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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
EDITORIALE!
ir, lude ombre
gjffwyiMEnA CULLO
APACINA
BIBBIA E ATTUALITÀ
DIALOGARE
CON DIO
«...“Io me ne vado e voi mi cercherete e morrete nel vostro peccato”...
Perciò i Giudei dicevano: “si ucciderà
forse”?»
Giovanni 8, 21-22
NOI esseri umani abbiamo difficoltà nel comunicare e nel capirci, persino le nostre famiglie sono
spesso il luogo della non comunicazione e deU’incomprensione. Non
stupisce che questo brano appaia come un esempio di incomunicabilità
tra Gesù e la folla che lo circonda. Lui
parla della croce e loro pensano al
suo suicidio, dice di essere inviato da
Dio e gli chiedono: «Chi sei?». Ma
quando non si comunica, non ci si
può o non ci si vuole capire, possono
succedere cose molto gravi. Gesù lo
dice chiaramente: «Non capite, non
appartenete al mio mondo, siete destinati a perire, senza speranza, nei
vostri peccati!». Quante volte, nelle
comunicazioni umane, vediamo i terribili risultati della nostra incapacità
di parlarci e di capirci: le guerre e i
conflitti sono lì a dimostrarcelo. Se
Gesù chiudesse qui il suo discorso il
nostro compito sarebbe quello di annunciare solo il giudizio e la condanna a chi non vuole o non può capire.
Eppure ì1 signore ci dà l’esempio
e continua comunque: mai chiudere il discorso, tenere sempre aperto
uno spiraglio di comunicazione con
chi ci sta intorno. Quelli della folla
gli chiedono: «Chi sei?». Non hanno
capito nulla, non è loro chiaro chi sia
Gesù, ma dimostrano di avere interesse per lui. Oggi incontriamo molte
persone così, hanno interesse ma
non capiscono, hanno molta confusione, poche idee chiare e dubbi sulla
fede, ma non vogliono chiudere il discorso. Queste persone sono come
noi e con noi (che alle volte con un
po’ di presunzione crediamo di aver
capito di più) sulla via della fede. Se
ci pensiamo bene il vero problema di
questo nostro mondo moderno non
sono i dubbiosi che si fanno domande, ma quelli che credono di aver capito tutto e che hanno smesso di farsi
domande, quelli che dicono: «Così
vanno le cose in questo mondo, rassegniamoci e cerchiamo di trarne
tutti i possibili vantaggi».
Basta tenere aperto questo spira
glio di interesse per il Signore
perché si realizzi il miracolo. Alla folla che chiede a Gesù chi sei? Gesù risponde dicendoci: «Io so chi sei tu,
appartieni a quelli che mi innalzeran
Ito sulla croce. Sei un peccatore!». La
prima avvisaglia della fede è quando
scopro la mia realtà di peccato: sì, ap
Partengo a quell’umanità che ha eret
to la croce. Ma è per questa umanità
che Gesù è morto, per dimostrarci un
amore infinito. La croce che abbiamo
eretto serve a Dio per farci capire la
Sua grandezza del suo amore per noi
Quando il discorso sembra chiuso
davvero, quando l’umanità uccide
Gesù, ecco che il Signore continua il
discorso con noi: «Allora conoscerete
che io sono». Lui riapre il discorso
dandoci una speranza per la nostra
vita e per la nostra morte. Non chiù
diamo mai il dialogo con Dio e con
sii altri, scopriremo il Signore che ha
continuato a parlare anche oltre la
morte e ci ha dato una parola davvero
definitiva: Resurrezione.
Claudio Pasquet
Spedizione in a. p. 45% - art. 2 comma 20/B tegge 662/96 - Filiale di Torino.
In caso di mancalo recapito restiluire al mittente presso l'Ufficio Fi Torino CMP Nord
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IVILLACGIO GLOBAL
L'ambiente non può attendere
di ANTONELLA VISINTIN
Quale sarà il ruolo delle opere evangeliche nei cambiamenti dello stato sociale?
Il futuro della diaconia
Una serie di nuove leggi, tra cui la riforma dell'assistenza, e forti cambiamenti nei
comportamenti sociali rappresentano una grande sfida per il servizio al prossimo
Partecipazione dei Centro diaconale «La
EUGENIO BERNARDINI
Noce» di Palermo a un'iniziativa contro la mafia
La legislatura appena conclusa ha
prodotto una serie significativa di
interventi in campo sociale. In queste stesse pagine commentiamo i
due provvedimenti più recenti, quello che ha modificato la legge sull’adozione e quello, totalmente nuovo, sui maltrattamenti in famiglia.
Ma la legge più densa di conseguenze per il futuro è indubbiamente ia
328 del 2000, cioè la Legge quadro per
la realizzazione del sistema integrato
di interventi e servizi sociali. Come
ba sottolineato Gianluca Barbanotti
{Riforma del 9 marzo), si tratta di
una legge attesa da decenni che, dopo un susseguirsi di interventi legislativi parziali sulla materia, dà ora
un quadro di principi e procedure
attuative che riordinerà tutta la materia e coinvolgerà non solo Regioni
ed enti locali, anche nel rispetto delle loro nuove competenze definite
nella recente legge sul federalismo,
ma anche l’ampio settore della cooperazione, del volontariato e degli
interventi della diaconia religiosa,
compresa quella evangelica.
Per questo assume un certo rilievo
rincontro annuaie di Firenze delle
opere e istituti dell’ordinamento
valdese e metodista, promosso dalia
Commissione sinodale per la diaconia (Csd), che quest’anno ha avuto
per tema «Il futuro della diaconia».
Dovrebbero diventare presto operativi il principio della sussidiarietà,
che riconosce il rilievo degli interventi «dal basso» e della «società civile» rispetto a quelli «dall’alto» e
della «società politica» (senza che
questo significhi che il pubblico interviene solo quando il privato non
ce la fa, una concezione da carità ottocentesca che qualcuno vorrebbe
rinverdire anche nei prossimi anni),
e il principio della cooperazione.
Quindi la diaconia delle chiese
evangeliche, insieme ai servizi sviluppati dal volontariato e dalla cooperazione sociale, saranno chiamati
non solo a collaborate sul piano
dell’offerta di servizi, ma anche a
collaborate alla progettazione e alla
realizzazione concertata degli interventi. Maggiore responsabilità, dunque, che tenga anche d’occhio le esigenze di bilancio, da una parte, e la
qualità del servizio offerto, dall’altra.
Segue a pag. 8
Cattolici e anglicani
Irlanda, no alla
intercomunione
Autorizzando i cattolici a ricevere
la comunione durante i suoi servizi,
la Chiesa (anglicana) d’irlanda non
rispetta gli obblighi dei cattolici romani, ha lamentato l’arcivescovo irlandese Desmond Connell, qualche
giorno prima di andare a Roma per
essere nominato cardinale. «Quando
i cattolici ricevono la santa comunione - ha dichiarato - vuol dire che sono in piena comunione con coloro
che prendono la comunione. Ma la
nostra comunione con la Chiesa d’Irlanda e con altri protestanti è incompleta perché non abbiamo la stessa
fede concernente l’eucaristia». Il suo
omologo anglicano, l’arcivescovo
Walton Empey, di Dublino, si è detto
rattristato di tale presa di posizione.
A pag. 3
Dalit in India
Il censimento
ignora i cristiani
Le chiese cristiane dell’India hanno minacciato di ricorrere ad azioni
legali contro il governo in seguito al
censimento nazionale svoltosi nel
febbraio scorso, che esse ritengono
discriminatorio nei confronti dei cristiani delle caste inferiori e di altre
minoranze. Siccome la categoria
«Dalit cristiano» non era prevista nel
modulo utilizzato per il censimento, i
Dalit cristiani sono stati registrati o
come cristiani (senza che la loro casta venisse menzionata) o come Dalit
hindú. Secondo le chiese, il governo
ha così rifiutato di riconoscere che
fra i 250 milioni di Dalit (indiani dì
casta inferiore), ci sono circa 14 milioni di cristiani. Anche i Dalit musulmani, che rappresentano la maggioranza dei 130 milioni di musulmani
indiani, sono stati ignorati. (eni)
Valli valdesi
Polo di sviluppo
a Pinerolo
Le aziende chiedono spazi più
stretti; le ditte che hanno fatto richiesta di strutture per impiantarsi
nella nuova area industriale di Pinerolo (circa una ventina) sono tutte di
medie o piccole dimensioni, e questo si spiega anche con un’insufficiente rete di infrastrutture, mancando il collegamento autostradale
e, per ora, un vero e proprio scalo
ferroviario, stabilimenti per lavorazioni più ingombranti avrebbero notevoli difficoltà operative. Ser-vono
dunque capannoni più piccoli, anche se in futuro si potranno prevedere soluzioni «condominiali». L’area
industriale si colloca nel progetto del
Polo integrato di sviluppo, che va di
pari passo con il Patto territoriale.
Apag. Il
Anno IX - numero 11-16 marzo 2001
lECO DELLE VALLI
Mense scolastidie e Bse
di CARMELINA MAURIZIO
H L'OPINIONE Hai
LA VIOLENZA
IN FAMIGLIA
Quest’anno, per T8 marzo, il governo ha fatto alle donne un bel regalo
approvando in via definitiva la legge
sulla violenza all’interno della famiglia. Le nuove norme prevedono tra
l’altro: l’allontanamento cautelare del
convivente violento, quando le lesioni
siano gravi o quando vi siano ripetute
lesioni lievi (maltrattamenti); il divieto di rientro in famiglia senza Tautorizzazione del giudice; il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati abitualmente dalla vittima delle violenze; un assegno periodico fissato dal
giudice a favore dei conviventi e l’intervento dei servizi sociali. Un’ottima
legge, a mio avviso, che pone le premesse per rendere un po’ più trasparenti le mura di casa che sono state e
sono ancora troppo spesso un luogo
di oppressione e di violenza.
La microviolenza domestica è infatti il tessuto della nostra educazione. Ho combattuto, durante la mia vita professionale, battaglie estenuanti
con donne, anche giovani, che subivano violenze fin dal fidanzamento e
che continuavano a subire sperando
in una «redenzione» improvvisa del
partner, una «redenzione» che non
passava mai dal proprio sé, daU’affermare «io sono». Battaglie che nelle
donne sposate quasi sempre si arenano davanti alle difficoltà di un allontanamento del coniuge dalla casa: «Se
10 denuncio mi picchierà di più», oppure: «Chi mi darà i soldi?». Saluto
quindi con gioia questa legge che dà
forza alla parte più debole della famiglia, che garantisce la possibilità di
mettere fuori casa il padre padrone o
11 coniuge violento. Una legge molto
avanzata che dà uno strumento a
quelle persone che subiscono violenza tutta la vita senza sapersi ribellare.
Le donne che incontriamo nei consultori, vittime della violenza domestica, sono infatti persone impaurite,
bloccate emotivamente e psicologicamente. Sono donne che, per potersi
ribellare, devono prima essere aiutate
a intraprendere un cammino lungo e
difficile: percepirsi non attraverso
l’altro ma attraverso sé, riconoscersi
come soggetti, con dei diritti e con
delle potenzialità. Lo sanno bene quei
gruppi di volontariato sociale che
hanno creato strutture di accoglienza
per donne sole o con figli, che offrono
assistenza legale, psicologica e spesso
anche un tetto nel momento dell’emergenza (in genere fino a tre mesi). Secondo queste organizzazioni,
infatti, solo la metà delle donne che
viene accolta nei loro centri riesce a
liberarsi dai legami familiari e a ricostruirsi una vita autonoma. Se consideriamo poi che solo una piccola parte delle vittime si rivolge ai centri di
aiuto, ci si renderà conto di quanto
sia difficUe per le donne uscire dalla
loro spirale di violenza.
La legge rappresenta quindi un
buon punto di partenza, ma perché
possa effettivamente servire alle donne maltrattate sarà necessaria una
grande campagna di pubblicizzazione
e di informazione. Solo così, sostenute
da servizi sociali adeguati o da gruppi
di auto-aiuto, le donne potranno affrontare un percorso di crescita personale e culturale senza il quale la legge da sola non potrà essere efficace.
Adriana Bruno
medico, responsabile
di area consultoriale
di un distretto Asl di Roma
2
PAG. 2 RIFORMA
All’A:
Della
VENERDÌ 16 MARZO,^ VENEI
«'^^Dio il Signore
disse al serpente:
“Io porrò
inimicizia fra te e
la donna, e fra la
tua progenie e la
progenie di lei;
questa progenie
ti schiaccerà il
capo e tu le ferirai
il calcagno” (...).
'^All’uomo disse:
“Maledetta la terra
a causa tua! Ne
mangerai il frutto
con affanno, tutti
i giorni della tua
vita. '^Essa ti
produrrà spine e
rovi, e tu mangerai
l’erba dei campi;
"’mangerai il pane
con il sudore del
tuo volto, finché
tu ritorni nella
terra da cui fosti
tratto; perché sei
polvere e in polvere
ritornerai”»
(Gen. 3,14a.l5; 17-19)
«'Passando, Gesù
posò lo sguardo su
di un uomo cieco
dalla nascita
^e i discepoli gli
chiesero: “Rabbi,
chi ha peccato, lui
0 i suoi genitori, se
è nato cieco?”.
^Rispose: “Non ha
peccato lui
e neppure
1 suoi genitori;
ma così saranno
manifestate in lui
le opere di Dio”»
(Giovanni 9,1-3)
«' Vennero alcuni a
riferire a Gesù il
fatto dei Galilei il
cui sangue Pilato
aveva mescolato
con i loro sacrifici.
^Gesù rispose loro:
“Pensate che quei
Galilei fossero più
peccatori di tutti i
Galilei, perché
hanno sofferto
quelle cose?
^No, vi dico; ma se
non vi ravvedete,
perirete tutti allo
stesso modo.
’O quei diciotto sui
quali cadde la
torre in Siloe e li
uccise, pensate che
fossero più
colpevoli di tutti
gli abitanti di
Gerusalemme?
^No, vi dico; ma se
non vi ravvedete,
perirete tutti
come loro”»
(Luca 13, 1-5)
IN BARCA... CON GESÙ
In Gesù Dio si è imbarcato con noi e non ha mai voluto abbandonarci; cos'altro sono
l'incarnazione, la passione, la resurrezione? La comunione profonda fra lui e noi
nODORATOSATTI
Cf È qualcuno, con tutte le
belle notizie che ci sono
capitate fra capo e collo, che non
abbia chiesto a Dio perché? Quel
qualcuno, se c’è, ha fatto male.
La Bibbia non conosce santi rassegnati all’assurdità degli eventi,
ma credenti che osano interpellare il loro Signore, mettergli davanti gli eventi drammatici, disposti certo a dargli credito
quando lui chiede fiducia, ma
non prima di aver confrontato
alla luce delle promesse di Dio
la vita di tutti i giorni.
Quanto alle nostre domande,
al mercatino dell’usato possiamo scegliere: c’è la risposta che
assolve Dio dall’accusa di disinteresse o peggio; quella che incolpa lui, o qualcun altro, per
assolvere noi dall’accusa di correi; quella che ci consola, perché il dolore è una lezione che
viene da Dio e in futuro ci farà
bene; quella che spiega i meccanismi di causa-effetto o di
colpa-castigo ed esorcizza il rischio che qualcosa di brutto capiti anche a noi (se conosco le
cause di una disgrazia mi illudo
di poterle rimuovere); e ce ne
sono ancora tante altre...
Peccato che nessuna di queste
mercanzie trovi molto apprezzamento in Gesù: se uno è nato
cieco non è colpa di nessuno, se
un procuratore di pochi scrupoli
si serve di una strage come deterrente, se le torri crollano, non
è proprio il caso di attribuire oltretutto alle vittime una dose di
cattiveria superiore a quella media degli esseri umani, che è già
fin troppa comunque. Gesù non
accusa e non rassicura: ci coinvolge; e a dargli ascolto ci troviamo imbarcati anche noi.
Stare nella stessa barca...
VERAMENTE, Gesù ci chiede
di aprire gli occhi: nella
stessa barca ci siamo già, volenti o nolenti, e purtroppo è una
barca che fa acqua. Abbiamo
dovuto constatare che quando
commettiamo un peccato, magari piccolo piccolo,, e ci illudiamo di dominarlo, perché è figlio
nostro, quello cresce in fretta,
diventa più forte di noi, sfugge
alla nostra tutela; quel che è
peggio, cresce pazzo, e da pazzo
colpisce; del resto, se le disgrazie toccassero ai cattivi saremmo nell’anticamera del regno
dei cieli. Morire per «disgrazia»,
per intrighi politici, per stupidità o pigrizia, non è che un capitolo del dramma comune. A
detta di Gesù la sola cosa che
possa sottrarci a questo destino
è la conversione. Cioè, chi si
converte sfuggirebbe alle disgrazie della vita?
ne, la passione, la resurrezione?
Siamo stati riscattati proprio per
la comunione profonda fra lui e
gli esseri umani; chi è grato di
questo, non può rifiutare la comunione nelle responsabilità e
nella lotta contro il male e il dolore, non può stare al mondo
per scansarne i problemi (s’intende, finché gli riesce).
Una barca e sei remi
...ma non nello stesso modo
Preghiamo
Non vivere su questa terra come un inquilino,
o un villeggiante nella natura.
Vivi in questo mondo come fosse la casa di tuo padre.
Credi nel seme, nella terra, nel mare.
Ma soprattutto credi nell’uomo.
Ama le nuvole, l’automobile, il libro.
Ma soprattutto ama l’uomo.
Senti la tristezza del ramo rinsecchito,
del pianeta che si spegne, dell’animale ammalato.
Ma soprattutto la tristezza dell’uomo.
Che tutti 1 beni della terra ti diano gioia;
che l’ombra e lo splendore ti diano gioia;
che le quattro stagioni ti diano gioia.
Ma soprattutto ti dia gioia l’uomo.
N. Hikmet
Eh no! Figuriamoci se Gesù
(proprio lui!), ci esorta a sottrarci alle difficoltà abbandonandoci il prossimo! Il rischio
contro cui ci mette in guardia è
quello di sciupare la vita, di
chiuderla negli orizzonti meschini del tirare a campare, rischio che include la morte, ma la
supera di gran lunga. Il Vangelo
non ci elargisce un illusorio «se
non vi convertite, morirete anche voi» (e, sottinteso, se vi convertite, le torri aspetteranno che
siate passati prima di cadere addosso a qualcun altro); parla di
perdersi nello stesso modo, alla
stessa maniera, assurda e inutile.
...e contenti di esserci
PER carità, la mistica del dolore lasciamola a chi ha determinate esigenze psicologiche; ma non dimentichiamo che
essere nella stessa barca comporta anche una grande bellezza: la comunione nel dolore è
l’ultima traccia, contraffatta ma
reale, della fraternità umana.
Soprattutto è il rovescio nella redenzione; in Gesù, Dio si è imbarcato con noi, e non ha mai
voluto sbarcare e abbandonarci;
che cos’altro sono l’incarnazio
LUCA si rende ben conto che
abbiamo ancora una lunga
storia davanti, e che la fine dell’avventura umana è un segreto
di Dio. Ora il problema non è più
resistere alla persecuzione ed essere forti davanti al martirio, ma
testimoniare l’Evangelo in una
società che non vuole saperne e
dove spesso ci si trova davanti a
vicoli ciechi che non lasciano intravedere una soluzione evangelica. «Io porrò inimicizia tra il
serpente e la donna», aveva promesso il Signore davanti alla rovina del mondo; se fossimo soli,
soccomberemmo al male, non ci
sarebbe inimicizia ma soltanto
una prona acquiescenza a ciò
che è ben più forte di noi; meno
male che Dio ha promesso di attizzare lui stesso i focolai della
resistenza... è l’unica guerra
santa della storia!
Ecco perché Gesù può esortarci a non sciupare la nostra vita:
Dio non è un alleato dell’assurdità del dolore, non le è indifferente, la conversione è possibile
e può contare sulla sua grazia. Se
accogliamo il suo invito a imbarcarci con fiducia, mettiamo Gesù
al timone della barca, e andiamo
a vedere i remi con cui potremo
guidarla; eccone alcuni.
Conversione alla realtà; così
non si può andare avanti; o ci
convertiamo per davvero, o il futuro della nostra civiltà non potrà che essere breve: quanto potranno durare le ruberie ai danni dei paesi poveri, le stragi in
nome di un qualche dio (con la
minuscola), e il rifiuto di far
qualcosa di concreto (ma ahimè
costoso) per la Terra?
Conversione della fiducia: non
prostriamoci davanti alle difficoltà: fare qualcosa è possibile,
se si accetta di pagarne il prezzo
e di mettere in moto la fantasia.
Conversione della riconoscenza: il dolore va combattuto con
tutte le forze, senza dimenticare
che per grazia di Dio già si intra
vede un suo frutto, perché in un
mondo lacerato e assurdo è bello
essere in comunione, per il bene
e per il male, e chi vive così rende utili anche i momenti difficili.
Conversione della fraternità: i
problemi lontani sono miei, contro ogni tentazione di congratularmi con me stessa perché stavolta non è toccata a me.
Conversione dell’umiltà: accettando non soltanto le nostre
responsabilità, ma anche l’aiuto
dell’altro, magari del nemico, se
ci tocca una tale grazia da Dio.
Conversione alla terra: rendendoci conto che il tempo non
è indefinito, che non siamo il
centro dell’universo. Oggi ci si
chiede se sia giusto porre limiti
alla scienza; certo non è il caso
di imbavagliare la ricerca, ma è
necessario interrogarsi sui mezzi che usa e sulla loro compatibilità con l’Evangelo: penso al ricorso incontrollato alla sperimentazione su animali, ma anche alla sperequazione fra i lussi
e gli sprechi della medicina occidentale e le malattie della miseria che affliggono i paesi poveri... e bisogna evitare di giocare
all’apprendista stregone, come
uomo e donna in Genesi 3,
quando decidono di sapere loro
cosa siano bene e male: la nostra conoscenza è impastata di
esperienza, e potrebbe rivelarsi
inadeguata alle conseguenze
che si sono nel frattempo scatenate: insomma, attenti a non generare dei mostri che poi ci
sfuggono di mano.
E che cosa cambierebbe?
CERTO, le torri continueranno a caderci addosso, e per
quanto riguarda i politicanti,
beh... è facile che i nostri rapporti peggiorino addirittura, come del resto Gesù ci ha promesso; soffriremo e moriremo, sì, ma
non allo stesso modo, non ridotti
all’impotenza dalle as.surdità della storia e alla disperazione dalla
mancanza di orizzonti, non avremo sciupato la vita, perché sarà
stata utile al Regno di Dio.
Davanti al dramma interroghiamoci ma senza arrestarci a
un perché troppo arduo per noi,
che ci siamo ancora dentro; andiamo oltre, verso le promesse
dell’Evangelo, la fraternità, senso
della vita e possibilità di lotta.
(Ultima di due meditazioni)
Note
omiletiche
La traduzione che
di Gn e di Gv diffej!
leggermente da
della Nuova Riveduta (n
in Gn, ho reintrodot
due termini: uomo al
sto di Adamo, e
V
terra
ziché suolo, perché ad;
ha il principale signifi^
di creatura terrestre
comprende uomo e dj
na, anche se qui evideq
mente si tratta dei pq,
uomo, e perché nei
originale vi è un contiq
gioco fra uomo e ter
(adam e adamah). Pen
ho utiiizzato ia traduzij
delia Società biblica t
tannica & forestiera
ma 1999), perché neilà
ia risposta di Gesù sem(
insinuare che ia cecità f(
se stata programmata
Dio a scopo dimostrati!
mentre la particella gn
bina significa in geni
affinché, ma spesso s®
plicemente cosi; in quej
caso: ma cosi, così però..
La caduta delia tori
non è ricordata da alti
fonti, ma è un fatto chel
giusta insofferenza di
giudei per i'amminist»
zione romana era piùvd
te sfociata in disordii(
specie in Gaiilea; a Pilj
si attribuivano varie sta
gi, anche se per ia Calili
degli anni trenta ie fon
non ne attestano aicon
che Pilato abbia mescot
to il sangue delle suevM
me umane con quello di
le vittime sacrificali indi
probabilmente la coind
denza fra i due fatti ol
gravità del delitto.
Gli autori si dividoi
principalmente tra colei
che vedono nella perico)
un chiaro insegnameot.
che respinge una cori
spondenza fra la colpa|
la sventura, ma esortai
vedere in queste tragidr
fatalità un invito alia coi
versione, e coloro chei
tengono invece che quii
suoni magg.iormentel
voce dell'evangelista eli
non quella di Gesù, eà
si reintroduca, in mania
piuttosto contraddittori
la relazione diretta fr
peccati e calamità.
Trovo molto significali
vo che Le adoperi due ai
verbi diversi ma simili, di[
indicano un'analogia,«
fatti sia gli avverbi siale
lativi verbi vengono usi
per introdurre le parai»!
le: i due casi di sventi«,
piombata all'improvviso!:
gente non peggiore di ai
sono cioè una parabol
per noi; per questo riten)
che Gesù intenda vita«
morte nel loro significati
più profondo, come dele
sto è attestato in moH
passi evangelici, e nonpe
ponga un'equazionetn
colpa e castigo che sarei
be contraddittoria alW
terno del racconto stesso. :
Già nel racconto de#
Gn, maledetta la terra!
causa tua! è un'ama«
constatazione di ciò che»
colpa ha prodotto,
un'iniziativa con cui W
getterebbe il male n(
mondo, e la morte chei
male introduce non èta*
to la fine biologica di dH*
lunque organismo, (lua^
to la profonda alterazioi*
dei rapporti fra Dio, ess*.
umani e natura, che sW
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suo momento conclusi«*;
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Per
approfondire
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su
- M. Locai e coll.,
geli sinottici e atti dff a |
apostoli. Elle Di Ci, Toef* Or
1994. Di
- R, Arguire Monast* sti
A. Rodriguez Carrnoi* fe]
Vangeli sinottici e Atti , [¡j;
gli Apostoli, Paideia, « gj,
scia, 1995. , tei
- R. Fabris, Il Vangeli'
Luca, in / vangeli. Citta”
la editrice, Assisi, 19?^
- O. da Spinetoii, W
Cittadella, Assisi, 1999.
G. Theissen,
del galileo, Claudiana,
rino, 1990.
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PAG. 3 RIFORMA
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Lo ha ribadito l'arcivescovo cattolico romano d'Irlanda Desmond Connell
Vietata rintercomunione con gli anglicani
Secondo l'arcivescovo, ora nominato cardinale, la Chiesa (anglicana) d'Irlanda non rispetta la
fede e gli obblighi dei cattolici romani quando autorizza questi ultimi a ricevere la comunione
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Il secondo responsabile
cattolico romano d’Irlanda,
¡’arcivescovo Desmond Connell, ha aperto una controversia suH’intercomunione qualche giorno prima di andare a
e t Ronia per essere nominato
Peri cardinale. In un’intervista
duHio ^ubbUcata il 18 febbraio scorlica b ‘sp sul giornale Sunday Business Post, l’arcivescovo di
i^ublino si è lamentato del
fatto che dei cattolici ricevano la comunione in chiese
anglicane. Autorizzando i cattolici a ricevere la comunione
durante i suoi servizi, la Chiesa (anglicana) d’Irlanda non
rispetta la fede e gli obblighi
dèi cattolici romani, ha lala tot, mentato l’arcivescovo,
da all Ricordando la posizione
tochd del Vaticano sull’intercomunzadi mone, ha proseguito: «Quanfilols!» do i cattolici ricevono la santa
plùvi comunione, questo vuol dire
sordiii che sono in piena comunione
con coloro che prendono la
’fwminione. Ma la nostra co^lg f nftnione con la Chiesa d’Ir, al “ linda e con altri protestanti è
mescoli incompleta perché non absue vM .bismo la stessa fede concerielloò nhnte, ad esempio, l’eucari3ll indi stia», n suo omologo anglicaa coira no, Tarcivescovo Walton Em'attl ol pey, di Dublino, si è detto rat'■ tristato di vedere che la gioia
llvidoB perla nomina dell’ardvescoa col® vo Connell nel Collegio dei
petirap icardinali veniva rovinata da
lament ' ójjaQgrta amarezza. Sul cana1 œ'^lM le televisivo Rte ha detto che
,«inun momento come quetragldi penso che Gesù pianga e
alla coit lhe il demonio si rallegri,
o che»
L’arcivescovo di Canterbury George Carey, primate anglicano
Quando vado in una chiesa
cattolica, rispetto la tradizione secondo la quale non andiamo a prendere ia comunione. Ma quando siamo nella nostra Chiesa d’Irlanda,
devo chiedere [alle autorità
cattoliche] di rispettare la nostra posizione al riguardo».
Valerio Jones, portavoce
dell’arcivescovo Empey, ha
fatto notare: «Siamo una piccola chiesa, con circa 75.000
membri, in un’Irlanda a maggioranza cattolica, e siamo
molto prudenti quando si
tratta dell’invito a prendere la
comunione». È normaie, ha
spiegato, durante i servizi della Chiesa d’Irlanda, invitare
tutti i partecipanti a prendere
ia comunione «secondo la lo
ro coscienza» e a condizione
che siano stati battezzati cristiani e siano fedeli praticanti
neila propria chiesa.
L’arcivescovo Connell non
è nuovo a questa controversia. Dopo che Mary McAleese,
la presidente della Repubblica
d’Irlanda, ebbe preso la comunione in una chiesa anglicana nei 1997, aveva dichiarato che era un «inganno» per i
cattolici prendere la comunione in una chiesa non cattolica. Secondo il portavoce
dell’arcivescovo Conneli, Ronan Muller, «l’arcivescovo ritiene che il suo ruolo sia di
pariare con franchezza e di
insegnare la fede. Egli vuole
essere cortese nei confronti
delle altre chiese ma anche
essere diretto e onesto».
La posizione anglicana è
appoggiata dal giornale Independen! di Dublino che in
un suo editoriale ha scritto:
«L’arcivescovo Connell ha
tutto il diritto di stabilire regole per i membri della sua
chiesa. Ma non dovrebbe
tentare di imporle a persone
di altre confessioni». Il giornale si è meravigliato delle
parole dell’arcivescovo Connell. Quest’ultimo ha detto
infatti che i cattolici che
prendono la comunione protestante fanno torto alla causa deH’ecumenismo; «In realtà - sottolinea il giornale - i
cattolici e i protestanti che
assistono ai servizi dell’altra
chiesa sono sicuramente i
cristiani più impegnati e più
favorevoli cill’unità». (eni)
Per il suo ultimo libro: «Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso»
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Severo ammonimento al gesuita belga Jacques Dupuis
Il Vaticano ha lanciato un
severo ammonimento al gesuita belga Jacques Dupuis,
che ha scritto un libro sulla
teologia cristiana del pluraliano usa* religioso, chiedendogli
paratali Ufficialmente di eliminare (dal
sventuf, suo insegnamento le «gravi
owisos ainbiguità che possono porre dia# tare il lettore a(l opinioni erjarabol jjtg» e mettere in dubbio la
o ritenj • missione salvifica del Cristo.
