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Anno 126 - n. 20
18 maggio 1990
L. 1.000
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Gruppo II A/70
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a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle yalll valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
DOPO IL VOTO DEL 6 MAGGIO
RIUNITO A SANTA SEVERA IL CONSIGLIO DELLA KEK
Le leghe e poi?
^ E’ stato un successo annunciato guello delle. Leghe regionali, deile liste civiche. Pure il
risultato pesa sugli equilibri del
dopoelezioni, fa sensazione. Osservando la mappa geografica del
voto, può sorprendere anche la
dislocazione di questi movimenti localistici montanti, spontanei
ed autonomi.
Cosa significa il 19% della
« Lega Lombarda » alle regionali, il 20% di « Lega Nord » e « Piemont » a Torre Pellice?
E’ un voto di destra, esprime
solo chiusure strapaesane, qualunquismo, egoismi privati e di
gruppo, intolleranza? E allora
perché la Lombardia, perché un
comune come Torre Pellice, realtà comunitarie per buona parte prospere e sane, culture per
molti versi evolute, non troppo
distanti dai modelli dell’Europa?
Nella breve ma non remota
stagione della Resistenza, ha spirato qui quello che un leader
del vecchio socialismo chiamava
il « vento del Nord », vento di
libertà, di giustizia, di solidarietà. Possibile che ora vi ristagni
clima torpido, gelosia difensiva
del proprio particolare, protesta sterile contro il potere eq.uivoco e rapinoso dei «palaz
zi romani », contro le penetrazioni di « terroni » ed extracomunitari?
Se teniamo buono un recentissimo studio della dinamica sociale italiana, qual è l’Italia delle Leghe, in quale segmento sociale o subcultura possiamo collocare i loro elettori? Cosa sono, arcaici, puritani, conservatori, integrati, affluenti o che altro? A me pare di vedere che
siano trasversali a tutti i segmenti, ai più diversi gruppi sociali. C’è al fondo di questi movimenti d’opinione, di pressione,
di protesta, autonomi rispetto
alla ■ partitocrazia consociata, la
rivendicazione di diritti di cittadinanza e di rappresentanza negati, a volte anche rozza ed ingenua, una so'fferenza vera dell’inefflcienza proterva dei nostri
sistemi di convivenza e di governo, un chiamarsi fuori da regole
di gioco malavitose, nel privato
e nel pubblico, che hanno passato il livello di guardia.
I partiti fanno male a scredi
tarli, non potranno continuare
ad isolarli senza perdere definitivamente la faccia, quel simulacro di legittimazione democratica che ancora resta.
E’ possibile che questo del 6
maggio non sia un cattivo ver
detto elettorale per il paese, se
i partiti « storici », la classe po
litica centrale e locale sapranno finalmente allarmarsene, correre ai ripari.
« Ci avviamo ad essere un
partito riformato »: l’affermazione dell’on. Chiarante della direzione del PCI in visita alle Valli
valdesi ha indotto qualcuno ad
osservare che altra cosa è il
tentativo di rifondarsi di partiti
o istituzioni, altra cosa la Riforma tout court. E’ vero, ma è
vero anche che alla radice dei
nostri ritardi nazionali, dello
sfasciume morale privato e pubblico, dello Stato che tutto è
meno che organizzazione finalizzata al bene comune, c’è questa
riforma mancata della società
secolarizzata, il costume subalterno dell’aspettarsi sempre tut
to dall’alto e dal centro, la desuetudine ad assumersi, con le libertà del cittadino, anche il servizio della città. Se Cristo si è
fermato a Eholi, se non è saUto
suU’Aspromonte dei sequestri,
anche altrove da noi non ha avuto niente più che accoglienza
ambigua.
La partitocrazia consociata ha
fallito l’opportunità di ricomporre lo Stato come repubblica
di moderne e dinamiche autonomie democratiche, di regioni,
comuni, comunità montane. Ora
quell’Italia delle autonomie locali che non si è saputa compattare si rivolta contro l’Italia dei
partiti, schierandosi attorno ai
carrocci delle Leghe, al folklore un po’ sciapo delle cento città, coagulando ribellismo di corto respiro.
Logico che disincanto, ripugnanza, protesta si esprimano
con più forza laddove ha soffiato il «vento del Nord», dove
meglio si è espressa la cultura
industriale, la vocazione al lavoro, al farsi da sé, una propensione culturale riformista e,
qualche volta, perché no, « riformata ».
Sapranno i maggiori partiti riflettere sul 6 maggio? La DC,
che Incrementa il suo serbatoio
di voti nelle regioni più levanti
ne e lo esaurisce in quelle più
europee, il PSI, che alla DC è
corrivo e la cui onda di consenso penetra con lentezza nel corpo elettorale, il PCI che, come
Amieto, avverte il «marcio in
Danimarca» e più di altri ne
soffre e vorrebbe far pulizia ma
non sa uscire, come forza di
cambiamento e di governo, dal
guado nel quale si è impantanato e si sfianca da quindici anni.
Il tempo per cambiare è poco
per tutti, non solo per il PCI, le
Leghe incalzano, non daranno
tregua.
N. Sergio Turtulici
Europa: porte aperte
Occorre tener presenti i drammi umani che caratterizzano il Sud del
mondo, e dare risposte ben qualificate al fenomeno delle migrazioni
Per la prima volta nella sua
storia il Consiglio della Conferenza delle chiese europee (KEK) si
è riunito in Italia, presso il centro evangelico battista di Santa
Severa, vicino a Roma, dal 7 al 13
maggio. Questa scelta, come ha
spiegato il pastore Paolo Spanu,
presidente- delFUnione cristiana
evangelica battista in Italia e
consigliere della KEK, è stata
dettata dal desiderio di non monopolizzare r attenzione della
Conferenza sulle pur importanti
trasformazioni in corso nel centro dell'Europa ma in generale
del sud del mondo.
Questa preoccupazione è stata
più volte espressa da molti degli
oltre trenta partecipanti, provenienti da tutta Europa in rappresentanza delle chiese protestanti,
ortodosse e anglicane, che hahno
denunciato il rischio di costruire
un’Europa sì imita ma chiusa in
se stessa, arroccata come una
fortezza, un'Europa che, nel ritrovare la sua unità, perde di vista
i problemi del terzo mondo.
« Dobbiamo evitare di cadere
nella trappola dell' eurocentrismo — ha detto Jean Fischer,
segretario generale della KEK nella sua relazione introduttiva —;
i nostri sforzi per creare una
casa comune europea sono giustificabili solo se ci impegniamo affinché l’Europa unita sia disponibile a mostrare una solidarietà
concreta con i popoli degli altri
continenti ».
Inoltre, come ha ricordato Hermann Goltz, pastore luterano e
professore aH’Università « Martin
Luther » di Halle - Wittenberg,
« Non dobbiamo scordare che il
terzo mondo è presente anche nel
primo ». Riferendosi alla recente
esperienza della democratizzazione della Germania est, il pastore
7 maggio, Santa Severa, «Villaggio della gioventù.», I rappresentanti
delle chiese evangeliche in Italia salutano i membri del Comitato
centrale della KEK.
Goltz ha sottolineato come sia
improvvisamente emersa, con il
nuovo flusso di informazioni,
l’immagine inedita di un’Europa
con grandi sacche di povertà, isole di terzo mondo nel mare di una
società opulenta. « Le vittime sono migliaia, sono vicino a noi, e
noi dobbiamo saperle riconoscere
ed essere solidali con loro », ci ha
detto il pastore Goltz nel corso
di un’intervista. Questo concetto
di solidarietà non è comunque
nuovo per la Conferenza europea
delle chiese. Sorta all’epoca della guerra fredda, nell’Europa lacerata e divisa degli anni '50, la
KEK ha sempre cercato di superare le divisioni, di gettare dei
ponti tra l’Est e l’Qvest, tra le
chiese di maggioranza e quelle di
LA VERA VITTORIA
Uanagrafe di Dio
« ...i settanta tornarono con allegrezza, dicendo: Signore, anche i demoni ci sono sottoposti nel
tuo nome. Ed egli disse loro: Io mirava Satana
cader giù dal cielo a guisa di folgore. Ecco, io
v’ho dato la potestà di caicar serpenti e scorpioni, e tutta la potenza del nemico; e nulla potrà
farvi del male. Pure, non vi rallegrate perché gli
spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i
vostri nomi sono scritti nei cieli » (Luca 10: 17-20).
Andarono di casa in casa, di villaggio in villaggio, di città in città. Come il seminatore gettarono
il seme dell’Evangelo di campo in campo, di zolla
in zolla. L'annunzio è stato divulgato fra giovani
ed anziani, fra donne e uomini.
Ed ora l’evangelista li vede tornare, e tornare
con allegrezza: un’allegrezza piena, espansiva, vittoriosa sugli ostacoli incontrati per via, sulle depressioni, sulle illusioni. E portano al Signore la
loro serenità, la loro fiducia: « Signore, anche i demoni ci sono sottoposti nel tuo nome ». Il nostro razionalismo è stato vinto, le nostre paure sono stale superate, le ngstre superstizioni sono state spazzate via. Ma, più ancora, l’Avversario, l’Ingannatore,
ha dovuto arrendersi. Perché il nome, cioè la potenza del Cristo, ha vinto.
Gesù conferma la loro allegrezza. Non erano
soli nelle case, nelle città degli uomini. « Io mirava
Satana cader dal cielo a guisa di folgore ». La tentazione non li ha piegati, l’incertezza non li ha
bloccati. Anzi, la loro missione si è compiuta non
per la loro bravura, ma per il dono dello Spirito.
Hanno calcato scorpioni e serpenti. Tutta la forza del male non li ha resi fiacchi ed inermi. La
chiesa militante sembra aver precorso la chiesa
trionfante. Siamo in un clima di trasfigurazione.
Ma non ci si ferma sul monte della trasfigurazione. Né ci si ferma sul monte della vittoria sui
demoni Per questo Gesù corregge l'allegrezza dei
settanta: « Pure non vi rallegrate perché gli spiriti
vi sono sottoposti, ma perché i vostri nomi sono
scritti nei cieli ». Cioè vi è una sfera del sacro, che
può ricadere nel profano — così come un malato,
anche se guarito, non esce dalla sfera della .sofferenza.
Ma vi è un’elezione che resta scolpita nell’eterno — scritta dalla infinita grazia di Dio. Questa
chiamata non potrà essere cancellata.
^ E’ l’anagrafe dei figli di Dio. Il credente non la
può cancellare, perché essa è fonte di perenne allegrezza.
Carlo Gay
minoranza, tra i credenti di diverse confessioni religiose. Favorendo la riflessione teologica e
sociale, e promuovendo iniziative
concrete di assistenza fra le chiese europee, la KEK si trova improvvisamente a vivere l’esperienza della caduta di queste barriere. Nella nuova situazione che
si sta creando in Europa, ha detto Jean Fischer, cambia anche il
compito delle chiese, dato che
l’obiettivo principale non è più
quello di superare le divisioni tra
Est e Qvest bensì quello di contribuire alla costruzione di una nuova Europa concepita come una
casa comune. Le chiese europee
perciò si devono impegnare a fondo in vista di una società nella
quale vengano ricuperati i valori
etici e morali fondamentali, nella
quale venga riscoperto il senso
vero della vita. Nei prossimi anni,
secondo il segretario generale della KEK, le chiese europee dovranno ritrovare il senso della solidarietà e della generosità, non solo
all’interno dell’Europa ma anche
nei confronti del resto del mondo. Si dovranno impegnare anche
nel campo della giustizia, per non
ritrovarsi in un’Europa nella quale le forze economiche e militari
diventino predominanti, secondo
una logica della forza in cui i più
forti schiacciano i più deboli.
E' necessario che le chiese si
impegnino anche per il rispetto
delle minoranze: degli immigrae dei rifugiati che provengono dagli altri continenti, in modo che
l'Europa di domani possa essere
più generosa e possa contribuire
alla creazione di un ordine mondiale più giusto in cui gli uomini
e la creazione di Dio possano vivere in pace e in armonia.
Proprio in questa direzione si
sono concentrati gli sforzi della
KEK in questi ultimi anni: ne è
un esempio il proeesso conciliare
per la pace, la giustizia e l’integrità della creazione, che sta acquistando sempre più importanza e che ha avuto uno dei momenti più significativi a Basilea,
Marco Davite
(continua a pag. 8)
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commenti e dibattiti
18 maggio 1990
UN TESTIMONE
E UN AMICO
Non posso tacere, anche se molti
hanno scritto di lui. Voglio anch’io ricordare il caro amico Achilie Deodato. in un certo senso abbiamo avuto
due vie parallele fin da quando, adolescenti, eravamo al Collegio di Torre Pellice. Fra l'altro, noi due andavamo
spesso nella palestra per far ginnastica
agli attrezzi e lui era molto bravo. Poi
insieme alla Facoltà di teologia. L'esame di fede lo abbiamo preparato insieme in Angrogna, e siamo stati consacrati insieme nel 1934.
Deodato ha avuto diverse sedi pastorali, unendo sempre la predicazione all'azione. Predica e diaconia congiunte che rendevano maggiormente
comprensibile l'annunzio del Cristo.
Durante la guerra, quand'era a Napoli,
mi teneva al corrente sui militari vaidesi di passaggio, come nel caso di un
caro fratello della Chiesa di Firenze
(che perì nell'affondamento del « Conte Rosso»), ch'egli aveva particolarmente curato.
