto.
Evidentemente la domanda di Gesù aveva uno scopo preciso: Gesù
voleva provare la fede di Marta;
voleva farle comprendere chi Egli
era veramente ed in che cosa consisteva l’opera che era venuto a compiere a favore degli uomini; intendeva convincere Marta a sapersi rimettere anche nelle circostanze più
tristi, con completa fiducia nelle sue
mani. La sua domanda « credi tu
questo? » non significava solamente:
ammetti tu che quello che io dico
può essere vero, ma sei tu intimamente persuasa della verità delle
mie parole e sei tu pronta a fidare
in me, a contare su di me, a sperare in me anche in cquest’ora triste di
dolore e di lutto?
Non è più dato a noi di poter vedere Gesù con gli occhi della nostra
carne, nè possiamo più udire la sua
„ voce co», le .rtostmwOieficbift,, JUft lA
sua domanda « credi tu questo » Egli continua a rivolgerla ad ognuno
di noi. Anche quest’oggi Gesù prova ancora la fede dei suoi seguaci;
anche quest’oggi Egli si avvicina ancora a coloro che si dichiarano suoi
discepoli per chiedere loro: credi
tu veramente alle mie promesse e
sai tu venire a me e contare su di
me in tutte le evenienze della tua
vita, anche in quelle più avverse e
più difficili? Tutti facciamo professione di fede quando ci raduniamo
nella sua casa per pregarLo e adorarLo, ma che cosa ne è di noi quando siamo fuori di quella casa? quando durante i giorni della settimana
ci tocca poi affrontare la vita così
come essa è, quando ci troviamo a
dover risolvere tanti problenii, a
combattere tante difficoltà, a superare tanti ostacoli? Che cosa ne è di
noi soprattutto quando vengono le
circostanze dolorose? Come ci comportiamo allora? quale è il nostro
atteggiamento? quali sono i sentimenti del nostro cuore? Poiché ciò
che conta è questo. Alla sua domanda « credi tu questo? » Gesù infatti
non esige da noi una semplice risposta orale; Egli guarda invece a
quella che è la nostra vita, poiché
la vita e non le parole deve essere
la manifestazione I e la prova della
nostra fede. ’
« Credi tu questi? »
Sono numerose I s«ai*a dubbio le
circostanze in cuii( Gesù si avvicina
per rivolgerci qut®tù domanda imbarazzante. Forse si potrebbe dire
che non passi gicifuo senza che in
un modo o nelEaitro Egli esiga da
noi ima prova della, nostra fede. Ci
sono tuttavia nelfe vita di ognuno
dei momenti in cui questa domanda
ci viene presentata con particolare
forza. Lasciale che io ne accenni
qualcuno: la sofferenza, il Itittb, la
morte. {segue al prossiTno numero)
_La conoscenza di
Dio senza la conoscenza della nostra
miseria, produce
k — ^ 1* ■ stìttza conoscer
conoscenza di Dio »
la propria mismria
l’orgoglio. La conoscenza della nostra miseria senza la conoscenza
di Dio produce la disperazione. La
conoscenza di Gesù Cristo sta al centro perchè con essa noi troviamo e
conosciamo Dio e la nostra miseria.
Coloro che si sviano lo fanno perchè non vedono una di queste due
realtà. Si può dunque conoscere bene Dio senza conoscere la propria
miseria e conóscere la propria miseria senza conoscere Dio: ma non si
può conoscere Gesù Cristo veramen
Gesù Cristo è l’oggetto di tutto ed
il centro a cui tutto tende, dffii lo conosce, conosce il senso di tutte le cose.
■ A ' \
Non solo noi possiamo conoscere
Dio solo attraverso Gesù Cristo, ma
non possiamo conoscere noi stessi che
per mezzo di Lui. Senza quésto mediatore, nessuna comunicazione, con
Dio è possibile. Tutti coloro che hanno preteso di conoscere Dio e di provarlo senza Gesù Cristo avevano solo
delle povere, impotenti prove...
HO UDITO BILLY GRAHAM
La grande campagna evangelistica
di Londra, iniziatasi il, 1° marzo, si
è trionfalmente conclusa nel pomeriggio del 22 maggio.
Durante dodici settimane, il famoso
evangelista americano, dott. BUly Graham na rivolto il messaggio cristiano
ad 1.740.000 uditori, di cui 40.000 si
sono avvicinati aU’evangelo,
Per non deludere Tenorme folla che
ogni sera si accul.^ava .davanti al luogo di riunione, il Gomitato organizzatore, dovette tosto invitare il pub_ blieo a munirsi ,di
' Anche il sottoscritto, 'appena giunto
a Londra, cercò di' procurarsi tale bi-_
ghetto, ma, siccome da alcuni giorni
tutti i posti erano esauriti, dovette ricorrere al « collar » ecclesiastico : unico mezzo che gli permise di accedere
ai « meetings » (o riunioni) delle ultime sere.
mente. Dietro il palco prendeva posto
il coro formato da oltre 1.500 voci e,
sotto l’intelligente direzione di un
membro dell’« équipe », venivano esercitati alcuni inni che in seguito si cantavano con precisione ed armoniq. La
riunione si iniziava con il benvenuto
agli uditori, dato dal direttore de), cori.
Il pubblico veniva quindi incitato
a cantare alcuni inni che si trovavano
su un innario, edito appositamente per
la crociata. L’udire cantare tante mi
AlV Harringay
COMimiCATO
L R«»a. il l»o 1—
vista della ^“%tÌdirnominate a conclusione dei lavori
del priiTincnn“o'svolt<S a Milano (Problema dell’affermazione dei
del primo in . l’unione — Problemi economici, giuridici ed
Sz.\t -ToZU de^ ««»««i'«) !■»■“> P'r»-» 1
di loro primo es.mo degli «tgomenti ì quali hanno formato oggetto d.
■*"’ ntoL'SrioSS protegnirà attivamente e la Venerabile
TavJk Vàidet, ed il Comitato Pe™mtente
Metodista d’Italia si incontreranno nuovamente dopo la sessione del
^““fJrpfpastorali valdese e metodista avranno il 27 ottobre c a
a Torre Pellice, un convegno nel corso del quale verrà trattato il seguente tema: « Propositi e speranze dell evangelismo italiano ».
Billy Graham non era ancora giunto a Londra con la sua « équipe » che
già diversi giornali della capitale esprimevano il loro scetticismo e la loro diffidenza nei riguardi dei frutti
che avrebbe potuto portare la predicazione del giovane evangelista. Non
passarono però molti giorni che tale
diffidenza cedette ü posto all’ammirazione di tutti e fu così che le diverse denominazioni T^^otestanti gli diedero il loro totale! ed incondizionato
appoggio. Tutti si resero conto che
si trovavano di fronte ad un uomo di
fede eccezionale, la cui predicazione
era permeata dallo Spirito di Dio.
La sera del primo marzo, Graham
si presentò alTHarringay (il più grande stadio coperto di Londra capace
di 11.000 posti a sedere) ed esordì dicendo : « Non crediate che siamo venuti in mezzo a voi per ingannarvi o
per emozionarvi con fuochi d’artificio, ma per portarvi la parola dell’Iddio vivente e chiamarvi alla fede in
Cristo... Come potrete constatare non
sono un grande predicatore, ma up
semplice servitore del Signore ».
Da allora, ogni sera, per tre mesi
consecutivi, ad eccezione della domenica, il grande stadio si riempiva di
persone (in parte curiosi) che, tuttavia, non potevano non essere afferrate
dal messaggio della speranza e della
vita.
Ben presto lo stadio divenne troppo piccolo e si dovette, perciò, installare enormi altoparlanti onde anche
le diverse migliaia di persone che si
trovavano aU’estemo, potessero seguire il discorso del giovane pastore del
Nord Carolina.
Con la speranza di fare cosa ^ata al lettore, daremo alcune notizie
sullo svolgimento delle riunioni all’arena.
L’immenso edificio aperto ogni sera alle diciaimove,i si gremiva rapida
COMDIHlCilTO
In seguito alle dimissioni del
Pastore titolare, la Tavola Valdese proclama la vacanza della Chiesa autonoma di Torino.
La elezione del nuovo Pastore dovrà farsi a tenore degli
artt. 12 -13 - 14 - 15 - 24 e 25
dei Regolamenti Organici.
Il Moderatore
Achille Deodato
gliaia di persone era per tutti un’esperienza indimenticabile.
Seguiva poi im « a solo » cantato
da un membro dèh’ « équipe »; in seguito un pastore leggeva la parola di
Dio ed un altro faceva la preghiera.