In una «notificazione» del 24
gennaio scorso, accettata da
Jacques Dupuis, il prefetto
della Congregazione per la
dottrina della fede, cardinale
Joseph Ratzinger, afferma
che il libro «Verso una teologia cristiana del pluralismo
religioso», pubblicato nel
1997, presenta delle «difficoltà su punti dottrinali importanti» più volte affermati
dal Magistero della Chiesa
cattolica. La notificazione afferma che «secondo la dottriha cattolica, gli adepti delle
ultre religioni sono anch’essi
IO, q#*' “■'Zirlati alla Chiesa e sono
terazioit tutti chiamati a farne parte».
Padre Jacques Dupuis, nato in Belgio nel 1923, ha lavorato dal 1948 al 1984 in India
dove, per 25 anni, ha insertato la cristologia. Dal 1984
^ 1998, ha insegnato la stessa
r^ateria all’Università gregohana di Roma. «Basandomi
sull’esperienza che ho acquisito sul campo in India, paese
® grande maggioranza non
cristiana - ha detto padre
“Upuis in una conferenza
St^pa svoltasi a Roma il 27
febbraio scorso - ho scritto il
®lo libro sul pluralismó reliposo, opera pubblicata confetnporaneamente in tre lin
3io, es»
che sW
rrena *
ncluslvOj
ndirC;
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atti dei
:i. Torli*
loriaste'
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dela, S'
: Citteil*
. 1975.,
toll,
1999.
diana.”
gue: inglese, francese e italiano. Finora ci sono state quattro edizioni inglesi, tre italiane, due francesi, una portoghese e una spagnola».
Jacques Dupuis ha spiegato
la tesi del suo libro: «Da un lato sottolineo la missione salvifica universale di Gesù Cristo e dall’altro il valore positivo delle religioni non cristiane. La difficoltà è di mantenere questi due aspetti, senza
perdere la sostanza dell’uno e
dell’altro. All’inizio di ottobre
1998, mentre mi preparavo ad
iniziare il mio ultimo corso di
cristologia, il cardinale Ratzinger mi ha fatto sapere che
la Congregazione per la dottrina della fede aveva deciso
di procedere a una “contestazione" del mio libro sul pluralismo religioso. Così ho dovuto rinunciare al mio corso».
Da allora c’è stato uno
scambio di corrispondenza
tra Dupuis e Ratzinger il quale ha inviato al teologo documenti contenenti «accuse
molto severe contro il mio libro. Mi è stato chiesto di rispondere nella più assoluta
segretezza», afferma Dupuis.
Infine, il 4 settembre 2000, il
.cardinale Ratzinger ha convocato personalmente padre
Dupuis, accompagnato dal
superiore generale dei gesuiti, l’olandese Peter-Hans Kolvenbach, e da un «avvocato»,
il teologo gesuita Gerald
O’Collins, dell’Università gregoriana. Ma, ha spiegato Dupuis, «al termine di un incontro molto teso durato due
ore, è diventato evidente che
i testi sottoposti alla mia approvazione contenevano accuse false contro il mio libro,
che non avrei potuto sottoscrivere. Non ho quindi firmato, anche se il testo fa
menzione dell’approvazione
già data da papa Giovanni
Paolo II il 16 giugno 2000».
Infine, il 6 dicembre scorso, il teologo ha ricevuto un
nuovo testo della «notificazione»: «Questa volta mi è
stato chiesto di firmare il testo inviato così com’era, senza ulteriore discussione», ha
precisato Dupuis. La «notificazione», in otto punti, afferma: «È contrario alla fede
cattolica considerare le diverse religioni del mondo come vie complementari alla
Chiesa per quanto riguarda
la salvezza». Nel preambolo è
scritto: «Firmando questo testo, l’autore si è impegnato a
riconoscere le tesi enunciate
e a conformarsi in futuro.
nelle sue attività teologiche e
nelle sue pubblicazioni, ai
contenuti dottrinali indicati
nella “notificazione”, il cui
testo dovrà apparire anche
nelle eventuali ristampe o
riedizioni del libro in questione, nonché nelle sue traduzioni».
Secondo Jacques Dupuis,
lo scopo della «notificazione»
era di mettere in guardia, attraverso lui, diversi teologi
cattolici dell’India che, pur
affermando il carattere centrale del Verbo incarnato, insistono anche molto sul «valore positivo» delle religioni
non cristiane. (eni)
È stato nominato presi(dente del Cpuc
Il cardinale Walter Kasper
DAL MONDO CRISTIANO
Federazione russa
L'Esercito della Salvezza ha ottenuto
lo status di «organizzazione religiosa»
MOSCA — Schiarita nei rapporti tra il governo russo e
l’Esercito della Salvezza. Dopo un travagliato iter, sostenuto
da organizzazioni ecclesiastiche di tutto il mondo, l’Esercito ha finalmente ottenuto quello status di «Organizzazione religiosa» che gli permette di riprendere la propria testimonianza in Russia, fortemente limitata dal 1997, (quando è entrata
in vigore una legge che prevede la registrazione obbligatoria
per tutte le organizzazioni religiose. Resta ancora aperto il
contenzioso con la municipalità di Mosca, che ha sempre
proibito la testimonianza dell’Esercito della Salvezza, fnen)
Argentina
Un pastore battista nella Commissione
governativa per la libertà di religione
BUENOS AIRES — Il pastore Raul Scialabba, vicepresidente deU’Alleanza battista dell’America Latina, è stato chiamato dal governo argentino a far parte della Commissione governativa per la libertà di religione. La Commissione ha l’incarico di redigere un progetto di legge per regolamentare il
riconoscimento ufficiale delle numerose comunità ed entità
religiose in rapida crescita nel paese. (nev/ns)
È il pastore statunitense George Freeman
Eletto il nuovo segretario generale
del Consiglio metodista mondiale
NEW YORK — «Il mio sarà un ruolo “unificatore” per
rafforzare e allargare la famiglia metodista», ha dichiarato
George Freeman, neoeletto segretario generale del Consiglio
metodista mondiale (Cmm), che entrerà in carica il prossimo
luglio. Freeman, pastore della Chiesa metodista unita Usa
(circa 10 milioni di fedeli), guiderà un Consiglio composto da
500 delegati deile 74 chiese di tutto il mondo (36 milioni di
membri battezzati) che fanno parte del Cmm. (nev/eni)
Annuario (del Consiglio (delle chiese Usa
Nel 2000, le Assemblee di Dio hanno
avuto il tasso di crescita più alto
NEW YORK — Nel 2000, negli Stati Uniti, le Assemblee di
Dio sono state la denominazione con il più alto tasso di crescita (incremento del 1,9%, per 48.719 nuovi membri di
chiesa). Il dato è riportato nell’Annuario edito dal Consiglio
nazionale delle chiese Usa, che specifica ailche che il tasso
di crescita della Chiesa cattolica è stato dello 0,6% e quello
della Convenzione battista del Sud dello 0,7%. (nev/icp)
Rifiutata l'estradizione di due cittadini Usa
Le chiese canadesi appoggiano
la decisione della Corte suprema
OTTAWA — 11 rifiuto della Corte suprema del Canada di
concedere l’estradizione di due cittadini statunitensi accusati
di omicidio e passibili della pena di morte, è stato accolto favorevolmente dal Consiglio delle chiese canadesi per la giustizia. «La nostra convinzione che la pena capitale è un grave errore non si ferma al 49“ parallelo» (che divide il Canada dagli
Usa) è scritto in un comunicato del Consiglio di cui fanno parte le chiese anglicane, battiste, riformate, luterane, presbiteriane, l’Esercito della Salvezza e la Chiesa cattolica, (nev/eni)
8 II nuovo Congresso Usa
150 cattolici, 72 battisti e 65 metodisti
governano gli Stati Uniti
WASHINGTON — C’è una prevalenza cattolica fra i membri del Congresso degli Stati Uniti. Secondo dati ufficiali, dei
535 membri, 150 si sono dichiarati cattolici, 72 battisti, 65
metodisti. Seguono con cifre minori presbiteriani, anglicani
ed ebrei. Sette legislatori si sono dichiarati atei. (nev/ns)
Il pastore Konrad Kaiser, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec), ha salutato con gioia
l’annuncio ufficiale, il 3 marzo scorso, della designazione
del cardinale Walter Kasper
come quarto presidente del
Consiglio pontificio per l'unità dei cristiani (Cpuc). «Il
cardinale Kasper - ha sottolineato Konrad Kaiser - metterà al servizio di questo compito centrale di leadership
ecumenica nell’ambito della
Chiesa cattolica romana la
sua ampia esperienza e la sua
grande sensibilità pastorali,
nonché le sue qualità riconosciute di docente di teologia.
La sua competenza sarà un
prezioso apporto al nostro lavoro comune. Ci rallegriamo
di beneficiare del suo dinamismo e della sua ispirazione
negli anni a venire». Nel congratularsi con mons. Kasper
per la sua nomina a cardinale,
Konrad Kaiser si è inoltre ral
legrato per la collaborazione
che si è sviluppata in questi
ultimi due anni tra il Cec e il
segretario del Cpuc, e delle
relazioni di fiducia reciproca
che si sono instaurate.
Il cardinale Walter Kasper e
il cardinale Edward Idris Cassidy, presidente uscente del
Cpuc, hanno incontrato i responsabili del Cec nel corso di
una visita a Ginevra il 27 febbraio scorso. In quell’occasione il pastore Kaiser ha tenuto
ad esprimere ai cardinale
Cassidy la suoa «gratitudine e
rispetto per il dinamismo col
quale ha animato il nostro lavoro comune». Kaiser ha messo in evidenza «l’impegno determinato che ha dimostrato
il cardinale Cassidy per sostenere la ricerca dell’unità dei
cristiani perseguita dalla
Chiesa cattolica romana, la
sua partecipazione all’ecumenismo moderno e il suo desiderio di raccogliere le sfide
dèi nostro tempo». (Cec info)
# Il 17 febbraio, all'età (di 91 anni
È morto Richard Wurmbrand, autore
del libro «Torturato per Cristo»
USA — È morto il 17 febbraio negli Stati Uniti, quattro mesi
dopo la scomparsa della moglie, il pastore Richard Wurmbrand, di 91 anni. Fondatore della «Missione cristiana per il
mondo comunista», Wurmbrand ha conosciuto la prigionia
per 14 anni nella Romania comunista ed è stato conosciuto in
tutto il mondo per il suo libro «Torturato per Cristo», (nev/bt)
il 11 viaggio è previsto per il prossimo giugno
Il papa in Ucraina: visita non gradita
per le chiese ortodosse
KIEV — Problemi per la prevista visita del papa Giovanni
Paolo li a giugno in Ucraina. Li ha esplicitati l’arcivescovo ortodosso ucraino Adam Augustyn: «Una visita dovrebbe avvenire in un’atmosfera fraterna. Come possiamo stringerci la
mano se ci sono ancora conflitti tra noi?». Sibillina l’aggiunta:
«Come chiesa non organizzeremo alcuna protesta. Ma se i
cittadini di questa fortemente ortodossa nazione scelgono di
protestare, che cosa possiamo fare per fermarli?». (nev/eni)
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 16 MARZO
2001
Padova, Chiesa metodista: un'esauriente lezione del professor Pietro Bolognesi
Le vere radici del fondamentalismo
Per comprendere un fenomeno di così vasta portata è opportuno innanzitutto sgomberare
il campo dalle inesattezze, ritrovare e rivalutare la comune passione per l'Evangelo
PAOLO T. ANCELERI
E stata una lezione magi
!..................."
I strale quella del prof. Pietro Bolognesi (Ifed) nella
chiesa metodista di Padova
il 7 febbraio, per conto del
Gruppo di attività femminile
sul problema del fondamentalismo. 11 discorso, ha detto
l’oratore, deve partire dalle
origini. Alla fine del 1800 negli Usa alcuni credenti si dichiararono insoddisfatti per
la presenza ingombrante,
nelle chiese e nelle Università, di una teologia liberale
che, per adeguarsi alla modernità, non aveva esitato a
ridurre il messaggio evangelico a pura e semplice proposta etica.
Nel Convegno biblico del
1895 a Nlagara Falls, essi ritennero di opporre a quel
messaggio «dimezzato» cinque punti fermi: l’ispirazione
e inerranza della Scrittura; la
divinità di Gesù Cristo: la nascita verginale di Cristo; l’opera espiatrlce e vicaria di
Cristo sulla croce; la resurrezione fisica e il ritorno personale e corporeo di Cristo sulla
terra. Tra il 1909 e il 1915 vennero compilati 12 libretti intitolati The Fondamentals in
cui venivano ripetuti e spiegati i cinque punti: essi furono diffusi in milioni di copie
in tutto il mondo anglofono.
Solo nel 1920 venne usato, su
un periodico americano, il
termine fondameli talismo.
Ma nel 1930, in un’enciclopedia degli Usa, si affermava
che il fondamentalismo evangelico, avendo svolto la sua
funzione di revival, non aveva più ragione di essere. Infatti, proprio a partire dalla prima guerra mondiale, i
principi erano stati adottati
da gruppi di credenti che ne
avevano alterato il senso,
dandone una interpretazione
esclusivista. Si erano costituite delle assemblee in cui veniva predicato un rigido ed
elementare letteralismo basato sulla dottrina dell’inerranza delle Scritture. Questo
scritturalismo, irrigidendo il
senso di alcuni passi della
Bibbia, portava a proclamare
un creazionismo ingenuo e
antievoluzionistico.
In conseguenza, vista l’accettazione, da parte della
scienza ufficiale, dei principi
evoluzionistici, gli scritturafisti proclamarono una guerra alla cultura e si rinchiusero nelle loro assemblee, rifiutando ogni contatto con il
««mondo». Di più: il punto 5
(ritorno del Signore Gesù)
venne inteso come invito a
sondare i libri profetici, Daniele e Apocalisse in particolare, per scoprirvi l’indicazione dei segnali e dei tempi
del suo ritorno. Tale corrente pseudo-profetica fu chiamata dispensazionalismo
millenaristico. Per indicare
questo movimento si prese a
usare il termine neofondamentalismo.
Furono proprio questi credenti in disaccordo a lasciar
cadere il termine fondamen
talisti. Allora fu adottata la
denominazione di evangelicali (dall’inglese evangelicals), termine che, pur indicando genericamente i protestanti, ha anche una pregnanza specifica, con riferimento agli «zelanti evangelici», coloro che intendono
impegnarsi con serietà nella
diffusione dei principi cristiani. E proprio così si configura oggi la situazione soprattutto in America: da un
lato i neofondamentalisti
con il loro cupo fanatismo e
la loro intolleranza: dall’altro gli evangelicali che, pur
non accettando le intemperanze dei primi, sono strettamente legati ai principi di
Niagara Falls: non accolgono né il piatto letteralismo
né la guerra alla cultura e ai
principi scientifici dell’evoluzionismo né lo pseudoprofetismo.
Nell’interpretazione della
Bibbia gli evangelicali si differenziano anche dal movimento neo-ortodosso di
Barth, Bultmann, Niebhur e
Tillich. Essi sono infatti convinti che la Scrittura sia inerrante in quanto parola di
Dio: pertanto gli eventuali
dubbi che taluni passi possano suscitare nel credente devono indurre non a rifiuti, a
critiche e a diffidenze, ma alla sospensione del giudizio
in attesa della piena rivelazione, in cui saremo nella
perfezione celeste (I Giovanni 3,2). La neo-ortodossia invece parte dal convincimen
to che la Bibbia, pur ispirata
da Dio, sia stata però trasmessa per bocca di uomini:
l’umano e il divino si intrecciano pertanto nel testo, e
compito del credente è enuclearne l’elemento divino
sottraendolo al condizionamento umano con l’aiuto e la
mediazione del Cristo che
abita in noi. In altri termini
la Bibbia non è immediatamente Parola di Dio, ma lo
diventa nella misura in cui lo
Spirito Santo opera nel credente. È questo ciò che gli
evangelicals contestano.
Si è poi aperto un interessante dibattito sul problema
dell’ispirazione biblica. Il
pubblico ha ascoltato con vivo interesse la chiara ed
esauriente esposizione di
Bolognesi, compiacendosi
per le obiettive osservazioni
sul neofondamentalismo. Gli
evangelicals si sono sempre
mostrati contrari alla violenza e ritengono di essere su
un plano sereno di tolleranza e apertura, disponibili al
dialogo. E questo, lo riconosciamo con piacere, non è
poco. Del resto lo scritturalismo letteralistico è abbastanza diffuso anche nelle
chiese storiche della Riforma, dagli anglicani ai luterani fino ai presbiteriani, ai
valdesi e metodisti. Se Dio
vuole le chiese della Riforma
non sono dogmatiche, ma al
contrario pluraliste e non intendono escludere alcuna
posizione, purché fondata
sulla Parola.
Un libro in cui il teologo Wolfhart Pannenberg chiarisce la sua visione sistennatica
L'annuncio della chiesa di fronte alla soggettività
FULVIO FERRARIO
WOLFAHRT Pannenberg,
uno dei massimi teologi del secondo Novecento, presenta le lezioni di storia della teologia moderna
e contemporanea («Neuere
Theologie», nella terminologia accademica tedesca) nelle
quali ha cercato di offrire agli
studenti il quadro entro il
quale va compresa la sua riflessione sistematica*. Si tratta quindi di una storia esplicitamente guidata dalla problematica teorica e orientata
a formare la sensibilità teologica di chi legge. Anche per
questo la struttura del libro
non è quella di un manuale,
nel quale i diversi autori e
correnti si susseguono come
in una galleria. Al contrario, il
filo conduttore è fornito dalle
grandi strutture dell’argomentare teologico, così come
l’autore le comprende.
L’introduzione presenta il
processo di secolarizzazione
successivo alle guerre di religione, con la progressiva
conquista dell’autonomia
dell’essere umano, come il
contesto entro il quale si sviluppa l'impresa teologica
nella chiesa evangelica. Schleiermacher fissa i termini
della discussione, secondo i
quali il problema consiste
nel fondare l’annuncio della
chiesa nell’autocoscienza
autonoma dell’essere umano
moderno e lungo queste linee la discussione si sviluppa
sino a Barth. Razionalismo e
Risveglio sono modi diversi
di articolare la stessa esigenza. L’irruzione della critica
storica arricchisce il panorama e insieme lo complica.
Barth intende riportare al
centro Dio così com’è testimoniato dalla Scrittura ma il
suo progetto,secondo Pannenberg, è afflitto fonda
mentalmente da due limiti
capitali: da un lato Barth non
riesce a legare il suo appello
all’automanifestarsi di Dio a
una visione dell’uomo e della
storia che renda plausibile
l’idea di rivelazione; dall’altro egli dice di muoversi sul
terreno propriamente esegetico, mentre in realtà la sua
teologia è molto più speculativa e «filosofica» di quanto
Barth non sia disposto ad
ammettere; la dissoluzione
del progetto barthiano in
una figura come Bultmann,
che pure parte da intenzioni
simili a quelle del teologo
svizzero, è per Pannenberg
l’esito di premesse in qualche modo fatali.
Secondo l’autore un nuovo
inizio non può che valorizzare l’eredità di Hegel, visto come colui che più di ogni altro
sottolinea il primato di Dio,
articolandolo tuttavia nel
suo rapporto con il mondo. Il
lettore e la lettrice a conoscenza del progetto sistematico pannenberghiano possono a questo punto immaginare facilmente l’epilogo:
secondo l’autore il compito
della teologia consiste nell’indagare la storia di Gesù
secondo criteri accettabili
anche dai non credenti, per
poi mostrare che tale storia
può e anche deve essere letta
nel quadro di una visione
universale (sostanzialmente
derivata appunto da Hegel)
della quale il Cristo rappresenta al tempo stesso il compimento e l’anticipazione.
La storia della teologia di
Pannenberg è in effetti un
po’ come le Lezioni di storia
della filosofia del suo maestro Hegel: Ase spiegavano
più la filosofia dell’autore che
quella, poniamo, di Platone;
allo stesso modo questo libro
è anzitutto una chiave di lettura assai utile per la teologia
pannenberghiana: lo stesso si
può dire per le storie della
teologia di Barth. di Tillich e
di tutti i grandi sistematici.
Chi cerca un’esposizione introduttiva del pensiero dei
vari autori dovrà rivolgersi altrove. Il materiale informativo, comunque, non manca e
verrà molto apprezzato da
chi già disponga di un’informazione di base. I giudizi
storico-sistematici di Pannenberg sono sempre molto
acuti e costituiscono valide
piste di ricerca (valga per tutte la questione del rapporto
Hegel-Barth, sulla quale si
leggono osservazioni assai
persuasive). Quanto al progetto teologico dell’autore,
esso starebbe bene, in effetti,
come coronamento di questa
storia, con la quale condivide
il problema centrale; come
rendere plausibile Dio all’uomo moderno. Se la vocazione
della chiesa cristiana, e dunque della teologia, possa essere legittimamente espressa
in questi termini è un’altra
questione.
(•) W. Pannknbhiìg, Storia e
problemi della teologia evangelica contemporanea in Germania. Da Schleiermacher fino a
Barth e Tillich. Brescia, Queriniana, 2000, pp. 479, £ 60.000.
ÆN
0
Narrativa
Autobiografìa
ROTH
Aveva scritto il primo libro, quasi per caso, nel 1934, ma in
Italia Chiamalo sonno ebbe successo solo negli Anni 60. Poi
Henry Roth (1906-1995) si era dedicato all’allevamento delle
anatre. E solo dopo vari decenni si era rimesso all’opera, poderosa, del racconto
della propria vita. Ne sono apparsi quattro
volumi, nel corso degli Anni 90 tradotti anche in italiano, l’ultimo dei quali. Requiem
per Harlem (Garzanti, 2001, pp. 388, £
36.000) affronta gli anni in cui il giovane
protagonista (sotto il nome dell'alter ego
Ira Stigman) abbandona l’ambiente ebraico di famiglia nella New York Anni 20.
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Società
Quale capitale?
1 nostri tempi rafxtern!
L’idea di partenza del saggio di Daniel Cohen, docente di
Scienze economiche a Parigi, è che parallelamente alle mutazioni intercorse nefi’economia e nell’organizzazione del
lavoro, si siano prodotte negli ultimi decenni anche delle
mutazioni sociali irreversibili e di portata epocale. Così / nostri tempi moderni. Dal capitale finanziario al capitale umano (Einaudi, 2001, pp.
Xll-119, £ 22.000) analizza il variare dei
comportamenti sociali e individuali, familiari e collettivi, pubblici e privati; i consumi e l’utilizzo del tempo da parte dei disoccupati. Alla fine si scoprirà che non solo l’economia determina la società, ma anche la stessa democrazia orienta l’organizzazione del lavoro.
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du
mí
nu
s©
...
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,30 sul primo canale
radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
TELEVISIONE . 4
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 18 marzo. ore 23,50 circa, andrà in onda: «Bibbia e martello»; «Habitat for humanity: costruire case per i poveri negli Stati Uniti e
nel resto del mondo». La replica sarà trasmessa lunedì H
marzo alle ore 24 e lunedì 26 marzo alle 9,30 circa.
Una pièce tratta dal romanzo «Sotto al vulcano» di Malcom Lowry
La crisi della coppia come problema contemporaneo
PAOLO FABBRI
ONO anni ormai che la
coppia è in crisi. Motivi di
crisi ce ne sono sempre stati
e altri si sono aggiunti con
l’emancipazione derivante
dal movimento femminista
nelle sue varie articolazioni. I
ruoli sono cambiati e un
nuovo equilibrio prima o poi
emergerà; ora però questo
equilibrio è ancora una chimera e le conseguenze negative sono tutte sulla famiglia,
vale a dire innanzitutto sui figli, se ci sono, e sulla parte
volta a volta più debole,
quella destinata a perdere di
più in termini di appoggio, di
sostegno psicologico e affettivo. Mark Ravenhill, nel suo
Bagaglio a mano, ha cercato
di rappresentare gli sviluppi
più bizzarri, e disumani, die
i rapporti di coppia e la famiglia potrebbero avere nella
società attuale, ma della crisi
di coppia tradizionale si par
la ormai rneno e l’invito a risolvere i propri problemi tramite il perdono suona un po’
come quello rivolto dal papa
agli omosessuali di vivere in
castità.
In questo contesto appare
come una delicata stella
mattutina la pièce proposta
da Fabrizio Caleffi e Monica
Nagy, liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Malcom Lowry Sotto il vulcano, che mette in scena il confronto esistenziale fra il console Firmin e sua moglie
Yvonne. Firmin è un ex pilota della Raf, nominato console onorario in Messico per
i suoi eroici meriti di guerra.
I due protagonisti si sono
sposati per amore, un amore
profondo che fi ha portati a
vivere spensieratamente i
primi anni della loro vita di
coppia, tra esperienze sempre nuove e in paesi diversi,
dal pub inglese all’opera cinese. Firmin, in questo pe
riodo felice, dipinge e tutto il
suo mondo interiore si trasferisce sulla tela.
Viene però il giorno in cui
Yvonne, che pure ha aspirazioni artistiche, lascia suo
marito e va a Hollywood. Firmin l’eroe, l’artista, apparentemente il forte, crolla,
beve, frequenta pseudoamici, che aspettano solo di vederlo cadere ubriaco per levargli i soldi dalle tasche,
smette di dipingere, lascia a
casa i domestici rinchiudendosi nelle fantasticherie dell’ebbrezza. Dopo un certo
periodo e inaspettatamente
Yvonne ritorna, delusa dalla
sua esperienza hollywoodiana, si rende conto dell’abisso
in cui è caduto l’ex compagno della sua vita e si accinge a ripartire, ma prima gli
confessa che il vero motivo
per cui lo ha lasciato è stato
il troppo amore di lui verso
di lei, la sua incapacità di vivere una sua vita. A questo
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non avere perso tutto di sf
stesso; gli è rimasta la capa'
cità di sognare e a sognar^
invita la donna che non hi
mai smesso di amare.
Ritornano così, a poco*;
poco, i momenti intensi, il^)
cordo dell’amore, la voglia
amare e simbolicamente S*
amici ubriaconi, la bottigliai,
rancori, vengono buttati n®,
vulcano che sovrasta la casa
per essere sostituiti da uj
punto interrogativo pieno ®
speranza. Una pièce delicata;
mente lirica, non privad'
tensioni drammatiche, intet'
pretata con grande autorevit
lezza da Caleffi in cui la scU®'
la dello Strehler ha lasciai®
tracce indelebili e con detej'
minata disinvoltura dalla be*'
la Monica Nagy, che ha sap"’
to esprimere a tratti una
stualità onirica veramef*
aggraziata ed evocativa.
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2001
vFNERPÌ 16 MARZQ
Cultura
PAG. 5 RIFORMA
Completato recentemente il restauro del ciclo di affreschi di Piero della Francesca
La «Leggenda della vera croce» ad Arezzo
Tecnologie d'ovanguardia hanno permesso il ripristino di un fra i maggiori capolavori
dell'arte italiana, un'opera di cui è venuta alla luce anche la storia della lavorazione
PAOLO FABBRI
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Alcuni anni fa, visitando
Arezzo, non ebbi la posIsibilità di ammirare gli affreijchi di Piero della Francesca
^ella chiesa di San France!sco, perché il restauro era in
i^rso. L’impedimento si tramutò in evento fortunato,
terché dedicai maggior tem^ alla Resurrezione di Borgo
San Sepolcro, che offre una
sorta di chiave di lettura per
entrare nel mondo della Cappella Bacci. In questo affresco, uno dei più grandi capolavori dell’arte umana, Piero
della Francesca opera una
sintesi di intensità inaudita
della tradizione paesaggistica
tardogotica e della struttura
medioevale del quadro a due
¿cene diverse con la lezione coloristica del fiorentino
Domenico Veneziano e con
auella della prospettiva rinaipmentale di Masaccio.
TLa figura del Cristo sta solidamente collocata al centro
del quadro, con il piede sinistro appoggiato sul sarcofago, mentre con la destra regge lo stendardo con la croce
simbolo della resurrezione a
dividere la composizione in
due, come nella tradizione
niedioevale, senza togliere
nulla all’unità della rappre
sentazione. Lo sguardo del
Cristo è fisso verso un punto
lontano dallo spettatore e diventa simbolo della speranza
nel regno di Dio atteso; il suo
volto (Cristo silvano e quasi
bovino, lo definisce il critico
bonghi) è quello popolano o
contadino, che Piero vuole
distinguere dalle raffinate
corti rappresentate nella Leggenda. ir paesaggio sulla sinistra è invernale, mentre sulla
destra è verdeggiante e culmina unitariamente in un’alba che sottolinea la metafora
ambientale della morte prima del Cristo e della vita dopo di lui. Su tutto l’insieme i
colori fanno aleggiare una luce incantata, che è stata definita «luce divina», perché la
scena sembra proiettata fuori
dal tempo, come se la storia
avesse, per un attimo, trattenuto il respiro. Piero della
Francesca ha capito la lezione dell’umanesimo laico di
Masaccio, ma la interpreta a
modo suo in termini di fede.
La Leggenda della vera croce, ora restituita a tutto il suo
splendore, vive di questa «luce divina» e il «miracolo» fatto dai restauratori è stato
quello di recuperarla, ripristinando gli inimitabili colori
del genio di Piero della Francesca, espresso anche nella
SCHEDA
Vita e opere
di Piero della Francesca
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Piero dei Franceschi (o
della Francesca) nasce a Borgo San Sepolcro, vicino ad
Arezzo, tra il 1410 e il 1420,
primogenito di un membro
della corporazione dei calzolai e conciapelli. Fra il 1432 e
il 1438 lo si trova impegnato
con tale Giovanni di Anghiari
nell’esecuzione di stemmi
papali, mentre nel 1439-40 è
documentata la sua presenza
a Firenze dove lavora con
Domenico Veneziano agli affreschi di Sant’Egidio, oggi
perduti: in quel periodo assiste anche aH’arrivo di Giovanni Vili paleologo, imperatore di Bisanzio, che si recava all’apertura del Concilio
convocato per tentare il riavvicinamento della Chiesa cristiana d’Oriente e di quella
d’Occidente.
Nel 1442 lo troviamo nuovamente a San Sepolcro, appena passato sotto il dominio
di Firenze, candidato alla carica di consigliere comunale,
mentre prosegue la sua attività artistica, tra l'altro ricevendo l’incarico della celeberrima Pala della misericordia. Fra il 1449 e il 1451 Piero
della Francesca si reca a Rimini dove esegue l’affresco
San Sigismondo con Sigi^jriondo Pandolfo Malatesta e
R ritratto dello stesso Sigi
scelta di pigmenti capaci di
durare nei secoli senza degradare. Dalla vicenda di
Adamo alle splendenti corti
della regina di Saba e di Saiomone, dal sogno di Costantino (il primo notturno del
’400 in cui la luce determina
il senso del quadro) alla vittoria su Massenzio, dal ritrovamento della vera croce alla
vittoria di Eraclio su Cosroe,
il grande artista di Borgo San
Sepolcro, ci conduce attraverso una sequenza di scene
sospese nel tempo, in cui
passato presente e futuro
sembrano fondersi in un solo
ineffabile istante pregno di
attesa per il regno di Dio.