Credo di averlo visitato in ognuna
delle sue diverse sedi e ho trascorso con lui, e con Lilitna, molte belle
ore di comunione fraterna. E' lui che,
essendo moderatore, ha inaugurato
Agape il 12 agosto 1951. Vi è stato,
poi, ben spesso presente ed a me vicino nei vari problemi che vi sorgevano.
Nessuno che l’abbia conosciuto potrà dimenticare le sue molte realizzazioni di amore cristiano fatte insieme
a Lillina, suo sostegno e collaboratrice.
Fra le altre il Convitto di Pinerolo,
che tanto bene ha fatto dando una casa ed una famiglia a molti giovani
delle Valli, poi un'opera veramente
essenziale per la nostra Chiesa: la
Foresteria di Torre Pellice. E' partito
dalla vecchia e non più usata scuola
elementare di via Arnaud. L'ha trasformata completamente, vi ha aggiunto
le cucine e poi un grande salone. Col
passare degli anni ha fatto sempre
ulteriori ampliamenti sino alla capacità
ricettiva attuale. E tutto questo con
gusto, creando l’ambiente accogliente che conosciamo. Quando, in tempo
di Sinodo, ci troviamo alla Foresteria
sentiamo lui presente, con il suo fare
cordiale, accogliente ed amico, insieme a Lillina, sua inseparabile compagna.
Lo sentiamo presente in tutte le sue
realizzazioni; sì, nel ricordo del suo
affetto, del suo modo, a volte ironico, ma sempre lieto di comunicare,
nel suo accogliere amici da ogni parte del mondo, nel suo saper condividere le ansietà di ognuno. Tutto questo è vero... ma soprattutto lo sentiamo presente e vivente perché Cristo è
risuscitato e ci ha chiamati alla resurrezione ed alla vita. Per questo, proprio per questo, il ricordo è più che
ricordo ed ogni commemorazione è più
che commemorazione: è comunione con
un vivente in Cristo. Ed il nostro saluto
è un « arrivederci » nel nuovo mondo
di Dio. E questo vogliamo dirlo a
quanti lo hanno amato e, soprattutto, a
Lillina, Luciano, Donatella e Ciò. E
aggiungiamo che siamo con loro nell'attesa.
Tullio Vinay, Roma
DEGENERAZIONE
PROFESSIONISTICA
che lo sport organizzato e professionistico sia nato e tramandato per
addormentare le masse ce lo dimostra la storia. Lo stesso nome « Olimpiadi » (da Olimpia in Grecia) scopre
la verità.
Ma perché, dunque, ciò che potrebbe e dovrebbe esercitare una sana funzione acrobatica, callistenica,
ortopedica, fisioterapica esplica, invece, una degenerazione professionistica, fomentando interessi e fanatismi che conducono i giovani ed i popoli ad obliare perfino le loro tristi
condizioni e a disinteressarsi così dei
loro reali problemi sociali?
Molte volte i giovani, fanatizzati dalle vittorie sportive, si abbandonano ad
atti di violenza e di provocazione, denotando scarsa civiltà.
Ora si avvicinano i cosiddetti ■< mondiali » e nel nostro paese si vanno
sperperando cifre da capogiro (dicesl oltre seimila miliardi) per fare allestire
in tutta fretta le superstrade onde
farvi scorrazzare le auto dei giramondo e tutt'altro che per rendere utilità
al paese, come lo dimostrano le strade importanti in abbandono: e le nostre istituzioni vanno alla completa
deriva!
In questa situazione non è dunque
legittimo dubitare di vivere in un mondo civile e democratico?
Elio Giacomelli, Livorno
IL CULTO DI PASQUA
IN TV: ALCUNE
ANNOTAZIONI
Gentile Direttore,
le scrivo per annotare qualcosa
sul culto trasmesso da « Protestantesimo » la domenica di Pasqua; mi stupisce che i critici del culto di Natale
non abbiano ancora fatto sentire la loro voce.
tl compito di « Protestantesimo » dovrebbe essere quello di far conoscere
il messaggio dell'Evangelo e di divulgare un'immagine corretta e fedele del mondo evangelico in Italia.
A me sembra che il culto di Pasqua
abbia conseguito questi scopi in maniera limitata e parziale; le mie osservazioni vertono su due punti, per
quanto mi riguarda, sostanziali: la Parola e la liturgia.
La predicazione della Parola è stata
fedele, incisiva, concreta.
Non mi ha fatto molto piacere che
10 slogan di Basilea » Giustizia, pace,
integrità del creato » campeggiasse al
centro della telecamera, più in evidenza rispetto al « Cristo è risorto ».
Non dimentichiamo che quanto detto a Basilea può essere cestinato da
qui a vent'anni, poiché è sempre frutto delle « nate a vaneggiar menti mortali ».
La liturgia si è rivelata ben condotta, animata da canti splendidamente eseguiti.
Non mi risulta tuttavia che durante i'
culti si improvvisino balletti e scene
mimate di poca chiarezza e di dubbia
interpretazione; ciò non avviene, né
deve avvenire nelle chiese evangeliche.
11 messaggio dell’Evangelo, annunziato
tramite la predicazione e la meditazione personale e collettiva, dev’essere ben presentato dalla liturgia
concreta ed imbevuta di Evangelo.
Questo è un suggerimento affinché a
forme di spettacolo grandiose e pompose, a cui siamo purtroppo abituati,
non se ne affianchino altre incomprensibili e mute, egualmente lontane, come le prime, dallo spirito della predicazione dell'Evangelo.
Ben vengano dunque le trasmissioni dei culti per far conoscere le forme e i contenuti della nostra fede al
pubblico cattolico o laico, a patto che
siano specchio fedele della prassi evangelica, che non si compiace di
spettacoli e di mimica e invece si affida al nudo soffrire di Cristo, alla sua
gloriosa vittoria pasquale e alla predicazione severa e meditata della Parola.
Daniele Macris, S.ta Severina
CULTO TV: MEGLIO
PIU’ «RUDIMENTALE»
Curato, come il precedente di Natale a Torino, dal nostro Servizio Radio-Televisione, esso è risultato più
convincente, malgrado certe (per me)
forzature; il masso rappresentante la
pietra angolare oggetto del sermone,
la danza sacra trasformatasi in un vero rock acrobatico! La presenza di una
buona corale ha dato indubbio decoro
al culto, e la collaborazione di due
pastori, uomo e donna, è stata apprezzata, ed è augurabile che avvenga sempre così. Infine i « gesti »
dello spezzare il pane e del versare il
vino durante la celebrazione della Cena del Signore sono stati intesi come
una felice trasposizione anti-sacralizzante della nostra comune liturgia, ma
perché la pagnotta, appena spezzata,
si è quasi magicamente trasformata,
subito, in pezzettini sul solito piattino? Avrei preferito che il » rito » proseguisse nella sua torma più rudimentale...
Giovanni Gönnet, Roma
IL FUTURO
DI VILLA OLANDA
Conosco alcuni nomi di persone che
non dormono la notte in attesa che
la Chiesa valdese venda Villa Olanda.
Fra questi un esponente DC, un industriale della vai Pellice, un affarista
pinerolese e una persona non solo
vicina, ma membro della Chiesa valdese.
Tutti, conti alla mano. Intendono
mantenere la struttura nella sua fattispecie, cioè mantenerla come casa
per anziani. Hanno visto che è una
struttura attiva che necessita di poche, minime spese di ristrutturazione
e che può diventare una gallina dalle
uova d’oro, e tutti hanno già l'assegno
pronto. Non voglio entrare nel merito
di cosa dimostra questo, e mi pare
che dimostri qualcosa, ma dico : se
proprio volete venderla, siate almeno
abbastanza intelligenti da metterla all'asta!
Vittorio Delia Valle, Pinerolo
In tutto il dibattito sul futuro di Villa Olanda, quello che assolutamente
non serve sono le illazioni sugli acquirenti o, peggio, sui possibili accordi tra
la Tavola e personaggi in affari. Abbiamo deciso di pubblicare questo scritto
solo perché raccoglie "voci” assai diffuse in vai Pellice. Si tratta però di
voci assolutamente fantasiose, sulla cui
attendibilità la nostra redazione rende
attenti i lettori. Appartengono più allo
sport di « sparare sul quartier generale » che alla realtà. Comunque se il nostro lettore ha circostanze e fatti precisi da far valere, si rivolga alla Commissione di esame sull’operato della
Tavola (relatore è il past. Eugenio Bernardini, tei. 011/6505'646) la quale,
dopo i controlli del caso, renderà edotto il Sinodo. Questi sono gli strumenti
democratici delle nostre chiese.
G. G.
IL DOVERE
DI TENDERE UNA
MANO FRATERNA
Da anni non mi intrattengo né con
romanzi, né film; leggo invece quotidiani e settimanali, là dove mi interessano.
Da giovane, per consiglio e per scelta, rifiutavo le efferate informazioni
dei giornali sulla violenza: infanticidi,
stupri, sequestri' di persona, vendette
fratricide, assassini per denaro, passione, odio, gelosia.
Circa le guerre vissute, non volevo
saperne oltre a ciò che vedevo, per non
soccombere. Tra l'altro mi ero diplomata infermiera per dedicarmi, nel
tempo libero dall'insegnamento, a quei
ragazzi che già rifiutati dai genitori, oppure orfani, sarebbero stati in balìa
dei bombardamenti.
Per essi mi ero ricordata del monito di Cristo, il Nazareno, ai pescatori lungo il mare di Galilea; « Seguitemi, ed io farò di voi del pescatori
d'uomini... Ed essi, lasciate le reti',
10 seguirono ».
L'ebreo Gesù aveva pure lanciato
l'incitamento a lasciare liberi i piccoli
innocenti ad andare a lui. tl tempo
che ho vissuto mi ha insegnato che
11 suo esempio di eterno altruismo è
difficile e che al contrario la massima
parte degli uomini è rimasta sulla soglia dello stato brado, allo stato
primitivo per quanto concerne l'evoluzione spirituale nel rispetto del prossimo, pur se linguaggio e gesti si sono raffinati, le genuflessioni e i baciamano moltiplicati, centuplicati i tesori racchiusi nelle chiese di diversi
riti.
Mentre le trasmissioni licenziose,
specie nelle reti televisive private, dilagano, come dilaga la propaganda per
I superalcoolici che mietono giornalmente in campo internazionale milioni di vittime, c'è chi opera, forse inconsciamente, per una ripresa del
razzismo quando torce la bocca per
il colore delTepIdermide, per il naso
adunco o camuso di altri popoli che
il flusso delle migrazioni ci fa incontrare.
A queste creature è nostro preciso
dovere di tendere la mano fraterna se
non è vacua parola per noi chiamarci
cristiani, e senza significato il palese
dichiararsi per una pace universale.
Lucia Scroppo, Torre Pellice
IL TEMPIO DI
COURMAYEUR
Prima dell'ultima guerra, vi era a
Courmayeur una comunità stabile di
valdesi, minima in valore assoluto,
molto consistente in proporzione agli
abitanti locali. Nel centro del paese, la
Tavola valdese possedeva una bella
palazzina, probabilmente parte di un
antico castello del XIII secolo, dove vi
era il tempio o sala-culto, con una bella ed evidente scritta sopra la porta:
« Chiesa evangelica valdese », l'appartamento del pastore, negozi.
La comunità, con gli anni, scomparve
e la sala-culto funzionò solo d'estate
per i villeggianti.
Necessitando una completa ristrutturazione, diversi anni or sono la palazzina fu ceduta, rimanendo alla Tavola la sala-culto ed un minuscolo
appartamento.
I lavori di restauro della palazzina
si protrassero per moltissimi anni e
solo nell'estate del 1988 la sala-culto
venne riaperta, sempre solo durante
l'estate (luglio ed agosto).
Non so chi ha o, meglio, avrebbe
dovuto restaurare la sala-culto e l’appartamento: l'acquirente della palazzina o la Tavola; certo alcuni lavori
vennero fatti con grande svogliatezza,
ma mai completati.
E' scomparsa l'iscrizione sopra la
porta della sala-culto, manca la ba
checa esterna con gli annunci, vetri
rotti e mancanti alle finestre, modanature esterne di monofore rabberciate
alla meglio senza seguirne il profilo,
gradini di accesso all’entrata mai sistemati, mancanza di una controporta
oltre ¡I portoncino d’ingresso, pulpito
con gli evidenti segni degli anni passati, 4 sedie rappresentanti i modelli più svariati ma nessuna di pregio
o completa, pavimento rabberciato: Il
tutto è piuttosto desolante! Unica eccezione sono i banchi rimessi a nuovo
ed un impianto hi-fi che con un po' di
acrobazie e quando vi è l’energia elettrica (malgrado l'impianto elettrico
primordiale), il pastore riesce a fare
funzionare per accompagnare i cantici.
Il pastore, che arriva da Aosta la
domenica pomeriggio dopo un viaggio
in automobile di almeno un'ora sotto
il sole cocente, può solo rinfrescarsi
ad una fontana del paese, e neppure
tanto vicina, poiché l'appartamento non
è ancora funzionante e la sala-culto
è completamente sprovvista di un
piccolo locale collegato.
Naturalmente il riscaldamento è
inesistente, per cui tale sala può funzionare solo durante l'estate.