A questo punto, dopo un coro eseguito dalla corale, ecco apparire Billy
Graham. Prima di rivolgere il suo messaggio egli invitava sempre il pubblico ad inchinarsi davanti a Dio, in preghiera. Lq predicazione, fondalmentalmente biblica, era sempre tratta da
una narrazione familiare, come la storia di Naaman o la guarigione del lebbroso, oppure era la spiegazione di
uno dei grandi temi della Bibbia, come il pentimento, la nuova nascita, la
giustificazione, la croce- o la seconda
venuta. Ogni volta il predicatore concludeva rivolgendo un appello alla necessità del ravvedimento ed alla fede
in Cristo.
Infine, si invitavano coloro che desideravano impegnarsi nel servizio del
Signore ad avvicinarsi al palco, dove
ognuno veniva raggiunto da un « consigliere » che compilava una cartolina
a ricordo della decisione presa e consegnava un libro di cristiana letteratura.
AH’Harringay si convertirono al Signore oltre 28.000 persone.
uditori raccolti in un altro stadio chiamato White City. Quando l’evangehsta giunse in prossimità del Wembley,
fu necessario l’intervento di forti gruppi di polizia, onde tracciargli un passaggio tra l’immensa folla. Sul palco,
oltre a diverse personalità politiche e
militari, sedevano le più alte autorità
religiose, fra cui l’arcivescovo di Canterbury. Dietro il' palco si trovavano
4.000 coralisti che eseguirono con valentia l alleluia di Handel.
L uditorio era composto da gente
venuta dalla Scozia. daU'irlanda e da
diverse" parti dell Inghilteira. genie
che. in parte, passò tutta la notte in
treno o in autobus e molte ore della
giuiuaLa i5ui.iO la piO^gia per udjTe un
uomo parlare di Dio.
Lo Wembley non aveva mai accolto
tanta folla come in quel giorno. Graham scelse come base del suo ultimò
messaggio le parole di Giosiiè: « Scegliete oggi a chi volete servire: ...l’Eterno, n nostro DiOi è quello che serviremo, ed alla sua voce ubbidiremo! ». Al termine del suo discorso si
presentò ai nostri occhi una scena meravigliosa: più di 10.000 persone si
recarono davanti al palco per promettere di seguire e servire, d’ora innanzi, il Signore.
La benedizione impartita dalTarcivescovo di Canterbury mise il punto
finale alla più grande campagna evangelistica di questo mezzo secolo.
Il trionfo di un uòmo modesto
All’Wembley
L’ultima riunione della crociata londinese ebbe luogo nel pomeriggio del
22 maggio al Wembley (il più grande
stadio scoperto di Londra). Poco prima Graham aveva parlato a 70.000
Prima di giungere a Londra, Graham era considerato un uomo come
tanti altri, ma oggi il suo nome è sulla bocca di milioni di inglesi e molti
lo hanno paragonato a Gtiovanni Wesley. Di fronte all’enorme successo, almeno apparente, della crociata, molti
si sono posti la seguente domanda:
« QuaTè il segreto del successo della
predicazione di quest’uomo? ». Tutti
sono unanimi nel riconoscere nell'evangelista americano una sincera ed
indiscutìbile fede in Dio : fede alimentata quotidianamente dalla preghiera.
In una riunione di 2.500 pastori,
cui ebbi il privilegio di assistere, Graham disse che se la nostra predicazione non è permeata dallo spirito di Chisto, essa è vana. Secondo lui, se gli
uomini non vengono a Cristo o si allontanano dalle chiese gli è perchè
spesso i pastori non sono abbastanza
convinti del messaggio che annunziano; essi mancano di fede nella potenza vivente e opterante di Cristo. Sebbene questa fede sia un dono di Dio,
è necessario che, per riceverla, noi la
chiediamo continuamente a Colui che
solo può darla. Solo quando noi avremo stabilito la relazione verticale con
Dio, potremo agire orizzontolmente
fra gli uomini e questi non pottanno,
’ - (segue in pagina)
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Primo Distretto
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Ha avuto luogo, là Conferenza del
I distretto, a Villar Pelliee il 16-17
giugno. Il pastore Edoardo Micol ha
presieduto il cùlto d’apertura (ne
diamo un estratto in altra parte deP
giornale) il 16 sera nel tempio. I lavori hanno avuto inizio il 17, secondo l’orario prestabilito, sotto la dizione energica e vigilante di un seggio costituito da ; E. Ubicai, presidente; prof. Renato Lorag% vicepresidente, Elio GriÌl, segretario'. Il Sovrintendente pastore Roberto Nishet
dà lettura della Commissione distrettuale. Poiché essa sarà la hà’se dèlia
discussione durante tutta la giornata, la riprendiamo paràgrafo per paragrafo. ^ ,
Db interrogativo
Ci si permetta questo titolo inconsueto per un paragrafo; ma poiché
altri analoghi potrebbero seguirlo è
forse opportuno premettere quello
che potremmo anche rimandare come conclusione. E cioè che i lavori
della Conferenza sono stati un susseguirsi di domande fatte, di interrogativi rimasti in gran parte senza risposta. Nog sono mancate risposte,
ma, all’atto conclusivo, si è sempre
avuto l’impressione che la Conferenza fosse stranamente impreparata
ad affrontare e risolvere uno qualsiasi dei problemi sottoposti al suo esame. Particolarmente sensibile questo
nel campo laico ; mentre nella conferenzo dello scorso anno a Bobbio pellice l’intervento laico nel dibattito
era stato la nota dominante, questo
anni si è rientrati nella... normalità.
Intervento massiccio dei pastori, interventi oratori a ripetizione dei soliti bene intenzionati che vogliono
solo « rompere il ghiaccio » (quanto
ghiaccio rotto a Villar Pelliee dall’ottimo pastore di Torre Pelliee!).
Abbiamo avuto l’impressione, nelle •
conversazioni di corridoio, che i laici
avrebbero spesso avuto molte cose da
dire, ma... come si fa a parlare su
argomenti che vi' vengono presentali senza esser stati preventivamente segnalati? Non potrebbe, per l’avvenire, la nostra solerte Commissioné
Distrettuale che tante cose buone ha
■già fatto, trovare il modo di segnalare ai delegati, tempestivamente, quali saranno, secondo le sue intenzioni,
gli argomenti, di maggior rilievo? E
magari una sia pur modesta documentazione ?
Si è, per esempio, durante la discussione del mattino sul « rilassamento spirituale » della nostra attività ecclesiastica accennato, da parte
di vari pastori, ad una o più circolari
del Moderatore che fanno riferimento a questo stato di cose; anzi la discussione è partita proprio da una
specifica domanda in merito^al significato ed alla portata delle affermazioni del Moderatore. Ora nessuno
dei delegati laici presenti ne aveva
avuto sentore prima; e, cosa più gra.
ve, ne ebbe... sentore, per altrà via
che allusiva, neppure durante la eonferenza. Perciò... caveant cónsules.
Dunque una Conferenza inutile perchè senza o. d. g.? Non lo crediamo;
Conferenza buona perchè appunto
sono mancate le conclusioni : ognuno
ha sentito che certi problemi erano
tragicamente gravi.
La Commissione Distrettuale osserva nella parte'miToduttiva della rotazione che pur dovenidosi obiettivamente riconoscere che vi sono cc manifestazioni di vita spirituale e tante
opere che sono la dimostrazione che
lo Spirito di Dio ancora agisce in
molte anime », essa non può non concordare con i giudÌ2!Ì espressi dalla
maggior parte dei Concistori nelle
loro relazioni. c< Ci sentiamo profondamente- insoddisfatti; — dice la relazione — ... la realtà è che quasi o'vunque si nota nelle nostre parrocchie un rilassamento spirituale che si
manifesta, in modo particolarmente
grave nella frequenza ai culti domenicali, ma che non è meno doloroso
nel campo della liberalità cristiana
ed in altri settori ».
Questa affermazione (o constatazione? ) provoca urta precisa domanda del pastore E. Ayassot il quale
desidera sapere se si tratta di una
considerazione generica o di urta conclusione meditata. Egli osserva che
il Moderatore ha svolto un analogo
tema in due circolari, per cui è lecito supporre che la Tavola abbia
fondate ragioni per formulare così
concrétamete un giudizio pessimistico sulla vita della Chiesa. Se così
fosse, varrebbe le pena che la Conferenza si soffermasse ad approfondire il problema.
Il so.vrintende R. Nishet spiega che
le parole del Moderatore esprimono
il pensiero della Tavola che a ragion
veduta è giunta a queste conclusioni.