La rappresentazione travalica la leggenda con i suoi
elementi teologicamente inaccettabili, per diventare
autentica dichiarazione di fede nel Dio di Abramo e in Gesù Cristo suo figlio. Il restauro ha affrontato con tecniche
smondo Malatesta, poi a Ferrara, chiamato da Lionello
d'Este, dove esegue affreschi
nel Castello estense, che sono
andati perduti ma hanno
esercitato un influsso fondamentale sulla nascente scuola
pittorica ferrarese (Cosmè
Tura, Francesco del Cossa e
altri) e ha occasione di accostarsi alla scuola fiamminga
tramite la collezione del duca
in cui figurava una deposizione di Roger van der Weyden.
Nel 1452 muore Dicci di
Lorenzo, che aveva l’incarico
di dipingere La leggenda della vera croce nella chiesa di
San Francesco in Arezzo, e
Piero della Francesca viene
chiamato a sostituirlo a lavoro appena iniziato. 11 grande
ciclo di affreschi viene completato nel 1466 (altri sostengono nel 1459). Nel 1453 si
colloca forse un primo viaggio a Roma, mentre un secondo viaggio, per operare al
servizio di papa Pio 11 è del
1458-59. Fra il 1455 e il 1460
dipinge nel Palazzo dei Conservatori (oggi sede del Museo civico) La Resurrezione,
da alcuni considerata il suo
capolavoro. In seguito, salvo
forse un viaggio a Urbino,
Piero si muove tra Arezzo e
Borgo San Sepolcro, dove
muore nel 1492.
collaudate, ma con metodiche nuove, il problema della
solfatazione, vale a dire della
trasformazione del carbonato di calcio (intonaco) in gesso a opera di sali solfato presenti nelle acque piovane inquinate o nell’aria. La novità
nelle metodiche è stata soprattutto quella di un approccio globale al problema,
che parte da una analisi storica del monumento e dei restauri precedenti, per passare
al microclima interno ed esterno alla chiesa, alla composizione chimica dei pigmenti ecc., il tutto eseguito
tramite la collaborazione dei
restauratori impegnati direttamente nel lavoro, di ricercatori universitari, di enti parallelamente interessati come
l’«Istituto delle pietre dure»
di Firenze. Una collaborazione che costituisce già un
punto di riferimento nell’intero mondo del restauro.
11 testo di Jacopo da Varagine
Una leggenda che deriva
dai Vangeli apocrifi
L’Annunciazione dopo il restauro
(foto Benci)
La leggenda ha come fonte principale i Vangeli apocrifi ed è stata codificata nel
1265 dal vescovo Jacopo da
Varagine in un suo compendio di vite dei santi. In sintesi la Leggenda narra che Adamo, in punto di morte, invia
il figlio Seth alla porta del
Paradiso per chiedere l’olio
del legno della misericordia
con cui, ungendosi, sarebbe
guarito dalle sue malattie.
L’arcangelo Michele però
nega l’unguento, precisando
che esso sarebbe stato disponibile solo 5.000 anni dopo (al tempo di Gesù Cristo)
e dona invece un virgulto
dell’albero del bene e del
male, profetizzando che,
quando il futuro albero avesse dati i suoi frutti, Adamo
sarebbe guarito
Al ritorno Seth trova il padre morto e pianta su di lui il
ramo, secondo le indicazioni
dell’arcangelo. L’albero cresce straordinariamente fino a
che Salomone, colpito dalla
sua bellezza, pensa di inserirlo nella costruzione del
tempio. L’idea si rivela poi irrealizzabile per le dimensioni della pianta e Salomone lo
colloca a fare da ponte sul
fiume Siloe. La regina di Saba, recandosi da Salomone,
vi si imbatte e, per illuminazione divina, avverte che su
quel legno sarà posto il Salvatore del mondo, quindi si
china per adorarlo. Salomone, messo al corrente del fatto, a sua volta sente che
quell’albero sarà causa della
dispersione di Israele, e pertanto lo fa seppellire. Più tardi nello stesso luogo sarà costruita la piscina probatica,
che guarisce gli infermi che
vi si bagnano.
Al tempo della crocifissione l’albero è di nuovo germogliato rigogliosamente e
viene utilizzato per fare la
croce su cui verrà appeso
Gesù. Delle 3 croci, di Cristo
e dei ladroni, si perdono poi
le tracce. Arriviamo al tempo
dell’imperatore Costantino
che, prima della battaglia
decisiva con il rivale Massenzio, sogna di vincere nel
segno della croce e così avviene il giorno dopo. Ne de
riva l’esigenza di ritrovare la
croce, che spinge l’imperatore a inviare la madre Elena, fervente cristiana, alla ricerca della preziosa reliquia.
La regina, torturando un
ebreo con la fame, viene a
sapere dove sono sepolte le
croci, le fa disseppellire e individua quella di Cristo,
quella vera, avendole provate con un giovane appena
morto: egli resuscita al contatto con il legno miracoloso. Tre secoli dopo, ormai
l’Impero romano ¿’Occidente era caduto (453 de), il re
persiano Cosroe ruba la vera
croce per farsi un trono blasfemo in cui sedere come
Dio. Eraclio, imperatore di
Costantinopoli, in una durissima battaglia, riconquista la
vera croce e la porta a Gerusalemme, entrandovi scalzo
come Gesù.
La Leggenda, assai diffusa
lungo tutto il Medioevo, non
ha alcun riscontro storico né
alcuna validità teologica e la
Riforma infatti ha eliminato
ogni tipo di culto delle reliquie, ponendo il Cristo come
unico mediatore fra Dio e gli
uomini; e tuttavia grande era
il suo valore simbolico in un
tempo in cui ben poco erano
diffuse le Sacre Scritture e la
centralità di Cristo risulta
comunque evidente, (p.f.)
Il Sogno di Costantino dopo il
restauro (foto Benci)
Il restauro dell’opera è stato finanziato dalla Banca Popolare
dell’Etruria e del Lazio.
Nel dialogo fra la Locke e il teologo anglicano John Proast una lezione di tolleranza
Divieto d'ingerenza fra le sfere dello stato e della chiesa
DANIEL NOFFKE
^articolare del volto di Maria (Annunciazione) prima dei restauro
(foto Benci)
Nel 1704 morì John Locke,
lasciando incompiuta
una quarta Lettera sulla tolleranza, con la quale aveva intenzione di rispondere al teologo anglicano John Proast, il
quale non voleva rassegnarsi
alle tesi del filosofo che teorizzò, il primo in modo cosi
approfondito, la separazione
fra chiesa e stato. Spettatore
attivo delle vicende storiche
del suo secolo, profondamente turbato in giovinezza dagli
odi religiosi e dalle guerre con
cui gli uni cercavano di imporre la propria fede ad altri,
John Locke maturò un consapevole impegno verso la tolleranza religiosa che fu d’esempio e di stimolo per tutti coloro che, nei secoli futuri, teorizzarono sulla libertà.
11 suo discorso ruota sul
concetto di stato, accordo sociale fra individui al fine di
preservare i diritti civili di
ognuno, che sarebbe in definitiva estraneo alle vicende
spirituali dei singoli e dei
gruppi fin tanto che questi
non minaccino la vita, la libertà e la proprietà dei membri della società. Ne consegue l’impossibilità, Tinutilità
e la condanna di ogni azione
dello stato al fine di indirizza
re 0 condizionare le scelte intime degli individui.
Divieto di ingerenza, quindi, che crolla quando l’aggregazione religiosa travalica i
propri confini (e viceversa)
come nel caso della Chiesa
cattolica, che il filosofo esclude esplicitamente dal discorso sulla tolleranza nel Saggio
sulla tolleranza (1667) e poi
ancora dall’epistola del 1689
dove formula quattro esclusioni: 1) coloro che insegnano
come dogmi della religione
cose che in modo palese sovvertono i fondamenti della
società; 2) coloro che riservano alla propria setta (oppure
a membri di essa) prerogative
contrarie al diritto civile; 3)
coloro per i quali la comunità
religiosa è al servizio di un sovrano straniero; 4) coloro che
negano resistenza di Dio.
Per fortuna con il passar
del tempo, sviluppandosi il
discorso sulla tolleranza,
queste clausole limitative
passarono nel dimenticatoio
e non furono riprese da coloro che attinsero dal pensiero
di Locke i propri ideali di libertà. Eppure il problema è
stato semplicemente rimosso e non risolto in quanto, a
dire il vero, queste condizioni sono affatto strettamente
legate al resto delle argo
mentazioni e Locke non le
pensò per un odio particolare contro la chiesa di Roma,
né per vicende personali:
erano conclusioni logiche
che il pensiero razionale di
Locke doveva trarre.
Non per niente il problema
dei confini fra stato e chiesa è
tutt’altro che sopito su questioni di frontiera come la
scuola, l’assistenza sociale e
la politica demografica. Le
posizioni laiche tuttavia hanno preferito mantenere il
concetto di separazione fra
stato e chiesa come proprio
cavallo di battaglia liberandolo dalTorpello fastidioso
delle clausole limitative, ma
senza una seria autocritica
che promuovesse una nuova
logica interna. Ed ecco infatti
che le stesse obiezioni, oserei
dire coerentemente, riemergono a proposito delTlslam:
non pochi cominciano a porsi il problema di come si possa integrare questa nuova
realtà, così lontana dai valori
liberali di separazione fra stato e chiesa. Quasi che questo
valore sia universalmente e
indiscutibilmente valido.
Non è questa pretesa una
lampadina d’allarme per un
fondamentalismo laicista di
cui i cattolici, anche i migliori, ci hanno sempre accusato?
Non sarebbe il caso, in questa contingenza storica in cui
rincontro prepotente con
l’Islam, riprendere la discussione lasciata in sospeso trecento anni fa, mettendo le
nostre certezze laiche in discussione critica anche affinché, alTincontro-scontro ormai inevitabile, possano arrivare rinvigorite e sane?
Per Proast la società era costituita per il raggiungimento
di tutti i fini possibili per
mezzo di essa, tra cui anche
quella della diffusione della
verità. Dalla parte opposta
Lorenzo Milani Camparetti,
in contrasto proprio a quello
spirito liberale che ipocritamente nascondeva sotto la
difesa dei valori di libertà, vita e proprietà la difesa conservativa dei propri privilegi,
diventò don Lorenzo Milani,
per cercare quella chiesa che
potesse essere motore di una
società in ricerca di una verità ulteriore.
La superficialità delle posizioni così riportate quasi come slogan non mi sia, per favore, addotta a colpa; è, e
vuole essere, solo un sasso
nell’acqua, un provocazione
che ci svegli dal sonno di una
sicurezza a volte troppo ostentata, su principi che non
possono essere universali.
6
PAC. 6 RIFORMA
1111^*11
venerdì 16 marzo 200,
Intervista e testimonianze dal pianeta Nisida, l'isola di fronte a Napoli
Voci da un carcere minorile
Contrariamente all'esperienza di strutture analoghe in Italia, l'istituto napoletano
ospito soprattutto ragazzi locali: i contesti di provenienza, gli itinerari, la vita comune
ANNA MAFFEI
• T L carcere minorile di
Nisida rappresenta un
dato in controtendenza rispetto a istituzioni analoghe
nel resto d’Italia in quanto i
nostri giovani, particolarmente i maschi, sono in larghissima parte napoletani o
provenienti dal suo hinterland. Altrove la popolazione
delle carceri minorili è invece
in maggioranza formata da
stranieri, particolarmente
slavi o nordafricani. È dunque evidente il collegamento
fra carcere e realtà sociale,
qui, in alcune zone, caratterizzata dalla presenza della
camorra, dalla mancanza di
lavoro, dal fenomeno dell’evasione scolastica».
-1 motivi per cui finiscono
in carcere?
«Rapine, alcuni hanno collegamenti con la camorra e,
negli ultimi anni, reati connessi all’uso di droghe pesanti: cocaina, eroina, ecstasy, e
specialmente cobret, eroina
sintetica che si scioglie e poi
si inala. È una droga micidiale che distrugge il cervello:
questi ragazzi hanno strani
atteggiamenti, si comportano
in maniera incomprensibile».
- Da quali contesti vengono?
«Quasi tutti hanno ripetuto
molte volte le stesse classi o
non sono andati a scuola.
Molti hanno conosciuto il
collegio, si sono avviati verso
i 7-8 anni sulla strada dei piccoli furti, prima dei IO hanno
cominciato ad assumere droga. Quando arrivano in carcere ci sono in genere situazioni pregresse molto gravi».
- In questi 17 anni come è
cambiato il suo lavoro?
«11 grande cambiamento è
stato determinato dalla legislazione che oggi considera il
carcere come “ultima ratio".
Viene favorita qualsiasi altra
soluzione, quale la “messa al
Maria Franco, docente di lettere, ha raccolto in un volumetto
dal titolo «Insegnare a Nisida» (Ed. Città del sole, Napoli 2001),
le esperienze educative di un gruppo di insegnati che operano,
da ben 17 anni, presso il distaccamento della scuola media statale «A Sogliano» del carcere minorile di Nisida. Franco, insieme ad Adele Micillo e Silvana Russo, ha raccolto nel libro riflessioni sul metodo e sulla didattica, descrizioni di specifici progetti educativi e testimonianze dei ragazzi e delle ragazze di
Nisida. Pubblichiamo in questa pagina un’intervista alla professoressa Franco e una serie di brevi scritti dai giovani detenuti, alcuni raccolti nel libro, altri tratti dal giornalino «Nisida
News», pubblicazione periodica interna curata dalle stesse insegnanti insieme ai loro alunni e alunne. Abbiamo volutamente lasciato gli scritti dei ragazzi così come sono, senza intervenire sulla punteggiatura o sulla sintassi, (a.m.)
la prova”, ossia l’affidamento
del minore ai servizi sociali
territoriali, o le comunità,
luoghi dove c’è più flessibilità. Una volta potevano esserci a Nisida anche 100-150
ragazzi, e convivevano ragazzini che avevano commesso
reati lievi con giovani con accuse molto più pesanti. Un’
altra differenza è la presenza
massiccia oggi di droga pesante nella loro vita. In termini cognitivi invece più o meno è lo stesso: scarsissimo
patrimonio linguistico, difficoltà a orientarsi nello spazio
e nel tempo. Rispetto al passato c’è una maggiore informazione, ma poca capacità
di elaborarla. Anche perché il
loro raggio di attenzione è
molto limitato. Hanno esperienza solo del loro quartiere,
della loro famiglia e cerchia
di amici. Alcuni ragazzi hanno anche delle famiglie affettuose, ma sempre provenienti da contesti marginali».
- Quali sono state le reazioni dei suoi alunni alle recenti
vicende di Novi Ligure?
«La reazione generale è stata molto negativa. Per l’insieme dei ragazzi il rapporto
con la famiglia, particolarmente con la madre, è piuttosto sacro. In particolare ha
colpito l’omicidio del fratellino di Erika. Qualcuno ha detto che se ci può essere una
remota possibilità di uccide
Lettere d'amore
Mandami una lettera
Cara Susy come stai? lo bene come mi auguro lo stesso
per te. Non sai quando mi
manchi e quando ti penso,
come vedi sto di nuovo in
quel posto, io vorrei fare pace
con te perché non riesco proprio a stare senza di te e tu lo
sai quando ti voglio bene e
quanto te ne ho voluto precedentemente, in questo posto
non penso altro che a te e alla
tua famiglia per il bene che
mi avete offerto e per l’aiuto
che mi avete dato, anche se
tu non vorrai fare pace con
me oppure perché stai con
un altro io ti aspetterò e se
vorrai fare pace tu basta che
mi mandi una misera lettera e se invece hai dimenticato tutti i momenti belli che
abbiamo passato insieme, il
bene che ci abbiamo voluto, non fa niente, ma ricordati di una cosa: io non ho mai
smesso di amarti. Adesso ti
lascio, se vuoi scrivermi, l’indirizzo lo sai. Ti lascio con la
penna ma non con il cuore, ti
amo e ti amerò per sempre.
Salvatore
Mi manca la tua r moscia
Monica, io te lo dico in tutte le maniere che ti amo e
spero che questo annuncio lo
legga tutto il mondo e sappiano quanto ti amo, io su
questo annuncio ti chiedo
solo di tornare da me che
non sbaglierò più tu per me
sei tutto io ti prometto che
quando esco cambierò vita
solo per stare tutta la vita con
te perché sei la mia vita e la
mia morte spero che con
questo annuncio capirai
quanto ti amo torna perché
mi manchi e mi manca quella tua r «moscia». Ciao da Antonio ti amo sei la mia vita.
Antonio
re la madre (se la madre va
con un altro, per esempio),
l’assassinio del fratellino è
del tutto inaccettabile. Questo tipo di crimine non appartiene al loro vissuto. Qualcosa in questo campo sta
cambiando».
- Ci sono possibilità per
questi ragazzi di reinserimento nella società?
«Ci sono nella mia esperienza un alto numero di recidivi e molti, dopo Nisida, vanno a Poggioreale. Il problema
non è tanto il carcere. In carcere non hanno la libertà, ma
ci sono numerosi servizi che
fuori non hanno mai avuto. Ci
sono la scuola, corsi di avviamento professionale, attività
teatrali e sportive, musica, disegno, pittura. Ma quando
escono da qui rientrano nelle
stesse situazioni da cui sono
venuti. Non si fa prevenzione,
manca una rete di servizi che
segua i ragazzi anche fuori. Io
sogno che ci siano, dopo il
carcere minorile, delle piccole
case famiglia che facciano da
filtro, che consentano ai giovani di essere curati, aiutati a
non tornare nei contesti di
origine, di avere un lavoro,
guadagnare dei soldi, altrimenti vanno a rubare il giorno dopo. Un’altra difficoltà è
che sono ragazzi abituati a vivere con molti soldi, difficilmente si adatterebbero con
uno stipendio normale».
Il tunnel della droga
Dopo un poco di tempo mi
sono sfastidiato [annoiato] di
andare a rubare (perché io
uscivo a rubare pure a rapina,
parliamoci chiaro) comunque
a me mi è piaciuto sempre di
fare le rapine perché sempre
questo ho fatto (...) Perché?
Per la cocaina; per la cocaina
era tutto il bordello perché
quando buscavo [guadagnavo] pure 500.000 lire 400 me li
mangiavo e 100 li nascondevo
per pazzià [giocare]... mi
compravo sempre la cocaina
sia per spacciare, sia per fumare, sia per rubare, sia per
fare tutte cose, mi serviva
sempre la cocaina perché io
me la tiravo la cocaina (...) La
cocaina, per dire, ti fa pure
ingrippare [inceppare], ti fa
ingrippare malamente, se ti
fai per dire una striscia e poi
non tiri più la cocaina, sei pure capace di uccidere a qualcuno per fare qualcosa di soldi per farti qualche altra striscia: è peggio di quando uno
si fa, la cocaina...
Salvatore
- Che cosa vorrebbero questi ragazzi?
«Molti di questi ragazzi
non sono cattivi. Avrebbero
sognato una vita diversa. Il
fatto è che le esperienze della
vita hanno bruciato in loro il
desiderio. Il ragazzo arriva a
Nisida drogato o con pesanti
esperienze alle spalle. Poi c’è
un processo di “umanizzazione”, si rasserena un poco,
acquisisce atteggiamenti più
consoni al vivere sociale. In
molti affiora un bisogno di
un altro modo di vivere. In
altri non c’è neppure questo,
come se le stratificazioni delle esperienze l’avessero distrutto».
-Eie ragazze?
«Le ragazze rappresentano
una realtà ben diversa. Qualcuna ha contatti con la droga,
ma in maggioranza sono Rom
che rubano per ripagare la
dote alla famiglia del fidanzato che l’ha sborsata. Nel caso
della ragazze ci troviamo di
solito a combattere la loro
tendenza alla depressione».
- Come elaborano i giovani
detenuti il senso di colpa?
«Moltissimi di loro dicono
di scontare una giusta pena,
anche se vorrebbero comunque essere liberi subito. Alcuni di loro, con i quali si arriva
a stabilire una certa confidenza, si rendono conto di
aver fatto soffrire molta gente. Le persone che fra loro
hanno un più forte sentimento religioso hanno anche un
più accentuato senso di colpa. Hanno l’impressione di
aver colpito qualcosa in più,
oltre la legge, anche se sono
spesso molto confusi».
- Il tema di Dio è sentito in
carcere?
«Sì, molto. È uno degli aspetti della vita intima dei ragazzi che viene fuori in alcuni
momenti. Molti di loro pregano, anche se sono legati alle
espressioni più popolari della
fede, come San Gennaro».
soldi, a vedere a chi dovevo
imbrogliare...
Le penso tutte queste cose,
certe volte le penso e mi metto scuorno [vergogna] di aver
preso i soldi ai ragazzi, con la
pistola... aspettare quello del
latte per prendergli i soldi, è
brutto... ci penso a queste cose: se lo dovessi fare adesso
non lo farei: se dovessi prendere i soldi non li prenderei: e
se devo pagare la luce il telefono? Prima gli prendevo
tutto, non gli rimanevo niente, gli pigliavo tutto per fare
soldi: a che mi servono i soldi? Prima non me li dava,
mammà diceva: «A un drogato gli devo dare pure i soldi?»... ora a mia mamma non
gli chiedo niente: è lei che mi
porta le scarpe, la tuta, un
jeans, una maglia... A me
m’ha distrutto ‘sta droga
m’ha proprio distrutto...
Luigi
A mamma rubavo i soldi,
mamma se li metteva nel cuscino, la mattina si scetava
[svegliava] e non trovava
niente, veniva a guardare a
me e io non ci stavo nemmeno nel letto (...) Tu ti devi
mettere in coppa [sopra] ’o
motorino, alle cinque, alle
sei, alle sette del mattino per
andarti a fare... è brutto...
Vai a prendere i compagni
tuoi, apparate [racimolate] i
soldi, certe volte non mi ritiravo proprio, andavo a fare
La reclusione non esclude
la vita religiosa
Mi faccio soltanto la croce
Io per prima cosa credo in
Dio perché mi sono fatto pure la prima comunione e il
battesimo quando però ero
piccolo andavo pure a messa
quando facevo il percorso del
catechismo. Sono cinque anni che non mi sento una messa però sono sempre entrato
in chiesa, a farmi per esempio
la croce e subito me ne esco
salutando e per tenergli rispetto. E anche la sera prima
di addormentarmi mi faccio
la croce e mi addormento.
Come fa la gente a non credere a Dio che è così bello a credere? C’era un ragazzo qui
che faceva le preghiere ogni
sera. Aveva tante immaginette di tutti i santi e dopo due
sere che sono stato con lui
nella camera l’ho fatto pure
io e mi è sembrato bello. Se la
dovessi fare da solo non la farei perché dico che mo’ faccio
una preghiera e domani faccio le cose che non si fanno,
dico le parole, vado a rubare... dovrei stare ogni minuto
a confessarmi, quindi mi faccio soltanto la croce.
Antonio
credo quello che conta per
me che credo con il cuore. Io
quando stavo fuori avevo un
girocollo con sotto la medaglina di Gesù e ci tenevo tanto. Io se oggi mi trovo qua
perché ho fatto un peccato e
quando esco andrò a confessarmi questo che ho scritto è
poco ma una cosa che è
grande è che io credo e crederò sempre in Dio anche se
non vado in chiesa.
Salvatore!.
Sono diventato evangelista
Io ho tantissima fede in Dio
e sono di religione evangelista perché fino a qualche anno fa io ero cattolico ma mio
nonno era evangelista e io gli
chiesi perché lui era di religione evangelista e lui mi disse: osserva bene i comanda
menti specialmente il primo e [
Anche se non vado
in chiesa
Mi chiamo Salvatore e ho
16 anni e dico che credo molto in Dio. Io a 9 anni andavo
al catechismo e ho fatto la
comunione quando stavo
fuori io non andavo mai in
chiesa perché per me ho sbagliato perché la chiesa è bella
perché in chiesa si parla di
Dio, io non ci andavo mai per
questo non significa che non
io feci così e piano piano sono diventato evangelista e datosi che mio nonno era pastore di Dio e aveva una chiesa e
io osservavo attentamente le
cerimonie e da quello che ho
potuto capire o la religione
cattolica 0 la religione evangelica Dio è uno «solo» e bisogna avere fede come ne ho io
anche se faccio molti peccati,
per esempio io alla sera prima di dormine faccio sempre
delle preghiere e dopo fatto la
preghiera mi addormento
una volta mi sono dimenticato di fare le preghiere e mi
stavo addormentando poi
verso le 3 0 le 4 del mattino
mi sono svegliato di nuovo
perché mi sentivo che mancava qualcosa in me.
Salvatore S.
spessi
Le ragazze nel castello
del carcere
Anche se fosse l'Eden
L’ingresso a Nisida è come
entrare in un castello medievale. Anche se la stanchezza
del viaggio e il fatto che non
dormivo da un po’ di giorni
mi facevano chiudere gli occhi, ho potuto notare il fascino di quest’isola. Il luogo è
splendido, il mare, la vegetazione e tutto quello che compone il paesaggio. Nonostante tutto, mi trovo ugualmente
in carcere, per cui anche se
questo posto fosse l’«Eden»,
rimarrebbe sempre un luogo
lugubre ed angosciante...
Le agenti sono gentili, un
po’ mamme, diciamo. Più
che agenti, sembrano assistenti sociali. L’infermiera è
carina e dolce. Forse se stai
male ti dà una mano veramente, ma non per lavoro,
ma per il buon cuore. Il dottore, ieri sera, mi ha fatto la
paternale, per via dei miei
malanni e per la tossicodipendenza. Dopotutto, però, è
un bonaccione anche lui. Ma
il bello di questo posto è il
ruolo della maestra. Deve insegnare in queste condizioni
e poi a ragazze come «noi»,
dev’essere difficile, che dico,
un’impresa!
Gaia
La mia vita complicata
La mia vita è molto compì'"
cata e questo mi dispiace.
Perché sono stata violentata a
12 anni, scappai di casa e non
sono stata più curata. Poi ho
conosciuto un ragazzo che si
drogava e mi disse che se
avessi preso quella dose n"
avrebbe fatto dimenticate
questa brutta esperienza. In
come una sciocca la presi e lin
ha iniziato a bucarmi peto
anni. Gli voglio bene non pn'
la droga, perché non ho avute
affetto dalla mia mamma e ài
tutti i miei fratelli e sorelleMa adesso basta pensare che
sto in carcere... ma quello che
importa è pensare un po’ n
me stessa e togliere queste
ostacolo che sarebbe la droga... Io penso che ce la farò.
Natascia
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Vita Delle Chiese
Aperte le manifestazioni per i 40 anni del Servizio cristiano a Riesi
Anche le chiese nella società civile
Umberto Santino, in un'affollata conferenza-dibattito, ha ricordato il ruolo
delle associazioni e delle aggregazioni comunitarie nella lotta contro il sistema mafia
J124 febbraio, nell’aula maina del liceo scientifico «R.
Lqualina Vassallo» a Riesi,
è svolta la manifestazione
Uiale per i 40 anni del SerLo cristiano. La past. Eliana
Briante ha sottolineato che i
comitati dell’istituto hanno
fin qtii voluto concentrare
'attenzione sulle sfide principali che l’opera fondata dal
Tullio Vinay e il suo primo gruppo, e iloro successori, hanno cercato di raggiunMie: il fenomeno mafioso,
^educazione e la tutela dei
minori, la condizione delle
donne, il problema occuparionale. Su suggerimento del
Gruppo residente, questo
primo incontro è stato dedicato alla lotta alla mafia. Relatore principale della serata,
che ha visto una partecipaàone di circa 80 persone, è
jtato Umberto Santino, fondatore e presidente del Centro Siciliano di documentaàone «Giuseppe Impastato»
di Palermo, arrivato con la
moglie Anna Puglisi, anch’ellacoUaboratrice del Centro.
Nella sua conferenza, durante la quale ha presentato
Iptoprio libro Storia del movimento antimafia (Editori
riuniti). Santino ha evidenàato tre fattori: una specie di
tradizione della lotta contro
la mafia, dal movimento agrario di fine ’800 alle manifestazioni dopo la seconda
guerra mondiale, alle associazioni degli Anni 80 e 90; la
tradizione plurisecolare di
coe^erazione e collusione tra
potere politico, capimafia e
spesso anche vertici ecclesia
PAG. 7 RIFORMA
Da sin. Eliana Briante, direttrice dei Servizio cristiano, Umberto Santino e il sindaco di Riesi, Miccicchè
stici; il cambiamento di strategia seguito dalla mafia soprattutto negli ultimi decenni. 11 relatore ha esplicitato
che in fondo il soggetto principale nella lotta contro la
mafia, in vari momenti degli
ultimi 110 anni, è stato una
buona parte del popolo siciliano, e non solo alcuni eroi
spuntati nel deserto. Nonostante esistano molti stereotipi nei confronti delle popolazioni siciliane, questi ultimi
non reggono sempre, infatti,
alla ricerca storica condotta
con metodi scientifici e con il
lavoro di valorizzazione delle
storie di vita vissuta.
Santino ha poi accennato
ad alcuni esempi clamorosi di
collaborazione tra governi nazionali, padroni locali e anche
esponenti del clero, fino agli
Anni 60, sottolineando come
soprattutto sull’argomento
delle riforme e Controriforme
sociali e agrarie si siano innescati gli interessi del dominio
mafioso. Il relatore ha infine
disegnato per sommi capi la
trasformazione dell’assetto
mafioso dal controllo del territorio nazionale alla copresenza di potere locale e affari
internazionali, dal controllo
praticamente incontestato
delle popolazioni aìl’attuale
«clandestinizzazione», che
promette ancor maggiore business. Di fronte a tali capacità
camaleontiche, l’associazionismo degli ultimi decenni rischia di essere troppo frammentario, monotematico e
poco duraturo, anche se effettivamente ha fatto nascere un
sensibile coinvolgimento della popolazione soprattutto
nell’ambito educativo-scola
re inzioni
noi»,
dico,
Gaie
ita
mpliiace.
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s non
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Questa offerta scade il 31 marzo 2001
j
Innario cristiano
35.000 lire, 496 pagine
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stico e in quello della lotta antiracket in campo economico.
Sarebbe errato, ha concluso
Santino, pensare che la mafia
in Sicilia sia composta solo da
6.000 persone altamente criminali su una popolazione di
5 milioni. La mafia è invece
un sistema di rete di potere,
relazioni, cultura, connivenze, interesse. Per combatterla
veramente bisogna quindi infrangere tale sistema, applicando ad esempio seriamente le leggi sulla confisca dei
beni, ma adoperandosi soprattutto a favore di una convivenza civica trasparente,
cosciente e legale a tutti i livelli della società. «Democrazia significa: io mi attivo, e
dopo chiedo anche agli altri
di fare lo stesso, anche allo
stato, senza deleghe».