Courmayeur è una località turistica internazionale, una volta principalmente estiva ma ora, e forse più, anche invernale e sono quasi sempre
presenti molti inglesi; numerosi anche olandesi, statunitensi, canadesi,
ecc.; certamente fra di essi vi saranno dei protestanti, ma nessuno sa
che a Courmayeur vi è una chiesa
protestante.
Qualcuno può far dare una completata ai lavori con una certa razionalità
e rapidità considerando che ora, a
Courmayeur, è il periodo dei lavori edili? Grazie.
Italo Artus^Martinelli, Crema
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore; Giorgio GardioI
Vicedirettore: Giuseppe Piarono
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Adriano Longo, Plervaldo
Rostan
Comitato di redazione: Mirella Argentieri Bein, Valdo Benecchi, Claudio
Bo, Alberto Bragaglia, Franco Carri. Franco Chiarini, Rosanna Clappa Nitti, Gino Conte, Piera Egidi, Emmanuele Pascbetto, Roberto
Peyrot, Mirella Scorsonelli
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Da versare sul c.c.p . n. 20936100 intestato a A.I.P. - via Pio V, 15 10125 Torino
Il n. 19/90 è stato consegnato agli Uffici postali delle valli valdesi il 12
maggio e a quelli di Torino il 14 maggio 1990.
Hanno collaborato a questo numero; Paolo T. Angeleri, Archimede Bertolino, Cinzia Carugati Vitali, Ulrich Eckert, Giorgina Giacone, Mauro Meytre, Ivana Natali, Roberto Peyrot, Teofilo Pons.
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18 maggio 1990
vita delle chiese
TRAMONTI: CONVEGNO BMV
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Sviluppare la collaborazione In Provenza
L assemblea del prossimo novembre potrebbe sancire ufficialmente
una collaborazione che è già praticata nelle concrete realtà locali
Appuntamento tradizionale del
lo maggio a Tramonti, favorito
dalla bella giornata di sole: le
comunità battiste, metodiste e
valdesi del Triveneto si sono riunite per discutere il documento
sul reciproco riconoscimento.
Presenti, assieme al sovrintendente del circuito past. Arrigo
Bonnes, più di cento fratelli da
Trieste, Udine, Vicenza, Padova,
Mestre, Marghera, Venezia e Pordenone.
A! mattino la proiezione di una
videocassetta illustrativa ha introdotto l’argomento.
Al pomeriggio, il dibattito ha
dimostrato che l’auspicato accordo ufficiale, rappresenta in pratica una semplice conferma di una
prassi ormai consolidata da tempo nelle nostre chiese. In concreto, le comunità — i credenti
di base — hanno sempre dato
prova di pragmatismo e di buon
senso, consentendo perfetta e
pronta accoglienza nei confronti
di fratelli provenienti da altre
esperienze ecclesiologiche. In alcuni casi, il discorso unitario ha
attraversato gli stessi gruppi familiari: c’è chi può raccontare
d'esser nato da genitori battisti,
d’esser stato confermato in ambiente valdese e integrato in comunità metodista; mentre per effetto di trasferimenti della famiglia i suoi stessi fratelli continuano ad essere membri di comunità valdesi e battiste.
Si ha molto spesso l’impressione che le difficoltà nascano a
livello di corpo pastorale, là dove più facile è dar peso ai distinguo ed alle sottigliezze della speculazione teologica. Questo
non vuol dire che manchino incompren,sioni e motivi di discordia, ma l’accoglienza del fratello proveniente da altre comunità rappresenta una costante capace di trovare rimedio a qualsiasi difficoltà di ordine pratico.
Se un metodista o un valdese,
integrato in una comunità battista, dovesse chiedere il battesimo dei propri bambini, non dovrebbe essere impossibile soddisfare la sua richiesta: o il pastore battista si dichiarerà disposto ad impartirlo, interpretandolo come testimonianza di
speranza alla stregua di una semplice cerimonia di presentazione
al Signore — o chiederà l’assistenza del collega della comunità valdese o metodista più vicina. Certo è che la realtà incalza
e che ormai alla tradizionale ortodossia si contrappone sempre
più un corretto operare. Persino
gruppi come quelli fondamentalisti — nonostante la fama di
intransigente chiusura — dimostrano sorprendente volontà di
fraterna collaborazione pratica
con chiese e raggruppamenti diversi.
Forse la struttura congregazionalista dei battisti rende assai
problematica ogni forma di integrazione con comunità a tradizione sinodale come le nostre;
ma l’obiettivo che ci proponiamo è soltanto il reciproco riconoscimento.
Il sovrintendente Bonnes, a
conclusione, ha tracciato una rapida sintesi del dibattito, sottolineando l’evidente desiderio di
apertura e di accoglienza emerso dalla discussione. Le disquisizioni teologiche del corpo pastorale non possono avere quel
peso che sembra venir loro attribuito da qualcuno. Se il pastore è — come deve essere —
al servizio della comunità, il suo
compito sarà quello di tradurne
operosamente le sollecitazioni,
rinunciando ad ogni volontà espressa o sottintesa di potere.
La vita delle nostre chiese —
strette come in una morsa fra
cattolicesimo e indifferenza — si
fa spesso asfittica, tormentata
com’è dal persistente calo numerico.
Occorre ricercare in questo incontro/riconoscimento fraterno
di comunità sorelle in Cristo non
tanto il rimedio alla crisi incombente, quanto piuttosto una
nuova vita di fede, un nuovo
slancio evangelistico e un impegno « forte » ai fini di una autentica testimonianza nei confronti del mondo.
P.T.A.
CORRISPONDENZE
Domenica della FGEI
VILLA SAN SEBASTIANO —
La domenica 1« aprile è stata dedicata alla FGEI. Il culto è stato preparato e presieduto dai
giovani. Scelto come argomento
l’ostilità tra paesi vicini, l’odio
e l’incomprensione tra famiglie
o anche tra italiani e immigrati
nel nostro paese, i giovani hanno elaborato un culto in cui si
alternavano letture bibliche (Le.
10: 25-37; Dtn. 10: 16-19; Lev.
25: 3,5-38 e Mt. 5: 43-48) con articoli tratti dai nostri giornali
sulla situazione e sulla problematica della convivenza con gli
stranieri o con persone diverse
da noi.
Alcune frasi del messaggio finale possono far intravvedere
ciò che stava a cuore ai giovani: « Ci Sono venuti in mente
alcuni esempi vicini a noi, esempi che ci fanno capire il nostro
comportamento nei riguardi di
chi è diverso da noi... Basti pensare a dei genitori che fanno giocare i loro figli solo con dei bambini scelti da loro, guidandoli
così ad una mentalità quasi razzista. O potremmo pensare a dei
cristiani che, dentro l’ambito della chiesa, scoprono e confessano il loro atteggiamento superbo verso chi è diverso, cristiani
che però nella vita di ogni giorno si schierano con la maggioranza silenziosa e che emarginano così proprio coloro che avrebbero bisogno della loro solidarietà cristiana... Ci riconosciamo
lutti quanti come creature di
Dio — una cosa che .sappiamo
da almeno 2.000 anni, ma che
troppo .spesso non viviamo in
modo autentico... Ma quali conseguenze ha questo per la nostra vita di ogni giorno? ».
Dopo la parte tematica, il cullo proseguiva con l’invito alla
confessione di peccato e la proclamazione del perdono, seguiti
poi dalla Santa Cena con tutta
la comunità.
I giovani del gruppo FGEI di
Villa, molto coinvolti nella tema
tica da loro scelta, hanno poi
colto l’occasione della malattia
del pastore per riproporre il loro culto T8.4.1990 nella comunità battista di S. Benedetto dei
Marsi.
Concerto in Svizzera
IVREA — Viaggio e concerto
a Basilea del 24 e 25 marzo. Due
giornate...indimenticabili per il
gruppo dei partecipanti, formato
dai componenti della corale di
Ivrea e parenti, alcuni elementi della corale di Torino e diversi membri della chiesa di Biella.
Il pastore Christian Gysin aveva ampiamente pubblicizzato il
concerto della corale, che si è
svolto nella Leonardskirche nel
pomeriggio del sabato e la cui
colletta, unita a quella del culto della domenica mattina, è stata consegnata al pastore Genre
per l’acquisto di un organo per
la chiesa di Ivrea.
Nella giornata di domenica, dopo il culto, abbiamo potuto proseguire il fraterno incontro con
la locale comunità di lingua italiana.
Un grazie sincero ancora agh
amici di Basilea per l’affettuosa
accoglienza e al fratello Giorgio
Crespi di Torino che ha pazientemente curato la preparazione
della corale ed ha abilmente diretto il concerto.
• Con una conferenza dibattito dal titolo « Risurrezione: segreto e fondamento della fede
cristiana », sabato 31 marzo, il
prof. Paolo Ricca ha concluso
il ciclo di otto incontri organizzati dalla nostra chiesa su vita,
morte, risurrezione: il cristiano
di fronte alle domande fondamentali dcH’esistenza.
Durante i mesi di febbraio e
marzo questi incontri settimanali sono stati frequentati da numerose persone che hanno seguito con interesse i diversi oratori che si sono alternati: il pa
store Gianni Genre, don Silvio
Faga, il pastore Alberto Taccia,
il dott. Gianni Fornari e il dott.
Guido Rossetti, il past. Eugen
Bitzer e don Franco Barbero.
Un folto pubblico era presente alla conferenza del prof. Ricca e, durante il dibattito, sono
state poste all’oratore diverse interessanti domande.
Conferenza storica
FELONICA PO — Anche la nostra chiesa, pur con un po’ di
ritardo, ha ricordato il III Centenario del Glorioso Rimpatrio
con una conferenza tenuta dal
prof. M. Miegge nel novembre
’89 dal titolo « La vicenda dei
valdesi e le rivoluzioni dell’età
moderna ».
• Con l’inizio del nuovo anno
la comunità valdese e quella cattolica si sono incontrate jiella
chiesa parrocchiale in occasione della Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani. All’incontro, svoltosi per il secondo
anno consecutivo, hanno partecipato il vescovo di Mantova e il
past. S. Ricciardi di Milano ed
un folto numero di credenti di
entrambe le confessioni religiose.
• All’inizio del mese di marzo
le sorelle dell’Unione femminile
hanno curato, con la solita attenzione, la preparazione dell’incontro delle donne evangeliche,
in occasione della Giornata mondiale di preghiera; all’incontro,
preceduto da un’agape comunitaria, era presente la presidente
della PFEVM, sig.ra M. G. Palazzine.
• La penultima domenica di
aprile la comunità ha avuto U
piacere di ricevere il past. A.
Bertolino, responsabile in Italia della Missione evangelica
contro la lebbra. Dopo il culto
del mattino e l’agape fraterna, il
pastore Bertolino ha intrattenuto i presenti con la proiezione
di belle diapositive e il racconto del viaggio in India e Nepal.
ANGROGNA — Domenica 29
aprile la corale, dopo aver partecipato al culto nel più antico tempio protestante di Provenza a
Lourmarin, ha tenuto un concerto-testimoniarxza nella vicina cittadina di Mérindol, dove i vaidesi furono massacrati nel 1545
nella crociata del barone d’Oppède. La visita ai ruderi dell’antico insediamento valdese,
rincontro con i responsabili
del Centre d’Histoire Vaudoise
di Mérindol, M.me Appy e il
prof. Mordant, e più tardi con il
sindaco nella « Salle des fêtes »
hanno dato a questa visita un
duplice significato: di fede e di
impegno civile. L’ultimo giorno
della nostra permanenza siamo
tornati a Lourmarin per riproporre il nostro concerto-testimonianza: anche qui molta partecipazione e calorosa accoglienza
sia della comunità protestante,
sia da parte della locale amministrazione, che ci ha invitati
tutti a cena nel « Foyer rural ».
• Una cinquantina di elettori,
domenica 6 maggio, ha nominato i delegati alla Conferenza
distrettuale: Orline Bertin Chauvie, Rinalda Benech, Hélène Peyronel (supplenti: Remo Gaydou,
Vilma Monnet) e al Sinodo: Eldina Long Sappè (supplente Marina Bertin Chiavia). Si è inoltre deciso di aggiornare l’impegno finanziario 1990 verso la cassa centrale portandolo da L.
26.400.000 a 28.000.000. L’assemblea infine ha ascoltato ed approvato la relazione morale annua.
Viaggio in Germania
SAN GERMANO CHISONE —
Il 22 aprile, durante l’assemblea
di chiesa, sono stati eletti quali
deputati alla Conferenza distrettuale Rossella Sappé, Andrea Ribet, Annalisa Coucourde (supplente Ileana Borrel Lanfranco)
ed al Sinodo, Aldo Garrone e Renato Long (supplente Enrica Pascal).
• Il viaggio in Germania di fine aprile al quale ha partecipato
una cinquantina di sangermanesi,
di cui la maggior parte coralisti,
è riuscito molto bene. La mèta è
stata Nordheim (Baden - Württemberg) dove la comunità di Ingrid Frank, l’indimenticabile ed
infaticabile volontaria che ha
prestato servizio presso il nostro
Asilo, ci ha accolti con affetto veramente fraterno.
La visita alla casa di Arnaud
a Schönenberg e la rapida corsa
attraverso i villaggi di origine
valdese, come pure la passeggiata attraverso le varie casette che
costituiscono il museo di Wachershofer e la gita ad Heidelberg (città veramente particolare sia per la storia, sia per la
celebre Università, sia ancora
per le bellezze paesaggistiche), ci
hanno dato una grande gioia.