L’esame dell’attività nei vari distretti dà Timpresdone di una vita stagnante in tutti i suoi compartimervti;
non c’è spinta verso l’alto, manca la
vita di preghiera; l’impulso evangelistico si è attenuato; non è, purtroppo cosa nuova, ma constatazione di
fatto.
Queste precisazioni danno, in senso molto figurato!, fuoco alle polveri.
Il pastore U. Beri, in primis, si
dichiara convinto della inutilità di
una discussione su questo argomento,
in quanto essa non può che calcare le
vie di precedenti dibattiti analoghi;
subordinatamente fa osservare che
sarebbe più opportuno di parlare di
staticità ed esaminare vantaggi e
ivantag^; ritiene che nelle Valli vi
sia attualmente un fervore di opere
che non si può svalutare; forse il
problema è più grave negli altri distretti.
Per il pastore Ayassot bisogna rimettere al, centro della nostra vita la
preghiera; riconosce di esser riuscito, nella sua comunità ad organizzare tutto e tutti, tranne la cosa fondamentale; le riunioni di preghiera.
Per il pastore F. Davite bisogna ritornare alla personale relazione con
la Parola di Dio; oggi non si legge
più la Bibbia che è la grande sconosciuta in seno al popolo valdese. E.
Roslan sottolinea la necessità di prender coscienza del linguaggio che adoperiamo: si ha spesso l’abitudine di
chiamare ” pietismo ” con un senso
'di critica, il puro linguaggio biblico
si tratta di sapere se i Valdesi ere
dono veramente ancora in Cristo Si
gnore; lo Spirito Santo sarebbe di
ventato una semplice metafora? Con
tiamo « Scendi tu, nel nostro pet
to... »; ma queste parole significano
ancora qualcosa per noi? Il delegato
A. Gardiol suggerisce la costituzione
di gruppi ’’d’impegno” di laici nelle singole comunità.
■
;'r
e non piu...
to a speranze per l’avvenire, e si passa ad altro argomento.
Ancora prose^e la discussione
sullo stesso argoqq^uto, sebbene essa
non abbracci più,tutto il problema,
nel suo assiemCiiE* il delegato A.
Beux che dà ujOi’orientamento più
concreto alla disctjissione. Si rifà come gli altri oratoi^ alla indagine delle cause del lamentato rilassamento,
òhe t^li individu»nella carenza della cura d'anime d parte dei pastori,
e presenta un o. i ,. g. • inteso appimto g facilitare Ulti più intensa cura
d’anime (vulgo.: ; isite pastorali) :
” ha Conferenti del I Distretto,
messo in evidenzi il problema delia
carenza in tutti i campi, propone di
esonerare per qm nto possibile dagli
incarichi extra-parrocchiali i pastori
onde permetter loro la totale esplicazione del loro incarico parrocchiale”.
I delegati A. J^eux e G. Coisson
spiegano lo spiritò che ispira questo
o. J. g., di cui riconoscono la imprecisione formale di terminologia, pur
mantenendone la sostanza : liberare i
pastori da molteplici attività che non
sono specificatamente pastorali e del
cui gravame i pastori sono i primi a
lamentarsi; essi ritengono inoltre che
si offrirebbe così un campo adeguato
alla collaborazione laica.
Vari oratori (£. Serafino, past. G
Peyrot, E. Ayassot, E, Boston, V
Bert) pur riconoscendo quanto di giu
sto è affermato nell’o. d. g. ne chic
VITA spirituale
La tesi della inutilità di una discussione è prelintindrmente respinta da
vari oratori (E. Geymet, E. Rostan,
E. Ayassot, D. Abate) e si esamina
quindi « i2 rilassamento spirituale »
di cui parla la relazione.
Per il pastore Rostan questo sen,so
di sfiducia e di rilassamento ha varie cause; 1) abbiamo dimenticato
il nostro senso di responsabilità di
fronte alla- massa valdese che ha bisogno di essere evangelizzata; 2) tradizionale adattamento allo stato di
cose: tutto sommato, potrebbe andar peggio; 3) polarizzazione eccessiva dell’azione della Chiesa sul piano
del problema della libertà religiosa,
considerata come elemento indispensabile di una testimonianza cristiana
(altri movimenti religiosi vivono e
fioriscono anche senza preoccuparsene).
D. Abate, introduce nelTindagine
due elementi nuovi: la decadenza di
alcune manifestazioni di massa (Feste di canto) e l’attualità della predicazione. Egli ha l’impressione che
la predicazione oggi sia fatta per
uditori di borghesi soddisfatti; l’elemento operaio è assente ai culti; la
classe operaia non sente la Chiesa
presente nel suo travaglio sociale;
come evangelizzare? Cosa manca? I
pastori E. Ayassot, F. Davite, E. Rostan. il delegato A. Gardiol prospettano varie soludoni.
dono la trasformazione in raccoman
dazione perchè lo ritengono inade
guato allo scopo (£. Serafino); in
sufficiente, perchè ignora il proble
ma del recupero della massa valdese
da evangelizzare mediante la testi'
monianza personMe (Giov. Peyrot)
perchè tradisce lo spirito della discus
sione, portandola jSU un piano me
schino (£. Ayass0); perchè porreb
be i pastori nellg; necessità di ribel
l.arsi alla Tavola o al Sinodo che han
no loro affidato determinati incarichi
extra parrocchiali (U. Bert).
rezione orfanotrofi, direzione giornah cc.
Poiché la discussione si è particolarmente fermata sulla collaborazione laica, il pastore E. Ayassot ritiene che sia necessario sottolineare il
nostro personale individualismo;
non sappiamo lavorare in équipe;
d’altra parte proprio i membri dei
Concistori sono quelli che rifiutano,
d’impegnarsi. Il pastore Rostan mette in rilievo come questo o. d. g.
sembri inficiato da quella mancanza
di comprensione e solidarietà senza
la quale non si può avere efficace
collat)orazione; comprensione e solidarietà che mancano completamente
nella nostra Chiesa, dove ogni iniziativa è salutata con prese di posizioni
di netto scetticismo ; crede inoltre
inopportuna questa insistenza sull’eccessivo lavoro pastorale: con incarichi ci sono pastori che trovano tempo per la cura d’anime; sènza incarichi, altri non lo trovano. Dopo un
richiamo del delegato Margiunti a
maggiore umiltà, il delegato Pascal
(Villar P.) richiama alla fedeltà della parola di Dio; ricorda come i discepoli fossero chiusi nel solaio; solo dopo hanno avuto il coraggio di
uscire nelle piazze; noi siamo « chiusi » nelle nostre case, ma purtroppo
non più in attesa nè in preghiera:
lì è il male. Messo finalmente ai vo-,
ti l’o. d. g. viene respinto.
Membri elettori
In seguito alla consultazione in
merito alla opportunità d’abolire
l’attuale classificazione dei membri
di Chiesa in membri comunicanti e
membri comunicanti elettori, si sono dichiarate favorevoli all’abolizione di questa distinzione le assemblee
di Chiesa di Bobbio, Massello, Perrero, Pomaretto, Rodoretto, Rorà,
San Germano Chisone, Luserna San
Giov.aniii e Villar Pelliee. Favorevoli al mantenimento sono state invece
Torre Pelliee, Angrogna capoluogo,
Angrogua Serre, Pinerolo.
Imprecisabile il caso di Pramollo
che denunzia l’assenza completa di
base scritturale nell’attuale distinzione che però viene considerata necessaria come male minore.
Poiché i singoli delegati delle comunità hanno ricevuto un mandato
imperativo in materia, la Conferenza non ritiene di poter rimettere in
discussione i risultati. D’altra parte
si presentano problemi di delicata
natura giuridica, a prescindere dal
fatto che se la maggioranza delle Co.
munita consultate si è espressa come sopra esposto, la maggioranza
stessa diverge sul limite di età.
Il dibattito sembra anche dover
esser approfondito ed esteso a tutte
le comunità degli altri distretti e la
Conferenza approva il seguente o.
Topografìa
li delegato A. Beux ritiene però di
dover mantenere il suo o. d. g., confortato da un intervento del dott.
Meynet il quale ha pronta tutta una
lista di incarichi attualmente affidati a pastori e che potrebbero utilmente (secondo l’oratore) esser affidati a
laici; Pro Valli, Ciov, Claudiana, Di
Prendendo lo spunto da un rilievo
della Relazione il pastore E. Ayassot
osserva che lo sviluppo edilizio di
Luserna San Giovanni verso Torre
Pelliee e quello degli Appiatti pone
diversi problemi in merito all’attività ecclesiastica delle due comunità U• mitrofe, resi tanto più .acuti jn quanto ii centro parrocchiale di Luserna
S. Giovanni è troppo decentrato, rispetto agli sviluppi della vita locale.
Si pone anche qui un grave interroga/tivo.