Nel dibattito gli interventi
hanno fatto riferimento al
ruolo della chiesa e delle
chiese fino a vent’anni fa, al
ruolo dei partiti politici, degli
industriali e della stampa, al
ruolo determinante delle
donne nella lotta contro il sistema mafioso, ma sono anche stati chiesti ulteriori
chiarimenti sull’analisi delle
motivazioni che hanno condotto, in vari periodi, anche
grandi masse a ribellarsi contro il predominio criminale.
Nella sua replica Santino ha
invitato tutta la popolazione,
le associazioni, le chiese e
l’amministrazione pubblica a
badare di continuo alla trasparenza nell’agire economico e politico, all’interessamento in prima persona invece che alla delega, all’offerta di luoghi di comunicazione e di lavoro onesto per le
giovani generazioni.
L'incontro è stato organizzato, oltre al Servizio cristiano, anche dal Comune di
Riesi rappresentato dal sindaco e preside prof. Giuseppe Micciché, dal Patto associativo per una cultura della
legalità «Arcipelago città» di
Caltanissetta, rappresentato
dal prof. Vito Parisi e dalla locale Chiesa valdese.
Chiesa valdese di Torino
Accoglienza al pastore
Robert Me Kenzie
GIUSEPPE PLATONE
Nel corso dell’ultima assemblea della Chiesa
valdese di Torino (presenti
un centinaio di membri elettori) sono stati votati come
nuovo membri del Concistoro Maria Luisa Vaula Mollica,
Cristina Ferrara, Lilia Rivoiro
Pellegrini e riconfermati Angelo Brunero, Franco Picotti,
Anna Rostan Schellenbaum.
Per la Conferenza distrettuale, che si terrà a fine giugno a
Torre Pellice, sono stati eletti
delegati Gilberto Bugni, Sara
Leonardi e Angelo Brunero
(supplente Nini Traversi. Per
il Sinodo sono stati eletti i deputati Paolo Gay e Andrea
Magnano (supplenti Adriano
Giaiero e Eugenia Ferreri).
L’assemblea ha anche approvato il consuntivo finanziario
del 2000, che chiude con un
deficit di quindici milioni, e
ha approvato il preventivo
del 2001, che risponde alle richieste sia della Tavola valdese sia della Commissione
esecutiva distrettuale.
Domenica 25 febbraio, nel
corso del culto della comunità di lingua inglese, è stato
ufficialmente insediato il
nuovo pastore della comunità, Robert Me Kenzie. Proveniente dalla Chiesa rifor
mata di Scozia, insieme alla
moglie Ann, Rob risponde a
un preciso progetto di sostegno, elaborato dalla Tavola e
ora fatto proprio dai riformati scozzesi, nei confronti della
chiesa inglese torinese. Una
cinquantina di persone si sono strette intorno a Rob e
Ann per questo inizio di ministerio tra noi che prevedibilmente durerà quattro anni. Per l’occasione erano presenti rappresentanti della
Chiesa scozzese provenienti
da Ginevra. Tra questi, Pierre
e Lottie Mauron, la signora
Me Leod e il pastore Douglas
Murray con signora, provenienti da Losanna. Il pastore
Gregorio Plescan di Ivrea, sovrintendente di circuito, ha
presieduto la liturgia di insediamento. Dopo il culto, una
piccola agape fraterna, alla
quale hanno partecipato i
pastori valdesi di Torino e la
diacona insieme ad alcuni
membri delle rispettive chiese, ha permesso di fraternizzare maggiormente. Intanto
si avvertono già i primi segnali di una ripresa delle attività della piccola chiesa di
lingua inglese che da più di
trent’anni rappresenta a Torino una possibilità in più di
comunione e testimonianza
sul piano intemazionale.
Comunità cristiana di Nuoro
Svolta una parte attiva per
il «Giorno della memoria»
GIUSEPPE MIGLIO
LO scorso 27 gennaio in
occasione delPanniversario dell’apertura dei campi di
sterminio di Mauthausen e
Auschwitz, con conseguente
liberazione dei prigionieri, il
Comune di Nuoro (il solo in
Sardegna, uno dei pochi in
Italia) ha deciso, così come
predisposto dal governo italiano, di dedicare la giornata
al ricordo della Shoà. Fatto
importante è che il Comune
di Nuoro ha potuto organizzare questa manifestazione
avvalendosi in buona parte
dell’aiuto e dell’esperienza
nel campo delle mostre sull’antisemitismo e sulle leggi
razziali della comunità evangelica di Nuoro, la quale in
questi ultimi due anni ha
stretto una valida e interessante collaborazione con
l’Associazione delle chiese
battiste della Sardegna.
La manifestazione si è
mossa in modo interattivo,
anche su quattro binari diversi: con la proiezione di un
film-documento sui campi di
sterminio; con la conferenza
dibattito alla quale ha testimoniato il medico sardo, il
dottor Campus che ha abitato nel ghetto di Roma e ha as
La Comunione pastorale delle chiese
evangeliche della Val Bregaglia
cerca
2 pastoH/e (impiego air80%)
che ci guidino con entusiasmo sulla nostra strada di
fede, a partire del 1“ luglio 2001 (o data da convenire).
Condizioni: padronanza della lingua italiana e conoscenza delle lingua tedesca.
Gli interessati sono pregati di annunciarsi entro il
30 aprile 2001 a:
Luciano Giacometti, 7605 Stampa
presidente Concistoro di Valle
tei. 081-8221676
sistito alla deportazione degli
ebrei ad opera dei nazisti;
con l’andata in scena di una
splendida rappresentazione
teatrale sulla storia di Perlasca, l’italiano che a Budapest
salvo 5.000 ebrei ungheresi e
che, spacciandosi per ambasciatore spagnolo, fornì loro
un documento e una copertura e infine con la mostra
sull’Olocausto, esponendo al
pubblico grandi fotografie
che la stessa Gomunità evangelica aveva ricevuto dallo
Yad Wa Shem di Gerusalemme e una serie di fotografie
giganti a colori (una specie di
collage descriventi l’antisemitismo in Italia) che il Comune di Nuoro ha acquistato
dal Comune di Napoli.
La manifestazione, che ha
visto sin dall’inaugurazione la
partecipazione delle autorità
locali di Nuoro, ha raccolto
l’interesse di centinaia di persone e studenti delle varie
scuole del Nuorese (si stima
che il totale dei visitatori abbia superato le 3.000 persone). Purtroppo, come ha rilevato l’attuale responsabile
della comunità evangelica di
Nuoro, Ivan Moncelsi, fatta
eccezione della testata regionale «La nuova Sardegna»,
che ha pubblicato diversi articoli sulla manifestazione, e
di qualche Tv locale, le altre
agenzie di informazione, tra
le quali la Rai regionale, hanno manifestato con la loro assenza un forte disinteresse
verso questa iniziativa.
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MILANO: via F. Sforza,
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8
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
■■1
VENERDÌ 16 MARZO VEN
Si è svolto a Casa materna il corso di aggiornamento bmv per pastore e diacene
Come pensiamo Dio e l'essere umano?
La teologia femminista, la storia dell'emancipazione delle donne e il nesso sempre attuale
fra i meccanismi del potere e il controllo sull'ordine simbolico. Lo lotta contro il patriarcato
SILVIA RAPISARDA
Dal 26 a 28 febbraio si è
tenuto a Portici, a Casa
Materna, il corso d’aggiornamento bmv delle donne dianone e pastore. I due momenti centrali dell’incontro
sono stati caratterizzati dalla
relazione della pastora Monica Michelin Salomon su II
movimento delle donne in
Italia: breve storia e prospettive, e dalla relazione della
pastora Elisabeth Green su
La teologia delle donne: orizzonti della teologia femminista. Dopo una breve introduzione Monica ci ha invitate a
tracciare su un cartellone
una linea a simboleggiare il
tempo trascorso dalla nascita
del movimento, nella metà
degli Anni 60, a oggi. Accanto
a questa linea del tempo ciascuna di noi ha scritto delle
parole che hanno caratterizzato il movimento nei diversi
periodi storici.
Credo fortemente che questa metodologia oltre che essere estremamente creativa e
inclusiva (tutte vi hanno partecipato e vi hanno messo del
proprio) è stata anche estremamente esplicativa e simbolica. La storia delle donne,
specialmente quella dei primi
vent’anni, è una storia che
per la maggior parte è assente
nei testi scritti. Per ripercorrerla bisogna scriverla attraverso le testimonianze di
donne che l’hanno fatta e attraverso le testimonianze di
giovani donne che l’hanno ricevuta per lo più oralmente, e
hanno goduto i frutti delle
vittorie ottenute. Da questa
valutazione emergono due
termini estremamente centrali per il presente del movimento delle donne; trasmissione e visibilità.
Un’altra espressione estremamente centrale per il presente del movimento, che noi
abbiamo segnato alla fine della linea del tempo è «mo’ basta». Se è vero che grazie alla
mobilitazione delle donne negli anni passati molte battaglie sono state vinte, le donne
sanno che c’è ancora molta
strada da percorrere e devono
fare i conti con un rigurgito di
conservatorismo die si cela
dietro un «mo’ basta, di che vi
lamentate ancora?». Su questo ritorneremo più avanti.
Dopo una veloce carrellata
sulla nascita della teologia
femminista negli Stati Uniti e
in Nord Europa, Elisabeth
Green si è soffermata su due
parole centrali: soggetto debole e controllo. La lotta delle
donne contro il patriarcato
ha smascherato l’arbitrarietà
del soggetto forte, dell’uno
universalmente valido, affermando una pluralità di soggetti e soggettività, una grande diversità con la quale ora
sia gli uomini sia le donne
devono fare i conti a partire
da una soggettività debole.
C’è il rischio di perdere di vista chi siamo, di perdere di
vista contro chi e cosa lottiamo, tutto diventa estremamente fluido. Emerge così
una sempre più pressante
esigenza di rivendicare il
controllo sull’ordine simbolico, sulla «produzione» simbolica. Chi produce l’ordine
simbolico è chi ha il controllo
sull’ordine sociale.
Sono dunque lotte simboliche contro il patriarcato, e
non più lotte sociali, quelle
portate avanti dalla riflessione filosofica e teologica delle
donne in questi ultimi anni.
Lotta simbolica per conquistare il controllo sull’ordine
simbolico che permetta la
(ri)definizione del soggetto
debole. Questo è un tema di
grande attualità per noi donne diacene e pastore considerando che nelle nostre
chiese poco è cambiato nel
modo in cui Dio, e di conseguenza l’essere umano, è immaginato, simboleggiato, definito. Perché? Due delle possibili valutazioni: la prima è
che così come nella realtà secolare anche nel mondo protestante il patriarcato ha dovuto fare posto alla presenza
e al ministero delle donne,
ma tiene ancora ben stretto il
diritto alla produzione dell’ordine simbolico. 1 professori della Facoltà valdese di
teologia sono tutti uomini;
l’impostazione degli studi
teologici è ancora per lo più
fortemente androcentrica.
Nonostante la presenza di
donne nel collegio pastorale,
nelle assemblee e nei Sinodi,
nelle commissioni e quant’
altro, poca, se non nulla è la
presenza e l’integrazione della teologia, dell’etica, della
spiritualità della prassi fem
minista nella nostra realtà.
Noi donne che operiamo nelle chiese, spesso isolate, ci
troviamo a dovere iniziare
sempre e tutto da capo.
La seconda è che così come
nel mondo secolare, anche
nel mondo protestante la riflessione femminista è stata
troppo teorica e troppo lontana dalle nuove generazioni
di donne così come dalle
donne delle chiese. Occorre
che noi donne protestanti
italiane ci soffermiamo un attimo e cerchiamo di capire
dove vogliamo andare. Occorre che quante di noi hanno ingaggiato la lotta contro
l’ordine simbolico patriarcale, si fermino a incontrare le
donne a nome delle quali
parlano, a meno che la liberazione femminista non sia
diventata una questione individuale. Occorre che quante
e quanti di noi costituiscono
le chiese, gestiscono, e vivono la vita della chiesa, si fermino ad ascoltare le donne
Chiesa metodista di Roma
I cristiani e la democrazia
FULVIO ROCCO
A vocazione de^li evangei lici italiani non e mai stata
e non è neppure oggi quella
di impartire lezioni a nessuno. È tuttavia un fatto storicamente certo che il concetto di
democrazia resta uno dei pilastri di un comportamento
coerente dal punto di vista
evangelico: democrazia nella
chiesa, nello stato, nella società civile. Ecco il motivo che
ha indotto la Chiesa metodista di Roma a scegliere il tema «Cristiani e democrazia»
per un incontro pubblico che
si svolgerà in via XX Settembre angolo via Firenze mercoledì 21 marzo alle ore 18,30.
È prevista una tavola rotonda con la partecipazione di
tre personalità di grande spicco del mondo politico italiano, di diverso orientamento
ma accomunate da una accentuata sensibilità su questo
tema; Oscar Luigi Scalfaro, Tina Anseimi, Valdo Spini. Scalfaro ha sempre mostrato, durante la sua presidenza, una
profonda disponibilità all’incontro e al confronto e una
specifica attenzione verso tutte le minoranze. Tina Anseimi
è un’esponente del cattolicesimo politico più aperto e la
cui storia è di straordinario
impegno, dalla Resistenza ad
oggi, in tutti gli incarichi svolti
con intelligenza e sensibilità
umana. Valdo Spini rappresenta, in modo esemplare,
l’impegno politico di un militante evangelico portando nei
numerosi incarichi parlamentari e di governo la cultura e la
mentalità protestanti, in particolare la logica del servizio e
della responsabilità.
Nell’incontro del 21 marzo
sono previsti, inoltre, interventi di Valter Veltroni, esponente di primo piano della
vita politica, che ci porterà
una visione importante della
vita democratica del paese; di
Tullia Zevi, già presidente
delle comunità ebraiche italiane, promotrice di rapporti
di fraternità e di collaborazione con le chiese evangeliche; di Silvano Moffa, presidente della Provincia di Roma. Ci auguriamo una partecipazione vasta di pubblico
che coinvolga non solo le
chiese evangeliche romane
ma tutti coloro che sono attenti al grande tema della democrazia.
Per la
pubblicità
su
« n .\
che hanno loro qualcosa da
dire, scrollandosi di dosso riserve mentali e preconcetti
che stimano la riflessione
teorica delle donne inferiore
o un’appendice di quella maschile. Occorre che insieme
combattiamo il «mo’ basta»
appannaggio dello stato di
fatto. Occorre che insieme,
uomini e donne, ci chiediamo con onestà: chi ha il controllo, chi detiene il potere
dentro e fuori le chiese? Occorre che ciascuno e ciascuna di noi abbia il coraggio di
ascoltare la risposta e, fedeli
all’Evangelo che libera, di intraprendere il cammino.
È nato dalle donne riunite
a Portici il desiderio di creare
degli spazi aperti dove potere
dialogare. Abbiamo pensato
che uno di questi possa essere proprio il settimanale Riforma. Questo significa trasmissione, visibilità, nuovi
percorsi. Riflettiamo insieme
su quale sia la missione specifica delle donne nelle chiese e fuori le chiese oggi. Riflettiamo insieme su quale
siano le strutture di potere e
di controllo fuori e dentro le
chiese oggi. Riflettiamo su
nuove prassi. Trasmettiamoci sapere ed esperienza.
Infine a nome delle donne
diacone e pastore che hanno
partecipato all’aggiornamento voglio ancora dire un affettuoso grazie alle numerose
sorelle delle diverse chiese di
Napoli che il 27 sera sono venute ad incontrarci a Casa
Materna, e con le quali abbiamo immaginato insieme
la «chiesa dei nostri sogni».
Grazie per il caloroso benvenuto che ci avete dato, per la
vostra presenza, per i vostri
sogni di una chiesa perfetta,
per le vostre torte e dolcetti,
per il vostro canto.
Arzano
La comune
fede in Cristo
ANNA ORANO
tei. 011-655278, fax 011-657542
UTTl i cristiani, siano
(.i X essi cattolici o ortodossi, valdesi o metodisti, luterani o battisti, pentecostali
o di altra denominazione, anche se non sono ancora radunati in una sola chiesa, sono
uniti dalla loro comune fede
in Cristo, quella fede che li
porta a godere del suo amore
e li rende capaci di produrre
frutti copiosi per manifestare. attraverso l’amore per il
prossimo, il loro amore per
Dio». Con queste parole il
parroco della chiesa di Santo
Spirito di Arzano (Na), don
Luigi Rocco, ha commentato
il testo di Giovanni 6, 14 in
occasione dell’incontro ecumenico avvenuto nella chiesa
battista di Arzano lo scorso
25 gennaio. L’incontro è stato
animato daH’alternarsi di due
cori, quello della Chiesa battista. guidato dal m.o Carlo
Leila e quello della Chiesa
cattolica. Alla liturgia, introdotta e guidata dal pastore
Pasquale Corrado, hanno
preso parte vari membri delle
due comunità. Si è trattato
del quarto incontro di preghiera per l’unità che le due
chiese hanno promosso. Rafforzato dalla maggiore conoscenza, fra le due comunità si
è ormai consolidato un rapporto di reciproca fraterna
unione che sarà probabilmente alla base di nuovi incontri anche al di là della tradizionale cadenza annuale.
Il futuro della diaconia
Su questi aspetti si è soffermata soprattutto l’on. Marida
Bolognesi, presidente della
Commissione affari sociali
della Camera, che ha riconosciuto l’importanza del ruolo
del cosiddetto «terzo settore»,
che non deve più essere considerato semplicemente una
«stampella» dell’intervento,
sempre limitato rispetto ai
bisogni, dello stato sociale, e
neppure come un modo per
allargare l’accesso ai servizi collettivi, ma come vero e
proprio «governo allargato
della società». Di una società
che sempre di più dovrà riconoscere (lo ha ricordato Nedo
Baracani, sociologo dell’Università di Firenze) che le cosiddette «nuove povertà» non
riguardano solo i «minimi», o
solo «gli altri», cioè le situazioni limite dell’esistenza
umana derivanti dall’emigrazione, dallo sradicamento,
dalla disoccupazione endemica, dalle malattie ma, visto
il diminuire di «ammortizzatori sociali» e il crescere della
«fragilità sociale» delle famiglie e dei singoli individui, riguarderanno sempre di più le
situazioni che siamo portati a
considerare «normali» e che,
per un improvviso e grave
problema di vita (la perdita
imprevista del lavoro, una
malattia, una crisi familiare...), saranno portati verso
l’esclusione sociale.
«.
COI
pie
tar
conia significa cercare ^
giustizia sociale che si rick
ma esplicitamente alLE^j
gelo, e per la predicazione
gnifica ricercare la con
guente responsabilità un
na e sociale derivante d)
fede. Oggi, come ieri, la ^
è sempre la stessa, cornee
mostrato dalle domande,]
rie e stringenti, che la pasti
Letizia Tomassone ha p®
nel suo studio biblico di
pertura: «Quanto sappia Ri«
far agire la solidarietà coi . Ì’®1
strumento della presenza C
Dio nella nostra socia , asc
quanto riusciamo a raggi) nai
gere strati diversi dellas
cietà sollecitando che ani
essi ritessano legami disj
darietà tra loro? quanto
chiese e le loro istituzii.
diaconali sanno vedere do
sta la povertà e la disperai
ne nella nostra società?».
Oggi, come ieri, per ledi ■
se evangeliche la sfida è sa,
pre la stessa, dunque, ma ), d®
strumenti devono sape /
adattare ai nuovi bisognie lo
le nuove realtà. Significla . de
ris
Ge:
del
tati
chi
spi
COI
dei
1
re.
Federalismo
e volontariato
Anche la nuova legge sul federalismo, ha affermato Dario Canali, esperto della funzione pubblica della Cgil,
avrà un ruolo importante nella definizione dei servizi che
dovranno integrarsi sul territorio. Una legge che, riconoscendo ai Comuni (singoli o
consorziati) il ruolo principale negli interventi assistenziali, dovrà comunque essere
completata nella prossima legislatura, per esempio con la
trasformazione di una delle
due attuali Camere del Parlamento in un’Assemblea delle
Regioni, di modo che la dislocazione delle risorse e la qualità dei servizi tengano conto
dei diritti universali di cittadinanza che sono propri di tutti
coloro che vivono nel territorio dello stato federale, ma in
particolare delle categorie più
deboli. Da non dimenticare,
inoltre, la legge che istituisce
il nuovo servizio civile di volontariato che, lo ha ricordato
Valdo Spini, presidente della
Commissione Difesa della
Camera, coinvolgerà i giovani
e le giovani e dovrà offrire
un’esperienza qualificata e
qualificante per tutti, sia per
chi svolgerà questo servizio,
sia per chi ne godrà i benefici.
Sempre, naturalmente, che la
prossima legislatura faccia
presto buone leggi attuative o
non mandi all’aria molti percorsi fin qui fatti.
Predicazione e diaconia
La diaconia delle chiese
evangeliche, ha detto il pastore Giuseppe Platone, avrà
un futuro nella misura in cui
saprà adattarsi a questa nuova realtà conservando le proprie caratteristiche, la principale delle quali consiste nel
conservare l’unità di predicazione e diaconia. Per la dia
es!
pn
iiu
ac
ere
str
VÌ2
de
di
po
che vedremo crescere
conia delle chiese valdei :
metodiste? C’è chi si aujj y
di no: siamo già sul limitei
non oltre, delle nostre caj
cità e possibilità, i bilancii
nostro «sistema diaconaj
sono oltre venti volte su|:'i
riori a quello delle nosi •
chiese, siamo troppo asso!
ti dalle preoccupazioni pi ; gli
nostri istituti. Il risultati sei
secondo i più critici e piei ^
cupati, che non abbiamojt c®
risorse, soprattutto umai J®'
per rispondere alla domai r c®
di Evangelo, che è pur ser pa
pre lo scopo della missioii.- de
cristiana. C’è chi, invece,i^tT®
augura uno sviluppo ultem '-.f t
della diaconia, utilizzani*^®
con intelligenza le nuove pf et
sibilità che oggi sono a noi^i ®®
disposizione («Quando soi^; di
nell’istituto di cui mi occi|l de
- mi ha detto un membro^ de
un comitato di gestione dii|i 1®
opera - capisco dawerotlSÈ di
cosa significa la concrete|l s®
dell’Evangelo»).
I «segni»
e le realizzazioni
Come accade spesso, ani ‘
credo eli» P*
cb
Se
ro
m
se non sempre,___
via giusta stia un po' nelnn f ®
zo; da una parte dobbiamo ì '
conoscere i nostri limiti. '
fondo, nella nostra vita, s0
pre, noi procediamo «peti ì .
U»’ I .
gni» più che per realizzalo ^
Dall’altra parte una predi
zinne che non sappia as
mersi le proprie respond •
lità diventa una forma dii '
ritualismo. Dovremo sapi ■,
sviluppare, perciò, sopratt
to la diaconia comuni^ ■•p
(chiamata anche «legge« ^
perché nessuno sia lasc#
solo nel proprio bisogno (t
diverse «solitudini», in futd“
sono destinate a cresce^
ma dovremo anche sap*^
qualificare sempre megl|'
nostro sistema diaconale»
tuzionale perché contini'
essere fedele al suo mandi
Insomma, si tratta di «fare|
icif
ne il bene» o, come è sci
in Ecclesiaste 9, 10,
quello che hai da fare,
con tutte le tue forze». ;
Eugenio Bernal*
Torneremo prossimatt^.
sulle riflessioni e sulle coi®
sione del convegno di
CRONACHE DELLE CHIESE
VALLECROSIA — Alla Casa valdese, il 2 marzo, la Giorna'
mondiale di preghiera delle donne ha visto riunite
u«l
quarantina di sorelle con alcuni fratelli, venute da
ria. Sanremo e Bordighera: anglicane, valdesi, luterai
una rappresentanza cattolica. Dalla riflessione in pi®‘J
gruppi è scaturito in particolare che il coraggio della 1®
come quella di Ester e della sirofenicia protagoniste de
liturgia proposta dalle sorelle delle isole Samoa, vince!
schemi; è urgente opporsi alla violenza, e in questo m
mento pregare per le donne dell’Afghanistan.
SAN SECONDO — Si è svolto recentemente il funerale®
fratello Valdo Rivoira; alla famiglia in lutto la cornud
esprime ancora tutta la sua simpatia cristiana,
9
tZOji 'tfgpl 16 marzo 2001
Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
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I pasti
la
ICO di
ippiai :
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\
Leoluca Orlando in visita a due istituti evangelici siciliani
Un servizio alla società
l'ex sindaco di Palermo ha incontro il moderatore e i responsabili
del Servizio cristiano di RiesI e dell'istituto «La Noce» di Palermo
GIUSEPPE FICARA
Ricorderò questo
giorno come un racconto di storia - ha esordito il
prof. Leoluca Orlando visitando il Servizio cristiano di
Riesi
mentre questa e
y^ggiiii Sjpondendo all’invito del
he anii Centro diaconale La Noce e
tà rJ' l'epoca delle parole e delle
senti i immagini, qui ho potuto
mciP r ascoltare un racconto di sto^ T ria),. L’ex sindaco di Palermo,
ieffasl
i disi del Servizio cristiano, ha visiuanto. tato i due Centri della nostra
ituzii' chiesa alla presenza dei riere d i direttori, membri dei
mera» comitati, moderatore e presitàz» dente della Ced.
X le cij II moderatore, Gianni Genia è sa te, ha spiegato che le opere
e ma i àeWa nostra chiesa non si
sapei “ contrappongono a quelle delognie ^ le espressione
nificlii fi della nostra fede che vuole
re lai “ essere attiva, partecipe dei
valdes, problemi della società, legata
augi 1
indissolubilmente al servizio
limite < a cui il Signore chiama tutti i
tre cal credenti. «Lo scopo della noilancii ' stia presenza attraverso il seraconal tdzio reso con le opere - ha
Ite SU! "i detto il moderatore - è quello
e nost i di permettere un “contagio”
3 asso! positivo nei confronti di queionipi t gli ambienti che svolgono un
iultati servizio pubblico»,
e pra . All’incontro al Centro diaiiamogi cottale direttore. Marco
) umaX Jourdan, ha raccontato le vidomaX'Ccnde che hanno indotto il
pur sei past. Panasela all’apertura
missioii del Centro passando attranvece,iiiTCtso gli scopi che esso si è
) ulteiij 'prefissato in passato e quelli
lizzala attuali. Jourdan ha spiegato
uovepl che il Centro diaconale vuole
□ a nosit- essere innanzitutto un centro
ndosÀ: di formazione nel quadro
li occip della laicità, del pluralismo e
embroÌ della libertà. L'accento è sta□nedifc’ m posto anche sull’assenza
weroef-diuna «ora di religione» e
ncreteif sulla storia delle religioni
che, invece, viene insegnata.
Sono state ricordate le numerose attività del Centro diaconale che, oltre alle scuole mai tema ed elementare, si è arnjIi, ,pliato anche in altri settori:
. ; centro ricupero di minori, so
ibiamo - degno alle famiglie, case famiglie per minori, lavoro con
yjjg disabili, Centro sociale,
o «peri Significativa è stata anche
lizzrf ! la presenza della signora Or^ j.gdji . landò che si occupa del Cenipia as 1''° *11 buon pastore» con cui
sponsi aollabora il «Pellegrino della
,nadir Terra» rappresentato per
no sap ' Teccasione da Vivian Wiwosopra# Il professor Orlando ha
nuniti '
leggeri r
a lasci?’
,ogno (if
, in futi»-''
crescef'
le sapi^
■ meglif
:o naie il;
:ontiniii
mandi*
li «farei'
e è seti?
10’ “'Ì
fare, t"
Il professor Leoluca Orlando, il
direttore del Centro diaconale
La Noce, Marco Joudan, e il
moderatore, Gianni Genre
espresso riconoscenza per
l’invito, e in particolare per il
«contagio» positivo che i vaidesi e metodisti hanno operato nella città di Palermo; ha
ricordato l’epoca in cui le dichiarazioni della nostra chiesa contro la mafia erano ritenute «provocazioni». «Ora so
- ha affermato - che non si
trattava di provocazioni, ma
di voce profetica».
Dopo una vivacissima visita tra i bambini, ci si è spostati presso il Servizio cristiano di Riesi: un’altra storia,
un’altra terra, altra gente. Situazioni e condizioni diverse,
ma un unico scopo: permettere un’istruzione capace di
rendere le persone responsabili e libere. La parola agape è
stata alla base delle storie
raccontate, delle motivazioni
che hanno permesso la costruzione del villaggio del
Servizio cristiano e che ha
condotto il past. Vinay a diventare senatore.
La stessa parola agape, ha
detto il professor Orlando, è
quella che sostiene un qualsiasi servizio reso alla gente,
una parola chiave che per lui
deve muovere ogni azione
umana, per questo ha espresso la sua riconoscenza nei
confronti di un «racconto di
storia» che affonda le sue radici nell’agape di Cristo.
5-17 settembre
Viaggio in
Inghilterra
La Chiesa valdese, in collaborazione con la United Reformed Church, organizza un
viaggio in Inghilterra nel periodo 5-17 settembre 2001. La
proposta di quest’anno prevede il seguente programma di
massima. 5 settembre: partenza da Torino (o altro aeroporto) per Stansted. 5-6 settembre: ospitalità alla comunità di St. Ives e visita a Cambridge. 7-9 settembre: ospitalità alla comunità di Sale e visita di York. 10-13 settembre:
ospitalità a Aberystw^h (Galles) e visita della regione. 14
settembre: ospitalità alla comunità di Coventry e visita di
Stratford-on-Avon. 15-17:
ospitalità al Centro giovanile
di Yardley Hastings.
Il numero massimo di partecipanti è fissato in 30 persone dai 18 anni in su (minorenni solo accompagnati da
genitori o parenti). Il costo
sarà intorno a £ 1.500.000.
Per informazioni e iscrizioni:
Massimo Long, via Principe
Amedeo 22, 57038 Rio Marina (Li); tel./fax: 0565-924208;
e-mail: m.long@tiscalinet.it
ioni
iso, ani
Chiesa valdese di Villasecca: il valore della prassi della fede
La tenacia di una comunità che resiste
Attività invernali «normali»
se si può dire che sia normale
il progressivo ridimensionamento di una chiesa locale
colpita dall’invecchiamento
della popolazione e che solo
con un impegno più deciso
di chi è ancora in forze può
proseguire il suo cammino.
L’unificazione della nostra
scuola domenicale con quella di Perrero-Maniglia ha
comportato la celebrazione
di due feste natalizie con culto presieduto dai bambini e
bambine. A Maniglia rincontro è avvenuto il 17 dicembre
e a Villasecca il 26.
La nostra corale, insieme
alle altre della valle, ha affrontato ben tre impegni «extra»: il 23 dicembre, inàieme a
quella di Torre Pellice e al coretto, a Torre Pellice: il 6 gennaio a Perrero; il 20 gennaio
ai Chiotti. Naturalmente ha
partecipato agli incontri locali del culto di Natale, della festa dei bambini a Villasecca il
26 dicembre, del XVII Febbraio. Ben riuscite, grazie a
un impegno senza risparmio,
le celebrazioni del XVII Febbraio. Ringraziamo il pastore
Bruno Tron per la sua visita e
per aver presieduto il culto
nel tempio di Villasecca.