Due sorprese assai gradite hanno ancora rallegrato il viaggio :
l’arrivo a Nordheim, da Monaco,
di Martin Dorner, il quale ha voluto con questa sua visita confermare il suo affetto per San Germano e sottolineare il fatto che
egli non dimentica mai la nostra comunità. Durante il ritorno, dopo la sosta presso le cascate del Reno a Sciaffusa, una inat
tesa fermata a Belp, presso Berna, nell’accoglientissima casa di
Madeleine Moser, la volontaria
che da ben due anni lavora presso l’Asilo, ha rallegrato moltissimo ognuno.
A Ingrid Frank ed a Thomas
Perrot, diciamo ancora da queste
colonne che li aspettiamo con
gran piacere il 2 giugno quando
accompagneranno a San Germano i trombettieri di Nordheim.
Assemblea di chiesa
VILLASECCA — L’assemblea
di chiesa del 6 maggio ha ascoltato con gioia e riconoscenza la
relazione morale del Concistoro
per l’anno 1989-90; ha deciso all’unanimità di aumentare di L.
1,5 milioni la contribuzione alla
cassa centrale per il 1991; pure
all’unanimità si è impegnata a
sostenere sotto tutti gli aspetti
il progetto Radio Beckwith.
• Ricordiamo che il nostro
bazar annuale avrà luogo domenica 27 maggio a partire dalle
ore 15.
Bazar
VILLAR PELLICE — Nel cor
So dell’assemblea di chiesa del
13 scorso sono stati eletti deputati alla prossima Conferenza
distrettuale: Lino Bonjour, Remo
Dalmas e Giuseppe Gönnet (supplente Roberto Geymonat). Deputati al Sinodo: Bruna Frache in
Pividori e Patrizia Tourn in Davit (supplenti Giuseppe Gönnet
e Marina Geymonat in Bonjour).
• Si sono uniti in matrimonio Bruno Gatalin e Lilia Gai>
nier, ai quali rinnoviamo l’augurio che il Signore sia sempre
l’ospite del loro focolare, mentre ci rallegriamo che essi si stabiliscano a Villar.
• Un benvenuto a Eros, di
Renato Caìrus e di Nives Malan,
con l’augurio di ogni benedizione sulla loro famiglia.
• Domenica 20 maggio dalle
ore 14.45 nei locali di piazza
Jervis avrà luogo l’annuale bazar allestito dalTUnione femminile.
Domenica 20 maggio
□ FESTA DELLE SCUOLE
DOMENICALI
LUSERNA SAN GIOVANNI — Alle
ore 10 nel tempio si incontrano le
Scuole domenicali del 1“ Circuito per
la tradizionale festa di fine anno.
Venerdì 25 maggio
□ ASSEMBLEA
1° CIRCUITO
BOBBIO PELLICE — Alle ore 20.45
nella sala valdese è convocata l'assemblea del 1” Circuito.
O.d.g.: Relazione delle chiese e del
Consiglio: Elezione Consiglio: Iniziative ’90/'91; Varie.
Pro Villa Olanda
Tutti coloro che desiderano la continuità di Villa Olanda
sono invitati a mandare al conto corr. bancario IBI Torre Pellice n. 84/13641 le loro offerte con il proprio nome e indirizzo
o preferibilmente
a sottoscrivere con urgenza im impegno da versare dietro successiva richiesta.
Rivolgersi a: Arturo Bouchard, corso Lombardini, 3/5,
10066 Torre Pellice, tei. 0121/932170, oppure a Roberto Peyrot. Torre Pellice, tei. 0121/91084.
4
4 prospettive bibliche
18 maggio 1990
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Riconoscere l'altro,
riconoscere la presenza di Dio
« E partitosi di là, Gesù si ritirò
nelle parti di Tiro e di Sidone. Quand’ecco una donna cananea di quei
luoghi venne fuori e si mise a gridare: Abbi pietà di me, Signore, fìgliol
di Davide; la mia figliola è gravemente tormentata da un demonio.
Ma egli non le rispose parola.
E i discepoli, accostatisi, lo pregavano dicendo: Licenziala, perché ci
grida dietro.
Ma egli rispose: Io non sono stato
mandato che alle pecore perdute
della casa d’Israele.
Ella però venne e gli si prostrò
dinanzi, dicendo: Signore, aiutami!
Ma egli rispose: Non è bene prendere il pane dei figlioli per buttarlo
ai cagnolini.
Ma ella disse: Dici bene. Signore;
eppure anche i cagnolini mangiano
dei minuzzoli che cadono dalla tavola dei loro padroni.
Allora Gesù le disse: O donna,
grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi.
E da quell’ora la sua figliola fu
guarita ».
(Matteo 15: 21-28)
La protagonista della nostra storia
è una donna pagana della regione
confinante a nord con Israele; raggiunto Gesù nei pressi di Tiro e Sidone, invoca il suo aiuto gridando;
la sua bambina era malata e la donna, avendo sentito parlare precedentemente di Gesù, chiede pietà.
Il brano in questione, a prima vista, potrebbe apparirci come un racconto di miracolo, ma in effetti non
lo è. Mancano infatti in esso quelle
determinate caratteristiche che lo
qualificano come tale.
L’intento del racconto non è dunque nel miracolo, ma nel dialogo e
nell’insegnamento che se ne trae.
Gesù non risponde:
preghiera o provocazione?
Gesù non risponde alla richiesta
della donna. Forse ciò sta ad indicare una provocazione nei confronti
della richiesta fattagli o forse un momento di riffessione e di preghiera o
forse, semplicemente, l’autore biblico mostra un Gesù che si comporta
come dovrebbe secondo la tradizione ebraica, per la quale non è dignitoso curarsi delle lamentele di una
donna.
Ma come si può giustificare il comportamento dei discepoli che, infastiditi dalla presenza della donna, chiedono a Gesù di mandarla via al più
presto per non essere più disturbati
dalle sue grida?
Ebbene, attraverso le parole dei discepoli, come anche in quelle di Gesù
poi, e della donna, traspaiono le posizioni che si fronteggiavano nelle comunità cristiane subito dopo il 70
d. C.
La loro espressione denota, infatti.
L’incontro tra Gesù e la donna cananea è un episodio strano; soprattutto è l’atteggiamento di Gesù a fare problema. Nei sinottici solo Matteo
e Marco riportano questo racconto e per di più con delle varianti. Già
la chiesa primitiva, dunque, ha avuto difficoltà di comprensione.
Il 12 aprile il gruppo dei giovani della FGEI di Palermo ha affrontato questo testo complesso, cercando di farne una lettura per il nostro
tempo. Riteniamo utile presentare ai lettori il risultato di questa ricerca.
(red.)
una posizione di noncuranza o, peggio, di ostilità nei confronti dei pagani, come era appunto l’atteggiamento di alcuni membri della chiesa giudeo-cristiana di quel periodo.
Le pecore perdute
della casa d’Israele
Dopo il suo « lungo » silenzio Gesù
dice: « Io non sono stato mandato
che alle pecore perdute della casa di
Israele ». A questo punto ci viene da
chiedere: perché Gesù non vede nel
pagano un uomo che ha solamente
bisogno di aiuto quanto il giudeo?
In realtà non dobbiamo considerare
la risposta di Gesù come una frase
riportata testualmente dall’autore biblico. Sembra piuttosto l’espressione
della mentalità esistente nel mondo
giudaico in quel tempo. E' la mentalità della società in cui lo stesso Gesù
nasce. Gesù, però, comincia a lacerare questa mentalità rivolgendo la parola ad una donna, per di più straniera, e rifiutandosi di seguire il consiglio dei discepoli.
La donna non si dà per vinta, sa
di non avere nessun diritto, in quanto donna e in quanto pagana,
sa di essere posta in secondo
piano rispetto ai giudei ai quali era stato promesso il regno di Dio,
ma insiste ugualmente. Anche alla
seconda affermazione di Gesù, che è
un netto rifiuto: « Non è giusto prendere il pane dei figliuoli per buttarlo
ai cagnolini », la donna, quasi cercando uno spiraglio, una possibilità, risponde: « Anche i cagnolini mangiano dei minuzzoli che cadono dalla tavola dei loro padroni ». Ella non pretende, quindi, di mangiare con i figlioli di Israele, ma con molta umiltà
ne chiede solo le briciole.
E’ questo infatti l’atteggiamento
dei pagani convertiti al giudaismo,
non la pretesa, ma la fede che accetta
la grazia non meritata.
La donna cananea è simbolo dei
pagani che accettano TEvangelo con
umiltà e con fede. Questa fede trova
una risposta perché Gesù, con un gesto « rivoluzionario », compie il miracolo. Gesù si comporta in un modo
che abbiamo già constatato in lui in
altri episodi evangelici. Egli, cioè,
non rigetta la cultura giudaica in cui
il suo messaggio si innesta, non rinnega la storia del popolo di Israele
che egli è venuto ad adempiere. Ma
di fatto, con un solo gesto, scardina
l’esistente, porta il nuovo. Porta l’apertura dove tutto è cristallizzato da
tradizioni secolari che sembrano intoccabili e compie una rivoluzione
senza clamori ma vera, profonda, radicale.
L’episodio della donna cananea avviene in un’epoca, in una situazione
politico-sociale lontane mille miglia
dalla nostra. O no? Che cosa ha da
comunicarci ancora questa storia?
La prima cosa che colpisce in questo brano è l’esistenza di una cultura
dominante, quella giudaica, che si ritiene in diritto di escludere, emarginare, non considerare e, talvolta, persino disprezzare lo straniero. Questa
cultura è ancora presente nella comunità cristiana in cui l’autore del
brano vive e questi ce la presenta come condivisa da tutti i protagonisti
della vicenda: condivisa dai discepoli che sono infastiditi e incitano Gesù a cacciare via la donna, condivisa persino da Gesù che a questa donna inizialmente non risponde, e, addirittura, dalla donna che non rivendica diritti, ma chiede solo pietà e non
mostra altra forza che quella della
sua fede.
Una situazione analoga
a quella dei nostri giorni
La situazione esistente nell’epóca
in cui il brano è scritto e in cui il
brano si svolge non è forse analoga a
quella della nostra epoca? C'è una
cultura dominante anche ora, condivisa da tutti, cristiani e non cristiani. E’ la cultura capitalistica del benessere e del consumismo. E' la cultura che mitizza lo sviluppo industriale e tecnologico a cui è disposta
a sacrificare qualunque cosa: diritti,
vite umane, risorse naturali, giustizia. E la storia di questa cultura è
spesso intimamente connessa, talvolta coincidente, con la storia del cristianesimo, o meglio, dei cristiani e
delle loro chiese. Quante volte il colonialismo è stato chiamato missione? Questa è la cultura in cui viviamo tutti, cristiani e non; è la cultura
il cui benessere materiale si fonda
sullo sfruttamento di milioni di esseri umani, depredati delle loro risorse, dei più elementari diritti al
cibo, all’istruzione, alla vita; è la cultura del cui benessere materiale usufruiamo tutti, cristiani e non . E’ una
cultura spesso mitizzata persino da
coloro che ne sono vittime, coloro
che da essa vengono sfruttati. L’occidente industrializzato, la civiltà dei
consumi non è forse, spesso, un mito
anche per gli stessi abitanti del Terzo
Mondo? Essi, spesso, non rivendicano neppure diritti, non ne hanno
neppure coscienza, ma vengono qui
cercando di prendere almeno le briciole che cadono dalla nostra tavola
lussuosamente imbandita. E noi
neanche queste briciole vogliamo dare agli immigrati dal Terzo Mondo.
Figuriamoci se rivendicassero diritti!
Abbiamo lo stesso atteggiamento
della comunità che ci ha tramandato
il brano, e dei discepoli di Gesù:
« Mandala a casa perché continua a
venirci dietro e a gridare». Non è forse vero che anche noi non vogliamo
neppure essere disturbati da coloro
che chiedono le briciole?
Questi stranieri sono fastidiosi,
questi stranieri che ad ogni incrocio
ti lavano il vetro della macchina e
poi pretendono 100 lire (e se pretendessero la macchina anche loro?),
questi stranieri che spesso non sono
neppure cristiani, che fanno riti strani e credono in un Dio diverso dal nostro! Noi, discepoli di Cristo, noi,
discepoli ancora una volta intolleranti verso i bambini, verso le donne, verso lo straniero, discepoli conservatori, discepoli immersi nella
cultura dominante, ci lasceremo scardinare dal miracolo di Gesù? Lasceremo che il miracolo di Gesù ci insegni qualcosa?
Abbiamo nel brano biblico della
donna cananea due culture, due mentalità a confronto: quella della tradizione e dell’ortodossia rappresentata
dai discepoli e attribuita dall’autore
biblico in un primo momento allo
stesso Gesù; e abbiamo la cultura del
Nuovo Testamento che Gesù porta
col suo gesto, col suo miracolo, la
cultura del regno che viene che si innesta sulla prima, ma la supera, la lacera, la apre, la rinnova.