Un analogo problema, riferisce
Tavv. Serafino, si presenta a Roderetto, dove il vero centro delle attività sta decentrandosi jalle Fontane.
Qutdche chiarimento del pastore di
Luserna San Giovanni con riferimen
”La Conferenza del I Distretto preso atto che la maggior parte dette
parrocchie si sono dichiarate contrarie all’attuale regolamentazione sui
membri elettori domanda al Sinodo
che venga effettuata una indagine
sullo stesso argomento presso tutte le
Assemblee della Chiesa Valdese".
Gioventù
Il capogruppo F.U.V. prof. C. A.
Theil er riferisce sull’attività svolta
dal Gruppo Valli; vi sono stati sintomi di ripresa nel lavoro delle singole unioni; le manifestazioni d’assieme lasciano però ancora sempre
a desiderare; bisogna trovare nuove
vie. A Pomaretto ed a Torre i pastori
notano cc nell’attività giovanile uno
degli aspetti più incoraggianti del loro lavoro ».
NUO VA PA RROCCHIA
In merito alla.^costituzione di una
nuova parrocchia a S. Secondo, la
relazione della Commissione distrettuale è lieta di segnalare che si è fatto un buon passo avanti; Pinerolo e
Prarostino hanno, portato nelle traitative uno spirito che lascia bene sperare per l’avvenire; anche per quello che si riferisce alla delimitazione
territorlalè si è gfunti ad una fraterna intesa; tutte te famiglie interessate sono state consultate e già si sono raccolti impegni in vista detta costruzione del nuovo locale di culto
che, secondo .gli interessati, dovrebbe precedere la costituzione ufficiale detta parrocchia. Allo scopo di accelerare i tempi, la Commissione distrettuale propone che la Tavola mandi già per il prossimo anno ecclesiastico un operaio qualificato che potrebbe iniziare un lavoro proficuo,
anche in vista del reperimento dei
fondi per l’erigendo tempio, in quanto non si può contare sull’intervento
detta Tavola, per la nota situazione
che le ha imposto il blocco di qualsiasi costruzione. Mentre i pastori
Rostan e Peyrot sottolin&sno i motivi di ottimismo negli sviluppi della
iniziativa, essi formulano varie riserve sull’opportunità di mandare
subita un nuovo operaio, in quanto
non sembra loro sufficientemente
chiara la posizione giuridica detta
stesso, che verrebbe inoltre a trovarsi in una posizione difficile, qualora
non si riuscisse a raccogliere i fondi
necessari per la costruzione del tempio. Il delegato A. Gardiol illustra
la situadone della zona e la necessità di una soluzione definitiva sen
za però sentirsi di prendere una po
sizione esplicita in merito alla prò
posta della Commissione distrettua
le. Il pastore Bert ricorda quanto si
è fatto per il passato; osserva che si
è ritornati atte stesse conclusioni e si
augura che si possa passare presto
all’azione. Viene quindi approvato
il seguente o. d. g.:
io dei desiderata espressi in sede di
Convegno dei monitori, la situazione
appare preoccupante.
Colportaggio
” La Conferenza distrettuale udito
il parere delle Assemblee di Chiesa
di Prarostino e di Pinerolo in merito alla creazione di una nuova parrocchia a S. Secondo, unanimemente
si rallegra per la possibilità di intensificare l’opera di testimonianza
evangelica alle Valli ed invita i Concistori delle parrocchie interessate a
proseguire in tale lavoro, d’intesa
con la Commissione distrettuale e la
Tavola ”.
Diversi oratori {E. Ayassot, F. Davite, E. Micol) si rallegrano per l’iniziativa presa dalla Claudiana d’iniziare, sia pure su scala ridotta, una
attività di colportaggio. Tutti sono
concordi nel ritenere che essa deve
essere intensificata e perfezionata. Il
sovrintendente Nisbet insiste sul valore spirituale di quest’attività ed accenna all’opportunità di una collaborazione giovanile in questo campo.
Fiaanze
Scuole Domenicali
Mentre la relazione della Commissione distrettuale si limita a riferire
sull’attività svolta nel distretto, alenili oratori (pastori Ayassot e Bert)
segnalano alcune difficoltà che impediscono alle Chiese dette Valli di
servirsi del manuale e in genere (pastore Geymet) del materiale messo
a disposizione dal Comitato Scuole
domenicali: difficoltà che nascono
dalla situazione completamente diversa dal punto di vista scolastico,
dette Valli, dove i nostri ragazzi ricevono già lezioni di religione nette
varie classi elementari. Poiché il Comitato dette Scuole Domenicali non
ha ritenuto di poter tener alcun con
1m Commissione Distrettuale ricorda quanto è stato fatto in questo
campo, onde rispondere alla richiesta del Sinodo che « impegnava il I
distretto ad un aumento globale dei
60% rispetto ai versamenti dell’anno scorso » ; i singoli Concistori sono
stati messi di fronte ai loro obblighi
sia netta conferenza di Riclaretto, sia
mediante circolari, sia mediante Tattività del signor A. Geymonat, specialmente incaricato di quest’opera
di chiarificazione e persuasione. La
Conferenza è chiamata a giudicare
dei risultati.
K questi risidtati non sembrano
motto rallegranti; degli 8.000.000 di
aumento richiesti, appena poco più
di 1/4 è stato raggiunto; solo Coazze, Pramollo, Pinerolo, Prali, Pramollo hanno raggiunto la mèta (Pinerolo anzi l’ha superata). La Com
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missione Diatrettuaìe non vuole pronunziare giudi:d, riconosce che anche le altre parrocchie hanno fatto
un progresso di cui bisogna pr&tdere
atto; ma rimane il problema in tutta
la sua gravità. Se la mèta rum viene
raggiunta, la Chiesa deve ricorrere
a prestiti dalle bcmche, cioè dal mondo; è legittimo che la Chiesa debba
chiedere al mondo il suo danaro? Il
sovrintendente è conmnto che ciò costituisca un vero interdetto che è alle radici della stasi della nostra vita
ecclesiastica.
La Conferenza è, in linea di massima d’accordo con le parole del sovrintendente; il pastore Rostan ritiene anzi che si debba apertamente
parlare di fallimento e con lui concorda il pastore Micol. Il delegato
D. Abate osserva che è mancato in
pieno, in molte parrocchie, il senso
della gravità dell’ora; ci si è limitati ad appelli generali (e quixidi generici), mentre è mancata l’opera di
persuasione e di contatto personale
con i singoli. Tutti d’accordo in linea generale; però ci sono sempre i
casi particolari, il criterio di ” tassazione ”. Con quale criterio si sono
fissati i contributi richiesti alle singole parrocchie? Il tono diventa vibrato: si parla di cifre ” cervellotiche ”; un pastore dichiara esplicitamente che ” per l’avvenire ci rifiutiamo di dare aumenti, se queste cifre non vengono rivedute ”.
Sul piano dei ” casi particolari ”
che, risorgono trionfanti nel linguaggio della Conferenza, ecco evocata
una scala la cui riparazione compromette il bilancio di una parrocchia;
ecco incriminate le parrocchie del
fonilo valle dove c’è più danaro per
i divertimenti e meno per la Colletta aiiitìm; ecco incriminata la Tavola che ha tardato troppo a prendere
il provvedimento di ” blocco di ogni nuova costruzione” ; si accenna ad
una latente sfiducia verso TAmministrazione; si lamenta la scarsa conoscenza delle situazioni locali, per
cui, secondo un pastore bisogna dolorosamente constatare ’’che larghi
settori, se chiediamo danaro per la
Chiesa,~rinunzi<mQ alla Chiesa”.
Eppure tutti sono d’accordo: manca il danaro e bisogna trovarlo!
Ma come, ma dove?
Secondo la buona tradizione Valdese. nelle tasche del vicino, più ricco di noi! Villar PelUce dice: Chiedete di più a Bobbio! Luserna San
Giovanni dice: Torre Pellice è la ca^
pitale, deve dare di più! E viceversa! E ognuno dà il meno che può.
Il sovrintendente Nisbet ed il sig.
A. Geymonat hanno avuto buon gioco a dimostrare che le cifre non erano ’’cervellotiche”; hanno riletto
i criteri ispiratori delle proposte. La
discussione è chiusa, senza nessun
o.d.g. Nella Conferenza di Ricktretto, in un momento di euforia, tutti
avevano applaudito; sembrava una
cosa molto facile. Dopo un anno la
euforia si è dileguata: d si è trovati
di fronte alla realtà nuda e cruda:
chiedere danaro per l’opera del Signore è molto, molto difficile nelle
nostre jmrrocchie.