Purtroppo alcuni lutti hanno ulteriormente ridotto i
nostri ranghi nel mese di
gennaio: ci infatti hanno lasciato Alma Rostaing ved.
Zanin, deceduta il 30 dicembre; Margherita Clot, deceduta il 19 gennaio e Fernanda Fulcheri Pons, deceduta il
22 gennaio. Ai parenti rinnoviamo le nostre condoglianze fraterne nella comune
speranza della risurrezione.
Le riunioni quartierali restano l’attività capillare più
diffusa. Oltre agli argomenti
sinodali di routine abbiamo
esaminato, nel mese di febbraio tradizionalmente dedicato alla storia valdese, i documenti valdesi tardo medievali scritti in lingua popolare e abbiamo studiato le regole dell’EscoZo dou Po seguite oggi per la scrittura dei patuà usati alle valli valdesi.
Bernat"
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La Foresteria valdese di Torre Pellice
organizza per l’estate 2001 dei
soggiorni per famiglie
e persone singole
nelle seguenti date:
^errà data precedenza alle famiglie evangeliche ed agli ospiti
abituali degli anni precedenti.
le famiglie con bambini sono previsti prezzi agevolati
P^r informazioni supplementari telefonare al n. 0121pl801, nei giorni feriali dalle 8.30 alle 12.
*er prenotare scrivere, inviare un fax o una E-mail a:
C.S.D.' Foresteria valdese di Torre Pellice
via Arnaud 34 - 10066 Torre Pellice (TO)
fax (39) 0121 950049
E-mail: foresteria@tpellice.it
Al di fuori delle date sopra indicate verrà data ospitalità
*®c:ondo le disponibilità; precisiamo che, come da statuto, sia"*0 tenuti a privilegiare nella nostra programmazione le attività
^t'clesiastiche ed i gruppi provenienti dalle chiese evangeliche
■'aliane e straniere.
Chiesa battista ó\ Sant'Antonio ó\ Susa
Grazie, pastore Dorma
Dal 1° marzo la Chiesa battista di Sant’Antonino di Susa
è nuovamente senza pastore
titolare; il pastore Adriano
Dorma, che per ben 15 anni vi
ha speso le sue energie spirituali, ha lasciato la cura della
comunità. Alcuni fratelli sono
veramente spiaciuti di questa
sua decisione ma il Signore
che legge nel segreto sa molto
bene il motivo di tale decisione. Chi l’ha sempre apprezza
la Tavola valdese
per l^ufficio Otto per mille
in Roma e in Torre Pellice
avvia la selezione di
un/o impiegato/a con funzioni di segretario/o dei progetti Otto per mille
si richiede diploma o titolo universitario, età superiore
ai 25 anni, autonomia e accuratezza nell'esecuzione
dei compiti assegnati, capacità di ascolto e di gestione
dei rapporti interpersonali, riservatezza, capacità di iniziativa, appartenenza o approfondita conoscenza del
mondo evangelico italiano, fluent english e conoscenza
di almeno una seconda lingua straniera (francese, tedesco, spagnolo), conoscenza pratica dell'uso del personal computer e dei principali software d'ufficio.
Si offre lavoro interessante e professionalmente qualificante, possibilità di lavorare con grandi agenzie estere
e ONG per i progetti OPM internazionali.
Gli/le interessati/e sono pregati/e di inviare, entro il
31 marzo 2001, dettagliato curriculum con recapiti a;
Tavola valdese, ufficio OPM, via Firenze 38, 00184 Roma, email: 8xmille@chiesavaldese.org
AGENDA
16 marzo
tò e seguito nei suoi sermoni
vuole dirgli grazie per la sua
pazienza e per il soffio di cultura che ci ha trasmesso. 11 Signore lo benedica nel nuovo
campo che gli ha affidato e
benedica pure la sua cara
consorte e compagna di vita, l’affabile Irma, per tutto il
lavoro che hanno svolto in
mezzo a noi. Attualmente la
cura della comunità è seguita
dal Consiglio di chiesa.
FIRENZE — Alle 17, alla libreria Claudiana (borgo Ognissanti 14/r), la don. Gigliola Paoletti Sbordoni parla sul tema
«Culture religiose e pedagogia nell’Italia liberale».
GENOVA —Alle 17, nel Salone di rappresentanza del Palazzo Comunale (Pai. Tursi, v. Garibaldi 9, 1° p.), per il ciclo di
conferenze'su «La Riforma del XVI secolo e l’arte», il dori.
Carlo Tapini parla sul tema «Le arti figurative in Germania al
tempo di Lutero: Dürer, i Cranach, Holbein il Giovane».
17 marzo
PALERMO —Alla chiesa valdese (v. Spezio 43), per il corso
di aggiornamento per predicatori locali, Pawel Gajewski tiene un seminario sul tema «Atti degli Apostoli: una lettura ecclesiologica e liturgica». Per informazioni tei. 091-580153.
BERGAMO — Alle 17,30, al Centro culturale protestante, la
prof. Anna Rollier parla sul tema «L’uso terapeutico della
clonazione e delle cellule staminali».
MILANO — Alle 17, alla chiesa metodista (via Porro Lamhertenghi 28), Doriana Giudici parla sul tema «Impegno dei cristiani per l’annullamento del debito dei paesi poveri».
GRUGLIASCO (To) — Alle 15, alla sede della rivista «Tempi
di fraternità» (via Di Vittorio 11), il pastore Maurizio Abbà
parla su «Il senso della vita nel pensiero ebraico e cristiano».
REGGIO EMILIA — Alle 20,30, alla chiesa evangelica (via
delle Quinziane 1), si tiene una serata di informazione e riflessione sul tema «Immigrazione: problema o opportunità?»
con Joseph Walker, responsabile ufficio immigrati Cgil.
MILANO — Alle 17, al Centro culturale protestante (v. Sforza
12/a), per gli incontri su Milano crocevia di fedi e culture diverse, Ali Schutz parla sul tema «La spiritualità ismalica».
18 marzo
ROMA —Alle 17, nell’Aula magna della Facoltà valdese di
teologia (via Pietro Cossa 40), il professor Stefano Levi della
Torre parla sul tema «Messianismo senza Messia».
19 marzo
TORINO — Alle ore 21, all’Unione culturale (via Cesare Battisti 4b), per il ciclo di incontri su laicità e democrazia, Alessandro Cavalli, Valerio Pocar e Amos Luzzatto discutono il
tema «Le aree di conflitto fra stato laico e integralismi». Moderatore il pastore Giorgio Bouchard.
MANTOVA —Alle ore 21, nella sala Isabella d’Este (via G.
Romano 13), per il ciclo di incontri su Bibbia e società globalizzata, il teologo cattolico Armido Rizzi parla sul tema «Il
messaggio della Bibbia alTOccidente».
MILANO — Alle ore 18,15, in piazza San Fedele 4, per il ciclo
di studi su Legge e Grazia, il professor Paolo De Benedetti
parla sul tema «Legge e grazia nella Torà».
20 marzo
ROMA — Alle 18, nell’Aula magna della Facoltà valdese di
teologia (v. P. Cossa 40), Carla Botti, Pietro Comba e Sergio
Rostagno discutono su «Un’etica dei limiti: l’inizio della vita».
21 marzo
ROMA —Alle 16,15, alla chiesa metodista (via Firenze 38),
Gianna Urizio parla sul tema «Israele e Palestina: perché
l’odio e la paura non abbiano l’ultima parola».
22 marzo
ALESSANDRIA — Alle ore 21, alla sala Torriani (via Vescovado 3), il pastore Maurizio Abbà parla sul tema «La parola di
Dio fonte della catechesi».
TORINO — Alle 16 e alle 20,45, nella sala valdese di via Pio V
15 (1 piano), per il corso di formazione adulti, si tiene un’animazione musicale a cura di Carlo Leila e Marta D’Auria dal
titolo «Cantate al Signore un canto nuovo».
23 marzo
GENOVA —Alle 17, nel Salone di rappresentanza di Palazzo
Tursi (via Garibaldi 9,1° p.), per il ciclo di incontri su «Storia,
arte e cultura nell’Europa protestante», la prof. Enrica Cesaratto parla sul tema «Introduzione a Rembrandt».
PALERMO — Alle 17,30, al Centro evangelico di cultura «G.
Bonelli» (via Spezio 43), per il ciclo di incontri «Da Martin
Lutero a Martin Luther King», il prof. Paolo Ricca parla sul
tema «Calvinisti, puritani, riformati».
24 marzo
MILANO — Alle 17, nella chiesa valdese (via Sforza 12/a),
con l’inaugurazione della mostra «Lettere per l’Europa», con
interventi del sindaco di Bretten Paul Metzger, di Günter
Franck (direttore della Casa di Melantone), dei pastori Norbert Denecke e Fulvio Ferrario, si tiene una conferenza su «11
pensiero teologico di Melantone» con i proff. Paolo Ricca e
Michele Cassese; moderatrice Susanna Peyronel Rambaldi.
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
Casa Materna dì Portici
ricerca per selezioni
laureato/a
discipline umanistiche, Scienze politiche, Economia e
Commercio, max 35 anni, con precedente esperienza,
minimo triennale, nel mondo scolastico o sociale, per la
direzione della propria Scuola materna ed elementare
parificata.
Inviare dettagliato curriculum entro i| 15 aprile
2001 a: Casa Materna, corso Garibaldi 235,
800SS Portici (Na).
10
PAC. 10 RIFORMA
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VENERDÌ 16 MARZO 2001
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ADOZIONE
LUCI E OMBRE
FIAMMEHA CULLO*
La legge n. 184/1983 aveva
sancito per la prima volta il diritto di ogni bambino ad avere
una famiglia. I bambini abbandonati alla nascita o allontanati
dalle famiglie naturali e dichiarati in stato di abbandono hanno avuto la possibilità di trovare genitori adottivi per accogliere le loro sofferenze e restituire
loro speranze per il futuro. Le
coppie adottive che presentavano domanda di adozione potevano farlo per un bambino italiano o per un bambino straniero. In questi ultimi anni il numero dei bambini in stato di abbandono è diminuito, grazie anche al lavoro di sostegno dei
servizi sociali di
territorio dato
alle famiglie naturali e alla drastica diminuzione delle nascite.
Purtroppo i
bambini malati
0 di età superiore ai cinque anni
hanno più difficoltà a essere accolti in famiglia
dove continuano a essere desiderati piccoli, bianchi e sani. È
quindi aumentata la richiesta di
adozione per minori stranieri,
in particolare deU’Est (Romania
e Russia). Le nuove disposizioni
in materia di adozioni internazionali dettate dalla convenzione dell’Aia facilitano la materia
offrendo alle coppie maggiori
garanzie e riducendo anche i rischi di traffici illeciti. Perché la
necessità allora di riformare
una legge che ha ben funzionato? La novità più clamorosa è
l’innalzamento del limite tra
adottato e adottante dai 40 ai 45
anni di età. Le pressioni dell’opinione pubblica e della
stampa hanno evidenziato una
esigenza non del bambino da
adottare, ma piuttosto di adulti
che desiderano un figlio a ogni
costo a loro esclusivo vantaggio.
Da tempo vi è la tendenza a partorire pochi figli naturali o a
pensare di concepirli in età più
matura. Le coppie, sposate e
non, iniziano tardi a «mettere su
famiglia»; molte di loro si accorgono tardi di non poter concepire e quando si avvicinano all’adozione scoprono di aver superato l’età per il bimbo piccolo
così desiderato. 11 Parlamento
ha accolto dunque una esigenza
degli adulti, che si troveranno a
rispondere dei problemi dei loro figli adolescenti in età anziana. A queste coppie andrà detto
che difficilmente potranno ottenere un bambino italiano e dovranno rivolgersi all’estero per
Le modifiche alla
legge offrono nuove
opportunità e tempi
più rapidi, ma non
mancano perplessità
soddisfare il loro desiderio di
bambino piccolo.
La legge prevede che anche le
coppie conviventi da tre anni potranno, dopo aver contratto matrimonio, presentare la domanda di adozione. Omosessuali e
single non hanno avuto le risposte desiderate. C’è da ribadire
però che per i single già la precedente legge prevedeva la possibilità di adozioni in casi particolari, laddove vi fosse un esistente
legame affettivo tra adulto e minore. Altra novità nata dall’esigenza di «fare presto» è che gli
accertamenti dei servizi sociali
devono essere contenuti in 120
giorni. Anche il Tribunale per i
_______ minorenni ha dei
tempi limitati per
accertare l’idoneità della coppia. Per gli operatori (assistenti sociaU e psicologhe)
da un lato si tratta di organizzare
una risposta competente in tempi
assai ristretti; dal"*™*““* l’altro si tratta di
conoscere delle persone a cui
forse verrà affidato un bambino
abbandonato, forse di colore,
forse problematico, forse malato
e incapace di amare... Le giuste
(forse) richieste delle coppie di
far presto rischiano di produrre
accertamenti superficiali.
Di notevole significato è che la
nuova legge dispone che l’adottato, raggiunta l’età di 25 anni,
possa conoscere le sue origini e
l’identità dei genitori biologici;
tali informazioni non verranno
fornite se non vi è stata alla nascita riconoscimento di maternità o se i genitori abbiano chiesto di rimanere anonimi. Questo
diritto del bambino, anche straniero, ha stimolato un interessante dibattito: non si può impedire a chi lo desideri di conoscere la sua storia; e questo dev’essere un invito soprattutto alle
coppie adottive che devono accogliere un bambino che ha già
una sua storia precedente. L’incontro tra la sua storia e quella
della coppia che lo desidera come figlio è condizione per il riconoscimento reciproco.
Altre novità interesseranno
gli addetti ai lavori in materia di
affidamenti familiari, aiuti economici per le coppie che adottano minori disabili, e altro ancora. Si tratterà ora di renderla
operativa per far sì che bambini nati senza genitori possano,
oltre i pregiudizi, oltre le differenze di età e di colore, trarne
gioiose storie di vita comune.
* assistente sociale
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail: redazione,torino8riforma.it:
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REDAZIONE PINEROLO:
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DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maffei. IN REDAZIONE: Alberto CorsanI, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrano, Giuseppe Ficara, Pawei Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pons,
Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia: ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. -via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
ABBONAMENTI suic.c.p. n. 14548101 - intestato: Edizioni Protestanti (vedi sopra)
ordinario: L. 110.000; ridotto: L. 85.000: semestrale: L. 58.000;
liSM IV sostenitore: L. 200.000.
Patorn i ' Ordinario; L 175.000; v. aerea:
^ sostenitore: L. 250.000.
L. 200.000; semestraie: L. 90.000:
Tariffe inserzioni pubbiicitarie: a modulo (42,5x38 mm. Riforma - 37x45 mm, L'Eco delle
valli valdesi) £ 30.000, Partecipazioni: mm/colonna £ 1 800 Economici: a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con II numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo litoio della testata
L’Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 10 del 9 marzo 2001 è stato spedito dall'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 7 marzo 2001.
2001
Associato alla
Unione stampa
periodica italiana
Alcune riflessioni suscitate da un libro di Giorgio Girardet i m sui giornali
La teologia pastorale
Benché se ne avverta un grande bisogno, nelle comunità di oggi
c'è troppo carenza di «cura d'anime». I pastori e i membri di chiesa
Teologia pastorale: lo studio normativo e operativo, incentrato sulla parola di Dio, atto a esporre e descrivere i compiti
relativi al ministero di un pastore (o per estensione a quanti
svolgono compiti pastorali in una comunità di credenti). L’apparizione nella «Piccola collana moderna» della Claudiana di
un agile volumetto*su questo tema (corredato da un'utilissima
bibliografìa) a firma del pastore e professore Giorgio Girardet,
ha riempito di gioia e colmato le attese di molti evangelici italiani. Nella svolta epocale in cui viviamo ciò che lascia più disorientati è infatti la diffusa carenza di «cura d’anime», per
usare l’ormai vieta terminologia di un tempo, aggiornata da
Girardet nella locuzione «cura pastorale».
FLORESTANA PICCOLI SFREDDA
SONO senza dubbio interessanti gli approcci dell’autore alla psicoanalisi, attraverso un sintetico ma utilissimo schema delle principali scuole a cui si riferiscono
lo sviluppo del pensiero psicoanalitico e della psicoterapia. Siamo troppo digiuni e
noncuranti di fronte a conoscenze che ritengo indispensabili. Volessimo fare una
pur sommaria riflessione tecnico-scientifica sull’estendersi di questo ramo del sapere nel Centro e Nord Europa rispetto ai paesi latini,
emergerebbe chiaramente
che l’influsso delle scuole
psicoanalitiche compensava
il bisogno di sfogo e di relazione interpersonale, mentre,
ad esempio in Italia e Spagna, ciò era (parzialmente)
possibile nei confessionali.
Oggi psicoanalisi e psicoterapia sono peraltro molto diffuse anche nei paesi latini, ma
serpeggia sempre una certa
diffidenza o sfiducia nei confronti di tali discipline, specie
nelle generazioni anziane; e
nei programmi della Facoltà
valdese di teologia non vi è
una cattedra specifica loro
dedicata, anche se comunque
possono essere contemplate
all’interno dei corsi di teologia pastorale e di catechesi, su
libera iniziativa dei docenti.
Manca dunque alla maggior
parte dei nostri pastori e pastore una preparazione di base affinché l’approccio con i
singoli membri di chiesa possa attuarsi su una solida piattaforma di cognizioni psicologiche non affidate alla semplice intuizione o, peggio, alla
improvvisazione.
Il discorso, su cui auspicherei si aprisse un dibattito, non
si limita però a questa premessa ma si estende a tutti
quei risvolti che coinvolgono
il ministero pastorale, non solo sul pulpito e nelle varie attività comunitarie, bensì in
tutte le dinamiche della comunicazione; sul piano della
«prossimità affettiva», della
«solidarietà» umana e cristiana a solitudini e sofferenze,
deU’«annuncio». Se infatti, dice Girardet, alla cura pastorale generica è demandata la
mutua consolatio fratrum e la
I recenti fatti tragici di Novi
Ligure e altri simili che li
hanno preceduti e seguiti, sia
in Italia sia altrove, hanno riportato in primo piano il problema dei rapporti fra genitori e figli. È un problema antico quanto l’umanità, che talvolta si manifesta in forme
incomprensibili e drammatiche. È un problema complesso dalle mille sfaccettature.
Vorrei, questa mattina, accennare a una sola di queste:
il fatto che troppi genitori di
oggi non sanno più dire «no»
ai figli. Un «no» detto per
amore, non per creare dei divieti arbitrari.
Oggi i genitori lavorano
entrambi e hanno poco tempo per discutere con i figli;
c’è disponibilità di denaro
per cui i figli si abituano ad
avere sempre tutto e subito
ciò che desiderano. Non ser
comunità dei credenti è pertanto «luogo di formazione
permanente», da questo quadro comunitario deve poi emergere la cura pastorale particolare. L’autore cita Bucero,
che proponeva di istituire
«gruppi di credenti confessanti» (quel «tessuto comunitario» generato dalla Riforma), ma anche Calvino, che
invitava alla cura delle singole
«coscienze inquiete», ossia i
«membri deboli» della comunità, bisognosi di un sostegno
particolare: e in tale contesto,
cita prioritariamente l’Evangelo della grazia e dell’amore.
La panoramica che ne scaturisce è di forte stimolo e di
bruciante attualità. Girardet
analizza con attenzione il
processo di formazione personale, psicologica, spirituale
del pastore e della pastora, in
tutte le sue contestualizzazioni: dal pastore/a-counselor, i
cui problemi personali, le
passate frustrazioni o conflitti
o pregiudizi possono condizionare negativamente l’approccio con l’interlocutore, al
pastore/a-terapeuta che per
mancanza di strumenti adeguati non sempre riesce a
porre l’interlocutore nella
condizione di accettarsi, di recuperare equilibrio... al pastorela nel senso pieno del ruolo,
capace di silenzioso ascolto e
di empatia, di genuina accoglienza e di partecipazione,
ma la cui cura pastorale non
riesce a superare questi parametri e a farne emergere la dimensione esplicita, totalizzante; l’annuncio dell’Evangelo nella lettura, nella preghiera, nel dialogo forte ed
esente da falsi sensi di discrezione, ossia quel «ministero
profetico» che rivela in ogni
situazione la parola di Dio.
Purché, dice Girardet, questi momenti non costituiscano «un happy end, un lieto fine spirituale, per un colloquio
andato male». E tuttavia Girardet pone poi subito in
guardia contro il pericolo che
l’attuale tendenza nella cura
pastorale a non intervenire, a
non osare imporre, a non voler «forzare le coscienze» possa essere un rischio ben più
grave, lasciando profondamente deluso chi a sua volta
non ha osato chiedere un
consiglio, una preghiera, ma
questo si attendeva dal colloquio pastorale. L’Evangelo
della vita non è solo messaggio puramente consolatorio:
va annunciato, va predicato,
senza timori e radicalmente al
di fuori di un apparente «senso della discrezione».
Ci sono poi ulteriori spunti
per il dibattito: a) non si può
identificare la cura pastorale
solo nel ministero nella comunità, pur ovviamente riferendosi anche a tale contesto; b) le note informative
sulla psicoanalisi e la psicoterapia costituiscono uno stimolo ad approfondire seriamente questo percorso e forse a far intravedere la possibilità di istituire una cattedra
specifica presso la Facoltà di
teologia; c) il cap. 3 pone una
serie di problemi seri e molto
avvertiti, mettendo tra l’altro
in discussione anche a figura
del coniuge quando il pastore
o la pastora siano sposati: la
0 il consorte deve sapersi ritirare in disparte, favorire spazi di libertà al colloquio fra
pastore o pastora e interlocutore. Esiste infatti anche per
il ministero pastorale il rigoroso obbligo del segreto professionale, ma raramente ci si
sente rassicurati su questo
punto. Fondamentale poi la
gravitas: «Il pastore resta
sempre il pastore». E non si
dica che questo è clericalismo, è soltanto il riconoscimento di un ministero: d)
molto realistiche, al cap. 9, le
riflessioni sulle pastore e opportuno il tentativo di una
«pastorale delle pastore e dei
pastori». Forse, mentre in tale contesto si prendono in
considerazione gli interrogativi e le nuove sfide poste oggi dal coniuge dei pastori e
delle pastore (non più investito, nella maggior parte dei
casi, di quel ruolo vocazionale creato dalla Riforma), non
è stato invece a mio avviso
sufficientemente affrontato il
tema dei figli, particolarmente grave se non si modifica
l'attuale normativa della nostra chiesa sulla «mobilità».
Questo di Girardet è dunque un libro che fa riflettere,
nella misura in cui pone
apertamente il dito su una
piaga dei nostri tempi: la
grande carenza di cura pastorale, dovuta sia alle molteplici difficoltà evidenziate sia
alla «svolta epocale» di cui
sopra. Ammalati, anziani,
sofferenti nello spirito, smarriti in disperata ricerca... chi
sarà con loro, con quelle «folle stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore»
di cui Gesù aveva compassione? (Matteo 9,36).
PIERO bensì
ve dire no quando i figli sono
adolescenti: anzi, si rischia di
creare conflitti insanabili. È
prima che bisogna avere il
coraggio di dire no, quando i
figli sono bambini e devono
crescere sapendo che non
possono sempre avere tutte
le cose che chiedono. E i
bambini comprendono più
degli adolescenti che il no è
per il loro bene. Avete notato
come i comandamenti di Dio
siano, otto su dieci, al negati
(*) Giorgio Girardet; Appunti
di teologia pastorale. Torino,
Claudiana, 2000.
vo? «Non ti fare immagini»,
«Non rubare», «Non uccidere», «Non attestare il falso».
Forse che Dio si diverte a
renderci la vita difficile?
Certamente no: è vero il
contrario. Dio ha liberato il
suo popolo, ma questa libertà ha dei limiti e i comandamenti non sono altro che
gli steccati che vogliono difendere la nostra libertà.
Nella Bibbia si racconta che
Mosè prima di morire ricor
(aPiIIee
notìzie
Il tempio ha 100 anni
Il settimanale valdostano
riferisce (24 febbraio, a
ma Cristina Fondi) della fé-;
sta del centenario della
chiesa valdese nel capoluogo (celebrazione in prò-;,
gramma in novembre e poi'
rinviata in seguito all’allu-i
vione; non colpite le famiglie valdesi, tuttavia c’erano stati dei morti). L’articolo ricorda che la presenza valdese Iniziò nell’alta
Valle: «Una vera e propria
storia dei valdesi tra le
montagne valdostane comincia un secolo e mezzo
fa. Il movimento valdese si
radica ai piedi del Monte
Bianco intorno alla metà
del XIX secolo. Erano gli
anni in cui i turisti inglesi e
scozzesi, protestanti, scoprivano il fascino delle
montagne della Valle d’Aosta e vi si fermavano anche
per lunghi periodi. Con loro portavano (...) i pastone
questi erano in ottimi rapporti con sindaci e parroci
della zona». L’articolo si
avvale delle informazioni
fornite dal past. Ruggero
Marchetti, che ricorda: «Su
richiesta dello stesso sindaco di Courmayeur la
Chiesa scozzese si rivolse a
quella protestante valdese
per inviare un pastore a
Courmayeur». In un secondo momento il movimento
scese prima a La Salle a poi
al capoluogo, dove il tempio fu inaugurato nel 1900.
lusicair
Musica sacra e diabolica
Il supplemento settima
naie de La Repubblica (giovedì 1° marzo) si sofferma
sul libro del card. Ratzinger
Introduzione allo spirito
della liturgia, perché in es
so il prelato parla anche di
rock. «In alcune righe scrive Gino Castaldo - Ratzinger sembra analizzare e
perfino capire la natura di
certi incontri musicali di
massa, e ne intuisce, a ra
gione, la pericolosità». In
opposizione a questa visio
ne, Ratzinger scrive che
«"la musica rock è espressione di passioni elementari che nei grandi raduni
(...) hanno assunto caratteri cultuali, cioè di un con
troculto che si oppone al
culto cristiano’’». E Castaldo commenta: «Frasi perfino condivisibili se non fosse che Ratzinger, troppo
intelligente per ridurre il
tutto a una banale questio
ne di presenza diabolica
(...), contrappone tutto
questo a una musica che
deve unire allo spirito e
che in altre pagine defini
sce come derivazione di
retta dello Spirito Santo».
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sedei
da al popolo i comandamen- j
ti di Dio e poi aggiunge:
quando in avvenire il tuo fi’
gliolo ti domanderà: ‘'Chei
cosa significano queste leg’,
gi...?’’, tu risponderai: “Eravamo schiavi e l’Eterno cifi’i
berò (...) e ci ordinò di mri’i
tere in pratica questi cornar)’
damenti (...) affinché fossimo sempre felici’’». Eccoli
perché dei «no» di Dio: «Affinché fossimo sempre fel';
ci». E oggi, forse più di ieri, 0
rendiamo conto a quali disastri stiamo andando incontro adorando il denaro, l’id°'
lo Mammona, e ignorando
no di Dio: «Non avere altt*
dei nel mio cospetto».
(Rubrica «Un fatto, un cof^'
mento» della trasmissione di
diouno «Culto evangelico» carota
dalla Federazione delle chi^H
evangeliche in Italia andata i
onda domenica 11 marzo)
troll
ctrji
11
16 MARZO 2001
PAC. 11 RIFORMA
Tradizionale ricorrenza a San Secondo
Festa e mostra-mercato
Consueto appuntamento con la festa di San Giuseppe nel comune di San Secondo, a partire da giovedì 15 marzo fino a lunedì 19, con spettacoli teatrali e musicali nella biblioteca comunale e nel tempio valdese. L’inaugurazione della terza mostra mercato in piazza Europa si avrà sabato mattina alle 10,
con apertura anche dei banchi di beneficenza e degustazione
dei prodotti tipici. Nei locali del comune e nel Centro Polivalente sarà possibile visitare mostre, mentre il mattino della domenica sarà aperta la prima rassegna florovivaistica e del giardinaggio; fino a lunedì sera serate danzanti e durante i pomeriggi intrattenimento per i bambini. La giornata di lunedì sarà
dedicata alla consueta mostra agricola di San Giuseppe.
Il progetto della cremagliera al Pra
Il treno, un carro allegorico
Per il carnevale della vai Pellice della scorsa domenica il trenino a cremagliera era soltanto un «carro allegorico», uno
scherzo; allo stesso modo qualche anno fa lo studio pubblicitario Paone costruì un’immagine col trenino direttamente nella conca del Pra (vedi foto). Ma l’idea è stata firi qui poco dibattuta sia a livello ufficiale che con la popolazione. Perciò la
Comunità montana vai Pellice ha organizzato per venerdì 16
marzo, alle ore 15, nella sala polivalente di Villar Pellice, un incontro pubblico sull’argomento. Ovviamente una tale opera
avrebbe ripercussioni turistiche, economiche e ambientali
non solo sulla vai Pellice ma sull’intero territorio pinerolese.
Gli amministratori e i cittadini sono invitati a dire la loro.
Fondato nel 1848
: Probabile ridimensionamento delle strutture nella nuova area industriale di Pinerolo
Le aziende chiedono spazi più stretti
La mancanza di un collegamento autostradale completo e di un vero e proprio scalo ferroviario
limitano l'adesione al progetto del «Polo integrato» alle imprese dalle dimensioni ridotte
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MASSIMO GNONE
Quasi una trianplaáone, anche se i suoi
punti sembrano ancora
instabili: Patto territoriale, Olimpiadi del 2006 e
completamento dell’autostrada Torino-Pinerolo, Nel mirino c’è il «Polo
integrato di sviluppo», in
siglaPis, in corso di reafaazione nell’area industriale della Porporata a
Pinerolo. Per l’assegnazione dei capannoni e
perfùrbanizzazione necessaria, il lavoro è comindato da tempo e venerdì 9 marzo, a Pinerollo, il sindaco e i rapprejsentanti della Soprin, società incaricata della gestioneoperativa della zoGhe si estende fra i
Comuni di Pinerolo e Ro), hanno fatto il quadro della situazione e
He prospettive.
IPoli integrati di sviippo fanno parte degli
interventi previsti dalla
^ione per la crescita
Kdustriale piemontese,
li'investimento di risorse
pubbliche nei 6 Pis amanta a 85 miliardi, con
122miliardi di investimenti complessivi. A Pinerolo il 55% dell'area
lun primo stralcio degli
80,000 md) è stato venduto: 32.000 mq. già assegnati a una ventina di
Hende medio-piccole.
“Uptattutto piccole, perqué senza autostrada e
,®naloferroviario l'interesdelle grandi imprese
^ene a mancare. «Un ri"■ntensionamento delle
potenziali aziende - ha
spiegato l’ing. Picco, responsabile della FinPiemonte, gruppo della quale la Soprin fa parte - è
stato necessario e di conseguenza anche un nuovo programma di urbanizzazione». Entro il 2001
il 40% delle aziende dovrebbe essere insediato e
iniziare la produzione:
nel frattempo la Soprin
aprirà presto il nuovo ufficio vendite, che sarà
spostato da via Duomo
aìl’area industriale stessa.