Abbiamo due culture a confronto
anche ora. Quella del mondo occidentale ricco e sfruttatore in cui siamo immersi anche noi, cristiani
d’occidente, e la cultura del regno di
Dio di giustizia e pace che avremmo
dovuto e dovremmo predicare. Riusciremo a innestare sulla cultura dominante quella nuova dell’Evangelo
portata da Gesù? Riusciremo ad
aprirci, ad aprire le nostre chiese? A
riconoscere la fede esistente fuori
dalle nostre chiese? Riusciremo a riconoscere il valore dell’altro, a riconoscere nell’altro la presenza di Dio?
Ad ascoltare il grido degli emarginati, degli sfruttati, il grido degli
esclusi dalla cultura dominante? Riusciremo ad ascoltare questo grido
senza esserne infastiditi, senza mobilitare carri armati per salvaguardare
il nostro quieto vivere, ma compiendo anche noi il miracolo di Gesù? Come egli ha riconosciuto alla
donna il diritto ad essere salvata e
le ha dato una dignità che in quanto
donna e in quanto pagana non aveva né, forse, sperava di avere, così
noi, ugualmente, dobbiamo ricon(>
scere a tutti i diritti negati, e restituire dignità a chi ne è privato.
Gruppo FGEI - Palermo
5
18 maggio 1990
obiettivo aperto 5
LE NUOVE SCHEDE PER LA CATECHESI
Chiamati a iibertà
L’esperienza dell’esilio babilonese e la prospettiva della liberazione: queste le linee-guida per un percorso nell’Antico Testamento
Quando si prepara del materiale per lo studio della Bibbia ci si
trova davanti al problema inevitabile della scelta. I testi biblici
che vorremmo far conoscere sono moltissimi; il tempo è limitato, terribilmente limitato: nel
catechismo per gli adolescenti si
può disporre di un’ora alla settimana; tenuto conto delle vacanze, delle feste e di vari ostacoli
sul percorso, gli incontri settimanali su cui si può contare sono 25
0 poco più. In certi casi si possono
organizzare incontri che durino
un pomeriggio o un fine settimana; ma incontri di tal genere non
si possono certo fare tutte le settimane, quindi il tempo rimane
limitato anche in questi casi.
Il problema principale non è
dunque se fare una scelta, ma
come farla. Le scelte possibili sono molte: si possono presentare
1 racconti più istruttivi, si può attirare l'attenzione sulle figure
principali, si possono seguire le
tappe fondamentali dell’opera di
Dio, e altro ancora. Naturalmente
si può lasciare più spazio all’iniziativa dei membri del gruppo:
dopo aver fornito una descrizione
generale della Scrittura, si può
lasciare che i membri del gruppo
partano alla scoperta del testo,
seguendo i propri impulsi e le
proprie curiosità. Ma lo si può
fare se il gruppo è particolarmente interessato e attivo; purtroppo non è sempre il caso. D’altra parte il materiale dovrebbe
contenere informazioni, dati, spiegazioni che possano essere utilizzati anche in seguito.
Le schede raccolte sotto il titolo « Chiamati a libertà » rispondono a una scelta che propriamente non coincide con nessuna
di quelle elencate. Il primo fascicolo, ora disponibile, fresco di
stampa, contiene schede per lo
studio dell’Antico Testamento.
Per comprendere l’Antico Testamento bisogna tener conto almeno di due prospettive. Vi è un
punto di vista che caratterizza
moltissimi testi, legislativi, storici, profetici: è il modo di pensare
e di credere che è maturato nella
dolorosa esperienza dell’esilio babilonese, vera cesura nella storia
di Israele, momento di ripensamento da cui è uscita precisata
nei suoi contorni la fede d’Israele
come noi la conosciamo. Vi è poi
un’altra prospettiva, che l’esperienza delTesilio non ha cancellato, ma anzi ha messo al centro
della fede: è la prospettiva della promessa, della liberazione in
vista della benedizione che Dio
vuol concedere al suo popolo e,
attraverso il suo popolo, a tutta
l'umanità.
Le prime schede invitano a conoscere innanzitutto la vicenda
dell’esilio, attraverso informazioni storiche e testi biblici che illustrano i diversi aspetti di quel
messaggio che ha permesso la resistenza di Israele nel dolore della sconfitta: la speranza nel Dio
che può far rinascere il popolo, la
visione della storia come storia
del peccato del popolo a cui segue il giudizio di Dio e la sua liberazione misericordiosa, la fede
nel Dio creatore, l’annuncio del
ritorno nella terra data da Dio
a Israele. Abbiamo così un centro, da cui possiamo partire per
la conoscenza dell’Antico Testamento (6 schede).
Le altre schede seguono le tre
grandi divisioni dell’Antico Testamento: vi è un ciclo sul Pentateuco, centrato sull’avvenimento
dell’esodo (6 schede); un ciclo sui
Profeti, centrato sulla lotta profetica per la fedeltà al Signore
che introduce agli « Scritti » (terdecadenza della monarchia (9
schede); e infine un breve ciclo
che introduce agli « Scritti » terza parte del canone ebraico), con
particolare attenzione ai Salmi e
al libro di Daniele (4 schede).
Bruno Rostagno
LA RIVISTA
Al servizio dei monitori
A chi è rivolta e a che cosa serve la
rivista « La scuola domenicale »?
In primo luogo è rivolta al monitori
per la loro preparazione in vista dell’Incontro con i bambini e con i ragazzi.
La rivista infatti porta le cosiddette « pagine gialle ”, composte da note
bibliche e note didattiche. Le prime
spiegano, lezione per lezione, i testi
biblici proposti ogni anno. Le note
didattiche danno indicazioni su come
presentare le sezioni alle varie fasce
d’età e sono anche una guida all’uso
delle tavole dr lavoro.
Il programma
delle scuole domenicali
Il programma che il SIE propone ogni anno alle scuole domenicali delle chiese aderenti alla
FCEI è articolato in un ciclo di
sei anni, iniziato nel 1987-88 e che
terminerà nel 1992-93.
Per quanto riguarda lo studio
dcH’Antico Testamento, si cerca
di dare ai bambini una visione
continua e panoramica dei principali passi biblici e una conoscenza dei personaggi più importanti.
Per il prossimo anno ’90-’9I è
previsto lo studio del periodo delia storia di Israele che va dall'insediamento in Canaan al regno
davidico.
La vita e l’opera di Gesù sono
presentate seguendo soprattutto
il vangelo di Marco, con raggiunta di alcuni brani tratti da
Matteo c Luca.
Un’intera sequenza è dedicata
ai segni di Gesù nel l'V vangelo.
Il programma del prossimo anno
’90-91 prevede lo studio dei capitoli 9-12 di Marco. E’ stato inserito ad anni alterni il racconto
della nascita di Gesù, in modo da
offrire uno spunto per parlare
dei « vangeli dell’infanzia » di Gesù.
Le tavole di lavoro, che vanno
date in mano ai bambini, sono
strettamente legate alle note bibliche e didattiche pubblicate nella rivista « La scuola domenicale ». Sono ideate dagli stessi
gruppi che preparano le note didattiche e vengono sviluppate in
modo da rendere la lezione il più
possibile attiva e coinvolgente.
Per i piccoli, « Lavoriamo con
gioia » (5-7 anni), sono previsti
dei lavori con forbici e colla; i
medi, « La Bibbia racconta » (8-10
anni), e i grandi, « Camminiamo
insieme» (11-13), sono stimolati
alla riflessione c alla discussione
di gruppo con giochi, racconti e
domande. Talvolta le tavole sono
utili per una verifica del lavoro
svolto e per vedere se i bambini
hanno compreso il racconto biblico; altre volte sono invece una
vera e propria pista di lavoro. Le
illustrazioni .sono previste per
tutti in modo che il monitore possa fare con i bambini una approfondita « lettura dell’immagine ».
Ma la rivista non è solo un « manuale » diretto ai monitori per aiutarli
nel loro compito di presentare la
Bibbia a bambini e ragazzi. Essa contiene diversi articoli d’interesse vario, per lo più raggruppati in rubriche fisse. Elenchiamo le principali
per dare un’idea dei temi trattati e
degli interessi più vasti che la rivista
vuole suscitare.
« La lettura della Bibbia e i suoi
problemi » contiene articoli che affrontano argomenti più generali che
la Bibbia presenta; ad es. nel prossimo numero (n. 1, 1990) compaiono
due articoli: uno sulla violenza nell’Antico Testamento e uno sull'Insediamento di Israele in Canaan.
- Il mondo del bambino e i suoi
problemi » tratta invece di argomenti più strettamente pedagogici e psicologici dell'età evolutiva: dai problemi scolastici, al tempo libero, al modo di presentare la Bibbia alle diverse
età.
« Panorama panorama » dedica i suoi
articoli a notizie che provengono da
esperienze fatte in Italia o all'estero
neH’ambito del lavoro con I ragazzi:
relazioni di incontri internazionali, di
campi e convegni in Italia eoe.
Infine segnaliamo che dal n. 1/1990
riprende la rubrica " Problema scuola »
che, per motivi contingenti, è rimasta
sospesa per qualche tempo. Con essa si amplia il campo d’interesse
della rivista verso il mondo della
scuola e degli insegnanti.
L'ultima sezione della rivista è dedicata alla recensione di libri. Una prima parte è rivolta agli adulti, con la
presentazione di libri di argomento
biblico-teologico, pedagogico e di vario interesse; una seconda parte presenta libri per bambini e ragazzi.
La rivista esce in quattro numeri
annuali: i primi due numeri, più strettamente legati all’anno scolastico,
portano le « pagine gialle ”, Il n. 3/4
ha una più vasta gamma di interessi;
negli ultimi anni sono stati presentati, come numeri monografici, « Speciale
teatro ”, » Speciale monitori » e, quest’anno, « Proposte di animazione biblica ».
IL SERVIZIO ISTRUZIONE-EDUCAZIONE
A sostegno del lavoro
delle scuole domenicali
Dall’autunno di quest’anno
il pastore Claudio Pasquet
inizierà a Milano il suo lavoro a metà tempo come teologo per il SIE, a carico della
Tavola valdese; inoltre il nostro Comitato ha trovato la
persona idonea per sostituire
il pedagogista; si tratta di
Claire Rollier Musatti, insegnante elementare e catechista, che ha già cominciato _ il
suo lavoro e entrerà in pieno come volontaria nel nostro Servizio al pensionamento di Franco Girardet, previsto per il prossimo autunno
dopo 15 anni di apprezzato
lavoro per il SIE. La disponibilità di questi due collaboratori ci permetterà di aumentare i contatti diretti con
monitori e scuole domenicali,
secondo le richieste che ci farete pervenire.
Il nostro Servizio pubblica
la rivista « La scuola domenicale », che aiuta i monitori
nel loro lavoro con le note
bibliche e le note didattiche.
La redazione passa da Franco Girardet a un comitato tecnico composto da Silvia Gastaldi Chiarenzi, Silvana Colombu Comparetti e Claire
Rollier Musatti e coordinato
da Maria Girardet Soggin.
Continua la pubblicazione eh
numeri monografici della rivista: dopo lo « Speciale teatro » e lo « Speciale monitori », quest’anno pubblichiamo
« Proposte di animazione biblica ».
Inoltre il SIE prepara il
materiale didattico per i bambini delle scuole domenicali
(tavole per tre fasce d’età) e
per la catechesi dei giovani
e degli adulti. Il primo corso
di catechesi, « Crescere nella
fede », è stato pubblicato nel
1987; il secondo corso, « Chiamati a libertà», è costituito
da 25 schede sull'Antico Testamento in corso di stampa
(potrete quindi usarlo per i
vostri gruppi di ragazzi e adulti già dal prossimo autunno),
e da 25 schede sul Nuovo Testamento, previste per il 1991.
Quest'anno pubblicheremo
inoltre il primo volume della serie « Storia del protestantesimo: fonti e documenti»,
a cura di Emidio Campi, pensato per la scuola pubblica
e per le nostre chiese. Inoltre stiamo collaborando con
TUcebi per una pubblicazione
che favorisca il canto nei
gruppi di scuola domenicale.
Siamo lieti che il Comitato
del nostro Servizio si sia arricchito di due nuovi menibri; Massimo Paone (Esercito della Salvez.za) e Giovanni
Borelli (Chiesa luterana).
Problemi simili
in Europa
Portogallo, Spagna, Francia,
Belgio vallone, Svizzera e Italia sono i sei paesi di lingua
latina che hanno, sia pure in
situazioni diversissime, problemi analoghi per quanto riguarda la scuola domenicale
e la catechesi.
Si va da situazioni fluide
e frammentate, come quella
della Spagna (e della Catalogna), alle minuscole realtà del
Portogallo, a quelle estremamente istituzionalizzate in regime concordatario con lo stalo (o con alcuni cantoni) del
Belgio e della Svizzera.
La Francia è bifronte: il
vasto protestantesimo nel più
laico degli stati si trova a
confrontarsi con una complessa realtà concordataria per
quanto riguarda TAlsazia. Non
è priva di difficoltà anche per
la rapida successione dei responsabili del Servizio per le
scuole domenicali.
Nel confronto l'Italia non
sfigura; con forze modestissime ha condotto con intraprendenza e continuità un valido servizio.
La Svizzera, con la sua casa editrice di Losanna, produce materiale abbondante e di
valore.
Sono molto frequenti a livello personale i contatti con
i nostri fratelli di lingua italiana del Cantón Ticino e dei
Grigioni. Hanno entrambi 1 insegnamento della religione
nelle scuole pubbliche e usano il nostro materiale.