A Riclaretto, in un momento di
entusiasmo, si era votato un o.d.g.;
a. Villar PelUce, non si è avuto il
coraggio di ripetere lo stesso o.d.g.
C. I. 0. V.
11 pastore U. Bert dà interessanti
ragguagli sull’attività della Ciov e
su alcuni problemi di particolare attualità. Attira l’attenzione della Conferenza sulla necessità di dare un
maggiore contributo finanziario all’Orfanotrofio di Torre Pellice e raccomanda la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni del suo centenario. Rispondendo al pastore E. Aime chiarisce per quali ragioni non
sia conveniente una mutua Valdese
indipendente.
Canto Sacro
Il pastore P. Marauda inferisce
sull’attività della Commissione ad
hoc. Il pastore E. Rostan suggerisce
che venga intensificato il contatto
della Comm. con le corali; ritiene
pure opftortuno che la Comm. studi
ima riforma delle feste di canto, per
renderle più rispondenti al loro
fine religioso; quella delle Scuole domenicali andrebbe per contro resa
più agile, più adatta alla giovamle
età dei partecipanti, dai quali non
si può esigere un particolare interesse per le esibizioni canore.
La Commissione viene riconfermata per accbmiazioho,~:coh Taggjiinta
del maestro Ferruccio Corsani.
. / , ;
Pro Valli
Il pastore E. Aynssot comunica
che la Comm. pro Valli si presenta
dimissionaria; segnala l’urgenza e la
gravità di alcuni problemi che attendono soluzione. I suoi impegni alla
Direzione di La Luce gli rendono
personalmente impossibile di accettare u*íá rielezione; ritiene per vari
motivi che sarebbe indicato tm laico
a dirigere questa attività.
Il pastore E. Geymet ritiene che
il nuovo orientamento che verrebbe ad assumere la Pro Valli, esiga
mi ponderato esame; prega pertanto il pastore E. Ayassot di soprassedere alle sue dimissioni e di rimanere in carica fino alla prossima Conferenza. Il pastore E. Ayassot accog’ie la preghiera.
Collegio valdese
Una nota inconsueta nella Conferenza: un accenno al Collegio Valdese. Un delegato laico ritiene che
sia bene, in sede di Conferenza, accennare a questo nostro Istituto, rende omaggio alla serietà degli studi e
del metodo didattico; ha però l’impressione che si vada generalizzando, nei nostri ambienti, la sensazione che ’’studiare al Collegio diventi
sempre più una cosa molto difficile”, particolarmente in qualche settore; raccomanda agli insegnanti di
contemperare le esigenze di giustizia e severità con quelle della umanità e della comprensione.
Ospiti
Sino stati ospiti della Conferenza
il pastore Griot e la sua signora che
hanno recato applauditi messaggi di
saluto delle nostre comunità dell’IIruguay e Argentina. Il presidente pastore E. Micol porge loro un caldo
benvenuto e in loro e p#r mezzo loro saluta i fratelli del distretto RioP! átense.
Elezioni
La Commissione Distrettuale viene riconjermatu: E. Serafino Lice
presidente; G. Bouchard, segretsrio.
Sono nominati i seguenti delegati al Sinodo: Ribet Renato (Pramollo), Pons Remigio (Pinerolo), insegnante Pascal (Perrero), Malan Luigi (Angrogna), prof. Renato Longo
(Torre Pellice), Tron Levi (Pomaretto), Prof. Theiler (S. Germano),
Elio Grill (Prali), Ada Cairus (Villar Pellice), Rovara Umberto (Luserria S. Giovanni), Abele Geymonat
(Bobbio Pellice), Bounous Roberto
(Cbiottì), Pierino Paschetto (Prarostino).
Sede della Conferenza della ripresa: Perrero. Predicatore: pastore
Giovanni Peyrot.
Ospitalità
L’ospitalità della Chiesa di Villar
Pellice è stata generosa e... (il cronista dovrebbe adoperare vari aggettivi, uno più qualificativo dell’altro); perciò ne userà uno solo: cristiana. Per una volta tanto, non sarà usato a sproposito: ci siamo sentiti a casa nostra, fratelli tra fratelli. Ci sia quindi consentito di ringraziare altrettanto fraternamente la
Chiesa di Villar, il suo pastore, i
suoi collaboratori per l’impeccabile
organizzazione, per F atmosfera di
serenità che ha regnato. Cl.
SMA lAIiA VI POHABeiKI
In seguito agli esami d’ammissioue alla l.a classe della Scuola Media,
sono risultati ammessi: Baret Marta;
Benecli Fiorina; Bert Giorgina; Coucourde Ugo, Duò Rodolfo; Grill Romano; Micol Ettore; Purpura Giovanna, Ribet Luciano; Romano Piero; Rostan Stefano; Rostagno Mario;
Vinçon Bruno.
Promossi dalla I alla II classe:
Bouchard Franco; Bounous Laura;
Breuza Romano; Comba Ivana; Costantin Laura; Gardiol Ada; Giaiero
Elio; Long Gino; Long Tullio; Pascal Anita; Viglielmo Valdo.
Promossi dalla II alla III classe:
Beiix Carla; Jahier Giovanni; Long
Roberto; Pons Gabriella; Tron Arnaldo; Tron Claudio.
Licenziati dalla Scuola Media : Calvetti Franco; Costantino Clara; Pons
Giulietta.
Le orfanelle vi invitano cordialmente
alle celebrazioni del centenario a Torre Pellice
domenica 4 luglio.
Alle ore 15, all’Orfanotrofio avrà luogo
una rievocazione storica con messaggi del Moderatore della Tavola Valdese, del Sovrintendeste delle Valli Valdesi, del presidente della
Ciov, del sindaco di Torre Pellice e del pastore di Torre Pellice.
Nel giardino dell’ Orfanotrofio si terrà una
pesca di beneficenza.
Lo sera della stessa domenica, 4 lùglio
nell’aula sinodale della Gasa Valdese, la corale di Torre Pellice darà un Concerto" a bemficio dell’Orfanotrofio.
Saboto sera 10 e domenica sera 11
luglio, alle ore 21, nell’Aula Magna del
Collegio Valdese (Torre Pellice) avrà luogo un
saggio musicale - corale delle orfanelle.
Tutti vi sono cordialmente invitati!
Dopo la Conferenza del T DistreHo
Quali frutti darà la Conferenza Distrettuale tenutasi a Villar Pellice il
1.7 Giuguo?
L’accoglienza così gentile e fraterna de’ bravi Villaresi ha certamente
contribuito a render piacevolissimo
il nostro breve soggiorno neU’incantevole valle, ora eos), poeticamente
rivestita dì vérde primàvérÌTe.'T sér-’
vizi logistici erano stati egregiamente c'ganizzali dal Pastore locale. L’ospitalità della Parrocchia non avreb.
he potuto essere più generosa. Essa
ha efficacemente concorso a quella
atmosfera benefica in cui s’è svolta la
bella e buona giornata. Un fatto rallegrante, la cui importanza va rilevata: tutta la mattina è stata occupata da un esame' delle condizioni
spirituali delle nostre Comunità. Esame serio, e stavamo per dire anche approfondito. Ma non diciamo
così, perchè sono tinti i vari problemi che assieme eoltituiscono il grave e complesso pj^blema generale,
che ci vorrebbero parecchie giornate
per discuterne in‘modo veramente
efficace. ’*
E’ stata una rassegna dei punti essenziali. Con quale risultato? Il risultato ci sembra dev’essere questo:
dobbiamo vedere le cose nella loro
nuda e cruda realtà, eppoi — invocando con tutte le nostre forze l’aiuto di Dio — correre ai ripari, ed agire, agire energican^nte per affretta,
re l’aurora, di giorni migliori. TUTTI. Non solo i membri della Conferenza. TUTTI i niembri di chiesa
devono rendersi conto dello stato attuale delle nostre Comunità, e TUTTI devono dare un efficace contributo all’azione trasformatrice o restauratrice che s’imponè.
Guardare le cose nella loro nuda
e cruda realtà. Certamente, ci dobbiam preservare dal pessimismo, che
in tutte le cose è sempre deleterio.