Il problema del ridimensionamento resta
centrale: si è trattato di
“fotogerig - oreficeria
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10064 pinerolo ro
tei 0 12H9 7'-;50
variare la proposta originaria per andare incontro
alle esigenze dei piccoli
imprenditori e artigiani
(nel Pis non si può insediare il commercio), che
richiedono metrature più
modeste, da 300 a 500
metri quadrati, a fronte
dei grandi capannoni di
2.000-2.500 mq. Un compito non facile, che ha
comportato alcune difficolti Si lamenta un’imprenditrice scontenta,
prima accolta nell’area
del Pis e poi «ripudiata»
perché la porzione di edificio richiesta era di 500
mq sui 2.000 totali: il rischio è di tener fuori tanti
piccoli artigiani che avrebbero bisogno di questi spazi. «Non possiamo
costruire capannoni se
non sono stati totalmente
venduti - risponde Elvio
Rostagno, professionista
incaricato del Pis -: in futuro si cercherà di realizzare degli edifici di natura
condominiale, tenendo
conto delle richieste limitate dei committenti».
Il sindaco di Pinerolo,
Alberto Barbero, ricorda
il ruolo importante di
Patto territoriale e Sportello unico per le imprese. Sul terreno, forse in
ombra, rimane il nodo
centrale: riuscirà il Pis a
rispondere alle promesse
di nuova occupazione,
oppure significherà soltanto la rilocalizzazione
di aziende già presenti
sul territorio?
Val Pellice: Scuola di musica
Ci sarà presto una
nuova gestione
La lunga vicenda della
Scuola di musica della
vai Pellice, costituita circa nove anni fa, con sede
a Luserna San Giovanni
nei locali del Comune,
sembra essere arrivata a
una svolta. Proprio in
questi giorni infatti la
nuova associazione «Musicalnsieme», mista pubblico-privato, che se ne
occuperà a livello di gestione sta mettendo a
punto il progetto che dovrebbe garantire la riapertura dei corsi a partire
dal prossimo autunno.
L’associazione «Musicale
divertimento», che fino
all’anno scorso si è occupata delta didattica e
dell’organizzazione della
scuola, al momento resta
in attesa di conoscere il
nuovo progetto per decidere se entrare in «Musicalnsieme», garantendo
la continuità rispetto agli
anni passati. In base allo
Statuto della nuova associazione, i Comuni che
parteciperanno alla gestione economica della
scuola di musica, con
contributi vari, sono 8,
con il probabile ingresso
anche di Barge e Bagnolo;
l’impegno finanziario
della Comunità montana
è fondamentale, mentre
si spera anche in contributi regionali. Daniele
Griot, direttore della
scuola fino a quest’anno,
si è detto disponibile a
collaborare al nuovo progetto, impegnandosi nel
garantire la qualità del
servizio, coerentemente a
quanto fatto nel corso degli anni, sia dal punto di
vista della didattica, sia
dal punto di vista dell’offerta formativa. Gli utenti
dal canto loro ci tengono
a far sentire la propria voce; nel corso di questi
lunghi mesi durante i
quali la scuola è rimasta
chiusa, non hanno infatti
mai smesso di interrogare
gli amministratori pubblici e i rappresentanti
dell’associazione Musicale divertimento, ribadendo l’importanza educativa e culturale della musica sia per i più giovani
che per gli adulti nel territorio, e chiedono che di
loro si tenga conto come
rappresentanti nella nuo
va associazione.
ICONTRAPPUNTOI
ALL'INSEGNA
DELLA QUALITÀ
PIERVALDO ROSTAN
Non vi è ormai trasmissione televisiva mattutina
in cui, nel contenitore, a
un certo punto venga fuori
lo spazio per la cucina, per
la ricetta, per i prodotti tipici. Allo stesso modo negli ultimi mesi anche i
grandi centri di vendita
hanno creato al loro interno scaffali e spazi per i
prodotti biologici e «del
territorio». A / prodotti naturoli
confermare
questo che sta SOCIO plÙ popolocl
diventando un .
in situazioni
za ha, 0 può avere suUe nostre valli?
Sui prodotti tipici (a base
di latte, frutta o carne) si
sono costruite delle microeconomie; l’esperienza del
«sarass del fen» portato al
«Salone del gusto» di quest’autunno a Torino ha prodotto una conoscenza,e
una richiesta, attualmente
superiore alla
disponibilità.
Il sarass viene cercato da
di insicurezza
alimentare
vero e proprio
business delle
produzioni
alimentari sono i dati pubblicati in questi giorni di
uno studio della Nomisma
secondo i quali il comparto
ha raggiunto la bella cifra
di 14.000 miliardi di fatturato. E questo in un tempo
di «mucca pazza» è già un
buon risultato. Certo non
sarebbe corretto, all’insegna di un improbabile
«mors tua, vita mea», segnalare semplicisticamente
ebe tanti miliardi si guadagnano nel settore ortofrutticolo e più ancora in quello dei prodotti tipici mentre altrettanti se ne perdono nel settore zootecnico.
Sono soldi, e posti di lavoro, su cui nessuno vuole fare ironia o demagogia.
Eppure la crescita del
biologico e del «naturale»
(ma, attenzione, ci deve essere una forma di verifica
e certificazione) che le
analisi economiche di oggi
danno non solo come linea
di tendenza ma come situazione ben presente, si
manifestano proprio in
tempi di insicurezza alimentare. La fiera agricola
di Verona, evento di portata internazionale dello
scorso fine settimana, ha
posto la qualità come un
marchio dei settori in espansione. L’Italia è fra i
paesi dell’Unione europea
quello dove l’agricoltura
biologica è più diffusa; a
dieci anni dall’entrata in
vigore dei regolamenti comunitari in materia, da
quest’anno si è codificato
anche l’allevamento zootecnico biologico. Un caso,
un percorso o un collegamento diretto con la Bse?
Certo è che se diminuiscono in modo persino sconcertante i consumi di carne, altrettanto sono cercati
con passione e preoccupazione animali la cui origine sia certa e conosciuta.
Tutto ciò quali coaseguen
singoli cittadini, dalle rivendite, dai
ristoratori di
mezza Italia.
Cosi potrebbe accadere
per altri prodotti; a titolo
di esempio ricorderò il «tornino di Melle», che giovedì
di questa settimana riceverà l’attestazione di «origine protetta», a sancire
una ricerca e una produzione condotta in vai Varaita
da un singolo produttore
che oggi non riesce a tener
dietro alle richieste. E se il
mangiar bene, di qualità,
non vuol necessariamente
dire mangiar molto, è altrettanto vero che se le richieste crescono, o più persone si mettono a realizzare
un certo tipo di prodotto,
ben riconosciuto e tutelato
oppure ben presto i soliti
furbi della pianura faranno
entro pochi mesi il loro sarass del fen piuttosto che i
tomini della vai Varaita.
Ovviamente a costi (ma an
che a qualità) inferiori.
È allora indispensabile
che il sistema dei produttori delle zone montane rie
sca a individuare ciò che
davvero tipico c’è, si metta
nelle condizioni di tutelarlo e di realizzarlo secondo
disciplinari rigorosi tali da
garantire la qualità del prò
dotto, il sapore e il giusto
prezzo. Le Comunità mon
tane del Pinerolese, insieme alla Provincia di Torino, stanno mettendo a punto una serie di progetti «di
nicchia», dal latte biologico, ai formaggi e ai vini:
si investono delle risorse
pubbliche sperando che i
diretti interessati, cioè i
produttori, investano almeno nel loro tempo risco
prendo una forma di imprenditorialità che parte
dalla terra come luogo di
produzione, passa al territorio come spazio di acco
glienza turistica (e di com
mercializzazione) e torna
ancora alla terra come pre
venzione e tutela delle prò
prie montagne.
12
PAG. 12 RIFORMA
E Eco Delle "\àlli "\äldesi
VENERDÌ 16
marzo
VENER
L'inquinamento elettromagnetico cresce in fretta
Antenne selvagge
Gli enti locali devono assumersi le loro responsabilità per
la localizzazione adeguata e per l'uso di tecnologie sicure
DAVIDE ROSSO
PROSEGUE LA RISTRUTTURAZIONE DEL MUNICIPIO DI PINEROLO — Prosegue il lavoro di ristrutturazione del palazzo comunale di Pinerolo
che nella sua parte più antica risale al 1600. In
particolare, oltre alle facciate esterne, da mesi
gli operai sono al lavoro per il recupero e la risistemazione dell’aula consiliare che al termine
dei lavori si presenterà radicalmente modificata
nella distribuzione degli spazi, con una postazione sopraelevata per il sindaco e il presidente
del Consiglio comunale e il rifacimento della tribunetta per il pubblico cbe verrà ampliata. Il restauro prevede poi ovviamente la messa in sicurezza dei locali e la riparazione della volta che
sostiene il pavimento ora lesionato in più punti.
COMUNITÀ PEDEMONTANA: BILANCIO 2001 — È
stata fissata per mercoledì 21 marzo, alle ore 21,
nella sede di via Duomo 42 a Pinerolo, la seduta
pubblica del Consiglio della Comunità montana
«Pinerolese pedemontano». All’ordine del giorno l’approvazione del bilancio di previsione
2001 e pluriennale 2001-2003 e della variazione
numerica della giunta con la nomina dei nuovi
componenti.
ABDELLAH EI SUOI FRATELLI — È il titolo del documentario che sarà proiettato sabato 17 marzo
presso Stranamore alle 21,15 con la partecipazione del regista, il torinese Armando Ceste. Tema della proiezione; la difficile integrazione degli immigrati a Torino.
CLAUDIO BISIO E AMICI DI ROLAND A RADIO
BECKWITH — Il comico di Zelig sarà ospite telefonico della trasmissione di dj French e Paul,
alle 16,15 di venerdì 16 marzo, per presentare il
suo spettacolo comico teatrale di scena il 16 e il
17 al teatro Colosseo di Torino. In programma
anche un intervento telefonico con la band torinese degli «Amici di Roland». Domenica sera dalle 21,30 continua la trasmissione «Chicken», cucina, sondaggi e musica, e ogni mercoledì alle 22
si rinnova l’appuntamento con «Folkclub».
CORSO DI OCCITANO PROVENZALE — La Regione Piemonte, in collaborazione con le associazioni culturali del territorio organizza un corso
di occitano-provenzale per insegnanti di ogni
ordine e grado e per la popolazione dal 29 marzo al 25 maggio. Per la provincia di Torino il corso si svolgerà a Perosa Argentina presso la sede
della Comunità montana. 11 corso prevede la conoscenza del patrimonio culturale e linguistico
dell’arco alpino sud-occidentale di matrice linguistica d’oc e l’alfabetizzazione nelle parlate locali della medesima area. Al corso possono partecipare 20 «ragazzi del 2006»; è previsto un ciclo di otto incontri per un ammontare di 25 ore.
GIORNATA DELLA CARNE A LUSERNA — La vicenda di «mucca pazza» ha provocato forti timori
sulla sicurezza della carne delle nostre mense;
problema che si è aggiunto ai «polli alla diossina» o alla carne con antibiotici. Risultato, un forte calo dei consumi. Ecco che da Luserna San
Giovanni parte l’idea di una «giornata della carne nostrana». Domenica 18 marzo, alle 11, nella
saletta d’arte del municipio, ci sarà un incontro
pubblico sul tema; «La nostra carne è sicura e
genuina»; partecipano rappresentanti degli allevatori, del servizio veterinario dell’Asl 10, operatori del settore e amministratori pubblici. Al termine al mercato coperto saranno serviti polenta
e spezzatino offerto dai macellai di Luserna.
SCHERMI MENTALI — Mercoledì 21 marzo alle 21,
al cinema Trento di Torre Pellice, avrà luogo la
seconda rappresentazione della rassegna cinematografica promossa dal Centro di volontariato vai Pellice. 11 film «Il guardiano» affronta il
problema di una famiglia alla ricerca di un corretto comportamento in presenza di una situazione di disagio psichico. Lo scopo della rassegna, per mezzo della proiezione di un film ogni
terzo mercoledì fino a giugno, è quello di contribuire al superamento di paure e pregiudizi,
promuovere disponibilità e accoglienza.
CONVEGNO SUI SERVIZI SOCIALI — La nuova legge 328/2000 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali sarà al centro dei lavori di una giornata organizzata per sabato 24 marzo dalla «Bottega del possibile» a
Torre Pellice. Ruolo del Comune rispetto alla rete dei servizi locali e nella predisposizione di un
sistema locale di protezione e promozione sociale; questi gli argomenti della giornata che
avrà inizio alle 9 per chiudersi alle 17,30.
NEL mondo in questi
anni l’inquinamento
elettromagnetico è cresciuto in maniera praticamente esponenziale, e
l’Italia ovviamente non
fa eccezione. Siamo sempre più circondati da
campi elettromagnetici
siano essi generati da cavi dell’impianto elettrico
o da antenne radio o telefoni cellulari anche se,
a quanto si sa, non tutti
questi campi elettrici sono pericolosi allo stesso
modo per la salute umana. Da febbraio comunque una legge nazionale
regolamenta i limiti di
esposizione e i valori di
attenzione entro i quali
questi impianti devono
situarsi perché la salute
pubblica sia tutelata. Per
altro in quest’ultimo anno molti enti locali si sono confrontati sulla necessità di una regolamentazione precisa in
materia. La legge nazionale ora prevede i valori
che devono essere validi
per tutti gli impianti pre
senti sul territorio nazionale e stabilisce cbe in
materia di localizzazione, standarizzazione e
incentivazione nell’utilizzo di tecnologie migliori a decidere siano le
Regioni, le Province e i
Comuni. Chiarezza è fatta dunque.
Per quel che riguarda il
nostro territorio a poco
più di un mese dall’approvazione della legge, la
Provincia e alcuni Comuni si sono già mossi stipulando una convenzione con l’Agenzia regionale per l’ambiente e alcuni
enti gestori. Fra i Comuni
sottoscrittori della convenzione vi è anche quello di Pinerolo dove vi sono 6 impianti di teleradiocomunicazioni e uno
in scadenza. «Il Comune
di Pinerolo - dice l’assessore airUrbanistica, Flavio Fantone - intende
con il nuovo regolamento approvato dal Consiglio limitare i valori di
campo elettromagnetico
e regolamentare l’ubicazione delle emissioni sul
territorio, ed è proprio in
quest’ottica che il Consiglio ha aderito alla convenzione con la Provincia». Un’azione congiunta quindi che tra l’altro a
Pinerolo comporta anche
la sospensione, come si
legge nella mozione approvata dai consiglieri la
scorsa settimana, di tutte
le procedure autorizzative in corso per l’istallazione degli impianti fissi
o provvisori di telefonia
mobile fino all’entrata in
vigore delle nuove disposizioni nazionali.
Stop quindi alle cosiddette «antenne selvagge». Può essere, ma intanto non tutti i Comuni
sembrano muoversi con
la stessa solerzia e soprattutto la Regione si
dimostra ancora titubante ad affrontare il tema
nonostante da più parti e
in particolare dal consigliere Enrico Moriconi
dei Verdi e da quello dei
Comunisti italiani, Giuseppe Chiezzi, arrivino
sollecitazioni in merito
alla proposta di legge
presentata in Regione in
materia di elettrosmog.
Un progetto ideato dalla Regione Piemonte
La legna per il riscaldamento
DANIELA GRILL
■p ROGETTO legnacei I
La trasmissione Rai Sereno variabile si occuperà
prossimamente delle Valli. Domenica 18 marzo, alle
ore 15, verrà filmata la piazza di Torre Pellice (piazza
Libertà). Per l’occasione alcune donne, ragazze e
bambine dovrebbero comparire vestite in costume
valdese. Chi fosse disposta a collaborare può telefonare al Centro culturale valdese; 0121-932179.
energia 2000» è il
nome di un’iniziativa
promossa dalla Regione
Piemonte e portata avanti anche dall’Ipla, l’Istituto piante da legno e ambiente; il progetto si propone l’obiettivo di ricercare fonti alternative per
il riscaldamento di uso
domestico e mira all’utilizzo della legna come
mezzo combustibile a
basso tasso d’inquinamento. Questa iniziativa
partirà a settembre 2001,
creando 6 comuni pilota,
tra cui anche Prarostino e
Cantalupa, in cui installare e poi controllare caldaie a legna e termocamini, messi a disposizione da alcune case costruttrici a un prezzo
scontato fino al 50%.
«Per quanto riguarda il
comune di Prarostino
vengono messe a disposizione due caldaie e un
termocamino funzionanti a legno tagliato a
tronchetti - spiega il vicesindaco. Armando
Giay -; l’installazione
dovrà avvenire entro il
mese di settembre prossimo a partire dal quale
inizierà l’anno di analisi
e controllo. L’installazione delle caldaie, cbe sarà
a carico dell’acquirente,
dovrà essere effettuata
da installatori autorizzati, che potranno essere
inseriti in un elenco regionale, come garanti di
qualità per questo progetto. È importante anche ricordare che per
poter usufruire dell’agevolazione di acquisto è
necessario avere un sistema di riscaldamento
idoneo in tutte le sue
parti, o essere disponibili
a attuare i cambiamenti
da fare; questo per evitare che i dati forniti dai
controlli possano rimanere falsati a causa di un
cattivo funzionamento
non della caldaia, ma
dell’impianto di riscaldamento, e dunque non
imputabili alla ditta produttrice, ma all’utente».
L’iniziativa è rivolta ai
residenti nel comune e
deve essere garantita da
settembre 2001 a settembre 2002. Alla fine di
questo primo anno si
raccoglieranno i dati e si
studierà la resa, la rispondenza, e ci sono
buone speranze che il
progetto venga riproposto anche negli anni futuri. «Prarostino è stato
scelto in questo esperimento, essenzialmente
per la sua natura collina
re e la grande quantità di
boschi presenti sul territorio - continua Giay
Attualmente nella nostra
regione sono in funzione
200.000 caldaie a basso
rendimento, di vecchia
concezione, funzionanti
a legna; l’obiettivo è so
stituire le caldaie a basso
rendimento con nuove
tecnologie che permettano un recupero del 25%
del prodotto con un no
tevole risparmio di con
sumi e un miglioramento
anche dal punto di vista
dell’inquinamento».
Maggior turismo in vai Pellice
La Cantina diventa
«porta di valle»
Sarà pronto entro la fine di marzo il progetto
elaborato da Agess e Comunità montana per la
realizzazione dei nuovi
punti di accoglienza turistica in vai Pellice; al
centro deU’iniziativa c’è
la volontà di coniugare la
disponibilità a diffondere
informazioni sulla cultura locale e le possibilità
di itinerari con la presentazione e quindi la vendita dei prodotti tipici.
Testa di ponte della rete
la cosiddetta «Porta di
valle» che è stata individuata nei locali della
Cantina sociale di Bricherasio; primo momento di «contatto» con la vai
Pellice per chi proviene
dalla pianura.
In queste settimane si
sta lavorando per adeguare il vecchio progetto
alle esigenze attuali, per
poi presentarlo entro il 31
marzo alla Regione; saranno coinvolti anche
l’ufficio di informazioni
turistiche della Pro Loco
di Torre Pellice e tutti
quei soggetti che nel territorio già operano su
questo fronte, come il
(Consorzio vai Pellice Doc.
Per quanto riguardai]
nanziamenti, si parij
una sinergia fra i div«
enti locali, come Pro^
eia. Regione con foj
specifici per la montai
e la Comunità mon^
della vai Pellice. ™
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sore Mauro Pons (
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l’agricoltura al turismo
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assessore, ndr.). Adesso: ^
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commenta: «La Couj
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oltre un miliardo.
Al Comune di Inverso Rinasca
Senza minoranza
Archiviate, con una necessaria presa d’atto, le
dimissioni di Daniele Poliotto (ultimo rappresentante della minoranza rimasto in Consiglio comunale dopo la rinuncia
degli altri rappresentanti
della sua lista), i consiglieri di Inverso Pinasca
nella seduta di lunedì 5
febbraio hanno preso in
esame il bilancio di previsione per il 2001. Un
bilancio cospicuo, che il
Consiglio ha approvato
con un pareggio di esercizio che si aggira sui 6
miliardi. Di questi parecchi in realtà sono trasferimenti previsti o avvenuti dalla Prefettura o da
altri enti per i danni causati dall’alluvione di ottobre, una sorta di «partita di giro», come ha
commentato il sindaco
Andrea Coucourde.
Fra gli interventi previsti in bilancio oltre a
quelli di grande urgenza
sulle sponde del Chisone
anche l’asfaltatura e la
messa in sicurezza di
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tratti stradali di aleni
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detto Coucourde nelp»
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bilancio - quello ci.
stiamo vivendo è una;
Si è svolta a Torre Pellice la Festa delle corali
Cantare con il nuovo Innario
Una «Festa di canto»,
quella che si è tenuta domenica 11 marzo a Torre
Pellice, caratterizzata come era nei programmi
dal nuovo Innario cristiano. Tutti gli inni che i
coralisti delle varie corali
del I distretto hanno eseguito infatti provenivano
dal nuovo Innario pubblicato recentemente
dalla Claudiana e che,
già in uso in molte chiese, presto sostituirà il
vecchio innario del ’69.
Spetterà ovviamente alle
corali «insegnare» le nuove armonizzazioni e i
nuovi inni che la raccolta
presenta tenendo presente che questa naturalmente è uno strumento
in più per la comunità
che «deve riflettere sulle
no che preoccupa pera
la “carne al fuoco” èffl ~—
ta e il tempo per esegui
alcuni interventi e avts H
finanziamenti è scarsi •
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questo senso arrivali
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sciata a Erminio R'J Dell
che in qualità di p' Hard
dente del consorzio“ ticai
ha presentato ai
glieri le linee di intebjjiiejg
parole che vengono cantate accompagnate dalla
musica che a sua volta
esprime quello che queste significano». In un incontro in cui ovviamente
non erano importanti i
meriti particolari di ciascuna corale vale la pena
di ricordare per intensità
quei momenti significativi in cui le corali si sono
unite per eseguire alcuni
inni come nella conclusione della giornata
quando è stato cantato
l’inno 148 «Vieni in mezzo a noi Dio liberatore».
to che il Consorzio |jinipi
portando avanti ®^ned
qualità di presidentejmari
la Commissione taprao d
con il territorio del cOy alt
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L'impianto delle mense scolastiche in vai Pellice
Non solo «mucca pazza»
Oltre oi rischi della Bse, un incontro pubblico ha dibattuto
di diete alimentari e cibi sostitutivi per motivi di religione
j^ELINA MAURIZIO
*yf ENSE scolastiche
]yl nell’occhio del ci
clone in queste ultime
settimane in vai Pellice,
tra problemi di «mucca
oazza» e menu differenoati. Non è mai stato un
rapporto facile quello tra
Jutenti e questo servilo, sia dal punto di vista
organizzativo, sia soprattutto dal punto delle garanzie di qualità fornite a
quanti, bambini sopratUitto, consumano il pranzo nella mensa scolastica
§no a 5 giorni a settimana. Per parlare di orgainisazione, prospettive e
tutela della mensa scolastica si è svolto lunedì 5
0arzo, a Torre Pellice, un
flartecipato dibattito nelfaula consiliare, al quale
hanno dato il loro contributo numerosi esperti,
tra cui Maurizio Garetto,
veterinario dell’Asl 10,
die con estrema chiarezza ha spiegato i reali ri|chi derivati dal problema dalla Bse, invitando i
•presenti, soprattutto genitori dei bambini, a non
■lasciarsi prendere dal panico, valutando sia la rigorosità dei controlli effettuati, sia la bassissima
incidenza della malattia
sulbestiame e sull’uomo,
llgruppo di genitori
ehe aveva organizzato
rincontro ha invitato
iuseppe Paschetto, del
laboratorio di educazione ambientale di Cossato, in provincia di Biella,
che da anni porta avanti
un progetto di educazio^ ne alimentare e sta gra-^mu3 inserendo il
5 biologico nel menu delle
ehi"*®®’ l’usperienza biel** (Jpcse, in corso dalla se
dio d metà degli Anni 90
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Lurpbt Q USCITA incredulità e
"0 rabbia negli ammininyjjjtstori, oltre che nella
u Colazione, la decisione
rpsenti’^'^®8istrato del Po, reje| ,^tiota mercoledì scorso,
™ non finanziare diversi
ento. ■
come un modello efficace e di non difficile attuazione, con costi superiori di circa il 20% rispetto all’attuale costo
medio del pasto a Torre
Pellice, dove attualmente
sono previsti prezzi differenziati per fasce di reddito e in relazione al numero di fratelli del medesimo nucleo familiare.
Di ben altra natura è
invece il problema che
sta toccando da qualche
tempo la mensa dell’istituto comprensivo di Luserna San Giovanni, dove
si consumano circa 300
pasti giornalieri. Da tempo la commissione mensa ha chiesto che ai bambini di religione musulmana venga fornito un
pasto sostituivo quando
(due volte al mese) viene
servito come secondo
piatto il prosciutto cotto, *
che sino ad oggi le famiglie hanno continuato a
pagare, benché non sia
ovviamente consumato.
La richiesta è rimasta
inevasa per lunghi mesi e
soltanto una settimana fa
è stata fatta una delibera
in proposito. «Per evitare
discriminazioni, non intendiamo come amministrazione comunale far
risaltare che la richiesta
di pasto sostitutivo venga
fatta dalle famiglie per
motivi religiosi, per cui
quando la delibera sarà
esecutiva, chiunque potrà richiedere la sostituzione del prosciutto cotto», spiega il vicesindaco
Paolo Gardiol.
La commissione mensa ha più volte espresso il
suo dissenso rispetto a
questa posizione: «Non ci
sembra che dichiarare la
propria religione e fare
una richiesta di pasto sostitutivo per tali motivi
sia discriminante», dice
Gianni Bellion, docente
delle medie, della commissione mensa.
In discussione a Torre Pellice
Sarà più cara
la raccolta rifiuti
Un ordine del giorno
da far impallidire anche i
più temerari per il Gonsiglio comunale di Torre
Pellice nella seduta di lunedì 12 marzo. Sono 28 i
punti messi in discussione, fra i quali anche l’approvazione del bilancio
di previsione per il 2001.
Quando il nostro giornale è già in stampa, l’assemblea si trova ad approvare un bilancio le
cui uscite pareggiano le
entrate alla cifra di oltre
7 miliardi. Per quest’anno il Comune si avvarrà
del prelievo sull’lrpef
dello 0,5%: non ci saranno variazioni delTlci che
rimane al 5,5 per mille,
meno la detrazione prevista per la prima casa, e
al 7 per mille per gli altri
fabbricati. Nulla di buono arriva dalle imposte
per la raccolta dei rifiuti:
la Tarsu viene aumentata
del 25%, a fronte di un
forte incremento del
36,58%o dei costi richiesti
a Torre Pellice dal con
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ha raccolto i consensi dei
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I «preventivi» del Consiglio comunale di Ferrerò
Esame del bilancio pluriennale
LILIANA VIGLIELMO
La seduta del Consiglio comunale di
Perrero del 26 febbraio è stata dedicata in particolare all’esame del bilancio di previsione per il 2001 e del bilancio pluriennale 2001-2003.11 preventivo
per l’anno in corso presentato dall’amministrazione non raggiunge il miliardo e vede in diminuzione, alla voce
«spese», la quota dello stipendio del
tecnico comunale che prestava il suo
servizio anche al Comune di Prali, e che
ora è stato assunto a tempo pieno da
quest’ultimo. Un capitolo di bilancio
importante è l’accensione di due mutui, uno per il completamento del nuovo complesso polivalente situato nei
pressi del campo sportivo di Perrero, il
secondo a sostegno del progetto di rifa
cimento dell’impianto di risalita della
seggiovia dei Tredici laghi di Prali.
Sindaco e consiglieri di maggioranza
hanno dichiarato nel corso della seduta di rinunciare ai gettoni di presenza
previsti dalla legge, mentre il consigliere di minoranza Savino Guarino ha
manifestato l’intenzione di versare
l’importo al proprio partito. In sospeso
invece è rimasta la questione del procedimento contro i consiglieri del
gruppo «Piemonte nazione» che risultano assenti a numerose sedute. Al
momento di decidere in merito il consigliere Guarino, che pure aveva sollevato il caso, si è tirato indietro causando il risentimento della maggioranza e
il rinvio di ogni provvedimento di cancellazione dei consiglieri di «Piemonte
nazione» dal Consiglio.
sorzio Acea. Da che cosa
dipendono questi aumenti? In larga misura
dai lavori di ampliamento della discarica Torrione II e di costruzione del
nuovo impianto di smaltimento per un costo totale di oltre 60 miliardi.
DalTAcea arriva la conferma della stesura di un
progetto per la realizzazione di un’area attrezzata per gli scarti legnosi
nell’area dell’ex haigas di
Slancio, acquistata l’anno scorso dal Comune.
Sono stati appaltati i lavori per la sistemazione
di piazza San Martino,
piazza della Libertà e del
primo tratto di via al Forte. Entro la fine di marzo
dovrebbero aprirsi i cantieri per la pavimentazione del cortile interno della caserma Ribet e per
l’asfaltatura del piazzale
davanti alla caserma dei
Vigili del fuoco. A bilancio sono previsti 20 milioni per l’intervento sulle
alberate e 30 milioni per
la sistemazione di nuovi
lampioni: l’illuminazione
pubblica ai Chabriols è
stata completamente sistemata.
Il mercato di Torre Pellice sarà riorganizzato.
Per garantire l’accessibilità ai mezzi di soccorso
spariranno i banchi, fatta
eccezione per i produttori
locali, nel tratto compreso fra piazza della Libertà
e l’incrocio fra via Arnaud
e via Caduti per la Libertà. In futuro sarà messa a nuovo piazza Cavour, con l’impermeabilizzazione del fondo a difesa della sottostante autorimessa di proprietà
comunale. Saranno presto appaltati anche i lavori di sistemazione idrogeologica e verifica strutturale dei ponti, con spesa di 400 milioni di cui 70
finanziati dalla Regione.