Questa situazione variegata
ha modo di confrontarsi e di
arricchirsi in incontri che avvengono circa ogni due anni:
i più recenti sono stati quelli
di Bruxelles (novembre 1985),
Rivoli (novembre 1987), Ginevra (settembre 1988).
In queste riunioni della durata di due o tre giorni si
incontrano una ventina di persone: si studiano temi specifici, si confronta il materiale.
Sono « seminari » ristretti per
« addetti ai lavori », molto pratici ed operativi anche per la
continuità dei partecipanti.
ECCE e ICCS
Ben diversi sono gli incontri europei con organismi più
vasti quali FECCE (European
Conference Christian Education) e l'ICCS (Intereuropean
Commission on Church and
School), che più o meno fanno riferimento al Consiglio
ecumenico delle chiese dì Ginevra.
Il più recente incontro dell’ICCS ha avuto luogo nel luglio 1988 a Chichester (Gran
Bretagna) sul tema « Insegriare in modo creativo la Bibbia nel mondo contemporaneo », a cui ha partecipato
una nostra rappresentante.
Per quanto riguarda FECCE,
che attualmente è in fase di
ristrutturazione, quello di Helsinki nelF86 non vide nessun
nostro partecipante; a quello
più recente a Sterling, nel settembre '89, partecipò Graziella Gandolfo Censi. Dio volendo, il prossimo sarà nell'autunno del '91 in Portogallo,
e vi saremo presenti...
Scarsi in questi ultimi anni
i contatti diretti con il Consiglio ecumenico delle chiese
di Ginevra, che riprenderanno
nei prossimi anni con l’apporto di forze nuove nel SIE.
per la stampa di
biglietti da visita, carta e buste intestate,
locandine e manifesti, libri, giornali, riviste,
dépliants pubblicitari, pieghevoli, ecc.
coop. tipografica subalpina
VIA ARNAUD, 23 - © 0121/91334 - 10066 TORRE PELLICE
6
valli valdesi
18 maggio 1990
TORRE RELUCE: INCONTRO SUI MINORI
Bisogno di solidarietà
La politica
e la realtà
Il voto del 6 e 7 maggio alle
Valli presenta novità significative
sul piano politico (gli autonomisti piemontesi oltre il 20% in tre
comuni « valdesi » della vai Pellice, l’affermazione dei verdi che
ottengono in vai Pellice la percentuale più alta di tutte le aree
montane della provincia, il risultato dei socialisti che avanzano
mediamente del 3%), ma poche
di carattere amministrativo. Le
giunte vengono confermate tranne in qualche eccezione, come a
Villar Porosa dove la lista « di sinistra » conquista il comune di
Gianni Agnelli per la prima volta
dopo quarantanni.
L’assetto politico delle Comunità montane non varierà dunque
molto, e le tattiche nemmeno. E’
prevedibile una maggiore attenzione al problema delle culture
locali, qualche concessione ai problemi ecologici e poco altro.
Con qualche alchimia partitica
si potrà, forse, mandare la DC all’opposizione al comune di Luserna, ma questo difficilmente produrrà grandi cambiamenti nelle
politiche del governo locale.
Tentiamo ora di individuare le
ragioni politiche del voto.
L’affermazione degli autonomisti non può essere considerata
una grande sorpresa. Che gli autonomisti piemontesi avessero un
"trend” positivo lo si sapeva da
tempo. Dall’85 in poi in tutte le
elezioni avevano sempre aumentato i loro voti.
La vai Pellice poi è terra di
discorsi autonomisti. Dalla Resistenza in poi l’idea federalista ed
autonomista si è diffusa tra la
gente ed ogni volta che il movimento autonomista è emerso, la
sua rappresentanza ha sempre ottenuto consensi maggiori che altrove. E’ stato così per il MARP
negli anni ’50-60, per gli autonomisti occitani alla fine degli anni
’70, e oggi per gli autonomisti piemontesi.
L’emarginazione in cui — per
ragioni diverse — i partiti hanno costretto le valli ha fatto il
resto. Il voto è stato un voto di
protesta contro questo stato di
cose, al di là di quanto si è scritto sui programmi elettorali, oggi
più che mai poco letti e studiati.
C’è stata infatti l’identificazione con chi ha fatto (o ha preteso
di aver fatto) qualcosa per le
valli: i socialisti Trovati e Maccari ( rispettivamente alla Provincia e alla Regione) hanno impostato la loro martellante propaganda proprio su questo, e sono
stati premiati con l’aumento percentuale del PSI sino al 5% in
vai Germanasca.
I verdi raccolgono parte del voto giovanile e sono, qui più che
altrove in Piemonte, anche l’esito
del dibattito ecumenico su pace,
giustizia ed integrità del creato.
E’ un voto di opinione che dovrà
fare i conti con la capacità organizzativa del movimento ambientalista prima di diventare forza
politica.
Fallisce poi, a Pinerolo, clamorosamente rispetto agli obiettivi
prefissati, l’ipotesi «cosista» (da
« cosa » nuovo nome della sinistra rinnovata secondo Occhetto),
dimostrando come questa ipotesi
di rinnovamento e rifondazione
della sinistra non possa essere
semplicemente una proposta politica, su cui chiedere consensi, ma
debba prima vivere nella società,
per poter vivere politicamente.
La sinistra sommersa, di cui
parla in valle la Sinistra indipendente, non esiste, almeno negli
strati popolari.
Giorgio Gardiol
« Non sto bene perché i miei
litigano »; è una frase che spesso
capita di udire da bambini che
vivono in famiglie con problemi:
una mancanza di armonia familiare che si ripercuote pesantemente su una personalità in formazione come quella di un minore.
E’ questa una situazione diffusa, una forma di violenza non
lontana parente del maltrattamento fisico o dell’abuso sessuale.
Di fronte ai problemi dei minori, la legislazione italiana introdusse, fin dal 1967, l’adozione speciale, sancendo un principio fondamentale, e cioè quello che il
bambino non è proprietà dei genitori che ne possono fare ciò
che vogliono, ma è invece un soggetto e come tale titolare di diritti ben precisi; la legge approvata oltre vent’anni fa sanciva
inoltre che nell’eventuale conflitto tra interessi del minore e
quelli dell’adulto, sono quelli del
primo, cittadino in formazione,
che devono prevalere.
Le leggi successive hanno ribadito ed approfondito queste idee
di base, tuttavia accade frequentemente di vedere, tramite i
principali mezzi di comunicazione, atteggiamenti che enfatizzano
i diritti degli adulti a discapito
di quelli dei ragazzi.
Rispetto ai problemi dei minori ed al loro diritto a crescere con
le dovute cure ed armonia familiare, la politica sociale ha individuato col tempo tutta una serie
di interventi di sostegno al bambino ed alla famiglia (aiuti economici, assistenza domiciliare, servizi primari quali scuola, strutture per il tempo libero); non tutte
le realtà territoriali del nostro
Paese sono però dotate di quei
servizi integrati essenziali ad assicurare il benessere dei bambini.
Un dato ISTAT assai allarmante evidenzia che ancora alla fine
del 1988 erano ben 55.000 i bambini istituzionalizzati, oltre 1000
solo in Piemonte.
Anche leggi più recenti (come
la 184 del 1983) consolidavano
il diritto alla famiglia come un
diritto essenziale per il minore;
rilanciando l’opportunità di ricorrere all’affidamento familiare si
ampliava il campo di intervento
della magistratura minorile e si
attribuivano maggiori competenze ai servizi sociali.
Per riflettere una volta di più
sui problemi dei minori, verificare tutte quelle risposte che possono insieme concorrere al sostegno del soggetto in difficoltà,
fino all’affidamento familiare, la
Comunità Montana USSL 43 ha
VILLA OLANDA
Futuro impegnativo
Presso la Foresteria si è tenuta domenica 13 maggio una nuova riunione di aggiornamento sul
futuro di Villa Olanda. I precedenti sono noti: a seguito dell’orientamento della Tavola di vendere l’immobile per motivi economici, si è costituito un comitato avente la finalità di reperire
dei consistenti fendi (diverse
centinaia di milioni) per sollevare da im lato la Tavola da urgenti e notevoli spese di ristrutturazione e, dall’altro, di consentire il prosieguo dell’attività.
Dopo una preghiera del pastore Nisbet e dopo aver ricordato
il pastore Achille Deodato, di cui
è stato letto un articolo pubblicato a suo tempo dal nostro settimanale e riguardante Villa
Olanda, il coordinatore Arturo
Bouchard ha fornito alcuni cenni
informativi sul lavoro del comitato. Per quanto riguarda l’aspetto puramente finanziario, i risultati finora ottenuti sono incoraggianti, ma ancora lontani dalla cifra che occorre raccogliere per la
sopravvivenza dell’istituto.
I numerosi e diversificati interventi delle persone presenti (che
alla fine dell’incontro hanno generosamente dimostrato il loro
attaccamento a quest’opera)
haimo richiamato l’attenzione sui
vari aspetti che devono assicurare resistenza di Villa Olanda e
nel contempo caratterizzarne la
funzione.
E’ stato ricordato che le persone anziane rappresentano ormai oltre il 30 per cento della
popolazione e che il prosieguo
VISUS
di Luca Regoli S C
OTTICA - VU Arnaud. B
100*6 TORRE PELLICE (To)
organizzato nei giorni scorsi un
seminario, che ha visto la partecipazione di operatori provenienti da varie zone del Piemonte
ed esperti da altre regioni.
L’attenzione specifica all’affido
ha permesso di evidenziare come
esso non è di per sé il rimedio assoluto di tutte le situazioni, né
presenta forti controindicazioni;
certamente però deve prevedere
un sostegno ai tre soggetti: il
bambino, la famiglia di origine,
la « nuova » famiglia, non episodico ma costante nel tempo, con la
consapevolezza che si può andare
incontro a «successi», ma anche a
delusioni e difficoltà.
I partecipanti al seminario hanno alla fine dei lavori approvato
un documento, predisposto nei
mesi scorsi da un gruppo informale riunitosi presso l’Istituto
per gli studi sui servizi sociali, in
cui veniva lanciato un vero e proprio « appello alla collaborazione
ed alla solidarietà » rispetto al
diritto alla famiglia dei bambini
in difficoltà o in situazione di
abbandono. Un appello rivolto a
tutti, da chi deve garantire le
necessarie risorse economiche
per dar gambe a determinati progetti, a chi si trova a poter informare su queste tematiche, a chi
opera professionalmente nel settore, alle famiglie che possono
trovarsi nella condizione di assumere un bambino in affidamento;
il tutto per offrire a molti bambini l’opportunità di vivere « pienamente » la loro vita.
Piervaldo Rostan
Inizia il mercatino
biologico
TORRE PELLICE — Sabato
19 maggio partirà il mercatino
biologico situato nell’isola pedonale nel centro del paese.
La collaborazione fra ente pubblico, in questo caso il Comune, e produttori locali presenta
perciò questa nuova opportunità per commercializzare prodotti ottenuti da coltivazioni esenti
da concimi chimici e antiparassitari e che non prevedano il ricorso a conservanti di sorta.
Analoghi mercatini sono presenti ormai in molte località, assumendo dimensioni considerevoli; a Torre una apposita commissione valuterà le domande
pervenute al Comime; in esse
ogni azienda deve specificare non
solo il tipo di prodotto che intende commercializzare, ma anche i metodi di coltivazione, le
aree utilizzate, le zone di provenienza, il tutto nel tentativo di
offrire alla popolazione le maggiori garanzie possibili sulla merce acquistata.
Dovrebbero essere una ventina
i produttori presenti alla prima
edizione del mercatino; le bancarelle saranno a disposizione
della gente per tutta la giornata del 19 così come ogni terzo
sabato del mese. Sarà proposto
e diffuso anche materiale informativo inerente i metodi di coltivazione biologica in modo da
incentivarne la diffusione.
PERRERO
dell’attività dell’istituto avrebbe
una sua utile funzione, e non solo
riservata alle Valli.
Invecchiare è certamente una
bella cosa — è stato detto — ma
quel che conta è il poterlo fare
nel modo migliore e soprattutto,
in caso di necessità, trovare quell’assistenza e quel sostegno miranti a combattere l’emarginazione e la solitudine.
E’ stata poi ribadita la necessità che la chiesa ponga fra i suoi
primi doveri quello di assistere e
seguire gli anziani anche mediante appropriati istituti, quale può
essere appunto Villa Olanda per
le persone autosufficienti.
Un’altra sua funzione importante potrebbe essere quella di
accogliere persone convalescenti
che potrebbero lasciare gli ospedali con qualche anticipo, liberando così posti preziosi per la
salute di altre persone.
Alla fine, è stata fatta notare
l’urgenza della cosa: è necessario trovare ancora alcune centinaia di milioni entro giugno per
assicurare la sopravvivenza dell’istituto. Le offerte, corredate di
nome e indirizzo, possono essere
inviate al conto corr. bancario n.
84/13641 presso LIBI di Torre
Pellice, intestato al comitato
prò Villa Olanda. Sono però preferibili impegni di versamento i cui importi verranno richiesti dopo il Sinodo, qualora l’iniziativa vada in porto. Detti impegni vanno inviati ad Arturo
Bouchard, corso Lombardini, 3/5,
10066 Torre Pellice.
R.P.
Per 5 voti
Anche nel dopoelezioni, a Ferrerò si mantiene alto l’interesse
per le cose che riguardano l’amministrazione pubblica.