11 vero Cristiano non può essere pessimista. Nel suo cuore, è sempre accesa la luce di quella speranza che è
certezza. Il Regno di Dio verrà, anche da noi. Le chiese, la cui origine
è divina, ma la cui organizzazione è
umana, le chiese seguono ogni tanto
una parabola discendente. Ma poi,
quando passa su di esse il soffio vivificatore dello Spirito, esse riprendono fiato e vita. O^i, soffriamo, sì,
ma « non senza speranza ».
Non pessimismo,, dunque, ma ottimismo. Non sovèrchio facile ottimismo, però, che ci renderebbe colpevoli di indifferenza ed inoperosità.
* * *
Apriamo gli occhi, e vediamo le
cose quali esse sono. La grande massa de’ nostri membri di chiesa dor
me profondamente. In quasi tutte le
nostre Comunità, la frequentazione
dei Culti è ridottissima. Ranchi vuoti ! “^i sente il freddo. Il canto è stentato. E non vanno meglio le altre
manifestazioni di vita ecclesiastica.
Questa la dura realtà. Riconoscerlo
è un sacrosanto dovere. V’è chi dice
cKé'c’e ancora del buono... Si, grazie a Dio. Ma non ci dobbiamo illudere se i nostri templi si riempiono
nelle grandi solennità, se le folle accorrono alla celebrazione del XVII
Febbraio ed alla festa del XV Agosto. Vuol dire che, si, qualcosa c’è
ancora. Ma... è molto poco. Forse
v’è più Valdesismo che Cristianesimo. Codesta è la realtà: le nostre Comunità vivacchiano, ma non vivono.
Chi non sente profondo dolore per
codesto stato letargico, ci vorrebbe
consolare col dirci che non siamo soli a dormire. Ci dicono cKe le cose
non vanno meglio all’estero. Ci dicono che nella stessa Roma i Cattolici
Romani praticanti (varie pubblicazioni lo affermano) sono solo una minima minoranza. Se da noi sempre
più rari sono quelli che ascoltano la
vocazione al pastorato, anche i seminari Cattolici Romani sono in forte ribasso. E ciò, malgrado si parli
tanto, oggi, di Cristianesimo nel nostro paese...
« Se Messene piange. Sparta non
ride ».
Motivo, questo, di consolazione?
Così non sia. Intanto, vediamo i frutti amari della miseria in cui si dibatte la Cristianità. Il male ovunque
dilaga, ed il moltiplicarsi dei più atroci delitti sono le conseguenze dell’assenza di un vero sentimento religioso nella massa dei più.
Ma pensiamo a noi. E dopo aver
deploralo le nostre gravi lacune, non
voltiamo dall’altra parte la testa sul
guanciale; non torniamo a dormire.
Noi siamo responsabili, in virtù
della testimonianza che Dio ci ha affidata. « Lux hteet in tenebria »... e
noi stiam mettendo la fiaccola sotto
il moggio !
:(! 4! ^
Al Villar, abbiamo provato una
grande angoscia; e vorremmo che
la provassero tutte le nostre Comuni,
là. Sentire l’angoscia dell’ora attuale, per chiedere luce e forza a Dio,
ed in seguito por mano all’opera restaimatrice. « Venite, riedifichiamo
le mura di Gerusalemme! » (Nehemia 2 : 17).
Il compito non è agevole. La Conferenza ha pensato ad alcimi rimedi.
S’è detto, ad esempio, che certe Parrocchie son troppo vaste perchè la
cura pastorale si possa svolgere effi
eacemente. Donde la necessità di istituire nuove Parrocchie. Ma ci vorranno (oltre ai mezzi finanziarii) altri Pastori. Mentre sempre scarso è
il numero di nuovi Operai, specialmente giovani oriundi delle Valli.
E le nostre Valli ne forniscono, oggi, molto rarament^. S^è dqtto...
non possiamo entrare in’tante considerazioni fatte al Villar, nè in altre
^ che si sarebbero potuto fare, Vogliamo qui soltanto esprimere il nostro
dolore e la nostra speranza, coU’augurio che la Conferenza del Villar
segni un punto di partenza per una
vasta e profonda opera di rinnova»
mento spirituale in tutto il nostro Distretto. Chiamatelo 'risveglio, o come volete (forse lo dovremmo chiamare (( ristnrezione »), ma è necessario ed urgente il rinnovamento deUe
nostre Comunità.
Quando le nostre Comunità rivivranno, le difficoltà di vario genere
saraii facilmente superate. Comprese
quelle di natura economica. Perchè
NON E’ VERO che non si possa
contribuire di più; non è vero che
non si possa raggiungere l’autonomia finanziaria delle Valli; rum è vero che si sien già fatti dei sacrifidi
veri e propri, fino all’obolo della vedova; rum è vero che nelle contribuzioni si tenga esatto conto del mutato
valore della moneta. E’ vero, piuttosto, che possiamo e dobbiamo d’ora innanzi fare il nostro dovere. E lo
faremo quando la vita spirituale rifiorirà. La base di tutto, è là vita spirituale. Il sole primaverile fa sciogli sre le nevi. Lo Spirito di Dio scio!
glie tutte le difficoltà.
Codesto dovrebb’essere il frutto
della Conferenza del Villar. Perchè,
infine, ci raduniamo in Conferenza?
Pel piacere di rivederci, e scambiare
quattro, o... molte parole? sarebbe
già qualche cosa, ma molto poco. Io
auguro a tutti. Pastori e Laici, di poter determinare, con la scintilla che
s’s fatta sentire nei nostri cuori, un
grande incendio che divampi in tutte
le nostre Comunità. Fuoco ardente
rinnovatore.
Intanto, alimentiamo la fiamma.
Ed in autunno sarebbe bene d’avere
un’altra Conferenza, per vedere insieme ciò che lo Spirito di Dio vuole
che noi facciamo. G. Bertiruitti.
AVVISO
All’Ospedale Valdese di Torre Pellice il
prof. GIUSEPPE BORSELLO, docente di
clinica oculistica presso l’Università di Torino, ha ripristinato il servizio oculistico
il 1» ed il 3» venerdì del mese. Riceve dalle ore 16.
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gn>. (Alessandria) l.SOQ —' L. C. (Perrero)
400.— Signora e Sig. G; Pietro Rostan (Valdese Nord Carolina U. S. A.) 61.500 —
Chiesa di Perrero - ManigRa 3.000 —^ Luigi Peyran, commerciante (Perrero) 2.000 —
rida Revel (S. Germano Ch.) 2.000 — Tron
Claudio (Massello) 2.000 — Costantino
Laura 2.500. ^
n it!'
/ congiunti della còmpianta
Rhroira Romilda
Ved., Odin
.1
Serait-ce trop pretendre de supposer que dans une trentaitoe d’années environ, U sera peut-être encore possible de rencontrer dans nos
Vallées quelque bon paysan, ou un
colporteur, ou une gentille fillette,
qui en vous croisant vous dise « bon
jour » ou « bon soir »? Les temps
ont changé, bien changé, et il ne
faut pas s’en prendre aux pasteurs
si l’on oublie quelque fois de faire
le prêche en français, une fois par
mois. J’ai eu occasion d’assister dans
l’eglise de Turin, bondée pour une
grande occasion, au sermon d’un pasteur suisse; mais tout autour de moi
j’entendais des fidèles se dire à voix
basse: « Che cosa dice? Perchè parla francese? Non capisco ».
II suffirait de donner un coup
d’oeil au régistre des Membres de
l’Eglise de Turin, pour avoir l’explication de la chose. Les noms des
familles Vaudoises ont presque complètement disparu, et avec les noms
le français est oublié. Il en est de
même pour les familles d’origine
Suisse. Les nouvelles générations
parlent Italien, et c’est dans l’ordre
des choses: mais il est regrettable
que le français se perde, et que les
Vaudois disparaissent des Vallées,
où bientôt il ne seront même plus
en majorité.
Et s’il en est ainsi du français, que
dire de l’imglais? C’est bien vrai
que cette langue était un privilège
des familles intellectuelles, non des
paysans, mais jadis les Pasteurs, les
Professeurs, les étudiants parlaient
plus ou moins couramment l’anglais.
Il y a sans doute encore bien des
Vaudois qui sont à même de lire
en anglais, et. je me permet de leur
signaler, entre autre, les deux ouvrages du Rev. Wüliam St. Gilly
enregistrés à la bibliothèque d’Histoire Vaudoise de la Tour aux chiffres EX 8-15 et EX 8-16. Ce sont
deux volumes à lire pour ceux qui
s’intéressent à nos VaÜées.
Le premier a pour titre : Narrative
of an Excursion to the mountains of
Piémont in the year 1823 and Researches among the Vaudois oVWaldenses.