Dal Pinerolese, per i mancati finanziamenti
I sindaci contro il MagisPo
civile* I
t?*®fventi di arginatura e
.¡„«.^pristino sulle sponde
°"®%lChisone a Pinerolo,
'^niras Macello, Vigono
Un si f Germano. Dopo un’
® i. ^wpellanza presentata
Palamento da alcuni
' jjnPWati, fra cui l’onoreasLo ^oleGiorgio Merlo, il MaIsPo presenta le tabelle
interventi finanzia
li ponte Palestro nei giorni dell’aiiuvione
farsi a ponte Palestro
quando proprio l’autorità
di bacino aveva dichiara
con oi
à
sin’^iall’aiiu;-'
quelli non finannelle zone colpite
vione. Emerge
J*" dalle richieste
MI sono stati tagliati
|j|®‘Pinerolese circa 7 miWoi e in particolare pravamente tutti gli inter^ ®mi nel territorio di Pi(cosa che per altro
ti eVj®'^*’^®Ubelacostruzioj** „ linuovo ponte ferroe stradale), in quelSan Germano alni di ponte Pale
Osasco, di Macel0 0®" /e di Visone
f'*" m J.’Pmediata la reazione
periaiaeisinH,,^)
delle località
' na < dai tagli che in
“ lai L* ®Oftferenza stampa
” giovedì 8 in mu
® Pinerolo, pre' U anche i rappresen
tanti del comitato spontaneo «Chisone sicuro»,
hanno dichiarato non solo il loro sconcerto per i
tagli su interventi che, come ha dichiarato il sindaco di Pinerolo, in alcuni
casi erano stati giudicati
necessari addirittura già
nel ’99 ma la loro intenzione di andare a fondo
della vicenda rivolgendosi anche alla Procura della Repubblica. Una posizione dura quella espressa all’unisono dai sindaci
dei territori coinvolti che
vogliono capire «quali
siano i criteri seguiti per
l’attribuzione dei fondi»
senza con ciò mettere in
dubbio la legittimità di
altri interventi.
«Non si capisce - dice il
sindaco di San Germano,
Clara Bounous - come sia
stato possibile tagliare su
interventi come quelli da
to che andavano fatte al
più presto». Ai chiarimenti poi, chiesti al MagisPo anche dal consigliere regionale Bolla, è
stato risposto che si cercherà di rimediare attraverso dei ribassi d’asta,
ma i sindaci sono poco
fiduciosi anche perché,
affermano, «è molto improbabile che i ribassi
permetteranno di recuperare 7 miliardi». Una
situazione difficile che lascia comunque l’amaro
in bocca ma di fronte a
cui i sindaci non vogliono arrendersi perché a
parer loro ne va di mezzo
la sicurezza della popolazione. Disposti poi anche
ad azioni dimostrative i
rappresentanti del comitato «Chisone sicuro».
È nato il progetto «Univalli»
Risorse e sviluppo
Si chiama «Univalli; risorse e sviluppo». È la
nuova società a responsabilità limitata che vede
insieme i Comuni di Bagnolo Piemonte, Barge,
Luserna San Giovanni e
Rorà per, come recita lo
Statuto, «promuovere lo
sviluppo integrato del
territorio e delle loro collettività». Già da alcune
settimane l’adesione alla
società è stato approvato
dal Consiglio comunale
di Rorà; martedì è stata la
volta di Luserna.
«Partendo dalla necessità di avere, in un tempo
di ristrutturazione e riorganizzazione degli enti
locali, strumenti nuovi e
flessibili - spiegano gli
amministratori dei 4 Comuni - ci siamo posti
l’esigenza di aumentare
la nostra imprenditorialità e la nostra attività di
promozione». E così la
nuova società punta a
«valorizzare le risorse
economico-produttive e
alla gestione economica
del territorio e delle sue
risorse naturali». Al di là
di un linguaggio che in
taluni passaggi pare assai
complesso e privo di
concretezza, gli obiettivi
della società vanno nella
direzione di uno sfruttamento di alcune risorse
naturali che si ritrovano
in tutti e quattro i comu
NELLE CHIESE VALDESI
AGAPE — A partire da giovedì 15 marzo è possibile
iscriversi ai campi estivi di Agape, tei. 0121807514, fax 0121-807690. Dal 16 al 18 marzo,
week-end uomini.
UNIONI FEMMINILI — Domenica 18 marzo, a San
Secondo, alle 14,30, incontro delle Unioni femminili di Bricherasio, San Secondo e Prarostino; Alba
e Tullio Fiorio parleranno delle loro esperienze in
Africa, Anita Tron parlerà della visita nelle Valli
dell’equipe Cevaa2001..
I DISTRETTO — Alle 9,15, a Villar Pellice, incontro
pastorale del I distretto, a cura del pastore Winfrid
Pfannkuche, introduzione di Daniele Bouchard su
«L’identità maschile».
I CIRCUITO — Studio biblico del 1“ circuito, alle
20,30, martedì 20 marzo alla sala unionista di Angrogna: «I Vangeli e gli Atti degli Apostoli», a cura
di Donato Mazzarella.
II CIRCUITO — Domenica 18 marzo, festa delle
scuole domenicali ad Agape.
INCONTRO PASTORI, VISITATORI, CIOV — Giovedì
22 marzo, alle 17,15, all’ospedale di Torre Pellice,
incontro tra pastori, visitatori e responsabili della
Ciov sulla cura d’anime e visite ospedaliere.
ANGROGNA — Assemblea di chiesa, domenica 18,
per discutere la questione delle quote inespresse
dell’otto per mille. 1 membri elettori riceveranno
una documentazione esplicativa. Riunione quartierale martedì 20 marzo, alle 20,30, a Buonanotte.
BOBBIO PELLICE — Domenica 18 culto animato dai
giovani e incontro dell’Unione femminile.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Riunione quartierale,
venerdì 23 marzo, alle 20,30, agli Airali. Incontro
dell’Unione femminile, mercoledì 21, alle 14,30.
MASSELLO — Domenica 18, culto quindicinale.
PERRERO-MANIGLIA — Lunedì 19 marzo, alle 9,30,
all’Eirassa, visita pastorale. Incontro delTUnione
femminile, lunedì 19 marzo, alle 14.
PINEROLO — Domenica 18 marzo culto alle 10, con
la partecipazione della Commissione esecutiva distrettuale. Giovedì 22 marzo, alle 15, incontro
dell’Unione femminile: parteciperà Ettore Serafino, che presenterà il suo libro «Quando il vento le
pagine sfoglia»; tutta la comunità è invitata.
POMARETTO — Riunioni quartierali; giovedì 15, alle
15, all’Inverso Paiola, venerdì 16, alle 20,30, a Perosa, mercoledì 21, alle 20,30, a Pomaretto. Incontro al Centro anziani di Porosa, venerdì 23, alle 16.
PRALI — Giovedì 22 marzo incontro dell’Unione
femminile. Riunioni quartierali; martedì 20, alle
20,30, a Ghigo, mercoledì 21, alle 20, a Malzat.
PRAMOLLO — Riunione quartiérale alla Ruata, martedì 20 marzo, alle 20.
PRAROSTINO — Riunione quartierale, giovedì 15
marzo, alle 20,30, a San Bartolomeo.
TORRE PELLICE — Domenica 18 marzo, alle 15, nélla scuola dei Simound, visita della scuola domenicale. Riunioni quartierali: mercoledì 21 marzo, ai
Bouissa, venerdì 23 agli Appiotti.
VILLAR PELLICE—Sabato 17 marzo, ore 21, alla sala,
la filodrammatica di San Secondo, presenta «I fisici», commedia grottesca in due atti di F. Durrenmatt. Lunedì 19 marzo, alle 21, Studio biblico sul
tema della donazione degli organi, con l’intervento di un responsabile dell’Aldo.
VILLAR PEROSA — Incontro dell’Unione femminile,
lunedì 19 marzo.
VILLASECCA — Venerdì 16 marzo riunione quartierale a Morasso, alle 20.
ni: la pietra, l’acqua, il legno. E come sottofondo
il turismo. Fra le linee
d’azione già individuate
i Comuni hanno scelto il
recupero turistico e ambientale della zona di
Rucas «al fine di far acquisire alla zona quelle
caratteristiche di modernità, capacità organizzative e produttive presenti
anche in altre realtà piemontesi». La gestione
dei servizi relativi allo
sfruttamento del materiale lapideo, con particolare riguardo alla viabilità, la gestione di un
depuratore intercomunale, la realizzazione di
sentieri naturalistici sono altri obiettivi indicati.
La collaborazione fra i
Comuni confinanti delle
due province è certamente auspicata da tempo; già oggi gli interventi
in una zona hanno ricadute, non sempre positive, sugli altri. Basti pensare alla viabilità verso
Mugniva che costa in gestione molto a Luserna e
«rende» a Bagnolo; o ancora ai possibili effetti
negativi delle discariche
di pietra in alta vai Luserna rispetto al fondo
valle, o ancora alle interferenze possibili fra i settori pietra, acqua e turismo. Sarà l’Univalli la risposta adatta a tutto ciò?
I programmi àe\ campi 2001
Agape per tutti
Dal prossimo 15 marzo
sarà possibile iscriversi ai
campi estivi di Agape.
Queste alcune delle date:
si comincia il 17 giugno
con il campo per i più
piccoli (I, lì. III elementare), su «cosa faccio oggi?
Quasi quasi creo», fino al
24 giugno. Dal 24 giugno
al 3 luglio sarà la volta del
primo dei campi per ragazzi e ragazze dai 14 ai
17 anni, su «Realtà utopica o utopia reale?». Dal 3
al 12 luglio, di nuovo appuntamento con gli adolescenti su «This is thè
music 1 like it».
Dal 14 fino al 21 luglio,
campo teologico internazionale su «Le chiese cristiane nel mondo postmoderno»; dal 21 luglio
al 28 luglio importante
appuntamento con il
campo giovani internazionale, per giovani dai
18 ai 25 anni, su «Sotto
gli alberi più grandi si
trova il riparo migliore».
Dal 28 luglio al 4 agosto,
sarà la volta delle donne,
con un campo sul tema
«Ci vuol passione, molta
pazienza». Ad agosto, dal
4 all’11, settimana dedi
cata al XXII incontro fede
e omosessualità su «Il visibile e l’invisibile».
Dal 12 al 14 agosto si
farà una grande festa per
i 50 anni di Agape, con
l’assemblea degli Amici e
delle Amiche. Campo famiglie dal 15 al 19 agosto
su «La politica degli affetti». Altro appuntamento internazionale dal
19 al 26 agosto, con il
campo politico su «La
voce degli oppressi». Ritornano gli appuntamenti per i più giovani
con i campi di fine agosto e inizio settembre:
dal 26 agosto al 3 settembre, campo per bambini
e bambine di IV e V elementare su «Lavorare
con», e dal 2 al 9 settembre, campo per le scuole
medie su «Questo è l’ombelico del mondo».
Segnaliamo che dal 13
al 17 aprile si svolgerà il
campo «13, 17 portano
sfiga?», per ragazzi e ragazze dai 13 a 17 anni.
Tutte le informazioni si
possono avere contattando al segreteria di
Agape, tei. 0121-807514,
fax 0121-807690.
14
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle "^lli moF^i
VENERDÌ 16 MARZO j.
SPORT
CALCIO
Il Pinerolo nel campionato di
Eccellenza torna alla vittoria strapazzando/(4-0, con tre reti di Capobiancd) il Villafranca ancora a
digiuno di vittorie. La capolista
Trino pareggia e così i pinerolesi
si avvicinano un po’ alla vetta ma
soprattutto si confermano al secondo posto del campionato. Domenica il Pinerolo affronta la trasferta di Centallo.
fra le ragazze Cristina Ghiri ha ottenuto il 2° posto. La Ghiri e Geuna, grazie al secondo posto, hanno
potuto accedere al torneo della categoria superiore classificandosi rispettivamente 5“ e 9°. 5° posto per
Simone Odino fra gli juniores,
mentre nella categoria under 21
Odino è stato 6° e Mauro Cesano
7°. Sabato 17 tutte le squadre della
Valpellice saranno in trasferta.
categoria e Daniele e Serena che
giungevano decimi nelle loro categorie. L’ultima giornata dedicata
alle gare di staffetta ha ancora visto
impegnata Nadia Peyrot come frazionista della squadra azzurra che
alla fine si è classificata al 2° posto
dietro alle atlete russe e davanti a
quelle francesi.
TENNIS TAVOLO
Giornata al cardiopalma per la
polisportiva Valpellice impegnata
in serie C; rincontro con il Tt Fiat
Torino, diretto dall’arbitro federale
D’Amuri e finito 5-4, è stato tesissimo e superiore alle 4 ore di durata.
Ogni set ha richiesto agli atleti un
grande impegno sia fisico che
mentale: ben sette partite sono finite al terzo set, di cui cinque ai
vantaggi. Davide Gay è stato il
mattatore della giornata con tre
punti ma la loro parte l’hanno fatta
anche Fresch e Rosso, autori di un
punto a testa. Buona anche la prova del vivaio della Valpellice al
Gran Prix di Incisa Scapaccino: fra
i giovanissimi Paolo Geuna si è
classificato 2° e Matteo Pontet 5";
SKY-ARC
Si sono svolte in Polonia, a Kubalomka, nei giorni 9 e 11 marzo le
gare valevoli per il campionato del
mondo di sky-arc, la disciplina che
unisce lo sci di fondo al tiro con
l’arco a bersaglio fisso. Fra gli
iscritti anche tre pralini: la seniores
Nadia Peyrot, e i due juniores Daniele Genre e Serena Peyrot. Nella
prima giornata di gare individuali
nella categoria seniores femminile
Nadia Peyrot si è classificata 3»
mentre nelle loro categorie non sono andati oltre il 7° posto Serena
Peyrot e l’ll° Daniele Genre. La
giornata di sabato prevedeva invece la gara a inseguimento dove i tre
pralini hanno cercato di mantenere o migliorare i loro piazzamenti
con Nadia Peyrot che alla fine si
classificava al 2“ posto nella sua
VOLLEY
Vibrante partita a Pinerolo fra il
Body Gisco e la capolista Igo Genova che si impone solo al tie
break; così il Mondovì raggiunge i
liguri al comando e il Pinerolo si
conferma una bella realtà e terza
forza assoluta del campionato.
Nei tornei minori vanno segnalate
le sconfitte, entrambe per 3-0 ,del
3S Pinerolo sul campo della Piscinese in terza divisione femminile
e del 3S Luserna sul campo del Gerutti Pinerolo in terza divisione
femminile junior. Nel torneo «Giocavolley Monviso» under 13 il
Ford Porte ha superato il 3S Pinerolo per 2-1, il 3S Luserna A ha
vinto per 2-1 sulla Piscinese mentre la squadra B del 3S Luserna ha
vinto sul campo della Pallavolo Pinerolo per 2-1. La classifica è guidata dal Ford Porte con 7 punti
davanti al 2S Luserna B con 6.
IMñ Centenaria a Inverso Rinasca
Auguri Giuseppina
FEDERICA LONG
AFleccia di Inverso Pinasca si brinda per il
centesimo compleanno
della signora Giuseppina
Goucourde Barai, nata il
19 marzo 1901 nella borgata di Vivian, a Inverso
Pinasca, dove è poi vissuta con gli zii e la sorella
fino a quando, ormai
ventenne, si sposò con il
fabbro del paese. Abbiamo incontrato la signora
Barai insieme al figlio la
scorsa settimana nella
sua attuale abitazione di
Pleccia. È proprio il figlio
a cominciare a raccontarci alcuni episodi significativi della gioventù
della madre. «Quando
era giovane - dice - andò
a prestare servizio a Parigi, presso un’importante
famiglia francese che gestiva i primi film dopo
l’invenzione del cinematografo». La signora Giu
seppina sottolinea poi il
fatto che la Riv di Villar
Perosa allora era ancora
ai primi sviluppi, poca
gente poteva trovare un
posto di lavoro, così per
guadagnare i soldi necessari per soddisfare i principali bisogni della famiglia ci si doveva recare al
mercato di Pinerolo a
vendere formaggi freschi
e burro.
Oggi la signora.Goucourde, oltre a fare quotidianamente alcuni esercizi di ginnastica, contempla dalla sua finestra
il torrente Ghisone: forse
è un modo per ripercorrere i 100 anni vissuti,
notare come sono cambiati il paesaggio e la vita
in un’epoca segnata da
due guerre e grandi innovazioni. Gento anni che
verranno festeggiati con
il sindaco, il pastore,
l’anziano del quartiere e i
numerosi parenti.
. In vai Pellice dal 12 al 25 marzo
Parte la «Semaine»
È in corso, fino al 25
marzo, la «Semaine du
français», un’iniziativa
che ormai da molti anni
coinvolge le scuole, gli
enti locali e le chiese vaidesi della vai Pellice, con
l’obiettivo di tutelare e
valorizzare il francese.
Molti gli appuntamenti:
lunedì 12 si è cominciato
con i laboratori nelle
scuole elementari, proseguendo giovedì 15 con il
film in francese «Principi
e principesse», al cinema
Trento di Torre Pellice.
L’intera giornata di lunedì 19 sarà ricca di appuntamenti: nella mattinata e nel pomeriggio le
scuole saranno coinvolte
nei laboratori, ci sarà
inoltre lo spettacolo teatrale «Nuit Bianche», al
teatro del Forte di Torre
Pellice; in serata cena
con menu francese da
Flipot (costo lire 70.000).
Martedì 20, alle 17, al ci
nema Trento, festa di
canto con video per le
quinte elementari. Appuntamento con Maupassant mercoledì 21,
alle 10, alla biblioteca
della Gasa valdese, con
una lezione per gli studenti delle scuole medie
inferiori e superiori, a
cura del Gentre culturel
français; per tutta la
giornata, nell’atrio del
Gollegio valdese, esposizione di libri della Einaudi. I Lions Glub di
Luserna San Giovanni e
Torre Pellice, propongono, venerdì 23 marzo,
una serata francese al ristorante Flipot. Infine
domenica 25 culto in
francese, nella chiesa
valdese di Bobbio Pellice, alle ore 10,30. Per tutta la durata della manifestazione, nelle biblioteche della vai Pellice sarà
possibile trovare settori
di letteratura in francese.
POSTA
M Troppe deleghe
Per caso alle Valli ci stiamo a
poco a poco trasformando e diventiamo anche noi simili a ciò
che criticavamo nella Ghiesa cattolica? Elenco un po’ di fatti
preoccupanti. 1 laici delegano
sempre di più ai pastori e i pastori
non aiutano sufficientemente a
crescere come laici responsabili e
propositivi. Le assemblee di circuito, in particolare, funzionano
poco perché finisce che i pastori,
nella loro riunione, decidono più
o meno tutto; si va verso il clericalismo e i laici perdono l’abitudine
a decidere. Anche nella chiesa locale, i Goncistori decidono troppo
e i membri di chiesa, in assemblea, che dovrebbero discutere e
decidere dando mandati ai Goncistori, finiscono per delegare a
questi ultimi. Abbondiamo di
grandi e pesanti strutture diaconali per l’assistenza e scarseggiamo di diaconia leggera e personale, e soprattutto di lavoro mirato
all’educazione in vista della prevenzione. Aumenta il volontariato
più o meno retribuito, quello veramente gratuito si fa raro; che ne è
della predicazione di Tullio Vinay
sull’agape e sul servizio? Se una si
dà un po’ da fare, rischia di essere
considerata una fanatica.
Facciamo fatica a comunicare la
nostra fede in Gesù Gristo ai giovani, con il risultato che molti si
sentono valdesi come identità e
appartenenza, ma non come fede.
Gessando di praticare la critica e a
condurre qualche battaglia, quando ci vuole, finiranno per perdere
anche la loro identità, se questa è
soltanto legata alla storia. E poi
anche sull’identità storica ci sarebbe da dire; alcuni, ad esempio,
continuano a pensare, e scrivono
(recentemente una valdese sul
Nuovo Piccolo) che, con le Lettere
Patenti di Garlo Alberto, «veniva
riconosciuta in tutto e per tutto la
loro religione» mentre, come è noto, per la religione «nulla era innovato». Non vi cadono le braccia? A
me sì. Spero vivamente che qualche giovane mi dimostri che non è
vero, e scriva al giornale anche per
smentire quelli che dicono che
L’eco delle valli valdesi lo leggono
solo i pensionati!
Roberta Peyrot Rostan
Luserna San Giovanni
Grazie sorelle
Per tutta la durata di un giorno
nel mondo intero, secondo l’orario, viene celebrata la Giornata
mondiale di preghiera e per questo
200 sorelle evangeliche delle varie
denominazioni e cattoliche si sono
ritrovate domenica 4 marzo nella
nuova sala di Villar Pellice.
Quanto è bello ritrovarsi e far
nuovi incontri tutte riconoscendosi come sorelle! È quello che abbiamo constatato nelle due ore
che abbiamo trascorso insieme.
Abbiamo cercato di capire la situazione delle donne cristiane
nelle isole Samoa che avevano
preparato la liturgia per questa
Giornata e ci siamo lasciate coinvolgere dalla loro gioia per la bellezza della loro terra; abbiamo imparato i bei canti proposti dal coro
Fihavanana del loro gruppo e suggeriti dalla liturgia e ascoltato le
predicazioni sui testi di Matteo 15,
21-28, la donna cananea, e di
Ester 4, 1-17, la bella regina moglie del re Assuero.
Siamo andate a Villar Pellice per
pregare e dopo l’invocazione al Signore ci siamo rallegrate e abbiamo ringraziato per il contributo
delle donne evangeliche e cattoliche nelle chiese locali, abbiamo
confessato e abbiamo chiesto perdono perché non abbiamo voluto
vedere e rispondere alle necessità
dei bambini nel mondo e abbiamo pensato a tutto il nostro prossimo nelle preghiere di intercessione. In ultimo nelle preghiere
spontanee ci siamo unite nel ringraziamento per la bella giornata
pensando a chi non aveva potuto
essere con noi. Per la terza volta le
suore di clausura di Pinerolo hanno preparato una piccola pergamena con un versetto biblico da
offrire a tutte le partecipanti mentre esse intercedevano per la buona riuscita della giornata.
Grazie a tutte quelle che hanno
lavorato per l’incontro, al comitato locale per la Giornata mondiale
di preghiera e un ringraziamento
particolare all’Unione femminile
di Villar Pellice che ha curato tutti
i particolari.
RADIO
BECKWITH EVANGELICA
APPUNTAMENTI
Vera Long - Pinerolo
FM 91.200-98.550
tei. 0121-954194
15 marzo, giovedì
SAN SECONDO: Alle 21, nella biblioteca, recital lirico; al piano Carlo Dutto, soprano ElenaTarone.
TORRE PELLICE; Nella biblioteca della Casa valdese, alle 15,30, conferenza del dott. Giorgio Gualerzi,
su «Giuseppe Verdi e la sua opera; gli anni di galera».
PINEROLO: Dalle 15 alle 18,30, nella sala convegni
dell’Accademia di Musica, incontro su «Patto territoriale e sportello unico per la competitività e lo sviluppo del Pinerolese».
16 marzo, venerdì
SAN SECONDO: Nel tempio, alle 21, la compagnia
«Il piccolo varietà» che presenta «Prest, ca ’s fa tard». '
. PINEROLO: Alle 20,30, alla scuola comunale di
danza, stage di tango argentino.
TORRE PELLICE: Alle 20,30 in prima convocazione
e alle 21, in seconda convocazione, nella sede di via
Arnaud 30, assemblea generale dei soci della società
Pescatori sportivi della vai Pellice, con il seguente
odg: relazione sulle attività svolte nel 2000, prospettive di gestione, tesseramento.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Prelievi di sangue nella
sede di via Roma 41.
TORINO: Al teatro Araldo, via Chiomonte 3, concerto di solidarietà con Paolo Garganese, chitarra
classica decacorde, ingresso lire 20.000, devoluto interamente all’associazione Nicaragùita.
PINEROLO: Nella sala Tajo, nella chiesa di San
Giuseppe, alle 21 concerto «Il sogno di Polifilo», direttore Oto Pelillo, decimino vocale. Ingresso libero.
17 marzo, sabato
TORRE PELLICE: Alla biblioteca comunale «Carlo
Levi», alle 17, incontro con lo scrittore Marco Bosonetto e con lo storico Albçrto Cavaglion, per la presentazione del libro «Nonno Rosenstein nega tutto».
LUSERNA SAN GIOVANNI: Nella palestra comunale, alle 21, concerto del gruppo Bandamania. Le eventuali offerte verranno destinate all’accoglienza di 46
bambini bielorussi ospitati in vai Pellice.
SAN GERMANO: Nella sala valdese, alle 21, va in
scena «Memorie del sottosuolo», adattamento e regia
di Fabrizio Monetti. Ingresso lire 10.000.
PINASCA: Alle 21, nel salone polivalente comunale,
serata di balli occitani cpn il gruppo «Aiguio niero».
18 m^zo, domenica
BOBBIO PELLICE: Dalle 14, sfilata di carnevale.
SAN SECONDO: Dalle 10, rassegna florovivaistica.
PINEROLO: Al palazzetto dello sport, dalle 9 alle
19, «Lo scambista». Vili edizione, mostra scambio di
dischi usati e da collezione, cd, video, libri, riviste.
PEROSA ARGENTINA: «I conoscitori di erbe», alle
10, convegno nella palestra delle scuole elementari;
durante la giornata, mercatino delle erbe; dalle 15,30
alle 17,30 «Gara del boscaiolo e del carpentiere», balli
occitani con i «Li deiblandù» e «Il fior della concordia»; alle 18,30 gran falò e ballo in costume.
19 marzo, lunedì
PINEROLO; Nella sala al piano terra del seminario
vescovile, in via Trieste 44, alle 20,45, incontro su «Un
minerale dalle mille sfaccettature: il talco», con Silvano Biasio, dell’assistenza tecnica e sviluppo Luzenac.
TORRE PELLICE: Per la «Semaine du français», dalle 10 alle 12, laboratori all’istituto professionffle «Alberti»; alle 10, al teatro del Forte «Nuit Bianche» per
gli allievi delle scuole elementari; dalle 14 alle 16, laboratori per le scuole elementari di Torre Pellice; cena da Flipot, con menu francese (tei. 0121-91260). ^
BIBIANA; Fiera di primavera. /'
20 marzo, martedì
TORRE PELLICE; Alle 17, al cinema Trento, festa di
video e canto per le V elementari della vai Pellice.
21 marzo, mercoledì
TORRE PELLICE: Dalle 10 alle 12, nella biblioteca
del Centro culturale valdese, lezione su Maupassant,
a cura del Centre culturel français: nelTatrio del Collegio valdese, esposizione di libri.
22 marzo, giovedì
TORRE PELLICE; Alle 15,30, nella biblioteca della
Casa valdese, conferenza di Giorgio Gualerzi su «Giuseppe Verdi e la sua opera: la trilogia popolare, il Trovatore, Rigoletto, la Traviata».
PINEROLO; Nell’auditorium di corso Piave, alle 21,
«Polvere, sale e ghiaccio», cronaca di un viaggio cicloalpinistico sulle Ande boliviane, con Marco Berta e
Grazia Franzoni.
23 marzo, venerdì
TORRE PELLICE: Assemblea ordinaria dei soci del
Cai, sezione vai Pellice, nella sede di p. Gianavello.
CANTALUPA: Alle 21, nella villa comunale, incontro su «Riflessi dei quattro temperamenti tra vita e
musica», con Sergio Pasteris, professore di musica
corale e direzione del coro al conservatorio Giuseppe
Verdi di Torino.
TORRE PELLICE: Cena con menu francese da Flipot, a cura del Lions Club di Luserna e Torre Pellice.
PINEROLO: Nella chiesa di San Giuseppe, alle 21,
concerto di ritmi, canti e danze del Senegai, con il
gruppo di percussionisti e cantanti «Ceddo».
TORRE PELLICE: Al teatro del Forte, alle 21,15, va
in scena «cuccarne uno per educarne cento», con
Brunella Andreoli. Ingresso lire 10.000, ridotto 8.000.
VILLAR PEROSA: Alla biblioteca comunale, alle ore
21, tavola rotonda su «Il futuro delle religioni» a cura
dell’Università della terza età di Perosa Argentina. Intervengono Giovanni Miegge e Vittorio Morero.
24 marzo, sabato
SAN GERMANO CHISONE: Alle 21, nella sala valdese, va in scena «Adam eterno, il Signore del tempo»,
con Maurizio Babuin. Ingresso lire 10.000.
1” aprile, domenica
TORRE PELLICE: Alle 15, nella casa delle attività
dell’associazione «Amici dell’ospedale», via Beckwith
5, assemblea annuale ordinaria dei soci.
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figlio, di Nanni Moretti
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Comunale ha in pn.
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domenica 18 ore
18,30 e 21; lunedì, ms.
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re Pellice con un conca
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bot» (Canti tradizioni
occitani), si concludi
l’edizione ,2001 delTau
banda. «I^gruppetto»
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Grana e Stura, dirette
Fabrizio Simondi, ni
dei musicisti fondato!
con Sergio Berardod
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cuni classici del canto*
lingua d’oc e numeri
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antica, in arrangiarne!
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produce frutti
palla lettera di Alba Biella
iRiforma del 25 febbraio) si
evincono un paio di questioni che desidero riprendere.
Sembra che «il pastore valdese Paolo Ricca», nel corso di
„na riunione ecumenica, si
résumé alla presenza anche
di cattolici, abbia narrato di
una sua esperienza in cui veniva stigmatizzata la chiusura
di certi ambienti battisti che
non concedono la cena del Signore ' „
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a chi non è battezzato o
^battezzato da infante. L’au■Wcj jrice della lettera, battista, fa
' [jgne a prendere le distanze
danna simile prassi. Detto
ciò, va ricordato che la chiusura all’ospitalità alla cena
c J non è caratteristica esclusiva
di alcuni ambienti fondamentalisti evangelici. Essa è di là
da venire nella Chiesa cattolica e in quelle ortodosse. Tutto
questo non ci rallegra, le responsabilità sono molteplici,
non serve a niente dichiararsi
iprimi della classe.
Riguardo al battesimo e alla cena ci sono delle questioni irrisolte che attengono alla
storia delle chiese, più che
all’esegesi neotestamentaria.
Per esempio, al battesimo dei
credenti si riconosce un fondamento biblico e una ricchezza di significati che va al
di là del battesimo dei neonati (K. Barth, Documento
sulreciproco riconoscimento
bmv), tuttavia si continua a
mantenere la prassi pedobattista. Anzi, il reciproco ricofhoscimento tra chiese barriste, metodiste e valdesi ha
sollevato problemi in ambienti non italiani. A ciò si associa il rischio, per i battisti,
di essere bollati come «ribattezzatori», un’accusa infamante che in altre epoche è
costata la vita agli anabattisti.
Questioni come queste
non si risolvono saltando a
piè pari il problema del battesimo e passando, come pare venga suggerito, ai suoi
«frutti». Parlare di frutti del
battesimo significa attribuire
al battesimo stesso una capacitàproduttiva che, in termini neotestamentari, non gli è
riconosciuta. Dire che il battesimo produce frutti può voler dire entrare in una dimensione che sa di efficacia del
sacramento. È, invece, un dato condiviso che sono la fede.
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il ravvedimento, la risposta
alla chiamata di Dio che producono frutti, gesti, testimonianze, e tra queste vi è il
battesimo stesso. Ciò che
produce frutti, secondo il
Nuovo Testamento, sono il
ravvedimento (Matteo 3, 8),
la giustizia (11 Corinzi 9, IO;
Giacomo 3, 18), la giustizia
per mezzo di Gesù Cristo (Filippesi 1,11), lo Spirito (Calati 5, 22), la luce (Efesini 5, 9).