L’attuale sistema elettorale,
con l’elezione di consiglieri in
quattro sezioni, ha dato nel capoluogo la vittoria alla coalizione del sindaco uscente Alma Ghigo, che ha piazzato i suoi quattro candidati; si tratta di una
vittoria cxin uno scarto di cinque voti di lista dalla lista di
opposizione.
Quest’ultima, che era capeggiata dall’insegnante Giulietta
Breusa, ritiene comunque « un
buon risultato » vedersi sorpassati per il rotto della cuffia da
chi ieri aveva un consenso unanime ed oggi supera appena il
50%. Rilancia ed esce pubblicamente con un documento distribuito alla popolazione, in cui
ringrazia per la sensibilità dell’elettorato ed auspica un impegno di continuità, inoltre la mancata presenza in consiglio comunale non significherà il disimpegno, ma ima continua attenzione per i problemi del comune
e della collettività.
Saranno queste le basi di un
comitato civico, e di una visione diversa del governo della polis?
In Ferrerò non è certo facile
un’analisi precisa del voto; basti pensare ai voti di residenti
nel comune che non abitano per
gran parte dell’anno in loco, una
fetta di popolazione che non vive le difficoltà e le carenze dei
servizi.
Una maggioranza risicata ha
perciò il consenso di una popolazione che invece vive tutto l’anno a Ferrerò?
Un certo interesse è rivolto
alla nuova formazione dell’esecutivo; nel capoluogo il candidato Aldo Masse! (FSI) ha ricevuto in termini di preferenze
una maggioranza schiacciante rispetto ai compagni di cordata;
nella sezione di Maniglia il consenso per i due candidati eletti,
tra i quali Raimondo Genre, si
è tradotto in un vero e proprio
plebiscito.
Staremo a vedere se ci sarà
un cambiamento nella scelta del
primo cittadino. I partiti accetteranno le preferenze espresse
dalla popolazione?
Interessante è notare come c’è
chi nella campagna elettorale ha
seguito una tattica di convincimento andando di porta in porta; dopo le elezioni, c’è chi vuole ridare spazio al dibattito pubblico ed alla partecipazione attiva della popolazione.
M. M.
MOBILIFICIO
esposizione e laboratorio :
via S. Secondo, 38 - tei. (0121) 201712
(di fronte alla caserma alpini)
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
7
18 maggio 1990
valli valdesi
VAL PELLICE: SEMINARIO
Produzione e ambiente
La vicenda della Cartochimica
di Luserna, le polemiche e le discussioni che ne seguirono sottolinearono, oltre un anno fa,
che talvolta, pressati dalle esigenze di reperire posti di lavoro, non si bada troppo a verificare quale tipo di impatto ambientale possono avere determinati insediamenti produttivi.
Ed è evidente che quando si
parla di impatto ambientale non
si fa soltanto riferimento a problemi che possono nascere rispetto al paesaggio o al contesto in cui una fabbrica si colloca; occorre valutare i rischi che
la popolazione delle aree circostanti può eventualmente correre, le condizioni in cui lavorano gli operai, avere concrete possibilità di informazione
per la popolazione.
« Attività produttive e ambiente » è perciò il titolo di un seminario organizzato dall’USSL
43 in collaborazione con sindacati, associazioni ambientaliste,
imprenditori.
Il seminario si articolerà su
tre incontri pubblici, il primo
dei quali si svolgerà venerdì 18
maggio presso la sede della Comunità Montana Val Pellice in
corso Lombardini, a Torre Pelli
1989: i fumi della Cartochimica.
ce, con due relazioni sul tema:
« La pianificazione territoriale in
vai Pellice: analisi storica e prospettive » (architetto Piercarlo
Longo) e su « Aspetti ambientali negli strumenti della pianificazione territoriale » (a cura
della Lega ambiente vai Pellice).
L’inizio della serata è fissato per
le ore 20.45.
Gli altri due appuntamenti sono previsti nei venerdì successi
vi; il 25 maggio, al bocciodrorao di Luserna si parlerà dei rischi ambientali e lavorativi con
interventi dei tecnici dell’USSL,
dei sindacati e di esponenti dell’Associazione piccole e medie industrie. Venerdì 1» giugno, nel
Baione della scuola media di Bricherasio, si affronterà il tema
deH’informazione e dell’educazione ambientale.
P. V. R.
TORRE PELLICE
USSL 43
Concorso pianistico
Sotto la direzione artistica del
M.o Angelo Bellisario ed organizzato dall’Associazione turistica Pro Loco, si è svolto a Torre Pellice il IX concorso nazionale pianistico « K. Czemy » che
quest’anno comprendeva anche
le sezioni di composizione, violino e pianoforte, violoncello e
pianoforte.
Come per le passate edizioni,
la manifestazione torrese è stata caratterizzata da un alto livello di preparazione dei circa
80 partecipanti, provenienti da
tutte le regioni d’Italia. Da segnalare in questa edizione il co
spicuo numero di concorrenti torinesi o residenti in provincia
che hanno conseguito dei premi.
Sono risultati vincitori; cat.
Al: 1® F. Demichelis, 2® R. Mondino, 3® C. Bertoglio; cat. A2:
1® A. Barbero, 2® G. Rizzini; cat. B: 1® S. Cucchi, 2» R.
Paroletti; cat. C: 1® S. Asnaghi,
2® non assegnato; cat. D: 1® A.
Guazzarotti, 2® G. Dellalibera;
cat. E: 1® duo Noto-Sarno, 2®
duo Patria-Taglieri. Segnalazione
speciale per i duo: AlbaneseChiesi e Sogno-Spriano. Sezione
violino e pianoforte; 1® Pieranunzi-Bruni, 2® non assegnato.
GRUPPO TEATRO ANGROGNA
Un nuovo spettacolo
ANGROGNA — Sabato 19 maggio,
alle ore 21.15, nella sala unionista,
verrà presentato il nuovo spettacolo
del Gruppo Teatro Angrogna « A la
brua! » (Un grido di libertà).
• A la brua! Alla vetta! » era il grido
di raccolta e di battaglia degli antichi
valdesi quando, sui monti delle valli,
lottavano in difesa della libertà di coscienza.
Un « grido di libertà » che viene oggi riproposto in questo spettacolo che
abbraccia uno dei periodi’ più cruciali
della vicenda, lunga e appassionante,
del popolo valdese: dalle stragi passate alla storia con il nome di « Pasque Piemontesi” (1655), all’esilio in
Svizzera e al successivo « Glorioso
Rimpatrio » (1689).
Trenta e più anni di storia, sintetizzati da due punti di vista, anche scenicamente: il popolo, che agisce su
un palco; Il potere, che complotta e
decide, su un altro palco, frontale al
primo. In mezzo un corridoio, che unisce i due palchi e a lato del quale
trova posto il pubblico, ad un tempo
osservatore partecipe, giudice, testimone.
Lo spettacolo è una rilettura drammaturgica dei fatti, metafora teatrale
e politica al tempo stesso, dove anche
gli attori si sdoppiano — in modo esplicito — tra personaggi teatrali che
recitano il testo e protagonisti reali
che spiegano al pubblico le ragioni di
un impegno civile e collettivo del
Gruppo.
Per questi motivi si è cercato —
qua e là nello spettacolo — di inserire delle allusioni alle tante "Pasque
Piemontesi" che hanno caratterizzato
e caratterizzano i nostri giorni.
Più che parole sono suoni, immagini, oggetti e, soprattutto, il brano finale, quel « Canto di libertà > degli
oppressi di ogni tempo e paese, ohe
potrà essere forse soffocato, ma mai
messo a tacere.
Lo spettacolo verrà replicato il 20,
26, 27 maggio ed il 2, 3, 9 e 10 giugno
alla stessa ora e sempre in Angrogna. Per le prenotazioni rivolgersi alla Libreria Claudiana di Torre Pellice
(tei. 0121/91422).
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con ampie aree verdi, appartamento I
I composto da ; 2 camere, soggiorno, *
cucinotta, bagno, cantina, box, L. 96 I
I milioni. ’
Incontri
PINEROLO — Lunedì 21 maggio, alle
ore 20.45, presso la sede ARCI in
piazza S. Donato 8 si svolgerà una
riunione sul tema dell’obiezione fiscale
alle spese per gli armamenti; la serata è organizzata a cura dell’associazione per la pace.
Spettacoli
Contro
la varroa
L’USSL 43 ha emesso nuovi
provvedimenti per la profilassi
della varroa delle api.
In particolare, gli apicoltori residenti in vai Pellice hanno l’obbligo di comunicare al proprio
comune il possesso dell’apiario
e le sue eventuali variazioni di
consistenza.
L’USSL ha inoltre stabilito
l’obbligo di cura degli alveari infestati con prodotti regolarmente
autorizzati, reperibili presso il
servizio veterinario in via XXV
aprile a Torre Pellice; si è inoltre deciso che i trattamenti dovranno essere eseguiti nel mese
di agosto, ed in ogni caso dopo
aver tolto i melari, in modo da
garantire la buona qualità del
miele della produzione annuale.
Infine si stabilisce l’obbligo, nel
caso di pratica del nomadismo,
cioè di spostamento degli alveari, del certificato sanitario.
Com’è noto l’infestazione dell’acaro killer delle api ha raggiunto le nostre vallate almeno
dall’anno scorso, mettendo in difficoltà un’attività, l’apicoltura,
negli ultimi anni in espansione e
fonte anche di un certo reddito
per molte aziende agricole.
Solo una cura particolare della
’’salute” degli alveari, un uso corretto dei prodotti per combattere
l’acaro, potranno mantenere su
buoni livelli l’attività e garantire
la validità di un prodotto che ha
costruito la sua immagine proprio sulla qualità e sulla genuinità.
TORRE PELLICE — Sabato 19 maggio, alle ore 21, nel tempio valdese,
l’Unione giovanile valdese dei Coppieri presenterà « Paparino », tre atti
farseschi' di Dino Falconi.
TORRE PELLICE — Sabato 19 maggio, alle ore 20.45, presso il salone parrocchiale, la compagnia "Il vecchio
teatro” presenterà la commedia in tre
atti « Il tempo non è galantuomo »; lo
spettacolo verrà replicato il 26 maggio ed il 2 giugno.
Programmi di Radio Beckwith
________FM 91.200 - 102.350_________
Terminato l’ascolto dell’Aida, Radio
Beckwith, per la rubrica musicale « All’ascolto di un’opera » propone, a partire dalla prossima settimana, « Il Rigoletto » di G. Verdi, in onda il martedì alle ore 10 con replica il mercoledì alle ore 17.30; segnaliamo anche
alcuni cambiamenti di orario: « 'Il mio
amico treno » andrà in onda il martedì
alle ore 18.45 anziché il mercoledì;
« Classicamente » verrà trasmesso il
martedì alle ore 17.30 (anziché alle ore
18.45) ed il sabato alle ore 10 (al posto del venerdì).
Partirà con la prossima settimana anche un nuovo programma musicale,
« '80 e dintorni », in onda lunedì, mercoledì e venerdì alle ore 10.30; martedì e giovedì alle ore 16; e sabato alle
ore 11.30.
Con la rubrica «A confronto » di lunedì 21, ore 17, Si concluderà il ciclo
dedicato alla questione dell’B per mille.
Cinema
TORRE PELLICE — Il cinema Trento
ha in programma: giovedì 17 imaggio, alle ore 21, la seconda serata dedicata all’alpinismo con quattro proiezioni; venerdì 18, ore 21.15, «Scene di lotta
di classe a Beverly Mills »; sabato
19 (ore 20 e 22) e domenica 20, dalle
ore 16, « Legami ».
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Telefono 0121/201524 ■ Servizio continuo (notturno e festivo)
RINGRAZIAMENTO
« L’Elenio è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23 ; 1)
I familiari della cara
Lidia Revel
di
ai 94
ccwnmossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima e affetto ricevuta in
questa triste cdrcostanza, rìngraàano
tutti coloro che hanno preso parte al loro dolore con fiori, scritti, opere di bene
e parole di conforto.
Un grazie particolare ai dottori e
infermieri tutti del Reparto neurologia deirOspedale civile di Pinerolo ed
al pastore Klaus Langeneck, ai vicini di
casa nonché ai parenti tutti.
Prarostino, 18 maggio 1990.
RINGRAZIAMENTO
« Beati i morti che da ora innarizi muoiono nel Signore »
(Apocalisse 14: 13)
Il 6 maggio 1990 è serenamente
mancato il geometra
Dies Umberto Malagò
presidente del Consiglio di chiesa
di Felonica
Ne danno il triste annuncio la moglie Maria Laura Negri ed i parenti
tutti.
La famiglia ringrazia il past. Felice
Bertinatti per l’affettuosa assistenza
prestata. Eventuali offerte in memoria
possono essere trasmesse al Consiglio di
chiesa di Felonica per istituti valdesi
di assistenza.
Felonica, 18 maggio 1990.
RINGRAZIAMENTO
« Benedici, anima mia, VEtemo,
e non dimenticare alcuno dei
suoi benefici »
(Salmo 103: 2)
All’età di 73 anni si è addormentato nel Signore
Ernesto Pons (Netu)
Le sorelle, la cognata, i nipoti e i cugini, riconoscenti per la dimostrazione
di affetto e di stima tributata al loro
caro, ringraziano di cuore tutti coloro
che si sono uniti al loro dolore.