Le deuxième a pour titre; Waldesian Researches during a U visit to
the Vaudois of Piémont.
publié à Londres en 1830.
C’est le but que je me suis proposé en signalant aux amis ces publications que l’on parcourt avec
plaisir, surtout si l’on connaît bien
les endroits.
des Ëcialeiras que l’on rencontre enmontant à Prali; c’est presque des
petites Chutes Victoria, au Zambèze.
A’ ce point je me demande si par
analogie, la prose du Rev. Gilly, ne
doive pas être acceptée avec bénéfice d’inventaire: c’est un peu comme certaines batailles de nos ancêtres
d’après l’Histoire des Vaudois de Alex. Muston.
N’empèche que ces gravures méritent d’être connues; ce sont les plus
anciens dessins de nos Vallées. En
1873, soit 40 ans plus tard, la photographie au collodium trumide faisait
ses débuts dans nos Vallées. C’est à
cette date que remontent les premières splendides . photographies 13-18
de David Peyrot de Hollande, pas
teur au Serre d’Angro^e, qui fut le
pionier, avec son frère Henry de la
photographie vaudoise.
Hs ont laissé mviron 5.000 vues,
dont il existe encore les négatives
quoique, hélas, en partie altérées.
R. T.
Direzione e Redazione-. Fast. Ermaqno Rqstan - Via dei Mille 1 - Pinerolo - Tel. 200ft
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo, con decreto del 27-XI-1950. ■
Tip. Subalpina s.p.a. Torre Pellice (Torino)
Hi
Scuola latiKi di Pomaretto
La famiglia di
Durando Carolina
Vedova Geom. Piefro GAY
ringraziano sentitamente quanti vollero onorame la memoria con la loro presenza,
con scritti, con fiori.
In modo particolare ringraziano il Dott.
Scarognino, il prof. Massa, i Pastori Jahier
e Bertinatti, le suore dell’Ospedale Mauri,
ziano di Lusema, le zie Lidia e Virginia,
la famiglia Ferrerò, la sig.na Depetris Mar.
gherita, gli impiegati e operai della Filatura Turati, i vicini di casa e tutti coloro
che durante la lunga e dolorosa malattia
hanno cercato in qualunque modo di esserle di conforto.
Luserna S. Giovanni, 13 giugno 1954.
Doni ricevuti con riconoscenza dalla Direzione dal 1« Fehhimìo od 31 Maggio 1954.
Cotonificio di Perósa Arg.na L. 10.000 —
Rag. Guido Botturi (Torino) 5.000 — Fam.
Giacomo Bernard 2.000 — Rag. Ugo Pellegrini (Torino) 10.000 — Irma e Arturo Rostagno (Pomaretto)H5.OOO — Ved. Celina
Rostagno SOfli — Poiet Frida 3.000 — Mafalda Rostan (S. Gemano Ch.) 2.500 —
Sieve Regina 500 Geom. Emilio Rosta
ringrazia commossa quanti hanno porteci
poto al suo lutto con fiori, presenza o scritti
Riconoscente ringrazia in modo portico
lare il Pastore Dott. E. Ayassot e il Dott
E. Gardiol, gli inquilini e quanti assistet
tero la Mamma durante la sua lunga ma
lattia.
Torre Pellice 28-6-1951
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Bertalot, Combe e Richand
profondamente commosse per le dimostrazioni di affetto ricevute nella triste circostanza della perdita della loro Cara ed indimenticabile mamma
Combe Teresa
Vedove Paslore Eli Berlalol
LA VOCE DELLE COMUNITÀ
Rodoretto
Toute notre reconnaissance à Mr. et M.me
Henri Garrou (New Englewood) N. J. qui
ayant vu l’état déplorable de nos bâtiments
l’an passé organisèrent une collecte en faveur de notre Eglise parmi nos frères d’outre Atlantique. A cet effet nous publions
les noms des généreux donateurs:
A Valdese, North Carolina par Jean Peyrot:
Henry J. Martinat dollari 20 — Louis
Bounous 5 — Benjamin Grill 10 — Cesar
Pons 2 — Henry Curville 5 — J. P. Rostan
10 — Marianne G. Pons 10 — H. F. Garrou 15 — Edward Micol 2 — Mr. and Mrs.
Philip Rostan 2 — Mr. and Mrs James
Henry Pascal 2 —- Mr. and Mrs. Henry
Bartalot 5 — WiUie Pascal 3 — Edward
Refourd 2 — Albert F. Garrou 75 — Jean
Peyrot 5 — John Ghigou 10.
A New York, faite par M.me Ermeline
Domaine:
Marthe Salomon doll. 2 — Helene Masseron 2 — Betty Coisson 2 — Olga Hirn 2
— Letizia Pons 2 — Ermeline Domaine
(des Fontaines) 5 — Hector Bert 2 — M.lle
Breth 1 — Lisette Broglio 1 — Emilie Beux
1 — Josephine Sauthier 1 — Adeline Barbieri 1 — Constance Allio 1 — Philippe
Grill 1 — Ernest Bosc 1 — Cavaliere Mimi 2.
A New York et Chicago par Henri Garrou:
Mr. and Mrs. Henri Garrou, en souvenir
de Junine Garrou doll. 20 — En souvenir
de leur mère, Junine Garrou: Lucien Garrou 5; Olga Garrou Kozera 5; Irene Garrou Manning 15; Suzanne Garrou Nocella
5 — Henri Pons (des Fontaines) 6 — Henri Ghigo 2 — M.me Marcosano 2 — Felix
Canal 2 — Pauline Zecca 2 — Albert Pons
(des Fontaines) 25 — M.me Ramella 2 —
Mr. Henri Menusan 2 — Mr. Egoroff 2 —
M.me Louise Peyrot 1 — M.lle Florence
Hoere 1 — Benjamin Pons 1 — Edmond
Peyrot 1 — Florence Catalin 1 .— Jeanne
Pons 1.
Pour ce qui en est des gravures il
faut admettre toutefois qu’elles sont
un peu le fruit de la fantaisie: des
montagnes qui n’ont jamais existé,
des profils imaginaires, des reproductions du Pelis large comme le
Po, et St. Laurent au bord d’un lac,
qui je pense doit représenter l’Angrogne.
Il en est de même pour la Balsille, les bords de la Germanasca, la
Celle Vieille, et quant à la cascade
Décès: Aux Rimas la famille de Balma
Giovanni Enrico a eu la douleur de perdre
brutalement leur petit Giorgio âgé de deux
ans. Toute notre sympathie aux parents durement éprouvés. J’irai à lui, mais lui ne
reviendra pas à moi (Il Sam. 12: 23).
{segue dalla 1“ pagina)
allora, non ricevere la parola dell’allegrezza e della speranza. Egli disse
pure che bisogna predicare con autorità, autorità che non deve venire da
colui che dà il messaggio, ma dal messaggio stesso.
Graham insistette sulla chiarezza e
semplicità della nostra predicazione,
aflhnchè tutti possano capirci e trame
uno spirituale vantaggio.
R grande evangelista crede profondamente nella potenza dello Spirito
Santo che trasforma il predicatore da
attore in spettatore.
Al Wembley egli disse testualmente : « Lasciate che mi fermi alcuni istanti per contemplare l’opera dello
Spirito Santo; per vedere quello che
Dio fa in risposta alla vostra sete ed
alla vostra fame di Lui ».
Per Billy Graham è di somma importanza il lavoro in « équipe ». Secondo lui, im evangelizzatore da solo
può fare ben poco; è necessario che
Mariage - Fontaiiies: Le 29 mai Meytre
Giovannino et Breqza AngioUna. Moi et
ma maison nous servirons TEternel (Jos.
24: 15).
Villar Pellice
Il cronista del Villar è andato in vacanza proprio nel moménto in cui le attività
si facevano più intense ed interessanti, e
ci troviamo così dinnanzi ad im cumulo
di notizie che potremo riferire solo per
sommi capi:
1-2 maggio: Gita a Losanna di poco
meno di un centinaio di Villaresi e di cui
riferiamo in altra parte del giornale. Al
Villar predica il fratello Umberto Pascal.
7 maggio: Esami di una cinquantina di
catecumeni dei tre primi corsi. Solennità
dello studio che ogni anno acquista importanza maggiore.
16 maggio: Villar ospita un Convegno
Giovanile ed apre tì suo Bazar. Il maltempo nuoce ad entrambi, ma con gli intervenuti la comunione fraterna è intensa.