Non possiamo, inoltre, nasconderci il rischio che parlare di frutti, e solo di frutti,
può voler dire parlare di opere e abbandonare, se non il
giudizio, almeno lo spirito di
verifica delle nostre concezioni teologiche ed ecclesiologiche. Senza un’analisi critica di quel che diciamo e
facciamo rischiamo di mantenere lo status quo ecclesiastico, con buona pace dei discorsi ecumenici e della ricerca della verità.
Salvatore Rapisarda
Catania
Il pastore
Aurelio leva
Recentemente è morto all’improwiso, stroncato da un
infarto, il pastore pentecostale Aurelio leva, persona nota e
stimata nell’ambiente evangelico romano. Era nato a Roma nel 1940 in una famiglia di
origine cattolica e cresciuto
nel quartiere popolare di Centocelle. Nel 1965 conosce la
Chiesa evangelica internazionale in via Chiovenda. La frequenta é nel 1966 vi viene
battezzato. L’anno seguente
sposa Ines Foschi, membro
della stessa chiesa. Frequenta
la scuola biblica e diventa sovrintendente della scuola domenicale. Nascono tre figli:
Fosco, Francesco e Aurelia
(oggi Aurelia segue il corso di
formazione teologica a distanza della Facoltà valdese).
1 due coniugi cominciano nel
1975 un lavoro pastorale nel
quartiere popolare della Magliana, accompagnato da conversioni e guarigioni. Da questo lavoro nel 1977 nasce una
nuova chiesa pentecostale in
una saletta messa a nuovo dai
volontari della comunità.
La fiorente comunità cresce e nel 1996 acquista un locale attiguo in via Pieve Fosciana 120. Io ho conosciuto
il pastore leva nell’incontro
di preghiera mensile che il
pastore Domenico Torio animava dalla seconda metà degli Anni 70 in poi. A queste
riunioni partecipavano pastori e membri di molte chiese evangeliche anzitutto non
federate, ma fra i fondatori di
queste riunioni c’era l’anziano della Chiesa valdese di
piazza Cavour Giovanni Conti. Queste riunioni continuarono in vari luoghi fino al
1990. Il pastore leva mi colpì
per la sua cordialità con tutti
e la sua profonda bontà. Molti pastori e fedeli venivano a
pregare con lui per problemi
personali 0 delle comunità.
Quando questi incontri
cessarono il Movimento internazionale della riconciliazione organizzò altre riunioni
di preghiera per la pace e la
giustizia. Dall’inizio il pastore
leva vi partecipò quando poteva e ci arricchì con i suoi
contributi, mossi da una
profonda gioiosa fede nel
Cristo vivente. Partecipò anche a una preghiera durante
il digiuno per la pace in Congo nell’aprile scorso a Roma.
E stato un vero amico anche
per mio marito (non credente), ci ha invitato a pranzo a
casa sua. Con la moglie Ines è
venuto a trovarmi quando
stavo male. Ines frequenta gli
incontri delle donne evangeliche romane. Il pastore Aurelio è morto in casa pregando con Ines, dicendo la sua
commozione e gioia di incontrare Gesù. Era la mattina
dell’ll gennaio 2001. Al funerale c’erano tante persone in
chiesa da non poter essere
accolte tutte all’interno.
Hedí Vaccaro - Roma
Saper andare
oltre le banalità
Ho letto sul sito Internet di
Riforma l’articolo di Giuseppe Platone «La violenza che
coltiviamo» [uscito anche sul
n. 9 del giornale, ndr] e voglio
dire alla redazione e a lui il
mio apprezzamento in proposito: la scelta del tema era
facile, ma non facile era dire
qualcosa che uscisse dalle infinite banalità lette e ascoltate in queste settimane in proposito. Grazie anche per l’opportuno collegamento con il
tema del decennio contro la
violenza.
Maria Bonafede - Roma
Passatempo
(D. Mazzarella)
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Orizzontali
J' C’è il vecchio e il nuovo
I®' Tipici dei mesi caldi
Il secondo mese in breve
*2. Viene ricordato nella
Bibbia insieme a Esdra
|3. Articolo femminile
4. Fodera... a metà
*5. Slitta inglese
Può essere digestivo
“• Sgabello da salotto
■ Ve ne sono alcune a traf
fico limitato
21. Max, sociologo tedesco
autore di Economia e società
22. Prefisso che indica uguaglianza
23. Francesco, ciclista vincitore del Giro d’Italia nel
1984
24. Vocali in Noè
25. Nella terminologia militare indica l’ufficio con
tabile del comando di
compagnia
27. Una città della Russia
28. Animale da cortile
29. È ricordata insienfe alla
preghiera e al digiuno
nel Sermone sul monte
Verticali
1. L’ha sperimentata anche
Gesù
2. Mese... senza testa
3. Il primo martire cristiano
4. Quello di Dio è fonte
della vera saggezza
5. Bramoso, cupido
6. Aggettivo e pronome
possessivo
7. Iniziali del patriota modenese Fabrizi
8. Può servire al trasporto
in zone di montagna
9. Antenato del re Davide
15. Pagamenti, uscite di denaro
16. Area del sud della Francia a forte presenza valdese fino al XVI secolo
18. Il suo nome è legato alla
Legge di Israele
21. Con questo editto Lutero fu bandito dal territorio dell’impero come
eretico
23. A Gerusalemme vi è
quello del pianto
25. Abbreviazione di forza
elettromotrice
26. La prima ripetuta
27. Sigla di Pescara
Quale sarà il nuovo ruolo degli insegnanti?
Cera una volta il maestro padrone.
Cf ERA una volta il maestro padrone. Sedeva alla cattedra e, a portata di mano
e ben visibile, teneva la verga. Di sotto sedevano gli scolari, i suoi minisudditi, le cui tenere mani erano spesso sottoposte alTumiliante e «bruciante» punizione della verga.
Erano i tempi dell’autoritarismo e della severità non solo nelle scuole elementari ma
anche in quelle superiori. Ridimensioniamo
però la situazione. Non tutti i maestri erano
così duri. Basti pensare alla maestrina di
Cuore. Procedendo negli anni la scuola cominciò a cambiare e diventò più democratica. Gli insegnanti capirono che la scuola non
è monolitica, ma che due sono le parti in
causa: docenti e discenti, ciascuna parte con
i propri doveri e diritti.
Ma come deve essere l’insegnante ottimale? Deve, innanzitutto, secondo me, avere
una conoscenza approfondita della sua materia: gli studenti non si fanno ingannare e
capiscono la differenza tra chi è colto e chi è
solo dilettante. L’insegnante deve poter lasciare il libro di testo sulla cattedra e scendere tra i banchi per esporre, spiegare e rispondere alle domande degli alunni, perché la lezione non deve essere un monologo. Per fare
questo deve possedere o imparare un’arte
speciale: la comunicativa, necessaria per
creare un’atmosfera di reciproca simpatia e
una crescita culturale e umana. Inoltre deve
essere convinto che il suo lavoro (come d’altronde tutti i lavori) è una vocazione, un servizio per i giovani e la società.
L’insegnante deve anche possedere una
grande virtù: l’umiltà. «Hoc unum scio: nihil
scire» (solo questo so, che non so nulla) dovrebbe essere il suo motto, che non è una
confessione di ignoranza, ma la dichiarazione che il sapere non ha limiti. L’umiltà lo
aiuterà a non dimenticare che la sua è una
vocazione remunerata, anche se modestamente. E ora, dopo le qualità, i difetti che
l’insegnante non deve avere: oltre l’autoritarismo, il nozionismo, una forma deteriore di
cultura, e la chiusura verso il mondo esterno. La scuola non deve-essere una torre
d’avorio, ma un ambiente aperto alle nuove
idee, al progresso.
Questo tipo di rapporto docente-discente
è durato a lungo abbastanza saldo, ma da
molti anni comincia a scricchiolare e vacillare. L’insegnante, contestato da tutti, si sente
frustrato e confuso, perché capisce di aver
perso il suo ruolo. Nell’ambito della riforma
scolastica in corso, quale sarà il nuovo ruolo
dell’insegnante, se ancora ne avrà uno? Chi
vivrà vedrà. Quanto ho scritto era valido solo
per il passato. Ora si cambia.
Silvana Tron-Torre Pellice
Vecchia
e nuova scuola
Con riferimento all’articolo
«La trasmissione del sapere»
pubblicato su Riforma del 9
febbraio a firma Rosanna
Ciappa, vorrei osservare che
la scuola italiana ha ormai
perso la sua funzione di «trasmissione del sapere», da
quando il presidente della
Repubblica, nel 1985, ha decretato l’immissione dei nuovi programmi nella scuola
primaria su proposta del ministro della Pubblica istruzione, elaborati da un’apposita
commissione, che si ispirano
ai principi laici della Costituzione italiana, di libertà, di uguaglianza e fratellanza: ai
programmi è seguita la riforma istituzionale dell’organizzazione scolastica del 1990
che ha introdotto nella scuola elementare i moduli, il
team docente, i diversi modelli orario e che solo oggi sta
cominciando ad attuarsi nella pratica. Dalla riforma programmatica e strutturale emerge un modello nuovo di
scuola, più adatto a una società in rapida evoluzione come la nostra italiana, con
un’identità multietnica, multiculturale e multireligiosa in
cui non devono esistere barriere sociali per le persone
con disabilità, svantaggiate o
diverse in genere.
In questa scuola, teorizzata
con un progetto ambizioso
dai nuovi programmi, ideata
su misura per il «bambino
della cognitività», con i suoi
interessi, con i suoi stili di apprendimento, con la sua unicità irripetibile l’alunno, in un
ambiente ricco di stimoli e favorevole all’apprendimento,
«impara a imparare», diventando consapevole di se stesso e delle proprie potenzialità. Certo, gli insegnanti della
«vecchia» scuola che hanno
avuto il coraggio e la voglia di
aggiornarsi e trasformarsi da
trasmettitori di sapere in veicoli di interessi e mediatori di
cultura, hanno trovato una
società impreparata ad accogliere le innovazioni e poco
desiderosa di «mutare pelle»
ma anche una società ancora
ben radicata agli antichi valori dell’antecedente società
contadina, capace di resistere
alle influenze negative delle
agenzie educative concorrenti con la scuola, quali i mezzi
di informazione, la telematica, l’informatica.
Oggi che la società è ormai
pronta ad accogliere con serenità tutti i cambiamenti utili
al suo rinnovamento e che la
scuola ha gli strumenti operativi necessari, è possibile realizzare una istituzione scolastica capace di trasmettere interessi vari e costumi nuovi e
quei valori spirituali laici, propri anche del cristianesimo,
che sono i valori evangelici
dell’amore e del rispetto reciproco. Compito, infatti, di noi
credenti è operare in tutti i
settori, secondo le nostre capacità e i doni che il Signore
ci ha dato, ma con impegno
costante e spirito di servizio,
credendo fermamente, mediante i nostri sogni personali uniti a quelli degli altri che
il regno di Dio è qui e ora e
spetta solo a noi realizzarlo.
Spetta, pertanto, a tutti gli
operatori scolastici, alle famiglie e ai credenti della comunità universale rendere possibile che la scuola di oggi diventi la scuola del domani,
riuscendo a incidere in maniera veramente significativa
nelle esistenze concrete dei
giovani e nelle loro coscienze.
Caterina Venturini
Reggio Calabria
Le opere
di K. Descher
Desidero esprimere il mio
ringraziamento a Emanuele
Angeleri per avermi dato una
precisa indicazione. Nel suo
scritto «Pio XII era un credente?» (pagina dei lettori.
Riforma del 2 febbraio) egli
critica un precedente articolo
di Giorgio Bouchard su MicroMega. Non intendo inserirmi in quel dialogo, bensì
rilevare che la fonte da lui citata, Die beleidigte Kirche dello scrittore cattolico tedesco
Karlheinz Deschner che io,
pur avendo letto diverse pubblicazioni sull’argomento,
non conoscevo, è stata per
me una rivelazione; un vero
arsenale di documentazioni
sul comportamento degli alti
prelati tedeschi, italiani, spagnoli e croati, nunzi apostolici, segretari di stato e papi,
delle loro responsabilità e
connivenze con i regimi nazifascisti e simili durante quel
tragico periodo che va dagli
inizi degli Anni 30 fino alla
catastrofe finale del 1945, e il
loro vergognoso voltafaccia
del dopoguerra.
Oltre al citato volume, Deschner, che dal 1962 fino alla
fine degli Anni 80 è stato particolarmente attivo come
scrittore critico, ne ha prodotti parecchi altri e tutti
molto severi nei confronti del
ben noto trionfalismo romano di sempre. Sarei lieto di
sapere se della produzione
critica di questo autore ci sia
qualche edizione italiana.
Mario Brusadin - Zurigo
m PARTECIPAZIONI ■
RINGRAZIAMENTO
«Venite a me, voi tutti che siete
travagliati, e io vi darò riposo»
Matteo 11,28
È mancato all'Ospedale valdese di Pomaretto
Alessandro Gönnet
di anni 93
Lo annunciano il fratello Edmondo con Dirce ed Enzo, i cugini e i parenti tutti. Un particolare
ringraziamento al personale sanitario dell’ospedale di Pomaretto
per le assidue e costanti cure. I
funerali sono stati celebrati nel
tempio valdese di San Bartolomeo, a Prarostino, l’8 marzo.
San Secondo di Pinerolo
6 marzo 2001
RINGRAZIAMENTO
«Il Signore ti guiderà sempre,
tu sarai un giardino annaffiato,
come una sorgente in cui
l'acqua non manca mai»
Isaia 57,11
Dopo una lunga vita, vissuta
nella certezza dell’amore divino,
si è spenta all’Asilo valdese di
San Germano Chisone
Alice Molinari
di anni 89
Lo annunciano, nel ricordo della promessa della vita eterna, la
sorella Delia, il cognato Ugo Zeni,
i nipoti Roberto e Riccardo Zeni.
Si ringraziano la direzione e il
personale deH’Asilo per l'assistenza data e il pastore Crucitti. I funerali si sono svolti all’Asilo.
San Germano, 7 marzo 2001
RINGRAZIAMENTO
«Venite a me voi tutti che
siete affaticati e aggravati
e io vi darò riposo»
Matteo 11,28
La sorella, il nipote e I familiari
tutti della cara
Noemi Arnoulet (Mimi)
ringraziano sentitamente tutte le
persone che con parole di conforto, presenza, scritti e fiori hanno
preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
alla direzione, ai medici e al personale tutto dell’Asilo valdese di
Luserna San Giovanni e al pastore Mario Berutti.
Luserna San Giovanni
16 marzo 2001
.(]
Claudiana
via Principe Tomaso, 1 - Torino
011-6689804 - fax 011 -6504394
VENDESI ALLOGGIO
La Chiesa valdese di Torino vende un alloggio ereditato in Torino zona San Paolo in stabile con portineria e
ascensore. L'alloggio con
annessi due garages, è composto da ingresso, ripostiglio, soggiorno, cucinino,
bagno e due camere, per
complessivi mq. 80 più due
balconi e cantina. Per informazioni geom. Roberto Giavara, tei. 011-6061287.
16
PAG. 16 RIFORMA
VENERDÌ 16 MARZO 2001
LinizÌ3tiv3 promoss3 d3ll3 CoiTiLinit3 di S3nt Egidio in occ3siori6 dol G8 3 Triosto «T0rr6 g cicli di Dio 3mbÌGntG dGlEuomo»
Il nostro ambiente non può attendere ii documento approvato
L'incontro interreligioso svoltosi parallelamente ha approvato un documento sull'ambiente
che è poi stato letto ai ministri presenti al vertice. L'impegno dello Chiesa metodista di Trieste
ANTONELLA VISINTIN
IL sentiero sconnesso della
riconciliazione tra ambiente ed economia, che malvolentieri i governi dei Paesi più
potenti della terra percorrono, è passato da Trieste fra il
2 e il 4 marzo scorsi. Il G7, oggi G8, ha 25 anni suonati. Nel
1975 il numero dei Paesi del
Terzo Mondo legati a Mosca
raggiungeva il massimo storico. Dal 1997 la Russia partecipa all’intero vertice, eccetto la parte finanziaria. Nel
1999 su indicazione del G8 di
Colonia nasce il G20 finanziario, primo passo verso un
restyling del G8 eccessivamente eurocentrico e superato dalla globalizzazione. Accanto ai Summit principali
con i capi di stato e di governo, si affiancano dei G8 settoriali dedicati all’ambiente,
alle finanze, all’agricoltura, al
commercio.
Quello appena concluso
era uno di questi, minore
nell’attenzione dei media
perché l’ambiente non fa notizia se non trascina con sé
«deplorevoli» disgrazie, né
sembra efficace nella formazione di percorsi di carriera e
purtroppo minore anche nella coscienza del popolo di
Seattle proiettato sull’appuntamento di Genova, per tutti
un contrattempo fastidioso
che si impone all’attenzione
come un bambino ostinato e
che si vorrebbe far tacere con
un ceffone per tornare ad occuparsi di affari più divertenti e sfidanti.
Perché l’ambiente non continua a farsi sfruttare e divorare senza condizioni? Perché
l’aria, l’acqua, il clima ci si rivoltano contro, le mucche
carnivore impazziscano, la
terra fertile diventa deserto e
le risorse trasformate diventano ingestibili discariche o
pericolosi inceneritori? Perché aumentano le allergie e le
malattie all’apparato respiratorio, soprattutto fra i/le
bambini? Perché l’umanità
non può continuare indisturbata il suo gioco al massacro?
È una vera scocciatura.
L’esito dell’incontro ufficiale era quasi scontato, tanto da
suggerire domande fondamentali sull’utilità del rito che
avrà la sua prossima stazione
La chiesa metodista di Trieste è rimasta aperta durante i’intero vertice dei G8 suil’ambiente
(foto Valdo Cozzi)
a Bonn il prossimo giugno.
Così come attesa anche se
non dovuta la manifestazione con convegno parallela al
Summit dei ministri dell’Ambiente, accolta da una sproporzionata presenza di polizia e da una città compietamente deserta, come sempre
più spesso accade in queste
occasioni sia in Italia che
all’estero, risultato di un progetto di criminalizzazione e
di screditamento dei manifestanti e delle loro richieste.
Meno scontata la manifestazione avvenuta una settimana prima a Lubiana, collegata a questa dalla comune
appartenenza all’Alpe Adria
(un coordinamento trasfrontaliero fra i Governi della Slovenia, della Carinzia e del Tirólo per l’Austria e del Nord
Est italiano), con problematiche di migrazione e di libera
circolazione, ma anche di ordine energetico; le centrali
nucleari di Krsko e Temlin Slovenia e Repubblica Ceca e il cosiddetto «corridoio 5»
che porta in Russia.
Assolutamente nuova invece l’iniziativa promossa dalla
Comunità di Sant’Egidio di
Roma che nella persona del
suo capo, vescovo Paglia, ha
convinto gli uffici di Willi Bordon, ministro dell’Ambiente,
a promuovere un incontro interreligioso, analogamente a
quanto è avvenuto sul tema
della pace in passato.
È così accaduto che la mattina del 2 marzo, mentre i G8
non ancora ufficialmente
riuniti audivano le associazioni ambientaliste, si incontravano nella sala del Consiglio comunale salutati dal
sindaco Illy i rappresentanti
delle chiese cristiane: il vescovo Paglia, il vescovo di
Trieste Ravignani, il pastore
Arnason, membro della Federazione luterana mondiale
(Firn), la scrivente a nome
della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei)
e in qualità di partecipante
alla rete ecumenica europea
dell’ambiente, il vescovo anglicano Oliver, l’Archimandrita grecortodosso di Trieste
Eleftheriou, il Metropolita Piritim di Mosca e il Metropolita Gennadias, della comunità
ebraica (Amos Luzzato, presidente delle Comunità ebraiche italiane, Laras, rabbino capo di Milano e Piperno,
rabbino di Trieste) e del bud
dismo, il ven. Gijun Sugitan.
Era atteso Bubacher per gli
islamici ma non è venuto.
Il dibattito, non rituale, ha
prodotto un documento che
esprimeva un sostanziale accordo fra tutti i partecipanti e che è poi stato letto nel
pomeriggio ai ministri in un
clima di attenzione. Diversi
gli spunti di riflessione, mentre unanime l’esigenza di un
maggiore impegno delle chiese suirambiente e la domanda ai governi di una maggiore
autonomia dall’economico.
In quella sala, è stato detto,
erano rappresentati coloro
che avevano avuto ogni benedizione: la terra, il denaro,
il potere, la forza. Il lavoro ha
prodotto questi risultati, ma
anche la protervia. Dovremmo forse ricordare il gesto di
Zaccheo che, incontrato Gesù, ritiene di restituire ciò che
ha eventualmente frodato
nella misura del quadruplo.
Durante l’intero Summit la
chiesa metodista di Trieste è
rimasta aperta e quello stesso
giorno teneva uno studio biblico sul tema condotto dal
pastore Giovanni Carrari, con
l’impegno e l’auspicio che il
lavoro di rete prosegua.
i Verso I3 Conferenz3 delle Nezioni Unite sul commercio illecito delle 3rmi leggere
L'appello del Cec: «Trasformare le spade in vomeri»
«Il Consiglio ecumenico delle chiese
desidera che i delegati alla prossima
Conferenza delTOnu riconoscano la gravità dei danni infarti alle popolazioni
dall’uso incontrollato delle armi individuali e leggere». È quanto ha dichiarato
Dinis Salamao Sengulane, vescovo anglicano del Mozambico, il quale si è recato a New York per osservare i lavori di
un comitato di preparazione alla Conferenza deironu sul commercio illecito
delle armi individuali e leggere che avrà
luogo a New York dal 9 al 20 luglio 2001.
Dinis Sengulane e Ernie Regehr, del
Canada, rappresentano la Commissione
delle chiese per gli affari internazionali
del Cec nel Comitato preparatorio che si
è svolto daH’8 al 19 gennaio nella sede
deirOnu. Nei suoi incontri con alti funzionari dei governi, dei membri del personale deU’Onu e dei rappresentanti di
organizzazioni non governative (Ong),
Dinis Sengulane li ha informati di un
progetto delle chiese mozambicane
chiamato «tràsformare le spade in vomeri». La lunga lotta armata per l’indipendenza è stata seguita da anni di conflitti
interni tra le forze governative e i ribelli
del Renamo. Quando finalmente sono
cessati i combattimenti, sono rimaste
immense quantità di armi nel paese.
Con l’appoggio finanziario del Canada,
della Germania, del Giappone e di altri
paesi, le chiese del Mozambico hanno
dato attrezzi agricoli o macchine da cucire a coloro che hanno restituito le loro
armi: in questo modo, le chiese non si
sono limitate a parlare di disarmo, ma lo
hanno praticato. «Abbiamo raccolto oltre 100.000 armi», dice Sengulane. La polizia e i militari le hanno rese inutilizzabili, e in alcuni casi ne sono state ricavate opere d’arte. «Perché non si potrebbe
fare lo stesso su scala mondiale?». Dal
1990, Sengulane è anche a capo della
Chiesa anglicana in Angola. Egli spera
che quando sarà stato concluso un accordo tra le forze avverse, un programma
simile a quello del Mozambico potrà essere attuato anche in Angola.
Un problema nazionale
regionale e mondiale
Mentre i sostenitori del disarmo continuano a chiedere una riduzione degli arsenali di armi (bombe, missili, navi e aerei militari), dopo la fine della guerra
fredda l’attenzione del mondo si è portata sempre di più verso le vittime
dell’uso molto diffuso di armi leggere.
Un progetto di documento che verrà
proposto alla Conferenza dell’Onu dichiara che «gli sforzi regionali (...) sono
inadatti alla dimensione mondiale del
problema, dato che è possibile procurar
si armi individuali e leggere in tutto il
mondo, e che esistono reti sempre più
transnazionali di mediatori, di fornitori,
di finanzieri e di trasportatori». Il documento chiede un’azione «a livello nazionale, regionale e mondiale» per cercare
di risolvere il problema. Anche se la questione si pone in tutto il mondo, il caso
dell’Africa è particolarmente preoccupante. Infatti, in molti conflitti interni, i
combattenti usano rivoltelle, fucili d’assalto, mitragliatrici, bombe a mano e altre armi che sono facili da trasportare e
da nascondere, anche da parte di barnbini. Quando le guerre civili cessano, rimangono grosse quantità di armi in circolazione, che la gente che ha conti da
regolare usa contro i propri vicini.
Ernie Regehr, un mennonita che dirige il «Progetto Ploughshares» all’«Institute of Peace and Conflict Studies» in
Canada, ritiene che i governi dei paesi
dell’Africa subsahariana siano «fortemente a favore» dell’iniziativa in vista di
un’azione internazionale sulla questione, mentre i paesi dell’Unione europea
sono «in genere favorevoli». Il comitato
preparatorio di gennaio, così come il
precedente e il terzo che si riunirà dal
19 al 30 marzo, sono stati incaricati di
preparare un documento che verrà presentato alla Conferenza di New York
della prossima estate. (cec info)
I rappresentanti delle maggiori religioni mondiali, radunatisi in occasione dell’incontro dei ministri deU’Ambiente del G8
a Trieste, per un incontro di riflessione sul tema: «Terre e cieli
di Dio, ambiente deU’uomo», hanno approvato le seguenti
considerazioni da presentare ai ministri dell’Ambiente. Tutti i
presenti, forti del rispettivo bagaglio spirituale ed etico, oltre
che di esperienze vissute, si sono trovati concordi nel ritenere
connaturale alla loro tradizione religiosa l’esigenza di difendere, rispettare, conservare e salvaguardare il creato di cui
l’uomo e la donna sono «parte integrante e non separabile».
Pertanto «ogni attentato a tale integrità comporta squilibri e
sconvolgimenti che nessuno ha diritto di provocare».
La difesa dell’ambiente, cioè di questa nostra terra, diventerà una meta più agevole da realizzare se si affennerà come
un «imperativo morale che parla alla coscienza di tutti e di
ciascuno». Solo tale imperativo morale potrà contribuire a
determinare e a condizionare costumi e scelte di vita compatibili con il dùitto di fruibilità del creato da parete di tutte
le creature, «di oggi e di domani». Le religioni, attraverso le
rispettive istituzioni e i rispettivi singoli componenti, si sentono impegnate ad offrire un aiuto al raggiungimento di tale
obiettivo attraverso la formazione delle coscienze e una testimonianza vissuta.
Nella consapevolezza, infatti, che «il tempo stringe» e che
la posta in gioco (salute, aria, acqua, alberi...) non può essere oggetto di negoziato, «rivolgiamo un pressante appello al
ministri dell’Ambiente e attraverso di loro ai rispettivi governi, affinché già da questo incontro di Trieste e nei successivi
appuntamenti si impegnino con determinazione, senza
compromessi, a promuovere una efficace e concreta politica
dell’ambiente. Essendo tutti consapevoli che una cultura
soggiogata dal mercato e dall’egocentrismo dei singoli, dei
gruppi e delle nazioni, ha portato a crisi e squilibri non più
sostenibili, dobbiamo tutti prendere coscienza che una corretta politica per l’ambiente è assolutamente inscindibile
dall’esigenza di salvaguardare i diritti universali ed innati di
vita, dì giustizia e di pace, tendendo altresì presente che uno
sviluppo autenticamente responsabile è possibile solo nel
rispetto dell’armonia del creato»
l3 denunci3 di un vescovo nnetodists
«Un sistema perverso che
sfugge a ogni controllo»
Durante la riunione del Comitato centrale del Consiglio
ecumenico delle chiese (Cec)
a Potsdam, il vescovo metodista argentino Aldo Etchegoyen ha chiesto ai «paesi dipendenti» di opporsi al sistema economico mondiale «nel
quale diventiamo proprietà
dei paesi di cui siamo debitori». Durante il dibattito sulla
mondializzazione, Etchegoyen ha sottolineato con
forza che qualcosa va fatto
per fermare «un sistema perverso che sfugge totalmente a
ogni controllo».
Francisco de Assis da Silva,
prete della Chiesa episcopale
anglicana del Brasile, è stato
ancora più esplicito. Dopo
aver affermato che i paesi debitori sono «costretti ad accettare la logica perversa delle pratiche del Fondo monetario internazionale che preleva tasse, taglia le spese sociali e congela i salari», il prete ha chiesto alle chiese «di
impegnarsi moralmente a
convincere i governi di smettere di pagare gli interessi al
fine di ottenere giustizia e autodeterminazione».
Il rimborso del debito dell’Argentina ai governi stranieri e alle istituzioni finanziarie
internazionali ammonta a
34.000 dollari «al minuto», ha
precisato Etchegoyen. I rimborsi annuali rappresentano
«più di 150 volte quello che
dedichiamo alla sanità e alla
istruzione». La sospensione
dei rimborsi permetterebbe di
liberare 10 miliardi l’anno per
i programmi sanitari e scolastici. Etchegoyen ha parlato
della campagna Jubilee 2000
che ha ottenuto grandi concessioni per molti paesi indebitati. Però, ha fatto notare, il
successo della campagna dipende dalla «potenza economica che dirige il mondo, potenza interessata soprattutto
al profitto e non alla vita».
La discussione del Comitato centrale sull’economia
mondiale si è svolta mentre il
Forum economico mondiale
di Davos stava terminando i
suoi lavori. Rogate Mshana,
incaricato delle questioni di
^ . .V
giustizia economica al Cec,
ha criticato rincontro di Davos che, ha detto, «ha chiuso
ogni spazio al dialogo». «La
comunità ecumenica pone
l’accento sulla necessità di
adottare un nuovo modo di
vita caratterizzato da sistemi
che privilegino la partecipazione, la responsabilità, la
protezione dell’ambiente», ha
aggiunto. In conclusione, Etchegoyen ha ricordato che il
primo Forum sociale mondiale si stava svolgendo a Porto Alegre, in Brasile, in contemporanea con la riunione
di Davos. Il Forum sociale ha
riunito rappresentanti di organizzazioni non governative
e di movimenti sociali.
Durante la seduta plenaria,
Mshana ha spiegato che il
Cec ha avviato discussioni direttamente con membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e con
rappresentanti del Fondo
monetario internazionale
(Fmi). Il Cec, ha precisato,
«ha messo su una squadra di
esperti per proseguire queste
discussioni». Uno degli obiettivi di questi contatti, ha detto, è di creare «un meccanismo di negoziazione tra debitori e creditori» e di «appoggiare i movimenti che si sforzano di ottenere l’annullamento dei debiti, moratorie e
compensazioni» in questo
campo. «Le armi di cui dispone la Chiesa sono di ordine
morale ed etico. Il mondo
non può andare avanti così»i
ha concluso Mshana.
Altri intervenuti hanno parlato dell’immoralità della
mondializzazione in termini
ancora più duri. «Il debito del
mio paese (Sud Africa) è stato
accumulato dal regime che
cercava di distruggermi - ha
detto il past. Maake Masango.
della Chiesa presbiteriana unita dell’Africa australe -. Perché dovrei pagare per il regime che mi ha distrutto?», (eni)
li.
J : /'ni.- Vi
■A
M
Claudiana
via Principe Tomaso, 1 - Torino
011 -6689804 - fax Oli-6504394
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