Un grazie particolare ai medici e al
personale tutto dell’Ospedale valdese di
Torre Pellice, al direttore ed al personale tutto dell’Asilo valdese di Luserna
San Giovanni per l’affettuòsa e fraterna assistenza ed al pastore Bruno Bellion.
Luserna S. Giovanni, 18 maggio 1990.
PRAGELATO — Sabato 19 maggio,
alle ore 21, presso la palestra comur'ale di fraz. Ruà, il gruppo francese
Alga Linda presenterà canti e musiche
della tradizione occitana nelle Cévennes; i quattro musicisti propongono
lo spettacolo con il ricco strumentarlo di una zona fino a qualche anno fa
considerata fra le meno ricche dal punto di vista musicale e successivamente molto rivalutata.
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Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
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Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664
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Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
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8
8 fatti e problemi
18 maggio 1990
PALERMO
BARI
La stona di
Maurizio e Giovannino
Un segnale di speranza da una storia che sovverte le sue tristi premesse - I problemi sociali e del disagio sono stati vinti dall’amore
«Ritenuto che il minore (Giovanni M.) non ha alcun parente
che si prenda cura di lui, es-,
sendosi il padre sempre disinteressato del figlio ed essendo
la madre ammalata, ritenuto
che il bambino si è affettivamente legato ad un giovane, Maurizio L., che ha instaurato con
lui im ottimo rapporto, dispone l’affidamento del minore a
Maurizio ».
La coraggiosa sentenza del Tribunale per minori di Palermo ha
ritenuto che Maurizio sia per
Giovanni « un sicuro punto di riferimento ». Intanto Giovanni ha
migliorato il suo rendimento scolastico e insieme ha trovato
una nuova serenità. Occorre dire
che Maurizio è un ex tossicodipendente di 33 anni e Giovanni,
12 anni, è un bambino senza casa, nato al CEP (il quartiere di
Palermo dove il 23 marzo è stata
rapita la piccola Santina Ruda).
Di questa storia incredibile si è
occupata, a più riprese, la stampa nazionale.
Storia che per noi assume oggi
im significato particolare sia come segnale di speranza mentre il
Parlamento approva la legge antidroga, sia come rinascita avvenuta tra il Centro metodista di
Ecumene e il Centro diaconale
valdese di Palermo. Abbiamo
chiesto al pastore Aquilante di
ricostruire brevemente, per i nostri lettori, i dati di una vicenda
che ha commosso Palermo.
« Maurizio ha frequentato per
un certo periodo — dice Aquilante, direttore del Centro diaconale palerminato — il Centro
evangelico di solidarietà di Firenze. Esso organizza da qualche
anno per i suoi ’’assistiti” una va
canza ad Ecumene. Finita la vacanza la direzione di Ecumene gli
disse che, se lo avesse desiderato,
avrebbe potuto fermarsi ancora.
Per riempirgli il tempo gli propose di occuparsi di 2-3 ragazzi del
Centro diaconale di Palermo che
avevano concluso il campo cadetti. Tra questi c’era Giovanni M.
In quel periodo conobbi Maurizio. Lo invitai a venire a Palermo
(mi parve che fosse meglio per
lui uscire il più possibile dal suo
ambiente). Venne da noi dopo
una sosta a Ponticelli (’’Casa
mia” e il villaggio ’’Caracciolo”)
e a Portici (’’Casa materna”).
Nell’aprile del 1987 Maurizio decise di fermarsi presso il nostro
Centro a Palermo: gli proposi ■—
per riempire la sua giornata — di
dare una ’’libera” e ’’volontaria”
collaborazione nel nostro Convitto. Posso dire — continua Aquilante —• che il Centro diaconale
è stato vicino a Maurizio in varie
forme; ha pure stabilito un rapporto con il Centro di solidarietà
di Firenze. Ad un certo pimto si
è posto il problema deH’awenire
di Maurizio : ne parlai con lui diverse volte. L'ipotesi che parve
più adeguata fu quella di frequentare un corso professionale per operatore d’ufficio automatizzato. Cosa che avvenne.
Maurizio superò brillantemente
l’esame. A Firenze ne seguì un altro per perfezionare la sua preparazione. Poi si stabilì a Palermo dove attualmente lavora e vive, mantenendo un contatto giornaliero con il nostro Centro. Il
rapporto tra Maurizio e Giovanni è andato sempre più consolidandosi. Il ragazzo, in pratica,
non aveva più alcun punto di riferimento nell’ambito dei suoi
3 GIUGNO
Si vota
Il 3 giugno si vota nuovamente. Bisognerà decidere su tre referendum: caccia, uso dei pesticidi in agricoltura, licenziamenti
nelle piccole aziende.
Il Parlamento è riuscito finora
ad approvare ima sola legge per
evitare il voto, quella relativa ai
licenziamenti individuali nelle
piccole aziende, mentre su caccia e pesticidi la discussione è
in corso ed è altamente probabile che non si arriverà in tempo. Sui licenziamenti nelle piccole aziende pare proprio che
non si voterà; infatti la legge approvata dovrebbe andare nella
direzione del volere dei proponenti in quanto prevede risarcimenti e reintegri automatici in
mancanza di « giusta causa ». Per
DP, principale proponente del
referendum, non verrebbero invece raccolte le intenzioni e su
questo dovrà pronunciarsi la
Corte costituzionale.
Gli altri due referendum prevedono il divieto dei cacciatori
di inoltrarsi sui fondi privati senza l’accordo dei proprietari e che
sia una legge a fissare i limiti dei
residui di fitofarmaci e pesticidi
nei generi alimentari (e non il
ministero della Sanità con un
suo decreto).
Dunque si voterà nuovamente.
Bisogna però ricordare che i risultati saranno validi soltanto se
il 50% degli elettori si recherà
alle urne. Le orgEmizzazioni ambientaliste temono perciò il grande astensionismo.
Europa: porte aperte
(segue da pag. 1)
nel maggio del 1989, quando i cristiani di tutta Europa si sono riuniti per dare vita ad una assemblea ecumenica organizzata congiuntamente dalla KEK e dal Consiglio delle conferenze episcopali europee. Per dare un seguito a
questa iniziativa e all’Assemblea
ecumenica mondiale che si è svolta di recente a Seoul, la Conferenza europea delle chiese ha indetlfo, in occasione della Pentecoste, una « settimana europea di
preghiera e di azione » per la giustizia, la pace e l’integrità della
creazione. La KEK, inoltre, è attivamente impegnata anche a favore dei rifugiati e dei migranti, per
il rispetto dei diritti umani nel
mondo e per creare una maggiore consapevolezza del crescente
carattere multiculturale e multi
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Una risposta
di solidarietà
Mobilitazione popolare intorno ai profughi
orientali giunti in nave dopo la tappa greca
parenti. Nacque l’idea dell’affidamento a Maurizio; idea che si è
realizzata, in queste ultime settimane. Giovanni vive nel nostro
Convitto: Maurizio, dopo il lavoro, sta con lui ogni giorno, compatibilmente con i programmi
del Convitto. Per l’avvenire si
vedrà ».
Uno dietro l’altro i fatti di
questa straordinaria vicenda costituiscono un percorso sul quale, senza retorica, la droga è stata vinta per amore. Si è trattato
di un processo che ha richiesto
da parte di Maurizio una grossa
determinazione personale. E quest’ultima è stata valorizzata da
disponibilità e sensibilità particolari incontrate su questo cammino. L’amicizia che ha messo
insieme due vite difficili economicamente regge sullo stipendio
di neanche un milione di Maurizio. Giovanni è ospite del Convitto del Centro diaconale a spese
del Comune. Il problema economico è ancora aperto, ma ad affrontarlo non sono più soli. La
sentenza del Tribunale dei minori di Palermo non ha precedenti.
Rileggendo i vari articoli che ricostruiscono o commentano la
« favola di Giovannino e Maurizio » emerge, in toni propositivi,
il ruolo dell’« Istituto valdese »
nel risolvere un problema umano
specchio di tanti casi difficili nella Palermo degli anni ’90. Ma per
un caso andato bene quanti altri
cercano chi li aiuti a trasformare
il proprio inferno personale in
una bella storia di affetto e umanità? Risultati come questi ridanno senso e forza iimovativa
all’impegno diaconale della chiesa.
Giuseppe Platone
Nei pressi della cancellata
della « Casa del profugo » di Bari, per diversi giorni, si sono affacciati gli ultimi rimasti del
gruppo di profughi dell’estremo
oriente indiano, arrivati in porto
dalla Grecia: fuggivano dalla fame, dalla guerra, chiedendo ospitalità. Era stato loro assicurato
un lavoro in Italia, per il quale
avevano sborsato 2-3 milioni. Ma
non è andata così, sono stati imbrogliati, alcuni rinchiusi nella
« Casa », altri sono stati rispediti come pacchi postali in Grecia, dove dovrebbero essere accolti, in quanto avevano fatto
laggiù im precedente scalo.
Esistono evidentemente delle
norme legislative che danno luogo a questo scaricabarile, fatto
sta che il gruppo di questi extracomunitari viene smembrato e
considerato indesiderato.
Mentre si annuncia che si spediranno in Grecia altri dì loro,
un cartello annuncia che due ragazze del gruppo inizieranno lo
sciopero della fame, in attesa
— dice il cartello — «della vostra soluzione». E’ un gesto estremo per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica; fuggiti dalla morte per fame, ricadono nella morsa del digiuno,
perché proprio la fame sembra
essere il loro marchio mortale.
Le due ragazze saranno ricoverate in ospedale.
Gli studenti
All’esterno della casa, intanto,
viene la solidarietà di molti. Degli studenti universitari della
« Pantera », che hanno issato una tenda in cui si danno il cambio per essere presenti giorno
per giorno. Marisa Mastrototaro,
della chiesa valdese di Bari e
della EGEI, è tra loro, fa da in
terprete con i profughi. Quando
alcuni di loro vengono mandati in Grecia si sente la protesta.
Una donna anziana, molto semplice, dice: mi fanno pena, poveri figli, parlano con gli occhi,
facciamo qualcosa ”pe sti cristiane”. Ci sono i disoccupati organizzati di Bari, che smentiscono quanti sostengono che gli stranieri tolgono lavoro agli italiani.
Da loro viene una solidarietà
che rafforza l’unanime protesta.
Ci sono anche le chiese evangeliche di Puglia e Basilicata. C’è
la CGIL, ci sono altre organizzazioni, al TAR viene deposto un
ricorso, e il 22 marzo viene organizzata una manifestazione di
solidarietà.
I disoccupati
Per le vie di Bari, come dice
un volantino, si muove « Bari
civile, capace, onesta ». Un’altra
scritta: « Vergogniamoci del trattamento che stiamo offrendo ai
profughi ». E ancora: « Solidarietà con chi come noi è in cerca di lavoro, di vita, di casa ».
Firmato; lega dei disoccupati.
Il corteo giunge fino al porto,
dove si tiene un concerto. Lì
era giunta alcune settimane prima la loro nave. Speriamo che in
un rapporto Nord/Sud di nuovo
tipo non si debbano più cercare
questi viaggi della « speranza »;
che la giustizia e la pace fioriscano in tutto il mondo e le
ricchezze vengano equamente ridistribuite. Possa questa esperienza essere di esempio per altre città, in cui la protesta è di
altro segno, avvilente per chi,
straniero, si trova dentro le nostre porte.
Franco Carri
religioso della società europea.
Ma l’impegno più pressante per
le chiese europee resta oggi quello di contribuire a formare l’Europa di domani. Perché il nostro
orizzonte dell’ Europa non è
sgombro da nubi e preoccupazioni: assistiamo infatti proprio in
questi ultimi mesi ad una preoccupante recrudescenza dello spirito nazionalistico, dell’intolleranza, dei sentimenti di rivalsa: ed è
forte il rischio di un trionfo di
quelle forze economiche, politiche e anche religiose che tentano
di trarre vantaggio dalla presente
situazione di incertezza e dal vuoto politico che si è venuto a creare in molti paesi dell’Est. In questa Europa che nasce, afferma
Jean Fischer, «Possiamo già sentire il grido delle nuove vittime della disoccupazione, dei nuovi poveri e di tutti quelli che sono stati
marginalizzati dalle leggi di mercato. In questa situazione, le
chiese europee devono prendere
una posizione chiara e denunciare queste minacce che si profilano all'orizzonte, guardando all’Europa attraverso gli occhi delle vittime della nostra società ».
Dobbiamo dunque moltiplicare i
nostri sforzi affinché l’Europa di
domani sia basata sulla pace, sulla giustizia e sulla solidarietà, sia
rispettosa della dignità di tutti
gli uomini e le donne, indipendentemente dalla razza, dalla cultura
e dalla religione e in cui i frutti
della creazione siano salvaguardati e gestiti in armonia con il
volere del Creatore.
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Nella collana « Piccola Biblioteca Teologica » è uscito :
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religioso ebraico del tempo.
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L’ombra del galileo
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L’autore, docente ad Heidelberg, rende accessibili al pubblico, con una felice invenzione narrativa, i risultati più recenti della ricerca storico-sociologica su Gesù e il suo movimento. L’intreccio del racconto, basato sul quadro storico reale, permette di ricostruire i fatti a partire dalla mentalità di
un ebreo coevo immerso nell’ambiente sociale e religioso del
giudaismo dell’epoca.
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