20 maggio: Oltre conto alunni delle Scuole Domenicali, convocati tempestivamente,
scendono a Torre per l’edificante visione
del film sul Dott. Schweitzer. Il 23 maggio
parteciperanno alla’'Festa di Canto ed il
27, in numero di upa cinquantina, saliranno a Piamprà per.jgjpa gita piena di gioia
e di belle sorprèse: lungo la via sori da
Beaucoup de lecteurs reconnaîtront des
noms d’amis ou de parents et les Rodorins leur expriment encore toute leur gratitude.
L’Assemblée d’Eglise du 6 juin adopta le
rapport et les comptes et nomma délégués
à la Conférence de District Mrs. Breuza
Luigi et Genre Augusto, au Synode Mr.
Pascal Rinaldo.
HO UDITO BILLY GRAHAM
liti nucleo di « nati di nuovo » s’impegnino con assoluta abnegazione alla ricerca deUe anime indifferenti ed
atee.
Prima di lasciare Londra, l’evangelista venne ringraziato da molti pastori per il lavoro compiuto con zelo e
disinteresse per la salvezza di tante
anime che hanno finalmente trovato
il senso e lo scopo della vita.
Le diverse migliaia di convertiti sono la migliore ricompensa alla sua ardua fatica di ininterrotta predicazione.
Egli ha lasciato Londra con la speranza che molte chiese riceveranno un
forte impulso dalla nuova vita dei neoconvertiti.
Billy Graham promise di ritornare
in Inghilterra non appena il Signore
glielo consentirà.
Nell’atto di accomiatarsi, con voce
tremante dall’emozione, egli disse a
tutti; « Au revoir ».
A. Genre
chiusura del nosteo Asilo infantile. Presiede il Direttore sig. G. Mathieu e le insegnanti sig.ne Elena Michelin S. e G. Grill
guidano i piccoli alunni in una felice esibizione. Folto il pubblico, sinceri gli applausi. La sig.ra Nella Fontana Blanc dirà
cordiali parole a nome delle madri.
13 giugno: Nel pomeriggio ha luogo la
testa di chiusura delle Scuole Domenicali
e la premiazione degli alunni che hanno
potuto distinguersi nel profitto. Recito, canti, messaggi e gioia umile, modesta e sincera.
16-17 giugno: Conferenza Distrettuale. E’
toccato al Villar l’onore di ospitare la Conferenza di quest’anno e Villar ha fatto
quanto poteva per offrirle un ambiente favorevole. Abbiamo ospitato per una notte
la metà dei suoi delegati ed abbiamo organizzato un’agape, per il pranzo, secondo
le nostre tradizioni villaresi. Tutti ci son
parsi soddisfatti; i cari ospiti hanno avuto
verso di noi l’atteggiamento più fraterno
e noi, che abbiamo goduto della loro presenza, ringraziamo Dio per questa opportunità che ci ha offerto di vivere per qualche ora in comunione con loro.
Pellegrinaggio in Isvizzera. Siamo costretti a rimandare al prossimo numero il
resoconto del pellerinaggio villarese in Isvizzera. Ce ne scusiamo col nostro collaboratóre. (Red.)
ringraziano tutte le persone che hanno preso parte al loro grande dolore. In particolare: i parenti tutti, gli inquilini che tanto
si prodigarono, i vicini di casa, il Dott.
De Clementi per le amorevoli cure prestate a lungo, il Pastore Bert per le cristiane
e confortevoli parole pronunziate, la Spett.
Direzione Riv, Commissione Interna Imp.
Riv e Colleghi tutti, il Dott. Ing. Buroni
2 famiglia, le Rev. Suore Giuseppine, ¡a
popolazione tutta di S. Germano e tutti gli
amici di Appendini, Torino, Pinerolo e dintorni, intervenuti ai funerali.
S. Germano Chisone, 14-6-1954.
Après une courte maladie,
Henri Ernest Jahier
a quitté ce inonde, pour rejoindre la Patrie
Céleste. Son épouse Albertine née Tron,
ses filles, et famille, ses soeurs, belles-soeurs,
beaux-frères, neveux nièces et cousins, pleurent son départ. Né à la Ruà de Pramol,
décédé à New York le 3 Juin 1954 dans sa
58me année.
Jésus dit: Je suis la résurrection
et la vie. (Jean 11 : 25)
La Vedova del rimpianto
Pons Emiiio
cercare innumerevoli fogli e cartoline tra
i quali veiranno sorteggiati dei doni. A
Piamprà il pastore Bouchard, con ttw monitore villarese, presiede il culto di Ascensione, quindi la giornata passa come un
lampo nella ricreazione con i rorenghi.
Dolce e abbondante ristoro presso la Colonia Torinese ed infine ritorno in mezzo ad
altre gioie e ad altre sorprese.
30 maggio: L’Unione delle Madri sale
in pullman a Prali effettuando varie tappe
lungo il tragitto. La Chiesa di Riclaretto
le offre un caffè mattutino con contorno e
con fraterno messaggio del suo Pastore.
Prali ci dona un pósto nel suo tempio per
il culto e ci invita ad un ricco caffè offerto
da quell’unione deRe Madri e dal suo paslore. Agape fa pure gli onori di casa ed
offre un té che condisce a meraviglia il
pranzo al sacco consumato nei suoi locali. Sulla via del ritorno, tappa al Bazar
di Riclaretto che sd mostra molto galante
con le madri villaresi, eppoi ancora té a
Pomaretto insieme con gli ospiti dell’orfanotrofio in una atmosfera ispiratrice (le
madri a fianco degli orfani). Una tappa an‘•ora a S. Germano Chisone ove giunge telefonicamente notizia di un lutto che si
è verificato al Villar e ritorno frettoloso
per l’ora fissata.
Al Villar ha predicato il diacono Stefano Cairus.
1“ giugno: Alle ore 17 ha luogo all’Inverso il funerale deUà piccola Morglia Adriana di Stefano e di Vayr Rosa di mesi 14,
strappata con morte improvvisa ai suoi cari
genitori. Anche il Pastore ha ricevuto dalla Sicilia un telegramma che lo chiama al
capezzale di un diletto congiunto e dovrà
partire da Torre col treno delle 17,40. « Siamo fianco a fianco nella prova — egli potrà dire iniziando il servizio al quale partecipa una vera folla di amici e di fratelli
in fede — e mentre uniamo le nostre lacrime vogliamo anche proclamare insieme,
di fronte alla morte, la nostra serenità, la
nostra fiducia e la nostra speranza, perchè
proprio qui noi _comprendiamo quel che
Cristo ha fatto per noi... ». Ed il Pastore
parte con una macchina che lo aspetta sul
greto del Pellice, mentre il funerale prosegue verso il Tempio ed il Cimitero guidato dall’anziano evangelista Felice Bertliiat che spiegherà l’Evangeló e dirà le parole di commiato sulla tomba.
5 giugno: Vengono celebrate nel nostro
Tempio le nozze della monitrice Aldina
Baridon con il giovane Garnier Renato di
Bobbio. Presiede la cerimonia il sovrintendente Past. Roberto Nisbet. Numerosi parenti ed amici nel Tempio rappresentano
la Chiesa che, memore di un lutto recente, augura ai cari giovani sposi tanta e
tanta felicità nella benedizione del Signore.
Pentecoste. Il culto è celebrato dal Pastore Nisbet. La gioia della grande solennità cristiana potrejtbe essere più grande
se tutti i fratelli si ricordassero che è Pentecoste e che vale la pena di celebrarla
partecipando al culto. Pochi come sempre,
ahimè, i partecipanti alla Santa Cena.
Nel pomeriggio ha luogo il saggio di
ORECCHI
NASO - GOLA
Dott. DANIELE ROCHAT
Tiemve in Torre Pellice viale
Fahrman 1 (presso Dr. Gardiol)
il VENERDÌ’
dalle ore 10 alle 12.
a Torino riceve gli altri giorni,
dalle ore ld,30 alle IO in via
Berthollet, 30 (OspedaleEvan
gelieo).
nell’impossibilità di ringraziare personalmente, esprime la sua riconoscenza a tutti
coloro che di presenza, o con scritti, o fiori
presero parte al suo immenso dolore.
In particolar modo al sig. Pastore Bert,
al Dott. BerloUni, al sig. Mario Beux e
signora, al compagno Bounous Ugo, alla
Riv, ai compagni di lavoro, operai Riv, al
Com. Red. ex Ini. Pari. Pers. politici e
.¡jam. Caduti, ai compagni di leva, alle op.
Rep. Pacchi Cot. Widemann, alle famiglie
Sapei e Pontet ed a tutti i parenti e amici
che hanno dato dimostrazioni di simpatia
e affetto nella lunga malattia del caro Estinto.
San Germano Chisone, 8-6-1954.
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